Un amore folle di GiuHyun (/viewuser.php?uid=63077)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ritorno in città ***
Capitolo 2: *** Nuovi amici ***
Capitolo 3: *** A casa con Yoh ***
Capitolo 4: *** Shopping e incomprensioni! ***
Capitolo 5: *** Perché a me? ***
Capitolo 6: *** Appuntamento e gelosia ***
Capitolo 7: *** Start date. Ciak, let's go! ***
Capitolo 1 *** Ritorno in città ***
Ritorno in città
Un amore folle
Abbiate pietà di me xD
Mi diverto troppo a scrivere storie su storie!!
E qui mi accompagna una dolce amica, è Hikari93! La ringrazio infinitamente per scriverla insieme a me!! Davvero <3
Allora u.u questa storia sarà OOC, tenteremo di fare i personaggi di Shaman King abbastanza IC, ma non prometto nulla.
Sull'inizio sarà ambientata come nell'anime, ma poi
diventerà un AU. Detto questo xD Passiamo alla trama della
storia :3
Una ragazza. Rochelle.
Amante della musica, ballerina e cantante, fin da piccola ha sempre avuto una vita difficile.
Ad otto anni incontra Yoh, ma poi sparisce e la danno per morta.
Lei appena compie i 18 anni, tornerà là per ritrovarlo e poterlo riabbracciare. Ma purtroppo conoscerà lui.
Ritorno in città
Sapevo
già di rischiare grosso. Di non trovarlo, ma era la mia unica
occasione. Dovevo rivederlo, dovevo ritornare da lui, dovevo
abbracciarlo e stringerlo forte a me, e dirgli che questa volta non me
ne sarei andata e che sarei rimasta con lui questa volta per sempre.
Flashback
-Inizio-
-Come ti chiami?- Un adorabile bambino dai capelli color cioccolato
fondente, si rivolse ad una bambina che stava camminando, probabilmente
verso il parco giochi.
La bambina arrossisce furiosamente e cerca di allontanarsi da quel
pericolo. Non doveva affezionarsi, non ci doveva parlare, tanto il suo
tempo prima o poi sarebbe scaduto.
Ma il bambino era insistente invece, la seguì fino al parchetto, dove tentò nuovamente di parlarle.
-Perché scappi? Voglio solo fare amicizia con te...-
Lei lo guardò. Si spostò un ciuffo ribelle che le cadeva
dagli occhi. Era un pericolo per lei fare amicizia, alla fine dell'anno
se ne sarebbe andata da quella bellissima città. Sarebbe stato
solamente inutile...
-No... non possiamo...- la voce candida della bambina risuonò
leggera nell'aria. Era troppo timida, doveva dimostrare di essere
più coraggiosa e più dura, se voleva che quel bambino la
smettesse di seguirla.
-Non sono un bambino cattivo!-
La piccola Rochelle rise. La sua vocetta trascinò anche il piccolo Yoh. Risero per un po' e poi tornarono a guardarsi.
-Io vorrei esserti amica, però non voglio io... Ma non
perché tu sei cattivo..- La piccoletta si guardava i piedi
intimidita.
-Allora perché?-
-La mia è una lunga storia... Ma non voglio annoiarti,
sicuramente ci saranno altri bambini che vogliono fare amicizia con
te..-
La piccola triste si girò e fece per andarsene e uscire dal
parchetto, ma la manina calda di Yoh prese quella di lei e gliela
strinse.
-Io non ho niente da fare... perché non me ne parli?-
La bambina sorrise. Era la prima volta che qualcuno la volesse
ascoltare. Si misero sull'altalena, ciascuno a dondolare e Rochelle
raccontò la sua storia. Pianse quando gli disse che lei ogni
anno si sarebbe trasferita per il lavoro dei suoi genitori, ma poi
l'allegria del nuovo amichetto le fece ritornare il sorriso.
I due trascorsero la giornata così, a raccontarsi la vita un po' di ognuno e conoscersi meglio.
E lei finalmente aveva trovato una persona speciale, che la capiva e non l'allontanava.
Ma i giorni passarono troppo in fretta, e il tempo scadette. Lei se ne
andò, tra le lacrime, Yoh dette a Rochelle il suo indirizzo, in
modo che si tenessero in contatto. Rochelle lo abbracciò forte e
gli promise che presto sarebbe tornata da lui.
Purtroppo i genitori impedirono a lei di scrivere a lui, perché
avrebbe fatto solo del male al ragazzo. Così strapparono
l'indirizzo, e così facendo, strapparono anche il cuore della
piccola.
Gli anni passarono lentamente, lei crebbe, fino a diventare una
splendida ragazza, ma con un carattere molto passivo. Non riusciva
più ad affezionarsi come un tempo, lei voleva solamente tornare
dal suo Yoh. Glielo aveva promesso
-Fine-
Stavo correndo per le strade di Tokyo.
Erano passati 10 anni, dal mio primo incontro con Yoh, ma la
città era sempre bella come un tempo. Forse lo era ancora di
più adesso.
Gli shorts mi stavano dando fastidio, mi fasciavano troppo, ma se non
mi sbrigavo non sarei riuscita a vederlo. Il primo posto dove lo sarei
andata a trovare è la scuola superiore.
Dopo varie indicazioni dei passanti, la trovai, ma improvvisamente mi bloccai davanti al cancello.
L'ansia salì. E se non era lì? E se, era andato
via da Tokyo? Dopotutto, per colpa dei miei genitori non avevo potuto
tenermi in contatto con lui. Maledetti loro.
Sono stata malissimo. Li ho odiati per tutto questo tempo e non li
perdonerò mai per il torto che mi hanno fatto. Infatti appena ho
compiuto i 18 anni, liberi da loro, ho preso il primo volo disponibile
per Tokyo.
Pagarmi il biglietto non è stato facile, ma con i soldi della
paghetta che mi davano i miei, e con i vari lavoretti che ho fatto,
sono riuscita a mettermi dei soldi da parte per il biglietto e per
soggiornare qualche giorno.
Ma adesso? Tutta la mia sicurezza era sparita.
Guardai l'enorme orologio davanti scuola, e segnava che mancava 5
minuti alla fine delle lezioni. Adesso non mi restava che aspettare.
Chissà se mi avrebbe riconosciuto. Sai, sono cambiata davvero
tanto. I miei capelli sbarazzini e corti, sono cresciuti, diventando
lunghi e lisci. La mia pelle era rimasta bianca latte. Il mio corpo si
era tonificato grazie ai tanti anni di danza, e le forme erano grandi
al punto giusto.
Mi sedetti su una panchina, sistemandomi il top e poi tirai fuori, dalla tasca dei miei pantaloncini, un piccolo braccialetto.
Era fondamentale per me. Era il suo, che mi aveva regalato per il mio
ottavo compleanno. E' stato quello a darmi forza per tutti questi anni.
Chiusi gli occhi per cercare di rilassarmi, ma il suono fastidioso
della campanella, mi fece montare nuovamente il nervoso a mille.
Sentivo
che il cuore mi batteva frenetico e che sarei potuta collassare da un
momento all’altro. Del resto, probabilmente tra pochi attimi
avrei rivisto Yoh, il mio unico e vero amico.
Scattai in piedi, avanzando qualche passo verso la massa di alunni che
si addensava all’uscita della scuola. Li scrutai, sperando di
vedere spuntare il suo viso, sperando anche di riconoscerlo. Ma quanto
poteva essere cambiato, in fondo? Per quanto fosse vero che erano
passati gli anni, in cuor mio sapevo che il sorriso di Yoh, quella sua
espressione gentile che mi aveva avvicinata a lui, era ancora stampato
sul suo volto.
Presi alcuni respiri profondi, mentre torturavo il braccialetto: sarebbe stato il mio biglietto da visita.
Mi alzai sulle punte, per scorgere anche i ragazzi che si trovavano un
po’ più lontano. Il vociare chiassoso e vispo rendeva
tutta quella confusione ancora più frastornante.
Sicuramente rimasi a bocca aperta, e non dovetti fare una bella figura.
Non mi importò, infatti, di una coppietta di studenti che mi
stava fissando come se fossi un’aliena.
Yoh non era cambiato molto.
Era diventato più alto, ovviamente, più slanciato. I
tratti fisici del bambino che era stato, erano scomparsi, lasciando
spazio a un’espressione più matura. Come avevo pensato
prima, il suo sorriso era stampato sulle labbra. Solo a guardarlo,
sorrisi a mia volta.
Mi saltarono subito all’occhio un paio di cuffie arancioni che
portava intorno al collo; evidentemente era ancora un appassionato di
musica.
Stava parlando con un gruppetto di persone che non conoscevo.
D’istinto ne fui un tantino gelosa, ma fu una sensazione che mi
passò subito: d’altronde, non esistevo solo io per lui,
ammesso che si ricordasse ancora di me… ed era questo il
pensiero che costituiva una piccola pecca in quella giornata cui sarei
dovuta essere la persona più felice del mondo.
E se mi fossi ripresentata a lui, e lui non si sarebbe ricordato di me? Sarei potuta scappare via piangendo? No.
Non mi restava altro da fare che affidarmi alla buona sorte.
Con passo deciso mi avvicinai, quanto più possibile,
appoggiandomi al tronco di un albero lì vicino. Attesi che il
gruppo di Yoh si facesse più vicino, e intanto ascoltai i
battiti accelerati del mio cuore. Mi morsi la lingua e gettai
un’occhiata di sbieco ai ragazzi. Quando mi resi conto che il
momento era quello “giusto”, scattai in avanti.
Osservai la facce dei ragazzi, soffermandomi maggiormente sull’espressione di Yoh.
-Ciao- salutai timidamente, non sapendo esattamente quale fosse la cosa
migliore da dire. Pregai interiormente di ricevere una risposta da chi
volevo io.
-Tu saresti… ?-
A parlare era stato un ragazzo dai capelli azzurri e dall’aspetto
amichevole. Mi si avvicinò e mi studiò, come se fossi un
esemplare da laboratorio.
-Rochelle.-
Rimasi anch’io di stucco, perché non era stata la mia voce a pronunciarsi.
Annuii, felice che il mio amico rimembrasse. -Allora ti ricordi- dissi,
con le lacrime agli occhi. Non avrei singhiozzato -ero pur sempre una
ragazza forte- ma le emozioni che sentivo dentro erano potenti, tanto
che avrebbero potuto uccidermi, facendomi scoppiare il cuore.
Lui rise, di quella risata che avevo persino sognato. -Non saranno i
capelli cresciuti, o “qualche” centimetro” in
più a imbrogliarmi. Non ti ho mai dimenticata.-
Mi lasciai guidare dall’istinto, perché quando non si sa
come comportarsi è meglio lasciar parlare il proprio corpo. Lo
abbracciai, stringendolo forte. Gli fui grata, sentendo che anche lui
faceva lo stesso.
-Ti dispiace metterci al corrente?- parlò lo stesso ragazzo di prima.
-Con piacere, Horo Horo. Ma credo che Rochelle sarà felice di
farlo, magari mentre ci incamminiamo per andare a casa.- Si
staccò dall’abbraccio e cercò la mia approvazione
con lo sguardo.
Annuii.
-Dunque- iniziai, con leggero imbarazzo. –Mi chiamo Rochelle e
sono una vecchia amica di Yoh. Ci conoscemmo molti anni fa, quando i
miei genitori lavoravano qui.-
-Dovete sapere che i genitori di Rochelle cambiavano lavoro molto spesso- s’intromise Yoh.
-Esattamente- confermai. –Finalmente sono maggiorenne, per cui
decido io dove voglio stare.- Mi accorsi di essere sembrata un
po’ troppo ribelle, quindi sviai il discorso. –A ogni modo,
mi conoscerete meglio in seguito, se volete ovviamente… mi sei
mancato Yoh.- Alzai il braccio, mostrandogli il braccialetto che tenevo
allacciato a un paio di dita, dato che mi andava stretto al polso.
Lui capì cosa volessi dire, e sorrise. –Anche tu.-
Mi girai in avanti e scrutai la strada. Tutto ciò che mi
circondava mi sapeva di casa. Sorrisi, e chissà da quanto tempo
non lo facevo così spesso.
Finalmente ero tornata.
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Capitolo 2 *** Nuovi amici ***
Capitolo 2
Capitolo 2
5 recensioni solo per il primo capitolo??
Mazza, grazie grazie davvero! Siamo commosse io e Hikari *w*
Non vogliamo perderci tanto in ciance (chiacchiere xDDD) così vi
lasciamo tranquillamente al capitolo, e in fondo con i ringraziamenti
<3
Nuovi amici
Stavamo
camminando verso casa di Yoh. Aveva deciso di invitare tutto il gruppo
e me, a pranzare a casa sua, per festeggiare il mio ritorno.
Non riuscivo a staccarmi un minuto da lui, era passato troppo tempo che
non sentivo il calore della sua pelle morbida, e adesso che lo avevo
con me, non mi sarei staccata facilmente.
D'altronde lui non faceva una piega, quindi.
C'era solo Anna, che ci guardava male -o meglio, guardava male me-
perché stavo troppo attaccata al ragazzo, ma Yoh mi disse di
tranquillizzarmi, dicendo che era solamente la sua ragazza, ma non
avrebbe fatto nulla di male.
Un altro aggiunto al gruppo, fu Horo Horo. Dopo che mi presentai,
si unii a noi, come se mi conoscesse da sempre. Sorrisi, perché
mi trovai subito bene con lui. Nonostante provenisse dal Nord, era una
persona molto estroversa e calorosa (si potrà dire così??
O.O).
Mi sciolsi molto con lui. Credevo che non sarei mai riuscita ad
aprirmi di nuovo, oltre che con Yoh, ma invece non era così.
Poi c'era un altro tipo di nome Len. Lui era il mistero in persona. Non
mi ha rivolto parola, e per conoscermi mi ha fatto un semplice cenno
con la mano e la testa.
Da lì, non rivolse più parola né a me, né
agli altri. Pensai che probabilmente era timido, così provai ad
avvicinarmi per parlarci un po'.
Ma Yoh mi fermò.
-No, non ti conviene Rochelle.- La sua voce, era ferma e decisa.
-Ma perché? Sai come sono...-
-Appunto perché so come sei. Conosco bene sia te, che lui. E
sicuramente non potreste sopportarvi a vicenda.- Era come un
avvertimento il suo.
-Cosa intendi dire Yoh?-
-E' solamente un'asociale! Lascialo perdere Ro!!- Intervenne
improvvisamente il ragazzo con i capelli azzurri. Da quando mi dava
questa confidenza, e mi dava anche un soprannome? Però a dirla
tutta, non mi dispiaceva.
Alla fine, mi lasciai trasportare da loro e non pensai più a Len, ma conobbi altri componenti.
Manta, un'adorabile tappetto, -non che io fossi molto alta- che sapeva tutto con le sue grandiosi ricerche, grazie al suo pc.
Anna, una ragazza molto inquietante a vederla. Mi aveva già
terrorizzato con il suo sguardo. Quando sapevo che era la ragazza del
mio migliore amico, una ftta di gelosia mi percosse il cuore. Non avrei
mai creduto, che un'altra ragazza avesse preso il cuore del mio caro
amico. Ma mi passò ben presto, non ci feci più caso. Se
era felice lui, lo ero anch'io.
-Allora cara Rochelle, in questi 10 anni, avrai pur combinato qualcosa?- la voce di Yoh, mi risvegliò dai miei pensieri.
-Ma si, per fortuna i miei, mi hanno fatto continuare canto e danza.
Sapevano che era l'unica cosa che mi potesse tenere buona.- Sorrisi al
primo ricordo.
Flashback
-Inizio-
Il piccolo Yoh, oggi era a casa di Rochelle.
I genitori per fortuna erano usciti a cena fuori, e i due erano liberi
di stare a casa da soli, purché non facessero troppo casino o
uscissero fuori.
-Cosa facciamo stasera?- il bambino, era super eccitato all'idea di rimanere da solo con l'amichetta del cuore per una serata.
-Non lo so, mamma ci ha lasciato dei popcorn e delle patatine in cucina. Possiamo guardare un film, magari.-
I due annuirono, e si divertirono a cercare per la cucina delle ciotole, per metterci dentro le varie schifezze.
Alla fine si misero davanti al divano, e la piccola Rochelle si
avvicinò al gigantesco mobilio, dove i genitori tenevano tutti i
dvd.
-Non so cosa prendere Yoh...Cosa vuoi vedere?-
-Cartoni?- Suggerì l'amico.
-Mmmmh... li guardo ogni giorno, ormai li so a memoria!- Esclamò annoiata la bambina.
Si mise a cercare tra i vari dvd, cercando di non cascare dal mobilio e alla fine tirò fuori "Billy Elliot".
-Di che parla?- Yoh si avvicinò curioso.
-Mmmh, parla di questo ragazzo di nome Billy che si incappa per caso in
una lezione di ballo, nello stesso circolo dove lui praticava la boxe.
L'insegnante vede le sue potenzialità di ballerino e lo vuole
allenare, ma il padre e il fratello quando lo scoprono, lo considerano
poco maschile.- Legge Rochelle. -Sembra interessante! Lo guardiamo?-
Il maschietto annuì sorridendo e si misero a guardare il film,
mangiando le varie schifezze che si erano preparati, e ben presto
furono travolti dalla trama avvicente del film, piangendo anche in
alcune scene.
Finito il film, i due bambini erano più eccitati di prima.
-So cosa vorrò fare da grande!- Annunciò la piccola.
-Scommetto che vuoi fare la ballerina!- Scoppiò a ridere l'amico.
-Esattamente!! E non ridere!-
Si mise a ridere anche lei, e poi prese a fare dei passi, molto
scordinati, cercando di imitare quello che si ricordava del film. Yoh
la prendeva in giro ridendo, facendola offendere e arrabbiare, ma
facendo pace subito.
I genitori della piccola avevano assistito a tutto, e da lì
decisero di iscriverla ad una scuola di danza, per migliorare le sue
capacità.
Da lì, iniziò l'amore per la danza.
-Fine-
-Tu fai danza?- Mi chiese un Horo Horo curioso.
-Si esattamente. Da ormai 10 anni e passa, penso che sia l'unica cosa che mi abbia tenuto in vita, insieme al canto.-
-Quello quando è venuto?- Chiese divertito Yoh.
-Beh, dopo un bel po' a dir la verità, quando avevo all'incirca
15 anni. Fu mia madre a mandarmi a lezioni di canto, io sull'inizio ero
abbastanza restia nel volerle fare, ma poi cambiai idea.-
-La musica è proprio la tua vita eh Rochelle?- Mi sorrise dolcemente il mio amico del cuore.
-Sia quella che tu, siete la mia vita.-
Arrossii imbarazzata, ma era quello che pensavo davvero.
-Comunque la mia vendetta, ai miei genitori l'ho avuta.- Dissi all'improvviso divertita.
-Che intendi dire?- il ragazzo dai capelli color cioccolato, voltò la testa curioso.
-Beh, mi sono fatta devi vari piercing e tatuaggi, uno per ogni dolore che mi hanno causato.-
-Cavolo- osservò Horo Horo. –Sei proprio una tipa particolare, Rochelle!-
Sorrisi, mentre alzavo le spalle. -Alla fine è diventata una
specie di abitudine, quasi un rito. Tutto iniziò quando dovetti
distaccarmi da Yoh- il mio sguardo si incupì al ricordo, anche
se ora lui era con me –e i miei genitori mi impedirono di
continuare a frequentarlo, scrivendogli lettere, perché
pensavano che ci avrei soltanto sofferto, che il mio fosse solo il
capriccio stupido di una bambina altrettanto stupida.-
Mi interruppi per osservare le espressioni dei miei ascoltatori.
Sembravano tutti assorti, tranne Len, del quale non avrei mai capito il
modo di fare, e Anna. Chissà che pensava… forse era
gelosa dell’amicizia che c’era tra me e il suo ragazzo. Ma
ci sarebbe stato tempo per chiarire quell’incomprensione.
-E perciò, come simbolo del nostro legame, oltre che del suo ricordo, appena potei mi feci il mio primo tatuaggio.-
Silenzio.
-E allora?-
Guardai Horo Horo senza capire.
-Dov’è questo tatuaggio? Faccelo vedere, no?- Sembrava
entusiasta all’idea di conoscermi sempre di più: un tipo
davvero socievole. Peccato che la posizione del suddetto tatuaggio mi
“impedisse” di mostrarlo. Arrossii.
-E’ qui- dissi, poggiandomi una mano sul cuore. –E’ a
forma di cuore, appunto, e dentro c’è…
c’è scritto il nome del mio migliore amico.- Non mi
interessava di essere stata troppo poetica o troppo sentimentale: quel
legame con Yoh era troppo importante per me, tanto che qualsiasi
parola, anche quella del più grande dei poeti mai esistito,
sarebbe stata futile e insignificante. Senza accorgermene strinsi forte
il tessuto della maglietta, finendo per tirarla leggermente giù,
scoprendo molto più che il collo.
Quello che vidi mi lasciò di stucco, e mi fece irritare contemporaneamente.
-Sei nei guai Horo Horo- espresse Yoh, ridendo.
E già, aveva ragione.
-Noto con stupore che non hai dimenticato questo lato del mio
carattere, Yoh- dissi calma, ma era la cosiddetta calma prima della
tempesta.
Mi astenei dallo sferrare un sinistro degno del miglior boxer dei
tempi, ma non evitai di pestare con forza il piede al
“guardone” di turno.
Stizzita, affiancai Yoh, che tutto sommato, sebbene stessi cominciando
a fare altre conoscenze, era la mia unica ancora, il mio solo punto di
riferimento.
-Andiamo?- gli domandai, senza nemmeno degnarmi del ragazzo del Nord,
che saltellava mantenendosi il piede destro e urlando dal dolore.
Raccolsi i lunghi capelli, a formare un’ipotetica coda, poi li
lascia ricadere sulle spalle. Era un gesto che mi piaceva fare.
-E quello lì?-
La voce di Manta mi aveva presa di sorpresa.
-Scusa?- Non avevo capito a cosa si riferisse.
-Hai un altro tatuaggio lì dietro?-
Un lampo di sorpresa mi attraversò gli occhi, ma durò
appunto un attimo. Avevo un tatuaggio a forma di fiocco, decorato ai
lati da due “strisce”, che sembravano delle sottospecie di
ali. -Questo?- alzai i capelli. -Questo me lo feci in memoria del tempo
trascorso a casa da sola, a causa degli impegni, lavorativi e non, dei
miei. Come ho detto prima, ognuno di questi piercing o tatuaggi,
è “nato” da un momento di dolore. In un certo senso
il dolore provato aiuta, ci rende capace di evitare, o almeno provare a
farlo, errori e torti che ci sono stati fatti.-
-E il piercing sul labbro inferiore?- chiese Horo Horo, timidamente. Forse era un modo per scusarsi.
Gli sorrisi; in fondo era un bravo ragazzo, ma era pur sempre un
“maschio”, constatai tra me e me, ridendo scherzosa.
-Questo è per ricordarmi tutte le volte che sono stata
considerata un’incapace dai miei- dissi più triste. Nei
momenti di lite tra i miei genitori, era capitato che venissero rivolte
alcune parole più forti, più forti per una bambina qual
ero.
Non mi sfuggì un sussulto quasi impercettibile di Len. Ne fui incuriosita, ma non espressi il mio dubbio.
-Coraggio, ora basta con le domande!- terminò Yoh, poggiandomi
una mano sulla spalla. -Andiamo a casa che ho una fame da lupi!- rise.
-Hai ragione! Io potrei svenire da un momento all’altro!- si aggiunse Manta.
-Spero tanto che Hao abbia fatto trovare qualcosa di buono in tavola!-
lamentò Yoh, simulando di riuscire a stento a mantenersi in
piedi. Camminava lentamente, con le mani allungate verso il basso e la
bocca spalancata.
Terminò tutto in una risata, tranne il mio interrogativo, ancora
fisso al centro del cervello. Lo espressi: -Ma chi è Hao?-
chiesi a Yoh.
-E’ mio fratello maggiore.-
Sulle prime ci rimasi un po’ male, oltre che sorpresa. Yoh non me
l’aveva detto, quando eravamo piccoli… probabilmente gli
era sfuggito, o semplicemente non ce n’era mai stata
l’occasione. Magari l’avrei saputo o magari avrei lasciato
perdere: poteva anche essere che questo fantomatico fratello maggiore
si trovasse altrove, nel periodo che avevo trascorso con Yoh. Inutile
rincitrullirsi con futili e infondate ipotesi.
Ma ero più che curiosa di arrivare a casa Asakura.
-Non può essere!- Aprii vergognosamente la bocca, quando lo vidi.
Si trattava di un ragazzo identico a Yoh, se non fosse che era
più alto e che aveva i capelli molto più lunghi, che gli
arrivavano oltre le spalle.
-Sembrano gemelli, vero?- rise Horo Horo, mettendosi le mani dietro la testa. –Anche a me ha fatto questo effetto.-
-Hao, lei è Rochelle.-
Il ragazzo sorrise di un sorriso dolcissimo, che però sembrava
avere qualcosa di diverso da quello di Yoh. –Me ne ricordo
fratellino. Me ne hai parlato più di una volta.-
Vidi Anna stendere Yoh con un’occhiata di fuoco, ma la mia
attenzione era tutta per la fotocopia ingigantita del mio migliore
amico.
-Comunque, il mio nome e Hao Asakura, piacere di conoscerti Rochelle.-
Mi si avvicinò e mi bacio il dorso della mano in un gesto
elegante. Arrossi lievemente per i suoi modi: si trattava pur sempre di
uno sconosciuto.
-Il solito cascamorto!- ironizzò Horo Horo, suscitando le risate degli altri –tranne quel Len, come sempre-.
-Resterà qui con noi Hao, a te va bene?- chiese Yoh, facendosi spazio tra le risa generali.
Hao sorrise ancora. –Certo.-
Ebbene eccoci alla fine del capitolo u.u
Io ne sono soddisfatta, Hikari non so, giudicherà lei :D
Sappiamo che i primi capitolo sono un po' più noiosi, ma vi promettiamo che poi ci sarà da divertirsi :DDD
Grazie a Hikari93, Alex, LoveLaw93, Mitsuki Loveless e _PiCCOLiNA_ per averla recensita <3
Grazie a Hikari93 che l'ha messa tra le preferite <3
Grazie a Mitsuki Loveless che l'ha messa tra le ricordate <3
Grazie a Alex e trillygood che l'hanno messa tra le seguite <3
E un ultimo grazie, anche a voi che leggete e basta! :D <3
Adesso vi linkiamo un po' com'è fatta la nostra Rochelle!
http://tinypic.com/r/i2mvps/7 lei è la nostra Rochelle!
http://tinypic.com/r/24dknk3/7 questo è il tatuaggio che ha dietro il collo u.u
http://tinypic.com/r/11bryc1/7 questo
invece è il tatuaggio con il cuore. Fate conto che invece della
rosa nel centro, ci sia scritto Yoh. (scusate se la mia ricerca
è limitata xDD)
http://tinypic.com/r/4rcgh3/7 questo invece è il piercing al labbro inferiore che ha la ragazza
http://tinypic.com/r/5upoav/7 collage fatto a cavolo, ma per farvi vedere come era vestita xD
Bene, ho finito di fare la cretina xDD
Io e Hikari vi salutiamo, e ci vediamo presto con il prossimo capitolo!!
Vostre
XxX_GiuliaLoveless_XxX&Hikari93
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Capitolo 3 *** A casa con Yoh ***
Capitolo 3
Capitolo 3
Ed
eccoci qui anche con il terzo capitolo di questa long, scritta da me e
Hikari93. Non la ringrazierò mai abbastanza di tutto ciò
<3
Comunque che dirvi, anche questo
sarà un capitolo di passaggio, bene o male continueranno le
conoscenze e così via :3
Buona lettura!
A casa con Yoh
Casa di Yoh non era molto grande.
Non appena fui dentro, la prima impressione che ebbi, fu quella di un
ambiente piccolo e accogliente, dove, sicuramente, mi sarei sentita a
mio agio. Entrata in cucina, non potei evitare di appoggiare una mano
sulla parete bianca e fredda, come se desiderassi toccare con mano il
senso della parola casa, come se desiderassi ardentemente sentirmi
davvero a casa, con persone che consideravo appartenenti alla mia
famiglia. Forse era un po’ presto per giungere a conclusioni
affrettate – cioè di ritenere gli amici di Yoh anche miei
amici – ma la mia prima impressione era stata più che
positiva. Forse era la gioia di rivedere Yoh, ma mi sembrava che nulla
potesse andarmi storto, ma che dovesse necessariamente seguire un corso
a me favorevole.
-Siediti pure.-
Hao mi indicò il tavolo di legno al centro della stanza con un gesto della mano.
Non era un tavolo adatto alle “grandi occasioni”, ma
perfetto per una rimpatriata tra amici o per un semplice pasto, dove
divertirsi era la parola d’ordine.
Yoh mi toccò la spalla, facendomi trasalire. -Accomodiamoci,
dai!- si stava rivolgendo a tutti, anche se guardava me –se resto
altri cinque secondi senza mangiare, svengo!-
La risata che seguì le sue parole coinvolse un po’ tutti:
chi si espresse con mezzi sorrisini, chi con vere e proprie risate
– e chi, se non Horo Horo? – e chi… chi non
accennò nemmeno lontanamente distorcere la propria espressione
facciale. Len era sempre così serio. Ma era capace di
rallegrarsi quel ragazzo?
Mentre mangiavamo le squisitezze preparate da Hao – ottimo cuoco,
dovevo ammetterlo –, venivo cullata e tenuta allegra dal dolce
suono di bacchette di legno che si chiudevano sulle pietanze o dal
chiacchiericcio dei miei nuovi amici, cui preferivo non unirmi, o
ancora dalle loro risate. Anche il modo rumoroso in cui mangiava Horo
Horo mi divertiva.
Però, per quanto mi sforzassi di concentrarmi su altro, non
potevo fare a meno di far cadere sempre l’occhio sull’unico
che sembrava non essere in quella stanza. C’era, ma era come se
non ci fosse, e il bello era che nessuno pareva accorgersi di questo.
Len.
Mentre alternavo lo sguardo tra lui e il cibo sotto al mio naso,
allungai meccanicamente la mano verso la bottiglia d’acqua.
Sentii qualcosa che mi impediva di acchiapparla e alzai gli occhi: la
mano di Len era posta esattamente sopra alla mia, stringendola
contemporaneamente alla bottiglia.
Come avevo fatto a non accorgermene? Ero davvero tanto persa nei miei pensieri da alienarmi da tutto e tutti?
-Scusa- sorrisi, apprestandomi a scostare la mano. Certo, non mi
aspettavo un “prima le donne”, ma almeno un sorriso di
rimando: invece nulla.
Lui mi guardò con aria di sufficienza e mi strappò
letteralmente la bottiglia dalle dita. Un sopracciglio andò a
inarcarsi automaticamente, vista la maleducazione del mio interlocutore.
-Non c’è bisogno di essere così brusco- dissi.
-Come non ho bisogno del tuo sguardo puntato addosso.- mi rispose di rimando, con nonchalance
Sentii le guance bruciare: dannazione, dannazione, dannazione! …
mi aveva vista? Eppure, sembrava che stesse con la testa altrove.
-Io…? Guardare te? No, no, credo tu abbia preso un granchio.-
Risi, una risata nervosa che riecheggiò nell’aria, visto
che era calato il silenzio, improvvisamente.
Len scosse le spalle, chiuse gli occhi e prese a sorseggiare
l’acqua che si era versato, con scritta in faccia la frase
“ti sto ignorando”.
Cominciai a muovere un piede dal nervoso: quel ragazzo era troppo
misterioso per i miei gusti. Avrei scoperto cosa gli girava in quella
testa, o sarei impazzita. Gli altri sembravano libri più o meno
aperti, mentre Len… non si lasciava scoprire, ecco.
-Sei figlio unico?- chiesi, sperando vivamente in una risposta. Non
aveva un significato preciso quella domanda, né mi interessava
troppo intromettermi nella vita di altri a forza, ma era tanto per
cominciare un discorso.
-Non sono affari tuoi- mi liquidò.
-Okay- risposi lentamente e poco convinta, senza distogliere lo sguardo da lui. Non dovevo mollare, volevo sentirlo parlare.
-Ti piacciono i dolci?- Altra domanda “nonsense”.
-Dipende.-
Attesi invano una spiegazione di quel “dipende”,
perché era una parola che presagiva una spiegazione, insomma! E
invece nulla.
Sospirai. Cercai di farmi venire in mente qualche altra cosa e stavo
appunto aprendo bocca, quando Horo Horo scattò in piedi,
puntandomi un dito contro.
Stetti a guardare quell’indice per quelli che mi parvero minuti
interminabili, poi il ragazzo dai capelli azzurri mi parlò: -Hai
un piercing sulla lingua!-
Lì per lì rimasi basita, poi accennai a un sorrisetto.
Annuii, anche se la sua non era stata una domanda, quanto una
constatazione.
-I miei genitori non reagirono proprio così quando lo videro-
aggiunsi, poi mi alzai, dirigendomi verso Horo Horo. Furono sul punto
di svenirmi davanti agli occhi, quando lo mostrai a loro. Non mi curai,
poi, di dir loro della mia intenzione, perché non me lo
avrebbero permesso. Sfruttai “l’effetto sorpresa”!.
Quando fui davanti ad Horo Horo, dischiusi le labbra, per mostrargli
meglio il piercing, dato che mi sembrava tanto entusiasta. Ma, a quanto
pare, dovette fraintendere, perché mi accorsi che divenne
leggermente rosso… chissà che si era aspettato… un
bacio forse?
Entrambi le parti avevano capito l’equivoco, e silenziosamente
l’avevamo tenuto per loro stessi, senza fare – stranamente,
visto il mio modo di fare – scenate.
Tornai velocemente a sedermi al mio posto.
Ero divertita dal gesto che avevo fatto, e ripresi a mangiare,
lanciando ogni tanto occhiate ad Horo Horo che stava ancora
boccheggiando per il gesto di prima. Povero ragazzo l'avevo travolto.
Pian piano il silenzio finì e il rumore delle bacchette e del
chiacchiericcio tornò a formarsi. Mi feci nuovamente cullare
dalle risate, lanciando ogni tanto occhiate agli interlocutori e
cercando di capire le loro espressioni e i loro modi di fare.
Nuovamente questo bel quadretto finì, perché la mia suoneria del cellulare iniziò a risuonare.
Curiosa presi il mio amato i-phone e lessi chi mi stesse chiamando:
quando vidi il nome sul display il mio cuore si fermò e sbiancai.
-Tutto bene Rochelle? Perché non rispondi?- la voce leggera di
Yoh mi svegliò dal mio terrore, e con mano tremante schiacciai
sul touch screen il pulsante verde e risposi.
-P-pronto?- Maledizione non dovevo essere così titubante!
-Si può sapere dove diavolo sei finita Rochelle?- la voce urlò furiosa.
-Mamma sai benissimo dove sono andata, non c'era nemmeno bisogno che vi scrivessi un biglietto.-
Esattamente, quella che stava urlando dall'altra parte del telefono era
mia madre. Dovevo mantenere la calma, perché il temperamento lo
avevo preso da lei, e probabilmente se non mi contenevo saremmo finite
a litigare furiosamente.
-E perché diamine non ci hai avvertito del fatto che tu partivi?-
-Perché tanto sapevo che me lo avreste impedito.-
conclusi con semplicità, mordicchiandomi una pellicina. Nel
frattempo guardai gli altri, e arrossii imbarazzata vedendo che tutti
mi stavano osservando. Perfino Len. Perfetto, proprio adesso dovevo catturare la sua attenzione.
-Bene, allora ti pagheremo il biglietto per il ritorno.-
Cosa aveva appena detto?? No forse non sono stata abbastanza chiara con loro.
-No, mamma forse non hai capito bene. Io sono partita per restarci, non per una visita di cortesia.-
-Andiamo Rochelle, non fare la bambina. Non puoi restare lì per sempre, anche lui avrà una vita no?-
-E perché non dovrebbe continuarla a viverla con me la sua vita? Non vedo dove sta il problema.-
Calma Rochelle. Non ti innervosire sennò è la fine.
-Non voglio sentire altre discussioni, ti do tempo una settimana per stare un po' con lui e poi torni dritta a casa!-
-Non puoi obbligarmi! Ho 18 anni, e posso fare quello che voglio
adesso! Ho aspettato proprio di diventare maggiorenne per andarmene da
quell'orribile casa e da quella vita tremenda!-
-Rochelle! Non ti rivolgere mai
più in questi termini a me e a tuo padre! Adesso parlerai con
lui, sicuramente sarà meno indulgente di me.-
Cavolo no, no no! Ora è la fine! Mio padre è sempre stato molto severo nei miei confronti, e quasi mai permissivo.
-Rochelle.- la voce profonda di mio padre mi fece trasalire.
-Si papà?-
-Non voglio sentire discussioni, hai sentito tuo madre, tu torni a casa.-
Non era possibile, era un incubo tutto quello che stavo vivendo. E io
che credevo che adesso potesse andare tutto alla perfezione.
-No papà non puoi obbligarmi, sono maggiorenne...- la mia voce
era ridotta ad un sussurro, sapevo che stavo per scoppiare in lacrime.
Ma per puro orgoglio, non lo dovevo fare davanti a loro. E nemmeno per
dare soddisfazione ai miei.
-Sei ancora troppo piccola per affrontare tutto ciò. Ci si penserà fra qualche anno.-
-Andiamo! Ho vissuto per non so quanti anni da sola! Voi due che
lavoravate ogni giorni e ogni ora, mi lasciavate a casa da sola! Ho
imparato a cucinare da sola e fare tutto senza il vostro aiuto, e
adesso che me ne sono andata, ritornando da quell'unica persona che mai
mi ha dimenticato e che mi vuole veramente bene, dite che sono troppo
piccola per affrontare tutto questo? Non ci sto! Io da qui non mi
muovo!- Sbattei il pugno furiosa nel tavolo, mentre una lacrima mi
solcò il viso. L'asciugai velocemente e diedi le spalle ai
ragazzi in modo che non mi vedessero se mi scappassero altre lacrime.
-Rochelle smettila di fare i capricci, non voglio sentire altre obiezioni.-
-Papà per favore... io non sarò mai felice da
nessun'altra parte se non qui! Perché credete che io sia
un'incapace ad affrontare la mia vita?-
-Bene se è questo quello che
vuoi, è quello che avrai. Ma non vogliamo più sentirti o
rivederti davanti casa nostra. Ci hai deluso Rochelle.- la voce di mio padre fu dura e tagliente.
-Non mi importa di avervi deluso, voi lo avete fatto con me, per tutti
questi anni. Il primo momento è quando avete strappato
l'indirizzo del mio migliore amico.-
-Perfetto, d'ora in poi dovrai affrontare il cammino da sola, senza chiedere aiuto a noi.-
Mio padre chiuse la telefonata così, senza che potessi
aggiungere altro. Furiosa gli digitai un messaggio con scritto che
mandasse a casa di Yoh tutti i miei vestiti e i miei beni personali
visto che avevo intenzione di restarmene a casa di lui fino a quando
non avrei trovato casa.
Un silenzio innaturale era sceso lungo il tavolo. Ovviamente tutti mi stavano fissando come minimo.
-Tutto okay Ro?- Azzardò timidamente Horo Horo.
-Ma si, erano solo la rottura dei miei genitori. Come avete ben notato,
non è stato facile convincerli.- sospirai pesantemente,
rigirandomi e bevendo un bicchier d'acqua per calmarmi. Avevo sempre lo
sguardo di loro addosso.
-Non devi andare contro il volere dei tuoi genitori, se questo poi ti far star male...- mi disse Yoh.
Mh, probabilmente avevano notato i miei occhi lucidi e le mie guance colorate di rosso.
-No credimi, non sto male per essere andata contro di loro, sono stata
male al pensiero di dovermi allontanare nuovamente da te...Avevo
promesso che sarei tornata e che sarei rimasta, e voglio mantenere fede
a questa promessa!- Sorrisi incoraggiante al mio fedele amico, che mi
sorrise di rimando.
-Bene... purtroppo la camera degli ospiti è già andata a
mio fratello, e ti toccherà dormire con lui..- annunciò
tranquillamente.
Io nel giro di 2 secondi divenni paonazza. Avevo sentito bene?
-Come, perché?- mi dondolai sul posto, mentre sentivo alcuni risatine da parte degli altri presenti.
-Mi offrirei io se potessi... ma sai com'è Anna ci ucciderebbe
solo al pensiero, quindi meglio non provocare la sua rabbia-
Ridacchiò Yoh.
-Tranquilla, non mangio nessuno..- intervenne Hao.
Lo osservai. In quel momento aveva appoggiato il mento alla mano e mi
stava guardando sorridendo. Però chissà perché
quel sorriso non era uguale a quello del fratello.
-Va bene... d'accordo non c'è problema... basta che tieni le
mani apposto tu e non fai il guardone!- esclamai imbarazzata,
suscitando altre risate da parte degli altri.
La giornata passò velocemente.
Tra chiacchiere, risate ben presto venne sera ed era l'ora che ognuno tornasse a casa propria.
-Ci vediamo domani Rochelle!- mi disse il ragazzo proveniente dal Nord stritolandomi in un abbraccio.
-Passa una buona notte e dormi bene!- Salutò anche Manta.
Len invece se ne andò senza dire niente a nessuno. Soltanto che io non mi arresi.
-Sarebbe educato dare la buonanotte agli amici o perlomeno salutare!-
Soltanto che di risposta, ricevetti il nulla.
In casa rimanemmo io, Yoh, Hao ed Anna. Io e Yoh parlammo molto a
lungo, perché di cose da raccontare ce ne avevamo e ben presto
fu l'ora di andare a dormire.
-Bene, ti vedo abbastanza stanca Rochelle... Hao ti accompagnerà alla stanza, dormi bene.- Mi sorrise il mio amico.
Effettivamente non aveva tutti i torti, le emozioni in questo giorno
furono tante e mi resi conto solamente adesso, di quanto sonno avessi
in questo momento. Annuii e mi avvicinai a lui abbracciandolo forte,
appoggiando la testa nella spalla di lui e chiudendo gli occhi.
Inspirai il suo dolce profumo e mi rilassai a quel contatto.
Probabilmente mi abbioccai anche sul momento, perché trasalii
quando un colpo di tosse secco e forte di Anna mi fece staccare da lui.
Prima o poi avrei dovuto chiarire le cose con lei per farla stare
tranquilla, o probabilmente mi avrebbe ammazzato nel sonno.
-Andiamo Hao...- mi alzai stiracchiandomi e seguendo il maggiore per le scale.
-Ti piace molto vero mio fratello?- parlò quando fummo in camera.
-Che?! No no!! Non comprendere male! I nostri gesti sembrano...
abbastanza strani, ma per me è solo un amico.- Però ci
pensai bene. Ad otto anni era mio amico, adesso entrambi eravamo grandi
e poteva esserci qualcosa di più. Scossi la testa, cancellando
quel misero pensiero.
-Lui è anche fidanzato, e non potrei mai fare una cosa del genere... non è da me.- conclusi convinta.
-Mmmh, sarà, ma ti ho osservato molto in queste ore... e come lo
guardi, i gesti e le parole, lasciano intendere molto altro..- mi diede
un suo pigiama per poter dormire la notte. -Tieni, indossalo fino a
quando non arriveranno i tuoi vestiti.-
Timidamente mi cambiai in bagno. Era il doppio più grande di me
questo pigiama, ma tanto non ci dovevo uscire, ma dormirci e
basta.
Tornai in camera dove lui era solo con i pantaloni del pigiama.
Probabilmente andai in uno stato di coma mentre arrossivo nuovamente.
-T-tu! Mettiti sopra qualcosa o infilati sotto le coperte!-
Hao rise allegramente e si avvicinò con lentezza a me fino a
ritrovarmelo davanti. In quel momento stavo andando sicuramente a
fuoco. Era da parecchio tempo che non mi ritrovavo con un ragazzo in
queste condizioni.
-Mi raccomando, dormi bene cara Rochelle.- Mi prese dolcemente la testa e mi lasciò un bacio sulla fronte.
Troppo imbarazzata per la situazione mi infilai sotto le coperte,
chiudendo gli occhi e pregando mentalmente che il sonno si facesse
sentire.
Le mie richieste ben presto vennero esaudite ed esausta mi lasciai cullare nel mondo dei sogni.
Bene, siamo alla fine anche di questo capitolo :3
Spero vi sia piaciuto u.u e spero che la mia collega sia soddisfatta :D
Ringrazio Hikari93, _PiCCOLiNA_, LoveLaw93 e Mitsuki Loveless per averla recensita!
Ringrazio Hikari93 e Mitsuki Loveless per averla messa tra le preferite!
Ringrazio Alex e trillygood per averla messa tra le seguite!
E ringrazio anche di cuore, chi la legge e basta <3
Ci vediamo al prossimo capitolo!!
Un bacione!
Vostre XxX_GiuliaLoveless_XxX & Hikari93
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Capitolo 4 *** Shopping e incomprensioni! ***
Capitolo 4
Capitolo 4
Salve bella gente!
Credevate che fossimo morte eeeeeh?!? Ebbene no u.u Io e Hikari non moriremo mai!
Anzi dovreste sorbirvi ogni volta i nostri scleri (o perlomeno lei, dovrà subire i miei poveraccia xDD)
Comunque .___. perché annoiarvi quando potete benissimo leggervi
il capitolo? Bene. Ci vediamo in fondo con i saluti ragazzi, buona
lettura <3!
Shopping e incomprensioni
Aveva fatto bene a restare a dormire da Yoh, quella sera.
Si guardò intorno, attento, posando a terra i piedi in modo tale
da non fare il minimo rumore. Poggiava soltanto la punta delle dita sul
pavimento in legno e saliva le scale con la lentezza di un bradipo. Non
si appoggiò alla ringhiera – avrebbe potuto fare troppo
rumore – sebbene fosse tutto buio. Allungò le mani in
avanti, sperando di non trovare nessuno dei suoi amici – che
scegliessero un altro momento per andare in bagno o fare i nottambuli!
– e proseguì deciso.
Fin troppo.
Si arrestò soltanto quando la sua zucca vuota risuonò
contro la freddezza e, soprattutto, la durezza del muro. Si
massaggiò la parte tesa, maledicendo tra sé e sé
il muro. Stette in silenzio, smettendo persino di respirare, per
constatare che nulla si fosse mosso, che tutto fosse tranquillo.
Sentì il leggero respirare di qualcuno; se non andava errando,
si trovava di fronte alla stanza di Yoh. No, doveva proseguire.
Camminò ancora per un po’, e gli parve un’impresa
ardua tanto quanto una scarpinata quando c’è tempesta, ma
alla fine arrivò dove voleva.
La porta della stanza di Rochelle e Hao doveva essere quella, per
forza. Poggiò la mano intorno alla maniglia, avvolgendola tutta,
trasse un sospiro di sollievo e di incoraggiamento, poi entrò.
Cominciò a muoversi molto più cautamente, perché
la ragazza non era sola, ma nella sua stessa stanza si trovava anche
Hao. Ma il fratello di Yoh non era un problema.
Si servì della fioca luce della Luna, che risplendeva fuori
dalla finestra in uno stupendo e sereno cielo blu puntellato da stelle,
per raggiungere il letto di Rochelle. Fortunatamente, la ragazza
dormiva di lato e, ironia della sorte, aveva lasciato al suo fianco
metà letto vuoto, come se lo stesso aspettando.
Difatti, quel “pezzo di letto” sembrava dirgli: “Ti stavo aspettando, occupami!”
E lui, da bravo approfittatore qual era, accolse subito l’invito, com’era giusto che facesse.
Desiderò diventare leggerissimo, incorporeo, gassoso
perché sapeva che il materasso si sarebbe inclinato sotto al suo
peso. Non gli restò altro da fare che incrociare le dita e
sperare che la cara Rochelle avesse il sonno pesante. Si adagiò
pian piano sulla morbida superficie del materasso e solo quando
l’operazione riuscì completamente lui si concesse un
respiro compiaciuto.
Aveva rischiato la faccia, la vita – beh, quella la rischiava
ancora ma non gli importava – ma ne era valsa la pena. Sentiva il
profumo di Rochelle salirgli su per il naso e quell’adorabile
sensazione fu l’ultima, perché il corpo, dopotutto,
meritava un po’ di voluto riposo.
*
Ero ancora mezzo intontita, ma avevo la strana sensazione di stare
stretta, come se fossi braccata, legata, una prigioniera. Ricordavo
vagamente gli ultimi avvenimenti, perché non mi ero ancora
allontanata totalmente dalle braccia calde e accoglienti di Morfeo.
Tuttavia, quando feci per girarmi di lato, sentii qualcosa premermi sul
torace, sul seno più esattamente. E se in principio si era
trattato soltanto di una sensazione piuttosto incerta, man mano che
passavano i secondi avevo sempre più la consapevolezza di
esservi svegliata con due mani attaccate a piovra sulla mie tette.
Non pensai nemmeno e, facendomi forza, feci quanto di più
semplice potessi fare: caricai una gomitata potentissima, schiaffandola
direttamente nelle costole del mio “aggressore”, chiunque
egli fosse.
Hao non era, perché sonnecchiava tranquillo nell’altro letto… ma allora…?
Mi alzai a sedere scattando come una molla e, istintivamente, sebbene
avessi il pigiama, mi coprii col lenzuolo fino al collo. Poi agii come
fosse normale che facesse una “povera fanciulla”: urlai e
il mio grido – grido molto poco femminile – si unì a
quello del mio aggressore colpito violentemente – meglio per Horo
Horo che si preparasse a una morte non indolore –.
-Che succede?- Era Hao con la sua voce era assonnata e stanca. Si
tirò su lentamente e altrettanto lentamente prese a strofinarsi
gli occhi.
-N-niente- risposi, ancora imbarazzata, desiderando di sparire.
Purtroppo, l’unica cosa che potevo fare era quella di nascondermi
sotto le coperte per la vergogna. Poi un gemito di puro dolore, mi
ricordo del colpito – e affondato – che giaceva a terra,
dolorante.
Mi guardò innocentemente, e sulle sue labbra andò a
dipingersi un’espressione da finto innocentino. Strinsi gli occhi
in due fessure, poi mi rilassai, e Horo Horo con me. Finsi di essermi
calmata ma, non appena lui abbassò lo sguardo sospirando, lo
colpii con uno schiaffo che sarebbe stato capace di staccargli la
testa. (cioè nel giro di poco, il povero Horo Horo ne ha incassate peggio di non so chi x°D)
-Maniaco!- urlai in contemporanea, sotto lo sguardo divertito di Hao.
Che vergogna!
Alla fine lo avevo cacciato dalla stanza a suon di calci e anche ora
che stavamo facendo colazione, tutti insieme, non gli rivolgevo la
parola. Sapevo che mi sarebbe passata presto, ma non potevo risolvere
il tutto con “okay, tranquillo, non è successo
nulla.”
Va bene che era potuto essere tutto un malinteso – come mi aveva
spiegato lui – ma un po’ di orgoglio femminile, no?
-Ti ha conciato male amico- espresse Yoh.
Horo Horo annuì stanco: aveva la forza soltanto di masticare il
riso preparato da Manta. Era davvero malconcio; forse mi ero lasciata
andare troppo… del resto avevo sempre avuto la mano un po’
pesantuccia. (pesantuccia? l'ha massacrato LOL)
Yoh continuò quello che sembrava un monologo, riferendosi anche a me. –Rochelle, non me lo ucciderai, vero?- rise.
Io alzai le spalle, inorgoglita. -Dipende.-
Yoh non mutò espressione, ma non disse altro.
E nemmeno io.
La colazione finì in fretta e anche gran parte della mattinata, grazie alle nostre chiacchiere senza fine.
Alla fine perdonai Horo Horo e mi promise che non avrebbe mai più fatto un attentato del genere. Meglio per lui.
-Cosa vogliamo fare nel pomeriggio ragazzi?- la voce del ragazzo del
Nord era tornata ad essere piena di entuasiasmo, dopo che aveva fatto pace con me.
-Credo che a Rochelle farebbe piacere passare un po' di tempo nei
negozi.. che ne dici?- il mio migliore amico mi guardò
sorridendo e aspettò la mia reazione di felicità, che non
tardò ad arrivare.
Tirai un urletto di gioia e lo abbracciai forte, facendolo cadere
all'indietro di schiena per il mio troppo slancio, e per tenermi
stretta nel ricambio del gesto. Ridemmo insieme, trascinando anche gli
altri, mentre continuavo a stare così, appoggiata a lui, mentre
mi accarezzava i capelli. Mi staccai solamente, quando vidi lo sguardo
omicida che aveva Anna. Mi scordavo sempre che era la ragazza di Yoh.
Perché rimuovevo quel dettaglio, che alla fine era abbastanza
importante? Forse perché alla fin fine Yoh non me lo faceva
pesare?
-Splendida idea amico! Però non so se gli altri saranno della
stessa idea di starmi dietro...- sussurrai mentre guardavo gli altri
per capire in una loro reazione.
-Per me non ci sono problemi, dove vai tu, vado io!- esclamò Horo Horo. A questo punto era palese che ci stesse provando con me.
-Ma si, facciamo qualcosa di diverso alla fin fine..- disse Manta anche
se non era dello stesso avviso di felicità di tutti gli altri.
Oooh amato shopping!
Ho sempre adorato entrare nei negozi, e toccare la stoffa vellutata dei
vestiti sulle mie mani, osservare le varie tonalità dei jeans,
sentire la soddisfazione di far entrare le scarpe nei piedi, e
impazzire infine con gli accessori.
Erano svariate ore che correvo dentro i negozi, senza purtroppo
comprare nulla, ma alla fine mi resi conto dopo un bel po' che gli
altri si stavano annoiando.
-Ragazzi...scusate davvero! Ma quando entro nei negozi, non mi rendo
conto più di nulla! E non mi sono resa conto di quanto voi vi
stiate annoiando..- chinai lo sguardo sui miei piedi visibilmente
dispiaciuta. Già Yoh, Hao ed Anna gentilmente mi stavano
ospitando e i loro amici mi volevano conoscere, ma di certo non mi
sarei dimostrata una brava ragazza, se li trascinavo a destra e manca
per negozi.
-Stai scherzando vero Ro?- Horo Horo mi mise un braccio intorno alle
spalle e lo lasciai fare, lanciandogli però uno sguardo a mo' di
avvertimento.
-Che ne dite se andiamo a prenderci un gelato tutti insieme? Tanto per
staccare un po' il contesto negozi!- sorrisi intimidita alla proposta,
e ricevendo occhiate di felicità come risposta.
Stavamo mangiando tutti insieme il nostro amato gelato in un parco. Io
e Yoh eravamo con le schiene appoggiate l'un con l'altro. Avevo provato
a stargli un po' in grembo, ma il ringhio minaccioso di Anna era un
avvertimento a non provarci. Certo che potrebbe stare anche calma...sa
benissimo che non ci proverei mai con il suo ragazzo perché
arrabbiarsi tanto, se ogni tanto volevo una dimostrazione d'affetto da
lui? E poi Yoh non negava il contatto con me...
-Len a cosa stai pensando?- provai a riprendere un discorso con il più distaccato del gruppo.
-Fatti miei.- rispose mangiando il suo gelato, appoggiato al tronco di un albero. Non mi rendeva facile la vita così.
-Perché non ti fai conoscere da me Len? Dimmi qualcosa di te...-
lo implorai. Non so perché avessi questa mania di volerlo
conoscere, ma fin dall'inizio mi pareva che avesse qualcosa di
intrigante.
-Perché dovrei farmi conoscere da una sconosciuta?- finalmente
si degnò di guardarmi. Ma il suo sguardo fece intendere che non
aveva voglia di parlare.
Tentai di aprire bocca, ma l'ombra del corpo di qualcuno, bloccò
il sole su di me e così alzai lo sguardo trovandomi Hao Asakura
in piedi davanti a me.
-Vieni un attimo con me cara Rochelle?- mi fece un sorriso al quale non
potevo dire di no. Ma probabilmente avrei accettato anche se me lo
avesse chiesto con tono serio.
Mi alzai pulendomi dall'erba che avevo sui pantaloni della tuta e
seguii Hao curiosa di sapere cosa gli stesse passando per la testa.
Camminammo per un po' di tempo e finimmo il nostro gelato in religioso
silenzio. Non mi azzardai a chiedergli dove mi stesse portando
perché mi immaginavo che non me lo avrebbe mai detto,
così aspettai "l'effetto sorpresa".
Ad un certo punto si fermò ad un negozio ultra di lusso, dove i
prezzi dei vestiti ti facevano venire il capogiro. Se voleva entrare
lì dentro, io mi sarei rifiutata altamente di seguirlo. Sembravo
vestita come una stracciona. I suoi vestiti mi stavano il quadruplo
più grandi e quindi, anche se ero semplicemente in tuta,
sembrava che avessi un sacco di patate addosso.
-Andiamo?- mi chiese dolcemente.
-Hao, non credo sia il caso... mi vedi come sono vestita? Se entro
dentro, mi buttano fuori a calci...- mi lamentai distogliendo lo
sguardo dai suoi occhioni. Erano uguali a quelli del fratello, ma
questi chissà perché, ogni volta mi mettevano in
soggezione.
-Eddai, non farti problemi... voglio vederti con un vestito addosso, e
poi ce ne andiamo... non ti preoccupare.- Non aspettò nemmeno
che rispondessi, perché la sua mano si intrecciò con la
mia (Hikari. Non mi uccidere ç___ç) e mi portò
dentro per provarmi un benedetto vestito. Mi mise davanti al camerino e
lo aspettai fino a quandò non me lo portò.
Rimasi sbalordita a bocca aperta mentre me lo dava. Certo che in
vestiti femminili se ne intendeva il ragazzo. Era di un rosa acceso,
monospalla, con un sacco di pieghe. Era semplicemente stupendo, di mio
gusto. Ma appena vidi il prezzo sul cartellino sbiancai.
-Tu sei impazzito? Mi fai provare un vestito con un prezzo del genere?-
nonostante avessi finito da poco il gelato, la gola si era seccata.
-Provare, per poi comprartelo.. ti pare che ti porto qui dentro per niente?- mi fece un sorriso malizioso.
Mi appoggiai lentamente al muro perché a momenti rischiavo di
sentirmi male. No, non potevo permettergli di fare un'assurdità
del genere.
-Tu non farai una pazzia del genere Hao! Non te lo permetto!- poso il
vestito di nuovo al suo posto e feci per uscire, con passo affrettato,
quando la sua mano mi bloccò il polso. Mi divincolai, cercando
di liberarmi dalla sua presa, ma lui con un unico strattone mi
portò al suo petto, dove con delicatezza ci sbatto. Lo guardo,
cercando di capire cosa diavolo avesse in mente. Una sua mano mi prese
il mento avvicinandolo al suo viso, e io d'istinto mi alzai in punta di
piedi per raggiungerlo.
Brutta mossa Rochelle. Le sue labbra si stavano avvicinando
pericolosamente alle mie, e non avevo la più pallida idea di
come reagire. Ero paralizzata. Chiusi gli occhi, mentre la sua lingua
scivolò lungo l'angolo della mia bocca, leccandolo con lentezza.
Come se fosse una sorta di preghiera, io da brava imbecille che sono,
aprii leggermente le labbra. Lui se ne approfittò e
combaciò le sue labbra alla perfezione con le mie. Come se
fossero state apposta per essere incastrate con le mie. (la mia morte
è imminente... se continuo così Hikari o non fa arrivare
me, o non fa arrivare Rochelle a fine storia xD)
Solo dieci secondi dopo, mi resi conto di quello che mi stava facendo e
un sonoro schiaffo arrivò sulla guancia dell'Asakura colpendolo
in pieno e facendolo staccare con sguardo divertito.
Avevo l'affanno, nemmeno avessi corso per non so quanti kilometri e mi
girava la testa. Osservavo furiosa come non mai il ragazzo, che
nonostante si stesse tenendo con una mano la guancia arrossata, aveva
lo sguardo con su scritto "tanto so che ti è piaciuto".
-Ma uno decente di voi maschi ce n'è? Da quando sono arrivata
non avete fatto altro che provarci con me! Ma che sono io?- sputai
fuori queste parole tra i denti. Finché si trattava di una
guardata e di una misera toccata, come aveva fatto Horo Horo, potevo
anche accettarlo, ma il bacio era un qualcosa di più per me che
di un semplice gioco. E poi di certo non lo davo dopo due giorni che
conoscevo un ragazzo, pur ammettendo che questo ragazzo in questione
è mister universo. (queste metafore da dove me le levo? xD)
-Sei bella Rochelle.- disse semplicemente queste parole guardandomi dritto negli occhi e facendomi venire una fitta al cuore.
No andiamo via e torniamo dagli altri che è meglio.
Mi allontanai dall'Asakura e mi incamminai insieme a lui al parchetto dove gli altri ci stava aspettando ansiosi.
-Si può sapere dove diavolo siete stati fino ad ora?- il ragazzo
proveniente dal Nord sbottò appena ci vide tornare. Una mia
occhiataccia lo rimise in riga e si scusò per il tono che aveva
usato.
-Da nessuna parte in particolare, mi ha portato dentro ad un negozio,
mi voleva comprare un vestito e io ho negato.- conclusi con
semplicità cercando di tralasciare tutto la parte di mezzo. Non
sia mai che poi si fanno problemi in testa gli altri. E poi
perché come minimo Horo Horo mi avrebbe messo il broncio
assicurato.
-E vi siete fatti a cazzotti per questa decisione?- commentò divertito Yoh.
-No ha solo rifiutato un mio semplice bacio...- rispose di rimando Hao
stando tranquillo seduto sull'erba osservandomi, aspettando una mia
rezione che sicuramente voleva.
-Semplice? Mi hai tratto con l'inganno!- mi stavo per alzare, ma le
mani calde del mio fedele amico mi rimisero giù. Rischiavo
l'esaurimento nervoso.
-Inganno o no a te è piaciuto. Mi avresti staccato
immediatamente, perché sapevi cosa stavo per fare quando ho
iniziato ad avvicinarmi a te. Tu mi hai "staccato" quando stavo
approfodendo.- concluse con semplicità l'altro Asakura
sorridendo con malizia. Quella faccia gliela spacco adesso.
-Yoh. Stanotte dormo con te.- dissi ringhiando.
-Cosa vorresti fare tu stanotte?- la voce di Anna mi arrivò dritta come una freccia, e suonò come una minaccia.
-Scusa Anna... posso almeno per stasera? Almeno sono sicura che Horo Horo e Hao non mi fanno un attentato stanotte..-
-Levatelo dalla testa, innanzi dormi sul pavimento, ma con Yoh no!-
Sospirai esasperata e rinunciando al mio piano. Guardai implorante un
po' il mio fedele amico, ma lui non ci poteva fare nulla, sapeva
benissimo che contro la furia delle donne, non bisognava mai andare.
La giornata finì in fretta e io tornai a dormire insieme ad Hao.
Questa volta, nonostante avessi parecchio sonno, aspettai che si
addormentasse l'Asakura prima di concedermi un meritato riposo pure io.
Non sia mai, che si attaccasse a piovra come aveva fatto Horo Horo.
Buono dai. Siamo arrivati anche alla fine di questo capitolo finalmente u.u
Dopo una
lunga attesa, il capitolo è giunto a termine, adesso
metterò le fotine di come era vestita lei, e del piercing sulla
lingua e posso andarmene u.u
Vi saluto e anche Hikari vi lascia un dolce bacio! **
Ringrazio _PiCCOLiNA_, Hikari93, LoveLaw93 e Mitsuki Loveless per averla recensita!
Ringrazio Hikari93 e Mitsuki Loveless che l'hanno messa tra le preferite
Ringrazio lil_aluz che l'ha messa tra le ricordate
Ringrazio alex, Ekiyo e trillygood che l'hanno messa tra le seguite.
E grazie anche a chi solo legge <3
Piercing di Rochelle questo è l'amato piercing di lei, e che adora Horo Horo xD
Vestiti di lei qui è come vestita lei, con i vestiti di Hao xD
Vestito costoso
questo invece è il vestito che le voleva comprare Hao u.u
(costoso magari non sarà, però mi piaceva troppo **)
Detto questo me ne vado davvero.
Ancora grazie da parte di me e Hikari, che gentilmente mi sopporta in tutto e per tutto u.u
Al prossimo capitolo <3
Vostre
XxX_GiuliaLoveless_XxX
Hikari93
|
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Capitolo 5 *** Perché a me? ***
Capitolo 5
Capitolo 5
Eccoci ad un altro aggiornamento ragazzuoli nostri! *o*
Io e Hikari
ormai, ci divertiamo troppo a scrivere questa storia v.v Pian piano, si
formerà ogni cosa ragazzuoli, abbiate pazienza per adesso.
Vogliamo
creare questo nuovo pg, come un personaggio abbastanza forte di
carattere, perché come avete visto non ha mai avuto un'infanzia
felice, apparte quando è stata con Yoh, quindi non vi
sorprendete se magari non si fidanzerà subito, o chissà
che cosa.
E poi lo vogliamo ammettere, ci piace torturarvi uwu
Vi lasciamo
al capitolo, che come al solito è abbastanza comico :p..... ci
viene un dubbio, forse dobbiamo mettere la nota di comicità
>< xD
Comunque ci vediamo in fondo per i saluti! <3
Perché a me?
Ero seduta sulla panchina, le gambe accavallate e le mani giunte sopra
di esse. Non smettevo di fissare l’orologio lì vicino e,
soprattutto, quelle maledette lancette nemmeno per un secondo: ogni
volta che la più lunga di muoveva, segnalando che era appena
trascorso un altro minuto, mi innervosivo. Perché il tempo
sembrava essersi fermato?
Lanciai l’ennesima occhiata in tralice a una sottospecie di mini
“fan club” che stava diventando sempre più
consistente davanti alla porta della scuola, dalla quale a breve
sarebbero finalmente usciti Yoh e il resto.
Quella mattina mi ero annoiata. Ero rimasta a letto per quasi tutta la
mattinata, rigirandomi tra le coperte anche se effettivamente non avevo
più sonno. Avevo sbadigliato, sospirato e sbuffato,
finché non avevo deciso di recarmi a prendere i ragazzi da
scuola. Sì, peccato che fossi partita da casa circa
mezz’ora prima del suono della campanella.
Una delle ragazzine, che aveva una voce particolarmente stridente e
lancinante, nominò dei ragazzi, uno in particolare: Len.
Tao Len aveva un suo club di ammiratrici personale? L’avrei
stuzzicato per questo: non avrei voluto, ma sapevo che alla fine non
avrei resistito.
Incrociai le braccia al petto e mi fissai la scarpa, ansiosa. Osservai,
quasi incantata, il laccio della scarpa da ginnastica che ondeggiava
sotto la spinta del piede dondolante, quando il suono squillante della
campanella, seguito da urletti concitati, che nel complesso producevano
un suono assordante, mi svegliarono.
Mi alzai e cercai di avvicinarmi alla porta quanto più mi fosse
possibile, anche se il risultato fu abbastanza discutibile,
considerando che, se avessi voluto avanzare solo qualche altro passo,
avrei dovuto fronteggiare una marmaglia di gente. Francamente non era
proprio il caso. Mi alzai sulle punte e sventolai la mano, così
da mostrarmi a Yoh e compagnia.
Quando gli occhi di Yoh incrociarono i miei, il mio migliore amico,
seguito a ruota da un Horo Horo, che per sua sfortuna sembrava essere
capace di dire soltanto “fate largo”, si mosse nella mia
direzione.
-Ciao Rochelle!- mi salutò. Simbolicamente, sospirò
forte, meravigliato di essere veramente scampato da quella folla
inaudita.
-Yoh, Horo Horo- salutai di rimando con un bacio sulla guancia. Poi
guardai le ragazze. –E quelle?- Le indicai col pollice. –Si
può sapere chi sono?-
Horo Horo ridacchiò.
-Sono qui una volta a settimana, come minimo- spiegò Yoh. –Len non sa più cosa fare per evitarle.-
-Secondo me, prima o poi commetterà un omicidio!- Fu
l’ipotesi divertita del ragazzo del Nord. Abbozzai un risolino.
-Dovremmo salvarlo?- chiesi.
In effetti, chissà quali e quanti pensieri funesti stavano
passando per quella testolina puntuta di Tao Len. Cercò di farsi
spazio tra quella marea di corpi, e quando ce la fece, quelle ragazzine
continuarono a seguirlo nella nostra direzione, con quadernini e
taccuini in mano. Ma che, Len era una star per caso?
-Dovremmo salvarlo- concesse Yoh. –Ma come? Se va avanti così, queste ci seguiranno fino a casa!-
-Accipicchia!- Horo Horo era in vena di risate quel giorno. –Oggi sono più agguerrite del solito!-
-Rochelle, ho un’idea!- Mi feci attenta alle parole di Yoh,
ritornando presente a me stessa, dato che fino a quel momento ero stata
con la testa fra le nuvole. –Tra voi donne vi capite,
perché non provi a farle ragionare?-
Arrossii di colpo. –Io, a quelle? Non… non credo che ne
sarei capace!- In realtà sapevo che una donna infatuata era
particolarmente isterica e aggressiva se si fosse toccato
l’oggetto del proprio desiderio. Figurarsi una
“mandria” come poteva essere!
-Sono d’accordo!-
Grazie mille, Horo Horo. Intanto, incontro alla “morte” ci vado io!
-Okay…- E andai sul serio.
Goffa, passi indecisi e punte delle orecchie rosse, raggiunsi il
gruppetto poco lontano. –Scusate!- Di certo non era il modo
migliore per “insinuarsi” in una situazione del genere,
dato che c’era un caos infernale. –Ehm… un secondo
d’attenzione!- ritentai. Strinsi i pugni lungo il fianco, una
vena prese a pulsarmi sulla tempia. Scattai in avanti, travolgendo
tutte come un uragano in furia e agguantai Len, stringendolo per un
braccio. Lo sentii sussultare sotto la mia stretta, probabilmente
perché non se lo aspettava. Lo fissai velocemente. –Ora si
corre…- Non feci in tempo a voltarmi che una delle tante ragazze
mi si piantò davanti.
-E tu?- disse scontrosa, un sopracciglio inarcato.
-Io?-
-Sì, tu! Che vuoi?-
Alzai le spalle, senza mollare il braccio di Len. –N-niente.- E
ora che mi inventavo? Perché non mi venivano a dare una mano
quei due, raggiunti anche da Manta e Anna che non avevo ancora
salutato, invece di sghignazzare in lontananza?
Finalmente! Yoh si stava avvicinando!
-Lei è la sua ragazza- disse.
-Che cosa?- borbottai, le guance rossissime.
-Sei la sua ragazza- ripeté lui.
-Ah, sì.- Ero scioccata, perché ero stata presa in
contropiede, e probabilmente anche Len lo era, perchè non
parlava… o forse no, lui non parlava di natura.
-Sì, è la mia ragazza, e ora fate largo.- Fu Len a tirare
me e non il contrario. La mano avvinghiata al mio braccio e il passo
deciso, quasi marziale, era indifferente alle lamentele del suo
“fan club”.
Intanto, io, in quella situazione alquanto imbarazzante e che non mi
sarei aspettata – me l’avessero detto prima, beh…
roba da nulla –, non avevo altro ruolo che quello di beccarmi
tutte le maledizioni di coloro che si volevano proporre come fidanzati
e future mogli di Len.
Mentre camminavamo verso casa, nessuno parlò troppo di quella
faccenda, solo Yoh che, già per strada, si era scusato per
avermi messo in mezzo. Gli dissi che non faceva nulla.
Mangiammo, ci abbuffammo, parlammo e scherzavamo, come le altre, volte secondo lo schema semplice che si era venuto a formare.
-Sono stremato!- lamentò Horo Horo. –Mi sento come se un camion mi avesse investito!- Sbadigliò.
Yoh si massaggiò il collo, sorridendo: -Preferiresti i lavori forzati, eh amico?-
E il ragazzo del Nord ci rifletté “sul serio”.
–Non esattamente… chissà… dai, forse…
non lo so!- rise. –L’unica cosa che so di certo è
che ho bisogno di dormire e rilassarmi, svuotando la testa…-
-La tua testa è già vuota, e non lo può essere
più di così- s’intromise Len, sorseggiando
dell’acqua. ( ma LOL xD )
Indubbiamente, scoppiò un’amichevole lite tra i due, che
si risolse con un finto broncio di Horo Horo e l’indifferenza
assoluta e totale di Len.
-Non sarebbe meglio se andassimo alle terme?- proposi
all’improvviso. Tutti si girarono verso di me, alquanto
interessati alla proposta. –Se siete così stanchi come
dite, cosa c’è di meglio che di un bel bagno rilassante?-
Yoh ci pensò su, poi sorrise: -Ottima idea!-
Tutti erano entusiasti della mia idea di andare alle terme.
Mi stavo cambiando nello spogliatoio delle donne e lasciai che i miei
pensieri mi travolgessero. Incredibilmente erano passate 2 settimane
da quando mi ero trasferita a casa di Yoh, finalmente i miei beni
personali e i miei vestiti erano arrivati, e conducevo una vita felice.
Apparte il fatto che mi assalivano un sacco di dubbi: vivere in una casa con un sacco di ragazzi non era per niente facile.
Come primo punto, il dilemma di Hao che mi aveva posto nella testa se
mi piacesse suo fratello, non smetteva di ronzarmi intorno.
Puntualmente si faceva sentire ogni quan volta che mi avvicinavo
particolarmente a Yoh.
Secondo punto era Len. Era un mistero. Dopo quello che era successo
stamani, nemmeno un grazie mi aveva rivolto, anzi se possibile era
diventato ancora più taciturno del suo solito. E poi non capivo.
Perché ogni volta mi ignorava? Ho capito che sono una
sconosciuta, ma se non inizi a farti conoscere, io rimango tale...
forse voleva che rimanessi tale.
Terzo e ultimo punto erano Horo Horo e Hao. Erano in continua
competizione, anche se non diretta. Entrambi ci provavano con me, Horo
Horo in maniera molto spudorata e chiara, mentre Hao con i suoi modi
galanti e maliziosi. Il problema era che riuscivo facilmente a non
cedere al primo, ma al secondo quasi sempre gli finivo tra le braccia.
La cosa peggiore è che non mi dispiaceva. Ma naturalmente, lui
non lo sapeva, e non avevo intenzione di dirglielo.
Mi lego l'asciugamano -troppo corto per i miei gusti-, e mi avvio verso le voci dei ragazzi, che risuonavano allegre.
Pure io come loro avevo bisogno di un bel bagno caldo, per scacciare
via i pensieri inutili e lasciare che la pace entrasse dentro di me.
Mentre mi avvicinavo sempre di più, un nuovo dubbio, anzi meglio
nominarlo terrore, mi assalì: si sarebbero girati per farmi
entrare nell'acqua, oppure avrebbero sbirciato?
Sentii un fischio di apprezzamento, provenire, -come al solito- dal ragazzo del Nord.
-Rochelle, che belle gambe!- commentò Horo Horo divorandomi con
lo sguardo. Arrossii divertita e compiaciuta dalla sua affermazione.
Non per vantarmi, ma con tanti anni di danza che ho fatto, le mie gambe
sono divenute toniche e sode.
-So che vorresti vedere il resto del mio corpo da nuda Horo, ma
preferirei, che insieme agli altri, vi giraste e mi possiate far
entrare dentro!- commentai divertita, suscitando un rossore violento
sulle gote del ragazzo e risa da parte degli amici.
Subito dopo però, fecero come avevo chiesto io: si girarono,
dandomi le spalle per darmi modo di entrare, senza che vedessero nulla.
Osservai attentamente ognuno di loro, soffermandomi particolarmente su
due, e lentamente mi levai l'asciugamano, per poi dirigermi nell'acqua
leggermente calda, lasciando che mi cullasse il calore del corpo.
-Ragazzi potete anche girarvi..- sorrisi, ai miei amici.
Il silenzio regnava in quel momento. Che dire, tutti noi avevamo
bisogno di una bella giornata rilassante alle terme. Ma ovviamente il
rilassamento durò poco per me. La piovra dai capelli a punta
azzurri, fece il suo primo attacco: iniziò a nuotare vicino a
me, probabilmente per abbracciarmi, e approfittare del fatto che fossi
nuda, per toccare chissà cosa.
-Horo, avvicinati ancora un po', e con un calcio dritto nelle palle ti
faccio ritornare nel coro delle voci bianche!- ringhiai minacciosa,
facendolo bloccare terrorizzato e facendo fare una grossa risata agli
altri. Quando volevo ero abbastanza minacciosa. Sospirai, e chiusi
nuovamente gli occhi, mentre il silenzio tornò a regnare sovrano
fra tutti noi. Il vapore caldo, mi fece assopire nel momento, ma il mio
udito infallibile udì uno spostamento nell'acqua.
Sentii che qualcuno stava nuotando, e pian piano si avvicinava sempre di più a me.
-Cazzo Horo Horo, la minaccia di prima non ti è servita?-
ringhiai nuovamente. Dovevo ammetterlo, pur di farsi una toccata,
avrebbe rischiato la vita.
-Come diavolo hai capito che ero io?-
-Il mio udito infallibile, ha captato uno spostamento d'acqua, che si
avvicinava sempre di più alla mia figura.. e ho capito subito
che eri te!- sghignazzai divertita, scappando poi via dal suo abbraccio
improvviso. Era proprio insistente. Questa volta fui io a nuotare, e mi
avvicinai alla figura di Yoh che era beatamente appoggiato con i
gomiti, al bordo della terma. Mi accoccolai sul suo petto, chiudendo
gli occhi, sapendo di essere più sicura di non avere attacchi
indiscreti. Lasciai che il braccio suo si appoggiasse lungo le mie
spalle, e che mi stringesse a sé.
Amavo questo contatto.
-E certo, però lui ti può toccare vero??- il broncio adorabile di Horo Horo mi fece ridere.
Continuammo ad andare avanti così un po' tutti alla fine,
bisticciando scherzosamente, schizzandoci con l'acqua, fino a quando
non arrivò il momento che tutti si doveva uscire per tornare a
casa.
-Ragazzi, vi dispiace se resto ancora cinque minuti qui? Ho bisogno di
stare un momento con me da sola...- dissi arrossendo furiosamente
mentre guardavo, tutti quei meravigliosi e benedetti fisici,
intrappolati dall'asciugamano.
-Non c'è problema, ti aspettiamo fuori se vuoi..- mi sorrise Yoh, per poi andare con gli altri nello spogliatoio.
Io chiusi gli occhi e mi rilassai finalmente da sola, e in pace. Non
che non mi fossi rilassata per davvero, ma tenere a bada a fredo gli
ormoni del ragazzo del Nord non era affatto semplice.
-Nonostante tutto ti piace stare nella solitudine vero cara Rochelle?-
Trasalii a quella voce. Com'era possibile? Credevo di essere rimasta da sola.
-Hao, come diavolo sei riuscito?... Credevo tu fossi uscito con gli altri!-
-Eri talmente impegnata ad osservarli, che non ti sei accorta che in
realtà io sono rimasto qui dentro..- vidi comparire un sorriso
malizioso lungo il suo volto. Io e lui di nuovo da soli. Non prometteva
nulla di bene.
Difatti, passò all'incirca un minuto, e lo vidi avvicinarsi a me. No. Non dovevo cadere di nuovo in trappola sua.
Più lui si avvicinava, e più io mi allontanavo,
camminando indietro nell'acqua calda, fino a quando il bordo della
terma mi bloccò, dicendo che il mio percorso era finito
lì. Merda.
-Perché scappi?- mi soffiò dolcemente sul viso Hao. Ti
prego, fai che la buona sorte per una volta mi voglia bene...
-Sai che crollerai a breve su di me vero?-
Chinò il viso sul mio collo baciandolo con lentezza, andando su
e giù per svariate volte, fino a quando poi non arrivò al
mio mento che baciò.
Maledizione, stavo perdendo la testa. Anzi no, l'avevo già persa quando mi aveva baciato il collo.
Osservai i suoi occhi color del cioccolato, specchiandomici, e
lasciando che si avvicinasse con il volto, fino a quando non
azzerò le distanze perché unì le sue labbra con le
mie, in un bacio. Sentii che aspettò una mia reazione dal suo
gesto, e quando vide che non mi muovevo troppo presa da quel contatto,
lo approfondì facendo perdere il controllo di me stessa.
La sua lingua accarezzò la mia con lentezza, malizia e dolcezza
nello stesso tempo. Incominciammo a cercare le nostre lingue, bramose e
vogliose di quel continuo contatto.
Mi staccai da lui solamente perché avevo finito l'ossigeno.
Però il suo ghigno sulla faccia non mi piacque, lo spintonai via.
-Mi baci, e poi mi spingi via? Mmh, mi piace quando fai la difficile Rochelle..- commentò con malizia Hao.
-Sei un farabutto.. mi inganni e basta! Se vuoi un bacio, devi conquistarmi per davvero!- dissi tremando rabbiosa.
-Cosa intendi con conquistarti per davvero?- nuovamente si
avvicinò a me, e riuscì a strapparmi un altro bacio. Non
andava bene.
-Che indebolendo le mie difese, anche Manta riuscirebbe a darmi un
bacio!- (povero Manta, rimarrà un forever alone x°°D)
-E tu cosa vorresti in realtà?- ghignò divertito probabilmente per la mia affermazione.
-Deduco che io ti piaccia visto che mi vuoi tanto baciare no? Allora
usciamo, iniziamo a frequentarci..- non mi fece finire il discorso,
perché vidi un sorriso comparire sul suo volto. -Cosa diavolo
hai da sorridere?-
-Stai parlando al plurale, quindi vuol dire che ti piaccio pure io.-
Ah perfetto, mi sono pure sputtanata senza nemmeno rendermene conto.
-Se anche fosse così, il discorso è lo stesso. Vuoi me e i miei baci? Allora meritateli!-
Fregandomene che mi potesse vedere nuda, uscii di volata dall'acqua
calda, per poi intrappolare il mio corpo nel mini asciugamano e correre
nello spogliatoio.
Per il resto della serata, rimasi molto taciturna.
Molti dei ragazzi mi fecero domande per il mio religioso silenzio, ma
le sviai tutte, dicendo solamente che alla fine ero stanca.
Uscii dal bagno, che finalmente mi ero messa il mio di pigiama. Per
quanto mi piacessero quelli di Hao -sopratutto per il suo profumo-, mi
sentivo bene solamente con i miei. Osservai l'Asakura che mi sorrideva
nell'altro letto, mentre io mi dirigevo nel mio. Avevo il terrore che
si infiltrasse nel mio, ma sapevo che alla fine non era come Horo Horo
e un po' di dignità la conservava.
Mi stavo per addormentare, quando un tuono squarciò il cielo,
facendomi saltare nel letto spaventata. No ti prego, perché
proprio ora il temporale??? Terrorizzata mi raggomitolai su me stessa,
ascoltando la pioggia violenta che si abbatteva nella finestra, e i
tuoni che facevano tremare i vetri.
Mentalmente mi dissi che di questo passo non mi sarei mai addormentata.
Sarei potuta andare da Yoh, ma Anna mi avrebbe buttato fuori a calci, o
mi avrebbe ucciso direttamente. Quindi non mi restava che Hao. A
malincuore e tremando ancora, presi il cuscino e mi infilai nel letto
di Hao, dove stava dormendo. Si svegliò sentendo che entravo
dentro le coperte e mi guardò con un punto interrogativo.
-Ho paura dei tuoni, niente domande, torna a dormire.- tagliai corto, viola in volto.
Non disse nulla, mi fece solamente spazio nel letto per poi stringermi
a sé per calmarmi. Chissà perché, grazie a
quell'abbraccio, e al calore che emanava il suo corpo, ben presto mi
calmai e Morfeo mi prese con sé.
Beeeene!
Siamo arrivati alla fine di questo capitolo :3
Ripetiamo, io e Hikari ci divertiamo troppo ormai a scriverla xD e in
questo qualcosa inizia a scattare tra il fratello di Yoh e Rochelle...
chissà come andrà avanti?
Se lo volete scoprire, non vi resta che seguire i prossimi capitoli!
Grazie a tutti quelli che l'hanno recensita, messa tra le seguite/ricordate/preferite *w*
E anche grazie a chi solo la legge <3
Vostre
XxX_GiuliaLoveless_XxX
Hikari93
|
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Capitolo 6 *** Appuntamento e gelosia ***
Capitolo 6
Capitolo 6
Ohohoho.
Tentativo vano di fare una risata come quella di Babbo Natale .-. ma tentativo fallito xD
Allora ragazzuoli nostri,
questo capitolo a detta nostra sarà una vera BOMBA! Quindi,
cercate di non perderverlo, perché ci saranno ASSAI troppi colpi
di scena v.v
E detto questo, vi lasciamo al capitolo e ci vediamo in fondo per i ringraziamenti :D
Appuntamento e gelosia
Flashback
-Inizio-
La bambina era trascinata dai genitori verso l'entrata dell'aereoporto.
Lei non voleva andarsene, si era affezionata a questa grandissima
città, in una maniera impressionante, era splendida. E grazie
anche al suo amico migliore, tutto sembrava più magico e
speciale.
-Rochelle, andiamo non fare i capricci, dobbiamo partire!-
esclamò una donna, visibilmente stufa del continuo lamentarsi
della figlia, che non faceva altro che tirare dalla parte opposta della
madre.
-Non voglio partire! Voglio rimanere qui!! Voglio rimanere con Yoh!!-
la bambina, continuava a ripetere queste parole, triste, come se queste
si potessero esaudire.
-Sapevi benissimo che ce ne saremmo dovuti andare prima o poi. Non
stavi a legare con quel ragazzo, se non volevi soffrire.- disse in tono
severo il padre.
Aveva ragione. Ma come si faceva a negare l'amicizia e la vita, ad una sola bambina di otto anni?
-Rochelle!!-
Una voce, ormai tanto familiare alle orecchie della piccola, si fece
spazio lungo le altre voci che erano dentro quel luogo maledetto. Era
la voce del suo Yoh.
Entrambi corsero incontro e si abbracciarono forte, chiudendo gli
occhi, sperando che quel momento il tempo si fermasse, in modo che loro
potessero stare insieme per sempre.
-Rochelle.. non sono arrivato troppo tardi vero?-
-No.. siamo arrivati ora.. non voglio partire..- si sedettero su delle
sedie libere, mentre anche i genitori di Yoh, salutavano quelle di
Rochelle e gli accompagnavano a fare il check-in, lasciando che i
bambini si salutassero.
-Nemmeno io voglio.. è volato troppo in fretta questo anno..-
sospirò tristemente il bambino, guardandosi le scarpe.
-Ma continueremo a sentirci vero??- la bambina gli prese la mano
speranzosa, guardandolo con gli occhi che già luccicavano per le
lacrime.
-Certo!!! Che domande fai?? E poi ci siamo promessi che ci saremmo
rivisti appena possibile vero? Ah proposito tieni!- Yoh prese dalla
tasca dei pantaloni, un biglietto e una foto.
Rochelle, li prese, non appena glieli aveva porsi. Li guardò
attentamente: il biglietto conteneva l'indirizzo di casa del bambino,
per potersi tenere in contatto, e la foto rappresentavano loro due
insieme, che sorridevano, tenendosi per mano. Si ricordava bene
di quel momento Rochelle, era il suo compleanno, e l'aveva passato
splendidamente, per la prima volta in vita sua. Si mise in tasca la
foto sorridendo, e strise il biglietto nella mano, abbracciandolo forte.
-Rochelle andiamo, è arrivata l'ora.- il sangue della bambina,
si ghiacciò completamente, sentendo la voce della madre dire
quelle parole. Non era vero che l'aveva dette. Era solamente un brutto
incubo, da cui adesso si sarebbe svegliata. Ma purtroppo non era
così. Le lacrime iniziarono a scorrere veloci, sul volto della
bambina, mentre si sentiva staccare dall'abbraccio del suo amico.
Guardò per l'ultima volta, gli occhi color cioccolato di Yoh,
che si erano riempiti di lacrime e che a sua volta piangeva.
Lo salutò con la manina, e si incamminò insieme ai genitori per l'aereo.
-Cosa stringi nella mano Rochelle?- chiese il padre, guardando la bambina, che stringeva sul petto l'indirizzo di Yoh.
-L'indirizzo di casa di Yoh... mi voglio tenere in contatto con lui..-
-Andiamo, vuoi ancora illuderlo per molto?? Tu quel bambino non lo
vedrai mai più!- disse la madre scocciata, ferendo la bambina, e
facendole scaturire altre lacrime di tristezza.
-No! Gliel'ho promesso!! Tornerò a trovarlo!!- iniziò a
dire Rochelle tra i singhiozzi. Non capiva il comportamento dei suoi
genitori. Era vero, loro si spostavano molto, per colpa del loro lavoro
maledetto, ma non vedeva il motivo perché non si potesse tenere
in contatto con il suo amico, e chissà in un futuro poterlo
rivedere.
All'improvviso, si sentì prendere il biglietto dalle mani, e
guardò con sguardo terrorizzato il padre che glielo strappava
davanti agli occhi. Il suo cuore, credette che stesse per scoppiare dal
dolore in quel momento. Non era possibile. Come aveva potuto suo padre
farle una cosa del genere? Perché voleva allontanarla,
dall'unica persona, che credeva in quell'amicizia, e che ci tenesse
veramente?
Pianse per tutto il tragitto del viaggio, e anche per molti altri
svariati giorni. Ogni tanto provò a scrivere una lettera a Yoh,
ricordandosi più o meno l'indirizzo, ma i suoi genitori tutte le
volte, riuscirono ad intercettarla, e le buttarono via. Rochelle crebbe
così.
Con il dolore dentro il cuore e una promessa: doveva ritornare da Yoh.
-Fine-
Mi
sveglio che avevo le lacrime agli occhi e con il cuore che batteva
troppo forte. Quel bruttissimo sogno, faceva parte della mio passato
doloroso, che cercavo di cancellare.
Mi aveva segnata, dentro al cuore, e anche se adesso ero finalmente con Yoh, ogni tanto si ripresentava, sotto forma di incubo.
Singhiozzai ancora un po', felice del fatto che non ci fosse Hao
accanto a me. Non mi andava di dovergli dare spiegazioni delle mie
lacrime, non mi andava di ripetere i momenti atroci che avevo provato
ad otto anni.
Però adesso basta Rochelle: sei a casa di Yoh, abiti con lui, e
stai facendo nuove amicizie, non ti rovinare la giornata con quel
ricordo. Mi alzo, asciugandomi le lacrime che mi erano, probabilmente
cadute durante il sonno, e mi stiracchiai. La pelle a contatto
dell'aria della camera, rabbrividì un po'. Dopotutto ero rimasta
sotto le coperte al calduccio, con Hao che mi faceva da supporto
calorifero.
Era successo solo per un puro e semplice caso, che mi mettessi a
dormire con lui. Io ho paura dei temporali, volevo andare da Yoh, ma
Anna mi avrebbe ucciso, quindi non mi restava altro che stare con
Hao..devo essere sincera però, sono stata bene tra le sue
braccia, che mi stringevano, e di tanto in tanto mi carezzavano il
corpo che tremava impaurito. Credo anche di essermi addormentata quasi
subito.
Mi alzo dal letto, stirandomi completamente, e sentendo i muscoli delle
gambe e del resto del corpo, rispondere ai miei comandi e svegliandosi.
Faccio un leggero riscaldamento, tirando le gambe fino a quando non
riesco ad andare in spaccata. Era sempre un piacere riuscire a fare
queste cose ed essere così snodabile. Mi butto giù e con
il petto, tocco il pavimento. Per molti, non era una posa assolutamente
rilassante, ma io mi ci trovavo alla grande, sentivo ogni muscolo
tirare a mio comando. Stetti per svariati minuti in quella posizione,
quando un foglietto nel cuscino catturò la mia attenzione.
Per chi non lo sapesse, io sono molto curiosa. Quindi, vedere quel foglietto, valeva a dire che dovevo leggere il suo contenuto.
Mi rialzo dalla mia posizione, chiudendo poi le gambe, e gattonando, mi
dirigo al letto dove mi ero alzata poco fa, prendendo in mano quel
biglietto.
Prima di leggerlo mi passò per la testa: 'e se non fosse mio?
Perché vado a curiosare?' ma mandai al diavolo la mia coscienza,
e lo aprii leggendo il contenuto. In quei pochi secondi successe il
finimondo.
Il mio volto, prima sbiancò e poi arrossì di colpo,
provocandomi tanto caldo. Il mio cuore, prima perse un paio di battiti,
dopo di che, iniziò a pompare ad una velocità immane,
rischiando quasi che scoppiasse. E del mio corpo, non ne avevo
più il controllo. Era scosso da leggeri e a volte forti tremiti.
Com'era possibile, che mi succedesse tutto ciò per poche righe?
Mi stropicciai gli occhi, ancora troppo scioccata per quello che avevo
letto. Gli chiusi e poi li riaprii, e mi rilessi il contenuto del
biglietto: "Sai qual'è quella
sensazione calda e piacevole, che ti prende e ti avvolge il cuore,
Rochelle? Ecco, è quello che io provo per te. E te lo posso
dimostrare, che ne dici se stasera usciamo io e te da soli?"
La frase era bellissima, e già quella mi faceva venire il
capogiro. Ma non quanto la firma. Hao Asakura. Non avrei mai creduto,
che avesse preso alla lettera quello che gli avevo detto alle terme, e
prendesse in mano la situazione.
Ero felice, sprizzavo gioia da tutti i pori della pelle. Un sorriso
luminoso si increspò sul mio volto, e non controllai più
il volere del mio corpo.
Sentii solo che mi alzai, e fregandomene di come ero vestita, del mio
pigiama poco coprente, corsi fuori dalla camera, scendendo di corsa le
scale, inciampando alcune volte e rischiando di rompermi l'osso del
collo. Dovevo raggiungerlo.
In breve tempo, raggiunsi il salone dove erano riuniti tutti. Era
domenica mattina, e stavano consumando la colazione in santa pace. Mi
fermai solo per un secondo, per far si che i miei occhi visualizzassero
il gemello di Yoh. Quando lo videro, il mio cervello, prese di nuovo
possesso del mio corpo, e come se qualcuno mi avesse dato una spinta,
corsi dal ragazzo.
Successe tutto al rallentatore: con un poco di slancio, mi lasciai
andare tra le sue braccia, finendo in ginocchio e con la testa sul suo
piacevole e caldo petto. Gli stringevo l'accappatoio, in cui il suo
corpo era avvolto. Non mi riconoscevo più, non controllavo
più me stessa. Non controllavo più il mio corpo, niente.
Mi sentii dire all'improvviso: -SI SI SI HAO!!- facendolo sghignazzare divertito.
Tutti ci stavano guardando con uno sguardo interrogativo.
-Bella visuale Rochelle, ma ci vuoi spiegare cosa sta succedendo?- commentò divertito Horo Horo.
Un secondo dopo, mi resi conto che stavo dando la visuale del mio
sedere, intrappolato da delle culotte agli altri. Ero talmente presa, a
voler dare la conferma all'Asakura, che il mio pudore era andato a
farsi friggere.
-Non è successo niente di che... ho solo lasciato un bigliettino
carino per il risveglio di Rochelle..- sorrise maliziosamente Hao e
guardandomi, facendomi fare qualche capriola al mio cuore.
-Si... mi hai scritto delle bellissime frasi, e si voglio uscire con
te!- nuovamente non comandai il mio corpo. Lasciai che le mie labbra
stampassero un sonoro bacio sulla guancia all'Asakura, che
risuonò in tutto il salone, dove il silenzio era calato.
-Cosa?..- sentii la voce di Yoh commentare.
-Eh?.. Si, io e Hao.. vorremmo frequentarci visto che tra di noi
è scattato qualcosa da quando sono venuta ad abitare qui..-
arrossii dicendo quella frase. Iniziavo a capire solamente adesso, che
mi comportavo così con Hao, solo perché mi piaceva.
Ma c'era qualcosa che non andava. Ero felice, avevo comunicato la mia
notizia a Yoh, sperando che anche lui ricambiasse. Non mi aspettavo che
si mettesse a saltellare per la stanza come avevo fatto io, anche
perché non era da lui, ma nemmeno che rimanesse così
impassibile, anzi rigido a questa notizia. Lo guardai, lo fissai
attentamente, e vidi nel suo sguardo qualcosa che non mi piacque per
niente.
Non sapevo come interpretarlo: era preoccupato? Geloso? Arrabbiato?
Forse dovevo parlargliene prima a lui, prima di dare una risposta ad
Hao. Dopotutto era suo fratello, e io la sua migliore amica, forse non
stava bene per questa situazione.
Era inutile che mi attorcigliassi il cervello con queste domande inutili, avrei trovato modo di parlargliene. Ma non oggi.
Oggi avrei dedicato tempo a me stessa per prepararmi per l'uscita con Hao.
E noi da brave bambine cattivelle, vi tronchiamo qui il capitolo <3
Così rimanete con un po' di
suspence per il prossimo capitolo :DDD che dolci vero? :3333 non
dovrete attendere molto, ve lo promettiamo, la curiosità presto
sarà destata u.u
Voi ci fate sapere com'è questo capitolo e cosa ne pensate di tutto ciò??? *___*
E piccolo sondaggio, per sapere le vostre preferenze :D
La nostra Rochelle, con chi la preferite? u.u
RochellexYoh
RochellexLen
RochellexHao
RochellexHoro Horo
Vi vogliamo ricordare, che il vostro
pensiero non cambierà le idee di base della storia, ma è
per sapere cosa ne pensate voi e per rendervi partecipi u.u
Ringraziamo tantissimo le persone che
l'hanno recensita, e anche chi solamente legge, e le mette tra i
preferiti/ricordate/seguite, grazie davvero!!
Un bacio al prossimo capitolo <3
Vostre
XxX_GiuliaLoveless_XxX
Hikari93
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Capitolo 7 *** Start date. Ciak, let's go! ***
capitolo 6
Capitolo 7
Oh
god why. Mi devo vergognare per non aver aggiornato questa storia per
tutto questo tempo. La mia povera collaboratrice aveva pure pronto il
capitolo e me l'aveva mandato... ma io >.> mi sono dimenticata di
postarlo >.>
Quindi prendetevela con me, e non con lei ç__ç prometto
che ora sarò più veloce sia a scrivere che postare
ç__ç
Comunque, questo capitolo è una vera bomba ;) finalmente il
tanto atteso appuntamento con Hao, quindi se eravate curiosi di
scoprire cosa sarebbe successo e tutto, vi consiglio di leggerlo u____u
Ci sentiamo in fondo con i ringraziamenti, e scusate ancora il ritardo ç_ç <3
Start Date. Ciak let's go!
Sarei uscita con Hao.
Niente di importante, del resto. Sì, avrei trascorso una serata
insieme a uno dei ragazzi più fighi che avessi mai conosciuto,
ma, insomma, non era qualcosa di importante, vero? Non era necessario
piazzarsi davanti allo specchio e prendersi cura di ogni singola
ciglia, sperando che fosse come dovesse essere, ovvero perfetta.
Rochelle, dovrai essere necessariamente perfetta, con Hao, mi dissi.
Sebbene potesse sembrare che fossi tranquilla, in realtà ero
tutta un tremore, dalla testa ai piedi, preda di un imbarazzo senza
eguali. Inoltre, ero anche parecchio indecisa su cosa fosse meglio
indossare. Non volevo apparire né troppo snob, né troppo
semplice. La virtù sta nel mezzo, avevo sentito dire, ed era
proprio quel “mezzo” l’oggetto della mia ricerca.
Anche perché non ero tanto convinta di aver capito perfettamente
Hao, tantomeno i suoi gusti.
Dopo un’attenta analisi dei vestiti che avevo a mia disposizioni,
optai per la spontaneità, per me stessa: mi reputavo – ma
non si è mai buoni giudici di se stessi, dunque sapevo di
potermi tranquillamente sbagliare – una ragazza piuttosto dolce,
a tratti fragile, ma che non ci pensava due volte prima di ricorrere
alle mani, se ce ne fosse stato bisogno – il povero Horo Horo ne
era stato un chiaro esempio.
Sospirai amareggiata, e mi lasciai scivolare a terra, seduta tra quegli indumenti che avevo scartato e gettato sul pavimento.
“Perfetto” pensai “cosa potrebbe indossare un maschiaccio vestito da angelo?”
Persa tra i miei pensieri, sentii a malapena i passi che si
avvicinavano alla porta. Ebbi appena appena il tempo di voltarmi che
Horo Horo comparve alla soglia.
Senza neanche bussare, esatto.
Per fortuna non avevo cominciato a spogliarmi, altrimenti Horo Horo
avrebbe ricevuto un’altra lezione! Forse stavo esagerando un
po’… o, più semplicemente, era lui che mi esortava
a prendermi tali confidenze, facendo lo stesso, lui, nei miei confronti.
-Avresti potuto fare diversamente- soffiò il ragazzo dai capelli azzurri ancor prima che potessi chiedergli cosa volesse.
Inarcai un sopracciglio. -Come, scusa?-
Sbuffò, quasi infastidito che non avessi colto al volo le sue
parole. –Tra tanti, hai scelto proprio il migliore, Rochelle.
Io… io sarei potuto essere migliore, Hao non ti si addice.-
Sgranai gli occhi. -E perché, di grazia?- La mia risposta
sarebbe potuta sembrare troppo brusca, e col senno di poi l’avrei
definita tale anch’io; ero semplicemente stufa, però, che
tutti coloro che mi stavano intorno credevano di poter decidere della
mia vita.
Arginò la domanda, tergiversò: -Te lo ripeto-
balbettò più imbarazzato –io… mi ci vedo
meglio io con te.-
Simulai un risolino falso, di nervosismo: -Non ha senso ciò che
dici.- Feci una breve pausa per misurare le parole, poi continuai:
-Senti, Horo Horo, non cosa tu creda di provare per me, ma non è
il caso, stop. Sono più che felice di uscire con Hao, ecco.-
Probabilmente il mio tono risultò più duro di quanto
fosse e, soprattutto, offese Horo Horo più di quanto mi fossi
aspettata. Mi rattristai subito, sentendomi una stupida per una
reazione del genere, legata più che altro al mio passato, alla
mia famiglia che mi aveva imposto troppi paletti per frenarmi, e non
certo a un ragazzo che, forse innamorato, voleva rendersi soltanto
cortese con me.
Volevo sprofondare nel pavimento e non uscirne più.
-Perdonami- aggiunsi immediatamente, sinceramente risentita. –
Non volevo, l’ho fatto ma non volevo. Scusa, sono stata una
sciocca, ecco cosa!-
Horo Horo mi sorrise, meno triste: -Non essere troppo dura con te
stessa!- Si grattò la testa, impacciato. –Anch’io ho
sbagliato a venir qui di corsa, ma c’era una cosa che ci tenevo a
dirti…-
Avrei voluto anticiparlo, dicendogli che, se volesse confessarsi o cose
del genere, sarebbe stato meglio non farlo. Stavo per aprire bocca, ma
mi precedette.
-Non era gelosia, la mia.-
-Non solo, diciamo così- puntualizzai.
Annuì. –Hao non ha una buona reputazione (ecchisenefotte!!
*____*), si dice che usi le donne soltanto per il loro corpo, e che poi
le getti via come un qualsiasi oggetto usato.- Studiò la mia
reazione – la nascondevo abbastanza bene, ma le sue parole mi
avevano lasciata di stucco – infine terminò: -Volevo
avvisarti e consigliarti, prima che fosse troppo tardi, di avvicinarti
a qualcun altro, sentimentalmente.-
-E avevi pensato a te- ironizzai, anche se in realtà ero
nervosissima, più tesa di un cavo della corrente elettrica, a un
passo dallo scoppio.
Alzò le spalle. –Ebbene, un pensierino puoi sempre farcelo.-
Si avvicinò troppo a me e finì come tutte le altre volte:
con le mie cinque dita della mano destra stampate sul suo viso e con i
suoi lamenti da cucciolo ferito.
-E ora fuori!- Lo spinsi via.
“Ma grazie mille per l’avvertimento, davvero.”
La mia agitazione era aumentata ancora di più; se prima mi ero
sentita come un animale braccato perché non conoscevo Hao, ora
avevo capito che sarebbe stato meglio ignorare tutto di Hao Asakura.
Alla fine il mio vestiario era stato sì importante, ma meno di
quanto avevo ipotizzato all’inizio, prima della rivelazione di
Horo Horo.
Avrei dovuto prestare attenzione alle azioni di Hao. Certamente, ora
non potevo presentarmi da lui e annullare l’appuntamento,
però, magari, se fossi riuscita a non finire “nella tela
del ragno”, avrei potuto mettere in pratica il suggerimento di
Horo Horo e scostarmi da lui. Facile a dirsi, tutt’altra cosa il
da farsi; quel ragazzo mi aveva colpita fin da subito, e anche il bacio
che ci eravamo scambiati viveva ancora, sia nella mia mente che sulle
mie labbra. I sentimenti non si potevano cancellare
all’improvviso, ma, chissà, se fossi stata fortunata, la
mia sarebbe stata semplice infatuazione e non un vero e proprio
innamoramento. Solo in quel caso l’avrei fatta franca. Dovevo
bloccarmi prima che si superasse la soglia della cotta e si sfociasse
in qualcosa di più serio. Se me ne fossi innamorata sul serio,
sarebbe stato un grosso guaio, per me.
Eppure, non riuscivo a non pensare che, con un po’ di fortuna, se
anche fosse scattato qualcosa in più per Hao, sarei riuscita a
farlo cambiare.
La speranza era sempre l’ultima a morire, del resto.
Quando
scesi giù, i ragazzi apprezzarono il mio look –
eppure non avevo indosso niente di particolare: dopo la rivelazione
fattami, affinché potessi scoraggiare Hao dal “provarci
con me”, avevo scelto qualcosa di semplice, orietandomi su
qualcosa di dolce –, e Horo Horo, ripresosi al meglio
e
ritornato il solito simpaticone, si esibì in un fischio di
gradimento.
Indubbiamente, assomigliai in tutto e per tutto a un pomodoro, e mi
sentii tremendamente in imbarazzo. Mi voltai, cercando lo sguardo di
Yoh, e con mia somma delusione non lo trovai.
Mi sentii male, come morire: il mio migliore amico era forse geloso di
ciò che stavo facendo? O era soltanto in ansia per me per le
cattive voci che, a quanto pareva, aleggiavano intorno a suo fratello?
Non ebbi il tempo di domandargli alcunché, perché Hao, da
vero galantuomo, mi portò fuori, e la porta, chiusasi, mi
mostrò l’espressione triste del mio migliore amico.
Avrei dovuto risolvere il problema al più presto, o non sarei stata in pace con me stessa…
Ma una cosa per volta, adesso toccava ad Hao.
Più mi ripetevo di dover prestare attenzione ai “modi di
fare” di Hao, più mi rendevo conto che il mio cervello
andava allegramente in tilt davanti ai suoi sorrisi e ai suoi modi
gentili. Doveva essere tutta apparenza, e lo sapevo, tuttavia mi era
impossibile controllarmi. Per un secondo mi chiesi addirittura se Horo
Horo non mi avesse spudoratamente mentito, magari per gelosia…
impossibile, mi risposi immediatamente. Horo Horo era uno dei ragazzi
più gentili e onesti con cui avevo avuto a che fare!
-Ti piace il posto, allora?- domandò lui, tutto a un tratto.
-Ehm… sì, sì, mi trovo a mio agio, perfettamente a mio agio- balbettai, rossa.
“No, no, e no, Rochelle, qui le cose non vanno AFFATTO bene! E
smettila di arrossire davanti a tutto quello che dice! Ti rendi conto
che ti ha chiesto se ti piace il posto? Non ti ha mica domandato del
bacio dell’altra volta, eh! E in quel caso che avresti fatto?
Saresti morta?”
Rise, cristallino, mi parve un angelo.
-Sei molto buffa quando fai così, Rochelle- disse, il vento tra
i capelli lo rendeva ancora più splendido mentre guardava il
mare di fronte a noi. –E’ anche per questo che ti ho
adocchiata subito.-
“E va bene, allarme rosso, zona a rischio!”
-Sì, sì, anche per me è lo stesso, insomma, sì, mi sei… mo-molto simpatico- azzardai.
Lui rise ancora. –Simpatico eh?- soffiò nel mio orecchio, dopo essersi avvicinato.
Poi, senza che nemmeno me ne resi conto, mi prese sotto braccio e mi trascinò via di là.
Ero frastornata, stavo perdendo di vista il mio obiettivo a causa di
semplici parole; stavo barcollando, mi tenevo in piedi a stento -e i tacchi di certo non mi stavano aiutando- , e il
mio spirito ondeggiava tanto veloce quanto lo erano le onde del mare
impetuoso che avevo adocchiato fino a pochi istanti prima.
Tutto sommato, Hao era stato parecchio gentile con me, e ancora una
volta misi in discussione le parole di Horo Horo, o meglio, ciò
che mi rimaneva nella mente di esse, visto che il resto era tutto
occupato da Hao, dal ristorantino che aveva scelto e in cui mi aveva
offerto la cena, dal baciamano – roba da restarci stecchiti
– alle sue labbra soffici che si schiudevano quando parlava.
Di cosa parlasse lo ricordavo a stento, perché, ammaliata
eccessivamente dalla sua figura, lo dimenticavo quasi subito. Ero
incapace di sostenere una conversazione decente.
Perciò, in sostanza, si svolse tutto alla perfezione.
Finché non tornammo a casa, perché la ciliegina sulla torta, che avrebbe fatto vacillare il tutto, era necessaria.
-Ti è piaciuta la serata, Rochelle?- mi domandò sulla soglia.
Non potevo mentirgli: checché avessi pensato quel pomeriggio,
mentre mi preparavo, o ancora, durante la cena, non potevo non dire che
era stata una serata piacevolissima.
-Sì, devo essere sincera, hai saputo stupirmi.-
Mi bloccò contro la porta ancora chiusa, prendendomi per i
polsi. –Allora me lo merito un bacio?- chiese malizioso.
“E’ ora che devi dire di no, Rochelle! Ce l’hai fatta
per tutta la serata, non puoi cadere così…”
Stavo per rispondere – e cosa avessi risposto, beh, non lo sapevo
nemmeno io – quando lui fece la prima mossa, lasciando scivolare
le sue labbra sulle mie, lentamente, sensualmente.
Se prima avevo avuto anche solo una piccola opportunità di
oppormi a quell’ammaliatore conciato da umano, in quel momento
ebbi la consapevolezza di essere il topo nelle grinfie del gatto. E,
abbandonata a questa concezione, quasi fosse il mio destino
inesorabile, mi lasciai andare, dischiudendo le labbra e permettendo
l’ingresso della sua lingua.
Qualcosa in me lottava per ribellarsi, ma era sempre più debole.
-Ammettilo, stavi aspettando solo questo bacio.-
Mi lasciò di stucco, soprattutto nel momento in cui aprì
la porta e se ne andò senza darmi possibilità di replica
– quel giorno, gli eventi erano più forti di me, e non mi
davano la possibilità di dire la mia, visto che venivo
sballottata di qua e là senza replicare –, sogghignando
tra sé e sé, come fosse contentissimo della sua nuova
vittima.
-Ti ha proprio fregata, sai.-
Ci mancava solo quella. Eh no, a quanto pareva il bacio con Hao –
il quale, evidentemente, mi aveva catalogata come una poco di buono, ed
era questo che mi faceva più rabbia – non era stato
sufficiente, dovevo sorbirmi anche un altro.
-Tao Len- salutai senza interesse. Tra tutti i momenti di calma che
avrebbe potuto sfruttare per parlarmi, visto che volevo conoscerlo
meglio, aveva scelto proprio quello peggiore!
-Che c’è, ci sei rimasta male?- domandò con stizza.
–Eppure, mi era sembrato di capire che quel testone ti avesse
avvisata.-
Strinsi i pugni. -Lascia stare, che è meglio.-
Ero stata un’idiota; avrei dovuto fidarmi di Horo Horo. (Horo Horo ha sempre ragione u.u ndGiulia)
-O, semplicemente- continuò senza darmi retta, quasi fosse impegnato in un monologo –preferivi altro.-
Conquistò subito la mia attenzione, nonché un mio
cipiglio inarcato paurosamente – paurosamente per lui, che mi
aveva fatta arrabbiare più di quanto non lo fossi già.
–Che intendi?-
Ridacchiò. –Probabilmente, la nostra Rochelle, più
che la bocca di Hao, preferiva il suo letto. Con lui dentro,
ovviamente (Oh, Tao Len, e chi non lo vorrebbe?
*çççç*).(io ci vorrei anche Len eh u.u ndGiulia)-
Arrossii, mi arrabbiai, strinsi i pugni e sentii un dolore al petto che
mi sapeva di collera; mi aveva offesa, e alla grande, anche. Non solo
Hao, a quanto pare, ma anche Len mi aveva considerata, con quelle sue
parole, una tipa da poco.
-Pensa quello che ti pare, idiota!- e scappai via, cercando rifugio in nessun’altro se non me stessa.
“Stupido, stupido, stupido di un Tao Len ”
Eccoci
alla fine di questo stupendoso capitolo scritto dalla mia cara luce
u___u Vi chiedo ancora di non prendervela con lei, ma con me, che ho
fatto ritardo ad aggiornare -.-' Sono un'idiota ç_ç
Comunque che ne
pensate di questo ??? u_u vi ha soddisfatti? Secondo voi quello che ha
detto il nostro Horo è la verità, o solamente la gelosia è a farlo
parlare u-u?
Bene, vi vogliamo anticipare qualcosa nei prossimi 2
capitoli, che anche essi saranno scritti uno da me, e uno dalla mia
collega, sennò sarebbero troppo lunghi, per farci perdonare un po'
(anzi farMI). Nei prossimi ci sarà il ballo di fine anno scolastico dei
ragazzi, dove parteciperà anche Rochelle, e ballerà con tutti u_u e
quindi verranno a galla altre cose.. ci saranno tante sorprese, e
l'entrata di un nuovo personaggio... chi sarà mai??? u___u
Aspettate il prossimo capitolo *_* a presto!!!
Vostre XxX_GiuliaLoveless_XxX&Hikari93
P.S vi linko il vestito di Rochelle per la sera e il trucco *___* u.u e poi sparisco u.u!
Vestito
Trucco
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