E' troppo per me di Tweedles (/viewuser.php?uid=81356)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chi sei? ***
Capitolo 2: *** Giulietta? ***
Capitolo 3: *** Occhiali fuxia? Veramente?! ***
Capitolo 4: *** Gli esterni non sono ammessi ***
Capitolo 5: *** Chi-non-muore-affogato-vince ***
Capitolo 6: *** Rooms ***
Capitolo 7: *** Un lungo pomeriggio ***
Capitolo 8: *** Antiche e sacre tradizioni ***
Capitolo 9: *** Tutta la gara in mano a... quello?! ***
Capitolo 10: *** L'autoinvito più clamoroso della storia ***
Capitolo 11: *** Non bussare! ***
Capitolo 12: *** Evidenti segni della notte precedente ***
Capitolo 13: *** Un assoluto bisogno della voce di Kurt ***
Capitolo 14: *** QUESTA E' SPARTA! ***
Capitolo 15: *** Credo che mi voglia uccidere ***
Capitolo 16: *** Non è finita qui ***
Capitolo 17: *** Non sei te stesso, Blaine? ***
Capitolo 18: *** I buoni propositi di Blaine ***
Capitolo 19: *** IO NON SONO TROPPO GIOVANE! ***
Capitolo 20: *** Io sono infelice ***
Capitolo 21: *** Tu ne vali la pena ***
Capitolo 22: *** Ho bisogno di tempo ***
Capitolo 23: *** E' un nostro AMICO ***
Capitolo 24: *** Non ho mai visto meglio ***
Capitolo 25: *** Toopha! ***
Capitolo 26: *** Perchè mi odi? ***
Capitolo 27: *** Sei ancora vivo dopo la festa? ***
Capitolo 28: *** Oh sì, fratello. ***
Capitolo 1 *** Chi sei? ***
ff
«Hey, stai bene? Ma chi diavolo era
quell'energumeno?»
«I-io... i-o... quel, quel... mostro!» Kurt era a
terra, proprio davanti alla sua macchina.
Karofsky, dopo averlo seguito nel parcheggio semideserto del McKingley,
aveva iniziato a insultarlo per le sue scelte sessuali. Quelle parole
continuavano a risuonargli in testa «Culo sfondato, checca,
rifiuto
umano...». Ma la goccia che aveva fatto traboccare il vaso
era
stata
quell'insulto. L'unico sul quale non avrebbe mai potuto passare sopra.
Lo aveva chiamato "figlio di puttana". Ogni volta che ripensava alla
madre, era come se una lama si conficcasse un po' più a
fondo
nel suo cuore. Non aveva portuto semplicemente lasciar passare e
così, lo aveva fatto. Si era girato verso quell'ammasso di
lardo
e gli aveva urlato contro tutto il suo disprezzo. Per lui, per
tutti quelli come lui, per il mondo omofobo.
«Che problema hai? Dimmelo! Hai paura che ci provi con te?
Non sei
il mio tipo, non mi piacciono i grassocci e sudaticci giocatori di
football, senza un briciolo di cervello!» E poi aveva sentito
la
botta... cazzo se faceva male.
Un grosso pugno gli era piombato sullo zigomo destro, subito seguito da
un'altro nelle costole. Aveva sentito il respiro mozzarglisi in gola e
l'unica cosa che era riuscito a fare era stato di spingere Karsofsky
indietro di qualche centimetro, prima di scivolare per terra con il
fiato corto per il colpo ricevuto. Ma come poteva sperare che tutto si
risolvesse in quel modo? E infatti il bullo aveva iniziato a prenderlo
a calci. Ogni singolo centimetro del suo corpo era
alla mercè di quel ragazzo complessato, che solo
qualche
settimana prima, dopo l'ennesimo spintone, lo aveva baciato,
minacciandolo di morte se lo avesse riferito a qualcuno.
E poi era arrivato lui. E aveva decisamente gonfiato come un palloncino
Karofsky.
«Chi sei?»
«Io ti salvo la vita e non mi ringrazi neanche? Beh, guarda
che
ti lascio a prenderti le botte, la prossima volta, eh!»
Kurt arrosì violentemente. «Scusa, ma credevo che
nessuno si sarebbe voluto mettere contro quell'armadio!»
«Prego, per averti risparmiato qualche costola rotta, a
proposito, come ti senti?»
«Nè meglio, nè peggio delle altre
volte. Tempo stasera
avrò l'occhio nero, neanche una settimana e andrà
via e
sarò di nuovo pronto a essere gonfiato di botte dal primo
giocatore di football a cui capiterò sotto tiro.»
«Sai, anch'io qualche anno fa sono stato preso di mira da
degli
stronzi. Sì, stronzi, perchè se la prendevano con
me solo
perchè ero diciamo un po' meno fisicato di
adesso.»
Compensò quella sua frase un po' piena di sè con
un
sorriso a decisamente troppi, smaglianti, perfetti, denti.
E mentre pronunciava queste parole, Kurt si rese conto che,
effettivamente, il suo salvatore era un gran bel ragazzo: alto, capelli
chiari, fisico da modello dell'Abercrombie che si intravedeva
attraverso l'aderente maglietta bianca -non rischiava di strapparsi,
con quei bicipiti?- e dei magnetici occhi grigio-verdi.
Mentre il più piccolo si perdeva in queste constatazioni,
l'altro intanto aveva scritto il suo numero di cellulare su un
volantino trovato per terra.
«Non dovrebbero passarla liscia, non farti problemi a
chiamarmi
quando vuoi se... se sei di nuovo nei pasticci. O se hai voglia di
prendere un caffè!»
E intanto, mentre il più grande si girava un'ultima volta
per
sorridere incoraggiante al ragazzo, che ancora tremante era appoggiato
alla portiera del suo Suv, a quest'ultimo venne in mente che non sapeva
neanche il suo nome.
«Hey! Aspetta, dimmi come ti chiami almeno!»
«Oh, scusa, me ne ero completamente dimenticato, sono
Robert.» Ed
ecco un altro sfavillante sorriso, come scusa per quella piccola
dimenitcanza.
«Io sono Kurt... beh, grazie per quello che hai fatto per me
oggi,
Robert.» Anche Kurt provò a sorridere, ma
evidentemente,
ancora scosso dall'accaduto, gli uscì piuttosto una smorfia
tremolante, che provocò un lampo divertito negli occhi di
Robert.
«Ciao!»
Ok, è il primo tentativo di fanfiction che faccio e quindi
sono
abbastanza dubbiosa sul mio operato... Datemi un segno, ho bisogno di
sapere com'è! Alla prossima :)
|
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Capitolo 2 *** Giulietta? ***
ff 2
«Pronto?»
«Pronto,
ciao Robert, sono Kurt, scusa se ti chiamo, non ti disturbo, vero? Ma
certo che ti disturbo... stupido Kurt! E' solo che tu mi avevi detto
che potevamo parlare...»
«Smettila Kurt, dove sei?»
«In macchina...»
«Sì, ma dove?!»
«Sotto al McKinley»
«Riesci a guidare?»
«Dove sei?»
«Ci vediamo al Lima Beam, sai dov'è?»
«A tra poco.»
«Come hai detto che si chiama la tua Giulietta?»
«Drew,
quante volte te lo devo dire?! Smettila di chiamarlo Giulietta,
è un uomo!» Robert volse gli occhi al cielo - possibile
che si ostinasse a chiamarlo così? - lo avrebbe già steso
a terra con un cazzotto, se non fosse che gli sarebbe tornato utile per
"portare in salvo" il suo Kurt.
Drew cercò di indorare la pillola con un sorriso. «Ma è una cosa romantica!»
«Se non la smetti, giuro che ti strappo ogni singolo capello da quella tua testa già mezza stempiata!»
«Ehm,
ciao Rob!» disse Kurt stringendo un pochino di più la sua
tracolla - chi diavolo era quel damerino vicino a Rob?!
«Rooob?
Hey, Rob? Sì, va bhé, sei un caso perso.» Drew
sapeva che il suo amico non era un idiota, ma quando puntava gli occhi
sulla sua Giulietta -era sicuro che oramai pensava a lui come
Giulietta- il suo cervello implodeva (pum pum pum, ciao
neuroni!). «Io sono Andrew, Andrew Stuart.»
«Smettila
di fare il finto 007!» Dopo aver fulminato con un occhiataccia il
suo amico, Rob si sciolse in un mieloso sorriso verso Kurt, facendo
trasparire la preoccupazione dai suoi occhi.
«Non può andare avanti così Kurt, guarda in faccia
la realtà! Non puoi restare nella tua scuola, ti pestano a
sangue un giorno sì e un giorno no! Eppure credevo che il mio
intervento li avrebbe scoraggiati...»
«Non
è passato poi così tanto da quando sei arrivato tu! E poi
da quando ci sei, mi sento molto più al sicuro!» Kurt non
avrebbe di sicuro perso una chance di ringraziare ulteriormente la
prima cosa buona che gli fosse capitata nella sua vita.
Drew sbuffò sonoramente «No, vi prego, prendetevi una camera!»
Due paia di occhi lo congelarono sul posto. «Ragazzi, sono qui per un motivo, non per fare il terzo incomodo!»
Un'altra fulminata -quando lo avrebbero capito che si piacevano
reciprocamente, quei due? Insomma, un mese di sms a tutte le ore e
telefonate "chiudi tu, no chiudi tu, no chiudi tu" e non erano ancora
riusciti a combinare niente.
«Ok, mentre mi guardate male, io dico perchè sono qui, eh?»
Il più piccolo abbassò lo sguardo arrossendo lievemente e
poi squadrò dalla testa ai piedi quel ragazzetto con indosso
un'inguardabile divisa.
«Mi piacerebbe proprio saperlo.»
«Beh, come ti stavo dicendo prima, -intervenne Robert, prima che
Kurt incenerisse l'altro ragazzo- ci sarebbe un'altra
possibilità per risolvere la tua... situazione.» E porse
al suo protetto un volantino -Dalton Academy. Nonostante fossero
passati due anni dal suo diploma, e cinque da quando era scappato dalla
sua vecchia scuola, gli sembrava di sentire ancora pulsare le ferite. E
non solo quelle dei calci e dei pugni. Perchè a quindici anni,
sentirsi insultare perchè sei diverso, perchè sei
"finocchio" marchia l'anima come un ferro arroventato. Ma poi, sua
madre gli aveva dato un opuscolo, dopo che era stato ritrovato alle
nove di sera, chiuso nello stanzino dei detersivi della scuola,
attaccato con lo scotch a una parete ed era approdato alla Dalton.
«Politica di tolleranza zero contro qualsiasi forma di bullismo e discriminazione»
Gli occhi di Kurt si illuminarono come un faro nella notte. Forse
poteva davvero smettere di aver paura di girare per i corridoi della
scuola. Beh, almeno per quelli della Dalton Academy.
«Ma questo non spiega la sua presenza qui» Incenerì ulteriormente con lo sguardo l'altro ragazzo.
«Sono qui come rappresentate della Dalton Academy e del nostro
Glee Club, gli Warblers, Rob mi ha detto che canti, vero
Giulietta?»
«Scusa, come mi hai chiamato?! -era davvero troppo, da quanto lo
conosceva? Cinque minuti? E Giulietta?!- come ti permetti di chiamarmi
così?! Se questo è l'educazione di un ragazzo-tipo di
questa scuola per figli di papà, grazie, ma preferisco non
metterci piede!» Disse, un infuriatissimo Kurt, sventolandogli in
faccia il volantino a strisce blu e rosse.
«Kurt... Kurt, scusalo, è un deficiente! Anzi, scusa me
per aver portato un simile personaggio come rappresentate, forse
sarebbero andati meglio Wes o David...»
«Ma deficiente a chi? Bellimbusto che non sei altro, non fosse
che sei il doppio di me te la farei vedere io, pfui -e comunque sono
molto più simpatico io, di loro due!»
«Ci penserò un po' su a questa scuola per damerini
maleducati, ora però devo andare, mio padre mi aspetta in
officina.» A dire il vero non vedeva l'ora di allontanarsi da
quell'insopportabile ragazzo -ma chi si credeva di essere?
«Se vuoi ti accompagnamo noi, tanto...» Kurt lo interruppe.
«No, grazie, preferisco andare da solo, e poi è qui a due passi! Ciao Robert!»
Gli Warblers arriveranno, non disperate, col tempo arriveranno. Spero che vi sia piaciuto quello che avete letto :) |
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Capitolo 3 *** Occhiali fuxia? Veramente?! ***
Kurt
si perdeva sempre negli occhi
di quello splendido uomo. Come era possibile? Inziava a parlare in modo
squisitamente interessante con lui e poi... si perdeva nella
vastità di quel
mare di verde.
«Kurt? Mi stai ascoltando?» -Possibile che si
perdesse in un bicchier d'acqua,
quel ragazzo?-
«Sì, sì... mi stavi chiedendo il mio
musical preferito. Beh, direi Wicked,
cos'altro potrebbe essere?»
«Mi aspettavo proprio che lo dicessi! Anche se devi ammettere
che Rent è
indubbiamente più bello ed appassionante!» Sapeva
che avrebbe fatto infuriare
il ragazzo vicino a lui. Quando si trattava di musical andava
letteralmente in
escandescenze.
«Caro il mio Rob, sei completamente fuori di testa! Mi chiedo
come possa starti
ancora seduto vicino dopo la bestemmia che hai detto!» -A
dire il vero... come
sarebbe potuto andare via, con quegli occhioni che lo fissavano a
metà fra il
divertito e il preoccupato?-
«Noooo! Non andare via!» Per Rob era sempre uno
spasso chiacchierare con Kurt:
non sapevi mai se sarebbe andato via davvero, atteggiandosi da Diva,
oppure se
stava semplicemente scherzando per attirare l'attenzione.
___________________________________________________________________
«Fermi tutti!»
«Che c'è, Drew?! Ma chi stiamo guardando? E
perchè? Dai, voglio il gelato,andiamo!»
Blaine non poteva resistere. Tutte le volte che andavano a Lima c'era
la tappa
fissa dal gelataio. Ed erano già in ritardo di 10 minuti
sulla "tabella di
marcia per il gelato"!
«Sono un ex Warbler, Robert e Giulie... Kurt
Hummel!»
«E chi è 'sto qua? Ha dei capelli perfetti...
perchè devo essere sempre io
l'unico che si deve mettere un kilo di gel per essere
normale?»
«Ti assicuro che non sei normale neanche con tutto il tubetto
di gel... MIO
gel, dannato Tappo!» Thad non avrebbe potuto trovare un
compagno di stanza più
simpatico e allo stesso tempo insopportabile! Semplicemente non capiva
la
differenza tra la propria proprietà e quella altrui!
«Non ne può fregar di meno a nessuno di te,
Thad... piuttosto, Blaine, quando
farai coming out?» Lexi non era mai stata convinta della
sessualità di quel
ridicolmente basso e strampalato ragazzo.
«Hai proprio sbagliato persona! Fossi in te chiederei a Drew,
va' lì come
guarda quei due!»
«Hey, ragazzi! E' un mese che seguo 'sta storia, manco fosse
una serie Tv,
ormai mi sono affezionato!»
«Non sviare l'attenzione da te, Anderson, con quei calzini
rosa non convinci
nessuno!»
«Carina, guarda che essere alla moda non significa essere
gay!» E Blaine sapeva
quanto fosse importante, per far colpo sulle ragazze usare anche il
vestiario,
per qualcuno di non particolarmente... beh, diciamo qualcuno non come
quel
Robert.
«Oddio Blaine! Non riesco a smettere di ridere! Dave, tienimi
perchè casco per
terra, sennò!»
«Non sei simpatica! Se vuoi ti posso provare la mia
virilità, Alexis!» Beh,
forse sarebbe stata Alexis a mostrare a lui la propria
femminilità, visto che
Blaine non era mai stato con nessuna...
«Oh, fermi tutti! Tappo, non ci provare più con la
mia donna!» Thad non avrebbe
mai creduto che il suo compagno sarebbe potuto essere più
insopportabile di
quando alla mattina alle 7 si metteva a cantare a squarciagola per
svegliarlo,
ma a quanto pare ci stava riuscendo perfettamente.
«La tua donna? Ma qui stiamo correndo un po'
troppo!»
«Thad, lascia stare mia sorella, se non vuoi che ti spacchi
la faccia!» Anche
se era sempre uno dei più pacati, David letteralmente
adorava sua sorella e non
avrebbe certo permesso a Thad, Thad Harwood, di mettere le sue sporche
manacce
su di lei.
«Dai, Dave, sai che stavo scherzando...»
«Sì, sì, ok, io adesso voglio andare a
mangiare il gelato!» Possibile che
nessuno si curasse mai dei suoi bisogni primari?! Il gelato era SACRO!
Andrew non credeva di poter sopportare un minuto in più
quella piattola di
ragazzo «Anderson, stai zitto!
OMMIODDIO-SI-STANNO-TENENDO-PER-MANO! Guarda
Lexi, guarda che carini!»
«Oh, guarda che amori! Tubano come piccioncini! VIA DI QUI.
SUBITO. Non ho
intenzione di vomitare arcobaleni per il resto del giorno; tutta quella
fluffosità mi potrebbe far cedere alle tue
proposte!» Disse Lexi, volta verso
Thad. Se c'era una cosa per cui Alexis Thompson non si sarebbe mai
scomposta,
erano delle scene romantiche. Di altri, oltretutto!
«Ragazzi, io non mi schiodo di qui!» Aveva
semplicemente tutte le curve al
posto giusto, sorella di Dave o no, Thad avrebbe fatto qualsiasi cosa
per
averla, anche stare a stalkerare per ore una coppia di ragazzi.
«Ma tanto non te la da! Te lo vuoi mettere in
testa?»
«Oooooh, bravo il mio Little Pony, allora qualcosa la capisci
anche tu!»
«Sempre più simpatica, Lexi. Davvero... Adesso
possiamo andare a mangiare il
gelato? Da AcquoLima, che gli altri hanno la fragola che fa
schifo!»
«Persino i gusti da gay! Come fai a negare l'evidenza,
Anderson!» Lexi girò gli
occhi al cielo, era così PALESE!
E un’ombra attraversò quelli di Blaine: stava
sempre allo scherzo, però la cosa
stava andando avanti da un po' troppo per i suoi gusti... insomma era
divertente all’inizio, però stava cominciando a
restarci male.
David, come al solito l'unico maturo, si accorse dell'ombra negli occhi
del più
piccolo. «Dai, Lexi, basta così, trova qualcun
altro da martellare, lascialo in
pace per un po'... farà coming out quando si
sentirà pronto, vero Blaine?» Era
una battuta semplicemente troppo bella, perchè potesse
evitarla!
«Eh? Cosa? Stavo pensando al gelato... magari potremmo
cantare una canzone sul
gelato alle Provinciali di quest'anno, che ne dite?»
Questo era decisamente troppo. Che il Little Pony avesse sempre avuto
dubbie
idee sulle canzoni, non era certo un mistero, ma una canzone sul gelato
era
decisamente troppo. Si beccò le occhiatacce più
cattive ed esasperate dalla
storia dai suoi quattro amici.
«E che c'è?! Il gelato è
buono!»
«Ok, andiamo a comprare 'sto benedetto gelato, magari con la
bocca piena
sparerà meno stronzate!»
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«Brutto guardone di uno Stuart! Ti ho visto più
volte nell'ultimo mese, che
negli ultimi due anni!» Era pur sempre il suo miglior amico,
un po' di sana
cattiveria non gliel'avrebbe tolta nessuno.
«Ciao Rob! E ciao Giulietta, come state?» Drew non
si sarebbe mai sognato di
chiamare quel ragazzino dagli enormi occhi azzuri in altro modo. Gli
calzava
semplicemente a pennello. Giulietta.
«Smettila, per Dio! Che problema hai con me, Andrew! O per lo
meno spiegami
perchè dovrei essere Giulietta! Sono un ragazzo!»
Tutto sommato, Drew era
simpatico a Kurt, ma ancora dopo due mesi, riusciva a farlo uscire dai
gangheri
con quel "Giulietta".
Non appena Kurt aprì bocca, Lexi commentò,
nell'orecchio di David «Ma ha la
voce da donna! Quello lì è più donna
di me!»
«Non fosse che sei una donna, appunto, Lexi, ti avrei
già tirato un coppino.»
Dave sapeva che Lexi non aveva nessun problema con gli omosessuali, ma
semplicemente la maggior parte delle volte aveva il tatto di un
elefante in una
cristalleria.
«Mio dio Dave, Wes sta bene? Non è mica
morto?» Rob sembrava sinceramente
preoccupato... non aveva mai visto quei due divisi, da quando li aveva
visti
varcare insieme, per la prima volta, i portoni della Dalton Academy.
«Perchè dovrebbe stare male?» Blaine
aveva la capacità di estraniarsi del tutto
dalle conversazioni e poi cercare di rientrarvi a forza, facendo in
genere
saltare i nervi ai partecipanti.
Thad lo avrebbe preso volentieri a schiaffi, in quel momento.
«Perchè sono
sempre insieme? Blaine, torna al tuo gelato, per favore!»
Ma era letteralmente impossibile che quel tappo di ragazzo si potesse
fare gli
affari propri e infatti, dopo neanche due leccate, si accese come una
lampadina: «Hey, ma qui c'è gente nuova! Io sono
Blaine!» disse tendendo la
mano verso Robert.
«Piacere... di conoscerti Blaine. Io sono Robert e lui
è, Kurt, il mio
ragazz...»
«Credo di potermi presentare da solo, io sono Kurt HUmmel,
piacere di
conoscerti, Blaine! Tu devi essere il solista degli Warbler, ho sentito
parlare
di voi... sai, anch'io sono nel Glee Club della mia scuola!»
Non avrebbe mai
perso un'occasione per vantarsi della loro (beh, della sua prima di
tutti)
bravura.
«Oh, io non ho mai sentito parlare di te... Però
sono sicuro che siate
bravissimi!» Nonostante la sua pessima abilità nel
decifrare i comportamenti
altrui, Blaine si rese conto di aver fatto un'enorme gaffe, a giudicare
dall'ombra che era scesa sugli occhi di Kurt, così
provò a rimediare: «Hai davvero
dei bei capelli, che lacca usi?»
A questo commento Rob si sentì decisamente escluso dalla
conversazione che si
stava svolgendo fra il SUO ragazzo e quello Hobbit, così
decise di passare un
braccio intorno alla vita di Kurt, giusto per ricordargli come stessero
le
cose. E nel farlo urtò, "involontariamente" la mano del
nanerottolo... facendo spiattellare il suo gelato sul pavimento. Era
come se
Blaine avesse visto la scena al rallentatore... Il braccione di Robert
che
passava intorno alla vita di Kurt e l'altra mano, che con un
involontario
(quanto involontario?) gesto gli faceva cadere il suo
stra-super-mega-ultra-fantastico gelato limone-cioccolato-fragola con
tanto di
panna e biscotto, direttamente sul pavimento.
Gli vennero le lacrime agli occhi. Un intero pomeriggio per conquistare
finalmente il suo tanto sognato gelato e poi finiva spalmato per terra?
Lexi corse ad abbracciarlo. «Vieni con me, Little Pony, non
piangere, ne
andiamo a comprare un altro, vieni.»
Non appena i due si furono allontanati alla volta dell'AcquoLima (di
nuovo),
Rob si espresse in un commento: «Ma è idiota il
vostro amico? Aveva gli occhi
lucidi per un
gelato? E, scusate, ma gli occhiali fuxia? Veramente?!»..
Dave prese le difese di Blaine... a volte era un po' eccessivo, ma
aveva un
gran cuore. «Oh dai, Rob, smettila. E' così e
basta, quando si sentirà pronto
lo dirà a tutti.» Un segno di assenso si sparse
seriamente fra i ragazzi.
E al che Kurt sperando di non essere inopportuno, con fare circospetto
chiese
alla compagnia qualcosa che si stava domandando da qualche minuto:
«Scusate, ma
state dicendo che è gay... anche lui?». Non ebbe
risposta, dai ragazzi, ma
tanto sarebbe stata inutile, Kurt era già immerso nei suoi
pensieri: tutto sommato
i ragazzi gli volevano bene anche se era gay (forse, a quanto pare non
era
ancora dichiarato... nemmeno a se stesso) e non lo prendevano neanche
in giro
in modo cattivo... era piuttosto il modo di scherzare fra persone che
si
volevano un bene dell’anima. Sì, se ne avesse
avuta la possibilità, gli sarebbe
davvero piaciuto andare alla Dalton… se solo non avesse
dovuto lasciare le New
Directions…
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Capitolo 4 *** Gli esterni non sono ammessi ***
ff4
«Adesso
lo vado a riempire di botte - Finn
scattò (stranamente) per placcare il suo migliore amico -,
non
è possibile. Quante volte lo ho già
minacciato?»
«Smettila
Noah, ha esagerato, ma non puoi picchiarlo. Kurt, vieni con me, da
Figgins.»
___________________________________________________________
«Ma
professor Schuester, capisce bene che non ho prove di quello che
"avrebbe fatto" questo ragazzo!»
«Non
ha prove?! Guardi la faccia di Kurt! Ha un occhio nero!»
«Sì, certo, ma Karosfky
potrebbe dire di non averlo fatto apposta, non c'è nessun
testimone che possa confermare la versione di Kurt!» Di
sicuro
il
preside non si sarebbe messo contro il figlio di uno dei più
famosi avvocati di Lima. Il Glee Club portava già via troppi
fondi alla scuola -60 dollari al mese, 60! - e non avrebbe sicuramente
speso un centesimo per una possibile, anzi, molto probabile, causa
contro la scuola da parte del Sig. Karosfky.
«Mi spiace, ragazzo, l'unico modo che hai per farlo espellere
è darmi una prova tangibile di quello per cui lo accusi. Che
sò... un video, o qualcosa del genere. Fino a quel momento
non
posso fare assolutamente nulla, mi spiace.»
___________________________________________________________
Finn bussò alla porta di Kurt. Non sapeva se era la cosa
giusta
da fare, però non poteva più vedere il suo
fratellastro
conciato in quelle condizioni.
«Aspettavo il momento in cui avresti finalmente deciso di
iniziare a
confidarti con me sui tuoi problemi con Rachel, entra pure
Finn!»
«Hem, a dire il vero sono qui per parlare di te - si
maledisse
nella
testa: perchè non si era preparato un discorso? - beh...
ecco,
è tutto pronto. Cioè... te ne vai alla Dalton, ho
visto i
volantini. E' troppo pericoloso al McKinley. Ieri io e Burt siamo
andati-»
«Cosa ti fa pensare che ci voglia andare? - perchè
nessuno lo
lasciava mai decidere? - non ho intenzione di lasciare le New Direction
per niente al mondo!»
«Kurt... so che deve essere una scelta tua, ma... pensaci.
Non
puoi
andare avanti così. E poi, a proposito del Glee,
beh,
vorremmo farti sentire una cosa. Domani, in auditorium.»
Kurt si stese sul letto. Gli facevano ancora male le costole dalle
botte del giorno prima. Karosfky
si era avventato su di lui, in quei due secondi che si era attardato
negli spogliatoi per finire di sistemarsi i capelli. Forse sarebbe
stato meglio andare alla Dalton. In fondo sarebbe potuto stare con le
New Direction nel week end ed essere al sicuro a scuola. Con quei
pensieri per la testa, si addormentò ancora vestito.
____________________________________________________________
«Premetto che la scelta della canzone è stata
molto
dibattuta, e naturalmente le mie scelte sono state
ignorate...»
Rachel volse uno sguardo di superiorità ai membri delle ND
«Comunque, l'abbiamo scelta per farti capire che questa
situazione cambierà e che potrai tornare sereno»
e dopo avergli rivolto un sorriso, prese il suo posto in
mezzo ai compagni.
And
it’s a sad picture, the final blow hits you
Somebody
else gets what you wanted
again and
You
know it’s all the same,
another time and place
Repeating
history and you’re
getting sick of it
But
I believe in whatever you do
And
I’ll do anything to see it
through
Kurt si commosse, forse avevano ragione, forse aveva proprio bisogno di
un cambiamento, erano giorni che Rob continuava a dire che la Dalton
sarebbe stata la risposta ai suoi problemi.
Because these things will
change
Can
you feel it now?
These
walls that they put up to hold
us back will fall down
This
revolution, the time will come
For
us to finally win
And
we’ll sing hallelujah,
we’ll sing hallelujah
Le New Directions circondarono Kurt in un abbraccio generale, che lo
fece scoppiare in lacrime,
«Non azzardatevi a chiamarlo un addio! Non me ne vado per
sempre!
Alla prima occasione tornerò da voi!»
____________________________________________________________
Rob prese le valigie dalla macchina e diede una leggera spinta a Kurt
per incoraggiarlo ad avvicinarsi al mastodontico edificio che era la
Dalton Academy. Una grande costruzione a ferro di cavallo, conteneva
tutto il complesso scolastico esclusi i dormitori che si trovavano al
fondo dell grande cortile interno.
Gli occhi di Kurt brillarono alla vista di tutto quel meraviglioso
lusso, la retta era decisamente alta ma doveva ammettere che ne valeva
veramente la pena.
Furono accolti da un'anziana segretaria che dopo aver sbrigato tutte le
formalità chiamò con voce gracchiante il
responsabile del
piano in cui Kurt avrebbe alloggiato.
«Ciao Rob, dammi pure i bagagli, lo sai che gli esterni non
sono ammessi nei dormitori» disse un ragazzo dai folti capelli
biondi,
che assomigliava in modo ridicolo a Ken di Barbie, Rob fece un cenno di
assenso con la testa e dopo aver dato un ultimo bacio a Kurt lo
salutò con un sorriso.
«Il mio nome è James Kirk, se vuoi seguirmi ti
mostro i
dormitori.»
«Kurt.»
I due si avviarono verso i dormitori attraversando il cortile, Kurt
rimase affascinato dal lusso che lo attorniava, soprattutto fu sorpreso
dalla parte più moderna dell'edificio che comprendeva una
vetrata affacciata direttamente sull'interno di una grande piscina.
Lo condusse al terzo piano, dove su un lungo corridoio si affacciavano
nove porte.
«Questo piano è praticamente riservato agli
Warblers, ho
saputo che cantavi nella tua vecchia scuola, presumo ti abbiano
assegnato qui per questo» disse Kirk con un sorriso, aprendo
una
porta aggiunse «Questa è la tua stanza, il tuo
compagno
è Jessie, è un tipo riservato, non avrai
problemi, ora
scusami ma devo andare, mettiti pure comodo! Le lezioni per te
inizieranno domani, David che è del tuo anno ti
accompagnerà.» Dopo aver detto questo se ne
andò.
___________________________________________________________
Delle urla disumane ruppero la quiete del dormitorio, facendo
accaponare la pelle a Kurt, che stava mettendo a posto il suoi infiniti
capi di vestiario.
«Cosa diavolo ci fai qua, Lexi!! Dovresti essere a casa! Chi
ti ha fatta entrare??»
«Anch'io sono felice di vederti, mio caro fratellone di
cioccolata!»
«Felice? Adesso ti porto diretta all'uscita»
Un rumore di baruffa incuriosì Kurt che aprì la
porta, per vedere chi si stesse scannando. Non ebbe neanche il tempo di
aprire la porta quando una furia castana si catapultò nella
sua stanza, chiudendogli la porta praticamente sulle mani.
«Oh scusa! In genere non c'è nessuno qua dentro -
disse la ragazza - Ehi ma io ti conosco! Tu sei il tipo di
Rob!»
La faccia spiazzata del ragazzo parlò da sè.
«Scusa sto scappando da mio fratello, non ti spiace se mi
nascondo qui, vero? Giuro che non apro nemmeno la bocca»
detto questo tirò fuori un sorriso poco rassicurante.
Kurt scrollo le spalle e parlò tra sè e
sè «Immagino che mi dovrò abituare a
tutto questo...»
Neanche due minuti dopo, bussarono alla sua porta e, lievemente
scocciato, Kurt andò ad aprirla.
«Ciao Kurt, che piacere rivederti, ti ricordi di me? Scusa se
ti disturbo, ma, per caso, hai visto quella pazza di mia sorella?
»
A quella affermazione Lexi roteò gli occhi al
cielo, mentre Kurt scosse la testa.
«Etciù... Cazzo!» il piano malvagio di
restarsene nascosta era miseramente andato in frantumi.
«Lexi esci fuori dalla stanza di Kurt. Adesso.»
disse David in tono irremovibile, scusandosi con Kurt con un'occhiata.
L'altro ragazzo sorrise e aprì la porta
completamente, mentre Lexi usciva dal suo nascondiglio con
un'espressione colpevole.
«Dai non chiamare mamma e papà, le mie erano
nobili intenzioni!»
David le lanciò uno sguardo severo «Grazie Kurt e
buon pomeriggio!».
Kurt chiuse la porta alle loro spalle, ma riuscì ancora a
sentire la ramanzina di David alla sorella e un indulgente sorriso gli
si materializzo sulle labbra: la pazzia delle New Directions sembrava
eguagliata, e già dalle prime ore!
Come sempre, mi sono dimenticata di scrivere i miei commenti al capitolo PRIMA di postarlo. I primi 42 di voi non avranno l'onore di leggere ciò che sto scrivendo... Beh, a dire il vero non ho un granchè da commentare, spero solo che vi sia piaciuto e... CI SONO GLI WARBLER! D'ora in poi diventerà tuuuutto molto più divertente (e decisamente stupido) :D Alla prossima!
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Capitolo 5 *** Chi-non-muore-affogato-vince ***
ff5
La Dalton Academy era un posto piuttosto tetro, di notte.
Gli alti
soffitti a volte riflettevano i pallidi raggi lunari provenienti dalle
finestre, in sottili strisce di luce, fin sui pavimenti di marmo tirati
a lucido.
Neanche a dirlo, in genere nessuno amava passeggiare col buio per i
corridoi. Però l'antica tradizione andava portata avanti. E
quindi alle tre del mattino, in ogni stanza del terzo piano,
risuonarono all'unisono nove sveglie.
«Ragazzi, svelti e in silenzio, ci dobbiamo dividere i
compiti!»
«Ma perchè dobbiamo fare silenzio? Tanto non si
sveglia nessuno!»
«Blaine, caro, sei stato tu L'UNICO a non svegliarsi fino a
quando
non è stato buttato in piscina!» Thad
girò gli occhi
al cielo. Possibile che avesse la testa di un bambino di 4 anni?!
Blaine borbottò imbronciato. Erano le tre di notte e gli
chiedevano anche di essere così sveglio da capirci qualcosa?
Al che David prese in mano la situazione. L'ora X sarebbe stata da
lì a 20 minuti e dovevano ancora andare a scassinare la
serratura della piscina e prendere Hummel. «Allora, Wes e
Rich,
andate verso la piscina ad aprirci la porta. Jessie, vai a controllare
se il tuo compagno di stanza sta dormendo. Luke e Flint, voi andate a
vedere se ci sono professori in giro» I due lo guardarono
male. «Andiamo ragazzi, sapete di essere i cocchi di tutti i
professori,
se vedessero Thad in giro a quest'ora, sarebbe espulso senza battere
ciglio!»
Le quattro squadre si divisero. E David, con un'altra manciata di
ragazzi, si diressero a prendere ciò per cui si erano
preparati
tutta la settimana: corde, scotch e un bel sacco di tela nero.
«Ci siamo tutti?» Dave contò mentalmente
i suoi compagni.
C'erano tutti e undici. «Bene, alla volta della camera di
Hummel!»
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Erano già cinque minuti che Wes e Richard tentavano di
forzare quella dannata serratura della piscina. Maledetti Jeff e Nick
che si erano fatti ritirare la copia delle chiavi! Fino a un anno prima
era tutto più semplice: con cinque Warlber impegnati nella
squadra di nuoto avevano praticamente sempre avuto libero accesso alla
piscina, ma quei due macachi erano riusciti a farsi beccare mentre
facevano il bagno di mezzanotte.
Wes stava per lasciar perdere e andare a dire agli altri che era
saltato tutto, quando vide l'altro ragazzo che tirava fuori il
cellulare. «Ciao Lexi! Avrei bisogno di una consulenza... No
non c'è bisogno che tu venga qua... Come scassiamo una
porta?»
Dopo aver seguito le istruzioni della ragazza, i due Fringuelli
riuscirono finalmente ad aprire la porta. Appena in tempo per
accogliere uno squadrone in pigiama, che trasportava un incazzatissimo
sacco di tela nera. Urlante. Con non poca difficoltà i
poveri Nicholas, Cameron e Blaine, avevano portato quei 70 kili di
furia allo stato puro dal terzo piano fino alla piscina.
«Ragazzi, ORA!» I tre presero un bello slancio e
lanciarono l'ormai slegato Kurt Hummel in piscina. E poi accadde il
pasticcio. Kurt riuscì ad acchiappare, prima di finire in
acqua, il braccio di Blaine. Che, ovviamente, cercò di
aggrapparsi... a Las. E tutti e tre finirono con un spruzzo in piscina.
Nicholas, complici le estati passate al mare, si tirò in un
attimo fuori dall'acqua, insultando quella specie di tappo che gli
aveva fatto fare una seconda "iniziazione".
Blaine, dal canto suo, con quel bagno inaspettato, si era svegliato
abbastanza da capirci qualcosa... solo che c'era qualcuno che si stava
aggrappando a lui! Si voltò e vide Kurt che annaspava
nell'acqua. I due neuroni che aveva in testa, fecero la
scintilla. Si avvicinò a Kurt e, prendendolo per la vita, lo
portò a bordo vasca, dove gli altri ragazzi li stavano
deridendo per essere caduti in piscina.
Blaine si girò immediatamente verso il ragazzo dagli occhi
azzurri. Kurt guardò con occhi stralunati gli
altri ragazzi. Un giorno e avevano già cercato di ucciderlo?
E poi vide la faccia di Blaine, a due centimetri dal suo
naso, con gli occhi spalancati dall'apprensione.
«Hey, stai bene?»
Kurt al suono di quelle tre parole balzò a sedere.
Un po' perchè la vicinanza di quel ragazzo al suo
viso era troppo poca per non fargli venire in mente certe idee che
avrebbero... infastidito Rob e poi perchè erano le stesse
parole che il suo ragazzo gli aveva rivolto la prima volta che si erano
conosciuti. Appena riprese l'uso della parola, Kurt
inveì contro i ragazzi: «Ma
cosa vi salta in testa? Non so nuotare, stavo per morire! Credevo che
con la politica di tolleranza zero al bullismo sarei stato al sicuro! E
tu, Drew, sei stato mio amico per dei mesi per poterti prendere meglio
gioco-»
Ma prima che potesse finire il suo sproloquio contro di loro, Jeff si
affrettò ad offrirgli un goccetto della
"Warbler medicina". «Tieni e bevi, è un
rito di passaggio, ci siamo passati tutti... e poi noi non potevamo
sapere che non sei capace a nuotare! Comunque tutto è andato
per il meglio, vero Blaine?» Quest ultimo stava ancora
fissando il ragazzo che aveva appena tirato fuori dall'acqua. Gli
sembrava uno di quei passerotti che, quando era piccolo, trovava tutti
infreddoliti sotto il portico di casa, con magari un'ala o
una zampa spezzata. Non riusciva proprio a trattenersi dal guardarlo
con apprensione.
Alla mancata risposta del ragazzo, Jeff si volse verso di lui.
«Blaine? Gli sarà entrata dell'acqua in quella
testa bacata? Blaine, rispondi?»
Ma il moro semplicemente non lo sentiva, perso a contemplare Kurt che,
ormai, si stava rimettendo in piedi, mentre beveva l'intruglio alcolico
di Nick e Jeff.
«Forse ha bisogno di un altro bagnetto!» disse Thad
spingendo Blaine di nuovo in piscina.
L'effetto fu che Blaine si risvegliò da quella specie di
trance contemplativa in cui era caduto. Però
risvegliò anche i suoi istinti primordiali di maschio alfa,
che lo fecero esordire con «Sì sì,
buttami pure in piscina, Thad, tanto il solista resto lo stesso
io!» E come non sarebbe potuta iniziare, la guerra a
chi-non-muore-affogato-vince? Thad si tuffò a bomba in
piscina, seguito a ruota da tutti gli altri e presero, insieme, a
cercare di affogare Blaine. Solo Kurt restò fuori a godersi
lo spettacolo. Complice l'intruglio che gli avevano somministrato e la
comica scena di una quindicina di ragazzi in pigiama che lottavano, in
piscina, ad affogarsi, Kurt scoppiò a ridere e non si
accorse dell'arrivo di qualcuno.
«Uscite tutti dall'acqua. Subito. - l'uomo volse lo sguardo
verso Kurt - Signor Hummel, le sembra il caso? Inizia già
dal primo giorno a farsi notare!». Kurt guardò
terrorizzato il professor Stephen.
Ciao a tutti i numerosi... Beh, diciamo ai lettori!
Dateci un segno se vi piace o meno come sta andando avanti la storia,
vi preeeeeego! Abbiamo bisogno di sapere se vi piacciamo o se vi
facciamo schifo. Sparate pure a zero, tanto andremo avanti comunque a
scrivere, sappiatelo (ecco, ora vi potete immaginare una risata
malvagia). Ok, fatevi sentire! Ciao a tutti, dai Tweedles!
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Capitolo 6 *** Rooms ***
ff6
Camera 1 -
"Boss Room"
«Cosa te ne pare del nuovo acquisto?» Wes non era
ancora riuscito a farsi un idea ben precisa di Kurt
«Non saprei, da come tremava di rabbia, direi che non
dovremmo farlo arrabbiare -disse David con un sorriso- comunque, mi ha
detto che cantava, sicuramente farà un provino per gli
Warblers. Domani devo accompagnarlo a lezione, possiamo
parlargliene!»
«Buona idea, e potremmo invitarlo ad assistere alle prove di
domani -delle urla dalla stanza affianco lo fecero raggelare- sempre
che Thad non uccida il nostro solista stanotte!»
Camera 2 - "Theatre Room"
«Tv?» John era sempre così fiero di
possedere il televisore più grande di tutta la Dalton
Academy.
Luke rispose con uno sbadiglio «Passo!» e si
fiondò sul letto con i capelli ancora bagnati, non era un
maniaco dello studio come Kirk, ma aveva pur sempre bisogno di dormire!
Camera 3 - "Snack Room"
Trent non era nemmeno entrato nella sua stanza, che vide Jeff arrivare
con il cuscino sotto braccio.
«NO NO NO e ancora, NO! Stanotte non voglio nessun
biondo nella mia camera! Nick, di' al tuo amichetto del cuore
che stanotte dorme nel suo letto!»
«Dai, Trent, ma che fastidio ti dà?»
Nick cercò di fare gli occhi più teneri del suo
repertorio.
«Sono irremovibile, anzi, fuori pure tu!!» disse
spingendo entrambi fuori dalla stanza.
Camera 4 - "Blue Room"
«Smettila!-inveì Las contrò Flint- la
politica di antibullismo che fine ha fatto?!»
Flint gli fece una linguaccia «Come sei suscettibile! Ci
tenevo a replicare il tuo urlo virile mentre stavi cadendo in acqua
-mentre pronunciava quelle parole sentirono un altro urlo provenire dal
fondo del corridoio- ecco come quello!» e ridendo chiuse la
porta.
Camera 5 - "Old Room"
Abbiamo quasi ucciso la
tua Giulietta! Potevi almeno avvertire che non sapeva nuotare! Per tua
fortuna lo gnomo l'ha salvato! Notte Notte, Rob!
Dopo aver mandato il messaggio, Drew si
accoccolò sotto le coperte, avrebbe letto la risposta,
sicuramente furiosa, la mattina seguente.
«Notte Rich!»
«Notte Nonno!»
Drew scagliò il cuscino sull'altro ragazzo.
«Ripassamelo va! Sennò mi viene il
torcicollo!»
Sghignazzando Rich rilanciò al proprietario il cuscino.
Camera 6 - "Maphia Room"
Cam si era appena accoccolato nel suo lettuccio, quando la porta si
aprì e vide Jeff avvicinarsi minaccioso a lui
«Stanotte Nick si unisce a noi, e tu sei nel suo
letto!»
«Vi prego ragazzi! Stanotte non potete dormire insieme? Sono
stanco e-» non riuscì a terminare la
frase che Nick era già sdraiato a fianco a lui
«Bello questo lettuccio! Già caldo!»
dopodichè tirò un calcio che scagliò
Cam fuori dal letto.
Il ragazzo sfrattato recuperò il proprio cuscino e si
diresse mestamente verso la stanza numero 8.
Camera 7 - "Pink Room"
«Ehi Thad, ho visto Kurt un po' spaventato, non è
che domani ti puoi sedere vicino a lui, visto che siete dello stesso
anno?»
«Eh? Ok se proprio ci tieni, e comunque vai ad asciugarti i
capelli, che domani vorrei usarlo anche io, il mio cesso... e
soprattutto il mio gel!»
Blaine lo guardò imbronciato, tentando di mettersi sotto le
coperte «Io ho sonno! Vado a dormire!»
«Non ci provare nemmeno!» urlò Thad
lanciandosi sul più piccolo e strattonandolo «Vai,
immediatamente!»
Anderson iniziò a dimenarsi urlando.
Maledicendo il tappo, Thad riuscì a chiuderlo a fatica nel
bagno. «Tu non esci di lì fino a che non ti sei
asciugato i capelli»
Il ragazzo si accasciò stremato sulla porta del bagno. Dopo
dieci minuti di piagnucolii non sentì più alcun
rumore... spaventato aprì la porta: Blaine si era
addormentato nella vasca da bagno. Decise di lasciarlo così.
Se era stato tanto stupido da addormentarsi là dentro, se lo
meritava il maldischiena del giorno dopo. Se ne andò
sogghignando nel suo letto. Il giorno dopo qualcuno avrebbe avuto un
"risveglio bagnato".
Camera 8 - "Ghost Room"
Un giorno. Un
fottutissimo giorno e già voleva scappare da quella scuola
di matti. Cosa gli aveva fatto? Dove se l'erano messa la politica di
anti-bullismo? Su per il naso?!
Mentre era ancora perso nei suoi pensieri - insulti-
contro gli altri ragazzi,
la porta si
aprì. «Oh, ciao, tu devi essere Jesse,
giusto?»
L'altro ragazzo lo guardò confuso «Ehm, no, io
sono Cameron... mi ero dimenticato che ora la camera è
occupata. Bhè, ecco, in genere Jesse mi lascia dormire qua
quando vengo sfrattato, ti dà fastidio se rimango nel suo
letto?»
«Fai pure, tanto a quanto pare questa camera è
proprietà pubblica!» disse Kurt infastidito.
«Posso farti una domanda? E' davvero una tradizione o
è un modo per nascondere la vostra omofobia?»
Cam sorrise scrollando la testa «Omofobia? ma va'! Anche io e
Las a settembre abbiamo fatto un bel bagno!» E poi pensando
ad alta voce aggiunse «In effetti se fai il "grande tuffo" da
solo potrebbe essere una cosa antipatica!»
Kurt si sentì sollevato «Bhè,
immagino che mi dovrò abituare a questa pazzia»
Cam rise «Direi proprio di sì, Kurt!».
Un urlo fece sobbalzare il nuovo arrivato e sorridere l'altro.
«Vedi? Questo succede più o meno tutte le
sere!» disse indicando fuori dalla finestra.
Solo in quel momento Kurt si accorse che dalla propria finestra, che
dava su una specie di balcone inaccessibile, riusciva a vedere la
camera di Thad, nella quale quest ultimo cercava, o di costringere
Blaine a entrare in bagno, o di porre fine alla sua esistenza; Hummel
non riusciva a capire quale delle due opzioni fosse la più
plausibile.
«Sì, succede più o meno ogni giorno e
sì, ti ci abituerai presto!»
Camera 9 - "Barbie Room"
«Ti sei perso una scena memorabile!», James
aprì assonnato gli occhi, fissando interrogativamente Ethan.
«Volevamo buttare quello nuovo! E indovina chi è
stato così scemo da seguirlo?»
«Ti prego dimmi che non era Anderson...»
Ridacchiando Ethan annuì e spense le luci.
______________________________________________
Hellooooooooooooooooooooooo!
Ci siamo ricordate il commento (oh yeah)! Allora, abbiamo voluto fare
questa "panoramica" del ritorno nelle stanze dei ragazzi,
perchè sono TUTTI protagonisti della nostra ff. (tranne
quelli che ci stanno antipatici, ma di sicuro non lo avete notato dalla
differenza di lunghezza :P vero?). Naturalmente ringraziamo chiunque
abbia letto gli altri capitoli e (WOW!) pure questo!
Aspettiamo i vostri commenti e consigli! (Ma cosa lo scriviamo a fare?
Tanto non ci c..onsidera mai nessuno!)
Piantina del terzo piano (Dormitori) --» http://img191.imageshack.us/img191/6262/sam3249.jpg
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Capitolo 7 *** Un lungo pomeriggio ***
ff7
Bando alle
ciance, questo capitolo è dedicato a sakuraelisa che
è così pazza da aver messo la storia tra le
preferite! Ok, che il capitolo, abbia inizio!
Una settimana dopo l'"iniziazione" Kurt e Robert erano finalmente
riusciti ad incontrarsi. Sedevano, chiacchierando, in una caffetteria
del centro di Lima, con due enormi tazze caffè a riscaldarli
nel freddo autunnale. Anche se erano circondati da estranei,
per loro non esisteva nessun altro, se non il proprio ragazzo. Kurt
stava animatamente raccontando la sua prima impressione alla Dalton,
sorseggiando la sua ordinazione e perdendosi negli incantati occhi di
Robert.
«Allora, si stanno comportando bene, con te, i
ragazzi?»
«Vuoi che inizi dal tentativo di omicidio o dalle urla alle
tre di notte nei dormitori?»
«Dai non può essere tutto così
male!»
«Ok, devo ammetere che sono rimasto piacevolemente sorpreso
dalle prove dei Warbler a cui mi hanno fatto assistere... ma
ciò non toglie che siano dei pazzi furiosi!»
«Ho già capito dove vuoi andare a parare! -Rob
sorrise benevolmente, ormai conosceva Kurt come le sue tasche e sapeva
che avrebbe parlato sempre e solo di musica- ma non parliamo subito del
Glee club! Prima dimmi qualcosa dei professori, dei ragazzi
del tuo dormitorio... non c'è nessuno che ci prova con te,
vero?»
Kurt arrossì violentemente. «Ma cosa dici! Sono
tutti etero e poi, non me ne interesserebbe neanche uno. Io ho
te.»
Rob ammiccò compiaciuto, gli piaceva che il suo ragazzo lo
preferisse a tutti gli altri e non solo perchè era l'unico
"disponibile". «Sarà meglio, comunque raccontami
un po' di loro, io conosco solo Drew, Wes, David e un po' di vista quel
Thad e il bambinetto del gelato di cui non mi ricordo il
nome!»
«Si chiama Blaine, Rob! -Kurt si infervorò, a
sentire parlare male di colui che poteva considerare il suo primo amico
alla Dalton- E per di più mi ha salvato la vita! Non
trattarlo male solo perchè è un po'
ingenuo!»
«Un po' ingenuo!? E' un mezzo idiota, più che
altro!» Kurt lo guardò malissimo, congelandolo sul
posto. «Va beh, andiamo avanti con l'interrogatorio, visto
che non mi racconti niente, tu! Chi è il tuo compagno di
stanza?»
«Un certo Jesse, ma non viene mai in camera! L'ho visto solo
alle prove degli Warbler, come ti dicevo prima sono veramente dei
cant...» Kurt cercò di mascherare il suo tentativo
di cambiare argomento, con uno smagliante sorriso... e fallì
miseramente.
«STOP! Ho detto che avremmo parlato dopo del Glee!»
«Oh, ok! Allora vediamo un po'... il mio compagno di banco
è Thad, ma non credo che ami molto la mia compagnia... deve
essere stato Blaine a chiedergli di sedersi vicino a me...»
Il più grande lo interruppe: in neanche cinque minuti era
saltato fuori già due volte quel nanerottolo.
«Uhm, che pensiero carino che ha avuto, questo Blaine... come
hai detto che si chiama di cognome?»
«Perchè vuoi sapere il suo cognome?»
Rob finse indifferenza. «Niente, ma va', era solo per sapere
se lo avevo già sentito... e poi voglio conoscere gli amici
del mio ragazzo!»
«Beh, comunque sembra che mi abbia preso sotto la sua ala
protettiva, da quando mi ha salvato all'iniziazione! Figurati che mi ha
anche promesso di darmi lezioni di nuoto, visto che non sono
capace!» Kurt sorrise in modo infantile a quell'affermazione,
ogni volta che parlava di Blaine gli si scaldava il cuore, era sempre
gentile con lui!
Rob però non era dello stesso parere, e infatti disse,
digrignando i denti. «Si si ho capito "Blaine" è
un eroe, parlami degli altri!»
Il ragazzo dagli occhi azzurri ricominciò a raccontare
«Cosa posso dire? Beh, Jeff e Nick sono le menti criminali
del nostro piano, riescono a infiltrare qualsiasi cosa nel dormitorio!
Ah, e in più ho scoperto che non mi è
consentito passare il capodanno in famiglia... sai, me l'hanno
già detto. Testuali parole: "Anche se le vacanze di Natale
sono lontane, tutti gli Warblers del terzo piano passano il capodanno
insieme, per decidere il nome delle stanze, quindi ti
prenotiamo".»
Rob lo guardò stranito. «Nome delle stanze?
Possibile che in un paio di anni le cose siano così
degenerate alla Dalton?!»
«Ma no! Da quanto ho capito è da poco che hanno
inserito questa "inestimabile e meravigliosa tradizione" a detta di
Jeff e Nick, e poi è una cosa solo per gli Warbler del terzo
piano, come ti dicevo prima! Tra l'altro, la mia stanza, l'hanno
chiamata "Ghost room", ed è a dir poco agghiacciante!
Cercherò di farlo cambiare in ogni modo!»
Sorridendo gentilmente al suo ragazzo alla moda, Rob cerò di
rassicurarlo. «Beh, scometto che ci sono nomi peggiori del
tuo!»
«In effetti sì, Thad ha detto che pagherebbe oro
per fare scambio di nome, sai è nella "Pink Room" e ha detto
anche che pagherebbe il doppio per trovare un bravo assassino per
sistemare Blaine... Ogni tanto mi fa un po' paura quel ragazzo, anche
se non credo che torcerebbe mai un capello a Blaine, in fondo si
vogliono un gran bene.»
Irritato di sentire nominare un'altra volta Blaine, Rob si decise a
permettere al suo ragazzo di parlare del Glee Club, sperando di non
incappare più in quel tappo di inconveniente.
«Sì, Kurt, adesso puoi parlare degli Warbler, puoi
smetterla di mangiarti le mani!» In fondo, sapeva di non aver
niente da temere, come gli aveva confermato prima Kurt, ma era pur
sempre umano essere gelosi!
«Oh, finalmente! Sono FANTASTICI! Davvero, non so cosa darei
per farne parte! Pensa, il secondo giorno che sono arrivato, Wes e
David mi hanno accompagnato a vedere le prove... e sono stati
fantastici! Blaine, te l'ho detto che è il solista? -Rob lo
guardò contrariato- Hanno cantato una versione di Teenage
Dream che mi ha veramente emozionato... e poi sembrava che la cantasse
apposta per me, sai, quando fa "Let’s
runaway/ And don’t ever look back/ Don’t
ever look back", beh, io mi sono sentito chiamato
in causa, con quello che è successo al McKinley e tutto il
resto...»
Rob guardò intenerito il suo ragazzo, che nonostante fosse
passato un po' dal suo addio ai ragazzi delle New Directions, soffriva
ancora per il distacco. «Mi spiace che ti manchino i
ragazzi, però dai, prendila sul positivo, almeno
stai facendo nuove amicizie!»
«Sai una cosa, hai ragione! Basta pensare a quello che ho
perso! E poi, devo scegliere la canzone per l'audizione negli
Warbler!»
Robert guardò esasperato il suo ragazzo. Sarebbe
stato un lungo pomeriggio.
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Capitolo 8 *** Antiche e sacre tradizioni ***
ff7
Come al solito il telefonino squillava nel momento meno
adatto. C'erano
almeno quattro persone che aspettavano per fare la propria ordinazione,
al bar. Ma, oh, era Kurt!
«Pronto amore? Cosa c'è? Sono a lavoro!»
«Lo so ma sono troppo nervoso! Mi hanno chiuso fuori e stanno
facendo le votazioni e lo sapevo che non dovevo ascoltare Rachel, di
sicuro avranno pensato che Dont' Cry For Me Argentina fosse eccessiva e
non mi prenderanno!»
Robert sospirò al telefono, di fronte all'eccessiva -e
ingiustificata- insicurezza del suo ragazzo. «Kurt.
Ascoltami. Sei stato sicuramente fantastico e ti prenderanno. Sarebbero
degli idioti a non farlo! Quindi ora stai tranquillo e rilassati. Ci
sentiamo quando stacco! Ti amo.»
«Anch'io, Rob! Oh, è appena uscito Blaine, ti
mando un sms appena so qualcosa!» E così Kurt
chiuse la telefonata, correndo incontro al suo amico, in attesa di
notizie.
Robert dall'altra parte del telefono, mugnugnò fra i denti.
Possibile che Blaine fosse onnipresente?!
______________________________________________
Kurt corse incontro al ragazzo dagli indomiti capelli ricci,
chiedendosi se qualcuno gli avesse mai detto che così
acconciato faceva decisamente un effetto migliore.
«Blaine, sai qualcosa? Ti prego, dimmi se hanno parlato di
me!»
«Smettila! Lo sai che non so niente! Sono Wes, David e Thad a
decidere! Comunque, se hai fatto a loro, lo stesso effetto che hai
fatto a me, saresti direttamente nominato il nuovo solista.»
E aggiunse, con la faccia imbronciata «E devi sapere che la
cosa non mi fa molto piacere!»
Kurt arrossì e mentre stava per rispondere, Jeff e Nick,
usciti dalla sala prove degli Warbler, lo presero sotto braccio,
trascinandolo verso i dormitori.
«Dobbiamo festeggiare!» Dissero all'unisono i due
migliori amici.
Kurt sollevò la testa con fare euforico. «Vuol
dire che sono stato preso?»
I due, scrollando le spalle, risposero. «E noi che ne
sappiamo? Non siamo mica noi a decidere! Però bisogna
festeggiare!»
«Cosa, allora?!» Il ragazzo dagli occhi azzuri si
domandò se sarebbe mai riuscito a comprendere quei due.
«Beh, chi se ne frega di cosa festeggiamo? Si festeggia e
basta! Adesso vieni su e ci vediamo alle undici nella
Theatre!»
Nick completò la frase dell'altro. «Da Luke e
John, hanno il mega-televisore! E vestiti comodo, che stasera ci si
diverte!»
Neanche il tempo di completare la frase, che gli inconsci proprietari
della camera ospite, si indignarono.
«Hey! Non organizzate nulla nella nostra stanza prima di
chiedere il permesso!» disse Luke, e l'altro, rincarando la
dose «E soprattutto non toccate il mio bellissimo televisore
con quelle vostre manacce!»
______________________________________________
Una calma surreale regnava al terzo piano quando, alle dieci di sera,
il custode, controllò il corridoio "degli Warbler",
tornandosene poi alla propria depandance, inconscio di quanto stava per
accadere.
Solo un quarto d'ora dopo, infatti, Kurt andò ad aprire la
porta della sua stanza, trovandosi di fronte Drew.
«Che cosa ci fai ancora in camera? Andiamo! Stiamo aspettando
solo te per iniziare i festeggiamenti!»
Kurt lo guardò un po' intontito «Drew, davvero,
dì che non ne ho voglia, stasera! Sono tro-»
Non fece neanche in tempo a terminare la frase, che Cameron lo
sollevò praticamente di peso, portandolo nella stanza
affianco.
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Il televisore era sintonizzato su un canale di musica ed era tenuto
sotto stretta sorveglianza da John.
Kurt notò con stupore che le finestre erano
aperte,nonostante il freddo cane che faceva fuori, e che dalla stanza
vicina stavano entrando un sacco di bottiglie di dubbia provenienza e
di dubbio contenuto.
A un certo punto un aggeggio appeso al polso di Jeff,
gracchiò. «Ok questa è l'ultima,
passo.»
Il biondino rispose, con fare da cospiratore. «Ok allora
raggiungici, passo e chiudo»
Appena il soprano mise piede nella stanza, Blaine urlò.
«Oh finalmente è arrivato l'uomo della
serata!» Beccandosi uno scappellotto da Thad che fulminandolo
con lo sguardo, lo zittì all'istante.
David accolse Kurt con un sorriso e poi si rivolse ai Three-Six Maphia.
«Non pensate che il numero di alcolici presenti sia un
pochino esagerato?»
Nick rispose imbronciato. «Dai, grande capo, non fare il
guastafeste! Abbiamo sudato sangue per poter portare tutto questo ben
di dio!»
Wes prese le difese dei cospiratori. «Dai Dave, lasciali
stare, tanto tutt' al più distruggono il televisore a
John!»
Il quale, sentendosi chiamato in causa, rispose astioso. «Non
vi azzardate nemmeno a pensarlo!»
Dopo qualche minuto di amorevole battibecco sulla quantità
di alcol presente nella stanza, Nick iniziò a distribuire
alcool a tutti i presenti. A completare l'opera del compagno, Jeff
esordì. «Allora, miei cari, scaldatevi con il
primo giro, perchè oggi dobbiamo presentare al caro
novellino, una delle nostre più antiche e sacre
tradizioni!»
«Tradizioni? Cosa intendi? I giochi alcolici che tu e mister
naso ci appioppiate ad ogni festa?» Rich adorava
letteralmente quei due pazzi perchè erano... pazzi!
Però non ne poteva più di dover andare a scuola
col post sbronza, perchè lo obbligavano a partecipare ai
loro giochini!
Nick, risentito, gli rispose «Zitto, che sennò
rovini la magia! E poi non dire che non ti piacciono i nostri giochi!
Che ogni volta che facciamo una festa sei quello che beve di
più!» Come risposta ricevette una scrollata di
spalle e una faccia da finto innocente, mentre già si stava
riempiendo il secondo bicchiere.
Nel frattempo, Nick mise in mano a Kurt un bicchiere colmo di dio solo
sa che cosa.
«Allora novellino, ascolta attentamente, Jeff urla chi deve
bere, e lui beve e avanti così, chiaro?»
Kurt annuì, un po' preoccupato. Non reggeva molto l'alcol,
come lo dimostravano le scarpe della signorinaPillsbury.
Jeff urlò «Il tappo della compagnia!»
Tutti si girarono verso Blaine, che puntò il dito contro Wes
«Ma lui è più basso di me!»
«Bevi, gnomo!» Thad odiava il suo compagno di
stanza nel post sbronza, ma quando era ubriaco faceva pisciare dal
ridere, saltellando sui letti, mentre faceva roteare la Tshirt come se
fosse un lazo oppure credendosi un supereroe.
«Quarto anno!»
Ethan, Luke, James, Drew e John
presero a malincuore un sorso dai loro bicchieri.
«Terzo anno!»
Thad, David, Flint, Wes, Trent e Kurt bevvero il dovuto e David,
avvicinandosi al soprano, gli sussurrò nell'orecchio
«Kurt, non bere più di quanto te la senti, tanto
controllano solo il bicchiere di quel pagliaccio di Blaine!»
«E adesso è il turno del fantastico, meraviglioso
e con i più fighi Warbler di tutti i tempi, secondo
anno!»
Una serie di occhiatacce partirono alla volta di Jeff, che intanto,
insieme a Nick, Blaine e a un già ubriaco Richard, beveva a
goccia il suo bicchiere.
Con a voce un po' roca a causa del sorso generoso di alcol, Jeff
annunciò «Las, Cam, bevete, è il turno
dei primini!»
«E come ultimo drink obbligatorio, che beva chi è
appena stato ammesso negli Warbler della Dalton Academy!»
Tutti si girarono verso Kurt con un sorriso a trentadue denti e David
gli battè una mano sulla spalla. «Coraggio,
Warbler Kurt, è il tuo turno!»
Il soprano, sorridente, prese un respiro profondo e in un unico,
lunghissimo sorso, finì il bicchiere che gli era stato
appena riempito da Nick.
Ebbene sì, non se so ve ne siete accorti, ma shippiamo
tantissimo la storia tra il John e il suo televisore. Detta la cazzata,
al prossimo aggiornamento!
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Capitolo 9 *** Tutta la gara in mano a... quello?! ***
ff8
Tutti
gli Warblers si ritrovarono immediatamente fuori dai cancelli della
Dalton, per partire alla volta delle Provinciali.
«Allora,
adesso facciamo la divisione delle macchine.»
Thad,
sbraitò, immediatamente. «Io assolutamente non con
lo gnomo, mi prendo Mr Sbocco, ma non con lo gnomo!»
Trent,
che come sempre prima di ogni gara, complici gli snack e la paura per
l'esibizione, soffriva la macchina come un cane, si risentì.
«Mi ritengo molto offeso, sono io a non voler dividere la
macchina con te, Thad!»
«Allora,
eccoti accontentato, Thad. Tu sei con me, Wes John e Las. Non accetto
repliche, rompiscatole di un Harwood.»
I
ragazzi si avviarono verso una delle auto parcheggiate, iniziando a
litigare per chi dovesse ottenere il posto davanti.
David,
d'altro canto, continuò imperterrito. «Cam, Rich e
Trent, in macchina con Ethan, ok?»
I
quattro annuirono, dirigendosi verso la ridicola macchina giallo banana
di Moore.
«Ok,
adesso chi resta? Ah! Allora, in macchina con Drew, James e Flint... e
Rob, puoi portare qualcuno anche tu, vero?»
«Certo,
ho quattro posti!» Rispose l'uomo.
«Allora,
con te possono venire Kurt, Blaine, Nick e Jeff, ok?» David
tentò un sorriso tirato, cercava sempre di accontentare
tutti, per non scatenare una guerra proprio prima delle esibizioni.
Robert
annuì e si avviarono tutti verso le loro auto, chi
più, chi meno felice della compagnia che gli era toccata.
_____________________________________
Robert
era sempre stato molto fiero della sua Mustang rossa, ma stava avendo
dei seri ripensamenti. Non era riuscito a far sedere Kurt vicino a lui,
davanti, perchè Nick si era impossessato del sedile
anteriore, dicendo che dietro avrebbe fatto gli effetti speciali. E
quindi c'erano, in "seconda fila", Jeff, che stava dormendo -erano
partiti da 5 minuti, come aveva fatto ad addormentarsi così
velocemente?!-, totalmente spaparanzato su Kurt, il quale alla sua
destra, aveva Blaine, stranamente composto e serio, considerato il suo
temperamento abituale.
Anche
Kurt aveva notato che Blaine era stranamente calmo e non aveva ancora
detto nessuna delle sue solite idiozie, per questo si decise a
interrompere il silenzio della macchina «Tutto bene,
solista?»
Il
ragazzo non dava segni di vita.
«Blaine?
-Kurt gli diede una gomitata- Sei vivo?»
Blaine
trasalì «Scusami, mi sono un attimo imbambolato,
stavi dicendo?»
Kurt
gli sorrise gentilmente «Tutto bene? Sembri un po'
preoccupato...»
«Preoccupato?
No! E' solo che non sto nella pelle, Thad mi ha detto che risulto
scocciante quando mi lascio andare, cerco di contenere l'entusiasmo,
almeno finchè non siamo sul palco» rispose,
concludendo la frase con uno smagliante sorriso.
Rob
guardò spazientito dallo specchietto, emettendo un sonoro
sbuffo «Kurt, ricordami che devo ringraziare Thad!»
Il
suo ragazzo lo fulminò con un occhiata gelida, e si
girò verso Blaine, del tutto inconscio della conversazione
di sguardi tra i due fidanzati, che stava guardando fuori dal
finestrino.
_____________________________________
«Sveglia
Sterling! Siamo arrivati e non ho sboccato!!»
Jeff
si svegliò con un sobbalzo «Grande, fratello!
Mettiamolo sulla lista di cose da festeggiare!»
Kurt
sollevò gli occhi al cielo portandosi una mano alla fronte
-quei due erano completamente fuori di testa- ed uscì dalla
macchina.
Blaine
era già sceso, e stava saltellando sul posto, aggrappato al
lembo inferiore del suo blazer «Eeeeh eeeeeeh eh eh eh eh eh!
eh eh eh eh eh! Your lipstick stains, on the front lobe of left side
brain, I knew i wouldnt forget ya...»
«Anderson!
Non siamo ancora entrati, tappati quella bocca!»
Dopo
aver fatto una linguaccia a Thad, il moro si avviò
all'entrata saltellando e continuando a canticchiare a bocca chiusa.
«Qualcuno
mi ricorda perchè Blaine è il nostro
solista? Tutta la gara in mano a ... ehm... quello!» disse
Thad indicandolo disgustato, non fece tempo a girarsi che vide Nick e
Jeff unirsi al saltellare di Blaine.
«Penso
che sia il secondo anno di quest'anno ad essere bacato!»
disse Trent sbuffando
«Ehi!
Io sono qui e sono normale!»
«Ma
se sento l'odore dell'alcool fino a qua! Sei sicuro di non aver bevuto
prima di partire, Rich?» scherzò Jesse.
«Ma
come ti permetti! Non ti ho mai visto alle nostre feste, cosa ne sai
tu?»
Jesse
rispose con un sorriso spavaldo «Il fatto che tu non mi abbia
visto, non vuol dire che io non ci fossi!»
«Ok,
ragazzi, da questa parte per i camerini, Blaine non di là!
Smettila di saltare e sii serio!»
_____________________________________
«Kurt
sei stato magnifico!» con un grande abbraccio Rob
circondò la vita del suo ragazzo e gli posò un
leggero bacio sulle labbra.
Ancora abbracciato al ragazzo, Kurt gli rispose, con occhi scintilanti.
«Andiamo, Rob! Mi muovevo nello sfondo insieme agli altri,
mentre Blaine faceva tutto il lavoro! E' stato fantastico, vero? Credo
che non abbia mai cantato così bene!»
Un urlo stridulo fece girare tutti gli Warlbers in un colpo solo.
«Kuuuurt! Smettila di fare schifezze col tuo ragazzo, devo
parlarti di una questione di esterma importanza!»
Il ragazzo dagli occhi azzurri si girò con fare spazientito
verso Rachel Berry -cosa diavolo voleva quella insopportabile ragazza
da lui, mentre si concedeva uno dei pochi momenti di
intimità col suo ragazzo?!
«Rachel, carissima, dimmi che cosa succede. Hai di nuovo
litigato con Finn?»
La ragazza lo guardò malissimo «No, volevo
invitarti a casa mia...»
Non fece in tempo a finire la frase che Jeff e Nick, festeggianti per
il pareggio conseguito, portarono via Kurt, nella loro "danza della
vittoria".
Kurt quindi, girandosi e mettendosi in punta di piedi, urlò,
altrettando in modo stridulo di rimando. «Rach, ci sentiamo
in chat quando torno alla Dalton, ciaoooo!»
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Capitolo 10 *** L'autoinvito più clamoroso della storia ***
ff10
Kurt
chiuse il più rapidamente possibile la porta della sua
stanza,
prevedendo una tempesta all'orizzonte: Lexi stava cercando di
convincere il
fratello per restare a dormire con lui e Wes, alla Dalton
perchè "E'
d'obbligo festeggiare la nostra vittoria!"
«Lexi, TU non hai cantato! Non è la TUA vittoria,
è la nostra! Vai a casa,
prima che mamma e papà mi chiedano di nuovo dove
sei!»
«Ma dov'è andata a finire la politica di
anti-bullismo?! Cos'è questa
discriminazione, che se non canto non è la mia vittoria? Io
sono una di voi!»
«Dave, tua sorella ha ragione -risposero degli ammiccanti
Nick e Jeff- lei ci
ha sempre supportati e-»
«Al diavolo, ragazzi! Voi volete solo farvela, dite la
verità! Ma tanto non le
va darà mai! Sta già con me!» Thad
guardò con un sorriso saccente.
Tutti si girarono a guardarlo con tanto d'occhi. David si
girò verso il moro e,
con un sorriso finto stampato in faccia, gli disse
«Thad, per l'ultima
volta, smettila di pensare solo a farti mia sorella. Lei è
una brava ragazza e
di sicuro non la darà a te, nè a nessuno altro
qui dentro, vero Lexi?» E si
girò verso la sorella, cercando una rassicurazione.
«CHI DIAVOLO HA TOCCATO IL MIO TELEVISORE?!» John
uscì come una furia dalla sua
stanza, con gli occhi fuori dalle orbite e un diavolo per capello.
«Chi cazzo
l'ha toccato? Ditemelo! Sennò spacco la faccia a
tutti!»
A Lexi non sfuggì l'occhiata di puro terrore che si erano
scambiati Nick e
Jeff, appena avevano sentito quelle parole. Tuttavia, contenta di
essere
riuscita ad evitare una difficile risposta alla domanda del fratello,
disse,
precipitosamente. «Perchè non ne andate a parlare
nella Theatre? Tanto io vado
a chiamare Kurt, eh? Cosa ne dite?» Già avviandosi
verso la "Ghost
Room".
David la guardò con uno sguardo ancora mezzo adirato.
«Lexi Thompson, sappi che
ne riparliamo più tardi.» Ma lei era
già sparita nella stanza di Kurt.
«Kurtino caro! Dovresti andare di là da John e
Luke, pare che qualcuno abbia
combinato qualche casino con il televisore e John sia sul piede di
guerra... Ma
cosa stai facendo? Uuuuuuuh! Chi è Shining Star? Diavolo
Kurt, non puoi tradire
Robert! Cioè, è un così bel ragazzo,
se non lo vuoi me lo prendo io!»
Il soprano la guardò dal basso verso l'alto. «Uno:
non si bussa?; due: Robert è
il mio ragazzo e non pensarci nemmeno; tre: è una mia amica,
Rachel Berry,
quella delle New Direction, ce l'hai presente?»
«New Direction? Io alla gara ho visto solo gli Warblers, chi
se ne frega degli
altri! Vuoi mettere una coro di soli maschi a uno misto? Eppure pensavo
che
fossi dalla mia stessa parte!»
Kurt sbuffò, cercando di non rispondere alla provocazione
della ragazza. «Vado
a vedere che John non ammazzi nessuno, non toccare niente... anzi,
perchè non
vai a casa tua?»
Lexi lo guardò offesa. «Ma ammettilo che senza di
me non sapreste cosa fare!»
Il ragazzo le rispose
con un'occhiata di sfida. «Sì, noi abbiamo solo la
three-six Maphia, ci serviva solo la sorella psicopatica... Non toccare
niente,
Thompson!»
«E cosa dovrei toccare?»
Mentre Kurt si dirigeva verso la porta, non notò il ghigno
che si era formato
sulla faccia della ragazza.
Shining Star:
Ci sei, Kurt? Non puoi rifiutarti di venire alla festa per le
provinciali! Non dirmi che ci hai già rimpiazzati con i
Fringuelli o come
cavolo vi chiamate!
Non
appena la ragazza lesse quello che "Rachel Berry" aveva
scritto, si scrocchiò le dita, preparandosi all'autoinvito
più clamoroso della
storia.
StrikeThePose:
Non vi rimpiazzerò mai con loro, Rach! Però non
posso venire alla festa! A meno
che non inviti anche tutti i miei scatenati compagni! Perchè
anche loro
volevano organizzare qualcosa per la vittoria!
Shining
Star: E sia, se devono venire
anche tutti i tuoi compagni, per averti
qui alla festa, ci sto! Allora facciamo così, che i miei
papà mi chiamano per
la cena, ci vediamo a casa mia, sabato alle 8. Ciao Kurt!
StrikeThePose:
Ciao Rachel, ci saremo e grazie per l'invito! :)
Soddisfatta
del lavoro svolto, efficace, semplice e pulito, Lexi si diresse col
sorriso
sulle labbra, nella stanza a fianco. «RAGAZZI! John, non ti
diranno mai chi è
stato, quindi rinunciaci! Siamo tutti invitati, sabato alle otto a casa
di
Rachel Berry. Festa a tema “siamo dei gran fighi
perchè abbiamo vinto le
provinciali”. Adesso ringraziatemi pure!»
__________________________________________
«Ripetetemi
ancora una volta perchè non ho ucciso Lexi? Rachel ci
farà impazzire, con tutti
i giochi da tavolo e i drink analcolici!» disse Kurt,
suonando sconsolato il
campanello.
«Non ti preoccupare, agli alcolici ci abbiamo pensato
noi!» dissero con faccia
compiaciuta Nick e Jeff, sollevando due buste tintinnanti e
dall'aspetto
alquanto pesante. Kurt non fece in tempo ad insultare anche loro, per
aver
portato l'alcol, conoscendo la scarsa resistenza degli Warblers,
perchè Rachel
aprì la porta, guardando contrariata Lexi.
«Scusa, tu chi saresti?»
«Io sono l'accompagnatrice ufficiale degli Warblers, chi
altro dovrei essere?»
Kurt guardò Lexi con la faccia stralunata. Ma era
già ubriaca?
Thad allora colse la palla al balzo «In realtà
è la MIA accompagnatrice-»
Portando un braccio intorno alla vita della ragazza.
«No Thad, in realtà è MIA
sorella!» Disse David, tirando una gomitata nei
fianchi dell'altro ragazzo.
Rachel, presa alla sprovvista dal numero dei ragazzi presenti
sull'uscio di
casa sua, scrollò le spalle. «Poco importa, uno
più, uno meno. Entrate e posate
le vostre cose nel seminterrato!»
I ragazzi scesero tutti al piano inferiore, dove le New Direction
avevano già
occupato, a malincuore, i posti sui divani e poltrone, prevedendo una
lunga
serata fatta di canzoni di Rachel dedicate a Finn.
«CHE LA FESTA ABBIA INIZIO!» Lexi saltò
praticamente già dalla scala, nella
sala dove invece, c'era un silenzio mortale.
Quinn si girò con aria di superiorità.
«E voi chi diavolo sareste?»
La padrona di casa la guardò con fare indispettito
«Loro sono gli Warblers
della Dalton Academy. Abbiamo pensato di festeggiare insieme la
vittoria delle
provinciali. Ecco, Kurt, fai le presentazioni, così possiamo
iniziare i
festeggiamenti!»
«Ok, allora, loro sono Jeff e
Nick, Wes, Ethan, Luke,
Las, Thad, Blaine... Dov'è
Blaine? Ah, sì, quello là, ok, poi ci sono Cam,
Trent, Jesse, Flint,
James, Drew, John, Rich e David e sua sorella, Lexi... Uh, che
faticaccia!»
I ragazzi guardarono straniti David e sua sorella.
«Ok, rispondo alle domande più frequenti.
Sì, siamo davvero sorella e fratello.
Sì, sono stata adottata. Sì, sono una gran figa.
E sì, John, se mi dai 40
dollari ti dico chi ha toccato il tuo televisore! Adesso possiamo
iniziare a
festeggiare, che ne dite?»
Puckerman la stava ancora fissando con la bocca semiaperta, quando
Brittany
decise di mettere su un po' di musica, dirigendosi verso l'impianto
stereo.
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Capitolo 11 *** Non bussare! ***
ff sono una figa
Blaine
aprì gli occhi, si guardò
intorno un po’ spaesato,
era sdraiato nel suo letto alla Dalton con addosso solo
l’intimo
e una tovaglia
legata al collo. Stropicciandosi gli occhi si mise a sedere, aveva un
sordo
dolore alla testa che gli ricordava di aver esagerato con gli alcolici
la sera
prima. Traballante si diresse verso il bagno. Dopo essersi rinfrescato
e
vestito, notò che i vestiti che aveva indossato la sera
prima
erano spariti, e
con loro anche il suo cellulare e il suo portafoglio.
«Thad!
Thad! Dov’è la mia roba?»
«Dove
l’hai lasciata ieri!»rispose il
ragazzo.
Blaine
cercò di ricordare dove aveva
lasciato i suoi averi
ma si accorse che non rammentava nulla della serata, se non di aver
bevuto
veramente tanto.
«Ma
io non riesco a ricordare nulla!»
«Se
non vuoi morire, smettila di parlare e
lasciami
dormire!»
Insofferente
il moro uscì dalla stanza e
fece per bussare
alla porta della Ghost room, si ricordava vagamente che Kurt era uno
degli
autisti designati.
«Non
bussare!» Las si buttò
praticamente su Blaine per
fermarlo «Flint lo ha fatto e si deve ancora
riprendere…
diciamo che Hummel
non vuole essere svegliato.»
Blaine
ringraziò il primino con uno sguardo
«Bhè, forse
puoi aiutarmi tu! Ti ricordi cosa è successo ieri? Non trovo
più vestiti,
portafogli e cellulare»
«Mi
spiace Anderson, lo sai che non reggo molto
l’alcool,
sono crollato su un divano dopo poco! Mi ricordo solo di aver sentito
Jeff
urlare: “All’attacco!”, ma non penso che
ti sia di
molto aiuto» un sorriso
dispiaciuto si dipinse sul volto del ragazzo dagli occhi azzurri.
Lo
scatto di una porta accompagnato da un sonoro
sbadiglio
fece girare i due ragazzi
«’giorno!»
disse Trent avvicinandosi
ai compagni «Che
fate?»
«Blaine
sperava in qualche delucidazione da
parte di
Kurt!» disse Las sogghignando «Non ricorda nulla di
ieri sera. Tu
hai
visto niente?»
Il
solista rivolse uno sguardo implorante e
speranzoso al
nuovo arrivato
«Io
sono andato via presto, se vuoi posso dirti
che Jeff
e Nick confabulavano qualcosa tra di loro, ho sentito odore di guai e
ho
preferito ritirarmi. Di sicuro loro sanno tutto, sai come si divertono
a
trasformare le tue sbronze nei loro piccoli spettacolini»
Blaine
si mise le mani tra i
capelli, se c’erano di mezzo i three-six maphia voleva dire
che
aveva perso
completamente il controllo, e che sicuramente avrebbe dovuto chiedere
scusa a
molte persone.
«Li
trovi entrambi in camera
mia… buona fortuna per la tua roba!»
aggiunse con un sorriso Trent.
Il
moro si scaraventò nella Snack
Room
e saltò
direttamente addosso
ai due
ragazzi.
«Che
cosa mi avete fatto
fare??» Blaine buttò fuori dal letto Nick con uno
spintone e
diede una
gomitata a Jeff il quale, misteriosamente, non era stato svegliato
dall’assalto
del solista.
«Cosa
ti abbiamo fatto fare?
Guarda che hai fatto tutto da solo, mio caro Leonida!»
«Leonida?»
«Ma
come il nostro comandante
e generale non si ricorda i discorsi di incitamento che ci ha propinato
tutta
la sera? Hai iniziato con un discorso ispirato e hai finito descrivendo
come
saltare correttamente sui divani!»
«Sì,
e sei anche caduto più
di una volta! Ma noi ti abbiamo seguito in tutti gli
attacchi!»
continuò
Jeff ormai completamente sveglio.
«Attacchi?
Ditemi che non ho
fatto danni!» Blaine guardò preoccupato i due
ragazzi
«Oh,
non fare quella faccia,
hai solamente combattuto con noi contro Ethan, Cam e Flint..»
disse
Nick
cercando di tirargli su il morale.
«...
se non contiamo che hai
quasi steso il divano!» Jeff scoppiò in una sonora
risata,
seguito subito da
Nick.
Blaine
tirò un sospiro di sollievo, non
aveva
combinato nulla di grave, avrebbe solo dovuto chiedere scusa a Rachel
per la
pessima figura.
Rob
sperava veramente che il suo piano potesse
funzionare,
sapeva che avrebbero dato un castigo a Kurt se lo avessero beccato, ma
aveva
deciso di farlo lo stesso. Dopo aver indossato la sua vecchia uniforme
ed
aver
guidato fino alla Dalton,
facendo
finta di niente aveva attraversato l’ingresso e il cortile
come
se fosse ancora
uno studente.
«Ehi!
Infiltrato!» un sorridente Drew lo
bloccò
all’entrata dei dormitori.
«Serata
dura?» disse Rob indicando le
profonde
occhiaie sul viso dell’amico
«Piacevole,
dai! Il tuo caro Kurt è in
camera, terzo
piano ultima porta a sinistra.»
«Grazie
amico, a dopo!»
Rob
salì gli scalini a due a due, era
così di fretta che
appena arrivato al terzo piano sbattè contro un ragazzo
buttandolo a terra.
«Oh,
scusa!»
Rob
aggrottò le sopracciglia riconoscendo
nel ragazzo
a terra quello stupido nano
che sembrava così
importante per Kurt, tese la mano per aiutarlo a rialzarsi con
un’espressione
scocciata.
Blaine
afferrò la mano e si rialzò
con un sorriso incerto «Non ti preoccupare.»
Il
più grande gli fece un cenno e raggiunse
la camera di
Kurt, entrando senza bussare.
Anderson
si massaggiò la testa, come un
lampo la serata
precedente gli tornò in mente, tutto l’alcool, i
giochi
con gli Warblers, ma
soprattutto una conversazione che non avrebbe mai voluto avere. Il
solista fece
un profondo sospiro, doveva prepararsi delle belle scuse,
perché
era sicuro che
Kurt sarebbe stato molto arrabbiato.
Ok, applausi a me che ho scritto per la prima volta senza l'altra
tweedle e non ho sbagliato neanche un verbo (WAAAAAAAAA!).
Passando alle cose serie, comprendo se ci sarà un calo di
letture, il televisore di John non è in questo capitolo, ma
vi assicuriamo che tornerà presto (Jamsung tutta la vita,
John/Samsung)
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Capitolo 12 *** Evidenti segni della notte precedente ***
ff12
Erano le 10 della domenica mattina dopo la festa. Blaine si
preparò a fare il migliore dei suoi migliori sorrisi e
suonò esitante il campanello di casa Berry. Gli venne
incontro
un uomo di colore, sul metro e ottanta.
«Buongiorno io... stavo cercando Rachel, credo di aver
dimenticato
il uhm... telefono e il portafogli da lei ieri... li ha mica
ritrovati?»
L'uomo lo squadrò dalla testa ai piedi.
«E tu chi saresti? Non sei mica quel Finn? Che ci facevi ieri
sera a casa da solo con mia figlia?»
Blaine lo guardò tra lo spaurito e lo spaventato.
«No no! Io
sono Blaine e ieri sera... ci siamo visti qui con i ragazzi dei nostri
Glee Club per festeggiare la vittoria, io... potrei solo riavere le mie
cose?»
Il padre di Rachel lo guardò in modo decisamente
più
benevolo, mentre gli teneva la porta aperta per farlo passare.
«Entra pure, adesso andiamo a chiedere a Rach se ha trovato
qualcosa. Ma dimmi Blaine -calcò particolarmente l'accento
sul
nome- mia figlia non mi ha mai parlato di te, sei nuovo nel Glee
Club?»
Il moro gli sorrise, scuotendo la testa. «No, a dire il vero,
io
sono degli Warblers della Dalton Academy... sà, la scuola
dove
si è appena trasferito Kurt, l'amico di Rachel...»
L'uomo annuì e lo condusse verso un piccolo salotto ben
arredato, sui toni del rosso e del giallo. Seduta su una poltrona,
c'era Rachel, che stava leggendo un libro dall'aspetto mastodontico.
«Tesoro, c'è Blaine, dice che ha dimenticato
qualcosa giù, lo accompagni a cercare?»
La ragazza alzò gli occhi dal libro con fare svogliato e
lanciò un'occhiata infastidita al moro. «Certo,
andiamo,
Leonida!»
Baline strabuzzò gli occhi e, con la speranza che almeno lei
avesse dimenticato quello che era successo, andata totalmente in
frantumi, la seguì nel seminterrato.
«Allora, qui c'è tutto quello che hai lasciato:
pantaloni, maglia, giacca, portafogli e cellulare... magari la prossima
volta di
a Thad di prenderti anche i vestiti, invece di non fare altro che
limonare con Lexi... erano una scena scandalosa, quei due!»
Blaine rimase sconvolto dalla notizia -finalmente Thad era riuscito nei
suoi piani di abbordaggio con Lexi?! «Scusami Rachel, ho
capito
bene? Thad, quello basso con i capelli neri e Lexi, quella alta,
capelli castani, occhi azzurri? Cosa hanno fatto?»
La ragazza lo guardò leggermente infastidita. «Non
sono come
abbia fatto a non notarli. Si sono mangiati la faccia da più
o
meno l'inizio della festa... credo che all'inizio la ragazza lo abbia
fatto più che altro per togliersi dalle scatole Noah, ma poi
mi
sa che ci ha preso gusto... Io fossi in Thad, andrei a comprare qualche
quintale di sciarpe.»
Blaine la guardò ancora più allibito. Se davvero
non
avevano fatto altro, durante tutta la festa, com'era possibile che Thad
avesse ancora la testa attaccata al corpo, conoscendo David?
Forse il
pensiero del suo quasi-decapitato compagno di stanza, forse lo sguardo
inquisitorio di Rachel che sembrava star iniziando a ricordare anche
altro della festa, o forse il brontolio allo stomaco, lo risvegliarono
dallo stato di sbalordimento in cui era. «Beh, che dire
Rachel, mi
dispiace per come mi sono comportato ieri sera... spero almeno che i
miei discorsi per andare all'attacco della lavatrice fossero
convincenti: ho sempre avuto una vena artistica per queste
cose!»
La ragazza gli sorrise indulgente e mentre lo stava accompagnando alla
porta gli disse «A dire il vero, ho preferito quello contro
Finn...
doveva essere qualcosa tipo "Tu! Sì, proprio tu! Non hai il
diritto di essere così mostruosamente alto! A Sparta non
sono
tollerate le persone così alte! E quindi, tu mi dovrai
portare
in spalla per il resto della serata!"» La ragazza rise di
gusto al
ricordo dell'attacco al suo ragazzo e aggiunse «Mi ha fatto
piacere
conoscerti Leon... Blaine -gli fece l'occhiolino- spero che tu e gli
Warblers verrete alla prossima festa che
organizzerò!»
Dopo averla ringraziata ancora per l'ospitalità e la
pazienza,
Blaine se ne tornò pensierono verso la Dalton. Se gli era
sembrata un'impresa difficile parlare con Rachel, non osava immaginare
come sarebbe stato parlare con Kurt.
__________________________________________
«Flint, esci immediatamente dalla mia stanza! Il fatto che ti
abbia
detto di non bussare, non ti permette di ENTRARE senza
bussare!»
disse Kurt con un tono di voce udibile anche dall'altra parte
dell'edificio.
«Kurt?» Robert si addentrò con fare
circospetto nella
stanza del suo ragazzo. «Kurt? Sono io... mi guardi, per
favore?»
Il soprano bofonchiò qualcosa, con la faccia ancora immersa
nel
cuscino, quando di nuovo bussarono alla porta. Allora si
alzò
velocemente in piedi, la andò ad aprire e si
trovò
davanti Thad, che strabuzzò gli occhi, vedendo Robert nella
stanza del ragazzo. Evidentemente riconoscendo l'umore del ragazzo,
girò velocemente i tacchi e si infilò nella
stanza accanto.
Kurt,
se possibile ancora più arrabbiato di prima,
tornò a
buttarsi sul letto, nascondendo la testa fra i cuscini umidi di pianto.
Robert, non capendo il perchè delle condizioni del suo
ragazzo, iniziò a massaggiargli la schiena, cercando di
farlo sbollire. «Cosa succede, amore? Cosa c'è che
non va? Per favore, sai che puoi parlare di tutto con me!»
Kurt si girò verso di lui, gli occhi arrossati di pianto,
che non riuscivano a stare fermi su quelli del suo ragazzo.
«Robert, tu mi ami veramente?»
«Certo, Kurt, perchè me lo chiedi?»
Robert cercò di avvicinarsi al soprano per posargli un
leggero bacio sulle labbra. Ma l'altro ragazzo lo respinse, per
continuare le domande.
«Non pensi che i miei sogni siano stupidi, vero? Tu mi
seguiresti a New York, fra due anni?»
Il biondo lo guardò un po' stupito, non capendo il
perchè di quel comportamento. «Certo che ti
seguirò! Ma ne avevamo già parlato!» E
intanto cercò di avvicinarsi per dargli un altro bacio.
Kurt lo respinse nuovamente. «No, aspetta! Ecco, io e te,
cioè, tu non è che stai con me solo per... beh
-arrossì violentemente- beh, per il... il sesso,
ecco?»
Robert lo guardò ancora più stralunato.
«Amore? Sei serio? Te l'ho già detto che mi va
bene la velocità a cui andiamo, io TI AMO, cazzo!
Perchè non mi credi?»
Kurt non gli rispose, ma con un sorriso compiaciuto sulle labbra,
prese Robert per la cravatta e lo attirò a
sè in un bacio appassionato.
Finalmente grazie alle risposte rassicuranti di Robert, le parole che
gli erano ronzate per la testa tutta la notte, erano sparite. Il suo
ragazzo lo amava, non era solo un pezzo di carne su cui sfogare i suoi
istinti e lui non meritava di più. Lui e Rob erano fatti per stare insieme, di sicuro
quello che non si meritava, era un migliore amico così
idiota e meschino come Blaine.
________________________________________
«Non
ti avvicinare al mio Samsung, Harwood! Ho appena finito di rimetterlo a
posto!- John con faccia sognante continuò- Non è
bellissimo?»
Non notò nemmeno che Thad, con mani nervose, si stava
tirando su il colletto della camicia, a nascondere gli evidenti segni
della notte precedente. Ne era valsa la pena, ma quella ragazza-vampira
gli aveva lasciato troppi succhiotti e se David lo avesse scoperto...
Per poco non ci dimentichiamo la Jamsung!!!!
Comunque, non vi preoccupate, la Rort è al sicuro (come se
non sapessimo che siete tutti Klainers, ma non temete, prima o poi
arriveranno anche loro *vomito arcobaleni*)
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Capitolo 13 *** Un assoluto bisogno della voce di Kurt ***
ff13
Nonostante l'inverno fosse
arrivato giù da qualche
settimana, quella era la prima mattina che a Westerville faceva
veramente
freddo.
Kurt si rigirò
sotto le coperte, tastando il cuscino a
fianco a lui. Si svegliò con una sensazione di tristezza:
Robert lo aveva
cullato per calmarlo, fino a che non aveva preso sonno e Kurt era
sicuro che lo
avrebbe trovato ancora lì la mattina, e invece se ne era
andato.
I dubbi della sera
precedente si insinuarono nuovamente
nella sua testa: forse Blaine aveva detto la cosa giusta, forse gli
erano
bastate quelle poche chiacchierate con Rob, per capire le sue vere
intenzioni.
Rimase per un tempo indefinito con gli occhi socchiusi e il naso sotto
le
coperte, a fissare il soffitto, fino a che non suonò la
sveglia, che lo riportò
bruscamente alla realtà.
Controvoglia il ragazzo si alzò in piedi, rabbrividendo nel
suo leggero pigiama
di seta grigio perla. Stava per entrare nella doccia, quando la porta
della sua
stanza si aprì sbatacchiando, lasciando vedere Blaine, con i
capelli ancora
arruffati di chi si era appena svegliato e un pigiama verde con una
scimmia
disegnata sopra. Kurt lo guardò stranito, mentre continuava
a sbottonarsi la
camicia del pigiama, troppo stanco e depresso per essere pudico.
«Cosa
c'è, Blaine?» Mentre lo diceva, lo
fulminò
con gli occhi.
Blaine lo
guardò con lo sguardo perso e un po' triste e balbettando
gli rispose
sconnessamente.
«Ehm io ecco...
volevo solo dirti che... che Dicembre è
iniziato e... devo proprio andare, ciao!»
Il moro si maledisse per
essere così uno stupido. Aveva
dimenticato, nello stato di dormiveglia in cui ancora era, quel
"piccolo
diverbio" della festa di Rachel e voleva semplicemente ricordargli che
Natale era vicino e così l'esibizione natalizia degli
Warblers, per cui avevano
un assoluto bisogno della voce di Kurt.
Nella sua stanza, Kurt, mentre si preparava a una terribile giornata di
fine
trimestre, ripensò all’amicizia con Blaine e di
quanto erano vicini, neanche
una settimana prima. Prima che Blaine perdesse la testa e insultasse il
suo
ragazzo. Sapeva che Rob lo amava e che quindi Blaine era nel torto,
però il
comportamento del suo ragazzo, a volte, sembrava così
distante…
Proprio mentre stava per
aprire la porta ed uscire ancora
perso nei suoi pensieri, il ragazzo si imbatté in Thad, che
lo guardò con gli
occhi spalancati.
«Kurt, da
compagno
di banco a compagno di banco, mi devi aiutare. David mi
ammazza se vede cosa mi ha fatto Lexi.»
Kurt lo guardò senza capire e poi gli cadde l'occhio sul
collo del ragazzo. Un
grosso succhiotto violaceo faceva capolino dal colletto della divisa.
Il soprano sorrise e si diresse verso il bagno. Robert gli aveva
già dato di
questi "problemi" e lui si era fatto consigliare dalle ragazze
qualche cerone per coprirli.
Quando tornò con un tubetto in mano, Thad
spalancò gli occhi.
«Non ci penso
neanche a mettere quella roba lì! E' da
donne! Non lo voglio il fondotinta!»
Kurt lo guardò e scosse le spalle «Oh beh, caro
compagno di banco, se vuoi
tieniti pure il succhiotto in bella vista, sai che non possiamo mettere
la
sciarpa, sopra la divisa, vero?»
Thad masticò qualcosa fra i denti e maledisse le stupide
regole scolastiche,
mentre sbottonava l'ultimo bottone della divisa per lasciare libero il
campo a
Kurt.
«Perfetto, nessuno si accorgerà di quello che
è successo ma... devi farmi un
piacere anche tu, Thad. Vieni, ne parliamo mentre andiamo in
classe.»
____________________________________________________
Doveva scusarsi con Kurt, anche bene, considerando che era il suo
migliore
amico. Sempre che si potessero ancora considerare tali.
Il ragazzo ripercorse la
serata di quella dannata festa:
Nick e Jeff avevano iniziato il loro solito gioco alcolico e poi, per
qualche
strana ragione, era diventato Leonida, impegnato negli attacchi contro
gli
"Sporchi persiani". Poi, non sapeva ancora bene come e
perchè, aveva
avuto la necessità di dimostrare a Kurt tutto il suo affetto
e quindi si era
seduto accanto a lui.
Blaine sorrise debolmente
alla scena che gli si presentò in
mente.
Era
praticamente
caduto in braccio a Kurt, a causa di quel mantello-tenda che stava
indossando. Un
bozzolo tutto fasciato e che riusciva a mala pena a muovere i piedi per
camminare. E poi Kurt lo aveva "liberato dal serpente che stava
stritolando" e lui si era sentito in dovere di dimostrargli la sua
riconoscenza.
Il
ragazzo arrossì
solo a pensare alle cose smielate che aveva detto al suo migliore
amico.
"Kurt, sono la persona
più fortunata sulla faccia della
Terra, ad averti conosciuto, sei la cosa migliore che mi sia mai
capitata... se
l'unico che mi capisce e non se la prende se a volte faccio
un po' lo
scemo... Ma se tu mi dicessi che lo sono troppo, la smetterei... ma non
lo
sono, vero? Ti voglio così bene, Kurt! Sei il mio migliore
amico e mi fido
ciecamente di te... tu ti fidi di me?"
E poi, era passato -come
poteva essere stato così stupido e
insensibile?- a parlare di Robert, con un fiume di cattiverie, che non
si
meritava assolutamente, anche se doveva ammettere che non gli piaceva
affatto.
"Ma Kurt, lo sai che quel
Robert non mi piace per
niente? Mi odia! E' geloso di me, perchè io e e te stiamo
insieme tutta la
settimana e siamo tanto amici e perchè tu mi vuoi bene! E
poi mi guarda sempre
male! Sai cosa ti dico, Kurt? Lui non ti merita! Dovresti trovarti un
ragazzo
che ti ama e che non ti usa solo per fare le cosacce! Io non ti
tratterei mai
così! Cioè, se tu fossi una ragazza! Sembra che
ti spogli con gli occhi tutte
le volte che ti guarda! E poi secondo lui i tuoi sogni sono delle
stronzate! Quelli di New York e Broadway! Sai che lui non ti
seguirà mai, fino a New York, vero? Lui non crede in te!
Glielo leggo negli occhi! E poi credi davvero che, se tu sfondassi, lui
starebbe ancora con te perchè ti ama? Starebbe con te
perchè avresti i soldi e per il tuo corpo. Kurt, non
venderti a lui solo perchè è il primo gay
disponibile. Ti meriti di più, ti meriti qualcuno che ti ami
veramente."
Aveva combinato proprio un bel casino, considerando che Kurt
amava Robert e Robert probabilmente faceva lo stesso con lui.
Blaine si mise le mani fra i capelli e si decise ad uscire dalle docce
dello spogliatoio riservato ai giocatori di football. I suoi amici
avrebbero cominciato a pensare male di lui, se si
fosse
trattenuto ancora di più. Si avvolse un asciugamano in vita
e sì avviò verso lo
spogliatoio. Dove lo stava aspettando un alto ragazzo dai capelli
castani. Non se ne accorse subito, ma quando vide chi era, gli
si gelò il sorriso in faccia.
Ci spiace per il ritardo ma non avevamo voglia di postare. (e ci spiace
anche per la Jamsung, ma a 'sto giro non c'entrava un fico secco)
Comunque, speriamo di averne ancora voglia, prossimamente,
sennò i tempi di attesa saranno moooolto più
lunghi, anche perchè tra un po' iniziano gli esami.
Ciao ciao! Speriamo vi sia piaciuto.
-Tweedles
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Capitolo 14 *** QUESTA E' SPARTA! ***
«Cosa abbiamo alla prima ora?»
«Matematica, con
Stephen...
sei contento, vero Kurt?»
«Come sei
simpatico! Sai
che mi odia quell'uomo! Perchè
la prima notte mi ha beccato con voi in piscina, quindi è
tutta colpa
vostra!»
«E non ti odia
perchè gli fai domande in continuazione,
eh?»
«Ma è
il suo
lavoro rispondere alle mie domande!» Kurt
lo guardò con aria spazientita, controllando che il suo
"ritocchino"
al collo di Thad fosse in buone condizioni. «Comunque,
parlando del nostro
piccolo "accordo" di prima: voglio un'esibizione, per Natale, tanto
fai parte del consiglio, no? Oppure David potrebbe scoprire qualcosa...
vero?»
«So che non lo
faresti mai,
quindi non mi minacciare,
tanto non mi fai paura! Comunque se ci tieni così tanto,
cercherò di mettere
una buona parola per te, durante la riunione di stasera!»
« Non
mi conosci
ancora, Thad! Grazie per il favore,
comunque!» Kurt si avvicinò per abbracciarlo.
«Oh, calmo,
calmo! Non ti
ho detto che lo avrai
sicuramente! E comunque non credo riuscirò a farti avere un
assolo, quelli li
approvano solo per quel nano di Blaine!»
Kurt scrollò le
spalle.
«Non mi interessa con chi
canterò... a parte quel tappo del tuo amico, mi vanno tutti
bene!»
Nonostante si stesse
morsicando la
lingua, per non chiedere
spiegazioni riguardo al litigio fra Kurt e Blaine, Thad decise di
ignorare
l'allusione, citando mentalmente il detto "tra moglie e marito non
mettere
il dito". Sicuramente se la sarebbero sbrogliata da soli, nel giro di
pochi giorni, considerando quanto erano vicini e vomitevolmente amici.
______________________________
«Ciao Blaine, una bella giornata oggi, vero?»
Blaine lo guardò con gli occhi spalancati -cosa diavolo ci
faceva lì?!
«Cos'è hai perso l'uso della parola, dopo la festa
della Berry? Perchè mi
sembra che tu lì abbia parlando in abbondanza, vero piccolo
stronzo?»
Blaine iniziò ad avere paura. Guardò attentamente
l'uomo che si ritrovava
davanti. Fra loro c’erano 20 centimetri buoni di differenza
di altezza e
sicuramente almeno 10 kili di muscoli. Blaine iniziò a
considerare le possibili
vie di fuga, ma Robert era posizionato davanti all’unica
porta.
«Robert, non
sono un
deficiente, se mi vuoi pestare,
fallo e poi vattene, non mi interessa parlare con te.» Blaine
sperò che la
sua voce non tradisse la sua paura.
«Mi spiace,
Blaine, non te
la caverai così facilmente! So
che gioco vuoi fare! Farti pestare e poi andare a farti vedere da
Kurt… non ci
crede nessuno alla tua eterosessualità! Non mi interessa
pestarti, oggi, anche
se mi piacerebbe più di quanto immagini, ma sono qui per
assicurarmi che tu
tenga le tue zampacce giù dal mio ragazzo.»
Blaine gli rispose
urlando.
«Non sono gay! Io e Kurt
siamo amici e non mi piace, in quel senso! Come ti permetti, tu,
comunque, di
giudicarmi, senza neanche conoscermi?! Vattene Robert, rischi di
perderlo e basta! Se mi torci anche solo un capello credi che
starà
ancora con te? Con un bullo, come quelli da cui è
scappato?»
Robert lo
guardò con aria
assente. Stava ragionando su
quello che gli aveva detto Blaine, probabilmente aveva ragione: avrebbe
perso
Kurt, se avesse messo le mani addosso a Blaine.
Il moro, notando con
soddisfazione
che le sue parole avevano
colpito l’uomo nel profondo, decise di rincarare la dose.
«Cos’è? Hai perso l’uso
della parola tu, questa volta?» E poi sghignazzò
compiaciuto. Quello che
proprio non si aspettava era la reazione di Robert.
L’uomo gli si
avventò contro, spintonandolo contro la panca
dello spogliatoio.
Blaine, incontrando la
resistenza
della panca dietro alle
ginocchia, barcollò all’indietro e si
aggrappò a Robert, per non cadere,
facendolo rovinare a sua volta in avanti.
Sfruttando la sorpresa
dell’uomo, Blaine cercò di guadagnare
l’uscita, fallendo miseramente, scivolando a causa del
pavimento umido dello
spogliatoio.
Robert lo
sovrastò e
mentre il moro cercava di rialzarsi, lo
colpì con un pugno allo zigomo destro.
Blaine cercò
nuovamente di
rialzarsi e per farlo, tirò a sua
volta un pungo all’altro, colpendolo all’addome.
Rob stava per
riavventarglisi contro,
quando delle braccia
robuste lo trattennero.
«Robert, che
cazzo stai
facendo? Vai via, subito. Se non
vuoi che dica al preside dove hai dormito l’altra notte. Sai
che lo
espellerebbe!»
Robert si alzò
in piedi,
si aggiustò la camicia e se ne andò
senza proferire parola.
«E tu come stai?
Che gli
hai fatto, per farlo incazzare
così? Non l’ho mai visto così
incazzato!» James Kirk porse una mano a
Blaine, per aiutarlo a rialzarsi, il quale scrollò le spalle
e rispose. «Niente, James… credo che il nostro
amico abbia qualche problema di gelosia!
Grazie per il salvataggio!»
______________________________________
«Nick, Jeff, mi
serve un
favore!»
I due lo guardarono,
aspettando i
dettagli.
«E’
successo un
casino con un Robert… il ragazzo di Kurt.
Mi serve una scusa per coprire una scazzottata, avete qualche
idea?»
«Immagino che
non abbiamo
il permesso di fare domande
riguardo il perché, vero?»
Blaine annuì
serio.
«Tv?»
Nick si
voltò a guardare negli occhi il suo
migliore amico. Un sorriso si aprì sul visto di Jeff.
«Lascia fare a
noi, ci
vediamo fra 10 minuti nella
theatre.»
Blaine era sicuro di
essersi perso
qualche passaggio della
comunicazione mentale fra quei due. In ogni caso, si strinse nelle
spalle e
decise di dirigersi verso la theatre. La three-six maphia era pur
sempre la
three-six maphia.
Dieci minuti dopo, Blaine
aprì la porta della Theatre Room.
Dentro c’erano Nick e Jeff, Thad e Trent. Sempre
più curioso di scoprire cosa
avevano escogitato quei due pazzi, li guardò
interrogativamente. Loro gli
fecero segno di sedersi da qualche parte.
«Che state
guardando?»
Jeff si erse in tutta la sua altezza e con tono solenne
esordì. «Scegli le tue parole con attenzione,
Leonida, potrebbero essere le ultime»
Blaine rimase impressionato da come il ragazzo riusciva a recitare le
battute in contemporanea con il film dietro di lui. Il biondo,
approfittando di quel momento di stupore di Blaine, lo
spostò in modo che desse le spalle alla
televisione.
Jeff guardò il suo migliore amico con gli occhi sbarrati.
«Tu sei pazzo, pazzo!»
Nick rispose. «Terra e acqua, ne troverai in grande
abbondanza laggiù»
«Nessuno, nè persiano nè greco minaccia
un messaggero!»
«Tu porti le corone e le teste dei re sconfitti fin sulla
soglia della mia Sparta, tu insulti la mia regina, tu minacci il mio
popolo di schiavitù e morte! Oh, ho scelto le mie parole con
attenzione, messaggero, forse avresti dovuto fare lo
stesso!»
«Questa è blasfemia, questa è
pazzia!»
Nick si voltò a guardare Thad, che gli fece un segno di
assenso col capo.
«Pazzia? QUESTA E' SPARTA!»
E poi colpì in
pieno petto
Blaine, mandandolo a sbattere contro il muro dietro di lui. Il moro
annaspò nell’aria e riuscì a evitare di
cadere,
tirando troppo presto un sospiro di sollievo. Quando sentì
il tonfo di qualcosa
di pesante che gli cadeva addosso, colpendolo sul capo, si
sentì gelare il sangue nelle vene. Il Samsung 42
pollici di John gli era appena caduto
praticamente in testa.
«E’
stato
Blaine.» Trent stava guardando con occhi
spalancati la parete vuota dove prima c’era il televisore.
«John ti ammazza.»
Thad si alzò
come un razzo
e fece uno scatto fino alla
porta. La aprì e, sempre con la stessa rapidità,
corse per il corridoio, fino
alla sua stanza. Una volta approdato lì dentro, si chiuse la
porta alle spalle
e a Blaine, che lo aveva rincorso, capendo le sue intenzioni, disse
«Non ti
apro! Poi sembro un tuo complice! Vai da qualcun altro! Già
mi basta David, che
mi vuole ammazzare!»
Blaine
continuò,
inutilmente,a bussare
alla porta della Pink Room. Fino a
quando non vide John che faceva capolino dalle scale. Al che, si
gettò
frettolosamente nella prima porta che trovò. Ghost Room.
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Capitolo 15 *** Credo che mi voglia uccidere ***
«Te
l’ho già detto, Las! Anche se Flint ti prende in
giro
non puoi venire a provare il tuo assolo qua!»
Blaine guardò
impietrito Kurt, si era già preparato un
discorso di scuse decente, ma il male alla testa lo stava
immobilizzando del
tutto.
Kurt si girò,
credendo, scocciato di trovarsi davanti
Nicholas. «Hai deciso di non parlare neanche-» Fece
un saltello sulla
sedia quando vide un rivolo di sangue scendere dalla tempia di Blaine.
«Chi
è stato?»
Blaine sussultò
impercettibilmente. «Scusa, non volevo
disturbarti…
Thad mi ha chiuso fuori e… ho distrutto il televisore a John
e credo che mi
voglia uccidere.»
«A quanto pare
le amicizie non sono l’unica cosa che sai
distruggere»
Blaine iniziò a
vedere la stanza ondulare. Non per le parole
di Kurt, ma per il dolore alla testa. Cercò di trovare
appoggio sul muro
accanto a lui. Il più grande lo vide sbiancare e iniziare a
sudare. «Blaine!»
Si alzò di
scatto e lo raggiunse, facendolo appoggiare a sé,
per farlo distendere sul letto. Poi si avvicinò alla porta e
urlò «David,
Wes, mi serve una mano! Venite qui!» Detto questo,
tornò subito a sedere
accanto a Blaine, che si teneva la testa con aria sconsolata. Il moro,
appena
sentì il letto abbassarsi, alzo il capo e guardò
Kurt negli occhi, cercando di
cogliere i suoi sentimenti.
«Kurt, non so
cosa mi sia preso alla festa… Io… Scusami,
per favore. Ero ubriaco e… non so che cosa mi abbia preso!
So che Robert ti ama
e… se ti fa piacere-» Si interruppe bruscamente,
perché nella stanza erano
entrati i capi del consiglio.
David, preoccupato disse
«Cosa si è fatto questa volta?»
«Cosa mi hanno
fatto! Stupidi Nick e Jeff.» Blaine,
che per parlare si era tirato su un gomito, si accasciò di
pesantemente sul
letto, sentendo la stanza girare.
Kurt roteò gli
occhi. «Come se tu non li avessi provocati.
Comunque vieni qui che ti disinfetto. David, potresti portarmi un
po’ di
ghiaccio? E Wes? Lo so che è un compito difficile, ma
riusciresti ad arginare
la furia di John, fino a quando il signorino qui, non ritorna
normale?» Ed
aggiunse sussurrando «Sempre che sia possibile.»
I
ragazzi si mossero, secondo
gli ordini di Kurt e Blaine, ritrovandosi di nuovo solo nella stanza,
ricominciò a parlare della festa «Kurt,
grazie per quello che stai facendo per me, non me lo
merito, io ti ho
detto delle cose molto brutte e… non devi, non sentirti
obbligato solo perché-»
Kurt lo bloccò e lo prese fra le braccia. «Blaine,
smettila.» Gli
bisbigliò nell’orecchio. «Non mi servono
le tue scuse. Ammetto di essermi
arrabbiato,ma ho avuto tempo di sbollire. E poi, spiegami, come posso
essere
ancora arrabbiato con te, dopo che mi entri in stanza con un taglio
così e con
gli occhi da cucciolo bastonato? Sei il mio migliore amico, Blaine e lo
sarai
per sempre. Ti voglio bene.»
«Scusa, sono
nuovo, mi… potresti dire chi devo cercare
per la squadra di football?»
«Oh…
beh, oh, guarda, là c’è Blaine, lui fa
parte della
squadra, saprà darti sicuramente una mano! Benvenuto alla
Dalton…»
«Grazie mille,
ciao!»
Il ragazzo biondo si
sistemò il nodo della cravatta,e si
avviò a passo spedito verso “Blaine”, un
basso ragazzo con degli ingellatissimi
capelli neri e una vistoso cerotto sulla fronte, con tanto di occhio
nero al
seguito.
«Ciao, tu sei
Blaine?»
«Ehm,
sì… tu saresti?» Blaine gli sorrise
curioso.
«Io sono Thomas
Reed, sono nuovo, mi hanno detto che fai
parte della squadra di football, mi piacerebbe fare un
provino… a chi mi devo
rivolgere?»
«Vieni, ti
accompagno, tanto l’allenamento è fra
poco…
hai la roba da allenamento?»
«Sì,
in camera… salgo a prenderla?»
«Perfetto,
anch’io devo prendere la mia, a che piano sei,
che vengo a prenderti?»
Thomas iniziò a
frugare nelle tasche per tirare fuori la
chiave magnetica. «Secondo piano… stanza
4.»
«Perfetto,
prendo la roba e
scendo! A dopo!»
Wes sbattè col
martelletto per richiamare l’attenzione. «Dobbiamo
decidere gli assoli per la festa di Natale. Abbiamo tre pezzi da
preparare, due
assoli e un duetto.»
Thad prese la parola
«Allora, per il duetto ci servirebbe
Kurt… ok?» Nel farlo strizzò
l’occhio al ragazzo.
Kurt sorrise.
«Certo! Che cosa devo cantare?»
«Uhm…
Baby it’s cold outside.»
Blaine saltò
sul posto. «Bella! E’ una delle mie
preferite!»
Thad guardò
esasperato Blaine «Ooooook, Blaine canti
anche tu Baby it’s cold outside… per te va bene,
Kurt?»
Il soprano fece un sorriso
affettuoso. «Penso di poterlo
sopportare, sì.»
David «Per
evitare guai, né Nick né Jeff possono essere
solisti, visto il casino che avete fatto l’anno scorso,
quindi noi del
consiglio abbiamo pensato di far cantare a Flint “Have
yourself a little merry
Christmas” e… Cam, ti andrebbe bene cantare
“Little Drummer Boy”?»
I due annuirono
simultaneamente, mentre Nick e Jeff
protestavano. «Abbiamo solo ravvivato un po’ la
festa! Dovreste farci dei
monumenti, non punirci!»
Siamo in ritardo, lo sappiamo e ci
inchiniamo a voi. Non avevamo voglia di andare avanti, ma... mammamia
se Thomas ci intriga, quindi aspettatevi taaaaaaaaaaaanto di lui, tanto
lo sappiamo che ci volete uccidere perchè siete in astinenza
di Klaine. Prossimo capitolo vedremo se i problemi con la Jamsung
continueranno oppure se si risolveranno (Who knows?). Buone feste! Ciao!
|
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Capitolo 16 *** Non è finita qui ***
ff16
Allora,
siccome questo è il secondo capitolo in un giorno (It's a
Christmas miracle!) se non lo avete ancora fatto, leggete quello
precedente http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=903655
:)
Erano le otto appena
passate della settimana prima di Natale.
Blaine era appena uscito dalla doccia, dopo l’allenamento di
football. Ed era,
stranamente, riuscito a sopravvivere alla rabbia di John, che lo aveva
solo
bandito dalla sua stanza, visto che il televisore era ancora in
garanzia. Dopo aver
riaccompagnato Thomas in camera, il ragazzo
salì di corsa nella sua stanza, per mettersi addosso
qualcosa di comodo e poi
poter fare le prove con Kurt.
Si diresse a passo spedito
verso la sua stanza quando trovò
agganciata alla maniglia, una cravatta. La prese e aprì la
porta. Ma non era
preparato per quello che vide.
«Thad, hai
dimenticato-»
«CHIUDI
IMMEDIATAMENTE QUELLA PORTA, IMBECILLE! C’E’ LA
CRAVATTA
APPESA, NON TI HANNO INSEGNATO NIENTE?!»
Blaine richiuse
immediatamente la porta, rosso come un
peperone e decise che gli sarebbero servite diverse sedute di terapia,
per superare
il trauma.
Entrò nella
stanza di Kurt, che stava scrivendo al computer.
«Ciao Blaine,
entra pure, ho già scaricato la base, iniziamo?»
Blaine sorrise a 32 denti.
«Certo! Devo proprio togliermi
dalla testa certe immagini… dai, iniziamo!»
La musica
iniziò a diffondersi nell’aria, e subito Kurt
attaccò con la prima strofa, avvicinandosi a Blaine e poi
allontanandosi da lui,
iniziando una danza per tutta la stanza.
Blaine iniziò a
seguirlo per la stanza, saltando sulle sedie
e sui letti, per assecondare i passi dell’altro ragazzo.
Mentre ballava, iniziò
a pensare alla sua amicizia con Kurt. Non riusciva ancora a credere
come in
soli tre mesi fosse diventato un tassello così importante
della sua vita. In
quella settimana in cui erano stati distanti, gli era sembrato che si
fosse
aperta una voragine nel petto. E ora che lo guardava attentamente, per
la prima
volta, notava quanti i suoi grandi occhi blu gli scaldassero il cuore.
Ma cosa gli
stava prendendo? Kurt era un ragazzo… eppure in quel momento
non gli sembrava
che fosse poi così tanto sbagliato. E poi Blaine si
ritrovò a girargli sempre
più vicino e fino a che non conclusero il pezzo, non si rese
conto di quanto si
fosse realmente avvicinato.
Non aveva mai desiderato
baciare nessuno così tanto. Lo
guardò intensamente in quelle pozze di azzurro e si
sentì risucchiato all’interno
di quel vortice senza fine.
«CHE CAZZO STATE
FACENDO? THAD HARWOOD, SEI UN UOMO
MORTO! ALEXIS, HAI PASSATO OGNI LIMITE! FUORI DI QUI,
IMMEDIATAMENTE!»
La porta si
aprì con un tonfo, risvegliando i due dalla
trance del momento.
«Veloci, venite
ad aiutare, stanno ammazzando Thad!»
Kurt si alzò
prontamente, desideroso di scappare il prima
possibile dalla scomoda situazione in cui si era cacciato.
Blaine invece, rimase
impietrito sul letto sul quale erano
seduti. Era fermo a fissare il vuoto, mentre nella sua testa scorreva
un solo
pensiero.
Sono
innamorato di Kurt Hummel.
Thad non aveva ancora
realizzato cosa era successo. Aveva
sentito la porta aprirsi ed era pronto ad insultare di nuovo Blaine,
quando si
era trovato davanti la faccia infuriata di David.
«CHE CAZZO STATE
FACENDO? THAD HARWOOD, SEI UN UOMO
MORTO! ALEXIS, HAI PASSATO OGNI LIMITE! FUORI DI QUI,
IMMEDIATAMENTE!»
Con uno scatto felino,
Lexi era riuscita a rivestirsi in
meno di mezzo secondo e stava già cercando di passare dalla
finestra che dava
sulla Ghost Room.
Thad era rimasto, invece,
seminascosto sotto le coperte del
suo letto, con indosso solo un paio di smilzi boxer.
«David, aspetta,
posso spiegarti-»
«NON
C’E’ NIENTE DA SPIEGARE! TI SEI TROMBATO MIA
SORELLA! – Lexi, scappa pure, me la vedo dopo con te,
tranquilla.»
Tutto il piano si
avvicinò alla Pink Room, per non perdersi
l’imminente scontro titanico fra David e Thad. Tutto il piano
e anche il
professor Pipe. Questi si avvicinò a passo spedito verso la
fonte degli urli,
ma invece di entrare nella stanza di Thad, notò una presenza
femminile non
ammessa, che stava uscendo dalla Ghost Room.
Lexi non si
fermò neanche di fronte al professore, anzi, lo
salutò cordialmente e poi scappò a gambe levate,
per mettere più distanza
possibile fra lei e suo fratello.
«Anderson!
E’ inconcepibile! Una ragazza nel dormitorio?
La potrei far espellere, lo sa, vero? Ma è fortunato che
abbia un buon cuore.
Le assegnerò solo due settimane di punizione, con me. Il
signor Reed stava
proprio cercando compagnia.»
Blaine trasalì
alla vista del professore di chimica, ma lo
guardò stupito, riguardo all’accusa.
«Una ragazza? Ma io non ero con una
ragazza…»
«Non prendermi
per stupido, Anderson, l’ho vista
benissimo!» e poi, andando verso l’affollamento,
che al suo arrivo era
ammutolito. «E voi altri, andate nelle vostre stanze,non
c’è niente da
vedere!»
La folla iniziò
a disperdersi,nessuno desideroso di finire
in punizione, ma David diede un ultimo sguardo truce a Thad.
«Non è finita
qui.»
Sì, siamo
impazzite, postiamo due capitoli in un giorno solo.
Beh, passando al sodo, da
ora in poi abbiamo la matematica certezza che ci odierete ma... noi
continueremo imperterrite fino alla morte. Non preoccupatevi troppo per
Thad, in fondo è uno dei nostri preferiti, non
può morire... per adesso.
Ps: Un urrà per
il professor Pipe, che è il nostro preferito e NON deve
ASSOLUTAMENTE assomigliare a Piton. Non ci pensate neanche! What the
Devil is goin' on heeeeeeeeeeeeere?? (chi capisce regna)
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Capitolo 17 *** Non sei te stesso, Blaine? ***
ff17
«Quand’è
che devi essere di sotto?»
Blaine
controllò il suo orologio da taschino .
«Uhm… praticamente
adesso! Odio quell’uomo.»
Nick e Jeff
sghignazzarono. «Dai, ti accompagnamo di
sotto, ma chi è lo sfigato con te?»
«Si chiama
Thomas, è quello che appena
entrato nella squadra di football,
quello con i capelli finti come te, Jeff!»
Il biondo si
inalberò.«Come osi! Stupido Blaine, senti
chi parla! I tuoi capelli sono geneticamente modificati dal
gel!»
Per difendersi, Blaine
replicò. «Sempre meglio del naso
di Duval, comunque!»
Nick si
risentì. «Ma per una volta che non
c’entro
niente, perché mi avete chiamato in causa?!»
«Il tuo naso si
è tirato in causa da solo, esistendo!»
concluse Jeff con una risata.
I tre scesero i due piani
di scale che li separavano dal
giardino. La punizione era quella di ripulire i vialetti di
collegamento dalla
neve –come se non ci fossero i giardinieri, per fare questo-
pensò Blaine.
Arrivati in cortile,
videro Thomas, impegnato a calarsi ben
bene in testa un berretto azzurro. Appena li scorse a sua volta, si
aprì in un
sorriso smagliante e disse «E tu cosa hai combinato, per far
incazzare
Pipe?»
Blaine rispose imbarazzato
«Eh, è successo un po’ un
pasticcio che sinceramente non ho neanche capito e a quanto pare ero
con la
sorella di David in camera… ma in fondo Pipe mi odia, quindi
era solo una scusa…
e tu? Non dovresti fare il bravo, almeno per le prime
settimane?»
«E come posso
fare il bravo? Quelli del mio piano mi
hanno svegliato alle tre di notte per il “tradizionale tuffo
in piscina”»
A questa affermazione,
Nick e Jeff si guardarono,
scoppiarono a ridere e si diedero un sonoro cinque. Poi, decisero che
il loro
compito era stato portato a termine e che Blaine era in buone mani e
quindi,
salutando si allontanarono.
Mentre camminavano
indietro verso l’edificio, Thomas allungò
l’occhio verso il fondoschiena di Jeff, sgomitando verso
Blaine «Carino il
tuo amico… anche se i biondi in genere non sono il mio tipo,
preferisco di più
i mori, hanno un non so che…»
Blaine lo
guardò con gli occhi spalancati e rimase bloccato
dallo stupore «Tu- tu, tu sei… gay?»
Thomas scrollò
le spalle «Beh, si può dire che lo sono
tendenzialmente, ma non mi tiro indietro, se c’è
qualche bella ragazza… ti da
fastidio?»
«No, no,
assolutamente no, solo che sei la prima persona
che ne parla così, apertamente, con un
semi-sconosciuto!»
Thomas
ridacchiò sotto i baffi «Beh, abituatici, sono
molto con franco con le persone di cui so di potermi fidare!»
Blaine
ridacchiò di rimando e aggiunse, con voce sommessa
«E chi ti dice che ti dice che ti puoi fidare di
me?»
«Beh, il tuo
migliore amico non ha l’aspetto molto…
etero!»
Blaine scoppiò
a ridere e continuò con occhi sognanti,
pensando ai comportamenti del suo migliore amico
«Sì, in effetti Kurt non sa
nascondere molto bene la sua vera natura!»
«Beh, non
c’è niente di male ad essere se stessi!»
Blaine rispose, pensieroso
«Immagino di no…»
Il biondo lo
guardò curioso, scrutando le ombre all’interno
degli occhi color caramello di Blaine «Che
c’è? Non sei te stesso, Blaine?»
Prima che potesse
rispondere, il professor Pipe interruppe i
due e si mise fra loro «Cos’è, adesso
credete che la punizione sia di
chiacchierare amabilmente? Reed, sul vialetto verso la piscina, visto
che l’ultima
volta non lo ha visto bene perché era notte; e lei,
Anderson, dall’altra parte.
Tornerò qui fra un ora e deve essere tutto
pulito.» Dopo aver pronunciato
queste parole, si voltò e se ne andò.
Blaine guardò
l’altro ragazzo, sollevato che fosse arrivato
il professore e finse di essersi dimenticato di cosa stavano parlando
«Un’ora?!
Ma è pazzo? Non ce la faremo mai!»
«Beh,
sarà meglio cominciare, no? Possiamo parlare dopo
davanti a un caffè, se ti va… Sai, non conosco
ancora tanta gente, a parte te e
la squadra di football… mi farebbe piacere avere un buon
amico qui.»
Blaine sorrise, anche se
un po’ intimorito dalla sincerità
sconcertante del ragazzo, ma decise di fidarsi. «Certo!
Appena finiamo ti
porto in caffetteria, adesso che siamo sotto Natale rimane aperta fino
alle
otto»
«Bene, a dopo,
Blaine!»
«Pronto?»
«Dai, David, lo
sai che non è colpa sua, fate pace, resta
incazzato solo con me, lui non se lo merita!»
« Perché
riesci sempre a complicare tutto? Dimmi
chiaramente se provi qualcosa per lui o se era solo un altro
passatempo! Non
raccontarmi palle, lo sai che ti muore dietro da un secolo, non
usarlo.»
«Hey,
dov’è finito il mio fratellone di cioccolata che
difende la sorella a spada tratta?»
«Lexi,
rispondimi.»
«Non lo so,
Dave… questa volta è diverso, mi piace
davvero… ma forse non sarei dovuta venire a
scuola… lo sai che non ci penso mai
che è un “istituto maschile”.»
«Non mi
convinci, Alexis Thompson!»
«Dai, ti sto
facendo la faccia da cucciolo, di qua! Per favore,
non lo ammazzare! Sennò ci provo con Nick o Jeff!»
«Aaaaaaah! Le
mie orecchie! Dio ce la scampi! Piuttosto provaci
con Las, almeno è innocuo!»
«Ora che ci
penso non è per niente male… grazie
fratellone!»
David nella sua stanza
alla Dalton, si morse la lingua.
«Non era un
invito a fartelo, Lexi! Sei irrecuperabile...
–sospirò pesantemente al telefono, per farle
sentire il suo disappunto– andrò a
parlare con Thad… credo che non esca dalla sua stanza da un
paio di giorni… Fai
la brava e VAI a scuola!»
«Certo Dave!
Sarà il mio primo e unico pensiero! Ci
vediamo domani!»
«Ma domani
è mercoledì, io sono qui alla Dal-»
«Infatti…
cioè…. Ciao David!»
Il ragazzo non fece in
tempo a replicare che la ragazza
aveva già buttato giù. Si girò
sconsolato verso Wes, che stava fissando
ridendo. «Beh, se ti fa sentire meglio, io la trovo
spassosa!»
«Sei di
supporto, Wes, davvero! Andrò a dare una bella
strigliata finale a Thaddeus, quando avrò finito sono sicuro
che non la
inviterà più qui…»
Wes ridacchiò,
tornando a leggere il libro che teneva in
mano «Non fargli troppo male, sai che non te lo perdonerebbe
mai, tua
sorella!»
«Non ti
preoccupare, voglio solo che le cose tornino alla
normalità… ante-sesso fra mia sorella e
quell’essere!»
Si diresse quindi verso la
stanza di Blaine e Thad e aprì la
porta con uno scatto, felice di trovare all’interno, solo
Thad. «Noi due
dobbiamo parlare.»
Thad sbiancò,
tirandosi a sedere sul letto.
«Non ti voglio
picchiare, ci servi per le regionali.»
Thad sorrise, lievemente
sollevato, di non avvertire più l’aura
di incazzatura intorno al ragazzo di colore.
«Bene, quindi
cosa mi vuoi dire?»
David rispose, col sorriso
sulle labbra. «Semplicemente
che se metti ancora una volta le tue mani su mia sorella, supererai in
estensione vocale Hummel!»
«Cosa intendi
con mettere le mani su tua sorella? Perché io
ho intenzioni nobili!»
«Dopo quello che
hai fatto, nulla che vada al di là di…
tenersi per mano. Sì, credo che sia una concessione giusta.
Forse tra vent’anni
potrai abbracciarla. Forse.»
«Siamo a
posto?» disse Thad, tendendo una mano vero l’altro
ragazzo.
«Sei fortunato,
lo sai Harwood?» e gli strinse la mano
con un po’ più di forza del necessario, senza per
questo smettere di sorridere.
Mamma mia! In
realtà vi
vogliamo riempire di capitoli prima della grande assenza causa esami
-vado a rianimare l'amica universitaria, un attimo e sono di nuovo qui-
Ok, dovrebbe respirare
ancora. Ora
sappiamo che è da un po' che il caro Rob non appare (a
quanto
pare non è che vi dispiaccia molto) ma vogliamo dare un
volto a
questo ragazzo così che capiate come mai noi invece lo
abbiamo
vicino al cuore (:Q___) http://cdn04.cdn.socialitelife.com/wp-content/uploads/2010/03/chris-evans-shirtless-photos-03222010-10-430x666.jpg
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Capitolo 18 *** I buoni propositi di Blaine ***
ff18
Kurt
si rigirò sotto le coperte. Quello era il suo grande
debutto come Warbler solista e non stava più nella pelle.
Aveva passato la sera
a sorseggiare tisane per proteggere le sue delicate corde vocali,
mentre il
resto dei ragazzi si dava all’alcool.
«Sorgi e
splendi, dormiglione! Sono le sette e mezza e ci
dobbiamo preparare!»
Kurt balzò
giù dal letto, sorpreso
dall’eccentricità del suo
compagno di stanza. Dopo il rito mattutino per l’idratazione
della pelle, gli
arrivò un messaggio da parte del suo fidanzato.
Buongiorno
piccolo,
pronto per il gran giorno? Partiamo adesso da Lima, non vedo
l’ora di sentirti
cantare. Sarai perfetto :)
Dopo aver letto il
messaggino, Kurt sorrise tutto felice e
si avviò alla mensa, dove lo attendevano i suoi amici e
prese posto a fianco di
David, il quale stava chiacchierando con Nick.
«Quest’anno
vengono i tuoi? Magari le tue sorelle riescono
a tenere occupata la mia…»
«Penso di
sì, ma di sicuro ci sarà tutta la truppa
Sterling –poi, voltandosi verso Jeff, Nick
aggiunse– viene anche l’ultimo
marmocchio?»
Il biondo
annuì sconsolato. «Sì ci sono
tutti… e che non
si mettano ad urlare perché il fratellone è sul
palco, perché è la volta buona
che li stermino!»
«Beh,
almeno i tuoi fratelli urlano per te! Mia sorella
sbraita solo per Blaine… ogni volta che lo vede sembra un
disco rotto “Lo sai
che Blaine ha detto che ha cantato per me? Perché anche tu
non ti fai i capelli
belli come Blaine, Thad? Quando inviti Blaine a casa nostra? Quando
diventerò
grande di sicuro mi sposerò con Blaine, lo
sapevi?”» si aggiunse nella conversazione
Thad.
Kurt sorrise
curioso. «Hai una sorella, Thad?»
Il ragazzo
rispose scocciato e sospirando. «Sì,
purtroppo…
ha cinque anni, è una peste e mi fa rimpiangere i capricci
di Anderson!»
Blaine
alzò lo sguardo, sentendosi
chiamato in causa, ma subito dopo li riabbassò, concentrato
sulla propria
colazione: era in guai seri. Doveva riuscire a non far trasparire
nessun
sentimento, mentre cantava, perché sicuramente Rob sarebbe
stato fra il
pubblico…
I buoni
propositi di Blaine erano miseramente falliti. Come
al solito si era lasciato trascinare dalla musica e non era riuscito a
nascondere il suo vero io. Forse era per questo che continuava a
rimanere
dietro al palco, sperando di non incontrare Robert. Però la
fortuna non era,
evidentemente, dalla sua parte, infatti Kurt si avvicinò a
lui, proprio mentre
iniziava a sentirsi al sicuro.
«Beh,
auguri Blaine, io vado a mettere a posto la mia roba…
è stato bello duettare con te.»
Blaine sorrise a
occhi bassi, non sapendo come rispondere.
Kurt si avvicinò e lo circondò con le braccia,
posandogli un leggero bacio
sulla guancia.
Blaine
restò immobile durante tutta l’operazione,
trattenendo
il fiato e raggiungendo gradazioni di rosso mai viste su una faccia
prima d’ora.
Quando alzò gli occhi, vide Rob che circondava le spalle del
suo ragazzo e lo
portava in mezzo alla folla, bisbigliandogli qualcosa
nell’orecchio. Tirò un
sospiro e si voltò per tornare verso i dormitori, quando si
paralizzò per lo
stupore.
«Cosa
ci fai qui, papà?»
«Fuori,
immediatamente.»
disse in un sussurro.
La
signora Thomposon
si avvicinò al figlio, con un grosso sorriso stampato sul
volto. «Siete
stati magnifici, come ogni anno, tesoro! Ma… hai mica visto
Lexi? Ci è scappata
appena avete finito l’esibizione…»
David si
girò subito verso Thad, che però stava tenendo in
braccio la sorellina, litigando per qualcosa. Si rigirò
quindi verso la madre,
scrollando le spalle.
«Faccio
un giro e
intanto la cerco, appena la trovo la porto qui!» disse in un
sorriso
smagliante.
David stava
camminando in mezzo alla folla, quando venne
trascinato in un gruppo di persone.
«Daaaaavid!
Quanto sei cresciuto! Com’è che mio fratello
è
l’unico che non cresce?»
«Monique,
dai, smettila, povero Wesley!» La signora
Montgomery richiamò la figlia all’ordine.
«E’
un secolo che non ci vediamo, Mon, come va il
college?» disse David.
«Oh,
tutto bene… anche se ho delle compagne di
appartamento schizza-»
David la
interruppe, perché aveva visto con la coda
dell’occhio
sua sorella in giro per la folla. «Scusa, devo andare, sto
cercando Lexi,
come al solito! Ci vediamo nelle vacanze! Ciao!»
Mentre correva
nella direzione in cui aveva visto Lexi, venne
tirato da Nick, che era circondato dalle sue sorelle.
«David,
salvami! Sono delle arpi-»
Non fece in
tempo a terminare la frase che un ragazzo alto
con i capelli scuri gli franò addosso. Si girò
con aria truce verso il ragazzo
e lo vide intento a ingaggiare una specie di combattimento con un
biondino.
James Kirk arrivò da dietro e li prese entrambi per il
bavero della felpa. «Scusatemi, non so perché
nella mia famiglia ci debbano essere questi due
elementi… sono irrecuperabili.»
David
ridacchiò e disse «Voi siete Tyler
e…»
«Benjamin.
Perché nessuno si ricorda mai il mio nome?»
disse il biondo.
«Perché
il più bello tra i due sono io!» aggiunse
l’altro.
James
sospirò, rassegnato, quando la sua attenzione fu
attirata da una delle sorelle di Nick.
«Hey,
Nicky, perché non ci presenti i tuoi amici?»
Nick
guardò Evelyn sospettoso. «Perché lo
vuoi sapere?»
La ragazza
tirò una gomitata al fratello e si sporse verso
James. «Io sono Evelyn, loro sono le vecchie della famiglia,
Juliette e
Angelina!»
Il biondo
rispose con un sorriso interessato. «Io sono
James… ti andrebbe di prendere qualcosa da bere?»
«Ty,
io sono Ben… ti andrebbe di prendere qualcosa da
bere?» lo scimmiottò il fratello minore.
«Oh,
ma certo biondona, andiamo!»
Ridendo, i due
gemelli si presero a braccetto e si
allontanarono.
James dopo aver
sbuffato riportò l’attenzione sulla più
piccola dei Duval. «Dopo questo simpatico siparietto,
andiamo?»
La ragazza, che
stava ancora ridacchiando, annuì.
Nick si
girò sconsolato verso David, che aveva assistito alla
scena.
«No
no! Io ho già una sorella a cui badare! Pensa
positivo, Kirk è un bravo ragazzo!»
David si
allontanò prima di sentire le maledizioni di Duval
contro la discendenza Kirk.
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Capitolo 19 *** IO NON SONO TROPPO GIOVANE! ***
ff18
Tom si era appena alzato
dal suo posto quando si sentì
trattenere per una spalla da una mano possente.
«Signor Reed,
sappia che la sua punizione non è ancora
finita e che al ritorno dalle vacanze dovrete venire, lei e il suo
amico
Anderson, nel mio ufficio.
La pregherei
di avvisarlo lei.» il professor Pipe si girò
stringendosi nel cappotto e si
dileguò nella folla.
Il biondino
sbuffò sonoramente e si sistemò la frangetta.
Poi si avviò verso l’uscita, dove aveva scorto
Blaine poco prima.
Giunto fuori, si
guardò intorno per trovare il suo amico e
lo vide subito, con un uomo che lo strattonava per un braccio.
Thomas decise di
avvicinarsi comunque, per riferire il
messaggio di Pipe e prima di poter far notare la sua presenza,
captò
involontariamente una parte della conversazione che i due stavano
avendo.
«Pensi che sia
uno stupido? Pensi che non abbia visto
come guardavi quell’altro finocchio?! Te lo puoi anche
scordare di andare in
vacanza con quel gruppo di checche!»
Blaine inciampò
nei suoi piedi e seguì l’uomo a testa bassa,
senza avere la forza di ribattere.
Fu in quel momento che Tom
decise di farsi notare, tossendo
leggermente. «Ehm, Blaine! Scusa se ti disturbo…
mi ha appena fermato Pipe e
dice che lo dobbiamo incontrare al ritorno dalle vacanze nel suo
ufficio!»
Appena il padre di Blaine
vide l’altro ragazzo, lasciò il
braccio del figlio.
«Ehm…
grazie Thomas.»
Il biondino gli sorrise e
tornò sui suoi passi, rientrando
nell’edificio, per trovare la sua famiglia.
«Adesso
va’ a prendere la tua
roba e avverti pure i tuoi amichetti che quest’anno rimani a
casa. Fai in fretta,
ti aspetto in macchina.»
«Non mi piace
come ti ronza attorno Blaine, lo sai, vero
Kurt?» Robert bisbigliò nell’orecchio
del suo ragazzo.
«Sei adorabile
quando sei geloso, lo sai? Lo fai
apposta?» gli rispose il soprano.
Robert lo
guardò con uno sguardo serio. «Stavo dicendo
davvero! Non dovresti incoraggiarlo così!»
«Ma lo sai che
io amo solo te! E poi non lo sto
incoraggiando! Perché? Non ti fidi di me?»
Robert roteò
gli occhi. «Kurt, lo sai che non è
così! E’
che non mi fid-»
Non riuscì a
terminare la frase, che Kurt lo attirò a sé,
prendendolo dal bavero della giaccia e gli diede un bacio sulle labbra.
«Perché
non lasciamo fuori da queste vacanze Blaine? Voglio stare un
po’ con te… con il
trasferimento e tutto non ci vediamo da tantissimo.»
«Ma stai per
andare a fare una vacanza con lui! Come mi
posso fidare? Quel ragazzo ti spoglia con gli occhi!»
«Non dire
idiozie! Comunque, se ti fa sentire meglio,
avevo intenzione di chiedere a Jesse se potevi
unirti…»
«Davvero? -il
ragazzo gli fece un enorme sorriso- Sarebbe
fantastico!»
Burt Hummel si
avvicinò alla coppietta e si schiarì la voce.
«Kurt, magari vai a prendere le tue valigie, così
torniamo a casa?»
«Uhm…
Ok!» Kurt si appropinquò verso i dormitori,
tenendo ancora per mano Rob.
Robert si stupì
del caos che regnava al terzo piano, lui era
sempre stato al primo e lì tutti sembravano più
calmi. Era appena entrato nel
corridoio, quando una scheggia dai capelli dorati si scontrò
contro le sue
gambe. Un bambino di al massimo quattro o cinque anni gli era appena
caduto sui
piedi! Robert si chinò per tirarlo su, ma non appena gli
prese le braccia, il
bambino scoppiò disperatamente in lacrime. Kurt si
accovacciò per portargli un
po’ di conforto, ma il bambino lo guardò e
iniziò ad urlare ancora più forte.
Gli strepiti richiamarono l’attenzione di un altro biondo,
che stava tenendo in
braccio un bebè… sempre biondo.
«Martin,
smettila di frignare o finisci in castigo! -il
bambino si zittì in un secondo- Scusatemi, non riusciamo mai
a tenerlo
buono!»
Jeff tirò la
testa fuori dalla sua stanza e chiamò il più
piccolino. «Martiiiin! Vieni Martin! Andiamo a rubare le
caramelle a Trent,
tanto se n’è già andato!» Il
bambino sorrise alla volta del fratello
maggiore e si avviò trotterellando verso di lui, tendendogli
una manina.
Daniel scosse la testa
«Certo che se poi ci si mette
anche Jeff, a fare il bambino…»
«Perché
tu sei un uomo tutto d’un pezzo, vero
Sterling?» un ragazzo dagli occhi particolarmente azzurri
posò una mano
sulla spalla del biondo.
«Oh! Anche tu
qua, Hudson!»
«Certo! Bisogna
studiare il campo di battaglia, per l’anno
prossimo, no?»
I due scoppiarono a
ridere, mentre Robert e Kurt li
superarono, addentrandosi nel corridoio, solo per trovarsi davanti ad
un’altra
scena ancora più strampalata.
«Ti do cinque
dollari se salti sulle valigie di tuo fratello,
ci stai?»
Las stava cercando di
corrompere Franklin, il piccolo di
casa Wilson. «Affare fatto… ma voglio che mi
difendi da Fly-fly, se si
arrabbia!»
Gli occhi di Nicholas si
illuminarono a sentire il
soprannome. «Sai una cosa, Frank? Hai già fatto
abbastanza, tieni i tuoi
cinque dollari!» E voltandosi urlò.
«FLY-FLY! Hai finito le valigie?»
Un Flint allibito si
girò a fissare prima Las e poi suo
fratello, che aveva ancora i cinque dollari in mano. Si alzò
con fare
minaccioso. «Questa me la paghi, Frank!»
«Mamma e
papà ti stanno aspettando! Sbrigati, Flint! E
smettila di maltrattare Franklin!» Un’alta ragazza
dai capelli castani entrò
nella Blue Room e prese per mano il fratellino più piccolo.
Rob, che aveva assistito
alla scena, si girò verso Kurt e
gli chiese «Ma c’è qualcuno di normale
qui dentro?!»
«Non era
così quando c’eri tu?»
«No! Noi eravamo
qui per STUDIARE non per corrompere i
fratelli degli altri!»
Kurt si strinse nelle
spalle. In fondo a lui quella pazzia
piaceva e non si poteva dire che non studiassero, come amavano dire
Nick e Jeff...
loro “studiavano con stile”.
Dopo i vari incontri, Kurt
approdò nella sua camera e iniziò
a preparare le valigie. Una volta nella sua stanza, gli
venne in mente che avrebbe dovuto chiedere il
permesso di portare un ospite a capodanno. Si girò, quindi,
verso il compagno
di stanza che stava giocando con una pallina contro il soffitto e gli
chiese.
«Sarebbe un
problema se Rob salisse con noi a
capodanno?» Rob da dietro la schiena di Kurt sorrise a
trentadue denti.
Jesse aveva appena girato
la testa per rispondere a Kurt,
quando Blaine aprì di scatto la porta, facendolo alzare di
scatto per lo
spavento. Il moro rimase davanti sull’uscio a testa bassa e
disse «Scusa
Jesse, ma sono successi degli imprevisti e non posso più
salire per capodanno…
spero che non ci siano problemi, se disdico
adesso…» dopo aver parlato,
rimase fermo in attesa di una risposta.
«No, non
c’è problema, figurati… Solo mi
dispiace che non
ci sarai… tutto bene?»
«Sì
sì, sì sì, allora grazie, buone
feste!» E girò sui
tacchi, senza neanche sollevare lo sguardo per incontrare gli occhi
preoccupati
di Kurt.
Jesse si alzò
in piedi e sorrise a Kurt. «Beh, direi che
si è appena liberato un posto… partiamo il 28,
siate puntuali!» Poi prese la
sua valigia e uscì dalla stanza.
Robert guardò
affettuosamente il suo ragazzo e gli disse «Ora sono
decisamente sollevato! Senza quel tappo fra i piedi! Anche se devo
ammettere che è stato strano… persino per i suoi
standard!»
«Beh,
sai una cosa? Non fa
niente, passeremo un perfetto capodanno, mister Black!» E poi
si alzò in
punta di piedi per baciarlo. Rob lo avvolse con le braccia e lo fece
sdraiare sul
letto, sopra di sé.
«E questa
è la stanza del ragazzo di Rob!»
«Ma come? Non
era il tuo, di ragazzo?»
«Quante volte
che te lo devo dire che non sono gay?»
Andrew colpì il suo fratello con uno scappellotto.
«Eeeeh, ma
è così, a sentimento!»
«Anthony, non
sono gay!»
«Quante volte te
l’ho detto? Chiamami Ton-» e si
interruppe bruscamente alla vista di quello che stava succedendo nella
stanza.
Andrew premette le mani
sugli occhi del fratello minore,
urlando «NO! SEI TROPPO GIOVANE E PURO PER QUESTE COSE! E VOI
DUE SCHIFOSI!
NON POTEVATE PRENDERVI UNA STANZA?»
Kurt si sollevò
sui gomiti e guardò male Drew «Ma questa
E’ la mia stanza!»
«E soprattutto,
IO NON SONO TROPPO GIOVANE! – Oh mio dio!
Me lo potevi dire che stavano per scopare!» e si
rintanò di nuovo dietro
alle mani del fratello.
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Capitolo 20 *** Io sono infelice ***
Blaine
attraversò i cancelli della Dalton trascinando la sua
valigia, ringraziando il cielo che le vacanze fossero finalmente
terminate. Era
arrivato alla scuola molto in anticipo rispetto all’inizio
delle lezioni perché
voleva sistemare le sue cose con calma, ma soprattutto
perché voleva finalmente
tornare a respirare senza che qualcuno lo controllasse continuamente o
gli
dicesse cosa fare. Il terzo piano era ancora silenzioso visto che era
l’unico
ad essere arrivato così presto, il corridoio sembrava
irreale spogliato delle
urla e schiamazzi che erano soliti ogni mattina. Blaine chiuse la porta
della
Pink room deciso a dirigersi verso la caffetteria, nel girarsi per
attraversare
il corridoio non potè fare a meno di soffermarsi sulla porta
della Ghost room.
Kurt. Non riusciva a smettere di pensare a lui e a tutti i messaggi
preoccupati
che aveva ricevuto da parte sua, ma non aveva avuto il coraggio di
rispondergli
come poteva dirgli che la causa di tutti i suoi problemi era lui e quei
suoi
dannatissimi occhi azzurri? Il suono del suo cellulare lo riscosse dai
propri
pensieri.
Ehi sei già a scuola?
Io sono appena arrivato! –Tom
Blaine
sorrise allo schermo e rispose al messaggio.
Ci vediamo dalla tua
camera! Ho bisogno di una chiacchierata di incoraggiamento ho deciso di
fare
come mi hai detto!
-B.
Mentre
si incamminava verso il secondo piano la risposta non
tardò ad arrivare
«Ecco
lo sapevo! Arriveremo in ritardo!»
«Kurt
manca più di un ora all’inizio delle lezioni e
siamo già per strada!» Rispose Rob con un sorriso,
mentre l’altro
incrociando le braccia gli gettò un occhiata torva.
«E’
solo che volevo sistemarmi comodamente, e poi volevo
cercare Blaine! E dalla festa di Natale che non lo sento e non ha
risposto ai
miei messaggi!»
«Bhè,
meglio così no? Non hai notato quanto ci siamo
divertiti senza quell’hobbit in mezzo ai piedi?»
disse Rob sporgendosi verso
il suo ragazzo e allargando ancora di più il proprio sorriso.
«Ci
saremmo divertiti anche se ci fosse stato lui, Rob!
Smettila di scaricare la tua rabbia su di lui!» rispose Kurt
con un tono un
po’ irritato.
«Dico
solo quello che penso!» ribatté Rob con un
alzata di spalle ed aggiunse ruotando la testa e avvicinandosi al
più piccolo «E’ anche per questo che mi
ami!»
Kurt non
riuscì a trattenere una
risata «E’ anche per questo che ti amo!»
«Allora,
vediamo un po’ la lista…» Nick
tirò fuori
dalla cartella un taccuino e si mise una matita dietro
l’orecchio, Jeff intanto
lo osservava in attesa di ordini. Duval
iniziò una lista infinita di “cose
necessarie” e a ogni nome Sterling
rispondeva in modo affermativo spostando la “merce”
da fuori la finestra a
dentro la stanza.
«Cavatappi?»
Jeff
si girò sorpreso
con la bocca spalancata «Manca!»
Nick
alzò lo sguardo dal taccuino e spalancò gli
occhi, non
riusciva a credere alle proprie orecchie «Jeff! Era
di tua competenza!»
«Ho
capito vado subito! Tu
intanto riunisci gli altri nella stanza di John, abbiamo tutte le foto
da
vedere!»
Blaine
prese un bel respiro, si decise a bussare ed aprì la
porta.
«Ciao
Kurt, speravo di poterti parlare» disse il moro
con un sorriso.
Kurt
sollevò lo sguardo dal laptop su cui stava scrivendo.
«Ciao Blaine, dimmi tutto! Devo raccontarti tutte le vacanze
di capodanno...
sono dei pazzi! Come stai, a proposito?»
Blaine
abbassò lo sguardo e dopo un profondo respiro per
prendere coraggio, alzò gli occhi e li incatenò a
quelli azzurri di Kurt.
«Siamo
sempre stati
sinceri tra di noi, giusto?»
«Non
ti ho mai
nascosto nulla. Tu piuttosto, dove sei stato tutte le
vacanze?»
La
domanda di Kurt fece vacillare la determinazione di
Blaine che si ritrovò di nuovo ad abbassare lo sguardo. Il
più piccolo scosse
la testa per allontanare i ricordi delle proprie vacanze
«Andiamo,
non fare il bambino, dimmi quello che mi devi
dire.»
«Dalla
festa di
Natale non sono più stato sincero con te, Kurt.»
«E'
sempre bello sentirselo dire.»
«Io...
io voglio
essere sincero adesso, non mi importa delle conseguenze, pensavo che
mentendo
tu saresti stato meglio ma io mi sentivo infelice. Io sono
infelice.»
«Non
puoi far finta che io non esista per due settimane e
poi venirmi a dire che l'hai fatto per me. E fatto cosa
poi? -Kurt si alzò e si avvicinò a
Blaine- Cosa? Mi hai ignorato come se fossi l'ultimo dei tuoi pensieri,
dopo
tutto quello che abbiamo condiviso. Pensavo che avessimo un rapporto
speciale,
io e te. E invece non vali niente.»
«Io
sono innamorato di te!» Blaine si ritrovò a urlare
le parole che gli erano vagate per la mente per tutte le vacanze.
Kurt
restò a bocca aperta. Nella sua testa sentiva soltanto
risuonare quelle parole. Blaine?
Il SUO
Blaine? e dire che se ne sarebbe potuto accorgere... in fondo sarebbe
stato da
stupidi negare la scintilla di consapevolezza che aveva intravisto nei
suoi
occhi, mentre cantavano Baby it's cold outside. Solo che... non se lo
aspettava. Sperava di non doverlo sentire , che Blaine continuasse a
tenerlo
per sè. Per rendersi la vita più semplice, per
evitare di dovergli dire quelle
cose che sapeva lo avrebbero ferito a morte. Lui non lo amava. Lui
amava
Robert, o per lo meno era la cosa più vicina all'amore che
avesse mai provato.
«Non
mi sembra il caso, Blaine. Lo sai anche tu. Io amo
Robert.» e mentalmente, nella sua testa, aggiunse Credo.
Sebbene
si fosse preparato, le parole di Kurt colpirono
Blaine al petto come un proiettile. Il moro fece due passi indietro,
abbassando
lo sguardo «Ca-capisco... io... io dovevo almeno
provare»
Kurt
fece per avanzare, tendendo la mano verso quello che
non poteva più considerare solo un amico.
«Blaine,
aspetta-»
La
porta si aprì e un gioioso Nick entrò urlando
«Tutti
nella Theatre! Festa grande!»
Blaine
approfittò della distrazione per uscire dalla porta.
Kurt rimase così, col braccio a mezz'aria, cercando di
ricomporre quello che si
era appena spezzato nel suo cuore. Come la consapevolezza che niente
sarebbe
più stato come prima.
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Capitolo 21 *** Tu ne vali la pena ***
Blaine
a testa bassa si diresse il più
lontano possibile da Kurt e andò al secondo piano, sperando
di trovare Tom per
potersi sfogare. Bussò alla porta e
entrò nella
stanza, senza guardare chi c’era dentro. Appena
entrò, si girarono
tre individui. Sembravano molto impegnati a giocare alla Playstation e
Blaine
riconobbe uno dei tre che era del suo anno, anche se non riusciva a
ricordarsi
il nome. Era un ragazzo abbastanza alto dai capelli corti neri che non
si
separava mai dalle sue grosse, cuffie verde fluo. Kurt sarebbe
rabbrividito e
si sarebbe dilungato dieci minuti nello spiegare perché,
PERCHE’ il verde fluo
e il blu della divisa non potevano assolutamente stare vicini. Blaine
scosse la
testa per smettere di pensare a Kurt. Non poteva permetterselo, o si
sarebbe
messo a piangere come un bambino.
Così
si concentrò sugli altri due ragazzi.
Gli sembrò di averli già visti in giro per i
corridoi. Uno era mezzo sdraiato
sul letto, intento a ridacchiare dell’altro ragazzo, che era
agitatissimo per
l’esito della partita e portava la cravatta come una fascia
per la testa,
allacciata dietro alla nuca.
Blaine
si schiarì la voce «Ehm, scusate
ragazzi… c’è mica Thomas?»
I
tre si girarono in contemporanea «Tu
sei Blaine, vero?» disse quello con la cravatta in testa.
«Sì...
chi di voi è il compagno di
stanza di Thomas?»
Sempre
lo stesso ragazzo si alzò con un
sorriso smagliante e andò ad abbracciare Blaine
«Benvenuto in famiglia,
Blaine! Io sono Theodore Berg, puoi chiamarmi Ted, Berg o Sua
Eccellenza.
Scegli quello che preferisci! Lui è il mio socio
d’affari, JJ -e accennò col
capo a quello sdraiato sul letto che alzò una mano in segno
di saluto- e quello
con le cuffie è il nostro campione. SIGNORE E SIGNORI, UN
GRANDE APPLAUSO PER
BARTHOLOMEW QUENTINS! Sì, dimentica il
Bartholomew… e anche Uentins. Lo
chiamiamo Q. comunque, ora ti illustr-»
«Berg,
stai zitto, lo stai
traumatizzando!» Thomas entrò nella stanza giusto
in tempo per vedere
l’espressione sperduta di Blaine e poi si rivolse al moro
«Vedo che hai
conosciuto il mio inferno personale… Non potevo mica avere
degli amici
furbi» Poi lo guardò negli occhi e Blaine gli
rivolse uno sguardo con gli
occhi lucidi.
«Aaaaah
no! Fiuto problemi di cuore.
Ok, tutti al campetto. Blaine, dimmi che sei in grado di tenere in mano
un
pallone!» disse JJ.
Blaine,
sempre più sperduto, annuì e si
lasciò condurre fuori dalla camera. Mentre raggiungevano il
campetto, Thomas lo
prese da parte e gli sussurrò, nell’orecchio
«Sei sicuro di voler giocare?
Non è andata, giusto? Se non vuoi parlarne in loro presenza,
possiamo andare a prenderci
un caffè…»
Blaine
scosse la testa «No, non serve!
Credo che mi piacciano abbastanza i tuoi amici, Thomas»
Il
biondino gli sorrise «Ma non la
possiamo smettere con “Thomas”? Mi vuoi chiamare
Tom?»
«Ma…
Tom fa troppo tu-sai-chi!»
Blaine rimase assorto un momento
«Al massimo ti
posso chiamare Tommy!»
«Ma
mi ci chiamavano all’asilo!»
Soddisfatto
allora Blaine disse «Sì,
penso proprio che andrà bene. Tommy. Senti come suona
bene!»
Il
biondino sbuffò,
fingendosi infastidito e prese Blaine sotto braccio «Andiamo
va! E, tornando
all’argomento di prima, non sentirti in imbarazzo davanti a
loro. Ciò che si
dice al campetto rimane al campetto» e gli strizzò
l’occhio.
Nick
trascinò Kurt nella Thatre room e Wes gli si
avvicinò e gli urlò, per
sovrastare il frastuono della musica «Ma Blaine non viene
qui? Non era con
te?»
Kurt
scosse la testa, fingendo di non sapere il perché di quella
dolorosa assenza.
Si andò a sedere su uno dei letti e si mise le mani fra i
capelli, cercando di
capire perché si sentiva tremare così tanto il
cuore.
Drew,
che dall’altra parte della stanza aveva visto lo strano
comportamento del
ragazzo, prese il telefono in mano e scrisse un sms a Robert.
Che
cosa hai
combinato stavolta, cazzone? Kurt è a pezzi.
Neanche
un secondo dopo gli arrivò la risposta.
???
Sto
arrivando.
Andrew
scrollò le spalle e mise via il telefono, giusto in tempo
per sentire Jeff che
urlava «DOPO UNA ATTENTA CERNITA, IO E IL MIO COMPAGNO QUI -e
Nick fece un
mezzo inchino- ABBIAMO SCELTO LE 100 FOTO PIU’ BRUTTE DI
CAPODANNO. E STIAMO
PER PROPORVELE IN CLASSIFICA. PRONTI? Nick, a lei la scena.»
«Non
per anticipare niente, ma Kurt, sei stato il più
premiato… non che il tuo
ragazzo sia stato da meno! Che coppia di giovani promesse!»
disse Nick,
mettendosi le mani al cuore e sospirando con fare estasiato.
Kurt
si nascose il volto arrossendo e prego tutti gli stilisti che non
stesse
succedendo realmente a lui.
Erano
alla foto classificata come 24°, quando Kurt si
sentì vibrare la tasca dei
pantaloni. Guardò il cellulare, pregando che non fosse un
tentativo di Blaine
di chiamarlo. Guardò il display e rispose con un sospiro.
«Ciao
Rob!» disse con voce spenta.
«Kurt,
dimmi solo se è stato Blaine.»
«Chi
altri potrebbe essere stato? - e solo dopo aver pronunciato quelle
parole, si
rese conto di aver parlato forse a sproposito -
perché?»
«Non
ti preoccupare, ci sentiamo più tardi!»
«No,
aspetta!-» Kurt guardò
stralunato il telefono. Gli aveva attaccato il telefono in faccia.
Decisamente
quella non era la sua giornata.
Blaine
non aveva mai apprezzato così tanto giocare a pallacanestro,
ma forse, non
aveva mai apprezzato così tanto la compagnia di un gruppo
dove non c’era
bisogno di pensare a Kurt. Sebbene la delusione fosse ancora
lì e si sentisse
ancora un groppo in gola ogni volta che pensava a Kurt, poteva dire di
essersi
divertito. Solo sperava di riuscire a parlare, prima di sera, da solo
con
Tommy, per potersi veramente lasciar andare.
Il
momento propizio arrivò quando i tre decisero di avere fame
e di volere da
mangiare. Blaine e Thomas rimasero seduti a bordo campo, per riprendere
fiato e
parlare un po’.
«Adesso
mi dici come è andata?»
Blaine
lo guardò con gli occhi tristi e, pur cercando di
trattenersi, non riuscì a
fermare le lacrime dal riempirgli gli occhi.
«COSI’
male?»
Il
moro abbassò la testa e si asciugò le lacrime con
il dorso della mano. In quel
momento, Tommy si avvicinò a lui e lo circondò
con le braccia, accarezzandogli
la schiena. Poi abbassò il viso fino a guardarlo dritto
negli occhi, gli asciugò
con il pollice una lacrima e gli posò un bacio sulla guancia.
Stettero
così per ancora un paio di minuti, fino a quando i ragazzi
non tornarono in
palestra.
«Ma
diavolo! Vi lasciamo due minuti e mi diventate sentimentali?»
Thomas
scoccò un’occhiataccia a Berg, ma Blaine invece
ridacchiò e si mise in piedi,
offrendo una mano a Tommy per rialzarsi.
«Grazie
ragazzi. Siete fantastici.»
«Ma
così ci fai commuovere anche a noi!» disse JJ e
Berg aggiunse «Sì, ma
adesso bando alle ciance, che ne dite di tornare ai dormitori? Facciamo
una
partita a Nba alla Play e andiamo a mensa?»
«Ma
avete appena mangiato!»
«Noi
non siamo giocatori di football, Tom! Noi CONSUMIAMO! -fece un
occhiolino a
Blaine- Senza offesa, eh!» e poi, rivolgendosi al biondino
«Per te invece
l’offesa c’è!» Gli
lanciò la palla da basket e iniziò a correre
verso il
centro del campo.
Avevano
appena iniziato una specie di partita a palla prigioniera con pallone
da
basket, quando la porta della palestra si aprì e, per la
seconda volta in
neanche tre mesi, Blaine incrociò lo sguardo inviperito di
Robert.
Blaine
rimase impietrito e si fermò a fissarlo. L’uomo
gli si avvicinò a grandi
falcate e lo prese per il bavero della maglietta.
«Questa
volta ti spacco la faccia, Anderson.»
Tom
fermò il pallone e guardò velocemente i suoi tre
amici, che
già si stavano scrocchiando le dita.
Berg
si avvicinò a Rob e gli mise una mano sulla spalla,
spingendolo indietro di
qualche centimetro «Hey, hai qualche problema,
amico?» gli disse con un
sorriso.
Nel
frattempo, Tommy si era accostato a Blaine e gli teneva una mano sul
petto, per
proteggerlo. Blaine fece per scostarlo, ma Tommy scosse la testa e fece
ancora
un passo avanti.
«Non
ho niente contro di voi, è lui il mio problema.»
Caricò un pugno contro
Blaine, che aveva già chiuso gli occhi aspettando
l’impatto. Ma Tommy si infilò
tra i due, spingendo il moro indietro che, stupito, aprì gli
occhi e vide il
biondo accusare il colpo al posto suo.
«Caro
signor non so chi tu sia, direi che adesso hai un problema anche con
noi. Quindi
è pregato di levare le tende, prima che sia troppo
tardi.»
Robert
valutò le sue alternative. Era solo contro quattro di cui
due di almeno 10 cm
più alti di lui. «Non ne vali la pena,
Anderson.»
Mentre
Robert si allontanava dal gruppo, Berg gli urlò da dietro
«Uuh uuuh, il
bambino va a piangere dalla mamma!»
Thomas
lo fulminò con lo sguardo e scosse la testa. Poi si
girò verso Blaine, che era
di nuovo sull’orlo delle lacrime.
«Blaine,
stai bene?»
«Ma
hai preso tu il pugno!»
«Tu
ne vali la pena, Blaine.» gli disse con un sorriso.
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Capitolo 22 *** Ho bisogno di tempo ***
Blaine strinse i pugni,
cercando di non essere troppo
precipitoso a trarre le conclusioni. Ma non potevano esserci altre
possibilità.
Quella serpe di Kurt aveva raccontato a Robert quello che gli aveva
detto. Per
la prima volta in quella giornata non si sentiva triste ma solo
arrabbiato
all’inverosimile.
Stava correndo attraverso
il cortile interno, mentre pensava
alla cattiveria gratuita di Kurt. Erano comunque amici e si fidava di
lui.
Perché aveva dovuto spifferare tutto a Robert? Pur
conoscendo i trascorsi. Si
scaraventò nell’atrio e salì i gradini
a due a due. Tommy era dietro di lui e
cercava di raggiungerlo, per evitargli quell’inutile testa a
testa, ma non
riuscì a fermarlo prima che raggiungesse la porta di Kurt.
Blaine fece un respiro
profondo e aprì la porta
violentemente.
«Credevo che
avessi almeno la decenza di non dirlo a
nessuno. Mi fidavo di te. Spero almeno che tu abbia tenuto la bocca
chiusa con
gli altri.»
Kurt lo guardò
interrogativo. Era la seconda volta che
Blaine si precipitava in camera sua quel giorno. E poi capì
perché. Un biondino
con un’evidente segno rosso sullo zigomo si
materializzò sulla porta dietro al
moro. Robert se l’era presa, senza neanche sapere
cos’era successo. Abbassò lo
sguardo e poi puntò gli occhi in quelli di Blaine,
aspettando il resto della
sfuriata.
Ma Tommy
circondò le spalle di Blaine con un braccio e lo
trascinò fuori dallo specchio della porta. E Kurt
poté benissimo distinguere la
conversazione che si stava tenendo fuori.
«Blaine,
andiamo.
Smettila.»
«Tommy, ti ha
tirato un pugno! E prima delle vacanze mi è
venuto a cercare negli spogliatoi e mi ha pestato!»
Il soprano si
alzò di scatto e si affacciò
sull’uscio. «Blaine… Io non ne
sapevo-»
Il
moro si girò verso Kurt e
puntandogli un dito al petto gli disse «Stai lontano da
me!» Poi gli
diede la schiena e si avviò giù per le scale, per
andare a sbollire la rabbia.
Kurt
rimase sulla
porta e guardò interrogativo Thomas, che si era voltato
verso di lui, prima di
scendere le scale. Il biondo lo guardò con disprezzo
«Perché gli hai fatto
questo? Non capisco perché sia così tanto
innamorato di te, quando tutto quello
che fai è prenderlo in giro e farlo picchiare dal tuo
fidanzato. Credi davvero
di interessare anche un minimo a quell’energumeno? Credi
davvero che sia con te
per quello che sei? Li conosco i tipi come lui. Ti fanno sentire bene e
non
appena ottengono quello che vogliono, svaniscono nel nulla. Hai
già scoperto
quello che vuole, Kurt? Spero per te che Blaine non provi
più nulla per te,
quando verrai scaricato da Robert. Non te lo meriti.» dopo
aver pronunciato
queste parole, iniziò a scendere le scale.
Ma Kurt lo rincorse e lo
bloccò a metà della rampa «Allora, mio
caro signor “so tutto io”, tu non sai un accidenti
del MIO
rapporto col MIO fidanzato e non permetterti mai più di
giudicarlo e
giudicarci. Tu non sei nessuno per me e non lo sei neanche per Blaine,
visto
che ti sta così tanto a cuore. Credi che non
l’abbia capito? Ti piace. Ti piace
così tanto che ti sei preso un pugno in faccia per farci
bella figura! Lo vedono
tutti che gli stai morendo dietro e lui non ha neanche le palle di fare
coming-out! Durante le vacanze è riuscito solo a nascondersi
come un
viglia-»
Tommy
decise che aveva sentito
abbastanza. Non si sarebbe lasciato insultare da una checca isterica.
Si avvicinò
a Kurt e gli tirò uno schiaffo sulla guancia. Poi gli
voltò le spalle e scese
le scale.
Wes si
allontanò velocemente dalla porta da dove aveva
origliato tutta la conversazione. Si sedette sul letto, aspettando il
ritorno
del suo migliore amico, per poter discutere dell’accaduto. Ma
sarebbe stato abbastanza
comprensivo David? O forse avrebbe fatto meglio a dirlo anche agli
altri
Warblers? Di sicuro le regionali non sarebbero state facili. Mentre si
perdeva
in questi pensieri, la porta sbatté e si ritrovò
davanti Lexi «Ciao Wesley!
Chi è quel biondino che scendeva dalle scale? Un nuovo
acquisto degli Warblers?
Me lo presenti?»
«E’ un
nuovo amico di Blaine… e credo che non giochi per la
tua squadra, a quanto ho capito.»
«Oh, tranquillo!
Io cambio tifoseria a seconda delle
occasion… Oh, QUELLA tifoseria… Beh, non ho
problemi lo stesso! Con una pillola
tutti i problemi si risolvono –gli strizzò
l’occhio e con tono complice
aggiunse– non una parola con Thad, vero?»
Wes la guardò
sorridendo «Non so se essere spaventato o
divertito… Ma per quale motivo, precisamente, sei qui,
LEXI?»
«Ho fatto un
brutto sogno e volevo il mio fratello di
cioccolato…»
«Lexi, qual
è il vero motivo?»
«Forse
avevo bisogno di una
scusa per non andare a scuola domani, o forse per vedere Thad in
pigiama… Beh,
è stato bello Wes, ci vediamo dopo… ehm,
domani!»
Blaine si
catapultò giù dal suv nero di suo padre, senza
nemmeno salutarlo. Era più di una settimana che suo
padre continuava a
trascinarlo a stupidi eventi pomeridiani pieni di ragazze giulive e
uomini d’affari.
Ed era passata più di una settimana da quando si era
dichiarato a Kurt e aveva
litigato con Tommy per ciò che aveva fatto. Non si era mai
sentito così fuori
posto. Ovunque andasse non riusciva ad essere realmente se stesso,
né a casa, né
a scuola, dove doveva fingere che tutto andasse bene.
Mentre correva si sentì vibrare la tasta dei pantaloni.
Lesse velocemente il
messaggio, sbuffando e digitando una breve risposta.
Blaine,
per favore, mi
spiace, non volevo dargli uno schiaffo, parliamo, ti prego! –T
Ho
bisogno di tempo… e
tu non sei più di aiuto… Mi farò
sentire io. Ciao –B
Aprì la porta
della sala prove degli Warlbers e, per l’ennesima
volta, vide che erano già tutti riuniti e stavano provando
le armonizzazioni.
«Oh, guardate
chi si è degnato di venire! Anderson, è
tutta la settimana che arrivi in ritardo, sbagli le coreografie e ti
manca il
fiato a metà canzone! Vedi di rimediare, se non te la senti
vedi di dircelo
prima del giorno delle Regionali, grazie! E adesso, mettiti nei ranghi,
abbiamo
già perso abbastanza tempo.»
Blaine abbassò
lo sguardo e, stringendosi nelle spalle con
una smorfia di dolore si posizionò in prima fila, cercando
di evitare lo
sguardo di Kurt che aveva intercettato. Poi come preso da un brivido di
consapevolezza, si sistemò meglio il colletto della camicia
e si strinse il
nodo della cravatta, per coprire il segno che aveva sul collo.
Ebbene sì,
pensavate che fossimo morte, in realtà... è tutto
vero. Lo studio e la depressione post esami ci stanno ammazzando e
quindi questo è quello che siamo riuscite a produrre (siate
consapevoli che, durante la stesura del capitolo, sono uscite fuori
delle idee che voi umani non potete neanche immaginare e che
probabilmente non saremo mai in grado di mettere per iscritto, quindi
CICCIA) Comunque, fateci sapere qualsiasi cosa riguardo a quello che
avete letto e, soprattutto COMPLIMENTI PER IL CORAGGIO di essere
arrivati a leggere fino a qua. Grazie :')
Bye! Alla prossima (fra
qualche mese... di sicuro in questo decennio). Kisses!
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Capitolo 23 *** E' un nostro AMICO ***
Blaine aveva dato il
meglio di sé, però doveva ammettere che
le New Direction erano state esplosive. Oltrepassò la porta
del camerino e, dal
nulla, sentì qualcuno che lo spingeva forte.
«TU! Lurido nano
maledetto! E’ tutta colpa TUA! Se fossi
venuto a tutte le prove e ci avessi almeno provato un pochino! E invece
no! Hai
deciso che non eravamo abbastanza importanti per te! Che preferivi
startene a
casa davanti alla tv tutto il giorno, invece di provare con
noi!»
Blaine si rimise in
equilibrio e si rivolse a Thad «Pensi
davvero che non siate importanti per me? Pensi davvero che non
preferirei stare
con voi, ma –digrignò i denti per trattenere le
parole che stavano per uscire
dalla sua bocca– Sai una cosa? Forse hai ragione! Me ne vado
dagli Warblers,
così potrai finalmente ottenere il posto da solista che vuoi
da quando sei
qui!»
«Bene!
Così forse inizieremo a vincere qualche
competizione!»
«Bene!»
Mentre pronunciava la sua ultima parola come
membro degli Warbler, sotto lo sguardo allibito dei suoi ormai
ex-compagni,
uscì dal camerino e a testa alta si diresse verso
l’esterno dell’edificio.
Nel frattempo, Rob stava
andando di buon lena verso i
camerini, per vedere come Kurt aveva incassato il colpo della
sconfitta, quando
incrociò Blaine e gli sembrò una buona idea per
tirargli uno spintone con la
spalla. In fondo era lui che aveva rovinato tutta
l’esibizione per cui Kurt si
era preparato per settimane. Ma c’era da aspettarselo. Blaine
non era altro che
un idiota che voleva stare sempre al centro dell’attenzione,
pur non essendo
neanche lontanamente al livello di altri ragazzi del Glee Club, come,
per
esempio, il suo Kurt. Quello che Robert non si sarebbe mai aspettato,
però, era
di ritrovarsi sdraiato a terra, con un nano a cavalcioni, deciso a
rifargli i
connotati.
Blaine riuscì a
sferrare solo alcuni decisi pugni sul viso
dell’uomo e a rompergli un labbro, prima che la situazione si
ribaltasse e che
il mondo intorno a lui iniziasse a diventare sempre più
sfumato e scuro. Sentì
la sua testa sbattere contro il duro pavimento di marmo dei corridoi
dietro al
palco e poi iniziò a sentirsi fischiare le orecchie in
maniera sempre più
intensa. Non appena sentì di non avere più nessun
peso su di sé, si lasciò
andare al senso di incoscienza. Non sentì più
nulla, fino a quando non udì una
voce femminile. Ma per quanto era svenuto?
«Hey? Blaine?
–Lexi gli schioccò le dita davanti al
viso–
E TU LEVATI DAI COGLIONI, PRIMA CHE TI FACCIA MALE SUL SERIO!»
Robert si
allontanò indietreggiando «Ok ok, me ne vado!
Ma metti via il coltello! Andiamo!»
Lexi tornò a
concentrarsi su Blaine rimettendo il tasca il
coltellino «Blaine, avanti! Non fare scherzi! Rimettiti su!
Andiamo, ti
porto al pronto soccorso!»
Blaine aprì gli
occhi di scatto e mentre si stava tirando su
disse, con un filo di voce «No! Non mi portare al pronto
soccorso… Per
favore.»
«Comunque
non posso farti
tornare a casa da solo… Blaine, riesci a reggerti sul
motorino?»
«Togliti la
camicia, Blaine... Oh, andiamo, non fare
questa faccia! Ti sei preso a pugni e ti devo disinfettare! Poi ti do
una
camicia di David, che la tua è lercia!»
«No, Lexi, non
serve, davvero…»
«Se non ti togli
la camicia tu, te la tolgo io a forza!»
Blaine sbuffò e
si scrollò di dosso la camicia sporca di
sangue.
Lexi gli guardò
il petto e la schiena, pieni di lividi e
segni scuri «Questi non possono essere di oggi. Blaine,
quante altre volte
hai visto Rob, prima di oggi?»
«Non
è stato lui-» e poi abbassò la testa
verso il
petto, cingendosi il corpo con le braccia.
Lexi
gli si avvicinò piano, gli
passò una mano sui lividi e gli disse, bisbigliando
«Ricordami che ti devo
portare in un posto, dopo…» poi si diresse verso
la camera del fratello, per
prendere una camicia all’amico.
David si voltò
con sguardo assassino verso Thad «Dimmi
che non hai appena fatto dimettere il nostro cantante solista,
Thad.»
«Ma chi se ne
frega, David! Non aveva più interesse per
noi, è evidente! Sennò sarebbe venuto alle prove
tutte le volte! Ci sono
cantanti migliori di lui nel gruppo! Andremo benissimo anche senza la
nostra “superstar”!»
«Ma questo non
vuol dire che dovevi dargli un colpo così basso!
Thad, è un nostro AMICO, prima ancora che un Warbler! Non
avresti dovuto
metterlo in quella situazione!» aggiunse Wes, dando man forte
al suo
migliore amico.
«Questa non
è una scelta degna di un membro del
consiglio. Penso che sia meglio che ti prenda una pausa, Thad. Chi
è d’accordo?»
Uno alla volta, tutti i
ragazzi nel camerino alzarono la
mano, guardandosi in faccia l’un l’altro. Tutti
ritenevano che la reazione di
Thad fosse stata esagerata.
Thad, dopo aver visto che
erano tutti contro di lui, si alzò
e uscì dalla stanza.
Per suggellare la
decisione, Wes tirò fuori il suo
martelletto e lo sbatté contro il muro. Tutte le mani si
abbassarono, tranne
quella di Nick. Allora il capo del consiglio gli chiese «Che
c’è, Nick?»
«Da dove lo hai
tirato fuori il martelletto, di preciso?»
Wes lo fulminò
con lo sguardo «Nick non può candidarsi
come sostituto temporaneo nel consiglio. Troppo stupido.»
«Ma non
è giusto!» disse Jeff.
«E siamo a due
fuori dai giochi!»
Flint alzò
timidamente la mano «Io mi vorrei candidare,
se per voi è ok…»
Wes sorrise e disse
«Ok, chi vota per Flint?»
Tutti
alzarono la mano, tranne
Nick e Jeff che facevano i sostenuti contro Wes, con le braccia
incrociate e il
muso lungo.
«Perfetto!
Flint è il nostro
nuovo sostituto!» e poi batté di nuovo col
martelletto.
Blaine si strinse un
po’ di più al corpo di Lexi e le urlò,
per sovrastare il rumore del motorino «DOVE MI STAI PORTANDO?
NON MI SEMBRA
UN BEL QUARTIERE»
Lei gli rispose, sempre
urlando «NON TI PREOCCUPARE!
SIAMO ARRIVATI, PRATICAMENTE!»
E infatti, neanche un
minuto dopo, spense il motorino e fece
scendere Blaine, davanti al cancello di un piccolo cimitero di
periferia.
A Blaine venne un brivido
«Perché siamo qui?»
Lexi gli fece un sorriso
triste e lo prese per mano,
accompagnandolo dentro. Si fermarono davanti a una piccola lapide di
marmo
grigio, con inciso sopra Samuel Flemmi.
Lexi tenne lo sguardo
fisso sulla pietra tombale e iniziò a
parlare con voce malinconica. «Sai, il mio vero nome
è Alexis Flemmi. Non
sono in molti a saperlo e penso che nemmeno David sappia tutta la mia
storia.
Lui –e fece un cenno con il capo verso la tomba–
è mio fratello. Aveva quasi la
nostra età quando ha deciso che la nostra situazione
familiare non era più
sicura per me. A mio padre piaceva troppo bere, ma soprattutto, gli
piaceva
prendersela con mio fratello. Oggi non è stata la prima
volta che vedevo i
segni di una cinghia sulla carne. Sammy ha sempre sopportato tutto
senza
fiatare perché ci serviva una casa dove stare, ma quando mio
padre ha deciso
che Sam non era abbastanza e che anch’io meritavo di essere
punita –le sfuggì
un sospiro amaro dalle labbra– Sam ha perso il controllo,
vedendomi piena di
sangue. Avevo solo sei anni… » si fermò
un secondo per riprendere fiato e
guardò Blaine negli occhi. «Adesso il bastardo
è in prigione e io sono con
David, al sicuro. Ma non permettere che la tua situazione diventi anche
solo
lontanamente simile alla mia.»
Blaine la
guardò atterrito e la abbracciò di slancio, con
le
lacrime agli occhi «Lexi, anch’io ti devo dire una
cosa che sanno solo pochi…
Sono gay. E se mio padre lo scopre per certo, mi ammazza.»
Lexi gli rispose,
accarezzandogli la schiena «Cosa
possiamo fare per cambiare la situazione?»
Lui si staccò
da lei e la guardò negli occhi, ridendo
amaramente «Dovrei trovare una ragazza, come se fosse
possibile.»
«Ciao, io sono
Alexis, ti vuoi mettere con me?» e si
aprì in un sorriso sincero.
«Ma
perché dovresti farlo? E Thad?»
«Thad
capirà e se non lo fa, allora non vale la pena di
starci insieme. E poi penso che Sam sarebbe fiero di me...»
Blaine la strinse di nuovo
fra le braccia e le sussurrò in
un orecchio «Grazie, non saprei come fare senza di
te…»
«Oh, non ti
preoccupare, ho sempre sognato di avere un
ragazzo gay!»
Blaine si
staccò e le diede una botta sul braccio «Sei la
solita scema!»
«Non
è una cosa carina da dire alla tua anima gemella,
Little B!»
«Non iniziamo
con i soprannomi, Alexis!»
«No! Non mi
porterai mai via il mio Little B!»
Blaine si
scrollò nelle spalle. In fondo, che male c’era?
Non aveva più una dignità di cui preoccuparsi.
«E quando
conosciamo i suoceri?»
Blaine la
guardò terrorizzato.
«Tra un
po’, eh? Ok ok… andiamo alla moto, che sta
venendo tardi.»
WE LIED!!!!!! Abbiamo
aggiornato! Godetevela finchè dura! Fateci sapere che ne
pensate! I fazzolettini sono sulla destra grazie (come se a qualcuno
fregasse!).
Non abbiamo più
commenti a questo capitolo quindi come al solito ci complimentiamo per
il coraggio che avete dimostrato arrivando fino a qua e vi salutiamo!
alla prossima!! -Tweedles
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Capitolo 24 *** Non ho mai visto meglio ***
Blaine
appoggiò l’ultima scatola nella sua nuova camera
al quinto piano, sospirò profondamente per calmare il cuore
che gli batteva a mille. Chiuse la porta della sua nuova stanza e si
guardò intorno sentendo già le lacrime riempirgli
gli occhi. Non stava solo chiudendo quella porta. Stava chiudendo con
tutto quello che era stato prima. Con il ragazzo tutto sommato felice,
il leader degli Warblers, quello ben voluto da tutti. Ma era storia
antica, ormai. Perché tutto era andato a rotoli?
Era l’unica domanda che riempiva il suo cervello ultimamente,
tutto era così sbagliato. Lui era così sbagliato.
Aveva deluso tutti.
Kurt. Suo padre. Tommy. Era riuscito a rovinare anche la relazione tra
Thad e Lexi con il suo stupido intervento. Era un totale fallimento.
Senza nemmeno accorgersene si ritrovò in ginocchio
scosso da singhiozzi soffocati.
Si sentiva solo. Si sentiva così sconfitto.
________________________
Tom era uno straccio. Era passato talmente tanto tempo
dall’ultima volta che aveva parlato con Blaine che ormai
stentava a ricordarsi la sua voce. Ma d’altronde Blaine gli
aveva detto che si sarebbe fatto sentire. Aveva specificatamente detto
di non richiamarlo o mandargli messaggi. Aveva deciso di allontanarsi
da lui. Col
passare delle settimane Tommy aveva anche notato che il moro stava
iniziando a isolarsi non solo da lui, ma anche dalla squadra di
football e dagli Warblers. Anzi, a pensarci, erano secoli che non si
sedeva più al solito tavolo al centro della mensa, ma si
andava a rintanare in un tavolino remoto vicino alla finestra. Non
sapeva cosa fosse realmente successo, ma giravano numerosi pettegolezzi
sul fatto che Blaine avesse lasciato il Glee club e che aveva
rubato la ragazza ad un certo Thad. Non sapeva più cosa
pensare di quello che credeva fosse una delle persone che conosceva
meglio. Sembrava si stesse sgretolando e volando via in mille pezzi,
lontano da tutto e da tutti. Gli si spezzava il cuore a osservarlo da
lontano mentre tutto questo succedeva.
Dei colpi alla porta riscossero il biondo dai propri
pensieri, che dopo essersi stiracchiato leggermente
andò controvoglia ad aprire.
«Thomas
giusto?»
Il
biondo con sguardo interrogativo la ragazza davanti a sé.
«E tu saresti?»
_______________________
Kurt poggiò il suo bicchiere ormai vuoto e
sollevò lo sguardo per incontrare gli occhi verdi del suo
ragazzo. Erano state due settimane d'inferno, piene di litigate furiose
per la rissa tra Blaine e Rob e tuttavia Kurt non era riuscito a non
perdonarlo. Lo scrutò negli occhi per qualche secondo,
cercando di capire cosa si celava sotto quella patina di
normalità. Da quando aveva scoperto cosa aveva fatto a
Blaine, non riusciva più a guardarlo come prima. Lui, che
l’aveva salvato dai bulli. Lui, che l’aveva fatto
sentire importante. Lui che l’aveva fatto sentire amato. Lui,
che non aveva esitato un secondo prima di mettere le mani addosso al
suo miglior amico per una stupida gelosia. Kurt era combattuto. Come
spaccato in due dalla consapevolezza dell’orribile gesto di
Robert e dalla sua morbosa necessità di sentirsi fra le sue
braccia.
Qualcosa nel suo rapporto con Robert era cambiato, si era incrinato. Lo
sentiva nelle ossa. Ma allo stesso tempo aveva bisogno di lui
più che mai. Scosse la testa per scacciare quei pensieri.
«Che
cosa c’è?» chiese Rob guardandolo
interrogativamente.
«Niente…
è solo che ti sento… lontano, non riesco a
spiegarmi…» Kurt abbassò lo sguardo.
«Ehi
-il più grande allungo la mano stringendo quella del
soprano- ti amo, Kurt. Mi spiace per quello che è successo
alle regionali. Davvero… sono stato un coglione!»
«Sai
che non mi riferisco solo alle regionali…»
Il
più piccolo sorrise tristemente mentre il suo ragazzo si
portò la sua mano al cuore, sussurrandogli «Ti
amo, Kurt. Non hai idea dell’effetto che mi fa solo pensare
alle mani di qualcun altro su di te…»
Kurt
roteò leggermente gli occhi e poi diede un colpetto alla
mano di Rob «Dai andiamo, sennò ci chiudono dentro
alla caffetteria… Magari mi potresti dare un passaggio a
casa?»
Forse
aveva bisogno di più intimità con il proprio
ragazzo per non sentire più quel sapore amaro ogni volta che
ripeteva le parole ti amo.
Thad
sapeva che sarebbe dovuto andare a scusarsi con Blaine già
da tempo, ma il suo orgoglio non gli permetta di ammettere che aveva
sbagliato in tutti i modi possibili. Aveva ascoltato la spiegazione di
Lexi su quello che Blaine aveva passato negli ultimi mesi, anche se
ancora non si capacitava perché non ne avesse mai parlato
con loro. Non si sarebbe mai immaginato nulla del genere e sicuramente
se avesse saputo quello che Blaine stava passando per colpa del padre
avrebbe cercato di avere un po’ più di tatto con
lui. Tuttavia un paio di settimane prima non ne sapeva nulla e il
rancore che covava per la sconfitta alle regionali lo aveva accecato ed
ora era troppo orgoglioso per ammetterlo.
Interiorizzata
la disfatta però, il senso di colpa e il peso sul cuore
dovuto alla rottura con Lexi stavano iniziando a farsi sentire. Non ci
avrebbe mai scommesso un soldo sulla sua storia con Lexi, ma quella
ragazza gli mancava. Rendeva tutto semplice ed era sicuramente la
più matura dei due. Senza di lei Thad si sentiva un
po’ perso. Si sentiva un idiota e non sapeva come affrontare
la situazione. In genere avrebbe sollevato le spalle e sarebbe andato a
giocare alla play. Ma non riusciva a togliersi dalla testa il viso
sconfortato della sua ragazza… beh, ex-ragazza. Aveva
bisogno di un consiglio per uscire da quella brutta situazione e non
sapeva con chi confidarsi. Normalmente avrebbe parlato con Blaine.
Anche se era un po’ infantile a volte, sapeva sempre dare
buoni consigli. Però non poteva parlare con lui. Non
più. Non ancora. Fu così che si
ritrovò davanti alla porta della stanza di Wes e David e
dopo un profondo sospiro bussò alla porta.
Un
pugno, due pugni, non riusciva a fermarsi. Sei un fallimento. Non
meriti nulla. Un pugno, due pugni. Hai fatto scappare tutti da te. Un
pugno, due pugni. Lasciati morire, tanto nessuno si accorgerebbe della
differenza. Un pugno, due pugni. Tutto sarebbe più facile.
Un pugno, due pugni.
«Cosa
cazzi fai? Blaine, fermati!» Tom si gettò sul moro
per bloccarlo, vedendo il muro coperto di chiazze di sangue scuro. Come
le braccia del biondo lo arrestarono Blaine si accasciò e
abbandonò tutto il proprio peso contro l’altro
ragazzo disperato.
«Da
quanto stai prendendo a pugni il muro? –gli
scrollò le spalle– Blaine, guardami!
Perché? Perché?»
Tom
gli accarezzò la testa stringendolo forte e aspettando il
momento in cui si fosse calmato.
«Non…
Non dovresti stare qui» disse Blaine tirando su con il naso.
«Certo
che dovrei essere qui. Non c’è posto
più giusto di questo, ora. Io voglio essere qui, per te e
per me.» Tom si sporse leggermente e gli posò un
leggero bacio sulla fronte.
«C-come
facevi a sapere che ero quassù?» Blaine si
tirò leggermente su così
da avere il viso alla stessa altezza dell’altro ragazzo.
«Bhè,
una ragazza dal nome Lexi, che ha detto di essere il tuo angelo
custode, mi ha detto che molto probabilmente avevi bisogno di un amico
e JJ mi ha detto che ha sentito che ti eri trasferito
quassù.»
«Non
saresti dovuto venire, non ne valgo la pena –disse con un
sorriso amaro– sono merce avariata, ormai.»
Tom spostò
leggermente un ricciolo ribelle dal viso di Blaine «Te
l’ho già detto una volta, ne vali la pena, Blaine.
Vali la pena di un pugno in faccia, vali la pena di settimane di
silenzio per rispettarti, vali la pena di tutto! Proprio non ti accorgi
che sei una delle creature più perfette che io abbia mai
visto?»
Blaine
sorrise leggermente. «Bhè, forse non ci vedi molto
bene.»
Tom
si avvicinò al moro annullando la distanza tra di loro e
posò un bacio sulle labbra del più piccolo.
«Non ho mai visto meglio.»
Solo
un paio di cosette veloci. 1) Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaw! Siamo
INNAMORATE di come sta uscendo questa ff (anche se nessuno la caca. Ma
meglio pochi ma buoni.) 2) Se vi interessa sapere con che sottofondo
abbiamo scritto questo capitolo, questa è la canzone http://www.youtube.com/watch?v=WKcVt1Cn5BI&feature=related .
PS:
è vero che ci dite cosa ne pensate?
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Capitolo 25 *** Toopha! ***
«Signor Reed,
sarebbe pregato di prestare attenzione, se
questo non la disturba eccessivamente.»
Thomas sbatté
le ciglia un paio di volte, mettendo a fuoco
la faccia del suo professore di Chimica, che lo stava fissando
malamente. Era
più forte di lui, da quando si era finalmente messo con
Blaine non riusciva più
a concentrarsi su niente che non fosse il suo ragazzo. Fece un cenno di
assenso
al professore, perché non se la prendesse eccessivamente con
lui. Poi si sentì
vibrare la tasca, ridacchiò sotto i baffi. Sapeva
già chi gli aveva scritto e
che cosa voleva. Dopo la canzone di scuse degli Warblers, Blaine voleva
tornare
nel gruppo, ma la prassi era la prassi e il consiglio voleva che
rifacesse
l’audizione.
Tommyyyyyy!
Sono in
panico! La canzone che avevo scelto fa schifo! Non mi riprenderanno
mai!
Dobbiamo trovarne una nuova! Ci vediamo nella caffetteria appena
finisce l’ora
xo -B
Tom scosse la testa e
digitò, in fretta.
Che
bello! Un altro
pomeriggio ad ascoltarti cantare… io avevo altri progetti :-(
Però sono estremamente
caritatevole e quindi mi sacrificherò… a dopo
Little B «3
Poi
rialzò gli occhi verso la
lavagna e tirando un sospiro, si preparò ad ascoltare la
lezione di chimica. Ma
poi, a cosa gli sarebbe servita nella vita!?
Blaine si
catapultò fuori dalla classe. Non vedeva l’ora di
incontrare Tommy. Era stata una scoperta del tutto inaspettata,
però
decisamente piacevole. Corse giù per le scale e
arrivò nella caffetteria
semivuota. Un po’ deluso per il ritardo del suo ragazzo,
ordinò un caffè e si
andò a sedere a uno dei tavolini. Stava iniziando a
sorseggiare lentamente la
sua bevanda, quando sentì uno scampanellio alla porta.
Decise di non voltarsi,
per fingere di essere arrabbiato con Tommy, ma si accorse che quella
non era la
voce del suo ragazzo. Decisamente non lo era. Allora decise di tendere
l’orecchio.
«Ma avevi detto
che ci saremmo visti dopo le prove! E’ da
un sacco che non ci vediamo! Lo sai perfettamente
quand’è stata l’ultima
volta…»
Blaine si girò
giusto in tempo per vedere Kurt che si
copriva la bocca con una mano e che si guardava intorno a disagio.
Fortunatamente, pensò Blaine, non lo aveva visto che
origliava la sua
conversazione con Robert. Mentre Blaine era perso in queste
considerazioni,
sentì due mani tiepide che gli si posavano sugli occhi.
«Chi
è?» Tom scimmiottò una voce da bambino.
«Tommy Marvolo
Reed, devi smetterla di chiamarmi Little.
Non sono piccolo!»
Tom si chinò a
dargli un tenero bacio sulle labbra e gli
bisbigliò a fior di labbra «E tu devi smetterla di
chiamarmi come
Voldemort!»
Blaine trasalì
e aggrottò le sopracciglia «Lo sai che non
puoi dire QUEL nome!»
Il biondo fece finta di
mettere il broncio, ma poi chiese
con un sorriso «Dai, allora, parliamo di questa
canzone…»
«Non lo soooo!
Tommy, vorrei tanto fare una canzone di
Katy Perry, ma penso che se l’aspettino
già!»
«Katy Perry
è bandita, ma scommetto che durante
matematica hai fatto una lista di canzoni. Tirala fuori, su!»
Il moro si
guardò i piedi e arrossendo prese la lista che,
effettivamente, aveva fatto durante matematica.
«Tieni!» e poi si sporse
sul tavolo per fargli una linguaccia.
Dall’altro lato
della stanza, Kurt era ancora al telefono,
litigando con Rob. Fece scorrere lo sguardo su tutta la sala e
posò gli occhi
su quell’insopportabile idillio. Blaine che si comportava
come un bambino solo
per far sorridere Reed. Un tempo era lui a sorridere ai comportamenti
di
Blaine. E ultimamente non riusciva neppure più a sorridere
quando stava con
Rob. Sperava che dopo aver “condiviso tutto” con il
suo ragazzo, si sarebbe
sentito di nuovo in sintonia con lui e che la freddezza che ultimamente
sentiva
fra di loro si sarebbe sciolta. E invece niente. Freddo glaciale. Era
una
settimana che Robert elaborava scuse su scuse per non vederlo. Kurt non
si era
mai sentito così usato in tutta la sua vita. E poi gli si
presentavano i due
piccioncini davanti agli occhi. Teneri, affettuosi, invidiabili da
tutti.
Andavano in giro, palesando che stessero insieme e che non glie ne
importava
niente di quello che pensavano gli altri. Era tutto ciò che
Kurt aveva sempre
voluto.
«Sai
una cosa, Rob? Forse è
meglio se non ci vediamo domani. E neanche dopodomani. E’
meglio se ci sentiamo
fra un po’, ok? Ti chiamo io, non ti preoccupare.»
Gli chiuse il telefono in
faccia e uscì di volata dalla caffetteria. Si sentiva
pizzicare gli occhi e non
era decisamente il caso di farsi vedere in quelle condizioni dalla
“coppia
perfetta”.
Lexi smise di guardare
fuori dal finestrino e si girò verso
il suo “ragazzo” «Ma perché mi
stai portando a cena con i tuoi? Non avevi
detto che volevi aspettare ancora un po’?»
Blaine disse con un
sospiro «E’ tornato a casa Coop ed è
dal suo matrimonio che non lo vediamo… in genere cerca di
non tornare a casa
per colpa di papà… però ha detto di
avere grandi notizie da darci e mi è
sembrata una buona occasione per presentarti, tutta
l’attenzione sarà su di
lui.»
«Ma allora la
sai usare un po’ anche tu la testolina! Il
gel non ti ha bruciato tutti i neuroni. – Lexi si sporse
verso il ragazzo e gli
fece pat-pat sulla testa– Comunque sappi, per fare presenza
mi merito una
pomiciata, capito B?»
«Lexi,
perché?! Non voglio tradire Tommy!»
«Oh, andiamo!
Non lo verrà mai a sapere! Dai, un bacino
piccolo piccolo piccolo!» mentre lo diceva, scherzando, gli
si avvicinò
facendo la bocca a papera e poi si sporse definitivamente dandogli un
bacio a
stampo «Su, hai visto? Non era poi così male in
fondo! Insomma, etero o gay,
per me è uguale! Non sono mica gelosa! Se vuoi poi possiamo
divertirci tutti e
tre con Tommy!» e gli fece l’occhiolino, ridendo di
gusto.
Blaine arrossì
fino alla radice dei capelli. «Lexi,
basta! Fra un minuto siamo dal cancello, vedi di tenere a bada la
lingua quando
siamo con papà… IN TUTTI I SENSI!»
La ragazza fece il segno
di cucirsi la bocca, sorridendo.
Quando finalmente i due
arrivarono a destinazione, Blaine
suonò al campanello e mentre aspettava che qualcuno gli
aprisse, si girò un’ultima
volta a dare un’occhiataccia a Lexi, che gli sorrise di
rimando.
La porta si
aprì di botto e un urlo riempì l’aria.
«Aaaaaaaaaaaaah!
SCRICCIOLO! Mi sei mancato tanto…
SCRICCIOLOOO!»
Blaine si appese al collo
del fratello maggiore e gli disse,
stringendolo forte «Mi sei mancato anche tu,
Toopha!»
Sciolto
l’abbraccio, Blaine mise una mano dietro la schiena
di Lexi e la presentò al fratello. «Lei
è… Lexi.»
«Perché
non mi hai mai detto di avere un fratello così
affascinante? Ma belli questi geni Anderson!»
Cooper rispose con un
sorriso, facendole l’occhiolino «Simpatica,
l’amica!»
«Dai, Toopha,
che cos’è la grande notizia?»
«Speravo che ci
fosse anche mamma, ma naturalmente il
lavoro è una priorità… comunque direi
che appena vedrai Sarah te ne accorgerai…»
Blaine saltellò
sul posto, eccitato come un bambino «Coop,
non è quello che penso io, vero Coop?»
L’uomo,
saltellando per prenderlo in giro «Non lo so,
Blaine, non lo so! –poi aggiunse, fermandosi– Non
sei cresciuto per niente,
Scricciolo!»
Il moro gli fece una
linguaccia e lo spostò dalla porta,
prese per mano Lexi, che nel frattempo guardava imbambolata il maggiore
di casa
Anderson.
«Saraaaaaaaaaah!
Dove sei?»
La donna spuntò
di testa dalla porta della cucina e sorrise
apertamente a Blaine. «Vieni qui, mio Anderson
preferito!»
Cooper, che li stava
seguendo, finse di essere indignato «Ma io…
credevo… Andrò ad aiutare papà con la
griglia, visto che qui non
sono bene accetto.»
Blaine non
degnò neanche di uno sguardo il fratello e si
mise a saltellare intorno a Sarah che, sfinita, sedeva su una sedia in
mezzo
alla cucina. «Oddio! Ma sei enorme! Fra quanto partorisci?
E’ un maschio o
una femmina? Oh, che bello! Diventerò zio!»
La donna rise di gusto
all’impazienza del ragazzo «Frena,
Scricciolo! Allora. Partorisco a fine luglio e dovrebbero essere tre
gemelli,
però non abbiamo voluto sapere il sesso… Ma chi
è questa bella ragazza con te?»
Blaine prese per mano Lexi
e la portò di fronte alla cognata «Lei si
può dire che mi abbia salvato la vita…
E’ Lexi» disse arrossendo.
«Ooooh, sei
sempre il solito romanticone, Blaine! –disse
Sarah sorridendo– Piacere di conoscerti, Lexi la
salvatrice!»
La ragazza
arrossì leggermente «E’ un piacere anche
per
me! Piuttosto dimmi come hai fatto ad accalap-»
Blaine la zittì
con una gomitata nelle costole e le sussurrò
«Ricordati cosa hai promesso…» poi
alzò il tono di voce e si rivolse alla
donna con fare concitato «Allora, parlando di cose serie!
Nasceranno a
luglio, quindi uno lo chiamate Harry, vero? Vero? Harry, il bambino
sopravvissuto!»
«Calmati! Non
sappiamo neanche se saranno dei maschi!
Potrebbero essere tre bambine!»
«No, no! Uno
sarà un maschio. Anzi, uno sarà HARRY!
HARRY! IL PRESCELTO! COLUI CHE SCONFIGGERA’ TO-»
Mentre stava terminando la
frase, entrò nella stanza Victor,
il padre di Blaine, che lo zittì «Smetti di
comportarti come un bambino,
Blaine. –poi si voltò verso la ragazza–
Tu devi essere Lexi… Piacere di
conoscerti. Blaine, prepara tavola e aiuta Sarah ad andare in
sala.»
Lexi, guardando in
cagnesco l’uomo, prese la mano di Blaine
e, voltandosi verso l’uomo, gli disse, a denti stretti
«E’ un piacere anche
per me conoscerla, signor Anderson.»
Ok,
ci stiamo avvicinando alla fine dell'anno scolastico e presto ci
saranno novità... e siamo piuttosto sicure che i Klainers
saranno abbastanza contenti... FORSE! Siamo
molto soddisfatte di questo capitolo.. Pensate, i gemelli saranno solo
dei personaggi marginali, eppure ci siamo ritrovate a discuterne per
mezz'ora (se avete suggerimenti per i nomi, sparate a tutto
spiano!). Come sempre, fateci sapere cosa ne pensate!
PS.
Tu, sì, stiamo parlando con te. Abbiamo ascoltato le tue
richieste, hai visto? Un po' di Blaff (fffffff).
-Tweedles
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Capitolo 26 *** Perchè mi odi? ***
Sembrava impossibile che una stanza
potesse contenere così
tante persone. Non che importasse troppo a Blaine, immerso in fiumi
d’alcol
dall’inizio della festa di Nick e Jeff. I due
l’avevano organizzata,
ufficialmente, per festeggiare la fine dell’anno scolastico,
ma in realtà tutti
gli Warblers sapevano che era per onorare la finalmente riunita
three-six
mafia, che dopo un anno di sofferente lontananza (ben una stanza di
distanza!)
era riuscita ad ottenere il cambio.
Jeff tirò in alto un
bicchiere «E adesso, un brindis-
venne interrotto da un colpo di singhiozzo- un brindisi alla coppia
più bella
della scuola: BLAINE E TOMMY!» e poi corse ad abbracciare il
moro, che
quella sera era senza accompagnatore.
Blaine si divincolò dalla
stretta mortale di Jeff,
biascicandogli contro insulti, perché il biondino gli aveva
appena inondato la
maglia con il suo drink di un malsano color verde. «Cosa hai
fatto, idiota?
Adesso me la devo togliere!» e poi si tolse la maglia e
facendola roteare
sopra alla testa, la lanciò nell’aria.
Lexi , dall’altra parte
della stanza, afferrò al volo la
maglia e urlò sarcasticamente di rimando a Blaine
«Oh, grazie Blaine caro,
adesso la vado a rivendere su ebay!» poi la strinse nel pugno
e la lanciò
alle sue spalle, colpendo in piena testa un povero Las, che si stava
avvicinando al tavolo degli alcolici.
Il ragazzo sbuffò
sconsolato e si tolse con due dita la
lurida maglia di Blaine dalla testa, poi lanciò
un’occhiata sul tavolo e sbuffò
nuovamente «Possibile che non ci sia neanche una bevanda
analcolica in tutta
la festa?» mentre si allontanava sconsolato, Lexi lo
chiamò.
«Aspetta, so dove tengono
le bibite normali!»
Las si girò sorridendo
alla ragazza, ma poi aggrottò le
sopracciglia «Cosa ci fai qui?»
«Allora, le vuoi le bibite
sì o no?»
«Immagino che sia meglio
non fare domande…»
«Perspicace il ragazzo,
vieni!» la ragazza lo agguantò
per la mano e lo trascinò dietro di sé, verso la
porta.
Las, che di secondo in secondo
diventava sempre più rosso,
si schiarì la voce con un colpetto di tosse e
tentò di dire qualcosa per
togliersi da quella situazione imbarazzante, ma non riuscendo a
formulare nulla
di sensato, abbassò lo sguardo e cercò di non
inciamparsi sui suoi piedi.
Usciti dalla stanza di Thad
percorsero tutto il corridoio
fino all’ultima stanza a destra e lì, Lexi,
aprendo la porta a Las e facendolo
entrare prima di lei nella stanza, gli disse, con voce solenne
«Benvenuto
nella caverna delle meraviglie!»
Il ragazzo finse di fare un mezzo
inchino, mentre entrava
nella stanza.
«Ma che carino che
sei!»
«Ehm… grazie, lo
sei molto anche tu…» nel terminare la
frase si morse il labbro inferiore e abbassò lo sguardo
verso il pavimento,
sicuro di essere diventato più rosso di un peperone.
Lexi finse di non aver sentito e si
adoperò a tirare fuori
dalla cassa sotto la finestra la lattina di Cocacola. Si
girò verso il ragazzo
e fece la finta di lanciargliela, poi, vedendo gli occhi azzurri del
ragazzo
spalancati, si decise a passargliela in mano.
«E adesso cosa mi dai in
cambio?»
Las deglutì rumorosamente.
«C-c-cosa intendi dire?»
«Stavo scherzando, occhi
belli! Raccontami qualcosa prima
di andare di nuovo di là.»
Il ragazzo le
rispose sorridendo «Cosa vuoi sapere?»
Kurt, che già era
infastidito dall’inizio della serata,
aveva raggiunto il limite della sopportazione con l’ultimo
brindisi di Jeff. Vedendo
Lexi e Las uscire dalla stanza, decise di imitarli e andarsene in
camera sua.
Si congedò velocemente da
Cameron e Andrew, più di là che di
qua a causa dell’alcol e si diresse a passo di marcia fuori
dalla stanza.
Blaine, che in quel momento stava
saltellando su uno dei
letti, intercettò quella mossa e si precipitò per
la stanza, senza tenere
conto, però, che era ancora in movimento e cadde
rovinosamente di faccia sul
pavimento. Nonostante ciò, si rialzò in una
frazione di secondo, rubò il
cocktail dalle mani di un ignoto compare, lo trangugiò in un
sol sorso e si
precipitò dietro a Kurt.
«Kurt! Aspetta!»
Kurt rimase interdetto sullo stipite
della porta e aspettò
che Blaine lo raggiungesse, poi chiuse la porta alle loro spalle.
«Se stai aspettando che mi
complimenti con te per la
splendida coppia che formate tu e il tuo amico, sei totalmente fuori
strada.»
«Perché mi odi?
–disse Blaine biascicando- Come fai a odiarmi
così tanto? Io ci sto provando con tutto me stesso, ma non
riesco a starti-»
«Non riesco a starti cosa,
Blaine? Io ho un ragazzo e tu
hai un ragazzo…» Kurt si morse l’interno
della guancia «e poi io non ti
odio per niente.»
Il moro lo guardò con gli
occhi pieni di lacrime «Tu hai
detto che non ne valg-»
Kurt sentì le sue mani che
si muovevano da sole. Afferrò il
viso di Blaine da entrambi i lati e gli accarezzò le gote,
mentre premeva
passionalmente le sue labbra sopra quelle del moro.
Blaine sentì un brivido
lungo tutta la colonna vertebrale e
prima che potesse realizzare cosa stava facendo, si ritrovò
a baciare Kurt di
rimando, circondandogli i fianchi con le braccia.
Kurt lentamente
si
fece lentamente strada nei riccioli scappati dal gel
dell’altro ragazzo, era
completamente immerso nell’essenza di Blaine. Non riusciva a
credere che un solo,
semplice bacio, lo facesse sentire così vicino a Blaine,
mentre notti e notti
di intimità con Robert non avevano sortito neanche un decimo
dell’ebbrezza che
stava provando in quel momento. Rese il bacio ancora più
profondo, sentendo l’altro
che accoglieva volentieri le sue avances.
«BLAINE, CHE CAZZO STAI
FACENDO?»
Il moro si staccò
velocemente dal bacio, sentendo la voce
della sua finta ragazza. Fissò un attimo Kurt e
trasalì. Tutto l’alcol che
aveva bevuto in quella serata gli tornò diretto su per
l’esofago e si liberò
sul pavimento.
Lexi, guardando preoccupata Blaine,
si rivolse al soprano «Magari
te ne vai in camera tu, eh?»
Poi prese Blaine sottobraccio e lo
trascinò nella stanza di
David, pronta a fare una bella chiacchierata. Mentre entrava nella
camera, urlò
a Las, che nel frattempo era rimasto nel corridoio, sconvolto
«Ti occupi tu
del vomito, Bambi?»
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Capitolo 27 *** Sei ancora vivo dopo la festa? ***
Lexi prese Blaine per le
braccia e lo trascinò nella stanza
di David. Troppo furente per potergli parlare in quelle condizioni, lo
cacciò
vestito sotto la doccia. Dopo qualche minuto di scroscio gelato sulla
faccia,
il ragazzo ritornò quasi in se stesso e Lexi, senza perdere
l’occasione, iniziò
a parlargli sibilando.
«Come hai
potuto? Non ci pensi a Tommy? Non pensi che per
lui sia già abbastanza difficile sapere che stai con lui
solo come ripiego?
Pensi che non sia abbastanza difficile per lui vederti guardare Kurt
con quegli
occhi adoranti? Credi che non sia abbastanza difficile sapere che
avresti
preferito farlo per la prima volta con Kurt, piuttosto che con lui? E
tutto
quello con cui lo ripaghi cos’è?! Baci Kurt.
Blaine, sei una persona meschina.
Sono delusa di quello che sei diventato.»
Il moro la
guardò con gli occhi sgranati, iniziando a
ragionare su quanto aveva appena fatto. Una colossale cazzata, in
sintesi. Si
sentiva tremendamente, però allo stesso tempo non poteva
dire di essersi
completamente pentito di aver risposto al bacio di Kurt.
«Ma è
stato Kurt a baciarmi!»
«Certo ed
è stato Kurt a farvi restare avvinghiati per
chissà quanto tempo. Povero
Blaine,
violentato dalla sua cotta di sempre. Come ho fatto a non capirlo.
Spero ti
stia comportando così solo perché sei ubriaco
marcio.»
«Io…
Tommy... capirà. Glielo devo andare a dire
adesso.»
«Non ci pensare
neanche! Adesso tu vai a dormire col tuo
senso di colpa e domattina vai da lui in ginocchio. Sappi che non ho
mai avuto
una stima più bassa di te, Blaine. Dimmi che bisogno
c’era.»
«Lexi…»
«Lexi cosa?!
Credevo che almeno gli volessi un po’ di
bene.»
Blaine, che fino a quel
momento era rimasto sdraiato sul
letto, si alzò di scatto, incapace di restare fermo un
secondo di più, con
quelle parole che premevano sulle sue labbra per uscire.
«Ma
io…»
«Riesci a finire
una frase? Ho un ragazzo fantastico, che
scommetto non tradirebbe mai nessuno, fuori a pulire il tuo vomito, non
ho
intenzione di passare tutta la notte con te che balbetti.»
«Lexi»
delle lacrime si fecero strada sulle sue guance «IO LO AMO!
E’ come l’aria per me, è ovunque, mi
sento permeato dalla sua
presenza! Per quanto possa tenere a Tommy, non sarà mai come
con Kurt… Non sarò
mai in grado di amare nessuno, finché ci sarà lui
nella mia vita…»
La ragazza lo
guardò a metà fra lo schifato e il
compassionevole.
«Fammi un
piacere. Vai a dormire e ragiona bene su quello
che dici. Chiamami quando ti svegli domani mattina. Blaine, sei molto
più di
questo.»
Pronunciate
queste parole, Lexi
prese le sue cose e uscì dalla stanza, lasciando Blaine che,
silenziosamente,
piangeva, passandosi ripetutamente le mani sul viso e fra i capelli,
alla
ricerca delle sensazioni che gli aveva fatto provare Kurt.
Il giorno dopo Blaine si
svegliò, aggrovigliato nelle
lenzuola del letto di David. Si stropicciò gli occhi con le
nocche e si guardò
rintontito intorno. Cercando di fare chiarezza sulle ultime ore,
andò in bagno
e si sciacquò la faccia; non appena si vide allo specchio,
gli apparve come in
un flash la sera prima. Aveva baciato Kurt. O era stato Kurt a
baciarlo? Mentre
sorrideva al solo pensiero, si passò distrattamente le dita
sulle labbra,
poteva ancora immaginare il dolce sapore delle sue labbra. Rimase
imbambolato
davanti allo specchio fino a quando non si sentì vibrare la
tasca dei
pantaloni.
Sei
ancora vivo dopo
la festa? -T
Blaine spalancò
gli occhi e si stampò le mani sulla faccia.
Ci
vediamo in cortile?
Dobbiamo parlare –B
Sospirò
profondamente. Sarebbe
stata una difficile conversazione. Aveva rovinato l’unica
relazione decente che
aveva in quel mondo che gli stava cadendo addosso.
Kurt bramava un
caffè. Il sangue che scorreva nelle sue vene
lo richiedeva. Non poteva sopportare quello che gli passava per la
testa con il
sonno arretrato dalla notte prima. Dopo aver baciato Blaine non era
riuscito a
chiudere occhio e si era rigirato nelle coperte per delle ore che gli
erano
sembrate infinite. Quindi, dopo essersi vestito, uscì dal
dormitorio e si
apprestò ad attraversare il giardino, diretto alla
caffetteria. Nel mentre,
delle urla attirarono la sua attenzione.
«NO, NON MI
IMPORTA NIENTE, E’ FINITA, BLAINE! E LA COSA
CHE FA PIU’ RIDERE E’ CHE A LUI NON NE IMPORTA
NIENTE DI TE!»
«Tommy-»
«TOMMY UN CAZZO!
SAI CHE TI DICO? VOLEVO RIMANERE PER
QUEST’ULTIMA SETTIMANA QUI, IN DORMITORIO, PER STARE CON TE.
Adesso ci sarà
qualcun altro a tenerti compagnia…»
«Tom
aspetta-»
«Abbiamo chiuso,
ora e per sempre.»
Udito questo scambio di
battute, Kurt girò sui tacchi e
risalì repentinamente le scale del dormitorio. Doveva
digerire tutte le
informazioni ricevute. Blaine aveva detto tutto a Thomas. E Thomas lo
aveva
lasciato platealmente. Mentre correva su verso la sua stanza
sentì vibrare il
cellulare da dentro la sua tracolla.
Ciao
amore, come va?
Hai fatto il bravo ieri sera? Guarda che poi chiedo a Drew ;)
–R
Kurt deglutì
con difficoltà.
Buongiorno!
Certo che
sono stato bravo! Sono persino andato via prima che finisse la
festa… non stava
succedendo niente di interessante… ci sentiamo
più tardi, che ora sono un po’
indaffarato. Ti amo –K
Si
appoggiò al corrimano,
sentendo che gli stava per succedere qualcosa. Iniziò a
inspirare ed espirare
velocemente. Gli mancava l’aria. Ma perché i muri
avevano iniziato a piegarsi e
a chiudersi su di lui? Si accasciò pesantemente sui gradini,
aveva le gambe
molli. Tutto stava diventando nero. Fece un ultimo, veloce, respiro e
poi perse
conoscenza, scivolando alla base della rampa.
David convocò
una riunione straordinaria degli Warblers.
Anche se nessuno se lo aspettava perché l’anno era
praticamente finito, aveva
ricevuto una chiamata d’urgenza dalle New Direction. Si
schiarì la voce e
iniziò a parlare.
«Cari
compagni Warblers,
questa sera hanno richiesto il nostro aiuto i nostri avversari e amici,
New
Direction. Il loro capitano, Rachel Berry, mi ha chiesto se possiamo
aiutarli
ad animare l’annuale ballo di fine anno del McKingley
perché la band che doveva
suonare ha disdetto ieri sera e loro hanno bisogno di un aiuto. Quindi
dovremmo
presentarci questa sera con un’accompagnatrice o…
beh, accompagnatore, davanti
alla scuola alle 6, per le prove. Ci sarebbe l’obbligo
dell’uniforme per le
esibizioni fuori da scuola, ma vestitevi pure come volete, basta che
siate
eleganti. Bene, la scaletta sarà quella che abbiamo usato
per la serata di
chiusura dell’anno scolastico, i pezzi di Kurt saranno
suddivisi fra Las e
Jessie. Ah, a proposito di Kurt, ricordate di andare a fargli un
saluto, si è
sentito male ieri mattina per le scale e adesso è in
infermeria.»
Blaine attese il suo turno
per entrare a salutare Kurt, in
infermeria. Avrebbe preferito farsi mettere sotto da un autobus,
sapendo che
sicuramente ci sarebbe stato anche Rob lì. Visto che era la
fine dell’anno, l’infermiera
gli aveva concesso di rimanere in infermeria con il suo ragazzo. Prese
un bel
respiro e girò la maniglia. Non aveva neanche fatto due
passi dentro la stanza
che la voce di Rob lo colpì in pieno viso.
«Cos’è?
Uno scherzo? Fuori dalla mia vista, nano. Se non
vuoi che ti spacchi la faccia.»
Blaine lo
guardò impaurito e intanto si chiese fra sé e
sé,
quanto, effettivamente, Robert sapesse della festa. Non troppo
interessato a
conoscere la risposta, si sbrigò a dire i suoi auguri.
«Non sono qui
per te, calmati. Ero solo venuto ad
augurare una pronta guarigione a Kurt.»
Cercò di
stabilire un contatto visivo con il soprano, ma
quello stava guardando intensamente le pieghe del suo copriletto.
«Bene, ora ti ha
sentito. Sparisci.»
Blaine fece un colpetto di
tosse, imbarazzato come non mai e
uscì dalla stanza, con le orecchie in fiamme e il cuore in
gola. Senza neanche
avere un attimo di tregua, si scontrò con Berg, che
saltellava allegramente per
il corridoio.
«Oh, Blaine,
cercavo proprio te! –lo guardò un secondo
con sguardo di rimprovero- Dovrei essere arrabbiato con te, ma ho
bisogno di un
favore. Bene, passiamo alle cose importanti. E’ vero che gli
Warblers
parteciperanno a un prom di una scuola mista?»
Blaine annuì
cercando di capire quale fosse il nocciolo
della questione.
«Bene, allora
andiamo insieme, vero?»
Il moro corrugò
la fronte, sempre più confuso.
«Non credevo
che…»
«MA COSA HAI
CAPITO?!» poi aggiunse, con aria
comprensiva «Va bene, ho capito, ti concedo un ballo, ma poi
mi lasci andare
a donne! Ci saranno un sacco di ragazze là, vero? Eh? Eh?
Quante altre
occasioni ho di vedere ragazze che si mettono in mostra per un aitante
giovane
di una scuola privata? Devo sfruttare il fascino della
divisa!»
Blaine rise di cuore,
nonostante il peso che sentiva ancora
sullo stomaco, dopo la visita a Kurt.
«Ok ok, mi avevi
fatto preoccupare! Però voglio anche una
foto di noi due insieme, sia ben chiaro! Ho bisogno di materiale per
ricattarti!»
«Oooook! E foto
sia! Adesso vado a farmi bello. Mi
raccomando, non tardare, caro.»
Blaine gli fece
un’occhiataccia.
«Ciao Berg,
ciao.»
Sembra impossibile, ma siamo di
nuovo qui e siamo quasi giunti alla fine. Ci scusiamo per la lunga,
lunga, luuuuuuuunga attesa, ma gli impegni scolastici e universitari
avevano preso il sopravvento. Quindi, se siete ancora qui, avete tutto
il nostro rispetto e sospettiamo che non stiate molto bene
(perchè state leggendo la nostra storia!? Fa cacare!!).
Quindi... che sia negativo o positivo o anche solo insulti per il
ritardo spaventoso, fateci sapere qualcosa in una recensione. xx
-Tweedles
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Capitolo 28 *** Oh sì, fratello. ***
Blaine
si aggiustò il papillon e si mise un’abbondante
nocedi gel sulla mano.
«Ommioddio
Tappo, ancora con quello schifo? Devo veramente fare da parrucchiere a
un gay?» Thad afferrò il moro per il polso e gli
mise la mano sotto l’acqua corrente.
«Ma
saeri inguardabile! Mollami, mi devo mettere il gel!»
Thad
guardò Blaine con aria di superiorità.
«Chi è il più intelligente dei
due?»
Blaine
abbassò lo sguardo.
«Bravo
Tappo, adesso vai a prendere Berg come un vero ometto.»
«Ma
c’è Tommy…»
«Magari
riesci a fargli pena e ti perdona, non credi?»
«Non
mi sembrava interessato l’ultima volta che abbiamo
parlato.»
«Beh,
in ogni caso smettila di fare il melodrammatico, che adesso mi devo
fare bello io per Lexi.»
Blaine
strabuzzò gli occhi. «Hai seriamente intenzione di
portarla al prom?»
«Sì,
ovviamente!»
«Buona
fortuna!» Blaine uscì dalla stanza ridacchiando,
David lo avrebbe ammazzato.
La
palestra del McKinley era addobbata di azzurro e rosa e i New Direction
erano vestiti di conseguenza.
Berg
si accostò all’orecchio di Blaine, mentre lo
teneva a braccetto «Spero per loro che si cambino
d’abito, sembrano dei bambolotti…»
Blaine
rispose scuotendo la testa «Sì, effettivamente hai
ragione. Anche se credo che siano meglio questi vestiti color
bebè piuttosto degli abiti “da sera”
della Berry…» Il ragazzo la indicò
mentre stava facendo dei gorgheggi in mezzo alla sala, come
riscaldamento. Berg rimase imbambolato a guardarla a bocca aperta.
«Ma… è bellissima.»
Blaine
si girò esterrefatto. «No!»
«Oh
sì, fratello.»
«No!»
«Decisamente!»
«Non
ci credo –Blaine alzò gli occhi al
cielo– non ci posso davvero credere. Hai appena avuto un
colpo di fulmine per Rachel Berry.»
«Si
chiama Rachel? Non senti anche tu il suono delle campane quando dici il
suo nome? Rachel. Aaaaah.»
Dopo
una ventina di minuti di fila, in cui Blaine, sempre più
incredulo, passava da stati di ridarella acuta a stati di profonda
depressione post-rottura, i due entrarono nella sala e vennero presi
alla sprovvista da un flash abbagliante.
«Oh
bene, ho la prima foto ricatto della serata!» Blaine
abbozzò un ghigno malefico.
«Quindi
ora sono libero?»
«Neanche
per sogno. Non puoi andare già dietro a Rachel!
Starà per uscire per
l’esibizione…»
«Ma
io voglio andare a conoscerla!»
«Non
sono così sicuro tu lo voglia veramente!»
I
lamenti di Berg vennero repentinamente soffocati dall’inizio
dell’esibizione delle New Direction. Blaine diede una
gomitata nelle costole all’accompagnatore. «Adesso
la potrai vedere, non sei contento?» Berg annuì
estasiato, poi guardò Blaine. «Ma nel frattempo,
prima della sua esibizione, balliamo!» Afferrò il
moro per il gomito e lo portò in mezzo alla pista, dove
già una decina di coppie stavano ballando.
Tutti
intorno a loro si fermarono e li guardarono sconcertati, mentre la
musica continuava assordante. Berg si girò a guardare i
ragazzi in cerchio intorno a loro .«Che
c’è?! Non avete mai visto due ragazzi ballare?
Adesso vi faccio scioccare io –prese il viso di Blaine fra le
mani e gli piantò un bacio sulle labbra– adesso
che abbiamo fatto lo spettacolino torniamo a ballare?»
«Non
credo proprio, frocetti del cazzo –aveva parlato un ragazzone
enorme con i capelli a spazzola neri e un tirapugni appeso al
collo– adesso venite fuori con me.»
Blaine
inorridito si mise una mano sulla bocca, sperando con tutto il cuore di
essere rimasto alla Dalton. Berg nel frattempo, mentre era preso per la
collottola da un amico del primo bullo, cercava di liberarsi dalla
stretta con scarsi risultati. Dopo neanche dieci secondi i due erano
per terra sull’asfalto del parcheggio, con un fornito gruppo
di energumeni intorno a loro.
Berg
si alzò in piedi «Davvero pensate di farmi
paura?»
Blaine
lo tirò per la maglia «Berg, non devi farlo
–si rivolse al gruppo– lui è con me solo
per venire al prom, non è gay, lasciatelo andare,
prendetevela solo con me…»
Uno
dei ragazzi puntò il dito contro di lui, ridendo piegato in
due «Ooooh, l’avete sentito il buliccio? Cerca di
salvare il suo amichetto… Va bene, vuol dire che prima
sistemeremo lui per le feste e poi passeremo a te, contento?»
E poi il gruppo si strinse attorno ai due amici.
David
si mise a strillare mentre camminava freneticamente avanti e indietro
negli spogliatoi che gli erano stati adibiti come sala per il warm-up
vocale. «Dov’è Blaine?!»
Nick
e Jeff scattarono in piedi, mettendosi sull’attenti
«Andiamo noi a cercarlo, signore.»
David
li scacciò via con la mano «Bravi, andate, e
trovatelo. Noi invece continuiamo il riscaldamento vocale, siete
pronti?»
Dopo
circa dieci minuti le prove vennero brutalmente interrotte da Nick che
entrò come una furia nella stanza.
«L’abbiamo trovato, chiamate
un’ambulanza, subito! Seguitemi!» Il ragazzo
tornò sui suoi passi e portò il gruppo fino al
parcheggio, dove tutti poterono vedere Blaine con i capelli fradici di
sangue e una pozza sotto la testa che si allargava velocemente.
Thad cadde in ginocchio e Nicholas corse al fianco di Blaine e
controllò che respirasse ancora; nel frattempo Kirk si
avvicinò all’altro ragazzo steso per terra, che
però sembrava essere messo meglio.
Quando
Nicholas rassicurò tutti dicendo che Blaine respirava
ancora, David si erse in tutta la sua statura e si diresse verso la
palestra di nuovo. Wes cercò di tenerlo per la manica
«Dove vuoi andare? Non pensarci neanche ad andare a
vendicarlo. Chi gli ha fatto questo non ci metterebbe molto a fare lo
stesso a te.»
David
si girò con un sorriso gelido «Ti assicuro che non
farò cazzate, ma questa questione è troppo grande
per noi, vado ad informare il preside.»
Non commento perchè mi vergogno a pensare a quanto
è passato dall'ultima volta...
-Tweedles
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