E' troppo per me

di Tweedles
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chi sei? ***
Capitolo 2: *** Giulietta? ***
Capitolo 3: *** Occhiali fuxia? Veramente?! ***
Capitolo 4: *** Gli esterni non sono ammessi ***
Capitolo 5: *** Chi-non-muore-affogato-vince ***
Capitolo 6: *** Rooms ***
Capitolo 7: *** Un lungo pomeriggio ***
Capitolo 8: *** Antiche e sacre tradizioni ***
Capitolo 9: *** Tutta la gara in mano a... quello?! ***
Capitolo 10: *** L'autoinvito più clamoroso della storia ***
Capitolo 11: *** Non bussare! ***
Capitolo 12: *** Evidenti segni della notte precedente ***
Capitolo 13: *** Un assoluto bisogno della voce di Kurt ***
Capitolo 14: *** QUESTA E' SPARTA! ***
Capitolo 15: *** Credo che mi voglia uccidere ***
Capitolo 16: *** Non è finita qui ***
Capitolo 17: *** Non sei te stesso, Blaine? ***
Capitolo 18: *** I buoni propositi di Blaine ***
Capitolo 19: *** IO NON SONO TROPPO GIOVANE! ***
Capitolo 20: *** Io sono infelice ***
Capitolo 21: *** Tu ne vali la pena ***
Capitolo 22: *** Ho bisogno di tempo ***
Capitolo 23: *** E' un nostro AMICO ***
Capitolo 24: *** Non ho mai visto meglio ***
Capitolo 25: *** Toopha! ***
Capitolo 26: *** Perchè mi odi? ***
Capitolo 27: *** Sei ancora vivo dopo la festa? ***
Capitolo 28: *** Oh sì, fratello. ***



Capitolo 1
*** Chi sei? ***


ff «Hey, stai bene? Ma chi diavolo era quell'energumeno?»
«I-io... i-o... quel, quel... mostro!» Kurt era a terra, proprio davanti alla sua macchina.
Karofsky, dopo averlo seguito nel parcheggio semideserto del McKingley, aveva iniziato a insultarlo per le sue scelte sessuali. Quelle parole continuavano a risuonargli in testa «Culo sfondato, checca, rifiuto umano...». Ma la goccia che aveva fatto traboccare il vaso era stata quell'insulto. L'unico sul quale non avrebbe mai potuto passare sopra. Lo aveva chiamato "figlio di puttana". Ogni volta che ripensava alla madre, era come se una lama si conficcasse un po' più a fondo nel suo cuore. Non aveva portuto semplicemente lasciar passare e così, lo aveva fatto. Si era girato verso quell'ammasso di lardo e gli aveva urlato contro tutto il suo disprezzo. Per lui, per tutti quelli come lui, per il mondo omofobo.
«Che problema hai? Dimmelo! Hai paura che ci provi con te? Non sei il mio tipo, non mi piacciono i grassocci e sudaticci giocatori di football, senza un briciolo di cervello!» E poi aveva sentito la botta... cazzo se faceva male.
Un grosso pugno gli era piombato sullo zigomo destro, subito seguito da un'altro nelle costole. Aveva sentito il respiro mozzarglisi in gola e l'unica cosa che era riuscito a fare era stato di spingere Karsofsky indietro di qualche centimetro, prima di scivolare per terra con il fiato corto per il colpo ricevuto. Ma come poteva sperare che tutto si risolvesse in quel modo? E infatti il bullo aveva iniziato a prenderlo a calci. Ogni singolo centimetro del suo corpo era alla mercè di quel ragazzo complessato, che solo qualche settimana prima, dopo l'ennesimo spintone, lo aveva baciato, minacciandolo di morte se lo avesse riferito a qualcuno.
E poi era arrivato lui. E aveva decisamente gonfiato come un palloncino Karofsky.
«Chi sei?»
«Io ti salvo la vita e non mi ringrazi neanche? Beh, guarda che ti lascio a prenderti le botte, la prossima volta, eh!»
Kurt arrosì violentemente. «Scusa, ma credevo che nessuno si sarebbe voluto mettere contro quell'armadio!»
«Prego, per averti risparmiato qualche costola rotta, a proposito, come ti senti?»
«Nè meglio, nè peggio delle altre volte. Tempo stasera avrò l'occhio nero, neanche una settimana e andrà via e sarò di nuovo pronto a essere gonfiato di botte dal primo giocatore di football a cui capiterò sotto tiro.»
«Sai, anch'io qualche anno fa sono stato preso di mira da degli stronzi. Sì, stronzi, perchè se la prendevano con me solo perchè ero diciamo un po' meno fisicato di adesso.» Compensò quella sua frase un po' piena di sè con un sorriso a decisamente troppi, smaglianti, perfetti, denti.
E mentre pronunciava queste parole, Kurt si rese conto che, effettivamente, il suo salvatore era un gran bel ragazzo: alto, capelli chiari, fisico da modello dell'Abercrombie che si intravedeva attraverso l'aderente maglietta bianca -non rischiava di strapparsi, con quei bicipiti?- e dei magnetici occhi grigio-verdi.
Mentre il più piccolo si perdeva in queste constatazioni, l'altro intanto aveva scritto il suo numero di cellulare su un volantino trovato per terra.
«Non dovrebbero passarla liscia, non farti problemi a chiamarmi quando vuoi se... se sei di nuovo nei pasticci. O se hai voglia di prendere un caffè!»
E intanto, mentre il più grande si girava un'ultima volta per sorridere incoraggiante al ragazzo, che ancora tremante era appoggiato alla portiera del suo Suv, a quest'ultimo venne in mente che non sapeva neanche il suo nome.
«Hey! Aspetta, dimmi come ti chiami almeno!»
«Oh, scusa, me ne ero completamente dimenticato, sono Robert.» Ed ecco un altro sfavillante sorriso, come scusa per quella piccola dimenitcanza.
«Io sono Kurt... beh, grazie per quello che hai fatto per me oggi, Robert.» Anche Kurt provò a sorridere, ma evidentemente, ancora scosso dall'accaduto, gli uscì piuttosto una smorfia tremolante, che provocò un lampo divertito negli occhi di Robert.
«Ciao!»






Ok, è il primo tentativo di fanfiction che faccio e quindi sono abbastanza dubbiosa sul mio operato... Datemi un segno, ho bisogno di sapere com'è! Alla prossima :)

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Capitolo 2
*** Giulietta? ***


ff 2
«Pronto?» 
«Pronto, ciao Robert, sono Kurt, scusa se ti chiamo, non ti disturbo, vero? Ma certo che ti disturbo... stupido Kurt! E' solo che tu mi avevi detto che potevamo parlare...»
«Smettila Kurt, dove sei?»
«In macchina...»
«Sì, ma dove?!»
«Sotto al McKinley»
«Riesci a guidare?»
«Dove sei?»
«Ci vediamo al Lima Beam, sai dov'è?»
«A tra poco.»



«Come hai detto che si chiama la tua Giulietta?»
«Drew, quante volte te lo devo dire?! Smettila di chiamarlo Giulietta, è un uomo!» Robert volse gli occhi al cielo - possibile che si ostinasse a chiamarlo così? - lo avrebbe già steso a terra con un cazzotto, se non fosse che gli sarebbe tornato utile per "portare in salvo" il suo Kurt.
Drew cercò di indorare la pillola con un sorriso. «Ma è una cosa romantica!» 
«Se non la smetti, giuro che ti strappo ogni singolo capello da quella tua testa già mezza stempiata!»
«Ehm, ciao Rob!» disse Kurt stringendo un pochino di più la sua tracolla - chi diavolo era quel damerino vicino a Rob?!
«Rooob? Hey, Rob? Sì, va bhé, sei un caso perso.» Drew sapeva che il suo amico non era un idiota, ma quando puntava gli occhi sulla sua Giulietta  -era sicuro che oramai pensava a lui come Giulietta-  il suo cervello implodeva (pum pum pum, ciao neuroni!). «Io sono Andrew, Andrew Stuart.»
«Smettila di fare il finto 007!» Dopo aver fulminato con un occhiataccia il suo amico, Rob si sciolse in un mieloso sorriso verso Kurt, facendo trasparire la preoccupazione dai suoi occhi.
«Non può andare avanti così Kurt, guarda in faccia la realtà! Non puoi restare nella tua scuola, ti pestano a sangue un giorno sì e un giorno no! Eppure credevo che il mio intervento li avrebbe scoraggiati...»
«Non è passato poi così tanto da quando sei arrivato tu! E poi da quando ci sei, mi sento molto più al sicuro!» Kurt non avrebbe di sicuro perso una chance di ringraziare ulteriormente la prima cosa buona che gli fosse capitata nella sua vita.
Drew sbuffò sonoramente «No, vi prego, prendetevi una camera!»
Due paia di occhi lo congelarono sul posto. «Ragazzi, sono qui per un motivo, non per fare il terzo incomodo!»
Un'altra fulminata -quando lo avrebbero capito che si piacevano reciprocamente, quei due? Insomma, un mese di sms a tutte le ore e telefonate "chiudi tu, no chiudi tu, no chiudi tu" e non erano ancora riusciti a combinare niente.
«Ok, mentre mi guardate male, io dico perchè sono qui, eh?»
Il più piccolo abbassò lo sguardo arrossendo lievemente e poi squadrò dalla testa ai piedi quel ragazzetto con indosso un'inguardabile divisa.
«Mi piacerebbe proprio saperlo.»
«Beh, come ti stavo dicendo prima, -intervenne Robert, prima che Kurt incenerisse l'altro ragazzo- ci sarebbe un'altra possibilità per risolvere la tua... situazione.» E porse al suo protetto un volantino -Dalton Academy. Nonostante fossero passati due anni dal suo diploma, e cinque da quando era scappato dalla sua vecchia scuola, gli sembrava di sentire ancora pulsare le ferite. E non solo quelle dei calci e dei pugni. Perchè a quindici anni, sentirsi insultare perchè sei diverso, perchè sei "finocchio" marchia l'anima come un ferro arroventato. Ma poi, sua madre gli aveva dato un opuscolo, dopo che era stato ritrovato alle nove di sera, chiuso nello stanzino dei detersivi della scuola, attaccato con lo scotch a una parete ed era approdato alla Dalton.
«Politica di tolleranza zero contro qualsiasi forma di bullismo e discriminazione»
Gli occhi di Kurt si illuminarono come un faro nella notte. Forse poteva davvero smettere di aver paura di girare per i corridoi della scuola. Beh, almeno per quelli della Dalton Academy.
«Ma questo non spiega la sua presenza qui» Incenerì ulteriormente con lo sguardo l'altro ragazzo.
«Sono qui come rappresentate della Dalton Academy e del nostro Glee Club, gli Warblers, Rob mi ha detto che canti, vero Giulietta?»
«Scusa, come mi hai chiamato?! -era davvero troppo, da quanto lo conosceva? Cinque minuti? E Giulietta?!- come ti permetti di chiamarmi così?! Se questo è l'educazione di un ragazzo-tipo di questa scuola per figli di papà, grazie, ma preferisco non metterci piede!» Disse, un infuriatissimo Kurt, sventolandogli in faccia il volantino a strisce blu e rosse.
«Kurt... Kurt, scusalo, è un deficiente! Anzi, scusa me per aver portato un simile personaggio come rappresentate, forse sarebbero andati meglio Wes o David...»
«Ma deficiente a chi? Bellimbusto che non sei altro, non fosse che sei il doppio di me te la farei vedere io, pfui -e comunque sono molto più simpatico io, di loro due!»
«Ci penserò un po' su a questa scuola per damerini maleducati, ora però devo andare, mio padre mi aspetta in officina.» A dire il vero non vedeva l'ora di allontanarsi da quell'insopportabile ragazzo -ma chi si credeva di essere?
«Se vuoi ti accompagnamo noi, tanto...» Kurt lo interruppe.
«No, grazie, preferisco andare da solo, e poi è qui a due passi! Ciao Robert!»








Gli Warblers arriveranno, non disperate, col tempo arriveranno. Spero che vi sia piaciuto quello che avete letto :)

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Capitolo 3
*** Occhiali fuxia? Veramente?! ***


Kurt si perdeva sempre negli occhi di quello splendido uomo. Come era possibile? Inziava a parlare in modo squisitamente interessante con lui e poi... si perdeva nella vastità di quel mare di verde.
«Kurt? Mi stai ascoltando?» -Possibile che si perdesse in un bicchier d'acqua, quel ragazzo?-
«Sì, sì... mi stavi chiedendo il mio musical preferito. Beh, direi Wicked, cos'altro potrebbe essere?»
«Mi aspettavo proprio che lo dicessi! Anche se devi ammettere che Rent è indubbiamente più bello ed appassionante!» Sapeva che avrebbe fatto infuriare il ragazzo vicino a lui. Quando si trattava di musical andava letteralmente in escandescenze.
«Caro il mio Rob, sei completamente fuori di testa! Mi chiedo come possa starti ancora seduto vicino dopo la bestemmia che hai detto!» -A dire il vero... come sarebbe potuto andare via, con quegli occhioni che lo fissavano a metà fra il divertito e il preoccupato?-
«Noooo! Non andare via!» Per Rob era sempre uno spasso chiacchierare con Kurt: non sapevi mai se sarebbe andato via davvero, atteggiandosi da Diva, oppure se stava semplicemente scherzando per attirare l'attenzione.

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«Fermi tutti!»
«Che c'è, Drew?! Ma chi stiamo guardando? E perchè? Dai, voglio il gelato,andiamo!» Blaine non poteva resistere. Tutte le volte che andavano a Lima c'era la tappa fissa dal gelataio. Ed erano già in ritardo di 10 minuti sulla "tabella di marcia per il gelato"!
«Sono un ex Warbler, Robert e Giulie... Kurt Hummel!»
«E chi è 'sto qua? Ha dei capelli perfetti... perchè devo essere sempre io l'unico che si deve mettere un kilo di gel per essere normale?»
«Ti assicuro che non sei normale neanche con tutto il tubetto di gel... MIO gel, dannato Tappo!» Thad non avrebbe potuto trovare un compagno di stanza più simpatico e allo stesso tempo insopportabile! Semplicemente non capiva la differenza tra la propria proprietà e quella altrui!
«Non ne può fregar di meno a nessuno di te, Thad... piuttosto, Blaine, quando farai coming out?» Lexi non era mai stata convinta della sessualità di quel ridicolmente basso e strampalato ragazzo.
«Hai proprio sbagliato persona! Fossi in te chiederei a Drew, va' lì come guarda quei due!»
«Hey, ragazzi! E' un mese che seguo 'sta storia, manco fosse una serie Tv, ormai mi sono affezionato!»
«Non sviare l'attenzione da te, Anderson, con quei calzini rosa non convinci nessuno!»
«Carina, guarda che essere alla moda non significa essere gay!» E Blaine sapeva quanto fosse importante, per far colpo sulle ragazze usare anche il vestiario, per qualcuno di non particolarmente... beh, diciamo qualcuno non come quel Robert.
«Oddio Blaine! Non riesco a smettere di ridere! Dave, tienimi perchè casco per terra, sennò!»
«Non sei simpatica! Se vuoi ti posso provare la mia virilità, Alexis!» Beh, forse sarebbe stata Alexis a mostrare a lui la propria femminilità, visto che Blaine non era mai stato con nessuna...
«Oh, fermi tutti! Tappo, non ci provare più con la mia donna!» Thad non avrebbe mai creduto che il suo compagno sarebbe potuto essere più insopportabile di quando alla mattina alle 7 si metteva a cantare a squarciagola per svegliarlo, ma a quanto pare ci stava riuscendo perfettamente.
«La tua donna? Ma qui stiamo correndo un po' troppo!»
«Thad, lascia stare mia sorella, se non vuoi che ti spacchi la faccia!» Anche se era sempre uno dei più pacati, David letteralmente adorava sua sorella e non avrebbe certo permesso a Thad, Thad Harwood, di mettere le sue sporche manacce su di lei.
«Dai, Dave, sai che stavo scherzando...»
«Sì, sì, ok, io adesso voglio andare a mangiare il gelato!» Possibile che nessuno si curasse mai dei suoi bisogni primari?! Il gelato era SACRO!
Andrew non credeva di poter sopportare un minuto in più quella piattola di ragazzo «Anderson, stai zitto! OMMIODDIO-SI-STANNO-TENENDO-PER-MANO! Guarda Lexi, guarda che carini!»
«Oh, guarda che amori! Tubano come piccioncini! VIA DI QUI. SUBITO. Non ho intenzione di vomitare arcobaleni per il resto del giorno; tutta quella fluffosità mi potrebbe far cedere alle tue proposte!» Disse Lexi, volta verso Thad. Se c'era una cosa per cui Alexis Thompson non si sarebbe mai scomposta, erano delle scene romantiche. Di altri, oltretutto!
«Ragazzi, io non mi schiodo di qui!» Aveva semplicemente tutte le curve al posto giusto, sorella di Dave o no, Thad avrebbe fatto qualsiasi cosa per averla, anche stare a stalkerare per ore una coppia di ragazzi.
«Ma tanto non te la da! Te lo vuoi mettere in testa?»
«Oooooh, bravo il mio Little Pony, allora qualcosa la capisci anche tu!»
«Sempre più simpatica, Lexi. Davvero... Adesso possiamo andare a mangiare il gelato? Da AcquoLima, che gli altri hanno la fragola che fa schifo!»
«Persino i gusti da gay! Come fai a negare l'evidenza, Anderson!» Lexi girò gli occhi al cielo, era così PALESE!
E un’ombra attraversò quelli di Blaine: stava sempre allo scherzo, però la cosa stava andando avanti da un po' troppo per i suoi gusti... insomma era divertente all’inizio, però stava cominciando a restarci male.
David, come al solito l'unico maturo, si accorse dell'ombra negli occhi del più piccolo. «Dai, Lexi, basta così, trova qualcun altro da martellare, lascialo in pace per un po'... farà coming out quando si sentirà pronto, vero Blaine?» Era una battuta semplicemente troppo bella, perchè potesse evitarla!
«Eh? Cosa? Stavo pensando al gelato... magari potremmo cantare una canzone sul gelato alle Provinciali di quest'anno, che ne dite?»
Questo era decisamente troppo. Che il Little Pony avesse sempre avuto dubbie idee sulle canzoni, non era certo un mistero, ma una canzone sul gelato era decisamente troppo. Si beccò le occhiatacce più cattive ed esasperate dalla storia dai suoi quattro amici.
«E che c'è?! Il gelato è buono!»
«Ok, andiamo a comprare 'sto benedetto gelato, magari con la bocca piena sparerà meno stronzate!»

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«Brutto guardone di uno Stuart! Ti ho visto più volte nell'ultimo mese, che negli ultimi due anni!» Era pur sempre il suo miglior amico, un po' di sana cattiveria non gliel'avrebbe tolta nessuno.
«Ciao Rob! E ciao Giulietta, come state?» Drew non si sarebbe mai sognato di chiamare quel ragazzino dagli enormi occhi azzuri in altro modo. Gli calzava semplicemente a pennello. Giulietta.
«Smettila, per Dio! Che problema hai con me, Andrew! O per lo meno spiegami perchè dovrei essere Giulietta! Sono un ragazzo!» Tutto sommato, Drew era simpatico a Kurt, ma ancora dopo due mesi, riusciva a farlo uscire dai gangheri con quel "Giulietta".
Non appena Kurt aprì bocca, Lexi commentò, nell'orecchio di David «Ma ha la voce da donna! Quello lì è più donna di me!»
«Non fosse che sei una donna, appunto, Lexi, ti avrei già tirato un coppino.» Dave sapeva che Lexi non aveva nessun problema con gli omosessuali, ma semplicemente la maggior parte delle volte aveva il tatto di un elefante in una cristalleria.
«Mio dio Dave, Wes sta bene? Non è mica morto?» Rob sembrava sinceramente preoccupato... non aveva mai visto quei due divisi, da quando li aveva visti varcare insieme, per la prima volta, i portoni della Dalton Academy.
«Perchè dovrebbe stare male?» Blaine aveva la capacità di estraniarsi del tutto dalle conversazioni e poi cercare di rientrarvi a forza, facendo in genere saltare i nervi ai partecipanti.
Thad lo avrebbe preso volentieri a schiaffi, in quel momento. «Perchè sono sempre insieme? Blaine, torna al tuo gelato, per favore!»
Ma era letteralmente impossibile che quel tappo di ragazzo si potesse fare gli affari propri e infatti, dopo neanche due leccate, si accese come una lampadina: «Hey, ma qui c'è gente nuova! Io sono Blaine!» disse tendendo la mano verso Robert.
«Piacere... di conoscerti Blaine. Io sono Robert e lui è, Kurt, il mio ragazz...»
«Credo di potermi presentare da solo, io sono Kurt HUmmel, piacere di conoscerti, Blaine! Tu devi essere il solista degli Warbler, ho sentito parlare di voi... sai, anch'io sono nel Glee Club della mia scuola!» Non avrebbe mai perso un'occasione per vantarsi della loro (beh, della sua prima di tutti) bravura.
«Oh, io non ho mai sentito parlare di te... Però sono sicuro che siate bravissimi!» Nonostante la sua pessima abilità nel decifrare i comportamenti altrui, Blaine si rese conto di aver fatto un'enorme gaffe, a giudicare dall'ombra che era scesa sugli occhi di Kurt, così provò a rimediare: «Hai davvero dei bei capelli, che lacca usi?»
A questo commento Rob si sentì decisamente escluso dalla conversazione che si stava svolgendo fra il SUO ragazzo e quello Hobbit, così decise di passare un braccio intorno alla vita di Kurt, giusto per ricordargli come stessero le cose. E nel farlo urtò, "involontariamente" la mano del nanerottolo... facendo spiattellare il suo gelato sul pavimento. Era come se Blaine avesse visto la scena al rallentatore... Il braccione di Robert che passava intorno alla vita di Kurt e l'altra mano, che con un involontario (quanto involontario?) gesto gli faceva cadere il suo stra-super-mega-ultra-fantastico gelato limone-cioccolato-fragola con tanto di panna e biscotto, direttamente sul pavimento.
Gli vennero le lacrime agli occhi. Un intero pomeriggio per conquistare finalmente il suo tanto sognato gelato e poi finiva spalmato per terra?
Lexi corse ad abbracciarlo. «Vieni con me, Little Pony, non piangere, ne andiamo a comprare un altro, vieni.»
Non appena i due si furono allontanati alla volta dell'AcquoLima (di nuovo), Rob si espresse in un commento: «Ma è idiota il vostro amico? Aveva gli occhi lucidi per un gelato? E, scusate, ma gli occhiali fuxia? Veramente?!»..
Dave prese le difese di Blaine... a volte era un po' eccessivo, ma aveva un gran cuore. «Oh dai, Rob, smettila. E' così e basta, quando si sentirà pronto lo dirà a tutti.» Un segno di assenso si sparse seriamente fra i ragazzi.
E al che Kurt sperando di non essere inopportuno, con fare circospetto chiese alla compagnia qualcosa che si stava domandando da qualche minuto: «Scusate, ma state dicendo che è gay... anche lui?». Non ebbe risposta, dai ragazzi, ma tanto sarebbe stata inutile, Kurt era già immerso nei suoi pensieri: tutto sommato i ragazzi gli volevano bene anche se era gay (forse, a quanto pare non era ancora dichiarato... nemmeno a se stesso) e non lo prendevano neanche in giro in modo cattivo... era piuttosto il modo di scherzare fra persone che si volevano un bene dell’anima. Sì, se ne avesse avuta la possibilità, gli sarebbe davvero piaciuto andare alla Dalton… se solo non avesse dovuto lasciare le New Directions…

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Capitolo 4
*** Gli esterni non sono ammessi ***


ff4 «Adesso lo vado a riempire di botte - Finn scattò (stranamente) per placcare il suo migliore amico -, non è possibile. Quante volte lo ho già minacciato?»
«Smettila Noah, ha esagerato, ma non puoi picchiarlo. Kurt, vieni con me, da Figgins.»
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«Ma professor Schuester, capisce bene che non ho prove di quello che "avrebbe fatto" questo ragazzo!»
«Non ha prove?! Guardi la faccia di Kurt! Ha un occhio nero!»
«Sì, certo, ma Karosfky potrebbe dire di non averlo fatto apposta, non c'è nessun testimone che possa confermare la versione di Kurt!» Di sicuro il preside non si sarebbe messo contro il figlio di uno dei più famosi avvocati di Lima. Il Glee Club portava già via troppi fondi alla scuola -60 dollari al mese, 60! - e non avrebbe sicuramente speso un centesimo per una possibile, anzi, molto probabile, causa contro la scuola da parte del Sig. Karosfky.
«Mi spiace, ragazzo, l'unico modo che hai per farlo espellere è darmi una prova tangibile di quello per cui lo accusi. Che sò... un video, o qualcosa del genere. Fino a quel momento non posso fare assolutamente nulla, mi spiace.»
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Finn bussò alla porta di Kurt. Non sapeva se era la cosa giusta da fare, però non poteva più vedere il suo fratellastro conciato in quelle condizioni.
«Aspettavo il momento in cui avresti finalmente deciso di iniziare a confidarti con me sui tuoi problemi con Rachel, entra pure Finn!»
«Hem, a dire il vero sono qui per parlare di te - si maledisse nella testa: perchè non si era preparato un discorso? - beh... ecco, è tutto pronto. Cioè... te ne vai alla Dalton, ho visto i volantini. E' troppo pericoloso al McKinley. Ieri io e Burt siamo andati-»
«Cosa ti fa pensare che ci voglia andare? - perchè nessuno lo lasciava mai decidere? - non ho intenzione di lasciare le New Direction per niente al mondo!»
«Kurt... so che deve essere una scelta tua, ma... pensaci. Non puoi andare avanti così. E poi, a  proposito del Glee, beh, vorremmo farti sentire una cosa. Domani, in auditorium.»
Kurt si stese sul letto. Gli facevano ancora male le costole dalle botte del giorno prima. 
Karosfky si era avventato su di lui, in quei due secondi che si era attardato negli spogliatoi per finire di sistemarsi i capelli. Forse sarebbe stato meglio andare alla Dalton. In fondo sarebbe potuto stare con le New Direction nel week end ed essere al sicuro a scuola. Con quei pensieri per la testa, si addormentò ancora vestito.
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«Premetto che la scelta della canzone è stata molto dibattuta, e naturalmente le mie scelte sono state ignorate...» Rachel volse uno sguardo di superiorità ai membri delle ND «Comunque, l'abbiamo scelta per farti capire che questa situazione cambierà e che potrai tornare sereno»  e dopo avergli rivolto un sorriso, prese il suo posto in mezzo ai compagni.


And it’s a sad picture, the final blow hits you
Somebody else gets what you wanted again and
You know it’s all the same, another time and place
Repeating history and you’re getting sick of it
But I believe in whatever you do
And I’ll do anything to see it through

Kurt si commosse, forse avevano ragione, forse aveva proprio bisogno di un cambiamento, erano giorni che Rob continuava a dire che la Dalton sarebbe stata la risposta ai suoi problemi.
Because these things will change
Can you feel it now?
These walls that they put up to hold us back will fall down
This revolution, the time will come
For us to finally win
And we’ll sing hallelujah, we’ll sing hallelujah

Le New Directions circondarono Kurt in un abbraccio generale, che lo fece scoppiare in lacrime,
«Non azzardatevi a chiamarlo un addio! Non me ne vado per sempre! Alla prima occasione tornerò da voi!»
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Rob prese le valigie dalla macchina e diede una leggera spinta a Kurt per incoraggiarlo ad avvicinarsi al mastodontico edificio che era la Dalton Academy. Una grande costruzione a ferro di cavallo, conteneva tutto il complesso scolastico esclusi i dormitori che si trovavano al fondo dell grande cortile interno.
Gli occhi di Kurt brillarono alla vista di tutto quel meraviglioso lusso, la retta era decisamente alta ma doveva ammettere che ne valeva veramente la pena.
Furono accolti da un'anziana segretaria che dopo aver sbrigato tutte le formalità chiamò con voce gracchiante il responsabile del piano in cui Kurt avrebbe alloggiato.
«Ciao Rob, dammi pure i bagagli, lo sai che gli esterni non sono ammessi nei dormitori» disse un ragazzo dai folti capelli biondi, che assomigliava in modo ridicolo a Ken di Barbie, Rob fece un cenno di assenso con la testa e dopo aver dato un ultimo bacio a Kurt lo salutò con un sorriso.
«Il mio nome è James Kirk, se vuoi seguirmi ti mostro i dormitori.»
«Kurt.»
I due si avviarono verso i dormitori attraversando il cortile, Kurt rimase affascinato dal lusso che lo attorniava, soprattutto fu sorpreso dalla parte più moderna dell'edificio che comprendeva una vetrata affacciata direttamente sull'interno di una grande piscina.
Lo condusse al terzo piano, dove su un lungo corridoio si affacciavano nove porte.
«Questo piano è praticamente riservato agli Warblers, ho saputo che cantavi nella tua vecchia scuola, presumo ti abbiano assegnato qui per questo» disse Kirk con un sorriso, aprendo una porta aggiunse «Questa è la tua stanza, il tuo compagno è Jessie, è un tipo riservato, non avrai problemi, ora scusami ma devo andare, mettiti pure comodo! Le lezioni per te inizieranno domani, David che è del tuo anno ti accompagnerà.» Dopo aver detto questo se ne andò.
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Delle urla disumane ruppero la quiete del dormitorio, facendo accaponare la pelle a Kurt, che stava mettendo a posto il suoi infiniti capi di vestiario.
«Cosa diavolo ci fai qua, Lexi!! Dovresti essere a casa! Chi ti ha fatta entrare??»
«Anch'io sono felice di vederti, mio caro fratellone di cioccolata!»
«Felice? Adesso ti porto diretta all'uscita»
Un rumore di baruffa incuriosì Kurt che aprì la porta, per vedere chi si stesse scannando. Non ebbe neanche il tempo di aprire la porta quando una furia castana si catapultò nella sua stanza, chiudendogli la porta praticamente sulle mani.
«Oh scusa! In genere non c'è nessuno qua dentro - disse la ragazza - Ehi ma io ti conosco! Tu sei il tipo di Rob!»
La faccia spiazzata del ragazzo parlò da sè.
«Scusa sto scappando da mio fratello, non ti spiace se mi nascondo qui, vero? Giuro che non apro nemmeno la bocca» detto questo tirò fuori un sorriso poco rassicurante.
Kurt scrollo le spalle e parlò tra sè e sè «Immagino che mi dovrò abituare a tutto questo...»
Neanche due minuti dopo, bussarono alla sua porta e, lievemente scocciato, Kurt andò ad aprirla.
«Ciao Kurt, che piacere rivederti, ti ricordi di me? Scusa se ti disturbo, ma, per caso, hai visto quella pazza di mia sorella? »  
A quella affermazione Lexi  roteò gli occhi al cielo, mentre Kurt scosse la testa.
«Etciù... Cazzo!» il piano malvagio di restarsene nascosta era miseramente andato in frantumi.
«Lexi esci fuori dalla stanza di Kurt. Adesso.» disse David in tono irremovibile, scusandosi con Kurt con un'occhiata.
 L'altro ragazzo sorrise e aprì la porta completamente, mentre Lexi usciva dal suo nascondiglio con un'espressione colpevole.
«Dai non chiamare mamma e papà, le mie erano nobili intenzioni!»
David le lanciò uno sguardo severo «Grazie Kurt e buon pomeriggio!».
Kurt chiuse la porta alle loro spalle, ma riuscì ancora a sentire la ramanzina di David alla sorella e un indulgente sorriso gli si materializzo sulle labbra: la pazzia delle New Directions sembrava eguagliata, e già dalle prime ore!







Come sempre, mi sono dimenticata di scrivere i miei commenti al capitolo PRIMA di postarlo. I primi 42 di voi non avranno l'onore di leggere ciò che sto scrivendo... Beh, a dire il vero non ho un granchè da commentare, spero solo che vi sia piaciuto e... CI SONO GLI WARBLER! D'ora in poi diventerà tuuuutto molto più divertente (e decisamente stupido) :D Alla prossima!

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Capitolo 5
*** Chi-non-muore-affogato-vince ***


ff5 La Dalton Academy era un posto piuttosto tetro, di notte. Gli alti soffitti a volte riflettevano i pallidi raggi lunari provenienti dalle finestre, in sottili strisce di luce, fin sui pavimenti di marmo tirati a lucido.
Neanche a dirlo, in genere nessuno amava passeggiare col buio per i corridoi. Però l'antica tradizione andava portata avanti. E quindi alle tre del mattino, in ogni stanza del terzo piano, risuonarono all'unisono nove sveglie.
«Ragazzi, svelti e in silenzio, ci dobbiamo dividere i compiti!»
«Ma perchè dobbiamo fare silenzio? Tanto non si sveglia nessuno!»
«Blaine, caro, sei stato tu L'UNICO a non svegliarsi fino a quando non è stato buttato in piscina!» Thad girò gli occhi al cielo. Possibile che avesse la testa di un bambino di 4 anni?!
Blaine borbottò imbronciato. Erano le tre di notte e gli chiedevano anche di essere così sveglio da capirci qualcosa?
Al che David prese in mano la situazione. L'ora X sarebbe stata da lì a 20 minuti e dovevano ancora andare a scassinare la serratura della piscina e prendere Hummel. «Allora, Wes e Rich, andate verso la piscina ad aprirci la porta. Jessie, vai a controllare se il tuo compagno di stanza sta dormendo. Luke e Flint, voi andate a vedere se ci sono professori in giro» I due lo guardarono male. «Andiamo ragazzi, sapete di essere i cocchi di tutti i professori, se vedessero Thad in giro a quest'ora, sarebbe espulso senza battere ciglio!»
Le quattro squadre si divisero. E David, con un'altra manciata di ragazzi, si diressero a prendere ciò per cui si erano preparati tutta la settimana: corde, scotch e un bel sacco di tela nero.
«Ci siamo tutti?» Dave contò mentalmente i suoi compagni. C'erano tutti e undici. «Bene, alla volta della camera di Hummel!»
___________________________________________________

Erano già cinque minuti che Wes e Richard tentavano di forzare quella dannata serratura della piscina. Maledetti Jeff e Nick che si erano fatti ritirare la copia delle chiavi! Fino a un anno prima era tutto più semplice: con cinque Warlber impegnati nella squadra di nuoto avevano praticamente sempre avuto libero accesso alla piscina, ma quei due macachi erano riusciti a farsi beccare mentre facevano il bagno di mezzanotte.
Wes stava per lasciar perdere e andare a dire agli altri che era saltato tutto, quando vide l'altro ragazzo che tirava fuori il cellulare. «Ciao Lexi! Avrei bisogno di una consulenza... No non c'è bisogno che tu venga qua... Come scassiamo una porta?»
Dopo aver seguito le istruzioni della ragazza, i due Fringuelli riuscirono finalmente ad aprire la porta. Appena in tempo per accogliere uno squadrone in pigiama, che trasportava un incazzatissimo sacco di tela nera. Urlante. Con non poca difficoltà i poveri Nicholas, Cameron e Blaine, avevano portato quei 70 kili di furia allo stato puro dal terzo piano fino alla piscina.
«Ragazzi, ORA!» I tre presero un bello slancio e lanciarono l'ormai slegato Kurt Hummel in piscina. E poi accadde il pasticcio. Kurt riuscì ad acchiappare, prima di finire in acqua, il braccio di Blaine. Che, ovviamente, cercò di aggrapparsi... a Las. E tutti e tre finirono con un spruzzo in piscina. Nicholas, complici le estati passate al mare, si tirò in un attimo fuori dall'acqua, insultando quella specie di tappo che gli aveva fatto fare una seconda "iniziazione".
Blaine, dal canto suo, con quel bagno inaspettato, si era svegliato abbastanza da capirci qualcosa... solo che c'era qualcuno che si stava aggrappando a lui! Si voltò e vide Kurt che annaspava nell'acqua. I due neuroni che aveva in testa,  fecero la scintilla. Si avvicinò a Kurt e, prendendolo per la vita, lo portò a bordo vasca, dove gli altri ragazzi li stavano deridendo per essere caduti in piscina.
Blaine si girò immediatamente verso il ragazzo dagli occhi azzurri.  Kurt guardò con occhi stralunati gli altri ragazzi. Un giorno e avevano già cercato di ucciderlo? E poi vide la faccia di Blaine, a  due centimetri dal suo naso,  con gli occhi  spalancati dall'apprensione. «Hey, stai bene?»
Kurt al suono di quelle tre parole balzò a sedere.  Un po' perchè la vicinanza di quel ragazzo al suo viso era troppo poca per non fargli venire in mente certe idee che avrebbero... infastidito Rob e poi perchè erano le stesse parole che il suo ragazzo gli aveva rivolto la prima volta che si erano conosciuti.  Appena riprese l'uso della parola, Kurt inveì contro  i ragazzi:  «Ma cosa vi salta in testa? Non so nuotare, stavo per morire! Credevo che con la politica di tolleranza zero al bullismo sarei stato al sicuro! E tu, Drew, sei stato mio amico per dei mesi per poterti prendere meglio gioco-»
Ma prima che potesse finire il suo sproloquio contro di loro, Jeff si affrettò ad offrirgli un goccetto della  "Warbler medicina". «Tieni e bevi, è un rito di passaggio, ci siamo passati tutti... e poi noi non potevamo sapere che non sei capace a nuotare! Comunque tutto è andato per il meglio, vero Blaine?» Quest ultimo stava ancora fissando il ragazzo che aveva appena tirato fuori dall'acqua. Gli sembrava uno di quei passerotti che, quando era piccolo, trovava tutti infreddoliti sotto il portico di casa, con magari un'ala  o una zampa spezzata. Non riusciva proprio a trattenersi dal guardarlo con apprensione.
Alla mancata risposta del ragazzo, Jeff si volse verso di lui. «Blaine? Gli sarà entrata dell'acqua in quella testa bacata? Blaine, rispondi?»
Ma il moro semplicemente non lo sentiva, perso a contemplare Kurt che, ormai, si stava rimettendo in piedi, mentre beveva l'intruglio alcolico di Nick e Jeff.
«Forse ha bisogno di un altro bagnetto!» disse Thad spingendo Blaine di nuovo in piscina.
L'effetto fu che Blaine si risvegliò da quella specie di trance contemplativa in cui era caduto. Però risvegliò anche i suoi istinti primordiali di maschio alfa, che lo fecero esordire con «Sì sì, buttami pure in piscina, Thad, tanto il solista resto lo stesso io!» E come non sarebbe potuta iniziare, la guerra a chi-non-muore-affogato-vince? Thad si tuffò a bomba in piscina, seguito a ruota da tutti gli altri e presero, insieme, a cercare di affogare Blaine. Solo Kurt restò fuori a godersi lo spettacolo. Complice l'intruglio che gli avevano somministrato e la comica scena di una quindicina di ragazzi in pigiama che lottavano, in piscina, ad affogarsi, Kurt scoppiò a ridere e non si accorse dell'arrivo di qualcuno.
«Uscite tutti dall'acqua. Subito. - l'uomo volse lo sguardo verso Kurt - Signor Hummel, le sembra il caso? Inizia già dal primo giorno a farsi notare!». Kurt guardò terrorizzato il professor Stephen.








Ciao a tutti i numerosi... Beh, diciamo ai lettori!
Dateci un segno se vi piace o meno come sta andando avanti la storia, vi preeeeeego! Abbiamo bisogno di sapere se vi piacciamo o se vi facciamo schifo. Sparate pure a zero, tanto andremo avanti comunque a scrivere, sappiatelo (ecco, ora vi potete immaginare una risata malvagia). Ok, fatevi sentire! Ciao a tutti, dai Tweedles!

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Capitolo 6
*** Rooms ***


ff6 Camera 1 - "Boss Room"

«Cosa te ne pare del nuovo acquisto?» Wes non era ancora riuscito a farsi un idea ben precisa di Kurt
«Non saprei, da come tremava di rabbia, direi che non dovremmo farlo arrabbiare -disse David con un sorriso- comunque, mi ha detto che cantava, sicuramente farà un provino per gli Warblers. Domani devo accompagnarlo a lezione, possiamo parlargliene!»
«Buona idea, e potremmo invitarlo ad assistere alle prove di domani -delle urla dalla stanza affianco lo fecero raggelare- sempre che Thad non uccida il nostro solista stanotte!»

Camera 2 - "Theatre Room"

«Tv?» John era sempre così fiero di possedere il televisore più grande di tutta la Dalton Academy.
Luke rispose con uno sbadiglio «Passo!» e si fiondò sul letto con i capelli ancora bagnati, non era un maniaco dello studio come Kirk, ma aveva pur sempre bisogno di dormire!

Camera 3 - "Snack Room"

Trent non era nemmeno entrato nella sua stanza, che vide Jeff arrivare con il cuscino sotto braccio.
«NO NO NO e ancora, NO! Stanotte non voglio nessun biondo nella mia camera! Nick, di' al tuo amichetto del cuore che stanotte dorme nel suo letto!»
«Dai, Trent, ma che fastidio ti dà?» Nick cercò di fare gli occhi più teneri del suo repertorio.
«Sono irremovibile, anzi, fuori pure tu!!» disse spingendo entrambi fuori dalla stanza.

Camera 4 - "Blue Room"

«Smettila!-inveì Las contrò Flint- la politica di antibullismo che fine ha fatto?!»
Flint gli fece una linguaccia «Come sei suscettibile! Ci tenevo a replicare il tuo urlo virile mentre stavi cadendo in acqua -mentre pronunciava quelle parole sentirono un altro urlo provenire dal fondo del corridoio- ecco come quello!» e ridendo chiuse la porta.

Camera 5 - "Old Room"

Abbiamo quasi ucciso la tua Giulietta! Potevi almeno avvertire che non sapeva nuotare! Per tua fortuna lo gnomo l'ha salvato! Notte Notte, Rob!
Dopo aver mandato il messaggio, Drew si accoccolò sotto le coperte, avrebbe letto la risposta, sicuramente furiosa, la mattina seguente.
«Notte Rich!»
«Notte Nonno!»
Drew scagliò il cuscino sull'altro ragazzo. «Ripassamelo va! Sennò mi viene il torcicollo!»
Sghignazzando Rich rilanciò al proprietario il cuscino.

Camera 6 - "Maphia Room"

Cam si era appena accoccolato nel suo lettuccio, quando la porta si aprì e vide Jeff avvicinarsi minaccioso a lui «Stanotte Nick si unisce a noi, e tu sei nel suo letto!»
«Vi prego ragazzi! Stanotte non potete dormire insieme? Sono stanco e-» non riuscì  a terminare la frase che Nick  era già sdraiato a fianco a lui «Bello questo lettuccio! Già caldo!» dopodichè tirò un calcio che scagliò Cam fuori dal letto.
Il ragazzo sfrattato recuperò il proprio cuscino e si diresse mestamente verso la stanza numero 8.

Camera 7 - "Pink Room"

«Ehi Thad, ho visto Kurt un po' spaventato, non è che domani ti puoi sedere vicino a lui, visto che siete dello stesso anno?»
«Eh? Ok se proprio ci tieni, e comunque vai ad asciugarti i capelli, che domani vorrei usarlo anche io, il mio cesso... e soprattutto il mio gel!»
Blaine lo guardò imbronciato, tentando di mettersi sotto le coperte «Io ho sonno! Vado a dormire!»
«Non ci provare nemmeno!» urlò Thad lanciandosi sul più piccolo e strattonandolo «Vai, immediatamente!»
Anderson iniziò a dimenarsi urlando.
Maledicendo il tappo, Thad riuscì a chiuderlo a fatica nel bagno. «Tu non esci di lì fino a che non ti sei asciugato i capelli»
Il ragazzo si accasciò stremato sulla porta del bagno. Dopo dieci minuti di piagnucolii non sentì più alcun rumore... spaventato aprì la porta: Blaine si era addormentato nella vasca da bagno. Decise di lasciarlo così. Se era stato tanto stupido da addormentarsi là dentro, se lo meritava il maldischiena del giorno dopo. Se ne andò sogghignando nel suo letto. Il giorno dopo qualcuno avrebbe avuto un "risveglio bagnato".

Camera 8 - "Ghost Room"

Un giorno. Un fottutissimo giorno e già voleva scappare da quella scuola di matti. Cosa gli aveva fatto? Dove se l'erano messa la politica di anti-bullismo? Su per il naso?!  
Mentre era ancora perso nei suoi pensieri - insulti-  contro gli altri ragazzi, la porta si aprì. «Oh, ciao, tu devi essere Jesse, giusto?»
L'altro ragazzo lo guardò confuso «Ehm, no, io sono Cameron... mi ero dimenticato che ora la camera è occupata. Bhè, ecco, in genere Jesse mi lascia dormire qua quando vengo sfrattato, ti dà fastidio se rimango nel suo letto?»
«Fai pure, tanto a quanto pare questa camera è proprietà pubblica!» disse Kurt infastidito. «Posso farti una domanda? E' davvero una tradizione o è un modo per nascondere la vostra omofobia?»
Cam sorrise scrollando la testa «Omofobia? ma va'! Anche io e Las a settembre abbiamo fatto un bel bagno!» E poi pensando ad alta voce aggiunse «In effetti se fai il "grande tuffo" da solo potrebbe essere una cosa antipatica!»  
Kurt si sentì sollevato «Bhè, immagino che mi dovrò abituare a questa pazzia»
Cam rise «Direi proprio di sì, Kurt!».
Un urlo fece sobbalzare il nuovo arrivato e sorridere l'altro. «Vedi? Questo succede più o meno tutte le sere!» disse indicando fuori dalla finestra.
Solo in quel momento Kurt si accorse che dalla propria finestra, che dava su una specie di balcone inaccessibile, riusciva a vedere la camera di Thad, nella quale quest ultimo cercava, o di costringere Blaine a entrare in bagno, o di porre fine alla sua esistenza; Hummel non riusciva a capire quale delle due opzioni fosse la più plausibile.
«Sì, succede più o meno ogni giorno e sì, ti ci abituerai presto!»

Camera 9 - "Barbie Room"

«Ti sei perso una scena memorabile!», James aprì assonnato gli occhi, fissando interrogativamente Ethan.
«Volevamo buttare quello nuovo! E indovina chi è stato così scemo da seguirlo?»
«Ti prego dimmi che non era Anderson...»
Ridacchiando Ethan annuì e spense le luci. 


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Hellooooooooooooooooooooooo!
Ci siamo ricordate il commento (oh yeah)! Allora, abbiamo voluto fare questa "panoramica" del ritorno nelle stanze dei ragazzi, perchè sono TUTTI protagonisti della nostra ff. (tranne quelli che ci stanno antipatici, ma di sicuro non lo avete notato dalla differenza di lunghezza :P vero?). Naturalmente ringraziamo chiunque abbia letto gli altri capitoli e (WOW!) pure questo!
Aspettiamo i vostri commenti e consigli! (Ma cosa lo scriviamo a fare? Tanto non ci c..onsidera mai nessuno!)

Piantina del terzo piano (Dormitori) --»  http://img191.imageshack.us/img191/6262/sam3249.jpg

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Capitolo 7
*** Un lungo pomeriggio ***


ff7 Bando alle ciance, questo capitolo è dedicato a sakuraelisa che è così pazza da aver messo la storia tra le preferite! Ok, che il capitolo, abbia inizio!







Una settimana dopo l'"iniziazione" Kurt e Robert erano finalmente riusciti ad incontrarsi. Sedevano, chiacchierando, in una caffetteria del centro di Lima, con due enormi tazze caffè a riscaldarli nel freddo autunnale.  Anche se erano circondati da estranei, per loro non esisteva nessun altro, se non il proprio ragazzo. Kurt stava animatamente raccontando la sua prima impressione alla Dalton, sorseggiando la sua ordinazione e perdendosi negli incantati occhi di Robert.
«Allora, si stanno comportando bene, con te, i ragazzi?»
«Vuoi che inizi dal tentativo di omicidio o dalle urla alle tre di notte nei dormitori?»
«Dai non può essere tutto così male!»
«Ok, devo ammetere che sono rimasto piacevolemente sorpreso dalle prove dei Warbler a cui mi hanno fatto assistere... ma ciò non toglie che siano dei pazzi furiosi!»
«Ho già capito dove vuoi andare a parare! -Rob sorrise benevolmente, ormai conosceva Kurt come le sue tasche e sapeva che avrebbe parlato sempre e solo di musica- ma non parliamo subito del Glee club! Prima dimmi qualcosa dei professori, dei ragazzi del tuo dormitorio... non c'è nessuno che ci prova con te, vero?»
Kurt arrossì violentemente. «Ma cosa dici! Sono tutti etero e poi, non me ne interesserebbe neanche uno. Io ho te.»
Rob ammiccò compiaciuto, gli piaceva che il suo ragazzo lo preferisse a tutti gli altri e non solo perchè era l'unico "disponibile". «Sarà meglio, comunque raccontami un po' di loro, io conosco solo Drew, Wes, David e un po' di vista quel Thad e il bambinetto del gelato di cui non mi ricordo il nome!»
«Si chiama Blaine, Rob! -Kurt si infervorò, a sentire parlare male di colui che poteva considerare il suo primo amico alla Dalton- E per di più mi ha salvato la vita! Non trattarlo male solo perchè è un po' ingenuo!»
«Un po' ingenuo!? E' un mezzo idiota, più che altro!» Kurt lo guardò malissimo, congelandolo sul posto. «Va beh, andiamo avanti con l'interrogatorio, visto che non mi racconti niente, tu! Chi è il tuo compagno di stanza?»
«Un certo Jesse, ma non viene mai in camera! L'ho visto solo alle prove degli Warbler, come ti dicevo prima sono veramente dei cant...» Kurt cercò di mascherare il suo tentativo di cambiare argomento, con uno smagliante sorriso... e fallì miseramente.
«STOP! Ho detto che avremmo parlato dopo del Glee!»
«Oh, ok! Allora vediamo un po'... il mio compagno di banco è Thad, ma non credo che ami molto la mia compagnia... deve essere stato Blaine a chiedergli di sedersi vicino a me...»
Il più grande lo interruppe: in neanche cinque minuti era saltato fuori già due volte quel nanerottolo. «Uhm, che pensiero carino che ha avuto, questo Blaine... come hai detto che si chiama di cognome?»
«Perchè vuoi sapere il suo cognome?»
Rob finse indifferenza. «Niente, ma va', era solo per sapere se lo avevo già sentito... e poi voglio conoscere gli amici del mio ragazzo!»
«Beh, comunque sembra che mi abbia preso sotto la sua ala protettiva, da quando mi ha salvato all'iniziazione! Figurati che mi ha anche promesso di darmi lezioni di nuoto, visto che non sono capace!» Kurt sorrise in modo infantile a quell'affermazione, ogni volta che parlava di Blaine gli si scaldava il cuore, era sempre gentile con lui!
Rob però non era dello stesso parere, e infatti disse, digrignando i denti. «Si si ho capito "Blaine" è un eroe, parlami degli altri!»
Il ragazzo dagli occhi azzurri ricominciò a raccontare «Cosa posso dire? Beh, Jeff e Nick sono le menti criminali del nostro piano, riescono a infiltrare qualsiasi cosa nel dormitorio! Ah, e in più ho scoperto che non mi è consentito passare il capodanno in famiglia... sai, me l'hanno già detto. Testuali parole: "Anche se le vacanze di Natale sono lontane, tutti gli Warblers del terzo piano passano il capodanno insieme, per decidere il nome delle stanze, quindi ti prenotiamo".»
Rob lo guardò stranito. «Nome delle stanze? Possibile che in un paio di anni le cose siano così degenerate alla Dalton?!»
«Ma no! Da quanto ho capito è da poco che hanno inserito questa "inestimabile e meravigliosa tradizione" a detta di Jeff e Nick, e poi è una cosa solo per gli Warbler del terzo piano, come ti dicevo prima! Tra l'altro, la mia stanza, l'hanno chiamata "Ghost room", ed è a dir poco agghiacciante! Cercherò di farlo cambiare in ogni modo!»
Sorridendo gentilmente al suo ragazzo alla moda, Rob cerò di rassicurarlo. «Beh, scometto che ci sono nomi peggiori del tuo!»
«In effetti sì, Thad ha detto che pagherebbe oro per fare scambio di nome, sai è nella "Pink Room" e ha detto anche che pagherebbe il doppio per trovare un bravo assassino per sistemare Blaine... Ogni tanto mi fa un po' paura quel ragazzo, anche se non credo che torcerebbe mai un capello a Blaine, in fondo si vogliono un gran bene.»
Irritato di sentire nominare un'altra volta Blaine, Rob si decise a permettere al suo ragazzo di parlare del Glee Club, sperando di non incappare più in quel tappo di inconveniente. «Sì, Kurt, adesso puoi parlare degli Warbler, puoi smetterla di mangiarti le mani!» In fondo, sapeva di non aver niente da temere, come gli aveva confermato prima Kurt, ma era pur sempre umano essere gelosi!
«Oh, finalmente! Sono FANTASTICI! Davvero, non so cosa darei per farne parte! Pensa, il secondo giorno che sono arrivato, Wes e David mi hanno accompagnato a vedere le prove... e sono stati fantastici! Blaine, te l'ho detto che è il solista? -Rob lo guardò contrariato- Hanno cantato una versione di Teenage Dream che mi ha veramente emozionato... e poi sembrava che la cantasse apposta per me, sai, quando fa "Let’s runaway/ And don’t ever look back/ Don’t ever look back", beh, io mi sono sentito chiamato in causa, con quello che è successo al McKinley e tutto il resto...»
Rob guardò intenerito il suo ragazzo, che nonostante fosse passato un po' dal suo addio ai ragazzi delle New Directions, soffriva ancora per il distacco. «Mi spiace che ti manchino i ragazzi,  però dai, prendila sul positivo, almeno stai facendo nuove amicizie!»
«Sai una cosa, hai ragione! Basta pensare a quello che ho perso! E poi, devo scegliere la canzone per l'audizione negli Warbler!»
Robert guardò esasperato il suo ragazzo. Sarebbe stato un lungo pomeriggio.

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Capitolo 8
*** Antiche e sacre tradizioni ***


ff7 Come al solito il telefonino squillava nel momento meno adatto. C'erano almeno quattro persone che aspettavano per fare la propria ordinazione, al bar. Ma, oh, era Kurt!
«Pronto amore? Cosa c'è? Sono a lavoro!»
«Lo so ma sono troppo nervoso! Mi hanno chiuso fuori e stanno facendo le votazioni e lo sapevo che non dovevo ascoltare Rachel, di sicuro avranno pensato che Dont' Cry For Me Argentina fosse eccessiva e non mi prenderanno!»
Robert sospirò al telefono, di fronte all'eccessiva -e ingiustificata- insicurezza del suo ragazzo. «Kurt. Ascoltami. Sei stato sicuramente fantastico e ti prenderanno. Sarebbero degli idioti a non farlo! Quindi ora stai tranquillo e rilassati. Ci sentiamo quando stacco! Ti amo.»
«Anch'io, Rob! Oh, è appena uscito Blaine, ti mando un sms appena so qualcosa!» E così Kurt chiuse la telefonata, correndo incontro al suo amico, in attesa di notizie.
Robert dall'altra parte del telefono, mugnugnò fra i denti. Possibile che Blaine fosse onnipresente?!
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Kurt corse incontro al ragazzo dagli indomiti capelli ricci, chiedendosi se qualcuno gli avesse mai detto che così acconciato faceva decisamente un effetto migliore.
«Blaine, sai qualcosa? Ti prego, dimmi se hanno parlato di me!»
«Smettila! Lo sai che non so niente! Sono Wes, David e Thad a decidere! Comunque, se hai fatto a loro, lo stesso effetto che hai fatto a me, saresti direttamente nominato il nuovo solista.» E aggiunse, con la faccia imbronciata «E devi sapere che la cosa non mi fa molto piacere!»
Kurt arrossì e mentre stava per rispondere, Jeff e Nick, usciti dalla sala prove degli Warbler, lo presero sotto braccio, trascinandolo verso i dormitori.
«Dobbiamo festeggiare!» Dissero all'unisono i due migliori amici.
Kurt sollevò la testa con fare euforico. «Vuol dire che sono stato preso?»
I due, scrollando le spalle, risposero. «E noi che ne sappiamo? Non siamo mica noi a decidere! Però bisogna festeggiare!»
«Cosa, allora?!» Il ragazzo dagli occhi azzuri si domandò se sarebbe mai riuscito a comprendere quei due.
«Beh, chi se ne frega di cosa festeggiamo? Si festeggia e basta! Adesso vieni su e ci vediamo alle undici nella Theatre!»
Nick completò la frase dell'altro. «Da Luke e John, hanno il mega-televisore! E vestiti comodo, che stasera ci si diverte!»
Neanche il tempo di completare la frase, che gli inconsci proprietari della camera ospite, si indignarono.
«Hey! Non organizzate nulla nella nostra stanza prima di chiedere il permesso!» disse Luke, e l'altro, rincarando la dose «E soprattutto non toccate il mio bellissimo televisore con quelle vostre manacce!»
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Una calma surreale regnava al terzo piano quando, alle dieci di sera, il custode, controllò il corridoio "degli Warbler", tornandosene poi alla propria depandance, inconscio di quanto stava per accadere.
Solo un quarto d'ora dopo, infatti, Kurt andò ad aprire la porta della sua stanza, trovandosi di fronte Drew.
«Che cosa ci fai ancora in camera? Andiamo! Stiamo aspettando solo te per iniziare i festeggiamenti!»
Kurt lo guardò un po' intontito «Drew, davvero, dì che non ne ho voglia, stasera! Sono tro-»
Non fece neanche in tempo a terminare la frase, che Cameron lo sollevò praticamente di peso, portandolo nella stanza affianco.
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Il televisore era sintonizzato su un canale di musica ed era tenuto sotto stretta sorveglianza da John.
Kurt notò con stupore che le finestre erano aperte,nonostante il freddo cane che faceva fuori, e che dalla stanza vicina stavano entrando un sacco di bottiglie di dubbia provenienza e di dubbio contenuto.
A un certo punto un aggeggio appeso al polso di Jeff, gracchiò. «Ok questa è l'ultima, passo.»
Il biondino rispose, con fare da cospiratore. «Ok allora raggiungici, passo e chiudo»
Appena il soprano mise piede nella stanza, Blaine urlò. «Oh finalmente è arrivato l'uomo della serata!» Beccandosi uno scappellotto da Thad che fulminandolo con lo sguardo, lo zittì all'istante.
David accolse Kurt con un sorriso e poi si rivolse ai Three-Six Maphia. «Non pensate che il numero di alcolici presenti sia un pochino esagerato?»
Nick rispose imbronciato. «Dai, grande capo, non fare il guastafeste! Abbiamo sudato sangue per poter portare tutto questo ben di dio!»
Wes prese le difese dei cospiratori. «Dai Dave, lasciali stare, tanto tutt' al più distruggono il televisore a John!»
Il quale, sentendosi chiamato in causa, rispose astioso. «Non vi azzardate nemmeno a pensarlo!»
Dopo qualche minuto di amorevole battibecco sulla quantità di alcol presente nella stanza, Nick iniziò a distribuire alcool a tutti i presenti. A completare l'opera del compagno, Jeff esordì. «Allora, miei cari, scaldatevi con il primo giro, perchè oggi dobbiamo presentare al caro novellino, una delle nostre più antiche e sacre tradizioni!»
«Tradizioni? Cosa intendi? I giochi alcolici che tu e mister naso ci appioppiate ad ogni festa?» Rich adorava letteralmente quei due pazzi perchè erano... pazzi! Però non ne poteva più di dover andare a scuola col post sbronza, perchè lo obbligavano a partecipare ai loro giochini!
Nick, risentito, gli rispose «Zitto, che sennò rovini la magia! E poi non dire che non ti piacciono i nostri giochi! Che ogni volta che facciamo una festa sei quello che beve di più!» Come risposta ricevette una scrollata di spalle e una faccia da finto innocente, mentre già si stava riempiendo il secondo bicchiere.
Nel frattempo, Nick mise in mano a Kurt un bicchiere colmo di dio solo sa che cosa.
«Allora novellino, ascolta attentamente, Jeff urla chi deve bere, e lui beve e avanti così, chiaro?»
Kurt annuì, un po' preoccupato. Non reggeva molto l'alcol, come lo dimostravano le scarpe della signorinaPillsbury.
Jeff urlò «Il tappo della compagnia!»
Tutti si girarono verso Blaine, che puntò il dito contro Wes «Ma lui è più basso di me!»
«Bevi, gnomo!» Thad odiava il suo compagno di stanza nel post sbronza, ma quando era ubriaco faceva pisciare dal ridere, saltellando sui letti, mentre faceva roteare la Tshirt come se fosse un lazo oppure credendosi un supereroe.
«Quarto anno!»
Ethan, Luke, James, Drew e John presero a malincuore un sorso dai loro bicchieri.
«Terzo anno!»
Thad, David, Flint, Wes, Trent e Kurt bevvero il dovuto e David, avvicinandosi al soprano, gli sussurrò nell'orecchio «Kurt, non bere più di quanto te la senti, tanto controllano solo il bicchiere di quel pagliaccio di Blaine!»
«E adesso è il turno del fantastico, meraviglioso e con i più fighi Warbler di tutti i tempi, secondo anno!»
Una serie di occhiatacce partirono alla volta di Jeff, che intanto, insieme a Nick, Blaine e a un già ubriaco Richard, beveva a goccia il suo bicchiere.
Con a voce un po' roca a causa del sorso generoso di alcol, Jeff annunciò «Las, Cam, bevete, è il turno dei primini!»
«E come ultimo drink obbligatorio, che beva chi è appena stato ammesso negli Warbler della Dalton Academy!»
Tutti si girarono verso Kurt con un sorriso a trentadue denti e David gli battè una mano sulla spalla. «Coraggio, Warbler Kurt, è il tuo turno!»
Il soprano, sorridente, prese un respiro profondo e in un unico, lunghissimo sorso, finì il bicchiere che gli era stato appena riempito da Nick.












Ebbene sì, non se so ve ne siete accorti, ma shippiamo tantissimo la storia tra il John e il suo televisore. Detta la cazzata, al prossimo aggiornamento!

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Capitolo 9
*** Tutta la gara in mano a... quello?! ***


ff8 Tutti gli Warblers si ritrovarono immediatamente fuori dai cancelli della Dalton, per partire alla volta delle Provinciali.
«Allora, adesso facciamo la divisione delle macchine.»
Thad, sbraitò, immediatamente. «Io assolutamente non con lo gnomo, mi prendo Mr Sbocco, ma non con lo gnomo!»
Trent, che come sempre prima di ogni gara, complici gli snack e la paura per l'esibizione, soffriva la macchina come un cane, si risentì. «Mi ritengo molto offeso, sono io a non voler dividere la macchina con te, Thad!»
«Allora, eccoti accontentato, Thad. Tu sei con me, Wes John e Las. Non accetto repliche, rompiscatole di un Harwood.»
I ragazzi si avviarono verso una delle auto parcheggiate, iniziando a litigare per chi dovesse ottenere il posto davanti.
David, d'altro canto, continuò imperterrito. «Cam, Rich e Trent, in macchina con Ethan, ok?»
I quattro annuirono, dirigendosi verso la ridicola macchina giallo banana di Moore.
«Ok, adesso chi resta? Ah! Allora, in macchina con Drew, James e Flint... e Rob, puoi portare qualcuno anche tu, vero?»
«Certo, ho quattro posti!» Rispose l'uomo.
«Allora, con te possono venire Kurt, Blaine, Nick e Jeff, ok?» David tentò un sorriso tirato, cercava sempre di accontentare tutti, per non scatenare una guerra proprio prima delle esibizioni.
Robert annuì e si avviarono tutti verso le loro auto, chi più, chi meno felice della compagnia che gli era toccata.
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Robert era sempre stato molto fiero della sua Mustang rossa, ma stava avendo dei seri ripensamenti. Non era riuscito a far sedere Kurt vicino a lui, davanti, perchè Nick si era impossessato del sedile anteriore, dicendo che dietro avrebbe fatto gli effetti speciali. E quindi c'erano, in "seconda fila", Jeff, che stava dormendo -erano partiti da 5 minuti, come aveva fatto ad addormentarsi così velocemente?!-, totalmente spaparanzato su Kurt, il quale alla sua destra, aveva Blaine, stranamente composto e serio, considerato il suo temperamento abituale.
Anche Kurt aveva notato che Blaine era stranamente calmo e non aveva ancora detto nessuna delle sue solite idiozie, per questo si decise a interrompere il silenzio della macchina «Tutto bene, solista?»
Il ragazzo non dava segni di vita.
«Blaine? -Kurt  gli diede una gomitata- Sei vivo?»
Blaine trasalì «Scusami, mi sono un attimo imbambolato, stavi dicendo?»
Kurt gli sorrise gentilmente «Tutto bene? Sembri un po' preoccupato...»
«Preoccupato? No! E' solo che non sto nella pelle, Thad mi ha detto che risulto scocciante quando mi lascio andare, cerco di contenere l'entusiasmo, almeno finchè non siamo sul palco» rispose, concludendo la frase con uno smagliante sorriso.
Rob guardò spazientito dallo specchietto, emettendo un sonoro sbuffo «Kurt, ricordami che devo ringraziare Thad!»
Il suo ragazzo lo fulminò con un occhiata gelida, e si girò verso Blaine, del tutto inconscio della conversazione di sguardi tra i due fidanzati, che stava guardando fuori dal finestrino.
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«Sveglia Sterling! Siamo arrivati e non ho sboccato!!»
Jeff  si svegliò con un sobbalzo «Grande, fratello! Mettiamolo sulla lista di cose da festeggiare!»
Kurt sollevò gli occhi al cielo portandosi una mano alla fronte -quei due erano completamente fuori di testa- ed uscì dalla macchina. 
Blaine era già sceso, e stava saltellando sul posto, aggrappato al lembo inferiore del suo blazer «Eeeeh eeeeeeh eh eh eh eh eh! eh eh eh eh eh! Your lipstick stains, on the front lobe of left side brain, I knew i wouldnt forget ya...»
«Anderson! Non siamo ancora entrati, tappati quella bocca!»
Dopo aver fatto una linguaccia a Thad, il moro si avviò all'entrata saltellando e continuando a canticchiare a bocca chiusa.
«Qualcuno mi ricorda perchè Blaine è il nostro solista? Tutta la gara in mano a ... ehm... quello!» disse Thad indicandolo disgustato, non fece tempo a girarsi che vide Nick e Jeff unirsi al saltellare di Blaine.
«Penso che sia il secondo anno di quest'anno ad essere bacato!» disse Trent sbuffando
«Ehi! Io sono qui e sono normale!»
«Ma se sento l'odore dell'alcool fino a qua! Sei sicuro di non aver bevuto prima di partire, Rich?» scherzò Jesse.
«Ma come ti permetti! Non ti ho mai visto alle nostre feste, cosa ne sai tu?»
Jesse rispose con un sorriso spavaldo «Il fatto che tu non mi abbia visto, non vuol dire che io non ci fossi!»
«Ok, ragazzi, da questa parte per i camerini, Blaine non di là! Smettila di saltare e sii serio!»
_____________________________________ 

«Kurt sei stato magnifico!» con un grande abbraccio Rob circondò la vita del suo ragazzo e gli posò un leggero bacio sulle labbra.
Ancora abbracciato al ragazzo, Kurt gli rispose, con occhi scintilanti. «Andiamo, Rob! Mi muovevo nello sfondo insieme agli altri, mentre Blaine faceva tutto il lavoro! E' stato fantastico, vero? Credo che non abbia mai cantato così bene!»
Un urlo stridulo fece girare tutti gli Warlbers in un colpo solo. «Kuuuurt! Smettila di fare schifezze col tuo ragazzo, devo parlarti di una questione di esterma importanza!»
Il ragazzo dagli occhi azzurri si girò con fare spazientito verso Rachel Berry -cosa diavolo voleva quella insopportabile ragazza da lui, mentre si concedeva uno dei pochi momenti di intimità col suo ragazzo?!
«Rachel, carissima, dimmi che cosa succede. Hai di nuovo litigato con Finn?»
La ragazza lo guardò malissimo «No, volevo invitarti a casa mia...»
Non fece in tempo a finire la frase che Jeff e Nick, festeggianti per il pareggio conseguito, portarono via Kurt, nella loro "danza della vittoria".
Kurt quindi, girandosi e mettendosi in punta di piedi, urlò, altrettando in modo stridulo di rimando. «Rach, ci sentiamo in chat quando torno alla Dalton, ciaoooo!»

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Capitolo 10
*** L'autoinvito più clamoroso della storia ***


ff10

Kurt chiuse il più rapidamente possibile la porta della sua stanza, prevedendo una tempesta all'orizzonte: Lexi stava cercando di convincere il fratello per restare a dormire con lui e Wes, alla Dalton perchè "E' d'obbligo festeggiare la nostra vittoria!"
«Lexi, TU non hai cantato! Non è la TUA vittoria, è la nostra! Vai a casa, prima che mamma e papà mi chiedano di nuovo dove sei!»
«Ma dov'è andata a finire la politica di anti-bullismo?! Cos'è questa discriminazione, che se non canto non è la mia vittoria? Io sono una di voi!»
«Dave, tua sorella ha ragione -risposero degli ammiccanti Nick e Jeff- lei ci ha sempre supportati e-»
«Al diavolo, ragazzi! Voi volete solo farvela, dite la verità! Ma tanto non le va darà mai! Sta già con me!» Thad guardò con un sorriso saccente.
Tutti si girarono a guardarlo con tanto d'occhi. David si girò verso il moro e, con un sorriso finto stampato in faccia, gli disse «Thad, per l'ultima volta, smettila di pensare solo a farti mia sorella. Lei è una brava ragazza e di sicuro non la darà a te, nè a nessuno altro qui dentro, vero Lexi?» E si girò verso la sorella, cercando una rassicurazione.
«CHI DIAVOLO HA TOCCATO IL MIO TELEVISORE?!» John uscì come una furia dalla sua stanza, con gli occhi fuori dalle orbite e un diavolo per capello. «Chi cazzo l'ha toccato? Ditemelo! Sennò spacco la faccia a tutti!»
A Lexi non sfuggì l'occhiata di puro terrore che si erano scambiati Nick e Jeff, appena avevano sentito quelle parole. Tuttavia, contenta di essere riuscita ad evitare una difficile risposta alla domanda del fratello, disse, precipitosamente. «Perchè non ne andate a parlare nella Theatre? Tanto io vado a chiamare Kurt, eh? Cosa ne dite?» Già avviandosi verso la "Ghost Room".
David la guardò con uno sguardo ancora mezzo adirato. «Lexi Thompson, sappi che ne riparliamo più tardi.» Ma lei era già sparita nella stanza di Kurt.
«Kurtino caro! Dovresti andare di là da John e Luke, pare che qualcuno abbia combinato qualche casino con il televisore e John sia sul piede di guerra... Ma cosa stai facendo? Uuuuuuuh! Chi è Shining Star? Diavolo Kurt, non puoi tradire Robert! Cioè, è un così bel ragazzo, se non lo vuoi me lo prendo io!»
Il soprano la guardò dal basso verso l'alto. «Uno: non si bussa?; due: Robert è il mio ragazzo e non pensarci nemmeno; tre: è una mia amica, Rachel Berry, quella delle New Direction, ce l'hai presente?»
«New Direction? Io alla gara ho visto solo gli Warblers, chi se ne frega degli altri! Vuoi mettere una coro di soli maschi a uno misto? Eppure pensavo che fossi dalla mia stessa parte!»
Kurt sbuffò, cercando di non rispondere alla provocazione della ragazza. «Vado a vedere che John non ammazzi nessuno, non toccare niente... anzi, perchè non vai a casa tua?»
Lexi lo guardò offesa. «Ma ammettilo che senza di me non sapreste cosa fare!»
Il ragazzo le rispose con un'occhiata di sfida. «Sì, noi abbiamo solo la three-six Maphia, ci serviva solo la sorella psicopatica... Non toccare niente, Thompson!»
«E cosa dovrei toccare?»
Mentre Kurt si dirigeva verso la porta, non notò il ghigno che si era formato sulla faccia della ragazza.


Shining Star: Ci sei, Kurt? Non puoi rifiutarti di venire alla festa per le provinciali! Non dirmi che ci hai già rimpiazzati con i Fringuelli o come cavolo vi chiamate!

Non appena la ragazza lesse quello che "Rachel Berry" aveva scritto, si scrocchiò le dita, preparandosi all'autoinvito più clamoroso della storia.

StrikeThePose: Non vi rimpiazzerò mai con loro, Rach! Però non posso venire alla festa! A meno che non inviti anche tutti i miei scatenati compagni! Perchè anche loro volevano organizzare qualcosa per la vittoria!
Shining Star: E sia, se devono venire anche tutti i tuoi compagni, per averti qui alla festa, ci sto! Allora facciamo così, che i miei papà mi chiamano per la cena, ci vediamo a casa mia, sabato alle 8. Ciao Kurt!
StrikeThePose: Ciao Rachel, ci saremo e grazie per l'invito! :)

Soddisfatta del lavoro svolto, efficace, semplice e pulito, Lexi si diresse col sorriso sulle labbra, nella stanza a fianco. «RAGAZZI! John, non ti diranno mai chi è stato, quindi rinunciaci! Siamo tutti invitati, sabato alle otto a casa di Rachel Berry. Festa a tema “siamo dei gran fighi perchè abbiamo vinto le provinciali”. Adesso ringraziatemi pure!»
__________________________________________

«Ripetetemi ancora una volta perchè non ho ucciso Lexi? Rachel ci farà impazzire, con tutti i giochi da tavolo e i drink analcolici!» disse Kurt, suonando sconsolato il campanello.
«Non ti preoccupare, agli alcolici ci abbiamo pensato noi!» dissero con faccia compiaciuta Nick e Jeff, sollevando due buste tintinnanti e dall'aspetto alquanto pesante. Kurt non fece in tempo ad insultare anche loro, per aver portato l'alcol, conoscendo la scarsa resistenza degli Warblers, perchè Rachel aprì la porta, guardando contrariata Lexi.
«Scusa, tu chi saresti?»
«Io sono l'accompagnatrice ufficiale degli Warblers, chi altro dovrei essere?»
Kurt guardò Lexi con la faccia stralunata. Ma era già ubriaca?
Thad allora colse la palla al balzo «In realtà è la MIA accompagnatrice-» Portando un braccio intorno alla vita della ragazza.
«No Thad, in realtà è MIA sorella!» Disse David, tirando una gomitata nei fianchi dell'altro ragazzo.
Rachel, presa alla sprovvista dal numero dei ragazzi presenti sull'uscio di casa sua, scrollò le spalle. «Poco importa, uno più, uno meno. Entrate e posate le vostre cose nel seminterrato!»
I ragazzi scesero tutti al piano inferiore, dove le New Direction avevano già occupato, a malincuore, i posti sui divani e poltrone, prevedendo una lunga serata fatta di canzoni di Rachel dedicate a Finn.
«CHE LA FESTA ABBIA INIZIO!» Lexi saltò praticamente già dalla scala, nella sala dove invece, c'era un silenzio mortale.
Quinn si girò con aria di superiorità. «E voi chi diavolo sareste?»
La padrona di casa la guardò con fare indispettito «Loro sono gli Warblers della Dalton Academy. Abbiamo pensato di festeggiare insieme la vittoria delle provinciali. Ecco, Kurt, fai le presentazioni, così possiamo iniziare i festeggiamenti!»
«Ok, allora, loro sono Jeff e Nick, Wes, Ethan, Luke, Las, Thad, Blaine... Dov'è Blaine? Ah, sì, quello là, ok, poi ci sono Cam, Trent, Jesse, Flint, James, Drew, John, Rich e David e sua sorella, Lexi... Uh, che faticaccia!»
I ragazzi guardarono straniti David e sua sorella.
«Ok, rispondo alle domande più frequenti. Sì, siamo davvero sorella e fratello. Sì, sono stata adottata. Sì, sono una gran figa. E sì, John, se mi dai 40 dollari ti dico chi ha toccato il tuo televisore! Adesso possiamo iniziare a festeggiare, che ne dite?»
Puckerman la stava ancora fissando con la bocca semiaperta, quando Brittany decise di mettere su un po' di musica, dirigendosi verso l'impianto stereo.

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Capitolo 11
*** Non bussare! ***


ff sono una figa

Blaine aprì gli occhi, si guardò intorno un po’ spaesato, era sdraiato nel suo letto alla Dalton con addosso solo l’intimo e una tovaglia legata al collo. Stropicciandosi gli occhi si mise a sedere, aveva un sordo dolore alla testa che gli ricordava di aver esagerato con gli alcolici la sera prima. Traballante si diresse verso il bagno. Dopo essersi rinfrescato e vestito, notò che i vestiti che aveva indossato la sera prima erano spariti, e con loro anche il suo cellulare e il suo portafoglio.

«Thad! Thad! Dov’è la mia roba?»

«Dove l’hai lasciata ieri!»rispose il ragazzo.

Blaine cercò di ricordare dove aveva lasciato i suoi averi ma si accorse che non rammentava nulla della serata, se non di aver bevuto veramente tanto.

«Ma io non riesco a ricordare nulla!»

«Se non vuoi morire, smettila di parlare e lasciami dormire!» 

Insofferente il moro uscì dalla stanza e fece per bussare alla porta della Ghost room, si ricordava vagamente che Kurt era uno degli autisti designati.

«Non bussare!» Las si buttò praticamente su Blaine per fermarlo «Flint lo ha fatto e si deve ancora riprendere… diciamo che Hummel non vuole essere svegliato.»

Blaine ringraziò il primino con uno sguardo «Bhè, forse puoi aiutarmi tu! Ti ricordi cosa è successo ieri? Non trovo più vestiti, portafogli e cellulare»

«Mi spiace Anderson, lo sai che non reggo molto l’alcool, sono crollato su un divano dopo poco! Mi ricordo solo di aver sentito Jeff urlare: “All’attacco!”, ma non penso che ti sia di molto aiuto» un sorriso dispiaciuto si dipinse sul volto del ragazzo dagli occhi azzurri.

Lo scatto di una porta accompagnato da un sonoro sbadiglio fece girare i due ragazzi

«’giorno!» disse Trent avvicinandosi ai compagni «Che fate?»

«Blaine sperava in qualche delucidazione da parte di Kurt!» disse Las sogghignando «Non ricorda nulla di ieri sera. Tu hai visto niente?»

Il solista rivolse uno sguardo implorante e speranzoso al nuovo arrivato

«Io sono andato via presto, se vuoi posso dirti che Jeff e Nick confabulavano qualcosa tra di loro, ho sentito odore di guai e ho preferito ritirarmi. Di sicuro loro sanno tutto, sai come si divertono a trasformare le tue sbronze nei loro piccoli spettacolini»

Blaine si mise le mani tra i capelli, se c’erano di mezzo i three-six maphia voleva dire che aveva perso completamente il controllo, e che sicuramente avrebbe dovuto chiedere scusa a molte persone.

«Li trovi entrambi in camera mia… buona fortuna per la tua roba!»  aggiunse con un sorriso Trent.

Il moro si scaraventò nella Snack Room  e saltò direttamente addosso ai due ragazzi.

«Che cosa mi avete fatto fare??» Blaine buttò fuori dal letto Nick con uno spintone e diede una gomitata a Jeff il quale, misteriosamente, non era stato svegliato dall’assalto del solista.

«Cosa ti abbiamo fatto fare? Guarda che hai fatto tutto da solo, mio caro Leonida!»

«Leonida?»

«Ma come il nostro comandante e generale non si ricorda i discorsi di incitamento che ci ha propinato tutta la sera? Hai iniziato con un discorso ispirato e hai finito descrivendo come saltare correttamente sui divani!»

«Sì, e sei anche caduto più di una volta! Ma noi ti abbiamo seguito in tutti gli attacchi!» continuò Jeff ormai completamente sveglio.

«Attacchi? Ditemi che non ho fatto danni!» Blaine guardò preoccupato i due ragazzi

«Oh, non fare quella faccia, hai solamente combattuto con noi contro Ethan, Cam e Flint..» disse Nick cercando di tirargli su il morale.

«... se non contiamo che hai quasi steso il divano!» Jeff scoppiò in una sonora risata, seguito subito da Nick.

 Blaine tirò un sospiro di sollievo, non aveva combinato nulla di grave, avrebbe solo dovuto chiedere scusa a Rachel per la pessima figura.

 

Rob sperava veramente che il suo piano potesse funzionare, sapeva che avrebbero dato un castigo a Kurt se lo avessero beccato, ma aveva deciso di farlo lo stesso. Dopo aver indossato la sua vecchia uniforme ed aver  guidato fino alla Dalton, facendo finta di niente aveva attraversato l’ingresso e il cortile come se fosse ancora uno studente.

«Ehi! Infiltrato!» un sorridente Drew lo bloccò all’entrata dei dormitori.

«Serata dura?» disse Rob indicando le profonde occhiaie sul viso dell’amico

«Piacevole, dai! Il tuo caro Kurt è in camera, terzo piano ultima porta a sinistra.»

«Grazie amico, a dopo!»

Rob salì gli scalini a due a due, era così di fretta che appena arrivato al terzo piano sbattè contro un ragazzo buttandolo a terra.

«Oh, scusa!»

Rob aggrottò le sopracciglia riconoscendo nel ragazzo  a terra quello stupido nano che sembrava così importante per Kurt, tese la mano per aiutarlo a rialzarsi con un’espressione scocciata.

Blaine afferrò la mano e si rialzò con un sorriso incerto «Non ti preoccupare.» 

Il più grande gli fece un cenno e raggiunse la camera di Kurt, entrando senza bussare.

Anderson si massaggiò la testa, come un lampo la serata precedente gli tornò in mente, tutto l’alcool, i giochi con gli Warblers, ma soprattutto una conversazione che non avrebbe mai voluto avere. Il solista fece un profondo sospiro, doveva prepararsi delle belle scuse, perché era sicuro che Kurt sarebbe stato molto arrabbiato.








Ok, applausi a me che ho scritto per la prima volta senza l'altra tweedle e non ho sbagliato neanche un verbo (WAAAAAAAAA!).
Passando alle cose serie, comprendo se ci sarà un calo di letture, il televisore di John non è in questo capitolo, ma vi assicuriamo che tornerà presto (Jamsung tutta la vita, John/Samsung)

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Capitolo 12
*** Evidenti segni della notte precedente ***


ff12 Erano le 10 della domenica mattina dopo la festa. Blaine si preparò a fare il migliore dei suoi migliori sorrisi e suonò esitante il campanello di casa Berry. Gli venne incontro un uomo di colore, sul metro e ottanta.
«Buongiorno io... stavo cercando Rachel, credo di aver dimenticato il uhm... telefono e il portafogli da lei ieri... li ha mica ritrovati?»
L'uomo lo squadrò dalla testa ai piedi.
«E tu chi saresti? Non sei mica quel Finn? Che ci facevi ieri sera a casa da solo con mia figlia?»
Blaine lo guardò tra lo spaurito e lo spaventato. «No no! Io sono Blaine e ieri sera... ci siamo visti qui con i ragazzi dei nostri Glee Club per festeggiare la vittoria, io... potrei solo riavere le mie cose?»
Il padre di Rachel lo guardò in modo decisamente più benevolo, mentre gli teneva la porta aperta per farlo passare. «Entra pure, adesso andiamo a chiedere a Rach se ha trovato qualcosa. Ma dimmi Blaine -calcò particolarmente l'accento sul nome- mia figlia non mi ha mai parlato di te, sei nuovo nel Glee Club?»
Il moro gli sorrise, scuotendo la testa. «No, a dire il vero, io sono degli Warblers della Dalton Academy... sà, la scuola dove si è appena trasferito Kurt, l'amico di Rachel...»
L'uomo annuì e lo condusse verso un piccolo salotto ben arredato, sui toni del rosso e del giallo. Seduta su una poltrona, c'era Rachel, che stava leggendo un libro dall'aspetto mastodontico.
«Tesoro, c'è Blaine, dice che ha dimenticato qualcosa giù, lo accompagni a cercare?»
La ragazza alzò gli occhi dal libro con fare svogliato e lanciò un'occhiata infastidita al moro. «Certo, andiamo, Leonida!»
Baline strabuzzò gli occhi e, con la speranza che almeno lei avesse dimenticato quello che era successo, andata totalmente in frantumi, la seguì nel seminterrato.
«Allora, qui c'è tutto quello che hai lasciato: pantaloni, maglia, giacca, portafogli e cellulare... magari la prossima volta di a Thad di prenderti anche i vestiti, invece di non fare altro che limonare con Lexi... erano una scena scandalosa, quei due!»
Blaine rimase sconvolto dalla notizia -finalmente Thad era riuscito nei suoi piani di abbordaggio con Lexi?! «Scusami Rachel, ho capito bene? Thad, quello basso con i capelli neri e Lexi, quella alta, capelli castani, occhi azzurri? Cosa hanno fatto?»
La ragazza lo guardò leggermente infastidita. «Non sono come abbia fatto a non notarli. Si sono mangiati la faccia da più o meno l'inizio della festa... credo che all'inizio la ragazza lo abbia fatto più che altro per togliersi dalle scatole Noah, ma poi mi sa che ci ha preso gusto... Io fossi in Thad, andrei a comprare qualche quintale di sciarpe.»
Blaine la guardò ancora più allibito. Se davvero non avevano fatto altro, durante tutta la festa, com'era possibile che Thad avesse ancora la testa attaccata al corpo, conoscendo David?
Forse il pensiero del suo quasi-decapitato compagno di stanza, forse lo sguardo inquisitorio di Rachel che sembrava star iniziando a ricordare anche altro della festa, o forse il brontolio allo stomaco, lo risvegliarono dallo stato di sbalordimento in cui era. «Beh, che dire Rachel, mi dispiace per come mi sono comportato ieri sera... spero almeno che i miei discorsi per andare all'attacco della lavatrice fossero convincenti: ho sempre avuto una vena artistica per queste cose!»
La ragazza gli sorrise indulgente e mentre lo stava accompagnando alla porta gli disse «A dire il vero, ho preferito quello contro Finn... doveva essere qualcosa tipo "Tu! Sì, proprio tu! Non hai il diritto di essere così mostruosamente alto! A Sparta non sono tollerate le persone così alte! E quindi, tu mi dovrai portare in spalla per il resto della serata!"» La ragazza rise di gusto al ricordo dell'attacco al suo ragazzo e aggiunse «Mi ha fatto piacere conoscerti Leon... Blaine -gli fece l'occhiolino- spero che tu e gli Warblers verrete alla prossima festa che organizzerò!»
Dopo averla ringraziata ancora per l'ospitalità e la pazienza, Blaine se ne tornò pensierono verso la Dalton. Se gli era sembrata un'impresa difficile parlare con Rachel, non osava immaginare come sarebbe stato parlare con Kurt.
__________________________________________

«Flint, esci immediatamente dalla mia stanza! Il fatto che ti abbia detto di non bussare, non ti permette di ENTRARE senza bussare!» disse Kurt con un tono di voce udibile anche dall'altra parte dell'edificio.
«Kurt?» Robert si addentrò con fare circospetto nella stanza del suo ragazzo. «Kurt? Sono io... mi guardi, per favore?»
Il soprano bofonchiò qualcosa, con la faccia ancora immersa nel cuscino, quando di nuovo bussarono alla porta. Allora si alzò velocemente in piedi, la andò ad aprire e si trovò davanti Thad, che strabuzzò gli occhi, vedendo Robert nella stanza del ragazzo. Evidentemente riconoscendo l'umore del ragazzo, girò velocemente i tacchi e si infilò nella stanza accanto.
Kurt, se possibile ancora più arrabbiato di prima, tornò a buttarsi sul letto, nascondendo la testa fra i cuscini umidi di pianto.
Robert, non capendo il perchè delle condizioni del suo ragazzo, iniziò a massaggiargli la schiena, cercando di farlo sbollire. «Cosa succede, amore? Cosa c'è che non va? Per favore, sai che puoi parlare di tutto con me!»
Kurt si girò verso di lui, gli occhi arrossati di pianto, che non riuscivano a stare fermi su quelli del suo ragazzo. «Robert, tu mi ami veramente?»
«Certo, Kurt, perchè me lo chiedi?» Robert cercò di avvicinarsi al soprano per posargli un leggero bacio sulle labbra. Ma l'altro ragazzo lo respinse, per continuare le domande.
«Non pensi che i miei sogni siano stupidi, vero? Tu mi seguiresti a New York, fra due anni?»
Il biondo lo guardò un po' stupito, non capendo il perchè di quel comportamento. «Certo che ti seguirò! Ma ne avevamo già parlato!» E intanto cercò di avvicinarsi per dargli un altro bacio.
Kurt lo respinse nuovamente. «No, aspetta! Ecco, io e te, cioè, tu non è che stai con me solo per... beh -arrossì violentemente- beh, per il... il sesso, ecco?»
Robert lo guardò ancora più stralunato. «Amore? Sei serio? Te l'ho già detto che mi va bene la velocità a cui andiamo, io TI AMO, cazzo! Perchè non mi credi?»
Kurt non gli rispose, ma con un sorriso compiaciuto sulle labbra, prese Robert per la cravatta e lo attirò a sè in un bacio appassionato.
Finalmente grazie alle risposte rassicuranti di Robert, le parole che gli erano ronzate per la testa tutta la notte, erano sparite. Il suo ragazzo lo amava, non era solo un pezzo di carne su cui sfogare i suoi istinti e lui non meritava di più. Lui e Rob erano fatti per stare insieme, di sicuro quello che non si meritava, era un migliore amico così idiota e meschino come Blaine.
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«Non ti avvicinare al mio Samsung, Harwood! Ho appena finito di rimetterlo a posto!- John con faccia sognante continuò- Non è bellissimo?»
Non notò nemmeno che Thad, con mani nervose, si stava tirando su il colletto della camicia, a nascondere gli evidenti segni della notte precedente. Ne era valsa la pena, ma quella ragazza-vampira gli aveva lasciato troppi succhiotti e se David lo avesse scoperto...















Per poco non ci dimentichiamo la Jamsung!!!!
Comunque, non vi preoccupate, la Rort è al sicuro (come se non sapessimo che siete tutti Klainers, ma non temete, prima o poi arriveranno anche loro *vomito arcobaleni*)

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Capitolo 13
*** Un assoluto bisogno della voce di Kurt ***


ff13

Nonostante l'inverno fosse arrivato giù da qualche settimana, quella era la prima mattina che a Westerville faceva veramente freddo.

Kurt si rigirò sotto le coperte, tastando il cuscino a fianco a lui. Si svegliò con una sensazione di tristezza: Robert lo aveva cullato per calmarlo, fino a che non aveva preso sonno e Kurt era sicuro che lo avrebbe trovato ancora lì la mattina, e invece se ne era andato.

I dubbi della sera precedente si insinuarono nuovamente nella sua testa: forse Blaine aveva detto la cosa giusta, forse gli erano bastate quelle poche chiacchierate con Rob, per capire le sue vere intenzioni.

Rimase per un tempo indefinito con gli occhi socchiusi e il naso sotto le coperte, a fissare il soffitto, fino a che non suonò la sveglia, che lo riportò bruscamente alla realtà.
Controvoglia il ragazzo si alzò in piedi, rabbrividendo nel suo leggero pigiama di seta grigio perla. Stava per entrare nella doccia, quando la porta della sua stanza si aprì sbatacchiando, lasciando vedere Blaine, con i capelli ancora arruffati di chi si era appena svegliato e un pigiama verde con una scimmia disegnata sopra. Kurt lo guardò stranito, mentre continuava a sbottonarsi la camicia del pigiama, troppo stanco e depresso per essere pudico.

«Cosa c'è, Blaine?» Mentre lo diceva, lo fulminò con gli occhi.

Blaine lo guardò con lo sguardo perso e un po' triste e balbettando gli rispose sconnessamente.

«Ehm io ecco... volevo solo dirti che... che Dicembre è iniziato e... devo proprio andare, ciao!»

Il moro si maledisse per essere così uno stupido. Aveva dimenticato, nello stato di dormiveglia in cui ancora era, quel "piccolo diverbio" della festa di Rachel e voleva semplicemente ricordargli che Natale era vicino e così l'esibizione natalizia degli Warblers, per cui avevano un assoluto bisogno della voce di Kurt.

Nella sua stanza, Kurt, mentre si preparava a una terribile giornata di fine trimestre, ripensò all’amicizia con Blaine e di quanto erano vicini, neanche una settimana prima. Prima che Blaine perdesse la testa e insultasse il suo ragazzo. Sapeva che Rob lo amava e che quindi Blaine era nel torto, però il comportamento del suo ragazzo, a volte, sembrava così distante…

Proprio mentre stava per aprire la porta ed uscire ancora perso nei suoi pensieri, il ragazzo si imbatté in Thad, che lo guardò con gli occhi spalancati.

«Kurt, da compagno di banco a compagno di banco, mi devi aiutare. David mi ammazza se vede cosa mi ha fatto Lexi.»

Kurt lo guardò senza capire e poi gli cadde l'occhio sul collo del ragazzo. Un grosso succhiotto violaceo faceva capolino dal colletto della divisa.
Il soprano sorrise e si diresse verso il bagno. Robert gli aveva già dato di questi "problemi" e lui si era fatto consigliare dalle ragazze qualche cerone per coprirli.

Quando tornò con un tubetto in mano, Thad spalancò gli occhi.

«Non ci penso neanche a mettere quella roba lì! E' da donne! Non lo voglio il fondotinta!»

Kurt lo guardò e scosse le spalle «Oh beh, caro compagno di banco, se vuoi tieniti pure il succhiotto in bella vista, sai che non possiamo mettere la sciarpa, sopra la divisa, vero?»

Thad masticò qualcosa fra i denti e maledisse le stupide regole scolastiche, mentre sbottonava l'ultimo bottone della divisa per lasciare libero il campo a Kurt.

«Perfetto, nessuno si accorgerà di quello che è successo ma... devi farmi un piacere anche tu, Thad. Vieni, ne parliamo mentre andiamo in classe.»
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Doveva scusarsi con Kurt, anche bene, considerando che era il suo migliore amico. Sempre che si potessero ancora considerare tali.

Il ragazzo ripercorse la serata di quella dannata festa: Nick e Jeff avevano iniziato il loro solito gioco alcolico e poi, per qualche strana ragione, era diventato Leonida, impegnato negli attacchi contro gli "Sporchi persiani". Poi, non sapeva ancora bene come e perchè, aveva avuto la necessità di dimostrare a Kurt tutto il suo affetto e quindi si era seduto accanto a lui.

Blaine sorrise debolmente alla scena che gli si presentò in mente.

 Era praticamente caduto in braccio a Kurt, a causa di quel mantello-tenda che stava indossando. Un bozzolo tutto fasciato e che riusciva a mala pena a muovere i piedi per camminare. E poi Kurt lo aveva "liberato dal serpente che stava stritolando" e lui si era sentito in dovere di dimostrargli la sua riconoscenza.

 Il ragazzo arrossì solo a pensare alle cose smielate che aveva detto al suo migliore amico.

"Kurt, sono la persona più fortunata sulla faccia della Terra, ad averti conosciuto, sei la cosa migliore che mi sia mai capitata... se l'unico che mi capisce  e non se la prende se a volte faccio un po' lo scemo... Ma se tu mi dicessi che lo sono troppo, la smetterei... ma non lo sono, vero? Ti voglio così bene, Kurt! Sei il mio migliore amico e mi fido ciecamente di te... tu ti fidi di me?"

E poi, era passato -come poteva essere stato così stupido e insensibile?- a parlare di Robert, con un fiume di cattiverie, che non si meritava assolutamente, anche se doveva ammettere che non gli piaceva affatto.

"Ma Kurt, lo sai che quel Robert non mi piace per niente? Mi odia! E' geloso di me, perchè io e e te stiamo insieme tutta la settimana e siamo tanto amici e perchè tu mi vuoi bene! E poi mi guarda sempre male! Sai cosa ti dico, Kurt? Lui non ti merita! Dovresti trovarti un ragazzo che ti ama e che non ti usa solo per fare le cosacce! Io non ti tratterei mai così! Cioè, se tu fossi una ragazza! Sembra che ti spogli con gli occhi tutte le volte che ti guarda! E poi secondo lui i tuoi sogni sono delle stronzate! Quelli di New York e Broadway! Sai che lui non ti seguirà mai, fino a New York, vero? Lui non crede in te! Glielo leggo negli occhi! E poi credi davvero che, se tu sfondassi, lui starebbe ancora con te perchè ti ama? Starebbe con te perchè avresti i soldi e per il tuo corpo. Kurt, non venderti a lui solo perchè è il primo gay disponibile. Ti meriti di più, ti meriti qualcuno che ti ami veramente."
Aveva combinato proprio un bel casino, considerando che Kurt amava Robert e Robert probabilmente faceva lo stesso con lui.

Blaine si mise le mani fra i capelli e si decise ad uscire dalle docce dello spogliatoio riservato ai giocatori di football. I suoi amici avrebbero cominciato a pensare male di lui, se si fosse trattenuto ancora di più. Si avvolse un asciugamano in vita e sì avviò verso lo spogliatoio. Dove lo stava aspettando un alto ragazzo dai capelli castani. Non se ne accorse subito, ma quando vide chi era, gli si gelò il sorriso in faccia.


 














Ci spiace per il ritardo ma non avevamo voglia di postare. (e ci spiace anche per la Jamsung, ma a 'sto giro non c'entrava un fico secco)
Comunque, speriamo di averne ancora voglia, prossimamente, sennò i tempi di attesa saranno moooolto più lunghi, anche perchè tra un po' iniziano gli esami.
Ciao ciao! Speriamo vi sia piaciuto.
-Tweedles

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Capitolo 14
*** QUESTA E' SPARTA! ***


«Cosa abbiamo alla prima ora?»

«Matematica, con Stephen... sei contento, vero Kurt?»

«Come sei simpatico! Sai che mi odia quell'uomo! Perchè la prima notte mi ha beccato con voi in piscina, quindi è tutta colpa vostra!»

«E non ti odia perchè gli fai domande in continuazione, eh?»

«Ma è il suo lavoro rispondere alle mie domande!» Kurt lo guardò con aria spazientita, controllando che il suo "ritocchino" al collo di Thad fosse in buone condizioni. «Comunque, parlando del nostro piccolo "accordo" di prima: voglio un'esibizione, per Natale, tanto fai parte del consiglio, no? Oppure David potrebbe scoprire qualcosa... vero?»

«So che non lo faresti mai, quindi non mi minacciare, tanto non mi fai paura! Comunque se ci tieni così tanto, cercherò di mettere una buona parola per te, durante la riunione di stasera!»

« Non mi conosci ancora, Thad! Grazie per il favore, comunque!» Kurt si avvicinò per abbracciarlo.

«Oh, calmo, calmo! Non ti ho detto che lo avrai sicuramente! E comunque non credo riuscirò a farti avere un assolo, quelli li approvano solo per quel nano di Blaine!»

Kurt scrollò le spalle. «Non mi interessa con chi canterò... a parte quel tappo del tuo amico, mi vanno tutti bene!»

Nonostante si stesse morsicando la lingua, per non chiedere spiegazioni riguardo al litigio fra Kurt e Blaine, Thad decise di ignorare l'allusione, citando mentalmente il detto "tra moglie e marito non mettere il dito". Sicuramente se la sarebbero sbrogliata da soli, nel giro di pochi giorni, considerando quanto erano vicini e vomitevolmente amici.
______________________________

«Ciao Blaine, una bella giornata oggi, vero?»
Blaine lo guardò con gli occhi spalancati -cosa diavolo ci faceva lì?!
«Cos'è hai perso l'uso della parola, dopo la festa della Berry? Perchè mi sembra che tu lì abbia parlando in abbondanza, vero piccolo stronzo?»
Blaine iniziò ad avere paura. Guardò attentamente l'uomo che si ritrovava davanti. Fra loro c’erano 20 centimetri buoni di differenza di altezza e sicuramente almeno 10 kili di muscoli. Blaine iniziò a considerare le possibili vie di fuga, ma Robert era posizionato davanti all’unica porta.

«Robert, non sono un deficiente, se mi vuoi pestare, fallo e poi vattene, non mi interessa parlare con te.» Blaine sperò che la sua voce non tradisse la sua paura.

«Mi spiace, Blaine, non te la caverai così facilmente! So che gioco vuoi fare! Farti pestare e poi andare a farti vedere da Kurt… non ci crede nessuno alla tua eterosessualità! Non mi interessa pestarti, oggi, anche se mi piacerebbe più di quanto immagini, ma sono qui per assicurarmi che tu tenga le tue zampacce giù dal mio ragazzo.»

Blaine gli rispose urlando. «Non sono gay! Io e Kurt siamo amici e non mi piace, in quel senso! Come ti permetti, tu, comunque, di giudicarmi, senza neanche conoscermi?! Vattene Robert, rischi di perderlo e basta! Se mi torci anche solo un capello credi che starà ancora con te? Con un bullo, come quelli da cui è scappato?»

Robert lo guardò con aria assente. Stava ragionando su quello che gli aveva detto Blaine, probabilmente aveva ragione: avrebbe perso Kurt, se avesse messo le mani addosso a Blaine.

Il moro, notando con soddisfazione che le sue parole avevano colpito l’uomo nel profondo, decise di rincarare la dose. «Cos’è? Hai perso l’uso della parola tu, questa volta?» E poi sghignazzò compiaciuto. Quello che proprio non si aspettava era la reazione di Robert.

L’uomo gli si avventò contro, spintonandolo contro la panca dello spogliatoio.

Blaine, incontrando la resistenza della panca dietro alle ginocchia, barcollò all’indietro e si aggrappò a Robert, per non cadere, facendolo rovinare a sua volta in avanti.

Sfruttando la sorpresa dell’uomo, Blaine cercò di guadagnare l’uscita, fallendo miseramente, scivolando a causa del pavimento umido dello spogliatoio.

Robert lo sovrastò e mentre il moro cercava di rialzarsi, lo colpì con un pugno allo zigomo destro.

Blaine cercò nuovamente di rialzarsi e per farlo, tirò a sua volta un pungo all’altro, colpendolo all’addome.

Rob stava per riavventarglisi contro, quando delle braccia robuste lo trattennero.

«Robert, che cazzo stai facendo? Vai via, subito. Se non vuoi che dica al preside dove hai dormito l’altra notte. Sai che lo espellerebbe!»

Robert si alzò in piedi, si aggiustò la camicia e se ne andò senza proferire parola.

«E tu come stai? Che gli hai fatto, per farlo incazzare così? Non l’ho mai visto così incazzato!» James Kirk porse una mano a Blaine, per aiutarlo a rialzarsi, il quale scrollò le spalle e rispose. «Niente, James… credo che il nostro amico abbia qualche problema di gelosia! Grazie per il salvataggio!»

______________________________________

«Nick, Jeff, mi serve un favore!»

I due lo guardarono, aspettando i dettagli.

«E’ successo un casino con un Robert… il ragazzo di Kurt. Mi serve una scusa per coprire una scazzottata, avete qualche idea?»

«Immagino che non abbiamo il permesso di fare domande riguardo il perché, vero?»

Blaine annuì serio.

«Tv?» Nick si voltò a guardare negli occhi il suo migliore amico. Un sorriso si aprì sul visto di Jeff.

«Lascia fare a noi, ci vediamo fra 10 minuti nella theatre.»

Blaine era sicuro di essersi perso qualche passaggio della comunicazione mentale fra quei due. In ogni caso, si strinse nelle spalle e decise di dirigersi verso la theatre. La three-six maphia era pur sempre la three-six maphia.

 

Dieci minuti dopo, Blaine aprì la porta della Theatre Room. Dentro c’erano Nick e Jeff, Thad e Trent. Sempre più curioso di scoprire cosa avevano escogitato quei due pazzi, li guardò interrogativamente. Loro gli fecero segno di sedersi da qualche parte.

«Che state guardando?»

Jeff si erse in tutta la sua altezza e con tono solenne esordì. «Scegli le tue parole con attenzione, Leonida, potrebbero essere le ultime» 

Blaine rimase impressionato da come il ragazzo riusciva a recitare le battute in contemporanea con il film dietro di lui. Il biondo, approfittando di quel momento di stupore di Blaine, lo spostò in modo che desse le spalle alla televisione. 

Jeff guardò il suo migliore amico con gli occhi sbarrati. «Tu sei pazzo, pazzo!» 

Nick rispose. «Terra e acqua, ne troverai in grande abbondanza laggiù» 

«Nessuno, nè persiano nè greco minaccia un messaggero!» 

«Tu porti le corone e le teste dei re sconfitti fin sulla soglia della mia Sparta, tu insulti la mia regina, tu minacci il mio popolo di schiavitù e morte! Oh, ho scelto le mie parole con attenzione, messaggero, forse avresti dovuto fare lo stesso!» 

«Questa è blasfemia, questa è pazzia!» 

Nick si voltò a guardare Thad, che gli fece un segno di assenso col capo. 

«Pazzia? QUESTA E' SPARTA!»   

E poi colpì in pieno petto Blaine, mandandolo a sbattere contro il muro dietro di lui. Il moro annaspò nell’aria e riuscì a evitare di cadere, tirando troppo presto un sospiro di sollievo. Quando sentì il tonfo di qualcosa di pesante che gli cadeva addosso, colpendolo sul capo, si sentì gelare il sangue nelle vene. Il Samsung  42 pollici di John gli era appena caduto praticamente in testa.

«E’ stato Blaine.» Trent stava guardando con occhi spalancati la parete vuota dove prima c’era il televisore. «John ti ammazza.»

Thad si alzò come un razzo e fece uno scatto fino alla porta. La aprì e, sempre con la stessa rapidità, corse per il corridoio, fino alla sua stanza. Una volta approdato lì dentro, si chiuse la porta alle spalle e a Blaine, che lo aveva rincorso, capendo le sue intenzioni, disse «Non ti apro! Poi sembro un tuo complice! Vai da qualcun altro! Già mi basta David, che mi vuole ammazzare!»

Blaine continuò, inutilmente,a  bussare alla porta della Pink Room. Fino a quando non vide John che faceva capolino dalle scale. Al che, si gettò frettolosamente nella prima porta che trovò. Ghost Room.

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Capitolo 15
*** Credo che mi voglia uccidere ***


«Te l’ho già detto, Las! Anche se Flint ti prende in giro non puoi venire a provare il tuo assolo qua!»

Blaine guardò impietrito Kurt, si era già preparato un discorso di scuse decente, ma il male alla testa lo stava immobilizzando del tutto.

Kurt si girò, credendo, scocciato di trovarsi davanti Nicholas. «Hai deciso di non parlare neanche-» Fece un saltello sulla sedia quando vide un rivolo di sangue scendere dalla tempia di Blaine.

«Chi è stato?»

Blaine sussultò impercettibilmente. «Scusa, non volevo disturbarti… Thad mi ha chiuso fuori e… ho distrutto il televisore a John e credo che mi voglia uccidere.»

«A quanto pare le amicizie non sono l’unica cosa che sai distruggere»

Blaine iniziò a vedere la stanza ondulare. Non per le parole di Kurt, ma per il dolore alla testa. Cercò di trovare appoggio sul muro accanto a lui. Il più grande lo vide sbiancare e iniziare a sudare. «Blaine!»

Si alzò di scatto e lo raggiunse, facendolo appoggiare a sé, per farlo distendere sul letto. Poi si avvicinò alla porta e urlò «David, Wes, mi serve una mano! Venite qui!» Detto questo, tornò subito a sedere accanto a Blaine, che si teneva la testa con aria sconsolata. Il moro, appena sentì il letto abbassarsi, alzo il capo e guardò Kurt negli occhi, cercando di cogliere i suoi sentimenti.

«Kurt, non so cosa mi sia preso alla festa… Io… Scusami, per favore. Ero ubriaco e… non so che cosa mi abbia preso! So che Robert ti ama e… se ti fa piacere-» Si interruppe bruscamente, perché nella stanza erano entrati i capi del consiglio.

David, preoccupato disse «Cosa si è fatto questa volta?»

«Cosa mi hanno fatto! Stupidi Nick e Jeff.» Blaine, che per parlare si era tirato su un gomito, si accasciò di pesantemente sul letto, sentendo la stanza girare.

Kurt roteò gli occhi. «Come se tu non li avessi provocati. Comunque vieni qui che ti disinfetto. David, potresti portarmi un po’ di ghiaccio? E Wes? Lo so che è un compito difficile, ma riusciresti ad arginare la furia di John, fino a quando il signorino qui, non ritorna normale?» Ed aggiunse sussurrando «Sempre che sia possibile.»

I ragazzi si mossero, secondo gli ordini di Kurt e Blaine, ritrovandosi di nuovo solo nella stanza, ricominciò a parlare della festa «Kurt,  grazie per quello che stai facendo per me, non me lo merito, io ti ho detto delle cose molto brutte e… non devi, non sentirti obbligato solo perché-» Kurt lo bloccò e lo prese fra le braccia. «Blaine, smettila.» Gli bisbigliò nell’orecchio. «Non mi servono le tue scuse. Ammetto di essermi arrabbiato,ma ho avuto tempo di sbollire. E poi, spiegami, come posso essere ancora arrabbiato con te, dopo che mi entri in stanza con un taglio così e con gli occhi da cucciolo bastonato? Sei il mio migliore amico, Blaine e lo sarai per sempre. Ti voglio bene.»

«Scusa, sono nuovo, mi… potresti dire chi devo cercare per la squadra di football?»

«Oh… beh, oh, guarda, là c’è Blaine, lui fa parte della squadra, saprà darti sicuramente una mano! Benvenuto alla Dalton…»

«Grazie mille, ciao!»

Il ragazzo biondo si sistemò il nodo della cravatta,e si avviò a passo spedito verso “Blaine”, un basso ragazzo con degli ingellatissimi capelli neri e una vistoso cerotto sulla fronte, con tanto di occhio nero al seguito.

«Ciao, tu sei Blaine?»

«Ehm, sì… tu saresti?» Blaine gli sorrise curioso.

«Io sono Thomas Reed, sono nuovo, mi hanno detto che fai parte della squadra di football, mi piacerebbe fare un provino… a chi mi devo rivolgere?»

«Vieni, ti accompagno, tanto l’allenamento è fra poco… hai la roba da allenamento?»

«Sì, in camera… salgo a prenderla?»

«Perfetto, anch’io devo prendere la mia, a che piano sei, che vengo a prenderti?»

Thomas iniziò a frugare nelle tasche per tirare fuori la chiave magnetica. «Secondo piano… stanza 4.»

«Perfetto, prendo la roba e scendo! A dopo!»

Wes sbattè col martelletto per richiamare l’attenzione. «Dobbiamo decidere gli assoli per la festa di Natale. Abbiamo tre pezzi da preparare, due assoli e un duetto.»

Thad prese la parola «Allora, per il duetto ci servirebbe Kurt… ok?» Nel farlo strizzò l’occhio al ragazzo.

Kurt sorrise. «Certo! Che cosa devo cantare?»

«Uhm… Baby it’s cold outside.»

Blaine saltò sul posto. «Bella! E’ una delle mie preferite!»

Thad guardò esasperato Blaine «Ooooook, Blaine canti anche tu Baby it’s cold outside… per te va bene, Kurt?»

Il soprano fece un sorriso affettuoso. «Penso di poterlo sopportare, sì.»

David «Per evitare guai, né Nick né Jeff possono essere solisti, visto il casino che avete fatto l’anno scorso, quindi noi del consiglio abbiamo pensato di far cantare a Flint “Have yourself a little merry Christmas” e… Cam, ti andrebbe bene cantare “Little Drummer Boy”?»

I due annuirono simultaneamente, mentre Nick e Jeff protestavano. «Abbiamo solo ravvivato un po’ la festa! Dovreste farci dei monumenti, non punirci!»

Siamo in ritardo, lo sappiamo e ci inchiniamo a voi. Non avevamo voglia di andare avanti, ma... mammamia se Thomas ci intriga, quindi aspettatevi taaaaaaaaaaaanto di lui, tanto lo sappiamo che ci volete uccidere perchè siete in astinenza di Klaine. Prossimo capitolo vedremo se i problemi con la Jamsung continueranno oppure se si risolveranno (Who knows?). Buone feste! Ciao!

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Capitolo 16
*** Non è finita qui ***


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Allora, siccome questo è il secondo capitolo in un giorno (It's a Christmas miracle!) se non lo avete ancora fatto, leggete quello precedente http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=903655  :)




Erano le otto appena passate della settimana prima di Natale. Blaine era appena uscito dalla doccia, dopo l’allenamento di football. Ed era, stranamente, riuscito a sopravvivere alla rabbia di John, che lo aveva solo bandito dalla sua stanza, visto che il televisore era ancora in garanzia.  Dopo aver riaccompagnato Thomas in camera, il ragazzo salì di corsa nella sua stanza, per mettersi addosso qualcosa di comodo e poi poter fare le prove con Kurt.

Si diresse a passo spedito verso la sua stanza quando trovò agganciata alla maniglia, una cravatta. La prese e aprì la porta. Ma non era preparato per quello che vide.

«Thad, hai dimenticato-»

«CHIUDI IMMEDIATAMENTE QUELLA PORTA, IMBECILLE! C’E’ LA CRAVATTA APPESA, NON TI HANNO INSEGNATO NIENTE?!»

Blaine richiuse immediatamente la porta, rosso come un peperone e decise che gli sarebbero servite diverse sedute di terapia, per superare il trauma.

Entrò nella stanza di Kurt, che stava scrivendo al computer.

«Ciao Blaine, entra pure, ho già scaricato la base, iniziamo?»

Blaine sorrise a 32 denti. «Certo! Devo proprio togliermi dalla testa certe immagini… dai, iniziamo!»

La musica iniziò a diffondersi nell’aria, e subito Kurt attaccò con la prima strofa, avvicinandosi a Blaine e poi allontanandosi da lui, iniziando una danza per tutta la stanza.

Blaine iniziò a seguirlo per la stanza, saltando sulle sedie e sui letti, per assecondare i passi dell’altro ragazzo. Mentre ballava, iniziò a pensare alla sua amicizia con Kurt. Non riusciva ancora a credere come in soli tre mesi fosse diventato un tassello così importante della sua vita. In quella settimana in cui erano stati distanti, gli era sembrato che si fosse aperta una voragine nel petto. E ora che lo guardava attentamente, per la prima volta, notava quanti i suoi grandi occhi blu gli scaldassero il cuore. Ma cosa gli stava prendendo? Kurt era un ragazzo… eppure in quel momento non gli sembrava che fosse poi così tanto sbagliato. E poi Blaine si ritrovò a girargli sempre più vicino e fino a che non conclusero il pezzo, non si rese conto di quanto si fosse realmente avvicinato.

Non aveva mai desiderato baciare nessuno così tanto. Lo guardò intensamente in quelle pozze di azzurro e si sentì risucchiato all’interno di quel vortice senza fine.

«CHE CAZZO STATE FACENDO? THAD HARWOOD, SEI UN UOMO MORTO! ALEXIS, HAI PASSATO OGNI LIMITE! FUORI DI QUI, IMMEDIATAMENTE!»

La porta si aprì con un tonfo, risvegliando i due dalla trance del momento.

«Veloci, venite ad aiutare, stanno ammazzando Thad!»

Kurt si alzò prontamente, desideroso di scappare il prima possibile dalla scomoda situazione in cui si era cacciato.

Blaine invece, rimase impietrito sul letto sul quale erano seduti. Era fermo a fissare il vuoto, mentre nella sua testa scorreva un solo pensiero.

 

Sono innamorato di Kurt Hummel.

Thad non aveva ancora realizzato cosa era successo. Aveva sentito la porta aprirsi ed era pronto ad insultare di nuovo Blaine, quando si era trovato davanti la faccia infuriata di David.

«CHE CAZZO STATE FACENDO? THAD HARWOOD, SEI UN UOMO MORTO! ALEXIS, HAI PASSATO OGNI LIMITE! FUORI DI QUI, IMMEDIATAMENTE!»

Con uno scatto felino, Lexi era riuscita a rivestirsi in meno di mezzo secondo e stava già cercando di passare dalla finestra che dava sulla Ghost Room.

Thad era rimasto, invece, seminascosto sotto le coperte del suo letto, con indosso solo un paio di smilzi boxer.

«David, aspetta, posso spiegarti-»

«NON C’E’ NIENTE DA SPIEGARE! TI SEI TROMBATO MIA SORELLA! – Lexi, scappa pure, me la vedo dopo con te, tranquilla.»

Tutto il piano si avvicinò alla Pink Room, per non perdersi l’imminente scontro titanico fra David e Thad. Tutto il piano e anche il professor Pipe. Questi si avvicinò a passo spedito verso la fonte degli urli, ma invece di entrare nella stanza di Thad, notò una presenza femminile non ammessa, che stava uscendo dalla Ghost Room.

Lexi non si fermò neanche di fronte al professore, anzi, lo salutò cordialmente e poi scappò a gambe levate, per mettere più distanza possibile fra lei e suo fratello.

«Anderson! E’ inconcepibile! Una ragazza nel dormitorio? La potrei far espellere, lo sa, vero? Ma è fortunato che abbia un buon cuore. Le assegnerò solo due settimane di punizione, con me. Il signor Reed stava proprio cercando compagnia.»

Blaine trasalì alla vista del professore di chimica, ma lo guardò stupito, riguardo all’accusa. «Una ragazza? Ma io non ero con una ragazza…»

«Non prendermi per stupido, Anderson, l’ho vista benissimo!» e poi, andando verso l’affollamento, che al suo arrivo era ammutolito. «E voi altri, andate nelle vostre stanze,non c’è niente da vedere!»

La folla iniziò a disperdersi,nessuno desideroso di finire in punizione, ma David diede un ultimo sguardo truce a Thad. «Non è finita qui.»






Sì, siamo impazzite, postiamo due capitoli in un giorno solo. 

Beh, passando al sodo, da ora in poi abbiamo la matematica certezza che ci odierete ma... noi continueremo imperterrite fino alla morte. Non preoccupatevi troppo per Thad, in fondo è uno dei nostri preferiti, non può morire... per adesso.

Ps: Un urrà per il professor Pipe, che è il nostro preferito e NON deve ASSOLUTAMENTE assomigliare a Piton. Non ci pensate neanche! What the Devil is goin' on heeeeeeeeeeeeere?? (chi capisce regna)

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Capitolo 17
*** Non sei te stesso, Blaine? ***


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«Quand’è che devi essere di sotto?»

Blaine controllò il suo orologio da taschino . «Uhm… praticamente adesso! Odio quell’uomo.»

Nick e Jeff sghignazzarono. «Dai, ti accompagnamo di sotto, ma chi è lo sfigato con te?»

«Si chiama Thomas, è quello che  appena entrato nella squadra di football, quello con i capelli finti come te, Jeff!»

Il biondo si inalberò.«Come osi! Stupido Blaine, senti chi parla! I tuoi capelli sono geneticamente modificati dal gel!»

Per difendersi, Blaine replicò. «Sempre meglio del naso di Duval, comunque!»

Nick si risentì. «Ma per una volta che non c’entro niente, perché mi avete chiamato in causa?!»

«Il tuo naso si è tirato in causa da solo, esistendo!» concluse Jeff con una risata.

I tre scesero i due piani di scale che li separavano dal giardino. La punizione era quella di ripulire i vialetti di collegamento dalla neve –come se non ci fossero i giardinieri, per fare questo- pensò Blaine.

Arrivati in cortile, videro Thomas, impegnato a calarsi ben bene in testa un berretto azzurro. Appena li scorse a sua volta, si aprì in un sorriso smagliante e disse «E tu cosa hai combinato, per far incazzare Pipe?»

Blaine rispose imbarazzato «Eh, è successo un po’ un pasticcio che sinceramente non ho neanche capito e a quanto pare ero con la sorella di David in camera… ma in fondo Pipe mi odia, quindi era solo una scusa… e tu? Non dovresti fare il bravo, almeno per le prime settimane?»

«E come posso fare il bravo? Quelli del mio piano mi hanno svegliato alle tre di notte per il “tradizionale tuffo in piscina”»

A questa affermazione, Nick e Jeff si guardarono, scoppiarono a ridere e si diedero un sonoro cinque. Poi, decisero che il loro compito era stato portato a termine e che Blaine era in buone mani e quindi, salutando si allontanarono.

Mentre camminavano indietro verso l’edificio, Thomas allungò l’occhio verso il fondoschiena di Jeff, sgomitando verso Blaine «Carino il tuo amico… anche se i biondi in genere non sono il mio tipo, preferisco di più i mori, hanno un non so che…»

Blaine lo guardò con gli occhi spalancati e rimase bloccato dallo stupore «Tu- tu, tu sei… gay?»

Thomas scrollò le spalle «Beh, si può dire che lo sono tendenzialmente, ma non mi tiro indietro, se c’è qualche bella ragazza… ti da fastidio?»

«No, no, assolutamente no, solo che sei la prima persona che ne parla così, apertamente, con un semi-sconosciuto!»

Thomas ridacchiò sotto i baffi «Beh, abituatici, sono molto con franco con le persone di cui so di potermi fidare!»

Blaine ridacchiò di rimando e aggiunse, con voce sommessa «E chi ti dice che ti dice che ti puoi fidare di me?»

«Beh, il tuo migliore amico non ha l’aspetto molto… etero!»

Blaine scoppiò a ridere e continuò con occhi sognanti, pensando ai comportamenti del suo migliore amico «Sì, in effetti Kurt non sa nascondere molto bene la sua vera natura!»

«Beh, non c’è niente di male ad essere se stessi!»

Blaine rispose, pensieroso «Immagino di no…»

Il biondo lo guardò curioso, scrutando le ombre all’interno degli occhi color caramello di Blaine «Che c’è? Non sei te stesso, Blaine?»

Prima che potesse rispondere, il professor Pipe interruppe i due e si mise fra loro «Cos’è, adesso credete che la punizione sia di chiacchierare amabilmente? Reed, sul vialetto verso la piscina, visto che l’ultima volta non lo ha visto bene perché era notte; e lei, Anderson, dall’altra parte. Tornerò qui fra un ora e deve essere tutto pulito.» Dopo aver pronunciato queste parole, si voltò e se ne andò.

Blaine guardò l’altro ragazzo, sollevato che fosse arrivato il professore e finse di essersi dimenticato di cosa stavano parlando «Un’ora?! Ma è pazzo? Non ce la faremo mai!»

«Beh, sarà meglio cominciare, no? Possiamo parlare dopo davanti a un caffè, se ti va… Sai, non conosco ancora tanta gente, a parte te e la squadra di football… mi farebbe piacere avere un buon amico qui.»

Blaine sorrise, anche se un po’ intimorito dalla sincerità sconcertante del ragazzo, ma decise di fidarsi. «Certo! Appena finiamo ti porto in caffetteria, adesso che siamo sotto Natale rimane aperta fino alle otto»

«Bene, a dopo, Blaine!»

«A dopo!»

«Pronto?»

«Dai, David, lo sai che non è colpa sua, fate pace, resta incazzato solo con me, lui non se lo merita!»

« Perché riesci sempre a complicare tutto? Dimmi chiaramente se provi qualcosa per lui o se era solo un altro passatempo! Non raccontarmi palle, lo sai che ti muore dietro da un secolo, non usarlo.»

«Hey, dov’è finito il mio fratellone di cioccolata che difende la sorella a spada tratta?»

«Lexi, rispondimi.»

«Non lo so, Dave… questa volta è diverso, mi piace davvero… ma forse non sarei dovuta venire a scuola… lo sai che non ci penso mai che è un “istituto maschile”.»

«Non mi convinci, Alexis Thompson!»

«Dai, ti sto facendo la faccia da cucciolo, di qua! Per favore, non lo ammazzare! Sennò ci provo con Nick o Jeff!»

«Aaaaaaah! Le mie orecchie! Dio ce la scampi! Piuttosto provaci con Las, almeno è innocuo!»

«Ora che ci penso non è per niente male… grazie fratellone!»

David nella sua stanza alla Dalton, si morse la lingua.

«Non era un invito a fartelo, Lexi! Sei irrecuperabile... –sospirò pesantemente al telefono, per farle sentire il suo disappunto– andrò a parlare con Thad… credo che non esca dalla sua stanza da un paio di giorni… Fai la brava e VAI a scuola!»

«Certo Dave! Sarà il mio primo e unico pensiero! Ci vediamo domani!»

«Ma domani è mercoledì, io sono qui alla Dal-»

«Infatti… cioè…. Ciao David!»

Il ragazzo non fece in tempo a replicare che la ragazza aveva già buttato giù. Si girò sconsolato verso Wes, che stava fissando ridendo. «Beh, se ti fa sentire meglio, io la trovo spassosa!»

«Sei di supporto, Wes, davvero! Andrò a dare una bella strigliata finale a Thaddeus, quando avrò finito sono sicuro che non la inviterà più qui…»

Wes ridacchiò, tornando a leggere il libro che teneva in mano «Non fargli troppo male, sai che non te lo perdonerebbe mai, tua sorella!»

«Non ti preoccupare, voglio solo che le cose tornino alla normalità… ante-sesso fra mia sorella e quell’essere!»

Si diresse quindi verso la stanza di Blaine e Thad e aprì la porta con uno scatto, felice di trovare all’interno, solo Thad. «Noi due dobbiamo parlare.»

Thad sbiancò, tirandosi a sedere sul letto.

«Non ti voglio picchiare, ci servi per le regionali.»

Thad sorrise, lievemente sollevato, di non avvertire più l’aura di incazzatura intorno al ragazzo di colore.

«Bene, quindi cosa mi vuoi dire?»

David rispose, col sorriso sulle labbra. «Semplicemente che se metti ancora una volta le tue mani su mia sorella, supererai in estensione vocale Hummel!»

«Cosa intendi con mettere le mani su tua sorella? Perché io ho intenzioni nobili!»

«Dopo quello che hai fatto, nulla che vada al di là di… tenersi per mano. Sì, credo che sia una concessione giusta. Forse tra vent’anni potrai abbracciarla. Forse.»

«Siamo a posto?» disse Thad, tendendo una mano vero l’altro ragazzo.

«Sei fortunato, lo sai Harwood?» e gli strinse la mano con un po’ più di forza del necessario, senza per questo smettere di sorridere.

 

 





Mamma mia! In realtà vi vogliamo riempire di capitoli prima della grande assenza causa esami -vado a rianimare l'amica universitaria, un attimo e sono di nuovo qui-
Ok, dovrebbe respirare ancora. Ora sappiamo che è da un po' che il caro Rob non appare (a quanto pare non è che vi dispiaccia molto) ma vogliamo dare un volto a questo ragazzo così che capiate come mai noi invece lo abbiamo vicino al cuore (:Q___) http://cdn04.cdn.socialitelife.com/wp-content/uploads/2010/03/chris-evans-shirtless-photos-03222010-10-430x666.jpg

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Capitolo 18
*** I buoni propositi di Blaine ***


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 Kurt si rigirò sotto le coperte. Quello era il suo grande debutto come Warbler solista e non stava più nella pelle. Aveva passato la sera a sorseggiare tisane per proteggere le sue delicate corde vocali, mentre il resto dei ragazzi si dava all’alcool.

«Sorgi e splendi, dormiglione! Sono le sette e mezza e ci dobbiamo preparare!»

Kurt balzò giù dal letto, sorpreso dall’eccentricità del suo compagno di stanza. Dopo il rito mattutino per l’idratazione della pelle, gli arrivò un messaggio da parte del suo fidanzato.

Buongiorno piccolo, pronto per il gran giorno? Partiamo adesso da Lima, non vedo l’ora di sentirti cantare. Sarai perfetto :)

Dopo aver letto il messaggino, Kurt sorrise tutto felice e si avviò alla mensa, dove lo attendevano i suoi amici e prese posto a fianco di David, il quale stava chiacchierando con Nick.

«Quest’anno vengono i tuoi? Magari le tue sorelle riescono a tenere occupata la mia…»

«Penso di sì, ma di sicuro ci sarà tutta la truppa Sterling –poi, voltandosi verso Jeff, Nick aggiunse– viene anche l’ultimo marmocchio?»

Il biondo annuì sconsolato. «Sì ci sono tutti… e che non si mettano ad urlare perché il fratellone è sul palco, perché è la volta buona che li stermino!»

«Beh, almeno i tuoi fratelli urlano per te! Mia sorella sbraita solo per Blaine… ogni volta che lo vede sembra un disco rotto “Lo sai che Blaine ha detto che ha cantato per me? Perché anche tu non ti fai i capelli belli come Blaine, Thad? Quando inviti Blaine a casa nostra? Quando diventerò grande di sicuro mi sposerò con Blaine, lo sapevi?”» si aggiunse nella conversazione Thad.

Kurt sorrise curioso. «Hai una sorella, Thad?»

Il ragazzo rispose scocciato e sospirando. «Sì, purtroppo… ha cinque anni, è una peste e mi fa rimpiangere i capricci di Anderson!»

Blaine alzò lo sguardo, sentendosi chiamato in causa, ma subito dopo li riabbassò, concentrato sulla propria colazione: era in guai seri. Doveva riuscire a non far trasparire nessun sentimento, mentre cantava, perché sicuramente Rob sarebbe stato fra il pubblico…

I buoni propositi di Blaine erano miseramente falliti. Come al solito si era lasciato trascinare dalla musica e non era riuscito a nascondere il suo vero io. Forse era per questo che continuava a rimanere dietro al palco, sperando di non incontrare Robert. Però la fortuna non era, evidentemente, dalla sua parte, infatti Kurt si avvicinò a lui, proprio mentre iniziava a sentirsi al sicuro.

«Beh, auguri Blaine, io vado a mettere a posto la mia roba… è stato bello duettare con te.»

Blaine sorrise a occhi bassi, non sapendo come rispondere. Kurt si avvicinò e lo circondò con le braccia, posandogli un leggero bacio sulla guancia.

Blaine restò immobile durante tutta l’operazione, trattenendo il fiato e raggiungendo gradazioni di rosso mai viste su una faccia prima d’ora. Quando alzò gli occhi, vide Rob che circondava le spalle del suo ragazzo e lo portava in mezzo alla folla, bisbigliandogli qualcosa nell’orecchio. Tirò un sospiro e si voltò per tornare verso i dormitori, quando si paralizzò per lo stupore.

«Cosa ci fai qui, papà?»

«Fuori, immediatamente.» disse in un sussurro.

 La signora Thomposon si avvicinò al figlio, con un grosso sorriso stampato sul volto. «Siete stati magnifici, come ogni anno, tesoro! Ma… hai mica visto Lexi? Ci è scappata appena avete finito l’esibizione…»

David si girò subito verso Thad, che però stava tenendo in braccio la sorellina, litigando per qualcosa. Si rigirò quindi verso la madre, scrollando le spalle.

 «Faccio un giro e intanto la cerco, appena la trovo la porto qui!» disse in un sorriso smagliante.

David stava camminando in mezzo alla folla, quando venne trascinato in un gruppo di persone.

«Daaaaavid! Quanto sei cresciuto! Com’è che mio fratello è l’unico che non cresce?»

«Monique, dai, smettila, povero Wesley!» La signora Montgomery richiamò la figlia all’ordine.

«E’ un secolo che non ci vediamo, Mon, come va il college?» disse David.

«Oh, tutto bene… anche se ho delle compagne di appartamento schizza-»

David la interruppe, perché aveva visto con la coda dell’occhio sua sorella in giro per la folla. «Scusa, devo andare, sto cercando Lexi, come al solito! Ci vediamo nelle vacanze! Ciao!»

Mentre correva nella direzione in cui aveva visto Lexi, venne tirato da Nick, che era circondato dalle sue sorelle.

«David, salvami! Sono delle arpi-»

Non fece in tempo a terminare la frase che un ragazzo alto con i capelli scuri gli franò addosso. Si girò con aria truce verso il ragazzo e lo vide intento a ingaggiare una specie di combattimento con un biondino. James Kirk arrivò da dietro e li prese entrambi per il bavero della felpa. «Scusatemi, non so perché nella mia famiglia ci debbano essere questi due elementi… sono irrecuperabili.»

David ridacchiò e disse «Voi siete Tyler e…»

«Benjamin. Perché nessuno si ricorda mai il mio nome?» disse il biondo.

«Perché il più bello tra i due sono io!» aggiunse l’altro.

James sospirò, rassegnato, quando la sua attenzione fu attirata da una delle sorelle di Nick.

«Hey, Nicky, perché non ci presenti i tuoi amici?»

Nick guardò Evelyn sospettoso. «Perché lo vuoi sapere?»

La ragazza tirò una gomitata al fratello e si sporse verso James. «Io sono Evelyn, loro sono le vecchie della famiglia, Juliette e Angelina!»

Il biondo rispose con un sorriso interessato. «Io sono James… ti andrebbe di prendere qualcosa da bere?»

«Ty, io sono Ben… ti andrebbe di prendere qualcosa da bere?» lo scimmiottò il fratello minore.

«Oh, ma certo biondona, andiamo!»

Ridendo, i due gemelli si presero a braccetto e si allontanarono.

James dopo aver sbuffato riportò l’attenzione sulla più piccola dei Duval. «Dopo questo simpatico siparietto, andiamo?»

La ragazza, che stava ancora ridacchiando, annuì.

Nick si girò sconsolato verso David, che aveva assistito alla scena.

«No no! Io ho già una sorella a cui badare! Pensa positivo, Kirk è un bravo ragazzo!»

David si allontanò prima di sentire le maledizioni di Duval contro la discendenza Kirk.

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Capitolo 19
*** IO NON SONO TROPPO GIOVANE! ***


ff18

Tom si era appena alzato dal suo posto quando si sentì trattenere per una spalla da una mano possente.

«Signor Reed, sappia che la sua punizione non è ancora finita e che al ritorno dalle vacanze dovrete venire, lei e il suo amico Anderson, nel mio  ufficio. La pregherei di avvisarlo lei.» il professor Pipe si girò stringendosi nel cappotto e si dileguò nella folla.

Il biondino sbuffò sonoramente e si sistemò la frangetta. Poi si avviò verso l’uscita, dove aveva scorto Blaine poco prima.

Giunto fuori, si guardò intorno per trovare il suo amico e lo vide subito, con un uomo che lo strattonava per un braccio.

Thomas decise di avvicinarsi comunque, per riferire il messaggio di Pipe e prima di poter far notare la sua presenza, captò involontariamente una parte della conversazione che i due stavano avendo.

«Pensi che sia uno stupido? Pensi che non abbia visto come guardavi quell’altro finocchio?! Te lo puoi anche scordare di andare in vacanza con quel gruppo di checche!»

Blaine inciampò nei suoi piedi e seguì l’uomo a testa bassa, senza avere la forza di ribattere.

Fu in quel momento che Tom decise di farsi notare, tossendo leggermente. «Ehm, Blaine! Scusa se ti disturbo… mi ha appena fermato Pipe e dice che lo dobbiamo incontrare al ritorno dalle vacanze nel suo ufficio!»

Appena il padre di Blaine vide l’altro ragazzo, lasciò il braccio del figlio.

«Ehm… grazie Thomas.»

Il biondino gli sorrise e tornò sui suoi passi, rientrando nell’edificio, per trovare la sua famiglia.

«Adesso va’ a prendere la tua roba e avverti pure i tuoi amichetti che quest’anno rimani a casa. Fai in fretta, ti aspetto in macchina.»

«Non mi piace come ti ronza attorno Blaine, lo sai, vero Kurt?» Robert bisbigliò nell’orecchio del suo ragazzo.

«Sei adorabile quando sei geloso, lo sai? Lo fai apposta?» gli rispose il soprano.

Robert lo guardò con uno sguardo serio. «Stavo dicendo davvero! Non dovresti incoraggiarlo così!»

«Ma lo sai che io amo solo te! E poi non lo sto incoraggiando! Perché? Non ti fidi di me?»

Robert roteò gli occhi. «Kurt, lo sai che non è così! E’ che non mi fid-»

Non riuscì a terminare la frase, che Kurt lo attirò a sé, prendendolo dal bavero della giaccia e gli diede un bacio sulle labbra. «Perché non lasciamo fuori da queste vacanze Blaine? Voglio stare un po’ con te… con il trasferimento e tutto non ci vediamo da tantissimo.»

«Ma stai per andare a fare una vacanza con lui! Come mi posso fidare? Quel ragazzo ti spoglia con gli occhi!»

«Non dire idiozie! Comunque, se ti fa sentire meglio, avevo intenzione di chiedere a Jesse se potevi unirti…»

«Davvero? -il ragazzo gli fece un enorme sorriso- Sarebbe fantastico!»

Burt Hummel si avvicinò alla coppietta e si schiarì la voce. «Kurt, magari vai a prendere le tue valigie, così torniamo a casa?»

«Uhm… Ok!» Kurt si appropinquò verso i dormitori, tenendo ancora per mano Rob.

Robert si stupì del caos che regnava al terzo piano, lui era sempre stato al primo e lì tutti sembravano più calmi. Era appena entrato nel corridoio, quando una scheggia dai capelli dorati si scontrò contro le sue gambe. Un bambino di al massimo quattro o cinque anni gli era appena caduto sui piedi! Robert si chinò per tirarlo su, ma non appena gli prese le braccia, il bambino scoppiò disperatamente in lacrime. Kurt si accovacciò per portargli un po’ di conforto, ma il bambino lo guardò e iniziò ad urlare ancora più forte. Gli strepiti richiamarono l’attenzione di un altro biondo, che stava tenendo in braccio un bebè… sempre biondo.

«Martin, smettila di frignare o finisci in castigo! -il bambino si zittì in un secondo- Scusatemi, non riusciamo mai a tenerlo buono!»

Jeff tirò la testa fuori dalla sua stanza e chiamò il più piccolino. «Martiiiin! Vieni Martin! Andiamo a rubare le caramelle a Trent, tanto se n’è già andato!» Il bambino sorrise alla volta del fratello maggiore e si avviò trotterellando verso di lui, tendendogli una manina.

Daniel scosse la testa «Certo che se poi ci si mette anche Jeff, a fare il bambino…»

«Perché tu sei un uomo tutto d’un pezzo, vero Sterling?» un ragazzo dagli occhi particolarmente azzurri posò una mano sulla spalla del biondo.

«Oh! Anche tu qua, Hudson!»

«Certo! Bisogna studiare il campo di battaglia, per l’anno prossimo, no?»

I due scoppiarono a ridere, mentre Robert e Kurt li superarono, addentrandosi nel corridoio, solo per trovarsi davanti ad un’altra scena ancora più strampalata.

«Ti do cinque dollari se salti sulle valigie di tuo fratello, ci stai?»

Las stava cercando di corrompere Franklin, il piccolo di casa Wilson. «Affare fatto… ma voglio che mi difendi da Fly-fly, se si arrabbia!»

Gli occhi di Nicholas si illuminarono a sentire il soprannome. «Sai una cosa, Frank? Hai già fatto abbastanza, tieni i tuoi cinque dollari!» E voltandosi urlò. «FLY-FLY! Hai finito le valigie?»

Un Flint allibito si girò a fissare prima Las e poi suo fratello, che aveva ancora i cinque dollari in mano. Si alzò con fare minaccioso. «Questa me la paghi, Frank!»

«Mamma e papà ti stanno aspettando! Sbrigati, Flint! E smettila di maltrattare Franklin!» Un’alta ragazza dai capelli castani entrò nella Blue Room e prese per mano il fratellino più piccolo.

Rob, che aveva assistito alla scena, si girò verso Kurt e gli chiese «Ma c’è qualcuno di normale qui dentro?!»

«Non era così quando c’eri tu?»

«No! Noi eravamo qui per STUDIARE non per corrompere i fratelli degli altri!»

Kurt si strinse nelle spalle. In fondo a lui quella pazzia piaceva e non si poteva dire che non studiassero, come amavano dire Nick e Jeff... loro “studiavano con stile”.

Dopo i vari incontri, Kurt approdò nella sua camera e iniziò a preparare le valigie. Una volta nella sua stanza, gli  venne in mente che avrebbe dovuto chiedere il permesso di portare un ospite a capodanno. Si girò, quindi, verso il compagno di stanza che stava giocando con una pallina contro il soffitto e gli chiese.

«Sarebbe un problema se Rob salisse con noi a capodanno?» Rob da dietro la schiena di Kurt sorrise a trentadue denti.

Jesse aveva appena girato la testa per rispondere a Kurt, quando Blaine aprì di scatto la porta, facendolo alzare di scatto per lo spavento. Il moro rimase davanti sull’uscio a testa bassa e disse «Scusa Jesse, ma sono successi degli imprevisti e non posso più salire per capodanno… spero che non ci siano problemi, se disdico adesso…» dopo aver parlato, rimase fermo in attesa di una risposta.

«No, non c’è problema, figurati… Solo mi dispiace che non ci sarai… tutto bene?»

«Sì sì, sì sì, allora grazie, buone feste!» E girò sui tacchi, senza neanche sollevare lo sguardo per incontrare gli occhi preoccupati di Kurt.

Jesse si alzò in piedi e sorrise a Kurt. «Beh, direi che si è appena liberato un posto… partiamo il 28, siate puntuali!» Poi prese la sua valigia e uscì dalla stanza.

Robert guardò affettuosamente il suo ragazzo e gli disse «Ora sono decisamente sollevato! Senza quel tappo fra i piedi! Anche se devo ammettere che è stato strano… persino per i suoi standard!»

«Beh, sai una cosa? Non fa niente, passeremo un perfetto capodanno, mister Black!» E poi si alzò in punta di piedi per baciarlo. Rob lo avvolse con le braccia e lo fece sdraiare sul letto, sopra di sé.

«E questa è la stanza del ragazzo di Rob!»

«Ma come? Non era il tuo, di ragazzo?»

«Quante volte che te lo devo dire che non sono gay?» Andrew colpì il suo fratello con uno scappellotto.

«Eeeeh, ma è così, a sentimento!»

«Anthony, non sono gay!»

«Quante volte te l’ho detto? Chiamami Ton-» e si interruppe bruscamente alla vista di quello che stava succedendo nella stanza.

Andrew premette le mani sugli occhi del fratello minore, urlando «NO! SEI TROPPO GIOVANE E PURO PER QUESTE COSE! E VOI DUE SCHIFOSI! NON POTEVATE PRENDERVI UNA STANZA?»

Kurt si sollevò sui gomiti e guardò male Drew «Ma questa E’ la mia stanza!»

«E soprattutto, IO NON SONO TROPPO GIOVANE! – Oh mio dio! Me lo potevi dire che stavano per scopare!» e si rintanò di nuovo dietro alle mani del fratello.

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Capitolo 20
*** Io sono infelice ***


Blaine attraversò i cancelli della Dalton trascinando la sua valigia, ringraziando il cielo che le vacanze fossero finalmente terminate. Era arrivato alla scuola molto in anticipo rispetto all’inizio delle lezioni perché voleva sistemare le sue cose con calma, ma soprattutto perché voleva finalmente tornare a respirare senza che qualcuno lo controllasse continuamente o gli dicesse cosa fare. Il terzo piano era ancora silenzioso visto che era l’unico ad essere arrivato così presto, il corridoio sembrava irreale spogliato delle urla e schiamazzi che erano soliti ogni mattina. Blaine chiuse la porta della Pink room deciso a dirigersi verso la caffetteria, nel girarsi per attraversare il corridoio non potè fare a meno di soffermarsi sulla porta della Ghost room. Kurt. Non riusciva a smettere di pensare a lui e a tutti i messaggi preoccupati che aveva ricevuto da parte sua, ma non aveva avuto il coraggio di rispondergli come poteva dirgli che la causa di tutti i suoi problemi era lui e quei suoi dannatissimi occhi azzurri? Il suono del suo cellulare lo riscosse dai propri pensieri.

Ehi sei già a scuola? Io sono appena arrivato! –Tom

Blaine sorrise allo schermo e rispose al messaggio.

Ci vediamo dalla tua camera! Ho bisogno di una chiacchierata di incoraggiamento ho deciso di fare come mi hai detto!  -B.

Mentre si incamminava verso il secondo piano la risposta non tardò ad arrivare

Bravo!  Arrivo! –Tom.

«Ecco lo sapevo! Arriveremo in ritardo!»

«Kurt manca più di un ora all’inizio delle lezioni e siamo già per strada!» Rispose Rob con un sorriso, mentre l’altro incrociando le braccia gli gettò un occhiata torva.

«E’ solo che volevo sistemarmi comodamente, e poi volevo cercare Blaine! E dalla festa di Natale che non lo sento e non ha risposto ai miei messaggi!»

«Bhè, meglio così no? Non hai notato quanto ci siamo divertiti senza quell’hobbit in mezzo ai piedi?» disse Rob sporgendosi verso il suo ragazzo e allargando ancora di più il proprio sorriso.

«Ci saremmo divertiti anche se ci fosse stato lui, Rob! Smettila di scaricare la tua rabbia su di lui!» rispose Kurt con un tono un po’ irritato.

«Dico solo quello che penso!» ribatté Rob con un alzata di spalle ed aggiunse ruotando la testa e avvicinandosi al più piccolo «E’ anche per questo che mi ami!»

Kurt non riuscì a trattenere una risata «E’ anche per questo che ti amo!»

 

«Allora, vediamo un po’ la lista…» Nick tirò fuori dalla cartella un taccuino e si mise una matita dietro l’orecchio, Jeff intanto lo osservava in attesa di ordini.  Duval iniziò una lista infinita di “cose necessarie” e a ogni nome Sterling rispondeva in modo affermativo spostando la “merce” da fuori la finestra a dentro la stanza.

«Cavatappi?»

Jeff si girò  sorpreso con la bocca spalancata «Manca!»

Nick alzò lo sguardo dal taccuino e spalancò gli occhi, non riusciva a credere alle proprie orecchie «Jeff!  Era di tua competenza!»

«Ho capito vado subito! Tu intanto riunisci gli altri nella stanza di John, abbiamo tutte le foto da vedere!»

 

Blaine prese un bel respiro, si decise a bussare ed aprì la porta.

«Ciao Kurt, speravo di poterti parlare» disse il moro con un sorriso.

Kurt sollevò lo sguardo dal laptop su cui stava scrivendo. «Ciao Blaine, dimmi tutto! Devo raccontarti tutte le vacanze di capodanno... sono dei pazzi! Come stai, a proposito?»

 

Blaine abbassò lo sguardo e dopo un profondo respiro per prendere coraggio, alzò gli occhi e li incatenò a quelli azzurri di Kurt.

 «Siamo sempre stati sinceri tra di noi, giusto?»

 «Non ti ho mai nascosto nulla. Tu piuttosto, dove sei stato tutte le vacanze?»

La domanda di Kurt fece vacillare la determinazione di Blaine che si ritrovò di nuovo ad abbassare lo sguardo. Il più piccolo scosse la testa per allontanare i ricordi delle proprie vacanze

«Andiamo, non fare il bambino, dimmi quello che mi devi dire.»

 «Dalla festa di Natale non sono più stato sincero con te, Kurt.»

 

«E' sempre bello sentirselo dire.»

 «Io... io voglio essere sincero adesso, non mi importa delle conseguenze, pensavo che mentendo tu saresti stato meglio ma io mi sentivo infelice. Io sono infelice.»

«Non puoi far finta che io non esista per due settimane e poi venirmi a dire che l'hai fatto per me. E fatto  cosa poi? -Kurt si alzò e si avvicinò a Blaine- Cosa? Mi hai ignorato come se fossi l'ultimo dei tuoi pensieri, dopo tutto quello che abbiamo condiviso. Pensavo che avessimo un rapporto speciale, io e te. E invece non vali niente.»

«Io sono innamorato di te!» Blaine si ritrovò a urlare le parole che gli erano vagate per la mente per tutte le vacanze.

Kurt restò a bocca aperta. Nella sua testa sentiva soltanto risuonare quelle parole.  Blaine? Il SUO Blaine? e dire che se ne sarebbe potuto accorgere... in fondo sarebbe stato da stupidi negare la scintilla di consapevolezza che aveva intravisto nei suoi occhi, mentre cantavano Baby it's cold outside. Solo che... non se lo aspettava. Sperava di non doverlo sentire , che Blaine continuasse a tenerlo per sè. Per rendersi la vita più semplice, per evitare di dovergli dire quelle cose che sapeva lo avrebbero ferito a morte. Lui non lo amava. Lui amava Robert, o per lo meno era la cosa più vicina all'amore che avesse mai provato.

«Non mi sembra il caso, Blaine. Lo sai anche tu. Io amo Robert.» e mentalmente, nella sua testa, aggiunse Credo.

Sebbene si fosse preparato, le parole di Kurt colpirono Blaine al petto come un proiettile. Il moro fece due passi indietro, abbassando lo sguardo «Ca-capisco... io... io dovevo almeno provare»

Kurt fece per avanzare, tendendo la mano verso quello che non poteva più considerare solo un amico.

«Blaine, aspetta-»

La porta si aprì e un gioioso Nick entrò urlando «Tutti nella Theatre! Festa grande!»

Blaine approfittò della distrazione per uscire dalla porta. Kurt rimase così, col braccio a mezz'aria, cercando di ricomporre quello che si era appena spezzato nel suo cuore. Come la consapevolezza che niente sarebbe più stato come prima.

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Capitolo 21
*** Tu ne vali la pena ***


Blaine a testa bassa si diresse il più lontano possibile da Kurt e andò al secondo piano, sperando di trovare Tom per potersi sfogare. Bussò alla porta e entrò  nella stanza, senza guardare chi c’era dentro. Appena entrò, si girarono tre individui. Sembravano molto impegnati a giocare alla Playstation e Blaine riconobbe uno dei tre che era del suo anno, anche se non riusciva a ricordarsi il nome. Era un ragazzo abbastanza alto dai capelli corti neri che non si separava mai dalle sue grosse, cuffie verde fluo. Kurt sarebbe rabbrividito e si sarebbe dilungato dieci minuti nello spiegare perché, PERCHE’ il verde fluo e il blu della divisa non potevano assolutamente stare vicini. Blaine scosse la testa per smettere di pensare a Kurt. Non poteva permetterselo, o si sarebbe messo a piangere come un bambino.

Così si concentrò sugli altri due ragazzi. Gli sembrò di averli già visti in giro per i corridoi. Uno era mezzo sdraiato sul letto, intento a ridacchiare dell’altro ragazzo, che era agitatissimo per l’esito della partita e portava la cravatta come una fascia per la testa, allacciata dietro alla nuca.

Blaine si schiarì la voce «Ehm, scusate ragazzi… c’è mica Thomas?»

I tre si girarono in contemporanea «Tu sei Blaine, vero?» disse quello con la cravatta in testa.

«Sì... chi di voi è il compagno di stanza di Thomas?»

Sempre lo stesso ragazzo si alzò con un sorriso smagliante e andò ad abbracciare Blaine «Benvenuto in famiglia, Blaine! Io sono Theodore Berg, puoi chiamarmi Ted, Berg o Sua Eccellenza. Scegli quello che preferisci! Lui è il mio socio d’affari, JJ -e accennò col capo a quello sdraiato sul letto che alzò una mano in segno di saluto- e quello con le cuffie è il nostro campione. SIGNORE E SIGNORI, UN GRANDE APPLAUSO PER BARTHOLOMEW QUENTINS! Sì, dimentica il Bartholomew… e anche Uentins. Lo chiamiamo Q. comunque, ora ti illustr-»

«Berg, stai zitto, lo stai traumatizzando!» Thomas entrò nella stanza giusto in tempo per vedere l’espressione sperduta di Blaine e poi si rivolse al moro «Vedo che hai conosciuto il mio inferno personale… Non potevo mica avere degli amici furbi» Poi lo guardò negli occhi e Blaine gli rivolse uno sguardo con gli occhi lucidi.

«Aaaaah no! Fiuto problemi di cuore. Ok, tutti al campetto. Blaine, dimmi che sei in grado di tenere in mano un pallone!» disse JJ.

Blaine, sempre più sperduto, annuì e si lasciò condurre fuori dalla camera. Mentre raggiungevano il campetto, Thomas lo prese da parte e gli sussurrò, nell’orecchio «Sei sicuro di voler giocare? Non è andata, giusto? Se non vuoi parlarne in loro presenza, possiamo andare a prenderci un caffè…»

Blaine scosse la testa «No, non serve! Credo che mi piacciano abbastanza i tuoi amici, Thomas»

Il biondino gli sorrise «Ma non la possiamo smettere con “Thomas”? Mi vuoi chiamare Tom?»

«Ma… Tom fa troppo tu-sai-chi!» Blaine rimase assorto un momento  «Al massimo ti posso chiamare Tommy!»

«Ma mi ci chiamavano all’asilo!»

Soddisfatto allora Blaine disse «Sì, penso proprio che andrà bene. Tommy. Senti come suona bene!»

Il biondino sbuffò, fingendosi infastidito e prese Blaine sotto braccio «Andiamo va! E, tornando all’argomento di prima, non sentirti in imbarazzo davanti a loro. Ciò che si dice al campetto rimane al campetto» e gli strizzò l’occhio.

Nick trascinò Kurt nella Thatre room e Wes gli si avvicinò e gli urlò, per sovrastare il frastuono della musica «Ma Blaine non viene qui? Non era con te?»

Kurt scosse la testa, fingendo di non sapere il perché di quella dolorosa assenza. Si andò a sedere su uno dei letti e si mise le mani fra i capelli, cercando di capire perché si sentiva tremare così tanto il cuore.

Drew, che dall’altra parte della stanza aveva visto lo strano comportamento del ragazzo, prese il telefono in mano e scrisse un sms a Robert.

Che cosa hai combinato stavolta, cazzone? Kurt è a pezzi.

Neanche un secondo dopo gli arrivò la risposta.

??? Sto arrivando.

Andrew scrollò le spalle e mise via il telefono, giusto in tempo per sentire Jeff che urlava «DOPO UNA ATTENTA CERNITA, IO E IL MIO COMPAGNO QUI -e Nick fece un mezzo inchino- ABBIAMO SCELTO LE 100 FOTO PIU’ BRUTTE DI CAPODANNO. E STIAMO PER PROPORVELE IN CLASSIFICA. PRONTI? Nick, a lei la scena.»

«Non per anticipare niente, ma Kurt, sei stato il più premiato… non che il tuo ragazzo sia stato da meno! Che coppia di giovani promesse!» disse Nick, mettendosi le mani al cuore e sospirando con fare estasiato.

Kurt si nascose il volto arrossendo e prego tutti gli stilisti che non stesse succedendo realmente a lui.

Erano alla foto classificata come 24°, quando Kurt si sentì vibrare la tasca dei pantaloni. Guardò il cellulare, pregando che non fosse un tentativo di Blaine di chiamarlo. Guardò il display e rispose con un sospiro.

«Ciao Rob!» disse con voce spenta.

«Kurt, dimmi solo se è stato Blaine.»

«Chi altri potrebbe essere stato? - e solo dopo aver pronunciato quelle parole, si rese conto di aver parlato forse a sproposito - perché?»

«Non ti preoccupare, ci sentiamo più tardi!»

«No, aspetta!-» Kurt guardò stralunato il telefono. Gli aveva attaccato il telefono in faccia. Decisamente quella non era la sua giornata.

Blaine non aveva mai apprezzato così tanto giocare a pallacanestro, ma forse, non aveva mai apprezzato così tanto la compagnia di un gruppo dove non c’era bisogno di pensare a Kurt. Sebbene la delusione fosse ancora lì e si sentisse ancora un groppo in gola ogni volta che pensava a Kurt, poteva dire di essersi divertito. Solo sperava di riuscire a parlare, prima di sera, da solo con Tommy, per potersi veramente lasciar andare.

Il momento propizio arrivò quando i tre decisero di avere fame e di volere da mangiare. Blaine e Thomas rimasero seduti a bordo campo, per riprendere fiato e parlare un po’.

«Adesso mi dici come è andata?»

Blaine lo guardò con gli occhi tristi e, pur cercando di trattenersi, non riuscì a fermare le lacrime dal riempirgli gli occhi.

«COSI’ male?»

Il moro abbassò la testa e si asciugò le lacrime con il dorso della mano. In quel momento, Tommy si avvicinò a lui e lo circondò con le braccia, accarezzandogli la schiena. Poi abbassò il viso fino a guardarlo dritto negli occhi, gli asciugò con il pollice una lacrima e gli posò un bacio sulla guancia.

Stettero così per ancora un paio di minuti, fino a quando i ragazzi non tornarono in palestra.

«Ma diavolo! Vi lasciamo due minuti e mi diventate sentimentali?»

Thomas scoccò un’occhiataccia a Berg, ma Blaine invece ridacchiò e si mise in piedi, offrendo una mano a Tommy per rialzarsi.

«Grazie ragazzi. Siete fantastici.»

«Ma così ci fai commuovere anche a noi!» disse JJ e Berg aggiunse «Sì, ma adesso bando alle ciance, che ne dite di tornare ai dormitori? Facciamo una partita a Nba alla Play e andiamo a mensa?»

«Ma avete appena mangiato!»

«Noi non siamo giocatori di football, Tom! Noi CONSUMIAMO! -fece un occhiolino a Blaine- Senza offesa, eh!» e poi, rivolgendosi al biondino «Per te invece l’offesa c’è!» Gli lanciò la palla da basket e iniziò a correre verso il centro del campo.

Avevano appena iniziato una specie di partita a palla prigioniera con pallone da basket, quando la porta della palestra si aprì e, per la seconda volta in neanche tre mesi, Blaine incrociò lo sguardo inviperito di Robert.

Blaine rimase impietrito e si fermò a fissarlo. L’uomo gli si avvicinò a grandi falcate e lo prese per il bavero della maglietta.

«Questa volta ti spacco la faccia, Anderson.»

Tom fermò il pallone e guardò velocemente i suoi tre amici,  che già si stavano scrocchiando le dita.

Berg si avvicinò a Rob e gli mise una mano sulla spalla, spingendolo indietro di qualche centimetro «Hey, hai qualche problema, amico?» gli disse con un sorriso.

Nel frattempo, Tommy si era accostato a Blaine e gli teneva una mano sul petto, per proteggerlo. Blaine fece per scostarlo, ma Tommy scosse la testa e fece ancora un passo avanti.

«Non ho niente contro di voi, è lui il mio problema.» Caricò un pugno contro Blaine, che aveva già chiuso gli occhi aspettando l’impatto. Ma Tommy si infilò tra i due, spingendo il moro indietro che, stupito, aprì gli occhi e vide il biondo accusare il colpo al posto suo.

«Caro signor non so chi tu sia, direi che adesso hai un problema anche con noi. Quindi è pregato di levare le tende, prima che sia troppo tardi.»

Robert valutò le sue alternative. Era solo contro quattro di cui due di almeno 10 cm più alti di lui. «Non ne vali la pena, Anderson.»

Mentre Robert si allontanava dal gruppo, Berg gli urlò da dietro «Uuh uuuh, il bambino va a piangere dalla mamma!»

Thomas lo fulminò con lo sguardo e scosse la testa. Poi si girò verso Blaine, che era di nuovo sull’orlo delle lacrime.

«Blaine, stai bene?»

«Ma hai preso tu il pugno!»

«Tu ne vali la pena, Blaine.» gli disse con un sorriso.

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Capitolo 22
*** Ho bisogno di tempo ***


Blaine strinse i pugni, cercando di non essere troppo precipitoso a trarre le conclusioni. Ma non potevano esserci altre possibilità. Quella serpe di Kurt aveva raccontato a Robert quello che gli aveva detto. Per la prima volta in quella giornata non si sentiva triste ma solo arrabbiato all’inverosimile.

Stava correndo attraverso il cortile interno, mentre pensava alla cattiveria gratuita di Kurt. Erano comunque amici e si fidava di lui. Perché aveva dovuto spifferare tutto a Robert? Pur conoscendo i trascorsi. Si scaraventò nell’atrio e salì i gradini a due a due. Tommy era dietro di lui e cercava di raggiungerlo, per evitargli quell’inutile testa a testa, ma non riuscì a fermarlo prima che raggiungesse la porta di Kurt.

Blaine fece un respiro profondo e aprì la porta violentemente.

«Credevo che avessi almeno la decenza di non dirlo a nessuno. Mi fidavo di te. Spero almeno che tu abbia tenuto la bocca chiusa con gli altri.»

Kurt lo guardò interrogativo. Era la seconda volta che Blaine si precipitava in camera sua quel giorno. E poi capì perché. Un biondino con un’evidente segno rosso sullo zigomo si materializzò sulla porta dietro al moro. Robert se l’era presa, senza neanche sapere cos’era successo. Abbassò lo sguardo e poi puntò gli occhi in quelli di Blaine, aspettando il resto della sfuriata.

Ma Tommy circondò le spalle di Blaine con un braccio e lo trascinò fuori dallo specchio della porta. E Kurt poté benissimo distinguere la conversazione che si stava tenendo fuori.

 «Blaine, andiamo. Smettila.»

«Tommy, ti ha tirato un pugno! E prima delle vacanze mi è venuto a cercare negli spogliatoi e mi ha pestato!»

Il soprano si alzò di scatto e si affacciò sull’uscio. «Blaine… Io non ne sapevo-»

Il moro si girò verso Kurt e puntandogli un dito al petto gli disse «Stai lontano da me!» Poi gli diede la schiena e si avviò giù per le scale, per andare a sbollire la rabbia.

 Kurt rimase sulla porta e guardò interrogativo Thomas, che si era voltato verso di lui, prima di scendere le scale. Il biondo lo guardò con disprezzo «Perché gli hai fatto questo? Non capisco perché sia così tanto innamorato di te, quando tutto quello che fai è prenderlo in giro e farlo picchiare dal tuo fidanzato. Credi davvero di interessare anche un minimo a quell’energumeno? Credi davvero che sia con te per quello che sei? Li conosco i tipi come lui. Ti fanno sentire bene e non appena ottengono quello che vogliono, svaniscono nel nulla. Hai già scoperto quello che vuole, Kurt? Spero per te che Blaine non provi più nulla per te, quando verrai scaricato da Robert. Non te lo meriti.» dopo aver pronunciato queste parole, iniziò a scendere le scale.

Ma Kurt lo rincorse e lo bloccò a metà della rampa «Allora, mio caro signor “so tutto io”, tu non sai un accidenti del MIO rapporto col MIO fidanzato e non permetterti mai più di giudicarlo e giudicarci. Tu non sei nessuno per me e non lo sei neanche per Blaine, visto che ti sta così tanto a cuore. Credi che non l’abbia capito? Ti piace. Ti piace così tanto che ti sei preso un pugno in faccia per farci bella figura! Lo vedono tutti che gli stai morendo dietro e lui non ha neanche le palle di fare coming-out! Durante le vacanze è riuscito solo a nascondersi come un viglia-»

Tommy decise che aveva sentito abbastanza. Non si sarebbe lasciato insultare da una checca isterica. Si avvicinò a Kurt e gli tirò uno schiaffo sulla guancia. Poi gli voltò le spalle e scese le scale.

Wes si allontanò velocemente dalla porta da dove aveva origliato tutta la conversazione. Si sedette sul letto, aspettando il ritorno del suo migliore amico, per poter discutere dell’accaduto. Ma sarebbe stato abbastanza comprensivo David? O forse avrebbe fatto meglio a dirlo anche agli altri Warblers? Di sicuro le regionali non sarebbero state facili. Mentre si perdeva in questi pensieri, la porta sbatté e si ritrovò davanti Lexi «Ciao Wesley! Chi è quel biondino che scendeva dalle scale? Un nuovo acquisto degli Warblers? Me lo presenti?»

«E’ un nuovo amico di Blaine… e credo che non giochi per la tua squadra, a quanto ho capito.»

«Oh, tranquillo! Io cambio tifoseria a seconda delle occasion… Oh, QUELLA tifoseria… Beh, non ho problemi lo stesso! Con una pillola tutti i problemi si risolvono –gli strizzò l’occhio e con tono complice aggiunse– non una parola con Thad, vero?»

Wes la guardò sorridendo «Non so se essere spaventato o divertito… Ma per quale motivo, precisamente, sei qui, LEXI?»

«Ho fatto un brutto sogno e volevo il mio fratello di cioccolato…»

«Lexi, qual è il vero motivo?»

«Forse avevo bisogno di una scusa per non andare a scuola domani, o forse per vedere Thad in pigiama… Beh, è stato bello Wes, ci vediamo dopo… ehm, domani!»

Blaine si catapultò giù dal suv nero di suo padre, senza nemmeno salutarlo. Era più di una settimana che suo padre continuava a trascinarlo a stupidi eventi pomeridiani pieni di ragazze giulive e uomini d’affari. Ed era passata più di una settimana da quando si era dichiarato a Kurt e aveva litigato con Tommy per ciò che aveva fatto. Non si era mai sentito così fuori posto. Ovunque andasse non riusciva ad essere realmente se stesso, né a casa, né a scuola, dove doveva fingere che tutto andasse bene.
Mentre correva si sentì vibrare la tasta dei pantaloni. Lesse velocemente il messaggio, sbuffando e digitando una breve risposta.

Blaine, per favore, mi spiace, non volevo dargli uno schiaffo, parliamo, ti prego! –T

Ho bisogno di tempo… e tu non sei più di aiuto… Mi farò sentire io. Ciao –B

Aprì la porta della sala prove degli Warlbers e, per l’ennesima volta, vide che erano già tutti riuniti e stavano provando le armonizzazioni.

«Oh, guardate chi si è degnato di venire! Anderson, è tutta la settimana che arrivi in ritardo, sbagli le coreografie e ti manca il fiato a metà canzone! Vedi di rimediare, se non te la senti vedi di dircelo prima del giorno delle Regionali, grazie! E adesso, mettiti nei ranghi, abbiamo già perso abbastanza tempo.»

Blaine abbassò lo sguardo e, stringendosi nelle spalle con una smorfia di dolore si posizionò in prima fila, cercando di evitare lo sguardo di Kurt che aveva intercettato. Poi come preso da un brivido di consapevolezza, si sistemò meglio il colletto della camicia e si strinse il nodo della cravatta, per coprire il segno che aveva sul collo.











Ebbene sì, pensavate che fossimo morte, in realtà... è tutto vero. Lo studio e la depressione post esami ci stanno ammazzando e quindi questo è quello che siamo riuscite a produrre (siate consapevoli che, durante la stesura del capitolo, sono uscite fuori delle idee che voi umani non potete neanche immaginare e che probabilmente non saremo mai in grado di mettere per iscritto, quindi CICCIA) Comunque, fateci sapere qualsiasi cosa riguardo a quello che avete letto e, soprattutto COMPLIMENTI PER IL CORAGGIO di essere arrivati a leggere fino a qua. Grazie :')

Bye! Alla prossima (fra qualche mese... di sicuro in questo decennio). Kisses!

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Capitolo 23
*** E' un nostro AMICO ***


Blaine aveva dato il meglio di sé, però doveva ammettere che le New Direction erano state esplosive. Oltrepassò la porta del camerino e, dal nulla, sentì qualcuno che lo spingeva forte.

«TU! Lurido nano maledetto! E’ tutta colpa TUA! Se fossi venuto a tutte le prove e ci avessi almeno provato un pochino! E invece no! Hai deciso che non eravamo abbastanza importanti per te! Che preferivi startene a casa davanti alla tv tutto il giorno, invece di provare con noi!»

Blaine si rimise in equilibrio e si rivolse a Thad «Pensi davvero che non siate importanti per me? Pensi davvero che non preferirei stare con voi, ma –digrignò i denti per trattenere le parole che stavano per uscire dalla sua bocca– Sai una cosa? Forse hai ragione! Me ne vado dagli Warblers, così potrai finalmente ottenere il posto da solista che vuoi da quando sei qui!»

«Bene! Così forse inizieremo a vincere qualche competizione!»

«Bene!» Mentre pronunciava la sua ultima parola come membro degli Warbler, sotto lo sguardo allibito dei suoi ormai ex-compagni, uscì dal camerino e a testa alta si diresse verso l’esterno dell’edificio.

Nel frattempo, Rob stava andando di buon lena verso i camerini, per vedere come Kurt aveva incassato il colpo della sconfitta, quando incrociò Blaine e gli sembrò una buona idea per tirargli uno spintone con la spalla. In fondo era lui che aveva rovinato tutta l’esibizione per cui Kurt si era preparato per settimane. Ma c’era da aspettarselo. Blaine non era altro che un idiota che voleva stare sempre al centro dell’attenzione, pur non essendo neanche lontanamente al livello di altri ragazzi del Glee Club, come, per esempio, il suo Kurt. Quello che Robert non si sarebbe mai aspettato, però, era di ritrovarsi sdraiato a terra, con un nano a cavalcioni, deciso a rifargli i connotati.

Blaine riuscì a sferrare solo alcuni decisi pugni sul viso dell’uomo e a rompergli un labbro, prima che la situazione si ribaltasse e che il mondo intorno a lui iniziasse a diventare sempre più sfumato e scuro. Sentì la sua testa sbattere contro il duro pavimento di marmo dei corridoi dietro al palco e poi iniziò a sentirsi fischiare le orecchie in maniera sempre più intensa. Non appena sentì di non avere più nessun peso su di sé, si lasciò andare al senso di incoscienza. Non sentì più nulla, fino a quando non udì una voce femminile. Ma per quanto era svenuto?

«Hey? Blaine? –Lexi gli schioccò le dita davanti al viso– E TU LEVATI DAI COGLIONI, PRIMA CHE TI FACCIA MALE SUL SERIO!»

Robert si allontanò indietreggiando «Ok ok, me ne vado! Ma metti via il coltello! Andiamo!»

Lexi tornò a concentrarsi su Blaine rimettendo il tasca il coltellino «Blaine, avanti! Non fare scherzi! Rimettiti su! Andiamo, ti porto al pronto soccorso!»

Blaine aprì gli occhi di scatto e mentre si stava tirando su disse, con un filo di voce «No! Non mi portare al pronto soccorso… Per favore.»

«Comunque non posso farti tornare a casa da solo… Blaine, riesci a reggerti sul motorino?»

«Togliti la camicia, Blaine... Oh, andiamo, non fare questa faccia! Ti sei preso a pugni e ti devo disinfettare! Poi ti do una camicia di David, che la tua è lercia!»

«No, Lexi, non serve, davvero…»

«Se non ti togli la camicia tu, te la tolgo io a forza!»

Blaine sbuffò e si scrollò di dosso la camicia sporca di sangue.

Lexi gli guardò il petto e la schiena, pieni di lividi e segni scuri «Questi non possono essere di oggi. Blaine, quante altre volte hai visto Rob, prima di oggi?»

«Non è stato lui-» e poi abbassò la testa verso il petto, cingendosi il corpo con le braccia.

Lexi gli si avvicinò piano, gli passò una mano sui lividi e gli disse, bisbigliando «Ricordami che ti devo portare in un posto, dopo…» poi si diresse verso la camera del fratello, per prendere una camicia all’amico.

David si voltò con sguardo assassino verso Thad «Dimmi che non hai appena fatto dimettere il nostro cantante solista, Thad.»

«Ma chi se ne frega, David! Non aveva più interesse per noi, è evidente! Sennò sarebbe venuto alle prove tutte le volte! Ci sono cantanti migliori di lui nel gruppo! Andremo benissimo anche senza la nostra “superstar”!»

«Ma questo non vuol dire che dovevi dargli un colpo così basso! Thad, è un nostro AMICO, prima ancora che un Warbler! Non avresti dovuto metterlo in quella situazione!» aggiunse Wes, dando man forte al suo migliore amico.

«Questa non è una scelta degna di un membro del consiglio. Penso che sia meglio che ti prenda una pausa, Thad. Chi è d’accordo?»

Uno alla volta, tutti i ragazzi nel camerino alzarono la mano, guardandosi in faccia l’un l’altro. Tutti ritenevano che la reazione di Thad fosse stata esagerata.

Thad, dopo aver visto che erano tutti contro di lui, si alzò e uscì dalla stanza.

Per suggellare la decisione, Wes tirò fuori il suo martelletto e lo sbatté contro il muro. Tutte le mani si abbassarono, tranne quella di Nick. Allora il capo del consiglio gli chiese «Che c’è, Nick?»

«Da dove lo hai tirato fuori il martelletto, di preciso?»

Wes lo fulminò con lo sguardo «Nick non può candidarsi come sostituto temporaneo nel consiglio. Troppo stupido.»

«Ma non è giusto!» disse Jeff.

«E siamo a due fuori dai giochi!»

Flint alzò timidamente la mano «Io mi vorrei candidare, se per voi è ok…»

Wes sorrise e disse «Ok, chi vota per Flint?»

Tutti alzarono la mano, tranne Nick e Jeff che facevano i sostenuti contro Wes, con le braccia incrociate e il muso lungo.

«Perfetto! Flint è il nostro nuovo sostituto!» e poi batté di nuovo col martelletto.

Blaine si strinse un po’ di più al corpo di Lexi e le urlò, per sovrastare il rumore del motorino «DOVE MI STAI PORTANDO? NON MI SEMBRA UN BEL QUARTIERE»

Lei gli rispose, sempre urlando «NON TI PREOCCUPARE! SIAMO ARRIVATI, PRATICAMENTE!»

E infatti, neanche un minuto dopo, spense il motorino e fece scendere Blaine, davanti al cancello di un piccolo cimitero di periferia.

A Blaine venne un brivido «Perché siamo qui?»

Lexi gli fece un sorriso triste e lo prese per mano, accompagnandolo dentro. Si fermarono davanti a una piccola lapide di marmo grigio, con inciso sopra Samuel Flemmi.

Lexi tenne lo sguardo fisso sulla pietra tombale e iniziò a parlare con voce malinconica. «Sai, il mio vero nome è Alexis Flemmi. Non sono in molti a saperlo e penso che nemmeno David sappia tutta la mia storia. Lui –e fece un cenno con il capo verso la tomba– è mio fratello. Aveva quasi la nostra età quando ha deciso che la nostra situazione familiare non era più sicura per me. A mio padre piaceva troppo bere, ma soprattutto, gli piaceva prendersela con mio fratello. Oggi non è stata la prima volta che vedevo i segni di una cinghia sulla carne. Sammy ha sempre sopportato tutto senza fiatare perché ci serviva una casa dove stare, ma quando mio padre ha deciso che Sam non era abbastanza e che anch’io meritavo di essere punita –le sfuggì un sospiro amaro dalle labbra– Sam ha perso il controllo, vedendomi piena di sangue. Avevo solo sei anni… » si fermò un secondo per riprendere fiato e guardò Blaine negli occhi. «Adesso il bastardo è in prigione e io sono con David, al sicuro. Ma non permettere che la tua situazione diventi anche solo lontanamente simile alla mia.»

Blaine la guardò atterrito e la abbracciò di slancio, con le lacrime agli occhi «Lexi, anch’io ti devo dire una cosa che sanno solo pochi… Sono gay. E se mio padre lo scopre per certo, mi ammazza.»

Lexi gli rispose, accarezzandogli la schiena «Cosa possiamo fare per cambiare la situazione?»

Lui si staccò da lei e la guardò negli occhi, ridendo amaramente «Dovrei trovare una ragazza, come se fosse possibile.»

«Ciao, io sono Alexis, ti vuoi mettere con me?» e si aprì in un sorriso sincero.

«Ma perché dovresti farlo? E Thad?»

«Thad capirà e se non lo fa, allora non vale la pena di starci insieme. E poi penso che Sam sarebbe fiero di me...»

Blaine la strinse di nuovo fra le braccia e le sussurrò in un orecchio «Grazie, non saprei come fare senza di te…»

«Oh, non ti preoccupare, ho sempre sognato di avere un ragazzo gay!»

Blaine si staccò e le diede una botta sul braccio «Sei la solita scema!»

«Non è una cosa carina da dire alla tua anima gemella, Little B!»

«Non iniziamo con i soprannomi, Alexis!»

«No! Non mi porterai mai via il mio Little B!»

Blaine si scrollò nelle spalle. In fondo, che male c’era? Non aveva più una dignità di cui preoccuparsi.

«E quando conosciamo i suoceri?»

Blaine la guardò terrorizzato.

«Tra un po’, eh? Ok ok… andiamo alla moto, che sta venendo tardi.»











WE LIED!!!!!! Abbiamo aggiornato! Godetevela finchè dura! Fateci sapere che ne pensate! I fazzolettini sono sulla destra grazie (come se a qualcuno fregasse!).

Non abbiamo più commenti a questo capitolo quindi come al solito ci complimentiamo per il coraggio che avete dimostrato arrivando fino a qua e vi salutiamo!

alla prossima!! -Tweedles

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Capitolo 24
*** Non ho mai visto meglio ***


Blaine appoggiò l’ultima scatola nella sua nuova camera al quinto piano, sospirò profondamente per calmare il cuore che gli batteva a mille. Chiuse la porta della sua nuova stanza e si guardò intorno sentendo già le lacrime riempirgli gli occhi. Non stava solo chiudendo quella porta. Stava chiudendo con tutto quello che era stato prima. Con il ragazzo tutto sommato felice, il leader degli Warblers, quello ben voluto da tutti. Ma era storia antica, ormai. Perché tutto era andato a rotoli?
Era l’unica domanda che riempiva il suo cervello ultimamente, tutto era così sbagliato. Lui era così sbagliato. Aveva deluso tutti. 
Kurt. Suo padre. Tommy. Era riuscito a rovinare anche la relazione tra Thad e Lexi con il suo stupido intervento. Era un totale fallimento.
Senza nemmeno accorgersene si ritrovò in ginocchio scosso da singhiozzi soffocati.
Si sentiva solo. Si sentiva così sconfitto.
________________________

Tom era uno straccio. Era passato talmente tanto tempo dall’ultima volta che aveva parlato con Blaine che ormai stentava a ricordarsi la sua voce. Ma d’altronde Blaine gli aveva detto che si sarebbe fatto sentire. Aveva specificatamente detto di non richiamarlo o mandargli messaggi. Aveva deciso di allontanarsi da lui.  Col passare delle settimane Tommy aveva anche notato che il moro stava iniziando a isolarsi non solo da lui, ma anche dalla squadra di football e dagli Warblers. Anzi, a pensarci, erano secoli che non si sedeva più al solito tavolo al centro della mensa, ma si andava a rintanare in un tavolino remoto vicino alla finestra. Non sapeva cosa fosse realmente successo, ma giravano numerosi pettegolezzi sul fatto che Blaine avesse lasciato il Glee club e che aveva rubato la ragazza ad un certo Thad. Non sapeva più cosa pensare di quello che credeva fosse una delle persone che conosceva meglio. Sembrava si stesse sgretolando e volando via in mille pezzi, lontano da tutto e da tutti. Gli si spezzava il cuore a osservarlo da lontano mentre tutto questo succedeva.
Dei colpi alla porta riscossero il biondo dai propri pensieri, che dopo essersi stiracchiato leggermente andò controvoglia ad aprire.

«Thomas giusto?»

Il biondo con sguardo interrogativo la ragazza davanti a sé. «E tu saresti?»
_______________________

Kurt poggiò il suo bicchiere ormai vuoto e sollevò lo sguardo per incontrare gli occhi verdi del suo ragazzo. Erano state due settimane d'inferno, piene di litigate furiose per la rissa tra Blaine e Rob e tuttavia Kurt non era riuscito a non perdonarlo. Lo scrutò negli occhi per qualche secondo, cercando di capire cosa si celava sotto quella patina di normalità. Da quando aveva scoperto cosa aveva fatto a Blaine, non riusciva più a guardarlo come prima. Lui, che l’aveva salvato dai bulli. Lui, che l’aveva fatto sentire importante. Lui che l’aveva fatto sentire amato. Lui, che non aveva esitato un secondo prima di mettere le mani addosso al suo miglior amico per una stupida gelosia. Kurt era combattuto. Come spaccato in due dalla consapevolezza dell’orribile gesto di Robert e dalla sua morbosa necessità di sentirsi fra le sue braccia.
Qualcosa nel suo rapporto con Robert era cambiato, si era incrinato. Lo sentiva nelle ossa. Ma allo stesso tempo aveva bisogno di lui più che mai. Scosse la testa per scacciare quei pensieri.

«Che cosa c’è?» chiese Rob guardandolo interrogativamente.

«Niente… è solo che ti sento… lontano, non riesco a spiegarmi…» Kurt abbassò lo sguardo.

«Ehi -il più grande allungo la mano stringendo quella del soprano- ti amo, Kurt. Mi spiace per quello che è successo alle regionali. Davvero… sono stato un coglione!»

«Sai che non mi riferisco solo alle regionali…»

Il più piccolo sorrise tristemente mentre il suo ragazzo si portò la sua mano al cuore, sussurrandogli «Ti amo, Kurt. Non hai idea dell’effetto che mi fa solo pensare alle mani di qualcun altro su di te…»

Kurt roteò leggermente gli occhi e poi diede un colpetto alla mano di Rob «Dai andiamo, sennò ci chiudono dentro alla caffetteria… Magari mi potresti dare un passaggio a casa?»

Forse aveva bisogno di più intimità con il proprio ragazzo per non sentire più quel sapore amaro ogni volta che ripeteva le parole ti amo.

 

Thad sapeva che sarebbe dovuto andare a scusarsi con Blaine già da tempo, ma il suo orgoglio non gli permetta di ammettere che aveva sbagliato in tutti i modi possibili. Aveva ascoltato la spiegazione di Lexi su quello che Blaine aveva passato negli ultimi mesi, anche se ancora non si capacitava perché non ne avesse mai parlato con loro. Non si sarebbe mai immaginato nulla del genere e sicuramente se avesse saputo quello che Blaine stava passando per colpa del padre avrebbe cercato di avere un po’ più di tatto con lui. Tuttavia un paio di settimane prima non ne sapeva nulla e il rancore che covava per la sconfitta alle regionali lo aveva accecato ed ora era troppo orgoglioso per ammetterlo.

Interiorizzata la disfatta però, il senso di colpa e il peso sul cuore dovuto alla rottura con Lexi stavano iniziando a farsi sentire. Non ci avrebbe mai scommesso un soldo sulla sua storia con Lexi, ma quella ragazza gli mancava. Rendeva tutto semplice ed era sicuramente la più matura dei due. Senza di lei Thad si sentiva un po’ perso. Si sentiva un idiota e non sapeva come affrontare la situazione. In genere avrebbe sollevato le spalle e sarebbe andato a giocare alla play. Ma non riusciva a togliersi dalla testa il viso sconfortato della sua ragazza… beh, ex-ragazza. Aveva bisogno di un consiglio per uscire da quella brutta situazione e non sapeva con chi confidarsi. Normalmente avrebbe parlato con Blaine. Anche se era un po’ infantile a volte, sapeva sempre dare buoni consigli. Però non poteva parlare con lui. Non più. Non ancora. Fu così che si ritrovò davanti alla porta della stanza di Wes e David e dopo un profondo sospiro bussò alla porta.

Un pugno, due pugni, non riusciva a fermarsi. Sei un fallimento. Non meriti nulla. Un pugno, due pugni. Hai fatto scappare tutti da te. Un pugno, due pugni. Lasciati morire, tanto nessuno si accorgerebbe della differenza. Un pugno, due pugni. Tutto sarebbe più facile. Un pugno, due pugni.

«Cosa cazzi fai? Blaine, fermati!» Tom si gettò sul moro per bloccarlo, vedendo il muro coperto di chiazze di sangue scuro. Come le braccia del biondo lo arrestarono Blaine si accasciò e abbandonò tutto il proprio peso contro l’altro ragazzo disperato.

«Da quanto stai prendendo a pugni il muro? –gli scrollò le spalle– Blaine, guardami! Perché? Perché?»

Tom gli accarezzò la testa stringendolo forte e aspettando il momento in cui si fosse calmato.

«Non… Non dovresti stare qui» disse Blaine tirando su con il naso.

«Certo che dovrei essere qui. Non c’è posto più giusto di questo, ora. Io voglio essere qui, per te e per me.» Tom si sporse leggermente e gli posò un leggero bacio sulla fronte.

«C-come facevi a sapere che ero quassù?» Blaine si tirò leggermente su  così da avere il viso alla stessa altezza dell’altro ragazzo.

«Bhè, una ragazza dal nome Lexi, che ha detto di essere il tuo angelo custode, mi ha detto che molto probabilmente avevi bisogno di un amico e JJ mi ha detto che ha sentito che ti eri trasferito quassù.»

«Non saresti dovuto venire, non ne valgo la pena –disse con un sorriso amaro– sono merce avariata, ormai.»

Tom  spostò leggermente un ricciolo ribelle dal viso di Blaine «Te l’ho già detto una volta, ne vali la pena, Blaine. Vali la pena di un pugno in faccia, vali la pena di settimane di silenzio per rispettarti, vali la pena di tutto! Proprio non ti accorgi che sei una delle creature più perfette che io abbia mai visto?»

Blaine sorrise leggermente. «Bhè, forse non ci vedi molto bene.»

Tom si avvicinò al moro annullando la distanza tra di loro e posò un bacio sulle labbra del più piccolo. 

«Non ho mai visto meglio.»






























Solo un paio di cosette veloci. 1) Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaw! Siamo INNAMORATE di come sta uscendo questa ff (anche se nessuno la caca. Ma meglio pochi ma buoni.) 2) Se vi interessa sapere con che sottofondo abbiamo scritto questo capitolo, questa è la canzone http://www.youtube.com/watch?v=WKcVt1Cn5BI&feature=related .
PS: è vero che ci dite cosa ne pensate?

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Capitolo 25
*** Toopha! ***


«Signor Reed, sarebbe pregato di prestare attenzione, se questo non la disturba eccessivamente.»

Thomas sbatté le ciglia un paio di volte, mettendo a fuoco la faccia del suo professore di Chimica, che lo stava fissando malamente. Era più forte di lui, da quando si era finalmente messo con Blaine non riusciva più a concentrarsi su niente che non fosse il suo ragazzo. Fece un cenno di assenso al professore, perché non se la prendesse eccessivamente con lui. Poi si sentì vibrare la tasca, ridacchiò sotto i baffi. Sapeva già chi gli aveva scritto e che cosa voleva. Dopo la canzone di scuse degli Warblers, Blaine voleva tornare nel gruppo, ma la prassi era la prassi e il consiglio voleva che rifacesse l’audizione.

Tommyyyyyy! Sono in panico! La canzone che avevo scelto fa schifo! Non mi riprenderanno mai! Dobbiamo trovarne una nuova! Ci vediamo nella caffetteria appena finisce l’ora xo -B

Tom scosse la testa e digitò, in fretta.

Che bello! Un altro pomeriggio ad ascoltarti cantare… io avevo altri progetti :-(              Però sono estremamente caritatevole e quindi mi sacrificherò… a dopo Little B «3

Poi rialzò gli occhi verso la lavagna e tirando un sospiro, si preparò ad ascoltare la lezione di chimica. Ma poi, a cosa gli sarebbe servita nella vita!?

Blaine si catapultò fuori dalla classe. Non vedeva l’ora di incontrare Tommy. Era stata una scoperta del tutto inaspettata, però decisamente piacevole. Corse giù per le scale e arrivò nella caffetteria semivuota. Un po’ deluso per il ritardo del suo ragazzo, ordinò un caffè e si andò a sedere a uno dei tavolini. Stava iniziando a sorseggiare lentamente la sua bevanda, quando sentì uno scampanellio alla porta. Decise di non voltarsi, per fingere di essere arrabbiato con Tommy, ma si accorse che quella non era la voce del suo ragazzo. Decisamente non lo era. Allora decise di tendere l’orecchio.

«Ma avevi detto che ci saremmo visti dopo le prove! E’ da un sacco che non ci vediamo! Lo sai perfettamente quand’è stata l’ultima volta…»

Blaine si girò giusto in tempo per vedere Kurt che si copriva la bocca con una mano e che si guardava intorno a disagio. Fortunatamente, pensò Blaine, non lo aveva visto che origliava la sua conversazione con Robert. Mentre Blaine era perso in queste considerazioni, sentì due mani tiepide che gli si posavano sugli occhi.

«Chi è?» Tom scimmiottò una voce da bambino.

«Tommy Marvolo Reed, devi smetterla di chiamarmi Little. Non sono piccolo!»

Tom si chinò a dargli un tenero bacio sulle labbra e gli bisbigliò a fior di labbra «E tu devi smetterla di chiamarmi come Voldemort!»    

Blaine trasalì e aggrottò le sopracciglia «Lo sai che non puoi dire QUEL nome!»

Il biondo fece finta di mettere il broncio, ma poi chiese con un sorriso «Dai, allora, parliamo di questa canzone…»

«Non lo soooo! Tommy, vorrei tanto fare una canzone di Katy Perry, ma penso che se l’aspettino già!»

«Katy Perry è bandita, ma scommetto che durante matematica hai fatto una lista di canzoni. Tirala fuori, su!»

Il moro si guardò i piedi e arrossendo prese la lista che, effettivamente, aveva fatto durante matematica. «Tieni!» e poi si sporse sul tavolo per fargli una linguaccia.

 

Dall’altro lato della stanza, Kurt era ancora al telefono, litigando con Rob. Fece scorrere lo sguardo su tutta la sala e posò gli occhi su quell’insopportabile idillio. Blaine che si comportava come un bambino solo per far sorridere Reed. Un tempo era lui a sorridere ai comportamenti di Blaine. E ultimamente non riusciva neppure più a sorridere quando stava con Rob. Sperava che dopo aver “condiviso tutto” con il suo ragazzo, si sarebbe sentito di nuovo in sintonia con lui e che la freddezza che ultimamente sentiva fra di loro si sarebbe sciolta. E invece niente. Freddo glaciale. Era una settimana che Robert elaborava scuse su scuse per non vederlo. Kurt non si era mai sentito così usato in tutta la sua vita. E poi gli si presentavano i due piccioncini davanti agli occhi. Teneri, affettuosi, invidiabili da tutti. Andavano in giro, palesando che stessero insieme e che non glie ne importava niente di quello che pensavano gli altri. Era tutto ciò che Kurt aveva sempre voluto.

«Sai una cosa, Rob? Forse è meglio se non ci vediamo domani. E neanche dopodomani. E’ meglio se ci sentiamo fra un po’, ok? Ti chiamo io, non ti preoccupare.» Gli chiuse il telefono in faccia e uscì di volata dalla caffetteria. Si sentiva pizzicare gli occhi e non era decisamente il caso di farsi vedere in quelle condizioni dalla “coppia perfetta”.

Lexi smise di guardare fuori dal finestrino e si girò verso il suo “ragazzo” «Ma perché mi stai portando a cena con i tuoi? Non avevi detto che volevi aspettare ancora un po’?»

Blaine disse con un sospiro «E’ tornato a casa Coop ed è dal suo matrimonio che non lo vediamo… in genere cerca di non tornare a casa per colpa di papà… però ha detto di avere grandi notizie da darci e mi è sembrata una buona occasione per presentarti, tutta l’attenzione sarà su di lui.»

«Ma allora la sai usare un po’ anche tu la testolina! Il gel non ti ha bruciato tutti i neuroni. – Lexi si sporse verso il ragazzo e gli fece pat-pat sulla testa– Comunque sappi, per fare presenza mi merito una pomiciata, capito B?»

«Lexi, perché?! Non voglio tradire Tommy!»

«Oh, andiamo! Non lo verrà mai a sapere! Dai, un bacino piccolo piccolo piccolo!» mentre lo diceva, scherzando, gli si avvicinò facendo la bocca a papera e poi si sporse definitivamente dandogli un bacio a stampo «Su, hai visto? Non era poi così male in fondo! Insomma, etero o gay, per me è uguale! Non sono mica gelosa! Se vuoi poi possiamo divertirci tutti e tre con Tommy!» e gli fece l’occhiolino, ridendo di gusto.

Blaine arrossì fino alla radice dei capelli. «Lexi, basta! Fra un minuto siamo dal cancello, vedi di tenere a bada la lingua quando siamo con papà… IN TUTTI I SENSI!»

La ragazza fece il segno di cucirsi la bocca, sorridendo.

 

Quando finalmente i due arrivarono a destinazione, Blaine suonò al campanello e mentre aspettava che qualcuno gli aprisse, si girò un’ultima volta a dare un’occhiataccia a Lexi, che gli sorrise di rimando.

La porta si aprì di botto e un urlo riempì l’aria.

«Aaaaaaaaaaaaah! SCRICCIOLO! Mi sei mancato tanto… SCRICCIOLOOO!»

Blaine si appese al collo del fratello maggiore e gli disse, stringendolo forte «Mi sei mancato anche tu, Toopha!»

Sciolto l’abbraccio, Blaine mise una mano dietro la schiena di Lexi e la presentò al fratello. «Lei è… Lexi.»

«Perché non mi hai mai detto di avere un fratello così affascinante? Ma belli questi geni Anderson!»

Cooper rispose con un sorriso, facendole l’occhiolino «Simpatica, l’amica!»

«Dai, Toopha, che cos’è la grande notizia?»

«Speravo che ci fosse anche mamma, ma naturalmente il lavoro è una priorità… comunque direi che appena vedrai Sarah te ne accorgerai…»

Blaine saltellò sul posto, eccitato come un bambino «Coop, non è quello che penso io, vero Coop?»

L’uomo, saltellando per prenderlo in giro «Non lo so, Blaine, non lo so! –poi aggiunse, fermandosi– Non sei cresciuto per niente, Scricciolo!»

Il moro gli fece una linguaccia e lo spostò dalla porta, prese per mano Lexi, che nel frattempo guardava imbambolata il maggiore di casa Anderson.

«Saraaaaaaaaaah! Dove sei?»

La donna spuntò di testa dalla porta della cucina e sorrise apertamente a Blaine. «Vieni qui, mio Anderson preferito!»

Cooper, che li stava seguendo, finse di essere indignato «Ma io… credevo… Andrò ad aiutare papà con la griglia, visto che qui non sono bene accetto.»

Blaine non degnò neanche di uno sguardo il fratello e si mise a saltellare intorno a Sarah che, sfinita, sedeva su una sedia in mezzo alla cucina. «Oddio! Ma sei enorme! Fra quanto partorisci? E’ un maschio o una femmina? Oh, che bello! Diventerò zio!»

La donna rise di gusto all’impazienza del ragazzo «Frena, Scricciolo! Allora. Partorisco a fine luglio e dovrebbero essere tre gemelli, però non abbiamo voluto sapere il sesso… Ma chi è questa bella ragazza con te?»

Blaine prese per mano Lexi e la portò di fronte alla cognata «Lei si può dire che mi abbia salvato la vita… E’ Lexi» disse arrossendo.

«Ooooh, sei sempre il solito romanticone, Blaine! –disse Sarah sorridendo– Piacere di conoscerti, Lexi la salvatrice!»

La ragazza arrossì leggermente «E’ un piacere anche per me! Piuttosto dimmi come hai fatto ad accalap-»

Blaine la zittì con una gomitata nelle costole e le sussurrò «Ricordati cosa hai promesso…» poi alzò il tono di voce e si rivolse alla donna con fare concitato «Allora, parlando di cose serie! Nasceranno a luglio, quindi uno lo chiamate Harry, vero? Vero? Harry, il bambino sopravvissuto!»

«Calmati! Non sappiamo neanche se saranno dei maschi! Potrebbero essere tre bambine!»

«No, no! Uno sarà un maschio. Anzi, uno sarà HARRY! HARRY! IL PRESCELTO! COLUI CHE SCONFIGGERA’ TO-»

Mentre stava terminando la frase, entrò nella stanza Victor, il padre di Blaine, che lo zittì «Smetti di comportarti come un bambino, Blaine. –poi si voltò verso la ragazza– Tu devi essere Lexi… Piacere di conoscerti. Blaine, prepara tavola e aiuta Sarah ad andare in sala.»

Lexi, guardando in cagnesco l’uomo, prese la mano di Blaine e, voltandosi verso l’uomo, gli disse, a denti stretti «E’ un piacere anche per me conoscerla, signor Anderson.»








Ok, ci stiamo avvicinando alla fine dell'anno scolastico e presto ci saranno novità... e siamo piuttosto sicure che i Klainers saranno abbastanza contenti... FORSE! Siamo molto soddisfatte di questo capitolo.. Pensate, i gemelli saranno solo dei personaggi marginali, eppure ci siamo ritrovate a discuterne per mezz'ora (se avete suggerimenti per i nomi, sparate a tutto spiano!). Come sempre, fateci sapere cosa ne pensate!

PS. Tu, sì, stiamo parlando con te. Abbiamo ascoltato le tue richieste, hai visto? Un po' di Blaff (fffffff).

-Tweedles

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Capitolo 26
*** Perchè mi odi? ***


Sembrava impossibile che una stanza potesse contenere così tante persone. Non che importasse troppo a Blaine, immerso in fiumi d’alcol dall’inizio della festa di Nick e Jeff. I due l’avevano organizzata, ufficialmente, per festeggiare la fine dell’anno scolastico, ma in realtà tutti gli Warblers sapevano che era per onorare la finalmente riunita three-six mafia, che dopo un anno di sofferente lontananza (ben una stanza di distanza!) era riuscita ad ottenere il cambio.

Jeff tirò in alto un bicchiere «E adesso, un brindis- venne interrotto da un colpo di singhiozzo- un brindisi alla coppia più bella della scuola: BLAINE E TOMMY!» e poi corse ad abbracciare il moro, che quella sera era senza accompagnatore.

Blaine si divincolò dalla stretta mortale di Jeff, biascicandogli contro insulti, perché il biondino gli aveva appena inondato la maglia con il suo drink di un malsano color verde. «Cosa hai fatto, idiota? Adesso me la devo togliere!» e poi si tolse la maglia e facendola roteare sopra alla testa, la lanciò nell’aria.

Lexi , dall’altra parte della stanza, afferrò al volo la maglia e urlò sarcasticamente di rimando a Blaine «Oh, grazie Blaine caro, adesso la vado a rivendere su ebay!» poi la strinse nel pugno e la lanciò alle sue spalle, colpendo in piena testa un povero Las, che si stava avvicinando al tavolo degli alcolici.

Il ragazzo sbuffò sconsolato e si tolse con due dita la lurida maglia di Blaine dalla testa, poi lanciò un’occhiata sul tavolo e sbuffò nuovamente «Possibile che non ci sia neanche una bevanda analcolica in tutta la festa?» mentre si allontanava sconsolato, Lexi lo chiamò.

«Aspetta, so dove tengono le bibite normali!»

Las si girò sorridendo alla ragazza, ma poi aggrottò le sopracciglia «Cosa ci fai qui?»

«Allora, le vuoi le bibite sì o no?»

«Immagino che sia meglio non fare domande…»

«Perspicace il ragazzo, vieni!» la ragazza lo agguantò per la mano e lo trascinò dietro di sé, verso la porta.

Las, che di secondo in secondo diventava sempre più rosso, si schiarì la voce con un colpetto di tosse e tentò di dire qualcosa per togliersi da quella situazione imbarazzante, ma non riuscendo a formulare nulla di sensato, abbassò lo sguardo e cercò di non inciamparsi sui suoi piedi.

Usciti dalla stanza di Thad percorsero tutto il corridoio fino all’ultima stanza a destra e lì, Lexi, aprendo la porta a Las e facendolo entrare prima di lei nella stanza, gli disse, con voce solenne «Benvenuto nella caverna delle meraviglie!»

Il ragazzo finse di fare un mezzo inchino, mentre entrava nella stanza.

«Ma che carino che sei!»

«Ehm… grazie, lo sei molto anche tu…» nel terminare la frase si morse il labbro inferiore e abbassò lo sguardo verso il pavimento, sicuro di essere diventato più rosso di un peperone.

Lexi finse di non aver sentito e si adoperò a tirare fuori dalla cassa sotto la finestra la lattina di Cocacola. Si girò verso il ragazzo e fece la finta di lanciargliela, poi, vedendo gli occhi azzurri del ragazzo spalancati, si decise a passargliela in mano.

«E adesso cosa mi dai in cambio?»

Las deglutì rumorosamente. «C-c-cosa intendi dire?»

«Stavo scherzando, occhi belli! Raccontami qualcosa prima di andare di nuovo di là.»

Il ragazzo le rispose sorridendo «Cosa vuoi sapere?»

Kurt, che già era infastidito dall’inizio della serata, aveva raggiunto il limite della sopportazione con l’ultimo brindisi di Jeff. Vedendo Lexi e Las uscire dalla stanza, decise di imitarli e andarsene in camera sua.

Si congedò velocemente da Cameron e Andrew, più di là che di qua a causa dell’alcol e si diresse a passo di marcia fuori dalla stanza.

Blaine, che in quel momento stava saltellando su uno dei letti, intercettò quella mossa e si precipitò per la stanza, senza tenere conto, però, che era ancora in movimento e cadde rovinosamente di faccia sul pavimento. Nonostante ciò, si rialzò in una frazione di secondo, rubò il cocktail dalle mani di un ignoto compare, lo trangugiò in un sol sorso e si precipitò dietro a Kurt.

«Kurt! Aspetta!»

Kurt rimase interdetto sullo stipite della porta e aspettò che Blaine lo raggiungesse, poi chiuse la porta alle loro spalle.

«Se stai aspettando che mi complimenti con te per la splendida coppia che formate tu e il tuo amico, sei totalmente fuori strada.»

«Perché mi odi? –disse Blaine biascicando- Come fai a odiarmi così tanto? Io ci sto provando con tutto me stesso, ma non riesco a starti-»

«Non riesco a starti cosa, Blaine? Io ho un ragazzo e tu hai un ragazzo…» Kurt si morse l’interno della guancia «e poi io non ti odio per niente.»

Il moro lo guardò con gli occhi pieni di lacrime «Tu hai detto che non ne valg-»

Kurt sentì le sue mani che si muovevano da sole. Afferrò il viso di Blaine da entrambi i lati e gli accarezzò le gote, mentre premeva passionalmente le sue labbra sopra quelle del moro.

Blaine sentì un brivido lungo tutta la colonna vertebrale e prima che potesse realizzare cosa stava facendo, si ritrovò a baciare Kurt di rimando, circondandogli i fianchi con le braccia.

Kurt lentamente  si fece lentamente strada nei riccioli scappati dal gel dell’altro ragazzo, era completamente immerso nell’essenza di Blaine. Non riusciva a credere che un solo, semplice bacio, lo facesse sentire così vicino a Blaine, mentre notti e notti di intimità con Robert non avevano sortito neanche un decimo dell’ebbrezza che stava provando in quel momento. Rese il bacio ancora più profondo, sentendo l’altro che accoglieva volentieri le sue avances.

«BLAINE, CHE CAZZO STAI FACENDO?»

Il moro si staccò velocemente dal bacio, sentendo la voce della sua finta ragazza. Fissò un attimo Kurt e trasalì. Tutto l’alcol che aveva bevuto in quella serata gli tornò diretto su per l’esofago e si liberò sul pavimento.

Lexi, guardando preoccupata Blaine, si rivolse al soprano «Magari te ne vai in camera tu, eh?»

Poi prese Blaine sottobraccio e lo trascinò nella stanza di David, pronta a fare una bella chiacchierata. Mentre entrava nella camera, urlò a Las, che nel frattempo era rimasto nel corridoio, sconvolto «Ti occupi tu del vomito, Bambi?»

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Capitolo 27
*** Sei ancora vivo dopo la festa? ***


Lexi prese Blaine per le braccia e lo trascinò nella stanza di David. Troppo furente per potergli parlare in quelle condizioni, lo cacciò vestito sotto la doccia. Dopo qualche minuto di scroscio gelato sulla faccia, il ragazzo ritornò quasi in se stesso e Lexi, senza perdere l’occasione, iniziò a parlargli sibilando.

«Come hai potuto? Non ci pensi a Tommy? Non pensi che per lui sia già abbastanza difficile sapere che stai con lui solo come ripiego? Pensi che non sia abbastanza difficile per lui vederti guardare Kurt con quegli occhi adoranti? Credi che non sia abbastanza difficile sapere che avresti preferito farlo per la prima volta con Kurt, piuttosto che con lui? E tutto quello con cui lo ripaghi cos’è?! Baci Kurt. Blaine, sei una persona meschina. Sono delusa di quello che sei diventato.»

Il moro la guardò con gli occhi sgranati, iniziando a ragionare su quanto aveva appena fatto. Una colossale cazzata, in sintesi. Si sentiva tremendamente, però allo stesso tempo non poteva dire di essersi completamente pentito di aver risposto al bacio di Kurt.

«Ma è stato Kurt a baciarmi!»

«Certo ed è stato Kurt a farvi restare avvinghiati per chissà quanto tempo. Povero  Blaine, violentato dalla sua cotta di sempre. Come ho fatto a non capirlo. Spero ti stia comportando così solo perché sei ubriaco marcio.»

«Io… Tommy... capirà. Glielo devo andare a dire adesso.»

«Non ci pensare neanche! Adesso tu vai a dormire col tuo senso di colpa e domattina vai da lui in ginocchio. Sappi che non ho mai avuto una stima più bassa di te, Blaine. Dimmi che bisogno c’era.»

«Lexi…»

«Lexi cosa?! Credevo che almeno gli volessi un po’ di bene.»

Blaine, che fino a quel momento era rimasto sdraiato sul letto, si alzò di scatto, incapace di restare fermo un secondo di più, con quelle parole che premevano sulle sue labbra per uscire.

«Ma io…»

«Riesci a finire una frase? Ho un ragazzo fantastico, che scommetto non tradirebbe mai nessuno, fuori a pulire il tuo vomito, non ho intenzione di passare tutta la notte con te che balbetti.»

«Lexi» delle lacrime si fecero strada sulle sue guance «IO LO AMO! E’ come l’aria per me, è ovunque, mi sento permeato dalla sua presenza! Per quanto possa tenere a Tommy, non sarà mai come con Kurt… Non sarò mai in grado di amare nessuno, finché ci sarà lui nella mia vita…»

La ragazza lo guardò a metà fra lo schifato e il compassionevole.

«Fammi un piacere. Vai a dormire e ragiona bene su quello che dici. Chiamami quando ti svegli domani mattina. Blaine, sei molto più di questo.»

Pronunciate queste parole, Lexi prese le sue cose e uscì dalla stanza, lasciando Blaine che, silenziosamente, piangeva, passandosi ripetutamente le mani sul viso e fra i capelli, alla ricerca delle sensazioni che gli aveva fatto provare Kurt.

Il giorno dopo Blaine si svegliò, aggrovigliato nelle lenzuola del letto di David. Si stropicciò gli occhi con le nocche e si guardò rintontito intorno. Cercando di fare chiarezza sulle ultime ore, andò in bagno e si sciacquò la faccia; non appena si vide allo specchio, gli apparve come in un flash la sera prima. Aveva baciato Kurt. O era stato Kurt a baciarlo? Mentre sorrideva al solo pensiero, si passò distrattamente le dita sulle labbra, poteva ancora immaginare il dolce sapore delle sue labbra. Rimase imbambolato davanti allo specchio fino a quando non si sentì vibrare la tasca dei pantaloni.

Sei ancora vivo dopo la festa? -T

Blaine spalancò gli occhi e si stampò le mani sulla faccia.

Ci vediamo in cortile? Dobbiamo parlare –B

Sospirò profondamente. Sarebbe stata una difficile conversazione. Aveva rovinato l’unica relazione decente che aveva in quel mondo che gli stava cadendo addosso.

Kurt bramava un caffè. Il sangue che scorreva nelle sue vene lo richiedeva. Non poteva sopportare quello che gli passava per la testa con il sonno arretrato dalla notte prima. Dopo aver baciato Blaine non era riuscito a chiudere occhio e si era rigirato nelle coperte per delle ore che gli erano sembrate infinite. Quindi, dopo essersi vestito, uscì dal dormitorio e si apprestò ad attraversare il giardino, diretto alla caffetteria. Nel mentre, delle urla attirarono la sua attenzione.

«NO, NON MI IMPORTA NIENTE, E’ FINITA, BLAINE! E LA COSA CHE FA PIU’ RIDERE E’ CHE A LUI NON NE IMPORTA NIENTE DI TE!»

«Tommy-»

«TOMMY UN CAZZO! SAI CHE TI DICO? VOLEVO RIMANERE PER QUEST’ULTIMA SETTIMANA QUI, IN DORMITORIO, PER STARE CON TE. Adesso ci sarà qualcun altro a tenerti compagnia…»

«Tom aspetta-»

«Abbiamo chiuso, ora e per sempre.»

Udito questo scambio di battute, Kurt girò sui tacchi e risalì repentinamente le scale del dormitorio. Doveva digerire tutte le informazioni ricevute. Blaine aveva detto tutto a Thomas. E Thomas lo aveva lasciato platealmente. Mentre correva su verso la sua stanza sentì vibrare il cellulare da dentro la sua tracolla.

Ciao amore, come va? Hai fatto il bravo ieri sera? Guarda che poi chiedo a Drew ;) –R

Kurt deglutì con difficoltà.

Buongiorno! Certo che sono stato bravo! Sono persino andato via prima che finisse la festa… non stava succedendo niente di interessante… ci sentiamo più tardi, che ora sono un po’ indaffarato. Ti amo –K

Si appoggiò al corrimano, sentendo che gli stava per succedere qualcosa. Iniziò a inspirare ed espirare velocemente. Gli mancava l’aria. Ma perché i muri avevano iniziato a piegarsi e a chiudersi su di lui? Si accasciò pesantemente sui gradini, aveva le gambe molli. Tutto stava diventando nero. Fece un ultimo, veloce, respiro e poi perse conoscenza, scivolando alla base della rampa.

David convocò una riunione straordinaria degli Warblers. Anche se nessuno se lo aspettava perché l’anno era praticamente finito, aveva ricevuto una chiamata d’urgenza dalle New Direction. Si schiarì la voce e iniziò a parlare.

«Cari compagni Warblers, questa sera hanno richiesto il nostro aiuto i nostri avversari e amici, New Direction. Il loro capitano, Rachel Berry, mi ha chiesto se possiamo aiutarli ad animare l’annuale ballo di fine anno del McKingley perché la band che doveva suonare ha disdetto ieri sera e loro hanno bisogno di un aiuto. Quindi dovremmo presentarci questa sera con un’accompagnatrice o… beh, accompagnatore, davanti alla scuola alle 6, per le prove. Ci sarebbe l’obbligo dell’uniforme per le esibizioni fuori da scuola, ma vestitevi pure come volete, basta che siate eleganti. Bene, la scaletta sarà quella che abbiamo usato per la serata di chiusura dell’anno scolastico, i pezzi di Kurt saranno suddivisi fra Las e Jessie. Ah, a proposito di Kurt, ricordate di andare a fargli un saluto, si è sentito male ieri mattina per le scale e adesso è in infermeria.»

Blaine attese il suo turno per entrare a salutare Kurt, in infermeria. Avrebbe preferito farsi mettere sotto da un autobus, sapendo che sicuramente ci sarebbe stato anche Rob lì. Visto che era la fine dell’anno, l’infermiera gli aveva concesso di rimanere in infermeria con il suo ragazzo. Prese un bel respiro e girò la maniglia. Non aveva neanche fatto due passi dentro la stanza che la voce di Rob lo colpì in pieno viso.

«Cos’è? Uno scherzo? Fuori dalla mia vista, nano. Se non vuoi che ti spacchi la faccia.»

Blaine lo guardò impaurito e intanto si chiese fra sé e sé, quanto, effettivamente, Robert sapesse della festa. Non troppo interessato a conoscere la risposta, si sbrigò a dire i suoi auguri.

«Non sono qui per te, calmati. Ero solo venuto ad augurare una pronta guarigione a Kurt.»

Cercò di stabilire un contatto visivo con il soprano, ma quello stava guardando intensamente le pieghe del suo copriletto.

«Bene, ora ti ha sentito. Sparisci.»

Blaine fece un colpetto di tosse, imbarazzato come non mai e uscì dalla stanza, con le orecchie in fiamme e il cuore in gola. Senza neanche avere un attimo di tregua, si scontrò con Berg, che saltellava allegramente per il corridoio.

«Oh, Blaine, cercavo proprio te! –lo guardò un secondo con sguardo di rimprovero- Dovrei essere arrabbiato con te, ma ho bisogno di un favore. Bene, passiamo alle cose importanti. E’ vero che gli Warblers parteciperanno a un prom di una scuola mista?»

Blaine annuì cercando di capire quale fosse il nocciolo della questione.

«Bene, allora andiamo insieme, vero?»

Il moro corrugò la fronte, sempre più confuso.

«Non credevo che…»

«MA COSA HAI CAPITO?!» poi aggiunse, con aria comprensiva «Va bene, ho capito, ti concedo un ballo, ma poi mi lasci andare a donne! Ci saranno un sacco di ragazze là, vero? Eh? Eh? Quante altre occasioni ho di vedere ragazze che si mettono in mostra per un aitante giovane di una scuola privata? Devo sfruttare il fascino della divisa!»

Blaine rise di cuore, nonostante il peso che sentiva ancora sullo stomaco, dopo la visita a Kurt.

«Ok ok, mi avevi fatto preoccupare! Però voglio anche una foto di noi due insieme, sia ben chiaro! Ho bisogno di materiale per ricattarti!»

«Oooook! E foto sia! Adesso vado a farmi bello. Mi raccomando, non tardare, caro.»

Blaine gli fece un’occhiataccia.

«Ciao Berg, ciao.»





Sembra impossibile, ma siamo di nuovo qui e siamo quasi giunti alla fine. Ci scusiamo per la lunga, lunga, luuuuuuuunga attesa, ma gli impegni scolastici e universitari avevano preso il sopravvento. Quindi, se siete ancora qui, avete tutto il nostro rispetto e sospettiamo che non stiate molto bene (perchè state leggendo la nostra storia!? Fa cacare!!). Quindi... che sia negativo o positivo o anche solo insulti per il ritardo spaventoso, fateci sapere qualcosa in una recensione. xx

-Tweedles

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Capitolo 28
*** Oh sì, fratello. ***


Blaine si aggiustò il papillon e si mise un’abbondante nocedi gel sulla mano.

«Ommioddio Tappo, ancora con quello schifo? Devo veramente fare da parrucchiere a un gay?» Thad afferrò il moro per il polso e gli mise la mano sotto l’acqua corrente.

«Ma saeri inguardabile! Mollami, mi devo mettere il gel!»

Thad guardò Blaine con aria di superiorità. «Chi è il più intelligente dei due?»

Blaine abbassò lo sguardo.

«Bravo Tappo, adesso vai a prendere Berg come un vero ometto.»

«Ma c’è Tommy…»

«Magari riesci a fargli pena e ti perdona, non credi?»

«Non mi sembrava interessato l’ultima volta che abbiamo parlato.»

«Beh, in ogni caso smettila di fare il melodrammatico, che adesso mi devo fare bello io per Lexi.»

Blaine strabuzzò gli occhi. «Hai seriamente intenzione di portarla al prom?»

«Sì, ovviamente!»

«Buona fortuna!» Blaine uscì dalla stanza ridacchiando, David lo avrebbe ammazzato.

La palestra del McKinley era addobbata di azzurro e rosa e i New Direction erano vestiti di conseguenza.

Berg si accostò all’orecchio di Blaine, mentre lo teneva a braccetto «Spero per loro che si cambino d’abito, sembrano dei bambolotti…»

Blaine rispose scuotendo la testa «Sì, effettivamente hai ragione. Anche se credo che siano meglio questi vestiti color bebè piuttosto degli abiti “da sera” della Berry…» Il ragazzo la indicò mentre stava facendo dei gorgheggi in mezzo alla sala, come riscaldamento. Berg rimase imbambolato a guardarla a bocca aperta. «Ma… è bellissima.»

Blaine si girò esterrefatto. «No!»

«Oh sì, fratello.»

«No!»

«Decisamente!»

«Non ci credo –Blaine alzò gli occhi al cielo– non ci posso davvero credere. Hai appena avuto un colpo di fulmine per Rachel Berry.»

«Si chiama Rachel? Non senti anche tu il suono delle campane quando dici il suo nome? Rachel. Aaaaah.»

Dopo una ventina di minuti di fila, in cui Blaine, sempre più incredulo, passava da stati di ridarella acuta a stati di profonda depressione post-rottura, i due entrarono nella sala e vennero presi alla sprovvista da un flash abbagliante.

«Oh bene, ho la prima foto ricatto della serata!» Blaine abbozzò un ghigno malefico.

«Quindi ora sono libero?»

«Neanche per sogno. Non puoi andare già dietro a Rachel! Starà per uscire per l’esibizione…»

«Ma io voglio andare a conoscerla!»

«Non sono così sicuro tu lo voglia veramente!»

I lamenti di Berg vennero repentinamente soffocati dall’inizio dell’esibizione delle New Direction. Blaine diede una gomitata nelle costole all’accompagnatore. «Adesso la potrai vedere, non sei contento?» Berg annuì estasiato, poi guardò Blaine. «Ma nel frattempo, prima della sua esibizione, balliamo!» Afferrò il moro per il gomito e lo portò in mezzo alla pista, dove già una decina di coppie stavano ballando.

Tutti intorno a loro si fermarono e li guardarono sconcertati, mentre la musica continuava assordante. Berg si girò a guardare i ragazzi in cerchio intorno a loro .«Che c’è?! Non avete mai visto due ragazzi ballare? Adesso vi faccio scioccare io –prese il viso di Blaine fra le mani e gli piantò un bacio sulle labbra– adesso che abbiamo fatto lo spettacolino torniamo a ballare?»

«Non credo proprio, frocetti del cazzo –aveva parlato un ragazzone enorme con i capelli a spazzola neri e un tirapugni appeso al collo– adesso venite fuori con me.»

Blaine inorridito si mise una mano sulla bocca, sperando con tutto il cuore di essere rimasto alla Dalton. Berg nel frattempo, mentre era preso per la collottola da un amico del primo bullo, cercava di liberarsi dalla stretta con scarsi risultati. Dopo neanche dieci secondi i due erano per terra sull’asfalto del parcheggio, con un fornito gruppo di energumeni intorno a loro.

Berg si alzò in piedi «Davvero pensate di farmi paura?»

Blaine lo tirò per la maglia «Berg, non devi farlo –si rivolse al gruppo– lui è con me solo per venire al prom, non è gay, lasciatelo andare, prendetevela solo con me…»

Uno dei ragazzi puntò il dito contro di lui, ridendo piegato in due «Ooooh, l’avete sentito il buliccio? Cerca di salvare il suo amichetto… Va bene, vuol dire che prima sistemeremo lui per le feste e poi passeremo a te, contento?» E poi il gruppo si strinse attorno ai due amici.

David si mise a strillare mentre camminava freneticamente avanti e indietro negli spogliatoi che gli erano stati adibiti come sala per il warm-up vocale. «Dov’è Blaine?!»

Nick e Jeff scattarono in piedi, mettendosi sull’attenti «Andiamo noi a cercarlo, signore.»

David li scacciò via con la mano «Bravi, andate, e trovatelo. Noi invece continuiamo il riscaldamento vocale, siete pronti?»

Dopo circa dieci minuti le prove vennero brutalmente interrotte da Nick che entrò come una furia nella stanza. «L’abbiamo trovato, chiamate un’ambulanza, subito! Seguitemi!» Il ragazzo tornò sui suoi passi e portò il gruppo fino al parcheggio, dove tutti poterono vedere Blaine con i capelli fradici di sangue e una pozza sotto la testa che si allargava velocemente.
Thad cadde in ginocchio e Nicholas corse al fianco di Blaine e controllò che respirasse ancora; nel frattempo Kirk si avvicinò all’altro ragazzo steso per terra, che però sembrava essere messo meglio.

Quando Nicholas rassicurò tutti dicendo che Blaine respirava ancora, David si erse in tutta la sua statura e si diresse verso la palestra di nuovo. Wes cercò di tenerlo per la manica «Dove vuoi andare? Non pensarci neanche ad andare a vendicarlo. Chi gli ha fatto questo non ci metterebbe molto a fare lo stesso a te.»

David si girò con un sorriso gelido «Ti assicuro che non farò cazzate, ma questa questione è troppo grande per noi, vado ad informare il preside.»

   






Non commento perchè mi vergogno a pensare a quanto è passato dall'ultima volta...

    -Tweedles

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