I, him and his donuts.

di ashling_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Stop running, Orso! ***
Capitolo 2: *** My puppy is a criminal! ***
Capitolo 3: *** Library. ***
Capitolo 4: *** I'm a ninja. ***
Capitolo 5: *** It's raining. ***
Capitolo 6: *** I'm bleeding tears. ***
Capitolo 7: *** You've saved my life again. ***
Capitolo 8: *** I wanna kiss him, again. ***
Capitolo 9: *** Thank you. ***
Capitolo 10: *** I love you. ***
Capitolo 11: *** Everywhere if you're with me. ***
Capitolo 12: *** Shut up, Horan. ***
Capitolo 13: *** Go run, run, run. ***
Capitolo 14: *** Torn. ***
Capitolo 15: *** Orso, please, don't cry. ***
Capitolo 16: *** Failure. ***
Capitolo 17: *** Here i am. ***
Capitolo 18: *** Everything's okay. ***
Capitolo 19: *** Biscuits? ***



Capitolo 1
*** Stop running, Orso! ***


STOP RUNNING, ORSO!


Non mi ero ancora ambientata bene.
La nuova città era caotica e piena di vita, altro che piccolo paesino tranquillo.
Però Orso sembrava gradire il parco vicino al nostro nuovo appartamento, era perfetto per correre la mattina.
Mettevo le cuffie e correvo insieme ad Orso, per iniziare la giornata.
Quel giorno il sole splendeva più del solito.
Ero seduta sul prato, all'ombra di un albero.
Sentii qualcosa tirarmi il braccio, il mio cane stava mordendo il guinzaglio, per liberarsi.
Non riuscii a tenerlo e iniziò a correre in una direzione precisa.
Seguiva un piccolo camioncino trainato da un uomo, un ragazzo forse.
Era vestito di bianco, con un cappellino a righe rosse.
Mi lanciai verso Orso per raggiungerlo, ma era troppo veloce.
Il ragazzo sembrava non rendersi conto di niente.
Un cane stava per assalire il suo camioncino di ciambelle e lui niente.
Orso si lanciò con un balzo sul ragazzo che cadde a terra e puntò verso le ciambelle.
Cercai di fermare Orso ma prima di arrivare a lui inciampai sulla caviglia del ragazzo, e caddi su di lui.
Mi voltai per guardalo e scusarmi.
Non uscirono parole dalla mia bocca.
Il suo sorriso brillava più del sole, nonostante i suoi denti non fossero perfetti.
I suoi occhi ricordavano il cielo, ma anche il mare, tutte cose meravigliose.
Persi i sensi.




potrebbero esserci degli errori, ma grazie mille per aver letto.
martine ♥

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Capitolo 2
*** My puppy is a criminal! ***


MY PUPPY IS A CRIMINAL!



'Hey', disse una voce dolcissima.
'Hey', insistette.
Portai le mani sul viso, era bagnato, ero bagnata quasi fino alla vita.
Aprii gli occhi, lentamente.
Il suo viso era a pochissimi centimetri dal mio, sentivo la sua mano lungo la mia schiena per sostenermi.
Mi sentii improvvisamente troppo calda, troppo calda, troppo.
Lui percepì il mio disagio e spostò la mano per aiutarmi ad assumere una posizione eretta.
'Stai bene?', chiese nervoso.
'Sì, cioè sì, cioè grazie'.
'Non c'è di che, sicura di stare bene? Vuoi un po' d'acqua?'.
'No, io sto bene, solo che...'.
Orso stava divorando tutte le ciambelle.
'Orso! ORSO! Criminale! Assassino di ciambelle! VIENI QUA, IMMEDIATAMENTE', urlavo isterica.
Il ragazzo mi prese per il braccio, per bloccarmi.
Sicuramente le ciambelle non erano più buone dopo che Orso le aveva lavate, assaggiate e mordicchiate per bene.
'Stai tranquilla, non fa niente', disse.
'No, cioè scusa, io ti giuro che ti ripagherò tutto, il fatto è che mi sono trasferita da poco,
e non mi oriento bene, e il mio cane è un criminale, e il lavoro, e..'.
Mi chiuse delicatamente la bocca con l'indice.
'Shh, stai calma, ho detto che non fa niente, è tutto okay', sorrise.
Era meraviglioso, il suo sorriso era un dono del cielo.
'No veramente, voglio scusarmi come si deve, io..'.
'Ma non preoccuparti, non farti problemi, è tutto okay'.
'Ho detto di no, cavolo! Devo e voglio ripagarti, stop. E non mi interessano le tue idee'.
'Ah, okay. Non scaldarti viso d'angelo, faccio come dici tu'.
'No, qui l'angelo non sono io, cioè no, okay'.
Stavo facendo figuracce su figuracce.
Senza dubbio ero sudatissima, i miei capelli erano una balla di fieno e sicuramente la mia tuta era sporca di terra.
Lui invece era tutto vestito di bianco, limpido, perfetto.
Sembrava un gelataio.
Cosa? Un gelataio?
'Hey? Ci sei?', chiese sventolandomi la mano in faccia.
'Cosa?'.
Aveva interrotto i miei pensieri.
'Vuoi ripagarmi, e come?'.
'Dandoti soldi, è ovvio'.
'Non servirà a molto, sarebbe meglio che tu...'.
'Io cosa?'.
'Beh, io avrei un'idea, sempre se non ti dispiace'.
'Bene, ti ascolto'.
Intanto Orso si era seduto tra di noi e ci fissava curioso dal basso.





secondo capitolo, grazie mille per aver letto ♥
spero vi piaccia, vi aspetto al prossimo!
un abbraccio, martine :3

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Capitolo 3
*** Library. ***


LIBRARY.


Erano le quattro precise, lui non era arrivato.
Forse avevo sbagliato via, forse non era quella la casa.
Forse non c'era, forse si era dimenticato, forse mi aveva presa in giro.
Qualcuno bussò con il dito sulla mia spalla.
Capelli arruffati come fili dorati e occhi mozza fiato.
Okay, era lui.
Non si era dimenticato, era qui.
'Scusa, sono in ritardo?'.
'No,no. Assolutamente! Sei in perfetto orario'.
'Bene, dai andiamo'.
Ecco. Il mio primissimo giorno di 'ri-pagamento danni'.
Dopo il caos che Orso aveva creato, Niall, mi aveva proposto di aiutarlo in biblioteca.
Si, la biblioteca comunale dove lavorava.
Mi aveva raccontato poco di se.
Aveva anche lui un piccolo appartamento, non molto lontano dal nostro.
Aveva un serie di lavoretti part-time, e nel tempo libero provava con la sua band.
La sua era una vita molto tranquilla.
Io invece ero sempre nervosa, piena di cose da fare, piena di studio.
Ripagarlo con i soldi per me sarebbe stato meglio, però preferivo seguire le sue proposte,
dopo tutto io ero il colpevole e lui la vittima, quindi dovevo espiare i miei peccati.
Lavorare in biblioteca non era per niente faticoso, anche perchè c'era lui.
Il lavoro non era difficile, dovevamo dividere tutti i libri e collocarli nei settori giusti.
La sua presenza rendeva tutto più semplice, era incredibile.
In alcuni momenti mi fermavo a fissarlo, ormai c'era abituato.
Credeva fosse proprio un mio modo di fare, quindi non era un problema.
Nei momenti di lucidità ragionavo su quello che provavo quando ero con lui.
Era una cavolata, un'idiozia vera e propria.
Non potevo sprecare il mio tempo con un ragazzo mentre una marea di esami erano alle porte
e miei libri erano ancora incartati nell'ingresso.
Ero divisa in due parti,
una parte di me voleva attaccarsi a lui come una calamita senza lasciarlo,
l'altra voleva cancellarlo con un soffio.
Dentro di me c'era la terza guerra mondiale in corso.




terzo capitolo, vi piace?
grazie per aver letto,
martine ♥

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Capitolo 4
*** I'm a ninja. ***


I'M A NINJA.


'O mio amore, mia sposa! La morte, che ha già succhiato il miele del tuo respiro, nulla a* potuto sulla tua bellezza.'
Disse prendendomi per mano e facendomi girare con una giravolta.
Soffocai una risata per non disturbare i presenti nella sala.
Era dolcissimo, per ogni classico che trovavamo recitava un atto.
'Sai, è uno dei miei classici preferiti, Martine'.
'Emh, sì, Romeo e Giulietta, ci credi se ti dico che non l'ho letto?'.
'Oh, non è un problema', concluse sorridendo.
'Da quando lavori qui?'.
'Da un po''.
Non risposti, ero concentrata ad osservare la copertina dei libri.
Erano tutti impolverati, erano libri vissuti, libri amati.
'Io amo le biblioteche, condividere i libri con le altre persone, è fantastico'.
'Oh, io non ci vengo spesso, non ho mai tempo'.
'Beh, da oggi in poi ne avrai di tempo per venire'.
'Giusto, e devo dire che ne sono entusiasta, mi piace'.
Scese dalla scala per osservarmi meglio, con un'aria incredula.
'Stai scherzando?', disse ridendo.
'No, mi piace, tanto'.
'Oh, ma è fantastico!', urlò prendendomi per la vita facendomi girare.
Soffocai un'altra risata, era..., come dire, assolutamente perfetto, ma in certi momenti imbarazzante.
Forse perchè nessuno era mai riuscito a farmi stare bene e a riempirmi così, era meraviglioso nel suo modo di essere, ma, allo stesso tempo,
scombussolava la mia vita, e la rendeva più caotica del normale.
Io ero in quella città per un motivo ben preciso, LAUREARMI.
La sua presenza cambiava i miei piani, come se qualcuno cancellasse i miei impegni dalla mia agenda, era strano.
Lo studio, il lavoro, la casa, tutto passava in ultimo piano quando c'era lui.
'Bene, abbiamo finito per oggi, andiamo?'.
'Eh?'.
'Abbiamo finito, GUARDA!', disse indicando entusiasta i sei scatoloni vuoti.
Saltò giù dalla scala con un tonfo, tutti si voltarono e divenne rosso in volto.
Quella scena, quell'espressione, era la cosa più tenera del mondo.
In quel momento avevo solo voglia di abbracciarlo ed affondare la testa nella sua felpa, ma non potevo, no.
'Okay, ora possiamo andare', concluse raccogliendo lo zaino da terra.
Senza dire una parola, ancora un po' sorpresa dalla mia reazione, lo seguii verso l'uscita.
Non lo salutai, iniziai a camminare a passo svelto verso casa, non era molto distante.
Mi voltai, era al mio fianco, mi seguiva e guardava in basso.
Mi fermai di scatto.
'Dove stai andando?', chiesi.
Non rispose, ma alzò lo sguardo.
'Casa tua è dalla parte opposta', conclusi.
'Ma casa tua no', rispose.
'Non è carino auto invitarsi a casa delle altre persone, sai?'.
'Ma io non mi sto invitando'.
'E allora perchè mi segui?'.
'Ti sto riportando a casa'.
'Ah'.
Ecco, l'aveva fatto di nuovo.
Aveva scrollato le spalle, con una sicurezza innaturale.
Mi incantava, era premuroso, dolce e tenero.
Era un pasticcino.
Sentivo un rumore, un ritmo.
Stava battendo il piede per terra, impaziente.
Mi ero fermata a pensare di nuovo, abbandonando la realtà.
'Allora, andiamo?', sembrava un ordine.
'No, vai a casa. Non devi fare percorsi più lunghi per accompagnare me'.
'Ma le donzelle vanno portare in salvo'.
'Io non sono una donzella'.
'Ah, no? Cosa sei? Un ninja?', chiese sfidandomi.
'Certo, non vedi?'.
Imitai una di quelle mosse che avevo visto solo nei film, il mio sembrava uno spasmo, altro che lotte.
Rise di cuore. Una risata talmente contagiosa che scoppiai anch'io.
'Se sei un ninja saprai certamente difenderti da questo'.
Mi si lanciò contro delicatamente, era vicinissimo, impossibile.
Dopo qualche istante mi portò le mani ai fianchi per farmi il solletico.
Odiavo il solletico, con tutta me stessa.
Mi piegai in due, ridendo e respingendolo con le mani.
Inciampai nel mio stesso piede, ma qualcosa mi prese al volo per farmi riprendere equilibrio.
Ero tra le sue braccia, ed ero felice, in compagnia delle sue risate e dei suoi gesti romantici.
'Andiamo a casa, sta per piovere'.
E ci incamminammo.






*non è un errore ortografico, il testo originale presenta la frase così.








ecco il capitolo numero quattro, che ne pensate?
grazie mille per aver letto, (come sempre *-*)
abbracci, martine ♥



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Capitolo 5
*** It's raining. ***


IT'S RAINING.



'Eccoci qui', disse un po' triste.
'Sì, beh, allora...'.
'Ci vediamo domani!', cercava di non sembrare dispiaciuto.
Qualcosa picchiettava rapida e veloce, sulla mia pelle.
Pioggia.
Dio benedica la pioggia.
'Oh, fantastico',disse.
'Bene, sali', conclusi.
'Cosa?'.
Cercava di sembrare confuso, ma aveva già capito tutto.
'Vieni, ti faccio vedere la casa, e poi non puoi andare in giro così'.
Non rispose e non si mosse.
'Senti, non voglio sistemare libri da sola tutta la settimana, quindi, non ammalarti e sali, dannazione!'.
'Oh, beh, allora grazie dell'invito'.
'Non c'è di che'.
Non si mosse, era fermo e mi fissava pensieroso.
Feci quattro passi verso di lui, e lo presi per un braccio.
'E muoviti, ci stiamo bagnando'.
'Tanto siamo già bagnati'.
Giusto, eravamo bagnati dalla testa ai piedi, la pioggia era aumentata con poco e noi avevamo perso tempo a scrutarci.
Era strano, era un'idiota ed era un tesoro.
Un'ondata di terrore mi invase.
Casa. Sì, la mia casa.
In quali condizioni era?
Mi avrebbe giudicata, sarebbe scappato via urlando?
Orso l'avrebbe ucciso? Forse, il mio cane era un criminale.
'Hey, quante docce vuoi ancora farti prima di rientrare?'.
Ora stava davanti al portone, fermo.
No, non potevo cancellare i miei pensieri così.
Non poteva disturbarmi in quel modo, non poteva interrompere le conversazioni che avevo con il mio 'io' interiore.
Okay, dicevo?
Sì, sarebbe stato un disastro.
Una catastrofe, a casa mia?
Quando mai? Come diavolo mi era venuto in mente?
Ma insomma! Lo conoscevo da poco, ma era come se ci fosse sempre stato.
No, ma cosa sto dicendo? Cosa? Martine, cosa diavolo dici?
Sei matta? Impazzita? La glassa delle ciambelle ti fa male?
Ecco, le ciambelle, lo zucchero, i dolci.
Non potevo lasciarmi sopraffare così, tutto quello che avevo guadagnato con mesi stava andando a rotoli.
Non avrebbe mai scoperto il mio segreto, non gli avrei mai fatto capire quanto ero debole, e perchè.
Smise di piovere, in un secondo.
No, avevo qualcosa di nero che mi copriva la testa.
Qualcosa di nero? UN PIPISTRELLO.
AIUTO, AIUTO, AIUTO.
Lanciai un urlo.
'Senti, non sono il massimo, lo so, ma mi hai visto molte volte, ormai dovresti essere abituata alla mia faccia'.
'No, oddio scusa, cioè no, non era per te, io credevo..no niente, andiamo'.
'Oh, finalmente!'.
Mi camminava al fianco, con una mano teneva la felpa sulla mia testa, con l'altra mi stingeva.
Ma perchè? Io stavo per impazzire.
Era arrivato così, come un fulmine.
Forse aveva cambiato la mia vita.
Non era assolutamente giusto, prendeva il potere su di me in un secondo.
Tutto questo era strano, improbabile, stupido e assolutamente impossibile.
Non sarebbe andata avanti a lungo, perchè io non potevo essere felice.
Non volevo essere felice.
Aprii la porta di casa e accesi la luce, Orso era sdraiato sul divano, dormiva.


Bene, il capitolo numero cinque (:
grazie mille per aver letto, so che è molto breve, come gli altri, ma aggiornerò molto presto, tranquilli!
un forte abbraccio, martine :3

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Capitolo 6
*** I'm bleeding tears. ***


 

I'M BLEEDING TEARS.
 

'E' meravigliosa, veramente', disse bevendo l'ultimo sorso di succo.
'Oh, ma grazie'.
Gli piaceva, gli piaceva la mia casa.
Era una piccola vittoria personale, io dipendevo da tempo, anzi, da sempre dal pensiero degli altri.
Era il mio segreto, che mi portava spesso ad odiare me stessa, e anche ad autodistriggermi moralmente, ma soprattutto fisicamente.
Io non volevo sembrare debole, i miei problemi mi rendevano debole, e la mia mania di essere perfetta per gli altri mi rendeva ancora più vulnerabile.
Ero terrorizzata, sentivo che lui mi stava cambiando, era come una medicina.
Ma io odiavo i cambiamenti, e solo il mio modo di fare mi avrebbe aiutata, non lui e la sua misera dolcezza.
Mi sentii improvvisamente fredda, lurida, sporca, in colpa.
Perchè misera dolcezza? Era la cosa più bella del mondo.
Non era la prima volta che lo pensavo, ma lui lo era, veramente.
'Sono deliziosi, sei bravissima a cucinare, complimenti'.
'Grazie di nuovo, non è niente, è una ricetta semplicissima'.
'Il fast food è il mio rifugio, mai usato la cucina, potrei anche ometterla', ammise ridendo.
'Oh, capisco'.
'Allora, dimmi, l'altra volta ti ho parlato di me, anche se non molto, ti ho detto quasi tutto, la mia vita non è molto complicata'.
'Quindi?', chiesi un po' nervosa.
Ingoiò il boccone.
'Parlami di te, non mi hai detto niente'.
'Ah, bene, sei pronto?'.
Oddio, qualcuno mi fermi.
Stavo per confidarmi con una persona, ero pronta a dirgli tutto, ero pronta ad ossessionarlo con le mie paranoie e la mia situazione.
Perchè tutta quella sicurezza?
'Prontissimo'.
'Bene, io sto continuando gli studi, questo lo sai. Sono venuta qui proprio per questo, per stare in pace con il mio futuro'.
'Si, questo lo sapevo.Ma che altro? Per esempio. La tua famiglia? Hai fratelli? Sorelle?'.
'Oh sì, un fratello maggiore, si è sposato e  adesso vive nella villa vicina a quella dei miei genitori. Un sudicio covo di famiglie'.
'Bene, come sei amorevole'.
'Odio la mia famiglia, mio padre è un manipolatore di prima serie, mio fratello un fesso e mia madre una vittima incapace di pensare con la propria testa'.
'Oh'.
'Okay, sì. SONO SCAPPATA. VIA DA QUELLA VITA, DA QUELL'INFERMO E DA QUELLA CORDA CHE MI TRATTENEVA A LORO'.
'Okay, rilassati. Se vuoi parliamo d'altro'.
'No, adesso ascolti'.
Volevo tirare fuori tutto, metterlo alla prova, vedere se avrebbe accettato anche questo di me.
Volevo vedere di cosa era capace il suo cuore, se sapeva sopportare tanta frustrazione.
'Mi pesava e mi pesa ancora la loro esistenza. Non sono cattiva, ma io non ho mai avuto una vita. Non con loro, qui sto trovando la mia pace, anche se mi ossessionano ancora. Non smetteranno di opprimermi finchè non mi sarò laureata, per questo voglio togliermi questo peso.
Cancellarli, tutti, dal primo all'ultimo. Senza pietà'.
Parlavo veloce, ingoiavo lacrime e dolore.
Stavo piangendo, che vergogna.
Senza dire niente si alzò e si sedette per terra, vicino al piccolo tavolo dove mangiavo comoda, rilassata su un cuscino.
Mi prese il viso, per farmi voltare.
Chiusi gli occhi, per non guardarlo in volto.
Mi abbracciò, l'abbraccio che aspettavo da tanto.
Mi avvinghiai alla felpa che amavo tanto, per sentire il suo odore attentamente, per la prima volta.
La maglietta che sentivo contro la mia guancia si stava bagnando, bagnando di disgrazia.
Lui era il lucchetto ed io la chiave, combaciavamo perfettamente.
Smise di abbracciarmi solo dopo il cessare dei miei singhiozzi.
A quel punto lo guardai.
Era triste, la sua espressione era preoccupata, piena d'odio, forse non per me.
'Curerò le tue ferite, lo giuro'.

E appoggiai la testa al suo petto, ancora umido di lacrime.







capitolo sei, grazie per aver letto (:
love, martine ♥

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Capitolo 7
*** You've saved my life again. ***


YOU'VE SAVED MY LIFE, AGAIN.


Avevo controllato per bene, Niall dormiva ancora sul divano.
Dopo l'abbraccio e la sua frase non c'era stato più niente, nemmeno altre parole.
Non era tornato a casa perchè era tardi e il temporale non era passato, quindi gli avevo proposto di restare anche a dormire.
Aveva accettato, senza pensarci due volte.
Era pericoloso lo so, ma dovevo farlo.
Se si sarebbe svegliato? Cosa avrebbe fatto?
Non ne avevo la più pallida idea, ma dovevo farlo.
Mi guardai allo specchio, facevo schifo.
Mi chinai verso il water.
Sentivo le due dita in gola, premevano e svegliavano quel senso che non provavo da quando Niall era entrato nella mia vita.
Ero come prima, niente cambiamenti, niente era diverso.
Tutte le sostanze che mi rendevano così grassa, così brutta, così deformata stavano per lasciarmi, di nuovo.
Odiavo il cibo, uccideva il mio corpo, ogni volta che cedevo alla tentazione.
Stavo per eliminare tutto, combattere, vincere di nuovo.
Gli sforzi che facevo per la mia gloria erano enormi, mi affaticavano e mi svuotavano senza lasciare una goccia di vita.
Mi ero fermata.
Non ci ero riuscita, ma come?
Era sempre andato tutto liscio, perchè oggi non ci riuscivo?
Tentai di nuovo, in preda al panico.
Di nuovo le due dita, un pugno allo stomaco, una spinta da dentro.
Niente. Ancora niente.
Iniziai a tossire, mi mancava l'aria, ero andata oltre, troppo oltre.
Qualcosa mi prese, violentemente e mi fece alzare.
Non mi muovevo, ero un morto, un cadavere, non avevo forza, non avevo vita.
Mi teneva lui in piedi.
Si era svegliato, aveva visto tutto.
ERA LA FINE.
'Cosa diavolo stavi facendo? Perchè ti fai questo? Perchè? Sei perfetta così come sei. Non ti serve tutto questo, sei completa, piena, sei tutto ciò che c'è di bello in questo mondo di merda. Perchè ti stai distruggendo? Perchè ti stai gettando via così? Perchè mi fai e ti fai tutto questo?
Devi smetterla, io non te lo permetterò. Non ti permetterò di rompere la cosa a cui tengo di più al mondo, non permetterò la tua distruzione, mai.
Non capisci quanto vali? Quanto sei importante e forte? Non lo sai? Io sento la tua forza, è nascosta dal tuo terrore per le persone,
dal loro pensiero maligno e frivolo. Sei più di quello che credi, sei la più bella. La cosa più bella che mi sia mai capitata. Mi capisci?'.
Eccola, ecco la mia forza, le lacrime avevano ancora la forza di scendere per mostrarsi, per dimostrare la mia gioia.
Baciò una lacrima, una per una per arrivare alla bocca.
Assaggia il suo sapore, era magnifico.
La calamita che avevo nel cuore toccò la sua e una morsa d'amore ci strinse tagliandomi il respiro.
Le mie mani attraversavano per la prima volta i capelli tanto amati.
Sentivo tutto, il suo odore, il suo sapore, tutto.
Sentivo lui e il suo corpo.
Era un angelo, era venuto a salvarmi.
Era qui, per me e nessun altro.
Era qui, con me.
Era passato poco tempo, forse era presto, ma il mio cuore conosceva il suo e tutto scompariva quando si univano per battere insieme.
Sciolse il bacio, rallentò piano la stretta e mi prese in braccio per portarmi finalmente in salvo.






capitolo sette, okay è un po' forte çç
grazie per aver letto, grazie mille.
love, martine xx.

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Capitolo 8
*** I wanna kiss him, again. ***


I WANNA KISS HIM, AGAIN.



Ero sveglia, ma non avevo ancora aperto gli occhi.
Sentivo qualcuno che mi accarezzava i capelli.
Niall.
Sentivo il suo profumo.
Ero sdraiata sul divano, rannicchiata in un angolo e avevo la testa appoggiata sul suo petto, con una mano stringevo la maglietta.
Ero diventata improvvisamente possessiva, era mio.
Per fargli capire che ero sveglia strinsi il tessuto ancora di più e poi allentai la stretta lentamente.
Smise di accarezzarmi i capelli.
Aspettava qualcosa, una mia parola.
Non ricordavo niente, solo il mio tentativo di...
E il bacio, il bacio più bello della mia vita.
Del dopo avevo solo un vuoto.
Probabilmente mi ero addormentata per la stanchezza e lo stess.
Lui non era andato via, aveva giurato di curarmi, e stava mantenendo la sua promessa.
Non sapevo che fare, mi sentivo uno schifo per quello che avevo tentato di farmi, di farci.
Mi alzai di scatto, corsi al bagno.
Sentivo Niall correre dietro di me.
Mi avrebbe bloccata, ma io non volevo fare niente.
'Tu non...', disse sulla soglia della porta.
Non risposi, mi fermai davanti allo specchio.
Ero orrenda.
Quel pensiero mi fece rattristare e cambiai espressione.
Lui se ne rese conto e si avvicinò.
Intrecciò le braccia intorno alla mia vita e appoggiò il mento sulla mia spalla, sorridendo.
'Guarda, so quello che stai pensando, ed è assolutamente sbagliato'.
Non risposi, sorrisi e basta.
Quando era con me il mondo si illuminava, tutto diventata più luminoso e bello, me compresa.
Ovviamente non ero spettacolare come lui.
'Andiamo a fare colazione!', disse entusiasta.
Quindi avevo dormito poco, ero ancora in tempo per la colazione.
'Non ho fame'.
'Sì, invece hai fame', concluse.
'No'.
'Sì'.
'No'.
'Bene, allora ci vediamo, io vado'.
'No, aspetta. Che c'è da mangiare?'.
Rise e mi raggiunse di nuovo, dopo che si era allontanato di pochi passi.
'Quello che vuoi'.
Il modo in cui l'aveva detto lo rendeva troppo invitante.
Volevo baciarlo di nuovo.
Non poteva farmi così, mi stava ipnotizzando.
Dovevo prendere in mano la situazione io, per una volta.
Uscii dal bagno e mi diressi in camera.
Mi seguì, ma non entrò nella mia camera.
Ripensai alla scena, chissà se aveva visto tutto, chissà cosa ne pensava.
Sapevo solo che era qui, e il suo cuore aveva passato la prova che avevo imposto.
Mi affacciai dalla porta sorridente.
Girò la testa da una parte come un cane, ed alzò un sopracciglio.
'Devo prepararmi, tu non puoi entrare, ma puoi usare l'altro bagno se ti serve', dissi canticchiando per infastidirlo.
'Sbrigati, non farmi aspettare', rispose scocciato.
Chiusi la porta e mi gettai sul letto fissando il soffitto.
Preparai i vestiti ed entrai nel piccolo bagnetto della mia stanza.
Dopo la doccia asciugai i capelli, forse ci stavo mettendo troppo.
Presi la camicia e i jeans che avevo peparato e mi vestii.
Finii di preparami e uscii dalla camera.
Non c'era nessuno, solo Orso seduto sul divano.





-
Salve a tutti :3
allora, per prima cosa grazie mille per aver letto.
grazie a tutti quelli che seguono questa ff, sono felicissima *--*
grazie per le recensioni, grazie grazie grazie grazie ♥
bene, questo e il capitolo otto çç
sto scrivendo il nove, quindi lo pubblicherò entro oggi uu
grazie ancora, tantissimi abbracci :3
martine, xx
.

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Capitolo 9
*** Thank you. ***


THANK YOU.


Era andato via.
Mi ero sbagliata, non era come pensavo.
Ma perchè era andato via?
Mi sedetti sul divano portando le braccia al petto, nascondendo il volto tra i capelli.
Delle mani mi coprirono gli occhi di colpo.
Nessun rumore, nessun passo, niente.
'Indovina chi sono'.
'C'è un premio se indovino?'.
'E' essenziale?'.
'Per me sì'.
'Bene, allora se indovini ci sarà un premio'.
'Okay, sei Niall James Horan, uno dei pasticcini alla crema della pasticceria, proprio sotto casa'.
'Mh, bene, hai indovinato'.
'Sono un fenomeno', dissi orgogliosa.
'Mhh', disse scrutandomi.
'Allora?'.
Stavo aspettando il mio premio, volevo un bacio.
Speriamo. Speriamo. Speriamo.
Maledizione Horan! Comprendi cosa mi passa nella testa no?
Quindi muovi il culo e baciami, ADESSO.
Stava ancora fermo, spento.
Faceva così ogni tanto, ogni tanto?
Quasi sempre.
Quando Orso stava per divorare tutte le sue ciambelle, quando mi stava seguendo al ritorno da casa,
quando ci siamo bagnati sotto la pioggia, quando sono corsa in bagno per lo specchio, ed ora.
Ma perchè faceva così?
Pensava? A cosa? Voleva andarsene?
Iniziai a sbattere gli occhi, per bloccare le lacrime che spingevano per uscire.
Un'ondata di calore mi avvolse in un secondo.
Le sue labbra premevano contro le mie con tantissima forza.
Sentivo bruciarle, era un calore troppo piacevole.
Sciolsi il bacio per spingerlo via.
Scoppiai a ridere.
'Che c'è da ridere?', chiese sbalordito.
'Io sono un ninja!', dissi ridendo.
'No, tu sei pazza', rispose ridendo anche lui.
Con un sospiro mi stesi sul divano.
Si inginocchiò davanti a me osservandomi, era vicinissimo.
Mi voltai per guardarlo, sorrisi, e gli diedi un bacio di sfuggita per nascondere il viso dentro un cuscino.
Rise di nuovo, e con le mani mi cinse i fianchi per farmi il solletico.
Iniziai a dimenarmi ridendo, rideva anche lui.
'Basta! Smettila! NIALL!', dissi.
Mi faceva male lo stomaco, sia per il solletico sia per le risate.
Caddi dal divano e finii su di lui, faccia a faccia.
Restai ad osservarlo per qualche istante.
Ecco un altro bacio, veloce e delicato.
'Grazie', disse.
'Grazie a te'.
Presi la sua mano per intrecciarla alla mia.



-
Salve a tutto il mondo :3
ecco il capitolo nove, avevo promesso di metterlo in giornata, ed eccolo qui!
TUTTO PER VOI v-v
ci è voluto un po', non mi veniva niente, mi ero bloccata çç
non vi prometto che anche il 10 sarà messo in giornata, scusatemi scusatemi scusatemi.
grazie come sempre di aver letto, di seguire la mia ff e di essere tutti così abbracciosi come Niall :3
okay, basta!
love,
martine xx.

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Capitolo 10
*** I love you. ***


I LOVE YOU.


La poltroncina su cui ero seduta era molto comoda, appoggiai le braccia sul tavolo.
Guardai fuori dalla vetrata che mi separava dalla strada.
Tantissime persone andavano avanti e indietro, a volte si scontravano, molti erano al cellulare, altri con bambini.
'Ecco'.
Niall arrivò con due ciambelle glassate enormi.
Me ne porse una, che presi subito.
Avevo fame, Niall mi faceva venire fame.
Divorai la ciambella mentre lui non ne aveva nemmeno finita metà.
Aveva perso il suo tempo a vedermi mangiare.
'Strepitoso', disse.
'Cosa?', chiesi guardando ancora la folla che fluiva fuori.
'Tu, non avevo fatto caso a quanto fossi affascinante quando hai fame'.
'Cosa? Niall smettila'.
'Ma è la verità, cosa vuoi da me se sei così bella?'.
Sospirai.
Lui non sapeva quello che mi frullava nella testa, non lo sapeva.
Non sapeva quant'era bello per me, non sapeva cosa pensavo di lui.
Glielo dimostravo solo con piccoli gesti, baci, carezze e abbracci.
Ma non gli avevo mai detto 'Sei bellissimo' o cose simili, chissà come ci stava.
'Che guardi?', chiese con il boccone in bocca.
'Niente, le vetrine dall'altra parte della strada'.
'Ci sono cose veramente carine sai'.
'Ah, davvero? Forse un giorno ci farò un salto'.
Avevano di tutto è di più.
'Andiamo?'.
'Eh? Sì, eccomi'.
Mi alzai e lo seguii fuori dal bar.
Lo seguii senza dire una parola.
Continuavo a pensare a lui, al suo stato d'animo.
Mi fermai di scatto.
Ma dove stavamo andando?
La biblioteca era dalla parte opposta.
Non rispose, di nuovo il Niall silenzioso.
'La biblioteca è in quella direzione'.
Indicai con un dito la strada dietro di me.
'Perchè vuoi andare in biblioteca? Guarda che bella giornata'.
'Perchè dobbiamo lavorare, ricordi?'.
'Come pretendi di lavorare e guadagnare soldi facendo volontariato in una biblioteca comunale?'.
Cosa? Volontariato? Questo significava che..
'Tu mi hai presa in giro'.
'Non dire così, io l'ho fatto per averti con me'.
'Bel modo, complimenti', dissi battendo le mani.
'No ti prego, non prendertela'.
Mi voltai per andarmene.
Corse davanti a me e mi sbarrò la strada per non farmi passare.
'Tu non vai da nessuna parte'.
'Ah, e perchè? Chi sei per impedirmelo?'.
Perchè mi aveva presa in giro così? Solo per venire a casa mia? Per rubarmi qualche bacio?
Io non capivo più nulla, dal mio rifugio si era trasformato in una spia, un traditore.
Mi sentivo un po' umiliata, ma non ero pronta a dargli uno schiaffo.
Non avevo la forza di fare nulla, nemmeno di decidere con la mia testa forse.
'Niall', disse ridendo.
Prendeva tutto così facilmente.
'Molto divertente, levati'.
Ferci per spostarlo ma non si mosse.
'Cosa c'è ancora? Lasciami andare, perchè sei ancora qui?'.
'Non andartene'.
'Dammi una ragione. Perchè dovrei restare? Perchè dovrei ancora fidarmi di te? Perchè?'.
'Perchè ti amo', concluse facendomi esplodere il cuore.




-
Saaaaaaaalve :3
ecco il capitolo 10, l'ultimo della giornata (credo).
vabbè, meglio di niente no?
grazie per aver letto, per esserci sempre, grazie mille miei cari (:
tanti abbracci,
martine xx.

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Capitolo 11
*** Everywhere if you're with me. ***


EVERYWHERE IF YOU'RE WITH ME.


Niall faceva dondolare il braccio avanti e indietro, fischiettando.
Io lo seguivo, senza dire niente.
Le sue parole mi avevano colpita, quindi lo perdonai.
Se non fosse stato per il suo fischiettare il nostro silenzio sarebbe diventato insopportabile.
Seguivo con gli occhi la sua mano che dopo qualche istante prese la mia al volo, e si intrecciarono.
Continuava a far finta di niente, cose se fosse stata una cosa casuale.
Ero felice, felice, felice.
Non mi importava del resto, mi importava solo di averlo con me.
Avevo paura di perderlo.
Quel pensiero mi fece stringere la mano, e lui si voltò.
Mi fissò per qualche secondo poi mi sorrise.
Il più bel sorriso di sempre, un raggio di sole.
Si avvicinò e mi cinse con un braccio intorno alla spalla.
Volevo restare così per l'eternità.
'Dove andiamo?', chiesi.
'Dove vuoi andare?'.
'Ovunque con te'.
Si fermò di scatto, iniziò a fissare il marciapiede.
Cosa avevo detto? Non dovevo? Aveva capito male? Cosa aveva capito?
Stava per andarsene? Perchè non chiudo la bocca?
Ma cosa avevo detto di così scandaloso?
'Io..', dissi per scusarmi.
Non feci in tempo a continuare che si risvegliò al suono della mia voce e mi prese per i fianchi avvicinandomi.
Appoggiò la fronte alla mia e sorrise.
Mi baciò, dolcemente.
Erano una serie di baci lenti e teneri, ognuno terminava con un sorriso.
'Ti amo, lo sai?', dissi ridendo.
'Adesso sì', rispose baciandomi.
Mi prese in braccio, come una sposa.
'Ah!', urlai.
'Che c'è?', chiese.
'Dove andiamo?'.
'Sulla luna', ripose ridendo.
'Dai'.
'Ora vedrai, non fare tante domande bimba'.
'Fammi scendere', dissi dimenando le gambe.
'Stai ferma'.
Era tranquillissimo.
'Tu sei pazzo'.
Mi arresi e mi aggrappai con le braccia al suo collo per mantenere l'equilibrio.
Le persone ci passavano accanto e ci guardavano sbalordite, ogni tanto bisbigliavano qualcosa simile a 'Guardali' o 'Vi sembra questo il modo di camminare in un luogo pubblico?'.
Niall non ci faceva caso, era concentrato a non farmi sbattere da qualche parte, e ogni tanto mi guardava e sorrideva soddisfatto.



-
ciaaaaaaaaao.
bene, questo è il capitolo 11.
QUESTO CAPITOLO E' STRANO.
perchè? perchè non avevo previsto di scriverlo.
infatti, come potete vedere, è molto piccolo, diverso dagli ultimi çç
è una specie di estenzione, capito?
OKAY. poche parole e grazie mille (:
ci vediamo al 12 gente uu
abbracci,
martine xx.

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Capitolo 12
*** Shut up, Horan. ***


 

SHUT UP, HORAN.

Vedevo Niall salire la scala.
Per lui era facile, facilissimo.
'Dai,vieni!', mi urlò.
'No'.
'Dai, non aver paura, muoviti!'.
'Io non ci salgo'.
'Martine'.
'Niall'.
'Smettila e sali'.
'E se si rompe? Se cado, sbatto la testa e poi muoio? Che fai?'.
'Mi butto anch'io'.
'Senti, non fare l'eroe del momento'.
'Senti, smettila e sali'.
'Okay'.
Con un po' di forza salii tutti i gradini ad occhi chiusi.
'Sono viva? Dove sono? Ho paura, non posso aprire gli occhi. Sono morta, lo so'.
Un lieve calore mi invase le labbra.
Niall.
Niall e i suoi fottuti baci da arresto cardiaco.
'Questo non significa niente, forse sono morta proprio per questo'.
Rise e mi baciò di nuovo.
Questa volta mi cinse i fianchi con le braccia e mi strinse a se.
Okay, non ero morta.
'Sei viva?'.
'Probabile'.
'Bene'.
Eravamo ancora abbracciati, mi guardai un po' intorno.
C'erano tantissimi alberi.
Ero sul tetto di una casa abbandonata, di legno per di più, fantastico.
Non era nemmeno una casa, forse una specie di stalla.
Cosa? Una stalla? Niall mi aveva portata in una stalla?
Le tavole sotto di noi tremavano ad ogni nostro movimento.
'Può crollare da un momento all'altro, lo sai?'.
Sciolsi l'abbraccio e mi allontanai di poco, per osservarlo.
'Sì, lo so'.
'Ma allora sei proprio matto'.
'Proprio adesso te ne rendi conto?'.
'Non fa ridere, Niall'.
'Infatti non deve far ridere'.
'Niall, non è divertente, veramente'.
'Non deve esserlo'.
'Basta!', urlai gettendomi su di lui.
Cademmo a terra con un tonfo e qualcosa sotto di noi scricchiolò.
Le tegole si piegarono e Niall sprofondò, seguito da me.
Caddi su qualcosa di morbido, infatti non sentii niente.
La cosa che mi aveva parato dalla caduta emetteva suoni strani.
Gli stessi versi che fa un essere umano quando si stiracchia.
I suoi sembravano più dei lamenti a dire la verità.
Iniziò a tossire.
Signore, Niall.
Smise di tossire.
Non sentivo più nulla, lamenti, spostamenti d'aria, niente.
Era morto, l'avevo ucciso.
Era morto per parare me, e io l'avevo ammazzato.
Era morto, KO, OUT.
Non si muoveva.
Feci l'unica cosa che mi venne in mente, grazie a tutti i film che avevo visto.
Lo baciai e premetti le mani sulle sue guance.
'La respirazione non si fa così'.
Era vivo.
'Sei vivo, oddio!', dissi abbracciandolo.
'Eh no, da quando i morti parlano e sono così belli?'.
'Ma sentilo'.
'Che vuoi farci, è la natura'.
'Sì, okay Niall. Dove siamo e perchè, dimmelo'.
'Allora, da quello che posso vedere siamo dentro una struttura di legno non molto resistente.
Siamo qui perchè tu sei attratta da me, ti sei lanciata verso di me e ci hai fatti cadere in questo buco.
E, nonostante io stessi per morire hai tentato di baciarmi lo stesso'.
'Taci Horan'.
Mi alzai e iniziai a girare un po'.
Il soffitto dell'edificio era più alto di una normale casa.
C'erano scaffali, una decina di scaffali pieni di libri, candele, ragnatele e polvere.




-
capitolo 12, stranissimo anche lui çç
grazie per aver letto ♥
abbracci,
martine xx.

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Capitolo 13
*** Go run, run, run. ***


GO RUN, RUN, RUN.


Iniziai a lanciarmi contro le pareti di legno.
Una.
Due.
Tre volte.
E continuai così per dieci minuti.
'Così non arriverai a niente', concluse Niall.
Era seduto al centro dell'edificio, con le ginocchia al petto e mi guardava mentre prendevo a cazzotti le pareti.
'Ah no? Beh, almeno io ci sto provando'.
'Per quale motivo continui a provare se sai che non arriverai a niente?'.
'Perchè voglio uscire da questo posto, dannazione!'.
Ero isterica, stavo praticamente urlando.
'Okay, fai pure'.
'Senti, io non posso perdere tempo con te che stai fermo lì a guardarmi. Fai qualcosa dato che sei così intelligente, no?'
'Sto pensando, stai calma'.
'Non sto calma, non possiamo risalire, non possiamo muoverci, resteremo qui per tutta la vita, moriremo di fame e sarà la fine'.
Non rispose.
'Perfetto, allora mi spaccherò il cranio per buttare giù questa cosa, non mi interessa'.
'Smettila, basta con queste scene'.
Scene? Cosa? Lui?
Non mi aveva mai parlato così.
'E' colpa tua se siamo qui, se non possiamo muoverci, quindi stai zitta e non lamentarti'.
Era seriamente irritato da me.
Non risposi e mi sedetti per terra attaccata alla parete per una buona mezz'ora.
Non mi rivolgeva la parola.
Sembrava non ricordarsi nulla dei giorni passati, sembrava avesse dimenticato tutti i baci, tutte le parole, tutto.
La sua mente era tornata indietro, era scappata, si era chiusa su se stessa e non voleva aprirmi.
Aveva chiuso tutto, cuore, mente e anima.
Si era chiuso in se stesso, come un riccio.
La cosa più frustrante era che non dimostrava dispiacere, era calmo, in pace.
Beh, forse il fatto che mi aveva sradicato dai suoi pensieri come una piantina lo rendeva felice.
Poteva pensarci prima, poteva risparmiarsi tutto quel bel copione.
Magari qualcuno l'aveva pagato, forse aveva fatto una scommessa.
Volevo scappare, andarmene, correre via.
Sentivo che non potevo stare dove stava lui, non se non mi guardava o rivolgeva la parola.
Mi stava distruggendo, difendeva se stesso e uccideva me.
Mi sentivo come un animale da circo.
Chiusa in una gabbia mangiando cibo andato a male,picchiata dagli addestratori.
Come la carta che brucia al fuoco che piano piano diventa polvere.
Come un corpo attraversato da una pallottola impazzita.
Come un piatto di vetro che si spacca al suolo.
Ero spezzata a metà, sbriciolata, vuota.
Avevano risucchiato tutto il mio amore, tutta la felicità.
E piano piano sprofondai nuovamente tra le braccia del mio dolore dopo averlo tradito con un po' di speranza, che alla fine si era sciolta al sole come un fiocco di neve.



-
buonsalvissimo a tutti (?)
ERO BLOCCATA, DI NUOVO.
questo capitolo è stato peggio di un parto D:
AHAHAHAHAHAHA
beh, grazie per aver letto miei cari uwu
abbracci,
martine, xx.



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Capitolo 14
*** Torn. ***


TORN.


Tu non puoi essere l'uomo che adoravo.
Non sembri sapere o preoccuparti di ciò che il tuo cuore vuole,
non lo riconosco più.
Non c'è nulla al suo posto.
Il dialogo si è spento per me,
è questo che succede:
niente di buono.
Sono lacerata.
Ho perso tutta la fiducia, mi sento così.
Ho freddo e mi vergogno distesa nuda sul pavimento,
l'illusione non è mai diventata realtà.
Sono sveglia e riesco a vedere il più bel cielo lacerato.




La meditazione di Niall era servita a qualcosa, ci aveva tirati fuori da quel posto.
Dopo aver aperto un passaggio facendo leva con altre tavole mi aveva accompagnata fuori  e se ne era andato senza dire una parola.
Tornai a casa sola, con il cuore spezzato.
Quello che era successo non era poi così grave, si era comportato come un bambino viziato.
Non era successo niente di male, niente di così tragico come pensava lui.
Ero sdraiata sulla moquette fissando il soffitto.
Lo facevo spesso, quando pensavo o riflettevo.
Ero ancora tutta bagnata di pioggia e lacrime.
Sinceramente mi ero abituata al suo amore, alla sua presenza, era diventato parte di me e tornare alla vita di prima, anche dopo pochi giorni, sarebbe stato straziante.
Senza di lui sarei ricaduta nella mia voragine autodistruttiva.
Il problema che mi tormentava da tempo si risvegliò in un secondo e tutta la rabbia, la tristezza, la delusione gli diedero la forza di tornare ancora più forte di prima, per uccidermi di nuovo.
Non provai a contrastarlo nemmeno per un secondo, non c'era più niente da fare, lui non c'era più,
avevo perso tutta la fiducia.
Corsi in bagno.
Orso piangeva disperato davanti alla porta.







-
salve a tutti!
questo capitolo è piccolissimo, il più piccolo di tutta la FF finora çç
non sarà apprezzato da tutti, lo so, però non potevo fare a meno di scriverlo.
grazie comunque di aver letto ♥
un grandissimo abbraccio,
martine xx.










 
 

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Capitolo 15
*** Orso, please, don't cry. ***


ORSO, PLEASE, DON'T CRY.


I giorni passavano ed ogni mia speranza che cresceva al mattino andava pian piano diminuendo alla sera.
Non lo vedevo da tre giorni.
Non avevo nemmeno provato a  chiamarlo o mandargli un messaggio.
Io non avevo fatto niente di male, lui doveva scusarsi, ma avevo la certezza che non l'avrebbe mai fatto perchè ormai io facevo solo parte del suo passato.
In quelle 72 ore non feci altro che pensare a Niall.
Niall, Niall e ancora a Niall.
Volevo baciarlo, volevo giocare con i suoi capelli ma più di tutte le altre cose volevo vederlo sorridere.
Volevo anche picchiarlo, dargli un pugno, uno schiaffo o anche un calcio.
Non avevo mai provato emozioni come l'odio, l'amore, il dolore, la felicità prima del suo arrivo, almeno non così forti.
Ero come un libro, un bellissimo libro, una storia fantastica, emozionante, con l'ultima pagina bruciata.
Ero senza fine, incompleta.
Ad intervalli di tre ore correvo in bagno, per riuscire in qualcosa.
Sì.
Volevo uccidermi.
Sarei morta con dignità suicidandomi.
Il dolore avrebbe tagliato il filo della mia vita senza ripensamenti, ma io non volevo questo.
Se proprio dovevo morire, beh, allora l'avrei fatto con classe.
Pensare a Niall mi faceva venire fame, per questo lo strazio si era prolungato per tre giorni.
Più ingerivo, più lottavo contro l'agonia.
Niall, perchè mi rendi tutto più difficile?
Te ne sei andato parzialmente, stai prolungando la mia agonia.

Pensai in lacrime.
La mia attenzione cadde su Orso.
Era sdraiato all'angolo più lontano del salone e tremava come una foglia.
Ogni volta che mi alzavo, mi muovevo, alzava lo sguardo e piangeva.
'Orso, vieni qui tesoro', dissi singhiozzando.
Orso non si mosse, iniziò a piangere ancora più forte, odiavo quel lamento.
'Ti prego, vieni da me, ti prego Orso', insistetti.
Si alzò lentamente e venne verso di me, balzò sul divano e si raggomitolò sulle mie gambe incrociate.
'Ciao piccolo mio', dissi accarezzandolo.
Non potevo vivere senza il mio cane, lui era il mio compagno di viaggio, l'avevo scelto come fratello dopo il trasloco.
'Sai che ti adoro, lo sai, non piangere per me, non aver paura di quello che sta succedendo'.
Smise di tremare e alzò lentamente la testa per guardarmi.
Premette il muso sulla mia guancia e dopo tornò sulle mie gambe.
Almeno lui si fidava di me.
Sentivo che non potevo mettere la parola fine, non adesso.
Avrei fatto del male a molte persone.
La mia famiglia, anche se non li sopportavo, i miei genitori, mio fratello e mio nipote non meritavano di soffrire per la mia morte.
Nessuno meritava di soffrire per una morte, era orribile.
Come l'avrebbero presa?
Decisi che avrei fatto passare del tempo, smettendo di guidare la morte alle mie porte.
Non avevo mai provato a pensare positivo di testa mia.
Mi ero sempre servita della felicità di Niall, lui ne aveva da vendere.
Adesso era il momento di provare qualcosa di nuovo.
Dopotutto cos'altro poteva accadermi? Niente sarebbe stato peggio del passato.
E poi non dovevo dare a Niall quella soddisfazione.
Vedermi felice l'avrebbe fatto infuriare, il suo unico intento era quello di farmi soffrire.
In quel momento mi venne voglia di fare una cosa, una cosa che odiavo profondamente.
'Orso, vieni, andiamo a fare la spesa'.
E aprii la porta di casa.



-
salve, salve, salve.
okay, questo capitolo è un po' contorto çç
e secondo me ci sono tantissimi errori, ma vabhè.
la fine può sembrare un po' ironica ecco, AHAHAHAH, cioè fa ridere anche me,
ma sinceramente mi ero stancata di vedere la mia Martine così!
bene, so scrivendo il 16 che pubblicherò presto uu
grazie mille a tutti, un abbraccio ♥
martine xx.

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Capitolo 16
*** Failure. ***


FAILURE.



Aprii il portone e uscii dal palazzo.
Pioveva.
'Merda!', dissi ad alta voce.
Avevo preso l'iniziativa di fare qualcosa per me ed ecco il primo ostacolo.
'Fantastico', pensai.
La pioggia.
Era bellissima.
Mi fermai ad ascoltare il ticchettio delle gocce.
Era un suono così rilassante.
Feci un passo verso le strada e lasciai che l'acqua si scontrasse con il mio corpo.
Non avevo mai fatto nulla del genere, o sì?
Sì, quella volta, quando Niall...
Ecco, di nuovo Niall.
Mi sedetti sul bordo del marciapiede, la pioggia si mescolava con le lacrime.
Ripensai al modo in cui mi aveva protetta dal temporale per non farmi bagnare, tutto quel suo essere premuroso e dolce mi dava alla testa.
Il mio tentativo di 'nuovo inizio' era fallito, con un misero pensiero.
Forse non ci credevo veramente, forse mi sentivo più a mio agio in quel mare di dolore soffocante, eppure l'idea di una nuova vita mi emozionava.
Ero confusa, confusa e ancora confusa.
Il mio corpo voleva una cosa, il cuore un'altra e la mente un'altra ancora.
Era impossibile per me sopportare uno smarrimento simile.
Non sapevo cosa fare, ero terrorizzata, persa.
Non trovavo la strada giusta, forse per me proprio non esisteva una strada giusta.
Dopo tutte quelle delusioni avevo paura, paura d'essere felice ancora una volta.
Mi rifiutavo di gustare ancora la felicità per evitare un'altra ferita al mio cuore.
Non avevo mai pensato che sarebbe stato facilissimo, ma nemmeno così deludente e straziante.
Ci avevo provato, provato e riprovato e sentivo che adesso tutti i tentativi erano scaduti una volta per tutte.
Sentii dei passi incerti avanzare nelle pozze d'acqua, alzai lo sguardo con gli occhi gonfi dalle lacrime, era Niall.



-
salve a tutti gente (:
okay lo ammetto, non ho postato subito, CHIEDO UMILMENTE SCUSA.
allora, ci siamo, ci siamo, ci siamo, gente ci siamo!
AHAHAHAHAH, okay la smetto.
Allora, voglio tenervi ancora un po' sulle spine uu
*scappa*
spero vi piaccia, un abbraccio,
martine xx. ♥

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Capitolo 17
*** Here i am. ***


HERE I AM.



'Ciao', disse.
Non risposi.
Non era reale, stavo male, stavo impazzendo, ora anche le allucinazioni.
Non era lui, cioè sì, era lui, ma era solo un frutto della mia disperata fantasia.
Oddio, dovevo andare in un manicomio, stavo impazzendo letteralmente.
'Hey', insistette.
Non risposi.
Perchè tutte a me?
Non bastavano i ricordi per farmi fuori, no.
Adesso anche le allucinazioni, Niall che comparivano dal nulla con tutta la loro bellezza salutandoti.
ASSURDO, TOTALMENTE ASSURDO.
Mi serviva un medico, uno psicologo, un professionista.
'Martine, io..', iniziò.
Parlava, parlava perfettamente.
La mia mentre era stata intossicata dalla sua presenza talmente tanto che lo riproduceva in tutto e per tutto, nei minimi dettagli.
'Martine?', disse.
Niente.
'Martine. Martine mi dispiace, scusami, ti prego', implorò.
Si inginocchiò davanti a me per guardami negli occhi.
Mi prese il mento per osservarmi meglio ma spinsi via la mano.
Merda, merda, merda.
Non era un'allucinazione, era lui, era Niall, il mio Niall.
Sospirò, non era esasperato, era triste.
'Perdonami, io..non so che mi è preso. Io non volevo trattarti così, io..'.
Sembrava sinceramente dispiaciuto, ma allora perchè non si era fatto vivo prima?
Come se avesse letto il mio pensiero, rispose.
'Scusami se non sono venuto a scusarmi in questi giorni, dovevo riflettere e adesso sono qui, ti prego Martine'.
Io, io non trovavo le parole, non trovavo la forza di parlare.
Il mio cuore saltava per uscire dal petto, voleva accettare le sue scuse, le aveva già accettate.
Sentivo le farfalle nello stomaco tornare dopo un lungo periodo d'assenza.
La mia mente si riaccese in un secondo e tutti i meccanismi ricominciarono a funzionare.
Le ferite piano piano si richiusero,il cuore ricominciò a battere e il sangue a pulsare nelle vene.
'Ti prego amore mio, sono stato un bambino a lasciarti così, non avevi fatto niente, ma...ti prego io non ce la faccio'.
Come non ce la faceva? Non riusciva a stare con me? Come?
'Non ce la faccio a stare senza di te, se non ci sei tu io non ho forza,  non volevo farti soffrire, è stata la cazzata più grande della mia vita, non ero io, non volevo te lo giuro, ho bisogno di te come l'aria, torna da me ti prego, torna a baciarmi come solo tu sai fare, ti prego, mi manca il tuo profumo il tuo calore, mi manca il tuo viso, i tuoi occhi che brillano quando ti dico ti amo, mi manca la tua voce, il suono più bello che abbia mai sentito, mi manca la mia casa, mi manchi tu perchè sei la mia casa, la mia famiglia, il mio mondo'.
Stava piangendo, singhiozzava come un cucciolo, piangeva senza fermarsi, piangeva disperato.
Sentii una fitta allo stomaco, vederlo piangere così mi uccideva.
Mi alzai di scatto senza distogliere lo sguardo dal suo volto.
Mi seguì a ruota nervoso.
Eravamo faccia a faccia.
Il mondo era andato via, c'eravamo solo io e lui.
Avvicinai la mano alla sua guancia e asciugai con il pollice una lacrima, poi le asciugai tutte, delicatamente.
Non smise di piangere, ma le sue lacrime erano cambiate, adesso erano accompagnate da un sorriso, un sorriso che non vedevo da tanto.
Aprii le braccia per dargli il bentornato e mi strinse a sè con tutta la sua forza.
Lo sentivo ancora singhiozzare, questa volta di felicità.
Mi sollevò da terra e mi aggrappai al suo collo.
Pian piano riprendevo confidenza con il suo corpo e il suo viso.
Incrociai le gambe intorno alla sua vita e spostai il viso per guardarlo meglio.
Sorrideva, non smetteva di sorridere e piangere, era la cosa più bella del mondo.
Presi il suo viso tra le mani mentre lui mi teneva ancora incollata a sè.
'Hey tu, tu guardami, mi stai sentendo?'.
Annuì.
'Bene, io ti amo come non ho mai amato nessuno, okay? Ti amo e non cambierà mai, te lo prometto. Ti amo con tutto il mio cuore Niall. Ti amo'.
Sosteneva ancora il mio peso, non poteva baciarmi e tenermi in braccio contemporaneamente.
Mi avvicinai e lo baciai.
Sentii una scintilla, come due comete che si scontrano.
Ero a casa, per la prima volta mi sentivo a casa, era quello il mio posto.
Assaporai per la prima volta le sue lacrime che non smettevano di scendere.
Sciolsi il bacio e tornai a guardarlo.
'Sono qui Niall, sono qui e non me ne vado. Ci siamo solo io e te adesso, per sempre', giurai.


-
ciao bella gente, ciao.
SIETE CONTENTI? AHAHAHAH
sono tornati insieme i due *--*
spero vi piaccia cari!
un grandissimo abbraccio, martine xx.

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Capitolo 18
*** Everything's okay. ***


EVERYTHING'S OKAY.






Indossai i pantaloni della tuta e una canottiera.
Uscii a piedi nudi dal bagno, con i capelli ancora un po' umidi.
Corsi il cucina e presi un mela verde dal cesto della frutta e l'addentai.
Mi sedetti sul tavolo della cucina ed appoggiai i piedi sulla sedia.
Probabilmente Niall era ancora in salone.
Mi concentrai sulla mela, era buona.
'Una mela', disse sbucando dalla porta della cucina.
Si appoggiò con una spalla alla porta e si fermò ad osservarmi.
'Direi proprio di sì', risposi.
'Sembra buona', concluse.
'Infatti', dissi lanciandogliela.
La prese al volo e la morse anche lui.
'Hai ragione', concluse con il boccone in bocca.
Iniziai a ridere, mi chiusi la bocca con una mano.
'Che c'è da ridere?', disse.
'No, niente', dissi continuando a ridere.
'Okay', disse avvicinandosi.
Oh no.
Quando si avvicinava così c'era solo una conclusione.
SOLLETICO.
'No Niall, no. No, dai, scherzavo', dissi scendendo dal tavolo lentamente.
'Ma io non voglio fare niente', si scusò ridendo.
'Oh sì, io so cosa vuoi fare'.
Scappai dalla cucina e corsi in salone.
'Dove scappi, vieni qua!'.
'Non mi prenderai mai!', urlai ridendo.
Mi gettai sul divano di scatto tirando le ginocchia al petto per difendermi.
'Perfetto', disse avvicinandosi.
'No dai, chiedo scusa'.
Si sedette nel poco spazio rimasto sul divano.
Mi tirai su e mi sedetti anch'io come lui.
Guardava in un punto fisso e tratteneva un sorriso.
Sta tentando di ignorarmi, ma non ci sarebbe riuscito, non per molto.
Mi avvicinai pian piano e mi sedetti al suo fianco.
Ancora niente, tratteneva un sorriso ma continuava ad ignorarmi.
Allora avvicinai il viso e piegai la testa da un lato per vederlo meglio e gli sorrisi.
Allora spostò lo sguardo verso me.
'Ciao', dissi.
'Ciao', rispose sorridendo.
Mi morsi il labbro e continuai ad osservarlo.
Era perfetto.
I suoi occhi erano qualcosa di unico, magico.
Amavo le sue guance, erano morbidissime, la cosa più tenera del mondo.
E le sue labbra, semplici e deliziose.
Sentii una piccola spinta, mi stava baciando.
'Hey, sei tra noi?', disse.
'No'.
'Ecco fatto, l'abbiamo persa'.
'Sei bellissimo', conclusi.
'Cosa? Hai battuto la testa?'.
'No, sei bellissimo'.
Non rispose, il suo sguardo cambiò e i suoi occhi divennero lucidi.
Si emozionava sempre, ogni volta che gli dicevo qualcosa di dolce.
Mi piaceva renderlo felice, anche solo con una parola.
'Grazie', disse abbassando lo sguardo per nascondere la sua espressione.
Un po' gli pesava essere così 'debole', ma per me era la cosa più bella del suo carattere.
Il fatto di essere così umano, così dolce e comprensivo lo rendeva magnifico.
Ero seduta sulle sue gambe.
Forse mi aveva spostata mentre ero rimasta incantata dalla sua bellezza.
Lo abbracciai e sentii il suo dolcissimo profumo sul suo collo, era una delizia.
Dopo poco sciolse l'abbraccio e mi baciò.
Stavolta ero presente quindi percepii ogni cosa.
Il calore, le farfalle nello stomaco, tutto.
La mia pace era tornata, ero serena, tranquilla e avevo tutto ciò che desideravo: Niall.






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salve a tutti!
grazie grazie grazie e grazie.
vi ringrazio per tutte le recensioni del capitolo 17, e anche per gli altri naturalmente.
allora, i nostri ragazzi sono tornati insieme, quuuuuuindi in questo capitolo ho messo un bel po' di dolcezza (:
grazie mille per aver letto, come sempre ♥
un grandissimo abbraccio a tutti, martine xx.

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Capitolo 19
*** Biscuits? ***


                                                                                                 BISCUITS?

*Niall's pov.*


Il primo raggio di luce filtrava tra le tende della camera e illuminava a tratti il suo viso.
Era forse la prima volta che l'osservavo così.
Era appoggiata sul mio petto e dormiva come una bambina, era calda, il suo calore mi rilassava.
Tenevo tra le braccia il dono più bello di tutti.
Sentivo i suoi capelli sulla mia spalla, mi provocavano un certo solletico, era piacevole.
Aveva dei piccoli e sottili riflessi ramati in ogni ciocca di capelli, un colore meraviglioso.
Passai lentamente un dito sotto il suo naso per sentire il suo respiro, fresco e regolare.
Iniziai ad accarezzare la punta del suo naso, lo facevo sempre, mi divertiva.
Era passato quasi un mese e i nostri mondi si erano già collegati perfettamente.
La nostra felicità aumentava ogni giorno di più, anche lei era felice, lo percepivo.
Avevo promesso che l'avrei aiutata e che mi sarei preso cura di lei per sempre, lo stavo facendo.
Volevo restare così per sempre, avevo tutto, avevo trovato il paradiso e mi sembrava quasi impossibile.
I miei pensieri si fermarono per un momento.
Si mosse e deglutì.
Spostai lo sguardo per controllarla, dormiva ancora.
La strinsi ancora di più e iniziò a sorridere.
Risposi con una leggera risata, era tenerissima.
Presi l'angolo della coperta ai piedi del letto con delicatezza per evitare di svegliarla del tutto e la coprii.
Con mia grande sorpresa afferrò la coperta e la lanciò indietro ridendo.
Riafferrai la coperta per coprirla di nuovo e scoppiai a ridere.
Rotolò dalla parte opposta del letto e si rannicchiò in segno di protesta.
Lo faceva per stuzzicarmi, ma alla fine cedeva sempre alle mie scuse, era una specie di gioco.
Avvicinai furtivamente la mano e la tirai a me dalla vita.
'Buongiorno anche a te', le sussurrai all'orecchio ridendo.
'Smettila di sedurmi,di prima mattina non è accettabile, sono fragile io', disse.
'Ah, sì?', risposi divertito.
'Sì'.
Le baciai il collo e piegò la testa chiudendo gli occhi.
Si spostò guardando il soffitto e incrociò le mani sul petto.
Era pensierosa. Mi sistemai su un lato per guardarla, appoggiai il gomito sul cuscino e la testa sul palmo della mano.
Ogni tanto sospirava e spostava lo sguardo per evitare il mio.
La situazione mi stava irritando, ma non esageratamente.
Improvvisamente si spostò su di me. Eravamo faccia a faccia.
'Ciao', dissi ridendo.
Giocò per un po' con i miei capelli, arricciandoli.
Adoravo fissarla, era la mia attività preferita e non mi sarei stancato facilmente di questo.
L'amavo, l'amavo con tutto il mio cuore, era il mio mondo.
Mi avvicinai per baciarla e scattò indietro per scrutarmi.
Sorrise e si avvicinò ricambiando il bacio.
La sue labbra erano morbide e carnose, deliziose.
Si fermò lasciandomi senza respiro e disse, 'Voglio dei biscotti'.
Biscotti?
'Cosa?', chiesi.
'Voglio dei biscotti, voglio tre pacchetti di Oreo'.
'Stai scherzando?'.
'Sembro una che scherza io?', concluse.
'Okay, tra un po' scendo e vado a prenderli'.
'Grazie amore mio', rispose baciandomi di sfuggita.
Scese dal letto e si alzò in piedi, barcollò per qualche secondo e poi non la vidi più.






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salve a tutti uu
avevo sospeso questa ff per un blocco (??)
adesso sono tornata, I'M BACK AHAHAHAH.
spero vi piaccia, vi prometto che aggiornerò prestissimo, almeno ci proverò!
un abbraccio a tutti, martine xx.

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