Winter Again di Clovely (/viewuser.php?uid=82227)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1) Il primo giorno ***
Capitolo 2: *** 2) Il Migliore amico di Ramoso ***
Capitolo 3: *** 3) Morso al chiaro di luna ***
Capitolo 4: *** 4) Il Dittamo sistema sempre tutto ***
Capitolo 1 *** 1) Il primo giorno ***
Winter
Again
Capitolo
1: il primo giorno
Seduta
nel solito scompartimento dell’espresso per Hogwarts, Lily
Evans
sorrideva. Sentiva le sue amiche Alice e Mary parlottare al suo
fianco, ma non le stava realmente ascoltando. Fissava il paesaggio al
di là del vetro che scorreva veloce sotto i suoi occhi di
smeraldo.
Tutte le praterie e i boschi che si lasciava alle spalle erano metri
in meno che la separavano da Hogwarts, la sua casa. Lily stringeva
tra le dita, nascoste dal mantello dell’uniforme, dei pezzi
di
pergamena giallastri e spiegazzati. Non erano semplici pezzi di
carta, erano lettere.
Lettere
che James Potter le aveva inviato durante l’ultima settimana
d’estate, quando lui era tornato a casa sua e lei era rimasta
lì a
Londra, passando il suo tempo a passeggiare e ad aiutare la nonna.
Lily avrebbe tanto voluto tirare fuori le lettere e mettersi a
leggerle, ma non poteva. Non con Alice e Mary li vicine.
Il
perché?
Facile,
nessuno sapeva che Lily e James, alla fine, avevano deciso di
provarci. Di provare a frequentarsi. C’era un solo piccolo
dettaglio che rendeva diversa la loro storia da quella degli altri
studenti di Hogwarts, da quella di Alice e Frank: la loro era una
relazione segreta.
Dal
giorno della festa Lily non aveva pensato ad altro che a quello. Al
fatto che alla fine aveva ceduto a James Potter, grazie soprattutto
ai consigli di nonna Evans e sì, seriamente, di Sirius
Black. Lily
non credeva realmente che potesse funzionare ed era ancora sicura di
ciò... però...
Però
non poteva mentire a se stessa. Quei momenti con James le avevano
tolto il respiro. Ad ogni modo nulla era ancora sicuro,
l’estate
era passata e ora sarebbe arrivato ancora l’inverno. E
lì sarebbe
avvenuta la sfida più difficile: Lily avrebbe scoperto se
voleva
davvero
frequentare James
Potter. Era a scuola che avrebbe avuto la risposta a
quell’enorme
interrogativo che la perseguitava da giorni. Perché se
glielo
avessero chiesto alla fine del quinto anno, la risposta sarebbe stata
unica e sola, inequivocabile: NO!
Mai,
non avrebbe mai voluto frequentare James Potter!
Ma
ora... ora tutto era diverso. L’estate aveva portato con se
un’aria
di novità e di ricordi che in quel momento infestavano la
mente di
Lily... solo i ricordi piacevoli, però.
«Hey
Lily!» La chiamò Alice, senza ottenere risposta.
«Lily?»
Anche Mary si aggiunse al richiamo di Alice, mentre
quest’ultima
aveva iniziato a scuotere una mano davanti agli occhi di Lily. La
rossa sobbalzò, sbattendo le palpebre e spostando lo sguardo
dal
finestrino alle sue compagne.
«Ma
ci sei?» Le chiese Alice, guardandola con aria esasperata.
«Sì,
certo che ci sono.» Replicò Lily, pratica come
sempre. «Stavo solo
pensando.»
«A
cosa?» Chiese Mary, mettendosi più comoda sul
sedile di pelle di
fronte alle altre due ragazze.
Lily
si strinse nelle spalle. «Al sesto anno.» E questa,
pensò Lily,
era una mezza verità. Le dispiaceva non dire nulla alle due
ragazze,
riguardo a Potter, ma Alice era talmente pettegola che in pochi
minuti tutta la scuola insegnanti compresi avrebbero saputo di lei e
Potter. E questo era proprio ciò che lei voleva evitare.
«Il
sesto anno?!» Esclamò
Alice. «E tu credi che questo sia più importante
di quello che
stavamo discutendo noi?!»
Lily
osservò l’amica con sguardo perplesso.
«Non saprei... di cosa
stavate parlando?»
Alice
sfoderò un sorrisetto compiaciuto, tornando a sedersi
compostamente
al suo fianco. «Degli addominali di Frank.»
Esclamò guardando Mary
con la coda dell’occhio.
Lily
spalancò gli occhi. «Cosa?! Perché
dovrebbe importarmi degli
addominali del tuo ragazzo?!»
Esclamò la ragazza iniziando a ridacchiare.
«Quello
che ho detto anche io!» Disse Mary, rianimata
dall’appoggio di
Lily. «E’ ovvio che tu sei di parte! A parer mio
sono mille volte
meglio gli addominali di James Potter! Insomma... lui è un
cercatore.» Concluse
Mary con sguardo sognante. Lily deglutì.
Accidenti,
come poteva stare in quello scompartimento con le sue amiche che
parlavano degli addominali del suo ragazzo
non-ragazzo?!
Non poteva, infatti.
«Poi
è uno sportivo... ovvio che i suoi muscoli sono
più sodi!» Alice
tirò una cioccorana in faccia a Mary, che cercò
di scacciarla
mentre le saliva in testa.
«Non
è vero!» Urlò Alice, con il solito
sorrisetto sulle labbra.
«Sì
invece! James Potter è meglio!»
«Ragazze!»
Esplose Lily, senza riuscire a trattenersi. Com’è
che si
innervosiva così? James Potter non era davvero
il
suo ragazzo. La loro era solo un prova. Alice e Mary smisero di
battibeccare e la guardarono con sospetto. Doveva inventarsi
qualcosa, e alla svelta. «Possiamo evitare di parlare di
Potter
prima ancora che inizi l’anno?» Lily dovette
spingere le lettere
più giù nelle tasche, come se avesse paura che
saltassero fuori da
un momento all’altro, smascherandola. «E
poi...» si decise ad
aggiungere, per allontanare qualsiasi sospetto. «A parer mio
Sirius
Black è meglio di tutti e due. Messi insieme.»
Lily aspettò,
sperando in una reazione positiva. Ancora un’istante di
silenzio
e...
«In
effetti ha ragione. Black è così affascinante.»
Esclamò Mary.
Alice
scosse la testa energicamente. «No, te lo ripeto: Frank non
lo batte
nessuno!»
«Oh
dai! James e Sirius sono molto più muscolosi di
Frank!»
«No!»
«Sì!»
E
fu così che Lily si ritrovò a passare gli ultimi
minuti che la
separavano dal castello di Hogwarts ad ascoltare le sue amiche che
parlavano dei muscoli di Frank Paciock, Sirius Black... e James
Potter.
Bell’inizio!
Pensò Lily, sorridendo allegra pensando al suo piccolo
segreto.
~
Quando
scesero dal treno Lily incontrò James. Lui le sorrise e lei
ricambiò, sicura che nessuno potesse notarli nella
confusione. Lily
si sporse in punta di piedi, cercando di recuperare la gabbietta del
suo gufo dallo scompartimento del treno, quando lui arrivò
al suo
fianco.
«Bisogno
di aiuto, Evans?» Le chiese rivolgendole un sorriso a
metà. Intanto
allungò il braccio, agganciando in un dito la gabbietta di
Atlas e
porgendola a Lily senza il minimo sforzo. Lily si
rimpossessò di
Atlas controllando come se la passasse il piccolo gufetto grigio che
la fissava con i suoi occhioni gialli.
«No
Potter. Faccio da sola.»
«Sicura?»
Chiese lui, persuasivo.
«Sicurissima.»
Rispose lei , rivolgendogli un sorriso che chiunque avrebbe
interpretato come un espressione di superiorità e amichevole
indifferenza. Ma che Lily e James sapevano essere un sorriso in
codice, che solo loro due potevano comprendere. Perché solo
loro due
conoscevano il loro segreto..
«Hey
Lily! Andiamo alla carrozza?» Chiese Mary arrivando al suo
fianco,
seguita da Alice e Frank. La ragazza non si era accorta di James e si
ritrovò ad arrossire. «Ciao James!»
Lui
le rivolse un cenno ed un sorriso.
«Allora
Evans? Non ci vieni con me?» Chiese lui persuasivo, facendo
cenno
alla carrozza li vicino, sulla quale erano già seduti
Sirius, Remus
e, notò Lily, anche Peter.
Lily
sbuffò. «No Potter! Quante volte te lo devo
dire?» Era così
abituata a quelle risposte che non le venne nemmeno troppo difficile
recitarle. James intanto continuava a sorridere. Non era giusto,
pensò Lily, la sua parte nella recita era più
semplice. Lui
continuava semplicemente a fare quello che faceva di solito:
infastidirla ed essere rifiutato.
Intanto
dietro di lui Sirius si sbracciava per attirare la sua attenzione.
«Hey! Ciao Evans!»
Si
divertivano loro, James e Sirius. Lily non credeva che quella storia
sarebbe durata a lungo visto che Sirius la conosceva. Era abbastanza
incline a parlare troppo.
«Andiamo
Mary.» Disse Lily prendendo l’amica per la manica
dell’uniforme
e trascinandola via, a testa bassa per nascondere il sorriso che era
sorto sulle sue labbra.
Okay,
pensò, non sapeva come mai, ma sentiva che il sesto anno
sarebbe
stato spassoso, sì. Spassoso.
Lily
trascinò via Mary non prima che lei, notò la
rossa con disappunto,
ebbe lanciato uno sguardo approfondito... sì, agli
addominali di
Potter.
~
Lo
smistamento e la cena passarono tranquillamente, tra un bicchiere di
succo di zucca e ricongiungimenti con i compagni Grifondoro vecchi e
nuovi. La sala echeggiava tra il brusio delle tante persone che
chiacchieravano e il rumore di piatti e forchette. La ragazza
parlò
con tutti, evitando accuratamente di menzionare qualsiasi cosa
riguardante la sua estate, come Severus, la presa in giro dei suoi
ex-compagni babbani e soprattutto la storia di Potter.
Lily
sorrise per tutta la sera, più allegra di quanto ricordasse
di
essere stata negli ultimi mesi. Era tornata a casa, aveva ritrovato i
suoi amici e... e il resto si sapeva. Lei lo
sapeva.
Ogni
tanto Lily, tra una pausa e l’altra, lanciava qualche sguardo
veloce all’angolo occupato dai Malandrini. James era,
ovviamente,
seduto al fianco di Sirius e di fronte a loro c’erano Remus e
Peter. Quest’ultimo non era cambiato molto
dall’ultima volta che
Lily lo aveva visto, prima della fine del quinto anno: basso,
grassottello con i suoi capelli lunghi e increspati color paglia e i
dentoni da castoro, sempre affascinato dai suoi compagni, gli occhi
grossi e tondi.
James
rideva scambiando battute con Sirius mentre un gruppo di ragazzine,
notò Lily, era intento ad osservarli.
Solo
alla fine della cena, quando Silente li congedò, Lily
incrociò lo
sguardo di James. Lui le fece l’occhiolino, inviandole un
bacio.
Lily lo guardò con disappunto.
«Hey!
James Potter ti ha appena...» Iniziò Alice,
affiancandola.
«No,
affatto.» Commentò Lily troncando la frase a
metà.
«Ok,
come non detto.» L’amica si strinse nelle spalle,
decidendo di
ignorare il comportamento anti-Potter di Lily, così si
allontanò a
braccetto con Frank.
In
quel momento un gufetto di carta planò vicino
all’orecchio destro
di Lily, prima di posizionarsi davanti ai suoi occhi, sbattendo le
alette di carta, in attesa. La ragazza si guardò attorno ma
in quel
momento era sola, la gente che passava di fianco a lei, diretta verso
i dormitori, non pareva degnarla di troppe attenzioni.
Così
Lily prese il gufetto tra due mani, osservandolo per un istante,
prima che quello si aprisse a mostrare un biglietto scritto con una
grafia frettolosa e disordinata.
Incontriamoci nella
sala comune a mezzanotte.
Ti
aspetto,
-
R
Lily
sorrise, appallottolando il foglietto e ficcandolo in tasca, assieme
alle lettere. Caspita, pensò. Non si riconosceva
più. Da quando
Lily Evans era felice pensando a James Potter?
Quante
cose erano cambiate...
La
ragazza accelerò il passo per raggiungere Mary, diretta al
dormitorio dei Grifondoro con le loro altre compagne. Si unì
a loro
silenziosamente, come se fosse sempre stata li.
~
Quando
mancarono dieci minuti alla mezzanotte Lily si alzò dal
baldacchino,
controllando gli altri letti della stanza. Le sue compagne sembravano
tutte profondamente addormentate. Perfetto.
Lily
si infilò una vestaglia e le pantofole poi
camminò con passo
felpato sino alla porta, che si premurò di accostare con
lentezza,
evitando che scricchiolasse.
Un
minuto dopo Lily era nella sala comune che, a prima vista, le parve
deserta. Decise così di sedersi sulla sua poltrona
preferita, quella
vicino al caminetto, dove il fuoco ardeva ancora, scoppiettando
luminoso.
Sedendosi,
Lily iniziò a pensare a cosa avrebbe fatto se James non si
fosse
presentato. Buttarlo dalla torre di astronomia sarebbe stata un bella
idea, però forse avrebbe potuto usare un arresto
momentum proprio
all’ultimo, giusto per trasportare Potter in riva al lago
oscuro e
lanciarlo nel centro esatto aspettando che la piovra lo stritolasse.
Oppure affogandolo lei stessa.
Fu
nel mentre di quei suoi pensieri cruenti che sentì una voce
richiamarla.
«Ehilà!
Guarda un po chi non si trova nel letto dopo il coprifuoco!»
Esclamò
la voce, divertita.
Lily
sobbalzò e si girò di scatto: James era seduto su
una poltrona di
pelle non molto lontana dalla sua. Ma prima li, Lily ci avrebbe
giurato, non c’era nessuno.
«Come
sei arrivato li? Non ti ho sentito scendere!»
James
assunse un cipiglio offeso, come se si aspettasse un saluto
più
caloroso, ma poi si strinse nelle spalle e rispose. «Sono
sempre
stato qui.»
James
indossava ancora l’uniforme, osservò Lily
distrattamente, prima di
replicare, con decisione. «No. Prima la sala era
deserta.»
«Bé
chiaramente si sta sbagliando, signorina Evans.» James
sorrise,
osservandola dalla sua posizione. Lily scosse la testa, esasperata.
«Bè»
esclamò James aprendo le braccia. «Non vieni a
salutarmi?»
La
ragazza lanciò uno sguardo alle scale che conducevano ai
dormitori.
Non era certo sicuro abbandonarsi a comportamenti non di disprezzo in
un luogo come la sala comune dei Grifondoro. Non se
sei un
Grifondoro.
James
rimase in attesa, speranzoso, mentre Lily lo fissava con un
sopracciglio inarcato, senza accennare a muoversi.
«Okay»
sospirò il ragazzo, tirandosi su stancamente.
«Verrò io. Per
questa volta vinci tu, Evans.» Disse James, lasciandosi
cadere
nell'esiguo spazio rimasto libero sulla poltrona occupata da Lily. La
ragazza sobbalzò, pigiandosi contro il bracciolo, presa alla
sprovvista da quella vicinanza. Il suo cuore traditore
iniziò a
pompare più veloce.
«Che
c’è?» Chiese James, cingendole le spalle
con un braccio. Lily
scosse la testa, chiudendo gli occhi. Anche se non lo vedeva, sapeva
che Potter in quel momento, sorrideva vittorioso.
«Com’è
andato il primo giorno?»
«Intendi
il primo giorno a Hogwarts... o il nostro primo
giorno?»
James
si strinse nelle spalle. «Entrambi.»
«Credo
bene. Sì, abbastanza bene.» Rispose Lily,
mettendosi comoda sulla
poltrona. Il braccio di James che la stringeva pareva riscaldare il
suo intero corpo almeno mille volte di più di quanto
l'avesse mai
scaldata il camino della sala.
«Davvero?
Bene a sapersi!» Esclamò James, allegro.
«E’
solo il primo giorno, James. Non ti illudere.» La ragazza
soffocò
uno sbadiglio, lasciando che la sua testa si posasse sulla spalla del
ragazzo.
Lily
lo sentì vibrare, e si accorse che stava ridacchiando.
«Cosa fai?»
Chiese insospettita, senza tuttavia aprire gli occhi.
«Niente.
E’ solo che aspetto questo momento da anni.»
Lily
non riuscì a trattenere un sorriso.
Era
andato bene, il loro primo giorno. Ora Lily avrebbe dovuto vedere
come sarebbero andati gli altri. Cosa avrebbero combinato i
Malandrini.
Ma
per quel momento, decise di non pensarci, restando semplicemente li,
immobile. Gli unici rumori che udiva erano il respiro di James sui
suoi capelli e il crepitio del fuoco che si affievoliva. Era tutto
così pacifico... Lily sarebbe rimasta volentieri li per
tutta la
notte.
SPAZIO
AUTORE
Salve
a tutti!!!
Eccomi
finalmente tornata con il seguito di ‘’Summer
Memories’’!!!
Allora,
ci terrei a precisare, per nuovi ipotetici lettori, che non dovete
per forza leggere la storia qui sopra indicata... però
sarebbe meglio per la comprensione di alcuni punti (ad ogni modo la
storia non è lunghissima, conta solo 6 capitoli ^^ )!
Per
i lettori abitudinari, se ci sono ancora, spero siate contenti visto
che finalmente ho deciso di postare il seguito! Spero di non
deludervi con questa nuova storia e di riuscire a rendere bene i
personaggi e l’ambiente di Hogwarts!
E
più di tutto, spero di riuscire a rendere la storia
interessante!
Come avete visto questo primo capitolo è tranquillo, tanto
per
reintrodurre i personaggi nel castello!
Spero
tuttavia che non sia stato un capitolo eccessivamente deludente! xD
Ad
ogni modo, vorrei ringraziare tutti quelli che hanno letto il capitolo
e ricordatevi: un commento mi fa sempre piacere!!! ;)
Grazie
mille a tutti e alla prossima!!!
|
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Capitolo 2 *** 2) Il Migliore amico di Ramoso ***
Winter
Again
Capitolo
2: il miglior amico di Ramoso
Il
mattino dopo Lily si svegliò allegra, anche se la sera prima
era
andata a dormire davvero tardi. Anzi, a conti fatti, era andata a
dormire solo qualche ora prima.
In
realtà si era addormentata in sala comune,
ricordò con imbarazzo,
ma probabilmente a James non aveva dato fastidio. Ricordava vagamente
che ad un certo punto l’aveva svegliata scuotendola
delicatamente
per la spalla e chiamandola, sussurrandole il suo nome
all’orecchio.
«Lily?
Lily?» James la scuoteva con un sorrisetto sulle labbra.
«Tesoro,
ti porterei volentieri in braccio a letto, ma sai che non posso
entrare nel dormitorio. Devi alzarti.» Lily in risposta aveva
mugugnato qualcosa, cercando di ignorare la voce che voleva
svegliarla. Così James provò ad alzare la voce e
a scuoterla con
più forza. «Lily... devi svegliarti! E’
tardi!» Dopo altri vari
tentativi James, esasperato, le aveva fatto il solletico,
svegliandola di colpo. La ragazza si era trascinata fino al
dormitorio, senza ricordare nulla di quello che era successo dopo il
suo temporaneo risveglio.
L’unica
cosa che ricordava abbastanza nitidamente, a meno che non
l’avesse
sognato, era che James l’aveva chiamata... tesoro.
Oddio, tesoro! Assolutamente no, non poteva averlo fatto!
~
La
lezione di storia della magia quel giorno parve a Lily più
noiosa
del solito. Non che il professor ruf godesse di un gran rispetto
quando si parlava di lezioni interessanti, anzi. Ma Lily di solito
riusciva a seguire e prendere appunti, affascinata al pensiero di
tutti quei maghi e streghe venuti prima di lei e che avevano
combattuto per salvaguardare il loro mondo. Ma quel giorno Lily non
riuscì proprio a prestare attenzione ai diritti magici
ottenuti nel
corso dei secoli dopo lotte e battaglie. Proprio no.
Era
distratta. Lily Evans era distratta in classe.
Mary,
seduta al suo fianco, l’aveva notato. Certo, pensò
Lily, non aveva
di meglio da fare anziché fissare lei? Alice invece, seduta
un banco
davanti al suo, si scambiava bigliettini piegati a forma di cigno
con Frank.
Ad
ogni modo, la causa della distrazione di Lily in quel preciso istante
si portava una mano ai capelli corvini e ribelli, spettinandoli
ancora di più. Al suo fianco, Sirius sonnecchiava sul banco,
il viso
sepolto tra le braccia e nascosto dai ricci neri.
Come
se qualcuno l’avesse chiamato, Potter si girò, una
mano ancora a
mezz’aria. Incontrò lo sguardo di Lily e le
ammiccò, scuotendo la
mano nella sua direzione.
Lily
si sentì arrossire e abbassò immediatamente lo
sguardo. Le ore di
storia della magia non erano affatto un buon momento per
salvaguardare la sua relazione segreta, visto che lei non riusciva a
pensare ad altro.
Mary
intanto la guardava di sottecchi.
Meraviglioso!
Fu
una benedizione quando la lezione arrivò al termine. Come
una
potentissima magia, gli studenti che sonnecchiavano immobili riversi
sui banchi di legno, iniziarono a risvegliarsi, tirandosi a sedere e
stiracchiandosi come se fossero appena usciti da un sonno eterno.
Tutti tranne uno.
Mentre
la classe iniziava a rianimarsi di mormorii e chiacchiericci, James
Potter, intento a stiracchiarsi, allungò una mano,
pizzicando su un
fianco Sirius, che dormiva senza pensieri, la bocca socchiusa e
un’espressione beata sul viso. Il ragazzo cacciò
un urlo,
sobbalzando e svegliandosi improvvisamente con tanta violenza che
spinse indietro la sedia, finendo a terra frastornato.
Vi
fu un attimo di silenzio, poi Sirius si mise a sedere, una mano tra i
ricci neri e l’espressione intontita di chi si è
appena svegliato,
e anche in malo modo.
In
meno di un secondo James iniziò a ridere fragorosamente
seguito dal
resto della classe, mentre Sirius si rimetteva in piedi, rosso in
viso, cercando di racimolare un briciolo di dignità. James
gli batté
una mano sulla schiena continuando a ridere, mentre il professor ruf
cercava invano di placare gli studenti. Alla fine urlò che
la
lezione era finita e se ne andò, fluttuando attraverso il
muro con
aria indignata.
Lily
si ritrovò a ridacchiare sotto i baffi, senza riuscire a
trattenersi. Di nuovo Mary le lanciò uno sguardo stupito.
~
Finalmente
arrivò l’ora di mensa. Lily si diresse assieme a
Mary e Alice
verso la sala grande, felice che le lezioni fossero terminate.
Attorno a lei i suoi compagni Grifondoro sembravano essere
d’accordo,
soprattutto i Malandrini, che furono i primi ad entrare ed
accomodarsi al tavolo di Grifondoro.
Tra
la marea di studenti che si dirigevano in gruppi allegri e chiassosi
verso la sala, Lily vide una figura ben nota. Questa si dirigeva a
capo chino e passo lento verso nella direzione opposta.
Era
Severus, ed era solo. Lily si ricordò dell’ultima
volta che
l’aveva visto l’estate passata. Quando avevano
litigato e lei lo
aveva cacciato via in malo modo, dicendo che non avrebbe mai
più
voluto parlare con lui. Ora era passato molto tempo da
quell’avvenimento e Lily era felice. Si sentiva in colpa e
voleva
cercare di sistemare le cose con lui. Chissà che durante
l’estate
anche lui fosse cambiato... ma per saperlo, doveva andare a
parlargli.
Fu
così che Lily si congedò dalle sue compagne e si
diresse con passo
sicuro verso Severus. Si preparò sulle labbra un sorriso di
riconciliazione, quasi stesse portando in una mano una bandiera
bianca. Quando fu abbastanza vicina, lo chiamò.
«Severus?»
Il
ragazzo si bloccò all’istante, alzando lo sguardo
su di lei. Era
come sempre, Severus. Pallido e con i capelli lunghi e unticci. Il
ragazzo non disse nulla quando vide Lily, ma i suoi occhi ebbero un
fremito.
«Ciao.»
Disse Lily, sentendosi, strano ma vero, insicura di fronte a lui, per
la prima volta. «Volevo parlarti. Chiederti... chiederti
scusa. Mi
sono comportata davvero male con te e... mi dispiace di averti detto
quelle brutte cose ma...» Lily non sapeva come proseguire. In
fondo
era lui dalla parte del torto, ma Lily non riusciva più a
sopportare
il rimorso per quello che aveva fatto e detto. Severus
continuò a
restare muto, senza esprimere nessuna emozione.
«Vuoi
perdonarmi, Severus?»
Le
labbra del ragazzo fremettero e Lily capì che si stava
trattenendo
dal dire qualcosa. Il suo sguardo però era strano, alieno.
Lily non
seppe individuare cosa stesse passando nella sua mente, almeno fino a
quando il ragazzo si decise a parlare.
«Lascia
perdere, Lily. Non mi interessa riappacificarmi con te. Mi
disgusti.»
Per
Lily fu come uno schiaffo in pieno viso. Non seppe cosa replicare,
rimase semplicemente li a fissarlo, la bocca aperta, gli occhi
sbarrati. Severus la guardò con disgusto prima di voltarsi.
Lily
si risvegliò e lo bloccò.
«Co-cosa
vorresti dire?!»
Il
ragazzo si voltò di nuovo, gli occhi neri che ardevano per
diversi
sentimenti tutti mescolati assieme. «Vi ho visti. Tu e
Potter.
L’estate passata. Mi fate schifo.
Tutti e due.»
Lily
trasalì, lasciando andare la manica dell’uniforme
di Severus. Il
ragazzo si allontanò di un passo. «Pensavo fossi
meglio di così,
Lily. Prima i babbani. Ora Potter. Non so cosa ti stia succedendo, ma
sei caduta davvero in basso. Mi aspettavo... di più. Mi
aspettavo di
più da te.»
Lily
era sotto shock, ma si riprese in fretta. «Tu! Tu mi vieni a
dire
certe cose? Dopo tutto quello che hai fatto? Ho voluto darti
un’altra
possibilità Severus. Oggi ho voluto farlo in nome dei vecchi
tempi.
E tu... tu osi farmi
questo?!
Sono stata davvero stupida. Davvero stupida a credere ci fosse ancora
qualcosa di buono in te!»
Con
queste parole Lily si incamminò in un mulinare di capelli
rossi. La
ragazza era indignata per quello che Severus aveva detto. Si diresse
impettita al tavolo dei Grifondoro, cercando di apparire normale,
senza riuscirci. Prese il suo solito posto in mezzo a Alice e Mary,
buttando bruscamente varie pietanze nel piatto, senza nemmeno sapere
quali fossero. Le sue amiche non le chiesero nulla forse
perché
avevano già capito cosa fosse successo, forse
perché avevano capito
che Lily non era in vena di rispondere.
Quando
la ragazza finalmente alzò lo sguardo, i suoi occhi ne
trovarono un
paio che la fissavano intensamente. James aveva
un’espressione
attenta e preoccupata. Lily riuscì quasi a sentire la sua
voce che
le diceva ‘dopo dobbiamo parlare’, anche se lui non
aveva aperto
bocca. La ragazza distolse lo sguardo, iniziando a mangiare
meccanicamente.
~
Lily
si sbatté la porta del bagno del secondo piano dietro le
spalle, con
forza. Aspettò li in silenzio, immobile, per qualche
interminabile
minuto, prima che la porta si aprisse di nuovo. La ragazza prese un
bel respiro e cercò di sorridere come faceva di solito.
Dallo
sguardo di James capì che non avrebbe funzionato fingere.
«Che
cosa è successo?» Chiese lui, preoccupato mentre
bloccava la porta
con un incantesimo. Un istante dopo era di fronte a lei.
«Niente.»
«Non
mentirmi.» James le prese una mano e la strinse.
«Dimmi cosa ti è
successo, Lily.»
«Non
è nulla di importante.» Sussurrò la
ragazza, fuggendo lo sguardo
di James.
«Lily,
guardami. Spiega.» Ma la ragazza non parlò. Non
voleva che James
sapesse di Severus, sicuramente avrebbe voluto vendicarsi e non
sarebbe andata a finire bene per nessuno. «E’
Mocciosus, non è
vero?»
Lily
si sentì smascherata, non poteva più negare.
Così sospirò e
raccontò, omettendo qualche particolare.
«E’ stata colpa mia.
Volevo scusarmi per il mio comportamento dell’estate
scorsa... non
avrei dovuto.»
«Lily!»
Esclamò lui, indignato. «Dovrebbe essere lui
a
strisciare ai tuoi piedi implorando il perdono, quel piccolo verme.
Non tu!»
«Lo
so. Ho sbagliato. Possiamo dimenticarci tutto, per favore?»
James
rimase in silenzio, Lily non sapeva come, ma sentiva che lui aveva
capito che la ragazza nascondeva qualcosa. Tipo la parte riguardante
Severus che conosceva il loro segreto.
«Okay.»
Disse alla fine James.
«Giura
che non farai nulla di stupido.»
Il
ragazzo indugiò, passandosi una mano tra i capelli.
«E va bene. Ma
se ti fa ancora qualcosa non mi importa. Farò quello che
avrei
dovuto fare già da molto tempo.»
Lily
non volle sapere di che si trattasse, ma sospirò, felice di
potersi
lasciare quello spiacevole episodio alle spalle e certa che non
avrebbe più commesso quell’errore così
stupido.
«Nessuno
deve osare importunare la mia Lily.»
Asserì James, con fierezza.
«Hey!»
Esclamò la ragazza. «Vacci piano, io non sono
tua.»
«Oh,
andiamo...» Fece James, con un sorriso cospiratore.
«Ammettilo
che...»
«No.
Mi dispiace James ma non ho intenzione di ammettere un bel
niente.»
Sulle labbra di Lily si dipinse un sorrisetto di sfida. Fino a dieci
minuti prima avrebbe distrutto l’intero bagno e ora...
sorrideva.
Non credeva che Potter potesse davvero metterla di buon umore.
«Per
ora, mia cara.» James ridacchiò.
«Comunque... stasera. Alle undici
in punto, all’ingresso della sala comune.»
Lily
l’osservò con uno sguardo interrogativo.
«Perché?»
«Non
te lo dico, è una sorpresa!» Il suo sorriso andava
da un orecchio
all’altro. «Allora, ci sarai?»
Lily
ci pensò su. «Non lo so... non mi fido molto di
te, James. Dimmi
cosa vuoi fare?»
«Non
se ne parla!» Esclamò lui, ammiccando. Non diede
nemmeno il tempo a
Lily di rispondere; le stampò un bacio sulle labbra prima di
allontanarsi ridendo e uscendo dal bagno lasciandola li attonita a
guardare la porta. Nel silenzio del bagno deserto, Lily si mise a
ridere.
~
Il
resto della giornata passò tranquillamente. Lily non vide
più
Severus, o forse era meglio dire che non lo cercò
più. Era
difficile ignorarsi ad Hogwarts, soprattutto se si era dello stesso
anno. L’ora di cena arrivò talmente in fretta che
Lily non se ne
rese nemmeno conto, tanto era immersa nel pensiero di quella sera.
Chissà cos’aveva in mente Potter.
La
ragazza si sedette al tavolo dei Grifondoro, come per il pranzo di
poche ore prima. L’unica differenza era che ora Lily era
felice e
sorrideva.
«Hey
Lily!» Esclamò Alice, sedendosi al suo fianco
trascinandosi dietro
Frank, che le rivolse un sorriso in segno di saluto.
«Salve,
piccioncini. Passata una bella giornata?»
Alice
la guardò aggrottando le sopracciglia. «Parli come
se non
l’avessimo trascorsa tutti assieme, la giornata. In classe
per di
più!» Esclamò la ragazza versandosi una
quantità sproporzionata
di patate arrosto nel piatto. Poco dopo anche Mary le raggiunse,
salutando con la mano la sua amica Tassorosso, Susie Habbott.
«Sapete
cosa?» Lily e Mary si voltarono a guardare Alice, con
un’espressione
allertata. Quello sembrava il tono che la ragazza di solito usava
quando aveva in mente qualcosa. Qualcosa di diabolico.
«Dovremmo
proprio organizzare una festa.» Asserì con
convinzione, entusiasta.
«Una festa di benvenuto, per quanto possa essere bello essere
tornati a scuola.»
Mary
batté le mani freneticamente. «E’
un’idea geniale, Alice!»
Le
ragazze iniziarono a parlottare tra di loro, mentre Lily le scrutava
con uno sguardo corrucciato. Era contro le regole della scuola
organizzare feste non autorizzate.
Mentre
le tre ragazze erano impegnate nei loro affari, Frank si sporse dal
tavolo e lanciò un urlo. «Hey! Hey
ragazzi!» Esclamò scuotendo la
mano in direzione di qualcuno. «Vi va di organizzare una
festa?»
Urlò, abbassando la voce.
«Festa?
Chi ha detto festa?!» Una testa riccia e scura
balzò come una
molla. Sirius Black si guardava attorno cercando chi avesse
pronunciato la parola magica, come un radar. Quando vide Frank che
lanciava segnali di fumo verso di lui, balzò in piedi,
seguito dagli
altri malandrini. Al completo.
«Amico!»
Esclamò Sirius, battendo una mano sulla spalla di Frank. I
due si
scambiarono un sorriso fin troppo allegro. «Stai parlando con
l’organizzatore di feste migliore di tutta
Hogwarts.» Disse Sirius
indicando se stesso. Dietro di lui, Peter Minus sorrideva come
un’ebete, saltellando da una gamba all’altra. Remus
invece
sospirava rassegnato, lanciando occhiate torve alla schiena di
Sirius. James invece guardava Lily sorridendo.
La
ragazza, come da copione, distolse lo sguardo indignata.
Ci
volle solo qualche secondo prima che si scatenasse il putiferio
mentre Alice, Mary, Frank, Sirius e James cercavano di esprimere
ognuno la propria opinione sulla festa.
Se
fossero andati avanti così, pensò Lily, li
avrebbero beccati prima
ancora di poter decidere il luogo.
«Ragazzi.»
Chiamò, ma nessuno la sentì, a parte Remus che
sembrava sempre più
esasperato. «Hey!» Riprovò picchiettando
con il dito sulla schiena
di Alice. Lily roteò gli occhi e incrociò lo
sguardo di qualcuno.
Era accaduto troppo in fretta perché potesse esserne certa,
ma le
pareva che Christopher Macnair dal tavolo dei Serpeverde, la stesse
fissando. Probabilmente se lo era solo immaginata, pensò
scuotendo
la testa.
«Ragazzi!»
Urlò, stanca di essere ignorata. Tutti e cinque si voltarono
verso
di le. «Volete smetterla di urlare a questo modo? Vi farete
scoprire
subito! Siete davvero negati ad organizzare, voi.»
«Ah,
sì?» Disse James raddrizzando la schiena e
guardandola con aria di
sfida. «Allora perché non la organizzi tu, la
festa, Lily?» Il suo
sorriso sghembo era più divertito più che mai.
«Perché
a me» Replicò Lily guardando
James con un mezzo sorriso. «La
festa non interessa.»
«Oh,
andiamo Lily!» Alice e Mary avevano uno sguardo implorante.
La
ragazza scosse la testa, raccogliendo le proprie cose con astio.
«Io
sono dalla sua parte.» Aggiunse Remus entrando per la prima
volta
nella discussione. I malandrini lo guardarono come a dire che quella
non era affatto una novità.
«Maddai?»
Esclamò Sirius, divertito.
Lily
levò le tende prima che il dibattito ricominciasse. Tuttavia
non era
arrabbiata, come lo sarebbe stata l’anno prima. Era solo...
divertita.
Lily
Evans era divertita dal fatto che si stesse organizzando una festa
illegale.
~
Alle
undici in punto James sgattaiolò dalla sala comune, non
ancora del
tutto deserta, verso l’ingresso, pigiandosi contro il muro
per
passare inosservato. Si era tolto l’uniforme e aveva
indossato
vestiti comodi. E una felpa pensante, sotto la quale stava celato il
suo prezioso mantello dell’invisibilità. Sirius
l’avrebbe ucciso
se avesse scoperto cosa stava per fare. Ma James era abbastanza
sicuro di potersi fidare di Lily, ora.
Pochi
minuti dopo, la ragazza sgattaiolò proprio di fronte a lui,
anche
lei senza uniforme e con uno sguardo non del tutto sicuro, come se
non sapesse cosa fare li. James le sorrise, prendendosi solo qualche
istante per osservarla.
«Allora
ti fidi di me.»
La
ragazza arricciò il naso. «Non ne sono poi
così sicura. Come
procedono i preparativi?»
«Ah,
così ora ti interessi?»
«Sono
solo curiosa.» Replicò stringendosi nelle spalle.
«Bè,
non è organizzata nell'imminente futuro. Ma ci
sarà, prima o poi.»
Lily
inarcò le sopracciglia, ridacchiando.
«Ad
ogni modo,» riprese James, cambiando argomento.
«Noi abbiamo già
qualcosa in programma, rammenti?» Il ragazzo
ammiccò, posando la
mano sul pomello della porta.
«Che
stai facendo?» Chiese Lily seguendo lo spostamento del suo
braccio.
«Usciamo.»
James stava già aprendo la porta quando Lily lo
fermò.
«Sei
pazzo? Non possiamo uscire a quest’ora!
E’...»
«E’
contro le regole, lo so!» La interruppe James ridacchiando
divertito. E questo era la parte più difficile, e
più divertente.
Convincere Lily Evans ad infrangere le infrangibili regole di
Hogwarts. Cosa che James con i malandrini aveva già fatto...
bé,
aveva perso il conto alla fine del primo anno.
«Bene,
quindi non si può.»
James
la fissò intensamente.
«Che
c’è?» Chiese la ragazza, incrociando le
braccia al petto con aria
imbronciata.
«Tu
credi veramente
che ci
beccherebbero? Voglio dire, è con James Potter che stai
parlando.
Nessuno, ripeto nessuno ha
mai beccato James Potter.»
Lily
sbuffò, poco convinta.
«Avanti
Lily! Fidati di me. Ho una cosa che voglio mostrarti.»
La
ragazza indugiò, ma poi presa dalla curiosità,
domandò: «Sarebbe?»
«Non
posso fartelo vedere qui, dobbiamo uscire.»
«Dimmi
cos’è.»
James
non si prese nemmeno la briga di rispondere, ma aprì la
porta e
sgusciò fuori in perfetto silenzio. La ragazza avrebbe
voluto
urlargli un insulto, ma ovviamente non poteva, altrimenti
l’avrebbero
sentita.
Alterata,
seguì James fuori dal ritratto. L’aveva fatto, era
uscita dalla
sala comune. Il castello era buio a quell’ora. Gli uomini e
le
donne nei ritratti dei quadri sonnecchiavano beati, alcuni russavano
addirittura. Le scale erano illuminate da poche sporadiche candele e
dalla tenue luce che filtrava dalla finestra.
James
era in piedi di fianco a una di esse e le faceva segno di
avvicinarsi. Lily lo fece, atteggiandosi indignata ma, sotto sotto,
si sentiva emozionata. La scuola di notte aveva un non so che di...
magico. Più del solito, ovvio.
James
si portò una mano sotto la felpa.
«Ma
che stai... oh.» Lily si bloccò quando vide che
James non stava
facendo niente di osceno, ma che aveva sfilato da sotto
l’indumento... qualcosa. Qualcosa che le parve un mantello di
velluto. Sembrava quasi fatto d'acqua, sembrava irreale.
James
osservò lo sguardo estasiato sul viso di Lily.
«Okay, sappi che
Sirius mi ammazzerebbe se sapesse che te lo sto mostrando. Ma mi fido
di te abbastanza da farlo, quindi...» Il ragazzo
spiegò il mantello
porgendoglielo. «Ti presento uno dei miei migliori amici qui
a
Hogwarts. Il mantello dell’invisibilità.»
Lily
sgranò gli occhi, affascinata.
«Invisibilità? Scherzi?!»
«Certo
che no.» A prova di ciò James sollevò
il mantello, celandosi
interamente sotto di esso. Nello stesso istante in cui il mantello lo
coprì, James scomparve. Lily era letteralmente estasiata.
Passati
pochi secondi, Lily iniziò a guardarsi attorno.
«Hemm...
James?» Non ottenne risposta. «Molto divertente,
davvero.»
Lily
sobbalzò quando il ragazzo ricomparve alle sue spalle.
«Hey!»
Esclamò.
«Shhh!»
La zittì James. «Ti ricordo che stiamo infrangendo
le regole!»
Sussurrò sorridendole. Lily avrebbe detto di non averlo mai
visto
così felice. Il ragazzo tenne sollevato il mantello e Lily
capì che
voleva che anche lei andasse sotto di esso. Lily esitò,
mordicchiandosi il labbro inferiore.
«Avanti
Evans. Sei arrivata fin qui, non vorrai tirarti indietro, vero? Non
avrai...»
Lily
non gli lasciò finire la frase, certa che quella avrebbe
compreso
una sfida che lei non avrebbe potuto rifiutare. Con cautela si
infilò
sotto il mantello. Sembrava di vedere tutto attraverso un velo
sottile.
«Wow,
nessuno ci crederebbe se lo raccontassi!» Esclamò
James,
entusiasta.
Lily
sorrise. Sì, era vero. Nessuno ci avrebbe creduto. Nemmeno
lei.
~
SPAZIO
AUTORE
Salve
a tutti!
Hemm...
sempre che ci sia ancora qualcuno che segue questa storia. Lo so LO
SO sono passati mesi e mesi
dall’ultimo aggiornamento e mi sento davvero uno schifo per
non
aver più aggiornato la storia. Merito di essere cruciata,
anzi, mi
crucio da sola ç__ç
Ad
ogni modo poco fa mi è tornata in mente la storia e anche
quanto mi
piacesse scrivere, sia su Harry Potter sia in generale. Così
ho
deciso di ritornare. Maledetta sia la scuola che mi porta via tanto
tempo e ispirazione! Però vabbè, ora la smetto
con le
giustificazioni!
Ringrazio
tutti quelli che hanno letto e recensito il primo capitolo di questa
storia e spero che faranno lo stesso con questo ♥
Anche
questo capitolo è stato abbastanza tranquillo (a parte la
solita
litigata con quel nababbo di Severus... LOL) comunque preannuncio
già
che il prossimo sarà più movimentato ;)
Detto
questo mi ritiro nel mio angolino buio
dell’autocommiserazione...
sperando che qualcuno mi segua ancora, con affetto,
-
C
|
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Capitolo 3 *** 3) Morso al chiaro di luna ***
Winter
Again
Capitolo
3: morso al chiaro di luna
I
giorni passarono in un susseguirsi di lezioni, pomeriggi autunnali
passati fuori nei giardini di Hogwarts con le amiche e serate segrete
con James.
Anche
se il tempo passava e il loro rapporto sembrava restare solido, Lily
non riusciva ancora a capacitarsi di quello che stava succedendo. Non
riusciva a credere di chiamare James Potter per nome e di divertirsi
con lui. Non sapeva se ci si sarebbe mai abituata, ma per il momento
le andava bene così. Lily era felice.
~
«Hey
Ramoso! Hai visto che schiappa il secondo portiere?»
Esclamò
Sirius, raggiungendo James seguito dagli altri due Malandrini.
Le
selezioni per la squadra di Quidditch erano appena terminate e James,
come sempre da cinque anni a quella parte, era stato riconfermato
come cercatore. Nessuno era
bravo come James Potter. Il ragazzo si spettinò i capelli
già
arruffati dal vento e sorrise. «Era davvero pessimo. Non so
come può
certa gente anche solo pensare di presentarsi alle selezioni.»
Al
suo fianco un trotterellante Peter annuì con vigore.
«Sei stato
formidabile James!»
James
non rispose nemmeno, ma tirò fuori il suo inseparabile
boccino e lo
lanciò a Peter, che lo prese, non senza qualche
difficoltà,
osservandolo estasiato.
«A
pensarci bene,» iniziò Sirius osservando
l’assurda presa di
Peter. «Potresti essere alla pari di quel tizio.
Com’è che si
chiamava?»
«Hmm...
se non sbaglio faceva Smith di cognome, quarto anno» Rispose
Remus.
James
rise. «Non offenderti Coda, ma non sei proprio un
sportivo.»
A
conferma di questo Peter, troppo intento a fissare il boccino
d’oro,
inciampò in un ciottolo e per poco non finì a
terra, se Remus non
l’avesse afferrato in tempo. Il boccino sfuggì
dalle mani del
ragazzo ma James lo riacchiappò in meno di un secondo,
riponendolo
con cura nella tasca della sua borsa, che poi porse a Peter. Il
ragazzo non si lamentò nemmeno.
James
lanciò un’occhiata a Remus: la sua pelle era
terribilmente
pallida, il viso scarno e i capelli gli ricadevano flosci sulla
fronte. Erano gli effetti dell’imminente luna piena.
Sirius
si accorse dello sguardo di James e prese la parola. «Pronto
per
stasera Moony?»
Remus
rivolse loro un sorriso stanco. «Sì, come
sempre.»
«Fantastico!
Hey, che ne dite se...»
Ma
James non sentì il resto della frase. Continuando a
camminare erano
arrivati nei pressi del portone d’ingresso. Proprio in quel
momento
Mocciosus era arrivato ai piedi delle scale e si dirigeva sul
sentiero che portava al lago. Probabilmente stava andando a trovare i
suoi amici mangiamorte. James aveva sentito che erano soliti
ritrovarsi nella foresta oscura. E chi l’avrebbe mai detto?
Pensò
James con sarcasmo. Chissà... si sarebbero forse preoccupati
non
vendendo arrivare uno dei loro?
Fu
così che James il malandrino prese il sopravvento.
All’improvviso
deviò la sua direzione, tagliando la strada a Peter e si
diresse con
passo sicuro e baldanzoso verso Mocciosus.
«Hey!»
Esclamò Sirius, che stava ancora parlando.
«Mocciosus!
Perché tanta fretta?»
Il
ragazzo lo ignorò continuando a camminare nella sua tipica
andatura
da pipistrello ingobbito. «Hey! Parlo con te!»
James
gli si parò davanti costringendolo a bloccarsi.
«Cosa
vuoi Potter.» Ringhiò lui alzando lo sguardo su
James.
«Ma
che modi. Comunque... dove è che stai correndo? Dai tuoi
super-amichetti mangiamorte? State organizzando un sacrificio
umano?»
Le
labbra di Mocciosus si piegarono in una smorfia. «Levati di
mezzo.»
In
lontananza, James sentì Sirius che rideva. «Vedi
di non essere così
sgarbato, Mocciosus. Sono stufo di te. Quest’estate
l’ho
dimenticata ormai, ma ti ricordo che stavo per prenderti a pugni. Ora
ho una bacchetta, e sono incazzato. Non capisco perché Lily
si
ostini a cercare del buono in te, quando è ovvio che non ce
ne sia
nemmeno un briciola. Ma se osi ancora una volta fare l’idiota
con
lei saranno guai per te.»
Piton
lo fissò disgustato. «Come ho già detto
a lei, voi due mi
disgustate, quindi levati di mezzo una buona volta se non vuoi
ritrovarti schiantato al suolo.»
A
quel punto James scoppiò a ridere. «Davvero? Stai
dicendo davvero?
Oh Mocciosus, a volte sai essere così spiritoso.»
Il ragazzo finì
di ridere e tornò serio.
«Sei
sempre così sicuro di te, eh, Potter?»
James
si strinse nelle spalle, come se fosse un dato di fatto. Non riusciva
a capire come mai Mocciosus non si trovasse già a gambe
all’aria o
nel lago nero.
«Bene,
che ne dici se ti sfido, allora?»
James
lo guardò sgranando gli occhi, cercando di non scoppiare a
ridere.
«Tu vuoi sfidare me?»
Mocciosus non replicò così James si
voltò a guardare i suoi amici.
«Hey ragazzi!» Urlò scuotendo le
braccia. «Mocciosus mi sfida!»
In meno di pochi secondi attorno a James si era radunata una piccola
folla. Sirius era in prima linea e rideva come un folle,
appoggiandosi a Remus nell’inutile tentativo di smettere.
Quest’ultimo dal canto suo, sebbene indebolito dalla luna,
sfoggiava un sorrisetto divertito. Peter saltellava da un piede
all’altro, eccitato.
Quando
James credette di aver abbastanza pubblico, tornò a guardare
Mocciosus.
«Allora...
a cosa vorresti sfidarmi? Una gara di magia? Di quidditch? Di acqua e
sapone?» Il ragazzo ridacchiò divertito, seguito
dal suo pubblico.
Mocciosus
rimase per un istante in silenzio, gli occhi neri puntati su James,
come se stesse riflettendo profondamente. «Ti sfido a bere
una
pozione. Questa
pozione.» Piton estrasse dalla sua borsa rattoppata una
piccola
fiala contenente una pozione trasparente-argentea.
James
inarcò le sopracciglia. «Vuoi che beva quella cosa?»
Ora
le labbra di Piton si piegarono in un sorriso vittorioso.
«Che c’è?
Hai paura?»
James
sentiva che le persone accanto a se avevano smesso di ridere e che
passavano lo sguardo da lui a Mocciosus.
Subito
l’espressione dubbiosa di James si tramutò in un
sorriso
temerario.
«James...»
Sentì la voce di Remus, il suo tono diceva che era una
brutta,
pessima idea. Ma l’orgoglio di James ebbe la meglio.
Ovviamente.
«Certo
che no. Dammi quell'acqua sporca. A proposito,» disse James
afferrando la boccetta. «Non sarà mica l'acqua del
tuo bagno, vero?
Quella sì che sarebbe tossica!»
La
gente attorno a lui riprese a ridere. Anche James sorrideva. Non
aveva alcun timore, perché quella cosa non poteva essere
nulla di
che. A meno che Mocciosus non si fosse del tutto rimbambito fino ad
arrivare a rischiare l’espulsione. L’estate passata
aveva visto
dove vivevano i Piton. Era abbastanza sicuro che Mocciosus non ci
volesse tornare tanto presto.
James
stappò la boccetta con un dito e levò in alto la
fiala, come se
fosse un calice di vino. Si voltò a guardare i suoi amici,
in
particolare Sirius, che aveva sul volto un’espressione a
metà tra
il divertito e il preoccupato. «Alla salute!»
Esclamò James prima
di buttare giù il contenuto incolore e inodore della fiala
tutto in
un colpo.
Il
ragazzo aspettò qualche istante, stringendo la fialetta tra
le dita.
Attorno a lui, regnava il silenzio. Alzò lo sguardo su
Mocciosus.
Aveva un sorriso sinistro.
Aspettò.
Aspettò.
Aspettò.
Aspettò.
Ma
non accadde nulla. Assolutamente nulla.
James incominciò a ridacchiare, lanciando il flacone vuoto a
Mocciosus. Sirius lanciò un sospiro di sollievo e riprese a
ridere.
«Bella
prova, Mocciosus!» L’apostrofò il
ragazzo.
«Dai
James, andiamo. Non perdiamo altro tempo.» Lo
richiamò Remus,
sollevato nel vedere che James stava bene.
Il
ragazzo lanciò un’altra occhiata a Piton, che se
ne stava già
andando. Umiliato come sempre, pensò James. La folla attorno
a lui
si disperse mentre tutti i ragazzi indicavano Mocciosus,
deridendolo.
James
scosse la testa prima di seguire i suoi amici all’interno del
castello.
Mentre
entrava in sala grande per la cena, James si ritrovò un
bigliettino
fluttuante all’altezza della mano. Senza pensarci due volte
lo
prese, e senza farsi vedere lo lesse.
Era
da parte di Lily. James non riuscì a fermare il sorriso che
gli
affiorò alle labbra, anche se esso si spense presto. Lily
voleva
sapere cosa avrebbero fatto quella sera. Il fatto era che non
potevano fare nulla e lui non poteva spiegarle il perché.
Gli si
strinse lo stomaco al pensiero, ma non poteva fare altrimenti. Quella
sera c’era la luna piena e lui sarebbe stato con Remus. Aveva
bisogno dei suoi amici in notti come quelle.
~
Lily
rilesse il bigliettino un paio di volte, inarcando le sopracciglia.
Mi
dispiace Lily, questa sera non posso.
Ma
domani mi farò perdonare, giuro.
-
R
Da
quando James le dava buca? Senza darle nemmeno una spiegazione? Lily
ebbe un brutto presentimento. Era sempre di James Potter che si
parlava, alla fine. Doveva avere in mente qualcosa di losco e Lily
voleva scoprire di cosa si trattasse.
~
Sotto
il mantello dell’invisibilità si stava stretti
ormai. James, in
testa al gruppetto, teneva sollevati i lembi del mantello e camminava
piegato per non lasciare le scarpe scoperte. Dietro di lui Sirius e
Remus camminavano a piccoli passetti, pestandosi i piedi a vicenda e
imprecando di tanto in tanto.
«Fate
silenzio!» Esclamò James ad un certo punto, mentre
Sirius mandava
al diavolo un piccolo topo che gli era passato tra i piedi,
rischiando di farlo cadere. «Volete che Gazza ci
becchi?» James
avanzò lentamente dietro il topo, che invece zampettava
veloce.
«Bé
scusa tanto!» Rispose Sirius con stizzo. «Ma dillo
a Codaliscia!
Per poco non mi faceva cadere!» La comitiva
continuò così il suo
percorso fino all’uscita dal castello. Per fortuna,
constatò James
con una rapida occhiata alla mappa del Malandrino, non c’era
nessuno nei paraggi. Quando finalmente uscirono dalle mura della
scuola, sfilò il mantello senza molta delicatezza e se lo
ficcò
sotto la felpa, mentre Sirius si sistemava i riccioli ribelli. Poco
più avanti, ai piedi del platano picchiatore, stava Peter.
«Come
te la passi, Lunastorta?» Chiese Sirius. James
lanciò una rapida
occhiata all’amico, che fino a quel momento non aveva ancora
aperto
bocca. Il suo colorito era sempre più grigiognolo e sotto
agli occhi
andavano disegnandosi occhiaie sempre più marcate.
«Sono
stato meglio.» Rispose Lupin con voce rauca. James sosteneva
di
amare le notti di luna piena, la libertà che provava una
volta
trasformato in animagus, l’ebbrezza che sentiva crescere
dentro di
sé quando correva veloce tra gli alberi della foresta,
assieme ai
suoi amici. Ma in realtà odiava vedere il suo amico ridotto
a quel
modo.
Proprio
mentre pensava a questo il viso di Remus divenne ancora più
cereo e
il ragazzo si voltò di scatto, piegandosi in due, come in
preda ad
un conato. Gli amici scattarono in avanti, ma lui li
allontanò.
«Accidenti.» Esclamò con poca voce.
«E’ già ora.» Disse
alzando gli occhi velati al cielo. Ed in effetti la luna era
già li,
alta e pallida nella notte nera. «Andate!»
Esclamò Remus guardando
i compagni.
I
tre non se lo fecero ripetere. Anzi, Peter si stava già
trasformando
in topo. James scosse la testa, allontanandosi con Sirius. Non
c’era
animale più adatto per Coda, pensò distrattamente.
Meno
di un istante dopo, la scena era totalmente cambiata: un cervo
maestoso stava ritto ai piedi del platano picchiatore. Le corna
d’avorio risplendevano sotto la luce della luna piena e il
suo
sguardo regale era rivolto ad un piccolo essere che si contorceva al
suolo. Al fianco del cervo stava un grosso cane nero. Il pelo fulvo
pareva fondersi con il buio della notte e gli occhi erano due pozzi
di oscurità. Poco distante, nascosto tra i ciuffetti
d’erba, c’era
un piccolo roditore marroncino con le orecchiette a punta, che
fiutava l’aria attorno a sé, gli occhietti scuri e
preoccupati.
L’attenzione
di tutti e tre era rivolta a qualcosa che stava al centro della
radura. Qualcosa che non poteva più essere definito umano.
Dalla
creatura pendevano brandelli di vestiti, dalla gola uscivano ruggiti
gutturali che a tratti rassomigliavano il suono delle urla umane. Il
corpo un tempo roseo e liscio ora era ricoperto di ispidi peli grigi.
Gli occhi erano di un colore giallo acceso e le pupille dilatate. Le
zanne sporgenti e fameliche.
Non
c’era più Remus Lupin di fronte a loro.
C’era solo un lupo
mannaro.
Quando
la belva smise di contorcersi e si alzò in piedi sulle due
zampe,
ululando alla luna, i tre animali gli si avvicinarono, con cautela.
Bastò uno sguardo per comprendersi.
E
stavano per inoltrarsi nella foresta oscura, come avevano sempre
fatto per sei anni, quando qualcosa di totalmente inaspettato
accadde.
James
iniziò a sentirsi strano, senza capire di cosa si trattasse.
Il
cervo si fermò a poche centinaia di metri dal confine della
foresta.
Un
istante dopo il cervo era scomparso.
James
si guardò le mani, decisamente umane, con crescente
incredulità.
Come poteva essere? Era tornato umano! Quando realizzò la
grandezza
del problema, Remus-licantropo stava già correndo verso di
lui.
«Dannazione!»
Esclamò il ragazzo balzando in piedi. Correndo, si
ritrasformò in
cervo.
Il
maestoso animale continuò a correre, balzando sulle lunghe
zampe,
fino a quando non si fermò e si guardò alle
spalle. Il lupo si era
fermato, ma lo guardava con sospetto.
Fu
in quel momento che James tornò di nuovo umano. Per qualche
oscuro
motivo la trasformazione non reggeva.
I
suoi occhi incrociarono quelli gialli del lupo. «Remus! Non
farlo!
Sono io! Sono James!»
Urlò
quando il lupo riprese la sua corsa verso di lui. Sapeva tuttavia che
era inutile: i lupi mannari rispondono solo al richiamo della propria
specie e non avevano coscienza, né compassione. James
provò di
nuovo a trasformarsi, ma non ci riuscì. Balzò in
piedi, puntando la
bacchetta verso il lupo ma... una scheggia nera gli passò
davanti,
frapponendosi tra lui e la belva. Il licantropo si fermò a
fissare
il cane nero che, con il pelo ritto sulla schiena, emetteva un basso
ringhiare minaccioso.
«Sirius...»
sussurrò James, grato all’amico per essere venuto
in suo soccorso.
Ma Remus-licantropo parve non dare troppo peso al cane. Con una
velocissima zampata lo scagliò lontano. James
alzò di nuovo la
bacchetta, ma non riuscì a lanciare nessun incantesimo. Il
pensiero
che sotto quegli occhi gialli e spietati c’era il suo amico
lo
frenavano. Non poteva colpirlo... non voleva.
Ma
il lupo avanzava verso di lui e il tempo parve rallentare. Poi James
capì.
Capì
cosa c’era che non andava. Perché non riusciva a
trasformarsi. La
rabbia montò dentro di lui, sormontando la paura.
Era
stato lui. Quel
piccolo, sudicio verme. Lo aveva fatto apposta.
Gli
avvenimenti di poche ore prima gli tornarono alla mente e rivide la
pozione incolore simile a acqua che Mocciosus gli aveva fatto bere.
Certo che non era successo nulla al momento, la pozione serviva ad
annullare la sua trasformazione in animagus. E Mocciosus sapeva.
Sapeva che era la notte di luna piena, sapeva che Remus si sarebbe
trasformato e che James sarebbe stato al suo fianco, trasformato in
un cervo. E sapeva anche che se la trasformazione non avesse retto,
James sarebbe tornato umano e il lupo non lo avrebbe riconosciuto.
Eppure l’aveva fatto. Aveva progettato di ucciderlo. No, non
di
ucciderlo.
Di
farlo uccidere dal suo migliore amico.
Proprio
in quel momento gli artigli del licantropo si abbatterono su di lui,
squarciandogli la felpa... e la pelle. Un caldo fiotto si sangue
scrosciò dalle tre lunghe ferite che gli tagliarono il petto
e James
cadde all’indietro mentre il lupo si chinava su di lui, le
fauci
aperte rivolte verso il suo viso.
L’istinto
di sopravvivenza spinse James ad afferrare la bacchetta. Un
incantesimo uscì dalle sue labbra e il lupo venne sbalzato
via di
pochi metri. James provò a rialzarsi, ma il petto gli doleva
troppo
e il licantropo stava già avanzando verso di lui, infuriato.
Fu
in quel momento, quando ormai ogni speranza sembrava andarsene, che
un fiotto di luce rossa gli passò vicino, abbattendosi sul
muso del
mostro.
Il
lupo ringhiò, scuotendo la testa e cercando la fonte
dell’incantesimo ma in quel momento il cane nero lo
colpì e
ululando corse via veloce, verso la foresta. Il lupo, dopo qualche
esitazione, lo seguì.
Nella
radura calò il silenzio e James lasciò cadere la
bacchetta.
«James!
James!» Una voce lo chiamava. E lui conosceva quella voce. O
sì che
la conosceva. Credendo di essersi ormai addormentato si
lasciò
andare ad un sorriso, chiedendosi perché il dolore non
passava. Ma
improvvisamente nel suo campo visivo comparve una macchia rossa,
qualcuno si stava chinando su di lui.
«Oddio,
James! Guardami! Coraggio, non chiudere gli occhi! Ci sono qui io
ora, andrà tutto bene. Te lo giuro.»
Non
ci avrebbe messo la mano sul fuoco, ma gli parve che sulle guance
pallide della ragazza scorressero delle lacrime. James sorrise,
perché se c’era qualcosa che avrebbe desiderato
vedere prima di
addormentarsi... sarebbe stata lei.
«L-l-lily.»
Disse balbettando.
«Sì,
sì James sono io.»
Il
ragazzo provò ad alzare una mano per asciugare le lacrime
che
scendevano dai suoi occhi color smeraldo fin sulle guance, ma non
aveva abbastanza forza.
«Coraggio.»
Disse Lily, passandosi la manica della felpa sul viso. I suoi occhi
ora erano determinati e asciutti. «Ti porto via di
qui.»
A
James parve una buona idea e avrebbe tanto voluto aiutarla, ma non ce
la faceva, aveva troppo sonno. Le palpebre si abbassarono lentamente
e l’oscurità fu tutto quello che vide.
~
SPAZIO
AUTORE
Salve
a tutti! Avete visto? Questa volta non ci ho messo secoli per
aggiornare! xD
Spero
vivamente che il capitolo vi sia piaciuto (bé, a parte il
titolo che
fa un poco schifo, ma sono dettagli! Ahahah)
Bé
che posso dire... credo proprio che dopo questo capitolo la vostra
simpatia per Severus sia molto diminuita se non scemata del tutto...
devo dire che a volta mi spiace, povero ragazzo, lo sto davvero
facendo diventare odioso! D:
Ad
ogni modo, ci tengo a ringraziare di cuore chi ha letto il capitolo
scorso e soprattutto chi lo ha recensito! Non me lo meritavo, visto
tutto il tempo che ci ho messo ad aggiornare, ma sono davvero felice
di avere ancora qualche lettore! Vi adoro. ♥
Quindi,
grazie a: Lally_97,
__Puffa__, _Ericuzza_, HpsagathebestHarryGinny.
Grazie
mille, davvero. Spero che vi piaccia anche questo capitolo!
Alla
prossima ;)
p.s.
Visto che ogni tanto mi diverto a graficare, ho fatto anche un'immagine
alla fanfic. Volevo mettere anche Lily e James da giovani,
ma purtroppo le immagini dei film sono davvero pessime, quindi mi
sono arrangiata come ho potuto... xD ok, ora vi saluto davvero. u.u
|
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Capitolo 4 *** 4) Il Dittamo sistema sempre tutto ***
Winter
Again
Capitolo
4: Il dittamo sistema sempre tutto
Lily
fece un’immensa fatica a trasportare James per il castello e
dovette servirsi della magia per riuscirci. Soprattutto a causa del
sangue, che scorreva copioso dai tagli sul petto del ragazzo. Lily
cercò di bloccarlo, ma le ferite erano troppo profonde.
«Dannazione!»
Esclamò. «In che razza di guaio ti sei cacciato
questa volta,
James?!» Esclamò lei sottovoce, ma dal ragazzo,
ovviamente, non
ottenne alcuna risposta. Lily sapeva di non poterlo portare in
infermeria... come avrebbe potuto spiegare ciò che aveva
visto senza
far finire nei guai tutti quanti?
Così,
senza sapere cos’altro fare, aprì
un’aula vuota e ci entrò.
Aveva paura di poter incontrare Gazza per i corridoi e quello sarebbe
stato un grande, enorme
problema. Adagiò James su un divanetto di pelle vicino ad
un’alta
finestra dalla quale filtrava la debole luce della luna piena. In
questa nuova prospettiva Lily poté vedere in che stato
pietoso si
trovasse James. Il viso era cereo, i vestiti a brandelli e le ferite
al di sotto ancora aperte e sanguinanti. La ragazza
rabbrividì,
sentendosi di nuovo gli occhi lucidi. Non le piaceva il sangue, per
niente. La spaventava, le faceva paura. Tuttavia i suoi incantesimi
avevano bloccato, anche se di poco, l'emorragia. Lily sfilò
al
ragazzo gli occhiali sporchi e, senza quasi rendersene conto, gli
carezzò la guancia insanguinata. Sì, Lily odiava
il sangue. Non riusciva a sopportare di vedere James così.
Sembrava... sembrava... no. Non lo era. James era vivo
e presto sarebbe stato bene.
Improvvisamente
Lily balzò in piedi. Non aveva assolutamente tempo da
perdere e in
più ora sapeva dove andare. «Aspettami
qui.» Sussurrò al corpo
immobile.
Lily
corse veloce, sperando di non fare troppo rumore. Non seppe dire per
quanto corse, ma alla fine arrivò alla sua destinazione.
Senza
indugiare bussò forte alla porta di legno, per tre volte.
Dopo
pochi minuti una voce tremante e assonnata le rispose.
«S-sì? Chi
è?»
«Professore,
sono io. Sono Lily.»
La
voce non rispose più ma in compenso la porta si
aprì. Il professor
Lumacorno apparve davanti a lei, con indosso una vestaglia bianca
decorata con fini ricami verde smeraldo, come l’emblema della
sua
casa, e un’espressione intontita sul viso.
«Professore,
mi spiace disturbarla nel bel mezzo della notte ma...»
«Lily
cara!» Esclamò il professore, strabuzzando gli
occhi gonfi. «E’
tardissimo! Non dovresti essere in giro per il castello a
quest’ora!
Se qualcuno ti vedesse finiresti nei guai, seri guai!»
«Lo
so professore, ma non sarei qui se non fosse un’emergenza. Ho
bisogno di alcuni ingredienti per una pozione. Una mia compagna di
Grifondoro non sta bene. Avrei preparato io il tutto, ma è
troppo
tardi, e non sapevo dove altro procurarmi gli ingredienti se non da
lei. Ho pensato di venire da lei, professore, perché
è sempre così
gentile e disponibile.» Terminò Lily guardandolo
con uno sguardo
supplichevole.
«Oh,
e va bene. Entra, presto! Sappi che lo faccio solo perché
sei tu,
signorina Evans.» Disse Lumacorno aprendo la porta e
sbirciando
fuori, per controllare che nessuno avesse visto. Probabilmente il
fatto che fosse ancora mezzo addormentato fu molto d’aiuto
perché
Lily non si aspettava di convincerlo così facilmente.
«Grazie
professore!» Disse Lily, entrando. A volte serviva essere
nell’esclusivo club di Lumacorno, pensò la
ragazza, dispiaciuta
tuttavia di avergli dovuto mentire. Era pur sempre un professore.
«Prendi
tutto quello che ti serve.» Per fortuna Lumacorno sembrava
essere
troppo addormentato per sospettare qualcosa o anche solo per chiedere
chi si fosse fatto male, cosa si fosse fatto e che pozioni servissero
a Lily. Questa era un’ottima cosa, pensò la rossa
afferrando una
boccetta di essenza di dittamo. Meno domande avrebbe fatto meno
avrebbe dovuto mentire.
Lily
mise tutto in tasca, stringendo tra le dita la bottiglietta di
dittamo; di solito ne bastava una goccia per mettere tutto a posto.
Sperando che quella volta non avrebbe fatto eccezione tornò
alla
porta, cercando di non sembrare troppo agitata. Ogni momento che
passava poteva essere vitale per James.
«La
ringrazio immensamente professore. Non saprei cosa avrei fatto senza
di lei.»
«Oh,
suvvia mia cara. Non c’è assolutamente bisogno, mi
fa sempre
piacere aiutarti.» Rispose il professore, tutto orgoglioso di
se e
della sua beniamina. «E ricordati dell’incontro in
programma la
settimana prossima. Per il Luma Club. Spero proprio che tu riesca a
parteciparvi.»
«Oh,
certo signore, ci sarò sicuramente.» Disse Lily,
per niente
interessata al Luma Club in quel momento. «Grazie ancora. E
buona
notte, signore.»
Lily
gli sorrise fino a quando il professore non chiuse la porta. A quel
punto il sorriso le morì sulle labbra, sostituito da
un’espressione
preoccupata. Lily riprese subito a correre e pochi minuti dopo si
ritrovò di nuovo di fronte alla porta dell’alula
doveva aveva
lasciato James. Entrò e si richiuse la porta alle spalle,
lentamente. James era ancora come lo aveva lasciato.
La
ragazza si gettò in ginocchio, afferrando la boccetta di
dittamo
dalla tasca delle felpa. Non sarebbe stata in grado di fare altro.
Doveva funzionare. Il dittamo sistemava sempre
tutto.
«Ok.
Ok, andrà tutto bene. Tutto...» disse stappando la
boccettina con
mano tremante. Versò poche gocce su ogni ferita e
aspettò. Il
dittamo fece presto effetto: l’emorragia si fermò,
il sangue si
seccò e dopo pochi minuti i tagli diventarono sottili,
pallide
cicatrici sul petto di James. Lily si rese conto di aver trattenuto
il respiro per tutto quel tempo. Finalmente si rilassò e si
lasciò
sfuggire un sospiro di sollievo.
Poi,
per essere sicura che tutto fosse andato per il verso giusto, prese
il polso di James e cercò di sentire il battito.
Sì, era lieve, ma
c’era.
La
ragazza lanciò uno sguardo a James, che era ancora
completamente
immobile. Il suo colorito però stava migliorando,
realizzò con
gioia. Era andato tutto bene. Ce l’aveva fatta.
Non
sapendo che altro fare, Lily prese un panno pulito da uno dei
cassetti di una credenza e lo inumidì. Si
inginocchiò di nuovo
vicino a James e, scansando i brandelli della sua maglietta,
passò
il panno sul sangue rappreso, grattandolo via con delicatezza dal
petto del ragazzo e osservando con attenzione clinica le tre sottili
cicatrici. Improvvisamente le tornò alla mente la creatura
che
gliele aveva procurate. Era veramente bestiale, non
aveva
nulla di umano per questo le riusciva così difficile credere
che
quel lupo mannaro era Remus. Il tranquillo, pacato, misurato Remus.
Lily
continuò il suo lavoro, eliminando poco a poco tutto
l’odioso
sangue che imbrattava la pelle candida di James. Non sapeva
perché,
ma sentiva di aver caldo. Anzi, provava quella strana sensazione alle
guance, come se le stessero andando in fiamme. Ma di sicuro non era
perché stava lavando via sangue secco dal petto di James
Potter.
Assolutamente no! Accidenti, lui aveva appena rischiato di morire
dissanguato e lei... che orribile, orribile persona che era. Lily si
sarebbe volentieri tirata uno schiaffo. Forse anche due.
Lanciò
uno sguardo a James e la rabbia che provava verso se stessa
defluì
alla vista dell’espressione pacifica di lui. Ce
l’aveva fatta.
L’aveva guarito. Aveva salvato la vita a James Potter,
pensò con
una certa incredulità mista a fierezza. Sin da quando
l’anno era
iniziato, o forse ancora da prima, le pareva di vivere in un mondo
parallelo. Tutta quella storia con Potter... la faceva sentire... su
un altro mondo. Le sembrava di non essere più la Lily Evans
che era
stata per tutti quegli ani.
Sorridendo,
Lily passò delicatamente il panno anche sul viso di James,
eliminando le ultime tracce di sangue. Ecco, pensò la
ragazza,
sentendosi sollevata, ora non sembrava più morto. Sembrava
solo che
stesse dormendo.
Fu
in quel momento che le palpebre del ragazzo ebbero un fremito. Lily
si raddrizzò. «James?»
Aspettò qualche secondo, pensando di
esserselo immaginato, ma poi gli occhi di James si aprirono e il
ragazzo sbatté le palpebre un paio di volte.
«James!»
«Lily?»
Disse lui, con voce incerta, senza guardarla realmente.
«Lily... non
vedo niente!»
«Oh!»
Esclamò la ragazza, prendendo gli occhiali e porgendogli a
James.
«Certo, scusa.»
James
inforcò gli occhiali, mettendo a fuoco la stanza e,
ovviamente, la
ragazza.
«Cosa
diavolo è successo?» Disse lui, con aria stordita.
«Non...
non ti ricordi?» Chiese Lily, dubbiosa.
«Io
ricordo... io... ah, la testa.» Disse portandosi una mano
alla nuca
e mettendosi a sedere. «Ricordo che non riuscivo
più a...» Ma ad
un tratto si interruppe, la voce gli morì in gola e il
ragazzo si
voltò a guardare Lily con un’espressione colma di
stupore dipinta
sul viso ancora pallido..
«Non
riuscivi a trasformarti? In... in animgus?»
James
non rispose subito, ma fissò la ragazza intensamente. Lily
si sentì
in imbarazzo. «Non preoccuparti, non lo dirò a
nessuno. Né di te,
o Sirius, o Peter. Né di Remus.»
James
deglutì. «Non è colpa sua. Non
giudicarlo per quello che ha fatto,
lui...»
«James,»
lo interruppe Lily, rivolgendogli un sorriso rassicurante.
«Lo so.»
Anche
le labbra del ragazzo si piegarono in un sorriso, ma dalla sua
espressione si capiva che il ragazzo era ancora sofferente.
Automaticamente, James cercò la mano di Lily, e la strinse.
«Mi
hai salvato la vita, non è vero?» Disse
guardandosi il petto e
passando le dita sulle tre sottili linee bianche che vi correvano da
un lato all’altro. «Sei sempre la solita,
Evans.»
«Bé,
credo che tu ora mi debba un favore.» Disse Lily, liberando
la mano
dalla stretta di lui e alzandosi in piedi di scatto. Non sapeva
perché, ma si sentiva come... in imbarazzo.
E poi una
consapevolezza la colpì forte, come se avesse ricevuto un
pugno. Era
sollevata. Sollevata di vedere che James stava bene. Per un attimo
aveva davvero temuto per il peggio. Si era preoccupata
per
lui. E questo non andava bene, perché non riusciva a capire
tutti
quei sentimenti che stava provando. La confondevano e la facevano
impazzire. In automatico, Lily diede le spalle a James, per non
fargli vedere la confusione sul suo viso ed iniziò
distrattamente a
sistemare tutto ciò che aveva toccato o spostato nella
stanza, per
cancellare ogni traccia del loro passaggio.
James
si alzò lentamente, riacquistando l’equilibrio,
poi guardò Lily,
che gli dava ancora le spalle. «Grazie.»
Sussurrò James,
guardandola attentamente, in attesa che si voltasse.
La
ragazza smise di fare quello che stava facendo. Di solito James
Potter non ringraziava mai. O almeno non lo aveva mai sentito farlo,
non così spesso.
«Non
devi ringraziarmi.» Rispose lei, ancora più
confusa e schiava dei
sentimenti incomprensibili che provava in quel momento. «E
poi...»
Iniziò a dire Lily, cambiando tattica. «Anche se
sei così odioso
non ti avrei certo lasciato morire, Potter.» Concluse
rivolgendogli
un sorriso divertito e mascherando ogni sua incertezza.
«Ah
davvero? E così mi reputi odioso, eh?» Disse James
avanzando a
tentoni verso di lei.
«Attento
Potter, sei quasi morto dissanguato. Faresti bene a non
sforzarti.»
Rispose Lily, con un velo di preoccupazione nella voce.
«Dunque
ti preoccupi per questo ragazzo odioso.» Disse James
indicando se
stesso.
Lily
scosse la testa, esasperata. «Sarà meglio tornare
ai dormitori.»
«Sì
certo. Fammi solo prendere... Oh.» Disse James, sgranando gli
occhi.
«Il mantello! Deve essermi caduto!»
Esclamò preoccupato.
«Lo
cercheremo domani, ora non c’è tempo.»
Lily si diresse verso la
porta, ma James non si mosse, si guardava attorno con aria stordita.
«James?» Sussurrò Lily allungando una
mano verso di lui.
«Okay.»
Disse, contrariato. Ma non se lo fece ripetere un ‘altra
volta.
Prese la mano di Lily e insieme uscirono nel corridoio deserto. Lily
accantonò tutti i suoi dubbi passati, concentrandosi su
ciò che
doveva fare: ovvero sgattaiolare per il castello in piena notte, con
un James Potter convalescente e non proprio nella sua forma migliore.
Se l’avessero beccata sarebbero stati guai seri. Lily
guardò a
destra e a sinistra; la via sembrava sgombra. In silenzio avanzarono
per i corridoi deserti del castello, guidati dalla luce della
bacchetta e da James, che al contrario di Lily conosceva bene ogni
scorciatoia nascosta e non. I loro passi echeggiavano attutiti dai
tappeti nel silenzio dei corridoi deserti di Hogwarts mentre i
ritratti nei quadri sonnecchiavano o russavano fragorosamente o
lanciavano loro occhiata sospettose. Per poco non si trovarono faccia
a faccia con Gazza, in un corridoio del quinto piano, ma riuscirono
ad evitare anche lui e pochi minuti dopo erano nella sala comune dei
Grifondoro. Senza fermarsi, James imboccò la scala per il
dormitorio
maschile. Lily avrebbe voluto obiettare, dirgli che da li poteva
anche proseguire da solo, che non c’era bisogno che lei lo
seguisse, ma poi ci rinunciò. La camera dei Malandrini era
il
paradiso del disordine. C’era roba ammucchiata ovunque. Lily
giurò
di aver visto una calza sgualcita penzolare fuori dal libro di
incantesimi, ma forse se l’era solo immaginato. O forse no,
pensò
reprimendo un brivido al pensiero di qualcuno che vivesse in mezzo a
quel macello. Oltre ad essere completamente sotto sopra, la camera
era era anche deserta: i suoi restanti inquilini non erano ancora
rientrati. Lily si chiese cosa stesse succedendo la fuori, nella
foresta.
James
si lasciò cadere sul suo letto, esausto.
«E’
da tanto che va avanti così? Per Remus, intendo.»
Chiese la
ragazza, tanto per spezzare quell’imbarazzante silenzio. Come
se
non conoscesse già la risposta, pensò incrociando
le braccia al
petto e guardando James.
«Ogni
luna piena. Sin da quando lo conosco.»
«Mi...
mi dispiace.» Disse Lily, ripensando all’idea che
si era fatta sui
Malandrini, nel corso degli anni. Ora si rendeva conto che era
un’idea del tutto sbagliata. Sì, erano dei ragazzi
ribelli,
pestiferi, scapestrati e spesso dei grandi idioti, ma fino ad allora
non aveva saputo, non avrebbe mai nemmeno immaginato quanta
lealtà
ci fosse in quel gruppo. Quanto rispetto e amicizia. Lily
alzò lo
sguardo su James, ricordando come il cane nero, Sirius, si era
frapposto fra James il Lupo Mannaro, poco prima. Era palese che un
cane, per quanto arrabbiato, non avrebbe potuto battere un lupo. Ma
lui lo aveva fatto lo stesso. Sarebbe morto per salvare il suo amico.
«E voi...» Chiese Lily «Voi avete deciso
di trasformarvi in
animagus per lui.»
Il
ragazzo annuì, senza aggiungere altro. Avevano compiuto uno
degli
incanti più difficili e in più lo avevano fatto
illegalmente, solo
per stare al fianco del loro amico e per fare in modo che nessuno
potesse scoprire che cos’era in verità. Per
proteggerlo.
«Questo
è.... è un gesto da veri amici.»
James
sorrise con una certa soddisfazione in volto. Lily non gli faceva
spesso dei complimenti. Anzi, non gliene aveva mai fatti
dacché
James ricordasse. I due si fissarono per un po’, poi Lily
distolse
lo sguardo. «Non credi di doverti cambiare?» Disse
guardando la
maglietta distrutta di James.
«Sì,
credo sia opportuno farlo.» Il ragazzo si alzò e
afferrò una
maglia a caso dal disordinato baule aperto ai piedi del suo letto,
levandosi quella rotta, che finì a terra.
Lily
si voltò dall’altra parte, dandogli la schiena.
«Lily?»
La chiamò lui con voce maliziosa. «Puoi anche
guardare sai? Non
sono mica nudo.»
«Oh!
Cambiati e basta!» Sbottò la rossa, incrociando le
braccia con
stizza.
«Ok,
ok! Fatto.» James si lasciò cadere mollemente sul
letto.
«Faresti
meglio a dormire un poco ora. Hai un’aria
stravolta.» In effetti
gli occhi del ragazzo faticavano a restare aperti. James fece segno a
Lily di sedersi accanto a lui.
La
ragazza era già in imbarazzo solo per il fatto essere li,
nella sua
camera da letto; avrebbe voluto restare sola e pensare ai sentimenti
inaspettati che l’avevano colta quando aveva visto James
ricoperto
di sangue. Era così... confusa. E in più... non
era mai entrata nei
dormitori maschili, e non avrebbe mai pensato di entrarci da sola con
una ragazzo. Ma alla fine lo accontentò e gli si sedette
affianco.
«Puoi
restare qui, per favore?»
Lily
sgranò gli occhi a quella richiesta. Socchiuse le labbra, ma
non le
venne in mente niente da dire. «Hemm... io...»
James alzò lo
sguardo stanco su di lei, in attesa di una risposta. «Hmmm...
okay.»
Disse la ragazza. Le labbra di James ebbero un guizzo mentre i suoi
occhi si chiudevano, quasi contro la sua volontà, in preda
alla
stanchezza.
«Gra...
grazie Lily.» Disse James per metà sbadigliando.
Le trasformazioni
in animagus richiedevano una certa dose di energia e tre
trasformazioni l’avevano sfiancato. In più
c’era stato quel
piccolo problema con Remus-lupo che non aveva fatto altro che
peggiorare le cose. James non aveva nemmeno la forza di tenere gli
occhi aperti.
Si
addormentò in pochi minuti e Lily, per la seconda volta in
una sera,
si ritrovò a fissare il suo viso sereno. Questa volta
però, sulle
labbra di lui c’era un sorriso. E, cosa più
importatane, non c’era
traccia di sangue.
~
Lily
non si rese conto del tempo che passava, fino a quando il rumore dei
passi la destò dallo stato di assopimento nel quale era
caduta.
Sobbalzò sulla sedia e si alzò in piedi.
Lanciò uno sguardo alla
finestra. Fuori era ancora buio, ma in lontananza sembravano iniziare
ad apparire i primi raggi dell’alba.
Quando
si voltò a guardare la porta, quella si aprì e
tre persone
entrarono tutte trafelate nella stanza, Sirius in testa.
«Ramoso!»
Urlò. James, che dormiva beato sul letto, si
svegliò di colpo.
«Che...?!»
Disse mettendosi a sedere velocemente, con uno sguardo perso e i
capelli spettinati. Un istante dopo, Sirius gli fu addosso.
«Ahi!
Felpato! Mi fai male!»
Ma
il ragazzo non accennò a spostarsi e presto fu raggiunto da
Peter.
«Ragazzi.»
Provò a dire Lily, ma i due non l’ascoltarono.
«Hemm... ragazzi!»
Disse alzando la voce. Sirius questa volta si voltò. Sulle
sue
labbra c’era un sorriso largo da un orecchio
all’altro.
«Ah,
Evans! Spero di non aver interrotto niente!»
Esclamò Sirius
lanciando uno sguardo a James e passandogli un braccio sulle spalle,
tirandogli un pugnetto amichevole sulla spalla. James
ridacchiò,
ancora mezzo addormentato. «No, niente di che. Solo il mio
sonno.»
Borbottò lanciando uno sguardo a Lily. I suoi occhi parevano
dire
‘’sei rimasta’’.
Sirius
rise ma poi, d'improvviso tornò serio. «Sono
felice che tu stia
bene, Ramoso.»
James
stava per rispondere, ma una voce lo bloccò prima che
potesse anche
solo iniziare.
«Mi
dispiace.»
James
si voltò verso la fonte della voce. Non aveva realizzato,
all’inizio, che Remus non era li con loro. Il ragazzo era
rimasto
in disparte, vicino alla porta, con lo sguardo basso e i capelli che
gli ricadevano flosci sulla fronte, coprendone il viso cereo, come se
stesse pensando di scappare via da un momento all’altro.
«Remus...»
«No!
E’ stata colpa mia! Avete sempre rischiato tanto per me,
prima o
poi sarebbe dovuto succedere. Non... non dovete più fare
tutto
questo, non dopo quello che è successo. Mi dispiace.
Davvero. Avrei
potuto ucciderti.» Concluse il ragazzo, abbassando di nuovo
lo
sguardo.
«Remus,
quello che facciamo, il trasformarci le notti di luna piena,
è stata
una scelta nostra. E lasciamelo dire, se dovessi tornare indietro lo
farei ancora. E’ questo che fanno gli amici, no?»
James sorrise ma
Remus, che si ostinava a tenere lo sguardo basso, non sembrava
affatto convinto.
«Gli
amici non cercano di uccidere altri amici. Io l’ho quasi
fatto.»
«Ma
non è stata una tua scelta. Dai Remus, lo sai bene! Lo
sappiamo
tutti. E poi... sono qui e sono in forma! Non possiamo passarci
sopra?»
Lily
iniziò a sentirsi di troppo in quel quadretto da Malandrini.
E
Sirius parve accorgersene. «Ramoso ha ragione; è
vivo, sta bene. E
per questo dobbiamo ringraziare la nostra rossa ficcanaso la in
fondo.» Disse Sirius indicando Lily, che stava cercando di
scomparire mimetizzandosi col muro.
«Hey!»
Esclamò lei. «Non sono una ficcanaso!»
«No...
no, certo che no. Allora cosa ci facevi li, a quell’ora,
fuori
dalle mura del castello?» La stuzzicò Sirius,
rivolgendole uno
sguardo complice. Lily rimase spiazzata. «Io... hemm... io...
bè,
che ti importa? L’importante è che fossi
li.»
«Giusto!»
Esclamò James, ma subito dopo tornò a guardare
Remus. «Allora
Lunastorta, vieni qui o no?»
Il
ragazzo esitò ancora ma alla fine si convinse e con un
sorriso
dispiaciuto si sedette sul letto e subì le pacche amichevoli
di
James e Sirius. Peter, dal canto suo, era semplicemente felice che
tutto si fosse risolto nel migliore dei modi.
«Bene,
adesso io me ne andrei. Avete tutti una pessima cera
quindi...»
Disse Lily indicando la porta. «A domani.» Stava
già per uscire
quando si voltò indietro. «Ovviamente non
farò parola con nessuno
riguardo quello che è successo stanotte.» E il suo
sguardo scivolò
su Remus. Lily gli rivolse un sorriso comprensivo, poi
lanciò
un’ultima occhiata agli altri Malandrini.
«Buona
notte, tesoro.»
Disse
James rivolgendole un sorriso ampio tanto quanto quello di Sirius.
Lily lo fulminò con lo sguardo, ma decise di non dire nulla.
Però,
mentre si dirigeva al dormitorio femminile, un mezzo sorriso le si
dipinse sulle labbra.
Quella
giornata era stata decisamente strana.
E non aveva fatto altro che confonderla di più. Okay, aveva
questa
relazione segreta con James Potter. Ma era nato tutto come una sorta
di esperimento... uno... scherzo. Un atto di ribellione o
chissà
cos’altro. Non poteva essere che lei iniziasse a provare davvero
qualcosa in
più per lui. Ma
improvvisamente l’immagine del ragazzo immobile e
insanguinato le
tornò in mente, facendola rabbrividire. Ma insomma, restava
sempre
James Potter, no? Non poteva essere niente più che semplice
preoccupazione. O almeno Lily cercò di convincersi che fosse
così.
~
Sirius
lasciò andare James e si lasciò cadere sul letto,
al suo fianco,
mentre Peter si appallottolava sul fondo e Remus si cambiava i
vestiti laceri e sporchi.
«Oh...»
sospirò James fissando il soffitto con aria sognante.
«Se solo
foste rimasti nel bosco ancora un po avrei potuto passare
più tempo
con la Evans. Non credo fosse mai venuta nel dormitorio maschile,
sai?»
«Sei
proprio un infame, lo sai vero?! Eravamo preoccupati per te, per
questo siamo venuti subito! E per poco Gazza non ci beccava! Abbiamo
dovuto chiudere quella sua maledetta gatta in un ripostiglio delle
scope! Quando il vecchio lo scoprirà sarà
furioso! E tutto questo
per correre a piangere al tuo capezzale!» Esclamò
Sirius,
fingendosi offeso e lanciandogli un cuscino in faccia. «E poi
non mi
pare che steste facendo un granché. Dormivi come un bimbo,
Ramoso!
Mancava solo che ti mettessi a ciucciarti il pollice!» James
lanciò
via il cuscino e non commentò. «E levati
quell’espressione da
babbeo dalla faccia!» Esclamò Sirius, ora ridendo
di gusto.
Remus
li raggiunse, pulito e composto come se non si fosse appena
trasformato in lupo mannaro. «Ma c’è una
cosa che non capisco...
perché non eri trasformato?» Chiese Remus,
guardandolo di
sottecchi. Si sentiva ancora in colpa, nonostante tutto.
«Lui
si era trasformato. Ma
ad un certo punto... è tornato umano.»
«Ma
perché? Com’è possibile?»
Chiese Peter mordicchiandosi
un’unghia.
«Credo
di saperlo.» Disse James, d’un tratto serio.
«Vi ricordate la
pozione che mi ha fatto bere Mocciosus? Credo sia stata colpa
sua.»
Sirius
scattò subito in piedi. «Quel piccolo, viscido,
lurido verme!
Domani desidererà di non essere mai nato! Probabilmente lo
desidera
ogni giorno, ma chissenefrega!»
«Ne
sei sicuro James? Okay, stiamo parlando di Piton... ma arriverebbe a
tanto? Lui sa cosa sono io...» disse Remus con un certo tono
di
disgusto. «Sa quello che avrei potuto farti e che in effetti
ho
quasi fatto... credi davvero che sarebbe arrivato a tanto?»
«Certo
che sì! E’ perfettamente nel suo stile!»
Esclamò Sirius. James
annuì con vigore.
«E’
un mangiamorte ora, deve aver preso la cosa molto sul serio. Ma
ovviamente non avrebbe il coraggio di farmi fuori lui stesso. No, il
vermiciattolo fa fare il lavoro sporco ad altri.»
«Quel
bastardo! Voleva metterci uno contro l’altro, ecco cosa
voleva! Oh,
questo non doveva farlo. Non doveva proprio farlo.» Disse
Sirius con
fare minaccioso.
Remus
non ebbe più obiezioni, parve convinto quanto James e Sirius
del
fatto. «Okay. Okay, il ragionamento non fa una
piega.» Remus
sospirò. «Ma forse ora è meglio andare
a letto. Non so voi, ma
sono stanco morto. Ed è già quasi
l’alba.»
«Sì,
Remus ha ragione.» Constatò Peter, alzandosi e
zampettando subito
verso il suo letto, con sguardo assonnato come se fosse già
per metà
nel mondo dei sogni.
Anche
Sirius, che aveva ancora sul volto un’espressione minacciosa,
si
avvicinò al suo. James invece si lasciò cadere
sui cuscini,
pensando a tutto ciò che era successo.
Aveva
rischiato di morire, quel giorno. Aveva davvero
rischiato di morire. Forse lo aveva realizzato solo in quel momento.
Se Lily non fosse stata li probabilmente a quell’ora sarebbe
morto
sotto le fauci del suo migliore amico. Tutto per colpa di
quell’idiota di Mocciosus. Ma Lily era li, era li per lui e
lo
aveva salvato. Un sorriso si dispiegò sulle sue labbra,
probabilmente Sirius gli avrebbe detto che aveva
un’espressione da
babbeo in quel momento, ma non gli importava. Dopo quasi sei anni,
finalmente, aveva fatto innamorare di sé la sua bella Evans.
E lei
gli aveva salvato la vita. Le cose potevano andare meglio di
così?
Bé, James era sicuro di non aver ringraziato abbastanza la
sua Lily.
Il giorno dopo avrebbe rimediato. E avrebbe rimediato anche la
questione Mocciosus. Con questo pensiero e con l’immagine di
Lily
intrappolata negli occhi e nella mente, James si addormentò.
~
SPAZIO
AUTORE
Buon
giorno miei cari lettori (se ne sono rimasti xD) e buone vacanze!
Dopo le varie minacce di essere cruciata (che lettori malvagi che ho
+__+)... ecco finalmente il nuovo capitolo!
Finalmente
la scuola è finita e ci si può riposare... e si
può scrivere in
tutta calma u.u spero che il capitolo vi sia piaciuto... abbastanza
tranquillo... bé, non proprio per il povero James! Quasi
ammazzato
dal suo migliore amico! Diciamo che ora potrebbe essere un poco
arrabbiato con un certo Piton... mentre possiamo dire che non lo sia
per niente con la bella Lily :D
Bé,
basta con le chiacchiere! Ringrazio __Puffa__ , AudreyC,
Lally_97
e LetyBene per aver recensito lo scorso capitolo e... alla
prossima ;)
-
C
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