Winter Again

di Clovely
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1) Il primo giorno ***
Capitolo 2: *** 2) Il Migliore amico di Ramoso ***
Capitolo 3: *** 3) Morso al chiaro di luna ***
Capitolo 4: *** 4) Il Dittamo sistema sempre tutto ***



Capitolo 1
*** 1) Il primo giorno ***


Winter Again

Capitolo 1: il primo giorno


Seduta nel solito scompartimento dell’espresso per Hogwarts, Lily Evans sorrideva. Sentiva le sue amiche Alice e Mary parlottare al suo fianco, ma non le stava realmente ascoltando. Fissava il paesaggio al di là del vetro che scorreva veloce sotto i suoi occhi di smeraldo. Tutte le praterie e i boschi che si lasciava alle spalle erano metri in meno che la separavano da Hogwarts, la sua casa. Lily stringeva tra le dita, nascoste dal mantello dell’uniforme, dei pezzi di pergamena giallastri e spiegazzati. Non erano semplici pezzi di carta, erano lettere.
Lettere che James Potter le aveva inviato durante l’ultima settimana d’estate, quando lui era tornato a casa sua e lei era rimasta lì a Londra, passando il suo tempo a passeggiare e ad aiutare la nonna. Lily avrebbe tanto voluto tirare fuori le lettere e mettersi a leggerle, ma non poteva. Non con Alice e Mary li vicine.
Il perché?
Facile, nessuno sapeva che Lily e James, alla fine, avevano deciso di provarci. Di provare a frequentarsi. C’era un solo piccolo dettaglio che rendeva diversa la loro storia da quella degli altri studenti di Hogwarts, da quella di Alice e Frank: la loro era una relazione segreta.
Dal giorno della festa Lily non aveva pensato ad altro che a quello. Al fatto che alla fine aveva ceduto a James Potter, grazie soprattutto ai consigli di nonna Evans e sì, seriamente, di Sirius Black. Lily non credeva realmente che potesse funzionare ed era ancora sicura di ciò... però...
Però non poteva mentire a se stessa. Quei momenti con James le avevano tolto il respiro. Ad ogni modo nulla era ancora sicuro, l’estate era passata e ora sarebbe arrivato ancora l’inverno. E lì sarebbe avvenuta la sfida più difficile: Lily avrebbe scoperto se voleva davvero frequentare James Potter. Era a scuola che avrebbe avuto la risposta a quell’enorme interrogativo che la perseguitava da giorni. Perché se glielo avessero chiesto alla fine del quinto anno, la risposta sarebbe stata unica e sola, inequivocabile: NO!
Mai, non avrebbe mai voluto frequentare James Potter!
Ma ora... ora tutto era diverso. L’estate aveva portato con se un’aria di novità e di ricordi che in quel momento infestavano la mente di Lily... solo i ricordi piacevoli, però.
«Hey Lily!» La chiamò Alice, senza ottenere risposta.
«Lily?» Anche Mary si aggiunse al richiamo di Alice, mentre quest’ultima aveva iniziato a scuotere una mano davanti agli occhi di Lily. La rossa sobbalzò, sbattendo le palpebre e spostando lo sguardo dal finestrino alle sue compagne.
«Ma ci sei?» Le chiese Alice, guardandola con aria esasperata.
«Sì, certo che ci sono.» Replicò Lily, pratica come sempre. «Stavo solo pensando.»
«A cosa?» Chiese Mary, mettendosi più comoda sul sedile di pelle di fronte alle altre due ragazze.
Lily si strinse nelle spalle. «Al sesto anno.» E questa, pensò Lily, era una mezza verità. Le dispiaceva non dire nulla alle due ragazze, riguardo a Potter, ma Alice era talmente pettegola che in pochi minuti tutta la scuola insegnanti compresi avrebbero saputo di lei e Potter. E questo era proprio ciò che lei voleva evitare.
«Il sesto anno?!» Esclamò Alice. «E tu credi che questo sia più importante di quello che stavamo discutendo noi?!»
Lily osservò l’amica con sguardo perplesso. «Non saprei... di cosa stavate parlando?»
Alice sfoderò un sorrisetto compiaciuto, tornando a sedersi compostamente al suo fianco. «Degli addominali di Frank.» Esclamò guardando Mary con la coda dell’occhio.
Lily spalancò gli occhi. «Cosa?! Perché dovrebbe importarmi degli addominali del tuo ragazzo?!» Esclamò la ragazza iniziando a ridacchiare.
«Quello che ho detto anche io!» Disse Mary, rianimata dall’appoggio di Lily. «E’ ovvio che tu sei di parte! A parer mio sono mille volte meglio gli addominali di James Potter! Insomma... lui è un
cercatore.» Concluse Mary con sguardo sognante. Lily deglutì.
Accidenti, come poteva stare in quello scompartimento con le sue amiche che parlavano
degli addominali del suo ragazzo non-ragazzo?! Non poteva, infatti.
«Poi è uno sportivo... ovvio che i suoi muscoli sono più sodi!» Alice tirò una cioccorana in faccia a Mary, che cercò di scacciarla mentre le saliva in testa.
«Non è vero!» Urlò Alice, con il solito sorrisetto sulle labbra.
«Sì invece! James Potter è meglio!»
«Ragazze!» Esplose Lily, senza riuscire a trattenersi. Com’è che si innervosiva così? James Potter non era davvero il suo ragazzo. La loro era solo un prova. Alice e Mary smisero di battibeccare e la guardarono con sospetto. Doveva inventarsi qualcosa, e alla svelta. «Possiamo evitare di parlare di Potter prima ancora che inizi l’anno?» Lily dovette spingere le lettere più giù nelle tasche, come se avesse paura che saltassero fuori da un momento all’altro, smascherandola. «E poi...» si decise ad aggiungere, per allontanare qualsiasi sospetto. «A parer mio Sirius Black è meglio di tutti e due. Messi insieme.» Lily aspettò, sperando in una reazione positiva. Ancora un’istante di silenzio e...
«In effetti ha ragione. Black è così
affascinante.» Esclamò Mary.
Alice scosse la testa energicamente. «No, te lo ripeto: Frank non lo batte nessuno!»
«Oh dai! James e Sirius sono molto più muscolosi di Frank!»
«No!»
«Sì!»
E fu così che Lily si ritrovò a passare gli ultimi minuti che la separavano dal castello di Hogwarts ad ascoltare le sue amiche che parlavano dei muscoli di Frank Paciock, Sirius Black... e James Potter.
Bell’inizio! Pensò Lily, sorridendo allegra pensando al suo piccolo segreto.

~


Quando scesero dal treno Lily incontrò James. Lui le sorrise e lei ricambiò, sicura che nessuno potesse notarli nella confusione. Lily si sporse in punta di piedi, cercando di recuperare la gabbietta del suo gufo dallo scompartimento del treno, quando lui arrivò al suo fianco.
«Bisogno di aiuto, Evans?» Le chiese rivolgendole un sorriso a metà. Intanto allungò il braccio, agganciando in un dito la gabbietta di Atlas e porgendola a Lily senza il minimo sforzo. Lily si rimpossessò di Atlas controllando come se la passasse il piccolo gufetto grigio che la fissava con i suoi occhioni gialli.
«No Potter. Faccio da sola.»
«Sicura?» Chiese lui, persuasivo.
«Sicurissima.» Rispose lei , rivolgendogli un sorriso che chiunque avrebbe interpretato come un espressione di superiorità e amichevole indifferenza. Ma che Lily e James sapevano essere un sorriso in codice, che solo loro due potevano comprendere. Perché solo loro due conoscevano il loro segreto..
«Hey Lily! Andiamo alla carrozza?» Chiese Mary arrivando al suo fianco, seguita da Alice e Frank. La ragazza non si era accorta di James e si ritrovò ad arrossire. «Ciao James!»
Lui le rivolse un cenno ed un sorriso.
«Allora Evans? Non ci vieni con me?» Chiese lui persuasivo, facendo cenno alla carrozza li vicino, sulla quale erano già seduti Sirius, Remus e, notò Lily, anche Peter.
Lily sbuffò. «No Potter! Quante volte te lo devo dire?» Era così abituata a quelle risposte che non le venne nemmeno troppo difficile recitarle. James intanto continuava a sorridere. Non era giusto, pensò Lily, la sua parte nella recita era più semplice. Lui continuava semplicemente a fare quello che faceva di solito: infastidirla ed essere rifiutato.
Intanto dietro di lui Sirius si sbracciava per attirare la sua attenzione. «Hey! Ciao Evans!»
Si divertivano loro, James e Sirius. Lily non credeva che quella storia sarebbe durata a lungo visto che Sirius la conosceva. Era abbastanza incline a parlare troppo.
«Andiamo Mary.» Disse Lily prendendo l’amica per la manica dell’uniforme e trascinandola via, a testa bassa per nascondere il sorriso che era sorto sulle sue labbra.
Okay, pensò, non sapeva come mai, ma sentiva che il sesto anno sarebbe stato spassoso, sì. Spassoso.
Lily trascinò via Mary non prima che lei, notò la rossa con disappunto, ebbe lanciato uno sguardo approfondito... sì, agli addominali di Potter.


~


Lo smistamento e la cena passarono tranquillamente, tra un bicchiere di succo di zucca e ricongiungimenti con i compagni Grifondoro vecchi e nuovi. La sala echeggiava tra il brusio delle tante persone che chiacchieravano e il rumore di piatti e forchette. La ragazza parlò con tutti, evitando accuratamente di menzionare qualsiasi cosa riguardante la sua estate, come Severus, la presa in giro dei suoi ex-compagni babbani e soprattutto la storia di Potter.
Lily sorrise per tutta la sera, più allegra di quanto ricordasse di essere stata negli ultimi mesi. Era tornata a casa, aveva ritrovato i suoi amici e... e il resto si sapeva. Lei lo sapeva.
Ogni tanto Lily, tra una pausa e l’altra, lanciava qualche sguardo veloce all’angolo occupato dai Malandrini. James era, ovviamente, seduto al fianco di Sirius e di fronte a loro c’erano Remus e Peter. Quest’ultimo non era cambiato molto dall’ultima volta che Lily lo aveva visto, prima della fine del quinto anno: basso, grassottello con i suoi capelli lunghi e increspati color paglia e i dentoni da castoro, sempre affascinato dai suoi compagni, gli occhi grossi e tondi.
James rideva scambiando battute con Sirius mentre un gruppo di ragazzine, notò Lily, era intento ad osservarli.
Solo alla fine della cena, quando Silente li congedò, Lily incrociò lo sguardo di James. Lui le fece l’occhiolino, inviandole un bacio. Lily lo guardò con disappunto.
«Hey! James Potter ti ha appena...» Iniziò Alice, affiancandola.
«No, affatto.» Commentò Lily troncando la frase a metà.
«Ok, come non detto.» L’amica si strinse nelle spalle, decidendo di ignorare il comportamento anti-Potter di Lily, così si allontanò a braccetto con Frank.
In quel momento un gufetto di carta planò vicino all’orecchio destro di Lily, prima di posizionarsi davanti ai suoi occhi, sbattendo le alette di carta, in attesa. La ragazza si guardò attorno ma in quel momento era sola, la gente che passava di fianco a lei, diretta verso i dormitori, non pareva degnarla di troppe attenzioni.
Così Lily prese il gufetto tra due mani, osservandolo per un istante, prima che quello si aprisse a mostrare un biglietto scritto con una grafia frettolosa e disordinata.

Incontriamoci nella sala comune a mezzanotte.
Ti aspetto,

- R

Lily sorrise, appallottolando il foglietto e ficcandolo in tasca, assieme alle lettere. Caspita, pensò. Non si riconosceva più. Da quando Lily Evans era felice pensando a James Potter?
Quante cose erano cambiate...
La ragazza accelerò il passo per raggiungere Mary, diretta al dormitorio dei Grifondoro con le loro altre compagne. Si unì a loro silenziosamente, come se fosse sempre stata li.

~


Quando mancarono dieci minuti alla mezzanotte Lily si alzò dal baldacchino, controllando gli altri letti della stanza. Le sue compagne sembravano tutte profondamente addormentate. Perfetto.
Lily si infilò una vestaglia e le pantofole poi camminò con passo felpato sino alla porta, che si premurò di accostare con lentezza, evitando che scricchiolasse.
Un minuto dopo Lily era nella sala comune che, a prima vista, le parve deserta. Decise così di sedersi sulla sua poltrona preferita, quella vicino al caminetto, dove il fuoco ardeva ancora, scoppiettando luminoso.
Sedendosi, Lily iniziò a pensare a cosa avrebbe fatto se James non si fosse presentato. Buttarlo dalla torre di astronomia sarebbe stata un bella idea, però forse avrebbe potuto usare un arresto momentum proprio all’ultimo, giusto per trasportare Potter in riva al lago oscuro e lanciarlo nel centro esatto aspettando che la piovra lo stritolasse. Oppure affogandolo lei stessa.
Fu nel mentre di quei suoi pensieri cruenti che sentì una voce richiamarla.
«Ehilà! Guarda un po chi non si trova nel letto dopo il coprifuoco!» Esclamò la voce, divertita.
Lily sobbalzò e si girò di scatto: James era seduto su una poltrona di pelle non molto lontana dalla sua. Ma prima li, Lily ci avrebbe giurato, non c’era nessuno.
«Come sei arrivato li? Non ti ho sentito scendere!»
James assunse un cipiglio offeso, come se si aspettasse un saluto più caloroso, ma poi si strinse nelle spalle e rispose. «Sono sempre stato qui.»
James indossava ancora l’uniforme, osservò Lily distrattamente, prima di replicare, con decisione. «No. Prima la sala era deserta.»
«Bé chiaramente si sta sbagliando, signorina Evans.» James sorrise, osservandola dalla sua posizione. Lily scosse la testa, esasperata.
«Bè» esclamò James aprendo le braccia. «Non vieni a salutarmi?»
La ragazza lanciò uno sguardo alle scale che conducevano ai dormitori. Non era certo sicuro abbandonarsi a comportamenti non di disprezzo in un luogo come la sala comune dei Grifondoro. Non se sei un Grifondoro.
James rimase in attesa, speranzoso, mentre Lily lo fissava con un sopracciglio inarcato, senza accennare a muoversi.
«Okay» sospirò il ragazzo, tirandosi su stancamente. «Verrò io. Per questa volta vinci tu, Evans.» Disse James, lasciandosi cadere nell'esiguo spazio rimasto libero sulla poltrona occupata da Lily. La ragazza sobbalzò, pigiandosi contro il bracciolo, presa alla sprovvista da quella vicinanza. Il suo cuore traditore iniziò a pompare più veloce.
«Che c’è?» Chiese James, cingendole le spalle con un braccio. Lily scosse la testa, chiudendo gli occhi. Anche se non lo vedeva, sapeva che Potter in quel momento, sorrideva vittorioso.
«Com’è andato il primo giorno?»
«Intendi il primo giorno a Hogwarts... o il nostro primo giorno?»
James si strinse nelle spalle. «Entrambi.»
«Credo bene. Sì, abbastanza bene.» Rispose Lily, mettendosi comoda sulla poltrona. Il braccio di James che la stringeva pareva riscaldare il suo intero corpo almeno mille volte di più di quanto l'avesse mai scaldata il camino della sala.
«Davvero? Bene a sapersi!» Esclamò James, allegro.
«E’ solo il primo giorno, James. Non ti illudere.» La ragazza soffocò uno sbadiglio, lasciando che la sua testa si posasse sulla spalla del ragazzo.
Lily lo sentì vibrare, e si accorse che stava ridacchiando. «Cosa fai?» Chiese insospettita, senza tuttavia aprire gli occhi.
«Niente. E’ solo che aspetto questo momento da anni.»
Lily non riuscì a trattenere un sorriso.
Era andato bene, il loro primo giorno. Ora Lily avrebbe dovuto vedere come sarebbero andati gli altri. Cosa avrebbero combinato i Malandrini.
Ma per quel momento, decise di non pensarci, restando semplicemente li, immobile. Gli unici rumori che udiva erano il respiro di James sui suoi capelli e il crepitio del fuoco che si affievoliva. Era tutto così pacifico... Lily sarebbe rimasta volentieri li per tutta la notte.


SPAZIO AUTORE

Salve a tutti!!!
Eccomi finalmente tornata con il seguito di ‘’Summer Memories’’!!!
Allora, ci terrei a precisare, per nuovi ipotetici lettori, che non dovete per forza leggere la storia qui sopra indicata... però sarebbe meglio per la comprensione di alcuni punti (ad ogni modo la storia non è lunghissima, conta solo 6 capitoli ^^ )!
Per i lettori abitudinari, se ci sono ancora, spero siate contenti visto che finalmente ho deciso di postare il seguito! Spero di non deludervi con questa nuova storia e di riuscire a rendere bene i personaggi e l’ambiente di Hogwarts!
E più di tutto, spero di riuscire a rendere la storia interessante! Come avete visto questo primo capitolo è tranquillo, tanto per reintrodurre i personaggi nel castello!
Spero tuttavia che non sia stato un capitolo eccessivamente deludente! xD
Ad ogni modo, vorrei ringraziare tutti quelli che hanno letto il capitolo e ricordatevi: un commento mi fa sempre piacere!!! ;)
Grazie mille a tutti e alla prossima!!!

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Capitolo 2
*** 2) Il Migliore amico di Ramoso ***


Winter Again

Capitolo 2: il miglior amico di Ramoso



Il mattino dopo Lily si svegliò allegra, anche se la sera prima era andata a dormire davvero tardi. Anzi, a conti fatti, era andata a dormire solo qualche ora prima.

In realtà si era addormentata in sala comune, ricordò con imbarazzo, ma probabilmente a James non aveva dato fastidio. Ricordava vagamente che ad un certo punto l’aveva svegliata scuotendola delicatamente per la spalla e chiamandola, sussurrandole il suo nome all’orecchio.

«Lily? Lily?» James la scuoteva con un sorrisetto sulle labbra. «Tesoro, ti porterei volentieri in braccio a letto, ma sai che non posso entrare nel dormitorio. Devi alzarti.» Lily in risposta aveva mugugnato qualcosa, cercando di ignorare la voce che voleva svegliarla. Così James provò ad alzare la voce e a scuoterla con più forza. «Lily... devi svegliarti! E’ tardi!» Dopo altri vari tentativi James, esasperato, le aveva fatto il solletico, svegliandola di colpo. La ragazza si era trascinata fino al dormitorio, senza ricordare nulla di quello che era successo dopo il suo temporaneo risveglio.

L’unica cosa che ricordava abbastanza nitidamente, a meno che non l’avesse sognato, era che James l’aveva chiamata... tesoro. Oddio, tesoro! Assolutamente no, non poteva averlo fatto!


~


La lezione di storia della magia quel giorno parve a Lily più noiosa del solito. Non che il professor ruf godesse di un gran rispetto quando si parlava di lezioni interessanti, anzi. Ma Lily di solito riusciva a seguire e prendere appunti, affascinata al pensiero di tutti quei maghi e streghe venuti prima di lei e che avevano combattuto per salvaguardare il loro mondo. Ma quel giorno Lily non riuscì proprio a prestare attenzione ai diritti magici ottenuti nel corso dei secoli dopo lotte e battaglie. Proprio no.

Era distratta. Lily Evans era distratta in classe.

Mary, seduta al suo fianco, l’aveva notato. Certo, pensò Lily, non aveva di meglio da fare anziché fissare lei? Alice invece, seduta un banco davanti al suo, si scambiava bigliettini piegati a forma di cigno con Frank.

Ad ogni modo, la causa della distrazione di Lily in quel preciso istante si portava una mano ai capelli corvini e ribelli, spettinandoli ancora di più. Al suo fianco, Sirius sonnecchiava sul banco, il viso sepolto tra le braccia e nascosto dai ricci neri.

Come se qualcuno l’avesse chiamato, Potter si girò, una mano ancora a mezz’aria. Incontrò lo sguardo di Lily e le ammiccò, scuotendo la mano nella sua direzione.

Lily si sentì arrossire e abbassò immediatamente lo sguardo. Le ore di storia della magia non erano affatto un buon momento per salvaguardare la sua relazione segreta, visto che lei non riusciva a pensare ad altro.

Mary intanto la guardava di sottecchi.

Meraviglioso!

Fu una benedizione quando la lezione arrivò al termine. Come una potentissima magia, gli studenti che sonnecchiavano immobili riversi sui banchi di legno, iniziarono a risvegliarsi, tirandosi a sedere e stiracchiandosi come se fossero appena usciti da un sonno eterno. Tutti tranne uno.

Mentre la classe iniziava a rianimarsi di mormorii e chiacchiericci, James Potter, intento a stiracchiarsi, allungò una mano, pizzicando su un fianco Sirius, che dormiva senza pensieri, la bocca socchiusa e un’espressione beata sul viso. Il ragazzo cacciò un urlo, sobbalzando e svegliandosi improvvisamente con tanta violenza che spinse indietro la sedia, finendo a terra frastornato.

Vi fu un attimo di silenzio, poi Sirius si mise a sedere, una mano tra i ricci neri e l’espressione intontita di chi si è appena svegliato, e anche in malo modo.

In meno di un secondo James iniziò a ridere fragorosamente seguito dal resto della classe, mentre Sirius si rimetteva in piedi, rosso in viso, cercando di racimolare un briciolo di dignità. James gli batté una mano sulla schiena continuando a ridere, mentre il professor ruf cercava invano di placare gli studenti. Alla fine urlò che la lezione era finita e se ne andò, fluttuando attraverso il muro con aria indignata.

Lily si ritrovò a ridacchiare sotto i baffi, senza riuscire a trattenersi. Di nuovo Mary le lanciò uno sguardo stupito.


~


Finalmente arrivò l’ora di mensa. Lily si diresse assieme a Mary e Alice verso la sala grande, felice che le lezioni fossero terminate. Attorno a lei i suoi compagni Grifondoro sembravano essere d’accordo, soprattutto i Malandrini, che furono i primi ad entrare ed accomodarsi al tavolo di Grifondoro.

Tra la marea di studenti che si dirigevano in gruppi allegri e chiassosi verso la sala, Lily vide una figura ben nota. Questa si dirigeva a capo chino e passo lento verso nella direzione opposta.

Era Severus, ed era solo. Lily si ricordò dell’ultima volta che l’aveva visto l’estate passata. Quando avevano litigato e lei lo aveva cacciato via in malo modo, dicendo che non avrebbe mai più voluto parlare con lui. Ora era passato molto tempo da quell’avvenimento e Lily era felice. Si sentiva in colpa e voleva cercare di sistemare le cose con lui. Chissà che durante l’estate anche lui fosse cambiato... ma per saperlo, doveva andare a parlargli.

Fu così che Lily si congedò dalle sue compagne e si diresse con passo sicuro verso Severus. Si preparò sulle labbra un sorriso di riconciliazione, quasi stesse portando in una mano una bandiera bianca. Quando fu abbastanza vicina, lo chiamò.

«Severus?»

Il ragazzo si bloccò all’istante, alzando lo sguardo su di lei. Era come sempre, Severus. Pallido e con i capelli lunghi e unticci. Il ragazzo non disse nulla quando vide Lily, ma i suoi occhi ebbero un fremito.

«Ciao.» Disse Lily, sentendosi, strano ma vero, insicura di fronte a lui, per la prima volta. «Volevo parlarti. Chiederti... chiederti scusa. Mi sono comportata davvero male con te e... mi dispiace di averti detto quelle brutte cose ma...» Lily non sapeva come proseguire. In fondo era lui dalla parte del torto, ma Lily non riusciva più a sopportare il rimorso per quello che aveva fatto e detto. Severus continuò a restare muto, senza esprimere nessuna emozione.

«Vuoi perdonarmi, Severus?»

Le labbra del ragazzo fremettero e Lily capì che si stava trattenendo dal dire qualcosa. Il suo sguardo però era strano, alieno. Lily non seppe individuare cosa stesse passando nella sua mente, almeno fino a quando il ragazzo si decise a parlare.

«Lascia perdere, Lily. Non mi interessa riappacificarmi con te. Mi disgusti.»

Per Lily fu come uno schiaffo in pieno viso. Non seppe cosa replicare, rimase semplicemente li a fissarlo, la bocca aperta, gli occhi sbarrati. Severus la guardò con disgusto prima di voltarsi.

Lily si risvegliò e lo bloccò.

«Co-cosa vorresti dire?!»

Il ragazzo si voltò di nuovo, gli occhi neri che ardevano per diversi sentimenti tutti mescolati assieme. «Vi ho visti. Tu e Potter. L’estate passata. Mi fate schifo. Tutti e due.»

Lily trasalì, lasciando andare la manica dell’uniforme di Severus. Il ragazzo si allontanò di un passo. «Pensavo fossi meglio di così, Lily. Prima i babbani. Ora Potter. Non so cosa ti stia succedendo, ma sei caduta davvero in basso. Mi aspettavo... di più. Mi aspettavo di più da te.»

Lily era sotto shock, ma si riprese in fretta. «Tu! Tu mi vieni a dire certe cose? Dopo tutto quello che hai fatto? Ho voluto darti un’altra possibilità Severus. Oggi ho voluto farlo in nome dei vecchi tempi. E tu... tu osi farmi questo?! Sono stata davvero stupida. Davvero stupida a credere ci fosse ancora qualcosa di buono in te!»

Con queste parole Lily si incamminò in un mulinare di capelli rossi. La ragazza era indignata per quello che Severus aveva detto. Si diresse impettita al tavolo dei Grifondoro, cercando di apparire normale, senza riuscirci. Prese il suo solito posto in mezzo a Alice e Mary, buttando bruscamente varie pietanze nel piatto, senza nemmeno sapere quali fossero. Le sue amiche non le chiesero nulla forse perché avevano già capito cosa fosse successo, forse perché avevano capito che Lily non era in vena di rispondere.

Quando la ragazza finalmente alzò lo sguardo, i suoi occhi ne trovarono un paio che la fissavano intensamente. James aveva un’espressione attenta e preoccupata. Lily riuscì quasi a sentire la sua voce che le diceva ‘dopo dobbiamo parlare’, anche se lui non aveva aperto bocca. La ragazza distolse lo sguardo, iniziando a mangiare meccanicamente.


~


Lily si sbatté la porta del bagno del secondo piano dietro le spalle, con forza. Aspettò li in silenzio, immobile, per qualche interminabile minuto, prima che la porta si aprisse di nuovo. La ragazza prese un bel respiro e cercò di sorridere come faceva di solito.

Dallo sguardo di James capì che non avrebbe funzionato fingere.

«Che cosa è successo?» Chiese lui, preoccupato mentre bloccava la porta con un incantesimo. Un istante dopo era di fronte a lei.

«Niente.»

«Non mentirmi.» James le prese una mano e la strinse. «Dimmi cosa ti è successo, Lily.»

«Non è nulla di importante.» Sussurrò la ragazza, fuggendo lo sguardo di James.

«Lily, guardami. Spiega.» Ma la ragazza non parlò. Non voleva che James sapesse di Severus, sicuramente avrebbe voluto vendicarsi e non sarebbe andata a finire bene per nessuno. «E’ Mocciosus, non è vero?»

Lily si sentì smascherata, non poteva più negare. Così sospirò e raccontò, omettendo qualche particolare. «E’ stata colpa mia. Volevo scusarmi per il mio comportamento dell’estate scorsa... non avrei dovuto.»

«Lily!» Esclamò lui, indignato. «Dovrebbe essere lui a strisciare ai tuoi piedi implorando il perdono, quel piccolo verme. Non tu!»

«Lo so. Ho sbagliato. Possiamo dimenticarci tutto, per favore?»

James rimase in silenzio, Lily non sapeva come, ma sentiva che lui aveva capito che la ragazza nascondeva qualcosa. Tipo la parte riguardante Severus che conosceva il loro segreto.

«Okay.» Disse alla fine James.

«Giura che non farai nulla di stupido.»

Il ragazzo indugiò, passandosi una mano tra i capelli. «E va bene. Ma se ti fa ancora qualcosa non mi importa. Farò quello che avrei dovuto fare già da molto tempo.»

Lily non volle sapere di che si trattasse, ma sospirò, felice di potersi lasciare quello spiacevole episodio alle spalle e certa che non avrebbe più commesso quell’errore così stupido.

«Nessuno deve osare importunare la mia Lily.» Asserì James, con fierezza.

«Hey!» Esclamò la ragazza. «Vacci piano, io non sono tua.»

«Oh, andiamo...» Fece James, con un sorriso cospiratore. «Ammettilo che...»

«No. Mi dispiace James ma non ho intenzione di ammettere un bel niente.» Sulle labbra di Lily si dipinse un sorrisetto di sfida. Fino a dieci minuti prima avrebbe distrutto l’intero bagno e ora... sorrideva. Non credeva che Potter potesse davvero metterla di buon umore.

«Per ora, mia cara.» James ridacchiò. «Comunque... stasera. Alle undici in punto, all’ingresso della sala comune.»

Lily l’osservò con uno sguardo interrogativo. «Perché?»

«Non te lo dico, è una sorpresa!» Il suo sorriso andava da un orecchio all’altro. «Allora, ci sarai?»

Lily ci pensò su. «Non lo so... non mi fido molto di te, James. Dimmi cosa vuoi fare?»

«Non se ne parla!» Esclamò lui, ammiccando. Non diede nemmeno il tempo a Lily di rispondere; le stampò un bacio sulle labbra prima di allontanarsi ridendo e uscendo dal bagno lasciandola li attonita a guardare la porta. Nel silenzio del bagno deserto, Lily si mise a ridere.


~


Il resto della giornata passò tranquillamente. Lily non vide più Severus, o forse era meglio dire che non lo cercò più. Era difficile ignorarsi ad Hogwarts, soprattutto se si era dello stesso anno. L’ora di cena arrivò talmente in fretta che Lily non se ne rese nemmeno conto, tanto era immersa nel pensiero di quella sera. Chissà cos’aveva in mente Potter.

La ragazza si sedette al tavolo dei Grifondoro, come per il pranzo di poche ore prima. L’unica differenza era che ora Lily era felice e sorrideva.

«Hey Lily!» Esclamò Alice, sedendosi al suo fianco trascinandosi dietro Frank, che le rivolse un sorriso in segno di saluto.

«Salve, piccioncini. Passata una bella giornata?»

Alice la guardò aggrottando le sopracciglia. «Parli come se non l’avessimo trascorsa tutti assieme, la giornata. In classe per di più!» Esclamò la ragazza versandosi una quantità sproporzionata di patate arrosto nel piatto. Poco dopo anche Mary le raggiunse, salutando con la mano la sua amica Tassorosso, Susie Habbott.

«Sapete cosa?» Lily e Mary si voltarono a guardare Alice, con un’espressione allertata. Quello sembrava il tono che la ragazza di solito usava quando aveva in mente qualcosa. Qualcosa di diabolico. «Dovremmo proprio organizzare una festa.» Asserì con convinzione, entusiasta. «Una festa di benvenuto, per quanto possa essere bello essere tornati a scuola.»

Mary batté le mani freneticamente. «E’ un’idea geniale, Alice!»

Le ragazze iniziarono a parlottare tra di loro, mentre Lily le scrutava con uno sguardo corrucciato. Era contro le regole della scuola organizzare feste non autorizzate.

Mentre le tre ragazze erano impegnate nei loro affari, Frank si sporse dal tavolo e lanciò un urlo. «Hey! Hey ragazzi!» Esclamò scuotendo la mano in direzione di qualcuno. «Vi va di organizzare una festa?» Urlò, abbassando la voce.

«Festa? Chi ha detto festa?!» Una testa riccia e scura balzò come una molla. Sirius Black si guardava attorno cercando chi avesse pronunciato la parola magica, come un radar. Quando vide Frank che lanciava segnali di fumo verso di lui, balzò in piedi, seguito dagli altri malandrini. Al completo.

«Amico!» Esclamò Sirius, battendo una mano sulla spalla di Frank. I due si scambiarono un sorriso fin troppo allegro. «Stai parlando con l’organizzatore di feste migliore di tutta Hogwarts.» Disse Sirius indicando se stesso. Dietro di lui, Peter Minus sorrideva come un’ebete, saltellando da una gamba all’altra. Remus invece sospirava rassegnato, lanciando occhiate torve alla schiena di Sirius. James invece guardava Lily sorridendo.

La ragazza, come da copione, distolse lo sguardo indignata.

Ci volle solo qualche secondo prima che si scatenasse il putiferio mentre Alice, Mary, Frank, Sirius e James cercavano di esprimere ognuno la propria opinione sulla festa.

Se fossero andati avanti così, pensò Lily, li avrebbero beccati prima ancora di poter decidere il luogo.

«Ragazzi.» Chiamò, ma nessuno la sentì, a parte Remus che sembrava sempre più esasperato. «Hey!» Riprovò picchiettando con il dito sulla schiena di Alice. Lily roteò gli occhi e incrociò lo sguardo di qualcuno. Era accaduto troppo in fretta perché potesse esserne certa, ma le pareva che Christopher Macnair dal tavolo dei Serpeverde, la stesse fissando. Probabilmente se lo era solo immaginata, pensò scuotendo la testa.

«Ragazzi!» Urlò, stanca di essere ignorata. Tutti e cinque si voltarono verso di le. «Volete smetterla di urlare a questo modo? Vi farete scoprire subito! Siete davvero negati ad organizzare, voi.»

«Ah, sì?» Disse James raddrizzando la schiena e guardandola con aria di sfida. «Allora perché non la organizzi tu, la festa, Lily?» Il suo sorriso sghembo era più divertito più che mai.

«Perché a me» Replicò Lily guardando James con un mezzo sorriso. «La festa non interessa.»

«Oh, andiamo Lily!» Alice e Mary avevano uno sguardo implorante.

La ragazza scosse la testa, raccogliendo le proprie cose con astio.

«Io sono dalla sua parte.» Aggiunse Remus entrando per la prima volta nella discussione. I malandrini lo guardarono come a dire che quella non era affatto una novità.

«Maddai?» Esclamò Sirius, divertito.

Lily levò le tende prima che il dibattito ricominciasse. Tuttavia non era arrabbiata, come lo sarebbe stata l’anno prima. Era solo... divertita.

Lily Evans era divertita dal fatto che si stesse organizzando una festa illegale.


~


Alle undici in punto James sgattaiolò dalla sala comune, non ancora del tutto deserta, verso l’ingresso, pigiandosi contro il muro per passare inosservato. Si era tolto l’uniforme e aveva indossato vestiti comodi. E una felpa pensante, sotto la quale stava celato il suo prezioso mantello dell’invisibilità. Sirius l’avrebbe ucciso se avesse scoperto cosa stava per fare. Ma James era abbastanza sicuro di potersi fidare di Lily, ora.

Pochi minuti dopo, la ragazza sgattaiolò proprio di fronte a lui, anche lei senza uniforme e con uno sguardo non del tutto sicuro, come se non sapesse cosa fare li. James le sorrise, prendendosi solo qualche istante per osservarla.

«Allora ti fidi di me.»

La ragazza arricciò il naso. «Non ne sono poi così sicura. Come procedono i preparativi?»

«Ah, così ora ti interessi?»

«Sono solo curiosa.» Replicò stringendosi nelle spalle.

«Bè, non è organizzata nell'imminente futuro. Ma ci sarà, prima o poi.»

Lily inarcò le sopracciglia, ridacchiando.

«Ad ogni modo,» riprese James, cambiando argomento. «Noi abbiamo già qualcosa in programma, rammenti?» Il ragazzo ammiccò, posando la mano sul pomello della porta.

«Che stai facendo?» Chiese Lily seguendo lo spostamento del suo braccio.

«Usciamo.» James stava già aprendo la porta quando Lily lo fermò.

«Sei pazzo? Non possiamo uscire a quest’ora! E’...»

«E’ contro le regole, lo so!» La interruppe James ridacchiando divertito. E questo era la parte più difficile, e più divertente. Convincere Lily Evans ad infrangere le infrangibili regole di Hogwarts. Cosa che James con i malandrini aveva già fatto... bé, aveva perso il conto alla fine del primo anno.

«Bene, quindi non si può.»

James la fissò intensamente.

«Che c’è?» Chiese la ragazza, incrociando le braccia al petto con aria imbronciata.

«Tu credi veramente che ci beccherebbero? Voglio dire, è con James Potter che stai parlando. Nessuno, ripeto nessuno ha mai beccato James Potter.»

Lily sbuffò, poco convinta.

«Avanti Lily! Fidati di me. Ho una cosa che voglio mostrarti.»

La ragazza indugiò, ma poi presa dalla curiosità, domandò: «Sarebbe?»

«Non posso fartelo vedere qui, dobbiamo uscire.»

«Dimmi cos’è.»

James non si prese nemmeno la briga di rispondere, ma aprì la porta e sgusciò fuori in perfetto silenzio. La ragazza avrebbe voluto urlargli un insulto, ma ovviamente non poteva, altrimenti l’avrebbero sentita.

Alterata, seguì James fuori dal ritratto. L’aveva fatto, era uscita dalla sala comune. Il castello era buio a quell’ora. Gli uomini e le donne nei ritratti dei quadri sonnecchiavano beati, alcuni russavano addirittura. Le scale erano illuminate da poche sporadiche candele e dalla tenue luce che filtrava dalla finestra.

James era in piedi di fianco a una di esse e le faceva segno di avvicinarsi. Lily lo fece, atteggiandosi indignata ma, sotto sotto, si sentiva emozionata. La scuola di notte aveva un non so che di... magico. Più del solito, ovvio.

James si portò una mano sotto la felpa.

«Ma che stai... oh.» Lily si bloccò quando vide che James non stava facendo niente di osceno, ma che aveva sfilato da sotto l’indumento... qualcosa. Qualcosa che le parve un mantello di velluto. Sembrava quasi fatto d'acqua, sembrava irreale.

James osservò lo sguardo estasiato sul viso di Lily. «Okay, sappi che Sirius mi ammazzerebbe se sapesse che te lo sto mostrando. Ma mi fido di te abbastanza da farlo, quindi...» Il ragazzo spiegò il mantello porgendoglielo. «Ti presento uno dei miei migliori amici qui a Hogwarts. Il mantello dell’invisibilità.»

Lily sgranò gli occhi, affascinata. «Invisibilità? Scherzi?!»

«Certo che no.» A prova di ciò James sollevò il mantello, celandosi interamente sotto di esso. Nello stesso istante in cui il mantello lo coprì, James scomparve. Lily era letteralmente estasiata. Passati pochi secondi, Lily iniziò a guardarsi attorno.

«Hemm... James?» Non ottenne risposta. «Molto divertente, davvero.»

Lily sobbalzò quando il ragazzo ricomparve alle sue spalle. «Hey!» Esclamò.

«Shhh!» La zittì James. «Ti ricordo che stiamo infrangendo le regole!» Sussurrò sorridendole. Lily avrebbe detto di non averlo mai visto così felice. Il ragazzo tenne sollevato il mantello e Lily capì che voleva che anche lei andasse sotto di esso. Lily esitò, mordicchiandosi il labbro inferiore.

«Avanti Evans. Sei arrivata fin qui, non vorrai tirarti indietro, vero? Non avrai...»

Lily non gli lasciò finire la frase, certa che quella avrebbe compreso una sfida che lei non avrebbe potuto rifiutare. Con cautela si infilò sotto il mantello. Sembrava di vedere tutto attraverso un velo sottile.

«Wow, nessuno ci crederebbe se lo raccontassi!» Esclamò James, entusiasta.

Lily sorrise. Sì, era vero. Nessuno ci avrebbe creduto. Nemmeno lei.


~


SPAZIO AUTORE


Salve a tutti!

Hemm... sempre che ci sia ancora qualcuno che segue questa storia. Lo so LO SO sono passati mesi e mesi dall’ultimo aggiornamento e mi sento davvero uno schifo per non aver più aggiornato la storia. Merito di essere cruciata, anzi, mi crucio da sola ç__ç

Ad ogni modo poco fa mi è tornata in mente la storia e anche quanto mi piacesse scrivere, sia su Harry Potter sia in generale. Così ho deciso di ritornare. Maledetta sia la scuola che mi porta via tanto tempo e ispirazione! Però vabbè, ora la smetto con le giustificazioni!

Ringrazio tutti quelli che hanno letto e recensito il primo capitolo di questa storia e spero che faranno lo stesso con questo

Anche questo capitolo è stato abbastanza tranquillo (a parte la solita litigata con quel nababbo di Severus... LOL) comunque preannuncio già che il prossimo sarà più movimentato ;)

Detto questo mi ritiro nel mio angolino buio dell’autocommiserazione... sperando che qualcuno mi segua ancora, con affetto,


- C

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Capitolo 3
*** 3) Morso al chiaro di luna ***


Winter Again

Capitolo 3: morso al chiaro di luna


I giorni passarono in un susseguirsi di lezioni, pomeriggi autunnali passati fuori nei giardini di Hogwarts con le amiche e serate segrete con James.
Anche se il tempo passava e il loro rapporto sembrava restare solido, Lily non riusciva ancora a capacitarsi di quello che stava succedendo. Non riusciva a credere di chiamare James Potter per nome e di divertirsi con lui. Non sapeva se ci si sarebbe mai abituata, ma per il momento le andava bene così. Lily era felice.


~

«Hey Ramoso! Hai visto che schiappa il secondo portiere?» Esclamò Sirius, raggiungendo James seguito dagli altri due Malandrini.
Le selezioni per la squadra di Quidditch erano appena terminate e James, come sempre da cinque anni a quella parte, era stato riconfermato come cercatore. Nessuno era bravo come James Potter. Il ragazzo si spettinò i capelli già arruffati dal vento e sorrise. «Era davvero pessimo. Non so come può certa gente anche solo pensare di presentarsi alle selezioni.»
Al suo fianco un trotterellante Peter annuì con vigore. «Sei stato formidabile James!»
James non rispose nemmeno, ma tirò fuori il suo inseparabile boccino e lo lanciò a Peter, che lo prese, non senza qualche difficoltà, osservandolo estasiato.
«A pensarci bene,» iniziò Sirius osservando l’assurda presa di Peter. «Potresti essere alla pari di quel tizio. Com’è che si chiamava?»
«Hmm... se non sbaglio faceva Smith di cognome, quarto anno» Rispose Remus.
James rise. «Non offenderti Coda, ma non sei proprio un sportivo.»
A conferma di questo Peter, troppo intento a fissare il boccino d’oro, inciampò in un ciottolo e per poco non finì a terra, se Remus non l’avesse afferrato in tempo. Il boccino sfuggì dalle mani del ragazzo ma James lo riacchiappò in meno di un secondo, riponendolo con cura nella tasca della sua borsa, che poi porse a Peter. Il ragazzo non si lamentò nemmeno.
James lanciò un’occhiata a Remus: la sua pelle era terribilmente pallida, il viso scarno e i capelli gli ricadevano flosci sulla fronte. Erano gli effetti dell’imminente luna piena.
Sirius si accorse dello sguardo di James e prese la parola. «Pronto per stasera Moony?»
Remus rivolse loro un sorriso stanco. «Sì, come sempre.»
«Fantastico! Hey, che ne dite se...»
Ma James non sentì il resto della frase. Continuando a camminare erano arrivati nei pressi del portone d’ingresso. Proprio in quel momento Mocciosus era arrivato ai piedi delle scale e si dirigeva sul sentiero che portava al lago. Probabilmente stava andando a trovare i suoi amici mangiamorte. James aveva sentito che erano soliti ritrovarsi nella foresta oscura. E chi l’avrebbe mai detto? Pensò James con sarcasmo. Chissà... si sarebbero forse preoccupati non vendendo arrivare uno dei loro?
Fu così che James il malandrino prese il sopravvento.
All’improvviso deviò la sua direzione, tagliando la strada a Peter e si diresse con passo sicuro e baldanzoso verso Mocciosus.
«Hey!» Esclamò Sirius, che stava ancora parlando.
«Mocciosus! Perché tanta fretta?»
Il ragazzo lo ignorò continuando a camminare nella sua tipica andatura da pipistrello ingobbito. «Hey! Parlo con te!»
James gli si parò davanti costringendolo a bloccarsi.
«Cosa vuoi Potter.» Ringhiò lui alzando lo sguardo su James.
«Ma che modi. Comunque... dove è che stai correndo? Dai tuoi super-amichetti mangiamorte? State organizzando un sacrificio umano?»
Le labbra di Mocciosus si piegarono in una smorfia. «Levati di mezzo.»
In lontananza, James sentì Sirius che rideva. «Vedi di non essere così sgarbato, Mocciosus. Sono stufo di te. Quest’estate l’ho dimenticata ormai, ma ti ricordo che stavo per prenderti a pugni. Ora ho una bacchetta, e sono incazzato. Non capisco perché Lily si ostini a cercare del buono in te, quando è ovvio che non ce ne sia nemmeno un briciola. Ma se osi ancora una volta fare l’idiota con lei saranno guai per te.»
Piton lo fissò disgustato. «Come ho già detto a lei, voi due mi disgustate, quindi levati di mezzo una buona volta se non vuoi ritrovarti schiantato al suolo.»
A quel punto James scoppiò a ridere. «Davvero? Stai dicendo davvero? Oh Mocciosus, a volte sai essere così spiritoso.» Il ragazzo finì di ridere e tornò serio.
«Sei sempre così sicuro di te, eh, Potter?»
James si strinse nelle spalle, come se fosse un dato di fatto. Non riusciva a capire come mai Mocciosus non si trovasse già a gambe all’aria o nel lago nero.
«Bene, che ne dici se ti sfido, allora?»
James lo guardò sgranando gli occhi, cercando di non scoppiare a ridere. «Tu vuoi sfidare me?» Mocciosus non replicò così James si voltò a guardare i suoi amici. «Hey ragazzi!» Urlò scuotendo le braccia. «Mocciosus mi sfida!» In meno di pochi secondi attorno a James si era radunata una piccola folla. Sirius era in prima linea e rideva come un folle, appoggiandosi a Remus nell’inutile tentativo di smettere. Quest’ultimo dal canto suo, sebbene indebolito dalla luna, sfoggiava un sorrisetto divertito. Peter saltellava da un piede all’altro, eccitato.
Quando James credette di aver abbastanza pubblico, tornò a guardare Mocciosus.
«Allora... a cosa vorresti sfidarmi? Una gara di magia? Di quidditch? Di acqua e sapone?» Il ragazzo ridacchiò divertito, seguito dal suo pubblico.
Mocciosus rimase per un istante in silenzio, gli occhi neri puntati su James, come se stesse riflettendo profondamente. «Ti sfido a bere una pozione. Questa pozione.» Piton estrasse dalla sua borsa rattoppata una piccola fiala contenente una pozione trasparente-argentea.
James inarcò le sopracciglia. «Vuoi che beva quella
cosa
Ora le labbra di Piton si piegarono in un sorriso vittorioso. «Che c’è? Hai paura?»
James sentiva che le persone accanto a se avevano smesso di ridere e che passavano lo sguardo da lui a Mocciosus.
Subito l’espressione dubbiosa di James si tramutò in un sorriso temerario.
«James...» Sentì la voce di Remus, il suo tono diceva che era una brutta, pessima idea. Ma l’orgoglio di James ebbe la meglio. Ovviamente.
«Certo che no. Dammi quell'acqua sporca. A proposito,» disse James afferrando la boccetta. «Non sarà mica l'acqua del tuo bagno, vero? Quella sì che sarebbe tossica!»
La gente attorno a lui riprese a ridere. Anche James sorrideva. Non aveva alcun timore, perché quella cosa non poteva essere nulla di che. A meno che Mocciosus non si fosse del tutto rimbambito fino ad arrivare a rischiare l’espulsione. L’estate passata aveva visto dove vivevano i Piton. Era abbastanza sicuro che Mocciosus non ci volesse tornare tanto presto.
James stappò la boccetta con un dito e levò in alto la fiala, come se fosse un calice di vino. Si voltò a guardare i suoi amici, in particolare Sirius, che aveva sul volto un’espressione a metà tra il divertito e il preoccupato. «Alla salute!» Esclamò James prima di buttare giù il contenuto incolore e inodore della fiala tutto in un colpo.
Il ragazzo aspettò qualche istante, stringendo la fialetta tra le dita. Attorno a lui, regnava il silenzio. Alzò lo sguardo su Mocciosus. Aveva un sorriso sinistro.
Aspettò.
Aspettò.
Aspettò.
Aspettò.
Ma non accadde nulla. Assolutamente nulla. James incominciò a ridacchiare, lanciando il flacone vuoto a Mocciosus. Sirius lanciò un sospiro di sollievo e riprese a ridere.
«Bella prova, Mocciosus!» L’apostrofò il ragazzo.
«Dai James, andiamo. Non perdiamo altro tempo.» Lo richiamò Remus, sollevato nel vedere che James stava bene.
Il ragazzo lanciò un’altra occhiata a Piton, che se ne stava già andando. Umiliato come sempre, pensò James. La folla attorno a lui si disperse mentre tutti i ragazzi indicavano Mocciosus, deridendolo.
James scosse la testa prima di seguire i suoi amici all’interno del castello.

Mentre entrava in sala grande per la cena, James si ritrovò un bigliettino fluttuante all’altezza della mano. Senza pensarci due volte lo prese, e senza farsi vedere lo lesse.
Era da parte di Lily. James non riuscì a fermare il sorriso che gli affiorò alle labbra, anche se esso si spense presto. Lily voleva sapere cosa avrebbero fatto quella sera. Il fatto era che non potevano fare nulla e lui non poteva spiegarle il perché. Gli si strinse lo stomaco al pensiero, ma non poteva fare altrimenti. Quella sera c’era la luna piena e lui sarebbe stato con Remus. Aveva bisogno dei suoi amici in notti come quelle.


~

Lily rilesse il bigliettino un paio di volte, inarcando le sopracciglia.

Mi dispiace Lily, questa sera non posso.
Ma domani mi farò perdonare, giuro.

- R

Da quando James le dava buca? Senza darle nemmeno una spiegazione? Lily ebbe un brutto presentimento. Era sempre di James Potter che si parlava, alla fine. Doveva avere in mente qualcosa di losco e Lily voleva scoprire di cosa si trattasse.


~


Sotto il mantello dell’invisibilità si stava stretti ormai. James, in testa al gruppetto, teneva sollevati i lembi del mantello e camminava piegato per non lasciare le scarpe scoperte. Dietro di lui Sirius e Remus camminavano a piccoli passetti, pestandosi i piedi a vicenda e imprecando di tanto in tanto.
«Fate silenzio!» Esclamò James ad un certo punto, mentre Sirius mandava al diavolo un piccolo topo che gli era passato tra i piedi, rischiando di farlo cadere. «Volete che Gazza ci becchi?» James avanzò lentamente dietro il topo, che invece zampettava veloce.
«Bé scusa tanto!» Rispose Sirius con stizzo. «Ma dillo a Codaliscia! Per poco non mi faceva cadere!» La comitiva continuò così il suo percorso fino all’uscita dal castello. Per fortuna, constatò James con una rapida occhiata alla mappa del Malandrino, non c’era nessuno nei paraggi. Quando finalmente uscirono dalle mura della scuola, sfilò il mantello senza molta delicatezza e se lo ficcò sotto la felpa, mentre Sirius si sistemava i riccioli ribelli. Poco più avanti, ai piedi del platano picchiatore, stava Peter.
«Come te la passi, Lunastorta?» Chiese Sirius. James lanciò una rapida occhiata all’amico, che fino a quel momento non aveva ancora aperto bocca. Il suo colorito era sempre più grigiognolo e sotto agli occhi andavano disegnandosi occhiaie sempre più marcate.
«Sono stato meglio.» Rispose Lupin con voce rauca. James sosteneva di amare le notti di luna piena, la libertà che provava una volta trasformato in animagus, l’ebbrezza che sentiva crescere dentro di sé quando correva veloce tra gli alberi della foresta, assieme ai suoi amici. Ma in realtà odiava vedere il suo amico ridotto a quel modo.
Proprio mentre pensava a questo il viso di Remus divenne ancora più cereo e il ragazzo si voltò di scatto, piegandosi in due, come in preda ad un conato. Gli amici scattarono in avanti, ma lui li allontanò. «Accidenti.» Esclamò con poca voce. «E’ già ora.» Disse alzando gli occhi velati al cielo. Ed in effetti la luna era già li, alta e pallida nella notte nera. «Andate!» Esclamò Remus guardando i compagni.
I tre non se lo fecero ripetere. Anzi, Peter si stava già trasformando in topo. James scosse la testa, allontanandosi con Sirius. Non c’era animale più adatto per Coda, pensò distrattamente.
Meno di un istante dopo, la scena era totalmente cambiata: un cervo maestoso stava ritto ai piedi del platano picchiatore. Le corna d’avorio risplendevano sotto la luce della luna piena e il suo sguardo regale era rivolto ad un piccolo essere che si contorceva al suolo. Al fianco del cervo stava un grosso cane nero. Il pelo fulvo pareva fondersi con il buio della notte e gli occhi erano due pozzi di oscurità. Poco distante, nascosto tra i ciuffetti d’erba, c’era un piccolo roditore marroncino con le orecchiette a punta, che fiutava l’aria attorno a sé, gli occhietti scuri e preoccupati.
L’attenzione di tutti e tre era rivolta a qualcosa che stava al centro della radura. Qualcosa che non poteva più essere definito umano. Dalla creatura pendevano brandelli di vestiti, dalla gola uscivano ruggiti gutturali che a tratti rassomigliavano il suono delle urla umane. Il corpo un tempo roseo e liscio ora era ricoperto di ispidi peli grigi. Gli occhi erano di un colore giallo acceso e le pupille dilatate. Le zanne sporgenti e fameliche.
Non c’era più Remus Lupin di fronte a loro. C’era solo un lupo mannaro.
Quando la belva smise di contorcersi e si alzò in piedi sulle due zampe, ululando alla luna, i tre animali gli si avvicinarono, con cautela. Bastò uno sguardo per comprendersi.
E stavano per inoltrarsi nella foresta oscura, come avevano sempre fatto per sei anni, quando qualcosa di totalmente inaspettato accadde.
James iniziò a sentirsi strano, senza capire di cosa si trattasse. Il cervo si fermò a poche centinaia di metri dal confine della foresta.
Un istante dopo il cervo era scomparso.
James si guardò le mani, decisamente umane, con crescente incredulità. Come poteva essere? Era tornato umano! Quando realizzò la grandezza del problema, Remus-licantropo stava già correndo verso di lui.
«Dannazione!» Esclamò il ragazzo balzando in piedi. Correndo, si ritrasformò in cervo.
Il maestoso animale continuò a correre, balzando sulle lunghe zampe, fino a quando non si fermò e si guardò alle spalle. Il lupo si era fermato, ma lo guardava con sospetto.
Fu in quel momento che James tornò di nuovo umano. Per qualche oscuro motivo la trasformazione non reggeva.
I suoi occhi incrociarono quelli gialli del lupo. «Remus! Non farlo! Sono io! Sono James!»
Urlò quando il lupo riprese la sua corsa verso di lui. Sapeva tuttavia che era inutile: i lupi mannari rispondono solo al richiamo della propria specie e non avevano coscienza, né compassione. James provò di nuovo a trasformarsi, ma non ci riuscì. Balzò in piedi, puntando la bacchetta verso il lupo ma... una scheggia nera gli passò davanti, frapponendosi tra lui e la belva. Il licantropo si fermò a fissare il cane nero che, con il pelo ritto sulla schiena, emetteva un basso ringhiare minaccioso.
«Sirius...» sussurrò James, grato all’amico per essere venuto in suo soccorso. Ma Remus-licantropo parve non dare troppo peso al cane. Con una velocissima zampata lo scagliò lontano. James alzò di nuovo la bacchetta, ma non riuscì a lanciare nessun incantesimo. Il pensiero che sotto quegli occhi gialli e spietati c’era il suo amico lo frenavano. Non poteva colpirlo... non voleva.
Ma il lupo avanzava verso di lui e il tempo parve rallentare. Poi James capì.
Capì cosa c’era che non andava. Perché non riusciva a trasformarsi. La rabbia montò dentro di lui, sormontando la paura.
Era stato lui. Quel piccolo, sudicio verme. Lo aveva fatto apposta.
Gli avvenimenti di poche ore prima gli tornarono alla mente e rivide la pozione incolore simile a acqua che Mocciosus gli aveva fatto bere. Certo che non era successo nulla al momento, la pozione serviva ad annullare la sua trasformazione in animagus. E Mocciosus
sapeva. Sapeva che era la notte di luna piena, sapeva che Remus si sarebbe trasformato e che James sarebbe stato al suo fianco, trasformato in un cervo. E sapeva anche che se la trasformazione non avesse retto, James sarebbe tornato umano e il lupo non lo avrebbe riconosciuto. Eppure l’aveva fatto. Aveva progettato di ucciderlo. No, non di ucciderlo.
Di farlo uccidere dal suo migliore amico.
Proprio in quel momento gli artigli del licantropo si abbatterono su di lui, squarciandogli la felpa... e la pelle. Un caldo fiotto si sangue scrosciò dalle tre lunghe ferite che gli tagliarono il petto e James cadde all’indietro mentre il lupo si chinava su di lui, le fauci aperte rivolte verso il suo viso.
L’istinto di sopravvivenza spinse James ad afferrare la bacchetta. Un incantesimo uscì dalle sue labbra e il lupo venne sbalzato via di pochi metri. James provò a rialzarsi, ma il petto gli doleva troppo e il licantropo stava già avanzando verso di lui, infuriato.
Fu in quel momento, quando ormai ogni speranza sembrava andarsene, che un fiotto di luce rossa gli passò vicino, abbattendosi sul muso del mostro.
Il lupo ringhiò, scuotendo la testa e cercando la fonte dell’incantesimo ma in quel momento il cane nero lo colpì e ululando corse via veloce, verso la foresta. Il lupo, dopo qualche esitazione, lo seguì.
Nella radura calò il silenzio e James lasciò cadere la bacchetta.
«James! James!» Una voce lo chiamava. E lui conosceva quella voce. O sì che la conosceva. Credendo di essersi ormai addormentato si lasciò andare ad un sorriso, chiedendosi perché il dolore non passava. Ma improvvisamente nel suo campo visivo comparve una macchia rossa, qualcuno si stava chinando su di lui.
«Oddio, James! Guardami! Coraggio, non chiudere gli occhi! Ci sono qui io ora, andrà tutto bene. Te lo giuro.»
Non ci avrebbe messo la mano sul fuoco, ma gli parve che sulle guance pallide della ragazza scorressero delle lacrime. James sorrise, perché se c’era qualcosa che avrebbe desiderato vedere prima di addormentarsi... sarebbe stata lei.
«L-l-lily.» Disse balbettando.
«Sì, sì James sono io.»
Il ragazzo provò ad alzare una mano per asciugare le lacrime che scendevano dai suoi occhi color smeraldo fin sulle guance, ma non aveva abbastanza forza.
«Coraggio.» Disse Lily, passandosi la manica della felpa sul viso. I suoi occhi ora erano determinati e asciutti. «Ti porto via di qui.»
A James parve una buona idea e avrebbe tanto voluto aiutarla, ma non ce la faceva, aveva troppo sonno. Le palpebre si abbassarono lentamente e l’oscurità fu tutto quello che vide.

~

SPAZIO AUTORE


Salve a tutti! Avete visto? Questa volta non ci ho messo secoli per aggiornare! xD
Spero vivamente che il capitolo vi sia piaciuto (bé, a parte il titolo che fa un poco schifo, ma sono dettagli! Ahahah)
Bé che posso dire... credo proprio che dopo questo capitolo la vostra simpatia per Severus sia molto diminuita se non scemata del tutto... devo dire che a volta mi spiace, povero ragazzo, lo sto davvero facendo diventare odioso! D:
Ad ogni modo, ci tengo a ringraziare di cuore chi ha letto il capitolo scorso e soprattutto chi lo ha recensito! Non me lo meritavo, visto tutto il tempo che ci ho messo ad aggiornare, ma sono davvero felice di avere ancora qualche lettore! Vi adoro.

Quindi, grazie a: Lally_97, __Puffa__, _Ericuzza_, HpsagathebestHarryGinny.

Grazie mille, davvero. Spero che vi piaccia anche questo capitolo!
Alla prossima ;)

p.s. Visto che ogni tanto mi diverto a graficare, ho fatto anche un'immagine alla fanfic. Volevo mettere anche Lily e James da giovani, ma purtroppo le immagini dei film sono davvero pessime, quindi mi sono arrangiata come ho potuto... xD ok, ora vi saluto davvero. u.u

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Capitolo 4
*** 4) Il Dittamo sistema sempre tutto ***


Winter Again

Capitolo 4: Il dittamo sistema sempre tutto


Lily fece un’immensa fatica a trasportare James per il castello e dovette servirsi della magia per riuscirci. Soprattutto a causa del sangue, che scorreva copioso dai tagli sul petto del ragazzo. Lily cercò di bloccarlo, ma le ferite erano troppo profonde.
«Dannazione!» Esclamò. «In che razza di guaio ti sei cacciato questa volta, James?!» Esclamò lei sottovoce, ma dal ragazzo, ovviamente, non ottenne alcuna risposta. Lily sapeva di non poterlo portare in infermeria... come avrebbe potuto spiegare ciò che aveva visto senza far finire nei guai tutti quanti?
Così, senza sapere cos’altro fare, aprì un’aula vuota e ci entrò. Aveva paura di poter incontrare Gazza per i corridoi e quello sarebbe stato un grande, enorme problema. Adagiò James su un divanetto di pelle vicino ad un’alta finestra dalla quale filtrava la debole luce della luna piena. In questa nuova prospettiva Lily poté vedere in che stato pietoso si trovasse James. Il viso era cereo, i vestiti a brandelli e le ferite al di sotto ancora aperte e sanguinanti. La ragazza rabbrividì, sentendosi di nuovo gli occhi lucidi. Non le piaceva il sangue, per niente. La spaventava, le faceva paura. Tuttavia i suoi incantesimi avevano bloccato, anche se di poco, l'emorragia. Lily sfilò al ragazzo gli occhiali sporchi e, senza quasi rendersene conto, gli carezzò la guancia insanguinata. Sì, Lily odiava il sangue. Non riusciva a sopportare di vedere James così. Sembrava... sembrava... no. Non lo era. James era vivo e presto sarebbe stato bene.
Improvvisamente Lily balzò in piedi. Non aveva assolutamente tempo da perdere e in più ora sapeva dove andare. «Aspettami qui.» Sussurrò al corpo immobile.
Lily corse veloce, sperando di non fare troppo rumore. Non seppe dire per quanto corse, ma alla fine arrivò alla sua destinazione. Senza indugiare bussò forte alla porta di legno, per tre volte.
Dopo pochi minuti una voce tremante e assonnata le rispose. «S-sì? Chi è?»
«Professore, sono io. Sono Lily.»
La voce non rispose più ma in compenso la porta si aprì. Il professor Lumacorno apparve davanti a lei, con indosso una vestaglia bianca decorata con fini ricami verde smeraldo, come l’emblema della sua casa, e un’espressione intontita sul viso.
«Professore, mi spiace disturbarla nel bel mezzo della notte ma...»
«Lily cara!» Esclamò il professore, strabuzzando gli occhi gonfi. «E’ tardissimo! Non dovresti essere in giro per il castello a quest’ora! Se qualcuno ti vedesse finiresti nei guai, seri guai!»
«Lo so professore, ma non sarei qui se non fosse un’emergenza. Ho bisogno di alcuni ingredienti per una pozione. Una mia compagna di Grifondoro non sta bene. Avrei preparato io il tutto, ma è troppo tardi, e non sapevo dove altro procurarmi gli ingredienti se non da lei. Ho pensato di venire da lei, professore, perché è sempre così gentile e disponibile.» Terminò Lily guardandolo con uno sguardo supplichevole.
«Oh, e va bene. Entra, presto! Sappi che lo faccio solo perché sei tu, signorina Evans.» Disse Lumacorno aprendo la porta e sbirciando fuori, per controllare che nessuno avesse visto. Probabilmente il fatto che fosse ancora mezzo addormentato fu molto d’aiuto perché Lily non si aspettava di convincerlo così facilmente.
«Grazie professore!» Disse Lily, entrando. A volte serviva essere nell’esclusivo club di Lumacorno, pensò la ragazza, dispiaciuta tuttavia di avergli dovuto mentire. Era pur sempre un professore.
«Prendi tutto quello che ti serve.» Per fortuna Lumacorno sembrava essere troppo addormentato per sospettare qualcosa o anche solo per chiedere chi si fosse fatto male, cosa si fosse fatto e che pozioni servissero a Lily. Questa era un’ottima cosa, pensò la rossa afferrando una boccetta di essenza di dittamo. Meno domande avrebbe fatto meno avrebbe dovuto mentire.
Lily mise tutto in tasca, stringendo tra le dita la bottiglietta di dittamo; di solito ne bastava una goccia per mettere tutto a posto. Sperando che quella volta non avrebbe fatto eccezione tornò alla porta, cercando di non sembrare troppo agitata. Ogni momento che passava poteva essere vitale per James.
«La ringrazio immensamente professore. Non saprei cosa avrei fatto senza di lei.»
«Oh, suvvia mia cara. Non c’è assolutamente bisogno, mi fa sempre piacere aiutarti.» Rispose il professore, tutto orgoglioso di se e della sua beniamina. «E ricordati dell’incontro in programma la settimana prossima. Per il Luma Club. Spero proprio che tu riesca a parteciparvi.»
«Oh, certo signore, ci sarò sicuramente.» Disse Lily, per niente interessata al Luma Club in quel momento. «Grazie ancora. E buona notte, signore.»
Lily gli sorrise fino a quando il professore non chiuse la porta. A quel punto il sorriso le morì sulle labbra, sostituito da un’espressione preoccupata. Lily riprese subito a correre e pochi minuti dopo si ritrovò di nuovo di fronte alla porta dell’alula doveva aveva lasciato James. Entrò e si richiuse la porta alle spalle, lentamente. James era ancora come lo aveva lasciato.
La ragazza si gettò in ginocchio, afferrando la boccetta di dittamo dalla tasca delle felpa. Non sarebbe stata in grado di fare altro. Doveva funzionare. Il dittamo sistemava sempre tutto.
«Ok. Ok, andrà tutto bene. Tutto...» disse stappando la boccettina con mano tremante. Versò poche gocce su ogni ferita e aspettò. Il dittamo fece presto effetto: l’emorragia si fermò, il sangue si seccò e dopo pochi minuti i tagli diventarono sottili, pallide cicatrici sul petto di James. Lily si rese conto di aver trattenuto il respiro per tutto quel tempo. Finalmente si rilassò e si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo.
Poi, per essere sicura che tutto fosse andato per il verso giusto, prese il polso di James e cercò di sentire il battito. Sì, era lieve, ma c’era.
La ragazza lanciò uno sguardo a James, che era ancora completamente immobile. Il suo colorito però stava migliorando, realizzò con gioia. Era andato tutto bene. Ce l’aveva fatta.
Non sapendo che altro fare, Lily prese un panno pulito da uno dei cassetti di una credenza e lo inumidì. Si inginocchiò di nuovo vicino a James e, scansando i brandelli della sua maglietta, passò il panno sul sangue rappreso, grattandolo via con delicatezza dal petto del ragazzo e osservando con attenzione clinica le tre sottili cicatrici. Improvvisamente le tornò alla mente la creatura che gliele aveva procurate. Era veramente bestiale, non aveva nulla di umano per questo le riusciva così difficile credere che quel lupo mannaro era Remus. Il tranquillo, pacato, misurato Remus.
Lily continuò il suo lavoro, eliminando poco a poco tutto l’odioso sangue che imbrattava la pelle candida di James. Non sapeva perché, ma sentiva di aver caldo. Anzi, provava quella strana sensazione alle guance, come se le stessero andando in fiamme. Ma di sicuro non era perché stava lavando via sangue secco dal petto di James Potter. Assolutamente no! Accidenti, lui aveva appena rischiato di morire dissanguato e lei... che orribile, orribile persona che era. Lily si sarebbe volentieri tirata uno schiaffo. Forse anche due.
Lanciò uno sguardo a James e la rabbia che provava verso se stessa defluì alla vista dell’espressione pacifica di lui. Ce l’aveva fatta. L’aveva guarito. Aveva salvato la vita a James Potter, pensò con una certa incredulità mista a fierezza. Sin da quando l’anno era iniziato, o forse ancora da prima, le pareva di vivere in un mondo parallelo. Tutta quella storia con Potter... la faceva sentire... su un altro mondo. Le sembrava di non essere più la Lily Evans che era stata per tutti quegli ani.
Sorridendo, Lily passò delicatamente il panno anche sul viso di James, eliminando le ultime tracce di sangue. Ecco, pensò la ragazza, sentendosi sollevata, ora non sembrava più morto. Sembrava solo che stesse dormendo.
Fu in quel momento che le palpebre del ragazzo ebbero un fremito. Lily si raddrizzò. «James?» Aspettò qualche secondo, pensando di esserselo immaginato, ma poi gli occhi di James si aprirono e il ragazzo sbatté le palpebre un paio di volte. «James!»
«Lily?» Disse lui, con voce incerta, senza guardarla realmente. «Lily... non vedo niente!»
«Oh!» Esclamò la ragazza, prendendo gli occhiali e porgendogli a James. «Certo, scusa.»
James inforcò gli occhiali, mettendo a fuoco la stanza e, ovviamente, la ragazza.
«Cosa diavolo è successo?» Disse lui, con aria stordita.
«Non... non ti ricordi?» Chiese Lily, dubbiosa.
«Io ricordo... io... ah, la testa.» Disse portandosi una mano alla nuca e mettendosi a sedere. «Ricordo che non riuscivo più a...» Ma ad un tratto si interruppe, la voce gli morì in gola e il ragazzo si voltò a guardare Lily con un’espressione colma di stupore dipinta sul viso ancora pallido..
«Non riuscivi a trasformarti? In... in animgus?»
James non rispose subito, ma fissò la ragazza intensamente. Lily si sentì in imbarazzo. «Non preoccuparti, non lo dirò a nessuno. Né di te, o Sirius, o Peter. Né di Remus.»
James deglutì. «Non è colpa sua. Non giudicarlo per quello che ha fatto, lui...»
«James,» lo interruppe Lily, rivolgendogli un sorriso rassicurante. «Lo so.»
Anche le labbra del ragazzo si piegarono in un sorriso, ma dalla sua espressione si capiva che il ragazzo era ancora sofferente. Automaticamente, James cercò la mano di Lily, e la strinse.
«Mi hai salvato la vita, non è vero?» Disse guardandosi il petto e passando le dita sulle tre sottili linee bianche che vi correvano da un lato all’altro. «Sei sempre la solita, Evans.»
«Bé, credo che tu ora mi debba un favore.» Disse Lily, liberando la mano dalla stretta di lui e alzandosi in piedi di scatto. Non sapeva perché, ma si sentiva come... in imbarazzo. E poi una consapevolezza la colpì forte, come se avesse ricevuto un pugno. Era sollevata. Sollevata di vedere che James stava bene. Per un attimo aveva davvero temuto per il peggio. Si era preoccupata per lui. E questo non andava bene, perché non riusciva a capire tutti quei sentimenti che stava provando. La confondevano e la facevano impazzire. In automatico, Lily diede le spalle a James, per non fargli vedere la confusione sul suo viso ed iniziò distrattamente a sistemare tutto ciò che aveva toccato o spostato nella stanza, per cancellare ogni traccia del loro passaggio.
James si alzò lentamente, riacquistando l’equilibrio, poi guardò Lily, che gli dava ancora le spalle. «Grazie.» Sussurrò James, guardandola attentamente, in attesa che si voltasse.
La ragazza smise di fare quello che stava facendo. Di solito James Potter non ringraziava mai. O almeno non lo aveva mai sentito farlo, non così spesso.
«Non devi ringraziarmi.» Rispose lei, ancora più confusa e schiava dei sentimenti incomprensibili che provava in quel momento. «E poi...» Iniziò a dire Lily, cambiando tattica. «Anche se sei così odioso non ti avrei certo lasciato morire, Potter.» Concluse rivolgendogli un sorriso divertito e mascherando ogni sua incertezza.
«Ah davvero? E così mi reputi odioso, eh?» Disse James avanzando a tentoni verso di lei.
«Attento Potter, sei quasi morto dissanguato. Faresti bene a non sforzarti.» Rispose Lily, con un velo di preoccupazione nella voce.
«Dunque ti preoccupi per questo ragazzo odioso.» Disse James indicando se stesso.
Lily scosse la testa, esasperata. «Sarà meglio tornare ai dormitori.»
«Sì certo. Fammi solo prendere... Oh.» Disse James, sgranando gli occhi. «Il mantello! Deve essermi caduto!» Esclamò preoccupato.
«Lo cercheremo domani, ora non c’è tempo.» Lily si diresse verso la porta, ma James non si mosse, si guardava attorno con aria stordita. «James?» Sussurrò Lily allungando una mano verso di lui.
«Okay.» Disse, contrariato. Ma non se lo fece ripetere un ‘altra volta. Prese la mano di Lily e insieme uscirono nel corridoio deserto. Lily accantonò tutti i suoi dubbi passati, concentrandosi su ciò che doveva fare: ovvero sgattaiolare per il castello in piena notte, con un James Potter convalescente e non proprio nella sua forma migliore. Se l’avessero beccata sarebbero stati guai seri. Lily guardò a destra e a sinistra; la via sembrava sgombra. In silenzio avanzarono per i corridoi deserti del castello, guidati dalla luce della bacchetta e da James, che al contrario di Lily conosceva bene ogni scorciatoia nascosta e non. I loro passi echeggiavano attutiti dai tappeti nel silenzio dei corridoi deserti di Hogwarts mentre i ritratti nei quadri sonnecchiavano o russavano fragorosamente o lanciavano loro occhiata sospettose. Per poco non si trovarono faccia a faccia con Gazza, in un corridoio del quinto piano, ma riuscirono ad evitare anche lui e pochi minuti dopo erano nella sala comune dei Grifondoro. Senza fermarsi, James imboccò la scala per il dormitorio maschile. Lily avrebbe voluto obiettare, dirgli che da li poteva anche proseguire da solo, che non c’era bisogno che lei lo seguisse, ma poi ci rinunciò. La camera dei Malandrini era il paradiso del disordine. C’era roba ammucchiata ovunque. Lily giurò di aver visto una calza sgualcita penzolare fuori dal libro di incantesimi, ma forse se l’era solo immaginato. O forse no, pensò reprimendo un brivido al pensiero di qualcuno che vivesse in mezzo a quel macello. Oltre ad essere completamente sotto sopra, la camera era era anche deserta: i suoi restanti inquilini non erano ancora rientrati. Lily si chiese cosa stesse succedendo la fuori, nella foresta.
James si lasciò cadere sul suo letto, esausto.
«E’ da tanto che va avanti così? Per Remus, intendo.» Chiese la ragazza, tanto per spezzare quell’imbarazzante silenzio. Come se non conoscesse già la risposta, pensò incrociando le braccia al petto e guardando James.
«Ogni luna piena. Sin da quando lo conosco.»
«Mi... mi dispiace.» Disse Lily, ripensando all’idea che si era fatta sui Malandrini, nel corso degli anni. Ora si rendeva conto che era un’idea del tutto sbagliata. Sì, erano dei ragazzi ribelli, pestiferi, scapestrati e spesso dei grandi idioti, ma fino ad allora non aveva saputo, non avrebbe mai nemmeno immaginato quanta lealtà ci fosse in quel gruppo. Quanto rispetto e amicizia. Lily alzò lo sguardo su James, ricordando come il cane nero, Sirius, si era frapposto fra James il Lupo Mannaro, poco prima. Era palese che un cane, per quanto arrabbiato, non avrebbe potuto battere un lupo. Ma lui lo aveva fatto lo stesso. Sarebbe morto per salvare il suo amico. «E voi...» Chiese Lily «Voi avete deciso di trasformarvi in animagus per lui.»
Il ragazzo annuì, senza aggiungere altro. Avevano compiuto uno degli incanti più difficili e in più lo avevano fatto illegalmente, solo per stare al fianco del loro amico e per fare in modo che nessuno potesse scoprire che cos’era in verità. Per proteggerlo.
«Questo è.... è un gesto da veri amici.»
James sorrise con una certa soddisfazione in volto. Lily non gli faceva spesso dei complimenti. Anzi, non gliene aveva mai fatti dacché James ricordasse. I due si fissarono per un po’, poi Lily distolse lo sguardo. «Non credi di doverti cambiare?» Disse guardando la maglietta distrutta di James.
«Sì, credo sia opportuno farlo.» Il ragazzo si alzò e afferrò una maglia a caso dal disordinato baule aperto ai piedi del suo letto, levandosi quella rotta, che finì a terra.
Lily si voltò dall’altra parte, dandogli la schiena.
«Lily?» La chiamò lui con voce maliziosa. «Puoi anche guardare sai? Non sono mica nudo.»
«Oh! Cambiati e basta!» Sbottò la rossa, incrociando le braccia con stizza.
«Ok, ok! Fatto.» James si lasciò cadere mollemente sul letto.
«Faresti meglio a dormire un poco ora. Hai un’aria stravolta.» In effetti gli occhi del ragazzo faticavano a restare aperti. James fece segno a Lily di sedersi accanto a lui.
La ragazza era già in imbarazzo solo per il fatto essere li, nella sua camera da letto; avrebbe voluto restare sola e pensare ai sentimenti inaspettati che l’avevano colta quando aveva visto James ricoperto di sangue. Era così... confusa. E in più... non era mai entrata nei dormitori maschili, e non avrebbe mai pensato di entrarci da sola con una ragazzo. Ma alla fine lo accontentò e gli si sedette affianco.
«Puoi restare qui, per favore?»
Lily sgranò gli occhi a quella richiesta. Socchiuse le labbra, ma non le venne in mente niente da dire. «Hemm... io...» James alzò lo sguardo stanco su di lei, in attesa di una risposta. «Hmmm... okay.» Disse la ragazza. Le labbra di James ebbero un guizzo mentre i suoi occhi si chiudevano, quasi contro la sua volontà, in preda alla stanchezza.
«Gra... grazie Lily.» Disse James per metà sbadigliando. Le trasformazioni in animagus richiedevano una certa dose di energia e tre trasformazioni l’avevano sfiancato. In più c’era stato quel piccolo problema con Remus-lupo che non aveva fatto altro che peggiorare le cose. James non aveva nemmeno la forza di tenere gli occhi aperti.
Si addormentò in pochi minuti e Lily, per la seconda volta in una sera, si ritrovò a fissare il suo viso sereno. Questa volta però, sulle labbra di lui c’era un sorriso. E, cosa più importatane, non c’era traccia di sangue.

~

Lily non si rese conto del tempo che passava, fino a quando il rumore dei passi la destò dallo stato di assopimento nel quale era caduta. Sobbalzò sulla sedia e si alzò in piedi. Lanciò uno sguardo alla finestra. Fuori era ancora buio, ma in lontananza sembravano iniziare ad apparire i primi raggi dell’alba.
Quando si voltò a guardare la porta, quella si aprì e tre persone entrarono tutte trafelate nella stanza, Sirius in testa.
«Ramoso!» Urlò. James, che dormiva beato sul letto, si svegliò di colpo.
«Che...?!» Disse mettendosi a sedere velocemente, con uno sguardo perso e i capelli spettinati. Un istante dopo, Sirius gli fu addosso. «Ahi! Felpato! Mi fai male!»
Ma il ragazzo non accennò a spostarsi e presto fu raggiunto da Peter.
«Ragazzi.» Provò a dire Lily, ma i due non l’ascoltarono. «Hemm... ragazzi!» Disse alzando la voce. Sirius questa volta si voltò. Sulle sue labbra c’era un sorriso largo da un orecchio all’altro.
«Ah, Evans! Spero di non aver interrotto niente!» Esclamò Sirius lanciando uno sguardo a James e passandogli un braccio sulle spalle, tirandogli un pugnetto amichevole sulla spalla. James ridacchiò, ancora mezzo addormentato. «No, niente di che. Solo il mio sonno.» Borbottò lanciando uno sguardo a Lily. I suoi occhi parevano dire ‘’sei rimasta’’.
Sirius rise ma poi, d'improvviso tornò serio. «Sono felice che tu stia bene, Ramoso.»
James stava per rispondere, ma una voce lo bloccò prima che potesse anche solo iniziare.
«Mi dispiace.»
James si voltò verso la fonte della voce. Non aveva realizzato, all’inizio, che Remus non era li con loro. Il ragazzo era rimasto in disparte, vicino alla porta, con lo sguardo basso e i capelli che gli ricadevano flosci sulla fronte, coprendone il viso cereo, come se stesse pensando di scappare via da un momento all’altro.
«Remus...»
«No! E’ stata colpa mia! Avete sempre rischiato tanto per me, prima o poi sarebbe dovuto succedere. Non... non dovete più fare tutto questo, non dopo quello che è successo. Mi dispiace. Davvero. Avrei potuto ucciderti.» Concluse il ragazzo, abbassando di nuovo lo sguardo.
«Remus, quello che facciamo, il trasformarci le notti di luna piena, è stata una scelta nostra. E lasciamelo dire, se dovessi tornare indietro lo farei ancora. E’ questo che fanno gli amici, no?» James sorrise ma Remus, che si ostinava a tenere lo sguardo basso, non sembrava affatto convinto.
«Gli amici non cercano di uccidere altri amici. Io l’ho quasi fatto.»
«Ma non è stata una tua scelta. Dai Remus, lo sai bene! Lo sappiamo tutti. E poi... sono qui e sono in forma! Non possiamo passarci sopra?»
Lily iniziò a sentirsi di troppo in quel quadretto da Malandrini. E Sirius parve accorgersene. «Ramoso ha ragione; è vivo, sta bene. E per questo dobbiamo ringraziare la nostra rossa ficcanaso la in fondo.» Disse Sirius indicando Lily, che stava cercando di scomparire mimetizzandosi col muro.
«Hey!» Esclamò lei. «Non sono una ficcanaso!»
«No... no, certo che no. Allora cosa ci facevi li, a quell’ora, fuori dalle mura del castello?» La stuzzicò Sirius, rivolgendole uno sguardo complice. Lily rimase spiazzata. «Io... hemm... io... bè, che ti importa? L’importante è che fossi li.»
«Giusto!» Esclamò James, ma subito dopo tornò a guardare Remus. «Allora Lunastorta, vieni qui o no?»
Il ragazzo esitò ancora ma alla fine si convinse e con un sorriso dispiaciuto si sedette sul letto e subì le pacche amichevoli di James e Sirius. Peter, dal canto suo, era semplicemente felice che tutto si fosse risolto nel migliore dei modi.
«Bene, adesso io me ne andrei. Avete tutti una pessima cera quindi...» Disse Lily indicando la porta. «A domani.» Stava già per uscire quando si voltò indietro. «Ovviamente non farò parola con nessuno riguardo quello che è successo stanotte.» E il suo sguardo scivolò su Remus. Lily gli rivolse un sorriso comprensivo, poi lanciò un’ultima occhiata agli altri Malandrini.
«Buona notte, tesoro.» Disse James rivolgendole un sorriso ampio tanto quanto quello di Sirius. Lily lo fulminò con lo sguardo, ma decise di non dire nulla. Però, mentre si dirigeva al dormitorio femminile, un mezzo sorriso le si dipinse sulle labbra.
Quella giornata era stata decisamente strana. E non aveva fatto altro che confonderla di più. Okay, aveva questa relazione segreta con James Potter. Ma era nato tutto come una sorta di esperimento... uno... scherzo. Un atto di ribellione o chissà cos’altro. Non poteva essere che lei iniziasse a provare davvero qualcosa in più per lui. Ma improvvisamente l’immagine del ragazzo immobile e insanguinato le tornò in mente, facendola rabbrividire. Ma insomma, restava sempre James Potter, no? Non poteva essere niente più che semplice preoccupazione. O almeno Lily cercò di convincersi che fosse così.

~

Sirius lasciò andare James e si lasciò cadere sul letto, al suo fianco, mentre Peter si appallottolava sul fondo e Remus si cambiava i vestiti laceri e sporchi.
«Oh...» sospirò James fissando il soffitto con aria sognante. «Se solo foste rimasti nel bosco ancora un po avrei potuto passare più tempo con la Evans. Non credo fosse mai venuta nel dormitorio maschile, sai?»
«Sei proprio un infame, lo sai vero?! Eravamo preoccupati per te, per questo siamo venuti subito! E per poco Gazza non ci beccava! Abbiamo dovuto chiudere quella sua maledetta gatta in un ripostiglio delle scope! Quando il vecchio lo scoprirà sarà furioso! E tutto questo per correre a piangere al tuo capezzale!» Esclamò Sirius, fingendosi offeso e lanciandogli un cuscino in faccia. «E poi non mi pare che steste facendo un granché. Dormivi come un bimbo, Ramoso! Mancava solo che ti mettessi a ciucciarti il pollice!» James lanciò via il cuscino e non commentò. «E levati quell’espressione da babbeo dalla faccia!» Esclamò Sirius, ora ridendo di gusto.
Remus li raggiunse, pulito e composto come se non si fosse appena trasformato in lupo mannaro. «Ma c’è una cosa che non capisco... perché non eri trasformato?» Chiese Remus, guardandolo di sottecchi. Si sentiva ancora in colpa, nonostante tutto.
«Lui si era trasformato. Ma ad un certo punto... è tornato umano.»
«Ma perché? Com’è possibile?» Chiese Peter mordicchiandosi un’unghia.
«Credo di saperlo.» Disse James, d’un tratto serio. «Vi ricordate la pozione che mi ha fatto bere Mocciosus? Credo sia stata colpa sua.»
Sirius scattò subito in piedi. «Quel piccolo, viscido, lurido verme! Domani desidererà di non essere mai nato! Probabilmente lo desidera ogni giorno, ma chissenefrega!»
«Ne sei sicuro James? Okay, stiamo parlando di Piton... ma arriverebbe a tanto? Lui sa cosa sono io...» disse Remus con un certo tono di disgusto. «Sa quello che avrei potuto farti e che in effetti ho quasi fatto... credi davvero che sarebbe arrivato a tanto?»
«Certo che sì! E’ perfettamente nel suo stile!» Esclamò Sirius. James annuì con vigore.
«E’ un mangiamorte ora, deve aver preso la cosa molto sul serio. Ma ovviamente non avrebbe il coraggio di farmi fuori lui stesso. No, il vermiciattolo fa fare il lavoro sporco ad altri.»
«Quel bastardo! Voleva metterci uno contro l’altro, ecco cosa voleva! Oh, questo non doveva farlo. Non doveva proprio farlo.» Disse Sirius con fare minaccioso.
Remus non ebbe più obiezioni, parve convinto quanto James e Sirius del fatto. «Okay. Okay, il ragionamento non fa una piega.» Remus sospirò. «Ma forse ora è meglio andare a letto. Non so voi, ma sono stanco morto. Ed è già quasi l’alba.»
«Sì, Remus ha ragione.» Constatò Peter, alzandosi e zampettando subito verso il suo letto, con sguardo assonnato come se fosse già per metà nel mondo dei sogni.
Anche Sirius, che aveva ancora sul volto un’espressione minacciosa, si avvicinò al suo. James invece si lasciò cadere sui cuscini, pensando a tutto ciò che era successo.
Aveva rischiato di morire, quel giorno. Aveva davvero rischiato di morire. Forse lo aveva realizzato solo in quel momento. Se Lily non fosse stata li probabilmente a quell’ora sarebbe morto sotto le fauci del suo migliore amico. Tutto per colpa di quell’idiota di Mocciosus. Ma Lily era li, era li per lui e lo aveva salvato. Un sorriso si dispiegò sulle sue labbra, probabilmente Sirius gli avrebbe detto che aveva un’espressione da babbeo in quel momento, ma non gli importava. Dopo quasi sei anni, finalmente, aveva fatto innamorare di sé la sua bella Evans. E lei gli aveva salvato la vita. Le cose potevano andare meglio di così? Bé, James era sicuro di non aver ringraziato abbastanza la sua Lily. Il giorno dopo avrebbe rimediato. E avrebbe rimediato anche la questione Mocciosus. Con questo pensiero e con l’immagine di Lily intrappolata negli occhi e nella mente, James si addormentò.


~

SPAZIO AUTORE


Buon giorno miei cari lettori (se ne sono rimasti xD) e buone vacanze! Dopo le varie minacce di essere cruciata (che lettori malvagi che ho +__+)... ecco finalmente il nuovo capitolo!
Finalmente la scuola è finita e ci si può riposare... e si può scrivere in tutta calma u.u spero che il capitolo vi sia piaciuto... abbastanza tranquillo... bé, non proprio per il povero James! Quasi ammazzato dal suo migliore amico! Diciamo che ora potrebbe essere un poco arrabbiato con un certo Piton... mentre possiamo dire che non lo sia per niente con la bella Lily :D
Bé, basta con le chiacchiere! Ringrazio __Puffa__ , AudreyC, Lally_97 e LetyBene per aver recensito lo scorso capitolo e... alla prossima ;)

- C




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