Are our secrets safe tonight?

di echelon1985
(/viewuser.php?uid=49877)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Just a Kid ***
Capitolo 3: *** Chemical Mixture ***
Capitolo 4: *** Kiss me, I'm contagious ***
Capitolo 5: *** Just a new deal ***
Capitolo 6: *** You're my peace ***
Capitolo 7: *** That's What Friends Are For ***
Capitolo 8: *** You can chase all my fears away ***
Capitolo 9: *** Good intentions and many questions ***
Capitolo 10: *** Something fake ***
Capitolo 11: *** Something hide ***
Capitolo 12: *** Some things seem different from here ***
Capitolo 13: *** Already know ***
Capitolo 14: *** Our friends and us - Part 1 ***
Capitolo 15: *** Our friends and us - Part 2 ***
Capitolo 16: *** Between fires ***
Capitolo 17: *** On the other side ***
Capitolo 18: *** Rules and choices ***
Capitolo 19: *** First dates ***
Capitolo 20: *** Secrets, silences and scares ***
Capitolo 21: *** Weave ***
Capitolo 22: *** When things become real ***
Capitolo 23: *** Beyond one's control ***
Capitolo 24: *** Unlucky Sevens ***
Capitolo 25: *** Everything wrong ***
Capitolo 26: *** Hiding under the covers ***
Capitolo 27: *** Real as ever ***
Capitolo 28: *** In Burst and Bloom ***
Capitolo 29: *** Slow on the split ***
Capitolo 30: *** Going to get throught this? ***
Capitolo 31: *** I wanna start this over again ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Angolino dell'autore: Ok dovrei smetterla, e qualcuno di voi dovrebbe seriamente fermarmi.
Sono tornata con una nuova storia, ma non la più pallida idea di cosa succederà,
nè di quanto sarà lunga.
Staremo a vedere xDD

I personaggi mi appartengono (emh.. volevo dire non mi appartengono xDD)
Niente di tutto quello che scrivo è successo davvero, se non nei miei sogni più belli xD
Non ne ricavo niente, a parte qualche nuova ossessione xD



Are our secrets safe tonight?





Una specie di carta moschicida per amori sbagliati, ecco cosa era.

Questo era quello che si ripeteva Quinn mentre percorreva la strada che da casa
sua lo portava a scuola.
Era come se ogni volta che gli piacesse qualcuno si accedesse un'enorme insegna
luminosa che diceva "epic fail"
Avrebbe dovuto farselo scrivere sulla maglietta, visto quanto spesso succedeva.
Aveva attraversato il cancello a passo spedito e a testa bassa, per raggiungere
i suoi amici seduti su uno dei muretti laterali.
L'assurdità della sua scuola l'aveva accolto come tutte le mattine.
Duecento persone la maggioranza delle quali non parlava le une con le altre.
Quelli della squadra di football.
I secchioni.
Le cheerleader.
Gli sfigati.
Gli scansafatiche, sulla buona strada per la galera,
I metallari.

E poi c'era lui, e tutti quelli come lui. Un gradino più sotto degli sfigati della scuola.
"I froci", gentilmente rinominati così dalla squadra di football, e successivamente
da quasi tutti gli altri.
Perché poi si ritenessero più uomini di loro solo perché sapevano lanciare una
palla restava ancora un mistero per lui.
Per fortuna la maggior parte delle volte gli altri studenti si limitavano
ad ignorarli, senza creargli troppi problemi.
Alle risatine e agli insulti a mezza voce si erano abituati, e se non altro nessuno
aveva mai tentato di pestarli.

Quinn aveva preso posto in mezzo ai suoi amici ed aveva rubato la sigaretta dalle
dita di Dan, sbuffando il fumo lentamente.
Era rimasto a chiacchierare con loro, distraendosi un po’ dalla sua ossessione, fino
al suono della campanella, poi si era trascinato svogliatamente nel laboratorio
di chimica.
Aveva preso posto davanti ad uno dei tavoli pieni di provette di strani colori.
Una giornata iniziata con due ore di chimica non poteva essere una buona giornata.
Ma non poteva immaginare quanto pessima sarebbe stata.
Gli era parso chiaro quasi subito, quando l’insegnante di chimica se ne era uscito con
quel dannato esperimento che sarebbe valso il 50% del loro voto finale.

“Padget, tu lavorerai con Allman”

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Just a Kid ***



Just a kid





Quinn aveva spalancato la bocca, senza riuscire a dire una parola, mentre la sua ossessione
si era alzato svogliatamente per prendere posto accanto a lui.
Odorava di sigarette
Non aveva neppure avuto il coraggio di guardarlo in viso, aveva abbassato la testa ed aveva preso a fissargli le mani.
Quelle mani
Le mani che oramai si sognava la notte, immaginandole in punti che
non erano esattamente il tavolo del laboratorio di chimica.
Quinn era arrossito immediatamente, come se l'altro avesse potuto leggere
i suoi pensieri.

Era rimasto completamente in silenzio per il resto delle due ore, mentre
il professore spiegava qualcosa di cui non aveva sentito una sola sillaba.
A fine lezione era praticamente scappato via, per evitare che Padge gli rivolgesse
la parola.
Per fortuna la giornata era stata abbastanza piena, ed aveva potuto temporaneamente distrarsi.
Quando la campanella aveva suonato la fine delle lezioni Quinn aveva
raggiunto il bagno, sicuro di trovarci qualcuno dei suoi amici intento a fumare.
Ed infatti Dan era lì, seduto sulla finestra semi aperta, con una sigaretta tra le
labbra.
Quinn si era seduto accanto a lui, rubandogli la sigaretta



"E' la seconda volta che lo fai oggi, dimmi perché non dovrei ucciderti"
"Devo fare un progetto di chimica con Padge"
"Oh cazzo. Ok, sei perdonato"
"Che devo fare?"
"Studiare insieme a lui?"
"Mi scoprirà. Capirà quello che provo"
"Beh se non impari a parlargli senza balbettare è probabile"
"Che gli dico?"
"Non lo so, qualcosa tipo ciao?"
"Cazzo Dan, piantala e aiutami"
"Gli dici ciao, quando vuoi che ci vediamo per studiare?"
"Dovrò stare da solo con lui"
"Potrebbe essere interessante"
"Certo, potrei rendermi ridicolo"
"Quinn, è solo un ragazzo"



Dan era sceso con un salto dalla finestra ed aveva trascinato Quinn per un braccio
fino all'esterno della scuola, ignorando le proteste dell'altro.
Padge era seduto su una delle panchine del giardino, con i suoi amici.
I capelli lunghi raccolti nel cappuccio della felpa nera gli davano un’aria meno spaventosa
L'onnipresente chitarra, nera e lucida, faceva bella mostra di sé accanto a lui.
Si erano fermati a poca distanza dal gruppetto di ragazzi, e Dan l'aveva fissato
negli occhi con un’aria vagamente minacciosa


"Ora ti avvicini, e gli parli"
"Non posso"
"Si, puoi. Respira, conta fino a dieci a vai"


Dan non era sicuro che gli esercizi di respirazione avrebbero aiutato il suo amico
dandogli il coraggio che gli mancava.
Per fortuna non c'era stato bisogno, perché Padge si era accorto di lui, aveva detto qualcosa
ai suoi amici e si era avvicinato a loro.
Dan si era volatilizzato in un attimo, senza che Quinn potesse fermarlo.
Padge gli aveva piantato addosso i suoi occhi di quello strano grigio, incrociando le braccia davanti a sé.
Il tono della voce sbrigativo e un po’ annoiato


"Tu sei Quinn, giusto?"
"Si"
"Beh che facciamo?"
"C-cioè?"
"Il compito, hai presente? La chimica?"
"Oh..giusto"
"Allora? Io ho bisogno di una sufficienza per non essere bocciato, e tu sei
 quello bravo in queste cose"
"Potremmo studiare oggi, se tu... se puoi"
"Prima iniziamo e prima finiamo. Dove ci vediamo? Casa mia è un casino"
"Da me non.. non c'è nessuno"
"Ok"


Quinn gli aveva lasciato il suo indirizzo, senza riuscire a staccare gli occhi dalle
mani di Padge mentre ne prendeva nota.
Quelle mani l’avrebbero trascinato lentamente verso la pazzia.
Aveva scosso la testa per eliminare le immagini quasi pornografiche che la sua mente
gli stava impietosamente lanciando, e l’altro l’aveva guardato un po’ stranito,  chiedendosi
che problemi avesse quello strano ragazzo.
Quinn era tornato da Dan quasi trattenendo il fiato, mentre l'altro ridacchiava.



Erano ritornati a casa camminando lentamente e godendosi un po’ di quel sole
primaverile che finalmente era arrivato
Dan osservava l’amico lanciandogli di tanto in tanto qualche sguardo incuriosito.
Quinn aveva un’espressione corrucciata e concentrata che non prometteva nulla di buono.
E Dan voleva aiutarlo, davvero, ma era necessario che Quinn superasse una volta per
tutte quella sua assurda timidezza

“Perché non pranzi da me?”
“Non ci provare”
“Cosa?”
“So quello che stai cercando di fare. Vuoi che mi fermi da te così non sarai solo quando
 Padge arriverà a casa tua”

Quinn si era fermato nel bel mezzo della strada, aggrappandosi in modo plateale alla manica della felpa
dell’amico, cercando di impietosirlo con una successione di ‘ti prego’ e  ‘per favore’ detti a ripetizione senza prendere nemmeno fiato.
Dan aveva riso, tentando con poca convinzione di scrollarselo di dosso.


“Ti prego! Non puoi lasciarmi da solo con lui!”
“Lo sai Quinn, una persona mentalmente sana sarebbe contenta di passare un po’ di
 tempo da sola con l’oggetto dei suoi sogni erotici”


Quinn era arrossito alla velocità della luce, cercando senza riuscirci di farfugliare qualcosa
di sensato per negare la cosa
Non era particolarmente credibile


“Farò sicuramente qualcosa di stupido”
“Non è che la chimica sia propriamente un afrodisiaco”
“Se fossi davvero mio amico mi aiuteresti”
“E’ quello che sto facendo, sto cercando di aiutarti a non essere così irrimediabilmente
 idiota. Non succederà niente di tragico, cerca solo di non sbavare”
“Fanculo, io non sbavo”
“Oh si che lo fai. Ricorda, è solo un ragazzo”

Dan l’aveva salutato con la sua espressione saggia, che per inciso non era per niente
rassicurante, poi aveva proseguito per casa sua.
E Quinn si era ripetuto per tutto il pomeriggio l’ultima frase di Dan.





Oh Grazie! *-*

ColdBlood: Honey, mi è presa un’enorme passione per Padge! E con chi lo potevo
mettere se non col mio più grande amore?! xD
Mi aspetto grandi cose da questi due xD

Xx_ImJustAKid: Si, sono abituata alle tue minacce non tanto velate oramai! xD
Non devo stare qua a spiegarti la mia recente passione per Padge..
Sono una fangirlA ( visto? Ho ricordato la regola della A di JephA xDD)

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Chemical Mixture ***




Angolino dell’autore
: Sono tornata.. Perdonatemi per le mie sparizioni
ma è un periodaccio per via dell’università..
Comunque, come avrete capito questa coppia mi piace davvero troppo.
Spero piaccia anche a voi!
Buona Lettura!




Chemical Mixture





Quinn aveva controllato ossessivamente che tutto fosse in ordine per
l'intero pomeriggio, ed aveva cambiato t-shirt almeno dieci volte.
Il suono del campanello gli aveva provocato un mezzo infarto.
Si era alzato di scatto dal divano mordicchiandosi nervosamente le unghia per
aprire.
Padge era davanti alla porta, un jeans strappato ed una maglietta dei pantera.
Gli occhiali scuri a coprirgli gli occhi, ed una sigaretta accesa tra le dita.
Le sue dita
Quinn era rimasto immobile per qualche secondo, guadagnandosi uno sguardo
stranito

"Mi fai entrare?"

Si era spostato senza dire niente, sentendosi vagamente uno stupido, solo osservando
il fumo uscire dalla sua bocca in piccoli rivoletti chiari
Gli aveva dato le spalle e si era spostato in cucina, mentre l'altro lo seguiva silenziosamente guardandosi intorno.
In cucina il tavolo era ricoperto di libri, il portatile acceso e collegato alla corrente.

"Hai svaligiato una libreria?"

Al suo sguardo confuso Padge aveva risposto con un cenno del capo, indicando
il tavolo con un sorrisetto divertito sul volto.
Non aveva aspettato di essere invitato e si era seduto, togliendo un pacchetto di
Marlboro dalla tasca e poggiandolo accanto a sè
Quinn era rimasto in piedi, senza sapere bene dove sedersi, quanto vicino sedersi.
Si era avvicinato al frigo per prendere tempo, e cercare di darsi una calmata.

"Vuoi qualcosa da bere?"
"Ce l'hai una birra?"
"No, io.."
"Un coca va bene"

Quinn aveva recuperato due coche e le aveva poggiate sul tavolo, prendendo finalmente posto accanto a Padge.
Aveva immediatamente aperto il libro di chimica per tenersi occupato, guardandolo come se fosse la cosa più interessante del mondo.
Teneva lo sguardo fisso sulle pagine per paura di bloccarsi a fissare l'altro come
un idiota
Però era Padge a fissare lui
Non riusciva a capirlo, quello strano ragazzo. Sembrava sempre che stesse per esplodere, o per scoppiare a piangere.
Aveva distolto lo sguardo, ed entrambi erano stati occupati per un'oretta a cercare materiale per il loro progetto.
Un'ora era il tempo massimo di tempo che Padge poteva passare pensando alla
chimica.
Aveva assolutamente bisogno di una pausa, e di una sigaretta
Aveva allontanato il libro da sè e si era sistemato meglio sulla sedia, voltandosi verso Quinn

"Sei fottutamente strano"


Il biondino aveva sobbalzato alla voce di Padge, voltandosi di scatto verso quel suono


"Come?"
"Ho detto che sei strano"
"Perché?"
"Sono qua da un'ora e non mi hai ancora nemmeno rivolto la parola, nè
 guardato. Sembra che tu stia studiando da solo"
"Scusa, io.. non ti conosco bene"
"Beh difficilmente le cose potranno cambiare se non mi parli"
"Già.."
"Lo sai non si direbbe"
"Cosa?"
"Che sei.. sai, gay"


Quinn aveva spalancato gli occhi, punto sul vivo.
Era ancora un argomento piuttosto delicato per lui.
Certo, l'aveva accettato, ma il più delle volte non era semplice, e vivere in un
posto così piccolo di certo non aiutava.
Le persone lo guardavano in modo strano, ed i ragazzi si tenevano a distanza
come se avesse dovuto saltargli addosso da un momento all'altro.
Come se solo perché fosse gay dovessero piacergli tutti gli uomini.
Aveva risposto un pò piccato, e sulla difensiva.


"Già, di solito portiamo un cartellino"
"Dicevo solo che sembri.. normale"
"Io sono normale"
"Volevo dire etero"


Quinn non aveva ribattuto, si era sentito dire anche di peggio, solo che Padge gli
piaceva, e l'idea che lo considerasse anormale o malato faceva un pò più male
che se l'avesse pensato qualsiasi altra persona.
Si era trincerato nuovamente dietro i suoi libri, escludendo ogni altro possibile
tentativo di conversazione.
Padge gli aveva chiesto il permesso di fumare, e Quinn si era limitato ad assentire col capo,respirando
il fumo che usciva dalla bocca dell'altro.
Il moro si era goduto la sua sigaretta con gli occhi fissi sul biondino, poi aveva
riportato la sua attenzione sulla chimica.
Non era durata molto però
Padge aveva interrotto il silenzio chiudendo il libro con uno scatto poco gentile
che aveva fatto sobbalzare Quinn.

"Non ci capisco un cazzo"
"Ma.. come?"
"E' tutto un casino, non ha il minimo senso"
"Certo che ce l'ha"
"Per te forse"
"Vuoi.. vuoi che te lo spieghi?"
"Puoi farlo?"
"Si"


Quinn aveva preso il libro di Padge e l'aveva riaperto.
Sembrava fosse stato appena disimballato, non c'era scritto nemmeno il
suo nome, ed aveva il buon odore dei libri nuovi.
Aveva recuperato un foglio ed aveva cercato di spiegargli qualcosa sulle reazioni
chimiche, evitando lo sguardo dell'altro il più possibile
Dopo più di un'ora pareva che Padge avesse capito, Quinn gli aveva chiesto di
provare con un esercizio, e l'altro l'aveva terminato correttamente dopo qualche
incertezza iniziale.
La voce di Padge l'aveva riscosso ancora una volta, mentre osservava il foglio
con la calligrafia disordinata dell'altro


"Hey, mi dispiace per prima. Non volevo offenderti"
"Non importa, non è la cosa peggiore che ho sentito"
"Da quanto lo sai?"
"Non da tanto"


Padge aveva percepito il nervosismo del biondino, aveva dedotto che forse non gli piacesse
parlarne, così aveva deciso di cambiare argomento


"Anche tu suoni la chitarra?"
"Perché?"
"Ne ho vista una nell'ingresso"
"Oh, no era di mio padre. Non l'ho mai suonata"
"Vuoi che ti insegni?"
"Davvero?"
"Tu mi insegni la chimica ed io la chitarra, e siamo pari"


Quinn l'aveva guardato un attimo senza parole, profondamente sorpreso da tutta quella
disponibilità
Non si aspettava che le cose prendessero una piega così.. semplice.
Ed alla fine Padge era gentile, non era come l'aveva immaginato.
Sicuramente era diverso da come appariva guardandolo dall’esterno


"Non sei così male"
"In che senso?"
"Di solito i ragazzi scappano quando sanno che io sono.. beh, gay"
"Non sono affari miei con chi vai a letto, sembri... apposto"
"Anche tu"
"Basta che non ci provi con me"

Il tono scherzoso con cui aveva pronunciato la frase aveva reso chiaramente il fatto che fosse solo una battuta, e Quinn
si era sforzato di sorridere nonostante non avesse potuto proprio evitare di restarci un pochino male


"Beh ora ho le prove della mia band, ti va bene se continuiamo domani?"
"Certo"


L'aveva osservato inforcare gli occhiali da sole e l'aveva accompagnato alla
porta, guardandolo mentre si avvicinava ad un motorino nero e pieno di
adesivi di ogni genere.
Il casco, anch’esso nero aveva inghiottito i suoi occhi grigi ed i capelli lunghi
Quinn era rimasto a guardarlo finché il suono del motorino non era diventato solo
un eco lontano



Non appena Padge si era allontanato aveva telefonato ai suoi amici.
Voleva raccontargli quello che era successo, ed aveva bisogno urgentemente di
un bagno di realtà.
Dan, Bert e Jeph erano arrivati a casa sua circa mezz'ora dopo.
Ed il bagno di realtà non era tardato ad arrivare, quando Bert aveva espresso
la sua opinione col solito proverbiale tatto

"E' una stronzata"
"Cosa?"
"Le lezioni di chitarra"


Dan si era intromesso nella conversazione, sapendo già esattamente a che
punto sarebbe arrivato il discorso, cercando di lanciare a Quinn un'ancora
di salvataggio dalle esternazioni scostanti e disincantate di Bert.


"Non ci vedo nulla di male"
"Dovrà passare ancora più tempo con lui"
"E allora?"
"E allora Quinn ci rimarrà ancora più scottato alla fine, quando finalmente
 tornerà alla realtà e si accorgerà che lui non è interessato"
"Molto istruttivo. Smettetela di parlare di me come se io non fossi presente"
"E' la verità Quinn, non capisco perché devi sempre cacciarti in queste
 situazioni senza speranza"
"Già. Tu sei un esperto, no?"


Il tono ferito ed arrabbiato di Quinn aveva messo fine alla conversazione.
Dan e Jeph si erano scambiati una lunga occhiata preoccupata.
Dopo quello che c'era stato tra Quinn e Bert le cose non erano mai
tornare esattamente le stesse.
Sembrava sempre che la situazione dovesse esplodere da un momento
all'altro.
Quinn si era accorto di essere gay quando si era preso una grossa cotta
per Bert, cotta non ricambiata, purtroppo.
E l'altro che non era esattamente famoso per la sua gentilezza gliel'aveva fatto capire senza mezzi termini, forse
per mettere subito chiaro le cose e non rischiare di rovinare la loro amicizia.
Ma Quinn ne era comunque rimasto ferito.


Il discorso con i suoi amici l'aveva solo reso nervoso ed ancora più confuso.
Ed era esattamente lo stato d'animo che provava quando il giorno dopo
Padge aveva bussato alla porta di casa sua.
Quinn aveva contato fino a dieci prima di aprire la porta.
La t-shirt senza maniche lasciava scoperte le sue braccia mostrando
parte del tatuaggio di un teschio avvolto dalle fiamme.
Portava la sua chitarra, tra le mani.
Avevano studiato per qualche ora in silenzio, poi si erano fermati e Padge
aveva tirato fuori la chitarra dalla custodia e l'aveva messa tra le mani
del biondino.
Quinn l'aveva presa sorpreso, senza sapere bene cosa fare, lasciando che
fosse Padge stavolta a spiegare qualcosa a lui.


Quinn lo osservava silenzioso, perfettamente consapevole che si stava cacciando
in una situazione potenzialmente dolorosa.






Grazie *-*


Xx_ImJustAKid
: Ahaha hai intravisto la mia ossessione per le dita di Padge?? Naaaah
Ufficialmente non so di cosa parli xDD
Si Dan è sempre uno psicologo… mi serve un alterego professionale per Quinn xDD

ColdBlood: Ahaha viene automatico pensare alle lemon con questi due eh? *ç*
Che ne pensi? Quinn ha mantenuto un certo contegno? xD

Friem: Concordo, ho scelto quest’ ambientazione perché a quell’età tutto sembra più
grande e sconvolgente, alla fine a quell’età gli amori ti fanno perdere la testa.
Hai dato un’occhiata a Padge? Che te ne pare? Mi sembra in netto contrasto con l’immagine di Quinn, perciò l’ho scelto

ChemicallyUsed
: Hun, è vero! Dimenticavo la tua passione per le AU scolastiche!
Si Padge ha assolutamente conquistato il mio cuore.. mai come Quinn però xD
Ecco la loro prima “lezione” di chimica.. che te ne pare? Love ya <3

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Kiss me, I'm contagious ***





Kiss me, I’m contagious





Si erano visti tutti i giorni per una settimana, per il progetto.
Ogni giorno Padge arrivava a casa di Quinn con i libri e la custodia tra le mani.
Si occupavano della chimica per qualche ora, e poi il moro tirava fuori la sua
chitarra.
Era diventata una specie di piacevole routine, anche se Quinn si sentiva un pò
impacciato, ed anche un pò incapace.
Quel pomeriggio Padge stava cercando di insegnargli un accordo complicato, senza
grandi risultati, per la verità.
Il moro aveva preso la sua chitarra e l’aveva messa tra le mani di Quinn, poi aveva spostato la sua sedia più vicino a lui.
I suoi capelli lunghi ricadevano verso il basso ed emanavano un piacevole profumo
di shampoo.
Aveva posizionato lui stesso le dita del biondino nel modo giusto
Quinn osservava le dita di Padge sovrapposte alle sue senza ascoltare veramente
quello che l’altro stava dicendo.
I suoi polpastrelli erano freschi e leggermente ruvidi, probabilmente per via delle corde.
Gli occhi di Padge lo scrutavano incuriositi ed attenti


“Quinn? Su che pianeta sei?”
“Scusa, mi ero distratto. Non sono un granché come chitarrista”
“Devi solo rilassarti. Chiudi gli occhi e senti le corde sotto le dita. Lo senti?
 A seconda della pressione che fai il suono è diverso”
 “Come faccio a sapere quanto forte devo premere?”
“Lo sai e basta. E’ come il sesso, al momento sai sempre cosa fare e come farlo”


Quinn aveva involontariamente puntato gli occhi sul viso dell’altro, alzando la testa
verso di lui, troppo vicino forse, mentre pregava silenziosamente di non fare niente di
stupido
Le dita di Padge erano ancora sulle sue, solo che adesso gli sembravano calde, più calde.
Il moro le aveva fatte scivolare velocemente sulla mano del biondino  fino a circondare
il suo polso, e l’aveva trascinato più vicino.
I loro nasi si erano toccati prima delle loro labbra.
Quinn aveva inclinato la testa di lato ed aveva dischiuso la bocca, accogliendo la
lingua di Padge.
Il sapore di sigarette e le loro salive si erano mischiate per qualche minuto.
Il moro aveva afferrato la tastiera della chitarra ed aveva fatto scivolare lo strumento
per terra con delicatezza, senza staccare le labbra da quelle di Quinn.
Una volta messa al sicuro la chitarra aveva portato il biondino ancora più vicino a sé,
incastrando una gamba tra quelle dell’altro.
Si sentiva come inebriato, e cazzo, non era normale che un uomo profumasse in quel modo.
Non avrebbe dovuto, non poteva,  avere quell’odore così intossicante.
Ed era come se se ne fosse accorto solo allora.
Quello era un ragazzo
Si era staccato subito e si era alzato in piedi così velocemente da far rovesciare la sedia
su cui era seduto



“Padge?”
“Io… io non so cosa.. che cosa mi stai facendo, ma sta lontano da me”
“Io non ho fatto proprio niente”
“Non voglio diventare come te”



Quinn l’aveva osservato senza parlare, non avrebbe potuto nemmeno volendo.
Quella frase l’aveva ghiacciato completamente
Mentre recuperava le sue cose in fretta a Padge non era sfuggita la sua espressione ferita.
Solo ferita, ma per nulla sorpresa di quello che stava accadendo.
Si era sentito veramente una merda, ma doveva andarsene da quel posto
Doveva assolutamente allontanarsi da Quinn e da quella strana sensazione che si sentiva
all’altezza dello stomaco
Il biondino era rimasto immobile finché non aveva sentito la porta chiudersi con un
tonfo sordo.
O forse quel rumore era stato solo il suo cuore che si spaccava per l’ennesima volta


Quando era finalmente riuscito a muoversi aveva mandato un messaggio a Dan.
Non aveva voglia di sentire le prediche di Bert, o magari non voleva ammettere
che l’altro avesse ragione.
Era rimasto scottato ancora una volta, e come sempre la colpa era la sua.



Dal messaggio di Quinn non traspariva esattamente cosa fosse successo, ma
Dan non aveva tardato ad arrivare.
Ed aveva avuto conferma di quello che pensava quando aveva visto la faccia
dell'amico.
La conosceva bene quell'espressione, ma stavolta era peggiore.
Aveva sempre avuto una strana smania di protezione nei confronti di Quinn.
Sembrava sempre completamente in balìa di tutte le cose, sempre impreparato
e spaesato.
Era così pulito da buttarsi in ogni situazione senza pensare mai alle conseguenze, e spesso ne rimaneva
deluso, eppure Dan invidiava quella sua qualità.


"Che è successo?"
"Lui.. io..Padge mi ha baciato"
"E non è un bene?"
"No, mi ha detto che non vuole diventare come me, come se fossi una specie
 di malattia contagiosa"
"E' stato un bel bacio?"
"Hai sentito quello che ti ho detto?"
"Ho sentito Quinn, e la spiegazione è molto semplice. Se la sta facendo sotto
 dalla paura"
"Certo, la paura che io lo infetti"
"No dolcezza, si è solo accorto di quanto tu sia meraviglioso"
"Si, devo essere veramente fantastico dato che tutti scappano via a
 gambe levate. Che c'è che non va in me?"
"Niente Quinn, probabilmente non aveva mai pensato all'eventualità che tu
 potessi piacergli, ed ora è spaventato"
"Che dovrei fare adesso?"
"Parlargli"
"E dirgli cosa? Ti prego non mi evitare come la peste anche se sono patetico?"
"Quinn smettila. Cazzo non puoi far dipendere l'opinione che hai di te
 da altre persone"
"Mi ha detto di stare lontano da lui"
"Cambierà idea"
"Non dire niente a Bert per favore"
"Non dirò niente, ma tu parla con Padge"
 

C’erano voluti dei giorni perché Quinn trovasse finalmente il coraggio di parlargli
Aveva passato l'intera giornata a ripetersi che doveva necessariamente chiarire la situazione, così aveva
controllato la bacheca per vedere gli orari di Padge, e siccome l’altro
aveva un'ora buca aveva saltato la lezione di storia per andare a cercarlo.
L'aveva visto immediatamente, seduto sulle panchine del giardino della scuola mentre
chiacchierava con i suoi amici.
Aveva fatto due o tre respiri profondi prima di avvicinarsi

"Padge, posso parlarti un attimo?"

Il moro gli aveva dato un'occhiata sospettosa, poi senza dire niente si era alzato,
ignorando gli sguardi incuriositi ed interrogativi dei suoi amici
Erano rimasti in silenzio finché non erano riusciti a trovare un'aula vuota.

Nei giorni passati Quinn aveva riflettuto, aveva pensato a lungo su che razza di
persona voleva essere.
Ed aveva deciso che non sarebbe stato il tipo di persona che supplicava per essere accettato.
Si meritava qualcuno che lo volesse per quello che era, e se non era Padge quella persona
era meglio troncare subito ogni contatto, ed ogni eventuale illusione.

Non appena la porta dell’aula si era chiusa alle sue spalle Quinn aveva preso a scavare
nel suo zaino rosso, mentre Padge lo osservava senza dire niente, non capendo esattamente
cosa l’altro stesse facendo.
Quando finalmente aveva trovato quello che cercava l’aveva porto all’altro, guadagnandosi
uno sguardo interrogativo quando aveva messo il dischetto scuro tra le sue mani

“E’ il progetto di chimica, l’ho finito. Devi solo aggiungere il tuo nome”
“Cosa? Perché l’hai fatto? Avremmo dovuto finirlo insieme”
“Mi hai detto di stare lontano da te, immaginavo che non saresti più venuto a studiare
 a casa mia.. con me”

Padge gli aveva restituito il dischetto con un gesto un po’ brusco, gli occhi fissi
sul viso piccolo e pallido di Quinn

“Non voglio prendermi il merito di qualcosa che non ho fatto”
“Era praticamente finito, ho solo messo insieme il tutto e l’ho trascritto al computer.
 In ogni caso fanne quello che vuoi”

Quinn aveva lasciato l’oggettino di plastica sulla cattedra, avvicinandosi alla porta
senza più guardarsi indietro

“Cos’è questo? Un modo per farmi sentire in colpa?”

Si era bloccato sui suoi passi ascoltando la voce adirata del moro, e Quinn era così
stanco di sentirsi così patetico, e di dover essere sempre nella posizione di
elemosinare qualcosa

“No, è solo un modo per dirti che puoi stare tranquillo, e che non sarai costretto
 a frequentarmi mai più”

Era uscito dall'aula senza mai voltarsi verso Padge.
Era sicuro di aver fatto la cosa giusta, anche se adesso faceva male
Col tempo sarebbe stata la cosa giusta, per sè stesso


Era tornato dentro la scuola ed aveva seguito le ultime due ore di lezione
sforzandosi di non pensare a tutto quello che era successo.
A fine giornata era tornato a casa con gli amici, camminando in totale silenzio
A Dan non c'era voluto molto per capire che qualcosa non andava, ma aveva
preferito non dire niente davanti a Bert

"Hey Quinn, ti dispiace se pranzo da te? A casa mia non c'è nessuno"


Quinn gli aveva rivolto uno sguardo pieno di gratitudine, ed aveva annuito con un mezzo sorriso.
Dan riusciva a capirlo al volo, era sempre stato così, era stato molto fortunato
ad averlo incontrato.

Avevano salutato Bert ed erano entrati in casa di Quinn, trovandola vuota, come quasi
sempre.
Si erano trasferiti in cucina ed il biondino aveva messo in caldo il pranzo che la
madre gli aveva lasciato prima di andare a lavoro.
Dan si era seduto al tavolo della cucina ed aveva aspettato che l'altro si decidesse
a parlare.
Non c'era voluto molto, Quinn non era il tipo da tenersi tutto dentro.


"Ho parlato con Padge"
"L'aveva immaginato, ed è andata male?"
"Gli ho dato il progetto di chimica e gli ho detto che non è costretto a vedermi
 mai più se non vuole"
"Quando ti ho detto che dovevi parlargli non intendevo questo"
"E' meglio così, non è interessato a me"
"Ma sei idiota? Lui sta facendo così tanto lo stronzo proprio perché gli piaci"
"Evidentemente non abbastanza"
"Quindi non vuoi più frequentarlo?"
"Per farmi trattare come se fossi contagioso? No grazie"
"Sei sicuro che sia la cosa giusta?"
"Tu no?"
"Non lo so, sei tu che devi decidere"
"Ho deciso"


Quando Dan era andato via il biondino aveva preso la chitarra dall'ingresso e l'aveva portata con sè in camera.
Non aveva idea del perché ma aveva sentito che aveva bisogno di farlo.
Probabilmente era la prima volta in vita sua che prendeva quello strumento tra le mani
Nessuno la suonava da anni e non era accordata, ma Quinn voleva soltanto
tenerla tra le mani, sentire le corde sotto le dita.
Si era disteso sul letto ed aveva poggiato lo strumento sulla sua pancia.
Era levigato e freddo, eppure Quinn aveva immediatamente sentito una specie di calore
propagarsi per il suo corpo
Aveva quasi preso sonno quando il campanello di casa era suonato 




Grazie per le recensioni!

Ioamolacocacola: Ma grazie dei complimenti! Sono contenta che ti piaccia!
Si, loro due insieme sono strani, ma troppo belli secondo me!
Ti assicuro che non ho idea di cosa succederà a Bert.. finchè non scrivo non so mai
cosa succederà xD

ColdBlood: Honey.. sai che amo Bert, ma non so mai cosa gli farò fare xDD
Diciamo che Padge è un pò.. confuso? Dopo questo capitolo ancora di più mi sa xD

Friem: Emh.. diciamo che Padge non sa bene cosa vuole al momento… non lo so nemmeno io cosa vorrà xD Che ne pensi?

Xx_ImJustAKid: Padge ha già cambiato idea, mh? Ma come si fa a resistere a Quinn?
(so già che dirai che sono di parte xD).. ma chissà.. si vedrà.. si scoprirà qualcosa in
più di tutti e due xD

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Just a new deal ***






Just a new deal





Quinn si era alzato leggermente intontito e si era trascinato senza voglia fino
all'ingresso.
Gli occhi grigi di Padge erano bastati a svegliarlo del tutto, e bruscamente anche.
Aveva aperto la porta solo per metà tenendo la mano destra sulla maniglia
e sbarrando l'entrata col suo corpo.
Si era sforzato di mantenere la freddezza che aveva avuto quella mattina, anche
se il mezzo sorrisino quasi imbarazzato del moro la stava mettendo a dura prova

"Posso entrare?"
"Perché dovresti? Che sei venuto a fare?"
"Devono per forza saperlo anche i vicini perché sono qui?"

Quinn si era spostato riluttante dalla porta per farlo entrare, ma era rimasto
fermo e in piedi nell'ingresso
Le braccia incrociate davanti al corpo a creare una specie di separazione mentale
tra di loro.
Aveva aspettato in silenzio che Padge spiegasse il motivo della sua visita

“Mi pare che mi avessi detto di stare lontano da te”
"Sono venuto perchè non mi andava che i contatti tra noi si chiudessero
 in una maniera così brutta"
"Beh grazie del pensiero, sono commosso. L'uscita la conosci"
"Andiamo Quinn, non fare così. Non possiamo dimenticarci di questa cosa e
 tornare ad essere amici?"
"Mi conosci da una settimana, noi non siamo amici. E 'questa cosa', come la
 chiami tu, è stata un bacio. Se lo fai dovresti anche essere in grado di dirlo"
"Perché diavolo devi essere così ostile,e farne un affare di stato?"
"Già hai ragione, sono un pò melodrammatico, dev'essere un altro sintomo
 della mia malattia"
"Non era quello che intendevo"
"E invece si, non sarò un dio della chitarra ma non sono stupido"
"Mi dispiace, non volevo offenderti"
"E' la seconda volta in una settimana che mi dici questa frase, evidentemente
 qualcosa non va"
"Tu sei così, ok? ed io no, ma possiamo sempre essere amici"
"Così come? Come sarei Padge?”
“Ogni parola che dico è sbagliata mh?”
“A quanto pare.. e comunque non mi serve un'altro amico"
"Quindi è così? Quando qualcuno non ti da quello che vuoi lo elimini e basta?"
"Guarda che io non voglio proprio un accidenti, sei stato tu a baciarmi, non il
 contrario. E comunque gli amici di solito si rispettano, non si offendono"
"Sono venuto apposta per scusarmi. Mi dispiace davvero Quinn, credimi"


Non riusciva a distogliere lo sguardo da quegli occhi grigi, anche se l’avrebbe voluto
Quello sguardo lo faceva sentire pericolosamente vulnerabile, e quand’era vulnerabile
solitamente finiva per farsi male
Eppure Padge sembrava sincero, o almeno era quello che desiderava credere
Pareva davvero dispiaciuto e Quinn aveva sentito la freddezza di poco prima scemare lentamente.
Ma non voleva mettersi in una situazione che sicuramente gli avrebbe fatto male
Il suo tono di voce si era abbassato, ed aveva perso quell’astio che lo riempiva
fino a poco prima

"Senti Padge, apprezzo il fatto che tu sia venuto qui a chiarire le cose, ma penso
 che sia meglio lasciare le cose come stanno. Il progetto di chimica è finito, tu
 torna dai tuoi amici ed io tornerò dai miei"

Lo sguardo di Padge si era staccato da Quinn e stava vagando per l'ingresso
Il biondino lo osservava aspettando una risposta, non troppo sicuro che l'altro
avesse sentito quello che gli aveva detto
E alla fine Padge aveva risposto, ma non era propriamente la risposta che
Quinn si aspettava

"La chitarra"
"Cosa?"
"Non è più nell'ingresso, l'hai presa"
"Cosa centra?"
"Stavi andando così bene, stavi imparando e ti piaceva. Perché non
 continuiamo?"
"Io non lo so..”
"Piaceva anche a me"
“Ti piaceva?”
“Si, allora che ne dici?”

Padge teneva lo sguardo fisso su di lui, il viso serio e convinto.
Lo guardava cercando di spiegarsi quella strana sensazione di tranquillità che sentiva ogni volta che Quinn era nelle vicinanze
Il biondino l'aveva fissato negli occhi, quegli occhi grigi che sotto le luci a volte
sembravano blu, altre verdi.
E si era ripetuto nella testa che una persona patetica restava comunque una persona patetica, mentre rispondeva 'ok'
Quella persona era lui
Padge aveva sorriso e gli aveva porto la mano, ed il biondino l'aveva stretta
un pò incerto.
Quella stretta di mano era stato come suggellare ufficialmente tutte le ferite che gli avrebbe inflitto.
Quinn lo sapeva, ma aveva deciso di ignorare quell’informazione e sperare per il meglio

"Dov'è la tua chitarra?"
"In camera.. ma non è accordata"
"Posso accordartela io, aspettami"
"Dove vai?"
"In macchina a prendere la mia"
"Tu hai una macchina?"
"E' dei miei"


Padge era uscito dalla porta senza dire altro, lasciandola spalancata.
Quinn aveva guardato l'ingresso vuoto e si era ritrovato a sorridere
aspettando che rientrasse.
Si sentiva un completo idiota, ma l’unica cosa che voleva era che Padge rientrasse.
Nella sua casa, nelle sue giornate
Era tornato qualche attimo dopo ed avevano salito le scale fino alla
camera di Quinn
Il biondino era rimasto imbarazzato ed in silenzio, a parte i suoi amici
nessun ragazzo era mai entrato nella sua stanza.
Padge si guardava intorno incuriosito, con uno strano sorrisetto sul viso.

"Sei ordinato in maniera quasi ossessiva"
"Non è vero"
"Si che lo sei, se vedessi la mia camera ti verrebbe un accidenti"


Quinn aveva ridacchiato, arrossendo come un idiota all'idea di mettere piede
nella camera di Padge.
Il moro aveva posto sul letto, concentrandosi sulla chitarra del biondino per
accordarla.
Quinn era rimasto in piedi, incantato a guardare quelle dita che si muovevano
controllando la tensione delle corde.
Gli faceva uno strano effetto vedere Padge seduto sul suo letto.
Ci era voluto un pò perché lo strumento fosse pronto.
Una volta finito il moro aveva porto la chitarra all'altro, recuperando la sua
dalla custodia.


"E' una bella chitarra. Non hai mai chiesto a tuo padre di insegnarti a suonarla?"
"No, lui se n'è andato quando io ero piccolo. Siamo solo io e mia madre"
"Oh scusami, mi dispiace"
"Non importa, non mi fa male, me lo ricordo a malapena"
"A volte è meglio così"
"Dici?"
"I miei litigano tutto il giorno, se uno dei due avesse avuto il coraggio di
 andarsene probabilmente le cose andrebbero meglio"
"Mi dispiace Padge"
"E' ok, quando urlano troppo ho la mia chitarra a coprire il rumore"

Padge gli aveva rivolto uno strano sguardo un pò triste, era durato soltanto
un attimo, poi aveva riportando la sua attenzione sulla chitarra
Quinn era rimasto un pò spiazzato dalla confidenza dell'altro.
Il tono noncurante con cui l'aveva detto, che però era in disaccordo con quell’espressione triste.
Gli era tornata alla mente la prima volta che avevano parlato, quando lui gli
aveva detto che non avrebbero potuto studiare a casa sua perché era un casino.
Ora capiva cosa intendesse
Si era sentito ancora più vicino a lui

"Allora, suoniamo?"

Quinn aveva annuito ed aveva imbracciato la chitarra, sedendosi accanto a lui.
Si chiedeva come sarebbe stato quella notte addormentarsi con l'odore di
Padge sulle sue coperte.








Rieccomi tornata.. ho fatto presto, no? xD
Il capitolo non è lunghissimo, ma è una specie di capitolo di svolta (per ora xD) quindi doveva
essere breve e conciso xD
Grazie mille a tutti per le recensioni! Io vi amo! *-*


Jessromance: Oh ma che bello! Una nuova lettrice! Sono contenta che ti piaccia!Grazie!!
Che te ne pare del nuovo capitolo?

Friem: Si hai colto in pieno, Padge ha proprio paura.. ma penso anche che sia normale.
ovviamente alla porta era proprio lui, segno che nessuno dei due ha capito un accidenti di quello che vuole eh? xD

ChemicallyUsed: Hun che ne dici? Hai confidato bene nel campanello?
E ti avevo promesso qualche informazione in più su loro due.. eccole. xD

Ioamolacocacola:  Dan oramai nella mia testa è l’uomo saggio dei consigli, non ci posso fare nulla xD
Non ti ho fatto aspettare molto, no? xD

ColdBlood: Grazie honey! Sono contenta che ti sia piaciuto!
Quinn ha lasciato Padge libero di scegliere, e lui ha scelto Quinn… anche se solo come amico..
Che ne dici? Quinn ha fatto bene a cedere? xD

Xx_ImJustAKid: Vero, Quinn aveva le sue ragioni.. ma anche Padge in qualche modo (sbagliato xD) aveva le sue..
Ora sembra essersi chiarito le idee… sembra.. xD



Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** You're my peace ***








You’re my peace





Quella mattina Quinn era arrivato a scuola un pò nervoso.
Esattamente una settimana prima lui e Padge avevano consegnato il loro
progetto di chimica, ed adesso era venuto il momento di conoscere
il risultato.
Erano entrati nel laboratorio di chimica ed il professore gli aveva chiesto di
prendere posto vicino ai rispettivi compagni di progetto.
Padge si era seduto accanto a Quinn e gli aveva sorriso rassicurante, percependo
il nervosismo dell'altro.
Anche lui era un pò teso in effetti, un' insufficienza in chimica gli sarebbe costata
l'anno scolastico, e non voleva nemmeno immaginare cosa sarebbe successo
a casa sua se fosse stato bocciato.
Il professore aveva spiegato quasi per l'intera ora, e solo alla fine si era dedicato ad elencare ad alta
voce i nomi di quelli che avevano superato il progetto.
Quinn ascoltava la voce noiosa dell'insegnante, ignorando il nervosismo per non
aver ancora sentito il suo nome.

"Allman, Padget, il progetto è andato bene, anche troppo bene"

Quinn aveva deglutito sentendo la sua bocca seccarsi, senza riuscire a dire niente, non capendo dove il professore volesse arrivare.
Padge aveva interrotto il silenzio, ed il biondino aveva rivolto il suo sguardo
su di lui

"Che significa troppo bene?"
"Vieni alla lavagna Padget, voglio controllare che tu non abbia fatto fare tutto
 il lavoro ad Allman"

Io moro si era voltato verso Quinn, rivolgendogli uno sguardo un pò preoccupato
Il biondo gli aveva sorriso , regalandogli uno sguardo il più possibile rassicurante

Padge gli aveva sorriso in risposta, annuendo con un cenno del capo.
Si era alzato con uno sguardo di sfida e si era avvicinato alla lavagna.
Il professore gli aveva dettato un esercizio e poi era rimasto a guardarlo in silenzio, vagamente scettico.
Il moro aveva riflettuto per qualche secondo, poi aveva iniziato a scrivere, ripensando ai pomeriggi di studio a casa di Quinn
Aveva completato l'esercizio correttamente sotto lo sguardo meravigliato
del professore, poi aveva posato il gessetto e l'aveva guardato orgoglioso

"Molto bene Padget, speravo che l'influenza di Allman ti avrebbe fatto bene"

Il moro era ritornato a posto sorridendo, mentre la campanella suonava la fine delle lezioni, nonché l'inizio delle vacanze di primavera.
Erano usciti dall'aula nella confusione dei ragazzi che correvano per raggiungere
il più veloce possibile dalla scuola.
Ci erano voluti solo pochi minuti perché il corridoio si svuotasse completamente.
Erano rimasti in disparte, aspettando che la folla si diradasse

"Sei stato bravo"

Quinn aveva accolto meravigliato l'abbraccio di Padge, cercando di mantenere il suo respiro ad un ritmo accettabile

"Merito tuo, grazie"

Quando Padge si era staccato il viso di Quinn aveva assunto un colorito molto simile a quello di un pomodoro.



La prima settimana delle vacanze di primavera era volata via troppo velocemente, ed intensamente, forse.
Padge passava tutti i pomeriggi a casa di Quinn.
Era un appuntamento fisso oramai.. e Quinn sapeva che ogni giorno il campanello
di casa sua sarebbe suonato, alle quattro in punto, e che Padge sarebbe entrato dalla
porta con la sua chitarra nera e spartiti sempre nuovi e più difficili.
Era una routine alla quale si era facilmente abituato, che gli era entrata dentro senza che
se ne rendesse realmente conto.

Quella mattina si era svegliato che il sole era già alto.
Aveva recuperato il telecomando seppellito sotto il suo cuscino ed aveva acceso la tv
senza nemmeno prendersi la briga di alzarsi dal letto.
Il rumore basso e monotono delle voci provenienti dal televisore l'avevano
velocemente trascinato di nuovo in uno stato di dormiveglia
Il suono del campanello l'aveva bruscamente riportato alla realtà
Aveva pensato di non preoccuparsene, se non avesse aperto magari chiunque fosse se ne sarebbe andato lasciandolo dormire.
Il secondo scampanellio l'aveva convinto ad alzarsi.
Aveva sceso le scale più o meno ad occhi chiusi, rischiando di ammazzarsi
ogni due gradini
Si era preparato quattro o cinque parolacce da rifilare alla persona davanti alla
porta.
Ma la persona davanti alla porta era Padge, e le offese gli erano morte in gola, esattamente come qualsiasi altra parola.
Era rimasto immobile a fissarlo come un idiota, perché cazzo, com'è che era così bello anche
di prima mattina? Anche attraverso gli occhi appannati di sonno?

Quinn era un po’ sorpreso che fosse lì,  non era da Padge.
Lui continuava a chiedergli ogni pomeriggio se il giorno dopo sarebbe potuto passare, nonostante si vedessero
ogni giorno, ma chiedeva sempre, ed aspettava sempre una conferma
Perciò quell’improvvisata era un po’ sorprendente.


Padge aveva sorriso, senza dire niente.
Oramai aveva capito che Quinn era un tipo un pò bizzarro, e che doveva semplicemente
rispettare i suoi tempi e aspettare che tornasse sulla terra insieme
a tutti gli altri comuni mortali.
Ne era sempre più convinto, Quinn viveva in un mondo tutto suo, un metro o due
più in alto di tutti gli altri, e quando qualcuno lo riportava giù gli ci voleva
un attimo per riconnettersi col mondo.
Era strano, ma gli piaceva.

Quinn si era riscosso solo quando Padge gli aveva sorriso.
Lui aveva ricambiato, perché le parole imparate in diciassette anni non erano ancora
ritornate al loro posto nel suo cervello, e si era spostato per farlo entrare.

"Dormivi. Mi dispiace"
"No era sveglio"
"Si, come no"
"Davvero, guardavo la tv"

Avrebbe dovuto chiedergli come mai era lì di prima mattina, ed ok, erano le dieci, ma per Quinn
qualsiasi cosa prima dell'ora di pranzo era prima mattina.
Ma non aveva chiesto niente, era solo stupidamente contento che fosse davanti a lui.
Si era voltato ed aveva risalito le scale, sicuro che Padge l'avrebbe seguito.
La camera era ancora buia, e l'unica luce proveniva dal televisore acceso

"Stavi guardando i cartoni animati?"
"No, io... stavo solo facendo zapping. Sai.. "
"Quinn quando devi mentire è meglio usare meno parole, sai c'è meno possibilità
 di incartarsi"
 
Il biondino gli aveva fatto una smorfia e si era seduto su un angolo del letto, recuperando
il suo cuscino per usarlo a mo di appoggio.
Anche Padge si era seduto, non tanto distante da lui.
Il letto scoperto era pieno dell'odore di Quinn
Avevano entrambi fissato la televisione per un pò senza dirsi niente.
Era stato il biondino ad interrompere il silenzio, chiedendo all'altro se tutto andasse bene.
Era più che altro una domanda retorica, perché non si va a casa di qualcuno per
non dirsi niente

Padge aveva sorriso a quella domanda, perché qualcosa gli diceva che Quinn avrebbe capito
Era per questo che era andato lì
La maggior parte delle volte quando qualcuno ti chiede come stai non vuole
davvero una risposta; vuole solo che tu gli dica che stai a meraviglia così non deve farsi carico anche dei tuoi problemi.
Quinn non era così

"Qui è sempre tranquillo, sai.."
"I tuoi hanno litigato ancora?"
"Già.. avevo solo bisogno di un pò di pace"
"Mi dispiace"

Padge gli aveva sorriso, ed aveva spostato nuovamente la sua attenzione sulla tv accesa, anche se non sembrava
vedere realmente nessuna delle cose che gli stavano intorno.
Quinn aveva preferito chiudere l'argomento, perché per quanto si mostrasse forte
ed indifferente Padge era profondamente turbato.
E lo era anche Quinn.
Percepiva una strana sensazione, il fatto che Padge si fosse aperto
con lui in quel modo lo rendeva felice, e confuso, ed anche un pò spaventato.
Era un legame quello che si era creato tra loro
E quando le persone si sentono vulnerabili rispetto ad un legame possono diventare cattive nel tentativo di proteggersi.
Eppure nessuno può fare a meno di legarsi a qualcun'altro


Anche il biondino teneva gli occhi fissi sullo schermo.
La voce proveniente dalla tv era così bassa che non riusciva neppure a cogliere
tutte le parole che venivano dette
Ma nessuno dei due sembrava essersene accorto
Quinn si era voltato verso Padge solo quando aveva sentito di nuovo la sua voce.
L'altro non guardava lui invece, continuava a fissare un punto indefinito davanti
ai suoi occhi

“E’ vero quello che mi hai detto l’altra volta?”
“Cosa?”
“Che la faccenda di tuo padre non ti fa male?”


Quinn l’aveva guardato, senza ricevere nessuno sguardo in risposta
Era strano per lui la facilità con cui riusciva ad aprirsi con Padge, sentiva di
poterlo fare, sentiva che avrebbe capito


“Si. Cioè, la maggior parte del tempo per me è solo lo stronzo che se n’è andato.
 Ma ci sono state delle volte in cui mi è mancato. Sai tipo quando tutti i miei amici imparavano
ad andare in bicicletta, ed io non avevo nessuno che mi insegnasse.
O quando non avevo nessuno che mi accompagnasse alle partite, o mi insegnasse
a guidare”

L’aveva visto annuire, senza voltarsi verso di lui

"Tuo padre ha fatto queste cose per te?”
“Si, le ha fatte, prima di accorgersi che non sarei mai diventato quello che lui desiderava
 e che io mi trasformassi da figlio amato in delusione apocalittica”

Il tono vuoto e piatto con cui aveva pronunciato quelle parole non aveva ingannato Quinn
Poteva leggerci dentro quel rancore e quell’astio che si era portato con sé per tanto
tempo, e che ogni tanto tornava comunque a bussare alla sua coscienza
Non poteva non riconoscerlo

“Perché saresti una delusione?”
“Non lo so.. perché porto i capelli lunghi, perché sogno di fare il musicista, perché non
 diventerò mai un avvocato come lui, per tante cose credo..
 Vorrei potermene andare da quel posto"
"Beh, tu puoi..  venire qui quando ti serve un pò di pace.. lo so che non è come
 andarsene.. ma è qualcosa, no?"

Padge aveva finalmente posato gli occhi su Quinn.
Ed era una cosa completamente senza senso, ma ogni volta che lo guardava era
sorpreso come se lo vedesse per la prima volta

"Ok, scusami. Ho detto una cosa stupida"
"No.. non lo era. Grazie.."

Si era ritrovato ad abbracciarlo ancora una volta, come qualche giorno prima nel
corridoio della scuola.
Era come se ci fosse qualcosa che lo spingeva a farlo.
E si era reso conto che non era il silenzio della casa di Quinn a dargli la pace che cercava.
Era Quinn
Lui riusciva a sentirlo
Sentiva questo, ed il suo profumo tutto intorno a lui
Si era staccato di colpo da quell'abbraccio, e Quinn l'aveva lasciato andare immediatamente


"Scusami, non volevo metterti in imbarazzo"
"Tu non mi imbarazzi.. tu mi confondi. Il tuo.. odore mi confonde.."
"Il mio odore?"

"Si. Tu hai.. un odore così.."



Non era riuscito a finire la frase. Cosa poteva dire per descriverlo?
Sapeva soltanto che aveva quella sensazione
Si sentiva come se fosse sotto l’effetto di qualche strano genere di droga
Euforico, confuso, e senza nessun pensiero che non fosse toccare la pelle di Quinn
L'aveva baciato, di nuovo, così improvvisamente che Quinn era ricaduto all'indietro sul letto.
E lui l'aveva seguito, perché non c'era nient'altro che potesse fare.
Quinn aveva risposto al bacio, anche se un centinaio di vocine nella sua testa
gli dicevano che non avrebbe dovuto farlo, che era una strada pericolosa.
Ma quando le labbra di Padge erano scese ad accarezzargli il collo e le sue mani
si erano infilate sotto la t-shirt leggera Quinn si era semplicemente limitato
a stringersi di più a lui, perché non c'era nient'altro che potesse fare.


Padge aveva fatto leva sulle mani e si era messo in ginocchio, poi aveva trascinato Quinn contro di lui.
Gli aveva sfilato la maglietta ed aveva passato le sue dita sul suo petto e sulla
sua pancia, osservando i muscoli tendersi dovunque le sue dita passassero
Era così magro che aveva quasi paura di fargli male.
L'aveva baciato ancora una volta, e quando si erano staccati finalmente Quinn
si era deciso a toccarlo.
Il moro aveva terminato di spogliarlo e poi aveva eliminato anche i suoi vestiti
Era come se la sua testa fosse vuota, come se il suo cervello si fosse bloccato
impedendogli di ragionare.
Sentiva solo l'odore di Quinn, e sapeva che voleva di più
L' aveva spinto a distendersi e l'aveva seguito, il contatto tra i loro corpi
era stata come una specie di piacevole scossa elettrica.
La pelle di Quinn era fredda, e la sua calda
Il biondino aveva mormorato il suo nome quando era entrato dentro di lui, e Padge aveva chiuso gli occhi e si era mosso piano

Aveva tenuto gli occhi chiusi per tutto il tempo, non gli interessava vedere nulla di quello che gli stava intorno.
Era come se si trovasse nel buio più totale, l'unica cosa che esisteva erano il respiro di Quinn, ed i suoi gemiti.
Si era lasciato guidare soltanto da questo, ascoltando quei suoni e adattando i suoi movimenti ad essi.
E poi ad un certo punto era stato come cadere, come precipitare da una grande
altezza e sentire il fiato mozzarsi in gola e spegnersi improvvisamente.
Il piacere l'aveva scosso così forte che aveva staccato le mani dal corpo dell'altro
e si era aggrappato alle lenzuola sotto di lui, per paura di fargli male.
Si era mosso ancora una volta poggiando la sua fronte su quella di Quinn, mentre le sue
braccia tremavano per la forza con cui stringeva il tessuto colorato tra le dita.
L'orgasmo di Quinn gli aveva fatto mancare il respiro ancora una volta.
Sentire il liquido denso e caldo bagnargli la pelle era stato come tornare improvvisamente alla realtà
Aveva aperto gli occhi, e li teneva chiusi da così tanto che la luce improvvisa
gli aveva quasi fatto male.
Si era staccato dal corpo dell'altro e si era alzato in piedi, coprendosi gli occhi con entrambe le mani per un attimo

"Dio.. io.. devo andarmene"

Quinn l'aveva sentito allontanarsi, ed aveva immediatamente percepito il freddo
sulla pelle sudata dove poco prima era disteso Padge.
Si era preso ancora qualche istante per riprendere fiato prima di aprire gli occhi
ed affrontare quello che sarebbe venuto dopo.
Sapeva che sarebbe andata così.
Lo sapeva dal momento in cui lui l'aveva baciato, ma aveva lasciato che accadesse comunque, perché in nessun modo avrebbe potuto evitarlo.
L'aveva osservato recuperare i suoi vestiti ed indossarli in fretta, e l'aveva raggiunto

"Padge, per favore. Non farlo un'altra volta"
"Mi dispiace Quinn"
"E' stato.."
"Un errore, un enorme errore"
"Perché?"
"Perché è sbagliato.. tutto quanto"
"Non è così"
"Invece si.. gli uomini vanno con le donne.. così funzionano le cose.. questo
 è.."
"Contro natura?"
"Si"
"Wow.. me l'avevano già detto prima.. ma stavolta.. dio fa male"
"Scusami, io non avrei mai voluto.. ma avevi ragione tu, dovevamo lasciare
 le cose così com'erano. E' meglio se non ci vediamo più. Mi dispiace"
"Anche a me dispiace.. per te. Perché ti illudi che non vedendoci più quello che
 è successo oggi si cancelli, ma non è così"
"Lo so.. ma non posso Quinn.. io non posso farlo"
"L'hai già fatto"
"Mi dispiace tanto"


Quinn non aveva detto più niente.
E per quanto assurdo sembrasse lui sapeva che era la verità, che Padge era davvero
dispiaciuto
Non c'era nessuna parola che potesse dire per spiegare quello che si sentiva
dentro.
Nessuna parola che potesse magicamente far sparire la paura dagli occhi di Padge
Perché era lì, lui poteva vederla
La paura di essere una delusione per sé stesso, oltre che per suo padre.
L'aveva lasciato andare ed era rimasto immobile finché non aveva sentito il
rumore della macchina del moro mettersi in moto.
Si era rivestito lentamente e si era steso nuovamente tra le lenzuola colorate, che adesso avevano l'odore di Padge.
Si sentiva esausto, della situazione, di Padge, ma soprattutto di sè stesso.
Si era addormentato quasi immediatamente.




Thanks a lot girls! *.*

Jessromance: Grazie.. ecco il capitolo, che te ne pare? xD

Friem: Mh mi sa che avevi pensato bene.. le cose sono un po’ precipitate xD

ChemicallyUsed: Hun, ecco qualche altra informazione su Padge.. però a quanto
pare la paura non è ancora passata, eh? xD

ColdBlood:
Ahah ho adorato la tua recensione scorsa, con tutte quelle elucubrazioni
su Padge! xD
Penso che la tua impressione fosse giusta!

Xx_ImJustAKid:
La riappacificazione non è durata a lungo, eh? xD e nemmeno le
lezioni di chitarra.. sono cattiva? xD

Ioamolacocacola: ihih vorrei anch’io Padge che mi insegni la chitarra! xD
Beh Quinn è stato combattivo, poi ha ceduto.. e se ne è pentito già, povero xD

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** That's What Friends Are For ***





That's What Friends Are For






Quando  Quinn aveva riaperto gli occhi era quasi sera.
Le giornate si stavano progressivamente allungando e fuori il cielo era limpido e chiaro
nonostante fossero già le sette.
Aveva recuperato il suo cellulare ed aveva mandato un breve sms ai suoi amici.
Non aveva dato nessuna spiegazione particolare, esprimendo solo il bisogno di restare per
un po’ da solo.
Non aveva nemmeno aspettato di ricevere le telefonate che sicuramente sarebbero arrivate
dopo il suo messaggio, si era limitato a spegnere l’apparecchio ed a rintanasi nuovamente
sotto le coperte.
Era rimasto chiuso in casa per l’intera settimana successiva, senza rispondere al telefono
o aprire la porta a nessuno.
Aveva davvero bisogno di disintossicarsi da qualsiasi cosa.
Non voleva ascoltare nulla, né vedere le facce dispiaciute dei suoi amici che l’avrebbero
fatto sentire ancora più patetico e stupido.
Perché era un fallimento annunciato, il suo, eppure vi si era gettato ad occhi chiusi
come faceva sempre



Le vacanze di primavera erano terminate velocemente, senza che nessuno di loro avesse
ancora ricevuto notizie di Quinn.
Quella mattina le lezioni sarebbero ricominciate come al solito, e Bert si era stancato di aspettare
che l’amico si facesse vivo, così si era alzato un po’ prima per prepararsi per
la scuola e poi aveva camminato fino a casa di Quinn
Aveva suonato il campanello aspettandosi di trovare il biondino già pronto, data la sua fissazione
per la puntualità, ma non aveva ricevuto nessuna risposta.


Quinn aveva sentito il campanello suonare, era già sveglio.
In realtà aveva dormito a malapena.
Aveva pensato tutta la notte al giorno dopo, al fatto che sarebbe dovuto tornare a scuola
E rivedere Padge
Ed aveva semplicemente fatto la scelta più semplice, aveva deciso che non ci sarebbe andato.
Come nei giorni passati era rimasto immobile dov’era, aspettando che qualunque persona
ci fosse davanti alla porta desistesse, e lo lasciasse in pace.
Non era andata così
Il campanello aveva continuato a suonare per almeno dieci minuti.
Solo quando aveva sceso le scale per andare nell’ingresso aveva sentito la voce di Bert.

“Quinn, lo so che ci sei. Continuerò a suonare finché non aprirai questa cazzo di porta”

Il biondino aveva alzato gli occhi al cielo e poi si era avvicinato per aprire.
Conosceva abbastanza bene Bert da sapere che stava dicendo la verità, e voleva evitare
che attirasse l’attenzione di tutto il vicinato.

“Devi proprio fare tutto questo casino? Che vuoi?”
“Perché non sei ancora pronto? Oggi c’è scuola”
“Da quando in qua sei un’amante della scuola?”
“Da quando in qua tu salti una lezione?”
“Da oggi”

Quinn aveva tentato di chiudere la porta, ma Bert si era messo in mezzo e l’aveva spinto
di lato infilandosi in casa

“Che sta succedendo Quinn?”
“Niente, ho solo bisogno di stare da solo”
“Sei sparito per una settimana, e adesso non vieni neanche a scuola, dovrai essere molto
 meno vago di così”
“Non mi va di parlarne”
“E’ stato lui vero? E’ colpa di quel Padge? Te l’avevo detto che non andava bene per te”

Quinn si era coperto le orecchie, non voleva parlarne, voleva solo che lo lasciassero in pace
Era stanco di pensare a Padge, di sentirsi così male, e non voleva essere giudicato da
nessuno

“Piantala Bert, tu fai sempre così, per questo non ti dico più nulla”
“Sono solo preoccupato per te”
“Allora dì sono preoccupato per te, non dire te l’avevo detto”
“Scusami, hai ragione. E’ solo che non mi piace vederti soffrire”

Quinn gli aveva lanciato un’occhiata significativa, fissando dritto negli occhi l’amico.
Bert aveva ricambiato lo sguardo senza incertezze, perché era davvero ora che finalmente
parlassero apertamente di quello che c’era stato tra loro.
Era davvero ora che Quinn capisse che l’aveva fatto per lui, per entrambi, perché il loro
rapporto era sempre stato troppo bello e speciale per lasciare che si rovinasse per una
cotta adolescenziale che non sarebbe durata.


“Era tutta un’altra situazione, lo sai”
“Si, una situazione diversa con lo stesso risultato”
“Noi siamo amici cazzo, avremmo incasinato tutto”
“Non mi importa più Bert”
“Dimmi quello che è successo, giuro che sto in silenzio ed ascolto soltanto”

Il biondino aveva sorriso della solennità del tono di Bert, sottolineato anche da
un silenzioso annuire con la testa.
Bert ascoltava silenzioso, dispiaciuto per quello che l’amico stava dicendo.
Sapeva che prima o poi sarebbe arrivato quel momento, che Quinn si sarebbe realmente
innamorato di qualcuno
Era quello che provava per Padge, glielo leggeva in ogni espressione del viso.
Quinn aveva parlato sommessamente, e mano a mano che le parole uscivano dalla sua bocca e la realtà
di quello che era successo gli si parava davanti agli occhi si sentiva sempre
più triste.
Ma si sentiva anche come liberato di un peso
Era perfettamente consapevole che Bert era un buon amico, nonostante le loro particolari divergenze
Gli aveva raccontato ogni cosa, ridacchiando ogni volta che l’altro se ne usciva
con qualche esternazione tipo ‘che stronzo’ oppure ‘fanculo’
A parte le espressioni colorite non aveva detto altro, aspettando che Quinn finisse il suo
racconto

“Mi dispiace”
“Grazie”
“Voglio dire.. anche per.. la nostra situazione”
“Lo so”
“Ma è diverso adesso, mh?”
“Che vuoi dire?”
“Che stavolta fa più male perché lui ti piace sul serio”
“Non lo so. Pensavo che forse..ha ragione”
“Su cosa?”
“Forse è davvero sbagliato, forse noi siamo..sbagliati”
“Non lo pensi davvero”
“Lo pensano tutti, forse qualcosa di vero c’è”
“Padge non lo pensa”
“Ah no? Devo essermelo sognato allora”
“Quinn, il fatto che sia venuto a letto con te è una smentita abbastanza evidente”
“Ma poi se n’è andato”
“Ok, è strano che sia io a dirti questa cosa, perché lui non mi piace, ma ha solo paura.
 Puoi fargliene una colpa?”
“Lo stai difendendo?”
“E’ difficile per tutti Quinn, noi lo sappiamo, ci siamo passati. Ognuno reagisce a modo
 suo”
“Beh il suo modo fa schifo”
“Tornerà”
“Non voglio vederlo più”
“Si che vuoi. Lascia che ti dica una cosa, quando quello che provi è vero, non c’è
 modo che tu possa scappare”
“Come sei diventato saggio”
“Già.. per questo non mi serve più la scuola, ci vado per convenzione culturale.
 Vieni con me?”
"No, non me la sento ancora di vederlo. Mi serve un pò di tempo"
"Ok, vuoi che resti con te?"
"No, sto meglio adesso. Grazie"
"Chiama se hai bisogno"

Quinn gli aveva sorriso, e Bert l'aveva abbracciato.
Erano entrambi contenti di aver chiarito la tensione che si era creato tra loro.
Il biondino l'aveva accompagnato alla porta, sentendosi un pochino meglio
per la prima volta in quella settimana.

"Ah, Bert"
"Si?"
"Non fare nulla, per favore"
"Spiegati meglio"
"Niente offese, o battutine taglienti, e soprattutto niente risse con Padge"
"Non posso neanche tirargli un pugno?"
"No"
"Sei sicuro?"
"Si, e poi sarebbe abbastanza strano se tu lo facessi visto che lui non sa chi sei"
"Se mi presento prima posso pestarlo?"
"Bert peserai trenta chili, non voglio averti sulla coscienza"
"Per uno che non vuole vederlo più lo difendi parecchio"

Quinn aveva riso dell'espressione idiota di Bert ed aveva risposto con una linguaccia
Nonostante tutto aveva i suoi amici, e finché ci fossero stati qualsiasi altra cosa
sarebbe stata affrontabile.
Eppure non si sentiva ancora pronto per vedere Padge, gli aveva fatto male.
E Bert aveva ragione, adesso era diverso, più doloroso.







Padge era arrivato a scuola leggermente in anticipo quella mattina.
Non aveva voglia di restare a casa sua, e perfino la scuola gli sembrava un luogo
più accettabile.
Aveva raggiunto il solito posto dove incontrava sempre i suoi amici, ed aveva
preso posto accanto a Matt.
Lui era sempre il primo ad arrivare
Avevano entrambi acceso una sigaretta, senza prestare grande attenzione l'uno
all'altro.
Lo sguardo di Padge vagava per il cortile della scuola che si stava riempiendo lentamente.
L’aria iniziava a farsi tiepida, e le felpe ed i cappotti erano stati progressivamente sostituiti
da t-shirt colorate di ogni genere, che rendevano il cortile come una specie di strano circo.
Page si era riscosso quando aveva sentito la voce dell’amico

"Lui non c'è"
"Chi?"
"Il biondino, Quinn"
"Grazie per l'informazione non richiesta"
"Beh lo stavi cercando"
"No"
"Si, non fai altro da quattro giorni, esattamente da quando la scuola è ripresa.
 Ma lui non c'è neanche oggi"


Padge l'aveva guardato un pò meravigliato, non pensava di essere stato così ovvio, e non
pensava che Matt sarebbe arrivato a certe conclusioni
E non era esattamente sicuro se esserne contento oppure no.
Era piuttosto spaventato all’idea di dover affrontare quella conversazione, e soprattutto lo
era perché non sapeva come Matt l’avrebbe presa.


"Pensavi che mi fossi bevuto la storia della chimica?"
"E' vero, abbiamo lavorato insieme per quel progetto"
"Nemmeno una cosa orribile come la chimica può creare tanta tensione, ci
 dev'essere dell'altro"
"Che vuoi dire?"
"Non lo so, lui mi sembra una di quelle persona con cui è quasi impossibile
 litigare, qualcosa dev'essere successo"


Padge aveva distolto lo sguardo, probabilmente era ora di vuotare il sacco
Perché quello che aveva accanto era il suo miglior amico da sempre, e perché
quella situazione lo stava facendo impazzire.
Lo faceva impazzire ripensare a quello che era successo.
Era combattuto tra la voglia di stare il più possibile lontano da Quinn e il sentirsi un vero stronzo per quello che aveva fatto.
Ma prima ancora di tutto questo, quello che lo sconvolgeva, che non riusciva ad accettare,
era l’impulso sottostante alle sue azioni
L’attrazione e il desiderio di vicinanza che provava per Quinn, che non avrebbe dovuto esserci, ed invece era lì
Tanto prepotente e forte da ridurlo senza volontà.
Lo faceva impazzire l’assoluta incapacità di controllarsi che sentiva quando Quinn era presente.


"Ho scopato con lui"
"Cosa? Mi prendi in giro?"
"No"
"Cristo, sei impazzito? Che cazzo ti è passato per la testa?"
"Dio Matt, non lo so, lui.. lui ha un odore così buono"
"Sai chi altro ha un buon odore? Le donne"
"Cazzo piantala, non sei di aiuto"
"Non fare lo stronzo con me, avresti dovuto dirmelo"
"Lo so, mi dispiace, lo so. Solo.. non so neanche io quello che sta succedendo"
"Parlami di lui"
"Cosa?"
"Il mio miglior amico ha scopato con un ragazzo, e non mi ha detto nulla, il
 minimo che tu possa fare adesso è dirmi qualcosa di lui"

Aveva acceso un'altra sigaretta, e ne aveva offerta una all’amico.
Nessuno dei due si era mosso quando la campanella aveva suonato l'inizio
della prima ora di lezione.
Matt era sempre stato il suo miglior amico, forse perché era molto simile a lui, riservato
e silenzioso.
Non gli aveva mai nascosto nulla, ed aveva sentito il desiderio bruciante di raccontargli
di Quinn, di quella strana sensazione che gli provocava, dal primo giorno, solo che ne
aveva paura.

"Lui è.. non lo so.. onesto, e timido, e anche un pò strano, come se stesse in un mondo
 tutto suo la maggioranza del tempo"
"Sembra carino, che altro?"
"E’ solo che.. non so come spiegarlo, lui riesce..a calmarmi, sai.. come se spegnesse la mia
 testa, tutti i pensieri, i casini. Mi fa sentire in pace"
"Cazzo"
“Cosa?”
“Te ne sei innamorato”
"No, io non ho detto questo"
"Ma ti senti quando parli? L'hai appena detto. E' così che funziona, quando ti
 innamori di qualcuno tutte le stronzate si spengono quando quella persona
 è presente"
"Non posso essere innamorato di lui, è un ragazzo"


Entrambi erano rimasti in silenzio per un po’, presi ad assimilare informazioni nuove e riflettere
su come le dinamiche avessero necessariamente subito una grossa modificazione
Matt l’aveva ascoltato parlare, e Padge sorrideva.
Pensava a quel ragazzo e la sua bocca si apriva in un sorriso mentre ci pensava.
Era una cosa che non aveva mai visto succedere
La terza sigaretta nel giro di mezz’ora aveva segnato un nuovo contatto
Matt aveva deciso di capire qualcosa di più si quella situazione inaspettata.


"Ma non capisco perché lui non sta più venendo a scuola. Hai fatto schifo a letto?"
"Fanculo, no"
"Allora?"
"Non sono stato proprio carino con lui. Gli ho detto delle cose orribili.
 che era sbagliato.. contro natura"
"Wow, io non sono esattamente un fan dei rapporti tra uomini, ma questo
 sembra un pò troppo perfino per me"
"Matt, era panico"
"Posso capirlo, ma adesso che il panico è passato perché sei qui e non a casa sua a
 supplicarlo di perdonarti? Sai dove abita, no?"
"Tu pensi che sia passato? Non fa altro che aumentare"


La voce di Padge, già solitamente bassa, aveva diminuito ancora maggiormente la sua
intensità
Era una cosa estremamente rara vedere Padge così.. scoperto
Matt riusciva a sentire la paura che provava, era un cambiamento così enorme che lui
stesso ne era un po’ spaventato
Il suo miglior amico si era innamorato, il che era già abbastanza sorprendente, di un altro
ragazzo, perdipiù                                                                                
Poteva capirla, quella paura, ma era come se Padge si rifiutasse di accettare quella realtà.
E lui era suo amico, e non poteva lasciarglielo fare

“Ok, ragioniamo.. com’è stato? Il sesso, voglio dire..”
“Cosa? Non vuoi saperlo davvero”
“No, per carità niente dettagli, voglio solo capire cosa hai provato”
“Non lo so. E’ stato.. sesso”
“Non è vero, non staresti in questo modo se fosse stato così senza importanza.
 E’ stato bello mh? Questo ti ha sconvolto?”
“Tutto quello che implica Quinn mi sembra bello, questo mi sconvolge”
“Ti rendi conto che è assurdo combattere contro una cosa che ti fa stare bene?”
“Tu hai sentito la parte in cui ti ho detto che è un ragazzo, si?”
“Non posso dire che la cosa non mi abbia sconvolto.. ma Padge, chi se ne frega se
 ti fa del bene”
"Il fatto è che.. io non sono forte come lui Matt"
"Forte? Che significa?"
"Si, cioè.. le persone, lo sai come trattano quelli come lui, lo feriscono, e lo
 prendono in giro..anche noi l'abbiamo fatto. Non voglio.. stare dall'altra parte
 della barricata"
"Hai scopato con lui, sei un pezzo oltre la barricata oramai, non la vedi neanche più”
“Dio.. lo so. Penso che sia meglio che io non lo veda più, anche perché ogni volta
 gli faccio del male, sembra che ogni fottuta parola che esce dalla mia bocca riesca
 a ferirlo”
“Mh, sembra molto ragionevole”
“Lo è”
“Ho detto sembra.. in realtà è una stronzata. Padge non dico che sarà
 semplice, ma io non ti ho mai visto così per nessun’altra persona. Te ne sei innamorato, è
 una cosa grossa, non puoi far finta di niente. E gli fai male solo che continui a combattere
 contro questa cosa, e ne fai anche a te”
“Quindi se io decidessi di.. provare, tra noi sarebbe ok? Voglio dire… tra me e te”
“Sei il mio miglior amico, saremmo ok anche se ti scopassi mia nonna”


La frase idiota di Matt aveva fatto ridere entrambi come degli cretini per dei minuti.
Padge si sentiva infinitamente meglio per averne parlato con lui, e probabilmente Matt gli aveva dato
una visione più chiara della confusione che aveva nella testa.
Sapeva che aveva ragione, che ogni singola cosa che aveva detto era giusta.
Matt gli aveva poggiato una mano sulla spalla e gli aveva sorriso

“Dovremmo entrare in classe adesso”
“Si”
“Ci andrai da Quinn?”
“Si, ci andrò”









Ma grazie *-*



Wazzup
: Che bello, una nuova lettrice!! ^ ^
Sono molto contenta che ti piaccia! Che te ne pare del nuovo capitolo?

Jessromance: ihih guarda anch’io penso sempre allo zucchero filato quando
penso a Quinn *-*
Niente minacce di morte, ho fatto presto stavolta, giusto? xD

Ioamolacocacola:  L’incontro a scuola non c’è stato.. ma Quinn ha fatto
la sua rivelazione a Bert.. che era quello più problematico xD
Padge è istintivo, hai ragione.. speriamo che indirizzi quest’istinto per cose
buone xD

ChemicallyUsed: Hun, come sempre hai capito perfettamente cosa
intendevo trasmettere. Il sesso è successo così in fretta  proprio
perché Padge non riesce a controllarsi.. questa mancanza è e sarà
sempre parte del personaggio.


Friem: Già, sono un po’ amante del melodramma ultimamente xD
Quinn è sensibile.. reagisce a modo suo.. anche se un bel cazzotto
ci starebbe perfetto xD

ColdBlood: Honey, è stato il patto più breve della storia xD
Per fortuna che tutti e due hanno dei buoni amici..
Ho fatto ricomparire il tuo Bert, che te ne pare xD

Xx_ImJustAKid: Io cattiva? Calunnie ù.ù
Ahah avevi indovinato il te l’avevo detto di Bert.. era scontato xD
Forse Matt gli ha aperto un po’ gli occhi, e già il fatto che abbia avuto
il coraggio di confessarlo a lui è un buon segno, no?


 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** You can chase all my fears away ***







You can chase all my fears away










Quinn era disteso sul suo letto a pancia in su, con l'ipod nelle orecchie e le finestre e le tende
chiuse quando sua madre era entrata in camera sua.
Gli aveva sfilato una cuffietta e Quinn aveva percepito immediatamente la sua espressione seria
Era così raro vederla così che il biondino si era leggermente spaventato, così aveva
spento l'apparecchio e si era messo a sedere.



"Mi hanno chiamato dalla tua scuola dicendomi che è una settimana che non ci
 vai"
"Io.. non mi sentivo bene"
"Non dirmi bugie Quinn. Io non ti ho mai imposto nessuna regola perché so che
 posso fidarmi di te, che sta succedendo?"
"Scusami"
"Perché non vuoi andarci? O meglio, per chi non vuoi"
"Nessuno"
"E' quel ragazzo? Padge?"



Quinn aveva spalancato gli occhi all'inverosimile, poi aveva abbassato il capo sentendoli bruciare.
Non voleva piangere davanti a sua madre
Aveva pensato molte volte di confessarle che gli piacevano i ragazzi, ma era così spaventato di farla soffrire, di deluderla.
La madre gli aveva leggermente scompigliato i capelli in un gesto affettuoso, e Quinn aveva rialzato la testa per guardarla


"Potevi dirmelo Quinn"
"Non volevo deluderti"
"Tu puoi dirmi tutto piccolo.. io sono tua madre"
"Non sei arrabbiata?"
"No Quinn, sono preoccupata. Sei triste, e salti la scuola, non è da te. Allora è
 quel ragazzo?"
"Perché pensi che sia lui?"
"Perché ho visto il tuo viso quando me ne hai parlato. Non è carino con te?"
"A volte si.."
"Ed altre no?"
"Bert dice che ha paura"
"Bert ti vuole bene, se lo dice forse è vero"
"Forse"

Sua madre gli aveva sorriso, come faceva sempre per rassicurarlo.
A volte guardarla era come guardarsi allo specchio.
La somiglianza tra loro era molto spiccata, ma i loro caratteri erano opposti.
Sua madre era forte, non si lasciava mai abbattere da nulla, Quinn invece si
sentiva debole e stupido.

"Forse lui non è l'unico ad avere paura"
"Tu non pensi che sia sbagliato?"
"No Quinn, è sbagliato solo se non sei onesto con te, e con gli altri"
"Io volevo dirtelo.."
"Non fa nulla, me l'hai detto adesso. Ma devi tornare a scuola piccolo"
"A scuola c'è lui"
"Non puoi scappare dalle cose, devi affrontarle"
"Anche se fa male?"
"Si. Perché se non lo fai forse puoi evitare di farti male, ma puoi perdere
 anche molte cose belle"
"Tu avresti sposato lo stesso papà?"
"Certo, altrimenti non avrei avuto te"

La madre gli aveva scompigliato i capelli ancora una volta, e l'aveva lasciato
solo, chiudendosi la porta della camera alle spalle.
Quinn si era risteso sul letto a fissare il soffitto.
Si sentiva meglio, e peggio, contemporaneamente.
Sua madre lo amava lo stesso, e allora non poteva essere sbagliato.
Non c'era nulla che non andasse in lui, e quello che Padge gli aveva detto lo
faceva solo sentire più arrabbiato, perché era stupido ed ingiusto, e nonostante
questo continuava a fargli male.







Dopo la chiacchierata con l'amico Padge si era ripromesso di andare da Quinn
il più presto possibile.
Quella sera stessa era andato a casa del biondino, ma aveva girato a vuoto
intorno all'abitazione senza trovare il coraggio di bussare.
Ed aveva fatto lo stesso per tutto il week- end, senza riuscire realmente a portare
a termine quello che doveva fare.
Era troppo spaventato della reazione di Quinn, ed anche della sua.
E se fosse scappato un'altra volta?
E se gli avesse fatto nuovamente male?
Dopo una marea di tentativi falliti si era detto che sarebbe stato meglio
incontrarlo a scuola, e parlargli, in un posto dove non correva il rischio di perdere il controllo



Il lunedì successivo come aveva sperato Quinn era tornato a scuola.
L'aveva aspettato poggiato al muretto laterale, dove il biondino ed i suoi
amici sostavano sempre prima della campanella.
Quando Quinn era arrivato e si era accorto della sua presenza però si era semplicemente
limitato a cambiare strada, avviandosi verso la scuola
senza rivolgergli più nemmeno uno sguardo.
I suoi amici l'avevano seguito immediatamente, tranne uno.
Un ragazzo un pò trasandato con l'aria strana, che si era fermato a guardarlo
lanciandogli orribili occhiate ostili.
In un altro momento Padge avrebbe reagito, ma non adesso.
Era scontato che gli amici di Quinn ce l'avessero con lui, e senza dubbio se lo
meritava.
Durante la giornata aveva cercato più volte di avvicinare Quinn, tra una lezione e l'altra, ma il biondino
l'aveva sapientemente evitato per il resto del giorno.



Il moro era tornato a casa senza più cercare di parlargli.
Si era reso conto che ancora una volta stava agendo come un vigliacco, relegando
una cosa così importante come chiarirsi con Quinn nello spazio
troppo breve e confuso di un paio di minuti tra una lezione e l'altra.
Non era così che doveva andare.
Avrebbe dovuto guardare quello strano ragazzino che gli aveva incasinato
la vita negli occhi, e confessare quello che lo spaventava veramente.
Lo doveva a sè stesso, e soprattutto lo doveva a Quinn.
Perché lui era onesto ed esposto; limpido nell'attraversare tutte le difficoltà
nonostante le continue sofferenze.
Padge voleva con tutte le sue forze smettere di crearsi una realtà che non
esisteva davvero, ed affrontare quella vera, perché Matt aveva ragione, nessuna
persona l'aveva mai fatto sentire così.
Con nessun'altro a parte i suoi amici di sempre si era mostrato anche nelle
sue debolezze.
E Quinn aveva capito, aveva compreso lui, e la sua fragilità nascosta da una
forza apparente.
E forse era quello il punto.
Ci voleva molto più coraggio a mostrarsi impaurito e debole, esponendosi agli
sguardi e ai pensieri degli altri.

Quinn era più forte di lui, e Padge desiderava davvero che gli infondesse un pò di quella forza.

 



Per questo la sera stessa aveva guidato lentamente fino a casa del biondino, con nessun altro
rumore se non quello dei suoi pensieri.
Aveva girato in macchina per l'isolato per almeno un'ora prima di prendere finalmente il coraggio di bussare.
La porta si era aperta quasi immediatamente, e Padge si era trovato faccia a faccia
con una donna con i capelli biondi e la pelle chiarissima.
Aveva capito immediatamente che era la madre di Quinn, perchè aveva grandi
occhi color nocciola identici a quelli del biondino.

Era rimasto un attimo spiazzato senza dire nulla, mentre la donna gli sorrideva
incuriosita, aspettando che il ragazzo davanti a sè dicesse qualcosa.
Padge si era riscosso, rendendosi conto che stava facendo la figura dell'idiota

"Buonasera, io stavo cercando.. cercavo Quinn"

La donna l'aveva fatto entrare, porgendogli la mano e sorridendogli calorosamente.
Anche i loro sorrisi erano simili, ma quello di Quinn era più luminoso, più bello.
Padge si sentiva un pò stupido a pensare quelle cose

"Io sono la madre di Quinn, Debbie. Tu sei?"
"Padge... emh.. Michael"
"Il ragazzo che gli sta insegnando a suonare la chitarra, Quinn mi ha parlato
 di te"


La donna l'aveva guardato incuriosita, posando gli occhi sul ragazzo che aveva fatto tanta presa sul suo bambino.
Riusciva a capire perché Quinn fosse rimasto così colpito da lui, poteva capirlo razionalmente con l'esperienza data dall'età.
Il ragazzo aveva degli occhi di uno strano blu tendente al grigio,profondi, e nonostante l'aspetto da rockettaro
anticonformista aveva uno sguardo dolce, forse un pò impaurito.
Riusciva a riconoscerlo esattamente come accadeva in suo figlio.
Padge aveva sorriso un pò imbarazzato, non sapeva bene come comportarsi
in una situazione del genere, non sapeva cosa il biondino le avesse detto esattamente.


"Quinn è di sopra, in camera sua. Puoi salire, sai qual'é?"
"Si"
"Già che vai su diresti a Quinn che io sono andata a lavoro, e che la cena
 è pronta,basta che la riscaldi?"
"Certo"
"Bene, piacere di averti conosciuto Michael"
"Piacere mio signora"
"Debbie, chiamami Debbie. La cena è abbastanza per tutti e due se vuoi restare"
"Grazie"



Padge era rimasto ad osservarla finché la donna non si era chiusa la porta
alle spalle ed era uscita.
Era rimasto spiazzato da tanta gentilezza.
La madre di Quinn aveva un tono di voce dolce e rassicurante che l'aveva
fatto sentire immediatamente ben accolto.
Gli aveva regalato quei sorrisi dolci che gli avevano dato un pò della tranquillità
che gli mancava.

Il moro aveva fatto un respiro profondo, come per darsi coraggio, ed aveva
preso a salire le scale.
Era più che sicuro che Quinn non gli avrebbe riservato lo stesso trattamento
gentile, e non poteva certo biasimarlo per questo.
La camera del biondino era la seconda alla fine della scalinata.
Aveva camminato piano fino alla porta socchiusa, per ascoltare se ci fossero
rumori provenienti dalla camera, ma non aveva sentito nulla, così era entrato.
Quinn era disteso di lato, un braccio piegato a mo di appoggio sotto la testa, e le
lenzuola a coprirlo fino alla vita, le stesse nelle quali erano stati insieme.
L'espressione rilassata ed il respiro regolare l'avevano informato che l'altro era
addormentato.


Padge era rimasto fermo davanti alla porta, indeciso se restare oppure
andarsene, ma alla fine non aveva resistito, ed aveva separato la distanza che lo
divideva da Quinn.
Si era seduto sulla punta del letto, ed il biondino aveva mugolato qualcosa senza
muoversi ne aprire gli occhi, ancora addormentato.
L'aveva osservato per un pò immobile, cercando di controllare quella strana
sensazione di calore che sentiva dentro.
Aveva allungato una mano verso Quinn e aveva passato delicatamente le dita
tra i suoi capelli biondi.

"Bert..."


Padge aveva ritirato la mano di scatto, come scottato da quel nome che non aveva mai sentito prima.
Quinn aveva aperto leggermente gli occhi, per via del movimento brusco dell'altro
Quando si era reso conto di chi aveva davanti li aveva spalancati, cercando di
mettersi a sedere, ed incastrandosi con le gambe nelle lenzuola.

"Come sei entrato?"
"Mi ha aperto tua madre"
"Ha sbagliato. Vattene"

Quinn era finalmente riuscito a liberarsi da quella trappola, e l'aveva spinto per scendere dal letto, cercando
di contenere il brivido lungo la schiena per il contatto dei piedi nudi col pavimento freddo.
Padge si era alzato al sua volta per avvicinarsi, ma Quinn si era ritrovato a fare
un paio di passi indietro.
Non voleva che Padge si avvicinasse
Perché gli aveva fatto male, e perchè era bello
ed aveva la sensazione che se fosse stato troppo vicino lui si sarebbe immediatamente dimenticato di tutto quello che gli aveva fatto.


"Per favore, lasciami spiegare"
"Sei stato chiarissimo l'altra volta, meglio se non aggiungi altro"
"No ascolta, non pensavo nemmeno una delle cose che ho detto. Mi dispiace"
"Sicuro..e quanto durerà questo dispiacere? Quanto ci metterai a scappare
 di nuovo? O ad offendermi di nuovo?"
"Non succederà più"
"Si..mi pare di averla già sentita questa"
"Lo so.. ok.. lo so. Ero spaventato"
"Beh allora dovresti scappare, sei bravo in quello"
"Cerca di capire.. non è facile per me. Mi sono sempre visto in un certo modo, e
 poi arrivi tu.. e io riesco solo a pensare che voglio toccarti"
"Sono stanco di essere sempre io quello che deve capire"
"Ho paura Quinn"



Quella frase, ma soprattutto il tono che Padge aveva usato, aveva immediatamente bloccato il biondino sul posto.
Non l'aveva mai sentito così spaurito, e non aveva potuto fare a meno
di guardarlo negli occhi.
Padge si era avvicinato, vicino, senza provare a toccarlo però,  e stavolta
Quinn non si era spostato


"E' che.. le persone ti fanno male.. sempre. E.. e ne faranno anche a me"
"Allora che ci fai qui?"
"Tu puoi spegnerla.."
"Cosa?"

Il moro aveva preso le mani di Quinn e le aveva poggiate sulla sua testa.
Aveva fatto scivolare le dita fresche del biondino sulle sue tempie, chiudendo gli occhi e sentendosi immediatamente meglio.

"La paura.. tu.. riesci a spegnerla"
"Non mi pare Padge, sei scappato"
"E mi sei mancato"

Quinn aveva mosso leggermente le dita in circolo sulla pelle calda di Padge
in un gesto automatico, senza che il suo cervello avesse realmente formulato quel comando.
Non riusciva a controllare nessuna delle sue azioni quando il moro era presente.
Voleva solo toccarlo, e stringerglisi addosso.
Ma era scottato, e spaventato, ed aveva bisogno di essere sicuro che Padge
non l'avrebbe più ferito


"Mi hai fatto male"
"Lo so Quinn, mi dispiace. Ma dammi un'altra occasione, per piacere"
"E non te ne andrai più?"
"No, prometto"
"Io non sono sbagliato"

Padge aveva riaperto gli occhi ed aveva poggiato la fronte contro quella di Quinn.
L'odore del biondino gli aveva riempito le narici e lui aveva respirato ancora
più a fondo.

"No Quinn, non lo sei. Io sono sbagliato"
"Non lo sei neanche tu"

Il biondino aveva abbassato leggermente il viso ed aveva poggiato le sue labbra
su quelle di Padge.
Il moro l'aveva tirato più vicino, circondandolo con le braccia, ed aveva preso a
muoversi piano, dondolandosi come a ballare su una musica silenziosa.
Quinn aveva ridacchiato piano contro la sua bocca e Padge l'aveva baciato
sul serio

"Ti stendi con me?"
"Si"
"E resti?"
"Si"

Padge si era staccato dal biondino e si era steso sul letto, poggiando la sua schiena contro la parete.
Quinn l'aveva seguito, chinandosi per sfilare le scarpe del moro e poi aveva
preso posto accanto a lui.

"Tua madre.. lei mi ha detto di dirti che andava a lavoro"
"Si, stasera lavorava"
"E ha detto che la cena è da scaldare"
"Me lo ripete ogni sera, come se non lo sapessi. E' un pò apprensiva"
"Lei lo sa?.."
"Da oggi,ma credo che l'avesse già capito"
"L'ha presa bene.."
"Si, le ho anche parlato di te"
"Sei fortunato... senti Quinn.. possiamo tenerla per noi questa cosa?"

Il biondino si era messo seduto per guardarlo, di nuovo sull'attenti.
Gli sembrava che Padge si stesse nuovamente tirando indietro

"Vuoi che ci nascondiamo?"
"No, voglio dire.. non alle persone a cui teniamo, agli amici.. ma Quinn.. se
 i miei lo sapessero succederebbe un casino"
"Non capirebbero?"
"No... ma.. ho parlato a Matt di te.. lui è il mio miglior amico"
"E lui l'ha presa bene?"
"Si"
"Ok non mi importa.. basta che resti con me"


Quinn si era steso nuovamente di fianco al moro, e Padge se l'era trascinato
addosso facendolo ridere.
Il biondino si era sistemato meglio, quasi spalmandosi completamente su di
lui, e si era rilassato, chiudendo gli occhi.

"Quinn?"
"Mh?"
"Chi è Bert?"









Thanks a lot girls! Love you! *.*


GiuExpensive: Oh che bello! Nuova lettrice! Sono contenta che ti piaccia!
Che te ne pare del capitolo?

ChemicallyUsed: A dispetto di tutto gli ci è voluto poco per ridare fiducia a Padge hun.
Ma questo è il bello di Quinn.. la sua particolarità di cui parlava Dan nei primi
capitoli.. no?

ColdBlood: Ahaha honey, quello scimunito di Padge qualcosa ha fatto dai xD
Meno male che c’era Matt lo scorso capitolo.. Padge è un po’ tonto.. non ci sarebbe
arrivato da solo alle cose xD

Xx_ImJustAKid: Sicuramente Matt gli ha dato una certa tranquillità che gli è servita.
E Padge ha fatto un passo… finalmente! xD
Ahah si si, c’è un altro psicologo in città! Non potevo mica far fare tutto il lavoro
a Dan, povero. xD

Friem: Grazie dei complimenti.. beh sembra che Matt l’abbia indirizzato per il
meglio.. ora dobbiamo solo stare a vedere.. ma Padge fa dei passi avanti, se non altro xD

Jessromance: ahah non preoccuparti, le sviste capitano anche a me xD
Comunque nello scorso capitolo ci sono stati vari chiarimenti.. e quei due cretini
stanno insieme.. per adesso xDD


 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Good intentions and many questions ***






Good intentions and many questions









Quinn aveva guardato Padge senza capire bene a cosa si riferisse, un pò confuso
per aver sentito il nome di Bert uscire dalla bocca del moro.
Si era messo seduto per guardarlo bene in viso, mentre una brutta, preoccupante
idea si faceva strada nella sua mente


"Oh Dio, che ha fatto? E' venuto da te?"
"No, io non so chi sia"
"Ma l'hai nominato"
"No, tu l'hai fatto"
"Cosa?"
"Prima.. mentre ti stavi svegliando, hai detto il suo nome"
"Oh.. Beh Bert è solo un amico"


Padge l'aveva guardato scettico, mettendosi a gambe incrociate sul letto di fronte
al biondino.
Non che fosse un grande esperto di rapporti tra uomini, ma gli suonava abbastanza
strano che qualcuno si svegliasse dicendo il nome di un semplice amico

"Mh, quindi tu dici il nome di tutti i tuoi amici mentre dormi?"

Quinn aveva ridacchiato dell'espressione del moro
La gelosia era qualcosa che non aveva mai sperimentato su di sè.
Era una bella sensazione, alla fine.
La sensazione che a chi hai di fronte importa di te

"E' solo che Bert ogni tanto viene a trovarmi, senza avvisare, perché lui è fatto
 così. E se dormo aspetta che io mi svegli. Ho pensato che fosse lui."
"Ah, quindi lui viene a casa tua, e ti guarda dormire?"
"Non ho detto questo, ho detto che aspetta che mi svegli"
"Mi sembra la stessa cosa"
"Wow, questa è una vera scenata di gelosia, non me ne avevano mai fatta una"
"Non sono geloso, sto solo cercando di capire. Non mi sembra proprio una cosa
 da amici questa, magari tu.. tu gli interessi"
"Ti assicuro di no"
"Ma dai Quinn, come fai ad esserne sicuro?"
"Lo sono. Tempo fa avevo una cotta per lui.. e.. beh.. lui non ce l'aveva per me"
"Oh"

Quinn aveva visto il suo viso cambiare così velocemente che non poteva crederci.
Si era morso distrattamente l'interno della guancia non sapendo bene come comportarsi.
L'intenzione era quella di rassicurare l'altro, ma quello che aveva detto
non suonava molto rassicurante nemmeno alle sue orecchie.
Si era inginocchiato davanti al moro sul letto, e l'aveva guardato dritto in faccia.
Non voleva iniziare le cose tra loro dicendogli una bugia, per questo gli aveva
detto di Bert.

"Ho detto tempo fa Padge, è passata"
"Si, ho capito"

Il tono di Padge non era stato molto convincente, ed aveva distolto lo sguardo
dal biondino mentre pronunciava quella frase
Non aveva mai riflettuto sul fatto che Quinn potesse avere un passato.
Ed era stupido perché comunque ne aveva uno anche lui, ma a quell'idea di
sentiva in quel modo strano che non aveva mai provato prima.
Quinn aveva aspettato che Padge si voltasse a guardarlo, ma siccome
non era successo si era arrampicato a cavalcioni su di lui.
Padge aveva disteso le gambe sul letto e Quinn vi si era seduto sopra, posizionando
le braccia dell'altro intorno a sè, e costringendolo a guardarlo

"No, hai ascoltato ma non hai capito. Non era importante Padge, era solo una
 cottarella, ed è passata. Completamente"
"Ok"
"Ok?"
"Si, ma dovresti dire a Bert di avvisare prima di passare da te, sai.. e se tu
 dormissi nudo?"
"Ma io non lo faccio"
"Ma se volessi farlo? Lui.."
"Ok senti, facciamo così, prometto che non dormirò mai nudo, così non correrò
 il rischio che Bert mi veda, va bene?"


Padge gli aveva sorriso, con una smorfietta pensierosa sul viso, e poi l'aveva aveva
trascinato più vicino, facendo aderire completamente i loro bacini
In ogni caso, non gli piaceva per niente quel Bert



"Mhh proprio mai mi sembra troppo.. potremmo patteggiare. Potresti farlo solo
 quando ci sono io"
"Non mi hai mai detto una cosa così sfacciata"
"Non sono bravo con le parole"


Il moro gli aveva sfilato la maglietta ed aveva poggiato la bocca sul collo di Quinn ed aveva succhiato piano, per poi far scivolare
le labbra sulla spalla e sulla scapola del biondino, lasciando una scia di piccoli segni rossi circolari.
Quinn si era mordicchiato le labbra per non gemere, ma Padge aveva infilato
una mano nella tuta che indossava vanificando ogni suo sforzo.
Il biondino si era strusciato contro di lui, provocando una piacevole frizione tra i loro
corpi che aveva fatto mugolare il moro
Padge aveva tolto la mano dai pantaloni di Quinn e le aveva posate entrambe sul suo
petto, passandole su e giù con i palmi aperti, e tirandosi un po’ indietro per guardare
le reazioni dell’altro.

“Dio, sei così magro.. ho paura di romperti”
“Wow, sei il mio ragazzo da tipo cinque minuti e già mi critichi?”

Il biondino si era bloccato all’istante, sotto lo sguardo profondo del moro.
Quella cosa gli era scappata dalla bocca senza che avesse veramente pensato
di dirla.
Suonava come una cosa fottutamente ufficiale, e non voleva che Padge si sentisse
pressato, o andasse nuovamente nel panico.

“No, cioè.. volevo dire.. io non intendevo.. sai..”
“Meno parole Quinn, te l’ho già detto. Diventi incredibilmente loquace quando sei
 nervoso.. e comunque lo sono, il tuo ragazzo intendo”
“Lo sei?”
“Due secondi fa avevo una mano infilata nei tuoi pantaloni, tu che ne pensi?”
“Non sempre significa qualcosa”
“Adesso si”
"Ok, rimetti la mano dove ce l'avevi allora"


Padge aveva ridacchiato, con una finta espressione scioccata sul viso che aveva
fatto ridere Quinn, poi l'aveva spinto ad alzarsi, e l'aveva seguito

"Posso fare meglio"

Aveva slacciato i laccetti della tuta del biondino, e l'aveva fatta scivolare intorno
alle sue gambe, insieme ai boxer.
Quinn era arrossito istantaneamente, distogliendo lo sguardo dall'altro per nascondere il suo imbarazzo
Padge aveva inclinato la testa di lato per guardarlo meglio, sorridendo della reazione di Quinn.

"Non devi vergognarti, noi abbiamo già fatto l'amore"
"Si,ma l'altra volta è stato tutto improvviso, adesso mi stai fissando"
"Perché sei bellissimo"


Il moro aveva ridacchiato non appena aveva pronunciato quella frase, guadagnandosi un'occhiataccia da parte del biondino.

"Mi prendi in giro?"
"No, lo sei. E' solo che non avrei mai pensato di dire una cosa del genere ad un
 ragazzo"

Padge si era sfilato la maglietta e poi aveva incollato le labbra a quelle di Quinn.
Il biondino l'aveva aiutato a sfilarsi i jeans, senza mai smettere di baciarlo.
Poi si erano entrambi stesi sul letto.
Da quel momento non si erano più detti una parola, e l'unica cosa che infrangeva
il silenzio della stanza erano i loro respiri irregolari.
Quinn non aveva potuto fare a meno di mugolare di dolore quando il moro era
entrato dentro di lui.
L'altro si era bloccato all'istante, riaprendo immediatamente gli occhi a quel suono.

"Cazzo Quinn, mi dispiace.. io non sono molto pratico, avrei dovuto fare qualcosa prima di... scusami"
"Non importa, ti prego continua"


Padge aveva cercato di muoversi piano, per non fargli ancora male, ma Quinn si era spinto
più forte contro di lui, facendogli bloccare l'aria nei polmoni.
Si era adattato al ritmo di Quinn, perchè si muovessero simultaneamente, ed ancora una volta
aveva lasciato che fossero i gemiti del biondino a guidarlo.
Era un'esperienza sconvolgente guardarlo mentre si muoveva sotto di lui, con gli occhi aperti a cercare il suo sguardo.
Ed era completamente diverso da qualsiasi cosa avesse mai provato prima.


C'era stato un momento in cui la sua mente si era bloccata, ed i suoi movimenti
erano improvvisamente rallentati, perché si sentiva completamente impreparato
a quello che stava succedendo.
E non si era mai sentito così insicuro in tutta la sua vita.
L'unica cosa di cui era assolutamente certo era che voleva che Quinn provasse il
suo stesso piacere, ma non era molto sicuro del come.
In effetti non aveva molta dimestichezza nel sesso con un altro ragazzo, ma era
come se se ne fosse reso conto solo in quel momento.
Perché fare l'amore con un ragazzo è diverso, completamente.
La prima volta era stata dettata dall'urgenza, dall'impossibilità di fare o pensare
qualsiasi altra cosa che non fosse toccare Quinn, baciare Quinn.
Ma adesso era diverso.
Ogni cosa era diversa da quando Quinn era entrato in scena.


Il biondino l'aveva guardato un pò sorpreso per il cambio di ritmo inaspettato, ma Padge
gli aveva sorriso e poi l'aveva baciato, stendendosi completamente su
di lui ed incastrando le sue mani in quelle di Quinn nel movimento, facendole
scivolare sulle lenzuola fino portarle sulle loro teste.
Aveva chiuso gli occhi ed aveva ripreso a muoversi con una certa costanza, guadagnandosi una serie di lunghi e bassi gemiti.
Quinn pronunciava il suo nome una volta dietro l'altra, con una successione di
sussurri così bassa che se non fosse stato attaccato alle sue labbra non avrebbe
sentito
Padge invece era come ammutolito, perché i brividi lo scuotevano così forte
da rendergli impossibile ogni più piccolo suono.
L'orgasmo l'aveva raggiunto nel momento stesso in cui aveva sentito Quinn
venire sotto di sè.
Era rimasto immobile e senza cognizione di niente che non fosse il suo respiro
accelerato ed il suo cuore che batteva tanto forte da risuonargli nelle orecchie.
Si era riscosso solo quando Quinn aveva liberato una delle sue mani per incastrarla
tra i capelli sudati di Padge, staccandoglieli dalla fronte, e solo allora
si era spostato, liberandolo del suo peso.
Si era steso accanto a lui ed erano rimasti in silenzio per un pò, era intimo e
confortevole, come se tutto il mondo fosse fuori da quella stanza ancora senza luce.
Era stato Padge il primo ad rompere il silenzio, stendendosi di lato e rivolgendo
il suo sguardo sul biondino disteso a pancia in .


"Quinn?"
"Mmh?"
"Io.. sono stato.. voglio dire.. sono andato bene?"
"Cosa?"
"Lo so che è una domanda terribile, che non si dovrebbe fare. Ma ecco, io ho
 fatto l'amore solo con delle ragazze, e non so se.. se va bene quello che faccio"


Quinn l'aveva osservato meravigliato di tutta quella incertezza.
Non era da Padge, e lui non si sentiva esattamente meno insicuro di lui
Si era messo anche lui di lato, avvicinandosi e poggiando la sua testa sotto il
collo dell'altro, che l'aveva circondato con un braccio.

"E' stato fantastico"
"Sei sicuro?"
"Mi piace tutto quello che fai"

Padge aveva sorriso, decisamente tranquillizzato dalle parole del biondino.

"E' diverso?"
"Cosa?"
"Farlo con una ragazza"
"Tu non sei mai stato con una ragazza?"
"No. Cioè.. sono uscito con qualcuna prima di capire che.. beh che non mi
 interessavano, ma non sono mai arrivato a quel punto"
"Si, è diverso"
"Meglio?"
"Credimi Quinn, non ho mai provato niente di meglio di quello che ho provato
 stasera"

Quinn aveva ridacchiato del tono malizioso del moro, stringendoglisi di più
addosso e strusciando il naso su e giù per la sua gola come un gatto in cerca
di grattini.

"Ma tu sei.. beh tra noi due sei tu quello più esperto"

Il biondino l'aveva guardato senza capire, interrompendo il movimento e lasciandosi sfuggire un 'cosa?' un pò meravigliato.
Padge giocherellava con i capelli biondi di Quinn sulla sua nuca, passandoci
le dita in mezzo e sfiorando la pelle sottostante con i polpastrelli

"Si, voglio dire, hai sicuramente più termini di paragone di me in questo
 campo, dato che io non ero mai stato con un uomo prima di te"
"Io non.. io non ero mai stato con nessuno prima di te"

Quella frase aveva raggelato il movimento delle dita di Padge.
Aveva raggelato Padge interamente.
Il moro si era allontanato dalle braccia di Quinn lasciandolo completamente interdetto, e si era messo seduto sul bordo del letto.
Il biondino l'aveva guardato senza capire, vagamente ferito da quel cambio
improvviso di atteggiamento

"Padge?"
"Cazzo Quinn, perché diavolo non me lo hai detto?"
"Io non lo so.. non ci ho pensato.. è una cosa così brutta?""
"Lo è"
"Perché fai così?"
"Non capisci? Ho rovinato la tua prima volta"
"Non ha importanza"


Il biondino si era avvicinato all'altro ed aveva poggiato la testa sulla sua schiena, circondando
il suo busto con le braccia, ma Padge aveva allontanato le sue
mani da sè, avvicinandosi ancora di più al bordo del letto e poggiando i piedi sul pavimento freddo


"Certo che ne ha. Io ti ho detto delle cose orribili, ed ogni volta che ripenserai
 alla prima volta che hai fatto l'amore saranno quelle che ti ricorderai"


Quinn l'aveva guardato senza dire nulla per un pò.
Entrambi erano rimasti in silenzio.
Ma questa volta Quinn non era disposto a cedere, non avrebbe lasciato che la
paura di Padge mettesse di nuovo una distanza tra di loro.
Perché quello era, solo paura
Il biondino era sceso dall'altra parte del letto e l'aveva aggirato, mettendosi in piedi davanti a Padge cercando di avvicinarsi.
Ancora una volta l'altro l'aveva scansato, ma Quinn aveva forzato le sue braccia
e gli si era praticamente seduto in braccio

"Lasciami.. per favore.."
"Piantala, stai scappando un'altra volta. Piantala"
"Non capisci.."
"No, tu non capisci. Non me ne frega niente. E' passata. Mi importa
 solo che tu stia qui con me"

Aveva fatto in modo che le braccia dell'altro lo circondassero, e dopo un pò
Padge aveva poggiato la testa sulla sua spalla, stringendolo forte a sè

"Mi dispiace Quinn, mi dispiace tanto che sia andata così"
"E' stato bello"
"Certo.."
"Davvero, lo è stato. Tecnicamente non hai rovinato la mia prima volta, hai
 rovinato i momenti dopo"

Il tono quasi scientifico con cui Quinn aveva pronunciato quelle parole l'avevano
fatto ridere, eliminando definitivamente quel peso che si sentiva addosso.
Non poteva cambiare quello che era stato, l'unica cosa che poteva fare era
impegnarsi per rendere speciale ogni altra volta che avrebbero fatto l'amore
.
Il biondino gli si era accoccolato addosso ed aveva ripreso a fare quello strano genere di fusa che avevano fatto sorridere l'altro.
L'aveva accontentato, passando le sue dita sulla schiena nuda di Quinn in
piccoli cerchi concentrici.

"Padge.. puoi restare, e dormire con me?"
"E dove altro potrei andare.."










Thank you girls! ^ ^




Flafly
: Grazie per aver recensito! Mi fa piacere sapere cosa ne pensate!
Hai ragione, solitamente Padge è abbastanza in ombra, anche per questo mi
piaceva l’idea di renderlo protagonista, e poi lo amo! xD
Ti assicuro che Bert per me non passerà mai di moda, solo che quando scrivo a
volte qualcuno deve restare un po’ in disparte, sennò la storia rischia di diventare
confusa.
Comunque sono contenta che ti piaccia, grazie di cuore per i complimenti *.*
E spero che mi farai sapere ancora che te ne pare.

Xx_ImJustAKid: Se gli renderò la vita facile? Mmh.. diciamo che chi vivrà vedrà xD
Dan è decisamente in vacanza, anche perché in hot mess ha parecchio da fare, povero xD

Friem: Si hai ragione, Padge è ancora confuso, come se si muovesse un po’
a tentoni,e ogni tanto sbanda, come nel finale di questo capitolo.
Siamo in due comunque! Io adoro il dramma! xD

ChemicallyUsed: Hun Debbie è meravigliosa ** non a caso ho scelto questo nome! xD
You’re right, nonostante tutto la loro storia è ancora molto pura, e per questo tutto
diventa un po’ più travolgente, però Padge ha ancora dei problemi.. ya know..
E Bert.. beh diciamo che Padge e Bert non si piacciono.. xD

ColdBlood: Honey, Bert è sempre l’uomo delle domande a sorpresa! xD
Quinn se l’è cavata abbastanza bene.. ma non credo che Padge e Bert diventeranno
proprio migliori amici.. poi chissà.. xD

Jessromance
: Ahah Bert che fa danni??! Nahhhh xDD Quando mai?? xDD
Sicuramente qua avrà un ruolo più importante che nell’altra.. mi mancava il mio
Bert combinaguai xD









 
 





Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Something fake ***









Angolino dell’autore
: Rieccomi girls! Scusate per l’attesa, ma è estate..non che io stia
particolarmente in vacanza, è che proprio io odio l’estate, e di conseguenza l’ispirazione c’è, ma io sono più lenta xD






Something fake




Quinn era stato svegliato dalle labbra di Padge sulla sua nuca
Aveva mugolato ancora ad occhi chiusi rigirandosi tra le sue braccia fino
a trovarsi faccia a faccia con lui.
Il moro l'aveva baciato superficialmente, e Quinn si era sforzato di aprire
gli occhi per guardare l'altro.
La stanza era ancora completamente buia, segno che doveva essere molto
presto

"Che ore sono?"
"Le sei  e mezza"
"Ohh ma è presto.."
"Lo so, ma devo andare"
"Mhh perchè?"
"Dovrei tornare a casa, farmi una doccia e cambiarmi i vestiti per la scuola"

Il biondino aveva masso su un broncetto a metà tra il capriccioso e l'addormentato che aveva fatto sorridere Padge.
Aveva passato le dita tra i suoi capelli biondi e poi ci aveva premuto in viso contro, per respirare il suo odore.
Quinn gli si era sistemato addosso, mordicchiando distrattamente un punto a caso del suo collo

"Resta un altro pò.. puoi recuperare tempo se ti fai la doccia qui.. con me"

Il moro aveva ridacchiato dell'uscita maliziosa di Quinn, ed aveva fatto finta di
pensarci su con una finta aria concentrata mentre guardava l'altro.
La pelle nuda e chiara del biondino spiccava incredibilmente sulle lenzuola colorate, veniva voglia di morderlo.

"Quindi tu vuoi che mi faccia la doccia qui, poi mi rimetta i vestiti sporchi e torni
 a casa?"
"Non stai cogliendo il punto"
"Oh.. aspetta.. forse il punto è.. io e te.. sotto la doccia.."
"Nudi.. già"

Padge l'aveva fatto rotolare sul letto, ed aveva poggiato i piedi sul pavimento freddo, trascinandolo sulle lenzuola
per portarselo più vicino, poi l'aveva preso di peso e l'aveva portato fino al bagno, mentre l'altro rideva e si lamentava
dicendogli di metterlo giù, senza cercare davvero di farlo fermare.
I piedi di Quinn avevano toccato di nuovo terra solo quando Padge l'aveva
lasciato andare nella cabina doccia, entrando a sua volta e chiudendo il vetro
smerigliato e opaco dietro di sè.
Aveva regolato la temperatura dell'acqua perché non fosse troppo calda ed
aveva rivolto in getto su Quinn.
Il biondino aveva strizzato gli occhi lasciando che l'acqua gli scivolasse dalla testa
a tutto il corpo, godendosi quel piacevole calore.
Quando Padge aveva deciso di averlo bagnato a sufficienza aveva posato il braccio
della doccia nel gancio sopra le loro teste, ed aveva fatto combaciare
completamente i loro corpi.

Era strano come fosse stato così facile creare un'intimità tra di loro.
Sapeva esattamente quello che Quinn provava ogni volta che lo toccava, perché
essendo un ragazzo provava la stessa cosa anche lui.
Aveva riempito le sue mani di sapone e le aveva passate sul corpo di Quinn
provocando nell'altro dei risolini divertiti.
Il vetro si era velocemente appannato.

Mezz'ora dopo erano usciti dal bagno.
Quinn aveva infilato un paio di boxer e si era seduto sul letto, mentre osservava
Padge vestirsi

"Che dobbiamo fare adesso?"
"Tu torni a letto ed io vado a casa a cambiarmi"
"No, voglio dire.. come dobbiamo comportarci là fuori?"
"Come sempre.. normalmente"
"Cioè io sto con i miei amici e tu con i tuoi, come se non ci conoscessimo?"
"No, certo che no. Dobbiamo essere solo discreti.. e tu puoi stare con i miei
 amici"
"Anche gli altri sanno di me?"
"No, non ancora. Ma glielo dirò oggi"
"Anche tu puoi stare con i miei amici"
"Non credo che siano esattamente entusiasti di me.. e poi c'è Bert"
"Ancora? Padge, ho detto che.. "
"Lo so, solo che non mi piace"
"Ma se non lo conosci.."


Padge aveva fatto una piccola smorfia e si era abbassato a baciare Quinn
sulle labbra




Il moro era arrivato a scuola un pò prima, voleva parlare con Moose e Jay.
Erano i suoi più grandi amici, insieme a Matt, e doveva essere onesto con loro.
Aveva raggiunto il solito tavolo nel cortile, dove Matt stava seduto con la
solita sigaretta mattutina tra le dita
Gli aveva sorriso e ne aveva porta una anche a Padge.

"Allora? Com'è andata con Quinn?"
"Bene, noi.. noi stiamo insieme"
"Oh..cazzo, suona così serio"
"Voglio dirlo a Moose e Jay"
"Allora si che è serio"
"Già"

Suonava davvero come qualcosa di molto ufficiale, ed in qualche modo ne era
contento.
Solo che era davvero nervoso all'idea di parlarne con i suoi amici.
Quasi sicuramente anche loro avrebbero capito e accettato, ma non riusciva a
togliersi dalla testa la paura nascosta che il loro modo di pensare a lui avrebbe
potuto cambiare.
La paura nascosta che tutto cambiasse.


I suoi amici li avevano raggiunti una decina di minuti dopo, e Padge si era
schiarito la voce almeno sei o sette volte, ed aveva acceso almeno tre sigarette
prima di trovare il coraggio di parlargli sul serio

"Hey.. Io dovrei dirvi una cosa"
"Spara"
"Ecco.. io ho incontrato una persona.. e beh.. noi abbiamo una specie di storia"
"Ti sei trovato una ragazza? Non è molto da futura rock star essere fidanzato
 già a quest'età"
"Non mi sono mica sposato.. e.. c'è un'altra cosa che devo dirvi"
"E' incinta?"

Matt si era messo a ridere, farfugliando qualcosa sul fatto che non fosse proprio
possibile che accadesse, che gli altri due non avevano capito.
Padge gli aveva rifilato un leggero pugno sul braccio per farlo smettere, ed aveva
cercato di continuare il suo discorso.

"Cristo Jay, no. E'.. un ragazzo, lui è un ragazzo"

L'aveva detto tutto d'un fiato, attaccando le parole l'una con l'altra, ma era
sicuro che gli altri l'avessero sentito ugualmente
Il silenzio che aveva accolto la sua rivelazione gli aveva improvvisamente seccato
la gola.
Aveva tirato fuori un'altra sigaretta dal pacchetto, ma Matt gli aveva strappato
dalle mani l'accendino, con uno sguardo che diceva chiaramente 'sta tranquillo'
Era stato Moose ad interrompere il silenzio

"Cazzo, questo si che è da rock star!"

Padge si era ritrovato a ridere, sempre sorpreso di quanto fosse idiota il suo amico.
La battuta di Moose l'aveva leggermente tranquillizzato, ma Jay non aveva ancora
detto una sola parola.
Jay era il più piccolo tra loro, ed aveva sempre avuto una sorta di ammirazione
per Padge, lo vedeva come una specie di fratello maggiore, e più di tutti era la
sua opinione che lo spaventava.

"Jay?.. Potresti dire qualcosa?"
"Dev'essere grandioso farsi fare un pompino da un ragazzo.."

Il tono serio e l'aria concentrata con cui aveva parlato aveva lasciato di stucco
tutti quanti, indecisi se stesse parlando sul serio oppure no.
Jay aveva sorriso ai suoi amici che lo guardavano con gli occhi
spalancati, scrollando le spalle in un gesto noncurante
E Padge aveva ripreso a respirare

"Non guardatemi così.. è la verità"
"Padge, chiedi a Quinn di presentargli un amico"

Jay aveva riso, mostrando un dito medio nella direzione di Moose, per poi
riportare la sua attenzione su Padge.

"Così è lui? Quinn, il ragazzo del compito di chimica?"
"Si"
"Beh.. quando ce lo presenti?"
"Volete conoscerlo davvero?"
"Ovvio, è il tuo ragazzo. E' nostro dovere come migliori amici raccontargli
 tutti i tuoi aneddoti più imbarazzanti"
"Grazie tante"


Era come se un enorme peso fosse svanito dal suo petto, e si sentiva anche
vagamente stupido ad aver dubitato così dei suoi amici.
Il suono della campanella aveva interrotto le loro risa.
Tutti e quattro si erano alzati in piedi, dirigendosi verso l'ingresso principale.
Padge si era guardato intorno per cercare Quinn nella folla di ragazzi, ma
non era riuscito a vederlo.


Il biondino era arrivato trafelato con dieci minuti di ritardo, beccandosi una
ramanzina da parte dell'insegnante di storia.
Quinn si era seduto al suo posto chiedendo scusa, ed aveva rivolto uno sguardo
di saluto a Padge, che gli aveva sorriso.
Quel giorno non avevano altre lezioni in comune, ed il moro non aveva avuto
occasione di scambiare con lui nemmeno una parola, così non appena la
campanella aveva suonato l'ora di pranzo gli aveva mandato un sms, dandogli
appuntamento davanti allo stanzino del bidello.


I corridoi erano vuoti, e tutti i ragazzi erano già andati in mensa.
Quando Quinn era arrivato davanti alla stanza non aveva visto nessuno, ma improvvisamente
si era sentito trascinare per un braccio all'interno, e prima
di rendersi conto di cosa stesse succedendo si era ritrovato le labbra di
Padge attaccate alle sue.
Aveva chiuso gli occhi ed aveva sorriso nel bacio, staccandosi solo quando
aveva avuto bisogno di respirare.

"Ci incontriamo nello stanzino delle scope adesso?"
"Non sono riuscito a parlarti tutto il giorno, volevo vederti"
"Sono arrivato tardi, mi spiace"
"Già, come mai?"
"Quando te ne sei andato mi sono riaddormentato, e non ho sentito la
 sveglia"
"La nostra doccia insieme ti ha stancato?"

Il biondino aveva ridacchiato, arrossendo leggermente, e sporgendosi in avanti per ricevere un altro bacio.

"Non abbastanza.. potremmo.. continuare oggi pomeriggio, mia madre non
 tornerà prima delle otto"
"Mmh volevo invitarti in un posto questo pomeriggio"
"Qualcosa di più divertente di quello che ti ho proposto io?"
"Ho le prove con la band, mi piacerebbe che venissi con me"
"Come amico?"
"Tu fai la doccia con i tuoi amici? Ti prego rispondimi di no"
"Sei un idiota"
"Solo perché tu fai domande stupide. come ragazzo Quinn.. stamattina ho detto
 di noi anche a Jay e Moose, e loro vogliono conoscerti"
"Oh.. wow.. e se non gli piaccio?"

Padge non aveva risposto, sorridendo della sincera preoccupazione nel tono di voce dell'altro.
L' aveva preso per la vita, aiutandolo a salire su una vecchia scrivania poggiata in un angolo.
Gli aveva dato un lungo bacio, ed il biondino aveva mugolato direttamente
nella sua bocca.

"Vengo a prenderti alle cinque"

Quinn aveva annuito, ed aveva osservato Padge prendere posto accanto a lui.
Avevano mangiato il loro pranzo seduti l'uno accanto all'altro, sorridendosi
solo ogni tanto, poi erano tornati ognuno nella propria classe.
Non avevano nessun'altra lezione in comune quel giorno.


Alle cinque in punto Padge aveva bussato alla sua porta, vestito con un pantalone
a tre quarti nero ed una canotta dello stesso colore, dalla quale
spuntava solo un piccolo bordino bianco.
I capelli erano sciolti ed indossava due polsini identici, e le immancabili
converse nere che portava sempre.
Il moro gli aveva sorriso, e Quinn aveva ricambiato contento, voltandosi per
chiudersi la porta di casa alle spalle, ma Padge l'aveva spinto dentro e l'aveva
seguito, facendo in modo che l'altro poggiasse le sue spalle alla porta
e attaccando le loro labbra in un bacio umido e urgente che aveva fatto gemere Quinn.

"Prendi la tua chitarra e andiamo"
"Perché? A che mi serve?"
"Non si sa mai, un vero chitarrista porta sempre la chitarra con sè"
"Ma io non sono un vero chitarrista"
"Non ancora"

Quinn aveva scosso la testa ma aveva fatto comunque come l'altro diceva, salendo in camera a prendere il suo strumento.
Padge l'aveva posata insieme alla sua sul sedile posteriore ed aveva acceso
il motore.
L'abitacolo si era immediatamente riempito della musica proveniente dallo
stereo.
Quinn aveva concentrato le sue attenzioni sulle note, cercando di scacciare
il nervosismo che si sentiva dentro.
E ci era riuscito, almeno finché Padge non aveva parcheggiato la macchina
in un vialetto alberato, davanti ad una casa completamente dipinta di bianco.
Il biondino aveva tentennato per un momento, prima di scendere dalla macchina.

"Chi abita qui?"
"Matt, di solito proviamo nel suo garage"
"Ok"
"Andrà tutto bene Quinn"
"Lo so"
"No, non lo sai. Hai l'aria di voler scappare via da un momento all'altro"
"Posso farlo?"
"Non credo proprio"

Quinn stava per rispondere qualcosa quando i tre ragazzi all'interno del garage
erano stati attratti dal rumore della macchina di Padge, ed erano usciti fuori.
Il biondino era ammutolito immediatamente mentre guardava gli amici di Padge avvicinarsi.
Erano tutti più grossi lui, e tatuati.
I loro occhi non si staccavano un attimo da Quinn, e lui non poteva fare a meno di sentirsi un pò in soggezione
Matt era stato il primo a stringergli la mano, accompagnando il gesto con un sorriso, gli altri due avevano fatto lo stesso subito dopo.

"Vieni dentro Quinn, ti offriamo qualcosa da bere"

Il biondino li aveva seguiti senza una parola, sospinto leggermente dalla mano di
Padge posata sulla sua schiena come a tranquillizzarlo.
Il garage era semi-illuminato dalla luce proveniente dalla strada, e da alcune lampade artificiali.
Addossata alla parete posteriore c'era una batteria di un verde brillante, aveva lo stesso
colore delle lattine di birra, e quasi risplendeva in quella luce fioca.
Più avanti un basso nero, ed una chitarra identica a quella di Padge, solo bianca invece che nera.
L'unica cosa a parte gli strumenti, ed il microfono centrale, era un divanetto un pò liso, ed un piccolo
frigobar che emanava una strana luce verdastra.
Padge l'aveva accompagnato fino al divano, ed entrambi si erano seduti, mentre
Jay passava una birra a tutti loro.
Quinn aveva preso tra le mani la bottiglia fredda e bagnata senza toccarla, e Padge gli aveva
sorriso e se l'era presa, senza bisogno che il biondino dicesse
niente.
Aveva posato la bottiglia sul frigobar ed aveva recuperato una pepsi.
Era un miracolo che ce ne fosse una.

"Lui non beve"
 
Quinn era arrossito immediatamente, quasi vergognandosi per quella frase.
I ragazzi avevano recuperato delle sedie di plastica scura, e si erano seduti
di fronte ai due
Lo guardavano incuriositi ed attenti, ed il biondino si sentiva vagamente sotto esame.
Jay era stato il primo a parlargli, e Quinn non riusciva a capire bene perché,
ma il suo sguardo era quello che lo faceva sentire più esposto.

Col passare dei minuti Quinn aveva iniziato a sciogliersi, gli amici di Padge erano
gentili con lui, erano simpatici.
Dopo aver chiacchierato per un pò i quattro ragazzi avevano iniziato a provare, mentre Quinn era
rimasto a sedere sul divanetto, osservandoli ad occhi spalancati.
Padge era incredibilmente bello con le mani che si muovevano velocemente sulla
tastiera della chitarra ed i capelli lunghi che si muovevano con la sua testa, coprendo di volta in volta i suoi occhi chiusi.
Non l'aveva mai visto suonare.. non così
Quinn si era.. eccitato, arrossendo immediatamente come se gli altri avessero
potuto vederlo, ringraziando mentalmente la sua buona stella per aver indossato dei jeans larghi.

Avevano suonato per circa un ora prima di prendersi una pausa, la situazione
nei suoi pantaloni non era cambiata di una virgola.
Tutti loro si erano presi un'altra birra, e Quinn questa volta aveva chiesto di averne una anche lui
Padge era trasalito, lanciandogli un'occhiata perplessa alla quale Quinn non aveva
risposto

"Sapete, sto insegnando a Quinn a suonare una chitarra, ne ha una molto bella"
"Davvero? Potevi portarla"
"L'ha portata, andiamo a prenderla"

Padge l'aveva trascinato fuori dal garage sotto gli sguardi confusi dei suoi amici.
Quinn l'aveva seguito, senza fiatare, pensando che forse un pò d'aria gli avrebbe fatto bene.

"Vuoi iniziare a bere proprio adesso?"
"Volevo solo provare"
"Mh mh, che succede?"
"Io.. niente"
"Quinn.."

Il biondino aveva troppa vergogna di dirlo ad alta voce, così si era stretto a Padge in modo
che sentisse la sua eccitazione attraverso i jeans.
L'altro aveva sorriso, portandoselo ancora più vicino

"Oh, spero di essere stato io a provocartela, e non un altro dei miei amici"
"Idiota"

Padge aveva spinto il biondino contro la macchina, coinvolgendolo in un bacio tutt'altro che casto.
Quinn si era sforzato di staccarsi per mancanza d'aria, e perchè la situazione non faceva altro che peggiorare

"Sono già eccitato, così non mi aiuti"
"Dovrai fartela passare, perché proviamo almeno per un'altra ora, forse di più"
"Ti odio"
"Non ho fatto niente per farti eccitare"
"Invece si"

Il moro aveva ridacchiato, dandogli un altro bacio, più tranquillo, ed aveva aperto la macchina per recuperare la chitarra di Quinn.
Poi l'aveva riportato dentro.
I ragazzi li avevano guardati, posando contemporaneamente gli occhi su di loro, con degli strani sorrisetti sul volto.

"Va tutto bene?"
"Si, solo un piccolo problema tecnico"

Quinn aveva spalancato gli occhi, e Matt aveva riso dell'espressione imbarazzata
che gli aveva arrossato il viso, e dello sguardo omicida che aveva lanciato a Padge
C'era qualcosa di profondamente pulito ed infantile in lui, gli piaceva.
Soprattutto gli piaceva per Padge
Così aveva deciso di toglierlo dall'imbarazzo, ed aveva preso a raccontare qualche aneddoto
del passato dell'amico, che avevano fatto ridere come un pazzo il biondino.
Padge aveva sbuffato senza nessuna convinzione, senza essere davvero risentito
per la cosa.
Per la verità si sentiva solo molto preso da quel suono.
Gli piaceva la risata di Quinn.
Gli piaceva sentirla lì dentro, in quel garage che era come una specie di casa per lui.
Gli piaceva sentirla risuonare in mezzo ai suoi amici


"Ok, suoniamo?"
"Fallo finire di raccontare"
"Ha finito, giusto Matt?"
"Ok la smetto.. Quinn, suona con noi"
"No.. io non sono capace, voi siete.. bravissimi. Preferisco ascoltare"
"Sicuro?"
"Si"

Matt aveva annuito, ed i ragazzi avevano suonato ancora per oltre due ore, prima
di darsi appuntamento all'indomani mattina per la scuola.


Quinn era salito in macchina con un gran sorriso sulle labbra, felice di aver
conosciuto gli amici di Padge e di come fosse andata.
Sperava solo che anche lui si trovasse bene con i suoi.
Avevano canticchiato in macchina insieme allo stereo fin davanti casa del biondino.
Le luci erano accese, segno che sua madre era tornata dal lavoro.
Padge aveva parcheggiato nella parte laterale del vialetto, e si era voltato verso
Quinn, che ancora sorrideva.

"Visto? Tutto bene"
"Si, mi sono divertito. Grazie"

Il moro l'aveva baciato, godendosi il sapore pulito della bocca di Quinn, mentre
la sua sapeva di birra e sigarette.
Al biondino piaceva
Padge sapeva di uomo, come se fosse stato già adulto.

Si erano solo baciati per un pò di tempo, senza andare oltre, prima di salutarsi

"Dormiamo separati stanotte"
"Già.. ci vediamo a scuola allora"
"Passo a prenderti e andiamo insieme"
"E la riservatezza?"
"Non posso dare un passaggio ad un amico?"

Quella parola gli aveva fatto un gran brutto effetto, per la prima volta in vita
sua era costretto ad associare la parola amico a qualcosa di falso, e non gli
piaceva per niente.
Ma si era limitato ad annuire, ed aveva sfiorato le labbra di Padge un'ultima volta
prima di scendere dalla macchina.








Xx_ImJustAKid
: Povero il mio Quinn, come sempre lo tratti male xD, che vuol dire che non
ti è sembrato convinto sul fatto di Bert? E’ buono lui, non mente xD

Flafly
: Si in effetti Padge si è abituato in fretta.. sai com’è, gli ormoni xD
Bert tornerà, non preoccuparti xD
P.S. : Si pronuncia “Pag” (anch’io ci ho messo un po’ ad impararlo xD)

Friem: Sicuramente Bert avrà un suo ruolo nella storia, ho in mente grandi cose per lui!
Anche se non posso accennarti quali xD

Jessromance: Ahah Bert è stato bravo.. per ora.. ma chissà xD
Grazie dei complimenti, che ne dici del capitolo?

ColdBlood
: Honey, mi sa che l’amicizia tra quei due è da escludere xD
Ma non preoccuparti, Bert ci sarà eccome in seguito.. sapessi che ho in mente per lui! xD
Che te ne pare del capitolo?








Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Something hide ***





Angolino dell'autore
: Allora girls! sono tornata! Mi dispiace per l'attesa, ma è un periodo strano.
Comunque non aspetterete molto, il prossimo capitolo è quasi terminato di già. Vedremo cosa succederà!
Hope you enjoy.



Something hide








Il mattino dopo il clacson della macchina aveva informato Quinn che Padge era arrivato.
Il biondino era corso giù per le scale, recuperando al volo lo zaino e scappando fuori
prima che sua madre lo intercettasse e gli chiedesse magari di far entrare Padge in casa.
Era salito in macchina ed aveva sorriso al moro, ricevendone uno in risposta.
Avevano chiacchierato tranquillamente fino a scuola, più che altro Quinn aveva ascoltato
rapito l'altro parlare eccitato di un nuovo riff di chitarra che voleva provare.
Padge assumeva tutta un'altra espressione quando parlava della musica, i suoi occhi
si accendevano, le sue mani si muovevano di più, gesticolando le parole.
A Quinn piaceva, si sentiva un pò emozionato anche lui.
Quando erano arrivati a scuola Padge l'aveva portato con sè, al tavolo dove incontrava
sempre i suoi amici.
Il biondino l'aveva seguito, ancora leggermente intimidito in mezzo a loro.
Si era seduto su una delle panche di legno accanto a Moose, mentre Padge prendeva
posto accanto a Matt e Jay sul tavolo.
Il moro aveva acceso una sigaretta, mentre spiegava le stesse cose che aveva detto
a lui in macchina agli altri.
Quinn se n'era rimasto in silenzio mentre tutti loro parlavano di chitarre e bassi, sentendosi leggermente escluso.
E se anche avesse voluto parlare non ci sarebbe riuscito, perché si sentiva gli occhi
di Jay addosso, di tanto in tanto.
Il moretto aveva finito la sua sigaretta in due tiri e l'aveva spenta contro il tavolino,
lanciandola per terra e alzandosi contemporaneamente


"Dove te ne vai Jay?"
"Ho un'interrogazione alla seconda ora, vado in biblioteca a ripetere"
"Tu?"
"Già.. io"

Si era allontanato mentre i suoi amici lo osservavano un pò straniti.
Quinn non aveva potuto evitarlo, ma aveva pensato che fosse colpa sua.
Dieci minuti dopo la campanella aveva suonato, e tutti loro si erano salutati ed erano
andati in classe.


Dopo la scuola era tornato a casa a piedi con Bert.
Ultimamente aveva passato parecchio tempo con Padge, e non voleva che i suoi
amici pensassero che si era dimenticato di loro.
I due amici avevano camminato in silenzio l'uno vicino all'altro, finché Bert non
si era deciso ad interrompere quel silenzio

"Sei sparito dalla faccia della terra, devo supporre che tu e Padge abbiate risolto, e che
 stiate passando il tempo a scopare come ricci"
"Cristo Bert, ma tu non sai dirla una frase normale, del tipo 'che fine hai fatto?' eh?"
"E' quello che ho detto"
"Certo, a parole tue. Comunque si, abbiamo risolto"
"E la parte dello scopare?"
"Anche quella, piantala adesso"
"Quindi Padge si è definitivamente convertito?"
"Si. Mi ha anche presentato ai suoi amici"
"E?"
"E cosa?"
"Com'è andata?"
"Bene direi, sono simpatici"
"Ma?"
"Ma cosa?"
"C'è qualcosa che non mi stai dicendo"
"No.. non è niente. E' solo una sensazione"
"Che sarebbe?"
"E che sono stati carini eccetera, ma uno di loro mi guarda in modo strano, come se
 non gli piacessi poi molto"
"Beh magari è un pò diffidente, alla fine ti ha appena conosciuto"
"Forse.."
"Comunque con Padge va bene?"
"Si, davvero bene"
"Si vede. Sembri felice"

Bert l'aveva abbracciato di slancio, quando i loro passi si erano fermati davanti alla
casa del biondino.
Era felice che Quinn stesse bene, che fossero passati oltre quella tensione che aveva
un pò appannato il loro rapporto.
In ogni caso, Padge continuava a non piacergli.
Si erano salutati con un sorriso, pensando esattamente la medesima cosa, e Bert
aveva continuato il tragitto per casa sua
Quinn era entrato in casa ed aveva mangiato sul divano quello che la madre gli
aveva lasciato prima di andare a lavoro, guardando stupidi cartoni
animati alla televisione finché non si era addormentato.

Era stato svegliato dal campanello, ma l'aveva lasciato suonare due o tre volte
rotolandosi un pò sul divano, prima di decidersi ad aprire.
Aveva volutamente evitato di guardarsi nello specchio all'ingresso perché
poteva immaginare lo stato dei suoi capelli, e della sua faccia.
Padge gli aveva sorriso davanti alla porta, sporgendosi per baciare il biondino sulle
labbra, e passando le dita tra la massa intricata dei suoi capelli.
Quinn aveva fatto una smorfietta imbarazzata, tirandolo dentro casa ed affondando
il viso nell'incavo tra la spalla ed il collo dell'altro.
Padge odorava di sigarette.

"Dormivi?"
"Un pò"
"Solo un pò eh?"

Il biondino l'aveva portato fino al divano, Padge si era steso a gambe aperte, e lui
si era disteso nel mezzo, con la schiena poggiata contro il petto del moro.
Erano rimasti in silenzio per un pò.
Padge occupato a giocherellare con le sue ciocche bionde, e Quinn occupato a sentire
il modo in cui il petto dell'altro si alzava e abbassava lento.
Era stato Quinn ad interrompere il silenzio per primo.
Non voleva rovinare il momento, ma aveva questa idea fissa nella testa e voleva
proprio parlarne col suo ragazzo, perché si conosceva abbastanza bene da sapere
che non avrebbe smesso di pensarci.



"Padge?"
"Mh"
"Jay ti ha detto qualcosa di me?"

Il movimento delle dita del moro si era fermato per un attimo, leggermente spiazzato
da quella domanda

"Perché me lo chiedi? Cioè proprio di Jay?"
"Mi pare di non essergli molto simpatico. Non credo di piacergli"
"A Jay? A lui piacciono tutti"
"Ah grazie tante"
"No, voglio dire, lui ha un carattere molto mite. Fa un casino incredibile e a volte ti
 verrebbe da prenderlo a bastonate, ma difficilmente ha screzi con qualcuno"
""Forse non gli piaccio perché sto con te"
"Cioè?"
"Magari è un pò geloso"
"Di me? Intendi.. in quel senso?"
"Già"
"No, impossibile. Jay è etero"
"Anche tu prima di conoscere me"
"Si, ma io e Jay ci conosciamo da anni.. sarebbe un colpo di fulmine molto tardivo"
"Succede"
"No dolcezza, non a Jay, e non per me"
"Mh mh"
"Sei preoccupato sul serio?"
"Un pò"

Padge aveva poggiato le mani sulla schiena di Quinn per farlo alzare.
L'altro l'aveva assecondato, mettendosi in piedi davanti al divano.
Il moro voleva vedere i suoi occhi, perché il biondino parlava con uno strano
tono basso e preoccupato che gli aveva fatto tenerezza.

"Sei arrabbiato?"
"Cosa? No Quinn, voglio solo che ti giri per guardarti"

Il biondino aveva sorriso, e si era steso su Padge al contrario, un pò più in basso
per poterlo vedere bene in viso
Padge aveva capito che Quinn era convinto di quello che diceva
E si chiedeva se l'altro non avesse notato qualcosa nel suo amico che lui aveva mancato di vedere.
Credeva comunque che non fosse come diceva Quinn, che se anche Jay si fosse
comportato in modo strano la ragione non fosse la gelosia, o cose così.
Ma desiderava che Quinn fosse tranquillo, così aveva deciso di occuparsene comunque.
Glielo doveva, dato che riusciva a farlo sentire in pace come poche volte gli era
successo.
Doveva a Quinn la stessa tranquillità che il biondino dava a lui.


"Facciamo così, lasciami parlare con Matt e Moose, magari loro sanno qualcosa, o
 hanno notato qualcosa che io non ho visto. Nel frattempo non preoccuparti inutilmente"
"Ok"
"Prometti?"
"Si"


Il moro l'aveva baciato, a fior di labbra, e Quinn aveva approfondito il bacio, sistemandosi meglio sul corpo dell'altro.
Padge aveva infilato entrambe le mani sotto la sua t-shirt, per potergli accarezzare
la schiena ed i fianchi.
Qualche minuto di baci era bastato perché entrambi volessero di più.
Padge si era alzato in piedi per spogliare il biondino con facilità e velocemente, e Quinn
l'aveva aiutato a fare lo stesso.
Non aveva neppure voluto essere preparato, così il moro era entrato dentro di lui
con cautela, aspettando che l'altro si abituasse a lui ed iniziando subito dopo a muoversi
in profondità
Era stato veloce ed urgente, come se non si vedessero e non si toccassero da giorni e
giorni, con la loro pelle che si inumidiva progressivamente di sudore e le labbra e le
lingue che non smettevano per un attimo di incontrarsi.
Quinn gemeva continuamente in quel suo modo basso e sussurrato che faceva impazzire Padge.
Solitamente era il biondino a venire per primo, ma quella volta era stato Padge, ed era
stato così forte che gli era stato impossibile muoversi per un lungo momento.
Quinn aveva aspettato che l'altro si fosse ripreso, lasciando che si godesse fino in fondo
quell'orgasmo, ancora dentro di lui.
Era stato Padge stesso a riprendere i movimenti, senza che Quinn dicesse nulla, trascinandolo
velocemente ad un orgasmo forte almeno quanto il suo.
Era uscito dal corpo di Quinn solo quando aveva sentito il biondino smettere di tremare, passando
un braccio intorno alle spalle e posandogli un leggero bacio sui capelli umidi.


Aveva lasciato casa di Quinn solo un paio d'ore dopo, in ritardo per le prove con la band.
Il biondino aveva preferito non accompagnarlo, e forse era meglio così.
Avrebbe avuto più libertà di parlare con i suoi amici dell'argomento che doveva trattare.
Sarebbe stato più facile.
Quando aveva raggiunto il garage di Matt erano giù tutti lì, a bivaccare sul divanetto liso.
I ragazzi l'avevano salutato allegri, scherzando sul perché avesse fatto tardi, con palesi
e quantomai volgari allusioni.
Jay era stato l'unico a non dire nulla.

Dopo le prove Padge si era offerto di restare con Matt per dargli una mano a rimettere
in ordine.
Matt aveva immediatamente capito che c'era qualcosa, l'offrirsi di aiutarlo era quasi sempre un codice per qualcos'altro.

"Di cosa dobbiamo parlare?"
"Perché pensi che dobbiamo farlo?"
"Perché di solito ti faresti ammazzare piuttosto che aiutarmi a riordinare"
"Beccato"

Entrambi si erano seduti sul divanetto, ed avevano acceso la solita sigaretta inizia-conversazione.
I semplici gesti di recuperare il pacchetto, prenderne una, passarsi l'accendino e poi
godersi il primo sospirato tiro era sempre un buon modo di prendersi quei pochi
attimi per raccogliere le idee.


"Che succede allora?"
"Volevo solo chiederti una cosa, per caso Jay ti ha detto qualcosa a proposito di Quinn?"
"No, lui.. non mi ha detto niente"

La conoscenza a volte può essere una fregatura.
A Padge c'era voluto un istante per capire che c'era qualcosa che Matt non gli stava
dicendo.
Non aveva chiesto nemmeno perché gli avesse posto quella domanda

"Matt..cosa?"
"E' la verità, non mi ha detto una parola"
"Ma?"
"Mi sembra un pò strano"
"L'ha detto anche Quinn. Com'è che non mi sono accorto di nulla?"
"Magari non è niente.. ma forse potresti parlargli"

Quella frase aveva fatto scattare una specie di campanello d'allarme nella testa di Padge.
Matt tendeva sempre a sdrammatizzare le cose, per questo quel 'dovresti parlargli'
detto da lui suonava molto più catastrofico di quello che sembrava.

Quando aveva lasciato Matt aveva gironzolato un pò in macchina.
Era una cosa che l'aveva sempre aiutato a riflettere, e dopo un paio di giri dell'isolati
aveva deciso cosa fare, ed aveva girato la macchina dirigendosi a casa di Jay.
Meglio parlarne subito, e togliersi ogni dubbio.
Era stato Jay stesso ad aprire la porta, osservandolo sorpreso.

"Come mai sei qui Padge?"







Grazie per le recensioni, e per l'attesa! Vi amo!


ChemicallyUsed: Ahah thanks hun, sei stata l'unica a cogliere i piccoli messaggi nascosti che avevo inserito
nel capitolo. Hai capito qualcosa di Jay.. vedremo cosa xD
Bert incontrerà gli amici di Padge.. vedrai.. it will be funny!

Crazy_Me: Grazie per averla letta e recensita! Sono molto contenta che ti piaccia!
Ecco il nuovo capitolo, spero che ti piaccia.
L'incontro con gli amici di Padge arriverà presto, non preoccuparti!

ColdBlood: Honey Jay è qualcos'altro oltre un genio, non pensi? xD
Bert e gli altri si conosceranno.. presto! Vedrai che ho in mente per il nostro Bert xD

Xx_ImJustAKid:
La calma prima della tempesta? Nahhh xDD
Ma se sono sempre così buona! Che ne pensi, ti aspetti ancora una tempesta?
E di che tipo? A presto honey!

Flafly: Ahah Quinn è un falso angioletto, hai indovinato!
Diciamo che bisogna sempre aspettarsi qualcosa di drammatico da me, prima o poi! xD
Che ne pensi del capitolo?

Jessromance: Ahah Bert che si comporta bene non ti suona un pò strano??
Non è da lui! Ma vedrai.. l'incontro arriverà presto! xD

Lost In Camden Town
: Beh diciamo che gli amici di Quinn non sono tutti tranquilli come si era visto, non pensi?
Eppure l'avevo scritto qualche piccolissimo nascosto messaggio di Jay nello scorso capitolo xD  Che ne pensi di questo?

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Some things seem different from here ***




Some things seem different from here.






"Come mai sei qui Padge?"

Il più grande si era mosso, spostando il peso da un piede ad un altro, mentre osservava
il suo amico attentamente, alla ricerca di qualche segnale che gli facesse capire
come stavano le cose.
Ma probabilmente non avrebbe capito molto solo guardandolo, era come diceva Matt, doveva parlargli.

"Mi fai entrare?"
"Sicuro"

Jay si era spostato per farlo passare e l'aveva preceduto al suo interno.

"Vuoi una birra?"
"Bevi in casa, non ci sono i tuoi?"
"No, sono fuori"
"Ok vada per la birra"

Il più piccolo aveva recuperato due bottiglie fredde dal frigo e si era incamminato per
il corridoio.
Padge l'aveva seguito, sapendo esattamente che si stavano dirigendo nella sua camera.
Ci era stato tipo un milione di volte.
A suonare, a guardare film o anche solo a sbronzarsi e parlare.
Jay si era seduto sul letto, e Padge aveva trascinato la sedia che stava davanti alla scrivania per prendere posto di fronte a lui.
Sembrava una specie di interrogatorio, posizionati com'erano, ma Padge voleva guardare l'amico direttamente in faccia.
Gli occhi di Jay vagavano per la stanza, poggiandosi solo molto raramente sul più grande.
E quello era un segno, un segno molto chiaro, per giunta.
Jay aveva sempre l'abitudine di guardare le persone direttamente negli occhi, per creare
un contatto, molto spesso solo per imbarazzarle o sfidarle, e far si che abbassassero lo sguardo per prime.
Ed il fatto che adesso non lo facesse, che il suo sguardo fosse così mobile e vago, proprio con lui, era un segnale.

"Allora perché sei qui? Non dovresti essere con Quinn?"

Il tono di voce noncurante nascondeva una punta di tristezza, come se fosse leggermente ferito.
Padge ne era rimasto incredibilmente sorpreso.

"Jay, guardami. Che succede?"
"Che dovrebbe succedere?"
"Ti comporti in modo strano.. con me"
"E come hai fatto ad accorgertene dato che non ci sei mai?"
"Ma che dici? Questo non è vero. Ho fatto in modo che conosceste Quinn proprio
 perché potessimo stare insieme, perché non volevo allontanarmi da voi.
 Passiamo insieme lo stesso tempo che passavamo prima"
"Non è la stessa cosa, perché lui è sempre con te. E comunque no, non passiamo
 insieme la stessa quantità di tempo, non io e te."
"Come sarebbe?"
"Prima quando non c'era la scuola o la band tu stavi con me, invece adesso stai
 con Quinn"
"Jay non ti piace Quinn?"
"Lui è ok.."
"Davvero?"
"Lui non mi piace.. con te.."
"Che significa?"


Jay aveva chiuso gli occhi e si era sporto in avanti, toccando le labbra del più grande.
Padge non si era mosso, schiudendo le labbra in un gesto istintivo quando Jay
aveva cercato di approfondire il bacio.
Era durato poco più che qualche secondo, il tempo che Padge realizzasse che quella era la bocca di Jay, la sua lingua
Che quello era Jay
Aveva fatto un passo indietro per staccarsi

"No Jay cazzo. Non posso"
"Perché non puoi occuparti di me una sera? Una soltanto"

Padge aveva spalancato gli occhi a sentire il tono di voce dell'amico.
Triste e arrabbiato come non l'aveva mai sentito.
Sapeva che quello che era successo non era un vero bacio, Jay aveva solo bisogno
di sapere che il loro rapporto non sarebbe cambiato.

"Ma che dici? Questo bacio non significa niente. Tu non vuoi questo"
"Forse si.."
"No Jay. Non devi baciarmi per stare con me. Io ci sarò sempre per te"
"Tu adesso hai Quinn"
"Ma questo non cambia niente"
"Non possiamo più passare le notti insieme a parlare, o a bere"
"Certo che possiamo"
"E Quinn?"
"Lui è il mio ragazzo, tu sei mio amico, le cose non si escludono a vicenda"
"Mi sento solo da quando c'è lui"


Il più grande l'aveva abbracciato stretto, e Jay si era lasciato andare tra le sue braccia.
Non erano mai stati tipi da effusioni, ma Padge sapeva che era quello di cui il piccolo
aveva bisogno in quel momento.

"Potevi dirmelo"

Jay aveva scrollato le spalle, ancora abbracciato a Padge

"Forse ho passato troppo tempo con Quinn ultimamente, ma sai, è una cosa nuova.
 Devo imparare a gestire i tempi"
"Okay"
"Ti voglio bene.. Jason"
"Mi dispiace per il bacio"
"Non ha importanza"

Jay aveva sciolto l'abbraccio quando aveva sentito il cellulare di Padge vibrare.
L'aveva guardato finalmente in viso, con quello sguardo fisso che lo contraddistingueva sempre

"Se devi andare vai, non preoccuparti per me"
"Non devo andare da nessuna parte"
"Non devi restare qua per me"
"Resto qua perché lo voglio. Vediamoci un film, ti va?"

Il moretto aveva annuito, più tranquillo, recuperando qualcuno degli ultimi dvd
che aveva preso, porgendoli all'altro.
Avevano scelto "Iron man" e si erano stesi sul letto uno accanto all'altro.
In realtà nessuno dei due voleva davvero vedere quel film, che tra l'altro
avevano entrambi già visto.
Gli serviva solo stare un pò insieme, rassicurandosi della presenza dell'altro.
Padge era stato attento a non trascurare i suoi amici, ma non aveva tenuto
conto del particolare rapporto che lo legava a Jay.
Aveva alzato la mano per giocherellare con i capelli del moretto, un pò come faceva con
Quinn quando voleva tranquillizzarlo.
Il più piccolo si era mosso, spostando la testa sulla pancia di Padge in modo da
facilitargli il movimento.
Erano rimasti zitti per qualche minuto, guardando le scene già conosciute che
scorrevano sullo schermo, senza prestargli particolare attenzione.
Era stato Jay ad interrompere il silenzio per primo

"Tu lo ami?"
"Si"
"Com'è?"
"Com'è cosa?"
"Essere innamorato"
"Difficile da spiegare a parole. E'.. emozionante"
"Emozionante?"
"Si.. perché quella persona è nella tua vita, perché sai che lo vedrai e sentirai il suo
 odore, sei emozionato solo perché questa persona esiste"
"Sembra bello"
"Lo è. Lo troverai anche tu"
"Con una ragazza?"
"Con chiunque tu voglia. Ti piacciono i ragazzi Jay?"
"Non so, io.. il bacio è stato bello, non avrebbe dovuto piacermi no?"
"Non lo so, non è stato un vero bacio. Dovresti baciare qualcuno che ti interessa,
 e vedere che effetto ti fa, uomo o donna che sia"
"E' strano sentirti dire queste cose"
"Già, la mia visione delle cose è un pò cambiata con Quinn"
"Lui è un tipo apposto"
"Grazie"

Nessuno dei due aveva più detto niente, si erano semplicemente addormentati, in
quella posizione neanche tanto comoda.
Avevano dormito fino alla mattina dopo, quando la sveglia sul comodino di Jay aveva
suonato per informarlo che era ora di andare a scuola.
Padge si era svegliato per primo, spalancando gli occhi al rumore assordante di
quella dannata sveglia, mentre Jay non sembrava essersi accorto di nulla.
L'aveva spintonato delicatamente, chiamandolo per fargli aprire gli occhi
C'era voluta un'eternità per svegliarlo

"Jay.. cazzo Jason. Svegliati"
"Che diavolo vuoi?"
"Dobbiamo andare a scuola"
"Che palle"

Padge l'aveva fatto rotolare, in modo da potersi alzare e svegliarlo definitivamente.
Si era alzato ed aveva recuperato il cellulare lasciato andare sul comodino.
C'erano una serie di telefonate da parte di Quinn.
Il moro aveva deciso di non passare da casa per cambiarsi, ed andare direttamente
da Quinn per spiegargli cos’era successo.

Aveva bussato alla porta del biondino alle otto meno dieci, l’orario in cui solitamente
lui usciva per andare a scuola, quando ci andava a piedi.
Quinn l'aveva abbracciato, stringendogli le braccia intorno al collo, Padge aveva sorriso.

"Che fine hai fatto ieri? Ti ho chiamato un casino di volte"
"Hai ragione, scusami. Sono andato da Jay per parlare con lui"
"Potevi avvertirmi"
"Lo so, ci siamo addormentati. Dammi un bacio adesso"

Padge non aveva aspettato che l'altro acconsentisse e l'aveva preso per i fianchi e se l'era portato più vicino per baciarlo a fondo.
Quinn aveva ricambiato contento, ridacchiando contro le labbra del moro.
Padge l'aveva preso per mano ed erano saliti in macchina.


"Allora, com'è andata?"
"Bene. Jay aveva solo bisogno di essere rassicurato. Si sentiva un pò solo"
"Per colpa mia?"
"No piccolo, per colpa mia"
"Ma adesso è tutto ok, no?"
"Si"


Il moro aveva guidato fino a scuola con la mano di Quinn sotto la sua sopra il cambio.
Il biondino canticchiava insieme alla radio una canzoncina pop lui non aveva nemmeno mai sentito.
Padge lo guardava ogni tanto e sentiva come uno strano ronzio nella testa.
Una di quelle idee fisse che non ti abbandonano finché non fai qualcosa, o finché non
le tiri fuori.
Erano arrivati a scuola in anticipo, e le loro mani si erano staccate contemporaneamente
come in una specie di accordo silenzioso.
Niente baci, niente abbracci. Per gli altri erano soltanto amici.

"Siamo in anticipo. Ci prendiamo un caffè?"


Padge aveva annuito con la testa, ma non si era mosso, spegnendo il quadro della macchina
e giocherellando con il portachiavi tra le dita.
Il biondino l'aveva guardato incuriosito, senza capire perché non si muovesse.

"Che c'è?"
"Devo dirti una cosa"
"Sarebbe?"
"Ieri sera Jay.. mi ha baciato"





Come sempre grazie a chi recensisce, io vi amo *.*



ChemicallyUsed: Grazie hun! In questo capitolo si capisce qualcosa di più di Jay.. ammesso che sia la verità xD haha
Iniziano gli stravolgimenti, e non sono finiti hun! haha.. che ne dici?
Sono troppo cattiva coi miei bambini?

Flafly: Bert che fa casini? nahh xD
Qualche casino c'è stato, e ci saranno sorprese nel prossimo. Che te ne pare?

Friem: Si hai ragione, lo tratto sempre male quel povero Quinn! xD
Nel capitolo si è spiegato cosa succede a Jay, o almeno ha dato la sua versione.
Bert ci sarà nel prossimo capitolo, eh si, è un pò cane da guardia xD
Che ne dici del capitolo?

Crazy_Me: Io crudele? Nahh xD solo un pò! xD
Forse era come hai detto tu, solo gelosia da amico, o almeno è quello che ha
detto Jay, chi vivrà vedrà.. lo saprò solo quando lo scriverò.
Spero che anche questo capitolo ti piaccia!

Xx_ImJustAkid: haha ma come si fa a resistere a Quinn? E' ovvio che Padge
è cotto ( so già che dirai che sono di parte U_U)
La tempesta è arrivata.. ma non è detto che sia l'unica xD
Che ne pensi? A presto honey!



Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Already know ***








Already know







"Ieri sera Jay..
mi ha baciato"

Quinn aveva spalancato gli occhi, girandosi completamente verso il moro.
Non aveva detto niente per qualche secondo, troppo impegnato a realizzare quello
che Padge gli aveva detto ed a raccogliere le idee.
La mano destra ancora sulla maniglia dello sportello come a volere uscire, però
immobile


"Mi hai detto che era tutto ok, che aveva bisogno di essere rassicurato, appena qualche
 minuto fa.  Erano tutte cazzate?"
"No. Lo so che è difficile da capire ma è così. E' stato solo qualche secondo"


Il moro l'aveva guardato direttamente negli occhi, senza esitazioni.
Voleva che l'altro capisse che stava dicendo la verità, lo sperava quantomeno.
Il biondino aveva aperto la bocca per parlare, ma si era bloccato
Ed il sentimento irrimediabilmente si era spostato, Quinn l'aveva sentito dentro di sé.
Era passato con una facilità impressionante dall'ostilità per Jay a quella per il moro.
Tutto quello che aveva voluto dire gli era morto direttamente in gola insieme al suono
delle ultime parole di Padge.

Si era zittito per un lungo momento, puntando solo i suoi occhi in quelli dell'altro.
Quando aveva ripreso a parlare l'intonazione incredibilmente bassa
esalava tristezza e delusione, e anche qualcosa d'altro.
Consapevolezza, come il tono di chi conosce già la risposta alla domanda che sta
per porre



"Anche tu l'hai baciato. Hai ricambiato il suo bacio, è così?"
"Io.."
"Avevi promesso che non mi avresti più fatto male"
"Io non voglio farti male Quinn, ascolta quello che c'è stato non si può neanche
 definire un vero bacio"
"Hai ricambiato, si o no?"
"Si ma.."
"Allora quello è un bacio, non c'è altro da dire.. e poi vieni qui, e baci me.."


La voce di Quinn si era abbassata ancora fino quasi a spegnersi, e Padge se la sentiva nello stomaco
e nella testa, come una strana eco che gli aveva fatto abbassare gli occhi

"Io non volevo baciare Jay, mi ha solo preso alla sprovvista, ero sorpreso.
 E quando ho realizzato mi sono fermato. Quinn non significa niente"
"Già.. proprio come me"
"No.. non è così.."


Il biondino era sceso dalla macchina senza nemmeno aspettare che l'altro finisse la frase.
Che avrebbe potuto dirgli?
Padge aveva chiuso la macchina, ma quando si era voltato per cercarlo Quinn era
già sparito in mezzo alla quantità di ragazzi che affollavano il cortile della scuola.
Il moro era rimasto immobile a guardare quelle persone che si movevano davanti
ai suoi occhi come se le vedesse attraverso l'opacità di uno schermo.
Aveva chiuso gli occhi e respirato, provando a pensare a cosa avrebbe dovuto fare adesso.





Quinn era entrato di fretta a scuola, attraversando a testa bassa la folla di persone
che si accalcavano nel cortile fino a raggiungere l'interno dell'edificio, ancora quasi deserto.
la maggioranza dei ragazzi erano ancora fuori a bighellonare prima che suonasse
la campanella di inizio delle lezioni.
Il biondino era salito al terzo piano,contando gli scalini di pietra alti e smussati per tenere la mente spenta.
Aveva attraversato il corridoio vuoto fino a raggiungere i bagni in fondo, dove sapeva che avrebbe trovato quello che cercava.
Era lì che Bert si nascondeva per fumare un pò d'erba prima delle lezioni, senza rischiare di essere scoperto.
Il moro era saltato giù dalla finestra dov'era seduto con un paio di ragazzi non
appena aveva visto la faccia di Quinn.
Senza dire una sola parola l'aveva preso per un braccio e l'aveva portato in una delle aule
ancora vuote, lontano da occhi ed orecchie indiscrete.


"Piccolo, che c'è?"


Il biondino aveva trattenuto un singhiozzo, e Bert si era sentito stringere lo stomaco
in una specie di crampo fastidioso
Il moro l'aveva stretto forte, mentre l'altro nascondeva il viso sul suo petto magro
Nonostante tutto Quinn non aveva pianto, si era imposto di non farlo, stringendo forte i pugni ed assottigliando
gli occhi per non permettere alle lacrime che si erano formate nei suoi occhi di scendere.


"Che succede?"
"Padge.. ha baciato un altro"


Bert teneva ancora la bocca leggermente aperta quando finalmente aveva ripreso a parlare
Il tono leggermente acuto di chi sta cercando di contenere il fastidio, o la rabbia.


"Cosa? Avevi detto che andava tutto bene"
"Ha baciato Jay"
"Il suo amico? Ne sei sicuro?"
"Si"
"Ne hai parlato con lui?"
"Me l'ha detto lui. Dice che non è stato un vero bacio, che Jay ha baciato lui e che
 ha ricambiato solo perché era sorpreso"
"E tu non gli credi?"
"Non si bacia qualcuno per sorpresa Bert, è una cazzata"
"Così era come dicevi tu, Jay ha una cotta per lui?"
"Lui dice di no"
"Come sarebbe?"
"Non lo so, non volevo ascoltare più niente e me ne sono andato"


Bert aveva continuato a tenerlo stretto, cercando le parole giuste da dire
Ripromettendo a sè stesso di non iniziare ad attaccare Padge.
La sua attenzione doveva essere per Quinn adesso
Voleva solo rassicurarlo e consolarlo, senza parlare male di Padge, nonostante
desiderasse più di ogni altra cosa prederlo a pugni.


"Vuoi andare a casa?"
"Si, ma non possiamo uscire dalla scuola"
"Pensi che non sia mai scappato da qui?"


Quinn aveva cercato di fare un sorriso, senza grandi risultati, mentre seguiva Bert per le
scale, le dita del moro che stringevano le sue per guidarlo senza dover spiegare dove
stavano andando.
Erano scesi nella palestra, controllando che fosse vuota, e che non ci fosse qualcuno all'esterno.
I grandi finestroni di vetro plastificato illuminavano la grande stanza quadrata dipinta in
uno strano giallo che quasi dava fastidio gli occhi.
L'avevano attraversata senza che Bert lasciasse andare la sua mano.
Non lo stava più guidando adesso, entrambi lo sapevano, era solo un modo di tenerlo
stretto, di stargli vicino.
Avevano raggiunto la porta che dava sull'uscita, ed il moro aveva tirato il catenaccio di ferro che gli si era aperto tra le mani.

"Liberi!"

I due ragazzi avevano camminato in silenzio fino a casa del biondino.






Padge aveva girato praticamente l'intera scuola per cercare Quinn, ma non era riuscito a
trovarlo in nessun posto, nonostante avesse aperto praticamente tutte le porte dell'edificio.
Aveva recuperato il cellulare ed aveva chiamato Matt.
Era l'unica cosa che gli fosse venuta in mente di fare, doveva cercare qualcuno che lo aiutasse.
Qualcuno che gli dicesse cosa fare, più che altro, dato che si sentiva confuso.

"Hey amico, dove sei?"
"Matt hai visto Quinn per caso?"
"No, non l'ho visto. Che succede?"
"Mi aiuteresti a cercarlo per favore?"
"Dove sei? Vengo lì"

La voce di Padge, irruenta e confusionaria era stato un incipit cristallino per capire
immediatamente che qualcosa non andasse.
Si erano incontrati nel parcheggio, dove Padge era poggiato contro la sua macchina con
una sigaretta tra le dita.
Matt gli aveva poggiato una mano sulla spalla, guardandolo bene in volto.
Che il problema fosse con Quinn era chiaro, dato che dalla telefonata di Padge
sembrava che fosse sparito, solo non riusciva a capire cosa potesse essere
successo in una sola manciata di ore.


"Che cazzo è successo?"
"Jay mi ha baciato"
"Cristo. Gliel'hai detto?"
"Matt non significava un accidenti, conosci Jay, era solo preoccupato per noi e ha
 fatto una cosa stupida"
"E allora perché l'hai detto a Quinn?"
"Volevo essere onesto"
"Sei onestamente un idiota. Io conosco Jay, ma lui no, per lui è un bacio e basta"
"Devo trovarlo e spiegarmi Matt"
"No, devi andartene a casa"
"Cosa?"
"Qualsiasi cosa dicessi adesso peggiorerebbe le cose, e non ti crederebbe. Lascialo
 sbollire per un pò"
"Ma.."
"Fidati"


Matt l'aveva convinto ad andare a casa.
Era convinto per metà di quello che aveva detto all' amico, o meglio, gli aveva detto
solo metà della verità.
Non era il caso che parlasse con Quinn adesso, e data la sua preoccupazione e la
sua quasi totale incapacità di formulare le cose nel modo giusto avrebbe finito per
peggiorare la situazione.
Come il suo amico riuscisse ad incasinare le situazioni solamente aprendo bocca
sarebbe sempre rimasto un eterno mistero per lui.
Ma lui al contrario poteva provare, fare un tentativo di parlare col biondino, con calma
ed a mente lucida.
Matt aveva deciso che avrebbe aspettato il giorno dopo, e sarebbe andato da Quinn.


Il giorno successivo nè Quinn nè Padge erano andati a scuola.
Il moro aveva chiamato l'altro al telefono svariate volte, e gli aveva inviato una quantità
di messaggi, ma non aveva ricevuto nemmeno una sola risposta.
Matt era stato costretto ad andarci a scuola invece quella mattina, per via di un compito
in classe, e così Bert, che non poteva davvero saltare due giorni di lezione di fila
senza rischiare di finire nei casini, dati i suoi precedenti scolastici non proprio rosei.
Matt stava camminando nel parcheggio verso l'entrata quando qualcuno l'aveva urtato, senza nemmeno fermarsi.

"Cazzo, sta attento a dove vai"

Solo quando si era girato per guardare chi fosse aveva riconosciuto l'amico di Quinn.
Bert si era fermato quando aveva sentito una voce apostrofarlo in maniera poco
gentile, ed anche lui si era accorto solo allora di chi avesse di fronte.
Si era detto che dato che non poteva prendersela con Padge, che non aveva
visto, poteva sfogare il nervosismo su uno dei suoi amici.
E magari lui avrebbe potuto essere proprio quello che aveva baciato Padge, questo
Bert non lo sapeva, dato che non li conosceva così bene da associare i nomi che
Quinn gli faceva ai rispettivi volti.


"Vaffanculo"
"Scusami? Guarda che sei tu che mi sei venuto addosso"
"Non credo che mi importi granché onestamente"


Matt aveva guardato quel ragazzino magrolino e con lo sguardo battagliero.
Nonostante avessero la stessa età l'aria gracilina lo faceva sembrare
leggermente più piccolo.
Non aveva intenzione di litigare con lui, prima di tutto perché era chiaro che l'altro
fosse semplicemente alla ricerca di un pretesto per iniziare, e secondo poi perché
in fondo era amico di Quinn, aveva tutte le ragione per avercela con Padge.


"Ascolta, non voglio litigare. So che stai cercando di proteggere Quinn, ma non sai
 come sono andate le cose"
"Lo so benissimo invece, tu sei Jay?"
"No, non lo sono, e non sono neanche Padge, come sai, quindi è inutile che tu te
 la prenda con me"
"Non mi interessa, siete tutti uguali. Trattate le persone come se
 fossero giocattoli di vostra proprietà, chi se ne frega chi sono queste persone, giusto?
 Quindi chiunque tu sia non ha importanza, dovreste tutti stare lontano da Quinn"


Matt era quasi ammirato dall'esuberanza con cui cercava di difendere il suo amico.
Nonostante Bert non fosse stato una persona con la benché minima traccia di cortesia
l'aveva quasi fatto sorridere.
Bert si era voltato ed aveva ricominciato a camminare verso la scuola, sentendosi
un pò meglio per aver sfogato almeno in parte la sua rabbia.
La voce del ragazzo l'aveva raggiunto di nuovo,era quasi sicuro che non si fosse mosso
Ma che si fosse limitato ad alzare un pò la voce perché lo sentisse


"Non sei molto diverso dalle persone che stai disprezzando, dato che mi hai giudicato
 senza nemmeno conoscermi"


Bert non aveva interrotto il suo cammino, ma aveva sentito lo stesso.





Quello stesso pomeriggio, subito dopo la scuola, Bert era andato a casa di Quinn.
Aveva portato patatine, caramelle e qualche film per tirarlo su di morale.
Si erano seduti sul divano e si erano fatti compagnia, senza praticamente parlare.
Un paio d'ore dopo anche Matt era andato a trovare Quinn per parlargli.
Era stato il biondino stesso ad aprirgli la porta

"Hey, ero venuto a vedere come stai. Mi fai entrare?"


Quinn l'aveva lasciato passare, ed avevano camminato vicini fino al salotto.
Bert dalla cucina aveva riconosciuto immediatamente la voce del ragazzo di quella
mattina.
Era rimasto dov'era, e certo, non era una cosa carina da fare, ma aveva deciso di
spiarli ed origliare, doveva proteggere Quinn dopotutto, e se questo gli dava anche
l'occasione di litigare con quel tipo, beh, meglio ancora.

Quinn non aveva detto una parola, aspettando che fosse l'altro ad iniziare il discorso
che pendeva sulle loro teste in silenzio.
Matt era rimasto in piedi di fronte al biondino, che aveva l'aria stanca e il visetto
un pò triste.


"Mi dispiace"
"E perché? Non sei Padge, nè quello stronzo di Jay, nè il ragazzino idiota che si può
 prendere facilmente in giro, che hai da dispiacerti?"


Matt aveva incassato il piccolo sfogo di Quinn senza battere ciglio
Se l'aspettava, ed andava bene così.


"Ascolta quello che devo dirti, e poi decidi tu. Non ti costa niente, no?"
"Ok"
"Davvero non significa nulla quel bacio Quinn"
"Come puoi dirlo?"
"Lascia che ti spieghi come funziona Jay. Lui è incasinato, sempre. Dalla mattina quando
 si sveglia alla sera quando va a dormire. Ha bisogno di qualcuno che lo guidi e che
 si prenda cura di lui, costantemente. Quella persona è Padge, è sempre stato così.
 Così quando sei arrivato tu lui si è sentito perso. Non prova niente per Padge"
"Se anche fosse vero il problema non è questo. Che cazzo mi frega di Jay e di quello
 che prova? Il punto è che anche Padge ha baciato lui"
"Non è quello che dice lui. Era solo sorpreso"
"Non si ricambia un bacio per caso"



Matt aveva fatto un passo veloce in avanti ed aveva incollato le sue labbra a quelle
del biondino, che si erano schiuse istintivamente per accogliere il bacio.
Era stata solo questione di un secondo, poi Quinn si era allontanato da Matt con gli
occhi leggermente spalancati, toccandosi la bocca con le dita

"Ma che fai?"
"Non ti sei spostato. Volevi baciarmi?"
"No! Ma che dici?.. Io.. non me l'aspettavo"
"Appunto"
"Cos'era? Una specie di dimostrazione?"
"A mali estremi, estremi rimedi. Era per farti capire quello che è successo"

I due ragazzi si erano guardati a lungo in silenzio.
Matt perché aspettava che il biondino comprendesse, e Quinn ancora con la mano
destra a coprirsi la bocca perché cercava di mettere ordine nella selva di pensieri
che gli stavano riempiendo la testa.

"Così non voleva baciarlo"
"No"

Quinn aveva annuito leggermente, abbassando la testa verso il basso.
Forse Padge gli aveva detto la verità, ma continuava a sentirsi uno schifo.
C'era una massa di pensieri insicuri che non aveva mai messo in parole nemmeno
con sè stesso, ma forse Matt poteva capire.

"Forse Jay è più adatto a lui"
"Perché dici questa cosa?"
"Quando loro due parlano delle loro cose, di bassi e chitarre, gli occhi di Padge
 si illuminano. Non succede quando parliamo noi due"

Matt si era lasciato scappare un sorriso
Gli piaceva davvero tanto Quinn, il modo in cui teneva in considerazione ogni piccola
cosa che riguardasse Padge.
A volte anche arrivando a conclusioni sbagliate, perché non lo conosceva così bene come lui.
Ma ci sarebbe arrivato
Matt sapeva che sarebbero durati.


"Dovresti vederlo quando parla di te"
"Dici sul serio?"
"Io non l'ho mai visto così.. sereno, ed emozionato. E credimi, noi ci conosciamo da
 sempre, non sai quante volte mi sono incolpato perché nonostante gli sforzi non
 riuscissi a farlo mai essere completamente tranquillo. Poi sei arrivato tu"
"Lui non vuole che nessuno lo sappia, forse si vergogna di me"
"Non è così, non pensarlo. Non ha a che fare con te, ma con casa sua"
"Padge mi ha parlato della sua famiglia"
"Dolcezza, non ti ha detto neanche la minima parte dell'aria che realmente tira in
 quella casa"
"Perché no?"
"Per vergogna, per proteggerti, perché non ha bisogno di pensarci quando sta con te.
 Davvero Quinn, non lasciare che cose stupide rovinino quello che c'è tra voi"


I due ragazzi si erano guardati dritto negli occhi.
Matt aveva gli occhi blu come quelli di Bert, lo facevano sentire quasi al sicuro
Come se non potessero mentire.
Il biondino aveva leggermente annuito col capo, più per sè stesso che per rispondere
davvero all'altro ragazzo.

"Ok, io ho detto quello che dovevo. Adesso decidi tu."

Matt si era avvicinato a Quinn e gli aveva dato un leggero bacio sulla fronte, come quelli
intrisi di dolcezza che si danno per tranquillizzare un bambino.
Aveva lasciato la casa senza che il biondino lo accompagnasse alla porta.




Bert aveva ascoltato ogni singola parola che Matt e Quinn si erano detti.
Aveva prestato più attenzione al ragazzo, Matt, di quanto non ne prestasse a Quinn.
Osservava le parole uscire pacate dalla sua bocca, lo sguardo sempre alto
ad incontrare gli occhi di Quinn.
Ed ogni singola parola gli era sembrata profondamente onesta
Bert aveva dovuto mettersi una mano sulla bocca per non dire nulla quando
il moro si era abbassato a sfiorare le labbra del biondino.
Aveva aspettato che Matt avesse chiuso la porta dietro di sè per raggiungere
Quinn nel salotto.

"Hai sentito tutto?"
"Ogni parola. Scusami"
"Non preoccuparti, sapevo che l'avresti fatto"
"Stai bene?"
"Tu gli credi Bert?"
"Si"
"Davvero?"
"Io credo che dicesse la verità. Tu no?"
"Come faccio a saperlo?"
"Credo che tu lo sappia già"
"Pensavo che non ti piacesse Padge"
"Mi piace ancora meno adesso, ma potrei dire la stessa cosa che quel ragazzo ha
 detto di lui.. non ti ho mai visto così"
"Resti con me?"
"Devo fare una cosa, e tu hai una telefonata da fare"

Il biondino aveva annuito leggermente, facendo un mezzo sorriso al suo amico.
Aveva accompagnato Bert alla porta ed aveva preso il cellulare.







Grazie mille
per le recensioni girls!


Xx_ImJustAKid: Sei ancora convinta che abbia fatto bene a confessare?
Ecco la reazione del mio biondino preferito!
Comunque mi spaventi, oramai sai già in anticipo le risposte che ti darò xD
Finalmente gli amici dell’uno e dell’altro iniziano ad incontrarsi.. ma se uno di loro
è Bert.. beh era prevedibile xD

_Francesca92_: Grazie mille! Sono contenta che ti piaccia, e spero ti siano piaciute
anche le altre storie *-*
Che ne pensi del capitolo? Piaciuto?

Friem: Jay è piccolo e insicuro, hai ragione sotto questo punto di vista. Si capirà meglio
anche il suo personaggio in seguito.
Del capitolo che te ne pare? Volevi Bert.. ti ho accontentata! xD

Crazy_Me: Sembrerebbe che Jay non sia innamorato di Padge, hai ragione.
Gli crediamo? Non gli crediamo? Chissà xD
haha il fatto dei cartelloni pubblicitari non era poi così lontano dalla realtà alla fine! xD
Ecco il primo incontro tra i rispettivi amici, che ne pensi? xD


 ColdBlood: Honey, ecco il tuo Bert in azione.. che ne dici, ti è piaciuto? xD
Il bacio un po’ di scompiglio l’ha portato, e continuerà a portarlo credo.. ma chi lo sa xD
Penso che siamo tutti abbastanza d’accordo con Matt, è stata una cosa onesta ma che
si poteva evitare, povero Quinn xD

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Our friends and us - Part 1 ***




Angolino dell’autore
: Piccolo chiarimento. Questo capitolo abbastanza lungo
inizialmente era legato col prossimo, ma veniva davvero una cosa infinita.
Quindi li ho divisi, e così è anche più divertente! xD
Va beh ora vi lascio leggere.
Hope you enjoy!





Our friends and us – Part 1





Quinn aveva recuperato il telefono e si era seduto sul divano, osservando l'apparecchio
di plastica scura come se avesse potuto parlargli.
L'aveva spento quella mattina stessa, quando Padge gli aveva detto del bacio, e da allora era rimasto
inattivo, fino a quel momento.
C'erano una quantità di telefonate e messaggi tutte con lo stesso mittente.
Il biondino aveva sospirato ed aveva scorso la rubrica fino alla P, facendo partire la
chiamata.
La voce monocorde e metallica della segreteria l'aveva informato che l'utente non era
disponibile.
Aveva provato più volte prima di rinunciare, facendo scattare lo sportellino del cellulare
in un gesto di stizza.
Avrebbe chiamato Padge quando avesse visto le chiamate perse, o almeno Quinn
lo sperava.





Bert era uscito dalla casa del biondino pochi minuti dopo Matt, ma il ragazzo era già
sparito.
Si era fatto un giro in città, camminando a piedi fino alla piazzetta dove si incontrava
con i suoi amici.
Jeph e Dan infatti erano già lì, seduti sulle gradinate di pietra che sottostavano
alla fontana al centro dello spiazzo.
Tutte le gradinate erano piene di ragazzi.
Orem era un posto piccolo, un piccolo paesino, i posti di ritrovo non erano poi così
tanti.
I due amici l'avevano salutato con un cenno della mano mentre il moro gli si
avvicinava.
Bert gli aveva raccontato come meglio aveva potuto quello che era successo, tralasciando
volutamente uno o due particolari del suo scontro con Matt.
Avrebbe voluto parlargli quando era uscito da casa di Quinn, ma non era riuscito
a trovarlo.


"Io so dove abita"
"Come lo sai?"
"E' una di quelle villette bianche sulla route 44, ci passo davanti quando
 accompagno mia madre a lavoro"
"Mi dai uno strappo quando vai a prenderla stasera?"
"Sicuro, ma perchè?"
"Voglio parlare con lui"

I ragazzi erano rimasti insieme ancora per un pò, chiacchierando tranquillamente
seduti sulle scale.
Dan e Jeph erano insoddisfatti del resoconto sommario di Bert, ed avevano
preteso di sapere quello che era successo nei minimi particolari.
Erano tutti piuttosto arrabbiati con Padge, ma se Bert diceva che aveva creduto
alle parole di Matt, proprio lui che più di tutti odiava quei ragazzi e la loro combriccola, anche loro
erano stati costretti a crederci, ed a sperare per il meglio.
Verso le sette Jeph e Bert si erano avviati in moto verso l'ufficio della madre del
più grande.
Jeph aveva lasciato il moro davanti a quella che sapeva essere la casa dei Tuck.


Bert era rimasto davanti alla porta per qualche minuto, sentendosi vagamente
un idiota per essere lì.
Aveva anche pensato di andarsene, ma d'altronde oramai era lì, e Matt era stato
così premuroso e dolce con Quinn che probabilmente glielo doveva.
Aveva bussato alla porta di quella casa completamente dipinta di bianco.
Gli aveva aperto una donna alta, vestita in maniera ricercata e con grandi occhi
blu scuro
Nessun dubbio che fosse la madre di Matt, avevano la stessa tonalità di blu.
La donna l'aveva informato che il figlio era nel garage, e gli aveva indicato con
gentilezza l'entrata, dicendogli di raggiungerlo.
Il moro aveva bussato alla saracinesca, prima di cambiare definitivamente idea.
Era rimasto in silenzio ascoltando il rumore metallico della porta che si alzava, ed
aveva fatto un mezzo sorriso allo sguardo sorpreso di Matt, passandosi
nervosamente le mani tra le ciocche lunghe

"Ciao"
"Beh, questa si che è una sorpresa"
"Già.. posso entrare?"
"Come no"

Bert era entrato nel piccolo spazio pieno di strumenti, riconoscendo immediatamente
la chitarra bianca che il ragazzo si portava praticamente ovunque.

"Vuoi sederti?"
"No.. io sono solo venuto per.. ok avevi ragione, mi sono comportato di merda senza
 nemmeno conoscerti"
"Già l'hai fatto"
"Mi dispiace, ok? E' solo che Quinn è il mio miglior amico, e vederlo stare male
 mi fa incazzare"
"Lo so, lo capisco"
"Sei stato carino con Quinn"
"Lui mi piace molto"
"Si, l'ho visto"

Matt l'aveva guardato qualche secondo in silenzio prima di realizzare a cosa l'altro
si stesse riferendo.
Aveva avuto il dubbio che fosse venuto per litigare per quella ragione, ma il suo
tono era divertito ed amichevole

"Tu.. eri lì?"
"Si"
"Era solo per spiegarmi, perché era difficile fargli capire cosa volessi dire a parole"
"Si, immagino di si"
"Cos'ha deciso?"
"Penso che metteranno le cose apposto"
"Ed a te sta bene?"
"Non è che sia proprio un fan dei tuoi amici in questo momento, ma sono sicuro
 che tu dicessi la verità"

Matt l'aveva guardato ed aveva sorriso, senza chiedere da cosa derivasse questa
sua sicurezza

"E' così. Padge ogni tanto fa dei casini, ma lui ama Quinn"
"Ama?"
"E' quello che ho detto"
"E Jay ama Padge?"


Il più grande era rimasto per un attimo spiazzato da quella domanda.
Non che non se lo fosse chiesto all'infinito anche lui, solo che ancora non si
era dato una vera risposta.
Era tendenzialmente propenso a pensare di no, ma con tutta onestà non ci
avrebbe messo la mano sul fuoco in quel momento.
Non aveva ancora avuto modo di parlare a quattr’occhi con Jay.


“No”
“Stai mentendo”
“Non mi conosci neanche, come fai a dirlo?”
“Allo stesso modo in cui potevo dire che prima a Quinn hai detto la verità.
 Ti si legge negli occhi”
“Ok, vuoi una risposta onesta? Non lo so, io credo di no, ma non posso
 esserne certo. Ma spero che sia no”
“Beh siamo in due, anche perché quando queste cose succedono tra due amici
 quasi sempre ne esce fuori un casino”
“Sembri parlare per esperienza”
“Perché è così”
"Tu sei.. innamorato di Quinn?"


Matt l'aveva osservato con gli occhi spalancati, in un espressione scioccata che
aveva fatto ridere Bert.
Aveva una strana risata acuta che appariva improvvisamente come uno scoppio.

"No.. Quinn aveva una cotta per me. Niente di serio, sai quando la prima volta
 ti accorgi che ti piace un ragazzo ti viene automaticamente da pensare al
 tuo miglior amico, succede spesso"
"Quindi voi due?"
"Niente, assolutamente. Era solo una sciocchezza. Ma magari è successo così
 anche a Jay"
"Questo non lo so, davvero"
"Comunque ero venuto solo per scusarmi, ora è meglio che vada"
"Potresti almeno dirmi il tuo nome, dato che immagino tu sappia il mio"
"Bert"
"Bert.. ok, accetto le scuse"

Il più piccolo aveva sorriso leggermente, pensando a quanto fosse strano quel
Matt.
Aveva un aspetto tutt'altro che rassicurante, eppure il suo sguardo aveva qualcosa
di buono, come se fosse profondamente onesto.
A Bert piacevano le persone così, anche lui era una di quelle.
Se volevi essere suo amico era necessario che fossi pronto ad affrontare la verità, anche quella spiacevole.
Matt non lo conosceva per nulla, ma aveva percepito che fosse così, come Bert
l'aveva percepito di lui


"Tu abiti qui vicino?"
"No, poco distante da Quinn"
"E come ci torni a casa?"
"Autobus"
"Da queste parti? A quest'ora? Sei pieno di speranza"
"Dici che non ce ne sono?"
"Non credo, ti accompagno io"






Padge aveva bussato alla porta di Quinn intorno sera.
Il biondino aveva provato a chiamarlo svariate volte ma il telefono era sempre
spento, ed aveva finito per addormentarsi sul divano.
Quando aveva sentito il campanello si era svegliato immediatamente ed era
saltato in piedi.
Era quasi corso per aprire, sperando che fosse Padge.
Quando l'aveva visto però l'idea delle labbra del moro attaccate a quelle di Jay
gli aveva fatto perdere il sorriso.
Padge era rimasto fermo all'esterno, aspettando che Quinn gli chiedesse di
entrare

"Ho provato a chiamarti ed a mandarti messaggi ma non mi hai mai risposto"
"Lo so"

Il biondino si era spostato dall'ingresso ed aveva raggiunto il salotto, lasciando
la porta aperta perché l'altro entrasse.
Il moro era rimasto in piedi mentre Quinn si sedeva sul divano, tanto per tenersi
occupato.

"Mi dispiace Quinn, è verità, non volevo baciare Jay. Vorrei dirti che.. che sono
 innamorato di te, ma se lo dicessi tu penseresti che lo faccio soltanto per
 farmi perdonare, e non voglio"

Quinn era rimasto per un attimo a guardarlo, ripensando al discorso di Matt e
dandosi mentalmente dello stupido, perché era ancora pieno di paure.
Si era alzato in piedi di scatto ed aveva attaccato le loro labbra, facendo spalancare
gli occhi a Padge.
Non era stato un vero e proprio bacio, e dopo qualche secondo il biondino si
era già staccato, restando comunque vicino.

"Solo.. dillo. Dillo e basta"
"Sono innamorato di te"
"Anch'io"

Si erano sorrisi a vicenda,e si erano baciati per davvero questa volta.
Padge aveva sempre l'odore delle sigarette che gli piaceva tanto, e Quinn aveva
scosso la testa, come per scacciare quel pensiero idiota che aveva avuto quando
aveva pensato che il suo sapore sarebbe stato diverso per quello che era
successo.
Ma Padge era sempre lo stesso, ed era suo.

"Questo vuol dire che mi perdoni?"
"Sta zitto"

Quinn l'aveva spinto a sedersi sul divano e gli si era seduto sopra, per baciarlo
a fondo.
Padge aveva mugolato per l’improvviso contatto tra i loro corpi, stringendoselo
ancora di più addosso.

“Mi sei mancato”

Il moro aveva pronunciato queste parole nello stesso momento in cui le mani di Quinn si
erano fatte strada nei suoi pantaloni.
Il biondino aveva sorriso contro le labbra dell’altro senza rispondere, troppo impegnato
nella sua attività.
L’aveva toccato quanto necessario per farlo impazzire, e poi con lo stesso sorriso sulle
labbra aveva sfilato le mani e si era alzato.
Padge l’aveva guardato un po’ confuso, ancora vagamente annebbiato e leggermente
sconcertato per il cambiamento
Quinn si era spiegato, o almeno, aveva detto quanto desiderava dire

“Doccia”
“Doccia? Adesso?”
“Si”

Il biondino l'aveva tirato per la mano ed insieme avevano salito le scale, raggiungendo
il bagno in fondo al secondo piano, poco distante dalla camera di Quinn.
Padge aveva lasciato che l'altro lo spogliasse completamente, poi aveva osservato
il biondino togliersi i vestiti, sorridendo ad ogni indumento che lasciava il suo
corpo, finché non era caduto anche l'ultimo

"Sei bellissimo nudo"

Quinn aveva arricciato il naso in quella smorfietta imbarazzata che faceva sempre
quando riceveva dei complimenti, ed era entrato nella doccia, porgendogli la mano.
Si erano insaponati a vicenda, baciandosi continuamente senza staccare le
mani l'uno dall'altro.
Quando il biondino era sceso a toccare l'eccitazione di Padge lui si era limitato
a poggiare la testa contro le mattonelle bagnate, mentre l'acqua gli scivolava
addosso lavando via il sapone.
Quinn si era occupato della sua erezione per qualche minuto, prima di staccarsi
e scrollarsi l'acqua come una specie di cucciolo di cane.

"Ho freddo Padge"

Il moro l'aveva guardato per qualche secondo, ancora una volta leggermente scioccato
per il cambio di comportamento di Quinn.
Il biondino gli aveva sorriso innocente.
Il fatto che l'avesse perdonato non significava che non potesse torturarlo un pò.
Padge l'aveva capito perfettamente, ma aveva deciso di non dire nulla, almeno per
il momento.
L'aveva seguito fuori dalla doccia, avvolgendolo in un grande asciugamano blu scuro e
l'aveva abbracciato da dietro senza coprirsi, lasciando che la spugna che copriva
il biondino lo asciugasse solo in parte.
Avevano camminato così attaccati fino alla camera da letto di Quinn, poi gli aveva
sfilato l'asciugamano e gliel'aveva strofinato sui capelli, facendo ridacchiare il
biondino.
Non aveva fatto nulla di sbagliato, ma Quinn ne era comunque rimasto ferito, ed il
minimo che poteva fare era assecondarlo, accettando i suoi piccoli dispetti senza
dire niente.
In fin dei conti andava bene così, e l'unica cosa che gli importasse davvero è che Quinn
l'avesse perdonato.

"Vuoi dormire?"
"Tu resti?"
"Se vuoi si"

Si era sporto per lasciargli un leggero bacio sulle labbra e poi si era staccato, per recuperare qualche vestito
pulito di quelli che il biondino usava per dormire.
Quinn l'aveva osservato in silenzio, realizzando che Padge aveva capito quello che
stava facendo.
Si era sentito vagamente uno stronzo, perché sapeva che l'altro non se lo meritava.
E che qualsiasi cosa fosse successa, l'aveva fatta anche lui con Matt.
Ed era una cosa senza la minima importanza.
L'aveva raggiunto e fatto voltare verso di sè, stringendoglisi addosso così com'era, completamente nudo.

"Che c'è baby?"
"Penso che dovremmo dormire nudi"
"Così la mia punizione è finita?"

Padge non era stato capace di impedirsi di dirlo, nonostante tutto quello che si
era ripetuto fino a qualche minuto prima

"Mi dispiace, scusami"
"Quinn, va bene così, davvero"
"No, so che non significava nulla. Matt me l'ha fatto capire"
"Matt?"
"E' venuto a parlare con me"

Padge aveva sorriso, non era mai una sorpresa che potesse sempre contare su Matt.
Ma era sempre bello pensarci.
Quinn si era morso le labbra per riflettere se avrebbe dovuto dire al moro quello che
era successo, e si era detto che doveva.
Padge era stato onesto con lui, doveva fare lo stesso.
Si era sporto a baciargli leggermente le labbra, ed ecco.. la confessione non gli era
uscita esattamente come la voleva

"Tu baci meglio di Matt"






Bert era salito nella macchina di Matt, c'erano cd sparpagliati un pò ovunque, alcuni
addirittura senza custodia.
Il moro ne aveva presi un paio tra le mani, realizzando che i loro gusti non erano
poi così diversi.
Matt l'aveva guardato ridacchiando

"Che pensavi che ascoltassi? qualcosa di satanico?"
"Ok, ti ho giudicato male"
"Solo un pò"

Matt aveva sottolineato la frase con un leggero sorriso, dicendogli di mettere quello
che più preferiva.
La musica dei Nirvana aveva riempito l'abitacolo appena qualche secondo dopo.

"Che ne dici se ci prendiamo una birra?"

Bert l'aveva detto con leggerezza, senza pensarci.
Non aveva voglia di tornare a casa, e non beveva da almeno un secolo.

"Il walmart è già chiuso a quest'ora"
"Walmart? Intendevo in un vero bar"
"Siamo minorenni Bert, chi credi che ci servirà degli alcolici?"
"Devi solo conoscere i posti giusti"

Matt aveva ridacchiato ancora, proclamando il suo assenso con un gesto
affermativo della testa.
Desiderava decisamente una birra, e Bert non era poi la peggiore compagnia
del mondo.





Grazie mille girls! I love you all!



Friem
: Matt e Bert sono tutti e due molto protettivi, e forse questo può essere
un punto di incontro, no? Che ne dici del capitolo?

Xx_ImJustAKid
: Bert è amore *-*
Ecco, Quinn ha ricambiato l’onesta, non si sa con quali conseguenze :D
Matt e Bert sembrano fare amicizia.. per ora xD Che ne dici?

ColdBlood:
haha tifi per la MattxBert? Sarebbe strana, no? xD
Bert è fantastico, così onesto da chiedere scusa, quando ha sbagliato.
Che te ne pare? Anche Quinn ha confessato xD

Crazy_Me: Grazie! *-* Spero ti piaccia anche questo capitolo.
Matt e Bert si sono avvicinati in qualche modo, ed è un modo per far avvicinare
il mondo di Padge e quello di Quinn.
Che ne dici?

_Francesca92_:
Grazie dei complimenti! *-* Ecco il capitolo che segue, che te ne pare?
Spero ti piaccia anche questo!

Jessromance: haha vedo che tutte vi sareste sacrificate per baciare Matt, che gentili che
siete! xDD
Matt e Bert eh? Non ho scritto nulla nello scorso capitolo che facesse pensare a quella
coppia, o si? xD Staremo a vedere xD


Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Our friends and us - Part 2 ***






Our friends and us - Part 2









"Tu baci meglio di Matt"

Quinn avrebbe voluto prendersi a schiaffi da solo quando aveva sentito la frase uscire
dalla sua bocca.
Doveva dirglielo, ma non avrebbe voluto farlo così.
Padge l'aveva guardato per un attimo completamente immobile, cercando sul viso
del biondino qualcosa che gli dicesse se stesse parlando sul serio o se fosse solo uno
scherzo.


"Come?"
"Matt è venuto da me per parlarmi, e.. e io non riuscivo a capire come si
 potesse baciare qualcuno solo per sorpresa"
"E l'hai baciato"
"Lui l'ha fatto.. come.. come una specie di dimostrazione pratica"
"Oh.. capisco"
"Non ti arrabbiare Padge"
"Come potrei? Mi dispiace"
"Ti dispiace cosa?"
"Non mi ero reso conto quanto facesse male anche se non significava niente"
"Non volevo farti male"
"Nemmeno io a te"
"Lo so"


Padge l'aveva tirato improvvisamente per un braccio e se l'era trascinato
addosso, lasciandosi cadere sul letto e trascinandolo con sè.
Quinn aveva lanciato un piccolo urletto sorpreso chiudendo gli occhi istintivamente
mentre cadevano.
Il biondino aveva aperto gli occhi e l'aveva baciato, sistemandosi meglio sopra
l'altro.


"Voglio fare l'amore"
"Mmh non lo so, sono un pò stanco"
"Idiota"
"E' stata una lunga giornata.."



Quinn gli aveva preso il mento tra i denti e l'aveva stretto delicatamente,facendo ridacchiare Padge leggermente.
Gli aveva lasciato dei piccoli segni, senza fargli male per davvero, e poi era sceso
a succhiare il pomo d'adamo del moro, sentendo le vibrazioni delle sue risatine contro
le labbra.
Si era dedicato per un pò a quell'attività prima di scendere sul suo petto mordendo
e leccando dove capitava.
Il biondino aveva continuato il suo percorso fino al basso ventre dell'altro
Quella era una cosa che non aveva mai fatto in vita sua, e sperava soltanto
di non essere troppo impacciato, o peggio ancora, completamente incapace.
Quinn aveva poggiato le labbra sull'erezione di Padge, facendogli spalancare gli
occhi per la sorpresa.
Non l'avevano mai fatto


"Quinn?..sei.. sei sicuro?"


Il biondino non aveva risposto, dischiudendo maggiormente le labbra e scendendo
un pò più a fondo.
Padge aveva incastrato entrambe le mani tra le ciocche bionde dell'altro, cercando
di mantenere un minimo di controllo per non rischiare di fargli male.
Aveva chiuso gli occhi ed aveva inghiottito un pò del liquido leggermente salato
che iniziava a bagnare l'erezione del moro.
Quando aveva iniziato a succhiare ad un ritmo più veloce Padge aveva iniziato
a muovere i fianchi per facilitargli i movimenti.
Aveva staccato le mani dai capelli di Quinn ed aveva cercato quelle dell'altro.
Avevano incastrato le loro dita senza dirselo nè guardarsi, come in un gesto
automatico, ed erano rimasti così finché Padge non l'aveva fermato, tirandolo sù
per baciarlo.
Le sue dita erano scivolate sulla pelle bianca di Quinn, immediatamente seguite
dalle labbra.
Gli piaceva che fosse completamente pulito, nessun tatuaggio o piercing.
Gli unici segni erano quelli rossi che le sue dita lasciavano sulla sua pelle estremamente
sensibile ogni volta che lo toccava.
Le prime volte aveva pensato di fargli male, quando aveva capito che non era così
si era innamorato di quella cosa, era come se un pò di lui si imprimesse sul biondino
quando stavano insieme.
A Padge piaceva pensare che quel qualcosa di lui rimanesse anche quando erano
lontani.
Il moro aveva succhiato le sue stesse dita e l'aveva preparato velocemente, poi si
era disteso, lasciando che Quinn prendesse il comando della situazione.








Matt aveva guidato fino al centro, poi aveva seguito le indicazioni che Bert gli dava
entrando in una stradina secondaria e poco illuminata.
Viveva ad Orem praticamente da quando era nato e non era mai passato nemmeno
per una della strade che Bert gli stava indicando.
Dopo qualche minuto aveva accostato la macchina davanti ad un'insegna circolare
ed illuminata di verde.
L'aspetto non era dei migliori, ma aveva seguito comunque Bert all'interno, sperando
che non si sarebbero messi nei casini.
All'interno il locale era illuminato da lampade che emanavano una luce gialla, attaccate
per tutta la lunghezza delle pareti.
Era tutto in legno, il bancone, i tavoli e le panche, ed addossato al muro c'era
anche un tavolo da biliardo con il tappeto verde un pò liso.
Bert si era avvicinato al bancone, salutando con un cinque l'uomo di mezza età
dietro di esso.
Evidentemente era di casa.
Matt lo osservava un pò sconcertato, non c'era modo che qualcuno lo scambiasse per
un ragazzo maggiorenne.
Era bassino e magrolino, e nemmeno i capelli lunghi e disordinati potevano
nascondere il viso da ragazzino.
In ogni caso non sembrava essere un problema, perché qualche secondo dopo
due pinte di birra erano state posate davanti a loro sul bancone.

"Vieni spesso qui?"
"Si, abbastanza"

Bert aveva alzato il bicchiere per farlo tintinnare contro quello di Matt, prima di prendere
una lunga sorsata.

"Lo sanno che sei minorenne?"
"Secondo te? Ovvio che si, ma mi conoscono. Ci abbiamo preso la nostra prima
 sbronza qui"
"Abbiamo chi?"
"Io, più che altro. Quinn mi guardava bere.. e vomitare"
"Povero Quinn! E ti fanno ancora entrare?"

Bert aveva riso senza rispondere, terminando la birra in un paio di grosse sorsate.
Matt lo osservava, leggermente incredulo che quel ragazzino così minuto
potesse ingurgitare tanto alcool così velocemente.
Dopo poco più di un'ora entrambi erano alla terza birra, e si divertivano come pazzi.
Bert stava raccontando uno dei suoi aneddoti assurdi, e Matt rideva così forte che
la bevanda gli era uscita dal naso.
Era una fortuna che il locale fosse praticamente vuoto, perché i due ragazzi erano
brilli, ed ovviamente molto rumorosi.
I pochi clienti erano forse più ubriachi, e di sicuro non si curavano di loro.
In uno dei suoi rari momenti di semi-serietà Bert aveva fissato Matt direttamente
in faccia, in quegli occhi che avevano pressappoco il colore dei suoi.


"Posso farti una domanda?"
"Certo"
"Voglio la verità però"
"L'avrai"
"Che effetto ti ha fatto baciare Quinn?"


Matt era rimasto in silenzio per un pò, per pensare alle parole giuste da dire.
Si era rigirato il bicchiere tra le mani, guardando la schiuma ai lati del vetro
per non tenere gli occhi su Bert.


"Non mi ha fatto nessun effetto"
"Sei etero, per la prima volta in vita tua hai baciato un uomo e vuoi dirmi che non
 ci hai neanche pensato sù?"
"Non ho detto che non ci ho pensato, ho detto che non mi ha fatto effetto"
"Faccio fatica a crederlo"
"Tu hai mai baciato Quinn?"
"Stai tergiversando"
"Anche tu"
"No, mai. Allora ti è piaciuto? Prometto di non dirlo a Padge"
"Tu non parli con Padge"
"No, ma parlo con Quinn, ed hai la mia parola che non lo saprà, anche se.. beh non
 mi conosci, quindi non so quanto la mia parola possa valere per te"
"No, mi fido. Ma davvero, non ho pensato a quel gesto come un bacio vero.."
"Ma?"
"Ma ecco, non mi è dispiaciuto"


Bert aveva ridacchiato, un pò per la confessione ed un pò per il tono che aveva
usato, poggiando lo sguardo sull'altro
Matt aveva gli occhi lucidi per via dell'alcool, guardandoli da vicino erano di un
blu molto più chiaro dei suoi.


"Sei strano"
"Cioè?"
"Qualcun'altro sarebbe.. come dire, un pò stranito dalla cosa"
"Beh io no"
"Mh mh"
"Non mi credi?"
"Non so"
"Non era un vero bacio"
"No, quello no"








Quinn aveva fatto in modo che Padge si sedesse con la schiena poggiata alla
testiera del letto.
Si era messo sopra di lui, sentendo la pelle dell'altra ancora leggermente umida
per via della doccia sotto di sè.
Si era abbassato per baciarlo, mentre Padge faceva una finta resistenza tentando
di mordicchiare le sue lebbra.
Il biondino gli aveva preso i polsi tra le mani perché l'altro mettesse le mani giù.
Non che fosse abbastanza forte per tenerlo fermo, ma Padge l'aveva assecondato,
lasciando che Quinn lo baciasse.
Si erano limitati a questo per un pò, solo baciandosi a lungo, mentre il biondino
si muoveva piano sopra di lui.
Dopo l'ennesimo bacio entrambi avevano aperto gli occhi e si erano guardati.
Ed era chiaro che nessuno dei due potesse più aspettare.
Non si erano detti nulla, Padge si era solo limitato ad aiutare Quinn ad alzarsi
leggermente, in modo da poter finalmente entrare dentro di lui.

Era ogni volta come se ad entrambi mancasse in fiato quando succedeva.
Quinn era rimasto fermo per un attimo, a godersi quella sensazione, e poi aveva
iniziato a muoversi.
Padge gli aveva poggiato le mani sui fianchi, per aiutarlo nei movimenti.
Non poteva vederlo, ma era certo che i segni rossi delle sue dita si fossero
formati sulla pelle pallida del biondino.

Quinn si era mosso avanti e indietro, in modo costante ed a fondo, poggiando le
mani sulla spalliera del letto dietro al moro.
Era la prima volta che lo facevano in quel modo, ma il biondino si sentiva come
se sapesse esattamente cosa fare.
I movimenti si erano fatti più veloci, ma non troppo, e Padge aveva iniziato
ad assecondare maggiormente il ritmo di Quinn, alzando i fianchi ritmicamente
verso l'alto.
Era bastato questo, Quinn aveva staccato le mani dalla testiera ed aveva circondato
il collo dell'altro con le braccia, sussurrando il nome di Padge direttamente nelle
sue orecchie, mentre veniva.
Padge era venuto un attimo dopo, staccando le sue mani dai fianchi del biondino
e stringendo forte le lenzuola sotto di sè, per non fargli male.
Si erano detti ancora una volta 'ti amo' ed erano rimasti stretti così, uno sopra
l'altro.








Bert si era spostato all'estremità dello sgabello sul quale era seduto
e si era sporto, attaccandosi alle labbra dell'altro ragazzo.
Era più che altro una sfida, per vedere come Matt avrebbe reagito.
Aveva chiuso gli occhi, ma avrebbe potuto dire con sicurezza che l'altro li aveva
spalancati.
Matt si era irrigidito per un attimo, lui l'aveva percepito, ma quando aveva dischiuso
le labbra l'altro aveva fatto esattamente lo stesso, quasi contemporaneamente.
Bert avrebbe scommesso che aveva chiuso gli occhi.
Dato che Matt non faceva resistenza si era spinto un pò più avanti, e per non
cadere dallo sgabello aveva poggiato le mani sulle coscie dell'altro.

Matt aveva spalancato gli occhi quando Bert l'aveva baciato, ma si era sentito
anche attraversare da una strana scarica di adrenalina.
Non era riuscito ad evitarlo, ma quando la lingua dell'altro aveva toccato la sua
aveva chiuso gli occhi.

Si sentiva la testa vuota per via dell'alcool, e quando l'altro aveva approfondito
ancora di più il bacio poggiandosi a lui si era ritrovato a ridere contro le sue
labbra, poi gli aveva messo una mano dietro la testa.
Il barista dietro al banco li aveva visti ed aveva sorriso, scuotendo la testa.
Ne aveva viste di cose strane facendo quel mestiere, specie perché i suoi
clienti erano quasi sempre ubriachi.
Aveva pensato solo 'beata gioventù' prima di allontanarsi a prendere qualcosa
nel magazzino.


Matt non avrebbe saputo dire com'era successo, o quando esattamente era
successo
Solo ad un certo punto si era ritrovato contro un muro di mattonelle azzurrognole
incredibilmente fredde.
Poteva sentirle attraverso la maglietta di cotone.
Aveva assaggiato ancora una volta le labbra di Bert, che sapevano di birra e
sigarette esattamente come le sue.
Un attimo dopo Bert era inginocchiato davanti a lui e gli stava sbottonando
i jeans.
Matt osservava i suoi gesti un pò scioccato, ma non l'aveva fermato.
Era questo che lo scioccava di più, lui non voleva, fermarlo.
Non si era neanche reso conto di essersi eccitato, finché Bert non aveva preso
la sua erezione tra le labbra.
Matt aveva inclinato la testa all'indietro sbattendola contro quelle mattonelle
fredde, ed aveva chiuso gli occhi.
Era stato l'orgasmo più dannatamente forte di tutta la sua vita.








Adoro, adoro, adoro questo capitolo! E difficilmente mi fa quest'effetto quello che
scrivo, spero sia piaciuto anche a voi xD

Jessromance: Nemmeno io sono una fan di Matt esteticamente, il mio amore è
Padge! *-* però dobbiamo dirlo, ha un certo fascino!
Haha si Quinn è idiota, come quasi sempre, ma è per questo che lo amiamo!
Che ne dici del capitolo?

Crazy_Me: Io amo le tue recensioni, davvero!
Alla fine Padge ha reagito come era giusto che facesse, non poteva davvero
arrabbiarsi con Quinn.. certo non sappiamo ancora come andranno le cose
con Matt però xD
E Matt e Bert.. beh il capitolo parla da solo, no?
Fammi sapere cosa ne pensi? xD

_Francesca92_: Ecco l'aggiornamento! Padge non l'ha presa male, non poteva
d'altronde xD
E gli altri due.. beh c'è stata un evoluzione, diciamo xD
Aspetto di sapere che te ne pare di questo capitolo xD

Friem: Direi che la tua intuizione non era sbagliata, Matt e Bert non sono proprio
una coppia.. però qualcosina è cambiata, no? xD
E Padge e Quinn sono amore, a quanto pare sono una coppia resistente.
O almeno così sembra xD
Che ne dici del capitolo?

ColdBlood: Eccoci qui! Mi pareva di aver capito che tifavi per la MattxBert eh? xD
Beh allora credo che avrai amato questo capitolo honey xD
Quinn è innocente e ha confessato, e non è andata male, almeno per lui xD
Vedremo poi cosa Padge dirà a Matt. Che ne dici?

Xx_ImJustAKid: Hai ragione, Padge non aveva diritto di farlo, ed infatti da
bravo ragazzo quale è non l'ha fatto! U_U
E quei due.. beh il capitolo dice tutto.. oppure no? xD
Sono strani loro e la situzione, ma "qualcosina" è successa xD




Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Between fires ***


Between fires







Il mattino dopo Quinn aveva spalancato gli occhi, svegliandosi immediatamente
quando aveva sentito la porta di casa aprirsi e richiudersi con un tonfo.
Si era rigirato tra le braccia di Padge facendolo mugugnare nel sonno, ma il moro
non aveva dato segni di essersi accorto di nulla.
L'aveva scosso un paio di volte per farlo svegliare, sgusciando dal suo abbraccio
per poggiare i piedi per terra

"Padge! Cazzo svegliati! Mia madre!"

Era bastata l'ultima parola perché anche il moro aprisse gli occhi, restando
immobile sul letto senza sapere bene cosa fare, ancora discretamente
confuso dall'essersi appena svegliato

"Che facciamo?"

Quinn aveva cercato i suoi vestiti sparsi un pò in giro per la stanza, aggrovigliandoli
confusamente in una specie di palla di cotone e jeans e deponendola tra le sue mani.
Si era infilato qualcosa di corsa mentre Padge si vestiva veloce come non
aveva mai fatto nella sua vita.
Si stava ancora infilando le scarpe mentre Quinn lo baciava e lo spingeva verso
la finestra, condendo il tutto con un’infinita serie di ‘mi dispiace’
Il moro aveva guardato la finestra, e poi di nuovo il biondino, un po’ incerto.

"Se mi ammazzo tornerò a perseguitarti"
"Mi dispiace, avevo dimenticato che il suo turno finisse presto oggi"

Padge aveva poggiato i piedi sulla grondaia, vagamente spaventato dall'idea di
cadere di sotto.
Per fortuna la camera di Quinn non era molto in alto, e poggiata al muro che
dava sul vialetto posteriore c'era sempre poggiata una scala per le riparazioni
del tetto.
Il moro si era sporto all'interno della finestra per dare un ultimo bacio a Quinn.
Entrambi avevano riso, mentre si baciavano.


"Adesso va. Chiamami dopo, e sta attento"

Quinn stava ancora guardando di sotto per assicurarsi che Padge fosse tutto
intero quando sua madre era entrata nella stanza.
Il biondino era scattato sull'attenti, voltandosi verso la porta.
Aveva sorriso a sua madre, sforzandosi di sembrare il più naturale possibile,
sperando che la donna di fronte a lui non si accorgesse di nulla.
La camera era un vero casino, ed il letto completamente disfatto.
Non c'era stato nemmeno il tempo di controllare che Padge avesse preso ogni
cosa.
Sua madre per fortuna sembrava non si fosse accorta di nulla.

"Già sveglio? Di domenica mattina?"
"Già.. non.. non riuscivo a dormire"
"Mhh.. questa camera fa schifo Quinn, è ora che tu la metta apposto"
"Certo. Lo faccio subito"

Il biondino non era mai stato tanto contento di riordinare la sua stanza prima
di allora.
Almeno aveva il tempo di calmarsi e di assumere un'aria tranquilla, prima di
scendere di sotto.
Aveva raggiunto la madre solo dopo un ora, spendendo il tempo perfino a
mettere in ordine cd e dvd.
Debbie era seduta al tavolo della cucina, con una tazza di caffè tra le mani.
Aveva ancora il suo completo da infermiera.
Quinn aveva sentito l'odore delle uova e della pancetta fritta non appena era
uscito dalla stanza.

"Ti ho preparato la colazione, una volta ogni tanto che posso"
"Grazie mami"
"Come va piccolo? Da un pò facciamo degli orari incompatibili e non
 riusciamo più a parlare"
"Va tutto bene"
"La scuola?"
"E' ok. Noiosa, ma è ok"


Sua madre aveva ridacchiato, sapeva che non c'era nessun bisogno di
preoccuparsi del figlio sotto quel punto di vista.
Quinn era sempre andato bene a scuola, ed in ogni caso era un ragazzo
con la testa sulle spalle.
Il biondino si era servito una porzione abbondante di uova e bacon, che
mancava poco trasbordasse dai bordi del piatto

"Il lavoro va bene mami?"
"Tutto ok piccolo"
"Bene"
"Come vanno le lezioni di chitarra?"
"Oh.. alla grande"
"Bene. Allora magari la prossima volta fallo uscire dalla porta invece che dalla
 finestra"

Quinn era rimasto con la forchetta a mezz'aria tra il piatto e la bocca, ed era
arrossito immediatamente, cercando una scusa valida al fatto che Padge
fosse stato lì a quell'ora del mattino.
Aveva farfugliato qualcosa senza particolare senso e sua madre gli aveva sorriso,
dolce come faceva sempre

"Scusa mami, io.."
"E' tutto apposto Quinn. E' il tuo ragazzo?"
"S-si"

Sua madre non aveva chiesto altro per il momento, ed entrambi erano ritornati
alle loro occupazioni precedenti.
O almeno sua madre aveva continuato a sorseggiare il suo caffè, mentre Quinn
aspettava che le inevitabili domande arrivassero.
Leggermente nervoso, per la verità
Il biondino aveva finito di mangiare e si era alzato, con l'intenzione di posare i piatti sporchi nel lavello, insieme alla tazza di sua madre.
Solo allora la donna aveva parlato ancora, e le stoviglie erano rovinosamente cadute
dalle mani di Quinn al lavandino.

"Tu e lui fate l'amore?"
"Mamma!"
"Quinn non sono nata ieri ok? Le ho fatte anch'io queste cose. Allora avete già
 avuto... esperienze?"

Quinn aveva pensato di mettere la testa nel forno per uccidersi dalla vergogna.
Era rimasto voltato verso il lavello, mentre sua madre aspettava in silenzio
che suo figlio gli desse una risposta.

"Io devo andare.. a studiare"
"Tu devi solo rispondere"

Il biondino aveva fatto un gemito vagamente disperato, ma conosceva sua
madre, non avrebbe mollato finché lui non avesse vuotato il sacco, ed aveva
l'insana capacità di capire quando mentiva.

"S-si"
"Voglio conoscerlo"
"Lo conosci già"
"Due minuti davanti alla porta prima che andassi a lavoro, non credo"
"Mamma, per favore"
"Quinn, voglio conoscere il ragazzo che fa l'amore con mio figlio, e che
 passa le notti in casa mia"
"Mi spiace, se non vuoi che dorma qui.. io.."
"Piccolo, non ti sto facendo la predica, ok? E sono anche contenta che
 tu non stia da solo tutte le notti, quando io lavoro, voglio solo sapere
 com'è. Tu sei.. innamorato?"
"Si"

Sua madre aveva sorriso alla sicurezza nella voce di Quinn, nessuna incertezza.
Non che avesse davvero bisogno di conferme a quella domanda.
Sapeva esattamente che suo figlio era innamorato, lo si poteva vedere da
ogni cosa che faceva.
Dal suo modo di sorridere, dal suo sguardo, dall'entusiasmo che emanava
ogni volta che il telefono squillava.
Si augurava che questo ragazzo lo amasse alla stessa maniera.

"Invitalo a cena, ok?"
"Quando?"
"Venerdì ho il turno di mattina. Venerdì sera va bene"
"Ok.. però.. prometti di non mettermi in imbarazzo"
"L'ho mai fatto?"
"E' il compito primario dei genitori farlo"

 
Sua madre aveva riso senza rispondere nulla, facendo ridacchiare anche Quinn.
Avevano passato la mattina insieme
Il biondino aveva risposto a qualche altra domanda su Padge, niente di
imbarazzante, solo qualcosa per conoscerlo meglio, ed aveva aiutato sua madre
a preparare il pranzo, poi avevano mangiato insieme.
Erano ancora a tavola quando il suo cellulare era suonato, facendo immediatamente
spuntare un sorriso sulla sua faccia.
Quinn aveva letto il messaggio che aveva ricevuto sotto gli occhi attenti di sua
madre, e quando aveva alzato la testa lei gli aveva sorriso.
Non c'era stato bisogno che Quinn chiedesse nulla


"Vai. Penso io ai piatti. Non fare troppo tardi"


Quinn si era sporto e le aveva lasciato un bacio sulla guancia, urlando un 'grazie
mamma' mentre già correva su per le scale per vestirsi.
Si era infilato un paio di jeans e la stupida felpa rossa col cappuccio che piaceva
tanto a Padge, spostandosi poi davanti allo specchio per dare una sistemata
ai capelli e lavarsi i denti.
Dieci minuti dopo il moro era sotto casa sua.
Quinn aveva salutato sua madre ed era uscito, salendo con un sorriso nella
macchina del suo ragazzo.
Quando Padge si era sporto per baciarlo però il biondino si era ritratto, guadagnandosi
uno sguardo un pò meravigliato.
Il biondino era più che certo che sua madre lo stesse osservando dalla finestra, e si
sarebbe sentito troppo in imbarazzo a baciarlo davanti a lei

"Va tutto bene?"
"Parti. Devo dirti una cosa"
"Dimmela mentre siamo fermi così posso guardarti"
"No"

Padge aveva fatto come gli diceva, girando le chiavi nel quadro ed immettendosi
nella strada.
Aveva guardato il suo ragazzo con la coda dell'occhio, perché il biondino ancora
non si decideva a parlare.
Sembrava un pò nervoso.
Quinn stava cercando le parole giuste per dirgli dell'invito di sua madre.
Non avevano mai parlato di una cosa del genere, non sapeva come Padge
la pensasse, se l'avrebbe vista come una cosa troppo ufficiale, se si sarebbe
spaventato.
Ma tanto doveva chiederglielo in ogni caso, perché oramai l'aveva promesso
a sua madre, quindi si era finalmente sbloccato

"Mia madre ci ha beccati stamattina"
"Cazzo. Si è arrabbiata? Per questo non mi hai baciato davanti casa?
"Beh si, non volevo che ci vedesse, ma non era arrabbiata"
"E allora? Perché quel tono da funerale?"
"Vuole che tu venga a cena da noi"

Finalmente Quinn aveva fatto girare il suo sguardo fino a portarlo sul moro.
Padge l'aveva guardato leggermente sorpreso, senza sapere bene cosa
dire, ed al biondino non era sembrato esattamente un buon segno.
E Padge era davvero meravigliato, ma non per la ragione che credeva Quinn.
Si chiedeva cosa si provasse a sperimentare un tale senso di accettazione.
Come ci si sentisse quando i propri genitori ti accettano per quello che sei
e sono partecipi della tua vita.
Ne era quasi un pò invidioso.

"Lo so che è un casino, ok? Ma lei sa che tu ci sei, che sei il mio ragazzo,
 e vuole conoscerti. Lei è ok, non sarà terribile"
"Quando?"
"Fai sul serio? Vuol dire che verrai?"
"Certo, perché sei così sorpreso?"
"Hai fatto una faccia quando l'ho detto"
"Non era per quello, è solo che.. beh sei fortunato"
"I tuoi non inviterebbero mai il tuo ragazzo a casa?"

Padge aveva fatto un mezzo sorrisino senza allegria, riportando la sua totale
attenzione sulla strada.
Non voleva dirgli che se solo avessero saputo che aveva un ragazzo, invece
che una ragazza, probabilmente l'avrebbero sbattuto fuori di casa, o peggio.
Quinn l'aveva guardato e gli erano tornate in mente le parole di Matt, quando
gli aveva detto che non poteva immaginarsi il clima che tirava in casa di Padge.
Avrebbe voluto chiedere di più, ma Padge non sembrava molto propenso
a toccare l'argomento, e Quinn non voleva forzarlo, o renderlo triste.
Quando sarebbe stato pronto gliene avrebbe parlato lui stesso, così aveva
cambiato argomento.
Padge gliene era stato grato, e gli aveva sorriso.
Sapeva che come sempre Quinn aveva capito

"Va bene per venerdì sera?"
"Ok.."
"Dove andiamo adesso?"
"Non so, dove vorresti andare?"

Il biondino aveva sorriso, affondando il naso nell'incavo tra la spalla ed il collo
dell'altro, respirando forte.


"In un posto un pò appartato"

Padge aveva riso, staccando una mano dal volante per accarezzargli la testa, giocherellando
con le ciocche dei suoi capelli biondi tra le dita

"Dov'è finito il ragazzino timido e innocente che ho conosciuto?"
"Lo rivuoi indietro? Posso mandarti in bianco per una settimana.. magari
 per un mese"
"Dio no"

Avevano riso entrambi, ma si erano staccati non appena la macchina si
era immessa nella strada principale.
La macchina aveva raggiunto pigramente la zona est di Orem, e si era
fermata in uno dei parcheggi che si stagliavano l'uno accanto all'altro
in quella zona della città praticamente usata solo per scopi industriali.
Era domenica, di conseguenza ogni negozio era chiuso ed i parcheggi
erano completamente vuoti.

Le loro labbra si erano cercate non appena il rumore della macchina si
era spento.
Padge aveva attirato il biondino verso di sè, e Quinn si era inginocchiato
sul sedile, per potersi avvicinare maggiormente all'altro.
Il moro gli aveva sfilato la felpa, lasciando le sue braccia nude, e si era
tenuto occupato lasciandogli qualche leggero morso qua e là.
La pelle chiara di Quinn si era immediatamente segnata, mentre il biondino
ridacchiava, impegnato nel tentativo di eliminare la t-shirt di Padge.
Quando erano passati ai pantaloni le cose erano diventate decisamente
più problematiche.
Erano entrambi abbastanza alti, ed il poco spazio a disposizione rendeva
praticamente impossibile fare qualsiasi cosa.
Quinn aveva provato a salire a cavalcioni sul moro, ma nonostante avessero
tirato indietro il sedile, il volante era troppo vicino perché Quinn potesse muoversi
senza farsi male.
Dopo un paio di tentativi a vuoto il biondino aveva sbuffato frustrato, ed era
ritornato al suo posto.

"La macchina è troppo piccola, mi dispiace piccolo"
"Già, me ne sono accorto"

Il biondino aveva messo su una specie di broncio, incrociando le braccia davanti
al petto, in una perfetta espressione capricciosa che aveva fatto ridere Padge.
Il moro si era sporto verso di lui per baciarlo, mentre Quinn tentava senza
troppa convinzione di ribellarsi.
Padge si era abbassato di più, facendo scivolare la mano sotto il sedile del
passeggero, spostandolo indietro senza nemmeno avvisare l'altro.

"Cha fai? Abbiamo già provato col tuo, non ci stiamo in due"
"Non possiamo fare l'amore.."
"E che vorresti fare?"
"Shh"

Il moro gli avevano slacciato la cintura e sbottonato i jeans, cercando di abbassarli
leggermente e di toccare l'altro, in contemporanea.
Non era stata un'impresa semplice, ma alla fine ce l'aveva fatta e Quinn era
rimasto nudo solo per metà, indossando semplicemente la t-shirt che aveva
sotto la felpa.
Il biondino l'aveva guardato un pò confuso mentre Padge abbassava lo schienale
del sedile, facendo in modo che l'altro fosse semi-disteso.
Ed ok, quella era decisamente una novità per il moro.
Mai, in tutta la sua vita, avrebbe pensato che quello che stava per succedere
sarebbe potuto accadere.
Ma non gli importava granché, non era nè spaventato nè disgustato.
Desiderava solo che Quinn fosse contento.

Aveva preso fiato, un pò impacciato, poggiando le labbra sull'eccitazione del
biondino.
Quinn gli aveva stretto i capelli tra le dita, soffiando fuori un 'cazzo' impregnato
di suppliche.
Ed anche per Quinn era una cosa del tutto nuova, non si era mai sentito così
tanto senza fiato in tutta la sua vita
Era come essere in acqua e non riuscire a risalire, ma in modo assolutamente
piacevole.
Il biondino aveva aperto la bocca, respirando a fondo per cercare di recuperare
almeno un pò di fiato, mentre Padge continuava il suo lavoro, aumentando
progressivamente la velocità
Quinn aveva stretto più forte le dita attorno ai capelli scuri dell'altro quando
aveva sentito l'orgasmo cominciare a salire piano, come se si facesse strada
tra la carne per esplodere.
Il biondino avrebbe voluto avvisarlo, ma per quanto si sforzasse non era
riuscito a parlare.
Aveva solo detto il nome di Padge, o almeno così gli era sembrato, prima che
diventasse tutto nero.


Non era molto sicuro di quanto tempo fosse passato quando finalmente
aveva riaperto gli occhi, non si era accorto di aver lasciato andare i
capelli di Padge, nè che l'altro fosse tornato a sedersi normalmente al
suo posto, e lo stesse guardando sorridendo.
Quinn era arrossito, senza sapere bene perché

"Perché mi guardi così?"
"Perché sei bellissimo, e perché hai detto delle oscenità"
"Non è vero"
"Te lo giuro"

Padge aveva riso, mentre Quinn nascondeva la testa nel suo petto per
la vergogna, ed il moro gli accarezzava delicatamente i capelli.
Erano rimasti in quella posizione per qualche minuto prima che Quinn decidesse
di staccarsi

"Dovrei ricambiare"
"Si, dovresti. Ma non adesso"
"Perché?"
"Ho le prove"


Padge aveva guardato l'espressione di Quinn scurirsi immediatamente, e la richiesta
di andare con lui che aveva in mente gli era morta sulle labbra

"Non verrai più con me, è così?"
"No"


Padge aveva annuito, subito prima di distogliere lo sguardo dal biondino.
Era comprensibile, davvero, ma non poteva impedirsi di sentirsi triste per
quella cosa
E non poteva evitare di pensare al futuro
La voce di Quinn aveva interrotto i suoi pensieri, e Padge si era nuovamente
voltato a guardarlo

"Sei arrabbiato?"
"No Quinn, che dici? Lo capisco"
"Ma?"
"Mi piaceva averti là con me"
"Anche a me piaceva"
"Allora vieni"
"Non voglio vederlo"
"Ok, ma.. pensavo che l'avessimo superato"
"L'abbiamo superato.. io e te. Ma non credo al fatto che lui non provi
 niente per te. Non ci crederò mai."
"Quinn, ascolta.. lui è.."
"Non voglio sentirti parlare di Jay, davvero Padge. Non voglio sapere
 niente di lui"
"D'accordo, come vuoi"
"Questa cosa ti fa male?"
"Si, un pò"
"Non dovrebbe"
"Andiamo Quinn, adesso non potremo più stare tutti insieme, e quando
 uscirò con i miei amici tu non verrai, come dovrei sentirmi?"
"Mi dispiace"
"Va bene, se è questo che vuoi è ok.. ma tu lo sai che io continuerò a vederlo?"
"Non ti ho mai chiesto il contrario. Mi fido di te. Ma non voglio avere niente a che
 fare con lui"
"Ok. Ti porto a casa."
"Si"


Entrambi erano rimasti in silenzio finchè la macchina non si era fermata nel
vialetto di Quinn.
Padge aveva lasciato il motore acceso, ma era rimasto fermo, senza sapere
bene che cosa dire.
Lo faceva soffrire pensare che il suo ragazzo odiasse uni dei suoi migliori amici.
Era come trovarsi tra due fuochi, ed aveva paura che prima o poi quel
fuoco sarebbe esploso, perché situazioni come quelle non finiscono mai bene.

Anche il biondino era rimasto immobile, senza scendere dalla macchina, non
sapendo esattamente come chiudere quell'incontro.
Non voleva far soffrire Padge, ma non aveva intenzione di trovarsi tutti i giorni
davanti agli occhi la persona che ci aveva provato col suo ragazzo.
E che Padge se ne rendesse conto o no c'era qualcosa di poco chiaro in Jay.
Era solo spaventato che tutto quello potesse allontanarli




"Me lo dai almeno un bacio?"

La voce un pò triste di Quinn, e un pò preoccupata, l'aveva fatto voltare immediatamente verso di lui.
Non voleva che si sentisse così.
Quinn era l'unico in tutta quella situazione a non aver commesso nessun errore, e non
era giusto che proprio lui si sentisse in quel modo.
Padge si era sporto verso l'altro, ma invece di baciarlo si era limitato a prenderlo
tra le braccia, e l'altro gli si era immediatamente accoccolato addosso.



"Hey piccolo, questo non cambia niente tra me e te"
"Ne sei sicuro?"
"Non c'è una cosa al mondo che potrebbe cambiare quello che provo per te"

Quinn aveva sentito i suoi occhi farsi lucidi, e si era stretto un pò più forte contro
Padge, facendo il pieno del suo odore, dato che non l'avrebbe rivisto fino al
giorno successivo.
Aveva stretto le palpebre perché quelle stupide lacrime non uscissero, ed aveva detto
la prima idiozia che gli passava per la mente per sdrammatizzare

"Dio, sei schifosamente sdolcinato da quando sei gay"



Padge aveva riso, il biondino aveva chiuso gli occhi ed aveva ascoltato
quel suono, mentre il petto del moro sussultava contro di lui per la risata.
Quinn si era sentito immediatamente meglio.

Era rimasto davanti alla porta finchè la macchina non si era allontanata




Padge si era immesso nella strada principale ed aveva imboccato la route 55, per
raggiungere casa di Matt.
Le prove non sarebbero iniziate prima di un ora, ma lui si era anticipato un pò, per
restare da solo con l'amico, prima che arrivassero gli altri.
Era domenica quindi le strade erano quasi completamente sgombre dalle macchine.
Non gli ci erano voluti più di dieci minuti per arrivare a destinazione.

Aveva bussato direttamente alla porta del garage, perché sapeva che quasi sempre
era lì dentro che Matt passava gran parte del suo tempo.
Era un pò come lui, non gli serviva molto, a parte le sue chitarre, per essere a posto.

Non si era sbagliato, perché l'amico aveva aperto la saracinesca appena qualche
secondo dopo.


"Hey, come mai così presto?"
"Così, per nessun motivo"


Matt si era spostato per farlo entrare, ed aveva recuperato due birre dal piccolo
frigobar verde, porgendogliene una.
Si sentiva un pò strano, soprattutto per quello che era successo con Bert, ma anche
per quello che era successo con Quinn.
Voleva parlargliene, ma non sapeva bene come fare.
Era la prima volta che si sentiva frenato a parlargli di qualcosa, era una situazione
che non gli piaceva.

"Allora.. come.. com'è andata con Quinn?"
"Bene, è andata bene. E' tutto ok"
"Oh, grande. Sono contento"

Padge aveva annuito, concentrando tutta la sua attenzione sulla bottiglia fredda
tra le sue mani.
Matt era a disagio, poteva sentirlo chiaramente.
Erano rimasti in silenzio per qualche minuto, e Matt aveva deciso che doveva assolutamente dirgli di quello
che era successo con Quinn, perché era stata
una cosa senza importanza, fatta per aiutare, Padge l'avrebbe capito.
Ma non aveva avuto nemmeno il tempo di iniziare il discorso


"E così hai baciato il mio ragazzo"











Non so come ringraziarvi perché leggete e commentate la storia, e perché la
amate come la amo io! *-*





Jessromance
: eheh Quinn è un furbetto,  delle volte xD
Vedo che la coppia (ammesso che coppia sia xD) è piaciuta a tutti xD
Ti ho fatta aspettare molto, mi dispiace! Che ne dici del capitolo?

_Francesca92_ : eheh a quanto pare avevi ragione a non essere tranquilla xD
Ma le cose non sempre vanno bene, no?
Prima o poi Jay sarebbe tornato, anche se non fisicamente, a fare danni xD
Che ne dici?

Crazy_Me: Bhe Padge non se l’è presa, con Quinn.. ma non sappiamo cosa
farà con Matt xD
Certo una cosa come quella che è successa lascia degli strascichi, è inevitabile
per tutti loro, mi sa.
Matt e Bert.. beh il loro “re- incontro” dopo l’avvenimento nel bagno ci sarà
nel prossimo capitolo. Che mi dici di questo invece?

Friem: Si Quinn si è fatto perdonare, ma come era ovvio che accadesse non
ha dimenticato.
Matt e Bert, beh loro torneranno nel prossimo capitolo, per ora ci sono
Matt e Padge, ed il loro incontro post-bacio tra Matt e Quinn.
Che ne dici?

Xx_ImJustAKid
: Dear, Matt e Bert hanno fatto scalpore vedo xD
Purtroppo dovrete aspettare il prossimo perché si incontrino ancora, per ora
c’è solo il “fantasma” di Jay che per forza di cose aleggia tra i due piccioncini.
Predizioni per il futuro? Amo le tue ipotesi xD

ColdBlood: ahah il nostro piccolo sporcaccione Bert *-* non cambierà mai!
Honey, io non direi che i nostri piccioncini si sono sistemati, non è che ti
stai dimenticando di Jay? Mica lo lasciamo fuori dalla storia così presto.
Quale sarà il suo ruolo.. beh si vedrà!

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** On the other side ***





On the other side








"E così hai baciato il mio ragazzo"

Matt aveva spalancato leggermente gli occhi.
Ed e strano come le cose riescono a sorprenderti anche quando te le aspetti.
Aveva deciso lui stesso di parlarne a Padge, ma adesso, quella frase buttata
lì all'improvviso, l'aveva lasciato senza parole.
Padge aveva posato la bottiglia di birra ai piedi del divanetto, girandosi leggermente
verso sinistra per dare tutta la sua attenzione a Matt.
Aveva puntato i suoi occhi di quello strano verde tendente al grigio in quelli blu
dell'altro, aspettando una qualsiasi risposta a quello che aveva detto.
Il silenzio si era protratto ancora per qualche secondo, ma lui se n'era rimasto
comunque zitto, in attesa.
Aveva osservato Matt respirare, come per calmarsi e raccogliere le idee.

"Stavo per dirtelo, dico sul serio. Mi hai solo battuto sul tempo"
"Già.."
"Padge, tu lo sai che non significava nulla. L'ho fatto solo perché volevo aiutarti.
 Non ti farei mai una cosa del genere"

Ancora una volta l'ultima frase era caduta nel silenzio.
Matt si era trovato a deglutire, leggermente sconcertato, perché diavolo, quello
era Padge, non avevano mai avuto un momento di tensione in tutto
il corso della loro amicizia.
Aveva baciato Quinn per aiutarlo, ma l'aveva fatto senza pensare a come
avrebbe potuto reagire l'amico.


"Lo sai, giusto? Padge, di qualcosa"


Aveva guardato il viso senza espressione di Padge, cercando un qualsiasi
segno di quello che gli passasse per la testa, quasi trattenendo il fiato, finchè
l'altro era scoppiato a ridere.
Matt era rimasto immobile per un attimo, con la bocca aperta a guardarlo.
Gli ci era voluto un attimo per realizzare che l'amico lo stava prendendo in giro, e
quando finalmente aveva capito gli aveva dato una spinta che l'aveva fatto
rotolare giù dal divanetto.
Matt l'aveva fulminato con lo sguardo, mentre Padge si risedeva accanto all'amico
senza comunque smettere di ridere.


"Cazzo vaffanculo Padge, mi hai spaventato.. pensavo che..."
"Sono quasi scoppiato per non ridere prima, ma ne è valsa la pena"
"Sei proprio uno stronzo"
"Dovevi vedere la tua faccia, era da oscar"
"Me la pagherai, sappilo. Volevo solo aiutarti"
"Lo so, grazie.. cioè mi fa un pò strano ringraziarti per aver baciato il mio
 ragazzo, ma grazie"
"Quando vuoi"
"Non ti allargare"
"Beh Quinn è carino"
"Se non sapessi che sei totalmente etero mi preoccuperei"


Matt si era zittito per un attimo, mentre le immagini di Bert inginocchiato davanti
a lui gli ritornavano alla mente.
Non era più molto sicuro di raccontare all'amico quello che era successo, ma
non aveva mai nascosto nulla a Padge, ed inoltre Bert era il miglior amico
di Quinn, e la cosa prima o poi sarebbe venuta fuori.
Padge l'aveva osservato incuriosito, senza capire il motivo di quel silenzio improvviso.


"Che c'è?"
"Io.. ecco.. ok devo dirti un'altra cosa"
"Riguarda Quinn?"
"No, non direttamente"
"Cioè?"
"Ecco.. il giorno dopo che tu e Quinn avete litigato ho fatto un incontro, cioè
 più che altro uno scontro, con l'amico di Quinn, Bert"
"Oh cazzo"
"Si, sai era incazzato con te, e sapeva che io e te siamo amici, così.."
"Se l'è presa con te"
"Si"
"Cazzo Matt, mi dispiace"
"No è tutto ok, quando sono andato a parlare con Quinn lui era lì, anche se io
 non lo sapevo, ed ha ascoltato tutto. La sera è venuto a chiedermi scusa"
"Ah si?"
"Si. E'.. simpatico"
"Se lo dici tu"
"Siamo andati a prenderci una birra insieme"
"Tu e lui? Tu sei uscito con Bert?
"Si"


Padge lo guardava senza capire esattamente quale fosse il punto.
Certo, Matt sapeva che Bert non era proprio la sua persona preferita, ma
non era certo un grande affare se ci era uscito insieme a farsi una birra


"Beh perché me lo dici con questo tono?"
"Mi ha baciato"


L'amico aveva spalancato gli occhi,
ricominciando ancora una volta a ridere come un
pazzo, rischiando di cadere nuovamente dal divano
Matt l'avrebbe preso a pugni se non l'avesse finita, o sarebbe morto
lentamente e dolorosamente per l'imbarazzo.


"Prima Quinn, poi Bert.. cazzo Matt sei l'etero che ha baciato più uomini
 al mondo"
"La pianti?"
"Andiamo, è divertente. Tu che hai fatto? Non l'hai pestato vero? Quinn si
 arrabbierebbe"


Matt si era zittito, per l'ennesima volta in quella conversazione surreale, e la
risata di Padge gli faceva venire voglia di non aver aperto bocca.
Ma oramai aveva iniziato, tanto valere sorbirsi le prese in giro dell'altro fino
in fondo


"Vuoi parlare Matt? Perché devi farti tirare le parole fuori dalla bocca?"
"L'ho baciato anch'io"
"Oh cristo"
"Non è tutto"
"Gesù avete scopato?"
"No! No! Cioè.. voglio dire.. non esattamente"
"Non es.. ok che significa non esattamente?"
"Ci siamo trovati in bagno..e.. ok più che altro lui ha fatto qualcosa a me.
 E se ricominci a ridere ti pesto"
"Mi dispiace ma non posso evitarlo, cazzo dev'essere davvero contagioso,
 stiamo diventando un gruppo di froci"


Avevano riso entrambi stavolta, per dei minuti, senza riuscire a fermarsi.
Quando si erano ripresi Padge aveva cercato di darsi un tono, e di riportare
la conversazione su binari più seri
Al di là del lato estremamente divertente della cosa, aveva bisogno di avere
qualche informazione in più, perché quelle situazioni creavano in ogni caso
confusione e disorientamento, per chiunque ci passasse.
E lui ci era passato, ed era stato proprio Matt ad aiutarlo più di ogni altro.



"Ok parliamo da persone adulte, quanto eri ubriaco?"
"Non tanto da dare la colpa all'alcool"
"Oh, ed è stato?"
"Grandioso"
"E quanto sei fuori di testa adesso?"
"Oltre ogni limite immaginabile"

Padge aveva annuito, diventando completamente serio.
Lo capiva perfettamente, se la ricordava bene quella sensazione di paura e
confusione che si provava in quei casi.
Ti senti come se non ti riconoscessi più, come se tutto quello che sapevi di te
fosse improvvisamente cambiato.


"Come siete rimasti?"
"In nessun modo, lui mi ha detto che spettava a me decidere"
"E tu che intenzioni hai?"
"Non ne ho una cazzo di idea Padge"


Le voci di Moose e Jay ed il fastidioso bussare alla saracinesca del garage avevano
interrotto la conversazione.
Era la prima volta che Padge e Jay si incontravano dopo quella sera.
Matt era quasi grato di avere qualcos'altro a cui pensare.
E per un paio d'ore, con la sua chitarra tra le mani, era riuscito perfino
a non pensarci.
Matt aveva mantenuto la sua attenzione su Jay per quasi l'intera serata.
Voleva una risposta ai suoi dubbi.
Padge era troppo coinvolto, ed il suo rapporto con Jay era sempre stato troppo
particolare perché davvero potesse notare una qualche sfumatura di cambiamento.
Ma lui poteva.
Dall'esterno avrebbe potuto capire se dietro l'estremo attaccamento del bassista
a Padge ci fosse dell'altro.
Cazzo, sperava davvero che non fosse così.




Padge era tornato a casa verso sera, ancora un tantino sconvolto dalla rivelazione
di Matt.
Si era buttato sotto la doccia e poi si era infilato a letto, recuperando il suo cellulare
e facendo partire una chiamata per Quinn
Il biondino aveva risposto dopo un paio di squilli, la voce leggermente assonnata
che aveva fatto sorridere il moro


"Dormivi piccolo? Sono solo le dieci"
"Ti aspettavo e mi sono addormentato"
"Va tutto bene?"
"Si"
"Ho una cosa da dirti"
"Questa frase non mi piace più, per nulla"
"Non riguarda me, ma il tuo amico Bert"


Il moro aveva raccontato a Quinn ogni singola parola di quello che lui e Matt si erano
detti quel pomeriggio, mentre dall'altro capo del telefono il biondino restava completamente
silenzioso, tanto che ogni tanto Padge si ritrovava a chiedergli  se fosse ancora lì, e se fosse sveglio.
Dopo avergli raccontato tutto era rimasto in attesa di una reazione da parte
dell'altro, che però tardava ad arrivare.
Quell'atteggiamento lo preoccupava un pò


"Quinn, che c'è? Perché fai così?"


Aveva la più completa fiducia nel suo ragazzo, ma era comunque costantemente
spaventato di poterlo perdere.
Era stupido, ma era così che si sentiva.
Aveva sentito Quinn ridacchiare dall'altro lato, e si era immediatamente tranquillizzato


"Cazzo Bert riesce a trasformare in gay qualsiasi cosa tocchi"
"A quanto pare"
"Non pensavo che Matt avesse questi gusti"
"Nemmeno io, e in verità nemmeno lui"
"Stava bene?"
"Un pò confuso, ma si abbastanza bene"
"Quanto l'hai preso in giro?"
"Quanto basta"
"Che stronzo"

La voce di Quinn si era nuovamente abbassata.
Padge la conosceva bene, era la voce che gli usciva fuori quando aveva sonno.
Aveva chiuso gli occhi e se l'era immaginato steso nel suo letto, col telefono
poggiato tra l'orecchio ed il cuscino, le palpebre già abbassate.
Cazzo ne sentiva una mancanza.. fisica.

"Non mi piace dormire senza di te, non mi ci ritrovo più"
"Nemmeno io"
"Dormi bene piccolo"

Padge avrebbe potuto giurare che Quinn stesse già dormendo.





Matt era arrivato a scuola incredibilmente presto perfino per i suoi standard,
quella mattina.
Aveva vagato un pò per il parcheggio aspettando che si decidessero ad aprire
almeno il cancello principale della scuola, e quando finalmente l'avevano
fatto aveva raggiunto il solito tavolo di legno ad uno dei lati della scuola.
Era rassicurante per lui mantenere quella certa sorta di rituali mattutini, in
qualche modo lo aiutava a pensare meglio.
Si era seduto sul tavolo ed aveva recuperato il pacchetto di Marlboro dalla
tracolla ed aveva acceso la prima sigaretta della giornata.
Aveva pensato a lungo a quello che avrebbe dovuto dire a Bert, ma nonostante
tutto ancora non era arrivato ad una decisione veramente cosciente, ed era
arrivato alla conclusione che quando se lo fosse trovato davanti agli occhi
avrebbe saputo cosa fare, e cosa dire.
Sfortunatamente aveva dovuto sorbirsi due noiosissime ore di matematica
ed altre due di dio solo sa cosa, prima di riuscire ad incontrare Bert.
L'aveva visto da lontano camminare nel corridoio, in quel modo bizzarro
in cui si muoveva, come se fosse sempre vagamente esaltato.
Quinn era al suo fianco, e chiaramente quello stronzo di Padge doveva averlo
informato, perché non appena l'aveva visto aveva iniziato a ridacchiare
senza nessuna discrezione, farfugliando qualcosa su un improvviso impegno
e sparendo velocemente per lasciarli soli.
Bert l'aveva guardato allontanarsi scuotendo la testa, col sorriso sulle labbra



"Quindi.."
"Troviamo un posto dove parlare?"
"Ok"



Matt aveva seguito Bert fino al corridoio del terzo piano.
Era come camminare controcorrente, loro due che salivano le scale
mentre praticamente tutti gli altri studenti le scendevano per recarsi in mensa.
Quando finalmente erano riusciti a salire, sani e salvi, avevano attraversato
il corridoio e Bert aveva aperto una porta sulla sinistra, uno sgabuzzino o
qualcosa del genere.
Matt era entrato subito dopo l'altro, e si era chiuso la porta alle spalle, portando
la sua attenzione sull'altro



"Come conosci questo posto?"
"Ci vengono Quinn e Padge"
"Oddio, questo è il posto dove si incontrano di nascosto? Lo sai che probabilmente
 hanno scopato qua dentro? E' inquietante"



Non appena aveva sentito la parola 'scopare' uscire dalle proprie labbra Matt
aveva distolto lo sguardo da Bert, leggermente imbarazzato per le cose in
sospeso tra di loro.
Bert ne aveva sorriso, divertito ma anche comprensivo.
Non importava quanto grandi e maturi, e forti sembrassero certi ragazzi, quando
per la prima volta si trovavano a contatto con un desiderio per un altro
uomo diventavano tutti ugualmente spaventati e confusi.
Bert per primo lo era stato, a suo tempo.


"Sembri nervoso Matt"
"Forse perché lo sono"
"Ascolta, nessuna pressione. Se vuoi che resti un episodio isolato lo capisco.
 Nessun problema"
"Beh un problema c'è. Se anche non capitasse mai più.. beh è comunque successo"
"E questo ti spaventa"
"Ovvio che si"
"Beh prendilo come un esperimento"
"E' facile per te"
"Non è mai facile, ci sono passato anch'io. Senti se vuoi parlarne, voglio dire.. di
 quello che ti passa per la testa, beh.. sono qui"
"In realtà adesso voglio solo baciarti"
"Cosa? Ma se è stato un problema.. Perché?"
"Per quello che hai detto"
"Fallo"



Bert non si era mosso, ma l'altro non aveva avuto bisogno di nessun tipo di
incoraggiamento.
Aveva percorso i pochi passi che li dividevano e l'aveva baciato, infilando
quasi in contemporanea le mani nei capelli dell'altro.
Bert si era trovato sospinto contro la parete, ma non aveva emesso un fiato.
Gli piaceva l'irruenza di Matt, era molto simile alla sua.
Avevano lottato per chi dovesse avere il predominio di quel bacio, ma Matt
era fisicamente più forte di lui, anche quello gli piaceva.
Era stato Matt a separarsi per primo, senza staccare gli occhi da Bert.
Si sentiva senza controllo, e non era un bene, lo confondeva.


"E' abbastanza. Senti Bert, io devo..riflettere su questa cosa, io non so.."
"Non mi devi nessuna spiegazione, fa quello che devi fare. Quando, e se,
 vorrai parlarmi chiedi il mio numero a Quinn"


Bert aveva lasciato lo sgabuzzino senza dire nient'altro.
Nel gergo di Matt 'devo riflettere' equivaleva di più a dire 'devo parlare con Padge'
così era sceso di sotto per cercarlo in mensa, e poi in cortile, dove l'aveva finalmente
trovato, insieme a Quinn.
Padge l'aveva visto arrivare da lontano, e gli era bastato guardare la sua faccia
per capire che tirava aria di crisi.


"Quinn devo rubartelo per un pò"
"Oh oh. Ho come l'impressione che Bert abbia colpito ancora"



Matt gli aveva lanciato uno sguardo di supplica, che diceva chiaramente che stava
per morire dall'imbarazzo.
Padge aveva riso e l'aveva trascinato via, salutando Quinn con un gesto della
mano ed un sorriso.
Era piuttosto strano essere dall'altra parte della barricata.
Si erano spostati in un angolo deserto del cortile, e Matt aveva sfilato le sigarette
dalla tasca dei jeans, prendendone una e porgendone un'altra a Padge.


"Allora che succede?"
"Ho detto a Bert che per me era un problema quello che era
 successo, e lui ha capito"
"Beh bene, e allora?"
"E poi l'ho baciato di nuovo"
"Alla faccia della coerenza"
"Non posso farci nulla, ogni volta che mi dico che davvero non dovrei provare
 questo desiderio poi lui fa qualcosa o dice qualcosa che mi fa venire voglia
 di baciarlo. E giuro su Dio che se provi ad usare queste parole che ti sto
 dicendo contro di me ti faccio a pezzi e dissemino i tuoi resti in dieci posti diversi"
"Ma se non ho ancora detto neanche una parola"
"So che la dirai"
"Ti dirò solo questo, e non puoi dirmi che è una frase stupida perché sei stato
 tu stesso a dirla a me non molto tempo fa"
"E quale sarebbe?"
"Se ti fa del bene chi se ne frega?"
"Devi avermela passata tu questa cosa"
"Si è contagiosa, prova con un aspirina. Idiota"


Padge aveva scosso la testa, sorridendo vagamente divertito di come si fossero
invertite le parti.
Ora stava a lui supportare e sorreggere Matt, ed era contento che l'altro gliene
avesse parlato.
Certo non era proprio entusiasta della persona che si era scelto, ma non era
quello il momento di pensarci.
Aveva lasciato che l'amico si perdesse nelle sue riflessioni, per dargli il tempo
di rendersi conto che se la realtà era che provava attrazione per Bert, c'era
ben poco che potesse fare.


"Che dovrei fare adesso?"
"Perché non esci con lui una volta e vedi come va?"
"Intendi un.. un appuntamento?"
"Si, e senza alcool a cui dare la metà della colpa di quello che succederà"
"Dovrei chiedergli di uscire?!"
"Beh non sarebbe la prima volta che lo chiedi a qualcuno"
"Gesù"
"Dio, come vorrei assistere alla telefonata"
"Fanculo. Non ho il suo numero, dovrò chiederlo a Quinn.."
"Ah ah divertente, assicurati che ogni parte del tuo corpo sia lontana
 dal mio ragazzo o ti taglio le mani"


Matt aveva fatto una faccia sconvolta e contemporaneamente un gestaccio
con la mano, poi entrambi erano rientrati a scuola per seguire l'ultima lezione
della giornata, dandosi appuntamento all'uscita.
Matt aveva passato quell'ultima ora a prepararsi psicologicamente alle prese
in giro di Quinn, che certamente non sarebbero mancate.
Aveva aspettato la coppietta nel parcheggio, poggiato contro la sua macchina
con l'ennesima sigaretta tra le mani.


Si chiedeva come fosse possibile che la gente non si rendesse conto che
stavano insieme, anche se in pubblico non si sfioravano nemmeno.
Era così palese, bastava notare il modo in cui Padge guardava Quinn, il modo
in cui sorrideva quando lui era nelle vicinanze.
Non a lui direttamente, sorrideva solo del fatto che fosse vicino.
Era una fortuna che la gente non conoscesse il suo amico come lui.



Aveva aspettato pochi minuti prima di vederli arrivare, con la faccia esausta
che si ha solo dopo cinque noiosissime ore di lezione di cui, tra l'altro, non ti
importa un accidenti.
Quinn l'aveva salutato con un sorriso mentre Padge gli rubava l'accendino
dalle mani.

"Piccolo, Matt deve chiederti qualcosa"
"Ah si?"

Quinn l'aveva guardato curioso, anche se non era difficile capire cosa stesse
per chiedergli, dato il nervosismo che trapelava da ogni movimento del moro.
Matt si era passato le mani tra i capelli in un gesto vago, cercando di modulare
la voce per farla uscire più naturale possibile.

"Si, mi chiedevo se potevi darmi il numero di Bert"

Il biondino si era trattenuto da ogni commento, cercando nella borsa il suo
cellulare per recuperare il numero del suo amico.
Perdeva cellulare così spesso che era un'impresa imparare i suoi numeri a
memoria, dato che ne cambiava uno al mese.
Aveva preso uno dei quaderni strappando un angolino di una delle pagine
ancora bianche ed aveva trascritto il numero a Matt, mentre Padge sorrideva divertito
dal malcelato imbarazzo di Matt.
Il ragazzo aveva riposto il bigliettino al sicuro nella tasca dei jeans e poi finalmente
aveva guardato Quinn
Ed era chiaro come il sole che si stesse sforzando di non ridere.
Matt aveva ripetuto a sè stesso che non poteva ucciderlo, avrebbe passato la sua
giovinezza in galera, e poi Padge ne avrebbe sofferto, così si era limitato a sbuffare sonoramente


"Ok ridi, ti stai trattenendo così tanto che ho paura che tu possa esplodere"


Era salito in macchina che Quinn stava ancora ridacchiando, stessa cosa
per quel deficiente del suo ragazzo.

"Siete due idioti, siete proprio fatti l'uno per l'altro"


Aveva guidato fino a casa, con l'unico pensiero di quel bigliettino ripiegato in due nella sua tasca.





Thanks a lot girls!


Friem: La madre di Quinn è grande! Lo so! Ecco qua la reazione di
Padge, era come te l'aspettavi?
La Quinn/Jeph tornerà, lo prometto (anche se manca solo 1 capitolo)!

Xx_ImJustAKid: Eheh Debbie! Mitica come il nome che porta! xD
Padge alla fine non ha reagito male come ti aspettavi, dai! xD
Matt ha vuotato il sacco su tutto, e c'è stato un altro incontro con Bert.
Che te ne pare?

_Francesca92_: Ecco il nuovo capitolo! Spero che ti piaccia come quello precedente!

Flafly: Haha sono contenta che approvi Matt e Bert, sono molto sexy insieme, eh?
Più di quello che mi aspettavo xD
Dovrai aspettare il prossimo capitolo per l'incontro di Padge con la "suocera" xD
Che ne dici del capitolo?

ColdBlood: Ahah la citazione di QaF calza a pennello dato che la madre di Quinn
si chiama Debbie, e non è un caso xD
Honey, volevi un pò di Bert/Matt?, eccolo! Solo un pò però.. per ora xD

Crazy_Me: Come sempre le tue recensioni sono piene di complimenti, e ti
ringrazio tanto!
Haha la madre di Quinn è sveglia! xD
Per ora Quinn è irremovibile su Jay, non penso gli si possa dare torto!
Che mi dici del capitolo?

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Rules and choices ***



Rules and choices







Matt era disteso sul suo letto e si rigirava il foglietto di carta, ormai completamente
stropicciato, tra le mani.
L'aveva già aperto e ripiegato almeno venti volte oramai.
Si sentiva anche un pò idiota, perché cazzo era soltanto una telefonata, non
era un grande affare.
Doveva solo premere i tastini di plastica del suo cellulare e comporre quel
cazzo di numero, perché tante storie?
Non gli sarebbe certo cambiata la vita solo per quello.

Finalmente si era deciso ed aveva sfilato il cellulare che ancora teneva nella
tasca dei jeans, dando un occhiata, l'ennesima, alla scrittura leggermente
arrotondata di Quinn.
Aveve composto il numero ed aspettato che iniziasse a suonare.
Desiderava ardentemente una sigaretta in quel momento, ma sua madre l'avrebbe
ucciso se avesse fumato in casa.
Fottute regole!
Il telefono aveva suonato a vuoto per cinque o sei volte prima che scattasse
la segreteria.
Matt aveva imprecato a denti stretti contro quella voce metallica che gli
diceva di lasciare un messaggio ed aveva buttato il cellulare sul letto, scendendo
a cena anche se non sentiva per nulla fame.
Aveva mangiato appena, ed alla sua famiglia non era sfuggito il suo nervosismo.
Si era sorbito una specie di terzo grado su cosa non andasse, principalmente
da sua madre.
Suo padre era rimasto quasi sempre in silenzio, dicendogli soltanto che qualsiasi
cosa avesse era il caso che l'affrontasse, perché è così che si fa.
Quella era la frase preferita di suo padre, l'aveva ascoltata così tante volte che
gli veniva la nausea solo a sentirla.
Ma adesso calzava a pennello a quella strana situazione in cui si trovava.
Era il caso che l'affrontasse, davvero.
Era risalito in camera ed aveva afferrato il cellulare, rimettendoselo in tasca e
spostandosi nel garage, dove almeno avrebbe potuto fumare.
Il telefono aveva suonato a vuoto ancora due o tre volte prima che l'apparecchio
fosse finalmente riempito dalla voce di Bert, tutt'altro che amichevole.

"Ok, chi cazzo sei?"
"Bert? Sono Matt"
"Oh ciao"
"Non sei molto gentile al telefono"
"Scusami, è che non rispondo quando non conosco il numero"
"Mi hai chiesto di chiedere il tuo a Quinn"
"Già.. ma onestamente non pensavo avresti chiamato"

Matt era rimasto in silenzio per un pò, più che altro per raccogliere le idee, ed
il coraggio, di dire quello che aveva pensato per tutto il giorno.

"Matt, sei ancora lì?"
"S-si, si sono qui"

Bert aveva sorriso dall'altro capo del telefono.
Era strano, per uno che appariva come Matt, grande, grosso, ed anche dall'aria ben
poco rassicurante, quella vena di incertezza nella voce.

"Sembri ancora nervoso, vuoi parlarne?"
"No, non ho chiamato per questo"
"E allora perché?"
"Mi chiedevo.. se.. se ti andava di uscire con me"
"Uscire? Come una specie di appuntamento?"
"Beh si, all'incirca"
"Wow, giuro che non ci avrei scommesso un dollaro.. ci sto, comunque. Quando?"
"Pensavo.. non so venerdì?"
"Ok"
"Solo.. come funziona? Io vengo a prendere te, o tu me?"

Bert aveva riso della reale confusione di Matt
Non era insolito, quando non sei mai uscito con un altro ragazzo non sai
bene quali sono le dinamiche.
Non sai se le regole di base che valgono per gli appuntamenti con le
ragazze vanno bene ugualmente.

"Io abito più vicino al centro, ed in più non ho la macchina, quindi mi
 sa che sarai tu a venire da me. Ti ricordi dove sto?"
"Si, non.. non ero così ubriaco. Va bene alle otto?"
"Perfetto"

Matt aveva chiuso la telefonata con un 'allora ciao' senza aspettare nemmeno
che Bert lo salutasse a sua volta, imbarazzato come mai in vita sua.
Era rimasto a fissare il cellulare per un pò, ancora leggermente incredulo
di aver davvero chiesto ad un ragazzo di uscire.

 


Padge era stato svegliato dal vibrare costante del suo cellulare sul legno
del comodino.
Si era rigirato un paio di volte tra le lenzuola prima di decidersi a stendere
una mano fuori dal letto ed afferrare a tentoni l'apparecchio che stava
facendo tanto rumore.
Aveva aperto lo sportellino senza neanche aprire gli occhi, ed aveva farfugliato
qualcosa che doveva essere un 'pronto', ma non gli somigliava neanche
lontanamente.
La voce di Quinn gli era arrivata squillante e completamente sveglia, e si
era ritrovato a sorridere, ancora prima di rispondere.

"Padge, stai ancora dormendo?"
"Perché che ore sono?"
"Le otto meno dieci"
"Cazzo! Non ho messo la sveglia. Arrivo tra poco"
"Allunghi se passi a prendermi, faccio due passi a piedi e ci vediamo a scuola"
"Sei sicuro?"
"Si"

Aveva chiuso il telefono alzandosi di fretta e si buttato sotto la doccia al volo.
Ne era uscito appena dopo cinque minuti, passandosi velocemente un asciugamano
tra i capelli che erano comunque rimasti umidi.
Si era buttato addosso le prime cose che aveva trovato nell'armadio ed era
sceso a prendere la macchina.


Quinn aveva messo il telefono in borsa insieme ai libri che gli sarebbero serviti
quel giorno ed aveva finito di prepararsi.
Era uscito di casa ed aveva attraversato il viale alberato, chiudendosi la felpa
fino al collo per proteggersi dall'aria ancora fresca a quell'ora del mattino.
Era poco più che a metà strada quando una macchina aveva suonato il clacson
nella sua direzione, ed il biondino aveva riconosciuto Moose.
Gli aveva sorriso, avvicinandosi al finestrino, ma il suo sorriso si era spento
velocemente quando aveva notato Jay seduto al posto del passeggero.
Moose gli aveva offerto un passaggio, ma lui aveva rifiutato.
Non aveva nessuna intenzione di stare nella stessa macchina con la persona
che ci aveva provato col suo ragazzo.
Era arrivato a scuola ed era passato a salutare i suoi amici.



Padge era riuscito ad arrivare a scuola miracolosamente in orario, anche un pò
in anticipo, per la verità.
Era andato al solito tavolo dove sapeva che avrebbe trovato i suoi amici, con
l'intenzione di salutarli e poi andare a cercare Quinn.
I ragazzi stavano tutti fumando, così Padge si era avvicinato ed aveva acceso
una sigaretta per sè.
Moose l'aveva guardato un pò di sbieco, incuriosito da quello che era successo
poco prima con Quinn

"Hey Padge, Quinn sta bene?"
"Si, perché me lo chiedi?"
"L'ho incontrato mentre arrivavo in macchina con Jay. Volevo dargli un
passaggio ma ha rifiutato. Era un pò strano."

Padge aveva incontrato lo sguardo di Jay, e si era immediatamente sentito
uno schifo.
Non aveva detto nulla del fatto che Quinn ce l'avesse con lui, perché
l'altro non si sentisse in colpa.
Aveva fatto una cazzata, si, ma dietro non c'erano grandi piani come credeva
il suo ragazzo, e non voleva che Jay si sentisse male per quello che aveva
fatto.

"Lui è.. solo di cattivo umore oggi"

La scusa di Padge era caduta nel vuoto, perché ognuna delle persone presenti
aveva capito come stavano le cose.
Il moro aveva salutato tutti ed era andato a cercare Quinn.
L'aveva trovato un paio di minuti dopo, seduto su uno dei bassi muretti che
circondavano il cancello della scuola, insieme ad i suoi amici.
Quinn aveva sorriso non appena l'aveva visto, e prima che Padge potesse
dire qualcosa l'aveva presentato a Jeph, Dan.. ed infine a Bert.
I due ragazzi si erano studiati a lungo in silenzio, stringendosi velocemente
la mano.
Entrambi avevano ancora delle remore sull'altro, per svariate ragioni.
Padge si era comportato comunque in modo gentile, e simpatico, perché era
la prima volta che incontrava "ufficialmente" gli amici di Quinn.
Il biondino aveva notato comunque che Padge aveva qualcos'altro in mente,
così aveva salutato i suoi amici, con la promessa di organizzare un vero
incontro tra loro e Padge, e si era allontanato con lui in un qualche angolo
del cortile dove avessero potuto parlare.

"Il tuo umore sembra peggiorato, va tutto bene?"
"Moose mi ha detto che hai rifiutato di salire in macchina con lui"
"Con Jay, mi sono rifiutato di salire in macchina perché c'era Jay"
"Andiamo Quinn, non potevi stare per cinque minuti nella stessa
 macchina con lui, con la presenza di Moose, tra l'altro?"
"Mi sembrava che avessimo già fatto questo discorso"
"E' che mi sembra un pò esagerato onestamente. Potresti cercare di.."
"Io non devo provare proprio niente, non voglio avere niente a che
 fare con lui, pensavo che fosse chiaro"
"Ma lui è uno dei miei migliori amici, dovrete imparare a convivere"
"E' un tuo amico, non mio"
"Davvero molto maturo"
"Sai cos'è immaturo? Che tu non sappia che parti devi prendere"
"Parti? Io non devo prendere proprio nessuna parte"
"Forse dovresti"


Quinn si era allontanato, e per la prima volta in una loro discussione Padge
non aveva provato a fermarlo.
Per quanto fosse sbagliato quello che Jay aveva fatto, non era giusto da
parte di Quinn obbligarlo a prendere una parte.
Non era giusto che si trovasse a scegliere tra il suo amico ed il suo ragazzo.


Matt non aveva potuto fare a meno di notare lo sguardo di Padge quando
si era allontanato per raggiungere Quinn.
Sapeva che questa situazione gli faceva male, e sapeva anche che l'amico
non era granché bravo a gestire situazioni delicate come quelle, quindi
aveva deciso di aspettarlo prima di entrare in aula.
Quando non l'aveva visto tornare però aveva pensato che era meglio
chiamarlo, per vedere se tutto andasse bene.
Padge gli aveva detto che probabilmente avrebbe saltato la prima ora, il che
non era esattamente un buon segno.
L'aveva raggiunto pochi minuti dopo, accanto alla sua macchina, nel parcheggio.
E dalla faccia dell'amico aveva capito di averci visto giusto.

"Allora che è successo?"
"Devo davvero spiegartelo?"
"Quinn non è voluto salire in macchina per via di Jay?"
"Già.."
"Beh c'era da aspettarselo Padge, non dovresti essere arrabbiato con lui
 per questo"
"Non sono arrabbiato Matt, è solo che questa situazione è pesante per
 me. Che dovrei fare? Fare a rotazione tra i miei amici ed il mio ragazzo?
 Oppure scegliere? Quinn mi ha detto che dovrei prendere una parte, ma
 non è giusto"
"Mi pare che tu sia un pò arrabbiato con lui invece. Lui non ti sta chiedendo di
 scegliere, ti sta chiedendo di non scegliere"
"Eh?"
"Si, perché tu hai già scelto, e lui ti sta chiedendo di non farlo. E tra parentesi
 hai scelto la cosa sbagliata secondo me"
"Io non ho scelto un cazzo"
"tu stai chiedendo a Quinn di adattarsi a quello che è successo, e così è come
 se tu avessi già scelto, ed hai scelto Jay"
"Io.. non l'avevo vista in questo modo"
"Già.. Quinn non ti ha chiesto di non vedere più Jay, ti sta solo domandando
 di non costringere lui a vederlo, mi sembra una richiesta ragionevole.
 Ascolta per te Jay è un amico, ma per Quinn è solo la persona che ci ha
 provato col suo ragazzo, non puoi pretendere che la cosa gli passi secondo
 i tuoi tempi, devi rispettare i suoi"
"Hai ragione.. cazzo hai ragione.."
"Lo so"
"E' solo che ho paura che questa situazione non si sbloccherà mai.
 Quinn non vuole nemmeno sentirne parlare. Se mi ascoltasse potrei
 almeno spiegargli come stanno veramente le cose, magari si convincerebbe
 che Jay non prova nulla per me"

Matt era rimasto in silenzio per un attimo, pensando che forse era arrivato il
momento di far riflettere Padge in un altro modo.
Lui non sapeva quello che Jay provava con certezza, non sapeva se davvero
ci fosse qualcos'altro dietro quel bacio, ma poteva capire il punto di
vista di Quinn

"Tu hai più parlato con Jay, per chiedergli il perché di quel bacio?"
"Lo so il perché Matt, ha solo fatto una cosa stupida"
"Questo te l'ha detto lui?"
"Non c'era bisogno. Mi ha anche chiesto scusa per averlo fatto"
"Questo vuol dire che si è reso conto di aver sbagliato, non significa
 che comunque non volesse baciarti"

Padge era rimasto basito da quella cosa.
Poteva capire che Quinn la leggesse in quel modo, perché beh.. lui era la
parte lesa e non conosceva quasi per nulla Jay.
Ma se anche Matt la vedeva così forse c'era qualcosa di cui preoccuparsi

"La pensi anche tu così? Credi che ci sia dell'altro?"
"Non lo so"
"Jay ti ha detto qualcosa che non so?"
"No, io non so come stanno le cose, ti sto solo dicendo che non dovresti
 escludere a priori questa possibilità"
"Ma andiamo Matt.. stiamo parlando di Jay, non può essere"
"Io mi rendo conto che tu non riesci a realizzare perché ci sei dentro, ma ti
 assicuro che visto dall'esterno, il rapporto di Jay nei tuoi confronti assomiglia
 molto più all'amore rispetto che all'amicizia"
"Cristo..."
"Ascolta, non sto dicendo che sia così, ok? Voi avete sempre avuto un rapporto
 particolare, e magari non c'è nulla da parte sua, esattamente come dalla tua.
 Ma probabilmente dovresti parlargli.. per scoprirlo"
"Già dovrò farlo.."
"Potrei parlagli prima io, magari per vedere di capirci qualcosa. Non sei granché
 bravo in certe situazioni"
"Grazie tante"
"Ma prima dovresti chiarire con Quinn, e per chiarire intendo chiedere perdono.
 Sono quasi diventato gay per salvare la vostra coppia"
"Quasi?"
"Fanculo"
"A proposito di questo.. hai chiamato Bert?"

Padge aveva ridacchiato, notando immediatamente l'imbarazzo dell'amico,
ed aveva ricevuto in risposta un altro vaffanculo ed un dito medio

"Ti stai divertendo un mondo eh? Comunque si.. l'ho chiamato"
"Wow devo dieci dollari a Quinn, avevo scommesso che non l'avresti mai
 fatto"
"Non vorrei essere ripetitivo mandandoti di nuovo a fanculo"
"Oddio non ti mollerò un attimo fino al momento in cui uscirai con lui.. perché
 ha accettato, giusto?"
"Si, e sappi che non verrai a casa mia come se io fossi una fottuta adolescente
 al primo appuntamento per aiutarmi a decidere cosa mettere"
"No, verrò solo per prenderti in giro. Quando uscite?"
"Venerdì"
"Cazzo! Non ci sono venerdì! Ho un appuntamento con Quinn"
"Porta anche lui, tanto è idiota tanto quanto te"
"E' un appuntamento un pò più ufficiale.. vado a cena a casa sua.. con sua
 madre"

Matt l'aveva guardato per un attimo prima di mettersi a ridere.
Questo superava di gran lunga la sua uscita con Bert in quanto a divertimento.
Era molto contento di avere qualcosa per poter prendere in giro Padge a
sua volta

"Oh wow. Sei sulla buona strada per diventare la signora Allman, o sarebbe lui
 la signora Padget? Come funziona?"
"Fottiti"
"Beh prima del grande evento sarà il caso che tu faccia pace con Quinn"


I due ragazzi erano entrati alla seconda ora.
Padge aveva seguito la lezione di storia senza in minimo interesse, scarabocchiando
qualcosa senza senso sul quaderno.
Avrebbe voluto lasciare quella cazzo di lezione ed andare a prendere Quinn, ma non ricordava
l'orario delle sue lezioni, e non era il caso di bussare a tutte le aule
dell'istituto, così gli aveva mandato un messaggio per chiedergli di incontrarlo al
solito posto, durante la pausa pranzo.
Il biondino non aveva risposto, ma all'orario dell'appuntamento Padge era
comunque salito ad aspettarlo.
Quinn era arrivato dieci minuti dopo, mentre il moro se ne stava ancora seduto
su una vecchia scrivania addossata alla parete.
Era stato indeciso se salire oppure no, non perché ce l'avesse ancora con lui, ma
perché aveva paura che Padge fosse arrabbiato, e ne avrebbe avuto anche tutte
le ragioni.
Non avrebbe dovuto dirgli che doveva scegliere tra lui e Jay, e tra l'altro
non lo pensava davvero, era solo innervosito dalla cosa.
Padge aveva alzato la testa quando si era accorto della sua presenza, e Quinn
aveva camminato fino a trovarsi davanti a lui e gli si era messo tra le braccia

"Mi dispiace Padge"

Il moro l'aveva allontanato leggermente da sè perché Quinn lo guardasse bene
il faccia.

"No piccolo, avevo torto io. Tu hai tutte le ragioni per avercela con Jay, e non
 è giusto chiederti di vederlo se non vuoi"
"Ma questo ti fa arrabbiare con me"
"Si, prima ero un pò arrabbiato, ma la vedevo solo dal mio punto di vista, non
 mi ero messo nei tuoi panni. Mi dispiace"
"Io non voglio che tu ti allontani da lui, ma è troppo presto, non puoi pretendere
 che diventiamo amici"
"Lo so"
"E non ti arrabbierai più?"
"No. Ascolta, non lascerò che questa cosa si metta tra me e te, ok?"
"Ok"
"Vuoi una piccola notizia per farti tornare il buon umore?"
"Si"
"Matt ha chiesto a Bert di uscire"

Quinn aveva ridacchiato, riprendendo il suo posto contro il petto di Padge, ed il
moro l'aveva circondato con le braccia.
Padge gli aveva raccontato quello che lui e Matt si erano detti, tralasciando la parte
dei dubbi su Jay.
Non era il caso di parlargliene, non prima di esserne stato sicuro.
Avevano diviso il pranzo che Quinn si era portato da casa, e poi erano ritornati
in classe, per terminare quella giornata.



Il venerdì era arrivato molto velocemente
Quinn aveva la prima ora libera ed era andato a fare colazione coi suoi amici, così
Padge aveva raggiunto i suoi al solito posto, per la consueta sigaretta mattutina.
Sia lui che Matt sembravano piuttosto nervosi quella mattina, e nessuno dei
due sembrava molto incline a chiacchierare, persi com'erano ognuno nei propri
pensieri.
Quando la campanella della prima ora era suonata i due ragazzi si erano guardati
in faccia e non c'era stato bisogno di dire nulla.
Se n'erano tornati entrambi a casa, perché non potevano davvero sopportare
sei ore di lezione, e dovevano prepararsi entrambi psicologicamente alla serata
che li aspettava.



Matt era arrivato sotto casa di Bert dieci minuti prima, aveva davvero bisogno
di una sigaretta per rilassarsi.
Alle otto in punto aveva fatto uno squillo a Bert e qualche istante dopo
l'aveva visto apparire dalla porta dove l'aveva accompagnato la sera che erano
stati insieme.
Era vestito pressappoco come gli altri giorni, con i pantaloni mezzi strappati,
una maglietta piena di croci dalle fattezze vagamente inquietanti, ed una felpa
nera al di sopra della t-shirt.
I suoi capelli lunghi e neri erano un casino come al solito, Matt si chiedeva
se l'altro ragazzo si pettinasse, ogni tanto.
Bert si era avvicinato alla macchina e l'aveva salutato con un mezzo sorriso.
Matt era così nervoso che l'altro avrebbe potuto accorgersene a chilometri
di distanza
Faceva quasi un pò tenerezza

"Matt, respira ok?"
"Sono solo un pò teso"
"Si, giusto un pò"
"La pianti? Allora dove vuoi andare? Pensavo che potevamo mangiare
 qualcosa. Scegli tu dove"
"Mmh dipende"
"Da cosa?"
"Beh dipende se vuoi che andiamo in un posto dove nessuno che conosci
 possa vederci oppure se non ti importa"
"No, non mi importa"
"Oh wow. Ok, andiamo. Ti do io le indicazioni"
"L'ultima volta che l'hai fatto sono finito nel bagno di un bar di dubbia
 fama"
"Già, e non mi sembra che ti sia dispiaciuto"
"Ok, cambiamo argomento, e andiamo"

Bert aveva ridacchiato ed era salito in macchina, mentre Matt restava per
un attimo fermo a guardarlo.
Aveva scosso la testa ed era salito a sua volta, seguendo ancora una
volta la voce di Bert che gli spiegava la strada.
Erano arrivati a destinazione dieci minuti dopo, e nonostante non fosse distante
dal centro Matt non l'aveva mai visto in vita sua.
Era sceso dalla macchina ed aveva raggiunto Bert dall'altro lato della vettura.

"Ma come li conosci questi posti?"
"Sono un ragazzo dalle mille sorprese"

Matt l'aveva spinto improvvisamente contro lo sportello della macchina e l'aveva
baciato.
Ed era una cosa venuta fuori così, non aveva neanche pensato di baciarlo,
si era solo ritrovato con le labbra attaccate a quelle dell'altro come se non
avesse avuto il minimo controllo.
Bert aveva sbuffato fuori l'aria contro le sue labbra, per la sorpresa e per il contatto
contro l'alluminio della portiera, ma subito dopo aveva schiuso la bocca ed
aveva lasciato che la lingua di Matt trovasse la sua, godendosi leggermente il
sapore di tabacco dell'altro.
Si erano staccati un paio di volte per respirare, riprendendo immediatamente
dopo a baciarsi ancora.
Era stato Matt a staccarsi per primo, per riprendere un attimo di controllo.
Era assurdo come il suo cervello sembrasse disconnettersi quando era in
presenza di Bert.

"Ok, forse dovremmo entrare"
"Già"
"Aspetta, penso che dovremmo anche darci delle regole"
"Regole? Del tipo?"
"Tipo.. andare in bagno uno alla volta"
"Come sei noioso Tuck"







Prima parte dell'appuntamento andata, l'altra la vedrete nel prossimo!
Ho dovuto tagliarlo perché era davvero troppo lungo, e poi così è più divertente! xD
Anche qui perdonatemi per l'attesa, ma vari problemi mi hanno impedito di postare
prima ç.ç
Detto questo, grazie mille per le recensioni!


ChemicallyUsed: Ahah I know hun, tu ami le coppie come loro!
Ecco un pò del Matt&Bert (awww) che volevi, che te ne pare hun?
E tu che cogli sempre cose assurde, che solo io so che ci sono, che ne
pensi in questo momento di Jay?


Xx_ImJustAKid: Siccome tu sai che io sono sadica, vi ho diviso in due
l'appuntamento! xD
Ahah hai fatto la mia stessa faccia al "gruppo di froci" *-*
Il fattore Jay si chiarirà, ma nel capitolo Matt aiuta Padge a capire qualcosina
in più, che ne dici?

Jessromance: Ahah sono contenta che ti piacciano Matt e Bert. Ecco la prima
parte dell'appuntamento. Aspetto di sapere che te ne pare xD

_Francesca92_ :Ahah grazie mille, spero che anche questo ti piaccia!
Sono curiosa di sapere cosa ne pensi!

Friem: Ahah Bert ha un dono, non c'è che dire xD
Beh che te ne pare di questa parte di appuntamento? xD
Il seguito di Earthquake non ha mai smesso di essere nei miei pensieri, ma è una
storia a cui sono estremamente legata, e va un pò a rilento perché la mia mente
si rifiuta di chiuderla definitivamente. E' una sofferenza, ma va avanti.
Non la lascerei mai così, è la storia del mio cuore *-*

ColdBlood: Ahah beh dai honey, Matt doveva aspettarsela qualche presa in giro xD
Però è anche molto saggio, il nostro Matt, ed ha aperto un pò gli occhi di
Padge, no?
Comunque Bert è amore, e lo sarà sempre di più!
Che ne dici del capitolo?

Crazy_Me: Dai Padge non è crudele! Lo prende solo un pò in giro xD
Sono curiosa di sapere cosa pensi di questo capitolo, perché ci sono diversi
chiarimenti, e poi c'è l'appuntamento! (almeno una parte xD)
Grazie sempre per i complimenti, io AMO le tue recensioni!



Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** First dates ***






First dates







Il posto dove Bert l'aveva portato sembrava una specie di pub, ma all'esterno
si allargava in una sala all'aperto, circondata da siepi, dove c'erano una serie di tavoli
apparecchiati per poter servire anche la cena.
Bert aveva salutato un paio di camerieri ed aveva chiesto un tavolo per due
Matt si sentiva un pò strano, la sala era principalmente occupata da coppie, coppie
etero, e Matt invece era lì.. con Bert.
Era un pò spiazzante.
Gli era passata quasi subito però, almeno in parte.
Avevano iniziato a chiacchierare e Matt si era velocemente adattato alla situazione.
Bert era simpatico, ed aveva l'insana capacità di inserire una parolaccia all'incirca
ogni tre parole.
Matt era rimasto piacevolmente sorpreso perché nonostante l'aria scapestrata
aveva scoperto una persona molto intelligente, ed onesta oltre ogni limite immaginabile.
Bert diceva qualsiasi cosa gli passasse per la mente, come se non avesse nessun
filtro, ma era anche pronto allo stesso tempo ad accettare tutto quello che gli altri
gli dicevano.
Si poteva parlare di ogni cosa con lui, ed era piacevole ascoltarlo.
Inevitabilmente i loro discorsi erano caduti anche sui loro amici.
Bert aveva ancora un paio di dubbi su Padge, scaturiti soprattutto dal fatto che
non lo conoscesse per nulla, fatta eccezione per quello che gli aveva detto Quinn.

"Posso farti una domanda?"
"Sicuro"
"Riguarda Padge"
"Proprio non ti piace eh?"
"No, è solo che non lo conosco"
"Spara"
"Quando hai detto quelle cose a Quinn sulla sua famiglia, voglio dire.. sembravano
 cose piùttosto gravi"
"Beh non è una situazione facile. Perché me lo chiedi?"
"Perchè voglio capire quanto grave sia da dover tenere nascosta la presenza di
 Quinn come se ci fosse qualcosa di cui vergognarsi"
"Padge non si vergogna di Quinn, lui lo ama"
"Sto solo cercando di capire"
"E poi ti tranquillizzerai nei suoi confronti?"
"Beh dipende da quello che mi dirai"
"Ok. Il padre di Padge è un avvocato, un pezzo grosso, che proviene da una famiglia
 di altrettanti pezzi grossi. Per lui l'unica cosa veramente importante è l'apparenza, e
 tende a tenere tutte le cose sotto controllo.
 E se le cose non vanno come lui crede che dovrebbero.. beh può diventare
 piuttosto cattivo"
"Oh.. nel senso che.. lo picchia?"
"No, non è fisicamente che gli fa male, ma sa come ritorcere le cose contro le
 persone quando le situazioni non gli piacciono, e lo fa anche con Padge"
"Se le cose non vanno come dice lui è pronto a far male a suo figlio?"
"Senza battere ciglio"
"Cazzo"
"Già.. quindi non fraintendere Padge, lui è davvero innamorato di Quinn"
"Ti credo"

Matt gli aveva sorriso, e Bert aveva spostato la sua sedia più vicino all'altro, poggiandogli
una mano sulla gamba in un gesto noncurante.
Il più grande gli aveva lanciato uno sguardo divertito, e Bert aveva iniziato
a muovere la mano aventi e indietro.

"Fa il bravo"
"Non ti ho mica trascinato nel bagno"
"Vorresti?"
"E' un tono malizioso quello che sento?"
"E' solo una domanda"

Le dita di Bert si erano mosse più in alto, verso il cavallo dei pantaloni dell'altro, senza
però toccarlo davvero.
Matt aveva respirato un pò più a fondo del normale, trattenendosi dal portare lui
stesso la mano di Bert tra le sue gambe.

"Ti.. ti prego.."
"Cosa? Ti prego smetti? Oppure ti prego continua?"
"Non.. non lo so nemmeno io.."


Bert si era staccato, sorridendogli in maniera tranquilla e rilassata.
Gli aveva promesso che non ci sarebbero state pressioni, ed era intenzionato
a mantenere quella promessa.

"Ok, non sei ancora pronto per questo"
"Credo di no, scusami"
"Va bene così"

Il momento di confusione era passato molto velocemente, e come se niente
fosse i loro discorsi erano scivolati in maniera del tutto naturale di nuovo su di loro.
Matt gli aveva raccontato della band, di come si sentisse davanti ad un microfono
o con la sua chitarra tra le mani.
Ed aveva scoperto che anche Bert cantava, e scriveva testi, anche se non aveva
mai avuto una vera e propria band.
Matt osservava il ragazzo moro davanti a sè e non poteva fare a meno di
pensare a quanto l'apparenza ingannasse.
Quell'aria gracilina e quei movimenti scattosi davano l'idea che Bert fosse soltanto
un ragazzino un pò spostato, ma a sentirlo parlare si capiva che aveva una
forza non indifferente, un grande carattere ed anche un grande cuore.
Lo si capiva dal modo in cui parlava di Quinn.



Erano stati seduti a quel tavolo per almeno tre ore, restando quasi gli unici
nella sala mentre tutti gli altri se ne andavano.
Quando si erano resi conto che non c'era praticamente più nessuno si
erano guardati ed avevano ridacchiato.
Bert aveva chiesto il conto e Matt era ritornato per un attimo allo spiazzamento
dell'inizio, e l'altro non aveva avuto difficoltà ad accorgersene.

"Va tutto bene Matt?"
"Si.."
"Sei sicuro? Dimmi quello che ti passa per la testa"
"Ok.. è solo che.. ok.. se tu fossi una ragazza quando sei arrivato ti avrei
 aperto la portiera della macchina, ed adesso pagherei il conto. E non fraintendermi,
 mi fa piacere pagarlo se tu vuoi, ma ecco.. non ho idea di come funzionino
 queste cose"


Bert aveva ridacchiato, però capiva quello che Matt voleva dire.
Si chiedeva se le regole fossero le stesse, era una cosa del tutto normale.
Gli ci sarebbe voluto un pò di tempo per fargli capire che non era necessario
mettere nessuna regola di comportamento.
Che non si aspettava niente da lui se non che fosse se stesso.
Avrebbe imparato.. col tempo..
Bert voleva solo che si tranquillizzasse


"Che ne dici se ci dividiamo il conto?"
"E la portiera? Vuoi che ti apra la portiera?"
"Se come no, provaci"
"Sono io che ti ho invitato, dovrei pagare io"
"Se lo fai, diventerà un vero e proprio appuntamento"
"Pensavo che col bacio di prima lo fosse già"
"Sei un ragazzo pieno di sorprese"


Il moro aveva ridacchiato, aveva pagato il conto per entrambi, ed erano usciti
nuovamente dal locale per raggiungere la macchina.
Matt aveva seguito dall'altro lato della vettura, come in un gesto automatico.
Bert l'aveva guardato con un mezzo sorrisino sul volto.
Aveva decisamente fatto dei passi avanti, e dopo alcuni momenti di naturale
nervosismo ed imbarazzo Matt si era tranquillizzato notevolmente.
Certo, era pur sempre una grande novità per lui, ma aveva saputo gestire
la cosa, non era da tutti


"Sei stato bravo"
"Cioè?"
"Si, pensavo che avresti dato fuori di matto.. molto di più"
"Perché tu non sai cosa c'è nella mia testa"
"Sei stato bravo lo stesso"
"Sono.. sono stato bene"


Stavolta era stato Bert a baciare Matt, ed il suo 'anch'io' era scivolato fuori
mentre le loro labbra erano già attaccate.
Bert l'aveva preso per la felpa e trascinato verso di sè.
Neanche dieci secondi dopo era premuto contro il finestrino freddo della
macchina, leggermente sulle punte per riuscire a baciarlo per bene.
Si era aggrappato alle sue spalle e Matt gli aveva portato una mano dietro la testa,
incastrano le dita nei capelli dell'altro appena sopra la nuca.
Si erano separati per riprendere fiato, ma appena qualche secondo dopo erano
nuovamente attaccati, ed avevano fatto la stessa cosa per almeno dieci minuti,
perché nessuno dei due sembrava riuscire a staccarsi, se non per respirare.
Le mani di Matt erano scivolate sotto la felpa dell'altro, senza che l'avesse
veramente deciso, per toccare la sua pelle della schiena.
Bert gli si era stretto ancora di più addosso, sentendo chiaramente che entrambi
erano eccitati.
L'aveva sentito anche Matt, ovviamente.
Ed era stata una strana, davvero strana sensazione, ma nonostante tutto
aveva continuato a baciarlo.
Le mani di Bert si erano poggiate sulle sue gambe e poi erano risalite al
cavallo dei suoi pantaloni, facendo gemere leggermente l'altro.
Si erano allontanati solo quando nel parcheggio erano arrivate altre persone a
recuperare le loro macchine, e perché si erano resi conto di dare spettacolo.
Erano saliti entrambi nell'auto di Matt, che era comunque rimasta spenta.

"Quindi adesso che succede?"
"Io.. non ne ho idea. Mi sento.. un pò senza controllo quando sei presente"
"Ed è un male?"
"Non lo so. Voglio dire.. non so se voglio"
"Dipende da te Matt"
"Perché non mi dici quello che vuoi tu Bert?"
"Vuoi che sia onesto? Tu mi piaci. Voglio dire, all'inizio era solo perché.. beh
 perché tu sei sexy.. ma è stata una bella serata. Ma sei tu che devi decidere
 che cosa succederà, io non ho dubbi"
"Non so se sarò mai pronto a.. a fare sesso con un uomo"
"Lo capisco"
"Ma questo è un problema, no?"
"Diciamo che posso darti un pò di tempo per decidere qual'è la cosa giusta
 per te"
"Ok"


Finalmente Matt aveva messo in moto la macchina ed era partito.
Aveva acceso la radio per riempire il silenzio dell'abitacolo, mentre lui rifletteva
su quello che lui e Bert si erano appena detti.
La macchina era arrivata velocemente sotto casa di Bert, senza intoppi
date le strade praticamente deserte.
Il più piccolo si era mosso per scendere, ma la voce di Matt aveva bloccato il
suo movimento


"Aspetta.."
"Che c'è?"
"Quello che hai detto.. vuol dire che non vuoi più vedermi.. come stasera?
 Voglio dire.. finché non prendo una decisione?"
"Beh mi pareva che avessi detto che ti serviva tempo per capire"
"Si, ma che vuoi che capisca stando da solo? Dovrei capirlo.. con te"

Bert aveva sorriso, guardandolo in silenzio per un lungo momento.
Era sopreso di tutta la disponibilità che stava dimostrando nei confronti di Matt.
Solitamente non era un tipo così paziente.
Ma in Matt c’era qualcosa, qualcosa che li rendeva molto simili, per certi versi.


"Quindi che suggerisci?"
"Potremmo.. darci un secondo appuntamento"


Bert si era sporto verso di lui e l'aveva baciato ancora, non come in precedenza però.
Più che altro una specie di bacio a stampo a mò di saluto

"Ok, chiamami"

Era sceso dalla macchina ed aveva fatto qualche passo in direzione della porta
di casa quando Matt aveva abbassato il finestrino, e l'aveva richiamato.
Bert era tornato indietro, ed aveva sporto la testa nel vetro abbassato

"Cosa?"

Matt aveva allungato una mano verso i laccetti che chiudevano la felpa dell'altro
in cima alla cerniera e se l'era portato più vicino in richiesta di un bacio vero.
Bert aveva ridacchiato e l'aveva accontentato, molto volentieri, giocherellando
con la sua lingua mentre l'altro docile lo lasciava fare, senza cercare di
prendere il controllo del bacio.

"Ribadisco. Sei un ragazzo pieno di sorprese Tuck"






Padge era arrivato a casa di Quinn con un pò di anticipo.
Aveva parcheggiato l'auto nel vialetto ed era rimasto fermo, cercando di
calmare il suo nervosismo.
Era tentato di accendersi una sigaretta per rilassarsi ma non voleva entrare
in casa del biondino con l'odore di fumo addosso.
Quinn era seduto sul divano mentre sua madre trafficava in cucina, quando
aveva sentito il rumore della macchina fermarsi davanti casa.
Era saltato in piedi improvvisamente, facendo cadere per terra il telecomando
della televisione poggiato sulle sue gambe, senza preoccuparsene minimamente.
L'aveva lasciato per terra ed aveva aperto la porta di casa, notando il suo
ragazzo seduto nella macchina ancora accesa.
Aveva socchiuso la porta alle spalle e l'aveva raggiunto, salendo in macchina
e prendendo posto accanto a lui, senza che l'altro si fosse minimamente
accorto della sua presenza

"Hai ancora il motore acceso, stai pensando di scappare?"
"Hey piccolo"
"Va tutto bene?"
"Si. Tutto bene. Sono.. solo un pò nervoso"
"Andrà tutto bene"
"Lo so, solo vorrei una sigaretta"
"Fumala"
"Non voglio puzzare di fumo quando entrerò"
"Padge, non è l'inquisizione, è mia madre"
"Voglio solo fare una buona impressione. Pensi che avrei dovuto
 vestirmi.. più elegante?"
"Tu hai dei vestiti eleganti?"
"Fanculo"

Quinn aveva ridacchiato, mentre dava un'occhiata alla t-shirt nera ed ai jeans dello stesso colore.
Si era sporto un pò verso di lui per guardarlo meglio nella poca luce
I capelli di Padge profumavano di shampoo e la sua pelle di bagnoschiuma.

"A me sembri bellissimo. Anche troppo bello"
"Come sarebbe a dire troppo?"

Il biondino aveva spento la piccola lucetta attaccata allo specchietto retrovisore
che illuminava l'abitacolo ed erano rimasti al buio, illuminati soltanto dalla luce
provenienti dai lampioni della strada, che comunque arrivava a malapena fino
a loro.
Quinn si era chinato a baciarlo, succhiando leggermente il labbro inferiore di
Padge e passando la lingua sul piercing appuntito appena sotto il labbro.

"Io conosco un modo per farti rilassare"
"Non provarci neanche"
"Ma..perché?"
"Tua madre è a due metri da noi, non è proprio il caso dolcezza"
"Ok peggio per te, entriamo?"

Padge aveva preso un grande respiro, e Quinn aveva sorriso, strusciando il naso
contro il collo dell'altro come a fare le fusa.
Il moro aveva recuperato qualcosa dal sedile posteriore ed erano scesi.

"Che hai là dentro?"
"Ho pensato che era il caso di portare qualcosa. Si fa in questi casi, no?"
"E che ne so io? Comunque cos'è?"
"Quei biscottini al cioccolato bianco che ti piacciono tanto"
"Stai cercando di comprare mia madre?"
"Idiota"

Quinn aveva incastrato le sue dita in quelle della mano libera di Padge ed erano
entrati in casa.
La madre del biondino aveva sentito la porta chiudersi, anche se nessuno aveva
bussato, e si era affacciata dalla cucina.
Aveva osservato suo figlio sorridere all'altro ragazzo come per rassicurarlo
e posargli un delicato bacio sulle labbra che aveva fatto sorridere il moro.
Era tornata in cucina sorridendo, aspettando che fosse il figlio ad informarla
della loro presenza.
Erano passati pochi secondi prima che lo sentisse urlare dal salotto che
erano arrivati
Debbie si era slacciata il grembiule ed aveva raggiunto i due ragazzi nel
salotto.


Padge aveva sorriso timidamente e si era presentato come 'Michael', anche
se non era abituato a definire sè stesso così, mentre le stringeva la mano.
Il moro gli aveva porto i dolcetti che aveva portato e si era guadagnato
un sorriso dolce ed un ringraziamento.

"Quinn mi ha detto che mangi di tutto. Ho preparato gli spaghetti al pesto
 e l'arrosto, va bene?"
"Benissimo"
"Ok, tra cinque minuti è pronto. Vuoi una bibita nel frattempo?"
"No grazie signora, sto bene così"
"Debbie, chiamami Debbie"
"O-ok"


Pochi minuti dopo erano seduti al tavolo, Quinn poteva sentire la mano destra
di Padge tamburellare nervosamente sulla sua gamba.
Il biondino gli aveva afferrato la mano sotto al tavolo e Padge si era leggermente
tranquillizzato.
Anche Quinn cominciava a sentire il nervosismo salirgli nello stomaco.
Debbie aveva riempito i piatti e si era seduta di fronte ai due ragazzi, lasciando
che iniziassero a mangiare.
La sua attenzione era rimasta comunque sul moro, cercando di osservarlo
per bene senza farlo sentire in imbarazzo.
Era un bel ragazzo, anche se in un modo completamente diverso dal
suo Quinn.
Aveva i lineamenti del volto più marcati, ed era in generale fisicamente più
grande di Quinn
Aveva i capelli lunghi, ma invece di dargli un'aria trasandata erano davvero
adatti al suo modo di essere.


"Da quando suoni la chitarra Michael?"
"Oh praticamente da sempre. Mi hanno regalato la prima chitarra che
 avrò avuto quattro anni. Era più grande di me"
"Quinn mi ha detto che hai una band"
"Si, con i miei tre migliori amici, ma per ora suoniamo solo nel garage
 di uno di loro"
"Padge è bravissimo sai mami?"
"Sono sicura che lo è. Mi piacerebbe sentirti una volta.. e Quinn, perché
 continui a chiamarlo Padge dato che ha un nome così bello?"
"Mi chiamano tutti così perché nel gruppo siamo in due a chiamarci
 Michael"
"E Quinn come se la cava con la chitarra?"
"Oh è molto bravo, impara in fretta. E' molto portato"
"L'avrà preso da suo padre"


Quinn aveva osservato il suo ragazzo chiacchierare con la madre.
Gli faceva un certo effetto averli lì entrambi, in pratica le persone più
importanti della sua vita, a parte i suoi amici.
Aveva visto Padge in tanti modi, ma mai come lo vedeva adesso.
Lui lo vedeva sempre forte e grande, quello che lo faceva sentire al
sicuro e protetto, ed adesso vederlo così timido e imbarazzato gli faceva
venire voglia di abbracciarlo.
Non gli era mai sembrato così bello.

Debbie puntava ogni tanto lo guardo su suo figlio, anche a lei faceva
uno strano affetto trovarsi lì, con Quinn ed il suo ragazzo.
Osservava suo figlio guardare l'altro con un aria completamente persa,
come se  fosse la cosa più bella del mondo.

"Hai fratelli o sorelle Michael?"
"No, sono figlio unico, come Quinn"
"Ed i tuoi genitori che fanno?"
"Mio.. mio padre è un avvocato, e mia madre insegnava, adesso sta
 a casa"

Debbie aveva osservato l'ombra passare sul viso del ragazzo non appena
il discorso era caduto sulla sua famiglia.
Aveva immediatamente cambiato argomento per non metterlo in imbarazzo,
ma gli si era stretto il cuore a vedere il modo in cui si erano intristiti gli occhi
di Michael.
Era una cosa di cui una madre si accorgeva, necessariamente.
 
"Quinn tu conosci gli amici di Michael?"
"Si, lui mi ha portato ad ascoltare la sua band"
"E lui conosce quegli scapestrati dei tuoi, di amici?"

Padge aveva ridacchiato mentre Quinn sbuffava alla frase di sua madre.
Ogni volta che faceva quel gesto un pò infantile gli faceva venir voglia
di arruffargli i capelli e fargli arricciare il naso.

"Si, li conosce. E non sono degli scapestrati. Ok..forse Bert un pò si"

Il biondino aveva spalancato gli occhi non appena gli era tornato alla mente
dell'appuntamento di Bert con Matt.
L'aveva completamente dimenticato.
Sua madre l'aveva osservato interrogativa, chiedendogli cosa succedesse

"Mi sono ricordato che stasera Bert aveva un appuntamento"
"Ah si? Un appuntamento galante?"
"Si, con il miglior amico di Padge"
"Beh bene. E' ora che si trovi un bravo ragazzo... come hai fatto tu"

Padge era leggermente arrossito, senza dire niente.

"Quinn porta i dolcetti in salotto, carico la lavastoviglie e vi raggiungo"
"Posso.. posso dare una mano?"
"No Michael, non preoccuparti, ci penso io. Prendi il caffè? Quinn ne
 beve troppo ma non riesco ad obbligarlo a smettere"
"Si, grazie"

Debbie aveva osservato i ragazzi uscire dalla cucina ed aveva sorriso.
Era felice di aver conosciuto il ragazzo di Quinn, ed era felice soprattutto
che sembrasse amare il suo bambino come lui amava Michael.
Si vedeva dal modo in cui lo guardava, dal modo in cui Quinn sorrideva ogni
volta che i loro sguardi si incontravano.
Aveva messo a posto la cucina e li aveva raggiunti, sorridendo ancora
una volta quando aveva visto suo figlio giocherellare con le dita del
moro.
La conversazione era andata avanti piacevolmente ancora per un pò.
Niente di imbarazzante, come Quinn aveva sperato.
Il biondino aveva mangiato almeno una decina di biscotti al cioccolato
bianco impiastricciandosi tutte le mani e facendo ridacchiare Padge.
Quinn mangiava con l'entusiasmo e l'allegria di un bambino, era una
cosa che gli era sempre piaciuta.

"Mamma.. pensavo di uscire per un paio d'ore, va bene?"
"Va bene, ma non fare troppo tardi, e prendi una felpa, fa fresco"

Quinn le aveva lasciato un bacio sulla guancia prima di correre al piano
di sopra per lavarsi le mani e recuperare qualcosa per coprirsi.
Debbie e Padge si erano alzati, per i saluti, e la donna aveva abbracciato
il ragazzo

"E' stato un piacere conoscerti. Vieni qua quando vuoi, sarai sempre il
 benvenuto"

Padge era rimasto per un attimo immobile e spiazzato, prima di ringraziare
e sorridere.
Non si aspettava una cosa del genere, e più di tutto non si aspettava
che si sarebbe sentito così.
Era una bella sensazione, davvero, ed allo stesso tempo lo rendeva
estremamente triste.
Quinn era sceso appena qualche secondo dopo ed i due ragazzi erano
usciti. Il biondino si era stretto al suo ragazzo non appena erano stati fuori.
Aveva immediatamente notato il cambiamento in Padge.
Aveva osservato i suoi occhi leggermente lucidi senza capire bene cosa fosse
successo, cosa fosse cambiato in appena un paio di minuti.
Il moro aveva fatto qualche passo verso la macchina ma Quinn l'aveva
trattenuto per la manica, per farlo voltare nuovamente verso di sè

"Che succede?"
"Niente piccolo"
"Padge, che c'è? Mia madre ti ha detto qualcosa?"
"Si"
"Cosa?"
"Mi ha abbracciato e mi ha detto che sarò sempre il benvenuto"
"E perché sembri triste?"
"E' solo che.. sei fortunato. Lei ti ama più di ogni altra cosa al mondo, si
 vede"
"Si, lo so. Sono fortunato"
"E che non so cosa si provi, non conosco la sensazione"

Le parole erano uscite dalla sua bocca, disarmanti e sincere da fare male.
Da fare male ad entrambi.
Era probabilmente la prima volta che diceva quella verità ad alta voce, con
sè stesso, e di fronte a qualcun'altro.
C’era la sorpresa, perché nonostante ogni conferma contraria, non si smette mai
di sperare che i propri genitori, almeno loro, possano amarti nonostante tutto.
Qualsiasi cosa tu faccia, qualsiasi cosa tu diventi.
Ed il dolore, la sofferenza quando scopri che non è così, non per tutti almeno.
Quinn lo aveva osservato con gli occhi un pò sgranati.
Non aveva mai visto Padge così triste, mai in tutti quei mesi.
Gli si era stretto il cuore a vederlo così.
A volte dimenticava i suoi problemi, dato che l'altro non ne faceva parola.
Padge era quello forte, quello rassicurante, quello che sdrammatizzava la
situazione e trovava una soluzione.
Ma non era solo quello, era il suo ragazzo, ed aveva bisogno di lui.
Perché nessuno è forte sempre, nessuno è sempre sicuro, o invulnerabile.
Si era stretto a lui e gli aveva sfiorato le labbra, circondandogli il collo
con le braccia

"Invece la conosci. Io.. io ti amo più di ogni altra cosa al mondo. E ti ringrazio
 per essere venuto stasera, non avevo pensato che avrebbe potuto farti male"

Padge l'aveva osservato in silenzio, non sapendo bene cosa dire.
Perché era la verità, lui la conosceva quella sensazione.
La conosceva da quando Quinn era entrato nella sua vita.


"Io.. sono io che..dovrei ringraziare te"
"Per cosa?"
"Oh.. io.. io non so nemmeno da che parte cominciare per spiegartelo"

Il biondino l'aveva stretto forte, perché sapeva esattamente cosa Padge
volesse dire, lo provava anche lui.
La gratitudine perché quella certa persona è nella tua vita.
E non dipende dalle azioni, o dalle parole, è qualcosa che senti dentro.
Una specie di calore che sale dallo stomaco fino alla gola, che ti fa sentire
come al sicuro, sempre protetto, come se ci fosse sempre qualcuno alle
tue spalle.

"Che posso fare per farti sentire meglio?"
"Non c'è bisogno piccolo"
"Vuoi.. vuoi che chiamiamo i tuoi amici? Possiamo.."
"I miei amici? intendi tutti i miei amici?"
"Si.. se può farti sentire meglio.."

Padge aveva guardato il biondino dritto negli occhi, senza parole per un lungo
momento.
Poteva leggerglielo sul viso che il pensiero di vedere Jay gli faceva male.
Era qualcosa negli occhi.
Ma si stava sforzando, solo per lui.
Padge aveva sentito esattamente quella sensazione, in quel momento.
Quella di essere amato più di ogni altra cosa al mondo.
Gli aveva solo stretto le dita tra le sue

"Non devi, il fatto che tu l'abbia detto mi basta, sto già meglio"
"Sicuro?"
"Si. Voglio stare un pò solo con te"
"Suona interessante"

Il moro aveva ridacchiato, scrollando la testa a destra e sinistra come per scacciare
via la tristezza, ed avevano camminato fino alla macchina.
Padge si era seduto al posto del guidatore, lasciando comunque il motore spento.
Si era voltato verso Quinn e l'aveva baciato, prendendo il viso del biondino tra
i palmi di entrambi le mani.
Quinn si era staccato leggermente, di pochissimo, quanto bastava per tirare fuori
la lingua, giocherellando dispettosamente col piercing di Pagde.
Il moro l'aveva lasciato fare, arricciando il naso ad ogni tocco della punta della
lingua del biondino.

"Andiamocene di qui.. voglio.. voglio toglierti i vestiti.. tutti.."
"Anche questo suona interessante"









Non dico nulla su questo capitolo, mi scuso soltanto per avervi fatto aspettare.
Spero che un pò mi perdoniate dopo questo capitolo!
Grazie, come sempre, per le recensioni! Vi amo!


Jessromance: Ahah dai un pò di suspance ci stava! Eccoti l'appuntamento!
Fammi sapere che ne pensi! xD

Xx_ImJustAKid: Beh Matt è decisamente un pò nervoso! Lo sarei anch'io se
dovessi uscire con Mr. McCracken! xD
Ecco la cena con la suocera, dovevo essere un pò cattiva e farti aspettare,
sennò come mantengo la mia fama di cattiva?!
P.S. Lo so che tu tifi per la band di froci, come me! xD

Crazy_Me: Beh Quinn ce l'ha con Jay, ha cercato di rubargli il ragazzo!
Almeno dal suo punto di vista, è comprensibile dai xD
Eccoci all'appuntamento di Matt e Bert, sono troppo belli insieme eh?!
Nella recensione scorsa hai descritto perfettamente lo stato di Matt.
Mi hai fatto ridere un sacco! xDD

ColdBlood: Tutti pensano che Quinn stia esagerando, povero cucciolo! xD
Ecco i due "appuntamenti dell'anno" honey, che te ne pare?
Lo so, Matt e Bert si stanno rivelando una coppia fantastica! E c'è tanto ancora
da scoprire! xD

Friem
: Ahah diciamo che Quinn è quello contorto, e Matt è quello che gli legge
nel pensiero! Ma deve, poverino, dato che Padge delle volte è un pò tonto!
Beh hai ragione Quinn e Padge sono la coppia stabile al momento, ma non è
scontato come sembra xD
Ho dato spazio ad entrambe le coppie dai, non potevo lasciarne fuori una xD

_Francesca92_ : Ahah lo so, sono un pò cattivella, ma un pò di attesa ci stava
bene dai xD
Grazie dei complimenti! *-* Aspetto di sapere che te ne pare di questo nuovo
capitolo!


Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Secrets, silences and scares ***


Angolino dell’autore: Allora girls, mi scuso umilmente per l’assenza, ma sono senza internet da

Angolino dell’autore: Allora girls, mi scuso umilmente per l’assenza, ma sono senza internet da
settimane, e non so quando si risolverà il problema. Posto questo capitolo approfittando delle connessione universitaria, ma vi avverto  che non so quando potrò postare la prossima volta.
Per ragioni di tempo (e del personale della biblioteca che mi sta minacciando di morte xD
non posso rispondere alle vostre recensioni questo capitolo. Ma le leggo eh!
E vi amo sempre!





Secrets, silences and scares




Padge aveva messo in moto la macchina, e si era immesso nella strada principale,
alla ricerca di un posto tranquillo dove potessero stare insieme.
La scelta era caduta su uno dei parcheggi vuoti, situati nella zona industriale.
Il moro l'aveva baciato ancora, non appena l'auto si era fermata, mentre contemporaneamente le sue mani si facevano strada sotto la felpa, per toccarlo
e toglierla, allo stesso momento.
La maglietta al di sotto aveva avuto lo stesso destino, esponendo il petto chiarissimo
di Quinn.
Il biondino aveva chiuso gli occhi quando le mani dell'altro erano finite nei suoi pantaloni.
Appena qualche minuto dopo Quinn era completamente nudo.
Padge si era sporto verso l'altro sedile per toccare ogni parte del corpo di Quinn con
le sue labbra, guadagnandosi una serie di piacevolissimi gemiti.
Si era spostato solo per prendersi il piacere di guardarlo, bellissimo ed eccitato.


"Voglio fare l'amore"

Quinn era rimasto fermo a guardarlo, col respiro ancora affannato, sorridendo un perplesso per quella situazione.
Non era cambiato molto dall'ultima volta che avevano provato.. beh.. a farlo
in macchina.

"A meno che la tua macchina non sia cresciuta durante la notte ci abbiamo già
 provato, ricordi?"
"Troverò un modo"

Il biondino aveva annuito, con forza, più che prenderlo in giro che per vera
convinzionere, ridacchiando soltanto dello sguardo concentrato dell'altro.
Sembrava più alle prese con un problema di algebra che con una macchina.
Osservava l'abitacolo come se dovesse espandersi da un momento
all'altro, o come se i seggiolini dovessero improvvisamente trasformarsi
in un letto a due piazze.
Padge era rimasto in silenzio per un , finché non aveva puntato gli occhi
su Quinn

"Il sedile di dietro"
"Eh?"
"Si, non abbiamo provato. Spostiamo i sedili tutti in avanti e ci mettiamo dietro"
"Tutto qua? Questa è l'idea geniale?"
"Che hai da protestare? Proviamo e basta. Saliamo dietro""
"Genio, come faccio a uscire? Sono nudo"

Padge aveva inclinato la testa alla parola nudo, facendo scivolare pigramente gli occhi
su tutta la figura dell'altro, facendo dei leggeri e bassi versi di assenso

"Si, e sei anche bellissimo"
"E tu sei troppo vestito"
"Passa in mezzo ai sedili e va dietro, esco io"
"Si signore"

Padge l'aveva osservato scavalcare i sedili anteriori e sedersi in quello dietro.
Aveva tirato entrambi i sedili più avanti possibile, ed aveva acceso il riscaldamento in modo che l'altro non avesse freddo, sfilandosi la felpa perché fosse più facile
spogliarsi dopo.
Poi era sceso dall'auto, risalendo accanto a Quinn.
Il biondino aveva rabbrividito all'improvvisa aria fredda, ma gli aveva sorriso, aspettando che salisse, aiutandolo immediatamente ad eliminare la maglietta ed i jeans.
Quinn aveva sospirato contento, mentre l'aria di nuovo calda gli faceva leggermente arrossare le guance.
Pochi minuti dopo Padge era completamente nudo, come lui.
Quinn si era seduto sopra di lui a gambe aperte, chinandosi perché l'altro lo baciasse.
Le mani del moro gli avevano accarezzato la schiena, prima con i polpastrelli freddi e
poi con le unghia, lasciandogli leggeri segni rossi.
Il biondino aveva mugolato piano, succhiando la pelle del collo di Padge, provocando
nell'altro gli stessi identici suoni.
Era stato Quinn a fare praticamente tutto, prendendo l'erezione del moro tra le
sue mani e guidandola dentro di .
Spettava a lui occuparsi di Padge in quel momento.
Padge aveva inclinato la testa all'indietro ed aveva trascinato l'altro il più vicino
possibile, mentre Quinn iniziava a muoversi sopra di lui.
Il biondino aveva deciso il ritmo, muovendosi in avanti e indietro, rendendo
subito veloci i suoi movimenti.
Avevano entrambi serrato gli occhi, come trascinati in un altro posto.
Le bocchette soffiavano fuori aria calda, che in contrasto con il freddo esterno si
condensava velocemente appannando i finestrini della macchina.


Quando entrambi si erano avvicinati alla fine Quinn aveva cambiato il ritmo, muovendo
i fianchi più lentamente ed a fondo, in senso circolare.
Il moro gli aveva stretto le mani sulla pelle chiara, senza riuscire nemmeno a muoversi,
mentre i gemiti gli uscivano dalla bocca più forti del solito.
Non gli ci era voluto molto, Padge era venuto dentro il biondino, così tanto forte
da farlo urlare.
Quinn aveva chiuso gli occhi a quel suono, senza riuscire più a trattenersi.
Erano rimasti entrambi ad occhi chiusi per un tempo che non avrebbero saputo quantificare, solo poggiati l'uno all'altro.
Era stato il biondino a riscuotersi per primo, aprendo gli occhi per guardare il
suo ragazzo rilassato sotto di .
Si era lasciato scivolare un 'ti amo' direttamente sulle labbra dell'altro, mentre
ridacchiava, e Padge aveva sorriso a quel suono, ancora ad occhi chiusi

"Che ridi?"
"Non ti ho mai sentito..urlare così"
"Beh stasera eri.. molto ispirato.."
"Anche tu"

Il moro aveva aperto gli occhi e l'aveva osservato in silenzio, godendosi gli ultimi
attimi di tepore, coi corpi ancora caldi, prima che entrambi si decidessero a
riverstirsi.
Padge aveva rimesso a posto i sedili, poi entrambi erano tornati avanti, restando
ancora un vicini, poggiati pigramente l’uno all’altro in quella calma che segue
l’esplosione del piacere.
Quinn però era saltato improvvisamente, facendo sobbalzare l'altro dalla sorpresa.
Il moro si era voltato verso di lui, con gli occhi un spalancati

"Che diavolo c'è?"
"Bert"
"Oh sono lusingato che pensi a lui in questo momento"
"Imbecille! Bert e Matt!"
"Meglio ancora"
"Fanculo.. possiamo chiamare Matt?"
"Vuoi vedere com'è andata?"
"No, voglio prenderlo in giro! E poi farò lo stesso con Bert"
"Che stronzo"

Padge aveva detto l'ultima frase mentre già recuperava il cellulare ridacchiando.
Il telefono era squillato un paio di volte prima che la voce di Matt riempisse
l'abitacolo.
Il tono volutamente scontroso e antipatico di chi sa già cosa l’aspetta.

"Hey amico, disturbo?"
"Che diavolo volete?"
"Sono solo"
"Sento quell'idiota di Quinn ridacchiare in sottofondo, mi hai messo in vivavoce"

Quinn aveva alzato le spalle, e Padge gli aveva dato uno scappellotto sulla nuca, per la
solita poca discrezione dimostrata.
Il biondino comunque l’aveva ignorato, tanto oramai era stato scoperto, iniziando a
bombardare l’altro di un’ infinità di domande, senza lasciare nemmeno lo spazio tra l’una
e l’altra perché il ragazzo potesse rispondere.
Non che Matt avesse intenzione di farlo, in ogni caso.


"Non vi dico un accidenti"
"Andiamo, non essere cattivo, vogliamo solo sapere com'è andata"
"E' andata bene, ed è tutto quello che dirò"
"Crudele"
"E la vostra seratina in famiglia? Avete già prenotato la chiesa?"
"No, aspettiamo te e Bert e facciamo un matrimonio a quattro"
"Sto per riattaccare"

I due ragazzi in macchina avevano riso, mentre Matt li salutava falsamente
burbero.
Nessuno dei due se ne era preoccupato, tanto Matt avrebbe raccontato tutto
a Padge, e Bert l'avrebbe raccontato a Quinn.
E poi si sarebbero scambiati le versioni per avere un quadro completo.




Matt aveva chiuso il telefono scuotendo leggermente la testa.
Tutti sapevano che prima o poi avrebbe raccontato quello che era successo.
Voleva solo tenerli un sulle spine.
Aveva osservato l'apparecchio per un , poi senza pensare aveva fatto
partire la chiamata.
La voce di Bert gli era arrivata già divertita, con una stupida inflessione supponente
che aveva fatto sbuffare Matt
Non era la serata giusta per le telefonate, a quanto pareva.

"Wow ci siamo appena lasciati. Proprio non riesci a stare senza di me eh?"
"Ok, addio"

Matt aveva sentito la strana risata di Bert riempire improvvisamente l'apparecchio
come uno scoppio, e si era sforzato di non ridere anche lui.
La risata di Bert gli faceva uno strano effetto, all’altezza dello stomaco.
Come le montagne russe.
Era esattamente come tutto ciò che riguardava Bert, inaspettata.


"Perché hai chiamato?"
"Per informarti che il tuo miglior amico è un idiota.. ed anche il mio"
"Sai che scoop, ci sarà un motivo se stanno insieme"
"Beh in effetti.. Ok.. ci.. ci vediamo a scuola"
"Hey Matt, avevi chiamato solo per questo?"
"Io.. ecco in realtà non lo so nemmeno io perché l'ho fatto"
"Beh in ogni caso mi fa piacere.. e già che ci sei.."
"Cosa?"
"Beh forse non sei pronto per il sesso vero, ma quello telefonico.."

Matt era rimasto in silenzio, scioccato per un attimo dalle parole dell'altro.
Non aveva potuto impedire che le immagini di Bert gli si parassero davanti
agli occhi.
Non esattamente caste.
Bert aveva riso dall'altro capo del telefono, interrompendo il silenzio.
Restava sempre sorpreso di quanto potesse essere ingenuo l'altro ragazzo

"Oh Cristo Matt, respira. Stavo scherzando"
"Sei un idiota"
"Tu sei adorabile"
"E' meglio se me ne vado a dormire"
"Sono quasi sicuro che mi sognerai adesso.. nudo magari"
"Vuoi proprio chiudere la serata con un vaffanculo?"
"Prenotati per il secondo appuntamento"
"Credevo di averlo fatto"
"Non ufficialmente"

Matt aveva sorriso, scuotendo la testa, mentre pensava al guaio in cui si stava
andando a cacciare con tutta quella storia con Bert.
Quel ragazzo era un gran casino, Matt ne era consapevole.


"Vuoi uscire ancora con me?"
"Quando?"
"Domani"
"Ci sto. Ma stavolta è il tuo turno"
"Turno di che?"
"Di decidere il programma"
"Oh.."
"Pensaci su. Buonanotte Matt"
"Notte"

Quando aveva chiuso il telefono sorrideva ancora.




Il mattino dopo per fortuna non c'era scuola, il bello del sabato.
Nonostante tutto Matt non era riuscito a dormire a lungo, si era buttato
sotto la doccia restandoci per un , riflettendo su che cosa avrebbe potuto
escogitare per il suo secondo appuntamento.
Ad essere onesti non gli era venuto in mente granchè, ma d'altronde non
era mai riuscito a pensare davvero senza una sigaretta.
Si era asciugato alla meno peggio e si era vestito, recuperando il cellulare e
le sigarette e scendendo in garage.
Si era concesso la prima sigaretta della giornata, sforzandosi di farsi venire
in mente una qualche idea decente.
Alla fine aveva deciso di chiamare Padge, tanto prima o poi avrebbe dovuto
sorbirsi il suo terzo grado, ed era meglio farlo subito.
Tanto più che era davvero presto, e l'avrebbe svegliato, così gliel'avrebbe
fatta pagare almeno in parte per quello che l'aspettava.
La voce assonnata dell'amico l'aveva fatto ridere immediatamente
La giornata andava già meglio.

"Matt.. è sabato"
"Lo so"
"Che cazzo vuoi?"
"Beh prima di tutto svegliarti, e poi voglio che tu venga qui, immediatamente"
"Perché?"
"Poche domande, se non vieni adesso non saprai mai niente del mio
 appuntamento con Bert"
"Mi vesto e arrivo"
"Padge, porta Quinn"
"Perché?"
"Perché non ho intenzione di ripetere il racconto due volte, e perché mi serve
 una mano"
"Per cosa?"
"Vi aspetto"


Quaranta minuti dopo i due ragazzi erano arrivati, portando con loro la colazione.
Sicuramente un pensiero di Quinn, Padge non era così gentile.
Avevano avuto almeno la decenza di farlo mangiare qualcosa prima di iniziare
con le domande a raffica.

"Ok, prima iniziamo e prima finiamo, che volete sapere"
"Che avete fatto?"
"Siamo andati a cena"
"Carino, e classico. Com'è stato?"
"Beh all'inizio ero un stranito, ma è passata abbastanza velocemente.
 Ci siamo divertiti"
"C'è stato.. movimento?"
"Del tipo?"
"Avete scopato?"
"Oh signore, eravamo in un ristorante"
"Era un no?"
"No, non abbiamo fatto niente.. solo.. qualche bacio"
"Tu come ti senti adesso?"
"Non ne ho una cazzo di idea. Credo di essere.. contento e spaventato allo
 stesso tempo, ammesso che abbia un senso"
"Bhe è abbastanza normale. come siete rimasti?"
"Ci vediamo stasera"
"Wow, due appuntamenti in due giorni. Suona serio"
"Tutto qui quello che volete sapere?"
"Beh se ci fosse stato del sesso le domande sarebbero state più dettagliate ed
 interessanti.. ma ci rifaremo quando lo farete.."
"Già.. credo.. Io.. non sono sicuro.."

L'incertezza nella voce di Matt aveva fatto scattare una specie di campanello di allarme nella testa del biondino.
Matt gli piaceva, gli era sempre piaciuto, ma Bert era la sua famiglia, doveva assicurarsi che le cose fossero giuste
Era rimasto comunque in silenzio, aspettando che Matt aggiungesse altro.

"Adesso il problema è..che Bert ha detto che spetta a me decidere il programma
 questa volta. E mi chiedevo se potessi darmi una mano, sai, a trovare qualcosa
 che non sia troppo banale, e che possa piacergli"

Lo sguardo di Matt si era rivolto a Quinn, ed il biondino l'aveva ricambiato, inizialmente
come perso in chissà quali strani pensieri.
C'era qualcosa di serio in quello sguardo che aveva zittito perfino Matt.
Padge aveva deciso che non era il caso di immischiarsi nella conversazione che sarebbe
sicuramente arrivata.
Conosceva quello sguardo negli occhi di Quinn

"Aspetta, che vuoi dire che non sei sicuro? Tu vuoi.. vuoi fare l'amore con lui, prima
 o poi, no?"
"Lo voglio Quinn.. davvero. E' solo che.. è come se fossi diviso in due. Il mio
 corpo lo vuole, ma quando penso.. a tutta questa faccenda del sesso con
 un altro ragazzo nella mia testa partono mille vocine che mi dicono 'ma che
 cazzo stai pensando?' "

Quinn ancora una volta era rimasto in silenzio, per cercare di formulare esattamente
i pensieri che aveva in testa.

"Lascia che ti faccia una domanda"
"Ok"
"Bert.. lui ti piace? O stai solo.. sperimentando?"
"Sperimentando?"
"Si, sai.. della serie che ci esci per un paio di volte e poi ti tiri indietro"
"Hai paura che gli faccia male?"
"Sto solo controllando.. è il mio miglior amico"
"Lui mi piace.. solo che.. non so bene cosa voglia dire questo. Non so dirti
 come andrà.. se andremo avanti, ma vale la pena tentare, no?
 Bert è a conoscenza di tutti i miei dubbi, e pensa che ne valga la pena.
 Non voglio fargli male"
"Cosa ti frena? Voglio dire.. che c'è qualcosa lo sai.. lo senti, o almeno dovresti.
 Perché se non è così.. forse non dovresti uscire con lui"

Matt aveva annuito, sorridendo appena della preoccupazione di Quinn.
Non aveva riflettuto sul fatto che comunque era il suo miglior amico, e che
il biondino si sarebbe assicurato di proteggerlo.
Lo capiva, era giusto così.
Ed aveva deciso di essere il più onesto possibile, così come lo era stato con Bert

"Certo che lo sento, altrimenti non saremmo qui a parlarne. Questo è un enorme
 cambiamento per me, e non l'avrei neanche preso in considerazione se non sentissi
 che c'è qualcosa, ma non posso assicurarti a priori che Bert sarà la mia strada"
"Immagino di no"
"Lui mi piace, mi fa ridere e.. mi piace passare il tempo con lui e mi fa sentire
 a mio agio, come se potessi dirgli tutto quello che mi passa per la testa"

Quinn aveva percepito la sincerità nella voce di Matt, ed anche la paura.
Nessuno sa a priori come finiranno le cose in una storia, gli interessava
solo assicurarsi che sotto quei dubbi, più che normali, ci fosse un vero interesse
per il suo amico.
Le risposte di Matt erano bastate a tranquillizzarlo, insieme al modo in cui
parlava di Bert.

"Ok, organizziamo questo secondo appuntamento"
"Grazie Quinn"

Il biondino aveva annuito con un sorriso, pensando a qualcosa che sarebbe potuta
essere di aiuto al ragazzo che aspettava leggermente nervoso davanti a .

"Il cinema"
"Che?"
"Portalo al cinema"
"Che fantasia piccolo, Matt voleva qualcosa di originale"
"Sta zitto! Al cinema vicino al parco per tutto questo mese danno i film vecchi, c'è il
 primo Dracula, quello in bianco e nero. Bert lo adora, sa praticamente tutte le
 battute a memoria. Penso che gli piacerebbe vederlo sullo schermo di un cinema"
"Mi piace! E' personale.."
"Già.. Ma questo non basta"
"Cioè?"
"E' il secondo appuntamento, deve durare di più, serve qualcosa per il post
 cinema"
"Tipo?"

Quinn era rimasto fermo a pensare, per farsi venire un'altra idea, ma i suoi
pensieri erano stati interrotti da Padge, che aveva parlato dopo molto tempo
in cui era rimasto semplicemente ad ascoltare, facendo semplicemente
vagare i suoi occhi dall'uno all'altro.
Era assurdo il modo in cui gli scaldava il cuore vedere Quinn e Matt, il suo
ragazzo ed il suo miglior amico.
Per un attimo aveva pensato a Jay, ed al fatto che una cosa del genere
non sarebbe potuta accadere con lui.
Quando aveva parlato gli occhi dei due ragazzi si erano rivolti a lui, ma mentre
quelli di Matt si aprivano leggermente più del normale, quelli di Quinn si
limitavano semplicemente ad osservarlo perplesso.

"West Jordan!"
"Eh?"
"West Jordan!"
"Padge non serve che me lo ripeti, non assume un significato solo perché
 lo dici due volte"
"Hai ragione dolcezza, è un posto dove io e Matt andavamo sempre da
 piccoli, in campeggio"
"Vuoi che lo porti in campeggio? Ok, Bert non è certo un tipo pretenzioso
 ma mi pare esagerato"
"No.. là vicino c'è una fonte termale, un fiumiciattolo naturale che però contiene
 l'acqua che scende dalle terme. E' caldo"
"Che figata"
"E' all'interno, in mezzo alla boscaglia, è un inquietante arrivarci ma una volta
 là è fantastico"
"Bhe è anche in tema, dopo aver visto Dracula un bel giro in un posto inquieante.
 Bert lo adorerà. Che ne dici Matt?"
"Beh sembra bello.. ma.."
"Ma?"
"Dovremo essere.. ecco.. mezzi nudi.."
"Matt sei grande e grosso, non avrai mica paura che Bert ti violenti?"

Quinn aveva ridacchiato per la faccia disgustata di Matt, ma era assolutamente
consapevole quale fosse la ragione della perplessità del ragazzo.
Probabilmente avere Bert intorno era una specie di tentazione, nonostante tutte
le incertezze di Matt.
Il biondino ne era quasi contento, perché comunque quella era la dimostrazione
che Matt lo desiderava.
Le paure sarebbero passate.

"A Bert piacerà, ne sono sicuro"

Matt aveva annuito, non conosceva Bert come il biondino, ma anche lui era
più che sicuro che sarebbe stata una serata perfetta per lui.
E poi che cavolo, erano adulti e responsabili, potevano farsi un bagno insieme
senza che succedesse chissà che cosa.
Poteva controllarsi, entrambi potevano.

"Penso che seguirò i vostri consigli"
"Bene, questo è risolto"
"Andiamo in casa, ho finito le birre qua in garage. I miei non ci sono"

Quinn aveva seguito i due ragazzi per una scaletta di metallo in un angolo del garage,
che permetteva di entrare in casa senza uscire all'esterno.
La casa di Matt era enorme, con tutti i pavimenti di marmo scuro e stanze
grande e piene
di mobili di acciaio e lucidi.

"Cazzo, la tua casa è fantastica"
"Grazie. Ma quella di Padge è meglio"

Quinn era rimasto per un attimo interdetto a quell'affermazione, pensava a quanto
poco conoscesse della vita di Padge, della sua famiglia.
Avrebbe voluto conoscere di più, ma non osava chiedere, non perché Padge
non gliel'avrebbe detto, ma perché gli erano tornati alla mente gli occhi del
suo ragazzo la sera prima, quando aveva detto che non sapeva cosa voleva
dire essere amato in modo incondizionato.
Non osava chiedere, perché desiderava soltanto che lui stesse bene, che fosse
sereno, almeno quando stava con lui.
Matt e Padge si erano spostati in cucina, mentre Quinn si spostava per andare
al bagno, che il padrone di casa gli aveva indicato.
Non appena erano rimasti soli Matt ne aveva approfittato per dire a Padge quello
che gli frullava per la testa da un bel .

"Ho intenzione di parlare con Jay oggi pomeriggio"

Il viso di Padge aveva cambiato espressione, corrucciandosi in una smorfia
preoccupata.
Non era ammirevole maturo ma avrebbe voluto dimenticarsi di quella
cosa e non pensarci mai più.
Avrebbe fatto qualsiasi cosa per evitare quella situazione.
E Matt non aveva potuto fare a meno di notarlo.

"Stai nascondendo la testa sotto la sabbia, prima o poi dovrai affrontare
 questa cosa"
"Lo so.. ma.. se fosse vero cambierebbe tutto"
"Ascolta, se davvero Jay prova qualcosa per te è probabile che sia così
 da anni"
"Se stai cercando di consolarmi sappi che fai veramente schifo in questo"
"Voglio solo dire che se è così da tempo, ed è comunque rimasto un buon
 amico per te, è probabile che continui ad esserlo"
"Lo pensi sul serio?"
"Non possiamo saperlo finché non ne sappiamo di più"
"Ok"
"Bene"
"Ed in quanto a te e Bert?"
"Pensavo che avessimo già sviscerato l'argomento"
"Non esattamente, anche tu stai nascondendo la testa sotto la sabbia"
"Cosa? Non è vero"
"Si, stai mettendo dei paletti"
"Cioè?"
"Sai cosa ho imparato da quando sto con Quinn? Avevo una specie di immagine
 mentale di come sarei dovuto essere, e quando la realtà mi ha dimostrato che
 non era così sono andato nel panico, e così hai fatto tu"
"Ma se gli ho chiesto di uscire?!"
"Si, ma dentro di te stai rifiutando che Bert possa essere la tua strada, per questo
 hai tante remore sulla faccenda del sesso"
"Non è così strano che io ci vada piano, siamo usciti solo una volta"
"Tu non ci stai andando piano, a te sembra assurda l'idea di poter fare sesso con
 un altro uomo.. è ovvio che ti serva tempo per abituarti, ma non eliminare la
 possibilità a priori. Quel ragazzino assurdo che c'è di là.. ha reso la mia vita.. migliore.
 Sarebbe un peccato perdere l'occasione che possa succedere anche a te..
 E poi ti perderesti una gran cosa"

La battuta di Padge li aveva fatti ridacchiare entrambi, stemperando per un momento
la situazione.
Matt doveva ammettere che l'amico non si stava sbagliando, che nonostante la
palese attrazione che provava per Bert la sua testa si rifiutasse costantemente
che potesse diventare una cosa permanente, come se fosse solo una specie di
follia momentanea prima di tornare alla normalità.

"Devo essere onesto, la prima volta che mi hai detto di aver fatto sesso con
 Quinn ho pensato che fossi pazzo, pensavo 'come cazzo gli è venuto in mente?
 Le donne sono così belle' .. e adesso sono nella stessa situazione. Posso farti
 una domanda?"
"Vuoi sapere com'è?"
"Si.."
"E' fantastico, voglio dire.. una cosa che non si può descrivere"
"Vuoi dire che è meglio?"
"Beh.. in un certo senso elementare si, perché l'altra persona è uguale a te.
 Sentite esattamente le stesse cose, sai esattamente cosa prova l'altro
 mentre lo fai. E' più.. intimo"

La risposta di Matt si era spenta quando Quinn era entrato nuovamente nella
stanza, e li aveva osservati entrambi, per capire cosa stesse succedendo.
Padge gli aveva sorriso, come per dire che non era importante.
Desiderava davvero che Matt provava quello che sentiva lui da quando Quinn
era arrivato.
Era una sensazione che valeva ogni tipo di sforzo, perché non c'era paura che
tenesse, quando Quinn sorrideva.
Era una sensazione che tutti avrebbero dovuto sperimentare.
I due ragazzi l'avevano lasciato solo verso ora di pranzo, tornando a casa di
Quinn per prepararsi qualcosa da mangiare.
O almeno così avevano detto a Matt, ma il moro sospettava che avessero
intenzione di trascorrere il pomeriggio occupati in tutt'altro genere di attività.

Matt si era soffermato a pensare alle parole di Padge, seriamente, per carcare
di capire quanto ci fosse di vero.
In quello strano momento non riusciva esattamente a distinguere la semplice
paura dalla negazione, il semplice andarci piano dal rifiuto completo della possibilità
che succedesse qualcosa.
Matt si chiedeva se non sarebbe semplicemente stato giusto dare ascolto al
suo corpo.
Lui voleva Bert, per qualche assurda ragione della chimica si sentiva scottare
non appena il più piccolo era nelle vicinanze, voleva solo baciarlo, e baciarlo.
Anzi, a dirla tutta era qualcosa che veniva ancora prima della volontà, come se
quel desiderio passasse dall'inconscio all'azione senza minimamente passare
per la parte razionale, o almeno, non prima di aver attaccato le labbra a
quelle di Bert.

L'unico modo che aveva di raggiungere la chiarezza che gli serviva era proprio
quello strano ragazzo che gli stava causando tanti problemi.
Si era disteso sul divano, troppo svogliato e pigro per prepararsi qualcosa
da mangiare, e per l'ennesima volta in quella settimana aveva premuto il
tastino verde per avviare la chiamata.
La voce di Bert gli era arrivata alle orecchie più squillante e dispettosa del solito.
Matt si sentiva un idiota a sorridere ogni volta che la sentiva.

"Hey tu.. sono pronto alle tue proposte per la serata"
"Vengo a prenderti alle otto"
"Non ho sentito nessuna proposta"
"Perché non ti ho detto nulla. L'hai detto tu che sono un ragazzo
 pieno di sorprese"
"Già.. e mi piace"

Matt non aveva avuto il tempo di ribattere perché Bert aveva già chiuso la
comunicazione.
Il moro si era finalmente deciso a mangiare qualcosa, recuperando qualcuno
degli avanzi della sera prima dal frigo e limitandosi a riscaldarli nel microonde.
Non aveva nemmeno aspettato che si facesse un orario decente, prima di uscire
di casa per dirigersi verso casa di Jay.
Aveva bussato senza preoccuparsi di disturbare, solitamente Jay era
solo in casa durante il giorno.
Difatti era stato il moretto stesso ad aprirgli la porta, osservandolo incuriosito
e sorridendogli allo stesso tempo.
Jay l'aveva guidato attraverso il salone fino alla cucina, dove gli aveva offerto
l'immancabile birra.
Non importava che ora del giorno fosse, per Jay ogni orario era quello giusto
per una birra.
Matt aveva accettato di buon grado, poi entrambi si erano spostati nella
camera del più piccolo, per mettersi comodi.

"Dovevamo fare qualcosa e me ne sono dimenticato?"
"No, solo.. passavo di qui, e volevo parlarti un secondo"
"A che proposito?"
"Padge"
"Padge? Cioè? Gli è successo qualcosa?"
"No, sta bene. Solo.. mi chiedevo come stavi dopo la faccenda di Quinn.. sai
 quella dell'altra mattina.."
"Oh.. sto bene.. voglio dire, dovevo aspettarmelo che ce l'avesse con me"
"Beh.. hai baciato il suo ragazzo"
"Lo so"
"Mi spieghi perché l'hai fatto?"
"Io.. sai Padge adesso ha questa nuova vita.. credo.. mi sentissi un
 escluso"
"E' solo questo? Voglio dire.. non è che c'è dell'altro.. qualche sentimento di
 cui non mi stai parlando?"
"Non farlo Matt"
"Cosa?"
"Questo"
"Questo che?"
"Stai facendo l'amico di Padge, e non il mio"
"Ma che dici? E' ovvio che sono anche amico tuo""
"No, tu sei venuto qua per sapere qualcosa che non ti riguarda, e che dopo
 dirai a Padge. Non è come se parlassimo in confidenza"
"Jay se c'è qualcosa prima o poi si verrà a sapere"
"Se anche ci fosse non farebbe bene a nessuno saperlo"
"E' sempre un bene sapere la verità"
"No, non queste verità. Non farebbe bene a Padge, a Quinn, e sicuramente
 non a me"
"Suona come un'ammissione"
"Sei libero di vederla come vuoi"
"Perché diavolo sei così ostile?"
"Perché dovrei sentirmi libero di parlarti senza aver paura che quello che dico
 lo riferirai a Padge, e non è così"
"Sto solo cercando di dare una mano Jay, prima o poi sarà Padge stesso a
 porti queste domande"
"E riceverà le stesse risposte che stai ricevendo tu, che non c'è niente da
 sapere"
"Stai mentendo"
"No, sto solo cercando di non incasinare le cose"
"Da quanto sei innamorato di lui?"
"Matt.. smettila.. per favore.."
"Quindi mentirai anche a Padge, continuerai a mentire? E' questa l'idea che
 hai dell'amicizia?"
"Stammi a sentire Matt. Padge sta bene, ed io lo stesso. E' bene che le
 cose restino esattamente come stanno. Questa è la verità"
"E' solo una mezza verità"
"E' la sola verità che conta"
"Che cosa dovrei dire a Padge?"
"Quello che ti ho detto, che non c'è nulla da sapere"
"Io non ci credo, e non lo farà nemmeno lui"
"Perché stai cercando di rovinare tutto?"
"Non sto facendo niente del genere. L'hai baciato, pensavi davvero che non
 ci sarebbero state conseguenze?"
"Le conseguenze finiscono qui"


Matt non aveva insistito.
Il tono di Jay era sicuro e fermo come non l'aveva mai sentito.
Non gli avrebbe detto nulla, per quanto ci avesse provato.
Era chiaro che l'amico non avesse coscienza di come veramente sarebbero
andate le cose.
Non aveva compreso che le conseguenze non sarebbero finite solamente perché
lui aveva deciso così.
Ma Jay non l'avrebbe ascoltato comunque.
Adesso Matt si ritrovava in una strana situazione che non sapeva gestire.
Non si aspettava che Jay reagisse in quel modo, ed era evidente che la cosa
lo toccava più di quanto fosse disposto ad ammettere.
E non aveva idea di cosa avrebbe dovuto dire a Padge dopo quella conversazione.
Questa volta nemmeno lui era stato granchè con le parole.
Ma ci avrebbe pensato poi.
Doveva pensare al suo appuntamento, adesso.

 


Matt era ritornato a casa e si era buttato sotto la doccia, pensando alla serata
che lo aspettava, e sperando che a Bert piacesse il programma che aveva
preparato.
Aveva indossato un jeans chiaro strappato qua e là ad arte, una semplice felpa
nera dei misfits, e le solite converse scolorite che lo accompagnavano quasi
ogni giorno, poi aveva recuperato chiavi, sigarette e cellulare ed era uscito.

Dieci minuti prima delle otto era già sotto casa di Bert, a chiedersi come fosse
possibile che si sentisse più nervoso della prima volta che erano usciti.
Aveva appena parcheggiato l'auto quando aveva visto il più piccolo camminare
lungo la strada per avvicinarsi alla macchina, non appena l'aveva notata.
Matt era sceso ed aveva aspettato che l'altro lo raggiungesse.

"Sono in ritardo?"
"No, sei in anticipo. Ero sceso a comprare le sigarette"


Era bastato che l'altro si avvicinasse con quel sorriso sgembo per spazzare
via quasi del tutto il suo nervosismo.
Bert aveva aperto il pacchetto e ne aveva tirate fuori due, infilandone una
in bocca e passando l'altra a Matt.
Il moro l'aveva accettata di buon grado, per colpa delle fottute regole di
sua madre non poteva neanche azzardarsi ad accenderne una in casa.
Bert aveva recuperato l'accendino dalle tasche, ma non le aveva accese, sporgendosi
per posare le labbra su quelle di Matt, con la solita irruenza.
Il più grande aveva ricambiato quel bacio che era durato davvero troppo poco.

"Volevo sentire che sapore hai quando non sai di sigaretta"
"E?.."
"Buono, sai di dentifricio"

Avevano acceso le due sigarette e le avevano fumate con calma poggiati l'uno
accanto all'altro, con le spalle contro la macchina.
Matt aveva sorriso, dando un'occhiata all'orologio per controllare che fossero in tempo.
Calcolando il traffico di quell'ora avrebbero dovuto farcela.

"Dobbiamo andare"
"Dobbiamo? C'è un orario prestabilito per fare quello che dobbiamo fare?"
"E' inutile che ci provi, non ti dirò nulla"

Bert aveva ridacchiato, perché evidentemente Matt non sapeva quanto lui potesse
essere esasperante, quando voleva, ma l'aveva comunque seguito in macchina.
Non ci avevano messo molto, un quarto d'ora dopo erano arrivati a destinazione.
Matt aveva parcheggiato abbastanza lontano dall'ingresso del cinema, in modo
che l'altro non si rendesse conto di dove stavano andando.
Aveva chiuso la macchina e si era posizionato dietro Bert, poggiandogli una mano
sugli occhi.

"Che fai?"
"Cammina e basta"
"Mi farai cadere"
"No"
"Mi piacciono i tuoi modi rudi"

Matt aveva ridacchiato alla vocetta maliziosa di Bert, senza rispondere nulla.
L'aveva guidato fino all'ingresso del cinema, sfilando dalla tasca dei jeans i
biglietti che era andato a prendere quel pomeriggio, perché il ragazzo in tenuta
blu notte davanti all'ingresso strappasse la parte laterale e gli indicasse la sala.
Bert sentiva un vociare sommesso intorno a lui, ma quando aveva chiesto cosa
fossero tutte quelle voci aveva ricevuto un altro due di picche in risposta, così
si era rassegnato ad aspettare.
Matt lo teneva poggiato contro il suo fianco, circondandolo con braccio destro
per guidarlo mentre camminavano, mentre con l'altra mano teneva ancora
coperti i suoi occhi.

"Attento ai gradini"
"E tu non farmi cadere"
"Avrei dovuto tapparti la bocca oltre che gli occhi"
"Suona interessante"

Matt aveva scosso la testa con un sorriso, lasciando che la provocazione dell'altro
cadesse nel vuoto, e l'aveva fatto sedere su una delle poltroncine di velluto rosso
scuro del cinema, togliendo finalmente le mani dai suoi occhi.
Bert aveva sbattuto gli occhi un paio di volte, per abituarsi di nuovo alla luce
presente nella sala, che appena un paio di secondi dopo era stata spenta perché
di lì a poco sarebbe iniziato il film.
L'unica luce rimasta era quella proveniente dalle piccole insegne verdi ai lati della
sala, che indicavano le uscite.

"Siamo al cinema"
"Si"
"Tu mi hai fatto quasi rompere l'osso del collo per portarmi al cinema?"
"Esagerato, e comunque si"
"Sei piuttosto classico per essere un ribelle"
"Punto primo, la prima volta mi hai portato a cena, non è che tu abbia spiccato
 per originalità, e punto secondo, non sai ancora cosa vedremo"
"Un film romantico? Potevi almeno comprarmi i pop corn, è così che si tratta una
 ragazza?"
"Se ti compro i pop corn la chiudi quella bocca?"
"Non sono sicuro che tu lo voglia davvero"
"Non lo voglio"

Matt gli aveva sorriso, mentre le ultime persone prendevano posto nella sala
quasi del tutto buia.
I due ragazzi avevano portato gli occhi sullo schermo, mentre si illuminava, mostrando
i primi fotogrammi in bianco e nero, come di una pellicola vecchia e rovinata.
Il più piccolo aveva riconosciuto immediatamente quello che stavano guardando,
voltandosi verso Matt con un gran sorriso.

"E' Dracula, il primo"
"Proprio quello"
"E' il mio film preferito.. non l'avevo mai visto sullo schermo di un cinema"
"Ah no?"
"Sento puzza di Quinn in questa cosa"
"Cosa? No. E' un bel film, e ho pensato che ti sarebbe piaciuto"
"Piace anche a te quindi"
"Certo"
"Qual'è la tua scena preferita?"
"Bhe.. mi piacciono.. tutte.."
"Non l'hai mai visto, confessa"
"Ok, hai vinto. Mi sono fatto dare un piccolo aiutino, volevo essere sicuro di
 fare qualcosa che ti piacesse"
"Grazie"

Bert si era sporto a sfiorare per un attimo le labbra dell'altro, solo un attimo
prima di riportare la sua attenzione sullo schermo per godersi il film.
Matt non era minimamente interessato alle immagini sullo schermo, per quanto
si sforzasse non riusciva a distogliere gli occhi dal ragazzo accanto a , che
mimava con le labbra le battute del film a memoria.
Bert si era sentito gli occhi dell'altro addosso ma aveva tentato di ignorarlo,
continuando a guardare lo schermo.
Non era durato a lungo, si era voltato verso Matt ed aveva ricambiato il
suo sguardo

"Guarda il film"
"Che senso ha? Mi sono già perso tutto l'inizio per guardarti"
"Quindi passerai così tutto il tempo?"
"Probabile"

Bert aveva sorriso, scuotendo leggermente la testa, guadagnandosi una
risatina da parte dell'altro.

"Non posso credere che tu non abbia mai visto questo film, è fantastico"
"Lo vedo, lo conosci a memoria"
"Una sera che non ci sono i miei organizziamo per vederlo a casa mia"
"Sarebbe un terzo appuntamento?"
"Bhe dipende"
"Da cosa?"
"Da come va il secondo.. richiedimelo a fine serata"

Le due ore successive le avevano passate completamente in silenzio, solo
guardandosi di tanto in tanto.
Matt non aveva capito un accidenti del film, ma si era divertito lo stesso, mentre
ascoltava Bert commentare le scene o incitare un personaggio o l'altro.
Le luci si erano riaccesse immediatamente dopo la fine del film, lasciandoli
per un attimo abbagliati.
Entrambi erano rimasti seduti, mentre le persone cominciavano ad alzarsi
in piedi ed a lasciare la sala.
Bert aveva guardato quella piccola folla iniziare a disperdersi, restando per
un attimo sorpreso quando Matt l'aveva baciato.
C'era ancora gente, e quello era l'unico cinema in quella piccola cittadina, c'era
una grande probabilità che qualcuno che conoscesse Matt li vedesse.
Il più grande non sembrava curarsene però, Bert ne era contento.

Erano usciti dal cinema chiacchierando del più e del meno, e di quello che
avevano fatto durante la giornata.
Matt gli aveva raccontato di Quinn e Padge, e di quanto fossero idioti.
Bert aveva riso.
Si erano fermati a mangiare un hot dog in una delle baracchine lungo la strada,
prima di ritornare alla macchina.

"Non dovevi chiedermi qualcosa a fine serata?"
"La serata non è finita"
"Davvero?"
"Già.. questa era solo la prima parte della serata"
"Posso sapere in cosa consiste la seconda parte?"
"Quale parte della parola sorpresa non ti è chiara?"
"Ok faccio il bravo, non chiedo più"

La macchina aveva viaggiato per più di mezz'ora, lasciando dopo poco le
strade principali ed infilandosi in stradine strette e tortuose, in mezzo ad una
fitta boscaglia.
Non era esattamente un posto rassicurante, ma Bert non se n'era preoccupato
particolarmente, guardando fuori dal finestrino incuriosito, per cercare di capire
dove diavolo lo stesse portando.
Bert ovviamente non aveva mantenuto la promessa, tempestando di domande
l'altro ragazzo, senza ricavarne niente.
Matt aveva parcheggiato l'auto ai lati di una stradina completamente buia,
recuperando dal bagagliaio un paio di grandi asciugamani
I due ragazzi si erano incamminati nella boscaglia, mentre da lontano si sentiva il
rumore dello scorrere dell'acqua.

"La seconda parte della serata implica portarmi in un posto isolato, uccidermi
 e seppellirmi?"

Matt aveva interrotto il suo cammino e si era posizionato davanti all'altro, chinandosi
a baciarlo per la seconda volta in quella serata.
Le sue mani si erano incastrate nei capelli di Bert, per tirarselo il più vicino possibile.
Il più piccolo aveva ricambiato mugolando leggermente per i modi rudi di Matt.

"L'ho fatto solo per chiuderti la bocca"
"Beh allora devo proprio continuare a parlare, per fartelo rifare"
"Tu sei consapevole che ogni cosa che esce dalla tua bocca è o una parolaccia
 o un allusione sessuale?"
"Perfettamente"
"Buono a sapersi"

Avevano camminato ancora per pochi minuti, finchè il fiumiciattolo che si sentiva in
lontananza non era apparso davanti ai loro occhi.
Bert li aveva spalancati leggermente, perché la vista era davvero bellissima.
Il cielo era completamente buio, ma in cima a quella specie di collina le terme erano
completamente illuminate, come i monumenti nelle grandi città, permettendogli
di vedere quello che bastava.
Il fiume era piccolo era stretto e poco profondo, almeno la parte che si riusciva
a vedere, ed era completamente circondato da una fitta boscaglia.

"Wow, che cazzo è?"
"Che ragazzo fine"
"Perché dall'acqua esce fumo?"
"Perché è caldo, vieni a sentire"

Matt l'aveva preso per un polso, ed entrambi si erano inginocchiati per terra.
Matt aveva immerso entrambe le loro mani nell'acqua calda, sorridendo alla faccia
meravigliata di Bert.

"E' fantastico, sembra un altro mondo"
"Già.. io e Padge ci venivamo sempre quando eravamo piccoli"
"E' tutta una manovra per vedermi nudo, dì la verità"
"idiota"
"Bastava chiedere"

Matt aveva riso, scuotendo la testa come gli succedeva spesso quando l'altro
parlava, facendo ridere anche l'altro
Si erano sfilati i vestiti in silenzio, Bert col sorriso sulle labbra, Matt un tantino
più imbarazzato.
Era rimasto solo con i boxer ed era sceso nel fiumiciattolo, tenendosi sul bordo
per non rischiare di cadere, poi aveva porto la mano a Bert perchè scendesse
a sua volta.
Erano rimasti in piedi nell'acqua, per cercare di abituarsi a quel calore improvviso, con
la corrente del fiume che si muoveva leggermente verso sud, quasi come una specie
di delicato massaggio.
Matt aveva allungato la mano nell'acqua, ed aveva preso qualla di Bert per
trascinarselo più vicino.
Pochi attimi dopo erano allacciati, baciandosi con foga mentre le mani del più
piccolo scivolavano sulla schiena bagnata dell'altro.
C'era voluto poco perché le cose diventassero veramente troppo calde.
Bert aveva posato le mani sul petto di Matt, per poi farle scendere più in basso.
Il più grande si era irrigidito, e l'altro aveva immediatamente staccato le mani.

"Bert.. io"
"Scusami,io pensavo che.. mi hai portato in questo posto.. da soli.. pensavo
 che volessi.."
"No.. io.. questo posto mi piace.. e volevo che tu lo conoscessi.."
"Ho frainteso.."

Bert si era allontanato di qualche passo, ma Matt l'aveva tenuto per un polso, portandoselo nuovamente vicino.

"L'altra volta ti ho detto che non sapevo se sarei stato mai pronto a fare l'amore
 con un uomo"
"Si me lo ricordo. Ho capito, lascia stare.."
"No ascoltami, non è quello che ti sto dicendo adesso.. solo.. non sono ancora
 pronto.. ma.."
"Prima o poi lo sarai"
"Si"
"Mi piace come suona"
"Scusami se io.."
"E' ok Matt.. sono contento di sapere che tu abbia cambiato idea. Aspetterò"
"Ti capirei se tu.. volessi vedere qualcun'altro per.. sai.."
"Tecnicamente non ci eravamo detti di essere in esclusiva, quindi avrei comunque
 potuto.."
"Si.. beh giusto.. non l'avevamo detto.. ok, tu sei libero di.."
"Non sto vedendo nessun altro, e non ho intenzione di farlo"
"No?"
"No, ho detto che avrei aspettato e lo farò"
"Mi piace come suona"

Matt aveva ripetuto le stesse identiche parole che Bert aveva usato poco prima,
e l'altro aveva ridacchiato in quel modo un stupido che utilizzava sempre, senza
distogliere la sua attenzione dall'altro ragazzo.

"Matt posso.. posso almeno baciarti?"
"Si.. ti prego.."

Matt aveva fatto in modo che le braccia del più piccolo gli circondassero il collo, e
l'aveva baciato a fondo, giocherellando con la sua lingua.
Non avevano fatto altro per le due ore successive, avevano soltanto passato
il tempo a baciarsi, tanto vicini da rischiare di impazzire, ma senza andare oltre.
Non era stato esattamente semplice per Bert, ma si era sforzato ugualmente.
Se Matt aveva bisogno di tempo, beh.. l'avrebbe avuto.

Erano usciti dall'acqua e si erano avvolti negli asciugamani solo quando aveva
iniziato a farsi davvero tardi.
Si erano rivestiti in silenzio, sorridendosi ogni tanto, ed erano ritornati in città.
Matt aveva accompagnato il più piccolo sotto casa, fermando l'auto perché
potessero salutarsi con calma

"Ci vediamo lunedì mattina a scuola?"
"Mmh non so, non sono sicuro che resisterai un giorno senza vedermi"
"Proverò a sopravvivere"
"Si provaci, perché sai non vorrei che diventassi troppo appiccicoso"
"Lo sai che sei idiota?"
"Faccio del mio meglio"

Matt aveva ridacchiato mentre Bert gli lasciava un bacio veloce prima di scappare
fuori dall'auto e scomparire dietro la porta della sua abitazione.
Il più grande aveva guidato fino a casa vagamente sconcertato, ancora con quel
dannato sorriso sulla faccia che lo faceva sentire un emerito imbecille.
Si sentiva una fottuta adolescente, ma non riusciva a smettere di pensare
alla serata appena passata, a quanto ogni frase di Bert lo facesse ridere, alle
sue braccia attaccate al suo collo mentre lo baciava.
Quello stupido ragazzino spostato stava sconquassando il suo mondo.
Bert era il male

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Weave ***


Weave






Quinn si era svegliato quasi ad ora di pranzo quella domenica.
Aveva fatto uno squillo sul cellulare di Bert, per assicurarsi che fosse sveglio, e
quando l'altro aveva risposto aveva recuperato il cordless e l'aveva chiamato.
La voce dell'amico l'aveva raggiunto dopo pochi squilli, evidentemente di
cattivo umore, lasciandolo vagamente perplesso.

Il biondino aveva pensato che l'appuntamento con Matt fosse andato male, ma
non voleva parlarne per telefono.
Sua madre lavorava quel giorno, così l'aveva invitato a pranzo da lui, qualsiasi
cosa fosse successa sarebbe stato meglio discuterne di persona.
Bert ne era sembrato contento, ed aveva accettato immediatamente.
Era arrivato a casa di Quinn meno di mezz'ora dopo, con l'aria di chi non aveva
dormito molto.
Entrambi erano andati in cucina, per poter riscaldare il pranzo che la madre
di Quinn aveva lasciato per lui.
Solitamente lasciava sempre da mangiare almeno per due, meglio abbondare,
così diceva.
Il biondino aveva aspettato che entrambi fossero seduti sul divano con i loro
piatti, prima di chiedergli cosa fosse successo.

"Come sei venuto?"
"Ho preso la macchina di mio padre"
"Tu non hai la patente"
"Dettagli"
"Sembri di pessimo umore"
"Perché lo sono"
"E' andata male?"
"Cosa?"
"Ieri sera.. con Matt"
"No.. no, non è questo. Stamattina in casa c'era la famiglia al completo..
 e le riunioni familiari non sono proprio il mio forte"
"E' successo qualcosa?"
"Ma no, il solito. 'perché ti vesti così?.. perché non ti tagli quei capelli?.. un bravo
 ragazzo non fuma e non beve"
"Normale amministrazione insomma"
"Si, sono contento che tu mi abbia chiamato"
"Bene. Già che ci siamo, raccontami di ieri sera"
"L'hai aiutato ad organizzare l'appuntamento"

Bert aveva sottolineato il tono d'accusa puntando il dito contro la faccia del
biondino, dandogli qualche colpetto in fronte di tanto in tanto con la punta dell'indice.
Quinn aveva fatto smettere quella cosa fastidiosa, allontanandolo con un gesto della
mano, ed aveva ridacchiato leggermente

"Beh si, gli serviva proprio una mano, tu non sei facile da gestire"
"Io sono un angioletto"
"Come no, allora com'è andata?"
"Bene, siamo ancora in fase di rodaggio, ma va bene. Ha detto che non è ancora
 pronto per.. sai.. il sesso. Ma che lo sarà"
"Ha cambiato idea allora"
"Già"
"Aspetterai?"
"Si"

Quinn era rimasto a guardarlo, silenzioso.
Soltanto chi lo conosceva bene come lui poteva capire quanto fottutamente grossa
fosse quella risposta.
E chiunque lo conoscesse bene sarebbe rimasto attonito di fronte alla solennità
con la quale aveva pronunciato quel  ‘si’
Il biondino si era ritrovato a sorridere leggermente, riflettendo tra sé e sé su come
certe cose, e certe persone, si incastrino così casualmente e così perfettamente al
tempo stesso, senza che nessuno dei diretti interessati se ne renda minimamente
conto, se non quando l’intreccio è già troppo forte per essere slegato.
Quinn gli aveva dato una specie di spintarella, usando il miglior tono divertito e
canzonatorio che gli uscisse.
Non aveva bisogno di dirgli che fosse contento per lui, Bert l’avrebbe saputo in
ogni caso.

"Deve proprio piacerti molto per accettare un periodo senza sesso, senza
 sapere quanto durerà tra l'altro"
"Si, mi piace. E' ancora un po’ spaventato, ed ogni tanto va nel panico, ma..
 ha qualcosa.. non lo so"
"Giuro su Dio, non avrei mai pensato di sentirti dire queste cose"
"Non ti azzardare a prendermi in giro, o ti interrogherò sul tuo fidanzato che hai
 anche presentato alla mamma"

Quinn aveva fatto una smorfietta scocciata, piazzandogli un pezzo di pane in
bocca per farlo stare zitto.
Bert l'aveva sputato, comportandosi con la sua proverbiale finezza, ed il pezzo
di cibo era rotolato per terra sotto gli occhi disgustati del biondino.
Entrambi avevano riso, prima che il moro si decidesse finalmente a recuperare
un tovagliolo di carta e raccoglierlo per buttarlo nella pattumiera.

"Pensi di sviare il discorso così facilmente?"
"Non ho niente da sviare. Io e Padge stiamo bene. Ogni tanto sbandiamo, ma
 stiamo bene"
 "Sbandate?"
"Beh si.. ho dato un po’ fuori di matto per questa faccenda di Jay, ma mi ci
 sto abituando"
"Pensi ancora che provi qualcosa per Padge?"
"Io non lo penso, io lo so. Ma so anche che Padge mi ama, e questo mi basta.
 Non voglio farlo sentire tra due fuochi. Ha già molti problemi di suo"
"Problemi?"
"Si, a casa. Non so bene tutta la faccenda, perché lui non ne parla molto, ma so
 che sta male"

Bert aveva annuito, ripensando alle parole di Matt.
Non aveva detto niente, perché Matt gli aveva chiesto di non farlo.
E comunque gli sembrava giusto che Padge si aprisse quando si fosse sentito
pronto, erano cose troppo personali perché potesse parlarne al posto suo, ma
in qualche modo voleva che Quinn si tranquillizzasse.
Quinn, ed il suo terrore per l’abbandono, che nessuno conosceva tranne Bert.

"Padge ti ama. Non preoccuparti, il resto si risolverà"

Quinn l'aveva guardato abbastanza meravigliato, non capitava spesso che
Bert prendesse le parti del suo ragazzo, solitamente si limitava a non dire
nulla, non lo attaccava mai, ma non prendeva posizione.

"Tu chi sei? Che ne hai fatto di Bert?"
"Eh?"
"Hai detto una cosa carina su Padge.. devono averti drogato"
"Ma piantala"
"E' l'influsso di Matt secondo me, vedi le sue belle braccia ed il suo bel culo
 e non riesci più a ragionare, dì la verità"
"Hey! Da quando parli così? Dovrei riferire a Padge quello che hai appena detto"
"Il mio ragazzo è il più bello, ma ho pur sempre gli occhi"
"Già, e adesso che hai un ragazzo li usi per guardare quelli degli altri?"
"Quelli degli altri? Oddio ma ti senti? Hai appena detto che Matt è il tuo ragazzo.
 Questo si che può essere usato contro di te"
"Ok piantiamola di prenderci in giro. E tu smettila di guardare il culo di Matt"

Quinn aveva ridacchiato, lanciando all'amico uno sguardo divertito.
Era strano sentirlo parlare di qualcuno in quel modo.
Bert di solito non si legava così tanto ai ragazzi con cui usciva.
Qualsiasi persona posasse gli occhi su Bert non poteva fare a meno di farsene un'idea
molto lontana dalla realtà.
Nonostante l'apparenza scherzosa e superficiale il suo amico aveva un carattere
molto diffidente, e a suo modo estremamente fragile.
Matt sembrava aver colto il vero Bert, in qualche modo, e lui ne era contento.
Bert si meritava qualcuno che lo apprezzasse e lo capisse, e Matt gli piaceva molto
Era sicuro che sarebbero stati giusti insieme.
L'amico l'aveva lasciato solo quando fuori aveva iniziato a farsi buio, e non l'aveva
detto, ma Quinn aveva avuto come l'impressione che avesse in mente un'altra tappa.






Matt era seduto sul divanetto liso del garage, con la chitarra poggiata sulle
gambe e le mani poggiate sullo strumento, ma senza suonarlo per davvero.
Se ne stava così da un po’, cercando di far prendere forma a quella melodia
che gli girava per la testa da un paio di giorni.
Ci aveva messo qualche secondo a realizzare finalmente che qualcuno stava
bussando alla porta del garage, così aveva riposto la chitarra con delicatezza
e si era alzato per aprire, restando un po’ sorpreso quando aveva visto la
testa spettinata di Bert spuntare dalla serranda.
Aveva alzato del tutto la saracinesca e l'aveva osservato, poggiandosi contro
la parete e incrociando le braccia davanti al petto, con una perfetta espressione
beffarda sul viso

"Guarda un po’ chi non è riuscito a resistere nemmeno un giorno senza vedermi"
"Ok, questa me la sono proprio meritata. Mi fai entrare?"
"Lo sai Bert.. non vorrei che tu diventassi.. sai.. troppo appiccicoso"
"Sto avendo un'emorragia interna per le risate"

Bert l'aveva spinto leggermente perché si spostasse, ma Matt aveva ridacchiato, senza spostarsi nemmeno di un millimetro.

"Bert.. peserai quanto una delle mie gambe, pensi davvero di spostarmi?"
"Sono piccolo e maneggevole"

Matt aveva riso, per l'evidente allusione sessuale nelle parole dell'altro, prima di fargli
un cenno del capo per invitarlo dentro, ed aveva riabbassato la saracinesca dietro di sé fino a terra, accendendo la luce
del piccolo lampadario per illuminare lo spazio.
Bert si era seduto sul divano, guardandosi intorno in attesa che Matt lo raggiungesse.
Il più grande aveva dato un'occhiata alla busta di plastica tra le mani del più piccolo, ma non
era riuscito a capire cosa contenesse

"Che hai là dentro?"

Bert non aveva risposto, limitandosi ad estrarre il contenuto della busta, in modo
da mostrarlo all'altro.
Matt aveva sorriso quando aveva scorto la copertina in bianco e nero del DVD

"Ma sei proprio fissato con questo film, l'abbiamo visto ieri sera.."
"Io l'ho visto, tu guardavi me"
"Beh si.. questo è vero.. che altro hai nella busta?"


Matt l'aveva osservato estrarre una bustina minuscola di quelli che sembravano
semi di qualche tipo, e gli aveva rivolto uno sguardo perplesso, prendendo posto
accanto a lui

"Che diavolo sono?"
"Pop corn idiota"
"Quelli non sono pop corn"
"Lo diventeranno appena messi nel microonde"
"Hai pensato proprio a tutto"
"Solo che.."
"Cosa?"
"Mi sa che non è stata una buona idea"
"Perché?"
"Perché non avevo pensato che qua dentro non hai la televisione il
 microonde"
"Non è un gran problema, possiamo andare in casa, là c'è tutto"
"Io.. posso entrare in casa tua?"
"Non c'è nessuna legge che lo vieta che io sappia"
"No, voglio dire.. i tuoi non mi conoscono"
"Beh ti conosceranno adesso"
"Ok.. d'altronde non c'è niente di male in due amici che vedono un film insieme, no?"
"I miei non sanno quello.. quello che sta succedendo"
"E' per questo che ho usato la parola amico, idiota"
"Smettila di chiamarmi idiota! Quello che volevo dire è che se le cose tra noi..
 continuano.. beh glielo dirò"
"E' una tua decisione Matt, non voglio immischiarmi"
"Non ti stavo chiedendo un parere, ti stavo solo informando"
"Oh.. bene.. però.. certo che sei strano"
"Perché?"
"Beh per certi versi questa cosa sembra enorme per te, e invece per certi
 altri reagisci con una tale facilità.."
"Ho accettato l'idea.. beh che tu mi interessi.. dà qui in poi è tutto in
 discesa"


Bert l'aveva osservato senza dire niente, pensando che non era esattamente
tutto in discesa.
Matt era ancora estremamente frenato, e spaventato; c'erano ancora molte cose
di cui parlare, ma sarebbe diventato più facile con il tempo.
Comunque aveva preferito tenere per sé quei pensieri, ed aveva seguito Matt
fuori dal garage, fino a dentro casa.
Il più grande aveva urlato dall'ingresso che era in casa, e dopo la donna
che Bert aveva visto quando era andato a cercare Matt per la prima volta
era uscita da una delle camere, e gli era andata incontro, osservando incuriosita
il ragazzo insieme a suo figlio

"Hai visite.."
"Si, lui è Bert, lei è mia madre"
"Si, mi ricordo di te. Piacere di rivederti Bert"
"Piacere mio"
"Che programmi avete per la serata Matt? Io e tuo padre stiamo per uscire
 a cena fuori"
"Noi pensavamo di guardarci un film"
"Bene. Non fare troppo tardi, domani c'è scuola"
"Certo"
"Allora divertitevi"

Bert l'aveva osservata allontanarsi, mentre il padre di Matt la raggiungeva
circondandogli la vita con un braccio.
Non poteva che essere il padre dato che si somigliavano talmente tanto
che sembrava che Matt gli avesse tagliato la testa.
Non era abituato a quel tipo di famiglie, i genitori di Matt erano molto giovani, e sembrano più che altro due fidanzatini.
Il più piccolo aveva distolto lo sguardo, seguendo l'altro fino alla cucina, una stanza grande e con mobili neri e d'acciaio
che sembravano appena usciti da una rivista di arredamento.
Il padrone di casa aveva fatto i pop corn, seguendo le indicazioni di Bert, e poi
con la scodella piena si erano spostati al piano di sopra.
La camera di Matt era l'ultima in fondo al corridoio.
Era almeno il triplo della sua, e come la cucina era piena di mobili moderni e molto
belli, che stonavano abbastanza con i poster di band metal alle pareti e le pagine
scarabocchiate accantonate in ogni angolo.
Matt aveva poggiato la scodella sulla scrivania ed aveva raggiunto Bert alla porta,
chiudendola dietro di lui e spingendolo subito dopo contro di essa, per baciarlo

"Matt.. non dovremmo.. aspettare che i tuoi siano usciti?"
"Per un bacio?"
"E se entrano?"
"Difficile visto che ci sei tu contro la porta"

Bert aveva realizzato che era proprio vero, ed aveva re incollato le loro labbra
per ricambiare il bacio di qualche secondo prima.
L'aveva staccato da sé solo quando aveva sentito il suo controllo assottigliarsi
progressivamente.

"Sei.. in forma stasera"
"E' che è la prima volta che bacio un ragazzo qua dentro, volevo vedere che
 effetto faceva"

Il più piccolo aveva ridacchiato, prendendo posto sul letto mentre Matt inseriva
il DVD nel lettore e gli lanciava il telecomando, guadagnandosi un dito medio.
Appena finito e recuperato la scodella ricolma di pop corn anche l'altro aveva
preso posto sul letto, sfilandosi le scarpe e poggiando la schiena contro la
testiera del letto.
Bert era rimasto dov'era, disteso accanto a lui, ma con la testa ai piedi del
letto, rivolto verso la televisione.
Le immagini del film erano partite qualche attimo dopo, e Matt si era sforzato
di tenere gli occhi sullo schermo mentre il più piccolo commentava alcune cose
perché capisse meglio.
Solo verso la metà del film Matt si era steso completamente accanto a Bert, con
le braccia incrociate sotto il mento a mo di appoggio, ed i loro gomiti poggiati
l'uno contro l'altro.
Nello spazio del letto ad una piazza e mezza i loro corpi si sfioravano di tanto in
tanto.
Matt sembrava completamente tranquillo a riguardo, mentre per Bert non era
così semplice tutta quella vicinanza, ma si era sforzato di essere il più rilassato
possibile.

"E' difficile"

Le parole di Matt avevano interrotto la sua visione del film, costringendolo a
voltarsi verso di lui.
Bert aveva messo in pausa il lettore, aspettando che l'altro si spiegasse.

"Cosa? Cos'è difficile?"
"Stare qui, su questo letto con te.. così vicino. E' difficile"

Bert aveva sorriso, vagamente rassicurato da quell'ammissione.
Con quelle semplici parole Matt aveva detto all'altro che lo voleva
Che neanche lui era indifferente al fatto che fossero così vicini.
Bert ne era stato contento.

"E' bello sentirtelo dire"

Ed anche Bert aveva usato solo poche parole per dire molte altre cose.
Era come se avesse detto grazie, e come se avesse ribadito il fatto che non
gli avrebbe messo fretta
, nonostante lo desiderasse moltissimo.
Si erano sorrisi per un attimo silenziosamente, poi Bert aveva fatto nuovamente
partire il film.




Quel lunedì mattina Padge era passato a prendere Quinn molto prima del
solito, per fargli una sorpresa, con la certezza che l'avrebbe trovato solo.
Era andato da starbucks ed aveva preso due cappuccini ed un paio di muffin
ai mirtilli, sapendo che quelle cose lo rendevano estremamente dolce e allegro.
Aveva bussato un paio di volte senza ricevere risposta così l'aveva chiamato
sul cellulare, per dirgli di aprire la porta.
Il biondino era sceso ancora mezzo addormentato per le scale, cercando di
non cadere e rompersi qualcosa.
Fuori era ancora buio pesto.
Padge l'aveva guardato col sorriso sulle labbra, intenerito dall'espressione
assonnata e dai capelli completamente arruffati che l'altro cercava di sistemare
inutilmente passandoci le mani dentro.
L'aveva baciato prima ancora che la porta fosse chiusa, rischiando di far
rovesciare tutto quello che aveva tra le mani.

"Padge è prestissimo"
"Lo so, ma ieri non ci siamo visti per nulla e volevo stare un po’ con te.
 Ti ho portato la colazione"

Quinn aveva aperto la busta di cartone dello starbucks come se stesse scartando
i regali la mattina di Natale, esprimendosi in un versetto contento quando ne
aveva colto il contenuto.
Aveva preso per mano il moro e l'aveva portato con sé per le scale, con l'intenzione
di ritornare in camera.
Quinn si era seduto a gambe incrociate sul letto, coprendosi per metà con le
lenzuola, mettendosi comodo ed aspettando che l'altro gli porgesse la colazione.

"Deduco che devo servirti"
"Mi hai svegliato.. mi sembra il minimo"

Padge aveva annuito ridacchiando, ed aveva passato uno dei cappuccini al
più piccolo, poggiando i due muffin sul letto e prendendo poi posto di fronte
al biondino.
L'aveva osservato bere la bevanda ormai tiepida come se non bevesse da
giorni, mugolando piacevolmente ad ogni sorso, e non aveva potuto fare
a meno di sorridere.
Quinn diventava come un bambino quando si trattava di cibo, bastava un
dolcetto o un bicchiere del suo adorato caffè per metterlo incredibilmente
di buon umore.
Padge era innamorato di quel lato infantile del suo ragazzo
In qualche modo lo faceva sentire importante, perché spettava a lui
proteggerlo, curarsi di lui.
Il biondino aveva finito la sua bevanda ed aveva addentato uno dei muffin, porgendo
l'altro al più grande.
Padge aveva scosso la testa, gli era impossibile anche solo pensare di mangiare
a quell'ora di mattina, così Quinn li aveva mangiati entrambi.
Il piccolo aveva finito la sua colazione, e poi aveva preso posto sulle gambe di
Padge, salendo a cavalcioni su di lui, mentre l'altro gli circondava la vita con
entrambe le braccia.

"Padge?"
"Mhh?"
"I mirtilli mi hanno fatto venire voglia"
"Questa è la frase più strana che abbia mai sentito"

Quinn aveva ridacchiato, mentre stava già sbottonando la felpa del più grande.

"Faremo tardi a scuola.."
"E se la saltassimo?"
"Cosa? Tu non salti mai la scuola. Tua madre penserà che ho una cattiva
 influenza su di te"
"Lo sapevo che non dovevo presentartela.. sei diventato noioso"

Padge l'aveva spinto all'indietro, ribaltando le posizioni e guadagnandosi un urletto
sorpreso da parte del più piccolo.
Aveva calciato via le sue scarpe e si era disteso su di lui, eliminando la t-shirt
bianca di Quinn mentre l'altro lo aiutava a togliersi la felpa.
Il moro l'aveva baciato, mettendosi in ginocchio e trascinandolo su con sé, per poter
eliminare i pantaloni del pigiama, ed i boxer, contemporaneamente.
Quinn gli aveva sbottonato i jeans e li aveva spinti verso il basso, quanto bastava
perché l'altro potesse finalmente entrare dentro di lui.

Quella mattina erano arrivati tardi a scuola.




Matt era rimasto a letto quella mattina, si era svegliato con un gran mal di testa, ed
aveva deciso di non andare a scuola.
Quello era uno dei motivi, un altro era il fatto che non si sentiva ancora pronto
ad affrontare Padge, dopo la conversazione che aveva avuto con Jay.
Ci aveva riflettuto, quando Bert se n'era andato, e si era sentito vagamente
uno schifo.
Non voleva raccontare bugie a Padge, ma non voleva nemmeno tradire la fiducia
di Jay.
Non gli piaceva la situazione in cui si era messo.
Aveva provato a riaddormentarsi, approfittando del fatto di essere rimasto a casa, e
che i suoi genitori fossero a lavoro, ma non ci era riuscito, ed aveva rinunciato
definitivamente quando il suo cellulare era squillato, mostrando il nome di Padge
che lampeggiava sullo schermo.
Aveva risposto un po’ incerto, cercando di assumere un tono tranquillo e convincente
mentre gli diceva di avere un po’ di influenza.
Padge sembrava averci creduto, d'altronde perché non avrebbe dovuto?
Si erano salutati mettendosi d'accordo per sentirsi quando l'orario di scuola fosse
terminato, il che gli dava un po’ di tempo per pensare a cosa gli avrebbe detto.



Padge aveva chiamato Matt non appena era suonata la campanella della pausa
pranzo, per capire perché non fosse andato a scuola.
L'amico l'aveva informato di avere un po’ di influenza, così aveva promesso di
richiamarlo dopo scuola, ed aveva raggiunto la mensa per pranzare con Moose e Jay,
dato che Quinn aveva intenzione di pranzare con i suoi amici.
Aveva riempito il suo vassoio di qualcosa che sembrava tutto tranne che commestibile, ed preso posto ad uno
dei tavoli, aspettando che i suoi amici lo raggiungessero.
Aveva alzato il capo dal piatto quando qualcuno aveva tossito per attirare la sua
attenzione, e si era ritrovato davanti Bert.
L'aveva guardato un po’ meravigliato, indicandogli la sedia di fronte alla sua perché
si sedesse

"Quinn non è qui.. mi ha detto che avrebbe pranzato con voi"
"Si.. non ero qui per questo.. ero venuto per.. ecco, Matt non è venuto a scuola
 stamattina.. mi chiedevo se sapevi dove fosse. Ho provato a chiamarlo ma
 non risponde"
"E' a casa, ha un po’ di influenza"
"Oh.. ieri sera sembrava che stesse bene.. comunque.. ok grazie. Buon appetito"
"Bert aspetta.."

Il più piccolo si era seduto nuovamente, aspettando che Padge gli dicesse quello
che voleva.
Era un po’ strano, non si erano mai ritrovati da soli, in realtà non si erano mai
scambiati nemmeno una parola.
Era strano, considerato che era il ragazzo del suo miglio amico, nonché il miglior
amico del suo quasi- ragazzo.

Aveva pensato che volesse parlargli di Matt, per questo era rimasto ancora più
sorpreso quando Padge finalmente aveva parlato.

"Io volevo.. ecco.. credo che noi due abbiamo iniziato col piede sbagliato"
"Beh.. si, probabilmente si"
"Tu sei il miglior amico di Quinn..e penso che sia arrivato il momento
 di chiarire"
"Chiarire?"
"Io ero.. ero geloso di te"
"Geloso.. come? in che senso?"
"Beh.. sai.."
"Di me e Quinn intendi?"
"Si.. io pensavo.. che tu provassi qualcosa per lui"
"Oh io amo Quinn.. ma non fraintendermi, non in quel senso. Lui è.. la mia famiglia.."
"Già.. adesso mi sento un po’ stupido ad averlo pensato"
"Voglio bene a Quinn più di ogni altra cosa al mondo"

Il tono di Bert era cambiato, impercettibilmente, come se fosse diventato più
severo.
Padge l’aveva notato in ogni caso

"Lo so.. ed io ho fatto un sacco di casini all'inizio.. con lui.. ma.."
"Ma lo ami.. so che è così.. si vede"
"Bene.."
"E per la cronaca, dato che adesso sei tu quello dall'altra parte della barricata.. mi
 piace Matt.. voglio dire.. mi piace davvero"
"Lo so"
"Ok"
"Quindi noi siamo.. apposto, giusto?"
"Si. Giusto"
"Comunque.. Matt è a casa da solo.. sono sicuro che gli farebbe piacere se
 andassi a fargli compagnia.."

Quinn era entrato in mensa per cercare i suoi amici, ma si era fermato nel bel
mezzo della sala quando aveva visto Padge e Bert, seduti allo stesso tavolo.
Non appena si era ripreso dallo shock si era avvicinato, sperando che non ci fossero casini, perché
vederli insieme non gli faceva presagire niente di buono.
Li aveva salutati, ed i due ragazzi si erano voltati contemporaneamente verso di lui

"Hey.. che.. che succede?"
"Niente.. facevamo solo due chiacchiere"
"Due chiacchiere? Voi due?"
"Non dovevi pranzare con i tuoi amici?"
"Già.. uno di loro è seduto a tavola con te.. ed è molto strano"
"E' ok Quinn, io e Padge parlavamo soltanto.. da buoni amici"
"Questo è.. inquietante"
"Nah.. ti ci devi solo abituare. A proposito, non posso pranzare con te e i ragazzi"
"Perché no?"
"Ho una cosa da fare, me ne vado a casa"
"Cioè esci di nascosto da scuola?"
"Si, l'idea è quella"

Prima che potesse chiedere altro Bert si era già alzato in piedi, allontanandosi di
qualche passo dal tavolo.
Quinn aveva rivolto uno sguardo interrogativo a Padge, ma l'altro gli aveva
semplicemente sorriso in silenzio, richiamando nuovamente l'attenzione di Bert
prima che uscisse

"Cosa?"
"Brownies"
"Eh?"
"A Matt piacciono i brownies al cioccolato, ne va pazzo.. nel  caso avessi in mente
 di portargli qualcosa"
"Grazie"

Si erano sorrisi, sotto lo sguardo sconcertato di Quinn, che era rimasto tale anche
quando Bert era ormai uscito dalla mensa.
Il biondino si era seduto al posto che fino a poco prima aveva occupato il suo amico,
ragionando sul fatto che probabilmente quello era uno dei segni dell'apocalisse.
Non c'era altra spiegazione.

"Padge.. che sta succedendo?"
"Va tutto bene piccolo. Io e Bert ci siamo solo.. chiariti"
"Senza morti e feriti?"

Il moro non aveva avuto il tempo di ribattere, perché Moose aveva raggiunto il tavolo
con suo vassoio pieno di roba, salutando allegramente entrambi i ragazzi seduti.
Quinn aveva lasciato cadere il discorso, decidendo che sarebbe stato il caso di riprenderlo
in un altro momento, ed in un altro posto.
Padge l'aveva osservato allontanarsi per raggiungere i suoi amici finché non era
sparito alla sua vista, voltandosi poi di nuovo verso il tavolo quando Moose gli
aveva parlato

"Dov'è Matt?"
"Non è venuto stamattina, ha l'influenza.. e Jay?"
"Nemmeno lui è venuto a scuola, ho provato a chiamarlo ma ha il cellulare spento"

Padge aveva annuito, senza aggiungere altro, ed aveva concentrato la sua
attenzione sul cibo, o almeno ci aveva provato.
Gli sembrava una coincidenza un po’ strana che come Matt neanche Jay fosse
andato a scuola.
Non gli sembrava affatto un buon segno.





Sono tornata girls! La mia connessione sembra resuscitata *finger crossed*
Questo capitolo è un capitolo di passaggio, ci sono degli imput di quello che
succederà, ben nascosti qua e là ovviamente xD
Il prossimo capitolo è già pronto, quindi non dovrei farvi attendere troppo.
Università permettendo, ovviamente xD


Come sempre le vostre recensioni sono fantastiche, vi ringrazio *-*

_DyingAtheist: Ahah non preoccuparti, anche una recensione va bene.
Sono contenta che ti piaccia xD E spero che continui xD
Le due coppie si intrecciano sempre di più, che ne dici? xD

XxImJustAKid: Dear, si Jay non è stato chiaro, o almeno lo è stato
quanto poteva xD
Le tue teorie mi piacciono sempre, lo sai xD
Qui c’è un piccolo evento, Bert e Padge, che ne dici?

ChemicallyUsed: Hun, sono contenta che ami questa coppia quanto la amo io.
Lo sai che mi sta prendendo da morire, perché sono così diversi da Padge e Quinn, e
per certi versi fanno anche più tenerezza, don’t know.
E Jay… beh ritornerà al prossimo capitolo, in qualche modo che non posso spoilerare xD

Crazy_Me: Sono contenta che ti piaccia così tanto, ed a me piacciono tanto le
tue recensioni! xD
In questo capitolo succede qualcosa, un chiarimento inatteso, che ne dici?

_Francesca92_ : Grazie, ecco l’aggiornamento. Aspetto di sapere che ne pensi xD

ColdBlood
: Honey, quello scemo di Matt non coglie il fascino del nostro Matt! xD
Si Padge e Quinn hanno vari problemi con la macchina, dovrebbero limitarsi a farlo a casa xD
Ahah al terzo si arriva al sesso dici? Mmh vedremo.. xD

Friem: ahah Padge e Quinn ti hanno stufato??! Ma vedrai che avranno degli scossoni,  anche
loro. Non è tutto oro quello che luccica xD
Sono due coppie diametralmente opposte, perciò dipende solo da che tipo di coppia ti piace xD
Che ne dici di questo nuovo capitolo?







Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** When things become real ***


When things become real




 
Matt era disteso tra le coperte con telecomando tra le mani, cercando un
qualsiasi programma decente su cui sintonizzarsi.
Avrebbe voluto avere la sua chitarra con sè, lo avrebbe aiutato a pensare, ma
non gli andava di vestirsi e scendere in garage a recuperarla.
Aveva buttato giù qualche stralcio di testo, sulla melodia che lo ossessionava
da giorni, ma senza strumento non poteva ancora decidere se gli piacesse
o meno.
Il campanello della porta l'aveva lasciato per un attimo meravigliato.
Non aspettava nessuna visita, non riusciva ad immaginare chi potesse essere.
Era sceso giù per le scale senza curarsi di essere scalzo, pentendosene quasi
immediatamente quando il pavimento freddo gli aveva fatto salire i brividi
lungo la schiena.
Stava ancora imprecando quando aveva aperto la porta e si era trovato
davanti Bert.
Era rimasto per un attimo fermo a fissarlo, un pò confuso dalla sua presenza, senza
neanche invitarlo ad entrare, sulle prime

"Bert?.. che.. che ci fai qui?"
"Padge mi ha detto che stavi male.. e poi ho provato a chiamarti al telefono
 ma non hai risposto.."
"Ho solo.. un pò di mal di testa.. non ho sentito le tue chiamate.. dormivo"

Matt si era finalmente spostato per farlo entrare, e Bert l'aveva osservato in silenzio
mentre gli indicava di seguirlo al piano di sopra.
Avevano raggiunto la camera del ragazzo e Bert era rimasto in piedi, mentre Matt
prendeva posto su una delle sponde del letto.


"Perché hai detto a Padge di avere l'influenza?"
"Io.. ecco pensavo di averla, stamattina non mi sentivo granchè.. e sai.."


Il tono della sua voce era abbastanza nervoso, e quello che diceva piuttosto confuso.
Ed il fatto che evitasse di incontrare il suo sguardo gli aveva immediatamente fatto
scattare un campanello d'allarme.
Molto strano, considerato che la sera prima erano stati benissimo.
Bert si era seduto accanto a lui, fissandolo finchè finalmente anche Matt fermasse
l'attenzione sul suo viso

"Matt, tu non stai male. Qualcosa non va?"
"No.. è tutto ok"
"Hai cambiato idea.. è così?"
"Su cosa?"
"Su di me.. voglio dire.. su noi"
"Cos.. no Bert, che dici? Non ho affatto cambiato idea"
"Sei strano, e stai mentendo sul motivo per cui sei rimasto a casa"
"Si ma.. non ha niente a che fare con te"
"Allora perché sei così nervoso? E perché mi racconti stronzate?"
"E' successa una cosa.. e non so se devo dirtela.."
"Perché non dovresti se non riguarda me?"
"Perché riguarda Quinn"
 
Bert era rimasto in silenzio per un attimo, per assimilare quell'informazione
appena ricevuta.
Se ci fossero stati problemi Quinn gliel'avrebbe detto.. a meno che non fosse
successo qualcosa di cui neanche lui era informato.
E quella di sicuro non poteva essere qualcosa di buono

"Se riguarda Quinn allora devi proprio dirmela. Che è successo?"
"Non sono venuto a scuola principalmente per non vedere Padge"
"Perchè? Ha fatto qualcosa a Quinn? Perché io.."
"No, non partire in quarta, non ha fatto nulla di male"
"Matt cristo parla e basta"
"Ok.. Ieri sono andato a parlare con Jay, sai.. per via del bacio.. per capire
 cosa ci fosse dietro.. se lui prova qualcosa per Padge"
"Oh.. Ed è così.. giusto? Quinn aveva ragione"
"Lui non l'ha ammesso. Ha detto che non c'è nulla da sapere"
"Ma tu non gli credi"
"No"
"Ma non capisco, perché non vuoi vedere Padge?"
"Ieri Jay mi ha detto che non mi stavo comportando da amico nei suoi confronti.
 E che non era giusto che quello che mi diceva lo riferissi a Padge, ma io ero
 andato lì proprio per aiutare lui.. e adesso non so cosa dirgli. Perchè non voglio
 mentirgli, ma non voglio nemmeno tradire la fiducia di Jay"
"Che situazione di merda"
"Già, lo è"
"Ma perché non volevi dirlo a me?"
"Perché Jay è innamorato del ragazzo del tuo miglior amico, e tu non lo
 conosci bene, e so quanto sei protettivo nei confronti di Quinn. Non sapevo
 come avresti reagito"
"La mia reazione dipende da quanto Quinn rischia di restare ferito in questa
 storia.. e questo puoi dirmelo solo tu"
"Jay ha detto che non farà mai nulla per mettersi tra Quinn e Padge"
"E tu gli credi?"
"Si, era sincero Bert. Io lo conosco"
"Allora mi dispiace soltanto per lui, non ho motivo di reagire"
"Solo.. sarebbe così brutto se io non dicessi niente.. a Padge?"
"Come fai a non dire niente se eri andato lì per conto suo?"
"Sono proprio un idiota, sono io che ho pressato perchè capisse quello che c'era
 dietro. Avrei dovuto farmi i cazzi miei"
"Andiamo Matt, lo sai che prima o poi se lo sarebbe chiesto anche da solo. Tu hai
 solo accellerato i tempi"
"E' strano, quando ne ho parlato con Padge l'ho rassicurato che anche se ci
 fosse stato qualcosa le cose non sarebbero cambiate.. ma.. non ci credo neanche io"
"Se sono amici come dici troveranno il modo di risolvere comunque. Sta solo a
 loro decidere di farlo"
"Lo sai.. sei veramente molto profondo delle volte"


Il tono ironico di Matt che lo prendeva in giro aveva spezzato un pò la tensione, e
Bert aveva ridacchiato, rifilandogli un pugno sul braccio con una finta espressione
offesa, ovviamente senza fargli nemmeno il solletico.

"Bert.. non voglio mettere anche te in una brutta situazione.. ma non dirlo a Quinn"
"Quinn lo sa già, l'ha sempre saputo, non ho bisogno di dirglielo"
"Grazie.. voglio dire.. per tutto"
"Hey non diventare sdolcinato per cortesia"
"Quanto sei scemo.."

Bert aveva ridacchiato, sporgendosi a lasciargli un bacetto sulla bocca, uno di quelli
molto infantili con lo schiocco.
Matt si era disteso al di sopra delle lenzuola, stringendosi un pò contro la parete
perché l'altro potesse fare lo stesso.
Il più grande a volte era sconcertato dalle contraddizioni di Bert, a volte era così
tante cose contemporaneamente che non riusciva a stare al passo.
Era idiota e un minuto dopo era rassicurante, era sicuro e strafottente ed un
minuto dopo era infantile.
Matt non poteva fare a meno di restarne affascinato.

Erano rimasti in silenzio per un bel pò, mentre Matt gli cedeva il dominio
del telecomando lasciando che fosse l'altro a decidere cosa vedere.
Alla fine avevano optato per un programma di musica, ed avevano trascorso
le successive due ore con gli occhi puntati sullo schermo, mentre ad un video
musicale ne seguiva un altro, e un altro ancora.
Matt si limitava solo ad ascoltare gli stupidi commenti dell'altro, ridacchiando
ogni tanto, e godendosi il momento.
Però c'era una domanda, che gli girava in testa da quando Bert era arrivato.
E doveva fargliela, perché per quanto avesse provato a ignorarla non gli era stato
possibile.


"Bert?"
"Mmh"
"Perché pensavi che avessi cambiato idea?"
"Beh ti comportavi in modo strano.. hai raccontato a Padge di stare male e non
 era vero.. e poi non hai risposto alle mie telefonate, ed eri così nervoso"

Matt aveva cambiato posizione, voltandosi per poter osservare Bert, con la faccia poggiata sul palmo della mano per tenersi sù.
L'altro aveva fatto esattamente lo stesso, quasi contemporaneamente, come se si fossero messu d'accordo.

"E la prima cosa a cui pensi se succede qualcosa è che io mi stia tirando indietro..
 è così?"
"E' solo che.. noi siamo ancora all'inizio..e tu sei ancora spaventato. Non sarebbe
 così strano se succedesse.. io lo capirei.."
"Non cambierò idea Bert. Ho accettato che tu mi piaccia. Mi fa sentire un pò
 strano, e sono ancora un pò confuso, ma la realtà è questa. Non posso
 tornare indietro.. e comunque non lo vorrei"


Bert si era sporto per baciarlo, per davvero questa volta, con la solita irruenza
che gli aveva quasi fatto sbattere la testa contro la parete.
Era finito per metà sopra Matt, senza che l'avesse veramente deciso.
L'aveva baciato ancora per un attimo e poi si era ritirato per allontanarsi, non
voleva che l'altro si sentisse in imbarazzo, o sotto pressione.
Matt però l'aveva trattenuto, poggiandosi per bene schiena contro il materasso, e
distendendo le gambe, per fare in modo che Bert si sedesse a cavalcioni su
di esse, trascinandolo poi giù con sè per baciarlo
Bert l'aveva assecondato, ancora un pò incerto, e meravigliato per quel
comportamento, senza comunque fare nessuna resistenza.
Matt aveva fatto scivolare le mani dai capelli di Bert alla sua schiena, fino al suo
sedere, alle sue gambe
Il più piccolo aveva spalancato leggermente gli occhi, irrigidendosi sotto le dita
di Matt

"Che c'è?"
"E' che.. questa è una novità.. sai.."
"Ci stiamo solo baciando"
"Questo è un pò più che baciarsi.."
"Adesso sei tu quello che non è pronto?"
"Sono più che pronto, è solo che.. ho paura di andare oltre, perciò dimmi fin dove
 vuoi spingerti, così non avremo problemi"
"Vuoi che ti faccia un programma scritto?"
"Idiota.. lo sai cosa voglio dire.."
"Voglio esattamente quello sta succedendo adesso"
"Bene, era solo per sapere"
"Ma.. forse tu non vuoi? Voglio dire.. magari poi sarebbe difficile controllarti"
"Baciami e sta zitto, riesco benissimo a controllarmi"

Bert aveva reincollato le loro labbra, godendosi la sensazione delle mani calde
di Matt sotto la sua felpa.
Un pò aveva mentito, non era esattamente la cosa più semplice del mondo
controllarsi mentre Matt gli toccava la pelle e le loro lingue si intrecciavano.
E stare così.. sopra di lui.. lo faceva sentire sul punto di esplodere.
Ma era un passo avanti, e non aveva nessuna intenzione di tirarsi indietro.
Si stava rivelando difficile anche per Matt, ad essere onesti.
Bert aveva qualcosa che gli faceva perdere la testa, ed ogni volta che Matt
lo toccava lasciava uscire dei bassissimi mugolii che non facevano altro
che eccitarlo.
Era un'insolita sensazione che non aveva mai provato, come un distacco.
Quando baciava Bert era come se i suoni intorno si ovattassero, e i contorni
delle cose diventassero tutti sfuocati.
Bert lo trascinava via.. lontano.




Il cellulare di Matt vibrava incessantemente sul comodino accanto al letto, ma
nessuno dei due se n'era minimamente accorto.
Il movimento produceva un suono basso e sordo, e ad ogni squillo si spostava
leggermente verso il bordo del mobile.
I due ragazzi si erano staccati di colpo quando l'apparecchio era caduto per
terra, facendoli sobbalzare dalla sopresa.
Matt aveva imprecato tra i denti, facendo ridacchiare Bert, che si era alzato
per recuperare il cellulare da terra.
La porta di casa era suonata quasi contemporaneamente, e le imprecazioni
di Matt erano aumentate di volume.
Il più grande aveva dato un' occhiata in basso, tanto per controllare la situazione
dopo il loro momento di intimità.
Lo sguardo di Bert aveva seguito esattamente lo stesso percorso, fermandosi
all'altezza del cavallo dell'altro.

"Forse è il caso che apra io.. mentre tu ti dai.. beh.. una sistemata.."
"A te non serve?"
"Si, ma i miei jeans sono larghi, non si vede"

Matt aveva annuito, mentre l'altro scendeva al piano di sotto per aprire, trovandosi
davanti Padge.
Si erano guardati in silenzio per un attimo, mentre Padge realizzava il motivo per
cui ci avevano messo così tanto ad aprire.

"Oh.. cazzo, vi ho.. interrotto?"
"E' già finita la scuola?"
"Si, Sono le due passate. Ma voi non stavate.. vero?
"No. No, niente del genere"
"A questo punto farò finta di crederci e vi lascerò soli. Dì a Matt che sono passato"
"Puoi entrare.. davvero, non stavamo facendo niente.. di serio"

Bert aveva aspettato che entrasse, e poi l'aveva preceduto su per le scale fino
alla camera del più grande.
Matt aveva bisogno di parlare con Padge, e prima l'avrebbe fatto prima quel
senso di nervosimo sarebbe andato via.
Padge era aspettato che l'amico uscisse dal bagno, ridacchiando per l'espressione
un pò imbarazzata sulla sua faccia.
Bert li aveva lasciati soli, informandoli che sarebbe uscito a comprare qualcosa
da mangiare, dato che lui e Matt avevano.. beh saltato il pranzo.
Il più grande gli aveva rivolto uno sguardo di gratitudine, ed aveva aspettato
che uscisse per riportare la sua attenzione su Padge

"Ora capisco perché ci avete messo tanto ad aprire"
"Piantala"
"Come stai?"
"Bene, sto bene"
"Grande, quindi adesso puoi dirmi il motivo per cui non sei venuto a scuola.
 Quello reale, intendo"
"Pensavo di essere stato più credibile"
"Ci avevo creduto, fino a quando non ho realizzato che anche Jay non era
 a scuola, ed ho fatto due più due. Quindi avete parlato.."
"Si"
"Lui è.. voglio dire.. lo è.. è così?"

Padge aveva posato il suo sguardo sul viso di Matt, e si era immediatamente
sentito uno schifo, anche se l'altro non aveva ancora detto neanche una parola.

"Cristo.."
"No aspetta, lui non mi ha detto nulla. Ha detto che non c'è niente da
 sapere"
"Matt fai schifo come bugiardo, pensavo l'avessimo chiarito"
"E' la verità Padge, lui non ha ammesso nulla"
"Ma tu non ci credi, te lo leggo in faccia"
"No.. ma.. non posso averne la certezza"
"Dio.. devo parlargli"
"No, non devi"
"Cosa?"
"Ragiona, cosa cambierebbe? Lui resta comunque innamorato di te, e tu di Quinn.
 Le cose cambierebbero solo tra di voi, in peggio"
"Dovrei far finta di niente quindi?"
"Penso che tu glielo debba. Se fargli credere che tu non sai niente può farlo sentire
 meglio, allora penso che dovresti farlo. Voglio dire, lui è quello che si trova nella
 situazione peggiore, le cose non possono cambiare, lui non può averti. Non portargli
 via anche il suo miglior amico"


Padge era rimasto per qualche minuto in completo silenzio, riflettendo sulle
parole di Matt.
Era strano, gli erano già sorti dei dubbi sul fatto che Jay provasse qualcosa
per lui, aveva accettato quella possibilità.
Ma adesso che diventava reale era come se sentisse quella cosa per la
prima volta, non sapeva affrontarla.
Per quanto si sforzasse quella nuova immagine di Jay gli rimaneva estranea.
Si chiedeva se gli avesse fatto male, ed in quale portata.
Ma era la verità, dirgli che sapeva l'avrebbe solo fatto sentire umiliato, e comunque
non sarebbe cambiato nulla.
Jay restava soltanto uno dei suoi migliori amici per lui.
Avrebbe fatto come diceva Matt

"Ok.. lo farò. Farò come dici tu. Non voglio che Jay stia.. peggio"
"Penso che sia la soluzione migliore"

Padge aveva annuito, ma non poteva fare a meno di sentirsi male comunque.
Matt lo sapeva, poteva capirlo, così gli aveva poggiato una mano sulla
spalla, tanto per fargli sapere che gli era vicino.
Padge l'avrebbe saputo in ogni caso anche senza quel gesto, era sempre stato così.
L'aveva comunque ringraziato, e l'altro ragazzo si era limitato a sorridere, cercando
un qualsiasi modo per stemperare la tensione.

"Vuoi mangiare con me e Bert?"
"Oh no, ho già tolto troppo tempo a.. qualsiasi cosa voi steste facendo.
 A proposito, che facevate?"
"Non molto"
"Per questo lui ha aperto mentre tu ti chiudevi in bagno?"
"Ci stavamo solo baciando. Ma questo non vuol dire che non sia comunque.. sai.."
"Eccitante?"
"Beh.. si"
"In pratica questo è tutto quello che fate?"
"Per il momento si"
"Povero Bert, dev'essere una sofferenza per lui"
"In verità lo è anche per me. Diventa sempre più difficile.. fermarsi"

Padge l'aveva guardato in silenzio, riflettendo se fosse o no il caso di dirgli
come realmente stavano le cose.
E soprattutto se Matt avesse superato abbastanza i suoi blocchi da capire
quello che gli avrebbe detto.
Aveva deciso di tentare comunque, nella peggiore delle ipotesi la situazione
tra lui e Bert sarebbe rimasta esattamente la stessa


"Io penso che tu sia completamente idiota"
"Cosa? Perchè?"
"Ti è mai passato per la testa che se lo vuoi così tanto probabilmente è
 arrivato il momento di farlo?"
"Te l'ho detto, io lo voglio. Ma la mia testa non riesce ancora ad abituarsi
 a quello che vuole il mio corpo. Non sono ancora pronto"
"Non sarai mai pronto"
"Cioè?"
"E' una cosa grossa Matt, fottutamente grossa.. ma non c'entra niente la
 testa.. è una cosa che senti sulla pelle, nello stomaco. Se aspetti che il coraggio
 ti venga dalla razionalità stai cercando nel posto sbagliato"
"E come lo sai di essere pronto allora?"
"Lo sai e basta.. perché stare vicino a quella persona senza toccarla ti fa impazzire,
 perché la tua pelle diventa calda se solo quella persona è nelle vicinanze, e non
 puoi controllarti.. ti senti così.. con Bert?"
"Si.. fuori controllo cazzo.."
"Allora sei pronto"
"Ma se lo fossi non dovrei sentirmi così.. nervoso all'idea"
"E' ovvio che tu sia nervoso, non sai cosa ti aspetta"
"Parli come se io non avessi mai scopato prima.."
"In pratica è come se fosse così, è una cosa completamente diversa.
 Devi aspettare la prima volta che lo toccherai, intendo.. davvero.. la
 prima volta che realizzerai che lui sta provando piacere perché tu lo stai
 toccando, e allora capirai.. ti cambierà la vita... ma l'unico modo è.."
"Provare"
"Già.. fidati, la testa non c'entra niente"
"E poi che succede?"
"E poi diventa reale.."
"Cazzo"

Matt era così preso a ragionare su quello che Padge gli aveva appena detto
che quando il campanello della porta aveva suonato aveva rischiato di cadere
dalla sedia.
Padge aveva riso, sperando di essergli stato d'aiuto.

"Parlando del diavolo.. penso che sia tornato il tuo Bert"

Matt gli aveva dato una spinta poco gentile, perché la smettesse di prenderlo
in giro, ed anche perché si spostasse per farlo passare.
Padge l'aveva seguito fino in fondo alle scale, e l'aveva osservato aprire la porta
e sorridere a Bert.

"Beh io vado. Buon appetito"
"Non resti?"

Padge aveva rivolto uno sguardo all'amico, che diceva chiaramente 'non ci provare'
Era chiaro che il suo discorso aveva fatto presa su Matt, e che adesso restare
da solo con Bert lo rendeva ancora più nervoso.
Era strano, perchè di solito era Matt quello sveglio tra loro due, quello che capiva
le situazioni al volo e sapeva sempre cosa fare.
Ma quando si trattava di Bert perdeva di lucidità.
Faceva un certo effetto vederlo così.

"No, grazie.. Godetevi.. beh.. il pranzo"

Il tono allusivo di Padge era caduto nel vuoto, ed il moro si era chiuso la
porta alle spalle per lasciarli soli.



Bert aveva ciondolato la busta col cibo a portar via, perché Matt si scuotesse
da quella specie di blackout in cui sembrava essere caduto.
Il più grande gli aveva preso la busta dalle mani e si era spostato in cucina, per
guardare cosa il più piccolo avesse preso e per mettere il tutto in un paio di piatti.
L'idea era quella di salire di sopra e mangiare in camera, davanti alla tv, ma Matt
all'ultimo aveva cambiato idea, ed aveva dirottato sul divano del salotto.
Bert l'aveva seguito senza dire nulla, notando immediatamente il nervosismo
dell'altro.
L'aveva attribuito alla conversazione con Padge, e a tutta la faccenda di Jay.
Si erano seduti entrambi sul divano ed avevano mangiato in silenzio per qualche
minuto, finché il più piccolo non si era deciso finalmente a chiedere cosa non
andasse.

"Hey Matt, va tutto bene?"
"Certo"
"Hai parlato con Padge, a proposito di Jay?"
"Si, gli ho detto la verità, che Jay non ha ammesso nulla ma che io non gli
 ho creduto"
"Sembri così nervoso.. l'ha presa male?"
"No, cioè era un pò scosso, ma non credo che abbia ancora realizzato
 per davvero quello che gli ho detto"
"Sei preoccupato?"

Bert aveva alzato la mano libera, incastrandola tra i capelli di Matt in una specie
di carezza consolatoria.
Il più grande l'aveva guardato in silenzio per qualche secondo.
Non conosceva così bene Bert, ma non gli sembrava il tipo che dispensa carezze
e smancerie, ed il fatto che cercasse di farlo sentire meglio l'aveva fatto sorridere.
Gli aveva tolto la forchetta dalla mano destra ed aveva posato entrambi i loro piatti
sul tavolino davanti al divano, guadagnandosi uno sguardo confuso da parte
dell'altro

"Hey stavo mangiando"
"Vieni qui Bert"

L'aveva tirato delicatamente per un polso per fare in modo che si avvicinasse, e
l'aveva baciato, godendosi la sensazione piacevole del sapore di cibo misto a
quello di Bert.
Oramai il suo era diventato un sapore familiare, Matt se lo sentiva in bocca, delle
volte, anche quando l'altro non era fisicamente presente.
Come fosse possibile che molto di lui fosse oramai già diventato una quotidianità
necessaria, Matt non avrebbe saputo spiegarlo.
Aveva lasciato che le sue mani vagassero sulla schiena di Bert, mentre percorreva
le sue labbra con la lingua.
Il più piccolo aveva ridacchiato, muovendosi un pò a disagio per la posizione scomoda
in cui si trovava, per metà seduto e per metà sporto di lato verso l'altro.

"Vieni sopra di me, come prima"
"Lo vuoi un consiglio, da chi ha più esperienza di te?"
"Non vedevi l'ora di dire questa frase, dì la verità.. comunque, quale sarebbe
 il consiglio?"
"Non funziona"
"Potresti essere meno criptico?"
"Questo, il fare qualcos'altro, il tenersi occupato col sesso, o.. con quello che
 facciamo noi.. per evitare di pensare.. non funziona mai. Prima o poi le
 preoccupazioni tornano"

Matt l'aveva guardato in silenzio, con la testa leggermente inclinata verso destra,
mentre Bert gli sorrideva, posizionandosi comunque sopra di lui, come prima al
piano di sopra

"Leggere nel pensiero è un'altra delle due doti nascoste?"
"Si, ne ho molte"
"Quali sono?"
"Dovrai scoprirle tu, un pò alla volta"

Il più piccolo l'aveva baciato lentamente, così lentamente che Matt non era riuscito
ad impedirsi di gemere nella sua bocca per la frustrazione.
Bert gli aveva circondato il collo, mentre l'altro gli incastrava entrambe le mani nei
capelli già abbastanza incasinati, per avvicinarselo maggiormente
Il piccolo l'aveva assecondato, solo per qualche secondo, prima di tentare di
allontanarsi

"Dove vai? Resta qua con me"
"Solo se smetti di tentare di pomiciare con me e mi parli"
"Non è niente, sono solo un pò preoccupato.. sta cambiando tutto così in
 fretta.. solo qualche mese fa le cose erano completamente diverse"
"Leggo una specie di sottotesto in questa frase, parli di te? di noi?"
"Non solo.. di Padge, e di Jay.. ma si.. anche di noi"
"Matt.. sto cercando di non farti nessuna pressione.. di lasciare che tu.."
"Lo so.. non intendevo questo. E' solo che quando tu.."
"Quando io, cosa?"
"Quando tu sei vicino io.. perdo la testa..non riesco a pensare.."
"E' un altro dei miei superpoteri"
"L'ho notato"

Bert era rimasto in silenzio, solo osservando il ragazzo a pochi centimetri da sè.
Era sempre stato un tipo piuttosto spontaneo, aveva sempre fatto qualsiasi
cosa gli passasse per la testa
Ma con Matt era diverso.
Riusciva a percepire la sua preoccupazione, il suo nervosismo.
Se li sentiva addosso senza bisogno che l'altro parlasse, come se lo conoscesse
da sempre.
Ad assere sinceri quella cosa lo lasciava un pò spiazzato.
L'unica persona con cui gli fosse mai capitato era Quinn, ma erano sempre stati
parte l'uno della vita dell'altro, si conoscevano meglio di chiuque altro.
E poi c'era Matt.
Lui era nella sua vita solo da qualche settimana, eppure adesso Bert si trovava lì,
a guardarlo cercando di trovare le parole giuste, il gesto appropriato che lo facessero
sentire a suo agio, che potessero aiutarlo e farlo stare meglio.
Bert si sentiva come se Matt lo stesse cambiando, con la stessa velocità con
cui stava cambiando sè stesso.


"Ascolta, noi.. noi due possiamo andare alla velocità che vuoi, e.. mettiamola così,
 quando tu non riesci a pensare lo faccio io per te, ok?"

Matt l'aveva tirato giù per baciarlo ancora, così improvvisamente che quasi le
loro teste si erano scontrate.
Non l'avrebbe detto a Bert, ma erano proprio quei momenti che gli facevano
perdere la testa.
Non erano i baci, o la vicinanza e l'odore, o il sapore di Bert.
Succedeva quando l'altro lasciava la sua apparenza idiota e diceva una di quelle
cose.
Come adesso.
Una di quelle cose che lo calmavano istantaneamente, che avevano il potere
di rimpicciolire tutto quello che gli sembrava enorme.
Aveva continuato a baciarlo, dimenticandosi di qualsiasi cosa avesse intorno.






Jay si era svegliato senza nessun desiderio di andare a scuola, senza nessuna
voglia di vedere Padge, e Matt.
Ma aveva già saltato il giorno precedente e non voleva che la scuola informasse
i suoi genitori, così si era fatto una doccia veloce e si era infilato il primo jeans
e la prima felpa che aveva trovato, ed era andato a scuola.
Aveva deciso di evitare la solita fermata al tavolo dei suoi amici ed era andato
direttamente in classe.
Non era esattamente il comportamento più adatto se voleva che gli altri pensassero
che tutto andava bene, ma quella mattina non se la sentiva di affrontarli.
Si era sorbito lo sguardo inquisitorio di Moose quando l'aveva raggiunto in classe,
e per la prima volta in vita sua una lezione di matematica gli era sembrata quasi
piacevole.
Aveva passato l'ora successiva a fissare la lavagna piena di numeri e simboli
senza sentire nemmeno una parola, ma il chiacchiericcio di sottofondo del professore che spiegava
gli era servito comunque a tenere la mente occupata.
Era praticamente scappato dall'aula non appena la lezione era terminata, per
evitare qualsiasi domanda, e si era immesso nel corridoio pieno di studenti che
si spostavano ognuno per raggiungere la classe della lezione successiva.

Jay aveva visto Quinn camminare per il corridoio, aveva riconosciuto i capelli
biondissimi anche a distanza, in mezzo a tutta quella folla.
Anche il biondino l'aveva visto, ed aveva immediatamente girato su sè stesso
per cambiare direzione.
E Jay non aveva programmato di farlo, non ci aveva pensato, ma aveva chiamato
il suo nome aspettando che si voltasse a guardarlo, o almeno sperando che
lo facesse.
Quinn si era fermato, mettendoci qualche secondo a decidersi se girarsi o proseguire.
Alla fine si era voltato ed era rimasto fermo, incrociando le braccia mentre Jay lo
raggiungeva.

"Che vuoi?"
"Posso parlarti un attimo? Per favore"
"Parla"
"Non qui"

Jay si era incamminato per cercare un'aula libera, e Quinn non sapeva bene
perché lo stesse facendo, ma l'aveva seguito comunque.
Si erano chiusi la porta alle spalle e Jay si era posizionato davanti al biondino, sforzandosi di fronteggiare il suo sguardo ostile.
Quel ragazzino aveva una forza negli occhi che ti lasciava senza parole.
Riusciva quasi a capire cosa avesse attratto Padge, un misto di delicatezza e
forza che però non apparivano minimamente in contrasto in quella grande
pozza del colore del cioccolato.
E lo invidiava ancora di più per questo.

"Dovrei entrare in classe, quindi sbrigati"
"Volevo solo.. volevo soltanto dirti che mi dispiace"
"Per cosa? Per aver baciato il mio ragazzo o perché sei innamorato di lui?"


Jay aveva sussultato al suono della sua voce, alla sicurezza velata di risentimento
con la quale aveva pronunciato quella frase, sottolineando 'il mio ragazzo'
Era una presa di posizione, un modo per dire che stava mettendo il naso
dove non gli competeva.
Jay non l'aveva mai ammesso ad alta voce, ma aveva sempre sentito che in
qualche modo Padge gli apparteneva, e si era convinto erroneamente che le
non sarebbero mai cambiate.
E adesso solo realizzava che non era così.
Non era più così.

"Io.. non avrei dovuto baciarlo, è stata una cosa sbagliata e non succederà
 mai più"
"Sai che cosa noto? Sei pieno di parole di scuse, ma non neghi di essere
 innamorato di Padge"
"Perché lo sono"

Quinn si era irrigidito completamente, stringendo i pugni senza rendersene
realmente conto.
Saperlo era una cosa, ma sentirselo dire dal diretto interessato faceva
tutto un altro effetto.
Era arrabbiato, e non perché Jay amasse il suo ragazzo, ma perché questa
cosa lo faceva sentire spaventato oltre ogni immaginazione.
Perché Jay era una parte così integrante della vita di Padge da farlo sentire un
escluso, delle volte.
E non era qualcosa che i due ragazzi facessero, per farlo sentire così.
Non erano azioni.
Era solo il modo in cui si guardavano, e quando accadeva Quinn percepiva con
una certezza disarmante che Jay sapeva esattamente cosa Padge stesse
pensando, come se avesse potuto leggere il suo cervello.
Lo sapeva perché accadeva la stessa cosa tra lui e Bert.
Ed è una conoscenza così profonda e pervasiva che non c'è modo di raggiungerla.
Non puoi entrarci, per quanto ti sforzi.
L'unica differenza era che tra lui e Bert non c'erano sentimenti d'amore a rendere
quella conoscenza un pericolo.

Jay aveva fissato l'altro dritto negli occhi, perché il suo sguardo rafforzasse la
verità di quello che stava per dire.
Aveva deciso di essere onesto fino in fondo, qualsiasi cosa avrebbe comportato.
In ogni caso Quinn lo detestava già, alle peggiori avrebbe continuato a farlo.


"Ascolta Quinn, non farò mai niente per mettermi tra voi due"
"Perché dovrei crederti? L'hai già fatto"
"Non.. non era quella l'intenzione.. quel bacio non è stato una cosa premeditata, ho
 agito in maniera impulsiva e me ne dispiace. Non farò mai più niente del genere.
 Io.. ci tengo a Padge, e lui ti ama. Non farò mai niente che possa farlo soffrire"

Ed era strano, ma Quinn gli credeva.
Poteva leggere l'onesta delle sue intenzioni nello sguardo e sul viso del moro.
In ogni parola che aveva detto.
In ogni caso quella cosa non era ser a lenire l'ostilità verso di lui, nè era riuscita
in nessun modo a tranquillizzarlo

"Va bene. Ti credo. Ma non aspettarti che questo ci faccia diventare grandi
 amici, perché tu non mi piaci"
"Posso capirlo, non ti chiedo questo. Solo.."
"Cosa?"
"Ti prego non dirlo a Padge, non farlo allontanare da me. Ho comunque bisogno
 del mio miglior amico"

Quinn aveva notato la sfumatura di paura che tingeva la voce di Jay, nonostante
i chiari sforzi dell'altro per cercare di nasconderla.
La sua parte egoista sentiva il desiderio impellente che il moro scomparisse dalla
vita di Padge, definitivamente.
Ma anche nel suo caso, era la paura a parlare.
L'altra parte, quella razionale, si rendeva conto che sarebbe stato inaccettabile.
Non sarebbe stato giusto, nè nei confronti del suo ragazzo, ma soprattutto
nei confronti di Jay
C'era qualcosa di coraggioso, e doloroso insieme, nel modo in cui Jay si era
esposto per chiarire la situazione.


"Non ho mai chiesto a Padge di farlo, e non lo farò in futuro. Nemmeno io ho
 intenzione di mettermi tra voi due"
"Ti ringrazio, davvero"
"E' tutto?"
"Certo.. grazie di.. avermi ascoltato"

E Quinn era convinto davvero di quello che aveva detto, o almeno lo era
al momento.
Jay aveva aperto nuovamente la porta, uscendo dall'aula per andare a seguire
la lezione della seconda ora.
Anche Quinn era uscito, e l'aveva richiamato dopo appena qualche secondo.
Il moro aveva interrotto il suo cammino ed aveva nuovamente guardato
il biondino.

"Comunque.. ho apprezzato il fatto che tu ti sia scusato"

Jay aveva annuito, sparendo definitivamente alla vista di Quinn.
Il biondino era rimasto in silenzio, piantato in mezzo al corridoio mentre si
svuotava piano, a fissare il punto vuoto dove pochi secondi prima c'era il moro.





Grazie mille come sempre girls!

Spero abbiate apprezzato questo capitolo, perché è decisamente uno di quei
capitoli di cui sono molto fiera!
Passando alle recensioni:

_DyingAtheist: Hai ragione, quello era un capitolo di passaggio, per quello che
sarebbe successo in questo, e nei prossimi! xD
In questo c'è un altro chiarimento, che ne dici? xD

Xx_ImJustAKid: Penso che Bert McCracken sia geneticamente impossibilitato
a diventare smielato dear! Jay c'entra, come hai visto, ma il peggio (o il meglio,
dipende dai punti di vista) verrà col tempo xD

Yuki_Frehley: Grazie mille per i complimenti! *-* spero che continui a piacerti!
Un'altra fan del MattxBert! Pensavo fossi l'unica pazza! xD
Fammi sapere cosa ti sembra del nuovo capitolo!

Crazy_Me: Ahaha hai ragione, una catena incasinatissima! Lo adoro!
E penso che le cose non diventeranno più facili.. ma si vedrà!
Grazie come sempre per i complimenti! Aspetto di sapere che ne pensi di
questo capitolo!
ColdBlood: Honey, lo so che tu salteresti addosso a Bert senza pensarci troppo xD
Quinn ha dei gusti strani in fatto di cibi afrodisiaci, l'abbiamo capito! xD
Che te ne pare del discorso con Jay? E del capitolo?

Friem: C'è stato un aumento di vendite di mirtilli in questa settimana mi sa! xD
Matt è molto carino nella sua confusione, e Bert è fantastico (forse sono un
pò di parte xD)
Che ne dici del rientro in campo di Jay?!

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Beyond one's control ***


Solo una piccola nota, questo capitolo è ambientato a un mese di distanza
dall'ultimo che avete letto.
Non dico altro perché vedrete, il capitolo parla da sè.
Ci rivediamo in fondo xD




Beyond one's control






Padge aveva bussato alla porta di Quinn con la chitarra tra le mani.
Era passato da lui prima di andare alle prove con il gruppo, ed aveva pensato
di distrarre il suo ragazzo.
Era l'ennesimo tentativo di tranquillizzarlo dato che nell'ultimo mese le cose
erano stranamente, ed improvvisamente, degenerate
Non sapeva cosa fosse successo, ed ogni volta che aveva provato a chiedere
spiegazioni aveva sempre ricevuto un 'niente' come risposta, ma Quinn era
diventato progressivamente più insicuro, e bisognoso di attenzioni.
Padge stava facendo quanto in suo potere perché il suo ragazzo superasse
quel bizzarro momento che stava passando, ma i suoi tentativi sembravano
tutti essere infruttuosi.
Era stato un cambiamento così repentino da lasciarlo totalmente disorientato.
Il biondino aveva aperto qualche attimo dopo, con la solita espressione assonnata
del sabato, l'espressione di chi ha dormicchiato l'intera giornata e non ne ha
ancora abbastanza.
Gli aveva sorriso, stringendoglisi addosso con tutto il corpo, o almeno ci aveva
provato, considerato l'impedimento della chitarra tra loro due.
Padge era entrato e aveva posato lo strumento, allargando le braccia perché
Quinn potesse di nuovo spalmarsi addosso a lui.

"Facciamo lezione?"
"Si, se ne hai voglia"
"Ok.. ieri sera ho provato da solo e non era male"

I due ragazzi avevano raggiunti la camera di Quinn, prendendo posto l'uno
di fronte all'altro.
Padge l'aveva guardato in silenzio, sorridendo mentre lo ascoltava suonare.
Quinn stava diventando sempre più bravo, con una velocità incredibile che
lo sorprendeva ogni volta che lo vedeva toccare la chitarra.
Il moro aveva estratto lo strumento dalla custodia ed aveva preso a suonare
insieme al biondino.
Quinn aveva ancora bisogno di osservare le proprie dita muoversi, mentre suonava,
e questo dava la possibilità a Padge di guardarlo con tutta tranquillità.
Anche perché quelli erano gli unici momenti in cui il suo ragazzo sembrasse davvero
sereno, negli ultimi tempi.

Padge non poteva evitare di pensare che Quinn era davvero un musicista,
nonostante lui nemmeno se ne rendesse conto
Perché soltanto un musicista raggiunge quel livello di pace totale, quando poggia
le dita sulla chitarra.

Avevano suonato almeno un paio d'ore, e senza rendersene conto erano arrivate le
cinque del pomeriggio.
Padge si era alzato per riporre lo strumento, e Quinn si era interrotto per guardarlo


"Che fai?"
"Devo andare piccolo, devo incontrarmi coi ragazzi per una nuova canzone"


Quinn si era alzato, posando la chitarra sul letto, ed aveva abbracciato stretto
l'altro ragazzo, poggiando la sua testa nell'incavo tra la spalla ed il collo.


"Non andare, ti prego"
"Quinn mi aspettano.."
"Per favore.. resta con me"


Il moro l'aveva preso per le mani, facendo in modo che si risedesse sulla punta
del letto, ed si era seduto a pochi centimentri di distanza, perché potessero guardarsi
bene in viso


"Ascolta Quinn, se stai male e hai bisogno di me, se è successo qualcosa, allora io
 sono qui, è scontato che io resti qui, ma tu non fai altro che dirmi che non c'è
 niente, sto iniziando a credere che sia solo un capriccio"
"Voglio stare col mio ragazzo, ti pare così strano?"
"No, è così anche per me, io ti voglio sempre. Quindi mettiti una cosa addosso
 e vieni anche tu alle prove"
"No"
"Allora sei tu che non vuoi stare con me"


Quinn aveva leggermente spalancato gli occhi, per le parole, ma soprattutto
per il tono innervosito del suo ragazzo.

Padge si era allontanato per recuperare le sue cose, facendo molta attenzione
a non posare lo sguardo sul biondino.
Quinn aveva osservato i suoi movimenti scattosi, e aveva sentito freddo tutto
d'un tratto, Padge era lontano.
Lui lo stava facendo allontanare da sè.
Era una cosa del tutto irrazionale che lo faceva comportare in maniera folle, ma
non riusciva ad evitarlo.
Si era alzato per raggiungerlo, facendo in modo che si voltasse verso di lui, cercando
di non farsi bloccare dallo sguardo a dir poco freddo dell'altro.


"Non essere arrabbiato, ti prego"
"Onestamente non so più che fare con te"
"E' solo che non voglio che mi lasci solo"
"Il punto non è che non vuoi restare solo, il punto è che io vedrò Jay.
 Avevamo fatto dei passi avanti, e ora ne abbiamo fatti almeno il doppio indietro"
"Mi fa stare male saperti lì con lui"
"Perché? Perché adesso? Pensavo avessimo chiarito"
"Lui è innamorato di te, io so che è così"


Padge l'aveva allontanato da sè con uno scatto
Era stanco di tutta quella storia
Stanco di sentire quella frase uscire da ogni fottuta bocca.
Era stanco che per quanto si sforzasse quella situazione stesse cambiando
ogni cosa.
E stava uno schifo perché adesso non era più un dubbio, era la verità.
Ed era già abbastanza pesante da affrontare da solo, senza che Quinn lo
attaccasse continuamente.


"Ne ho abbastanza di questa storia, me ne vado"
"Per favore, non andartene così arrabbiato.."
"Ora ascolta, questa è l'ultima volta che farò questo discorso. Jay è innamorato
 di me? Forse, e se anche fosse? Come può un qualsiasi ragazzo innamorato di
 me metterci così in crisi?"
"Lui non è una persona qualunque"
"E allora?"
"E allora ti conosce meglio di chiunque altro, ed è più simile a te di quanto non lo
 sia io, e ho paura che col tempo questa cosa peserà"
"Perché tu non sei pieno di tatuaggi? Perché non bevi e non fumi? Credi che il
 nostro rapporto sia così superficiale? Perché se è così allora si, che abbiamo un
 problema"
"Non è così.. è solo che.."
"Cosa? Che devo sforzarmi ancora di più? Non lo vedi quant' è tutto sbagliato
 Quinn? Io non dovrei essere qui, per l'ennesima volta, a sforzarmi di convincerti
 che ti amo. Non dovrebbero andare così le cose. Tu sei l'unico ragazzo di cui
 mi sia mai innamorato, ho cambiato la mia vita per te. Come puoi non
 prendermi sul serio?"
"Io ti prendo sul serio.."
"No, non lo fai. Se pensi che qualsiasi persona, fosse anche Jay, potrebbe portarmi
 via così facilmente allora non lo fai, ed io sono stanco di tentare di farti cambiare
 idea. Me ne devo andare."

Quinn era rimasto immobile senza dire una parola, mentre Padge recuperava
la chitarra ed usciva dalla porta senza guardarsi indietro.
Non riusciva a credere a quello che era appena successo.
Si sentiva come se non potesse muoversi







Matt aveva portato il suo pranzo con sè, iniziando a mangiarlo mezzo disteso
sul divano, con gli occhi sulla televisione nella quale scorrevano le immagini
di vecchi gruppi musicali.
I suoi genitori erano partiti quella mattina, suo padre sarebbe restato
qualche giorno fuori per lavoro, e sua madre aveva deciso di accompagnarlo, facendo
in modo che la reasferta lavorativa si trasformasse in una specie di viaggetto romantico.
Matt restava sempre vagamente disgustato quando i suoi genitori si comportavano
come due adolescenti innamorati, ma sotto sotto non poteva che esserne contento, considerando
le difficoltà che riscontrava ogni giorno nelle famiglie di conoscenti e amici.
Quando il giorno precedente i suoi l'avevano informato che sarebbero rimasti fuori per
un week-end lungo, Matt si era immediatamente attrezzato per organizzare una
specie di festicciola.
Aveva terminato velocemente di mangiare ed aveva estratto il cellulare dalla tasca
dei jeans, premendo il tasto dell'ultimo numero chiamato
La voce di Bert l'aveva raggiunto dopo qualche squillo, col tono di chi si è svegliato
da appena qualche minuto, se non in quell'istante preciso.


"Sei ancora a letto, vero?"
"Si, è sabato. Perchè, vuoi raggiungermi?"
"Si"
"Davvero?"
"Già, nel senso che adesso esci dal letto, ti vesti e tra mezz'ora passo a
 prenderti"
"Sei spoetizzante"
"Sono sicuro che la tua allusione si riferisse proprio alla poesia"
"E' poesia anche quella"
"Idiota. Preparati"
"Ti ho già detto che i tuoi modi rudi mi eccitano?"
"Continuamente"

Bert aveva ridacchiato, chiudendo la conversazione, e si era alzato dal letto
per buttarsi sotto la doccia.
Quelli con Matt erano iniziati come appuntamenti, ma adesso erano più che
altro come incontri fissi.
Si vedevano ogni giorno, non avevano neanche più bisogno di dirselo.
Era diventato scontato che fosse così.
Era uscito dal bagno un quarto d'ora dopo, e si era sfregato i capelli bagnati
con un asciugamani, passandoci poi il pettine nel mezzo per dargli una specie
di sistemata.
Si era infilato un jeans pulito, una felpa rosso scuro ed il suo solito paio di
converse, e si era acceso una sigaretta mentre aspettava che Matt arrivasse.
Il moro l'aveva raggiunto in perfetto orario, oramai lo conosceva abbastanza
bene da sapere che spaccava il secondo in quanto a puntualità.
Era sceso non appena il suo cellulare avava squillato per avvisarlo, e Matt lo
stava già aspettando poggiato contro la macchina.
Bert gli aveva sorriso, ma invece di avvicinarsi aveva aggirato l'auto ed era
salito al posto del passeggero, per provocarlo.
Il più grande aveva scosso la testa ridacchiando, ed era salito a sua volta,
sporgendosi verso l'altro per attaccare le loro labbra prima ancora di aver
chiuso lo sportello.
Aveva incastrato una mano nei capelli ancora umidi di Bert, mentre faceva scivolare
l'altra sul suo petto, col palmo completamente aperto.

"Stai cercando di uccidermi?"
"Per così poco?"
"E' esattamente quel 'poco' che prima o poi mi ucciderà"

L'allusione al fatto che ancora non facessero sesso era chiara, ma Matt l'aveva
lasciata cadere nel silenzio, ridacchiando ancora una volta e staccandosi per
accendere il motore.
L'auto si era fermata appena qualche minuto dopo, davanti ad uno dei wallmart
poco lontani dal centro.
Bert l'aveva seguito all'interno senza fare domande, osservandolo scegliere
dagli scaffali diverse bottiglie di liquore e cibarie varie.
In quei piccoli posti l'ipocrisia era la regola, nessuno serviva alcolici agli adolescenti
nei bar, ma tutti facevano finta di non vedere quando uno di loro faceva scorta
di bottiglie in uno dei wallmart.
Matt aveva pagato la sua spesa ed i due ragazzi avevano posato la roba
nel portabagagli, risalendo poi in macchina verso casa del moro

"C'è una festa?"
"Si, i miei sono fuori"
"Non ho ricevuto l'invito"
"Non ti serve, è scontato che tu ci sia"
"Dio, come sei melenso"
"Piantala. E poi ho bisogno di te"
"Tu hai sempre bisogno di me, ammettilo"
"Come no, morirei senza di te"

Quel tono ironico gli aveva fatto guadagnare uno scappellotto dietro la testa.
I capelli del più grande avevano ondeggiato, e Bert vi aveva incastrato le dita
all'interno, tirandoli leggermente verso il basso.
Non tanto da fargli male, ma abbastanza da infastidirlo, in ogni caso.

"Dì ancora che moriresti senza di me"
"E' più probabile che io muoia a causa tua"

Bert aveva ridacchiato, allentando la presa sulle ciocche nere dell'altro, senza
però spostare le sue dita.

 "E poi per cosa avresti bisogno di me?"

Matt non aveva risposto, parcheggiando l'auto nel vialetto di casa appena
qualche minuto dopo.
Avevano portato la spesa all'interno, posizionando il cibo sul tavolo del salotto che
Matt aveva provveduto a svuotare.
Le bottiglie invece erano state portate in cucina.
Matt aveva liberato un pò di spazio accanto al piano cottura, spostando i contenitori
di vetro che contenevano la pasta, il sale e le altre spezie, e mettendole un pò sul
tavolo, un pò dove c'era posto

"Vuoi dirmi a che ti servo?"
"Una volta mi hai detto che sai preparare i cocktail"
"Mi hai invitato per fare il barista al tuo party?"
"Idiota, ne prepariamo una brocca di ogni tipo adesso, e poi ci godiamo la festa"
"Vuoi dire, io li preparo?"
"Si, qualcosa del genere"

Bert gli aveva rivolto un dito medio ed un sorriso, mentre Matt gli elencava
i cocktail che intendeva preparare.
Il più piccolo aveva ascoltato, o almeno aveva fatto qualcosa di molto simile
all'ascoltare, ma più che altro per il piacere di sentire la voce di Matt, che per
vero interesse per quello che stava dicendo.
Tanto avrebbe fatto di testa sua in ogni caso.
Alla fine della spirgazione veramente poco istruttiva, peraltro, il moro aveva lasciato
che iniziasse a preparare i drink, spostandosi in salotto per terminato di sistemare
il cibo in ciotole di plastica e poi era tornato in cucina.

"Certo che sei lento"
"Io non mi lamenterei, a meno che tu non voglia prepararteli da solo i cocktail"
"Tra un pò dovrebbero arrivare i ragazzi"
"Di già?"
"Non per la festa, ho scritto una nuova canzone, e ci eravamo accordati
 perché venissero a sentirla, e magari iniziassimo ad arrangiarla un pò.
 Ci vorrà poco, è questione di un oretta"
"E non era meglio venirmi a prendere dopo?"
"No è solo che volevo.. cioè magari te li presento"

Bert si era voltato verso di lui senza dire una parola, così, tanto perché si rendesse
conto di quello che gli aveva appena proposto.
Era come una specie di ammissione ufficiale che loro esistevano
Che erano.. qualcosa.
Perché se anche Matt non avesse detto in che rapporti erano effettivamente, chiunque
avesse avuto gli occhi avrebbe capito quello che c'era tra di loro.
Era palpabile, anche se nessuno dei due avrebbe saputo dire esattamente cosa fosse.

"Se ti chiedessero cosa siamo cosa gli risponderesti?"
"Beh direi che.. beh noi siamo.."
"Non dovresti presentarmi ai tuoi amici finché non saprai come finire la frase"
"Dimmelo tu cosa siamo"
"Troppo facile così Tuck"


Matt aveva riso, poggiandosi contro il tavolo mentre Bert si voltava nuovamente
dall'altro lato, per continuare quello che stava facendo.
Il più grande si era fermato ad osservare l'altro tagliare il limone a fettine e
spezzettare le foglie di menta.
Aveva passato gli occhi sull'intera figura minuta di Bert, senza dire più una parola
per molti minuti.
E poi qualcosa, Matt non avrebbe saputo dire cosa fosse, era arrivata nella sua
testa senza preavviso.
Il più grande aveva aperto e chiuso gli occhi un paio di volte, per rendersi conto
di quello che stava succedendo.
Si era sentito come se la sua pelle avesse iniziato a pizzicare tutto ad un tratto, senza
ragione.
Era stata come un'urgenza, potente, più forte di lui, e le sue gambe si erano
mosse come se avessero vita propria
Si era avvicinato all'altro ancora di spalle, poggiandosi contro di lui con l'intero corpo,
e poi aveva avvicinato le labbra alla nuca dell'altro.

"Non dovresti cogliere le persone alle spalle quando hanno un coltello in mano"
"Posalo"

Bert era rimasto un pò sopreso, ma aveva fatto come gli diceva, lasciando che l'altro
lo prendesse per i fianchi per voltarlo verso di sè.

"Che vuoi?"

Matt l'aveva baciato, succhiandogli le labbra mentre l'altro mugolava direttamente
nella sua bocca.
Bert iniziava a credere che volesse veramente ucciderlo, ma si era comunque
stretto ancora di più contro di lui.
Matt l'aveva aiutato a salire sul mobile, spingendo via tutto quello che c'era nelle
vicinanze per farsi spazio.
Un paio di cose era cadute rovinosamente per terra, creando un miscuglio
di vetro e sporcizia varia, alla quale nessuno dei due aveva prestato attenzione.
Il più grande aveva annusato la pelle del collo di Bert, che sapeva ancora di bagnoschiuma, e gli aveva fatto
aprire le gambe, mettendocisi in mezzo.
Si chiedeva che diavolo stesse ancora aspettando.
Non sapeva che cos'erano, ma sapeva che lui voleva Bert
Lo voleva così tanto che ogni giorno diventava sempre più difficile pensare a qualcos'altro che non fosse lui.

Voleva sentire che odore aveva mentre faceva l'amore
Voleva sapere che verso faceva mentre veniva



"Matt.. i cocktail.. e poi i tuoi amici.. stanno per arrivare.."
"Fanculo tutto Bert, scopa con me"

Bert aveva spalancato gli occhi a quella frase, ma non aveva avuto il tempo
di ribattere, anzi, per essere esatti non aveva avuto il tempo neppure di
formulare un qualsiasi pensiero nella sua testa.
Il più grande gli aveva fatto stringere le gambe intorno alla sua vita e l'aveva
preso di peso, mettendolo seduto sul tavolo.
Bert aveva sussultato al rumore di qualcosa di vetro che cadeva per terra,
frantumandosi al contatto col pavimento, ma Matt l'aveva baciato ancora, come
se non se ne fosse nemmeno reso conto.
Le mani del più grande erano scivolate sotto la sua felpa, mentre si stendeva
per metà sopra di lui per baciarlo.

"Matt..aspetta.. frena"
"Che c'è?"
"Non voglio che tu non lo faccia per i motivi sbagliati.. se è per quello che
 ho detto in macchina io stavo solo scherzando, posso aspettare"
"Non è quello il motivo. Lo faccio perché se passiamo un'altra giornata insieme
 senza nemmeno toccarci penso che morirò"

Bert aveva sentito l'eccitazione nella voce dell'altro, nessuna traccia di paura.
Aveva già chiuso gli occhi prima ancora che il suo cervello realizzasse che poteva
lasciarsi andare
, mentre Matt gli sfilava la felpa.
Si erano baciati, incastrando le loro lingue a mezz'aria.
Poco dopo il più piccolo era quasi completamente nudo.
Matt aveva osservato lo strano tatuaggio sul fianco di Bert, sporgendosi per
passarci la lingua sopra, strappandogli un gemito basso e frustrato.
Poi aveva portato le mani sul corpo del più piccolo, toccando quanto più
poteva per rendersi conto di quello che stava succedendo
Era tutto diverso.
La pelle sotto le dita faceva tutta un'altra sensazione, ed aveva un altro
odore, più forte.
Senza sapere bene cosa stesse facendo gli aveva infilato una mano nei boxer,
l'unico indumento che Bert aveva ancora addosso.
E quello era stato ancora più strano, sentire l'eccitazione di Bert sotto le dita
l'aveva stranito, ma quella sensazione era passata quasi subito, nello stesso
istante in cui l'altro aveva gemuto.
Ed era come aveva detto Padge, qualcosa che ti sconcerta, e ti cambia.
Anche Bert aveva iniziato a spogliarlo, passando le dita sui disegni colorati
delle spalle e delle braccia del moro, sfilandogli la t-shirt e scendendo quasi immediatamente a sbottonargli i jeans.
Stava facendo del suo meglio per controllarsi, ma da quando Matt era arrivato
non aveva più fatto sesso con nessuno, e adesso quell'astinenza cominciava
a diventare insopportabile, soprattutto perché la mano di Matt si muoveva
ancora nei suoi boxer
Era sceso anche lui a toccarlo, abbassando la biancheria con la mano libera.
Ed era stato chiaro ad entrambi che non avrebbero potuto aspettare oltre.
Nessuno dei due.
Matt sapeva che doveva fare qualcosa, ma non sapeva esattamente cosa, e come.

"Bert.."
"Hai.. hai cambiato idea?"
"No, dio no. E' solo che.. non ho una cazzo di idea di quello che devo fare, quindi
 dovrai essere tu a guidarmi"
"Prendimi.. prendimi e basta"

Il più piccolo si era trattenuto a stento dal supplicarlo, ma il tono disperato
della sua voce non era sfuggito a Matt.
Era bastato quello a fargli perdere definitivamente la testa.
L'aveva tirato verso di sè, sul bordo del tavolo, ed aveva eliminato l'ultimo
indumento di Bert.
Era entrato dentro di lui con un'unica spinta, e gli era sembrato che qualcuno
gli avesse improvvisamente risucchiato via l'aria dai polmoni.

Aveva spalancato la bocca ma non era neanche riuscito a gemere, era soltanto
rimasto immobile, sconvolto da quel calore improvviso che l'aveva circondato.
Bert si era impegnato con tutte le sue forze per non pregarlo di fare un qualsiasi
movimento, anche se si sentiva impazzire, lasciando che l'altro si prendesse
il suo tempo.
Quando finalmente aveva iniziato a muoversi tutto era diventato frenetico.
Matt l'aveva spinto perché si distendesse con la schiana sulla superficie piana
e fredda, mentre Bert gli stringeva le gambe intorno ai fianchi.
Il più grande si era aggrappato con entrambe le mani ai bordi della tavola per
mantenersi saldo e si era spinto a fondo, lasciando che il respiro lasciasse la
sua bocca tutto in una volta, insieme ad un gemito così forte da essere quasi un urlo.

Ad ogni spinta il mobile tremava leggermente, ed i contenitori di vetro delle
spezie poggiati poco distanti da loro tintinnavano l'uno contro l'altro facendo
un bassissimo rumore di sottofondo.
Bert aveva iniziato ad assecondare i movimenti dell'altro, cercando disperatamente
qualcosa da stringere tra le mani
Entrambi si erano sforzati di farlo durare il più possibile, ma era davvero troppo
tempo che aspettavano, che si volevano, erano velocemente arrivati al limite.
L'avevano sentito, tutti e due, e si erano guardati per un secondo.
Matt aveva portato una mano dietro la schiena dell'altro, perché si alzasse
e si trovassero alla stessa altezza, e si era spinto ancora una volta nel
corpo caldo di Bert.
Il più piccolo aveva portato le braccia a circondare il collo dell'altro, mentre veniva,
e Matt aveva tentato di mantenere i suoi occhi aperti per poterlo guardare, ma
Bert si era stretto tutto intorno al lui nell'orgasmo, e Matt non aveva capito più
niente.




Erano rimasti tutti e due con gli occhi chiusi per un tempo che non avrebbero
saputo quantificare.
All'inizio solo per godersi quel momento di piacere e intimità, poi perché nessuno
dei due sapeva cosa aspettarsi quando li avrebbero aperti.

Alla fine si erano decisi a farlo, lentamente, ed i loro sguardi si erano incontrati
mentre restavano in silenzio per qualche istante
E poi era successo qualcosa
Qualcosa di davvero strano, o almeno qualcosa che due persone
normali avrebbero considerato strano, ma che invece era completamente da loro.
Si erano messi a ridere.
Semplicemente si erano guardati ed avevano riso, finché Bert non aveva
indietreggiato leggermente per sedersi più comodamente, e gli aveva lasciato
un pizzicotto sul braccio

"Non è carino ridere subito dopo avermi scopato"
"Idiota"
"Stai bene?"

Il tono di Bert si era involontariamente addolcito, perdendo quella nota di divertimento
che lo impregnava, senza che lui l'avesse veramente deciso.
Era rimasto in silenzio, aspettando che l'altro si prendesse il suo tempo per
rispondere, ma Matt non ne aveva avuto bisogno.


"Si, sto bene"
"Penso che me ne starò buono qui, aspettando che tu realizzi quello che è
 appena successo ed abbia un crollo psicotico"


Matt aveva ridacchiato, scuotendo leggermente la testa, sottolineando il tutto con
uno scappellotto dietro la testa dell'altro, e poi si era chinato a baciarlo.
Bert aveva ricambiato per un attimo, subito prima di spingerlo via e scendere
con un salto dal tavolo.


"Beh ora posso anche andarmene, ho avuto quello che volevo"
"Idiota"
"L'hai già detto"
"Era per ribadire il concetto"

Bert aveva fatto quello strano sorriso obliquo in cui si esprimeva di solito, restando completamente nudo
al centro della cucina come se nulla fosse, mentre si guardava intorno per vedere dove Matt avesse buttato i suoi vestiti
Il più grande era semplicemente rimasto a guardarlo, con la testa inclinata di lato
per non perdersi nessun movimento, mentre si riabbottonava i pantaloni senza
prestare veramente attenzione.
Bert sentiva lo sguardo dell'altro sopra di sè, anche se non poteva vederlo perché
era voltato di spalle.

"Smettila di guardarmi il culo"
"Megalomane, non ti stavo guardando"

Il più piccolo si era voltato, dopo aver recuperato tutti i suoi indumenti.
Li aveva semplicemente tenuti tra le mani, per qualche attimo, senza indossarli, poi li aveva poggiati
sul tavolo ed aveva camminato lento fino all'altro ragazzo.


"Bugiardo. Mi vuoi ancora"
"Anche tu"


Bert si era alzato sulle punte per baciarlo ancora una volta, circondandogli il collo
con le braccia per reggersi più facilmente.
Gli aveva stretto il labbro inferiore tra i denti, stringendo leggermente senza
intenzione di fargli male, e Matt aveva fatto un passo indietro per poggiarsi
contro la parete, trascinandolo con sè nel movimento.
La realtà intorno aveva già iniziato a sbiadire, come gli succedeva sempre quando Bert era così vicino
Perciò non aveva nemmeno sentito il suo telefono vibrare nel tentativo di riportarlo nella dimensione reale.

"Il tuo culo sta vibrando"
"Mh?"
"Il cellulare nella tasca"
"Ignoralo"
"Saranno i tuoi amici che stanno arrivando. Vuoi davvero confessargli di noi
 mostrandogli praticamente quello che facciamo? Penso che nessun buono
 psicologo sarebbe in grado di curargli un tale trauma"
"Tutte queste parole per dire che non vuoi?"

Bert gli aveva afferrato una mano perché lo toccasse, in dimostrazione che si stava sbagliando.
Che lo voleva eccome, di nuovo.
Matt si era ritrovato a gemere a quel contatto

"Tutte queste parole per dire che non possiamo, idiota"
"Che noia"
"E io che mi aspettavo qualche parolina dolce dopo aver scopato"


Il più grande aveva ridacchiato, mentre Bert si stava già staccando da lui
per reinfilarsi i vestiti
Aveva recuperato il cellulare dalla tasca ed aveva aperto la letterina lampeggiante
sullo schermo, leggendo perplesso il suo contenuto

"Problemi?"
"E' Padge, dice che non viene"
"E?"
"Nessuna spiegazione, neanche un saluto. Strano"

Matt aveva fatto partire la telefonata verso Padge, ma la segreteria telefonica
l'aveva informato che non era raggiungibile.

"Qualcosa non va, ha spento il telefono"
"Magari è con Quinn, vuoi che lo chiami?"
"Si"

Bert aveva fatto come gli diceva, e la comunicazione si era attivata dopo qualche
squillo, senza che dall'altra parte venisse detta nemmeno una parola

"Quinn? Che succede? Perché non parli"
"Padge se n'è andato"
"Andato? Che significa?"

Bert l'aveva sentito tirare su col naso, mentre ancora una volta restava in silenzio.
Lo stomaco gli si era stretto immediatamente.
Detestava sentirlo così, più di qualsiasi altra cosa.

"Non muoverti, arrivo"

Matt aveva osservato Bert, aspettando che chiudesse la telefonata per spiegargli, e nel
frattempo si era infilato la felpa, e le scarpe.
Gli aveva rivolto uno sguardo preoccupato, ma l'altro non si era sprecato a dirgli cosa
stesse succedendo.
Matt non aveva insistito.

"Devo andare da Quinn"
"Ti accompagno io"
"E gli altri? Staranno per arrivare"
"Li avviso dalla macchina"

Nessuno dei due si era sentito di dire una parola nel tragitto in macchina.
Ognuno stava costruendo le proprie ipotesi su cosa potesse essere successo.
Ognuno si stava preoccupando a modo suo
Bert aveva sepatato le mani che teneva allacciate davanti a sè sulle gambe e
ne aveva spostata una a toccare le dita di Matt sul cambio, in un gesto consolatorio
che aveva strappato un mezzo sorriso all'altro.

Era preoccupato anche lui, ma per Matt c'era qualcos'altro, non riusciva a smettere
di sentirsi colpevole.
Erano arrivati a casa del biondino solo quindici minuti dopo, per via del traffico del sabato.
Quinn aveva aperto con gli occhi ancora rossi, facendo un passo indietro
involontario quando aveva visto Matt, entrambi i ragazzi l'avevano notato.
Si erano spostati tutti e tre in salotto, e Bert si era seduto accanto al biondino
mentre Matt prendeva posto su una delle poltrone di fronte a loro

"Quinn piccolo, che è successo?"
"Padge se n'è andato"
"Si questo me l'hai già detto. Ma perché?"
"Abbiamo litigato"
"Per cosa"
"Per.. per Jay"
"Per Jay? E' successo qualcosa?"
"Lui è innamorato di Padge, me l'ha detto"

Matt era rimasto in silenzio fino ad allora, lasciando che fosse Bert a parlare
con Quinn, ma dopo quella frase non era più stato capace di restare in disparte.
Lo sguardo del biondino si era alzato verso di lui, quand'aveva parlato

"Jay ti ha detto questo?"
"Si"

Bert era rimasto in silenzio per un attimo, guardandoli entrambi.
Non sapeva esattamente chi avrebbe dovuto calmare per primo, tra i due.
Aveva rivolto il suo sguardo al biondino, decidendo che di Matt si sarebbe occupato
dopo

"Ma questo cosa cambia Quinn? Lo sapevi già, voglio dire, non ne avevi la
 conferma ma lo sapevi"
"Non lo so"
"Perché avete litigato esattamente?"
"Perché io non volevo che lo vedesse"
"Mi avevi detto che sapevi che lui ti amava e ti bastava. Che ne è stato di tutto
 il tuo buon senso?"
"Ti ho detto che non lo so"
"Non puoi metterti tra loro due Quinn, e non puoi far sentire Padge in colpa
 quando non ha fatto nulla. Io so quello che c'è sotto, lo sappiamo tutti e due.
 Ma stai sbagliando. Se le cose stanno andando male è tutta colpa tua"

Quinn aveva spalancato gli occhi a quelle parole, mentre gli si riempivano di lacrime.
Anche Matt aveva sussultato alla durezza del tono e delle parole di Bert.
L'aveva interrotto, alzandosi per prendere posto all'altro lato del divano, accanto a Quinn.
Gli aveva accarezzato leggermente la testa, perché si tranquillizzasse.

"Ascolta, va di sopra e vestiti, vieni con noi alla festa"
"No, non sono in vena, ma voi andate"
"No, tu vieni con noi, e troveremo un modo di risolvere questa cosa.
 Te lo prometto"
"Matt.."
"Ti prego, fallo per me"

Quinn aveva annuito, sforzandosi di fare un mezzo sorriso al più grande, poi
era salito al piano di sopra, per vestirsi, lasciando i due ragazzi seduti sul
divano al piano di sotto.
Matt era sempre carino con lui, nonostante fosse amico sia di Padge che
di Jay.
Riusciva a comprendere benissimo cosa Bert vedesse in lui.

Matt aveva osservato Quinn salire le scale, e poi aveva riportato il suo sguardo
sull'altro ragazzo rimasto accanto a lui, che fissava davanti a sè senza dire
una sola parola

"Sei stato un pò duro con lui"
"Lo so"
"Perché hai reagito così?"
"Perchè lo conosco. So quello che sta facendo, credimi, a volte ha bisogno
 che qualcuno lo scuota per fargli capire quanto stupido possa essere"
"E' sconvolto Bert.."
"Si, lo è, più di quanto tu creda, e vederlo stare male mi ferisce da morire, specie
 se è lui stesso a farsi del male"
"Che intendevi con 'so quello che sta facendo?"

Bert non aveva risposto, e Matt aveva preferito non indagare oltre.
Almeno per il momento, avrebbe aspettato che si trovassero da soli con più
calma.
Era comunque rimasto a guardarlo, mentre l'altro continuava a fissare
il vuoto con lo sguardo arrabbiato.
Non l'aveva mai visto arrabbiarsi con Quinn
Ad essere onesti, non l'aveva mai visto arrabbiato in generale, ma era
rimasto sorpreso dalla severità con cui aveva parlato col biondino, e con
la quale aveva parlato a lui di Quinn.
Era sopreso perché Bert adorava quel ragazzino, ed evidentemente c'era
qualcosa sotto che non riusciva ancora a capire.

Quinn era sceso poco più che cinque minuti dopo, indossando un semplice jeans
chiaro ed una felpa nera, le cui maniche erano quasi più lunghe delle sua stesse
braccia.
Il nero metteva incredibilmente in risalto quanto lattea fosse la sua carnagione.
Il biondino si era avvicinato a loro due, ma Bert si era mosso in avanti per
uscire di casa, e non l'aveva neanche guardato.
A Matt non era sfuggita l'espressione ferita del più piccolo, gli aveva messo un
braccio intorno alle spalle ed avevano seguito il moretto all'esterno, salendo in auto.
Quando erano arrivati a casa sua Matt gli aveva offerto qualcosa da mangiare, e
poi aveva chiesto a Quinn di dargli una mano ad ultimare i preparativi per la
festa, tanto per tenerlo occupato, dato che Bert non sembrava per niente disposto
a consolarlo.




Le prime persone avevano cominciato ad arrivare intorno alle nove.
Matt aveva invitato anche gli amici di Bert, e qualche loro conoscenza.
Non gli piaceva quella strana separazione tra quei due gruppi, anche perché
oramai erano inestricabilmente legati, sarebbe stato senza senso continuare
a comportarsi in quel modo.
Dan e Jeph avevano accettato l'invito, nonostante lo conoscessero a malapena.
Ma Bert aveva detto che era un tipo apposto, e a loro andava bene così.
Matt era stato sollevato che fossero venuti, specie perché avrebbero potuto
tenere compagnia a Quinn, mentre lui faceva quello che doveva fare.
Aveva lasciato i biondino coi suoi amici e si era chiuso in cucina, prendendo con
sè il suo cellulare.
Aveva chiamato Padge, ma ancora una volta aveva sentito dall'altra parte solo
la voce metallica e monocorde della segreteria, così aveva chiamato direttamente
a casa.
Era una cosa che non faceva mai, perché la famiglia di Padge non vedeva
di buon occhio neanche lui, e solitamente evitava per non creargli problemi, ma
adesso era l'unico modo che aveva per trovarlo.
Era stata la madre dell'amico a rispondere a telefono, era gentile tutto sommato,
almeno quando non c'era il marito nei paraggi.
Aveva aspettato che il telefono passasse nelle mani di Padge, ed aveva
ascoltato il 'pronto' per metà meravigliato e per metà no, dell'altro.

Matt non si era preso nemmeno la briga di salutare

"Vieni alla festa"
"No Matt, non sono proprio in vena di festeggiare un cazzo onestamente"
"Forse non mi sono spiegato bene, alza il culo e vieni alla festa, adesso.
 Quinn è qui"
"Cos.. perché?"
"Perché siamo andati da lui questo pomeriggio e stava di merda, perciò
 tu adesso vieni a sistemare questa cosa"
"Matt.."
"Padge, non fare cazzate. Vieni e basta"

Aveva chiuso la conversazione prima ancora che l'altro potesse anche solo pensare
di ribattere una qualsiasi cosa.
Padge aveva sospirato, passandosi una mano sul viso per pensare a cosa avrebbe
dovuto fare.
Alla fine aveva deciso di andare, perché quella situazione andava risolta, in un modo
o nell'altro.
Si era buttato sotto la doccia, sforzandosi di non pensare che alla festa ci sarebbero
stati sia Quinn che Jay, e che qualla cosa aveva tutta l'aria di diventare un potenziale
casino, peggiore di quello che già c'era.
Era arrivato a casa di Matt mezz'ora dopo, e l'aveva chiamato sul cellulare perché
gli aprisse la porta sul retro, non aveva voglia di salutare gente e sorridere come se
niente fosse.

"Sarei venuto a prenderti fino a casa se tu non fossi venuto"
"Lo so, è una delle cose che mi ha convinto, tanto mi avresti obbligato lo stesso"
"Puoi scommetterci il culo"
"Porta qui Quinn e facciamola finita"
"Aspetta un secondo, parla con me"
"Che dovrei dirti Matt? Sono fottutamente stanco"
"Lo so, ma addirittura andarsene e lasciarlo così.."
"Tu non sai come stanno le cose. Sta dando fuori di matto, sto cercando in tutti
 i modi di farlo stare bene, ma mi trovo sempre un muro davanti"
"Si, ma credo che tu stia reagendo in maniera eccessiva"
"Lascia perdere, perché ti immischi?"
"Perché ti voglio bene, e voglio bene a Quinn. Non fare lo stronzo con me, sto
 cercando di darti una mano"
"Lo so, scusa.. solo che è frustrante.. Perché pensi che io stia reagendo
 eccessivamente?"
"Credo che tutti e due stiate esagerando. Tu sei particolarmente sensibile all'argomento
 Jay da quando.. beh da quando hai saputo. Sei nervoso, pensi che Quinn non lo
 avverta?"
"Si, ma cerco di contenermi, a differenza di Quinn. Questa cosa mi fa male, ok?
 E' già abbastanza difficile senza che lui mi dia addosso continuamente"
"Non puoi farla pagare a Quinn per il fatto che ti faccia male la faccenda di Jay"
"Io non sto facendo niente del genere. E' lui che la fa pagare a me per una
 cosa di cui non ho colpa"
"Dovreste darvi una calmata tutti e due.. Quinn stava uno schifo oggi pomeriggio"

Padge aveva sospirato, l'ultima cosa che desiderava è che Quinn stesse male.
Ma si sentiva come se gli stessero volando contro un migliaio di cose alla
velocità della luce, faceva fatica ad affrontarle.
E Quinn non lo stava aiutando.
I due ragazzi erano usciti dalla cucina ed erano andati a cercare il biondino.
Padge aveva camminato tra le facce conosciute, limitandosi a salutare con
dei brevi ed impercettibili cenni del capo, senza davvero avvicinarsi a nessuno.
Matt aveva chiesto ad un paio di persone se avessero visto Quinn, che gli
avevano indicato l'esterno della casa.
I due ragazzi si erano mossi fino alla porta, e poco dopo li aveva raggiunti
anche Bert.
Avevano dato un occhiata dai vetri ai lati della porta, ed il biondino era proprio
dove gli avevano detto.
Era seduto sui gradini della casa, con un ragazzo che Padge aveva visto a
malapena una o due volte, era un amico di Jeph, per quel che si ricordava.
Il suo ragazzo stava ridendo, mentre l'altro lo guardava in modo inequivocabilmente
interessato.
Padge era rimasto immobile a fissare la scena, ma la sua voce gelida aveva
comunque raggiunto Matt, nonostante non avesse nemmeno voltato la testa.

"Vedo, è come dicevi tu. Sta davvero una merda"
 
Aveva detto soltando questo, prima di aprire la porta, accertandosi di fare il
maggior rumore possibile perché i due ragazzi lo sentissero.
Matt e Bert l'avevano seguito fuori, per cercare quantomeno di limitare i danni
Quinn si era voltato verso il rumore, senza però neanche alzarsi
Bert si era avvicinato all'amico seduto accanto a Quinn, suggerendogli sotto
voce che sarebbe stato meglio se se ne fosse andato.
Il ragazzo li aveva lasciati, mentre Quinn restava seduto a guardare la scena
di Padge, Matt e Bert che lo fissavano dall'alto.

"Che cazzo fai Quinn?"

Il biondino si era alzato solo allora, e Bert si era reso immediatamente conto
che non era esattamente stabile sulle gambe.
Sembrava che avesse bevuto, ed era rimasto completamente scioccato da
quella cosa.
Quinn aveva fronteggiato lo sguardo di Padge

"Che vuoi?"
"Ti ho fatto una domanda"
"Stavo parlando con un amico"
"Un amico? Non l'hai visto come ti guardava?"
"Che te ne frega? Credi di essere l'unico ad avere degli ammiratori?"

L'allusione a Jay era sottile quanto palese e Padge si era irrigidito completamente
L'aveva sentito mentre i suoi muscoli si tendevano

"Wow, questo è davvero un colpo basso Quinn"
"E' la verità"
"No, non lo è. Io non faccio niente per incoraggiare Jay, tu invece mi sembravi
 tutt'altro che infastidito"
"Non dovrebbe interessarti comunque, io e te non stiamo insieme in pubblico, giusto?"
"Beh non preoccupartene, torna a divertirti col tuo amico. Credo che da questo
 momento non staremo insieme nè in pubblico nè il privato"









Salve girls! Sono tornata!
Il capitolo non ha bisogno di nessuna parola, e sono curiosa di sapere cosa
ne pensate voi xD
Come sempre vi ringrazio delle recensioni, e vi amo!
Ah, e P.S. Buon Natale (Anche se in anticipo)


DyingAtheist: Il tuo cartello è servito! Volevi il sesso? Eccolo! xD
Jay ha confessato, anche se non alla persona giusta, ma chissà xD
Che ne dici del capitolo?

ColdBlood: Tutti mi chiedevano il sesso, vi ho accontentato dai! xD
Si Quinn forse è stato un pò indisponente, ma è capibile, no?
Padge li avrà anche interrotti, ma ha dato il via xD Che ne dici?

Crazy_Me: Tu tifi perché Padge tradisca Quinn con Jay?! Oddio mi fai morire! xD
Matt ha risolto i suoi problemi, no? xD
Che ne pensi del capitolo?

Xx_ImJustAKid:
Come sempre sei profetica dear ( o mi conosci troppo bene e sai
quanto sono cattiva xD) ma si, la rivelazione di Jay ha sconvolto completamente
gli equilibri xD
La tua risposta su Matt era nel capitolo, quindi non ho bisogno di commentarla! xD

Yuky_Frehley: Grazie! Sono contenta che ti sia piaciuto!
Lo so sono cattiva ad averli interrotti, ma mi sono fatta perdonare, no?

Friem: Ahah povero Padge, dopo l'intrusione dell'ultimo capitolo ha rischiato
di essere linciato! xD Ma forse le sue parole a Matt hanno fatto il miracolo!
(Anche se questo capitolo è ambientato un mese dopo, quindi è stato un miracolo
un pò lento xD)

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** Unlucky Sevens ***




Unlucky sevens







Le parole di Padge erano esplose nell'aria come un colpo di cannone nel più totale silenzio.
Ed era come se il chiacchiericcio della festa appena qualche passo dietro di
loro si fosse improvvisamente spento, perché il boato si sentisse ancora più forte.
Così forte che perfino Matt e Bert si erano ritrovati a spalancare gli occhi.
Quinn era rimasto impietrito, ed era come se solo, e soltanto, in quel momento
avesse realizzato quello che era successo.
Come se la nebbia che gli offuscava il cervello fino a quel momento si fosse diradata
in quel preciso istante, lasciandogli cogliere soltanto le ultime parole che Padge gli
aveva rivolto.
Si sentiva come se non fosse stato lui a parlare, ad agire.
Prima che qualcuno dei presenti potesse dire qualcosa Padge si era già allontanato.



Non appena il moro era sparito alla sua vista Matt si era istantaneamente avvicinato
a Quinn, senza pensarci, in automatico, mentre Bert restava immobile, leggermente a distanza.
Il biondino si era di nuovo seduto sui gradini, cercando di reprimere quel senso di
nausea che gli soffocava la bocca dello stomaco.
Il più grande si era seduto accanto a lui, circondandogli le spalle con un braccio.
L'aveva sentito tremare leggermente, ed aveva lanciato uno sguardo a Bert
perché facesse qualcosa.
Bert non l'aveva notato, o per meglio dire, aveva fatto finta di non averlo
notato, così Matt aveva richiamato la sua attenzione.

"Prendi Quinn e portalo in camera mia, io cerco di calmare Padge"
"No, vado io"
"Bert, non mi pare il caso"
"Invece si"


Bert non aveva aspettato che l'altro potesse addurre altre proteste e si era
allontanato, lasciando il moro vagamente sconcertato.
Matt aveva dato un'occhiata a Quinn, che sembrava non sentirsi per niente
bene, ed aveva deciso di portarlo in camera sua.
Erano passati tra gli amici invitati alla festa, dicendo soltanto che stava poco
bene, ed erano saliti di sopra.
Quinn non aveva ancora detto una parola, e l'altro era un leggermente preoccupato.
L'aveva fatto sedere sul letto ed aveva preso posto di fronte a lui.
Il biondino era scoppiato a piangere non appena Matt aveva chiamato il suo nome, e
l'altro l'aveva abbracciato.

"Matt.. io non volevo dire quelle cose, io non.. non so.."
"Sei quasi sbronzo, dovevi iniziare a bere proprio stasera?!"
"Lui.. lui mi ha lasciato?"

Il tono della sua voce gli aveva spezzato il cuore.

L'aveva detto come se non riuscisse a credere che fosse successo.
Come se fosse troppo fuori dalla realtà, e troppo doloroso, perché potesse
essere successo per davvero.
Matt non aveva potuto fare a meno di stringerlo più forte.

"Ascolta Quinn, adesso vai di là, ti fai una doccia per toglierti questa sbronza
 di dosso e poi penseremo ad una soluzione"
"Non ce ne sono.. Matt lui mi ha lasciato.. non ce ne sono"
"Invece si, troveremo un modo per aggiustare le cose"
"Mi viene da vomitare"


Matt l'aveva portato in bagno, inginocchiandosi accanto a lui mentre si liberava
dell'alcool che aveva bevuto, riflettendo sul fatto che probabilmente avrebbe
dovuto mandare a casa i suoi amici.
L'aveva lasciato in bagno perché si facesse una doccia, andando a recuperare
qualcosa che il biondino potesse indossare.
Gli aveva preso un pantalone della tuta ed una felpa, ed era entrato per
lasciaglierli sul lavandino, prima di scendere di sotto ed informare i suoi
amici che la festa era finita.
Quando era risalito Quinn era seduto sul letto, coi piedi scalzi a toccare il pavimento.
I suoi vestiti erano decisamente troppo grandi per lui, e lo facevano apparire
ancora più piccolo e indifeso.

"Hey, ho mandato tutti a casa"
"Ho rovinato la tua festa, io non faccio altro che rovinare tutto"
"Smettila, non me ne frega niente della festa. Io sono solo preoccupato per te"
"Io non voglio stare senza di lui.."
"Lo so.."

Matt gli aveva asciugato le lacrime sulle guance, come se fosse stato un bambino, e poi
l'aveva convinto a mettersi a letto.
Non era il caso che tornasse a casa sua in quelle condizioni, sua madre si sarebbe
accorta che aveva bevuto e sarebbe successo un altro casino.
Il moro era rimasto con lui finché non si era addormentato, solo osservandolo, e
riflettendo sull'irrealtà di quella situazione.
Quinn era nel suo letto, mentre Bert, il miglior amico di Quinn, era fuori a cercare
Padge, il suo miglior amico.
Le cose si erano fottutamente intricate, e non aveva neanche idea di quando
fosse successo esattamente.
Sembrava che fossero tutti legati insieme, e nessuno poteva uscirne, e se
si faceva male uno, si facevano male tutti quanti.
 

Era sceso di sotto dopo essersi assicurato che Quinn stesse bene, l'idea era
quella di mettere a posto il casino di sotto, ma in realtà si era semplicemente
limitato a prendersi una delle poche birre rimaste nel frigo, e ad uscire fuori
per fumarsi una sigaretta seduto sui gradini, indeciso se chiamare o no Bert
per vedere dove fosse finito.
Alla fine aveva deciso di non farlo, di non chiamare.
Aveva dovuto aspettare quasi un'ora prima che il moretto si facesse vivo.
Si era seduto accanto a lui, e Matt aveva lasciato che fosse lui a decidere
quando parlare.


"La festa è finita"
"Già"
"Non sono riuscito a trovare Padge, ho carcato un pò in giro, sono andato
 anche a casa sua, ma la macchina non era nel vialetto"
"Mh mh"
"Perché sei così silenzioso?"
"E' solo che.. ci hai messo delle ore, neanche se avessi girato a piedi tutta
 la città ci avresti messo tanto. Dove sei stato?"
"Ho.. ho fatto due passi"
"Due passi lontano da Quinn?"
"Ero andato a cercare Padge"
"Non raccontarmi cazzate, potevo andarlo a cercare io e tu potevi restare
 con Quinn. Che ti sta succedendo? Tu lo adori, o almeno così credevo"

Il tono volutamente allusivo e la provocazione nella sue parole gli avevano
fatto guadagnare l'attenzione dell'altro, che fino a quel momento non gli aveva
rivolto neanche Qun solo sguardo.

"Voglio bene a Quinn, più di qualsiasi altra cosa"
"E allora che stai facendo?"
"E' solo che.. credimi Matt, l'ho visto fare questo ogni volta. L'ho visto sabotare
 tutti i rapporti importanti che ha avuto""
"Pensavo non avesse mai avuto un ragazzo"
"Non mi riferivo a quello, intendevo i rapporti in generale. Ogni volta che ama
 davvero qualcuno ad un certo punto la sua paura viene fuori, e rovina ogni
 cosa"
"Paura di impegnarsi?"
"Paura che le persone se ne vadano, così comincia a dare fuori di matto, e
 l'unico risultato che ottiene è che le persone se ne vadano per davvero"
"E hai deciso che era tempo di andartene anche tu?"
"Cosa? No"
"E' quello che hai fatto, lui era a pezzi e tu te ne sei andato"

Bert era rimasto immobile, come se avesse realizzato solo in quel momento

che era proprio così che le cose erano andate.
Lo faceva soffrire vedere Quinn farsi male da solo, e per evitare a sè stesso
un dispiacere
aveva abbandonato il suo miglior amico.

"Cazzo"
"Già.."
"Io non.. non intendevo.. dio, sono un amico orribile"
"Nah, sei ancora in tempo"
"Mi porti a casa sua?"
"Non è a casa sua, è nel mio letto"
"Wow, ci è finito prima lui di me"
"Non ti ripeterò quanto sei idiota, perché non mi va di sembrare ripetitivo"

Bert aveva sorriso, prima di alzarsi e ripulirsi i jeans.
Matt non si era mosso, facendogli capire che sarebbe dovuto salire da solo
da Quinn.
Il moretto era arrivato alla porta e si era voltato di nuovo

"Lui.. lui come sta?"
"Ha vomitato, e pianto.. non bene direi"
"Come.. come posso aiutarlo?"
"Mhh.. sii solo.. Bert"

Si erano sorrisi ancora una volta, prima di salire al piano di sopra.
Aveva raggiunto la camera di Matt e si era seduto sulla sponda, passando
delicatamente una mano sulla sua fronte, leggermente calda
Quinn aveva mugolato qualcosa ed aveva aperto gli occhi, per via del contatto
con la mano fredda di Bert.

"Hey.. scusa non volevo svegliarti"
"Mi dispiace"
"No Quinn, a me dispiace, sono stato uno stronzo"
"Ti ho fatto arrabbiare.."
"Mi fa solo male vederti incasinare le cose ogni volta"
"Lo so"
"Parleremo con Padge, sistemeremo le cose"

Quinn non ci credeva per davvero
Non ci aveva creduto neanche per un secondo, ma aveva annuito lo stesso.
Perché era davvero troppo in quel momento.
Non voleva pensarci, non ci riusciva.
Gli faceva male la testa, aveva la nausea e sentiva freddo, non era in grado
anche di pensare che aveva perso la persona che amava.
Sarebbe caduto a pezzi, se l'avesse fatto.

"Resto un pò con te, vuoi?"
"Non preoccuparti, dovresti scendere da Matt. Ho anche rovinato la vostra
 serata, magari con la casa libera poteva essere la volta buona.. ora ti
 toccherà aspettare ancora.."
"Non ho più niente da aspettare"
"Avete fatto l'amore?"

Gli occhi di Quinn si erano spalancati leggermente, così come la sua bocca.
Solo lui avrebbe potuto essere così eccitato da quella cosa.
Probabilmente perché era l'unico che aveva capito quanto Matt significasse per Bert.
Forse più di quanto Bert stesso si fosse reso conto

"Si"
"E com'è stato?"
"Bello, davvero bello"
"Hai scelto bene"
"Cosa?"
"Matt.. voglio dire.. Matt è fantastico. E' stato molto dolce con me"
"Avrei dovuto esserci io, mi dispiace"
"Non importa, so che mi vuoi bene"
"Molto più che bene dolcezza, io ti adoro"

Quinn aveva sorriso ed aveva chiuso gli occhi, ma Bert era rimasto comunque con
lui finché non si era nuovamente addormentato, poi era sceso di sotto.
Aveva recuperato un paio di birre ed aveva raggiunto Matt, che non si era mosso
neanche di un centimentro da quando lui era salito.
Gli aveva passato una delle bottiglie e gli si era seduto accanto.

"Come sta?"
"Triste, anzi, molto più che triste"
"E tu come stai?"
"Bene.. voglio dire.. troverò il modo di farlo stare bene"
"Sono sicuro che lo farai"
"E tu? neanche tu mi sembri al massimo"
"Io.. io mi sento in colpa"
"Ancora? Matt, lo sai anche tu che la storia di Jay sarebbe venuta fuori in
 ogni caso"
"Non è per questo che mi sento in colpa, cioè anche per questo, ma non è
 la cosa principale al momento"
"E quale sarebbe?"
"Dovrei sentirmi male, Quinn sta uno schifo, il mio miglior amico pure, ma non
 mi importa.. come se mi fosse.. indifferente"
"Matt, tu sei la persona più lontana dall'indifferenza che io conosca. Ti sei preso
 cura di Quinn.."
"Quello che voglio dire è che.. cioè certo mi importa, ma continuo a ripetermi
 che non sarebbe dovuto succedere oggi. Oggi era un bel giorno per me.. per..
 per quello che è successo tra di noi.. e mi sento un egoista a pensare questa
 cosa. Non dovrei pensare a me, ma avrei voluto che restasse un bel giorno"
"Certo che sei scemo delle volte"
"Come sarebbe a dire?"
"Dovresti sentirti in colpa perché sei felice? E' un'idiozia"
"Non ti montare la testa, non ho detto che sono felice"

Bert aveva ridacchiato, togliendogli la birra dalle mani e sedendosi sulle sue gambe.

"Io conosco un modo per farti felice"
"Pervertito"
"Lo sai, non è stato come me lo aspettavo"
"Cioè?"
"Voglio dire.. abbiamo aspettato tanto, e pensavo che quando sarebbe successo
 avremmo.. sai.. creato una situazione.. carina"
"Oh, vuoi dire che è stato deludente?"
"Voglio dire che è stato perfetto, per noi. Io ti volevo, tu mi volevi, così improvvisato,
 senza nessuna costruzione.. era proprio come doveva andare tra noi"
"Wow, parli come uno di quei film per teenager"
"Fanculo"

Bert aveva suggellato l'ultima parola baciandolo
Erano rimasti su quei gradini quasi tutta la notte.






Una settimana, sette fottuti giorni erano davvero riusciti a scombinare in quel
modo tutte le loro realtà?

Matt aveva richiuso lo sportellino del cellulare con uno scatto, rischiando quasi di
spaccarlo in due per la frustrazione.
Non aveva mai avuto tanta voglia di mandare a fanculo qualcuno come in quel
momento, chiunque, per la precisione.
Era almeno la decima telefonata che faceva a casa di Padge, ma si era sentito
rispondere per l'ennesima volta che non sapevano dove fosse.
Il suo amico era sparito dalla circolazione da una settimana oramai, e la sua fottuta
famiglia non sapeva dove fosse.
Non sapeva più cosa dire a Quinn quando gli domandava di Padge, e quel
ragazzino poteva aver fatto tutti gli sbagli del mondo, ma gli spezzava il cuore
vederlo in quello stato.
Sembrava il piccolo fantasma di sè stesso, lo stesso viso, gli stessi occhi.
Lo stesso Quinn, ma in bianco e nero.


Il moro aveva recuperato le sue sigarette e l'accendino ed era sceso in garage.
Aveva ripreso il suo cellulare, nonostante iniziasse a detestarlo, ed aveva fatto
partire la chiamata verso Bert.
Il moretto aveva risposto quasi immediatamente, informandolo soltanto che stava
arrivando, prima di terminare la telefonata.
Matt si era messo seduto, aspettando che arrivasse.
Anche Bert era leggermente sbiadito dopo quello che era successo, come se
vedere Quinn in quel modo gli avesse portato via tutta la voglia di scherzare.


Gli equilibri si erano leggermente sballati anche tra di loro, Matt non sapeva
bene perché.
Era più che altro una sensazione, come se si fosse creato una specie di velo
divisorio tra di loro, così sottile che a volte Matt pensava di esserselo soltanto
immaginato.
Eppure c'era.
Il più grande aveva deciso di aspettare per parlargliene, perché probabilmente,
o almeno così sperava lui, era semplicemente causato dallo spaesamento per
quello che stava succedendo tra Quinn e Padge.
Bert era arrivato qualche minuto dopo, con l'aria un pò stanca di chi non riesce
a dormire troppo bene, o troppo a lungo.
Gli aveva lasciato un bacetto sulla bocca, più una carezza che altro, quando
Matt aveva aperto la saracinesca per farlo entrare, poi entrambi si erano seduti
sul divanetto.

"Hai avuto notizie di Padge?"
"Nessuna, nemmeno una cazzo"
"Neanche Jay?"
"Perché pensi che Jay ne abbia?"
"Devo rispondere?"
"Tu credi che sarebbe andato da lui?"
"Beh, magari gli serviva un letto caldo in cui dormire, sai com'è.."
"Piantala Bert, sei solo arrabbiato perché Quinn sta male, non prendertela con
 Padge adesso"
"Non so più con chi cazzo prendermela onestamente"
"Dobbiamo solo restare calmi e aspettare che Padge torni, poi sistemeremo
 le cose"
"Perché, tu sei calmo?"
"Neanche un pò"

Bert l'aveva guardato senza dire nulla.
Sapeva che quella storia non faceva bene neanche a Matt.
Era preoccupato per il suo amico, e anche per Quinn, Bert poteva giurarci.
Gli era stato di grande aiuto in quei giorni, era andato a trovare il biondino
tutti i giorni, gli telefonava.

Bert avrebbe voluto non sentire quella necessità così forte di allontanarsi da lui.
Ma quel bisogno era proprio lì, e Bert non riusciva ad avitarlo.
Non sapeva esattamente quando tutto quello era iniziato, probabilmente
il giorno dopo la festa, quando si era finalmente trovato a realizzare quello
che stava succedendo.
Si era alzato in piedi per mettere una qualche distanza tra di loro, mentre già
gli diceva che doveva andarsene.
Matt stava cercando di non farsi domande, e di non farle a Bert, non per il
momento, almeno.
Aveva semplicemente assentito col capo, sforzandosi di soffocare quegli strani
dubbi che era davvero troppo presto per avere.
Appena cinque minuti dopo era di nuovo solo.



Aveva recuperato la sua chitarra acustica e si era messo seduto, col foglio
poggiato accanto a sè dove trascriveva qualche parola ogni tanto.
Il suo cellulare aveva vibrato nella sua tasca, e l'aveva tirato fuori per guardare
il nome del mittente.
Aveva già aperto lo sportellino mentre posava lo strumento ai suoi piedi.

"Padge? Padge parla, dove sei?"
"Sono..  sono davanti casa di Jay"
"Oh Cristo, no"
"Matt.."
"Padge, no. E' un idea del cazzo. Ti prego, dimmi che non hai ancora bussato"

Matt aveva fatto un grande respiro, per cercare di calmarsi e non riempire semplicemente
di parolacce il suo vecchio amico.
Per essere sparito in quel modo e non avergli fatto avere neanche una cazzo di notizia.
Per essere scappato invece di tentare di risolvere le cose.
Era rimasto in silenzio, aspettando che Padge si decidesse finalmente a dargli
una qualsiasi risposta.

"No.. non ancora"
"Bene, non farlo"
"Perché no?"
"Lo sai bene perché, per piacere non fare cazzate"
"Voglio solo.. vederlo"
"Non sei lì per vederlo, sei lì per ben altro, lo sappiamo tutte e due. E sarebbe
 un errore enorme. Vieni qui e ne parliamo"
"Matt sono stanco di parlare"
"Per favore.."

Matt l'aveva sentito sospirare dall'altro capo della cornetta, come per pensare
alla prossima cosa da dire, ma sapeva bene di averlo già convinto.
Si era leggermente tranquillizzato, prima ancora che arrivasse quel 'va bene'
che si aspettava.
Aveva chiuso la conversazione ed era rimasto i fissare il cellulare, indeciso se
informare o meno Bert di quello che stava succedendo.
Alla fine aveva deciso che sarebbe stato meglio parlare con Padge da solo.
Probabilmente Bert sarebbe stato poco lucido sui fatti, dato che si trattava di Quinn.
Almeno quella era la ragione ufficiale, ma forse voleva soltanto non sentire ancora
una volta quella strana freddezza inconsistente di Bert.
Così labile che quasi non si vedeva, ma faceva freddo lo stesso.

In ogni caso, on che lui si sentisse esattamente lucido rispetto agli ultimi avvenimenti.
Era successo tutto molto in fretta.
Quella situazione aveva indirettamente colpito anche lui e Bert, e la sua parte
irrazionale
non poteva fare a meno di incolpare l'amico, per quello.


Padge era arrivato appena qualche minuto dopo, gli aveva aperto e poi aveva
lasciato la serranda del garage aperta per metà, perché entrasse la luce.
L'amico si era seduto sul divanetto, fissando Matt in attesa di una qualche
parola, o più precisamente di qualche insulto.
Matt dal canto suo stava tentando di contenersi, perché tutto il nervosismo
che sentiva dentro non esplodesse, almeno non tutto insieme.
Non voleva attaccarlo, per paura che si chiudesse del tutto.
Ovviamente Padge lo conosceva così bene da aver capito tutto quello che
l'altro stava pensando

"Come stai?"
"Andiamo Matt, dimmi quello che devi dirmi, quello che veramente stai
 pensando"
"Vuoi saperlo sul serio?"
"Si"
"Bene, sei uno stronzo"
"Grazie tante"
"Te ne sei andato, senza neanche fare una cazzo di telefonata per farci
 sapere se eri vivo"
"Avevo bisogno di allontanarmi da qui"
"E dove sei andato per una fottuta settimana?"
"Ero da mio cugino, a Salt Lake"
"Ho chiamato un milione di volte a casa tua per chiedere dove fossi, mi
 hanno sempre risposto che non ne avevano idea"
"Perché gliel'ho chiesto io"
"Fantastico, ti allei con la tua famiglia adesso?"
"Non dire stronzate. Dovevo andarmene Matt"
"Potevi dirmelo"
"No, non potevo. Se l'avessi fatto ti avrei costretto a mentire a Bert, e non
 volevo metterti in una brutta situazione"

Matt non era riuscito ad impedirsi di fare un mezzo sorriso.
Quello era il Padge che conosceva, soltanto un pò più sconvolto del normale.
Quando aveva parlato nuovamente il suo tono si era irrimediabilmente addolcito.


"Sono il tuo miglior amico, questo non devi dimenticarlo"
"Lo so"
"Vuoi dirmi perché eri andato da Jay?"
"Non lo so.. E' tutto strano adesso, volevo solo che le cose tornassero come
 prima. Volevo parlargli"
"Padge, tu pensi davvero che vi sareste limitati a parlare? Tu stai uno schifo e
 sei sconvolto, e lui ti ama. E' una pessima accoppiata"
"E se anche fosse successo qualcosa? Sarebbe così sbagliato?"
"Dovrei risponderti prendendoti a calci"
"No, dico sul serio. Sarebbe così semplice"
"Semplice? Tu non lo ami, faresti male a te, a lui, e a Quinn. A proposito, ti sei
 dimenticato di lui?"
"Non voglio parlare di Quinn"
"E cosa credi che stiamo facendo qui?"
"Davvero Matt, non voglio parlarne"

Matt era rimasto in silenzio, limitandosi a spalancare un pochino gli occhi.
Perché adesso capiva
Poteva vedere chiaramente quello che stava succedendo, e quello che sarebbe successo
E non riusciva a crederci


"Io.. io pensavo che tu ti fossi allontanato per calmarti, e poi tornare e sistemare
 le cose. Ma tu non vuoi, è così? Non vuoi tornare con Quinn"
"No"
"Oh Cristo, ma sei impazzito? Cos'é, non lo ami più?"
"Molto più di quanto credi"
"E allora?"
"E' tutto troppo complicato. E' sempre stato così, fin dal primo giorno. E' così
 che dovrebbe andare?"
"Tu mi hai detto che quel ragazzino ha reso la tua vita migliore, non tanto
 tempo fà, nella mia cucina. Hai un amnesia?"
"E' così, l'ha fatto, ma a quanto pare io non ci sono riuscito con lui"
"E pensi di farlo così, lasciandolo? Padge lui è a pezzi"
"L'ultima volta che mi hai detto così era nel tuo giardino a divertirsi con un altro"
"Lo sai bene che non è successo niente tra loro"
"Lo so, non é questo il punto. Il fatto è che lui non ha un briciolo di fiducia in
 me. E' vero all'inizio ho fatto dei casini, ma poi credo di aver
 ampiamente dimostrato che lo amo, e che può fidarsi. Non é giusto che io
 sia sotto esame ogni fottuto giorno. Per quanto tempo ancora devo essere
 incolpato per qualcosa che non ho deciso io?"
"So che è complicato, ok? Ma proprio per questo, dopo tutto quello che
 avete passato vuoi mollare così?"
"Non così.. Lo fai sembrare come se io non ci avessi provato a far funzionare
 le cose, ma cazzo, non è vero"

Padge aveva distolto lo sguardo dall'amico, facendolo vagare per il garage come
se non l'avesse mai visto in vita sua.
Gli strumenti che i ragazzi lasciavano lì ogni tanto dopo le prove erano adagiati
un pò in ogni angolo.
Erano rimasti lì dall'ultima volta che avevano suonato tutti insieme.
Padge si era fermato a guardare il basso di Jay, nerissimo e lucente, in contrasto
con la tracolla che una volta era nera e che adesso era solo una striscia di
tessuto sbiadita e piena di scritte e simboli lasciati col pennarello.
Matt aveva intercettato il suo sguardo ed aveva sospirato.
Sapeva esattamente che Quinn non era l'unico problema, l'unica fonte di
sofferenza dell'amico, ma non voleva che Padge facesse un errore enorme.
Perché quello sarebbe stato chiudere con Quinn, uno stupido errore.

"Lo so che ti manca"

E Padge sapeva che non si stava riferendo al biondino con quella frase
Parlava di Jay.

"Si mi manca, moltissimo"
"Lo capisco, ma non é la ragione giusta per lasciare Quinn"
"Non é per questo. Il motivo é che lui mi da addosso costantemente.
 E mi fa male cazzo. E' già abbastanza difficile così"
"Ci sono cose peggiori del fatto che il tuo migliore amico ti ami"
"Pensi che sia questo il punto? Non é quello il difficile"
"E allora cosa?"
"Tu non hai idea di cosa vuol dire alzarsi tutti i giorni sapendo che stai
 facendo del male ad una delle persone più importanti della tua vita, che
 lo fai soffrire e non puoi fare un cazzo per evitarlo"
"Lo capisco, davvero. Ma ragiona, vuoi che le persone che soffrano per
 causa tua siano due?"
"E che cosa dovrei fare, continuare a subire? Io lo amo, ok? ma non sono
 un fottuto martire"

Matt aveva sospirato ancora, indeciso se dire tutto quello che gli passava
per la testa.
Non voleva essere brusco, perché comprendeva che stesse male, e che
l'atteggiamento di Quinn non lo aiutasse, ma alla fine era meglio dire le
cose come stavano, per amore della correttezza, ma soprattutto per
aprire gli occhi a Padge


"Lo sai, tu non sei completamente innocente in tutta questa storia"
"Cosa? E quale sarebbe la mia colpa?"
"Ti sei mai fermato dieci minuti a spiegare a Quinn perché ti senti così
 male? No, non l'hai fatto. Ti sei limitato semplicemente a diventare nervoso
 e scostante ogni volta che si tirava fuori l'argomento. Come pretendi
 che capisca se tu non gli spieghi un cazzo?"

Padge si era zittito per un istante, per riflettere su quello che Matt aveva
appena detto.
Non aveva avuto il tempo di ribattere però, perché la saracinesca era stata
aperta con un rumore sordo, ed entrambi i ragazzi avevano portato la loro
attenzione sull'ingresso.
Matt si era alzato in piedi non appena aveva scorso Bert in piedi appena un
passo oltre la soglia.
Il moretto faceva vagare lo sguardo da Matt a Padge, senza dire una parola.
Matt si era inspiegabilmente sentito colpevole, come se gli avesse nascosto
qualcosa, un pò come se gli avesse mentito.
Padge aveva terminato quel silenzio imbarazzato, alzandosi in piedi e voltandosi
verso Matt.

"E' meglio se vado adesso, ci sentiamo più tardi"

Non era rimasto per aspettare che l'altro rispondesse, e si era avviato alla
porta, mentre Matt cercava ancora qualcosa da dire a Bert.
Il moretto non gliene aveva dato modo però, era uscito appena qualche
secondo dopo Padge, intercettandolo accanto alla macchina prima che potesse
salire ed andarsene.
L'aveva chiamato e l'altro ragazzo si era voltato, con uno sguardo così arrabbiato
che sembrava poter far prendere fuoco alle cose.
Il più grande si era voltato verso Bert ed aveva allargato le braccia

"Andiamo, dì quello che devi dire, prenditela anche tu con me"
"Non ho intenzione di fare niente del genere"

Padge aveva cambiato espressione, passando dalla rabbia alla meraviglia nell'arco
di un millesimo di secondo.
Era rimasto immobile aspettando che l'altro lo raggiungesse, non sapendo
esattamente quello che doveva aspettarsi

"Mi dispiace molto Padge"
"Come?"
"Ho detto che mi dispiace"

L'altro ragazzo l'aveva guardato senza capire, non si aspettava una cosa del genere.
Sicuramente non da parte di Bert.

"Perché non entriamo dentro per parlare un secondo?"

Si era trovato ad annuire, troppo meravigliato dal tono di voce pacato e
gentile dell'altro ragazzo, e l'aveva seguito, senza che avesse realmente
dato alle sue gambe il comando di muoversi.
Matt li aveva osservati tornare indietro e rientrare nel garage, ma non era
riuscito ad incontrare lo sguardo di Bert, nonostante se lo sentisse addosso.
I due ragazzi si erano seduti sul divanetto, e lo sguardo del moretto si
era spostato sull'altro ragazzo, che aspettava silenzioso che Bert parlasse.

"Dicevo sul serio prima, sono dispiaciuto"
"Già.. ma non capisco perché lo sei"
"Perché so che questa situazione non é colpa tua, e so che ti fa male"
"G-grazie"

Matt non aveva minimamente preso parte alla conversazione, come se stesse
guardando la scena da un'altra stanza.
In fondo tutto quello non riguardava lui, nonostante fosse estremamente
legato alle due persone che gli stavano di fronte.


Bert si era sforzato di sorridere all'altro, per fargli capire che ogni cosa che stava
dicendo era reale, che le pensava sul serio.
Ci teneva che Padge capisse, e lui era l'unica persona in grado di spiegargli
i comportamenti di Quinn.

"Vorrei che mi ascoltassi"
"Riguardo a cosa?
"Quinn"
"Non sono sicuro di volerne parlare"
"Tu ascoltami, e poi decidi quello che vuoi. Non sono qui per convincerti
 a fare niente"
"Bhe o-ok, che devi dirmi?
"Quinn ti ha mentito"
"Cosa? Che significa, quando?"
"Quando ti ha detto che la faccenda di suo padre non gli fa male, che a
 malapena se lo ricorda. Erano bugie"

Padge l'aveva osservato, senza riuscire a comprendere dove l'altro volesse
arrivare, ma incapace di smettere di ascoltare, con gli occhi fissi negli occhi
blu del ragazzo di fronte a sé

"Cosa c'entra questo con me?"
"Te lo spiego subito. Quando una delle persone che si suppone debba amarti
 comunque se ne va senza un motivo cresci con la convinzione che tutte le
 persone se ne andranno, prima o poi"
"Bert, lui non si fida di me"
"Non é così, é quello che sto cercando di spiegarti. Non ha niente a che fare
 con te, o con quello che fai o non fai, é un meccanismo automatico. Lui
 ti ama, e muore dalla paura che tu te ne vada. Nella sua testa tutti se ne vanno,
 in un modo o nell'altro. L'ha fatto anche con me.”
"Fatto cosa?”
“Testarmi, per vedere se io sarei rimasto, ed é la stessa cosa che sta facendo
 con te. Non lo fa consapevolmente, é automatico”
“Quindi sono sotto esame? Ancora?”
“In un certo senso..”
“E se questo esame non finisse mai? E se io non lo passassi? Dovrei continuare
 a stare così per sempre?”
“Lo passerai, perché tu lo ami”
“A quanto pare non basta”

Bert l'aveva osservato silenzioso, per un attimo.
La vedeva negli occhi di Padge, la lotta.
L'essere combattuto tra quello che provava per Quinn e la necessità, il desiderio, di
mollare tutto, per cercare qualcosa di potenzialmente più semplice.
Non poteva biasimarlo per quello, perché si era trovato a provare le stesse
identiche sensazioni.
Avrebbe voluto dirgli che alla fine di tutto, per Quinn valeva la pena.
Ma non spettava a lui dirlo, e non poteva essere uguale per tutti.

“Lo sai, tu all'inizio non mi piacevi per nulla”
“Lo so, ho fatto un casino dietro l'altro, ma..”
“Ma ti sei completamente riscattato, perfino ai miei occhi. E credimi, il mio
 esame é più duro di quello di Quinn”

Padge aveva fatto un mezzo sorriso alle parole di Bert, per il tono scherzoso, ma
soprattutto per la fiducia che aveva letto nelle parole dell'altro.
Era strano che fosse proprio lui a dirlo.
Non aveva avuto modo di replicare però, perché Bert aveva riportato la sua voce, e
l'espressione del suo viso, su binari più seri.

“Ho cambiato idea su di te, ad un certo punto, perché mi sono reso conto
 che lo amavi sul serio”
“Già..”
“Non farmi pentire di avertelo affidato Padge”

Non era riuscito a ribattere nulla, perché l'altro si era già alzato in piedi ed aveva
attraversato la porta.










Allora girls, non preoccupatevi, non mi sono dimenticata di questa storia!
Solo che sono un pò incasinata in questo periodo, ma continuo!
Passando alle recensioni, grazie mille come sempre!

ColdBlood: Risolvere eh? Magari ci pensa Bert a sistemare le cose, che
ne dici? Tutti aspettavate quella benedetta scena di sesso xD
Ho aggiunto qualche altro casino nel capitolo, che ne dici?

_DyingAtheist: Ahah mi spiace averti fatto arrabbiare, ma la coppia
é scoppiata, e non sembra migliorare xD
Ci sono stati altri sviluppi, che ne dici?

Crazy_Me: Grazie! Sono contenta che ti sia piaciuto tanto!
Hai ragione, Quinn non si sta comportando bene, ma se n'é reso conto,
e Bert ha spiegato un pò le sue ragioni.
Ahaha ci sei andata vicino, l'idea di consolarsi con Jay gli era venuta! xD
Dell'altra coppia che ne dici? Problemi eh?

ChemicallyUsed
: Hun, a quanto pare Matt qualche colpa a Padge é riuscita
a trovarla, sei d'accordo con lui? xD
Le cause delle insicurezze di Quinn sono state spiegate, a modo di Bert xD
Sono destinati a durare dici? Sei sempre dello stesso avviso dopo questo
capitolo?! xD

Yuki_Frehley: Ecco, Quinn fa i casini, Padge lo lascia e l'autrice si becca
le frustate?! Prenditela con loro! xDD
La situazione é cambiata, ma dire che é migliorata.. beh.. aspetto di
sapere cosa ne pensi tu xD

MangakA_BakA: Grazie mille per i complimenti! Sono contenta che tu sia
riuscita a recensire, e spero che continui a farlo! Mi interessa sapere la
vostra opinione.
Eheh nei miei capitoli tutto può accadere, sono cattiva, lo so xD
Ahah in effetti che Bert sia quello più sano é parecchio surreale! xD
Che ne dici del capitolo? Ci sono sviluppi eh?

Xx_ImJustAkid: Ma che dici, io adore le tue lunghissime recensioni!
Gli equilibri continuano ad essere sballati. Padge dice
chiaramente di non voler fare un passo indietro, questo prima del
discorsetto di Bert però! xD
Nahh Quinn emo no! ahah però Bert spiega le ragioni del comportamento
di Quinn, giustamente o no, le ragioni ci sono.
Anche l'equilibrio Matt/Bert si é mosso, sono cattiva, lo so xD

Friem: Ahahaha anche tu un'amante delle storie tragiche! Le cose sdolcinate
non ci piacciono.. non troppo a lungo!
La tua speranza che adesso Matt e Bert scopino come conigli, beh non é
stata soddisfatta.. ç_ç
Che ne dici dei nuovi sviluppi?


Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** Everything wrong ***


<

Allora girls, sono tornata.
Questo capitolo, almeno per me, ha qualcosa di speciale.
Sono molto curiosa di sapere le vostre ipotesi su quello che sta succedendo
(quando leggerete capirete a cosa mi riferisco xD)
Non sto qua a perdermi in chiacchiere e vi lascio leggere, spero vi piaccia.





Everything wrong





Matt era rimasto a guardare Bert uscire dal garage, pensando che l'altro non
aveva posato lo sguardo su di lui nemmeno una sola volta.
Gli faceva male cazzo.
Padge era rimasto al suo posto, voltandosi solo leggermente verso l'amico.
Nessuno dei due aveva parlato per qualche minuto, e Padge non sapeva
cosa stesse pensando l'altro, ma sapeva esattamente come si sentiva lui.
Solo dieci minuti prima si sentiva uno schifo, ma adesso, beh adesso si sentiva
peggio.


"Ho incasinato tutto anche tra voi, noi.. voglio dire.. io e Quinn l'abbiamo fatto"

Matt aveva portato la sua attenzione sull'amico, distogliendo finalmente lo
sguardo dalla saracinesca dalla quale era passato Bert.

"Perché dici così?"
"Non vi siete rivolti neanche la parola, di solito siete tutti risatine e battute
 idiote"
"Che ne sai? Non ci hai mai visto insieme"
"Me l'hai raccontato tu"
"E' solo.. beh non lo so"
"Puoi dirmelo se é colpa nostra"
"Dopo quello.. che é successo è diventato un pò strano.. distante. Ma non so
 se é per come sta Quinn, o per.."
"Per..?"
"Noi.. prima della festa io e Bert abbiamo.. bhe sai.."
"Avete fatto sesso?"
"Si"
"Cazzo, e pensi che dipenda da questo?"
"Mi sento una fottuta adolescente scopata e abbandonata, ma se.. se fosse
 per questo?"
"Ascolta, quel ragazzo ha aspettato che tu fossi pronto, se vuoi solo scopare
 prendi qualcuno e lo sbatti contro la prima superficie a disposizione, non aspetti"
"Allora non so cosa pensare"
"Perché non glielo chiedi?"
"E se mi sbaglio?"
"Penso che sia il contrario a preoccuparti.. Ma che ne so io, non sono certo
 la persona più adatta a dare consigli in questo campo"

Matt l'aveva osservato silenzioso, mentre Padge distoglieva lo sguardo portandolo
nuovamente a vagare per il garage vuoto.
Non sapeva come dirlo, non era sicuro che sarebbe stato in grado di mettere
in parole quello che pensava.
Non ce n'era stato bisogno però, perché Matt lo conosceva come le sue tasche.


"Davvero non vuoi tornare con Quinn?"
"Non.. non lo so Matt, comunque non adesso"
"Perché non adesso?"
"Perché se in qualche modo tutta questa situazione non si sblocca tra una
 settimana saremmo di nuovo punto e a capo"
"E in che modo dovrebbe sbloccarsi?"
"Io devo.. voglio parlare con Jay"

Matt non l'aveva mai visto così perso, mai in tutti gli anni che lo conosceva.
Sapeva esattamente che Padge si sentiva scivolare via dalle mani tutto quello
a cui teneva.
I suoi amici erano sempre stati la sua famiglia, quel calore e quell'affetto che
non aveva ricevuto dalle persone che avrebbero dovuto darglielo.
Più di tutti Jay, che col suo essere più piccolo e a suo modo un pò più fragile
degli altri si era legato a Padge in maniera estremamente forte.
E Padge era sempre stato troppo onesto, e troppo corretto, per non soffrire
adesso del fatto che stesse facendo del male proprio alla persona che
aveva sempre pensato di dover proteggere.

Matt avrebbe fatto qualsiasi cosa per dargli una mano, ma non c'era molto
che potesse fare, eccetto farlo ragionare con attenzione su quello che stava facendo.
Anche se quello che gli avrebbe detto non avrebbe fatto altro che farlo sentire peggio.
Gli aveva posato una mano sulla spalla, ed aveva aspettato che finalmente Padge
si decidesse a guardarlo.

"Mi dispiace Padge, ma Jay non potrà mai dirti quello che tu hai bisogno di sentire"
"E cosa sarebbe?"
"Tu vorresti che lui ti dicesse che é tutto ok, che non gli fai male, che siete i soliti
 due amici di prima. Ma come potrebbe dirtelo? E' ovvio che vederti con un altro
 gli fa male"
"E allora che devo fare?"
"Soltanto accettare che ci sono delle cose che non puoi cambiare, e fare in modo
 che le persone che si fanno male in questa storia siano il meno possibile"
"Quindi dobbiamo continuare così? Io a far finta di non sapere e lui a far finta di
 non provare niente per me? Non é esattamente il mio ideale di amicizia"
"Ok, io mi rendo conto che non sei lucido, perché queste cose sono capitate
 tutte insieme. Lascia che ti dica come andrà a finire. Perderai Quinn, se non
 fai qualcosa, e allora probabilmente andrai da Jay, per darvi un opportunità.
 Ma Jay si renderà conto che non lo ami, e si sentirà usato, e perderai anche lui.
 E' questo quello che vuoi?"
"Non voglio perdere nessuno dei due"
"Allora sistema le cose con Quinn, perché tu lo ami. E Jay non é stupido, non
 sarà innamorato di te per sempre. Ad un certo punto realizzerà che non può
 averti e che é stanco di aspettare, e cercherà qualcun altro. E le cose piano
 piano torneranno ad essere le stesse. Ci vuole solo un pò di tempo, e tutti
 starete bene"
"Sei un indovino adesso?"
"Si, lo sono diventato nella settimana in cui il mio miglior amico é sparito dalla
 faccia della terra"

Il tono sarcastico aveva fatto sorridere Padge, se l'era meritata tutta quella
frecciatina,e comunque Matt era lì per lui, com'era sempre stato.

"Mi dispiace Matt"
"Lo so, ti capisco. Solo non farlo più, ero preoccupato"
"Ok"
"Allora parlerai con Quinn?"
"Non per il momento"
"Perché fai finta di ascoltarmi se poi fai il contrario di quello che ti dico?"
"E' solo che.. sono così arrabbiato con lui.."
"Arrabbiato? Ma perchè? Bert ti ha spiegato il perché delle azioni di Quinn"
"Perché avremmo dovuto essere più forti di così. Ero sicuro che lo fossimo"
"Quindi ce l'hai anche con te stesso"
"Si"
"Mi spieghi perché?"
"Perché probabilmente io non sarò mai capace di fargli superare le sue paure.
 Non lo sono stato in passato, perché dovrei esserlo in futuro?"
"Perché tu sei fantastico, e se c'è una persona che può farlo sei tu"
"Smettila, non sono abituato a tutto quest'amore"

Padge aveva chiuso la conversazione con una battuta, ma il suo sguardo
mostrava chiaramente tutta la gratitudine nei confronti dell'amico.
Matt gli aveva dato un leggero pugno sul braccio, perché la smettesse di
fare l'idiota, e si era alzato per recuperare un paio di birre.
Per un paio d'ore si erano dimenticati di tutti quei casini, solo suonando
insieme, come i vecchi tempi.



Quando Padge se n'era andato Matt aveva deciso di fare un salto da Quinn.
Voleva spiegargli la situazione, prima che qualcun'altro gli dicesse che Padge
era tornato, solo.. non sapeva bene cosa avrebbe detto.
Aveva recuperato la macchina ed in meno di quindici minuti aveva raggiunto
l'abitazione del biondino.
Strano, non c'era mai stato per tutto il tempo che l'amico e Quinn erano
Stati insieme, e adesso che non erano più una coppia Matt andava in quella
casa ogni giorno.
La madre di Quinn gli aveva aperto pochi minuti dopo, con solito sorriso
gentile sulle labbra che però non riusciva in nessun modo a nascondere la
preoccupazione che provava per suo figlio.
Matt poteva capirla, perché Quinn aveva passato gli ultimi sette giorni senza
praticamente lasciare mai il letto.
L'aveva presa ancora peggio di come tutti si aspettassero.


Il moro aveva raggiunto la camera di Quinn, aprendo piano la porta per non
rischiare di svegliarlo nel caso stesse dormendo.
Il biondino però era sveglio, anche se Matt riusciva a malapena a vederlo sotterrato
com'era sotto parecchi strati di coperte.
Si era seduto sulla sponda del letto ed aveva tirato giù il piumone perché l'altro
mostrasse almeno il viso.
Quinn l'aveva guardato con quegli occhi grandi, come se avesse immediatamente
percepito che l'altro dovesse dirgli qualcosa.


"Hey baby, come va?"
"Non tanto bene. Ma anche tu mi pare"

Matt aveva fatto un mezzo sorriso, passando una mano tra i capelli biondi di
Quinn, scrollandoli appena.
Non sapeva esattamente come dirgli quello che doveva, ma avrebbe voluto che
Bert fosse con lui
, perché non sarebbe stato semplice.

"Devo dirti una cosa"
"Lo sapevo, cosa?"
"Beh, riguarda Padge.. é tornato"
"E' tornato? Devo chiamarlo"

Il più piccolo aveva spalancato gli occhi, scrollandosi di colpo le coperte di dosso.
Sembrava quasi contento, dopo tutti quei giorni.
Matt si sentiva male al solo pensiero di quello che gli avrebbe detto, ma voleva
evitargli un dolore più grande.
Se l'avesse lasciato chiamare Padge e lui non avesse risposto sarebbe stato
ancora peggio, gli avrebbe fatto più male.

"Aspetta Quinn.. é meglio di no"
"Perché no? Matt devo spiegargli"
"Penso che dovresti dargli un pò di tempo"
"E' lui che te l'ha detto?"
"Quinn.."
"Matt dimmi quello che ti ha detto e basta. Per favore"
"Ha detto che.. non vuole vederti o sentirti per un pò"

Matt si era sentito uno schifo appena dopo aver pronunciato quelle parole, perché
il piccolo sorriso di Quinn si era immediatamente spento.
Il moro aveva fatto in modo che l'altro lo guardasse.

"Quinn credimi, faremo in modo che le cose si risolvano"
"Non vuole nemmeno parlarmi.."

La voce del biondino si era incrinata, fino a spegnersi del tutto, e la sua testa
si era abbassata, perché Matt non vedesse i suoi occhi che si riempivano di
lacrime.
Gli sembrava così impossibile che si fosse tutto distrutto in una settimana.
Era tutto troppo veloce, così veloce che non aveva fatto in tempo a realizzarlo.
Ovviamente non aveva creduto alle parole di Matt, che diavolo avrebbero potuto
risolvere se Padge neanche gli parlava?
La sua testa stava cercando di elaborare che era tutto finito, e a nulla era servito
il fatto che Matt ribadisse che si trattava solo di una cosa temporanea.

Nella mente di Quinn non esisteva il 'per un pò', non esisteva da moltissimo tempo.
Quello era un 'mai più'




Matt aveva lasciato Quinn dopo un oretta, dicendogli che l'avrebbe chiamato più
tardi, ed era salito in macchina, allontanandosi dal centro per avviarsi verso casa sua.
Sapeva che non sarebbe mai riuscito a fargli cambiare idea, solo Padge poteva.
Sperava solo che quel periodo di lontananza non peggiorasse ulteriormente le
cose tra di loro.
Odiava quella sensazione di immobilità, in cui l'unica cosa possibile era aspettare.
La odiava per i suoi amici, e la odiava immensamente per sé stesso.
Per questa ragione aveva improvvisamente cambiato strada, tornando in dietro.
Appena cinque minuti dopo era sotto casa di Bert.
Aveva recuperato il cellulare, facendo partire la chiamata verso il telefono dell'altro.
Bert aveva risposto solo dopo molti squilli, e Matt non poteva giurarci, ma pensava
che avesse tentennato indeciso, prima di rispondere.

"Che c'é?"
"Sono sotto casa tua. Potresti scendere?"
"Perché Matt?"
"Scendi e basta. Per piacere"

Matt aveva chiuso il telefono prima che l'altro potesse inventarsi qualche altra scusa.
Era stanco di quella situazione di tensione, della quale non capiva neanche la ragione.
Sapeva per certo che non era colpa sua, che non aveva fatto niente di sbagliato.
Bert l'aveva raggiunto appena un paio di minuti dopo, salutandolo di sfuggita e rivolgendo
quasi immediatamente lo sguardo altrove.
Fuori dal finestrino, sul cruscotto, in pratica in qualsiasi angolo della vettura che non
comprendesse Matt.
Il più grande aveva aspettato in silenzio che l'altro si decidesse finalmente a
guardarlo, ma non era successo.
Era una situazione surreale.
Loro due in macchina, a non dirsi una parola neanche fossero stati due estranei.
Sembrava così irreale che inizialmente nemmeno Matt era riuscito a
parlare, a dire quello che avrebbe voluto.


"Bert?.. Potresti guardami per favore?"

Il moretto si era voltato verso di lui, ma non aveva fatto quello che l'altro
gli aveva chiesto.
Al contrario aveva chiuso gli occhi, sporgendosi verso di lui per incontrare
le sue labbra.
Matt aveva ricambiato inizialmente, troppo sconvolto da quel cambio di atteggiamento.
Quando però si era separato, per capire cosa stesse succedendo, aveva realizzato
che in realtà l'atteggiamento di Bert non era cambiato per nulla.
Non l'aveva fatto perché voleva quel bacio, l'aveva fatto per non farsi fare domande.

Nel momento in cui il più piccolo aveva provato a baciarlo ancora Matt si era ritirato.
Era arrabbiato, perché Bert lo stava evitando, nonostante fosse a pochi centimentri
da lui era distante.


"Che cavolo ti prende Matt?"
"A me? Tu stai facendo questa domanda a me?"
"Così pare"
"Tu.. tu sei assurdo. Hai passato gli ultimi sette giorni ad evitarmi, a malapena
 mi hai rivolto la parola. Ho dovuto praticamente pregarti per farti venire qui
 stasera, e adesso vieni qui e mi baci come se niente fosse?"
"Non pensavo che fosse un affare di stato"
"Bert ma che ti sta succedendo?"
"Non farla così tragica, perché invece di parlare non scopiamo?"
"Scopare? Sei serio?"
"Si, noi ci frequentiamo, e le persone che si frequentano fanno sesso"
"Noi ci frequentiamo? In quale dei momenti in cui scappi?"
"Ok sei un pò melodrammatico oggi"
"Quindi é tutto qui, Bert?"
"Sarebbe?"
"E' questo che siamo adesso? Facciamo sesso e basta?"
"E se anche fosse?"

Matt l'aveva osservato immobile, sconcertato dalla freddezza e dalla noncuranza
che traspariva da ogni sua parola.

Evidentemente era come aveva pensato, adesso che Bert aveva ottenuto
quello che voleva aveva perso interesse nei suoi confronti.
Probabilmente quello che l'aveva spinto ad aspettare che fosse pronto era semplicemente
l'eccitazione per la sfida, scoparsi un ragazzo sempre stato etero.
Si sentiva un completo idiota.
Quelle cose succedevano alle ragazzine, non ad uno come lui.

"Beh.. non era quello che mi aspettavo"
"Succede"
"Lo sai, questa cosa con te.. é stato un grosso, fottuto cambiamento per me.
 Se avessi saputo che l'unica che ne avrei ricavato era il sesso non l'avrei fatto.
 Scopavo anche da etero."
"Qual é il punto Matt?"
"Il punto é che.. se é così che stanno le cose probabilmente dovresti trovarti
 qualcun altro"

Bert era rimasto fermo per un attimo, continuando a fissare il vetro davanti
a sé, come aveva fatto per l'intera durata della conversazione.
E quando non si era mosso Matt aveva sperato davvero che dicesse
qualcosa, qualsiasi cosa.
Ma Bert era soltanto rimasto in silenzio, e qualche secondo dopo era sceso dalla macchina.

Matt non sapeva esattamente per quanto tempo era rimasto fermo nella vettura, a
fissare il portone dove era rientrato l'altro.
Non poteva credere a quello che era appena successo.
Erano finiti così, senza nemmeno una parola da parte di Bert.

Si era riscosso solo dopo qualche minuto, pensando che era ora di tornare a casa, non
c'era molto altro che potesse fare adesso.
Aveva parcheggiato la macchina nel vialetto, ma invece di salire in casa aveva deciso
di chiudersi in garage, dove c'era la sua fidata chitarra, e nessun genitore curioso al
quale rispondere del suo pessimo umore.
Si era avvicinato ed aveva inserito la chiave nel lucchetto della saracinesca, meravigliandosi
della luce che filtrava dall'interno.
Era sicuro di aver spento tutto prima di uscire.
Quando aveva aperto si era ritrovato Padge seduto sul divanetto, la chitarra nera
poggiata sulle ginocchia e la testa abbassata ad osservare le corde mentre le
pizzicava appena.
L'amico l'aveva salutato con un cenno del capo, posando delicatamente lo strumento
ai suoi piedi

"Mi ha fatto entrare tua madre, ha detto che potevo aspettarti qui tanto
 sicuramente saresti passato. Scusa per l'intrusione."
"Non preoccuparti, ma come mai sei qui?"
"Non mi andava di stare a casa mia"

Padge l'aveva osservato avvicinarsi al piccolo frigorifero e chinarsi per guardarci
dentro, un pò più concentrato di quanto avrebbe fatto una persona normale.
L'aveva trovato strano, e si era alzato per raggiungere l'amico, tanto per
controllare cosa ci fosse di tanto interessante in quel minifrigo.

"Matt, che stai facendo?"
"Contavo quante birre ci sono"
"Perché?"
"Per controllare che ce ne siano abbastanza per sbronzarmi"
"Oh"

Matt si era voltato verso di lui, incrociando le braccia davanti al petto

"Che sarebbe quel verso? Non é certo la prima volta che succede, e
 neanche a te"
"Si.. solo che di solito ci sbronziamo perché ci stiamo divertendo, non partiamo
 con l'idea di volerci ubriacare a priori. Non mi pare un buon segno"
"Io e Bert abbiamo chiuso"
"Come? Ma.. perché?"
"Avevo ragione, voleva scopare e basta"
"Ma ne sei sicuro? Mi pare così strano"
"Gli ho detto che se gli interessava solo il sesso doveva trovarsi qualcun altro, e
 lui non ha detto una parola. E' solo sceso dalla macchina"
"Mi spiace Matt"
"Lascia stare. Questa cosa é stata un completo sbaglio fin dall'inizio"
"Andiamo non dire così, stavi bene con lui. Perché non provi a parlarci di nuovo?
 Molli tutto così?"
"Senti chi parla.."
"Hey! E' molto diverso"
"Già, io ho chiuso la storia di un mese, tu quella di un anno. La sola differenza
 é che a Bert non importa un cazzo di me, invece Quinn ti ama"
"Non é così semplice"
"Io penso che tu sia fortunato.. ad aver trovato qualcuno che ricambia quello
 che provi, perché quando non é così fa schifo, te l'assicuro. Ora so come si
 sente Jay"
"Wow, questa era davvero pesante. Grazie tante Matt"

Padge si era alzato, recuperando la sua chitarra da terra quasi contemporaneamente.
L'altro ragazzo l'aveva trattenuto però, per evitare che se ne andasse.
Matt aveva la testa un pò confusa al momento, ma prendersela con l'amico non
l'avrebbe fatto sentire meglio.
E comunque non era da lui.

"Scusami, ho parlato a sproposito. Resta, per favore"
"Ok.. beh diciamo che siamo pari adesso"
"Non saremo pari finché io non sparirò per una settimana senza dare mie
 notizie"

Padge aveva ridacchiato, prendendo nuovamente posto sul divanetto.
Aveva aspettato che l'altro prendesse due birre e si sedesse accanto a lui.
Matt sembrava mettere tutto l'impegno possibile nel proposito di ubriacarsi, perché
appena qualche minuto dopo la prima bottiglia vuota era finita ai suoi piedi, sostituita
immediatamente da un'altra.

"Potresti posare la birra e parlarmi?"
"Posso parlare e bere"
"Si, ma non sono molto sicuro del risultato. Andiamo, parla."
"Di che?"
"Beh, battute pesanti a parte ti rendi conto di quello che hai detto prima, si?"
"Che avrei detto?"
"Non fare l'idiota, mancano ancora quattro o cinque birre prima che tu inizi
 a dimenticare le cose, conosco i tuoi tempi di reazione. E' la fregatura di essersi
 sbronzati insieme tante volte"
"Ho detto che io e Bert abbiamo chiuso"
"Hai detto molto di più"
"Non mi pare"
"Ok, facciamola semplice. Una domanda diretta e ci togliamo il pensiero.
 Ti sei innamorato di Bert?"
"Non sono abbastanza ubriaco per questo genere di domande"
"Matt.. hai detto che provare qualcosa per qualcuno che non ricambia fa schifo.
 E' chiaro che sei andato un pezzo oltre il semplice 'vediamo come va' "
"Ho detto 'qualcosa' non ho parlato di amore"
"Chiamala come ti pare, ma sempre quello é"
"Possiamo cambiare argomento? Oramai é andata"

Matt aveva chiuso l'argomento.
Non voleva parlarne, né tantomeno pensarci.
Alla fine poi, cosa c'era da pensare?
Aveva capito male, o Bert non era stato onesto, in ogni caso il risultato era
il medesimo, e proprio non gli andava di ragionarci su.

Meglio aprire un'altra birra, e lasciare che il liquido freddo e leggermente aspro
cancellasse tutta quella storia.
Quello era il suo programma per la serata, per questo si era alzato nuovamente
ed aveva recuperato altre birre, per mettere in atto il suo programma.
Ne aveva passato una a Padge, che l'aveva accettata senza però neanche aprirla.

"Mi farai bere da solo?"
"Dovresti parlarne"
"Non mi serve uno psicoanalista, mi serve un amico di sbronza"
"Ti serve un amico e basta"

Matt aveva scrollato un pò le spalle, come per dire 'come ti pare', ed aveva
preso un lungo sorso dalla sua bottiglia.

L'alcool porta con sé una serie di poteri, di capacità, più o meno piacevoli.
All'inizio ti fa sentire bene, euforico. Tutto passa, ogni cosa scompare, gradatamente.
Prima vanno via i pensieri, le preoccupazioni, sembra quasi che lavi via anche il dolore.

Ma é tutta una finzione.


Ogni goccio di alcool in più porta via anche i muri e le inibizioni, e ad un certo punto
torna tutto, tutto quello che ti fa male, e sei troppo sbronzo per inventare
una scusa sul fatto che stai bene, o per atteggiarti ad uomo forte.
E forse fa un pò più male, perché non hai difese.

Padge lo sapeva, per questo era rimasto abbastanza lucido per aspettare
che quel momento arrivasse, per Matt.
Aveva aspettato che fosse sufficientemente ubriaco da parlare, ma non troppo
da non capire quello che succedeva, per toccare l'argomento Bert.

"Come stai, voglio dire.. per Bert?"
"Vaffanculo Bert"
"Ok, sei arrabbiato"
"Non.. non sono arrabbiato, sono.. non so. Fanculo Bert"
"Si, questo l'avevamo chiarito. Ma parolacce a parte, come ti senti?"
"Lui.. lui mi.. é un bugiardo. Voleva solo scopare, e io.. cazzo non sono
 mica una ragazzina.. quelli come me.. "
"Ne sei innamorato?"
"Mi ha fatto male"
"Ook, quindi si"
"Pensavo che.. io non.. non pensavo che sarebbe andata così"
"Lo so. Nemmeno io. Lui mi aveva detto che gli piacevi sul serio"
"Quando?"
"Quando ci siamo chiariti, a scuola. Sembrava sincero"
"E invece é un bugiardo. E adesso io.. adesso io che cosa sono?"
"Che significa?"
"Prima.. prima ero.. etero, e poi é arrivato lui e ha cambiato tutto, e adesso lui
 non c'è, e io ora cosa sono, di nuovo etero? Potevo risparmiarmela questa
 passeggiata nell'altra sponda. Che succede alla mia vita adesso? Che succede
 a me?"
"Ok, ora sei confuso, e ubriaco. Non succede nulla Matt, tu puoi essere quello
 che vuoi"
"Abbiamo sbagliato tutto.. io e te"
"Io e te?"
"Si, tu e Quinn, e io e Bert, loro sono amici, e noi.. pure. E' tutto collegato, e tutti
 si fanno male. Abbiamo fatto una stronzata. Vorrei.. vorrei non averlo mai
 incontrato"

I discorsi di Matt erano confusionari, e anche leggermente sgrammaticati, ma
Padge aveva capito cosa voleva dire.
Saltava all'occhio oramai quella cosa, il fatto che fossero tutti legati insieme, non
poteva in nessun modo negarlo.
E sarebbe stato un ipocrita se avesse detto di non aver pensato che forse la
sua vita sarebbe stata più semplice, se non avesse incontrato Quinn.
Ma anche attraverso la nebbia della delusione e della rabbia Padge poteva vedere
che non era così.

"Io non sono pentito di quello che c'è stato tra me e Quinn. Noi eravamo.."
"Passato"
"Come?"
"Stai parlando di Quinn al passato"

Padge aveva leggermente aperto la bocca, come se l'avesse realizzato
soltanto in quel momento.
Era rimasto in silenzio per un pò di tempo, principalmente perché non aveva
idea di cosa sentisse effettivamente.

"Che.. che significa?"
"Non so, dovresti dirmelo tu"
"Credo di aver bisogno di sbronzarmi anch'io"
"Accomodati, io sono già un pezzo avanti"

Matt si era alzato, non esattamente col massimo della classe, data l'andatura
già vagamente barcollante, ed aveva preso altre birre che aveva posizionato
ai loro piedi.
Per un pò erano soltanto rimasti quieti, ognuno perso nei propri pensieri.
Matt osservava l'amico, e per un attimo si era ritrovato a pensare che sarebbe
stato bello se tutto fosse tornato come ai vecchi tempi, ma poi aveva pensato
a come si sentiva, ed a come doveva essere infinitamente più terribile per
Padge, perché lui e Quinn avevano tutta una storia dietro, qualcosa che valeva.

"Ti manca?"

Padge si era semplicemente limitato ad annuire impercettibilmente col capo.
Stava cercando di essere lui quello forte tra i due quella sera, perché Matt
sembrava a pezzi ed aveva bisogno di lui.
Ma si sentiva esattamente allo stesso modo.
Cosa avrebbe fatto adesso della sua vita? Che cos'era lui, adesso?
Padge aveva preso un lungo respiro, ed aveva deciso che non voleva
pensarci proprio quella sera, così si era preso un'altra birra.
Per quella sera potevano mandare a fanculo tutto, sia lui che Matt.



L'ultima cosa che ricordava erano lui e Matt che facevano una specie di
jam session improvvisata.
Quando aveva riaperto gli occhi la testa gli faceva così male che aveva
valutato l'opzione di dare una testata al muro per perdere conoscenza.
Aveva provato a muoversi, ma Matt era praticamente disteso su di lui.
Gli aveva dato uno spintone, ma cazzo, l'amico pesava più di lui, così
aveva ricevuto in risposta solo una specie di grugnito.
Conosceva bene i postumi della sbornia di Matt, e sapeva che non si
sarebbe svegliato neanche con le cannonate, a meno che non ci fosse
stato qualcosa di veramente sconvolgente a svegliarlo.
Se avesse potuto muoversi gli avrebbe tirato una secchiata d'acqua, ma
siccome non poteva aveva optato per un altro tipo di shock

"Matt.. Matt svegliati, abbiamo scopato"

Padge si era immediatamente sentito liberato dal peso dell'altro, che aveva
fatto come uno scatto così improvviso che era finito per cadere dal divano.
Aveva ridacchiato, vedendolo rimettersi in piedi con gli occhi leggermente
spalancati
Ci aveva messo qualche attimo a realizzare che entrambi erano completamente
vestiti, e che Padge stava ridendo.

"Ma sei idiota? Mi é venuto un colpo"
"Mi stavi soffocando"
"Sei proprio stronzo. Ho già la nausea, non mi servono altre immagini
 disgustose nella testa"
"Era l'unico modo per farti alzare, e poi fanculo, saresti fortunato a scopare
 con me"

Matt si era coperto le orecchie con i palmi delle mani, prima di tutto perché
la sua testa sembrava sul punto di esplodere, ,ma soprattutto per far capire
a Padge che doveva smetterla di parlare di quella cosa.
L'amico aveva riso della faccia disgustata di Matt, esattamente quello che
si aspettava.

"Piantala, ti supplico. Dobbiamo andare a scuola"

Dopo quella frase entrambi si erano zittiti, come se si fossero ricordati solo
in quel momento cosa significasse, e chi avrebbero incontrato andandoci.

"Te la senti?"
"Non ho molta scelta, sono già mancato una settimana. Tu invece?"
"Si, sto bene. Oramai é finita. Non era nulla di importante, sto bene"
"Cazzate, ieri sera era a pezzi"
"Ma che dici.."
"Si, ti ho fatto parlare quando eri ubriaco al punto giusto"
"Oh.. cos.. cosa ho detto?"
"Mi hai detto che Bert ti ha fatto male, che non volevi che andasse così, e che
 hai paura"
"Io.. non parliamone ok?"
"Come vuoi tu"

I due ragazzi erano andati in casa, si erano fatti la doccia a turno, poi Matt
gli aveva prestato qualcosa di pulito da mettersi.
Erano andati a scuola con la macchina di Padge, senza scambiarsi nemmeno
una parola durante tutto il tragitto.
Avevano deciso di fumarsi la solita sigaretta mattutina nel parcheggio, invece
che nel cortile della scuola come sempre.
L'espediente per non incontrare nessuno non era servito poi molto, perché
non appena varcato il cancello si erano fermati praticamente in contemporanea.
C'erano tutti e due, Bert e Quinn, seduti su un muretto con il resto dei loro
amici, dalla parte opposta del cortile.
Quinn aveva alzato gli occhi quando i due ragazzi erano arrivati, ma non si era
mosso, e Bert si era addirittura girato dall'altro lato, fingendo di essere preso da
chissà quale conversazione.

"Voglio andarmene"
"Io.. io pure.. ma la settimana di assenza? avrai dei problemi"
"Andiamo Matt guardaci. Io e te, e loro due dall'altro lato del cortile, senza nemmeno
 scambiarci una parola. E'.. è troppo.. voglio andarmene"

Matt si era limitato ad assentire.
Era troppo sul serio, lo era anche per lui.
Nessuno dei due pensava che avrebbe fatto così tanto male.







Grazie mille, come sempre, per le recensioni.

Friem: Beh, io sono una psicologa, é scontato che un paio dei miei personaggi abbiano
bisogno dell'analisi xD Matt ha salvato la situazione appena in tempo, ma non mi pare
che abbia ottenuto grandi risultati, ed ha anche lui i suoi problemi. Che ne dici? xD

Crazy_Me
: Non posso dire di non averci pensato al fatto di mandare Padge da Jay.
Io non la vedrei così tragica, dai! Matt e Bert stanno solo cercando di non fargli
fare un grande errore. Sono buoni amici, su! xD
E non trattare male il mio Quinn ù_ù
(A proposito, grazie anche per la recensione alla PadgexJay)

Xx_ImJustAKid: Hey dear, succedono un pò di cose nel capitolo (te l'avevo detto che
sarei stata un pò cattiva xD)
E' un periodo di transizione, e forse una fine, un pò per tutti loro (lo scopriremo solo
vivendo xD), in ogni caso tutti ne hanno risentito, perché sono tutti legati.
Che ne pensi? Bacio!

Yuki_Frehley: Adesso mi picchi? Come avevi promesso nella scorsa recensione? ç_ç
Ma non é colpa mia se loro fanno i cattivi (Ok, un pò si xD)
Ahah sarebbe troppo semplice farla andare come dicevi tu, su su un pò di suspance fa bene!

ColdBlood: Bert é ufficialmente un sabotatore! xD
Sono curiosa di sapere cosa mi dirai di lui, e del rapporto con Matt, dopo questo
capitolo! Quinn ha le sue colpe, é vero, e nonostante le spiegazioni di Bert sta
continuando a scontarle, come é giusto forse (per me no, ma io sono di parte
quando si tratta di Quinn xDD)

ChemicallyUsed
: Se pensavi che ci fossi andata pesante con lo scorso capitolo
non oso immaginare in questo xD
Padge ha ancora delle remore, e non gli si può dare torto. Bert sta slerando,ed
ovviamente capirete in seguito perché (ma non vedo l'ora di sentite le tue ipotesi xD)
E Matt, beh tu mi conosci bene hun, quindi puoi immaginare cosa sia Matt in questo
capitolo.


Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** Hiding under the covers ***


Eccomi tornata girls!
Prima di partire per l'avventura chimica, come la chiamo io, ho
pensato di postare un altro capitolo.
Lo amo molto, e chi mi conosce bene capirà perché xD
Non c'è molto da dire, e non voglio anticiparvi niente.
Godetevelo, e spero che vi piaccia!

P.S. piccola comunicazione di servizio. Non ho dimenticato la IanxQuinn,
non preoccupatevi, sto lavorando al prossimo capitolo.




Hiding under the covers




I due ragazzi avevano fatto il percorso al contrario, attraversando il parcheggio
e risalendo in macchina senza nemmeno scambiarsi una parola.
Matt teneva i suoi occhi fissi sulla strada davanti a sé, e ad un occhio poco
esperto sarebbe sembrato tranquillo, ma bastava notare con quanta forza
stringesse il volante tra le mani per rendersi conto che non era così.
Le sue nocche erano quasi diventate bianche per lo sforzo.
Padge dal canto suo se ne stava seduto completamente immobile, fatta
eccezione per il braccio destro che si alzava e abbassava per guidare il
movimento dell'ennesima sigaretta fino alla sua bocca.
Teneva la faccia rivolta al finestrino, più che altro per non guardare Matt, per
non sapere che stava grossomodo come si sentiva lui.
Rivedere Quinn era stato più doloroso di quanto pensasse, gli sembrava
passata una vita dall'ultima volta che l'aveva toccato, dall'ultima volta
che aveva respirato il suo odore.

I due ragazzi erano rientrati nel garage di Matt senza nemmeno bisogno di
dirselo, sedendosi l'uno accanto all'altro silenziosi.
Sapevano che avrebbero dovuto dire qualcosa all'altro, per farlo
sentire meglio, ma nessuno dei due sapeva esattamente cosa.
Era stato Padge ad interrompere il silenzio per primo, perché sapeva che
all'inizio era più difficile, e che probabilmente l'amico era ancora in una fase
di negazione.
Lui aveva imparato che per quanto ci provi non puoi tenere a bada i
pensieri, che prima o poi ritornano.

"Abbiamo provato a sbronzarci e non ha funzionato, forse dovremmo
 parlarne e basta"
"Parliamone.. come stai?"
"Perché non iniziamo da te?"
"Perché io sto bene, non era niente di serio, era solo.."
"Matt piantala, so benissimo come ti senti.. non c'é bisogno che fai così"
"Fammi fare il forte, ok?"
"Ma non lo sei, non adesso. Parlamene.. per favore"
"E' solo che.. non voglio ammettere con me stesso che.."

Matt aveva scosso la testa, interrompendo la frase a metà.
Padge lo capiva, ma aveva imparato a spese sue che far finta di sentirti meglio
non lo fa accadere anche nella realtà.
E che parlarne con qualcuno invece che lasciarsi affondare dai propri pensieri
quando si é da soli é infinitamente migliore.

"Dillo Matt.. ti farà stare meglio. Anzi no, in realtà ti farà sentire peggio, ma
 credo che sia il caso che tu lo dica lo stesso"
"Non.. non voglio ammettere con me stesso che mi sono innamorato.. di lui..
 e che sono uno stupido a non aver capito come stavano le cose.."
"Non sei uno stupido.. stavi bene con lui"
"E' questo il fatto, stavo bene.. mi sentivo come se potessi essere proprio
 me stesso. Quando stai con una ragazza devi essere tu quello forte, quello
 che non deve cedere, e invece con Bert era diverso.. pensavo.. pensavo
 davvero che avessimo qualcosa.."
 "Mi dispiace.."

Matt aveva scrollato le spalle, come per dire che tanto oramai era così
che stavano le cose.
L'amico gli aveva poggiato una mano sulla spalla, per fargli sentire che
era lì, con lui, anche se non poteva fare nient'altro che quello.

"E tu? Voglio dire.. giuro che é l'ultima volta che te lo dico.. ma tu e Quinn, voi
 siete stati insieme un anno, era una cosa importante"
"E' proprio questo che mi frena"
"Perché?"
"Perché io non.. lui non si fida di me.."
"Ma non é per te.. non dipende da te.."
"Appunto, mi fa male vederlo e pensare che qualsiasi cosa io faccia lui non crede
 ad una parola di quello che mi esce dalla bocca. Non posso stare tutti i giorni
 sotto esame Matt, perché prima o poi capiterà per forza che io commetta un errore"
"Non é detto che sarà sempre così"
"E se invece fosse così? Io non so se.. se posso sopportare altre tragedie, capisci?
 Sarebbe semplice andare da lui e riprendermelo, ma quanto tempo ci vorrà
 prima che le cose tornino esattamente come sono adesso? E la prossima
 volta farà più male, e quella dopo ancora di più"
"Sono sicuro che puoi fare qualcosa per cambiare le cose.."
"Forse.. non lo so.. come posso cambiare quello che gli é successo?"
"Non quello, ma puoi fargli capire che tu non te ne andrai. Certo.. non ci
 riuscirai standogli lontano però.."
"Quindi devo sforzarmi ancora?"
"Penso che per Quinn ne valga la pena.. tu no?"
"Dio, mi manca così tanto.."

Matt aveva annuito, a lui mancava Bert, e si erano frequentati solo per un mese,
poteva solo immaginare cosa significasse passare ogni giorno con una persona
per un anno e poi perderla.
Ancora una volta entrambi erano rimasti in silenzio, persi nei loro pensieri per
nulla piacevoli.

"Penso che me ne andrò a casa adesso"
"Sei sicuro? Puoi restare se ti va"
"Ho bisogno di stare un pò da solo.. tu starai bene?"
"Certo. Mi prendo un aspirina e mi infilo a letto"
"Non vuoi una mano a ripulire qui?"
"No, ci penso dopo. Va, non preoccuparti, e chiama se hai bisogno"
"Anche tu"

Si erano guardati per un secondo, e poi si erano abbracciati.
Non lo facevano mai, loro erano più i tipi da pacca sulle spalle, ma ci stava
bene in quel momento, li aveva fatti sentire un pò meglio.

Padge aveva recuperato la sua macchina dal retro dove l'aveva parcheggiata
la sera precedente, ed aveva guidato fino a casa sua cercando una scusa
plausibile che spiegasse perché non era a scuola.
Aveva optato per il sentirsi male, che di solito funzionava sempre, e se non
avesse funzionato, beh che si fottessero i suoi, aveva altre cose per la testa.
Era entrato in casa ed aveva salito le scale, ignorando i vaneggiamenti di
sua madre che blaterava sul  fatto che fosse già mancato una settimana.
Aveva fatto finta di non sentire e si era chiuso nella stanza, girando la chiave
nella toppa nel caso a qualcuno fosse venuto in mente di piombare in
camera sua.
Si era buttato sul letto senza spogliarsi, avendo almeno l'accortezza di sfilarsi
le scarpe prima di stendersi sulle coperte ed incrociare le braccia sotto la testa.
Pensava a che strana piega avessero preso le cose per tutti quanti loro, e
soprattutto pensava alle parole di Matt.
Nella settimana che era stato via quella era l'unica domanda che si era sempre
fatto, avrebbe potuto far cambiare idea a Quinn? Sarebbe riuscito a convincerlo
che non importava cosa gli altri gli avessero fatto, di lui poteva fidarsi?
Padge non lo sapeva, però era così stanco del fatto che le cose con Quinn
fossero diventate faticose e complicate, come una specie di fottuto lavoro.
Era così che sarebbe dovuta funzionare una relazione?
Quando si era addormentato il moro non aveva ancora trovato una risposta
per nessuna di quelle domande.
Però Quinn gli mancava, cazzo gli mancava da morire.





Si era svegliato soltanto passata l'ora di pranzo, non aveva visto l'orario, ma
il suo stomaco che brontolava per la fame era bastato.
Era sceso di sotto per prepararsi un sandwich, sperando di non trovare nessuno,
e per una volta era stato fortunato.
Aveva mangiato velocemente, per non sfidare troppo la sua buona sorte, ed
era tornato in camera per buttarsi sotto la doccia.
L'acqua calda aveva rilassato immediatamente i suoi muscoli, e stranamente
aveva chiarito anche le sue idee, almeno in parte.
Aveva recuperato dei vestiti puliti dall'armadio e si era vestito, senza nemmeno
asciugarsi i capelli.
Era uscito il più silenziosamente possibile, per evitare che qualcuno lo vedesse.
Aveva guidato fino a quella casa che conosceva come le sue tasche, ma gli
ci era voluto qualche minuto prima di trovare il coraggio di scendere dall'auto
ed attraversare il vialetto.
Due minuti dopo era entrato in casa, sorridendo appena alle prediche che si
aspettava, sul fatto che non si faceva vedere da molto tempo, che era
sparito dalla circolazione.
Gli era stato quasi d'aiuto per tranquillizzarsi, prima di attraversare il corridoio
per raggiungere la camera dove aveva passato così tanto tempo che non
avrebbe neanche saputo quantificarlo.


Il ragazzo era chinato sulla scrivania, e Padge poteva vedere i fili scuri degli
auricolari spuntare tra i capelli che stavano diventando leggermente lunghi.
Teneva perennemente quelle cose nelle orecchie, il moro pensava che fosse
un miracolo che non fosse ancora diventato sordo.
Aveva richiamato la sua attenzione toccandolo leggermente sulla spalla
perché si voltasse



Jay aveva spalancato gli occhi quando si era ritrovato davanti Padge, ed era
scattato in piedi senza sapere bene perché.
Aveva fatto un passo indietro, non appena si era ripreso dalla sorpresa di
quella visita, il più grande non aveva potuto evitare di notarlo, e di restarci male.
Il più piccolo aveva preso le distanze, cercando di mantenere una certa parvenza
di normalità per non dare nell'occhio.
Aveva chiesto all'altro se volesse qualcosa da bere, e prima che Padge potesse
rispondere aveva già preso la porta, sparendo in cucina per recuperare due
bibite.
Aveva aperto il frigo, facendo un grande respiro per cercare di darsi una calmata,
godendosi per un attimo la frescura proveniente dall'elettrodomestico.
Doveva solo comportarsi normalmente, Padge se ne sarebbe andato e tutto
sarebbe andato bene.
Aveva preso due bottiglie, senza nemmeno guardare esattamente cosa fossero, ed
era tornato in camera, attento a tenersi più a distanza possibile.
La cosa che lo preoccupava maggiormente però era che Padge sembrava
più strano di lui.
Gli aveva lasciato una delle due bottiglie tra le mani, attento a non toccarlo, e
si era sforzato di fare uscire le parole più normalmente possibile.

"Va tutto bene Padge? Sembri.. non so.."
"No, non sto bene. Io e Quinn ci siamo lasciati"

Jay aveva aperto leggermente la bocca a quella notizia, davvero non si
aspettava di sentire una cosa del genere.
E non sapeva esattamente cosa sentisse a riguardo.

"Oh.. mi.. mi dispiace.."
"Ah si? Davvero?"

Il tono sarcastico del più grande gli aveva fatto spalancare leggermente gli
occhi, per la freddezza e la cattiveria con le quali era stato usato.
Non era mai successo da quando si conoscevano che Padge gli parlasse
in quel modo.
Gli aveva fatto male, e soprattutto l'aveva messo in agitazione.
Perché avrebbe dovuto dubitarne se non sapeva di lui?

"Certo.. Perché dici così?"
"Io so Jay"
"Co..cosa sai?"
"Io lo so"

Il più grande si era semplicemente limitato a ripetere quella frase, fissando
Jay dritto negli occhi, perché recepisse il messaggio.
Il moretto aveva annaspato, cercando disperatamente qualcosa da dire
che sembrasse vero, credibile.
Non gli era riuscito particolarmente, perché l'agitazione gli faceva battere
il cuore così forte che riusciva a sentirlo nelle sue orecchie, e gli impediva
di pensare.
Aveva cercato di negare, fino all'ultimo, perché non voleva neanche pensare
cosa avrebbe comportato il fatto che l'altro sapesse davvero quello che
provava.

"Padge.. io non so di cosa stai.."
"Smettila di raccontarmi cazzate, smettila una volta per tutte"

Ed il tono di voce che Padge aveva usato era stato così duro che
Jay si era ritrovato a sussultare, abbassando leggermente la testa per
non affrontare quegli occhi grigi che lo fissavano.
Quegli occhi che lo guardavano come non avevano mai fatto, nemmeno
durante le peggiori litigate, aspri, arrabbiati.

"Se la tua intenzione era mantenere il segreto avresti dovuto essere
 molto più discreto di così. Non hai fatto altro che evitarmi, pensavi
 sul serio che non me ne sarei accorto prima o poi?"

Jay si era sentito mancare la terra sotto i piedi, senza riuscire nemmeno
a formulare qualcosa che somigliasse vagamente ad una frase compiuta.
Si era convinto di aver fatto un buon lavoro, di aver nascosto bene i suoi
sentimenti, e invece adesso doveva affrontare il fatto che non era così, e che
rischiava di perderlo comunque, senza poter fare niente per evitarlo.

"Io non.. ho cercato di.."
"Di riempirmi di bugie? E' quello che hai cercato di fare. E tutta quella storia
 del bacio? 'mi dispiace Padge, l'ho fatto solo perché mi sentivo solo'.. tutte
 stronzate. Avresti dovuto dirmelo"
"E cosa sarebbe cambiato? Ti saresti magicamente innamorato di me
 anche tu?"
"No.. ma avremmo potuto avere una conversazione onesta, come si
 suppone che facciano due amici.. o adesso non siamo più amici?"
"Non lo so Padge, sei tu quello che é venuto qua accusandomi di fare
 i salti di gioia perché tu e Quinn vi siete lasciati, come se non mi
 importasse che tu stai male. Dimmelo tu, se siamo ancora amici"
"Tutto.. la mia vita sta diventando tutta un'assurdità.. ma tu, tu sei la
 cosa più assurda di tutte.. tu e questa cosa che provi e che non dovresti
 provare"

Jay aveva distolto lo sguardo nuovamente, ed abbassato la testa.
Non tanto per le parole in sé, che comunque gli avevano fatto male, ma per
la nota di giudizio, quasi di disprezzo, con il quale le aveva dette.
Come se i suoi sentimenti fossero qualcosa da biasimare, come se fossero
sbagliati.

"Cos'é Jay, non riesci neanche a guardarmi?"
"Smettila di parlare così.."
"Così come?"
"Come.. come se avessi fatto qualcosa di brutto, come se avessi commesso
 un fottuto crimine.. io non ho fatto niente di male.."

La voce del più piccolo si era leggermente incrinata, non poteva credere
che gli stesse parlando in quel modo, come se non avessero mai condiviso niente.
Sentiva i suoi occhi bruciare come non gli capitava più da quando era un ragazzino.

"No, non hai fatto niente di male, ma di sicuro neanche nulla di buono.
 Sei semplicemente sparito.."
"Ho.. ho solo cercato di fare la cosa giusta.."
"Hai solo scelto la strada facile"
"Facile? Ma hai dato un'occhiata alla mia vita ultimamente? Io perdo
 comunque, come fai a non vederlo? Io perdo comunque in questa storia..
 Pensi che sia stato semplice vederti con un altro? Ma mi  sono fatto da parte
 lo stesso.. per non rischiare di rovinare la nostra amicizia"
"Beh sei riuscito ad incasinare ogni cosa comunque"
"Smettila ti prego, mi stai facendo male.. che diavolo avrei dovuto fare?"
"Dirmelo"
"Te lo ripeto, sarebbe stato inutile, ci avrebbe soltanto allontanati"
"Perché adesso siamo vicini secondo te?"
"Potremmo.. questo non dovrebbe cambiare la nostra amicizia.."
"Di che razza di amicizia stai parlando? Questo cambia tutto Jay..
 cambia ogni fottuta cosa"
"Solo perché tu vuoi che vada così"
"Non può andare che così"
"E allora vattene.. esci dalla mia casa e dalla mia vita.. tanto mi fai
 male quando non ci sei e mi fai male quando ci sei.. vattene.."

Il più piccolo si era messo una mano davanti alla bocca immediatamente
dopo averlo detto, ed i suoi occhi si erano un pochino spalancati.
Non poteva credere di averlo detto, e la cosa che gli faceva male, e lo
lasciava attonito, era che quella frase sembrasse così sbagliata, e insieme
così fottutamente giusta.
E non era riuscito a muoversi, davanti alla reazione asettica di Padge.
Si era illuso, aveva creduto, che avrebbe lottato un minimo per lui.
Ma non era successo.

"Bene.. meglio così per tutti.."

Il più grande era uscito dalla stanza, mentre Jay restava immobile
senza riuscire a dire nulla.
L'aveva solo osservato andare via, troppo sconvolto da quello che
era appena successo per mettersi a piangere come avrebbe voluto.
Alla fine era successo davvero, quello di cui aveva avuto sempre paura.
Mentre si sedeva nel posto più vicino che avesse accanto pensava che
non avrebbe potuto fare più male di così



Padge era uscito da casa di Jay camminando più velocemente del normale.
Voleva solo andarsene il più velocemente possibile, prima che il suo
cervello realizzasse realmente quello che aveva fatto e cambiasse idea.
Era risalito in macchina ed aveva camminato per un pò, giusto qualche
isolato per essere abbastanza lontano dalla casa del più piccolo, poi
aveva recuperato il suo cellulare ed avava chiamato Matt.
Non  aveva idea di che cosa gli avesse detto in realtà, ma era quasi certo
che non fosse qualcosa di sensato.
Poi era semplicemente rimasto in auto, aspettando che l'amico lo raggiungesse.
Pensava la stessa identica cosa che a solo qualche metro di distanza pensava
anche Jay, non avrebbe potuto fare più male di così.






Matt aveva chiuso il telefono velocemente, mentre cercava già con lo sguardo
dove accidenti fossero finite le sue scarpe.
Non aveva capito un cazzo della telefonata di Padge, l'altro aveva solo farfugliato
qualcosa a proposito di Jay, ed era già bastato quello a metterlo sufficientemente
in allarme, il tono sconvolto aveva fatto il resto.
Sperava soltanto che non avesse fatto qualcosa di irrimediabilmente stupido, che
era una prerogativa di Padge quando andava nel panico.
Non che non si aspettasse una qualche idiozia, era stato fin troppo calmo e
controllato da quando era ritornato, da quando tra lui e Quinn era finita, e sapeva
che prima o poi qualcosa sarebbe esplosa.
Ma aveva sperato che quell'idiozia non implicasse Jay.

Erano sempre stati schifosamente simili in situazioni come quelle, lui e Padge.
Sempre con l'idea di fare quelli distaccati, a cui andava tutto bene.
Peccato che le cose puntualmente gli esplodessero in faccia, mostrandogli
che la realtà era tutt'altro che buona.
Quando finalmente un paio di minuti dopo era riuscito a trovare le
sue scarpe se l'era infilate di fretta, prendendo una delle felpe buttate sulla
sedia davanti alla scrivania tanto per sicurezza.
Era volato fuori di casa dicendo soltanto ai suo genitori che doveva
scappare, perché Padge aveva bisogno di lui, per fortuna non gli avevano
fatto altre domande.
Aveva guidato fino alla strada che gli aveva detto l'altro, guardando a destra e
sinistra fino a trovare la macchina dell'amico.
Aveva parcheggiato davanti all'altro, scendendo dalla sua auto e salendo nell'altra.

"Non ho capito un cazzo di quello che mi hai detto al telefono, dimmi soltanto
 che non ti sei scopato Jay"
"No.. non l'ho fatto.."

Il moro gli aveva raccontato quello che era appena successo, ripetendogli
parola per parola quello che aveva detto a Jay.
Si era aspettato che Matt desse fuori di matto, urlandogli che aveva fatto
una stronzata, invece era soltanto rimasto in silenzio, ascoltando quello
che l'altro diceva senza una particolare espressione sul viso.
Gli aveva detto tutto senza fermarsi un attimo, accendendo una sigaretta
dopo l'altra, rendendo l'abitacolo della macchina quasi invivibile.
Matt aveva aspettato quieto che finisse, pensando che conosceva troppo
bene l'altro per non capire cosa stesse succedendo.

"Non funzionerà Padge.."
"Cosa?"
"Quello che stai facendo.. posso capirlo, davvero, ma non funzionerà"
"Che vuoi dire?"
"Tu vuoi farmi credere che sei davvero così arrabbiato con Jay? Non lo
 sei, sei arrabbiato con te stesso, con questa fottuta situazione che non riesci a
 gestire. So che tu pensi che comportandoti così ti farai odiare e lui smetterà
 di stare male per te.. ma credimi, non funzionerà"
"Ma.. se lui mi vede come uno stronzo magari smetterà di..
"Di essere innamorato di te?"
"E' così assurdo?"
"Si, lo è. Così non fai altro che creare una distanza da cui non potrai più
 tornare indietro"
"Voglio solo che smetta di stare male.."
"Ma non puoi decidere tu come Padge.. devi lasciare che le cose facciano
 il loro corso.. non smetterà di amarti per questo, starà solo peggio.. e
 anche se succedesse questo non risolverà magicamente la situazione
 con Quinn.. perché lo sai anche tu che non é quello il problema.. e non
 é questa la soluzione"
"Perché ho così paura di andare da lui?.."

E soltanto nel momento stesso in cui l'aveva detto aveva capito di esserlo.
Di essere fottutamente spaventato di andare sul serio da Quinn, di scoprire
cosa li aspettasse.
Paura di scoprire che non fosse un intoppo sul percorso, ma semplicemente
una fine.

"Perché sei stato deluso, e hai paura che succeda ancora.. ma tu lo ami
 quel ragazzino.. va a riprendertelo. Devi solo mettere tu le regole"

Padge aveva annuito leggermente, riflettendo su quello che gli aveva detto Matt.
Aveva allontanato Jay per cercare di fare la cosa giusta, ma non si sentiva
meglio, e Quinn gli mancava comunque come l'inferno.
Non era Jay il vero problema nel loro rapporto, era stato soltanto un espediente, e
probabilmente era questo che lo spaventava tanto.
Aveva paura che ci fosse qualcosa.. dentro, della quale non si poteva dare
la colpa a nessun altro.
Ma prima o poi avrebbe dovuto scoprirlo, in ogni caso.

"Dovrei andare da Quinn adesso?"
"No, non adesso.. quando sarai più calmo. Devi riflettere sulla situazione e
 finalmente vederla per quello che é.. e poi potrai andare da lui"
"Penso che tu abbia ragione.."
"Io ho sempre ragione"

Padge gli aveva dedicato una smorfia divertita ed un dito medio, ed aveva
ricevuto una pacca sulla spalla in risposta.

"Grazie per essere venuto"
"Non dirlo neanche.."
"Ho incasinato le cose ancora di più, eh?"
"Beh.. si. Lo fai sempre quando vai nel panico.. dovresti chiamare me prima
 di fare qualsiasi cosa"
"Non posso chiamare te prima di fare le cose! Mica sono così idiota"
"Non so se hai notato che l'ultima volta che hai deciso da solo cosa fare non
 è stato un grande successo.."
"Fanculo.. però hai ragione"

Matt aveva ridacchiato di come la frase si fosse chiusa con una constatazione
rassegnata, osservando Padge zittirsi come se stesse pensando a qualcos'altro.
Aveva aspettato che esternasse i suoi pensieri anche a lui, nel caso ci fosse
qualche altra cosa di cui sentisse il bisogno di parlare

"Vorrei.. vorrei poter fare anch'io qualcosa per te.."

Matt aveva sorriso leggermente, con un'ombra di tristezza che Padge non aveva
potuto fare a meno di notare.
Avrebbe davvero voluto che la situazione di Matt fosse risolvibile, ed era così
incazzato per Bert per quello che gli aveva fatto..
L'avrebbe preso a pugni se avesse potuto, ma di certo questo non avrebbe
migliorato la situazione.

"E' bene che almeno uno dei due riesca a tenersi un ragazzo.."
"Mi dispiace Matt.. e Bert é uno stronzo"
"Già, lo è.. per questo non voglio più parlare di lui"

Padge aveva annuito.
A volte hai semplicemente bisogno di scappare da quello che ti succede.
Anche se solo tenendoti occupato o evitando l'argomento, non é maturo e
certamente non é risolutivo, ma in certi momenti é semplicemente necessario.

"Vuoi che ti accompagni a casa? Se non te la senti di.."
"No sto bene Matt.. grazie.. tu vuoi compagnia?"
"No, sto bene anch'io.. non preoccuparti.. pensavo.."
"Cosa?"
"Di fare un giro a casa di Jay per vedere come sta"

Padge aveva annuito, era contento che Jay non stesse da solo in questo
momento.. dopo che lui l'aveva trattato in quel modo.
E Matt era la persona ideale da avere accanto in situazioni come quelle.
Sapeva sempre cosa dire, riusciva sempre a tranquillizzarti, e a farti
vedere le circostanze con lucidità.
Si erano salutati, senza neanche bisogno di dirsi che c'erano l'uno per l'altro, nel
caso uno dei due ne avesse sentito la necessità
Era implicito e non servivano parole per questo.
Quando Matt se n'era andato era rimasto fermo per un attimo, decidendo quale
strada fare per tornare a casa.
Erano giorni che allungava i suoi percorsi per non passare davanti all'abitazione di
Quinn, ma adesso voleva solo infilarsi nel suo letto il più velocemente possibile così
aveva deciso di attraversare l'isolato del biodino.
Però aveva realizzato quasi immediatamente che non era stata una buona idea.
 



Bert aveva accompagnato Quinn a casa dopo scuola, ed era rimasto insieme a lui
per fargli un pò di compagnia.
Nelle sei ore di lezione non aveva più visto nè Padge ne Matt, ed in un certo
qualmodo ne era stato sollevato.
Non aveva proprio voglia di affrontare gli sguardi arrabbiati e di disapprovazione
che sicuramente gli sarebbero arrivati dai due ragazzi, aveva già abbastanza
da fare per occuparsi di Quinn.
Avevano condiviso il pranzo che Debbie aveva preparato per il figlio prima di
andare a lavoro, ed avevano mangiato in silenzio.
In realtà Bert aveva provato ad introdurre qualche argomento di conversazione, ma
il biondino si limitava a rispondere a monosillabi, e delle volte non rispondeva per
nulla, così aveva rinunciato.
Quell'atteggiamento lassista di Quinn lo faceva incazzare, non ci provava neanche
a reagire, e non lasciava che lui lo aiutasse.
Si era semplicemente chiuso nel suo mondo e non c'era modo di farlo uscire.

"Carichiamo la lavastoviglie e poi usciamo a farci un giro"
"No.. non mi va Bert. Va tu se vuoi"
"Quinn devi smetterla con questa sindrome dell'ostaggio, ok? E' soltanto un
 ragazzo.. solo un fottuto ragazzo"

Quinn aveva alzato lentamente la testa per guardarlo, e sapeva che Bert non
pensava davvero quello che diceva, e che nonostante fosse completamente
privo di tatto stava solo cercando di scuoterlo.
Solo che non poteva, quello era l'unico modo che conosceva per affrontare
le cose, l'unico che aveva sempre utilizzato.
E se doveva uscirne voleva farlo a modo suo, per quanto sbagliato fosse.

"Stai di nuovo facendo lo stronzo con me"
"Scusa, mi dispiace. Ma non voglio vederti così"
"E' presto Bert.. è troppo presto.."
"Non c'è niente che posso fare?"
"No.. credo proprio di no"

Il moro aveva annuito, avvicinandosi a Quinn per abbracciarlo da dietro, facendolo
sorridere leggermente.
Quando l'aveva lasciato era più scoraggiato e soprattutto più arrabbiato di prima.
Aveva creduto che parlando con Padge le cose si sarebbero sistemate, invece
Quinn stava sempre di merda e la situazione non si era sbloccata di un millimetro.
Stava pensando esattamente questo, imprecando mentalmente contro Padge, quando
aveva riconosciuto la sua macchina.
Qualcosa gli era come scattato in testa, ed aveva preso a correre dall'altra parte
della strada, incurante delle macchine che rischiavano di investirlo, mentre gesticolava
in aria perché l'altro si fermasse.
Per un attimo aveva pensato che l'altro avrebbe proseguito dritto, ma mentre si
avvicinava l'automobile aveva lentamente rallentato fino a fermarsi.
Il più grande aveva abbassato il finestrino, ma Bert l'aveva ignorato ed era girato
intorno all'auto, sedendosi al posto del passeggero.

"Non ti ho invitato a salire nella mia macchina"
"Volevo solo dirti che sei proprio uno stronzo"
"Scusami?"
"Si, cristo ti ho spiegato la situazione, e pensavo che avresti risolto, invece
 te ne sei fregato.. forse non lo amavi come dicevi"
"Lo sai Bert, sei l'ultima persona a questo mondo dalla quale potrei accettare
 una paternale del genere"
"Come sarebbe a dire?"
"Sarebbe a dire che sei un bugiardo.. tu mi hai guardato in faccia e mi hai
 mentito, dicendomi che Matt ti piaceva davvero. Adesso dimmi perché
 dovrei credere che le altre cose che mi hai detto siano vere"
"Questo non ha a che fare con Matt.. non mentirei mai su Quinn.. lui é..
 ti sto parlando del mio miglior amico che sta male"
"Buffo, io ti sto parlando della stessa identica cosa, del mio miglior amico
 che sta male. Quindi tieniti per te i tuoi pareri ed i tuoi consigli, perché
 non valgono niente per me.. e adesso scendi dalla mia macchina"
"Quinn ti ama.."
"Scendi"


Il più piccolo aveva fatto come gli diceva, stupidamente sorpreso della violenza
con la quale aveva pronunciato quelle parole.
Non aveva riflettuto sul fatto che qualsiasi cosa fosse successa con Matt avrebbe
avuto delle grosse ripercussioni anche su tutto il resto.
Non erano più discorsi separati adesso, sembrava tutto essere legato insieme.
Sperava soltanto che non ci rimettesse Quinn per questo.
E soprattutto era rimasto sconvolto dalla voce che aveva usato per dirgli
che Matt stava male, preoccupata e con un'improvvisa inflessione triste.
Bert per un attimo si era sentito di merda.
Non era durato molto, era tipico di lui, evitare di pensare alle cose mandando
mentalmente affanculo tutto quanto.
Se n'era andato a casa a piedi, camminando piano nonostante iniziasse
a fare freddo, e che si fottessero Padge e tutti i suoi amici.
Era entrato in camera sua, ringraziando la sua buona stella che i suoi fossero
fuori chissà dove.
Aveva girato per un pò avanti e indietro nella sua camera, come una specie
di animale in gabbia.
Non riusciva a far passare quello strano nervosismo che si sentiva addosso.
Aveva pensato di fare quello che usava solitamente per farsi passare il
cattivo umore, ma quando si era ritrovato il dvd di Dracula tra le mani gli
era immediatamente venuto in mente il suo appuntamento con Matt.
Gli mancava? Era una strana sensazione per lui, non l'aveva mai provata
per nessuno.
Stava ancora ripetendo 'fanculo' nella sua testa mentre rubava le chiavi
della macchina di sua madre dalla credenza della cucina.





Matt aveva bussato a casa di Jay qualche minuto dopo, sorridendo alla
madre dell'amico che lo salutava calorosamente, informandolo che Padge
era stato da loro poco prima.
La madre di Jay gli aveva detto di raggiungere il più piccolo in camera, perché
sembrava non essere intenzionato ad uscirne.
Jay era seduto sulla panca di legno posizionata davanti alla finestra della
sua camera, guardando qualcosa al di là del vetro spalancato anche se
in realtà non sembrava vedere per davvero qualcosa.
Un pacchetto di sigarette mezzo vuoto ed un posacenere erano le uniche
cose vicino a lui.
Matt aveva richiamato la sua attenzione, posando gli occhi sull'espressione
atterrita sul viso dell'altro.

"Matt.. che ci fai qui?"
"Ho.. ho parlato con Padge.."
"Non sono proprio in vena di prediche.. per favore.."
"Prediche? Pensi che sia venuto qui per questo? Sono venuto perché
 sono preoccupato per te"

Matt si era mai avvicinato, sedendosi accanto al più piccolo e passandogli
un braccio attorno alle spalle.
L'aveva sentito tendersi per un attimo contro di lui, ma quando Matt non
si era spostato l'altro si era finalmente lasciato andare, permettendogli
di abbracciarlo.

"Mi.. mi ha detto delle cose così.."
"Lo so.."
"E' così sbagliato Matt? Quello che provo é così brutto?"
"No Jay.. ma che dici? Non lo è"
"Padge pensa di si"
"Non sa nemmeno lui quello che pensa, credimi.. E' solo molto confuso"
"Ha detto che non possiamo più essere amici.."
"Lui.. non lo pensa davvero. Adesso sta male, e lo sai anche
 tu che in certe condizioni Padge non sa gestire le cose, e fa idiozie. Tutto
 questo si risolverà"
"No, non é vero"
"Ascolta Jay, non sono venuto qui per raccontarti favolette e dirti che tutto
 andrà a meraviglia, perché non é così. Lui ama Quinn, lo ama davvero, quindi
 da quel punto di vista le cose non possono andare come vorresti tu. Ma
 il resto.. puoi riprenderti il tuo amico"
"Forse é meglio così.. magari stiamo meglio tutti così"
"Tu stai meglio?"
"Io sto di merda"
"Ed é questo che vuoi? Vuoi che Padge esca per sempre dalla tua vita?"
"Lui non mi vuole nella sua vita"
"Stronzate.. Padge ti vuole.."
"Non dirlo, ti prego non dirlo"
"Ti fa così male sentirlo?"
"Mi uccide"
"Che il tuo miglior amico ti voglia bene?"
"Che la persona che amo non ami me"

Matt l'aveva stretto più forte, perché sapeva esattamente cosa significasse
sentirsi in quel modo.
E faceva così male che non c'erano parole per spiegarlo.

"So bene che cosa significa"
"Come lo sai?"
"Ti va se ti racconto una cosa?"
"Tu vuoi dirmela?"
"Certo che voglio.. perché non dovrei? Tu sei mio amico"
"Non siamo stati granché vicini ultimamente"
"Perché tu ti sei chiuso Jay, io ho provato a parlare con te, ma tu non
 volevi nemmeno toccare l'argomento"
"Io non volevo nemmeno pensarlo, quell'argomento.. e in realtà ancora
 non vorrei.. ma ormai é tutto allo scoperto.."
"Almeno adesso puoi parlarmene"
"Parlami tu.. raccontami quella cosa"
"Ok.. Io.. ho conosciuto una persona che.. che mi piaceva.."
"Adesso non ti piace più?"
"Beh.. diciamo che non é esattamente la mia persona preferita al momento"
"Ti ha fatto male?"
"Un.. un pò.. in realtà molto."
"Cosa ti ha fatto?"
"Ci siamo frequentati.. per un pò.. ed io pensavo che avessimo qualcosa, che
 in realtà non c'era, almeno non da parte sua"
"Lei ti ha lasciato..?"
"Lui.. é un lui"

Jay aveva leggermente aperto la bocca a quella notizia, non si aspettava che
proprio Matt fosse interessato ai ragazzi.
Era sempre stato circondato da ragazze, gli erano sempre piaciute molto.
Il più grande aveva aspettato che l'altro assimilasse quell'informazione, e che
dicesse qualcosa.

"Anche tu?.."
"Già.."
"Wow, siamo il gruppo metal più gay del mondo. Adesso manca solo Moose."
"Speriamo di no, dobbiamo avere almeno un etero simbolico"

Entrambi avevano ridacchiato, e quel semplice scambio di battute idiote aveva
immediatamente stemperato la tensione.
Jay aveva preso una sigaretta, e poi aveva porto il pacchetto all'amico
perché ne prendesse una anche lui.

"Continua a raccontare"
"Niente, solo che.. ecco lui non ricambia i miei sentimenti"
"Tu ne sei innamorato?"

Matt si era limitato ad annuire, con un'espressione un pò triste, che non
era davvero da lui, che forse Jay non gli aveva mai visto.

"E' stato difficile?"
"Beh penso che tu lo sappia"
"No.. intendo all'inizio, quando ti sei accorto che ti piaceva un ragazzo.."
"Per certi versi si.. ero un pò, sai.. sconvolto.. ma per altri versi é stato
 incredibilmente semplice. Lui mi faceva ridere, e.. sai.. stavamo bene.
 E' stato tutto quasi.. naturale"
"Mi spiace Matt. Chi é lui? Lo conosco? Tanto per sapere chi devo odiare"

Il più grande aveva ridacchiato, per quell'improvviso slancio di solidarietà.
Era pronto ad odiare una persona che neanche conosceva solo perché
gli aveva fatto del male.

"Hai presente il gruppo di amici di Quinn?"
"Certo.. ohh.. é quello carino con tutti quei piercing?"
"No, quello é Jeph. E' etero"
"Peccato"
"E' il miglior amico di Quinn"
"Il moretto che non sta mai fermo, con l'aria da psicopatico?"

Matt aveva sorriso a quella descrizione, che aveva inquadrato perfettamente
l'immagine di Bert.
Aveva scosso leggermente la testa, per eliminare quella specie di fotografia
mentale di lui che si era formata nella sua testa.

"Comunque ti ho detto questo perché volevo farti capire che so come
 ti senti. So che fa schifo.. e se hai bisogno di me io ci sono"

Jay si era zittito per un lungo momento, e quel silenzio prolungato aveva
costretto Matt a voltarsi verso di lui, per capire cosa succedesse.
Gli aveva dato un leggero buffetto sul viso, perché il più piccolo alzasse gli
occhi verso di lui, e gli spiegasse.

"Non voglio restare da solo Matt.."
"Jay.. troverai qualcun altro.. non starai sempre così male"
"No, non mi riferivo a quello.. volevo dire.. se davvero esco dalla vita di Padge,
 esco anche dal gruppo, e voi continuerete a passare il tempo insieme, ed io
 invece resterò da solo.."
"Non pensarlo neanche, non permetterò mai che accada. Noi non siamo amici
 perché abbiamo una band.. abbiamo una band perché siamo amici, questo
 non cambierà, qualsiasi cosa succeda"
"Prometti?"
"Prometto. Piccolo idiota"


Aveva lasciato casa dell'amico quando oramai si era fatta ora di cena.
Sperava di averlo rassicurato, almeno un pò.
Sperava davvero che Jay si sentisse meglio, perché per quanto lo riguardava
ogni volta che si trovava a parlare di Bert si sentiva sempre peggio.
Ed era sempre più arrabbiato con lui.







Bert non aveva idea di quanto tempo fosse passato da quando era uscito
per raggiungere casa di Matt.
Aveva bussato sia in casa che al garage, ma non gli aveva aperto nessuno.
E adesso non aveva idea di quanto tempo fosse rimasto seduto su quel
gradino, sapeva solo che stava morendo di freddo, e che aveva il culo congelato.
Quando finalmente aveva riconosciuto la macchina di Matt avvicinarsi si era
alzato in piedi, stringendosi un pò di più nella felpa che indossava.
L'occhiata del più grande quando era sceso dall'auto però l'aveva freddato
più di tutto quel cazzo di vento che aveva preso fino ad allora
Matt si era avvicinato al garage già con le chiavi in mano, superando l'altro
ragazzo come se non fosse stato lì.

"Che diavolo ci fai qui? Se sei venuto per una sveltina nel mio garage mi
 spiace, ma non sono interessato"
"Sono venuto per parlare"
"Ah si? Nell'ultima conversazione che abbiamo avuto eri il campione
 mondiale dei monosillabi, e adesso vuoi parlare?"
"Si"
"Beh io non voglio ascoltare.. non voglio sentire nessuna scusa, e nessuna
 patetica giustificazione.. quindi vattene a casa"

Il più grande aveva alzato la saracinesca del garage con un unico movimento
secco, ed il rumore metallico era come rimbombato nella strada vuota.
Bert non si era arreso, seguendo l'altro ragazzo all'interno senza essere
stato invitato ad entrare.

"Ti chiedo solo due minuti, per favore"

Matt aveva scrollato le spalle, come per dire che comunque era tutto inutile, ed
era rimasto in silenzio, in attesa che l'altro dicesse quello che doveva dire, e
poi se ne andasse.
Aveva preso a riordinare il casino che lui e Padge avevano lasciato la sera
precedente, per tenersi occupato e non avere la tentazione di posare gli
occhi su Bert.
Il più piccolo era rimasto immobile appena oltre l'ingresso, per non rischiare
di innervosire l'altro ancora maggiormente.
L'aveva osservato raccogliere una quantità imprecisata di bottiglie di birra, ed
il fatto che non lo guardasse gli aveva dato il coraggio di parlare

"Ho mentito"
"Beh.. su questo non ci piove Bert. Che tu sia un bugiardo é fuori da ogni
 dubbio"
"No.. non su tutto.."

Matt aveva fatto un gesto della mano, scuotendola leggermente in aria come
per dire che quello che l'altro stava dicendo non importava, o che in ogni
caso non gli credeva.
Aveva continuato la sua occupazione, ancora senza guardarlo quando aveva
parlato di nuovo

"Davvero Bert, che ci fai qui? Sei stato chiarissimo l'altra sera. Non vogliamo
 le stesse cose, e penso che non ci sia nient'altro da dirci.. quindi vattene per
 favore"
"Oh cristo.. Io ti amo."

L'aveva detto alzando un pò la voce, piccato come se stesse dicendo una
cosa ovvia che l'altro faticava a capire.
Matt si era ritrovato a voltarsi verso di lui, in un gesto quasi involontario, ed
era rimasto completamente in silenzio, mentre il suo cervello registrava
quello che Bert gli aveva appena detto.
E poi non sapeva esattamente cosa fosse successo, ma qualsiasi cosa tenesse
in mano l'aveva semplicemente lasciata cadere per terra.
Non aveva neanche realizzato il rumore di vetro che si rompeva e gli schizzi di
birra un pò d'appertutto.
Aveva semplicemente annullato in un paio di passi la distanza tra lui e Bert e
gli aveva preso il viso tra le mani, mentre lo baciava.









Grazie come sempre! Siete una gioia! *__*

Jessromance: Beh dai, l'importante é che hai recuperato! xD
Spero non ti perderai altri capitoli! Si in effetti sono tutti un pò idioti
in questo momento xD Che ne dici degli sviluppi?

Yuky_Frehley: Oddio non dirmi queste cose, che poi mi sento in colpa xD
C'è più spazio per Jay in questo capitolo, poverino, nessuno ci pensa a lui!
Spero che non mi odierai ancora dopo questo capitolo, che ne dici? *-*

Crazy_Me: Beh Padge ti ha dato ascolto, é andato a parlare con Jay.. pensi
ancora che fosse una buona idea? xD
E Bert.. beh Bert.. aspetto di sapere cosa mi dirai di lui dopo questo capitolo!

ChemicallyUsed: Hun, avevi ragione xD In qualche strambo modo alla Bert
c'entravano anche Padge e Quinn xD
Anche tu eri dell'idea che Padge dovesse parlare con Jay, beh.. si può dire
che questo é un pò il "suo capitolo" povero Jay. Che ne dici?

ColdBlood: ahah si il metodo di Matt é stato parecchio apprezzato eh? xDD
Volevi la spiegazione alle assurdità di Bert.. eccoti accontentata xD
Matt comunque resta sempre un amore *-* e che mi dici di Jay?

Friem: ahah nessuno si aspettava questa rottura, ma ogni tanto ci vuole
un pò di pepe nelle cose, no? E comunque Bert si é ripreso ciò che é suo!
Beh (spiegazione da psicologa) provi più pena per Matt e Padge perché sono
i meno idioti della situazione, e gli altri due sono irrecuperabili (lo so, la mia
spiegazione fa schifo xD)
P.S. La IanxQuinn è in lavorazione, sta per tornare xD

Xx_ImJustAkid: Dear, la tua interpretazione dell'intreccio é quasi perfetta!
Oramai conosci la mia mente malata xD
Ecco qua la spada di damocle, Jay è tornato, ed ho avuto l'occasione di
chiarire un pò meglio il personaggio. Come sia, cosa pensa, la sua posizione.
E poi ci sono Matt e Bert.. aspetto di sapere che ne pensi.
Ammettilo che sono stata meno cattiva di quello che ti aspettassi ù_ù

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** Real as ever ***


Finalmente sono tornata! Allora, non c'é molto da dire su questo capitolo
in effetti, capitolo di chiarimenti, assolutamente dovuto.
Importante però, perché si scopre un pò di più del nostro Bert.
L'unica notizia che ho da darvi é che ho grandi piani per i prossimi capitoli
(che però non so precisamente quando arriveranno causa impegni universitari).
Ci sarà una grossa sorpresa, questo é certo! xD
Detto questo, vi lascio al capitolo. Hope you enjoy!





Real as ever





Quel bacio era durato solo qualche attimo, il tempo che Matt si era preso
per assaporare di nuovo le labbra di Bert, perché proprio non riusciva ad
evitarlo, prima di staccarsi di scatto dall'altro ragazzo, mettendogli una mano
sul petto per allontanarlo da sè.
Si era guadagnato un'occhiata confusa, che però aveva deliberatamente
ignorato.

"No aspetta.. No"
"No? Tu.. tu mi hai baciato.."
"E' stato.. ho agito impulsivamente"
"Baciami ancora"

Bert si era spostato di nuovo in avanti, prima che Matt potesse dire qualsiasi
cosa, prima che potesse dire un altro no, reincollando le loro labbra in un bacio
quasi frenetico.
Aveva poggiato le mani sul petto dell'altro a stringere il tessuto della felpa che indossava, per tenerlo quanto più vicino possibile.
Quando il sapore di Bert gli aveva ancora una volta invaso la bocca Matt si era
lasciato sfuggire una specie di gemito disperato, infilando le mani nei capelli dell'altro perché i loro corpi si scontrassero.
Non era in grado di resistere quando Bert era così vicino.
Perdeva ogni dannata briciola di forza di volontà, e sapeva soltanto che
voleva, doveva,  toccarlo.
Aveva solo un bisogno disperato di sentirselo addosso, tra le mani.
Si era lasciato andare nuovamente per un lungo momento, mentre le dita
di Bert tracciavano invisibili profili sul suo petto.
Eppure quella specie di altalena che aveva nella testa l'aveva fatto
allontanare ancora una volta.
Stavolta aveva messo ancora più spazio tra di loro, per non avere la tentazione
di posare le mani su di lui.
Non aveva intenzione di cedere così in fretta, e non per una questione di
semplice orgoglio, ma perché non voleva farsi male un'altra volta, e perché
non sapeva cosa questo nuovo cambiamento di rotta significasse per davvero.

"Che significa questo adesso? L'altra sera mi hai detto delle cose.. molto chiare"
"Dimenticatele"
"No.. Non puoi semplicemente cancellarle come se non fossero mai esistite cazzo"

Bert l'aveva osservato in silenzio.
Aveva sempre agito fregandosene di quali sarebbero potute essere le
conseguenze delle sue azioni, anche nel caso di Matt, però quella era l'unica
volta in cui se ne stava pentendo.

Aveva pensato a come spiegargli quello che gli passava per la testa, perché
l'altro capisse, e per una volta gli era chiaro che avrebbe dovuto esporsi, mostrare
all'altro quelle parti di sé che non voleva che le persone conoscessero.
Senza sarcasmo o ironia, senza battutine idiote e stupido menefreghismo.
In pratica senza schudi di nessun genere.
Matt era rimasto silenzioso, aspettando che Bert facesse o dicesse qualcosa
per sbloccare quella situazione.
L'aveva semplicemente osservato a braccia incrociate, e per la prima volta
in vita sua gli era sembrato in difficoltà.

"Ascolta Matt, questo.. questa cosa tra noi.. é stato un grosso
 cambiamento anche per me"
"Ma di che diavolo parli? Tu hai già avuto altri ragazzi prima di me"
"Si, ne ho avuti molti, e molti di loro non conoscevano neanche il mio
 cognome.."
"E allora?"
"E allora poi sei arrivato tu, e hai cambiato tutto"
"Perché non la pianti Bert? Mi sembrano tutte scuse"
"Lasciami finire.."
"Vai"
"E che.. tutto quello che é successo.. quella faccenda tra Padge e Quinn.."
"Che diavolo c'entrano loro adesso?"
"Andiamo Matt.. quei due si amano, si può vedere lontano un chilometro, e
 guarda come é andata a finire.. e se.. e se non ce l'hanno fatta loro.. che
 probabilità abbiamo di farcela noi?.."
"Questa è.."

Matt si era allontanato ancora di qualche passo da Bert, perché davvero gli
sembrava soltanto che l'altro stesse accampando giustificazioni che lui non
voleva sentire.
Una parte di sé gli diceva semplicemente di mandarlo al diavolo, ma un'altra
parte avrebbe voluto ogni cosa tranne che vederlo lasciare quel garage.
L'aveva preso per un braccio, tirandolo con poca grazia verso il divanetto e
facendo in modo che si sedesse.
Per tutta sicurezza era rimasto in piedi, come se quei pochi centimentri di
separazione non fossero solo fisici, ma anche e soprattutto mentali.
Aveva riflettuto un attimo, in silenzio, per trovare le parole giuste per dire
quello che gli passava per la testa.
Quello che Bert stava dicendo gli sembrava una stronzata, eppure ci avrebbe
scommesso il culo che stava parlando sul serio.
E quella spiegazione era così assurda da essere assolutamente perfetta sull'altro.
Gli calzava a pennello.

"Questa é una stronzata.. anzi no, questa é la più grossa stronzata che
 io abbia mai sentito"
"No che non lo é"
"Ma che significa? Noi siamo due persone diverse, quello che c'é tra noi..
 é diverso. Non puoi fare previsioni su quello che succederà basandoti
 su un'altra storia, perché loro non sono noi"
"Sto solo cercando di essere ragionevole"

E quella parola, pronunciata dalla bocca di Bert, gli aveva dato la misura
di quanto fosse spaventato l'altro.

Non l'aveva realizzato fino a quel momento, si era semplicemente sentito
l'unico in diritto di provare paura, e si sbagliava


"Ragionevole? Ma tu non sei così! Tu sei strano, e vagamente psicotico, e
 totalmente avventato e irresponsabile.. e cazzo Bert.. va bene così"
"Io non potrò mai essere come. come Quinn"
"Scusami, ma credo di aver perso il filo del discorso. Perché questo paragone
 con Quinn adesso?"
"Ho visto come.. come gli sei stato vicino in questo periodo.. e come avete
 legato.."
"E con questo? Tu.. tu pensi che ci sia qualcosa tra me e Quinn? E' assurdo"
"No, non in quel senso.. ma.. io non potrò mai essere come lui"
"E chi te l'ha chiesto?"
"Io non sono dolce, e non sono affettuoso, e non riesco a.. non sono fatto
 per essere un fidanzato"
"Ma chi ti dice che essere un fidanzato significhi questo? Io adoro Quinn, ok?
 Ma se avessi voluto qualcuno come lui me lo sarei trovato. Io non voglio
 questo. Voglio il ragazzo che mi fa ridere, e che non può evitare di mettere una
 parolaccia ogni due parole normali, e che parla solo per volgarità e allusioni
 sessuali. Io rivoglio questo.."
"Io non so.."
"Sai che cosa mi fa incazzare? Io non ti ho mai chiesto un cazzo. Non ti ho
 chiesto di essere un fidanzato, non ti ho chiesto di essere un bel niente"
"Tu non capisci"
"Cosa? Cos'é che non capisco?"
"Io le volevo quelle cazzo di cose.. tu..  tu mi fai volere delle cose a cui non
 ho neanche mai pensato prima.. e questo.."
"Dillo cristo.. dillo"
"Mi spaventa"

Bert aveva abbassato la testa, perché non voleva guardare Matt dopo aver
detto quella cosa.
Probabilmente l'altro non avrebbe capito, ma non c'era niente di più difficile
per lui che ammettere di avere paura.
Non aveva alzato la testa neanche quando Matt aveva ricominciato a parlare,
aveva solo ascoltato le sue parole ed il tono ancora ostile con il quale le stava
pronunciando.

"E allora perché non me l'hai detto e basta? Perché hai dovuto trattarmi di merda?"
"Non lo so.."
"Che diavolo significa non lo so?"
"Non lo so ok? So solo che mi sono svegliato una mattina e.."
"E cosa?"
"Io non ho mai.. avuto un vero ragazzo, e mi andava bene così perché non volevo
 essere di nessuno. E poi sei arrivato tu ed io ho realizzato che effettivamente non
 ero di nessuno, e che allo stesso tempo proprio per questo non avevo niente.
 Mi sono svegliato una cazzo di mattina e mi sono reso conto che mi ero.. che mi
 ero innamorato di te così.. in fretta.  Ho avuto paura, e non te l'ho detto perché
 non mi piace che le persone mi vedano così, che conoscano questa parte di me"
"Io non sono tutte le persone"
"Non volevo che tu mi vedessi così"

Matt era rimasto in silenzio per un attimo, come per soppesare tutto quello che
l'altro gli aveva detto.
Come per mettere ordine nella sua testa ed in quella sfilza di parole che erano
uscite tutte insieme senza che Bert riprendesse neanche fiato.
Il più piccolo non aveva detto altro, ed aveva preso il silenzio di Matt come il
segno che non credesse a quello che gli stava dicendo.
Quando l'aveva sentito sedersi accanto a lui aveva continuato a tenere la testa
bassa, l'aveva alzata soltanto quando Matt gli aveva chiesto di guardarlo, ed
il suo tono di voce era completamente cambiato.

"Là fuori tu puoi essere quello che vuoi, quello che decidi. Strafottente, stronzo,
 sarcastico.. quello che vuoi. Ma qua dentro.. con me, non c'è bisogno.
 Tu puoi essere spaventato se é quello che senti.. è okay. Capisci quello che
 sto dicendo?"

Il più piccolo non aveva risposto, si era semplicemente limitato ad annuire

Si sentiva stupidamente esposto durante quella conversazione, e probabilmente
non si era mai aperto con nessuno in quel modo, eccetto che con Quinn.
Matt gli aveva incasinato ogni fottuta cosa, e tutte le regole che si era sempre dato.
Sapeva anche di non avergli detto tutto quello che avrebbe dovuto, ma si sentiva
già fin troppo scoperto, quasi scorticato.
E Matt l'aveva capito, e non aveva chiesto altro.
C'erano ancora delle cose che non gli erano chiare, soprattutto quello strano paragone con
Quinn, quella strana reazione, forse troppo eccessiva, alla rottura del biondino e Padge, ma ci sarebbero arrivati.
Aveva visto lo sforzo di Bert nel dire tutte quelle cose anche attraverso
la rabbia che sentiva.
Aveva detto abbastanza per il momento.

"Questo vuol dire che é tutto ok?"
"Non sei per niente un tipo sveglio"
"Fanculo"

Bert si era sporto per baciarlo, facendo scontrare le loro fronti guadagnandosi
un'imprecazione tra i denti.
Matt l'aveva comunque tenuto vicino a sè, inclinando la testa di lato per non
beccarsi un'altra botta, e baciarlo come si doveva.
Gli aveva infilato poco delicatamente entrambe le mani tra i capelli, tirandoli
leggermente mentre gli infilava la lingua in bocca con tutta la veemenza
che gli riuscisse.
Si erano staccati solo per non rischiare di morire soffocati, ma Matt non
aveva lasciato andare i suoi capelli, così erano rimasti con le facce attaccate.

"Per la cronaca McCracken, sei proprio un idiota"

Bert aveva sorriso contro le sue labbra, passandoci leggermente la lingua
sopra, tanto per provocarlo un pochino.

"Mi mancava sentirtelo dire"
"E a me mancava dirtelo"
"Gesù, adesso non diventare sdolcinato per piacere"

Matt aveva scosso la testa, con un'espressione vagamente diabolica sul viso
e se l'era trascinato addosso di peso, guadagnandosi un paio di insulti nel tragitto.
Il più grande aveva sorriso, perché era proprio quello il Bert che gli mancava.

"Sei fine come un convegno di scaricatori di porto"
"Gli scaricatori di porto fanno i convegni?"
"Bert potresti focalizzare per cortesia?"

Matt gli aveva fatto un cenno, tanto perché notasse la posizione in cui si
trovavano, e che non era veramente il caso di disquisire su cose senza senso
in quel momento

"Che stai facendo?"
"Hai detto che non devo essere sdolcinato, trovo un'alternativa."
"E quale sarebbe?"
"Potrei scoparti fino a che non mi chiederai di smettere"
"Grazie a Dio, finalmente delle parole che mi piacciono"

Matt aveva ridacchiato, spostando le mani dalla schiena al sedere dell'altro
e tirandolo più che poteva verso di sé per fare in modo che  i loro bacini
fossero completamente attaccati
Aveva tirato i capelli di Bert verso il basso, chinandogli la testa per poterlo
baciare a dovere.
Il più piccolo aveva sentito l'erezione di Matt premere contro di sé, e gli aveva
sorriso sulle labbra

"A quanto pare ti sono mancato mmh?"
"Stai parlando troppo"

Il moro l'aveva spinto per farlo alzare, e ci era mancato poco che lo facesse
cadere col sedere per terra.
Bert l'aveva guardato confuso, e l'altro gli aveva sorriso inclinando leggermente
la testa

"Spogliati per me"
"Tipo streap-tease?"
"Beh se vuoi farmi anche un balletto sexy io ci sto"

Bert si era girato di spalle, scuotendo un pò il sedere a destra e sinistra mentre
si sfilava la felpa e la t-shirt al di sotto, poi si era rigirato ed aveva continuato
a muoversi mentre si sbottonava i jeans e scalciava via le scarpe.
Matt aveva riso guardandolo, sistemandosi meglio per godersi quella specie
di spettacolino improvvisato.

"Sei proprio negato"
"Come ti permetti? Vediamo se riesco a farti cambiare idea"

Il più piccolo aveva fatto scendere i boxer neri giù per le sue gambe
lasciando che Matt vedesse che era eccitato anche lui.
Il più grande gli aveva lanciato uno sguardo lascivo e un pò divertito, prima
di alzarsi

"Ritiro tutto, sei un grande ballerino"
"Sapevo che ti avrei convinto"

Matt si era scansato non appena Bert aveva provato a baciarlo, ed aveva
fatto qualche passo indietro per togliersi a sua volta i vestiti.
Il moretto era rimasto immobile a guardarlo, adesso era il suo turno guardarsi
uno spettacolo.
Un paio di minuti dopo anche Matt era nudo, e cazzo era veramente uno
spettacolo senza vestiti addosso.
Bert si era avvicinato ancora per baciarlo, e l'altro gliel'aveva lasciato fare
soltanto per un attimo, prima di prenderlo per i polsi e girarlo di spalle.

"I tuoi modi rudi mi mancavano"

Matt aveva ridacchiato del tono insolente dell'altro, e l'aveva spinto fino
al divanetto perché vi si poggiasse con le ginocchia.
Aveva fatto lo stesso, facendo aderire completamente il suo corpo a quello
del più piccolo, e si era guadagnato un gemito.
Non avrebbe potuto aspettare un fottuto minuto di più, perché non
riusciva a mantenere il controllo in nessun modo con Bert.
Si era aggrappato alla spalliera del divano, spingendosi nel corpo dell'altro
senza tante cerimonie, mentre Bert portava le mani all'indietro per
toccare Matt, per portarselo ancora più vicino.
Aveva soffiato via il nome del più grande mentre Matt cominciava istantaneamente
a muoversi, subito dopo essere entrato dentro di lui, ed aveva abbassato la testa e chiuso gli occhi.
Anche il più grande aveva chiuso gli occhi, sforzandosi di restare silenzioso
per godersi i gemiti del più piccolo, di minuto in minuto più alti di volume.

"Matt cazzo, si.. ti prego..forte.."

Bert lo teneva con entrambe le mani sulla vita per non piegarsi in avanti
ed adattare i suoi movimenti e renderli sincroni a quelli del moro dietro di lui.
Anche il più piccolo si era zittito quando aveva sentito l'orgasmo salire
progressivamente nel suo corpo, e non riusciva ad impedirsi di tremare senza
controllo.
La stanza era diventata completamente silenziosa, fatta eccezione per i
loro respiri pesanti
L'aveva sentito venire prima ancora che l'altro lo facesse davvero, perché
tutti i suoi muscoli si erano stretti intorno a lui facendogli stringere più forte
le mani sulla spalliera del divano.

"Dio Matt.."

Era l'unica cosa che Matt gli aveva sentito dire, prima che anche che tutto il
suo fottuto mondo diventasse improvvisamente nero.
Non aveva avuto la forza di dire il nome di Bert, ma ce l'aveva sulla lingua, come
se l'avesse detto.
Quando aveva avuto la forza di riaprire gli occhi il suo petto era ancora
attaccato alla schiena di Bert, poteva sentirla alzarsi e abbassarsi
contro di lui.
Si era spostato perché l'altro potesse mettersi in una posizione un pò
più comoda, e si era seduto accanto a lui, tutti e due ancora nudi.
Il più piccolo era stranamente quieto, ma Matt aveva semplicemente
dedotto che fosse stanco, esattamente come lui.
Erano rimasti in silenzio ancora qualche minuto prima che Bert iniziasse
a rivestirsi

"Dovrei tornare a casa"
"Noo"

Matt l'aveva trattenuto per un polso, e Bert aveva sorriso leggermente
guardandolo, e si era chinato a baciarlo per un secondo.

"Non pensarlo"
"Cosa?"
"Stai pensando che se esco da quella porta cambierà tutto un'altra
 volta, che cambierò di nuovo idea. Non pensarlo, ok?"
"Ok.."
"Facciamo così.. ora me ne vado, faccio il tragitto fino a casa e ti
 chiamo quando arrivo, così ti rendi conto che non é cambiato niente
 anche se sono uscito di qui"
"E' un'idiozia Bert"
"Ma aspetterai la mia telefonata lo stesso, é così?"
"Si"

Aveva guardato Bert uscire ed aveva pensato che non aveva voglia
di rivestirsi e salire in casa, così si era disteso completamente sul
divanetto, recuperando soltanto il cellulare dalla tasca dei jeans.





Dopo la conversazione con Jay, se così si poteva chiamare, ed aver
parlato con Matt, Padge se n'era tornato a casa.
Si era disteso sul suo letto senza nemmeno togliersi le scarpe, cercando
di pensare con lucidità a tutto quello che stava succedendo.
Le ultime settimane erano state così dense di avvenimenti che la sua
testa non riusciva a stare dietro a tutto, principalmente perché si sentiva
troppo stanco.
Era esausto in realtà, si sentiva sempre come se camminasse sul filo
di un rasoio, e gli sembrava sempre di fare la scelta sbagliata.
L'unica cosa che sapeva in quel momento era che non poteva più
tollerare di affrontare quella situazione, non in quel modo.
Una qualche eco nella sua mente gli diceva che prima di fare avrebbe
dovuto chiamare Matt prima di decidere qualsiasi cosa, date le ultime
conseguenze, ma non poteva più aspettare.
Si era alzato di scatto appena qualche minuto dopo essersi disteso, ed
aveva nuovamente indossato la felpa e recuperato le chiavi della macchina.
Dieci minuti dopo era davanti casa di Quinn.
Era rimasto per un attimo a guardare l'edificio, ci aveva passato tanto
di quel tempo che conosceva a memoria i turni di lavoro della madre del
biondino, e sapeva perfettamente che il lunedì sera era a lavoro.
Era sceso dall'auto senza restare troppo a pensarci, perché aveva paura
che se l'avesse fatto avrebbe cambiato idea.






Quinn si era alzato dal divano contro voglia quando aveva sentito il
campanello della porta suonare, pensando che sicuramente era Bert
che passava a fare uno dei suoi controlli per vedere se stesse bene.
Non era preparato a trovarsi di fronte Padge, e quando l'aveva visto
la sua testa aveva iniziato a pensare diecimila cose al secondo senza
che potesse realmente focalizzare la sua attenzione.
Dentro di sé aveva questa idea fissa, anzi, era una dannata certezza.
Lui sapeva che Padge era andato lì per chiudere definitivamente con
lui, per dirgli che le cose non sarebbero cambiate, che non sarebbero
mai tornate apposto.
Lui sapeva che era così, e quella consapevolezza gli aveva portato via
il fiato per il dolore.
Si era sentito così perso che l'unica cosa che era riuscito a fare era
stata partire all'attacco, per non venire completamente seppellito
da quello che sentiva.
Doveva proteggersi, a cadere in pezzi per il male che faceva ci avrebbe
pensato poi.
Da solo, come sempre.

"Mi pareva di aver capito che non volevi più sentirmi nè vedermi.. che
 sei venuto a fare?"

Padge aveva spalancato leggermente gli occhi, completamente shoccato
da quella reazione che non si aspettava, e che onestamente non aveva
nessuna ragione d'essere.
Era lui quello che avrebbe dovuto essere incazzato, e adesso non poteva
credere di trovarsi in quella situazione assurda, mentre ascoltava quel tono
ostile senza poter evitare di restare senza parole.
Gli sembrava di essere in una specie di mondo al contrario.
Aveva guardato Quinn per un secondo, senza sapere bene cosa dire

"Questo é.. ho sbagliato, non sarei dovuto venire"

Si era voltato dandogli le spalle ed aveva preso a camminare velocemente
verso la sua macchina, non abbastanza velocemente da non sentire
le parole di Quinn, in ogni caso.

"Avevo ragione io.. te ne stai andando anche tu.."

Il moro era rimasto fermo nel bel mezzo della strada, vagamente incredulo
di quello che aveva appena sentito, appena qualche secondo prima di
voltarsi nuovamente e ritornare indietro.
Aveva raggiunto la porta ed aveva dato una leggera spinta al biondino
per farlo arretrare in casa e entrare a sua volta.
Aveva visto il più piccolo spalancare leggermente gli occhi meravigliato ma
si era limitato ad ignorarlo.
Non si era mai sentito tanto incazzato in vita sua, e adesso era arrivato
il momento di tirare fuori tutto

"Tu.. tu stai davvero dicendo questo a me?"
"A chi dovrei dirlo?"
"Sei tu quello che hai sbagliato tra noi, io vengo qui per parlarne e tu
 ti comporti così, come se fossi la vittima? Lo sai Quinn, nell'ultimo mese ho
 sopportato ogni cosa da te, ogni stupida fissazione, ogni paranoia
 insensata, e ogni fottuto sbalzo di umore, e solo perché pensavo che prima
 o poi ti saresti calmato, che prima o poi ti saresti reso conto che potevi fidarti
 di me. Ma io non c'entro niente, é così? Non riguarda me. Solo adesso l'ho
 capito.. tu sei contento di rimanere solo"
"Non é vero.. Io non.. non voglio restare da solo"
"Si invece. Tu vuoi che le persone se ne vadano, così puoi rannicchiarti nella
 tua casetta e dare tutta la colpa al mondo. Puoi piangerti addosso su quanto
 tutti siano cattivi, puoi dire a te stesso che le persone ti lasciano sempre, così
 non devi affrontarle per davvero"

Il biondino era rimasto in silenzio, gli occhi ancora più spalancati di poco
prima, mentre ascoltava Padge pronunciare quelle parole arrabbiate una
dopo l'altra senza nemmeno riprendere fiato.
Aveva cercato qualcosa da dire, qualcosa che smentisse quello che l'altro
stava dicendo, ma non era riuscito per davvero a formulare una frase
in qualche modo sensata, aveva soltanto abbassato la testa per non incontrare
gli occhi di Padge, ed  il moro aveva continuato a parlare
 
"Ma sai cosa c'é Quinn? Qualsiasi cosa ti sia successa in passato non é una
 giustificazione, il fatto che una persona ti abbia lasciato senza motivo non
 significa che lo faranno tutti.. Io sono ancora qua, questo deve pur valere
 qualcosa per te.. Io non vado proprio da nessuna cazzo di parte, nonostante
 credimi, tu non te lo sia meritato proprio per nulla"

Quinn aveva alzato la testa a quelle parole, ma aveva impiegato qualche
secondo per rendersi realmente conto di quello che l'altro aveva appena detto.
Sarebbe rimasto con lui?
Il biondino aveva sentito una fortissima voglia di mettersi a piangere in quel
momento.
L'aveva fissato negli occhi di quello strano colore, che lo osservavano ancora
duri ed arrabbiati, per assicurarsi di aver capito bene.

"Tu.. tu sei venuto per restare?"
"Non lo so, questo dipende da te. Tu vuoi che io resti?"
"Certo che lo voglio Padge.. io.. io ti amo"
"Questo non é abbastanza Quinn, se davvero vuoi che torniamo insieme
 sappi che lo faremo a modo mio"
"Che significa?"
"Significa niente più stronzate, niente più tragedie inutili e niente più scenate.
 E significa anche niente più fottuti esami da superare. Quel tuo comportamento
 assurdo finisce adesso, chiaro?"

Il biondino aveva assentito con forza con la testa, ed aveva fatto qualche
passo avanti per potersi finalmente avvicinare.
Da quanto cazzo erano lontani? Quinn non riusciva più a collocare le cose
nel tempo da quando se n'era andato, sapeva solo che gli sembravano mesi.

E adesso voleva solo toccarlo, voleva solo che lo abbracciasse.
Ma Padge aveva bloccato il suo movimento mettendogli una mano sul petto
perché non si avvicinasse e scuotendo leggermente la testa.

"Non ho ancora finito"
"Va bene.."
"Voglio chiudere la faccenda di Jay una volta per tutte, e sia ben chiaro che
 questa é l'ultima volta che toccheremo quest'argomento, perché questo tuo
 continuo ritornarci su mi fa soltanto male, e non per il motivo che pensi tu, ma
 semplicemente perché é uno dei miei migliori amici, e sta soffrendo per colpa
 mia. Jay é innamorato di me, si é vero, ma questo non significa niente. Non
 dovrebbe significare nulla per noi. Lui ha dei sentimenti che io non ricambio,
 questo é tutto. E mi aspetto, come tuo ragazzo, che tu creda ad ogni parola
 che io ti dico, perché io posso aver fatto tanti errori all'inizio, ma sono sempre
 stato onesto con te. Il minimo che tu possa fare é accordarmi un pò di
 fiducia, perché credo di essermela meritata"
"Ho capito.. mi dispiace Padge.. io"
"Non voglio scuse Quinn, voglio un cambiamento. Pensa a quello che ti ho
 detto e decidi cosa fare"

Padge gli aveva dato un'ultima occhiata prima di girarsi per uscire dalla
porta, ma la voce di Quinn l'aveva fermato.
Aveva così paura che se ne andasse, che uscisse da quella porta, e desiderava
soltanto che le cose tornassero come prima.

Padge gli mancava così tanto che non riusciva più a fare nulla, non aveva
più voglia di fare nulla da quando se n'era andato.
Non voleva stare lontano da lui neanche un secondo di più.

"Non ho bisogno di pensarci.."
"Invece si, devi pensarci attentamente, perché se succede un'altra cosa
 del genere io me ne vado per davvero, e sarà stata solo colpa tua"
"Ti prego Padge.. resta.. non devo pensarci, io voglio solo stare con te"
"Okay"

Il moro aveva accompagnato quella parola annuendo con un piccolo gesto
del capo, poi entrambi erano rimasti fermi, solo a guardarsi per qualche
momento.
Quinn voleva davvero che quella distanza finisse, voleva tanto avvicinarsi, ma
aveva paura perché l'altro non si era mosso neanche di un millimetro verso di lui.

"Posso.. posso venire lì?"
"Si"

Il biondino si era avvicinato incerto, mentre l'altro restava immobile, e l'aveva
abbracciato.
L'odore di Padge gli aveva riempito il naso, ed era così tanto tempo che non
lo sentiva che gli si erano riempiti gli occhi di lacrime.
Il moro ci aveva messo qualche secondo in più a ricambiare quell'abbraccio.





Matt non si era accorto di essere così stanco finché non aveva sentito il
telefono squillare e si era reso conto di essersi appisolato.
Aveva aperto lo sportellino per rispondere senza guardare chi fosse, tanto
sapeva che era Bert.
Si era sistemato meglio sul divano, portando un braccio dietro la testa per
stare più comodo.
Iniziava a fare freddo nel garage, e lui era nudo, ma non ci aveva fatto
caso più di tanto.
La voce irriverente e canzonatoria di Bert aveva riempito l'apparecchio

"Hey, sono sano e salvo. E non ho cambiato idea"
"Sei sano ma per niente simpatico"

L'aveva sentito ridacchiare dall'altro capo della cornetta ed aveva sorriso
leggermente, la risata di Bert gli faceva sempre quell'effetto.

"Sei in camera?"
"Ancora in garage, mi ero addormentato"
"Nudo?"
"Piantala di fare il pervertito. Tu sei in camera?"
"No, in macchina sotto casa. Non volevo svegliare i miei. Sei tranquillo adesso?"
"Si, sto bene. Grazie. Ci vediamo domattina?"
"Certo"
"Ok.. buona notte"
"Matt non chiudere.."

Il più grande si era ritrovato ad alzarsi per mettersi seduto, preoccupato.
Non capiva quell'improvviso cambiamento di tono, il nervosismo, forse
anche la paura nella voce di Bert.

"Che succede?"
"Io.. ci sono delle cose che voglio dirti.. e siccome sono un vigliacco te lo
 dico per telefono.. vuoi ascoltarmi?"
"Certo che si"
"Io.. io ho preso delle droghe.."
"Adesso?"
"No. No.. un pò di tempo fà"
"Di che droghe stiamo parlando?"
"Faccio prima a dirti di quali non stiamo parlando"
"Oh.. ma.. adesso non lo fai più, no?"
"No.. Ma.. non era esattamente questo il punto a cui volevo arrivare"
"Okay ti ascolto.."
"I miei.. loro non sanno come sono, cosa sono"
"Che significa?"
"Voglio dire.. gay. In realtà loro lo sanno, ma fanno finta che questa cosa
 non esista.. e.. io so che mi amano, ok? ma all'inizio questa cosa mi faceva
 impazzire.. e ho passato un brutto periodo, prendendo qualsiasi droga
 riuscissi a trovare"
"Perché me lo stai dicendo?"
"Per farti capire una cosa.."
"Continua"
"Quinn.. lui.. in quel periodo é stato.. lui mi ha salvato da me stesso, ogni
 singola volta.. ed io mi sento così.. stupido, perché adesso che é lui ad
 aver bisogno di essere salvato da sè io non ci riesco.. non sono capace"

La voce di Bert si era leggermente incrinata, ed a Matt aveva fatto uno
strano effetto sentirlo così, sul punto di piangere.
Non l'aveva mai sentito in quel modo, neanche poco prima, quando lui e
Bert avevano parlato nel suo garage.
Solo in quel momento si rendeva conto di quanto poco lo conoscesse, eppure
sapeva esattamente dove quel discordo apparentemente sconclusionato
volesse arrivare.

Capiva quello che Bert stava cercando di dirgli.
Gli stava dando il tassello mancante, quello che Matt non era riuscito a capire
quando si erano chiariti qualche ora prima.
Ora capiva quel suo mettersi a confronto con biondino, e capiva che non
aveva a che fare con lui, era qualcosa che riguardava solo Bert.
Gli stava mostrando quella che secondo lui era la sua debolezza più grande.
Si stava mostrando esattamente per quello che era, per provargli che l'aveva
fatto entrare, che faceva sul serio con lui.


"E' per questo che la faccenda di Quinn e Padge ti ha sconvolto tanto.. per
 questo quello strano paragone con Quinn?"
"Si.. io.. non sono come lui, io non riesco a fare per lui quello che lui ha
 fatto per me"
"Vorrei che tu me l'avessi detto di persona"
"Perché?"
"Perché se tu fossi qui adesso potrei abbracciarti"

Bert era rimasto in silenzio, e Matt non aveva parlato, lasciando che si prendesse
il suo tempo per calmarsi.
Il più piccolo si era sentito stranamente confortato dal fatto che il moro fosse
dall'altro capo del telefono, anche se non diceva nulla.
Era una strana sensazione di abbandono, che non aveva provato mai con
nessuno eccetto che con Quinn.

"Adesso vorrei anche io avertelo detto di persona"
"Basta che tu dica una parola ed io vengo là"

E non l'aveva detto che aveva bisogno di quell'abbraccio, non apertamente, ma
mentre ascoltava quel silenzio dall'altro lato Matt aveva già poggiato il cellulare
tra la guancia e il collo e stava recuperando i vestiti per indossarli.
Bert aveva detto di no, che non c'era bisogno che andasse da lui, ma il più
grande sapeva che si stava sforzando di dirlo, per non mostrarsi ancora più
debole in quel momento.

"Bert, ti ho già detto che non devi essere per forza forte con me"
"Io.. ok allora vieni.."
"Non muoverti"

Si era vestito in fretta, neanche con troppa attenzione, ed era risalito in
macchina, sperando che i suoi non si accorgessero che stava uscendo
di nuovo.
Era notte fonda e le strade erano completamente deserte, così in pochi
minuti era arrivato davanti casa di Bert.
Era sceso dall'auto senza nemmeno prendersi la briga di chiuderla, ed
era salito in quella dell'altro.
Non aveva detto nulla, si era limitato a sedersi accanto a lui e prenderlo
tra le braccia.
Era una strana sensazione sentirlo così vulnerabile, lo faceva sentire in
qualche modo responsabile per la persona che stava accanto a sé.

Quei momenti così intimi non capitavano con chiunque, portava il loro
rapporto ad un livello completamente differente.
L'aveva sentito parlare direttamente contro di lui, col viso affondato
nella felpa di Matt.

"Mi sento molto stupido ad averti fatto venire fin qui. Io sto bene, e tu
 dovresti tornare a casa e dormire, domani abbiamo scuola.. e.."

Matt l'aveva interrotto, tagliando di netto quella valanga di parole che
uscivano dalla sua bocca nervose.
L'aveva allontanato leggermente da sé per poterlo guardare, ma principalmente
perché Bert lo guardasse.

"Io ti amo.. non te l'avevo detto prima, giusto?"

L'aveva detto con tranquillità, come se avesse detto di aver dimenticato
il latte o qualcosa di simile.
L'aveva sempre pensato che lui e Bert fossero molto simili, ed adesso ne
aveva l'assoluta certezza.
Capiva perfettamente la riluttanza dell'altro nel mostrarsi in un momento
di fragilità come quello, perché lui faceva esattamente lo stesso.
Aveva dovuto sbronzarsi per riuscire per davvero ad ammettere con Padge
quanto stava male.
Il più piccolo l'aveva guardato, ed aveva semplicemente annuito un pò sorpreso.
Era stato un periodo strano, pieno di molte cose.
Si era reso conto di essersi innamorato di Matt, ed era stato come se una bomba
gli fosse esplosa tra le mani
, a questo si era aggiunto il senso
di colpa nei confronti di Quinn, perché non riusciva ad aiutarlo, ed in qualche
modo perché lui adesso poteva avere quello che il biondino aveva perso.
Lui poteva essere felice, e Quinn non poteva.
Gli sembrava di non meritarsi quello che gli stava succedendo, non quanto
lo meritasse Quinn.
Aveva sbroccato, completamente, e non era esattamente famoso per
reagire in maniera lucida nei momenti di crisi.
Non si era mai realmente soffermato a pensare che forse anche Matt
dall'altra parte era innamorato di lui.
E adesso che glielo stava dicendo si sentiva un pò stupido a non averci pensato.

"Adesso non cominciare a pensare a me così"
"Come così?"
"Come un debole"
"L'unica cosa che penso é che sei un idiota"

Bert si era spostato leggermente da lui ancora un pò. incrociando le braccia
davanti al corpo ed inclinando leggermente la testa.
Matt aveva sorriso, perché poteva vederlo dai suoi occhi che il momento
era passato, che stava meglio.

"Lo sai riflettevo su una cosa"
"Non mi pare una frase incoraggiante"
"Fottiti"
"La riflessione era?"
"La prima volta che abbiamo scopato mi hai riso in faccia subito dopo, adesso
 mi dici ti amo, e poi mi dai dell'idiota subito dopo. Pensandoci questa storia
 tra noi fa schifo"

Matt aveva ridacchiato, dandogli un leggero colpetto dietro la nuca perché
la smettesse di dire idiozie, e Bert l'aveva baciato in risposta, forzandolo
verso di sé tirandogli leggermente i capelli scuri.

"Grazie di essere venuto"
"Questa é una di quelle cose che non dovrai mai dire, é scontato che io
 lo faccia"
"Non così scontato per me"

Erano rimasti in quella macchina, tutta la notte.




Padge era rimasto a casa di Quinn quella notte.
Il biondino gliel'aveva chiesto, e si erano semplicemente stesi l'uno accanto
all'altro, su quel letto dove avevano passato tante notti.
Quinn era così stanco, gli sembrava di non dormire da una vita intera, e adesso
con l'odore di Padge di nuovo intorno a lui si era addormentato quasi immediatamente.
Il moro era rimasto sveglio invece, per quanto si fosse sforzato non era
riuscito a chiudere occhio.
Una parte di sé si sentiva come se finalmente fosse tornato nel posto dove
doveva essere, e poi c'era qualcos'altro, un'altra parte di sé.
Non era stato come le altre notti passate insieme, e Padge aveva trascorso
tutte quelle ore di buio chiedendosi se si sarebbero mai sentito come prima.






Rieccomi girls, finalmente sono tornata!
Come sempre vi ringrazio delle bellissime recensioni! Vi amo!

Yuki_Frehley: Grazie mille, sono contenta che la scena del 'ti amo' ti sia
piaciuta, ci tenevo molto!
Povero Jay, non sei l'unica ad odiarlo, la coppia Padge/Quinn piace! xD

Friem: Salve! Hai proprio ragione, Padge é una mente diabolica, ma voleva
fare qualcosa per il suo amico, anche se in modo molto contorto xD
Dai alla fine Matt ha chiesto le spiegazioni che doveva, non ha ceduto
proprio subito xD Ma come si fa a resistere a Bert?
Che ne pensi della 'riappacificazione' tra il biondino e Padge?

ColdBlood: Honey, sapevo che avresti amato il cazziatone di Padge! Ogni
tanto bisogna sgridarlo in nostro Bert! xD
E si scopre cosa successe tra Padge e Quinn, come la vedi? Previsioni?
Jay.. beh Jay avrà il suo spazio nella storia, don't worry! xD

Crazy_Me
: ahah mi odi Quinn, ma io non odio te dai xD, é comprensibile,
il biondino sta facendo l'idiota. Ma qua c'è un chiarimento, che ne pensi?
Ancora tifi per Jay eh? ci scommetto! Non preoccuparti, avrà la sua parte! xD

ErisValentine: Tesoro, nonostante le catastrofiche previsioni Padge e Quinn
hanno chiarito.. che ne dici?
Dai Padge ha maltrattato Jason per una buona ragione, non ti arrabbiare
con lui (*-*) e poi non avevamo detto che Matt non é buono a dare
consigli? xD
Nuovo OTP? Addirittura? Come li chiamiamo? Mert? Batt? xDDD
Anche quei due si sono chiariti.. non te li ho sfasciati, visto? xD

Jessromance: Salve! ahah Bert che dice ti amo deve fare una certa impressione
in effetti xD Padge sotto pressione fa cavolate, si é capito oramai! xD
E Jason.. ho grandi piani per lui.. vedrai! xD

Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** In Burst and Bloom ***


Allora girls! Rieccomi tornata, ho fatto presto eh?!
Allora.. qui ha inizio la sorpresa di cui parlavo nello scorso
capitolo. Ci sarà una new entry nella storia!! Qua si accenna solo, apparirà
davvero solo nel prossimo capitolo..
Vediamo se indovinate chi potrebbe essere.. idee? xD




In Burst and Bloom






Quinn aveva aperto gli occhi soltanto la mattina dopo, molto presto, ma
quando aveva allungato il braccio sul letto l'aveva trovato vuoto.
Per un attimo era andato nel panico, pensando che l'altro se ne fosse andato.
Gli si era stretto lo stomaco a quel pensiero, e soprattutto al fatto che si fosse
svegliato ancora una volta da solo.
Si era messo a sedere con gli occhi bene aperti, per cercare di cogliere un
qualsiasi rumore rassicurante, e si era rilassato solo quando aveva sentito l'acqua
nel bagno, sospirando di sollievo.
Padge era rientrato nella stanza appena qualche minuto dopo, guardandosi
intorno alla ricerca del cellulare e delle chiavi.
Non si era realmente accorto che il biondino fosse sveglio finché non l'aveva
sentito chiamare il suo nome.

"E' presto.. perché.. perché te ne vai?"
"Torno a casa a farmi una doccia ed a cambiarmi i vestiti prima di scuola"
"Puoi farla qui la doccia"
"No. Non ho i vestiti di ricambio"

Quinn l'aveva osservato in silenzio, dato che l'altro non sembrava intenzionato
a prestargli grande attanzione, mentre si sedeva sul bordo del letto per
allacciarsi le scarpe.
Ben lontano da lui, la sua mente lo aveva informato crudele, ma Quinn
aveva scacciato quel pensiero.
Aveva pensato di avvicinarsi, perché davvero, aveva un bisogno disperato
che Padge lo abbracciasse.
Ma prima ancora di poterlo fare l'altro si era già rimesso in piedi.

"E' presto.. dormi ancora un pò"
"Ok.. Allora ci.. ci vediamo a scuola?"
"Si, o posso passare a prenderti. Scegli tu, quello che decidi va bene"


Padge aveva parlato in maniera sbrigativa, o così gli era sembrato, mentre si
infilava la felpa e faceva scivolare il telefono in tasca, come se in realtà non
gli importasse poi molto della decisione che l'altro avrebbe preso.
Gli aveva fatto stupidamente male, ma il più piccolo non aveva detto nulla, perché
aveva promesso niente più paranoie.
Ma la sua mente non aveva potuto fare a meno di notare che Padge non si era
neanche avvicinato per salutarlo, si era semplicemente limitato ad un cenno del capo.
E che neanche una volta, in quelle ore che avevano passato di nuovo insieme, il
moro aveva provato a baciarlo.
Non un singolo innocente bacio.






Jay era arrivato a scuola prestissimo, così presto che l'ingresso principale dell'edificio
era ancora chiuso.
Aveva potuto solo entrare nel cortile, ed aveva preso posto su uno dei tavolini
all'esterno.
Avrebbe preferito restarsene a casa, ma aveva terminato le scuse da rifilare ai
suoi genitori, e comunque farsi bocciare per le troppe assenza non gli sembrava
esattamente una buona idea.
Sperava solo che aprissero le porte prima che i suoi amici arrivassero, perché non
si sentiva esattamente in grado di affrontare nessuno di loro.
E sicuramente non Padge.
Non era stato fortunato però, perché non ci era voluto molto prima che sentisse qualcuno chiamare il suo nome.
Sapeva che era Moose prima ancora di girarsi, e comunque quasi sicuramente non
era un caso dato che fosse lì così presto visto che non aveva risposto a nessuna
delle sue telefonate.
Probabilmente era andato lì prima proprio per cercarlo.
Aveva aspettato fermo che l'amico si avvicinasse, consapevole che comunque non poteva evitarlo per sempre.


"Così sei vivo, buono a sapersi"
"Già.. scusa. Sono stato un pò.."
"A pezzi?"
"No io.. é solo un periodo così.."
"Guarda che so esattamente cosa sta succedendo"

Jay l'aveva osservato leggermente sorpreso, mentre Moose aspettava che l'altro
dicesse una qualsiasi cosa.
Chiuso nel suo mondo come era stato in quel periodo non aveva pensato che
fosse così evidente, che tutti sapessero.
Quella era proprio la situazione che avrebbe voluto evitare.
Non gli andava di spiegare all'ennesima persona come si sentisse un idiota, e
quanto male facesse quella situazione.
Ma Moose era un amico, sapeva che non l'avrebbe giudicato.


"Chi te l'ha detto? Matt?.. o.. Padge?"
"Nessuno mi ha detto un accidenti"
"Allora come lo sai?"
"Ti conosco Jason, pensavi davvero che non me ne fossi accorto? Potevi
 dirmelo sai, ti sarei stato vicino"
"Lo so, solo che.. non avevo molta voglia di parlarne"
"Come ti senti adesso?"
"Come se fossi stato rifiutato dal ragazzo che amo, e anche dal mio
 miglior amico"

La tristezza con la quale aveva pronunciato quella frase per un attimo
aveva lasciato Moose senza parole da dire.
In quel momento guardando il suo amico d'infanzia si chiedeva se gli
fosse mai sembrato più piccolo e spaurito di così.

Si era risposto che no, non aveva mai visto Jason in quello stato, né aveva
mai avuto tanta voglia di abbracciarlo come in quel momento.


"Come sarebbe a dire?"
"Padge.. lui ha detto che questa cosa cambia tutto, che.. che non possiamo
 più essere amici"
"Cosa? Ma.. cazzo. Sono sicuro che l'ha detto in un momento di crisi, senza
 pensare"
"Non.. non farlo Moose. Non mi servono altre illusioni, quelle che avevo mi
 hanno già fatto abbastanza male"
"Dio.. mi dispiace.. io.. non posso crederci. C'è qualcosa che posso fare per te?"
"Si.. puoi eliminare Quinn"
"Jay.. lo sai che non é colpa sua.."
"Lo so, é solo che.. si é portato via tutto quanto Moose.. tutto"

Il più piccolo si era interrotto quando aveva sentito il suo tono incrinarsi, ed
aveva schiarito la voce perché l'altro non se ne accorgesse, inutilmente, tra l'altro.
Non c'era bisogno che sentisse la sua voce rotta per sapere quanto male doveva
sentirsi, gli bastava guardarlo negli occhi.
Moose gli aveva poggiato una mano sulla spalla, in silenzio.
Non c'era molto che potesse fare per lui, eccetto stargli vicino, se Jay glielo
avrebbe permesso.
Non si era mai trovato in una situazione del genere, e non poteva immaginare
esattamente quanto dovesse sentirsi di merda, ma la tristezza che gli leggeva
negli occhi rendeva abbastanza chiaro che era piuttosto grave.
Il più grande aveva sfilato due sigarette dal pacchetto e ne aveva porta una
a Jay, che aveva accettato con un mezzo sorriso di gratitudine.
La mano sinistra di Moose non si era mai staccata dalla sua spalla.







Padge aveva fermato la macchina sotto casa di Quinn intorno alle otto meno
un quarto, constatando stupito come un gesto che prima era così usuale
adesso gli sembrasse così strano.

Gli sembrava di vivere in un altro mondo, come se tutto quello che c'era
stato in passato fosse lontanissimo.
Troppo lontano forse?
Aveva suonato il clacson perché l'altro sapesse che era arrivato, ma non era
sceso dalla macchina per bussare alla porta.
Aveva semplicemente aspettato che il biondino lo raggiungesse.
Quinn era salito un pò incerto, guadagnandosi soltanto un cenno del capo
come saluto, e si era seduto al posto del passeggero con la testa abbassata.
Avevano trascorso l'intero viaggio nel più totale silenzio, il biondino si era
limitato a guardarlo di tanto in tanto, cercando un qualsiasi segno che Padge
fosse minimamente interessato alla sua presenza, ma l'altro non si era voltato
nemmeno una sola volta per incontrare il suo sguardo.
Come se non fosse lì.
Erano così distanti che Quinn non riusciva a credere a quello che stava succendendo.
Come erano arrivati a quel punto?
Il biondino aveva aspettato che la macchina si fermasse prima di richiamare
la sua attenzione.

"Padge.."
"Che c'é?"
"Stai.. va tutto bene?"
"Certo"
"Non hai detto neanche una parola"
"Forse non ho niente da dire"
"Sarà così da adesso in poi? Non mi parlerai neanche?"
"Ricominciamo con le paranoie?"
"No, io.. voglio solo sapere se é tutto ok"
"E' tutto ok"

Quinn aveva semplicemente annuito un pò triste, non perché ci credesse per
davvero, ma perché era chiaro che l'altro non aveva intenzione di parlargli.
Erano scesi in silenzio dall'auto, ed avevano camminato fino al cortile della scuola,
senza nemmeno sfiorarsi.
Quanto faceva male quella distanza? Quinn non avrebbe saputo dirlo.






Jay e Moose avevano fumato in silenzio, terminando la sigaretta quasi nello
stesso momento, ed il sapore acre del fumo aveva fatto in modo che il moretto
si rilassasse per un momento.
Ci era riuscito, almeno finché non aveva visto Padge e Quinn attraversare il
cancello, camminando l'uno accanto all'altro.
Si era sentito così male che per un attimo gli era mancato il fiato.
Era impallidito evidentemente, perché Moose l'aveva guardato preoccupato, prima
di seguire il suo sguardo e rendersi conto di quello che l'altro stava guardando.
Il più grande aveva imprecato tra i denti, perché cristo, quello era davvero un
tempismo di merda, ed aveva preso Jay per un braccio, portandolo lontano da
quella vista, fino all'interno della scuola che finalmente era aperta.
L'aveva trascinato fino ad uno dei bagni al primo piano, chiudendosi la porta alle
spalle ed osservando l'amico con apprensione.

"Stai..bene?"
"Hanno fatto in fretta a fare pace"
"Mi dispiace"
"Io.. non voglio parlarne"
"Hey, non escludermi un'altra volta, voglio aiutarti"
"Il fatto é che non puoi"
"Ascolta Jay, io so che.. che vederli insieme ti fa male, ma questo non
 cambia molto.. lo sai"
"E' questo Moose, questo fa più male. Sapere che se anche non ci fosse
 Quinn io non avrei comunque nessuna possibilità. Io non.. non vado bene"
"Questo non ha niente a che fare con te"
"Padge mi conosce meglio di chiunque altro, e se nemmeno per lui io sono
 abbastanza per chi potrei esserlo?"
"Ma che dici? Non é così! A volte le persone si innamorano, ed altre no.
 Questo non significa che tu non sia abbastanza, tu sei fantastico"
"Già.. come no.."
"Jay.."
"Io devo andare in classe"

Il più piccolo aveva aperto la porta prima che Moose potesse dire qualsiasi
altra cosa, ed aveva preso il corridoio, camminando velocemente per
raggiungere l'aula della sua prima lezione.
Aveva preso posto all'ultimo banco, sperando con tutte le sue forze che
nessuno lo chiamasse alla lavagna, perché le sue mani stavano tremando
davvero troppo.










Quinn aveva trascorso le ore di lezione in un altro mondo, così distratto
che non avrebbe saputo ripetere neanche una delle cose che erano
state spiegate durante quella giornata.
Avrebbe dovuto essere un gran giorno quello, per lui.
Avrebbe dovuto sentirsi sollevato, si, ma in realtà non era davvero convinto
che le cose fossero tornate apposto.
Anzi, era sicuro che non lo fossero.
Non aveva avuto modo di vedere Padge da quando erano arrivati insieme
quella mattina perché nessuno dei loro corsi combaciava quel giorno, almeno
fino all'ultima ora, quando aveva lasciato l'aula per dirigersi nel laboratorio.
Padge era già seduto quand'era entrato.
Di solito lo aspettava davanti alla porta, poggiato contro lo stipite, e sorrideva
appena quando lo vedeva arrivare.
Di solito.. ma non quella mattina.
Il biondino l'aveva raggiunto incerto, aspettando che il suo ragazzo si accorgesse
della sua presenza.
Poteva ancora chiamarlo così? Il suo ragazzo?

"Posso sedermi qui?"
"Devi chiederlo?"

Il tono di Padge era stato più brusco di quanto si aspettasse, ma aveva disperatamente
tentato di non registrare quell'informazione, ed aveva preso posto accanto a lui mentre
il laboratorio si riempiva progressivamente ed il professore raggiungeva l'interno dell'aula.
Padge era rimasto in silenzio, guardando davanti a sé senza nemmeno
rivolgere uno sguardo al biondino.
Quinn lo guardava invece.
Lo guardava esattamente nello stesso modo in cui lo faceva quel giorno
nello stesso laboratorio, come se fosse lontano ed irraggiungibile come
quando era iniziato tutto.
Come se adesso potesse solo osservarlo da lontano, come allora.
Come se non fosse suo, come allora.


Il professore aveva scritto qualcosa alla lavagna, ma nessuno dei due si
era nemmeno preso la briga di leggere cosa fosse.
Quinn troppo preso nei suoi pensieri, e Padge troppo preso a cercare di
non incontrare lo sguardo del biondino.
Il professore aveva parlato per qualche minuto di un compito, mentre l'aula
si riempiva di borbottii che i due ragazzi non avevano capito.
I due ragazzi si erano riscossi solo quando avevano sentito il professore
pronunciare i loro nomi.

"Padget, Allman. L'altra volta siete stati bravi, vi rimetto in coppia, e mi
 aspetto lo stesso risultato"

Entrambi avevano aperto leggermente la bocca, come se quella notizia
fosse davvero più grande di quello che era.
E forse era così, in quel momento.
In ogni caso, nessuno dei due aveva parlato.







Matt aveva sentito il cellulare vibrare nella tasca posteriore dei suoi jeans.
L'aveva tirato fuori facendo attenzione a non farsi beccare, altrimenti quello
stronzo del professore di Matematica gliel'avrebbe sequestrato.
Se l'era poggiato sulle gambe, per aprire la letterina lampeggiante e leggere
il messaggio di testo che gli era appena stato inviato.
Aveva sorriso tra sé e sé quando aveva letto il nome di Bert, ma il sorriso
gli era passato immediatamente quando aveva letto il seguito.
L'sms diceva soltanto 'ti aspetto nello sgabuzzino, é un'emergenza', senza
nessun'altra spiegazione.
Non era affatto un buon segno, ma proprio tipo, per niente.
Non aveva notizie di Padge, Quinn o Jay dal giorno prima, e Dio solo sapeva
cosa diavolo potesse essere successo, che razza di casini avrebbero
potuto combinare.
Aveva finto di non sentirsi bene, cercando di essere il più convincente
possibile, e sicuramente la preoccupazione gli aveva dato una mano, perché
il professore l'aveva immediatamente spedito in bagno.
Matt era uscito dall'aula in fretta, prendendo le scale per raggiungere il posto
dove Bert lo stava aspettando.
Aveva quasi fatto le scale di corsa, approfittando del fatto che non ci fosse
nessuno in giro a prenderlo per pazzo.
Il moro si era sentito tirare dentro non appena aveva aperto la porta, ed aveva
sentito le labbra di Bert sulle sue immediatamente dopo.
Si era perso un attimo in quel bacio, infilando entrambe le mani nei capelli del
ragazzo più basso e giocherellando con la sua lingua.
Dannato Bert e le sue labbra che lo distraevano.
Si era staccato non appena si era ricordato del perché era corso lì così di fretta.

"Che diavolo é successo? E' per Quinn, o Padge?"
"No, é per me"
"Che succede?"

Bert si era alzato sulle punte dei piedi, circondando il collo di Matt con entrambe
le braccia.
E non era tanto il bacio, quanto quel sorrisetto malizioso e quella strana luce
negli occhi che gli aveva fatto capire l'effettiva ragione per la quale era lì.

"Avevo bisogno di vederti"

Bert aveva provato a baciarlo ancora, ma l'altro si era scansato quanto bastava
perché le sue labbra andassero a vuoto, e gli aveva tirato uno scappellotto
poco delicato dietro la nuca
Il moretto aveva ridacchiato, e questa volta Matt non si era spostato quando il
più piccolo aveva provato a baciarlo di nuovo, anzi, gli aveva circondato
la vita con le braccia per tenerlo vicino e baciarlo a fondo, così a fondo che si
era ritrovato ad ansimare senza rendersene conto.
Avevano continuato così per qualche minuto, mentre Matt malediceva il
ragazzo davanti a sé perché era riuscito a farlo eccitare soltanto baciandolo.

"Sei proprio un idiota, hai detto che era un' emergenza, mi hai fatto venire
 un colpo"
"Ma é un' emergenza"
"Il fatto che tu sia un arrapato pervertito non lo é"
"Vediamo se tra cinque minuti sarai della stessa opinione"

Bert gli aveva lanciato uno sguardo malizioso, e si era inginocchiato per terra prima
che Matt potesse chiedere cosa intendesse con quella frase, ed aveva sbottonato
la cintura ed i jeans dell'altro con appena un paio di gesti esperti.
Aveva abbassato i pantaloni ed i boxer del moro in un'unica volta, e Matt si era
ritrovato nudo dalla vita in giù prima che potesse completamente realizzare quello
che stava succedendo.

"Io non credo che... dio Bert.."

Il più piccolo aveva ridacchiato del modo in cui le proteste di Matt si erano
immediatamente spente non appena le sue labbra si erano poggiate sulla
sua erezione.
L'aveva sentito soltanto stringere leggermente i suoi capelli tra le dita, ed
aveva iniziato a muoversi, alternando il succhiare con lenti e prolungati
movimenti della lingua.
Non poteva vederlo, ma avrebbe potuto giurare che aveva inclinato la
testa all'indietro ed aveva aperto la bocca a far uscire quei respiri pesanti.
Aveva continuato quello che stava facendo per dei minuti, soltanto godendosi
il sapore leggermente salato di Matt, finché non l'aveva sentito davvero troppo
vicino al limite, a quel punto si era alzato per guardarlo dritto negli occhi.
Gli occhi di Matt diventavano di un blu più scuro quando era eccitato in quel
modo, gli facevano venire i brividi lungo la schiena soltanto a guardarli.


"Scopami"
"Qui? Bert non possiamo.."
"Ti prego.."
"Ti odio"
"Ma mi vuoi"
"Sempre cazzo"
"Prendimi"

L'aveva baciato ancora, mentre Matt cedeva definitivamente e gli sbottonava velocemente i pantaloni
neri a tre quarti che indossava, facendoli scivolare per terra insieme ai boxer dello stesso colore.
Il più grande l'aveva preso di peso facendo in modo che circondasse la sua
vita con le gambe, e l'aveva spinto contro il muro.
Bert aveva fatto un versetto sorpreso, ridacchiando leggermente contro le
sue labbra.
Appena un secondo dopo Matt era dentro di lui, e l'aria aveva improvvisamente
lasciato i suoi polmoni mentre inclinava la testa all'indietro contro la parete.

"Adoro il fatto che sei così forte da poterlo fare così"
"Se ci cacciano da scuola per questa cosa ti ucciderò"
"Io.. cristo Matt.."

Le parole gli si erano mozzate in gola mentre Matt iniziava immediatamente
a spingersi con forza dentro di lui.
Entrambi si erano preoccupati di fare troppo rumore, ma stranamente
nessuno dei due riusciva ad emettere un solo suono.
Bert cercava di muoversi in sincrono, anche se non era molto semplice dato che
teneva le gambe e le braccia a circondare l'altro per non pesare completamente
su di lui.
Non era durato a lungo, forse per la situazione, o forse perché era uno di
quei momenti fantastici che esplodono e bruciano in fretta lasciandoti
esausto e soddisfatto.
Matt l'aveva spinto più forte contro il muro, e Bert aveva sentito l'orgasmo
colpirlo così improvvisamente che aveva spalancato gli occhi, facendo solo un
versetto quasi di sofferenza.
Era stato così forte da fare quasi male.
Il più grande aveva sorriso mentre lo sentiva tremare tutto, poi l'aveva baciato
spingendosi un'ultima volta dentro di lui mentre veniva anche lui.
Matt si era preso qualche secondo per cercare di recuperare il respiro, e più
che altro per realizzare chi fosse e dove si trovasse.
Aveva semplicemente continuato a tenerlo in braccio così, solo facendogli
poggiare leggermente la schiena al muro.
La voce di Bert l'aveva riportato sulla terra, e si era ritrovato a sorridere per
un attimo, perché dopo essere venuto il tono di voce dell'altro assumeva una
colorazione adorabilmente vulnerabile.

"Matt non mettermi giù.. non sono sicuro di riuscire a stare in piedi"

Il moro aveva ridacchiato, usando le sue ultime forze che sentiva di avere per
metterlo seduto su una vecchia scrivania inutilizzata, in un angolo.
Bert l'aveva guardato divertito, incrociando le braccia davanti a sé, del
tutto incurante di essere ancora nudo.
Quel ragazzo era sfacciato come pochi al mondo.

"E mi molli così?"
"Ti ho tenuto tutto questo tempo, vuoi uccidermi?"
"Sei tu che hai voluto farlo in quel modo"
"Non mi sembravi dispiaciuto"
"E' stato fantastico"
"Adesso come ci ripuliamo, genio?"
"Non ne ho idea"

Matt gli aveva lanciato uno sguardo omicida, prima di scuotere la testa e
sfilarsi la maglietta per ripulirsi come meglio poteva, per poi passarla all'altro.
Si era messo la felpa addosso, l'unica cosa che gli restava per coprirsi e
si era reinfilato i jeans, mentre anche Bert si riverstiva a sua volta.
Certe volte non poteva credere a quello che l'altro ragazzo era capace di
fargli fare, lo lasciava senza parole
.

"Mi devi una maglietta nuova"
"Ti ho già dato il culo, che altro vuoi?"
"Dio Bert, certe volte non ti si può sentire. Sei orribile"
"Ma mi ami comunque"

Bert l'aveva detto con leggerezza, mentre finiva di allacciarsi le scarpe, come
una di quelle cose che dici senza pensare, ma si era sentito gli occhi di Matt
addosso, pesanti.
Ed il tono di voce dell'altro era tutt'altro che leggero.

"E' così"

Il più piccolo si era avvicinato per baciarlo allegro, con leggerezza più che
altro, per interrompere quel momento troppo intimo.
Ancora non era abituato a quello.
Quella profondità non era abituale per lui, la gestiva ancora con difficoltà.
Il fatto che qualcuno lo amasse, in quella maniera, era qualcosa che lo faceva
sentire in un modo che non avrebbe saputo spiegare.
Matt lo capiva lo stesso però.
Lasciava che fosse lui a decidere quando aprirsi, che fosse lui a decidere i tempi, che
fosse lui a decidere quando aveva bisogno di un momento di intimità vero, e
quando invece dovessero soltanto giocare.
Gli lasciava il controllo, perché aveva capito perfettamente che non averlo
spaventava il più piccolo più di qualsiasi cosa.
E non l'avrebbe mai ammesso ad alta voce, ma Bert gliene era infinitamente
grato.


Il moretto aveva finito di vestirsi mentre Matt lo guardava in silenzio, buttando
un occhio ogni tanto al suo sedere quando si chinava.

"Usciamo uno alla volta"
"Ok"

Matt si era poggiato alla stessa scrivania dove Bert era seduto fino a poco
prima, aspettando che uscisse l'altro prima di lui.
Il moretto si era avvicinato alla porta ma poi aveva cambiato idea, ed era
tornato indietro a baciare Matt per un attimo

"Ti amo anch'io"

L'aveva detto di fretta, quasi attaccando le parole l'una con l'altra per
l'imbarazzo, e senza guardarlo in viso, poi era praticamente volato
fuori dallo sgabuzzino prima che l'altro potesse dire qualcosa.
Matt aveva sorriso.








Moose era praticamente corso fuori non appena la campanella dell'ultima
ora era suonata, per riuscire a beccare Jay mentre uscivano.
Non l'aveva visto, così aveva lasciato velocemente dall'edificio per recuperare
la sua macchina nel parcheggio.
Non era andato verso casa sua però, si era diretto verso quella del moretto.
L'aveva visto immediatamente camminare a testa bassa sul marciapiede.
Aveva suonato il clacson, ma l'altro ci aveva messo qualche secondo
a sentirlo dato le cuffiette che gli spuntavano tra i capelli neri.
Il più piccolo si era fermato, e Moose gli aveva fatto cenno di salire.
L'aveva accompagnato fin sotto casa, ed era salito insieme a lui, nonostante
Jay continuasse a ripetere che non ce ne fosse bisogno.
Era chiaramente una bugia quindi Moose aveva insistito.
Si erano preparati un paio di sandwich per pranzo, e li avevano mangiati in
silenzio, distesi sul letto del moretto.
Jay si sentiva costantemente osservato, ma sapeva che l'altro era semplicemente
preoccupato per lui.
Era bello che qualcuno si preoccupasse per lui.
Moose aveva aspettato che l'altro si rilassasse per potergli parlare.


"Hey va meglio?"
"Non proprio.. no"
"Posso chiederti una cosa?"
"Si"
"Sei innamorato di Padge praticamente da sempre, perché diavolo non
 gliel'hai detto prima, quand'era ancora solo?"
"Perché era ancora etero, o così credevo"
"Tutti questi anni.. non hai mai pensato a nessun altro?"
"No.. lui é.. non ho mai trovato nessuno come lui"
"Ascolta dolcezza, noi siamo cresciuti insieme, e tu e Padge più di tutti, avete
 praticamente condiviso qualsiasi cosa, avete sempre avuto questo legame
 quasi esclusivo"
"Appunto.. con chi altro dovrei stare?"
"Quello che voglio dire é.. mi aspettavo che ti saresti innamorato di lui, era
 quasi ovvio che succedesse, ma con qualcun altro.. potresti cominciare
 una cosa completamente nuova, da un'altra prospettiva"
"Non c'é nessun altro Moose"
"Perché non ti sei mai guardato intorno"
"Se l'hai sempre saputo come mai non me l'hai mai detto?"
"Perché nonostante quello che provavi sembravate essere in equilibrio, non
 volevo rischiare di romperlo"
"Ora é decisamente rotto"
"Però.. voglio dire.. Padge é già stato con altre persone, ha avuto delle ragazze
 prima di adesso, e non sei mai stato così male"
"E' diverso, pensavo che gli piacessero le ragazze, e che non avevo nessuna
 possibilità, era più facile mettersi il cuore in pace. Ma adesso.. ora lui sta
 con un altro ragazzo, ed io non faccio altro che pensare 'perché non io?' "
"Ma lui non sapeva di te.. come potevi essere un'opzione?"
"Non lo sono.. non lo sarò mai"
"Mi dispiace Jay"
"Anche a me.."

Non si erano detti altro per molto tempo, e Jay era semplicemente rimasto
con gli occhi chiusi e le mani dietro la testa a mò di appoggio.
Moose l'aveva osservato preoccupato, molto preoccupato a dir la verità.
Non c'era nessuno al mondo al quale Jay fosse legato più di Padge, era l'unica
persona con la quale si fosse mai sentito completamente sé stesso, e
completamente al sicuro.

E adesso non solo non poteva averlo per sé, ma rischiava di perderlo del tutto.
Doveva sentirsi completamente perso.

"Hey ascolta, stasera mi vedo con un amico, vieni anche tu"
"Un amico? Chi?"
"Non lo conosci, andavamo in campeggio insieme d'estate quando eravamo
 più piccoli. Si é trasferito qui da un paio di settimane"
"Non voglio mettermi in mezzo"
"Ma quale in mezzo? Dolcezza io sono completamente etero, é solo una
 rimpatriata tra amici"
"A proposito di questo, sei sicuro di essere etero? Neanche una piccola
 vibrazione gay?"
"Nessuna vibrazione, te l'assicuro. Perché, vuoi provarci con me?"
"No, controllavo solo che almeno uno di noi fosse normale"

Moose aveva ridacchiato, stendendosi accanto a lui.
Aveva sorriso quando Jay aveva poggiato la testa sulla sua spalla.
E dopo averlo rassicurato sul suo orientamento sessuale era riuscito
finalmente a convincerlo ad uscire con lui quella sera.












Passiamo alle recensioni, che come al solito mi fanno tanto tanto felice.
Vi amo, lo sapete, si?

Friem: Si, c'é stata una riappacificazione, ma come hai visto non totale.
Bert e Matt sono così.. assurdi e bellissimi, e si fanno sesso e poi si insultano, non
sono adorabili? E Padge e Quinn.. beh é chiaro che tanto in pace non sono.
Idee sul nuovo personaggio?

Crazy_Me: Avevi visto giusto, quel momento é molto significativo, e questo
capitolo lo dimostra chiaramente.
Il nuovo avvenimento.. eccolo! O meglio, una parte di esso! Pensieri su chi
potrebbe essere?

ColdBlood: Bert é il solito Bert, complicatissimo e perciò sempre diverso.
Lo amiamo per questo, no? xD
Padge é l'uomo dei cazziatoni! E mica ha finito, che credi! xD
Tra quei due la pace non é fatta proprio per nulla a quanto pare.
Jay c'é.. si svela ancora e di più nella sua fragilità.. e poi.. new entry! Che ne dici?

Yuki_Frehley
: Oddio mi minacci??? Noooo ç____ç non mi abbandonare ç___ç
Ancora non li ho sfasciati comunque.. quindi non mi lasciare, sennò resti con
il dubbio, no? xDD
Povero Jay, neanche un pò di compassione perché soffre?? XDD

Xx_ImJustAKid: L'ultimo pensiero di Padge ha messo la pulce nell'orecchio
a tutti quanti dear, Quinn compreso xD (Si, lo ammetto. Sto sfogando la mia
arrabbiatura per Quinn col personaggio xDD)
Le tue idee sul perché qualcosa manchi troveranno risposta più avanti, per ora
c'é solo amarezza.
Per il personaggio misterioso.. beh dovrai aspettare il prossimo xD
P.S. Abbiamo conosciuto i Blackout! Abbiamo abbracciato i Blackout! (Ok la smetto)

Jessromance: Si il rapporto tra Matt e Bert é molto particolare, e proprio per
questo é bellissimo.. e deve crescere ancora... xD
Ahahah Jason... beh vedrai! Per ora anche lui si svela ancora un pò.. e che mi dici
del nuovo personaggio, idee?

ChemicallyUsed: Hun! Lo sai, Bert é il mio alterego, e si scopre piano piano
perché é sempre uno dei personaggi più complessi, e forse non si scoprirà mai
del tutto.
Matt&Bert xD si vero, funzionano al contrario delle altre coppie, e per questo
sono adorabili, no? XD
Padge e Quinn invece.. avevi ragione, qualcosa non va. Lo si legge nei pensieri
di Quinn questa volta, dal suo punto di vista, e fa un pò male..
Ahah tu le tue idee sul nuovo personaggio me le hai già dette.. xDD

Ritorna all'indice


Capitolo 29
*** Slow on the split ***




Salve girls! Ce l'ho fatta a tornare! Vi sono mancata?
Allora, non dirò molto del capitolo, perché parla da sé, ma é molto
legato a questo particolare momento della mia vita, e per questo
significa molto per me..
E poi finalmente ce l'abbiamo fatta! Ecco a voi la new entry! Muoio dalla
curiosità di sapere cosa ne pensate.. cosa vi aspettate..
Enjoy it!



Slow on the split







Jay si era guardato ancora una volta allo specchio, scuotendo leggermente la
testa e rinunciando a dare una piega decente ai suoi capelli.
Continuava a pensare che sarebbe dovuto rimanere a casa, ma oramai
aveva promesso a Moose che sarebbe uscito, e probabilmente distrarsi per
qualche ora dal casino della sua vita non gli avrebbe fatto male.
Aveva indossato una felpa scura sopra la t-shirt giusto in tempo per sentire
il suo cellulare squillare una volta, per avvisarlo che Moose ed il suo amico
erano arrivati.
Era uscito di casa, osservando la grande jeap nera, tipicamente americana,  parcheggiata
nel vialetto davanti alla sua abitazione.
Non era la macchina di Moose, quindi aveva tentennato prima di avvicinarsi, finché
non aveva visto l'amico salutarlo dal sedile del passeggero, ed era salito dietro.
Il ragazzo alla guida si era voltato per porgergli la mano, mentre Moose faceva
le presentazioni.

Jay ci aveva messo qualche secondo a ricambiare la stretta, un pò spiazzato
dagli occhi di un verde incredibile dell'altro ragazzo.

Avevano la stessa tonalità del mare cristallino che si vede nelle cartoline, solo
il tutto più accentuato dalla carnagione praticamente lattea, e dai capelli di un
nero corvino che scendevano irregolari, terminando in dei piccoli ciuffi scuri
davanti alle orecchie.
Due piercing lucenti brillavano leggermente nel buio dell'abitacolo, al lato destro
e sinistro del labbro inferiore.
Jay non aveva prestato poi molta attenzione al nome
che Moose gli aveva detto, e quando erano arrivati al pub dove erano diretti ci aveva
messo un pò di tempo ad associare quel nome al ragazzo davanti a sé.
Non era stato di molta compagnia, ma il solo fatto di essere uscito dalla sua
camera, di essere distratto dalle parole degli altri due al suo tavolo, l'aveva fatto
sentire un pò meglio.
Come se potesse per un momento, per una serata, liberarsi da quel peso che
si sentiva costantemente addosso ogni secondo.
Semplicemente ascoltava i due ragazzi raccontarsi aneddoti del loro passato, e ridere.
A lui andava bene così.

Era rimasto pressochè in completo silenzio finché Moose non si era allontanato
per andare in bagno, e gli occhi verdi dell'altro ragazzo si erano concentrati solo
su di lui
, mentre gli sorrideva appena.
Jay aveva notato che aveva uno strano modo di sorridere, si limitava ad alzare
leggermente un lato della bocca, come se si vergognasse.

Però gli occhi esprimevano tutt'altra sicurezza, il contrasto era quasi spiazzante.

"Parli così poco.. ti stai annoiando?"
"No.. no davvero"
"Sei troppo carino per essere triste.."

Ed anche quello era stato decisamente spiazzante.

Il nuovo ragazzo non era ancora riuscito ad inquadrare Jay, almeno fino a quel momento.
Però nel momento stesso in cui gli aveva fatto quella specie di complimento aveva capito perfettamente.
Lo sguardo quasi spaventato con quale Jay aveva risposto era sufficiente.
Lui lo conosceva bene quello sguardo, l'aveva sperimentato in prima persona.
Trasmetteva chiaramente la paura che qualcuno si avvicinasse troppo, é uno
sguardo che hai solo se hai sofferto, o se stai soffrendo


"Mi dispiace"
"Di.. di cosa?"
"Che tu stia male"
"Te l'ha detto Moose?"
"No, ti si legge in faccia"

Il ritorno di Moose aveva interrotto la conversazione.






Padge aveva parcheggiato davanti a quella casa che conosceva così
bene, prendendosi qualche minuto per fumarsi una sigaretta, e principalmente
per riflettere sull'assurdità di quella situazione.
Aveva abbassato il finestrino perché il fumo uscisse fuori dall'auto ed aveva
posato gli occhi sull'abitazione.
Gli sembrava di trovarsi come in uno di quei fottuti dejavù che ti lasciano
un pò spiazzato.
Era come se qualcuno volesse mostrargli qualcosa, era come rivivere il
passato, quando tutto era iniziato.
In quel momento dall'esterno sembrava tutto uguale, come se non fosse
mai cambiato nulla, invece era tutto completamente diverso, e cazzo, non
avrebbe neanche saputo dire l'esatto momento in cui era successo.
Aveva terminato la sigaretta, e l'aveva buttata al di fuori del finestrino prima
di scendere dall'auto e bussare alla porta.


Quinn gli aveva aperto nervoso, sorridendogli timido e spostandosi dall'ingresso
per lasciarlo passare.
Vederlo era stato stranamente doloroso, come quasi ogni cosa ultimamente.
Era a piedi nudi, come quasi sempre quando girava per casa, e Padge non era
riuscito ad impedirsi di sorridere a quella visione.
La tuta che il biondino indossava gli scendeva lunga rischiando di farlo inciampare
ad ogni passo, ed ogni tanto abbassava le mani ad alzarla leggermente.
C'erano tutta una serie di piccoli particolari, come quelli, che non riusciva in nessun
modo a dimenticare, ed era come se raccontassero una storia.
Poteva chiudere gli occhi ed immaginarsi perfettamente Quinn ogni volta che ci pensava.
Padge l'aveva seguito in cucina, ed era stato un altro lunghissimo dejavù.
I libri sparpagliati sul tavolo, alcuni già aperti con dei piccoli post-it colorati a
segnare certe pagine, altri ancora chiusi.
Lui e Quinn insieme, a studiare chimica, la stessa identica situazione che
li aveva fatti incontrare.
Ironico come fossero diverse le cose adesso.

Il laptop aperto aveva lo schermo illuminato, e Padge si era bloccato per un
secondo quando aveva visto la foto che faceva da sfondo.
Erano loro due.
Si ricordava l'esatto momento in cui era stata fatta, gliel' aveva scattata Matt
a tradimento nel suo garage, in uno dei primi pomeriggi nei quali lo portava
ancora alle prove con sé.
Lui era seduto sul divanetto, con un mezzo sorriso e le mani alzate a gesticolare
qualcosa, e Quinn era seduto sulle sue gambe, mezzo voltato verso di lui a
guardarlo in viso.
Non era nulla di speciale, e non erano in posa, ma era una bella foto, intima, in
qualche modo.

Padge aveva distolto lo sguardo, prendendo posto al tavolo, dal lato opposto
a dove era seduto il biondino.
Lontano, ancora, ma ancora una volta Quinn non aveva detto una parola.
Gli aveva mostrato quello che aveva cercato e che pensava potesse servire
per la loro ricerca.
Padge aveva cercato di prestare attenzione al libro, ignorando il tono di voce
dell'altro inusualmente basso ed incerto.
Si era davvero occupato della chimica per una buona mezz'ora, prima di
chiudere il libro con uno scatto, facendo sussultare il biondino per la sorpresa.
Quinn aveva posato i suoi occhi grandi sul viso del moro, alla ricarca di
almeno una parola, un segno.
Padge aveva distolto lo sguardo, interrompendo il contatto visivo con quegli
occhi pieni di domande.

"Questo é.. assurdo.. é tutto assurdo. Stare qua con te, a studiare, come..
 come all'inizio"

Quinn era rimasto in silenzio per un attimo di fronte alla rabbia che riempiva
quelle parole, come se essere lì non fosse solo strano, ma anche sbagliato.
Aveva abbassato leggermente il capo, e quando finalmente aveva parlato
di nuovo il suo tono aveva costretto Padge a guardarlo.

"Tu non volevi davvero tornare con me.."
"Io sono.. dio sono così arrabbiato con te"
"Ho proprio rovinato tutto.."

La sua voce gli aveva spezzato il cuore
Era così triste come non l'aveva mai sentito, e c'era una nota di rassegnazione
così profonda che Padge si era sentito male per lui.
Come era umanamente possibile che proprio loro fossero così lontani?
Aveva tenuto gli occhi fissi su di lui per un lungo momento, prima di
realizzare che non ci stava mettendo del suo in quella situazione.
Era rimasto fermo nella sua ostilità e non aveva lasciato nemmeno uno
spiraglio aperto.
Era come bloccato, e non sapeva come uscirne, non sapeva se voleva, uscirne.

"Lo sai, se un mese e mezzo fa mi avessero chiesto se tu eri quello
 giusto per me io avrei risposto di si, senza nessun dubbio"
"E adesso non lo pensi più?"
"Io.. non lo so.."
"Ma Padge.. come può essere cambiato così tanto? Io non.. non voglio
 che sia così.."
"Siamo stati lontani.. sono successe tante cose.."

Quinn aveva ancora una volta abbassato il capo, non c'era niente che
potesse dire per cambiare quello che era successo, e tutte le domande
che aveva in testa, beh.. non poteva farle, non ne aveva il diritto.

Ma Padge lo conosceva troppo bene, riusciva a leggere i dubbi nei suoi
occhi anche se le sue labbra non si erano nemmeno aperte.

"Cosa? Che stai pensando?"

Il biondino aveva scosso la testa, ma l'altro aveva insistito.
Se dovevano parlare, era bene che si dicessero tutto una volta per tutte.

"Tu non vuoi che io dica questa cosa"
"Parla e basta"
"Quando.. quando siamo stati lontani tu hai.. pensato a Jay?.."
"Certo, io penso sempre a lui"
"No voglio dire.. ti sei chiesto se lui potesse essere quello giusto, se
 potesse essere un'opzione.."
"Si. Si, ci ho pensato"

Era la verità, non l'aveva detto per fargli male, ma l'aveva comunque
guardato dritto negli occhi per guardare quale fosse la sua reazione.
Ma non ci aveva trovato quello che si era aspettato.
Non c'era niente che dicesse 'lo sapevo', c'era solo paura, e tristezza.
Tristezza per essere stato proprio lui la causa di tutti quei dubbi.
Padge avrebbe dovuto fare un passo avanti verso Quinn, lo sapeva, ma
davvero non ci riusciva.
Il biondino stava tentando con tutte le sue forze di non cadere nuovamente
nella paranoia.
Non voleva commettere di nuovo gli stessi errori, aveva promesso che
avrebbe creduto alle parole di Padge, e lui era tornato, doveva pur significare qualcosa


"Ma.. ma sei tornato da me.. é me che vuoi.. possiamo aggiustare le cose.
 Farò qualsiasi cosa per aggiustarle Padge.. io ti amo.."
"E' questo il punto, io non so se tu cambiarai perché non vuoi restare
 da solo, o perché hai veramente capito quello che mi ha fatto male"
"Ho capito, davvero. Tu pensi che io non mi fidi di te, ma non é così"
"Quinn, tu hai lasciato che delle cose che non c'entravano niente con noi
 rovinassero tutto. Tu non hai nessuna fiducia in me.. in noi. Ho passato
 metà della mia vita ad ascoltare i miei che mi dicevano che non ero abbastanza, e
 pensavo che non sarebbe mai successo con te, invece é esattamente quello
 che hai fatto.. ogni cosa che ho fatto per farti fidare di me non é stato abbastanza"
"Ma non capisci che non aveva niente a che fare con te? Sono io.. ero io che non
 mi sentivo all'altezza"
"Non posso pagare io il prezzo di quello che ti é successo in passato"
"Lo so, ho capito.. non succederà più"
"E come faccio ad esserne sicuro?"
"Ed io come faccio a dimostrarti che puoi esserlo se non me ne dai la possibilità?"

Nel momento stesso in cui l'aveva detto era stato abbastanza chiaro come stessero
realmente le cose, ed il silenzio col quale Padge aveva risposto era stato solo una
conferma.
Quinn aveva abbassato la testa, perché non ce la faceva più a guardarlo, a reggere
quello sguardo così arrabbiato su di sé.
Stonava completamente con il modo di essere dell'altro, quello che aveva sempre usato con lui.
Nonostante l'apparenza Padge aveva uno sguardo dolcissimo, era quello che compiva
in lui, ma adesso di quella dolcezza non c'era traccia.

Erano rimasti entrambi in silenzio per qualche minuto, persi nei loro pensieri.
La voce di Quinn così sconsolata l'aveva riportato alla realtà, e gli aveva fatto
sentire una fitta di malessere in pieno stomaco.

"Tu non.. non vuoi nemmeno provarci, é così?.."
"Io non lo so.."
"Allora perché sei tornato, per farmi male? Sarebbe stato meglio se tu
 non l'avessi mai fatto"

Padge aveva capito che aveva ragione, non sarebbe dovuto tornare prima
di aver chiarito le cose, quello che veramente voleva.
Solo che a dispetto di tutto Quinn gli era mancato così tanto che non aveva
potuto farne a meno.

Ma quello non era abbastanza per far si che le cose funzionassero, perché
ancora non riusciva ad andare oltre la rabbia e la delusione che sentiva per
il biondino.

"Ci sono tante cose che devo chiarire.."
"Ma come facciamo se non mi parli?.. o.. oppure non sono io quello con
 cui devi chiarire?.."
"Non solo tu.. no"

Quinn si era sentito perso per un attimo, perché per quanto si fosse raccontato
molte bugie in quel periodo, per quanto si fosse detto che probabilmente Padge
era sempre stato interessato a Jay, lui sapeva che non era la verità.
Sapeva che era stato lui e la sua insicurezza a spingere il suo ragazzo a pensare
a Jay come un'opzione, solo che era troppo dura da ammettere.

Eppure nonostante tutto lui credeva che Padge lo amasse, ed in quel momento
doveva solo dimostrargli fiducia, e lasciare che chiarisse i suoi dubbi.
Glielo doveva.

"O..ok.. fa quello che devi fare. Io aspetterò.."

Padge aveva alzato gli occhi su di lui a quelle parole, sul suo viso.
E Quinn stava dicendo sul serio, poteva leggerglielo in faccia, oltre la paura, come
se davvero fosse convinto che sarebbe tornato.
Saperlo, vederlo, l'aveva fatto sentire un pò meglio.
Ma le cose da chiarire erano ancora lì, sospese in aria, e nella sua testa.









Aveva lasciato casa del biondino più confuso di quanto non fosse prima.
La verità era che non aveva idea di che cosa volesse veramente.
Si era preoccupato per troppo tempo dei sentimenti di tutti, delle paure di
Quinn, del dolore di Jay, ed era arrivato ad un punto in cui non sapeva
quali fossero i suoi, di sentimenti.
Gli sembrava solo di tirare colpi a casaccio, e qualsiasi cosa facesse si rivelava
quella sbagliata, per tutti quanti.

Era innamorato di Quinn, ma questo bastava? E Jay, qual'era il suo ruolo
in tutta quella faccenda?

Padge aveva capito che non poteva prendere nessuna decisione, non lucidamente,
prima di aver parlato con Jay, perché ora come ora riusciva solo a pensare che
lo stava allontanando da sé, e che dietro tutto quello ci fossero state buone intenzioni non cambiava le cose.
Stava perdendo il suo amico, e non voleva, non poteva.
Non sarebbe riuscito a confrontarsi con sé stesso, e con Quinn, se non avesse prima
messo apposto il casino che aveva combinato con Jay.
Per questo si era diretto verso casa sua.

Quando aveva fermato l'auto davanti a quella casa gli ci era voluto qualche
minuto per trovare il coraggio di uscire.
Si era poggiato contro la carrozzeria ed aveva sfilato una sigaretta dal
pacchetto, tenendola tra le dita senza prendersi la briga di accenderla
per davvero, gli serviva solo per pensare a quello che avrebbe dovuto dire.
Facendo il punto della situazione si trovava ad una manciata di passi da una
delle persone più importanti della sua vita, mentre cercava di farsi passare
quella spiacevole sensazione di timore all'altezza dello stomaco.
Padge si era ritrovato a chiedersi se non fosse stato troppo arrogante, o
illuso, da pensare di poter avere tutto.

Un fidanzato, degli amici che sono con te da sempre, il sogno adolescenziale
di mettere su una band con i migliori amici di tutta la vita.
Adesso si trovava a pensare che probabilmente si sarebbe trovato nella
condizione di dover rinunciare a qualcosa, che probabilmente non puoi avere
tutto, e che quando una cosa bella entra nella tua vita, immancabilmente
un'altra ne esce.

Lo trovava ingiusto, e poi chi avrebbe mai potuto scegliere?
Il fatto era che se anche fosse spettato a lui il potere di decidere non avrebbe
saputo cosa fare.
Come poteva anche solo pensare di lasciar andare uno di loro senza cadere a pezzi?

Quando finalmente aveva trovato il coraggio di suonare per un attimo aveva
sperato che nessuno gli aprisse, invece era stato Jay stesso a farlo.
Padge l'aveva visto spalancare gli occhi sorpreso, e l'aveva visto fare un passo
indietro, istintivamente, per tenersi lontano da lui.

Gli aveva fatto male, davvero.

"Che ci fai qui?"
"Devo parlarti"
"No, non devi"
"Ti chiedo solo cinque minuti, per favore.."

Jay si era spostato riluttante, lasciandolo entrare ma restando comunque in piedi
nell'ingresso, tanto per chiarire che l'altro non era il benvenuto.
Era rimasto calmo, e freddo, mentre posava gli occhi su Padge, anche se il suo
cuore batteva all'impazzata per il solo fatto di trovarselo di fronte.


"Allora?"
"Io volevo.. volevo dirti che le cose che ti ho detto l'altra volta non erano
 vere.. non le pensavo davvero.."
"Non le avresti dette se non le avessi pensate"
"Io.. cazzo io volevo solo farti male.."
"Ah.. grazie tante"
"Lo facevo per il tuo bene.. io.. pensavo che se mi fossi fatto odiare da te
 tu avresti smesso di.."
"Di essere innamorato di te?"

Padge lo sapeva oramai, ma sentirlo dire così, dalla voce diretta di Jay, l'aveva
lasciato comunque un tantino sconvolto.
Si era limitato ad annuire, ed aveva visto il viso del più piccolo cambiare espressione
per un attimo.. triste, ferito.


"Ti fa così schifo quello che provo per te?"
"No cavolo, non dire così. Volevo solo che tu smettessi di stare male
 per colpa mia"
"Beh non ha funzionato.. anzi va solo peggio. Lo sai, da quando tutta questa
 storia é iniziata mi sono sentito in molti modi. Mi sono sentito stupido, e solo, ma
 non mi ero mai sentito sbagliato.. prima di parlare con te"

La voce del moretto aveva tremato pericolosamente, ma neanche per un attimo
aveva interrotto il contatto visivo con Padge, perché si rendesse conto di quanto
lo avesse ferito.
Non che ce ne fosse bisogno, perché lui lo sapeva perfettamente.

"Ascolta Jay, lo so, ok? Ho fatto una stronzata, ma sono qui per questo, per
 sistemare le cose tra noi. Non mi piace che sia così.. siamo così lontani.."
"E tu credi di poterla sistemare?"
"Dobbiamo, noi siamo amici"
"No invece, su questo avevi ragione tu, noi non siamo più amici"
"Ma che dici? Certo che lo siamo"
"Davvero? Da quant'é che non parliamo, da quand'é che non ci vediamo?"
"Abbiamo solo gestito male la cosa"
"Gestire, come esattamente? Comportandoci come se questa cosa non
 esistesse? Questo non é gestire, fa comodo solo a te. Io ti amo, e tu.. no, e
 non posso fare finta che questo non mi faccia male. Mi fa male anche solo
 vederti ormai"
"Jay.."

Il più piccolo non si era reso conto di quello che stava succedendo finché non
aveva sentito le labbra dell'altro sulle sue.

Aveva chiuso gli occhi istintivamente al sapore di Padge, lasciandosi andare
a quel bacio che voleva così tanto da stare male, profondamente triste perché
sapeva che non significava davvero nulla, se non un tentativo disperato di fare
qualcosa, qualsiasi cosa che sbloccasse quello stallo doloroso in cui si trovavano.








Matt era mezzo disteso sul divano, con la schiena poggiata completamente su
uno dei posti a sedere, la testa poggiata su uno dei braccioli esterni e le gambe
piegato di lato con i piedi a toccare terra, per fare spazio a Bert in parte
disteso su di lui.
Aveva le mani nascoste sotto la felpa del più piccolo, cercando di contenere
i suoi ansimi mentre Bert non faceva altro che strusciarsi contro di lui.
La frizione gli stava facendo perdere la testa, ma l'altro sembrava intenzionato
a farlo impazzire, e non aveva nessuna intenzione di cedere per primo.
Il moretto aveva ridacchiato contro le sue labbra per i suoi tentativi di controllarsi,
quel piccolo idiota, così Matt l'aveva spinto giù dal divano, non troppo forte perché
non si facesse male, e si era disteso in mezzo alle sue gambe sovrastandolo
senza pesare sopra di lui.
Era quasi sicuro che l'altro se ne sarebbe uscito con qualche imprecazione irripetibile
delle sue, invece l'aveva solo sentito cominciare a ridere, e non aveva potuto fare
a meno di ridere a sua volta.
La risata di Bert gli faceva sempre lo stesso identico effetto della prima volta che
l'aveva sentita per telefono.

Aveva una colorazione stranamente infantile, ed era probabilmente l'unica
cosa infantile dell'altro, il che la rendeva ancora più piacevole.
Avevano smesso di ridere quando Matt si era chinato per baciarlo un pò più
a fondo, e Bert aveva gemuto leggermente

"Che c'é Bertie? Non ce la fai più?"
"Per me possiamo restare così per tutto il resto della serata"

Matt aveva ridacchiato, il moretto era troppo orgoglioso per ammettere che
stava morendo dalla voglia, si sarebbe ammazzato pur di non dargliela vinta, perciò
il più grande aveva deciso di torturarlo ancora un pò adesso che i ruoli erano invertiti.
Si era spinto un paio di volte contro Bert, per fargli sentire la frizione attraverso i jeans,
e l'aveva visto spalancare la bocca per un attimo, mentre le sue guance si arrossavano
per l'eccitazione.
Però non era abbastanza, così Matt si era alzato leggermente tenendosi con un braccio, mentre
infilava una mano tra i loro corpi.
L'aveva passata sul suo petto e più giù sulla sua pancia, e poi aveva saltato il cavallo
dei suoi pantaloni scendendo a toccargli le gambe.
Bert aveva quasi ringhiato per la frustrazione.

"La serata é lunga.. sei sicuro che questo ti basti?"
"Stronzo"
"Era un no?"
"Fottiti"
"Così, da solo?.. come vuoi"

Matt si era spostato, sotto lo sguardo sconcertato del più piccolo, restando
per terra ma mettendosi seduto con la schiana poggiata alla parte bassa
del divano, non troppo lontano dall'altro.
L'aveva guardato dritto in viso mentre si sbottonava i jeans e ci infilava una
mano dentro con un sorrisetto, aveva visto Bert trattenere il fiato mentre lo faceva.
Si stava toccando cazzo! Voleva proprio ucciderlo!


"Hey no, aspetta"

Il moretto aveva praticamente gattonato per terra fino a lui, costringendolo a sfilare
la mano dai suoi jeans e sedendosi a cavalcioni su di lui, con le braccia intorno al
suo collo.

"Che c'é? Me l'hai detto tu fottiti"
"Fottimi"
"Dio.. pensavo che non l'avresti mai detto.."








Era stato proprio quel pensiero, la consapevolezza che quel bacio non significasse
nulla, a dare il coraggio a Jay di staccarsi.
Aveva fatto un passo indietro, sentendosi completamente distrutto da quello che
stava succedendo.
La persona che amava l'aveva baciato, e non significava un accidenti di niente.

"Che diavolo fai? Pensi di sistemare così le cose?"
"Io non.. scusami io non so cosa.."
"Che cos'era Padge, un bacio di consolazione? Un contentino? Mi merito molto
 di più di questo cazzo. Lo sappiamo tutti e due che non sono io quello che vuoi.
 Tornatene da Quinn"
"Con lui.. con Quinn le cose non vanno bene.."
"Quindi non era un bacio di consolazione per me, ma per te? Peggio ancora"
"Ascolta.."
"C'é una sola cosa che devi dire.. guardami in faccia e dimmi che non sei
 innamorato di Quinn"
"Jay.."
"Lo ami, si o no?"

Ed era stupido, e terribilmente autolesionista, ma una parte del suo cervello
era ancora lì, aggrappata alla speranza che contro ogni evidenza Padge
rispondesse di no.


"S..si"
"Allora non c'é nient'altro da dire"
"Che significa questo?"

In quel momento, mentre cercava di ignorare il male che quel si gli aveva
provocato, aveva realizzato che aveva due scelte.
Avrebbe potuto prendersi quel poco che Padge gli stava dando, perché lo
voleva così tanto, da morire.
Ma aveva ancora un pò di istinto di autoconservazione, ed avrebbe preferito
non averlo, perché sapeva cosa significasse.
Sapeva quello che doveva fare adesso, sapeva qual'era la seconda scelta.

"Significa che dovresti andartene"

Padge aveva spalancato gli occhi a quella frase, per il chiaro significato che
conteneva al suo interno.
Aveva cercato di avvicinarsi, ma Jay si era ancora una volta allontanato
di un passo.
Era sorpreso anche lui di averlo detto, di aver trovato il coraggio di ammetterlo
con sé stesso, sorpreso di sapere che a quel punto non vedere più Padge
gli sembrasse l'unica soluzione.

La cosa più dolorosa che avesse mai dovuto fare, eppure l'unica.

"Jay ti prego.. non puoi dire sul serio.."
"Lo sai, io non ho mai scommesso su niente.. ma se avessi dovuto farlo
 avrei scommesso che tu saresti stato nella mia vita per sempre.."
"Ma io voglio esserci.."

Il moretto aveva percepito la nota di panico nella voce dell'altro, ed aveva
alzato gli occhi sul suo viso.
Gli erano tornate alla mente quelle volte in cui si sedeva sul bordo del letto
della camera dell'altro e lo osservava suonare, mentre guardava i suoi occhi
concentrati per scoprire di che colore la luce li avrebbe fatti diventare, blu, verdi
oppure grigi.

Erano blu adesso, di un blu intenso, e non gli appartenevano più.

"Non puoi"

Padge si era preso qualche secondo per processare quell'informazione, quel
taglio netto e convinto, cercando qualcosa da dire, qualsiasi cosa che gli
dimostrasse che i suoi polmoni stavano ancora respirando.

"E' assurdo Jay.. e la band?"
"Lascio"
"Quindi che succede adesso? Tutto quello che.. tutti gli anni insieme.. adesso
 semplicemente non ci vediamo più?"
"Devo pensare a me adesso.."
"Ero io.. ero io quello che.. io mi sono sempre preso cura di te.. l'ho sempre
 fatto, no?"
"Ora hai qualcun'altro di cui prenderti cura.."
"Le due cose non si escludono Jay.."
"Adesso si"


Padge non sapeva quanto tempo era rimasto immobile a fissare la porta di Jay
dopo essere uscito.
Si sentiva come se avesse perso la sensiblità in ogni parte del suo corpo, come
se qualcuno gli avesse sparato uno di quei proiettili anestetizzanti.
Era davvero successo? Era stato davvero così veloce, e definitivo?
Jay era semplicemente uscito dalla sua vita con una velocità sconcertante.
E adesso che sarebbe successo?
Sarebbe andato avanti con la sua vita come se loro due non fossero mai
stati amici, ome se non avessero condiviso ogni cosa fino ad allora?
La sua testa continuava a lanciargli domande che lo pungevano come spilli, una
dopo l'altra, senza che avesse nessuna capacità di rispondersi.

Era come se la sua testa fosse avvolta in una strana nebbia, era solo riuscito
a pensare che avrebbe dovuto chiamare Matt, che aveva bisogno di lui, ma
molto probabilmente non sarebbe in nessun modo stato in grado di farsi capire.







Jay era scivolato lentamente contro il muro trovandosi seduto per terra.
Non si era neanche accorto di essersi messo a piangere finché non aveva
sentito il suo petto sussultare per l'affanno dei singhiozzi, come se cercasse
di prendere fiato senza riuscirci veramente.
Si era calmato, o almeno ci aveva provato, quando il campanello di casa sua era suonato.
Si era alzato da terra, asciugandosi le lacrime con la manica della felpa per
rendersi almeno un pò presentabile.
Non aveva intenzione di rispondere a nessun interrogatorio, chiunque fosse.
Era rimasto immobile e leggermente confuso quando aprendo si era trovato
davanti l'amico di Moose, e non aveva detto una parola.
L'altro ragazzo l'aveva guardato attentamente con quei suoi occhi verdi

"Sono Zacky.. ti ricordi?"
"Certo.. solo.. non mi aspettavo di vederti. Moose non é qui"
"Non ero venuto per lui.. stai.. stai bene Jay?"

Il moretto si era limitato a scuotere la testa, mentre cercava inutilmente
di non mettersi a piangere ancora una volta.
Non si era aspettato che le braccia forti dell'altro lo circondassero per
abbracciarlo, lo conosceva appena, però si era lasciato andare lo stesso.
Zacky era solido e rassicurante, e al momento gli bastava questo.
Era una bella sensazione.










Io vi amo tanto tanto, e mi scuso se vi faccio aspettare troppo per gli
aggiornamenti, ma la sessione estiva di esami é estenuante.
Passando alle recensioni..



Friem: Beh direi che Quinn un pò deve fare lo zerbino per farsi perdonare, e a quanto
pare come il titanic questa coppia sta naufragando sempre di più. xD
Ecco il misterioso ragazzo.. e beh.. non é Jeph! Che ne dici?

ColdBlood: Ahahah oddio se mi si dichiara pure Moose é la fine! Un'epidemia gay!xD
Ecco la new entry, che ne dici? Ti saresti aspettata che fosse lui?
Padge sta andando un pò alla deriva, sia con Quinn che con Jay.. staremo a vedere.

ErisValentine: Mi é impazzito Padge, e per questo ci rimettono un pò tutti, lui compreso.
Sono curiosa di sapere cosa pensi di Jay al momento, e di come si stanno mettendo le
cose.. perché poi.. beh Padge l'ha baciato!
Bert e Matt continuano ad essere fantastici.. per ora.. chissà se li aspetta qualche tempesta xD
E la new entry.. va beh tu sapevi chi era.. ma che te ne pare?

Yuki_Frehly: Oddio dato che odi Jay questo capitolo dev'essere stato fantastico per te xD
Moose é amore, ma l'ho lasciato etero.. almeno uno ci voleva..
Le cose tra Padge e Quinn non migliorano.. mi odi ancora? *-*

Jessromance: Ahaha Bert é il maestro supremo delle volgarità! Hey! Sei l'unica ad aver
parzialmente indovinato qualcosa sul nuovo personaggio.. brava!
Padge é incasinato perso, e fa una cacchiata dopo l'altra.. ma qua si capisce un pò
perché si sta comportando così.. che ne dici?

Crazy_Me: Ecco, tu sei l'unica felice per il bacio tra Padge e Jay immagino xDD
Grazie per tutti i complimenti per lo scorso capitolo *___*
Sono curiosa di sapere cosa pensi del casino che sta succedendo.. e della new entry!!

ChemicallyUsed: Hun come avevi previsto le cose tra Padge e Quinn vanno sempre
peggio.. e Padge é confuso e fa casini..  e volevi scoprire cosa sarebbe successo
se avesse considerato Jay? Bhe.. eccone un accenno! xD
Matt e Bert stanno venendo fuori sempre più una meraviglia *_*
E dimmi della new entry hun! Te l'aspettavi? Come la vedi?

Ritorna all'indice


Capitolo 30
*** Going to get throught this? ***






Going to get throught this?







Matt aveva imprecato direttamente nella bocca di Bert quando aveva sentito
qualcuno bussare alla porta del garage.
Aveva grugnito qualcosa che somigliava molto ad un 'fanculo' mentre il moretto
sotto di lui ridacchiava.
Per fortuna si erano già quasi del tutto rivestiti ed avevano solo dovuto terminare
di sistemarsi come meglio potevano.
Matt si era già preparato uno o due insulti quando si era alzato dal pavimento,
aiutando Bert a fare lo stesso e si avvicinava alla saracinesta per aprirla.
Qualsiasi cosa aveva pensato però gli era immediatamente morta in gola quando
aveva visto la faccia di Padge.
Il ragazzo ci aveva messo qualche secondo, nello stato in cui si trovava, per
realizzare che l'amico non era solo, ed era ritornato sui suoi passi diretto verso
la macchina senza dire una parola.
Matt aveva fatto qualche passo verso l'esterno, trascinandolo dentro con sé,
preoccupato dall'espressione dell'altro.
L'aveva portato fino al divano, facendo in modo che si sedesse, e l'altro
aveva eseguito senza battere ciglio.

"Che succede Padge? Parlami"
"Non voglio parlare davanti a lui"

Aveva indicato Bert con un cenno del capo, e Matt per un attimo era rimasto
in silenzio, senza sapere bene cosa dire.
Certo, l'amico e Bert nell'ultimo periodo non si piacevano poi molto, ma quel
comportamento davvero non era da Padge.
Per fortuna Bert aveva capito che non era in sé, e si era alzato in piedi avvicinandosi
a Matt per sfiorargli le labbra a mò di saluto.

"Mi dispiace Bert.. non te ne devi andare.."
"Non preoccuparti va tutto bene. Ha bisogno di te adesso. Chiamami dopo"

Matt l'aveva guardato riconoscente, facendogli un mezzo sorrisino di
ringraziamento per il fatto di aver capito.
E nonostante quelllo poteva vedere la preoccupazione anche negli occhi
del moretto, perché se Padge stava in quel modo molto probabilmente
centrava anche Quinn.
Ma non aveva chiesto niente, non era il momento.
Matt aveva osservato il suo ragazzo attraversare la saracinesca e chiudersela
alle spalle, prima di sedersi accanto all'amico sul divano.

"Non sei stato molto carino"
"Lo so, scusami"
"Fa nulla.. che é successo?"
"E' finita"

Matt per un attimo era rimasto in silenzio, colpito da quanto una frase così
concisa significasse una marea di cose, tutte una peggiore dell'altra.
L'unica cosa che gli fosse venuta in mente però era il viso di Quinn.
Aveva pensato che Padge l'avesse nuovamente lasciato, in maniera definitiva, e
non aveva potuto fare a meno di scuotere la testa.
Pensava a quanto dovesse essere distrutto in biondino, e a quando sembrasse
distrutto Padge.
E lo sapeva, sapeva che quello era un errore enorme, e che l'amico se ne
sarebbe pentito amaramente prima o poi.
Aveva deciso che il momento di essere comprensivo ed accomodante con
Padge era finito, e che adesso doveva proprio dirgli come stavano le cose.
Doveva aprirgli gli occhi una volta per tutte prima che mandasse a puttane
ogni cosa, e non era poi molto lontano dal farlo.

"Ascolta Padge, questa é proprio una stronzata. Quinn ti ama cazzo, lo sai
 che é così. E lo so che sei deluso, ma davvero vuoi buttare tutto via così?
 Te ne pentirai cazzo."

Padge era stato investito dalla valanga di parole di Matt, e sulle prime non
era riuscito a fermarlo, a spiegargli quello che veramente era successo.
L'aveva semplicemente ascoltato parlare di Quinn.
Matt si sentiva come se ancora riuscisse a vedere nel biondino quelle
cose che Padge sembrava non vedere più.
Stava cominciando a credere che le cose fossero cambiate realmente troppo.

"Non parlavo.. non stavo parlando di Quinn.. mi riferivo a Jay"
"Jay? Che significa.. che vuol dire finita?"
"Ha detto che.. che vedermi gli fa male, e che.. che non mi vuole più
 nella sua vita.. che adesso deve pensare a sé"
"E come pensa di escluderti dalla sua vita dato che siete nella stessa
 band?"
"Ha detto che lascia"
"Cristo.."

Matt non era riuscito a dire niente per molto tempo.
Si aspettava che quello che stava succedendo avesse delle ripercussioni
anche su tutti loro, ma non pensava che sarebbero state così grosse.
Così.. definitive.
Padge aveva assimilato quel silenzio prendendosi la testa tra le mani, senza
avere il coraggio di guardare l'amico.
Era colpa sua se Jay stava male, era colpa sua se i suoi amici stavano perdendo
il sogno di mettere su una band tutti insieme.
Era colpa sua, tutto quanto.

"Non.. non so come aggiustare questa cosa"
"Non puoi. Se Jay ha bisogno di stare lontano per sentirsi meglio devi
 lasciarglielo fare"
"Da me.. lui ha bisogno di stare lontano da me, non da voi"
"Che significa?"

Padge non aveva risposto, non perché non sapesse esattamente cosa dire, ma
perché non era in grado di affrontare un'altra dolorosa verità in quel momento.
Non avrebbe sopportato di perdere nient'altro, non nella stessa sera in cui
aveva perso Jay.
Matt aveva posato i suoi occhi sull'amico, ed aveva capito che a dispetto delle
conseguenze che tutti loro stavano per sperimentare, in quel momento l'unica
cosa che doveva fare era occuparsi di Padge, perché sapeva quanto fosse
grande quella cosa per lui, quanto fosse distruttiva.
C'era qualcos'altro però, qualcosa che non gli tornava.

"C'é altro che dovrei sapere?"
"Tipo cosa?"
"Ti sto chiedendo se c'é stato qualcosa tra te e Jay"
"Perché me lo chiedi?"
"Perché ho come l'impressione che tu ti stia sforzando di provare qualcosa di
 più dell'amicizia per lui"
"Io.."
"Cosa?"
"Io l'ho baciato"

Padge non aveva alzato gli occhi, ma aveva sentito chiaramente il sospiro
che era uscito dalla bocca dell'amico.
Non sapeva se classificarlo come arrabbiato o ancora peggio deluso, ma
ancora una volta si era sentito uno schifo

"Stai rendendo le cose peggiori per tutti quanti, e neanche te ne rendi
 conto"
"Io volevo solo.."
"Cosa? Che volevi Padge? L'ennesima conferma che non provi quel tipo
 di sentimenti per lui?"
"Come sai che non li provo?"
"Lo so e basta, e lo sapevi già anche tu, e quello che stai facendo é solo
 stupido, e terribilmente egoista"
"Ma.."
"No Padge, niente ma, é abbastanza. Tu stai solo cercando disperatamente
 di riportarlo indietro con ogni mezzo, e so perché lo stai facendo, ma pensavi
 di fargli del bene baciandolo? Hai idea di quanto sia umiliante per lui che tu debba
 sforzarti di amarlo? Perché credimi, lui lo sa che tu non lo ami"
"Io non so più che fare.."
"Non devi fare un cazzo, non con Jay. Io so che noi amici siamo la tua famiglia,
 dato che la tua famiglia vera fa schifo, ma ci siamo ancora io e Moose, e cristo
 santo, c'é Quinn. Tu hai Quinn, e sei troppo idiota per renderti conto che stai
 perdendo pure lui"

Padge era completamente disorientato dall'attacco di Matt, dall'aggressività
che gli stava rivolgendo.
E Matt l'aveva visto, poteva vederlo chiaramente sul suo volto provato, ma
doveva dirgli finalmente le cose come stavano, prima che perdesse anche
quello che di buono gli rimaneva.

"Matt.. ti prego.."
"Mi dispiace, ma ho provato a farti capire le cose con le buone, e non ha
 funzionato. Ti dico io quello che devi fare. Devi smettere di accanirti sulle
 cose che non puoi risolvere, ed occuparti di quello che invece puoi salvare"
"Lo so che ti piace Quinn.."
"Il punto non é che mi piace, il punto é se tu lo ami o no, perché a questo
 punto ho dei dubbi"

In realtà non aveva nessun dubbio che Padge lo amasse, era solo che
l'amico diventava un casino perso delle volte, e perdeva la strada giusta.
Conosceva Padge, e sapeva che il comportamente di Quinn l'aveva ferito
perché non era semplice per lui lasciarsi andare, aprirsi.
Sapeva che l'idea di essere inadeguato, di essere un fallimento, era una
specie di costante nella vita dell'amico, per via della sua famiglia.
Non ci cadeva spesso, ma pensare che il proprio ragazzo non ha fiducia
in te ti riporta esattamente al punto di sentirti una merda.
In più aveva perso Jay, e Matt sapeva esattamente che quando Padge
aveva realizzato di non poter essere amato come meritava dalla sua
famiglia aveva cercato quell'amore in altre persone.
I suoi amici, loro, erano tutto per lui, e perdere Jay era stato come perdere
un'altra volta l'amore della sua famiglia.
Tutto questo lo faceva sentire perso, e confuso, e lo faceva agire in modo
idiota e sconsiderato, con Padge funzionava così.

"Io.. si, io lo amo, ok? Nonostante tutti i casini io ancora lo amo. Sono
 tornato con lui, no?"
"Ah davvero? Tu credi che quello che stai facendo possa essere classificato
 come tornare con lui?"
"Mi serve un pò di tempo, Quinn ha capito"
"Quinn farà tutto quello che cazzo gli chiedi perché ti ama, e non vuole
 perderti. Lui sta lottando per la persona che ama, tu invece.. tu no."

Tutte quelle cose che Matt stava dicendo, tutte insieme, erano state
come una serie di pugni al centro dello stomaco.
Il problema era che ogni cosa era la pura verità, e faceva male, davvero
male sentirlo.
Matt non aveva realizzato quanto avesse colpito l'altro finché non l'aveva
visto piangere.
Ed in tutta la sua vita le volte in cui l'aveva visto piangere potevano essere
contate sulle dita di una mano.
Gli aveva poggiato una mano sulla spalla, scosso a sua volta, abbassando
immediatamente il tono delle sue parole.

"Hey.. Michael.."

La dolcezza che Matt aveva usato nel pronuciare il suo nome, il suo vero
nome, gli aveva fatto capire quanto fosse preoccupato per lui.

"Hai ragione.. hai ragione tu.."
"Lo so.."
"Lo sto.. lo sto tenendo lontano da me?.."
"Si"
"Io amo Quinn.. io lo amo davvero tanto. Non voglio perdere anche lui Matt.."
"So che é così.. fallo capire anche a lui.."
"Mi manca sai? Mi manca averlo nella mia vita.. lui la rendeva più bella.."
"Puoi riaverlo in un secondo"
"No, non in un secondo.. si merita da parte mia lo stesso impegno che ci sta
 mettendo lui"
"Questo é il mio Padge."

Si erano sorrisi, e Matt gli aveva accarezzato leggermente la testa perché si
calmasse definitivamente, e quando l'altro l'aveva guardato aveva saputo
che Padge aveva capito sul serio  questa volta, e si era sentito
immediatamente meglio.

"Matt?.."
"Si?"
"Chiedi scusa a Bert da parte mia per prima"
"Tu e Bert, mh? Questo discorso lo approfondiamo un'altra volta"










Jay aveva aperto gli occhi, sbattendo le palpebre diverse volte prima di
realizzare dove esattamente si trovasse.
Era seduto per terra, la testa gli faceva stranamente male e gli occhi gli
bruciavano, ma non era quella la cosa più strana.
Ci aveva messo qualche secondo a sentire la sensazione di calore
che lo circondava, e a realizzare che erano le braccia di qualcuno che
lo abbracciavano.
Aveva girato un pò la testa, e i suoi occhi erano scivolati meravigliati
sul viso estremamamente pallido e su quei capelli neri, fermandosi per un
attimo su due piercing lucenti.
Era seduto per terra tra le gambe di Zacky, con la schiena poggiata
completamente conto il petto ampio dell'altro, che teneva le braccia intorno
alla sua vita.
Era addormentato, esattamente come lui fino a poco prima.
Jay aveva cercato di fare mente locale, massaggiandosi con decisione le
tempie con un gesto circolare nel tentativo di far sparire quel fastidioso cerchio.
Per quanto si sforzasse non riusciva a ricordarsi cos'era successo, e come
erano arrivati a trovarsi in quella situazione.
Per qualche minuto era rimasto fermo, perché per quanto strana quella
situazione fosse, era anche molto rassicurante in qualche modo.
Era liberatorio essere semplicemente stretto in quel modo, senza parlare,
senza pensare; c'era solo.. calore, ed il respiro in qualche modo estrememente
consolatorio di Zacky.
Aveva richiuso le palpebre per qualche momento, ma quando le aveva riaperte
gli occhi incredibilmente verdi dell'altro ragazzo lo stavano fissando, e Jay
si era sentito in dovere di spostarsi.
Si era alzato in piedi, e l'altro aveva fatto lo stesso.

"Cos.. Che é successo?"
"Quando sono arrivato non stavi bene, ma non volevi che i tuoi ti vedessero
 così siamo venuti in camera tua"
"Perché mi fa male la testa?"
"Credo.. perché hai pianto finché non ti sei addormentato"
"Oh.. che ti ho detto?"
"Niente di niente in effetti.. ma.. se vuoi parlarne.."
"Io non.."
"A volte parlare con qualcuno esterno alla situazione può aiutare"
"La mia vita fa schifo"
"Ti va di dirmi perché?"

Jay era arrossito per via del tono che l'altro ragazzo aveva usato, era basso
e rassicurante, ma fermo, come se credesse davvero a quello che Jay
stava dicendo, come se sapesse esattamente che a volte la vita può esserlo.
E in quel momento Jay aveva capito che era arrivato il momento di dirlo, di
dire tutto quanto ad alta voce, una volta per tutte.
Solo così poteva fare il punto della situazione e cercare di raccattare i pezzi,
perché ora come ora vedeva solo macerie e nient'altro.

"Perché sono un idiota. Perché sono tanto stupido da essermi innamorato
 del mio miglior amico, ed ovviamente lui non mi ama.. e adesso vederlo
 mi fa così tanto male che gli ho chiesto di uscire dalla mia vita, e siccome
 siamo.. eravamo.. nella stessa band ho anche dovuto lasciare quella.
 La persona che amo non mi ama, ho perso il mio miglior amico, e la mia
 band, ecco perché la mia vita fa schifo"

L'aveva detto tutto d'un fiato, praticamente urlando ogni singola parola
come se dirlo più forte avesse potuto aiutare a portare via un pò di quel
dolore che si sentiva dentro, e quando aveva terminato aveva dovuto
respirare a fondo per riprendere fiato.
Zacky l'aveva guardato senza dire una parola, osservava il suo petto
alzarsi ed abbassarsi velocemente come se avesse corso, e i suoi occhi
ancora rossi sul punto di piangere ancora, e gli faceva una gran tenerezza.
Si era avvicinato discretamente, perché si rendeva conto che non stava
parlando propriamente con lui, che più che altro stava confessando quelle
cose a sè stesso, e gli aveva poggiato una mano sul braccio.
Jay aveva alzato piano gli occhi su di lui

"Sono proprio solo adesso.."
"Cosa? Ma no che dici? E Moose? Hai sempre i tuoi amici"
"Che sono tutti nella stessa band di cui io non faccio più parte, quanto
 pensi che ci vorrà? Sono.. solo io"
"Adesso ti sembra così, ma migliorerà"
"Deve"
"E' così.."
"Possiamo non parlarne più?"
"Se ti fa sentire meglio.."
"Si. Tu.. perché eri venuto qui?"
"E' che.. sei l'unico in città che conosco a parte Moose, ed ero passato
 per vedere se ti andava di fare una passeggiata.. o cose così"
"Mi spiace di aver trasformato la tua passeggiata in un dramma"
"Hey va tutto bene, non preoccuparti. Possiamo anche solo stare qua
 senza fare niente, se vuoi..  magari stesi sul letto e non per terra però"

Jay si era lasciato scappare una leggera risata, era durata solamente un
attimo però, ed immediatamente dopo Zacky l'aveva visto iniziare a
singhiozzare.

"Hey, vieni qua.."

Era così tanto triste, che altro poteva fare se non abbracciarlo?












Padge aveva rifiutato l'offerta di Matt di accompagnarlo a casa, ed era
salito in macchina, con l'idea di tornarsene a casa e farsi una bella
dormita, aveva già fatto abbastanza casini in una sola sera.
L'idea era davvero quella, ma per tornare a casa doveva passare per
forza di cose davanti all'abitazione del biondino, e quando l'aveva vista
in lontananza aveva come perso la testa.
Doveva vederlo, sapere che era ancora lì, che era reale, che poteva
toccarlo, e avere il suo odore addosso.
La sua testa era confusa, e non riusciva a ricordarsi esattamente né
che giorno fosse, né quali fossero esattamente i turni della madre
del biondino, in più era buio fuori, e non aveva idea di che ora fosse, ma
aveva bussato lo stesso.
Era stato il biondino stesso ad aprire la porta, e subito dopo aveva posato
gli occhi su di lui, sorpreso di vederlo, e allo stesso tempo spaventato per
quello che poteva significare.
Padge era rimasto per un attimo semplicemente a fissarlo, sconvolto che
il suo cuore potesse battere così forte per il semplice fatto di averlo visto.
L'aveva guardato negli occhi, e si era reso conto che tutta la rabbia
era semplicemente svanita, che lo rivoleva nella sua vita così tanto da
sentirsi male, e che ogni giorno che aveva passato lontano da lui era
stato un giorno perso, inutile, come se fosse stato chiuso in una bara.
Come se non avesse mangiato, camminato, respirato.
Come se non avesse vissuto.
Quinn aveva aperto la bocca per parlare, ma neanche nella sua testa
era riuscito a concludere quella frase, non voleva neanche pensarla.

"Sei venuto per.."

Non aveva dovuto finirla comunque, perché Padge aveva fatto un passo
avanti e gli aveva posato le dita sulla bocca, con uno sguardo quasi disperato
che lo supplicava di non dirlo.

"Dammi.. dio dammi soltanto un bacio.. mi sembra di non baciarti
 da una vita"

Quelle parole erano tutto quello che il biondino aveva bisogno di sentire.
Si erano praticamente scontrati, muovendosi l'uno addosso all'altro così
velocemente che non avevano neanche realizzato di averlo fatto.
Entrambi avevano gemuto non appena le loro labbra si erano toccate,
ed il biondino aveva fatto un piccolo salto per trovarsi in braccio all'altro,
circondando la sua vita con le gambe.
Il moro gli aveva messo le mani sul sedere per reggerlo, e l'aveva spinto
verso la porta ancora aperta, chiudendola e pressandocelo contro.
Quinn aveva infilato le mani nei capelli lunghi dell'altro, mentre ancora
si baciavano.
Padge aveva interrotto il bacio solo per poggiare le labbra sul collo bianco
del biondino, ed affondarci i denti dentro.
Il gemito di piacere e dolore che gli era uscito dalla bocca era stata la
cosa più eccitante che il moro avesse mai sentito.
L'aveva staccato dalla porta ed aveva salito le scale, tenendo gli occhi
aperti per non rischiare di far cadere entrambi, mentre continuava a
morderlo, ancora un pò più forte di prima.
Erano arrivati fino alla porta della camera del biondino, che grazie a Dio
era aperta, altrimenti l'avrebbe buttata giù.
Non aveva avuto la stessa fortuna col letto, che era pieno di libri ed
evidenziatori colorati.
Padge aveva pensato 'fanculo', non c'era tempo di svuotarlo, ed avrebbe
comportato staccarsi da Quinn, cosa di cui non aveva nessuna intenzione.
Si era semplicemente messo in ginocchio, e l'aveva lasciato andare per
terra, seguendolo immediatamente dopo.
Aveva ripreso a baciarlo, mentre tentava di togliergli i vestiti senza strapparli.
Anche il biondino si era operato per spogliarlo, in fretta, perché aveva bisogno
di sentire la sensazione della sua pelle sotto le dita.
Si erano ritrovati nudi abbastanza per quello che serviva molto velocemente,
e Padge l'aveva morso ancora, forte, mentre Quinn gli affondava le unghie
nella schiena.

"Dio Padge.. ti prego.. scopami"

Non aveva avuto bisogno di chiederlo una sola volta in più, perché
Padge era entrato dentro di lui in una sola spinta, mentre Quinn inclinava
la testa all'indietro contro il pavimento.
Il moro gli aveva alzato le gambe portadosele intorno alla vita, ed aveva
preso a muoversi a fondo guadagnandosi una serie di ansimi uno più
forte dell'altro.
Desiderava più di ogni altra cosa toccarlo, ma doveva tenere le mani
per terra per fare presa sul pavimento e aiutarsi nei movimenti, così
si era solo abbassato a morderlo ancora.
Il dolore si era diluito con l'assurdo piacere che stava provando, ed
il biondino aveva gemuto così forte che Padge aveva dovuto sforzarsi
per non venire immediatamente.
Quinn l'aveva graffiato ancora, mentre le spinte del moro diventavano
più erratiche man mano che l'orgasmo si avvicinava, ed aveva iniziato
a ripetere freneticamente il nome dell'altro.
E poi era come se fossero andati a fuoco contemporaneamente tutti
e due, mentre venivano nello stesso momento.
Padge aveva sentito il corpo del più piccolo tremare convulsamente
sotto il suo, e finalmente l'aveva toccato, prendendogli il viso tra le
mani per baciarlo un' ultima volta.
Quinn aveva chiuso gli occhi a quel bacio, e li aveva mantenuti chiusi
ancora per un pò anche quando era terminato, perché non sapeva
cosa aspettarsi quando li avrebbe riaperti.
Aveva sentito il corpo caldo di Padge allontanarsi dal suo, e solo allora
aveva aperto le palpebre, mentre l'altro ormai in piedi gli porgeva la
mano per aiutarlo ad alzarsi.
Il biondino aveva aspettato che gli dicesse qualcosa, ma non l'aveva
fatto, limitandosi semplicemente a svuotare il letto di tutte le cose che
c'erano sopra.
Aveva fatto in modo che Quinn si stendesse, e si era disteso immediatamente
accanto a lui.
Il più piccolo si era goduto la sensazione di trovarsi tra le braccia di Padge
ancora una volta, ma non del tutto sicuro di quello che significasse.
Era tutto apposto? Erano tornati insieme o era stato qualcosa di
occasionale?

"Padge.. mi dispiace.."
"Shh.. non.. non adesso ti prego. Domani.. domani parliamo di ogni cosa,
 adesso devi solo.. dormi con me.. respira intorno a me.. voglio solo questo"

A tutto il resto potevano pensare domani.











 
Passiamo subito alla recensioni, e come sempre grazie per i bellissimi commenti.
I love you!

Friem: Avevi totalmente ragione su Padge, per fortuna c'era Matt a rimettergli un pò
di sale in zucca! xD La tua opinione di Padge é un pò migliorata?
Jay sta uno schifo, e Zacky é lì per lui, nonostante a malapena lo conosca.. ma é
solo questo per il momento.. vedremo!
Grazie per tutti i complimenti, davvero.

Yuky_Frehley: Mi odi ancora adesso? Scommetto di no! xD
E Jay ha anche riaquistato punti, il che mi fa felice xD
Ahaha dai almeno un etero ci voleva!

ColdBlood: Ahah no, niente epidemia! xD Ma in effetti a Jay non é andata male!
Perfettamente vero, Padge in crisi diventa idiota, per fortuna c'é Matt!
Lui e Bert poi.. si anch'io li amo!

ScreamAimFire: Ti ringrazio davvero per i complimenti, e sono contenta che ti piaccia!
Padge é incasinato perso, si, ma sembra che abbia capito qualcosa, certo, dopo che
Matt gliel'ha praticamente urlato, ma sono dettagli!
Jay.. lui é solo a pezzi per il momento.. vedremo.

ChemicallyUsed: Hun Padge e Quinn, che ne pensi di questa improvvisa svolta? xD
Si é capito anche la motivazione più profonda dei suoi comportamenti.
Jay, si ha fatto la scelta giusta, ma non é facile.. e sta male.. però Zacky..
Ahahah hun, lo sai che sono un pò cattivella, Padge é arrivato ad interrompere la
scena di sesso, come hai visto qua, colpa sua! xD

Xx_ImJustAKid: Dear, ti ho spiegato cos'era andato a fare Zacky lì, see? xD
Ed é semplicemente adorabile a prendersi cura di Jay in quel modo, non trovi?
Jay sta uno schifo, e non so se potrà uscirne molto presto..
Che ne pensi della svolta che hanno preso le cose tra Quinn e Padge?
E Matt.. non avevi torto sulla seduta, eh? xD

Crazy_Me:Ahahah ho come l'impressione che dopo questo capitolo mi odierai! ç_ç
Ma si, Padge ama Quinn, mi spiace! xD
Ahaha la fai così semplice? Per ora Jay non potrebbe innamorarsi proprio per nulla, ma
un buon amico gli serve.
Ahahah la tua ipotesi di far finire Quinn con Zacky per rimettere gli altri due insieme mi
ha fatto morire dalle risate! Sei crudele! xD
Ahah in quanto al conto dello psicologo, beh io studio psicologia, quindi ti mando in crisi
e poi ti curo, che ne dici?

SheFoughtTheLaw: Ma grazie! Davvero! Sono contenta che ti piaccia!
Ho risolto le cose tra Quinn e Padge, perché Quinn é il mio bambino, non posso farlo
soffrire a lungo xD
Jay sta malissimo, ovviamente, e Zacky.. beh siamo in due ad amarlo, e sembra
l'uomo perfetto fin ora, no?
Matt é lo psicologo del gruppo, te ne sarai accorta oramai. xD

ErisValentine
: Ahaha il triangolo delle bermuda! Ma l'ho risolto, visto? Mi faceva
male al cuore che il mio Quinn soffrisse.. (si, lo sapevi che l'avrei perdonato alla fine xD)
Il tuo Matt, tra una pomiciata con Bert e l'altra, ha di nuovo fatto lo psicologo!
Jay é cucciolo, ma Zacky si prende cura di lui! *-*
Siiiiiiiii!!! Fai pomiciare David e Pierre!!!!!!!!!



Ritorna all'indice


Capitolo 31
*** I wanna start this over again ***




I wanna start this over again







Quinn aveva aperto gli occhi lentamente, un pò stranito dal peso insolito
che si sentiva intorno.
Ci aveva messo qualche secondo a realizzare che quel peso era il braccio
di Padge stretto intorno alla sua vita, e che l'odore che sentiva era quello
del suo ragazzo.
Poteva chiamarlo di nuovo così? Era abbastanza sicuro di si, ma non
del tutto.
In quel preciso momento non riusciva a pensarci, si sentiva così - assurdamente -
felice che si sarebbe messo a piangere se avesse potuto, invece si era
solo pressato un pò di più contro di lui, affondando la faccia nel petto
dell'altro per respirare il suo odore, e per sentire il suo cuore battere.
Aveva sentito il braccio di Padge stringerlo più forte, non appena si era
avvicinato, e l'aveva osservato aprire piano gli occhi e sorridergli leggermente
ancora intontito dal sonno.
Quinn aveva ricambiato quello sguardo, ma non era riuscito a fare lo stesso
col sorriso
, perché era ancora troppo nervoso per poterlo fare.
Non faceva altro che chiedersi 'che succederà adesso?'
Padge aveva scosso la testa ancora col sorriso sulle labbra, e si era scostato
dal biondino per mettersi seduto.

"Ok Quinn"
"Cosa?"
"Non sarai tranquillo finché non parleremo, giusto?"
"Si.."

Quinn l'aveva detto con un leggero tono di scusa nella voce, ancora spaventato
di poter dire o fare qualcosa che potesse improvvisamente far precipitare tutta
la situazione.
Sperava davvero che quella sensazione se ne sarebbe andata prima o poi.
Padge invece aveva solo annuito, e gli aveva fatto segno di sedersi accanto a lui.
Il biondino aveva fatto come gli diceva, e si era seduto accanto a lui, abbastanza
vicino in modo che le loro gambe si toccassero, disperato di non interrompere
il contatto nemmeno per un attimo.
Il moro gli aveva passato le dita tra i capelli, e l'altro si era immediatamente
rilassato a quel tocco.
Padge aveva le dita calde, era rassicurante.

"Mi dispiace Padge"
"No.. no Quinn, non é quello che intendevo quando ho detto che
 avremmo parlato"
"Ma.."
"Ascolta, si tu hai sbagliato, ma ho sbagliato anch'io.. sono io che ho fatto
 diventare enorme questa cosa.."
"No.. tu.. eri arrabbiato.. avevi ragione ad esserlo"
"Si forse all'inizio, ma non era solo quello. Io.."
"Tu cosa?"
"Io volevo allontanarti da me"

Ed aveva fatto male sentirlo, ma aveva tenuto quella cosa per sé, cercando
di non cambiare l'espressione del suo viso.

"Perché?"
"Perché ho pensato che se tu ti allontanavi Jay si sarebbe riavvicinato"

Ed era strano realizzare quanto si possa ferire una persona, quanto ci si
senta in diritto di farlo, solo perché si é dalla parte della ragione.
Il moro aveva notato lo sguardo confuso del più piccolo, e l'aveva accarezzato
ancora una volta prima di spiegarsi.
E non era facile spiegare qualcosa di irrazionale, qualcosa che Matt aveva dovuto
urlargli contro perché lui ne prendesse consapevolezza.
Ma ci aveva provato lo stesso, in quel suo modo un pò incerto di quando si
parlava di certi argomenti.

"Non fraintendermi, non provo quel tipo di sentimenti per lui, lui è.. ok ascolta, ti
 ho raccontato della mia famiglia.."
"Si, non molto"
"Io ti ho accusato di farmi pagare per le cose brutte che ti sono successe in
 passato.. ma io ho fatto lo stesso con te.. Vedi.. quando.. ecco quando i miei
 hanno capito che non sarei stato come volevano loro hanno semplicemente.. ecco
 credo che abbiano semplicemente smesso di amarmi.."

Quinn non aveva detto una parola, quasi tratteneva il fiato per quanto enorme
fosse quell'informazione, mentre Padge si prendeva un attimo di silenzio.
Perché si, forse una parte di sé ci aveva pensato, molte volte, ma quella era
una cosa che non aveva mai raggiunto il livello cosciente, fino ad allora.
Il biondino aveva letto lo sguardo sconcertato sul viso dell'altro, come se solo
adesso avesse realizzato quello che stava dicendo.
Quando gli aveva toccato la mano per fargli sentire che era lì con lui Padge si
era riscosso, ed aveva ripreso a parlare come se quel momento di silenzio non
ci fosse mai stato.

 "e.. i miei amici, loro sono diventati la mia famiglia.. erano tutto quello che
 avevo, capisci? E perdere Jay é stato come.. come essere abbandonato ancora.
 Non.. non volevo che se ne andasse, e ho tenuto lontano te"
"E cos'é cambiato?"
"Ho capito.. in realtà Matt me l'ha urlato contro finché non ci sono arrivato, che
 certe cose non posso cambiarle, non posso cambiare che Jay sia innamorato
 di me, e non posso cambiare il fatto che non sia così per me.. ma io e te..
 noi.. noi possiamo decidere come devono andare le cose.."

Quinn era scoppiato a piangere, senza sapere bene perché, e senza riuscire
ad impedirselo.
Sapeva che Padge stava male, e avrebbe voluto essere di conforto anche, ma
non ci riusciva.
Tutte quelle cose - tutte insieme - il dolore di Padge ed il suo, la distanza, ed ora
quella vicinanza che non sapeva cosa fosse.
Era come se la sua testa non riuscisse a prendere tutte quelle informazioni, o come
se non volesse ancora crederci del tutto, perché l'altro stava cercando di dirgli
qualcosa, questo era sicuro.
Padge gli aveva accarezzato una guancia, sapeva qual'era il punto, sapeva
che Quinn aveva bisogno che lui dicesse esattamente le parole, non che
lasciasse intendere, era ancora spaventato, ed aveva bisogno di una definitiva
e chiara rassicurazione.
Aveva usato un tono dolce, facendo in modo che il più piccolo lo guardasse.

"Hey.. capisci quello che ti sto dicendo Quinn?"
"C-credo di si.. ma dimmelo lo stesso"
"Io voglio tornare con te"

Il biondino aveva pianto più forte di prima, e Padge se l'era trascinato tra
le braccia e l'aveva stretto, senza dire nulla per lasciare che si sfogasse, che
tirasse fuori tutta la tristezza e la paura che aveva provato, e che le
eliminasse una volta per tutte.
Piano i singhiozzi erano diventati meno forti, e poi erano terminati del tutto.
Quinn era rimasto silenzioso tra le sue braccia per un pò, lasciando che il
suo corpo si abituasse nuovamente alla temperatura di quello dell'altro.
Era rimasto quieto finché tutte le parole che Padge gli aveva detto non erano
passate di nuovo nella sua mente, e solo allora si era scostato per guardarlo.

"Padge?.."
"Che c'é?"
"Hai detto perdere.. perché hai detto perdere Jay?"
"Non importa.. non dobbiamo parlare di questo.."
"Si invece.. puoi parlarmene sai?.. Io ho capito.. davvero. So che non provi
 niente per lui, e so che é importante per te.. voglio che tu possa parlarmi
 di tutto.. non voglio zone d'ombra tra noi, cose di cui non possiamo
 parlare.. non più."
"Sei sicuro?"
"Si"
"Ok.. Jay, lui mi ha detto che vedermi oramai gli fa soltanto male, e.. e mi
 ha chiesto di uscire dalla sua vita.. e ha lasciato la band"

L'aveva detto snocciolando tutte quelle informazioni una dietro l'altra, con
lo stesso tono piatto che avrebbe usato per leggere la lista della spesa.
Ma Quinn lo conosceva troppo bene per pensarlo, e non gli era sfuggito quel
lampo - disperato- negli occhi, e come le sue mani avevano tremato
leggermente mentre parlava.
Il biondino si era ritrovato a spalancare la bocca a quelle parole.
Non aveva mai pensato che le cose avrebbero preso proporzioni così
fottutamente grandi.
Non aveva mai pensato al risvolto della medaglia.
La stanza era quasi completamente buia, ma Quinn riusciva comunque
a vedere bene gli occhi di Padge, quanto fossero tristi.

"Padge.. io.. mi dispiace.. dio é tutta colpa mia.. se io non avessi tirato
 fuori questa storia lui.."
"No Quinn.. basta così. Sembra che non facciamo altro che decidere a
 chi dare la colpa.. sono stanco. Non é colpa tua, perché sarebbe venuto
 fuori comunque, e non é colpa di Jay per quello che prova, e non é colpa
 mia perché non ricambio.. é così e basta.."
"Ma.. tu stai male adesso.."

Padge si era limitato ad assentire, perché non pensava ci potessero essere
parole adatte per spiegare la sensazione di vuoto che si sentiva dentro.
La sansazione di aver perso una parte di te, della tua vita.
L'abbraccio di Quinn l'aveva fatto istantaneamente sentire meglio però.
Il dolore era ancora lì, probabilmente non se ne sarebbe mai davvero
andato, ma si era sentito meglio.

"Mi sento inutile.. non posso fare niente per te.."
"Si che puoi"
"Cosa?"
"Puoi darmi un bacio, e poi dirmi che mi ami, e farmi un sorriso"
"E ti farà stare bene?"
"Non bene, ma meglio"

Quinn gli aveva posato le labbra su quelle dell'altro, poi gli aveva posato
un bacio anche sul naso, e gli aveva detto che l'amava.
E lo amava sul serio, più di qualsiasi cosa avesse mai amato in vita sua.

"Devo dirti un'altra cosa.."

Il biondino aveva aperto gli occhi per guardarlo, e gli aveva rivolto un
sorriso triste.
Sapeva che qualsiasi cosa gli avrebbe detto gli avrebbe fatto male, ma
sapeva anche che non gli sarebbe importato, che non importava più.

"Hai fatto l'amore con Jay?.."
"No, non l'ho fatto.. ma.. l'ho baciato"
"Ok"
"Ok?"
"Si, non mi importa. Qualsiasi cosa ti abbia fatto capire che dovevi tornare
 da me va bene.. non mi importa"
"Sei diverso, più.. forte"
"Forse lo sono"
"Tu.. tu hai.. fatto l'amore con qualcun'altro?.."
"Mi sono a malapena alzato dal letto in questo mese.."

Quinn aveva notato lo sguardo completamente confuso dell'altro, e si
era affrettato a chiarire quello che intendeva, con una specie di risatina
nella voce.

"No! Non in quel senso.. da solo.. ero troppo giù per uscire.."
"Dio Quinn, mi é preso un colpo. Beh sono contento che tu non l'abbia fatto"
"Padge.. ho fame"
"Mi mancava sentire questa frase"







Matt aveva alzato il telefono per comporre il numero di Bert, ovviamente
ce l'aveva memorizzato in rubrica, ma lo conosceva a memoria e lo
faceva senza veramente pensarci oramai.
Il moretto aveva risposto nel suo solito modo quasi maleducato che lo
faceva ridere, senza dire nemmeno ciao, ed informandolo soltanto
che stava arrivando.
Aveva sentito comunque un pò di tensione nella voce del moretto, e
non sapeva bene se preoccuparsene o no.
Prima che potesse ipotizzare qualsiasi cosa però Bert aveva bussato
alla saracinesca, praticamente investendolo non appena aveva aperto.
Gli aveva dato un bacio veloce, ed un morso altrettanto veloce, e si
era seduto sul divano, Matt l'aveva seguito.

"Stai bene? Sembravi un pò teso al telefono"
"Si beh, é che.. ho aspettato fin ora per sclerare, ma adesso devo
 sapere cos'é successo a Padge, e quanto devo preoccuparmi per
 Quinn"
"Non c'entrava Quinn, era per Jay che stava così"
"Questo non mi consola particolarmente"
"E' tutto ok.. con Quinn intendo.. lo rivuole indietro"
"Per davvero stavolta?"
"Si"
"Cazzo finalmente.."
"Già.."
"Come l'hai fatto rinsavire?"
"Urlando per lo più"

Bert aveva ridacchiato, spostandosi per potesi mettere a cavalcioni sul
più grande, e lasciandogli un bacio un pò provocatorio sulle labbra, e poi
appena dietro l'orecchio.
Matt aveva socchiuso gli occhi, ma neanche quei piccoli gesti erano
riusciti a rilassarlo completamente.
Il moretto l'aveva sentito, sentiva la tensione nel corpo di Matt, ed il fatto
che fosse così silenzioso era il segno che aveva qualche pensiero per la
testa.
Era rimasto dov'era, seduto sopra di lui, ma aveva smesso di baciarlo, limitandosi
a circondare il collo dell'altro con le braccia, ed a chinarsi un pò per
poterlo guardare in viso

"Non devo preoccuparmi per Quinn, ma devo farlo per te, é così?"
"Perché dici questo?"
"Perché é chiaro che c'é qualcosa che non va. Quant'é brutta la situazione?"

Matt restava sempre piacevolmente meravigliato dalla perspicacia di Bert.
Ad uno sguardo inesperto poteva sembrare totalmente incasinato, ed anche
un pò superficiale.
E la prima cosa che ti veniva da pensare era che faceva davvero troppo casino
per poter anche solo accorgersi di quello che gli succedeva intorno, ma non era così.

Bert era molto attento, nel suo modo piuttosto rumoroso, ed osservava
molto più di quello che gli altri potessero pensare.
Il più grande gli aveva fatto un mezzo sorriso stanco.

"Jay non vuole più vedere Padge, non sono più amici, ed ha ufficialmente
 lasciato la band"
"Cazzo"
"Come diavolo ha fatto a diventare un casino così grosso?"
"I sentimenti sono sempre un casino, specie quando ci sono un sacco di
 persone di mezzo.. e poi i gay sono un pò melodrammatici, dovresti
 saperlo oramai"

Matt aveva riso, e Bert l'aveva baciato più delicatamente di come aveva
fatto prima, allacciandogli le braccia intorno al collo, silenzioso.
Sapeva che Matt aveva bisogno di silenzio, e di pensare, ed era soltanto
rimasto con lui, dandogli esattamente quello di cui aveva bisogno, facendogli
solo sentire la sua presenza.
Sapeva anche che l'altro aveva bisogno di lui lì, perché per quanto potesse
sforzarsi di pensare, nemmeno lui poteva trovare alcuna soluzione a quella
situazione.
Nessuno poteva farci niente, si potevano solo limitare i danni.


"Sai che possiamo fare per tirarti su?"
"Cosa?"
"Possiamo scopare"
"Mi chiedo perché ancora ti faccio certe domande"
"Sei adorabile, te l'ho mai detto?"
"E io te l'ho detto che in quanto a romanticismo fai schifo come fidanzato?"

Bert si era aquietato improvvisamente a quelle parole, limitandosi semplicemente
a restare seduto accanto a Matt.







Zacky era rimasto tutto il giorno nella stanza di Jay, semplicemente guardando
stupidi film e giocando ai videogiochi.
Non l'aveva visto sorridere o sentito ridere una sola volta, ma almeno aveva
smesso di piangere.
Aveva tutta l'intenzione di restare quanto più possibile intorno al moretto, per
la semplice ragione che sapeva esattamente come ci si sentiva, e quando
ci era passato lui avrebbe voluto avere qualcuno accanto, ma così non era stato.
E si era rivelato molto più difficile uscirne, é sempre tutto più difficile quando sei
da solo.
Avevano a malapena sentito il suono della porta, e comunque non se n'erano
preoccupati dato che i genitori di Jay erano in casa.
Avevano messo in pausa il controller solo quando qualcuno aveva bussato
delicatamente alla porta della camera.
Jay aveva sussurrato un 'avanti', credendo che fosse sua madre, invece
era entrato Moose, e Zacky aveva sentito chiaramente il moretto
irrigidirsi accanto a lui.
Aveva provato ad alzarsi dal letto per lasciarli soli, ma Jay aveva stretto la
mano intorno al bordo della sua maglietta, impercettibilmente, ed aveva
capito che non voleva che se ne andasse.
Moose era chiaramente sorpreso di vederlo lì, ma non aveva detto niente,
limitandosi semplicemente si era seduto anche lui sul letto accanto al moretto.
Aveva allungato una mano per toccarlo, per fargli una carezza o qualcosa di
simile, ma Jay si era ritratto, e lui aveva lasciato cadere la mano.

"Volevo vedere.. come stai?"
"Così"
"Jay mi dispiace tanto.. c'é qualcosa che posso fare?"
"Non puoi fare niente, proprio niente"
"Andiamo Jay, parlami.."
"Non c'é niente da dire Moose, io voglio Padge e lui non vuole me.
 Fine della storia"
"Sembri arrabbiato con me"
"Non lo sono, ti sto solo rendendo le cose più facili, a tutti voi"
"Che significa?"

Jay non aveva risposto, e Moose aveva fissato i suoi occhi sul suo
viso cercando di leggerci quello che gli passava per la testa, ma l'altro
non aveva ricambiato lo sguardo, così aveva guardato Zacky, in cerca
di una qualsiasi spiegazione.
Sapeva che non poteva dargliene, che non spettava a lui, ma era
tutto quello che aveva al momento.
Zacky non aveva neanche aperto bocca, ovviamente.

"Jay.. che significa?"
"Vorrei.. dovresti andartene"







Padge si era infilato i boxer e si era avvicinato alla porta, mentre Quinn
cercava dove fossero finiti i suoi.
Aveva smesso di cercare quando aveva visto il moro bloccarsi, e l'aveva
raggiunto per capire cosa stesse succedendo.
I rumori provenienti dal piano di sotto gli avevano fatto spalancare gli occhi
mentre si immobilizzava appena fuori la porta, e si voltava verso Padge, che
aveva più o meno la sua stessa espressione.
Il moro si era passato una mano sul viso

"Dev'essere mia madre.. staccava presto ieri.. non ci avevo pensato"
"Dio, ti prego dimmi che non abbiamo scopato con tua madre nella stanza
 accanto"
"Io non.. no, quando sei arrivato non c'era ancora"
"Quindi ci ha solo visti dormire.. nudi"
"Ops"

Quinn aveva ridacchiato, avvicinandosi all'altro per poggiarsi contro il suo
petto.
L'altro l'aveva stretto soltanto per un attimo, prima di allontanarlo per
guardarlo bene, finalmente alla luce, lontano dal buio della stanza.

"Oh cazzo.. cazzo"

Quinn non capiva quella reazione così forte, ed era rimasto un pò confuso
dal modo in cui lo fissava.
Si era toccato il collo, senza sapere esattamente cosa cercare

"Mi hai fatto un succhiotto?"
"Emh.. non esattamente"

Il biondino aveva fatto qualche passo verso lo specchio appeso alla parete
del corridoio, ed aveva spalancato gli occhi.
Il suo collo e le sue spalle erano ricoperti di segni di morsi.
Piccoli segni circolari di un rosso scuro, che spiccava in maniera estrema
sulla pelle pallida.

"Padge! Sono pieno di segni!"
"Lo so, mi dispiace.. non volevo farti male"
"Non mi hai fatto male, mi.. ecco mi é piaciuto.."

Quinn l'aveva detto accellerando le parole nell'ultima parte della frase, e Padge
aveva ridacchiato  per un momento, baciandogli velocemente le labbra.
Subito dopo era tornato serio però, guadagnandosi uno sguardo da parte
del biondino.

"Mi toccherà di nuovo scendere dalla finestra"
"No, perché dovresti? Oramai sa che sei qui"
"Quinn, probabilmente, no anzi, sicuramente, tua madre mi odia per quello
 che é successo tra noi.. e sei anche pieno di segni.."
"Invece no, non ti odia"
"Te l'ha detto lei?"
"No, ma.."
"Ti sei a malapena alzato dal letto perché eri troppo giù, così mi hai detto, che
 avrebbe dovuto pensare tua madre?"
"Non importa ok? Non voglio che te ne vai.. mai più."

Il biondino gli si era stretto di nuovo addosso, più forte, e Padge non aveva
potuto fare a meno di ricambiare la stretta.
La verità era che il pensiero di andarsene, di lasciarlo così presto, lo faceva
sentire male, nauseato quasi.
Erano stati troppo lontani, troppo a lungo.
Aveva acconsentito a restare con un sospiro, pensando che comunque non
ne sarebbe uscito niente di buono.
Non era solo l'imbarazzo a bloccarlo, era qualcos'altro, tristezza, più che altro.
La madre di Quinn l'aveva fatto sentire accolto, e a casa, come non gli era
mai capitato nemmeno nella sua, di casa, ed il pensiero che non sarebbe
stato più così lo faceva sentire molto triste.
Come se ancora una volta non fosse capace di appartenere a nessun posto.
La voce di Quinn l'aveva trascinato via dai suoi pensieri, ed aveva sorriso a
quel suono, anche se non aveva sentito una sola parola di quello che aveva detto.

"Che?"
"Ho detto che dovremmo vestirci"
"Forse é il caso che mi faccia una doccia prima, odoro di sesso"

Quinn si era espresso in un mugolio pigro e provocatorio, ed aveva affondato
il naso nel petto di Padge per respirare forte quell'odore.

"Sei un piccolo pervertito"

Quinn aveva ridacchiato, lasciando un leggero bacio sulla pelle dell'altro prima
di scansarsi, e spingerlo nella camera.

"Io mi vesto e scendo giù.. a spianare la strada.. tu fà la doccia e raggiungimi"
"Ti servirebbe una muta da sub per coprire tutti i morsi"
"Grazie tante, non sei di aiuto"

Padge aveva riso mentre recuperava i vestiti della sera prima e si chiudeva
la porta del bagno alle spalle.
Quinn aveva sentito l'acqua iniziare a scorrere, e per un attimo era semplicemente
rimasto ad ascoltarla silenzioso, per godersi la sensazione di calore che sentiva
per il fatto che Padge fosse lì, con lui.
Si era riscosso dopo qualche attimo, infilandosi velocemente un jeans ed una felpa,
della quale aveva tirato su il cappuccio per nascondere il collo, poi era sceso, ancora
scalzo, ed aveva raggiunto sua madre in cucina.
E poteva giurare di non aver fatto nessun rumore nell'entrare, ma la donna si era
immediatamente accorta della sua presenza, e si era voltata a guardarlo.

"Buongiorno.."
"Buongiorno anche a te. Dov'é Michael?"

Sua madre era andata dritta al punto, di certo non usava giri di parole.
Quinn l'aveva osservata per capire se fosse arrabbiata, o qualsiasi altra
cosa provasse

"Mi dispiace mami.. non.. non era previsto che restasse qui mentre c'eri
 anche tu.. solo che.."
"Non lo farai di nuovo scappare dalla finestra mi auguro..?"
"No.. scenderà tra poco.. sei arrabbiata?.."
"E la prima volta che ti vedo sorridere da un mese, non potrei davvero
 arrabbiarmi adesso."

Quinn non aveva neanche realizzato di aver cominciato a sorridere mentre
parlava di lui, doveva essere una specie di riflesso incondizionato, probabilmente.

"Quindi siete tornati insieme?"
"Si"
"E tu stai bene?"
"Adesso si"

Sua madre aveva sorriso impercettibilmente, perché era tanto tempo che
non vedeva quell'espressione così radiosa sul viso del suo bambino.
Era come se gli occhi di Quinn avessero cambiato colore, come se fossero
più brillanti.
Era tornata alle sue occupazioni in cucina, mentre il biondino prendeva
posto in sala da pranzo.

Padge aveva indossato i suoi vestiti della sera prima, ed aveva legato i
capelli in una coda bassa quando aveva capito che non c'era modo di
sistemarli.
Era sceso lentamente al piano di sotto, preparandosi mentalmente alla
situazione di imbarazzo nella quale si sarebbe trovato.
Aveva attraversato la porta della sala da pranzo in tempo per vedere Quinn
intingere le dita in un barattolo di marmellata e poi leccarle con un'espressione
contenta che l'aveva fatto sorridere, allentando un attimo la sua tensione.
Il biondino aveva fatto un versetto felice quando l'aveva visto.

"Hey.."
"Hey.. buona la marmellata?"
"Mh mh"

Quinn aveva annuito leggermente col capo per rafforzare la sua affermazione, e
gli aveva porto il vasetto che l'altro aveva rifiutato scuotendo la testa.
Padge era rimasto in piedi, troppo nervoso per mettersi seduto, finché la madre
del biondino non era entrata in sala con una brocca di caffé.
Il moretto aveva sussultato appena, senza riuscire ad incontrare il suo sguardo.
Si era messo seduto solo perché Quinn l'aveva tirato per la t-shirt.

"Buongiorno Michael"
"B-buon giorno"

Quinn aveva interrotto il momento imbarazzante alzandosi in piedi, ed avvisando
Padge che doveva fare qualcosa per lui, prima di lasciare la stanza senza
nessun'altra spiegazione.
Padge non aveva avuto il tempo di ribattere niente, nè di lanciargli lo sguardo
implorante di 'non lasciarmi solo', così era semplicemente rimasto in silenzio, con
la testa bassa sul piatto vuoto.
Si sentiva come un peso addosso, come una specie di coperta appiccicosa che
si attaccava alla pelle.
Un'altra persona che aveva deluso, questo pensava, forse era nella sua natura
deludere le persone.


Debbie aveva guardato il ragazzo/ex ragazzo/di nuovo ragazzo, di suo figlio
con un mezzo sorrisetto, intenerita quasi dalla sua vergogna, ed aveva deciso
di dargli una mano.

"Puoi guardarmi sai?"

Padge aveva alzato lentamente gli occhi, mordendosi leggermente l'interno
della guancia per il nervosismo.
Voleva disperatamente trovare qualcosa da dire, ma non voleva inventarsi
scuse o giustificazioni, così aveva detto solo 'mi dispiace', perché quello era vero.

"Va tutto bene Michael, non ce l'ho con te"
"No?"
"No, le persone litigano, si lasciano, succede. E poi da quello che ho potuto
 capire la colpa non é stata tua"
"Quinn ha..?"
"No, non me l'ha detto lui, ma l'ho sentito per caso parlare con Bert"

Padge aveva annuito timidamente col capo, alzando gli occhi per guardare
se l'espressione del viso rispecchiasse quello che stava dicendo.
Debbie gli aveva sorriso, riempiendogli il piatto con delle uova e della pancetta.

"Non.. non volevo fargli male"
"Lo so"

Padge si era tranquillizzato istantaneamente, pensando che dopotutto non
era così un fallimento come pensava, che forse le persone potevano
perdonare, o accettare il fatto che non fosse perfetto.
Che quel qualcuno fosse la madre di qualcun'altro, e non la sua, quello si
che era doloroso.
Aveva smesso di pensarci quando Quinn era rientrato in sala, ed aveva
sorriso quando il biondino aveva postato il suo piatto, posandogliene un'altro
davanti.

"Mi hai fatto i franch toast?"
"Ci ho provato.. avevi detto che ti andavano"

Padge gli aveva sorriso, nonostante i toast avessero uno strano colorito
nerognolo e probabilmente non potevano davvero essere mangiati, e Quinn
aveva afferrato le sue dita sotto al tavolo.






Non ci era voluto molto prima che il cellulare di Jay iniziasse a squillare, e non
é che fosse stata propriamente una sorpresa.
Il nome di Matt continuava ad apparire ad intermittenza sullo schermo, ed
il suono riempiva la stanza silenziosa.
Zacky aveva guardato Jay, lo guardava ogni volta che il telefono squillava, ma
il moretto aveva smesso di prestare attenzione all'apparecchio, come se
neanche lo sentisse.

"Non vuoi rispondere?"

Lo sguardo dell'altro era stato un chiaro no, anche se le sue labbra non
si erano mai nemmeno aperte, si era limitato a prendere l'apparecchio
tra le mani e togliere la suoneria.
Zacky l'aveva osservato senza dire nulla.
Conosceva quella trafila, quel percorso che stava intraprendendo, perché
l'aveva fatto prima di lui.
E sapeva anche che non era una buona idea, ma a suo tempo nessuno
avrebbe potuto convincerlo a fare diversamente, e non pensava di certo
di poter cambiare l'idea di Jay.









Thank you a lot, girls. I love you!


ChemicallyUsed: ahah hun, era troppo che non scrivevo una scena di sesso
tra questi due, mi mancava! E poi si, Padge non poteva aspettare oltre! xD
Comunque hanno parlato, tutti e due, e si sono aperti forse del tutto questa
volta, che ne dici?
Non é l'unica situazione ad essersi sbloccata, che ne dici degli altri sviluppi? xD


Xx_ImJustAKid: Dear, si Padge é idiota, ma lo sapevamo! *w* però
nonostante questo le cose si sono mosse.
Jay é decisamente a pezzi, e prende anche un'altra decisione, che ne
pensi? Teorie? xD


ErisValentine: ahah che bella immagine per Jay, ce lo vedo! xDD
Comunque in nostro piccolo bassista con la cresta sta male, molto
male, e prende anche altre decisioni (per le quali sono quasi sicura
che mi avrai odiato xD)
Per il resto, vediamo che ne pensi, e se hai colto qualcosa di
preoccupante *risata malefica*


Crazy_Me: Scommetto che non smetterai mai di tifare segretamente
per la coppia Jay/Padge xD anche se adesso le cose stanno così..
Si, ha Zacky che lo aiuta, o almeno ci prova povera anima xD
Che ne dici del capitolo?


Friem: ahah anche tu sei dell'idea che Matt ha urlato perché hanno
interrotto il suo "momento" con Bert, e non per altro xDDD
Zacky sta cercando di aiutare Jay, ma non é facile, Jay sta a pezzi.
Eh si, Padge e Quinn sono tornati insieme.. era ora!
Che ne dici del capitolo? Teorie?

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=509408