Per amore di un figlio

di MissHarvelle
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo capitolo; ***
Capitolo 2: *** secondo capitolo; ***
Capitolo 3: *** terzo capitolo ***
Capitolo 4: *** quarto capitolo; ***
Capitolo 5: *** quinto capitolo ***
Capitolo 6: *** Sesto capitolo ***
Capitolo 7: *** Settimo capitolo ***
Capitolo 8: *** Ottavo capitolo ***
Capitolo 9: *** Nono capitolo ***
Capitolo 10: *** Decimo capitolo ***
Capitolo 11: *** Undicesimo capitolo ***
Capitolo 12: *** Dodicesimo capitolo ***
Capitolo 13: *** Tredicesimo capitolo ***
Capitolo 14: *** quattordicesimo capitolo ***
Capitolo 15: *** Quindicesimo capitolo ***
Capitolo 16: *** Sedicesimo capitolo ***
Capitolo 17: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Primo capitolo; ***


CAPITOLO 1

Era una calda giornata di fine aprile. Elena era in preda ad una forte emozione: era quello il periodo dell’ anno in cui aveva conosciuto la Provenza e la sua vita ne era rimasta sconvolta. La ragazza sentiva la stessa fitta al cuore provata tre anni prima, quando era fuggita.Nonostante i vivi ricordi,era sicura che nessuno l’ avrebbe accolta al suo arrivo. Con in testa questi tristi pensieri scese dall’ aereo e una volta trovati i bagagli si avviò verso la macchina che aveva noleggiato e la mise in moto. Lasciando l’ aeroporto, prese la strada per Arles; presto sarebbe ritornata nella città dove aveva rincontrato Claudio.
Claudio!!!
Un brivido la percorse tutta: per la prima volta da quando aveva lasciato Roma si era lasciata travolgere dai ricordi… possibile che il solo ricordo di quell’ uomo la mettesse così a disagio??? Cercò di scacciare il suo pensiero dalla mente.
Erano le sei quando arrivò ad Arles. Si sentiva distrutta così,non appena arrivò all’ albergo,salì subito in camera a farsi una doccia. Poi si infilò una vestaglia di seta e si sedette comodamente su una poltroncina mangiando qualcosa che l’ hotel molto gentilmente le aveva fornito.
C’ era pace e tranquillità in quel posto e Elena riuscì a rilassarsi completamente.
Non doveva essere così rigida:c’erano pochissime probabilità di incontrare Claudio così,per caso…però voleva essere lei a tenere le redini del gioco ,a condizione che lui, ovviamente,accettasse di vederla…
Ecco che i ricordi tornavano a tormentarla e a renderla triste! Cosa sarebbe accaduto se lui non avesse accettato di incontrarla?? Quello che era certo era questo: a nessun prezzo gli avrebbe confessato la verità.
Si versò una tazza di caffè e la strinse tra le mani giusto per sentirne il calore.
Bisognava che riflettesse bene su cosa dirgli. Il suo racconto doveva essere così lineare e chiaro da non commettere nessun errore.
Si sistemò meglio sulla poltrona e posò la tazza sul piattino.
Dalla borsetta estrasse alcune foto che guardò con molta tenerezza. L’ immagine del bambino che la fissava con tanta fiducia la commosse; sentì un pizzicore sotto le palpebre…stava piangendo. Era da tanto che non lo faceva!!!
“Chissà cosa sta facendo in quel momento il piccolo e se fa il bravo con i nonni ?” pensò la ragazza.
“buonanotte Franceschino mio!” e baciò l’ immagine nella foto.Scivolò dopo qualche minuto in un sonno senza pensieri.


Il mattino dopo fu svegliata dal sole che inondava la camera.
Si vestì velocemente con un paio di blue jeans e una camicetta verde, che si intonava con i suoi occhi.
Soddisfatta di sé, scese in sala da pranzo . dopo colazione raggiunse il centro di Arles per fare una passeggiata.
Aveva deciso di telefonare a villa Rizzo perché non aveva più il numero di cellulare di Cla,ma l’ avrebbe fatto solo all’ ora di pranzo, orario in cui era certa di trovarlo:non voleva assolutamente parlare con i suoi genitori.
La questione riguardava solo lei e lui!
Rifiutò di pensare alle reazioni che avrebbe avuto lui all’ annuncio del suo arrivo. Ormai doveva aver sposato Jaqueline, quella brutta serpe e se teneva fede agli impegni coniugali,non l’ avrebbe di certo rivista.
Quel giorno provò due volte a chiamarlo, ma in entrambi i casi le dissero che il signor Rizzo non era in casa.
scoraggiata, vagò tutto il giorno per le strade di Arles.
Rientrò verso le 21 in albergo.
la passeggiata solitaria le aveva calmato i nervi.
Entrò tranquillamente nella hall dell' hotel; le sembrò che non ci fosse nessuno , ma era quasi arrivata alle scale quando un uomo si alzò di scatto da una poltrona e le sbarrò la strada.
Elena si fermò , poi riconoscendo quella fisionomia indimenticabile improvvisamente pallida.
"buonasera,mia bella Cicerino!" disse Claudio.
Quella voce decisa,unita alla tipica smorfia di scherno le ferì il cuore."Posso chiederti cosa diavolo ci fai qui e che cosa vuoi da me?"
 

Note dell' autrice: spero che il capitolo vi sia piaciuto! Ringrazio già da adesso chi avrà voglia di commentare :)
a presto(spero)! fabi

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Capitolo 2
*** secondo capitolo; ***


CAPITOLO 2

Elena lo guardava pietrificata. Dapprima credette ad una allucinazione.
Tutto il suo essere era sempre stato tanto teso,seppure inconsciamente, verso quell’istante che li avrebbe riuniti,che ancora non poteva crederci.
Claudio,tuttavia, non era più lo stesso uomo. Qualcosa era cambiato nel suo volto:gli occhi, sempre così vivi e gioiosi, erano diventati cupi e glaciali.
La ragazza si sentiva completamente disorientata. L’ incontro era avvenuto proprio quando meno se lo aspettava. Quello sguardo la spaventava! Come poteva sperare un minimo di pietà da parte sua?
Lei non aveva previsto che sarebbe stato così’ diverso. In fondo erano passati solo tre anni….
“allora?”
Elena girò la testa, incapace di sostenere quella voce fredda e così piena di rimprovero. Di cosa l’ accusava?Perchè quell’ aria di sfida? Il ricordo di ciò che c’ era stato tra di loro era così insopportabile?
“io..come hai saputo che ero qui?”
Claudio fece un gesto d’ impazienza.
“che importanza ha? Perché sei venuta qui? Cosa vuoi ancora da me?”
Le si avvicinò e la prese per le spalle,obbligandola a guardarlo in faccia.
“non distogliere gli occhi, Cicerino! A  meno che tu non sopporti la mia vista!”
Con durezza,la fissò ardentemente e sembrò spogliarla con lo sguardo. Poi la lasciò andare.
“dunque,te lo chiedo ancora una volta..perchè sei venuta?”
“io..io sono venuta per vederti.Non sapevo a chi rivolgermi se non a te…”
Gli occhi di Claudio si oscurarono.
“sei nei guai?? É impossibile parlare qui. Hai una camera?”
“Si”
“andiamoci.”
“no!!..cioè..é impossibile. La mia camera é piccolissima e..”
“davvero??cosa credi che voglia fare ??” chiese lui con ironia.
Elena d’ un tratto si sentì stupida…guarda un po’ cosa era andata a pensare!
“C’ é ..c’ é un salotto di là..” disse balbettando.
“si..può andare!!”e insieme si avviarono per raggiungere la stanza.
Una volta arrivati, Elena per il nervosismo continuò a fare avanti e indietro dal salotto. Claudio,ben presto stanco di quel nervosismo, disse esasperato:” Cazzo, Elena, la mia pazienza ha un limite! Dì quello che hai da dire e facciamola finita! Cosa vuoi veramente? Soldi?”
Elena si fermò di colpo e lo guardò.
“cosa ti fa credere che io abbia bisogno di soldi?”
La crudeltà del tono l’ aveva ferita.
“Non è quello che tutti vogliono??” chiese lui,cinico,facendo schioccare le dita.”se questa è la spiegazione del mistero,non c’ è bisogno di continuare,,”. La guardò con disprezzo e continuò: “quello che mi incuriosisce é che cos’ ha potuto farti pensare che io sarei stato disposto a darti del denaro…”
Elena continuava a fissarlo.
“Devo concludere che rifiuti di aiutarmi??” chiese raccogliendo tutto il suo coraggio per guardarlo dritto negli occhi.
Claudio le gettò un’occhiata insolente e lei abbassò lo sguardo.
Non riusciva,malgrado il tempo passato,a conservare il suo sangue freddo di fronte a lui e aveva paura che prima o poi lui se ne accorgesse. Il semplice fatto di averlo accanto le procurava una gioia cocente e nello stesso momento la riafferravano ricordi che deliberatamente aveva cercato di non rievocare fino a quel momento. Conosceva a memoria i minimi particolari di quel viso stupendo. Aveva baciato quelle guance virili , aveva sentito sul suo corpo la carezza sensuale di quelle labbra.
Gli anni erano passati ,ma lei non poteva impedirsi di essere sconvolta da quei ricordi.
Claudio, senza curarsi di rispondere alla domanda di Elena, chiese: “perché hai bisogno di soldi ?”
Lei si ricompose.
“è una faccenda personale” disse..”d’ altra parte non vedo come la cosa possa riguardarti,visto che non hai intenzione di aiutarmi..”.
“non mi pare di essere stato così categorico. Te la prendi un po’ troppo in fretta,Cicerino; però non puoi avere la pretesa,tornando qui dopo tre anni, di trovare le persone e le cose uguali a prima.”
Elena si torse nervosamente le mani.
“non me lo aspettavo infatti. So benissimo che la vita continua! Se voglio evitare complicazioni superflue è appunto perché questa situazione non coinvolga la tua vita privata..”
Tirando una violenta imprecazione, Claudio si avvicinò a lei con aria minacciosa.
“ e così tu ti immagini di poter ritornare qui senza coinvolgere la mia vita privata!! Cazzo ..siamo uomini ,non automi!!!Bisogna pure che tu ti renda conto che ogni tua azione influisce sul futuro!”
Di fronte a tanta violenza la ragazza tremava tutta.
“non capisci…sono stata obbligata a venire da te..non avevo nessun’altro!”
“e hai bisogno di soldi??”.
Claudio faceva fatica a controllarsi.
“si”
“quanto??”
“trentamila euro”
Claudio si mordicchiò per un istante il labbro inferiore, poi ripetè:”trentamila euro..bene bene”.
Percorse con uno sguardo insolente da capo a piedi Elena.
“e perché?? Aspetti forse un bambino??”
“no!!” gridò scandalizzata..”come puoi pensare una cosa simile ?” le si spezzò la voce e dovette respirare profondamente a più riprese per ritrovare un pò di calma. “Perché dovrei?”.
L’ uomo la svestiva senza pietà, con lo sguardo dei suoi occhi verdi.
“E perché no??” ribattè lui.” é forse una cosa così strana? Ci sono forse uomini differenti dagli altri? Tu sei bella, Elena, lo sei sempre stata. Non puoi immaginare quante notti ho passato a ricordarmi esattamente quanto eri bella tra le mie braccia!!” le sue labbra ebbero un ghignò quasi crudele,poi continuò: “ci saranno senz’ altro stati altri uomini che hanno goduto delle mie stesse gioie…magari anche quel coglione di Cook..”.
Prima che lui potesse fare un gesto,la mano di Elena si abbattè sferzante sulla sua guancia.poi ,con gemito di animale ferito, la giovane gli passò davanti correndo, si precipitò sulle scale quasi fosse inseguita da mille diavoli e si rifugiò nella sua stanza.
Col cuore che le batteva chiuse la porta . poi , appoggiatasi alla parete, si lasciò scivolare a terra.
Col fiato mozzo, stette in ascolto un po’ e solo quando fu certa che nessuno l’ avesse seguita, si buttò sul letto completamente distrutta.



Note dell' autrice: Ecco qui il secondo capitolo. Vi é piaciuto? Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, anche perchè ho notato che più persone hanno messo questa storia tra le seguite, ma nessuno commenta xD secondo me é una storia per cui vale la pena di scrivere almeno una recensione :)
a presto (spero)- fabi

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Capitolo 3
*** terzo capitolo ***


CAPITOLO 3

Il mattino dopo , Elena fece fatica ad alzarsi. Aveva dormito male: lo testimoniavano due profonde occhiaie. Prima di uscire dalla camera, inforcò un paio di occhiali scuri; anche se scendeva solo per la prima colazione, avrebbe evitato almeno i commenti del cameriere.
Bevve una tazza di caffé amaro come piaceva a lei e nello stesso tempo si sforzò di fare il punto della situazione. Se almeno suo padre fosse stato lì con lei! Lui avrebbe saputo come comportarsi… di certo non avrebbe approvato il suo metodo: per lui bisognava dire sempre e comunque la verità,qualsiasi fossero le conseguenze. Ma Elena non riusciva proprio pensarla così.
Com’ era possibile dire a Claudio la verità? Che reazione avrebbe avuto? E, visto il modo con cui l’ aveva trattata il giorno prima, cosa poteva ormai aspettarsi da lui?
Era impossibile farcela senza il suo aiuto e in più Elena non sopportava l’idea di sacrificare la salute di suo figlio per orgoglio. Il pensiero di suo figlio le diede coraggio.
Si alzò di scatto: bisognava tenere duro e continuare. Se fosse stato necessario, si sarebbe umiliata davanti a Claudio Rizzo a qualunque prezzo! Per amore di Francesco valeva la pena sopportare qualsiasi tipo di umiliazione.
Ma ..dopo?? e se, una volta conosciuta la verità, lui avesse reclamato per se il bambino? Lei non era ricca, il suo stipendio bastava appena per pagare l’ affitto, mentre lui possedeva moltissimi terreni in Provenza e a Roma. Era chiaro che avrebbe vinto qualsiasi battaglia legale!
Lo stomaco le si strinse. D’ altronde a chi altri poteva chiedere aiuto? A Roma aveva molti amici, ma nessuno di loro poteva permettersi di prestarle una cifra simile.
Senza quei soldi però Francesco non sarebbe mai guarito da quell’ orribile tosse che lo teneva sveglio la notte. Mentre lo vegliava vicino al letto, Elena aveva riflettuto, e trovato la maniera di strapparlo a quel clima umido, per qualche mese almeno, per condurlo in una località dove potesse rimettersi completamente.
Le salirono le lacrime agli occhi. Trentamila euro non erano niente per i Rizzo. Una goccia nel mare… l’ aveva imparato a sue spese. Non avevano forse tentato di sbarazzarsi di lei con una grossa somma di denaro tre anni prima? Perché non potevano darle una somma più piccola?
Fece un gesto d’ impazienza. Non avrebbe mai dovuto stracciare quell’ assegno!
Con un lungo sospiro uscì sul marciapiede dell’ albergo. Il tempo era stupendo.
Improvvisamente decise che quel giorno sarebbe andata a villa Rizzo.
D’ altra parte, non poteva restare tutto il giorno in albergo ad aspettare. I suoi nervi erano tesi al massimo,perciò l’ unico mezzo per calmarsi era fare qualcosa.Qualunque cosa. Dopo aver fatto il pieno di benzina,uscì dalla città e imboccò una stradetta polverosa. Alte nel cielo,volavano anatre selvatiche,emettendo stridii acuti.
Un poco più lontano un gruppo di cavalli si allontanò impaurito dalla strada, cercando rifugio in un boschetto. Il paesaggio che precedeva la tenuta la emozionava sempre.
Ai lati della strada il terreno diventò paludoso.
Elena fermò la macchina, scese un attimo e appoggiata alla carrozzeria,si mise a scrutare il paesaggio.
Davanti a se vide dei guardiani che sorvegliavano una mandria di tori, recente passione del padre di Claudio. La mandria passò davanti alla ragazza senza quasi accorgersi della sua presenza,ma non fu lo stesso per i mandriani, uno dei quali si avvicinò a lei.
“Buongiorno,signorina” disse con gentilezza.”Desidera qualcosa??”
“SI” rispose..”C’è Claudio??”
“il padrone non c’è!”
“no..non il padrone..il signor Claudio Rizzo!!”
“il signor Claudio è il padrone”
Elena lo guardò con aria incredula.Cosa era successo al padre?
Non poteva certo fare all’ uomo una domanda così sfacciata, così riprese: “scusi, non conosco tanto bene la famiglia!”.
La sua era una scusa patetica,ma certo era meglio di niente..
Il guardiano però la guardò con sospetto.
“lei è italiana..non è vero??”
“si.lei parla italiano??”
“un po’..”
“bene bene..sa dunque dove posso trovare il signor Claudio?”
“ te lo posso dire io Ele!!”
La ragazza si voltò sorpresa e vide una fisionomia che non vedeva da tempo. Era Valerio,il migliore amico di Claudio e suo socio in affari.
“Vale!che piacere vederti!”e gli corse incontro abbracciandolo.
IL ragazzo ricambiò l’ abbraccio. Finalmente un volto amico!
“allora Ele.. che ci fai qui??”
“devo parlare con Claudio..tu sai dove è???!
“Purtroppo è a Nimes per lavoro.sai..sono stato io ad avvertirlo del tuo arrivo!!”
“come facevi a saperlo??”
“la prima telefonata che hai fatto alla villa.. ho risposto io!”
“che scema..non ti avevo proprio riconosciuto!”
Risero insieme ma ad un certo punto Elena ridivenne seria.
“Vale.. ma il padre di Claudio??”
“é morto..sono già due anni.. è Claudio che si occupa di tutto adesso !”
Elena scosse la testa, sorpresa.
“mi dispiace..non lo sapevo..piuttosto come va?”
“a me tutto bene..ma ..Ele..perchè vuoi vedere Claudio??io pensavo..noi abbiamo creduto…” si interruppe improvvisamente, mordendosi le labbra.” Scusami tesoro..piuttosto cosa è successo ieri sera?”
Elena era confusa..”cosa vuoi dire?”.
“tra te e lui.. ieri è arrivato a casa mia furibondo. Non ho avuto nemmeno il coraggio di chiedergli qualcosa, ma ho intuito che voi due avevate litigato!!”
“te lo racconto un’ altra volta ok? ora devo proprio andare! Buona giornata!” e nel dire così rientrò in macchina e dopo avere salutato il suo vecchio amico, avviò il motore, fece marcia indietro e ritornò in città.
Le sembrava di soffocare, tanto forte era la morsa che le stringeva la gola.





Note dell' autrice: Eccomi di ritorno con un nuovo capitolo di questa FF che piano piano sta diventando sempre più intricata e interessante. In questo capitolo abbiamo incontrato una vecchia conoscenza.. che ne pensate di Valerio? Ma soprattutto cosa ne pensate del capitolo? Per chi seguisse l' atra mia fan fiction A Shelter From The World vi informo che sono un pò indietro con la scrittura però di sicuro posterò appena mi sarà possibile ^^ A presto,spero. Fabi

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Capitolo 4
*** quarto capitolo; ***


 CAPITOLO 4

Quella sera stessa, dopo cena, Elena salì in camera per scrivere una email a suo padre.
Sentiva il bisogno di fare qualcosa di normale,che non avesse nessun rapporto con villa Rizzo e i suoi tristi ricordi.
Elena guardava fissa lo schermo del portatile, visto che non sapeva decidersi a cominciare la lettera.
Senza volerlo i suoi pensieri andavano a Claudio,alla sua situazione..sapeva benissimo quanto fosse attaccato al padre,soprattutto dopo la morte del fratello…ora gli restava solo la madre…
Appoggiò la testa sul tavolino e fece uno sforzo per trattenere le lacrime che le bruciavano le palpebre. Non avrebbe dovuto venire. Non avrebbe dovuto lasciarsi persuadere da suo padre che era doveroso farlo per Francesco. Quale bene ne sarebbe derivato, se lei non otteneva alcun risultato?
Se solo fosse andata diversamente,pensava, disperata. Se solo lei e Claudio non si fossero mai lasciati! Senza alcun dubbio l’ esperienza che avevano vissuto insieme era stata importante per lui. Quello che li aveva uniti sembrava così forte.. eppure quel vincolo era stato troncato di colpo! Anche in quel momento lei provava l’ atroce sofferenza della rottura, resa ancora più dolorosa da quello che era successo dopo.
Virginia,la nonna di Claudio, aveva avuto anche lei la sua parte. Li aveva incoraggiati a prendere ciò che loro apparteneva…ma la loro felicità era durata poco…
Elena nascose il viso tra le mani. Com’ era ingiusta la vita! Quando si pensava di essere a pochi millimetri dal paradiso,c’era sempre qualcuno disposto a tirarti giù..verso le fiamme dell’ inferno, con una crudeltà che poteva corrodervi sino all’anima.
Soffocando un singhiozzo,la giovane si alzò e andò alla finestra che dava sul giardino.Il sole stava per tramontare.
D’ improvviso sentì il bisogno di uscire da quell’ albergo.
Aperta la porta, scese le scale e si trovò nella frescura della sera. Portava un vestito molto semplice, viola di cotone.
Davanti all’ albergo esitò.dove poteva andare? I rari passanti sembravano essere in coppie di due o tre,mentre lei era sola. Prese la strada principale, ma ben presto tra la confusione della folla,si ritrovò in un vicolo cieco.
Una macchina passò di lì per caso. Due giovani si sporsero dal finestrino e la chiamarono con un urlo. Le chiesero poi il nome e dove andava e la invitarono a salire. La loro insistenza finì per farla arrossire. Ed ecco che la macchina si fermò e uno dei due scese, andandosi a piantare proprio di fronte a lei.
“ciao bella! Non vuoi fare una bella passeggiata con me e i miei amici?”
“senta..mi vuole far passare per favore?”
“ah..sei italiana…io adoro le italiane !”
Gettò uno sguardo ai suoi amici,uno sguardo pieno di sottintesi,e uno di loro aprì la portiera in segno di invito.
Elena era imbarazzatissima. La strada era deserta e lei temeva che quelli l’ avrebbero fatta salire con la forza. Erano palesemente ubriachi e non responsabili delle loro azioni.
“su, lasciatemi passare!”
Il giovane fece un passo avanti. Gli occhi gli luccicavano.
Elena , impaurita, indietreggiò e andò ad urtare contro un corpo muscoloso d’ uomo. Immediatamente si sentì presa dal panico e cominciò a tempestarlo di pugni. Ma l’ uomo non faceva parte del gruppo e non manifestava nessun desiderio amoroso. Era alto,magro e violento.
Afferrò per la giacca il giovane che aveva importunato Elena e lo lanciò contro la macchina con tale impeto che il poveretto sbattè la testa contro il parabrezza. Il ragazzo,impaurito, dopo essersi rialzato in qualche modo,fece partire la macchina a tutta velocità.
A Elena cedettero quasi le ginocchia quando riconobbe il suo soccorritore.
Claudio la guardò per qualche istante con aria di disprezzo,poi disse:”Smettila adesso. È tutto apposto..mi piacerebbe sapere cosa ci fai in giro a quest’ora tutta sola”.
Elena faceva fatica a riprendersi.
“io..io facevo una passeggiata..ecco tutto. Non ho forse il diritto di farmi quattro passi senza farmi prendere in giro?” e dicendo questo alzò una mano per aggiustarsi i capelli con un gesto inconsapevolmente provocante.”grazie..grazie per prima comunque”.
“non è niente..ma mi chiedo cosa sarebbe successo se non fossi stato qui..”…la guardava quasi con odio..” Cicerino…non sei a casa tua e il tuo modo di camminare…”
Non finì la frase, cambiando improvvisamente argomento. “vieni..ho bisogno di parlarti”.
Elena lo guardò con un certo timore.
“Valerio,ovviamente, ti ha detto che sono venuta a cercarti.”
Lui fece di sì con la testa.
“cosa ci trovi di strano? È il mio migliore amico. Piuttosto perché non sei venuta fino alla villa???”
Elena si strinse nelle spalle.
“come avrei potuto?”
Claudio studiò per qualche istante il pallido volto che aveva davanti,dopo di che si girò e cominciò ad allontanarsi a grandi passi.Elena non potè fare altro che seguirlo finchè non arrivarono all’ auto dell’uomo, una bella e lussuosa macchina sportiva di un nero metalizzato. Claudio aprì la portiera invitandola un po’ rudemente a salire. Elena non si fece pregare due volte.
Claudio passò dall’ altra parte e si sedette accanto a lei. Elena lo guardò di sottecchi. Era terribilmente sexy con quei pantaloni scuri e quella camicia chiara un po’ aperta che lasciava intravedere lo splendore del suo corpo. Al collo aveva una catenina con un simbolo che lei conosceva bene..voleva dire “amore eterno”…
Un tempo anche lei aveva portato quella stessa catena al collo. I ricordi e la presenza di Claudio la turbavano. Il cuore le batteva; quella pelle abbronzata…come avrebbe voluto toccarla.
Distolse gli occhi e cercò di trattenere quel desiderio così sensuale..
Il motore si avviò. Elena avrebbe voluto chiedergli dove stavano andando, ma, per il momento,le bastava essere con il suo amore..nient’altro in quel momento aveva importanza…



Note dell' autrice: finalmente ho postato anche questo capitolo! Fatemi sapere cosa ne pensate mi raccomando! A presto (spero).. fabi

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Capitolo 5
*** quinto capitolo ***


CAPITOLO 5

Non appena uscirono dalla città, Claudio fermò la macchina in uno spiazzo deserto.
Poi scesero dalla macchina, e per qualche istante i loro sguardi si incrociarono,mentre le stelle cominciavano a spuntare qua e là nel cielo di seta scura.
“perché sei tornata a cercarmi?”le chiese con voce strozzata..”era proprio necessario questo ritorno?”.
Aveva gli occhi che gli brillavano stranamente. Elena si scostò da lui.
“lo sai perché”.Claudio lanciò una imprecazione.
“no,non lo so !”gridò furente.”no,non so niente! Tu dici che hai bisogno di soldi,ma non mi dici a cosa ti servono. Tu fai conto su di me,ma ti comporti come se io avessi solo il dovere di aiutarti e nessun diritto !”.
Elena gli lanciò uno sguardo da sopra la spalla.
“non rendermi le cose più difficili! In altri tempi sei stato molto pronto ad offrirmeli i tuoi soldi però !”.
“cosa vuoi dire ?”
Elena scosse la testa. “ormai non ha più importanza.piuttosto perchè mi hai portata qui?perchè sei tornato? Vuoi aiutarmi o no?”
Claudio la guardò con impazienza e si passò una mano tra i capelli scuri.
“ Se sono venuto é perché ho un invito da darti. La nonna vuole vederti”.
“cosa?”disse la ragazza con gli occhi spalancati per l’ incredulità. “ma come fa Virginia a sapere che sono qui?”.
“come fa a sapere tutto quello che sa secondo te? Penso glielo abbia detto Valerio..comunque cosa fai? Accetti o no?"
“non..credo. tua madre non vuole affatto vedermi e poi tua moglie…”.
Claudio l’ afferrò per il polso,stringendo molto forte.
“moglie?? Di cosa stai parlando? Io non sono sposato!”
“ma..Jacqueline?”
“Jac vive con noi alla villa, ma solamente perché é morta sua madre e non ha nessun altro con cui stare..ma non é mia moglie.”
Elena tremava tutta. Lanciò un gemito quando la sua stretta si accentuò. “no..il polso..mi fai male!!”. Con occhi che non vedevano,Claudio guardò le due mani avvinte:la sua forte,nervosa, abbronzata e quella di Elena piccola e delicata, su cui spiccavano brutti segni violacei.
“scusami!” esclamò, finalmente consapevole di quello che stava facendo. Poi allentò la presa e,gentilmente, prese tra le sue le manine di Elena che si dibatteva come un uccellino in gabbia. La passione gli oscurò lo sguardo. Lei se ne accorse e ,sentendo arrivare il pericolo, con un gemito si liberò e ritornò alla macchina,strofinandosi la mano intorpidita.
“io..io credo che dovremmo rientrare” disse con voce tremante.
Claudio le voltò la schiena e curvò le spalle in un atteggiamento di stanchezza infinita. Dopo qualche istante si raddrizzò,si girò e, senza guardarla, si rimise al volante.
Dopo qualche passo incerto anche Elena risalì in macchina e si sedette con molta circospezione per evitare di sfiorare il compagno, ma lui la guardò appena.
“se accetti di venire da Virginia, ti darò i soldi di cui hai bisogno” disse lui,senza girare la testa.
“non dirai sul serio?”. era incredula.
“perché no?”
Lei fece un gesto d’ impazienza.
“La mia visita a casa tua può creare solo guai. Sai benissimo che tua madre sarà furiosa..per non parlare di Jac..”. la sua voce si spense. Allora Claudio si girò verso di lei: nell’ ombra della macchina i suoi occhi erano visibilissimi.
“ma,forse, a me piacerebbe vederti affrontare l’ ostilità di mia madre e Jac!” disse con voce gelida.
“non puoi essere capace di una simile crudeltà!” esclamò. La mano le corse al cuore, per cercare di frenarne i battiti.
“ne sei sicura?” ribattè lui alzando le spalle ”saresti sorpresa di sapere cosa sono capace di fare..”
“Claudio smettila per favore. Non insistere! La mia visita non può far altro che far soffrire tutti..è questo che vuoi?”.
“perché no?? É una tale noia qui..”
Improvvisamente accese le luci interne , che rischiararono il bellissimo volto della ragazza. Poi si chinò verso di lei e le prese la mano sinistra. Era una mano sottile, priva di anelli.
Elena non tentò di ritirarla,ma lui la lasciò andare quasi subito.
“dimmi una cosa” disse poi, con voce dura. “l’ uomo per il quale hai bisogno di soldi ti ama almeno?”.
“non c’ è nessun uomo” .
“allora ne hai bisogno per te?”. Era piuttosto scettico.
“si” rispose Elena arrossendo.
“perché? Per quale ragione?mi hai detto che non sei incinta, che altri guai puoi avere? Voglio sapere di cosa si tratta.devi dirmelo!!!”
“smettila di torturarmi!”.
La voce di Elena si incrinò e le mani le corsero alle guance per asciugarvi le lacrime, sempre troppo pronte a sgorgare.
Claudio strinse le labbra. Senza aggiungere altro, spense le luci e mise in moto la macchina.
Ritornarono all’ albergo in silenzio. Quando la macchina si fermò,Elena riprese a parlare.Doveva parlare, era necessario.
“cosa farai?”chiese.
“dipende da te, no?”.
Elena si toccò il pesante chignon.
“hai intenzione di fare quello che hai detto??mi forzerai a venire alla villa?”. Claudio si appoggiò indolentemente al sedile,le lunga dita eleganti che picchiettavano sul volante.
“se vuoi che ti aiuti,si!”
“va bene..quando?”
“verrai?”
“ho scelta?”.
Lui abbozzò una smorfia di disprezzo.”sembra di no. Devi avere un gran bisogno di quel denaro,Cicerino! Non posso credere che la cosa riguardi te sola. Hai certamente un motivo più profondo per fare un sacrificio del genere!”.
Elena aprì la portiera.”posso andarmene?”
“un attimo..verrò a prenderti dopodomani,perché domani sono via per affari. Questo rinvio é una seccatura,ma potrai certamente sopportarla, visto che la cosa è talmente importante!!”
Le labbra di Elena fremettero.Come faceva ad essere così stronzo?Le sue parole dure le spezzavano il cuore. Come aveva potuto pensare che lui provasse ancora per lei qualcosa di diverso dall’attrazione fisica? Il suo modo di comportarsi dimostrava chiaramente che in lei non vedeva altro che una donna capricciosa ed egoista.
Aprì la portiera e uscì dalla macchina prima che lui potesse aggiungere altro.
“ancora pochi giorni e poi questo incubo sarà finito!”..ma questo pensiero non la confortava del tutto.




note dell' autrice: Eccomi qui con questo nuovo capitolo, nel quale non succede un granchè, però era importante avere un ulteriore confronto tra i due, prima dell' incontro con tutta l' allegra famiglia XD Ditemi cosa ne pensate di questa storia, vi sta piacendo il modo in cui sta procedendo? Fatemi sapere tutto quello che vi passa per la testa, anche i commenti negativi sono ben accetti ^^ a presto, spero! fabi

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Capitolo 6
*** Sesto capitolo ***


CAPITOLO 6


Il giorno dopo invece non fu desolato, né solitario come lei aveva creduto. Nessuno poteva rimanere insensibile alla dolcezza dei raggi solari e ai magnifici colori che sbocciavano ogni dove. A Elena sembrò che la sua tristezza diventasse più leggera.
Al mattino scrisse una email al padre per informarlo delle sue condizioni. In essa raccontava dell’ incontro con Claudio e aggiungeva di sperare che entro qualche giorno le avrebbe dato buone notizie. Non fornì particolari:non poteva fargli capire che Claudio non conosceva la realtà dei fatti né che lei non aveva alcuna intenzione di rivelarglieli. La sua coscienza non era molto d’ accordo,ma lei la mise a tacere, dicendosi che nella sua attuale condizione, Claudio non sarebbe stato capace di accettare la verità.
Non era possibile,per esempio, che venendo a sapere dell’ esistenza di Francesco,decidesse di portarle via il figlio,solo per farle un dispetto??Che poi lui fosse anche figlio suo,di Claudio,non c’ entrava affatto con la questione del denaro…
Però..a pensarci bene..Claudio avrebbe avuto tutto il diritto di sapere la verità!
Quella giornata avrebbe dovuto diventare un vero purgatorio,senza il visitatore imprevisto che si ritrovò in hotel.Era Daniele Cook,la piccola cotterella dei suoi 15 anni.
“Dani..ma che ci fai qui?”. Era contenta di vederlo.
“Ele..che piacere! Sono qui in vacanza! Mi sono preso una pausa dal lavoro.tu..anche tu in vacanza qui ?”
“Più o meno !”
“Senti perché non pranziamo insieme..ho tante cose da raccontarti !”
Elena accettò con piacere.

Dopo aver pranzato,fecero una passeggiata sulla spiaggia. Quel pomeriggio seppe molte cose di Daniele.
Dopo il liceo, si era iscritto a Giurisprudenza e da poco era diventato un brillante avvocato,mentre sua madre si guadagnava da vivere vendendo quadri che dipingeva lei stessa.
Elena invece diede poche informazioni sulla sua vita privata. Voleva bene a Cook, però nello stesso tempo voleva passare una bella giornata..e parlare di Claudio non era certo il modo migliore per stare serena e tranquilla.
Si divertirono molto quel pomeriggio,e la ragazza per un istante riuscì a dimenticarsi del terribile appuntamento che l’ indomani si sarebbe tenuto a casa Rizzo. La sensazione durò solo per un attimo però.
Ritornata in camera sua, Elena si liberò della borsa e si stirò.
Si svestì,fece la doccia e,dopo aver indossato la vestaglia,si stese sul letto. Si sentiva un po’ stanca,ma la cosa non la preoccupava. Dal suo arrivo non aveva mai dormito bene e,sempre in apprensione,non si era mai rilassata completamente. Inoltre l’ aria di mare l’ aveva indebolita. Chiuse gli occhi e si addormentò.
Quando si svegliò,fuori era buio. Si sentì intirizzita e si alzò per prendere l’ orologio che teneva su un cassetto in bagno. Era quasi l’ una di notte. Incredibile! Scosse la testa: aveva dormito quasi sei ore e aveva saltato la cena.
Senza far rumore,aprì la porta della camera e tese l’ orecchio. Dal basso non salivano rumori.
Alzò le spalle e richiuse l’ uscio.
Tanto valeva che tornasse a letto.
Una volta coricata, però, si sentì sveglia. Il chiaro di luna inondava la stanza e, lontano, una chitarra scandiva una melodia avvolgente.
Elena si alzò di nuovo dal letto e a piedi nudi andò alla finestra. Una brezza leggera agitava le foglie dei platani.
Nella piazzetta, mezzo nascosta tra gli alberi, era parcheggiata una macchina scura, sportiva,elegante. Sotto i suoi occhi,un uomo si staccò dall’ ombra. Un uomo alto,bellissimo,la cui capigliatura bruna riluceva nella mezza luce.. improvvisamente alzò i suoi occhi verso la sua finestra.Tutta tremante, Elena si incollò al muro.. ERA CLAUDIO!! Claudio che faceva la ronda in basso,davanti all’ albergo,con ostinazione evidente.

Arrischiò una occhiata.
Adesso si era appoggiato alla fiancata della macchina.
Elena, con la gola chiusa,tratteneva il respiro.
Cosa ci faceva là sotto a quest’ora? Quale ragione lo aveva spinto a compiere tanta strada, per fermarsi in quella piazzetta?
D’un tratto sentì una fitta al cuore. Perché si era addormentata prima? Perché non era andata a dormire alla solita ora? Se lo avesse fatto, si sarebbe risparmiata la vista di ciò che avrebbe preferito ignorare.
Tornò a guardare. Adesso la macchina non c’ era più.
La piazza era deserta.
Si era lasciata prendere dall’ angoscia al punto da non sentire nemmeno il rumore della macchina sfrecciare via in lontananza.




Note dell' autrice: in questo nuovo capitolo non succede moltissimo, però fa la sua comparsa Cook. Cosa ne pensate di questa nuova entrata? Di sicuro getterà scompiglio tra i due, questo ve lo posso assicurare! Il tanto atteso incontro a villa Rizzo lo vedremo nel prossimo capitolo, che di sicuro posterò prestissimo! Per chi segue l' altra mia FF, A Shelter From The World, vi avviso che non posterò tanto presto perchè sono in crisi completa! So i contenuti ma non riesco a scrivere! Probabilmente mi é passata l' ispirazione, spero solo che ritorni molto presto perchè mi dispiacerebbe moltissimo abbandonare quel lavoro :(  a presto, spero! fabi**

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Capitolo 7
*** Settimo capitolo ***


CAPITOLO 7
 

Il giorno dopo Elena si svegliò presto e fece colazione molto prima degli altri clienti dell’ albergo.
Si era messa un semplice abito perché non voleva che la signora Rizzo o peggio ancora Jacqueline pensassero che lei voleva attirare l’ attenzione, ma non si rendeva conto che poteva indossare qualsiasi cosa e essere lo stesso elegante e perfetta.
Il tempo passò. Claudio non si faceva vedere. Elena cominciava a spazientirsi.
Aveva pensato che sarebbe venuto presto,così,quando l’ orologio suonò le 10,30 cominciò a dubitare del suo arrivo. Col cuore che le batteva forte,misurava in lungo e in largo la hall.
Lo faceva apposta a farla aspettare? A che pro? Per l’ ennesima volta andò alla porta a dare una occhiata alla piazza.
In quel momento comparve il signor Depardieu,il proprietario dell’ albergo, che, vedendola preoccupata,le chiese se andasse tutto bene.
“si si..grazie. sto solo aspettando una persona.”
“ah..un giovanotto forse? Nell’ attesa, gradirebbe una tazza di caffè?”
“davvero??grazie mille, signor Depardieu.”
Aveva bisogno di buttare giù qualcosa. Forse l’ avrebbe calmata. Sorrise al direttore che si allontanò . Qualche minuto dopo il direttore ritornò con un vassoio e la fece accomodare nel salotto.
Quando la vide seduta ,le sistemò davanti il vassoio su un tavolino basso.
“Ecco signorina” disse tutto soddisfatto di sé.
Rimasta sola, Elena stava per bere la sua tazza di tè quando ebbe l’ impressione di essere osservata. Alzò di scatto la testa e il suo sguardo incontrò quello duro come l’ acciaio di Claudio.
Per un attimo il suo cuore cessò di battere. La tazza le ricadde sul piattino.
“Allora,sei pronta ?”disse lui,venendo avanti.
Elena sospirò profondamente.
“Lo sai che sono le undici passate??”
“ E dopo?” rispose di rimando l’ uomo.
“ come e dopo? Sono qui che aspetto dalle 8!! Credo che volessi portarmi alla villa stamattina!”
“é così infatti!” disse lui,con una indifferenza esasperante.
“ Ma é quasi ora di pranzo!”
“Vuol dire che mangerai da me..”
“Non costringermi a questo Claudio, per favore!”
L’ espressione dell’ uomo si indurì.
“ti consiglio di andarti a cambiare”le ordinò senza tenere conto della sua preghiera.” La gonna non va bene per quello che ho in mente. Mettiti un paio di pantaloni.”
Elena si alzò docilmente e ,senza dire una parola ,uscì dal salotto e andò in camera sua facendo gli scalini a due a due. Si tolse l’ abito e infilò un paio di jeans con una camicetta verde. Ne lasciò i primi due bottoni slacciati. Poi controllò lo chignon e ridiscese quasi correndo.
Claudio era alla seconda tazza di caffè , mentre il signor Depardieu chiacchierava con lui con molto rispetto.Elena represse l’ indignazione che sentiva dentro di sé. Appena fu nel salotto il direttore si girò verso di lei.
“ il signor Rizzo mi ha detto che vi porterà a vedere l’ allevamento, signorina..sono sicuro che si divertirà moltissimo !”
“ certamente” disse lei non molto convinta.
Claudio si era alzato e la guardava con attenzione. Terminò il caffè ,posò la tazzina sul piattino e andò verso di lei. “ é molto meglio così.” dichiarò.
Elena si sentì arrossire. Claudio salutò il direttore e insieme uscirono.
Il tempo era magnifico,e in altre circostanze una intera giornata all’ aria aperta l’ avrebbe resa felice. Invece, si sentiva nervosa e incapace di rilassarsi.
Al cancello dell’ albergo erano attaccati due cavalli,uno bianco e l’ altro nero. Della macchina nessuna traccia. Elena si girò verso Claudio con una domanda negli occhi.
“Sei delusa?? Pensavi di fare un bel viaggetto in macchina ?”
“lo sai senza che te lo dica..sono anni che non montò a cavallo! ” gli rispose con voce irata.
“ tre anni..per essere precisi!” sottolineò lui.
Elena guardò altrove. Claudio,in tutta risposta,tese la mano per aiutare la ragazza a montare in sella sul cavallo bianco,ma lei rifiutò,e fece da sola. Lui la fissò per qualche istante,quasi a misurarne le capacità,poi, con il suo caratteristico alzar di spalle,montò a sua volta sulla giumenta nera. Con un leggero colpo ai fianchi,misero entrambi in moto i due quadrupedi.
Il cavallo era facile da guidare,ed Elena si accorse ben presto di non aver perso la sua abilità di cavallerizza. Era stato Claudio ad insegnarle a cavalcare,e lei non aveva dimenticato nessuno dei suoi insegnamenti.
Percorsero un viale ombrato. Claudio salutò parecchie persone.Elena lo seguiva a poca distanza.
Solo quando le case finirono e cominciò la campagna,lui si voltò e le chiese ironicamente:” fai fatica a seguirmi ?”
“assolutamente no!”
“allora vuoi degnarti di camminare al mio fianco? Non sono mica uno di quei sceicchi arabi che esigono che le loro donne camminino tre passi indietro !”
Con un gesto di rassegnazione, Elena fece avanzare il cavallo per raggiungerlo. Claudio la guardò,impaziente.
“Potremmo accelerare l’ andatura,o è chiedere troppo ?”
Senza rispondere,la ragazza si mise al galoppo. L’ aria aveva un sapore salato e lei si lasciò penetrare da un senso totale di libertà. Si sentiva allegra ed eccitata ,ma nello stesso tempo l’ assalivano i ricordi. Non era la prima volta che faceva quella strada a cavallo con lui! Ma allora i loro rapporti erano molto diversi..
Si voltò verso Claudio. Nel momento in cui i loro occhi si incontrarono, lui spronò deliberatamente la giumenta nera e,oltrepassando Elena,si diresse verso la palude in direzione dello stagno.
Elena non esitò neppure un istante:lo inseguì.
I cavalli rallentarono l’ andatura quando entrarono nello stagno..lo spettacolo era magnifico,indescrivibile…
“sempre delusa??” le chiese Claudio.
Elena scosse la testa.
“non trovi la gita troppo faticosa? Stai bene?”
Di nuovo, Elena scosse la testa. “Senza dubbio domani avrò le ossa tutte rotte,ma qui é tutto così bello che non ho avuto il tempo di pensare a me stessa”.
“Perché l’hai fatto?”
Lei rimase senza fiato.”Fatto cosa ?”
“Perché te ne sei andata senza avvertirmi. Non credi che io avessi almeno il diritto di saperlo prima?”
La squadrava con uno sguardo orribile,impietoso,sotto il quale Elena si sentì a disagio,poi si incollerì. Per la prima volta da quando era arrivata lì si sentiva in pace..e in quel momento Claudio,con la sua crudele abilità,gliel’aveva tolta.
“tua madre ti avrà certo spiegato tutto” disse,con voce tesa.
Claudio imprecò.
“Non é di mia madre che parlo! È di te! Desidero sapere perché hai voluto mettermi in ridicolo ! Voglio sapere quale errore ho commesso.. perché ..dopo quello che c’è stato tra noi quell’ ultima notte,tu hai..”
“basta! basta!”
Elena si tappò le orecchie con le mani per tentare di non sentire più quella voce violenta.
“a che scopo rivangare il passato?? Tu hai scelto la tua strada,io la mia. Questo é tutto quello che c’è da dire!”
“maledizione a te! No,non è vero,non è possibile..!”
“sono del tuo parere” riprese poi più calmo..”niente può cambiare il passato! Ma io voglio sapere..”
Non fece in tempo a finire la frase che già Elena si era lanciata al gran galoppo,incurante dei pericoli….



Note dell' autrice: allora che ne pensate di questo settimo capitolo? Fatemi sapere mi raccomando ;) a presto (spero) Fabi **

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Capitolo 8
*** Ottavo capitolo ***


 

CAPITOLO 8

Sentiva che Claudio gridava il suo nome con voce rabbiosa, ma poi, assorbita dall’ unica preoccupazione di tenersi salda sulla sella,non sentì più niente.
La cavalla rifiutava di obbedire a qualsiasi ordine lei le desse.
Ma prima ancora che lei avesse la possibilità di avere veramente paura,la giumenta nera era al suo fianco e Claudio impugnava saldamente le briglie del ronzino. Il piccolo animale rallentò finchè l’ uomo non riuscì a fermare le due bestie. Solo allora Elena si mise a tremare come una foglia,sia alla vista degli occhi di Claudio che mandavano faville,sia per reazione alla corsa veramente pazzesca.
Lui scese da cavallo e lei credette che si preparasse a strapparla dalla sella. Invece si preoccupò della giumenta,la calmò con dolci parole e le accarezzò il muso sino a quando non la vide completamente tranquilla.
Elena l’ osservava con inquietudine. Era terrorizzata dall’ idea che avrebbe potuto essere disarcionata. Si era dimostrata stupida ed imprudente e avrebbe preferito che lui parlasse,piuttosto che stare lì a guardarla con tanto disprezzo. Dopo tutto,era colpa sua se lei gli portava rancore. Era stato lui a spingerla a comportarsi in quel modo!
In quel momento, Claudio si staccò dalla giumenta bianca per risalire in sella alla sua cavalla.
Poi disse:”se la bestia si fosse fatta male per colpa tua..” e lasciò in sospeso la frase.
Le dita di Elena si contrassero sulle briglie per indignazione.
“ ti senti onnipotente,vero ?”
“non farmi incazzare, Elena” le consigliò. Il volerla convincere che era nel torto le fece aumentare la rabbia.
Dopo qualche minuto ripresero il cammino, in silenzio. Di tanto in tanto Claudio si voltava verso Elena,ma lei abbassava lo sguardo per non scoprire cosa lui pensasse. Il sole era ormai alto nel cielo ,il caldo aumentava. Elena si sentiva stanca e si augurava di arrivare presto alla meta, quando davanti a lei si profilò il tetto di una capanna.
Avvicinandosi, Elena si accorse che era disabitata,e si chiese perché Claudio vi si dirigesse.
Lui scese di sella davanti alla capanna e all’ arrivo di Elena, le disse: “Scendi!!ho sete e credo che tutti e due abbiamo bisogno di riposo!”
Lei non si mosse e appoggiando i pugni al fianco,assunse una espressione di sfida.
“vuoi che ti faccia scendere io ?”chiese Claudio in tono minaccioso “..o vuoi ubbidirmi ?”
Elena strinse le labbra.
“Non siamo alla villa. Mi avevi detto che saremmo andati là!”
“Andremo là più tardi..adesso ho sete. Tu, no?”
Elena guardava con una certa inquietudine la capanna deserta.
“Non troveremo niente da bere qui!” disse, mentre il cuore cominciava a batterle forte.
“ Per l’ amor del cielo! Sta tranquilla! Non ti ho portato qui per sedurti! Dai scendi che ci rinfreschiamo ...”
Elena si lasciò convincere ed entrò nella capanna insieme a lui.
Appena entrata,vide che Claudio stava tirando fuori due bicchieri e una bottiglia di vino da un piccolo armadietto. Porse un bicchiere colmo di vino alla ragazza,che lo bevve avidamente. Lo stesso fece lui. Poi , facendo segno col mento, indicò attraverso la finestra il pozzo che si trovava dietro la capanna.
“L’ acqua è fresca,anche se un po’ salmastra.puoi lavarti,se vuoi...” .

Si versò ancora un po’ di vino.
“non ti consiglio di berla, però, a meno che non ti importi di avere mal di stomaco. Ma forse preferisci prenderla tu una decisione simile..”
Parlava in tono ironico,ma Elena non gli diede peso. Sapeva benissimo che quel tono era fatto apposta per irritarla.
Piuttosto, si diresse verso il pozzo per rinfrescarsi.
Una volta all’ aperto,fece qualche passo cauto intorno alla capanna ,trovò un secchio,tirò dell’ acqua dal pozzo e si lavò la faccia.
Tra sé e sé ,si complimentò di essersi truccata poco quella mattina.
Si sentiva molto meglio,ma faceva davvero caldo,così si slacciò un altro bottone della camicia e ,con un gesto inconsapevolmente provocante,rialzò il pesante chignon che le era sceso sulla nuca.
Si accorse allora che Claudio era sceso dalla capanna e la stava osservando. Subito le braccia le ricaddero lungo i fianchi e il suo respiro accellerò.
Lui rimase immobile a guardarla per qualche istante,poi con aria indifferente la raggiunse fermandosi solo a qualche centimetro da lei.
Elena teneva la testa alta: non voleva assolutamente fargli capire sino a qual punto la sua presenza la sconvolgesse.
“Perché porti quell’ orribile chignon?? Se non sbaglio una volta li portavi sciolti..”
“ Non vedo come la cosa possa interessarti!!”
“Davvero?? E se mi interessasse,tu cosa faresti??”
Elena riabbottonò la camicetta.
“ti prego..non ho voglia di litigare ancora!!”
L’ espressione dell’ uomo si indurì.
“è così che chiami il nostro ultimo incontro? Un litigio?”
Lui scosse la testa, lei sospirò.
“mi pettino così perché devo sembrare un po’ più vecchia ai miei allievi, per dare loro l’ impressione di avere più esperienza..”
“Ma adesso non sei a scuola!!”
Il suo sguardo si incrociò con quello di Elena,scendendo poi verso la scollatura. Elena si girò dall’ altra parte,imbarazzata.
“ti prego” riuscì a dire “non è ora di andare ?”
Sentiva intensamente la presenza di lui dietro di sé e aveva l’ orribile presentimento che se lui l’ avesse toccata,lei non avrebbe saputo resistergli.
Ma Claudio parve stancarsi di quel gioco. Elena sentiva che si allontanava, chiamando con un fischio i due cavalli. Immediatamente si rilassò, come svuotata.

Si asciugò le mani,chiedendosi in realtà quali fossero i suoi desideri.
Inutile illudersi! La sola presenza di Claudio la turbava. Il sentimento che li aveva legati tre anni prima era più forte che mai. Lo sapeva anche prima di ritornare in Italia, e proprio per questo motivo aveva esitato fino all’ ultimo…
A lei sembrava ancora più attraente,e lo desiderava molto,molto più di prima…


Ripresero il cammino verso la villa.
Ad un certo punto Claudio si avvicinò a lei e le disse:
“Quando saremo alla villa, cerca di comportarti da persona civile!”
Lei lo guardò indignata. “cosa vorresti dire??”
“mia madre e Jac ci osserveranno..spieranno ogni nostra azione..e io non ho intenzione di alimentare le loro conversazioni!”
“Allora non avresti dovuto portarmici!!”
“Non cercare di battermi sul mio terreno..ricorda solo quello che ti ho detto..”




Note dell' autrice: finalmente sono riuscita a pubblicare anche questo capitolo! Allora che ne pensate? Non succede quasi niente, però era importante metterlo ;) Finalmente nel prossimo, che pubblicherò prestissimo perchè questa storia l' ho già scritta da un pezzo, vedremo cosa succederà a villa Rizzo. Siete curiose? XD Volevo ringraziare come sempre Sara per le sue meravigliose recensioni e tutte le altre persone che mi stanno seguendo silenziosamente! Sono molto felice che due utenti di questo forum abbiano inserito la loro storia tra le preferite <3 Se vi va di farmi sapere qualcosa tramite una recensione sarei felicissima ** a presto (spero) ..fabi

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Capitolo 9
*** Nono capitolo ***


 

 

CAPITOLO 9

Arrivati alla villa, entrarono subito in salotto.
Ad attenderli c’ era la signora Rizzo,un’ espressione irata sul volto.
“L’ hai portata qui!!!”
Claudio ebbe un gesto di fastidio. “come vedi,si!”
La signora Rizzo,lo sguardo pieno di sfida,si avvicinò ad Elena.
“Perché sei ritornata qui ?” chiese brutalmente.
“Lo sai benissimo mamma” rispose Claudio per lei con voce ferma.
“oh,si..so perché la signorina é venuta qui alla villa, ma sono completamente all’oscuro sul motivo per cui sia venuta in città! Voglio sapere perché, con la scusa che una volta é stata la tua amante,adesso crede di avere il diritto di..”
“ Taci!!” gridò Claudio con voce dura.
Sua madre si rifugiò in un silenzio carico di rancore.
“Dov’ é Jacqueline ?” riprese lui”sta ancora riposando ?”
Sulle prime sembrò che la signora Rizzo non volesse rispondere, ma l’ espressione del figlio le fece cambiare idea.
“ si,sta riposando…lo sai benissimo che dopo pranzo fa sempre un riposino.. ti aspettavamo più presto, lo sai vero ?”.
Claudio si diresse con indifferenza alla porta.
“ Andiamo a trovare la nonna” disse con una rapida occhiata a Elena, che era impallidita.
“ Fa come vuoi..” rispose la madre.
Elena deglutì a fatica. La madre di Claudio non era cambiata. La detestava come e più di prima, ma lei faceva più fatica a sopportarla, adesso , perché aveva i nervi tesi e ogni istante passato in quella casa accresceva il suo malessere. Guardò Claudio per tentare di capire cosa pensasse. A parte un muscolo della mascella che vibrava,però, lui sembrava indifferente all’ atmosfera tesa della stanza.
“ Vieni!” le disse.
Lei lo seguì con un passo un po’ incerto,felice di togliersi dalla vista di quella arpia.
Nello stretto corridoio,l’ uomo si diresse verso una altra porta. Elena lo afferrò improvvisamente per la manica.
“ Claudio,per favore,non costringermi ad andare avanti !”
“ Perché!? Cosa ti aspettavi da mia madre ? Speravi di essere accolta a braccia aperte ?”
“ Certo che no! Ma non vedi che mi odia? Tutti qui mi odiano!!”
Claudio non trovò nulla da ridire a questa affermazione.. fermo davanti alla porta, Claudio bussò leggermente. Una voce sottile rispose” entrate!”.
Claudio spinse il battente ed entrò nella stanza.Il suo viso si era trasformato.
Elena sentì la voce familiare ,ma affievolita,che diceva: “ah, sei tu caro.Mi hai portato Elena ?”.
“ é qui. Entra Elena.”
Elena non se lo fece ripetere due volte. La stanza di Virginia era come se la ricordava, pulita e confortevole; la donna invece era molto invecchiata,nonostante fossero passati solo tre anni.
Poiché lei stava sulla soglia incerta, gli occhi della vecchia signora girarono verso di lei con impazienza. Con un gesto le fece segno di avvicinarsi. Elena ubbidì timidamente.
“Buongiorno Virginia!! Come stai ?” chiese con voce un po’ tremante.
Per qualche istante la vecchia signora si accontentò di scrutarla, mentre lei, imbarazzata,si agitava nervosamente. Poi chiese al nipote di lasciarle sole.
“ma..” cominciò Elena.
Uno sguardo degli occhi verdi,e Claudio la fece tacere.
Poi con passo svelto uscì dalla stanza.
Elena fissò la pesante porta richiudersi alle sue spalle. Poi si voltò verso Virginia.
“Vieni qui..siediti sul letto vicino a me..e ora..”una leggera carezza le sfiorava le guance “così sei tornata..” le disse.
Elena fece un impercettibile movimento con le spalle.
“ Per poco tempo”.
“ Per vedere Claudio ?”
“ Si” rispose Elena, senza alzare gli occhi.
“ Perché??” chiese Virginia,che come Claudio voleva andare a fondo di ogni cosa.
“ Ho bisogno di soldi” rispose francamente Elena.
Era inutile tergiversare con Virginia. Prima o poi,con lei, la verità saltava sempre fuori.
“ Capisco.. e perché venire da Claudio?? Dopo tutto quello che c’ é stato…credo che lui sia proprio l’ ultima persona a cui chiedere aiuto.”
“ Non avevo nessun altro”sospirò Elena.
“ E ti sembra normale chiedere a Claudio??”
“ Non lo so” rispose lei,alzando le spalle.
“ Perché hai bisogno di soldi ? Hai problemi economici ?”
“ No..non proprio.. mi dispiace, Virginia..è una cosa tra me e Claudio. Le chiedo scusa,ma é così. Se lui pensa che portandomi qui..da lei..potrà..”
Virginia la interruppe con collera.
“ Sono stata io a volere che ti portasse qui. Quando Valerio mi ha detto che eri qui ad Arles…”
“ è stato Valerio a dirglielo ?”
“ Naturalmente! Non avrai creduto che fosse stato Claudio?  Tu lo conosci bene, Elena. In ogni caso dovresti..”
Elena si sentiva le guance bruciare. Si alzò di scatto e andò verso la finestra a passo lento.
“ Mi dispiace per suo figlio!” disse, tentando di cambiare discorso.
“ Vittorio?” disse Virginia con una smorfia che la fece assomigliare al nipote. “ lo sai che io e lui non abbiamo mai avuto nulla in comune. Come potrei poi andare d’ accordo con la sua vedova? Quella donna ha fatto un'unica cosa buona nella sua vita ..”
“ Cosa ?”
“mettere al mondo Claudio! Claudio!! Il figlio che avrei voluto mettere al mondo io !”
Elena diventò ancora più rossa,e abbassò la testa.
Solo Virginia era capace di parlare così senza sembrare teatrale.
Ad un certo punto , la ragazza le chiese informazioni sulla fidanzata di Claudio,ma l’ anziana signora, fingendo un improvviso giramento di capo,le chiese di lasciarla sola.
“ Voglio rivederti “ disse infine Virginia. “Quando ritornerai ?”
“ Ma..devo ritornare a Roma!”
“ Perché? Cos’hai là?? Un uomo?”
“ No,no solo il lavoro!”
“ Guarda che lo so che é solo una scusa. Claudio sistemerà tutto. Prima di andartene,mandamelo !”
Elena scosse la testa in un gesto d’ impotenza, oltrepassò la soglia e richiuse dolcemente la porta. Quando entrò in cucina, trovò Claudio, sua madre e anche Jacqueline seduti intorno ad un tavolo.
Trascorse qualche secondo pieno di imbarazzo prima che Claudio rompesse il silenzio.
“ Sua Signoria é stata congedata??” domandò in tono ironico.
“ Più o meno sì” rispose Elena mordendosi il labbro “ é un vero piacere rivederti, Jacqueline!” disse poi poco convinta.
“ Non posso dire altrettanto,mia cara!” rispose gelidamente Jac.
“ Gli anni passano,ma la tua lingua é rimasta sempre la stessa: biforcuta!”
Le labbra di Jac si spalancarono per l’ indignazione.
“ Ma come ti permetti?!! Vieni qui a parlarmi in questo tono, specie di..”.
“ Per l’ amor del Cielo!” gridò Claudio. “ basta con i litigi!! Non li sopporto..”
“Siediti!” disse poi ad Elena. “mia madre ha fatto il caffè e noi ne berremo una tazza prima di andarcene,ok ?”
La ragazza suppose di non avere scelta.



Note dell' autrice: eccomi qui! Cosa ne pensate di questo nuovo capitolo? Fatemelo sapere che ti tengo **
Ringrazio tutte le persone che mi seguono e che addirittura hanno messo la storia tra i preferiti o in quelle da ricordare! ** Sono commossa! a presto (spero) Fabi
<3

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Capitolo 10
*** Decimo capitolo ***


CAPITOLO 10

 

Elena si sedette docilmente sulla panca che fiancheggiava il camino. Nonostante il calore esterno, la cucina era fresca e ciò le tolse un po' la sensazione di forte disagio che provava.

La signora Rizzo tirò fuori con dispiacere le tazze e i piattini e li dispose con mala grazia su un vassoio, poi le diede una grande tazza di caffè bollente e profumato.

Era esattamente quello di cui aveva bisogno Elena, dopo le emozioni del pomeriggio. Claudio intanto continuava a fissarla, e questo fece venire in mente alla ragazza ciò che le aveva detto Virginia.

Tua nonna vuole vederti prima che partiamo – gli disse un po' goffamente – mi ero scordata di dirtelo..”

Claudio ebbe una leggera esitazione, poi uscì a grandi passi dalla stanza.

Rimasta sola con Jac e la signora Rizzo,Elena si sentì invadere dall’ apprensione. La madre di Claudio diede una tazza anche a Jacqueline,prima di voltarsi verso di lei .

Allora, quando parte?” le chiese brutalmente.
“ Non lo so, penso tra qualche giorno.”
Lo sguardo di Jacqueline andò dalle nudi mani di Elena alle proprie, dove, all’ anulare sinistro, brillava un magnifico solitario.
“ Non sei sposata o fidanzata??”
“ No”
La signora Rizzo si avvicinò.
“ è venuta per buttare tutto all’ aria, signorina Cicerino ?”
Elena la guardò stupefatta.
“ Assolutamente no!! Io non volevo assolutamente venire qui, se non fosse stato per Virginia..”.
“ Virginia” ripeté la donna con disprezzo “quella vecchia è sempre stata la causa dei disaccordi tra Claudio e la sua famiglia!! Ha fatto tutto il possibile per rovinargli la vita !”
“ Anche Virginia fa parte della famiglia!!” obiettò Elena con calma.
La signora Rizzo raddrizzò la testa.
“ No,non ne fa parte!! È una vecchia irresponsabile,negligente,che crede di poter dirigere le nostre esistenze a piacimento !”
Elena ebbe un gesto di ripugnanza.
“ è vecchia, è vero!” disse, secca “ma di certo non è una irresponsabile! Ha fatto molto per la vostra famiglia,e questo lo dovrebbe sapere meglio di me !”
“ Tanto responsabile che non appena é morto suo marito ha pensato bene di allontanarsi dalla sua famiglia !”
Elena si alzò in piedi.
“ Ma lei non capisce! Detestava sentirsi rinchiusa e questa casa! E quando suo marito è morto, suo figlio era già sposato.. con lei!”
“ Almeno, mio marito aveva coscienza della sua posizione sociale, signorina! Disprezzava sua madre quanto la disprezzo io..”
“ Crede che forse non lo sappia?” buttò là Elena,la cui collera stava iniziando ad aumentare.

Lei gli ha reso la vita impossibile! Lei, lei , con i suoi principi meschini e i suoi progetti grandiosi per l’ avvenire di Claudio! Non si è mai occupata della felicità di suo figlio..tutto quello che voleva era farne un servo per le sue ambizioni.”
“ Come osa ?”
La signora Rizzo era fuori di sé. Jacqueline ,nella sua poltrona, si era protesa in avanti, gli occhi lucidi di eccitazione.
“ Specie di… lei viene qui e butta polvere negli occhi di mio figlio con tutte le sue belle parole, mentre, in realtà, non voleva altro che andare a letto con lui! E quella vecchia pazza vi incoraggiava pure..”
Elena ,che respirava a fatica, si abbottonò il colletto della camicetta con le dita che le tremavano.
“ Lei è una donna cattiva e bugiarda !”le gridò contro,ma indietreggiò spaventata,quando la mano della signora Rizzo le si abbatté sulla guancia in uno schiaffo sonoro.
“ Che diavolo sta succedendo qui ?”
Claudio, furioso, entrava in quel momento.
Il suo sguardo si posò prima su Elena,che si teneva una mano sulla guancia, poi su sua madre,appoggiata all’ orlo del tavolo.
“ Falla uscire di qui!” gridò la signora Rizzo, furibonda.
“ Mi ha insultato! Come hai potuto portarla qui,sapendo quali sono i suoi sentimenti verso di me ?”
“ Non è vero!!”
L’ esclamazione indignata di Elena si perse nel rumore dei singhiozzi,ai quali la madre di Claudio si abbandonò immediatamente. Claudio cercò di confortarla,mentre Jac le lanciava occhiate di fuoco.
Elena uscì a precipizio dalla cucina.
Non molto lontano dalla porta si fermò e tentò di calmare i battiti disordinati del cuore.
Non si era mai sentita così umiliata in vita sua, neanche tre anni prima,quando la signora Rizzo le aveva fatto chiaramente capire quale fosse il dovere di Claudio. Allora le era rimasta per lo meno la speranza, per aiutarla a sopportare le notti solitarie! Ora non aveva più nulla e si sentiva disperata.
Con le gambe che le tremavano, attraversò lo spiazzo e si fermò davanti alla stalla dove i cavalli stavano mangiando beati.
Era talmente assorta nel suo dolore che non sentì i passi di qualcuno che usciva dalla casa e attraversava il cortile,e sobbalzò violentemente quando Claudio la chiamò.
“ Elena!”
La voce era completamente differente da quella usata in casa.
“ Elena!per l’ amor del cielo!”l’ emozione gli oscurava gli occhi.” Smettila di guardarmi come se avessi intenzione di picchiarti. Mi dispiace davvero che tu abbia..”
Il respiro di Elena era ancora irregolare.
“ Mi farai delle scuse per quello che é successo là dentro ?”
“ Io non mi scuso con nessuno. Ti dico solo che mi dispiace!”
“ Voi.. i Rizzo!! Chi vi credete di essere? Io non avevo intenzione di affrontare tua madre,così come invece ho dovuto fare..ma almeno,io non rifiuto la mia parte di responsabilità!
“ E cosa credi che stia facendo io??” rispose Claudio con gli occhi spiritati.
“ Sisi..lo so. Ma tu mi hai trattato come..come una marionetta fin dal momento in cui sono arrivata. Mi hai fatto ballare sulla corda, perché hai il coltello dalla parte del manico. Adesso basta però!!non ne posso più!!Puoi tenertelo il tuo denaro!”
“ Elena !”
Claudio aveva gridato il suo nome con voce furibonda,ma lei gli voltò le spalle e corse verso la cavalla che aspettava con impazienza. Poi senza ascoltare il suo ordine di lasciare in pace la bestia, lanciò la giumenta al galoppo prima che lui potesse fare qualcosa.
Anche Claudio saltò in groppa al proprio cavallo e lo spronò.
Continuando a correre, Elena rabbrividì:sapeva di poter spingere Claudio fino ad un certo punto, ma non più in là,e ora lui era precisamente a quel punto, al limite della sopportazione. Ma per il momento non voleva pensarci, l’ unica cosa che sentiva era la leggera pressione del vento che le scompigliava dolcemente i capelli.
Si accorse che lo chignon si era sciolto e che i capelli le ondeggiavano sulle spalle,ma non se ne preoccupò: era bello sentirsi libera!
In breve Claudio la raggiunse, lei per liberarsene fece un passo falso e cadde dalla sella su una pozza di fango .
Rimase immobile per un momento, troppo stordita per rialzarsi.
Claudio fu subito da lei, scese dalla sua cavalla e le s’ inginocchiò vicino.
“ Elena! Tutto bene vero? O ti sei fatta male?”
Appoggiata al gomito, lei lo guardò sbigottita. La camicetta imbevuta d’ acqua rivelava le dolci linee del suo seno.
“ Mi sono sporcata e basta” rispose.
La sua ostilità stava cedendo davanti alla palese ansia che traspariva agli occhi di Claudio. Poi scosse la testa, e l’ onda dei capelli le circondò il viso.
“ Credo di essermi comportata come una stupida.. ti chiedo scusa,Claudio !”
“ Oh Elena!” esclamò l' uomo,alzandosi di scatto. Poi, con violenza, si passò una mano tra i capelli.
“ Dai..tirati su!!”
Lei lo guardava ,consapevole più che mai della sua forza,della sua personalità,e del bisogno che lei ne aveva.
In tono deciso disse:”aiutami Claudio, a meno che tu non voglia sporcarti le mani”
Scuro in faccia,Claudio le tese meccanicamente una mano. Era fresca, ma lei ebbe l’impressione che le bruciasse la pelle.
L’ aiutò senza sforzo a rialzarsi ,ma la lasciò subito andare e si girò per prendere le briglie del ronzino.
Elena si sentì chiudere la gola .
Provava il forte desiderio di abbracciarlo, di stringersi a lui..ma non poteva..avrebbe rovinato tutto..
La voce di Claudio la fece ritornare alla realtà. ”Sei pronta??” domandò e al suo assenso : “Bene, torniamo alla villa!!”
“ Alla villa??” disse Elena con orrore “ non voglio!”
“ Vuoi tornare in città in questo stato??”
Elena abbassò gli occhi su camicetta e pantaloni sporchi di fango e si toccò i capelli in disordine.
“ Io.. per forza,no?” acconsentì, alla fine.
Claudio esitò un poco, poi sospirò.
“ Andremo alla capanna”
“ D’ accordo”
“ Muoviamoci!”

Quando arrivarono alla capanna ,lei si lavò con l’ acqua del pozzo. Claudio era entrato nella capanna a bere qualcosa. Toltasi il fango dalle mani e dalle braccia, le venne voglia di sfilarsi almeno la camicetta per ripulirsi collo e spalle. Ma la cosa era ovviamente impossibile. Così si accontentò di sbottonarla per gettarsi addosso un po’ di acqua che le corse lungo la schiena.
Era persa nei suoi pensieri, quando Claudio uscì dalla capanna e la raggiunse con il suo passo silenzioso. Immediatamente lei cadde in preda alla confusione e, in un silenzio pieno d’imbarazzo, strinse i lembi della camicetta.
“ Che diavolo stai facendo??”la rimproverò,brusco. I suoi occhi però non si staccavano dalla pelle setosa della scollatura.
“ Avevo caldo”spiegò lei, sulla difensiva. “e volevo rinfrescarmi!!”
Claudio le osservava le guance imporporate con intensità.
“ Non puoi comportarti in aperta campagna come se fossi nel tuo bagno! Chiunque potrebbe sorprenderti e allora.. come reagiresti ?”
Con dita tremanti, Elena stava cercando di riabbottonarsi la camicetta.
“ Non potevo aspettarmi altro da te come rimprovero, vero ? Bene.. mi hai sorpresa.. e allora ? Cosa mi farai?”.
Gli occhi di Claudio si oscurarono.
“ Cosa vuoi che faccia??”
Dinanzi a quello sguardo,le dita di Elena s’immobilizzarono: questa volta era andata troppo oltre.
Per tentare di ridurre la tensione che si era creata tra di loro,con un rapido movimento,cercò di mettere il pozzo tra di loro, ma lui fu più veloce: prima che lei potesse sfuggirle,la mano di lui le si rinchiuse attorno al braccio; poi Claudio l’ attirò inesorabilmente a sé, imprigionandola alla vita flessuosa. Elena si dibatté, ma invano. Lui la strinse ancora di più a sé,tanto che lei poté sentirne ogni muscolo irrigidito del petto, delle braccia,delle cosce.
Fu una tortura raffinata.
Poi Claudio piegò la testa,col dorso della mano spostò i lunghi capelli di Elena e le posò sulla nuca le labbra ardenti.
“ No no Claudio..per favore no” pregò lei, scuotendo la testa.
La bocca di Claudio adesso le accarezzava il collo.
“ Perché no..?” mormorò lui.” Perché non devo prendere quello che é mio?? E tu sei MIA..lo sai!!”
Con brutale abilità,le fece fare un mezzo giro,sempre abbracciandola,e le cercò le labbra. Elena strinse la mascella.. era una pazzia, ma in fondo se l’era cercata..
Claudio si impazientì. Una mano risalì verso la bocca di Elena e l’aprì. La bocca dell’ uomo si abbattè su quella tenera corolla con avidità e passione.
Il corpo di Elena si abbandonò,facendosi docile e piano piano si modello al suo.
Ora lei gli si aggrappava disperatamente: le mani risalirono lungo il petto virile e si persero nei morbidi capelli di lui. Quando le dita di Claudio scivolarono sotto la camicetta per cercare il tepore della pelle,Elena però tentò disperatamente di recuperare il sangue freddo.
Con uno sforzo immane si strappò da Claudio e si diresse verso la capanna riassettandosi i vestiti.
Quando finalmente si voltò, Claudio le voltava le spalle.
Poi si chinò sul pozzo a bagnarsi viso e collo. Quando alla fine si girò verso di lei, la sua espressione le toccò il cuore,tanta era l’ amarezza e la tristezza che vi lesse….





Note dell' autrice: Posso solo dire che questo é uno dei capitoli più belli finora, quello di cui sono più orgogliosa, quindi mi farebbe doppiamente piacere ricevere almeno due recensioni XD Ringrazio sempre di cuore Sara e ovviamente tutte le persone che mi leggono silenziosamente *_* a presto (spero) Faby <3

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Capitolo 11
*** Undicesimo capitolo ***


CAPITOLO 11

Il mattino dopo arrivò,senza che Elena avesse tentato di mettere ordine nella sua confusa situazione.
Durante tutta la sera precedente e fino a notte fonda era stata troppo immersa nel suo dolore per potersi strappare da qualcosa che somigliava a una paralisi. Anche se alla fine aveva finito con l’ addormentarsi, il suo sonno era stato turbato da incubi in cui Claudio le portava via Francesco, o sua madre nascondeva il bambino in modo tale che lei non potesse trovarlo.
Alzatasi dal letto,stanca e con gli occhi pesti,si sedette davanti allo specchio e vi si esaminò , come per trovare una ispirazione nei suoi lineamenti tirati… ma non poteva ricordare nient’ altro che il viso di Claudio,quando si era voltato verso di lei,alla capanna,e il suo disprezzo e amarezza,peggiori di ogni accusa.
Perché era tanto arrabbiato con lei?  La prendeva forse per una che ama far soffrire ? Non capiva che anche lei era stata male quanto lui ? Che tutti i suoi sensi avevano voluto fortemente quel soddisfacimento che alla fine non c’ era stato ?
Si prese il mento tra le mani, i gomiti appoggiati al piano di legno lucido.
Tornarono a tormentarla le immagini del passato. Rivide la ragazza giovane e inesperta che tre anni prima era arrivata lì..
Aveva appena finito il corso di preparazione all’ insegnamento e aveva colto al volo l’ occasione di una borsa di studio di tre mesi in Francia. Dopo essersi fermata qualche giorno a Parigi,aveva noleggiato una macchina per andare verso il sud,dove era andata incontro al suo destino.
Dopo aver visitato i castelli della Loira, Elena si diresse ad Arles,ma prima di potere entrare in città, la macchina che aveva noleggiato bucò.
Un bel ragazzo l’ aveva aiutata .. quel ragazzo era Claudio..
Entrambi si erano stupiti di rivedersi dopo così anni..si erano conosciuti al liceo e avevano avuto una storia ,finita ,a dir la verità, molto male.
Nessuno dei due poteva immaginare che quell’ incontro avrebbe cambiato la vita di entrambi..
Si innamorarono perdutamente.
Ogni giorno era una nuova gioia e, incoraggiati dalla nonna di Claudio,avevano passato la maggior parte del tempo insieme.
Era stato il periodo più bello della sua vita. C’ era però un ostacolo: i suoi genitori.
Loro non la sopportavano, perché erano di ostacolo ai progetti per il figlio.
Il primo in assoluto era quello di farlo sposare con Jacqueline,la quale era figlia di un industriale molto influente e che in questo senso avrebbe apportato maggiore prestigio alla famiglia.
Il loro matrimonio era stato deciso fin da quando erano bambini e niente e nessuno, in particolar modo una sempliciotta come lei, avrebbe potuto impedirlo.
Un giorno ,però, tutto era finito.
La signora Rizzo era riuscita a dividerli.. una mattina era andata da lei dicendole che Claudio si era stancato,che aveva obblighi solo nei confronti di Jac..lei in principio non ci credeva, ma era da almeno due giorni che non aveva notizie di lui quindi..
L’ umiliazione più grande era stata quando lei le aveva messo sotto il naso un assegno scritto di pugno da Claudio di 70000 euro intestato a lei.
Elena aveva provato una immensa soddisfazione nello stracciare l’ assegno davanti agli occhi della donna. Poi se ne era andata per sempre, troppo sconvolta per rimanere anche un solo secondo di più.
Qualche settimana dopo aveva saputo di essere incinta di Claudio,e infine era nato Francesco….

Le lacrime cadevano copiose dagli occhi di Elena, ma lei non se ne curava,le lasciava scendere liberamente sulle guance. Quel viaggio era stato un fallimento, oltre che uno spreco del denaro di cui aveva tanto bisogno!
Elena si alzò ,si allontanò dallo specchio e si asciugò gli occhi. Cosa doveva fare ?
Non poteva prolungare il suo soggiorno,adesso che aveva respinto brutalmente l’ offerta di Claudio. Inoltre, dopo quello che era successo alla capanna, era pura follia restare.
Ad un tratto ,qualcuno bussò alla porta.
Era Cook. Che diavolo voleva anche lui adesso ?
“ ehi Ele,che piacere vederti. Come stai?”
“ Bene,grazie.”
“ Sbaglio o sei triste?? È colpa mia,per caso ?”
“ Ma no, Dani..è che sto per partire!”
“ Come ? Parti ?”
C’ era delusione nella sua voce.
“ Quando ?”
“ Penso oggi..”
“ Dai..fai domani, ti prego!  Fallo in nome della nostra amicizia almeno!!”
Elena esitò un attimo,poi acconsentì: aveva bisogno di distrarsi e forse con lui ci sarebbe riuscita.
“ Allora.. cosa facciamo? Io proporrei di mangiare un boccone da qualche parte e poi una bella nuotata! che ne dici?”
“ Per me va benissimo Dany!!”
“ Okay .. allora a dopo !”


Quel mattino si divertirono moltissimo.
Mangiarono in un ristorantino molto carino e nel primo pomeriggio andarono in spiaggia.Lì Cook le prese la mano tra le sue e le chiese se fosse così indispensabile ritornare a Roma.
“ Ho paura di si!” rispose lei,sottraendosi dolcemente alla sua presa.
“ Perché ? Non capisco..”
Elena strinse le labbra.
“ Le cose non sono mai semplici come sembrano. Ho degli impegni a Roma!”
“ Quali saranno mai questi impegni?” esclamò lui,in tono un po’ ironico.
Elena aggrottò le sopracciglia.
“ Dany,tu non sai più nulla di me.. potrei anche essere sposata!!”
“ Non porti la fede..”
“ Quante donne sposate non la portano..”
“ Ma lo sei ?”
“ No”
“ Allora ho ragione io! Non potresti restare ? Se non altro per farmi un piacere..”
“è impossibile!! Che ne dici di fare un bagno ?”
Il brusco cambiamento d’ argomento sorprese Cook, che però,un po’ a malincuore,la seguì.
Dopo il bagno,entrambi furono accolti dal piacevole calore del sole. Elena si asciugò e aspettò che i capelli fossero completamente asciutti prima di rivestirsi.
Cook si stese vicino a lei a pancia in giù,contemplando con un’intensità un po’ eccessiva il viso della ragazza.
“ oh,Ele” mormorò.
Lei si raddrizzò di scatto per sfuggire a quello sguardo insistente.
“ Dany,ti prego” disse con voce irritata. “ non rovinare tutto!”
Cook ebbe una esclamazione d’ impazienza.
“ Perché dovrei rovinare tutto?? Credevo di piacerti ancora..”
“ Certo che mi piaci.. ma non nel senso in cui speri tu..mi dispiace..”
“ Ma allora cosa vuoi da me ? Ti lasci invitare a pranzo e poi ti lasci portare qui,dove sapevi benissimo che saremmo rimasti soli..e poi mi dici che non vuoi complicazioni ! Ma per chi mi hai preso ?”
Elena lo guardava tristemente,ma anche con un po’ d’ apprensione.
“ dany,ti preg…” cominciò.
Senza lasciarle neanche il tempo di parlare, Cook l’ attirò brutalmente a sé, in maniera tale che Elena perse l’ equilibrio e andò a sbattere in pieno contro di lui. Le labbra del giovane cercarono le sue e lei fu costretta a girare la testa da una parte all’ altra,per evitarle.
Gli martellava intanto la schiena con i pugni,ma questa agitazione non sembrava far altro che eccitarlo ancora di più: la teneva sempre più stretta,e il suo respiro diventava sempre più pesante.
Elena cominciava davvero a incavolarsi di brutto, quando ,improvvisamente, il viscidone fu strappato lontano da lei.
Un violento pugno allo stomaco e un altro al mento lo stesero sulla sabbia.
Elena si alzò con fatica,conscia della sua quasi nudità,per trovarsi sotto lo sguardo glaciale e penetrante di Claudio Rizzo.
“ Vestiti!!” ordinò lui, secco, e si voltò verso Cook per aiutarlo ad alzarsi.
Una mano sulla stomaco, Cook gemeva, pur riprendendosi.
Quando riconobbe Claudio, i suoi occhi espressero una grande meraviglia.
“ Claudio Rizzo? Che ci fa..”
“ Non sono affari tuoi Riccioli D' Oro!! Un solo consiglio: non toccarla mai più o te la dovrai vedere con me, chiaro?”
“ Perfettamente.ora posso andare ?”
Ma Claudio non gli prestava più alcuna attenzione.
Quando Elena si fu rivestita,Claudio la prese per un braccio e la trascinò fino alla sua macchina.
Spalancò la portiera e la spinse dentro,poi salì a sua volta. Mise in moto subito. Con un mezzo giro l’ auto raggiunse la strada sussultando sul terreno ciottoloso.
Sbalordita, Elena si chiedeva come e perché Claudio fosse arrivato là.





Note dell' autrice: spero che sia piaciuto anche questo nuovo capitolo! a presto (spero) fabi

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Capitolo 12
*** Dodicesimo capitolo ***


CAPITOLO 12

Nella macchina faceva molto caldo,e il bikini bagnato s’ incollava sgradevolmente alla pelle di Elena.
Claudio guidava con molta concentrazione e l’ espressione distante del suo viso scoraggiava qualsiasi domanda.
Tuttavia Elena avrebbe voluto sapere almeno dove la stesse portando. Si agitò sul sedile, attirando così l’ attenzione del compagno.
“ Sta’ tranquilla!” le consigliò con durezza lui “ ti sentirai ancora più a disagio, se continui a muoverti.”
Elena gli lanciò uno sguardo esasperato. Con quale diritto si occupava di lei e di quello che faceva? Dopo tutto quello che era successo il giorno precedente, era convinta che non l’ avrebbe rivisto mai più. Come mai adesso era lì con lei? Come mai era venuto a cercarla? E soprattutto, CHE COSA VOLEVA DA LEI?
L’ indignazione le diede il coraggio di parlare.
“ Dove mi stai portando?”
Claudio la guardò con disprezzo.
“ Non ho ancora deciso. Immagino che vorrai toglierti il costume bagnato , asciugarti e cambiarti..o mi sbaglio?”
“ Cosa vuoi dire?”
Claudio socchiuse le palpebre.
“ Smettila di parlare a vanvera! Il fatto che tu sembri disposta a concederti a quell’ idiota non significa che…”
“ Come osi!” gridò Elena “ come osi parlarmi così!!” poi la sua voce si incrinò “ti odio Claudio!”
Le dita di Claudio si contrassero sul volante. Con una brusca sterzata portò la macchina in uno spiazzo erboso, quasi in riva ad uno stagno poco profondo.
Appena la macchina si fu fermata,Elena spalancò la portiera, uscì e mise una certa distanza tra lei e il suo “rapitore”.
Lui non si mosse dal suo posto di guida, e lei si sentì parecchio ridicola. Faceva molto caldo. Il sole l’ abbruttiva,così lei si riparò sotto l’ ombra degli alberi.
Solo allora lui scese dalla macchina ,con un grande lenzuolo di spugna in mano.
“ Tieni!! Non sarà un gran chè, ma almeno é pulito!!”
Con le labbra strette,Elena si protese per prendere di malagrazia l’ asciugamano.
“ Cosa devo fare??” chiese in tono irritato “..spogliarmi davanti a te??”
“ Quando ho bisogno di un certo tipo di spettacolo, preferisco una professionista.” Rispose con una certa crudeltà.
Poi le voltò le spalle e tornò in macchina.
Dopo un attimo di esitazione, Elena si sbarazzò dei sandali, si tolse i vestiti e si ritrovò in costume da bagno. Alla sua sinistra l’ acqua pulita dello stagno l’ attirava molto. Vi si immerse. Che meraviglia rinfrescare così il suo corpo accaldato! Il malessere che aveva provato in macchina scomparve.
Sguazzò per alcuni minuti,guardando di tanto in tanto verso la macchina, ma Claudio sembrava indifferente a tutto quanto la riguardava.
Dopo un po’ uscì dall’ acqua. Mentre stava ritornando verso la macchina, sentì un rumore e si girò di scatto: a qualche metro da lei un grosso toro raschiava la terra con uno zoccolo.
Per un istante Elena rimase pietrificata, incapace persino di riflettere su quello che doveva fare.
Si immaginò già sventrata,mentre il suo sangue arrossava le acque dello stagno.
Con le ginocchia tremanti indietreggiò di qualche passo,cercando di non fare movimenti disordinati che potessero spingerlo ad attaccare.
Il toro la guardava con i suoi occhi tondi, sbuffava e agitava la coda. Poi fece uno o due passi dondolando la testa, ed Elena perse il suo coraggio. Senza più cercare di stare calma, si mise a correre a perdifiato.
Alle sue spalle sentiva il rumore della bestia che la rincorreva, ma non osò voltarsi. Vide Claudio precipitarsi verso di lei con un bastone in mano; anche lui sguazzava nelle pozzanghere fangose.
Incrociò Elena e le gridò:” Sali in macchina!”
Lei obbedì e vi salì. Tremava ancora tutta.
Claudio riuscì in poco tempo a domare e a tranquillizzare la bestia. Era veramente molto abile!
Poi ritornò in macchina, la prese per le spalle e la strinse a sé.
“Dio mio,non farmi mai più una cosa del genere!!!!!” gemette con voce strozzata, e nascose il viso nei capelli della ragazza.
Anche lui tremava, lei lo sentiva, ma le mani che le scivolarono sui fianchi erano ferme,dure e quasi crudelmente possessive.
“ A che diavolo stavi pensando?” le mormorò lui contro il seno. Poi la sua bocca si abbattè su quella di Elena,impedendole qualsiasi risposta coerente.
Elena non aveva più un briciolo di forza per resistergli.
L’ angoscia provata quando lui era alla mercè del toro aveva fatto crollare ogni sua difesa.
Si aggrappò a lui,gli si abbandonò contro, gli sbottonò la camicia per appoggiarsi alla sua pelle tiepida.
Claudio la rovesciò sul duro pavimento,ma lei non ne sentì la scomodità.
La baciava appassionatamente.
Una mano le accarezzava la pelle nuda della schiena, una gamba la imprigionava tra le sue.
Era lui l’ uomo che amava, inutile negarlo, il padre del suo bambino, l’ altra metà di sé stessa.
E nonostante tutto quello che era avvenuto in passato, non poteva fare a meno di amarlo.
Ma questa volta fu lui che si tirò indietro.
Si staccò da lei e si sedette in un angolo .
“ oh,cazzo! Cazzo Elena!! Io TI voglio!!”disse con voce tormentata.
Elena era rimasta lì dove lui l’ aveva lasciata,le labbra doloranti per i suoi baci infuocati e i capelli scompigliati.
“Claudio..” mormorò con voce dolorosa.
Con una violenta imprecazione, Claudio aprì lo sportello e con un balzo saltò fuori per respirare un po’ d’ aria fresca.
Poi andò a raccogliere i vestiti e l’ asciugamano e li gettò in macchina.
Rientrò infine in macchina, ma non mise subito in moto. I gomiti appoggiati davanti al volante,guardava davanti a sé con uno sguardo perso nel vuoto.
“ Potrei ucciderti, dannazione !”
Lei lo guardò stupita.
“ Cosa ti aspettavi??” chiese, sprezzante. “ Torni proprio nel momento in cui cominciavo ad accettare l’ inevitabile, butti tutto all’ aria e sconvolgi la mia esistenza!!”
“ Mi dispiace..io non potevo sapere..”
“ Davvero?” chiese lui con una smorfia. ”Credi davvero di non aver previsto la mia reazione?”
Elena arrossì.
“ Come avrei potuto conoscerla!??”
“ Come hai fatto ad ignorarla!! Ribattè Claudio, guardandola furioso.

Dopo tutto quello che è successo... Ci amavamo Elena! Credi forse che io possa scordare quello che abbiamo provato..il modo in cui ti tenevo tra le mie braccia.. le cavalcate.. le risate..le volte in cui abbiamo fatto l’ amore?”. Si passò una mano stanca tra i capelli.
“ Pensi che non abbia passato innumerevoli notti in bianco a immaginarmi il tuo corpo tiepido, la tua pelle morbida e persino il tuo profumo? E pensi anche che non ti abbia mai immaginato tra le braccia di un altro, a cui permettevi le stesse cose che facevamo insieme ?”
Elena gemette.
“ Nessuno, nessun’ altro mi ha toccato..te lo giuro!”
“ Come faccio a crederti , se sono già due volte che ti becco con qualcuno che non sono io? Gli ultimi tre anni li hai passati in convento?”.
Elena chinò la testa. Ardeva d’ amore per lui e aveva una gran voglia di dirgli la vera ragione del suo viaggio. Erano questi i momenti pericolosi, i momenti in cui doveva stare in guardia per non rivelare cose che l’ avrebbero portata alla rovina.
Dopo tutto, anche se lei lo attirava fisicamente,lui avrebbe sposato Jac, e nella sua casa non ci sarebbe stato posto per Francesco, anche se lei si fosse lasciata convincere a rinunciare a suo figlio.
“ Per favore, riportami in albergo..parto domani mattina.”
“ Cosaaa??”. Era veramente sbalordito.
“ Ma non puoi..non hai i soldi e poi..poi Virginia vuole vederti!”
“ Mi dispiace,ma il volo é già prenotato e..”
“ Annullalo!!”
Le sembrò quasi di vedere un’ ombra di sofferenza nei suoi occhi.
“ No..é impossibile!” ribattè lei.
“ Elena,non puoi farmi questo!”
“ Farti cosa??” chiese lei, a fatica.
“ Lo sai..” rispose lui,quasi in un gemito.” Ti chiedo..di non partire..almeno non subito!!”
“ é ..necessario”
“ Perché?? Chi ti aspetta a Roma?? Un uomo sicuramente..”
“ No,ti sbagli..non ci sono uomini!”
“ Dove abiti allora?? Sempre con tuo padre??”
“ si!”
“ E questi soldi servono per lui??”
“ Se ti fa piacere che ti dica di sì,allora..sì..sono per mio padre!”
Claudio le afferrò una ciocca di capelli e se l’ arrotolò intorno alle dita, senza badare alla sua smorfia di dolore.
“ oh,Elena..come faccio a lasciarti partire? ”
Quando lui le parlava così,lei poteva quasi credere che l’ amasse, che tutto quello che era successo non fosse stato altro che un tragico errore.
Francesco ,però, era ben reale, e lei non doveva compromettersi per un capriccio.
“ Questa conversazione non ci porta da nessuna parte, Claudio!” concluse con voce ferma.
“ Faresti meglio ad accompagnarmi all’ albergo!”
Per un istante, lui strinse i pugni, poi però mise in moto e si diresse verso Arles.
Durante il tragitto non parlarono più, ognuno assorto nei propri pensieri.
Arrivata davanti all’ albergo, Elena dovette fare un gran sforzo per dire “ Grazie e addio!”
Sembrò che Claudio fosse sul punto di dire qualcosa,ma poi cambiò parere.
Si accontentò di aprirle la portiera e,quando lei fu scesa, partì in quarta.




Note dell' autrice: questo capitolo é molto carino anche se dolce amaro. Fatemi sapere cosa ne pensate, anche se a questo punto dovrei rivolgermi solo a Sara, visto che é l' unica che commenta XD La mia non é una critica, anzi... però vi asicuro che é molto svilente per una scrittrice in erba come me avere solo un parere. La storia sta per finire, il capitolo finale sarà il 17,dunque vi invito caldamente a dirmi, anche solo con una frase, cosa ne pensate! Ringrazio ad ogni modo tutte le persone che mi leggono, anch le più silenziose! A presto (spero) Fabi

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Capitolo 13
*** Tredicesimo capitolo ***


CAPITOLO 13

La sera stessa Elena ricevette una telefonata da Cook. Ci teneva a scusarsi,le disse. Ma era un suo desiderio sincero oppure telefonava solamente perché Claudio Rizzo era implicato nella faccenda? Tuttavia accettò le sue scuse,poi incominciò a fare i bagagli.
Alle 21,30 qualcuno bussò alla sua porta. Era Valerio.
“ Ciao Ele..come stai ?”
“ Io tutto bene..ma tu che ci fai qui ?”
Valerio in tutta risposta le porse una busta. Elena la prese con mani tremanti,poi lo fece entrare.
“ Entra pure.. mi dispiace, ma non ho nulla da offrirti!”
“ Non importa! Voglio solamente approfittare dell’ occasione per parlare un po’ con te! Stai facendo le valige ? Claudio lo sa ?” aggiunse.
“ Si a tutte e due le domande!” rispose lei con una allegria forzata. Intanto,fece scivolare la busta in tasca: la lettera l’ avrebbe letta dopo.
“ Siediti pure,Vale. Sei venuto da solo?”
“ Si… Dunque, perché parti così presto ? Non potresti fermarti ancora qualche giorno?? Virginia ne sarebbe molto contenta..”
“ Lo so e mi dispiace non poterla accontentare..ma non posso restare. Devo tornare a casa per forza!”

Elena si morse le labbra,in cerca di un altro argomento di conversazione.

Allora…come sta tuo padre ? É da un po’ che non lo vedo e..”
“ Ele..non cercare di cambiare argomento! Lo sai,io ti conosco e… senti Ele..lo sappiamo tutti e due che Claudio non deve sposare Jacqueline! Lei é cattiva e lo tratterà malissimo..e poi lui non è innamorato di lei,ma di..”
Elena lo interruppe, incapace di ascoltare ancora quelle parole che la facevano soffrire.
“ Senti Vale..questi non sono affari miei e..”
“ NO..non accetto questo tipo di scuse da te!! Claudio é il mio migliore amico e non mi va più di vederlo soffrire! Elena non partire! Resta! Combatti per lui!! Dimentica il passato e pensa all’ avvenire !”
“ Ti ringrazio Vale,ma io non intendo restare!”
Valerio si diresse alla porta.
“ Va bene,fai come vuoi allora!”

Era deluso.
Elena si sentì terribilmente in colpa nei suoi confronti e appena la porta si richiuse,scoppiò in lacrime.
Stava ritornando ai bagagli,quando la lettera le scricchiolò in tasca.
L’ aprì con le mani che le tremavano. Un foglio ne scivolò fuori cadendo in terra.
Lo raccolse di malavoglia:era l’ assegno di 30.000 euro.


 

Secondo l’ accordo con l’ autonoleggio, Elena doveva portare la Citroen direttamente al rappresentante della società presso l’ aeroporto, il che le risparmiava la fatica di procurarsi un altro mezzo di trasporto.
Il mattino dopo stava trasportando i suoi bagagli alla macchina, quando nella hall squillò il telefono.
Il signor Depardieu rispose,e quasi subito chiamò Elena.
“ é per lei, signorina. da Roma.”
“ Da Roma?”
Elena ebbe un brutto presentimento e si trattenne a stento dallo strappare il cordless dalle mani del direttore.
“Pronto,sono Elena. Con chi parlo?”
“ Elena?? Sei tu ? Sono Enrica”
Era la moglie di papà. Elena fu presa dal panico.
“ Ciao Enrica..é successo qualcosa ?”
Dall’ altra parte la voce si fece più calma.
“ Non ti agitare, tesoro, non é successo nulla di grave,tuo padre si é solo rotto una gamba perché é caduto. Non é all’ ospedale, ma naturalmente, con la gamba ingessata, devo prendermi cura di lui,di Franci e anche della tua sorellina..in più ho anche la scuola,i compiti da correggere e non riesco ad occuparmi di tutto!”
Era terribile che suo padre si fosse rotto una gamba,ma Elena si sentì sollevata.
“ No,certo.. Enrica non ti preoccupare,torno questo stesso pomeriggio. Stavo già per partire e da stasera mi prenderò cura io di Francesco,ok ?”
“ Allora é tutto apposto.ti lascio e.. a dopo !”
“ Ok.. va bene! Ciao Enrica! A dopo ”
Elena riappese. Nel medesimo istante vide una ombra proiettarsi vicino a lei. Una mano forte l’ afferrò per un braccio e con violenza l’ attirò a sé.
Si sentì mancare,quando Claudio, la faccia furiosa che quasi toccava la sua ,le chiese con voce rauca:
-”Sei una patetica bugiarda! Chi diavolo é Francesco?”

 

 

 

 

Note dell' autrice: Scusate per il capitolo striminzito, in effetti é un po' troppo corto xD Cosa pensate che succederà adesso tra i nostri due piccioncini? Elena troverà il coraggio di dire tutto a Claudio? RECENSITE RECENSITE e RECENSITE! XD Ora più che mai, dato che mancano pochi capitoli, ho bisogno del vostro parere! ^^

Grazie a tutte le persone che spenderanno un po' del loro tempo anche soltanto leggendo questa storia! <3 Presto posterò il nuovo capitolo! Fabi <3

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Capitolo 14
*** quattordicesimo capitolo ***


CAPITOLO 14

Elena fece un passo indietro e Claudio fu obbligato a lasciarle il braccio. Nella hall c’ era gente, e qualcuno si voltò curioso.
Con un’ esclamazione soffocata lui disse: “Bisogna che io ti parli, ma non qui. In camera tua.”
“ Non ho tempo Claudio! Devo andare all’ aeroporto!”
“ Ti ci porto io.”
“ No, devo restituire la macchina!”
“ Al diavolo la macchina!!”
Tremando, Elena si voltò dall’ altra parte.
“ Cosa fai qui ? Ho creduto…quando mi hai fatto portare l’ assegno…”
“ Maledizione,non ce l’ ho fatta a non venire!”
E Claudio, posata la mano sulla spalla di lei,le toccò un attimo il fragile collo. “Oh, Elena, non farmi anche questo!”
“ Io devo partire, Claudio”
“ Si, lo so. Torni a Roma… da Francesco!”.
Le dita di Claudio si strinsero in una morsa. “Non ti lascerò partire.”
“ E dopo,cosa farai?” sussurrò Elena,in tono velenoso.” Mi metterai su casa qui a Arles, secondo le migliori tradizioni dei francesi riguardo le loro amanti ?”
Un attimo e le dita di Claudio le penetrarono nella carne.
Elena trattenne a stento un grido di dolore..ma subito la mano ricadde.
“ Non me lo merito questo” disse lui,con veemenza.
“ Ne sei sicuro ?” disse lei, incapace di guardarlo.
Se lo avesse guardato,sarebbe stata la sua sconfitta: non avrebbe potuto sopportare la sofferenza dipinta su quel volto.
“ Elena,per favore, é l’ ultima volta che te lo chiedo. Questo Francesco.. é per lui che avevi bisogno di soldi ?”
La ragazza esitò,poi si decise.
“ Si..é per lui!”
“ Dio!”
Elena si raddrizzò.
“Posso andarmene adesso ?”
“SI! Parti! Va al diavolo!” disse a voce bassa, ma con ferocia. Le passò davanti e uscì dall’ albergo quasi correndo.


Quando l’ aereo atterrò all’ aeroporto di Roma, pioveva. Quel clima rifletteva perfettamente lo stato d’ animo di Elena.
Giunta a casa,tirò fuori la chiave e aprì la porta.
Subito, sentì il rumore di passi trotterellanti e di una porta che si apriva in fondo al corridoio. Apparve un bambino adorabile, con un paio di pantaloncini neri e un giubbetto bianco e blu. Somigliava talmente a Claudio che la ragazza sentì una stretta al cuore.
Gli stessi occhi verdi, lo stesso naso, la stessa bocca. Persino i capelli erano dello stesso colore, anche se quelli di Francesco erano più lisci.
“Mamma!” gridò il piccoletto con la sua vocetta acuta, e quasi inciampò nella foga di correre.
Il sorriso apparve sulle labbra di Elena. Si abbassò e lo prese tra le braccia.
“Amore mio!” gli disse con voce tenera, abbracciandolo stretto, mentre lui la stringeva forte “sei stato bravo con i nonni?”.
Con aria importante,Francesco spalancò gli occhi.
“Il nonno ha tanto male a una gamba. Vieni a vedere!”
La prese per una mano e la portò in soggiorno.
Antonio Cicerino se ne stava seduto sul divano con la gamba ingessata appoggiata a uno sgabello. Elena lo guardava con tenera ironia.
“ Come hai fatto a combinarti così??” chiese e lo baciò affettuosamente “é proprio vero che non posso lasciarti da solo cinque minuti..”
Antonio ebbe un sorriso un po’ confuso.
“ Lo so.. sono un vecchio sciocco, non é vero,Fra ?”
Il bambino si arrampicò sul divano e si mise vicino a lui.
“ Enrica e la bambina dove sono ?”
“ Sono andate a fare la spesa..Piuttosto.. come stai? Mi spiace di averti fatto tornare prima del tempo”.
“ Non ti preoccupare, avevo già deciso comunque di partire.”
La prima sensazione di sollievo che aveva provato rientrando a casa era stata passeggera. Adesso Elena si sentiva di nuovo in preda a una violenta angoscia che non riuscì a nascondere del tutto.
Il viso del padre si oscurò.
“ Non hai per niente una buona cera! Hai visto Claudio? Hai i soldi?”
Con un lungo sospiro, Elena si tolse il cappotto e si gettò su una poltrona. Francesco scese allora dal divano per andare a mettersi sulle ginocchia della madre.
“ Si..l’ ho visto! E ho anche i soldi!”
“ è stato tanto penoso ?”
“ Tremendo” rispose a denti stretti.
“ Be..adesso sei ritornata. Mi racconterai tutto solo dopo esserti riposata…”
Suo padre aveva ragione. Era tornata ,adesso,e non serviva a niente piangere sul latte versato. Era necessario ricominciare con la solita routine. Il tempo avrebbe poi guarito quelle ferite che al momento le sembravano incurabili.
Nei giorni seguenti, Elena fece di tutto per comportarsi con naturalezza.
Per ora doveva vivere giorno per giorno, pregando il cielo di permetterle di dimenticare, prima o poi, i giorni crudeli in Provenza.
Un giorno lei e Francesco andarono a fare una passeggiata più prolungata del solito. Al ritorno, mentre lui sonnecchiava nel passeggino,Elena si accorse che una macchina aveva rallentato e marciava lentamente alla sua altezza. Era un’ auto di lusso, dalle cromature scintillanti.
Inquieta, Elena accellerò il passo, ma anche l’ auto fece lo stesso.
Si guardò intorno e si accorse con sollievo che c’ erano parecchie persone. Forse era solo la sua immaginazione che le faceva credere che quella macchina seguisse proprio lei. Le lanciò un’ altra occhiata,ma sembrava che dentro non ci fosse nessun altro a parte l’ autista. Guardò l’ uomo con , severità, prima di svoltare in un angolo che le permise di “scappare”.
Tuttavia, l’ esperienza non le aveva fatto piacere, e i giorni seguenti non andò oltre le vie più frequentate del quartiere. Certe volte, le veniva in mente il pensiero che Claudio avesse scoperto l’ esistenza di Francesco e pensasse di rapirle il bambino, ma lo scacciava subito dicendosi che era meglio guardare meno televisione.
Poco a poco,alle prese con i problemi quotidiani, dimenticò quell’ incidente.

 

Il ricordo di Claudio, però, era sempre nei suoi pensieri.

 

 

 

Note dell' autrice: Come avrete ben capito Elena adesso é ritornata a Roma e sembra condurre la vita di tutti i giorni. L' episodio della macchina lussuosa che la segue sembra però un punto di svolta nella monotonia quotidiana. Cosa ne pensate di tutto ciò? Non vorrei fare la rompiscatole ma mancano davvero pochi capitoli (tre per la precisione) quindi ditemi cosa ne pensate per favore. É molto importante saperlo per me, in fondo non vi costa nulla ^^ a presto e grazie come sempre <3

fabi

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Capitolo 15
*** Quindicesimo capitolo ***


 

 

 

 

CAPITOLO 15

Al ritorno da una delle sue passeggiate con Francesco, Elena vide che davanti a casa sua era parcheggiata una macchina grigia.
Il cuore prese a batterle e l’ angoscia la invase. Chi poteva essere se non Claudio? Come aveva fatto a trovarla e cosa voleva da lei?
Chinò lo sguardo sul bambino che si era addormentato. Claudio veniva forse a cercare suo figlio? Le venne voglia di scappare. Decise , però,di farsi forza ed entrò in casa.
Sentì delle voci che provenivano dal soggiorno. Enrica le venne incontro.
“ Non é Claudio, non ti preoccupare! Però lui é qui a Roma e vuole vederti!”
“ Chi c’ è di là allora ?”
“ L’ autista dei Rizzo,credo”
“ L’ autista ?”
Immediatamente, Elena si ricordò dell’ incidente della Mercedes di pochi giorni prima.
Se quell’ uomo l’ aveva vista con Francesco, cosa aveva raccontato a Claudio? E ,soprattutto, che diavolo ci faceva Claudio a Roma?
S’ inumidì le labbra e guardò il bimbo che le sonnecchiava tra le braccia.
“ Enrica.. Francesco é stanco, dovrebbe essere messo a letto. Se lo porto in camera,credi di potertene occupare tu per questa sera?”
“ Si,non ti preoccupare Ele!”
“ Ma..se Claudio ha scoperto l’ esistenza del piccolo…” cominciò Elena.
“ Come? Non glielo hai ancora detto? “
“ No”
“ Ma perché ?”
“ Se l’ avessi fatto, magari lui avrebbe voluto portarmelo via…non hai mai pensato a questo?”
“ Andiamo, Elena, perché avrebbe dovuto farlo? Sua moglie accetterebbe il figlio di un’ altra?”
“ Non è sposato!”
“ Non so cosa dirti..sai come la pensiamo io e tuo padre.. noi sicuramente la pensiamo in maniera diversa da te,magari sbagliamo, ma prova a metterti nei panni di Claudio! Deve essere molto difficile per qualsiasi uomo sopportare il biasimo per aver concepito un figlio di cui non conosce nemmeno l’esistenza !”
“ Allora..vuoi dirgli tutto??” disse Elena ,girando la testa da un’ altra parte.
“ Hai così poca fiducia in me??”
Enrica era delusa.
“ Oh,scusami Enri!! É che sono così stanca…”
“ Fa niente, tesoro! Ora però vai da quell’ uomo..ti aspetta!”
“ Va bene vado!”
Elena scese le scale e andò in soggiorno. L’ uomo che si alzò quando la vide entrare era più anziano di quanto lei avesse supposto , ma era la stessa persona che aveva visto la volta precedente.
“ Salve..é lei la signorina Cicerino?”
“ Si. Se ho capito bene, il signor Rizzo vuole vedermi ?”
“ é così. Mi ha incaricato di venirla a prendere!”
“ Capisco..lei sa per caso per quale motivo il signor Rizzo si trova qui?”
“ Certo..é venuto a fare un viaggio di piacere con la sua fidanzata!”
“ Con Jac!” ci mancò poco che urlasse Elena,ma riuscì appena in tempo a trattenersi.
Trovava inaccettabile e umiliante che lui fosse a Roma con Jacqueline e che,nonostante questo, volesse vederla. Per chi la prendeva?
“ Vuole portare un messaggio al suo capo?”
L’ autista aggrottò le sopracciglia .
“ Non viene?”
“ No”
“ Ma il signor Rizzo ha insistito moltissimo, signorina!”
“ Allora perché non é qui lui ?”
L’ autista non rispose e si diresse verso la porta.
“ Come vuole signorina. É meglio che me ne vada adesso. Arrivederci!”
“ Arrivederci!”


Verso mezzanotte,Elena fu strappata a un sonno agitato da violentissimi colpi alla porta d’ entrata.
Si chinò verso il comodino per guardare l’ ora. Ma i colpi continuavano, così lei si infilò alla svelta la vestaglia azzurra. Non voleva che il rumore svegliasse Francesco.
Rabbrividendo, scese rapidamente le scale.
Aprì la porta per quel tanto che lo permetteva la catena di sicurezza. La scura sagoma di un uomo si stagliava sulla soglia,e in un primo momento Elena fu tentata di richiudere la porta.
Ma Claudio si fece avanti nella zona illuminata, e Elena, sorpresa, sussultò.
Aveva un espressione severa e guardava con impazienza la catena di sicurezza.
“ Posso entrare?” chiese con voce dura.
Elena era convinta che se lei avesse rifiutato,lui sarebbe stato capace di sfondare la porta. Senza dire una parola, fece di sì con la testa,e socchiudendo la porta, la liberò dalla catena.
Claudio entrò subito e richiuse la porta.
“ Vediamo un po’ “ attaccò subito con tono irritato.
“ Andiamo in soggiorno” mormorò Elena. Con un’ esclamazione di impazienza,lui la seguì.
Una volta nella stanza, Claudio la prese per le spalle e brutalmente se la mise di fronte.
“ Allora? Perché non sei venuta?”
Elena si allontanò da lui.
“ Se parli della convocazione di oggi pomeriggio,credo che il motivo sia evidente!”
“ Perché dovrebbe essere evidente?”
“ Sei qui con Jac,il tuo autista me l’ ha detto. Per chi mi prendi? Per una puttanella da quattro soldi??”
“ Tu sei..”
Ringoiò un aggettivo non molto carino e si passò le mani tra i capelli.
Col vestito scuro, la camicia azzurra e la cravatta intonata era più attraente che mai.
Elena si sentì mancare il cuore al pensiero che presto Jac sarebbe diventata sua moglie.
Avrebbe potuto vederlo a ogni ora del giorno e della notte, avrebbe avuto il diritto di portare il suo nome, di dividere il suo letto con lui.
“ Pensa che esco adesso da una cena d’ affari di quattro ore,e che non vedevo l’ ora che fosse finita per venire da te! E tu ti sei rifiutata di venire da me per quell’ unica ora che ero libero!!”
S’interruppe,sbottonò la giacca e si passò una mano sulla nuca.
Elena fece un gesto d’impotenza.
“ Non vedo come la cosa mi riguardi!i tuoi affari sono tuoi, non miei!”.
“ Comincio a crederlo anch’io! Oddio Elena!! Non sai che cosa ho passato dopo la tua partenza!”
Elena tremava visibilmente. Si lasciò cadere su una poltroncina e la vestaglia le si aprì, scoprendo le lunghe gambe snelle.
Lo sguardo di Claudio si fece più sfrontato,così lei riavvicinò i lembi dell’ indumento in fretta.
“ Io..io non credo che tu abbia il diritto di parlarmi così!”
“ Perché no? É la verità. “
Claudio le si mise davanti, le gambe un po’ allargate. Ogni suo movimento sprigionava una sensualità sconvolgente.
“ Claudio ti prego!”disse lei a testa bassa. “Perché sei venuto a quest’ora? É una pazzia!”
Lui si chinò e appoggiò le mani ai braccioli della poltroncina, di modo che Elena dovette buttarsi indietro per mantenere le distanze.
“ Si..é una pazzia! Ma è sempre stato così tra noi..non é vero?”
Elena a malapena respirava.
“ Insomma,cosa vuoi da me??”
L’ atmosfera era tesa. Dall’ alto si sentì Francesco piangere. Evidentemente le loro voci,per quanto tenute basse, avevano disturbato il sonno del bambino.
Claudio si raddrizzò bruscamente con un’ espressione incredula sul viso.
Anche Elena si alzò,pronta a raggiungere il figlio. Gli occhi brillanti di passione, Claudio si voltò verso di lei.
“ Cos’ è?? Chi é che piange?”
“ Francesco”
“ Francesco! Cosa.. quel bambino che piange é ..tuo?”
Elena annuì lentamente, e le labbra di Claudio si storsero in una smorfia terribile di dolore.
“ Vuoi dire che hai un bambino?”. Con un sospiro ,Elena annuì di nuovo.
“ Schifosa…”gridò,lasciando la frase in sospeso.
Elena sentì la porta d’ entrata sbattere fragorosamente.

 

 

 

Note dell' autrice: tutti i nodi stanno per venire al pettine! Manca davvero poco alla fine quindi vi prego...fatemi sapere cosa ne pensate! Non vi costa nulla, a parte il tempo! A presto(spero con nuovi commenti) fabi <3

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Capitolo 16
*** Sedicesimo capitolo ***


 

CAPITOLO 16

Nei giorni che seguirono, Elena ebbe l’ impressione di vivere in un incubo.
Si dava da fare,ma spesso non sapeva nemmeno quello che faceva. I consigli e gli incoraggiamenti di Antonio ed Enrica non erano sufficienti a dissipare l’ atmosfera di disperazione che l’ avvolgeva.
Claudio se ne era andato via,e questa volta non sarebbe più tornato.
Poi,poco a poco, ritrovò il coraggio.

Dopo tutto aveva Francesco e non era colpa del bambino se i suoi genitori avevano voluto rovinarsi la vita.
Dopo circa tre settimane da quella tremenda notte in cui Claudio si era recato da lei, Elena ricevette una visita inattesa.
Avevano tolto il gesso alla gamba del padre due giorni prima. Essendo una bella giornata , quel pomeriggio Antonio aveva portato tutti fuori per una passeggiata.

Tutti meno che lei.
In quel momento stava facendo le pulizie al secondo piano e sbuffò quando sentì il campanello suonare. Naturalmente andò ad aprire, e indietreggiò di un passo per la sorpresa quando vide sulla soglia Jacqueline.
Jac fece una smorfietta altezzosa alla vista dei jeans impolverati di Elena e della sua camicetta spiegazzata.
“ Desidero parlarle, Elena. Posso entrare ?”
La ragazza rimase immobile.
“ Credo che noi due non abbiamo niente da dirci!”
Jacqueline socchiuse le palpebre.
“ Io credo di sì, invece. Anzi sono sicura che quello che ho da dirle le interesserà moltissimo!”
“ Ho del lavoro da sbrigare…” ribattè Elena, scuotendo la testa.
“ Può aspettare!”e dicendo così,Jac si introdusse nella casa “ le è indifferente che Claudio stia malissimo, che sia forse..in punto di morte ?”
Il viso di Elena divenne pallido come se Jac l’ avesse schiaffeggiata.
“ Non ti credo!!!” disse in un soffio.
“ lo credi davvero ?” insistè l’ altra ,alzando le sopracciglia ,divertita.
Elena deglutì a fatica.
“ Se Claudio é…é in punto di morte, come mai sei qui ? Non dovresti essergli accanto ?”
Jac non rispose,troppo presa ad ammirare l’ arredamento della casa.
“ E così..é qui che lei abita ?” disse con aria disgustata.
I lineamenti di Elena erano tesi.
“ La prego…! Cosa é venuta a fare a casa mia ? Cosa é successo a Claudio?”
Sembrava che la fidanzata di Claudio non avesse più tanta fretta di parlare. Ad un tratto il suo sguardo si fermò sui giocattoli di Francesco, ammucchiati in un angolo. Li guardò con aria incredula prima di voltarsi verso Elena.
“ Quei giocattoli… C’ é un bambino in questa casa ?”
Elena si chiese se faceva bene a risponderle. Conosceva però abbastanza bene quella donna per essere sicura che non avrebbe parlato fino a quando lei non le avrebbe dato soddisfazione.
Disse dunque con voce un po’ tesa: “ no, in effetti sono due ..un maschio e una femmina!”
Lo sguardo di Jac si fece pensieroso.
“ Credevo che vivesse da sola..con suo padre e la moglie. La bambina é loro figlia,ma l’ altro..l’ altro é suo figlio ?”
“si” rispose lei con le guance in fiamme.
Jacqueline scosse la testa in una specie di incredulità divertita, prima di scoppiare in un risolino cattivo.
“ Ecco cosa aveva scoperto Claudio, quella famosa sera! Ecco perché é ripartito immediatamente per la Francia e é andato praticamente a farsi uccidere nell’ arena! Il fatto che dopo tutto quello che c’ era stato tra di voi, lei avesse un bambino ! Che ironia! Non trova, Elena?”
La ragazza tremava. Era in preda a un misto di emozioni che non pensava potessero far parte del suo carattere: aveva voglia di afferrare con tutte e due le mani il collo di quella vipera e di strapparle gli occhi.
“ Non so cosa vuole dire…” si limitò a replicare.
“ Non cerchi di darmela a bere. Conosco troppo bene Claudio. É un idealista, il genere di uomo che esige la perfezione nelle donne che frequenta! Che shock deve essere stato per lui scoprire che la donna per la quale era pronto a sacrificare tutto non era che un miraggio, una illusione!”
“ Cosa dici?? Dov’ é Claudio??hai detto che é stato ferito..nell’ arena.”
Jacqueline inarcò le sopracciglia.
“ Si..é proprio quello che ho detto!”
“ Ma come è successo? Claudio conosce bene i tori..come ha potuto rischiare tanto?”
“ Io non mi preoccuperei troppo per lui” disse Jac con una indifferente alzata di spalle.
“ Ma io si !” gridò Elena,quasi pazza per l’ angoscia.” Come fai ad essere così indifferente? Ti credevo innamorata di Claudio..”
“ Era vero…una volta ”disse Jacqueline a labbra strette. “ma ho cambiato idea. D’ altra parte,chi avrebbe voglia di sposare un uomo che potrebbe anche rimanere invalido per tutta la sua vita ?”.
Lo sguardo di Elena era pieno d’ angoscia.
“ Mio Dio!” disse con voce flebile.
“ Non si agiti in questo modo Elena! Claudio non vuole né me né lei. Ho proprio paura che non cerchi più quello che abbiamo da offrirgli, sia io sia lei”.
Elena si portò una mano alla fronte.
“Perché sei qui? Perché hai voluto che sapessi che Claudio é stato ferito?Che gusto può darti una simile situazione?”.
Jac fece un gesto eloquente.
“ Mia cara,io non sono venuta per parlarti dell’ incidente di Claudio,anche se la sua ansia in proposito mi fa parecchio piacere. No. Sono venuta per scoprire cos’ era andato storto, cosa, in particolare, avesse rotto il tenero idillio tra voi due. Adesso…adesso lo so!”.
“ Tu non sai niente!!” disse penosamente Elena.
“ Tu sei cattiva ed egoista! Ti preoccupi soltanto di te stessa ,mentre lui non ti ha mai abbandonato!”
“ Ne sei così sicura? Il giorno che tu sei scappata,lui stava quasi per lasciarmi.. non sapeva che sua madre era venuta da lei per darle un assegno, e quando te ne sei andata,era pazzo di gelosia! Pensa che voleva addirittura andare a riprenderti a Roma..meno male che l’ abbiamo fatto ragionare!”
“ Ma…” obiettò Elena,confusa” ma quel giorno lui non é tornato da me! È venuta solo sua madre! Perché non ha impedito a sua madre di venire da me?”
“ Come faceva ad impedirglielo? Era in ospedale con il femore fratturato!!”
“ Io non lo sapevo!”
Sembrava che Jacqueline stesse cominciando ad annoiarsi.
“ Quel giorno Claudio era tornato alla villa perché voleva chiedere ai suoi il permesso di sposarti. C’ ero anche io. Loro erano furiosi e lo scacciarono via. Lui é saltato sul cavallo, ma é stato disarcionato a poca distanza da casa.”
Le sue labbra si aprirono in un sorriso ambiguo, ed Elena ebbe l’impressione che lei non fosse stata del tutto estranea all’ incidente.
Ma erano tutte notizie che appartenevano al passato.
Il presente era adesso ,e Elena sapeva che, senza volerlo, la donna che le stava davanti aveva cambiato il suo destino.
Jac si diresse verso la porta. Poi si voltò.
“ Ora sa tutto. Peccato che la storia non possa avere il lieto fine ..ma l’ esistenza del bambino esclude questa ipotesi, non é così ?”.
“ Tutto dipende dal padre, non credi Jac?” chiese con noncuranza.
“ Cosa intende dire?” fece l’ altra, fermandosi di colpo.
“ Niente niente.. non te ne stavi forse andando?”
Jacqueline esitò, ma poi finì per uscire. La sua macchina era ferma davanti al cancello, ma Elena non aspettò per vederla ripartire. Chiuse la porta e, appoggiandosi al battente,pensò che se tutto quello che le aveva detto quella vipera era vero,un numero infinito di nuove possibilità le si apriva davanti agli occhi.
Poi si ricordò che Claudio aveva avuto un grave incidente, e alla gioia subentrò l’ inquietudine. E se Jac non avesse esagerato? Se veramente Claudio fosse in pericolo di vita? Si era forse dimostrato imprudente perché aveva scoperto che lei aveva un bambino che lui credeva fosse figlio di chissà chi?

Era incredibilmente, magicamente possibile,ma lei doveva conoscere innanzitutto il suo stato di salute.
Tornò in soggiorno. Anche senza volerlo, la sua mente costruiva progetti su progetti.
Sarebbe tornata in Provenza.
Anche se Jac si sbagliava, anche se Claudio non l’ amava più,anche se suo figlio non aveva importanza ai suoi occhi,lei doveva andarci.
Era ora che gli dicesse la verità.
Quando suo padre rientrò con Francesco,lei aveva già prenotato un volo.
Stava mettendo in valigia sia le sue cose sia quelle di Francesco.
Questa volta se lo sarebbe portato dietro.

 

Questa volta era necessario non commettere errori …

 

 

 

 

Note dell' autrice: eccomi qua con il penultimo capitolo di questa storia che ormai, ahimè, sta giungendo al termine. Finalmente tutti i nodi sono venuti al pettine, ora dovrete solo aspettare l' ultimo capitolo per sapere come finirà tutto. Grazie di cuore a tutti quelli che mi leggono! <3 Spero davvero che qualcuno si butti per dirmi cosa ne pensa, non vi mangio XD a presto! fabi

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Capitolo 17
*** Epilogo ***


CAPITOLO 17

Ad Arles, Elena scese al solito albergo. Gli occhi del direttore si spalancarono per la sorpresa alla vista di Francesco. Egli controllò tuttavia la propria curiosità e non fece domande. Le assicurò anzi che sua moglie , e lui stesso, erano disposti a curare il bambino se lei avesse voluto uscire la sera.
Elena lo ringraziò. Forse avrebbe dovuto ricorrere al suo aiuto.

Ne sarebbe stata felice.
Prima di tutto,però, bisognava scoprire dove si trovava Claudio,e se era in grado di ricevere visite.
Telefonò a tutti gli ospedali della città e dintorni, e alla “millesima” chiamata finalmente si sentì rispondere che il signor Rizzo era stato dimesso ed era tornato a casa.
“A casa” significava solo la villa. Doveva così affrontare non solo lui,ma anche la madre.
Chiese precisazioni sulle ferite,ma l’ ospedale si rifiutò di comunicargliele. Tutto quello che era venuta a sapere era che Claudio non era più in fin di vita. Grazie al cielo!
Decise di noleggiare una macchina.
Quando arrivò a villa Rizzo era pomeriggio inoltrato. Il bambino si era addormentato sul sedile.
Decise di lasciarlo dormire. Non poteva succedergli nulla di male lì, e le sarebbe stato più facile affrontare senza di lui la signora Rizzo.
Nonostante battesse a lungo la porta, nessuno venne ad aprire.
La porta però era aperta, ed Elena entrò in casa senza alcuna esitazione. Si trovò nel corridoio.
A sinistra c’era la cucina dove Claudio l’ aveva fatta entrare la volta prima. Ne socchiuse la porta, ma la stanza era vuota. Solo un residuo di brace nel focolare testimoniava la presenza di qualcuno.
Stava per richiudere la porta , quando una voce maschile piuttosto irritata disse:
“ Chi c’ é ? Chi siete ? Uscite immediatamente fuori, o sarà peggio per voi !”
Era Claudio.
Elena si tese come un arco. Con le gambe che le tremavano, arrivò fino alla stanza dove la voce proveniva , bussò ed entrò.
Claudio stava per scendere dal letto. Vedendo Elena, si coprì in fretta con il lenzuolo.
Poi la guardò come se non potesse credere ai suoi occhi.
“ Ciao Claudio” mormorò lei nervosa “come stai?”
Lui si passò una mano tra i capelli spettinati. Gli erano diventati lunghi,nel frattempo, e gli si arricciavano sul collo.
“ Mio Dio” esclamò in tono incredulo “cosa ci fai qui?”
Elena chiuse la porta e vi si appoggiò contro di essa.
“ é questa ..la maniera di accogliermi!!” rispose incerta.
Claudio si lasciò scappare una imprecazione.
“ Ascolta Elena. Non ti ho chiesto io di venire. Non so nemmeno cosa ci fai qui. Per l’ amor del cielo,vattene e lasciami in pace !”.
Il respiro della ragazza accelerò.
“ Non parlarmi in questo modo, Claudio! Io ero molto preoccupata per te!”
“ Risparmiami le tue stronzate,almeno quello..” rispose lui, aggrappandosi ai cuscini.
“ Voglio solo sapere come stai..mi hanno detto che hai avuto un incidente!”
“ Davvero?”.
Gli occhi verdi erano freddi e luccicano per la rabbia.” Bene. Tutto va per il meglio. Senza quegli imbecilli di medici che mi riempiono di pastiglie,sarei già in piedi!”
“ Ma cosa ti è successo? Come hai fatto ?”
“ Sono stato incornato,tutto qui! Perché mi sono fatto incornare?Credimi,non l’ ho fatto apposta!”
Elena abbassò la testa, poi la alzò,guardandola con occhi imploranti..
“ Dov’è la cicatrice?”
“to,guarda!”
Con crudeltà voluta, Claudio buttò indietro il lenzuolo , e Elena potè vedere l’ orribile fila di punti di sutura rossastri sulla pelle abbronzata che gli traversava il ventre.
“O h, Claudio!”
In quel momento, lei vedeva con la mente la carne lacerarsi e sanguinare.
La faccia impassibile, Claudio la guardò a lungo .
Elena non ne potè più: stringendosi nelle spalle con un gesto che tradiva la sua totale impotenza, corse fino al letto, cadde in ginocchio e nascose il viso nell’ incavo della spalla di Claudio. Lo sentì irrigidirsi e alzare le mani per respingerla. Ma nella scollatura del maglione, le sue dite entrarono in contatto con la pelle di lei e si fermarono un istante.
Con un urlo strozzato l’ attirò verso il letto, la strinse a sé,e la sua bocca cercò il collo di Elena.
“ Perché sei venuta?” gemette.
Le fece girare la testa e la baciò.
Per qualche istante, lei fu incapace di corrispondergli. Si aggrappava a lui come se non volesse più lasciarlo andare, e Claudio sentiva che il suo sangue freddo lo stava abbandonando.
Con uno sforzo immane, si mise seduto e la guardò. Lei non cercò nemmeno di alzarsi dal letto.
A malincuore, lui disse:“Dobbiamo parlare”
“ Mmmm..”
Elena seguiva con la punta delle dita la linea della cicatrice. Lui le prese la mano e l’ allontanò.
“ Elena, per favore. Credi che io non abbia voglia ? Ma non possiamo farlo. Prima mi devi dire perché sei venuta qui.”
Con un profondo sospiro, Elena si alzò dal letto. Claudio ricadde sui cuscini,svuotato di forza.
“Perché sei venuto a Roma??”
Il viso dell’ uomo si indurì.
“ Lo sai benissimo!”
“ No, non lo so. Io credevo…per tre anni ho creduto che tu mi avessi abbandonata..”
“ Si,adesso lo so anche io…Jacqueline me l’ ha detto! E ,naturalmente,ne avremmo parlato quella sera,se non fossimo stati interrotti.”
“ Capisco. E capisco anche , adesso, perché sei venuto a Roma ,ma solo due giorni fa Jac mi ha detto che hai rotto con lei. É per questo che sono qui.”
“ Perché? Per riprendere la storia dal punto in cui l’ abbiamo lasciata? Ti ricordo che ora tu hai.. altri impegni!!”
“ E tu non mi vuoi con quegli impegni , giusto??” disse Elena,guardandolo negli occhi.
“ Oh, Dio! Non so più cosa voglio. Quando ho scoperto che tu avevi un bambino ho creduto di non poterlo sopportare. Ma adesso che sei qui,non so se sarei capace di lasciarti ancora andare!”Claudio fece una smorfia “Che confessione in piena regola,vero?”
Dopo un attimo di esitazione, Elena disse: “vuoi avere ancora un po’ di pazienza? Ti devo far vedere una cosa!”
“ Che cosa?” chiese Claudio,sospettoso.
“aspetta e vedrai.”
“va bene, aspetto!”


Una volta tornata nella stanza, Claudio si voltò e,vedendo il bambino nelle braccia di Elena, disse con voce rauca:”ma per chi mi hai preso ?”
Ma lei posò lo stesso il bambino in terra, e Francesco mise a guardarsi intorno con adorabile curiosità.
“ Guardalo, Claudio! Guardalo,per favore! Non ti ricorda nessuno?”
L' uomo si voltò lentamente,e dall’ alto della sua statura studiò il bambino. Dopo un lungo momento guardò Elena. Sotto quello sguardo penetrante lei sentì i nervi tendersi al massimo. Claudio si avvicinò a Francesco e cominciò a giocherellare con lui.
Poi,Claudio si alzò.
Quando si voltò verso Elena, lei sentì il suo cuore contrarsi fortemente.
Lui la prese per il collo e l’ attirò a sé.
“ Perché non mi hai detto niente?”
“ Mi dispiace.. sai chi é ,vero?”
“ Ma certo…mio figlio! Un giorno ti ho detto che sarei stato capace di ucciderti,e in questo preciso momento ho una gran voglia di farlo!! Perché non mi hai detto niente?”
Francesco trotterellava per la stanza.
“ Come avrei potuto farlo? Eri così lontano e poi,io credevo che tu non mi volessi più !”
“ Si. Mia madre ha un grande torto da farsi perdonare.”
Elena si accorse che lui tremava.
“ Non avresti dovuto alzarti dal letto!” disse lei preoccupata.
Claudio fece un mezzo sorriso, il sorriso più bello che lei avesse mai visto.
“ Sono d’ accordo con te!” disse in tono malizioso.
Elena arrossì violentemente.
“ Dov’ è tua madre?”
“ Non lo so..in giro penso!”
“ Oh Claudio!”gridò quasi lei,stringendosi a lui.
“ Tutto si sistemerà,vedrai piccola! Ma perché non mi hai parlato del bambino quando sono venuto a casa tua?”
“ Non sapevo che fosse tutto finito tra te e Jac e poi avevo paura che mi portassi via Francesco!”
“ Così ho perso i primi due anni della vita di mio figlio…”
Elena posò dolcemente le labbra sul collo di Claudio.
“ Potremmo avere altri figli..” suggerì.
Lui giocherellava con una ciocca dei suoi capelli.
“ Senz’ altro. Ma prima, voglio sapere tutto di questo piccolo Rizzo!”.

Si chinò di nuovo verso il bambino: era evidente che gli piaceva moltissimo.
“ Perché avevi bisogno di soldi per lui ? Sta bene, vero?”
“Francesco ha avuto una forte bronchite che gli ha lasciato dei postumi. Niente di grave non ti preoccupare, però al mio ritorno volevo portarlo per un po’ in un centro specifico.”
“ capisco” disse Claudio.
Teneva il bambino con entrambe le mani e Francesco lo guardava con curiosità,senza cercare di scappare.
Il grosso orologio d’ oro al polso di Claudio lo attirava tantissimo.
Claudio s’ alzò,prendendo in braccio suo figlio. Poi si rigirò verso Elena.
“Odio essere così tradizionalista, ma ho paura che dovremmo sposarci !”
“ Nessuna obiezione!” disse Elena, gli occhi pieni di lacrime.
Francesco,intanto,tirava la catena che Claudio portava al collo. Con una mano,allora, Claudio se la sfilò e la mise al collo di Elena.
La ragazza si voltò di scatto: era troppo,e non voleva farsi vedere piangere.
“ Ti adoro” le mormorò all’ orecchio “ti amo, ti ho sempre amata e credo che ti amerò per sempre!”
Per qualche secondo Elena si abbandonò contro di lui.
“ Non potrei sopportare che qualcosa ci separi ancora!” disse con voce strozzata.
“ Niente ci separerà più, te lo giuro!” rispose lui,con forza.
“ Ma Jac?”
“ Jac?”
“ Tornerà qui?”
“ Non lo so,perché? Non sarai mica gelosa di lei!”
“ No per niente. Anzi,dovrei esserle grata. Senza di lei, io non sarei qui ora!”
“ Cosa intendi dire ?”
In breve,Elena gli raccontò la visita di Jacqueline a casa sua.
“ Poverina! Se avesse saputo quello che mi stava dando…”
“ Virginia é sempre qui ?”
“ Si..sarà contenta di rivederti. Era decisa a fare tutto il possibile perché noi due tornassimo insieme!”
“ Lo so!” disse Elena con un sospiro. Abbassò lo sguardo su Francesco che le tirava i pantaloni per attirare la sua attenzione.
“ credi che potremmo trovare un posto per dormire a Francesco,se decidessimo di non tornare all’ albergo?”
“Ho l’ impressione che sarà necessario” disse Claudio,guardando le sue labbra in un modo insistente.
“é IMPENSABILE CHE MI SEPARI DA VOI DUE ANCHE SOLO PER UNA NOTTE…”

 

 

Fine;

 

 

 

Note dell' autrice:la mia storia é finita, spero che vi sia piaciuto tutto <3 Ringrazio di cuore chi mi ha letta fino ad adesso ( in modo particolare la mia adorata Sara) ed esorto le persone che mi leggono silenziosamente a lasciare anche un piccolo pensiero per farmi capire se la storia é piaciuta o meno. A presto (spero)! Con affetto! Fabi <3

 

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