Alone in the dark

di Lou Pericle
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Non avrei voluto. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***



Capitolo 1
*** Non avrei voluto. ***


Avrei voluto non svegliarmi. Stavo sognando di aver fatto pace con la mia ragazza, meglio aver proseguito volentieri quel sogno. Dopo essermi vestito scesi giù, in cucina nell'attesa che mia madre mi porgesse la colazione come ogni mattina. Non fu così, non c'era nessuno in casa solo io. Urlai...e sentii un gemito. Proveniva dal piano di sopra, nella camera dei miei genitori. Vidi mia madre con il cranio aperto, sanguinante e la pelle tutta mangiucchiata, affianco a lei un bastone, anch'esso pieno di sangue; la mia sorellina, Selene , nascosta sotto il letto e appena mi vide corse ad abbracciarmi. Quando ad un tratto uno zombie ci venne addosso, assetato di sangue. Cercò di prendere Selene ma riuscii a fermarlo con il bastone, cadde a terra. Selene mi fece segno di aprire la veranda e vidi che la città era stracolma di zombie.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Li fissai tutti. Dopo averli visti mi feci coraggio. Ripetei tra me e me che ce l'avrei fatta. Con un bastone sarei stato sicuramente divorato appena avrei varcato l'uscita di casa. Così andai in cantina, dove mio padre possedeva delle armi : presi una pistola ed un fucile. Presi anche delle munizioni. "Selene tieni, prendi la pistola! Stai sempre vicino a me non allontanarti" "Jey la mamma diceva sempre che a volte i brutti sogni sono solo immaginari, perchè non ci svegliamo da questo sogno?!" "Vorrei tanto, ma non è così" "Ahhhhhhhh! Non è vero sei un vigliacco! Me ne vado..." "Rimani qui e non fare stronzate. Ti divorerebbero." " Va bene" Uscimmo da casa, e sparai il primo colpo. Ero nel centro di Manhattan! Decisi di prendere delle stradine di campagna così avremmo visto se al centralino c'era qualcuno ancora vivo. Avevo il cellulare con me ed in quel momento squillò. "Jey sono io, tuo padre. Sto bene, stai calmo,non agitarti. Prendi la Moro St e gira alla N 5th St c'è una piccola casetta, andate lì , ci sono altri sopravvissuti." "Papà, potresti spiegarmi per quale motivo ci sono dei zombie?! Vorrei chiarezza, non sono calmo , soprattutto se facessero qualcosa a Selene!" "No...lo so, ti capisco! Ieri notte è scoppiata la Centrale e da come mi hanno detto quest'inquinamento che ha provocato ha fatto girare il virus degli zombie.Mi raccomando non fatevi beccare che potete diventare uno di loro. Ora devo proprio chiudere. Cià..."- s'interruppe il collegamento. Selene cominciò a frignare come è solita fare quando vorrebbe qualcosa però non ha voglia di ottenerlo.In fondo è una bambina, dovevo pur capirla, ma non ero in grado di capire, soprattutto quando vieni circondato da degli esseri mostruosi ed osceni. Obobriosi, direi. Da Longhoms Saloon proseguimmo sulla Moro St. Alcuni negozi, sporchi di sangue, gli zombie con la testa saltata dal corpo erano schiacciati su quelle vetrine. Mi venne da piangere, ma al posto mio lo fece Selene. "Aaaaah, Jeremiiiiiiiiiiiieee...non ci riesco, non mi è mai piaciuto il sangue e poi c'era sempre la mamma a curarmi le ferite immediatamente perchè non sopporto il sangue. Andiamo a casa ti pregooo..."- disse lei piangendo. In questo modo allertò l'orda. Tutti gli zombie che sentirono le sue grida corsero contro di noi. E' stato impressionante che con una sola pallottola riuscii a far fuori due cervelli. Quasi, quasi mi rallegrai. "Selene spara, chiudi gli occhi e spara. Sarà anche un brutto sogno come dici che sia , ma spara se no non possiamo risvegliarci!" "Oh mio Dio!" "Dai corri". Finimmo la Moro St con il cuore in gola. Girammo per la N 5th St. Persino il cartello si sporco di sangue. "Jey guarda qui!"-disse piangendo, aveva un graffio molto profondo sulla schiena-" Adesso diventerò una di loro" "Ma che dici, ora ci penso io, calmati." "Ahi! Lasciami! Mi sento strana" "Dai, andiamo, ti ho passato dell'acqua ossigenata sulla schiena, starai bene!" Facemmo la 5th St senza problemi, non c'erano zombie lì. Entrammo in quella casa. Una casa di legno, dove dentro c'erano persone come noi, sopravvissuti: chi piangeva , chi era sul punto di morire, chi si cingeva col dire "Passerà, passerà".

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


" Tu devi essere il figlio di Anthony! Beh, tuo padre non ha fatto mai un cazzo di buono per la tua città , perchè non bruciate all'inferno? Non ha mai saputo fare il politico, almeno ora potrebbe aiutarci!"- disse un signore baffuto che mi sembrava buffo per la forma a chiocciola dei suoi baffi. " Se scoppia un' incendio non è di certo colpa di mio padre, e tanto meno può scacciare tutti questi zombie! " -ero sul punto di dargli una fucilata. " Il mio papy è sempre stato bravo, stupido insensato vecchiaccio. I bimbi come te dovrebbero andare a nanna!"- disse Selene ridendo. "Ehi, impara l'educazione a tua sorella, io sono Chuck Ribery ! Dì a tuo padre che ho deciso di morire sulla Moro St, io si che ho le cosidette "palle" ". "Ma muori!"- disse Selene in lacrime- "Jey posso dirti una cosa sotto voce all'orecchio?" Si avvicinò furtiva con la pistola ancora in mano, ormai le si era incollata sul palmo della mano e mi disse << Papà è davvero come dicono? Allora se io morissi non gli importerebbe nulla di me? >> "NO!" -alzai la voce. Un tizio accese la radio. "Ehi sentite ! Pare che sia morto anche il Presidente della P.E.S.C " "Ahahahahahahahah! Ma che scherzo è?! Non era lui quello che aveva tutti quei bodyguard?" Restammo ad aspettare papà fino alle undici. Quando arrivò era intatto , per fortuna. "Selene amore di papà, tutto bene?" "Papà ho un grosso taglio dietro la schiena" Si girò e guardò la schiena della piccola, poi mi fissò come se volesse uccidermi ma non parlò. " Dai, non è niente! Prendi, questa è la bambola che hai sempre desiderato. L'ho presa proprio questa mattina..."- era in lacrime-" Jey vieni un attimo!"-continuò. "Non ti avevo raccomandato altro! Ora è una di loro, dobbiamo farla fuori...è...è mia figlia, cazzo! Come tu sei mio figlio. Sono fottutamente incazzato!" "Papà già le ho salvato la vita molte volte, ti avrei fatto fare tutta quella strada a piedi come lo fatta io..poi sai cosa si prova!" Mi tirò un ceffone e aggiunse:" Ora ti faccio saltare il cranio prima a te! Dai prendi tua sorella tra le tue braccie e distraila,così la faccio fuori!" "Anthò, no! E' tua figlia! Sei matto?!"- disse la proprietaria di quella casupola. Ma la sparò, stava giocando con quella bambola e morì tra le mie braccia...la mia dolce sorella. Comincia a piangere singhiozzando e desideravo morire con lei. "Noooo"-gridai. In quel momento rientrò il tizio, Chuck che si precipitò verso mio padre e lo prese a pugni. "Approfittatore! Politico corrotto, sei trash per tutti noi. I tipi come te dovrebbero marcire all'inferno!" A quelle parole, babbo , uccise anche lui. " Muori"-disse. Ormai non riuscivo più a respirare, incubo dopo incubo si impossessava della mia mente e del mio corpo, non riuscivo a reggermi. Mi girò la testa e caddi a terra.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Mi risvegliarono gettandomi un secchio d'acqua in testa. Mio padre teneva i capelli fra le mani, era disperato. " Jey non lasciarmi anche tu. Ti prego, cerca di capire perchè ho deciso di fare così. Non venirmi contro" "S-si" -dissi stordito. Non riuscivo proprio a ragionare, mi era impossibilitato. "Vedrai che ce ne andremo appena riceverò la chiamata dal centralino. Cercheremo di evacquare tutte le città, stato per stato ". Si alzò di scatto dal divano e andò a bersi del caffè. "Anthò,il solito eh? Non diventare una caffettiera! Ahahah!"- disse Rosmery, la padrona. " No no. Rosmery il nervoso mi sta corrodendo. Sono cinque ore che cerco di darmi una spiegazione valida riguardo alla morte di mia moglie e a quella di mia figlia. Vorrei spararmi. Ma ho ancora Jey, conto su di lui!" "Bravo, non farlo. Jeremie è un bravissimo ragazzo e per l'età che ha capisce già troppo!" "Si..." Mi alzai e bevvi anch'io una tazza di caffè, controvoglia perchè non mi è mai piaciuto. " Ti dirò di più..."-continuò papà-"...se ne usciremo tutti vivi cambierò il mio modo di comandare, sarò bravo e gentile con tutti" "Si"- sorrise Rosmery. " Ma proprio no! Non lo sei ora fai promessa da mille e una notte perchè sai che moriremo, senza palle!"- urlò il baffuto buffo. "Ah si?! Detto da te è un complimento Joe, mi sono appena calmato ma mi hai provocato già troppo, addio".- sparò anche quel colpo. Non avrei voluto dirgli niente, ma c'era da dirgli che le munizioni erano poche e non poteva spregarle con quelli non infetti. "Aiuto! Sono anche qui,correte!" -gridò Rosmery. Le si erano accalcati contro, già se la stavano divorando, sparammo a quei insensibili infected, chiamati così in radio. "Grazie, ma credo di non farcela! Mi hanno morsa."- disse la signora ripulendosi dal sangue. " No, Rose, ho la puntura antinfected, ora ti innietto questo liquido nel sangue ,resterai tra di noi" Avevo capito tutto, rimasi sbalordito. Mio padre era davvero come lo descrivevano:lunatico, strambo , vigliacco, egoista e si occupava solo di chi voleva. Ero proprio deluso. "Papà...tu questa non l'hai data a Selene. Hai preferito farla morire! Perchè? Ora basta me ne vado. Patirai anche della mia morte" Cercò di fermarmi ma lo minacciai col fucile e poi di scatto uscii fuori. Avevo fatto una cazzata e ne avrei pagato la conseguenza. Ma non intendevo rientrare nella casa. Mio padre mi aveva lasciato attonito.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Non ancora riuscivo a svegliarmi bene, stropicciai gli occhi. Non sapevo farmene una ragione, in un giorno avevo perso madre e sorella, rimanendo solo con quel matto. Avevo compreso tutto e non moriva proprio per il fatto di essere così spregievole e malvaggio. <>-pensai. Di colpo sentii urlare :"Jeremie! Jeremie! Torna indietro, non voglio perderti! Tu non capisci..." - era lui. Andai avanti sebbene a pugni chiusi, stringendo una pistola ed un fucile, con i denti stretti e le lacrime agli occhi. "Brrrruuup" - era uno zombie con gli occhi insanguinati e le mani mozzate. Sparai tanti dei quei colpi e lo presi anche a calci. "Fottuto mondo! Se Dio è lassù, e se ha voglia di sentirmi, vorrei dirgli solo che non ho più voglia di vivere, perciò mi farebbe un favore se mi mandasse in cielo!"- non mi accorsi che ero diventato isterico, nevrotico e attirai l'attenzione di tutti quei mostri. Bruti, già, erano di una ferocia unica. Mi saltarono addosso e vidi che la mia preghiera è già stata sentita dall'alto, ne fui felice. Urlai. Ma vidi che morivano tutti sopra di me. "Tenete questa brutti esseri! E questa...e anche questa! Su ragazzo alzati e pulisciti."- era una tipa bionda, tipo una che faceva parte del sogno americano. Non mi vergogno a dirlo. Aveva delle poppe fantastiche, era formosa e protuberante. "G-grazie!" - dissi quasi con la bava. "Nulla! Sono Emily, non sono di qui. Mi hanno spedito dall'Italia. Insomma non avrei mai voluto morire in questo modo;neanche mi pagano! Non fissarmi in quel modo, so di essere carina ma non troppo. Ho solo diciannove anni!" - disse ridacchiando. "Io sono Jeremie...n-no figurat-ti!Ho diciassette anni e sono rimasto incantato dal tuo fascino. Scusa mi conterrò di più ogni volta che dovessi rivederti!" "Dai dicevo per scherzare! Hai diciassette anni e non sei per niente brutto. Una botticella...Ahahahahah! Ovviamente...Dai su dobbiamo andare. Raggiungiamo il centralino!" Rimasi in silenzio per molte miglia. Mi aveva vergognato. Le donne sono tutte così e poi si lamentano di noi uomini, almeno noi non ci comportiamo da eccitati sballati con chiunque, per lo meno io. "Hai...un telefonino?!" - dissi imbarazzato. "Che vuoi fare? Chiamare la sicurezza!Ahahah, tieni! Aspetta...ma tu sei il figlio di Anthony, il famoso politico che un paio di anni fa aveva scaturito una guerra in Arizona! Porgigli i miei più sentiti complimenti..."- disse lei con un'aria seria. E' così strano come l'umore di una donna possa cambiare da un momento all'altro. "Devo telefonargli" "Non vorrei sprecare credito con un..." "Senti, stammi a sentire! Ho appena fatto una cazzata. Ho assistito alla morte di mia madre e a quella di mia sorella, solo lui mi è rimasto, quindi cerca di capirmi". "Ok,fai pure..." Il telefono risultava spento...avevo fatto proprio una emerita bufalata.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


" Nulla,il telefono risulta spento. Me ne frego, lui, sì... insomma, lui ha fatto morire mia sorella ed io non riesco ad andare avanti così. Scusa se le lacrime scorrono, sono sensibile, ma non dovrei neanche dare delle spiegazioni". " Mi dispiace. Non so che dire, vorrei tirarti su. Abbracciami!" "Grazie." "Senti, ti accompagno in quel capannone, dimmi dov'è!" " Okay, anche se non dovrei tornarci" "Foulton Street 3"- Aggiunsi. Dopo venti minuti arrivammo. "Merda, credo che tuo padre non sia vivo, lasciamelo dire.E' circondato da infected. Sai dove piangere se vuoi..."- disse Emily con sorriso malizioso. "No! Debbo entrare." Uscimmo dalla vettura e mi precipitai con il fucile in grembo. Vedevo una moltitudine di colpi entrare nelle loro viscere.Emily, quella ragazza dal fisico da urlo era un vero uomo, così forte e decisa, con i suoi headshot. "Wow! Son.." "No. Entra! L'hai detto tu!" " Non volevo dire quello, pensi sempre alle cattiverie. VOlevo complimentarmi per la tua determinazione, insomma, una ragazza avrebbe paura e sarebbe sensibile a tutto questo sangue.Ho scoperto di aver ucciso il preside della scuola, cui aveva una figlia alla quale sono molto legato". " Era la tua ex, sicuro". "Ammetto che lo era, vorrei sapere se è ancora viva. Non mi sono mai dimenticato di lei, è rimasta nel mio cuore, nonostante sia stata sempre stupida nei miei confronti. So che ha ancora tanto da offrirmi, da voci antestrage". "Vabbè, Anthony!" "Figliolo! Emily! Lontani, devo inniettarmi questa fottutissima medicina ma non voglio.Sono stato un vigliacco, con te, Jeremie, soprattutto con te, ora puoi dire di avermi conosciuto."- disse piangendo-" Ma sappi che anche se ti possa sembrare un bastardo ora, sono pur sempre tuo padre, quella persona che ti..." " CHe mi ha fatto sentire ridicolo per tanti anni, questo non lo dici, che... hai fatto morire tua figlia! Oh, scusa, Anthony, non papà, devo proprio spararti. Volevo lasciarti in vita ma vedo che non riesci a rispondermi". Mio padre cominciò a gemere ed il suo volto diventò viola. Bam! Morto. Cominciai a piangere. "I-io ho dovuto f-farlo...sigh" "Ti capisco amore!Sono qui, per te,saranno anche trenta minuti che ti conosco, ma già ti stimo moltissimo, e sotto sotto sono..." " Sei?! Non dirmi che hai ricostruito il seno?" "No... sono innamorata" "Bene! E di chi?" "Ma sei scemo?!" Senza accorgercene ci baciammo, le nostre labbra si sfiorarono, sentivo i suoi denti che mordevano le mie e la sua lingua che compieva giri nella bocca. "Oh merda!Ci siamo baciati! Senti andiamo in macchina, e sostiamo su di una collina dato che dobbiamo perlustrare la zona". "Direi di sì"-optai. Andati in macchina, non volendo ci ritrovammo vicino. Sentivo il mio cuore battere, quasi volesse uscire dal petto e le farfalle, sì proprio quelle, che prendevano il sopravvento. Mi tolse la camicia ed i pantaloni,le tolsi il suo top e... boom, desideravo davvero quelle bombe da urlo. "Io..." "Continua e zitto" Lei gemeva. Era la mia prima volta ed era buffo pensare che l'avrei fatto durante un attacco di infected nella città. La mattina dopo ci svegliammo con le grida affamate degli zombie. "Dobbiamo andare a casa mia"-mi disse. Ci mettemmo in viaggio verso casa sua.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Era scuro. Non riuscivo ancora a farmene una ragione riguardo la morte di mia sorella,mi girava la testa. "Ehm, spero di non finire il carburante altrimenti siamo fregati".-disse lei con faccia pallida. "Vorrei tanto che finisse, vorrei morire anch'io. Tanto questa è stata una vita di merda, una fottutissima vita, in cui ero innamorato di quella ragazza e lei mi ha sempre confuso coi suoi sbalzi d'affetto. Vorrei marcire e finire dritto all'inferno. Mai dar retta ad una donna!" "Quindi... io sarei come quella scorfana giusto?!" "Nessuno te lo sta dicendo, non confondere le cose! Solo che mi faceva uscire fuori di testa, l'amore è un sentimento di cui se ne potrebbe fare a meno per la salute." "Va beh, possiamo cambiare discorso,grazie!" Passammo la Ling Heith, e mancavano ancora venti minuti per arrivare. Quel silenzio mi stava uccidendo. Più passava il tempo e più mi convincevo che su quella terra non avrei voluto più vivere. Aveva ragione quel poeta italiano, un certo Pirandello, in quel racconto, la Trappola: "Noi siamo un liquido che scorre e che vive, ma nel momento in cui ti mettono in vita è lì che comincia la morte". Mio Dio! Aveva proprio ragione. "Beh, Jejey non ti mica detto di far il gioco del silenzio! Sai come son io!" "Sì... tranquilla vorrei riposarmi". "Okay, fai pure" Presi una coperta e la misi sullo schienale del sedile e mi stesi per bene. Quel mondo così crudele sorto solamente in quei due giorni mi era bastato anche troppo. "Merda! Potessi non risvegliarmi da questo sonno!" pensavo.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Ore dieci e quindici di mattina, ero solo in macchina. Non vidi Emily, e così uscii dalla vettura per cercarla. Mi ritrovai di fronte ad una casa davvero enorme. 
"Jeeeeeremyyyyeeee! Attenzione, corri!"-disse.
Così mi coprii gli occhi e... bam! Uno zombie dissanguato su di me.
"Come ti viene in mente di scendere. Su presto entra!".
Entrai e c'era un bel salone accogliente.Decisi di sedermi su di una poltrona ma non volendo col piede toccai qualcosa, ma non ci feci caso.
Pensavo che fosse stato qualche oggetto.
Abbassando il volto vidi, quello scheletro, beh così l'ho chiamato perchè non c'era più niente, solo pochi capelli e baffi.
Decisi di non dirle niente ma lei se ne accorse e venne a sedersi tutta sconvolta.
"No! Hanno ucciso mio padre! Non riesco a cercare mia madre. Senti controlla al piano sopra, verso il lato del fiume."
"Okay, ma hai intenzione di restare qui ancora per molto? Insomma, vorrei fuggire da qui, se cambiassimo stato...magari in Italia e arruolassimo soldati e medici per porre fine a quest'infezione, sarebbe una brutta idea?!"- chiesi.
"Ma chi cazzo pensi di essere, pensaci bene, nessuno verrebbe qui, in America, ad aiutare degli sporchi luridi cessi come noi anche perchè durante le guerre non ci siamo mai alleati a causa dei tipi come tuo padre! Pensa prima di sparare esimie stronzate."-mi rispose in tono malvagio.
"Cos'è?! Ti son cresciute le palle? Eh? Beh vedi di fartele passare perchè qui ogni giorno che passa si va incontro alla morte e come vedi,nonostante le mie lamentele, ho ancora quella poca voglia di vivere!"
"E' da questa mattina che fai stronzate! E son stata con te solo perchè avevo bisogno di fare sesso e basta. Non vedi quanto sei brutto, puoi anche andare via!"
"Bene, se è questo che vuoi sono pronto per andare via".
"Bene! Che aspetti?!"
"Ciao"- risposi.
Sentii subito afferrarmi il braccio. " Tu non vai da nessuna parte, scusa, è stato un momento di sfogo. Cerca di capirmi. Torna qui e collabora con me"
Feci come mi disse ed andai al piano di sopra per perlustrare. Non trovai nulla, ma la buona notizia fu che qualora avessero allertato un'altra orda avremmo potuto fuggire con la barca.
Entrai in camera di Emily, mi gettai sul suo letto e lessi il contenuto di un cd.
Come emanare influenze alla D.E.P Departement.
Scesi giù da lei per chiarire la questione.
"Che mi dici di questo?! Lurida troia. Hai fatto male a farmi rimanere. Centri anche tu in questo caso, non è forse vero?"
"No. Posso spiegarti.Ho fatto questo patto con altri e ventitre agenti della S.P.M, incluso quel fallito di tuo padre. Non aprire quella busta per nessuna ragione".- mi disse.
"Dovevo aspettarmelo ancora una volta da voi due, soprattutto da lui, potesse riposare male sottoterra!". Aprii e un secondo dopo la vidi precipitarsi verso di me con occhi rossi e volto violaceo.
Non volevo ucciderla, perchè era la respondabile, ma fui costretto.
Per un momento vidi il cervello schizzare qua e la, avevo la maglia sudicia e fradicia da tutto quel sangue. Così, sapendo che potevano riprodursi altri infected, saltai dal balcone al piano di sopra e mi precipitai sulla barchetta, sfortunatamente andava a benzina.
Entrai e misi in moto. Cercavo di guidare ma anche di sparare a tutti quei morti che si aggrappavano alla barca.
Che schifo! Non sapevo nè per quanto avrei camminato, nè se tanto meno ce l'avessi fatta e nè se quel gesto mi avesse portato alla morte.





Tutto da scoprire, al prossimo capitolo xD
Okay, diciamo che ho una mente un po' perversa, ma dovevo liberarmi da questa storia che ormai era imprigionata da settimane nella mia mente.
Recensite belli! :) 

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