rr
Alla
fine torno sempre su loro due. Dovrei sforzarmi di cambiare pairing.
Beh,
buona lettura ♪(´ε`
)
Chapter
One
Rimase
per un attimo a osservare la finestra, assuefatto dal calore
rilasciato dai termosifoni: mescolava distrattamente il caffè,
mentre lo sguardo vagava tra le foglie degli alberi, agitate dal
vento. Si era sempre stupito di come lo stato d'animo cambiasse in
base al tempo e di come una giornata grigia come quella potesse
abbattere ogni suo spirito creativo. Gli sembrava quasi di
sopravvivere durante quei
giorni. Sospirò, sperando di poter tornare a casa presto, essere
lasciato in pace, abbandonato sul divano o sotto la doccia, bagnato
dall'acqua calda. Ma non poteva, non in quel momento. Osservò il
tavolo, anche quello era freddo.
Ultimamente
lo era tutto.
Il
vento, i vestiti, la pelle...
Tutto
gli sembrava così spaventosamente inutile e odiava non riuscire a
scollarsi di dosso quella sensazione orribile.
Perché
svegliarsi, camminare, respirare, dormire pensando a lui
era diventata un'agonia. Non sapeva quando aveva iniziato ad
accorgersi di lui in quel modo, era anche stupido e inutile
domandarselo. Semplicemente era
successo.
Il
suo sorriso era diventato più prezioso, la sua risata più
cristallina, la sua pelle più candida e i suoi occhi più profondi.
Si era accorto di voler stare accanto a lui più stesso, da solo,
vantarsi di aver passato lunghe ore con lui. E succedeva. Ma poi
stava sempre peggio. Provava una sorta di angoscia nel vederlo andar
via che non riusciva a spiegarsi.
Odiava
quella situazione, perché non era mai stato così dipendente da
nessuno...
E
poi...
-Si
gela là fuori!- Si voltò di scatto e osservò Uruha aggrapparsi al
calorifero, quasi con violenza -E tu da quanto sei qui?- Disse,
rivolgendosi all'amico, come se si fosse accorto solo ora della sua
presenza
-Da
quando ho detto che sarei andato a farmi un caffè perché mi stavo
addormentando- Rispose, cercando di metterci un sorriso ironico. Il
chitarrista mormorò un "hai ragione" e si staccò a
malincuore dal termosifone, per andarsi a sedere davanti a Reita
-Il
tuo caffè dura da quasi mezz'ora però- Sbuffò e osservò l'altro
con una smorfia
-Mi
cronometri?-
-Dovrei?-
Rimasero
un attimo in silenzio e il dubbio che lui potesse sospettare qualcosa
di dissolse all'istante: Uruha non sarebbe riuscito a vivere con il
pensiero che il bassista potesse nascondergli qualcosa per più di
mezza giornata.
Si
era stupito di come fosse capace a recitare davanti agli altri
-Sono
stanco, siamo qui da due ore e non ci si smuove manco a pagare oro-
-Lo
so, ma quello là vuole precisione-
Una
fitta al cuore o semplicemente una sensazione. Perché? Perché anche
nominarlo era diventato uno strazio?
-Sai
come è fatto e in fondo ha ragione...-
-Sì,
ma manco Kai fa così-
Sì,
era sempre stato una persona precisa in fin dei conti: ogni cosa
doveva essere studiata nel minimo particolare, doveva diventare
perfetta a ogni costo. Sacrificio, lavoro, lacrime
"Non
vi gratifica vedere i risultati?"
Indubbiamente. Ma era
gratificante vedere la soddisfazione nei suoi occhi. Bevve il caffè,
ormai freddo e si alzò, pronto a tornare al lavoro. O forse stufo di
piangersi addosso
-Dai,
prima iniziamo e prima finiamo-
-Ma
a me andrebbe anche bene il durante- Ribatté Uruha, richiudendo la
porta -Se solo Ruki non lo facesse diventare un parto-
Si
avviarono in una sala di medie dimensioni e si trovarono gli altri
tre intenti a lavorare o quanto meno cercare di andare avanti: Aoi
era appoggiato alla finestra e fumava, mentre fissava con strano
interesse il parcheggio sottostante, mentre Kai alternava sbadigli a
colpetti sulla faccia nel tentativo di svegliarsi. E poi c'era lui,
concentrato su alcuni disegni schizzati su quattro o cinque fogli. La
sigaretta appoggiata alle labbra, gli occhiali da vista facevano da
cornice a uno sguardo corrucciato e non completamente soddisfatto.
Chiuse per un attimo le palpebre e iniziò a massaggiarsi le tempie,
in attesa di una qualche ispirazione
-Ruki,
vuoi staccare almeno cinque minuti?- Chiese Uruha, già sapendo di
combattere una battaglia persa. Solo in quel momento il vocalist li
guardò, quasi seccato da quell'interruzione
-Prima
voglio finire-Una risposta secca, che non accettava repliche. Avevano
imparato ad annuire in silenzio e non ad aggiungere altro. Si
sedettero sul divano, chiedendosi che cosa ci facessero lì.
Lui
soprattutto.
Cosa
diavolo segregato tra quelle quattro mura?
Lo
sguardo vagava sulla figura davanti a lui, quasi non sentisse la sua
presenza e sentì un dolore al petto indescrivibile: perché sembrava
che non fosse successo niente?
Perché
sembrava che quell'istante si fosse realizzato solo nella sua mente?
Eppure
così non era...lo sapeva...le ferite c'erano. Le lacrime di rabbia
le aveva versate silenziosamente nel buio della stanza. Stupido.
Stupido.
Quante
volte se l'era ripetuto nella mente quella sera? Quanto aveva
rischiato?
E
per cosa?
Per
una completa indifferenza?
-Mi
spieghi perché siamo qui anche noi?- Disse all'improvviso Aoi,
richiudendo la finestra e guardando Ruki in attesa di una risposta
che doveva essere data: il chitarrista sapeva essere paziente, ma
odiava perdere tempo inutilmente. E in fondo era quello che stavano
facendo: perdere tempo
-Perché
se dovessi finire in tempo potremmo andare avanti dopo-
-Stai
scarabocchiando da un'ora...e non guardarmi così, sono scarabocchi-
Disse Kai, bloccando immediatamente Ruki, pronto per protestare. Lo
osservava: si sentiva accerchiato e non sapeva cosa rispondere, ma
sapeva in realtà a cosa serviva la loro presenza.
Protezione.
Perché
lui doveva davvero occuparsi del design e il bassista doveva davvero
registrare, ma quello sarebbe significato un incontro ravvicinato che
il vocalist avrebbe preferito evitare, almeno per il momento. E in
fin dei conti, forse, nemmeno Reita se la sentiva di affrontare
l'argomento
-Andiamo,
ti lamenti sempre che vegeti sul divano, almeno così fai qualcosa-
Disse, cercando di mantenere un tono ironico che, evidentemente, era
stato colto: Aoi abbozzò un sorriso, mentre Uruha e Kai iniziarono a
discutere sul nulla facentismo del primo chitarrista.
Sentiva
lo sguardo di Ruki su di lui: probabilmente si era stupito di come
avesse aggiustato tutto così velocemente, gli aveva risparmiato un
sacco di risposte tentennate.
Forse
pensava che volesse dire tutto agli altri.
Ma
non ne avrebbe parlato ora e forse nemmeno in futuro.
Si
voltò verso il vocalist, che era tornato a guardare con insistenza i
fogli.
Sì...in
fondo...che senso aveva parlare?
continua....
E
se l'ispirazione se ne va la denuncio e poi denunceranno me per
omicidio ♥
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