Una ragazza morta d'amore.

di elefiore
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A tutti i futuri lettori della storia... ***
Capitolo 2: *** Oggi è il giorno più brutto della mia vita! ***
Capitolo 3: *** Tutto accadde così in fretta... ***
Capitolo 4: *** Infermeria. ***
Capitolo 5: *** Tradimenti ***
Capitolo 6: *** A tuo rischio e pericolo ***
Capitolo 7: *** Litigi pericolosi ***
Capitolo 8: *** C'è qualcosa che non va? ***
Capitolo 9: *** Una nuova studente ***
Capitolo 10: *** Un segreto. ***
Capitolo 11: *** La notte di Halloween - parte 1 ***
Capitolo 12: *** La notte di Halloween - parte 2 ***
Capitolo 13: *** La gelosia è davvero brutta. ***
Capitolo 14: *** Jackie... non puoi essere tu ***
Capitolo 15: *** Jack a scuola ***
Capitolo 16: *** Perché mi ignori?! ***
Capitolo 17: *** Nuove Scoperte ***
Capitolo 18: *** Vendetta ***
Capitolo 19: *** Sono tua ***



Capitolo 1
*** A tutti i futuri lettori della storia... ***


Ciao a tutti. Vorrei dedicare questa "storia" a tutte le persone che si impersonano un po' in Hermione... me compresa. Questa storia per me è molto diversa dalle altre perché... dipende dal mio umore. Non ve la prendete con me se muore qualcuno (facciamoci le corna) o per tradimenti o cose del genere. Prendetevela con la gente che mi fa star male. Un bacio. Eleonora. P.S. Posterò il primo capitolo o domani o giovedì... promesso!... voto infrangibile, se non lo faccio muoio. (corna anche per questo)... e non abbiate scrupoli nel commentare o criticare la mia storia: non farà che aiutarmi a migliorare... spero.

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Capitolo 2
*** Oggi è il giorno più brutto della mia vita! ***


«Dieci punti in meno a Grifondoro per il suo ritardo, signorina Granger!» disse Piton con il suo solito tono “sbiascicato” e indifferente.
E fu così che iniziò il primo giorno dell’ottavo anno a Hogwarts di Hermione Granger.
“Ma certo, brutto rimbambito dai capelli unti!” pensò lei.
“Grazie per avermi dato del rimbambito dai capelli unti, signorina Granger. Dopo la lezione, la voglio nel mio ufficio.”
La ragazza rimase a dir poco di stucco. Si trascinò alla sua sedia con lo sguardo basso e si sedette, fingendo di non notare che Malfoy stava ridendo per i punti tolti a lei. Lei: la studente modello.
Lei: la Mezzosangue. 
Ma c’era qualcosa di strano nelle sue silenziose risate: un po’ di tristezza. Lui la amava, dal primo anno, ma non aveva il coraggio di dirglielo.
“Piantala, Malfoy!” gli urlò lei nella mente.
“Da quando sei una Legilimens, Mezzosangue?”
“Non sono affari tuoi. Io leggo solo i pensieri: non sono una Legilimens.”
«Signorina Granger, non si perda nei suoi pensieri.» disse in quel momento il professore.
“Malfoy, sto parlando anche con te. Piantala di ridere e parlare con lei o te la metto a fianco.” Sibilò poi nella loro mente.
“Sì, professore.” Fu la risposta del biondino.
«Signorina Granger, sarebbe così gentile da dirmi quale pozione prepareremo oggi?»
Hermione guardò la ‘lavagna’.
“Uova di Ashwinder , Petali di Rosa e Peperoncino in polvere” pensò. “Ma certo!”
«Prepareremo Amortentia, professore.»
«Che tipo di pozione è? E quali sono le proprietà di questa pozione?»
«Questa è una pozione d’amore. Le Pozioni d'Amore creano un'ossessione estremamente romantica e non il vero amore, essendo quest'ultimo impossibile da ricreare artificialmente.
Le Pozioni d'Amore posso essere aggiunte a cibo o bevande e possono essere rafforzate conservandole a lungo. Ce ne sono di molti tipi. La più potente Pozione d'Amore è Amortentia:
possiede una lucentezza madreperlacea, il vapore che sale in caratteristiche spirali e profuma di ciò che più attrae colui che l'annusa.» Spiegò la ragazza.
«Lei parla troppo, signorina Granger. Bastava dire che crea un’ossessione romantica nei confronti della persona che la prepara e che quella più potente è Amortentia. Fine.»
Aspettò qualche secondo per far leggere bene a tutti gli ingredienti, poi disse: «Potete iniziare. Avete tempo fino alla fine dell’ora. Darò dieci punti alla squadra che la finirà prima e corretta.»
Dopo quindici minuti.
«Ho finito, professore.» fece Malfoy
«Cosa?»
«Ho finito la Pozione.»
«Fammi controllare.» disse Piton andando da lui.
«Signor Malfoy, non ci casco. Pensa che io non sappia riconoscere una pozione fatta in classe da una comprata, stappata e messa in un calderone? Sarà pure il mio studente preferito
ma questo non glielo permetto. In punizione. Dopo la lezione nel mio ufficio.» esclamò brusco mentre l’altro lo guardava come se il mondo si fosse d’improvviso frantumato.
Passò un altro quarto d’ora e fu il turno di Hermione di finire la pozione… perfettamente.
«Purtroppo è perfetta. Dieci punti a Grifondoro, come promesso… e ora fuori dalla classe.» disse.
Lei mise a posto le sue cose e si avviò verso l’ufficio del professore. I sotterranei, quel giorno, le incutevano un certo timore. Non aveva paura… ma uno strano presentimento.
Ad un certo punto, qualcuno la afferrò e la trascinò nell’ufficio di Piton… anzi, nella sua camera.
«Ehi, ma…?!»
Le mise una benda sugli occhi e le tappò la bocca in modo che lei non potesse parlare… o urlare. La buttò sul letto del professore e le tolse faticosamente la camicia mentre il panico
assaliva la povera ragazza che cercò in tutti i modi di liberarsi ma, visto che le era caduta la bacchetta nel disperato tentativo, non ci riuscì. Passarono pochi secondi e si sentì invasa
da una strana energia. Un'energia non sua. Sentì una presenza in sé. Come se qualcuno la stesse manovrando. Svuotò più che poté la mente, mise le mani sul petto del ragazzo e
una voce... familiare disse
«Rictosempra»
«Cosa…?!?!» si chiese il ragazzo. Non riuscì a finire la frase: l’incantesimo lo aveva sbattuto violentemente contro una parete.
Hermione si tolse la benda dagli occhi.
“Merlino! Non può essere lui!” pensò, alzandosi. Un ragazzo dai capelli rossi era lì, contro il muro, a toccarsi delle ferite sulla fronte.
Lei raccolse la bacchetta e corse fuori. Il ragazzo la vide uscire e la inseguì scagliandole contro fatture una dietro l’altra, sempre schivate con prontezza. Ad un certo punto, la ragazza sbatté
contro qualcuno e cadde all’indietro.
«Ehi, Granger, paura dei sotterranei?»
«Zitto, Malfoy!» rispose lei, guardando il rosso avvicinarsi.
«Stupeficium!»
«Protego! Everte Statim!»
«Protego!... CRUCIO!»
La ragazza tentò di resistere ma il dolore era troppo forte: cadde a terra, tremando.
«Lasciala in pace, Weasley!»
«E dovrei ascoltare un babbeo come te, Malfoy?»
«Non osare chiamarmi così!»
«Altrimenti?»
«Altrimenti io…» ma non fece in tempo a finire la frase.
«Stupeficium!» gridò il rosso, facendo perdere i sensi alla Serpe.
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Angolino dell' autrice.
Come avrete visto ho modificato il capitolo. In effetti avete ragione, ragazze (e donne). Sono troppo superficiale in queste cose. Ditemi se sto migliorando... grazie.
Un bacio.
Eleonora.

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Capitolo 3
*** Tutto accadde così in fretta... ***


 
Nei minuti successivi, tutto accadde in fretta.
Hermione raccolse la bacchetta e tentò di schiantare il rosso ma senza successo.  Corse via lanciando fatture dietro di lei e schivandone altrettante con prontezza. Continuava a guardare
dietro di se e non si accorse di essere sulle scalinate del campo di Quidditch, deserto. Riprese a guardare in avanti ma era troppo tardi:  si ‘schiantò’ contro l’inferriata e cadde giù per sette
metri di scalinate. Non riusciva più a respirare a causa del colpo alla schiena causato involontariamente all’atterraggio.
«Bene, bene…» fece Weasley avvicinandosi a lei.
«L-la-scia-mi i-in p-pa-ce.»
«Perché dovrei, Hermioncina? Dopo essermi beccato un Rictosempra di una forza immensa, andando a sbattere la testa e perdendo molto sangue, IO dovrei andarmene o, ancora peggio,
aiutarti?» sibilò lui. «Non credo proprio.»
«Invece la lascerai stare!» intervenne Fred (o era George??).
«Perché dovrei? A causa sua abbiamo avuto problemi davvero seri con mamma, Draco e Piton! Fidati, io non farei questo se non avessi un motivo valido. Se non fosse stato per Ronald
(che, tra l’altro, ci ha salvati senza volerlo), noi non saremmo qui!»
«Ok, lo ammetto, ci ha causato molti guai… ma è pur sempre la nostra unica vera amica, al cento per cento! Lei non ci ha mai abbandonati!»
«Ok ma, se non sbaglio, quando le hai detto che eri pazzo di lei, non ti ha cagato nemmeno di striscio!»
«Si che mi ha ascoltato, invece! Mi ha risposto con dolcezza! Ha cercato in tutti i modi di non farmi soffrire! Ha cercato in ogni modo di non farsi vedere da me a sbaciucchiarsi con Ron!»
«Lo ha fatto solo per risparmiargli la vita! Lei lo ha fatto solo per non farlo ammazzare da te!»
«Sai bene che stai dicendo solo un mare di bugie! Io non mi metto a menare il ragazzo della persona che amo! Sai bene che non mi interessa quello che accade! Io voglio solo che lei sia felice!»
«Mi stai diventando sdolcinato, fratello?»
«No, sei tu che sei diventato la brutta copia di Greyback!»
«Come ti permetti?!»
«Io ti dico quello che mi pare, George!»
«Io invece ti distruggo! Rictosempra!» Il fratello schivò l’attacco con disinvoltura.
«Mi stai diventando lento, fratello.»
Così iniziò una vera e propria lotta magica ma, tra Schiantesimi, Cruciatus e varie maledizioni, Fred (quello che difendeva Hermione) riuscì a battere George e a portare Hermione –che, nel frattempo, era svenuta-  in infermeria.
Durante il ‘tragitto’, il ragazzo pensò a quello che era successo pochi mesi prima, quando la guerra magica aveva quasi completamente distrutto Hogwarts.
 
 
                         Erano tutti nella stanza delle necessità quando Neville fece ritorno con Harry, Ron e…
                        “Hermione!” pensò Fred, col cuore a mille. “Se non te lo dico ora… non so se te lo potrò dire mai.” Andò verso i tre, salutò Harry e Ron… e chiese a Hermione di parlare in privato.
                        Usarono un incantesimo in modo da potersi parlare senza che nessuno sentisse.

                        «Dimmi, Fred… cos’è successo?» chiese lei, incuriosita.
                        «Ecco… il fatto è che… io… io ti amo, Hermione. So che tu non ricambi ma te lo dovevo dire. Come penso che tu sappia, non avremo molte probabilità di sopravvivere (almeno
                        parlo per me, tu sei un genio): non ci rivedremo più. Detto questo… non voglio assolutamente mettermi tra te e mio fratello. Volevo solo sapere cosa pensi di me.» disse,
                        trattenendo le lacrime.

                       «Fred, io… io penso che tu sia un ragazzo molto simpatico, intelligente, carino e… gentile. Gente come te non ce n’è molta in giro. Solo con tuo fratello minore mi succede quello
                       che succede con te. Una volta mi hai chiesto come facevo a distinguere te e George… il fatto è che quando ci sei tu sento il cuore accelerare… come mi succede con Ron. Mi
                       dispiace davvero tanto, Fred.» rispose lei, triste.

                       «Grazie, Herm.» concluse lui abbracciandola. «Sei una vera amica.»
 
“Nonostante tutto, è stata proprio lei a risvegliarmi… quando ero… morto" pensò. Al solo pensiero di essere morto, gli venivano i brividi.
«F-Fred…»
«Hermione!»
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Angolino dell'autrice.
Ragazze, scusatemi tanto se non ho aggiornato prima e se aggiorno un capitolo così corto. Spero che così sia meglio...
Un bacione.
Eleonora.

P.S. Stavolta nemmeno ventimila recensioni negative mi faranno smettere di scrivere! Io scrivo perché mi piace. Punto. Comunque... un bacioooo

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Capitolo 4
*** Infermeria. ***


 
«Come stai, Herm.?»
«Hmm… diciamo che… stavo meglio prima di fare quella caduta.» rispose lei, a fatica.
«L’importante è che stai bene… bhè più o meno…»
«Fred… posso farti una domanda?»
«Ma certo!»
«Perché siete qui a Hogwarts? Il negozio non si gestisce da solo…»
«Lo so bene… in effetti sono un po’ preoccupato per le creazioni… ma non importa. Diciamo che è stata la McGranitt a chiamarci… vuole che finiamo gli studi.»
«In effetti ha ragione… dovreste riprendere a studiare…» disse Hermione. «Al massimo se vi serve qualcosa ci sono qui io.» aggiunse poi, sorridendo.
«A questo punto potrei anche decidere di studiare»
Entrambi scoppiarono a ridere ma Hermione mise una mano poco sotto al seno.
«Ti fa ancora male?» le chiese Fred, preoccupato.
«No, non molto… solo se rido e tossisco, credo.»
«Eccoci qua.»
Posò la ragazza su un lettino e, dopo pochi secondi, Madame Chips le fece bere una pozione che mandò giù a fatica: sapeva di zolfo.
Si addormentò quasi all’istante.
«Si risveglierà domattina.» disse la Guaritrice.
«Grazie, Madame Chips.» si congedò Fred.
“Povera Hermione, quante ne ha passate…” si ritrovò a pensare.

IL GIORNO DOPO
La prima cosa che fece Fred dopo essersi svegliato e sistemato fu andare a trovare Hermione. La trovò mentre stava uscendo dall’infermeria.
«Oh ciao, Fred.»
«Sono George.»
«No sei Fred»
«No sono George.»
«Fred.»
«George»
«Fred»
«George»
«George»
«Fred»
«Visto?»
«Sei incredibile!»
«Lo so.»
«Come fai a sapere che sono Fred?»
Per risposta, lei gli prese una mano e la mise sul suo petto, esattamente sul cuore. Si guardarono.
«Ehm… batte?»
«Sei sempre il solito. Sì, batte, ma più del solito. Non ti ricordi quello che ti ho detto l’anno scorso nella stanza delle necessità?»
«Certo che ricordo…»
«Hermione! Come stai?» intervenne Ron, correndo verso di lei.
«Ehm… bene, Ron.»
«Ehi che ci fai qui, George?»
«Veramente sono Fred. Comunque ci ha convocati la McGranitt. Vuole farci riprendere gli studi.»
«Sfigati hahaha»
«Guarda che ci becchi entrambi, fratellino, dovremmo ripartire dal tuo stesso anno.»
Ronald impallidì.
«Eddai non ti preoccupare! Finché ci sono io non ti faranno niente, Ron» intervenne Hermione.
«Rassicurante. Ora, però, devo andare. Ci vediamo dopo, Herm.» disse Ronald andando via.
Fred e Hermione s’incamminarono verso i dormitori.
«Sai, non ti ci riesco proprio ad immaginare con quel babbeo.»
«Eddai non chiamarlo così. Guarda che è tuo fratello.»
«Sì, lui è quello scemo di mio fratello» disse sorridendo.
Hermione gli diede una pacca leggera in testa.
«Piantala, Fred.»
«E cosa mi fai se non la pianto?»
«Ehm…»
La prese in braccio.
«Ehi mettimi giù.» disse lei sorridendo.
«Altrimenti?»
«Altrimenti appena tocco terra se ti becco ti prendo a…»
Ma venne interrotta da un bacio. Era un semplice bacio a stampo ma pur sempre un bacio. Durò pochi secondi ma a lei sembrarono ore. Lo guardò negli occhi e arrossì, poi distolse lo
sguardo.
«Scusa, Hermione… non sono riuscito a trattenermi. Mi dispiace… io non…»
«Non importa, Fred, però non deve più accadere, ok?»
«Hai la mia parola.»

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Angolino dell'autrice.
Ciauz! Scusatemi il capitolo corto ma ultimamente il tempo scarseggia... e pensare che sono in vacanza! Vabbè. Che ne pensate?
Un bacio.
Eleonora.

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Capitolo 5
*** Tradimenti ***


Arrivarono alla Signora Grassa.
«Parola d’ordine?» chiese la Signora Grassa
«Albus Percival Wolfric Bryan Silente» disse Hermione.
Il quadro li fece passare.
«Albus Percicosa?» Chiese Fred
«Albus Percival Wolfric BryanSilente.» rispose la ragazza. «Questo è il nome completo di Silente.»
«Wow. Una cosa molto… diciamo che esercita molto la memoria»
«Sì, in effetti hai ragione» rise lei.
Il suo sorriso si spense quando vide il suo ragazzo baciare Lavanda. Andò da loro e ‘bussò’ alle spalle di Ron.
«Ehm… Hermione io… p-posso spiegare…»
«Sta’ zitto, Weasley!» disse guardandolo con odio. «Mi hai solo usata, vero? Complimenti, non ti ritenevo così intelligente!» ringhiò sfilandosi l’anello che lui le aveva dato l’anno precedente.
«E questo te lo puoi tenere!» disse lanciandoglielo addosso prima di uscire dalla sala.
«Hermione!» la chiamarono in coro i due Weasley.
«Ehi Ronald sei diventato scemo?»
«Parli tu!»
«Sì parlo io! Almeno non mi faccio vedere a baciarmi con qualcuno che non sia la mia ragazza! Sei proprio diventato la brutta copia di Malfoy: scemo e vanitoso!»
«Non sono vanitoso!»
«Hai ragione: sei un traditore, Ronald.» concluse Fred uscendo per cercare Hermione.
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«Hermione! Hermione!» La chiamò qualcuno ma la ragazza non smise di correre finché non sbatté contro qualcuno.
«Che ci fai qui, Granger?»
«Non sono affari tuoi!»
«Sì che sono affari miei! Sei nei sotterranei, Mezzosangue.»
«Cosa..? Ah, ok… allora torno indietro…»
«Aspetta» la fermò Draco, tenendola per un polso. «Perché piangi?»
«E cosa te ne frega?»
«Lunga storia… ripeto: perché piangi?»
«Lunga storia…»
«E va bene! Me ne frega perché sono un ficcanaso, ok?»
«Piangevo perché Ronald ha baciato la Brown, ok?»
«Sul serio?!»
«Sì. E ora lasciami.»
«No.» rispose il biondino girandola, prendendola per i fianchi e avvicinandola a sé.
«Che fai?!»
«Ora vedi» disse prima di baciarla.
«Ma sei diventato scemo, Malfoy?!?!»
«No. Sai, è da tanto che volevo farlo. Odio ammetterlo ma mi piaci…»
«Ehi spirito! Esci da questo corpo!»
«Piantala, Hermione!»
Nel sentire il suo nome pronunciato da lui, rabbrividì.
«Se non ti va bene che mi piaci dimmelo, così mi metto il cuore in pace, ok?»
«No, ecco… è che… mi suona strano, detto da te. Mi hai sempre insultata e ora dici che ti piaccio?!»
«Dovevo insultarti! Se mio padre fosse venuto a sapere che fossi stato gentile con te, mi avrebbe fatto fuori. La colpa è solo sua! Se non lo ascolto, quello mi mena! Tu non sai quante volte,
prima di venire a Hogwarts, ho tentato il suicidio! Mio padre mi frustava (e lo fa ancora) anche se parlo gentilmente con i traditori del proprio sangue (esempio i Weasley). Sei sempre stata
tu e tu soltanto a darmi la forza di sopportare e andare avanti!»
La ragazza era senza parole.
«Spero solo che non venga a sapere quello che ho fatto pochi secondi fa, se no domani non mi vedi più…»poi, però si accorse che Fred si stava avvicinando. « Bhè ora devo andare...
Mezzosangue» le fece un occhiolino e andò via, seguito dallo sguardo di lei.
«Hermione, ti ha fatto qualcosa?»
«No… per una volta.»

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Capitolo 6
*** A tuo rischio e pericolo ***


La ragazza andò a farsi una doccia e cambiarsi, poi andò a Difesa contro le Arti Oscure. Tutti i Grifoni la accolsero con calore e il nuovo professore non accennò nemmeno a togliere punti alla sua
squadra a causa del suo ritardo, anzi, andò da lei.
«Piacere, io sono Alex Mal...Malafede, il vostro nuovo professore di Difesa.» disse, porgendole la mano.
Lei lo guardò. “Sono sicura che non ha più di venticinque anni… però è molto… carino…” pensò. Strinse la mano al professore.
«Piacere, io sono .»
«I tuoi amici mi hanno parlato molto di te… soprattutto Harry… ah, dimenticavo, io darò del tu… e vorrei che anche voi deste del tu a me.»
L’unico banco rimasto (per sfortuna) era in fondo… vicino a Malfoy. Andò a sedersi e si guardò intorno. Tutte le ragazze si erano incantate a guardare Alex.
«Hey, Mezzosangue, sei caduta in basso, eh?»
«Non accetto che qualcuno venga preso in giro… e tantomeno insultato nella mia classe, Draco.» disse il Professore.
Come aveva fatto a sentire? Semplice! Stava studiando la “posizione strategica” di Malfoy: gambe accavallate, mani incrociate e un ghigno come per dire “adesso vedi, Granger”.
«E assolutamente NO alle Maledizioni Senza Perdono se non sono io a dirvi di usarle… Via i libri. Le mie lezioni sono pratiche… quasi sempre. Venite con me.»
Andarono in Sala Grande. I tavoli erano spostati contro i muri e un palco (come quello dove Malfoy e Harry hanno lottato al secondo anno) era in mezzo alla Sala. Esattamente al centro del palco
c’era un troll. Il professore radunò gli studenti attorno al palco.
«Chi mi sa dire cos’è questo?» chiese il professore mentre le mani di Harry, Ron ed Hermione già si alzavano.
«Bene… Ditemi.»
«Un troll» dissero all’unisono.
«Qualcuno di voi ha già affrontato un Troll?»
Le stesse tre mani si alzarono.
«E qualcuno di voi vuole affrontare questo Troll?»
Tutti fecero un passo indietro tranne Hermione, che alzò la mano.
«Bene. Scegliti un ‘compagno’.»
«Veramente io volevo affrontarlo da sola.»
«A tuo rischio e pericolo.»
La ragazza salì sul palco.
«Pronta?»
«Sì.»
«Finite Incatatem!»
Il Troll levò subito la mazza ma Hermione lo schivò all’ultimo e gli passò tra le gambe. Schivò altri tre o quattro colpi e il Troll era già sfinito. Lo colpì alla testa e quello barcollò.
Tutti le applaudirono.
«Hermione attenta!» disse Harry all’improvviso.
La ragazza si girò.  Il Troll le stava praticamente cadendo sopra.
«Aresto Momento!» disse, correndo verso la fine dal palco per scendere…
Ma non fece in tempo. Il Troll la schiacciò. Da sotto di lui uscivano solo la sua testa e la mano con la bacchetta.
«Oh Merlino!» fece il professore correndo da lei. Sollevò con un incantesimo il Troll e fece correre Harry da Madame Chips per farla venire nella Sala. Spostò Hermione giù dal palco.
«Per la barba di Merlino!!!» strillò la Chips quando vide la ragazza. Con un incantesimo la risvegliò e Hermione iniziò a tossire. Si mise a gattoni e, quando tossì nuovamente, sputò sangue.
Malfoy si offrì per portarla in Infermeria.
«Mai visto gente conciata così!» disse la Chips mentre con un gesto bloccava il flusso di sangue.
Arrivati in infermeria, la Chips fece apparire una pozione dal nulla e la diede a Hermione.
«Va meglio?» chiese, sperando.
Una lacrima rigò il volto della ragazza.
«Come temevo. Farà male ma è l’unico modo che hai per guarire.» disse facendo apparire una siringa come quelle Babbane.
Prese un polso della ragazza e le iniettò la pozione della siringa. Hermione strinse i denti mentre altre lacrime le solcavano il viso. Appena la Chips fece evanescere la siringa, la povera Hermione svenne.
«Sì risveglierà… ma non so quando. Dovrebbe svegliarsi tra due giorni ma un Troll sulla schiena non è molto piacevole e procura molti danni anche interni. Spero che si rimetta…»
«In che senso ‘spero che si rimetta’??? Ma sta scherzando? Sta dicendo che potrebbe non risvegliarsi mai più?!?!?!»
«Purtroppo la possibilità che accada c’è, anche se molto bassa.»
“No, lei no! Piuttosto mi suicido se serve ma lei non può morire così!!!” pensò Draco, con le lacrime agli occhi. La accarezzò. “Ti amo, piccola mia.” Pensò infine.
«Madama Chips… non è che posso stare qui con… con la Mezzosangue finché non si sveglia? Sa com’è…»
«Certo che puoi ma devi chiedere alla Preside, mio caro, se puoi saltare anche tu le lezioni.»
«Alla McGranitt?!?!»
«Eh sì.»
«Uff… ok vado subito.»

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Capitolo 7
*** Litigi pericolosi ***


Trenta minuti dopo Draco tornò con un permesso scritto da Silente in persona.
“Finalmente soli, piccola mia…” pensò dandole un leggero bacio, dimenticandosi completamente della Chips.
Rimase sveglio fino all’una a fissarla e ad immaginare tutto quello che avrebbe voluto farle da anni e si addormentò al suo fianco, seduto a terra ma con la testa sul bordo del letto.  Si svegliò verso
le otto di mattina e si mise nuovamente a guardarla. Passò la mano tra i capelli leggermente mossi della ragazza, che profumavano di vaniglia, e la baciò. La voleva… ma lei non lo avrebbe mai
amato. Passò con la mano dai suoi capelli al viso, al collo, al seno… e si fermò, spaventato. Posò nuovamente una mano sul suo seno, verso sinistra, impallidì pericolosamente e iniziò a girargli la
testa: il cuore di Hermione si era fermato.
«Madame Chips! MADAME CHIPS!» gridò.
«Cosa c’è? Cos’è successo?! Perché strilli tanto??»
«Si è fermato! Il suo cuore si è fermato!!!»
«Ma che dici? Questo è impossibile!»
«Lo senta, allora!»
La donna mise una mano sul petto della ragazza e la sua pelle schiarì di un grado.
«Im-impossibile…»
«Possibilissimo, evidentemente.»
«Le probabilità che questo accadesse erano davvero minime! Nemmeno l’ 1%!»
«Evidentemente la Mezzosangue è così sfigata che è in quel maledetto 1%!»
«Modera i toni, Draco.» intervenne Lucius Malfoy dalla porta.
«Sei stato tu, vero?»
«A far cosa?»
«A ucciderla! Sapevi che la amo e l’hai uccisa, padre!»
«Non l’ho fatto. Sai bene che non lo farei mai, anche se è una Mezzosangue.»
«Non l’hai fatto per lei, lo hai fatto per vedermi soffrire! Lo hai fatto perché godi nel vedermi soffrire! Perché mi odi da quando sono nato!»
«No, non l’ho uccisa io, Draco.»
«Non ti credo! Faresti di tutto pur di farmi star male! Come se non bastasse, poi…» ma si fermò. «Che ci fai qui?! Come sei entrato??»
«Severus me l’ha permesso, anche se sotto sua stretta sorveglianza.»
Draco guardò oltre la soglia della porta e lo vide. Il suo professore preferito… con la solita faccia funerea.
«Comunque… sistemeremo i conti a Malfoy Manor, Draco, e tu sai di cosa parlo.»
A quel punto, se possibile, sbiancò ancor di più ma ne aveva abbastanza di lui. Non gli bastava rompere le palle a casa? No, era andato anche a scuola!
«Fuori dalle palle, Lucius.» osò il ragazzo. Tanto ormai le prendeva comunque.
«Come ti permetti, insolente?!»
«Posso permettermi alche altro, caro il mio paparino! Ne ho fin sopra i capelli di te! A casa che rompi con quella tua combriccola di Mangiamorte del cavolo, ora vieni a rompere anche a scuola! Ma
un chilo di cazzi tuoi non te li fai mai???»
«Giuro che se mi manchi di rispetto un’altra volta, io ti…»
«Cosa mi fai, eh? Mi meni? Mi frusti? Mi cruci? Mi marchi a fuoco? Mi ammazzi?! Non me ne frega un emerito cazzo!»
«Stai esagerando, Draco!»
«Te l’ho già detto: non m’importa! Per me puoi anche farti fottere, Lucius!»
«Hai davvero superato ogni limite!»
«No, tu hai superato ogni limite! E che cazzo! Possibile che da quando sono nato tu mi maltratti? Mi stai distruggendo, miseriaccia a te, e come se non bastasse uccidi lei, l’unica persona che
conosco che non ti abbia mai fatto nulla di male! Cos’ho che non va? Perché ti sto così tanto sulle palle, eh? Perché?!»
«Tu…» ma Draco lo interruppe, con un tono che nessuno gli aveva mai sentito usare. Sarebbe stato capace di far persino diventare puliti e bianchi i capelli di Piton.
«SO IL MOTIVO: IO ESISTO, PER QUESTO TU MI ODI!!» prese fiato, poi continuò… con fin troppa calma. «Ma tanto non tornerò mai più in quella stupida villa. Io a Malfoy Manor non ci torno
nemmeno morto. Ormai ho deciso: andrò a vivere da qualche altra parte! AZKABAN PIUTTOSTO!!!»
Una lacrima rigò il suo volto angelico, seguita da un’altra e un’altra ancora. Il ragazzo si girò verso Hermione.
«A causa tua lei è morta.» sussurrò tra i singhiozzi. «MORTA, LO CAPISCI?!?!?!» ringhiò, prima di appoggiare delicatamente la testa sul suo petto, inondandolo di lacrime. La abbracciò e le diede
un bacio leggero, a stampo.
In quel momento, il professor Piton ricordò la sua amata Lily e lasciò cadere una lacrima solitaria dai suoi occhi tristi.
«Ti prego solo di non dimenticarmi, ovunque la tua dolce anima sia.» sussurrò infine Draco. «Io non ti dimenticherò.»
Si alzò e andò da suo padre.
«Ti odio.» sussurrò, ma mentre stava per andarsene quando un lieve fruscio lo fermò. Si girò verso Hermione e la vide aprire lentamente gli occhi. Corse subito da lei e la abbracciò con molta
delicatezza, Come se da un momento all’altro si potesse rompere.
«Draco…» accennò lei, tra le sue braccia.
«Come stai?»
«Bhè meglio…»
Draco guardò suo padre, velenoso, per poi tornare a guardare dolcemente gli occhi d’oro di lei.
«Menomale.»
«Riguardo al problema “casa”… penso non ci siano problemi, da parte mia e dei miei genitori, se tu venissi a vivere da me…» poi, però abbassò lo sguardo «Sempre che non ti
faccia schifo vivere con una Mezzosangue…»
Lui le alzò il volto.
«Sarebbe la cosa più bella dell’universo… ma… un momento… come fai a…»
«A sapere che non vuoi tornare a casa? Ero già diventata un’anima, sai? Ero vicina a te.» Sussurrò poi, mettendo le braccia attorno al collo del ragazzo.
«E vorrei tanto farti un piccolo regalo per ringraziarti di avermi “salvato la vita”»
Lo baciò. Quello era il bacio più dolce che lui avesse mai ricevuto.
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Angolino dell'autrice

Ho modificato un po' il capitolo perché, a rileggerlo, mmi sono accorta che non era molto sensato...
Un bacio
Eleonora

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Capitolo 8
*** C'è qualcosa che non va? ***


«Hey, Hermione, come st…?» fece Fred, entrando in infermeria. «Ma cosa…?»
«Fred è colpa mia… lui mi ha salvato la vita e… e un minimo di premio glielo dovevo…»
«Ti ha salvato la vita?! Certo! Come no?!»
«Dico sul serio!»
«Contaci.»
«Ma…»
«Ci vediamo» concluse andando via.
«Mi dispiace, Hermione, io …» intervenne Draco
«No problem.»
«Sicura?»
La ragazza annuì.
«Ora è meglio che lasciate che la controlli per bene. Fuori.» disse la Chips.
«Tu vieni con me, Draco.»
«No!»
«Oh sì, invece.»
Lucius prese il ragazzo per un braccio e lo portò fuori dai confini di Hogwarts per Materializzarsi a Malfoy Manor con lui. Non gli diede nemmeno tempo di riprender fiato: lo sbatté contro il muro
e lo frustò.
«P-padre smettila!»
«No, finché non avrai imparato la lezione!» ringhiò, buttandolo a terra con un pugno e iniziando a prenderlo a calci.
Quando decise di smettere, lasciò Draco tramortito in camera sua e si Smaterializzò.
Il povero ragazzo ormai ci era abituato ma impiegò una decina di minuti buoni a riprender fiato, poi si medicò come poteva le ferite e si Materializzò a Hogsmeade. Andò subito ai Tre Manici di
Scopa e ordinò una Burrobirra.
«Ehi, Draco, oggi hai un’aria mica troppo a posto…» notò il barista
«Sono infuriato.»
«Come mai? Le hai prese ancora da tuo padre? Guarda che occhio nero.»
«Non me lo ricordare»
«Ti lascio un po’ in pace, ok?» concluse andando a servire altre Burrobirre.
“Odio mio padre più di Potter, roba da non credere!” pensò l’altro.
Finita la Burrobirra, pagò il conto e tornò a scuola.
« Draco… qualcosa non va?» chiese la Parkinson
«Non rompere, Parkinson» rispose lui andando fuori a cercare Potter per sfogarsi un po’.
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Intanto Hermione era, finalmente, guarita del tutto, quindi poté uscire a prendere un po’ d’aria al Lago Nero. Indovinate chi incontrò?
«Guarda, guarda… la Mezzosangue!»
«Malfoy ricominci a rompere?!»
«Ormai lo sai che è solo un soprannome»
«Sì ma mi da fastidio lo stesso»
«Uff… va bhè, vorrà dire che ti chiamerò Hermione…»
«Sei uno scemo, lo sai?» disse lei ridacchiando
«Sì, lo so.» rispose lui, prendendola delicatamente per i fianchi e tirandola a sé. La baciò ma lei si tirò indietro.
«Non può funzionare tra noi, Draco»
«Perché non può funzionare? Se tu lo vuoi davvero, può funzionare eccome!»
«Draco per favore! Non lo dico perché voglio farti soffrire ma semplicemente non possiamo andare avanti così… piuttosto, cosa ti sei fatto all’occhio?»
«No, niente…»
Poi, però, la ragazza gli mise le braccia al collo e, per sbaglio, lo colpì su una spalla. Draco si irrigidì di colpo. Chiuse forte gli occhi e strinse i denti, abbassando lo sguardo: il dolore era
insopportabile.
«C’è qualcosa che non va?»
«Ehm… n-no… n-niente» rispose riprendendo a guardarla negli occhi, con un mezzo sorriso forzato.
«Draco tu non me la racconti giusta» disse a bassa voce, avvicinandosi un po’ a lui. «Perché non me lo vuoi dire?» aggiunse, posandogli delicatamente le mani sul petto.
Draco sbiancò. Le prese le mani e le allontanò da sé.
«Draco va tutto bene? Draco?!»
Il ragazzo si voltò e s’incamminò verso i sotterranei.
«Draco dove stai andando conciato così?!»
«Da Piton. Lui è l’unico che può…» ma si bloccò perché sbatté proprio contro il diretto interessato.
«Draco che ci fai da queste parti?» disse Piton guardandolo «Non dirmi che è successo di nuovo.»
Il ragazzo si limitò ad annuire debolmente.
«Professore cosa sta succedendo?!»
«Ti spiegherò poi, Hermione.» rispose per lui Draco, prima di cadere in ginocchio a causa di un forte calo di pressione.
Il professore lo prese in braccio e lo portò nel suo ufficio. Lo posò a terra e ordinò alla ragazza di togliergli la camicia.
«Ma professore…»
«Fallo.»
La Grifoncina si rassegnò. Gli slacciò la camicia e si mise le mani alla bocca, quasi inorridita da quello che vedeva. Il corpo di Draco era pieno di segni di frusta e di lividi grossi quanto un pugno.
«Chi ti ha conciato così, Draco?!» chiese in un tono quasi inudibile.
«L-lucius M-malfoy.»
«Tuo padre?!»
«Q-quello mi odia.»
«Si vede! Povero Draco…»
«Mi concia così da quando… da quando avevo poco più di… di tre anni.»
Il professore si inginocchiò di fianco a lui con una ciotola piena di un liquido strano.
«Te la senti, Draco?»
«Sì. Sempre meglio che i rimedi di mio padre.»
Fece un mezzo ghigno.
«Spero che non ti faccia troppo male.»
«Cos’è mi sei diventato sdolcinato, Severus?»
«Sta’ zitto.»
Piton gli iniziò a spalmare la crema verdognola sulle ferite, mentre il povero Draco stringeva i denti e contraeva i muscoli. Arrivò a una ferita particolarmente profonda.
«Questa sarà insopportabile, Draco. È’ profonda.»
Stavolta il ragazzo gridò, anche se debolmente, dal dolore.
«Quindi… davanti ho finito… è sulla schiena che inizieranno i guai.»
Il ragazzo si girò a fatica mentre Hermione gli toglieva la camicia del tutto. Fu lì che si inorridirono sul serio. C’erano segni di calci lungo tutta la spina dorsale e le ferite erano il doppio della
profondità, rispetto alle prime.
Non gli diedero nemmeno il tempo di respirare: il professore stava già tornando a spalmargli quella strana crema.
Draco faceva di tutto per non urlare e sopportare il dolore allucinante.
«Ho quasi finito, Draco, resisti.» disse quando gli mancavano solo tre ferite, le più profonde in assoluto. Addirittura in una si intravedevano le vertebre.
Spalmò quella maledetta crema anche sulle ultime tre ferite ma la terza non si rimarginò del tutto. Le vertebre non si vedevano più ma il taglio si vedeva ancora, e molto.
«Come va?» gli chiesero in coro la Grifoncina e il professore.
«Stavo meglio prima ma sopravvivo… L’ultima ferita è stata la più dolorosa.»
«Immagino. Era davvero molto profonda. Ora, se riesci, alzati.» concluse Piton.

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Capitolo 9
*** Una nuova studente ***


Draco si alzò senza fretta, cercando di minimizzare il dolore.
«Fatti un bel bagno caldo e vedrai che passa tutto.» gli disse il professore.
Il ragazzo annuì e si diresse verso la sua stanza da Prefetto.
«Ehi Dracucciooo» lo chiamò la abbracciandolo da dietro per poi mettergli una mano tra le gambe «Vero che vieni con me, Dracuccio? E dai divertiamoci un po’... è tanto che non lo facciamo…»
«No. In questo momento, se ti levi, ho intenzione di andarmi a fare un bel bagno.» poi, visto che la ragazza continuava a “stimolare” un qual cosina là sotto, si scocciò. «Ho detto che ho intenzione di farmi
un bel bagno, non una ragazza nella mia stanza, Pansy.» sibilò scrollandosela di dosso. «Ma uffaaa!» si lagnò lei.
«Ho cose più importanti da fare.»
«Esempio?»
«Non sono affari tuoi.»
«Per esempio farti quella dannata della Granger?» fecciò velenosa.
«Non osare parlare così d lei!»
«Altrimenti?»
«Sai quello che sono capace di fare quando mi arrabbio.» sussurrò prendendola per i fianchi e tirandola a sé. La guardò furente.
«Certo che lo so… ed è per questo che ho intenzione di farti arrabbiare. Ammettilo, quella Granger non è altro che una lurida Mezzosangue. Anzi mi correggo: una lurida puttanella mezzosangue, Draco.»
«Pansy non osare…» ma lei lo interruppe.
«E dai… non puoi mica venirmi a dire che a letto è più brava di me…» sussurrò sensualmente abbassandosi in ginocchio e slacciando il bottone dei jeans che il ragazzo indossava.
«Ti ho detto di non…»
«Forza, Draco, divertiamoci… in fondo non puoi amare quella stupida Mezzosangue… si è portata a letto mezza scuola…»
«Fottiti, Parkinson.» disse lui spingendola, in modo non troppo violento ma anche molto significativo, lontano dai suoi genitali.
Andò tranquillo a farsi un bagno caldo e si rilassò un po’… ma aveva uno strano presentimento… felice, per una volta.
Quella sera, il Preside presentò a tutti una nuova studentessa: la signorina Angelica Fireheart. Tutte le femmine, anche le più carine della scuola, rimasero di sasso quando la videro… ma, soprattutto,
si ingelosirono quando videro molti ragazzi sbavarle dietro. La McGranitt prese subito il Cappello Parlante e fece accomodare la ragazza su uno sgabello. Posò delicatamente quel vecchio copricapo sui
biondi e lunghissimi capelli della ragazza ma il cappello era silenzioso. Dopo una buona mezz’ora, finalmente, si decise a parlare.
« Grifondoro!»
Da tutto il tavolo dei Grifoni si levarono urla di gioia, come era successo anni prima per Harry, ma solo da parte dei ragazzi. La Fireheart sorrise.
«Professor Silente… il cappello mi ha chiesto di parlare con lei.» disse Angelica, con una vocina dolce e delicata, porgendo al Preside il cappello.
«Grazie mille, signorina Fireheart.»
Mentre la ragazza andava a sedersi dove Harry e Ronald le avevano fatto posto, quasi buttando giù dalla panca Hermione, tutti la ammirarono. I suoi capelli biondi erano davvero lunghissimi: le arrivavano
alle caviglie. Era abbastanza alta come ragazza, magra e dimostrava si e no vent’ anni. Aveva addosso la divisa scolastica anche se, per i ragazzi, era come se non l’avesse ma la cosa che colpì tutti era
che i suoi occhi color ghiaccio assomigliavano terribilmente a quelli di Malfoy.
«Ciao.» disse sorridendo mentre si sedeva a tavola.
«Ciao. P-piacere… ehm.. s-sono… ehm… Ronald Weasley… m-ma tutti mi… mi chiamano Ron.»
«Piacere»
«E io sono Harry, Harry Potter. Sono davvero felice di conoscerti.»
«Oh il piacere è tutto mio» disse la ragazza arrossendo lievemente, senza smettere di sorridere.
«Di dove sei?» chiesero in coro i ragazzi.
«Oh… bhè è difficile da spiegare…» disse guardando prima Ron, poi Harry, smettendo di sorridere. Fissò il piatto che le era apparso davanti. «Se ve lo dicessi… non ci credereste mai.»
«Forza non ti preoccupare» la incoraggiò Neville.
«Non apriremo bocca, promesso.» aggiunse Ron.
«Nemmeno con i nostri migliori amici, se vorrai.» concluse Harry.
La ragazza sospirò e i suoi capelli diventarono azzurro cielo. Prese fiato e iniziò a parlare.
«Ecco, io… potrà sembrarvi strano ma… non sono proprio umana, come voi.» chiuse forte gli occhi «Io sono nata da… madre strega… e padre… Demone.» la sua voce si abbassò fino a spegnersi.
«Tua madre era una metamorfomagus?» intervenne Hermione, che per sbaglio aveva sentito l’ultima frase detta dalla ragazza.
«Oh sì… bhè… ma a mio padre questa cosa non piaceva… lui… bhè lui non amava mia madre.» disse, con le lacrime agli occhi. «Lui la… la violentava. L’ha per errore messa incinta e… sono nata io.
Mia madre non voleva mettermi in mezzo, quindi mi affidò a un gufo… che però mi portò da… oh non ci crederete mai…»
«Senti, ora hai iniziato. Non puoi finire così!» dissero in coro Neville e Hermione.
«Mi ha portata da…» una lacrima cadde sul suo piatto mentre i suoi capelli passavano a un blu intenso e si accorciavano, fino ad arrivare alle sue spalle «Voldemort.»
«Cosa?!?!»
«Vi prego non ditelo a nessuno! È importante che nessuno venga a saperlo, all’infuori di voi… a meno che non sia io a dirlo.»
«Promettiamo!»
Nel frattempo, però, quasi tutti i Grifondoro e gran parte dei Tassorosso si erano girati verso la Mezzodemone. La ragazza si girò, facendo diventare i suoi capelli color pesca per l’imbarazzo. Non era mai
stata guardata così… stranamente. Vide un ragazzo che andava nella sua direzione. Si fermò esattamente davanti a lei.
«Piacere… io sono Draco Malfoy.» disse porgendole la mano. La ragazza lo squadrò. Bel fisico, biondo, occhi… come quelli di sua madre. Si perse in loro per qualche secondo, sentendosi quasi mancare,
poi gli strinse la mano.
«Piacere mio.» disse sorridendo e facendo tornare i suoi capelli lunghi e biondi.
«Scusami se rompo ma vorrei farti una domanda… per curiosità.» disse il ragazzo.
«Oh non c’è problema. Dimmi pure.»
«Ma non ti danno fastidio i capelli così lunghi? E poi come li pettini?»
La ragazza rimase un po’ stupita da quella domanda… troppo normale. “Pensa te se mi deve venire a parlare dei miei capelli” pensò, divertita.
«Bhè a me non danno fastidio e per pettinarli… bhè li accorcio, li pettino e li allungo di nuovo.»
«Non li tagli?»
«Assolutamente no. Posso tranquillamente usare i miei poteri da metamorfomagus» rise.
«Forte!» sorrise Draco. Tutti si stupirono. Era davvero riuscito a farlo sorridere?!
«Ora però devo andare… ci vediamo.»
«Volentieri.» concluse la ragazza facendo diventare i suoi capelli alle spalle… e castani.
«Così è meglio?»
Il ragazzo si stupì. Come faceva a sapere che gli piaceva quell’acconciatura?
«Oh bhè stavi benissimo anche prima.»

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Capitolo 10
*** Un segreto. ***


Il biondino andò via.
«Simpatico quel ragazzo» disse agli altri.
«Simpatico?!?!» le chiesero in coro i quattro.
«Sì… ehm… perché? Ha qualcosa che non va?»
«Noooo… solo che è Serpeverde, egocentrico,…» iniziò Neville
«vanitoso, rompiscatole…» continuò Ronald
«opportunista, infantile…» aggiunse Hermione
«e, soprattutto, alleato di Voldemort e nostro nemico a morte.» concluse Harry.
La ragazza si morse un labbro.
«Che peccato.»
I giorni successivi, almeno fino a Novembre, furono piuttosto allegri per tutti (per una volta).
«’Giorno, Angy» la salutarono i suoi amici.
«’Giorno…» ricambiò il saluto tristemente.
«Che cos’hai oggi?» chiesero in coro Harry e Ronald.
«No niente…»
«E dai! È Halloween! Divertiti un po’!»
«Io… veramente… non posso…»
«E perché mai?»
«Ehm… vi ho detto che sono Mezzodemone, giusto?»
«Certo!»
«Non vi ho detto una cosa… un segreto su di me.»
«E cosa aspetti?» chiese Draco, arrivando da dietro di lei.
«C’è troppa gente, curiosone. Venite alla Stanza delle Necessità.»
I ragazzi la seguirono e, appena entrarono, la Fireheart iniziò a parlare.
«C’è un problema… che mi si presenta tutte le notti di Halloween… e quelle di luna piena.»
«Sei una vampira?» chiese Draco indietreggiando.
«O una lupa mannara?» chiese Ron imitando Malfoy.
«O un Horcrux creato involontariamente da Voldemort?» chiese Harry imitando gli altri due.
«No. Secondo me è qualcosa che ha a che fare con… i suoi genitori… nel senso… col suo essere Mezzodemone.» intervenne Hermione.
Angelica la guardò.
«Come lo sai?»
«Altrimenti non ci avresti portato qui… o almeno non in una stanza senza un minimo di finestre.»
«Oh giusto… voi avete bisogno di aria… me n’ero dimenticata.»
«E tu non respiri?»
«Pensavo fossi un po’ più sveglio, Ron. Guardami. Ti sembra che io respiri? Metti una mano sul mio petto. Il mio cuore non batte.»
«Ehm… no grazie… ci credo.» indietreggiò di un altro passo.
«Fifone… stavo dicendo, prima che voi vi spaventaste a morte per delle sciocchezze, che ho un piccolo problema, la notte di Halloween.»
«E quale sarebbe?»
«Se mi lasci finire di parlare te lo spiego, Harry.  Praticamente… quando il sole tramonta, quel giorno, io cambio. Sia di carattere che di aspetto. Divento più… come dire… ‘passionale’.»
«In che senso?!»
«Nel senso che la mia metà demoniaca prende sopravvento e… bhè posso arrivare ad uccidere… corteggio una persona finché non riesco a… succhiarle via l’anima.» sussurrò, con le lacrime agli occhi.
«No, vi prego, non scappate! C’è un modo per capire se sono così.» disse quando vide i ragazzi girarsi per darsela a gambe.
«Quale?!» chiesero in coro.
«I miei capelli! Diventano rosso sangue. Prima del calar della sera, qualcuno dovrà farmi un incantesimo… più precisamente una maledizione per farmi diventare innocua… o per immobilizzarmi.»
«E col Pietrificus Totalus va bene?»
«Se sono così sì… ma contro un demone non funziona per molto tempo. Se riusciste a pietrificarmi, avreste  giusto qualche secondo per scappare. L’unico modo per battermi, oltre alle maledizioni
senza perdono (che tanto mi rallentano e basta, persino L’Anatema che Uccide), è non cadere in tentazione…»
«E come facciamo?! Con una gnocca così!»
La ragazza arrossì lievemente.
«Visto che così vi distraggo cambio forma.» disse, prima di modificare il suo corpo.«Vediamo se il caro amico Harry mi riconosce.» si alzò di qualche centimetro, Scurì gli occhi, i suoi capelli sparirono
e diventò un uomo.
«Voldemort.» disse sconcertato il Bambino Sopravvissuto.
«Non preoccuparti, sono sempre io.» disse, assumendo nuovamente le sue sembianze naturali. «Comunque… quando sono pericolosa, sono così…» i suoi capelli diventarono rossi, ma non scuri come il
sangue, i suoi abiti cambiarono: ora la ragazza indossava autoreggenti, minigonna (anche troppo mini) nera e una maglietta dello stesso colore, molto scollata.
« …a parte che i capelli saranno un po’ più scuri.» Si avvicinò a Hermione. «Ti dispiace se ti rubo Malfoy per qualche minuto? Tranquilla non lo faccio fuori.» le sussurrò.
«Ok, voglio proprio vederlo che ti sbava dietro» le rispose, ridendo, così andò vicino al biondino con un sorriso malefico stampato in faccia, al che Draco indietreggiò fino ad essere con le spalle al muro.
«La tua amichetta mi ha appena detto che posso tranquillamente farti fuori e a lei non importa un bel fico secco, caro.»
«C-cosa?!»
«Ti va di divertirci un po’?» disse mettendosi a un centimetro di distanza da lui.
«Ehm…» deglutì sonoramente. La ragazza lo baciò e gli fece l’occhiolino.
«Allora?» gli sussurrò in un orecchio.
«Ecco, veramente io…» ma la ragazza gli stava già dando dei leggeri baci sul collo.
«Mai reagire così davanti a una Mezzodemone»
Tornò per l’ennesima volta normale. I ragazzi sbavavano.
«Se vi comportaste come Draco e io fossi posseduta dalla mia metà demoniaca, morireste tutti.
L’unico modo per sfuggirmi è uccidermi, anzi, trafiggermi il cuore. Mi immobilizzerebbe per un bel po’… ma ce ne vuole di precisione e coraggio per riuscirci.»

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Capitolo 11
*** La notte di Halloween - parte 1 ***


Uscirono dalla Stanza delle Necessità piuttosto agitati.
«Oh dimenticavo di dirvi una cosa… quando sto per… diciamo mordere… lo capirete dal mio volto. Diciamo che sembrerò un mostro… beh ora me ne vado. Ci si vede… spero tutti interi.»
I ragazzi si guardarono.
«Ma sì… in fondo cosa volete che vi faccia?! Secondo me ci sta solo prendendo in giro.» disse Draco, più a sé stesso che agli altri. «Io vado a farmi un bel bagno caldo. Ci si vede.»
Andò in dormitorio a prendere una borsa di quelle dove di solito teneva i libri e mise al suo interno un grosso asciugamano. La mise a tracolla e andò al quinto piano, più precisamente al bagno dei prefetti e si
stupì nel vederci qualcuno intento a… farsi un bagno. Al bordo della vasca, verso la porta, erano appoggiati degli asciugamani;  più in là c’era un sacchetto con un costume di Halloween.
“Spero non sia…”
Ma la ragazza si accorse di lui. Fece un piccolo strillo e si mise sott’acqua fino alle spalle. Entrambi arrossirono violentemente.
«S-scusami… i-io non…»
«Oh sei tu, Draco…»
«Di solito questo bagno non lo usa nessuno… è per questo che ero venuto qui.»
«Non ti preoccupare, io ho finito… non è che potresti girarti un attimo? Almeno metto addosso qualcosa…»
«Oh certo… scusa…»
Il ragazzo si girò. Dopo quasi un minuto, la ragazza lo chiamò.
«Ti sei vestita?»
«Sì…»
Draco la guardò. Cavoli come stava bene vestita così! Sembrava una… vampira.
«Mi fai quasi paura, Mezzosangue.»
«Vedi di non chiamarmi Mezzosangue, almeno oggi, se no ti faccio morire dissanguato.»
«Non stento a crederlo.»
«Bene. Ora me ne vado…»
«No aspetta!» le disse, prendendola per un polso. La baciò.
«Sei impazzito?»
«No. Sai bene perché l’ho fatto.»
«Come se ci dovessi credere!»
«Certo che ci devi credere! L’hai visto anche tu come mio padre mi concia, Hermione.»
«Questo non c’entra.»
«Sì che c’entra!»
«No che non c’entra. Ok la pietà esiste per tutti, ma non ci credo. Tu non puoi amarmi. Probabilmente lo fai solo perché te l’ha ordinato tuo padre»
«Perché non vuoi capire che per te darei la vita, eh? Perché?»
«Provamelo.»
«Cosa devo fare? Dimmi qualcosa e lo farò!»
«Andiamo insieme al fondo del Lago Nero. Stanotte.»
«Come vuoi… ma come pensi di fare?»
«Inventati qualcosa.»
Detto questo, la ragazza prese le sue cose e uscì.«Cazzo, Draco, sei nei guai e ti sei portato dietro pure la Granger!» disse spogliandosi.
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“Sarà meglio che vada il più lontano possibile da qui.” Pensò Angelica, guardando i ragazzi in sala grande prendere posto a tavola. Andò fuori dai confini di Hogwarts, nel bel mezzo della Foresta Proibita e si
Smaterializzò. Nemmeno lei sapeva dove andare… se non ad Azkaban. Solo i Dissennatori potevano tenerla tranquilla fino alla mattina seguente… poi avrebbe architettato qualcosa per andarsene senza
diventare una ricercata. L’unico problema fu che qualcuno l’aveva seguita e fermata… un certo (non ci crederete mai) … Severus Piton.
«Signorina Fireheart… non dovrebbe essere qui.»
«Nemmeno lei, professore. È una cosa importante. C’è di mezzo la vita di tutta Hogwarts.»
«So bene. Ho già preparato una pozione che ti aiuterà. Vieni con me.»
Andarono nel suo ufficio ma, proprio mentre il professore le stava porgendo la pozione, l’ultimo raggio di sole svanì per essere sostituito dalla luna piena.
La ragazza cadde in ginocchio, tenendosi la testa tra le mani. Lentamente, i suoi capelli si stavano scurendo e, ciocca per ciocca, stavano diventando color del sangue.
Il professore le si avvicinò ma, quasi subito,  lei emise una specie di ringhio.
«Mesi e mesi… senza nutrimento… devo… assolutamente…» fece la ragazza, prima di avventarsi sul professore. «Dove scappi, piccola e insignificante vittima?!»
«Ho intenzione di vivere ancora a lungo, cara. Stupeficium!» ma non la scalfì neppure.
Corse fuori dall’ufficio, senza avere una meta precisa. Dopo vari minuti di corsa, si decise ad attaccarla per bene, in modo da poter avvisare qualcuno, almeno. Si girò.
«Confringo!»
La ragazza, colta di sorpresa, non fece in tempo a difendersi e volò all’indietro per parecchi metri, sbattendo la schiena a terra più volte. Non era morta ma solo svenuta. Immediatamente, inviò il suo Patronus a 
Silente, che sapeva che sarebbe successo, in qualche modo.
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Un boato assordante fece sussultare tutta la gente che c’era nella scuola.
«Ma che diamine…?!» sibilò Draco uscendo dalla Stanza delle Necessità. Rimase pietrificato da quello che vide. Angelica, con i capelli rossissimi, le sfrecciò sotto il naso ad una velocità incredibile e finì a terra.
Guardò dall’altra parte. A metà corridoio, circa, c’era Piton, che aveva appena evocato un Patronus per un chissà che motivo.
«Angelica!»
«NON TI AVVICINARE A LEI!» gli ordinò il professore.
«Perché mai non dovrei? Ti rendi conto che l’hai ammazzata?»
«Non l’ho ammazzata! È solo svenuta!»
«Con un Confringo di una potenza incredibile? Non penso!»
«E che cazzo, Draco, è una Mezzodemone! Stava cercando di farmi fuori e l’unico modo per fermarla era questo. Punto!»
«Ma Angelica…» le parole gli morirono in gola. Si ricordò di quello che lei aveva detto quella mattina.

 
 

«Se mi lasci finire di parlare te lo spiego, Harry.  Praticamente… quando il sole tramonta, quel giorno, io cambio.
Sia di carattere che di aspetto. Divento più… come dire… ‘passionale’.»
«In che senso?!»
«Nel senso che la mia metà demoniaca prende sopravvento e… bhè posso arrivare ad uccidere…

 

corteggio una persona finché non riesco a… succhiarle via l’anima.» sussurrò, con le lacrime agli occhi..

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Capitolo 12
*** La notte di Halloween - parte 2 ***


Ragazzi/e scusate tantissimo per il ritardooo! :-( spero che il capitolo vi piaccia.


«Allora diceva sul serio…»
«Certo che dicevo sul serio, Draco.» sibilò la ragazza, rinvenendo.
Si avvicinò a lui, il quale le puntò la bacchetta al collo.
«Non osare toccarmi, Angelica.»
«Altrimenti?»
«Altrimenti sarò costretto a…» ma la ragazza lo interruppe con un bacio. «So quello che vuoi farmi!»
«Che cosa voglio farti? Sentiamo…»
«Vuoi uccidermi.»
«No. Ti sbagli. Tu sei la penultima persona al mondo che ucciderei.»
«E chi è l’ultima?»
«L’uomo che amo.»
«Ovvero?»
«Non sono affari che ti … oh… beh in effetti ti riguardano…»
«Ti prego dimmi che non sono io.»
«Non sei tu. Il problema è che gli assomigli troppo… Non puoi immaginare cosa farei per lui.»
«Ma allora mi dici o no chi è questo qui?»
«Lucius.»
«Lucius chi?»
«Tuo padre! E chi altro conosci che si chiama così?!»
«M-mio…?» Draco si sentì mancare. «Devo aver sentito male…»
«Hai sentito più che benissimo.»
«Ma come puoi amare un uomo come… come mio padre?! Hai solo diciott’anni»
«Sembra a voi! In realtà ho quasi l’età di tuo padre, caro mio.»
«C-c-che hai detto?»
«Che ho quasi l’età di tuo padre.»
La mandibola di Draco toccò il pavimento.
«Ehi ci sei?»
«Ehm… p-penso d-di sì…»
«Bene. Ora me ne vado… ma prima o poi mi porterai da lui, vero?»
«Certo… a patto che non ammazzi nessuno quando ti ci porterò.»
«Prometto.»
La ragazza uscì nel giardino e si tuffò nel Lago Nero, usando l’incantesimo Testa Bolla per respirare.
 
«Ehi Malfoy!» lo chiamò qualcuno dal fondo del corridoio.
Si girò e la vide. La sua Mezzosangue.
«Allora? Si va?»
«Ma io…»
«Sì, si va.» e lo trascinò sulla riva del Lago Nero.
Draco si tolse camicia e pantaloni e si tuffò.
«Datti una mossa!»
«Ok… ma girati. E NON SBIRCIARE!»
«Stai calma, eh!» fece lui, girandosi.
La ragazza si tolse maglietta e gonna, per rimanere in intimo, e si tuffò.
«È gelata!» fece tremando, mentre Malfoy si avvicinava a lei. La abbracciò da dietro per scaldarla un po’ col suo corpo e la ragazza si sentì avvampare… ma non si mosse.
Quando si fu ambientata un po’ meglio, si girò verso di lui.
«Sei bellissima, anche così.» disse, sfiorandole con un dito le labbra.
La ragazza tremò leggermente. Non gli era mai stata così vicina, a parte quando lo aveva schiaffeggiato, al terzo anno.
«Andiamo?» chiese dopo essersi del tutto ripresa.
«Certo…» rispose, usando l’incantesimo Testabolla su Hermione e, dopo pochi secondi, su sé stesso.
Iniziarono subito a nuotare verso il fondo e, dopo una decina di minuti, erano a metà. Si fermarono qualche secondo per ripetere l’incantesimo Testabolla ma, appena ebbero finito, sentirono una dolce melodia
provenire dal fondo. Incuriositi e, in parte, ipnotizzati dalla dolcezza di quelle note, si avvicinarono e videro una sirena cantare. Non era una sirena come quelle del torneo Tremaghi. Questa era bellissima. Aveva
i capelli dello stesso colore di Ron e gli occhi come quelli di Harry. La sirena si accorse di loro e smise di cantare per avvicinarsi lentamente mentre Hermione si aggrappava al braccio sinistro di Draco: sentiva
che qualcosa non andava per il verso giusto… infatti la sirena attaccò Draco, facendolo svenire, e lo tentò di portare al suo ‘covo’… ma invano: Hermione la Schiantò e tentò di portarlo in superficie. Il problema
era che non riusciva a trascinarlo perché la sirena voleva tirarlo verso di sé. Alzò la bacchetta al cielo e pensò intensamente “Periculum”. Delle scintille rosse uscirono dalla sua bacchetta e si alzarono in cielo,
a parecchi metri di altezza per essere ben visibili mentre la povera Hermione tentava nuovamente di Schiantare la sirena.

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Capitolo 13
*** La gelosia è davvero brutta. ***


Non ci credo, ragazzi! Sono riuscita a scrivere un'altro capitolo :-) :-) :-)
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Ad un certo punto, l’effetto dell’incantesimo Testabolla finì. Hermione doveva rifarlo ma, se l’avrebbe fatto, la sirena avrebbe preso Draco e, sicuramente, nessuno a Hogwarts o avrebbe più visto… vivo.
In quel momento, la sirena sgranò gli occhi, vedendo qualcosa dietro alla ragazza, e nuotò via, lasciando Draco a lei, che si girò… e sorrise. Angelica era dietro di lei e stava cercando di aiutarla a portare
in superficie Draco. Finalmente, toccarono terra. Hermione tossì un paio di volte, poi provò a sentire se Draco respirava ancora. Niente… ma in quel momento arrivò Fred, di corsa.
«Cos’è successo?!»
«Che ci fai qui, Fred?»
«Ho visto l’incantesimo Periculum, Hermione. Che cos’ha sto deficiente, ora?»
«Non respira. Una sirena se lo voleva portare via e…»
«Che aspetti? Fagli la respirazione bocca a bocca, no? Visto che ti piace tanto stare con le labbra incollate alle sue!»
«Taci, Weasley!» fece lei, irritata.
«Come mi hai chiamato, scusa?» sibilò l’altro alzando il tono
«Ti ho chiamato Weasley! Perché? Non ti chiami così, forse?»
«Sai che odio essere chiamato per cognome, Hermione!»
«E tu sai che io odio quando insulti la gente quando sta male! Anche se si tratta di Draco!»
«E da quando in qua lo chiami per nome, eh?»
«Da quando mi ha fatto capire che mi ama, Fred!»
«Ma non ti rendi conto che ti sta solo prendendo per il culo?»
«E tu non ti rendi conto che sei soltanto geloso?»
«Beh almeno non sono uno che parla e parla solo di libri per poi non capirci niente!»
«E io almeno non sono altezzosa ma cerco sempre di avere tanti amici!»
«Io almeno non mi metto a baciare una tipa solo perché, o almeno così dici tu, mi ha salvato la vita!»
«Io almeno riesco ad amare seriamente e non per scherzo, come invece fai tu!»
«Io almeno non sono uno stupido Mezzosangue.»
«Io…» ma poi si accorse di quello che Fred le aveva detto «cos’hai detto, scusa?»
«Ho detto che non sono uno stupido Mezzosangue.»
«Mi stai dando della Mezzosangue?!»
«Sì. Perché? Non lo sei, forse?»
«Tu… TU, FRED WEASLEY, VIENI A DIRE A ME CHE SONO UNA MEZZOSANGUE?!?!» ringhiò, arrivata proprio al limite della sopportazione « TU CHE PARLI CON I BABBANI COME SE FOSSERO MAGHI
PURE LORO? SE NON SBAGLIO SEI UN TRADITORE DEL TUO SANGUE, CARO!»
«E a te che importa? Non dovrei parlarti, infatti! Eppure l’ho sempre fatto solo perché se non ci fossero stati Harry e Ron, tu saresti sola. Sola, senza amici e senza un briciolo di amore!»
«Il punto non è che non puoi parlarmi. È che non VUOI parlarmi. Quindi, se non vuoi parlarmi, puoi anche andartene! A me non interessa!»
«Pettegola!»
«Antipatico!»
«Secchiona!»
«Almeno non mi faccio bocciare!»
«Mezzosangue!»
E qui Hermione aprì la bocca per ribattere ma la richiuse. La aveva insultata. Le aveva detto quella parola per DUE volte nel giro di cinque minuti. Nemmeno Malfoy ne aveva mai avuto il coraggio.
«Sarò pure Mezzosangue, Fred, ma ti giuro che la prossima volta che mi chiami così…» fece, tentando di stare calma, ma venne interrotta.
«Che cosa mi fai, eh? Mi appendi alla torre di Astronomia per i polsi? Mi ammazzi? Mi prendi a calci?Eh?»
«No. La prossima volta ti odierò, Fred.»
«Mez-zo-san-gue.»
La terza volta in sette minuti? No, questo era troppo. Hermione sospirò.
«E io che pensavo di aver trovato la persona giusta, per una volta. Pensavo di essere riuscita ad innamorarmi di una persona che non mi avrebbe mai abbandonata.» disse con un filo di voce, le lacrime agli occhi
«Non sono io ad abbandonare te. Sei stata tu a tradirmi.»
«NON CI SIAMO MAI MESSI INSIEME! COSA PRETENDI, EH? CHE TUTTE LE RAGAZZE TI CADANO AI PIEDI E NON SI METTANO CON NESSUNO SE NON CON TE, WEASLEY?»
Riprese fiato qualche secondo mentre delle lacrime le rigavano il volto roseo.
«Perché sei così? Perché sei cambiato? Tu non sei il Fred che amo. Probabilmente sei la Parkinson con la Polisucco! Che fine ha fatto il vero Fred? Quello spiritoso, geniale, simpatico, che non mi insultava
nemmeno se costretto? Dov’è quel Fred? Dov’è il Fred di cui mi sono innamorata?» sussurrò, tra i singhiozzi.
«Per te non ci sarà più nessun Fred.» sibilò con disprezzo il ragazzo.
«Bene. Meglio. Almeno potrò dire di essere felicemente single… anzi penso che mi metterò con Malfoy. Chissà, forse, sotto sotto, può essere anche simpatico… ma non venire a piangere da noi se qualcuno ti
scarica. Non venire da noi se ti penti di avermi insultata così. Adieu! Non voglio più vederti, né sentirti, né sentir anche solo parlare di te.»
«E allora ok. Non preoccuparti, non ti disturberò più, Mezzosangue!»
«TI ODIO, FRED WEASLEY!»
«La cosa è reciproca.» concluse lui, andandosene.
La ragazza cadde in ginocchio e pianse. Lei non voleva lasciarlo andare, eppure lui l’aveva insultata! Dire che una persona è Mezzosangue, è il peggior insulto che le si può fare!
In quel momento, qualcuno le mise una mano sulla spalla destra. Lei si girò a guardare chi fosse.
«D-Draco…»
«Mi dispiace.» le sussurrò in un orecchio prima di abbracciarla. Lei ricambiò l’abbraccio. Aveva proprio bisogno di qualcuno che la consolasse.
«Ragazzi vi lascio soli...» sussurrò Angelica incamminandosi verso la Foresta Proibita.
«Hermione mi dispiace davvero.»
«Ora ti credo, Draco. Se tu non mi amassi, non saresti qui a consolarmi ma mi insulteresti e mi prenderesti in giro. Non saresti venuto ma saresti rimasto in dormitorio. Non dovevo dubitare di te.»
«Non importa, piccola.»
«Ma… come ti sei svegliato?»
«Angelica… ha usato l’Anapneo»
«Come ho fatto a non pensarci?» entrambi risero.

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Capitolo 14
*** Jackie... non puoi essere tu ***



Ragazzi mi è venuta l'ispirazione ^.^

Ad un tratto, qualcuno disse «Che scenetta commovente!»
Dalla Foresta era uscito un gruppetto di Mangiamorte: Avery, Greyback, i fratelli Lestrange e Yaxley. Li avevano circondati. Greyback si avvicinò e prese per un braccio Hermione, mostrando i denti. Lei tentò di
schiantarlo ma venne subito disarmata da Yaxley, così Greyback la immobilizzò e la morse. La povera ragazza si lasciò scappare un urlo di dolore, cosa che si rivelò molto utile: Hagrid uscì dalla ‘capanna’ (se
così si può chiamare) e lo tentò di schiantare col suo ombrello rosa a pallini.
«Lascia in pace la nostra Hermione, ecco!»
Lei sorrise debolmente, prima di cadere a terra senza forze.
«Hermione!» Draco corse da lei, la prese in braccio e si allontanò.
I Mangiamorte se ne andarono dicendo «Per questa volta avete vinto ma la guerra non è ancora conclusa! Vi uccideremo entrambi!»
«Grazie, Hagrid.»
Detto questo, cosa piuttosto strana, Draco andò subito nell’ufficio della Preside.
«Provvedo subito!» fece la McGranitt quando gli spiegò l’accaduto.
Draco portò la povera ragazza in infermeria ma la Chips gli disse che non c’era scampo: se fosse sopravvissuta, sarebbe senza dubbio diventata un Lupo Mannaro. Draco si sentì mancare perché appena la
donna ebbe finito di pronunciare a parola “Mannaro”, Hermione girò di scatto la testa trattenendo il respiro. Stava facendo un incubo, evidentemente.
«Tenga, signor Malfoy, beva, così si calmerà un po’, d’accordo?»
Draco accennò un sì e bevve… poi, però, si accorse che…
«Questo…» ma le sue vie respiratorie si bloccarono e, poco dopo svenne.

 

***

Hermione si svegliò nel bel mezzo di una foresta. Sembrava la foresta di Dean.
«Ma dove…?!»
«Benvenuta, Mezzosangue.» intervenne una figura tra gli alberi.
Hermione non riusciva a distinguere la persona ma riconobbe la voce: quella di Draco.
«Forte, no? Riesco a raggiungerti anche in sogno, ora, Mezzosangue»
«Perché mi chiami Mezzosangue?»
«Perché lo sei.»
«Ma come?! Dopo quello che è successo al Lago nero, tu mi chiami ancora Mezzosangue?! Allora era tutto un piano, eh?! Anche l’arrivo di Greyback, giusto?! Che stupida, come ho fatto a non capirlo?!»
«Non hai di che preoccuparti: non ti sveglierai da questo sogno… anzi… incubo.»
A quel punto,il vento si alzò e lui cambiò aspetto: ora era almeno venti centimetri più alto, i suoi capelli erano lunghi, le spalle larghe, si distingueva ogni singolo muscolo.
L’ombra si avvicinò ad Hermione finché lei non poté distinguere il colore dei suoi occhi. Era un uomo davvero bello. Aveva i capelli rossi e lunghi fino alla vita, gli occhi del
colore del cielo e un fisico da paura. L’unica pecca su di lui era un segno di frusta che lo scolpiva diagonalmente, dalla spalla destra al fianco sinistro lungo tutto il petto. La ragazza rimase attratta da lui al punto di non accorgersi che era a mezzo metro a terra, con una mano di lui al colletto della divisa. Aveva uno sguardo pieno d’odio e
disgusto. La squadrò da testa a piedi lentamente, quasi a spogliarla con gli occhi, poi tornò a guardarla in viso.
«Sei bella, per essere una Mezzosangue. Non voglio rovinare questo splendido corpo. Considerati fortunata» ammise squadrandola nuovamente.
La ragazza non seppe cosa rispondere, nonostante fosse sicura di averlo già visto, quindi tacque e il rosso la lasciò tornare con i piedi per terra, poi le accarezzò una guancia senza mai smettere di guardarla negli occhi.
«Vieni con me. Saremo una squadra: il re e la regina di tutto il mondo magico.» fece lui, avvicinando il volto a quello della ragazza.
«Veramente io… i miei amici…»
«Ti prego, vieni. Giuro che non farò del male né a te né ai tuoi amici se verrai.»
«Non posso, mi dispiace…»
«Vorrà dire che ucciderò anche te, se ti intrometterai!» esclamò prendendola nuovamente per il colletto e portandosela davanti al viso, abbastanza da sentire il suo respiro
sulle labbra e, con una lentezza indecifrabile, la avvicinava sempre più.
Qualcuno gli diede un forte colpo di mazza sulla schiena ma il rosso non si scompose: lasciò di colpo la ragazza, si girò e non si stupì di vedere…
«Draco Malfoy… quanto tempo…»
«Non osare toccarla, Alex.»
«Altrimenti? Vedo che non sei affatto cambiato, fratellino.»
«Fratellino?!» chiese Hermione, confusa
«Sì,» rispose Draco «i miei lo avevano adottato, prima che io ricevessi la lettera per andare a Hogwarts…» iniziò Draco, ma venne interrotto
«Quella non era vita, Dray. I tuoi genitori mi radevano continuamente i capelli perché non volevano che si sapesse che avevano adottato un figlio. Mi frustavano e mi picchiavano quando non facevo ciò che volevano loro… poi, un giorno, sei nato tu. Da quel momento, la mia vita è cambiata: loro dedicavano a te tutte le attenzioni. Mi sentivo solo e trascurato. Poi, un altro giorno, tu hai ricevuto la lettera da Hogwarts (che tra l’altro ho ricevuto anche io anni prima) mi hanno riportato in quello stupido orfanotrofio.
Quindici anni ho passato, lì dentro. Ero sicuro che nessuno mi avrebbe più adottato, quindi ho dovuto, e ripeto DOVUTO, aiutare la gente che c’era lì… ma mi ero stufato
quindi eccomi qui, scappato dall’orfanotrofio sotto gli occhi di tutti, a godermi la vita… beh non qui nei vostri sogni, ovviamente.»
«Oh giusto dobbiamo svegliarci, Draco, o penseranno che siamo morti, no?» chiese Hermione avvicinandosi ai due.
«Non potete svegliarvi se non sono io a deciderlo… ma ho intenzione di lasciarvi andare. Siete troppo deboli e scossi per sopravvivere qui.»
«Qui dove?!» chiesero in coro
«Nei miei sogni. Almeno… nei vostri ma sono io a controllarli. Sai, Dray, ho imparato una cosa importante in quello stupido orfanotrofio: la magia può essere usata in tanti
modi… e quello che io preferisco è questo…» fece, prima di schioccare le dita.
Immediatamente, Lucius e Narcissa Malfoy apparvero, sdraiati a terra. Si svegliarono e il rosso lasciò che lo riconoscessero.
«Alex?! Ma cosa…?!» fecero in coro
«Devo ringraziarvi per avermi abbandonato, per avermi maltrattato e, soprattutto, per avermi sempre odiato.» disse, prima di schioccare le dita.
I due coniugi urlarono dal dolore e caddero a terra.
«Pensate che una Cruciatus sia abbastanza?!» chiese interrompendo l’incantesimo con un altro schiocco di dita. Stava per farlo di nuovo ma Hermione si mise davanti a lui e
gli ordinò di stare fermo.
«Non darmi ordini, Hermione, non sei nelle condizioni di farlo.»
«Ti prego…» ma si fermò. Come sapeva il suo nome?!
«Tu forse non ti ricordi di me, piccola, perché mi costringevi sempre agli Oblivion e per sbaglio, una volta, ho cancellato un po’ troppo. Da quel giorno non mi hai più
riconosciuto. Ci sono rimasto davvero male, sai? La mia piccola principessa si era dimenticata di me…»
«Principessa?!»
«Sì»
Hermione si sentì mancare e, se Alex non l’avesse afferrata e tirata a sé, sarebbe caduta a terra.
«Non puoi essere tu…» sussurrò
«Controlla tu stessa» rispose l’altro spostando i capelli che gli coprivano il collo, dalla parte destra.
C’era una piccola voglia a forma di stella che Hermione sfiorò con un dito.
«Sei proprio…» abbassò lo sguardo mentre delle lacrime le scendevano lungo le gote «il mio principe… il mio Jackie»
«Sì, principessa, sono io.»
«Jackie?!» chiesero in coro i tre Malfoy
«In realtà non mi chiamo Alex, come mi avete chiamato voi. Il mio vero nome è Jack.»
«E tu che ne sai?» chiese Lucius, col suo solito tono altezzoso
«Ho scoperto chi sono i miei veri genitori: Alexa Gordon e Colin Casson. Sono stati uccisi da Voldemort poco dopo che io nascessi.»
«Alexa…» fece Lucius, perso nei ricordi, «io la conoscevo! Lei è stata la mia… la mia prima ragazza.»

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Capitolo 15
*** Jack a scuola ***


«Mia madre?!»
«Alexa era una ragazza bellissima. Tutti i ragazzi la amavano alla follia ma lei amava me, e io amavo Narcissa. Lei era… anzi, loro erano le uniche che non… beh che non mi
ero ancora portato a letto…» disse le ultime parole ghignando
«Lucius!» esclamò la moglie, indignata
«Non preoccuparti, cara: fiamma spenta… e, comunque, lei era una Grifondoro e io un Serpeverde… non avrebbe mai funzionato.»
«Quindi tu l’hai conosciuta… com’era?»
«Devo ammettere che era davvero una ragazza ‘strafiga’ come dite voi ragazzi… anche se assomigliava a quella stupida impicciona dai capelli rossi: Lily Evans.»
«Non osi parlare male dei genitori di Harry, signor Malfoy!» ringhiò Hermione
«Tu… sei sua amica, vero? Di Potter e i Weasley…» fece il rosso indietreggiando di un passo
«Dov’è il problema, Jackie?»
In risposta, lui schioccò le dita e fece svegliare i Malfoy, poi si avvicino alla ragazza e la baciò dolcemente, a stampo.
«Vengo subito da te, piccola mia. Dimentica quello che ho detto prima sui tuoi amici»
Così fece svegliare anche Hermione.

 

Lei si mise di scatto a sedere.
«Hermione stai bene?» le chiese Draco preoccupato
«Ho fatto un sogno strano… c’eravate anche tu, i tuoi genitori e…» iniziò
«E un venticinquenne con i capelli rossi e lunghi chiamato Jack…» la interruppe Draco
«Con un fisico da urlo guastato da un segno di frusta…» continuò lei
«Che ti chiamava principessa ed era arrabbiato con i miei?» concluse lui, un po’ confuso
«Esatto»
«Ho fatto lo stesso sogno»
«Ma dai, non l’avevo capito!»
«Quello è un pericolo pubblico!»
«Non lo è se io non voglio che lo sia. È completamente cotto! Praticamente sarebbe anche disposto ad essere un mio servo, Draco»
«Allora impediscigli di impadronirsi del mondo magico!»
«Stai tranzollo!»
«Eh?!?!?!»
«Stai tranzollo» ripeté lei, ridendo «significa stai tranquillo. È una parola usata dai ragazzi Babbani»
«Oh… ok»
«Vedo che ti sei ripreso, Draco… scusami ma avevo scambiato la pozione soporifera con quella calmante» fece la Chips
«Oh non importa, Madame Chips» rispose Draco garbatamente.
«Oh Merlino e Morgana! La pozione ha invertito la personalità!»
«No, no… sono solo sconvolto per il sogno che ho fatto.»
«Sono riuscita a trovare un antidoto al morso, cara, ecco» le disse porgendole una pozione ancora fumante.
«Spero che funzioni» esclamò lei dopo averla bevuta
In quel momento si sentì un boato assordante provenire da fuori.
I tre si precipitarono alla porta e videro Harry e Ron sfrecciare davanti al loro naso e cadere a terra semi-svenuti e doloranti.
Hermione corse fuori, con la bacchetta alla mano.
«Jack?!» sussurrò stupita
Non credeva ai suoi occhi: lui stava lottando contro la McGranitt senza la bacchetta: usava le proprie mani per ogni incantesimo.
«JACKIE!!!» urlò la ragazza, cercando di proteggere l’insegnante.
«Principessa» fece lui abbracciandola «finalmente ti ho trovata!»
«Jack che ci fai qui?!»
«Sono venuto a prenderti, a liberarti da questo posto»
«Perché vuoi liberarmi? Non sono chiusa qui! Se voglio, in un certo orario, posso uscire tranquillamente! … e perché hai fatto questo disastro?» chiese indicando tutti gli oggetti e le porte rotte.
«Rispettivamente: perché ti amo e perché non volevano che entrassi»
«Jack non posso venire via ora»
Il rosso sbuffò.
«Ok ti lascio qui… ma mi devi almeno un bacio»
Hermione guardò Draco, che le fece un cenno con la testa, poi tornò a guardare gli occhi azzurri di Jack.
Mise le mani attorno al collo di lui mentre lui metteva le proprie attorno alla vita di lei.
«Sei la mia principessa, Hermione»
«Sempre» gli sussurrò lei sulle labbra, alzandosi sulle punte.
Si avvicinarono sempre di più, guardandosi negli occhi, finché le loro labbra non si sfiorarono
«Ti amo, mia principessa»
«Anche io ti amo, mio principe» e sigillarono quelle dolci parole con un bacio.

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Capitolo 16
*** Perché mi ignori?! ***


Ragazzi scusate l'immenso ritardo =(
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Dopo che Jack riparò i danni e andò via, Ron le chiese…
«Ehm… Hermione mi spieghi la storia dei tuoi genitori? No perché non mi è mai risultato che tu fossi nobile…»
«Infatti non lo sono. È solo che io e Jack siamo amici praticamente da quando sono nata: nonostante lui avesse cinque anni e io ancora solo pochi mesi, lui si prendeva cura di me come se fossi stata sua figlia.»
«E come ti ricordi queste cose così indietro?!»
«Beh me l’ha detto lui… Ricordo che giocavamo spesso insieme, finché lui non mi cancellò la memoria. Volevo sempre che lui mi cancellasse la memoria quando qualcuno ci interrompeva: volevo che ci fossimo
solo io e lui. Quando loro interrompevano i nostri andavo su tutte le furie. Per noi erano momenti magici. Ci volevamo così tanto bene che pensavamo di amarci, quindi fingevamo sempre di essere principe e principessa. Io mi nascondevo da qualche parte fingendo di essere stata rapita e lui, per trovarmi, doveva superare delle imprese… ad esempio la mamma… Quando mi trovava, però, mi tirava fuori dal nascondiglio e correvamo insieme in camera mia… del resto non ricordo nulla. Mi è sembrato strano anche riconoscerlo…»
«E se invece avesse appositamente cancellato un po’ più di memoria?» intervenne qualcuno alle loro spalle. Si girarono e…
«Albus? Come è possibile?!»
«La nuova studente mi ha portato fuori dal Velo, Minerva»
«Angelica Fireheart?»
«Precisamente.»
«Che cosa è successo?!?!» chiese Fred, correndo verso Silente «Professor Silente come…?!»
«Penso che le potrà spiegare tutto la signorina Granger»
«Chi è? Una nuova studente?»
«Fred sei impazzito?!?!» fece lei, mettendosi davanti a lui
«Mh??»
«Fred ce l’hai davanti!» fece Ron
«Io veramente ho davanti il Preside…»
«Perché mi ignori, Fred?» chiese la streghetta, appoggiando una mano al petto del mago.
«Fatti un esame di coscienza, Mezzosangue!» ringhiò lui guardandola con odio
Hermione strinse i pugni.
«Non chiamarmi così, Fred, per favore…»
«Ragazzi…» cercò di intervenire il Preside
«Perché? Sei una purosangue forse?! NO, SEI UNA MEZZOSANGUE!»
La ragazza esitò, poi disse «Sai che ti dico?»
«Che mi dici?» chiese il rosso, con modi tutt’altro che da Fred (da Malfoy piuttosto)
In risposta, lei gli tirò uno schiaffo molto ben assestato e lo guardò negli occhi.
«Ti dico che non sei tu. Ora vuoi vedere» ghignò «che qualcuno ha scambiato la tua personalità e quella di Draco?»
«Taci.»
«No.»
«E allora…»
«E allora niente, Fred. Non posso dire amici come prima ma… beh nemici come prima.»
«Bene… Mezzosangue» frecciò sottolineando l’ultima parola.
«Molto bene!» poi, con un sospiro si girò di spalle e delle lacrime silenziose le rigarono il viso… passarono pochi secondi e non riuscì più a trattenersi: cadde in ginocchio e si coprì il volto con le mani, singhiozzando.
Un rumore di Materializzazione catturò l’attenzione di tutti, eccetto lei: nessuno poteva Materializzarsi a Hogwarts!
«A rieccolo!» sussurrò Ron
«Non piangere, principessa…»
«Oh, Jack…» sussurrò tra le lacrime «non riesco a smettere»
«Cos’è successo?»
«Nulla di importante…»
«E invece sì che è successo qualcosa di importante! So tutto.» poi si girò verso Fred «Questo è per aver fatto soffrire la mia principessa! Crucio!» e schioccò le dita.
Fred cadde in ginocchio urlando dal dolore.
«Jackie no! Lascialo stare!»
«E questo è per averle rubato il cuore!» e intensificò la Maledizione.
Quando smise, Fred non si muoveva nemmeno. Hermione corse da lui.
«Fred… Fred!»
«Ora vieni con me, principessa, che tu lo voglia o no. Ti trascinerò con la forza, se sarà necessario.»
«No, Jackie, non ne ho nessuna intenzione!»
«Vuoi che faccia il cattivo? Va bene, farò il cattivo!» e con un incantesimo la allontanò da Fred, la prese e si Smaterializzò.
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Capitolo 17
*** Nuove Scoperte ***


«Jack ma cosa…?!»
Il ragazzo la sbatté contro un albero e le creò attorno un campo di forza.
Hermione tentò in tutti i modi di liberarsene con incantesimi ma non riuscì neppure a scalfirla, quindi tentò tirandole un pugno ma una forte scarica elettrica la percosse e la fece volare all’indietro, sbattendo nuovamente la schiena contro l’albero. Provo una seconda volta, poi una terza e una quarta, infine cadde a terra senza forze.
«Io non continuerei se fossi in te.»
«Se tu fossi in me…» tossì, ghignando «…sarei brutta.»
«Primo: io non sono brutto. Secondo: sto solo aspettando che i tuoi amichetti vengano ad aiutarti…»
«Che cosa vuoi fare?»
«Ucciderli. Solo loro mi impediscono di farti ciò che voglio.» detto questo, si avvicinò pericolosamente a lei, passando la barriera senza fatica, la immobilizzò e le disse a fior di labbra
«Sapevi che quella che voi chiamate Angelica Fireheart è mia sorella?»
«Cosa?!?!»
«In realtà lei è Helena Casson… ma ha rinnegato il suo nome. Ha quasi quindici anni più di me…»
«Questo vuol dire che anche tu sei un…»
«Mezzode…» ma venne interrotto da uno Schiantesimo, lanciato contro la barriera da Harry.
«LASCIA STARE HERMIONE!»
«Stavo aspettando te, Potter.»
«Allora vieni a prendermi!»
«Non voglio prenderti… devo solo dirti sei parole esatte…»
«Parla»
«Il fatto è che… Avada Kedavra
Poco prima che l’incantesimo arrivasse a lui, una barriera gli apparve davanti.
«Non ti permetterò di farlo!» ringhiò Angelica, a fianco a Harry.
«Sorella mia… quanto tempo…»
«Hai ragione, Jack… tutto questo tempo e sei ancora lo stesso di dieci anni fa.»
«Devo ammettere che non mi sarei mai aspettato di rivederti ora»
«Uno contro uno. Io e te. Chi vince si sceglie il premio.»
«Ok… ma per vincere bisogna uccidere. Lo sai, no?»
«Aggiudicato.»
«Combatti»
«L’hai voluto tu!»
In quell’istante, tutto diventò nero. C’erano solo loro quattro. Harry e Hermione erano circondati da una barriera leggermente azzurra, Helena e Jack dalla loro aurea, rispettivamente bianca e nera.
«Sai bene che in questo campo sono avvantaggiato e lo usi comunque, Helena?»
«Vedremo chi è avvantaggiato.»
Helena attaccò per prima e Jack, senza difficoltà, parò con una barriera.
Lo stesso fece lei, quando attaccò lui.
Passarono così un paio di minuti, poi Helena sbuffò.
«Mi annoio»
«Ah si?» fece lui «Vediamo se ti annoi anche così!»
E la attaccò nuovamente ma in modo diverso: chiuse gli occhi, portò indietro la gamba sinistra di un passo e fece un respiro profondo.
Piegò lievemente il braccio sinistro, tenendo la mano piegata all’indietro come un karateka, poi, lentamente, alzò il braccio destro e aprì gli occhi.
«Cominci già ad impegnarti?»
«Tu non sai a cosa stai andando incontro.» rispose l’altro, senza perdere la concentrazione.
Lentamente, l’aura attorno a lui si stava espandendo e stava diventando sempre più compatta e scura.
«Tsk non esagerare, so benissimo che questo incantesimo ti viene piuttosto bene ma so anche come contrastarlo.»
«Non questa volta.»
Chiuse nuovamente gli occhi e fece apparire un foglio su cui scrisse col pensiero:

“ καρδιά ήττας ”

«Che disonore uccidere senza combattere, Jack» fece Helena, chiudendo gli occhi.
Poi lui sussurrò
«thráf̱smata»
«stamáti̱se» disse lei, in risposta, allungando le braccia come se toccasse una parete invisibile.
Indietreggiò di qualche passo, non riuscendo a tener testa all’altro incantesimo, poi cedette e un fascio di energia nera la investì con violenza.
«Vittoria.»

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Capitolo 18
*** Vendetta ***


«Non così in fretta! Confringo!» ringhiò Lucius Malfoy correndo verso Helena.
«Non preoccuparti: è morta.»
«Non lo è, ne sono sicuro.»
«E tu che ne sai, eh?»
«Conosco i suoi, anzi i vostri incantesimi: ai tempi di scuola, lei era in Serpeverde, come me. Mi veniva dietro…»
«Lo fa ancora… oh scusa, lo ha fatto fino alla morte.»
«Non è morta.»
«Sì che lo è!»
«Posso resuscitarla!»
«Tu non lo farai»
«E invece lo farò.» disse il biondo appoggiando la mano destra sulla fronte di lei…
Ma Helena si mosse leggermente, come a sottrarsi dalla mano di Malfoy.
«Helena stai bene?»
Nessuna risposta…
«Helena…»
Lei emise un debole gemito e, velocemente, la sua temperatura si alzò.
Lucius staccò subito la mano dalla fronte di lei: era bollente.
Si stava svegliando… ed era irritata… MOLTO irritata…
«Helena dimmi qualcosa….»
Di colpo, una forte onda di magia esplose in lei come dinamite, la sua aura bianca si espanse ovunque e la bionda aprì, finalmente, gli occhi.
Si alzò in piedi e si avvicinò al fratello, che indietreggiava.
«Non hai ancora vinto, Jack!»
«ékri̱xi̱!»
Ma non la scalfì neppure.
«anápto̱»
Ma il fuoco non la sfiorò nemmeno.
«apanchonísti̱ke»
E questa volta fu lei ad attaccare.
Jack si sollevò in aria, come se qualcuno lo stesse impiccando.
Cercò con varie magie di liberarsi ma non riuscì e,poco prima che morisse soffocato, Helena lo liberò.
«Siamo pari?»
Lui annuì.
«naexafanistoún»
Le barriere attorno a Hermione e Harry svanirono ed entrambi corsero ad abbracciarla.
«Già mi mancavi.» disse Harry, sorridendo.
Dopo un po’,  la Mezzodemone si diresse verso Malfoy. Quando fu abbastanza vicina, lo baciò.
Chissà perché, lui se lo aspettava…
«Ti prego non essere così crudele con Draco…»
«Lo prometto.»
Lei sorrise e lo baciò nuovamente.
«Attenti!» gridò Hermione ad un tratto.
A quel punto, anche Lucius capì.
Spostò Helena da un lato e venne colpito in pieno da una sfera di energia (un nulla per un demone ma fa perdere i sensi agli umani) e cadde a terra, svenuto.
«Questa me la paghi, Jack!
«Ah sì? ékri̱xi̱!»
«toícho»
«anápto̱»
«toícho! Mi sto davvero arrabbiando, Jack!»
«Io sono già arrabbiato!»
«Tu sei cieco di rabbia, Jack, tanto da non sapere ciò che fai.»
«Taci!»
«Mai. Hai rapito Hermione, hai tentato di uccidere Harry, hai quasi ucciso me, hai fatto del male all’uomo che amo… ne ho davvero fin sopra ai capelli di te! Synétripse!»
Jack non fece in tempo ma creare una barriera e volò all’indietro, schiantandosi contro molti alberi.

«Per te è finita, fratellino.»





P.S. ragazzi forse lunedì o martedì metto il seguito... e vi avviso che tra poco si finisce... =(
Un bacio.
Eleonora

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Capitolo 19
*** Sono tua ***



Ragazzi scusatemi tanto se vi ho fatto aspettare così tanto per poi venire fuori con un capitoletto schifoso ma più di questo proprio non mi veniva -.-"
MANNAGGIA ALL' ISPIRAZIONEEEEEEEE!!!
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«Io non morirò!»
«Oh sì che morirai!»
«Tu dici?»
«Sì, io dico!»
«dioíki̱si̱!»
Helena, colta di sorpresa, non poté difendersi.
I suoi occhi diventarono neri come la pece.
«Lasciami. Subito.»
La sorella eseguì.
«E ora uccidili… a partire da quello a cui tieni di più.»
La prima persona che attaccò fu…
«Padre!» gridò Draco, spuntando da dietro un albero.
«toícho!» disse Malfoy Sr. , tendendo un braccio davanti a sé.
L’incantesimo riuscì ma la barriera scomparve poco dopo: le sue forze si erano già esaurite.
«Sciocco. Voi stupidi maghetti non avete nemmeno una minima percentuale della nostra resistenza! Voi siete deboli!»
Lui la guardò, poi abbassò lo sguardo, chiudendo gli occhi.
«Fa’ di me ciò che vuoi, Helena, ma lascia stare la mia famiglia… e il resto del mondo magico.»
«Doppiamente sciocco. Sai che non manterrò alcuna promessa.»
«Eppure una l’hai mantenuta: quella di amarmi fino alla fine.»
«Helena no!» gridò Hermione, correndo verso Jack.
«Ti prego! Fermala!»
«Mai»
«Nemmeno se mi offro al posto suo?»
Jack parve pensarci per qualche secondo.
«Aspetta, Helena.» disse, interessato.
«In che senso ti offri al posto suo?...»
«Nel senso che mi puoi fare quello che vuoi ma a una condizione.»
«No, Hermione!» gridarono in coro Harry e Draco, spaventati
«Devo…»
«Hermione ti prego fallo per Potter e i Weasley, se proprio devi farlo per qualcuno che non sia io! Lascia perdere! Io… ti prego…»
La ragazza li guardò.
«Tuo padre morirà, Draco.»
«Per me tu sei più importante di lui, Hermione! Sai perché lo sto dicendo!»
«Qual è la condizione?» chiese brusco Jack, prendendola per i polsi.
«Tu… non dovrai più far del male a nessuno. Promettimelo, Jackie. Promettimi che lascerai stare tutto il mondo Magico e quello Babbano.»
Il rosso ghignò.
«Non torcerò loro un capello.»
La mora sospirò.
«Sono tua.»
«Perfetto.»
Con uno schiocco di dita, il ragazzo fece tornare Helena in possesso di sé stessa e si Smaterializzò.
«Hermione» fu l’ultima parola che sentì.

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