For my Kingdom di Nanni92 (/viewuser.php?uid=27233)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
CAPITOLO 1
Molti avrebbero descritto quel
giorno come soleggiato e
pieno di vita, con gli uccelli che cinguettavano quasi a voler
ringraziare per
quella giornata. Molti avrebbero anche detto che era il momento
perfetto per i
più piccoli per andare al fiume per rinfrescarsi e per
giocare. Ciò valeva per
tutti, ma non per Kurosaki Ichigo che stava viaggiando da
più di due giorni
sotto quel sole pesante ristorato solo dalla frescura portata dalla
breve notte.
Cammina lentamente il giovane dai capelli arancioni, schiacciato anche
dal peso
dei pesanti vestiti da cavaliere che portava.
- Dannazione!- imprecò
–barbetta avrebbe dovuto darmi un
cavallo! Che sia dannato!-
- Ichigo che hai da strepitare in
questo modo? Stavo
riposando- a parlare era stato la piccola bambolina a forma di leoncino
che il
giovane aveva messo in una tasca del borsone che si portava dietro.
- Taci stupido! Non sei nella
condizione di poterti
lamentare-
Continuarono quindi in silenzio
lungo il sentiero che portava
da Karakura a Soul Society.
Dopo qualche tempo di silenzio Kon
riprese a parlare
- Ma ripetimi un po’ ,
per quale assurdo motivo stiamo
attraversando questa terra desolata?-
Ichigo si bloccò di
botto, prese l’animaletto impagliato
dalla borsa e se lo portò davanti agli occhi con le
sopracciglia più
corrucciate del solito.
- Idiota! Non hai visto in che
condizioni si ritrova
Karakura?!- urlò il giovane
Kon si fece piccolo piccolo per lo
spavento.
- Ah no giusto….eri
tropo impegnato a infastidire le
ragazze per accorgerti del degrado in cui è caduta Karakura
. Ecco perché
Yoruichi ti ha trasformato in quello che sei oggi!-
Il piccolo animaletto impagliato
iniziò a dimenarsi come
un’anguilla
- CHE SIA DANNATA! Io un piccolo e
dolce ragazzo
trasformato da quella….quella….- non
terminò la frase perché iniziò a
sbavare,
perso in chissà quale ricordo collegato alla maga.
- Che schifo-
disse Ichigo riponendo il leoncino nella borsa e cercando
in tutti i
modi di ripulirsi dalla bava che gli era colata sulla mano.
Camminò ancora per
parecchio tempo finché non vide in
lontananza una casa affiancata da un fiume dalle acque cristalline. A
quella
visione quasi
idilliaca, il giovane si sentì rinato e corse verso il fiume
per rinfrescarsi.
Arrivato sulla riva, si tolse la maglietta e la maglia metallica
nascosta sotto
il vestiario e si buttò nel fiume solo con i pantaloni.
All’improvviso
sentì urlare Kon.
- SUPER PORZIONEEEE!!!-
Ichigo si girò di
scatto e vide Kon lanciarsi in
direzione di una ragazza dai capelli chiari e dagli occhi color
nocciola, con
un seno parecchio prosperoso. Allora il giovane scattò in
direzione di Kon e lo
afferrò al volo prima che potesse far danni.
-
Scusatelo…è un pupazzo…un
po’ prematuro- disse lui
stringendo il volto di Kon.
- N…Non vi preoccupare-
disse a voce bassa la ragazza.
- Qual è il vostro
nome?-
- Orihime Inoue –
- Oh è un piacere
conoscervi. Il mio nome è Kurosaki
Ichigo. Lasci che l’aiuti con questi secchi che porta con se-
e detto ciò prese
dolcemente i due secchi e li riempì nel fiume.
- Dove devo riporli?-
- Venga da questa parte- disse la
giovane con occhi
bassi.
Inoue
l’accompagnò dentro la piccola casa dipinta di
rosa
e gli indicò un piccolo angolo della piccola stanza dove
Ichigo appoggiò i
secchi.
- Se le serve un posto dove stare,
si fermi pure qui-
disse la ragazza senza alzare gli
occhi, rossa in volto.
- Oh…la ringrazio.
Accetto con molto piacere la sua
proposta-
Primo capitolo della storia....spero vi abbia almeno un po'
incuriosito. Ammetto che è la prima fanfiction che scrivo su
Bleach quindi commentate dicendo la vostra opinione anche se non
è proprio positiva. Grazie :D kiss kiss
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
CAPITOLO 2
Ichigo tornò al fiume e
recuperò i suoi abiti. Poi tornò
nella casa di Orihime e iniziò ad osservare la stanza in cui
era entrato anche
per posare i secchi. Era piccola e accogliente. Alla destra della porta
c’era
un focolare con un pentolone in cui, con molta probabilità,
stava cuocendo il
pranzo. Al centro della stanza c’era un tavolo con tre
sgabelli. Non c’era
nulla più a decorare la piccola stanza se non un misero
tavolino legno
dove erano appoggiate le stoviglie. In fondo alla sala c’era
una porta.
- Potete sedervi su uno sgabello
mentre finisco di
preparare la zuppa- dichiarò Inoue interrompendo la
contemplazione della
stanza.
- Se avete bisogno di aiuto non
esitate e chiedermelo-
disse Ichigo gentilmente
- Non vi preoccupate! Sarete
stanco. Quindi riposate
senza problemi- Inoue pronunciò quelle parole mostrando un
sorriso enorme.
Mentre aspettava che la giovane
finisse di preparare il
pranzo, Ichigo si mise ad osservarla. Era alta e snella. I capelli
erano lunghi
sino a metà schiena e avevano un colore simile a quello del
ragazzo. Indossava
un vestito lungo sino ai piedi di colore verde e al di sopra aveva un
grembiule
che in principio doveva essere bianco. Ora aveva un colore che si
avvicinava al
giallo.
La ragazza scompose nuovamente i suoi pensieri
porgendogli una scodella e un
cucchiaio.
- Oh grazie –
Inoue sorrise imbarazzata. Poi
prese un’altra scodella e
si sedette di fronte al giovane.
- Buon appetito – disse
sorridendo la ragazza.
- Inoue il tuo nome è
stupendo! Posso
dormire con te stanotte?-
-KON! Dannazione!- Ichigo diede un
pugno al pupazzo che
rimase stordito per un bel pezzo.
Inoue guardò divertita
la scenetta dei due e iniziò a
mangiare. Ichigo seguì il suo esempio e in breve entrambi
finirono la zuppa.
- Scusate se mi permetto, ma come
mai una giovane ragazza
come lei vive sola in una casa sperduta nel nulla?-
Lei lo guardo e sorrise, ma non
era un sorriso allegro e
solare come quello che gli aveva riservato prima, era un sorriso di
circostanza, uno di quelli che nascondono, neanche troppo bene, tanta
tristezza.
- Fino a sei mesi fa vivevo con
mio fratello. Poi un
giorno alcuni uomini arrivarono e
iniziarono a fare razzia. Mio fratello è morto cercando di
proteggermi-
- Oh mi dispiace- rispose Ichigo
realmente dispiaciuto –e
come mai non avete deciso di trasferirvi più in
città? Li sareste più al
sicuro-
- Non potrei mai lasciare questa
casa. Qui io sono nata e
cresciuta e non potrei mai abbandonare questo luogo. Senza considerare
che,
come avrete notato, non possiedo molti soldi- concluse la ragazza con
uno
sguardo un po’ triste.
Rimasero in silenzio interrotto a
tratti solo da qualche
sospiro tirato da Kon nel sonno.
Dopo qualche lungo minuto,
però, la ragazza decise di
porre al giovane una domanda che le frullava in testa già da
un po’.
- E voi? Cosa ci fate sulla via
verso Soul Society?-
Ichigo la guardò negli
occhi e stavolta fu lei a leggervi
dentro tanta tristezza.
- Sto cercando una persona-
- Una persona?- chiese stupita
Inoue
- Si. Nella mia
patria, Karakura, c’è un grave
periodo di crisi. La siccità ha portato
l’inaridimento dei campi e, per ora,
non vi cresce nulla. Ciò implica mancanza di viveri. Il paese è
crollato in uno stato di follia
che ha contagiato tutto e tutti. Le persone non sanno più
che fare e invece di
aiutarsi a vicenda, tentano di derubare gli altri, non trovando altro
che
miseria. La situazione è al limite- Ichigo si
fermò un attimo puntando lo
sguardo sui suoi piedi. Sospirò e poi riprese il racconto
- So che a Soul Society
c’è una principessa molto
generosa. Sono qui per offrirle i miei servigi in cambio di grano e di
aiuto
per la mia patria-
Inoue lo guardò
affascinata. Apprezzava molto quel
ragazzo appena conosciuto e si rese conto che a vederlo era chiaro come
il sole
che non avrebbe mai fatto del male ad un innocente. Poi però
le venne un nodo
alla gola.
- Non starete mica parlando di
Kuchiki-san, vero?- chiese
Inoue preoccupata
Ichigo la guardò senza
capire.
- Si, è di lei che sto
parlando-
- Allora vi conviene tornare
indietro, Kurosaki-kun. Da
quando alcuni ribelli hanno tentato di prendersi a forza la corona e il
suo
segreto, Kuchiki-san è scappata. Sono sei mesi che lei non
c’è e nessuno sa
dov’è. Da quando è scomparsa anche qui
la gente ha iniziato ad aggredire altra
gente. Tuttavia spero che nessuno la trovi mai. Se la trovassero sono
convinta
che i rivoltosi farebbero del male non solo a lei, ma a tutti noi e la
situazione peggiorerebbe ancora di più-
Ichigo guardò sconvolto
la ragazza che aveva davanti.
- Dannazione!- imprecò
- Su Ichigo! Non vorrai arrenderti
ora!- Kon si era
destato già da parecchio e aveva sentito la seconda parte
della conversazione
stranamente in silenzio.
- No! A Karakura tutti contano su
di me. Io la troverò! E
se servirà ad aiutare la mia gente, la riporterò
al potere!-
- Così ti voglio
Ichigo!- urlò Kon alzando una zampina.
- Inoue, grazie per le
informazioni che mi avete dato.
Ora vi dispiacerebbe se io andassi a letto? Sapete è da un
po’ che non dormo su
un letto comodo e sono stanco- disse il ragazzo stiracchiando un
sorriso.
- Vi accompagno subito- e detto
ciò la giovane lo
accompagnò verso la porta che stava in fondo alla stanza.
Ecco il secondo capitolo....spero di avervi incuriosito ancora un po'
:D
Yoko_kun: Zietta!! per me è un onore ricevere un commento da
parte tua! *occhietti illuminati* L'ambientazione è proprio
quella medievale e spero che ciò non ti dispiaccia....la
verità è che non volevo scrivere un storia
ambientata ai tempi del manga....e così ho scelto il
medioevo :D. Mi auguro che il capitolo ti sia piaciuto e che
continuerai a commentare :D
Mary_nella: Grazie per il commento! anzi grazie perchè mi
sopporti quando ti chiedo com'è il capitolo
ihihih.....vedrai come finirà.....ci vuole solo un po' di
tempo XD
Grazie anche a chi l'ha sta solo leggendo
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
CAPITOLO 3
La stanza dove Inoue lo condusse
era leggermente più
grande della precedente ma, senza dubbio, altrettanto spoglia.
C’erano,
infatti, tre letti e un piccolo mobiletto indi
legno accanto
ad ogni letto. Sulla parete alla destra della porta, c’era
una piccola finestra
da cui entrava la luce.
Ichigo si tolse nuovamente la
maglia metallica e appoggiò
la spada accanto al letto. Poi vi si stese sopra e lì resto
a riflettere sulla
situazione finché il sonno non lo colse.
Il giorno seguente si
alzò di buon’ ora e voltandosi vide
Kon sul suo cuscino che dormiva. Sospirò a quella visione.
Poi si guardò
intorno e vide che anche Inoue dormiva.
“ Sarà
davvero presto, allora” pensò il giovane.
Ichigo non rimase,
però, con le mani in mano. Si alzò dal
letto e, riprese le sue cose, uscì all’aperto.
Fuori vide che c’era della legna
da tagliare. Allora prese la piccola accetta e iniziò a
spaccare la legna.
Voleva a tutti i costi ricambiare il favore che la ragazza gli aveva
fatto.
Inoue si svegliò con il
rumore della legna che cedeva
sotto il colpi costanti di Ichigo. Si ritrovò a fissarlo
dalla finestra. Aveva
una bella muscolatura che si intravedeva fin troppo bene, nonostante il
vestiario nascondesse molto. Ad ogni colpo i muscoli fremevano e le
gocce di
sudore scendevano lungo la fronte del giovane. Inoue scosse la testa
per
eliminare quei pensieri. Uscì quindi fuori, si
sciacquò il volto nel fiume e
poi si diresse verso Ichigo.
- Buongiorno-
Ichigo si fermò di
colpo, si asciugò con un braccio il
sudore e poi ricambiò il saluto.
- Può anche
smettere….ne ha già spaccata così
tanta di
legna…è più che sufficiente- disse
dolcemente la ragazza.
Lui le sorrise debolmente,
posò l’ascia e andò a
rinfrescarsi nel fiume. Dopo si rivestì e si
riavvicinò alla ragazza.
- Vi ringrazio per ciò
che avete fatto per me. Ora, però
devo andare-
- Oh, aspettate-
La ragazza entrò in
casa e ne uscì con un piccolo
fagotto.
- È per voi. Nel caso
aveste fame durante il viaggio-
sorrise dandogli il fagotto.
- Grazie mille. È stato
un piacere cono…- Ichigo non
terminò la frase perché in lontananza
sentì il rumore di cavalli che si
avvicinavano.
- Ma che succede? –
chiese rivolto a nessuno in
particolare.
Più si avvicinavano
più la loro figura diventava distinta
e visibile. Ichigo vide alla guida di quel gruppo un uomo con dei
capelli
bianchi e gli occhi socchiusi che cavalcava un cavallo nero.
- Sono i Rivoltosi!!!-
urlò Orihime.
Non ebbero neanche il tempo di
pensare che i cavalli
raggiunsero la piccola casa di Inoue.
- Tu sei Orihime Inoue, giusto?-
chiese il capogruppo
albino con una voce agghiacciante.
- SiSì,
sono io. Cosa
voletecosa volete da
me?- rispose Inoue, un po’ intimorita.
- Eri amica della principessa,
giusto? Saprai, quindi,
dirmi dove si trova-
- No, non so dove sia ma, se anche
lo avessi saputo, non
ve l’avrei detto!- disse Inoue con una certa foga.
L’uomo scese da cavallo
e si avvicinò ad Inoue, ma subito
Ichigo le si parò davanti con la spada sguainata.
- Non la toccherete capito?!-
- E tu chi saresti?- chiese
l’uomo dai capelli bianchi e
dalla pelle che aveva un colore simile a quello dei capelli. Gli occhi
ancora
socchiusi.
- Il mio nome è
Kurosaki Ichigo! E voi chi siete?-
Ichigo
si stupì di se stesso. Nonostante tutto
non riusciva a lasciare perdere la cavalleria di dare il voi a chi si
trovava
davanti, cosa che invece era riuscita sin troppo bene al suo avversario.
- Io sono Ichimaru Gin e tu oggi
morirai- sorrise in modo
malefico e sguainò la spada. La lotta iniziò.
Gin era veloce e colpiva quasi
sempre il suo bersaglio.
Ichigo riusciva a stento a parare i colpi e in breve tempo si
ritrovò a terra,
pieno di profonde ferite.
- KUROSAKI-KUN!!!- Inoue
cercò di avvicinarsi ma un
ragazzo dai capelli rossi la bloccò.
- Mi dispiace Inoue, ma devi
venire con noi- le sussurrò
in un orecchio affinché nessuno sentisse.
- Che ne sarà di lui?-
chiese lei con lo stesso tono di
voce.
- Fidati di me- rispose il giovane.
Gin intanto si era avvicinato ad
Ichigo, pronto a dargli
il colpo di grazia.
- Capitano non sporchi la sua
spada con un pivello come
lui. Lasci che muoia a causa delle ferite- intervenne subito il rosso.
- Si Abarai, hai ragione.
Lasciamolo pure qui- detto ciò
Gin salì sul suo cavallo.
Il rosso salì sul
cavallo e trascinò anche Inoue e
tornarono indietro lasciando lì Ichigo ferito e agonizzante.
ecco qui il terzo capitolo! Mi scuso per il ritardo ma purtroppo la
scuola ha colpito di nuovo T^T...in ogni caso volevo ringraziare chi
sta seguendo questa FF :)
Yoko_kun: zietta!!! *ricambia l'abbraccio* grazie
per le belle cose che hai scritto! leggere le tue recensioni mi
dà una spinta in più!!! per quanto riguarda i
personaggi...per ora sono IC dopo credo che comunque perderanno un po'
di sè, ma solo perchè sono inquadrati in un
contesto diverso e in situazioni diverse....detto ciò spero
che il capitolo ti sia piaciuto e spero che continuerai a seguire :D
kiss kiss
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 ***
CAPITOLO 4
Aprì lentamente gli
occhi. All’inizio la vista gli si era
appannata, poi lentamente le cose cominciarono ad avere i contorni
sempre più
distinti. Quello che vide appena riuscì ad aprire bene gli
occhi, fu un
soffitto di
legno scuro. Li sbatté più volte, cercando di
ricordare cosa fosse successo.
Tutto gli venne in mente all’improvviso, come se qualcuno si
fosse divertito ad
aprirgli la testa per inserirgli tante immagini tutte insieme. Si
alzò di
scatto. Solo allora senti il dolore e un forte capogiro e allora
tornò a
stendersi.
- Ichigo….finalmente ti
sei svegliato!-
Il ragazzo voltò la
testa in direzione della voce e vide
un Kon decisamente preoccupato. Stava per aprir bocca quando
un’altra voce fece
la sua apparizione nella stanza.
-Non muoverti troppo, stolto! Ti
si riapriranno le
ferite-
Ichigo alzò gli occhi
verso la voce e si ritrovò davanti
una ragazza non troppo alta con i capelli corvini lunghi fin sulle
spalle e due
occhi blu. Non azzurri, ma blu. Blu come l’oceano
più profondo. Ichigo vi si
perse per un attimo. Poi
si ridestò e
continuò a fissarla. Era davvero piccola e indossava un
vestito lilla un po’
troppo grande per lei.
- Dove mi trovo?- chiese
debolmente Ichigo.
- A casa mia ovvio!- rispose lei
avvicinandosi al suo
letto.
- Ma che razza di risposta
è!!- strepitò il ragazzo, ma
un dolore intenso lo prese al petto.
- Ti ho detto di non muoverti
troppo altrimenti ti si
riaprono le ferite e, credimi, ce n’è voluto molto
per farle smettere di
sanguinare- disse lei avvicinandosi al letto di lui con bende pulite.
- Da quanto tempo è che
sto dormendo?- domandò Ichigo.
- Tre giorni da quando Urahara e
Renji ti hanno portato
qui- rispose lei iniziando a togliergli una benda dal braccio sporca di
sangue.
Lui la guardava mentre, con le sue
piccole ma delicate
mani, toglieva la benda.
- Questo brucerà un
po’- lo avvisò lei.
Un po’? In
realtà bruciava parecchio. Era come il fuoco.
Ma non diede a vedere quanto soffriva. Per un attimo il bruciore
passò.
La vide prendere una benda pulita
e con calma iniziò a
fasciargli il braccio. Poi passò alla ferita successiva e a
quella dopo finché
non le disinfettò tutte.
- Ho finito. Potevi anche urlare.
Non avrei mica pensato
che non sei uomo. So quanto fa male- disse lei a lavoro finito.
- Non ce n’è
stato bisogno- sorrise debolmente
- Allora, grand’uomo
–e sottolineò quelle parole- come ti
chiami?-
- Kurosaki Ichigo. E tu, invece,
come ti chiami?- rispose
lui leggermente acido.
- Lei è la Nee-san! Io
la adoro! Le ho dedicato tutta la mia an…- il
piccolo pupazzo fu
bloccato dalla ragazza e scaraventato lontano verso una parete.
- Il mio nome è Rukia-
disse lei come se non fosse
successo nulla.
- Nee-san…..- si
sentì il pupazzo lamentarsi sottovoce.
- E non hai un cognome, Rukia?-
chiese acido Ichigo.
- Sì,
ovvio che abbia un cognome. Ma l’ho
ripudiato fino a quando la mia famiglia non avrà ripreso
l’antico prestigio-
Ichigo la osservò. I
suoi occhi non lasciavano trasparire
nessuna emozione. Erano come ghiaccio.
- Ora vado a preparare il pranzo.
Non muoverti chiaro?
Verrò io a portartelo, va bene?- ma non
attese risposta. Lasciò la stanza e Ichigo rimase a fissare
il soffitto mentre
Kon ripeteva come una tiritera il nome di Nee-san.
Ichigo non seppe quanto tempo
passò prima che Rukia
tornasse, fatto sta che a lui sembrò
un’eternità.
Quando sentì la porta
cigolare voltò leggermente il capo
e vide entrare la ragazza con una ciotola tra le mani. Gli si
avvicinò e poggiò
la scodella sullo sgabello dove prima si era seduta e poi si
voltò verso di
lui.
- Ce la fai ad alzarti?- gli
chiese con voce quasi dolce.
Lui annuì con la testa
e si mise a sedere con l’aiuto di
lei e appoggiò la schiena al muro per stare più
comodo. Lei allora gli porse la
scodella. Lui la prese e, dopo aver ringraziato, iniziò a
mangiare.
Rukia si mise a sedere sullo
sgabello.
- Nee-san!!! Dai da mangiare anche
a meee! – urlò Kon
Rukia lo prese al volo per la
testa.
- Tu hai davvero bisogno di cibo
per vivere? – chiese lei
fissandolo con occhi da bambina.
- Solo se sei tu a darmi da
mangiare!-
Una vena iniziò a
pulsarle sulla fronte.
- Idiota!- urlò lei e
lo poggiò a terra con ben poca
gentilezza. Kon però non si lasciò scoraggiare
dall’ennesimo rifiuto. Salì,
infatti, sul letto di Ichigo e si mise a fissarla.
Rukia lo ignorò
cordialmente.
- Tu non mangi?- chiese Ichigo
quando la piccola scenetta
tra lei e Kon finì
- Mangerò
più tardi. In realtà non ho molta fame.
L’importante è che ora tu mangi qualcosa
altrimenti non ti rimetterai più in
forze-
Lui mangiò avidamente
il suo pasto sotto l’occhio vigile
della ragazza. Finito il pranzo ridiede la scodella alla ragazza che lo
aiutò a
ristendersi e allora lentamente ricadde in un sonno profondo.
Ecco il quarto capitolo...scusate per il ritardo....purtroppo la scuola
mi impegna parecchio T^T....passo ora ai ringraziamenti...
Yoko_kun: No, zietta non preoccuparti!! i tuoi consigni sono ben
accetti!!! *abbraccia la zia in segno di ringraziamento* bhè
che dire? spero solo che il capitolo ti sia piaciuto....ammetto che mi
sono divertita un mondo a scriverlo XD kisses zietta...spero
continuerai a seguire la mia FF :)
Ringrazio anche chi segue questa storia e chi l'ha messa tra i
preferiti....grazie davvero tantissimo :D
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 ***
CAPITOLO 5
Riaprì gli occhi non
sapeva neppure lui quanto tempo
dopo. Sapeva solo
che questa volta ad
attenderlo al risveglio non c’era Rukia, bensì un
uomo dai capelli chiari e un
cappello davvero strano a strisce bianche e verdi. Se non fosse stato
così
pieno di ferite, forse avrebbe urlato a quella visione.
L’uomo infatti era
vicinissimo al suo volto e lo stava quasi esaminando.
- Buongiorno!- urlò
l’uomo.
Ichigo lo guardò torvo.
Ora o quell’uomo era un genio o
un completo idiota.
- Come si sente?!-
urlò l’uomo.
Ok. Era un completo idiota.
- A pezzi, oserei dire. Ma voi chi
siete?- domandò Ichigo
astioso.
- Il mio nome è Kisuke
Urahara. Molto piacere- rispose
togliendosi il cappello.
Ichigo a sentir quel nome si
ricordò subito delle parole
di Rukia. Quell’uomo lo aveva portato lì.
- Oh….voi siete
l’uomo che mi ha portato qui. Vi devo la
mia più totale riconoscenza- disse Ichigo, pensando
che,però, questo nuovo
aspetto dell’uomo non gli faceva cambiare idea su di lui. Lo
considerava ancora
un idiota.
- È stato un piacere
per me. Sa sono un dottore- rivelò
Urahara.
- Oh, fantastico –
A interrompere quella discussione
fu l’ingresso di
qualcuno nella stanza.
- Come sta?- chiese una voce
maschile.
- Meglio. Le ferite si stanno
rimarginando ma ci vorrà
tempo prima che guarisca completamente- rispose Urahara.
Il padrone della voce si
avvicinò e Ichigo sgranò gli
occhi quando vide chi era.
- TU! Tu sei quello che ha portato
via Inoue!- urlò
Ichigo,iniziando subito a tossire per lo sforzo che aveva fatto per
mettersi
quasi a sedere.
Prima che, però, uno
dei due reagisse, Rukia parlò con
voce autoritaria.
- Dovresti essergli riconoscente,
sai? È Renji che ti ha
salvato dalle grinfie di Ichimaru ed è sempre Renji che ha
chiamato Urahara e
ancora una volta è Renji che ti ha portato qui-
Ichigo rimase paralizzato. Solo in
quel momento si
accorse che Renji indossava la divisa dell’esercito.
- Sei dell’esercito?-
chiese senza più ombra di rabbia.
- Sì, purtroppo. Una
volta che Aizen si è preso tutto
qui, a coloro che già erano nell’esercito
è stato proibito lasciarlo- rispose
Renji voltandosi in
direzione di Rukia.
Lei lo guardò seria con
quei suoi occhi glaciali che non
lasciavano intendere nulla del suo pensiero.
Ichigo li guardò non
comprendendo a fondo l’intera
questione, ma prima che potesse dire qualcosa Urahara parlò.
- Allora, per ora dovete restare
fermo senza fare pazzia
per almeno un paio di mesi-
- Un paio di mesi? Io non posso
starmene qui senza far
nulla! Devo trovare la principessa Kuchiki!!-
Tutti si voltarono verso il
giovane con occhi leggermente
spaventati, ma lui era troppo preso dalla disperazione per rendersene
conto.
- A Karakura tutti si aspettano
che io trovi la
principessa il prima possibile! C’è
siccità! Non c’è da mangiare! Io la
devo
trovare…o….o…o moriranno tutti!-
concluse scendendo piano piano di tono.
- Stolto! Se tu ora andassi a
cercare la principessa
moriresti e, a quel punto, non ci sarebbe nessuno che salverebbe
Karakura e
tutti morirebbero comunque. Se tu invece ti riposi e ti rimetti in
forze
riuscirai a trovarla e allora sarai considerato un eroe- gli disse
Rukia quasi
urlando.
- Kurosaki non usare gli altri
come scusa per morire-
disse pacato Urahara.
Ichigo li guardò per un
attimo riflettendo bene sulle
loro parole. Poi annuì con il capo e si ristese.
- Bene, ora noi andiamo. Ci
vediamo tra un paio di giorni
per il controllo- disse allegramente Urahara avvicinandosi alla porta.
Renji
seguì il suo esempio dopo aver scambiato, a bassa voce,
un’ultima parola con
Rukia.
Salve! scusate il ritardo....purtroppo la scuola mi sta prendendo
parecchio....e si....ammetto che questo capitolo non è
lunghissimo, ma vi assicuro che il prossimo sarà
più lungo :D detto questo ringrazio ancora chi segue la
storia :D
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Capitolo 6 *** Capitolo 6 ***
CAPITOLO 6
I giorni trascorsero lenti e
monotoni, ma dopo due
settimane Ichigo poté mettersi a sedere senza
l’aiuto di nessuno e,
soprattutto, senza sentire dolori ovunque. Avendo raggiunto questo
enorme
traguardò, poté finalmente vedere la stanza dove
stava. Era un po’ più grande
di quella di Inoue ma c’erano solo due letti. Ai piedi di
quello in cui dormiva
Rukia c’era un baule ma Ichigo non l’aveva mai
visto aperto, quindi non
aveva idea di cosa ci fosse dentro.
Sulla parete alla destra del ragazzo c’era una
finestra da cui Ichigo
poteva vedere il mondo che stava fuori da quelle quattro mura.
- Buongiorno, Ichigo –
Il giovane si girò di
scatto e vide Rukia con un
bicchiere. Glielo porse e ne bevve il contenuto. Era latte.
- Rukia, da dove arriva questo
latte?- chiese lui.
- Possiedo tre caprette- rispose
lei.
La ragazza riprese poi il
bicchiere e stava tornando
indietro, quando Ichigo le parlò di nuovo.
- Rukia…mi
racconteresti un po’ di questo paese? E…dei
motivi che hanno spinto la principessa Kuchiki ad andar via? Sempre se
non ti
dispiace ovvio!-
Lei si voltò verso di
lui e annuì. Poi uscì dalla stanza
lasciando perplesso Ichigo. Tornò pochi attimi dopo senza il
bicchiere. Ichigo
sorrise. Lei prese lo sgabello e si sedette accanto al giovane - Allora….da dove devo
cominciare?-
chiese più a se stessa che a Ichigo – La Soul
Society è un vasto paese che può
essere diviso in due porzioni: Seireitei e Rukongai. Il Rukongai
è a sua volta
diviso in 320 distretti. Lì vivono i contadini e i
commercianti. Nel Seireitei
vive invece la famiglia reale e l’esercito. Essendo questo
paese molto grande,
l’esercito è diviso in 13 sottogruppi, comandati
da altrettanti capitani-
Ichigo seguiva con attenzione tutto ciò che la ragazza aveva
da dirgli.
- Purtroppo, però, sei
mesi fa tre capitani hanno fatto
un’azione contro la famiglia reale e l’esercito non
ha potuto nulla contro di
loro e la loro armata- la tristezza era così visibile negli
occhi di Rukia che
Ichigo quasi si pentì di averle chiesto spiegazioni.
- La principessa è
riuscita a scappare, mentre il
principe suo fratello è stato fatto prigioniero. Ecco
perché l’esercito non può
far altro che ubbidire ai loro ordini-
- Ma perché hanno
deciso di rivoltarsi contro la corona?-
chiese sempre più curioso Ichigo.
Lei rimase immobile a guardare
fuori dalla finestra. Poi
si girò verso di lui e lo guardò negli occhi.
- Cercavano qualcosa, ovvio. Ma
non chiedermi cosa-
rispose lei.
Rimasero in silenzio per un
po’. Poi il ragazzo ruppe il
silenzio.
- Rukia, secondo te Inoue sta
bene?-
- Se sa qualcosa sulla
principessa….allora vedrai che non
le faranno nulla…l’avranno
messa…nelle…segrete- Rukia pronunciava ogni
parola
sempre con maggior lentezza e difficoltà, come se fossero
pesanti e dolorose da
pronunciare.
Di nuovo calò il
silenzio. Questa volta era davvero
pensante quasi insostenibile. Poi all’improvviso Rukia
parlò.
- Ichigo…va’
via da qui-
- Ma che dici?! Io non posso andar
via. Io devo trovare
la Principess..-
- Lo so cosa devi fare Ichigo!
– gli disse lei
interrompendolo – ma troveresti altri che possono aiutarti.
La soul Society
sembra un posto stupendo, ma in realtà non
c’è nulla di bello qui. Va via
Ichigo. È meglio per te-
- Non posso andarmene! Devo
aiutare Inoue! Lei mi ha
aiutato ed è finita in galera perché io non sono
stato in grado di aiutarla!
Non me ne andrò lasciandola nei guai!- rispose lui quasi
urlando.
Rukia lo guardò
intensamente, si alzò e uscì dalla stanza
senza più emettere un suono.
Ichigo restò allibito e
rimase a fissare la porta.
- Ma cavolo Ichigo! Non si urla
davanti ad una signora! E
se poi è la Nee-san! Se solo avessi le mie sembianze te la
farei vedere!-
- Sta zitto Kon- lo
rimbeccò Ichigo, poggiando la testa
al muro. Rimase in quella posizione a pensare all’accaduto.
Rukia non si rivide
se non all’ora di cena, quando portò al ragazzo
una ciotola di zuppa fumante.
Non dissero una parola. Lui mangiò in silenzio mentre lei
sedeva sullo
sgabello. Quando Ichigo finì di mangiare le porse la ciotola
e poi le parlò
- Mi dispiace per oggi-
- Non importa-
Detto ciò Rukia si
alzò e andò via. Ichigo sarebbe
rimasto sveglio ad aspettarla se il sonno non avesse preso il
sopravvento su di
lui.
Da quella discussione erano
passati cinque giorni e né
lei né lui ne parlarono più. In quei cinque
giorni Urahara tornò a visitare
Ichigo e appurò che era in via di guarigione ma che ci
sarebbe voluto tanto
tempo.
In ogni caso, però, il
giovane riuscì anche a mettersi in
piedi e a muovere qualche passo nella stanza.
La prima volta che lo fece, poche
ore dopo che Urahara gli
aveva raccomandato di non muoversi, ricevette una bella sgridata da
Rukia e fu
costretto a tornare a letto. Ma in breve tempo Ichigo era capace di
camminare
per brevi tratti da solo anche se lo faceva con non poco sforzo. Dopo
la
faticaccia, Rukia arrivava con una tinozza piena d’acqua e
con una pezzuola
bagnata gli lavava il corpo dalla vita in su. Ormai non c’era
angolo di quella
schiena che lei non conoscesse. All’inizio Ichigo si sentiva
in imbarazzo a
mostrare parte del suo corpo alla ragazza, ma col tempo divenne quasi
un rito e
lo aspettava con ansia. Era arrivato al punto di sperare che tutto
quello non
finisse mai, che le sue ferite non si sanassero mai e che quindi
sarebbe
rimasto sempre con lei, ma era ovvio che non sarebbe finita
così e sapeva anche
che prima o poi sarebbe dovuto ripartire e la cosa lo faceva soffrire
come mai
prima di allora.
Scusate per l'enorme ritardo con cui posto questo capitolo! *chiede
perdono*.....Spero che, però, vi sia piaciuto e
che continuerete a leggere questa FF :D kisses
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Capitolo 7 *** Capitolo 7 ***
CAPITOLO 7
Le settimane trascorsero
velocemente e, dopo un mese e
mezzo, Ichigo riusciva a muoversi abbastanza da poter lasciare il
letto. Per la
prima volta poté muoversi liberamente per casa.
Entrò finalmente in quella
stanza da cui arrivava sempre Rukia con questa o quella cosa da
mangiare. Era
una stanza piccola ma accogliente con solo un focolare, un piccolo
ripiano in
legno e un rudimentale tavolo. Riuscì anche ad uscire
all’aperto. La casetta si
trovava in un piccolo spiazzo in mezzo al bosco affiancata da un
piccolo
granaio, leggermente isolata dal resto del paese che si vedeva in
lontananza.
Trascorsero quindi i loro giorni insieme scherzando e affrontando i
piccoli
problemi quotidiani.
Anche se col tempo Ichigo poteva
nuovamente lavarsi da
solo, non perse l’abitudine di farsi lavare la schiena da
Rukia. Lei era molto
attenta. Prendeva l’acqua al pozzo vicino casa e poi
lentamente ripuliva ogni
ferita di Ichigo che ormai erano sulla strada per diventare cicatrici
indelebili. Lei lo chiamava con calma e lui si toglieva la maglietta.
Un giorno
decisero di spostarsi all’aperto visto che la giornata era
soleggiata. Lei
iniziò a bagnargli la schiena quando lui prese un
po’ d’acqua dalla tinozza e
la buttò sulla testa di lei. Se ne pentì
amaramente. Rukia, indignata ma
sorridente, prese l’intera tinozza e gliela
scaraventò in testa. Iniziò a
ridere come mai l’aveva sentita. Il ragazzo sorrise a sua
volta e si mise a
rincorrere lei che già era scappata lontano. Corsero
l’uno dietro l’altra
sorridendo, ma Ichigo era più veloce e riuscì
quindi ad afferrarla senza
problemi . Purtroppo però mise il piede in fallo e cadde
portandosi lei
dietro. Cascò
rovinosamente con la
schiena a terra tenendo lei sopra di sé per non ferirla. In
quel modo era
facile vedersi negli occhi. A Ichigo non sfuggì un leggero
rossore che colorò
le guance di lei, ma sentì anche il suo cuore battere
all’impazzata. Rimasero
fermi così per qualche minuto, uno perso negli occhi
dell’altro. Poi lei
distolse lo sguardo interrompendo quel contatto e si scostò
dal ragazzo. Andò
al pozzo e riempì il secchio d’acqua e
ricominciò a lavare in silenzio la
schiena di lui. Nessuno parlò e a lavoro finito rientrarono
silenziosamente in
casa. Ichigo andò in camera per cambiarsi. Lì
trovo un Kon decisamente strano.
- Come hai osato bagnare in quel
modo la MIA Nee-san?-
chiese il pupazzo adirato.
- Ma dai, non ti arrabbiare.
Stavamo solo giocando-
rispose lui.
- Te ne stai innamorando, eh?-
disse malizioso il
pupazzo.
Il ragazzo stava per rispondere ma
fu interrotto da un
rumore sordo proveniente dall’altra stanza.
Ichigo entrò e vide
Renji piegato in due, sfinito dalla
corsa e una Rukia alquanto preoccupata.
- Che succede Renji?- chiese lei
- Ti…Ti
hanno….ti hanno trovata Rukia!- rispose a fatica
il rosso – devi scappare o non oso pensare a cosa potresti
andare incontro!-
- Rukia, ma di cosa sta parlando?-
domandò spaesato
Ichigo.
Lei lo ignorò e si
avvicinò a Renji.
- Di che stai parlando?-
- Aizen ha scoperto dove ti
nascondi e ha mandato Gin a
prenderti. Partiranno fra poco. Devi scappare!-
- Non posso
scappare…Ichigo non è nelle condizioni
migliori per scappare e poi sono stufa di fuggire. Le cose non
cambieranno se
me ne resto qua!-
- Rukia ma sei impazzita!-
- Renji grazie per il tuo aiuto,
ma ora è meglio che tu
vada via. L’unico favore che ti chiedo è di
tornare dopo che se ne sono andati
e di controllare nel granaio, chiaro?- chiese lei dolce.
- Rukia, sei sicura di quello che
dici?- domandò
preoccupato
Lei annuì e lui se ne
andò.
- Rukia mi dici che sta
succedendo?- urlò Ichigo nervoso.
Lei lo guardò triste.
- Ichigo ascolta. Io sono Kuchiki
Rukia, principessa di
Soul Society. Loro stanno venendo per me e tu non puoi farti male di
nuovo a
causa mia. Vieni con me- detto questo gli prese una mano e lo
trascinò fuori.
Poi si ricordò del pupazzo.
- Kon verresti qui?-
Il pupazzo corse verso di lei.
- Dimmi Nee-san!-
- Ho una missione per te.
Controlla che Ichigo non si
muova da dove lo lascio, capito?-
Il leoncino fece il saluto
militare e seguì Rukia che
tirava un Ichigo spiazziato.
Lo portò nel granaio e
lo nascose contro la volontà di
lui.
- Ascoltami Ichigo. Mi dispiace
averti mentito ma ora
devi ascoltarmi. Devi restare nascosto finché non
giungerà Renji, chiaro?-
- Rukia ma no…-
- Stolto! Non muoverti e non
seguirmi. Non te lo
perdonerei mai!- disse lei con gli occhi lucidi.
Lui la guardò sconvolto.
- Addio Ichigo. E va via da qui-
concluse lei prima di
andar via.
Salve a tutti!! scusate per l'enorme ritardo con cui
aggiorno....purtroppo la scuola mi sta tenendo impegnata.....
Ringrazio col cuore bia7 per aver commentato e ringrazio tutti quelli
che stanno seguendo questa ff.....grazie mille ^_^
Spero che il capitolo vi piaccia ^_^
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Capitolo 8 *** Capitolo 8 ***
CAPITOLO 8
La ragazza uscì dal
granaio. Si stava avvicinando alla
casa, quando sentì il rumore di cavalli che avanzavano. Pochi secondi dopo un
gruppo di cavalieri,
capitanati da Ichimaru Gin, giunse.
- Kuchiki Rukia, finalmente vi
abbiamo trovato!-
- Oh, Ichimaru Gin, meraviglioso
rivedervi!- disse lei
sarcastica
Sorrise maligno il bianco e diede
l’ordine di perquisire
la casa. I cavalieri entrarono di prepotenza.
Tra loro c’era anche
Renji. Il suo sguardo rivelava tutta
l’ansia che provava in quel momento. Volse uno sguardo veloce
a Rukia e poi
entrò anche lui in casa.
Lei lo vide allontanarsi e poi
pose il suo sguardo sul
capitano. Nessuno pronunciò una sola sillaba, ma quando i
loro occhi si
incrociavano si potevano percepire le scintille di un antico fuoco. A
far da
colonna sonora allo scontro dei loro occhi c’era il rovistare
veloce dei
soldati. Le stoviglie si ruppero a terra con rumori sordi, come se
stessero
gridando disperate. Si sentì lo schianto del legno e il
rumore di metallo del
pentolone che si spaccava a terra. Alla fine i soldati lasciarono la
casa e
tornarono dal loro capitano.
- Non c’è
niente di importante. Solo un baule con degli
abiti-
- Bene.
Allora
possiamo andarcene- disse Gin senza mai scendere dal cavallo
–Non dimenticatevi
di prendere la principessa –
Rukia venne presa di peso da un
soldato e messa sul
cavallo del capitano, ma dalle sue labbra non uscì un solo
suono di protesta.
I soldati lasciarono la casa e
lì calò il silenzio.
Ichigo era ancora nel granaio,
immobile. Non era riuscito
a fare nulla. Aveva deciso di non ascoltare le parole di Rukia ed era
pronto ad
uscire allo scoperto. Poi, però, si era reso conto di non
avere la spada con
se. Non era un gran problema, secondo lui. Cosa lo bloccò?
Un nome: Ichimaru
Gin. Quell’uomo lo aveva fatto a brandelli quando stava bene,
figurarsi ora che
aveva ancora qualche ferita che gli doleva. Rimase lì a
tremare per la rabbia e
per quel senso di impotenza che sentiva dentro.
Tese le orecchie cercando di
capire se i soldati erano
andati veramente via. Nonostante il silenzio gli riempisse le orecchie,
non
uscì dal granaio. Aspettò pazientemente
l’arrivo di Renji.
Non seppe dire con precisione
quanto tempo passò prima
che qualcuno aprisse la porta. Era così perso nei suoi
pensieri che, in realtà,
quasi non si accorse dell’arrivo del rosso.
- Ichigo - lo chiamò il
ragazzo.
Lui si girò e Renji
scorse una sola lenta lacrima rigare
il viso contratto e afflitto del ragazzo.
- Sono un buono a nulla. Non sono
stato capace di
aiutarla. Sono stato solo un codardo. Non mi sono mai meritato tutte le
attenzioni che Rukia aveva verso di me-
- Non avresti comunque potuto
niente. Gin è troppo forte
e tu non avevi neanche la spada. Sono riuscito a recuperarla quasi per
miracolo
visto che l’avevi lasciata in casa. E poi se ti avesse visto
combattere e
cadere di nuovo ferito, Rukia sarebbe morta di crepacuore….e
di dispiacere-
- Dispiacere?-
- Già. Si è
affezionata a te e se ti avesse visto coperto
di ferite a causa sua..- Renji lasciò in sospeso la frase.
Ichigo uscì finalmente
dal granaio, prendendo anche Kon
che, nel frattempo, era caduto in un coma profondo dovuto alla
depressione. Si,
avete capito bene. Kon era depresso. In fondo aveva perso la sua
Nee-san.
- Renji esiste un modo per salvare
Rukia?- chiese Ichigo
- Si, certo che esiste-
La risposta arrivò
chiara e cristallina dalle spalle di
Renji. Sia lui che Ichigo volsero lo sguardo verso la voce. Urahara
Kisuke
stava di fronte ai due giovani. Ichigo sgranò gli occhi a
quella vista e,
buttato a terra Kon e sorpassato Renji, si avvicinò allo
strano tizio che aveva
davanti.
- Cosa devo fare?-
- Allenarvi. Vi aiuterò
io. In dieci giorni sarete in
grado di entrare a Soul Society senza timori-
-Si. Lo farò!
Riuscirò a salvare Rukia. Fosse l’ultima
cosa che faccio!-
- Bene. Per ora riposatevi. Domani
inizieremo
l’allenamento-
Renji intanto si era avvicinato al
suo cavallo. Aveva
preso un fodero nero e lo aveva portato ad Ichigo.
- Tieni, questa è tua-
disse il rosso.
- Grazie Renji. Sei un amico-
affermò convinto Ichigo,
stringendo con forza la spada che aveva tra le mani.
- Kurosaki domani mattina
sarò qui con ciò che serve e
con qualcosa da mangiare. A domani quindi- disse Urahara prima di
voltarsi e
tornare da dove era venuto.
- In bocca al lupo, Ichigo. Io
torno a palazzo, prima che
si accorgano che non ci sono- dichiarò
Renji salendo sul suo cavallo nero e riprendendo la strada per quella
che, per
il rosso, una volta era stata definita casa.
Ichigo restò un attimo
a guardare i due che andavano via.
Poi si voltò, prese Kon da terra e rientrò in
quella casa straziata dai
soldati. L’unico pensiero fisso che aveva era Rukia. Lui
l’avrebbe salvata. Ad
ogni costo.
Rieccomi qui....scusate per l'enorme ritardo con cui
aggiorno....*chiede perdono in ginocchio*; purtroppo in questi giorni
non sono stata a casa :(
Bhè spero che il capitolo vi sia piaciuto e che
continuerete a seguire questa FF ^_^ kisses
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Capitolo 9 *** Capitolo 9 ***
CAPITOLO 9
Ichigo aprì piano gli
occhi. Si era appena svegliato eppure
era stanco. La nottata, infatti, non era stata per nulla tranquilla.
Non era
riuscito a dormire in modo continuo e quando dormiva sognava che cose
orribili
accadevano a Rukia. Si passò una mano sul volto sudato.
- Ichigo…sei sveglio?-
- Si Kon -
- Ce la farai a salvare la mia
Nee-san, vero?- chiese
timoroso il pupazzo.
Ichigo rimase qualche secondo in
silenzio a fissare il
soffitto. Poi si mise a sedere e parlò con voce ferma e
sicura.
- Si. Ce la farò a
qualsiasi costo!-
Kon non disse più
nulla. Rimase seduto sul freddo
pavimento. Ichigo si guardò intorno. La stanza era
sottosopra. Il letto dove
aveva passato quasi due mesi della sua esistenza era stato distrutto
senza
pietà. Ora infatti lui stava nel letto che una volta aveva
accolto l’esile
corpo di lei. Ichigo sospirò. Aveva ancora il suo odore. Sia
alzò di scatto per
scacciare quel pensiero. Si rivestì in tutta calma, prese la
sua spada e poi
uscì all’aperto.
Era da poco sorto il sole e nello
spiazzo intorno alla
casa regnava un silenzio surreale. Tutto, però,
durò poco. Ichigo scorse, poco
dopo, la figura di Urahara seguito da un gruppetto di persone. La cosa
non
piacque per niente al ragazzo.
Urahara aveva al suo seguito due
bambini, un maschio dai
capelli rosso fuoco e una femmina dai capelli scuri legati in due code
alte.
Dietro di loro c’era un signore dalla pelle scura e davvero
alto. Aveva un paio
di baffi scuri e aveva i capelli neri legate in tante treccine. Portava
anche
un paio di occhiali.
Dietro di loro c’erano
altre due figure. Quando Ichigo
riuscì a vedere bene chi fossero, sgranò gli
occhi.
- Chad, Ishida –
Si presentarono davanti a Ichigo
due ragazzi della sua
età. Uno era alto e muscoloso. Pelle scura e capelli
castani. Lui era Sado
Yasutora, detto Chad e vecchio amico di Ichigo. L’altro
ragazzo era invece
esile e dai capelli scuri. Indossava uno strano vestito bianco e
portava gli
occhiali. Lui era Uryu Ishida.
- Cosa ci fate voi qui?- chiese
Ichigo con un senso di
gioia ad alleggerirgli il cuore.
- Mi sembra ovvio! Il tipo qui con
quel cappello così
appariscente ci ha detto che avevi bisogno di aiuto. E noi siamo corsi
da te-
rispose Ishida aggiustandosi gli occhiali.
Ichigo sorrise contento di riavere
i suoi amici con lui.
- Bando alle ciance, Signori!
L’allenamento deve iniziare
subito!- urlò Urahara.
- Ma siamo sicuri di farcela in
tempo? E se dovessero
ucc…- Ichigo non riuscì a completare la frase.
Quella prospettiva era
agghiacciante e terribile per lui.
- Non vi preoccupate Kurosaki.
Hanno detto che per un
mese lasceranno in vita la principessa, per lasciarle il tempo di
riflettere.
Dopo questo tempo se non avranno ciò che vogliono,
passeranno alle maniere
forti- rispose Urahara a quella domanda mai posta – E
ora…iniziamo!-
Il biondo chiamò la
ragazzina che si portava dietro. Lei
gli porse un fodero e poi andò indietro accanto ai suoi
compagni. Urahara
sfoderò la sua spada. Era lunga e aveva la punta acuminata.
Il manico era
ricurvo e terminava con un piccolo ciuffo rosso.
- Lei, è Benihime-
disse soddisfatto l’uomo- sfoderate la
vostra di spada, Kurosaki-
Ichigo eseguì
l’ordine. Alla luce del sole brillò una
spada nera con una svastica che faceva da guardia.
- Questa, invece, è
Zangetsu-
- Bene, ora si lotta, signor
Kurosaki!-
Urahara non terminò
neanche di dire questa frase che già
era all’attacco. Colpiva e ricolpiva Ichigo senza dar modo al
giovane di
contrattaccare. Alla prima occasione Urahara lo colpì e
Ichigo cadde a terra
ansimante.
- Non ci siamo signor Kurosaki-
Il cortile non aveva mai visto
tanto movimento. Mentre Urahara
allenava Ichigo, i suoi compagni davano del filo da torcere a Chad e a
Ishida.
Continuarono per ore e ora
finché furono troppo stanchi per
continuare. Mangiarono qualcosa e poi ricominciarono gli scontri.
- Per oggi basta così-
decretò Urahara, dopo ore di lotta.
- Toglietemi…una
curiosità… ma perché avete
rintracciato
i miei amici?- chiese Ichigo respirando a pieni polmoni.
-Loro vi saranno d’aiuto
quando avrete modo di entrare a
Soul Society- rispose Urahara.
Ichigo annuì.
- Bene! Per oggi abbiamo finito!
Torneremo domani! Eccovi
qualcosa da mangiare- disse il biondo porgendo un piccolo fagotto ad
Ichigo.
- Grazie-
Il ragazzo rimase fuori fino a
quando non vide sparire i
suoi compagni. Poi entrò dentro e si sedette sul letto.
Aprì il fagotto e
iniziò a mangiare il contenuto.
- È stato faticoso eh?-
chiese Kon.
- Si…ma
arriverò sino alla fine!-
- Non darti arie da figo!
– urlò il peluche.
Ichigo appoggiò il
fagotto sullo sgabello semi distrutto
e prese il pupazzo per la testa.
- Senti idiota io non mi do delle
arie!-
Kon iniziò a
contorcersi per liberarsi, senza aver però
successo.
- Si invece! Solo
perché sei innamorato della mia Nee-san
non è detto che lei sceglierà te chiaro? Lei ama
me!!- disse Kon quasi
piangendo.
- Io non ne sono innamorato!-
urlò il ragazzo.
- Sì, certo. E io non
sono un pupazzo!-
- Sta zitto!-
Ichigo lasciò andare il
pupazzo che cadde a terra. Non
volle ascoltare una sola altra parola di quello che aveva da dirgli. Si
mise a
letto e cercò in tutti i modi di dormire. Non ci
riuscì. Si mise, allora, a
riflettere su ciò che aveva detto Kon. Passò
così tutta la notte. Infine,
quando ormai il sole era già alto, Ichigo arrivò
ad una conclusione.
- Scusami Kon. Hai ragione. Me ne
sono innamorato-
Il pupazzo non rispose, ma sorrise
senza esser visto dal
ragazzo.
Salve!! scusate per il ritardo ma, purtroppo la scuola mi sta tenendo
troppo impegnata T^T
Vorrei ringraziare chi continua a seguire questa FF anche se aggiorno
con molto ritardo....GRAZIE davvero!!
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, nonostante il ritardo ^_^ by
Nanni92
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Capitolo 10 *** Capitolo 10 ***
CAPITOLO
10
Quando Ichigo uscì
all’aria aperta c’erano già Urahara e
i suoi compagni ad attenderlo. Kon si affacciò dalla
finestra per godersi lo
spettacolo.
- Buongiorno Kurosaki! Riposato
bene?- urlò il biondo
alzando una mano.
- Più o meno- rispose
Ichigo grattandosi la testa.
- Mi dispiace. In ogni caso
dobbiamo iniziare- disse
serio Urahara.
Ichigo fece di si con la testa e
subito sfoderò Zangetsu.
Urahara lo guardò con un sorrisetto e sfoderò
Benihime. La lotta iniziò.
Urahara attaccò Ichigo
con forza e il ragazzo riuscì a
parare solo qualche colpo per poi cadere rovinosamente al suolo.
Continuarono
così per parecchie ore, finché il biondo non si
stufò di quella situazione. Si
fermò di botto e guardò Ichigo negli occhi.
- Quando
schivi, ho paura di venire
tagliato...Quando attacchi, ho paura di tagliare qualcuno...Quando
cerchi di
proteggere qualcuno, ho paura di lasciarli morire... SI, LA TUA SPADA
MI PARLA
SOLO DI UN ASSURDA PAURA! NON E' COSI'! NELLO SCONTRO NON SERVE LA
PAURA! NULLA
PUO' NASCERE DA QUELLA! SE SCHIVI NON VERRAI TAGLIATO!
SE PROTEGGI QUALCUNO NON MORIRANNO! SE
ATTACCHI LI TAGLIERO'!! –
Ichigo sgranò gli occhi
a quelle parole, ma dovette
riprendersi in fretta perché Urahara aveva ricominciato
l’attacco. Il ragazzo
allora strinse più forte l’elsa e rispose, per la
prima volta, all’attacco del
biondo. Sentì la rabbia crescere dentro di se e
continuò ad attaccare Urahara
con colpi sempre più forti e precisi. Alla fine gli
tagliò anche il cappello.
Kon, che era ancora seduto sul
davanzale, spalancò la
bocca oltre l’inverosimile.
- Molto bene Kurosaki! Direi che
per oggi può bastare-
disse Urahara sorridendo. I giorni che seguirono furono duri per tutti.
Furono,
infatti, pieni di dure sessioni d’allenamento.
-Ecco la sua stanza, Principessa-
Rukia si voltò verso il
soldato che l’aveva accompagnata
nella stanza nella torre del castello e lo ringraziò con un
cenno del capo. La
stanza era abbastanza grande. Aveva un letto pieno di lenzuola e
c’era un
piccolo mobile con un grande specchio. Su di esso c’erano
alcuni oggetti per la
cura personale e per i capelli. Inoltre in fondo alla stanza
c’era una finestra
che affacciava su tutto il Seireitei. Sospirò e si sedette
sul piccolo sgabello
che stava davanti al grande mobile con lo specchio.
L’immagine che vi vide
riflessa mostrava chiari segni di stanchezza e lo sguardo che quella
figura le
riservava era molto triste.
All’improvviso qualcuno
aprì la porta di legno. Era un
soldato e portava con se una ragazza dai capelli chiari. Il militare la
gettò
nella stanza e se ne andò.
- Orihime!- Rukia corse verso la
ragazza che era caduta
sul pavimento per l’eccessiva spinta.
- Kuchiki-san! Sono riusciti a
prendervi- disse triste la
ragazza.
Rukia abbassò lo
sguardo per un attimo poi parlò a
Orihime.
- Mi dispiace che tu abbia dovuto
affrontare tanti
problemi a causa mia, ma ti prometto che finché
sarò in vita non ne passerai
altri!- annunciò con voce ferma la principessa.
- Non preoccupatevi per me.
Piuttosto ora che ne sarà del
paese? –
- Non so bene cosa abbia in mente
Aizen, ma io non gli
permetterò di distruggere la Soul Society!-
- E del principe cosa ne hanno
fatto?- chiese preoccupata
Inoue.
Rukia si ritrovò a
sospirare di nuovo.
- Lui per ora è
prigioniero in un’altra ala del castello
e si rifiuta di stare ai loro ordini. Ma l’importante
è che stia bene, no?-
sorrise nel dire queste parole.
- E Kuchiki-san…che ne
sarà di voi?- domandò angosciata
Inoue
La principessa fece un sorriso
triste.
- Se non avranno ciò
che vogliono entro un mese….sarò
giustiziata-
I dieci giorni passarono in fretta
e ormai era tempo di
partire. Ichigo, Ishida, Chad e Kon si prepararono di buon mattino e si
misero
in viaggio verso la Soul Society.
Camminarono un giorno intero e arrivarono verso sera. Col favore della notte
riuscirono ad
insediarsi nel boschetto che circondava il Rukongai e lì si
accamparono.
Accesero un fuoco e mangiarono qualcosa. Dopo la cena sentirono
qualcosa che si
muoveva nella foresta. Si misero sull’attenti e aspettarono.
Dalle fronde uscì
un cespuglio di capelli rossi.
- Renji!-
disse
Ichigo rinfoderando la spada – che diavolo ci fai qui?-
- Urahara mi ha detto che eri
intenzionato a salvare
Rukia. Sono qui per aiutarti- rispose il rosso con un sorriso triste.
- Ma tu sei
dell’esercito! Se fai qualcosa ti uccidono-
- Non preoccuparti. Non
prenderò parte direttamente al
salvataggio. Cercherò di avvisare quanti più
posso della vostra intrusione e
dirò di lasciarvi passare in qualche modo. Ciò
non significa che non dovrete
lottare-
Ichigo annuì col capo.
- Come si entra nel Seireitei?-
chiese Ishida
aggiustandosi gli occhiali.
- Intorno al Seireitei ci sono
delle mura parecchio
spesse. In quattro punti, corrispondenti ai quattro punti cardinali, ci
sono
delle porte. Ad ogni porta c’è un guardiano.
Vincete contro uno di loro e siete
praticamente dentro- disse Renji
Ecco il nuovo capitolo. Chiedo immensamente scusa per il ritardo ma non
mi è stato possibile aggiornare prima ^_^ spero sia stato di
vostro gradimento ^_^
Un grazie mille a Sherry per aver commentato il capitolo precedente ^_^
Grazie per i complimenti. Mi hai reso felice come una Pasqua ahaha :)
spero che questo capitolo ti sia piaciuto e che continuerai a leggere
questa storia ^_^
|
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Capitolo 11 *** Capitolo 11 ***
CAPITOLO
11
Stettero con Renji per un
po’, poi decisero che avrebbero
attaccato all’alba e il rosso li lasciò da soli.
Ichigo dormì poco e
male e con Kon affianco che durante
il sonno pronunciava senza sosta il nome di Nee-san.
Gli mancava un sacco quella piccoletta. In
quei due mesi di vita quotidiana aveva imparato molto di lei e
viceversa.
Ichigo si ricordò anche che un giorno gli aveva parlato
della sua famiglia e di
come sua madre fosse morta per proteggerlo. Lei rimase ad ascoltare e
alla fine
disse che sapeva come si sentiva, perché anche lei aveva
provato il suo stesso
dolore. Non aggiunsero altro ma entrambi sapevano che al momento giusto
si
sarebbero raccontati tutto. Sospirò e si mise a sedere.
L’alba era vicina. Si
girò e vide che Ishida e Chad erano già svegli.
- Andiamo, Ichigo?- chiese Chad.
- Si, è ora di andare-
Si alzarono e raccolsero le loro
cose e si incamminarono
verso il Rukongai. Le strade erano semideserte. C’era solo
qualche mercante che
iniziava a preparare la propria merce. Le vie erano dannatamente pulite
e tutto
sembrava in ordine, forse pure troppo. Camminarono per un bel
po’ in silenzio
finché non giunsero ad una porta. In realtà il
termine porta era abbastanza
riduttivo. Era un’ entrata in legno massiccio alta quanto le mura e largo almeno il
doppio. Davanti ad
essa c’era un uomo estremamente alto che faceva la guardia.
Ichigo aumentò il passo.
- Ichigo va piano! Mi farai
cadere!- disse Kon che
restava aggrappato alla spalla sinistra di Ichigo.
- Ti conviene scendere se non vuoi
farti male- annunciò
pacatamente Ichigo.
Il pupazzo ubbidì e si
sistemò su Chad.
- Ehi tu, gigante!-
urlò Ichigo verso il guardiano.
L’uomo si
girò verso Ichigo.
- Ghe vuoi? E Ghi sei? –
chiese
- Io sono Kurosaki Ichigo e devo
passare per quella
porta!-
- Bene….Gurosaghi
Igigo….io sono Jidanbo. Battimi e
potrai passare!-
Lo scontro iniziò
subito. Jidanbo estrasse due asce con
cui colpì ripetutamente Ichigo che però parava
ogni colpo con la sua spada
nera.
Né Ishida né
Chad furono capaci di vedere cosa accadeva
per via della nube di polvere che si era alzata.
All’improvviso videro Jidanbo
fermarsi.
- Hai finito, gigante?-
Jidanbo si ritrovò a
parare i colpi con le sue asce.
Ichigo era veloce e preciso e dopo alcuni colpi riuscì a
spezzare le asce del
guardiano.
L’omone
guardò le armi distrutte e scoppiò in un pianto
fragoroso.
- Le mie azie….le mie
azie si sono rotte!-
Ichigo rimase esterrefatto.
- Scusa…non
volevo…-
-Tu sei un bravo
ragazzo…passa pure- e dette queste
parole tra un singhiozzo e un altro, Jidanbo aprì
l’enorme porta –fate presto!-
I ragazzi corsero dentro veloci
come pantere e si
nascosero nel primo vicolo che trovarono.
Avevano tutti il fiatone per la
corsa.
- Ragazzi, ce l’abbiamo
fatta! Siamo arrivati al
Seireitei !- disse Ichigo felice –Rukia non dovrebbe essere
distante-
Gli altri due annuirono. Si
guardarono un attimo intorno.
Il Seireitei era pieno di case in legno di ottima fattura, una simile
all’altra. Al centro si ergeva maestoso un castello.
- Kurosaki, Kuchiki-san
dev’essere lì-
Ichigo annuì e si
incamminarono verso il castello,
attenti a non essere visti.
Rukia guardava fuori dalla
finestra della sua stanza. Non
le era permesso uscire da lì e Orihime era imprigionata con
lei.
- Kuchiki-san?-
Rukia si girò verso
Inoue con fare interrogativo.
- Secondo me non vi
giustizieranno. Vi terranno qui
rinchiusa- disse sorridendo Inoue.
Rukia le regalò un
sorriso un po’ triste.
- Spero che tu abbia ragione-
Non si dissero
nient’altro.. Dopo un tempo imprecisato a
rompere il silenzio, che era calato nella stanza, fu il cigolio della
porta che
veniva aperta.
Le due ragazze si voltarono di
scatto e videro entrare
Renji.
- Renji, che succede?-
Lui non rispose subito. Le si
avvicinò e parlò a voce
bassa in modo che solo lei potesse sentire.
- Rukia, ho una notizia da darti-
Lei lo guardò e lo
invitò con lo sguardo a proseguire.
- Un guerriero sta venendo a
salvarti. Un guerriero dai
capelli arancioni- disse sorridendo.
Lei non sorrise. Anzi
sgranò gli occhi e portò una mano
alla bocca. Le lacrime le ballavano negli occhi.
- Ichigo... cosa ha in mente quel
pazzo? Digli di
andarsene via!- bisbigliò
lei.
- Sapevo avresti detto
così. Non preoccuparti, è
diventato forte!-
Rukia sorrise a quelle parole, poi
sospirò.
- Renji, devi farmi incontrare
Aizen. Il prima possibile-
Il rosso la guardò con
curiosità. Non sapeva cosa aveva
in mente Rukia ma si fidava della ragazza.
- Consideralo fatto-
Detto ciò Renji si
allontanò e uscì dalla stanza e lei lo
ringraziò mentalmente.
Ecco un altro capitolo :) spero sia stato di vostro gradimento XD
grazie mille a chi segue la mia FF. Non vi ringrazierò mai
abbastanza ^_^
Un grazie speciale a chi ha messo questa FF tra i preferiti e tra le
seguite :)
E in fine un Mega Grazie a Sherry per le recenzioni ^_^ leggerle mi
mette di buon umore ^_^ grazie mille *inchino*
Kisses Nanni92 :)
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Capitolo 12 *** Capitolo 12 ***
CAPITOLO
12
Ichigo correva a perdifiato, con
Kon su una spalla. Chad
e Ishida lo seguivano.
- Ragazzi, secondo me è
meglio dividerci. Avremo più
possibilità di arrivare al castello e di non venire presi-
disse Ishida
all’improvviso.
- Si hai ragione- annuì
Chad.
- E sia! Ci si vede al castello!
Non morite!- aveva
urlato Ichigo prima di prendere una traversa a sinistra.
Gli altri due annuirono e presero
altrettante strade.
Ora Ichigo era solo. Corse per un
bel po’ facendo
attenzione a nascondersi, purtroppo non fu abbastanza bravo.
-Oh…cosa abbiamo qui?-
Ichigo si voltò si
fermò di scatto perché il padrone di
quella voce gli aveva bloccato la strada. Era un uomo in divisa,
completamente
calvo e con un ghigno sul volto.
- Lasciami passare, non voglio
lottare- disse Ichigo. Ora
come ora gli importava solo salvare Rukia.
- Se vuoi passare, dovrai
combattere!-
- Ichigo…fa attenzione
lo vedo un tipo duro- disse Kon
scendendo dalle spalle del ragazzo.
- Non preoccuparti, ce la
farò!- disse Ichigo – con chi
ho il “piacere” di combattere?-
- Io sono Madarame Ikkaku e voi
sareste?- chiese superbo
- Io sono Kurosaki Ichigo!-
Lo scontro iniziò.
Ikkaku cercò di colpire Ichigo da
destra, ma il ragazzo parò il colpo e colpì
Ikkaku al braccio. Il sangue uscì
caldo e percorse l’intero braccio del nemico sino ad
imbrattare la lancia che
stringeva tra le mani. Ichigo sorrise per il lavoro svolto.
- Non cantare vittoria troppo
presto. Siamo solo all’inizio-
Qualcuno bussò alla
porta in legno e senza aspettare
risposta la aprì. Rukia e Inoue si voltarono e videro
entrare nella stanza un
uomo alto, dai capelli scuri tirati indietro.
Un solo ciuffo ribelle gli ricadeva sul volto su cui
giaceva un
sorrisetto per nulla rassicurante.
- Aizen – disse Rukia
con un filo di voce.
- Kuchiki-san, il vice capitano
Abarai mi ha detto che
desideravate parlarmi- l’uomo parlò piano.
La ragazza lo guadò
negli occhi senza far trapelare il
timore che un po’ le incuteva quell’uomo.
- Sì, c’era
una cosa che volevo chiedervi. Io in fondo
sono destinata a morire a breve e credo che mi spetti almeno un ultimo
desiderio- affermò con calma la ragazza.
Aizen alzò un
sopracciglio, forse per la curiosità.
- Ossia?-
- Lasciate libera Orihime, ormai
avete me e lei non serve
più. È l’unica richiesta che vi faccio-
Aizen la guardò
intensamente, poi le voltò le spalle e,
arrivato all’uscita, parlò.
- E sia, ma dovrà andar
via entro il tramonto!-
- Sarà così,
non temete-
L’uomo sorrise prima di
uscire.
- Kuchiki-san perché lo
avete fatto?- chiese Inoue con le
lacrime agli occhi.
- Tu non sei coinvolta
direttamente in questa storia.
Meglio per te se vai via. Ora però devi ascoltarmi bene-
disse ciò mentre si
spostava verso il letto e da lì sotto prese una borsa e la
porse alla compagna.
- Qui ci sono bende e
c’è dell’alcool per disinfettare le
ferite. Cerca Ichigo e vedi se necessita di cure. Poi riempilo di botte
da
parte mia e digli di andarsene. Che la smetta di fare
l’eroe!-
-
Kuchiki-san…perché piangi?- chiese Orihime.
Rukia si sentì come se
avesse appena ricevuto una scossa
elettrica. Portò istintivamente una mano alla faccia e si
accorse che era
umida. Sospirò.
- Non è nulla. Ora va,
prima che Aizen cambi idea!-
Le due ragazze si abbracciarono e
poi Orihime uscì dalla
stanza e Rukia rimase sola. Si affacciò alla finestra.
- Ichigo, non morire!- disse piano
lasciando che le
lacrime cadessero libere sul volto.
Ichigo parò
l’ennesimo colpo della lancia. Era ormai
sicuro di vincere quando la lancia si spezzò in tre punti
rivelandosi snodabile
e fu ferito sul capo. Non si spaventò continuò ad
attaccare e ruppe a metà
l’arma del nemico.
- Fermati- disse Ichigo ansimando
- Posso ancora impugnare la mia
arma! Per fermarmi dovrai
tagliarmi il braccio- urlò l’uomo
- Stupido.
Ci fu un ultimo attacco. Ichigo
colpì il braccio del
nemico che esterrefatto cadde a terra esausto.
Ichigo sospirò e dopo,
essersi assicurato che l’uomo
fosse ancora vivo, prese Kon e ricominciò a camminare verso
il castello. Dopo
qualche passo vide una figura che correva nella sua direzione.
- Kurosaki-kun!! –
- Inoue! –
La ragazza lo raggiunse
velocemente.
- O Cielo! Ma voi siete ferito!
Aspettate qui ho qualche
benda- prese dalla borsa delle bende e iniziò a fasciargli
il capo con dolcezza
- Come avete fatto a scappare?-
chiese curioso il ragazzo
- È tutto merito di
Kuchiki-san. Lei ha chiesto come
ultimo desiderio la mia liberazione. -
Ichigo sospirò.
- Grazie Inoue per avermi curato,
ma ora devo andare.
Rukia ha bisogno di me. Tornate pure a casa vostra-
Il ragazzo si rimise in cammino.
- Aspettate! Io verrò
con voi. Voglio anch’io essere
utile. Anch’io voglio salvare Kuchiki-san!- disse con voce
ferma la ragazza.
Lui stiracchiò un
sorriso e annuì col capo.
Lei in quegli occhi vide un Ichigo
diverso. Un po’ più
uomo e un po’ più saggio.
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Capitolo 13 *** Capitolo 13 ***
CAPITOLO
13
Inoue e Ichigo camminavano spediti
verso il castello
quando all’improvviso sentirono un rantolo dietro di loro. Si
voltarono di
scatto e videro uscire da un vicolo secondario Ishida. Era ricoperto di
ferite.
- Ishida!- Ichigo gli corse
incontro – Inoue, per favore,
vieni con le bende e il disinfettante!-
- Subito!-
La ragazza corse verso i due e
iniziò a curare le ferite
del giovane dai capelli scuri. Si nascosero nella stradina da cui era
giunto il
ragazzo e lì rimasero sino al giorno successivo.
- Kurosaki… mi dispiace
di averti rallentato-
- Non preoccuparti, Ishida.
L’importante è che ora tu
stia meglio. Restate qui ancora per un po’. Io proseguo. Vi
lascio anche Kon -
- Come sarebbe a dire?! Io sono
venuto qui per salvare la
mia Nee-san e non ti lascerò andare a fare l’eroe
senza di me!- sbraitò il
pupazzo.
- Dai Kon, pensa che starai con
Inoue- Ichigo cercò di convincere
Kon.
Il peluche sembrò
rifletterci un po’ su.
- Si hai ragione! Con il tizio con
gli occhiali ferito
Inoue avrà bisogno di me! Ma poi, bell’imbusto da
strapazzo chi o cosa ti ha
ridotto così?-
Nessuno aveva fatto prima quella
domanda perché Ishida
era stato incosciente per parecchie ore.
- Mi sono ritrovato davanti un
tizio con una maschera
bianca sul volto! Era un pazzo! Diceva di voler fare esperimenti su di
me…folle
vi dico, completamente andato!- Ishida prese un profondo respiro prima
di
continuare –per fortuna sono riuscito a batterlo! Il mio arco
fallisce
raramente!-
Ichigo sorrise.
- Bene io vado! Ci si rivede da
Rukia!- e detto ciò
Ichigo andò via.
Era un po’ che ormai
correva Ichigo e il castello non era
poi così lontano. Ormai era arrivato!
- Ehi, Tu! Dove credi di andare?!-
Ichigo si ritrovò
davanti ad un uomo enorme, dalla pelle
scura e dai capelli alzati al cielo. Ad ogni ciuffo era attaccato un
campanello, nonostante ciò Ichigo non lo aveva sentito
arrivare. Su una spalla
c’era una bimba dai capelli rosa e le guance rosse che lo
fissava sorridente.
- Ken-chan!! Sembra forte, non
credi anche tu??- disse la
bimba scendendo dalla sua spalla.
L’uomo rise senza
provare reale gioia, solo una vena di
follia.
Nonostante tutto Ichigo non si
lasciò intimorire
dall’uomo. Senza sapere bene come i due iniziarono a
combattere. Fin da subito
Ichigo si rese conto della forza di quello strano tizio.
Il ragazzo si ritrovò a
parare colpi fortissimi e fu
ferito ad una spalla e al braccio sinistro. L’uomo invece fu
colpito dritto in
faccia e una la
ferita si estendeva da
una guancia all’altra.
Ichigo ansimava per la fatica e
per il dolore, l’uomo
invece se la rideva.
- Complimenti ragazzo! Come ti
chiami?- chiese senza
smettere di ridere
- Kurosaki Ichigo e tu?-
- Io sono Zaraki Kenpachi!-
Dopo questa breve pausa la lotta
iniziò di nuovo e dopo
molti colpi Ichigo si ritrovò senza forze e cadde per un
attimo ansimante.
- Che fai, ti arrendi moccioso?-
disse Zaraki.
“Dannazione! Io
ancora non posso permettermi di morire! Muoviti corpo,
fermati sangue,
lasciami combattere ancora una volta! Io devo...salvare
Rukia!!”
Si rialzò con una nuova
forza che gli brillava negli
occhi e iniziò nuovamente ad attaccare Zaraki.
Lo colpì più
volte su un fianco schivando i colpi
dell’uomo. Riuscì a ferirlo in pieno petto,
ricevendo però in cambio un taglio
profondo tra la spalla e il collo. Non si perse d’animo.
Attaccò di nuovo e
colpì definitivamente Zaraki al braccio destro.
L’uomo stremato cadde in
ginocchi, ma Ichigo cadde a terra perdendo i sensi permettendo solo ad
un’ultima frase di lasciare le sue labbra
- Mi dispiace, ragazzi...
–
L’uomo
sorrise
-Mi
dispiace
ragazzi col cazzo... Hai vinto tu, deficiente...- e anche lui cadde a
terra
svenuto.
Ichigo aprì piano gli
occhi. Quello che vide davanti fu
un tetto in legno. Corrucciò le sopraciglia e si
guardò intorno. Al suo fianco
c’era un ragazzo dai capelli scuri a caschetto. Era piccolo e
magro. Quando
vide che era sveglio sfoderò un sorriso enorme.
- Oh che bello! Sono contento che
lei si sia finalmente
svegliato!- disse il ragazzo.
- Chi sei?- chiese Ichigo.
- Mi chiamo Hanataro Yamada!-
- Io sono Kurosaki Ichigo -
- Si lo so chi siete voi. So anche
che avete intenzione
di salvare Kuchiki-san -
Ichigo lo guardò
sorpreso. Gli si leggeva in faccia che
voleva sapere come quel ragazzino dallo sguardo impaurito sapeva chi
fosse lui.
- Di voi mi ha parlato Abarai-kun
e la stessa Kuchiki-san
– si fermò per un attimo guardando verso Ichigo
senza, però vederlo realmente –
Abarai-kun mi ha detto di aiutarvi il più possibile, ecco
perché quando vi ho
visto ferito vi ho portato in questa casa abbandonata per curarvi. Sa
io sono
un medico –
- E Rukia…cosa ti ha
detto di me?- chiese Ichigo con uno
sguardo tra il triste e il curioso.
- Lei mi ha detto che voi le avete
cambiato la vita, che
le avete dato modo di reagire a quest’assurda situazione.
Anche se, secondo
lei, voi la odiate. Mi parlava con occhi tristi di voi, ma allo stesso
tempo
c’era qualcosa di indefinibile dentro di essi, come una luce-
il ragazzino fece
una pausa –diceva anche che era preoccupata per voi, sapeva
che eravate qui e temeva
molto per la vostra vita. Diceva che se voi foste morto per salvarla
non se lo
sarebbe mai perdonato-
Ichigo senti lo sconforto
impossessarsi del suo stomaco.
- Hanataro, per quanto ho
dormito?- chiese dopo alcuni
minuti.
- Dieci giorni. In
realtà vi siete svegliato giusto in
tempo-
Ichigo lo guardò
interrogativo.
-L’esecuzione
è stata spostata domani all’alba-
Ichigo sgranò gli occhi
per la sorpresa.
- Non arriverò mai in
tempo al castello- disse con un
filo di voce
- Io conosco una scorciatoia. Vi
ci porto io-
Ichigo lo guardò
riconoscente.
- Grazie Hanataro! Mettiamoci in
marcia!-
Ecco un altro capitolo ^_^ questa volta l'ho postato subito :D spero vi
piaccia ^_^ kiss by Rukia
|
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Capitolo 14 *** Capitolo 14 ***
CAPITOLO
14
La notte prima
dell’esecuzione Rukia non chiuse occhio.
Rimase a fissare la Soul Society dalla finestra. Mancava poco
all’alba e una leggera
brezza le scompigliava i capelli.
“Chissà se
Ichigo sta bene” si chiese all’improvviso. La
verità era che non le importava di morire quanto le
importava della vita di
lui. Sospirò tristemente. All’improvviso qualcuno
bussò alla porta e, senza
aspettare risposta, entrò. Era un servo con un vassoio.
- La vostra colazione-
- Grazie, lasciatela pure
lì- disse Rukia indicando il
mobile con lo specchio. L’uomo eseguì
l’ordine e uscì.
La ragazza si chiese per quale
motivo le portavano da
mangiare se sarebbe morta poco dopo. Nonostante ciò,
però, per acquietare lo
stomaco mangiò un po’ di pane fresco.
Non molto tempo dopo
l’arrivo del servo la porta si aprì
di nuovo. Questa volta entrò una donna.
Si avvicinò alla ragazza senza aprir bocca e le
porse un abito bianco
come la neve.
Rukia la ringraziò con
un cenno del capo. Indossò l’abito
con l’aiuto della donna che, una volta compiuto il suo
dovere, uscì.
Ormai stava per albeggiare. Stava
per essere giustiziata.
Respirò profondamente.
La porta si aprì per
l’ennesima volta. Ichimaru Gin entrò
nella stanza.
- Principessa Kuchiki,
è il momento di andare- disse
ghignando.
Lei si alzò e si mosse
in direzione della porta, ma
l’uomo la fermò per una spalla avvicinandosi di
molto al volto della ragazza.
Rukia si scostò un po’, ma non abbastanza per non
sentire il fiato di lui sulla
sua pelle. Storse il naso.
- Sa, principessa - e con la voce
sottolineò
quest’appellativo - potresti evitarti tutto ciò,
se ci dicessi dove si trova
ciò che vogliamo-
Rukia lo guardò astiosa.
- Non tradirò il mio
paese per voi!- disse decisa. A quel
punto Gin lasciò la presa sulla sua spalla e uscirono dalla
porta. Percorsero
in silenzio il resto del tragitto fino ad uscire all’aperto.
Lì furono assaliti
dalle urla delle persone. Per le guardie era infatti difficile riuscire
a
tenere a bada tutta la gente che si era riunita per
quell’evento terribile.
Rukia, però, non guardò nessuno di loro. Aveva lo
sguardo fisso davanti a se e
cammina spedita verso il piccolo palco in legno dove sarebbe stata
eseguita la
sua condanna a morte. Quando arrivò più vicina
alla struttura vide suo
fratello. Era più magro di quando l’aveva lasciato
e aveva qualche ferita sul
volto, ma nonostante tutto non era legato.
Rukia si chiese cosa gli avrebbero
fatto dopo la sua decapitazione.
Salì gli scalini e a quel punto fu fermata da Aizen in
persona.
- Principe e principessa Kuchiki,
siete ancora in tempo
per fermare tutto ciò. Datemi l’Hougyoku!-
- Che te ne fai
dell’Hougyoku, eh Aizen?!- urlò Rukia.
Lui si avvicinò alla
ragazza e la prese per il vestito,
alzandola leggermente da terra.
- Tutti sanno che la Soul Society
è stata costruita molti
anni fa, e tutti sanno anche dei diversi congegni che la attraversano.
L’
Hougyoku è l’unico oggetto capace di distruggere
tutte le antiche fondamenta di
Soul Society! Io lo voglio per distruggere quest’inutile
paese e costruire una
città più degna di me, con nuovi sovrani e nuovi
sudditi! Lo chiamerò Hueco
Mundo!-
- E chi ti dice che avrai
ciò che desideri!?- urlò Rukia
- Perché prima o poi lo
troverò, anche a costo di far
fuori sino all’ultimo abitante di questo posto!-
Aizen lasciò cadere
Rukia senza alcun preavviso e la
ragazza si ritrovo a terra con le ginocchia doloranti.
- Addio, Kuchiki Rukia. Che
avvenga l’esecuzione!-
Rukia inghiottì a
vuoto. Si rimise in piedi e si avvicino
ad un supporto in pietra. Accanto ad esso c’era un uomo
vestito in bianco col
volto coperto. Prima di poggiare il capo diede un ultimo sguardo a
tutta la
gente che era lì e vi trovò Renji. Era sul punto
di piangere, i pugni tanto
serrati da far sbiancare le nocche.
Sorrise suo malgrado e, dopo
essersi inginocchiata,
appoggiò la testa sul blocco di pietra e, senza un motivo
preciso, scostò i
capelli. L’uomo in bianco prese la spada. Tutto era ormai
pronto per
l’esecuzione.
L’uomo alzò
la spada. Rukia chiuse gli occhi, lasciando
che una sola lenta lacrima le attraversasse il volto.
Aspettò così che tutto
finisse, ma dopo un tempo che le apparve interminabile niente era
accaduto.
Aprì gli occhi e si ritrovò a spalancarli. Ichigo
era davanti a lei e aveva
appena fermato il colpo dell’uomo in bianco.
- Ichigo!- urlò lei
- Yo, Rukia!- disse lui sorridendo.
- Vattene! Potrebbero
ucci…-ma non finì la frase perché
lui la interruppe.
- Smettila di dire sciocchezze! Io
sono venuto qui per
salvarti, Rukia!-
Lei lo guardò e le
lacrime le iniziarono a bagnare il
volto.
- Ti avevo detto che non ti avrei
perdonato se fossi
venuto qui, quindi ora non ti ringrazierò!-
Ichigo sorrise.
- Ma che scenetta commovente!-
I due ragazzi si voltarono in
direzione della voce. Aizen
se ne stava davanti a loro a battere le mani in segno di sfida.
Estrasse la
spada e si stava quasi per scagliare contro Rukia, ma qualcuno lo
colpì con un
pugno.
- Muori dannato!-
A dare il colpo era stato Renji.
Dopo quell’atto scoppiò
l’inferno. L’esercito si aizzò contro i
rivoltosi.
Rukia si sentì
strattonare da una mano forte. Quando si
voltò vide suo fratello accanto a se. La portò in
un luogo più appartato e
sicuro del campo di battaglia.
- Mi dispiace, Rukia. Tutto
ciò non sarebbe dovuto mai
accadere- parlò piano Byakuya.
- Nii-sama, non dovete
preoccuparvi! –
Non riuscirono a dirsi altro. Un
uomo tra i nemici si
scagliò contro di loro, ma furono salvati in tempo da Renji.
- Principe Kuchiki, mi sono preso
la libertà di portarvi
la vostra spada- disse il rosso.
Byakuya annuì grato e,
presa la spada, si buttò nella
mischia.
- Nii-sama!- urlò Rukia
- Rukia non è il
momento di preoccuparsi per lui, se la
caverà! Bisogna eliminare
i ribelli e
riportare la pace in questo paese. C’è molta gente
che sta lottando ora! Ci
sono troppe vite in ballo! C’è anche Ichigo
lì in mezzo-
- Lo so, Renji! – disse
la ragazza con un senso di
impotenza che le serrava la gola –voglio rendermi utile,
Renji! –
Lui sorrise.
- Sapevo avresti detto
così. Ascoltami bene. Sotto il
palco c’è anche la tua spada. Andiamo a prenderla!-
Lei annuì convinta e
dopo aver strappato l’orlo troppo
lungo dell’abito bianco corse verso la struttura in legno,
coperta da Renji.
Nuovo Capitolo :D spero vi piaccia :D Grazie a chi continua a leggere
questa storia :D
|
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Capitolo 15 *** Capitolo 15 ***
CAPITOLO
15
Ichigo stava combattendo con tutte
le sue forze contro
tutti i nemici che gli si paravano davanti, ma il suo vero obbiettivo
era
Aizen. Sapeva che tutto quel putiferio era iniziato per mano sua e lui
l’avrebbe fatto fuori. Uccise l’uomo che aveva
davanti e iniziò a guardarsi
intorno. C’erano uomini in divisa militare che combattevano
con uomini vestiti
di bianco. Ichigo aveva capito che i bianchi erano i rivoltosi
perché sia Aizen
sia Gin indossavano vestiti di quel colore, così come gli
uomini che erano
accanto al palco in legno e come l’esecutore della condanna.
Aizen l’aveva
fatto, con molta probabilità, per distinguere gli uomini che
lo seguivano dagli
uomini che erano obbligati a farlo.
Ichigo fece fuori
l’ennesimo nemico e si guardò intorno.
In lontananza vide il suo obbiettivo ma prima di poterlo raggiungere
Gin gli si
parò davanti.
- Dove credi di andare, moccioso?-
chiese minaccioso.
Prima che Ichigo potesse,
però, rispondere qualcun altro
parlò.
- Non sono affari tuoi, visto che
il tuo nemico sono io!-
Davanti a loro c’era una
Rukia più combattiva che mai.
- Va, Ichigo! Ferma Aizen!-
- Ma tu…-
- Ho detto va! Non sei qui per
preoccuparti di me, ma per
aiutarmi a salvare Soul Society, no? Allora va!-
- Sta attenta!- disse lui
sorpassandola
- Anche tu, stolto- rispose lei
con un pizzico di
dolcezza nella voce.
Ichigo si lasciò dietro
Rukia e continuò ad inseguire
Aizen e poco dopo lo raggiunse. Si trovava non molto lontano dal campo
di
battaglia.
- Che codardo che sei! Scappare
dal campo di battaglia!-
urlò Ichigo
Aizen si voltò verso di
lui con un sorrisetto stampato
sul volto.
- Io sarò codardo, ma
tu sei stupido, Kurosaki Ichigo!-
- Come sai il mio nome!?-
- Da un paio di giorni non si fa
altro che parlare di te,
sai? Il ragazzo dai capelli arancioni che è riuscito a
battere il temibile
Kenpachi! Sei diventato famoso !- disse ridacchiando Aizen.
-
Sta zitto,
idiota- parlò serio Ichigo.
Aizen sfoderò la sua
spada che brillò sotto il sole di
quella giornata nera.
- Fatti sotto, Kurosaki Ichigo -
Lo scontrò
iniziò.
Iniziarono a studiarsi, con grande
lentezza. Ichigo
stringeva la spada nera fra le mani tanto forte da rendere bianche le
nocche
delle mani. Aizen, invece, era più tranquillo e sicuro di
sé. Fu proprio il
disertore ad attaccare per primo. Con la sua spada cercò di
colpire Ichigo sul
fianco sinistro, ma il ragazzo agilmente aveva scansato il colpo e
aveva
contrattaccato senza però riuscire a colpire
l’avversario. Aizen colpì di nuovo
e Ichigo contrattaccò. Andarono avanti così, in
questa strana danza fatta non
di passi ma di colpi, alcuni fallivano miseramente altri, invece,
avevano
colpito la carne dell’avversario. Si ritrovarono entrambi a
respirare a fatica
per via dello sforzo. Il sudore si mischiava col sangue che usciva
dalle
ferite.
- Non sei niente male, moccioso-
disse serafico Aizen.
Ichigo grugnì un va a
quel paese e condusse un nuovo
attacco. Non andò a buon segno, anzi Aizen lo
colpì al braccio sinistro creando
una ferita molto profonda. Il ragazzo non si perse d’animo e
continuò ad
eseguire la sua strana danza, riuscendo anche a colpire Aizen.
- Ora mi hai stufato!-
dichiarò Aizen dopo che Ichigo
l’aveva colpito sulla fronte.
- Lo stesso potrei dire io! Aizen
io ti farò fuori perché
hai portato solo dolore alle persone di questo paese!-
Lo scontro ricominciò e
questa volta Ichigo era in netto
vantaggio.
Aizen riusciva a stento a parare
gli attacchi e in fine
Ichigo riuscì anche a prendergli la spada e a lanciarla
lontano. Si avvicinò
all’uomo e gli punto la spada nera alla gola.
- Dì le tue preghiere
Aizen!- disse serio
- Chi ti dice che hai vinto?-
rispose il moro sorridendo.
L’uomo si mosse
velocemente. Con un calcio ben assestato
colpì Ichigo facendolo cadere e corse a riprendersi la sua
spada.
Ichigo cadde sulla schiena,
procurandosi non poco dolore,
ma non ci badò molto. Più veloce che
poté si alzò e rincorse Aizen che aveva
quasi raggiunto la sua spada.
Il ragazzo corse velocissimo e
riuscì per un pelo a
bloccare Aizen. In quel momento fu distratto da un boato. Un aura
azzurra si
stendeva lungo tutto il campo di battaglia.
- Cosa diavolo succede?!- chiese
Ichigo
Detto ciò si
ritrovò a boccheggiare per il dolore. Aizen
aveva colto la sua distrazione e, raccolta la sua arma, aveva colpito
Ichigo al
ventre, senza però riuscire ad arrivare troppo in
profondità.
-Bastardo! MUORI!!-
urlò Ichigo prima di colpire a morte
il suo nemico.
Aizen si accasciò a
terra maledicendo il ragazzo.
Ichigo rimase in piedi per un
po’ sorridendo. Si spostò
leggermente dal cadavere del moro, ma dopo pochi passi sentì
la forza venir
meno e si accasciò a terra, perdendo i sensi.
Scusate per il ritardo :D spero vi sia piaciuto il capitolo!! :D
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Capitolo 16 *** Capitolo 16 ***
CAPITOLO
16
Aprì piano gli occhi,
ma si ritrovò a chiuderli subito
dopo. La luce era troppo forte e intensa. Strizzò le
palpebre e riprovò. Questa
volta riuscì a vedere qualche forma sfocata davanti a
sé. Le
vide muoversi. Forse stavano anche dicendo
qualcosa, ma in quel momento le sue orecchie non volevano funzionare.
Respirò
profondamente. Senti l’aria entrare nei polmoni come se fosse
la prima volta.
Richiuse gli occhi e li riaprì pochi attimi dopo.
Riuscì finalmente a dare un
nome a quelle forme tremolanti che aveva visto.
-…saki-kun…-
Anche l’udito iniziava
lentamente a funzionare.
- Kurosaki-kun?-
Sbatté nuovamente le
palpebre e finalmente riuscì a
vedere tutto distintamente.
- Inoue –
pronunciò lentamente.
- Oh finalmente Kurosaki-kun! Ti
sei svegliato! – disse
quasi piangendo la ragazza.
- Ci hai fatto preoccupare sai?-
aggiunse Ishida
aggiustandosi gli occhiali.
Ichigo sorrise nel vedere che
Inoue, Ishida e Chad
stavano bene.
Poi, preso da un barlume di
consapevolezza si guardò
intorno. Era in una stanza enorme piena di mobilia ed era adagiato su
un letto
pieno di stoffe e di cuscini.
- Dove mi trovo?!- chiese
- Sei nella residenza dei Kuchiki
–
Ichigo si voltò nella
direzione da cui era giunta la
voce. Sulla porta se ne stava Renji con un braccio fasciato e alcune
bende
intorno alla testa. In realtà tutti i suoi compagni avevano
bende un po’ su
tutto il corpo.
- Come è andata la
battaglia?- chiese con un velo di
tristezza il ragazzo.
- C’è da
ammettere che è successo di tutto!- disse Ishida
aggiustandosi gli occhiali
Ichigo li guardò
interrogativi.
- Sai, Kurosaki-kun, stavamo tutti
lottando con nemici
potentissimi. La stanchezza cominciava a farsi sentire. Poi,
però, è arrivata
Yoruichi e lei ha messo a posto tutto con la sua magia! I nemici hanno
opposto
ancora un po’ di resistenza ma poi si sono dovuti arrendere
alla forza
schiacciante di Yoruichi- disse Inoue mimando il gesto di colpire
qualcuno con
un pugno.
Ichigo sorrise. Poi
sentì un senso di ansia che partiva
dallo stomaco e che si muoveva in tutte le direzioni del corpo.
- Dov’è
Rukia?- chiese con un groppo alla gola.
- Rukia è partita tre
giorni fa – rispose prontamente
Renji.
- Partita? – chiese
incredulo Ichigo
- Si hai capito bene, partita. Ha
preso un gruppetto di
uomini non troppo provati dalla battaglia ed è partita
dicendo che sarebbe
tornata il prima possibile. Nessuno sa bene dove sia andata, anche
perché è
partita il giorno dopo lo scontro finale, tutti erano impegnati a
ricostruire
la città e lei è andata via indisturbata.
È proprio furba quella ragazza-
Ichigo sospirò e si
voltò verso la finestra. Il sole era
alto in cielo e si potevano vedere gruppetti di uomini intenti a
ricostruire
ciò che era andato distrutto durante la battaglia.
- Bhè se la
caverà sicuramente alla grande, qualsiasi
cosa abbia in mente di fare. Ne sono certo- disse infine sorridendo
Ichigo.
Gli altri annuirono convinti e
ripresero a parlare della
battaglia. Lo scontro aveva portato alla morte dei tre traditori e al
patibolo
tutti i ribelli che avevano agito con gli ex capitani. La pace aveva di
nuovo
deciso di abitare la Soul Society.
Erano passati parecchi giorni
dallo scontro con Aizen.
Ichigo si era ormai ripreso anche se il medico gli aveva consigliato un
lungo
periodo di riposo. Il giovane trascorreva, così, la maggior
parte dalla
giornata a letto circondato dai suoi compagni. Anche se il suo pensiero
era
rivolta a Rukia. Non si sapeva ancora dove fosse e quando sarebbe
tornata.
Anche quel giorno era a letto.
Ascoltava, insieme ai suoi
compagni, le lamentele di Kon. Il piccolo pupazzo si lamentava da
giorni poiché
la nobile Yoruichi non lo aveva ritrasformato in umano. Infondo,
sosteneva il
peluche con grande forza, era arrivata fino alla Soul Society per
aiutare
tutti, perché non aiutare anche lui? Ad interrompere le
lamentela fu l’aprirsi
improvviso della porta.
- ICHIIIIIGOOOOO!!!! Figlio mio!!!-
Il ragazzo si ritrovò
una massa nera addosso. Non
riusciva più a vedere niente.
- Oh! Il mio piccolo figliolo!!!-
Ichigo iniziò a opporre
resistenza a quell’essere che lo
aveva preso di mira e, con un grandissimo sforzo, riuscì a
vedere chi lo stava
stringendo con tanta forza.
- Papà?!- disse
incredulo
Ad abbracciare il giovane
c’era un uomo di mezz’età,
capelli e basette nere, occhi scuri pieni di lacrime e un gocciolone che pendeva dal
naso.
Ichigo cercò in tutti i
modi di liberarsi del padre, ma
ci riuscì solo dopo molti tentativi.
Quando la sua visuale fu di nuovo
completa, scorse dietro
il genitore due ragazzine.
- Yuzu, Karin. Ci siete anche voi-
disse incredulo il
ragazzo.
- Onii-san! Ci si mancato
moltissimo!- affermò piangendo
la piccola Yuzu
- Oh su non piangere! Ora siamo
tutti insieme- la
rimbeccò la forte Karin
Ichigo sorrise, così
come fecero tutti i compagni intorno
a lui.
Il ragazzo era felice di avere la
sua famiglia con sé, ma
all’improvviso un piccolo dubbio si insinuò trai
suoi pensieri
-Che ci fate qui?- chiese
all’improvviso.
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Capitolo 17 *** Capitolo 17 ***
Capitolo
17
Isshin prese uno sgabello
dall’angolo e si sedette
accanto al letto del figlio. Pose i gomiti sulle gambe,
intrecciò le dita delle
mani e, a testa bassa, iniziò a parlare.
- Figliolo, sai bene che Karakura
non è mai stato un
paese ricco né un paese in cui la vita può essere
considerata semplice, però
alla fine siamo sempre stati bene lì. Purtroppo, come ben
sai, la situazione è
peggiorata. Ecco perché tu sei partito. Ma non tornavi e
abbiamo cominciato a
temere il peggio. Poi, però, una settimana fa, giorno
più, giorno meno, è
arrivato un gruppo di uomini guidati da una ragazza-
Isshin alzò lo sguardo
su Ichigo, senza tuttavia mutare
la sua posizione.
- Lei si è presentata a
noi come Kuchiki Rukia-
Ichigo sgranò
leggermente gli occhi.
- Ha detto di avere un debito nei
tuoi confronti. Che tu
l’avevi salvata e avevi aiutato il suo paese. Ha aggiunto che
te lo doveva-
Isshin fece una leggera pausa.
- Sai, Ichigo, in pochissimo tempo
hanno costruito
numerosi canali per arare i campi, hanno costruito case e hanno aiutato
la
popolazione. Dopo aver finito il loro lavoro Rukia-chan è
venuta da me. - l’uomo
sorrise – Mi chiese se avessi voluto
rivedere mio figlio. Ovviamente ho detto di si. Lei mi ha sorriso. In
quel
momento ammetto che mi è venuto in mente il sorriso di tua
madre.-
Isshin si fermò
nuovamente. Aveva di nuovo gli occhi
bassi e aveva lo sguardo leggermente perso. Ichigo ipotizzò
che stesse
ricordando qualcosa di sua madre e per questo motivo non lo
richiamò, ma lo
lasciò vagare nei ricordi.
All’improvviso
l’uomo respirò a fondo e riprese a
raccontare.
- Dopo mi ha solo detto di
preparami e di portare con me
Yuzu e Karin se volevo e se lo ritenevo opportuno. La mattina seguente
all’alba
siamo partiti. Ed adesso eccoci qua. Nel palazzo di una principessa.
Non
l’avrei mai detto che quella ragazza all’apparenza
così semplice potesse essere
una persona di tale importanza- e di nuovo sorrise.
-Dov’è ora
Rukia?-
Isshin alzò le spalle.
- Sarà da qualche parte
qui a palazzo-
Ichigo si rilassò
improvvisamente. Non si era neanche
reso conto di aver alzato il busto dal cuscino. Lo
riappoggiò lentamente e alzò
gli occhi verso il soffitto. Si sentiva stranamente leggero. Era stato
in
pensiero per Rukia, se ne rendeva conto solo ora.
Un toc-toc alla porta lo
destò dai suoi pensieri.
- Sei ancora a letto? Credevo che
in più di una settimana
ti saresti ripreso, stolto-
-Rukia…-
sussurrò Ichigo.
Lei era lì, davanti a
lui. Il ragazzo lasciò vagare il
proprio sguardo sul corpo di Rukia. Aveva numerosi graffi sulle
braccia, il
vestito che indossava era sgualcito e lacero in più punti,
il viso era più
pallido del solito e aveva due grosse borse sotto gli occhi blu.
Trasmettevano
un gran senso di stanchezza, ma per la prima volta Ichigo
riuscì a vedere in
quegli occhi un pizzico di gioia e leggerezza. Suo malgrado sorrise.
Lei sorrise di rimando.
- Kuchiki-san!- urlò
Inoue correndole incontro.
L’abbracciò molto forte
- Orihime! Non
respiro…lasciami….- disse Rukia con molta
difficoltà.
La ragazza lasciò piano
piano la mora.
- Bhè ora io vado a
riposarmi. Rimettiti presto, Ichigo.
Tra qualche sera ci sarà una festa in tuo onore non puoi
certo mancare- disse
Rukia sorridendo.
-Cosa?!- disse il ragazzo. Aveva
la bocca spalancata per
la sorpresa.
Rukia rise alla faccia sconvolta
di Ichigo e degli altri
presenti nella stanza.
- Dovrebbe essere tutto pronto
entro dopodomani. Guarite
tutti presto, mi raccomando- e detto questo, senza aspettare altre
risposte, la
mora lasciò la stanza.
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Capitolo 18 *** Capitolo 18 ***
Ok sono felice di annunciare che questo è il penultimo
capitolo della serie e che, quindi. siamo ormai giunti alla fine :) io
spero che questo capitolo vi piaccia e che resterete fino alla
fine...grazie a tutti quelli che stanno seguendo questa storia
*inchino*
Capitolo
18
Erano
passati due giorni dal ritorno di Rukia. Ichigo non
era più bloccato a letto e, infatti, aveva iniziato a
gironzolare per il
castello. Le grandi finestre del castello lasciavano entrare la luce
del sole
che aveva da poco raggiunto il centro del cielo blu. Non
c’era neanche una
nuvola quel giorno. Ad Ichigo sfuggì un sorriso. Quella
giornata lo faceva star
bene. Continuò a vagare per il castello finché
non raggiunse una grandissima
sala. Il pavimento era in legno pregiato, ai lati della stanza vi era
una lunga
serie di finestre a forma d’arco che affacciavano sul
giardino. In fondo, sul
lato opposto in cui si trovava Ichigo, si stagliavano due enormi troni
d’oro
finemente lavorati e foderati con una stoffa rossa. Sopra di essi
c’era un
quadro. Il principe
Byakuya era in piedi
sulla destra. Era stato raffigurato col petto lievemente in fuori e il
mento
leggermente all’insù in una posa molto regale.
Davanti a lui c’era un trono su
cui sedeva Rukia. Aveva un abito color pesca che le fasciava il corpo.
Le
scarpette bianche erano appena visibili sotto l’ampio
vestito. Aveva, come
sempre, un ciuffo ribelle che le ricadeva sul volto e aveva dei lunghi
capelli
neri raccolti in una treccia che le ricadeva sulla spalla fino a
posarsi sul
grembo. Sorrideva. Alla sua sinistra compariva un uomo che Ichigo non
aveva mai
visto. Indossava la divisa militare. Era alto e snello. Il viso fiero
era incorniciato
da capelli neri. Sul volto brillavano due occhi scuri e un sorriso
appena
accennato. Ichigo si avvicinò per osservare meglio quella
figura.
- È Kaien-dono
–
Ichigo si girò di
scatto.
- Rukia…-
La mora si avvicinò a
Ichigo e rimase qualche secondo in
silenzio ad osservare l’uomo nel quadro. Ichigo avrebbe
giurato che, nonostante
il piccolo sorriso sulle labbra di lei, aveva visto una lacrima
ballarle negli
occhi.
- Lui era il capo della milizia-
così la ragazza ruppe il
silenzio –Era anche la mia guardia del corpo. Ed
è, grazie a lui, che io sono
capace di utilizzare una spada-
Calò di nuovo il
silenzio. Ichigo non osò romperlo perché
sapeva che lo avrebbe fatto lei appena si sarebbe sentita pronta.
Rukia sospirò prima di
continuare.
- Lui è morto la notte
in cui hanno provato a rapirmi.
Lui è morto per proteggere me. E solo per merito suo che io
sono potuta
fuggire. È solo grazie a lui se io sono viva. Gli devo
molto.- si prese una
nuova pausa –Mi chiedo spesso se le cose sarebbero potute
andare diversamente-
disse infine con un accenno di amarezza nella voce.
Ed Ichigo si ricordò
improvvisamente di quando le aveva
raccontato di sua madre e di quando lei gli aveva detto che sapeva come
si
sentiva perché aveva provato il suo stesso dolore. Ora
finalmente capiva. E si
rese conto che lui e Rukia si comprendevano così facilmente
perché avevano
provato le stesse sensazioni e le stesse emozioni. E si
ritrovò a sorridere
come un bambino.
- So come ti senti. Per molto
tempo anche io mi sono
sentito responsabile della morte di mia madre. Lei è morta
per proteggere me,
esattamente come ha fatto lui con te- Ichigo non osò
pronunciare il nome
dell’uomo - anche io, come te, mi sentivo in colpa per quello
che le era
successo. Poi, però, ho capito che mia madre non avrebbe mai
voluto sentirmi
dire una cosa del genere. Sono sicuro che, se mi sentisse dire che mi
sento in
colpa per la sua morte, si infurierebbe e mi direbbe che lei
è morta perché mi
amava e che sarebbe pronta a rifarlo.- e si voltò verso
Rukia- Sono sicuro che
anche lui ti direbbe la stessa cosa- disse sorridendo alla ragazza. Lei
lo
guardava con gli occhi leggermente sgranati e la bocca lievemente
aperta per lo
stupore. Poi all’improvviso donò ad Ichigo uno dei
sorrisi più belli che le
avesse mai visto.
- Grazie, Ichigo. Sei maturato
molto, sai?- gli disse
dolcemente.
Ichigo sorrise.
- Principessa Kuchiki-
Rukia si voltò verso la
voce che l’aveva chiamata. Era
una ragazza abbastanza alta, capelli scuri legati dietro la nuca con un
grosso
fermaglio, occhiali tondi e occhi scuri. Indossava un vestito beige
abbastanza
ampio.
- Nanao- san,
c’è qualche problema?-
- No, volevo solo informarla che
abbiamo tutto il
materiale per questa sera. Ora cominceremo ad addobbare la sala-
- Molto bene. Grazie per il vostro
aiuto.-
Nanao sorrise e, dopo un leggero
inchino, lasciò la
stanza.
-Ichigo è ora di
tornare nella tua stanza. Riposati
perché stasera avrai molto da fare- disse Rukia
Il ragazzo annuì e,
dopo aver salutato Rukia, lasciò la
stanza.
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Capitolo 19 *** Capitolo 19 ***
Capitolo
19
Mancava poco più di
mezz’ora all’inizio della festa.
Ichigo si stava guardando allo specchio. Indossava una veste grigio
perla con
le ampie maniche bianche leggermente rigonfie
sull’attaccatura delle spalle e
che terminavano con un tratto più stretto sul polso dello
stesso colore
dell’abito. Il collo era alto e all’altezza della
vita portava una cintura in
corda che dondolava seguendo il movimento del suo corpo. In quello
stesso punto
si restringeva leggermente per poi allagarsi nuovamente.
L’abito arrivava poco
più su delle ginocchia e sulla sinistra,
all’altezza del cuore, c’era lo stemma
dei Kuchiki, un petalo di ciliegio. Sotto il vestito indossava delle
calze
scure e delle scarpe chiare come il vestito.
A guardarsi vestito in quel modo
si sentiva abbastanza
ridicolo.
Sospirò. Si
allontanò dallo specchio e si avviò alla
porta.
Appena uscì dalla
stanza vide Ishida e Chad che lo aspettavano.
Erano vestiti nel suo stesso modo solo che Ishida aveva un abito rosso,
mentre
Chad ne indossava uno verde. Ichigo ridacchiò vedendo un
uomo grande e grosso
come Chad stipato in un abito tanto piccolo.
- Ragazzi!!!!!!!-
Il gruppetto si girò
verso sinistra e vide Isshin che
salutava. Dietro di lui c’erano Orihime, Yuzu e Karin.
Orihime indossava un
ampio abito rosso leggermente scollato e aveva i capelli raccolti. Yuzu
indossava un abito rosa che le arrivava poco sotto le ginocchia mentre
Karin
aveva un abito lilla della stessa lunghezza di quello di Yuzu. Tutto il
gruppo
si avviò verso la sala dove si teneva la festa. Vi era
già una lunga fila di
persone che attendevano di entrare dalla grande porta di legno che
portava alla
festa. Accanto all’entrata c’erano due guardie che
aprivano e chiudevano
l’enorme porta. Al di là di essa c’era
un uomo che pronunciava a gran voce il
nome di questo o quell’invitato.
Dopo parecchi minuti il gruppo
giunse all’ingresso. Qui
una mano bloccò Ichigo. Il ragazzo si voltò di
scatto e vide il principe
Byakuya al suo fianco.
- Il signor Kurosaki
entrerà dopo di voi- disse con voce
chiara.
Così fu.
Entrò prima tutto il gruppo. Poi il principe gli
fece segno di aspettare ancora un attimo. Si avvicinò alla
guardia e gli
sussurrò qualcosa. Subito l’uomo entrò
dentro e ricomparve solo molti attimi
dopo. In quel mentre Ichigo osservò il principe. Aveva un
abito blu scuro
simile al suo solo che quello del principe
era stato decorato con della stoffa color argento. Le
osservazioni di
Ichigo furono bloccate dal ritorno della guardia.
-Vieni con me- disse Byakuya.
Ichigo seguì
l’ordine ed attraversò l’enorme porta.
All’interno la sala era stata addobbata con lunghi nastri
d’orati ed era stata
riempita con lunghissimi tavoli pieni di tutte le prelibatezze
possibili. Una
parte era però rimasta sgombra per lasciare posto alla
piccola orchestra che
allietava la serata e per lasciare un po’ di spazio a coloro
che volevano
ballare.
Ichigo, però, non ebbe
modo di poter commentare subito
ciò che aveva davanti perché al suo ingresso era
sceso il silenzio. Si voltò
alla ricerca del principe ma si accorse che non era più al
suo fianco. Si
ritrovò spiazzato in mezzo a tutte quelle persone che lo
fissavano.
- Ecco a voi colui che ha salvato
Soul Society. È a lui
che noi tutti dobbiamo la vita-
Una voce chiara si alzò
dalla folla che, dopo aver
sentito tali parole, si aprì fino a permettere al padrone
della voce di uscire
allo scoperto. Era Rukia che quella sera, a parere di Ichigo, era
più bella che
mai. Aveva un lungo abito azzurro scuro senza spalline che le fasciava
il corpo
sino alla vita per poi scendere largo verso la fine. Era semplice ed
elegante.
I capelli di lei erano stati bloccati dietro la nuca da un grosso
fermaglio
scintillante.
Ichigo sorrise quando la vide. Lei
gli rispose con un
altro sorriso.
- Che sia sempre il benvenuto tra
noi-
Dopo questa frase la folla
iniziò ad applaudire. Ichigo
riuscì finalmente a muoversi solo quando tutti tornarono a
banchettare o a
danzare o a chiacchierare.
- Non essere così
rigido Ichigo! In fondo è la tua
festa!- gli disse Rukia ridendo.
Lui sorrise malinconico. Lei
scorse subito la tristezza
nei suoi occhi.
- Che ti prende Ichigo?- chiese
- Nulla- rispose lui.
Lei gli prese la mano e lo
portò fuori dalla festa. Erano
in giardino solo loro due.
- Allora? Mi dici
cos’hai?-
- Domani io ripartirò
per Karakura…- disse lui dopo aver
sospirato
Lei lo guardò e
capì subito cosa lo preoccupasse.
- Bè non sei felice di
tornare a casa? È da tanto che non
torni- fece una pausa per guardarlo – sai abbiamo fatto molte
migliorie ma non
abbiamo ancora finito del tutto quindi torneremo il prima possibile per
concludere il lavoro. Non sia mai che i Kuchiki lascino qualcosa di
inconcluso-
concluse sorridendo
Lui la guardò
sbigottito.
Il sorriso di lei si
allargò.
- Non ti libererai tanto
facilmente di me, sai?-
A quel punto anche lui sorrise.
Allungò una mano verso il
viso di lei. Le accarezzò una guancia e, senza aspettare la
reazione di lei, la
baciò. Fu un bacio dolce e pieno di parole non dette.
- Lo spero con tutto me stesso,
sai?- disse infine lui.
Lei sorrise come mai aveva fatto
prima di allora.
- Torniamo dentro adesso
altrimenti ci daranno per
dispersi!- disse lei e senza aspettare risposta si trascinò
il ragazzo dietro.
Due anni
dopo
La chiesa era piena di persone.
Tutti attendevano
l’arrivo della sposa. Lui, lo sposo, aspettava in ansia
sull’altare la sua
bella. Non riusciva a calmarsi e a star fermo.
- Dannazione Kurosaki datti un
contegno!- sbottò Ishida
che era al suo fianco
Ichigo non ebbe il tempo di
ribattere perché si sentirono
i violini che cominciavano a suonare una dolce melodia. Il ragazzo si
girò di
scatto verso l’ingresso della chiesa e la vide. Lei era
lì e stava camminando
verso di lui. Ora era più calmo. Niente lo faceva stare bene
come faceva lei.
Rukia giunse all’altare.
I due si guardarono negli occhi.
- Yo Rukia- disse lui
- Yo Ichigo- disse lei
Sorrisero contemporaneamente
consci del fatto che ormai
niente più poteva ormai dividerli. Perché loro
erano Ichigo e Rukia un’anima
sola in due corpi.
Questo era l'ultimo capitolo della storia. Volevo ringraziare chi mi ha
seguito sino alla fine. Grazie mille :) Spero che quest'ultimo capitolo
vi sia piaciuto!! by Nanni92
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