War and Love

di Leslie_burke
(/viewuser.php?uid=99318)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Attese e speranze ***
Capitolo 2: *** Fiocchi di neve al chiaro di luna ***
Capitolo 3: *** Make me a promise ***
Capitolo 4: *** Sussurri nella notte ***



Capitolo 1
*** Attese e speranze ***


Fairy Oak 01 NOTA: In questa fan fiction quando Pervinca entra nell'esercito del Terribile 21 ha 14 anni; so che nei libri non è così, ma mi serviva fare questo piccolo cambiento. Inoltre, si svolge tre mesi dopo l'ultima battaglia (non sono andata a controllare le stagioni, siate clementi!), e non tiene conto dei libri dei quattro misteri (basandosi quindi solo sulla trilogia). Il punto di vista è quello di Pervinca; 

CAPITOLO 01: Attese e speranze

Mi rigirai nel letto, cercando di prendere sonno. Fuori la luna splendeva, rossa, imponendosi prepotentemente su tutti gli altri astri. Chiusi gli occhi, e mi resi conto che nella casa regnava un silenzio quasi innaturale: addirittura gli animali tacevano, solo il vento osava rompere di tanto in tanto quest'atmosfera cupa. Non che questo mi dispiacesse: adoro il silenzio, ma quella quiete così assoluta mi costringeva a pensare, quando desideravo invece togliermi dalla mente i ricordi del passato...
Senza fare rumore mi sollevai dal letto, attenta a non svegliare Felì e mia sorella, e, mi fermai di fronte alla camera di mia zia. Alzai una mano, e bussai delicatamente.
« Entra pure, Vì. » mi invitò sussurrando.
« Come hai fatto a capire che ero io?! » esclamai, entrando in punta dei piedi. Lei mi sorrise, con quell'espressione dolce ma saggia.
« Chi ha bussato non ha fatto alcun rumore entrando qua, quindi deve aver volato. Vaniglia non è ancora in grado di farlo in piena notte, mentre per te, una Magica del Buio, non è di alcuna difficoltà. » spiegò. L'ascoltai, e mi resi conto che non era un ragionamento poi così difficile. Ma non ero lì per giocare al detective: avevo delle domande serie a cui trovare una risposta al più presto. Mi accomodai sul letto, seduta accanto a lei.
« Anche te problemi in di insonnia? » chiesi, prima di iniziare, più per gentilezza che per altro, ad essere sinceri. « Zia, so che ti sembrerà una domanda parecchio strana, e in effetti lo è, però... per te che tipo di sentimento è, l'amore? Intendo, si manifesta in così tante forme! » continuai, guardandola negli occhi. Lei per un po' non disse niente, mi venne addirittura il dubbio che dormisse, poi, lentamente, rispose:
« Dare una definizione d'amore è impossibile, proprio perché, come hai detto tu, si manifesta in modi diversi... »  Wow, bella risposta. Sbuffai, e decisi di riprovare con una domanda ancora più bizzarra.
« L'amore è sempre un sentimento bello? Voglio dire, positivo? Una volta credevo di sì, ma adesso non ne sono più così certa... fin dove è lecito arrivare per amore? Il Terribile 21 non è forse la più plateale dimostrazione di amore verso il male? » indagai, incurante degli interrogativi che avrei suscitato in Tomelilla, che ripiombò ancora una volta nel silenzio.
« Hai ragione, bambina mia. Le tue sono questioni difficili da trattare, poiché non esiste una risposta "giusta": essa cambia, in ragione di molti fattori e in base alle situazioni. Qualsiasi scelta compiamo nella vita va a discapito di qualcuno per il bene di qualcun altro, è pressoché impossibile ottenere il consenso e la felicità di tutti, tienilo bene in mente. E adesso su, va a dormire. » Mi alzai, delusa, con la sensazione di essere allo stesso punto di partenza. Non ero però meravigliata di questo: me l'aspettavo, e da un lato ne ero felice, perché significava essere l'unica  a controllare la mia vita, ma ero anche spaventata del momento in cui avrei dovuto prendere la decisione cruciale, dopo la quale non sarei più potuta tornare indietro.

La mattina dopo ero ovviamente esausta, ma non volevo mettere in ansia nessuno, così decisi di far finta di nulla. La scuola non mi preoccupava: solo più una settimana, e non sarebbe più stata un problema, qualsiasi direzione gli eventi avessero preso. Durante la colazione e il tragitto verso scuola, ammirai in silenzio il paesaggio che ci circondava: le foglie di mille colori sparse per terra e sugli alberi, il sole che cominciava a sorgere, il vento che scatenava tutta la sua potenza. Alla fine però il mio comportamento allarmò Felì;
« Qualcosa non va, piccola? Paura di qualche interrogazione? » mi chiese, svolazzandomi attorno.
« Pensavo... ai mesi trascorsi tra le file del Nemico. » Ai giorni più belli e più terribili della mia vita fino ad allora, il periodo in cui avevo lasciato per sempre l'età dell'infanzia, per entrare con passo sicuro in quell'adulta. Vaniglia sgranò gli occhi, poi mi strinse forte la mano.
« Non avere paura: ormai è tornata la pace, e nessuno ci dividerà, mai più. » Sapevo che era seria, e il suo affetto sincero, ma quelle parole mi ricordavano tanto i tre porcellini. Nessuno ci dividerà, mai più. Aveva ragione: non avrei permesso a qualcuno di fare una cosa del genere, però quello che mia sorella non capiva è che forse ero io a voler prendere, da sola, la mia strada. Una strada sulla quale lei non poteva, non doveva seguirmi. Una strada sulla quale a stringermi la mano ci fosse lui. L'abbracciai.
« Sei unica, Babù. E ti voglio tanto bene: mi raccomando, non cambiare mai. »
 Perplessa, ricambiò l'abbraccio. Di solito evitavo queste manifestazioni di affetto in pubblico, però il pensiero che tra poco anche volendo non l'avrei più potuta abbracciare mi fece venir voglia di gustarmi quei momenti finché potevo.
A scuola, rivolsi tutti i miei pensieri a lui. Nonostante fossero passati già tre mesi, lo ricordavo perfettamente: gli occhi scuri, impenetrabili, le labbra, rapide all'ira quanto all'amore, i lunghi capelli neri, la pelle liscia e profumata. Tratteni a stento un sospiro: chissà se si ricordava della nostra promessa, e, soprattutto, quanto valevo io per lui. Solo una pedina da muovere sulla scacchiera? Pressoché certo. La regina? Speravo tanto di sì.

Spero questo primo capitolo vi sia piaciuto! Mi farebbe molto piacere leggere i vostri commenti, positivi e negativi. Posterò almeno un capitolo a settimana, promesso, non come nella FF su Kodocha dove sono ferma da un sacco di tempo XD Anche perchè di questa ho già in mente la trama completa.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Fiocchi di neve al chiaro di luna ***


FO02 Inizio con lo scusarmi per il ritardo: durante le vacanze di Pasqua (come tutti gli anni) mi dimentico sempre di quanto siano difficili le ultime settimane di scuola, un inferno... Spero comunque che vi piaccia questo secondo capitolo ^^

Guardai i fiocchi di neve cadere lenti, creare un'atmosfera assolutamente incantevole e adatta all'incontro che mi preparavo ad avere. Tick, tock. L'orologio della stanza scandiva lo scorrere del tempo. Mi passai una mano tra i capelli. Qualche ora, e i miei dubbi sarebbero spariti... però dovevo ammettere che era strano. Adesso, così vicina a quell'incontro che mi aveva tolto il sonno, ero più curiosa che agitata; mi sentivo pervasa da una strana calma, esattamente come prima della battaglia. Ovviamente, non che la cosa mi dispiacesse: era così mi piaceva essere, e non solo per lui. Quella era la mia vera me.

Mi girai verso l'armadio, l'aprii e cominciai a osservare i vestiti.
« Secondo me, quello migliore è il vestito lungo, nero, con sotto il corsetto. » Babù cominciò a frugare nel cassetto, e tirò fuori una collana. « Sì. Con questo è perfetto. Sarai bellissima, sorellina. » La guardai a bocca aperta, incredula. Di che diavolo stava parlando?! Sospirai. « Babù, grazie dei consigli, ma vorrei sapere per cosa sono... » lei scoppiò a ridere, poi mi prese per mano e mi mise davanti allo specchio. « Al tuo incontro romantico. Credi forse che io non abbia notato niente? Ti perdi nel tuo mondo, sei più scontrosa del solito, e sospiri estasiata guardando l'orologio. » Mi mise davanti il vestito e corrugò gli occhi. Rimasi ferma, senza sapere bene come reagire. In effetti, era impossibile ingannarla. In quegli ultimi giorni, mi ero chiesta parecchie volte che piega avrebbero preso gli eventi, e come si sarebbero sentite tutte le persone a cui ero legata. Mi osservai nello specchio, roteando su me stessa. Sì, la mia sorellina ci aveva azzeccato ancora una volta: quel vestito era perfetto, così come la collana. « Mi dici almeno con chi ti vedi? » mi chiese, curiosa. Io le sorrisi, se lo meritava. « Non lo conosci, ma è Mister Mago del Buio. » In fondo, era la verità, giusto? « Daaaaaai! Sei cattiva. Guarda che secondo me Grisam non ti ha ancora scordata; spero tu non voglia infrangere il cuore a qualcun'altra! » mi rimproverò per scherzo agitandomi un dito davanti al naso. Scoppiai a ridere, era semplicemente ridicolo. « Questa volta, è amore vero. » annunciai, più seria. Lei si mise a ballare. « Posso essere la damigella d'onore? O forse preferisco la testimone? Mmm... dici che posso essere entrambe? » Sì, sicuramente sì; anche ammesso che le regole attuali lo vietassero, lui era il tipo di re che i regolamenti le emanava. Ma forse non l'avrebbe cambiato comunque, adorava andare contro le regole. Che non fossero le sue, ovvio. « A che ora è? » ecco, questa domanda era meglio se non l'avesse posta. « A tavolaaaaa! » l'urlo di mamma mi risparmiò dal risponderle: mai mi ero precipitata così velocemente a mangiare.

Tick, Tock. I secondi scorrevano, e il mio cuore aveva ricominciato a battere. Sebbene a cena mi fossi saziata normalmente, non ero riuscita a chiudere occhio. 
Guardai fuori dalla finestra; aveva smesso di nevicare, e lo presi come il segnale che l'ora di andare era vicina. Felì dormiva nel suo barattolo, così come Babù. Quest'ultima aveva cercato di stare sveglia, ma senza molto successo, con mio grande sollievo. Mi cambiai quindi in silenzio, e, volando, uscii. Volai nel boschetto, in modo da non poter essere vista, e chiusi gli occhi. Tutto attorno a me era perfetto. Il paesaggio esatto per riprendere la mia favola. Bene, da lì mezz'ora di volo e sarei arrivata, in leggero anticipo. Mancavano ancora 45 minuti alle 3. Poi, senza il minimo preavviso, due braccia mi strinsero da dietro. « Mi sei mancata, piccola. »

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Make me a promise ***


Make a promise Ciao a tutti! Non ho scuse per giustificare una così lunga inattività... avevo pensato di chiudere l'account ed aprirne uno nuovo, adesso che ho intenzione di riprendere a scrivere, questa volta in maniera seria... ma grazie alle vostre splendide recensioni ho deciso di continuare con quello vecchio!

Ci sono scelte nella vita che non è facile prendere. Tuttavia, sei costretto a prenderle, se non vuoi che qualcun altro lo faccia al posto tuo. Chissà, forse, se fossi stata più forte, avrei potuto dirgli no, chiudere le porte dell'inferno prima che fosse troppo tardi. Eppure, quella voce, suadente come il miele, era in grado di farmi letteralmente perdere la testa. Sorrisi, e mi girai. Grazie ai miei poteri da strega del buio, riuscivo a distinguerlo chiaramente anche in quella tempestosa notte invernale. Era più alto di me, e i capelli lunghi capelli neri gli scendevano fino alle spalle, quando non erano legati come adesso. La pelle, chiarissima a causa delle pochissime ore passate sotto il sole, metteva in risalto gli splendidi occhi azzurro ghiaccio, in grado di perforare anche un'anima di acciaio come la mia. Chiusi gli occhi, e mi abbandonai ad un lungo bacio appassionato, assaporando il suo sapore. Non potevo dire Grisam baciasse male, però... era come se ai suoi baci mancasse qualcosa, come se fossero in qualche modo "infantili", se paragonati a quelli a cui ero abituata adesso. Mi accarezzò una guancia, e io sospirai di piacere contro il suo giubbotto di pelle.
« Alla fine... sei venuta sul serio. » disse, con la sua voce leggermente roca, eppure così dolce.
« Forse ne dubitavi? » risposi, staccandomi da lui e fingendomi offesa.
Il ragazzo scoppiò a ridere, e sentii quel suono rimbombare nel bosco. Qualche secondo dopo sentii... l'ululato di un lupo?!
« Non avrai portato dei lupi qua, voglio sperare! » esclamai rabbrividendo.
« Ma che hai? Pensavo saresti stata felice di vedermi, e invece non fai che rimproverarmi. » sbuffò, incrociando le braccia e fingendosi a sua volta offeso.
Sorrisi. Mi era mancato davvero tanto. Poi, lui sembrò riprendersi, e il suo volto comparve un'espressione seria. Dura.
« Pervinca Periwinkle, ho bisogno di avere la tua risposta, qui, adesso. Combatterai al mio fianco contro Fairy Oak? »
Il mio cuore perse un colpo. Era così crudele... Non riuscivo a ragionare. Lo amavo. Ma amavo anche mia sorella. E mia zia. E tutti gli altri abitanti.
« Ho... freddo. Andiamo, ti prego. » la mia voce tremava, e mi odiai per questo. Del resto, magici più esperti di me tremavano al solo nome del Terribile 21.
Mi afferrò per le spalle, e i suoi occhi rifletterono i miei.
« V... pensavo che tra noi due ci fosse un patto. Che il regno del Buio fosse ciò che desideravi. Non sono stato gentile con te fin da quando Humulus ti condusse da me per la prima volta, salvandoti dalle mie truppe? Le mie parole... pensavo avessi compreso! » protestò, deciso, eppure senza urlare. Era così dannatamente bello... i miei occhi divennero lucidi, ma respinsi con rabbia le lacrime.
« Lo so! E ti amo, è così devi credermi... però... »
Quando lo avevo sconfitto, o almeno tutti avevano pensato quello, ero stata trattata come un'eroina. Io e la mia metà, la dolce e tenera Babù. No! Pensai con rabbia. La mia sola altra metà è colui che ho di fronte! Non posso mandare tutto all'aria adesso!
« Però è bello tenerti col fiato sospeso! Hai avuto paura, eh? » risposi, rivolgendogli un sorriso malizioso. Lui parve rilassarsi, sebbene non del tutto convinto.
« Ottimo! » e mi premiò con un altro bacio. Poi mi prese la mano, e, sotto la luna, mi alzai in volo con lui. Non mi girai nemmeno un attimo indietro per scoccare un'ultima occhiata al villaggio.

♦♦♦

Da dietro un albero, Shirley Poppy seguì con lo sguardo le due figure in volo, finché non divennero due puntini, piccoli come stelle oscure nel cielo bianco di neve.
« Sai una cosa, Mr. Berry? Prevedo sviluppi interessanti. » mormorò al topolino mezzo addormentato sulla sua spalla.

Grazie ancora per tutti i commenti che lasciate *_* spero che continuerete a seguire questa mia strampalata ff!

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Sussurri nella notte ***


Capitolo 4 Capitolo a raiting un più alto dei precedenti, siete avvertiti! Comunque niente di esplicito ;-)

Shirley rimase ancora un po' a guardare i fiocchi di neve scendere dal cielo. Era confusa, non riusciva a spiegarsi come potesse la scena appena vista suscitare in lei sollievo e confusione allo stesso tempo. La prima emozione era facile da spiegare: scoprire che Vì li aveva traditi e ingannati tutti era un shock... l'aveva sempre considerata come una ragazza forte, in grado di decidere con giustizia le scelte più corrette da prendere, ma a quanto pare si era sbagliata. Però... quel ragazzo. L'istante in cui aveva visto il suo viso era successo qualcosa. Il suo cuore aveva accelerato di battiti, di gioia. No, non era stato qualcosa del tipo: "quant'è bello!" "quant'è figo!", insomma, un colpo di fulmine. No, era stato qualcosa di molto più strano, una sorta di deja-vu che l'aveva lasciata senza fiato. L'ho già visto. Ne sono sicurissima. Ma questo è ridicolo! Corrugò gli occhi, decidendo di rimandare le questioni personali per il momento, anche perché, riflettendoci, forse si era lasciata trascinare dagli eventi: come poteva conoscere il Terribile 21? Così aveva chiamato il giovane dai capelli scuri. Ma il nemico giurato della valle non era umano... o forse sì?

♦♦♦

Vì e il Terribile 21 volavano nella notte, sicuri come due falchi dell'oscurità, le dita intrecciate le une alle altre. La ragazza aveva un sorriso sulle labbra, guardando distrattamente il paesaggio scorrere sotto di loro. Sorpassarono la rocca e... se lui non l'avesse abbracciata, si sarebbe sicuramente schiantata a terra.
Centinaia, forse migliaia di tende erano disposte sul terreno: ancor più soldati erano impegnati nelle più svariate attività. Per loro, la notte era il periodo di veglio, il fastidioso giorno quello del riposo.
« C-Claude, come diavolo hai fatto?! Sono ancora più dell'altra volta! » esclamò stupefatta, ritrovando l'equilibrio e staccando, con un filo di dispiacere, il viso dalla maglia di lui.
L'altro sorrise, allentando appena la presa dai fianchi della compagna.
« Devi abituarti a chiamarmi col mio nome... Terribile 21, che cavolata! » protestò lui, notato il balbettio, che sicuramente era però anche da attribuire alla sorpresa.
« Beh... allora fammici abituare e non scomparire per mesi! » ribatté Pervinca, orgogliosa quanto lui. Scoprire che dietro un nome tanto inquietante si nascondeva un uomo altrettanto affascinante era stata una vera sorpresa. Decisamente piacevole, tra l'altro.
« Comunque, quello è il nostro esercito. La maggior parte sono umani, ma ho chiamato a me anche altre razze. Quelli là che se li guardi troppo a lungo scompaiono sono fantasmi, per esempio. Non mi piacciono, detesto non poterli controllare. »
Per un attimo rimasero così, complici sotto la luna. Solo in quell'attimo di pace la ragazza si rese che ciò che aveva di fronte a sé era dannatamente vero. Le armi, le gabbie, gli sguardi pieno d'odio che avrebbero sterminato il suo villaggio. Perché? Perché non riesco a provare paura, o rimorso o qualcosa del genere di fronte a questo preludio di battaglia?! Mi ha stregata, è l'unica spiegazione che regga. L'idea che presto sarò una sovrana - una sovrana! - non fa che riempirmi di eccitazione! E se pensò al mio re... Scosse la testa. Dal momento che adesso si sentiva così bene, perché cercare di deprimersi da sola? Si sentì tirare verso il basso, e toccarono dolcemente il suolo, davanti alla tenda più grande. Tenne alta la testa mentre i soldati si inchinavano al loro passaggio.
« Bentornata, mia Lady. » salutò un uomo dai capelli castani. « Sua altezza, potrei parlarle un momen... »
« No. E non ti azzardare a disturbarmi per le prossime 3 ore. Ah, già che ci sei, controlla che nessun altro lo faccia. » ordinò l'altro col tono sicuro di chi è abituato al comando.
La giovane strega del buio sentì il proprio cuore accelerare di battiti, mentre il fidanzato la prendeva in braccio proprio come un vero principe e la portava dentro. Poggiò delicatamente le proprie labbra contro quelle di lei, e lasciò che la lingua seguisse i propri desideri. Lei sentì un brivido lungo la schiena, come ogni volta che i loro respiri si fondevano in uno solo. Poi, le braccia muscolose che l'abbracciavano mollarono la presa. Pervinca spalancò gli occhi, sorpresa, ma prima ancora di potersi spaventare atterrò sul morbido. Poteva vedere il riflesso del proprio volto affannato negli occhi di Claude. Sospirò, e allungò una mano verso di lui, che ridendo si mise seduto sopra il bacino della ragazza. Cos... cosa sta facendo?! Non vorrà mica... la fanciulla si accorse per la prima volta da quando aveva varcato l'ingresso di quella dimora che quello al centro, quello dove loro erano adesso, altri non era che un letto matrimoniale. Con due cuscini. Due comodini ai lati. Niente luci ovviamente. No. Lo amo, ma ancora non sono pronta! Ho "solo" diciotto anni!  si disse, in preda al panico, ma cercando di non darglielo a vedere. Sentì la sua voce sussurrarle un  « ti amo » nell'orecchio sinistro, e un morso scherzoso sul padiglione subito dopo. Una mano, quasi fosse lì per caso, cominciò a giocherellare con i bottoni del primo maglione. Era vestita a strati, come al solito. D'improvviso, si ricordò di quando lo aveva scelto, insieme a Babù. Fuori splendeva il sole, e in negozio si moriva di caldo; forse era per quello che non riusciva trovare nulla che le piacesse... poi, la povera commessa, esausta, le aveva mostrato anche il modello più vecchio possedeva in negozio. Poco dopo, le gemelle stringevano un pacchettino, ridendo a crepapelle. Grisam le aveva viste, e aveva insistito per sapere cosa contenesse la busta, e lei, per scherzo, non glielo aveva mostrato, facendo la misteriosa.
« Claude... no... » si meravigliò del tono della voce: sembrava quasi una preghiera. Quegli occhi scuri che la dominavano diventarono ancora più neri, mentre un silenzio pesante calava su di loro.
« Vì... ti spiace dirmi qual'è il problema?! »
« Nessuno... cioè... voglio farlo quando mi sentirò pronta. »
« E quando pensi che accadrà? »
No, il dialogo non stava andando bene, decisamente. E non sembrava deciso ad alzarsi o spostare la mano. Anzi, le mise quella ancora libera sul ginocchio.
« Dai, dimmi, quante volte sei andata a letto con Grisam? »
Rimase sorpresa dal fatto che si ricordasse quel nome. Voleva dire che ci teneva davvero così tanto a lei? O forse era solo abituato a ricordare i nomi? Sentì i propri occhi diventare lucidi.
« Mai! Non mi ha mai chiesto di... » si bloccò... non riusciva ad andare avanti.
« Capisco... è passato direttamente hai fatti, eh? Allora voglio farlo anch'io! »
Pervinca cercò di concentrarsi sui rumori che provenivano dall'esterno, sebbene sembrassero lontanissimi, perché quelli più vicini facevano male. Quella risata, così diversa da prima. Spietata. Ma se il signorino si aspettava di avere campo libero, si sbagliava di grosso. Il suono inconfondibile di uno schiaffo risuonò nella tenda. Lui si alzò, lentamente, portandosi una mano sulla guancia. Poi sorrise.
« Non mi deludi mai, amore mio. »
 Quelle parole così dolci. Quel tono allo stesso tempo tenero e sensuale. La principessa sentiva il proprio cuore sciogliersi lentamente, e questo la confuse ancora di più. Non importava la ferisse, cosa le facesse, bastava una semplice frase per cancellare tutto.
« Dai, mi giro mentre ti cambi, e prometto che non ti sfiorerò neppure con un dito. » sospirò accondiscende il Terribile 21 dando le spalle al letto.
Lei non disse nulla, rendendosi conto solo in quel momento di una cosa essenziale. O meglio, molte cose essenziali.
« Ehm... » cominciò incerta, sicura di essere rossa.
« Che c'è? Non ti fidi di me? » adesso il suo tono di voce cominciava ad essere arrabbiato.
« No! Cioè si! Voglio dire... come lo portavo qua il guardaroba?! » spiegò d'un fiato.
L'altro si mise a ridere così forte che fu costretto a sedersi di nuovo, tenendosi la pancia con le mani.
« Oh, è troppo! Non hai portato assolutamente nulla! Beh, allora... dormi nuda. Per me va benone! » esclamò, asciugandosi gli occhi con la macchina. Si chinò e la baciò dolcemente.
« Uff! Purtroppo, ho ancora i vestiti tessuti dai sarti durante la tua scorsa visita. »
Si cambiarono in silenzio, e, quando il ragazzo si mise sotto le coperte e l'abbracciò, lei non poté fare a meno di poggiare la testa contro il suo petto... era così comodo! Mentre sentiva i suoi capelli venire accarezzati cadde nel mondo dei sogni.

♦♦♦


Claude! Non si fanno queste cose a fanciulle più o meno innocenti! Questo capitolo non ha portato molto avanti le vicende, ma il prossimo vi prometto che sarà pieno di colpi di scena! Inoltre Shirley e Babù avranno un ruolo molto importante... ho già cominciato a scriverlo, quindi dovrei postarlo al massimo in una settimana!
Un grazie di cuore a tutti quelli che stanno commentando questa ff, spero che continuerete a seguirla! Vi voglio bene ragazzi *_* Mi dispiace davvero molto, credetemi, ma ho deciso di chiudere questo account di eff, finchè non riuscirò a scrivere in maniera seria, senza fare false promesse... un grazie ancora a tutti coloro che hanno seguito i miei progetti! Leslie

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=700917