I'll be the one to keep her alive.

di FraonMars
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter 1. ***
Capitolo 2: *** Chapter 2. ***
Capitolo 3: *** Chapter 3. ***
Capitolo 4: *** Chapter 4. ***
Capitolo 5: *** Chapter 5. ***
Capitolo 6: *** Chapter 6. ***
Capitolo 7: *** Chapter 7. ***
Capitolo 8: *** Chapter 8. ***
Capitolo 9: *** Chapter 8. ***
Capitolo 10: *** Chapter 1O. ***
Capitolo 11: *** Chapter 11. ***
Capitolo 12: *** Chapter 12. ***
Capitolo 13: *** Chapter 13. ***
Capitolo 14: *** Chapter 14. ***
Capitolo 15: *** Chapter 15. ***
Capitolo 16: *** Chapter 16. ***
Capitolo 17: *** Chapter 17. ***
Capitolo 18: *** Chapter 19. ***
Capitolo 19: *** Chapter 2O. ***
Capitolo 20: *** Chapter 21. ***
Capitolo 21: *** Chapter 22. ***
Capitolo 22: *** Chapter 23. ***
Capitolo 23: *** Chapter 24. ***
Capitolo 24: *** Chapter 25. ***
Capitolo 25: *** Chapter 26. ***
Capitolo 26: *** Chapter 27. ***



Capitolo 1
*** Chapter 1. ***


‘Toc toc’
‘Chi è?’, urla Elena correndo giù per le scale verso la porta.
‘Sono io’, rispose lui.
‘Grazie, hai anche un nome per caso?’, chiese Elena mentre apriva la porta ancora chiusa a chiave.
‘Ah sei tu, non ti hanno insegnato a dire il tuo nome quando arrivi a casa di qualcuno?’
‘Di solito entro e basta, senza nemmeno bussare, ritieniti fortunata!’, rispose Damon con il suo solito tono ironico e allo stesso tempo irritante.
‘E a te non hanno insegnato a vestirti prima di aprire la porta a qualcuno? Capisco che con me ti senti a tuo agio, ormai il tuo corpo lo conosco fin troppo bene, ma . . . e se non ero io?, chiese lui tutto divertito nel vedere la ragazza avvolta da un asciugamano rosa, probabilmente appena uscita dalla doccia visti i capelli bagnati.
Dopo un attimo di imbarazzo totale Elena rispose: ‘Non sarai mica geloso?’
‘Ovvio che no dolcezza!’, rispose Damon sorpreso dalla domanda della semifidanzata.
‘Come non detto’, rispose lei sottovoce, un po’ delusa ma del tutto indifferente.
Elena si girò e nel giro di due secondi si trovò quel bellissimo ragazzo, o meglio vampiro, dagli occhi azzurri davanti a lei, a distanza di pochi centimetri.
“No, non di nuovo!”, pensò Elena appena capì le intenzioni del ragazzo.
L’asciugamano le venne strappato via dal corpo come fosse aria e in un batter d’occhio i due si ritrovarono uno sopra l’altro, nell’unico divano che occupava il soggiorno.
‘Almeno impara a farlo con delicatezza, ogni volta rischi di rompermi!’, disse Elena scherzando.
‘Sarà fatto signorina’, rispose lui tra un bacio e l’altro.

. . .

‘Dove vai?’, chiese Elena.
‘A farmi una doccia, mi hai bagnato tutto, almeno finisco l’opera no?’
‘Nemmeno sai dov’è il ba-!’, cercò di rispondere lei, prima di accorgersi che il bagno l’aveva trovato eccome.
“Dovrò farci l’abitudine”, pensò la ragazza.
Elena non sopportava il fatto che Damon la spiasse di continuo, si era appena trasferita in quella nuova casa e lui già la conosceva a memoria.
“Maledetta quella volta che l’ho invitato ad entrare”, pensò lei.

Cinque minuti passarono, e Damon era già asciutto e vestito pronto per tornare a casa.
‘Vedi, io si che so fare le cose per bene, tu neanche sai asciugarti’, disse lui spaventando Elena che nel frattempo si era rimessa l’asciugamano.
‘Non è mica colpa mia se tu arrivi sempre troppo presto, impara a svegliarti dopo le otto di mattina e mi troverai vestita meglio che mai’ rispose lei divertita.
‘Mmm, ci penserò, a dopo bellissima, e vedi di vestirti ora, sta per arrivare il postino’
‘E meno male che non eri geloso!’, disse Elena, sta volta facendosi sentire.
‘Come potrei non esserlo?, è usci di casa.

La ragazza si era trasferita da poco in una villetta nei pressi di Mystic Falls. Aveva preso questa decisione per abbandonare i brutti ricordi che riempivano quella vecchia, e per sentirsi più al sicuro da tutti quei mostri che da tempo ormai caratterizzano la sua vita.
Damon gliel’aveva comprata, come modo per distrarla, per non farle pensare a Stefan.
Si, perché da ormai tre mesi Elena era impegnatissima con l’arredamento della nuova casa.
E da ormai tre mesi era anche innamorata di lui.

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Capitolo 2
*** Chapter 2. ***


Erano le 14.15 e Elena aveva appena finito di pranzare quando di nuovo sentì bussare alla porta.
‘Chi è’?, chiese urlando dalla cucina.
‘Damon Salvatore residente a Mystic Falls, vuole anche l’età? No perché sa, potrebbe diventare una cosa troppo personale poi’, rispose lui divertito.
‘Entra, è aperto’, disse lei irritata.
‘Sempre questo tono con me, si può sapere che ho fatto di male?’, chiese Damon.
‘Lo sai benissimo il motivo, se tu magari cercassi di cambiare un pochino mi aiuteresti sai?’
‘Poi però quando lo facciamo ti piace eh’, disse lui per cambiare discorso.
Elena non rispose, si limitò a tirargli un pugno, facendosi tra l’altro del male.
I due iniziarono i ridere e scherzare e così passarono le ore. Le 16.00 erano già arrivate e i due erano in ritardo per lo shopping giornaliero.
Eh già, al povero Damon toccava subirsi la sua amata ogni giorno, mentre sceglieva mobili su mobili per la nuova casa ma in fin dei conti, era quello il suo obbiettivo: distrarla nel miglior modo possibile e renderla felice.
Così la ragazza e il vampiro salirono in macchina e in meno di dieci minuti arrivarono al negozio.
‘Cosa devi prendere oggi?, chiese lui.
‘Beh, per prima cosa direi il letto, sono stanca di dormire nel divano per quanto comodo sia’
‘Sono stanco di farlo nel divano per quanto comodo sia’, disse Damon ridendo.
E il ragazzo ricevette così un altro pugno da Elena. 

. . . 

‘Salve’, esclamò Elena vedendo arrivare il commesso.
‘Benvenuti, avete bisogno d’aiuto?’, chiese lui.
‘Sto cercando un letto matrimoniale per la mia casa, vorrei qualcosa di moderno!’
‘Guardi, li in fondo nell’angolo ci sono tutti gli ultimi arrivi. Sono sicuro che lei e suo marito troverete di certo quello che volete!’
‘Oh lui non è mio mar’, rispose Elena ma venne interrotta.
‘Sono il suo fidanzato, piacere Damon’, disse lui lanciandole un’occhiata a dir poco maliziosa.
‘Andiamo a vederli su, prima che combini qualche altro disastro’.
La ragazza fingeva di essere turbata dal suo atteggiamento, ma in realtà lo adorava fin troppo.

‘Guarda questo, sembra comodo!’, esclamà Damon.
‘Non deve piacere a te, deve piacere a me, ci devo dormire io.’, gli ricordò lei.
‘Bene, vorrà dire che il tuo amichetto passerà meno spesso a casa tua allora, e non mi pare che tu abbia molti pretendenti per passare notti di fuoco’
‘Ok, prendiamo questo’, ripose Elena ridendo.
‘Come non detto’, disse il ragazzo compiaciuto.

. . .

‘Bene, a sta notte dolcezza’, così Damon salutò Elena.
‘Vedi di non fare tardi, altrimenti mi trovi già che dormo!’

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Capitolo 3
*** Chapter 3. ***


Erano le 21.30, Elena aveva finito la cena da ormai un’ora e se ne stava stesa nel suo divano a guardare un vecchio film storico.

. . .

‘TOC TOC’
La ragazza guardò l’orologio prima di alzarsi, erano le 22.00. Damon era in ritardo di un’ora.
Come faceva a sapere che era lui?
Beh, solo un vampiro bussava alla porta con tutta quella “violenza”.
‘Buonasera signorino sonoinritardoenonavviso’, disse Elena facendogli cenno di entrare.
‘Buona sera signorina sonosempreincazzata’, rispose Damon dandole un’enorme mazzo di rose rosse.
Dopo circa 20 secondi Elena tornò nel mondo umano nonostante fosse ancora sopresa.
‘C’era la fila scusa’, si scusò.
‘Oh, mi dispiace. Non ne avevo idea! Sono bellissime davvero!’, rispose lei baciandolo velocemente sulla guancia.
‘Vedo che il letto non è ancora stato inaugurato!’, esclamò Damon che in due secondi era finito in camera da letto al piano superiore.
‘Eh sai, non vado a letto come le galline tipo te!’, urlò Elena per farsi sentire mentre saliva le scale.

Damon intanto si era preoccupato di togliersi la camicia e stendersi nel nuovo letto.
‘Che intenzioni hai?’, chiese Elena ridendo.
‘Tu che dici?’
‘Le tue intenzioni non le so, le mie sono più che pulite. Sto per scendere, fra cinque minuti inizia Via col vento, non me lo perdo per niente al mondo!’
‘Ancora con quel film? Quante volte l’avrai visto? Un centinaio?, chiese Damon seccato.
‘Quante volte vuoi farlo in un giorno? Un centinaio?, chiese Elena zittendolo.
Il ragazzo vampiro rimase steso nel letto solo, stupito dal rifiuto della ragazza.
Si, stupito perché non gli capitava spesso di essere rifiutato.

. . .

‘Quanto dura ancora?’, chiese Damon dando un bacio sul collo a Elena intenta a guardare il film
‘Credo mezz’ora, lo guardi con me?, rispose lei sentendosi in colpa per averlo trattato un tantino male.
‘Wow, la signorina sonosempreincazzata mi chiede gentilmente di unirmi a lei? Ovvio che si!’
E i due si stesero assieme nel divano, uno a fianco all’altro, mano nella mano.
‘Scusa per prima’, disse Elena sottovoce per non disturbarlo troppo.
Damon rispose con un bacio.

. . .
Il film è finito all’1.25 e nessuno dei due innamorati aveva voglia di alzarsi per andare a dormire.
‘Ti fermi qui stanotte?’, chiese Elena quasi implorando il ragazzo.
‘Domani inauguriamo il letto?, chiese Damon tra uno sbadiglio e l’altro.
‘Va bene scemo’, rispose lei ridendo.

E passarono così un’altra notte in quel divano, abbandonando il nuovo letto.

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Capitolo 4
*** Chapter 4. ***


‘Driiiiiiiin’, la sveglia suonava. Erano le 9.00
‘Che ore sono?’, chiese Damon del tutto assonnato.
‘Le nove credo, la sveglia del telefono la metto sempre a quest’ora’, rispose Elena che si era già svegliata da una mezz’oretta abbondante.
‘Poi dici a me che mi sveglio troppo presto, senti chi parla! Ma, dove sei?’, chiese lui non capendo dove fosse.
‘In cucina, arrivo subito!’

Elena arrivò in salotto portando la colazione al ragazzo che la sera prima le aveva portato un mazzo di rose rosse.
‘Mi sembra il minimo dopo ieri sera’, disse lei.
‘Non dovevi davvero, l’avevo capito che ti sei dispiaciuta.’, rispose Damon con un tono spento ma come sempre dolce.

‘Oggi che si fa?’, chiese il ragazzo riferendosi al programma della giornata.
‘Il bagno ha bisogno di una doccia e di un lavandino, sono stanca di lavarmi a casa tua.’, rispose lei scherzando.
‘La mia doccia è sempre disponibile per te, ti adora!’
‘La tua doccia mi adora o tu mi adori?’, chiese Elena.
‘Entrambi ti adoriamo!’, disse Damon facendole l’occhiolino.
‘Beh, muoviti a vestirti che lo shopping ci aspetta!’
E dopo aver alzato gli occhi e sbuffato al pensiero di un’altra giornata persa tra negozi Damon si alzò, le diede un bacio, e andò a vestirsi.

‘Salta su, siamo in ritardo’, esclamò Damon.
‘In ritardo? Mica abbiamo un appuntamento con il negozio? E sono solo le 10 del mattino, non credo siano già chiusi!’
‘Nessuno dice che dobbiamo andare solo al negozio!’
‘Cosa intendi scusa? Dove dobbiamo andare?, chiese Elena non capendo.
‘Vedrai. . .’, rispose lui.

Durante il viaggio la ragazza iniziò a cercare di indovinare dove l’avrebbe portata dopo le compere ma nulla. Tentò dal cinema al ristorante, addirittura al teatro ma niente di queste opzioni era quella giusta, a ognuna la risposta era: “ritenta”!

‘Mi dirai mai dove devi portarmi?, chiese Elena appena scesa dalla macchina.
‘Adesso basta con queste domande, se continui non ti ci porto neanche. Piuttosto concentrati che oggi devi dedicarti al bagno, la vasca la voglio bella comoda, e dobbiamo starci in due!’, rispose lui tutto divertito.
‘Te sei sempre che ti preoccupi per la casa. Mica è tua, cioè si me l’hai comprata tu ma è intestata a me quindi non hai voce in capitolo!’, rispose lei altrettanto divertita.
‘Questo lo vedremo, non ci metto molto a riprendermela.’


Alle 15.00 lo shopping era finito, ai due spettava un pranzo veloce e poi una visita in chissà quale posto.
‘Mangia su, che poi dovrai fare un po’ di fatica.’, disse Damon.
‘Fatica? Non vorrai mica portarmi in una di quelle gite su per le montagne vero? Lo sai che non sono molto abile, rischierei di cadere e rompermi qualcosa!
‘Non ti porterò mai in nessun posto dove potresti farti del male no. Ti porterò in posti che ti faranno del bene.’, rispose lui sorridendo.

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Capitolo 5
*** Chapter 5. ***


Damon guidava da circa mezz’ora e non aveva ancora detto niente e dato nessun indizio sulla misteriosa destinazione.
‘Su, dimmi solo se ci sono mai stata!’, tentava Elena.
‘Zitta e guarda fuori!’, rispose lui intento nella guida.
‘Ma mi sono stufata di guardare sempre fuori.’, disse lei ma dopo aver girato la testa si accorse che qualcosa non andava.
‘Ma, io questo posto l’ho già visto, non ricordo quando però!’, esclamò Elena dopo aver riconosciuto una piazza di quella città.
‘Se aspetti ancora cinque minuti ti ricorderai tutto. Dio non ti ricordavo così stressante!’, disse lui.
‘Non sono stressante, sono solo curiosa!’, rispose lei ridendo.


‘Scendi.’
‘Siamo arrivati?’, chiese lei tutta eccitata all’idea.
‘Non ancora, dobbiamo salire di altri pochi metri.’
Elena lo guardò malissimo, sapeva che odiava camminare a lungo, e lui le aveva promesso che non glielo avrebbe fatto fare.
‘Tranquilla, ti porto io su.’, disse lui avendo capito i pensieri di Elena dallo sguardo minaccioso.
La ragazza dopo esser saltata sulla schiena del vampiro iniziò a “volare” se così si può dire. Damon correva fortissimo, e non badava al fatto di avere un’umana aggrappata a lui. Un’umana che odiava quelle corse impossibili, ma che lo amava alla follia.

‘Puoi lasciarmi ora, respiro anche io sai?’, disse Damon ridacchiando.
‘Posso scendere? Sicuro che non cado?’, chiese lei ancora aggrappata e con gli occhi chiusi.
‘Si tranquilla, puoi fidarti!’
Così Elena mollò la presa, aprì gli occhi che dopo due secondi iniziarono a riempirsi di lacrime.
Il ragazzo l’aveva portata nel luogo dove tutto era iniziato, dove aveva incontrato Stefan per la prima volta, dove si era innamorata, dove aveva dato il suo primo bacio. Il suo primo bacio a quello che ora era diventato il suo semifidanzato, così si definivano.
‘Perché qui?’, chiese Elena tra le lacrime.
La ragazza non capiva. Si, quello era un bellissimo posto, ma le ricordava Stefan, il suo amore eterno per lui.
‘Non voglio che ti dimentichi di lui. Certo, mi piace averti tutta per me lo sai, ma tu l’hai sempre amato, e adesso lui è diventato quello che è per salvarmi, credo che si meriti almeno un tuo ricordo.’, rispose Damon con un filo di emozione.
‘Grazie, davvero.’, disse lei abbracciandolo fortissimo.
‘Ok ok, adesso mollami e siediti qui, oltre ai ricordi è anche un buon posto per riposarsi questo.’
‘Non vorrai mica dormire qui?’, chiese lei sorpresa.
‘Perché no?’
‘Perché abbiamo un letto da inaugurare, ricordi?’, disse Elena ridendo.
‘Certe volte mi sorprendi sai?’

E tra risate, pianti e ricordi vari arrivarono presto le 21.00 e i due iniziarono a dirigersi verso casa.

‘Sai, ultimamente stai cambiando, mi piaci molto più adesso che prima’, disse Elena per rompere il silenzio del viaggio.
‘Sto cercando in tutti i modi di renderti felice Elena, il fatto che ti piaccia è già un buon passo per me.’, rispose lui sorridendo.
‘Mi hai portata in quel posto oggi. Probabilmente senza di te lentamente mi sarei dimenticata di tutto, di quei momenti con tuo fratello, e di tutto il resto. Mi fa male si, ma è bello ricordare, soprattutto quando ci sei te con me.’
Damon si girò per un secondo e le diede un bacio, l’aveva appena reso l’uomo, o meglio, il vampiro più felice al mondo.

‘Casa dolce casa.’, disse Elena appena scese dalla macchina.
‘Letto dolce letto.’, rispose lui malizioso.

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Capitolo 6
*** Chapter 6. ***


‘Sai, non credevo che saremmo mai andati così in fondo’, disse Damon mentre si cambiava, pronto per la famosa inaugurazione.
‘Nemmeno io l’avrei mai detto, insomma, tu sei Damon, il fratello egoista di Stefan!’, rispose Elena scherzando.
Il ragazzo ci rimase un po’ male, cercò di non farglielo capire, evitando di risponderle ma senza riuscirci.
‘Ehi, non volevo ferirti, scusa. Insomma, ultimamente non ne faccio una giusta con te. Tu sei così, così…gentile e dolce con me, e io non faccio altro che attaccarti.’, replicò lei.
‘Non mi hai ferito no, in fondo è la verità, te ne ho fatto di male in passato, capisco che per te è difficile cercare di perdonarmi.’
‘Perdonarti? Perché mai dovrei perdonarti?’
‘Per averti ferita, per essere stato così insistente nei tuoi confronti. Sapevo del tuo amore per mio fratello, ma cercavo comunque di fartelo negare.’
‘Beh, avevi ragione no? Intendo, si l’ho sempre amato, ma ho sempre amato anche te.’
A quelle parole il ragazzo rimase sorpreso, sapeva di qualche sentimento, ma non gli aveva mai detto di amarlo.
‘Mi ami?’, chiese lui.
‘Purtroppo!’, rispose lei accennando un sorriso e baciandolo.
‘Aspetta, il letto può stare li ancora per dieci minuti? Ho bisogno di una doccia,’, domandò la ragazza.
‘Può aspettare si, ma ricordati che la vasca l’abbiamo presa grande per un motivo. Per starci in due giusto? Beh, ho bisogno anche io di un bel bagno rilassante signorina!’
‘Mmmh, d’accordo, inauguriamo anche quella’, disse lei mentre iniziava a spogliarsi.
‘Ehi, ferma li, ti aiuto io.’
Damon iniziò a baciarla, dalla bocca giù fino al collo per finire al seno.
‘So togliermi una camicia sai?’, riuscì a dire lei tra un bacio e l’altro.
‘Zitta e baciami.’
Lei lo adorava, adorava quel suo corpo, aveva una voglia pazza di lui. Iniziò a toglierli la maglietta e lui a toglierle la camicetta. Nel giro di pochi secondi i vestiti erano finiti nel letto, e la vasca li aspettava.
‘Complimenti ragazzina, mi piace questo tuo lato selvaggio’, esclamò lui mentre la ragazza gli si avvicinava sempre di più.
‘Zitto e baciami.’, disse lei.

. . .
‘Grande quanto vuoi questa vasca, ma io preferirei continuare a letto’, disse Damon quando capì che la situazione si faceva più interessante.
‘Sappi che ti bagnerò anche sta volta, non ho proprio voglia di asciugarmi ora.’

Il ragazzo prese con se la bella umana e la portò in camera da letto. Lentamente la aiutò a stendersi a letto, non voleva romperla, come lei diceva. Piano piano iniziò a stendersi accanto a lei. La ragazza cercò di girarsi, ma lui la fermò prima che potesse muoversi del tutto, e gli salì sopra.

I due non si risparmiarono niente quella notte, avevano bisogno l’uno dell’altro, e niente li avrebbe fermati.

‘Piaciuto?’, chiese lui dopo essere tornato dalla sua parte del letto.
‘Direi di si.’, rispose lei.
‘Sai una cosa? Si era capito, urlavi fin troppo!, disse lui ridendo.
‘Complimenti mio bell’uomo allora, tuo fratello non ne era capace.’
‘Non c’è bisogno che tu me lo dica, so di essere migliore’ disse lui malizioso.
‘Sei sempre il solito!’, rispose lei lanciandogli i vestiti addosso.

‘Forza su, rivestiti.’, disse ad un tratto la ragazza.
‘Perché mai dovrei?’
‘Non è questa la tua casa ti ricordo, di letto ne hai uno anche tu se non mi sbaglio.’, esclamò Elena divertita.
‘Simpatica la ragazza’.
Un bacio come saluto e il ragazzo tornò a casa, felice come non era da molto tempo ormai.

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Capitolo 7
*** Chapter 7. ***


08.30
‘Toc toc’
Era Damon. 
‘La porta me la ricompri tu se si rompe eh!’, esclamò Elena mentre la apriva.
‘Mi scusi signorina, la prossima volta farò più attenzione.’, rispose lui divertito come sempre

‘Te ti diverti troppo! A proposito, tra due settimane inizia la scuola, mi sa che ti divertirai di meno.’, disse la ragazza triste al pensiero di dover tornare a quella vita monotona di sempre.
‘Beh, sono sempre disponibile per aiutarti a studiare, ho una certa esperienza alle spalle.’, disse lui per incoraggiarla.
‘Non ho mai avuto problemi a scuola lo sai, sono una intelligente io.’, rispose per sdrammatizzare.
‘Si certo come no!’

Elena amava quel ragazzo, la faceva sempre sorridere, e lui la amava, perché sorrideva sempre.

‘E oggi? Che si fa?’, chiese Damon.
‘Beh, è venerdì, i negozi sono tutti chiusi. Direi un bel film e tante patatine.’
‘Eh no tesoro mio, le patatine ti fanno male, non la voglio una ragazza obesa! So io dove portarti!’, esclamò lui misterioso come lo era stato l’ultima volta.
‘Su, vai a vestirti, ti aspetto qui.’
‘Sono già vestita scemo, che c’è hai perso vista?’, disse lei non capendo.
Damon osservò quei pantaloncini corti di jeans che le coprivano si e no dieci centimetri di gamba e la solita canottiera bianca che indossava per stare in casa.
‘Premetto che stai bene con tutto, ma sembri in pigiama tesoro mio.’, esclamò lui accennando una risata.
‘Tieni, mettiti questi’, disse lui lanciandole un paio di jeans e una camicetta.
Elena iniziò a ridere.
‘Che hai?’, chiese Damon.
‘E’ buffo sai, sto accettando consigli di moda da uno che si veste perennemente da signorinoinlutto’, rispose lei ridendo.
‘Parla la signorina mimettosempreglistessivestitiperchèhounguardarobadafarpena’, replicò lui soddisfatto della sua battutina.
‘Bene l’hai voluto tu, domani shopping di vestiti.’
‘Dannazione’, esclamò lui.

Saliti in macchina la ragazza si ricordò di avere un’ appuntamento con Car, la sua migliore amica.
‘Ehm, mi dispiace ma sto per darti buca, mi sono scordata del pigiama party da Car.’, disse Elena con un tono a dir poco dispiaciuto.
‘Ah, per quello ti eri vestita così?’, chiese lui ridendo, per nulla dispiaciuto.
‘Simpaticone, ti dispiace darmi un passaggio fino casa sua?’
‘Per nulla mademoiselle’, esclamò imitando il tono del maggiordomo.
‘Ahah, grazie mille!’, rispose lei.
‘Ehi, stai ridendo o sbaglio?’, chiese Damon per stuzzicarla.
‘Ovvio che no, secondo te mi abbasso ai tuoi livelli?’ rispose lei divertita.


‘Ma che bei piccioncini!’, esclamò Car che li stava osservando da diversi minuti ormai.
Elena salutò Damon con un bacio e scese dalla macchina.
‘Ciao Car!’, esclamò entusiasta.
‘Ciao bellissima, affiatati più che mai voi due eh?’, le disse facendole l’occhiolino.
‘Eh, ci diamo da fare’, rispose Elena ridendo.

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Capitolo 8
*** Chapter 8. ***


‘Elena, Elena, su sveglia che è tardi!’
Caroline cercava di svegliare l’amica da circa dieci minuti, ma lei sembrava non voler svegliarsi per nulla al mondo.
Ad un tratto la ragazza aprì gli occhi: ‘Ehi, serve urlare così tanto?’
‘Scusa ma cominciavo a preoccuparmi, non ti svegliavi più’
‘Che ore sono?’
‘Le undici adesso, è da un po’ che ti chiamo, ho fatto in tempo a fare colazione e lavarmi.’
‘Oh wow, beh scusa, non mi capita spesso di poter dormire a lungo, Damon è insopportabile quando si tratta di orari!’
Caroline si mise a ridere, rideva per felicità più che altro. Era felice per la sua amica, perché aveva trovato qualcuno che la faceva sorridere come prima.
‘Perché ridi Car? Ho forse qualcosa nei capelli che non va?, chiese Elena.
‘No no tranquilla, su muoviti ad alzarti, che tra poco arriva Tyler!’

Tyler era un lupo, o meglio, un licantropo se così si può dire.
Caroline era una vampira, bella e perfetta come nessun’altra.
Elena era un’umana, innocua e innamorata di un altro vampiro, Damon.
‘Oh cacchio, ma io che ci faccio qui? Voglio dire, tu sei una vampira Car, Tyler un lupo!’, esclamò Elena.
‘E quindi?’
‘Beh, ho paura!’, disse Elena ridendo.
‘Scema, pensa più che altro che sei ancora in mutande, il lupo potrebbe rimanere affascinato da te e farti fuori!’, scherzò l’amica vampira.
Elena rimase un attimo sconvolta da quella frase, poi si mise a ridere di nuovo.
‘Scusa Car, devo ancora abituarmi a tutto questo, ahah!’

‘Carolineeeee, sono qui!’, urlò ad un tratto Tyler che aspettava alla porta.
‘Ecco, tu ti lamenti di Damon che sbatte alla porta, lui urla così tutte le mattine, prima o poi mi faranno causa!’
‘Beh, vai ad aprire su, io sono vestita.’, disse Elena sollevata.
‘Buongiorno biondina!’, esclamò Tyler.
‘Buongiorno!’, disse Car altrettanto entusiasta di vederlo.
‘Ehi, ciao Elena!’
‘Ciao Tyler, complimenti per la voce, ti eserciti da tanto?’, chiese Elena ridendo.
‘Sai com’è, mi piacciono le entrate di scena.’, rispose con un occhiolino.

‘Toc toc, toc toc!’
‘Questo è Damon!’, esclamarono Elena e Car in coro.
‘Devo ammettere che preferisco le tue abitudini Tyler, quella porta mi è costata una cifra!’
‘Beh, ora vado, vi lascio alle vostre smancerie! Grazie per la serata Car, ci vediamo.’
Dopo vari saluti Elena uscì e raggiunse Damon che l’aspettava in macchina.

‘Alla buon’ora signorina!’
‘Scusa ma, mi piacciono troppo quei due, volevo salutarli per bene.’
‘Pronta per tornare a casa? Ti ho preso un regalo.’
‘Mi vizi troppo Salvatore, non va bene sai?’
La strada dalla casa si Caroline a quella di Elena non era molto lunga, circa dieci minuti di viaggio.
La residenza Gilbert, così la chiamavano Damon e Elena, era a dir poco enorme, simile a quella dei Salvatore, per non dire quasi identica.
Da lontano sembrava uno di quei castelli dell’ottocento, per qualcosa l’aveva pu scelta Damon, interamente costruita in mattoni e circondata da un laghetto con ponticello in legno, dove Elena sognava di passare le giornate di primavera.

‘Beh, come mai così silenziosa?’, chiese Damon appena scesero dalla macchina.
‘Nulla, solo che ogni volta che guardo bene tutto questo mi sembra di vivere un sogno!’, disse Elena sorridendo.
Il ragazzo vampiro si avvicinò all’umana che tanto amava, le sue mani le appoggiò ai fianchi di lei, e le loro labbra si incontrarono.

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Capitolo 9
*** Chapter 8. ***


‘Beh, e questo regalo allora? Quando me lo dai?’ 
Elena sapeva tornare bambina quando si trattava di sorprese.
‘Lo troverai fra poco.’, rispose lui facendole cenno di entrare in casa.
La ragazza si avvicinò alla porta, e notò un campanello color bordeaux accanto alla maniglia e scoppiò a ridere.
‘Ammetti, la porta ti piace troppo, e non volevi rischiare di romperla sul serio!’, esclamò lei.
‘No, ammetto di essermi stancato delle tue lagne giornaliere per colpa della mia forza!’, rispose lui con il suo solito tono irritante-spiritoso.

I due entrarono, Elena appoggiò la borsa, e andò dritta in cucina a preparare dei pop-corn, Damon invece si distese sul divano, come al solito.
‘E’ buffo sai, proprio oggi avevo deciso di accettare questa tua ‘abitudine’ di bussare, dopo aver sentito Tyler urlare come un lupo con la luna piena mi sarei accontentata della tua ‘forza’!’, disse Elena dalla cucina.
‘E invece ora hai un campanello! A proposito, devi scriverci il nome, il foglio è ancora bianco.’
‘Il nome di cosa?’
‘Il nome di chi abita in questa casa scema!’, esclamò ridendo.
‘Beh, dovrei mettere il tuo allora, ci passi più tempo tu di me qua dentro!’, rispose Elena che ormai era arrivata in salotto.
Damon fece quel suo faccino triste, che Elena adorava.
‘Ok, basta fare quella faccia, potrei svenire un giorno o l’altro!’
‘Non dirle neanche queste cose signorina Gilbert, non le condivido!’

Sta volta il film l’aveva scelto lui, qualcosa sui vampiri ovviamente, perché amava spaventare Elena, rideva moltissimo ogni volta che prendeva paura per qualche assalto improvviso.

‘Buh!’, urlò Damon alla fine del film.
Elena fece un salto, si alzò e corse dall’altra parte della stanza.
‘Idiota! Non farlo mai più!’, esclamò la ragazza ancora spaventata.
Lui non intendeva spaventarla fino a quel punto, e si rese conto così che per lei lui era una vera e propria paura.
Il ragazzo rimase deluso da se stesso, mai come in quel momento si era sentito male al pensiero di essere un vampiro. Durante tutta la sua vita non aveva mai avuto problemi al riguardo, lui amava correre veloce, essere forte e non invecchiare, era la sua natura, ma questa volta avrebbe voluto essere diverso, essere normale.

‘Scusa, ora vado, ho un impegno.’, disse lui.
‘Ehi, non ti sarai mica arrabbiato?’
‘No, tranquilla.’, rispose lui serio.
‘Beh, ci vediamo domani?’, chiese cercando di strappargli un sorriso.
‘Si, credo di si.’

Il ragazzo usci di casa, salì in macchina, e corse via.
Elena non capiva, cos’era successo?
Non era abituata a vederlo così, Damon era sempre allegro, in qualsiasi situazione, aveva paura di averlo ferito arrabbiandosi troppo per quello stupido scherzo.

. . .

‘Pronto Car?’
‘Ehi Elena, ciao! Come mai mi chiami a quest’ora?’
Elena guardò l’orologio, erano le 23.38.
‘Scusa ma è tutto oggi che ci penso, volevo chiederti un parere riguardo a una cosa, ti disturbo?’
‘No tranquilla, Tyler se ne è appena andato, dimmi tutto!’, disse Caroline.
‘Beh, oggi ho capito una cosa. Vorrei chiedere a Damon di trasferirsi da me, ultimamente lo tratto un po’ maluccio e lui sta facendo tanto per me, dici che è una buona idea?’
‘Altro che se è una buona idea, quel ragazzo stravede per te Elena, ne sarebbe felicissimo, sono sicura!’
‘Bene, allora domani mattina appena arrivo glielo dico, non vedo l’ora! Notte Car, e grazie!’
‘Notte tesoro.’

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Capitolo 10
*** Chapter 1O. ***


Erano le 8.00 e Elena stava per fare il primo passo importante dopo la tragedia che aveva passato, dopo aver perso il suo primo amore.
Si, quella mattina sarebbe stata importante per lei, le avrebbe cambiato la vita, ne era certa.
I vestiti li aveva scelti con cura quel giorno, non aveva messo i soliti vestiti da casa, aveva scelto un vestito con tema floreale che richiamava tanto la sua amata primavera.
Mancava poco al ventuno marzo, e lei sognava di passarlo con lui, Damon Salvatore.

Uscì di casa alle 8.45, diretta alla ‘residenza Salvatore’.
L’ultima volta c’era stata con Stefan, e poi non c’era più tornata.
Ma non le interessava più ormai, la decisione l’aveva presa, e niente l’avrebbe più fermata.

In dieci minuti circa Elena arrivò a destinazione; scese dalla macchina, si sistemò i capelli e andò a bussare alla porta.

‘Arrivo subito!’, urlò Damon, ‘Ehi, ciao!’, esclamò senza molto entusiasmo.
‘Buongiorno! Posso entrare?’
‘Certo vieni.’, rispose mentre osservava quel suo insolito abbigliamento.
‘Beh, cos’è quello sguardo?’, domandò la ragazza.
‘Sai, non mi capita tutti i giorni di vederti vestita così, voglio godermi il momento!’
‘Beh, devo distrarti un attimo, voglio proporti una cosa!, disse entusiasta.
‘Dimmi tutto!’
‘Ultimamente passi molto tempo a casa mia giusto? Io ti sento molto vicino, e mi stai aiutando moltissimo, quindi pensavo che potresti. . .venire a vivere da me! Cosa ne pensi?’
Il ragazzo avrebbe urlato si al mondo intero, ma in quel momento nella sua testa girava il ricordo del giorno prima, quando si è reso conto di essere solo un pericolo per lei, quando si è vergognato di se stesso.
Il sorriso gli scomparve in un attimo ed Elena non potè non accorgersene.
‘Che c’è? Credevo ti avrebbe fatto piacere, si insomma, se non ti va non importa.’, disse lei non pensando veramente quello che diceva.
‘Ieri, quando ti ho spaventata, ho capito come stanno veramente le cose. Sono un pericolo per te Elena, potrei farti del male da un momento all’altro, soprattutto adesso che mi sto avvicinando a te.’
La ragazza lo interruppe: ‘Ehi, non pensarci nemmeno. Non mi dirai di no per questo motivo, io mi fido di te, ciecamente. Non mi farai niente, mai e poi mai, lo so, ne sono più che certa.

Quelle erano le parole che lui voleva sentirsi dire, le parole che lo portarono a dire: ‘Si, va bene!’
Elena corse verso di lui e gli saltò addosso dalla felicità, lui la prese e la baciò.

Quella mattina tutto era andato come lei avrebbe desiderato. Adesso si, era di nuovo felice.

. . .

‘Beh, a quando il trasloco?’, chiese Damon.
‘A subito!’, rispose Elena.

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Capitolo 11
*** Chapter 11. ***


‘Ok, credo di aver preso tutto.’, disse Damon dopo aver riempito circa tre borsoni enormi.
‘Non credevo che avessi tutta questa roba, sei peggio di una di quelle ragazzine patite per la moda!’
‘Gentile come sempre. Beh, scusa se ho qualche vestito in più, a differenza tua che indossi sempre quei minuscoli pantaloncini!’
‘Non criticarli, sono comodi e non mi fanno caldo!’
‘Ok ma sappi che da oggi le cose cambieranno eh, non mi piace che tutti ti guardino il sedere.’
‘Gelosone!’, esclamò Elena ridendo.

Quel giorno guidava Elena. Si, perché doveva portarlo a casa sua, o meglio, a casa loro.
Era da tanto che entrambi lo desideravano, ma nessuno dei due aveva il coraggio di fare il grande passo. Damon non voleva fare peso sulla ragazza, e lei non voleva correre troppo.
Ma finalmente quel giorno era arrivato, e ne erano felicissimi.

‘Non ti vedo mai così felice, mi sento così fiero di me stesso!’, disse ad un tratto Damon ironico come sempre.
‘Beh si, devi esserlo. Mi aiuti sempre, sei sempre con me, pronto in qualsiasi momento a starmi vicino. Cos’ho fatto per meritarmi tutto questo?’
‘Semplicemente mi hai dato una possibilità.’
‘Dovresti pretendere di più da me, non aver paura di ferirmi, ho bisogno anche io di crescere, sai?’

Damon non voleva farle del male, aveva sofferto così tanto per suo fratello che desiderava solo vederla felice. 

‘Tu sei perfetta Elena, non devi preoccuparti di niente.’
‘Forse mi sono stufata di tutta questa bontà; insomma, ho sofferto lo so ma così non risolvo niente. Devi essere più ‘normale’ con me, ti prego.
‘D’accordo bellezza, sarà fatto.’, il ragazzo rispose con un occhiolino e poi scese dalla macchina.
Erano arrivati.

‘Benvenuto a casa, signor Salvatore!’, esclamò Elena più che entusiasta.
‘Oh, grazie mille signorina Gilbert!’

La prima cosa che fece Damon dopo aver posato le borse fu ‘correre’ dalla ragazza e ringraziarla per l’ennesima volta.
‘Prego’ gli aveva risposto lei baciandolo. Lui come sempre non si fermò al solito bacio, la prese in braccio, salì velocemente le scale fino a portarla in camera da letto. 
‘Non ti smentisci mai!’
‘E’ la mia natura questa!’, aveva risposto lui ridendo.

. . .

‘Vieni, ti porto in un posto.’, disse Damon.
‘Ma non sono presentabile ora.!’, esclamò la ragazza che stesa sul letto indossava una canottiera e dei pantaloncini di un pigiama.
‘Beh, non ti vesti tanto meglio di solito. Ma vieni dai, non ti vedrà nessuno fidati.’
La ragazza si alzò e chiuse gli occhi, come gli aveva detto di fare Damon.

‘Ma, dove andiamo?’
‘Shh, attenta che ci sono le scale!’, esclamò a Elena che stava per cadere.
‘Mica le vedo scemo!’
‘Ahah, scusa, ancora due scalini.’ 

Appena il ragazzo gli diede il permesso Elena aprì gli occhi. Erano nel tetto della casa, l’atmosfera era bellissima. Il cielo stellato illuminava tutta Mystic Falls, casa per casa, negozio per negozio.
I due si sederono e iniziarono ad osservare il panorama.

‘Guarda, lì e dove abbiamo comprato il divano!’, esclamò Elena indicando un negozio.
‘Beato divano!’
‘Li invece abbiamo preso il letto e pure la vasca!’

Damon la guardava, e rideva.
‘Che c’è?’, chiese Elena.
‘C’è che ti amo tanto, troppo forse!’, disse lui.
‘Ti amo anche io, scemone.’

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Capitolo 12
*** Chapter 12. ***


Era il 20 di Marzo, il giorno seguente per Elena sarebbe stato importante. Non c’era un motivo preciso, ma lei adorava la primavera, e il primo giorno di quella stagione lo aveva sempre passato assieme alla sua ‘famiglia’.

Alle 9.30 Damon si era alzato, era sceso giù in cucina, si era lavato, aveva guardato la tv e preparato la colazione per la ‘padrona di casa’, così la chiamava da quando si era trasferito da lei.
Alle 10.30 il ragazzo-vampiro stava portando il te caldo in camera da letto, pronto per svegliare Elena, ma la trovò già sveglia.
La ragazza stava scrivendo al suo diario, cosa che non faceva da quando. . . da quando tutto era successo.
Dopo aver realizzato la cosa Damon disse: ‘Qui c’è la colazione, ma fai pure con calma, adoro quando scrivi in quel diario.’
Elena sorrise: ‘Già, lo adoro anche io. Era da un po’ che lo avevo abbandonato, ho pensato che tutte queste cose che sono successe devono per forza essere scritte qui.’
‘Domani è il grande giorno ah?’
‘Sii, non vedo l’ora!’, esclamò entusiasta per il fatto che il ragazzo se ne era ricordato.
‘Bene, allora tu finisci di scrivere, mangia, lavati e vestiti, io torno tra un’oretta o due!’
‘Dove vai?’
‘Sorpresa!’, disse Damon facendole l’occhiolino, e salutandola con un bacio.

Il ragazzo stava organizzando la giornata del 21 Marzo da ormai una settimana, tutto era pronto, o quasi.
La mattina l’avrebbe portata a fare colazione in giardino, dove lei ha sempre sognato di passare le giornate di primavera. Poi, le avrebbe regalato un vestito elegante, e una volta indossato l’avrebbe invitata a pranzare nel tetto della casa, ovviamente decorato per l’occasione. E per finire, la cena si sarebbe svolta al grill, assieme a Tyler e Car.
Cosa mancava? Il vestito!

‘Ehi Car, buongiorno!’, esclamò Damon.
‘Ciao Damon! Come mai da queste parti?’, chiese Caroline sorpresa di quella visita.
‘Beh, ti ricordi no che domani c’è la cena per Elena vero?’
‘Si si ovvio!’, esclamò lei entusiasta.
‘Ecco, devo trovarle un vestito che sia abbastanza elegante, ma non me ne intendo molto!’
‘Oh, quale onore Mr.Salvatore! La accompagno volentieri a fare dello sano shopping!’, disse lei tutta contenta.
‘Immaginavo! Ti ricordo solo una cosa, siamo li per lei, non devi approfittarne, ti ci porta Tyler se hai bisogno! Anche perché io ho solo un’ora in tutto!’
‘D’accordo d’accordo!’

. . . 

‘Buongiorno, posso aiutarvi?’, chiese la commessa del negozio d’abbigliamento.
‘No non serve grazie, faccio da sola.’, rispose Car che era molto più che sicura delle sue capacità stilistiche,
‘Wow, potresti essere più cortese con loro, sai?’, disse Damon.
‘Beh, non è colpa mia se loro sanno un quarto di quello che so io in campo di moda!’, rispose lei schietta.
‘Ok, mi fido. Scegli questo vestito e andiamocene! Non sopporto tutte queste ragazze lagnose che odiano qualsiasi vestito le faccia grasse, se lo sono lo sono!’
‘E poi sono io quelle poco cortese!’, disse Car ridendo.

‘Eccolo, trovato!’
Il vestito che aveva scelto era nero e bianco, la fantasia era strana, quasi a cerchi ma non perfetti, arrivava più o meno a metà coscia, lunghezza che a Damon faceva girare gli occhi.
‘Non sarà un po’ cortino?’, chiese lui.
‘No, è perfetto.’

A quel punto il ragazzo non replicò, il vestito era scelto, e lui non vedeva l’ora di tornarsene a casa.

‘Driin, driin!’
‚Oh cavolo, è lei! E’ Elena! Che le dico ora?’, chiese Caroline ansiosa perché la ragazza la stava chiamando.
‘Inventa!’, rispose Damon divertito.

‘Pronto?’
‘Ehi Car, hai da fare sta mattina? Damon è uscito senza dirmi il perché, e io mi annoio da sola in questa enorme casa.’
‘Ehm, sai. . . Vedi, sta mattina ho deciso di andare a correre, non ho proprio tempo di uscire!’, rispose lei cercando di imitare il fiatone da corsa.
‘Ah, ok. Fa niente, ci vediamo preso allora!’
‘Bacioni!’

‘Pff, su serio?’, chiese Damon ridendo dell’assurda scusa che si era inventata.
‘Zitto, non sono brava a mentire io!’

Damon accompagnò a casa Car, la ringraziò mille volte per il favore, e poi tornò a casa.
Fortunatamente Elena stava camminando nel prato, così il ragazzo fece in tempo a correre in casa, nascondere il vestito e tornare da lei.

‘Eccomi di nuovo qui!’, esclamò Damon che aveva raggiunto la ragazza nel giardino.
‘Ehi, mi hai spaventata! Dove sei stato di bello?’
‘No no, non te lo dico!’

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Capitolo 13
*** Chapter 13. ***


21 Marzo.
“Caro diario, finalmente è primavera. Non ringrazierò mai abbastanza tutte queste persone che mi hanno fatto tornare il sorriso, soprattutto Damon. 
A proposito, so benissimo che mi sta preparando qualcosa per oggi, glielo leggo negli occhi! Beh, sta sera poi ti racconto tutto!”

‘Buon giorno Elena! Hai già finito con quel diario?’
‘Si, poche parole ma buone per oggi!’, rispose Elena, ‘Ma, come mai oggi niente colazione?’, chiese.
‘Bah, queste colazioni a letto fanno troppo famigliola perfetta! Su, alzati, si fa colazione in giardino oggi!’
‘Evvaii!’, urlò la ragazza prima di saltare letteralmente addosso a Damon.

‘Riuscirò mai a ringraziarti per tutto questo?’, chiese Elena ad un tratto.
‘Ma a me basta stare con te, vederti felice per me è più che un ringraziamento.’
‘Ok, adesso io mi stendo un po’, voglio godermi questo bel sole! Ah, grazie di tutto!’
A Damon scappò una risatina di felicità dovuta a quel sorriso che la ragazza gli aveva appena fatto.
Per lui la giornata era iniziata più che bene, anzi, per entrambi.

Il resto della mattinata i due l’avevano passata tra risate e sorrisi mentre stesi nel prato ammiravano quella che era la prima giornata di primavera.
Presto arrivò quindi l’ora di pranzo.

‘Ma te non hai fame? E’ ora di pranzo sai.’, esclamò Damon facendo cenno ad Elena di alzarsi.
‘Ehi, aspetta un attimo. Cosa sono tutti quei cuori e fiori nel tetto?’
‘Corri, io ti aspetto li.’, disse lui sorridendo, adorava quella sua capacità di correre ‘forte’.

‘Finalmente, sei lentina sai?’, disse Damon scherzando.
‘Oddio ma, è…è…magnifico!’
Il tetto era tutto decorato di fiori e cuori sparsi nel pavimento e al centro c’era sistemato un tavolino tutto apparecchiato per loro.
‘Eh si, ora ho proprio fame!’, esclamò lei. 

. . .

Anche la seconda parte della giornata si può dire che era andata benissimo, e adesso Damon non doveva fare altro che consegnare il regalo.

‘Vieni, ho un regalino per te!’
‘Oh, credo di non aver ricevuto così tante sorprese tutte in uno stesso giorno! Neanche al mio compleanno!’
Il ragazzo la portò in camera da letto e gli consegnò il vestito.
‘Ok, è bellissimo, ma questo non l’hai scelto te!’, disse Elena ridendo.
‘Cosa vorresti insinuare?’, chiese lui facendo il finto indifferente.
‘Che l’altra mattina Car era fuori con te, e avete scelto questo assieme, o meglio, lei lo ha scelto.’
‘D’accordo Mrs.Holmes, corri a mettertelo che fra poco si va a cena al grill!’

La ragazza era stata definita ‘Perfetta’ dal ragazzo-vampiro che giurò di non aver mai visto una ragazza più bella di lei in tutta la sua vita.

‘Ehi, ma ci sono anche Car e Tyler!’
‘Ovvio che si!’
‘Ciao Car! Ciao Tyler!’, esclamò Elena felicissima di vederli!
‘Sapevo che ti sarebbe stato benissimo!’, disse Car riferendosi al vestito, ‘Ehm, intendo. . .’
‘Tranquilla, l’ha capito appena lo ha visto!’, disse Damon.

‘Sapete, sta mattina questo bel signorino mi ha preparato la colazione in giardino e il pranzo sul tetto!’, esclamò Elena fiera.
‘Ah si? Ti piace cucinare Damon?’, chiese Tyler scherzando.
‘Simpatico.’, aveva risposto lui, che non amava quelle battutine.

La notte arrivò presto quel giorno, Car e Tyler avevano salutato Damon e Elena e erano tornati a casa, i due piccioncini arrivarono presto alla loro.

“Caro diario, sono di nuovo qui a scriverti! 
Sai? La giornata di oggi è stata: P E R F E T T A !”

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Capitolo 14
*** Chapter 14. ***


La primavera era iniziata da ormai una settimana, Elena passava ogni singola giornata di sole fuori, nel giardino della casa mentre studiava o mentre scriveva nel suo diario.
Purtroppo per lei però, quel venerdì pioveva.

‘Doveva succedere prima o poi.’, disse Damon tentando di consolare la ragazza, ‘Per oggi puoi stare in casa, no?’
‘Si certo, ma oggi avevo bisogno di stare fuori.’
‘Bisogno? Cosa intendi dire?’
‘Niente tranquillo, nessun problema! Mi guarderò Via col vento e poi andrò da Car.’, rispose lei fingendo di essere felice, per non dover spiegare quel suo bisogno.
Damon capendo che la ragazza non era sicura di quello che diceva disse: ‘Sicura? Posso rimandare l’impegno di oggi se vuoi, non c’è nessun problema.’
‘No no non ce ne è bisogno, a proposito, dov’è che devi andare?’, chiese lei cercando di cambiare discorso.
‘A trovare un’amico che abita qui vicino, è in città per il fine settimana, approfitto per farci due chiacchere.’
‘Ah giusto, beh allora vai no? Io starò benissimo si.’, esclamò lei alzandosi e dando un bacio al ragazzo.
‘Ok, a sta sera bellezza.’

In realtà Damon aveva deciso di iniziare a capire qualcosa su cosa stesse succedendo al fratello.
Da circa due settimane ormai Stefan era di nuovo nei paraggi, e lui si era sempre preoccupato di tenerlo alla larga da Elena, per paura che le facesse del male, ma adesso voleva trovarlo.
Certi dicevano di averlo visto l’ultima volta al grill, anche Caroline. Così decise di iniziare andando da lei.

‘Ehi Damon, come mai qui? Hai portato Elena?’
‘No anzi, vorrei chiederti delle cose, ma preferirei che non dicessi niente a lei, sai com’è fatta, poi vuole sempre collaborare e finirebbe per rimetterci e basta.’
‘Si si giusto, beh entra pure.’, disse lei con il suo solito tono solare.
Appena però Damon le chiese di Stefan alla ragazza sparì il sorriso.
‘Dici di averlo visto li, ma sicura che era lui?’
‘Capello spettinato, solito abbigliamento trasandato, camminata alla Edward Cullen, si sicurissima.’
I due si misero a ridere, Caroline amava chiamarlo così, e Damon invece rideva perché stranamente sentiva la mancanza di quel suo strano fratello.
‘Vorrei trovarlo, in questi giorni l’ho tenuto lontano da lei ma adesso avrei dele cose da chiedergli. Si, insomma, almeno sapere che cosa sta combinando mi farebbe piacere, sarei disposto a dargli una mano. Odio vedere Elena che finge di non soffrire, primo perché so quanto gli manca, e secondo perché è una pessima attrice.’
‘Potrei aiutarti, non molto perché la mia capacità di mantenere un segreto del genere è pari a zero ma qualcosina la farei volentieri. Neanche a me piace vederla stare così.’
‘Che ne dici, proviamo a chiedere a qualcuno al grill? Forse Bonnie l’ha visto, lavora li mi pare.’
‘Ecco magari a lei ci pensi te, che io non ho più avuto modo di parlarci da quando è successo quel che è successo. Io posso chiedere a Matt.’
‘D’accordo!’

Damon e Caroline arrivarono al grill nel giro di pochi minuti e trovarono entrambe le persone con cui volevano parlare al di fuori del locale.
‘Ciao Matt, Bonnie!’, esclamò Damon facendo un cenno di saluto.
Bonnie si girò e andrò dritta dentro, senza nascondere l’odio verso il ragazzo. Lui la seguì, mentre Car parlava con Matt.
‘Fermati un attimo.’, disse Damon afferrando Bonnie per una spalla.
‘Vacci piano!’, rispose lei togliendosi la mano di dosso.
‘Ehi ehi, tranquilla streghetta non voglio farti niente.’
‘Cosa vuoi’, chiese lei seria.
‘Stefan, lo hai visto ultimamente?’
‘Si, è venuto qui l’altra sera. Mi ha chiesto se per caso sapevo dove abita una certa Andie Star.’
‘Ancora quella, e tu che hai risposto?’
‘No, ovviamente. Non ho la più pallida idea di chi sia! E ora scusa, ma devo andare’, finì così la discussione la ragazza che girandosi se ne era andata quasi correndo.

Damon uscì in fretta dal grill, prese Caroline che nel frattempo non aveva risolto niente con Matt a causa dei suoi continui tentativi di fare colpo sulla ragazza.

‘Ehi, ma io devo ancora parlarne con Matt?!’, esclamò lei.
‘Muoviti sali, so dov’è.’

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Capitolo 15
*** Chapter 15. ***


Damon e Caroline viaggiavano ormai da circa mezz’ora.
‘Adesso mi dici dove stiamo andando scusa?’, chiese lei nervosa e curiosa di sapere la risposta.
‘Stiamo andando da Stefan, Bonnie mi ha detto che l’altra sera chiedeva di una certa Andie.’, rispose lui quasi urlando.
Car fece una faccia a dir poco dubbiosa, non capiva.
‘Quindi? Chi è questa Andie?’
‘Andie Star! Una delle mie ex fiamme, credo sia quella che è durata più a lungo.’, rispose lui facendole l’occhiolino. Andava stranamente fiero di tutte quelle storielle che aveva avuto.
‘Ok, e noi stiamo andando da lei sperando di trovare tuo fratello?’
‘Esatto! A Stefan è sempre piaciuto ‘sfogarsi’ con quelle che sono state le mie ‘prede’, sono sicurissimo di trovarlo da lei.’

Un’ora di viaggio passò lentissima ma finalmente i due erano arrivati a destinazione. 
La casa di questa ex fiamma di Damon era una semplicissima villetta a schiera in un piccolo villaggio disperso nel nulla.

‘Wow, non è cambiato per niente qui!’, esclamò Damon.
‘Possibile che vai ancora fiero di quello che eri?’, chiese Car stupita.
‘Nessuno dice che non fingo di andarne fiero.’
E con quella risposta tutto era più chiaro. Damon tendeva a parlare del suo passato in modo positivo, sempre scherzando in modo del tutto indifferente ma in realtà, odiava tutto quelle e preferiva sicuramente quello che adesso stava vivendo.

Dopo aver suonato per circa due minuti ina ragazza aprì la porta.
‘Ok, sarò stato un po’ bevuto quando l’ho vista l’ultima volta direi. Non me la ricordavo proprio così!’, bisbigliò Damon a Caroline.
‘Salve, la signorina Star al momento non è in casa, siete passati per lei vero?’
‘Veramente…’, iniziò Caroline.
‘Veramente volevamo sapere se per caso avevato visto mio fratello Stefan Salvatore negli ultimi giorni, dovrebbe avere una storia con la padrona di casa.’, esclamò Damon quasi ridacchiando.
‘Non sono tenuta a riferire questi fatti privati riguardo la mia padrona signor Salvatore mi dispiace, le ripeto che la signorina Star non è in casa al momento.’, rispose la cameriera con un tono a dir poco maleducato e irritante.
Damon si avvicinò alla ragazza, la fissò negli occhi, era vicinissimo a lei, il suo desiderio di ucciderla saliva sempre di più, odiava chiunque gli parlasse in quel modo.
‘Ho capito.’, rispose lui nervoso prima di girarsi e far cenno a Car di seguirlo.

‘Simpatica la ragazzina!’, esclamò Car.
‘Un amore.’
‘Bene, direi che per oggi possiamo chiudere. Non ci voleva proprio questo ‘incontro’.
Damon non sopportava di sbagliare, quando lui era certo di qualcosa, quel qualcosa doveva succedere e tutto doveva filare liscio.
‘Ok, anche perché credo che Elena si stia preoccupando un po’, è un tantino tardi.’, disse Caroline.
Damon guardò l’ora nel telefono, erano quasi le dieci e mezza, di sera.
‘Merda!’, esclamò lui.

‘Guidi tu per piacere? Elena mi ha chiamato circa venti volta credo che ne avrà tante da dirmi.’, chiese lui seccato.
‘Si si ok, tu chiamala pure.’

‘Pronto Elena?’
‘Alla buon’ora Damon! Perché non mi rispondi? Il tuo amico è talmente tanto importante da non lasciarti rispondere a una delle mie tante chiamate?’, urlò Elena.
‘Scusami ti prego, l’ho sempre odiato per la sua parlantina, non la finiva più di raccontarmi le sue avventure in giro per il mondo, non potevo distrarmi altrimenti non capivo più niente.’, cercò di scusarsi lui.
‘Beh, te lo dico giusto per informarti eh, non vorrei distrarti troppo. Oggi è passato tuo fratello qui.’
‘Stai scherzando? Stefan è venuto li?’, urlò lui per farsi sentire anche da Caroline.
‘Si.’, rispose lei prima di riattaccare

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Capitolo 16
*** Chapter 16. ***


Quella sera, anzi notte, Damon aveva corso tantissimo per arrivare il prima possibile a casa. Non era riuscito a fare l’unica cosa che per lui era importante in quel momento, proteggere Elena.

Appena arrivò a casa scese in fretta dalla macchina e corse verso la porta. Stava per bussare quando invece si ricordò di avere le chiavi, così aprì velocemente ed entrò.
Elena era stesa nel divano, probabilmente si era addormentata mentre lo aspettava per ‘sgridarlo’.
Il ragazzo prima di andare da lei fece un giro velocissimo di tutta la casa per controllare se da qualche parte fosse nascosto il fratello ma non c’era nessun’altro, solo lui ed Elena.

‘Damon, sei tu?’, chiese Elena che nel frattempo si era svegliata.
Appena lui la sentì parlare corse in soggiorno: ‘Si, sono a casa.’
La ragazza si alzò dal divano e iniziò a guardarlo come se l’avesse delusa e presa in giro: ‘Hai qualcosa da dirmi, immagino.’
‘Ok, ho bisogno di dirti un po’ di cose, ma prima, dimmi tutto di Stefan ti prego.’, disse lui che non volendo più mentirle aveva deciso di raccontarle tutto.
Elena non aveva nessuna intenzione di raccontargli quello che era successo, era troppo arrabbiata.
‘No, proprio no. Te ne sei andato via così, senza più farti sentire e dio solo sa cosa poteva succedere!’
‘Ti sembrerà strano lo so, ma io stavo cercando di proteggerti Elena!’, esclamò lui.
‘Come puoi proteggermi se per tutto il giorno non rispondi alle chiamate, non ti fai mai sentire? Sono un’umana sai, io mi preoccupo anche per te!’
Con quest’ultima frase Damon si sentì più che ferito. Era vero si, lui non era un umano, ma per lei avrebbe perso la vita.
Il ragazzo non aspettò più di due secondi per prendere le chiavi e uscire di casa. Stava male, malissimo.
Elena cercò di fermarlo correndo verso la porta ma non ci riuscì, era maledettamente troppo veloce per lei. Non aveva intenzione di ferirlo con quella frase, semplicemente aveva sbagliato.
. . .

Quando Damon era uscito erano circa le 24.49, Elena aveva controllato. Adesso erano già le 3.30 del mattino, e nessuno dei due sapeva più cosa fare.
Il ragazzo era uscito, aveva sete, sete di sangue. Era talmente tanto ferito e arrabbiato con se stesso che in quel momento avrebbe ucciso. Stava piangendo, piangeva da ore, non riusciva a fermarsi. Non piangeva da molti anni.
Elena invece era a casa, continuava a camminare avanti ed indietro, chiamava e richiamava Damon per scusarsi ma lui aveva lasciato il cellulare a casa.
Entrambi erano tristi e arrabbiati, ma ad un tratto qualcuno afferrò Damon per la spalla.
Il ragazzo si girò, era suo fratello.
‘Stefan, cosa ci fai qui? Cosa vuoi?'
'Rivoglio è un termine più adatto. Rivoglio Lei.'

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Capitolo 17
*** Chapter 17. ***


‘Stefan perché sei tornato?’
‘Te l’ho detto, rivoglio Elena.’
‘Fratellone, sai di essere cambiato no? Io non mi sono mai intromesso tra voi due, ma questa votla lo devo fare. Non meriti più una ragazza come lei, certo se fossi quello di prima sarei il primo ad arrendermi con lei. Ma io la amo, e non ho nessuna intenzione di farle correre nessun rischio a causa tua, o nostra.’
Stefan si accorse delle lacrime del fratello: ‘Stai piangendo? Come mai? Elena ti ha ribadito che per lei esisterò sempre e solo io?’
Damon a quel punto si sentì più forte che mai, non aveva intenzione di fargliela passare tanto liscia.
Afferrò le braccia del fratello e iniziò a tirargli calci ovunque, stavano ‘combattendo’.
I due Salvatore andarono avanti per un’ora quasi, a rincorrersi l’uno più arrabbiato dell’altro.
Stefan con la sua violenza e forza acquisita grazie al sangue che bevevo in continuazione sembrava essere più forte del fratello ma Damon era prontissimo a sconfiggerlo, lo era da sempre.

‘Adesso basta, smettetela!’
Elena era in mezzo ai due, pronta a fermarli.
‘Come hai fatto a trovarci?’, chiese Damon.
In quel momento avanzò Car: ‘L’ho aiutata io.’
Damon la guardò non capendo, perché era li? Stefan nel frattempo stava cercando di avvicinarsi alla ragazza, ma Caroline lo afferrò e lo spinse via.
Damon ed Elena erano rimasti solo mentre gli altri due combattevano ancora.
‘Non volevo ferirti con quella frase lo sai.’, disse ad un tratto lei.
‘Ma l’hai fatto. E ora tuo fratello ti rivuole. Non so più cosa fare con te.’
‘Io non lo rivoglio. L’ho visto prima, come ti parlava. Non è più lui.’
Damon non credeva che la ragazza avrebbe mai detto una cosa simile, stava veramente rinunciando a Stefan per lui?
‘Poco fa, cioè ore fa sembrava quasi mi odiassi.’, disse lui.
‘Lo so, scusami. Ma quando non mi rispondevi ero seriamente preoccupata. Poi Stefan mi aveva detto che…’
‘Che?’
‘Che oggi eri passato da Andie, quella gallina con cui stavi, e così non ho più capito niente. Ero arrabbiata.’
‘Beh, si sono passato da lei. Non avevo nessun appuntamento, ero andato a cercare Stefan. Sapevo che da giorni era nei paraggi, era il giorno perfetto, tu eri in casa e io potevo finalmente cercarlo.’
‘Perché non me l’hai detto?’
‘Non mi avresti lasciato fare neanche un passo fuori da quella casa. Saresti voluta venire anche tu.’
Elena sorrise perché effettivamente aveva ragione.
Damon la abbracciò, e prima che Stafan potesse tornare la portò via, a casa.

. . . 

‘Ok, che ne dici se per dimenticare tutto questo ce ne andiamo a mangiare sul tetto?’, chiese Elena.
‘Per me va bene, lasciami dieci minuti che preparo tutto. Appena è pronto ti chiamo. Vai pure a lavarti tu, sei fradicia.’
‘Va bene Mr.Salvatore, a dopo!’, disse lei sorridendo.
Damon la fermò prima che iniziasse le scale: ‘Ehi, non l’avevi mica invitato ad entrare?’
‘No no, non l’avrei mai fatto.’
Il ragazzo le diede un bacio e poi disse: ‘E brava la mia ragazza!’, facendole l’occhiolino.

La serata era finita in modo positivo, certo migliore di come era andata la giornata.

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Capitolo 18
*** Chapter 19. ***


Nell’ultima settimana c’erano parecchi vampiri che erano arrivati in paese, che li avesse mandati Stefan? Questo nessuno poteva saperlo con certezza, ma c’era una cosa di cui Damon era sicuro: uno di loro, o meglio, una di loro faceva parte di qualche sua avventura del passato.

Quella mattina Elena era andata a fare nuovamente shopping con Car.
‘Non passerai troppo tempo con lei? Non vorrai mica diventare maniaca delle spese anche tu?’, le aveva chiesto Damon prima di farla uscire.
‘No no tranquillo, la accompagno e basta.’, così aveva risposto lei.

Damon invece, aveva in programma di farsi un giretto tra i boschi, mangiare un po’, e magari incontrare qualcuno di quei nuovi arrivati.
Passò ore a correre per la foresta ma non trovo anima viva, anzi, morta. Solo i soliti scoiattoli e qualche cervo, con cui ormai aveva una certa confidenza. Prima di porre fine alla loro vita infatti usava dare un nome ad ognuno delle suo prede, in modo tale da poter raccontare le sue avventure ad Elena, senza sembrare troppo brutale.
Una frase poteva essere: ‘Oggi ho rivisto quello scoiattolo per l’ultima volta’, e diventare: ‘Oggi ho rivisto Tobia per l’ultima volta.’, rendendo la cosa meno cruda.

Verso le 11.40 Damon decise di tornare a casa, deluso per non aver trovato chi voleva trovare.
Appena tornò Elena si accorse che qualcosa in lui non andava: ‘Ma è successo qualcosa? Sei strano.’
‘No no, solo che oggi Fabiola mi è scappata.’
Damon si riferiva ad una delle sue prede, come sempre evitata di rispondere sinceramente e scherzava. 
‘Perché ieri notte ho fatto un salto nel bosco e l’ho addestrato a scappare da te, tanto per lui ormai le tue ‘mosse’ sono prevedibili.’, rispose lei divertita.
‘Vedo che inizi ad ‘ironizzarti’ anche tu, merito mio ovviamente.’
‘Ovvio!’

Elena passò il pomeriggio a studiare storia, il professore si era quasi di famiglia, ma purtroppo o voti doveva guadagnarseli. Quel giorno era diventata un po’ triste per la mancanza della zia Jenna. Erano passati ormai diversi mesi dalla sua scomparsa ma a lei sembrava fosse successo ieri. Le mancava, non sopportava l’idea di non poterla rivedere.
Damon aveva capito al perché di quella tristezza improvvisa così decise di farle una proposta.
‘Sta sera cinema?’, chiese lui.
‘Ehm, dovrei studiare. Facciamo domani?’, rispose lei seria.
‘O sta sera o niente, fanno ‘Via col vento’, credo sia una nuova edizione.’
Alla ragazza si illuminarono gli occhi, era il suo film preferito quello, come dire di no?
‘D’accordo!’, disse lei fingendo di non esserne molto entusiasta. Appena il ragazzo si girò iniziò a girare su se stessa dalla gioia. Damon rideva, non capiva cosa ci trovasse di così bello in quel film ma pur di vederla felice l’avrebbe rivisto ancora e ancora.

Quindi la sera, alle 21.00 il film era iniziato.
I due erano seduti nell’ultima fila in alto, non c’erano molte persone, forse due nella prima fila e un gruppetto di ragazze nella metà.
‘Ma quelle hanno intenzione di fare tutto quel casino anche durante il film?’, chiese Elena riferendosi alle ragazze urlanti.
Damon non le rispose. Si era alzato, andava verso di loro.
‘Scusate, potreste fare meno confusione? La mia ragazza vorrebbe sentire le voci degli attori, non le vostre.’
Il gruppetto rimase in silenzio, insomma, non era da tutti i giorni trovarsi un ragazzo come Damon al cinema, per di più uno col coraggio di dirti certe cose.
Non aspettò risposta, avevano capito.
Elena dal suo posto aveva visto tutto, rideva ma smise subito perché il film stava iniziando.
‘Grazie!’, gli disse lei appena il ragazzo era tornato a sedersi.
‘Figurati bellezza!’, e le aveva dato un bacio mentre le ragazze ormai non più urlanti li fissavano.

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Capitolo 19
*** Chapter 2O. ***


La mattina Elena si era svegliata tardi, Damon era già uscito. Ultimamente andava spesso a caccia, aveva sempre sete. La ragazza si vestì e andò a fare colazione fuori in giardino.
Damon nel frattempo era nel bosco, quel vampiro, quello che credeva di conoscere, era vicino.
Stava li, correva ovunque per trovarla ma niente.

‘Quando torni? E’ già ora di pranzo.’, disse Elena mentre lo chiamava.
‘Scusa ma, non riesco a tornare presto. Credo che starò fuori tutto il giorno, ci vediamo sta sera ok?’
‘D’accordo.’, rispose lei.
Cosa stava facendo? Elena se lo chiedeva spesso ultimamente.
Dopo pranzo decise di andare al Grill, si annoiava troppo. Trovò Tyler seduto solo, così andò da lui.
‘Ehi, Car non c’è?’, gli chiese dopo essersi seduta.
‘Si si sta arrivando.’
‘Ah, disturbo?’
‚No, no tranquilla.’

‘Avanti vieni fuori!’, urlava Damon avvertendo qualche vampiro in movimento nei paraggi.
Era nervoso, non sapeva di preciso il motivo ma, voleva che venisse fuori.
Avrebbe giurato che fosse una sua vecchia fiamma. 

Nel frattempo al grill Elena ricevette una chiamata, era suo fratello Jer. Dopo tutto quello che era successo i due non si erano più sentiti, lei si era trasferita e lui era andato a stare per un po’ a casa di un amico. 
La ragazza rispose sorpresa: ‘Ehi Jer, come stai?’
‘Bene, sono tornato poco fa!’
‘Davvero? E dove dormi adesso? Vuoi venire da me?’
‘Mi farebbe piacere perché non avrei altro posto. Comunque mi metterò a lavorare e il prima possibile mi trasferirò.’
‘Ma figurati, sei o non sei mio fratello?’, disse lei contenta di risentirlo
Sarebbe arrivato mezz’ora dopo così Elena salutò Tyler e Caroline che era appena arrivata e tornò a casa per aspettarlo.
Appena entrò nel cancello lo trovò li ad aspettarla. La ragazza gli corse in contro e lo abbracciò.
‘Il mio fratellino!’, esclamò lei arruffandogli i capelli.
‘Ehi, vacci piano.’, rispose lui scherzando.
Entrarono in casa e Elena fece accomodare il fratello nella camera degli ospiti.
‘Ma, qui ci abiti solo tu?’, chiese lui vedendo vestiti in giro per la casa. Vestiti da uomo.
‘Ehm, veramente da un po’ si è trasferito anche Damon.’, disse lei sapendo che Jeremy non avrebbe accettato facilmente la cosa.
Il ragazzo la guardò male infatti, non gli era mai andato a genio quel ragazzo-vampiro.
‘Cos’è, state insieme adesso?’
‘Non dirlo con quel tono, comunque si. Ma sappi che è cambiato, non è più come prima.’
‘Lo spero.’, rispose lui poco convinto.
I due fratelli passarono assieme la giornata tra racconti delle vite di entrambi negli ultimi mesi e altre cose varie. Elena gli raccontò di Stefan che erano tornato e che se ne era anche già andato, gli raccontò della nuova casa e di come si sentiva felice nonostante tutto. Jeremy era sembrato felice per la sorella, e anche per se stesso. Aveva perso molte persone care, la storia con Bonnie era finita e a quanto pare il periodo passato lontano gli era servito.

. . .
Damon sentì di nuovo la presenza di qualcuno nei paraggi, era diventato buio ormai e per lui capire era diventato ancora più difficile.
Quando ormai si era arreso, e quindi stava per rientrare a casa arrivò qualcuno, finalmente.
Il vampiro vide una figura avanzare verso di lui, una donna. Lo si capiva da quella camminata suadente, aveva capelli lunghi e scuri.
‘Chi sei?’
‘Stacy, non ti ricordi?’

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Capitolo 20
*** Chapter 21. ***


Chapter 21
Damon non era tornato quella notte. Elena era riuscita a chiudere occhio per qualche minuto. Fingeva di dormire quando suo fratello passava a controllarla, poi tornava ad aprire gli occhi. Jeremy era diventato molto protettivo nei suoi confronti da quando era successo quel che era successo. Aveva quel brutto presentimento che Damon non fosse l’ideale di compagno per sua sorella, non riusciva a starsene tranquillo al pensiero di vederla con un vampiro.

‘Stacy, Stacy..1902!’, esclamò Damon divertito. La vampira gli aveva confessato che si, era stata una sua ‘fiamma’. Non gli voleva però confessare in che periodo era successo tutto. Lui non la ricordava minimamente, era da tutta la notte che diceva possibili date sperando di beccare quella esatta.
‘Credi di potermi tenere qui ancora per molto? Avrei anche una vita.’, disse lui adesso un pò irritato.
‘Sei sempre il solito, hai sempre qualcosa di meglio da fare. Dopo tutti questi anni vuoi davvero dirmi che non puoi sprecare dieci minuti in più di quella che tu chiami ‘vita’, per me?’
Damon alzò gli occhi.
‘Non ricordo nemmeno chi sei, come pretendi che io abbia voglia di perdere del tempo qui? Avrei altro da fare.’
‘Hai rubato qualche altro cuore?’
‘Non nel vero senso della frase ma si.’
Stacy rise, ma era una risata malinconica più che divertita. La vampira nascondeva qualcosa, o meglio, la vampira ricordava qualcosa che riguardava un passato con Damon ma non sembrava molto disposta a parlarne così apertamente.

‘Buongiorno sorellina!’, esclamò Jeremy aprendo le tende e facendo quindi entrare la luce nella camera da letto di Elena.
La ragazza fece un verso di lamento e si rigirò nel letto. Si girò poi di scatto verso il fratello: ‘E’ tornato?’
‘Chi? Quella specie di tuo fidanzato?’
Elena alzò gli occhi: ‘Si lui.’
Jer fece di no con la testa e nel viso della ragazza comparve un’espressione più che triste.
‘Lo vedi? Ti fa solo stare male. Sarò anche più piccolo di te ma certe volte dovresti starmi a sentire sai?’
‘Non sto male, non da quando sto con lui. Sono solo preoccupata, è da ieri pomeriggio che non lo sento, so che se la cava sempre ma ho paura. Paura che gli sia successo qualcosa.’
Verso le undici Jeremy uscì per andare al Grill, il suo turno sarebbe iniziato mezz’ora dopo. Aveva rassicurato Elena dicendole che Damon sarebbe sicuramente tornato a momenti e le aveva lasciato il compito di non uscire di casa a cercarlo.
Lei ovviamente quel compito non l’avrebbe mai eseguito ma cercò di cavarsela in un altro modo.
‘Pronto, Car?’
‘Elena? Dimmi tutto!’, esclamò lei con il suo solito entusiasmo.
‘Mi faresti un piacere?’
‘Ovvio che si, cosa devo fare?’
‘Damon è..scomparso. Non lo sento da ieri.’

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Capitolo 21
*** Chapter 22. ***


La mattina seguente Caroline si era fatta trovare al grill puntuale. Elena le aveva spiegato la situazione con il suo solito tono agitato e la vampira le aveva promesso che lo avrebbe trovato.
‘Ok io lo trovo però tu cerca di stare calma e non combinare guai!’, così le aveva risposto l’amica.
Elena sarebbe stata al grill ad aiutare suo fratello che era di turno. In questo modo Jeremy l’avrebbe tenuta sotto controllo.

‘E’ l’ultimo che dico, poi me ne vado. 1970!’, Damon cercava per l’ennesima volta di indovinare la data in cui chissà cosa era successo assieme a questa Stacy.
‘1978, 1978!’, urlò lei ad un tratto correndo verso di lui.
La vampira appoggiò la sua mano destra sul petto di Damon e in qualche modo il vampiro iniziò a ricordarsi di lei. Tantissime immagini iniziarono a scorrergli nella testa, velocissime. Quella ragazza, quei baci, quel sentimento forte e puro. Poi, qualcosa di buio, di oscuro forse. La ragazza, non era più una ragazza, era una..vampira. 
‘Sono quello che sono, per colpa tua.’, disse Stacy per la prima volta con un tono di voce stranamente serio, profondo.
Damon alzò lo sguardo, in quell’esatto momento percepì la presenza di qualcun’altro oltre a loro due. Girò di scatto la testa. Caroline.
Il vampiro non esitò a correre verso di lei. Lasciò Stacy senza risponderle, era più preoccupato di quello che la migliore amica di Elena aveva appena visto, o capito. Si perchè quella che aveva visto non era una scena facilmente interpretabile, anzi, poteva essere fraintesa.
Corsero fino ad uscire da quell’immensa foresta quando Damon riuscì ad afferrare il braccio di Caroline e a fermarla.
‘Sei uno stronzo, ecco cosa sei. Sparisci senza dire nulla da un giorno all’altro e ti fai trovare con quella?’
‘Non mi sembra che tu sappia il motivo per cui sono ‘sparito’. Quella che tu hai visto potrebbe essere qualche immaginazione.’, disse lui cercando di essere ironico com’era sempre ma soffrendo già al pensiero di come Elena sarebbe reagita riguardo Stacy.
‘Smettila di fare così e parla. Sappi che dovrai convincermi al pieno per non raccontarlo a lei.’
Damon fu costretto a raccontarle quello che era successo e fortunatamente Caroline gli credette. 
‘Tu vai da lei, parlale. Sta malissimo da ieri, ha preso una paura assurda. Io vado da lei.’

Elena aprì la porta, era tornato.
La ragazza scoppiò in lacrime e saltò addosso al ragazzo.
‘Ehi ehi, ti sono mancato tanto si?’
‘Stronzo.’
‘La smettete di definirmi ‘stronzo’? Potrei offendermi con il tempo.’
‘Chi? Chi altro?’
‘Caroline. Dai siediti, devo parlarti.’
La ragazza iniziò ad agitarsi più di prima. Damon era scomparso per quasi due giorni e adesso doveva parlarle? Era evidentemente successo qualcosa.
‘Cos’è successo Damon?’
‘Niente per adesso.’
‘E allora perchè non tornavi? Perchè non rispondevi?’
Il vampiro non fece in tempo a rispondere. Qualcuno aveva suonato. Si alzò e arrivò alla porta con una di quelle sue corse vampiresche che a Elena tanto affascinavano.
‘Ancora tu?’

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Capitolo 22
*** Chapter 23. ***


Stacy si era presentata a casa di Elena, e quindi anche di Damon all’improvviso. Elena ancora non sapeva chi fosse, non le era stato raccontato niente.
‘Ancora tu?’
‘Non ho ancora finito, pensavi di passarla liscia così? La tua amichetta non ha fatto una bella fine.’
Damon pensò a Caroline. Cosa le aveva fatto?
‘Ti conviene dirmi cosa le hai fatto e dove si trova al più presto possibile altriment farai una brutta fine.’, disse lui afferrandola con tutta la sua forza.
Elena nel frattempo era arrivata alla porta e stava assistendo alla scena.
‘E’ lei? Quella a cui hai rubato il cuore? Pff, ti sei ridotto male.’
A quel punto la lanciò fuori di casa e corse dentro chiudendo prima che potesse tornare. Non era stata invitata per fortuna.
‘Senti, adesso devo andare. Torno te lo prometto, devo solo assicurarmi di una cosa.’, disse Damon ad Elena sperando che non avesse capito troppo di quel che aveva visto.
‘Caroline? Centra lei vero?’, chiese lei agitata.
‘Si, ma tu devi stare qui. Ti prego.’, afferrò la testa della ragazza tra le sue mani e dopo averle dato un bacio in fronte uscì di casa correndo.
Mentre il vampiro cercava Caroline si accorse che Stacy lo stava seguendo. Si fermò così e aspettò che venisse. Non poteva permettere che quella vampira ancora sconosciuta a lui potesse fare del male alla migliore amica di Elena. Come avrebbe reagito?
‘Cosa vuoi?’, gli chiese lui appena la vide arrivare.
‘Voglio farti ricordare.’
Damon ripensò a quelle immaigni che aveva visto, a quei sentimenti che aveva provato.
‘Da quel poco che ho capito hai fatto parte della mia vita in passato. Ora non hai più una minima importanza per me, forse non l’hai mai avuta.’
‘Non vuoi sapere?’
‘Voglio solo sapere dov’è Caroline, tutto qui.’
‘Pensi che sia stupida? Se te lo dicessi correresti da lei e io non concluderei più niente.’
‘Cosa vuoi? Concludi quello che devi fare in fretta e poi dimmi dov’è.’
‘Non è così facile.’
‘La stai facendo troppo lunga per i miei gusti cara Stacy.’
‘D’accordo, arrivo al punto. Vedi io ti ho perso, ti ho odiato per quello che mi hai fatto. Ora ti rivoglio.’
‘Spiacente non sono disponibile, ora dimmi dov’è.’. Sapeva sempre aggiungere quella sua ironia in ogni situazione.

Elena nel frattempo aveva finito la dispensa. Aveva mangiato tutto fino all’ultima briciola. Le sue unghie fra poco sanguinavano. Cosa stava succedendo? Cos’era successo durante l’assenza di Damon? La tentazione di uscire era altissima ma aveva promesso, doveva stare a casa. Provò a chiamare Caroline.
‘Pronto?’, rispose Car.
‘Ma, stai bene? Dove sei?’, chiese Elena confusa.
‘Si sto bene, sono a casa. Perchè? E’ successo qualcosa?’
‘E’ venuta una vampira, il nome non l’ho capito bene. Damon crede che tu sia in pericolo.’
‘Non mi ha fatto del male, anzi, sembrava piuttosto tranquilla. Ha solo voluto che me ne andassi senza farle nulla.’
‘Sicura Car?’
‘Sicurissima.’
Appena chiuse la chiamata Elena si preoccupò di avvisare Damon di quello che aveva appena scoperto.
‘Non è il momento Elena.’, così aveva risposto lui.
‘Caroline è a casa, sta bene. La vampira, non so il nome, beh insomma non le ha fatto niente!’
‘Torno a casa tranquilla non c’è il bisogno che tu ti inventi scuse.’
‘Ma dico sul serio! L’ho appena chiamata! Te lo giuro Damon.’
Il ragazzo terminò la chiamata.
‘E’ vero?’, chiese a Stacy che aveva sentito tutto.
‘Si.’
La vampira non mentiva, non aveva ferito in nessun modo Caroline.
Damon non aspettò un secondo in più per tornare a casa da Elena.
‘Chi era quella allora? Cosa voleva?’
‘Non lo so, e non ho intenzione di scoprirlo. Tu stai bene?’, chiese lui preoccupato che non le fosse successo qualcosa.
‘Si si io sto bene.’

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Capitolo 23
*** Chapter 24. ***


Buonsalve! Prima di leggere il capitolo vorrei chiedervi una cosetta. Vi va di lasciarmi una recensione? Basta anche solo una frasetta! Mi farebbe molto piacere sapere le vostre opinioni, grazie(: 
 

 

Elena si svegliò presto quella mattina. L’estate non era ancora arrivata ma il caldo aumentava e la ragazza faceva fatica a dormire da un pò di giorni. Si era alzata senza svegliare Damon e nemmeno suo fratello. Era scesa a preparare la colazione in quella calma mattutina che a lei piaceva molto. Nel giro di un’ora aveva preparato le frittelle che tanto amavano i suoi due ‘uomini’ della casa e si era andata a sedere nel prato aspettando che si svegliassero.
Come immaginava il primo a scendere fu Damon. Lo immaginava perchè suo fratello era sempre stato un dormiglione, non si sarebbe alzato prima della undici. Per di più era domenica e non avrebbe lavorato quella mattina.
‘Buongiorno!’, esclamò lui facendo ridere Elena. Il motivo della sua risata? Il ragazzo, o meglio il vampiro, non si era preoccupato di cambiarsi prima di uscire in giardino. Indossava un paio di pantaloncini rosa corti fino al ginocchio e.. e nient’altro.
‘Sei allegra?’, le chiese sedendosi di fronte a lei.
‘No è che...te non pensi di doverti vestire prima di uscire di casa?’, replicò lei ridendo.
‘Ma non sono uscito di casa, sono semplicemente andato a salutare la ragazza che amo. Non è colpa mia se vivi su questo giardino.’
L’aveva rifatto. Com’era possibile replicare a quella sua frase? Semplice, con un bacio.
In quel preciso momento alla ragazza balenò uno strano pensiero per la testa, strano perchè non le era ancora capitato di riflettere su quello che era capitato il giorno prima.
Stacy, quella vampira, non aveva fatto del male a nessuno, perchè? Cosa voleva quindi? Il suo scopo era sconosciuto a tutti ancora, e Elena voleva scoprirlo.
‘Dovresti parlarle.’, interruppe il bacio e disse così a Damon.
‘Cosa? Mi sono perso un pezzo?’
‘No, scusa. Pensavo a ieri, Stacy non ha fatto del male a Car, nemmeno a te, nemmeno a me. E se volesse solo parlarti?’
Il ragazzo alzò gli occhi, non era di sua natura preoccuparsi così tanto per qualcuno che neanche conosceva.
‘Non credo sia importante Elena, non ho di certo voglia di qualcuno che si intrometta ancora nella mia vita.’
‘Si ma sto dicendo, non sei curioso? Potrebbe volerti dire o chiedere qualsiasi cosa. Magari ha bisogno di aiuto, di amore.’
‘Magari è solo un’altra inutile persona che vuole rovinarmi la vita.’
‘Magari.’
Con quelle frasi Damon capì quello che Elena intendeva dire. La ragazza sarebbe stata felice nel vedere il vampiro interessarsi a qualcuno e questo lui lo aveva capito. Aveva deciso che le avrebbe parlato, l’avrebbe cercata.

Non fu facile per Damon trovare la vampira. Di quella piccola nuova cittadina dove viveva da poco aveva capito poche cose: i negozi di arredamento erano tutti stranamente lontani da casa, il ‘grill’ era diffuso in tutto lo stato, i vampiri passavano le giornate nel ‘bosco’.
Esatto, la ritrovò nell’esatto punto dove l’aveva incontrata per la prima volta. Stava, piangendo?
Il vampiro non sapeva come comportarsi, di certo non sarebbe andato li a consolarla, non ne sarebbe stato capace.
‘Sei una vampira e trovi ancora tempo per queste smancerie?’, optò per una delle sue frasi.
Stacy si alzò di colpo, si sarebbe aspettate tutto tranne che rivederlo.

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Capitolo 24
*** Chapter 25. ***


Damon aveva pensato a come avrebbe dovuto iniziare un probabile discorso con la vampira. Si rese conto solo in quel momento della bellezza di quella creatura. Era alta e slanciata, capelli neri e lisci che le arrivavano poco più giù del petto, occhi azzurri e un viso del resto perfetto. Piangeva e il vampiro non sapeva cosa dire, cosa fare. Poco spesso gli era capitato di non riuscir ad affrontare situazioni come quella.
Erano li, uno di fronte all’altro. Si fissavano, entrambi cercavano di capire le intenzioni dell’altro.
Damon le avrebbe parlato, un pò per curiosità, un pò per Elena. Stacy era ferita e allo stesso tempo confusa. Il vampiro tanto freddo e spietato era tornato da lei senza qualche serio motivo. Perchè?
‘Non le ho fatto del male, basta adesso.’, disse lei che ancora non capiva il perchè di quella situazione.
‘No, non possiamo far bastare questo. Ci sarà pur un motivo, no?’
‘Potrebbe esserci come no, non credo che ti interessi più di tanto.’, la vampira riusciva a percepire il poco interessamento nei suoi confronti da parte di Damon.
‘Stacy Stacy, fai la dura e poi non hai nemmeno il coraggio di parlarne?’, rispose lui per provocarla.
La vampira tentò di fuggire ma fu interrotta da Damon che la afferrò per un braccio e la trascinò dritta davanti a lui. Era facile per lui perdersi in quegli occhi, lo ammaliavano quasi. Decise così di distogliere subito lo sguardo e spostare l’attenzione su altro.
‘Perchè insisti tanto? E’ evidente che non è per te necessario sapere la mia storia, i miei motivi.’
‘Se te lo dicessi probabilmente la voglia di parlare diminuirebbe, voi donne siete così fissate.’
‘Fammi indovinare, Elena?’
‘Centro!’, urlò lui con il solito tono ironico.
Stacy imitò un sorriso, a quanto pareva lo conosceva e quel suo atteggiamento le mancava.
Si avvicinò con la solita camminata suadente verso il vampiro e afferrò il suo viso con le sue mani fredde. Diminuì in breve la distanza tra i due e le loro labbra si incontrarono prima del previsto. Un bacio breve ma peino di passione, così lo avevano interpretato entrambi.
Damon scaraventò la vampira addosso ad un albero appena si rese conto di quello che aveva fatto e pieno di sensi di colpa scappò verso il nulla.

Erano le sette di sera quanto il vampiro decise finalmente cosa fare. Aveva promesso ad Elena che mai più l’avrebbe ferita o abbandonata.
Purtroppo una delle due promesse non era stata da lui mantenuta e questo lo spaventava, forse troppo. Decise però di raccontarle tutto per evitare qualche altra complicazione futura.
Entrò in casa rassegnato ormai al fatto che non sarebbe stato facile per lui e si ritrovò davanti una scena che mai si sarebbe aspettato di vedere.
Elena stesa nel pavimento di fronte il divano del salotto. Era, morta?
Nello stesso istante in cui Damon si avvicinò alla ragazza qualcosa o meglio, qualcuno lo spinse via verso il muro e in qualche modo riuscì a portar via il corpo della ragazza.
Il vampiro era nel panico, cosa doveva fare?
Corse nel bosco e per qualche motivo a lui sconosciuto chiese aiuto alla vampira che nel frattempo non si era spostata dal luogo dove poco prima si erano scambiati quello strano bacio.
‘Cos’era?’, chiese lei riferendosi alla persona che era fuggita con Elena.
‘Non sono riuscito a capirlo. Era forte però, mi ha lanciato via. Andava verso la città ne sono sicuro.’
‘Non so se riesco a girare troppo qui, c’è così tanto odore di..sangue.’
Damon strinse forte la vampira: ‘Siamo qui per lei, azzardati solo per un attimo a pensare a quella stupida sete e per me sei finita.’

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Capitolo 25
*** Chapter 26. ***


Stacy correva da ore ormai. La sua velocità le permetteva di non farsi vedere da tutti quegli umani e la distreva soprattutto dalla forte sete che la divorava.
Damon le aveva chiesto aiuto, dovevano ritrovare Elena. La vampira avrebbe fatto di tutto pur di aiutarlo, pur di salvare la vita alla ragazza che amava.
Il motivo non l’aveva capito bene nemmeno lei, forse perchè al suo posto avrebbe voluto qualcuno che la salvasse.
I due si erano incontrati diverse volte. La città era abbastanza grande ma le loro strade si incrociavano spesso. Non c’era traccia della ragazza, avevano cercato ovunque, dalle piazze più grandi ai vicoli più bui.
‘Ho sentito solo tanto sangue scorrere in tutti quegli umani.’, disse lei presa dalla rabbia.
‘Niente Elena?’
‘Niente Elena.’

Decisero entrambi, dopo aver ricontrollato per l’ennesima volta ogni singolo angolo, di cambiare direzione. Sarebbero andati prima nella foresta e poi nella periferia della città finchè non l’avrebbero trovata.
Lo stato d’animo del vampiro non aiutava di certo in quella ‘missione’.
Si sentiva terribilmente in colpa per quel bacio che aveva dato a Stacy poche ore prima e non si sarebbe mai perdonato di perdere Elena.
Quando l’alba era ormai vicina Stacy vide un corpo in lontananza, sotto l’albero dove aveva versato le sue ultime lacrime. Non trovando Damon decise di correre a controllare senza avvisarlo.
‘Elena? Elena!’, esclamò lei riconoscendo il volto della ragazza.
La vampira provò un forte senso di tenerezza verso quell’umana che tanto avrebbe voluto essere e presa da chissà quale sentimento afferrò il corpo e scappò con lei.
Elena non essendo del tutto coscente non riuscì a liberarsi dalla presa, finì così per trovarsi chiusa in una casa, o meglio una reggia.
La ragazza riacquistò i sensi dopo ore e non aspettò molto prima di alzarsi e capire la situazione. Ricordava con chiarezza quello che era successo.
Cercò il cellulare ma ovviamente Stacy aveva provveduto a sequestrarglielo prima che si svegliasse. La casa era il doppio della sua, i mobili coperti da strati di polvere le fecero capire che quella non era certo la dimora della vampira.
Stacy nel frattempo era tornata nella foresta, doveva completare il suo piano.
‘L’hai trovata?’, chiese lei.
‘No, avrei giurato di aver sentito il suo odore verso nord ma nessuna traccia di Elena.’
‘Potremmo continuare domani, credo sarà difficile trovarla.’, disse lei cercando di convincerlo ad arrendersi, almeno per il momento.
Damon pensò solo un attimo al fatto di potersi fermare, di poter tornare a casa e non ritrovarla li seduta sul divano a guardare la tv, o a lamentarsi per le sue battute sulla caccia. Rabbrividì al solo pensiero e in preda alla rabbia scaraventò la vampira di fronte a lui il più lontano possibile.
Si voltò senza più preoccuparsi per Stacy e corse a cercare Elena.
Non avrebbe perso un minuto in più, non avrebbe mai più commesso un errore simile, non di nuovo.
L’aveva baciata, ma era finita li.
Tutto ciò che voleva era trovarla, trovare Elena.

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Capitolo 26
*** Chapter 27. ***


Stacy e Damon non si parlavano ne vedevano da giorni.
Il vampiro aveva iniziato ad ignorarla da quando, una settimana prima, non era riuscita ad aiutarlo nel trovare Elena.
Aveva chiesto aiuto a Caroline e Bonnie fregandosene del fatto che non andassero per niente d’accordo; si trattava della ragazza che amava e avrebbe chiesto a chiunque.
Avevano controllato in ogni minimo angolo della città, del bosco e della periferia. Chiedevano a chiunque se avessero per caso visto una ragazza alta magra dal viso angelico.
Damon non perdeva le speranze nonostante non ricevesse buone notizie da un pò.

‘Non credo che questo serva a qualcosa. Non so ancora qual’è il tuo scopo ma qualunque sia questo non aiuterà di certo.’, Elena cercava di capirne qualcosa in più parlando in modo calmo e per nulla agitato alla vampira.
‘Non crederai che queste frasi possano farmi parlare vero? Dovresti conoscerci ormai, noi vampiri.’
‘Ne conosco di buoni. Tu mi sei sembrata una di loro tutto qui. Ho mandato Damon a parlarti io stessa perchè avevo visto della sofferenza nei tuoi occhi quel giorno.’
‘Beh, hai visto male.’
La vampira rispose secca e fuggì via per l’ennesima volta lasciando Elena rinchiusa in quell’enorme casa nel nulla.
La ragazza rimase ancora più sconvolta. Perchè continuava ad avere quell’atteggiamento? Aveva avuto più di una possibilità per ucciderla ma in nessuna di queste l’aveva ancora mai fatto. Le sue intenzioni non erano ancora chiare.

Nel frattempo Bonnie aveva convinto Damon ad aiutarlo con uno dei suoi incantesimi. La strega riuscì con una cartina ed una strana pietra, accompagnate da qualche parola in una lingua simile al latino, a scoprire finalmente qualcosa di più.
La ragazza si trovava in una vecchia casa abbandonata nel bel mezzo del nulla. Era distante parecchi chilometri da loro così i due decisero di partire immediatamente senza aspettare un minuto di più.
Durante il viaggio Damon aveva fatto un pò di quelle sue battute sulla situazione facendo innervosire Bonnie con cui mai aveva avuto un mel rapporto.
‘Non capisco proprio come faccia a stare con te.’
‘Non lo capisco nemmeno io... ferma!’
Damon scese quasi al volo dalla macchina dopo aver notato qualcuno correre nel campo affianco alla strada.
Riconobbe la figura di Stacy in mezzo ad un gruppetto di altri vampiri.
Nascosto dietro ad un albero riuscì a capire le parole della vampira: ‘Non posso nasconderla ancora per molto. Sai meglio di me che tuo fratello non si arrenderà facilmente..’

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