Iron Man - Back to Hardware

di Lolindir
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Inizio. ***
Capitolo 2: *** Sorpresa ***



Capitolo 1
*** Inizio. ***


Da un grande potere derivano grandi responsabilità. E da grandi responsabilità, cosa deriva?
Tony sedeva su quella sedia di pelle, spalle alla porta e occhio fuori dalla finestra. Sul tetto del mondo lui sedeva e guardava, fiero, ciò che aveva creato. Un impero grande come nessun altro.  Aveva soldi, potere e armi. Poteva governare il mondo, se solo avesse voluto.
Un piccolo rumore. Una ragnatela appare, un uomo mascherato vola via sfruttando il muro del suo ufficio come rampa di lancio; delicato e leggero. Saluta con un cenno di capo appena percettibile e si lancia all’inseguimento di ladri in direzione Broadway.
Il vero deterrente nucleare moderno. Gli eroi. Come fino a qualche anno fa, i paesi del medio oriente e dell’Asia si muovevano verso la corsa agli armamenti, ora sono a caccia di scienziati per creare il loro progetto del super soldato.
 
- Mr. Stark. Una chiamata per lei. La Mrs. Potts.
 
Segretaria efficiente.
 
- Pepper, quale gradevol-. Ah. Mh. Capisco. Tutti? Arrivo.
 
Niente ti fa sentire più americano come aver tagliati i fondi governativi e saperli in mano ad un celebroleso amante delle belle esplosioni. Anthony Stark aveva le migliori armi in commercio, una tecnologia che non si sarebbe potuta vedere nel resto del globo non prima di vent’anni. E non la voleva dare.
Vendere l’armatura Iron Man all’esercito avrebbe segnato un’egemonia incredibilmente grande all’America. Niente di sbagliato, se solo mostrassero un minimo di buon senso con i suoi “regali”. Premette un pulsante nella scrivania chiamando autista e segretaria.

- Happy carica la mia macchina nel Jet, dobbiamo andare a DC. In un ora dobbiamo essere alla casa bianca. Disdica i miei appuntamenti, la signorina Potts li gestirà in video conferenza.

Efficienti, come devono essere. Con lunghi passi si muove verso la porta, la coda dell’occhio cade sul bancone del bar personale. Rallenta, lo desidera ma non si ferma. Grazie a Dio è vuoto.

- Signore, concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare quelle che posso, la saggezza di conoscerne la differenza.

Un mantra. Il suo mantra.
Dieci minuti ed è in volo sull’America. Trenta minuti ed è atterrato. Cinque secondi e già si pente.
Il segretario della difesa lo aspettava con una Bentley, con tanto di bandierine attaccate in punta.  Piccola smorfia di disappunto.

- Happy sapevamo di questo?
- No, non lo sapevamo.
- Segretario! A cosa devo l’onore di averla come accompagnatore.
- L’onore di chiudere l’affare della sua vita.
- Ho messo la firma sul brevetto Iron Man, ho già fatto il mio affare.
- Si crede spiritoso, Signor Stark?
- Meglio di Crosby.

Salirono in macchina, il sorriso beffardo di Tony illuminava il suo volto mentre faceva cenno alla fidata guardia di non seguirlo. Soliti ordini, per lui. Seguirlo con la sua macchina e aggiornare Pepper e Hill.  Il viaggio da Bejing dura un poco di più, ma certe cariche del governo non si fanno aspettare.

- Signore, non ho intenzione di dare al governo la protesi Iron Man.
- Non glie lo sto chiedendo.

Rumore di grilletto. Sente il proiettile salire e posizionarsi nella canna.

- E’ un ordine.

Quel sorriso.

-Stone…

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Capitolo 2
*** Sorpresa ***


Obadiah Stane. Un ricco vecchio rompicoglioni. Era il vice del padre negli anni settanta, quando insieme comandavano l’impero delle armi globale. Avevano ideato le armi per combattere i vietnamiti, per combattere ogni singola guerra o baruffa tra stati o clan o signori della guerra africani. I loro residui sono ben visibili ogni giorno negli ospedali di mezzo mondo. 

 

- A cosa devo l’accoglienza.

- Tira ad indovinare. 

- Sei banale, Stane…

- E tu un genio.

- Modestamente…

 

Tony non era di certo un modesto. Era un delle menti più brillanti del ventunesimo secolo e questa sua mente aveva salvato la sua pelle più di una volta, da situazioni ben più complesse.

Stane voleva l’armatura. Tutti vogliono l’armatura. 

 

- Mai nessuno che mi ami per quello che sono…

 

Rise leggermente. Premette, con un movimento delle mani ad arco, il chip che aveva nell’avambraccio destro. Era silenzioso, era potente. E aveva un ricevitore. 

 

- Tony non mi prendere in giro. Dammi i progetti dell’armatura e ti lascerò vivere. Più o meno.

- Che proposta allettante. Grazie ma rifiuto. 

 

La Bentley sfrecciava tra le strade della capitale. La direzione era, stranamente, la stessa che originariamente era nel progetto. La casa bianca era a non più di una mezzora di strada da loro e la testa di Tony si inondò di idee. 

 

- Sai che non ti darò niente. Perché insisti!

- So che non esiste un pilota. 

- Ma certo che esiste, come credi che si guidi? Da sola?

- So che il pilota non è Happy.

- Ah, ce lo vedi lui dentro l’armatura?

- So che sei tu Iron Man.

-… Compra una vocale. 

- Cos--

BOOM!

 

Un mini razzo aveva appena distrutto il portabagagli. L’auto aveva armi la dietro e queste detonarono riducendo anche l’interno a un colabrodo. L’esplosione permise a Tony di liberarsi dalla minaccia della pistola di Stane ma le munizioni esplose colpirono anche lui. Braccio destro, arteria femorale destra, fianco destro. L’auto sbandò andandosi a schiantare contro un palo della luce, la detonazione dei proiettili aveva creato intorno a loro un area di totale vuoto, ogni cittadino della capitale era terrorizzato da quella sottospecie di attacco terroristico, già alla prima esplosione si erano dileguati urlando aiuto e pregando i pochi agenti di quartiere di fare qualcosa. 

 

- Tutto bene signore?

- Cristo Happy! Ahh… Potevi fare più piano!!

 

La guardia del corpo rientrò il lanciarazzi dentro il veicolo e, uscendo di gran corsa, sparò in anticipo al guidatore armato di glock che stava per difendere il suo datore di lavoro. 

 

- Ahhhh-- Dannazione fai piano!

- È gravemente ferito, un medico al punto cinque. 

 

Happy caricò Tony su una spalla e rapidamente lo portò dentro la sua macchina bianca. Mentre veniva caricato, Tony vide con la coda dell’occhio il corpo di Obadiah crivellato di colpi sputare ancora sangue. Incrociò il suo sguardo per poco più di un istante prima di sparire nel traffico silenzioso della città. 

 

- Signore, il pacco è andato. Ripeto, il pacco è andato. 

- Merda. Siamo nei guai. Recuperate Stane, io chiamo il Presidente. 

 

Il telefono nello studio ovale squillò. 

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