Storie dalla Sfida Serale - Edizione Lupus in Fabula

di Miki_TR
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lenzuola di seta scura (Marcus Flint/Oliver Baston) ***
Capitolo 2: *** Incubi da un mondo ideale (Severus Piton/Lily Evans) ***
Capitolo 3: *** L'infelicità (cose che donano a Sirius) (Remus Lupin/Sirius Black) ***



Capitolo 1
*** Lenzuola di seta scura (Marcus Flint/Oliver Baston) ***


La raccolta che segue è composta da tre fic, scritte in tre giorni, partecipando al contest "Sfida Serale - 3° Edizione Lupus in Fabula", creato da Hikaru Zani sul Forum.
Complessivamente nel contest sono arrivata seconda, guadagnando questo bellissimo banner, il premio speciale "Un Tris d'effetto" e un sacco di soddisfazione personale.
Data la natura del contest, la cui bellezza sta probabilmente nel costringere chi partecipa a scrivere un sacco di cose che avrebbe pensato che mai nella vita, le fic che seguono sono quanto di più disparato si possa trovare quanto a paring, rating e avvertimenti. In calce a ciascuna fic trovate il suo giudizio.
 

Primo Turno
Pacchetto: L) Marcus Flint/Oliver Baston - Nel gioco si dice che una persona ha la stoffa per entrare in partita oppure no. Mia madre era una dei campioni... mentre io, io sono fottuta! (Meredith, Grey's Anatomy)
Rating: Arancione
Avvisi: Slash, Linguaggio

 

 

Lenzuola di seta scura

 

Le lenzuola di Flint sono di seta scura.
Dovevi aspettartelo: i Serpeverde sono quelli snob, pieni di soldi, di arroganza e in definitiva pieni di sé. Persino dopo la guerra sono quelli che continuano a far marciare l'economia e a fare soldi a palate. Perché Flint dovrebbe essere da meno?
Però ti eri immaginato che facesse una vita diversa. Ti ricordi una stretta di mano che sembrava un tentativo di omicidio, una litania di imprecazioni e scherzi volgari e un mucchio di falli così palesi da sembrare ridicoli. Non lo facevi un tipo da lenzuola di seta, né avresti immaginato l'enorme appartamento nel centro di Londra e l'arredamento da catalogo.
Le cose devono essergli andate bene, dopo la scuola.
Sicuramente è cresciuto bene: già era un gigante, ma quando l'hai incontrato allo stadio, dopo la partita, sei rimasto impressionato dalla sua stazza. Per questo l'hai salutato, hai sopportato la sua stretta di mano senza gridare né piangere, da vero Grifondoro, e alla fine ti sei fatto invitare per una birra a casa sua.
La birra era una scusa: eri quasi certo che non ti saresti mai dimenticato una scopata con uno così. Dopo una serata passata in quel letto di seta blu puoi dire decisamente che avevi ragione. Non sei sicuro che riuscirai a camminare, domani, il che è un bel casino, visto che in mattinata hai un'intervista importante e nel pomeriggio ti devi allenare. Sempre che vincere questo mondiale ti interessi più della possibilità di avere di nuovo tra le gambe quell'uccello favoloso. Non è così scontato, specialmente mentre guardi la vasta schiena irsuta di Flint che, seduto sul lato del letto, si accende una sigaretta. Quando si gira a guardarti, stringendo gli occhi tra le volute di fumo e mostrandoti di nuovo l'arnese incredibile che ha tra le gambe, sei quasi certo che darti malato, domani, non nocerà affatto alla tua carriera.
Flint apre la bocca e la richiude. Sembra che voglia dire qualcosa, ma che non sappia cosa dire allo stesso tempo.
Sei troppo soddisfatto e pigro, in questo momento, per toglierlo dall'impaccio, quindi lo lasci fumare e lo osservi, nella luce bassa della lampada, accarezzando fantasie erotiche e ricordando per contrasto la rivalità dei tempi della scuola. A diciassette anni, quando hai deciso che ti interessavano gli uomini, se ti avessero chiesto chi non avresti toccato con un dito, Flint sarebbe stato uno dei primi della lista. Crescere cambia le cose.
È persino sexy, mentre fuma e ti guarda, muovendo appena il braccio largo come un tronco per gettare la cenere nel piattino di fianco al letto.
-Così- dice, improvvisamente, come se aveste chiacchierato fino a poco prima, -devo farti le congratulazioni?
Storci un po' il naso: Flint sarà cambiato, ma la sua improvvisa uscita amichevole ti convince poco, dopo anni di finte e falli alla schiena.
-Se vuoi- rispondi, vago. Ti giri verso di lui, arrotolandoti nel lenzuolo, godendoti la sensazione fresca della seta e l'odore del tabacco e del sesso nell'aria.
-Il mio allenatore dice che hai sempre avuto la stoffa- borbotta Flint. -Giocherai ai mondiali, l'anno prossimo.
Non puoi evitare di sorridere un po' a quell'affermazione. Ancora quasi non ci credi; dopotutto, è ufficiale solo da due giorni.
-È per questo che ti ho cercato, allo stadio- continua Flint, fissando un punto imprecisato sulla parete, sopra la tua testa. -Mi sembrava sportivo congratularmi.
Ti chiedi dove voglia arrivare e che senso abbia, nella sua bocca, un discorso sulla sportività.
-Anche tu hai sempre giocato bene- gli concedi. Dopotutto è stata una gran bella scopata. Non arrivi a dirgli che ti dispiace che non sia finito in squadra, però: non è stata poi così incredibile da farti perdere la testa.
Flint grugnisce una mezza risata.
-Il mio ultimo fallo ha rotto la schiena ad un portiere di vent'anni. Anche con le cure immediate dei Medimaghi, non volerà mai più. Sarà fortunato se recupererà l'uso delle braccia. Tu sei uno dei campioni, uno di quelli che hanno la stoffa. Io? Io sono fottuto. La mia carriera è finita; ho chiuso col Quidditch, e non so fare nient'altro- dice. È la frase più lunga che tu gli abbia mai sentito uscire di bocca.
Resti in silenzio a guardarlo. Negli ultimi tempi sei stato molto preso dai tuoi affari, e non avevi nemmeno sentito parlare di un incidente del genere, ma c'è un'amarezza profonda nel suo tono che non ti fa dubitare nemmeno per un attimo della sua sincerità.
Non ti chiedi perché lo dica a te; non ha niente a che fare col fatto che avete scopato e che probabilmente lo rifarete prima di mattina. È che tu capisci: il Quidditch è la tua vita e sai bene che un incidente del genere può capitare a chiunque, fallo o non fallo. Nessuna squadra, adesso, ingaggerà mai più Marcus Flint. L'idea che possa succedere a te, così, di punto in bianco, ti stringe la gola in una morsa. Sai benissimo cosa stia provando in questo momento il ragazzo enorme che non ti guarda e si accende un'altra sigaretta.
E non c'è praticamente niente che tu possa dirgli.
Scosti decisamente le lenzuola di seta per la prima volta da quando ti ci sei avvolto, ti siedi sul letto e, esitando solo un po', allunghi una mano verso la schiena di Flint. La sua pelle è calda e ancora umida del sudore di poco prima.
-Mi dispiace- puoi solo dire, per quanto sia inadeguato. Ma sei sincero, almeno questo. Fanculo le vecchie rivalità e falli commessi dieci anni fa. Tu capisci e capendo non puoi restare indifferente.
Flint annuisce. Tacete, perché non c'è molto altro di interessante da dire. Non ci sono soluzioni, né frasi che vi faranno sentire meglio.
Poi la tua mano sulla sua spalla scivola leggermente lungo la schiena di Marcus. Lui si riscuote e ti guarda; senza pensarci, si lecca le labbra.
Sorridi un po' a quel gesto. Poi, per il resto della notte, le lenzuola di seta scura scivolano sulla vostra pelle e avvolgono come un bozzolo le vostre gambe e quella strana comprensione; e, alla fine, nessuno di voi due pensa più al Quidditch.


Pacchetto L: Marcus Flint/Oliver Baston - citazione: Nel gioco si dice che una persona ha la stoffa per entrare in partita oppure no. Mia madre era una dei campioni... mentre io, io sono fottuta! (Meredith) 

Grammatica 9.90/10
La fic è praticamente perfetta, ho notato solo due virgolette fuori posto: -visto che in mattinata hai un'intervista importante, e nel pomeriggio ti devi allenare- una “,e” ti è sfuggita XD
Infine -Non puoi evitare di sorridere un po', a quell'affermazione- non serve quella virgola.
Stop, il resto è lindo, bravissima!

Stile 10/10
Mi hai catturato.
È vero, io venero il FlintWood, questi due insieme mi sanno di sesso a go, go… però, cavolo, hai usato delle parole meravigliosamente volgari e giuste per loro.
L’ho riletta fino alla nausea e sarei capace di leggerla ancora e ancora.
Complimenti!

IC 10/10
Marcus-è-qualcosa-di-sublime.
Se posso permettermi, alla faccia della crisi! Mi hai sfornato un FlintWood coi fiocchi!
Mi è piaciuto il modo in cui li hai fatti incontrare e come hai giocato sul futuro -a noi lettori oscuro- del Serpeverde.
Oliver, per una volta, è riuscito a togliersi dalla testa il Quidditch… strano ma vero!

Uso del pacchetto 5/5
Non avrei saputo usare meglio la citazione, speravo la mettessi in bocca a Marcus.
Sei riuscita, grazie al fantastico uso della citazione, a dare un senso a quella che avrei adorato anche come PWP.
La coppia è il succo di tutto, che altro dovrei aggiungere?

Gradimento personale 5/5
Non esiste il 5+? Mamma mia, tu non hai idea… mi hai reso il ragazzo più felice del mondo con questa storia. Non l’ho adorata, di più!
Non vedo l’ora di trovarla postata per poterla aggiungere tra i preferiti <3
Totale 39.90/40

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Capitolo 2
*** Incubi da un mondo ideale (Severus Piton/Lily Evans) ***


Secondo Turno
Pacchetto: 9) Severus/Lily - Se io avessi un mondo come piace a me, là tutto sarebbe assurdo: niente sarebbe com'è, perché tutto sarebbe come non è, e viceversa! Ciò che è, non sarebbe e ciò che non è, sarebbe! (Alice nel Paese delle Meraviglie)
Rating: Giallo
Avvisi: Angst, Het

 

Incubi da un mondo ideale

 

Quando inizia, non sei del tutto sveglio: non è un pensiero, non è un'idea, ma soprattutto non è qualcosa che puoi mascherare e ridurre in pezzi col sarcasmo, o persino con la crudeltà. Eppure non stai nemmeno dormendo: non è un sogno, che sarebbe pietoso e dolce, con i suoi contorni sfumati.
Sei in quel momento della notte o dell'alba che sta fra il sonno e la veglia, dove tutto è possibile, anche cambiare la realtà, ma dove la tua mente controlla ancora abbastanza da non risparmiarti nemmeno il dolore.

Il non-sogno comincia sempre così: un uomo muore in silenzio, sulla soglia di casa. Il mostro scuro che l'ha ucciso sale le scale, percorre il corridoio e apre una porta. Punta la bacchetta verso la donna che protegge il bambino, ma non la uccide.
È quello che non è stato; accade l'impossibile.
La donna è viva.
Tu sei ancora abbastanza lontano dal risveglio da riuscire a raccogliere i cocci di quel dolore senza sentire il peso della vergogna e della tua colpa.
La porti via; le prendi la mano, dolcemente, le sorridi e la trascini lontano dalle macerie della sua casa e della sua vita. Che era perfetta per lei, lo sai, ma che era senza di te.
Adesso è tua. Il non-sogno ti burla con la tentazione perfida e umana di averla così, sul sangue di quelli che amava, come non l'hai avuta quando c’erano tutte le possibilità del mondo e la vita era giovane.
La vedi ridere con te, respiri il suo odore di dentifricio e sapone la mattina, giochi con le sue dita e lei ti guarda, ti guarda sempre, solo te.
Se stai per svegliarti, c'è tempo per goderti una lenta, dolce risalita: sei il suo eroe, tutto ciò che le rimane, le hai sempre voluto bene. È ferita, ma qualcosa può guarirla; nel non-sogno quel qualcosa sei tu.

Se non è il mondo perfetto che avevi immaginato e desiderato, non è nemmeno l'assurdo contorno di un sogno. È reale e vivo, possibile ed umano; è un mondo al contrario, ma potrebbe esistere, avrebbe potuto essere vero.
L'illusione fa più male di qualsiasi altra cosa. Al sogno non crederesti; questo incubo lucido ti fa sperare, di nuovo e di nuovo.
E poi ti trascina in fondo, al ritmo della tua mente che si va svegliando, nella parte più nascosta, dimenticata e sincera di te.

La donna non è più lei.
Ha dimenticato il sorriso, è viva e morta insieme; è morta quando guarda fuori dalla finestra, quando il tuo viso non è quello che riconosce la mattina, quando culla qualcosa di invisibile e ti guarda, ti guarda sempre, senza vederti mai.
Anche così, orribilmente distrutta e divorata da quello che ha perso, tu la ami.
Sei così vile e spregevole e disgustoso che preferisci comunque l'incubo al risveglio.

Apri gli occhi, alla fine, sull’inevitabile nuovo giorno. Ti districhi faticosamente dalle spire dell'incubo e del non-sogno, ti siedi sul letto e assapori di nuovo ogni istante della sua presenza, afferrandoli e trattenendoli in tutto il loro orribile vuoto, per vederla viva; e sei ancora così disgustoso e vile e spregevole che faresti cambio.
Poi ti alzi dal letto e cominci la giornata. Immancabilmente, ogni mattina, il mondo al contrario dei tuoi incubi deve cedere il posto a quello più tremendo, dove lei dorme in pace sotto la terra scura.
Tutti quelli che incontri ti guardano senza sapere nulla del tuo risveglio; ti trovano brusco, ingiusto e crudele. Ti giudicano senza sapere e proprio non riescono a capire perché non sorridi mai.

 


Pacchetto 9: Severus Piton/Lily Evans - citazione: Se io avessi un mondo come piace a me, là tutto sarebbe assurdo: niente sarebbe com'è, perché tutto sarebbe come non è, e viceversa! Ciò che è, non sarebbe e ciò che non è, sarebbe! (Alice nel Paese delle Meraviglie)

Grammatica 9.75/10
Avevo quasi finito di leggere, quando… eccola lì, la tua acerrima nemica XD questa volta in forma “; e” potresti chiedere la licenza, potrebbe diventare il tuo marchio (mi fai sempre sorridere quando mi imbatto in questo tipo di errore, perché tu sai di averlo fatto e ti immagino coinvolta in una spietata caccia prima della consegna).
A parte questo, hai cominciato una sentenza con la “e”, dimenticato questa virgola -Eppure(,) non stai nemmeno dormendo- e una virgola in questa frase -ma dove la tua mente controlla(,) ancora abbastanza da non risparmiarti nemmeno il dolore
Ottimo lavoro!

Stile 10/10
Maledettamente cruda e severa, prende in giro il protagonista, così come il lettore.
Intensa, perfetta. Non ho altro da aggiungere.

IC 10/10
Questo è Severus riassunto in una frase: “Ti giudicano senza sapere e proprio non riescono a capire perché non sorridi mai” la Bowling è stata crudele con lui! È passato dall’essere il professore stronzo alla spia, l’assassino per poi rivelarsi in tutto il suo enigmatico splendore.
Il mio amore per questo personaggio è smisurato, il mio preferito insieme ai gemelli (che strano abbinamento) e sono sempre ben contento di poter leggere delle belle storie su di lui, specie se con Lily.

Uso del pacchetto 5/5
Penso tu abbia fatto un tris vincente: incubi/sogni e non-sogni, Severus e Carroll (ok, in parte è colpa mia XD) ho trovato particolarmente azzeccato il tuo abbinamento, per non parlare dell’uso della citazione -una delle mie preferite, tra l’altro-

Gradimento personale 5/5
Quel piccolo appunto che mi avevi fatto nelle note iniziali, penso potrebbe riferirsi alla teoria di Freud sui sogni. Io, ad esempio, dormo con un quaderno ed una matita a portata di mano, perché nel momento di veglia e quando il sonno è arrivato all’apice e presto procederà verso il risveglio, si producono i pensieri più brillanti e spesso insoliti della giornata. Il subconscio riemerge.
Mi hai notevolmente sorpreso in quest’edizione, ti apprezzo moltissimo come scrittrice -già normalmente- e questa volta ci hai messo una marcia in più, brava <3
Totale 39.75/40
TOTALE GLOBALE (39.90+39.75) 79.65

 

 

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Capitolo 3
*** L'infelicità (cose che donano a Sirius) (Remus Lupin/Sirius Black) ***


Terzo Turno
Pacchetto: Remus/Sirius, "Ti trovo bene." "Beh, l'infelicità mi dona." (dal film I perfetti innamorati) di Chu
Rating: Arancione
Avvisi: Slash, Linguaggio

 

L'infelicità.
(ovvero: Cose che donano a Sirius.)

 

-Ti trovo bene.
-Be', l'infelicità mi dona.
Remus sbuffò. -Devi per forza essere sempre così melodrammatico, Sirius?- chiese. Il tono era vagamente seccato, ma a conoscere bene le pieghe ed i segreti di quel viso, era facile indovinare che fosse anche divertito.
Sirius non rispose e non ghignò come Remus si sarebbe aspettato. Invece si girò nel letto su cui era steso, dandogli le spalle. Era un comportamento meno abituale, ma anche quello, conoscendo bene Sirius, aveva dei precedenti.
Remus non diede peso al suo malumore. Come se nulla fosse, come se dal letto non arrivassero brontolii e sbuffi ogni pochi secondi, si svestì con molta calma, ammucchiando ai piedi del letto gli abiti luridi e rigidi per la fuliggine del camino. Completamente nudo, afferrò un asciugamano e sparì nel bagno per una lunga e meritata doccia.
Quando tornò in camera da letto, asciugandosi i capelli finalmente puliti, la situazione non era migliorata, come aveva sperato prima di andarsi a lavare. Ai rumori di disappunto che provenivano da Sirius si era aggiunto un suo inquietante rigirarsi che aveva ormai quasi totalmente divelto il lenzuolo dal materasso.
Remus era un ragazzo paziente. Una parte del suo istinto gli diceva chiaramente di mettersi addosso in fretta qualcosa di comodo, fuggire da quell'atmosfera ingiustamente lugubre e andarsi a rilassare sul divano con una bella tazza di tè. Un'altra parte consistente di lui voleva prendere quel musone di Sirius per la maglia, sollevarlo dal letto e ringhiargli contro, poi scuoterlo fino a strappargli una spiegazione valida sul perché di quell'accoglienza fastidiosamente inadeguata. Però Remus sapeva bene come trattare Sirius: scelse di non fare nessuna delle due cose.
Si sedette tranquillamente sul bordo del letto e posò una mano sulla sua nuca, visto che il ragazzo nel suo rigirarsi era finito in quel momento a dargli le spalle.
-Perché sei infelice?- gli chiese, seriamente.
Sirius sbuffò per l'ennesima volta; poi però si girò e finalmente guardò Remus in faccia.
-Sei stato via quasi dieci giorni- gli disse, come se spiegasse tutto.
Remus si sforzò di essere ragionevole. -Non è che sono uscito dicendo che andavo a prendere un caffè e poi sono sparito- rispose. -Ero in missione per l'Ordine. Sapevi che sarei andato e anche che sarei tornato oggi. Infatti ti ho trovato in casa, vestito di tutto punto, steso sul letto. Poteva essere un buon inizio, ma tu sei infelice-. Remus non voleva pensare che Sirius non fosse contento di averlo a casa, ma a quel punto l'impressione cominciava ad essere quella.
Sirius sembrò intuirlo, probabilmente dalla sua faccia tesa. Si conoscevano così bene e da tanto di quel tempo che ormai era normale leggersi come pergamene. Per la prima volta da quando Remus era rientrato, Sirius si sedette sul letto e gli accennò un sorriso, solo un po' spento.
-Sono contento che tu sia a casa- gli disse. Sembrava sincero. Come sempre, a Remus bastava una piccola rassicurazione di quel tipo per smettere di sentirsi mancare la terra da sotto i piedi.
-Allora cosa c'è?- chiese a Sirius.
-Frank e Alice sono in missione in questi giorni. Insieme- sbuffò Sirius.
Remus non capiva dove volesse andare a parare quel discorso. -Frank e Alice sono auror qualificati, non si sono diplomati ad Hogwarts cinque mesi fa- rispose.
-Frank e Alice sono sposati- disse Sirius, in tono lamentoso. Remus pensò, non senza un certo affetto, che decisamente Sirius si spiegava come un bambino di cinque anni.
-Vuoi che ci sposiamo?- chiese, ironico. Sirius scoppiò a ridere, alleggerendo un pochino la tensione.
-No, idiota di un lupo mannaro. Vorrei che potessimo andare in missione insieme. Come Frank e Alice, come James e Lily-. Sirius sorrideva ancora, ma era un sorriso piuttosto amaro. Remus non si sentiva di biasimarlo, una volta afferrata la questione. Nessuno, tranne ovviamente James e Peter, sapeva che erano una coppia. C'erano ottimi motivi per non diffondere la voce.
-È illegale, Sirius- rispose infatti Remus. -Tu hai diciotto anni. Prima dei ventuno...- spiegò, per l'ennesima volta. Odiava le leggi babbane, soprattutto quelle idiote che si applicavano anche ai maghi; ancor di più, detestava il fatto che fossero incappati in una legge che tantissimi ignoravano, nel loro mondo, a meno che, naturalmente, non diventasse un'occasione per perseguitare un lupo mannaro.
-Lo so- rispose Sirius. -Non dico che domani andrò da Silente, o da Alastor Dannato Moody, e chiederò di seguirti nella prossima missione, perché tanto scopiamo lo stesso, che ci mandino a farci ammazzare insieme o meno. Dico solo che sei stato via dieci giorni e non sapevo se eri vivo o morto perché degli imbecilli hanno pensato bene di scrivere una legge per cui non possiamo farci i cazzi nostri senza finire ad Azkaban. Questo certo non mi rende felice- concluse, di nuovo con quel sorriso amaro.
Remus annuì. La questione era seria e sospesa da un pezzo. L'avevano affrontata diverse volte, da tante angolazioni, senza mai trovare una soluzione sicura che consentisse loro di uscire allo scoperto. Potevano solo continuare a pensarci e a commiserarsi.
Ma con una persona come Sirius vicino, persino Remus riusciva a distrarsi dal suo abituale pessimismo.
Si fece avanti, solo un poco, visto che erano già vicinissimi, prendendo il viso di Sirius tra le mani. Lo baciò sulla bocca, prima molto piano, poi più forte. L'odore di Sirius dopo dieci giorni di distanza era quello familiare e solito di sigarette, cuoio e dopobarba, ma sembrava infinitamente più buono. Prima ancora che Remus facesse scivolare la lingua lungo il labbro inferiore di Sirius, le sue mani si erano spostate tra i suoi capelli, per tirarselo ancora più vicino e annegare in quel profumo.
-Che stai facendo?- chiese Sirius, quando si separarono per un attimo. Sorrideva in maniera vaga e non aveva riaperto gli occhi.
-Sai, Sirius,- gli disse Remus, rilassandosi finalmente a sua volta. -Avevi ragione: l’infelicità ti dona- disse.
Sirius ridacchiò. Il suo sorriso ancora stentato si aprì del tutto, mentre metteva da parte la tristezza per la loro situazione e per la lontananza di Remus, lasciando spazio alla gioia di averlo a casa.
-Però ti dona molto di più quel sorriso- concluse Remus. La tensione cominciò a sciogliersi nel bacio successivo e, quando alla fine scivolarono inevitabilmente sotto le coperte, di quell'infelicità non c'era quasi più traccia.

 


Pacchetto scelto: Remus/Sirius, "Ti trovo bene." "Beh, l'infelicità mi dona." (dal film I perfetti innamorati) di Chu

Grammatica 9.75/10
Chi sei tu e cosa ne hai fatto di Miki? Guarda che lo so che non sei l’originale, non c’era nemmeno un “, e” nel testo, se non uno, giusto.
Capisco, non ti hanno rilasciato la licenza per usarlo… va bene, vorrà dire che mi farò andar bene questa storia anche se priva del tuo marchio di fabbrica ;D
Non sto delirando, lo giuro.
Hai fatto solo un paio di errorini: hai scritto Be’/beh; saltato una virgola in questa frase -Per la prima volta(,) da quando Remus era rientrato- e l’inciso in questa -L'odore di Sirius(,) dopo dieci giorni di distanza(,) era quello familiare e solito di sigarette, cuoio e dopobarba-
L’ultimo, per lo più è un consiglio: quando vuoi sospendere una frase nel discorso diretto, faresti meglio ad usare i puntini di sospensione al posto della virgola.
Ecco tutto, brava!

Stile 9.90/10
Lo stile è coinvolgente, come sempre, tuttavia… ho notato che hai usato troppo spesso i nomi dei sue protagonisti, proverei a cambiarne qualcuno per non appesantire la lettura di certe frasi.

IC 10/10
Sirius che si rotola e sbuffa nel letto mi ha fatto morire, nonostante il contesto serio.
Anche il fatto di esprimersi come un bambino e la successiva battuta di Remus, li ho adorati!
È indubbiamente una coppia che ti calza a pennello e quando scrivi su di loro, beh, dai il meglio di te stessa.
Ho particolarmente gradito le tue note sulla legge in questione, sono andato a leggere la tua fonte ed ho riletto la storia.

Uso del pacchetto 5/5
La coppia, come già detto, è ben strutturata e caratterizzata.
Mi è piaciuto il momento scelto, difficilmente si legge dei primi mesi successivi al diploma dei Malandrini.
La citazione è stata inserita alla perfezione, i miei complimenti.

Gradimento personale 5/5
Arrivati alla fine si questo contest, non so ancora decidermi su quale sia stato il tuo lavoro migliore.
Trovo qualcosa di eccezionale in ognuna delle storie che hai scritto per questa edizione!
Ma che dico, più di “qualcosa”: quel particolare, quella frase, la coppia, lo stile…
In verità, le amate tutte.
Vorrei solo aggiungere poche cose… grazie per aver partecipato, per aver portato la tua simpatia e per averla condivisa, grazie per aver fatto quei magnifici banner e per aver scritto, ancora una volta, delle bellissime storie!
Come sempre, sei invitata -già iscritta- alla prossima edizione del contest ;D
Un’ultima cosa: -Non dico che domani andrò da Silente, o da Alastor Dannato Moody, e chiederò di seguirti nella prossima missione, perché tanto scopiamo lo stesso, che ci mandino a farci ammazzare insieme o meno- e ho detto tutto
Totale 39.65/40
TOTALE GLOBALE (79.65+39.65) 119.30

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