Anche i Diavoli possono piangere

di LadyVergil
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Anche i Diavoli possono piangere ***
Capitolo 2: *** Uno Specchio ed un Cuore ***
Capitolo 3: *** La pioggia ed un cuore ***
Capitolo 4: *** Sogni d'oro/ Sweet Dreams ***
Capitolo 5: *** Ferite ***
Capitolo 6: *** Lacrime e pelle. ***
Capitolo 7: *** Snow/Momenti Dolci ***
Capitolo 8: *** Verità e Dolore ***
Capitolo 9: *** Angel ***
Capitolo 10: *** Cenere ***
Capitolo 11: *** Until HELL do us part ***



Capitolo 1
*** Anche i Diavoli possono piangere ***


Anche i diavoli possono piangere.
Tac-Tac.. il rumore dei tacchi degli stivali risuonava per la città deserta.
Una figura maschile si stagliava contro la luce pallida ma intensa della luna piena, una figura completamente vestita di un celeste spento. Mossi al vento dei capelli argentei, illuminati dai pochi lampioni che percorrevano la strada; i lineamenti dell’uomo erano contratti in un espressione pensierosa con gli occhi puntati sull’asfalto;e forse il suo camminare nervoso rispecchiava gli stessi sentimenti.
Tcac..Tcac.. dall’altra parte della strada la suola di un paio di anfibi.
Un altra figura maschile avanzava nella notte di quella città, questa completamente coperta di rosso sangue. Gli occhi ,di color ghiaccio,erano puntati ad osservare il proprio petto , il respiro era abbastanza affannato per il freddo e lasciva dietro di se quella caratteristica nuvoletta grigio-bianca. Il viso ,coperto fino gli occhi dai capelli pallidi , manifestava l’opera di riflessione che avveniva nella mente dell’albino; mentre egli portava la mani dietro la schiena alla ricerca di quelle sue care amiche semi-automatiche.
Tac-tac-tac-tac….
Tcac-Tcac-tcac-tcac…
Booom..
Uno scontro avvenne tra i due e senza neanche guardarsi in volto si rialzarono.
Guarda dove vai deficente.. Disse l’uomo in rosso.
L’uomo in blu alzò per primo lo sguardo ad osservare l’altro.
Dante?
Come fai a sapere il mio no...
L’uomo in rosso alzò ugualmente lo sguardo.
V..Vergil?
Entrambi erano sorpresi di aver trovato il gemello in quella fredda notte.
Che cosa ci fai qui? Disse in un tono di rabbia il ragazzo in celeste.
Quello che mi pare, fratellone. Rispose insolente quello in rosso.
Allora te ne puoi anche andare.
Disse Vergil e avanzando di un passo cercando di superare quell’ostacolo che era il fratello.
Dante afferò per un braccio il gemello.
Dove credi di andare?
Fece una breve pausa solo per riuscire a tirare fuori quelle parole che venivano dal cuore.
Sai per quanto tempo ti ho cercato?Credevo fossi morto..
Vergil notò che non erano le solite parole vomitate qua e la senza senso del fratello e si fermò nel cercare di liberarsi, per rispondergli.
Allora si vede che non mi conosci bene.. Disse evitando il contatto degli sguardi e osservando l’asfalto.
Dante si limitò a guardarlo per interminabili secondi, entrambi respiravano affannosamente dal freddo e rilasciando dalle labbra quel tipico vapore delle giornate fredde.
Vergil..disse poi in un sussurro il gemello in rosso ..siamo gemelli per Dio!
Il gemello in celeste rialzò lo sguardo per osservare quella sua copia riuscita male, quella fotografia che non gli piaceva di lui.
Te l’ho già detto sfortunatamente le nostre anime sono opposte fratellino..
E questo che cosa c’entra???
Dante in un impeto di rabbia afferrò le braccia del gemello scuotendolo e continuò: Siamo fratelli , stesso aspetto, stesso sangue..
Sputò per terra: Cazzo non ti sono mancato? Urlò di nuovo Dante.
Cazzo si! Va bene?? Disse in un nuovo urlò Vergil.
Improvvisamente come se tutto se ne fosse volato via con quel vento freddo, i due si strinsero uno contro l’altro in un abbraccio che avevano forse da tempo desiderato, un ricongiungimento con quella foto riuscita male e che invece aveva un profondo significato affettivo.
Entrambi avevano delle lacrime forse di gioia o forse di dolore che facevano capolino dagli color cielo, forse solo per confermare che anche i diavoli piangono.

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Capitolo 2
*** Uno Specchio ed un Cuore ***


Un abbraccio aveva iniziato il loro ricongiungimento.
Nulla era più così difficile da quel giorno per il mezzo demone in rosso, si sentiva più felice da quel momento , da quella sera in cui il destino ha voluto che lui rincontrasse il gemello.
Ora lavorava insieme a lui al Devil May Cry, non che fosse divertente vivere con Vergil, a volte si comportava come una mammina.
-Pulisci di qua!....- vai a buttare l’immondizia!....-E smettila di mangiare solo pizza!
Era insopportabile a volte e il gemello tanto per farlo felice gli rispondeva con grugniti,in quella sua posizione di equilibrio precario dalla scrivania.
-Smettila di oziare Dante! Bam Vergil sbattè un palmo sulla tavola.
Bum Dante perse l’equilibrio e cadde rovinosamente all’indietro.
-Ouch.. Vergil un po più di grazia? Disse massaggiandosi il capo dolorante.
-Dante sono settimane che sono qui e sei andato a lavorare solo tre volte mentre io ho accettato ben sette missioni! Urlò arrabbiato il gemello celeste.
-Eh allora? Rispose scocciato l’altro. -Non mi va di fare missioni inutili.. continuò imbronciato.
-Dio non ti sopporto più! Vergil prese una sciarpa gialla e indossatala uscì sbattendo la porta.
Dante rimase incredulo a fissare ,quasi come ipnotizzato, la porta della sua agenzia che si riapriva e richiudeva da sola cigolando.
-Naaaah... Si alzò in piedi e rimise a posto i cartoni di pizza sparsi sul tavolo e sul divano.
Sapeva che il fratello sarebbe tornato, forse non presto , ma sarebbe tornato.
Sistemò tutto il salotto.
-Oh beh così sarà contento quello zitellone! Parlando da solo Dante si mise le mani ai fianchi soddisfatto del suo lavoro.
Andò a controllare se era pulito anche il bagno, entrò e vide che era tutto lindo e pulito.
Un foglietto sullo specchio:
Dante ho pulito il tuo dannatissimo bagno perchè prima o poi ti sarebbe venuta un infezione,
pensa che c’era la muffa sul fondo della tenda!
Se lo risporchi come prima ti taglio la testa.
Vergil
-Sempre Mr Simpatia e Grazia il mio gemellino.
Si disse fra se e se.
Si girò e trovo nel suo raggio visivo lo specchio,
riflesso lui assomigliava così tanto al fratello e dopotutto erano gemelli.
Sfiorò con una mano lo specchio quasi come fosse vivo,con l’altra mano si alzò i capelli, erano così simili ma allo stesso tempo così differenti pensava intanto.
Sentiva il battito farsi più veloce, la mano continuava a scivolare su quella superfice lucida, senza accorgersene si era lentamente avvicinato con il viso allo specchio; lo notava dato che si era appannato, le labbra erano ormai vicine al toccare quell’altre che nella sua immaginazione erano quelle del fratello.
Improvvisamente si risvegliò da quel torpore.
Riiiing – Riiiing.
-M...Ma cosa diavolo stavo facendo? Si domandò esterefatto dal gesto che aveva appena fermato bruscamente.
Riguardò lo specchio , vide i suoi capelli sistemati come il gemello e d’istinto se li abbasso sulla fronte come piacevano a lui.
Andò a rispondere al telefono, per sentire quale noiosa missione gli avrebbero di nuovo appioppato, ma il suo cuore batteva ancora velocemente.

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Capitolo 3
*** La pioggia ed un cuore ***


Un altro capitolo un po cortino (vi prometto che ce ne saranno di più lunghi) ed essendo prevalentemente di Vergil è molto introspettivo. Bacioni Lady V ^-^


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Vergil camminava a passo svelto per le strade della città, era una giornata fredda di novembre e il vento era gelido e pungente.

Si sentiva scocciato dal comportamento del gemello, possibile che doveva fargli addirittura da servetto?
Dopotutto era lui che lo voleva accanto anche dopo quello che era accaduto tra i due.

Pensava dannando a quella sera in cui si erano scontrati e rincontrati, di quanto fosse crudele il destino che ora l’aveva messo in catene della sua stessa coscienza; parte di lui che neanche conosceva di avere.
Avvolto nella sua giacca di pelle e velluto avanzava sul marciapiede, molta gente lo fissava, soprattutto per via dei capelli argentei e per quella bellezza perfetta ed inumana, ma a lui non piaceva essere osservato e quindi ricambiava gli sguardi altrui con i suoi di ghiaccio.
Plic plic..

Due macchioline scure sull’asfalto davanti a lui, macchioline che via via aumentarono di numero.

Sfortunatamente per la gente attorno a lui, era ora di pranzo e la maggior parte dei negozi erano chiusi ed ormai tutti presi dalla frenesia di ripararsi si infilavano in quei pochi bar ancora in attività.

La pioggia a lui era sempre piaciuta; gli ricordava di quando era piccolo, quando lui , Dante e la madre andavano a fare le loro passeggiate, di solito al mercato.
A volte c’era già stato un bell’acquazzone e lui e il gemellino giocavano a saltare nelle pozzanghere, per venir poi sgridati da Eva; oppure altre volte la pioggia arrivava quando loro erano in cammino e mentre Dante e la madre si riparavano il più che potevano lui correva avanti gridando felice sotto la pioggia.
L’acqua si fece improvvisamente più violenta, gli torturava la capigliatura ed ora la sensazione di bagnato era esagerata.
Si infilò in un vicolo cieco, un negozio faceva angolo con la sua vetrina ,così si riparò sotto la tettoia di quest’ultima.
Si girò verso il vetro e d’istinto portò una mano nei capelli per risistemarli, si fermò..

Un altra cosa che gli ricordava la pioggia: Il combattimento contro il gemello.

Le sue stesse parole gli risuonavano nella mente : Senza forza non puoi proteggere nulla..

Questo era sempre stato anche il suo punto debole, tutte i legami a lui cari erano spariti e lui non essendo forte abbastanza non aveva potuto fermare questi eventi, inclusa la divisione di lui ed il fratello quando erano ancora in tenera età.

Si avvicinò a quel vetro gelido, a quel suo riflesso che gli ricordava tanto il gemello in rosso;
colui che l’aveva perdonato anche dopo i suoi svariati tradimenti, era vicinissimo a quella superfice, sembrava quasi volesse baciarla.

Rumble.....Scrash!

Un fulmine lo riportò improvvisamente nel mondo reale.
Si girò di scatto verso la strada per vedere se qualcuno lo stava osservando e fortunatamente non c’era nessuno, chissà che pensieri strani si sarebbero fatti su di lui.
Uscì dal vicolo anche se pioveva a dirotto e di corsa cercò di tornare all’agenzia.

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Capitolo 4
*** Sogni d'oro/ Sweet Dreams ***


Questo vi avverto che il mio capitolo preferito finora, sempre cortino rispetto a quelli che verrano dopo.
^-^ non so perchè Dante qui mi piace in particolare, anch'essendo Verg il mio preferito U-U se non si era capito XD.
Spero vi piaccia come vi sono piaciuti i precedenti^-^
@ rita88 = risvolti yaoi teneri tra due capitoli , il resto dopo^-^
@ tutti gli altri: Grazieeeeeee dei vostri commenti! XD Vi lovvo!




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Sogni d'oro/ Sweet Dreams

Il Devil May Cry.
-Dio che nome stupido.. Si sussurrò tra se e se Vergil.
Dante era dentro ed era al telefono.
Annoiato l’albino celeste si buttò a sedere sul divano porpora del gemello e prese un libro a caso.
Ascoltava attentamente la discussione all’apparecchio.
Il gemello rosso stranamente sembrava molto più educato e tranquillo quando parlava con altri, soprattutto se potevano essere possibili datori di lavoro.
-Si.. Quando?...Domani? Perfetto!..Si dovrei esserci solo io..l’altro??Un attimo che glielo domando..
Appoggio l’apparecchio al petto.
-Vergil hanno chiesto di te...una missione..Con un pò di scocciatura nel tono di voce si rivolse al fratello.
-Mmmm..per me va bene...
Impegnato a sfogliare le pagine rispose al gemello.
Dante continuò al telefono
– Non glielo assicuro al 100%, ma verrà anche lui.
Vergil stava pensando intanto a chi lo volesse ad una missione con tanto fervore;
si aveva accetato moltissime missioni precedentemente quindi era diventato abbastanza famoso,
ma era strano che uno richiedesse assolutamente la sua presenza pur essendoci il gemello.

-Vado a dormire.. tu fa un po come ti pare..
Vergil si alzò dal divano, aveva rinunciato a mandare a letto presto Dante.
-Ok.
L’altro prese da un cartone di pizza sulla scrivania uno spicchio del suo cibo preferito.
-Ricordati che abbiamo una missione domani, non dovrai essere stanco..
Vergil lo apostrofò prima di andarsene e sparire dietro la porta al piano di sopra.
-Gna .. gna gna.. Lo scimmiottò Dante appena fu solo.
Lo prendeva in giro ma in fondo gli voleva bene, erano sempre stati diversi, o meglio opposti, sin da piccoli ma nessuno comunque riusciva a dividerli.
Ora che erano di nuovo insieme gli sembrava di essere tornato bambino ed era felice come non mai.
Stufo e stanco salì anche lui le scale; un bel viaggetto nel mondo dei sogni non gli avrebbe fatto male.
Si avvicinò alla porta della sua stanza.

-Gniiicc.. Un cigolio proveniva dalle sue spalle.
Si girò di scatto e notò che era solo la porta socchiusa del gemello.
Entrò.
-Di nuovo la finestra aperta.. sussurrò piano a se stesso.
Chiuse le serrande per poi guardare il gemello assopito tra le coperte celesti e le lenzuola bianche.
Si avvicinò al letto come trasportato da qualcosa più grande di lui.
Si assomigliavano così tanto che sembrava potesse osservarsi mentre dormiva lui stesso; si avvicinò molto a lui.
-Chissà che sogni Vergil.. Gli sussurrò senza pensarci.
Si alzò velocemente dal letto e uscì dalla porta, finalmente aveva realizzato cosa provava per il gemello, perchè lo aveva rivoluto accanto a se, perchè la missione senza di lui sarebbe stata noiosa e perchè il suo stesso riflesso su di uno specchio gli faceva battere il cuore.
-Buona notte amore mio..
Con le lacrime agli occhi chiuse la porta si appoggiò alla parete e distrutto emotivamente si lasciò scivolare contro la superfice, cadendo come una bambola di pezza a terra.

Se ne era innamorato ma era un amore impossibile.

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Capitolo 5
*** Ferite ***


Dante si svegliò di sovrassalto, non sapeva cosa avesse sognato, lo aveva già dimenticato e forse era meglio così.
Vergil era al piano di sotto intento a preparare la colazione e sopratutto a combattere con quella macchinetta per il caffè espresso ,che funzionava una volta si ed una no.
-Cazzo! Un urlo dal piano di sopra lo fece sobbalzare.
-Dante? Preoccupato il gemello si affaccio e trovò Dante per terra alla fine delle scale.
-Doloreeee! Dante si massaggiava la schiena e le natiche. - Che botta!

Vergil sorrise della sbadataggine del fratello si voltò ed tornò in cucina.
-Ehy! Che ridi!
Dante da terra aveva osservato estasiato quel sorriso raro sulle labbra del gemello.

Fecero una veloce colazione, avrebbero dovuto partire di lì a poco.
Dante si diede una rinfrescata al viso, non riuscì a fare a meno di guardare di nuovo lo specchio ma stavolta con un sorriso consapevole del perchè di quel suo cuore che batteva forte.

-Bam-Bam Il datore di lavoro era arrivato.

Dante aprì, gli si presentò una bellissima donna davanti agli occhi.
-I gemelli Sparda giusto?
- Certamente Vergil le rispose con quel tono indifferente e senza emozioni.
Lei oltrepassò il gemello in rosso andò verso l’altro:
-Piacere io sono Sarah e ho bisogno del vostro aiuto.
Gli diede la mano.
Vergil rimase un po impietrito dalla reazione della donna ma le diede la mano.
Dante li guardava e il suo cuore sembrava essersi frantumato in mille pezzettini, come se fosse stato ferito a morte...


La ragazza subito spiegò ai due gemelli perchè li aveva chiamati al sera prima;
Da un po di tempo nel cimitero del suo villaggio avvenivano strane sparizioni e spesso se nessuno per paura entrava più nel camposanto, si ritrovavano carcasse di animali domestici e selvatici;
lei pensava che fossero demoni ma nessuno del villaggio le dava retta.
-Ti aiuteremo di certo Disse subito Dante con il suo cuore d’oro.
-Entrambi? Con un fare strano la ragazza guardò Vergil.
-Entrambi... rispose quest’ultimo freddamente.


Uscirono dal Devil May Cry ma la ragazza si fermò sugli scalini.
-Come mai questo nome? Chiese curiosa la ragazza guardando l’insegna.
- Una lunga storia... Il gemello in rosso non voleva che l’altro lo sapesse , se ne vergognava.

Mentre salivano in macchina Sarah cominciò allora ad assillare Vergil.

-Tu lo sai il perchè di quel nome? Dai se lo sai dimmelo.. lui è cattivo! per favoreeee!
La ragazza sbatteva i pugni sui sedili e sulle cosce del ragazzo.
-Non lo sa lui..
Dante alla guida cercava di fermare quell’oca, che però doveva ammettere: pagava bene pur essendo insopportabile.
-Non lo so e non mi frega neanche lontanamente,conoscendo Dante,chissà che motivo cretino ci sarà dietro a quel nome.
Vergil mise il broncio e si girò verso il finestrino, quella donna non la sopportava proprio, però in verità era curioso di scoprire l’origine del nome dell’agenzia; dopotutto era un nome troppo profondo per esser nato dalla testa del gemello.

Dante intanto sentì nuovamente il suo cuore sgretolarsi, già quell’oca che ci provava spudoratamente con la persona che amava!
ora anche questo menefreghismo di Vergil nei suoi confronti gli stava lacerando il petto.
Ferite .. Ferite ovunque che sanguinavano...

Arrivarono al cimitero, uno di quelli dall’aria spettrale quasi da film di paura, anche se in quel momento era pura realtà.
Entrambi i gemelli sentirono quell’aura demoniaca e quell’odore di sangue che un umano normale non poteva notare.
Sarah aveva le braccia conserte e stringendosi sembrava si volesse far coraggio, si avvicinò a Vergil e gli strinse un braccio.
Altre ferite nel cuore di Dante..
Il gemello in celeste si scrollò di dosso la ragazza, impugnò la sua fida Yamato ed entrò nel camposanto, Dante lo seguì stringendo nella mancina Ebony e pronto con la destra ad estrarre anche Ivory.

Un vento gelido muoveva i due lunghi cappotti monocromatici e smuoveva i capelli argentei di entrambi, Dante non potè trattenere un brivido.
-Ti ho detto miliardi di volte di coprirti.. Vergil lo rimproverò.
-Non mi importa..non ho freddo..
Le lapidi sembravano urlar loro contro gli orrori che durante quel periodo avevan dovuto osservare, orrori di carne, di urla e di molto moltissimo sangue e i cipressi piegati dal vento sembravan volerli mettere in guardia.
Su una di quelle lapidi dormiva un demone, uno dei cancellieri del girone della gola, assopito contro la roccia fredda, doveva essere una di quelle sentinelle un po distratte.
-Crack...
Un ramo secco venne spezzato dall’anfibio del mezzo-demone in rosso, che si maledì da solo con il pensiero.
La sentinella si svegliò in un verso mostruoso che sembrava un urlo abbastanza umano.
Vergil si mise in posizione di combattimento e Dante pochi passi indietro rispetto a lui posò le due semi-automatiche estraendo la sua Rebellion.
I demoni cominciarono ad arrivare a fiotti, saltando e sbucando da dietro cipressi , lapidi e statue votive e così cominciò l’opera di sterminio dei due albini.
Vergil con la sua katana spezzava la vita dei demoni lasciando dietro di se solo polvere e sabbia mentre il gemello o squartava le carni di quei dannati con la sua enorme spada o li riempiva di piombo con Ebony&Ivory.

Improvvisamente Dante si sentì afferrare alle spalle, provò a voltarsi ma prima che vi riuscisse si sentì trapassato in pieno addome da una falce;
un urlò stranamente provenne dalla sua bocca, quello non era un buon segno lo sapeva e come se gli fosserò state risucchiate le energie svenne a terra.

-Danteee! Vergil se ne accorse e si voltò verso il gemello.

Dietro il mezzodemone in rosso svenuto si stagliava una figura demoniaca e anche se la nebbia non permetteva una analisi accurata Vergil notò che era una sagoma femminile,
essa con sorriso malignò estrasse la falce dal corpo del cacciatore porpora lasciandolo agonizzante a terra sparendo nell’ombra assieme ai suoi seguaci.

-Dante.. Vergil istintivamente corse verso il corpo del gemello, lo rigirò per esaminare la ferita;
profonda come non mai , sembrava non volersi rimarginare come al solito e il sangue era come macchiato da striature viola.
-Veleno demoniaco.. pensò sussurrando il gemello in celeste.
–Dante? Dante mi senti? -Vergil..
Dante riuscì ad apire gli occhi
– C...cosa mi succede? -Non so ma devi esser stato avvelenato..Vergil sussurrava, anche se senza motivo.
Dante tossì sangue per poi richiudere gli occhi e tornare in stato incoscente.
Istintivamente il mezzo demone celeste avvicinò l’orecchio al petto di Dante, per ascoltare il suo cuore.
-Dante..
sussurrò di nuovo il suo nome sentendo che il battito si affievoliva.
Alzò la testa e per interminabili secondi;
cominciò ad osservare quel corpo che sembrava morto, sentì una morsa al cuore, delle lacrime protestavano contro i suoi occhi chiedendo di uscire.
Vergil deglutì per evitarlo.
Ora capiva cosa provava per quella quella fotografia che pensava fosse venuta male, ora sapeva il perchè il suo riflesso lo ipnotizzava richiamandolo;
lui amava quell’uomo che ora giaceva a terra e solo ora che lo stava per perdere se ne rendeva conto, solo ora perdeva quella cecità nel suo cuore.
Lacrime cominciarono a rigargli le guance pallida.
Era sicuro che una ferita non si sarebbe rimarginata quella volta, quella nel suo cuore.



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>>>>COMING NEXT: Lacrime e pelle Spero questo capitolo vi sia piaciuto.
Ora entrambi conoscono le loro emozioni: Ma come faranno a confessarsele?
Grazie sempre per i commenti che mi arrivano^-^
Bacioni Lady V

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Capitolo 6
*** Lacrime e pelle. ***


Scusatemi tantissimo se ho tardato a mettere nuovi capitoli,non o avuto tempo ed in più avevo perso la password XD comunque vedrò di riprendere ^-^
Dante non morirà e si riprenderà non vi preoccupate (forse BD)
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Lacrime e Pelle

Dante per un ennesima volta si svegliò di soprassalto.
Stava per lanciare una bella parola di prima mattina come al solito, ma non vi riuscì, gli mancava la voce e un dolore lancinante lo colpì al petto improvvisamente al petto.
Si lasciò quindi cadere sulle lenzuola e sul cuscino nuovamente.
Per interminabili secondi continuò a guardare il vuoto sopra il letto, anzi una macchiolina sul soffitto di un colore un po diverso dal resto della superfice.
Stranamente per la sua indole stava riflettendo, ricordava di essere andato in quella dannata missione, ripensò all’orda di demoni che gli saltava addosso in quel cimitero e poi ricordò quel colpo di falce alle spalle.
Ripensando a quello si cercò di guardare il petto, ormai denudato di armi e giaccone vide una fasciatura lo avvolgeva.
-Sicuramente è stato Vergil..
Sussurrò a se stesso con un filo di voce,sapeva benissimo che il gemello aveva qualche nozione basilare di medicina.
-Clack... gniiiic
La porta si aprì in un cigolio che per Dante ancora confuso era insopportabile ascoltare.
Vergil era entrato con in mano un delle bende e una bottiglietta di disinfettante, agli occhi del gemello in quel momento però sembrava più un angelo venuto a salvarlo da quell’agonia.
-Vergil...
Sussurrò con quel poco di voce che riuscì.
- Buon giorno bell’addormentato..
Vergil si avvicinò a Dante per poterlo alzare.
Il cuore di entrambi sembrava fare un triplo salto mortale all’indietro, pur non sapendo che l’altro provava lo stesso.
Con cura Vergil alzò Dante a sedere e gli tolse le bende sporche di sangue e con cura cominciò a disinfettare la ferita.
-La ferita si è rimarginata internamente , gli organi sono fuori pericolo, ma ho paura che questo sia veleno demoniaco..
Il gemello celeste parlava come da solo, e osservava attentamente la ferita di Dante.
-V...Veleno?
Un altro sussurro strozzato provenne dalle labbra dell’albino in rosso.
- Si il veleno demoniaco; esso rallenta la rigenerazione dei tessuti di un normale demone o mezzo demone, ma comunque anche se essi si rimargininano, internamente il veleno fa il suo corso...
Dante lo guardava ad occhi spalancati, non potendo parlare, come a dire di continuare la frase.
-Portando l’organismo lentamente alla morte..
Vergil disse quelle ultime parole con più freddezza che poteva, soffrendone immensamente.

I gemelli si guardavano intensamente in quelle iridi celesti così uguali per un interminabile periodo di tempo.

-Dante, io cercherò di salvarti te lo giuro.. devo solo trovare il modo..
Il gemello in celeste, ruppe il ghiaccio di quel momento; per una volta aveva il cuore pieno di speranza; non era possibile che un’ altra volta doveva perdere qualcosa caro al suo cuore, nulla li avrebbe più divisi si era fatto questa promessa e nulla e nessuno la poteva abbattere.

Dante continuava ad osservare lo sguardo del gemello, quello sguardo solitamente inespressivo e vuoto di emozioni, stavolta era un poco lucido, le iridi tremavano come se avesse paura, Vergil paura della morte?
La morte di Dante? No era impossibile.

-Vergil...
Sussurrò il cacciatore , portando una mano a quella del gemello fermandola dal quel lavoro minuzioso di disinfettazione.
-Io... Io ....non so come sia potuto accadere .. eppure.. io..io...
Sussurri indecisi continuavano a provenire dalla bocca di Dante.
-D..Dante?Che cosa vuoi dirmi? Stai delirando?
Vergil lo prese per un attacco di pazzia, era impossibile che il suo desiderio d’amore si stesse realizzando, era assolutamente impossibile, ma ci sperava come non mai.
-No Vergil! Cazzo è possibile che mi devi sempre prendere per un cretino?
Urlò , la voce improvvisamente ricomparve, pentendosi però che era tornata in un momento molto poco opportuno.
Dante tolse di scatto la mano da quella del gemello.
L’altro rimase immobile come pietrificato, aveva appena finito il bendaggio.
-Scusami Dante... Io ora vado a fare delle ricerche su un antidoto, a dopo..cerca di riposare..
Vergil si alzò e se ne andò dalla stanza.
Chiuse con violenza la porta, non era incavolato con Dante, ma con se stesso, aveva perso un occasione per dir tutto al gemello, si appoggio alla parete accanto all’entrata della propria stanza, si lasciò scivolare sul legno del muro finendo seduto sul parquet, altre rare lacrime gli rigarono il volto.

Dante intanto rimasto solo nella stanza si ributtò sdraiato sul letto, guardava sconvolto quell’inutile macchiolina sul soffitto, stava seriamente pensando di uccidersi dopo quella discussione con il fratello.
-Dio è possibile che non ne faccio una buona??
Sussurrò tra se e se maledicendosi e lanciandosi poi più insulti che poteva.
Vergil continuava a rimanere inerme lì sul pavimento, le lacrime continuavano a scorrere senza sosta, osservava il pavimento senza motivo e improvvisamente notò un foglietto nascosto tra le tavole del parquet;
lo prese e lo lesse.
Sono scemo lo so ma devo in qualche modo far uscire quello che ho dentro,
non posso dirlo al diretto interessato,
non posso dirlo a nessun’altro che conosco o anche di cui mi fidi,
non posso tenerlo solo per me o rischierei di scoppiare o di fare qualcosa di avventato;
so solo che mi sono innamorato, di te Vergil,
il mio fratellone principe dei demoni, che dicono tutti sia senza cuore,
ma questo non vale per me , perchè io lo amo e il suo cuore lo sento battere forte e chiaro,
risuonare nei miei timpani come la più dolce canzone mai scritta..
Grazie di esistere Vergil.
Ti amo
Dante


Dante aveva scritto quella lettera nei giorni addietro nel momento in cui aveva scoperto il suo profondo amore per il fratello.

Incredulo Vergil lesse le ultime righe, il fiato cominciò a mancargli ma gli sembrava normale; il suo desiderio si realizzava finalmente , pensare poi che si era abbassato al livello di lanciare monetine nelle fontane!

Si precipitò nella stanza, Dante rimase pietrificato , il gemello lo strinse fra le sue braccia , come da molti giorni vedeva solo nei suoi sogni
-Dante... Vergil sussurrò il suo nome.
-Vergil che succede? Domandò l’altro incredulo.
-Ho letto il foglietto... quello nascosto nel parquet.. Lo liberò un poco dalla stretta ormai reciproca.
Dante arrossì violentemente e sentì improvvisamente un nodo alla gola a quelle parole.
Con un fil di voce disse: - Scusami...uccidimi fai pu..

Le ultime parole vennero smorzate dalle labbra del gemello.
Un bacio dolce e casto per loro che erano dei demoni dannati a vita.
-Anch’io ti amo Dante..

Scoppiarono a piangere entrambi senza un vero e proprio motivo, erano felici di poter condividere il più bel sentimento che puo risiedere nell’animo umano.


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Direi finalmente l'amore trionfa *-*
Ma non è finita così , difficoltà e momenti felici aspettano i gemellini mezzodemone

>>>>COMING NEXT: Snow/ Momenti dolci

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Capitolo 7
*** Snow/Momenti Dolci ***


Siete tutte così affezionate che vi devo premiare con un capitolo dolcissimo *-*


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Passarono giorni da quella loro confessione, Dante continuava al sua vita tranquillamente, anche se al suo interno il veleno continuava a scorrere, Vergil intanto con estrema forza d’animo cercava l’antidoto e cercava inutilmente di convincere il gemello a riposare.
-Dante , vai a letto, il veleno se vai in missione circolerà più velocemente nelle tue vene e avrò meno tempo per trovare una soluzione!
Con il suo solito tono bisbetico Vergil urlava contro il fratello.
-Tuo fratello ha ragione Dante, Dagli retta rimani a casa.
La ragazza che parlava era Lady, una loro grande amica, ogni tanto faceva loro visita ed essendo una delle persone più fidate, era l’unica a sapere della relazione tra i due fin’ora.
- Due contro uno non vale.
Dante mise il broncio come i bambini, erano giorni che non faceva della buona e sana azione e quella missione lo interessava particolarmente.
-Oh beh fa come ti pare , io vado a lavorare, ho anch’io qualche datore che mi aspetta.
La ragazza si avvicinò all’entrata.
-Vergil per favore sii paziente con lui e convincilo a rimanere a casa... Prova con un bacetto!
Facendo l’occhiolino, sparì dietro il portone lasciando Vergil con le gote rosse come il giaccone del gemello.
Anche Dante rimase impietrito ma per poco, ne approfittò e si avvicinò malizioso al fratello.
-Dai convincimi con un bacino..
Con voce suadente gli sussurrò all’orecchio.
-Niente da fare.
Con le braccia Vergil lo scacciò da se.
- Neanche il nostro primo bacio lo meritavi.
Il viso del gemello in celeste si rabbuiò,si rivoltò verso la scrivania evitando lo sguardo del fratello; lui era innamorato di Dante, ma lui era così cieco a non capire che si stava preoccupando per lui.
-Scusami Verg...
Dante se ne accorse, passò un braccio sui fianchi del gemello.
–Oggi allora non vado in missione..
A quelle parole gli occhi di Vergil si illuminarono.
-..Ma..Usciamo insieme!
Il gemello in rosso girò il fratello e guardandolo negli occhi gli sorrise.
L’altro arrossì abbastanza violentemente e Dante ne approfittò per rifilargli un bacio casto sulle labbra, entrambi cercarono il calore dell’altro, dischiusero le labbra e cominciarono il loro combattimento d’amore.
Con una leggera spinta Dante appoggiò Vergil sul tavolo.
-F....fermo...
Il ragazzo in blu staccò da se il gemello.
Per tutta risposta Dante si avventò sul collo cominciando a torturarlo con lingua , labbra e denti.
-Sme..smettila dai..
Vergil era visibilmente disturbato da quelle attenzioni.
-Ora non mi sento pronto te l’ho già detto stanotte.
Disse con la sua solita freddezza d’animo spingendo via il gemello lì davanti e impietrito.


Quella notte Dante aveva provato ad intrufolarsi nel letto del gemello; ora che sapeva che il suo amore era corrisposto voleva dimostrarlo in ogni modo e gli aveva proposto in modo un po rude di unirsi a lui quella notte, con risultato una gomitata nello stomaco ,una ginocchiata negli attributi e una scacciata poco piacevole in generale.


Entrambi si vestirono abbastanza velocemente indossando cappotti e sciarpe, erano a metà di Febbraio e il freddo era più che mai pungente ,quindi uscirono dall’agenzia.
-Dove andiamo allora?
Vergil scrutava Dante negli occhi.
-Da nessuna parte in particolare, secondo te non si può fare una semplice passeggiata amore?
Dante di rimando gli sorrise con aria spensierata e strinse la mano del gemello nella sua.
-Dante ti prego c’è altra gente!
Il fratello arrossì più che mai e tolse la mano da quell’improvvisa presa.
Il freddo creava la brina sulle vetrine, sulle finestre e sui parabrezza delle macchine; un poco di neve era scesa la notte prima e con cura tratteneva le orme che i due lasciavano alle loro spalle; la gente anche se faceva freddo girava per le strade felice presa da quell’atmosfera candida.

Vergil insistette per entrare in una sala da thè e si sedettero ad un tavolo, inizialmente si guardarono in faccia a lungo ma non riuscivano a dirsi nulla, dopotutto erano ancora scioccati dal fatto di amare il proprio fratello gemello; Dante si sentiva stufo di quel posto troppo tranquillo per i suo gusti e cominciò a mangiare biscotti da thè a volontà mentre il gemello con la tazzina in mano guardava esterefatto quella scena , l’albino in rosso se ne accorse e scoppiò a ridere seguito subito da un sorrisetto sornione di Vergil ; quel giorno era in ogni senso pieno di dolcezza fra i due.

Usciti dal locale si diressero verso il parco, l’atmosfera si era fatta più gelata costringendo i bambini a tornare a casa e l’orologio della torre indicava con la lancetta le 7, dal cancello del parco già notarono che era completamente deserto.
Si sedettero su una panchina, davanti a loro si ergeva la statua che gli umani avevano eretto in onore di loro padre Sparda; Vergil la stava vedendo per la prima volta e il suo sguardo la scrutava preoccupato e pensieroso.
-Che c’è Verg?
Dante si accorse di quel suo atteggiamento.
-Nulla...
Il gemello gli rispose stringendosi nel giacchetto.
- Cosa potrà mai dire nostro padre se sapesse che ci amiamo? Non ti deve importare Vergil..
Il fratello in rosso aveva capito i pensieri che perseguitavano l’altro.
- Ci disconoscerebbe.. questo è sicuro..
Vergil rispose a bassa voce.
-Beh per lo meno non ci sarebbe nessun potere per cui lottare.
Dante sorridendo si strinse a Vergil.
Pian piano si strinserò di più , in un modo stranamente per loro affettuoso; cominciarono a cadere flebili fiocchi bianchi che pian piano divennero un enorme danza tra neve e vento attorno a loro; approfittarono e per rendere quel momento ancor più emozionante si baciarono.

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Capitolo 8
*** Verità e Dolore ***


Scusate per l'aggiornamento in ritardo, il mio caro e nuovo computer mi ha dato problemi =_= ho trovato fortunatamente una soluzione temporanea XD


Una luce mattuttina gli accecò gli occhi.
-Mmmhh .. No altri 5 minuti...
Dante si rigirò nelle coperte.
-Sveglia pigrone.
Vergil spalancò le finestre lasciando entrare una ventata d’aria gelida e ancor più raggi di sole negli occhi del fratello.
Il cacciatore di demoni si liberò delle coperte che gli si erano aggrovigliate attorno e si alzò in piedi stiracchiandosi.
-Hey Verg..
Si avvicinò al gemello in modo difensivo.
-Dante te l’ho già detto che quando sarà tempo mi avrai.
Gli disse Vergil freddo mentre sistemava il letto.
-Eh ma poi sono io quello diretto e volgare.. ufff..
Sbuffando scese le scale.

Doveva fare in modo che quel momento arrivasse più velocemente del previsto,
o sapeva che non sarebbe resistito un altro giorno;
il gemello non girava mai per casa a petto nudo o cose del genere,
ma per lui era come se lo fosse, ultimamente era anche difficile controllarsi dal saltargli direttamente addosso.
La notte passata, dopo una lunga missione notturna aveva anche provato di nuovo ad infilarsi nel letto di Vergil,
ottenendo in cambio però solamente calci e niente amore.

-Dante ti pare questo il modo di lasciare una stanza!?
Dal piano di sopra Vergil imprecava per il caos lasciato dal gemello.
-Potrei esser più ordinato se tu dormissi con me.
Disse borbottando e sbuffando Dante che intanto masticava un cornetto caldo,
sicuramente comprato dal fratello ,anche perchè per lui esisteva solo la pizza.
Guardò l’orologio dell’agenzia.
Le 7??? Oh mio dio non mi sono svegliato mai così presto!!
Scioccato Dante rimase a bocca spalancata a guardare il vuoto.

Improvvisamente entrò qualcuno dal portone dell’ufficio,
il mezzodemone in rosso si maledisse perchè mentre era sceso non aveva pensato neanche ad infilarsi una maglia,
si vedeva anche la cicatrice che si estendeva sul suo petto;
mentre il suo gemello sistemato e ordinato come al solito si scaraventò giù per le scale per accogliere l’ospite.

-Buongiorno signorina...
Vergil esordì bloccandosi in un momento notando di conoscere la nuova arrivata.
–Sarah?
-Salve ragazzi miei, come va?
La ragazza entrò avvicinandosi a Vergil, posizionandosi a pochi centimetri da lui.

Dante si alzò dalla sedia e avvicinandosi anche lui;
a pochi passi dai due sentì un dolorosissimo mal di testa, i pensieri sembravano vorticargli a tutta velocita nella mente,
“zucca vuota” come la chiamava il suo amore.

-V-Vergil...
In un attimo il cacciatore di demoni cadde in avanti, come ferito da una spada ed infine cadde a terra come un corpo morto.

Vergil si allontanò velocemente dalla ragazza e si slanciò in aiuto del fratello;
la ragazza senza dire nulla rimase con le braccia conserte ad osservare la scena.
-Dante? Rispondimi idiota!
Il mezzodemone era in crisi, gli pareva impossibile che uno della loro razza potesse svenire così improvvisamente.
Girò il corpo di Dante notando una cosa inquietante, la ferita ,che da tempo si era cicatrizzata ,
si era riaperta e il sangue scorreva copioso.
-D..Dante!
Senza pensarci Vergil corse a prendere medicamenti vari nella camera al piano di sopra.
Dante giaceva a terra, sembrava senza vita, con estrema fatica aprì gli occhi riducendoli a delle fessure,respirava a fatica;
Sarah intanto lo osservava nella stessa posizione, eppure un sorriso strano le si era stampato sulle labbra, un ghigno sadico che esprimeva pura follia.

-Come stai caro Dante? Ti senti morire vero?
La ragazza camminava attorno al mezzodemone, il rumore dei tacchi rimbombava nel cervello dell’albino.
-D..Dannata.. c..che mi hai fatto?
Dante sussurrò con quel poco fiato che gli rimaneva.
-Te lo dico in poche parole, io voglio Vergil;
mi basta che tu muoia, oppure che tu me lo ceda volontariamente, cosa decidi?

Sarah avvicinò il bel volto angelico a quello del cacciatore, un sorriso malefico rivolto a lui.

-E..eri tu q..quel demone.. vero?
Dante steso a terra si sforzava di muoversi, voleva prendere quel dolce visino e squartarla viva,
ridendo alla vista del suo sangue scorrere sul parquet; niente da fare nessun muscolo rispondeva.
-Certamente, sappi che quel veleno ha un solo antidoto, e ce l’ho io..fai due ragionamenti e comprenderai il mio piano..
Quella dannata voleva il suo Vergil, lo voleva veder sparire,
voleva che lui concedesse a lei il suo amato in cambio dell’antidoto, niente di più semplice per quella demone.

-Domani notte a mezzanotte nel parco Dante, appena me ne andrò starai meglio,
se dici una parola al tuo caro gemellino morirete entrambi..

Un freddo elenco da parte della demone che con il rumore dei tacchi sparì dietro il portone dell’agenzia.

Lì per terra sembrava morto, Dante in quel momento desiderava veramente di essere morto;
sentiva il sangue scorregli nella gola, dopo varie ferite gravi ormai c’era abituato, ma stavolta aveva un sapore più amaro, sconfitta, odio, ribrezzo,disprezzo,tristezza.
Un mix di salute! Pensò autoironico l’albino, eppure le lacrime che scorrevano sul suo volto non erano autoironiche, erano puro dolore.

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Capitolo 9
*** Angel ***


Lo so che mi odiate , che vi ho fatto aspettare ç^ç
non linciatemi e godetevi i capitoli uwu
Stiamo per arrivare alla fine <3
Il vostro Vergil.

Un angelo...
Solo quello poteva essere quela creatura che con cura si muoveva sopra lui.
Doveva essere svenuto di nuovo, il dolore al petto si alleviava lentamente.
-Grazie all’angelo...
Dante parlava in sussurro e con una mano provò a toccare quella creatura per lui eterea.
Vergil era tornato con tutti i medicamenti possibili, con più cura che poteva ridisinfettava quella dannata ferita;
gli sembrava che Dante delirasse, lo aveva addirittura chiamato angelo,
quando lui poteva solamente esserne l’opposto.
Era chino su di lui, una mano raggiunse la sua, dolcemente la strinsero tra loro.
Il gemello aveva richiuso gli occhi, ne approfittò per prenderlo di peso, alla maniera dei novelli sposi e lo posò sul divano dell’agenzia;
Sarah non c’era più, doveva esser scappata spaventata dalla scena.
Era stanco, profondamente stanco erano giorni che non dormiva, certamente Dante non lo aiutava a riposare dato che ogni notte provava ad intrufolarsi nel suo letto.
Gli rimaneva impossibile dormire, la sua mente era sovraffollata,
giorno e notte viaggiava da casa e biblioteca: cercava quel dannatissimo antidoto.
Salì in camera sua, un odore di polvere insopportabile ragiunse le sue narici,
ma era ovvio percepirlo poichè la stanza era stracolma di libri ordinati in pile ovunque fosse possibile.
Si sedette sullla sua sedia e aprì un libro che la notte prima aveva già cominciato, tanto dormire e soprattutto sognare erano molto lontani.
Era stanco, si accasciò sulle pagine del libro, legeva a pochi millimetri dalle pagine;
Vergil sentiva gli occhi farsi pesanti ed in pochissimi secondi entrò nel mondo di Morfeo.

Aprì gli occhi, intorno a lui vi era un candido bianco ovunque, nebbioso, sembrava tutto fatto di zucchero filato, sembravano nuvole.
Si mise in ginocchio , una luce fortissima sfumava i bordi soffici di quel mondo, sembrava non ci fosse nessuno.
-Vergil..
Una voce dolce, familiare lo richiamò quasi in una melodia.
Lentamente si voltò;
una sagoma femminile lo chiamava, era circondata da quella forte luce, i lunghi capelli dorati le circondavano il volto,
gli occhi celesti lo osservavano pieni di sentimento e delle ali piumate si protraevano verso l’esterno avvolgendole il corpo.
-Madre.. Tremante la parola uscì dalle labbra dell’albino.
-Vergil, si sono io..
Eva si avvicinò al figlio in un sorriso radioso, si chinò accanto a lui e lo abbracciò.
-Ho poco tempo per parlarti figlio mio, pochissimi secondi, devi solo sapere che io vi guardo sempre e che vi amerò per l’eternità..
se avete bisogno dovete contare sull’altro..

Le dolci braccia si strinsero sulla nuca di Vergil, il viso di lui affondo tra i biondi capelli e gli occhi glaciali si sciolsero in lacrime salate.
-Ora ti devo salutare..il nostro tempo è finito..
La donna sciolse l’abbraccio;
Vergil fece per raggiungerla con una mano, toccò il vestito purpureo ma questo sparì in una nuvola di luce con la madre.
In un attimo aprì gli occhi,
si ritrovò sul quel libro che puzzava di polvere e delle gocce salate lo avevano bagnato.

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Capitolo 10
*** Cenere ***


Sorpresaaa! uno dopo l'altro neh?
Sarà che tra un po è il compleanno del vostro Vergil preferito u-u
Ah si scusate per gli errori di battitura nel capitolo precedente
Un stranò gorgoglio lo svegliò.
Si alzò, la pelle del divano si era appiccicata alla schiena per il sudore;
chissà da quanto dormiva; Vergil doveva averlo spostato da terra.
Più simile ad uno zombie che ad un mezzodemone qual’era , si incamminò verso il frigorifero,
un buco allo stomaco lo torturava.
-Pizza! Bingo!
Nel congelatore c’era una bellissima pizza congelata da cuocere al volo, a quella vista gli occhi si illuminarono e un sorriso si dipinse sul volto.
La infilò senza pensarci due volte nel forno.
In pochi passi si trovò davanti al suo amato jukebox, che funzionava due volte si cento no;
un pezzo d’epoca gli dissero e lui come un pesce abboccò all’amo comprandolo;
comunque ormai ci si era affezionato.
Lo provò ad accendere, premendo delicatamente il bottone, niente, un pugno ben assestato invece fece il suo effetto.
-Vergiiil? Stai bene?
Nessuna risposta;
in quel momento sperava solo in una cosa, che Sarah fosse stata un suo sogno, anzi incubo causato da un indigestione di pizza andata a male; sapeva che non era così.
Controllò l’orologio nell’ufficio, le 11 e 30, mancava poco, doveva aver dormito parecchio.


Si era asciugato le lacrime e si era alzato da quella posizione scomoda, Vergil ora continuava a leggere, ma il suo cuore ora era in un altra dimensione dopo quel sogno.
-Sto leggendo Dante.
In ritardo rispose al gemello.
-Verg io devo uscire.. pensa tu al Devil May Cry..
In una frase smangiucchiata dalla rabbia Dante salutò il fratello al piano superiore.
-Dove va..?
Non fece in tempo di finire la domanda che il cacciatore di demoni aveva sbattuto con violenza il portone dell’agenzia.

Il vento gli sferzava il volto, non era un bella serata, la luna per quella notte si assentava dal cielo e le stelle sembravano esser soffocate da buie nuvole;
nell’oscurità Dante riusciva a sentire diverse aure demoniache muoversi attorno a lui, creature di poca importanza in quel momento.
Il parco non era a molti isolati dall’agenzia e quindi aveva scelto di uscire a piedi; lo sguardo era calato ad osservare il suolo, il marciapiede sporco di cicche e di gomme masticate.
Un marciapiede familiare , una strada familiare: la via del loro rincontro,
rallentò il passo e si rifigurò nella mente quel loro momento con gli occhi contratti in una smorfia di dolore e leggermente lucidi.
Era sospetto che il gemello fosse uscito così senza dir nulla di più,
Vergil aveva sceso velocemente la scalinata e come guidato da un istinto più forte della ragione aveva preso la Yamato e si era precipitato fuori dell’edificio.
Dov’era Dante?

Il parco era illuminato da deboli e rari lampioni, le panchine in ferro battuto sembravano tanti piccoli demoni che sbucavano dall’erba alta,
Dante camminava per il viottolo principale , la ghiaia scricchiolava sotto i piedi. Si guardò attorno: Quella panchina.
Sarah era seduta lì, quella bastarda.

Correva per la strada , sembrava aver perso il lume della ragione , strade ormai non poco familiari venivano percorse dal suo passo estremamente veloce e nervoso.
Seguiva il suo istinto e la scia di aura demoniaca che il gemello lasciava alle sue spalle, una via gli era sembrata fin troppo conosciuta, soprattutto il marciapiede,
dopotutto era stata la via del loro rincontro e in quel momento deglutì pensando se ciò non fosse mai avvenuto.
Vergil ormai si trovava all’ampia cancellata in ferro battuto, il parco nelle ore notturne aveva quell’aspetto poco invitante e Dante era sicuramente lì.
Lo vide , in un ombra, accanto ad un'altra figura femminile seduta su una panchina.

La donna sogghignava a Dante.
-Allora sei venuto caro cacciatore-
Sarah accavallò le gambe con un effetto così malizioso che solo un demone poteva ottenere.
-Dimmi ciò che devo fare..-
Le parole all’albino morivano in bocca, voleva chiedere il perché di un gesto così crudele.
-Io ti darò l’antidoto ma dovrò portare via il tuo amato Vergil, mi serve,
solo con lui posso completare l’operazione per diventare erede del potere di Sparda, eh si hai capito bene, te non mi servi, non sei puro.-

Ghignò di nuovo.
-Puro , in quel senso, certo-
Dante aveva uno sguardo preoccupato negli occhi, vero, non era puro in quel senso, ma Vergil lo era sicuramente; aveva gli occhi lucidi le lacrime agli occhi.
Se avesse accettato di vivere prendendo la pozione avrebbe dovuto lasciare il suo amore per sempre, se invece avesse accettato di morire avrebbe avuto con se Vergil anche se per poco.
La saliva si fece molta in bocca dall’agitazione,la mando giù.
-Non ti lascerò portar via Vergil, non prima di aver combattuto per la mia vita e la sua,
preferisco morire felice che vivere in solitudine.


Un secco movimento e la pesante spada era stata estratta dal retro del suo cappotto,adesso sorrideva, solamente orgoglioso delle sue stesse parole,
la Rebellion addirittura sembrava volergli sorridere.
-Hai fatto la tua scelta carissimo-
La donna si alzò in piedi e con uno schiocco di dita i demoni lo circondarono.
-Ce la puoi fare, di nuovo, insieme potete tutto-
Una voce rieccheggiò nella sua mente, la madre Eva, con la sua dolce voce.
Sorrise a se stesso nuovamente, veloce la lama si spostava a destra, a sinistra in avanti,
le semi automatiche scaricavano i loro colpi altrettanto rapidamente sui corpi dei dannati riducendoli a sabbia finissima.
-Beh è questa tutta la tua forza?-
Sbruffone e scherzoso si spolverò una spalla, sorridendo alla donna.
-Non è finita Dante-
Rise sadica all’uomo , un altro schiocco di dita,
Sarah si era trasformata in demone.
-Io lo sapevo che eri una vipera-
Dante rideva, mentre la donna Naga completava il mutamento, demone serpente, bellissimo volto femminile,
occhi rossi e capelli rossi e lunghi e dal busto in giù una lunga coda squamata piena di spini e sulla punta un pungiglione, sicuramente quello che lo aveva avvelenato.

Deglutì lentamente quando si sentì una presenza alle spalle e una mano poggiarsi sulla sua spalla.
Vergil era dietro di lui con la mano non occupata che brandiva la Yamato.
-Dante, solo insieme possiamo tutto..-
Sarah ghignava.
-Siete patetici ! Morirete entrambi tanto a me serve solo l'anima!-
Rideva come una pazza furiosa, sadica.
In un attimo erano lì che si stringevano le mani pronti alla carica, come al solito, come da piccoli , come un tempo che sembrava così lontano:
Vergil con lo sguardo che dava il via, le spade che si strofinavano in uno stridio metallico e l'attacco ai due lati.
Non era cambiato nulla da allora.

I loro fendenti venivano bloccati dagli artigli squamati della sgualdrina, le loro urla echeggiavano nel parco semibuio e vuoto e le spade urlavano di morire.
Dante sudato e provato da quella lotta cadde a terra, si vide l'artiglio davanti pronto trafiggerlo di nuovo, chiuse gli occhi e le mascelle in una morsa ferrea di spavento.
Non sentì il dolore lancinante ne il sapore del sangue salirgli in gola, ma solo un leggero rumore:
Plic...Plic..
Il liquido rossastro gocciolava si , ma non era il suo;
Vergil gli aveva fatto da scudo facendosi colpire e trapassando in pieno petto la demone.
Sarah era bloccata in un espressione di dolore e sorpresa.
-Tu.. come hai .. osato..-
Vergil sorrideva seppur il pungiglione gli passava da parte a parte una spalla.
In un attimo il corpo della Naga si ridusse in cenere,
il gemello in blu ne prese una manciata e se la buttò sulla sua ferita e poi lo lanci su Dante che tossicchiando lo guardava confuso.
-Ti aveva mentito questo è l'unico antidoto al loro veleno: la loro morte e le loro ceneri.-
Il fratello gli sorrise...
la sua bocca passava da un angolo all'altro del suo viso, era lì per saltargli addosso quando un secco:
-Torniamo a casa- Lo bloccò un attimo, ma per poco,
perchè prese in braccio il compagno si avviò alla loro agenzia.

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Capitolo 11
*** Until HELL do us part ***


Pronta al linciaggio ragazze
Non mi odiate per questo io sono il gemello/a cattivo dovevo farvi attendere no?
Scherzo è solo che l'ispirazione è stata molta molta molta (infinito)
poca e ho avuto il cuore gelido per un bel po
Spero di rifarmi con quest'ultimo capitolo <3
forse farò un prequel e forse un sequel con MysticAsters ( il nostro project ci sta troppo bene come sequel *-*) La vostra Vergil vi augura buona lettura e ringrazia per tutti i commenti che ha avuto nonostante la pausa enooooorme
Non avrei mai creduto di far emozionare così tanto la gente
E soprattutto scrivete più Yaoi! meno fangirlaggine :,D! ( piccolo sfogo)
Ah si WARNING alla fine è molto HOT e non saltate tutto per arrivare alla parte hot <-< zozzone

Until HELL do us part


-Dante mollami!!!

Urlava Vergil da sopra le braccia del gemello ; che nel frattempo se la rideva divertito.

-Shh Bro guarda che è tardi svegli tutti
Ironico il mezzodemone in rosso ballonzolava fiero del suo premio tra le braccia ,mentre si avviava sulla strada che portava all'agenzia.

Al contrario di quello che aveva detto al fratello lui aprì la porta del suo luogo di lavoro con un calcio ben assestato facendo tremare le vetrate in ferro battuto.
-Vergil..
Lo posò sul divano guardandolo nel semi buio.

Il gemello in blu poteva vedere solo la sua sagoma , gli occhi glaciali e profondi e sentire i suoi capelli solleticargli la fronte , proprio dove iniziavano i suoi.

Entrambi sentivano il respiro affannato dell'altro sulla pelle, pizzicare e bruciare dentro.
Si unirono in un bacio dolce, lento che divenne pian piano sempre più passionale e profondo,
le mani di Dante percorsero il corpo di Vergil in uno straziante movimento a rallentatore.

-Dante .. Ora però il fratello non riusciva più a fermarsi : lo aveva addirittura salvato,
Vergil, colui di cui del fratello sarebbe importato ben poco fino a poco tempo fa.

-Dante!
Lo spinse via guardandolo negli occhi, sembrava che il suo gemello in rosso avesse perso il controllo di se e ora allontanato sembrava quasi pentito e vergognoso di ciò che stava per fare.

-Scusami..io..è che.. io..voglio solo amarti ..
Si rimise sopra senza che Vergil rifacesse storie, immobilizzato dalle sue parole.
-Completamente.. continuò.

Il cappotto color sangue volò subito via , lanciato nel buio dell'agenzia,
lasciando un po basito Vergil che cercava di tenere lontano il fratello con semplici carezze e squadrandogli il volto.

Dante cominciò a ridacchiare vedendo il gemello così e iniziò a darsi da fare con la lingua sulla pelle candida del collo del compagno.
-Nhh..- Piccoli mugugni cominciarono a risuonare nella stanza.

Si divertì a lasciare piccoli segni rossi sul collo quasi a marchiarlo, perchè lui era di sua proprietà.
Vergil abbandonato alle attenzioni del fratello si slaccio il foulard donandogli più pelle da torturare,
ma Dante era già intento a tirare giù la lampo del gilet, mentre nella testa dell'altro correvano i pensieri e si chiedeva perchè si lasciasse fare certe cose dal fratello.

Si ricordo che da bambini si leccavano le ferite l'un l'altro.
E anche se stavolta non erano ferite.. il sentimento era lo stesso.

Dante nel frattempo si domandava perchè lo sguardo del gemello lo faceva sentire così a disagio disagio,
spesso la notte aveva immaginato il fratello nudo sotto di lui , tanto per divertirsi un po , ma ora che lo era per davvero si sentiva addirittura inesperto!
Seppur avessero i corpi identici!

Quello sguardo glaciale che lo scrutava nel buio gli comunicava un calore rabbioso dentro che gli fece capire cosa doveva dirgli :
-Non ti preoccupare sarò delicato-
Vergil sorrise piano.
-Non ne dubitavo-
Il suo sorriso si trasformo in un ghigno quasi dolce e stando al gioco allungò il collo solo per assaporare a morsi la pelle del fratellino.
-Mnhh.. Vergil su mi sto trattenendo ..-
Dante lo guardò malizioso riappoggiare il capo sulla testata del divano.

-E perchè cosa dobbiamo aspettare?-
Il gemello maggiore domando abbastanza stizzito facendogli notare che poteva almeno essergli grato dato che ora gli si stava concedendo.

-Non mi hai detto perchè lei ti volesse tanto..-

Vergil si raffreddò subitò e nei suoi pensieri in qualche modo maledì il suo modo di essere così razionale.
Spostò non poco bruscamente Dante e si mise a sedere.
-Pensavo lei te l'avesse spiegato, no?-
L'altro scuotè innocentemente la testa come un bimbo.

-Allora parto dall'inizio..devi sapere che secondo le leggi demoniache il più forte prevale sul più debole e si prende ciò che gli appartiene..
beh teoricamente nostro padre battendo Mundus ha in un certo qual modo ereditato il mondo demoniaco, capisci?-


-Non sono un idiota Ver certo che capisco!Ma che c'entra con te?-
Ribattè Dante.

-Non ti si accende una lampadina? -
Esclamò per poi ricordarsi da solo che il fratello non era un asso nella logica.

-Noi siamo i prossimi della stirpe a governare sugli inferi!
Quindi quella donna aveva il solo ed unico scopo di portarmi lì e magari o avrebbe provato a sconfiggermi,
o mi avrebbe voluto come suo sposo diventando regina o addirittura avrebbe procreato a forza con me solo per avere figli purosangue che governassero!-

Finì il discorso Vergil schiarendogli le idee.

-Chissà quanti demoni ci staranno cercando allora !-
Sdrammatizzò il cacciatore.
-No Dante, ti correggo MI!-
Lo guardò freddo l'altro quasi urlandogli in faccia.
-Tu.. sei puro.. in quel senso.. -
Dante balbetto cercando di ricordare le parole di Sarah.

-Secondo il codice demoniaco se mai un uomo, o un mezzo uomo in questo caso,
deve essere incoronato re è scritto che debba essere puro nelle carni-


Lo guardò un po in imbarazzo ma sempre freddamente, non sapeva perchè ma si aspettava che scoppiasse a ridere.
-Oh..- Dante lo guardò un po stralunato.
-E tu.. ti sei riguardato bene a non concederti al tuo fratellino perchè ti sarebbe piaciuto regnare non è vero?-
Continuò in un tono deluso abbassando leggermente lo sguardo, voleva evitare quelle iridi celesti il più possibile in quel momento.

-No.. - Vergil ridacchiò un attimo lasciando un po sorpreso il fratello che ora lo guardava ad occhi spalancati.
-Non me la sentivo e basta, avrò il mio lato umano dopotutto no? - Lo guardò anche se non si aspettava la sua fiducia.

-Beh ma allora se tutti questi demoni stanno cercando un bel giovinotto verginello possiamo anche rimediare sporcandolo un po -
Dante maliziosamente e ridendo, lo ributtò giù sdraiandolo pelle del divano.

-Toh ero già a metà opera di svestizione-
il cacciatore ghignò malizioso privando il fratello dei pantaloni molto lentamente facendoli scivolare via come un guanto leggermente sudato.
Vergil lo guardava con sufficienza ,quasi per gioco, dal basso,
sfidandolo ad ottenere di più che uno sguardo gelido e Dante non ci mise molto a desiderarlo perdere le staffe.

Il fratello in rosso si abbassò i pantaloni cominciando a frizionare il suo sesso contro quello del gemello ,
i boxer elastici blu scuri non sarebbero più bastati per Vergil.

Un -Nnh..- soffocato tra le labbra volontariamente è tutto ciò che ottenne,
ma non si arrese e prese a mordergli il petto fino ad arrivare ai capezzoli torturandoli;
a quel punto un -Ahhn- leggero si dischiuse dalla bocca del fratello soddisfacendolo un po di più.

Vergil lentamente si tolse l'intimo, dentro moriva di tutti i sentimenti che lo assalivano in quel momento,
ma non avrebbe esitato per una cosa così stupida.
Vide che il fratello nella penombra lo guardava a bocca a perta.

-Eri così immobile che pensavo fossi una sex doll ad un certo punto !-
Esclamò Dante ,
ma non sapeva che se ne sarebbe pentito.
Dove di solito campeggiava il trench rosso ora si ritrovava dieci lunghi graffi rossi che per un attimo lo avevano fatto urlare nella notte.

-Ti piace violento allora- E nel dirlo prese le gambe di Vergil sul suo petto facendogli piegare le ginocchia sulle sue spalle.

-Mi vuoi Vergy?-
Gli passò una mano sulle labbra carezzandole.
Di tutta risposta ricevette un morso.
-Solo se non osi mai più chiamarmi così-

-Ok Vergy-
Ghignando gli calò i boxer e cominciò a stuzzicargli l'entrata.

-Niente coccole per un cattivone come te-
Pregò sperando che poi non lo avrebbe ucciso e con una spinta Dante fece suo il fratello.

Vergil gemette forte di dolore e con le mani strinse il tessuto del divano ,
-Nhh nhh-
Probabilmente era la prima volta che dicevano la stessa cosa in tutta la loro vita e i loro corpi aumentavano il ritmo sempre di più,
ma la loro lussuria demoniaca non era soddisfatta.

Dante si tolse seppur non avessero raggiunto il culmine del piacere e Vergil ancora appannato dal piacere non riuscì a capire cosa stesse tramando il gemello.

-Non ti ho detto di fermarti..-
Disse un po autoritario il fratello in blu;
seppur fosse ancora appannato dal piacere.

-Vieni qua-
Dante di risposta lo prese per il cappotto celeste e lo trascinò sul parquet gelido.
Rabbrividendo Vergil usò il divano per rialzarsi insultando il cacciatore.
-Sei un cretino Dante!-
Quest'ultimo invece aveva già calcolato il tutto ed era appostato dietro le natiche mezze coperte dal cappotto del fratello.

-Ah è così?-
Il cacciatore prese i fianchi di Vergil con tutta la violenza che conosceva e lo rifece suo strappandogli un gemito urlato.
Il gemello celeste non ci capì più nulla sentì una violenta fitta e un immenso piacere allo stesso momento,
vedeva tutto sfocato e sentiva qualcosa dentro di lui che non voleva più stare al suo posto.

Dante ritmò le spinte poggiando il petto sulla schiena umida dell'altro e ad ogni spinta sentiva perdere il controllo,
voleva.. ma aveva troppa paura..l'unica soluzione era chiedere no?

-Ver.. ahn.. posso trasf..-
-Si ti prego..nnh!-
Rimase un po spiazzato della risposta, probabilmente entrambi non potevano resistere ancora alla loro seconda natura demoniaca e la lussuria era per loro un piatto prelibato.

Entrambi si ritrovarono a godere dell'altro nell'altra loro identità, fredda e leggermente squamosa ma non gli interessava molto,
avevano solo bisogno di sfogare il loro istinto e il loro amore proibito.


Una luce fastidiosa arrivò agli occhi di Dante ,svegliandolo,
e si rese conto che il sole doveva esser da poco sorto.

-Vergil..-
mugugnò tastando un freddo parquet non lavorato, sul quale trovò solamente i propri vestiti.

Gli ci volle poco per capire:
Vergil era fuggito di nuovo da lui , fuggito dalla parte umana del figlio di Sparda,
fuggito da tutto ciò che non vuole affrontare di se stesso e Dante come al solito si sarebbe rimesso alla sua ricerca instancabile.
Un giorno l'avrebbe ritrovato e il giorno dopo l'avrebbe riperso..
di nuovo l'Inferno li avrebbe ridivisi

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