La tua reale prigione è la tua mente, maestà.

di IlRitornoDelGiullareDiCorte
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Impossibile mantenere i piedi a terra quando si è imprigionati in una torre. ***
Capitolo 2: *** I sogni sono desideri di (in)felicità. ***



Capitolo 1
*** Impossibile mantenere i piedi a terra quando si è imprigionati in una torre. ***


Raperonzolo utilizzò la sua lucente treccia per consentire al proprio principe di raggiungere la sua celletta.

Tu, principessa 2010, non disperarti se i tuoi fili di pece non si curano della tua brama di vederli robusti raggiungere il pavimento. Sfinita a causa delle tue pressioni, la folta chioma che ormai giunge alla tua vita, alle tue spalle sta attentando alla stessa tramutandosi in fune per l’impiccagione.

Non alzare al massimo il volume della radio nella speranza che il tuo innamorato oda quella voce soave che non ti appartiene.

Non illuderti che il tuo principe, pisciando ogni sera contro le pareti della tua torre, si comporti come i cani che avvertono il bisogno di marcare il territorio. Non sentirti di sua proprietà, lui lì si reca solo per svuotare la vescica. E non roderti l’animo se i tuoi sotterfugi falliscono, se ogniqualvolta tu lasci platealmente cadere il fazzoletto di seta lui lo utilizza per pulirsi il suo membro.

Non infuriarti se il rossetto sul suo bavero non ha mai sfiorato le tue pallide labbra. Certo non risolverai il problema versando dalla tua finestra lucidalabbra.

Aspetti ansiosa, agghindata a festa con il tuo decolté ben appoggiato sul parapetto, ma il corpetto non è abbastanza stretto, il respiro è ancora regolare e i fianchi bene in mostra, e tu non riesci a tirare i lacci con più forza, vorresti che la tua vita quasi sparisse. Sulle tue gote iniziano a comparire due abbondanti cascate.

Ma non temere, sono arrivata. Mi occuperò io di te, del tuo corpetto e della sparizione. In fondo sono pur sempre la fatina dei (miei) desideri.

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Capitolo 2
*** I sogni sono desideri di (in)felicità. ***


Principessa 2010, dopo lunghe fatiche con una parrucca corvina sei riuscita a far salire il tuo principe nella celletta.

Hai profumato la tua stanza e la tua pelle, hai indossato il vestito migliore che ora giace accartocciato ai piedi vostri e del letto di fiori che stride sotto il peso del vostro amore.

Ma non pensare d'aver conquistato il "vissero felici e contenti" donando più del bacio voluto dall'incanto.

Il manto del cavallo che vi attende affamato sotto la tua torre è coperto da borotalco e la calzamaglia azzurra che fa compagnia alle tue vesti di pizzo è sgualcita e malamente tinta. Ti ha detto che il suo cappello piumato è stato incenerito lottando con un dragone e tu gli credi, pendi dalle sue labbra e dalle gocce di cristallo che scorrono lungo le sue tempie. Ti legge poesie d'amore che h scritto per te solamente, ma ripetendo le frasi di sempre.

Se solo sapessi che la fresca rosa rossa che ti ha donato l'ha sradicata dal giardino della dama che ha da poco visitato e che in questo istante si sta rivestendo, forse saresti salva, ma probabilmente troveresti più protezione in parole di miele scaduto che nelle sbarre della tua cella.

Ed ora parti in groppa al ronzino zoppicante, avvinghiata al tuo amante i cui occhi stanno cercando una locanda in cui farti riposare.

E in cui trovare una bella sottana con cui fuggire.

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