Les Liaisons Dangereuses

di SummerBreeze
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Small, insignificant details ***
Capitolo 2: *** I'm in. ***
Capitolo 3: *** Where is my mind? ***
Capitolo 4: *** Friday I'm in love ***
Capitolo 5: *** Last friday night ***
Capitolo 6: *** La linea sottile ***
Capitolo 7: *** Turning Tables ***
Capitolo 8: *** Madness ***
Capitolo 9: *** What goes around... Comes around ***



Capitolo 1
*** Small, insignificant details ***


L es  l i a i s o n s d a n g e r e u s e s.





CAPITOLO I: Small, insignificant details.



Non esiste salvaguardia contro il senso naturale dell'attrazione.
 - A.C. Swinburne




«P 
come perfezione, puntualità, precisione, professionalità! P come Peyton, un cognome, una garanzia!» concludo il mio encomio a me stessa sfoggiando un sorriso plastico e convincente, perché come dice il Manuale del perfetto politico, il sorriso infonde una certa sicurezza nell'interlocutore.
Peccato che nessuno dei miei interlocutori mi stia ascoltando. Piccolo dettaglio trascurabile.
Non che questa sia una campagna elettorale vera e propria – e se lo fosse, sarebbe davvero deprimente; c'è gente che dorme, tra cui quell'indegno di Cyrus Green che sta sbavando bellamente, come se non esistesse un domani. Riesce ad essere disgustoso persino quando dorme! Questo ragazzo è un caso umano... Come tutti qui, del resto – ma ci tengo a fare ogni cosa a modo mio. D'altronde, il motto della mia famiglia è “Quando voglio una cosa la faccio e la faccio in modo perfetto!”.
Mi sono candidata come presidentessa del comitato studentesco ed otterrò quella carica, costi quel che costi! Non che il mio curriculum abbia carenza di attività extra-scolastiche, ma la suddetta carica è una delle più ambite e importanti e renderebbe la mia ammissione alla Brown University una semplice formalità; entrare in quell'università è ciò che voglio con tutta me stessa fin da quando ho messo piede negli States e non sono disposta a rinunciarci! Anche a costo di impazzire dietro un branco di stupidi e annoiati perditempo, quali sono i miei compagni.
Tzé... Liceali.
Okay, sono una liceale anch'io, ma non sopporto molto i miei coeatanei! Sono tutti così... Così... Piccoli! Hanno la maturità emotiva di un muffin ai mirtilli e la cosa mi urta parecchio. Come volevasi dimostrare, nonostante il mio discorso sia finito da una manciata di minuti, nessuno sembra essersene accorto.
Un modo facile ed efficace per ridurre l'autostima ai minimi termini? Frequentate l'Eaton College di San Diego, i risultati sono più che garantiti.
Una mano alzata compare all'orizzonte dal fondo dell'aula ma non riesco a distinguerla per via della moltitudine di corpi ammassati – neanche fosse un lazzaretto – dei miei compagni, che credo stiano dormendo... O facendo un'orgia, non saprei; non ci sarebbe da stupirsi in ogni caso.
Il fatto che ci sia qualcuno che voglia intervenire per pormi delle domande o ancora meglio dirmi la sua opinione - che eventualmente potrebbe sfociare in un dibattito! Non è meraviglioso? - accende in me un barlume di speranza. Finalmente qualcuno che mi presta attenzione sul serio! Per Giove, credo di stare per emozionarmi.
«Sì?» domando titubante, quasi avessi sognato tutto quanto. La prospettiva che qualcuno voglia discutere con me – in modo serio! - di qualcosa è talmente bella da sembrarmi irreale. Eppure è qui ed io sto per coglierla e... Oddio, mi sento come una vergine!
«Hai dimenticato puttana, Novice»
E fu così che il mio castello di sogni e speranze crollò come il muro di Berlino nell'89.
L'artefice? Ma Logan Shepherd, naturalmente. Lui è quello che potrei definire come la mia nemesi, l'anello di congiunzione tra l'uomo e lo stronzo – nel vero senso della parola –, il capello sulla tua pietanza preferita, la pioggia nel giorno del tuo matrimonio, un giro gratis quando hai già pagato, un buon consiglio che non hai seguito e... No, cavolo. Quella è Alanis Morrisette!
Insomma, la mia scarsa sopportazione nei confronti di quella sottospecie di primate è abbastanza palese e potete ben capire il perché; non capisco il motivo per cui debba ostinarsi a rompermi continuamente le scatole, comincio a credere che provi un perverso piacere nell'attentare a tutto ciò che faccio, anche quando non lo riguarda personalmente.
Ingoiando il boccone amaro e cercando di nascondere la palese delusione – perché come c'è scritto nel Manuale del perfetto politico, scopiazzando palesemente dai Queen, the show must go on – con l'espressione più indifferente del mondo, ribatto svogliatamente «O procrastinatore, pervertito... Ah no, quelli sono aggettivi più consoni al tuo modo di essere. C'è qualcun altro?»
«Suvvia Novice, non te la sarai mica presa! Lo sai che il mio insulto è del tutto privo di fondamento... Puttana, tu? Prima dovresti elargirla a qualcuno! E a giudicare dalle ragnatele all'incrocio dei tuoi pali – che riesco ad intravedere da qui, pensa un po'! - direi che... Sarai mica una verginella?»
Piccolo particolare: Logan è un tombeur des femmes – o scopatore professionista, per meglio dire – di prima categoria. In quattro anni di liceo è riuscito a copulare con quasi tutta la popolazione femminile scolastica – personale incluso! - senza badare molto a chi, quando, come e soprattutto perché; la sua è la classica filosofia del “purché si scopi”.
«Io avrò le ragnatele, tu le piattole.»
Sorprendentemente, sento qualche risolino sommesso da parte dei miei compagni! Oltre che attivi sono pure solidali? Questi sono passi avanti. Cyrus Green ha pure smesso di sbavare!
«Che ci vuoi fare, sono così bello che tutte mi desiderano!»
Colpito e affondato. Niente da ribattere a tutto ciò, perché per quanto mi costi ammetterlo, Logan è uno dei ragazzi più magnetici che abbia mai incontrato
Non è tanto la sua aria da tipico surfista californiano, visto che qui di surfisti ce ne sono anche troppi – devo ammettere che lo stronzo è esteticamente carino, certo non uno di quei ragazzi che ti rimane per la sua sfolgorante bellezza. Mica stiamo parlando di David Gandy!  Okay, magari paragonare un semplice liceale al modello di Dolce & Gabbana che fa sospirare gli animi di ogni essere di sesso femminile dotato di capacità di intendere e volere non è molto equo, ma almeno rendo l'idea. Forse sto divagando un po' troppo, dannati David Gandy e la sua bellezza sopraffina! - e non credo sia nemmeno il suo caratteraccio orribile o la sua attitudine da ribelle senza un perché a renderlo così magnetico.
Razionalmente non saprei proprio spiegarlo, ma in pratica ogni volta che incrocio il suo sguardo blu oceano sento... Chimica. Come se ogni mio singolo atomo fosse attratto dalla sua presenza, è una cosa che non so proprio spiegarmi, ma succede.
Per giunta solo con lui, non mi era mai successo niente di simile con nessun altro!
Mi devasta anche un po', perché per quanto a volte l'istinto di saltargli addosso senza neanche lasciargli il tempo di realizzare cosa stia facendo sembra prevalicare sul resto, c'è sempre quella fastidiosa voce che proviene dai meandri più remoti della mia coscienza che mi ricorda che l'essere su cui sto facendo fantasie erotiche a livelli quasi pornografici, è lo stesso che mi rende la vita infernale da anni, solo per il gusto di farlo.
E allora mi ricordo che non ne vale assolutamente la pena.
Stiamo parlando di Logan Shepherd, l'essere più egoista, misogino, stronzo, altezzoso, superbo e perfido che abbia mai avuto la sfortuna di incontrare. E anche maledettamente attraente, ma anche questo è un piccolo dettaglio trascurabile.
«Se l'uomo più scopabile dell'universo ha finito, potrei dichiarare conclusa la mia orazione. Per cui, andate in pace.» concludo solenne, mentre con somma tristezza apprendo che i miei compagni stanno cogliendo al volo l'occasione per sgombrare l'aula. Non li ho mai visti tanto efficienti.
«Manca solo la tipica balla di fieno per rendere più triste questa situazione di quanto già non sia.» commenta Shepherd, che sembra essere l'unico rimasto; ti pareva, godere delle mie disgrazie è uno dei suoi hobbies preferiti. Ma momentaneamente sono troppo demoralizzata per rispondere a tono.
«Nessuno ti ha chiesto pareri, Shepherd.»
«Chi se ne frega, siamo in un paese libero, mi pare! E non otterrai l'attenzione o i voti di qualcuno, se continui con questa snervante messinscena della perfettina rompi coglioni che ti ostini a mostrare al mondo da quando sei qui.»
Inarco il sopracciglio destro, piena di scetticismo. Logan che mi dà un suggerimento? Il mondo starà girando per caso al contrario? «Che vorresti dire?»
«Che Miss Perfection ha proprio rotto i coglioni, Peyton.» esordisce così, senza mezze misure.
Sono consapevole del fatto di non godere della simpatia della maggior parte dei miei compagni – o del corpo studentesco in generale – per via della mia fama da stronzetta con manie di perfezione che mi precede e a dire la verità non ho mai fatto niente per accaparrarmi le loro simpatie – tantomeno antipatie –; in tutto questo tempo, mi sono semplicemente limitata ad essere me stessa, seguire la mia strada e fare di tutto per realizzare i miei obbiettivi.
Ho degli amici che nonostante tutto mi accettano per quella che sono e mi sta benissimo. Ho già mandato la mia vita all'aria una volta, solo per fare la “figa” e farmi accettare da chiunque e i risultati sono stati disastrosi; ho avuto una seconda chance e non ho la minima intenzione di sprecarla per un branco di mocciosi etichettatori che hanno rinchiuso la mia intera vita e la mia personalità in due parole, senza nemmeno preoccuparsi di vedere al di là del proprio naso.
«Sopravviverete», dico facendo spallucce.
«Noi sicuramente, ma le tue possibilità di diventare presidentessa sono nate e morte in questa stanza. Per quanto le tue idee possano davvero cambiare l'andamento di questo puttanaio che si ostinano a chiamare “scuola”, hai bisogno dell'approvazione di coloro che hai scelto di rappresentare, per quanto li disprezzi. Senza di loro non sarai nessuno».
Per quanto detesti ammetterlo – più di quanto detesti ammettere di essere attratta in modo pericoloso e insano da lui -, lo stronzo ha ragione. Continuo però ad essere sospettosa. «Ti ringrazio per questa illuminante lezione di politica per principianti. Ma cosa c'è sotto?»
Lui si appoggia le mani sul cuore, come se l'avessi appena colpito e assume un'espressione melodrammatica da tragedia shakespeariana. «Ma come?», domanda con enfatizzando la componente patetica più del dovuto «Pensavo fossimo amici!»
Dovrei proporlo al Drama Club scolastico.
«Io e te amici, MAI.» esclamo, cercando di risultare più perentoria possibile.
Il suo sguardo si fa malizioso e il suo irresistibile ghigno sarcastico fa capolino, minimizzando drasticamente la mia capacità di formulare frasi o pensieri di senso compiuto. «Non riuscirei ad essere amico tuo, neanche volendo.»
La sua voce è ridotta a un sussurro, protende un braccio per riuscire a sfiorami il volto con le dita e con l'altro mi cinge la vita, attirandomi a sé. Il contatto diventa sempre più ravvicinato, fino a quando le mie labbra e le sue non aderiscono perfettamente e la mia razionalità mi abbandona per emigrare verso luoghi più freschi, date le vampate di calore che hanno cominciato ad invadermi.
Ma eccola lì, la fastidiosa vocina di pocansi che comincia disperatamente a farsi strada ricordandomi quanto questo sia sbagliato e lesivo per il mio orgoglio e per la dignità della mia persona e in primis di donna.
E così, armandomi di tutta la forza di volontà che possiedo, lo spintono via.
Che io sia paonazza, abbia il fiato corto e gli occhi pieni di desiderio beh... Sono gli ennesimi dettagli di poco conto. Dannazione! «Che diavolo stiamo facendo?» esclamo piena di – finta – indignazione.
«Dio, Novice» ribatte sconvolto. «Sapevo che avevi qualche carenza sotto quest'aspetto, ma addirittura non sapere cosa stavamo facendo! Allora, il “bacio” consiste tipicamente nel contatto tra le labbra di una persona e quelle di un'altra, comprendi?1».
«So cos'è un bacio, razza di microcefalo! Ma non avevi motivo di attirarmi a te!»
«E tu non avevi motivo di contraccambiare, ma l'hai fatto», risponde prontamente. «L'attrazione tra me e te è innegabile
Quell'affermazione mi prende talmente tanto alla sprovvista da non sapere nemmeno cosa ribattere. Attrazione tra me e lui? Anche lui è attratto da me? «C-c-cosa?» balbetto spaesata.
«Non crederai mica di essere riuscita a nascondere lo sguardo trombino che ti viene ogni volta che mi guardi!»
Ma cosa diavolo sta blaterando? «Sguardo che?»
«Tu mi vuoi scopare.» dice semplicemente, come se stesse facendo l'affermazione più normale del mondo; inoltre si cura anche di scandire alla perfezione ogni sillaba, quasi stesse parlando con una decerebrata. Considerate le mie capacità di apprendimento che per ora sono state compromesse per ovvi motivi, non riesco nemmeno ad arrabbiarmi. «Chiaro il concetto?»
Annuisco debolmente col capo, incapace di dire altro.
«E neanche tu mi sei indifferente. Lo so, è sorprendente anche per me! Ma per quanto il tuo atteggiamento da perfettina rompi-palle sia detestabile, devo ammettere che ti differenzia dalle altre in modo notevole. Senza contare che sei l'unica in grado di tenermi testa, almeno a parole, e devo dire che trovo tutto questo terribilmente eccitante. Guarda», mi esorta indicando le sue ehm... Parti basse «Mi sta già venendo duro solo a pensarci.»
Ditemi che non l'ha fatto davvero.
«Sempre il solito porco» mi limito a commentare, cercando di sorvolare su quanto appena detto.
«Ma ti piace», e non è una domanda.
«Come no, sono tutta bagnata!»
«Veramente?» domanda speranzoso.
«NO
Il satiriaco dell'anno scoppia a ridere di gusto e non posso fare a meno di notare quanto sia bello quando ride in maniera così spontanea: i suoi lineamenti, irrigiditi da quell'espressione sempre severa e stronza si rilassano, ed è come se quel muro che si è costruito intorno a lui si indebolisse, lasciando intravedere almeno un po' della persona che è realmente.
Tutti qui indossiamo delle maschere, chi più, chi meno. Il problema dei licei americani è che sono costruiti su gerarchie sociali e cliché che nell'arco dei 4 anni non ti abbandonano mai e pochi riescono davvero a comprendere che la personalità umana è talmente complessa e articolata da non potersi ridurre tutto ad un misero appellativo.
Logan ha deciso di interpretare – almeno in parte, perché un fondo di verità ci sarà sicuramente. E' troppo stronzo per fingere in toto – il cattivo ragazzo, ma sappiamo bene entrambi che oltre la scorza c'è solo un semplice diciottenne che cerca di andare avanti con la sua vita, proprio come tutti gli altri. «Ti sei incantata?» mi richiama il biondino, riportandomi nel mondo reale.
«Sei bello quando ridi.»
Lui mi guarda spiazzato, prova ad aprir bocca per rispondere, ma la richiude immediatamente perché non sa cosa dire. Per la prima volta sono riuscita a stupirlo, nonché a zittirlo!
«Lo so.» risponde, riacquistando la sua solita aria spavalda e piena di sé.
«Okay, ora che hai rincarato di molto le tue dosi di autostima, potresti dirmi che cosa vuoi da me? Ho una vita da portare avanti che prescinde dal sesso, quindi deciditi a vuotare il sacco, prima che io ti pianti qui come un allocco!»
«Voglio te.» e a quell'affermazione, il mio battito cardiaco comincia ad accellerare in maniera vertiginosa. Ho quasi paura che possa scoppiare da un momento all'altro. «E visto che so benissimo che non ti concederai a me spontaneamente, visto i tuoi ideali da donna emancipata del cazzo, ti propongo un patto: ti procuro una quantità di voti tale da farti ottenere la carica di presidentessa ad occhi chiusi ed in cambio ci diamo dentro come conigli ogni volta che ne avrò voglia. Così entrambi otteniamo qualcosa che ci sta a cuore, che dici?»
Okay, se non mi do una calmata il cuore mi scoppia davvero, ma per la rabbia!
Lurido, schifoso, porco, maiale! Non posso crederci che stia sminuendo in questo modo increscioso la mia persona e la mia dignità! Con chi diavolo crede di aver a che fare, con una delle tante sgualdrinelle che gli ronzano attorno? Ottenere favori in cambio di prestazioni sessuali? Neanche fossimo davvero in politica!
Che dico? Dico: «Vai a farti fottere, Logan.»
E senza dargli neanche la possibilità di ribattere, esco dalla stanza.

1Definizione presa da Wikipedia.




L'angolo dell'autrice.

Non l'avrei mai creduto, ma dopo anni di pausa e di frequentazione del sito come semplice lettrice, eccomi nuovamente qui. Purtroppo la mia carenza di fantasia e ispirazione mi impedisce di creare qualcosa di completamente nuovo - non riesco nemmeno a concludere un capitolo -, perciò ho deciso di riscrivere da capo la storia che mi è stata più cara :-) ! Non so ancora se cancellerò da EFP la vecchia versione di "Les Liaisons Dangereuses", considerato che la prenderò molto in considerazione per lo sviluppo di questa, ma sappiate che ci saranno notevoli differenze, come potrete già notare da questo capitolo. In linea di massima i personaggi e gli avvenimenti principali saranno gli stessi (non so dirvi il finale), ma vorrei approfondire un po' più le cose, visto che erano trattate in maniera un po' più superficiale.
Detto ciò, spero che la storia possa piacervi e che questo capitolo possa avervi incuriosito un po'! Ringrazio di cuore in anticipo tutti coloro che leggeranno, recensiranno e tutte queste cosine belle qui :-D sappiate che ogni vostro parere sarà ben accetto, positivo o negativo che sia - nel caso in cui fosse negativo, non credo ci sia bisogno di ricordare che ci sono sempre modi e modi di esprimersi ;) ! Accetto ogni tipo di critica, ma che almeno sia costruttiva.
Alla prossima, bimbi belli :*
Sara.

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Capitolo 2
*** I'm in. ***


L es  l i a i s o n s d a n g e r e u s e s.



CAPITOLO II: I'm in.

 

Elizabeth: Secondo me anche tu un giorno farai qualcosa di onesto!
Jack: Adoro quei momenti; gli dico ciao e li faccio passare!

Capitan Jack Sparrow ed Elizabeth Swann, Pirati dei Caraibi: Ai confini del mondo.




Dopo aver passato parte della mia adolescenza a guardare commedie romantiche – grazie alla mia insostituibile compagna di stanza Kristin, che a dispetto del suo apparente cinismo, ne è una fan accanita -, fare un'uscita così teatrale dopo un avvenimento di quel calibro, per me è un sogno che si realizza.
Sì, lo so, può sembrare un po' idiota come cosa e molto probabilmente lo è, ma di sicuro lascia una soddisfazione non indifferente.
Così eccomi qua, a marciare per il corridoio dell'Eaton College a grandi falcate, con passo deciso e aria molto arrabbiata e fiera: avrò realizzato un sogno, ma Logan rimane in ogni caso uno stronzo. Ripensare a quello che è successo poco fa, mi suscita la voglia di saltargli addosso per picchiarlo in maniera disumana e selvaggia, ma anche di approfittare molto bassamente di lui; non per forza le cose dovrebbero avvenire in quest'ordine. Sarà anche una carogna senza pari, ma è sexy, tanto sexy.
Devo smetterla di fare questi discorsi da adolescente in piena crisi ormonale, ma non posso neanche farne a meno, considerato quanto sono in subbuglio i miei ormoni in quest'ultimo periodo! Devo fare qualcosa per tenerli a bada o sarò fritta.
«Novice, aspetta!» la voce di quel farabutto mi reclama dal fondo del corridoio ormai deserto, visto che è l'ora della pennichella pomeridiana – neanche fossimo all'asilo – dei miei energicissimi compagni; eppure non riesco a condannarli più di tanto, a volte io stessa riesco a stento a rimanere sveglia dopo aver ingerito una quantità spropositata del cibo che a mensa ci propinano, che tra l'altro è sorprendentemente delizioso.
Una delle poche note positive in questa scuola.
«Che cosa vuoi, razza di screanzato?» cerco di mostrarmi il più infastidita possibile, mi ha sempre rovinato il mio momento teatrale di gloria. Non solo il danno, pure la beffa! Anche se il più delle volte questi due camminano sempre insieme.
Come reazione all'offesa subita, quella sottospecie di anello di congiunzione tra l'homo sapiens e i primati soffoca a stento una risata. Non sapevo di suscitare tanta ilarità! «Screanzato? Ma come diavolo parli, sembri uscita da un romanzo di mia nonna!»
«Tua nonna scriveva romanzi?»
«No, ma ne aveva di vecchi».
Ecco, quando credo di essermi fatta un'idea ben precisa riguardo il quoziente intellettivo di Logan, puntualmente arriva lui a smontarmela con un'uscita del tutto fuori luogo. Certe volte mi chiedo se ci sia, ci faccia o se semplicemente lo faccia apposta; poi mi ricordo che è un maschio e che la sua categoria abbraccia tutte e 3 le opzioni in un modo che non riuscirò mai a spiegarmi. Uomini, valli a capire.
«Bando alle ciance. Che cosa vuoi da me, Shepherd?» tento di sviare la defaillance di stupidità di poco fa, avendo pietà per la sua condizione di stupido maschio! Chissà quanto dev'essere difficile convivere con un cervello che ragiona così poco.
«Il discorso per me non era finito!»
Volevo essere clemente con lui, ma è evidente che se le va proprio a cercare.
«Se tu non parlassi saresti un normale cretino, invece vuoi strafare!1»
«Sei irritante quanto un pisello moscio, te l'ha mai detto nessuno?»
Ed ecco a voi colui che sa come far sentire una donna apprezzata. Essere paragonata ad un organo genitale maschile – flaccido per giunta – mi mancava proprio! «Sei un essere rivoltante!» sbotto piena di disprezzo.
«E tu parli come mia nonna!»
«Mi fai schifo! Ti è più comprensibile adesso?»
Sarà anche stupido, ma il colore delle sue iridi in questo momento è di un blu disarmante, così acceso, così vivo, così bello che ci annegherei dentro. E' lo stesso colore dei pastelli che usavo da piccola per colorare i disegni, si chiamava “blu oltremare”: amavo davvero quel colore, ricordo che il pastello era sempre quello più consumato tra tutti.
«Tu sei una stronza! Questo linguaggio da plebeo ti è consono, oppure devo utilizzare un termine tipo carogna?»
«Se uno è stronzo, non gli puoi dire stupidino! Gli devi dire che è stronzo!2» ribatto sorniona, cercando di celare malamente un sorriso. Questa situazione sta cominciando a divertirmi più del lecito.
«Perfetto. Sei una gran stronza, allora.» soffia a pochi centimetri dal mio viso. Ero così in collera da non essermi nemmeno accorta che si fosse avvicinato a me così tanto.
«E tu sei meschino», mormoro a denti stretti, spintonandolo lievemente.
«Infame.» ribatte lui, ricambiando la spinta.
«Gretto.»
«Spregevole!»
Nonostante l'ondata di offese, continuo ad avere addosso il suo sguardo e il suo profumo mi inebria per via della troppa vicinanza, rendendo quella dell'auto-controllo un'impresa impossibile, soprattutto se insiste a guardarmi in quel modo con quegli occhi.
Cerco di balbettare qualcosa in risposta, ma la mia bocca emette solo fiato.
Non riesco a farmi venire in mente nulla di sensato, così obbedisco all'istinto.
Senza nemmeno rifletterci, lo attiro a me afferrandogli il bavero bella camicia azzurrina della divisa scolastica e gli stampo un bacio a fior di labbra.
Dopo di ciò, la mia ratio latente ritorna all'attacco, mettendomi di fronte all'evidenza di ciò che è accaduto: l'ho baciato, sono stata io! E non solo mi è piaciuto, ma vorrei anche rifarlo.
Lascio improvvisamente la presa, piena di vergogna nie confronti di me stessa e per il mio gesto così azzardato e faccio per andarmene. Ma qualcosa, o meglio, qualcuno mi blocca il braccio. «Dove credi di andare?» mi sussurra con voce roca, tirandomi verso di sé per riprendere a baciarmi, senza che io opponga alcuna resistenza.
Sono del tutto soggiogata.
Le nostre labbra si muovono in sincrono in maniera talmente impetuosa che quasi mi dimentico di respirare; ci stacchiamo dopo una manciata buona di minuti, giusto per riprendere un minimo di fiato. Mai come in un momento del genere la prospettiva dell'asfissìa mi è sembrata così allettante.
«Ti voglio, tu non immagini nemmeno quanto», mi dice col fiato corto.
Oh, eccome se lo immagino! Non avrò un pene, ma esistono degli stupidi messaggeri chimici prodotti dal mio organismo, nella fattispecie li chiamano ormoni e sono davvero molto potenti; talmente tanto, che la voglia di saltargli addosso diventa sempre più reale ogni minuto che passa. Senza nemmeno darmi il tempo di proferire parola o di rifletterci troppo, mi attira nuovamente a sé per baciarmi. Ancora e ancora e ancora.
Sicuri del fattore pennichella pomeridiana, non abbiamo valutato la possibilità che ci fosse qualcuno in giro per i corridoi e sbagliavamo, di grosso anche.
«Madre santissima addolorata.»
Merda.
Mi divincolo immediatamente dalla presa di Logan, arrossendo di botto fino alla punte dei capelli. Non solo sono stata beccata in atteggiamenti lascivi con Logan Shepherd, per di più è stata proprio Kristin a farlo! E a giudicare dall'espressione esterrefatta, direi che la sua mascella è proprio collassata. «Kris, io...»
«Tu e... Tu!» pronuncia l'ultima parola indicando Logan. «Ma che cazz...»
«Ci stavamo baciando! Possibile che voi donne di oggi siate così imbecilli? Soprattutto tu, Conrad, mi sembravi una che ci sapeva fare eccome!»
Nonostante lo shock, l'offesa per l'insinuazione sulla sedicenza delle sue abilità in quel campo prevalica sul resto. «So benissimo che vi stavate baciando, o meglio, mangiando a vicenda! Ma voi due vi stavate baciando! Danielle Peyton e Logan Shepherd! Il mondo sta andando a puttane e io ne ero all'oscuro? L'hai drogata, forse? Ha fumato roba pesante? Lo sapevi che dovevi andarci piano, Danielle è una Novellina3! Come vedi ti sta baciando, è assurdo! E'... E' contro natura, cazzo!» in questi casi la mia amica tende a straparlare.
In ogni caso, ladies and gentlemen, let me introduce you Kristin Conrad! La compagna di stanza di cui vi parlavo pocansi nonché mia più cara amica – non considerando il fatto che sia l'unica femmina ad essere mia amica -: diciamo che è la versione femminile di Logan, dotata ovviamente di più criterio di scelta e soprattutto di molta più dignità; Kristin ama il sesso e quindi si diletta a farlo con chi le piace – ponendosi ovviamente qualche limitazione -, senza essere necessariamente vincolata da un rapporto. Anzi, a dire il vero lei è totalmente allergica ai rapporti sentimentali, causa rapporti precedenti che hanno ridotto il suo cuore in frantumi.
Nonostante la sua attitudine al sesso non riesco a definirla una ragazza di facili costumi – leggasi puttana -, per quanto il suo atteggiamento faccia pensare il contrario ed io comunque non lo condivida per svariate ragioni. Sono sicura che in fondo anche a lei piacerebbe avere una relazione stabile, ma è troppo piena di ferite e rancore per poterlo ammettere, specialmente a sé stessa: quand'era più piccola la sua ingenuità, combinata a quella dose di masochismo che caratterizza gran parte delle donne – me compresa – l'ha portata a legarsi a delle persone totalmente sbagliate, che hanno finito per ferirla tanto; il suo più grande amore, Victor, è stato anche la sua più grande delusione e da allora credo non si sia più ripresa del tutto. Adesso ha deciso di comportarsi come un uomo – o quasi – e fare sesso come loro e dice di esserne anche soddisfatta.
E' grande abbastanza per fare come le pare.
Malgrado questo, Kristin è davvero un'ottima amica. Non siamo mai state in competizione, non mi ha mai messa da parte per un ragazzo e per me c'è sempre stata... E viceversa! E' bellissimo riuscire ad avere un rapporto così sincero con una ragazza – anche se con lei è praticamente inevitabile, non ha peli sulla lingua – e mi ritengo davvero fortunata ad averla al mio fianco. Lei è la sorella che non ho mai avuto.
«E' capitato, okay?» sbotto, imbarazzatissima. «Può capitare di lasciarsi andare, ogni tanto!»
La mia amica mi lancia un'occhiata un po' perplessa, ma preferisce non indagare oltre per non mettermi in imbarazzo e di questo gliene sono molto grata. «Sarà. Ellie, ci vediamo in camera! E tu Shepherd, lingua a posto! Capito?»
«Kris!» la chiamo mentre lei sta per allontanarsi «Aspetta, vengo con te.»
Dopo tutto quello che è successo non ce la farei ad affrontare Logan in questo momento e come una codarda, arranco il passo per raggiungere la mia amica senza nemmeno dare a lui la possibilità di ribattere qualcosa. Il tragitto si svolge in religioso silenzio, ma non appena arrivate in camera, Kristin ovviamente parte in quarta con l'interrogatorio, badando che non tralasci nemmeno un minuscolo dettaglio.
La curiosità non è donna, la curiosità è Kristin Conrad.
Con mia sorpresa riesco a dirle tutto senza nemmeno troppo imbarazzo, ma penso che se ne avessi parlato con Lawrence o Edward, avrei rischiato il linciaggio o di morire di vergogna: per quanto adori i miei amici maschi, la vicinanza di qualcuno del tuo stesso sesso è davvero confortante; inoltre Kristin è l'ultima persona al mondo che mi giudicherebbe, sebbene su Logan lei abbia moltissime riserve.
«Senti, Ellie. Non credevo che dalla mia bocca sarebbe mai uscita una cosa del genere, ma... Fallo.»
Okay, questo è un colpo gobbo e proprio non me l'aspettavo. «Cosa?»
«Hai capito bene! Questa carica ti serve davvero, renderebbe il tuo curriculum molto più notevole di quanto già non sia e la tua ammissione alla Brown sarebbe automatica. Ma da sola non puoi farcela e neanche con l'aiuto mio e dei ragazzi... Non raccoglieremmo voti sufficienti, lo sai!»
«Dovrei vendermi a Logan Shepherd?» domando incredula. D'altronde si tratterebbe proprio di questo, non ci sono mezzi termini per descrivere la situazione.
«Vedila da un'altra prospettiva! Logan è inspiegabilmente molto popolare in questa scuola, lui potrebbe davvero darti una mano! E' un esempio da seguire per i maschi e il sogno affatto proibito delle femmine, sai quanti voti avresti?»
Nonostante abbia infranto i cuori di metà della popolazione femminile e fregato le ragazze all'altra metà di quella maschile – c'è chi vocifera in giro che abbia fatto redimere qualche ragazza lesbica, ma non ci credo molto. Siamo in una scuola, non sul set di Beautiful - lo stronzo continua a godere del rispetto e dell'ammirazione di molte persone. Lo dico io che qui sono tutti strani!
«Non esiste Kris, non faccio queste schifezze!»
«Lasciami finire, scema!» dice, facendomi l'occhiolino. Che razza di idea perversa sta macchinando quella testa bionda? «Non devi necessariamente scoparci, basta solo che tu glielo faccia credere!»
Inarco il sopracciglio sinistro, con sommo scetticismo. «Non dispongo di sosia, bambole gonfiabili somiglianti alla sottoscritta, né di ologrammi»
«Devo proprio spiegarti tutto, Elle?» sbotta esasperata «Provocalo! Stuzzicalo eccessivamente, fallo morire... Ma non gliela dare! Fagli credere che non appena vinte le elezioni gli dimostrerai gratitudine in un modo che difficilmente dimenticherà!»
«E quando avrò ottenuto i voti?»
Kristin sorride sorniona. «Beh, allora tu avrai già vinto. E lui non potrà farci più niente anche se non lo soddisferai!»
«Stai dicendo che devo sedurlo e abbandonarlo?»
Questo piano è talmente tanto macchinoso e contorto da essere davvero geniale. Solo Kristin poteva architettare una cosa simile ed è per questo che la amo! «Ci sei arrivata! Una lezione una volta tanto non guasta e tu potrai vendicarti delle sue stronzate!»
Ma ecco di ritorno la fantomatica vocina della mia coscienza che mi suggerisce che tutto questo è sbagliato e mi porterà ad avere un sacco di problemi e... Diamine, la vocina ha sempre ragione! «Kris, ma tutto questo è così sbagliato!»
«Chiederti del sesso in cambio di voti è una cosa giusta, invece?»
Touché. «Ma io non faccio cose del genere, sono Danielle!»
Continuo a cercare disperatamente qualcosa di sensato e giusto a cui appigliarmi che mi impedisca di buttarmi in questa pazzia, ma allora perché annaspo? «Baciare Logan Shepherd invece è una cosa da Danielle?»
Nuovamente touché. Da quando Kristin è diventata così sveglia? «Kris, ma io...»
Kristin si alza dal letto e mi afferra delicatamente le spalle, facendo in modo di stabilire un contatto visivo tra noi. Da quando ha cominciato a leggere la sezione di psicologia femminile di alcune riviste di moda assume spesso e volentieri degli atteggiamenti un po' bislacchi. «Danielle, ascoltami. Non sempre la cosa più giusta da fare è la cosa più giusta per te. Vuoi vincere queste maledette elezioni? Fa quello che ti dico, senza obiezioni! Una volta tanto prenditi la soddisfazione di vedere la cosa giusta, salutarla e andartene!»
Forse mi pentirò amaramente di questo momento, forse dovrei solo fare ciò che è giusto ed aspettare che la vita faccia il suo corso, forse dovrei sperare nel Karma e nel suo potere ma... Quante di queste cose mi garantirebbero un risultato? Insomma, qui c'è in gioco anche il mio futuro, la mia vita ed io so di meritarmi un po' di felicità dopo quello che ho passato.
Perché quello che voglio è quello di cui ho bisogno, per cui «Ci sto.»


***


Lo ammetto, stavo facendo un pisolino anch'io quando un inserviente ha bussato alla mia porta per comunicarmi che il preside Finch – maledetto nano! - desiderava interloquire con me e che aveva richiesto di potermi incontrare alle 16:00 nel suo ufficio per una questione di “fondamentale importanza”. Di sicuro quell'hobbit semi-strabico avrà qualcosa da chiedermi ed io, da diligente studentessa quale sono, sarò liberamente costretta ad accettare. Stupida lettera di raccomandazione al preside della Brown, se non fosse per quella l'avrei già mandato a quel paese!
Così eccomi qua, nella sala d'aspetto di un ufficio decisamente troppo lussuoso rispetto agli altri locali della scuola, ad aspettare che la segretaria-racchia Gladys, con indosso un paio di occhiali da vista così brutti da far inorridire anche Lady Gaga, mi chiami per mandarmi dal preside.
Chissà perché, poi, tutte le segretarie racchie si chiamano Gladys. Sarà una sorta di congiura da parte di genitori antiquati, la cui aspirazione è vedere la loro figlia zitella?
Appunto mentale n.1 della giornata: non chiamare Gladys una tua possibile figlia.
«Miss Peyton, il preside Finch la sta aspettando!» mi richiama la vecchiaccia con una cadenza così nasale e stridula da ricordare una cornacchia. Stagionata per giunta.
Dopo aver ringraziato la corn... Ehm, segretaria, mi dirigo a passo spedito nell'ufficio del “Lo Hobbit”, che con mia enorme sorpresa, mi sta già aspettando sulla soglia. «Signorina Peyton, eccola finalmente!» esclama, con fin troppo entusiasmo.
Qui c'è qualcosa che puzza e non sono le ascelle di qualcuno.
«Venga, si accomodi pure!»
Decisamente, qualcosa non va.
Non appena entrata mi accorgo della presenza di un ragazzo, che sta seduto sui divanetti e si limita a sorridermi amichevolmente non appena incrocia il suo sguardo con il mio.
E guardandolo bene, mi accorgo che è uno dei ragazzi più belli che io abbia mai visto, sembra la personificazione di Adone, è semplicemente fantastico!
Appunto mentale n.2 della giornata: non sbavare di fronte al tuo possibile futuro marito nonché padre dei tuoi figli.
Riflettendoci, sembra il figlio di David Gandy. Ad occhio e croce direi che è abbastanza alto, anche se da seduto non potrei dirlo con certezza; i suoi occhi hanno un taglio che definirei perfetto e sono di un azzurrino-grigio che risalta divinamente per via del contrasto con la carnagione scura e con i capelli nero corvino dall'aria leggermente spettinata, ma credo sia una cosa studiata ad hoc.
Di fronte ad uno spettacolo del genere come posso non sbavare? «Il signor Brown da oggi è ufficialmente uno studente di questa scuola. Di recente si è trasferito qui a San Diego e come lei ben sa, il termine per le iscrizioni all'anno scolastico corrente è scaduto da un pezzo, ma noi saremo ben lieti di accoglierlo qui all'Eaton; mi chiedevo dunque se oggi potesse portarlo in giro con sé, in modo da farlo familiarizzare con la struttura scolastica e i compagni. Accetta?»
Se accetto? E me lo chiede pure? Una giornata in giro con il figlio illegittimo dell'uomo più bello del mondo – almeno secondo il mio modestissimo parere? - . Ovvio che... «Sì, non c'è nessun problema!» trillo, più entusiasta del dovuto.
E credo anche che la mia tonalità si sia alzata di un'ottava, ma ormai il dado è tratto e sono troppo eccitata per calmarmi! Finalmente Finch ne combina una giusta.
Mi rivolgo verso Adone, sfoggiando un sorriso a 32 denti così entusiasta e genuino che farebbe impallidire quelli da campagna elettorale. «Piacere di conoscerti, mi chiamo Danielle! E sarò la tua “guida” per oggi, ma ogni qual volta avrai un dubbio, sarò felice di poterti aiutare!» detto ciò gli porgo la mano per presentarmi, come da galateo.
«Oh, nono tesoro! Fa così retrò!» esclama con una voce dalla cadenza vergognosamente effemminata, schivando la mia mano e facendo scemare del tutto i mio entusiasmo.
E fu così che il mondo mi crollò addosso. Ho appena avuto la conferma che questo ragazzo è irrimediabilmente, incondizionatamente, totalmente gay.
Non ho niente contro i gay, ma... Non può essere gay, è troppo bello e perfetto! Stupido Finch, lo sapevo che c'era qualcosa sotto!
«S-scusa.» balbetto imbarazzata.
«Figurati, zucchero. Io sono Carlos Esteban Diego Antonio Julio Miguel Patrick Brown! Ma tu puoi chiamarmi Charlie!»
Oh mio Dio, qualcuno mi dia un pizzicotto per farmi svegliare da questo sogno tragicomico! Non solo è gay ed effemminato, is fa pure chiamare Charlie... Brown? Amo Schulz e i Peanuts, ma questo è troppo. E vogliamo parlare del suo nome chilometrico? Come diavolo fa a ricordarlo tutto?
«Che ne direste di cominciare il giro turistico fin da subito?» propone Finch – nano di merda – tutto soddisfatto «Mi piacerebbe moltissimo intrattenervi con voi, ma come ben sapete ho una scuola da portare avanti!».
E' un chiaro invito a smammare, che accolgo prontamente: se solo rimango un secondo in più in quella stanza, rischio di uccidere quel nano infame.


«Dunque, tesssoro? Cosa vedremo per prima cosa? Qualche bel maschione? Ci sono dei bei maschioni qui, vero?»
«Sì, Charlie.» rispondo atona e possibilmente ancora sotto shock. Perché non è un semplice gay effemminato, oh no. E' una checca in piena regola.
«Non sai che gioia mi dai! Non inzuppo il biscotto nel latte da ben una settimana! Dio, che brutta cosa l'astinenza.»
Un brivido mi percorre la schiena. Non l'ha detto davvero, vero? «Ehm, sì. Immagino.»
«Il discorso forse ti imbarazza, cara? Su, non fare la puritana! Tutti al mondo scopano, anche tu, nonostante quei capelli crespi che, lasciatelo dire, sono molto anti-estetici! Ed è un peccato, perché nonostante tutto sei molto graziosa. Ti presterò una lozione, che dici?»
Mi tocco di riflesso i capelli, verificando che non siano così crespi come dice. Oddio, forse sono un po' ruvidi al tatto, ma non mi sembra così tragica come cosa e... No, non posso averlo fatto sul serio. «Grazie, Charlie»
«Figurati cara! Tra amiche questo ed altro. Sei la prima persona che si dimostra così disponibile nei miei confronti dopo tanto tempo!» ammette sorridendo «E te ne sono davvero grata!»
Nonostante parli di sé al femminile, sia gay nonostante sia bello da togliere il fiato, mi abbia detto che ho i capelli crespi, sia checca fino al midollo, sembra sinceramente colpito dalla mia opportunistica disponibilità di pocansi e mi sento davvero in colpa. Devo rimediare e l'unico modo per farlo è offrirgli – o offrirle – il mio appoggio: d'altronde sono stata una novellina anch'io, a suo tempo. «Puoi contare su di me, tranquillo. Ehm, tranquilla!»
Ma sì. D'altronde tutte le ragazze non desiderano forse un amico gay? Oggi farò girare la scuola a Charlie e lo presenterò ad alcuni compagni, in modo che si ambienti. Farò la mia buona azione quotidiana, ho delle buone intenzioni! Cosa può accadere di brutto?
«Novice!» la voce di Logan rimbomba per il corridoio, mentre lui avanza con passo deciso verso di me, ma soprattutto con un'espressione non promette nulla di buono, così come lo sguardo di Charlie mentre lo osserva.
Avevo dimenticato questo piccolo dettaglio.
Cavolo!


***


1. Citazione tratta dal film “D'annunzio” di Sergio Nasca.
2. Citazione di Gianfranco Funari, italianizzata.

3. 
Novellina ovvero Novice, il soprannome che Logan ha molto “carinamente” affibbiato a Danielle non appena è arrivata all'Eaton, proprio per sottolineare che fosse la nuova arrivata. Una novellina, per l'appunto.



Writer's corner.
E dopo una settimana, eccomi nuovamente qua :-) volevo innanzitutto ringraziare Maia, Dily e Cee per le tre splendide e apprezzatissime recensioni, anche se l'ho già fatto personalmente, ma ogni occasione è buona! 
Spero possiate apprezzare anche questo capitolo e i personaggi introdotti, ovvero Kristin e il mitico Charlie Brown;  mancano ancora due personaggi importanti all'appello, ovvero Edward e Lawrence, che spero di poter inserire già a partire dal prossimo capitolo. Come potete dedurre, non c'è niente di pronto o programmato, mi affido all' ispirazione del momento - che in questo periodo scarseggia - e di getto scrivo tutto quanto.
La storia precedente rappresenta solo una linea guida per la descrizione degli eventi principali o per delineare i caratteri dei vari personaggi, ma a parte questo, nient'altro. Spero comunque di poter mantenere la cadenza settimanale degli aggiornamenti e ce la metterò tutta, ma non vi garantisco molto :/ oltre all'ispirazione scarseggia anche il tempo, che già divido con difficoltà tra università, impegni personali e studio.
Un abbraccio enorme,
Sara.


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Capitolo 3
*** Where is my mind? ***


L es  l i a i s o n s d a n g e r e u s e s.


CAPITOLO III: Where is my mind?




So bene quel che fuggo, ma non quel che cerco.

-Michel De Montaigne




«Va bene Shepherd, l'hai voluto tu. Vediamo quanto poco ancora ti importerà, dopo che avrò fatto questo.»

Detto questo, lo afferro un lembo del morbido maglione in chachemire blu oltremare, lo stesso colore dei suoi meravigliosi occhi, e lo bacio a fior di labbra, ma dopo neanche una manciata di secondi la sua stretta intorno ai miei fianchi si fa decisa e approfondisce ancora di più il bacio.
Se tutto va bene, sono rovinata.


***


Pochi giorni prima.


Dopo avermi beccata in corridoio con Charlie, l'atteggiamento di Logan nei miei confronti è radicalmente cambiato: sarà che l'ho liquidato con un una scusa davvero patetica, ma non avevo voglia di discutere con lui proprio davanti Charlie; quel ragazzo – o ragazza che dir si voglia. E
' più femminile di me! Non che ci voglia molto, in effetti – è un vero cane da tartufo alla continua ricerca di succulenti gossip e non mi va di fornirgli altro materiale, da quando è qui, lui e Kristin non fanno altro che spettegolare su qualsiasi essere vivente.
Insomma, Logan non mi rivolge minimamente la parola, ma mi sta bene così perché ho le idee più confuse che mai e parlarne implicherebbe portare alla luce tutto quanto.
So di aver pronunciato la frase "Ci sto" in risposta alla proposta della mia migliore amica, ma col senno di poi non sono sicurissima che sia una buona idea. Sono troppo confusa, che diamine! Non ci sono abituata ma devo darmi una mossa a decidermi.
Purtroppo per me, sul versante campagna elettorale peggio di così non potrebbe andare: oltre la sottoscritta si sono candidate altre due persone e per quanto la palese irrealizzabilità dei loro programmi – e credo se ne siano resi conto anche i miei stessi compagni, il che è davvero grave – mi dia vantaggio, ho appurato che quasi nessuno, in ogni caso, voterebbe per me.
I miei amici Edward, Lawrence e Kristin – e anche Charlie, a dire il vero - stanno facendo di tutto per aiutarmi ad ottenere consensi, ma c'è davvero poco da fare: Danielle "Miss Perfection" Peyton è troppo poco rappresentativa per il corpo studentesco dell'Eaton College. Il che ha un fondo di verità, sono separata dai miei coetanei da un abisso e credo che questo li porti ad odiarmi. Logan aveva ragione: per quanto possa disprezzare i miei compagni, senza di loro non posso ottenere alcunché. Ragione per cui, ho richiesto al preside Finch un'assemblea straordinaria degli studenti in aula magna, così da poter aprire un dibattito tra noi candidati. Ciò ha comportato che il compito in classe di letteratura inglese fosse annullato, potrei sfruttare questa situazione a mio vantaggio.
Ahah, sono proprio un genio del male!
Okay, sto esagerando.


Il dibattito – come sospettavo – non ha destato molto interesse nei miei compagni, che, come da copione, sono intenti a far di tutto... Meno che prestare attenzione. L'unica nota positiva è l'assenza di Shepherd, quindi posso tranquillizzarmi almeno per un po'.
«E questo è quanto. Se qualcuno ha qualcosa da chiedere, alzi pure la mano», esclama Kathleen Roberts a pieni polmoni, nella speranza – vana – di attirare almeno un minimo d'attenzione.
«Scusate il ritardo. Che mi sono perso?»
Ed eccolo qui, il biondastro dei miei stivali, in tutto il suo beffardo squall... Ehm splendore. Avevo parlato troppo presto! Non solo si è degnato di arrivare praticamente alla fine, vuole pure che qualcuno stia lì a riportargli tutte quelle inutili solfe?
«Con comodo, eh!» commento acida «E comunque non hai alzato la mano!»
L'ordine prima di tutto.
«Scusa Novice, ma ero un pochettino... Come dire... Impegnato.» afferma sornione, sistemandosi meglio che può il colletto sgualcito della camicia; peccato che nel farlo, lascia scoperta una porzione di collo dal quale fanno capolino degli orrendi segni violacei e mio malgrado, la visione mi suscita un moto di rabbia non indifferente.
Schifosissimo bastardo! «La prossima volta non scomodarti proprio a venire!»
«Poverina, se fossi durato un altro po' l'avrei spompata! Aspetta... Stiamo parlando della stessa cosa?» continua, ridanciano.
Non posso credere che sta sbandierando la sua prestazione sessuale ai quattro venti con una tale naturalezza... E che questa cosa possa darmi così tanto fastidio. Sono livida dalla rabbia, se potessi schiaffeggiarlo senza pietà non ci penserei due volte a farlo!
Che essere rivoltante! «No! E smettila di ragliare tanto per dimostrare all’intera platea di essere un asino! Non ti rendi conto che basta guardarti?»
Logan sogghigna soddisfatto: ha innescato la bomba. «In effetti che sono uno stallone lo si può constatare semplicemente guardandomi. Hai voglia di fare una cavalcatina?»
«Preferirei farmi sodomizzare da un equino vero, piuttosto!»
«Ah ah! Peyton sodomita e zoofila! Questo sì che metterebbe a repentaglio la tua campagna elettorale… Dio, ragazzi! Davvero volete che a rappresentarvi sia quest’essere così perverso?»
Un brusìo di sottofondo pervade l’intera aula, segno che i miei suscettibilissimi comoagni stanno riflettendo su quanto Logan ha appena detto: la sua parola in questa scuola è Vangelo per inspiegabili ragioni. Forse il fatto che sia l’unico ad irritarmi senza pagare serie conseguenze influisce.
«Fossi stata zoofila, sarei venuta a letto con te non appena arrivata in questa scuola! Dovresti solo ringraziare ogni entità divina esistente per la presenza della protezione animali se non ho mosso un dito contro di te, sottospecie di suino microcefalo!» sbotto diventando paonazza in viso. La mia voce si è fatta improvvisamente stridula, come ogni volta che il limite della mia pazienza viene oltrepassato in questo modo oltraggioso.
Odio Logan Shepherd, con tutto il cuore. Come non ha ho mai odiato nessuno! O quasi…
«Take it easy, trésor. Quando diventi rossa sei più brutta… Per non parlare del fatto che il tuo viso si arrossa a chiazze e riduci ai minimi termini la tua somiglianza con un fungo! Velenoso per giunta!»
«La tua massa biologica ha raggiunto una forza cinetica tale, da inviarti velocemente a quel paese Logan! Dichiaro concluso il dibattito, potete andare.»
Mentre la folla defluisce fuori dall'aula, do sfogo alle mie manie d'ordine ossessivo compulsive.
Ho i nervi a fior di pelle e non so se sia tanto per le provocazioni dello stronzo – a cui mio malgrado sono abituata – quanto per la consapevolezza che lui non abbia perso tempo a copulare con qualcun'altra per poi sbattermelo in faccia.
«Tesoro, è tutto okay?»
La domanda proviene da Edward, il mio migliore amico, che mi rivolge uno sguardo apprensivo: non che ci voglia un genio, ma credo proprio abbia percepito il mio stato d'animo. Lui è la persona migliore che conosco, è meraviglioso in -quasi - tutto ciò che fa!  Senza di lui non credo che riuscirei a farcela: Edward è il mio raggio di Sole.
Ci siamo incontrati per la prima volta 4 anni e mezzo fa, mentre lui era in vacanza a Parigi, lo ricordo ancora come se fosse ieri: stavo leggevendo in un café negli Champs-Elysées quando lui si era avvicinato a me chiedermi informazioni con una pronuncia francese talmente buffa – e orrenda – che non ho potuto fare a meno di ridergli in faccia per almeno 5 minuti buoni. Per sua fortuna avevo una padronanza perfetta dell'inglese – essere allevata da una tata, britannica per giunta, ha anche i suoi vantaggi – e per farmi perdonare per il comportamento increscioso mi sono offerta di fargli fare un giro turistico di Parigi. Il risultato? Da quel momento non ci siamo più separati. Avevo intuito fin da subito che in lui c'era davvero qualcosa di speciale, ma non avevo neanche minimamente immaginato quanto la mia fortuna sarebbe stata grande.

«Assolutamente!» trillo, con più entusiasmo del dovuto; o isteria, che dir si voglia.
«Balle.» mentire ad Edward? Figuriamoci se sia possibile. «Lo sai bene che i tuoi occhi parlano molto più del dovuto.»
«No, sei tu che sei un bravo osservatore!»
Lui mi sorride dolcemente, scostandomi dal viso un ciuffo ribelle sfuggito alla coda di cavallo. «Semplicemente mi importa di te!»
Guardando con la coda dell'occhio, mi accorgo che Logan è rimasto sulla soglia della porta e che sta osservando la scena: a giudicare dal suo sguardo e dal modo in cui ha serrato la mascella, oserei dire che la cosa lo sta... Infastidendo? Quindi il signorino è irritato dal gesto del mio migliore amico? Eppure potrei capovolgere la situazione a mio vantaggio.
Oh sì che posso! Però non dovrei, è una cosa sbagliatissima! Ma quello stronzo deve pagare per quello che ha fatto e una piccola vendetta non può farmi che bene e...
«Elle? Sei dei nostri?»
Ammicco maliziosa in direzione del mio migliore amico. «Reggimi il gioco» gli sussurro all'orecchio, prima di attirarlo a me e baciarlo con passione.
Inaspettatamente Edward ricambia il bacio con altrettanto ardore, le nostre labbra si muovono anche fin troppo in sintonia; le sue labbra sono tanto morbide e inoltre Edward sa di buono, sembra quasi un sapore fruttato. E' tutto così strano, ma oserei aggiungere anche bello! Devo dire che ci sa proprio fare.
E' lui a staccarsi per primo e mi osserva smarrito con i suoi occhi color nocciola che sono diventati verdognoli, come ogni volta che è agitato: il colore dei suoi occhi varia dal nocciola al verde scuro a seconda del suo umore – o della luce – ed è una sua caratteristica che adoro – sfido a trovare qualcosa in lui che non adoro. «Si può sapere che diavolo ti è preso?» domanda col fiato corto.
E quella domanda mi coglie alla sprovvista.
Già, che diavolo mi è preso? La mia idea geniale non sembra più così geniale. A maggior ragione ritrovandomi davanti a un amico arrabbiato a cui devo dare spiegazioni e senza più un ragazzo da far arrabbiare.
Dove cavolo è finita Danielle?
«Io... Ed, hai qualche ora da dedicarmi? Sono davvero nei casini.»


Dare spiegazioni a Edward si è rivelato più difficile del previsto, soprattutto perché per la prima volta da quando ci conosciamo, l'avevo tenuto completamente all'oscuro di quanto è accaduto. Credo di averlo fatto perché  non ho voluto neanche ammettere a me stessa la realtà dei fatti: Logan mi fa sentire così schifosamente vulnerabile, è una cosa che non provavo da troppo tempo e che speravo non capitasse proprio con lui.
Odio stare così, non è da me!
In ogni caso il mio migliore amico si è rivelato comprensivo, seppur titubante – ed ho omesso la parte in cui accettavo il consiglio di Kristin. Magari un giorno gliene parlerò! - quindi per questa volta, diciamo che l'ho scampata.
«TU HAI BACIATO EDWARD!»
Esclama Charlie irrompendo nella mia stanza, senza nemmeno preoccuparsi di bussare.
L'educazione, questa sconosciuta. Ehi un attimo, ma lui come lo sa? «E tu come lo sai?!»
«Ciao anche a te, eh! Educazione, questa sconosciuta!» ribatte indignato.
Ma tu guarda questo.
«Sì ciao. Allora, come fai a saperlo?»
Charlie sfoggia un sorrisetto compiaciuto dal quale fanno capolino i suoi denti bianchissimi, che risaltano ancora di più per via della sua carnagione olivastra. Se non fosse così tanto checca -e se non lo conoscessi, soprattutto -, rimpiangerei il fatto che lui sia gay. «Tesoro, io sono il Perez Hilton1 dell'Eaton. Nulla mi sfugge.»
«No sul serio, come cavolo fai a saperlo? Ci hai visti? Te l'ha detto qualcuno?»
Logan ha cantato? Ci vuole solo che i miei compagni comincino a spettegolare sulla mia vita amorosa inesistente! «Una ragazza non rivela mai i suoi segreti!»
Certo, che lui venga a dare a me una lezione sulle ragazze è abbastanza ridicolo! Come fa ad essere così... Così Charlie? «Charlino dài, ti prego! Ti prometto che mi faccio fare la manicure!»
Al pensiero di darmi una sistemata – per farsi un favore, dice. Non può sopportare una visione così deplorevole per i suoi occhi come le mie unghia tutte mangiucchiate – non sa proprio dire di no. «Vediamo un po'... Ah, NO.»
Che diamine!
«TU HAI BACIATO EDWARD?»
E' un déjà-vu questo? Solo che questa volta a irrompere in camera è Kristin, con un'espressione più sconvolta che mai. «Mi apparto con un tipo per un'ora e guarda tu che succede! Danielle, hai qualcosa da dirmi?» si posiziona davanti a me con aria accusatoria: braccia incrociate al petto, espressione imbronciata e picchietta ritmicamente il piede contro il – finto – parquet. Dovreste vederla, anche se tenta di fare la dura è adorabile.
Ma un momento... Come cavolo fa a saperlo anche lei? «Pure tu? Ma le voci girano troppo in fretta!»
«Comunque ciao!»
Okay, questa cosa sta cominciando a darmi un po' sui nervi. E poi senti chi parla, l'altra educata della situazione! «Kristin, Charlie, volete spiegarmi che diavolo succede?»
«Io lo sapevo di mio, ma ho mandato un sms a Kris, perché lei meritava di sapere.» spiega Charlie, sconvolto «Inoltre era l'unica di cui mi fidavo con cui potessi condividere questa cosa. Mi ha sconvolto nel profondo.»
Certo, sono loro ad essere sconvolti nel profondo.
«State insieme?» fa Kris a bruciapelo «Perché questo complicherebbe le cose per la campagna elettorale.»
«NO!»
«Inoltre non mi sembra giusto che sia lei a beccarsi quelli più carini! Dico, hai visto Edward? E' un cherubino dagli occhi nocciola! E Logan? Beh, Logan è tanta roba... Che figo da paura, con quell'aria da dannato e gli occhi ciano!»
«Gli occhi di Logan sono blu oltremare.» lo correggo con fare sapiente.
«AH AH! C'è cascata! Mi ha corretto sul colore degli occhi, ciò prova che lei sia cotta! Dammi la tua ultima copia di Vogue ORA!»
Ma che diavolo vanno macchinando? Se prima ero confusa adesso non ci sto capendo davvero più nulla! «Si può sapere che cavolo succede? Pretendo una spiegazione ADESSO!» tuono più furente che mai. Magari se faccio la voce grossa mi rispetteranno!
Ma in realtà non mi considerano di striscio, almeno fino a quando Kristin non porge a malincuore la sua nuovissima copia di Vogue del mese corrente a un Charlie più che soddisfatto. «Così impari a vantarti, stupida abbonata!»
«Non è colpa mia! Una cosa del genere non la credevo possibile!»
«Io ti dicevo di sì, ma tu sempre a fare la sborona!» ribatte lui, compiaciuto.
«Charlie, stiamo parlando di Danielle!»
Sì, continuate a parlare pure di me come se io non fossi davanti a voi, nella disperata ricerca della vostra attenzione.
«Sei troppo prevenuta, è umana anche lei! E Logan... Logan è...»
«E' un complesso di malattie veneree! Chissà che schifo circola nel suo pisello.»
A mali estremi, estremi rimedi.
«Ne vale la pena, visto quant'è grande.» commento divertita, lasciandoli del tutto sbigottiti e con le mascelle talmente collassate da non riuscire a dire nulla. «Oh, finalmente vi siete azzittiti?»
«Non ci avrai davvero...» Kristin non riesce nemmeno a finire la frase per lo sconvolgimento.
«Ovvio che no, ma almeno ho attirato la vostra attenzione! Mi spiegate allora cos'è successo?»
La porta si apre all'improvviso, scaraventando Lawrence dentro la mia stanza e visto la sua innata goffaggine, finisce per cadere rovinosamente per terra. Inutile dire che la scena suscita l'ilarità generale, almeno fino a quando il mio amico non esordisce dicendo «Hai fatto sesso con Logan Shepherd?»
Dio, perché?!


Dopo aver chiarito una serie di equivoci e il tutto non senza difficoltà, perché quando i miei amici si mettono mi sento un po' come allo zoo, decido di mandare a quel paese i tre moschettieri per farmi una passeggiata in tutta tranquillità; ho bisogno di rimanere da sola con i miei pensieri e a riflettere su quel cataclisma che ha travolto la mia vita in questi giorni facendola diventare la brutta copia adolescenziale di Beautiful! E per farlo, non c'è niente di meglio che l'enorme distesa di terreno verdeggiante che circonda l'Eaton College: uno dei pochi aspetti positivi di questo manicomio.
Purtroppo la Sfiga è una costante nella mia vita, insieme alla noia e ai ragazzi deficienti: per cui ecco Logan Shepherd che mi si presenta davanti, tagliandomi la strada.
«Chi si vede! E il fidanzatino?»
L'ha investito un tram. Che diavolo vuole anche lui? «Lasciami in pace!»
Faccio per scansarlo e proseguire ma a quanto pare le mie intenzioni e le sue non coincidono affatto. «Credi di poterla passare liscia dopo tutto quello che hai fatto?»
«Disse quello che si è scopato una ragazza e poi l'ha sbandierato in un comizio elettorale!» esclamo sardonica. «Non sei nella condizione di poter giudicare!»
«Hai cominciato tu, facendoti vedere per i corridoi con quel David Gandy in miniatura! E poi hai baciato quel mollusco di Mc Cartney. Certo che per essere una verginella ti dai proprio da fare!»
Sul mio viso si dipinge un ghigno compiaciuto. Sarà mica... «Geloso?»
«Di te? Che stronzate! E poi lo so che tu mi desideri»
Tanta sicurezza tradita da un leggero accenno di incertezza che traspare dalla sua voce. Oh, il grand'uomo sta forse cominciando a vacillare? «Certo, certo. O forse è il contrario?»
«Assolutamente no!»
Lo sto forse mettendo in difficoltà? Mi piacciono parecchio questi risvolti! «Allora perché sei qui? Il tuo ego non è stato ferito dal mio atteggiamento?»
Dalla sua espressione, direi di aver proprio centrato l'obiettivo. «Certo che no!» esclama oltraggiato «Sono tranquillo e non m'importa niente di te.»
«Va bene Shepherd, l'hai voluto tu. Vediamo quanto poco ancora ti importerà, dopo che avrò fatto questo.»
Detto questo, lo afferro un lembo del morbido maglione in chachemire blu oltremare, lo stesso colore dei suoi meravigliosi occhi, e lo bacio a fior di labbra, ma dopo neanche una manciata di secondi la sua stretta intorno ai miei fianchi si fa decisa e approfondisce ancora di più il bacio.
Se tutto va bene, sono rovinata.

***


1
: Perez Hilton è un famoso blogger statunitense che si occupa del gossip riguardante Hollywood e dintorni.
2: Il titolo del capitolo, Where is my mind è anche quello di una canzone dei Pixies che mi piace un sacco!




Writer's Corner
.
Chiedo umilmente perdono per l'orribile ritardo.
Tra impegni, vita talmente incasinata da fare concorrenza a quella di Miss Peyton - da cui tra l'altro, prendo ispirazione. Sì, sono parecchio sfigata anch'io, per la cronaca - e ispirazione latente, direi che aggiornare si è rivelata un'impresa titanica. Confesso di aver pure pensato di abbandonare la storia - ovviamente ve l'avrei comunicato - ma per fortuna non ce n'è stato bisogno, anche se devo ammettere che questo capitolo non mi soddisfa affatto.
L'idea del bacio non era assolutamente contemplata nella prima stesura che avevo fatto del capitolo ma non ero neanche riuscita ad andare oltre le 3 pagine, quindi ho deciso di stravolgere ancora di più gli eventi: in tutto questo, non ho la minima idea di quello che potrebbe accadere in seguito. Se qualcuno ha idee e vuole farmele presente, me lo dica pure!
Chissà che cosa ne uscirebbe fuori.
Cosa ne pensate del personaggio di Edward? Anche se è ancora troppo presto per esprimere pareri... Per Lawrence se ne parlerà in seguito, se avessi cominciato ad introdurre anche lui, questo capitolo non sarebbe finito più :/ e a proposito di questo, volevo chiedervi un parere: i capitoli sono troppo lunghi? Leggerli vi risulta difficoltoso o comunque pesante? Perché all'incirca sono lunghi 7/8 pagine, ma potrei fare qualcosa per ridimensionarli.
Detto ciò, ringrazio come sempre chi recensisce, chi ha messo questa storia tra le preferite/seguite e anche i lettori silenziosi :-) il vostro sostegno è fondamentale! Un abbraccio enorme.
Sara.

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Capitolo 4
*** Friday I'm in love ***


L es  l i a i s o n s d a n g e r e u s e s.




CAPITOLO IV: Friday I'm in love.






Avevo detto che se tutto fosse andato bene, sarei stata rovinata e per una volta c'ho preso eccome: sono rovinata; anzi, più che rovinata direi logorata internamente, perché i miei ormoni sono in subbuglio ed hanno deciso di trascinarmi nel baratro della lussuria insieme a loro. Devo ricorrere ad ogni briciolo della mia forza di volontà, del mio senso del dovere, della mia bacchettonaggine – termine coniato appositamente per la sottoscritta dalle due grandi menti di Kristin e Charlie. Quei due insieme sono l'Apocalisse!  – senza precedenti; devo pure fare appello ai ricordi d'infanzia, in particolare quello in cui Immaculada, la mia tata cilena – fondatrice del club "cintura di castità forever" –, da piccola mi rincorreva per casa gettandomi addosso l'acqua santa nella speranza di redimermi dai miei peccati futuri. 

"Señorita Danielle, si ricordi que Dios mira siempre!" mi diceva ogni volta che mi coglieva sul fatto, o in generale prima di addormentarmi; l'idea che Dio potesse osservarmi 24 ore su 24, mi ha leggermente traumatizzata quand'ero piccola.
Eppure i traumi subiti per colpa di Immaculada cominciano a non essere sufficientemente convincenti per farmi desistere dall'idea di saltare addosso a Logan e abusare di lui in modo tale da farlo sentire violato.
Questa cosa mi sta mandando fuori di testa, non so spiegarmi cosa succede ogni volta in cui io e lui siamo a distanza ravvicinata: la voglia di toccarlo, baciarlo, accarezzarlo, sentirlo mio insomma, diventa più forte di qualsiasi altra cosa. Voglio lui e basta, il resto non conta! So che non dovrei e che è sbagliato, perché i suoi fini hanno uno scopo puramente sessuale e i miei politici, anche se più vado avanti e più mi rendo conto che i risultati dell'elezione c'entrano ben poco con tutto questo, sebbene mi rifiuti di ammetterlo. La vicinanza di questo ragazzo è quanto di più nocivo potesse capitarmi, avrei centinaia di motivi per mandarlo a quel paese senza pietà e nonostante ciò non lo faccio: mi arrabbio, strepito, gli urlo contro quanto di peggio possa passarmi per la mente e poi? Ritorna tutto al punto di partenza. 
Ed eccomi qui, nella sua stanza, tra le sue braccia, a pomiciare con la stessa verve di due adolescenti che si sono appena messi insieme. Due polipi, insomma.
«Logan» richiamo la sua attenzione tra un bacio infuocato e l'altro, cercando di risultare il più decisa possibile. Peccato che più che un richiamo perentorio questo fosse un sussurro, infatti il biondino mi ignora bellamente, scostandomi i capelli per cominciare baciarmi il collo.
Oh no, il collo no!
Dei brividi intensi cominciano a percorrermi la schiena, talmente forti da sembrarmi vertigini e mi mandano in estasi. E' una sensazione meravigliosa e al contempo una lenta tortura, ma non ci rinuncerei mai; non mi è mai successo di desiderare così tanto una persona, più volte sono stata baciata ma non ho mai provato sensazioni del genere: passione, desiderio, eccitazione, brividi, calore e anche se sembra un controsenso, dolcezza. Non è più lo stronzo e arrogante di sempre, è soltanto Logan.
Ed io sono soltanto Danielle.
E forse stiamo correndo un po' troppo.
«Logan.» ritento molto a malincuore, con voce un po' più ferma.
«Possibile che tu debba rompere i coglioni anche in momenti del genere?» sbuffa lui, evidentemente spazientito. «Che c'è?»
«C'è che stiamo andando oltre. Ed io non farò sesso con te!» più che un'affermazione, questa mi sembra una domanda, ma è bene che lui non lo capisca.
Non posso andare a letto con lui, non adesso. Tutte quelle sensazioni, quello stare così bene... Mi spaventa troppo. Sarebbe l'ennesima fregatura per me, dolore inutile che posso e devo risparmiarmi! Non posso permettermelo.
«E perché?»
Figurarsi se lui capirebbe. 
Già, perché? Cosa gli dico? "I tuoi baci mi fanno sentire un'adolescente alla prima cotta?". Mi prenderebbe in giro a vita. «Ehm. Le elezioni, no?»
Butto lì la prima scusa valida che mi viene in mente.
«Ma...» tenta di ribattere qualcosa di convincente, ma a quanto pare il tentativo fallisce miseramente. «Non puoi farmi questo, così è sleale!» pigola contrariato.
Neanche tu puoi farmi questo. Sei tu, che diamine!
«Il risultato finale compenserà la lunga attesa» ammicco maliziosa.
Oddio, l'ho detto davvero? Flirtare non mi è mai risultato così facile. Ecco cosa mi fa la sua stupida vicinanza! Non è possibile, così decisamente non va.
«Sì e nel frattempo? Non penserai che io vada avanti a mano!»
Finiscono i baci, finisce la magia. Lui è sempre lo stesso zotico schifoso di sempre e la cosa non cambierà mai.
«E che avresti intenzione di fare?»
«Quello che ho sempre fatto.» risponde lui, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Inutile stare a specificare quanto la frase mi abbia infastidita e in un certo senso ferita; ma d'altronde cosa posso aspettarmi da uno come lui? «Non penserai mica che io mi dia all'astinenza nella speranza che tu ti decida!»
Appunto.
«Sia mai» faccio, leggermente amareggiata. «E in ogni caso non lo faresti!»
«Adesso và» mi esorta, spintonandomi lievemente verso la porta «Prima che l'altro Logan mi costringa ad immobilizzarti a letto e fare di te ciò che voglio.»
«Quindi siamo liberi.»
Altra affermazione che in realtà suona più come una domanda.
«Come delle farfalle.»


***



"La vuoi sapere la verità sul tuo conto? Sei una fifona, non hai un briciolo di coraggio, neanche quello semplice e istintivo di riconoscere che a questo mondo ci si innamora, che si deve appartenere a qualcuno, perché questa è la sola maniera di poter essere felici. Tu ti consideri uno spirito libero, un essere selvaggio e temi che qualcuno possa rinchiuderti in una gabbia. E sai che ti dico? Che la gabbia te la sei costruita con le tue mani ed è una gabbia dalla quale non uscirai, in qualunque parte del mondo tu cerchi di fuggire, perché non importa dove tu corra, finirai sempre per imbatterti in te stessa"
- Paul Varjak, Breakfast at Tiffany's.2


Avrò visto Colazione da Tiffany quante volte? Forse 10, 15... Chi lo sa. Era il film preferito di mia madre e quelle rare volte in cui tornava a casa dall'ospedale e ci rimaneva per più di qualche ora, capitava che io e lei ci ritrovassimo sul divano a guardarlo.

Ormai so il monologo di Paul praticamente a memoria, ma non ho mai riflettuto davvero sul significato delle sue parole... Forse ai tempi non mi riguardavano direttamente, quindi non ci avevo mai fatto caso.
«Elle sei tu?»
Mi volto nella direzione da cui proviene la voce, ritrovandomi Kristin che mi guarda accigliata.
«Che hai da guardare?» domando, bloccando di malavoglia il film. Adoro questa scena!
«Dico, ma ti sei vista?»
Beh, in effetti sono in stato un po' pietoso: pigiamone azzurro di flanella con tanto di orsetti disegnati sopra, occhiali da vista, capelli legati alla meno peggio e un cumulo di schifezze che giace sui cuscini del mio letto. «E allora? Voglio passare una serata casalinga»
Kristin alza il sopracciglio destro con enorme disappunto. Brutto segno, significa che si sta arrabbiando di moltissimo. «E' venerdì sera. Sono quasi le 10.30, sei single, bella – malgrado il tuo aspetto per ora lasci a desiderare – e non ci sono troppi compiti per lunedì. Che cazzo ci stai a fare in camera? Alza il culo da quel divano ed esci con me!»
«Ma stavo guardando Colazione da Tiffany!» protesto, mettendo il broncio. Sa benissimo quando odio essere disturbata mentre guardo un film... No, in realtà non lo sa. In realtà non è neanche vero che odio essere disturbata mentre guardo un film, ma ogni scusa è buona.
«Solita solfa. Il discorso di Paul la smuove, Holly smette di farsi tremila seghe mentali, scende dal taxi, corre sotto la pioggia per trovare il micio, trova il micio, si “allippa” con Paul. Fine della storia. Andiamo?»
Allippa? Holly fa cosa con chi? Allippa? Era uno dei baci più belli della storia del cinema e lei lo rovina con un verbo che più cacofonico non si può! «Allippa?» le faccio eco, incredula.
«Ti muovi?»
«Ti rendi conto di quello che hai detto?»
«Suvvia, Ellie! Quella roba ti deformerà il culo e nessun uomo ti calcolerà mai più! Vuoi forse essere derisa da Logan per la forma oscena del tuo culo? Poi non ti troverà per niente scopabile e addio piano!»
«KRISTIN!» sbotto scandalizzata.
La bionda, suppongo ormai spazientita oltre il limite consentito, mi afferra un braccio e mi trascina di peso verso il bagno, imponendomi in modo perentorio di darmi una sistemata e uscire dal college insieme a lei. Senza neanche darmi il tempo di protestare, sparisce oltre il corridoio, gridandomi con la tonalità di voce che assume quando sta macchinando qualcosa – che porta solo a guai. Guai molto grossi – che avrebbero pensato lei e Charlie a scegliere la mia mise.



«Non se ne parla nemmeno, io in discoteca non ci vengo, scordatevelo!» strepito decisa. «E non pensate che con quelle espressioni da cuccioli smarriti riuscirete a convincermi. Quando dico no, è no!»

Le ultime parole famose, ovviamente.
Kristin è intenta a sistemarmi i capelli, mentre Charlie si diletta a scovare nei nostri armadi alla ricerca di qualcosa di decente da metterci: inutile specificare che dal mio guardaroba non ha cavato un ragno dal buco; diciamo che non amo molto mettermi in ghingheri, mi fa sentire a disagio.
«Dio, ma che orrore!» commenta il mio amico schifato, osservando in tralice un semplice maglioncino con lo scollo a "V" e fantasia a rombi. Dopo averlo gettato per terra, neanche fosse ricoperto di pulci, afferra il suo I- Phone dalla cover ricoperta di Swarovski, compone un numero e in contemporanea il mio cellulare squilla.
Ma che diavolo...
«Rispondi!» mi esorta lui, con aria grave.
E' pazzo. Decisamente impazzito.
«Pronto?» faccio incerta, non sapendo se sentirmi ridicola o meno.
«Salve, chiamo dal 1920.» pausa ad effetto, in cui assume un'espressione mista tra il contrariato e lo schifato che è tutto un programma «RIVOGLIAMO I NOSTRI VESTITI!».
Ditemi che non l'ha fatto sul serio. Ne ho bisogno.
«Che ha il mio maglione che non va?»
Va bene, non rientra esattamente nella categoria di vestiti che una 18enne indosserebbe volentieri ma è questione di gusti! Non è poi così malvagio. Credo.
«Sei più gay delle giacche di Elton John» commenta Kristin, prima di scoppiare a ridere di gusto ed io e Charlie la seguiamo all'unisono per almeno 5 minuti buoni, col risultato che abbiamo le mascelle indolenzite. Sono questi attimi di spensieratezza a farmi capire quanto in realtà, nonostante tutto, io sia fortunata: frequento un liceo popolato da gente che non sopporto, il progetto di essere eletta potrebbe non andare in porto, sono immischiata un piano alquanto losco con la persona che più detesto – e per cui credo al contempo di provare qualcosa che non sia odio – ma sono comunque circondata dalle persone che amo e credo che tanto basta. La felicità dettata dai risultati che ottieni è nulla se non hai con chi condividerla.



Nell'esatto momento in cui mettiamo piede al Qube, dove si tiene il party più atteso ed esplosivo dell'anno, almeno stando a quanto hanno scritto i PR sulla bacheca dell'evento su Facebook – notizia riportatami da Kristin. Non credo di avere amici PR su Facebook! Anzi, ora che ci penso, non credo nemmeno di essermi registrata. Sì, sono proprio fuori dal mondo – ma non so fino a che punto possano essere credibili, considerato che ogni evento organizzato da loro è il "più atteso ed esplosivo dell'anno"; chissà, magari sono imparentati col tipo italiano che promuoveva offerte per materassi sempre stupefacenti e interminabili3 di cui tanto cianciava Isabella, la mia cuoca italiana. 

Promoter, valli a capire!
Cosa stavo dicendo? Ah sì.
Nell'esatto momento in cui mettiamo piede al Qube, maledico me stessa di essermi convinta ad andare: è il festival dell'indecenza! Zoccole che ballano a destra, zoccole che bevono a manca, zoccole che si strusciano con morti di figa a destra e a manca... Con tutti questo zoccoleggiare4 mi sembra di essere finita in Olanda.
«Balliamo?» propone Kristin, letteralmente in brodo di giuggiole.
«Che proposte alternative!» commento sarcastica «E dire che pensavo di essere venuta qui per contare le caprette con Heidi.»
La mia migliore amica mi guarda in tralice. «Danielle?»
«Sì?»
«E fattela una scopata, ogni tanto.»
Mi astengo dal rispondere verbalmente, ma direi che la mia tattica alzata di dito medio sia stata eloquente a sufficienza. Odio la discoteca, mi rende acida!
Okay, più acida del solito.
Come avevo saggiamente previsto, Kristin e Charlie hanno adocchiato le loro prede e si sono dileguati nel nulla, estremamente convinti del fatto che non sarei rimasta sola a lungo. "Avrei fatto qualcosa io per te" mi ha detto Charlie "Ma sei gnocca e adulta abbastanza per cercarti un uomo tutta sola": e l'ho fatto. 
Anche se l'uomo in questione è il barman e data la mia aria depressa credo abbia capito l'antifona e senza che gli dicessi qualcosa, mi ha allungato un Long Island con un gran sorriso.
«Offre la casa. Sarà una serata lunga, non è così?»
Annuisco mogia col capo. «Lunghissima!»
Impreco mentalmente contro me stessa da sola e bevo il drink tutto ad un fiato. Possibile che debba essere così stupida? Insomma, Kristin ha ragione... Sono single, ho 18 anni, Logan ha detto che "siamo liberi come farfalle" e tutto quello che ho voglia di fare è deprimermi su un divano con un film strappalacrime e quintali di schifezze con cui abbrutirmi!
«Perché hai quell'aria triste?» domanda lui, affabile. «Avrò giusto 30 anni in più di te, ricordo ancora come mi sentivo allora... A quest'età non dovrebbe esserci niente in grado di toglierti il sorriso. Quanti anni hai? 21?»
Cavolo, è proprio vero che i baristi sono gli psicologi del nuovo millennio! Lui sembra sinceramente interessato alla mia vita e parlare con qualcuno mi farebbe solo bene. E' incredibile quanto a volte mi trovi meglio a parlare con gli estranei... Loro non ti conoscono, il loro giudizio non pesa ed è del tutto disinteressato.
«Se le dico la mia vera età, lei smette di servirmi alcolici?»
«Facciamo finta che tu ne abbia 21» dice, strizzandomi l'occhio. «Allora fanciulla. Cosa non va?»
«La mia vita è un casino!»
Credo che tutto si possa riassumere in quella frase, ma comincio a raccontargli a grandi linee delle problematiche che mi affliggono.
«Questo è Beautiful!» commenta lui, divertito. Certo, divertiamoci pure a spese altrui! «Sei più sfigata della piccola fiammiferaia!5 Seriamente. Sei giovane e leggermente incasinata, ma è venerdì sera e sei in un club con i tuoi migliori amici: perché perdere tempo a deprimersi? Vai con loro e divertiti! Questo non servirà a risolvere i tuoi problemi, ma sicuramente ti aiuterà a non pensarci per un po'. Tutti si meritano una pausa e questa è la tua occasione... E chissà. Potresti cogliere la palla al balzo per far ingelosire quell'idiota a cui vai dietro! E soprattutto sorridi. Non c'è niente di più bello al mondo.»
Fondamentalmente il suo discorso non fa una grinza.
Sembra l'analista francese da cui mi mandarono i miei prima di spedirmi negli States, con la differenza che la sua parcella è il prezzo di un cocktail, che tra l'altro mi ha offerto. Adoro questo posto!
«Io la ringrazio, davvero!» esclamo accorata.
E dopo aver trangugiato l'ultima sorsata del mio drink, mi fiondo nella pista da ballo con i miei amici, che mi accolgono entusiasti e mi coinvolgono in un balletto assurdo.
Dopo svariate ore di ballo e soprattutto dopo svariati drink, decido per la mia incolumità che è meglio andarmi a sedere su un divanetto, anche perché i piedi cominciano a pulsare per il dolore. Dannati tacchi 12 cm!
Charlie e Kristin non sentiranno la mia mancanza, sono troppo ubriachi anche solo per accorgersene.
Ed io sono troppo andata per accorgermi che una tizia  altrettanto ubriaca. Quanta varietà! dietro di me è caduta rovinosamente per terra, facendomi cadere a mia volta, ma per fortuna il colpo è attutito da qualcosa.
O meglio, da qualcuno.
«Scusa!» biascico, confusa «Non volevo! Non mi ero accorta di quella ragazza e...»
«Va tutto bene» mi interrompe, aiutandomi ad alzarmi. 
E... Bingo! E' un ragazzo carino! Con cui ho fatto una figura pessima.
«Sicuro?»
«Sono stato appena travolto da una ragazza molto carina, non capita tutti i giorni!» esclama, strizzandomi l'occhio. «La cosa mi è dispiaciuta poco.»
Okay, sta flirtando. Un ragazzo molto carino e decisamente molto alto sta flirtando con me.
E il migliore amico di Logan, un certo Colin, ci sta fissando incuriosito. «Oh, meno male.»
«Ehm, però se togliessi il tuo tacco dalla mia scarpa, la cosa mi dispiacerebbe ancora meno!»
Guardando verso il basso, mi accorgo che il tacco delle mie decolletè è conficcato proprio al centro del suo piede e lo tolgo tempestivamente. «Scusami, davvero!! Dio, mi dispiace, sono mortificata! Come posso sdebitarmi? Ti ho praticamente ucciso!»
«Magari dicendomi come ti chiami?»
Una figuraccia dopo l'altra! «Danielle» dico, tendendogli la mano.
Lui afferra la mia e la stringe con fare deciso, ma non troppo forte. Mi piace. «Jake.»
Rivolgo a Jake un sorriso, che lui ricambia, mostrandomi una schiera di denti drittissimi e bianchi. Che bel sorriso... E' molto attraente! Sembra un testimonial di spot per dentifrici! E se così fosse? Starei parlando con una persona famosa! Oh mio Dio, Danielle Peyton con un VIP. L'ho già detto che amo questo posto?
In ogni caso una chiacchiera tira l'altra e fu così che passai il resto della serata su un divanetto a parlare 
e flirtare, con tentativi pessimi. Sono una frana con queste cose ma credo che l'alcool sia mio complice  con uno sconosciuto, con cui ho scoperto, tra l'altro, di avere tantissime cose in comune.
Ha una parlantina davvero ammaliante, starei ore ed ore ad ascoltare le sue storie e i suoi mille aneddoti! Ha un aneddoto per ogni cosa, inoltre è così brillante! Quasi come il suo sorriso.
Chissà che ci mette nei denti.
«Danielle, mi stai ascoltando?»
Tra l'alcool e la musica assordante, non mi ero resa conto di essermi persa nella contemplazione del suo sorriso. «Ehm, scusa... Io...»
«Mi stavi fissando.» afferma lui, divertito.
«Io... Lo so, sono un totale disastro! Non ho fatto altro che collezionare figuracce su figuracce, flirt pessimi, ma il tuo sorriso è davvero bello e scintillante e non mi sono accorta che...» senza darmi il tempo di finire la frase, afferra il mio viso tra le mani e mi bacia. Ed io lo bacio. Ci stiamo baciando e anche se non dovrei, lo faccio. Nessuno me lo vieta, sono brilla e soprattutto "libera come una farfalla".
Beccati questo, Shepherd!



***



1. Friday I'm in love
è il testo di una canzone dei Cure. Dato che tutto accade di venerdì sera, ho deciso di dare nuovamente al capitolo un titolo di una canzone.
2. La citazione di inizio capitolo manca proprio perché ho usato il monologo di Paul Varjak a metà capitolo. E' anche la mia scena preferita di tutto il film  e Colazione da Tiffany è a sua volta il mio film preferito , starei a guardarla per ore e ore. Inoltre trovo che Audrey Hepburn sia semplicemente divina, quindi non potevo non farle un piccolo omaggio nella mia fan fiction.
3. Il riferimento è a Giorgio Mastrota e alle pubblicità Eminflex. E' da quando sono piccola che gli sento dire che le sue offerte dei materassi sono strepitose e che bisogna affrettarsi perché sono gli ultimi giorni che abbiamo a disposizione per approfittarne. E fu così che gli ultimi giorni si trasformarono in decenni. Bah.
4. L'Olanda, oltre che per i mulini a vento, i tulipani, il museo di Andy Warhol  i coffee shop, la droga, erba a volontà, le prostitute e i quartieri a luci rosse...!   è anche nota per gli zoccoli. Quindi zoccoleggiare, zoccole... Insomma, una battutaccia di Danielle.



Writer's corner
.
Chiedo perdono per il modo in cui vi avevo liquidato all'inizio, ma andavo di fretta e dovevo necessariamente pubblicare il capitolo perché sono stata colta dall'ispirazione proprio mentre ero connessa dal portatile
– che tra l'altro non è mio – e quindi avevo una certa urgenza. Ho sistemato qualcosina ed ho aggiunto le note, quindi adesso sono un po' più tranquilla.
Io e le mie manie d'ordine.
Comunque, in questo capitolo Danielle comincia a fare un po' più di chiarezza con sé stessa e i suoi sentimenti, sebbene ammetterli sia molto difficoltoso... Anche perché Logan è quello che è, ma soprattutto non perde occasione di dimostrarlo. Diciamo che mi è venuto piuttosto facile scriverlo, visto che ci ho messo molto di mio 
– ho un personalissimo Logan, per la cronaca. Magari non così diretto, ma parecchio stronzo –. Almeno quel disastro di vita sentimentale mi torna utile in qualcosa.
Il bacio con Jake è dovuto prettamente al fatto che lei sia brilla 
– il modo in cui ho scritto l'ultima parte lo conferma  e desiderosa di vendetta contro quell'idiota, questo ovviamente avrà delle ripercussioni; chi ha letto la versione precedente potrebbe notare una sottigliezza da cui si può intuire qualche spoiler per il prossimo capitolo. E già ho detto troppo!
Per quanto riguarda i personaggi, tanto per farvi un'idea sulla loro fisicità, li ho "associati" a dei VIP che secondo me rispecchiano alcune loro caratteristiche; poi magari qualcuno di voi lo avrà già fatto di suo. A discrezione della vostra immaginazione, insomma! Comunque, per quel che riguarda me:
Danielle la vedo molto come la modella Eva Riccobono. Non esattamente bellissima 
– poi de gustibus, sono poche le modelle che ritengo tali – ma molto chiara di carnagione e longilinea.
Edward invece me lo immagino come Mat Gordon, anche lui modello
– oggi sono molto in vena –. Magari un po' meno figo e perfetto, ma Mat ha quell'aria dolce e un po' innocente che al mio personaggio calza benissimo.
Per Kristin ho pensato Chelsea Staub, che onestamente non so chi sia 
– cercando Young Hollywood su Google mi sono apparse anche delle sue foto – ma come Kristin mi sembra abbastanza convincente, specie nelle foto in cui ha i capelli corti.
Per Logan e Charlie rispettivamente Chad Michael Murray 
– adoro quest'uomo, sbavo per lui dai tempi di Charlie Todd in Dawson's Creek – e Adam Gregory, che se non ricordo male ha recitato il ruolo di Ty in 90210 – serie che seguo, lo confesso. E' troppo trash per non intrigarti!
Lawrence ancora non sono riuscita ad inquadrarlo, ma vi terrò informate. Se avete qualche suggerimento, fate pure! Vediamo cosa ne esce fuori!
Ultima cosa e giuro che chiudo, visto che non ne potrete più, ringrazio nuovamente tutte per il supporto e la comprensione riguardo la possibile cancellazione di questa storia... Che non credo avverrà. :)
Un abbraccio.
Sara.

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Capitolo 5
*** Last friday night ***


Les liaisons dangereuses




CAPITOLO V: Last friday night




Il primo svegliarsi dopo una sciagura, e in un impiccio, è un momento molto amaro
.
- Alessandro Manzoni


Ed eccoci qui, nell'aula Magna dell'Eaton College in una calda mattinata di giugno.
Finalmente il momento tanto atteso da tutti i Senior è arrivato: il giorno della consegna dei diplomi. L'incubo del liceo è giunto al termine, pensavo che questo giorno non sarebbe arrivato più! E invece eccoci qui, tutti insieme per un'ultima volta, seduti su delle scomodissime sedie di plastica con indosso toghe dal colore azzurrino e rosso – i colori dell'Istituto Eaton, come da tradizione. Accoppiata oscena! – e cappelli che non aspettano altro che essere lanciati per aria, intenti, o quasi, ad ascoltare il lunghissimo discorso che il preside Finch ha deciso di propinarci per introdurre quello di commiato, pronunciato dallo studente più meritevole dell'anno corrente, ovvero me.
«Ed è con sommo piacere e onore che lascio la parola a Miss Danielle Peyton, la studentessa migliore che l'Eaton abbia mai avuto il privilegio di avere, nonché futura alunna della Brown University!» esclama Finch, tronfio di orgoglio, tra gli applausi e gli urletti di gioia dei miei compagni.
Mi sento più adrenalinica che mai, è un'emozione fortissima e indescrivibile.
Tutti i problemi, l'ansia, le paure, i complotti, le ripicche sono solo un ricordo ormai lontano; visto da questa prospettiva, l'Eaton non fa così schifo.
«Io vi ringrazio, davvero. La cerimonia che siamo qui a condividere segna il primo dei tanti traguardi formativi che raggiungeremo. Non si tratta solo di un traguardo, ma di un nuovo inizio, l'inizio di una nuova fase della nostra vita, sia professionale che umana...»
Inaspettatamente, Charlie irrompe sul palco vestito da Gunther1, delle luci soffuse si focalizzano sulla sua figura luccicante e una canzone si diffonde dagli altoparlanti.

Oh, you touch my tralala2
Mmm... My ding ding dong
La la la la la la la
La la la la la la ♪

Questo non è possibile. Non sta succedendo davvero. Io...
«AAAAAAAAAAH!» comincio ad urlare a squarciagola.
Ma vengo azzittita da una manata sulla bocca.
«Elle» bofonchia Kristin, mezza addormentata. «Che Zeus ti fulmini!»
Ed in quel momento realizzo di essere distesa sul mio letto, con un'emicrania niente male e Kristin che mi sta letteralmente addosso con ancora i vestiti di ieri sera, più in coma che altro.
Non mi stavo diplomando. Era solo un sogno! O meglio, un incubo.

Oh, you touch my tralala
Mmm... My ding ding dong
La la la la la la la
La la la la la la ♪

Di nuovo quell'orrenda canzone!
Dannato Gunther! Mi alzo dal letto con la leggiadria di un ippopotamo con i postumi della sbornia e vado alla ricerca del qualcosa da cui proviene quell'orrenda canzoncina che è la fonte dei miei guai.
«Per l'anima di Coco Chanel, dì a Gunther di starsi zitto!» bofonchia la mia migliore amica con la voce ancora impastata che trasuda esasperazione. «Non riesco a contare le pecore.»
Evidentemente è ancora ubriaca.
Dopo minuti che sembrano interminabili, le mie ricerche hanno finalmente termine e trovo l'I Phone di Charlie sotto una catasta di vestiti. Che diavolo ci fa il suo cellulare nella mia stanza? Ho un vuoto di memoria da ieri sera.
Il display segnala un sms.


Savannah Marin:
Tesoro, ho troppa voglia di te. Quanto ci vuole per prendere una dannata bomboletta di panna spray? Non vorrei che il tuo soufflé si afflosciasse.


Savannah?! Ma è un nome femminile, non può essere!
Neanche il tempo, che arriva un altro sms.

Chico Caliente:
Mi hanno riferito che ieri sera al Qube ti sei sollazzato parecchio in compagnia di una focosa donzella rossa di capelli! Hai tradito la mia fiducia, il mio cuore è ferito e niente potrà lenire questo dolore! Tra noi è finita.

Chico Caliente? Okay, o sto sognando ancora oppure ho le idee molto confuse.
Sarà meglio riportare questo aggeggio infernale a Charlie prima che Kristin si svegli di nuovo e lui vada in crisi d'astinenza da cellulare, non sa vivere senza quel maledetto aggeggio. Tanto ormai sono sveglia.
Dopo essermi data una sistemata alla meno peggio – la parte peggiore è stata vedere il mio riflesso allo specchio dopo la notte brava, che detto tra noi, ricordo molto poco – ed aver indossato dei vestiti più comodi, ma soprattutto un paio di occhiali da sole, mi dirigo verso la stanza di Charlie.
Busso un paio di volte, ma senza nessun risultato.
«Tu guarda!» esclama con sarcasmo una voce che conosco fin troppo bene. «Sei viva allora!»
«Perché non dovrei?»
Quasi ho paura di sentire la risposta.
Edward si avvicina a me e mi osserva con aria grave. «Mi hai chiamato alle 4 del mattino dicendomi che qualcuno aveva toccato il tuo tralala3 e che dovevi lasciarmi perché tu e Kristin dovevate andare a fare la piastra ai ricci.»
E' anche peggio di quel che pensassi. «Oh mio Dio, Ed, io non so cosa dire...»
«Dannati compleanni dei cugini! Se avessi saputo che da ubriaca sei così spassosa, avrei mandato tutti a quel paese!»
«Sono un disastro!»
E chissà che altro c'è da sapere! Mi vengono i brividi solo al pensiero. Busso un'altra volta alla porta di Charlie, solo che molto più energicamente del solito: ho bisogno di sapere se c'è dell'altro, i miei ricordi sono troppo confusi e vaghi.
«Sei splendida, invece.» ribatte Edward, sorridendomi dolcemente. Ecco, lui vede del buono in tutto!
«Smettila di vedere del buono in tutto, non c'è niente di splendido. Dio, chissà che altro avrò combinato!»
«Non devo del buono in tutto, vedo del buono in te. E poi, qualsiasi cosa sia, non credo sia nulla di così irreparabile.»
Sorrido a quella risposta così carina, lui riesce sempre a farmi sorridere.
E lo travolgo in uno di quelli che Lawrence chiamerebbe “abbracci da orso”, ovvero quelli stritolatori ma al contempo affettuosi.
«Che patetica scenetta» commenta qualcuno da lontano, pieno di sarcasmo.
Ecco, mancava solo lui a rendere la mattinata ancora più drammatica! Stupidi Logan e la sua capacità di ritrovarsi nei posti sbagliati nei momenti sbagliatissimi.
«Buongiorno anche a te, farfallina» ribatto sprezzante, rendendogli pan per focaccia.
«Farfallina? Io? Eppure non ero io quello che ieri sera al Qube ha rimorchiato un armadio! A proposito, bacia bene?»
Armadio? Bacio? Oh mio Dio. Jake!
Le mie guance si tingono di un rosso acceso seduta stante e sento che la presa di Edward intorno alla mia vita allentarsi di botto.
«Tu hai fatto cosa?» domanda il mio amico, sconcertato, sotto lo compiaciuto di Logan.
«Ops. Ho detto qualcosa che non avrei dovuto spifferare?»
Mi giro verso Logan, rivolgendogli lo sguardo più truce del mio repertorio. Questa me la paga cara! «I dettagli della mia vita sentimentale non ti rigurdano!»
«Mi riguardano eccome! Sai com'è, se questo tuo vizietto continua dovrò prendere le dovute precauzioni con te... Non vorrei mi immischiassi qualche malattia venerea. O la mononucleosi!»
In questo momento vorrei solo sprofondare. Se gli sguardi potessero uccidere, a quest'ora io e Logan saremmo già morti: gli occhi di Edward, che si sono colorati di un verde scuro e intenso, passano dalla mia figura a quello dello stronzo con un'aria sprezzante che non appartiene proprio al mio migliore amico.
«Voi due andate a letto insieme» deduce lui, con tonalità neutra, a dispetto del suo sguardo che è tutto un programma; sta cercando di mantenere la calma.
«NO!» ribatto io a bruciapelo.
«Non ancora.» mi corregge Logan. «La signorina vuole fare le cose da perfetta politica e aspetta il risultato delle elezioni. Ha imparato molto da Bill Clinton.4»
«IO TI AMMAZZO!» sbotto furente, scaraventandomi contro Logan, ma Edward mi blocca per il braccio appena in tempo.
«Perché te la prendi tanto con lui? Non è forse la verità?»
Il tono accusatore del mio migliore amico è più tagliente di una lama. E fa anche molto male. «Edward, mi dispiace, io...»
«Si può sapere che cos'è questo baccano? Non ho chiesto una singola per sentire delle urla da fuori! State disturbando il mio sonnellino di bellezza!» esclama Charlie, aprendo la porta di scatto.
Osservo esterrefatta la sua figura, che nonostante la nottataccia e il fatto che si sia appena svegliato, continua ad essere splendida. Come cavolo ci riesce?
«Oh» sospira estasiato, osservando i due ragazzi davanti a lui. «Ciao Cherubino! Ciao Stallone! Che belle visioni mattutine!»
Logan emette un verso schifato e Edward trattiene a stento una risata.
«Scusaci tanto, Charlie» è il mio – credo – migliore amico a parlare. Sempre il solito diplomatico della situazione... Tranne che con me. «Non volevamo disturbarti! Stavo giusto per andarmene, tanto qui ho finito.»
«Nessun disturbo, caro.» ammicca lui «Resta pure quanto vuoi. Anzi, se ti interessano i menàge a trois, sappi che sei il benvenuto. Savannah è una bomba!»
«Savannah?» gli fa eco Logan, incredulo. «Ma tu sei gay!»
«Bisex, stellina. Bisex! Mi piace il biscotto così come la patata. Due gusti is meglio che one, non so se mi spiego!» spiega Charlie, apprensivo.
In questo momento lo stupore è tale che credo che le nostre mascelle siano collassate. Davvero esistono donne che andrebbero a letto con Charlie? E' più gay della brillantina di George Michael! «Che orrore.»
«Dimmi come mi vuoi, ed io ti accontento!»
L'espressione di Logan è talmente schifata che non posso fare a meno di scoppiare a ridere di gusto. Dovreste vederlo! «Troppe emozioni in una sola mattinata. Credo sia meglio che io vada.»
Edward fa per andarsene, ma lo trattengo per il braccio. «Possiamo parlare?»
«Di cosa? Di come mi hai tenuto nascosto tutto quanto? O del fatto che ogni volta che ti dico di buttare alle ortiche questa maschera della perfettina mi aggredisci, perché “significherebbe tornare alle cattive abitudini” e in ogni caso non c'è nessuna maschera! Tu sei così! Sai, dopo oggi direi che la Danielle francese non è poi così lontana da te.»
Le sue parole hanno l'impatto di un ceffone e per poco gli occhi non mi si riempono di lacrime. Perché è proprio lui a dirmi queste cose? Strattona il suo braccio per liberarsi dalla mia presa e se ne va.
Non mi sentivo così umiliata da troppo tempo.
«Danielle francese? Mi sono perso qualcosa?»
Lancio verso Logan l'ennesimo sguardo truce. «Sai già abbastanza! E' tutta colpa tua e della tua boccaccia!»
«Non è colpa mia se il tuo amico è geloso marcio di te che fai la farfalla in giro!»
Quando è troppo, è troppo. Senza neanche rendermene conto davvero, la mia mano parte in automatico in direzione del viso di Logan, stampandogli un ceffone che credo dimenticherà difficilmente.
«Io ti odio.» sibilo a denti stretti, prima di voltare le spalle a tutti e andarmene.


***


E' incredibile quanto la mia vita sia costellata da idioti che non hanno la minima idea di cosa sia il tempismo. Poco dopo essere rientrata in camera, l'inserviente ha bussato alla mia porta dicendomi che sarei dovuta recarmi all'ufficio del preside Finch con estrema urgenza, per via di un compito molto importante da assegnarmi.
Non ho avuto neanche il tempo di rendermi un tantino più presentabile, e morirò sicuramente di vergogna nel presentarmi al cospetto del preside senza un filo di trucco, capelli acconciati con uno chignon, maglione extra-large, leggings e UGG boots.
Non sono una che tiene particolarmente alla moda, ma ci tengo ad avere un aspetto quantomeno decoroso; senza contare che sono sconvolta per quello che è successo neanche un'ora fa e sono reduce da una nottataccia terribile! Se fino a ieri sera ero carina ed elegante come Audrey Hepburn, adesso somiglio più a Courtney Love.5
Nell'ufficio antistante a quello di Finch non c'è neanche Gladys ad attendermi, strano: lei ha sempre il culo incollato sulla sua sedia.
«Miss Peyton!» esclama il preside, cogliendomi di sorpresa. «Per fortuna è arrivata!»
E mi fa cenno di entrare nel suo ufficio.
«Di solito non lascio che i miei alunni svolgano compiti così onerosi, ma in questo caso è una vera e propria urgenza.» spiega il nanetto, assumendo un'aria grave. Come no, affida sempre a me il lavoro sporco! «Dopo che il professor Milton ci ha lasciato, per via delle insistenti molestie che subiva da parte di un alunno dell'altra sponda, la cui identità rimane un mistero...»
Come se non lo sapessero tutti che Charlie ci provava apertamente col professore e che Finch abbia lasciato correre tutto quanto per via della generosa donazione fatta alla scuola da parte del signor Brown. Come credete che quella checca isterica abbia ottenuto una camera singola?
«Il consiglio scolastico ha "liberamente" costretto me e il corpo insegnanti a partecipare a un seminario sull'etica del rapporto “alunno-insegnante”, quindi dovremmo allontanarci per l'intero pomeriggio.»
«Vuole che io faccia da supervisore alla scuola?»
Lo Hobbit scuote il capo pelato in modo negativo. «Abbiamo trovato un supplente e credo che sarà qui a momenti, Gladys è andato a prenderlo nel suo albergo. Mr. Bloom si è trasferito qui appositamente da New York e alloggerà nei nostri appartamenti in attesa di una sistemazione più consona. E' successo tutto così all'improvviso!»
Osservo Finch, un po' spaesata. «Non come tutto questo possa avere a che fare con me, signore.»
«Arrivo al punto. Visto che Carlos Brown si è dimostrato così entusiasta di averla come cicerona, volevo che facesse lo stesso con il professor Bloom. Mostrargli gli edifici della scuola e chiarirgli i dubbi! Ovviamente non sarà da sola, stavolta ho pensato bene di convocare un altro alunno.»
Almeno non condividerò l'infausto compito di mostrare la scuola a un vecchiaccio tutta da sola. «Che sarebbe?»
«Edward Mc Cartney. Ho notato che voi siete legatissimi, quindi non credo gli dispiacerà! E poi può essere un ottimo modo per instaurare un rapporto con il vostro insegnante senza che predomini classico timore reverenziale.»
Zeus, se ci sei, fulminami! Come posso affrontare lo sguardo accusatorio di Edward e fingere con l'insegnante che sia tutto a posto? Stupido Finch, lo odio!
Potrebbe andare peggio di così?
«Preside Finch, Mr. Bloom è arrivato!» la voce gracchiante di Gladys si diffonde tramite l'altoparlante. «E anche il signorino Mc Cartney!»
«Oh, che tempismo perfetto!» esclama il nano, dirigendosi verso la porta per aprirla.
E nel momento in cui i due entrano dalla porta, il mio peggiore incubo diventa realtà.
Pensavo che il dover stare a stretto contatto con Edward per tutto il pomeriggio senza far trapelare nulla al professore fosse la cosa peggiore che mi sarebbe potuta capitare oggi, eppure mi sbagliavo: il dover stare a stretto contatto con Edward per tutto il pomeriggio senza far trapelare nulla al supplente, che non è altro il tizio con cui ho pomiciato ieri notte per vendetta, è decisamente peggio.


***

1, 2Tra La La è una canzone decisamente orribile - una di quelle che una volta ascoltate ti rimane in testa senza minima possibilità di uscita - di Gunther, appunto. Vi "consiglio" di cercarla su YouTube se ancora non la conoscete... Non ve ne pentirete ahahah! Ah, Gunther è anche il tassista pazzo del video "By the way" dei Red Hot Chili Peppers!
3: Danielle nel suo delirio di ubriachezza stava citando un verso della canzone.
4: Si riferisce alla relazione che l'ex presidente Bill Clinton ebbe con la sua stagista Monica Lewinsky, che fece scoppiare uno scandalo negli USA intorno al 1998.
5: Courtney Love è la vedova di Kurt Cobain, famosa anche per il suo aspetto orrendo, specie alla fine di un party (in realtà anche all'inizio). Capita spesso e volentieri che venga presa in giro per questo.
6: Ennesimo titolo di un capitolo che porta il titolo di una canzone, ovvero Last Friday Night di Katy Perry! Se leggete la traduzione, capirete che è molto attinente al testo del capitolo :P




Writer's corner
.
Il fatto di aver aggiornato - di nuovo - sorprende anche me, ma è un periodo in cui mi sento particolarmente creativa, tant'è che ho scritto addirittura ben 2 capitoli ed ho ancora qualche ideuzza che mi frulla per la testa, ma sarò costretta a rimandare: a partire da questo fine settimana trovare un minimo di tempo libero sarà un'impresa impossibile, avrò talmente tanti di quegli impegni e dovrò studiare talmente tanto - esame imminente - che credo non riuscirò più ad aggiornare per minimo 10 giorni. E voglio essere ottimista :(
Ho trovato uno sprazzo di tempo libero adesso e quindi beccatevi l'aggiornamento! :D
Jake non è nient'altro che il professor Bloom della versione precedente di LLD, con cui tra l'altro Danielle aveva avuto una relazione! Ve l'avevo detto io che c'era un segnale dal quale si poteva intuire uno spoiler - Danielle lo chiama pure per nome nel capitolo IV della vecchia, se non sbaglio -... Ero quasi sicura che non l'avreste intuito e mi sa che c'ho preso.
Questo capitolo è praticamente di transizione, per introdurre ciò che accadrà nella vita di quella sfiga... Ehm, di Danielle :P che poverina, dovrà affrontarne parecchie! A voi l'ardua sentenza u.u
A lot of love, la vostra pluri impegnata, esaurita e assonnatissima
Sara.

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Capitolo 6
*** La linea sottile ***


Les liaisons dangereuses

CAPITOLO VI: La linea sottile.






Ci sono cose che vanno dette, non importa quanto possano suonare stupide.

Per certe cose non si può aspettare il momento giusto. Potrebbe non essercene un altro. 
Mary E. Pearson 
  


Dire che c'è imbarazzo nell'aria fin dal primo secondo in cui i miei occhi hanno incrociato quelli marroni di Jake nella stanza del preside, sarebbe un eufemismo. Per fortuna Finch non si è accorto di nulla, troppo preso dalla fretta di andare a quel convegno; con lui l'abbiamo scampata ma con Edward credo che la cosa sarà più difficile. Ha capito che c'è qualcosa che non va, la tensione si può tagliare con il coltello e per lui, io sono un libro aperto.
Inoltre ho un gran bisogno di parlare con Jake da sola per chiarire quanto è successo ieri notte e come dovremo comportarci: se si viene a sapere che ho baciato il supplente di lettere, sia io che lui siamo completamente fritti. Devo trovare un modo per far allontanare Edward prima che sia troppo tardi! E' l'unica occasione che abbiamo per stare insieme tranquilli senza destare sospetti.
«Edward, ti vedo annoiato! Se vuoi, puoi andare! Tanto il giro della scuola è quasi finito, non credo il signor Bloom abbia bisogno di entrambi.»
Il mio migliore amico – ammesso che lo sia ancora e non mi odi a morte – mi lancia uno sguardo truce. «Ti ringrazio per l'interessamento ma no, porterò il mio compito a termine proprio come mi è stato richiesto.»
Quando fa così è davvero odioso! Se la mette così, a mali estremi, estremi rimedi.
Afferro il mio cellulare e compongo qualcosa sulla tastiera.

Me:
Devi aiutarmi.

Una manciata di secondi dopo, ecco che risponde. Il fatto che Charlie viva in simbiosi con il suo cellulare, una volta tanto può tornare ultile.

Charlotte:
Dimmi tutto Tesssoro! Problemi in vista con i due fustacchioni con cui vai girando per la scuola?

Non voglio neanche sapere come fa a saperlo di già.

Me:
Ma come fai? Comunque sì. Sono nei guai. Devi fare in modo che Edward se ne vada!

Charlotte:
Che porca! Non ti è bastato già ieri sera con Jake? Comunque ricevuto.


«Danielle» mi rimbecca Edward, infastidito «Che ne dici di mettere da parte il cellulare?»
«Ho finito.» sibilo in risposta. Per fortuna che ci sarà Charlie a dargli una lezione!
In men che non si dica, ecco Charlie all'orizzonte, più bello e chiccoso che mai, seguito da una nuvoletta di profumo per uomo. «Salve professor Bloom! Io sono Carlos Esteban Diego Antonio Miguel Julio Patrick Brown, ma lei può chiamarmi Charlie. O come le pare! Sa, da uno come lei mi farei chiamare in qualsiasi modo!»
Jake osserva Charlie smarrito, tendendogli la mano. «Credo che mi limiterò a chiamarti Charlie, ma grazie.»
La checca si lascia andare a una risatina frivola. «Mi scusi, il fascino del proibito! Ogni volta che vedo un prof avvenente, sento un qualcosa dentro, un impulso irresistibile che mi dice “Provaci, Charlie”!»
Jake assume un'espressione sempre più inorridita. Almeno non è scappato con le mani ai capelli come fece il signor Milton qualche giorno fa, sono passi avanti. «Charlie, che ci fai qui?»
Ma il mio amico è talmente preso dai suoi deliri che glissa la mia domanda, sommergendoci con un fiume in piena di parole. Ho come l'impressione di aver fatto un buco nell'acqua... Non che ci sia qualcosa di strano, ultimamente tutto ciò che faccio si trasforma in qualcosa di terribile e ingestibile! Sono la Re Mida dei disastri. «Prof, lei che insegna letteratura ne sa sicuramente qualcosa riguardo ciò che sto per chiederle.»
Sento che sta per spararne una grossa.
«Charlie...» lo rimbecco io, ma senza risultato.
«Ehm, sì. Certo.»
«Bene! Cos'è che fa rima con “razzo”?»
Oh mio Dio.
«Ora capisco perché il signor Milton è scappato a gambe levate! Charlie, c'è altro all'infuori del sesso.» lo redarguisce Jake, divertito. Almeno sta allo scherzo, va acquistando punti! Non che la cosa mi riguardi.
«Sesso orale? Preliminari? Massaggi erotici? Sesso anale? Quello fa parecchio male.»
E' un istituto popolato prevalentemente da ninfomani e satiriaci! E quella di chiamare Charlie è stata una pessima idea, sono più nei casini di prima. «Charlie, che diavolo ci fai qui me lo spieghi?» sbotto furiosa.
Perlomeno ho ottenuto la sua attenzione.
«Ah già.» mormora lui, laconico. «Edward, devi aiutarmi!»
«Io?»
La checca assume un'espressione sempre più mesta e teatrale «Proprio tu! Sei la fonte dei miei guai!»
«E perché mai?»
«Ti ricordi quel ragazzo che mi hai presentato? Quel poeta maledetto, il Baudelaire dei poveri? Quello molto caliente?»
Come se Baudelaire fosse ricco. «Ti riferisci a Jonah?»
«Ah, si chiama così?» Charlie e la credibilità sono due rette parallele che non si incontreranno mai. «Beh, proprio lui. Johnny! Sai, stamattina mi ha lasciato!»
E detto ciò, scoppia in un drammatico pianto senza nemmeno le lacrime.
«Ma che ti importa? Non ricordavi neanche il nome!» ribatte Edward.
«Cacchio. Beh, allora devi aiutarmi in letteratura! Lunedì abbiamo compito e non so assolutamente niente. Avrei chiesto a Jimmy, ma sai com'è, lui mi ha lasciato!»
«C'è Danielle!»
«Giammai! Non potrei studiare al cospetto di tanta crespaggine di capelli. Penserei alle soluzioni per renderli più morbidi.»
Ancora con la storia dei capelli crespi! Non è vero che sono così brutti! In tutto questo, Jake è passato dal totalmente scandalizzato all'assoluto divertimento, sta ridendo di gusto da circa 5 minuti buoni; può darsi che sia una risata isterica.
«Edward non vorrai mica abbandonare un amico in difficoltà!» commento io con sottile ironia e per poco rischio di essere fulminata con lo sguardo da lui, ma ben gli sta.
«Puoi andare. Ci penserà Danielle a farmi finire il giro, non c'è problema. E grazie mille per la tua disponibilità!»
Senza neanche dargli il tempo di ribattere, Charlie afferra Edward per il braccio e lo trascina via con sé, urlando a Jake che “non vede l'ora di rivederlo a lezione”.
Sempre il solito Charlie Brown.
Finalmente io e Jake siamo rimasti soli. «Prof, vuole vedere la stanza più isolata dell'istituto?»
«Mi stai facendo una proposta indecente?» ammicca lui sottovoce, per evitare di essere sentito.
Okay, il discorso potrebbe prendere una brutta piega. «Ehm. Vorrei prima parlarti.»
«E sia»
Senza dare troppo nell'occhio, conduco Jake negli archivi della scuola, l'unica stanza protetta da un codice – neanche fossimo nel caveau di una banca – di cui io, per caso assolutamente fortuito, sono a conoscenza. Ci sono dati molto riservati e nessuno può metterci piede se non le persone autorizzate, tra cui io. Cosa fa fare l'essere la cocca del corpo docenti!
Durante il tragitto ho avuto modo di osservare meglio Jake – e soprattutto da sobria e alla luce del sole – e mi sono resa conto che è veramente un bel ragazzo: si vede fin da subito che è molto carismatico e attraente, inoltre ha un sorriso meraviglioso, gli occhi dall'espressione molto intensa, la barbetta incolta e i lineamenti molto decisi. Trasuda mascolinità da ogni dove.
Non ha per niente l'aria acerba di un ragazzino, lui è proprio... Uomo.
E devo dire che la cosa mi stuzzica parecchio.
«Ti avevo detto che speravo di rivederti presto, ma non pensavo tanto presto.» esordisce lui, non appena dentro «E sicuramente non nelle vesti di un'alunna. E' proprio un bell'impiccio»
«Un impiccio bello e buono. Che si fa?»
«Danielle, c'è qualcosa di speciale in te» esordisce lui e sembra un tantino titubante. Stiamo forse per arrivare alla parte del maledettissmo “ma”? «Ieri ti ho notata subito mentre eravamo al Qube e volevo davvero rivederti, specie dopo aver conversato. Sai essere brillante persino da brilla»
Arrossisco per il mezzo complimento e mi lascio sfuggire un sorrisino. «Dov'è il ma
«Il “ma” è che entrambi rischiamo veramente moltissimo. Io il mio posto di lavoro, tu la tua futura ammissione alla Brown e un'espulsione!»
La verità mi piomba addosso con un sapore molto amaro.
Jake è un ragazzo più grande, interessante, brillante, intelligente, attraente e sinceramente interessato a conoscermi meglio: ho sempre sperato di incontrare un ragazzo così – e meno che mai avrei pensato che ciò sarebbe accaduto in una discoteca - e ora che me lo ritrovo a portata di mano, non posso neanche pensare di instaurare qualcosa che vada al di là del semplice scambio di idee perché lui è un mio insegnante.
Eppure lui ha ragione, con questa storia rischiamo davvero grosso: non ho intenzione di rinunciare al mio brillante futuro per uno sconosciuto, per quanto questo possa essere il potenziale uomo dei miei sogni. «Sì, hai ragione.»
«Amici?» propone lui, tendendomi la mano.
Gli stringo la mano con decisione ed esclamo sorridendo «Amici.»
Allora perché nessuno dei due si ostina a mollare la mano dell'altro? Ma non ho neanche il tempo di formulare una risposta sensata, che Jake mi attira verso sé e annulla completamente la distanza tra di noi baciandomi.
Alla faccia dell'amicizia.


Dopo essere uscita da quell'archivio, mi sento insolitamente leggera.
Oltre ad esserci baciati per un lasso di tempo davvero notevole, io e Jake abbiamo colto l'occasione per conversare un po' ed ho scoperto tantissime cose sul suo conto: ha 25 anni, si è laureato in lettere moderne alla Columbia University e poi ha conseguito il master in giornalismo sempre nella stessa, attualmente sta cercando un lavoro in qualche testata – il mondo del giornalismo è molto crudele e competitivo – e visto che i soldi scarseggiano, per ora ha accettato di fare il docente di letteratura, materia che ama.
Inoltre ho scoperto che sua zia è nella commissione per le ammissioni alla Brown e se gli dimostro di essere una studentessa abbastanza meritevole – non che ce ne sia bisogno, il mio curriculum scolastico parla da solo – potrebbe scrivermi lui stesso una lettera di raccomandazione e parlare con sua zia, quindi la carica di presidentessa del consiglio studentesco non mi servirebbe a molto, ma non si sa mai.
In altre parole, potrei mandare a quel paese Logan e dirgli di infilarsi il suo piano da depravati lì dove non batte il Sole; anche perché non posso mandare avanti la buffonata che c'è tra me e lui, considerato che io e Jake abbiamo deciso di comune accordo di accollarci il “rischio” e provare a frequentarci di nascosto.
E stasera avremo il nostro primo appuntamento ufficiale, sono in brodo di giuggiole!
Lo so, è veramente rischioso, ma voglio almeno tentarci. Inoltre è il primo ragazzo interessato a me – e che mi interessa – a non essere un disasattato o un caso umano, il che è tutto dire. Non sarà il grande amore, ma sento che è la mia possibilità di conoscere e frequentare un ragazzo in una maniera che non contenga ricatti, ripicche, patti basati sul sesso e cose del genere: una relazione normale. Per quanto di normale possa esserci nel frequentare il proprio supplente!
Ovviamente il tutto dovrà avvenire in gran segreto, tranne che per Charlie: sono sicura che lui sappia già tutto.
Ed eccomi qua, di fronte alla stanza 7, nonché alloggio della mia nemesi: devo mettere fine a questa situazione e all'assurdo rapporto venutosi a creare tra noi due. Allora perché sono talmente paralizzata da non riuscire neanche a bussare?
Chiudo gli occhi, inspiro profondamente e dopo enspiro e ripeto il procedimento almeno un paio di volte: era ciò che mi faceva sempre fare la mia analista francese durante i momenti di ansia e di solito funzionava.
E allora perché il mio pugno si rifiuta di toccare quella porta?
Quand'è che sono diventata così codarda? Diamine!
Prendo il coraggio a due mani e busso contro il legno della porta di Logan: o la va, o la spacca! «Novice!» esclama sorpreso, non appena mi vede.
«Dobbiamo parlare.»
Senza nemmeno aspettare che me lo chiedesse, entro nella sua stanza e gli impongo di chiudere la porta; sto cominciando a pensare di essere bipolare, non capisco nemmeno da dove provenga tutta questa sicurezza, ma devo dire che mi piace.
«Entra pure!» mi apostrofa il biondo, chiudendo la porta.
«Io e te abbiamo chiuso. La situazione che si sta venendo a creare è insana e io non voglio vendermi per dei voti alle elezioni e...»
«Ho capito. Il professore deve scopare davvero bene.» commenta acido.
Improvvisamente divento paonazza in viso.
«Io... Ma...» tento di ribattere qualcosa, ma le parole non mi escono fuori: sento ribollire un mix di rabbia e sdegno.
«Me l'ha detto Colin» continua lui «Vi ha visti al Qube venerdì sera e ha riconosciuto il tizio quando Gladys l'ha accompagnato qui. Abbiamo chiesto chi fosse, visto che non era mai stato qui! So già tutto, Peyton.»
«Tra me e Jake non c'è assolutamente nulla! E' il nostro professore, sarebbe poco etico!»
Dire bugie non è proprio il mio forte e ho l'impressione che non se la sia bevuta.
«Chiamarlo Jake invece è etico? Chiamare per nome qualcuno che sta al di sopra di te nella scala gerarchica, denota parecchia confidenza. Certo, a meno che lui non stia sopra non solo nella gerarchia...»
«Tu vaneggi.» sibilo furente «E non ti azzardare a dire una cosa del genere in giro!»
«Evita di farmi irritare, allora. Ora vai fuori, ho da fare e tu mi sei d'impiccio.»
Senza farmelo ripetere due volte, mi dirigo verso la porta ed esco fuori dalla stanza con l'intento di non entrarci mai più. Stupido schifoso Shepherd.
L'unico lato positivo di questa situazione è che adesso non dovrò preoccuparmi più di lui e delle sue sparate... Come cavolo ho potuto pensare di essere presa da lui? E' un essere abominevole e spregevole; sta tentando di rovinarmi la vita per diletto, ma da oggi in poi non glielo permetterò più.
A questo punto però, direi di prendere due piccioni con una fava e chiarire anche con Edward: l'idea che lui ce l'abbia con me non mi piace affatto, tengo troppo a lui e farò di tutto per farmi perdonare!

Me:
Edward è con te?


Charlotte:
No, ha capito che c'era qualcosa sotto e mi ha liquidato. Ma dimmi, che ci facevi in camera di quello stallone? Non ti è bastato Jake? ;) Appena finisci col terzo uomo – non ti facevo così popolare, porcella! - passa da me, devi aggiornarmi su ciò che non so! E non aspettarti del sesso, quelle coi capelli crespi non mi piacciono.



Sempre il solito Charlie.
In occasioni del genere Edward preferisce starsene per i fatti suoi per calmarsi e rimuginare sugli accaduti e l'unico posto dell'Eaton in cui riesce a stare bene con sé stesso è il il gazebo di mattoni che c'è nel parco, a circa un centinaio di metri da qui.
E dopo aver camminato per una manciata di minuti, la mia ipotesi diventa certezza e scorgo la sua figura appollaiata sui gradini, ed è talmente intento ad osservare il cielo da non accorgersi nemmeno della mia presenza.
«Posso sedermi?» domando, interrompendo il silenzio.
Edward mi osserva con espressione dura, ma per fortuna non adirata e mi fa cenno di accomodarmi accanto a lui: i suoi occhi sono cupi, ma almeno il colore è ritornato tendente al nocciola. «Mi dispiace davvero tanto di averti nascosto quelle cose, Ed. E' solo che mi vergognavo veramente tanto, sapevo che non avresti capito... D'altronde cose del genere non sono comprensibili. Non volevo deluderti! Ma ti prego, smettila di avercela con me, la prospettiva che tu possa odiarmi non la reggo!» pigolo afflitta.
Sembro una bambina di 6 anni che è stata appena colta sul fatto.
«Magari riuscirti anche solo a detestarti, Dan.» commenta lui e percepisco un velo di amarezza nel suo tono di voce. «Ma non capisco perché tu ti sia abbassata a questo. Mi dispiace di averti aggredita in quel modo, non te lo meritavi!»
«In fin dei conti avevi ragione. Strepito tanto quando mi si dice di lasciarmi andare, perché non voglio ritornare ad essere quella che ero, eppure mi comporto ancora come una quattordicenne... Non riesco proprio a stare lontana dai casini.»
«Per tre anni e mezzo ci sei riuscita benissimo.» afferma lui, accennando un lieve sorriso e sulle sue guance fanno capolino le fossette. Quant'è meraviglioso quando ride?
Anzi no, lui è meraviglioso in generale.
«Comunque ho chiuso con Logan e tutte quelle schifezze, gliel'ho detto poco fa.»
«Davvero?» domanda quasi sollevato.
Annuisco leggermente col capo. «Non ho intenzione di continuare così.»
«E come mai quest'improvvisa decisione?»
Gli racconto di quello che è successo venerdì sera, della mia scoperta di oggi riguardo Jake – lui aveva già intuito qualcosa, visto il mio atteggiamento abbastanza eloquente – e di quello che è successo nell'archivio della scuola: man mano che procedo col mio racconto, l'espressione di Edward comincia a incupirsi di nuovo, così come i suoi occhi si colorano di verde scuro.
«Sei impazzita, per caso?» sbotta alla fine del racconto «E' il tuo docente!»
«Supplente a tempo indeterminato!» lo correggo, nella speranza di spezzare una lancia a mio favore. Ma come potrei con questa situazione? «Ma ce la fai ad essere felice per me una volta tanto? Jake ha soli 25 anni, io sono maggiorenne e vaccinata! Okay, rischio di mandare a quel paese la mia vita ma è un rischio che intacca soltanto me! Perché ti costa tanto essere almeno contento?»
«E me lo chiedi pure? Come faccio a essere contento a saperti tra le braccia di un altro? Prima Logan e adesso Jake!»
Lo osservo smarrita, ma non ho il coraggio di interromperlo.
«Danielle, non ci vuole un genio per capire che ti amo!»
Se prima ero smarrita, adesso sono davvero scioccata: lui mi ama? «Ma com'è possibile? Io... Io sono un disastro.»
«Tu per me sei perfetta. Non c'è un solo lato di te che non ami, anche quelli peggiori! E non è soltanto perché sei la mia migliore amica, ma da quando ci siamo conosciuti ho capito che tu eri diversa, eri speciale, perché quando sono con te riesco a percepire il mondo da tutt'altra prospettiva: anche l'impossibile sembra semplice, se è con te che lo affronto. Ed è così praticamente da sempre. Prima che ci conoscessimo era come se vedessi in bianco e nero, ma con te ho scoperto i colori: ed è per questo che ti amo. Tu colori il mio mondo, Danielle.»
Sono ancora talmente imbambolata e inebetita dalle sue parole che non riesco ad avere nessuna reazione: non ho mai sentito niente di più bello in vita mia. Per la prima volta mi sento speciale per qualcuno ed è una sensazione meravigliosa... Nessuno mi aveva fatta mai sentire così. «Edward, io...»
«So che per te non è così.» continua lui, senza neanche lasciarmi finire la frase. «Ma non mi arrendo, tantomeno mi lascio impaurire. Farò di tutto per averti, per te ne vale la pena».




Writer's corner.

Contrariamente alle mie previsioni sono riuscita ad aggiornare in un lasso di tempo più che decente! Questa settimana infernale per fortuna è giunta al termine... Ma tanto devo di nuovo mettermi a studiare, tra meno di un mese ho un altro esame che si rivelerà tutt'altro che una passeggiata. Stupida università, non vedo l'ora che arrivi il periodo tra metà gennaio/inizi di febbraio.
Passando a cose più graziose, tipo... Il capitolo! :D
Danielle vuole conoscere meglio il suo fascinoso Jake, scarica Logan e si sente dichiarare amore da Edward! Cose che non capitano tutti i giorni, insomma (non so voi... A me mai.)! E Charlie... Beh, Charlie è Charlie. Come reagirà Danielle? Che farà Logan (se pensate che sia finito tutto qui e che si accontenti di essere stato scaricato così, non avete capito niente ahahah)? E Edward (pulcino :3 se mi dicessero parole così belle, non ci penserei due volte a buttarmi tra le sue braccia -.-!)?
Insomma, diciamo che per Elle la tranquillità sarà un utopia (deliri di onnipotenza da autrice mode: on), ma in compenso noi ci divertiremo parecchio.
Dopo i miei deliri sclerotici, vado a buttarmi tra le braccia del libro di diritto pubblico, che è meglio e citando l'autorevolissima fonte Puffo Quattrocchi, vi saluto.
Un abbraccio,
Sara.

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Capitolo 7
*** Turning Tables ***


Les liaisons dangereuses

CAPITOLO VI: Turning Tables.



Una maschera ci dice più di una faccia.
- Oscar Wilde.

La odia.
Se ne va in giro per la scuola sbattendo a tutti la sua innaturale e insopportabile felicità, dispensando sorrisini e parole amorevoli, interloquendo gentilmente con chiunque le si presenti davanti, ma soprattutto ignorandolo. Da che mondo è mondo, Logan Henry Shepherd non viene ignorato mai da nessuno! A maggior ragione dalla stessa stronza che qualche settimana prima si è permessa di scaricarlo per scoparsi il supplente di lettere.
Danielle Peyton gliela pagherà, parola sua. Ma come?
«Ti brucia, eh?» il biondo accoglie il commento sarcastico – ma quanto mai veritiero – dell'amico con un'occhiataccia.
«Assolutamente no.» taglia corto, non ha voglia di parlare di lei; ma soprattutto non ne ha motivo.
Colin prende posto accanto a lui sul divano della sala comune e proprio come Logan, comincia ad osservare Danielle mentre si diletta a parlare con Sheila Pears, una ragazza talmente stupida da nuocere gravemente alla salute dei neuroni di chiunque si fermi a conversare con lei per più di 5 minuti: normalmente la Peyton l'avrebbe liquidata con qualche commento poco carino, eppure in quest'occasione sembra addirittura interessata a ciò che Sheila dice. L'amore deve giocare bruttissimi scherzi.
«Ma come diavolo fa?» sbotta Shepherd, esasperato «La sua stupidità è palese pure quando scopa! Non sono riuscita a reggerla per più di 5 minuti e quando era con me gemeva e basta... Lei ci sta addirittura conversando! Bloom deve averla drogata in qualche modo, ne sono certo. Che schifo!»
«Perché non ammetti di provare qualcosa per lei e la fai finita con queste lagne?»
Logan lo guarda come se avesse affermato l'eterosessualità di Boy George, per poi scoppiare a ridere di gusto. Lui che prova qualcosa per qualcuno? Lui che prova qualcosa per Danielle? Anche il solo pensiero gli appare ridicolo.
Non sa cosa voglia dire provare un sentimento vero per una ragazza, perché anche il solo fatto di impegnarsi seriamente con qualcuno, non l'ha mai sfiorato... O almeno, ricorda di averci pensato una volta e di averci riso sopra il secondo successivo.
Perché doversi legare a qualcuno, se non ne ha mai sentito davvero l'esigenza? L'idea di dover dipendere quasi del tutto da una persona non gli è mai piaciuta, perché lui ha sempre visto l'amore per quello che è davvero: un autentico schifo. Due persone si trovano per caso, si conoscono, si amano e maturano la convinzione che forse questa volta è quella buona, che il loro amore possa durare... Fino a quando uno dei due non si stanca e abbandona l'altro, scomparendo nel nulla. Cosa rimane alla fine del “noi” - e di tutto ciò che questo pronome apparentemente minuscolo e insignificante comporta - che c'era all'inizio? Assolutamente niente. Ci si riduce a due estranei, uniti da un passato che sembra quasi immaginario. Vale davvero la pena provare tutta quella sofferenza per qualcosa che poi sarà necessariamente destinato a svanire? Non è mai stato così tanto curioso di saperlo da poterci anche solo provare. Coi sentimenti veri non si scherza.
«Perché io non sono in grado di provare qualcosa, Cole.»
Il castano scuote leggermente la testa, contrariato. «Sai, c'è una cosa che ti è sfuggita in tutti questi anni di sesso occasionale con chiunque abbia tre orifizi e respiri.» il biondo non risponde, incitandolo a continuare con lo sguardo. «Hai un cuore anche tu, Logan! E sei umano!»
«Non significa nulla! Non ho mai sentito l'esigenza di legarmi a qualcuno, tantomeno a Danielle Peyton! Sono umano sì, ma mi piace scopare... E basta! L'amore è sopravvalutato, chimicamente equivale a una gran scorpacciata di cioccolata.»
«Smettila di fare discorsetti che vai trovando in riviste per donne ciniche ed emancipate e ascoltami. Solo perché in giro non ci sono storie d'amore degne di essere chiamate tali ed avresti mille ragioni per evitare come la peste questo sentimento, non significa che a te debba succedere la stessa cosa. Devi rischiare! Vuoi davvero stare a guardare questa partita dalla panchina, piuttosto che giocarla? Riflettici bene. Non è da te.»
Colin conclude il suo monologo soddisfatto di sé stesso, nella speranza di avergli fornito un po' di materiale su cui riflettere e aiutarlo: i veri amici fanno così. Conosce Logan fin da quando erano piccoli e nonostante molti dei suoi modi di fare lascino parecchio a desiderare, lo ritiene un vero amico. Le stronzate del "migliore" amico o appellativi del genere preferisce lasciarle alle ragazze.
Per la maggior parte delle persone sarà un bastardo e probabilmente hanno anche ragione, ma per lui c'è sempre stato: c'è stato per difenderlo quando dei bulletti all'asilo lo hanno gettato nel fango, e lì Logan si è fatto coraggio e li ha affrontati al posto suo; c'è stato al suo imbarazzantissimo bar-miztvah, alle cene di compleanno piene di parenti, è stato lui quello a cui ha chiesto consiglio per conquistare Aileen Thompson al campo estivo e sempre lui è stato il primo a sapere della loro prima volta, con lui si è fumato la prima canna, lui era lì a consolarlo quando Polpetta, il suo cane, è passato a miglior vita... Insomma, in quasi tutti i momenti della sua vita, belli o brutti che fossero, Logan è stato presente. Ci sono sempre stati l'uno per l'altro.
«Sì va bene. Adesso smettila di fare questi discorsetti da momento clou di commediole per adolescenti alla prima mestruazione, o il pisello mi si ammoscierà irrimediabilmente per ore e tra poco devo vedermi con una certa Jessica.»
Il castano ridacchia tra sé e sé: Logan sa sempre come rovinare un momento serio, ma è certo che il messaggio gli sia arrivato forte e chiaro. Non è mai rimasto in religioso silenzio ad ascoltarlo, prima d'ora.



Logan si sistema la divisa, incitando la ragazza accanto a sé di fare altrettanto e con urgenza, non vede l'ora di uscire da quello sgabuzzino e liberarsene: il discorso di Colin gli frulla in testa da ore e la cosa lo infastidisce parecchio; non si è nemmeno goduto la scopata e questo lo infastidisce ancora di più. Dopo aver constatato di essere sufficientemente presentabile con un'occhiata furtiva allo specchio che sta accatastato su un mucchio di roba, il ragazzo esce senza nemmeno curarsi di dir niente alla malcapitata di turno: un po' gli dispiace di averla trattata così, ma lei sapeva benissimo a cosa andava incontro stando con lui. Le passerà.
Immerso nei suoi pensieri, non si accorge nemmeno di essersi scontrato con qualcuno e Caso vuole che quel qualcuno sia proprio l'ultima persona che avrebbe voluto vedere in quell'istante: la causa implicita del suo fastidio. «Accidenti a te, Novice» bofonchia, massaggiandosi una spalla, dolorante per lo scontro «Scendi da quella cazzo di nuvoletta rosa ogni tanto e guarda dove metti i piedi.»
«Hai ragione Logan, ero distratta.» concorda la bionda, placida.
«Ho ragione?» gli fa eco, incredulo «Tutto qui?»
«Sì» insiste lei con un'innaturale calma, neanche si fosse imbottita di valium «Ho deciso che non m'importa. Tutto ciò che dici o fai mi scivolerà addosso!»
Da quando ha cominciato a seguire i consigli del maestro zen di Charlie, Ekaku, nonché suo life-coach ma soprattutto da quando Jake è entrato nella sua vita, ha deciso di cambiare il suo modo di interagire con la gente per essere una persona migliore.
Ekaku dice sempre “Ascolti e dimentichi, vedi e ricordi, sai e fai”.
Peccato che Logan accolga ciò che ha appena detto come una provocazione.
C'era dentro anche lei fino a qualche settimana fa, non può essere svanito tutto nel nulla solo perché quel damerino indie è arrivato nella sua vita! Tra loro due c'è chimica e c'è ancora. Basta solo che quella slavata biondina se lo ricordi.
«Jessica!» esclama all'improvviso, vedendo uscire dallo sgabuzzino la ragazza che fino a qualche momento prima era con lui.
«Mi chiamo Jasmine.» lo rimbecca quella, collerica. «Che diavolo vuoi?»
«Farti le mie scuse» risponde semplicemente, sotto lo sguardo basito di ambedue le ragazze. Logan Shepherd che chiede scusa? «Mi dispiace davvero, non avrei dovuto comportarmi in questo modo così deplorevole.»
«Sì, non avresti dovuto!» concorda lei, ma il tono di voce sembra un po' incerto. Sarà un segno di cedimento?
«Fatti valere!» la incita Danielle.
«Peyton, ti dispiace tacere?» la riprende il ragazzo. «Dunque Jasmine, mi dispiace; non avrei dovuto calpestare la tua dignità di donna in questo modo increscioso, sei una ragazza fantastica e non te lo meritavi. Ma sai, la paura di legarmi a qualcuno mi porta a costruire un muro che si interpone tra me e l'altro sesso e spesso reagisco in questo modo! Ed è sbagliato.»
«Io non so che dire...»
Danielle lo osserva sempre più scioccata dallo sfoggio cotanta falsità: è palese che stia recitando, non gli darebbe neanche un dollaro bucato per la sua pessima interpretazione! Ma non è affar suo, quello che fa Logan lo la tocca minimamente.
«Ti invito ad uscire per rimediare al torto. Un appuntamento ufficiale. Dimmi di sì!»
Un invito ad uscire? Logan Shepherd che chiede un appuntamento?
«Sì!» fa Jasmine, sfoggiando un sorrisone a 32 denti.
«Perfetto. Ti chiamo più tardi per accordarci!»
E senza nemmeno dare il tempo di ribattere ad una delle due, gira i tacchi e se ne va.
Qualcosa, dall'espressione che la Peyton aveva stampata in volto, gli dice di aver fatto centro.


***


Chiudo la porta alle mie spalle con aria sognante e un sorriso a 32 denti stampato in volto. Kristin sorride di rimando, divertita – quasi intenerita - di fronte a quella scena e come sospettavo, non tarda a chiedermi come sia andato l’appuntamento con Jake: la sua curiosità non si smentisce mai, anche se l’espressione che ho sul viso lascia ben poco all’immaginazione.
E come potrebbe essere altrimenti? Lui è semplicemente perfetto.
Abbiamo cominciato a frequentarci da qualche settimana e sebbene sia ancora presto per fare affermazioni del genere, pian piano mi sta dimostrando che lui rappresenta tutto ciò che ho sempre cercato in un uomo – notare l’uso della parola “uomo” al posto di “ragazzo” – e mi sembra impossibile che tutto questo stia capitando proprio a me, Danielle Katherine Peyton! Se mi avessero raccontato una cosa simile qualche tempo fa, quando mi barcamenavo tra le varie situazioni assurde createsi tra me e Lo Stronzo, probabilmente avrei riso di gusto. E adesso? Beh, adesso c’è Jake.
Mi tratta con rispetto; è galante e premuroso nei miei riguardi, ma non in quella maniera eccessiva che risulterebbe poco credibile o ossessiva; ha un carisma eccezionale che mi porta ad essere rapita dai suoi discorsi e dai suoi modi di fare, inoltre è talmente brillante e sveglio che in sua compagnia posso affrontare discorsi dalle tematiche più disparate, senza cadere mai nel banale; ha uno un senso dell’umorismo assai inglese e molto simile al mio, che spesso e volentieri ci porta ad avere scambi di battute un po’ taglienti, ma mai offensive; in generale è una persona molto concreta e pragmatica, con la testa sulle spalle e molti bei valori e detto tra noi, è anche un amante eccezionale! Non ci siamo ancora spinti oltre qualche bacio abbastanza passionale, preferisco aspettare il cosiddetto “momento giusto”, ma se queste sono le premesse, sono sicura che mi aspettano nottate assai soddisfacenti! In più tra qualche settimana dovrebbe trasferirsi in un appartamento poco distante dalla scuola e ciò significa che finalmente avremo un po' di privacy.
Potrebbe andare meglio di così?
«Allora?» mi incalza Kristin, al colmo della curiosità.
«Allora è stato tutto perfetto!» sospiro sognante, sfilandomi distrattamente il cappotto e la borsa abbinata. Da quando esco con lui faccio pure attenzione al look! Jake è affascinante e accanto a lui vorrei non sfigurare.
«Come al solito.» rimarca la mia amica, ridacchiando. «Non ti annoi?»
«E perché dovrei?»
Tutto ciò che ottengo in risposta è una semplice alzata di spalle, dopo di che Kristin ritorna a leggere il nuovo numero di Cosmopolitan come se niente fosse; cosa vorrebbe dire con quel "non ti annoi?", perché dovrei annoiarmi? Insomma, Jake è perfetto! E' tutto quello che ho sempre desiderato. «Kristin?»
«Che c'è, Elle?» domanda, troppo distratta da un articolo sui colori che andranno di moda nella stagione primaverile/estiva.
Infastidita dal suo atteggiamento, le strappo la rivista dalle mani e la osservo con aria truce. «Rispondimi.» le intimo a denti stretti. «Perché dovrei annoiarmi con Jake?»
«Sembra un ragazzo fantastico da come lo descrivi. Davvero perfetto! Forse troppo perfetto... E non ti sembra un po' esagerato? Insomma, è parecchio distante dalla tipologia di ragazzo che ti piace ultimamente!»
«Se ti riferisci a Shepherd, beh sono contenta che sia distante milioni di anni luce! Insomma, lui è uno stronzo schifoso!»
«Questo l'hai sempre saputo, ma ciò non ti ha impedito di fartelo piacere.»
«E come se non bastasse adesso è pure un'ipocrita! Questo pomeriggio si è scusato con una ragazza per il suo atteggiamento da porco e l'ha invitata ad uscire con lui per farsi perdonare!» della serie "arrampichiamoci sugli specchi", sì.
«E allora? Magari è cambiato. Forse vuole diventare una persona migliore!»
«Logan Shepherd una persona migliore?» le faccio eco, ma sono così incredula che tutto questo suona più come un auto-convincimento. «Ma non dire eresie, Kris!»
«Beh Ellie, se tu ritieni di essere felice con Jake e che di Shepherd non ti importi nulla, amen. Non capisco il perché di tutta questa insistenza... Poco fa ho fatto delle considerazioni, ma se dici così, evidentemente mi sbagliavo. Fine della storia! Adesso fammi finire l'articolo, se nella prossima stagione andrà di moda il colore tangerine tango, sono fritta! Non mi piace sulle bionde!»
E senza darmi la possibilità di replicare alcunché, ritorna ad immergersi nella lettura del suo articolo; in fin dei conti ha ragione. Jake è perfetto e mi piace, Logan è uno schifoso difetto umano ambulante e ciò che fa non è affar mio.
Fine della storia, no?


***


Dopo che Danielle è uscita dalla stanza, Kristin si fionda sul suo cellulare per scrivere un'email a Charlie, divorata un po' dal senso di colpa.


Ehi Chaz. So che quando sei dall'estetista non vuoi essere disturbata, ma questo è un vero e proprio S.O.S! Il colore must della prossima stagione sarà il tangerine orange, insieme al solar power! Un vero dramma. Dannata, vorrei avere la tua carnagione! Devo assolutamente prenotare una seduta al solarium, prima che sia troppo tardi.
Ehm, ma non è questo il problema.
Ho parlato con Danielle dopo la discussione che ho avuto con Shepherd, ho insinuato il dubbio in lei e dalla sua reazione credo di esserci pure riuscita, ma mi sento così in colpa! Non avrei dovuto "collaborare" con quello stronzo, ma era il solo modo per poter parlare nuovamente con Colin dopo tutto quello che gli ho fatto. Inoltre sappiamo entrambi che Danielle non è veramente presa da Jake, no? Che lui non è quello giusto! Io le ho solo fatto notare la cosa, esattamente come Shepherd mi aveva detto. La sto solo portando dove lei vorrebbe essere, no? Le sto dando una "piccola spinta" verso la strada del suo cuore, o almeno così mi sembra che abbia detto quel coglione.
E allora perché mi sento così in colpa?



Fa per digitare il nome del destinatario, ma il touch-pad del cellulare va in tilt, facendole selezionare per sbaglio il nome di Edward: e come da copione, il tasto "annulla" in questo caso è completamente inutile.
La risposta del destinatario sbagliato non tarda ad arrivare.

Mittente: Edward
Tu hai fatto cosa? Vieni nella mia stanza, adesso!




Writer's corner.

Odiatemi pure, ne avete tutto il diritto :( . Sono sparita per circa 2 mesi e la cosa mi dispiace un sacco! Tra esami e vicissitudini varie, diciamo che il tempo e la voglia di scrivere sono letteralmente andate a puttane. Questo capitolo giaceva tra le bozze del mio computer da circa un mesetto e onestamente non sono neanche soddisfatta del risultato.
Ripeto, mi dispiace davvero tanto :( spero che una cosa del genere non succeda ancora!
Tornando a noi... In questo capitolo vi ho mostrato le cose da un punto di vista oggettivo, mostrandovi anche un lato del carattere di Logan che secondo me andava approfondito, qualcosa di leggermente più umano rispetto a ciò che siete abituate a leggere su di lui. Diciamo che questo è uno di quei capitoli di transizione che serviranno a portarvi nella fase successiva della storia, perché da adesso in poi il gioco si farà più pesantuccio.
Non vi anticipo altro, scoprirete tutto dalla prossimo capitolo, che spero sia pubblicato a breve! Ce la metterò tutta, considerato che sono più libera dallo stress degli esami.

Un abbraccio,
Sara.

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Capitolo 8
*** Madness ***


Les liaisons dangereuses




Capitolo VIII: Madness



Nell'amore non esistono regole. Possiamo provare a guidarci con un manuale, controllare il cuore, avere una strategia di comportamento ma tutto questo è una sciocchezza. 
Chi decide è il cuore, e ciò che lui decide è ciò che vale.
- P. Coelho.




Qualche giorno prima


Kristin.

Avete presente quando qualcosa vi prende alla sprovvista? Non so voi, ma sono una persona che sul momento è abbastanza istintiva, decido quello che lì per lì mi sembra più giusto per me, senza pensare troppo agli altri. Da circa un anno a questa parte ho deciso che la priorità assoluta nella mia vita avrei dovuta avercela io: possibile che questo coincida con la fine disastrosa della mia ultima relazione? Assolutamente sì.
Mi sono innamorata di Victor che avevo 16 anni. Vi chiederete cosa ne può capire una 16enne dell’amore e col senno di adesso vi rispondo: un bel niente. Non voglio essere discriminatoria, ma ho lasciato che una persona, un uomo, si appropriasse del mio cuore e lo riducesse a brandelli; siamo stati insieme per circa un anno, poi un bel giorno – quello del suo diploma, per la precisione – è venuto da me per dirmi che sì, eravamo stati tanto bene insieme, che gli avrei lasciato un caro ricordo nel cuore, che probabilmente non avrebbe più trovato una ragazza con cui sarebbe stato così bene, che razionalmente ero davvero perfetta per lui, MA – perché c’è sempre un maledetto “ma” in discorsi del genere – lui in estate sarebbe dovuto partire per l’Europa e al suo ritorno sarebbe andato al college nella East Cost, in un altro stato e addirittura con un altro fuso orario, non potevo davvero credere che la nostra storia sarebbe potuta durare; senza contare che sarebbe stato così impegnato che non avrebbe avuto il tempo per sentire la mia mancanza. D’altronde io ero più giovane di lui, quindi il mio grande amore sarebbe scemato, avrei trovato senza dubbio qualcun altro.
Victor senza dubbio aveva ragione, perché qualcun altro l’ho trovato eccome, anzi… Anche più di uno. Niente relazioni, niente sentimenti e complicazioni – e incredibile quanto queste due cose vadano di pari passo – ma solo e soltanto sesso. Avevo i miei amici, la scuola, il blog di moda a cui pensare e il mio sogno da inseguire; la mia vita era piena e soddisfacente. Perché avrei dovuto rischiare di mandare di nuovo tutto a puttane per un uomo, dopo che avevo ritrovato il mio equilibrio interiore con tanta fatica? Ero davvero convinta di tutto questo, fino a quando Colin non è entrato a far parte della mia vita. In realtà ci siamo conosciuti il primo giorno di scuola, ma non l’ho mai considerato come una persona con cui stringere un qualsiasi tipo di rapporto… Insomma, si parlava del migliore amico di Logan Shepherd! Quanto di buono ci può essere nel migliore amico di un essere il cui pisello è dotato di una volontà a parte? 
Eppure Colin mi ha salvato il culo quando quel nanetto di Finch voleva sospendermi per essere rientrata in dormitorio in condizioni pietose – mai più tanti apple-tini di seguito!- e vergognosamente fuori orario, anche se nessuno gliel’aveva chiesto.
Lui è sempre stato uno di quei tipi silenziosi, che non si fanno notare troppo, ma una volta conosciuti la loro presenza nella tua vita si sente eccome: non era viscido come gli altri ragazzi, non ci ha mai provato spudoratamente con me, non mi trattava come se fossi un altro nominativo da dover aggiungere alla sua lista di donne, lui semplicemente… C’era. Era lì, sempre pronto ad offrirmi il suo sostegno disinteressato. Più il tempo passava, più questa consapevolezza mi sembrava confortante. Okay, ho degli amici che per me sarebbero disposti ad amputarsi un braccio, sapevo e so tutt’ora di non essere sola, ma con Colin era tutto diverso; ogni volta che gli sono vicina sento una strana ma piacevolissima sensazione… Come se fossi al posto giusto al momento giustissimo, o ancora meglio… Mi sento a casa. Una cosa del genere non l’avevo mai provata con nessuno, neanche con Victor.
Ed è stato proprio grazie al pensiero di ciò che è successo con quel coglione che ho mandato tutto all’aria: stava accadendo di nuovo! E’ il mio ultimo anno di liceo, mancano 7 mesi al diploma, dopo di che partirò per le vacanze e comincerò la mia nuova vita a New York, mentre Colin farà il genietto del business da qualche parte qui in California. E noi? Quali sono i presupposti per far sopravvivere una storia? I miei genitori non vivono neanche qui, non dovrei nemmeno ritornare per le vacanze. In un altro stato, con un altro fuso orario. E’ una dannata storia destinata a ripetersi! E non posso rinunciare al mio futuro, al sogno nel cassetto che avevo da quand’ero bambina, per una storia che non mi dà nessuna garanzia. Ho soli 18 anni e una vita davanti, sono sicura che se sacrificassi tutto, me ne pentirei amaramente.
Senza rendermene conto, mi sono trasformata nella persona che più ho odiato, ho inflitto a qualcuno lo stesso tipo di dolore che tempo addietro avevo provato io. Sono rimasta fedele alla scelta che feci tempo fa, ovvero essere la mia priorità assoluta. 
E allora perché sto così male? Il solo pensiero di aver rinunciato a noi, alle nostre chiacchiere, a quella meravigliosa complicità, a quei momenti che erano solo nostri, alla sensazione di benessere che mi pervadeva ogni volta che lui era accanto a me mi fa venire un enorme groppo alla gola. Ed è successo nel peggiore dei modi, l’ho rifiutato nel momento in cui lui si è mostrato più vulnerabile, dicendo di amarmi. Lui mi ha detto “Ti amo” ed io ho risposto “Carino da parte tua. Ma dobbiamo lasciarci”. Da quel momento ha smesso di rivolgermi la parola, dapprima mi guardava come se la mia visione gli provocasse una sorta di repulsione mista ad odio, adesso ai suoi occhi sembro un’estranea… Che gli sta sulle palle. 
L’ho perso per sempre. Sono ritornata ai miei vecchi panni. E allora perché mi sento come se stessi indossando qualcosa di vecchio, che qualcuno ha buttato via? Mille interrogativi, neanche una fottuta risposta. Andiamo bene.
«Qualcosa ti turba?»
L’ultima delle persone che mi aspettavo mi rivolgessero la parola o si interessassero a me in un momento del genere si è materializzata proprio di fronte a me, chiedendomi pure se qualcosa mi turbasse. C’è qualcosa che puzza. 
«Che cazzo vuoi, Shepherd?»
«Molto imprudente da parte tua, rivolgerti in questo modo all’unica persona che potrebbe farti ottenere ciò che vuoi!»
Quest’affermazione ha un che di losco, tanto da farmi inarcare il mio sopracciglio, col rischio di procurarmi un’antiestetica ruga d’espressione. Ah, se solo mi vedesse Charlie! «E tu che ne sai di quello che voglio?»
«Ti prego, risparmiami queste manfrine» esclama sdegnato «Credi che io sia cieco? Guarda che ho capito benissimo che muori dalla voglia di parlare con Colin, peccato che lui non ti rivolga la parola da settimane.»
Soltanto il sentir pronunciare quel nome, mi provoca un tuffo al cuore. «Ah».
Il mio mormorio laconico è più eloquente di una qualsiasi frase.
«Ti manca», e non è una domanda. «Lo ami, non è così?»
Perché neanche quella mi sembra una domanda? Io lo amo? Io amo qualcuno? Dovrei ridere di fronte una cosa del genere, ridere in maniera talmente sguaiata da apparire ridicola, ridere fino a sentire i crampi allo stomaco per un’affermazione così assurda e così… Lontana da me? E allora perché sento le lacrime fare a pugni col condotto lacrimale nella speranza di uscire? «Io…»
Mai. Mostrarsi. Debole.
«Che ti importa?» sbotto sulla difensiva «Se sei qui, sicuramente non è per parlare della mia vita sentimentale! Non scopiamo, per cui non abbiamo motivo di parlare. Sparisci».
«Gli manchi da morire. Ma evidentemente non te ne frega niente», dice semplicemente, mentre fa per andarsene.
«Aspetta!» gli intimo, quasi contro la mia volontà, come se la bocca fosse del tutto sconnessa dal cervello. «Dici davvero?»
«Mai stato più serio e odio vederlo così. Sta impazzendo senza te, ti sbava dietro da 4 anni e finalmente, quando ti decidi a dargliela, sei così stronza da spezzargli anche il cuore?» faccio per rispondergli, ma non me ne da modo «Senti, non so cosa frulla sotto quella massa bionda e onestamente non mi interessa. Voglio che Colin sia felice, non ne posso più di ascoltare Nobody wants to be lonely come se non ci fosse un domani! Lo so che ti scoraggia con gli stessi sguardi assassini di una vecchia a cui hanno fregato il posto a sedere, ma posso fare in modo che voi due parliate e chiariate la situazione!»
Lui farebbe questo? Un atto di altruismo da parte di Logan? La cosa mi fa rabbrividire quanto il pensiero di Elton John con una giacca sobria.
«Che vuoi in cambio? Ogni cosa ha un suo prezzo, no?»
Il suo solito ghigno sarcastico è la conferma alle domande che gli ho posto. «Oh, la cosa è molto semplice. Voglio Danielle e tu mi aiuterai».

***

Danielle


«Odio il fatto di doverti trattare come un’estranea, non appena usciti da qui» mormora Jake al mio orecchio, avvolgendomi in un caldo abbraccio. «Non potremmo fuggire lontano?»
Al pensiero di quell’idea, le mie labbra si increspano in un sorriso spontaneo «Sarebbe meraviglioso. Potremmo frequentarci senza che nessuno la veda come una cosa del tutto scandalosa!»
«Frequentarci?» mi fa eco, come se avessi detto una cosa assurda «Sarei così felice che prenderei a baciarti ad ogni angolo della strada, ti terrei per mano e… Cose così. Suona un po’ sdolcinato, lo so, ma tu mi rendi felice.»
Il solo sentire quella frase dovrebbe farmi scoppiare il cuore dalla gioia, Jake è tutto ciò che ho sempre desiderato in un uomo, ogni singola sillaba pronunciata da lui risulta perfetta! Ma allora perché non riesco a non pensare alla discussione che ho avuto con Kristin giusto qualche giorno fa?
«Già» mormoro pensierosa. «Sarebbe bello».
«Qualcosa non va?»
Ecco, è talmente attento da aver notato il mio cambiamento d’umore. «Oh no. E’ tutto perfetto».
Lui mi sorride dolcemente ed ha un sorriso così bello che mi mozza il fiato. No, non posso rovinare un momento così perfetto e meraviglioso per colpa dell’opinione della mia migliore amica, che si potrebbe benissimo paragonare ad una Holly Golightly* dei giorni nostri: insomma, Kris ha buttato all’aria quella che si sarebbe potuta rivelare una relazione importantissima, non è esattamente una guru in fatto di situazioni sentimentali. Ma sì, sono solo una sciocca che tiene fin troppo al parere dei suoi amici, ecco tutto.
«Si è fatto tardi» fa Jake, con una nota di disappunto. «Torniamo in camera, o potrebbero insospettirsi!»
Un ultimo, tenerissimo bacio veloce e mi affretto ad uscire dallo sgabuzzino – un luogo ameno, senza dubbio – verificando che non ci sia nessuno nei paraggi e per fortuna trovo un riscontro positivo. Mentre cammino per i corridoi ormai deserti, sento una risata cristallina e quasi soffocata provenire da non molto lontano e dei rumori di passi che via via si vanno facendo sempre più distinti… Cavolo, se beccano me e Jake a quest’ora in corridoio, si insospettiranno davvero.
«Peyton», tuona una voce alle mie spalle. Una voce che, ahimè, conosco anche fin troppo bene. «Le secchione come te a quest’ora non dovrebbero dormire?»
Ed eccoli lì, i microcefali dell’anno: Shepherd e la gallina a cui ha chiesto di uscire, avvinghiati come polipi e con un’aria snervantemente soddisfatta stampata sul viso.
Non ti curar di loro ma guarda e passa, non ti curar di loro ma guarda e passa, non ti curar di loro ma guarda e passa, non ti curar di lor… Oh, al diavolo il maestro zen di Charlie e i suoi consigli danteschi! «Non c’è nessuna regola che mi impone di andare a dormire ad un determinato orario, ma ce n’è una che intima di tornare in dormitorio per le 21 nei giorni lavorativi. Avete idea di che ore sono?» tuono, più infastidita del lecito.
«Per te, è sicuramente l’ora di farti una scopata. Ti trovo nervosetta, sai?»
Perché cavolo non riesco a contenere la rabbia? Dio, vorrei frustarli entrambi con il frustino in pelle paillettato di Charlie! Dov’è quella checca, quando serve? «L’andamento della mia vita sessuale non è di sicuro affar tuo, né di nessun altro in questa scuola. Al contrario di qualcuno, non vado sbandierando ai quattro venti di aver copulato! Sta attenta Jasmine, domani potresti ritrovarti nella lista di Shepherd!»
«Veramente io e Loggie stasera non abbiamo copulato.» 
Loggie? Loggie?! Lo chiama con un nome così ridicolo e lui non l’ha ancora scaricata? E poi che vuol dire che non hanno copulato? Vorrebbe forse insinuare che lei e Shepherd non hanno… «Ah.»
«Sai» esordisce Lo Stronzo, richiamandomi dal mio stato catatonico. Ancora stento a crederci. «Ci tengo a fare le cose con calma, con Jay. Ci tengo davvero».
«Ma se avevi detto che…» prova a protestare quella sottospecie di oca con le crisi d’identità, ma Logan la zittisce poggiando l’indice sulle sue labbra.
«Tesoro, tesoro… Cosa abbiamo detto? Sei più carina quando non parli.»
E per completare il quadro, le stampa un bacio sulle labbra.
E’ una cosa veramente disgustosa. «Vorrei tanto rimanere ad assistere allo svolgimento della love story del secolo, ma devo andare a letto. Siate felici.»


Rientrata in camera, l’unica cosa che voglio è sprofondare sul mio letto in un sonno ristoratore, peccato che ci sia in corso un pigiama party e a giudicare dalle facce dei miei amici, sembra proprio che io stia interrompendo qualcosa. 
«Oh mio Dio, un uomo!» strilla Charlie, impaurito. «Ah no, sei solo tu Danielle. Potevi anche pettinarti quei capelli prima di tornare in camera. Dove sei stata? Dario Argento ti sta cercando!»
«Suvvia, smettila di essere così... Così Charlotte! Sei così gay che hai abbandonato la retta via per abbracciare la via del retto!» 
Charlie scoppia a ridere di gusto e mi viene incontro per abbracciarmi, trascinando con sé una nuvola di profumo Chance di Chanel – ovviamente per donna – a dir poco tossica. Se cercate un responsabile per il buco nell’ozono, ne ho proprio uno proprio a pochi centimetri da me.
«Di cosa stavate confabulando?» domando sottraendomi alla presa profumosamente mortale di Charlie.
«Niente di niente!» esclama Kristin in maniera troppo frettolosa.
Se stanno cercando di non farmi sospettare qualcosa, beh, non ci stanno riuscendo. Charlie lancia un’occhiataccia fulminea in direzione della mia migliore amica e poi ritorna a sorridermi «Kristin era indecisa se farsi fare o meno la chatouche!*»
«Ma se Kris va fierissima della tonalità di biondo miele/dorato che ha trovato con molta fatica dopo un sacco di colorazioni!» protesto, stupendomi io stessa della mia preparazione in materia.
«Ah già. Volevamo metterci lo smalto!»
«Lei l’ha messo questo pomeriggio.»
Qui gatta ci cova.
«Oh, guardate la foto tweettata* da Jasmine Lynch! Ci sono lei e Logan che si baciano!»
Senza nemmeno badare più a Charlie, mi avvicino alla mia migliore amica, che mi tende il suo smartphone con aria indagatrice: inutile dire che quella visione mi provoca repulsione. Che motivo c’è di esternare così i propri sentimenti? Hanno intenzione di fare un album fotografico dei loro bei momenti su Twitter? La privacy non sanno cosa sia? O il senso del pudore? 
«Ridicoli», mi limito a commentare, fiondandomi in bagno.
Charlie si presenta sulla soglia del bagno, porgendomi il mio cellulare.
«Tesoro, il telefono»
«La privacy è un optional?» sbotto collerica «Prima Shepherd che memorizza le sue slinguazzate su Twitter e adesso tu che ti fiondi in bagno con me? Non limonerò con te, se è questo che vuoi! Ci bastano già Logan e quell’oca circense che si porta appresso!»
«In realtà ti stanno cercando, credo sia Jake, dato che non smette di suonare. E tu smettila di strillare, ti verranno delle orrende rughe d’espressione. Va tutto bene?» chiede apprensivo.
Osservo la mia espressione allo specchio e non va affatto bene: sono paonazza, sul volto ho dipinta un’espressione stravolta e collerica e avrei voglia di picchiare qualcuno. «Io… Scusa Chaz, io ho bisogno di restare sola».
E senza troppe spiegazioni, sparisco oltre la porta prima di scoppiare a piangere.


Note:
Holly Golightly: La protagonista del film Colazione da Tiffany, di cui parlavo nel capitolo precedente. Sì, lo so, sto rasentando la malattia!
Chatouche: E’ una nuova tecnica di colorazione dei capelli che prevede che le punte siano più chiare della base, o una cosa del genere. Non sono molto informata in materia :P
Tweettato: Avanti, chi di voi non conosce Twitter?


Writer’s corner:
Caspita, non credevo che questo momento sarebbe mai arrivato. Lo so, l’ultima volta che ho pubblicato un capitolo risale praticamente all’ante-guerra e mi dispiace veramente tanto! Non so che mi succede, ma da molti mesi a questa parte scrivere qualcosa mi sembra una missione impossibile. Mi era già successo prima, pensavo che mi fosse passata, ma mi sbagliavo.
Scrivere questo capitolo è stato praticamente un parto, ogni tentativo mi sembrava orrendo e tutt’ora non sono molto convinta, ma è stata la prima volta che sono andata oltre la prima pagina dopo un sacco di tempo… E ho pensato che valesse la pena provare.
Mi dispiace moltissimo per il ritardo, davvero.
Spero che da adesso in poi le cose possano cambiare, adoro questa storia, i personaggi e voglio davvero portarla a termine. Capisco che questo atteggiamento a lungo andare possa stufare, quindi ringrazio voi, dalla prima all’ultima, che mi seguite e mi sostenete – anche silenziosamente!
Parlando del capitolo… Charlie è ritornato dal centro estetico ed è stato approfondito un lato del carattere di Kris che nella storia precedente era stato trattato in modo assai superficiale. Finalmente le intenzioni di Logan sono più chiare, anche se non esattamente limpide e Danielle è sull’orlo di una crisi – niente di diverso dal solito, insomma! – ed ha un grande bisogno di fare chiarezza!
Se ci riuscirà o meno, lo scopriremo solo vivendo (e nei prossimi capitoli, spero!).
Un enorme abbraccio a tutte voi,
Sara
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Capitolo 9
*** What goes around... Comes around ***


Les liaison dangereuses.




Capitolo IX:
What goes around... Comes around.





Il vantaggio delle emozioni è che ci traviano.
- Oscar Wilde.




Dopo essermi ripresa dal brutto crollo emotivo dell'altra volta, ho promesso a me stessa che non mi sarei più ridotta così per nessuna ragione al mondo - quantomeno per nessuna ragione che riguardi il mio rapporto col genere maschile - dal momento sto attraversando una fase abbastanza delicata della mia vita e non posso permettermi distrazioni di questo tipo. Lo so che ridurre la mia vita sentimentale ad una mera distrazione è quanto di più cinico possa esserci, ma nella mia vita ho obiettivi più importanti che non includono il fatto che debba perdere il senno - e il sonno, cosa che mi rende molto meno produttiva di quanto pensassi - dietro a dei ragazzi.
Fin da quando ho messo piede negli Stati Uniti ho promesso a me stessa e ai miei zii che avrei messo la testa a posto e che avrei fatto quanto in mio potere per garantirmi un futuro brillante e dignitoso: entrare alla Brown University è il mio obiettivo principale da 3 anni a questa parte e sono arrivata a tanto così dalla sua realizzazione.
I miei zii mi hanno accolta in casa loro come la figlia che non hanno mai avuto, sebbene i miei trascorsi lasciassero molto a desiderare e mi vedessero sì e no 1 volta l'anno; insieme ad Edward, sono state le uniche persone che hanno davvero creduto in me e nelle mie potenzialità anche nei momenti peggiori. Non posso, non devo ma soprattutto non voglio deluderli.
Perciò ho deciso di fare ordine nella mia vita e di risolvere i miei "drammi" passo per passo.
Innanzitutto ho deciso che ignorerò Logan e la sua stucchevole storia d'amore con Jasmine Lynch: se ha deciso di sollazzarsi con una liaison con quell'oca, tanto meglio per lui; io sto vivendo la mia storia con Jake e non potrebbe andare meglio di così, lui è la personificazione di tutto ciò che ho sempre desiderato in un uomo e ho la fortuna di intrattenere con lui una relazione solida e stabile, prospettiva che con Logan sarebbe totalmente irrealizzabile, in primis perché il massimo che potrei ottenere da lui sarebbe una "scopamicizia".
Jake mi offre stabilità, sicurezza, stimoli intellettuali e affetto incondizionato, perché dovrei rinunciarci? Per cosa, soprattutto? So che è il mio professore, ma tra qualche mese mi sarò diplomata e la nostra storia potrà uscire alla luce del sole, si tratterebbe di stringere i denti giusto per qualche mese e lui sembra ben disposto a correre il rischio: ultimamente stiamo facendo molti progetti riguardo il nostro futuro fuori da questo posto e il fatto che lui stia per prendere casa fuori dal campus sta concretizzando sempre di più questa prospettiva. Finalmente avremo un posto dove potremmo essere nient'altro che noi, al di là dei ruoli di professore e studentessa.
Forse stiamo correndo un po' troppo, ma lui dice di non aver mai provato niente di simile per nessun'altra donna ed io... Beh, è la mia prima relazione seria, anche per me è tutto nuovo!
L'ultimo scoglio da superare è quello di Edward: tutto questo marasma di eventi non ha fatto altro che farci allontanare e il fatto che si sia dichiarato apertamente a me ha reso tutto quanto più complicato, ma non posso e non voglio perderlo. Lui per me significa tutto, è il mio porto sicuro, il mio confidente, la mia persona e non riesco ad immaginare una vita dove lui non sia compreso.
Dopo tutto quello che è successo il nostro rapporto ovviamente non sarà più lo stesso di prima, ma voglio fare quello che posso per cercare di farlo incrinare il meno possibile.
Per cui, dopo un profondo sospiro e una buona dose di coraggio, busso con decisione alla porta della sua stanza e dopo pochi minuti eccolo lì, con i suoi capelli arruffati e una dolce espressione imbronciata stampata sul viso, tipica di quando è alle prese con qualcosa che gli fa saltare i nervi, tipo la relazione su Beckett e il Teatro dell'Assurdo che dobbiamo consegnare al professore di letteratura inglese tra qualche giorno.
«Ah, sei tu. Sicura di non aver sbagliato stanza?» commenta sarcastico, lanciandomi un'occhiata in tralice.
Questo genere di cose dovrebbero ferirmi, ma è un atteggiamento comprensibile, per cui incasso il colpo.
«Caspita, hai ragione. Pensavo che il comitato studentesco si riunisse qui».
Ennesima occhiataccia. Mh, forse non è il caso di scherzare. «Che vuoi, Danielle?»
Malgrado la sua ostilità, mi fa cenno di entrare e dopo avermi fatta accomodare si chiude la porta alle spalle.
«Il tuo perdono», rispondo di getto e prima che abbia il tempo di ribattere, continuo «Lo so, non lo merito. Tu ti sei dichiarato a me con quelle parole meravigliose e tutto ciò che ho saputo fare è stato allontanarti, perché ero troppo presa dalla piega incasinata che stava prendendo la mia vita. Sono un'amica inqualificabile e so che per te non sono una semplice amica, ma io davvero... Non posso darti quello che vuoi. Sei il mio migliore amico, sei la persona a cui tengo più di chiunque altro al mondo e non me ne vogliano Kristin, Charlie, Jake e Lawrence, ma tu... Io non riesco ad immaginare la mia vita senza di te! Per quanto mi sforzi, non ce la faccio. Non è una questione di dipendenza, non ti dico tutto questo perché ho bisogno di aggrapparmi a te... Non sono la damigella in difficoltà che ero allora, io ti voglio nella mia vita perché tu ne sei una parte essenziale. Sei quello che la rende bella, ma bella per davvero. Sei come le gocce di cioccolato sui biscotti! Okay, forse non è un paragone appropriato ma...»
Edward mi zittisce poggiandomi un dito sulle labbra, facendomi notare con piacere che la sua espressione adesso è più rilassata di quanto lo fosse in precedenza. «Danielle, tu lo sai che ti amo, non è così? E questi discorsi non fanno altro che confondermi e alimentare la mia speranza che tu possa ricambiare...»
«Ed, io non so davvero cosa provo per te! Non sei solo un amico, ma non voglio vederti come un fidanzato, sei troppo importante per me e non voglio rischiare di mandare tutto a quel paese con una relazione... Io sono un casino e sono così confusa, la gestirei troppo male!»
«Ma perché dovresti? Perché non possiamo stare insieme?» esclama esasperato. «Anche se siamo stati distanti, pensi che non ti abbia sentito parlare? I tuoi progetti col professorino, lui che va a vivere fuori da questo posto, la vostra relazione a distanza, lui che invia curricula a Providence... Pensi che io non sappia? Cos'ha lui che io non ho?!»
Più la sua collera aumenta, più sento le lacrime pungere. Vorrei dire così tante cose che non so nemmeno come tirarle fuori tutte insieme, Joyce sicuramente ci troverebbe molto materiale per un suo racconto, uno stream of consciousness coi fiocchi. Forse la mia promessa di non esasperarmi per degli uomini sta per essere rotta.
«PERCHE' NON CE LA FAREI!» sbotto, al culmine dell'esasperazione. «Senza di te, non ce la faccio! Se dovesse finire con Jake sicuramente me ne farei una ragione e la mia vita andrebbe avanti! Per me è molto più facile avere una relazione con lui, perché potrei sicuramente sopravvivere al dolore nel caso in cui andasse a finire male. Ma con te... Dio, no. Il solo pensiero di poterti perdere... Mi sentirei morire. Significhi troppo. Lo capisci questo? Non voglio che tu mi salvi o che tu risolva i miei guai, ma ho bisogno di sapere che tu ci sia nella mia vita, così come ho bisogno di sapere che io potrò esserci per te. Non sei un semplice amico, ma non voglio che passi al livello successivo. Faccio schifo con queste cose, incasino tutto e lo sai meglio di me. Ti prego, comprendimi, non voglio crollare un'altra volta».
Per qualche minuto restiamo in silenzio ma non mi sento affatto a disagio; so che sta ponderando la mia richiesta e so anche di aver chiesto più del lecito. Mi sento così egoista, ma non riesco a fare a meno di lui.
«Tempo addietro ti feci una promessa... E ogni promessa è un debito.»
E senza bisogno di aggiungere altro, mi avvolge in un lungo e tenero abbraccio e nella mia mente si fa strada la consapevolezza che sono proprio dove dovevo essere.


***


La pazienza ha un limite, specialmente quella di Logan Shepherd.
E' sempre stato abituato ad avere quello che voleva quando lo voleva, ma negli ultimi tempi la situazione con la Peyton sembra essere arrivata ad un empasse: lei ha raggiunto un suo equilibrio e nessuna delle sue macchinazioni è arrivata a smuoverla anche di un solo millimetro; dannazione, è arrivato ad impostare il suo status su Facebook in "Impegnato" - col nulla, dal momento che ha scaricato Jasmine Lynch dopo qualche giorno. Dio, quella ragazza era davvero una piattola -! Fino a dove deve spingersi un ragazzo per ottenere una reazione?
Più tenta di attirare la sua attenzione, più quella frigida stronzetta diventa impassibile.
Inoltre la collaborazione con quell'oca della sua amica si sta rivelando estremamente infruttuosa, è da più di mezz'ora che sono imboscati nel giardino adiacente alla biblioteca nella speranza di poter ottenere qualcosa di utile su cui lavorare, ma non è riuscito a cavare un ragno dal buco.
«Insomma, Conrad! Possibile che tu non abbia più alternative da offrirmi? Colin potrebbe cercarsi un'altra.»
La bionda gli lancia un'occhiataccia «Ho fatto quanto in mio potere, ma Danielle è talmente ferma nelle sue idee che potrebbe farsi bruciare viva come quella pazza lì... Joan of Arcadia!»
«Forse intendi Giovanna D'Arco»
L'aria sconcertata che assume Logan nel darle il suggerimento la fa ridacchiare. Forse dovrebbe studiare la storia in maniera più approfondita. «Quella lì, sì. In ogni caso non so davvero come aiutarti e onestamente non so nemmeno se ne valga la pena. Insomma, vorrei davvero aggiustare le cose con Colin ma non a spese della mia amica! Dovessi vedere com'è tranquilla... Non ce la faccio. Non me la sento di macchinare qualcosa che metta a repentaglio lei e la sua rel...» non appena si realizza quello che stava per dire, Kristin si blocca immediatamente, stampandosi un'inequivocabile espressione colpevole sul viso.
Logan alza di scatto la testa per fissarla con più interesse del dovuto. «Stavi per dire relazione? E con chi è che Peyton avrebbe una relazione? Con un supplente poco più che venticinquenne di nostra conoscenza?»
«Ma di che diavolo vai blaterando?» sbotta Kristin, sulla difensiva. «Intendevo la sua... Ehm... Religiosità. Danielle prega molto ultimamente.»
«Roba del tipo "Oh sì, così Jake, ti prego!"?»
«Danielle non ha una relazione con Ja... Col professor Bloom!»
Se c'è una cosa che Logan ha imparato dalla sua lunga e tortuosa esperienza con le donne è che quando strillano indispettite di fronte a un'insinuazione, c'è un buon 80% di possibilità che quella non sia solo un'insinuazione.
«Io direi di sì.» rincara il biondo
«In ogni caso non hai nessuna prova!» lo provoca Kristin, con aria di sfida. «Non ci sono foto o messaggi che lo dimostrano!»
«No» conviene il ragazzo, stampandosi un sorriso trionfante in viso. «Ma tu mi hai appena dato un ottimo suggerimento».
Logan se ne va senza darle il tempo di poter replicare ma soprattutto lasciandola da sola con la sua coscienza, la quale continua a suggerirle di essersi cacciata in un casino più grande di lei.
Cosa avrebbe dovuto fare? Deve assolutamente parlarne con qualcuno, ovvero con l'unica persona che pur essendo a conoscenza dei suoi misfatti non l'ha mai giudicata, neanche per un secondo. Quasi automaticamente, afferra il suo smartphone e compone un sms con scritto "SOS" indirizzato a Charlie.
Neanche a dirlo, una manciata di minuti dopo, ecco che il suo cavaliere senza macchia né paura si materializza all'orizzonte, portando con sé un'inconfondibile ondata di profumo Chance by Chanel.
«Beh tesoro, se devi affondare, almeno fallo in grande stile» conviene il ragazzo, dopo aver ascoltato tutta la storia.
Charlie sa sempre come aiutarla, anche nelle situazioni più assurde. Incredibile come siano riusciti ad entrare così tanto in sintonia dopo pochissimo tempo, una cosa del genere le è successa solo con Danielle tempo addietro.
«Spiegati meglio»
«Ormai il danno è fatto, quindi visto che hai aiutato quella mente criminale incompresa, almeno fatti dare la tua ricompensa!»
«Dici che dovrei pretendere di poter parlare con Colin?» domanda la bionda, poco convinta.
Charlie la osserva divertito. Certe volte Kristin sa essere davvero ingenua. «Parlare? Come minimo dovrebbe lasciarti la camera libera per almeno una serata intera in modo tale da farvi copulare in posti dove non si dovrebbe mai copulare!»
«Copulare?» gli fa eco la ragazza, stranita.
«SESSO SESSO SESSO!»
«Charlotte, lurida ninfomane!» esclama finto indignata, ma in realtà riesce a stento a mantenersi seria.
«Ma Tessssoro, non è colpa mia se i miei spermini soffrono di claustrofobia! Devo farli evacuare»
«Questo è troppo anche per me».
Ma Charlie non se ne cura, cominciando un resoconto anche fin troppo dettagliato delle sue ultime conquiste.
Charlie è pur sempre... Charlie.


Malgrado i suoi sproloqui, su una cosa Charlie aveva ragione: anche se non volontariamente, ha comunque collaborato con Logan e adesso merita la sua ricompensa. Ogni promessa è un debito.
Dopo aver titubato un po', ha preso il coraggio a due mani e si è diretta verso la camera di Shepherd e Colin per reclamare ciò che è suo: un po' di tempo con il ragazzo che ama.
Arrivata di fronte alla porta comincia a bussare con veemenza.
«Conrad, non è un buon momento» esclama perentorio il biondo, non appena se la ritrova davanti.
«Invece lo è eccome! Non so come, ma ho messo nei guai Danielle per venirti incontro e adesso pretendo di avere la mia ricompensa. Devo parlare con Colin e...»
Ma il suo discorso si interrompe non appena si ritrova davanti un Colin abbastanza sconcertato.
«Hai messo nei guai la tua amica per una ricompensa?» domanda, con tono accusatorio. «Credi che io sia una ricompensa? Pensi che questo sia un gioco a premi, che io sia qualcosa da conquistare? E a spese di qualcuno? Tu.... Tu sei davvero una persona orribile.»
E senza nemmeno darle il tempo di replicare, Colin esce fuori dalla stanza sbattendo la porta.
«Io te l'avevo detto che non era un buon momento» rincara Logan, facendo spallucce.




Writer's corner


Sono una persona orribile anch'io. Non ci sono parole per dire quanto mi dispiaccia, non aggiorno da secoli e non ho nemmeno risposto alle vostre recensioni! Purtroppo il mio pc ha deciso di dare forfait qualche mese fa e dopo una riparazione durata secoli, ho perso tutto, compresi i capitoli di questa storia... E tra sessione estiva, impegni e casini vari che non sto nemmeno a spiegarvi - salvo che qualcuno di voi non abbia un lettino e una profonda conoscenza della psicologia -, ad essere sincera non ho nemmeno pensato a portarmi avanti con la storia ed aggiornare. Quindi vi ringrazio di cuore, voi che nonostante vergognosi lassi di tempo tra un aggiornamento e l'altro, continuate a seguire le vicende di una povera sventurata - qual è Danielle - costretta ad avere a che fare con un branco di pazzi.
In questo capitolo si è un po' chiarita la natura del rapporto tra Danielle e Jake e Kristin sta subendo le prime ripercussioni per le sue azioni... E mi spiace dirvelo, ma purtroppo - per lei - non è finita qui.
Al prossimo aggiornamento, sperando che non ci vogliano mesi.
Un grosso abbraccio.
Sara.


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