Les Liaisons Dangereuses di SummerBreeze (/viewuser.php?uid=14476)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Small, insignificant details ***
Capitolo 2: *** I'm in. ***
Capitolo 3: *** Where is my mind? ***
Capitolo 4: *** Friday I'm in love ***
Capitolo 5: *** Last friday night ***
Capitolo 6: *** La linea sottile ***
Capitolo 7: *** Turning Tables ***
Capitolo 8: *** Madness ***
Capitolo 9: *** What goes around... Comes around ***
Capitolo 1 *** Small, insignificant details ***
L
es l i a i s o n s d a n g e r e u s e s.
CAPITOLO
I: Small,
insignificant details.
Non esiste salvaguardia
contro il senso naturale dell'attrazione.
- A.C. Swinburne
«P
come
perfezione, puntualità, precisione,
professionalità! P come Peyton,
un cognome, una garanzia!» concludo il mio encomio a me
stessa
sfoggiando un sorriso plastico e convincente, perché come
dice il
Manuale
del perfetto politico,
il sorriso infonde una certa sicurezza nell'interlocutore.
Peccato
che nessuno dei miei interlocutori mi stia ascoltando. Piccolo
dettaglio trascurabile.
Non
che questa sia una campagna elettorale vera e propria – e se
lo
fosse, sarebbe davvero deprimente; c'è gente che dorme, tra
cui
quell'indegno di Cyrus Green che sta sbavando bellamente, come se non
esistesse un domani. Riesce ad essere disgustoso persino quando
dorme! Questo ragazzo è un caso umano... Come tutti qui, del
resto –
ma ci tengo a fare ogni cosa a modo
mio.
D'altronde, il motto della mia famiglia è “Quando
voglio una cosa
la faccio e la faccio in modo perfetto!”.
Mi
sono candidata come presidentessa del comitato studentesco ed
otterrò
quella carica, costi quel che costi! Non che il mio curriculum abbia
carenza di attività extra-scolastiche, ma la suddetta carica
è una
delle più ambite e importanti e renderebbe la mia ammissione
alla
Brown University una semplice formalità; entrare in
quell'università
è ciò che voglio con tutta me stessa fin da
quando ho messo piede
negli States e non sono disposta a rinunciarci! Anche a costo di
impazzire dietro un branco di stupidi e annoiati perditempo, quali
sono i miei compagni.
Tzé...
Liceali.
Okay,
sono una liceale anch'io, ma non sopporto molto i miei coeatanei!
Sono tutti così... Così... Piccoli! Hanno la
maturità emotiva di
un muffin ai mirtilli e la cosa mi urta parecchio. Come volevasi
dimostrare, nonostante il mio discorso sia finito da una manciata di
minuti, nessuno sembra essersene accorto.
Un
modo facile ed efficace per ridurre l'autostima ai minimi termini?
Frequentate l'Eaton College di San Diego, i risultati sono
più che
garantiti.
Una
mano alzata compare all'orizzonte dal fondo dell'aula ma non riesco a
distinguerla per via della moltitudine di corpi ammassati –
neanche fosse un lazzaretto – dei miei compagni, che credo
stiano
dormendo... O facendo un'orgia, non saprei; non ci sarebbe da
stupirsi in ogni caso.
Il
fatto che ci sia qualcuno che voglia intervenire per pormi delle
domande o ancora meglio dirmi la sua opinione - che eventualmente
potrebbe sfociare in un dibattito! Non è meraviglioso? -
accende in
me un barlume di speranza. Finalmente qualcuno che mi presta
attenzione sul serio! Per Giove, credo di stare per emozionarmi.
«Sì?»
domando titubante, quasi avessi sognato tutto quanto. La prospettiva
che qualcuno voglia discutere con me – in modo serio! - di
qualcosa
è talmente bella da sembrarmi irreale. Eppure è
qui ed io sto per
coglierla e... Oddio, mi sento come una vergine!
«Hai
dimenticato puttana, Novice»
E
fu così che il mio castello di sogni e speranze
crollò come il muro
di Berlino nell'89.
L'artefice?
Ma Logan Shepherd, naturalmente. Lui è quello che potrei
definire
come la mia nemesi, l'anello di congiunzione tra l'uomo e lo stronzo
– nel vero senso della parola –, il capello sulla
tua pietanza
preferita, la pioggia nel giorno del tuo matrimonio, un giro
gratis quando hai già pagato, un buon consiglio che non hai
seguito
e... No, cavolo. Quella è Alanis Morrisette!
Insomma,
la mia scarsa sopportazione nei confronti di quella sottospecie di
primate è abbastanza palese e potete ben capire il
perché; non
capisco il motivo per cui debba ostinarsi a rompermi continuamente le
scatole, comincio a credere che provi un perverso piacere
nell'attentare a tutto ciò che faccio, anche quando non lo
riguarda
personalmente.
Ingoiando
il boccone amaro e cercando di nascondere la palese delusione
–
perché come c'è scritto nel Manuale del perfetto
politico,
scopiazzando palesemente dai Queen, the show must go on
–
con l'espressione più indifferente del mondo, ribatto
svogliatamente
«O procrastinatore, pervertito... Ah no, quelli sono
aggettivi più
consoni al tuo modo di essere. C'è qualcun altro?»
«Suvvia
Novice, non te la sarai mica presa! Lo sai che il mio insulto
è del
tutto privo di fondamento... Puttana, tu? Prima dovresti elargirla a
qualcuno! E a giudicare dalle ragnatele all'incrocio dei tuoi pali
–
che riesco ad intravedere da qui, pensa un po'! - direi che... Sarai
mica una verginella?»
Piccolo
particolare: Logan è un tombeur des femmes – o
scopatore
professionista, per meglio dire – di prima categoria. In
quattro
anni di liceo è riuscito a copulare con quasi tutta la
popolazione
femminile scolastica – personale incluso! - senza badare
molto a
chi, quando, come e soprattutto perché; la sua è
la classica
filosofia del “purché si scopi”.
«Io
avrò le ragnatele, tu le piattole.»
Sorprendentemente,
sento qualche risolino sommesso da parte dei miei compagni! Oltre che
attivi sono pure solidali? Questi sono passi avanti. Cyrus Green ha
pure smesso di sbavare!
«Che
ci vuoi fare, sono così bello che tutte mi
desiderano!»
Colpito
e affondato. Niente da ribattere a tutto ciò,
perché per quanto mi
costi ammetterlo, Logan è uno dei ragazzi più
magnetici che abbia
mai incontrato
Non
è tanto la sua aria da tipico surfista californiano, visto
che qui
di surfisti ce ne sono anche troppi – devo ammettere che lo
stronzo
è esteticamente carino, certo non uno di quei ragazzi che ti
rimane
per la sua sfolgorante bellezza. Mica stiamo parlando di David Gandy!
Okay,
magari paragonare un semplice liceale al modello di Dolce &
Gabbana che fa sospirare gli animi di ogni essere di sesso femminile
dotato di capacità di intendere e volere non è
molto equo, ma
almeno rendo l'idea. Forse sto divagando un po' troppo, dannati David
Gandy e la sua bellezza sopraffina! - e non credo sia nemmeno il suo
caratteraccio orribile o la sua attitudine da ribelle senza un
perché
a renderlo così magnetico.
Razionalmente
non saprei proprio spiegarlo, ma in pratica ogni volta che incrocio
il suo sguardo blu oceano sento... Chimica. Come se
ogni mio
singolo atomo fosse attratto dalla sua presenza, è una cosa
che non
so proprio spiegarmi, ma succede.
Per
giunta solo con lui, non mi era mai successo niente
di simile
con nessun altro!
Mi
devasta anche un po', perché per quanto a volte l'istinto di
saltargli addosso senza neanche lasciargli il tempo di realizzare
cosa stia facendo sembra prevalicare sul resto, c'è sempre
quella
fastidiosa voce che proviene dai meandri più remoti della
mia
coscienza che mi ricorda che l'essere su cui sto facendo fantasie
erotiche a livelli quasi pornografici, è lo stesso che mi
rende la
vita infernale da anni, solo per il gusto di farlo.
E
allora mi ricordo che non ne vale assolutamente la pena.
Stiamo
parlando di Logan Shepherd, l'essere più egoista, misogino,
stronzo,
altezzoso, superbo e perfido che abbia mai avuto la sfortuna di
incontrare. E
anche maledettamente attraente, ma anche questo è un piccolo
dettaglio trascurabile.
«Se
l'uomo più scopabile dell'universo ha finito, potrei
dichiarare
conclusa la mia orazione. Per cui, andate in pace.» concludo
solenne, mentre con somma tristezza apprendo che i miei compagni
stanno cogliendo al volo l'occasione per sgombrare l'aula. Non
li ho mai visti tanto efficienti.
«Manca
solo la tipica balla di fieno per rendere più triste questa
situazione di quanto già non sia.» commenta
Shepherd, che sembra
essere l'unico rimasto; ti pareva, godere delle mie disgrazie
è uno
dei suoi hobbies preferiti. Ma
momentaneamente sono troppo demoralizzata per rispondere a tono.
«Nessuno
ti ha chiesto pareri, Shepherd.»
«Chi
se ne frega, siamo in un paese libero, mi pare! E non otterrai
l'attenzione o i voti di qualcuno, se continui con questa snervante
messinscena della perfettina rompi coglioni che ti ostini a mostrare
al mondo da quando sei qui.»
Inarco
il sopracciglio destro, piena di scetticismo. Logan che mi
dà un suggerimento? Il mondo starà girando per
caso al contrario?
«Che vorresti dire?»
«Che
Miss Perfection ha proprio rotto i coglioni, Peyton.»
esordisce
così, senza mezze misure.
Sono
consapevole del fatto di non godere della simpatia della maggior
parte dei miei compagni – o del corpo studentesco in generale
–
per via della mia fama da stronzetta con manie di perfezione che mi
precede e a dire la verità non ho mai fatto niente per
accaparrarmi
le loro simpatie – tantomeno antipatie –; in tutto
questo tempo,
mi sono semplicemente limitata ad essere me stessa, seguire la mia
strada e fare di tutto per realizzare i miei obbiettivi.
Ho
degli amici che nonostante tutto mi accettano per quella che sono e
mi sta benissimo. Ho già mandato la mia vita all'aria una
volta,
solo per fare la “figa” e farmi accettare da
chiunque e i
risultati sono stati disastrosi; ho avuto una seconda chance e non ho
la minima intenzione di sprecarla per un branco di mocciosi
etichettatori che hanno rinchiuso la mia intera vita e la mia
personalità in due parole, senza nemmeno preoccuparsi di
vedere al
di là del proprio naso.
«Sopravviverete»,
dico facendo spallucce.
«Noi
sicuramente, ma le tue possibilità di diventare
presidentessa sono
nate e morte in questa stanza. Per quanto le tue idee possano davvero
cambiare l'andamento di questo puttanaio che si ostinano a chiamare
“scuola”, hai bisogno dell'approvazione di coloro
che hai scelto
di rappresentare, per quanto li disprezzi. Senza di loro non sarai
nessuno».
Per
quanto detesti ammetterlo – più di quanto detesti
ammettere di
essere attratta in modo pericoloso e insano da lui -, lo stronzo ha
ragione. Continuo però ad essere sospettosa. «Ti
ringrazio per
questa illuminante lezione di politica per principianti. Ma cosa
c'è
sotto?»
Lui
si appoggia le mani sul cuore, come se l'avessi appena colpito e
assume un'espressione melodrammatica da tragedia shakespeariana.
«Ma
come?», domanda con enfatizzando la componente patetica
più del
dovuto «Pensavo fossimo amici!»
Dovrei
proporlo al Drama Club scolastico.
«Io
e te amici, MAI.» esclamo, cercando di risultare
più perentoria possibile.
Il
suo sguardo si fa malizioso e il suo irresistibile ghigno sarcastico
fa capolino, minimizzando drasticamente la mia capacità di
formulare
frasi o pensieri di senso compiuto. «Non riuscirei ad essere
amico
tuo, neanche volendo.»
La
sua voce è ridotta a un sussurro, protende un braccio per
riuscire a
sfiorami il volto con le dita e con l'altro mi cinge la vita,
attirandomi a sé. Il contatto
diventa sempre più ravvicinato, fino a quando le mie labbra
e le sue
non aderiscono perfettamente e la mia razionalità mi
abbandona per
emigrare verso luoghi più freschi, date le vampate di calore
che hanno cominciato ad invadermi.
Ma
eccola lì, la fastidiosa vocina di pocansi che comincia
disperatamente a farsi strada ricordandomi quanto questo sia
sbagliato e lesivo per il mio orgoglio e per la dignità
della mia
persona e in primis di donna.
E
così, armandomi di tutta la forza di volontà che
possiedo, lo
spintono via.
Che
io sia paonazza, abbia il fiato corto e gli occhi pieni di desiderio
beh... Sono gli ennesimi dettagli di poco conto. Dannazione!
«Che
diavolo stiamo facendo?» esclamo piena di – finta
–
indignazione.
«Dio,
Novice» ribatte sconvolto. «Sapevo che avevi
qualche carenza sotto
quest'aspetto, ma addirittura non sapere cosa stavamo facendo!
Allora, il “bacio” consiste tipicamente nel
contatto tra le
labbra di una persona e quelle di un'altra, comprendi?».
«So
cos'è un bacio, razza di microcefalo! Ma non avevi motivo di
attirarmi a te!»
«E
tu non avevi motivo di contraccambiare, ma l'hai fatto»,
risponde
prontamente. «L'attrazione tra me e te è
innegabile.»
Quell'affermazione
mi prende talmente tanto alla sprovvista da non sapere nemmeno cosa
ribattere. Attrazione tra me e lui? Anche lui
è attratto da me? «C-c-cosa?» balbetto
spaesata.
«Non
crederai mica di essere riuscita a nascondere lo sguardo trombino che
ti viene ogni volta che mi guardi!»
Ma
cosa diavolo sta blaterando? «Sguardo che?»
«Tu
mi vuoi scopare.» dice semplicemente, come se stesse facendo
l'affermazione più normale del mondo; inoltre si cura anche
di
scandire alla perfezione ogni sillaba, quasi stesse parlando con una
decerebrata. Considerate le mie capacità di apprendimento
che per
ora sono state compromesse per ovvi motivi, non riesco nemmeno ad
arrabbiarmi. «Chiaro il concetto?»
Annuisco
debolmente col capo, incapace di dire altro.
«E
neanche tu mi sei indifferente. Lo so, è sorprendente anche
per me!
Ma per quanto il tuo atteggiamento da perfettina rompi-palle sia
detestabile, devo ammettere che ti differenzia dalle altre in modo
notevole. Senza contare che sei l'unica in grado di tenermi testa,
almeno a parole, e devo dire che trovo tutto questo terribilmente
eccitante. Guarda», mi esorta indicando
le sue ehm... Parti
basse «Mi sta già venendo duro solo a
pensarci.»
Ditemi
che non l'ha fatto davvero.
«Sempre
il solito porco» mi limito a commentare, cercando di
sorvolare su
quanto appena detto.
«Ma
ti piace», e non è una domanda.
«Come
no, sono tutta bagnata!»
«Veramente?»
domanda speranzoso.
«NO.»
Il
satiriaco dell'anno scoppia a ridere di gusto e non posso fare a meno
di notare quanto sia bello quando ride in maniera così
spontanea: i
suoi lineamenti, irrigiditi da quell'espressione sempre severa e
stronza si rilassano, ed è come se quel muro che si
è costruito
intorno a lui si indebolisse, lasciando intravedere almeno un po'
della persona che è realmente.
Tutti
qui indossiamo delle maschere, chi più, chi meno. Il
problema dei
licei americani è che sono costruiti su gerarchie sociali e
cliché
che nell'arco dei 4 anni non ti abbandonano mai e pochi riescono
davvero a comprendere che la personalità umana è
talmente complessa
e articolata da non potersi ridurre tutto ad un misero appellativo.
Logan
ha deciso di interpretare – almeno in parte,
perché un fondo di
verità ci sarà sicuramente. E' troppo stronzo per
fingere in
toto – il cattivo ragazzo, ma sappiamo bene
entrambi che oltre
la scorza c'è solo un semplice diciottenne che cerca di
andare
avanti con la sua vita, proprio come tutti gli altri. «Ti sei
incantata?» mi richiama il biondino, riportandomi nel mondo
reale.
«Sei
bello quando ridi.»
Lui
mi guarda spiazzato, prova ad aprir bocca per rispondere, ma la
richiude immediatamente perché non sa cosa dire. Per la
prima volta
sono riuscita a stupirlo, nonché a zittirlo!
«Lo
so.» risponde, riacquistando la sua solita aria spavalda e
piena di
sé.
«Okay,
ora che hai rincarato di molto le tue dosi di autostima, potresti
dirmi che cosa vuoi da me? Ho una vita da portare avanti che
prescinde dal sesso, quindi deciditi a vuotare il sacco, prima che io
ti pianti qui come un allocco!»
«Voglio
te.» e a quell'affermazione, il mio battito
cardiaco comincia ad
accellerare in maniera vertiginosa. Ho quasi paura che possa
scoppiare da un momento all'altro. «E visto che so benissimo
che non
ti concederai a me spontaneamente, visto i tuoi ideali da donna
emancipata del cazzo, ti propongo un patto: ti procuro una
quantità
di voti tale da farti ottenere la carica di presidentessa ad occhi
chiusi ed in cambio ci diamo dentro come conigli ogni volta che ne
avrò voglia. Così entrambi otteniamo qualcosa che
ci sta a cuore,
che dici?»
Okay,
se non mi do una calmata il cuore mi scoppia davvero, ma per la
rabbia!
Lurido,
schifoso, porco, maiale! Non posso crederci che stia sminuendo in
questo modo increscioso la mia
persona e la mia
dignità! Con chi diavolo crede di aver a che fare, con una
delle
tante sgualdrinelle che gli ronzano attorno? Ottenere favori in
cambio di prestazioni sessuali? Neanche fossimo davvero in politica!
Che
dico? Dico: «Vai a farti fottere, Logan.»
E
senza dargli neanche la possibilità di ribattere, esco dalla
stanza.
|
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Capitolo 2 *** I'm in. ***
L es
l i a i s o n s d a n g e r e u s e s.
CAPITOLO II:
I'm in.
Elizabeth: Secondo me anche tu
un giorno farai qualcosa di onesto!
Jack: Adoro quei
momenti; gli dico ciao e li faccio passare!
Capitan Jack Sparrow ed
Elizabeth Swann, Pirati dei Caraibi: Ai confini del mondo.
Dopo aver
passato parte della mia adolescenza a guardare commedie romantiche
– grazie alla mia insostituibile compagna di stanza Kristin,
che a dispetto del suo apparente cinismo, ne è una fan
accanita -, fare un'uscita così teatrale dopo un avvenimento
di quel calibro, per me è un sogno che si realizza.
Sì,
lo so, può sembrare un po' idiota come cosa e molto
probabilmente lo è, ma di sicuro lascia una soddisfazione
non indifferente.
Così
eccomi qua, a marciare per il corridoio dell'Eaton College a grandi
falcate, con passo deciso e aria molto arrabbiata e fiera:
avrò realizzato un sogno, ma Logan rimane in ogni caso uno
stronzo. Ripensare a quello che è successo poco fa, mi
suscita la voglia di saltargli addosso per picchiarlo in maniera
disumana e selvaggia, ma anche di approfittare molto bassamente di lui;
non per forza le cose dovrebbero avvenire in quest'ordine.
Sarà anche una carogna senza pari, ma è sexy,
tanto sexy.
Devo
smetterla di fare questi discorsi da adolescente in piena crisi
ormonale, ma non posso neanche farne a meno, considerato quanto sono in
subbuglio i miei ormoni in quest'ultimo periodo! Devo fare qualcosa per
tenerli a bada o sarò fritta.
«Novice,
aspetta!» la voce di quel farabutto mi reclama dal fondo del
corridoio ormai deserto, visto che è l'ora della pennichella
pomeridiana – neanche fossimo all'asilo – dei miei
energicissimi compagni; eppure non riesco a condannarli più
di tanto, a volte io stessa riesco a stento a rimanere sveglia dopo
aver ingerito una quantità spropositata del cibo che a mensa
ci propinano, che tra l'altro è sorprendentemente delizioso.
Una delle
poche note positive in questa scuola.
«Che
cosa vuoi, razza di screanzato?» cerco di mostrarmi il
più infastidita possibile, mi ha sempre rovinato il mio
momento teatrale di gloria. Non solo il danno, pure la beffa! Anche se
il più delle volte questi due camminano sempre insieme.
Come
reazione all'offesa subita, quella sottospecie di anello di
congiunzione tra l'homo sapiens e i primati soffoca a stento una
risata. Non sapevo di suscitare tanta ilarità!
«Screanzato? Ma come diavolo parli, sembri uscita da un
romanzo di mia nonna!»
«Tua
nonna scriveva romanzi?»
«No,
ma ne aveva di vecchi».
Ecco, quando
credo di essermi fatta un'idea ben precisa riguardo il quoziente
intellettivo di Logan, puntualmente arriva lui a smontarmela con
un'uscita del tutto fuori luogo. Certe volte mi chiedo se ci sia, ci
faccia o se semplicemente lo faccia apposta; poi mi ricordo che
è un maschio e che la sua categoria abbraccia tutte e 3 le
opzioni in un modo che non riuscirò mai a spiegarmi. Uomini,
valli a capire.
«Bando
alle ciance. Che cosa vuoi da me, Shepherd?» tento di sviare
la defaillance di stupidità di poco fa, avendo
pietà per la sua condizione di stupido maschio!
Chissà quanto dev'essere difficile convivere con un cervello
che ragiona così poco.
«Il
discorso per me non era finito!»
Volevo
essere clemente con lui, ma è evidente che se le va proprio
a cercare.
«Se
tu non parlassi saresti un normale cretino, invece vuoi
strafare!1»
«Sei
irritante quanto un pisello moscio, te l'ha mai detto
nessuno?»
Ed ecco a
voi colui che sa come far sentire una donna apprezzata. Essere
paragonata ad un organo genitale maschile – flaccido per
giunta – mi mancava proprio! «Sei un essere
rivoltante!» sbotto piena di disprezzo.
«E
tu parli come mia nonna!»
«Mi
fai schifo! Ti è più comprensibile
adesso?»
Sarà
anche stupido, ma il colore delle sue iridi in questo momento
è di un blu disarmante, così acceso,
così vivo, così bello che ci annegherei dentro.
E' lo stesso colore dei pastelli che usavo da piccola per colorare i
disegni, si chiamava “blu oltremare”: amavo davvero
quel colore, ricordo che il pastello era sempre quello più
consumato tra tutti.
«Tu
sei una stronza! Questo linguaggio da plebeo ti è consono,
oppure devo utilizzare un termine tipo carogna?»
«Se
uno è stronzo, non gli puoi dire stupidino! Gli devi dire
che è stronzo!2» ribatto sorniona, cercando di
celare malamente un sorriso. Questa situazione sta cominciando a
divertirmi più del lecito.
«Perfetto.
Sei una gran stronza, allora.» soffia a pochi centimetri dal
mio viso. Ero così in collera da non essermi nemmeno accorta
che si fosse avvicinato a me così tanto.
«E
tu sei meschino», mormoro a denti stretti, spintonandolo
lievemente.
«Infame.»
ribatte lui, ricambiando la spinta.
«Gretto.»
«Spregevole!»
Nonostante
l'ondata di offese, continuo ad avere addosso il suo sguardo e il suo
profumo mi inebria per via della troppa vicinanza, rendendo quella
dell'auto-controllo un'impresa impossibile, soprattutto se insiste a
guardarmi in quel modo con quegli occhi.
Cerco di
balbettare qualcosa in risposta, ma la mia bocca emette solo fiato.
Non riesco a
farmi venire in mente nulla di sensato, così obbedisco
all'istinto.
Senza
nemmeno rifletterci, lo attiro a me afferrandogli il bavero bella
camicia azzurrina della divisa scolastica e gli stampo un bacio a fior
di labbra.
Dopo di
ciò, la mia ratio latente ritorna all'attacco, mettendomi di
fronte all'evidenza di ciò che è accaduto: l'ho
baciato, sono stata io! E non solo mi è piaciuto, ma vorrei
anche rifarlo.
Lascio
improvvisamente la presa, piena di vergogna nie confronti di me stessa
e per il mio gesto così azzardato e faccio per andarmene. Ma
qualcosa, o meglio, qualcuno mi blocca il braccio. «Dove
credi di andare?» mi sussurra con voce roca, tirandomi verso
di sé per riprendere a baciarmi, senza che io opponga alcuna
resistenza.
Sono del
tutto soggiogata.
Le nostre
labbra si muovono in sincrono in maniera talmente impetuosa che quasi
mi dimentico di respirare; ci stacchiamo dopo una manciata buona di
minuti, giusto per riprendere un minimo di fiato. Mai come in un
momento del genere la prospettiva dell'asfissìa mi
è sembrata così allettante.
«Ti
voglio, tu non immagini nemmeno quanto», mi dice col fiato
corto.
Oh, eccome
se lo immagino! Non avrò un pene, ma esistono degli stupidi
messaggeri chimici prodotti dal mio organismo, nella fattispecie li
chiamano ormoni e sono davvero molto potenti; talmente tanto, che la
voglia di saltargli addosso diventa sempre più reale ogni
minuto che passa. Senza nemmeno darmi il tempo di proferire parola o di
rifletterci troppo, mi attira nuovamente a sé per baciarmi.
Ancora e ancora e ancora.
Sicuri del
fattore pennichella pomeridiana, non abbiamo valutato la
possibilità che ci fosse qualcuno in giro per i corridoi e
sbagliavamo, di grosso anche.
«Madre
santissima addolorata.»
Merda.
Mi divincolo
immediatamente dalla presa di Logan, arrossendo di botto fino alla
punte dei capelli. Non solo sono stata beccata in atteggiamenti lascivi
con Logan Shepherd, per di più è stata proprio
Kristin a farlo! E a giudicare dall'espressione esterrefatta, direi che
la sua mascella è proprio collassata. «Kris,
io...»
«Tu
e... Tu!» pronuncia l'ultima parola indicando Logan.
«Ma che cazz...»
«Ci
stavamo baciando! Possibile che voi donne di oggi siate così
imbecilli? Soprattutto tu, Conrad, mi sembravi una che ci sapeva fare
eccome!»
Nonostante
lo shock, l'offesa per l'insinuazione sulla sedicenza delle sue
abilità in quel campo prevalica sul resto. «So
benissimo che vi stavate baciando, o meglio, mangiando a vicenda! Ma
voi due vi stavate baciando! Danielle Peyton e Logan Shepherd! Il mondo
sta andando a puttane e io ne ero all'oscuro? L'hai drogata, forse? Ha
fumato roba pesante? Lo sapevi che dovevi andarci piano, Danielle
è una Novellina3! Come vedi ti sta baciando, è
assurdo! E'... E' contro natura, cazzo!» in questi casi la
mia amica tende a straparlare.
In ogni
caso, ladies and gentlemen, let me introduce you Kristin Conrad! La
compagna di stanza di cui vi parlavo pocansi nonché mia
più cara amica – non considerando il fatto che sia
l'unica femmina ad essere mia amica -: diciamo che è la
versione femminile di Logan, dotata ovviamente di più
criterio di scelta e soprattutto di molta più
dignità; Kristin ama il sesso e quindi si diletta a farlo
con chi le piace – ponendosi ovviamente qualche limitazione
-, senza essere necessariamente vincolata da un rapporto. Anzi, a dire
il vero lei è totalmente allergica ai rapporti sentimentali,
causa rapporti precedenti che hanno ridotto il suo cuore in frantumi.
Nonostante
la sua attitudine al sesso non riesco a definirla una ragazza di facili
costumi – leggasi puttana -, per quanto il suo atteggiamento
faccia pensare il contrario ed io comunque non lo condivida per
svariate ragioni. Sono sicura che in fondo anche a lei piacerebbe avere
una relazione stabile, ma è troppo piena di ferite e rancore
per poterlo ammettere, specialmente a sé stessa: quand'era
più piccola la sua ingenuità, combinata a quella
dose di masochismo che caratterizza gran parte delle donne –
me compresa – l'ha portata a legarsi a delle persone
totalmente sbagliate, che hanno finito per ferirla tanto; il suo
più grande amore, Victor, è stato anche la sua
più grande delusione e da allora credo non si sia
più ripresa del tutto. Adesso ha deciso di comportarsi come
un uomo – o quasi – e fare sesso come loro e dice
di esserne anche soddisfatta.
E' grande
abbastanza per fare come le pare.
Malgrado
questo, Kristin è davvero un'ottima amica. Non siamo mai
state in competizione, non mi ha mai messa da parte per un ragazzo e
per me c'è sempre stata... E viceversa! E' bellissimo
riuscire ad avere un rapporto così sincero con una ragazza
– anche se con lei è praticamente inevitabile, non
ha peli sulla lingua – e mi ritengo davvero fortunata ad
averla al mio fianco. Lei è la sorella che non ho mai avuto.
«E'
capitato, okay?» sbotto, imbarazzatissima.
«Può capitare di lasciarsi andare, ogni
tanto!»
La mia amica
mi lancia un'occhiata un po' perplessa, ma preferisce non indagare
oltre per non mettermi in imbarazzo e di questo gliene sono molto
grata. «Sarà. Ellie, ci vediamo in camera! E tu
Shepherd, lingua a posto! Capito?»
«Kris!»
la chiamo mentre lei sta per allontanarsi «Aspetta, vengo con
te.»
Dopo tutto
quello che è successo non ce la farei ad affrontare Logan in
questo momento e come una codarda, arranco il passo per raggiungere la
mia amica senza nemmeno dare a lui la possibilità di
ribattere qualcosa. Il tragitto si svolge in religioso silenzio, ma non
appena arrivate in camera, Kristin ovviamente parte in quarta con
l'interrogatorio, badando che non tralasci nemmeno un minuscolo
dettaglio.
La
curiosità non è donna, la curiosità
è Kristin Conrad.
Con mia
sorpresa riesco a dirle tutto senza nemmeno troppo imbarazzo, ma penso
che se ne avessi parlato con Lawrence o Edward, avrei rischiato il
linciaggio o di morire di vergogna: per quanto adori i miei amici
maschi, la vicinanza di qualcuno del tuo stesso sesso è
davvero confortante; inoltre Kristin è l'ultima persona al
mondo che mi giudicherebbe, sebbene su Logan lei abbia moltissime
riserve.
«Senti,
Ellie. Non credevo che dalla mia bocca sarebbe mai uscita una cosa del
genere, ma... Fallo.»
Okay, questo
è un colpo gobbo e proprio non me l'aspettavo.
«Cosa?»
«Hai
capito bene! Questa carica ti serve davvero, renderebbe il tuo
curriculum molto più notevole di quanto già non
sia e la tua ammissione alla Brown sarebbe automatica. Ma da sola non
puoi farcela e neanche con l'aiuto mio e dei ragazzi... Non
raccoglieremmo voti sufficienti, lo sai!»
«Dovrei
vendermi a Logan Shepherd?» domando incredula. D'altronde si
tratterebbe proprio di questo, non ci sono mezzi termini per descrivere
la situazione.
«Vedila
da un'altra prospettiva! Logan è inspiegabilmente molto
popolare in questa scuola, lui potrebbe davvero darti una mano! E' un
esempio da seguire per i maschi e il sogno affatto proibito delle
femmine, sai quanti voti avresti?»
Nonostante
abbia infranto i cuori di metà della popolazione femminile e
fregato le ragazze all'altra metà di quella maschile
– c'è chi vocifera in giro che abbia fatto
redimere qualche ragazza lesbica, ma non ci credo molto. Siamo in una
scuola, non sul set di Beautiful - lo stronzo continua a godere del
rispetto e dell'ammirazione di molte persone. Lo dico io che qui sono
tutti strani!
«Non
esiste Kris, non faccio queste schifezze!»
«Lasciami
finire, scema!» dice, facendomi l'occhiolino. Che razza di
idea perversa sta macchinando quella testa bionda? «Non devi
necessariamente scoparci, basta solo che tu glielo faccia
credere!»
Inarco il
sopracciglio sinistro, con sommo scetticismo. «Non dispongo
di sosia, bambole gonfiabili somiglianti alla sottoscritta,
né di ologrammi»
«Devo
proprio spiegarti tutto, Elle?» sbotta esasperata
«Provocalo! Stuzzicalo eccessivamente, fallo morire... Ma non
gliela dare! Fagli credere che non appena vinte le elezioni gli
dimostrerai gratitudine in un modo che difficilmente
dimenticherà!»
«E
quando avrò ottenuto i voti?»
Kristin
sorride sorniona. «Beh, allora tu avrai già vinto.
E lui non potrà farci più niente anche se non lo
soddisferai!»
«Stai
dicendo che devo sedurlo e abbandonarlo?»
Questo piano
è talmente tanto macchinoso e contorto da essere davvero
geniale. Solo Kristin poteva architettare una cosa simile ed
è per questo che la amo! «Ci sei arrivata! Una
lezione una volta tanto non guasta e tu potrai vendicarti delle sue
stronzate!»
Ma ecco di
ritorno la fantomatica vocina della mia coscienza che mi suggerisce che
tutto questo è sbagliato e mi porterà ad avere un
sacco di problemi e... Diamine, la vocina ha sempre ragione!
«Kris, ma tutto questo è così
sbagliato!»
«Chiederti
del sesso in cambio di voti è una cosa giusta,
invece?»
Touché.
«Ma io non faccio cose del genere, sono Danielle!»
Continuo a
cercare disperatamente qualcosa di sensato e giusto a cui appigliarmi
che mi impedisca di buttarmi in questa pazzia, ma allora
perché annaspo? «Baciare Logan Shepherd invece
è una cosa da Danielle?»
Nuovamente
touché. Da quando Kristin è diventata
così sveglia? «Kris, ma io...»
Kristin si
alza dal letto e mi afferra delicatamente le spalle, facendo in modo di
stabilire un contatto visivo tra noi. Da quando ha cominciato a leggere
la sezione di psicologia femminile di alcune riviste di moda assume
spesso e volentieri degli atteggiamenti un po' bislacchi.
«Danielle, ascoltami. Non sempre la cosa più
giusta da fare è la cosa più giusta per te. Vuoi
vincere queste maledette elezioni? Fa quello che ti dico, senza
obiezioni! Una volta tanto prenditi la soddisfazione di vedere la cosa
giusta, salutarla e andartene!»
Forse mi
pentirò amaramente di questo momento, forse dovrei solo fare
ciò che è giusto ed aspettare che la vita faccia
il suo corso, forse dovrei sperare nel Karma e nel suo potere ma...
Quante di queste cose mi garantirebbero un risultato? Insomma, qui
c'è in gioco anche il mio futuro, la mia vita ed io so di
meritarmi un po' di felicità dopo quello che ho passato.
Perché
quello che voglio è quello di cui ho bisogno, per cui
«Ci sto.»
***
Lo ammetto,
stavo facendo un pisolino anch'io quando un inserviente ha bussato alla
mia porta per comunicarmi che il preside Finch – maledetto
nano! - desiderava interloquire con me e che aveva richiesto di potermi
incontrare alle 16:00 nel suo ufficio per una questione di
“fondamentale importanza”. Di sicuro quell'hobbit
semi-strabico avrà qualcosa da chiedermi ed io, da diligente
studentessa quale sono, sarò liberamente costretta ad
accettare. Stupida lettera di raccomandazione al preside della Brown,
se non fosse per quella l'avrei già mandato a quel paese!
Così
eccomi qua, nella sala d'aspetto di un ufficio decisamente troppo
lussuoso rispetto agli altri locali della scuola, ad aspettare che la
segretaria-racchia Gladys, con indosso un paio di occhiali da vista
così brutti da far inorridire anche Lady Gaga, mi chiami per
mandarmi dal preside.
Chissà
perché, poi, tutte le segretarie racchie si chiamano Gladys.
Sarà una sorta di congiura da parte di genitori antiquati,
la cui aspirazione è vedere la loro figlia zitella?
Appunto
mentale n.1 della giornata: non chiamare Gladys una tua possibile
figlia.
«Miss
Peyton, il preside Finch la sta aspettando!» mi richiama la
vecchiaccia con una cadenza così nasale e stridula da
ricordare una cornacchia. Stagionata per giunta.
Dopo aver
ringraziato la corn... Ehm, segretaria, mi dirigo a passo spedito
nell'ufficio del “Lo Hobbit”, che con mia enorme
sorpresa, mi sta già aspettando sulla soglia.
«Signorina Peyton, eccola finalmente!» esclama, con
fin troppo entusiasmo.
Qui
c'è qualcosa che puzza e non sono le ascelle di qualcuno.
«Venga,
si accomodi pure!»
Decisamente,
qualcosa non va.
Non appena
entrata mi accorgo della presenza di un ragazzo, che sta seduto sui
divanetti e si limita a sorridermi amichevolmente non appena incrocia
il suo sguardo con il mio.
E
guardandolo bene, mi accorgo che è uno dei ragazzi
più belli che io abbia mai visto, sembra la personificazione
di Adone, è semplicemente fantastico!
Appunto
mentale n.2 della giornata: non sbavare di fronte al tuo possibile
futuro marito nonché padre dei tuoi figli.
Riflettendoci,
sembra il figlio di David Gandy. Ad occhio e croce direi che
è abbastanza alto, anche se da seduto non potrei dirlo con
certezza; i suoi occhi hanno un taglio che definirei perfetto e sono di
un azzurrino-grigio che risalta divinamente per via del contrasto con
la carnagione scura e con i capelli nero corvino dall'aria leggermente
spettinata, ma credo sia una cosa studiata ad hoc.
Di fronte ad
uno spettacolo del genere come posso non sbavare? «Il signor
Brown da oggi è ufficialmente uno studente di questa scuola.
Di recente si è trasferito qui a San Diego e come lei ben
sa, il termine per le iscrizioni all'anno scolastico corrente
è scaduto da un pezzo, ma noi saremo ben lieti di
accoglierlo qui all'Eaton; mi chiedevo dunque se oggi potesse portarlo
in giro con sé, in modo da farlo familiarizzare con la
struttura scolastica e i compagni. Accetta?»
Se accetto?
E me lo chiede pure? Una giornata in giro con il figlio illegittimo
dell'uomo più bello del mondo – almeno secondo il
mio modestissimo parere? - . Ovvio che... «Sì, non
c'è nessun problema!» trillo, più
entusiasta del dovuto.
E credo
anche che la mia tonalità si sia alzata di un'ottava, ma
ormai il dado è tratto e sono troppo eccitata per calmarmi!
Finalmente Finch ne combina una giusta.
Mi rivolgo
verso Adone, sfoggiando un sorriso a 32 denti così
entusiasta e genuino che farebbe impallidire quelli da campagna
elettorale. «Piacere di conoscerti, mi chiamo Danielle! E
sarò la tua “guida” per oggi, ma ogni
qual volta avrai un dubbio, sarò felice di poterti
aiutare!» detto ciò gli porgo la mano per
presentarmi, come da galateo.
«Oh,
nono tesoro! Fa così retrò!» esclama
con una voce dalla cadenza vergognosamente effemminata, schivando la
mia mano e facendo scemare del tutto i mio entusiasmo.
E fu
così che il mondo mi crollò addosso. Ho appena
avuto la conferma che questo ragazzo è irrimediabilmente,
incondizionatamente, totalmente gay.
Non ho
niente contro i gay, ma... Non può essere gay, è
troppo bello e perfetto! Stupido Finch, lo sapevo che c'era qualcosa
sotto!
«S-scusa.»
balbetto imbarazzata.
«Figurati,
zucchero. Io sono Carlos Esteban Diego Antonio Julio Miguel Patrick
Brown! Ma tu puoi chiamarmi Charlie!»
Oh mio Dio,
qualcuno mi dia un pizzicotto per farmi svegliare da questo sogno
tragicomico! Non solo è gay ed effemminato, is fa pure
chiamare Charlie... Brown? Amo Schulz e i Peanuts, ma questo
è troppo. E vogliamo parlare del suo nome chilometrico? Come
diavolo fa a ricordarlo tutto?
«Che
ne direste di cominciare il giro turistico fin da subito?»
propone Finch – nano di merda – tutto soddisfatto
«Mi piacerebbe moltissimo intrattenervi con voi, ma come ben
sapete ho una scuola da portare avanti!».
E' un chiaro
invito a smammare, che accolgo prontamente: se solo rimango un secondo
in più in quella stanza, rischio di uccidere quel nano
infame.
«Dunque,
tesssoro? Cosa vedremo per prima cosa? Qualche bel maschione? Ci sono
dei bei maschioni qui, vero?»
«Sì,
Charlie.» rispondo atona e possibilmente ancora sotto shock.
Perché non è un semplice gay effemminato, oh no.
E' una checca in piena regola.
«Non
sai che gioia mi dai! Non inzuppo il biscotto nel latte da ben una
settimana! Dio, che brutta cosa l'astinenza.»
Un brivido
mi percorre la schiena. Non l'ha detto davvero, vero? «Ehm,
sì. Immagino.»
«Il
discorso forse ti imbarazza, cara? Su, non fare la puritana! Tutti al
mondo scopano, anche tu, nonostante quei capelli crespi che, lasciatelo
dire, sono molto anti-estetici! Ed è un peccato,
perché nonostante tutto sei molto graziosa. Ti
presterò una lozione, che dici?»
Mi tocco di
riflesso i capelli, verificando che non siano così crespi
come dice. Oddio, forse sono un po' ruvidi al tatto, ma non mi sembra
così tragica come cosa e... No, non posso averlo fatto sul
serio. «Grazie, Charlie»
«Figurati
cara! Tra amiche questo ed altro. Sei la prima persona che si dimostra
così disponibile nei miei confronti dopo tanto
tempo!» ammette sorridendo «E te ne sono davvero
grata!»
Nonostante
parli di sé al femminile, sia gay nonostante sia bello da
togliere il fiato, mi abbia detto che ho i capelli crespi, sia checca
fino al midollo, sembra sinceramente colpito dalla mia opportunistica
disponibilità di pocansi e mi sento davvero in colpa. Devo
rimediare e l'unico modo per farlo è offrirgli – o
offrirle – il mio appoggio: d'altronde sono stata una
novellina anch'io, a suo tempo. «Puoi contare su di me,
tranquillo. Ehm, tranquilla!»
Ma
sì. D'altronde tutte le ragazze non desiderano forse un
amico gay? Oggi farò girare la scuola a Charlie e lo
presenterò ad alcuni compagni, in modo che si ambienti.
Farò la mia buona azione quotidiana, ho delle buone
intenzioni! Cosa può accadere di brutto?
«Novice!»
la voce di Logan rimbomba per il corridoio, mentre lui avanza con passo
deciso verso di me, ma soprattutto con un'espressione non promette
nulla di buono, così come lo sguardo di Charlie mentre lo
osserva.
Avevo
dimenticato questo piccolo dettaglio.
Cavolo!
***
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Capitolo 3 *** Where is my mind? ***
L es
l i a i s o n s d a n g e r e u s e s.
CAPITOLO III: Where
is my mind?
So bene quel che fuggo, ma non quel che cerco.
-Michel
De Montaigne
«Va bene Shepherd, l'hai voluto tu. Vediamo quanto poco
ancora ti importerà, dopo che avrò fatto
questo.»
Detto
questo, lo afferro un lembo del morbido maglione in
chachemire blu oltremare, lo stesso colore dei suoi meravigliosi occhi,
e lo bacio a fior di labbra, ma dopo neanche una manciata di secondi la
sua stretta intorno ai miei fianchi si fa decisa e approfondisce ancora
di più il bacio.
Se tutto va
bene, sono rovinata.
***
Pochi giorni
prima.
Dopo avermi beccata in corridoio con Charlie, l'atteggiamento di Logan
nei miei confronti è radicalmente cambiato: sarà
che l'ho liquidato con un una scusa davvero patetica, ma non avevo
voglia di discutere con lui proprio davanti Charlie; quel ragazzo
– o ragazza che dir si voglia. E' più
femminile di me! Non che ci voglia molto, in effetti –
è un vero cane da tartufo alla continua ricerca di
succulenti gossip e non mi va di fornirgli altro materiale, da quando
è qui, lui e Kristin non fanno altro che spettegolare su
qualsiasi essere vivente.
Insomma,
Logan non mi rivolge minimamente la parola, ma mi sta bene
così perché ho le idee più confuse che
mai e parlarne implicherebbe portare alla luce tutto quanto.
So di aver
pronunciato la frase "Ci
sto" in risposta alla proposta della mia migliore amica,
ma col senno di poi non sono sicurissima che sia una buona idea. Sono
troppo confusa, che diamine! Non ci sono abituata ma devo darmi una
mossa a decidermi.
Purtroppo
per me, sul versante campagna elettorale peggio di così non
potrebbe andare: oltre la sottoscritta si sono candidate altre due
persone e per quanto la palese irrealizzabilità dei loro
programmi – e credo se ne siano resi conto anche i miei
stessi compagni, il che è davvero grave – mi dia
vantaggio, ho appurato che quasi nessuno, in ogni caso, voterebbe per
me.
I miei amici
Edward, Lawrence e Kristin – e anche Charlie, a dire il vero
- stanno facendo di tutto per aiutarmi ad ottenere consensi, ma
c'è davvero poco da fare: Danielle "Miss Perfection" Peyton
è troppo poco rappresentativa per il corpo studentesco
dell'Eaton College. Il che ha un fondo di verità, sono
separata dai miei coetanei da un abisso e credo che questo li porti ad
odiarmi.
Logan aveva ragione: per quanto possa disprezzare i miei compagni,
senza di loro non posso ottenere alcunché. Ragione per cui,
ho richiesto al preside Finch un'assemblea straordinaria degli studenti
in aula magna, così da poter aprire un dibattito tra noi
candidati. Ciò ha comportato che il compito in classe di
letteratura inglese fosse annullato, potrei sfruttare questa situazione
a mio vantaggio.
Ahah, sono
proprio un genio del male!
Okay, sto
esagerando.
Il dibattito
– come sospettavo – non ha destato molto interesse
nei miei compagni, che, come da copione, sono intenti a far di tutto...
Meno che prestare attenzione. L'unica nota positiva è
l'assenza di Shepherd, quindi posso tranquillizzarmi almeno per un po'.
«E
questo è quanto. Se qualcuno ha qualcosa da chiedere, alzi
pure la mano», esclama Kathleen Roberts a pieni polmoni,
nella speranza – vana – di attirare almeno un
minimo d'attenzione.
«Scusate
il ritardo. Che mi sono perso?»
Ed eccolo
qui, il biondastro dei miei stivali, in tutto il suo beffardo squall...
Ehm splendore. Avevo parlato troppo presto! Non solo si è
degnato di arrivare praticamente alla fine, vuole pure che qualcuno
stia lì a riportargli tutte quelle inutili solfe?
«Con
comodo, eh!» commento acida «E comunque non hai
alzato la mano!»
L'ordine
prima di tutto.
«Scusa
Novice, ma ero un pochettino... Come dire... Impegnato.»
afferma sornione, sistemandosi meglio che può il colletto
sgualcito della camicia; peccato che nel farlo, lascia scoperta una
porzione di collo dal quale fanno capolino degli orrendi segni violacei
e mio malgrado, la visione mi suscita un moto di rabbia non
indifferente.
Schifosissimo
bastardo! «La prossima volta non scomodarti proprio a
venire!»
«Poverina,
se fossi durato un altro po' l'avrei spompata! Aspetta... Stiamo
parlando della stessa cosa?» continua, ridanciano.
Non posso
credere che sta sbandierando la sua prestazione sessuale ai quattro
venti con una tale naturalezza... E che questa cosa possa darmi
così tanto fastidio. Sono livida dalla rabbia, se potessi
schiaffeggiarlo senza pietà non ci penserei due volte a
farlo!
Che essere
rivoltante! «No! E smettila di ragliare tanto per dimostrare
all’intera platea di essere un asino! Non ti rendi conto che
basta guardarti?»
Logan
sogghigna soddisfatto: ha innescato la bomba. «In effetti che
sono uno stallone lo si può constatare semplicemente
guardandomi. Hai voglia di fare una cavalcatina?»
«Preferirei
farmi sodomizzare da un equino vero, piuttosto!»
«Ah
ah! Peyton sodomita e zoofila! Questo sì che metterebbe a
repentaglio la tua campagna elettorale… Dio, ragazzi!
Davvero volete che a rappresentarvi sia quest’essere
così perverso?»
Un
brusìo di sottofondo pervade l’intera aula, segno
che i miei suscettibilissimi comoagni stanno riflettendo su quanto
Logan ha appena detto: la sua parola in questa scuola è
Vangelo per inspiegabili ragioni. Forse il fatto che sia
l’unico ad irritarmi senza pagare serie conseguenze influisce.
«Fossi
stata zoofila, sarei venuta a letto con te non appena arrivata in
questa scuola! Dovresti solo ringraziare ogni entità divina
esistente per la presenza della protezione animali se non ho mosso un
dito contro di te, sottospecie di suino microcefalo!» sbotto
diventando paonazza in viso. La mia voce si è fatta
improvvisamente stridula, come ogni volta che il limite della mia
pazienza viene oltrepassato in questo modo oltraggioso.
Odio Logan
Shepherd, con tutto il cuore. Come non ha ho mai odiato nessuno! O
quasi…
«Take
it easy, trésor. Quando diventi rossa sei più
brutta… Per non parlare del fatto che il tuo viso si arrossa
a chiazze e riduci ai minimi termini la tua somiglianza con un fungo!
Velenoso per giunta!»
«La
tua massa biologica ha raggiunto una forza cinetica tale, da inviarti
velocemente a quel paese Logan! Dichiaro concluso il dibattito, potete
andare.»
Mentre la
folla defluisce fuori dall'aula, do sfogo alle mie manie d'ordine
ossessivo compulsive.
Ho i nervi a
fior di pelle e non so se sia tanto per le provocazioni dello stronzo
– a cui mio malgrado sono abituata – quanto per la
consapevolezza che lui non abbia perso
tempo a copulare con qualcun'altra per poi sbattermelo in faccia.
«Tesoro,
è tutto okay?»
La domanda
proviene da Edward, il mio migliore amico, che mi rivolge uno sguardo
apprensivo: non che ci voglia un genio, ma credo proprio abbia
percepito il mio stato d'animo. Lui è la persona migliore
che conosco, è meraviglioso in -quasi - tutto ciò
che fa! Senza di lui non credo che riuscirei a farcela:
Edward è il mio raggio di Sole.
Ci siamo incontrati per la prima volta 4 anni e mezzo fa, mentre lui
era in vacanza a Parigi, lo ricordo ancora come se fosse ieri: stavo
leggevendo in un café negli Champs-Elysées quando
lui si era avvicinato a me chiedermi informazioni con una pronuncia
francese talmente buffa – e orrenda – che non ho
potuto fare a meno di ridergli in faccia per almeno 5 minuti buoni. Per
sua fortuna avevo una padronanza perfetta dell'inglese –
essere allevata da una tata, britannica per giunta, ha anche i suoi
vantaggi – e per farmi perdonare per il comportamento increscioso mi sono
offerta di fargli fare un giro turistico di Parigi. Il risultato? Da
quel momento non ci siamo più separati. Avevo intuito fin da
subito che in lui c'era davvero qualcosa di speciale, ma non avevo
neanche minimamente immaginato quanto la mia fortuna sarebbe stata
grande.
«Assolutamente!»
trillo, con più entusiasmo del dovuto; o isteria, che dir si
voglia.
«Balle.»
mentire ad Edward? Figuriamoci se sia possibile. «Lo sai bene
che i tuoi occhi parlano molto più del dovuto.»
«No,
sei tu che sei un bravo osservatore!»
Lui mi
sorride dolcemente, scostandomi dal viso un ciuffo ribelle sfuggito
alla coda di cavallo. «Semplicemente mi importa di
te!»
Guardando
con la coda dell'occhio, mi accorgo che Logan è rimasto
sulla soglia della porta e che sta osservando la scena: a giudicare dal
suo sguardo e dal modo in cui ha serrato la mascella, oserei dire che
la cosa lo sta... Infastidendo? Quindi il signorino è
irritato dal gesto del mio migliore amico? Eppure potrei capovolgere la
situazione a mio vantaggio.
Oh
sì che posso! Però non dovrei, è una
cosa sbagliatissima! Ma quello stronzo deve pagare per quello che ha
fatto e una piccola vendetta non può farmi che bene e...
«Elle?
Sei dei nostri?»
Ammicco
maliziosa in direzione del mio migliore amico. «Reggimi il
gioco» gli sussurro all'orecchio, prima di attirarlo a me e
baciarlo con passione.
Inaspettatamente
Edward ricambia il bacio con altrettanto ardore, le nostre labbra si
muovono anche fin troppo in sintonia; le sue labbra sono tanto morbide
e inoltre Edward sa di buono, sembra quasi un sapore fruttato. E' tutto
così strano, ma oserei aggiungere anche bello! Devo dire che
ci sa proprio fare.
E' lui a
staccarsi per primo e mi osserva smarrito con i suoi occhi color
nocciola che sono diventati verdognoli, come ogni volta che
è agitato: il colore dei suoi occhi varia dal nocciola al
verde scuro a seconda del suo umore – o della luce
– ed è una sua caratteristica che adoro
– sfido a trovare qualcosa in lui che non adoro.
«Si può sapere che diavolo ti è
preso?» domanda col fiato corto.
E quella
domanda mi coglie alla sprovvista.
Già,
che diavolo mi è preso? La mia idea geniale non sembra
più così geniale. A maggior ragione ritrovandomi
davanti a un amico arrabbiato a cui devo dare spiegazioni e senza
più un ragazzo da far arrabbiare.
Dove cavolo
è finita Danielle?
«Io...
Ed, hai qualche ora da dedicarmi? Sono davvero nei casini.»
Dare
spiegazioni a Edward si è rivelato più difficile
del previsto, soprattutto perché per la prima volta da
quando ci conosciamo, l'avevo tenuto completamente all'oscuro di quanto
è accaduto. Credo di averlo fatto
perché non ho voluto neanche ammettere a me stessa
la realtà dei fatti: Logan mi fa sentire così
schifosamente vulnerabile, è una cosa che non provavo da
troppo tempo e che speravo non capitasse proprio con lui.
Odio stare
così, non è da me!
In ogni caso
il mio migliore amico si è rivelato comprensivo, seppur
titubante – ed ho omesso la parte in cui accettavo il
consiglio di Kristin. Magari un giorno gliene parlerò! -
quindi per questa volta, diciamo che l'ho scampata.
«TU
HAI BACIATO EDWARD!»
Esclama
Charlie irrompendo nella mia stanza, senza nemmeno preoccuparsi di
bussare.
L'educazione,
questa sconosciuta. Ehi un attimo, ma lui come lo sa? «E tu
come lo sai?!»
«Ciao
anche a te, eh! Educazione, questa sconosciuta!» ribatte
indignato.
Ma tu guarda
questo.
«Sì
ciao. Allora, come fai a saperlo?»
Charlie
sfoggia un sorrisetto compiaciuto dal quale fanno capolino i suoi denti
bianchissimi, che risaltano ancora di più per via della sua
carnagione olivastra. Se non fosse così tanto checca -e se
non lo conoscessi, soprattutto -, rimpiangerei il fatto che lui sia
gay. «Tesoro, io sono il Perez Hilton1 dell'Eaton.
Nulla mi sfugge.»
«No
sul serio, come cavolo fai a saperlo? Ci hai visti? Te l'ha detto
qualcuno?»
Logan ha
cantato? Ci vuole solo che i miei compagni comincino a spettegolare
sulla mia vita amorosa inesistente! «Una ragazza non rivela
mai i suoi segreti!»
Certo, che
lui venga a dare a me una lezione sulle ragazze è abbastanza
ridicolo! Come fa ad essere così... Così Charlie?
«Charlino dài, ti prego! Ti prometto che mi faccio
fare la manicure!»
Al pensiero
di darmi una sistemata – per farsi un favore, dice. Non
può sopportare una visione così deplorevole per i
suoi occhi come le mie unghia tutte mangiucchiate – non sa
proprio dire di no. «Vediamo un po'... Ah, NO.»
Che diamine!
«TU
HAI BACIATO EDWARD?»
E' un
déjà-vu questo? Solo che questa volta a irrompere
in camera è Kristin, con un'espressione più
sconvolta che mai. «Mi apparto con un tipo per un'ora e
guarda tu che succede! Danielle, hai qualcosa da dirmi?» si
posiziona davanti a me con aria accusatoria: braccia incrociate al
petto, espressione imbronciata e picchietta ritmicamente il piede
contro il – finto – parquet. Dovreste vederla,
anche se tenta di fare la dura è adorabile.
Ma un
momento... Come cavolo fa a saperlo anche lei? «Pure tu? Ma
le voci girano troppo in fretta!»
«Comunque
ciao!»
Okay, questa
cosa sta cominciando a darmi un po' sui nervi. E poi senti chi parla,
l'altra educata della situazione! «Kristin, Charlie, volete
spiegarmi che diavolo succede?»
«Io
lo sapevo di mio, ma ho mandato un sms a Kris, perché lei
meritava di sapere.» spiega Charlie, sconvolto
«Inoltre era l'unica di cui mi fidavo con cui potessi
condividere questa cosa. Mi ha sconvolto nel profondo.»
Certo, sono loro ad essere
sconvolti nel profondo.
«State
insieme?» fa Kris a bruciapelo «Perché
questo complicherebbe le cose per la campagna elettorale.»
«NO!»
«Inoltre
non mi sembra giusto che sia lei a beccarsi quelli più
carini! Dico, hai visto Edward? E' un cherubino dagli occhi nocciola! E
Logan? Beh, Logan è tanta roba... Che figo da paura, con
quell'aria da dannato e gli occhi ciano!»
«Gli
occhi di Logan sono blu oltremare.» lo correggo con fare
sapiente.
«AH
AH! C'è cascata! Mi ha corretto sul colore degli occhi,
ciò prova che lei sia cotta! Dammi la tua ultima copia di
Vogue ORA!»
Ma che
diavolo vanno macchinando? Se prima ero confusa adesso non ci sto
capendo davvero più nulla! «Si può
sapere che cavolo succede? Pretendo una spiegazione ADESSO!»
tuono più furente che mai. Magari se faccio la voce grossa
mi rispetteranno!
Ma in
realtà non mi considerano di striscio, almeno fino a quando
Kristin non porge a malincuore la sua nuovissima copia di Vogue del
mese corrente a un Charlie più che soddisfatto.
«Così impari a vantarti, stupida
abbonata!»
«Non
è colpa mia! Una cosa del genere non la credevo
possibile!»
«Io
ti dicevo di sì, ma tu sempre a fare la sborona!»
ribatte lui, compiaciuto.
«Charlie,
stiamo parlando di Danielle!»
Sì,
continuate a parlare pure di me come se io non fossi davanti a voi,
nella disperata ricerca della vostra attenzione.
«Sei
troppo prevenuta, è umana anche lei! E
Logan... Logan è...»
«E'
un complesso di malattie veneree! Chissà che schifo circola
nel suo pisello.»
A mali
estremi, estremi rimedi.
«Ne
vale la pena, visto quant'è grande.» commento
divertita, lasciandoli del tutto sbigottiti e con le mascelle talmente
collassate da non riuscire a dire nulla. «Oh, finalmente vi
siete azzittiti?»
«Non
ci avrai davvero...» Kristin non riesce nemmeno a finire la
frase per lo sconvolgimento.
«Ovvio
che no, ma almeno ho attirato la vostra attenzione! Mi spiegate allora
cos'è successo?»
La porta si
apre all'improvviso, scaraventando Lawrence dentro la mia stanza e
visto la sua innata goffaggine, finisce per cadere rovinosamente per
terra. Inutile dire che la scena suscita l'ilarità generale,
almeno fino a quando il mio amico non esordisce dicendo «Hai
fatto sesso con Logan Shepherd?»
Dio,
perché?!
Dopo aver chiarito una serie di equivoci e il tutto non senza
difficoltà, perché quando i miei amici si mettono
mi sento un po' come allo zoo, decido di mandare a quel paese i tre
moschettieri per farmi una passeggiata in tutta
tranquillità; ho bisogno di rimanere da sola con i miei
pensieri e a riflettere su quel cataclisma che ha travolto la mia vita
in questi giorni facendola diventare la brutta copia adolescenziale di
Beautiful! E per farlo, non c'è niente di meglio che
l'enorme distesa di terreno verdeggiante che circonda l'Eaton College:
uno dei pochi aspetti positivi di questo manicomio.
Purtroppo la Sfiga è una costante nella mia vita, insieme
alla noia e ai ragazzi deficienti: per cui ecco Logan Shepherd che mi
si presenta davanti, tagliandomi la strada.
«Chi si vede! E il fidanzatino?»
L'ha investito un tram. Che diavolo vuole anche lui?
«Lasciami in pace!»
Faccio per scansarlo e proseguire ma a quanto pare le mie intenzioni e
le sue non coincidono affatto. «Credi di poterla passare
liscia dopo tutto quello che hai fatto?»
«Disse quello che si è scopato una ragazza e poi
l'ha sbandierato in un comizio elettorale!» esclamo
sardonica. «Non sei nella condizione di poter
giudicare!»
«Hai cominciato tu, facendoti vedere per i corridoi con quel
David Gandy in miniatura! E poi hai baciato quel mollusco di Mc
Cartney. Certo che per essere una verginella ti dai proprio da
fare!»
Sul mio viso si dipinge un ghigno compiaciuto. Sarà mica...
«Geloso?»
«Di te? Che stronzate! E poi lo so che tu mi
desideri»
Tanta sicurezza tradita da un leggero accenno di incertezza che
traspare dalla sua voce. Oh, il grand'uomo sta forse cominciando a
vacillare? «Certo, certo. O forse è il
contrario?»
«Assolutamente no!»
Lo sto forse mettendo in difficoltà? Mi piacciono parecchio
questi risvolti! «Allora perché sei qui? Il tuo
ego non è stato ferito dal mio atteggiamento?»
Dalla sua espressione, direi di aver proprio centrato l'obiettivo.
«Certo che no!» esclama oltraggiato «Sono
tranquillo e non m'importa niente di te.»
«Va
bene Shepherd, l'hai voluto tu. Vediamo quanto poco ancora ti
importerà, dopo che avrò fatto questo.»
Detto
questo, lo afferro un lembo del morbido maglione in
chachemire blu oltremare, lo stesso colore dei suoi meravigliosi occhi,
e lo bacio a fior di labbra, ma dopo neanche una manciata di secondi la
sua stretta intorno ai miei fianchi si fa decisa e approfondisce ancora
di più il bacio.
Se tutto va
bene, sono rovinata.
***
1: Perez
Hilton è un famoso blogger statunitense che si
occupa del gossip riguardante Hollywood e dintorni.
2: Il
titolo del capitolo, Where
is my mind è anche quello di una canzone dei
Pixies che mi piace un sacco!
Writer's Corner.
Chiedo umilmente perdono per l'orribile ritardo.
Tra impegni, vita talmente incasinata da fare concorrenza a quella di
Miss Peyton - da cui tra l'altro, prendo ispirazione. Sì,
sono parecchio sfigata anch'io, per la cronaca - e ispirazione latente,
direi che aggiornare si è rivelata un'impresa titanica.
Confesso di aver pure pensato di abbandonare la storia - ovviamente ve
l'avrei comunicato - ma per fortuna non ce n'è stato
bisogno, anche se devo ammettere che questo capitolo non mi soddisfa
affatto.
L'idea del bacio non era assolutamente contemplata nella prima stesura
che avevo fatto del capitolo ma non ero neanche riuscita ad andare
oltre le 3 pagine, quindi ho deciso di stravolgere ancora di
più gli eventi: in tutto questo, non ho la minima idea di
quello che potrebbe accadere in seguito. Se qualcuno ha idee e vuole
farmele presente, me lo dica pure!
Chissà che cosa ne uscirebbe fuori.
Cosa ne pensate del personaggio di Edward? Anche se è ancora
troppo presto per esprimere pareri... Per Lawrence se ne
parlerà in seguito, se avessi cominciato ad introdurre anche
lui, questo capitolo non sarebbe finito più :/ e a proposito
di questo, volevo chiedervi un parere: i capitoli sono troppo lunghi?
Leggerli vi risulta difficoltoso o comunque pesante? Perché
all'incirca sono lunghi 7/8 pagine, ma potrei fare qualcosa per
ridimensionarli.
Detto ciò, ringrazio come sempre chi recensisce, chi ha
messo questa storia tra le preferite/seguite e anche i lettori
silenziosi :-) il vostro sostegno è fondamentale! Un
abbraccio enorme.
Sara.
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Capitolo 4 *** Friday I'm in love ***
L es
l i a i s o n s d a n g e r e u s e s.
CAPITOLO
IV: Friday I'm in love.
Avevo detto che se tutto fosse andato bene, sarei stata rovinata e per
una volta c'ho preso eccome: sono rovinata; anzi, più che
rovinata direi logorata internamente, perché i miei ormoni
sono in subbuglio ed hanno deciso di trascinarmi nel baratro della
lussuria insieme a loro. Devo ricorrere ad ogni briciolo della mia
forza di volontà, del mio senso del dovere, della mia
bacchettonaggine – termine coniato appositamente per la
sottoscritta dalle due grandi menti di Kristin e Charlie. Quei due
insieme sono l'Apocalisse! – senza precedenti; devo
pure fare appello ai ricordi d'infanzia, in particolare quello in cui
Immaculada, la mia tata cilena – fondatrice del club
"cintura di castità forever" –, da
piccola mi rincorreva per casa gettandomi addosso l'acqua santa nella
speranza di redimermi dai miei peccati futuri.
"Señorita
Danielle, si ricordi que Dios mira siempre!" mi diceva ogni volta che
mi coglieva sul fatto, o in generale prima di addormentarmi; l'idea che
Dio potesse osservarmi 24 ore su 24, mi ha leggermente traumatizzata
quand'ero piccola.
Eppure
i traumi subiti per colpa di Immaculada cominciano a non essere
sufficientemente convincenti per farmi desistere dall'idea di saltare
addosso a Logan e abusare di lui in modo tale da farlo sentire violato.
Questa
cosa mi sta mandando fuori di testa, non so spiegarmi cosa succede ogni
volta in cui io e lui siamo a distanza ravvicinata: la voglia di
toccarlo, baciarlo, accarezzarlo, sentirlo mio insomma, diventa
più forte di qualsiasi altra cosa. Voglio lui e basta, il
resto non conta! So che non dovrei e che è sbagliato,
perché i suoi fini hanno uno scopo puramente sessuale e i
miei politici, anche se più vado avanti e più mi
rendo conto che i risultati dell'elezione c'entrano ben poco con tutto
questo, sebbene mi rifiuti di ammetterlo. La vicinanza di questo
ragazzo è quanto di più nocivo potesse capitarmi,
avrei centinaia di motivi per mandarlo a quel paese senza
pietà e nonostante ciò non lo faccio: mi
arrabbio, strepito, gli urlo contro quanto di peggio possa passarmi per
la mente e poi? Ritorna tutto al punto di partenza.
Ed
eccomi qui, nella sua stanza, tra le sue braccia, a pomiciare con la
stessa verve di due adolescenti che si sono appena messi insieme. Due
polipi, insomma.
«Logan»
richiamo la sua attenzione tra un bacio infuocato e l'altro, cercando
di risultare il più decisa possibile. Peccato che
più che un richiamo perentorio questo fosse un sussurro,
infatti il biondino mi ignora bellamente, scostandomi i capelli per
cominciare baciarmi il collo.
Oh
no, il collo no!
Dei
brividi intensi cominciano a percorrermi la schiena, talmente forti da
sembrarmi vertigini e mi mandano in estasi. E' una sensazione
meravigliosa e al contempo una lenta tortura, ma non ci rinuncerei mai;
non mi è mai successo di desiderare così tanto
una persona, più volte sono stata baciata ma non ho mai
provato sensazioni del genere: passione, desiderio, eccitazione,
brividi, calore e anche se sembra un controsenso, dolcezza. Non
è più lo stronzo e arrogante di sempre,
è soltanto Logan.
Ed
io sono soltanto Danielle.
E
forse stiamo correndo un po' troppo.
«Logan.»
ritento molto a malincuore, con voce un po' più ferma.
«Possibile
che tu debba rompere i coglioni anche in momenti del genere?»
sbuffa lui, evidentemente spazientito. «Che
c'è?»
«C'è
che stiamo andando oltre. Ed io non farò sesso con
te!» più che un'affermazione, questa mi sembra una
domanda, ma è bene che lui non lo capisca.
Non
posso andare a letto con lui, non adesso. Tutte quelle sensazioni,
quello stare così bene... Mi spaventa troppo. Sarebbe
l'ennesima fregatura per me, dolore inutile che posso e devo
risparmiarmi! Non posso permettermelo.
«E
perché?»
Figurarsi
se lui capirebbe.
Già,
perché? Cosa gli dico? "I tuoi baci mi fanno sentire
un'adolescente alla prima cotta?". Mi prenderebbe in giro a vita.
«Ehm. Le elezioni, no?»
Butto
lì la prima scusa valida che mi viene in mente.
«Ma...»
tenta di ribattere qualcosa di convincente, ma a quanto pare il
tentativo fallisce miseramente. «Non puoi farmi questo,
così è sleale!» pigola contrariato.
Neanche
tu puoi farmi questo. Sei tu, che diamine!
«Il
risultato finale compenserà la lunga attesa»
ammicco maliziosa.
Oddio,
l'ho detto davvero? Flirtare non mi è mai risultato
così facile. Ecco cosa mi fa la sua stupida vicinanza! Non
è possibile, così decisamente non va.
«Sì
e nel frattempo? Non penserai che io vada avanti a mano!»
Finiscono
i baci, finisce la magia. Lui è sempre lo stesso zotico
schifoso di sempre e la cosa non cambierà mai.
«E
che avresti intenzione di fare?»
«Quello
che ho sempre fatto.» risponde lui, come se fosse la cosa
più ovvia del mondo.
Inutile
stare a specificare quanto la frase mi abbia infastidita e in un certo
senso ferita; ma d'altronde cosa posso aspettarmi da uno come lui?
«Non penserai mica che io mi dia all'astinenza nella speranza
che tu ti decida!»
Appunto.
«Sia
mai» faccio, leggermente amareggiata. «E in ogni
caso non lo faresti!»
«Adesso
và» mi esorta, spintonandomi lievemente verso la
porta «Prima che l'altro Logan mi costringa ad immobilizzarti
a letto e fare di te ciò che voglio.»
«Quindi
siamo liberi.»
Altra
affermazione che in realtà suona più come una
domanda.
«Come
delle farfalle.»
***
"La vuoi sapere la verità sul tuo conto? Sei una fifona, non
hai un briciolo di coraggio, neanche quello semplice e istintivo di
riconoscere che a questo mondo ci si innamora, che si deve appartenere
a qualcuno, perché questa è la sola maniera di
poter essere felici. Tu ti consideri uno spirito libero, un essere
selvaggio e temi che qualcuno possa rinchiuderti in una gabbia. E sai
che ti dico? Che la gabbia te la sei costruita con le tue mani ed
è una gabbia dalla quale non uscirai, in qualunque parte del
mondo tu cerchi di fuggire, perché non importa dove tu
corra, finirai sempre per imbatterti in te stessa"
- Paul Varjak, Breakfast
at Tiffany's.2
Avrò visto Colazione da Tiffany quante volte? Forse 10,
15... Chi lo sa. Era il film preferito di mia madre e quelle rare volte
in cui tornava a casa dall'ospedale e ci rimaneva per più di
qualche ora, capitava che io e lei ci ritrovassimo sul divano a
guardarlo.
Ormai
so il monologo di Paul praticamente a memoria, ma non ho mai riflettuto
davvero sul significato delle sue parole... Forse ai tempi non mi
riguardavano direttamente, quindi non ci avevo mai fatto caso.
«Elle
sei tu?»
Mi
volto nella direzione da cui proviene la voce, ritrovandomi Kristin che
mi guarda accigliata.
«Che
hai da guardare?» domando, bloccando di malavoglia il film.
Adoro questa scena!
«Dico,
ma ti sei vista?»
Beh,
in effetti sono in stato un po' pietoso: pigiamone azzurro di flanella
con tanto di orsetti disegnati sopra, occhiali da vista, capelli legati
alla meno peggio e un cumulo di schifezze che giace sui cuscini del mio
letto. «E allora? Voglio passare una serata
casalinga»
Kristin
alza il sopracciglio destro con enorme disappunto. Brutto segno,
significa che si sta arrabbiando di moltissimo. «E'
venerdì sera. Sono quasi le 10.30, sei single, bella
– malgrado il tuo aspetto per ora lasci a desiderare
– e non ci sono troppi compiti per lunedì. Che
cazzo ci stai a fare in camera? Alza il culo da quel divano ed esci con
me!»
«Ma
stavo guardando Colazione da Tiffany!» protesto, mettendo il
broncio. Sa benissimo quando odio essere disturbata mentre guardo un
film... No, in realtà non lo sa. In realtà non
è neanche vero che odio essere disturbata mentre guardo un
film, ma ogni scusa è buona.
«Solita
solfa. Il discorso di Paul la smuove, Holly smette di farsi tremila
seghe mentali, scende dal taxi, corre sotto la pioggia per trovare il
micio, trova il micio, si “allippa” con Paul. Fine
della storia. Andiamo?»
Allippa?
Holly fa cosa con chi? Allippa? Era uno dei baci più belli
della storia del cinema e lei lo rovina con un verbo che più
cacofonico non si può! «Allippa?» le
faccio eco, incredula.
«Ti
muovi?»
«Ti
rendi conto di quello che hai detto?»
«Suvvia,
Ellie! Quella roba ti deformerà il culo e nessun uomo ti
calcolerà mai più! Vuoi forse essere derisa da
Logan per la forma oscena del tuo culo? Poi non ti troverà
per niente scopabile e addio piano!»
«KRISTIN!»
sbotto scandalizzata.
La
bionda, suppongo ormai spazientita oltre il limite consentito, mi
afferra un braccio e mi trascina di peso verso il bagno, imponendomi in
modo perentorio di darmi una sistemata e uscire dal college insieme a
lei. Senza neanche darmi il tempo di protestare, sparisce oltre il
corridoio, gridandomi con la tonalità di voce che assume
quando sta macchinando qualcosa – che porta solo a guai. Guai
molto grossi – che avrebbero pensato lei e Charlie a
scegliere la mia mise.
«Non se ne parla nemmeno, io in discoteca non ci vengo,
scordatevelo!» strepito decisa. «E non pensate che
con quelle espressioni da cuccioli smarriti riuscirete a convincermi.
Quando dico no, è no!»
Le
ultime parole famose, ovviamente.
Kristin
è intenta a sistemarmi i capelli, mentre Charlie si diletta
a scovare nei nostri armadi alla ricerca di qualcosa di decente da
metterci: inutile specificare che dal mio guardaroba non ha cavato un
ragno dal buco; diciamo che non amo molto mettermi in ghingheri, mi fa
sentire a disagio.
«Dio,
ma che orrore!» commenta il mio amico schifato, osservando in
tralice un semplice maglioncino con lo scollo a "V" e fantasia a rombi.
Dopo averlo gettato per terra, neanche fosse ricoperto di pulci,
afferra il suo I- Phone dalla cover ricoperta di Swarovski, compone un
numero e in contemporanea il mio cellulare squilla.
Ma
che diavolo...
«Rispondi!»
mi esorta lui, con aria grave.
E'
pazzo. Decisamente impazzito.
«Pronto?»
faccio incerta, non sapendo se sentirmi ridicola o meno.
«Salve,
chiamo dal 1920.» pausa ad effetto, in cui assume
un'espressione mista tra il contrariato e lo schifato che è
tutto un programma «RIVOGLIAMO I NOSTRI VESTITI!».
Ditemi
che non l'ha fatto sul serio. Ne ho bisogno.
«Che
ha il mio maglione che non va?»
Va
bene, non rientra esattamente nella categoria di vestiti che una 18enne
indosserebbe volentieri ma è questione di gusti! Non
è poi così malvagio. Credo.
«Sei
più gay delle giacche di Elton John» commenta
Kristin, prima di scoppiare a ridere di gusto ed io e Charlie la
seguiamo all'unisono per almeno 5 minuti buoni, col risultato che
abbiamo le mascelle indolenzite. Sono questi attimi di spensieratezza a
farmi capire quanto in realtà, nonostante tutto, io sia
fortunata: frequento un liceo popolato da gente che non sopporto, il
progetto di essere eletta potrebbe non andare in porto, sono
immischiata un piano alquanto losco con la persona che più
detesto – e per cui credo al contempo di provare qualcosa che
non sia odio – ma sono comunque circondata dalle persone che
amo e credo che tanto basta. La felicità dettata dai
risultati che ottieni è nulla se non hai con chi
condividerla.
Nell'esatto momento in cui mettiamo piede al Qube, dove si tiene il
party più atteso ed esplosivo dell'anno, almeno stando a
quanto hanno scritto i PR sulla bacheca dell'evento su Facebook
– notizia riportatami da Kristin. Non credo di avere amici PR
su Facebook! Anzi, ora che ci penso, non credo nemmeno di essermi
registrata. Sì, sono proprio fuori dal mondo – ma
non so fino a che punto possano essere credibili, considerato che ogni
evento organizzato da loro è il "più atteso ed
esplosivo dell'anno"; chissà, magari sono imparentati col
tipo italiano che promuoveva offerte per materassi sempre stupefacenti
e interminabili3
di cui tanto cianciava Isabella, la mia cuoca italiana.
Promoter,
valli a capire!
Cosa
stavo dicendo? Ah sì.
Nell'esatto
momento in cui mettiamo piede al Qube, maledico me stessa di essermi
convinta ad andare: è il festival dell'indecenza! Zoccole
che ballano a destra, zoccole che bevono a manca, zoccole che si
strusciano con morti di figa a destra e a manca... Con tutti questo
zoccoleggiare4
mi sembra di essere finita in Olanda.
«Balliamo?»
propone Kristin, letteralmente in brodo di giuggiole.
«Che
proposte alternative!» commento sarcastica «E dire
che pensavo di essere venuta qui per contare le caprette con
Heidi.»
La
mia migliore amica mi guarda in tralice. «Danielle?»
«Sì?»
«E
fattela una scopata, ogni tanto.»
Mi
astengo dal rispondere verbalmente, ma direi che la mia tattica alzata
di dito medio sia stata eloquente a sufficienza. Odio la discoteca, mi
rende acida!
Okay,
più acida del solito.
Come
avevo saggiamente previsto, Kristin e Charlie hanno adocchiato le loro
prede e si sono dileguati nel nulla, estremamente convinti del fatto
che non sarei rimasta sola a lungo. "Avrei fatto qualcosa io per te" mi
ha detto Charlie "Ma sei gnocca e adulta abbastanza per cercarti un
uomo tutta sola": e l'ho fatto.
Anche
se l'uomo in questione è il barman e data la mia aria
depressa credo abbia capito l'antifona e senza che gli dicessi
qualcosa, mi ha allungato un Long Island con un gran sorriso.
«Offre
la casa. Sarà una serata lunga, non è
così?»
Annuisco
mogia col capo. «Lunghissima!»
Impreco
mentalmente contro me stessa da sola e bevo il drink tutto ad un fiato.
Possibile che debba essere così stupida? Insomma, Kristin ha
ragione... Sono single, ho 18 anni, Logan ha detto che "siamo liberi
come farfalle" e tutto quello che ho voglia di fare è
deprimermi su un divano con un film strappalacrime e quintali di
schifezze con cui abbrutirmi!
«Perché
hai quell'aria triste?» domanda lui, affabile.
«Avrò giusto 30 anni in più di te,
ricordo ancora come mi sentivo allora... A quest'età non
dovrebbe esserci niente in grado di toglierti il sorriso. Quanti anni
hai? 21?»
Cavolo,
è proprio vero che i baristi sono gli psicologi del nuovo
millennio! Lui sembra sinceramente interessato alla mia vita e parlare
con qualcuno mi farebbe solo bene. E' incredibile quanto a volte mi
trovi meglio a parlare con gli estranei... Loro non ti conoscono, il
loro giudizio non pesa ed è del tutto disinteressato.
«Se
le dico la mia vera età, lei smette di servirmi
alcolici?»
«Facciamo
finta che tu ne abbia 21» dice, strizzandomi l'occhio.
«Allora fanciulla. Cosa non va?»
«La
mia vita è un casino!»
Credo
che tutto si possa riassumere in quella frase, ma comincio a
raccontargli a grandi linee delle problematiche che mi affliggono.
«Questo
è Beautiful!» commenta lui, divertito. Certo,
divertiamoci pure a spese altrui! «Sei più sfigata
della piccola fiammiferaia!5
Seriamente. Sei giovane e leggermente incasinata,
ma è venerdì sera e sei in un club con i tuoi
migliori amici: perché perdere tempo a deprimersi? Vai con
loro e divertiti! Questo non servirà a risolvere i tuoi
problemi, ma sicuramente ti aiuterà a non pensarci per un
po'. Tutti si meritano una pausa e questa è la tua
occasione... E chissà. Potresti cogliere la palla al balzo
per far ingelosire quell'idiota a cui vai dietro! E soprattutto
sorridi. Non c'è niente di più bello al
mondo.»
Fondamentalmente
il suo discorso non fa una grinza.
Sembra l'analista francese da cui mi mandarono i miei prima di spedirmi
negli States, con la differenza che la sua parcella è il
prezzo di un cocktail, che tra l'altro mi ha offerto. Adoro questo
posto!
«Io la ringrazio, davvero!»
esclamo accorata.
E
dopo aver trangugiato l'ultima sorsata del mio drink, mi fiondo nella
pista da ballo con i miei amici, che mi accolgono entusiasti e mi
coinvolgono in un balletto assurdo.
Dopo
svariate ore di ballo e soprattutto dopo svariati drink, decido per la
mia incolumità che è meglio andarmi a sedere su
un divanetto, anche perché i piedi cominciano a pulsare per
il dolore. Dannati tacchi 12 cm!
Charlie
e Kristin non sentiranno la mia mancanza, sono troppo ubriachi anche
solo per accorgersene.
Ed
io sono troppo andata per accorgermi che una tizia –
altrettanto ubriaca. Quanta varietà! –
dietro di me è caduta rovinosamente per
terra, facendomi cadere a mia volta, ma per fortuna il colpo
è attutito da qualcosa.
O
meglio, da qualcuno.
«Scusa!»
biascico, confusa «Non volevo! Non mi ero accorta di quella
ragazza e...»
«Va
tutto bene» mi interrompe, aiutandomi ad alzarmi.
E...
Bingo! E' un ragazzo carino! Con cui ho fatto una figura pessima.
«Sicuro?»
«Sono
stato appena travolto da una ragazza molto carina, non capita tutti i
giorni!» esclama, strizzandomi l'occhio. «La cosa
mi è dispiaciuta poco.»
Okay,
sta flirtando. Un ragazzo molto carino e decisamente molto alto sta
flirtando con me.
E
il migliore amico di Logan, un certo Colin, ci sta fissando
incuriosito. «Oh, meno male.»
«Ehm,
però se togliessi il tuo tacco dalla mia scarpa, la cosa mi
dispiacerebbe ancora meno!»
Guardando
verso il basso, mi accorgo che il tacco delle mie decolletè
è conficcato proprio al centro del suo piede e lo tolgo
tempestivamente. «Scusami, davvero!! Dio, mi dispiace, sono
mortificata! Come posso sdebitarmi? Ti ho praticamente
ucciso!»
«Magari
dicendomi come ti chiami?»
Una
figuraccia dopo l'altra! «Danielle» dico,
tendendogli la mano.
Lui
afferra la mia e la stringe con fare deciso, ma non troppo forte. Mi
piace. «Jake.»
Rivolgo
a Jake un sorriso, che lui ricambia, mostrandomi una schiera di denti
drittissimi e bianchi. Che bel sorriso... E' molto attraente! Sembra un
testimonial di spot per dentifrici! E se così fosse? Starei
parlando con una persona famosa! Oh mio Dio, Danielle Peyton con un
VIP. L'ho già detto che amo questo posto?
In ogni caso una chiacchiera tira l'altra e fu così che
passai il resto della serata su un divanetto a parlare – e
flirtare, con tentativi pessimi. Sono una frana con queste cose ma
credo che l'alcool sia mio complice – con uno
sconosciuto, con cui ho scoperto, tra l'altro, di avere tantissime cose
in comune.
Ha
una parlantina davvero ammaliante, starei ore ed ore ad ascoltare le
sue storie e i suoi mille aneddoti! Ha un aneddoto per ogni cosa,
inoltre è così brillante! Quasi come il suo
sorriso.
Chissà che ci mette nei denti.
«Danielle, mi stai ascoltando?»
Tra
l'alcool e la musica assordante, non mi ero resa conto di essermi persa
nella contemplazione del suo sorriso. «Ehm, scusa...
Io...»
«Mi
stavi fissando.» afferma lui, divertito.
«Io...
Lo so, sono un totale disastro! Non ho fatto altro che collezionare
figuracce su figuracce, flirt pessimi, ma il tuo sorriso è
davvero bello e scintillante e non mi sono accorta che...»
senza darmi il tempo di finire la frase, afferra il mio viso tra le
mani e mi bacia. Ed io lo bacio. Ci stiamo baciando e anche se non
dovrei, lo faccio. Nessuno me lo vieta, sono brilla e soprattutto
"libera come una farfalla".
Beccati
questo, Shepherd!
***
1. Friday
I'm in love è il
testo di una canzone dei Cure. Dato che tutto accade di
venerdì sera, ho deciso di dare nuovamente al capitolo un
titolo di una canzone.
2. La citazione di
inizio capitolo manca proprio perché ho usato il monologo di
Paul Varjak a metà capitolo. E' anche la mia scena preferita
di tutto il film – e Colazione da
Tiffany è a sua volta il mio film preferito –, starei a guardarla
per ore e ore. Inoltre trovo che Audrey Hepburn sia semplicemente
divina, quindi non potevo non farle un piccolo omaggio nella mia fan
fiction.
3. Il riferimento
è a Giorgio Mastrota e alle pubblicità Eminflex.
E' da quando sono piccola che gli sento dire che le sue offerte dei
materassi sono strepitose e che bisogna affrettarsi perché
sono gli ultimi giorni che abbiamo a disposizione per approfittarne. E
fu così che gli ultimi giorni si trasformarono in decenni.
Bah.
4. L'Olanda, oltre che
per i mulini a vento, i tulipani, il museo di Andy Warhol – i coffee shop, la
droga, erba a volontà, le prostitute e i quartieri a luci
rosse...! –
è anche nota per gli zoccoli. Quindi
zoccoleggiare, zoccole... Insomma, una battutaccia di Danielle.
Writer's corner.
Chiedo perdono per il modo in cui vi avevo liquidato all'inizio, ma
andavo di fretta e dovevo necessariamente pubblicare il capitolo
perché sono stata colta dall'ispirazione proprio mentre ero
connessa dal portatile –
che tra l'altro non è mio –
e quindi avevo una certa urgenza. Ho sistemato qualcosina ed ho
aggiunto le note, quindi adesso sono un po' più tranquilla.
Io e le mie manie d'ordine.
Comunque, in questo capitolo Danielle comincia a fare un po'
più di chiarezza con sé stessa e i suoi
sentimenti, sebbene ammetterli sia molto difficoltoso... Anche
perché Logan è quello che è, ma
soprattutto non perde occasione di dimostrarlo. Diciamo che mi
è venuto piuttosto facile scriverlo, visto che ci ho messo
molto di mio –
ho un personalissimo Logan, per la cronaca. Magari non così
diretto, ma parecchio stronzo –.
Almeno quel disastro di vita sentimentale mi torna utile in qualcosa.
Il bacio con Jake è dovuto prettamente al fatto che lei sia
brilla –
il modo in cui ho scritto l'ultima parte lo conferma – e
desiderosa di vendetta contro quell'idiota, questo ovviamente
avrà delle ripercussioni; chi ha letto la versione
precedente potrebbe notare una sottigliezza da cui si può
intuire qualche spoiler per il prossimo capitolo. E già ho
detto troppo!
Per quanto riguarda i personaggi, tanto per farvi un'idea sulla loro
fisicità, li ho "associati" a dei VIP che secondo me
rispecchiano alcune loro caratteristiche; poi magari qualcuno di voi lo
avrà già fatto di suo. A discrezione della vostra
immaginazione, insomma! Comunque, per quel che riguarda me:
Danielle la
vedo molto come la modella Eva
Riccobono. Non esattamente bellissima –
poi de gustibus, sono poche le modelle che ritengo tali –
ma molto chiara di carnagione e longilinea.
Edward
invece me lo immagino come Mat
Gordon, anche lui modello –
oggi sono molto in vena –.
Magari un po' meno figo e perfetto, ma Mat ha quell'aria dolce e un po'
innocente che al mio personaggio calza benissimo.
Per Kristin
ho pensato Chelsea Staub,
che onestamente non so chi sia –
cercando Young Hollywood su Google mi sono apparse anche delle sue
foto – ma come Kristin mi sembra abbastanza
convincente, specie nelle foto in cui ha i capelli corti.
Per Logan
e Charlie
rispettivamente Chad
Michael Murray –
adoro quest'uomo, sbavo per lui dai tempi di Charlie Todd in Dawson's
Creek – e Adam
Gregory, che se non ricordo male ha recitato il ruolo di
Ty in 90210 –
serie che seguo, lo confesso. E' troppo trash per non intrigarti!
Lawrence ancora non sono riuscita ad inquadrarlo, ma vi
terrò informate. Se avete qualche suggerimento, fate pure!
Vediamo cosa ne esce fuori!
Ultima cosa e giuro che chiudo, visto che non ne
potrete più, ringrazio nuovamente tutte per il supporto e la
comprensione riguardo la possibile cancellazione di questa storia...
Che non credo avverrà. :–)
Un abbraccio.
Sara.
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Capitolo 5 *** Last friday night ***
Les
liaisons dangereuses
CAPITOLO V: Last friday night
Il primo svegliarsi dopo una sciagura, e in un impiccio, è
un momento molto amaro.
- Alessandro Manzoni
Ed eccoci qui,
nell'aula Magna dell'Eaton College in una calda mattinata di giugno.
Finalmente il
momento tanto atteso da tutti i Senior è arrivato: il giorno
della consegna dei diplomi. L'incubo del liceo è giunto al
termine, pensavo che questo giorno non sarebbe arrivato più!
E invece eccoci qui, tutti insieme per un'ultima volta, seduti su delle
scomodissime sedie di plastica con indosso toghe dal colore azzurrino e
rosso – i colori dell'Istituto Eaton, come da tradizione.
Accoppiata oscena! – e cappelli che non aspettano altro che
essere lanciati per aria, intenti, o quasi, ad ascoltare il lunghissimo
discorso che il preside Finch ha deciso di propinarci per introdurre
quello di commiato, pronunciato dallo studente più
meritevole dell'anno corrente, ovvero me.
«Ed
è con sommo piacere e onore che lascio la parola a Miss
Danielle Peyton, la studentessa migliore che l'Eaton abbia mai avuto il
privilegio di avere, nonché futura alunna della Brown
University!» esclama Finch, tronfio di orgoglio, tra gli
applausi e gli urletti di gioia dei miei compagni.
Mi sento
più adrenalinica che mai, è un'emozione
fortissima e indescrivibile.
Tutti i
problemi, l'ansia, le paure, i complotti, le ripicche sono solo un
ricordo ormai lontano; visto da questa prospettiva, l'Eaton non fa
così schifo.
«Io
vi ringrazio, davvero. La cerimonia che siamo qui a condividere segna
il primo dei tanti traguardi formativi che raggiungeremo. Non si tratta
solo di un traguardo, ma di un nuovo inizio, l'inizio di una nuova fase
della nostra vita, sia professionale che umana...»
Inaspettatamente,
Charlie irrompe sul palco vestito da Gunther1,
delle luci soffuse si focalizzano sulla sua figura luccicante e una
canzone si diffonde dagli altoparlanti.
Oh,
you touch my tralala2
Mmm...
My ding ding dong
La
la la la la la la
La
la la la la la ♪
Questo non
è possibile. Non sta succedendo davvero. Io...
«AAAAAAAAAAH!»
comincio ad urlare a squarciagola.
Ma vengo
azzittita da una manata sulla bocca.
«Elle»
bofonchia Kristin, mezza addormentata. «Che Zeus ti
fulmini!»
Ed in quel
momento realizzo di essere distesa sul mio letto, con un'emicrania
niente male e Kristin che mi sta letteralmente addosso con ancora i
vestiti di ieri sera, più in coma che altro.
Non mi stavo
diplomando. Era solo un sogno! O meglio, un incubo.
Oh,
you touch my tralala
Mmm...
My ding ding dong
La
la la la la la la
La
la la la la la ♪
Di nuovo
quell'orrenda canzone!
Dannato
Gunther! Mi alzo dal letto con la leggiadria di un ippopotamo con i
postumi della sbornia e vado alla ricerca del qualcosa da cui proviene
quell'orrenda canzoncina che è la fonte dei miei guai.
«Per
l'anima di Coco Chanel, dì a Gunther di starsi
zitto!» bofonchia la mia migliore amica con la voce ancora
impastata che trasuda esasperazione. «Non riesco a contare le
pecore.»
Evidentemente
è ancora ubriaca.
Dopo minuti che
sembrano interminabili, le mie ricerche hanno finalmente termine e
trovo l'I Phone di Charlie sotto una catasta di vestiti. Che diavolo ci
fa il suo cellulare nella mia stanza? Ho un vuoto di memoria da ieri
sera.
Il display
segnala un sms.
Savannah
Marin:
Tesoro,
ho troppa voglia di te. Quanto ci vuole per prendere una dannata
bomboletta di panna spray? Non vorrei che il tuo soufflé si
afflosciasse.
Savannah?!
Ma è un nome femminile, non può essere!
Neanche il
tempo, che arriva un altro sms.
Chico
Caliente:
Mi hanno
riferito che ieri sera al Qube ti sei sollazzato parecchio in compagnia
di una focosa donzella rossa di capelli! Hai tradito la mia fiducia, il
mio cuore è ferito e niente potrà lenire questo
dolore! Tra noi è finita.
Chico Caliente?
Okay, o sto sognando ancora oppure ho le idee molto confuse.
Sarà
meglio riportare questo aggeggio infernale a Charlie prima che Kristin
si svegli di nuovo e lui vada in crisi d'astinenza da cellulare, non sa
vivere senza quel maledetto aggeggio. Tanto ormai sono sveglia.
Dopo essermi
data una sistemata alla meno peggio – la parte peggiore
è stata vedere il mio riflesso allo specchio dopo la notte
brava, che detto tra noi, ricordo molto poco – ed aver
indossato dei vestiti più comodi, ma soprattutto un paio di
occhiali da sole, mi dirigo verso la stanza di Charlie.
Busso un paio
di volte, ma senza nessun risultato.
«Tu
guarda!» esclama con sarcasmo una voce che conosco fin troppo
bene. «Sei viva allora!»
«Perché
non dovrei?»
Quasi ho paura
di sentire la risposta.
Edward si
avvicina a me e mi osserva con aria grave. «Mi hai chiamato
alle 4 del mattino dicendomi che qualcuno aveva toccato il tuo tralala3
e che dovevi lasciarmi perché tu e Kristin dovevate andare a
fare la piastra ai ricci.»
E' anche peggio
di quel che pensassi. «Oh mio Dio, Ed, io non so cosa
dire...»
«Dannati
compleanni dei cugini! Se avessi saputo che da ubriaca sei
così spassosa, avrei mandato tutti a quel paese!»
«Sono
un disastro!»
E
chissà che altro c'è da sapere! Mi vengono i
brividi solo al pensiero. Busso un'altra volta alla porta di Charlie,
solo che molto più energicamente del solito: ho bisogno di
sapere se c'è dell'altro, i miei ricordi sono troppo confusi
e vaghi.
«Sei
splendida, invece.» ribatte Edward, sorridendomi dolcemente.
Ecco, lui vede del buono in tutto!
«Smettila
di vedere del buono in tutto, non c'è niente di splendido.
Dio, chissà che altro avrò combinato!»
«Non
devo del buono in tutto, vedo
del buono in te. E poi, qualsiasi cosa sia, non credo sia
nulla di così irreparabile.»
Sorrido a
quella risposta così carina, lui riesce sempre a farmi
sorridere.
E lo travolgo
in uno di quelli che Lawrence chiamerebbe “abbracci da
orso”, ovvero quelli stritolatori ma al contempo affettuosi.
«Che
patetica scenetta» commenta qualcuno da lontano, pieno di
sarcasmo.
Ecco, mancava
solo lui a rendere la mattinata ancora più drammatica!
Stupidi Logan e la sua capacità di ritrovarsi nei posti
sbagliati nei momenti sbagliatissimi.
«Buongiorno
anche a te, farfallina»
ribatto sprezzante, rendendogli pan per focaccia.
«Farfallina?
Io? Eppure non ero io quello che ieri sera al Qube ha rimorchiato un
armadio! A proposito, bacia bene?»
Armadio? Bacio?
Oh mio Dio. Jake!
Le mie guance
si tingono di un rosso acceso seduta stante e sento che la presa di
Edward intorno alla mia vita allentarsi di botto.
«Tu
hai fatto cosa?» domanda il mio amico, sconcertato, sotto lo
compiaciuto di Logan.
«Ops.
Ho detto qualcosa che non avrei dovuto spifferare?»
Mi giro verso
Logan, rivolgendogli lo sguardo più truce del mio
repertorio. Questa me la paga cara! «I dettagli della mia
vita sentimentale non ti rigurdano!»
«Mi
riguardano eccome! Sai com'è, se questo tuo vizietto
continua dovrò prendere le dovute precauzioni con te... Non
vorrei mi immischiassi qualche malattia venerea. O la
mononucleosi!»
In questo
momento vorrei solo sprofondare. Se gli sguardi potessero uccidere, a
quest'ora io e Logan saremmo già morti: gli occhi di Edward,
che si sono colorati di un verde scuro e intenso, passano dalla mia
figura a quello dello stronzo con un'aria sprezzante che non appartiene
proprio al mio migliore amico.
«Voi
due andate a letto insieme» deduce lui, con
tonalità neutra, a dispetto del suo sguardo che è
tutto un programma; sta cercando di mantenere la calma.
«NO!»
ribatto io a bruciapelo.
«Non
ancora.» mi corregge Logan. «La signorina vuole
fare le cose da perfetta politica e aspetta il risultato delle
elezioni. Ha imparato molto da Bill Clinton.4»
«IO
TI AMMAZZO!» sbotto furente, scaraventandomi contro Logan, ma
Edward mi blocca per il braccio appena in tempo.
«Perché
te la prendi tanto con lui? Non è forse la
verità?»
Il tono
accusatore del mio migliore amico è più tagliente
di una lama. E fa anche molto male. «Edward, mi dispiace,
io...»
«Si
può sapere che cos'è questo baccano? Non ho
chiesto una singola per sentire delle urla da fuori! State disturbando
il mio sonnellino di bellezza!» esclama Charlie, aprendo la
porta di scatto.
Osservo
esterrefatta la sua figura, che nonostante la nottataccia e il fatto
che si sia appena svegliato, continua ad essere splendida. Come cavolo
ci riesce?
«Oh»
sospira estasiato, osservando i due ragazzi davanti a lui.
«Ciao Cherubino! Ciao Stallone! Che belle visioni
mattutine!»
Logan emette un
verso schifato e Edward trattiene a stento una risata.
«Scusaci
tanto, Charlie» è il mio – credo
– migliore amico a parlare. Sempre il solito diplomatico
della situazione... Tranne che con me. «Non volevamo
disturbarti! Stavo giusto per andarmene, tanto qui ho finito.»
«Nessun
disturbo, caro.» ammicca lui «Resta pure quanto
vuoi. Anzi, se ti interessano i menàge a trois, sappi che
sei il benvenuto. Savannah è una bomba!»
«Savannah?»
gli fa eco Logan, incredulo. «Ma tu sei gay!»
«Bisex,
stellina. Bisex! Mi piace il biscotto così come la patata.
Due gusti is meglio che one, non so se mi spiego!» spiega
Charlie, apprensivo.
In questo
momento lo stupore è tale che credo che le nostre mascelle
siano collassate. Davvero esistono donne che andrebbero a letto con
Charlie? E' più gay della brillantina di George Michael!
«Che orrore.»
«Dimmi
come mi vuoi, ed io ti accontento!»
L'espressione
di Logan è talmente schifata che non posso fare a meno di
scoppiare a ridere di gusto. Dovreste vederlo! «Troppe
emozioni in una sola mattinata. Credo sia meglio che io vada.»
Edward fa per
andarsene, ma lo trattengo per il braccio. «Possiamo
parlare?»
«Di
cosa? Di come mi hai tenuto nascosto tutto quanto? O del fatto che ogni
volta che ti dico di buttare alle ortiche questa maschera della
perfettina mi aggredisci, perché “significherebbe
tornare alle cattive abitudini” e in ogni caso non
c'è nessuna maschera! Tu sei così! Sai, dopo oggi
direi che la Danielle francese non è poi così
lontana da te.»
Le sue parole
hanno l'impatto di un ceffone e per poco gli occhi non mi si riempono
di lacrime. Perché è proprio lui a dirmi queste
cose? Strattona il suo braccio per liberarsi dalla mia presa e se ne va.
Non mi sentivo
così umiliata da troppo tempo.
«Danielle
francese? Mi sono perso qualcosa?»
Lancio verso
Logan l'ennesimo sguardo truce. «Sai già
abbastanza! E' tutta colpa tua e della tua boccaccia!»
«Non
è colpa mia se il tuo amico è geloso marcio di te
che fai la farfalla in giro!»
Quando
è troppo, è troppo. Senza neanche rendermene
conto davvero, la mia mano parte in automatico in direzione del viso di
Logan, stampandogli un ceffone che credo dimenticherà
difficilmente.
«Io
ti odio.» sibilo a denti stretti, prima di voltare le spalle
a tutti e andarmene.
***
E' incredibile
quanto la mia vita sia costellata da idioti che non hanno la minima
idea di cosa sia il tempismo. Poco dopo essere rientrata in camera,
l'inserviente ha bussato alla mia porta dicendomi che sarei dovuta
recarmi all'ufficio del preside Finch con estrema urgenza, per via di
un compito molto importante da assegnarmi.
Non ho avuto
neanche il tempo di rendermi un tantino più presentabile, e
morirò sicuramente di vergogna nel presentarmi al cospetto
del preside senza un filo di trucco, capelli acconciati con uno
chignon, maglione extra-large, leggings e UGG boots.
Non sono una
che tiene particolarmente alla moda, ma ci tengo ad avere un aspetto
quantomeno decoroso; senza contare che sono sconvolta per quello che
è successo neanche un'ora fa e sono reduce da una
nottataccia terribile! Se fino a ieri sera ero carina ed elegante come
Audrey Hepburn, adesso somiglio più a Courtney Love.5
Nell'ufficio
antistante a quello di Finch non c'è neanche Gladys ad
attendermi, strano: lei ha sempre il culo incollato sulla sua sedia.
«Miss
Peyton!» esclama il preside, cogliendomi di sorpresa.
«Per fortuna è arrivata!»
E mi fa cenno
di entrare nel suo ufficio.
«Di
solito non lascio che i miei alunni svolgano compiti così
onerosi, ma in questo caso è una vera e propria
urgenza.» spiega il nanetto, assumendo un'aria grave. Come
no, affida sempre a me il lavoro sporco! «Dopo che il
professor Milton ci ha lasciato, per via delle insistenti molestie che
subiva da parte di un alunno dell'altra sponda, la cui
identità rimane un mistero...»
Come se non lo
sapessero tutti che Charlie ci provava apertamente col professore e che
Finch abbia lasciato correre tutto quanto per via della generosa
donazione fatta alla scuola da parte del signor Brown. Come credete che
quella checca isterica abbia ottenuto una camera singola?
«Il
consiglio scolastico ha "liberamente" costretto me e il corpo
insegnanti a partecipare a un seminario sull'etica del rapporto
“alunno-insegnante”, quindi dovremmo allontanarci
per l'intero pomeriggio.»
«Vuole
che io faccia da supervisore alla scuola?»
Lo Hobbit
scuote il capo pelato in modo negativo. «Abbiamo trovato un
supplente e credo che sarà qui a momenti, Gladys
è andato a prenderlo nel suo albergo. Mr. Bloom si
è trasferito qui appositamente da New York e
alloggerà nei nostri appartamenti in attesa di una
sistemazione più consona. E' successo tutto così
all'improvviso!»
Osservo Finch,
un po' spaesata. «Non come tutto questo possa avere a che
fare con me, signore.»
«Arrivo
al punto. Visto che Carlos Brown si è dimostrato
così entusiasta di averla come cicerona, volevo che facesse
lo stesso con il professor Bloom. Mostrargli gli edifici della scuola e
chiarirgli i dubbi! Ovviamente non sarà da sola, stavolta ho
pensato bene di convocare un altro alunno.»
Almeno non
condividerò l'infausto compito di mostrare la scuola a un
vecchiaccio tutta da sola. «Che sarebbe?»
«Edward
Mc Cartney. Ho notato che voi siete legatissimi, quindi non credo gli
dispiacerà! E poi può essere un ottimo modo per
instaurare un rapporto con il vostro insegnante senza che predomini
classico timore reverenziale.»
Zeus, se ci
sei, fulminami! Come posso affrontare lo sguardo accusatorio di Edward
e fingere con l'insegnante che sia tutto a posto? Stupido Finch, lo
odio!
Potrebbe andare
peggio di così?
«Preside
Finch, Mr. Bloom è arrivato!» la voce gracchiante
di Gladys si diffonde tramite l'altoparlante. «E anche il
signorino Mc Cartney!»
«Oh,
che tempismo perfetto!» esclama il nano, dirigendosi verso la
porta per aprirla.
E nel momento
in cui i due entrano dalla porta, il mio peggiore incubo diventa
realtà.
Pensavo che il
dover stare a stretto contatto con Edward per tutto il pomeriggio senza
far trapelare nulla al professore fosse la cosa peggiore che mi sarebbe
potuta capitare oggi, eppure mi sbagliavo: il dover stare a stretto
contatto con Edward per tutto il pomeriggio senza far trapelare nulla
al supplente, che non è altro il tizio con cui ho pomiciato
ieri notte per vendetta, è decisamente peggio.
1,
2: Tra
La La
è una canzone decisamente orribile - una di quelle che una
volta ascoltate ti rimane in testa senza minima possibilità
di uscita - di Gunther, appunto. Vi "consiglio" di cercarla su YouTube
se ancora non la conoscete... Non ve ne pentirete ahahah! Ah, Gunther
è anche il tassista pazzo del video "By the way" dei Red Hot
Chili Peppers!
3: Danielle nel suo
delirio di ubriachezza stava citando un verso della canzone.
4: Si riferisce alla
relazione che l'ex presidente Bill Clinton ebbe con la sua stagista
Monica Lewinsky, che fece scoppiare uno scandalo negli USA intorno al
1998.
5: Courtney Love
è la vedova di Kurt Cobain, famosa anche per il suo aspetto
orrendo, specie alla fine di un party (in realtà anche
all'inizio). Capita spesso e volentieri che venga presa in giro per
questo.
6: Ennesimo titolo di
un capitolo che porta il titolo di una canzone, ovvero Last Friday
Night di Katy Perry! Se leggete la traduzione, capirete che
è molto attinente al testo del capitolo :P
Writer's corner.
Il
fatto di aver aggiornato - di nuovo - sorprende anche me, ma
è un periodo in cui mi sento particolarmente creativa,
tant'è che ho scritto addirittura ben 2 capitoli ed ho
ancora qualche ideuzza che mi frulla per la testa, ma sarò
costretta a rimandare: a partire da questo fine settimana trovare un
minimo di tempo libero sarà un'impresa impossibile,
avrò talmente tanti di quegli impegni e dovrò
studiare talmente tanto - esame imminente - che credo non
riuscirò più ad aggiornare per minimo 10 giorni.
E voglio essere ottimista :(
Ho trovato uno
sprazzo di tempo libero adesso e quindi beccatevi l'aggiornamento! :D
Jake non
è nient'altro che il professor Bloom della versione
precedente di LLD, con cui tra l'altro Danielle aveva avuto una
relazione! Ve l'avevo detto io che c'era un segnale dal quale si poteva
intuire uno spoiler - Danielle lo chiama pure per nome nel capitolo IV
della vecchia, se non sbaglio -... Ero quasi sicura che non l'avreste
intuito e mi sa che c'ho preso.
Questo
capitolo è praticamente di transizione, per introdurre
ciò che accadrà nella vita di quella sfiga... Ehm, di Danielle
:P che poverina, dovrà affrontarne parecchie! A voi l'ardua
sentenza u.u
A
lot of love,
la vostra pluri impegnata, esaurita e assonnatissima
Sara.
|
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Capitolo 6 *** La linea sottile ***
Les
liaisons dangereuses
CAPITOLO
VI: La linea sottile.
Ci sono cose che vanno dette, non importa quanto possano suonare
stupide.
Per certe
cose non si può aspettare il momento giusto. Potrebbe non
essercene un altro.
— Mary E.
Pearson
Dire
che c'è imbarazzo nell'aria fin dal primo secondo in cui i
miei
occhi hanno incrociato quelli marroni di Jake nella stanza del
preside, sarebbe un eufemismo. Per fortuna Finch non si è
accorto di
nulla, troppo preso dalla fretta di andare a quel convegno; con lui
l'abbiamo scampata ma con Edward credo che la cosa sarà
più
difficile. Ha capito che c'è qualcosa che non va, la
tensione si può
tagliare con il coltello e per lui, io sono un libro aperto.
Inoltre
ho un gran bisogno di parlare con Jake da sola per chiarire quanto
è
successo ieri notte e come dovremo comportarci: se si viene a sapere
che ho baciato il supplente di lettere, sia io che lui siamo
completamente fritti. Devo trovare un modo per far allontanare Edward
prima che sia troppo tardi! E' l'unica occasione che abbiamo per
stare insieme tranquilli senza destare sospetti.
«Edward,
ti vedo annoiato! Se vuoi, puoi andare! Tanto il giro della scuola
è
quasi finito, non credo il signor Bloom abbia bisogno di
entrambi.»
Il
mio migliore amico – ammesso che lo sia ancora e non mi odi a
morte
– mi lancia uno sguardo truce. «Ti ringrazio per
l'interessamento
ma no, porterò il mio compito a termine proprio come mi
è stato
richiesto.»
Quando
fa così è davvero odioso! Se la mette
così, a mali estremi,
estremi rimedi.
Afferro
il mio cellulare e compongo qualcosa sulla tastiera.
Me:
Devi
aiutarmi.
Una
manciata di secondi dopo, ecco che risponde. Il fatto che Charlie
viva in simbiosi con il suo cellulare, una volta tanto può
tornare
ultile.
Charlotte:
Dimmi
tutto Tesssoro! Problemi in vista con i due fustacchioni con cui vai
girando per la scuola?
Non
voglio neanche sapere come fa a saperlo di già.
Me:
Ma
come fai? Comunque sì. Sono nei guai. Devi fare in modo che
Edward
se ne vada!
Charlotte:
Che
porca! Non ti è bastato già ieri sera con Jake?
Comunque ricevuto.
«Danielle»
mi rimbecca Edward, infastidito «Che ne dici di mettere da
parte il
cellulare?»
«Ho
finito.» sibilo in risposta. Per fortuna che ci
sarà Charlie a
dargli una lezione!
In
men che non si dica, ecco Charlie all'orizzonte, più bello e
chiccoso che mai, seguito da una nuvoletta di profumo per uomo.
«Salve professor Bloom! Io sono Carlos Esteban Diego Antonio
Miguel
Julio Patrick Brown, ma lei può chiamarmi Charlie. O come le
pare!
Sa, da uno come lei mi farei chiamare in qualsiasi modo!»
Jake
osserva Charlie smarrito, tendendogli la mano. «Credo che mi
limiterò a chiamarti Charlie, ma grazie.»
La
checca si lascia andare a una risatina frivola. «Mi scusi, il
fascino del proibito! Ogni volta che vedo un prof avvenente, sento un
qualcosa dentro, un impulso irresistibile che mi dice
“Provaci,
Charlie”!»
Jake
assume un'espressione sempre più inorridita. Almeno non
è scappato
con le mani ai capelli come fece il signor Milton qualche giorno fa,
sono passi avanti. «Charlie, che ci fai qui?»
Ma
il mio amico è talmente preso dai suoi deliri che glissa la
mia
domanda, sommergendoci con un fiume in piena di parole. Ho come
l'impressione di aver fatto un buco nell'acqua... Non che ci sia
qualcosa di strano, ultimamente tutto ciò che faccio si
trasforma in
qualcosa di terribile e ingestibile! Sono la Re Mida dei disastri.
«Prof, lei che insegna letteratura ne sa sicuramente qualcosa
riguardo ciò che sto per chiederle.»
Sento
che sta per spararne una grossa.
«Charlie...»
lo rimbecco io, ma senza risultato.
«Ehm,
sì. Certo.»
«Bene!
Cos'è che fa rima con “razzo”?»
Oh
mio Dio.
«Ora
capisco perché il signor Milton è scappato a
gambe levate! Charlie,
c'è altro all'infuori del sesso.» lo redarguisce
Jake, divertito.
Almeno sta allo scherzo, va acquistando punti! Non che la cosa mi
riguardi.
«Sesso
orale? Preliminari? Massaggi erotici? Sesso anale? Quello fa
parecchio male.»
E'
un istituto popolato prevalentemente da ninfomani e satiriaci! E
quella di chiamare Charlie è stata una pessima idea, sono
più nei
casini di prima. «Charlie, che diavolo ci fai qui me lo
spieghi?»
sbotto furiosa.
Perlomeno
ho ottenuto la sua attenzione.
«Ah
già.» mormora lui, laconico. «Edward,
devi aiutarmi!»
«Io?»
La
checca assume un'espressione sempre più mesta e teatrale
«Proprio
tu! Sei la fonte dei miei guai!»
«E
perché mai?»
«Ti
ricordi quel ragazzo che mi hai presentato? Quel poeta maledetto, il
Baudelaire dei poveri? Quello molto caliente?»
Come
se Baudelaire fosse ricco. «Ti riferisci a Jonah?»
«Ah,
si chiama così?» Charlie e la
credibilità sono due rette parallele
che non si incontreranno mai. «Beh, proprio lui. Johnny! Sai,
stamattina mi ha lasciato!»
E
detto ciò, scoppia in un drammatico pianto senza nemmeno le
lacrime.
«Ma
che ti importa? Non ricordavi neanche il nome!» ribatte
Edward.
«Cacchio.
Beh, allora devi aiutarmi in letteratura! Lunedì abbiamo
compito e
non so assolutamente niente. Avrei chiesto a Jimmy, ma sai
com'è,
lui mi ha lasciato!»
«C'è
Danielle!»
«Giammai!
Non potrei studiare al cospetto di tanta crespaggine di capelli.
Penserei alle soluzioni per renderli più morbidi.»
Ancora
con la storia dei capelli crespi! Non è vero che sono
così brutti!
In tutto questo, Jake è passato dal totalmente scandalizzato
all'assoluto divertimento, sta ridendo di gusto da circa 5 minuti
buoni; può darsi che sia una risata isterica.
«Edward
non vorrai mica abbandonare un amico in
difficoltà!» commento io
con sottile ironia e per poco rischio di essere fulminata con lo
sguardo da lui, ma ben gli sta.
«Puoi
andare. Ci penserà Danielle a farmi finire il giro, non
c'è
problema. E grazie mille per la tua disponibilità!»
Senza
neanche dargli il tempo di ribattere, Charlie afferra Edward per il
braccio e lo trascina via con sé, urlando a Jake che
“non vede
l'ora di rivederlo a lezione”.
Sempre
il solito Charlie Brown.
Finalmente
io e Jake siamo rimasti soli. «Prof, vuole vedere la stanza
più
isolata dell'istituto?»
«Mi
stai facendo una proposta indecente?» ammicca lui sottovoce,
per
evitare di essere sentito.
Okay,
il discorso potrebbe prendere una brutta piega. «Ehm. Vorrei
prima
parlarti.»
«E
sia»
Senza
dare troppo nell'occhio, conduco Jake negli archivi della scuola,
l'unica stanza protetta da un codice – neanche fossimo nel
caveau
di una banca – di cui io, per caso assolutamente fortuito,
sono a
conoscenza. Ci sono dati molto riservati e nessuno può
metterci
piede se non le persone autorizzate, tra cui io. Cosa fa fare
l'essere la cocca del corpo docenti!
Durante
il tragitto ho avuto modo di osservare meglio Jake – e
soprattutto
da sobria e alla luce del sole – e mi sono resa conto che
è
veramente un bel ragazzo: si vede fin da subito che è molto
carismatico e attraente, inoltre ha un sorriso meraviglioso, gli
occhi dall'espressione molto intensa, la barbetta incolta e i
lineamenti molto decisi. Trasuda mascolinità da ogni dove.
Non
ha per niente l'aria acerba di un ragazzino, lui è
proprio... Uomo.
E
devo dire che la cosa mi stuzzica parecchio.
«Ti
avevo detto che speravo di rivederti presto, ma non pensavo tanto
presto.» esordisce lui, non appena dentro «E
sicuramente non nelle
vesti di un'alunna. E' proprio un bell'impiccio»
«Un
impiccio bello e buono. Che si fa?»
«Danielle,
c'è qualcosa di speciale in te» esordisce lui e
sembra un tantino
titubante. Stiamo forse per arrivare alla parte del maledettissmo
“ma”? «Ieri ti ho notata subito mentre
eravamo al Qube e volevo
davvero rivederti, specie dopo aver conversato. Sai essere brillante
persino da brilla»
Arrossisco
per il mezzo complimento e mi lascio sfuggire un sorrisino.
«Dov'è
il ma?»
«Il
“ma” è che entrambi rischiamo veramente
moltissimo. Io il mio
posto di lavoro, tu la tua futura ammissione alla Brown e
un'espulsione!»
La
verità mi piomba addosso con un sapore molto amaro.
Jake
è un ragazzo più grande, interessante, brillante,
intelligente,
attraente e sinceramente interessato a conoscermi meglio: ho sempre
sperato di incontrare un ragazzo così – e meno che
mai avrei
pensato che ciò sarebbe accaduto in una discoteca - e ora
che me lo
ritrovo a portata di mano, non posso neanche pensare di instaurare
qualcosa che vada al di là del semplice scambio di idee
perché lui
è un mio insegnante.
Eppure
lui ha ragione, con questa storia rischiamo davvero grosso: non ho
intenzione di rinunciare al mio brillante futuro per uno sconosciuto,
per quanto questo possa essere il potenziale uomo dei miei sogni.
«Sì, hai ragione.»
«Amici?»
propone lui, tendendomi la mano.
Gli
stringo la mano con decisione ed esclamo sorridendo
«Amici.»
Allora
perché nessuno dei due si ostina a mollare la mano
dell'altro? Ma
non ho neanche il tempo di formulare una risposta sensata, che Jake
mi attira verso sé e annulla completamente la distanza tra
di noi
baciandomi.
Alla
faccia dell'amicizia.
Dopo
essere uscita da quell'archivio, mi sento insolitamente leggera.
Oltre
ad esserci baciati per un lasso di tempo davvero notevole, io e Jake
abbiamo colto l'occasione per conversare un po' ed ho scoperto
tantissime cose sul suo conto: ha 25 anni, si è laureato in
lettere
moderne alla Columbia University e poi ha conseguito il master in
giornalismo sempre nella stessa, attualmente sta cercando un lavoro
in qualche testata – il mondo del giornalismo è
molto crudele e
competitivo – e visto che i soldi scarseggiano, per ora ha
accettato di fare il docente di letteratura, materia che ama.
Inoltre
ho scoperto che sua zia è nella commissione per le
ammissioni alla
Brown e se gli dimostro di essere una studentessa abbastanza
meritevole – non che ce ne sia bisogno, il mio curriculum
scolastico parla da solo – potrebbe scrivermi lui stesso una
lettera di raccomandazione e parlare con sua zia, quindi la carica di
presidentessa del consiglio studentesco non mi servirebbe a molto, ma
non si sa mai.
In
altre parole, potrei mandare a quel paese Logan e dirgli di infilarsi
il suo piano da depravati lì dove non batte il Sole; anche
perché
non posso mandare avanti la buffonata che c'è tra me e lui,
considerato che io e Jake abbiamo deciso di comune accordo di
accollarci il “rischio” e provare a frequentarci di
nascosto.
E
stasera avremo il nostro primo appuntamento ufficiale, sono in brodo
di giuggiole!
Lo
so, è veramente rischioso, ma voglio almeno tentarci.
Inoltre è il
primo ragazzo interessato a me – e che mi interessa
– a non
essere un disasattato o un caso umano, il che è tutto dire.
Non sarà
il grande amore, ma sento che è la mia
possibilità di conoscere e
frequentare un ragazzo in una maniera che non contenga ricatti,
ripicche, patti basati sul sesso e cose del genere: una relazione
normale. Per quanto di normale possa esserci nel frequentare
il
proprio supplente!
Ovviamente
il tutto dovrà avvenire in gran segreto, tranne che per
Charlie:
sono sicura che lui sappia già tutto.
Ed
eccomi qua, di fronte alla stanza 7, nonché alloggio della
mia
nemesi: devo mettere fine a questa situazione e all'assurdo rapporto
venutosi a creare tra noi due. Allora perché sono talmente
paralizzata da non riuscire neanche a bussare?
Chiudo
gli occhi, inspiro profondamente e dopo enspiro e ripeto il
procedimento almeno un paio di volte: era ciò che mi faceva
sempre
fare la mia analista francese durante i momenti di ansia e di solito
funzionava.
E
allora perché il mio pugno si rifiuta di toccare quella
porta?
Quand'è
che sono diventata così codarda? Diamine!
Prendo
il coraggio a due mani e busso contro il legno della porta di Logan:
o la va, o la spacca! «Novice!» esclama sorpreso,
non appena mi
vede.
«Dobbiamo
parlare.»
Senza
nemmeno aspettare che me lo chiedesse, entro nella sua stanza e gli
impongo di chiudere la porta; sto cominciando a pensare di essere
bipolare, non capisco nemmeno da dove provenga tutta questa
sicurezza, ma devo dire che mi piace.
«Entra
pure!» mi apostrofa il biondo, chiudendo la porta.
«Io
e te abbiamo chiuso. La situazione che si sta venendo a creare
è
insana e io non voglio vendermi per dei voti alle elezioni
e...»
«Ho
capito. Il professore deve scopare davvero bene.» commenta
acido.
Improvvisamente
divento paonazza in viso.
«Io...
Ma...» tento di ribattere qualcosa, ma le parole non mi
escono
fuori: sento ribollire un mix di rabbia e sdegno.
«Me
l'ha detto Colin» continua lui «Vi ha visti al Qube
venerdì sera e
ha riconosciuto il tizio quando Gladys l'ha accompagnato qui. Abbiamo
chiesto chi fosse, visto che non era mai stato qui! So già
tutto,
Peyton.»
«Tra
me e Jake non c'è assolutamente nulla! E' il nostro
professore,
sarebbe poco etico!»
Dire
bugie non è proprio il mio forte e ho l'impressione che non
se la
sia bevuta.
«Chiamarlo
Jake invece è etico? Chiamare per nome qualcuno che sta al
di sopra
di te nella scala gerarchica, denota parecchia confidenza. Certo, a
meno che lui non stia sopra non solo nella gerarchia...»
«Tu
vaneggi.» sibilo furente «E non ti azzardare a dire
una cosa del
genere in giro!»
«Evita
di farmi irritare, allora. Ora vai fuori, ho da fare e tu mi sei
d'impiccio.»
Senza
farmelo ripetere due volte, mi dirigo verso la porta ed esco fuori
dalla stanza con l'intento di non entrarci mai più. Stupido
schifoso
Shepherd.
L'unico
lato positivo di questa situazione è che adesso non
dovrò
preoccuparmi più di lui e delle sue sparate... Come cavolo
ho potuto
pensare di essere presa da lui? E' un essere abominevole e
spregevole; sta tentando di rovinarmi la vita per diletto, ma da oggi
in poi non glielo permetterò più.
A
questo punto però, direi di prendere due piccioni con una
fava e
chiarire anche con Edward: l'idea che lui ce l'abbia con me non mi
piace affatto, tengo troppo a lui e farò di tutto per farmi
perdonare!
Me:
Edward
è con te?
Charlotte:
No,
ha capito che c'era qualcosa sotto e mi ha liquidato. Ma dimmi, che
ci facevi in camera di quello stallone? Non ti è bastato
Jake? ;)
Appena finisci col terzo uomo – non ti facevo così
popolare,
porcella! - passa da me, devi aggiornarmi su ciò che non so!
E non
aspettarti del sesso, quelle coi capelli crespi non mi piacciono.
Sempre
il solito Charlie.
In
occasioni del genere Edward preferisce starsene per i fatti suoi per
calmarsi e rimuginare sugli accaduti e l'unico posto dell'Eaton in
cui riesce a stare bene con sé stesso è il il
gazebo di mattoni che
c'è nel parco, a circa un centinaio di metri da qui.
E
dopo aver camminato per una manciata di minuti, la mia ipotesi
diventa certezza e scorgo la sua figura appollaiata sui gradini, ed
è
talmente intento ad osservare il cielo da non accorgersi nemmeno
della mia presenza.
«Posso
sedermi?» domando, interrompendo il silenzio.
Edward
mi osserva con espressione dura, ma per fortuna non adirata e mi fa
cenno di accomodarmi accanto a lui: i suoi occhi sono cupi, ma almeno
il colore è ritornato tendente al nocciola. «Mi
dispiace davvero
tanto di averti nascosto quelle cose, Ed. E' solo che mi vergognavo
veramente tanto, sapevo che non avresti capito... D'altronde cose del
genere non sono comprensibili. Non volevo deluderti! Ma ti prego,
smettila di avercela con me, la prospettiva che tu possa odiarmi non
la reggo!» pigolo afflitta.
Sembro
una bambina di 6 anni che è stata appena colta sul fatto.
«Magari
riuscirti anche solo a detestarti, Dan.» commenta lui e
percepisco
un velo di amarezza nel suo tono di voce. «Ma non capisco
perché tu
ti sia abbassata a questo. Mi dispiace di averti aggredita in quel
modo, non te lo meritavi!»
«In
fin dei conti avevi ragione. Strepito tanto quando mi si dice di
lasciarmi andare, perché non voglio ritornare ad essere
quella che
ero, eppure mi comporto ancora come una quattordicenne... Non riesco
proprio a stare lontana dai casini.»
«Per
tre anni e mezzo ci sei riuscita benissimo.» afferma lui,
accennando
un lieve sorriso e sulle sue guance fanno capolino le fossette.
Quant'è meraviglioso quando ride?
Anzi
no, lui è meraviglioso in generale.
«Comunque
ho chiuso con Logan e tutte quelle schifezze, gliel'ho detto poco
fa.»
«Davvero?»
domanda quasi sollevato.
Annuisco
leggermente col capo. «Non ho intenzione di continuare
così.»
«E
come mai quest'improvvisa decisione?»
Gli
racconto di quello che è successo venerdì sera,
della mia scoperta
di oggi riguardo Jake – lui aveva già intuito
qualcosa, visto il
mio atteggiamento abbastanza eloquente – e di quello che
è
successo nell'archivio della scuola: man mano che procedo col mio
racconto, l'espressione di Edward comincia a incupirsi di nuovo,
così
come i suoi occhi si colorano di verde scuro.
«Sei
impazzita, per caso?» sbotta alla fine del racconto
«E' il tuo
docente!»
«Supplente
a tempo indeterminato!» lo correggo, nella speranza di
spezzare una
lancia a mio favore. Ma come potrei con questa situazione?
«Ma ce la
fai ad essere felice per me una volta tanto? Jake ha soli 25 anni, io
sono maggiorenne e vaccinata! Okay, rischio di mandare a quel paese
la mia vita ma è un rischio che intacca soltanto me!
Perché ti
costa tanto essere almeno contento?»
«E
me lo chiedi pure? Come faccio a essere contento a saperti tra le
braccia di un altro? Prima Logan e adesso Jake!»
Lo
osservo smarrita, ma non ho il coraggio di interromperlo.
«Danielle,
non ci vuole un genio per capire che ti amo!»
Se
prima ero smarrita, adesso sono davvero scioccata: lui mi ama?
«Ma
com'è possibile? Io... Io sono un disastro.»
«Tu
per me sei perfetta. Non c'è un solo lato di te che non ami,
anche
quelli peggiori! E non è soltanto perché sei la
mia migliore amica,
ma da quando ci siamo conosciuti ho capito che tu eri diversa, eri
speciale, perché quando sono con te riesco a percepire il
mondo da
tutt'altra prospettiva: anche l'impossibile sembra semplice, se
è
con te che lo affronto. Ed è così praticamente da
sempre. Prima che
ci conoscessimo era come se vedessi in bianco e nero, ma con te ho
scoperto i colori: ed è per questo che ti amo. Tu colori il
mio
mondo, Danielle.»
Sono
ancora talmente imbambolata e inebetita dalle sue parole che non
riesco ad avere nessuna reazione: non ho mai sentito niente di
più
bello in vita mia. Per la prima volta mi sento speciale per qualcuno
ed è una sensazione meravigliosa... Nessuno mi aveva fatta
mai
sentire così. «Edward, io...»
«So
che per te non è così.» continua lui,
senza neanche lasciarmi
finire la frase. «Ma non mi arrendo, tantomeno mi lascio
impaurire.
Farò di tutto per averti, per te ne vale la pena».
Writer's
corner.
Contrariamente alle mie
previsioni sono riuscita ad aggiornare in un lasso di tempo
più che decente! Questa settimana infernale per fortuna
è giunta al termine... Ma tanto devo di nuovo mettermi a
studiare, tra meno di un mese ho un altro esame che si
rivelerà tutt'altro che una passeggiata. Stupida
università, non vedo l'ora che arrivi il periodo tra
metà gennaio/inizi di febbraio.
Passando a cose
più graziose, tipo... Il capitolo! :D
Danielle vuole
conoscere meglio il suo fascinoso Jake, scarica Logan e si sente
dichiarare amore da Edward! Cose che non capitano tutti i giorni,
insomma (non so voi... A me mai.)! E Charlie... Beh,
Charlie è Charlie. Come
reagirà Danielle? Che farà Logan (se pensate che
sia finito tutto qui e che si accontenti di essere stato scaricato
così, non avete capito niente ahahah)? E Edward (pulcino :3
se mi dicessero parole così belle, non ci penserei due volte
a buttarmi tra le sue braccia -.-!)?
Insomma, diciamo che per Elle la tranquillità
sarà un utopia (deliri di onnipotenza da autrice mode: on),
ma in compenso noi ci divertiremo parecchio.
Dopo i miei deliri sclerotici, vado a buttarmi tra le braccia del libro
di diritto pubblico, che è meglio e citando
l'autorevolissima fonte Puffo Quattrocchi, vi saluto.
Un abbraccio,
Sara.
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Capitolo 7 *** Turning Tables ***
Les
liaisons dangereuses
CAPITOLO VI: Turning Tables.
Una maschera ci dice
più di una faccia.
- Oscar
Wilde.
La
odia.
Se
ne va in giro per la scuola sbattendo a tutti la sua innaturale e
insopportabile felicità, dispensando sorrisini e parole
amorevoli,
interloquendo gentilmente con chiunque le si presenti davanti, ma
soprattutto ignorandolo. Da che mondo è
mondo, Logan Henry
Shepherd non viene ignorato mai da nessuno! A maggior ragione dalla
stessa stronza che qualche settimana prima si è permessa di
scaricarlo per scoparsi il supplente di lettere.
Danielle
Peyton gliela pagherà, parola sua. Ma come?
«Ti
brucia, eh?» il biondo accoglie il commento sarcastico
– ma quanto
mai veritiero – dell'amico con un'occhiataccia.
«Assolutamente
no.» taglia corto, non ha voglia di parlare di lei; ma
soprattutto
non ne ha motivo.
Colin
prende posto accanto a lui sul divano della sala comune e proprio
come Logan, comincia ad osservare Danielle mentre si diletta a
parlare con Sheila Pears, una ragazza talmente stupida da nuocere
gravemente alla salute dei neuroni di chiunque si fermi a conversare
con lei per più di 5 minuti: normalmente la Peyton l'avrebbe
liquidata con qualche commento poco carino, eppure in quest'occasione
sembra addirittura interessata a ciò che Sheila dice.
L'amore deve
giocare bruttissimi scherzi.
«Ma
come diavolo fa?» sbotta Shepherd, esasperato «La
sua stupidità è
palese pure quando scopa! Non sono riuscita a reggerla per
più di 5
minuti e quando era con me gemeva e basta... Lei ci sta addirittura
conversando! Bloom deve averla drogata in qualche modo, ne sono
certo. Che schifo!»
«Perché
non ammetti di provare qualcosa per lei e la fai finita con queste
lagne?»
Logan
lo guarda come se avesse affermato l'eterosessualità di Boy
George,
per poi scoppiare a ridere di gusto. Lui che prova qualcosa per
qualcuno? Lui che prova qualcosa per Danielle? Anche il solo pensiero
gli appare ridicolo.
Non
sa cosa voglia dire provare un sentimento vero per una ragazza,
perché anche il solo fatto di impegnarsi seriamente con
qualcuno,
non l'ha mai sfiorato... O almeno, ricorda di averci pensato una
volta e di averci riso sopra il secondo successivo.
Perché
doversi legare a qualcuno, se non ne ha mai sentito davvero
l'esigenza? L'idea di dover dipendere quasi del tutto da una persona
non gli è mai piaciuta, perché lui ha sempre
visto l'amore per
quello che è davvero: un autentico schifo. Due persone si
trovano
per caso, si conoscono, si amano e maturano la convinzione che forse
questa volta è quella buona, che il loro amore possa
durare... Fino
a quando uno dei due non si stanca e abbandona l'altro, scomparendo
nel nulla. Cosa rimane alla fine del “noi” - e di
tutto ciò che
questo pronome apparentemente minuscolo e insignificante comporta -
che c'era all'inizio? Assolutamente niente. Ci si riduce a due
estranei, uniti da un passato che sembra quasi immaginario. Vale
davvero la pena provare tutta quella sofferenza per qualcosa che poi
sarà necessariamente destinato a svanire? Non è
mai stato così
tanto curioso di saperlo da poterci anche solo provare. Coi
sentimenti veri non si scherza.
«Perché
io non sono in grado di provare qualcosa, Cole.»
Il
castano scuote leggermente la testa, contrariato. «Sai,
c'è una
cosa che ti è sfuggita in tutti questi anni di sesso
occasionale con
chiunque abbia tre orifizi e respiri.» il biondo non
risponde,
incitandolo a continuare con lo sguardo. «Hai un cuore anche
tu,
Logan! E sei umano!»
«Non
significa nulla! Non ho mai sentito l'esigenza di legarmi a qualcuno,
tantomeno a Danielle Peyton! Sono umano sì, ma mi piace
scopare... E
basta! L'amore è sopravvalutato, chimicamente equivale a una
gran
scorpacciata di cioccolata.»
«Smettila
di fare discorsetti che vai trovando in riviste per donne ciniche ed
emancipate e ascoltami. Solo perché in giro non ci sono
storie
d'amore degne di essere chiamate tali ed avresti mille ragioni per
evitare come la peste questo sentimento, non significa che a te debba
succedere la stessa cosa. Devi rischiare! Vuoi davvero stare a
guardare questa partita dalla panchina, piuttosto che giocarla?
Riflettici bene. Non è da te.»
Colin
conclude il suo monologo soddisfatto di sé stesso, nella
speranza di
avergli fornito un po' di materiale su cui riflettere e aiutarlo: i
veri amici fanno così. Conosce Logan fin da quando erano
piccoli e
nonostante molti dei suoi modi di fare lascino parecchio a
desiderare, lo ritiene un vero amico. Le stronzate
del
"migliore" amico o appellativi del genere preferisce
lasciarle alle ragazze.
Per
la maggior parte delle persone sarà un bastardo e
probabilmente
hanno anche ragione, ma per lui c'è sempre stato:
c'è stato per
difenderlo quando dei bulletti all'asilo lo hanno gettato nel fango,
e lì Logan si è fatto coraggio e li ha affrontati
al posto suo; c'è
stato al suo imbarazzantissimo bar-miztvah, alle cene di compleanno
piene di parenti, è stato lui quello a cui ha chiesto
consiglio per
conquistare Aileen Thompson al campo estivo e sempre lui è
stato il
primo a sapere della loro prima volta, con lui si è fumato
la prima
canna, lui era lì a consolarlo quando Polpetta, il suo cane,
è
passato a miglior vita... Insomma, in quasi tutti i momenti della sua
vita, belli o brutti che fossero, Logan è stato presente. Ci
sono
sempre stati l'uno per l'altro.
«Sì
va bene. Adesso smettila di fare questi discorsetti da momento clou
di commediole per adolescenti alla prima mestruazione, o il pisello
mi si ammoscierà irrimediabilmente per ore e tra poco devo
vedermi
con una certa Jessica.»
Il
castano ridacchia tra sé e sé: Logan sa sempre
come rovinare un
momento serio, ma è certo che il messaggio gli sia arrivato
forte e
chiaro. Non è mai rimasto in religioso silenzio ad
ascoltarlo, prima
d'ora.
Logan
si sistema la divisa, incitando la ragazza accanto a sé di
fare
altrettanto e con urgenza, non vede l'ora di uscire da quello
sgabuzzino e liberarsene: il discorso di Colin gli frulla in testa da
ore e la cosa lo infastidisce parecchio; non si è nemmeno
goduto la
scopata e questo lo infastidisce ancora di più. Dopo aver
constatato
di essere sufficientemente presentabile con un'occhiata furtiva allo
specchio che sta accatastato su un mucchio di roba, il ragazzo esce
senza nemmeno curarsi di dir niente alla malcapitata di turno: un po'
gli dispiace di averla trattata così, ma lei sapeva
benissimo a cosa
andava incontro stando con lui. Le passerà.
Immerso
nei suoi pensieri, non si accorge nemmeno di essersi scontrato con
qualcuno e Caso vuole che quel qualcuno sia proprio
l'ultima
persona che avrebbe voluto vedere in quell'istante: la causa
implicita del suo fastidio. «Accidenti a te,
Novice» bofonchia,
massaggiandosi una spalla, dolorante per lo scontro «Scendi
da
quella cazzo di nuvoletta rosa ogni tanto e guarda dove metti i
piedi.»
«Hai
ragione Logan, ero distratta.» concorda la bionda, placida.
«Ho
ragione?» gli fa eco, incredulo «Tutto
qui?»
«Sì»
insiste lei con un'innaturale calma, neanche si fosse imbottita di
valium «Ho deciso che non m'importa. Tutto ciò che
dici o fai mi
scivolerà addosso!»
Da
quando ha cominciato a seguire i consigli del maestro zen di Charlie,
Ekaku, nonché suo life-coach ma soprattutto da quando Jake
è
entrato nella sua vita, ha deciso di cambiare il suo modo di
interagire con la gente per essere una persona migliore.
Ekaku
dice sempre “Ascolti e dimentichi, vedi e ricordi,
sai e fai”.
Peccato
che Logan accolga ciò che ha appena detto come una
provocazione.
C'era
dentro anche lei fino a qualche settimana fa, non può essere
svanito
tutto nel nulla solo perché quel damerino indie è
arrivato nella
sua vita! Tra loro due c'è chimica e c'è ancora.
Basta solo che
quella slavata biondina se lo ricordi.
«Jessica!»
esclama all'improvviso, vedendo uscire dallo sgabuzzino la ragazza
che fino a qualche momento prima era con lui.
«Mi
chiamo Jasmine.» lo rimbecca quella, collerica.
«Che diavolo vuoi?»
«Farti
le mie scuse» risponde semplicemente, sotto lo sguardo basito
di
ambedue le ragazze. Logan Shepherd che chiede scusa?
«Mi
dispiace davvero, non avrei dovuto comportarmi in questo modo
così
deplorevole.»
«Sì,
non avresti dovuto!» concorda lei, ma il tono di voce sembra
un po'
incerto. Sarà un segno di cedimento?
«Fatti
valere!» la incita Danielle.
«Peyton,
ti dispiace tacere?» la riprende il ragazzo.
«Dunque Jasmine, mi
dispiace; non avrei dovuto calpestare la tua dignità di
donna in
questo modo increscioso, sei una ragazza fantastica e non te lo
meritavi. Ma sai, la paura di legarmi a qualcuno mi porta a costruire
un muro che si interpone tra me e l'altro sesso e spesso reagisco in
questo modo! Ed è sbagliato.»
«Io
non so che dire...»
Danielle
lo osserva sempre più scioccata dallo sfoggio cotanta
falsità: è
palese che stia recitando, non gli darebbe neanche un dollaro bucato
per la sua pessima interpretazione! Ma non è affar suo,
quello che
fa Logan lo la tocca minimamente.
«Ti
invito ad uscire per rimediare al torto. Un appuntamento ufficiale.
Dimmi di sì!»
Un
invito ad uscire? Logan Shepherd che chiede un appuntamento?
«Sì!»
fa Jasmine, sfoggiando un sorrisone a 32 denti.
«Perfetto.
Ti chiamo più tardi per accordarci!»
E
senza nemmeno dare il tempo di ribattere ad una delle due, gira i
tacchi e se ne va.
Qualcosa,
dall'espressione che la Peyton aveva stampata in volto, gli dice di
aver fatto centro.
***
Chiudo
la porta alle mie spalle con aria sognante e un sorriso a 32 denti
stampato in volto. Kristin sorride di rimando, divertita –
quasi
intenerita - di fronte a quella scena e come sospettavo, non tarda a
chiedermi come sia andato l’appuntamento con Jake: la sua
curiosità
non si smentisce mai, anche se l’espressione che ho sul viso
lascia
ben poco all’immaginazione.
E come potrebbe essere altrimenti?
Lui è semplicemente perfetto.
Abbiamo cominciato a
frequentarci da qualche settimana e sebbene sia ancora presto per
fare affermazioni del genere, pian piano mi sta dimostrando che lui
rappresenta tutto ciò che ho sempre cercato in un uomo
– notare
l’uso della parola “uomo” al posto di
“ragazzo” – e mi
sembra impossibile che tutto questo stia capitando proprio a me,
Danielle Katherine Peyton! Se mi avessero raccontato una cosa simile
qualche tempo fa, quando mi barcamenavo tra le varie situazioni
assurde createsi tra me e Lo Stronzo, probabilmente avrei riso
di gusto. E adesso? Beh, adesso c’è Jake.
Mi tratta con
rispetto; è galante e premuroso nei miei riguardi, ma non in
quella
maniera eccessiva che risulterebbe poco credibile o ossessiva; ha un
carisma eccezionale che mi porta ad essere rapita dai suoi discorsi e
dai suoi modi di fare, inoltre è talmente brillante e
sveglio che in
sua compagnia posso affrontare discorsi dalle tematiche più
disparate, senza cadere mai nel banale; ha uno un senso
dell’umorismo
assai inglese e molto simile al mio, che spesso e volentieri ci porta
ad avere scambi di battute un po’ taglienti, ma mai
offensive; in
generale è una persona molto concreta e pragmatica, con la
testa
sulle spalle e molti bei valori e detto tra noi, è anche un
amante
eccezionale! Non ci siamo ancora spinti oltre qualche bacio
abbastanza passionale, preferisco aspettare il cosiddetto
“momento
giusto”, ma se queste sono le premesse, sono sicura che mi
aspettano nottate assai soddisfacenti! In più tra qualche
settimana
dovrebbe trasferirsi in un appartamento poco distante dalla scuola e
ciò significa che finalmente avremo un po' di privacy.
Potrebbe
andare meglio di così?
«Allora?» mi incalza Kristin, al colmo
della curiosità.
«Allora
è stato tutto perfetto!» sospiro sognante,
sfilandomi
distrattamente il cappotto e la borsa abbinata. Da quando esco con
lui faccio pure attenzione al look! Jake è affascinante e
accanto a
lui vorrei non sfigurare.
«Come
al solito.» rimarca la mia amica, ridacchiando.
«Non ti annoi?»
«E
perché dovrei?»
Tutto
ciò che ottengo in risposta è una semplice alzata
di spalle, dopo
di che Kristin ritorna a leggere il nuovo numero di Cosmopolitan come
se niente fosse; cosa vorrebbe dire con quel "non ti annoi?",
perché dovrei annoiarmi? Insomma, Jake è
perfetto! E' tutto quello
che ho sempre desiderato. «Kristin?»
«Che
c'è, Elle?» domanda, troppo distratta da un
articolo sui colori che
andranno di moda nella stagione primaverile/estiva.
Infastidita
dal suo atteggiamento, le strappo la rivista dalle mani e la osservo
con aria truce. «Rispondimi.» le intimo a denti
stretti. «Perché
dovrei annoiarmi con Jake?»
«Sembra
un ragazzo fantastico da come lo descrivi. Davvero perfetto! Forse
troppo perfetto... E non ti sembra un po' esagerato? Insomma,
è
parecchio distante dalla tipologia di ragazzo che ti piace
ultimamente!»
«Se
ti riferisci a Shepherd, beh sono contenta che sia distante milioni
di anni luce! Insomma, lui è uno stronzo schifoso!»
«Questo
l'hai sempre saputo, ma ciò non ti ha impedito di fartelo
piacere.»
«E
come se non bastasse adesso è pure un'ipocrita! Questo
pomeriggio si
è scusato con una ragazza per il suo atteggiamento da porco
e l'ha
invitata ad uscire con lui per farsi perdonare!» della serie
"arrampichiamoci sugli specchi", sì.
«E
allora? Magari è cambiato. Forse vuole diventare una persona
migliore!»
«Logan
Shepherd una persona migliore?» le faccio eco, ma sono
così
incredula che tutto questo suona più come un
auto-convincimento. «Ma
non dire eresie, Kris!»
«Beh
Ellie, se tu ritieni di essere felice con Jake e che di Shepherd non
ti importi nulla, amen. Non capisco il perché di tutta
questa
insistenza... Poco fa ho fatto delle considerazioni, ma se dici
così,
evidentemente mi sbagliavo. Fine della storia! Adesso fammi finire
l'articolo, se nella prossima stagione andrà di moda il
colore
tangerine tango, sono fritta! Non mi piace sulle bionde!»
E
senza darmi la possibilità di replicare alcunché,
ritorna ad
immergersi nella lettura del suo articolo; in fin dei conti ha
ragione. Jake è perfetto e mi piace, Logan è uno
schifoso difetto
umano ambulante e ciò che fa non è affar mio.
Fine
della storia, no?
***
Dopo
che Danielle è uscita dalla stanza, Kristin si fionda sul
suo
cellulare per scrivere un'email a Charlie, divorata un po' dal senso
di colpa.
Ehi
Chaz. So che quando sei dall'estetista non vuoi essere disturbata, ma
questo è un vero e proprio S.O.S! Il colore must della
prossima
stagione sarà il tangerine orange, insieme al solar power!
Un vero
dramma. Dannata, vorrei avere la tua carnagione! Devo assolutamente
prenotare una seduta al solarium, prima che sia troppo tardi.
Ehm,
ma non è questo il problema.
Ho
parlato con Danielle dopo la discussione che ho avuto con Shepherd,
ho insinuato il dubbio in lei e dalla sua reazione credo di esserci
pure riuscita, ma mi sento così in colpa! Non avrei
dovuto
"collaborare" con quello stronzo, ma era il solo modo per
poter parlare nuovamente con Colin dopo tutto quello che gli ho
fatto. Inoltre sappiamo entrambi che Danielle non è
veramente presa
da Jake, no? Che lui non è quello giusto! Io le ho solo
fatto notare
la cosa, esattamente come Shepherd mi aveva detto. La sto solo
portando dove lei vorrebbe essere, no? Le sto dando una "piccola
spinta" verso la strada del suo cuore, o almeno così mi
sembra
che abbia detto quel coglione.
E
allora perché mi sento così in colpa?
Fa per digitare il
nome del destinatario, ma il touch-pad del cellulare va in tilt,
facendole selezionare per sbaglio il nome di Edward: e come da copione,
il tasto "annulla" in questo caso è completamente inutile.
La risposta del destinatario sbagliato non tarda ad arrivare.
Mittente: Edward
Tu hai fatto
cosa? Vieni nella mia stanza, adesso!
Writer's
corner.
Odiatemi
pure, ne avete tutto il diritto :( . Sono sparita per circa 2 mesi e la
cosa mi dispiace un sacco! Tra esami e vicissitudini varie, diciamo che
il tempo e la voglia di scrivere sono letteralmente andate a puttane.
Questo capitolo giaceva tra le bozze del mio computer da circa un
mesetto e onestamente non sono neanche soddisfatta del risultato.
Ripeto, mi dispiace davvero tanto :( spero che una cosa del genere non
succeda ancora!
Tornando a noi... In questo capitolo vi ho mostrato le cose da un punto
di vista oggettivo, mostrandovi anche un lato del carattere di Logan
che secondo me andava approfondito, qualcosa di leggermente
più umano rispetto a ciò che siete abituate a
leggere su di lui. Diciamo che questo è uno di quei capitoli
di transizione che serviranno a portarvi nella fase successiva della
storia, perché da adesso in poi il gioco si farà
più pesantuccio.
Non vi anticipo altro, scoprirete tutto dalla prossimo capitolo, che
spero sia pubblicato a breve! Ce la metterò tutta,
considerato che sono più libera dallo stress degli esami.
Un
abbraccio,
Sara.
|
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Capitolo 8 *** Madness ***
Les liaisons
dangereuses
Capitolo
VIII: Madness
Nell'amore non esistono regole.
Possiamo provare a guidarci con un manuale, controllare il cuore, avere
una strategia di comportamento ma tutto questo è una
sciocchezza.
Chi decide è
il cuore, e ciò che lui decide è ciò
che vale.
- P. Coelho.
Qualche
giorno prima
Kristin.
Avete presente
quando qualcosa vi prende alla sprovvista? Non so voi, ma sono una
persona che sul momento è abbastanza istintiva, decido
quello che lì per lì mi sembra più
giusto per me, senza pensare troppo agli altri. Da circa un anno a
questa parte ho deciso che la priorità assoluta nella mia
vita avrei dovuta avercela io: possibile che questo coincida con la
fine disastrosa della mia ultima relazione? Assolutamente sì.
Mi sono
innamorata di Victor che avevo 16 anni. Vi chiederete cosa ne
può capire una 16enne dell’amore e col senno di
adesso vi rispondo: un bel niente. Non voglio essere discriminatoria,
ma ho lasciato che una persona, un uomo, si appropriasse del mio cuore
e lo riducesse a brandelli; siamo stati insieme per circa un anno, poi
un bel giorno – quello del suo diploma, per la precisione
– è venuto da me per dirmi che sì,
eravamo stati tanto bene insieme, che gli avrei lasciato un caro
ricordo nel cuore, che probabilmente non avrebbe più trovato
una ragazza con cui sarebbe stato così bene, che
razionalmente ero davvero perfetta per lui, MA –
perché c’è sempre un maledetto
“ma” in discorsi del genere – lui in
estate sarebbe dovuto partire per l’Europa e al suo ritorno
sarebbe andato al college nella East Cost, in un altro stato e
addirittura con un altro fuso orario, non potevo davvero credere che la
nostra storia sarebbe potuta durare; senza contare che sarebbe stato
così impegnato che non avrebbe avuto il tempo per sentire la
mia mancanza. D’altronde io ero più giovane di
lui, quindi il mio grande amore sarebbe scemato, avrei trovato senza
dubbio qualcun altro.
Victor senza
dubbio aveva ragione, perché qualcun altro l’ho
trovato eccome, anzi… Anche più di uno. Niente
relazioni, niente sentimenti e complicazioni – e incredibile
quanto queste due cose vadano di pari passo – ma solo e
soltanto sesso. Avevo i miei amici, la scuola, il blog di moda a cui
pensare e il mio sogno da inseguire; la mia vita era piena e
soddisfacente. Perché avrei dovuto rischiare di mandare di
nuovo tutto a puttane per un uomo, dopo che avevo ritrovato il mio
equilibrio interiore con tanta fatica? Ero davvero convinta di tutto
questo, fino a quando Colin non è entrato a far parte della
mia vita. In realtà ci siamo conosciuti il primo giorno di
scuola, ma non l’ho mai considerato come una persona con cui
stringere un qualsiasi tipo di rapporto… Insomma, si parlava
del migliore amico di Logan Shepherd! Quanto di buono ci può
essere nel migliore amico di un essere il cui pisello è
dotato di una volontà a parte?
Eppure Colin
mi ha salvato il culo quando quel nanetto di Finch voleva sospendermi
per essere rientrata in dormitorio in condizioni pietose –
mai più tanti apple-tini di seguito!- e vergognosamente
fuori orario, anche se nessuno gliel’aveva chiesto.
Lui
è sempre stato uno di quei tipi silenziosi, che non si fanno
notare troppo, ma una volta conosciuti la loro presenza nella tua vita
si sente eccome: non era viscido come gli altri ragazzi, non ci ha mai
provato spudoratamente con me, non mi trattava come se fossi un altro
nominativo da dover aggiungere alla sua lista di donne, lui
semplicemente… C’era. Era lì, sempre
pronto ad offrirmi il suo sostegno disinteressato. Più il
tempo passava, più questa consapevolezza mi sembrava
confortante. Okay, ho degli amici che per me sarebbero disposti ad
amputarsi un braccio, sapevo e so tutt’ora di non essere
sola, ma con Colin era tutto diverso; ogni volta che gli sono vicina
sento una strana ma piacevolissima sensazione… Come se fossi
al posto giusto al momento giustissimo, o ancora meglio… Mi
sento a casa. Una cosa del genere non l’avevo mai provata con
nessuno, neanche con Victor.
Ed
è stato proprio grazie al pensiero di ciò che
è successo con quel coglione che ho mandato tutto
all’aria: stava accadendo di nuovo! E’ il mio
ultimo anno di liceo, mancano 7 mesi al diploma, dopo di che
partirò per le vacanze e comincerò la mia nuova
vita a New York, mentre Colin farà il genietto del business
da qualche parte qui in California. E noi? Quali sono i presupposti per
far sopravvivere una storia? I miei genitori non vivono neanche qui,
non dovrei nemmeno ritornare per le vacanze. In un altro stato, con un
altro fuso orario. E’ una dannata storia destinata a
ripetersi! E non posso rinunciare al mio futuro, al sogno nel cassetto
che avevo da quand’ero bambina, per una storia che non mi
dà nessuna garanzia. Ho soli 18 anni e una vita davanti,
sono sicura che se sacrificassi tutto, me ne pentirei amaramente.
Senza
rendermene conto, mi sono trasformata nella persona che più
ho odiato, ho inflitto a qualcuno lo stesso tipo di dolore che tempo
addietro avevo provato io. Sono rimasta fedele alla scelta che feci
tempo fa, ovvero essere la mia priorità assoluta.
E allora
perché sto così male? Il solo pensiero di aver
rinunciato a noi, alle nostre chiacchiere, a quella meravigliosa
complicità, a quei momenti che erano solo nostri, alla
sensazione di benessere che mi pervadeva ogni volta che lui era accanto
a me mi fa venire un enorme groppo alla gola. Ed è successo
nel peggiore dei modi, l’ho rifiutato nel momento in cui lui
si è mostrato più vulnerabile, dicendo di amarmi.
Lui mi ha detto “Ti amo” ed io ho risposto
“Carino da parte tua. Ma dobbiamo lasciarci”. Da
quel momento ha smesso di rivolgermi la parola, dapprima mi guardava
come se la mia visione gli provocasse una sorta di repulsione mista ad
odio, adesso ai suoi occhi sembro un’estranea… Che
gli sta sulle palle.
L’ho
perso per sempre. Sono ritornata ai miei vecchi panni. E allora
perché mi sento come se stessi indossando qualcosa di
vecchio, che qualcuno ha buttato via? Mille interrogativi, neanche una
fottuta risposta. Andiamo bene.
«Qualcosa
ti turba?»
L’ultima
delle persone che mi aspettavo mi rivolgessero la parola o si
interessassero a me in un momento del genere si è
materializzata proprio di fronte a me, chiedendomi pure se qualcosa mi
turbasse. C’è qualcosa che puzza.
«Che
cazzo vuoi, Shepherd?»
«Molto
imprudente da parte tua, rivolgerti in questo modo all’unica
persona che potrebbe farti ottenere ciò che vuoi!»
Quest’affermazione
ha un che di losco, tanto da farmi inarcare il mio sopracciglio, col
rischio di procurarmi un’antiestetica ruga
d’espressione. Ah, se solo mi vedesse Charlie! «E
tu che ne sai di quello che voglio?»
«Ti
prego, risparmiami queste manfrine» esclama sdegnato
«Credi che io sia cieco? Guarda che ho capito benissimo che
muori dalla voglia di parlare con Colin, peccato che lui non ti rivolga
la parola da settimane.»
Soltanto il
sentir pronunciare quel nome, mi provoca un tuffo al cuore.
«Ah».
Il mio
mormorio laconico è più eloquente di una
qualsiasi frase.
«Ti
manca», e non è una domanda. «Lo ami,
non è così?»
Perché
neanche quella mi sembra una domanda? Io lo amo? Io amo qualcuno?
Dovrei ridere di fronte una cosa del genere, ridere in maniera talmente
sguaiata da apparire ridicola, ridere fino a sentire i crampi allo
stomaco per un’affermazione così assurda e
così… Lontana da me? E allora perché
sento le lacrime fare a pugni col condotto lacrimale nella speranza di
uscire? «Io…»
Mai.
Mostrarsi. Debole.
«Che
ti importa?» sbotto sulla difensiva «Se sei qui,
sicuramente non è per parlare della mia vita sentimentale!
Non scopiamo, per cui non abbiamo motivo di parlare.
Sparisci».
«Gli
manchi da morire. Ma evidentemente non te ne frega niente»,
dice semplicemente, mentre fa per andarsene.
«Aspetta!»
gli intimo, quasi contro la mia volontà, come se la bocca
fosse del tutto sconnessa dal cervello. «Dici
davvero?»
«Mai
stato più serio e odio vederlo così. Sta
impazzendo senza te, ti sbava dietro da 4 anni e finalmente, quando ti
decidi a dargliela, sei così stronza da spezzargli anche il
cuore?» faccio per rispondergli, ma non me ne da modo
«Senti, non so cosa frulla sotto quella massa bionda e
onestamente non mi interessa. Voglio che Colin sia felice, non ne posso
più di ascoltare Nobody wants to be lonely come se non ci
fosse un domani! Lo so che ti scoraggia con gli stessi sguardi
assassini di una vecchia a cui hanno fregato il posto a sedere, ma
posso fare in modo che voi due parliate e chiariate la
situazione!»
Lui farebbe
questo? Un atto di altruismo da parte di Logan? La cosa mi fa
rabbrividire quanto il pensiero di Elton John con una giacca sobria.
«Che
vuoi in cambio? Ogni cosa ha un suo prezzo, no?»
Il suo
solito ghigno sarcastico è la conferma alle domande che gli
ho posto. «Oh, la cosa è molto semplice. Voglio
Danielle e tu mi aiuterai».
***
Danielle
«Odio
il fatto di doverti trattare come un’estranea, non appena
usciti da qui» mormora Jake al mio orecchio, avvolgendomi in
un caldo abbraccio. «Non potremmo fuggire lontano?»
Al pensiero
di quell’idea, le mie labbra si increspano in un sorriso
spontaneo «Sarebbe meraviglioso. Potremmo frequentarci senza
che nessuno la veda come una cosa del tutto scandalosa!»
«Frequentarci?»
mi fa eco, come se avessi detto una cosa assurda «Sarei
così felice che prenderei a baciarti ad ogni angolo della
strada, ti terrei per mano e… Cose così. Suona un
po’ sdolcinato, lo so, ma tu mi rendi felice.»
Il solo
sentire quella frase dovrebbe farmi scoppiare il cuore dalla gioia,
Jake è tutto ciò che ho sempre desiderato in un
uomo, ogni singola sillaba pronunciata da lui risulta perfetta! Ma
allora perché non riesco a non pensare alla discussione che
ho avuto con Kristin giusto qualche giorno fa?
«Già»
mormoro pensierosa. «Sarebbe bello».
«Qualcosa
non va?»
Ecco,
è talmente attento da aver notato il mio cambiamento
d’umore. «Oh no. E’ tutto
perfetto».
Lui mi
sorride dolcemente ed ha un sorriso così bello che mi mozza
il fiato. No, non posso rovinare un momento così perfetto e
meraviglioso per colpa dell’opinione della mia migliore
amica, che si potrebbe benissimo paragonare ad una Holly Golightly* dei
giorni nostri: insomma, Kris ha buttato all’aria quella che
si sarebbe potuta rivelare una relazione importantissima, non
è esattamente una guru in fatto di situazioni sentimentali.
Ma sì, sono solo una sciocca che tiene fin troppo al parere
dei suoi amici, ecco tutto.
«Si
è fatto tardi» fa Jake, con una nota di
disappunto. «Torniamo in camera, o potrebbero
insospettirsi!»
Un ultimo,
tenerissimo bacio veloce e mi affretto ad uscire dallo sgabuzzino
– un luogo ameno, senza dubbio – verificando che
non ci sia nessuno nei paraggi e per fortuna trovo un riscontro
positivo. Mentre cammino per i corridoi ormai deserti, sento una risata
cristallina e quasi soffocata provenire da non molto lontano e dei
rumori di passi che via via si vanno facendo sempre più
distinti… Cavolo, se beccano me e Jake a quest’ora
in corridoio, si insospettiranno davvero.
«Peyton»,
tuona una voce alle mie spalle. Una voce che, ahimè, conosco
anche fin troppo bene. «Le secchione come te a
quest’ora non dovrebbero dormire?»
Ed eccoli
lì, i microcefali dell’anno: Shepherd e la gallina
a cui ha chiesto di uscire, avvinghiati come polipi e con
un’aria snervantemente soddisfatta stampata sul viso.
Non ti curar
di loro ma guarda e passa, non ti curar di loro ma guarda e passa, non
ti curar di loro ma guarda e passa, non ti curar di lor… Oh,
al diavolo il maestro zen di Charlie e i suoi consigli danteschi!
«Non c’è nessuna regola che mi impone di
andare a dormire ad un determinato orario, ma ce
n’è una che intima di tornare in dormitorio per le
21 nei giorni lavorativi. Avete idea di che ore sono?» tuono,
più infastidita del lecito.
«Per
te, è sicuramente l’ora di farti una scopata. Ti
trovo nervosetta, sai?»
Perché
cavolo non riesco a contenere la rabbia? Dio, vorrei frustarli entrambi
con il frustino in pelle paillettato di Charlie!
Dov’è quella checca, quando serve?
«L’andamento della mia vita sessuale non
è di sicuro affar tuo, né di nessun altro in
questa scuola. Al contrario di qualcuno, non vado sbandierando ai
quattro venti di aver copulato! Sta attenta Jasmine, domani potresti
ritrovarti nella lista di Shepherd!»
«Veramente
io e Loggie stasera non abbiamo copulato.»
Loggie?
Loggie?! Lo chiama con un nome così ridicolo e lui non
l’ha ancora scaricata? E poi che vuol dire che non hanno
copulato? Vorrebbe forse insinuare che lei e Shepherd non
hanno… «Ah.»
«Sai»
esordisce Lo Stronzo, richiamandomi dal mio stato catatonico. Ancora
stento a crederci. «Ci tengo a fare le cose con calma, con
Jay. Ci tengo davvero».
«Ma
se avevi detto che…» prova a protestare quella
sottospecie di oca con le crisi d’identità, ma
Logan la zittisce poggiando l’indice sulle sue labbra.
«Tesoro,
tesoro… Cosa abbiamo detto? Sei più carina quando
non parli.»
E per
completare il quadro, le stampa un bacio sulle labbra.
E’
una cosa veramente disgustosa. «Vorrei tanto rimanere ad
assistere allo svolgimento della love story del secolo, ma devo andare
a letto. Siate felici.»
Rientrata in
camera, l’unica cosa che voglio è sprofondare sul
mio letto in un sonno ristoratore, peccato che ci sia in corso un
pigiama party e a giudicare dalle facce dei miei amici, sembra proprio
che io stia interrompendo qualcosa.
«Oh
mio Dio, un uomo!» strilla Charlie, impaurito. «Ah
no, sei solo tu Danielle. Potevi anche pettinarti quei capelli prima di
tornare in camera. Dove sei stata? Dario Argento ti sta
cercando!»
«Suvvia,
smettila di essere così... Così Charlotte!
Sei così gay che hai abbandonato la retta via per
abbracciare la via del retto!»
Charlie
scoppia a ridere di gusto e mi viene incontro per abbracciarmi,
trascinando con sé una nuvola di profumo Chance di Chanel
– ovviamente per donna – a dir poco tossica. Se
cercate un responsabile per il buco nell’ozono, ne ho proprio
uno proprio a pochi centimetri da me.
«Di
cosa stavate confabulando?» domando sottraendomi alla presa
profumosamente mortale di Charlie.
«Niente
di niente!» esclama Kristin in maniera troppo frettolosa.
Se stanno
cercando di non farmi sospettare qualcosa, beh, non ci stanno
riuscendo. Charlie lancia un’occhiataccia fulminea in
direzione della mia migliore amica e poi ritorna a sorridermi
«Kristin era indecisa se farsi fare o meno la
chatouche!*»
«Ma
se Kris va fierissima della tonalità di biondo miele/dorato
che ha trovato con molta fatica dopo un sacco di
colorazioni!» protesto, stupendomi io stessa della mia
preparazione in materia.
«Ah
già. Volevamo metterci lo smalto!»
«Lei
l’ha messo questo pomeriggio.»
Qui gatta ci
cova.
«Oh,
guardate la foto tweettata* da Jasmine Lynch! Ci sono lei e Logan che
si baciano!»
Senza
nemmeno badare più a Charlie, mi avvicino alla mia migliore
amica, che mi tende il suo smartphone con aria indagatrice: inutile
dire che quella visione mi provoca repulsione. Che motivo
c’è di esternare così i propri
sentimenti? Hanno intenzione di fare un album fotografico dei loro bei
momenti su Twitter? La privacy non sanno cosa sia? O il senso del
pudore?
«Ridicoli»,
mi limito a commentare, fiondandomi in bagno.
Charlie si
presenta sulla soglia del bagno, porgendomi il mio cellulare.
«Tesoro,
il telefono»
«La
privacy è un optional?» sbotto collerica
«Prima Shepherd che memorizza le sue slinguazzate su Twitter
e adesso tu che ti fiondi in bagno con me? Non limonerò con
te, se è questo che vuoi! Ci bastano già Logan e
quell’oca circense che si porta appresso!»
«In
realtà ti stanno cercando, credo sia Jake, dato che non
smette di suonare. E tu smettila di strillare, ti verranno delle
orrende rughe d’espressione. Va tutto bene?» chiede
apprensivo.
Osservo la
mia espressione allo specchio e non va affatto bene: sono paonazza, sul
volto ho dipinta un’espressione stravolta e collerica e avrei
voglia di picchiare qualcuno. «Io… Scusa Chaz, io
ho bisogno di restare sola».
E senza
troppe spiegazioni, sparisco oltre la porta prima di scoppiare a
piangere.
Note:
Holly
Golightly:
La protagonista del film Colazione da Tiffany, di cui parlavo nel
capitolo precedente. Sì, lo so, sto rasentando la malattia!
Chatouche: E’ una
nuova tecnica di colorazione dei capelli che prevede che le punte siano
più chiare della base, o una cosa del genere. Non sono molto
informata in materia :P
Tweettato: Avanti, chi di voi
non conosce Twitter?
Writer’s
corner:
Caspita, non
credevo che questo momento sarebbe mai arrivato. Lo so,
l’ultima volta che ho pubblicato un capitolo risale
praticamente all’ante-guerra e mi dispiace veramente tanto!
Non so che mi succede, ma da molti mesi a questa parte scrivere
qualcosa mi sembra una missione impossibile. Mi era già
successo prima, pensavo che mi fosse passata, ma mi sbagliavo.
Scrivere
questo capitolo è stato praticamente un parto, ogni
tentativo mi sembrava orrendo e tutt’ora non sono molto
convinta, ma è stata la prima volta che sono andata oltre la
prima pagina dopo un sacco di tempo… E ho pensato che
valesse la pena provare.
Mi dispiace
moltissimo per il ritardo, davvero.
Spero che da
adesso in poi le cose possano cambiare, adoro questa storia, i
personaggi e voglio davvero portarla a termine. Capisco che questo
atteggiamento a lungo andare possa stufare, quindi ringrazio voi, dalla
prima all’ultima, che mi seguite e mi sostenete –
anche silenziosamente!
Parlando del
capitolo… Charlie è ritornato dal centro estetico
ed è stato approfondito un lato del carattere di Kris che
nella storia precedente era stato trattato in modo assai superficiale.
Finalmente le intenzioni di Logan sono più chiare, anche se
non esattamente limpide e Danielle è sull’orlo di
una crisi – niente di diverso dal solito, insomma!
– ed ha un grande bisogno di fare chiarezza!
Se ci
riuscirà o meno, lo scopriremo solo vivendo (e nei prossimi
capitoli, spero!).
Un enorme
abbraccio a tutte voi,
Sara.
|
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Capitolo 9 *** What goes around... Comes around ***
Les
liaison dangereuses.
Capitolo IX: What goes
around... Comes around.
Il vantaggio delle emozioni
è che ci traviano.
- Oscar Wilde.
Dopo
essermi ripresa dal brutto crollo emotivo dell'altra volta, ho promesso
a me stessa che non mi sarei più ridotta così per
nessuna ragione al mondo - quantomeno per nessuna ragione che riguardi
il mio rapporto col genere maschile - dal momento sto attraversando una
fase abbastanza delicata della mia vita e non posso permettermi
distrazioni di questo tipo. Lo so che ridurre la mia vita sentimentale
ad una mera distrazione è quanto di più cinico
possa esserci, ma nella mia vita ho obiettivi più importanti
che non includono il fatto che debba perdere il senno - e il sonno,
cosa che mi rende molto meno produttiva di quanto pensassi - dietro a
dei ragazzi.
Fin
da quando ho messo piede negli Stati Uniti ho promesso a me stessa e ai
miei zii che avrei messo la testa a posto e che avrei fatto quanto in
mio potere per garantirmi un futuro brillante e dignitoso: entrare alla
Brown University è il mio obiettivo principale da 3 anni a
questa parte e sono arrivata a tanto così dalla sua
realizzazione.
I
miei zii mi hanno accolta in casa loro come la figlia che non hanno mai
avuto, sebbene i miei trascorsi lasciassero molto a desiderare e mi
vedessero sì e no 1 volta l'anno; insieme ad Edward, sono
state le uniche persone che hanno davvero creduto in me e nelle mie
potenzialità anche nei momenti peggiori. Non posso, non devo
ma soprattutto non voglio deluderli.
Perciò
ho deciso di fare ordine nella mia vita e di risolvere i miei "drammi"
passo per passo.
Innanzitutto
ho deciso che ignorerò Logan e la sua stucchevole storia
d'amore con Jasmine Lynch: se ha deciso di sollazzarsi con una liaison
con quell'oca, tanto meglio per lui; io sto vivendo la mia storia con
Jake e non potrebbe andare meglio di così, lui è
la personificazione di tutto ciò che ho sempre desiderato in
un uomo e ho la fortuna di intrattenere con lui una relazione solida e
stabile, prospettiva che con Logan sarebbe totalmente irrealizzabile,
in primis perché il massimo che potrei ottenere da lui
sarebbe una "scopamicizia".
Jake
mi offre stabilità, sicurezza, stimoli intellettuali e
affetto incondizionato, perché dovrei rinunciarci? Per cosa,
soprattutto? So che è il mio professore, ma tra qualche mese
mi sarò diplomata e la nostra storia potrà uscire
alla luce del sole, si tratterebbe di stringere i denti giusto per
qualche mese e lui sembra ben disposto a correre il rischio:
ultimamente stiamo facendo molti progetti riguardo il nostro futuro
fuori da questo posto e il fatto che lui stia per prendere casa fuori
dal campus sta concretizzando sempre di più questa
prospettiva. Finalmente avremo un posto dove potremmo essere
nient'altro che noi, al di là dei ruoli di professore e
studentessa.
Forse
stiamo correndo un po' troppo, ma lui dice di non aver mai provato
niente di simile per nessun'altra donna ed io... Beh, è la
mia prima relazione seria, anche per me è tutto nuovo!
L'ultimo
scoglio da superare è quello di Edward: tutto questo marasma
di eventi non ha fatto altro che farci allontanare e il fatto che si
sia dichiarato apertamente a me ha reso tutto quanto più
complicato, ma non posso e non voglio perderlo. Lui per me significa
tutto, è il mio porto sicuro, il mio confidente, la mia
persona e non riesco ad immaginare una vita dove lui non sia compreso.
Dopo
tutto quello che è successo il nostro rapporto ovviamente
non sarà più lo stesso di prima, ma voglio fare
quello che posso per cercare di farlo incrinare il meno possibile.
Per
cui, dopo un profondo sospiro e una buona dose di coraggio, busso con
decisione alla porta della sua stanza e dopo pochi minuti eccolo
lì, con i suoi capelli arruffati e una dolce espressione
imbronciata stampata sul viso, tipica di quando è alle prese
con qualcosa che gli fa saltare i nervi, tipo la relazione su Beckett e
il Teatro dell'Assurdo che dobbiamo consegnare al professore di
letteratura inglese tra qualche giorno.
«Ah,
sei tu. Sicura di non aver sbagliato stanza?» commenta
sarcastico, lanciandomi un'occhiata in tralice.
Questo
genere di cose dovrebbero ferirmi, ma è un atteggiamento
comprensibile, per cui incasso il colpo.
«Caspita,
hai ragione. Pensavo che il comitato studentesco si riunisse
qui».
Ennesima
occhiataccia. Mh, forse non è il caso di scherzare.
«Che vuoi, Danielle?»
Malgrado
la sua ostilità, mi fa cenno di entrare e dopo avermi fatta
accomodare si chiude la porta alle spalle.
«Il
tuo perdono», rispondo di getto e prima che abbia il tempo di
ribattere, continuo «Lo so, non lo merito. Tu ti sei
dichiarato a me con quelle parole meravigliose e tutto ciò
che ho saputo fare è stato allontanarti, perché
ero troppo presa dalla piega incasinata che stava prendendo la mia
vita. Sono un'amica inqualificabile e so che per te non sono una
semplice amica, ma io davvero... Non posso darti quello che vuoi. Sei
il mio migliore amico, sei la persona a cui tengo più di
chiunque altro al mondo e non me ne vogliano Kristin, Charlie, Jake e
Lawrence, ma tu... Io non riesco ad immaginare la mia vita senza di te!
Per quanto mi sforzi, non ce la faccio. Non è una questione
di dipendenza, non ti dico tutto questo perché ho bisogno di
aggrapparmi a te... Non sono la damigella in difficoltà che
ero allora, io ti voglio nella mia vita perché tu ne sei una
parte essenziale. Sei quello che la rende bella, ma bella per davvero.
Sei come le gocce di cioccolato sui biscotti! Okay, forse non
è un paragone appropriato ma...»
Edward
mi zittisce poggiandomi un dito sulle labbra, facendomi notare con
piacere che la sua espressione adesso è più
rilassata di quanto lo fosse in precedenza. «Danielle, tu lo
sai che ti amo, non è così? E questi discorsi non
fanno altro che confondermi e alimentare la mia speranza che tu possa
ricambiare...»
«Ed,
io non so davvero cosa provo per te! Non sei solo un amico, ma non
voglio vederti come un fidanzato, sei troppo importante per me e non
voglio rischiare di mandare tutto a quel paese con una relazione... Io
sono un casino e sono così confusa, la gestirei troppo
male!»
«Ma
perché dovresti? Perché non possiamo stare
insieme?» esclama esasperato. «Anche se siamo stati
distanti, pensi che non ti abbia sentito parlare? I tuoi progetti col
professorino, lui che va a vivere fuori da questo posto, la vostra
relazione a distanza, lui che invia curricula a Providence... Pensi che
io non sappia? Cos'ha lui che io non ho?!»
Più
la sua collera aumenta, più sento le lacrime pungere. Vorrei
dire così tante cose che non so nemmeno come tirarle fuori
tutte insieme, Joyce sicuramente ci troverebbe molto materiale per un
suo racconto, uno stream of consciousness coi fiocchi. Forse la mia
promessa di non esasperarmi per degli uomini sta per essere rotta.
«PERCHE'
NON CE LA FAREI!» sbotto, al culmine dell'esasperazione.
«Senza di te, non ce la faccio! Se dovesse finire con Jake
sicuramente me ne farei una ragione e la mia vita andrebbe avanti! Per
me è molto più facile avere una relazione con
lui, perché potrei sicuramente sopravvivere al dolore nel
caso in cui andasse a finire male. Ma con te... Dio, no. Il solo
pensiero di poterti perdere... Mi sentirei morire. Significhi troppo.
Lo capisci questo? Non voglio che tu mi salvi o che tu risolva i miei
guai, ma ho bisogno di sapere che tu ci sia nella mia vita,
così come ho bisogno di sapere che io potrò
esserci per te. Non sei un semplice amico, ma non voglio che passi al
livello successivo. Faccio schifo con queste cose, incasino tutto e lo
sai meglio di me. Ti prego, comprendimi, non voglio crollare un'altra
volta».
Per
qualche minuto restiamo in silenzio ma non mi sento affatto a disagio;
so che sta ponderando la mia richiesta e so anche di aver chiesto
più del lecito. Mi sento così egoista, ma non
riesco a fare a meno di lui.
«Tempo
addietro ti feci una promessa... E ogni promessa è un
debito.»
E
senza bisogno di aggiungere altro, mi avvolge in un lungo e tenero
abbraccio e nella mia mente si fa strada la consapevolezza che sono
proprio dove dovevo essere.
***
La pazienza ha un
limite, specialmente quella di Logan Shepherd.
E'
sempre stato abituato ad avere quello che voleva quando lo voleva, ma
negli ultimi tempi la situazione con la Peyton sembra essere arrivata
ad un empasse: lei ha raggiunto un suo equilibrio e nessuna delle sue
macchinazioni è arrivata a smuoverla anche di un solo
millimetro; dannazione, è arrivato ad impostare il suo
status su Facebook in "Impegnato" - col nulla, dal momento che ha
scaricato Jasmine Lynch dopo qualche giorno. Dio, quella ragazza era
davvero una piattola -! Fino a dove deve spingersi un ragazzo per
ottenere una reazione?
Più
tenta di attirare la sua attenzione, più quella frigida
stronzetta diventa impassibile.
Inoltre
la collaborazione con quell'oca della sua amica si sta rivelando
estremamente infruttuosa, è da più di mezz'ora
che sono imboscati nel giardino adiacente alla biblioteca nella
speranza di poter ottenere qualcosa di utile su cui lavorare, ma non
è riuscito a cavare un ragno dal buco.
«Insomma,
Conrad! Possibile che tu non abbia più alternative da
offrirmi? Colin potrebbe cercarsi un'altra.»
La
bionda gli lancia un'occhiataccia «Ho fatto quanto in mio
potere, ma Danielle è talmente ferma nelle sue idee che
potrebbe farsi bruciare viva come quella pazza lì... Joan of
Arcadia!»
«Forse
intendi Giovanna D'Arco»
L'aria
sconcertata che assume Logan nel darle il suggerimento la fa
ridacchiare. Forse dovrebbe studiare la storia in maniera
più approfondita. «Quella lì,
sì. In ogni caso non so davvero come aiutarti e onestamente
non so nemmeno se ne valga la pena. Insomma, vorrei davvero aggiustare
le cose con Colin ma non a spese della mia amica! Dovessi vedere
com'è tranquilla... Non ce la faccio. Non me la sento di
macchinare qualcosa che metta a repentaglio lei e la sua
rel...» non appena si realizza quello che stava per dire,
Kristin si blocca immediatamente, stampandosi un'inequivocabile
espressione colpevole sul viso.
Logan
alza di scatto la testa per fissarla con più interesse del
dovuto. «Stavi per dire relazione? E con chi è che
Peyton avrebbe una relazione? Con un supplente poco più che
venticinquenne di nostra conoscenza?»
«Ma
di che diavolo vai blaterando?» sbotta Kristin, sulla
difensiva. «Intendevo la sua... Ehm...
Religiosità. Danielle prega molto ultimamente.»
«Roba
del tipo "Oh sì, così Jake, ti prego!"?»
«Danielle
non ha una relazione con Ja... Col professor Bloom!»
Se
c'è una cosa che Logan ha imparato dalla sua lunga e
tortuosa esperienza con le donne è che quando strillano
indispettite di fronte a un'insinuazione, c'è un buon 80% di
possibilità che quella non sia solo un'insinuazione.
«Io
direi di sì.» rincara il biondo
«In
ogni caso non hai nessuna prova!» lo provoca Kristin, con
aria di sfida. «Non ci sono foto o messaggi che lo
dimostrano!»
«No»
conviene il ragazzo, stampandosi un sorriso trionfante in viso.
«Ma tu mi hai appena dato un ottimo suggerimento».
Logan
se ne va senza darle il tempo di poter replicare ma soprattutto
lasciandola da sola con la sua coscienza, la quale continua a
suggerirle di essersi cacciata in un casino più grande di
lei.
Cosa
avrebbe dovuto fare? Deve assolutamente parlarne con qualcuno, ovvero
con l'unica persona che pur essendo a conoscenza dei suoi misfatti non
l'ha mai giudicata, neanche per un secondo. Quasi automaticamente,
afferra il suo smartphone e compone un sms con scritto "SOS"
indirizzato a Charlie.
Neanche
a dirlo, una manciata di minuti dopo, ecco che il suo cavaliere senza
macchia né paura si materializza all'orizzonte, portando con
sé un'inconfondibile ondata di profumo Chance by Chanel.
«Beh
tesoro, se devi affondare, almeno fallo in grande stile»
conviene il ragazzo, dopo aver ascoltato tutta la storia.
Charlie
sa sempre come aiutarla, anche nelle situazioni più assurde.
Incredibile come siano riusciti ad entrare così tanto in
sintonia dopo pochissimo tempo, una cosa del genere le è
successa solo con Danielle tempo addietro.
«Spiegati
meglio»
«Ormai
il danno è fatto, quindi visto che hai aiutato quella mente
criminale incompresa, almeno fatti dare la tua ricompensa!»
«Dici
che dovrei pretendere di poter parlare con Colin?» domanda la
bionda, poco convinta.
Charlie
la osserva divertito. Certe volte Kristin sa essere davvero ingenua.
«Parlare? Come minimo dovrebbe lasciarti la camera libera per
almeno una serata intera in modo tale da farvi copulare in posti dove
non si dovrebbe mai copulare!»
«Copulare?»
gli fa eco la ragazza, stranita.
«SESSO
SESSO SESSO!»
«Charlotte,
lurida ninfomane!» esclama finto indignata, ma in
realtà riesce a stento a mantenersi seria.
«Ma
Tessssoro, non è colpa mia se i miei spermini soffrono di
claustrofobia! Devo farli evacuare»
«Questo
è troppo anche per me».
Ma
Charlie non se ne cura, cominciando un resoconto anche fin troppo
dettagliato delle sue ultime conquiste.
Charlie
è pur sempre... Charlie.
Malgrado
i suoi sproloqui, su una cosa Charlie aveva ragione: anche se non
volontariamente, ha comunque collaborato con Logan e adesso merita la
sua ricompensa. Ogni promessa è un debito.
Dopo
aver titubato un po', ha preso il coraggio a due mani e si è
diretta verso la camera di Shepherd e Colin per reclamare
ciò che è suo: un po' di tempo con il ragazzo che
ama.
Arrivata
di fronte alla porta comincia a bussare con veemenza.
«Conrad,
non è un buon momento» esclama perentorio il
biondo, non appena se la ritrova davanti.
«Invece
lo è eccome! Non so come, ma ho messo nei guai Danielle per
venirti incontro e adesso pretendo di avere la mia ricompensa. Devo
parlare con Colin e...»
Ma
il suo discorso si interrompe non appena si ritrova davanti un Colin
abbastanza sconcertato.
«Hai
messo nei guai la tua amica per una ricompensa?» domanda, con
tono accusatorio. «Credi che io sia una ricompensa? Pensi che
questo sia un gioco a premi, che io sia qualcosa da conquistare? E a
spese di qualcuno? Tu.... Tu sei davvero una persona
orribile.»
E
senza nemmeno darle il tempo di replicare, Colin esce fuori dalla
stanza sbattendo la porta.
«Io
te l'avevo detto che non era un buon momento» rincara Logan,
facendo spallucce.
Writer's corner
Sono una persona
orribile anch'io. Non ci sono parole per dire quanto mi dispiaccia, non
aggiorno da secoli e non ho nemmeno risposto alle vostre recensioni!
Purtroppo il mio pc ha deciso di dare forfait qualche mese fa e dopo
una riparazione durata secoli, ho perso tutto, compresi i capitoli di
questa storia... E tra sessione estiva, impegni e casini vari che non
sto nemmeno a spiegarvi - salvo che qualcuno di voi non abbia un
lettino e una profonda conoscenza della psicologia -, ad essere sincera
non ho nemmeno pensato a portarmi avanti con la storia ed aggiornare.
Quindi vi ringrazio di cuore, voi che nonostante vergognosi lassi di
tempo tra un aggiornamento e l'altro, continuate a seguire le vicende
di una povera sventurata - qual è Danielle - costretta ad
avere a che fare con un branco di pazzi.
In
questo capitolo si è un po' chiarita la natura del rapporto
tra Danielle e Jake e Kristin sta subendo le prime ripercussioni per le
sue azioni... E mi spiace dirvelo, ma purtroppo - per lei - non
è finita qui.
Al
prossimo aggiornamento, sperando che non ci vogliano mesi.
Un
grosso abbraccio.
Sara.
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