Knocking on heavens door.

di Madison Hudson
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Scappare. ***
Capitolo 2: *** The Beginning. ***
Capitolo 3: *** The Journey. ***
Capitolo 4: *** Angel's city. ***
Capitolo 5: *** Duff e Popcorn. ***
Capitolo 6: *** I use to love him. ***



Capitolo 1
*** Scappare. ***


E'la prima storia che scrivo! :)



Quel pomeriggio tirava un vento gelido sulla città di Lafayette,
ma questo non impediva ai ragazzi del luogo di girovagare per la città.
Nel parchetto vicino al Vecchio Quartiere c’erano due ragazzi un po’ strani.
Quello più agitato aveva dei lunghi capelli rossicci che gli ricadevano sulle larghe spalle,e degli occhi cristallini che sembravano risplendere di luce porpria.
Aveva un fisico snello ma muscoloso,e portava una giacca di Jeans e dei pantaloni di pelle aderenti.
L’altro ragazzo,invece, sembrava molto più introverso del primo.
Strimpellava una vecchia chitarra piena di adesivi e fissava il vuoto davanti a sé,
ascoltando o facendo finta di ascoltare quello che diceva il rosso.
I suoi capelli neri come la pece,come anche i suoi occhi,
che però avevano qualcosa di strano : gli dipingevano in viso una certa malinconia.

-Jeff,è la nostra occasione. Io non voglio più tornare a casa da quel porco maledetto.-

Il rosso stava letteralmente supplicando il moro.

-Bill,calmati un attimo. Ti rendi conto di quello che dici? Dove cazzo vuoi andare?
Con quali soldi vuoi campare?
Non abbiamo niente,quindi smettila di dire stronzate,per favore.
Mi stai facendo venire mal di testa.-
Jeff era stato molto freddo,infatti non aveva degnato di uno sguardo il rosso,
ma continuava a fissare il vuoto,
come se l’argomento discusso non lo toccasse minimamente.
In realtà il moro non ce la faceva più a sopportare quella situazione.
Il patrigno di Bill picchiava il figlio quasi ogni sera.
Tornava sempre a casa ubriaco,e cercava un pretesto per ammazzare di botte il ragazzo.
La migliore motivazione di solito era Jeff.

-Come cazzo fai a essere così?
Perché non la smetti di stare sempre con i piedi per terra? IO NON CE LA FACCIO PIU’! QUEL BASTARDO MI STA DISTRUGGENDO!
Tu non puoi capire Jeff..-

Bill fece per alzarsi e andare via,ma il moro lo fermò appena in tempo.

-Senti,ci penserò,ok?-

Il rosso gli fece uno dei suoi soliti sorrisi dolcissimi,poi gli si avvicinò e lo abbracciò,come solo lui sapeva fare.

-Sei il mio unico amico,sai? L’unico che ci sia veramente stato,sempre. Non posso lasciarti qui. Ormai sei parte di me.. -

Jeff sentì un forte calore salirgli alle orecchie.

-Ti voglio bene,Jeff.-

Il rosso lo guardò con i suoi occhi oceanici,e gli sorrise.

E’ bellissimo.. Pensò Jeff.

Non ho mai visto nessuno come lui.

Aveva una pelle candida come la neve,e un viso angelico.
Era proprio questo: un angelo ferito.

Jeff,gli accarezzò i lunghi capelli rossi.
-Vedrai che andrà tutto bene.- Gli sussurò all’orecchio.

Bill gli sorrise e si staccò da lui.

Il moro ci rimase un po’ male,ma d’altra parte non potevano rimanere tutta la sera così,no?
Il vento si stava alzando molto,e il cielo si stava oscurando.
-Sta per arrivare un temporale Jeffi.. E’ meglio andare!-

Jeff annuì,e si alzò,portandosi dietro Bill.
Percorse un po’ di strada insieme fino a quando non arrivarono al solito incrocio.
-Ci vediamo Bailey!-
Il rosso per tutta risposta lo salutò con un cenno del capo,e voltò a sinistra.
La strada che lo divideva da casa sua non era moltissima,ma Bill la percorse quasi correndo,perché era comunque malfamata.
Entrò in casa con il fiatone,e trovo il patrigno ad aspettarlo in salotto,che era invaso da una strana luce lugubre.

-Stronzo,dove sei stato fino ad quest’ora?
Sempre a zonzo con quell'idiota di Jeff?
Quante volte devo dirti che non voglio vederti in giro con quello sbandato?-

L’alitò di quel pazzo puzzava di alcool,come sempre,e Bill notò che aveva in mano una cinta. La violenza stava per arrivare.

-Sei un bastardo William,e devi pagare per i tuoi peccati,
quindi porta il tuo culo qui prima che decida di farti fuori definitivamente.-
-NOO!-

Per la prima volta, Bill,aveva avuto il coraggio di scappare da quel bastardo,e così corse verso il piano di sopra.
Ma il patrigno lo acciuffò per un piede a metà delle scale,così il ragazzo cadde a terra e sbattè la testa contro lo scalino.
Sentì la sua fronte bagnarsi di sangue caldo,ma aveva troppa paura per preoccuparsene,così diede un calcio in testa al maniaco,che svenne sul colpo,e iniziò a perdere sangue anche lui dalla nuca.
Bill approfittò di quel momento per scappare.
Prese il suo borsone lo riempì di vestiti a casa,poi prese alcune cose di valore per poi venderle appena ne avrebbe avuto occasione.
Infine scappò da casa Bailey,per sempre.

Fuori aveva iniziato a piovere a dirotto,ma Bill sapeva dove andare.
Prese la strada che lo avrebbe portato da Jeff,e iniziò a correre.
Il sangue continuava a scendergli lungo la tempia,ma l’importante in quel momento era andare dal moro.
Voleva vedere solo il lui,e nessun altro.
Arrivato davanti casa Isbell,inizò a bussare freneticamente alla porta,fino a quando Jeff non gli venne ad aprire.
-Che diavolo..? Che cazzo hai fatto Bill!-

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Capitolo 2
*** The Beginning. ***


Jeff non aveva mai visto nessuno in quello stato.

-ENTRA! SUBITO! Non farti vedere dai miei e vai in camera mia,CORRI!-

Gli sussurò a denti stretti.

Se i suoi avessero visto in che condizione era il suo amico avrebbero fatto domande,troppe domande e sarebbero tutti finiti nei guai.. Bill più di tutti che si sarebbe beccato un sacco di botte in più da parte del suo fottuto padre.

-Jeffrey,chi è alla porta?- chiamò sua mamma dalla cucina.
-E’ Bill mamma! L’ho invitato a dormire qui,perché dobbiamo.. Ehm.. Dobbiamo studiare insieme delle cose.. Di.. Di.. Di scienze,ecco!-
-Ok,ma non fate troppo tardi!-
La mamma di Jeff se l’era bevuta,e ora il ragazzo stav salendo freneticamente le scale di casa sua. Moriva dalla voglia di sapere che diavolo era successo al suo sfigato amico. Quando entrò chiuse la porta di legno bianco a chiave.

-Ora dimmi che cazzo è successo William Bailey!-
-Calmati,che non è niente di entusiasmante..-
-Calmati? Calmati? TU VIENI QUI’,INSANGUINATO,BAGNATO FRADICIO,CON UN BORSONE IN MANO E MI DICI CALMATI?-
Gli occhi di Jeffrey erano quasi usciti dalle orbite e le sue guancie erano diventate di un rosso fuoco abbastanza preoccupante.Stava urlando ad un palmo dal naso di Bill,che si stava leggermente spaventando.

-Mi ha picchiato di nuovo,ok? Solo che questa volta sono scappato.. Cioè prima gli ho dato un calcio in testa,facendolo svenire.. O almeno credo.. E poi son-
Bill non aveva fatto in tempo a finire la frase che Jeff aveva iniziato ad attaccarlo di nuovo.

-CREDI DI AVERLO FATTO SVENIRE? CREDI? VUOL DIRE CHE FORSE LO HAI UCCISO?-
Il moro aveva letteralmente perso il controllo. Stava iniziando a fare ragionamenti che non stava né in cielo né in terra,ma non voleva finire in gattabuia per aver coperto un omicidio. Aveva iniziato a farfugliare parole senza senso e il rosso iniziava a preoccuparsi seriamente.

-Ehm.. Jeffy? Jeffino? Ti dai una calmatina? TI HO DETTO CHE FORSE,E DICO FORSE E’ MORTO! MA NON CREDO PERCHE’ RESPIRAVA ANCORA QUANDO SONO USCITO!-
Bill gli aveva urlato nell’orecchio,e Jeff si era sapevantato così tanto da fare un balzo fino al letto. Ma almeno adesso si sentiva un po’ meglio.
-Però.. Ho rubato delle cose da casa.. -
-Ecco,ti pareva?! Ma è sempre meglio dell’omicidio.. Che roba hai preso?-
Il rosso tirò fuori un paio di orologi d’oro e dei gemelli con diamanti.

- Non ci ricaverai tanto Bill.. Al massimo 500 $! -
-Ah.. Bhè ma sono pur sempre 500 $! Ci serviranno!-
- Come “serviranno”?-
-Bhe.. Ci hai pensato Jeffrey?-

Ecco,la fatidica domanda. Ci pensato Jeffrey?
In realtà non ci aveva pensato minimamente. Evitò la domanda,ma sapeva che sarebbe tornata a galla,al più presto.

-Prima di risponderti è il caso che ti disinfetti quella ferita..-

Il rosso non aveva fatto in tempo a rispondere,che Jeff era uscito precipitosamente dalla stanza,dirigendosi verso il bagno.
Aspettando il moro,Bill,si distese sul letto,e iniziò a guardarsi attorno. Conosceva fin troppo bene quella stanza,ci aveva passato innumerevoli pomeriggi felici là dentro. Pensandoci bene,era quasi stata una seconda casa per lui.. Come sempre la chitarra di Jeffrey era appoggiata al muro,vicino al comodino che era strapieno di pacchetti vuoti di sigarette e altre cianfrusaglie completamente inutili. Le mura erano completamente ricoperte di poster dei Queen,e il soffitto era decorato con un enorme murales multicolor. Quel disegno era stato fatto dai due amici,insieme,qualche anno prima,quando Jeff aveva deciso di ridipingere la stanza. Il moro rientrò nella stanza,e richiuse la porta chiave. Aveva le mani occupate da alcool e cotone.

- Devi proprio farlo?- chiese Bill supplicante. L’alcool brucia!
-Sì,devo,o la tua testa si popolerà di cose molto schifose che non voglio elencare.- -Ok,ok,mi hai convinto.-
I ragazzi si sedettero sul bordo del letto,e Jeff iniziò ad armeggiare con i prodotti per disinfettare.

-Ahia,cazzo! Fai piano!-
-Zitta un po’,tu!-
Bill aveva iniziato a imprecare sottovoce.

-Ma è solo uno sfrigio.. Io pensavo che stessi per morire dissanguata,cazzo! Non farmi più venire questi colpi!-
-Oh,scusa se ho deluso le tue aspettative!-
-Shhh!-
Jeffrey tirò fuori un cerotto dal nulla e lo applicò sulla ferita del rosso.

-Bene,adesso che ti sei divertito a fare la crocerossina,possiamo parlare di cose serie? Vuoi darmi una benedetta risposta?-

Bill lo aveva definitivamente messo con le spalle al muro. In realtà il moretto non aveva minimamente pensato alla proposta di Bill,e adesso stava cercando di ragionare freneticamente sul da farsi. Voleva veramente andarsene via da tutte quelle comodità? Scappare dai suoi genitori che lo avevano sempre amato e protetto? Andare via da tutto quello per condurre una vita di sesso,droga e rock n roll? Doveva ammettere che la proposta era interessante.. Ma aveva paura che Bill si facesse troppi castelli in aria. In fondo,Jeff,non voleva fare la fine di un brutto barbone alcolizzato e puzzolente … Perché sapeva che se non avessero avuto successo con la band ( che tra l’altro era formata solo da loro due per il momento ) sarebbe stata quella la loro fine.

-Allora? Hai deciso?-

La voce di Will lo ridestò dai suoi pensieri,e capì che ormai non aveva più scelta: Il rosso era lì,seduto sul letto,che lo fissava con quell’aria speranzosa e con gli occhi pieni di emozione,felice come un cagnolino che stava per ricevere il tanto atteso osso.

-Ok,ok,vengo con te!-
Il rosso gli saltò letteralmente al collo stampandogli un bacio sulla guancia che fece rimanere allibito il povero Jeff. Bill continuò a saltellare allegramente per tutta la stanza,quando si fermò di colpo e si diresse verso il moro,prendendolo per le spalle e scuotendolo.

-Dobbiamo organizzare un piano- disse deciso il ragazzo.
Jeff pensò che presto avrebbero toccato la follia,e non si sbagliava per niente.
-Allora- disse tutto eccitato,pel di carota -questa mattina presto,molto presto,scappiamo. Andiamo in aereoporto e la facciamo finita.-
-Così presto? Di punto in bianco? Senza organizzare niente?-
-Senza organizzare niente,esatto!- disse Bill ammiccando.
-Ehm.. Ok.. Allora vado a prendere il mio vecchio borsone..-

Jeff salì su una sedia e allungò il braccio,tastando la superficie superiore dell’armadio,cercando la sua valigia. Quando finalmente la trovò,la lanciò verso il letto,più precisamente verso il faccio angelico di Bill,che con i suoi riflessi da gattopardo,l’aveva evitato elegantemente (ovvero si era lanciato sul letto sbattendo di nuovo la testa sul muro) Il moro scese dalla sedia con molta nonchalance e recuperò il borsone.

-Quanti vestiti devo prendere?-
-Tanti,dovrai prestarmeli.. Io non ho preso molta roba da casa.-
Il moro annuì,e subito dopo aprì quello che sarebbe dovuto essere l’armadio. In realtà,quello,era più uno sgabuzzino. I vestiti erano sparsi in giro senza ritegno,e delle carte di merendine e pacchetti di sigarette erano sepelliti sotto la custodia della sua chitarra. Il ragazzo prese tutto senza tanti complimenti e gettò la massa informe dentro il borsone,senza piegare niente. Con grande sorpresa di Bill il borsone si chiuse miracolosamente.

-E i soldi? Quanti devo portarne?-
-Bhe,devono bastare fin quando non ci troveremo un lavoro.. -
-Uhm,capito..-
Jeff aveva iniziato a frugare in giro per la stanza il suo nascondiglio segreto,che era così segreto che nemmeno lui si ricordava dove fosse.

-AHAH! EUREKA!-

Il ragazzo aveva iniziato a tastare con il piede un’asse del parque,poi si piegò e la sfilò delicatamente dal pavimento,sollevando un’un infinità di polvere.
-Eccoli qui i miei risparmi di una vita.. Ma sono quasi 700 $!-
-Grande Jeffy!-
Il moro mise via i suoi tesori nelle tasche dei jeans e appoggiò il borsone sopra il letto,facendo capire al suo amico che era pronto per l’azione.

-E adesso?-
-Adesso andiamo a dormire e poi ci penso io!-
-Ci pensi tu?-
-Sì,ci penso io!-
Jeffrey era un pochino preoccupato. Quando Bill diceva una cosa simile non si poteva stare tranquilli.

-Ok.. Allora,tu dormi sul pavimento?-
-Io cosa? Il pavimento?- il rosso era quasi indignato.
-Ok,ok,allora ci sto io.-
-Nemmeno per idea!-
-Come? E allora dove dovrei andare?? In giardino?-
-No,dormiremo insieme.-

Bill gli rispose come se fosse la cosa più semplice e ovvia del mondo,e Jeff rimase interdetto per un po’. Non sapeva se era una buona idea dormire insieme..

-In-insieme?-

Aveva iniziato a balbettare. Balbettava sempre quando era nervoso.

-Sì,insieme!-
-Ma non sarà strano?-
-Io non mi faccio problemi.-

Bill fece capire a Jeffrey che quelle erano le sue ultime parole. Così alzò e coperte e si distese nel letto. Senza nemmeno togliersi gli stivali. Poi si alzò le lenzuola fin sotto le orecchie.
-Allora,ti muovi?-

Jeff fece spallucce ed entrò anche lui nel letto.
Il vento sbatteva forte sulla finestra della camera,e la pioggia si faceva sempre più fitta. Il freddo stava iniziando a penetrare anche nella stanza,ma i due ragazzi non lo sentivano. Il corpo di Bill era bollente,e il moro lo sentiva benissimo. Come aveva previsto era una situazione molto strana,ma piacevole. Dei pensieri strani invasero la mente di Jeff,e non lo lasciarono in pace per tutta la notte,nemmeno quando si fù addormentato. Il rosso,invece,non si addormentò mai. Doveva rimanere sveglio per entrambi,perché il piano era suo. Quando si accorso che il ragazzo si era addormentato,sorrise e gli mise un braccio attorno al collo. Anche il corpo di Jeff era piacevolmente caldo,così Bill lo strinse a sé.

William non sapeva di giocare con il fuoco.

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Capitolo 3
*** The Journey. ***


- Jeff! Jeff! Svegliati,cazzo!-

Bill stava scuotendo violentemente il moro,che sembrava non volerne proprio sapere di svegliarsi,fino a quando il ragazzo non decise di saltare sul letto,rompendo sicuramente qualche molla.

- Bill! Che diavolo ci fai qua sopra?-
-Dobbiamo andarce,ricordi?-
-Oh,si giusto.. Ma che ore sono?-
-Sono le quattro! Tra poco abbiamo un autobus,se ti degni di alzarti da quel cazzo di letto!-
-Arrivo,arrivo.. Mamma mia quanto sei acido!-

La pioggia aveva smesso di fracassare i vetri delle finestre ormai,ma dei piccoli lampi di luce lontani illuminavano il cielo buio. La stanza era praticamente un iceberg per quanto faceva freddo.
-Vestiti pesante,non voglio vederti morire assiderato.-

Lo avvisò il rosso. Bill era già vestito,indossava strati su strati di magliette di flanella,sciarpe su sciarpe e un piumino nero. Tutte cose prese dal borsone di Jeffrey,ovviamente.
Il moro fece spallucce per tutta risposta,e chiese:
-Quanto tempo ho?-
-Una mezzoretta.. Ma devi muoverti,non possiamo assolutamente perdere quell’autobus.-
-Ok.-

Il ragazzo si vestì velocemente.

-Pronto?-
-Pronto,sì. Voglio solo lasciare qualcosa scritto ai miei prima di partire.-
Bill scese immediatamente al piano di sotto,facendo molta attenzione a non fare troppo rumore. Jeff,invece,recuperò il suo borsone e la sua chitarra e si fermò sulla soglia della camera per darle un ultimo saluto.
Era un caos come sempre. Forse avrebbe dovuto darle una sistemata prima di andarsene. Così,come segno di rispetto verso la madre,che lo aveva tormentato per diciassette anni,pregandolo di portare i piatti sporchi e gli avanzi di cibo in cucina,invece di lasciar marcire tutto sotto il letto.
Ma ormai non poteva tornare indietro. Cercò di nascondere mozziconi di sigaretta e cartacce sotto il tappeto,ma per il resto non si poteva fare nulla.
Diede un ultimo sguardo al letto,quel letto che lo aveva visto crescere con il tempo,che era diventato sempre più piccolo,che lo aveva letteralmente aiutato a diventare uomo insieme a Madison,l’unica ragazza che avesse veramente amato in tutta la sua vita.
Ricordò i momenti brutti e belli,come i litigi con il suo migliore amico, l’impazzire per la scuola,per cercare di smettere di fumare.
L’unica cosa che non gli aveva dato problemi in quella casa era la sua chitarra,in effetti. Non aveva mai avuto conflitti con lei.
Con un sorriso uscì dalla stanza e scese anche lui al piano inferiore.
Ad aspettarlo in cucina c’era Bill seduto al tavolo da pranzo con in mano un foglio di carta bianca e una penna.

-Fai quello che devi,e poi andiamo.-

Gli disse porgendogli il foglio.

Jeff lo prese esitante.
Cosa si scrivere in un biglietto di addio? Anche se in realtà quello non era un vero addio. Alla fine non stava scappando dai genitori,scappava dal suo paese bigotto.
Ma non poteva scriverlo,non poteva dire che scappava semplicemente perché si era stancato di vivere in quel posto.
Lui non era un debole.
E soprattutto non voleva fare stare in pensiero i suoi.

Prese la penna e fece scorrere l’inchiostro nel foglio.

Mi dispiace.
Non sto scappando da niente,non preoccupatevi,è solo che qui non riuscirò mai a fare nulla.
Sto partendo con William,per dove non lo so di preciso. So solo che vi ho tanto amato,e che non voglio che stiate in pensiero per me.
Io me la cavo sempre,lo sapete,no?
Vi scriverò non appena ci saremo stabiliti da qualche parte.
Vi voglio bene.
Jeff.

Piegò il foglio e lo appoggiò sul tavolino.
Una lunga lacrima gli bagnò la guancia pallida e magra.
Era la sua ultima volta in quella casa. Stava per dire addio a tutto.
L’amico capì la sua sofferenza,così lo abbracciò,cingendolo con un braccio.
-Non devi preoccuparti,li rivedrai.- Gli sussurò all’orecchio.
Jeff annuì debolmente e uscì di casa,chiudendosi per sempre la porta di quercia scura alle spalle.

Un quarto d’ora dopo i ragazzi erano su un autobus freddo e logoro,diretto all’aeroporto di Baton Rouge Ryan.
Jeff guardava fuori dal finestrino con aria un po’ spaesata e pensierosa,quando all’improvviso una domanda devastante lo colpì in fronte.
Dove cavolo stavano andando?

-Ehm.. Bill.. Scusami,avrei una domanda da farti.-

Disse esitante il moro.

-Dimmi pure,Jeffrey!-
-Ehm.. Ma tu hai la più pallida idea di dove andare? Perché non so se te ne sei accorto,ma non ne abbiamo ancora parlato.-
-Oh,sì! Dove andare.. Bella domanda! Non ho ancora deciso!-
-Oh,Bill.. No.. NON PUOI DIRMI COSI’!-

Jeff era allibito,come poteva essere così incosciente? Aveva lasciato tutto.. Tutto!
E Bill non sapeva ancora dove andare!
-Dai,dove andiamo?-

Allora lo stronzo pel di carota non scherzava.

-Oddio..-
-Dai,dai! Stiamo abbandonando un paesino e allora.. Ce ne andiamo in un paesone!-
-Oh povero me..- Jeff aveva iniziato a balbettare nervosamente,di nuovo.
-Allora,vediamo.. New York? No,no.. New York fa troppo grande mela..-
-In che cazzo di situazione mi sono cacciato..-
--Il Texas? No,troppo squallido.. Ecco,ecco! Ci sono! Los Angeles! Los Angeles è perfetta!-

Bill ormai stava saltellando sul sedile,e Jeffrey non poteva fare altro che fissarlo con sguardo atterrito e incredulo.

- Los Angeles.. Va bene.. Los - Los Angeles.. La città degli angeli? Almeno adesso abbiamo una meta.. -

Dopo una ventina di minuti arrivarono finalmente allo squallido aeroporto di Baton Rouge Ryan. Appena le porte si aprirono un vento gelido colpì in faccia i due poveri ragazzi impreparati a un’esperienza di questo genere.

-Oddio,Jeff! Sto morendo di freddo!- squittiva Bill.
Il ragazzo era una personcina a cui piaceva essere trattata fin troppo bene,e quindi non era abituata a fare sacrifici come dormire a terra,o soffrire il freddo.
Jeffrey invece soffriva in silenzio,ma soffriva sempre. Anche se non lo dava a vedere.
Così fece l’uomo della situazione e prese i borsoni,la chitarra e il braccio di Bill,trascinando il tutto verso l’entrata dell’aeroporto.
Appena entrati Bill sospirò di sollievo.

-Oh,Jeffrey! Io adoro la tecnologia! La tecnologia mi riscalda! La tecnologia mi ha risparmiato la vita!-

Poi mollò il moro all’entrata e scappò verso il distributore delle merendine,in cerca di cibo,ma quando si accorse di non avere soldi spicci con cui comprarlo,tornò a frignare dal suo amico,supplicando spiccioli.

-Non abbiamo monetine Bill! Aspetta che facciamo il biglietto e poi potrei mangiare quanto vuoi!-
-Uffa! Muoviamoci!-
Il rosso si diresse verso il check-in e andò direttamente al punto.
-Salve,vorremmo due biglietti per Los Angeles.-

Disse nel modo più sgarbato che poteva assumere.

-Oh,signorino se ti atteggi in questo modo non avrai proprio niente!-

La signora che stava dall’altro lato del balcone lo guardò minacciosa,così Jeff si infilò nel discorso e intervenne.

-Ehm,lo scusi.. Salve! Vorremmo sapere molto gentilmente a che ora è il prossimo volo per Los Angeles!-

La vecchia donna era sulla sessantina,aveva dei corti capelli ossigenati e masticava,o meglio ruminava,una gomma.

-Molto meglio.. Il prossimo volo è quello delle sei.-
-Bene,grazie,allora ci dia due biglietti,sola andata.-
-Ce li avete i soldi?-
-Ma certo che li abbiamo b-

Ma Bill non fece in tempo a finire la frase perché Jeff gli infilò un pugno in bocca,soffocandolo.

-Sì,signorina,li abbiamo i soldi.-
-Bene.-

Consegnò a quegli strani tipi i biglietti e li congedò con un gesto della mano.

-Non puoi comportarti così con chiunque Bill!-
-Sì,sì,va bene.. Ora dammi i soldi e prendiamoci da mangiare.-

Quando tornarono dalle macchinette si sedettero sulle poltroncine e iniziarono a mangiare.
-Ehi,Jeff,ma che ore sono?-
-Uhm.. Le cinque..-
-LE CINQUE? DOBBIAMO ASPETTARE UN’ORA?-
-A quanto pare sì..-
-Ma che facciamo per un’ora qui?-
-Aspettiamo..-

Jeff rispondeva a queste domande molto distrattamente,perché stava fantasticando sulla nuova vita che avrebbero avuto. Non vedeva l’ora di iniziarla!
Adesso che avevano lo stomaco pieno e i biglietti in tasca,sentiva che nulla poteva andare storto.. Fino a quando un’altra domanda non lo mandò nel pallone.
-Bill,ma dove andremo a dormire?-
-A dormire? Quando?-
-Bhe,quando arriveremo! Non abbiamo un posto in cui stare..-
-Oh,non preoccuparti,ci ho già pensato io.-
-Ci hai pensato tu?-
-Esatto. Andremo da un mio amico,ha detto che possiamo stare lì fino a quando non troveremo un altro posto.-
-Oh,fantastico.. Ma lo conosco?-
-No,però è un chitarrista.. Credo che andrete d’accordo!-
-Fantastico!-

Il rosso si distese sulle gambe di Jeff,e quest’ultimo prese ad accarezzargli i lunghi capelli rossi.

-Bill,io ho tanta paura,sai? Alla fine noi siamo solo due ragazzi qualunque.. In una grande città.. In una giungla.. Tu che ne pensi?-

Il moro non ricevette risposta.

-Bill?-

Ancora nessuna risposta.

-Bill,che diavolo,non ti sarai addormentato!-

Si era proprio addormentato,quell’infame.
Jeffrey fu preso da un improvviso istinto omicida,ma alla fine gli scappò un sorriso.
Guardò l’orologio e vide che mancavano solo quindici minuti alla partenza del volo,così fu costretto a svegliarlo.

-Bill.. Bill.. Amo..,ehm,BILL!-
-Cosa? Che c’è?-
-Dobbiamo andare..-
-Oh,si certo! Andiamo!-

Il rosso scattò in piedi come un coniglio e prese le borse con una tale energia da far rimanere interdetto per un attimo il moro.
-Andiamo su!-
Sai diressero verso le scale mobili,e cercarono l’uscita 4.
Venti minuti dopo erano seduti sulle poltroncine dell’aereo e discutevano del loro futuro.

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Capitolo 4
*** Angel's city. ***


-Si prega i gentili passeggeri di allacciare le cinture di sicurezza. Tra pochi minuti atterreremo all’aeroporto di Los Angeles.-

Il viaggio non era stato molto lungo,ma Bill si era addormentato sul sedile dell’aereo non appena questo era decollato.

-Bill! Cazzo svegliati! Non fai altro che dormire,è possibile?-

Jeff non sapeva che il suo amico aveva passato tutta la notte in bianco.

-Cosa? Che succede?-
-Stiamo per atterrare idiota! Allacciati le cinture!-
-Oh,si certo..-
L’atterraggio fu fin troppo movimentato,infatti una vecchia signora seduta vicino ai ragazzi prese a vomitare copiosamente dentro un sacchetto di carta.
Bill,alla vista del vomito quasi svenne,e il resto dei passeggeri partì con un coro di conati di vomito generali.

-Che stomachi delicati,però..-
Aveva affermato il moro,che invece aveva mantenuto la calma.

Recuperarono in fretta i borsoni e la Les Paul di Jeff e uscirono dall’aeroporto.

-Oh mio Dio.-
-Questa è veramente la città degli angeli,baby!-

Sì aprì ai due amici un mondo totalmente nuovo.
Taxi gialli sbucavano da tutti gli angoli,e degli enormi grattacieli troneggiavano sulle lunghe strade sconosciute.

-E adesso che diavolo facciamo?- chiese allibito Jeff guardandosi intorno.
-Uhm.. Sono le undici.. Saul starà sicuramente dormendo,è troppo presto per andare a casa sua.. Quello ci ammazza se lo svegliamo.. Allora facciamo un giro? Esploriamo questo posto?-
-Esploriamo? Ma se non sappiamo nemmeno dove sono i bagni pubblici!E poi tu sai dove abita questo “Saul”?-
-Oh.. No,non lo so.. Ma non preoccupiamoci di questo! Tutto a tempo debito!-disse il rosso facendo l’occhiolino.
-Ma come facciamo..?-
-Zitto! Andiamo su!-

Jeff non ebbe nemmeno il tempo per ribattere perché l’altro lo prese per un braccio e lo trascinò via dal marciapiede.
Vagarono per qualche ora,senza avere la più pallida idea di dove fossero.
Iniziarono a perdersi subito dopo essere usciti dai quartieri bassi di L.A.
Si ritrovarono a girovagare per strade piene di giardini perfettamente curati e pieni di statue sui quali troneggiavano ville enormi e bianche,probabilmente abitate da persone che avevano la puzza sotto il naso.

-Bill.. Hai la più pallida idea di dove siamo?-
-Ehm.. Sì! Siamo a L.A!-
-Bill.. Ho paura di chiedertelo.. Ci siamo persi?-
-N-no.. NO! È tutto sotto controllo..- rispose vago il rosso evitando lo sguardo del moro.
-Forse ci siamo perso solo un pochino,ecco..-
-BILL! Oh,Bill,Bill,Bill.. Ma perché, perché ti ascolto ancora? Stiamo girando da ore! Ci siamo persi! E non sai nemmeno dove abita quel tipo! Siamo nella merda fino al collo,Bill!-
-Andiamo a pranzare?-
-PRANZARE? TU PENSI AL CIBO IN UN MOMENTO COME QUESTO?-
-E’ tardi.. E io ho fame.. Dai andiamo in quel locale lì!-

Bill prese a correre come un pazzo verso un piccolo locale snob,che si trovava sulla strada parallela;Jeff non potè far altro che seguirlo.
Entrati nel ristorante si resero conto che quel quartiere era veramente qualcosa di oscenamente snob.
I tavoli erano pieni di uomini vestiti in modo molto rispettabile che conversavano rispettabilmente,ovvero quasi sussurrando.
Bill non sopportava questo tipo di persone,così fece di tutto per irritarli.
Jeff avvampò perché senti tutti gli sguardi estranei puntati su di loro.

-Ehm.. Bill.. Sei sicuro di volere rimanere qui?-
-Certo!-
-Ma hai visto in che modo ci guardano?-
- Mandali a FANCULO!- urlò il rosso,al che tutti i signori si voltarono allibiti.
-Cazzo avete da guardare?-
-Bill,ti prego,vieni.. Stai zitto prima di metterci nei guai..- sussurò il moro trascinando Bill verso un tavolo libero.
-Va bene,ma adesso ordiniamo che ho fame.. Uhm.. SIGNORINA! CAMERIERA! VOGLIAMO ORDINARE QUI!-
Jeff tirò un calcio sul ginocchio a Bill,che squittì come un topolino a cui era appena stata schiacciata una coda.
-Ti avevo chiesto di non urlare!-
-Ma io ho fame.. Oh,eccola che arriva!-

Una donna sulla trentina si avvicinava esitante al loro tavolo.
Evidentemente aveva paura che i ragazzi potessero fare qualcosa di pericoloso e aggressivo verso i suoi confronti,infatti Bill la fissava come se volesse saltarle addosso da un momento all’altro.
Aveva dei lunghi capelli neri che le ricadevano sulle spalle piccole.

-Ciao bellezza! Portaci due cheeseburger doppi con doppie patatine.. Poi se vuoi,dopo pranzo possiamo appartarci in bagno..-

La ragazza rispose alla proposta con uno schiaffo,e Bill reagì,così nel giro di pochi secondi tutti quegli uomini rispettabili e innocui si trasformarono in una mandria di bufali inferociti e si lanciarono sopra il povero rosso.
Jeff cercò di risolvere le cose civilmente,ma in quel momento lo scontro era inevitabile,così decise di buttarsi nella mischia e aiutare Bill ad uscire vivo da quella fottutissima situazione.
Dopo qualche minuto di scontro,Jeff era riuscito a recuperare la testa calda del suo amico,e erano scappati da quel locale assurdo,con la coda tra le gambe.
Avevano corso fino ai quartieri malfamati,perché quei piccoli bastardi li avevano rincorsi fino al confine che separava la parte benestante della città da quella povera. Quando finalmente li seminarono,i ragazzi si nascosero in un vicoletto per riprendere fiato.

-TU! BRUTTO! BRUTTO IDIOTA!-
-No è stata colpa mia! Questi qui sono completamente pazzi!-
-Stavamo per rimetterci il collo,per colpa tua!-
Bill scoppiò improvvisamente a ridere come un pazzo.
Aveva un labbro sanguinante e un sopracciglio rotto,ma non sentiva dolore.

Questo si chiama essere completamente pazzi. pensò Jeff allibito.

-Tu non sei normale!-
-Ahahaha,ma pensaci! Siamo qui da qualche ora.. E .. ahahahaha… -

Il rosso non riuscì nemmeno a finire la frase,si teneva la pancia e rideva convulsivamente.
Jeffrey aveva appena iniziato a rimproverare di nuovo Bill per la sua incoscienza,ma un clacson insistente faceva da sottofondo a quella scena bizzarra.

-Non andremo da nessuna parte de continui a fare l’idiota! Adesso siamo a L.A! Se ti mettono dentro ci rimani! MA CHE DIAVOLO E’ QUESTO CLACSON?-

Aveva urlato improvvisamente il moro.
I ragazzi si girarono verso la strada e videro un giovane ragazzo di colore che guidava una bellissima Pace Car Indy 500 del ‘60 rossa fuoco.
Questo tipo aveva anche una foltissima capigliatura riccia e portava dei Ray-Ban appoggiati sul naso,nonostante non ci fosse sole.

-Ehi,man!-
-Saul! Da quanto tempo!- Esclamò Bill andando verso la macchina.
-Bill! Cazzo,ormai neanche mia madre mi chiama più così! Io sono Slash.-
-Figata! Allora,che si dice Slash?-
-Si campa,amico,si campa.. Tu che cazzo hai fatto? Hai una faccia orrenda!-
-Niente,siamo qui da qualche ora e abbiamo già scatenato una rissa!-
-Perfetto,hai capito come si vive qui.. Senti ma quel tipo laggiù è il tuo amico? Jeff?-
-Oh,sì! Ehi,Jeffrey! Vieni qui che ti presento!-
Il moro era rimasto in silenzio per tutto il tempo,fissando la folta chioma di Saul.
-Ehm,ciao..-
-Jeff,lui è Saul,o meglio Slash. Slash,lui è Jeffrey Dean Isbell.-
Slash gli porse la mano entusiasta,e Jeffrey gliela strinse timidamente.
-Insomma,lui parla tanto,eh?-
-Dopo un po’ di scioglie e ti rincoglionisce.. Peggio del fumo!-
-Cazzo,allora è grave! Ragazzi,vi porto alla baracca?-
-Oh,si! Ti prego dimmi che hai del cibo a casa,perché sto morendo di fame.-
-Uhm.. Se quella scimmia del mio coinquilino non si è mangiato tutto dovrei avere qualcosa..-
-Scimmia?-
Bill e Jeffrey non sapevano della presenza di un altro ragazzo.
La casa iniziava a diventare stretta.
-Sì,è una scimmia bionda.. Ma poi vedrete. Su,salite,non posso perdere tempo. Ho un lavoro IO!-

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Capitolo 5
*** Duff e Popcorn. ***


Slash parcheggio’ la macchina davanti ad un piccolo appartamento sulla strada principale.
Percorse gli scalini e aprì la porta del palazzo e la serratura dell’appartamento.
Jeff e Bill iniziarono improvvisamente a tossire perché la stanza era piena di fumo.
Due ragazzi biondi stavano fumando davanti alla TV e sembravano non essersi neanche accorti dei nuovi ragazzi entrati nella stanza.

-Ehm… ragazzi?-
-Ehi,Slashone!-

Il ragazzo seduto sulla poltrona si alzò e Bill e Jeff rimasero senza parole:era incredibilmente alto!

-Mi sto sentendo un tappo..- sussurò il rosso all’amico.-Sarà alto almeno due metri!-

Slash si schiarì la voce.

-Ehm,Michael.. Io non so se ti sei accordo.. Ma abbiamo ospiti..-
-Ospiti? Yho! Sono i nistri coinquilini! Ehi,baby!-

Il biondone diede una manata sulle spalle a Jeff,che cadde sulle ginocchia;Bill lo aiutò ad alzarsi e Duff scoppiò a ridere come un pazzo. Evidentemente quello che stava fumando non era una sigaretta.
I nuovi arrivati guardarono Slash allibiti.

-Ma è sempre così?- chiese in coro.
-Oh,si.. E non avete ancora conosciuto Popcorn!-
-Popcorn? Chi è?-
-Steven,quel tipo in coma a terra..-

Effettivamente sul pavimento c’era sdraiato a pancia all’aria un ragazzo che sembrava dormire profondomanete,anche perché un rivolo di bava gli usciva dalla bocca.

-Ma anche lui abita qui?-
-Oh,nono.. Non so quando è arrivato..-
-Ma perché lo chiamate Popcorn?-

A questa domanda il capellone scoppiò a ridere.

-Perché lui a capidanno fa sempre un casino,quest’anno aveva i petardi solo che l’ultimo non gli era scoppiato così l’ha preso in mano e gli è scoppiato addosso,e lui si è lanciato a terra come un popcorn!* Ahahahahahahaha!-

Bill e Jeff erano sempre più allibiti:quella storia non li faceva ridere minimanete.

-Ehm.. Senti slash,dove sta la nostra camera? Noi andremmo a.. sistemarci..-
-Oh,infondo al corridoio a destra!- rispose senza smettere di ridere.

I ragazzi scapparono in camera loro.
-Questi non sono normali.- esclamò un rosso terrorizzato.
-Oh,ma stai zitto! Scommetto che loro non si addormentano sotto gli alberi ubriachi fradici!-
-Non succede spesso,idiota!-
-Oh,no.. Solo qualche volta alla settimana..-

Bill recuperò una bottiglia vuota di birra e la scagliò contro il suo amico che abilmente la schivò,lanciandosi a terra.

-Da dove cazzo è uscita quella?-
-Dall’armadio.-
-Da che cosa?-
Jeff aprì le ante dell’immobile e subito un mare di bottiglie vuote di birra si frantumò sul pavimento marrone della camera.
-Ok,questo non è normale veramente.-

Pochi minuti dopo Slash venne a bussare alla loro stanza,per chiedere come andavano le cose;si scoprì che tutte quelle bottiglie era di Duff,e che le collezionava impulsivamente.
I ragazzi passarono il pomeriggio a ripulire la camera,fino a quando non si ricordarono di non aver pranzato.
Quindi si precipitarono in cucina sperando che Slash e Duff avessero preparato qualcosa da mangiare,ma videro con molto dispiacere che i due si stavano preparando per uscire e che non c’era niente sui fornelli.

-Ma,ragazzi voi non mangiate?- chiese coraggiosamente Bill.
-Oh,no,noi mangiamo fuori! Venite con noi?-
-No,grazie.. Ma noi abbiamo fame!-
-Bhe,forse riuscirete a rimediare qualcosa dalla dispensa.. Ma non assicuro nulla,è da tanto che non compriamo roba da mangiare!-

Disse Duff prima di scappare via con Slash,senza neanche salutaRe.

Bill e Jeff si ritrovarono solo nella cucina,e si guardarono in torno con aria spaventata.
-E adesso che facciamo?- chiese il rosso demoralizzato.
-Bhe,adesso vediamo cosa c’è di commestibile!-

I ragazzi trovarono solo una padella e degli spaghetti,così il moro si mise ai fornelli.
Bill gli ronzava in torno,supplicandogli di fargli fare qualcosa,ma Jeff per tutta risposta lo spedì urlando nell’altra stanza perché sapeva che se solo il rosso avesse provato ad avvicinarsi alla cucina,sarebbe andato tutto a fuoco,compreso il loro unico pasto.
Dopo una mezzora Jeffrey entrò in salotto( che di salotto aveva solo la tv e una poltrona) annunciando che la cena era pronta.

-Uhm.. Jeffi.. Questa pasta è sciapa..-
-Zitto! Non c’è sale in cucina,non è colpa mia! Non c’è un cazzo in cucina,lo sai!-
-Uffa.. Io ho ancora fame! Hai controllato il frigo?-
-Nel frigo ci sono solo birre..-
-Bene,mi accontento!-

Bill corse a prendere un paio di birre e poi propose un brindisi per tirare su di morale il moro che era totalmente affranto.

-Alla nostra nuova vita!-
-Che per adesso fa schifo..-
-Eddai! Smettila di fare il musone! Ci divertiremo..-
-Yep! Sto facendo i salti di gioia,non vedi?-

Il rosso mise un braccio attorno alle spalle di Jeffrey,e avvicinò le sue labbra all’orecchio dell’amico.

-Andiamo,tesoro! Fin che io sono qui non devi preoccuparti di niente.. Se dico che ci divertiremo sarà così,fidati..-

Jeff rimase interdetto per un attimo. Non si aspettava di essere chiamato tesoro da Bill,ma alla fine lo guardò negli occhi e sorrise.

-Hai ragione,non devo preoccuparmi se sono con te..-

Bill ricambiò il sorriso,e diede un bacio alle labbra del moro,che arrossì violentemente ma non si allontanò.

-Che c’è,adesso avvampi solo per un bacino?- lo canzonò il rosso.

Jeff rimase senza parole. Sì alzò di scatto dalla poltrona,e scappò in camera chiudendo la porta a chiave.
Bill non si aspettava una simile reazione dall’amico,così saltò in piedi e lo rincorse.
-Jeff! Perdonami,scusa! Non volevo offenderti!-
-Fanculo,Bill! Io non sono la tua puttana!-

Bill non aveva idea di cosa aveva combinato.


*Ringrazio per l'idea PiCcOlA_MaNgIaMoRtE <3

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Capitolo 6
*** I use to love him. ***


La porta della camera non era chiusa a chiave,così Bill entrò esitante.
Seduto sul letto c’è il moro con il viso tra le mani. Stava piangendo.
Bill si avvicinò lentamente e lo chiamò sottovoce.

-Jeff.. Jeffrey?-

L’amico non rispose.

-Ma cos’hai?-

Bill si sedette sul letto,ma il moro gli diede le spalle.

-Jeff,per favore,dimmi che succede.-
-Non puoi capire,Bill.- rispose finalmente l’altro con voce spezzata.
-Jeff.. Ma tu stai piangendo.. Ti prego,non farlo.. Per favore..-
-Per favore cosa?- chiese l’altro senza voltarsi.
-Guardami..-
-No,non voglio che tu mi veda.-
-Jeff,guardami,ti prego.-
-No!-

Bill prese il moro per le spalle e lo costrinse a mostrare il volto:il suo viso era rigato dalle lacrime e pieno di dolore. Il ragazzo continuava a mantenere lo sguardo basso,non vedeva vedere l’espressione che era apparsa nel viso di Bill.

-Voglio guardarti negli occhi,Isbell..-
-Non voglio..-

Bill sfiorò il mento dell’amico per poi accarezzargli la guancia umida.

-Voglio vedere i tuoi occhi,ti prego guardami..-

Il moro trovò la forza di alzare lo sguardo.

-Contento?- chiese con tono spavaldo.

Altre lacrime continuavano a scendere inesorabilmente sul suo viso,gli occhi erano rossi e umidi,ma Bill non provava pietà per l’amico.
Bill sentiva stranamente un moto di.. Amore.
Amore puro,un amore che cercava di negare da 7 anni.
Aveva voluto provare le sue labbra,aveva voluto tentare per vedere la sua reazione,e con suo grande stupore Jeff non si era tirato indietro!
Aveva provato ad insultarlo,voleva vederlo piangere per lui,e il moro lo stava facendo. Ma ancora non poteva sbilanciarsi,non poteva dichiararsi. Doveva aspettare l’altro,doveva essere sicuro dei sentimenti dell’altro,perché non poteva rischiare di prendersi un’altra coltellata.

-Dimmi perché stai piangendo.- chiese esitante.

Voleva sentirsi dire quelle semplici parole,ma Jeff non poteva dargliela vinta,non poteva dargli quella soddisfazione. E poi,pensò il moro,avrebbe dovuto capirlo da solo,ormai.
Jeffrey guardò Bill negli occhi e con grande stupore vide che anche nel suo viso c’era un velo di dolore.
I lunghi capelli gli ricadevano ribelli sulle spalle,era tutto perfetto,il suo volto era perfetto come sempre,tranne che per gli occhi,che iniziarono a bagnarsi lentamente.

-Jeff,rispondimi,giuro che poi farò tutto quello che mi chiederai.. Ma ti prego,adesso rispondimi.-
-TU NON PUOI TRATTARMI,COSI’ BILL!- Tuonò all’improvviso il moro.
-Io ho lasciato tutto,ho lasciato la mia casa,la mia famiglia,la mia vita per te! Perché TU mi volevi al tuo fianco! Perché sei stato così fottutamente egoista da chiedermi di non abbandonarti! E.. adesso non puoi far così.. Non sono la tua puttana,te l’ho già detto.. Io sono.. Sono stanco,cazzo..-
-Stanco di me?- chiese freddamente Bill.
-No,no.. Non di te,cazzo! Non sei al centro dei miei pensieri! Sono solo stanco.. Ho sonno,ho fame,mi fanno male le gambe,e.. e non capisco perché mi hai baciato.-

A quell’affermazione Bill si ammutolì improvvisamente. Sapeva che prima o poi quella domanda sarebbe arrivata,ma preferiva il poi al prima.. Così decise che avrebbe fatto di tutto per evitare di rispondere.

-Bill,perché mi hai baciato?-

Il rosso si alzò dal letto e si affacciò alla finestra che dava su una delle strade principali di Los Angeles.

-Rispondimi!-

Il moro si era alzato dal letto e si era appostato alle spalle dell’amico. Aveva anche smesso di piangere,ormai.

-Non voglio risponderti.- disse Bill con un filo di voce.
-E perché non vuoi rispondermi?-

Il rosso cercò di elaborare freneticamente scuse ridicole che potevano apparire convincenti ,o comunque sensate,ma il moro prese Bill per le spalle e lo sbattè sul muro.,poi ripetè di nuovo la domanda,questa volta più duramente.

-Perché cazzo mi hai baciato,stronzo?-
-Sono cazzi miei,Jeff,lasciami stare!- rispose liberandosi dalla presa dell’amico.
-No,se permetti sono anche cazzi miei! Hai baciato le mie labbra!-

Bill si sedette sul letto e si fissò gli stivali,fino a quando un’idea non lo colpì in piena fronte (ahia! XD)

-Ok,te lo dirò,ma devi sederti qua,accanto a me.-

Il moro sbuffò e si sedette sul letto.

-Allora?- esclamò scocciato.
-Allora..- stava per succedere di nuovo.

Bill avvicinò il suo viso a quello di Jeff.

-Io ti ho baciato..-

Jeff non si allontanò,così il rosso gli appoggiò una mano sulla coscia.

-Perché..-

Bill baciò Jeff,ancora. Ma questa volta in modo diverso,questa volta le bocche si aprirono e le lingue si intrecciarono fameliche,come se avessero atteso quel momento da secoli.Jeff rispose al bacio di Bill,sempre più freneticamente.
Il rosso mise una mano sotto la maglietta di Jeffrey e gliela sfilò delicatamente,trascinandolo sul letto.
Bill sarebbe voluto andare fino in fondo,ma il moro gli fece capire che non era ancora pronto,che era troppo presto.
Così rimasero sul letto,baciandosi con tanto amore,amore puro e innocente,fino a quando il moro non si addormentò tra le braccia di Bill.
Bill non poteva credere di averlo lì.
Era così caldo e… dolce.
Il suo petto si alzava e si abbassava lentamente,e le costole erano visibili sul torace. Jeffrey era sempre stato magro,mangiava come un bue ma non ingrassava di un centimetro.
Gli scuri capelli neri gli ricadevano sui cuscini ed emanavano un dolce profumo di vaniglia. Delle grandi borse sotto gli occhi davano un’aria stanca al suo giovane viso,e un piercing argentato era visibile sulla sua narice sinistra.
I loro palmi erano intrecciati,sembrava un’unica cosa.

Bill si addormentò così,contemplando il corpo di Jeffrey e stringendogli le mani.
Ma prima dell’arrivo di Morfeo il rosso sussurò due semplici parole.
“Ti amo”.



Qualche ora più tardi.



Slash e Duff entrarono nell’appartamento con due ragazze,conosciute in un locale.
Erano entrambi ubriachi e molto eccitati,ma la sifilide era famosa a Los Angeles,e loro non avevano soldi da spendere in preservativi,così Duff andò a cercare i suoi nell’ultima stanza prima del bagno.
Quando il biondo aprì la porta vide i due nuovi coinquilini abbracciati e mezzi nudi.
Il ragazzo rimase interdetto per un po’,poi scoppiò a ridere e uscì dalla camera.



Ok,è la prima vera parte di Yaoi che scrivo.. Non siate troppo cattive,ma voglio sapere che ne pensate,so che fa schifo ma sentirmelo dire da altri mi fa bene (?) *scappa*

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