Contraddizioni.

di puntoeacapo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sole e pioggia. ***
Capitolo 2: *** Primi problemi ***
Capitolo 3: *** Rabbia. ***
Capitolo 4: *** Collaborazione. ***
Capitolo 5: *** Attesa. ***
Capitolo 6: *** Sfida? (Pt1) ***
Capitolo 7: *** Sfida? (Pt2) ***



Capitolo 1
*** Sole e pioggia. ***


Sole e Pioggia.


Era annoiato, Sasuke.
I giorni erano vittima della monotonia e se li avesse potuti definire con un colore avrebbe usato il grigio.
Lui era un ragazzo di diciassette anni, molto attraente e desiderato.
Era conscio che molte ragazze gli sbavavano dietro, e aveva anche saputo di non essere indifferente neanche al genere maschile; nonostante tutto non era occupato sentimentalmente e questo scatenava molte crisi a scuola.
E per 'crisi' lui intendeva urla isteriche all'uscita di scuola e inappropriate dichiarazioni di amore da parte di entrambi i sessi.
E tutto ciò era dannatamente ridicolo.
Come potevano dire di 'amarlo' se neanche lo conoscevano?
Lui ci aveva messo tutto l'impegno di cui disponeva,ma non era giunto a nessuna conclusione.
O meglio una conclusione gli era balenata in testa, una delle tante sere in cui non riusciva a dormire, ma aveva deciso che era molto meglio per lui - e per il suo stato emotivo e celebrale- lasciare il tutto in una parte molto remota del suo cervello.
Il suo più grande interesse era lo studio, amava conoscere  le cose ed era ritenuto il 'Genio della Konoha High School'.
Era vero.
Era il più bravo di tutti, i suoi voti erano i più alti dell'intera accademia e il suo curriculum scolastico era impeccabile.
Ragazzo decisamente perfetto.
Proveniva da una famiglia molto potente e ricca, i suoi genitori erano stimati da tutti e suo fratello era considerato il prossimo successore al trono della grande famiglia 'Uchiha'.
Il legame con suo padre non era dei migliori, ma compensava con quello con sua madre;la donna che Sasuke amava di più.
Con il fratello Itachi,invece,le cose erano più complesse: I rapporti erano alternati tra scatti di competitività e rabbia -che spesso poteva essere confusa per invidia- e di solito finiva tutto con una scazzottata in grande stile ma nonostante questo il loro  legame era superiore e se serviva erano disposti a fare i salti mortali per l'altro.
Al giovane Uchiha non mancava nulla, insomma.
Fama, ricchezza, stima e persone su cui contare se ne avesse avuto il bisogno.
Non che comunque lui fosse il tipo che chiedeva aiuto facilmente, ma vista da fuori probabilmente la sua esistenza doveva procurare molta invidia, o qualcosa di simile.
Aveva una vita completa.
Una vita che però, a parer suo, viveva molto passivamente.
Non si interessava mai particolarmete a niente che non fossero libri, ma anche quella passione era coperta da uno strato molto spesso di indifferenza e noia.
Non riusciva a trovare nessuno stimolo che potesse indurlo a cercare qualcosa che potesse renderlo felice.

Era annoiato, Sasuke.

Guardava con noncuranza il cielo grigio che minacciava di piovere dalla finestra della sua classe, mentre aspettava l'arrivo dei compagni e del professore per iniziare le lezioni.
Era arrivato in anticipo come sempre e aveva già disposto il materiale che gli sarebbe servito per la lezione, diligentemente, sul banco con un ordine impeccabile.
Sbuffò constatando che il professore di filosofia avrebbe affrontato un argomento che lui aveva già studiato, da autodidatta, mesi prima; si preannunciava la solita giornata odiosa, da cui non avrebbe procurato alcun profitto consistente.
Passavano lenti, i minuti, e molto lentamente la classe cominciava a riempirsi di ragazzi della sua età felici e sorridenti, che chiaccheravano del più e del  meno,di cose futili con i rispettivi amici e compagni di banco.
Era tutto un sottofondo ovattato mentre lui osservava le prime goccioline di pioggia sbattere contro il vetro della finestra, scivolavano anch'esse molto lente, e con altrettanta lentezza sarebbero scivolate giù per laciare spazio ad altre gocce che avrebbero fatto la stessa fine.

"Trovi qualcosa di interessante nella pioggia?"

Era stata una voce calda e calma a parlare con lui, non aveva certo bisogno di girarsi per sapere chi era stato a parlare.
L'aveva riconosciuta subito, Hinata, la sua migliore amica.
Era un tipo molto timido, ma educato, parlava solo se interpellata ed era l'unica ragazza - a detta del moro- ad avere qualche neurone in testa.
L'aveva conosciuta durante un corso di fotografia che aveva cercato di frequentare per spezzare la monotonia,fu esattamente durante quel corso invernale di quattro anni prima che aveva scoperto di non essere bravo in tutto.
Il suo lato artistico era del tutto soffocato, che si parlasse di foto o di semplice disegno lui non era stato capace di sfruttare la sua innata intelligenza.

"Stavo immaginando." Fu la sua risposta vaga.

Era anche vero che, se quell'inverno di quattro anni prima gli aveva aperto gli occhi alla realtà di non essere perfetto dandogli una batosta sulla testa e procurandogli molta irritazione e rabbia, gli aveva fatto trovare quella ragazza dai capelli blu e dagli occhi gentili.
L'unica persona con cui Sasuke Uchiha avesse mai parlato, sfociando in un discorso più o meno interessante al di fuori dell'ambito scolastico.
Il moro sentii chiaramente il suono della sedia spostarsi, e il corpo di Hinata sedersi affianco a lui.

"Immaginavi?"

Il pregio che l'Uchiha apprezzava di più nella Hyuuga era il ' non giudicare mai nulla'.
Lei lo ascoltava, non sentiva.
Lei lo guardava, non vedeva.
Lei osservava dentro le persone come se fosse una sua abilità innata e , sebbene all'inizio l'avesse trovata irritante, Sasuke era finito con l'apprezzarla.
Lei lo capiva senza bisogno di troppe parole.

"Come sarebbe una giornata piovosa, se all'improvviso spuntasse il sole?"

Il ragazzo immaginò con facilità il sorriso che nacque sulle labbra sottili della sua amica.
Lui sapeva che dietro una domanda del genere, Hinata avrebbe capito molte più cose di quanto in verità avrebbe capito lui stesso.
Non sapeva se esserne felice o irritato, ma in ogni caso ci aveva fatto l'abitudine.
Sebbene spesso si sentiva scoperto con quella ragazza, al contempo era felice - non che lo desse a vedere- che ci fosse qualcuno di diverso nella sua vita.
Sentì la giovane amica sospirare e si voltò con fare annoiato verso di lei.
Era sorridente ma allo stesso tempo pensierosa, probabilmente rifletteva seriamente sulla domanda che gli aveva posto l'amico.

"Sarebbe unica."

Sasuke sbarrò un attimo gli occhi prima di tornare ad indossare la maschera fredda, che aveva di solito.
Una giornata unica.
Hinata gli aveva dato la sua risposta sincera, ma lui non la pensava in quel modo.

"Sarebbe impossibile."

La giovane si voltò verso il ragazzo con un sorriso timido, e parlarono con gli sguardi.
Lei con occhi chiari, sinceri ed aperti..
Hai bisogno di qualcosa di impossibile,Sasuke.
Lui con occhi scuri, impenetrabili e chiusi..
Ciò che serve, non è ciò che si può avere,Hinata.

D'un tratto la loro attenzione fu attirata dal rumore confusionario del resto dei ragazzi, che frettolosamente raggiungevano i propri posti per l'arrivo imminente del professore.
Sasuke tornò ad osservare le gocce di pioggia con uno sbuffo annoiato e demoralizzato mentre la sua migliore amica prendeva i libri da disporre sul banco per seguire con attenzione la lezione.

"Oh."

L'Uchiha girò il capo nuovamente verso la ragazza per scoprire ciò che l'avesse sorpresa, il suo sguardo era fisso dinnanzi a sè.
Seguì con gli occhi il punto in cui guardava la giovane Hinata, che scoprì essere proprio il professore.
Accanto all'uomo dai capelli grigi c'era un ragazzo, che Sasuke si ritrovò ad osservare con minuzia.

Era abbastanza alto e indossava dei lunghi pantaloni blu jeans molto aderenti che delineavano le forme delle gambe sode e robuste; abbinati ad una camicia bianca con i primi bottoni sbottonati e le maniche arrotolate fino al gomito che, grazie alla pelle bronzea dei pettorali ben scolpiti, faceva risalto.
Sasuke seguì rapito il movimento della mano del ragazzo nuovo mentre si scompigliava i capelli biondissimi fradici, le gocce che schizzarono via si mossero come a rallentatore quando finalmente incontrò un paio di occhi lucenti di color azzurro come il mare.
Aveva uno sguardo spiritoso e giocherellone, allegro e brillante che rapirono l'Uchiha.
Il viso del nuovo ragazzo era di una bellezza effimera, aveva delle strane cicatrici sulle guance che spinsero Sasuke a chiedersi come se le fosse procurate, ma i pensieri furono subito interrotti, troncati a metà quandò lo sguardo gli cadde su un paio di labbra rosse, carnose e piene socchiuse in un timido sorriso.
Un sorriso che divenne larghissimo quando il professore lo presento alla classe.

"Questo è Uzumaki Naruto. SI è appena trasferito qui a Konoha, spero facciate amicizia e lo facciate ambientare come si deve."

Lui si portò una mano dietro la testa e sorrise a trentadue denti all'intero gruppo di compagni, e in quel preciso istante Sasuke seppe che la sua vita non sarebbe mai più stata la stessa.
Fuori pioveva ma era spuntato il sole.
Quello che l'Uchiha credeva impossibile era, in una manciata di secondi, diventato possibile stravolgendolo.
Stava davvero succedendo? Era un sogno?
Un possibile incubo?

Come poteva splendere il sole, se fuori pioveva?











SpazioD'autrice.
Non ho molto da dire, se non spero che la lettura sia stata di vostro gradimento.
Spero vi sia piaciuto questo primo capitolo e che seguiate il resto.
Quello che mi farebbe più piacere in questo momento è avere dei consigli sul mio modo di scrivere e di passarvi le emozioni.
Ho tanta voglia di migliorare e speri mi aiutate.
Per qualunque cosa,sono sempre qui.
A presto spero.
 

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Capitolo 2
*** Primi problemi ***


SpazioD'autrice
Bene ragazzi e ragazze, posso finalmente affermare che l'inizio di questa FanFic può avere inizio e ne sono molto felice.

Sto usando questo piccolo spazio prima del capitolo per avvertirvi che ci sarà un balzo temporale rispetto a "Sole e Pioggia" che era una specie di prologo.

Beh, bando alle ciance e iniziamo a leggere il seguito, allora!
Buona lettura a tutti quanti!
Ringraziamenti a fondo pagina.




 

Primi problemi. 
 


Hinata vide il suo migliore amico girare la testa verso quel banco per l'ennesima volta.
Lei non era un tipo che si adirava subito, ma non poteva negare a se stessa che quella situazione -che andava avanti da più di un mese ormai- la stesse snervando.
Erano passate quattro settimane e mezzo dall'arrivo di Naruto Uzumaki e dal preciso istante in cui il biondo era entrato quella classe, il ragazzo che le sedeva accanto aveva letteralmente perso il lume della ragione.
Serio, impassibile e glaciale; ecco come era sempre stato Sasuke Uchiha.
E la Hyuuga ci aveva fatto l'abitudine.
Quando magari lei gli raccontava qualcosa di interessante, o quando provava a raccontare aneddoti divertenti non si aspettava altro che un ghigno o uno sbuffo spazientito come reazioni.
Lei voleva bene a quel ragazzo, che quando la vedeva piangere le rivolgeva uno sguardo impenetrabile e freddo ma che non si faceva scrupoli ad andare ad intimidire chiunque avesse anche solo provato a farle del male.

Era questo Sasuke Uchiha.

Almeno fino a poco tempo prima.
Adesso il giovane si dimostrava nervoso e scostante,e chi lo conosceva aveva subito notato che non era più apatico come al solito. Invece di ignorare Naruto, quando gli lanciava le sue frecciatine, lui rispondeva a tono e finivano sempre a darsele di santa ragione. 
E la povera Hinata, ogni volta medicava con estrema cura entrambi; preoccupata ma anche arrabbiata, dato che ogni volta che succedeva lei rischiava un attacco cardiaco.
La giovane aveva legato anche col biondo, un esuberante e allegro uragano lucente che aveva sconvolto la vita di tutti gli alunni di quell'accademia e non solo quella del moro.
Un'altro esempio lampante era stato il repentino cambio d'umore di Ino Yamanaka, da sempre pettegola e abituata a fare commenti perfidi in qualunque occasione,ora sorridente e sempre positiva.
L'intera classe aveva creduto di avere allucinazioni quando la Yamanaka aveva offerto un aiuto volontario  all'organizzazione di un imminente gita scolastica.
Che Naruto avesse lo straordinario dono di  tirar fuori il meglio delle persone, non era sfuggito a nessuno.                              
Ma anche questa regola ha la sua eccezione, e stavolta l’eccezione si chiama Sasuke Uchiha.

Perché proprio quel biondo perennemente sorridente, aveva un tale ascendente sul moro?
Qual’era il motivo della frustrazione che si poteva leggere nel volto del giovane?

Ancora nessuno poteva rispondere a queste domande, neanche i diretti interessati.
Conscia di ciò, Hinata riprese a seguire la lezione del professore senza però smettere di pensare a tutti quei dubbi che le stavano affiorando nella mente.
Prima di tornare a prendere appunti lanciò una veloce ma intensa occhiata al suo migliore amico, che sembrava avere la mente occupata da altri pensieri.

Ed era vero.
In quel momento l’Uchiha, non stava ascoltando una sola parola di quello che stava dicendo il suo insegnante e non stava dando molta importanza a quello che gli accadeva intorno.
Non fu difficile ignorare lo strano comportamento che stava avendo la sua compagna di banco, che forse per la prima volta non stava seguendo la lezione con la solita concentrazione, esattamente come stava facendo lui.

Sasuke aveva altro per la testa.

I suoi problemi erano iniziati nell’esatto istante in cui si era ritrovato ad osservare per la prima volta, il più grande idiota che avesse mai conosciuto, e – per colpa dell’idiota in questione- aveva sentito un leggerissimo ma molto fastidioso rigonfiamento nella zona inguinale .

Si ritrovò a rettificare immediatamente.

Non è colpa dell’imbecille, è solo questione di età. Succedono spesso cose del genere quando si ha diciassette anni, senza un vero motivo.

Questa è la scusa che il moro continuava a ripetersi, quando si trovava in situazioni analoghe alla prima.
Era proprio per quella ragione, per quelle reazioni che Naruto gli scatenava dentro, che il corvino aveva cominciato ad odiare l’Uzumaki e ad essere infastidito del comportamento che gli stava facendo avere come in una reazione a catena.

Mentre l’insegnante spiegava le teorie scientifiche di Darwin, nel modo più approfondito, Sasuke stava ripensando – quasi senza accorgersene -   all’improvviso arrivo del nuovo compagno di classe che gli era capitato.
 

 
*** 

 
"Questo è Uzumaki Naruto. Si è appena trasferito qui a Konoha, spero facciate amicizia e lo facciate ambientare come si deve."

Era stato annunciato come al solito e il professore aveva fatto sfruttare la sua ora di lezione, agli alunni per dargli l’opportunità di conoscerlo  almeno in parte.
Fu così che tutti i ragazzi fecero le domande più svariate al novellino che , anche se all’inizio si era dimostrato un po’ in imbarazzo, non aveva rifiutato il suo sorriso a nessuno.
I quesiti gli arrivarono a raffica e gli argomenti non erano affatto collegati tra loro; si passava col domandare gli interessi recenti e le passioni, al chiedere le materie preferite o odiate e così via.

Sasuke stava ascoltando tutte le risposte che il biondo diceva e ad ogni scoperta sul nuovo arrivato si era ritrovato curioso, molto più del lecito come se le risposte  non gli bastassero.
In un angolo remoto della sua mente, l’unica parte che era rimasta intatta del vecchio Sasuke, il genio aveva sentito un moto di fastidio, di frustrazione come se quello che stesse provando non fosse corretto.
Ma quelle sensazioni- che adesso l’Uchiha ascoltava a gran voce- erano state sepolte e ignorate, sopraffatte dall’arrivo di quel paio di occhi azzurri come il cielo d’estate, meravigliosi e splendenti.

Poi c’era stata quella domanda, che aveva fatto ridere in molti  e interessato tutti ma che allo stesso tempo aveva sconvolto il moro.

Era stato Kiba Inuzuka a chiedere “ Che orientamento sessuale hai?”

Probabilmente aveva preferito evitare la domanda diretta “Sei gay?” per la presenza del professore che subito lo aveva squadrato, ma che non era intervenuto.
Sasuke aveva osservato con particolare – e terribile- interesse la reazione del biondo: le guance si erano tinte di un rosso vivace, adorabile a detta di molti, e si era portato una mano dietro la nuca imbarazzato.
L’Uchiha aveva notato che erano comportamenti ricorrenti nel ragazzo quando le domande si facevano più personali, ma anche quella volta non aveva rifiutato una risposta sincera.

“Sinceramente non ci ho mai pensato” poi aveva riso nervoso “ Ho avuto un paio di ragazze, ma non ho mai avuto tempo per rapporti seri.”

Il moro lo aveva fissato incredulo, esattamente come il resto della classe, eccetto Hinata che aveva sorriso maternamente.

Ma Kiba non era stato soddisfatto dalla risposta “ Quindi sei bisessuale?”
La reazione del novellino fu simile alla precedente, ma non ebbe tempo di rispondere perché il professore questa volta s’intromise dicendo di evitare domande del genere.

Entrambi i giovani avevano sospirato ma Sasuke non aveva potuto evitare di immaginarsi – per una frazione di secondo- Naruto vergognosamente denudato mentre faceva sesso con una figura ignota che l’Uchiha si rifiutò di collegare alla sua persona.

Fu in quel momento che il rigonfiamento si accentuò e istintivamente il giovane aveva cercato di unire le gambe e si era velocemente portato una mano alla zona interessata per coprirsi in qualche modo come se qualcuno lo stesse realmente guardando in quel punto ma aveva finito col fare rumore col banco e nel silenzio in cui era la classe aveva attirato l’attenzione di tutti.

Aveva lanciato delle occhiatacce glaciali atutti, che avevano distolto lo sguardo, ma comunque restare in quella stanza gli sembrava impossibile, qualcosa di impensabile.
Si alzò dal banco e si diresse verso la porta annunciando che non stava bene al professore e che se ne sarebbe andato.
Se fosse stato uno studente normale non gliel’avrebbero permesso ma lui era Sasuke Uchiha, ed era irrimediabilmente arrabbiato con se stesso e con Naruto per quello che era appena accaduto.
Quando incrociò il biondo nella sua strada, s’impose di ignorare il profumo che proveniva dal novellino e più arrabbiato che mai si diresse in bagno.

 

***
 

Il genio drignò i denti infastidito mentre volgeva l’ennesima impercettibile occhiataccia al biondo, che si dirigeva alla lavagna per un interrogazione a sorpresa, sotto lo sbuffo demoralizzato di Hinata e la linguaccia che gli rivolse l’inconsapevole Naruto che si era accorto dello sguardo fuminante che il moro gli aveva rivolto.
L'Uzumaki non aveva ancora compreso la ragione che potesse giustificare quello sguardo che spesso si sentiva addosso.
In fondo si era appena trasferito, giusto?
Quel ragazzo, considerato un cervellone da tutti, non poteva conoscere il suo segreto!

Ma allora perchè Uchiha Sasuke si comportava in quel modo?

Il giovane Naruto scacciò quei pensieri decisamente troppo misteriosi, e si diresse sconsolato verso la lavagna.

Ho cambiato casa, ma la sfortuna rimane la stessa.











 

SpazioD'autrice
E anche questa è fatta.
Questo capitolo non è stato riflessivo come il primo, ma mi serviva comunque a farvi capire le  emozioni dei vari protagonisti, spero di esserci riuscita.
Come al solito sono bene accetti i consigli per i miei amati miglioramenti. 
Io ho comunque cercato di non rendere il capitolo troppo pesante e semplice da comprendere.
Devo dire che ho fatto un pò la cattiva con Naruto (è.é).
Le interrogazioni a sorpresa sono le più odiose!
Ma ricordate : Mine non fa mai le cose senza un motivo dietro.
Anche quella 'sfortuna' avrà un senso più in là.
Adesso passiamo ai ringraziamenti, spero che il capitolo vi sia piaciuto!
 

Grazie mille alle 8 che hano messo "Contraddizioni" nelle seguite:
1 - Amy Uzumaki
2 - HikaruUzumaki
3 - icaro smile
4 - kik_ketta
5 - krikka86
6 - mekbul
7 - SakuraX16
8 - SweetNightmare 


Grazie mille alla ragazza che l'ha messa tra le ricordate:
1 - animegirl91 


E davvero mille Grazie alle tre che hanno recensito!

1- ryanforever
2-mekbul 
3- Laura of the Moon



ALLA PROSSIMA!!









 

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Capitolo 3
*** Rabbia. ***


Rabbia.
 



Naruto era nervoso.
Naruto era irritato.
Naruto era decisamente incazzato.
Lui, sempre solare e positivo, perdeva le staffe molto raramente.
Qualche volte si arrabbiava, ovvio, ma si calmava subito e tornava a sorridere e a contagiare tutti con la sua allegria.

Ma questa volta avevano esagerato.

In classe era calato un silenzio glaciale.

La scena assomigliava a quella di un film Western : Il professore, strafottente, davanti alla cattedra che fissava Naruto, in piedi  affianco al suo banco adirato come mai nella sua vita.

I compagni non osavano fiatare comprendendo che quella storia aveva a che fare con molto di più che a una gita scolastica.

Fu proprio il biondo a scoppiare per primo
-Passi  l'ossessione  che avete nell'interrogarmi per il solo gusto di rovinare la mia carriera accademica, passi il fatto che non perdete nessuna occasione per insultarmi e che non vi degnate neanche  di nascondere il piacere perverso che avete nel disprezzarmi.. Ma in questa storia gli altri  non centrano!-

Il professor Ebisu, insegnante di Fisica Quantistica, lo fissava con quello sguardo di disapprovazione e di superiorità e ascoltò quello che Naruto gli aveva sputato in faccia con un ghigno malefico sul volto.
- Uzumaki Naruto. Sei solo feccia.
Non dovresti permetterti di parlare così ad un tuo superiore.-
Ebisu estese il suo ghigno e liberò i pensieri che avevano, non solo lui ma tutto il corpo docenti
-Sei solo feccia. Un moccioso,  arrogante e maleducato.
Non stupisce a nessuno il fatto che tu sia un bastardo.-

In classe si levò un mormorio di sorpresa e di disappunto, e Naruto non riuscì a trattenersi.

Cominciò ad andare verso quell'insegnante con passo veloce, uno sguardo assassino e con le mani che gli prudevano; era sicuro che gli avrebbe spaccato la faccia, non gli importava che fosse un insegnante o che lo potesse far espellere o denunciare, lo avrebbe volentieri ucciso se - a metà strada- Sasuke Uchiha non si fosse alzato elegantemente dalla sua sedia attirando l'attenzione su di sé.

Si girò verso il biondo - che non si era calmato affatto anzi, se possibile, era ancora più adirato- ma parlò al professore con voce professionale, pacata e dannatamente educata.
-Professor Ebisu, conviene anche lei che non è il caso di parlare in questo modo davanti ad una classe di venticinque studenti. Propongo perciò di rimandare questa discussione a questo pomeriggio, durante l'assemblea e di continuare la lezione interrotta.-

Aveva parlato senza distogliere lo sguardo dal biondo che però, fissava omicida ancora l'uomo che lo aveva appena insultato, e aveva detto tutto in maniera impeccabile e - sebbene lo sguardo dell'insegnante fosse trionfante e perfido- l'Uchiha non diede a nessuno tempo di replica.
Afferrò per un braccio il compagno di classe, che poteva pentirsi amaramente di quello che avrebbe voluto fare, e lo trascinò - con una forza che non sapeva di avere-  nel cortile dell'accademia.

L'esterno della scuola comprendeva un terreno abbastanza ampio, terroso  e a forma circolare, recintato e con un cancello ad apertura elettrica al centro del loro campo visivo.
All'interno del cortile, sulla loro destra, c'era una altro grande edificio che era la palestra.
Un soffio di vento freddo li accolse quando arrivarono.

Il biondo non era riuscito ancora a calmarsi e se la prese con il corvino, girandosi impetuoso e gridando
-Che cazzo ti è saltato in mente? Perché diavolo di sei intromesso? Sei solo uno stronzo, altezzoso ! Chi cazzo ti credi di essere!

L'Uchiha non aveva mai sentito Naruto parlare in quel modo volgare, né lo aveva mai visto con tanta rabbia in quei occhi così luminosi. Tuttavia non cambiò espressione, rimase impassibile e lo guardò indifferente.
-Calmati.

L'Uzumaki era letteralmente in escandescenza.
Non aveva sentito ciò che gli aveva detto il moro né stava dando peso alla sua figura, non era lucido e non capiva più niente.
Strinse i pugni e caricò il destro, in un attimo sfuggente percepì la sagoma nera di Sasuke e vide lontanamente i suoi occhi neri illuminarsi, la mano destra s'infranse nel muro dietro l'Uchiha.

Per un istante il moro aveva davvero creduto di prendersi un sonoro pugno in faccia che probabilmente gli avrebbe rotto il naso, invece sentì solo l'aria muoversi accanto a lui.

Naruto aveva colpito la parte del muro più prossima al viso dell'Uchiha, lo aveva sfiorato ma non l'aveva colpito: no, non lo avrebbe fatto.
La lucidità gli era tornata ma la rabbia non accennava a diminuire.
E lui sapeva di doversi sfogare se non voleva tornare a vivere quella vita che ormai si era lasciato alle spalle.

No. Non avrebbe permesso al primo Prof del cavolo di rovinare ciò che era riuscito a creare in appena un mese di permanenza in quella nuova città.

Guardò Sasuke dritto negli occhi e parlò tra i denti
-Grazie.

L'Uchiha non se ne sarebbe fatto niente delle scuse sputate di quel dannato biondo che per poco non si faceva espellere.
-Tsk.

Naruto non disse altro, ritirò il pugno e si diresse a grandi passi verso la palestra per sfogarsi come si deve senza dover uccidere nessuno.
Non si accorse che il corvino lo stava seguendo, e si diresse al piano sottoterra dove alcuni ragazzi che praticavano sport si allenavano.
Sasuke non era stato molto volte lì sotto perché ciò che vi si trovava non gli era mai servito; non aveva mai dovuto fare pesi, correre su un tapirulan o cose del genere e si chiese perché Uzumaki si stesse dirigendo proprio lì.

Quando entrò in quell'ala della palestra un fastidioso odore di sudore e di chiuso gli solleticarono in naso che si arricciò contrariato, segui il biondo nonostante tutto e lo vide togliersi le scarpe e andare sul Tatami.
Decise di sedersi su una delle panchine in fondo di quella grande stanza in cui era entrato il compagno per riuscire ad osservarlo curioso.

Naruto si diresse verso il centro, dove dall'alto era appeso un grosso sacco rosso non troppo consumato che ai pugni consecutivi del ragazzo cigolò come per lamentarsi.

La furia con cui il biondo colpiva il sacco  era impressionante tanto quanto la sua velocità e la sua forza.
I cigolii e il rumore della catena con cui era appeso l'oggetto di sfogo del giovane, si fecero più forti testimoni della rabbia del ragazzo.
Sasuke non fiatava.
Non aveva mai visto nessuno così adirato e non aveva idea che quel Naruto - lo stesso idiota che non faceva altro che sorridere in classe- era un demone scatenato sotto quella maschera sorridente.
Non sapeva quanto tempo era passato né quanti calci e pugni avesse sferrato il biondo ma aveva sentito chiaramente l'ansimare di Naruto e aveva visto gocce di sudore - estremamente sexy- scendere sulla fronte del giovane.

Il moro non riuscì a controllare il suo cuore che fece due capriole all'indietro e quattro in avanti quando Naruto si tolse la camicia della divisa scolastica.
Nonostante la stanza fosse buia l'Uchiha vide chiaramente il petto scolpito del biondo, sembrava qualcosa di effimero. Tanta magnificenza in un solo corpo era impossibile, ed era ancora più incredibile che Sasuke stesso non si era mai reso conto di quanto fosse bello  il corpo del biondo.
Di solito Naruto lo rapiva con gli sguardi e con quel sorriso decisamente da ebete, ma - forse grazie ai vestiti larghi o per colpa della sua riluttanza a guardare un corpo maschile- non si era mai reso conto che il biondo sembrava davvero.. 'atletico'.

Il tipico fisico che si vedono nelle pubblicità che mostravano il classico uomo palestrato con qualche ritocco al Photoshop.
Ma Naruto non è ritoccato digitalmente al computer, lui è reale.
Si ritrovò a pensare illogicamente l'Uchiha come se avesse perso completamente la lucidità e il controllo dei suoi pensieri, mentre vedeva il muscoli del ragazzo contrarsi sotto sforzo mentre continuava a colpire incessantemente quel sacco rosso.

Pugno, calcio, pugno.
Calcio, calcio, pugno.


 Sequenze sempre diverse, ma con forza sempre maggiore.
Quel ragazzo aveva una resistenza incredibile.

Da quanto tempo era seduto li a guardarlo sfogarsi?
Da quanto tempo Naruto stava colpendo quel sacco?
Sasuke non lo sapeva, ma non  riusciva neanche ad alzarsi da quella panchina maledettamente scomoda convinto che prima o poi avrebbe il suo compagno sarebbe collassato.

Era da un po che aveva sentito la campanella suonare.
Quindi le lezioni erano terminate.

Passò ancora un pò di tempo quando il moro sentii il suo I-phone vibrare, guardò lo schermo e lesse un messaggio da parte di Hinata.

"Sasuke sono preoccupata.
Dove sei? E Naruto?
Sei con lui? Dimmi di si ti prego!
Non siete più tornati e il professore non si è risparmiato in insulti contro di lui, tu sai a cosa può essere successo?
Per poco prima non si scatenava una rivolta contro il Prof per tutte le cattiverie che diceva!
Ci servi. Spero Naruto stia bene.
Torna per pranzo.
Hinata."


Se lo era aspettato quel messaggio.
Ma non aveva certo programmato una rivolta nella sua classe, che era sempre stata una di quelle perfette che gli insegnanti idolatravano.
Poi era arrivato l'uragano Uzumaki  e tutto era stato stravolto.

Sasuke rivolse di nuovo lo sguardo verso il centro del Tatami e si sentii letteralmente morire.
Naruto non stava più aggredendo quel sacco cigolante.

Si era seduto, aveva abbracciato le sue gambe e le aveva strette forti al petto come per riempire una voragine che lo uccideva da dentro.
Aveva appoggiato il mento alle ginocchia e aveva lasciato ad alcune ciocche bionde che risplendevano nell'oscurità, il compito di coprirgli gli occhi.
Poi, silenziose e velenose argentate come cristalli, lacrime laceranti scesero silenti lungo le gote del giovane.

Sasuke gemette sottovoce.
Aveva sentito una fitta al cuore, un dolore che mai aveva provato e che non era riuscito a distinguere.
Sapeva solo che in quel momento Naruto sembrava la creatura più fragile sulla faccia della terra, così delicata che anche solo sfiorarla avrebbe potuto ridurla in piccoli frantumi.
Non riusciva a capacitarsi come, il ragazzo che aveva sempre odiato e che pochi istanti prima sembrava una furia, avesse bisogno di aiuto; ma cosa maggiormente indecifrabile era che lui voleva concedergli il suo.

Voleva andare lì, stare affianco a lui e posargli una mano sulla spalla.
Calmarlo e tranquillizzarlo dicendogli che avrebbe trovato una soluzione, che non doveva più piangere.

Perché sì, a Sasuke Uchiha, vedere Naruto piangere non piaceva a fatto.
Rivoleva la sicurezza di poter associare il nome Uzumaki ad un’immagine da Baka sorridente, decisamente logorroico che lo infastidiva mentre gli riempiva la testa di racconti che lo irritavano.

Mentre vedeva le guance di Naruto rigarsi di lacrime lucenti Sasuke realizzava:
era proprio per il fatto che in alcuni momenti lo avrebbe voluto come qualcosa più di un amico che cercava di allontanarlo spasmodicamente come se i suoi desideri fossero stati ribaltati in una mente contorta e perversa.

Ma la sua mente è contorta e perversa.

Il loro rapporto era sempre stato di odio e rivalità, proprio perché l’Uchiha si rifiutava di credere nel cuore e si affidava alla razionalità come se fosse il suo unico rifugio sicuro?

Lui non amava  Naruto!
Niente affatto!

Ma allora perché quando lo aveva visto la prima volta, in lui si erano risvegliati istinti assopiti da tanto tempo?
Perché cercava di odiare quel sorriso che mostrava sempre a tutti?
Perché  quando vedeva quei maledetti occhi azzurri, voleva a tutti costi disprezzarli?
 E perché si stava alzando per raggiungere quel Tatami? 











 

SpazioD'autrice

Non mi stupirei del fatto di trovarmi sottocasa una folla inferocita con tanto di forconi e lanciafiamme xD
In questo capitolo ho spiegato poco e niente.
Beh le cose si spiegheranno ( prima o poi )


 

Sasuke: Mi hai fatto venire il malditesta con tutti questi Perchè!
Tere-chan:  D-dai Sasuke non ti arrabbiare
Naruto:   E si può sapere perchè mi hai fatto stancare così tanto?? Mi fanno male tutti i muscoli è.é
Tere-Chan: C'e una buona ragione per tutto questo *Annuisce convinta*
Naruto-Sasuke:  Che sarebbe????
Tere-Chan: Eh-eh Leggete il prossimo capitolo!

-Rasen-Shurken!
-Amaterasu!

*Tere-chan corre via stile cartoni animati*



RINGRAZIAMENTI:


 

Alle dodici fantastiche persone che hanno cliccato sul pulsante 'Tra le seguite':

1 - abusiva [Contatta]
2 - Amy Uzumaki [Contatta]
3 - Francy XD [Contatta]
4 - hasteria [Contatta]
5 - HikaruUzumaki [Contatta]
6 - icaro smile [Contatta]
7 - kik_ketta [Contatta]
8 - krikka86 [Contatta]
9 - mekbul [Contatta]
10 - ryanforever [Contatta]
11 - SakuraX16 [Contatta]
12 - SweetNightmare [Contatta]

Alla fantastica ragazza che ha cliccato 'tra le ricordate':

1 - animegirl91 [Contatta]

E alle tre meravigliose persone che  hanno
  Recensito!



Alla prossima!
 


 

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Capitolo 4
*** Collaborazione. ***


Capitolo dedicato a RyanForever!! Grazie per avermi seguito fin qui!
Tere-chan



Collaborazione.
 

Il giovane Naruto si stava lasciando andare.
Era da tanto tempo che non lo faceva e non riusciva a credere che una sola parola lo avesse scioccato a tal punto.
Il tempo sembrava essersi dilatato e lui aveva ormai perso la cognizione del tempo.
Non che avesse molta voglia di tornare in classe, comunque.
La rabbia era scemata e riusciva a sentire il suo battito cardiaco accelerato per via dello sforzo fisico.
In quella stanza buia la mente era finalmente leggera. Vuota.

"A cosa ti serve piangere, Naruto?"

"Non voglio sentire dolore, papà."

"Il dolore non se ne va con le lacrime, sai."

"Non voglio sentire dolore, mamma."

"Vuoi arrenderti, figliolo?"



La voce dei suoi genitori gli rimbombò nella testa inconsciamente.
Il ricordo di quel discorso gli ritornò alla mente senza che lui se ne rese conto; lo avevano fatto quando il piccolo Uzumaki era caduto dalla bicicletta che gli avevano regalato i nonni al suo quinto compleanno e stava piangendo sconsolato sul marciapiede.
Era la prima volta che saliva su quel 'bolide rosso fuoco' - come lo aveva soprannominato la mamma, quando lo aveva visto- e non era riuscito a pedalare per più di un metro che era già caduto a terra sbucciandosi entrambe le ginocchia.

Poi era successo.
Suo padre gli aveva fatto quella domanda.
"Vuoi arrenderti?"
Nonostante Naruto non sapesse ancora molto del significato di quel verbo si era sentito indignato, come se -da sole- quelle parole fossero un insulto bello e buono.
L'Uzumaki aveva smesso di frignare e aveva gonfiato le guance a mo' di broncio.
Kushina, la splendida donna che era sua madre, aveva riso forte e Minato -  un idolo di padre- lo aveva preso in braccio sorridendo e scompigliandogli i capelli.
Constatando com'era cambiato l'umore generale anche il piccolo non aveva resistito ed era scoppiato a ridere,facendo sentire la somiglianza con la madre, poi aveva esclamato felice:
"Non fa più male!"

Da quel momento in poi il biondo non si era più arreso e aveva continuato a combattere.
'Perchè smettere proprio ora?'
Una domanda che gli venne fuori spontanea.
Per lui non c'era 'la goccia che fa traboccare il vaso', perchè l'immensità di quel recipiente che era il suo cuore era tale da far impallidire perfino l'oceano.

Si alzò di scatto,ghignò contro il sacco rosso e lo colpì un ultima volta.
Un gancio destro così potente e calibrato che spostò l'intera massa colorata di lato.
Poi l'Uzumaki aveva sorriso.
Era caduto e si era alzato ancora, ed era più forte di prima.

Non potè non illuminarsi quando trovò la soluzione al problema.

-Ho trova- toh!

Non aveva potuto finire l'esclamazione perchè il grande sacco rosso,che lo aveva fatto sfogare per quasi l'intera mattinata,gli era finito a dosso.
In poche parole aveva subito il contraccolpo del suo stesso pugno, una cosa che credeva impossibile.
Finì a terra con poca grazia ma non potè evitare di ridere.
Per lui, la parola impossibile non esisteva.

Nell'oscurità un Sasuke incredulo si era fermato a metà strada e scuoteva la testa con fare quasi esasperato.
Non sarebbe mai riuscito a capire qul biondo, ne era certo.



 

***
 

L'Uchiha aveva ricevuto l'ennesimo squillo da parte di Hinata ed era tornato in classe lasciando l'idiota che ancora rideva per ragioni  a lui oscure.
La corvina gli era corsa incontro con una velocità che non credeva di avere.
Ansimava dalla fatica mentre gli chiedeva di Naruto.

-Uzumaki sta bene.
Una risposta veloce e fredda.

-Mancate da quasi quattro ore, che è successo?

Sasuke si ritrovò a chiedersi come era stato possibile che il tempo fosse passato tanto in fretta.
Insomma era rimasto su una panchina di legno rotta, cosumata e scomoda a fissare un'imbecille mentre usava la sua forza bruta contro un oggetto inanimato, com'era possibile che il tempo era volato senza che lui se ne rendesse conto?

Il moro notò che era suonata la campanella dell'intervallo e decise che invece si andare fuori con gli altri si sarebbe riposato in classe.
Non ne sapeva la ragione, ma era molto affaticato psicologicamente.
In poche parole aveva un malditesta allucinante.
Si stava sedendo quando un brivido gli percorse la schiena.
Scosse energeticamente la testa dentro sè mentre gli tornavano alla mente i suoi ultimi pensieri.
Improvvisamente s'irrigidì.

Perchè diamine mi stavo alzando per andare da quel Baka?!

Era come pietrificato quando dentro di sè l'odio per il biondo aumentava a dismisura.
Lui si era preoccupato e Naruto si era messo a ridere senza motivo.
Quasi ringhiò mentre si dava dello stupido per aver ceduto all'immagine del biondo che piangeva silenziosamente.

-Sasuke!

Si voltò e guardò una Hinata imbronciata, con il viso contratto e le mani sui fianchi arrabbiata.
Quando assumeva quella espressione l'Uchiha sapeva di aver esagerato in qualcosa.
In quel caso, aveva superato il limite nel farla preoccupare.
Sbuffò contrariato.

-Dimmi Hinata.

-Non mi hai risposto! Prima ti ho fatto delle domande , tu mi hai ignorato e te ne sei venuto in classe. Se un..u-un IDIOTA!

Il moro avrebbe riso se fosse stato qualcun altro.
Vedere la Hyuuga tutta rossa in viso, chiaramente arrabbiata che si sforzava per insultarti era in qualche modo soddisfacente, oltre che estremamente raro.
Insultare non era mai stato il suo forte ed era una cosa che - per la cronaca- non gli era mai riuscita.
Si limitò a sogghignare.
Stava per rispondere quando il rumore della porta sbattuta li fece sobbalzare entrambi.

Naruto era arrivato ansimante  e tutto scalpitante in classe.
Si sentiva sudato e appiccicoso e la divisa scolastica alla marinara l'opprimeva ancora di più.
Per tornare nell'edificio scolastico si era rimesso la camicia ma non si era preso la briga di abbottonarsela, per il caldo che sentiva e per la fretta che aveva.

La  camicia bianca rifletteva luce bianca su quella pelle abbronzata e scolpita.
Sasuke seguì senza respiro una goccia suadente di sudore scendergli sulla tempia per poi calare sulle guance cicatrizzate.
 La ribelle baciò provocatoria il contorno della manibola del biondo prima di finire sul petto lenta e sensuale.
Il moro trattenne gli ansimi e si sentì come se gli avessero rubato l'aria.

Maledetto Uzumaki!

Si girò arrabbiato verso Hinata per cambiare visuale e per far tornare un pò di sano ossigeno al cervello.
Si stupì quando notò che anche la dolce Hyuuga era diventata tutta rossa e impacciata.
Allora Naruto faceva quell'effetto anche ad altre persone!
Ma ne doveva essere rincuorato?
Ancora una volta si ritrovò senza spiegazione, ancora una volta non conosceva il motivo del suo battito accelerato e della sua agitazione.

Ti odio, Dobe!

Suo malgrado tornò ad osservare il biondo non lasciando trasparire alcunchè dalla sua espressione.
Fissò intensamente il viso dell'idiota chiedendosi perchè quegli occhi azzurri erano così luminosi.
Perchè quello sguardo era tanto detrminato quanto felice? E quell'espressione così sicura di sè?

Non era passato poi molto da quando gli era sembrato così fragile, dannazione!

L'Uchiha ghignò per nascondere la sua perplessità mentre lanciava uno sguardo consapevole a Naruto che lo ricambiò con un'occhiata molto simile.
Non era tempo di domande.
Bisognava agire.
Sapevano entrambi che i professori non l'avrebbero passata liscia.
Non sarebbe stata la loro classe ad essere esonerata : nè dalle loro uscite nè dalle varie attività extra.
E l'Uzumaki sapeva già cosa fare.
Ma non poteva fare niente da solo.

Il suo sorriso illuminò tutto.
-Mi serve il vostro aiuto.

Sasuke e Naruto pensarono la stessa cosa.


 

Si aprono le danze, ragazzi.

 






Spaziod'Autrice
Sono tornata!
Sono felicissima **
Volevo lasciarvi questo capitoletto prima di andare a prendere il mio fratellino all'asilo, spero vi piaccia.
 


Sasuke: Dici sempre le stesse cose tzè.
Tere-chan: Non è vero! Sei il solito guastafeste Teme! Antipatico!
Sasuke: Mpf.. C'è troppo silenzio. Dov'è il Baka?
Tere-chan: * Occhi furbetti* Perchè?? Ti manca nacchan?

*Sasuke colpisce Tere-chan con un sonoro pugno in testa!!!*

Tere-Chan:
Ahiiiahiiahiiiiiiii Che doloreeeeee!!!! Brutto Teme questa me la paghi!!!!!
Sasuke: Mpf.. Come faresti, baka?
Tere-chan: *Muahahah interiore* Che ne dici di finire in doccia con Nacchan?

*Sasuke mostra una nonchalance mai vista e si dilegua*


*Da un punto non definito dell'Universo spunta una testolina bionda abbastanza idiota.*

Tere-chan soddisfatta: Ehi Naruto! Vuoi fare la doccia con Sasuke-San?

*Badabuum Naruto cade a terra."

Censuriamo il liquido rossastro che gli scende dal naso xD


Tere-chan: Mh chissà se si riprenderà in tempo per il prossimo capitolo, per ora passiamo ai



Ringraziamenti!

  

Alle 15 iperfantasmagoriche persone che hanno cliccato su "Seguite":

 
 1 - abusiva
2 - Amy Uzumaki
3 - Francy XD
4 - hasteria
5 - HikaruUzumaki
6 - icaro smile
7 - Kekka41
8 - kik_ketta
9 - krikka86
10 - LilyChan
11 - MaRmOtTeLlA
12 - mekbul
13 - ryanforever
14 - SakuraX16
15 - SweetNightmare


All'ultra fantastica che ha cliccato su "Ricordate"

1 - animegirl91


Alla stupendissima che ha cliccato su "Preferite"


1 - Kyuubi wind

E a tutte voi che avete usato un pizzico del vostro tempo per recensire!!
Un gradissimo e caloroso abbraccio!







 

Grazie mille e alla prossima! 

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Capitolo 5
*** Attesa. ***


Attesa.
 


L'agitazione si percepiva pesante nell'aria, nessuno osava parlare, i respiri  erano calibrati, gli sguardi consapevoli e determinati.
Sapevano che in quella faccenda ormai c'erano dentro tutti, nessun escluso.
Aspettavano agonianti in quell'aula bianca da ormai un ora piena e non riuscivano a distogliere lo sguardo da quella porta rossa aspettando che si aprisse.

Naruto non avrebbe voluto coinvolgerli tutti perchè se fosse finita male i professori non avrebbero avuto ripensamenti nel farla pagare a tutti quanti.
Questo non lo voleva, proprio no.
Li aveva guardati negli occhi, uno ad uno, rispecchiandosi nelle loro anime.
Gli aveva chiesto scusa per ciò che era accaduto e aveva provato a convincerli che era molto meglio che facessero finta di non sapere.
Ora però, erano tutti lì.
Spostava lo sguardo da un capo all'altro della stanza sempre più ansioso ma con movimenti impercettibili.

Guardava Neji, appoggiato all'angolo del muro in fondo a destra con le braccia incrociate mentre non parlava con nessuno e si concentrava su qualcosa di indefinito.
Guardava Ino, seduta su un banco al centro dell'aula che dispensava sorrisi a tutti cercando di alleggerire l'atmosfera e di portare le discussioni su argomenti futili.
Guardava Shikamaru che a sua volta osservava le nuvole bianche fuori dalla finestra con aria annoiata ma cosciente mentre al suo fianco c'era Choji.
Guardava anche lui, Naruto, mentre mangiava nervoso il terzo pacchetto di patatine cercando di farsi rassicurare dal suo amico.
E poi tutti gli altri.
Guardava Kiba,Shino,Yuki,RockLee, Tenten,Amy,Konohamaru,Johan,Rick,Temari, Kankuro e Gaara.

Lo stavano sostenendo rischiando la loro carriera scolastica alla Konoha High School.
Naruto aveva assimilato tutte quelle notizie brutalmente quando mentre ne parlava con Sasuke e con Hinata quella porta, che adesso non si apriva, si era spalancata segnando l'arrivo di tutti.
Alcuni si erano arrabbiati per essere rimasti all'oscuro, altri avevano sorriso determinati ad aiutare e altri ancora erano stati titubantinon sapendo esattamente cosa fare; ma alla fine erano tutti lì.
E non c'era nulla che Uzumaki potesse fare per cambiare quel dato di fatto.

-Vado a prendermi una boccata d'aria-
Annunciò attirando l'attenzione su di sè.

Attenzione che per altro non se n'era mai andata, il biondo sapeva che sebbene fossero tutti impegnati a fare altro erano maggiormente concentrati su di lui, su i suoi comportamenti e sul suo sguardo.
Aveva cercato di rimanere immobile, appoggiato al muro proprio vicino alla finestra con le braccia conserte mentre osservava i suoi compagni di classe.
E c'era riuscito.
Fino a quel momento.
Adesso si sentiva davvero pesante, non riusciva a respirare e sapeva che avrebbe resistito ancora poco.

Doveva uscire da quella stanza.

Guardò intensamente i ragazzi che erano in quella classe e spiegò tutto con gli occhi.
Aveva annunciato le sue intenzione ma non si era ancora mosso, aspettava il consenso.
Sapeva che tutti avrebbero voluto uscire, correre in cortile e rilassarsi; ma non era stato permesso alcun allontanamento mentre proprio nell'aula affiano si discuteva della situazione.

-Oh Naruto-kun!- Aveva trillato Ino sorridendo ma restando seria con lo sguardo- Se ci sono novità ti avvertiamo, ok?

Il biondo aveva sorriso e aveva guardato il resto dei ragazzi.
Chi aveva annuito, chi aveva appoggiato Ino ma anche chi aveva solo sbuffato- come Shikamaru- o chi lo aveva semplicemente guardato- come Neji-.

Erano con lui, in tutto e per tutto.

L'Uzumaki apprese tutte queste informazioni troppo bruscamente, tutte d'un colpo.
Uscì a passo svelto, chiuse la porta rossa velocemente e corse a perdifiato verso le scale in fondo al corridoio.
Aveva così tanta urgenza di raggiungere la terrazza che percorse tre piani come se fossero uno, saltando più scalini in una volta e facendo leva su tutta la sua resistenza.
In fondo neanche lui sapeva perchè stava correndo così velocemente, sentiva  il semplice quanto necessario bisogno di respirare.
E in quell'aula non ce la faceva proprio più.

Spalancò con veemenza la porta di metallo grigia e arruginita facendola sbattere contro l'esterno con un rumore fracassante.
Quando,ancora sulla soglia, sentii il vento leggero e fresco colpirgli delicatamente il viso sospirò sorridendo.
In quel mese di permanenza aveva subito trovato la terrazza un magnifico luogo dove rilassarsi.
Da li si godeva di una fantastica vista su gran parte della città e, cosa molto importante, era poco frequentata e molto isolata.
In quel luogo silenzioso e fresco Naruto poteva pensare liberamente e concedersi un attimo solo per lui lontano da occhi esterni che si aspettavano di vedere sempre un sorriso sulle sue labbra.
Lui non sorrideva sempre, benchè gli piacesse molto essere allegro, era una persona qualunque e anche lui aveva i suoi momenti.
Non momenti tristi o deprimenti, erano semplici istanti dove lui si lasciava lo spazio necessario per sospirare e sorridere sinceramente al cielo.

Sulla destra di quella grande terrazza c'era un altro piccolo edificio, probabilmente la caldaia o qualcosa del genere, e Naruto si diresse proprio lì.
Si sedette, rilassò le gambe sul pavimento e poggiò la schiena su quel muro ruvido e grigio.
Buttò la testa all'indietro lasciando che l'ombra della piccola sporgenza del tetto gli coprisse il volto.
Riuscì a rilassare gli occhi e il suo viso divenne l'immagine della serenità.

Finalmente.
Pensò con un grande sospiro permettendo all'aria fresca di riempirgli i polmoni e di stordirlo per un momento.

Finalmente.
Ripetè nella sua mente.
Poi si abbandonò completamente, al suono del vento e del silenzio.


Non sapeva quanto tempo era passato.
Secondi? Minuti? Ore?
Non ne aveva idea.
Si era lasciato trasportare dalla calma e aveva paura di essersi addormentato, fu comunque riportato alla realtà da un cigolio straziante.
Un giorno di questi avrebbe dovuto portare dell'olio per quella porta.

Porta?

Guardò scattante alla sua destra e notò che la porta di metallo era aperta e aveva annunciato l'entrata di una figura nera.
Con il dorso della mano destro si stropicciò gli occhi, come un bambino, e dopo alcuni attimi l'immagine si focalizzò.

Un amante del nero,postura severa e troppo impostata in netto contrasto con dei lineamenti aggraziati e leggeri.
Pelle candida, quasi pallida, e bizzarri capelli neri che incorniciavano un viso serio.
Ma soprattutto uno sguardo.

Quello sguardo.

Era così particolare e intenso che Naruto lo avrebbe riconosciuto tra mille, tra milioni e senza esagerare.
In quelle pozze nere riusciva a percepire così tante emozioni che non sarebbe riuscito a contarle.

Brillavano, quando un professore spiegava qualcosa di inaspettato o quando leggeva,mostrava qualcosa che aveva prodotto ed  era importante per lui.
In quei momenti lo trovava dannatamente attraente, riusciva a leggere in lui così tanto: curiosità, orgoglio e una particolare felicità che erano però sempre accuratamente nascoste da una spessa maschera inespugnabile a chi non trovava la giusta chiave.

Ma c'erano giorni in cui vi trovava un velo, qualcosa che li rendeva opachi.
Erano attimi di profonda tristezza, qualcosa che pochi potevano capire, amarezza e odio.
Nascondeva anche queste emozioni.
Maschere su maschere, indifferenza e snobbismo, critiche e schernismo.

Appena Naruto percepiva quel genere di sguardi si precipitava dal moro ,nonostante sembrava lui volesse esattemente il contrario, e gli reagalava i suoi sorrisi più sinceri e consapevoli.
E poi chiaccherava, parlava e lo provocava per far tornare brillanti quei occhi così scuri.

Sasuke.

 
Si guardarono per qualche istante che sembrò eterno, in un silenzio quasi sacro.
Da quando si erano visti la prima volta, da quando si erano guardati per la prima volta; ogni volta che il nero si specchiava nell'azzurro scoppiavano le scintille.


-Uzumaki.-


-Uchiha.-


Scintille che prima o poi faranno scoppiare un incendio.







 




SpazioD'autrice
Eccomi di nuovo qui!!

Sasuke: Guarda che non sei mancata a nessuno.
Naruto: Temeee!! Non ascoltarlo Tere-Chan! A me sei mancata tantissimo!
Tecchan: Ohhh Naruu, ti voglio beneee!

Sasuke: Mpf.

Tecchan: Ahahah, Sasuke!! Ahahah Almeno nascondila la Gel-
Sasuke: Azzardati a finire la frase, e questa sara il tuo Ultimo Capitolo.

Naruto:???
Sasuke: Dobe, lasciala perdere.L'abbiamo persa, delira ù.ù

Tere-Chan: Ehi!! Brutto asociale come ti permetti!!??!!


*Tere-chan (che di Chan ha ben poco in questo momento ndASasu) Continua con gli insulti più svariati arricchendo il suo dizionario Italiano e Giapponese*


*Sasuke Sbuffa tentato di usare lo Sharingan*


Naruto: ???


ANNUNCIO : L'autrice e i protagonisti non sono momentaneamente disponibili.
Lasciare una Recensione dopo i Ringraziamenti ^^



 

 

 Ringrazio TUTTI ,senza esclusione di colpo!
Chi Segue
Chi Ricorda
Chi Preferisce
Chi Recensisce
Chi Legge..
Un GRANDISSIMO abbraccio a tutti voi!!


 

GRAZIE MILLE A TUTTI VOI!!


 

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Capitolo 6
*** Sfida? (Pt1) ***


AngoloColorato.
Buonsalve gente di EFP
Questa volta scrivo prima del capitolo per il semplice fatto che il capitolo non è finito e volevo avvertirvi.
Ho infatti deciso di dividerlo in due parti.
Era troppo lungo e poi un pò di mistero ci stava dai!
Spero che comunque vi piaccia!
Ringrazio affettuosamente tutti coloro che mi seguono, siete aumentati parecchio!
Mille grazie!
Questo è dedicato a voi!
Un abbraccio forte, Tere-Chan.

 




Sfida? (Pt.1)
 


Sasuke stava andando in terrazza per riuscire a trovare un pò di pace, aveva lasciato ad Hinata il compito di parlare con la classe.
Mentre la sua mente non era occupata da nessun pensiero in particolare si rese conto che era dal giorno dell'arrivo di Naruto che non andava in quel luogo rilassante e non gli era molto chiaro il motivo.
Sospirò mentre saliva lento gli ultimi scalini e apriva la porta mettallica.

All'inizio non provò nulla, come se la sua testa avesse azzerato tutto, poi troppe emozioni lo stavano colpendo tutte insieme; era sorpreso, felice, curioso ma anche angosciato e confuso.
Perchè Naruto era lì?
Non si rese conto di trattenere il respiro mentre lo osservava.
Era appoggiato con la schiena al muro dell'edificio alla sua destra con il viso rilassato all'indietro,il suo addome si muoveva regolarmente e la camicia -troppo bianca- splendeva al sole mettendo in risalto il colore della pelle ambrata che s'intravedeva grazie ai primi bottoni sbottonati.
Le spalle si muovevano in sincronia, tutto intorno a lui aveva un ritmo armonioso quasi ipnotizzante.
Vide i capelli biondi muoversi leggiadri per il vento e lasciare scoperto il viso.
Quel volto era l'immagine della purezza, della pace, del relax completo.
Gli occhi chiusi,il naso, le guance -cicatrizzate-, le labbra carnose.

Sasuke si fermò ad osservare le labbra del ragazzo.
Così piene, così rosa, così...morbide?
Senza rendersene conto cominciò a fantisticare su quelle labbra che lo stavano rapendo; si chiese come fossero, se erano morbide, quale sapore potessero avere...

Era ancora Sasuke Uchiha?

Non seppe rispondere perchè noto un cambiamento; l'armonia che era regnata fino a quel momento intorno al biondo si stava rompendo lasciando spazio a qualcos'altro, ad altre emozioni ancora sconosciute ad entrambi i ragazzi.
Naruto diresse lo sguardo verso la figura aggraziata del moro ancora confuso poi -proprio come un bambino- si stropicciò entrambi gli occhi cercando di mettere a fuoco la vista.
Sasuke vide l'altro sgranare gli occhi per poi guardarlo in maniera differente, con un altra intensità mentre aveva chissà quali pensieri.
Si decise a rompere il silenzio solo dopo essersi assicurato di avere un tono di voce normale e lo salutò a modo suo.

-Uzumaki.


Lo aveva sempre chiamato per cognome, dobe o usarontonkachi; o qualcosa del genere insomma.
Quando si ritrovavano da soli ed erano costretti ad intraprendere un discorso più o meno lungo, nasceva una strana tensione che monopolizzava i pensieri e i comportamenti di entrambi.


-Uchiha.


Naruto daltronde non era stato da meno. 
Anche lui -più amorevolemente ma ugualmente provocatorio- gli aveva affibbiato nomignoli come Teme o storpiava dispettoso il suo nome, cercando di farlo innervosire chiamandolo Sas'ke.


Si guardarono per attimi interi e nessuno dei due sembrava voler rompere quel silenzio, carico di emozioni sconosciute e imbarazzo ingiustificato.
Naruto si stava letteralmente perdendo in quei occhi, in quello sguardo e volò in un mondo quasi parallelo.
Non seppe quanto tempo era rimasto in quello stato di catalessi prima di riuscire a tornare alla realtà e a ricordarsi come si chiamava.


-Avanti, parla.
Lo esortò impaziente.

-Cosa vuoi sapere.
Sasuke rispose in maniera così fredda che non sembrava neanche una domanda. 

Naruto si alzò rapidamente esaurendo l'ultimo briciolo di pazienza che gli era rimasta, in un attimo si ritrovò davanti al moro.
I nasi che si sfioravano, pugni stretti e occhi incatenati.
I un angolo remoto della sua mente si rese conto di essere leggermente più alto dell'Uchiha ma lasciò da parte quest'informazione e parlò di nuovo.

-Racconta. Cos'è successo in quella maledetta stanza?
Sibilò la domanda tra i denti, timoroso ma impaziente di conoscere la risposta.

Sasuke annuì impercettibilmente mentre con una calma snervante si metteva dove, pochi minuti prima, aveva trovato Naruto addormentato.
Con un muto comando, chiese al biond di raggiungerlo consapevole che sarebbe stata una lunga coversazione.
Appena percepì la presenza- nonostante tutto calda  e rassicurante- cominciò a parlare mentre ricordava
.

***

 

Era strano, davvero incomprensibile.
Da un pò di tempo Sasuke Uchiha cominciava ad avere dubbi sull'imparzialità  del collegio docenti della sua scuola.
Tutto dopo l'arrivo di un dobe, all'aria stupida e troppo sorridente.
La prima settimana aveva creduto di immaginarsi tutto quanto, insomma erano solo sguardi!
Poi però, con  i Test, le interrogazioni e punizioni forse troppo esagerate dentro il moro stavano nascendo parecchi dubbi.
Molte domande senza un briciolo di risposta.

Qual'è la ragione di tanto astio?
Come possono odiare un alunno, simile a molti altri, se si è appena trasferito?
A questo punto, il trasferimento a qualcosa a che fare con tutto questo?
E' Naruto il problema? Il suo passato magari?
Gli insegnanti sanno qualcosa che potrebbe compromettere Naruto?
Ma Naruto, esiste davvero o è solo un'immagine costruita?
Quanto di lui è nascosto nel mistero?
A rigor di logica i professori sanno cose sull'alunno problematico e si rifiutano di aiutarlo; al contrario, vorrebbero che se ne andasse.

La domanda viene spontanea: 


 

Chi è davvero Naruto Uzumaki? Cosa nasconde?

 

Qualunque fosse la risposta, Sasuke sapeva che non era quello il modo corretto di comportarsi.
In quanto insegnanti dovevano garantire supporto, morale fisico e psicologico, a tutti gli alunni con cui venivano in contatto.
Che fossero dei teppisti o secchioni non doveva condizionare nulla.
In fondo se si trovava in quella scuola e non in un riformatorio - cominciava a pensare alle cose più terribili, ormai- ci doveva pur essere una ragione, no?

Ma lui non aveva mai fatto domande, non si era mai opposto.
Quando gli insegnati lo chiamavano ad un interrogazione a sorpresa - troppo frequentemente veniva scelto lui- e chiedevano argomenti che magari non avevano affrontato, o affrontato in parte, chiedendo approfondimenti su di essi lasciando interdetto il biondo, Sasuke non aveva mai fatto notare agli insegnanti quanto fosse ingiusto.

Ne aveva parlato con Hinata una volta, dopo l'ora di Storia, chiedendogli se anche lei aveva notato qualcosa del genere.
La ragazza aveva abbassato il capo e aveva nascosto gli occhi sotto la frangia, gli aveva risposto che anche volendo non avrebbero potuto fare niente.
Gli confidò che da subito - aveva un istinto quasi sovrannaturale nel capire i turbamenti delle persone accanto a lei- aveva fatto notare al professor Kakashi, uno dei pochi che non lo torturava, i comportamenti ingiusti dei colleghi.
L'isegnante di matematica  le aveva dato bonariamente un buffetto sulla testa e le aveva detto di non pensarci troppo, che non c'era da preoccuparsi per Naruto che era una testa dura.
Quando l'amica gli raccontò tutto, il moro sentì una scossa di rabbia nei confronti dell'Hatake.
Lo aveva reputato sempre un uomo giusto, che aveva rispetto verso gli altri e che non giudicava le persone; si era ricreduto scoprendo che anche lui -nolente o volente- stava sotto il potere del Preside o di chiunque lo comandasse.

Sasuke però era infuriato anche con se stesso.
Me ne preoccupo solo perchè sono Rappresentante di Classe.
Si diceva questo, lui, quando sentiva il petto stringersi in una morsa - non di tristezza ma di rabbia-  a causa delle ramanzine perfide che i professori gli facevano.
Un giorno le aveva contate sadicamente.
Quattro in una mattina.
Lo avevano insultato, rimproverato e svalorizzato.
Di fronte a tutti, quasi senza pietà; Naruto però rispondeva sempre con un sorriso - dimesso- e chiedeva scusa assicurando che avrebbe fatto del suo meglio per non ripetere qualunque cosa avesse sbagliato.

Per questo gli insegnanti si innervosivano di più, Volevano forse vederlo piangere?
Stronzi.
Ma era anche vero che per merito di questo suo comportamento che Naruto aveva avuto l'appoggio dei suoi compagni, che come Sasuke perdevano interiormente le staffe quando succedevano questi fatti.

Adesso si trovava davanti a quella grande porta bianca, con la fedele Hinata affianco.
Ha la mano sull maniglia, e sta per entrare in quella sala del Consiglio Studentesco.
Guarda un ultima volta la sua amica, che ha una nuova luce  determinata negli occhi, e spinge verso il basso.

La porta si schiude, lentamente.











 

Alla Prossima volta, con la parte due !
Tere-Chan

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Capitolo 7
*** Sfida? (Pt2) ***


Sfida (Pt.2)
 


La porta si schiude lentamente.
I due Rappresentanti si fanno coraggio ed entrano determinati.
Il loro obbiettivo è capire.
Comprendere il motivo per cui hanno privato la loro classe il privilegio delle famosa gita al mare e cosa implicasse essere compagni di classe di Uzumaki Naruto.
Volevano risposte.
E , lo avevano giurato a tutta la Prima-S, le avrebbero ottenute.

I professori erano seduti, immobili.
Il grande tavolo circolare delle conferenze al centro dell'aula.
Tutto sembra irrimediabilmente teso e Hinata Hyuuga teme di fallire.
Si volta e cerca rifugio negli occhi dell'amico.
Lo trova.
Sasuke è freddo, impassibile.
Sasuke è determinato.
Allora inspira profondamente e trova il coraggio di guardare negli occhi il Preside.

I professori sono seduti,superbi.
Il  grande tavolo circolare si trova al centro dell'aula come a far capire chi è che comanda.
Tutto sembra messo a posta per farli sentire in soggezione e Uchiha Sasuke trema di rabbia.
Il suo sguardo cade impercettibilmente in quello della ragazza che ha affianco.
Lei, coraggiosa, punta uno sguardo nuovo in quello del Preside.
Hinata rimarrà sempre la solita dolce Hinata.
O non sarebbe in quel luogo in quel momento.
Ma Hinata non è sempre la solita dolce Hinata.
O non stringerebbe le mani in due pugni, in quel luogo, in quel momento.


Sasuke Uchiha ghigna interiormente quendo l'uomo dal corpo cadaverico, dai lunghi capelli neri unti e da un'espressione  pervertita e lasciva, si alza chiedendogli di accomodarsi.
In quel momento gli prudono le mani. 
Lo avrebbe volentieri preso a pugni.
Non esattamente per quelle circostanze, lo avrebbe fatto semplicemente per il suo modo di essere.
Poi aveva spostato lo sguardo sugli altri professori.
E,si, avrebbe decisamente preso a pugni tutti quanti.
Loro, con quell'aria da superiori come se nulla li potesse scalfire li guardavano come se avessero perso in partenza.
Trattenne un ringhio e ritrovò l'implacabile freddezza che gli avrebbe permesso di raggiungere il suo scopo.
Guardò un ultima volta la sua migliore amica.
Anche lei era pronta.

"I Rappresentanti della Prima-S : Uchiha e Hyuuga. Accomodatevi prego."

La voce del Vice-preside, un uomo dai capelli grigi raccolti in coda e due occhiali alla Harry Potter sul naso appuntito, era lasciva e disgustosa come quella del Preside stesso.
La loro scuola non poteva essere guidata da persone peggiori.
Questo l'Uchiha lo sapeva fin troppo bene.

In ogni caso si sedettero su due sedie di plastica rossa lasciate appostitamente libere per il loro arrivo.

"Saltiamo i convenevoli.Vogliamo arrivare subito al sodo."
Sasuke Uchiha era uno dei pochissimi alunni che si poteva permettere di parlare in quel modo al Collegio Docenti della Konoha High School.

Orochimaru, così si chiamava il preside, sorrise viscidamente.
"Oh Uchiha-San, è quello che vogliamo fare tutti."
Lanciò un'occhiata d'intesa - e piuttosto vomitevole- al suo vice.
"Kabuto-Sama gli dia il fascicolo."

A quel punto l'uomo dai capelli grigi si stava dirigendo verso i due ragazzi con una busta molto spessa in mano.

"Ne è sicuro Sig. Preside?"
Questa era la voce di un certo Jiraya, un professore vecchio quanto arzillo, che insegnava alla loro classe raramente.

"Per quanto possano essere maturi questi ragazzi, non credo gli potrebbe giovare leggere quel fascicolo"
Era Hatake Kakashi  che lo stava appoggiando.

Orochimaru li guardò con occhi enigmatici.
"Questi ragazzi  volevano risposte."
Marcò su quella parole senza un evidente motivo.

Seguì un attimo di silenzio dove Hinata e Sasuke ascoltavano il discorso con attenzione.
Anche gli insegnanti si guardavano tra loro per poi alternare lo sguardo tra il Preside, Kabuto e Jiraja e Kakashi.
Molto probabilmente quelle opposizioni non erano state calcolate.

L'Uchiha si chiese cosa diamine stesse succedendo.

"Affermazione da valutare, Kabuto torna pure."
In quell'istante il vice preside sembrò, da tutti i punti di vista immaginabili, il cagnolino barra servetto dell'uomo dai capelli scuri e dallo sguardo languido.

Persino nella mente di Hinata l'unico pensiero che poteva affiorare era - Ma che schifo!-
Sasuke non era da meno.

Ad un tratto in quella visionem che l'Uchiha percepiva come scura,fredda e nera; il caro Naruto vi fece capolino.
Adesso il giovane poteva immaginare un sole che riusciva a riscaldare quell'ambiente.
Rimandò le solite domande sul suo comportamento ambiguo e si concentrò sull'obbiettivo.

"Siamo qui per delle risposte. Fascicolo o no, dovreste rispondere."
Sul suo viso non potè fare a meno di nacere un'espressione degna di un Uchiha.
Un ghigno da premio Nobel.

"Sasuke-Chan ha ragione."
Fece lapidario - maledettamente irritante- Orochimaru.

Cominciò a parlare scavando nello sguardo di Sasuke.

"Credo dobbiate sapere che Uzumaki Naruto non è un buon soggetto.
No volendo fare un torto a nessuno dei docenti non entrerò nei particolari della vita di questo.. ehm.. ragazzo.
Abbiamo ricevuto i rapporti dalle scuole in cui ha studiato.
Ha sempre passato gli esami per un soffio e creava parecchi problemi.
Problemi da non prendere alla leggera, sappiatelo.
Noi siamo una scuola altamente prestigiosa  e non possiamo permettere a nessun teppista di rovinare la nostra reputazione.
Ne ricadrebbe su di voi.
Sei il nome della Konoha High School venisse associato a quello di Uzumaki Naruto sarebbe la fine per tutti coloro che voglio avere un lavoro altolocato.
Quello che io e i vostri professori facciamo è per il vostro bene."

Sasuke non era per nulla arrabbiato.
Possiamo solo dire che -decisamente incazzato- era solo un piccolo eufemismo.
Incazzato perchè voleva sapere.
Incazzato perchè il Preside li aveva riempiti si scuse per giustificare il loro comportamento.
Incazzato perchè non riusciva a capire cosa avesse annullato le speranze di tutti gli insegnanti.

Beh, quasi tutti.
Guardò i due professori che avevano impedito a quel damerino di Kabuto di portagli quel fascicolo.
Fascicolo che nascondeva chissà quale oscura verità.

"La scuola è davvero prestigiosa.
O io e il mio compagno non studieremmo certo qui.
La Konoha High School è nata per coltivare talenti, avete assolutamente ragione.
Ma credo che il suo prestigio potrebbe aumentare di parecchio se riuscireste a cambiare Naruto Uzumaki.
I giornali griderebbero a gran voce quanto sia eccellente il lavoro della nostra scuola.
Ma adesso mi chiedo: siete stati degli stupidi - con rispetto parlando- a non pensarci o non siete così eccellenti come volete far credere?
Siamo i  successori dei più grandi Clan di Tokyo, da chi siamo guidati esattamente?"

Sasuke rimase senza parole.
Felice e dannatamente orgoglioso della sua migliore amica.
Dal canto suo Hinata non credeva di aver avuto un tale coraggio.
Si sentiva le orecchie troppo calde e il suono del ritmo del suo cuore le rimbombava dentro.
Solo la voce dell'uchiha riuscì a calmarla quando - con una nota di divertimento?- l'appoggiò.

"Ebbene Signori?
Il ragionamento della mia compagna è coerente e basato su solide fondamenta.
Forse però dovrò informare mio padre di quanto sta accadendo.."

Ghignò osservando gli occhi del preside sgranarsi.
Era risaputo che Orochimaru aveva un grosso debito con Uchiha Fugaku e Sasuke non fece altro che prendere la palla al balzo.

"Non credo che disturbare i capostipiti dei vostri Clan sia necessario, ragazzi."
Cercò di parlare con voce naturale, e l'Uchiha si pregustava la vittoria.
"La nostra scuola deve mantenere il suo prestigio, ma è nota per la sua magnanimità..."

Parla di sè stesso o della scuola?
E in ogni caso, dovrebbe togliersi quelle fette di salame dagli occhi.


"Vi concederemo un'altra possibilità, sperando che il vostro amico non la sprechi nuovamente.."

Due neuroni che parlano la stessa lingua no, eh?
Probabilmente non si ascolta mentre parla..


"Un Test. Tra due settimane."

L'Uchiha sorrise.
Ma il sorriso divenne una smorfia quando l'uomo finì la frase.

"Comprenderà tutte le materie e il voto di base che il Consiglio accetterà sarà  75%."

Sasuke strinse i pugni con tanta forza che la pelle diafana venne offesa dalle unghie conficcate nel palmo della mano.
Imprecò qualcosa contro tutti gli dei dell'Olimpo mentre veniva congedato con Hinata.

Dovette trattenersi dal fare dietrofront e prendere a pugni il suo Preside quando sentì la sua precisazione

"E ricordate.
Se il vostro amico fallirà i provvedimenti saranno presi per tutta la Prima-S.
Siete una delle classi migliori.
Non avreste dovuto rischiare per Uzumaki Naruto."

Poi la porta si era chiusa e loro si erano ritrovati in corridoio.


 

***

 


Naruto aveva ascoltato l'Uchiha con impazienza.
 Non si era perso una parola, una pausa, un respiro.
Aveva immagazzinato tutto con estrema cura e non poteva negare a sè stesso che la botta era stata forte.

Così, alla fine, si erano giocati il tutto per tutto.
Nonostante Sasuke si era preso cura di nascondere i propri pensieri e aveva raccontato tutto nel modo più oggettivo possibile, il biondo era convinto che il moro lo stava giudicando.

Sospirò mentre si massaggiava le tempie.
"Che cretini."

"Di che parli?"
Sasuke non aveva capito a chi fosse rifertito quell'insulto.
E onestamente non sapeva se era propriamente un insulto.

"Parlo di voi. Di te e Hinata che avete fatto tutto questp, Ino che ha proposto la gita, la classe che ha voluto partecipare..."
Il suo sguardo azzurro si perse ad osservare una mattonella più rovinata dalle altre.
Quella che doveva essere liscia,bianca e splendente si era rotta,scheggiata e sporcata.
Un po' come lui.

"Sei stato tu a chiedere aiuto."
Tagliente e velenosa la voce di Sasuke lo colpì in pieno.

"Parlavo anche di me, che mi sono messo in testa di rimanere qui.
Forse credevo che Tokyo sarebbe stata la città definitiva."

Rise leggermente e l'Uchiha s'irritò.

"Ti trasferisci?"
Gli chiese diretto, senza preamboli.
"L'idiota sei tu!" Ringhiò il corvino decisamente arrabbiato "Se eri certo di dovertene andare, potevi startene zitto! Stupido, tu-"

L'accusa del moro fu interrotta da un sospiro dimesso.
"Non c'è niente di certo nella mia vita Sas'ke."

L'Uchiha aveva aperto la bocca per rispondere - voleva insultarlo per come si stava comportanto, per lo sguardo triste mostrato apertamente che lo stava facendo arrabbiare, o semplicemente tirargli un pugno per aver storpiato nuovamente il suo nome- ma non disse niente e chiuse la bocca senza sapere se essere arrabbiato o chissà che altro.
Vide il biondo appoggiare la nuca al muro dietro di loro some se fosse stanco mentre sospirava.

"Hai intenzione di arrenderti Uzumaki?"
Chiese autoritario Sasuke mentre si alzava.

Non sapeva perchè era li a fargli certe domande.
L'unica cosa che gli era chiara al momento era che vedere quello zuccone di Naruto Uzumaki triste gli faceva ribollire il sangue nell vene.
Non riusciva neanche a pensarci, era qualcosa di impossibile.
Decisamente Irritante.

Naruto ebbe un tuffo a cuore.
Uchiha Sasuke gli stava ripetendo le stesse cose che gli aveva detto suo padre quel giorno.
Erano le parole che lo avevano spinto a chiedere aiuto ai Rappresentanti.
Quelle parole che non lo avevano mai abbandonato, che gli avevano permesso di andare avanti per otto lunghi anni..

Spostò lo sguardò velocemente in quello del moro.
Il sole lo accecò e fu costretto ad usare la mano destra come visiera ma appena vide il viso bianco dell'Uchiha, il suo sguardo serio e la sua espressione contrariata Naruto ebbe tutto chiaro.
Nuovamente.

Sasuke vide lo sguardo del biondo accendersi e tornare a brillare mentre esclamava "Non ci penso neanche!" e scattava in piedi per fronteggiare il moro.

"E allora che aspetti a tornare in classe?"





 























AngoloPazzo (?)
Ed eccomi di nuovo qui per riempire le vostre vite (??!!?)
Si, avete capito bene.
Ormai sulla mia carta d'identità c'è l'avvertenza -Possibile Pazzoide con problemi Psicologici-
Credo di poter concorre contro Sas'ke-Kuuun al premio  Nobel per Malati Psicolabili Schizzofrenici barra Vendicatori Incalliti.
Se l'Uchiha fa pensierucci contro la cara Konoha io mi diletto in Apocalissi Annunciate contro una inutile,assillante,odiosa, stressante e per niente Kwaii Scuola che ci riempe la giornata di libri troppo pesanti e decisamente inutili che tirerei addosso ai professori  tanta cultura.
Vi chiederete perchè vi sto dicendo queste cose?
Non lo so neanche io.
So che vi devo le mi SCUSE, ma ha avuto tutte le giornate piene  ARRRGGGGG SCUOLA DEL C**AVOLO.
Scusate ancora e spero che il capitolo vi sia piaciuto abbastanza per potermi perdonare * faccino da cucciolo*
 
IN OGNI CASO VI LASCIO IL MIO INDIRIZZO ACCOUNT fACEBOOK DI EFP :
http://www.facebook.com/?ref=home#!/profile.php?id=100003059835044&sk=wall 
SIETE I BENVENUTI!



 

VI RINGRAZIO TUTTI!!
ALLA PROSSIMA MONDO DI EFP!! 



 



 

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