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di Minari OppaRi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


Gilbert era seduto legato ad una sedia nella casa di Ivan, ormai era già passata una settimana dalla sua cattura, “Allora, come sta il nostro bel prigioniero?” chiese il Russo sorridendo innocentemente, il Prussiano sorrise sarcasticamente, “Cos’è? Sei qui per sfottere, Braginski?”, l’altro ragazzo il alzò il viso ormai coperte da lividi e ustioni dovute alle torture del Russo, “Oh, ma io non potrei mai fare una cose del genere, Beilschmidt. Sono davvero preoccupato per la tua salute, sei cosi pallido.”, l’Albino ridacchiò, lo faceva davvero incavolare, lo torturava ogni giorno e aveva anche la faccia tosta di sorridergli e di fare lo spiritoso, “Braginski….tu sei davvero…”,”Nii-San….Nii-San…”, una voce raggelante interruppe il ragazzo, la porta si aprì lentamente mostrando il viso diabolico di Natalia, il Russo e il Prussiano si misero ad urlare terrorizzati, “Nii-San….sposiamoci…diventiamo una cosa sola” disse la Bielorussa attaccandosi al braccio del fratello, “N-Natalia, smettila di insistere. O-Ora non ho proprio il tempo per badare a te.” Sospirò terrorizzato Ivan, la ragazza guardò storto Gilbert, “Russia-Chan!!!” urlò Yaterina entrando nella stanza sorridente, “Oh, Nee-San” sorrise il Russo, Natalia strinse più forte il braccio del ragazzo, l’Ucraina salutò Gilbert e lo slegò dalla sedia “Ah grazie, Yaterina. Non ce la facevo più” la ringraziò lui, “Uffa, Nee-San, ogni volta che vieni lo liberi, accidenti!” sbuffò Ivan, “Mi pare ovvio. Non mi sembra giusto tenerlo legato nelle pessime condizioni in cui è” sorrise Yaterina facendo sedere l’Albino su una comoda poltrona e servendogli da bere, “Ha ragione tua sorella In quanto ostaggio di guerra devo essere trattato in modo migliore” ridacchiò il Prussiano iniziando a bere, la Bielorussa si avvicinò al ragazzo e gli rovesciò l’acqua sulla testa “ Come ti permetti di parlare in questo modo al fratellone, maledetto Prussiano?” “Oh, la gattina tira fuori le unghie” ridacchiò Gilbert, Natalia lo prese per il colletto guardandolo nei suoi occhi color rubino, un ghigno si fece largo sul viso del ragazzo “Che c’è? Vuoi baciarmi forse?”, le gote della ragazza si tinsero di rosso per poi tornare subito del solito colore pallido “Perché mai dovrei baciare un essere immondo come te?”, “Ora fatela finita!” sbuffò il Russo, ”Natalia ascoltami bene! E’ troppo pericoloso far restare Beilschmidt qui a Mosca, suo fratello non resterà con le mani in mano ancora per molto, quindi per un po’ lo terrai con te a Minsk” continuò lui sorridendo, “M-ma…..E va bene, baderò io a questo idiota” si arrese la Bielorussa. Gilbert venne trasportato a Minsk a casa di Natalia, “Forza, cammina!” la ragazza spinse il Prussiano dentro la casa, era un abitazione piuttosto spoglia e deludente, senza mobili e con solo una finestra, Gilbert si sedette a terra incrociando le braccia, Natalia chiuse a chiave la porta e si sedette in un angolo della stanza “Allora….non mi offri qualcosa da mangiare?”, la ragazza lo fissò gelidamente come suo solito evitando di rispondere, “Sei sempre cosi gelida nessun ragazzo ti vorrà. Nemmeno Ivan.” Sospirò il ragazzo, “Sta zitto! Questi non sono affari tuoi! Quello che faccio per conquistare il fratellone non ti riguarda!” urlò la Bielorussa rannicchiandosi, questi discorsi la facevano davvero incavolare e la presenza del ragazzo non l’aiutava a calmarsi, non l’avrebbe mai ammesso ma stare con lui la metteva in agitazione, “Tsk…voi ragazze siete davvero strane” sospirò Gilbert chiudendo gli occhi, Natalia si mise ad osservare il viso del ragazzo, era ancora affascinante nonostante fosse pieno di ferite, odiava davvero ammetterlo ma gli piaceva stare in sua compagnia, era uno dei pochi che non scappava alla sua sola vista e anche l’unico che la sfidava e si permetteva di parlagli in modo quasi confidenziale, scosse la testa, ma che accidenti stava pensando? L’unica persona di cui gli importava era suo fratello Ivan, solo lui! Natalia si risvegliò qualche ora dopo, si era rilassata troppo e aveva finito per addormentarsi, si guardò intorno alla ricerca del suo prigioniero, “Oh ti sei già svegliata!”, il Prussiano apparve senza la sua giacca militare e con un grembiule legato alla vita, “Forza, vieni in cucina” sorrise lui attraversando la porta, la ragazza lo seguii, non credeva ai suoi occhi, il piccolo tavolo della cucina era pieno di dolci dall’aspetto invitante, “C-come ti sei permesso di usare la mia cucina?!?” urlò lei, ancora una volta il suo caratteraccio aveva preso il sopravvento, il ragazzo si tolse il grembiule e si sedette “Pensavo che al tuo risveglio avresti avuto fame, quindi ho deciso di prepararti qualcosa. Dai, vieni a mangiare”, la Bielorussa si sedette davanti a lui iniziando ad assaggiare i dolci “C-cosa sono questi dolci?” chiese lei trattenendo la felicità per la bontà del cibo, “Sono ‘Gewurzplatzchen’ dolcetti speziati tedeschi. Mio fratello Ludwig mi ha spiegato come prepararli” spiegò lui, la ragazza continuò a mangiare e sul suo viso si fece largo un piccolo sorriso, “Allora? Ti piacciono?”, chiese l’Albino guardandola, lei annuii per poi girarsi dall’altra parte, “Ma non pensare che per questo inizierò a trattarti meglio. Resti sempre un prigioniero”, il ragazzo sospirò, non riusciva davvero a capire le ragazze “Sai, se sorridessi più spesso come hai fatto prima saresti più carina”, lei arrossii “S-stai zitto!”, spinse il prigioniero verso la saletta e lo fece sedere per terra “Resta qui fermo e immobile!”, Gilbert ridacchiò, gli piaceva far disperare Natalia, era diventato il suo nuovo hobby.

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


Le ore passarono, la Bielorussa non si spostò mai dalla sua posizione e continuò ad osservare il suo prigioniero, “Hey, Natalia”, la ragazza lo guardò “E’ da quando mi hai portato qui che non mi togli gli occhi di dosso. Insomma, non hai qualche amica con cui uscire?” continuò lui, Natalia abbassò lo sguardo “Non ho bisogno di amici. Sto bene anche da sola”, “Allora sei come me” sorrise l’Albino, la ragazza si alzò e lo prese per il colletto “Io e te non siamo affatto uguali! Non osare paragonarmi a te!”, “Invece oso. Tu continui a fare la dura, ma in verità sei molto fragile, no?” il ragazzo gli sorrise accarezzandogli la guancia, “Vorresti avere degli amici ma hai paura di non avere un carattere forte, è per questo che ti comporti cosi”, Natalia continuò a guardare gli occhi rubino del Prussiano, lui era riuscito a capire cose che lei stessa non avrebbe mai ammesso, tolse la sua mano in modo brusco, non voleva la compassione di nessuno, specialmente quella di Gilbert, “Non parlare come se sapessi tutto di me! Quello che stai dicendo non è assolutamente vero” urlò la Bielorussa tornando a sedersi, quello che il ragazzo aveva presupposto era assolutamente vero, ma se l’avesse ammesso che cosa sarebbe successo? Tutti avrebbero avuto pena per lei? No, questo non doveva succedere! Poche ora dopo qualcuno bussò alla porta della Bielorussa, suo fratello Ivan gli comparì davanti “Ciao, Natalia. Sono venuto per parlare con Beilschmidt” disse lui entrando nell’abitazione “Oh, quale onore, Braginski” disse il prigioniero andandogli incontro, il Russo sorrise, “Ho una proposta da farti Beilschmidt. Che ne dici di arrenderti?” il Prussiano si mise a ridere, “Non è molto convincente come proposta, Braginski. Se me lo chiedi cosi è ovvio che io ti risponderò di no”, un sorriso ancora più ampio si fece largo sul viso di Ivan, “Ti ho già detto che non devi rivolgerti cosi al fratellone” gli urlò la ragazza, suo fratello continuò a sorridere avvicinandosi ancora di più al suo prigioniero “E’ un vero peccato che tu non voglia proprio arrenderti, credo che a farci le spese sarà….. mh, quella bella Ungherese. Com’è che si chiamava? Ah già, Elizabeta”, il viso di Gilbert diventò di un colore pallido anche più di quello di Natalia, “C-che diavolo c’entra Elizabeta?!?E’ una questione tra me e te, non osare coinvolgerla!” urlò il Prussiano prendendo il Russo per il bavero della sua giacca, Ivan lo guardò, se c’era una cosa che odiava era quando qualcuno lo toccava, tirò un pugno a Gilbert facendolo cadere per terra, la Bielorussa indietreggiò, quando suo fratello faceva cosi la terrorizzava, “La proposta è questa, Beilschmidt. O tu ti arrendi o noi attaccheremo la tua bella Elizabeta, sta a te la scelta” il Russo tornò sorridente verso la porta, “Dasvidania, Beilschmidt” disse lui prima di uscire dall’abitazione, il Prussiano si coprì il viso sospirando “Maledizione…”, Natalia lo guardò, era pallido, suo fratello l’aveva forse toccato in un punto dolente? “Hey….Gilbert….”, il ragazzo restò con il capo chino, “Scusa, Nat….ora ho voglia di dormire un po’….”, la ragazza si sedette a pochi centimetri da lui, gli importava davvero cosi tanto di quella Ungherese? Natalia sentì una stretta al cuore, cos’era quella strana sensazione che stava prendendo il sopravvento su di lei? Un misto di tristezza e dispiacere, guardare il ragazzo in quelle condizioni la faceva sentire…… strana, Gilbert si rannicchiò su se stesso, stava tremando, alla ragazza faceva male vederlo in quello stato pietoso “Gil….”, lui la guardò sorridendo debolmente “Che c’è? Ora non mi fai neanche dormire?”, “Si si…dormi pure” rispose lei sospirando. Ivan tornò il giorno dopo “Allora Beilschmidt, hai preso una decisione?”, il Prussiano si alzò “Si….ho deciso”, la ragazza guardò i due pensando “Figurati se Gilbert decide di arrendersi, preferirebbe morire”, “E quindi?” chiese il Russo curioso, il prigioniero esitò per qualche secondo “Hai vinto tu….. mi arrendo…..ma ti prego, non toccare Eliza”, Ivan annuii, “Bravo, Beilschmidt. Sta tranquillo non toccherò l’Ungherese. Domani tuo fratello verrà a prenderti” il Russo uscì lasciando da soli i due, “Ah, per fortuna è andato tutto bene” disse lui guardando fuori dalla finestra, la Bielorussa guardò a terra, chi era quell’Ungherese per poter rendere innocuo il Prussiano? “G-Gilbert….”, il ragazzo la guardò “C-cos’è quell’Ungherese per te?” gli chiese timorosa, “Intendi Eliza? Beh, è una mia d’infanzia. Da piccoli giocavamo sempre insieme”, Natalia si mise una mano sul cuore “E….lei….t-ti piace? S-sei….innamorato di lei?”, “Mh, ammetto che una volta mi piaceva, ma ora per me è solo un amica” rispose il Prussiano, la ragazza tirò un sospiro di sollievo, sapere che tra i due non c’era niente la rallegrava “Sei contenta perché domani me ne andrò fuori dai piedi?” chiese lui notando una strana contentezza negli occhi della Bielorussa, “E-Eh? Ah si, certo! Mi fa davvero piacere che tu te ne vada!” mentì lei girandosi, è vero, lui il giorno dopo se ne sarebbe tornato a casa sua e lei presto sarebbe tornata di nuovo sola nella sua spoglia abitazione, dentro di sé sentiva crescere un profondo senso di tristezza, la ragazza non capiva cosa fossero tutte quelle nuove emozioni che stava provando. La notte passò in fretta e in men che non si dica arrivò l’ora della partenza di Gilbert, “Bene, mio fratello Ludwig è qui fuori che mi aspetta. E’ arrivato il momento di salutarci, Natalia” disse lui sorridendo, la ragazza annuii, non voleva che il ragazzo se ne andasse, ma piuttosto che ammetterlo avrebbe preferito la morte! Sentiva che da un momento all’altro sarebbe scoppiata a piangere, “Umpf….sei davvero una sciocca”, Gilbert gli alzò il viso, appoggiò le sue labbra tiepide su quelle gelide della ragazza, un bacio! Un bacio cauto e leggero, Natalia sgranò gli occhi dallo stupore, perché il ragazzo la stava baciando? E che cos’erano quelle sensazioni sconosciute che si stavano manifestando dentro di lei? Il prussiano si staccò dalla Bielorussa, “Ciao ciao, Nat” la salutò uscendo di corsa, Natalia rimase imbambolata, le sue guance iniziarono a colorarsi di rosso “M-mi ha….baciato”, si toccò le labbra, le piaceva il sapore del ragazzo, sentiva il cuore battergli ad un ritmo veloce ed irregolare;

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


La ragazza tornò a casa di suo fratello ma a differenza delle altre volte non era andata per fare l’ennesima proposta di matrimonio, si era seduta in disparte a guardare la neve che scendeva, il suo sguardo glaciale era assorto e pensieroso, neanche la vicinanza con Ivan riusciva a smuoverla, “Sono preoccupato per Natalia, è strana, troppo strana” confessò il Russo, “Lascia fare a me fratellino. Proverò a parlarci io”, Yaterina si avvicinò alla sorella sorridendo, “Hey, sorellina, qualcosa ti preoccupa?”, la Bielorussa la guardò “Ecco…io…non so. Mi sento….strana, sono pervasa da tante emozioni che non ho mai provato” rispose lei sospirando, l’Ucraina sorrise “Mh, nuove emozioni, eh? Penso di sapere chi potrebbe farti capire quello che stai passando. Prova ad andare da Elizabeta”, Natalia sbuffò, non aveva ancora conosciuto Elizabeta ma già non la sopportava, sembrava che a tutti importasse di lei “E va bene…proverò a fargli visita”. Gilbert camminava nel bosco di Budapest, era in pensiero per Elizabeta, Ivan non era molto affidabile e c’erano delle possibilità che non mantenesse la sua parola, “Hey, Eliza!” urlò lui, l’Ungherese stava pulendo davanti all’entrata di casa sua, “Eliizaaa” la chiamò nuovamente soffiandogli sul collo, la ragazza si spaventò e velocemente tirò fuori la sua inseparabile padella tirandogliela in testa, “G-Gilbert! Sei un idiota!”, il Prussiano si massaggiò la testa “Ma ti pare questo il modo di accogliere una persona che ha attraversato tutto il bosco solo per venire da te?”, Eliza gli puntò la padella addosso, lui si cucì la bocca, “Sai….Ludwig mi ha raccontato quello che hai fatto”, il ragazzo la guardò confuso, “Che ti sei arreso per evitare che Ivan mi attaccasse. Non me lo sarei mai aspettato da te”, l’Ungherese arrossii sorridendo, “Oh, per quello. Beh non me lo sarei mai perdonato se ti fosse successo qualcosa, dopotutto io e te siamo amici, no?” disse Gilbert sorridendo a sua volta, “Già, siamo amici. Cosa posso fare per ringraziarti?” lui l’abbracciò “Un abbraccio, mi basta questo”, intanto nello stesso bosco, Natalia camminava verso la casa Ungherese, non riusciva a smettere di pensare a Gilbert, al loro bacio, al piacevole sapore delle sue labbra, oh ma che gli stava succedendo? Si mise a camminare più velocemente, prima parlava con Elizabeta, prima avrebbe capito cosa fare per cancellare tutte quelle nuove emozioni, si stava avvicinando all’abitazione e scorse due figure, una stretta al cuore come se gli stesse andando in pezzi, il Prussiano e l’Ungherese si stavano abbracciando, un abbraccio che non sembrava per niente tra amici, il ragazzo gli aveva mentito? Eppure aveva detto che non c’era niente tra di loro, i suoi occhi si riempirono di lacrime, lacrime che gli rigarono le guance, velocemente corse via, “Nat! Natalia!”, Gilbert gli corse dietro, lei continuò a correre, non voleva guardare il ragazzo, in lei stava crescendo una grande rabbia che non aveva mai provato prima, il Prussiano gli prese il braccio “Natalia, che ci fai qui? E perché stai piangendo?”, la Bielorussa lo guardò più gelidamente che poteva liberandosi dalla sua presa “Non voglio mai più vederti! Io….Io ti odio!” urlò tirando uno schiaffo al ragazzo, per poi rimettersi a correre, Gilbert si toccò la guancia sospirando; Natalia era corsa fino al limite del bosco Ungherese, era da molto che non piangeva, si sentiva una debole, aveva provato a fidarsi di qualcuno e ora il suo cuore era in frantumi, tutte quelle nuove emozioni la stavano infastidendo, lei doveva cancellare quei sentimenti e restare sempre la stessa! La solita Natalia fredda, spietata e gelida, “Sei tu Natalia Arlovskaya?”, Elizabeta comparve dietro di lei, “Non sono fatti tuoi”, l’Ungherese si sedette accanto a lei “Ho visto che Gilbert ti è corso dietro perché ti ha visto piangere. Ti va di parlarne?”, la Bielorussa strinse i pugni “Io non ho niente da dirti”, Elizabeta ridacchiò “Ti ha dato fastidio il fatto che io e lui ci stessimo abbracciando, vero?”, Natalia si alzò urlando “E allora? Si, mi ha dato enormemente fastidio! Mi ha fatto stare malissimo!” , accidenti, per via della rabbia aveva detto cose che non avrebbe mai dovuto ammettere, l’Ungherese sorrise prendendogli le mani “Sei innamorata di lui, giusto?”, le guance pallide della Bielorussa si colorarono, innamorata? Per lei questa parola suonava fin troppo strana, “Io….non lo so. Non riesco a capire! Non faccio altro che pensare a lui, stargli vicino mi fa agitare ma allo stesso tempo è molto piacevole e poi quando mi ha baciata……il mio cuore.…ha battuto forte come mai in tutta la mia vita”, “Questi sono i sintomi dell’amore, Natalia” Eliza era abbastanza esperta su questa questione quindi ci si poteva fidare, “Però…a lui piaci tu” sospirò Natalia a malincuore, l’altra ragazza scosse la testa, “Va da lui e prova a chiederglielo, ti stupirà la sua risposta, ma però prima chiedigli scusa”, la Bielorussa annuii non molto convinta.

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Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


Gilbert era chiuso nell’ufficio, era piuttosto pensieroso, la reazione di Natalia lo aveva preoccupato, forse aveva esagerato con gli scherzi, oppure il fatto di averla baciata l’aveva innervosita, in effetti un bacio da una persona che non si sopporta dovrebbe dare fastidio a chiunque, “Uff…..accidenti” sospirò lui, guardò fuori dalla finestra, neanche il paesaggio di Berlino lo rilassava, era ormai mezzogiorno passato, lo stomaco del ragazzo brontolava “Ludwig! Ludwig! Ho fame! Portami qualcosa da mangiare! Veloce!”, nessuno rispose “Weeest! Lud!! Fratellino!! Ho famee!!”, la porta si aprì lentamente “Ce ne hai messo di tempo” continuò l’Albino “Certo che sei davvero rumoroso, eppure quando eri a casa mia non facevi tutte queste storie” disse una voce, una voce fredda e familiare! Natalia” Il ragazzo la guardò, era strano vederla nella casa Tedesca, la Bielorussa gli servì un piatto di frittelle “E…..queste?” chiese lui, “Si chiamano ‘Blincyki’ sono frittelle calde Bielorusse, è la prima volta che le cucino quindi non ti assicuro che siano commestibili” Natalia si sedette davanti a lui, era agitata, non aveva mai chiesto scusa a nessuno quindi non sapeva da che parte iniziare, “Mi hai preparato da mangiare per poi tirarmi uno schiaffo e dirmi che mi odi?” sbottò Gilbert, non capiva nulla delle ragazze ma sapeva che quello era uno dei loro giochetti più usati, prendere gli uomini per la gola e poi trattarli male, “N-no….era…un modo per chiederti scusa…quando ti ho detto che ti odiavo, ero in preda alla rabbia…..Io, in verità non ti odio….cioè si ti odio ma non in modo forte…cioè si, però….oh, cavolo!” la ragazza stava andando in panico, il Prussiano l’azzittì appoggiando un dito sulle sue labbra “Ho capito quello che volevi dire, tranquilla” lei arrossì “G-Gil…ascolta…io…” lui gli morse l’orecchio “Insomma, stia parlando solo tu. Fa dire qualcosa anche a me”, Natalia annuì diventando sempre più rossa in viso, il ragazzo non sapeva proprio cosa fosse l’imbarazzo, “Ti ricordi la prima volta che ci siamo incontrati?”, “Certo che me lo ricordo, quel giorno ero insieme al fratellone Ivan” rispose lei, “Già, appena ti ho vista ho pensato che non fossi altro che una ragazzina viziata sempre attaccata a suo fratello. Sei sempre stata fredda, glaciale e con un comportamento antipatico, ma mi è bastato provare a capirti, in fondo io mi sono rivisto in te” il Prussiano gli sorrise, “Ti sei rivisto in me?” chiese la Bielorussa confusa “Si. Potrai non crederci, ma io non ho fiducia in me e spesso soffro di solitudine quindi faccio esattamente come te. Mi fingo un duro per non mostrare la mia fragilità. Dopo aver capito questa cosa ho iniziato ad osservarti meglio, giorno dopo giorno….ed è cosi…che alla fine mi sono innamorato di te”, il viso di tutti e due diventò di un rosso molto acceso, “I-innamorato di me?” balbettò Natalia con il cuore che batteva a raffica, “Si. Tu…..sei bella, il tuo carattere mi piace e poi stare in tua compagnia è davvero piacevole. Io….ti amo, Natalia!” Gilbert la fissò negli occhi con il battito del cuore che accelerava sempre più, quelle parole fecero sussultare la ragazza, era la prima volta che qualcuno gli si dichiarava, il ragazzo si girò “Non sono ricambiato, eh?”, la Bielorussa gli prese il braccio e lo baciò, ma non un bacio cauto e leggero come quello dell’ultima volta, era più passionale e deciso “Anche….anche io ti amo, stupido!” un sorriso si fece largo sul suo viso, un sorriso davvero meraviglioso, Gilbert la strinse a sé, i due si guardarono nuovamente negli occhi e sorrisero per poi baciarsi.

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