Aiutami a non avere paura del buio

di _Shadow_96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Le apparenze non sempre ingannano ***
Capitolo 2: *** Go head and sell me out and I’ll lay your shit bare ***
Capitolo 3: *** Because of you ***
Capitolo 4: *** Via le mani dagli occhi... ***
Capitolo 5: *** O Romeo, Romeo! ***
Capitolo 6: *** Tutti sono pieni di lividi... ***
Capitolo 7: *** Battito d'ali ***
Capitolo 8: *** If you hate me ***
Capitolo 9: *** Notte Fatina ***
Capitolo 10: *** E per inciso: tu sei perfetta. ***
Capitolo 11: *** Wickedness and tears ***
Capitolo 12: *** Ho bisogno di te ***
Capitolo 13: *** Se ci sei posso farcela, sul serio. ***
Capitolo 14: *** Sono una goccia di pioggia ma lui si prende cura di me ***



Capitolo 1
*** Le apparenze non sempre ingannano ***


Aiutami a non avere più paura del buio

Saaaaaaalve,
io e il mio neurone Pinky
-Dì ciao Pinky- Ciao!! :)
Siamo tornati con una nuova fan fiction. Per chi stesse leggendo anche Senza Tempo http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=806457&i=1 non si preoccupi mancano pochi capitoli di cui uno già sulla mia penna USB pronto per essere pubblicato. Allora che dire, spero che la storia possa piacervi. I primi saranno capitoli introduttivi ma dal 3° entreremo nel vivo della storia. Fatemi sapere cosa ne pensate se vi va.
Un bacio
A.M.

 

 

Prologo

È facile fingere di non vedere quello che in realtà sai.
E lei lo sapeva che quell’uomo le avrebbe fatto del male, che ne avrebbe fatto anche a sua madre, che non sempre le apparenze ingannavano.
Non si era mai sentita così fragile:  solo una bambola di ceramica tra le mani di qualcuno che non aveva dato importanza al cartello “Attenzione, maneggiare con cura”.
Doveva fidarsi però dello spiraglio di luce che era riuscito a penetrare nell’oscurità e sperare di riuscire a risalirne.

Capitolo 1

Non sempre le apparenze ingannano...


L’aveva incontrato per la prima volta una sera di 2 anni prima.
I suoi genitori si erano separati da poco, fregandosene dei suoi sentimenti, e avevano cominciato a frequentare nuovi “compagni” come li definivano loro.
Eliana c’era abituata: la sua fervida immaginazione aveva trasformato tutte le nuove donne del papà in Barbie formato gigante stupide e un po’ oche con le labbra rosso fragola e i vestitini sempre più succinti mentre gli uomini della mamma erano orsi bruni che facevano di tutto per conquistarsi anche l’affetto della piccola De Biasi.
Era la sera di Natale e come ogni anno la sua famiglia si era riunita. Matteo, suo padre aveva portato alla cena la sua nuova fidanzata Claudia: capelli biondo cenere, occhi azzurri e fisico da modella alto e slanciato. Praticamente il contrario di sua madre Romina dai capelli neri come la pece, gli occhi color cioccolato fuso e il fisico minuto e semplice. A occhio e croce Claudia sembrava avere si e no vent’anni, quattro meno di lei, e nonostante la frivolezza, caratteristica di tutte le nuove donne di Matteo, sembrava una ragazza dolce e simpatica. L’uomo che invece sedeva accanto a sua madre era Davide: alto circa un metro e novantacinque, spalle larghe per via del nuoto e i capelli neri. Eliana aveva sentito un brivido attraversarle la schiena quando lui le aveva rivolto un sorriso macabro scoccando un’occhiata languida alla scollatura neanche troppo pronunciata del suo vestito rosso. Quella sera quando l’aveva visto parlottare nell’orecchio della madre lasciandole baci dolci sulla guancia e stringendola a se si era convinta di essersi immaginata tutto o almeno ci aveva sperato. Nei mesi a venire Davide era diventata una presenza costante nella sua vita.  Andava a cena tutti i sabati a casa loro portando un dolce e un regalo ad Eliana: vestiti, giacche, profumi, trucchi…tutte cose che lei non aveva mai usato, le portava al cinema, al bowling, al ristorante per una pizza o in campagna per passare una giornata all’aria aperta. Aveva conquistato il cuore di Romina regalandole rose gialle e tulipani, i suoi fiori preferiti, e cene a lume di candela.
Eliana aveva imparato ad accettare la sua presenza visto che dopo quella prima volta la sera di Natale lui si era sempre tenuto a distanza e si era comportato bene nei suoi confronti.
Tutto era iniziato qualche mese dopo il secondo matrimonio di Romina: era stata una cerimonia semplice con i parenti di lui e quelli di lei, Eliana come damigella e Matteo come testimone.
Si era tenuto in una villa ottocentesca con un immenso giardino nel quale poi si era svolto il ricevimento. Romina era raggiante e Davide non l’aveva lasciata un solo istante seguendola mentre volteggiava tra i tavoli per parlare con gli invitati. Ovviamente per la prima notte di nozze Eliana aveva dormito a casa di nonna Anna, la madre di Romina, e vi era rimasta anche per i 15 giorni seguenti mentre i novelli sposi erano in viaggio di nozze. Le prime settimane di matrimonio erano state tranquille, i problemi erano sorti dopo.
Davide era diventato tremendamente geloso di Romina, litigavano ogni sera e ogni sera un piatto o un bicchiere finivano in pezzi nella pattumiera insieme all’orgoglio della donna che svanì del tutto quando lui alzò le mani su di lei lasciandole un livido sulla guancia destra. Eliana fingeva insieme a sua madre che tutto andasse bene, la aiutava a raccogliere i cocci , a coprire col correttore i lividi, le curava i taglie e le ferite, sosteneva le sue bugie e la stringeva forte quando si sfogava. Era diventata un guscio vuoto che si sgretolava pian piano e quando ormai di Romina non era rimasto più nulla Davide riversò la sua cattiveria su Eliana, cercando di annientare anche lei.




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Capitolo 2
*** Go head and sell me out and I’ll lay your shit bare ***


Aiutami a non avere più paura del buio


Buonasera,
eccomi qui con un nuovo capitolo di questa ff. Ringrazio tutti quelli che hanno letto il primo capitolo, anche i lettori silenziosi.
Un grazie particolare a EliBeke per aver recensito e inserito nelle seguite, SiriaJ per aver recensito e ketax per averla inserita nelle seguite.
Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensano anche gli altri lettori.
Ora vi lascio al capitolo
Un bacio
A.M.

Capitolo 2

Go head and sell me out and I’ll lay your shit bare..

Quel mattino Eliana si sentiva più vuota che mai. Il freddo di dicembre le era penetrato nelle ossa o forse era semplicemente il suo cuore che non aveva più voglia di battere. Ogni volta che apriva gli occhi al suono della sveglia sapeva che il suo inferno non era ancora finito. Fortunatamente però la scuola la salvava dal manicomio che era diventata la sua casa. Per non vedere la brutta faccia di Davide, Eliana preferiva andare a scuola sempre, col sole, con la pioggia persino quando aveva la febbre. Non che a scuola ci fosse chissà cosa ad attenderla se non 14 banchi verdi, 28 sedie in legno, l’odore di gesso tra le pareti, i continui sproloqui dei professori e il chiacchiericcio degli altri ragazzi. Non era popolare e non aveva neanche file di spasimanti, non che fosse una brutta ragazza anzi aveva lunghi capelli neri come sua madre e due fantastici occhi azzurri come suo padre, era alta un metro e settantacinque, a differenza di sua madre dalla quale però aveva ereditato la mancanza di curve. Si chiuse a chiave in bagno per una doccia calda ma neanche questo bastò a sciogliere la tensione che le gravava sulle spalle. Uscì dalla cabina doccia avvolta da una nuvola di vapore al profumo di vaniglia e dopo aver ripulito con un gesto della mano la condensa dallo specchio osservò la sua immagine: i lunghi capelli pesantemente appoggiati sulle spalle, gli occhi tristi solitamente verdi di un cupo grigio cenere, le labbra rosee e i lividi delle Sue mani intorno al braccio sinistro. Al ricordo sentì gli occhi pizzicare ma si costrinse ad asciugarsi e prepararsi per la scuola. Indossò i jeans scuri, la maglietta a collo alto viola e il maglioncino nero, mise un po’ di matita intorno agli occhi e allungò le ciglia. Non le era mai piaciuto truccarsi ma da quando Davide era entrato nella sua vita lei non poteva evitarselo, doveva in qualche modo coprire i segni della sua follia. Uscì dal bagno frettolosamente andando a sbattere contro qualcuno, un qualcuno che conosceva fin troppo bene e che per allontanarla le tirò i capelli così violentemente da farle avvertire un tremito di dolore in tutto il corpo.
 
“Buongiorno micina” mormorò prima di leccarle il collo annusando poi la sua pelle profumata dal bagno doccia. Eliana rimase ferma avendo ormai capito che il modo migliore per liberarsi di lui era dargliela vinta. “Tua madre ha preparato la colazione, sbrigati” le lasciò i capelli strattonandola e si chiuse in bagno.

Gli occhi le si riempirono di lacrime e la testa cominciò a pulsare così forte che le sembrò di avere un martello pneumatico piantato nel cranio. Costrinse le gambe a raggiungere la sua camera e si lanciò sul letto ancora sfatto stringendo tra le mani le lenzuola per evitarsi di piangere e rovinare il trucco. Si concentrò e digrignando i denti riuscì a cacciare indietro le lacrime e afferrare la borsa con i libri. Al piano di sotto Romina con i capelli spettinati e gli occhi arrossati si avvicinò a lei: smagrita, con il colorito pallido e la camicia da notte bianca sembrava più il fantasma della donna solare che era sempre stata. Eliana le baciò una guancia abbracciandola e si sedette a tavola per fare colazione: il latte le scivolò in gola e la marmellata addolcì il suo umore incattivito. Aveva sempre amato la marmellata alle prugne, quel retrogusto leggermente acidulo rispetto alla dolcezza del latte.Terminò la sua colazione proprio mentre Davide scendeva dal piano di sopra e si stravaccava senza alcuna eleganza sulla sedia ,dopo aver dedicato una pacca al sedere di Romina, per leggere il giornale. Eliana si alzò per andare in bagno a lavare i denti poi infilò il cappotto nero e si costrinse a reprimere la bile che le saliva in gola sporgendosi per baciare la guancia di Davide e quella della madre augurando a entrambi una buona giornata anche se dentro sperava sempre che tornando a casa non avrebbe trovato più la sua faccia di merda.
L’aria era particolarmente gelida e lei non potè evitare al suo corpo di rabbrividire per il venticello che la investì appena la porta si richiuse alle sue spalle. Prese cuffie e cellulare dalla tasca e con gli Evanescence che le urlavano nelle orecchie si avvicinò alla fermata. Mancavano ancora 10 minuti all’arrivo della sua corsa così si sedette su una panchina sfregando le mani e maledicendosi per aver dimenticato di prendere i guanti e un cappello. Per distrarsi si concentrò sulle altre persone in attesa come lei dell’autobus: la cameriera con le borse della spesa tra le mani, la donna in tailleur e auricolare sempre impegnata in chissà quale conversazione, il ragazzino al primo anno di liceo ancora curioso di scoprire cose nuove e quello che, invece, dopo tanti anni aspetta solo di poter chiudere i libri per sempre. Ad Eliana non pesava molto studiare anzi molte volte nel pomeriggio, per non tornare a casa, preferiva andare in biblioteca, con una cioccolata calda della macchinetta , l’odore di carta e il religioso silenzio del sapere. L’autobus arrivò puntuale e la ragazza si affrettò a entrare riuscendo persino a trovare un posto a sedere. Per arrivare al suo liceo ci volevano circa quarantacinque minuti di autobus e restare in piedi per tanto tempo non era il massimo. Frequentava il liceo scientifico: aveva sempre amato le materie scientifiche in particolare la chimica, la biologia e tutto ciò che riguarda la scienza della terra e l’anatomia. Non era una secchiona ma la sua media dell’8.6 se la teneva ben stretta anche perché quando appena diplomata avrebbe lasciato finalmente quella casa per andare a studiare alla facoltà di Biologia. Sbadigliò sonoramente appoggiando la testa al finestrino e chiuse gli occhi. Prima che potesse evitarselo iniziò a rivivere il suo primissimo giorni di scuola alle elementari: sua madre aveva passato l’intera mattinata a scattarle foto ricordo e Matteo l’aveva accompagnata con l’auto restando con lei fino all’inizio delle lezioni, tenendole stretta la mano e mormorandole tanti ti voglio bene.
Dove era finita quella famiglia?? Le prime lacrime le fecero bruciare gli occhi così si costrinse ad aprirli e concentrarsi sul paesaggio che scorreva dal finestrino. Ormai era inutile cercarla, quella famiglia era scomparsa per sempre.


********

L’autobus si fermò dando l’opportunità ai ragazzi di scendere e raggiungere il cancello principale. Per accedere al liceo, una volta oltrepassato il grande cancello in ferro bianco, si attraversava un viale in ghiaia che separava in due un grande prato verde con querce alte e maestose sotto le quali i ragazzi si sedevano per fumare. L’istituto era di un semplice colore giallo crema con le imposte verdi e il grande portone in legno all’ingresso. Eliana raggiunse la sua classe e si sedette al suo posto: secondo banco della fila di sinistra accanto alla finestra. Guardando l’orologio si accorse che mancavano circa cinque minuti per il suono della campanella così ne approfittò per ripetere le disequazioni e i teoremi in caso di interrogazione. La sua era la classe più numerosa delle sei quarte, la 4 A e comprendeva un numero di 28 alunni a dispetto dei 20 o 16 delle altre. La campanella suonò proprio mentre i suoi compagni entravano in classe sbuffando e sbadigliando. La sua compagna di banco Daniela prese posto accanto a lei mormorando un buongiorno tra i denti prima di accasciarsi sul banco sospirando pesantemente.

“ Scusami, è che sono preoccupata per le interrogazioni” disse rivolta verso Eliana più presa dal libro di algebra che dalle parole della compagna.
 
“Oh..oh, no figurati, sfogati pure” la ragazza abbozzò un sorriso e ritornò al suo libro. Daniela era l’unica con la quale aveva un rapporto un po’ più di confidenza rispetto agli altri. Non era come le altre ragazze della classe più interessante al lucidalabbra, la Armani Jeans o il nuovo ragazzo di 5 piuttosto che allo studio. Daniela aveva i capelli castani a caschetto, gli occhi topazio e la carnagione bianco latte, era formosa e prosperosa ma a differenza di molte altre non si lamentava per i chili di troppo anzi, le sembravano più un pregio che non.
 
“Allora ragazzi silenzio” la professoressa De Liberti, insegnante di filosofia, si chiuse la porta alle spalle brandendo la sua rubrica verde nel la quale annota tutti i comportamenti dei ragazzi. Le prime ore volarono tra un’interrogazione e un’interruzione di Francesco il più casinista e nullafacente della classe nonché idolo delle ragazze con i suoi capelli biondi e gli occhi verdi, il fisico modellato dagli allenamenti di calcio e il sorriso perfetto. All’ultima ora mentre Eliana stava per aprire un pacchetto di M&m’s venne bloccata dalle risate sguaiate di alcuni ragazzi nel corridoio di fronte alla loro classe, proprio alle spalle della prof Marra.
 
“Sai cosa succede??” chiese a Daniela che però fece spallucce e tornò a messaggiare col suo nuovo ragazzo Stefano.
 
“Eh su fate un po’ di silenzio!!” li riprese la professoressa ottenendo però l’effetto contrario “Buongiorno ragazzi, vi starete domandando il perché della presenza di questi ragazzi di 5E ebbene, io e la loro professoressa di letteratura abbiamo deciso di mettere in scena Romeo e Giulietta. Vi metteremo in coppia e dovrete lavorare insieme. Avrete tre settimane non una di più per preparare un atto in base al quale poi sceglieremo una delle coppie per i protagonisti” un mormorio di dissenso si innalzò dai ragazzi mentre le ragazze cominciavano a tirare giù le magliette per mettere in mostra il seno strizzato nei push up. A Eliana non importava un granchè con chi avrebbe dovuto lavorare così tornò allo schizzo che aveva iniziato a fare nel cambio alla seconda ora. Disegnare era un’altra forma d’arte per la quale aveva una passione sfrenata che continuava a coltivare fin dall’età di sei anni “ De Biasi…in coppia con Russo” un coro di Oooh si innalzò al termine dell’annuncio della prof. Eliana alzò lo sguardo verso il trio delle grazie Federica, Antonella e Erica che la fulminarono con lo sguardo e poi tornarono a guardare in direzione della prof con aria sognante “ De Biasi, sveglia!!” La ragazza sobbalzò e raggiunse la prof e il ragazzo accanto a lei che si presentò come Federico Russo porgendole la mano.

“ De Biasi Eliana” anche se titubante lei la accettò cercando di non far trapelare le sue emozioni. Federico era un bel ragazzo aveva capelli castano/biondi lisci e corti con la frangia sull’occhio destro, profondi occhi grigio antracite, zigomi pronunciati e mascella squadrata. Era alto ma aveva un fisico allenato e robusto con due spalle larghe, vita sottile e gambe lunghe. Se non fosse stato per il sorriso sfrontato e l’atteggiamento da spaccone avrebbe potuto anche essere il ragazzo perfetto.

“Quello che dirò vale per voi come per gli altri. Dovete organizzarvi voi dopo la scuola perché non possiamo perdere ore scolastiche, quindi, scambiatevi i numeri di cellulare e poi vi mettete d’accordo” Eliana tornò a posto con il foglietto tra le mani seppellendo il viso tra le braccia per non sopportare le occhiate incomprensibili e fastidiose del terzetto.
Finalmente il suono della campanella mise fine al terribile spettacolino liberando anche Eliana dalla pressione di quei tre sguardi assassini.

 

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Capitolo 3
*** Because of you ***


Aiutami a non avere più paura del buio

Saaalve!!!!
Volevo pubblicare ieri sera ma alla fine ho optato per questo pomeriggio. Ringrazio tutti i lettori, silenziosi e non in particolare _Raven_ per aver recensito lo scorso capitolo; PATATINAFRITTA, abaa e lety91 per aver inserito la ff nelle seguite; Calmina_97, claudina cullen e kija_salvatore per averla inserita nelle preferite. Mi farebbe piacere ricevere altri pareri, anche negativi. Scusatemi se ci sono degli errori ma sono di fretta. Ora vi lascio al capitolo.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Un bacio
A.M.

Capitolo 3

Because of you...

Eliana aveva appena raggiunto il cancello principale quando una mano le si posò intorno al polso obbligandola a fermarsi. Abbassando il viso scorse una mano piccola dalle lunghe unghie laccate di rosa: Antonella.
 
“Ciao De Biasi”
 
“Cosa vuoi Antonella?? Ho l’autobus tra dieci minuti, quindi sbrigati” le ringhiò contro. Aveva già troppe persone che le tenevano i piedi in testa e nessuna intenzione di aggiungere qualcun altro alla lista.
 
“Abbassa la cresta Eliana, volevo solo dirti di tenere giù da Federico le tue manacce. Non provarci neanche a innamorarti di lui. Prendilo come….un consiglio, ecco si, un consiglio. Lui è mio! Capisci cosa intendo M-I-O”

“Wow hai imparato a fare lo spelling delle parole!! Ma che brava bambina” si liberò dalla sua presa e sistemò lo zaino sulle spalle “Non ho nessuna intenzione di avere a che fare con Federico e ora, lasciatemi in pace!!” diede le spalle ad una Antonella entusiasta di essere riuscita nella sua impresa e dopo una corsa disperata, raggiunse la fermata in tempo per prendere l’autobus.
 
*****
 
Quel pomeriggio l’umore nero di Eliana non era per nulla migliorato anzi. A causa di quello stupido progetto avrebbe dovuto passare del tempo con quel Russo e lei non aveva proprio voglia di gestire qualcuno che si era presentato come un montato troppo sicuro di se. Per cercare di calmarsi si recò in biblioteca, come ogni pomeriggio, per ripassare. Quando entrava in quell’enorme stanzone con altissimi scaffali stracolmi di libri alle pareti, grandi scrivanie verdi e il tiepido calore del camino si sentiva in pace con se stessa: era il suo posto segreto. Se qualcuno le avesse chiesto quale fosse due anni prima il posto dove amava passare le sue giornate avrebbe sicuramente risposto la sua stanza. Le piaceva chiudersi tra quelle quattro mura, stendersi sul suo enorme letto dalle coperte viola, il suo colore preferito, e ascoltare la musica. Da quando Romina aveva sposato Davide, Eliana non cantava più, non ascoltava la musica e ogni notte nonostante la serratura chiusa della sua camera continuava a temere che lui la raggiungesse sotto le coperte per farle chissà cosa…
Aveva proprio bisogno di rilassarsi visto che dopo l’incontro con Antonella i suoi nervi erano ancora più tesi del solito. Come se poi lei volesse averci qualcosa a che fare con Federico?!!
Inserì le monete nella macchinetta per ordinare una cioccolata calda e raggiunse la scrivania dove sedeva di solito per leggere “Sogno d’una notte di mezza estate” di Shakespeare. Era completamente immersa nella lettura quando il cellulare cominciò a vibrare nella sua tasca facendola irrigidire: nessuno oltre Davide e sua madre l’aveva mai chiamata su quel numero. Estrasse velocemente il cellulare dalla tasca e lesse il mittente della telefonata: Federico. Si diede mentalmente della stupida per aver dimenticato che anche lui possedeva il suo numero di cellulare e si affrettò a rispondere.
 
“Pronto”

“Ehi sono Federico, ti chiamo per il progetto..”
 
“Oh si hai ragione, dobbiamo organizzarci. Io sono libera ogni pomeriggio, tu quando hai tempo?”
 
“In realtà io stavo pensando che sarebbe meglio studiarla ognuno per i fatti propri. Non voglio rovinarmi la reputazione, non so se capisci” Eliana sentì il sangue ribollirgli nelle vene ma strinse i denti e cercò di mantenere la calma.

“ Dovremmo vederci invece perché altrimenti non avremo sintonia” e anche se non le interessava per nulla avere a che fare con lui i punti di credito che questo progetto offrivano erano una cosa alla quale per nulla al mondo voleva rinunciare.

“Oh piccola se vuoi un po’ di Sintonia io sono sempre disponibile”mormorò lui con voce roca facendole perdere l’ultimo briciolo di pazienza. Perché non può mai andarmi bene niente? si domandò sull’orlo di una crisi di pianto.

“Vaffanculo, Russo Fai quello che ti pare” urlò prima che potesse rendersene conto e solo quando terminò la chiamata e si voltò verso le altre persone della biblioteca si accorse che tutti la fissavano allibiti. Sprofondò sulla sedia nascondendosi dietro al libro ancora livida di rabbia.
Accidenti alla prof!!!Accidenti a Russo!! Accidenti alle tre grazie a mamma e soprattutto accidenti a Davide!!!!
 
Rimase in biblioteca per qualche ora rischiando anche di perdere l’autobus delle 18.15 e quando entrò in casa fu un silenzio tombale quello che la accolse lasciandola stranita e con la borsa tra le mani. Dopo aver poggiato il giubbotto all’attaccapanni raggiunse la cucina dove trovò un foglietto scritto in fretta e con una grafia irregolare:
 
Amore siamo all’ospedale, mi sono sentita poco bene. Se hai fame ci sono le lasagne. Non preoccuparti è tutto ok.
Un bacio
Mamma.

 
Niente andava bene, anche se Romina fingeva che lo fosse. Sospirò profondamente poi decise di seguire il consiglio della madre. Riscaldò le lasagne e si sedette sul divano bianco in salotto concedendosi dopo tanto tempo di guardare in santa pace la televisione. Ogni sera infatti, subito dopo aver cenato e aiutato la madre a ripulire, Eliana si chiudeva in camera sua per non rischiare una qualche possibile interazione con Davide. Quell’uomo aveva rovinato la vita ad entrambe eppure Romina non voleva separarsene, come se lui gli avesse fatto un incantesimo. Dopo ogni litigata, dopo i pugni e i calci infatti tornava sempre da lui con la coda tra le gambe per chiedergli scusa. Scusa di cosa poi?? Ciò che faceva infuriare Eliana era che lui la abbracciava e la portava al piano di sopra per fare sesso lasciando la porta aperta in modo da far sentire tutto quello che succedeva e le cose sconce che lui diceva mentre era con sua madre. Un essere viscido e malato, ecco cos’era, ma pur di accontentare sua madre Eliana sopportava tutto quello che lui faceva ad entrambe. Suo padre Matteo poi, da quando si era trasferito a Milano era più assente che mai. Eliana ancora non aveva capito cosa avesse spinto i suoi genitori a separarsi ma sicuramente era stata una cosa consensuale visto che nessuno dei due si sentiva in imbarazzo anzi erano diventati come due amici che si incontrano per una cena a base di ricordi. Era stanca di avere paura ogni volta che rientrava in casa, di non potersi innamorare e di non crederci neanche più nell’amore se portava tutto il male e la sofferenza che lei stava provando. Si lasciò andare alle lacrime stringendo il cuscino mentre l’immagine sullo schermo diventava solo un ammasso di ombre come le nuvole che avevano oscurato il sole di Eliana gettandola in un’oscurità dalla quale neanche lei aveva più la forza di risalire.
 
****
I primi quattro giorni passarono così china sui libri, sola e con un nuovo livido sulla pancia. Glielo aveva fatto Davide perché aveva provato a fermarlo mentre picchiava Romina due giorni prima. Sbuffando sonoramente Eliana si lasciò cadere tra i cuscini passando ripetutamente la mano su quella zona dolorante piangendo le lacrime trattenute per 48 ore. Subito dopo le botte qualcosa, forse l’orgoglio le impediva di piangere rendendola però uno scheletro vuoto e senza forze. Quel giorno a scuola aveva incrociato Federico per i corridoi impegnato a limonare con Antonella. Non riusciva a capire cosa ci trovassero i ragazzi in quella bambola tutto trucco e zero sostanza. Forse piaceva solo per il fatto che la regalava a tutti senza discriminazioni. Ridacchiò e si portò la mano alla fronte sentendosi stupida per il semplice fatto che rideva e piangeva contemporaneamente.
Forse sto diventando pazza.
Non le sembrava una cosa impossibile visto l’apatia del suo mondo.

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Capitolo 4
*** Via le mani dagli occhi... ***


Aiutami a non avere più paura del buio

Saaalve,
questo è il quarto capitolo. In origine doveva essere più piccolo ma volevo far contenta _Raven_ così ho deciso di allungarlo e inserire anche la seconda parte con Federico. In questo periodo ho un blocco, le idee ci sono ma ogni volta che scrivo qualcosa non mi sembra mai abbastanza...pensavo di ritirarmi xD
Detto questo volevo specificare delle cose:
-chi conosce J.R. Ward sa che lo "ZeroSum" è la discoteca dove si riuniscono i fratelli, ho usato questo nome perchè è una delle saghe più appassionanti che io abbia letto e mi piaceva anche come nome per un locale.
- il soprannome della professoressa non è molto divertente ma è una cosa vera visto che è così che viene soprannominata una mia professoressa di storia.
Vabbè vi lascio al capitolo e ringrazio EliBeke, Aly_Swang e _Raven_ per aver commentato il capitolo scorso e tutti quelli che hanno letto.
UN BACIONE <3
Maddalena

Capitolo 4
 

Via le mani dagli occhi...


La versione di latino era andata bene come sempre e Eliana si sorprese della proposta di uscire insieme per la ricreazione di Daniela. Non che non si parlassero ma la compagna di banco non aveva mai lasciato intendere di voler creare un rapporto d’amicizia con la ragazza. Eliana si scostò una ciocca di capelli dal viso cercando di raggiungere Daniela che a passo di carica si stava dirigendo ai bagni.

“Sono distrutta” mormorò sciacquandosi il viso con acqua fredda “Quella cavolo di versione sembrava arabo”

“La mia era facile” disse Eliana facendo spallucce guadagnandosi un’occhiataccia e un sorriso dalla mora.

“ La tua è sempre facile. Mi chiedo come faccia a ricordarti tutte quelle regole” sospirò asciugandosi il viso con un fazzoletto.
 
“Molto tempo libero in biblioteca direi”

“Io invece proporrei di occupare quel tempo libero con una cioccolata calda in centro oggi alle quattro.Ti va??” Eliana le sorrise sorpresa e annuì.
 
“Mi va. Ora torniamo in classe, la Pennetti non si perde mai neanche un minuto di lezione” Daniela aggrottò le sopracciglia e con un sospiro indicò la porta.
La Pennetti, prof di fisica, era già in classe con i suoi occhialini sulla punta del naso e la penna rossa tra le mani. Il povero Marco Rossi, che era stato chiamato alla lavagna, si muoveva come uno zombie. Le interrogazioni della Coccodè, soprannominata così per la cresta naturale dei capelli biondo cenere, erano infatti tra le più temute di tutte. Eliana si sistemò sulla sedia e appoggiò la fronte al vetro notando due bambini con la madre che si lanciavano palle di neve sorridendo felici. Li invidiava, non poteva evitarselo, come non potè evitarsi di sorridere quando Daniela le passò un foglietto.
 
Giochiamo a Tris??
 
Giocarono per tutta l’ora rischiando anche di essere sorprese dalla professoressa. All’uscita da scuola si accordarono per la scelta del locale poi, mentre Daniela saliva sulla moto di Lorenzo, il suo nuovo ragazzo, Eliana si avvicinò alla fermata dell’autobus.
Quel pomeriggio con maglioncino viola, un paio di jeans scuri,stivali neri al ginocchio, giubbotto in piuma d’oca e sciarpa Eliana era seduta al tavolino del bar “ZeroSum” con una cioccolata alla vaniglia tra le mani e una Daniela logorroica di fronte.

“ Cioè stavamo insieme da una settimana non poteva aspettarsi che scoppiassi in lacrime per il fatto che mi stava lasciando, sarebbe stato da deficienti” Daniela le aveva appena raccontato di aver litigato con Lorenzo, col quale sembrava andare d’amore e d’accordo solo qualche ora prima. Il motivo della discussione era stato un sms di Francesco, il loro compagno di classe, che aveva ricevuto lei mentre erano sul divano di casa sua a baciarsi. Eliana si limitava ad annuire lanciando occhiate alla televisione e ai tavoli vicini ascoltando la storia della ragazza “Pronto, Terra chiama Eliana”

“Ti seguivo” le sorrise inzuppando un biscotto. Non riuscì a impedirsi di ridacchiare quando alzando gli occhi dalla sua cioccolata calda vide lo sguardo accigliato dell’amica.

“Se lo dici tu. Allora secondo te ho ragione??”
 
“ Non ne capisco molto di rapporti amorosi ma credo che una settimana sia poco per disperarsi”
 
“Oh meno male che almeno tu mi capisci” Eliana le sorrise e tornò ad osservare il nuovo videoclip di Rihanna e Eminem “Dio, amo questa canzone!!” esclamò Daniela iniziando a canticchiare
 sottovoce.
 
“Sei brava”disse Eliana stampandosi un sorriso serio e luminoso sulla faccia.
 
“ Lo credi davvero? Amo cantare da…prima che nascessi credo”

“ Si vede che ti piace, ti si illuminano gli occhi”
 
“Oh grazie” per la prima volta Eliana vide Daniela arrossire e capì il perché del suo successo con i ragazzi: era di una bellezza reale ,semplice e luminosa con le gote arrossate e gli occhi brillanti, non artefatta come quella delle tre grazie. Le sorrise e annuì sentendosi fiera per la gioia e l’orgoglio che illuminava le iridi color cioccolato di Daniela “Come va con Russo?? Ho saputo che una delle oche ti hanno minacciato di tenere giù le mani”cambiò subito argomento.

“Oh non me ne parlare: è un cafone, montato e…stronzo”

“Wow direi che ti ha proprio rapito il cuore” ridacchiò Daniela con voce ironica.

“Cioè non ha neanche voluto provare insieme per Non rovinarsi la reputazione ti rendi conto? Come se stesse parlando di me come.…un essere amorfo”
 
“ Amorfo?? Esiste questa parola??”

“Non lo so” rispose Eliana sospirando prima di lasciarsi andare alla prima risata dopo tanto tempo.
Terminata la cioccolata le due ragazze pagarono e uscirono affrontando senza paura il freddo dell’esterno. Entrarono in decine di negozi senza mai acquistare nulla e osservarono con i nasi schiacciati contro le vetrine gli abiti di Dolce e Gabbana, Armani e Jean Paul Gautier.
Si divertirono come bambine a fare le linguacce ai passanti e a cantare sedute nell’ultima fila dell’autobus. Daniela riusciva a tirare fuori in Eliana il lato infantile, quello che ama divertirsi, quello folle e coraggioso.
 
“Bene io sono arrivata” sospirò Eliana, dispiacendosi che quel bel pomeriggio fosse già terminato. Quello che però la sorprese fu la risata argentina di Daniela “Che c’è?? Perché ridi?”
 
“ No..è che...io abito due case più avanti da.. Scusa non ce la faccio..” Eliana aspettò che la ragazza si calmasse osservandola con le sopracciglia aggrottate “ E non guardarmi così!! È un anno e mezzo che abitiamo vicino e non l’abbiamo mai saputo” Eliana l’aveva osservata distendendo la fronte poi, dopo essersi guardate intorno entrambe avevano iniziato a ridere come due ubriache. Con uno slancio degno di un atleta Eliana si era fiondata ad abbracciare Daniela, chiedendole, silenziosamente di dedicarle ancora un po’ del suo tempo e perché no, anche la sua amicizia. Quella sera con il sorriso stampato sulle labbra Eliana aveva ripreso la chitarra dall’angolo dell’armadio in cui era sepolta e aveva pizzicato quelle corde: le corde della sua anima che stava riprovando a rinascere.
Chissà, forse questo progetto mi darà più dei punti di credito, pensò prima di lasciarsi andare alle braccia di Morfeo.
 
****
 
La prima settimana era andata sprecata visto che studiare da sola era inutile. Daniela si era anche proposta per aiutarla con le parti di Romeo ma non era servito a nulla e Eliana era ancora a zero. Tutte erano a buon punto persino Erica non faceva che vantarsi di come Daniel fosse un attore magnifico oltre che un ragazzo da Sbav miagolando come una gatta in calore. Per colpa di quel Russo avrebbe perso i punti di credito e la borsa di studio per andare via da quell’inferno. Era talmente tesa che per poco non scoppiò in lacrime scoprendo che aveva iniziato a piovere e lei da stupida qual’era non aveva l’ombrello. Sbuffando si sedette sul gradino dell’ingresso torturando la chiusura dello zainetto in attesa di una tregua da parte del temporale.

“Ehi” la salutò una voce facendola irrigidire per lo spavento. Quando si voltò e trovò il viso di Federico si dovette trattenere dal lanciargli lo zaino in faccia.

“Cosa vuoi?” gli chiese acida come mai lo era stata.

“Ti ho vista qui e mi sono chiesto cosa fosse successo” ridacchiò sedendosi accanto a lei che si ritirò come se fosse stata punta da uno spillo “Potresti ripetermi come ti chiami, sai con tutte le ragazze  che mi passano sotto il naso è difficile ricordare tutti i nomi”
 
“Eliana. Stronzo!” rispose lei digrignando i denti lottando contro l’impulso di dargli un pugno per la sua risatina scema.

“Oh si ora ricordo. La volta scorsa mi hai mandato a ‘fanculo, oggi mi chiami stronzo, non ti hanno detto che mi piacciono le micine con carattere??”Eliana lo fulminò con lo sguardo scattando in piedi come una molla.

“ Sei un deficiente”

“ E siamo a tre. Allora cosa è successo, hai dimenticato l’ombrello??” livida dalla rabbia Eliana si limitò ad annuire e stringere i pugni quando lui iniziò a ridere apertamente senza interessarsi del fatto che si stesse comportando come un maleducato e un villano “ Oh ma potevi dirlo subito ti do un passaggio con la macchina, micina”
 
“Solo perché mi serve”
 
“Oh tranquilla non mi aspettavo che fosse diversamente” la sua auto era una Mini Cooper grigio metallizzato con specchietti e tettuccio neri e Eliana non riuscì a trattenere un urletto estasiato quando la vide guadagnandosi un’occhiata interrogativa del ragazzo “ Ti piace??”

“Ho sempre sognato di entrare in una Mini, è la mia auto preferita” lui le sorrise e per la prima volta lei sentì un mattone del muro che aveva eretto contro di lui crollare. Sembrava totalmente differente dal sorrisetto da sbruffone che le aveva dedicato fino a quel momento. Salirono in macchina e lei si accorse per la prima volta del buon odore che il ragazzo si portava sulla pelle e i vestiti: muschio bianco con una lieve traccia di….cioccolato?
Restarono in silenzio per tutto il tempo e Eliana notò che aveva un modo di guidare fluido ed elegante non sembrava certo quella di un ragazzo appena diciottenne “Casa mia è di là”
 
“ Lo so, me lo hai detto prima”

“ E quindi? Dove diamine mi stai portando?”

“ Sorpresa” lei arricciò il naso e si sistemò sul sedile con le braccia incrociate e il viso rivolto verso il finestrino. Dopo qualche minuto proprio prima che Eliana entrasse in uno stato di dormiveglia l’auto si fermò facendola sobbalzare “ Siamo arrivati Bella Addormentata” lei gli fece la linguaccia e slacciò la cintura uscendo in fretta dalla vettura. Si trovò davanti ad una piccola trattoria in legno la cui insegna, per metà illuminata recava la scritta La violetta.

“Cosa dovrei fare qui??”

“ Beh, giudicando dai rumorini del tuo stomaco durante il tragitto e dall’ora che segnano le lancette del mio orologio sarebbe proprio il caso di pranzare”

“Mi…mi hai portata a pranzo?” mormorò lei stupidamente sgranando gli occhi. Lui annuì scoccandole un'occhiata che sembrava dire Adesso lo hai capito? “Oh..”
 
“Entriamo?” Eliana si guardò intorno poi accettò l’invito. Il locale all’interno era caldo e accogliente con le sedie in legno e il pavimento in maioliche. Federico indicò un tavolino accanto al caminetto e la precedette sedendosi per poi fare un cenno con la mano a una cameriera. Eliana si tolse il cappotto e si sedette prendendo a sfogliare il menù cercando di evitare gli sguardi languidi dei due e non vomitare per la spudoratezza con la quale lei metteva in mostra il reggiseno nero dalla camicetta con i primi bottoni strategicamente slacciati.
 
“ Io prenderei….”

“Due pizze ai funghi, una coca cola e una birra grazie” rispose lui facendo l’occhiolino alla cameriera che svanì con le ordinazioni.
 
“Con che diritto ordini per me?” sbraitò lei adirata lanciandogli un’occhiata tutto fuorché amichevole.

“È la migliore, vedrai”

“Questo non ti autorizza a scegliere per me. Se fossi stata allergica ai funghi, eh?”

“ Sei allergica?” le domandò lui tranquillamente come se la sua rabbia non lo sfiorasse minimamente stravaccandosi sulla sedia.

“N..no però..”

“ E allora va bene così. Relax”  Eliana borbottò un’imprecazione e si dedico all’osservazione dei disegni sulle piastrelle. Quella pizza era la più buona che avesse mai mangiato e dovette trattenersi dal sospirare estasiata al primo morso: non voleva dargli soddisfazione. Lui si limitò a mangiare la sua pizza lanciando occhiate alla cameriera e scambiando messaggini ogni due minuti. Nonostante ciò però fu bello per Eliana pranzare con lui invece che da sola in cucina per poi rintanarsi in camera a chiave o fuggire in biblioteca. Osservò la compostezza con la quale mangiava e si meravigliò di trovare sexy il modo in cui le sue labbra si poggiavano intorno al bicchiere come in un delicato bacio a stampo. Era bello e lei non poteva negarlo. Mentre lei terminava la sua pizza Federico si alzò dicendole che sarebbe andato in bagno quando tornò però Eliana vide lo scontrino che infilava nel tasca dei jeans e lo fulminò con lo sguardo.
 
“Non dovevi pagare anche per me”

“Sciocchezze. Allora hai finito ho un appuntamento con Antonella tra..dieci minuti. Quindi non ho altro tempo da perdere”
 
“ Se avevi altro da fare perché non mi hai semplicemente portato a casa mia. Mi sarei risparmiata il mal di stomaco che mi è venuto per sopportarti”

“Shh ma sei impazzita” la afferrò per il polso trascinandola fuori dal locale “Ti sembra il modo di urlare?”

“Sei…sei…un deficiente”
 
“Grazie del complimento ingrata” Eliana gli fece la linguaccia incrociando le braccia al petto.

“Non sono ingrata e poi io non ti ho chiesto niente…”

“Lo so, ora muoviti” Eliana salì in macchina sbattendo la portiera “Accidenti e fa con calma”salì anche lui e mise in moto. Per il resto del tempo non parlarono e non si punzecchiarono e la ragazza si sorprese vedendo la sua casa dal finestrino della macchina. Federico parcheggiò in un angolo e spense il motore “Arrivati”

“Grazie” gli disse lei abbassando il viso. Era sempre stata dannatamente orgogliosa ma per quella volta aveva deciso che nonostante il suo comportamento da stronzo era stato gentile con lei e si meritava di essere ringraziato. Lui scosse la testa e continuò a guardare il manubrio sospirando profondamente.
 
 “Senti ci ho ripensato. Dobbiamo provare, hai ragione. Giovedì alle 20.00??”  Eliana annuì e scese dalla macchina guardando la sua macchina svoltare la stradina e sparire dalla sua visuale.





*Angolino me(scrivere autrice mi sembra troppo)*
Vi piacerebbero delle One Shot con alcuni momenti della FF visti con gli occhi di Federico? Fatemi sapere!!!

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Capitolo 5
*** O Romeo, Romeo! ***


Aiutami a non avere paura del buio..


Saaalve a tutti!!!
Non aggiornavo questa storia dal 31 di ottobre O.o, wow. Mi dspiace tanto per la lentezza con la quale sto postando i capitolo ma ho avuto delle settimane impegnative a scuola...e non è ancora finita!!
Spero che questo capitolo vi piaccia, io non ne sono molto convinta.. :(
Fatemi sapere cosa ne pensate :)
Un bacione
Maddalena

 

Capitolo 5
 

O Romeo, Romeo!..

Nonostante l’ansia che aveva provato per i giorni che precedettero quel giovedì sera, Eliana si sorpresa della serenità che contraddistinse il suo risveglio. Si alzò dal letto rabbrividendo leggermente quando i suoi piedi entrarono in contatto con il pavimento gelato e iniziò a preparare la cartella. Quel giorno avrebbe avuto una verifica di scienze ma la cosa non la turbava: la scuola per lei era una bazzecola. Aprì il suo armadio indugiando con lo sguardo sui pochi indumenti che possedeva e infine decise di indossare un semplice pantalone grigio chiaro, un cardigan dello stesso colore, una camicetta bianca e ai piedi le superga dello stesso colore. Uscì di casa senza neanche fare colazione evitando così di incontrare Davide e salì sull’autobus prendendo posto accanto al finestrino; non le dispiaceva andare in giro in pullman anzi si ritrovava spesso a fantasticare sulle persone che sedevano accanto a lei ingannando il tempo. Aprì la borsa per estrarre l’mp3 e si mise all’ascolto poggiando la testa contro il finestrino; si sentiva…emozionata e non vedeva l’ora che arrivasse la sera per far scivolare via quello strato di euforia e paura dalla pelle.
Quando scese dal veicolo affrontando il freddo dell’esterno non si sarebbe mai aspettata il caloroso abbraccio che le riservò Daniela.
 
“Buongiorno!!” trillò la ragazza saltellando “Non puoi capire cosa è successo?”

“Aspetta!!” la bloccò subito Eliana guadagnandosi un’occhiataccia; aveva scoperto che Daniela odiava essere interrotta “Ho freddo e particolarmente bisogno di     qualcosa di caldo quindi entriamo, ti offro una cioccolata calda e poi mi racconti tutto” la compagna di banco si aprì in un sorriso e afferratole il polso la trascinò, letteralmente, all’interno dell’edificio.
Qualche minuto dopo erano sedute sulle loro sedie traballanti con una cioccolata bollente tra le mani.
 
“Hai presente Manuel quello di 4E?” Eliana inarcò un sopracciglio cercando di ricollegare il nome ad un viso ma dovette scuotere la testa “Lo immaginavo, comunque mi ha invitato alla sua festa sabato sera”

“E quindi?”
 
“Quindi io e te sabato sera andiamo ad una fiesta!!!”
 
“Non credo che riuscirò a venire” mormorò abbassando lo sguardo e mordendosi il labbro. Davide era tremendamente geloso di lei e sicuramente non l’avrebbe mai fatta uscire per andare a divertirsi, con dei ragazzi specialmente “Mio…padre non sarebbe d’accordo” mormorò marcando con astio la parola padre.
 
“Potresti dirgli che vieni a dormire a casa mia” in cuor suo Eliana sperò che fosse tutto così facile ma conoscendo il soggetto era sicura che avrebbe passato ore sotto casa di Daniela per controllarle. Le stava letteralmente rovinando la vita...
Il suono della campanella sospese la questione lasciando però Eliana con l’amaro in bocca a trattenere disperatamente le lacrime “Senti Ely mi dispiace se ho detto qualcosa di sbagliato io…mi sto affezionando sul serio a te. Non voglio vederti così triste, sarà per la prossima” Daniela la abbracciò all’uscita della scuola e la ragazza non riuscì a trattenere le lacrime.

“A..anch’io mi sto affezionando a te e  mi dispiace così tanto”
 
“Non preoccuparti su, fammi un bel sorriso” Eliana ridacchiò asciugando il viso con le mani e le sorrise “Aaaaspetta!!” quasi lo urlò Daniela con uno strano scintillio negli occhi “Sbaglio o oggi ti vedi con Federico?!”
“Shhh ma sei impazzita!?” le intimò chiudendole la bocca con la mano “Si, oggi vado a casa di Federico. Perché?”

“Devi assolutamente indossare qualcosa di decente quindi ora passi da me e ti presto qualcosa di mia sorella. Ti andrà sicuramente” Eliana stava per ribattere ma l’arrivo dell’autobus e il gesto dell’amica di chiudere la bocca come se fosse una zip la fermarono.
 
Infondo che male c’è?
 
Prese posto accanto a Daniela in autobus la quale iniziò a tirarle i capelli cercando una soluzione al groviglio di nodi che il vento aveva formato nelle sue ciocche corvine.
La casa di Daniela aveva un’atmosfera che sapeva di…famiglia, calore e amore. La madre, una donna dal sorriso radioso, le accolse calorosamente invitando persino Eliana a restare per pranzo.

“Mi spiace signora non posso. La ringrazio comunque”
 
“Oh tesoro non preoccuparti le amiche di Daniela sono sempre ben accette in famiglia. Solo non chiamarmi signora mi fa sentire vecchia, Giulia basterà”

“D’accordo Giulia” Eliana le sorrise e seguì Daniela in camera sua “Niente di striminzito o troppo colorato” mormorò sedendosi sul letto a una piazza e mezza dalle lenzuola azzurro pallido.

“Lascia fare a me” Daniela si infilò letteralmente nell’armadio della sorella e ne tirò fuori una splendida maglietta larga con motivi floreali, un paio di pantaloni neri ultra aderenti e, dopo aver saltellato in giro per la stanza, tornò con una borsa grigia e un paio di stivaletti talmente alti da sembrare più un arma contundente che un paio di scarpe “Che ne dici? Questi con una giacca nera e una sciarpa…Sono un genio della moda” si auto elogiò la mora sventolando i vestiti sotto gli occhi di Eliana.
 

“Dico che la maglietta e la borsa vanno bene ma quei pantaloni mi faranno sembrare enorme e quelle scarpe, non credo di saperle indossare senza rompermi una caviglia”
 
“Ma dai! Se piastri i capelli e ti trucchi un po’ sarai favolosa”

“Daniela io devo andare a studiare non a rimorchiare”
 
“Come sei pesante. Dammi retta per una volta” ridacchiò accompagnandola alla porta.

“D’accordo ma se mi rompo una caviglia è colpa tua”

“Si si ciao”
 
“Ciao”

*****
 
Continuava a battere il piede sul marciapiede facendo avanti e indietro; i tacchi le facevano male e nonostante la giacca, il cappello e la sciarpa continuava a battere i denti per il freddo.
Più di una volta il pensiero che fosse stata solo una presa in giro l’aveva sfiorata facendola sentire stupida e fuori luogo; se non si fosse presentato il giorno dopo a scuola gli avrebbe staccato un orecchio a morsi. Aveva appena dato un calcio ad un sassolino per la frustrazione quando un auto parcheggiò di fronte casa sua.
 
“Sono in ritardo scusami” Eliana alzò lo sguardo verso Federico decisa a fulminarlo e strappargli veramente l’orecchio invece dopo averlo osservato un attimo iniziò a ridere portandosi una mano alla bocca “Che succede?”
 
“Hai…uno sbaffo di cioccolato…sulla guancia” annaspò in cerca d’aria per le troppe risate mentre Federico sbarrava gli occhi e si passava la mano sulla guancia sinistra “No l’altra”

“Cavolo! L’ho tolto?” la ragazza scioccò la lingua decisa a prenderlo in giro e salì in macchina dal lato del passeggero “Brutta str…”
 
“Ehi! Stavo solo scherzando, vieni qui” lui la seguì in macchina ringhiando e la osservò bene,  forse per la prima volta da tre anni “Ho qualcosa che non va?” Eliana si sentì avvampare sotto lo sguardo bruciante del ragazzo e maledisse Daniela per averla convinta ad indossare quei pantaloni aderenti.
 
“N-no perché?”

“Mi hai…Niente” si sporse e gli pulì la guancia con un tovagliolo rabbrividendo leggermente “Ora sei pulito” non parlarono molto per il resto del viaggio; lei troppo imbarazzata dalla situazione lui...lui pensava a lei e si dava dello stronzo per il modo in cui il suo cuore aveva reagito vedendola ridere.

“Non c’è nessuno in casa, ti dispiace?”
 
“N-no, non preoccuparti” Federico le sorrise, forse troppo gentilmente, e la condusse in camera sua.

“Scusa per il disordine ma questa stanza è offlimits per tutti…eccetto me ovviamente” e ridacchiò pronto a sputare una delle sue solite frasi da stronzo “non vorrei mai trovassero mutandine e preservativi...”
 
“Sei un maiale” le fece un inchino e si sedette sul letto “Non preoccuparti le lenzuola sono state cambiate stamattina”

“Le hai cambiate tu?”

“Sono un ragazzo dalle mille sorprese. Allora che si fa?”
 
“I-io non so” balbettò lei prese in contropiede.

“Direi che per prima cosa dovresti toglierti la giacca” Eliana annuì e se la sfilò rabbrividendo leggermente “Se hai freddo posso accendere il riscaldamento”
 
“Se non ti dispiace” lui fece un gesto della mano e si alzò per regolare la temperatura “Molto meglio grazie. Direi che dovremmo provare…”

“Mmh iniziamo? La scena del balcone?”

“D’accordo” Federico sospirò e chiuse gli occhi privando Eliana del suo sguardo
Ma, piano! Quale luce spunta lassù da quella finestra? Quella finestra è l'oriente e Giulietta è il sole! Sorgi, o bell'astro, e spengi la invidiosa luna, che già langue pallida di dolore, perché tu, sua ancella, sei molto più vaga di lei” le iridi color della pece del ragazzo, il tono della sua voce e la dolcezza con la quale le parole scivolarono dalla sua bocca fecero sussultare il cuore della ragazza “Non esser più sua ancella, giacché essa ha invidia di te. La sua assisa di vestale non è che pallida e verde e non la indossano che i matti; gettala. E' la mia signora; oh! è l'amor mio!Oh! se lo sapesse che è l'amor mio! Ella parla, e pure non proferisce accento: come avviene questo? E' l'occhio suo che parla; ed io risponderò a lui. Ma è troppo ardire il mio, essa non parla con me: due fra le più belle stelle di tutto il cielo, avendo da fare altrove, supplicano gli occhi suoi di voler brillare nella loro sfera, finché esse abbian fatto ritorno. E se gli occhi suoi, in questo momento, fossero lassù, e le stelle fossero nella fronte di Giulietta? Lo splendore del suo viso farebbe impallidire di vergogna quelle due stelle, come la luce del giorno fa impallidire la fiamma di un lume; e gli occhi suoi in cielo irradierebbero l'etere di un tale splendore che gli uccelli comincerebbero a cantare, credendo finita la notte.
Guarda come appoggia la guancia su quella mano! Oh! foss'io un guanto sopra la sua mano, per poter toccare quella guancia!”
Era bloccata; non riusciva a capacitarsi di quanto fosse bravo e di come le sue parole facessero vibrare corde della sua anima persino a lei sconosciute “Ehi dovresti dire Ohimè”

“Ah-ah cioè si scusami”

“D’accordo andiamo avanti….Essa parla. Oh, parla ancora, angelo sfolgorante! poiché tu sei così luminosa a questa notte, mentre sei lassù sopra il mio capo come potrebbe esserlo un alato messaggero del cielo agli occhi stupiti dei mortali, che nell'alzarsi non mostra che il bianco, mentre varca le pigre nubi e veleggia nel grembo dell'aria”

“O Romeo, Romeo! Perché sei tu Romeo? Rinnega tuo padre; e rifiuta il tuo nome: o, se non vuoi, legati solo in giuramento all'amor mio, ed io non sarò più una Capuleti…È orribile, vero?”

“No, solo…dovresti dirlo come se fossi innamorata di me. Come se la mia sola presenza riuscisse a far volare la tua anima e i miei baci ti incendino. Devi dirlo guardandomi come se fossi la cosa più importante per te, perfino più importante dell’aria…” dicendo questo Federico si era avvicinato e le stava accarezzando il polso lasciato libero dalla maglietta con il pollice facendola rabbrividire “..come se fossi la tua unica ragione di vita” i loro nasi si sfioravano e le guance di Eliana si imporporarono velocemente quando il respiro di lui si confuse col suo “Riprendiamo” la ragazza sospirò per l’allontanamento repentino di lui e si costrinse a riprendere il controllo del proprio cuore impazzito.

Non può farmi questo effetto!!

 
 
 

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Capitolo 6
*** Tutti sono pieni di lividi... ***



Aiutami a non avere paura del buio..

Buuuuuooooonasera!!!
Questa storia mi prende sempre di più e spero che stia succedendo anche a voi :) Nuovo capitolo situazione un po’ particolare ma non vi svelerò nulla. Ho ritardato solo di un giorno ma ieri mi è stato impossibile postare causa mal di testa, temporale e storia da studiare quindi oggi appena ho avuto un po’ di tempo mi sono fiondata a scrivere e questo è quello che ne è venuto fuori ;). Spero vi piaccia, lo spero tanto.
 
Un bacione a _Raven_ che continua a dimostrarmi il suo apprezzamento, ti adoro <3, e a PATATINAFRITTA che ha recensito per la prima volta questa ff e che spero mi farà sapere ancora cosa ne pensa. Mi scuso se ci saranno degli errori ma scrivo d’impulso e quindi può darsi che mi scappi qualcosa.
Grazie mille a tutti quelli che hanno letto e dedicato un po’ di tempo a questa ff in particolare ai 13 che l’hanno inserita nelle seguite e i 6 che l’hanno inserita tra le preferite; siete pochi ma mi rendete immensamente felice e vi ringrazio per esserci.
Grazie anche a che mi ha inserito tra gli autori preferiti, non me lo sarei aspettato mai e poi mai.
Un bacione immenso, spero di non deludervi, e che mi facciate sapere cosa ne pensate.
Maddalena <3
Ps: mi farebbe piacere se ascoltaste questa canzone mentre la leggete, io l’ho fatto mentre scrivevo e ringrazio la mia poppettina Sara, anche se non lo leggerà mai, per avermela consigliata.

http://www.youtube.com/watch?v=j2WWrupMBAE

Capitolo 6
 

Le lacrime non significano che stai perdendo, tutti sono pieni di lividi...



Eliana continuava a rigirarsi inquieta fra le coperte del suo letto senza riuscire però ad addormentarsi. Dopo quel quasi bacio Federico era diventato freddo come al solito limitandosi a pronunciare la parole scritte sul libro senza intensità né emozione evitando persino di incrociare il suo sguardo. Eliana non riusciva a spiegarsi il perché eppure era delusa dal suo comportamento.

Si sta forse divertendo alle mie spalle? È tutto un gioco e io ci sto cadendo come una stupida?

Sospirò pesantemente e allungò un braccio per accendere la lampada mettendosi poi a sedere al centro del letto. Avrebbe voluto alzarsi e raggiungere il pian terreno ma aveva paura che Davide la sentisse e la punisse pensando che lei volesse scappare, magari per raggiungere gli amici; amici che lei non aveva. Rabbrividì al solo pensiero di quello che avrebbe potuto farle e si rinfilò sotto le coperte cercando di combattere il gelo della sua camera e la pelle d’oca formatasi per la paura. Non si accorse neanche di essersi addormentata fin quando il trillo della sveglia non la fece sobbalzare; si alzò dal letto e ripetè la sua routine quotidiana approdando in cucina vestita e profumata.

“Buongiorno” mormorò e si avvicinò a sua madre per baciarle una guancia e stringerla forte tra le sue braccia; Romina non parlava mai ed era raro anche solo che aprisse bocca per salutarla.

“Buongiorno” e infatti la voce che le diede il primo saluto quel mattino non fu quella della dolce e fragile donna che stringeva fra le braccia bensì quella del carnefice della reale Romina “Non vieni a salutarmi cucciolotta?” e rise lasciandosi cadere sulla sedia. Eliana si voltò verso di lui e sospirò avvicinandosi per lasciargli un bacio sulla guancia con la speranza di potersi allontanare il prima possibile “Ehi dove vai? torna qui!!”quello che all’inizio sembrava il tono di derisione  che spesso adottava si trasformò nel tono freddo e autoritario di un ordine. Appena gli arrivò vicino Davide alzò una mano e le sfiorò la guancia e il collo prima di stringerle un seno fra i palmi lasciandola boccheggiante per il ribrezzo e lo stupore “Mmh diventi sempre più sexy bambina” la ragazza provò a scostarsi ma lui le afferrò un polso obbligandola a sedersi sul tavolo della cucina; Eliana sentì a malapena i singhiozzi della madre e i suoi passi che si allontanavano “Sai che tutto questo è mio vero?” le chiese facendo scivolare le mani sui fianchi. Eliana rimase ferma incapace persino di respirare ma quando provò a scendere oltre i pantaloni si scostò bruscamente e scese dal tavolo in lacrime e tremante “Lo sai??!!” Davide le si avvicinò con gli occhi allargati per la rabbia e le diede un ceffone così forte che il suono risuonò per tutta la stanza “Allora??!!” ringhiò afferrandole il collo sottile tra le mani.

“S-si” mormorò Eliana tentando di divincolarsi dalla sua presa e per fortuna lui la lasciò.

“Sbrigati hai scuola” la ragazza si passò una mano scossa dai tremiti alla gola e scappò al piano di sopra. Lavò il viso e sistemò il trucco scegliendo una sciarpa per nascondere i lividi che sicuramente le sarebbero comparsi dove le mani di Davide avevano fatto pressione. Trattenne le lacrime per tutto il viaggio verso scuola ma quando da lontano vide Federico ridere e scherzare con i suoi amici non ce la fece più e si chiuse in bagno.

Io non sono la persona adatta a lui!!Non sono adatta a nessuno!Si ammonì mentre i singhiozzi si facevano più forti e la vista si annebbiava.
Riprese i sensi quando una luce forte le infastidì le palpebre ancora chiuse e confusa aprì gli occhi scorgendo l’infermiera della scuola che la fissava preoccupata.

“P-perché sono qui?” chiese passandosi una mano sul collo per fortuna ancora coperto dalla sciarpa.

“Una ragazza ti ha trovato in bagno svenuta, era così spaventata, così un ragazzo ti ha preso in braccio e ti ha portato qui. Allora piccola come ti senti?” le si avvicinò reggendo un bicchiere in una mano “Non c’è nulla tranquilla è solo acqua” con le mani tremanti afferrò il bicchiere e ne bevve una lunga sorsata sentendosi finalmente meglio “Allora come va?”

“B-ene” mentì sentendo lo stomaco che si attorcigliava al ricordo delle mani di Davide sul suo corpo che la toccavano e rabbrividì sentendo gli occhi diventare lucidi.

“Ne sei sicura cara? Problemi in classe?”

“N-o”

“Allora un ragazzo?” Eliana scosse ancora il capo e bevve l’acqua “A casa?” gli occhi le si allargarono e la bocca le si aprì in un urlo muto.

“NO!! Assolutamente, va tutto bene. Ho mangiato poco in questo periodo sarà per questo” mentì ancora una volta e abbassò il viso “P-potrei sapere chi..mi ha port-portato qui?”

“Un ragazzo di 4 se non sbaglio. Alto, magrolino con i capelli…castano chiaro e gli occhi chiari. Non so dirti chi fosse comunque mi ha detto che sarebbe ripassato alla fine della seconda ora per controllare che fosse tutto ok. Tu resta qui e riposati, vuoi chiamare tua madre?”

“N-no mi sento già meglio” l’infermiera si allontanò canticchiando sommessamente e appena si fu allontanata Eliana si passò le mani sul viso cercando di trattenere le lacrime. Rimase in quella stanza silenziosa per circa una ventina di minuti prima che qualcuno bussasse alla porta.

“Ehm si può?” appena sentì la voce di Federico il cuore le sobbalzò nel petto e si maledisse per il trucco colato e i capelli spettinati “Come stai?” le si avvicinò e si sedette sulla sedia accanto a lei che avvampò di imbarazzo.

“M-meglio, g-grazie” bisbigliò e si mosse inquieta sulla sedia.

“Mi sono così spaventato quando ti ho vista in quel bagno…”mormorò più a se stesso che a lei e le prese una mano gelida tra le sue “Non farlo mai più” Eliana annuì incapace di parlare e intrecciò le dita alle sue , aggrappandovisi come se fosse la sua ancora di salvezza. Non parlarono più ma lei si rilassò ascoltando il suono del suo respiro e il fruscio dei vestiti sulla sedia beandosi del calore del palmo di lui che continuava a stringerla timoroso di sentirla scivolare via, o almeno così sperava. Quella bolla di silenzio e intimità si interruppe quando la donna rientrò e sorrise ai due porgendo una salviettina a Eliana che fino a quel momento aveva dimenticato il suo aspetto disastroso.

“Tieni così puoi ripulirti il viso” e si allontanò di nuovo ridacchiando. A malincuore Eliana sciolse la presa dalle dita di lui e si passò la salviettina sul viso.

“A-spetta faccio io” lui le sfilò il fazzoletto dalle mani e ripulì piano il viso indugiando con lo sguardo sulle labbra di lei che si sentiva fremere per l’aspettativa “Eliana..”bisbigliò lui prendendole il viso tra le mani disegnando poi, con i pollici, dei cerchi sulle guance di lei “tu non sei come le altre” sussurrò facendo scivolare via le mani dalla sua pelle e alzandosi.

“Vieni ti accompagno in classe” le porse la mano e Eliana ancora intontita dalle parole di lui la prese e lo seguì in corridoio. Quando perse per un attimo l’equilibrio lui le passò un braccio intorno alle spalle e la sorresse mentre lei pensava che mai come in quel momento si era sentita al sicuro “Eccoci. Sicura di non voler tornare a casa?”

“Si grazie ce la faccio. Mi dispiace se ti ho giudicato male” lui fece spallucce e le passò poi la mano tra i capelli facendola rabbrividire.

“Ci vediamo?” lei annuì e si sorprese quando le labbra calde di lui le sfiorarono una guancia indugiando sulla pelle e permettendole di respirare il suo profumo e godersi il calore del suo corpo “Ciao Eliana”

“C-ciao” lui si allontanò facendole un ultimo cenno con la mano lasciandola con gli occhi spalancati e il sorriso sulle labbra.

Qualche secondo dopo riuscì a uscire dallo stato vegetativo e bussò alla porta facendo capolino in classe; tutto si sarebbe aspettata fuorché gli abbracci e le facce preoccupate dei suoi amici che facevano a turno per chiederle come stava. L’abbraccio che le scaldò il cuore però fu quello di Daniela che con le lacrime agli occhi la strinse forte bisbigliandole all’orecchio quanto era stata preoccupata. Persino la professoressa Pennetti le rivolse un sorriso, il primo da anni, e le chiese come si sentiva.

“Mi spieghi cosa cavolo ti è successo?” Daniela l’aveva trascinata alle macchinette e insieme avevano ordinato una cioccolata calda “Sono stata così in pensiero” Eliana le sorrise felice e le baciò una guancia prima di affondare il viso nella sua sciarpa ancora impregnata del profumo di Federico.

“S-sono svenuta in bagno e..Federico mi ha portato in infermeria. Non è stato nulla di grave sul serio”

“Per for…Aspetta, quel Federico?” Eliana arrossì aprendosi in un sorriso e seguì l’amica fino alle scale “Tu non me la racconti giusta, inizia da ieri sera”

“Ma non è successo nulla abbiamo solo parlato e…non so, credo che ci stessimo per baciare mentre provavamo ma lui si è ritirato e oggi mi ha tenuto per mano in infermeria e mi ha aiutata a togliere il mascara colato dalla guancia e…”

“ E cosa?”

“Mi ha detto che io non sono come le tante e prima di andarsene mi ha baciato un guancia” Eliana sospirò prendendo una lunga sorsata di cioccolato.

“Solo? Tu ti sei esaltata per un quasi bacio e uno sulla guancia?”

“Si perché?” la ragazza si sentì ferita dalle parole dell’amica e desiderò poter tornare indietro e non dirle nulla.

“Sei fortunata..” bisbigliò Daniela e le passò un braccio intorno alle spalle “è da una vita che non mi emoziono per cose così semplici e dolci. Mi manca l’amore quello vero”

“Oh, Danny” Eliana tentò di abbracciarla ma lei si limitò ad alzare le spalle e incamminarsi.
******
Al suono della campanella dell’ultima ora l’euforia di Eliana si spense improvvisamente e il suo corpo si irrigidì; avrebbe rivisto sicuramente Davide e chissà cosa sarebbe potuto accadere. Senza rendersene conto si portò la mano al collo e la fece scivolare fino alla guancia dove si erano posate le labbra di Federico sospirando.

“Andiamo?” Daniela le indicò la porta e insieme si avviarono all’uscita dove Eliana sentì il respiro mozzarsi in gola quando vide Federico accanto alla moto con due caschi tra le mani. Per un secondo la sfiorò il pensiero che aspettasse lei ma poi la ragione ritornò in un botto con gli schiamazzi delle tre oche alle sue spalle. L’amica le sorrise quando passarono accanto a Federico che afferrò il polso di Eliana e la fece voltare.

“Posso accompagnarti?Ti prometto che vado piano” Eliana tentennò poi quando Daniela le mimò un si sorrise e afferrò il casco “Pronta?” le sussurrò lui aiutandola a salire e solo mentre si allontanavano la ragazza potè vedere le pupille sgranate delle tre Barbie ferme all’ingresso in particolare di Antonella. Si strinse al corpo di lui poggiando la testa sulla sua spalla coperta dalla giacca di pelle e si sentì immensamente felice.

“Non portarmi a casa!!” urlò cercando di farsi sentire nonostante il rombo della moto.

“Cosa?”

“Non portarmi a casa!! Vengo con te, ovunque tu vada” si strinse ancora un po’ a lui e decise che da quel momento in poi avrebbe lottato.
 

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Capitolo 7
*** Battito d'ali ***


Aiutami a non avere paura del buio..

Buon pomeriggio!!
Ho deciso di postare prima, spero ne siate contenti!! Avevo già scritto questo capitolo ma ho avuto problemi con il computer e ogni mio singolo file è andato perduto, persino la nuova ff di cui avevo pubblicato un solo capitolo. Perdonatemi se questo capitolo non sarà il massimo, credetemi non vorrei mai e poi mai deludervi. Spero di non essere scontata e non fidatevi delle apparenze perchè la situazione si complicherà nei prossimi capitoli.
Grazie ai 9 che hanno inserito questa ff nelle seguite, i 20 che l'hanno inserita nelle seguite e i 2 nelle ricordate.

Grazie a _Raven_ per il suo immenso supporto che oltre ad essere la lettrice che ogni "autore" vorrebbe avere è anche una scrittrice fantastica; vi consiglio di leggere le sue ff non ve ne pentirete sono stupende. Grazie a Reiko per aver recensito, il tuo supporto è prezioso <3, _Jamila_ per i tanti complimenti che non credo di meritare e Erratic Element per aver recensito il terzo capitolo.

Grazie anche a tutti quelli che hanno semplicemente letto, spero vi sia piaciuta almeno un pò.
Un bacione a tutti
Maddalena



Capitolo 7

Il battito d'ali di una farfalla può provocare un uragano dall'altra parte del mondo...




Federico parcheggiò davanti al cancello di casa sua e l’aiutò a scendere dalla moto precedendola poi lungo il viale acciottolato che portava all’ingresso principale.

“Fa freddo” esclamò Eliana dandosi mentalmente della stupida per quell’uscita fuori luogo.

“Già credo che fra un po’ inizierà a piovere” lui armeggiò nella tasca dei pantaloni tirandone fuori le chiavi e aprì la porta principale. La prima cosa che Eliana notò fu come l’arredamento sobrio rendesse quel semplice spazio elegante e luminoso.

“Fede sei tu?!!” una voce femminile li raggiunse da una porta chiusa facendo irrigidire entrambi: Eliana aveva quasi dimenticato che potesse esserci la sua famiglia.
 
“Si mamma sono appena arrivato” Federico si voltò verso Eliana e la aiutò a sfilarsi la giacca; le si mozzò il respiro quando le loro dita si sfiorarono e il petto di lui si poggiò leggermente contro la sua schiena.

“Tesoro…” una donna dai capelli biondo cenere e gli occhi grigio antracite sbucò dalla porta sulla sinistra facendo scostare Federico e arrossire la ragazza “Oh scusate, non sapevo avessimo ospiti. Io sono Beatrice, sua madre” le porse la mano dalla manicure perfetta e Eliana si sentì andare ancora di più a fuoco per il suo aspetto semplice e trasandato.

“I-io sono Eliana, piacere” borbottò stringendosi nelle spalle.

“Sei la sua ragazza?” indicò Federico col capo che le scoccò un’occhiataccia.

“No” rispose improvvisamente  glaciale“Io vado di sopra a posare le borse..” si allontanò lungo le scale e probabilmente non si accorse del profondo sospiro della madre.
 
“Se hai bisogno del bagno ce n’è uno in fondo al corridoio sulla sinistra” detto questo la donna si voltò e tornò in cucina. Dopo aver aperto due porte la ragazza raggiunse finalmente il bagno, districò i capelli e lavò con abbondante acqua e sapone le mani. Passò qualche minuto ad osservarsi allo specchio per tranquillizzarsi ma quando le sue mani scostarono leggermente la sciarpa rivelando quattro chiazze a forma di dita ai due lati della gola il suo corpo tremò. Uscì dal bagno e raggiunse la cucina dove ad attenderla c’era Beatrice appoggiata al bancone della cucina che le sorrise “Sono felice che Federico ti abbia portato qui oggi; con te sembra tornare quello che era un tempo”

“In che senso?” domandò giocherellando nervosa con le dita.

“Dopo la morte di suo padre è diventato un altro..” Eliana si irrigidì completamente smettendo perfino di respirare.

“La m-orte di…” balbettò cercando di regolarizzare il respiro; non avrebbe mai immaginato una cosa del genere.

“Non te l’ha detto?”

“Detto cosa?” Federico stranamente sorridente entrò in cucina accarezzando lievemente i capelli di Eliana “Ti senti bene?” commossa per quel gesto lei si limitò ad annuire.
 
“Parlavamo dei tuoi piatti preferiti ora sedetevi è pronto” L’inizio del pranzo fu caratterizzato dal silenzio rotto solo dal tintinnare delle posate nei piatti e dei bicchieri “Allora Eliana in che classe sei?”
 
“Terza”

“Oh quindi hai un anno meno di Federico. E come vi siete conosciuti?”

“Stiamo lavorando a un progetto su Romeo e Giulietta” rispose lui prendendo un sorso di Coca cola “Comunque, dopo devi lavorare?”

“Si ho il turno nel pomeriggio”

“Vuoi un passaggio? Posso darti uno strappo prima di accompagnare Eliana a casa”

“Non ce n’è bisogno, ho appuntamento in autobus con Giorgia per sistemare alcune cose sul bilancio, grazie lo stesso tesoro” terminarono di mangiare chiacchierando del lavoro di Beatrice in un negozio d’abbigliamento poi Eliana si offrì di lavare le stoviglie “Tranquilla posso farlo io”

“La prego è stata già troppo gentile con me tanto non mi pesa lo faccio sempre a casa” Beatrice sbuffò sorridendole e la ringraziò prima di uscire per andare al lavoro. Eliana aveva appena iniziato a sistemare quando Federico la raggiunse passandole un braccio intorno alla vita“Mi hai spaventata”

“Scusa” bisbigliò lui sfiorandole la guancia con la punta del naso.

“Ma che fai?” ridacchiò Eliana scostandosi leggermente; non voleva ammetterlo ma quelle piccole attenzioni le piacevano.

“Mi piace vederti nella cucina di casa mia” rispose lui facendo spallucce e le si avvicinò con uno strano sorrisetto sul viso “ E poi volevo fare questo..” erano ormai a due centimetri uno dall’altro quando infilò la mano nel lavandino e le bagnò la maglietta.

“Sei…Questa è guerra” iniziarono a lanciarsi l'acqua bagnando l’intero pavimento della cucina oltre ai loro vestiti e i capelli. Ridevano e si divertivano come bambini mentre cercavano di scansare gli schizzi d’acqua e la ragazza si accorse per la prima volta di quanto fosse ancora più luminoso il viso di Federico quando era rilassato. Eliana aveva appena raggiunto la porta del salotto quando un tonfo alle sue spalle la obbligò a voltarsi; lui era disteso sul pavimento intento a massaggiarsi la testa dopo la caduta e la ragazza non riuscì in alcun modo a trattenere una risata “Oh mio dio” si appoggiò allo stipite della porta massaggiandosi la pancia nel vano tentativo di calmarsi e non arrivare a piangere dalle risate.

“Ahah è bello ridere delle disgrazie altrui” rispose leggermente acido smorzando la risata di lei che subito si sentì in colpa.

“Scusa” mormorò porgendogli la mano “Dai ti aiuto” non fece neanche in tempo a finire la frase che si ritrovò stesa sul corpo di lui con un ginocchio tra le sue gambe “Oddio!!” boccheggiò cercando di riprendersi dallo spavento “Sei impazzito?” Federico si irrigidì improvvisamente sotto di lei quando i loro occhi si incontrarono.

“Credo..”sospirò portando una mano dietro la nuca di lei per avvicinare di più i loro volti “..di essere impazzito” e colmò la distanza tra le loro labbra intrappolando l’ansito di sorpresa di lei. Inizialmente Eliana rimase ferma, troppo stupita anche solo per ricambiare il bacio, poi si lasciò andare poggiandosi completamente contro il petto di lui; erano solo baci a stampo ma per il corpo di lei sembravano scariche elettriche che rischiavano di mandarla in corto circuito. Pensò che quella non era la situazione che aveva immaginato per il “loro” primo bacio e quel pensiero la scioccò,perché si rese conto che infondo aveva realmente desiderato che lui la baciasse,forse con ancora più passione di quanta le stesse mostrando. Si accorse del cambio di posizione solo quando si ritrovò schiacciata dal corpo caldo di lui in contrasto col freddo delle mattonelle ma non le importò: Federico la stava baciando. Le mani di lui correvano frenetiche sul suo corpo come se non avesse abbastanza tempo per sentire tutto e le labbra sembravano voler divorare le sue. Eliana cercò di approfondire il bacio, sorprendendo se stessa e Federico che spalancò gli occhi e ricambiò iniziando a succhiare e giocare con la lingua di lei mentre le accarezzava la guancia con i pollici. Lei si sentiva come in una bolla d’aria tanta era l’emozione che le stringeva il cuore e presa com’era non si accorse neanche che le mani di lui avevano sfilato la sciarpa rivelando il collo ricoperto di lividi “E-eliana” la ragazza si irrigidì improvvisamente scostandolo in malo modo dal suo corpo e risistemò la sciarpa sotto lo sguardo vitreo di Federico “Cosa sono quei lividi?”

“Non è nulla” sbotto sentendo gli occhi diventare più lucidi man mano che i secondi passavano; Federico si alzò di scatto raggiungendola e provò scostarle di nuovo la sciarpa ma le mani di lei glielo impedirono “Non è nulla”

“Eliana sembra che qualcuno abbia provato a…” la voce si incrinò e le mani che prima stringevano le sue mollarono la presa.
 
“Ti prego non dire nulla” sussurrò Eliana trattenendo si singhiozzi “Non dire nulla” le braccia di lui la avvolsero stringendola al proprio corpo mentre lei si lasciava andare alle lacrime avvolta dal suo calore.

“Mi dispiace” mormorò Federico cullandola. Restarono in piedi al centro della cucina dondolandosi sui talloni avvolti uno tra le braccia dell’altra e dopo qualche minuto lei finalmente si calmò,continuando però a stringere la sua maglietta nel pugno.

“Non parl-parlarne con nessuno ti prego”
 
“Non dirò nulla te lo giuro” rispose lui scostandola per sistemare una ciocca corvina che le era scivolata sul viso “Chi..?”
 
“Non credo di riuscire a parlarne ora”

“Come vuoi” sussurrò lui poggiando nuovamente le labbra su quelle di lei che si strinse a lui cercando di non pensare a nulla se non a quanto le piacesse baciarlo.
 
*********
Sistemarono la cucina nel più completo silenzio osservandosi di tanto in tanto con la coda dell’occhio. Eliana ancora non riusciva a credere che lui l’avesse baciata più di una volta e lo ringraziò mentalmente per aver capito che non era pronta a parlare con lui di Davide. Avevano appena sistemato l’ultima forchetta quando si voltò facendole una breve radiografia: il fatto che si erano baciati non cambiava le cose e lei sperava che avessero entrambi capito la cosa.
 
“Vuoi fare un giro oppure ti riaccompagno semplicemente a casa?”

“N-non so, per me è uguale”
 
“Ti va una cioccolata calda?” Eliana annuì sorridendogli e si affrettò ad indossare la giacca “La borsa torni a prenderla dopo”

“M-ma ho bisogno del portafogli..”lui la guardò perplesso poi sbuffò e chiuse a chiave la porta mentre lei si stringeva nel cappotto per il freddo “Che c’è?!!”
 
“Si congela..” borbottò infilandosi in macchina dal lato del guidatore “Comunque era sottinteso che ti stessi invitando a prendere una cioccolata con me,ergo offro io”

“Perché dovresti offrire tu?”

“Perché voglio farlo!! Dio a volte sei proprio pesante” mormorò mettendo in moto la macchina mentre lei gli faceva la linguaccia e sistemava il cappello bianco affinché coprisse bene le orecchie.
 
“Stupido”
 
“Oh eccola che ritorna! Avanti quale altro complimento hai in serbo per me?” lei rise semplicemente, rendendosi conto che quello che era successo quel pomeriggio non aveva cambiato il loro modo di porsi. Certo Federico le piaceva, forse troppo, ma non era la persona giusta per costruire una relazione poiché avrebbe solo contribuito ad alimentare le sue insicurezze.
 
“Mmmh…in questo momento non ne ho nuovi aggettivi per te nel caso ti farò sapere” Federico strinse le labbra in una smorfia e lei lo trovò estremamente dolce “Sei carino” mormorò senza neanche rendersene conto tappandosi poi la bocca mentre le guance si imporporavano per la vergogna.
 
Maledetta boccaccia!!
Perché? Lo pensi sul serio!!imprecò mentalmente contro la sua coscienza e sospirò.

“Sono bellissimo vorrai dire” disse con aria di superiorità anche se i suoi occhi sembravano tutto fuorché superbi; brillavano come se fosse felice per quel misero complimento.

“No, volevo dire che sei carino quando arricci le labbra” precisò Eliana “Megalomane”
 
“Uuuh un nuovo aggettivo!!” ridacchiò lui svoltando a sinistra. La conversazione si fermò ma non sembrava pesare a nessuno dei due. Eliana continuava a rivivere i baci che si erano scambiati poche ore prima mordendosi il labbro di tanto in tanto per ritrovare il sapore di lui “Eccoci” Federico parcheggiò e dopo aver chiuso l’auto salirono i due scalini di ghisa ed entrarono nel locale. Era piccolo e confortevole con grandi divanetti e un televisore al centro della sala, inoltre le luci soffuse ricreavano un’atmosfera rilassante. Presero posto su un divanetto nell’angolo e lei iniziò subito a sfogliare il menù scegliendo infine una semplice cioccolata alla vaniglia “Quale prendi?”
 
“Cioccolata alla vaniglia” e per poco non rimase a bocca spalancata rendendosi conto che anche le labbra di lui sapevano di vaniglia “T-tu?”
 
“Io alla nocciola” rispose lui stravaccandosi sul divano “Vieni qui” le disse dopo un po’ facendole segno di avvicinarsi e appoggiarsi a lui. Semi abbracciati con le loro cioccolate tra le mani passarono il pomeriggio guardando Chi vuol essere milionariorispondendo alle domande del quiz mentre Eliana cercava in ogni modo di ignorare gli sguardi rivolti a Federico delle ragazze presenti nel locale. Circa un’ora dopo parcheggiò poco lontano da casa sua e il cuore di lei schizzò in gola per la consapevolezza che quella giornata lontano dalla realtà era finita “Ci vediamo?” le domandò mentre lei sistemava la borsa sulle spalle e sbloccava la cintura.

“Mmh”
 
“Buonanotte Ely” Federico la sorprese sporgendosi ad abbracciarla e le sfiorò lievemente le labbra senza realmente baciarla, come il bacio di una farfalla, privandola poi del calore del suo corpo. Eliana rimase ferma davanti al cancello di casa finché l’auto di lui non svoltò allontanandosi dalla sua vista, poi si fece coraggio ed entrò in casa.

“Buonasera!!” urlò sfilandosi il cappotto poi si fiondò in camera sua, chiuse la porta a chiave, e si stese sul letto sospirando profondamente; dopo qualche minuto si alzò e andò a prepararsi per la notte tornando in camera con i capelli legati in una coda disordinata e il suo pigiama con le pecorelle. Il cellulare vibrò nella tasca e lei si sporse con le dita tremanti pigiando sul tasto destro per leggere il messaggio.

Non so cosa stia succedendo nella tua vita però…scusami. Notte stellina F.” con il sorriso stampato sul viso ricambiò l’augurio e si stese sotto le coperte abbracciando il cuscino desiderando di essere ancora accanto a lui.
 
“Buonanotte Fede..”

 

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Capitolo 8
*** If you hate me ***


Aiutami a non avere paura del buio..


Buon pomeriggio a tutti!! 
Mancano pochi giorni alle vacanze di Natale e io non vedo l'ora, yuppi!! Sono in ritardo di un solo giorno ma questo capitolo per me è stato peggio di un parto tra mio padre che occupava sempre il pc, le interrogazioni e la febbre :( non ho proprio avuto tempo per dedicarmi alla ff. Oggi, dopo aver terminato il libro che sto leggendo :), ho cominciato a scrivere questo capitolo; non mi sembra nulla di eccezionale, come tutto ciò che scrivo infondo, ma spero di non deludervi.

Grazie anche ai 10 che hanno inserito la ff nelle preferite, i 3 che l'hanno inserita nelle ricordate e i 22 che l'hanno inserita nelle seguite.

Ringrazio tutti quelli che hanno letto in particolare Reiko, Erratic Element e _Raven_ , grazie mille per tutto.
Un bacione, spero vi piaccia almeno un pò.
Maddalena <3

 

 

          Capitolo 8

I don't really care about if you hate me, if you love me....
 

Quella mattina Eliana non sentì la sveglia così quando aprì gli occhi i raggi del sole facevano già capolino dalle nuvole grigie e cariche di pioggia; per la prima volta l’aria cupa che precede i temporali non rispecchiava l’animo della ragazza e si sorprese a desiderare un bella giornata primaverile. Lavò il viso con abbondante acqua calda, legò i capelli in una coda alta e passò un filo di matita. Indossò in fretta una felpa viola, larga ed estremamente comoda, i suoi adorati jeans e un paio di stivaletti. Dopo una corsa di qualche minuto, col il cuore in fibrillazione, le gambe deboli e il respiro pesante raggiunse la fermata dell’autobus proprio mentre questo arrivava. Per fortuna trovò un posto a sedere sospirando di sollievo e rilassandosi contro lo schienale per riprendere fiato; non aveva mai corso così veloce ed era sicura che il giorno dopo l’acido lattico le avrebbe impedito persino di camminare. Quando riuscì a scorgere dal finestrino il suo liceo si rese conto di essere…elettrica: le mani le pizzicavano, il cuore aveva accelerato il battito e una fastidiosa fitta di speranza  le stringeva lo stomaco: speranza in cosa?
L’autobus si fermò dando la possibilità ai ragazzi di scendere. Anche Eliana si alzò velocemente pronta a catapultarsi fuori ma non aveva fatto i conti con il tremolio delle sue ginocchia, dovuto alla corsa,che cedettero. Sarebbe sicuramente volata sul marciapiede se qualcuno non l’avesse sorretta abbracciandole la vita e rimettendola in piedi. Il suo primo pensiero fu quello di scostarsi velocemente ma infondo l’aveva salvata da una figuraccia e che quel gesto sarebbe sembrato scortese.  Era sicuramente un ragazzo visto la statura e il profumo speziato e Eliana si sentì avvampare per l’imbarazzo.

 “Tutto bene?” le chiese allontanandola leggermente e quando si voltò la lingua le restò incollata al palato: un ragazzo dai capelli castani, gli occhi azzurri e il sorriso dolce le stava davanti tenendole una mano su un fianco, che sembrava bruciare per quel leggero contatto.

 “S-si grazie mille”

 “Figurati” le sorrise di nuovo e allontanò la mano dal fianco di lei per presentarsi “Io sono Antonio, mi sono trasferito oggi”

“Eliana, piacere” strinse la mano di lui maledicendosi per il brivido che le aveva attraversato la schiena.

 “Eliana...”mormorò come se stesse assaporando il suo nome e le sorrise di nuovo “Ti dispiacerebbe aiutarmi? Sono completamente spaesato” rise, passandosi una mano nei capelli che però restarono perfettamente ordinati. Eliana lo osservò,incredula che un ragazzo così si fosse rivolto a lei; nonostante l’altezza e il fisico asciutto infatti sembrava passasse molto tempo ad allenarsi.
 
“D’accordo” rispose facendo spallucce e iniziò a camminare con lui che la seguiva “Da dove vieni?”

“Sono di Napoli. Si sente dall’accento vero?” lei lo osservò ridacchiando e gli sorrise “È  come un marchio di fabbrica”
 
“Non è così male” borbottò sistemando lo zaino “Infondo è una caratteristica che ti rende unico, almeno qui”
 
“Non avevo mai visto la cosa sotto questo punto di vista. Comunque la mia classe è la 4E” Eliana si fermò di colpo andando a sbattere contro un’altra ragazza che sorrise al ragazzo di fianco a lei e si infilò in classe “Ehi tutto…”

“Eliana dov’eri? Ti ho cercata dappertutto!!” la riprese Daniela piombandole davanti “Oh...piacere io sono Daniela”

“Antonio” lui le sorrise e Eliana notò le guance della sua migliore amica imporporarsi, cosa che la sorprese “La tua amica mi stava aiutando a trovare la mia classe, mi sono trasferito pochi giorni fa”

“Oh..” rispose semplicemente lanciando un’occhiata supplice ad Eliana.

“I-io non mi sento molto bene ti dispiace se ti accompagna Daniela?”

“Oh no figurati, mi spiace che tu stia male” le sorrise accarezzandole un braccio mentre lei boccheggiante si scostava leggermente, pronta alla fuga.
 
“A dopo” disse sparendo lungo le scale. Non riusciva più a capirsi: si  ripeteva che era insensato e che non aveva fatto nulla di male ma continuava a sentirsi in colpa come se avesse fatto un torto a Federico. Sedette al suo posto e appoggiò la testa sul banco cercando di dare un senso ai suoi pensieri e al senso di solitudine che sentiva al centro del petto: le mancava Federico. Dopo quel giorno a casa sua non si erano né visti né sentiti tranne per il giovedì pomeriggio in cui lui la chiamò per dirle che era malato e non si sarebbero potuti vedere per provare. Eliana sentiva un magone all’altezza del cuore e sapeva che quel senso di bisogno che iniziava a provare per Federico era qualcosa di assurdamente sbagliato. Si riprese dalle sue riflessioni quando Daniela la raggiunse raggiante e si sedette accanto a lei sospirando estasiata.

“Mi piace Antonio, cioè lo so che non ci conosciamo per nulla ma..a pelle mi piace”
 
“Bene” borbottò Eliana aprendo il quaderno di matematica “È simpatico, sembra a posto”
 
“Ed è davvero fighissimo. Pensi che potrei piacergli?”
 
“Si perché non dovresti?”

“Mi sembrava tanto preso da te”mormorò delusa Daniela giocherellando con una ciocca di capelli; Eliana avvampò e iniziò a tossire sorpresa dalle parole dell’amica.

“Ma che dici? Non ci conosciamo neanche!”
 
“Sono troppo grassa, devo dimagrire”

“Daniela” la ragazza le prese le mani tra le sue e le strinse forte “Tu sei bellissima così come sei e sono sicura che Antonio se ne accorgerà, altrimenti peggio per lui” le sorrise e la abbracciò “Non cambiare ciò che sei per una persona, non c’è nulla di peggio” l’arrivo della professoressa mise fine alla questione e Eliana si sentì più leggera nel rivedere il sorriso sul viso dell’amica. All’intervallo uscirono dalla classe e si diressero al distributore dove Antonio chiacchierava con una sua nuova compagna di classe Martina, una splendida inglese dai capelli biondo cenere e gli occhi azzurri bassa e mingherlina. Il ragazzo appena le vide parlottò con la bionda che si allontanò sculettando e le raggiunse.

“Ciao ragazze!!” le salutò sorridendo “Ti senti meglio?”
 
“Si grazie” borbottò Eliana ordinando una cioccolata calda “Ti piace la nuova classe?”
 
“Abbastanza, i ragazzi sono simpatici e alcune ragazze sono molto carine” Daniela si rabbuiò e sospirò “Anche se non sono il mio tipo” le due annuirono e dopo aver bevuto le loro cioccolate si sedettero all’ingresso “Voi conoscete un certo Russo? Oggi era assente”
Eliana avvampò improvvisamente e deglutì stringendo tra le mani la zip del giubbotto.

“I-io lo conosco” rispose infine sospirando.

“Oh deve essere molto popolare visto che tutti quanti nella mia classe han detto che non vedono l’ora di farmelo conoscere”al suono della campanella il trio sobbalzò e si affrettò a rientrare nelle proprie classi. Eliana sapeva che Federico aveva molti amici ma fino a quel momento non aveva mai pensato a tutte le belle ragazze della sua classe e si sorprese a provare gelosia. Il cellulare vibrò nella sua tasca e lei si affrettò a prenderlo con il cuore in gola.

“Ehi” bisbigliò l’amica avvicinandosi a lei “che succede?”
 
“N-niente, un sms” illuminò lo schermo e il cuore le balzò in gola quando lesse il mittente del messaggio.
 
Ehi stellina come va?
È una vita che non ci sentiamo :( Se  ti va domani possiamo provare insieme? Fammi sapere l’ora tanto sono relegato in casa.
Un bacione
F.

 Ciao!! Finalmente stai meglio, sono contenta :)
Per me va bene, alle 17.00?
Un bacione
Eliana

Eliana si affrettò a rispondergli attenta a non farsi scoprire dalla professoressa e appoggiò la fronte sul banco.

*****

Continuava a darsi dell’imbecille mentre osservava il suo riflesso nello specchio. Prima di tornare a casa era andata in giro per negozi con Daniela che l’aveva convinta a comprare creme esfolianti e ogni altro genere di prodotto per la cura del corpo. Eliana aveva lisciato i capelli e indossato un semplice vestito di maglia con strisce orizzontali nere, grigie e bianche, un pantacollant grigio e un paio di stivaletti. Il risultato finale era quello che più la spaventava: con i capelli lisci, il trucco e l’abbigliamento sembrava pronta per un appuntamento più che per studiare e la cosa la straniva. Più di una volta aveva pensato di cambiarsi e indossare i suoi jeans comodi e la felpa larga ma alla fine desisteva e ora era troppo tardi per ripensarci. Chiuse i bottoni della giacca e prese la sua tracolla, si guardò per l’ultima volta allo specchio e sospirò pesantemente. L’aria all’esterno era particolarmente fredda e Eliana si strinse le braccia al petto saltellando leggermente; Federico sarebbe passato a prenderla fra poco. Sbuffò e osservò un cagnolino che zampettava nella sua direzione e che poi si accucciò ai suoi piedi.

“Ciao cucciolo” si piegò sulle ginocchia attenta a non cadere e passò una mano nel folto pelo del cagnolino “Ce l’hai un nome?”

“Non credo che possa risponderti” una voce risuonò alle sue spalle spaventandola, perse l’equilibrio e sprofondò col sedere nella neve gelida.

"Oddio, oddio, oddio!!” lui scese velocemente dalla macchina rischiando di inciampare nel marciapiede e la aiutò a rialzarsi scrollandole poi la neve dal cappellino di lana “Quando ci sei tu mi succedono sempre cose spiacevoli” sbottò allontanandosi con le lacrime agli occhi; aveva impiegato tanto a prepararsi e lui aveva distrutto tutto.

“Cosa diamine vai blaterando? Sei tu che sei caduta come un salame nella neve non ti ci ho mica spinto!!”

 “Devi sempre fare lo sbruffone e prendermi in giro. Non sei nessuno, solo un pallone gonfiato, un fallito che si crede chissà chi solo perché qualche puttana vuole portarselo a letto. Io…io…io ti odio!!” Federico sbarrò gli occhi e gli angoli della sua bocca si incurvarono verso il basso in un sorriso triste.

“Mi dispiace, non era mia intenzione” si voltò con un’ espressione delusa e salì in macchina allontanandosi da lei. Appena la sua auto svoltò Eliana si lasciò cadere in ginocchio sulla neve e si passò le mani guantate sul viso per asciugarsi le lacrime. Non pensava neanche la metà delle cose che aveva detto e infondo non lo conosceva neanche così bene da poterlo giudicare. Si alzò da terra, ormai completamente bagnate e rientrò in casa. Sua madre era uscita a far spesa e Davide era al lavoro, forse per tutta la notte. Salì in camera sua e si sedette sul letto, sfilò gli stivali e tolse i vestiti poi si chiuse in bagno per una doccia calda. Appena l’acqua la sfiorò sentì le lacrime scivolare sul suo viso e si abbandonò contro le piastrelle fredde insaponandosi con lentezza. Ripensò all’espressione di Federico e alle parole che gli aveva detto; si lui si comportava da stronzo ma non l’aveva mai offesa, anzi. Uscì in fretta dalla doccia e si asciugò velocemente; aveva deciso che sarebbe andata a casa sua a scusarsi. Indossò un pantalone nero, gli stivali e un maglioncino e legò i capelli umidi in una coda; sperava solo di non beccarsi una polmonite. Era appena arrivata alla fermata quando l’autobus delle 18.15 passò. Batteva velocemente il piede e si passava nervosamente le mani sul viso pensando al modo migliore per chiedergli scusa. Aveva sbagliato tutto, lei sapeva del padre di Federico e poteva immaginare solo lontanamente quanto fosse difficile per lui convivere con l’assenza di una persona cara. Era vero che Romina non era più la persona solare di prima ma Eliana continuava a sperare che prima o poi anche lei sarebbe riuscita a liberarsi del suo guscio. Raggiunse la destinazione e si affrettò a scendere dall’autobus ; non sapeva cosa gli avrebbe detto ma era conscia che un semplice scusa non sarebbe bastato. Il cuore le si fermò quando vide accanto all’auto di Federico una Fiat 500 e sperò che Antonella non fosse lì con lui.
Oltrepassò il cancelletto rimasto aperto e si fermò davanti alla finestra. Federico faceva avanti e indietro tenendosi le mani nei capelli e parlava animatamente. Antonella sbucò improvvisamente e corse a stringerlo tra le braccia accarezzandogli i capelli.

“Non pensarci è una stupida, non sa neanche di cosa parla”

“Sono stanco di lei. Questa scommessa non porterà a nulla di buono” il respiro le si mozzò appena il suo cervello registrò quelle parole.

 Una scommessa, è solo una scommessa!!

 Si girò con le lacrime agli occhi e corse via: lei ci stava mettendo il cuore e lui si prendeva gioco di lei. Quegli sguardi, i sorrisi, i punzecchiamenti e quella premura che le aveva riservato quando si era sentita male, quei baci sul pavimento di casa sua…Una fottutissima scommessa. E mentre l’autobus del ritorno si fermava davanti casa capì che lei la sua scommessa l’aveva già persa in partenza e la posta in palio era il suo cuore.


 

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Capitolo 9
*** Notte Fatina ***


Aiutami a non avere paura del buio..

*Me entra in punta di piedi e chiede perdono*
Non so neanche perchè ci abbia messo così tanto tempo a pubblicare questo capitolo ma avevo completamente perso l'ispirazione.
Questo è uno dei più lunghi che abbia mai scritto e spero di farmi perdonare così. Scusate per ogni errore ma devo scappare.
Ringrazio tutti per la pazienza!! Grazie a chi ha inserito la ff tra le seguite, le preferite e le ricordate :) e a chi ha semplicemente letto.
Grazie a Dear Juliet, <3 ti adoro, Reiko e _mymind_ che ha recensito per la prima volta la mia ff e che spero mi farà ancora sapere il suo parere.
Se vi va passate a leggere il primo capitolo di Un altro punto di vista... la ff vista dal punto di vista di Federico.
Un bacione a tutti
Maddalena <3
Ps: ho impiegato tanto per scrivere questo capitolo quindi se avete tre minuti lasciatemi un commentino!!


         Capitolo 9

"Notte Fatina"


 

Eliana poggiò la fronte sul banco sbuffando annoiata. La professoressa di latino stava facendo la spola tra la lavagna e la cattedra da un’ora cercando di far entrare nella testa bacata dei suoi compagni di classe la perifrastica passiva e il ticchettio delle sue scarpe era una fonte di nervosismo per lei, già con i nervi a fior di pelle.
All’entrata aveva incrociato lo sguardo di Federico e l’astio che vi aveva letto le aveva fatto stringere lo stomaco.
 
Come osa avercela con me? Sono io che dovrei riempirlo di pugni e di calci nel sedere!!, pensò muovendosi a disagio sulla sedia. Aveva una voglia matta di prenderlo per il colletto e dirgliene tante, ma tante.
 
“Ohi la smetti di muoverti mi stai dando sui nervi” sbottò Daniela stanca della tensione che emanava la sua compagna di banco.
 
“Scusa” sussurrò Eliana cercando di seguire la lezione. Quella mattina quando la sveglia l’aveva trascinata via dal mondo dei sogni aveva le ciglia incollate a causa delle lacrime e faticava ad aprire gli occhi. Non riusciva a spiegarsi perché ci fosse rimasta così male e come avesse potuto affezionarsi così a quel ragazzo stronzo che l’aveva sempre trattata come un essere inferiore..sempre tranne una volta. Sentì gli occhi inumidirsi mentre le immagini di quel pomeriggio le passavano davanti agli occhi e strinse le mani a pugno per evitare di pensare a quel bacio e a quello che aveva significato per lei. Sperava solo che quella cotta passasse e con lei anche Federico e tutto ciò che comportava avere a che fare con lui. Il suono della campanella la strappò ai suoi pensieri e quando aprì gli occhi la professoressa era già andata via.

“Vuoi spiegarmi cosa diamine ti succede?” Daniela la fulminò con lo sguardo e Eliana riuscì a leggere nei suoi occhi una scintilla di delusione.
 
“Nulla, che dovrebbe succede?” si strinse nelle spalle cercando di sfoderare il suo sguardo da cucciola indifesa ma non funzionò.
 
“Non mi dici la verità. Siamo amiche, puoi parlarmi di tutto lo sai”

“I-io non voglio assillarti con i miei problemi e poi non vorrei anno-“
 
“Non azzardarti neanche a dirlo. Babbea io ti voglio bene” quella dichiarazione le fece perdere un battito e non riuscì a trattenere un sorriso. Dopo tutto quel tempo passato dietro la sua corazza finalmente era riuscita a sbirciare all’esterno e aveva trovato una grande amica.

“Anch’io ti voglio bene”

“Allora parla! Sono curiosa,altro che annoiata!!”
 
“Beh ieri ho litigato con Federico e gli ho dato del fallito” la voce le era uscita in un sussurro e si meravigliò quando vide Daniela scuotere il capo e sospirare.

“Come mai?” le raccontò  tutto e si sentì subito una stupida per aver reagito in un modo così assurdo. Non era colpa di Federico se era caduta nella neve dopo che si era truccata e vestita bene…No forse la colpa era un po’ sua.

“Oddio!” mormorò portandosi le mani al viso sentendo il sangue affluire alle guance “Che imbecille volevo far colpo su di lui”
 
“Beh non ci sei riuscita granché” disse Daniela iniziando a ridere.

“Che stupida che sono ecco perché me la sono presa così tanto…E comunque non è questo il problema” cambiò argomento e l’amica si blocco di colpo con gli occhietti luminosi di curiosità e ilarità “Sono andata a casa sua per scusarmi e..”
 
“E? Avanti parla!” la rimproverò agitando le mani.

“C’era anche Antonella. Lei l’ha abbracciato dicendogli di non dare peso alle mie parole e lui ha iniziato a parlare di una scommessa..Sono una scommessa capisci?”
 
“Oh che bastardo” l’allegria scomparve dal viso di Daniela lasciando posto a ira e una leggera furia omicida “Anzi bastardi lui e i suoi amici”
 
“Comunque non importa” sussurrò Eliana abbassando il viso per nascondere la tristezza che trapelava dai suoi occhi e che però la sua voce aveva rivelato.

“Importa invece..Io credo che lui ti piaccia anche se stronzo, forse proprio perché è uno stronzo. Beh ha voluto scommettere e allora facciamogli credere che la vincerà questa scommessa.”

“Che intendi?”

“Seducilo, fallo innamorare di te e lascialo a bocca asciutta”

“S-sedurlo? I-io non sono capace e poi..”
 
“Shh certo che puoi. Sei bella, intelligente e se vuoi affascinante. Devi solo essere sicura di volerlo, insomma dovresti avere il coraggio di lasciarlo realmente a bocca asciutta anche se lo ami”
 
“Non sono innamorata!!” sbottò forse troppo veemente e guadagnò un’occhiataccia di Daniela.

“Non intendo ora ma col tempo potresti diventarlo e comunque la scelta starà a te. Comunque oggi pomeriggio vieni a casa mia e ti spiego io tutto” Eliana si limitò ad annuire nonostante la preoccupazione, la tensione e un pizzico d’eccitazione. All’intervallo decisero di raggiungere Antonio, in verità fu Daniela ad obbligarla, anche perché lei era troppo spaventata dall’eventualità di incontrare Federico.
 
“Ciao ragazze” le salutò il ragazzo con calore cingendo le spalle di Eliana con un braccio prima di stamparle due sonori baci sulla guancia “Come va?”
 
“B-bene” balbettò Daniela osservando Antonio e la sua migliore amica abbracciati e quando l’amica le sorrise con l’espressione più combattuta del mondo Eliana si scostò subito  cercando di non essere brusca.
 
“Danny vieni qui fatti abbracciare” il ragazzo la strinse di slancio e lei restò di sasso quando sentì le braccia di lui intorno al suo corpo. Solo dopo qualche secondo riuscì a ricambiare la stretta piacevolmente sorpresa e imbarazzata “Come mai da queste parti?” domandò sciogliendo l’abbraccio.
 
“Dan..”iniziò Eliana ma cambiò idea quando Daniela la guardò preoccupata “Ehm volevamo salutarti, stamattina non ti abbiamo visto”
 
“Oh si ho fatto tardi e sono dovuto entrare alla seconda. A che ora uscite oggi?”

“Alle una” rispose Daniela con gli occhi a cuoricino e Eliana non riuscì a trattenere una risata quando la vide così presa a contemplare Antonio.

“Anch’io. Che ne dite di andare a fare un giro nel pomeriggio?”
 
“Eliana non può” sbottò Daniela “Devi andare a studiare da..”

“Da?” chiese Antonio fingendosi poco interessato.
 
“Federica, una nostra compagna di classe”

“Eh si purtroppo..”
 
“Allora usciamo solo io e te?” le chiese Antonio come se fosse la cosa più naturale del mondo e Eliana pensò di aver sentito il cuore di Daniela che aumentava i battiti.

“D-d’accordo. Alle cinque al parco va bene?”
 
“Perfetto a dopo” schioccò un bacio sulla guancia a entrambe ed entrò in classe.
 
“Oh.Mio.Dio” fu tutto ciò che uscì dalla bocca di Daniela per le altre due ore di scuola.
 
*******

Erano sedute sul letto a una piazza e mezza con una cioccolata preparata dalla madre di Daniela mentre quest’ultima le esponeva il suo piano.

“Allora tu ora gli telefoni e gli..anzi no ora ti fai bella e ti presenti a casa sua”

“Sei impazzita?No!”

“Certo che si! Tu vai lì e cerchi di sedurlo che so magari ti tocchi i capelli, mordi il labbro oppure lo guardi intensamente e poi segui l’istinto”
 
“Io non mi comporterò da zoccola” precisò Eliana prendendo un sorso della sua cioccolata  “Mi comporterò da me stessa”
 
“D’accordo solo…cerca di essere meno imbecille”

“Ehi!!” sbottò Eliana offesa “Io non sono imbecille”
 
“Ah no?” le chiese Daniela con un sorriso ironico “Prendersela con quel poverino solo perché TU sei caduta è da stupidi”
 
“Non infierire ti prego” la pregò Eliana “E quindi? Cosa devo indossare?”
 
“Oh è una sorpresa chiudi gli occhi” era già preparata al peggio invece quando l’amica le disse di aprire gli occhi sorrise felice. Daniela aveva infatti scelto una maglietta blu notte senza maniche con le spalline intrecciate sulla schiena, un paio di jeans chiari e una giacca beige il tutto completato da un paio di stivaletti neri con poco tacco, borsetta nera, cappellino bianco e bracciale “Allora che ne pensi?”
 “Mi piace!”

“Ok ora cambiati che poi ti trucco e sei pronta”
 
********
 
Nonostante la sicurezza iniziale ora che si trovava sull’autobus diretta verso casa di Federico sentiva le ginocchia tremare e il folle bisogno di tornare a casa.
 
Buffo no?si domandò appoggiandosi completamente allo schienale. Erano appena le sei del pomeriggio, era buio pesto e soprattutto faceva un freddo cane. Nonostante le piacesse  il look Eliana rimpianse di essersi affidata a Daniela che le aveva fatto indossare abiti troppo leggeri però si convinse che ne sarebbe valsa la pena e si affrettò a scendere quando raggiunse la sua destinazione. Avvicinò il dito al campanello tre volta ma lo allontanò subito senza neanche suonare come se fosse stata scottata.

“E tu che ci fai qui?” purtroppo però il destino aveva deciso di dare una mano alla sua codardia e ora eccola lì davanti al cancello di casa sua a boccheggiare in cerca di una risposta.
 
“Volevo scusarmi” alla fine optò per la verità e si sorprese nel notare gli occhi di Federico addolcirsi “Sono stata una stupida, immatura e imb..”
 
“Se stai per dire imbecille allora concordo” rispose con un ghigno dipinto sul viso “Non importa, neanche io mi sono comportato sempre bene con te quindi…Pace fatta?”
Eliana si ritrovò ad annuire ancora prima di rendersene conto e quando lui sorrise non potè far altro che ricambiare “Vuoi entrare? Qui fuori si gela” e solo in quel momento Eliana si accorse che Federico indossava un paio di pantaloncini e dei calzettoni fino al polpaccio; era andato a giocare a calcio.

“Oddio scusami...” borbottò imbarazzata per avergli fatto prendere freddo Dio ora comincio anche a comportarmi come una crocerossina?!! “Entriamo..cioè se per te va bene che io venga con te”

“Ok” lui fece spallucce e la precedette lungo il viale. Entrambi sospirarono quando il calore del camino acceso in salotto li accolse “L’avrà lasciato acceso mia madre”

“Mmmh..Hai giocato a calcio?”
 
“Si ho anche segnato il goal della vittoria” disse sorridendo trionfante e si tolse la giacca “Vado a farmi una doccia calda ecco…Fa come se fossi a casa tua ok?” lei annuì e si sedette sul divano. Dopo qualche minuto sentì lo scroscio dell’acqua nella doccia al piano di sopra e sospirando si appoggiò completamente al divano e chiuse gli occhi.
 
Se Davide sapesse che sono qui non sarebbe affatto felice!! Quel pensiero le fece spalancare gli occhi e il suo corpo si tese come la corda di un violino.

“Eccomi” si annunciò Federico ancora con i capelli gocciolanti, i pantaloni larghi di una tuta e una maglietta bianca aderente prendendo posto accanto a lei sul divano “Allora vuoi provare il copione?” domandò agitandole i fogli davanti al viso.
 
Chi doveva sedurre chi?
 
“Ehm d’accordo”
 
“Comincio io…Se con indegna mano profano questa tua santa reliquia (è il peccato di tutti i cuori pii), queste mie labbra, piene di rossore, al pari di contriti pellegrini, son pronte a render morbido quel tocco” Eliana si schiarì la voce e arrossì.
 
Pellegrino” iniziò tenendo lo sguardo fisso sulla punta delle scarpe ma la mano di lui le si posò su una guancia alzandole il viso.

“Guardami” sussurrò scostandole una ciocca di capelli dal viso.
 
Pellegrino, alla tua mano tu fai troppo torto, ché nel gesto gentile essa ha mostrato
la buona devozione che si deve. Anche i santi hanno mani, e i pellegrini
le possono toccare, e palma a palma è il modo di baciar dei pii palmieri”
 
“Santi e palmieri non han dunque labbra?”
 
“Sì, pellegrino, ma quelle son labbra ch’essi debbono usar per la preghiera.”
 
“E allora, cara santa, che le labbra facciano anch’esse quel che fan le mani: esse sono in preghiera innanzi a te, ascoltale, se non vuoi che la fede volga in disperazione”
 
“I santi, pur se accolgono i voti di chi prega, non si muovono.”
 
“E allora non ti muovere fin ch’io raccolga dalle labbra tue l’accoglimento della mia preghiera”Federico si avvicinò al suo viso e le carezzò la guancia con la sua incatenando gli occhi di lei nei suoi. Le sfiorò la bocca due volte prima di poggiare le labbra su quelle di Eliana e stringerle il viso tra le mani “Ecco, dalle tue labbra ora le mie purgate son così del lor peccato” sussurrò poggiando la fronte su quella di lei. Eliana fece scivolare lo sguardo sui lineamenti delicati del suo viso e scoprì di averlo già perdonato “Eliana”

“Baciami” lui la osservò sorpreso e scosse la testa.

“Devi prima..”
 
“Baciami” lui le sorrise ma non era il solito sorriso da sbruffone, era dolce e sollevato come se anche lui volesse baciarla di nuovo, come se anche a lui quel lieve sfioramento non fosse bastato. Le passo un braccio intorno alla vita appena le loro labbra si poggiarono una sull’altra e la strinse a sé portandola a cavalcioni sulle sue gambe. Eliana si sistemò meglio su di lui,intrecciò le braccia intorno al suo collo e prese ad accarezzargli i capelli. Aveva seguito l’istinto, aveva seguito il cuore e il bisogno di stringerlo…
 
Cosa mi è successo?si domandò ma ogni dubbio fu allontanato appena la lingua di lui cercò quella di lei. Eliana spalancò gli occhi, non si era neanche accorta di averli chiusi, e quando trovò quelli di Federico le scappò un gemito di sorpresa.
Le mani di lui si erano infilate sotto la giacca e avevano sollevato senza problemi la leggera maglietta che indossava e ora le stavano accarezzando la schiena giocherellando con il gancetto del reggiseno.

“Fede..”ansimò lei quando la mano di lui si chiuse su un seno; era calda e la pelle di Eliana si riempiva di brividi al contatto con il suo corpo. Federico aveva abbassato il viso e ora le stava torturando il collo facendola ansimare. Decise di prendere coraggio e si abbassò sul corpo di lui sorprendendosi nello scoprire che era in erezione “Sei..eccitato” constatò sorpresa e gli accarezzò il petto coperto dalla maglietta. Aveva appena raggiunto il cavallo dei pantaloni quando la porta di casa si aprì facendola sobbalzare e alzare dal corpo di Federico.

“Cazzo” sbottò Federico alzandosi “Io…vado di sopra, aspettami qui” le baciò la fronte e sparì lungo le scale.

“Buonasera” sussurrò imbarazzata cercando di ridarsi un contegno.

“Oh ciao Eliana non mi aspettavo di trovarti qui” le sorrise Beatrice e indicò le buste della spesa “Ero andata al supermercato. Resti a cena?” le chiese entrando in cucina.
 
“I-io non lo so” balbettò e si passò la mano nei capelli.
 
“Mmmh Federico dov’è?”
 
“Di..sopra” e il pensiero di quello che stava facendo di sopra la fece avvampare e per poco strozzare.
 
“Oh vuoi andarlo a chiamare?” sgranò gli occhi ma annuì e si avviò verso le scale. Non sapeva neanche dove fosse il bagno al piano di sopra ma quando si avvicinò a una porta e sentì uno scroscio d’acqua e dei sospiri lo scoprì. Bussò, piano, ma il rumore dell’acqua si fermò.
 
“Chi è?”

“F-fede sono io. Tua madre mi ha chiesto di venirti a chiamare”
 
“Ehm..io..arrivo, due minuti” le disse senza neanche aprirle la porta. Eliana sbuffò e tornò al piano di sotto e lui la raggiunse qualche minuto dopo.
 
“Fede ho chiesto a Eliana se vuole restare a cena ma mi ha detto che voleva parlarne con te. Avete programmi?”
 
“No, nessuno” si voltò verso Eliana e le sorrise “Vuoi restare?”
 
“S-si”
 
“Bene apparecchiate sarà pronto tra pochissimo” Federico le diede le posate e in silenzio sistemarono la tavola “Spero ti piaccia il polpettone” le sorrise Beatrice e portò le portate.

“Certo, grazie mille. Buon appetito” mangiarono in silenzio e qualche volta Beatrice intervenne per chiederle come andasse la scuola, cosa avrebbe fatto per natale e cose così.

“Bene” disse sorseggiando la sua tisana “Io vado a dormire, non fate tardi” sorrise e si avvicinò a Eliana sorprendendola con un abbraccio “Sono contenta di averti avuto a cena”
 
“Grazie mille” Eliana le sorrise piacevolmente sorpresa. La donna baciò la guancia del figlio e augurò la buonanotte a entrambi, poi salì al piano di sopra.
 
“Ti va un film?” le chiese Federico accendendo la televisione “Senti chi parla?”

“D’accordo” prese posto sul divano e si sentì delusa quando Federico si sedette lontano da lei. Il film iniziò e Eliana non riuscì a trattenere le risate“Questo bambino è fantastico”

“Già” rise anche lui poi allungò un braccio sulla spalliera del divano e infilò la mano tra i capelli di lei prendendo ad accarezzarli. Qualche minuto dopo aiutata dalla mano di lui che scivolava sui suoi capelli, la stanchezza e il calore del camino Eliana si trovò a combattere con il sonno che le faceva chiudere le palpebre “Vieni qui” le disse lui portandola più vicino al suo corpo.
 
“Mmh?”
 
“Se sei stanca puoi appoggiarti sulle mie gambe, io non ho sonno” lei non se lo fece ripetere di nuovo. Si stese sul divano rannicchiandosi in posizione fetale e poggiò la testa sulle gambe di lui che ricominciò ad accarezzarle i capelli. Eliana chiuse gli occhi e si rilassò ma poco prima di lasciarsi andare tra le braccia di Morfeo sentì Federico prenderla tra le braccia. S’irrigidì leggermente ma non aprì gli occhi e lasciò che lui la portasse al piano di sopra, la stendesse sul suo letto e le sfilasse gli stivali. Aveva la sensazione che sarebbe successo qualcosa di brutto e che doveva svegliarsi e tornare a casa ma era troppo stanca e non riusciva a trovare il perché di quello strano presentimento. Si rannicchiò e abbracciò il cuscino respirando l’odore di Federico,concentrandosi sul rumore dei passi nella stanza e il cigolio dell’anta di un armadio. Rabbrividì quando sentì Federico sfilarle la giacca e la maglietta e si sentì lievemente in imbarazzo sapendo che lui avrebbe vista in intimo ma le piaceva così tanto sentire le sue mani su di se che continuò a restare in dormiveglia. Le infilò una maglietta larga e quando le abbassò la lampo dei pantaloni si accorse di star trattenendo il fiato: non era eccessivamente grassa ma aveva anche lei i problemi di ogni donna e sperò che il buio nascondesse i suoi difetti. “Cosa mi hai fatto fatina?” sussurrò lui dopo averla coperta fino al collo con le lenzuola. Sentì le labbra di lui chiudersi sulla sua fronte e sospirò sorridendo.
 
“Fede..dormi con me?”bisbigliò sembrando un gattino che fa le fusa e cambiò posizione.

“Forse è meglio se dormo nel divano”
 
“No, non voglio rubarti il letto. Dormi con me, mi faccio piccola piccola promesso” lo sentì ridere e quel suono le fece perdere un battito.

“D’accordo, vado a cambiarmi e torno” l’ultima cosa che sentì prima di addormentarsi definitivamente fu il calore del corpo di Federico che le aveva passato un braccio intorno alla vita e un sussurro “Notte fatina




Angolino me
Prometto che dopo questo angolino tolgo il disturbo. Volevo solamente lasciarvi l'immagine di Federico, Eliana e dell'abbigliamento di Eliana.
Questa è Eliana, immaginatela con i capelli neri però :)

Chi ha letto Un altro punto di vista.. conosce già "Federico". Non ha gli occhi e i capelli come li ho descritti ma Francisco Lachowski è quello che più somiglia al Federico che ho immaginato.

Questo invece è l'abbigliamento di Eliana in questo capitolo :)

Presto vi mostrerò anche Antonio, Daniela e altri personaggi anche se ognuno potrà immaginarli come vuole.
Un ultimo bacio <3
Maddalena

 

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Capitolo 10
*** E per inciso: tu sei perfetta. ***


Aiutami a non avere paura del buio..


Ciao a tutti!!!!
Per prima cosa scusate per il ritardo ma Tanti Auguri!!! Aaaallora che dire? Come avete passato il giorno di Natale? Spero sia stato un pò più "attivo" del mio...
Allora siamo arrivati già al decimo capitolo, wow. Ho sempre avuto tanti dubbi riguardo queste ff e spesso ho pensato di eliminarle e tornare ad essere solo una accanita lettrice e sono contenta di aver continuato :)
Grazie mille ai 14 che hanno inserito questa ff tra le preferite, ai 3 che l'hanno inserita nelle ricordate e ai 30 che l'hanno inserita nelle seguite. So che molti altri che scrivono su questo sito hanno 1000 e più recensioni e tantissime persone che leggono le loro ff ma sono felice e immensamente grata a tutti quelli che hanno deciso di dedicare un pò di tempo alle mie.
Un grazie immenso a Dear Juliet e Reiko che recensiscono sempre e mi danno il supporto e l'ottimismo per continuare a scrivere. Grazie anche a Jamila e _mymind_ per essere passate di nuovo a recensire e a Kingsbridge e Raven_ per essere passate, spero di leggere ancora qualche vostra recensione.
Infine grazie a chi ha letto, spero di non aver deluso nessuno.
Un bacione e BUON 2012 a tutti!!!!
Maddalena

Ps: vi adoro tutti!!


    Capitolo 10

"E per inciso: tu sei perfetta"



Conoscete tutte quelle storie in cui le protagoniste appena sveglie non ricordano dove si trovano? Beh a Eliana non accadde anzi, appena aprì gli occhi seppe di trovarsi nell’unico posto al mondo in cui si sentiva al sicuro: le braccia di Federico. Per un attimo, poco prima che il suo cervello uscisse dalla nebbia di pace e riposo aveva temuto di risvegliarsi da sola invece sentire il calore del suo petto contro la propria schiena, il suo braccio che le cingeva la vita stringendola a se e il suo respiro tra i capelli le strappò un sorriso. Non che avesse chissà quale grande esperienza ma non aveva mai dormito con un ragazzo né tantomeno si era sentita così a stare stretta tra le braccia di qualcuno. Sospirò e, attenta a non fare movimenti bruschi, alzò una mano e si stropicciò gli occhi. Era domenica mattina e il sole splendeva alto nel cielo filtrando dallo spiraglio delle tende. Eliana portò la mano su quella di Federico e la strinse leggermente mentre il cuore le rimbombava nel petto.
 
Ho paura…pensò e si rannicchiò ancora un po’ su se stessa. Aveva paura di tante cose: del buio, dei ragni, di Davide e ora aveva scoperto di aver paura dell’amore. Sentì gli occhi pizzicare ma si costrinse a ricacciare indietro le lacrime perché nonostante la paura si sentiva felice, forse per la prima volta. Federico aveva sconvolto la sua vita in una maniera che neanche credeva possibile infilandosi nei suoi pensieri, nei suoi desideri e nel suo cuore. Non riusciva a capacitarsi della profondità del suo affetto per lui cresciuto nonostante la corazza di entrambi, le offese, le bugie, i tradimenti… le paure.

“Mmmh” mugugnò Federico incastrando le dita con quelle di lei che chiuse istintivamente gli occhi e finse di dormire. Il respiro di lui le solleticò la pelle sensibile del collo e una eco di brividi scivolò lungo la pelle di lei seguita poi dal pollice di lui che le accarezzava con movimenti circolari il polso. Eliana si mosse un po’ fingendo di svegliarsi e si voltò verso di lui “Buongiorno” le bisbigliò sfiorando le labbra con quelle di lei. Il cuore prese a batterle più forte nel petto mentre la mano che prima le stringeva il polso si spostava sulla sua guancia.

“B-buongiorno” balbettò incapace di restare fredda e scostante.

“Come va?” le chiese lui scostandole una ciocca di capelli dal viso “Stai bene?” quell’improvvisa tenerezza nella voce di Federico la fece emozionare ancora di più e prima di parlare dovette schiarirsi la voce.

“S-si e tu?”

“Si, non dormivo così tranquillamente da una vita” sciolse l’abbraccio dolcemente e si voltò a pancia in giù “Non uscirei più da questo letto”
 
“N-neanch’io” si fece coraggio lei accoccolandosi accanto a lui “Mi piace stare qui al caldo e respirare il tuo profumo, sembra quasi che il mondo all’esterno faccia meno paura” e quando vide gli occhi di lui allargarsi si rese conto delle sue parole.

“Cos’è che ti fa paura?”

“Il buio..”mormorò e una lacrima dispettosa scivolò lungo il suo naso “Ho tanta paura del buio” Federico riprese la sua posizione iniziale e la strinse a se.

“Cosa c’è nel buio?”le chiese dolce accarezzandole i capelli. Era totalmente diverso da come si era spesso dimostrato con lei, era semplicemente… senza barriere.

“Tristezza, malinconia…solitudine. A volte mi sembra di soffocare”

“Non sei sola, io ci sono”
 
“Sul serio?” alzò il viso e si perse nel grigio tempesta dei suoi. Si sentiva tanto piccola in quel momento, spoglia e nuda, mentre tirava su col naso e si affidava a lui “Ci sarai? Anche quando non potrò rispondere alle tue domande?”

“Si” rispose semplicemente “Se lo vorrai ti aiuterò”
 
“Mi aiuterai a non avere paura del buio”sospirò e gli baciò la guancia “Grazie” e poi chissà come si riaddormentò.
 
*****
Quando riaprì gli occhi era sola e completamente circondata da un intenso aroma di caffè; si alzò e si stiracchiò con calma inarcando la schiena.

“Ehi” la salutò Federico entrando con un enorme vassoio tra le mani.
 
“Colazione…Mi hai portato la colazione a letto?” domandò piacevolmente sorpresa e scostò le coperte rabbrividendo quando si accorse di non indossare i pantaloni del pigiama.
 
“Si, ma non farci l’abitudine” le sorrise e Eliana si accorse che finalmente la tensione tra i due era scomparsa. La raggiunse e si sedette accanto a lei posizionando il vassoio sulle ginocchia “Non sei allergica al latte, vero?”
 
“No, no per nulla”

“D’accordo la tazza viola è la tua serviti pure” titubante la prese tra le mani e ne bevve un sorso “Ti riaccompagno a casa dopo?” le domandò e lei si irrigidì di colpo “Che succede?”
 
“N-nulla è bollente” replicò cercando di sorridere nonostante la tensione “Se hai da fare per me va bene”
 
“In realtà…mi farebbe piacere se venissi a vedermi giocare”

“Sul serio?” la tensione si sciolse improvvisamente e Eliana ne era certa, i suoi occhi stavano luccicando.

“Mmh ti va?”

“Certo” terminarono di fare colazione in silenzio ma lei non potè evitarsi di osservarlo con la punta dell’occhio.

“Io amo la nutella” borbottò lui infilandosi in bocca un’ultima fetta biscottata ricoperta di nutella.

“L’avevi mangiata anche la prima volta che sei venuto a prendermi?”

“Cos..Ah, no in verità quella era la crema di cioccolata con cui avevo riempito i babà”

“I babà?

“È una storia lunga comunque per farla breve lavoro in una pasticceria quattro volte alla settimana”

“Oh...non sapevo lavorassi” se ne uscì dandosi poi della stupida per quella uscita brillante.

“In realtà non lo sa nessuno oltre i miei amici. Io..ora porto questi in cucina tu se vuoi puoi usare il bagno, i tuoi vestiti sono lì” le indicò una sedia posta accanto all’armadio e recuperò ciò che avevano usato per far colazione. Stava per uscire quando Eliana lo fermò poggiandogli una mano sulla spalla.

“Grazie” mormorò alzandosi in punta di piedi per lasciargli un lieve bacio a fior di labbra e gli sorrise.
 
“Figurati” quando sentì i suoi passi lungo le scale Eliana si lasciò andare a un grosso sospiro e corse in bagno. Legò i capelli con l’elastico che portava sempre al polso e dopo essersi tolta la maglietta e l’intimo si infilò sotto la doccia. C’era qualcosa di insolitamente eccitante nell’essere nuda e sotto la doccia di Federico..
 
..O forse sono solo io che ho perso il cervello!!, si rimproverò insaponandosi.

Qualche minuto dopo uscì dal bagno pulita e profuma avvolta in un grande telo azzurro mentre asciugava i capelli, che purtroppo si erano bagnati, con una salvietta. Si mise in ascolto e quando sentì il rumore di stoviglie al piano di sotto si sfilò l’asciugamano e infilò l’intimo. Aveva appena indossato il reggiseno quando la porta si aprì e Federico fece capolino all’interno della stanza.

“Oh dio!!” sbottò Eliana recuperando il telo dal pavimento. Federico però non sembrava così scioccato anzi sorrise e si avvicinò a lei il cui viso sembrava aver assunto tutte le possibili tonalità dal rosso al viola “C-che fai?” gli chiese imbarazzata quando le mani di lui si poggiarono su quelle di lei che stringevano convulsamente l’asciugamano.

“Voglio vederti” mormorò, la voce così roca che Eliana rabbrividì “Per favore” si morse il labbro talmente forte che per un attimo pensò che stesse sanguinando.

“P-perché?”

“Eliana..” il suo nome non le era mai sembrato così bello come in quel momento mentre Federico lo pronunciava come se fosse una preghiera poggiando la fronte sulla sua spalla “Lasciati guardare da me, non voglio farti..nulla”

“I-io…Io non sono Antonella” riuscì a dire facendo un passo indietro.

“ E questo che significa?” le chiese lui come se fosse irritato per averla menzionata.

“N-non sono…Dio Federico, io non sono perfetta, ok?!” sbottò furiosa e si sedette sul letto con le mani sul viso “Che sta succedendo?”

“C-che intendi con “Che sta succedendo”? E cosa c’entra questo con Antonella?”
 
“I-io, non mi capisco quando sono con te..So solo che sto bene, anche quando ti comporti da stronzo e…e non ti conosco, non so chi sei realmente. Sei lo stronzo che ha scommesso su di me con i suoi amici o quello che prima mi ha abbracciato e mi ha promesso di restarmi accanto? Chi sei?” il viso di Federico era sbiancato completamente e le sue mani erano strette a pugno.
 
“Come sai della scommessa?”domandò ringhiando e Eliana rabbrividì spaventata; dovette accorgersene perché si ammorbidì e si sedette accanto a lei.
 
“Ti ho sentito parlarne con Antonella. Non è questo il punto però”
 
“Vuoi la verità? Quella cazzo di scommessa è stato un errore, mi sono lasciato trascinare ma...Dio tu sei la persona più complicata e allo stesso tempo meravigliosa che abbia mai conosciuto in 18 anni! Cosa vuoi me ne importi di una scommessa?” questa volta fu Eliana a restare di pietra “Dì qualcosa..”
 
“M-meravigliosa?”
 
“Si Eliana diamine si!!” non seppe cosa successe dopo o quando Federico si fosse mosso sapeva solo che la stava baciando e che lei si sentiva al settimo cielo. Dimenticò tutto e si rilassò intrecciando le dita nei capelli di lui che l’aveva fatta stendere sul letto e le stava sopra. Le labbra di lui scesero sul suo collo tormentandolo e lei non riuscì a trattenere un gemito.

“Federico..”

“Dillo, ripeti il mio nome” le sussurrò all’orecchio facendo scivolare una mano lungo la gamba nuda di lei.
 
“Federico” lo accontentò lei sporgendosi per riunire le loro labbra. Il sapore di lui era così dolce che la stordì e desiderò averne di più, poterlo sentire più vicino, pelle su pelle. Lui allontanò il telo dal corpo di lei e ringhiò baciandola di nuovo mentre una mano si chiudeva sul seno di lei.
Non cercò di sfilarle il reggiseno
e non superò mai il confine tracciato dallo slip, si limitò ad accarezzarla baciandola. Con un ultimo schiocco Federico staccò le labbra da quelle di lei e le sorrise.
 
“Io sono quello che ti ho dimostrato negli ultimi giorni o almeno quello che credo di essere. Sono successe delle cose nella mia vita che mi hanno cambiato, tanto,  ma quando sono con te mi sento me stesso e questo spaventa anche me, non solo te. Non voglio parlarti di amore perché so che quello che provo per te non è questo ma voglio continuare a sentirmi come quando sto insieme a te, quindi non diamoci etichette, ok?”
 
“D’accordo” rispose Eliana accarezzandogli la guancia “Ma non farmi del male, non lo sopporterei”

“Ci proverò” rispose e la baciò di nuovo “Ora vestiti che fa freddo” si alzò dal suo corpo e le passò i vestiti. Lei li infilò imbarazzata sotto il suo sguardo “E per inciso: tu sei perfetta” gli sorrise sollevata che lui la trovasse… “accettabile” e dopo avergli dato un pugno sul braccio si chiuse in bagno per sistemare i capelli. Ci vollero circa trenta minuti per terminare di vestirsi e circa quaranta per raggiungere il campetto.
 
“Io vado ci vediamo dopo” le baciò una guancia e corse via mentre Eliana cercava un posto sugli spalti. La partita inizio qualche minuto dopo e lei non perse mai di vista Federico; ogni volta che la sua squadra stava per fare goal si muoveva agitata sul posto, si mordeva le labbra e stringeva le mani per evitarsi di urlare. Non riuscì a star zitta però quando a segnare fu Federico anzi si alzò persino in piedi ed esultò.

“Grande Fede!!” lui le sorrise e le fece un cenno con la mano prima di riprendere a giocare. Si rimise seduta e composta temendo di fargli fare brutta figura con i compagni anche perché di calcio non ci capiva poi molto.

“È il tuo ragazzo?” le chiese una ragazza di pochi anni meno di lei con un buffissimo cappello giallo.

“N-no, perché?”

“Sembrate..innamorati” disse lei tornando a guardare la partita. Quando l’arbitro suonò la fine del secondo tempo i ragazzi sul campo si strinsero le mani e corsero agli spogliatoi. Eliana osservò le altre ragazze raggiungere i loro fidanzati e nonostante la voglia di alzarsi restò ferma all’ingresso ad aspettarlo. Quando arrivò aveva i capelli spettinati e ancora umidi e uno splendido sorriso dipinto sul viso; sarebbe stato tutto perfetto se non fosse stato per la biondina che si stringeva al suo braccio.
 
“Ciao!!” la salutò sorridendo e si scostò lievemente dalla ragazza “Vanessa lei è Eliana”

“Piacere!! Io sono Vanessa” Eliana la osservò stranita e le porse la mano.

“Io sono Eliana” cercò di sorriderle e sciolse la presa dalle dita di lei “Che facciamo?” domandò poi osservando Federico.

“Gli altri ragazzi hanno prenotato un ristorante per il pranzo quindi pensavo di andare con loro. Puoi venire anche tu se ti va, ne ho già parlato con loro”
 
“I-io..” provò ma venne interrotta dalla biondina.
 
“Dai su vieni con noi!! Sono sicura che ci divertiremo” Eliana annuì e fece spallucce mentre Vanessa saltellando raggiungeva gli altri.
 
“Che c’è?” le domandò appena si fu allontanata “Se è un problema…”
 
“N-no sul serio è tutto ok. Mi chiedevo solo se per te non fosse un problema avermi lì, non so magari…”

“Magari nulla. Ti fai troppe paranoie io...ti voglio accanto altrimenti non te lo avrei chiesto”

“Ok allora andiamo” gli prese la mano, sorpresa del suo stesso gesto, e iniziò a camminare con lui che la seguiva.
Davide si sarebbe incazzato da morire visto che erano due giorni che non tornava a casa ma in quel momento non le importò nulla.


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Capitolo 11
*** Wickedness and tears ***





Aiutami a non avere paura del buio...


   

Ma ciao!!
Scusate il ritardo ma ieri dopo aver scritto l'intero capitolo ho chiuso il programma e ho cancellato tutto -.-"
Lasciamo perdere che è meglio!! Undicesimo capitolo, spero di non avere descritto in modo troppo forte in caso fatemi sapere, provvederò a modificare. In più mi piaceva di più come avevo scritto prima... Mannaggia!!
Allora oggi vorrei ringraziare tutti quelli che hanno inserito questa ff nelle seguite:

abaa, abuabu, alessia_bill98, Alexandra90, Aly_Swag, broncino, Bryce_78, Carocimi, ChicaTheLiar, dardana, dolcemary, hurry, ile_chan, ketax, kyla91, LadyGiulia, lety91, Mary_TVD, minelli69, myllyje, OnceUponADream, PATATINAFRITTA, prettyvitto, pucca88, Raven_, roxy81, TheFrost, ValeBlack, Veronica91, _Fibi_, _mymind_, stellina999 e  _Tam_

Nelle ricordate:

chiara84, incubus life, malvine e mary028.

Nelle preferite:

Bastet_89, Calmina_97, claudina cullen, Erratic Element, fearless13, gise, JennyChibiChan, kija_salvatore, kimberlina, Kingsbridge, lele90, lisetta95, lucry94, Mary899, OoOReikoOoO e SiriaJ.

Un grazie speciale a chi ha recensito lo scorso capitolo
Dear Juliet, _mymind_, _Tam_, Raven_ e Kingsbridge. Grazie anche a Marmaid che è passata per la prima volta a farmi sapere cosa pensa della mia ff e che spero si farà ancora sentire.

Infine un bacione a tutti quelli che hanno letto, spero di non avervi deluso.
Maddalena <3
PS: fatemi sapere cosa ne pensate mi raccomando ci ho messo tanto per scriverlo e mi farebbe piacere un vostro parere.
Pps: non ne capisco molto di medicina quindi se ho scritto qualche cavolata correggetemi, per favore.




 

 

Questo capitolo è per tutte quelle donne che subiscono violenze e non hanno il coraggio di difendersi.

Denunciate: c'è una vita meravigliosa da vivere fuori da quella gabbia in cui vi hanno rinchiuso e voi meritate di ritornare a respirare ed essere felici.

Non lasciatevi convincere del contrario.
 


  

Capitolo 11

 

"Wickedness and tears"

 

Il ristorante era in realtà un piccolo agriturismo immerso nel verde di un prato immenso. Federico parcheggiò e si voltò verso di lei; durante tutto il viaggio in macchina non avevano parlato per nulla e quel silenzio, almeno ad Eliana, aveva pesato molto.
 
“Siamo arrivati” la ragazza alzò lo sguardo dal tappetino dell’automobile e si voltò verso di lui. Appena incrociò i suoi occhi desiderò avere la confidenza e la sicurezza adatti per sporsi e poggiare le labbra su quelle di lui “Hai perso la lingua per caso?”
 
“N-no e non fare lo stronzo” lo rimproverò sorpresa che la sua voce non le fosse uscita in un rantolo.
 
“Vuoi litigare? Perché io non sono dell’umore..” Federico aprì la portiera ed uscì dall’auto imitato da lei qualche secondo dopo.

“Non atteggiarti a figo impertinente solo perché ci sono i tuoi amici”

“Io non mi atteggio in nessun modo sei tu che da quando siamo saliti in macchina non hai più detto una parola”
 
“Vorrei vedere te in mezzo a venti persone che non conosci!” sbottò rivelandogli il perché della sua agitazione. Si sentiva in imbarazzo a stare in mezzo a tante persone sconosciute e la sua agitazione solitamente era una calamita per le catastrofi. Quando aveva accettato era stata così presa dalla rabbia e dalla gelosia che non aveva minimamente pensato alla situazione in cui si sarebbe trovata ma ora che quelle sensazioni erano evaporate il suo animo timido era ritornato riempiendola di dubbi e preoccupazioni. Federico mormorò un “Oh” di sorpresa portandosi la mano destra nei capelli con l’espressione di un bambino che scarta il suo regalo di Natale scoprendo che è proprio quello che desiderava con tutto il cuore.
 
“Non devi vergognarti, sono simpatici”
 
“Immagino” borbottò chiudendo la zip della e si sorprese quando lui la strinse tra le braccia. Il calore del suo corpo la riscaldò all’istante allontanando il freddo e sciogliendo tutta la tensione che si portava addosso; ricambiò la stretta poggiando la testa sul petto di lui e respirò il suo profumo cercando sicurezza.
 
“Ehi piccioncini muovetevi!!” Eliana sbuffò stringendo di nuovo Federico a sé.
 
“No, stringimi ancora un po’” lo sentì ridere e anche le sue labbra si spiegarono in un sorriso “Mi dispiace è solo che non voglio metterti in imbarazzo”
 
“Io voglio solo che ti diverta”


“Lo so. Che dici entriamo? Ci hanno già richiamato una volta”
 
“Andiamo” Federico le strinse una mano e la trascinò, letteralmente all’interno del ristorante. Appena ebbero varcato la soglia furono accolti dal profumo di Ambipur alla lavanda e dal chiacchiericcio dei ragazzi e di altre persone sedute a tavola.
 
“Ehi Fede vieni ti ho conservato il posto” Vanessa si stava sbracciando verso Federico per farsi vedere. Eliana osservò i due tavoli da venti uniti a formare un unico grande tavolo e non si sorprese per nulla quando vide gli ultimi due posti rimasti: uno a capotavola e l’altro a sette posti di distanza proprio accanto a Vanessa. Osservando Federico notò una scintilla di fastidio passare nei suoi occhi e questo nonostante la situazione la rese un po’ felice.

“Veramente Vane io vorrei sedermi accanto ad Eliana. Conosce solo me e non voglio che si senta in imbarazzo” le guance della bionda si colorarono di un rosso acceso e le labbra si aprirono in una smorfia di sorpresa e delusione.

“Oh ma io ti ho tenuto il posto!!” sbottò come una bambina incrociando le braccia al petto e ciò mise in mostra il suo decolté già abbastanza in vista “D’accordo sedetevi dove vi pare io me ne vado” si alzò, traballando sui tacchi, e senza neanche prendere il cappotto corse fuori.
 
Ochetta è tutta una recita ecco perché ha lasciato il cappotto!!Avrebbe voluto urlarlo ma preferì restare in silenzio e prese a sfogarsi con il suo povero labbro.

“Ely io...La riporto dentro, ok? Aspetta qui” Federico le baciò lievemente una guancia e le strinse la mano prima di correre fuori dal locale. Eliana decise di evitare ulteriori discussioni così si sedette a capotavola; qualche secondo dopo una mano delicata si posò sulla sua spalla battendo lievemente.

“Dai ci pensiamo noi a farti divertire” la voce nonostante l’ironia era molto dolce e ciò fece alzare lo sguardo di Eliana che si posò sulla ragazza alla sua sinistra, la più bella ragazza che avesse mai visto: capelli ramati e lisci, occhi verdi sapientemente truccati, i tratti del viso delicati e armoniosi e da quel che poteva vedere era anche magrissima “Io sono Samantha ma se vuoi puoi chiamarmi Sam” le sorrise e porse la mano, manicure perfetta, che Eliana si affrettò a stringere.

“Eliana, piacere”
 
“Io sono Marco, suo fratello” anche Marco era molto bello ma a differenza della sorella i suoi capelli erano di un castano chiaro, quasi dorato. Dopo essersi presentata Eliana tornò a concentrarsi sui ricami della tovaglia e del tovagliolo.

“Dai non stare così Vanessa è solo una troietta a cui brucia ancora l’essere stata lasciata da Federico”
 
“Pff a Federico non è mai fregato nulla di lei, la scopava e basta”

“Marco!! Lascialo perdere è un insensibile. Tu e Fede da quanto state insieme?” Eliana avvampò e il grissino che stava mangiucchiando le andò di traverso “Ehi, ehi..”

“Noi non stiamo insieme” riuscì a dire dopo essersi ripresa e aver bevuto un bicchiere d’acqua. Sentì la porta d’ingresso aprirsi e nonostante i buoni propositi di non alzare gli occhi si ritrovò a guardare la mano di Federico stretta a quella di Vanessa.

“Scusatemi ragazzi è solo che sono nervosa in questo periodo” la biondina sbattè le ciglia con lo sguardo da cane bastonato ma nessuno le diede peso e ciò fece sorridere Eliana che abbassò gli occhi non appena Federico si voltò verso di lei. Alla fine Vanessa ebbe la meglio e così Eliana si ritrovò a dover sopportare le risatine di lei che non faceva altro che accarezzare Federico. Loro due non erano fidanzati certo, ma lui aveva detto di tenerci a lei quindi...
Decise di lasciar perdere e si concentrò sulla lettura del menù composto per lo più con specialità di terra, prodotti tipici e molto caserecci. Gli altri optarono per un antipasto della casa, pappardelle ai funghi porcini, carne alla griglia, patate e insalata. Marco e Samantha la fecero divertire molto soprattutto quando iniziarono a litigare per colpa di Layla la cagnolina di Sam. Dopo aver mangiato il dolce, un buonissimo tartufo al cioccolato bianco, i ragazzi divisero il conto a metà e Eliana non si accorse di aver trattenuto il fiato, sperando di riuscire a pagare con i pochi soldi che aveva in tasca, finché Marco non la osservò accigliato. Quando uscirono dal ristorante Vanessa era ancora appolipata a Federico stile koala così Eliana decise di accompagnare i due fratelli all’auto.

“Allora, alla fine ti sei divertita?” le chiese Samantha armeggiando nella borsetta, forse in cerca delle chiavi.

“Certo, grazie mille” sorrise ma la sua gioia si spense quando Marco le poggiò una mano sul fianco.

“Questo è il mio numero” Sam le porse un biglietto da visita e sistemò la borsa sulla spalla “Fatti sentire qualche volta” si sporse e le baciò le guance prima di infilarsi in macchina e mettere in moto.

“Senti…Io mi sono divertito con te e sei anche molto carina” Eliana avvampò e lo osservò da testa a piede; era un bellissimo ragazzo e avrebbe dovuto sentirsi lusingata ma la sua mente continuava a concentrarsi su Federico e Vanessa completamente schiacciati sul cofano dell’auto “…uscire con me?”

“C-cosa?”
 
“Ti va di uscire con me un giorno di questi?”
 
“Ehm..io, non so..”

“Senza impegno, una pizza e un cinema” la guardò con gli occhi speranzosi e lei annuì afferrando il fogliettino che le porgeva “Fammi uno squillo così salvo il tuo numero e ti chiamo”
 
“D’accordo” lui le sorrise e si chiuse in macchina; i due fratelli la salutarono con la mano prima di allontanarsi. Rimasta sola Eliana deglutì e si avvicinò ai due…polipi “Fede…possiamo andare?”
 
“Si entra ti raggiungo” tentennò guardandolo negli occhi mentre Vanessa la osservava come se fosse un moscerino da schiacciare e solo quando ne ebbe abbastanza entrò in macchina. Vide perfettamente la bionda provarci con Federico, strusciarsi su di lui, passare le mani nei suoi capelli e baciarlo; purtroppo lui le circondò i fianchi con le mani e ricambiò. Eliana non volle continuare a vedere, una fitta di dolore le si propagò nel petto e per impedirsi di piangere dovette chiudere gli occhi. Li tenne così anche quando la portiera del guidatore si aprì e si richiuse, anche quando Federico le accarezzò i capelli scostandoglieli dal viso, anche quando capì che si stava innamorando di lui.
 
************

Riaprì gli occhi proprio mentre l’auto svoltava nel suo quartiere e si stiracchiò per bene cercando di riprendere il pieno controllo del suo corpo.

“Ben svegliata” il tono di voce di Federico era un misto tra ironia e dolcezza come se fosse preoccupato di una qualsiasi sua reazione.

“Mmmh” Eliana si voltò verso casa sua mentre lui parcheggiava e quando vide l’auto di Davide ferma nel vialetto iniziò a tremare.

“Oh fatina” Federico si sporse per abbracciarla e nonostante il diavoletto sulla sua spalla sinistra continuasse a punzecchiarla per allontanarlo lei si lasciò stringere forte.

“O-ora passa, tranquillo” si concentrò cercando di fermare il tremolio che le faceva battere i denti e qualche minuto dopo aiutata dal calore del corpo che la stringeva si calmò “Va bene io..” lui si scostò e Eliana lo vide passarsi la mano sulle labbra tante volte finché non divennero rosse e gonfie.
 
“Posso baciarti?”
 
“N-no, non puoi baciarmi dopo aver baciato lei”
 
“Io..non volevo farlo”

“Oh allora vuoi dirmi che la tua lingua ci è finita per caso nella sua gola?” sbottò Eliana sporgendosi per aprire la portiera.

“Pensala come vuoi” si voltò verso di lui e non seppe resistere; si sporse e gli schioccò un bacio a stampo prima di scendere dall’auto: si avviò verso casa solo quando la vide svoltare l’angolo e il tremito che le scosse le spalle non era solo per il freddo. Camminò a passi lenti e misurati cercando di ritardare il più possibile ma alla fine giunse davanti alla porta di casa e la aprì lentamente cercando di fare il minor rumore possibile: non servì a nulla. Sua madre e Davide corsero all’ingresso e quando la vide le iridi di lui diventarono sempre più scure mentre Romina si stringeva il collo livido con una mano tremando.

“E così finalmente la bambolina si decide a tornare a casa” Eliana sentì tutto il disprezzo nella voce di Davide e il suo cuore cominciò a galoppare nel petto. Con un’unica falcata le fu vicino e le afferrò i capelli così forte che lei dovette piegarsi sulle ginocchia per cercare di alleviare il dolore “Brutta puttana come ti salta in mente di fare quello che cazzo ti pare eh?” le diede un ceffone così forte che Eliana cadde sul pavimento e il suo labbro cominciò a sanguinare.

“Davide ti prego” Romina aveva stretto Davide per le spalle cercando di fermarlo ma lui la strattonò via con così tanta forza che sua madre si ritrovò contro il muro a gemere dal dolore.

“Mamma..”quella distrazione le costò cara e Davide ebbe tutto il tempo per sferrarle un calcio così potente allo stomaco da mozzarle il respiro: lui continuò a colpirla. Eliana non ebbe più la forza di muoversi e di opporsi quando lui le si sedette cavalcioni sui fianchi e iniziò a colpirle il viso.

“Brutta puttana ti ho già detto che tu sei mia!!” la colpì di nuovo e Eliana lo osservò sfinita mentre lui ghignava compiaciuto. Riuscì anche a cogliere il lampo che passò negli occhi di lui e ciò la fece tremare dalla paura “Ora ti insegno io l’educazione” si alzò da lei e iniziò a slacciarsi i pantaloni.

“No!! No ti prego!!” lui però non la ascoltò anzi la prese per i capelli e la fece inginocchiare davanti alle sue gambe aperte. Il corpo di Eliana fu scosso dai singhiozzi e non riuscì a smettere di piangere anche se questo le costava uno sforzo immenso.

“Succhia”

“Noo!!”

“Ho-detto-succhia” Eliana si divincolò in tutti i modi cercando di farlo allontanare ma lui continuava a tenerla per i capelli.

“Davide!!” urlò Romina e ciò bastò a distrarlo e permettere a Eliana di alzarsi.

“Mi dispiace mamma!!” le urlò Eliana aprendo la porta e corse via nonostante il dolore al fianco le mozzasse il respiro. Quando non ebbe più la forza di muoversi si accasciò sul marciapiede e prese il cellulare dalla tasca. La voce di lui fu come un balsamo e sembrò far diminuire il dolore che provava, anche nell’anima.

“Pronto, Eliana”

“F-fede..”ansimò e prese un respiro profondo nonostante il dolore “V-vieni a p-prendermi”
 
“Eliana dove sei? Cazzo perché ti ho fatto tornare lì…Merda. Vengo subito dimmi dove sei”
 
“Via…Giovanni Verdi. Sbrigati” premette il tasto verde e si mise a sedere nell’unica posizione che non le provocava dolore. Le sembrò passata un’eternità quando sentì il rombo dell’auto di Federico e lui corse davanti a lei “Ehi..”
 
“Oh mio dio. Mi dispiace così tanto” le baciò una guancia e la prese tra le braccia. Dopo un po’ di fatica e tanto dolore per Eliana finalmente riuscì a farla stendere sul sedile posteriore e si affrettò a entrare in macchina.

“Va p-piano. Sto. Bene”
 
“No che non stai bene!! Cazzo…Da quanto va avanti?”

“Anni...” Eliana cercò di guardarlo dallo specchietto e quando ci riuscì si accorse che stava piangendo “Oh non piangere, io sto bene” lui imprecò e diede un pugno al volante, in compenso rallentò. Appena arrivarono in ospedale dovettero aspettare mezz’ora poi finalmente un’infermiera li fece portare in una stanza; l’odore di disinfettante la stordì leggermente facendole venire voglia di vomitare ma resistette.
 
“Allora comincio con il labbro, va bene?” il medico iniziò a medicarle il labbro sanguinante poi si dedico al suo ventre dolorante; quando le alzò la maglietta Federico inspirò bruscamente e imprecò e questo la spinse a muoversi per vedere cosa avesse di così orribile “Stia ferma è un livido, molto esteso. Ora mi dica quando le sente male” iniziò a fare pressione sul sulla sua pancia e quando le toccò il punto in cui le faceva malissimo non riuscì a trattenere un urlo di dolore. Il dottore annuì e si sfilò i guanti di lattice “Credo abbia una costola fratturata ma per accertarcene dobbiamo fare una radiografia. Aspetti qui fra poco le mando un’infermiera” appena si fu allontanato Federico si avvicinò e le prese la mano tra le sue.

“Mi dispiace così tanto..”
 
“No, tranquillo guarirà” lui le sorrise mesto e posò una mano sul suo ventre “È davvero così grande il livido?”
 
“Troppo. Eliana voglio che tu venga a vivere a casa mia, non puoi tornare lì”
 
“Non voglio dare fastidio a te e tua madre”

“Non lo farai, mi sento così in colpa per averti fatto rientrare in casa. Avevo un brutto presentimento..”

“Non potevi saperlo” qualcuno bussò alla porta e due infermiere fecero capolino nella stanza.

“Scusi ma le dobbiamo chiedere di allontanarsi” Federico le lasciò un bacio sulla guancia e si allontanò. La diagnosi del medico si rivelò corretta così dopo averle fasciato il petto e consigliato una pomata per sgonfiare il viso ammaccato la mandarono a casa. Eliana appoggiò la fronte al finestrino e allungò la mano sul cambio per poggiarla su quella di lui; Federico se la portò alle labbra e vi lasciò un bacio.

“Andrà tutto bene te lo prometto. Ti fidi di me?” lei lo guardò per qualche secondo poi sorrise e si sporse a baciargli la guancia.

“Mi fido” lui sorrise e tornò a guidare mentre Eliana si lasciava andare tra le braccia di Morfeo consapevole che la sua vita dal quel momento in poi sarebbe cambiata per sempre.





Angolino Maddy!!

Aaaaallora, prometto che dopo questo me ne vado!! Visto che questo capitolo è molto triste, o almeno credo, volevo lasciarvi qualcosa per addolcirvi. Premetto e specifico che ognuno può continuare a immaginare i personaggi come vuole, queste foto sono solo per darvi un'idea su come si sono formati nella mia mente!! Se non ricordate chi sono vi dico subito che Erica e Giulia sono le migliori amiche di Antonella anche se sono solo di contorno nella ff mentre i due ragazzi sono i migliori amici di Federico.


Questa è Antonella!! Questa è Erica.


Questa è Giulia Lorenzo e Michele.




Antonio e...... Daniela ma senza Tattoo!!


 


 

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Capitolo 12
*** Ho bisogno di te ***


Aiutami a non avere paura del buio...



Buongiorno stelline *-* ho cambiato nickname ma sono sempre io!!
Non potete neanche immaginare quanto vi adoro!! <3
Aaaallora per prima cosa mi scuso per il ritardo ma lo schermo del pc era andato in coma e mi impediva di completare il capitolo, uno dei più lunghi che abbia mai scritto. Spero vivamente che quello che scrivo vi piaccia, che non sia scontato, banale...Sembrerà assurdo ma questo sito mi ha fatto fare nuove esperienze, crescere in un certo senso, conoscere gente fantastica, mi ha fatto vedere che in Italia c'è talento, buona volontà e persone come Erika che danno ai ragazzi e alle ragazze comuni come me un'opportunità per esprimersi e coltivare le proprie passioni. Vorrei far leggere alle professoresse che lamentano un' Italia in cui non vi è più l'amore per la letteratura, la lettura e la scrittura le meravigliose storie originali e non che sono su questo sito e che sono, inoltre, lo specchio della nostra società.
Bene, dopo questo sfogo passo a ringraziare le 39 persone che hanno inserito la ff nelle seguite, le 19 che l'hanno inserita nelle preferite e le 6 nelle ricordate.
Un grazie immenso a Hidden Love che è passata a recensire lo scorso capitolo e altri precedenti, a Love Melody che si è iscritta da poco su questo sito e che ha fatto l'onore alla mia ff di essere la sua prima recensione. Grazie anche a _Tam_, Raven_, Marmaid e _mymind_ per le loro splendide recensioni.
Infine ultima ma non per importanza Marika alias Dear Juliet che oltre ad essere la mia scrittrice preferita( DOVETE ASSOLUTAMENTE LEGGERE LE SUE FF!!) è anche la migliore lettrice che potessi sperare di avere, e visto che ha avuto il fegato di richiedere l'inserimento di questa ff nelle scelte, anche la più pazza.

E ora bando alle ciance vi lascio al capitolo :) sperando nella vostra clemenza e in caso trovaste errori non fatevi nessun problema a segnalarmeli;provvederò subito a correggere. Spero anche che possa piacervi, ma ho i miei dubbi -.-"

Un bacione <3

Maddalena

Pps: Mi farebbe piacere sapere cosa pensate, quindi se avete cinque minuti del vostro tempo da regalarmi passate a recensire!! <3



  Capitolo 12
 

"Ho bisogno di te"

 

“Fatina è ora di svegliarsi” una voce dolce e calda soffiata nel suo orecchio la trascinò dal tepore del sonno e le fece aprire gli occhi che si specchiarono in altri di uno splendido grigio piombo.

“Fede…ma che ore sono?” Si tirò a sedere a fatica appoggiandosi alla spalliera del letto e cercò di sistemare con le dita le lunghe ciocche corvine ricadute sul viso mentre dormiva.
 
“Sono le venti, mia madre è appena arrivata e ha preparato il pranzo. Il medico ha detto che devi mangiare per rimetterti in forze” Federico le sorrise come se si sentisse orgoglioso del suo ruolo di infermiere e scostò le coperte.

“Sei impazzito” Eliana si allungò cercando di risistemare le coperte sul suo corpo ma il dolore le mozzò il respiro e dovette tornare seduta. Non si sorprese quando si accorse di indossare una felpa di Federico e stranamente non provò neanche imbarazzo al pensiero che lui l’avesse spogliata; infondo l’aveva vista più di una volta svestita e non aveva mai fatto commenti negativi “Ho ancora sonno”
 
“Beatrice vuole vederti, le ho spiegato la situazione e..” si bloccò improvvisamente abbassando il viso ed Eliana era sicura che la sua reazione fosse una conseguenza della paura dipinta nel suo sguardo “Mi spiace ma dovevo dirglielo”

“Le hai detto tutto?” lui si limitò ad annuire “Non fa nulla, anzi devo ringraziarla. Mi aiuti?” lui corse accanto a lei e la sostenne mentre si metteva in piedi e infilava i piedi nelle ciabatte sistemate ai piedi del letto.

“Ehi quelle sono mie!!” si lamentò lui, mettendo il broncio, ma quando Eliana si sporse e poggiò le labbra sulle sue le sorrise e la strinse più forte “Mi piace vederti con i miei vestiti”
 
“A me piace indossarli” all’inizio aveva creduto che andare a stare da Federico avrebbe creato tra di loro un clima di tensione imbarazzante invece si sentiva serena e anche lui sembrava tranquillo “Mi dispiace, sono pesante” mormorò stringendo la presa intorno ai fianchi del ragazzo per sostenersi.
 
“Per me non è un problema e poi non sei pesante, sei calda e morbida” Federico nascose il viso nel collo della ragazza strofinando il naso sulla pelle sensibile e Eliana ridacchiò cercando di scostarsi senza cadere.

“Tesoro!!” la ragazza si ritrovò stretta tra le braccia di Beatrice appena i suoi piedi ebbero superato l’ultimo scalino. Federico la stava ancora sorreggendo così l’abbraccio comprese anche lui e Eliana si sentì di nuovo...in famiglia “Mi dispiace tanto per tutto quello che è successo. Il medico cosa ti ha detto? So che sono molto severi e…”

“Mamma lascia perdere ci ho parlato io con il dottore, è tutto ok” Eliana rimase sorpresa delle parole di Federico ma troppo stanca per restare in piedi decise di mettere da parte la questione e si fece accompagnare in cucina.
 
“Avrei preparato qualcosa di più sostanzioso ma non ho proprio avuto il tempo, mi hanno trattenuta al lavoro” Beatrice aveva preparato un semplice piatto di tortelli in brodo e una cotoletta ma a Eliana sembrò la cena di un re visto i panini pre-confezionati che era abituata a mangiare a pranzo, e spesso anche a cena.

“Non si preoccupi, è tutto buonissimo. Grazie mille non so davvero come ringraziarla se non ci foste stati lei e suo figlio non so come avrei fatto.”Federico le poggiò una mano sul ginocchio e Beatrice scuotendo la testa le disse di non preoccuparsi esprimendo, con un sorriso radioso, la gioia che provava nell’averla lì. Dopo cena madre e figlio sistemarono la cucina mentre Eliana osservava distrattamente le immagini del Grande Fratello scorrere sullo schermo.

“Ehi..” Federico si sedette accanto a lei e le strinse una mano nelle sue “Sei così stanca che ti si chiudono gli occhi. Andiamo a dormire?”

“Ma no, se vuoi guardare la tv io resto con te…”borbottò, per metà nel mondo dei sogni poggiando la testa sulla spalla di lui e il suo profumo la fece sorridere “..basta che mi tieni stretta” lui si irrigidì e Eliana pensò di aver osato troppo ma poi le sue braccia le circondarono la vita e si lasciò andare ad un vero e proprio sospiro di piacere. Dal tepore di quell’abbraccio al sonno il passo fu breve e quando riaprì gli occhi al mattino la prima cosa di cui si rese conto furono le braccia di lui che ancora la tenevano stretta. Attenta a non fare movimenti bruschi si voltò  per avere il viso di Federico di fronte e lo osservò attentamente per nulla sorpresa della fitta al petto che provò pensando a quanto fosse bello con le labbra imbronciate, i capelli scarmigliati e il viso sereno e rilassato. Alzò una mano e attenta ad essere il più delicata possibile tracciò i contorni del suo viso, del naso e delle labbra che si aprirono in un sospiro. Qualche minuto dopo mentre Eliana poggiava la mano sul petto di lui coperto da una maglietta grigia un po' logora e larga Federico aprì gli occhi abbagliandola con un sorriso luminoso e ancora confuso.
 
Non farmi innamorare di te, ti prego…
 
“Fatina, buongiorno” la voce ancora roca per il sonno, uscì in un sussurro ma quel saluto bastò a scaldarle il cuore “Hai dormito bene o ti ho dato fastidio? A volte so essere ingombrante” Eliana scosse la testa e si morse il labbro per trattenere le lacrime. Per un lungo periodo quando aveva quattordici anni si era convinta di meritare tutte le violenze che subiva per mano di Davide, si era convinta di non meritare la felicità e ora che ce l’aveva a un palmo dal naso non riusciva a credere che fosse tutta per lei “Che succede?”
 
“Sono felice” lui rise, solo per un attimo, e le posò un bacio sulla fronte.

“Ed è una cosa brutta?”

“No, ma ogni volta che sono felice succede qualcosa di brutto. Non voglio perderà la felicità e soprattutto non voglio perdere te. Ma..”
 
“Ma?”
 
“Stai diventando troppo importante per me…”gli posò la mano sul viso sentendosi stupida e un po’ infantile per le sue parole “Ti sembrerò una sfigata; tu sei abituato alle ragazze belle e sicure di se come Vanessa mentre io mi imbarazzo persino a chiedere il prezzo di un vestito attillato ma quando mi stringi così io penso di essere nel posto giusto, mi sento una persona giusta…lascia perdere sto dicendo una sacco di sciocchezze…”
 
“Ti voglio bene” la voce di lui era bassa ma sicura “Io ti voglio bene Eliana e non voglio lasciar perdere” lei non seppe chi si fosse avvicinato per primo o quando lo avesse fatto ma quando Federico poggiò le labbra su quelle di lei lo strinse così forte da fargli e farsi male. La sua bocca sembrava fatta per quella di lui, le loro mani unite sembravano fatte per essere insieme e il sorriso che lui le regalò quando si scostò leggermente da lei era lo specchio della sua gioia “Qualche preferenza per la colazione?” Federico scattò giù dal letto e si infilò una felpa rabbrividendo leggermente.

“Mmmh no. Hai intenzione di portarmela fin qui?”
 
“Forse” la sfidò lui infilandosi le ciabatte prima di affiancarsi a lei e baciarle la fronte “Torno fra un pochino non ti addormentare pigrona” Eliana gli fece la linguaccia e si tirò le coperte fino al viso ridacchiando. Nel silenzio della camera ascoltò il suo respiro e i suoni delle stoviglie al piano di sotto e la sua mente inevitabilmente volò al periodo più felice della sua vita. Aveva sei anni e la sua era ancora una famiglia felice, una di quelle che si sveglia presto la domenica mattina, che fa colazione a base di crepese cialde e poi si reca in chiesa per ascoltare la messa. Ricordava ancora il suo piccolo corpo rannicchiato, proprio come in quel momento, sotto le coperte in un gelido giorno di dicembre, il profumo delle cialde, del caffè e dei cornetti caldi, il rumore di stoviglie e gli schiocchi dei baci che si scambiavano i suoi genitori ridendo...tutto era finito, crollato come un castello di carte sulle spalle di una bambina che si era ritrovata con la vita stravolta ancora prima di iniziare a viverla davvero. Si impose di non piangere e di rinchiudere i ricordi in un cassetto della memoria per custodirlo gelosamente. Non le piaceva dimenticare e non voleva inserire nella categoria dei brutti ricordi anche quelli belli che aveva vissuto in passato “Eccomi…Ely ti sei riaddormentata?”

“No no” sbucò fuori dalle lenzuola con gli occhi ancora un po’ lucidi ma sorrise e afferrò il vassoio che le porgeva sistemandolo per bene. Fecero colazione sorridendo, imboccandosi a vicenda e scambiandosi baci e carezze come due fidanzatini appena svegli dopo aver fatto l’amore per la prima volta “Sai potrei diventare viziata se continui a portarmi la colazione a letto”
 
“Oh non sia mai!!” borbottò raggiungendo la porta “Vado a sistemare questi di là e ti do una mano ad alzarti” Qualche minuto dopo la raggiunse, le mani sgombre del vassoio, e l’aiutò a mettersi in piedi e raggiungere il bagno. Eliana pensò che si allontanasse ma lui rimase impalato accanto alla porta ad osservarla.

“Non vorrai mica restare qui?”
 
“Ce la fai da sola?”

“C-credo di si ma…Non sei andato a scuola!!”

“Ti sembra il momento di pensare al fatto che non sono andato a scuola? Ti aspetto fuori, se hai bisogno chiamami” all’iniziò ebbe qualche difficoltà ma poi riuscì a sistemarsi troppo orgogliosa per imporgli anche di aiutarla a lavarsi i denti. Quando uscì dal bagno lo trovò seduto al centro del letto con una bellissima chitarra acustica tra le braccia e il viso concentrato.

“Sai suonare?”
 
“Mio-mio padre mi ha insegnato qualcosa. Erano secoli che non riprendevo questa chitarra ma stamattina non sono riuscito a resistere e…”

“Fammi sentire qualcosa” Eliana lo osservò con gli occhi lucenti, ingenui e curiosi di una bambina e lui iniziò a strimpellare “Aspetta ma io la conosco….Stand by me?”
 
“Si..” Eliana canticchiò sottovoce non troppo sicura delle parole del testo e lo osservò rapita mentre spostava le dita da una posizione all’altra.
 
“Mi piace” Federico le sorrise e scostò la chitarra invitandola a stringersi a lui “Suoni bene. Tuo padre era bravo?” Eliana sapeva che quello era un argomento delicato ma non riuscì a impedirsi di porgli una domanda e placare almeno un po’ la sua sete di curiosità.
 
“Molto, da ragazzo suonava in una band. Non ho mai amato particolarmente la musica ma il suo modo di suonare era magico”
 
“Dovevi volergli molto bene”
 
“Vorrei averglielo dimostrato di più, avergli detto più spesso quanto lo stimassi e fosse importante per me.”
 
“Mi dispiace”

“Non è colpa tua” le alzò il mento con le dita e la baciò dolcemente sulle labbra. Il bacio si approfondì, le labbra presero il sopravvento, morbide e calde, e le mani di Federico si infilarono sotto la maglietta di lei accarezzandola sulla fasciatura “Ti faccio male?”
 
“N-no è piacevole” lentamente risalì piano sul suo seno fasciato dal cotone e lo strinse lievemente facendola boccheggiare.

“Farò piano, voglio solo farti star bene” Eliana si morse il labbro titubante ma lo lasciò fare e non lo fermò quando la mano di lui iniziò ad accarezzarle il ventre e i fianchi. Federico superò la barriera delimitata dal bordo dello slip senza distogliere lo sguardo da lei, forse in cerca di una conferma, e raggiunse la pelle di lei; entrambi rilasciarono un sospiro, come se avessero trattenuto il fiato troppo a lungo e Eliana cercò di muoversi per scostarsi, troppo imbarazzata. Non era vergine, aveva avuto un ragazzo importante al quale aveva donato la sua prima volta ma dopo la fine di quella storia non aveva più avuto rapporti intimi con l’altro sesso e la cosa la spaventava. Inoltre quella sua unica esperienza era stata deludente e molto dolorosa. Federico iniziò ad accarezzare dolcemente la sua femminilità mentre la baciava e con l’altra mano le accarezzava i capelli “Sei così bella..”quel sussurro la fece rabbrividire così come la lingua di lui quando iniziò a succhiarle la pelle del collo.

“Ci resterà il segno!!”
 
“Meglio, tanto chi potrà vederlo?”

“Io oppure tua madre!!”

“Mmmh dai lasciami fare sei così buona” lei si lasciò andare mentre le carezze di lui si intensificavano mozzandole il respiro. Eliana si sentì come in una bolla di sapone, una bolla fatta dei baci mozzafiato di Federico, della sua mano che accarezzava il suo centro bollente, una bolla fatta di calore e gemiti, del profumo di lui e del calore del suo corpo, una bolla che scoppiò in tanti frammenti di puro piacere e che la lasciò ansimante e accaldata “Tutto ok?”
 
“Splendidamente” rispose accrescendo il suo ego e anche il sorriso di lui che si tramutò in una risata di puro orgoglio maschile.
 
******

Eliana era ancora imbarazzata dopo quello che aveva fatto con Federico e ora che lui era uscito per andare in pasticceria ed era da sola non riusciva a smettere di pensarci e maledirsi. Lei aveva sempre dato importanza al sesso e aveva reputato quello senza amore una cosa squallida. Certo lei e Federico non avevano fatto niente di che, anzi lei non aveva fatto niente a parte baciarlo e morire sotto le sue carezze, ma le sensazioni che aveva provato erano state uniche; non si era mai sentita così bella e in pace con se stessa. Quello che più le dava fastidio e la faceva avvampare di rabbia, sotto le calde coperte impregnate del suo profumo, era il non sapere cosa pensava lui, di lei. Sospirò frustrata e allungò il braccio verso il comodino dove, tra cd, pacchetti di sigarette vuoti e cartacce di merendine regnavano gli unici spiragli di luce per la sua impossibilità di muoversi: il libro dei promessi sposi e un iPod. Eliana aveva spesso pensato, nonostante adorasse quel romanzo, che quei due ragazzi erano dei veri e propri sfigati visto quante gliene capitavano. Al terzo capitolo però iniziò ad annoiarsi così si infilò le cuffiette e cercò nella playlist di Federico qualcosa che potesse piacere anche a lei; fortunatamente trovò una cartella “Liga” e si rilassò mentre Ligabue iniziava a cantare con la sua voce calda e graffiata. Federico ritornò verso le 20.00 e appena entrò in camera la prima cosa che fece fu sfilarsi le scarpe e sospirare.

“Finalmente a casa…Ti sei annoiata tanto?”
 
“No, ho ascoltato la tua playlist delle canzoni di Ligabue, e ho pensato”

“Ah si? E cosa hai pensato?” lui la raggiunse e si stese accanto a lei stringendola tra le braccia; profumava ancora di vaniglia, zucchero e cioccolato.

“Profumi di dolci” borbottò strofinando il naso contro il collo di lui.

“Non sviare la mia domanda. A che pensavi?”
 
“Che dovrei avvisare Daniela, che mia madre sarà preoccupata, che Davide non me la farà passare liscia e...penso a quello che, si insomma hai capito!”
 
“Ti sei pentita?” Federico allentò la presa intorno al corpo di Eliana per poterla osservare e lei sperò che non fraintendesse la tristezza e il dubbio che esprimevano i suoi occhi.

“N-no solo, non vorrei che tu pensassi che sono una ragazza facile, se mi sono lasciata andare con te è perché ci tengo”

“Ely io non ho mai pensato a questo.”i suoi occhi diventarono luminosi, persino il suo viso sembrò risplendere di una luce nuova e il modo in cui la guardò, come se fosse il centro dell’universo,fece volare il suo cuore e cancellò tutti i suoi dubbi “Non ho fatto altro che pensare a te per tutto il tempo, a come sospiravi e i tuoi occhi erano così belli, li ho sempre trovati belli ma in quel momento mi ci sono perso e lo farei di nuovo perché ci stavo bene. Quindi smettila di farti paranoie inutili quando sei con me, io non sono Davide” concluse, il tono di voce improvvisamente duro nell’ultima frase.

“Si questo lo so e non ho mai dubitato che tu fossi diverso, in senso positivo” lui sospirò e provò ad interromperla ma Eliana non glielo permise e continuò a parlare senza imbarazzo “So anche che hai avuto tante ragazze e che non sei uno, si un ragazzo che da molta importanza al...sesso, ma io si e non voglio essere una delle tante. Qualsiasi cosa tu provi per me, se è solo attrazione fisica non è quello di cui ho bisogno.”
 
“Ely..”

“Lasciami finire. Io...è un bisogno egoistico lo so, non posso chiederti di cambiare quello che sei o pretendere che tu possa provare qualcosa per me ma io ho bisogno dell’affetto che mi è stato negato per anni. Mio padre dopo essersi separato da mia madre si è risposato, con una ragazza che ha vent’anni meno di lui e che potrebbe essere sua figlia, la figlia che non sono io. Ci sentiamo una massimo due volte l’anno quando si ricorda del mio compleanno e lui mi tratta ancora come una bambina. Non voglio parlare di Davide perché so che se iniziassi a piangere non smetterei più però io ho bisogno di una persona che mi abbracci e mi faccia sentire speciale, anche se non lo sono. So che avvicinarsi a me non è facile e che sarò spesso un peso ma io ho bisogno di te, sei diventato la mia ancora di salvezza, non pretendo che tu ti faccia carico di me e se non te la senti io sono pronta ad andare v…” le parole le morirono in gola mentre le labbra di Federico si poggiavano sulle sue e la zittivano. Si baciarono per qualche secondo, minuto o forse ore e ore ad occhi chiusi, perché le cose più belle sono quelle che si vedono e si sentono col cuore, quelle che azzerano il mondo esterno, i dubbi, i problemi e resti solo tu e la persona alla quale stai donando il tuo cuore, pezzo per pezzo, in ogni attimo passato insieme.
Eliana non riusciva più ad allontanarsi da lui e quei pochi secondi in cui si allontanavano le sembravano una vera e propria agonia: voleva quelle labbra, le mani di lui ad accarezzarle i capelli e il calore del suo corpo che la avvolgeva nel più dolce degli abbracci.
 
“Smettila di pensare, sei troppo razionale, lasciati andare e fidati di me” Eliana annuì e lo abbracciò forte. Qualche minuto dopo, con suo grande dispiacere, Federico si alzò per tornare al piano di sotto ad aiutare sua madre e prima di uscire sfilò il cellulare dalla tasca dei jeans e glielo porse “Chiama chi vuoi e non preoccuparti, ho la promozione. Vengo a prenderti fra un po’” Eliana compone il numero di casa sua, inserendo il numero per rendere la chiamata sconosciuta e attese in linea.

“Pronto? Pronto? Con chi parlo?” la voce che rispose al cellulare era quella di Davide ma lei sentì anche quella di Romina che in sottofondo gli chiedeva chi fosse al telefono. Chiuse in fretta la telefonata e si asciugò gli occhi improvvisamente umidi prima di chiamare la sua migliore amica che dopo qualche squillo finalmente rispose.
 
“Pronto Daniela?” Daniela ci mise qualche minuto a rispondere e quando lo fece la sua voce era un mix tra preoccupazione e sonno.
 
“Eliana, sei tu? Va tutto bene?”
 
“Scusa se ti ho svegliata, pensavo non dormissi. Si, va tutto bene volevo dirti che mancherò da scuola per qualche giorno e che..” Federico fece capolino nella stanza in cerca di un libro di cucina di sua madre e ne approfittò per chiederle se avesse bisogno di qualcosa “No, grazie”
 
“Eliana, sei con Federico?”
 
“Si, ecco volevo parlarti di questo, sarò a casa sua per due settimane, forse tre…”

“È fantastico!!”esultò ridacchiando “Come mai sei a casa sua? E perché non potrai venire a scuola?”

“Io..sono caduta e ho una costola fratturata. Nulla di grave però mia madre….deve andare a stare da mia nonna e…”

“Ehi ehi ok capisco che tu non voglia parlarne, non preoccuparti. Posso venirti a trovare?”

“Certo!! Quando vuoi. Se ti va puoi venire domani dopo la scuola”

“Certo, allora ci vediamo domani”

“Ok voglio sapere come è andata con Antonio mi raccomando!”

“Okey!! Ti voglio bene, riguardati”

“Anch’io te ne voglio a domani” chiuse la telefonata e sospirò; mentire non era mai stato il suo forte, negare l'evidenza perfino a se stessa si.

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Capitolo 13
*** Se ci sei posso farcela, sul serio. ***


Aiutami a non avere paura del buio...




 

 

Buonasera stelline!!
Dopo quasi quattro mesi sono ritornata su efp con un nuovo capitolo di questa fan fiction. Non mi aspetto nulla, so che dopo tutto questo tempo senza postare avrò perso la maggior parte dei lettori ma spero tanto che mi perdoniate. Non sto neanche a raccontarvi quanti sono stati i giorni in cui sono rimasta con una pagina di Word aperta completamente bianca senza trovare nulla da scrivere, è stato terribilmente frustrante. Inoltre la scuola ha risucchiato tutto il mio tempo e a stento ho avuto il tempo per collegarmi qualche volta e leggere qualche storia e recensire. Mi è dispiaciuto molto non riuscire a postare prima, mi è dispiaciuto tantissimo. Vi avviso che non so di preciso quando potrò postare il prossimo capitolo ma spero di non metterci tutto il tempo che ho impiegato per pubblicare questo. Ringrazio tutti coloro che hanno inserito la ff nelle preferite, seguite e ricordate e anche a chi non ha avuto la pazienza di aspettare che questa ritardataria pubblicasse e ha lasciato perdere questa ff. Non è un capitolo lungo e non è neanche niente di speciale ma spero di riuscire a riprendere presto la mano e potervi lasciare qualcosa di bello che vi faccia emozionare.

Ringrazio tantissimo chi ha recensito lo scorso capitolo: Kingsbridge, Hollie, Hidden Love, Gothic Snow White, LoveMelody, Kaori Morikawa, Marmaid, Mrs Lachowski e infine ultima ma non per importanza Hermione( alias DearJuliet, alias Marika) che scrive in modo favoloso e che spero mi perdoni per l'assenza sia nelle recensioni che nel pubblicare.


Ancora grazie a tutti per la pazienza!!

Un bacio Maddalena <3


Ps: se notate errori non fatevi alcun problema a segnalarmeli. Accetto anche le critiche :)


 

I ricordi a volte fanno male come un coltello conficcato nel cuore.

A volte lo scaldano con la loro dolcezza.


Silvana Stremiz


Capitolo 13

"Se ci sei posso farcela, sul serio."



Aveva continuato a rigirarsi inquieta tra le lenzuola cercando una posizione abbastanza comoda che non le provocasse un dolore lancinante e le permettesse di addormentarsi ma ciò aveva solo contribuire a ingarbugliare le lenzuola rendendo l’impresa ancora più ardua. Eliana sbuffando si mise a sedere al centro del letto e si scostò una ciocca di capelli dagli occhi, strizzandoli per mettere a fuoco le lancette dell’orologio sulla scrivania. Pensò che fosse mezzogiorno, anche perché il suo stomaco brontolava rumorosamente, ma quando riuscì a leggere l’ora si accorse che erano appena le dieci e trenta del mattino. Si guardò intorno per qualche minuto poi si fece coraggio e si alzò in piedi ignorando la fitta di dolore che la colpì appena prese un respiro profondo. Aveva appena raggiungo la porta quando il suo cellulare iniziò a trillare costringendola a tornare indietro.

“Merda..” imprecò e tenendosi una mano sul fianco raggiunse il telefono “Pronto”

“Ehi fatina sei sveglia” la voce di Federico fu come un balsamo e tutta la sua frustrazione e la stanchezza vennero spazzate via “Ho provato a chiamarti poco fa ma non hai risposto così ho aspettato che ti svegliassi” lo immaginò seduto all’ingresso della scuola, i capelli mossi dal vento, l’immancabile sigaretta tra le mani e quel meraviglioso sorriso che l’aveva stregata fin dall’inizio. Erano passati pochi giorni da quando si era trasferita a casa sua e né Beatrice né Federico l’avevano fatta sentire un peso estraneo anzi, erano sempre amorevoli e disponibili.

“Ehm, si, mi sono appena alzata, letteralmente, dal letto”
 
“Aham…non c’è niente che vorresti dirmi?” le domandò e Eliana era certa, anche se non poteva vederlo, che sul suo viso si era dipinta una deliziosa smorfia maliziosa.

“In questo momento non mi viene nulla. Cosa ti fa pensare che io abbia qualcosa da dirti?” stette al gioco rigirandosi una ciocca di capelli intorno a un dito. Aveva bisogno di un bel bagno caldo pieno di schiuma ma non potendo bagnare la fascia doveva resistere a quel desiderio.
 
“Mmh pensavo che mi avresti salutato con un mi manchi o cose così, non sei per niente romantica” Eliana rise per quanto il dolore le permetteva e la risata che  giunse dall’altro capo del telefono la mise di buon umore. Non ci aveva mai fatto caso prima di quei giorni passati costantemente insieme ma il suo umore rifletteva quello di Federico: se lui era arrabbiato col mondo lo era anche lei, se lui era triste anche la sua allegria scemava e se lui era felice, come in quel momento, lei si sentiva in paradiso per la gioia “Smettila di ridere, dovrò trovarmi un’altra ragazza se continui a trattarmi così male” quella frase riuscì a smorzare la sua risata e la catapultarono nella realtà. Era stanca di risultare pesante, noiosa,perennemente insicura di se stessa e dell’interesse di Federico e per una volta decise di non attaccarlo per quella frase scherzosa. Era stato tutto così idilliaco da quando si era trasferita in quella casa e lì come mai prima d’ora si era sentita a casa. Daniela andava a trovarla ogni pomeriggio lasciandosi andare ad una sequela di ti voglio bene e di imprecazioni contro Antonio che sembrava non accorgersi dell’interesse della sua migliore amica. Era una bomba ad orologeria pronta ad esplodere e lei si sentiva una pessima amica visto che non sapeva mai cosa consigliarle. Sentì la campanella in sottofondo e maledisse il bidello per la sua puntualità; non glielo aveva detto ma Federico le mancava già da impazzire.

“Ora devo andare è appena suonata la campanella. Non vedo l’ora che questa tortura finisca. E comunque tu mi manchi tanto” Come sempre lui sapeva trovare le parole giuste per farle tornare il sorriso ed era felice di non aver rovinato quei pochi minuti di conversazione lamentandosi e comportandosi come una bambinetta insicura.

“Anche tu mi manchi preparati perché quando rientrerai in casa ti ritroverai stritolato dalle mie braccia” lo avvisò pensando a cosa avrebbe potuto fare di carino per lui.
 
“D’accordo, un bacio, sta attenta e fa la brava” le ordinò, dolcemente.
 
“Come sempre no?” scherzò lei sorridendo.
 
“Certo certo. Ciao” fu lui a chiudere la telefonata ma Eliana non ci rimase male. Sapeva che Federico non era il tipo da “chiudi prima tu” e neanche a lei piacevano tante smancerie inutili. L’amore si dimostra con i piccoli gesti,no? Felice e irrimediabilmente cotta di lui raggiunse il piano di sotto e prese dalla dispensa una merendina masticandola piano. Beatrice rimproverava spesso Federico a causa di quelle brioches piene di cioccolato e additivi che però erano veramente una gioia per le papille. Troppo affaticata per raggiungere il piano di sopra decise di andare in bagno al piano di sotto evitando così le scale. Era molto più piccolo di quello del secondo piano ma era anche più in ordine. Federico era tremendamente disordinato e la sua camera era l’unica che si salvava, solo perché la madre lo costringeva a sistemarla almeno una volta alla settimana. Dopo essersi lavata e aver sistemato i capelli in una coda alta raggiunse la cucina. Pensò di preparare il pranzo ma cambiò idea quando lesse il post-it attaccato al frigo.
 
Tesoro oggi non torno per pranzo, dobbiamo fare l’inventario in negozio. Nel forno c’è il pasticcio dovete solo scaldarlo.
Un bacione
Beatrice                                                                                                                 
 
Zoppicò fino al salotto con un pacco di gocciole tra le mani e si sedette sul divano. Fece zapping per qualche minuto in cerca di qualcosa di interessante da guardare ma rinunciò subito e si accontentò di guardare QVC. Quei presentatori maledetti erano capaci di farle prudere le mani per la voglia di afferrare il cellulare e comprare i loro prodotti, le facevano il lavaggio del cervello. Mangiucchiò la gocciola osservando la presentatrice che mostrava al pubblico un kit per la ricostruzione delle unghie e instintivamente alzò la mano davanti al viso per controllare le unghie mangiucchiate “Ma chi se ne frega!” 
Dopo molti biscotti e qualche prodotto antirughe dopo Eliana si alzò dal divano profondamente annoiata. Fino a qualche giorno prima pensava di desiderare del tempo per starsene in casa tranquilla senza dover tremare di paura al minimo rumore  ma ora che questo tempo ce l’aveva non sapeva neanche come passarlo e voleva ardentemente uscire e farsi un giro in biblioteca. Indecisa sul da farsi decise di preparare una torta al cioccolato, una sorpresa al cioccolato per Federico. Impiegò due orette buone prima di ritenersi soddisfatta del risultato ed ebbe giusto il tempo di nascondere il dolce prima che il chiavistello della porta scattasse.

“Ehi, aspetto questo abbraccio io!!” la chiamò lui dall’ingresso e Eliana ridacchiando si affrettò a raggiungerlo. Non si era ancora tolto la giacca e la porta era ancora aperta; la stava aspettando. Il cuore le si strinse per l’emozione e quando finalmente si strinse a lui respirò a pieni polmoni il suo profumo “Dio quanto mi sei mancata”

“Anche tu” si baciarono, piano e dolcemente, e quel bacio sapeva del ritorno a casa, della mancanza e del bisogno di sentirsi dopo tante ore lontani.
 
“Sbaglio o c’è un odore di dolci appena sfornati?”

“Sbagli sbagli!!” scherzò lei mettendosi in punta di piedi cercando di distogliere la sua attenzione dalla “sorpresa” con un bacio . Funzionò e lui riprese a baciarla, a sorriderle, a premere le labbra sulle sue accarezzandole i capelli tenendola stretta; coccole che erano diventate abituali e che Eliana adorava. Restarono stretti a ristabilire il contatto tra di loro fin quando uno spiffero di aria fredda li colpì ricordandogli l’uscio aperto. Risero e mentre lei chiudeva la porta Federico si sfilò il giubbotto verde sistemandolo sull’appendiabiti.
 
“Che avete fatto oggi?”
 
“Solita noia. Daniela ti saluta, ha detto che oggi non può passare perché deve fare la baby-sitter”

“Oh d’accordo quindi siamo da soli” disse stringendo la mano di lui “Hai le mani freddissime potevi mettere dei guanti non siamo a giugno”
 
“Ho preso la moto ecco perché sono fredde e poi ci sei tu che me le scaldi, no?” mano nella mano raggiunsero la cucina dove Federico iniziò ad annusare l’aria come un segugio in cerca della preda strappandole un sorriso “Non mi sbaglio c’è odore di torta al cioccolato!! Sai che io lavoro in pasticceria quindi non tentare di negare ancora”
 
“D’accordo hai ragione però era una sorpresa e tu hai rovinato tutto!” brontolò Eliana prendendo posto a tavola mentre lui la seguiva con lo sguardo. Sembrava un cucciolo bastonato. “Ora per punizione il pasticcio lo scaldi tu” lui restò fermo davanti al forno per qualche minuto, gli occhi fissi nei suoi, poi senza dire una parola lo accese e iniziò ad apparecchiare.
 
*****

“Quasi dimenticavo!!” esclamò all’improvviso Federico agitando nell’aria la forchetta. Erano seduti sul divano, la torta ormai dimezzata abbandonata sul tavolo della cucina e un piatto vuoto tra le mani “Lo spettacolo è stato annullato. Niente Romeo e Giulietta”

“Oh no, come mai?” Federico sistemato il piatto nella lavastoviglie la mise in funzione e tornò a sedersi accanto a lei. La prese tra le braccia e la fece sedere sulle sue gambe iniziando a darle tanti baci sul collo e tra i capelli. Nelle ultime due settimane le aveva fatto scoprire la sua quotidianità e l’aveva aiutata in tutto senza lamentarsi donandole l’affetto che mai nessuno era riuscito a darle. Si erano baciati spesso sotto le coperte, al buio, le mani di lei fra i suoi capelli e le braccia di lui che la stringevano a tal punto che sembrava volesse imprimere sul suo corpo quello di Eliana.

“A me no” disse frettoloso e lei lo guardò curiosa “Senza la mia Giulietta che senso avrebbe avuto?” Eliana non resistette e gli colpì il braccio con un pugno. Ogni volta che si trovava in imbarazzo diventava rossa come un pomodoro e cominciava a dire numerose sciocchezze e compiere azioni stupide “Ehi io ti dico una cosa romantica e tu mi dai un pugno?!!” si lamentò lui sfregando il punto in cui lei l’aveva colpito.
 
“Non esagerare non ti ho neanche sfiorato, stupidotto”  lui la guardò, una scintilla brillava nei suoi occhi facendoli risplendere. Aveva in mente qualcosa di terribile…“Ora me la paghi” cominciò a farle il solletico togliendole il fiato e facendola contorcere mischiando il dolore alle risate.

“Basta basta!!” lui si fermò e entrambi dopo essersi guardati negli occhi iniziarono a ridere. Si sentiva serena e  provava un ottimismo e un’allegria che mai come in quei giorni erano state le sue peculiarità.
 
“Sei così bella quando ridi” le confessò lui e la risata di lei si trasformò in un rantolo rauco e sorpreso.
 
“G-grazie” borbottò sorridendogli improvvisamente a disagio. Federico le diceva spesso quanto la trovasse bella ma non riusciva a credergli, era più forte di lei.
 
“Ehi ti hanno mangiato la lingua?” le chiese lui dopo dieci minuti buoni di silenzio tombale uno di quei silenzi che non pesano, che rendono leggeri, uno di quei silenzi che vale più di mille parole “Ti ho imbarazzata?” Eliana si voltò a guardarlo sistemandosi un po’ meglio sulle sue gambe. Ancora una volta come ogni giorno da quando lo aveva conosciuto continuava a domandarsi come potesse un ragazzo come lui interessarsi a lei. Era così bello che solo guardarlo la faceva sentire in imbarazzo e non solo fisicamente ma anche la persona oltre il guscio di protezione, la persona dolce e tenera che la guardava attraverso due meravigliosi occhi che avevano il potere di farla sentire al sicuro e speciale.
 
“I-io, no è solo che non ci sono abituata” borbottò e si sottrasse dallo sguardo di lui poggiando il capo tra il collo e la spalla di lui. Lui la strinse più forte, deciso, come se volesse farle capire che la voleva lì con lui tanto quanto lei voleva essere tra le sue braccia.
 
“Ti faccio vedere una cosa. Aspetta qui” la sistemò sul divano e la coprì con una coperta “Torno subito” Eliana si rannicchiò sotto la coperta respirando il profumo di Federico, le sembrava di tenerlo ancora vicino, di essere tra le sue braccia. Sentì il raschiare delle pantofole al piano di sopra e poi il tonfo dei suoi passi lungo le scale “Ecco qui”
 
“Cosa volev..” si bloccò sorridendo e si sistemò meglio accanto a lui facendogli spazio sotto la coperta. Lui le passò l’album di foto e si sfregò le mani, come era solito fare quando era a disagio “è un album di foto”
 
“S-si. È molto tempo che non lo apro e vorrei…vorrei condividerlo con te” Eliana non riuscì a trattenere un sorriso e si sporse per stringerlo forte e sussurrargli un grazie che veniva dritto dal cuore. Aveva capito, fin dal momento in cui lui era comparso dalle scale, che quell’album era molto più che una raccolta di foto per Federico e che per lui era un prova di coraggio aprirsi a lei. Sembrava molto vecchio, i bordi delle pagine erano ingialliti dal tempo ma profumava di ricordi. Appena la prima foto fece capolino il corpo di lui si irrigidì al suo fianco e lei capì che era meglio lasciar perdere così richiuse il libro e sospirò “Perché l’hai chiuso?” Persino dalla voce si intuiva quanto fosse agitato all’idea di aprire gli argini alla marea dei ricordi e lei non se la sentì di far affondare la sua anima nel mare di dolore che contenevano quelle foto,

“Forse è meglio aspettare. Non voglio che tu faccia qualcosa che non sei pronto a fare” gli sorrise e alzò la mano per accarezzargli il viso “Io ti aspetto, se non te la senti io non ho fretta, ci scopriremo col tempo..”

“No, sono stanco di avere paura dei ricordi. Se ci sei posso farcela, sul serio” Eliana lo baciò accarezzandogli il viso e i capelli per trasmettergli la sua presenza e per sciogliere la tensione che gli attraversava il corpo. La prima foto era una polaroid un po’ ingiallita ma era chiaro come il sole che i due ragazzi abbracciati nella foto erano Beatrice e suo marito “ Si chiamava Andrea in questa foto si erano conosciuti da poco. Mia zia era una fan del gruppo  in cui suonava mio padre così una sera aveva convinto anche mia madre perché le facesse compagnia. Dicono che sia stato amore a prima vista” Federico allungò una mano, gli occhi persi in chissà quale racconto e tracciò il contorno del viso del padre.

“Ti somiglia molto” sussurrò lei, come se parlare ad alta voce potesse interrompere quel momento magico e doloroso.

“È buffo. Se me lo avessero detto un paio di anni fa sarei scoppiato a piangere, non volevo essere come lui ero uno stupido bambino viziato di 15 anni che aveva ancora molto da imparare della vita”

“Eri solo un bambino tuo padre sapeva che non pensavi davvero questo” Eliana voltò una pagina, poi due e ad ogni nuova foto Federico si perdeva a parlare dei suoi genitori, dell’affetto che nutrivano uno per l’altra, dell’amore e dei loro momenti  insieme “Come sei piccolo!” erano giunti a metà dell’album dove a caratteri cubitali capeggiava il nome FEDERICO e sotto vi era una foto di lui, neonato in braccio alla madre e al padre poco dopo la nascita.

“È stata una gravidanza difficile. Mia madre aveva provato più volte a restare incinta ma senza risultati così quando finalmente sono arrivato io i medici le hanno consigliato di non affaticarsi e di sospendere qualsiasi attività. Per lei è stato un enorme sacrificio lasciare il lavoro ma desideravano così tanto un figlio che niente li avrebbe fermati. Mio padre lavorava e si occupava di lei e della casa. Ancora oggi non capisco come abbia fatto a conciliare tutto senza impazzire” Eliana cercò di cancellare i brutti pensieri scherzando con lui su quanto fosse cicciotto e dolce da bambino e finalmente quando lo vide sorridere sereno capì che era riuscita ad aiutarlo; i ricordi non gli facevano più tanto male.
 
“Oh mio dio! Speravo di avere più tempo prima di vederti nudo!” esclamò coprendosi gli occhi ridendo per ciò che aveva appena visto: Federico all’età di 5 anni che faceva allegramente pipì in una fontana sorridendo all’obiettivo.

“Esagerata sono poco più che un bambino! E comunque sei molto più bella tu…” le sospirò sul collo accarezzandole la pancia “…completamente nuda” la sua voce era bassa e profonda, così sexy che Eliana pensò di cedere e fare l’amore con lui, lì sul divano, incurante del dolore alle costole.
 
“Smettila!” lui alzò le mani in segno di tregua e prese ad accarezzarle una ciocca di capelli sulla spalla sfiorando la pelle scoperta dalla maglietta larga “Uuuh devo dire che l’azzurro puffo ti dona” scherzò con lui fino all’ultima foto e quando ebbero finito Federico le fece un grande sorriso e la baciò facendo incendiare ogni centimetro della sua pelle.

“Grazie” lei gli sorrise e lo strinse forte con le lacrime agli occhi. Sapeva che prima o poi sarebbe arrivato il momento di affrontare uno scheletro nell’armadio ancora più insidioso e spaventoso per Federico ma era già un grande passo avanti.
 
“Grazie a te, per avermi voluto accanto. Ci sarò lo sai vero? Quando ti andrà di parlare di ciò che è successo a tuo padre. Se vorrai, io ci sarò. Non ti lascio solo. Lo sai, vero?” lui annuì riempiendosi il polmoni del suo profumo e lei si innamorò ancora un po’.



Quando Beatrice tornò a casa li trovò rannicchiati sotto l’enorme coperta, al buio tranne che per la luce del televisore, con un enorme ciotola di pop corn e una bottiglia di coca cola finita ai piedi del divano.

“Buonasera!” salutò sfilandosi il cappotto e le scarpe “Avete cenato?”

“Si mamma. C’è la pizza di là, la tua preferita prendi il cartone e vieni a sederti. L’ho messa in forno così restava tiepida” Beatrice era sorpresa del tono dolce di Federico, della sua premura e della serenità che gli si leggeva negli occhi tanto che rimase interdetta e piacevolmente sorpresa.

“Oh grazie” quando si sedette sul divano e vide l’album capì tutto ma decise di non parlarne e si accomodò accanto al figlio che la coprì con il resto della coperta.
 
“Ti voglio bene mamma” le sussurrò baciandole la guancia e lei dovette ingoiare insieme alla pizza lacrime di gioia e speranza.  La vita aveva ancora molto da regalare a lei e a quei due ragazzi dai cuori fragili che si guardavano dolcemente; e lo capì in quel momento.

 

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Capitolo 14
*** Sono una goccia di pioggia ma lui si prende cura di me ***


Aiutami a non avere paura del buio...





 

 

Saaaaalveee!
Sono pronta al lancio dei pomodori e delle uova marce, permettetemi solo di togliere gli occhiali!
Avevo promesso di postare il nuovo capitolo presto e invece ci ho messo quasi due mesi nonostante l'estate e la pausa dalla scuola. Giuro che aprivo ogni giorno la pagina di word sulla quale avevo cominciato a scrivere ma alla fine la chiudevo e iniziavo a leggere uno dei tanti libri che ho in lista oppure una ff. Oggi ho cancellato quello che avevo scritto prima e che non riuscivo a concludere e ho scritto questo capitolo. Non è molto importante è solo un capitolo di passaggio ed è anche molto più piccolo degli scorsi. Sicuramente noterete una citazione di Twilight mentre le altre due sono tratte dal capolavoro di Tahereh Mafi "Schegge di me"
Mi farebbe immensamente felice se le recensioni aumentassero perchè ciò mi spronerebbe a continuare a scrivere! E vi ringrazio perchè il primo capitolo di questa storia è stato letto 1060 volte! :)
Ringrazio tutti quelli che hanno avuto la pazienza di aspettare che io postassi e anche quelli che hanno deciso di averne abbastanza e l'hanno abbandonata. Grazie a chi ha inserito nelle preferite, nelle seguite e nelle ricordate.

 

Infine un grazie infinite a chi ha recensito lo scorso capitolo: M_CarpeDiem, Mrs Lachowski, Hidden Love, Marmaid e Dear Juliet!

Inoltre volevo chiedervi di farmi notare qualsiasi errore visto che non ho una beta e spesso delle cose sfuggono al mio controllo!


VI RINGRAZIO TANTISSIMO PER LA PAZIENZA E LA FIDUCIA!!
Un bacione enorme!
Maddalena <3

Le gocce di pioggia sono le uniche a ricordarmi
che le nuvole hanno un cuore che batte.
E che ne ho uno anch’io.


(Tahereh Mafi-Schegge di me)

 

 

 

Capitolo 14

"Sono una goccia di pioggia ma lui si prende cura di me"

 


Eliana calò il capellino grigio sulla chioma nera e sistemò una sciarpa intorno al collo. Dopo quasi due settimane poteva finalmente togliere la fascia che le stringeva il busto e tornare a camminare e vivere come una persona normale. A causa sua Federico aveva passato il Natale e il capodanno in casa e non era uscito a divertirsi con gli amici.  Le aveva detto che non gli era pesato, che passare il tempo con lei era meglio di una serata in discoteca ma si era sentita lo stesso molto egoista perché aveva apprezzato che lui fosse rimasto a casa con lei. Era stata egoista nell’accettare passivamente che lui restasse a casa sul divano a guardare quegli odiosi film sul Natale e vedere i fuochi di capodanno seduti sulle sedie in vimini del terrazzo anziché lasciarlo andare a divertirsi con gli amici, giusto?
 
“Eliana sei pronta?” Beatrice bussò ed entrò nella stanza. Ogni volta che incrociava i suoi occhi Eliana riusciva a scorgervi alcune delle emozioni che spesso adombravano gli occhi di Federico: l’angoscia, l’orgoglio, la tristezza, la solitudine, il bisogno di affetto e la speranza tutte concentrate nelle iridi di madre e figlio “Non per metterti fretta ma sono le dieci e trenta”.

“Si scusa, ci ho messo un po’ ad allacciare le scarpe” la madre di Federico le sorrise amorevole e sistemò la catenella della borsa sulla spalla. Indossava un pantalone nero ampio, una camicetta bianca e una giacca ma nonostante la semplicità di quell’abbigliamento i folti capelli biondi lasciati liberi sulle spalle la rendevano elegante, femminile e molto bella. Non ci volle molto o forse chiacchierare con Beatrice era così piacevole che neanche si rese conto di essere arrivate fin quando l’auto non si infilò nel parcheggio dell’ospedale. Avevano parlato del più e del meno, di Federico, della scuola e dei progetti per il futuro. Si era sentita molto in imbarazzo quando le aveva chiesto di sua madre e aveva dovuto ricacciare indietro le lacrime con grande sforzo. Beatrice se n’era resa conto e si era subito scusata dando inizio ad un nuovo argomento. Gli ospedali non le erano mai particolarmente piaciuti e non per brutti ricordi legati all’infanzia, per le siringhe o le infermiere; quello che l’aveva sempre terrorizzata era l’odore della sofferenza che impregnava i muri. Beatrice prese a sfogliare un libro ed Eliana, per non guardarsi attorno, strinse nel pugno la collana che le aveva regalo Federico a Natale. Non era stato per nulla facile, impossibilitata a muoversi normalmente e senza una gran somma di denaro, visto i risparmi nascosti nella sua vecchia casa, ma con l’aiuto di Daniela e Federico aveva comprato qualcosa a tutte le persone che amava di più; a Daniela un paio di orecchini a forma di bandiera britannica, per lei che ama l’Inghilterra, una felpa per Antonio e un set di bagnoschiuma per Beatrice. Il regalo più difficile era stato quello per Federico primo perché non sapeva dove nasconderlo e secondo perché era a corto finanziariamente. Non avrebbe mai smesso di ringraziare Daniela per averla aiutata e non solo prestandole i soldi che le mancavano. Quella poverina aveva passato un intero pomeriggio a girare per negozi mandandole una foto di ogni braccialetto che corrispondesse alla descrizione. Fortunatamente a Federico era piaciuto molto visto che l’aveva tenuta stretta tra le braccia per tutta la notte dandole tanti baci tra i capelli, sussurrandole frasi dolci e qualche grazie. Il suo regalo però era stato bellissimo e le aveva tolto il fiato quando l’aveva visto: semplice e meraviglioso. Una collana in oro bianco con un pendente a forma di F e un cuore “Così sanno che hai già qualcuno nel cuore!” le aveva spiegato sorridendo e lei, come al solito, era scoppiata a piangere facendogli credere che non le piacesse.
 
“Molto bene signorina De Biasi, finalmente togliamo questa fastidiosa fasciatura e tornerà in formissima!” fu un sollievo enorme poter indossare la maglietta sulla pelle nuda, libera da quelle bende strette e dolorosissime “Faccia attenzione e continui ad applicare la pomata per qualche giorno. Per il resto è in perfetta forma!” Eliana ringraziò il dottore e indossò il cappotto; stare in canottiera a gennaio non era proprio il massimo. All’uscita dall’ospedale, per festeggiare, Beatrice la portò a fare shopping anche se lei avrebbe preferito tornare a casa e stare raggomitolata ancora un po’ sotto le lenzuola per respirare il profumo di Federico.

“Eliana quel vestito ti starebbe d’incanto!” Eliana seguì la direzione dell’indice di Beatrice e vide l’abito che la donna stava indicando. Nulla di appariscente ma se ne innamorò; gonna nera a vita alta con balze e corpetto bianco a cuore con un fiocco sul seno sinistro “Devi provarlo. Vediamo se c’è la tua taglia”
Eliana faticò un po’ per infilarlo a causa della mancanza di un gancio nel camerino striminzito ma appena ebbe chiusa la zip pensò che tutto lo sforzo era valso la pena. Il pallore della sua pelle non stonava con il bianco del corpetto anzi, sembrava accentuarne la lucentezza, la gonna nera invece le fasciava i fianchi morbidamente e si stringeva sull’orlo poco sopra il ginocchio rendendo la sua figura slanciata e curvilinea “Avevo proprio ragione. Devi comprarlo” mormorò Beatrice dandole l’ok con il pollice. Alla fine della giornata Eliana era stremata ma il suo guardaroba prevedeva nuovi completini intimi, qualche jeans, felpe,  il nuovo vestito e un paio di scarpe da abbinare. Non sapendo dove sistemarli li lasciò nella busta e la pose accanto alla scrivania. Sarebbe stato facile aprire l’anta dell’armadio e metterli lì, accanto alle felpe, ai jeans nuovi e a quelli un po’ sgualciti, alle giacche e le T-shirt di Federico ma la cosa le sembrava un’invasione della sua privacy. Si sedette sul letto, le mani tra i capelli e un macigno sul cuore e per la prima volta si rese conto di ciò che aveva fatto nelle ultime settimane. Aveva invaso la casa di Federico, il suo letto, la sua quotidianità, quella di Beatrice e per un attimo aveva pensato di invadere anche il suo armadio. Era un uccellino scacciato dal nido che occupava quello di qualcun altro nutrendosi dell’affetto che legava madre e figlio. E in cambio cosa gli aveva dato? Problemi su problemi, spese extra, lacrime e crolli emotivi.
Si alzò dal letto e iniziò a raccattare le sue poche cose sparse per la stanza asciugandosi il viso. La porta si aprì proprio in quel momento e Federico entrò con l’espressione stanca e stremata che aveva lei a fine giornata quando lottava per sopravvivere all’insistenza di Davide.
 
“Ehi! Tutto ok?” le domandò chiudendosi la porta alle spalle. Si sfilò la giacca, la polo e la camicia mentre lei lo osservava con un sorriso stampato sul viso “Ti piace quel che vedi?”
 
“Ho visto di meglio!” ridacchiò lei posandosi una mano sul fianco e l’altra sui capelli in una posa sexy, le palpebre socchiuse e un sorriso sensuale. Poi abbandonò quella posa provocante, rise come se fosse imbarazzata e gli andò incontro. Federico inarcò un sopracciglio valutando se era seria o lo stava semplicemente prendendo in giro. E giunse a una conclusione visto lo sguardo accigliato“E ora perché mi guardi in quel modo?”
 
“Vediamo se ti piace ancora così tanto ridere di me!” e si fiondò su di lei lanciandola sul letto per iniziare a farle il solletico.

“E no! Ci stiamo ripetendo, sai? Hai per caso una mania per il solletico?” Eliana riuscì a scansarsi e scivolare giù dal letto ma lui aveva già ricominciato l’inseguimento “Beccati questo” il cuscino che colpì il volto di Federico esplose spargendo piume per tutta la stanza sotto gli occhi scioccati di Eliana che si guardava le mani a bocca aperta “Ops”
 
“Hai idea di quanto tempo ci vorrà a sistemare questo casino?” il tono di voce di lui era così alterato che lei dovette resistere all’impulso di coprirsi la testa con le braccia e rannicchiarsi in un angolo.  Non è Davide, lui è Federico e io lo amo , pensò per sciogliere la tensione nel corpo.
Quella distrazione bastò però a Federico per acciuffarla e bloccarla con le spalle contro il muro; poi le sue mani furono dappertutto portandosi dietro le risate di lei incapace di scappare. Solo dopo qualche minuto di solletico ininterrotto, quando ormai Eliana aveva le lacrime agli occhi per le troppe risate, lui smise e si fiondò sulle labbra aperte di lei che stava cercando di riprendere fiato. Le tolse l’ultimo briciolo di aria che i suoi polmoni contenevano e risucchiò la risata di lei come se fosse acqua fredda e dissetante. Non ci volle molto a raggiungere il letto e neanche per far si che la maglia di Eliana scomparisse lasciando scoperta la pelle lattea “Mio Dio. Quanto sei…bella” soffiò sul suo ombelico facendola rabbrividire e lei si strinse un po’ di più al corpo di Federico facendolo stendere ancora più vicino, più addosso. La pelle di lui era così calda rispetto al freddo dell’inverno che l’aveva accarezzata quando si era sfilata la maglietta e le sue mani si trascinavano scie bollenti su tutto il corpo. Le sembrava di sentirlo dappertutto e in nessun punto della sua epidermide, come se fosse lì ma potesse sparire da un momento all’altro; chissà quando e chissà per dove. Tremò e non fu solo per il percorso che le labbra di lui aveva intrapreso ma anche per quel pensiero che come un polpo si aggrappò con i tentacoli viscidi alla mente di Eliana. Federico smise di tormentare il suo collo e iniziò a stamparle tanti piccoli baci su tutto il viso fino a raggiungere le labbra. Era una tortura fatta di denti, lingua, fuoco e ghiaccio insieme che le fecero mettere da parte ogni preoccupazione; le sembrava di evaporare. Federico iniziò a scendere baciando il suo sterno mentre la mano destra si dedicava al seno di lei. Eliana voleva che non finisse mai, che i brividi che le percorrevano la schiena restassero lì a ricordarle quanto fosse speciale quel momento ma tutto ciò che poteva fare era stringerlo e fargli capire quanto lui fosse importante per lei anche con i gesti e non solo con le parole. Le spostò la coppa del reggiseno e iniziò a succhiare, leccare, stringere e accarezzare mentre Eliana si inarcava e gli accarezzava i capelli incapace di trattenere gemiti e sospiri estasiati.

“Fede…” lo fermò mentre cercava di sfilarle gli slip. Lui però sembrò non sentirla così per scostarsi Eliana cercò di allontanarlo…e finì per dargli una ginocchiata proprio lì dove non batte il sole.
 
“Cazzo..” sbottò Federico crollando sul letto, di fianco a lei che lo fissava dispiaciuta “Caspiterina che male!”
 
“Ehi scusa! Oddio che disastro! Vuoi del ghiaccio...vado a..” Eliana balbettava camminando nervosamente per la stanza mentre lui gemeva per il dolore “Ti fa male?”

“Seco…secondo te?!” riuscì a biascicare tenendosi tra le mani i preziosi gioielli di famiglia.

“Mi dispia-ce!” e partirono i singhiozzi. Eliana voleva fermarli ma era così dispiaciuta e in imbarazzo per ciò che aveva combinato che tutto ciò che riuscì a fare fu coprirsi con le mani e sbuffare. Stanca di tutto e tutti, ma non di lui. Non di lui, del suo affetto, della sua presenza che sembrava non riuscire mai a saziarla nonostante il tempo passato insieme. Dipendente dai suoi baci come un drogato che non riesce a fare a meno della sua dose di eroina; lui era la sua qualità di eroina preferita. Eppure non riusciva a cancellare il presentimento che tutti i suoi sbagli prima o poi lo avrebbero allontanato da lei.Qualche secondo dopo Federico la strinse forte rassicurandola sia con carezze lungo la sua schiena ancora nuda ma soprattutto con il calore e l’affetto che gli dimostravano quelle braccia avvolte intorno a lei.
 
“Ho rischiato seriamente la sterilizzazione però sto bene tranquilla” le sussurrò scostandosi per guardarla anche se per riuscirci dovette alzarle il mento con un dito “Dai tesoro. Ora fammi un bel sorriso, su!” Eliana sorrise, o almeno cercò di farlo ma lui non insistette e la lasciò andare, non prima di averle rubato un bacio a fior di labbra “Vestiti dai che fa freddo e proprio ora che stai meglio non voglio che ti ammali. Ti porto in un posto”
 
“Dove?” gli chiese sorridendo eccitata improvvisamente dimentica di tutti i pensieri negativi che l’avevano attraversata fino a quel momento e anche del suo non voluto tentativo di sterilizzazione ai danni del povero Federico “Amo le sorprese!” lui la baciò di nuovo più dolcemente e le sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

“Lo so ed è per questo che non ti dirò nulla” Eliana non riuscì a evitare di mettere il broncio divisa tra la voglia di conoscenza e quella di farlo felice e aspettare “Non guardarmi così! Tanto non cedo! Su vestiti!”

“Ho capito, ho capito!” disse esasperata senza però andare verso l’armadio per prendere dei vestiti “Però tu devi uscire di qui, sono pur sempre una signorina” lui la guardò accigliato poi prese un cambio d’abiti e si diresse verso il bagno.
 
“Stai cercando di farmela pagare ma tanto non cedo” ridacchiò e chiuse la porta prima che lei potesse rispondere alla sua affermazione. In effetti era proprio vero che cercava di fargliela pagare perché l’ansia e la curiosità la stavano divorando e a lui sembrava non interessare. Prese l’intimo, un jeans e un maglione a collo alto bordeaux e andò in bagno per farsi una doccia e sistemare la piastra. Quando tornò in camera lui era già vestito e teneva tra le mani un paio di stivaletti neri “Sono di mia madre piove e le Convers non sono proprio il massimo” lei arrossì imbarazzata e li infilò.
 
“Pronta?” chiese lui aiutandola ad infilare la giacca all’ingresso “Sei andata a fare shopping?”
 
“Si. E sarò pronta quando mi dirai dove andiamo” borbotto come una bambina infilandosi il cappellino che aveva indossato quella mattina.
 
“Bene allora andiamo” lui rise quando lei salì in macchina e voltò il viso verso il finestrino con  espressione imbronciata. Osservò le gocce di pioggia a una a una e le tornarono in mente le frasi di un libro che l’avevano emozionata e le erano rimaste impresse nel cervello perché sembravano descrivere lei.
 
 

Le gocce di pioggia non smettono
mai di stupirmi.
Mi stupisce il modo ostinato che hanno di
cadere e inciampare l’una nell’altra, di spezzarsi
le gambe e precipitare senza paracadute dal cielo
per andare incontro a una fine incerta. È come se
qualcuno si svuotasse le tasche senza curarsi di
dove cadrà il contenuto – senza curarsi che le
gocce esplodano nell’impatto col suolo, che
vadano in frantumi sul selciato, che le persone
maledicano tutti quei giorni in cui la pioggia osa
bussare alla loro porta.
Sono una goccia di pioggia.

 
Eliana voltò il viso verso
Federico addolcendo lo sguardo e aprendosi in un sorriso e mentre lo guardava capì che lei si era sempre sentita una goccia di pioggia e che lo era.
Sono una goccia di pioggia ma lui si prende cura di me, pensò stringendogli la mano sul cambio e lui le sorrise felice continuando a guardare la strada. Tutti i pensieri svanirono di colpo e lei ricominciò ad arrovellarsi il cervello su dove la stesse portando.


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