Italians do it better.

di AudreyIsTheWay
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ginevra ***
Capitolo 2: *** Bacon, Mandolino e blablabla.. ***
Capitolo 3: *** I can only blame myself, You can only blame me. ***



Capitolo 1
*** Ginevra ***


L'odore della pioggia mi passo ripetutamente sotto il naso quella mattina, svegliandomi.
Il cielo era grigio quel primo Ottobre, e di questo non c'è da meravigliarsi.
Ero lì solo da una settimana eppure mi sentivo già a casa.
Dopo aver definitivamente finito gli studi, e aver dedicato un po' di tempo a me stessa presi una decisione,
quella che molto probabilmente avrebbe dato una svolta alla mia vita.
Mi chiamo Ginevra, ho 23 anni fiera di essere un'Italiana meridionale e ancor più fiera di aver realizzato il mio sogno:
Sono qui a Londra ed intendo restarci fino alla fine dei miei giorni.







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Salve! :)
Per chiunque sia interessato questo è
(ovviamente) soltanto un prologo e al più presto avrete il primo capitolo.
Spero che la storia vi interessi! :)

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Capitolo 2
*** Bacon, Mandolino e blablabla.. ***


Ovvio, i primi tempi a Londra non furono i migliori. Tutto quello stress per cercare casa e lavoro. Fortunatamente trovai subito casa. I miei coinquilini erano due ragazze di Birmingham, Katie e Eleonore, grandi amiche (e che amiche!) che dopo i continui litigi con i rispettivi genitori riuscirono ad ottenere l'indipendenza e venire a vivere qui, a Londra, ed un ragazzo Londinese al cento per cento, Oliver, andato via di casa perchè stanco delle continue apprensioni della madre e dei continui sforzi da parte del padre per farlo giocare a Rugby. Oliver a rugby era una frana, come nel resto delle attività che svolgeva. Sono sempre stata convinta che se eravamo un quadretto così perfetto era perchè fummo uniti dalla voglia di crescere. Sì, parlo di quella forza che ci ha spinti a prendere la nostra vecchia vita, quella in cui eravamo sotto la protezione dei nostri genitori, e ficcarle dei tremendi calci in culo. Era tempo di crescere ormai per noi! Poco tempo dopo trovai un posto come commessa in una piccola libreria di Notting Hill, il mio quartiere. Avrei dovuto iniziare il primo Ottobre, quel primo ottobre arrivò.
 





 

Sette del mattino, primo giorno di lavoro. Per un attimo ho temuto di morire di paura stanotte, che temporale tremendo! Avrei voluto raggiungere le ragazze, ma di loro dividono una camera singola e saremmo state decisamente troppe. Non ho minimamente pensato ad Oliver, per l'amor di dio! Russa da paura. Questa è una di quelle mattine dove non realizzo immediatamente di essermi trasferita e mi immagino ancora in Italia, ma quando non trovo mia sorella al mio fianco torno alla realtà e mi guardo intorno: Sul mio comodino Batuffolo il pinguino peluches, mio compagno di avventure da quando avevo la tenera età di cinque anni appoggia la schiena sulla lunga pila dei libri di Potter, poggiati uno sull'altro disordinatamente. Potter, lui non è solo la mia infanzia come per tanti altri per me. Harry Potter è la mia vita. Sempre sul comodino un orologio da polso con il cinturino in pelle rossa, regalo di mio padre, mai messo in vita mia eppure è qui con me. E' impostato costantemente un'ora in avanti. Sarà stupido ma mi sento più vicina al mio "papo". Come se assieme al suo orologio, tenendomi ben salda al suo polso ci sono anch'io. Un armadio vuoto vicino alla porta. Prima o poi dovrò pur decidermi a fare le valigie. Due stecche di Winston Blue fanno compagnia al mio Chanel n° 5 completamente vuoto e ad una boccetta di smalto rosso sulla scrivania dove trionfa senza cornice una foto di me con mia madre e mia sorella al mare, risale ad un mese fa. Poche cose ma essenziali, il mio mondo gira intorno a questa stanza. Mi avvogo nel maglione di mia madre e con calzettoni e camicia da notte vado in cucina. A quest'ora in casa regna sempre un odore di Bacon. Che schifo. Il mio latte con nutella non lo batte nessuno.





 

-Come fai a bruciare puntualmente il bacon ogni mattina che tocca a te preparare la colazione? Miseriaccia!-

-Non è bruciato, è croccante El , Maledizione!-

-Ah, ma buon giorno! Di buon umore stamattina?-

-Zitto, Oliver!- rispondono all'unisono.-

-Sì, ho dormito bene! Grazie dell'interesse.-

-Ce ne siamo accorte Oliver, russavi come un ghiro!-

-Non capisci, Gin? E' una protezione, vi tiene lontane dalla mia stanza! So che volete tutte saltarmi addosso.-

-Da morire, Oliver-

-Aaaaaah.. Eleonore! Sexy, travolgente Eleonore! Sono sicuro che sei la prima a sognarmi nei miei boxer leopardati, mangiatrice di uomini! Aaaargh!- imitando goffamente una tigre.

-Ehm.. sicuro! Aaaargh dicevi, eh? Bene, come vuoi tu! Io vado al lavoro.. Tanti anziani pazienti non aspettano altro che la mia pulizia delle loro parti intime! Farò decisamente colazione al bar!-

-E' solo croccante! Porca... - ma El la bloccò dandole un bacio sulla guancia.




 

Due ore dopo nel mio felpone blu mi recai in libreria.






-E così tu sei..... ?-

-Ginevra!-

-No.. non intendevo il nome! Di quello poco mi importa.. parlavo del tuo.. paese d'origine-

-Sono italiana, sì!- Rispondo con un sorriso sulle labbra.

-E ne vai fiera a quanto pare- con aria acida.

 

Non mi sembra il caso di rispondere. Questo anziano signore mi tiene in piedi immobile da circa dieci minuti e mi guarda girandomi intorno con aria severa e allo stesso tempo schifata. Mi scappa la pipì!



 

-Bene, illuminami! Per quale motivo dovrei assumerti?-

-Bè.. Avevo pensato che conoscendo letteratura inglese e conoscendo bene la lingua avrei potuto darle una mano....-

-Aver guardato “Shakespeare in love” e sapere chi è l'autore della storia da cui è ispirato il film non significa conoscere la letteratura inglese!-

-Sono otto anni che ho a che fare con la vostra letteratura! Romeo e Giulietta lo so a memoria!-

 

Simpatico il vecchio nordico, come una porta d'emergenza sbattuta in faccia.


 

-Preferirei che tu non alzassi i toni, non siamo al *mercato del pesce* è così che dite voi.. italiani, vero?-

-Vedo che non simpatizza per l'Italia..-

-Non simpatizzo per tutto quello che si trova dalla Svizzera in giù, pizza e *mandolino* inclusi.-


 

Bossi è stato qui, in questa libreria! Quest'uomo ne è la prova.
 



-Tutto è soggettivo!-

-Parli così perchè ci sei nata in quella baraonda.-

-Non le permetto di...-

-Blablablabla... sssssh! Laureata in lingue?-

-Bien sure!-

-Per un tuo capriccio o per voglia di evadere?-

 

.... Bè...



-Ti assumo, ma soltanto perchè so che non arriverà mai di meglio. Iniziamo domani, le chiavi sono lì.. apri tu! Alle nove.-
 


Mi apre la porta e mi lascia uscire.. non so se è per fare il gentleman o per cacciarmi via.. a questo punto avrei preferito non essere stata assunta. Al primo Starbucks dovrò fermarmi. Il cappuccino mi aspetta. E devo fare la pipì!



 

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Salve a tutti! Spero che questo capitolo vi piaccia!

P.S Le parole scritte fra asterisco (**) sono dette realmente in italiano.
 


 

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Capitolo 3
*** I can only blame myself, You can only blame me. ***


28 Ottobre, 18:57
 



Accendo il computer, Facebook. Miseriaccia, era da una vita che non apro il mio profilo! Avevo quasi dimenticato la password!






Ginevra ha cambiato la sua città attuale da: Milano in: Notting Hill, London, United Kingdom.





 Infiniti mi piace, continui commenti di amici, conoscenti, professori del liceo che mi augurano buona fortuna.


 

Martina: Amore.
Ginevra: Tina! :D Come prosegue lì?

 

Marta. Ci conoscevamo da una vita. Ha sempre pesato venti chili meno di me (o di qualsiasi altro adolescente che vivesse sulla faccia della terra) perciò per noi è sempre stata Martina o Tina, per ovvi motivi ed insieme ad Eleonora, un altro mio grande pezzo di vita, si festeggiava a suon di cheese cake ogni chilo che riusciva a mettere su. Determinata, forte, senza peli sulla lingua: Una donna con le palle. Una farfalla dal cuor di leone. Amante dell'altro sesso e dell'alcool, coppia infallibile, ogni domenica mattina si rendeva conto di aver passato il sabato sera nell'auto di un musicista, un bagnino, un dee-jay... Ma arrivò l'amore anche per Tina. Quando a diciannove anni, piccole ma con tanta voglia di evadere lasciammo il paese per la grande Milano, Tina incontrò Lorenzo. Alto, occhi verdi e capelli castani ricco da paura e munito di Mercedes, il tipico figlio di papà. Io ed Eleonora abbiamo sempre pensato che Tina si fosse innamorata prima del Mercedes che di Lorenzo, in ogni caso quel Mercedes fu il loro nido d'amore per qualche mese e poi, il BUM. Un ritardo di due settimane, il panico, glielo dico o aspetto? Passò un mese, ormai era ovvio. L'ovulo di Tina era pieno. Ma Renzo entrò nel Mercedes e scappò via lasciando la nostra Cenerentola senza una carrozza per tornare a casa e con una pancia che prendeva sempre più le dimensioni di una zucca e a saperlo eravamo solo noi tre, quella fu l'unica volta che Tina ebbe paura di dire la verità ai suoi. Quando tornammo a casa per l'Estate i genitori di Tina non si aspettavano certo che avrebbero avuto ospiti e a quanto pare non avevano intenzione di ospitare nessuno. Così fece le valigie e venne a stare da me. Ricordo ancora la prima giornata di mare, tutti a toccarle la pancia. I suoi genitori non vollero pagarle più gli studi e le spese per la casa, a salvarla fu una sua prozia, zia Giulia. Tutti in paese la conoscevano per la sua cattiveria e quando capì che era giunta la sua ora, decise di lasciare i risparmi di una vita a questa povera ragazza madre abbandonata per fare un dispetto a quella sua famiglia che aveva sempre odiato e per riscattarsi un po'. Tornammo a Milano e Tina era più che decisa a continuare i suoi studi. Senza che ce ne accorgessimo, Dicembre arrivò e alle 3 e 25 del 5 Dicembre Tina diede alla luce Giulia Eleonora Ginevra (nome impegnativo, lo sapevamo). Ci sembrò innaturale trasferirci con l'arrivo della piccola, anche se lo spazio era limitato quel piccolo appartamento era diventato il nostro nido. Crebbe con noi, tre mamme, e con il passare del tempo diventava sempre più simile a Renzo che la mattina di ogni Natale arrivava puntualmente con il suo pacchetto Burberry. I genitori di Marta la perdonarono solo dopo due anni, quando conobbero la bambina. Ci laureammo e nessuna di noi volle tornare nel paesino meridionale in cui eravamo nate. Marta era ormai un'ostetrica, Ele un'infermiera
 



Marta: E' un totale disastro, ho Giulia con la febbre.

Ginevra: Che cucciola! :)

Marta: Le manchi tanto. Come manchi a me.. e ad Eleonora, lo sai.

Ginevra: Anche a me voi tre mancate tantissimo, penso di venire per Natale:)

Marta: Figo, allora ci ritroviamo giù! :)

Ginevra: E' ancora bella Milano? :)

Marta: E Londra è stupenda come la ricordo io?

Ginevra: E' ancora meglio! :)

Marta: Gin. Sai benissimo che non siamo le uniche a sentire la tua mancanza..

Ginevra: Tina, per favore.

Marta: Mi ha chiamata stanotte.. Me l'ha detto che non ti fai sentire dal giorno che sei arrivata a Londra, sai?

Ginevra: Quando mi sentirò pronta mi farò viva io..

Marta: Pronta per cosa? Cosa è successo?




 

Ma arriva un nuovo messaggio.


 

Davide: Hei.

 

Non rispondo.

 

Davide: Si può sapere cosa ti prende?

 

Scendono dai miei occhi lacrime trasparenti che mi rigano il viso e cadono nel mio plaid. Chiudo il computer. Prendo l'Ipod.


 

Riproduzione casuale:Swallowed in the sea.


"I CAN ONLY BLAME MYSELF, YOU CAN ONLY BLAME ME"



 

Apro la finestra, mi stendo sul letto poggio i piedi fuori ed accendo una sigaretta.


Non stavo soltanto realizzando il mio sogno, stavo scappando da una gabbia che mi ero creata da sola. Mi addormentai a suon di coldplay.

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