Io ho imparato ad amare

di corpoestraneo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ...e fu così che mi innamorai ***
Capitolo 2: *** Non stringerla se non sei sicuro ***



Capitolo 1
*** ...e fu così che mi innamorai ***


Documento senza titolo

Prima che iniziate a leggere, vorrei fare una piccola premessa: io non amo particolarmente le Mary Sue, ma l'aggiunta del personaggio di Abigail alla storia era necessario. In un certo senso, è la coscienza di Severus. La ragazza compare molto nella storia, ma il vero protagonista è il caro professor Snape.
Un'altra cosa. Ho cercato di mantenere i nomi originali della saga. Li trovo moooolto più belli.

*********

La prima volta che la vidi, rideva.

Avete presente quel film con Richard Gere e Julia Roberts? Quello dove lei fa la prostituta e l’uomo le chiede di passare una settimana con lui e poi si innamorano. Ecco, c’è una scena, dove lui le porta una collana di perle, e questa collana è dentro ad una scatola. Lei allunga la mano per toccarla, lui chiude la scatola per schiacciarle le dita e lei ritira subito la mano spaventata ma sorridente. Finto spavento, vera e meravigliosa bellezza.

Ecco, quando la vidi per la prima volta, lei rideva così.

Un calice di champagne in precario equilibrio nella sua mano sinistra, la sua mano destra era abbracciata alla sua vita, piegata su se stessa, la testa rivolta all’indietro e gli occhi chiusi. E rideva. Una risata cristallina, una risata di chi non ha paura di morire perché è troppo giovane per pensare che prima o poi tutti sono destinati a farlo.

Le sue risa giungevano alle mie orecchie come musica e poi, eccola la, la vidi smettere di ridere, ricomporsi, togliere con la mano le lacrime provocate dalle risate e appoggiare il bicchiere sul tavolo. La vidi sistemarsi l’abito di seta grigia, e riavviarsi i capelli neri come la pece. La vidi cercare qualcosa nella stanza, scrutandola con quei suoi grandi occhi azzurri. E poi la vidi dirigersi verso di me.

Si incamminò lentamente, inclinando un poco la testa di lato, sorridendo appena, mentre cercava il mio sguardo fra tutti quegli occhi.

Più lei si avvicinava, più io mi allontanavo. Era una specie di gioco, e lo è tutt’ora.

Solo due metri ci separavano. Uno. Non potei più fuggire. Rimasi fermo dov’ero, con la bocca aperta come un pesce lesso. Immobile.

“Mi chiamo Abigail Parker”.

Disse così, mentre mi porgeva la mano senza gioielli.

Mi guardò negli occhi per interminabili secondi, mentre io cercavo il coraggio di prenderle la mano fra la mia.

Eravamo molto vicini. Lei, bellissima, con la mano tesa in mezzo alla stanza, aspettando una mossa. Una mia mossa.

Non potevo più farla attendere. Io non potevo competere con lei. Così bella, così fredda, così inarrivabile. Per lei sarei stato solamente una scopata, ma per me sarebbe stato qualcosa simile all’amore.

Non l’avrei mai avuta. Non mi avrebbe permesso di arrivare al suo cuore. Così le presi la mano, e la sentii stranamente fredda, sotto le mie dita lunghe e pallide.

“Severus Snape”.

Nell’udire il mio nome, lei sorrise.

Mi scosse leggermente la mano. Fissai l’azzurro glaciale di quegli occhi così profondi.

Era poco più di una ragazza, il suo volto era giovane e fresco, ma negli occhi c’erano i segni di chi ha visto ogni cosa, di chi è stato trafitto dal dolore e macchiato dalla vergogna. I suoi occhi erano pieni di rabbia e di odio, ma non portavano rancore.

“Piacere di conoscerti”.

E fu così che mi innamorai.

Mi piacerebbe poter dire che ride ancora così, ma mentirei.

A pensarci bene, non la vedo più ridere. O meglio, lei ride, ma non lo fa veramente. È solo per far credere agli altri che va tutto bene, anche se tutto sta cadendo a rotoli.

Quella che indossa, è una specie di maschera. Fuori, sembra una ragazza tranquilla, posata, forse un po’ troppo schietta, menefreghista, sarcastica…ma dentro sta urlando.

Urla per me, urla perché va tutto male, urla per Dumbledore e per tutti gli altri.

E io sono qui, a guardarla mentre si spegne lentamente, mentre la sua aura abbandona quel corpo che non può morire.

Sono qui e non posso dirle che la amo.

Cosa potrei offrirle?

Non sono bello, non sono ricco, non sono simpatico e nemmeno gentile.

Lei è troppo per me.

Ma in quella stanza, tanto tempo fa, lei ha scelto me.

Perché? Non ne ho la minima idea. C’erano mille altri uomini, sicuramente più aitanti di me, ma lei ha scelto me, senza indugi, senza pretese.

Un giorno o l’altro glielo chiederò.

“A cosa stai pensando, Sev?”.

Mi ha spaventato, ma non lo do a vedere. È talmente abile a sbucare all’improvviso per poi scomparire subito dopo che sarebbe inutile dire che mi ha fatto paura. Probabilmente lo sa già.

Sev. Odio quando le persone mi chiamano così. Ma per lei è diverso, a lei piace farlo, così glielo lascio fare. Certo che essere innamorati rende proprio cretini.

“Ah, niente, guardavo il panorama…”.

Abigail storce il naso. La scusa più vecchia del mondo. Non c’è da biasimarla, se non ci ha creduto nemmeno per un momento.

Lei si mette al mio fianco e insieme fingiamo di osservare il panorama.

“Gli hai parlato?”. La sua voce giunge al mio orecchio lontana, come se fossimo distanti parecchi metri. Beh, in realtà lo siamo. Riesco a sentirla tanto lontana anche quando è tanto vicina.

Non ho voglia di parlare, perciò scuoto semplicemente la testa.

La vedo prendere un gran respiro.

“Dovresti farlo…”

“Lo farò…”

“Quando?”

“Non ne ho idea”

“E’ meglio che te ne faccia una”

“Perché è così importante?”

“Perché devi parlare con quel ragazzo se vogliamo porre fine a questa guerra”.

Ha perfettamente ragione, e lo sa. Ma non voglio darle questa soddisfazione – non oggi.

Se non posso averla, non vale nemmeno la pena accontentarla.

Faccio per andarmene, ma sento la sua mano fredda afferrare il mio braccio. La sua stretta è decisa.

“Parla al ragazzo adesso”.

Chiara e decisa. Semplicemente se stessa. Proviamo a mettere a nudo la sua pazienza.

“Se non lo faccio mi picchierai?”

“Ti piacerebbe?”

“A te piacerebbe?”

“Mi darebbe una soddisfazione immensa”.

In trappola. Se parlo con Harry, allora Abigail otterrà ciò che vuole, se non ci parlo, otterrà comunque qualcosa.

L’ho detto che non riesco a tenerle testa. Lei è sempre un passo più avanti.

“Vado a parlare con il ragazzo”.

Lei sorride maligna. Uno di quei suoi sorrisi fasulli. Stringe appena il mio braccio, prima di lasciarlo andare. Poi si volta ed esce dalla stanza.

********

Se siete arrivati fino a qui...beh, complimenti, forse la storia vi è piaciuta.
Ma se siete arrivati fino a qui, e la storia non vi è piaciuta ditelo pure, non mi offendo. Basta che lo dite con gentilezza. Grazie^^

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Capitolo 2
*** Non stringerla se non sei sicuro ***


Documento senza titolo

Salve a tutti...e grazie per le magnifiche recensioni.
Mi scuso enormemente per il ritardo nel postare il secondo capitolo ma...mi ero dimenticata di questa FF..lo so, sono veramente imperdonabile!

Beh....buona lettura!!!
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Non è facile parlare a qualcuno quando la persona in questione non si fida di te. Ad essere sinceri, non è facile parlare con Harry Potter nemmeno si lui si fida. E’ arrogante, saccente e…beh, forse questa è la mia personale opinione su di lui.

Mi chiedo ancora cosa mi ha spinto a salvargli ripetutamente la vita. A volte mi chiedo se sono completamente stupido o se Abigail mi ha intenerito quel poco che basta per fare in modo che io sopporti almeno un poco San Potter.

Forse è la seconda che ho detto.

In ogni caso, ora mi trovo qui, per uno strano scherzo del destino, o meglio, per uno strano scherzo di Abigail, seduto nel soggiorno di casa Parker, seduto di fronte al più inutile moccioso sulla faccia di questo pianeta.

Mi guarda come se gli avessi ucciso il cane.

Beh, in un certo senso… fortuna che nel soggiorno di Abigail la magia non funziona, altrimenti niente gli avrebbe impedito di scagliarmi addosso un’Avada Kedavra o che so io.

Io lo guardo come se fosse una malattia infettiva.

Abigail è appoggiata allo stipite della porta, e ci guarda entrambi con un cipiglio divertito, le braccia conserte sul petto.

“Potter”

Professor Snape”

Il ragazzino sottolinea la parola professore.

Ma tu guarda se devo sprecare due ore della mia vita a parlare con questo invece di fare…meglio lasciare stare, prima che mi spuntino i primi capelli bianchi.

“Strano, non pensavo saresti venuto qui spontaneamente”

Dico, con tono beffardo. Almeno spero.

“Si, strano…nemmeno io pensavo di poterlo fare. Ma poi ho pensato: molto meglio uccidere da sé la persona che odi di più, che aspettare che lo faccia qualcun altro. Strano, eh?”

E poi la gente si chiede perché io detesti Harry Potter.

Con la cosa dell’occhio vedo Abigail che sposta nervosamente il peso da un piede all’altro.

“Buffo, Potter. Se fossi nei tuoi panni, cosa che, grazie al cielo, non è, penserei la stessa cosa. Ma vedi, la cosa divertente è che Dumbledore, il tuo caro professor Dumbledore, ha espressamente richiesto questo incontro” dico, aspettando la sua reazione.

Ora, Harry Potter è confuso.

1 a 0 palla al centro.

“Forse non crederai a quello che ti sto raccontando, ma, per una volta, ti chiedo di…fidarti”

“Io---? Io fidarmi di lei?”.

Bontà divina, questo ragazzo è veramente ottuso.

“Avanti, Potter, non possiamo stare qui tutto il giorno…”

Sinceramente, non voglio sapere cosa si prova ad essere Harry Potter in questo momento e non voglio nemmeno sapere quello che sta pensando. Sento Abigail posarmi una mano sulla spalla.

Per una volta, Potter ha ragione. Come può fidarsi di me? È illogico, improbabile, irr---

“Mi fido”

Dice queste esatte parole, mentre tende la mano verso di me.

Io porgo la mia.

“Non stringerla, se non sei sicuro” gli dico, ma lui afferra la mia mano, e il contatto con Potter mi fa rabbrividire.

Il più velocemente possibile mi stacco da lui e se Abigail non mi stesse guardando con fare cospiratorio, probabilmente non avrei esitato a pulirmi la mano contro il mantello.

Tuttavia, Harry Potter è una continua sorpresa, gliene do atto.

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