My hope

di LadyCullen1997
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ennesimo primo giorno di scuola nell'ennesimo stupido liceo... ***
Capitolo 2: *** La Push ***
Capitolo 3: *** Amélie ***



Capitolo 1
*** Ennesimo primo giorno di scuola nell'ennesimo stupido liceo... ***


La paura ti rende prigioniero, la speranza può renderti libero.

Dal film "Le ali della libertà"

 

My hope


 

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Ennesimo primo giorno di scuola nell'ennesimo stupido liceo...

Quante volte ancora dovrò ripetere il liceo? pensai infastidita.

Tra l'altro quel giorno ero sola per la prima volta...

Se ne erano andati da quasi 10 anni, eppure non avevo avuto la forza per tornare a scuola,solo quell'anno decisi che dovevo iniziare a frequentarlo per non dare sospetti.

Mi ero trasferita a Forks da un anno e i miei vicini sospettavano che avessi marinato la scuola per l'intero anno scolastico.

Mi decisi a tornarci quando sentii la signora Stanley e sua figlia Jennifer (almeno, così mi ricordavo che si chiamasse), parlare,anzi sparlare, di me e del fatto che non andassi a scuola.

Mi distrassi da quei pensieri e parcheggiai davanti alla “Forks High School”.

Non ero mai stata in quella scuola, stranamente la piccola cittadina di Forks non era stata una delle nostre innumerevoli mete.

Scesi dall'auto e mi appoggiai al paraurti della mia favolosa e pazzesca lexus LFA bianca.

Tutti gli studenti presenti nel parcheggio mi guardavano con un misto di ammirazione e timore.

Ammirazione per la mia auto e per me,ma soprattutto per me,modestamente sono veramente figa.

Ho i tratti esotici di mio padre,che a sua volta ha ereditato da suo padre,e gli occhi azzurri di mia madre.

Ho un fisico da urlo, che avevo valorizzato indossando un'aderente dolcevita nero, con sopra un cardigan a righe blu e nere, e dagli aderenti jeans neri abbinati. Sono alta un metro e settantotto e per esagerare indosso delle decolté nere tacco 12, quindi raggiungevo l'impressionante altezza di un metro e novanta.

La modestia non fa certo parte del mio essere, pensai compiaciuta tra me e me.

Provavano timore per lo sguardo sprezzante e pieno di superiorità che rivolgevo ad ogni studente che incontrava il mio sguardo.

Sto dando il meglio di me!

Avevo deciso di fare la snob per far si che nessuno mi si avvicinasse e facesse domande indiscrete.

Suonò la campanella così mi misi lo zaino in spalla e mi diressi in segreteria.

Sarei arrivata in ritardo a lezione. Avrebbe aiutato a rendere ancora più credibile la mia immagine da: “non mi importa di niente e di nessuno”.

Entrai in segreteria e rimasi sorpresa nel trovare un mutaforma e un'umana-vampira.

Non riuscivo a vederli in viso visto che erano voltati di spalle per parlare con la segretaria, ma i loro odori erano inconfondibili.

Dopo due minuti si diressero verso l'uscita senza degnarmi di uno sguardo,talmente presi l'uno dall'altro.

Il mutaforma probabilmente faceva parte della riserva di La Push. Era indubbiamente bello.

L'ibrida era ancora più bella.

La carnagione pallida come quella dei vampiri, ma resa più rosea dall'affluire del sangue nelle sue vene. I tratti del viso perfetti. Due stupendi occhi color del cioccolato fuso e degli altrettanto stupendi boccoli bronzei che le arrivavano alla vita.

Lei era l'imprinting del mutaforma, era palese da come la guardava.

Andai dalla segretaria presentandomi che subito mi dette gli orari e una piantina della scuola augurandomi buona giornata.

Mi diressi alla mia prima lezione: trigonometria.

Perfetto, pensai soddisfatta.

Ero sempre stata la migliore in quella materia.

Così avrei risposto a tutte le domande facendomi odiare sempre di più dai mie compagni!

Il professore mi presentò alla classe e mi indicò un posto vuoto vicino...al mutaforma!

Feci l'indifferente e mi sedetti.

Per fortuna ho il mio potere se no se ne sarebbe già accorto!

Il professore dette un compito da fare durante la lezione che io finii in meno di due minuti.

Il mutaforma,così avevo deciso di chiamarlo non sapendo il suo nome, non sembrava essere molto bravo. 

Tutto muscoli e niente cervello...un classico! Pensai.

Tornai a guardarlo. Aveva un'espressione da idiota!

Non riuscii a trattenere una risatina.

Nessun umano normale avrebbe potuto sentirla...ma lui non era normale.

<< Perchè ridi? >> mi chiese confuso.

<< Perchè fra un po' ti uscirà il fumo dalle orecchie talmente sei concentrato...senza offesa ma sembri un idiota. >> sinceramente non me ne sarebbe potuto fregare di meno se si fosse offeso...

<< Ah ah ah. Hai ragione io 'ste cose non le riesco proprio a capire! Comunque io sono Jacob Black! >>

mi disse porgendomi la sua manona.

La fissai finchè non la ritrasse. Non sembrava offeso dal gesto.

<< Nicole Jones...ma penso che tutta la scuola sappia chi sono >> borbottai.

<< Già... nelle piccole cittadine tutti sanno tutto >> disse ridacchiando.

Non credo che sappiano che ti trasformi in un lupo gigante! pensai ironica.

<< Vuoi che te lo faccio copiare? >> chiesi indicando il mio compito.

Si illuminò in un gigantesco sorriso e annuì.

Gli passai il foglio e cominciò a copiare con la sua grafia disordinata.

Dopo qualche minuto mi ripassò il foglio.

<< Grazie mille! >> disse facendo il suo sorrisone.

Mancavano ancora 20 minuti al suono della campanella.

Per i primi minuti restammo in silenzio,poi il mutaforma,cioè Jacob, decise di farmi un'interrogatorio.

<< Da dove vieni? >> domandò curioso.

<< Melbourne, in Australia >> risposi controvoglia.

<< Wow hai fatto un bel viaggetto, eh? >> chiese retorico.

In verità, prima di trasferirmi a Forks abitavo a Seattle, ma non era una vera e propria bugia visto che ero nata e cresciuta a Melbourne.

<< Cosa ha portato te e i tuoi fin qua? >>

<< Non hai sentito le voci che circolano? >>

Scosse la testa.

<< I miei sono morti un anno fa così sono stata affidata a dei lontani parenti dei miei genitori, ma quando sono arrivata qua ho trovato un biglietto che diceva che mi avrebbero lasciato la loro casa a Forks e si sarebbero trasferiti nella loro villa a Seattle. Quindi abito da sola.>> raccontai l'alibi che mi ero inventata non appena ero arrivata a Forks.

<< Mi dispiace per i tuoi genitori. Ma abiti da sola?

Come fai per la spesa e tutto il resto?>>

<< I miei tutori mi mandano dei soldi ogni mese e quando non mi bastano prendo quelli che mi hanno lasciato in eredità i miei fino a che non compio 18 anni. >>

Wow Nicole questa volta stai superando te stessa...queste sono le migliori balle che tu abbia mai raccontato! mi complimentai con me stessa.

<< Beh deve essere comunque molto difficile vivere sola... >> commentò.

Aveva assolutamente ragione...

Comunque quell'interrogatorio doveva finire...

<< Prima ti ho visto in segreteria con una ragazza bellissima...è la tua ragazza? >> chiesi indifferente.

<< Si, è la mia ragazza. Comunque non sei l'unica nuova, anche io e lei siamo praticamente nuovi qui a scuola siamo arrivati qualche giorno fa...Non conosciamo bene la gente di Forks visto che siamo qui solo da qualche giorno... >>

Come no! Qualche giorno o qualche anno? I mutaforma a La Push erano comparsi,o meglio ricomparsi, da un decennio.

La campanella suonò ed io mi catapultai fuori.

<< Pranzi da sola? >> mi chiese Jacob che a quanto pareva mi aveva seguita.

<< Si >>

<< Ti va di pranzare con me e la mia ragazza? >>

<< Ok >>

<< Allora ci vediamo all'entrata della mensa... ma quanto sei alta? >> mi chiese accorgendosi solo in quel momento che non ero bassa come le altre ragazzine della scuola.

<< Uno e settantotto, più i dodici centimetri di tacco. In totale oggi sono alta uno e novanta >> risposi.

<< Wow... Beh ci vediamo a pranzo eh? >> e detto questo se ne andò dalla parte opposta.

Il resto delle lezioni passò velocemente finchè non arrivò l'ora di pranzo.

Che fame! pensai.

Mi diressi velocemente alla mensa e quando arrivai all'entrata c'erano già Jacob e la sua ragazza ad aspettarmi.

Mi accorsi solo in quel momento del loro abbigliamento.

Jacob indossava una semplice maglietta a maniche lunghe nera,un paio di jeans neri e un paio di scarpe da ginnastica nere.

Mentre la sua ragazza era...rosa!

Un cardigan rosa con sotto una t-shirt di Hello Kitty bianca,pantaloni bianchi e stivali con tacco alti fino alle ginocchia rosa.Con accessori abbinati. Sembrava uscita da una casa delle bambole.

<< Ciao! Io sono Renesmeé, ma puoi chiamarmi semplicemente Nessie >> mi disse sorridente.

Che carina! Farò un'eccezzione per lei e non mi comporterò troppo da stronza...

<< Nicole, chiamami Nic >>

<< Ma non è un nome maschile? >> mi fece notare Jacob.

Alzai le spalle.

Entrambi mi sorrisero.

Ed insieme entrammo in mensa.

Chiaccherammo del più o del meno.

Cercai di fare la stronza...ma mi sciolsi davanti all'allegria che trasmetteva quella coppia!

Lui sempre sorridente e lei così...dolce!

Era quello l'aggettivo giusto: dolce.

Tutto sommato non era andato male quell'ennesimo primo giorno di scuola nell'ennesimo stupido liceo...



Angolino dell'autrice.
Prima di tutto, grazie per aver letto questo capitolo della mia prima ff su Twilight.
Piaciuto? 
Mi piacerebbe ricevere recensioni costruttive, ma anche distruttive (soprattutto costruttiveXD).
Quindi, chiunque tu sia....TI PREGO RECENSISCI!...per favore ^.^

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Capitolo 2
*** La Push ***


ANGOLINO DELL'AUTRICE:

Ringrazio tutte/i coloro che anno letto il primo capitolo,in particolar modo:

Eleonora2307

Beatrice muliebre

LunaticaLove

Grazie ancora. Ora vi lascio al secondo capitolo :)

LadyCullen1997

 

MY HOPE

 

La vita è un male, ma l'amore e l'amicizia sono dei potenti anestetici.

 

Henry Detouche

 

CAPITOLO 2: La Push

 

 

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Era passata una settimana dal mio “primo” giorno di scuola e dall'incontro con Jake e Nessie.

Dovevo ammettere che quella settimana era stata la migliore degli ultimi 10 anni.

Stavo per entrare in macchina quando sentii i miei due nuovi amici avvicinarsi.

<< Wow! Che bellezza! >> disse Jake fischiando.

Mi voltai confusa verso di lui, che stava fissando, anzi ammirando, la mia auto.

<< Già. E' la mia bambina... >> dissi accarezzandone la fiancata.

Mi sorrisero. In quella settimana avevo scoperto che entrambi adoravano le auto sportive.

<< Volevate chiedermi qualcosa? >> chiesi

<< Hai impegni per stasera >> mi domandò Nessie.

<< No >> risposi.

<< Beh allora ti va di venire a La Push? Faremo un falò sulla spiaggia... >> mi spiegò Jake.

Conoscerò i suoi amici lupacchiotti? mi chiesi.

<< Ok per che ora vengo? >> domandai.

<< Puoi venire anche ora! Io e Jake pensavamo di andare a casa sua per fare i compiti e poi in spiaggia per preparare il falò >> disse Nessie che sembrava eccitata all'idea.

<< D'accordo. Fatemi strada >> dissi indicando la moto di Jake.

Salimmo sui nostri mezzi e dopo un quarto d'ora arrivammo davanti ad una piccola casetta rossa.

Scesi dall'auto e mi avvicinai a loro.

<< Questa è casa mia >> mi disse Jake avvicinandosi alla porta di quel prefabbricato.

Un uomo anziano sulla sedia a rotelle venne ad aprirci.

Somigliava molto a Jake, probabilmente era sua padre.

<< Ehi, vecchio! >> lo salutò Jacob.

<< Jacob, figliolo. Renesmee... >> rispose l'uomo.

<< Billy, lei è una nostra comapagna di scuola e amica. Si chiama Nicole. >> mi presentò Nessie.

Mi fece un cenno col capo e io ricambiai il gesto.

<< Beh vi lascio soli, tra un po' verrà a prendermi Charlie. Stasera c'è la partita. >> disse l'uomo, che a quanto pareva si chiamava Billy, uscendo fuori di casa.

Cominciammo a fare i compiti e dopo 10 minuti sia io che Nessie finimmo, mentre Jake sembrava ancora in alto mare,così l'aiutammo a finirli.

Passarono altri 10 minuti e, finalmente conclusi anche i compiti di Jake, mangiammo dei sandwich.

Ma quanto mangia?! pensai guardando Jacob divorare il decimo sandwich.

<< Ora sono abbastanza sazio! Andiamo in spiaggia! >> esclamò Jake.

Così andammo in spiaggia.

<< Ma siamo solo noi? >> chiesi notando che c'eravamo solo noi tre.

<< Noi abbiamo avuto l'onore di essere scelti per preparare il falò! >> sbuffò Jacob.

<< Ah quindi non mi avete invitata per la mia compagnia?! Ma solo per farvi aiutare! >> dissi fingendomi indignata.

Scoppiarono a ridere.

<< Si, in effetti IO >> disse indicandosi << ho proprio bisogno del TUO aiuto >> concluse indicando me con un sopracciglio alzato.

<< Bene allora io starò a guardare >> sbuffai sedendomi per terra.

<< E io ti faccio compagnia. Visto che il “grande uomo” è così forte può anche fare da solo,no? >> mi disse Nessie facendo l'occhiolino.

Mezz'ora più tardi era tutto pronto.

Ovviamente Jake non aveva potuto usare la sua forza sovrumana davanti a me.

<< Ora non ci resta che aspettare l'arrivo degli altri per accenderlo. >> disse Nessie.

<< Stanno arrivando >> affermò Jake guardando alle mie spalle.

Mi girai e li vidi. Tre mutaforma,due ragazzi e una ragazza.

Non appena furono vicini Nessie ci presentò.

<< Ragazzi lei è Nicole. Nic loro sono Embry Call,Seth e Leah Clearwater. >> disse indicandomeli.

Tutti e due i ragazzi portavano i capelli scuri corti,come quelli di Jake.

La ragazza era molto bella, anche se aveva un espressione dura...sembrava non le facesse piacere la mia presenza.

I ragazzi accesero il falò,mentre Nessie era tornata a casa a prendere la coperta che si era dimenticata a casa di Jake.

Come se servisse a qualcuno! pensai divertita.

Io e Leah eravamo sedute sulla spiaggia.

Il silenzio iniziava a farsi imbarazzante...

<< Allora, tu e Seth siete parenti? >> le chiesi indicando il ragazzo.

<< Si, è mio fratello... >> rispose borbottando.

Beh, visto che con la mia parte “gentile” non parlava, avrei usato la parte “stronza”.

<< Che c'è ti annoia stare qui? Dovevi uscire con il tuo ragazzo? >> chiesi, forse un po' troppo sgarbata.

Mi fulminò con uno sguardo, si alzò e se ne andò,inoltrandosi nella foresta dietro di me.

Cavolo! Forse ho esagerato!

Mi alzai e la seguii.

Quando si accorse che la stavo seguendo, si girò verso di me.

<< Perchè cavolo mi stai seguendo? >> chiese tremando.

Sarà meglio calmarla...a quanto pare non ha molta pazienza.

<< Volevo scusarmi. Sono stata sgarbata prima >> le risposi tranquilla.

Mi guardò per un attimo,poi sospirò e si appoggiò sul tronco di un'albero.

Sembrava veramente triste.

<< C'è qualcosa che non va? >> le domandai avvicinandomi a lei.

<< No... >>

<< Come no! Hai la faccia di una che sta soffrendo! >> le dissi con tono accusatorio.

<< Ok. Ma anche se stessi soffrendo,perchè dovrebbe interessarti?! >> mi chiese con evidente tono di sfida.

Questa ragazza è forte! pensai, ammirando il suo comportamento.

<< Non mi interessa. Ma forse parlare dei tuoi problemi ti aiuterebbe >> risposi indifferente.

Mi guardò per un secondo e poi cedette.

<< Dopodomani il mio ex si sposa con mia cugina e io sarò la damigella d'onore,ma... >> iniziò

<< Non vuoi andare al matrimonio e tantomeno essere la damigella d'onore >> conclusi al suo posto.

Annuì.

Quindi il suo ex ha avuto l'imprinting con sua cugina.

<< Sei in collera con loro? >> le chiesi.

<< No. Sono contenta per loro, ma se penso che al posto di mia cugina potevo esserci io...beh,mi fa

male >> spiegò.

<< E' normale. Ma se fossi in te ci andrei. E farei di tutto per essere supersexy. Magari conoscerai un bel ragazzo al matrimonio >> dissi ammiccando.

Mi fissò per un minuto e poi scoppiò a ridere.

<< Tu sei pazza! >> esclamò

<< Una pazza furiosa >> confermai seria,per poi sorriderle dopo un minuto.

<< Beh, che ne dici di tornare dagli altri? Si staranno chiedendo se mi hai uccisa e sepolta nella foresta >> le proposi facendola ridere.

Ritornammo in spiaggia e trovammo i ragazzi e Nessie seduti su delle coperte.

<< Stavamo per venire a cercarvi >> disse Jake sorridendo.

Incominciammo a mangiare e solo in quel momento notai che Embry mi guardava in modo strano.

Mi guardava come un cieco che vede la luce per la prima volta.

Cavolo! Pensai quando capii perchè mi guardava così.

Quel ragazzo aveva avuto l'imprinting con me!

Certo non era male. Era carino e simpatico, ma avere un ragazzo era l'ultima cosa che mi serviva!

Sentii il mio cellulare vibrare. Era arrivato un sms.

Lo lessi: “Ehi, stronzetta! La tua zietta preferita sta arrivando! Frequenteremo la scuola insieme,contenta?

Arriverò tra 20 minuti. Bye-bye, Amélie.”

No! Ma è impazzita?!

<< Tutto a posto Nic? >> mi domandò Nessie apprensiva.

<< Ehm si, ma sta per arrivare una mia parente a casa. E me ne ero proprio scordata. Ora vado! Ci vediamo! >> detto questo me ne andai correndo verso la mia auto.

Arrivai a casa 15 minuti dopo ma lei era già lì,bella e immortale come sempre.

I lunghi capelli mossi biondo rossicci, che sembravano color pesca, gli occhi rosa antico e la carnagione pallida. Era bellissima, come praticamente tutti i vampiri del resto.

<< Ciao, nipotina! >> mi salutò, abbracciandomi

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Capitolo 3
*** Amélie ***


ANGOLINO DELL'AUTRICE

Ringrazio tutte/i coloro che, finora, hanno letto la mia fanfiction :)

Un grazie particolare a chi mi ha recensito:

 

Beatrice muliebre

Eleonora2307

HelenCullen

 

Mille grazie,

LadyCullen1997

 

Ps. Quando metto la foto di un personaggio, significa che è lei/lui a raccontare.

 

MY HOPE

 

Si perdona finché si ama.

François de La Rochefoucauld

 

 

CAPITOLO 3: Amélie

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Dopo 10 lunghi anni l'avrei rivista! La mia nipotina!

In quel momento udii il rumore di un'auto che si avvicinava.

E' l'auto di Nicole! Pensai,euforica all'idea di rivederla dopo tanto tempo.

Posteggiò sul vialetto, di fronte all'ingresso della villa, che avevamo comprata 15 anni prima, prevedendo che un giorno sarebbe stata una delle nostre abitazioni, visto il clima piovoso.

Nicole scese dall'auto e io le corsi subito incontro, a velocità umana, in caso mi vedesse qualcuno dei vicini di casa.

<< Ciao, nipotina! >> la salutai,abbracciandola.

<< Ciao... >> rispose infastidita.

Sciolsi l'abbraccio e la guardai. Ovviamente non era cambiata di una virgola. I tratti da nativa americana come quelli del padre,gli occhi azzurri e i lunghi capelli color mogano.

Osservai meglio l'espressione. Sembrava arrabbiata per qualche motivo...

<< Hai il coraggio di ripresentarti da me dopo 10 anni che non ti fai vedere con solo 20 minuti di preavviso?!? >> disse emettendo un basso ringhio.

Rimasi interdetta. Non mi aspettavo certo un “accoglienza” del genere.

Certo, sapevo che si sarebbe arrabbiata, ma non pensavo che si arrabbiasse perchè ero arrivata con poco anticipo...

<< Capisco che ti arrabbi perchè non mi faccio vedere da un bel po' di anni. Ma che c'entra il preavviso? >> chiesi dando voce ai miei pensieri.

Sbuffò e si diresse verso la porta di casa, aprendola ed entrando per poi sbattersela alle spalle come se fosse sola.

Adesso esagera! pensai adirata.

Mi diressi verso la porta ma quando provai ad aprirla mi accorsi che l'aveva chiusa a chiave.

<< Stupida mocciosa! Apri subito questa porta, se non vuoi che la butti giù! >> gridai furiosa.

Attesi, ma non ricevetti alcuna risposta.

Le opzioni sono due: o butto giù la porta, o aspetto che esca per intrufolarmi in casa.

Mi guardai attorno e notai che la vicina di casa era alla finestra che mi guardava preoccupata per non so quale motivo.

La prima opzione era andata in fumo.

Pensai per più di un'ora al motivo per cui si era infuriata così tanto, ma non riuscivo a capire.

Poi notai un particolare che prima non avevo notato.

Quando non l'avevo trovata in casa, avevo dato per scontato che fosse andata a caccia. Ma allora perchè si era portata l'auto?

Eureka! Forse è uscita con qualcuno!

Presi il cellulare e le mandai un messaggio.

Sei uscita con un ragazzo stasera? Hai dovuto interrompere l'appuntamento perchè sono venuta senza avvisarti in tempo? E' per questo che sei arrabbiata? Ti prego rispondimi!

Amélie.”

<< Idiota! >> le sentii dire.

Un paio di secondi dopo mi arrivò la risposta: “Ero con degli amici in spiaggia...”

Si è fatta degli amici! Pensai sorridendo contenta.

Che facevate in spiaggia?” le scrissi, curiosa di saperlo.

Udii la porta aprirsi, così mi girai e la vidi appoggiata allo stipite.

<< Non sarebbero affari tuoi, ma facevamo un falò >> borbottò fissando a terra.

<< Ti sei divertita? >>

Annuì.

<< Scusami per averti avvisato tardi del mio arrivo >> dissi sinceramente dispiaciuta.

Alzò lo sguardò e mi fissò attentamente, come se volesse trovare qualcosa di strano in me.

<< Che c'è? >> chiesi, un po' infastidita da quello sguardo indagatore.

<< Cerco di capire se sei sincera o no >> mi spiegò.

<< Certo che sono sincera! Devi credermi! >> le dissi avvicinandomi a lei e accarezzandole una guancia in segno d'affetto.

<< D'accordo per questa volta ti credo >> disse sorridendomi gentilmente.

<< Mi sei mancata! >> esclamai buttandomi tra le sue braccia.

Ricambiò l'abbraccio e mi strinse a se.

<< Io non ti sono mancata? >> le chiesi sfoderando il mio sguardo da cucciolo ferito.

<< Si. Mi sei mancata, nanetta! >> disse scompigliandomi i capelli con la mano.

Entrammo in casa e ci sedemmo sul comodo divanetto rosso.

<< Scusa! >> esordii.

<< Ti ho già perdonata >> affermò, chiaramente confusa dalla mia improvvisa dichiarazione.

<< Mi scuso per non averti dato mie notizie in questi ultimi 10 anni! >> precisai.

<< Non scusarti di questo. So che ve ne andaste per il mio bene >> disse sbadigliando.

<< Da quanto non dormi? >> le chiesi preoccupata.

<< Circa 52 ore >> sussurrò.

<< Cosa?! Fila subito a letto, signorina! >> dissi con tono severo.

<< Che paura! E se non volessi andarci? >> chiese sfidandomi con lo sguardo.

Ridacchiai e a velocità vampiresca la presi in braccio e la misi seduta sul suo letto, che si trovava al piano superiore.

<< 'Notte >> bofonchiò sdraiandosi.

<< Sogni d'oro >> sussurrai baciandole la fronte per poi sdraiarmi di fianco a lei.

Si addormentò un paio di minuti dopo.

Dovrò raccontarle tutto al più presto, mi dissi ripensando a quello che era successo cinque anni prima.

 

 

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Erano le 10 del mattino quando mi svegliai.

Ero da sola in camera e sentivo rumori provenienti dalla cucina al piano di sotto.

Amélie! pensai sbuffando.

Mi cambiai i vestiti e indossai un paio di jeans neri, una felpa azzurra e un paio di converse abbinate.

Mi legai i capelli in una lunga coda mentre scendevo le scale e rimasi bloccata sull'ultimo gradino quando vidi un piccolo pacchetto sul pavimento,proprio alla fine delle scale.

Lo presi e lessi il mio nome scritto con un pennarello nero sul pacchettino.

Mi diressi in cucina, dove trovai Amélie intenta a prepararmi la colazione.

<< Cos'è? >> le chiesi alzando in aria il pacchetto.

<< Buongiorno! La colazione sarà pronta tra poco! Intanto apri il pacchetto. E' un regalo per te! >> disse il tutto senza degnarmi di uno sguardo.

Qui gatta ci cova...

<< Perchè mi hai fatto un regalo? >> chiesi sulla difensiva.

<< Oh, ma come siamo sospettosi già di prima mattina! Comunque come fai a non ricordarti che oggi è il tuo compleanno? >> esclamò sorridente.

Guardai il calendario appeso alla parete. 22 settembre.

<< Ah. E' vero... >> commentai.

<< Apri il regalo! >>

Lo aprii come mi aveva ordinato e mi trovai in mano una chiave.

<< Mi prendi per il culo o cosa?! >> dissi lanciandole un'occhiataccia.

<< E' ovvio che non è la chiave il regalo, idiota! Ti serve per usare il regalo! >> esclamò esasperata.

Guardai meglio la chiave e notai il simbolo della Yamaha.

Tornai a guardare Amélie che si era girata verso di me e indicava la porta.

Corsi fuori di casa e la vidi: una bellissima Yamaha r6 blu!

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<< Grazie! >> strillai buttandomi tra le braccia di Amélie, che mi aveva seguita fuori.

<< Sapevo che ti sarebbe piaciuta! >> disse tutta contenta.

<< Quando la vedrà Jake impazzirà di invidia! >> commentai.

<< Jake? Allora ieri eri uscita con un ragazzo! Bugiarda! >> mi accusò Amélie puntandomi il dito contro.

La guardai con un sopracciglio alzato.

<< Ma ci sei o ci fai? Jake è uno dei miei amici, e se vuoi saperlo, ama follemente la sua ragazza! >>

<< Ah... >> sembrava poco convinta dalla mia spiegazione.

<< Guarda che è vero! >> cercai di convincerla.

<< Non ho detto nulla! >> rispose.

Ma quando si girò per rientrare in casa, disse ridacchiando come una bambina: << Guarda che non me la dai a bere! >>

Sbuffai.

Tanto è come parlare col muro! mi dissi.

Rientrai anche io in casa, presi il piatto con la colazione e cominciai a mangiare, seduta sul tavolo.

<< Che ne dici di invitare i tuoi amici qui stasera, per festeggiare il tuo compleanno? >>

Quasi mi strozzai, quando Amélie pronunciò quella frase.

<< Neanche per sogno! >> risposi velocemente.

<< Perchè no? >> chiese lei, mettendo il broncio.

<< Ora te lo spiego. Ho cinque amici, di cui quattro si trasformano in lupi ed una è per metà umana e per metà vampira! >> le spiegai.

Scoppiò a ridere.

<< Avrei dovuto immaginarlo! Ti sei fatta amica degli esseri soprannaturali come noi! >> disse tra una risata e l'altra.

Le tirai un coltello, che le rimbalzò addosso.

Quando smise di ridere, si girò verso di me confusa.

<< Scusa, ma hai raccontato loro la verità, giusto? >>

Scossi la testa.

<< Ma ho intenzione di farlo al più presto... >> sussurrai.

<< Prima lo fai meglio è >> disse abbracciandomi.

<< Ho paura che non mi accettino... >> borbottai.

<< Hai detto che tra di loro c'è una mezza-vampira. Perchè non dovrebbero accettare te? >>

<< Perchè sono un miscuglio strano >> risi delle mie parole.

Mi sorrise incoraggiante, spingendomi verso la porta.

<< Che fai? >> le domandai confusa.

Fece un sorrisetto, a mio dire diabolico, e mi disse: << Come ho già detto: prima lo fai meglio è! >>

<< M-ma... >> balbettai nervosa.

<< Non ti preoccupare. Andrà tutto per il meglio. E poi se sono veri amici ti staranno accanto qualsiasi cosa succeda, no? >> e detto questo mi chiuse la porta in faccia.

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