Amori perversi a Central Park.

di chocofrogs
(/viewuser.php?uid=137567)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Che ne dici di Izzy? ***
Capitolo 2: *** Ispirazione. ***
Capitolo 3: *** Tanto vinco IO. ***
Capitolo 4: *** Rilassati. ***
Capitolo 5: *** Come un profumo di limone. ***
Capitolo 6: *** Noi,diversi dal mondo. ***
Capitolo 7: *** Sconosciuta. ***
Capitolo 8: *** Sconosciuta. Part 2 ***
Capitolo 9: *** Non ti ho mai considerato... ***
Capitolo 10: *** Sia nel bene, che nel male. ***
Capitolo 11: *** Insolito, molto insolito... ***
Capitolo 12: *** Mascara Trent, mascara. ***



Capitolo 1
*** Che ne dici di Izzy? ***


Che ne dici di Izzy?


-"Adesso volerò fino in Africa con il mio super-accessoriatissimo aereoplano!"
Una ragazzina di ormai dieci anni correva e saltellava per le stradine di Central Park, era stata costreatta a rimanera da sola con la babysitter, perchè i genitori erano ad un importante convegno in Inghilterra.
La tata,Rosalie, aveva deciso di andare a fare una piccola passeggiata nel grande parco insieme alla piccola Isabella.

I capelli rossi riccioluti le cadevano a pennello nel corpo minuto  e i suoi occhi verdi pieni di felicità  scrutavano i passanti, la sua attenzione cadde su un ragazzino più o meno della stessa età che leggeva un libro.
Isabella si avvicinò  e iniziò a parlargli...
-"Ehi ciao, come ti chiami?"
-"Noah"
-"Piacere mi chiami Isabella, ma non mi piace, vorrei cambiarlo..."
-"Non puoi cambiare nome, sei impazzita?"
-"Oh, invece si che posso...Isabella non mi piace e lo cambierò!"
-"Sì certo, fai come credi però lasciami leggere il mio libro insanta pace"
Mentre parlava il ragazzino indicò un grosso libro che aprì subito dopo.
Isabella lo guardò stranita e, fregandosene delle parole dette prima da Noah, iniziò a bombardarlo di domande.
-"Quanti anni hai? I tuoi genitori sono qui?"
-"Undici, sì sono vicino a quel ponte."
Indicò due figure minute che leggevano anche loro dei libroni grandi e grossi.
-"I miei sono ad una conferenza in Inghilterra..."
-"Inghilterra?"
-"Già...."
Solo per un attimo Isabella parve dispiaciuta, ma dopo continuò a saltellare felicemente intorno alla panchina in cui era seduto il ragazzino.
Con un balzo Noah scese dalla panchina in legno si avvicinò a Isabella e la prese per mano.
-"Do...Dove stiamo andando?"
Noah non rispose e si avvicinò ad uno stagno.
Vicino a questo c'era un cartello con raffigurata un rana verde e rossa.
Isabella iniziò a leggere la storia di questa rana:
-"Questa rana verde e rossa raffigurata è molto rara, si trova solo a Central park e in Africa, si chiama Izzy e..."
-"Aspetta un attimo!"
-"Cosa c'è Noah?"
-"Che ne dici di... Izzy?"
-"Izzy eh? Soldato Noah, ha avuto una fantastica idea!"
-"Grazie sargente Is.....Izzy!"





Angolo autrice
Spero che vi sia piaciuta, continuerò con altre cinque o sei storie,
il prossimo capitolo lo farò quando avrò finito la mia fanfiction Non può essere a cui
manca solo l'ultimo capitolo!

Ciao Ciao Carlotta!♥

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Ispirazione. ***


L'ispirazione.
(Amori perversi a Central Park)
CarlyCourt



Un ragazzo di ormai quindici anni cercava qualcosa di fondamentale per lui a Central park.
Stava cercando un'ispirazione per una nuova canzone,era un musicista molto bravo tutti gli facevano i complimenti per la bravura, era un ragazzo prodigio in fatto di musica.
Il suo strumento era la chitarra, ne aveva quattro a casa: due classiche, una acustica e una elettrica ma quest'ultima non l'aveva mai usata.
Camminava,camminava ma non trovava alcuna ispirazione...un ponte?No, banale...una panchina?Ma siamo impazziti?
Nulla lo poteva aiutare.
Gli occhi verdi scrutavano ogni cosa che potesse avere senso messa dentro una canzone.
"Ti vedo sei bellissima,
più di una dea.
Più  di ieri
con i tuoi capelli castani...."
Passò davanti a lui una ragazza mora con delle meches verdi e blu, occhi neri e carnagione pallida; il ragazzo spalancò la bocca, non aveva mai visto nessuna ragazza più bella di lei.
Subito dopo gli venne l'ispirazione.
"Ti vedo sei bellissima,
più di una dea.
Più  di ieri
con i tuoi capelli neri,
passi davanti a me,
non sei come le altre.
No, tu sei speciale"
Il primo pezzo fatto,ora mancavano solo altre...quattro strofe?
Ma a questo il ragazzo non pensò, anzi corse dalla ragazza.
-"Ehi tu!" ansimò il ragazzo
-"Che vuoi?" rispose confusa la ragazza
-"Sei felice quando ti svegli?"
La mora sembrò sorpresa a quella domanda, l'aveva sentita già da qualche altra parte...
Ah, ora ricordava in quel libro..."Come una bolla di sapone" .
Aveva sempre odiato i libri romantici, ma quello le era piaciuto moltissimo.
-"Felice?No."
-"Grazie mille, comunque io sono Trent"
La ragazza sorrise.
-"Piacere Trent, io sono Gwen"
Il ragazzo rispose al sorriso.
-"Bhe Gwen, sono lieto di comunicarti che sei appena diventata la protagonista di una delle mie canzoni"
-"Canzoni?Tu scrivi canzoni?Wow"
Trent annuì sorridendo.
-"E che chitarra usi?"
-"Acustica,classica..."
-"No elettrica?"
-"Ne ho una a casa ma non l'ho mai usata, l'accordo solo ogni tanto."
La ragazza ci pensò e poi aggiunse.
-"Mi dispiace, ma se sarò la protagonista di una delle tua numerose canzoni, bhe amico mio dovrai usare la chitarra elettrica" rispose soddisfatta Gwen.
Trent rise.
-"Su Gwen, vieni"
Le indicò una strada che sbucava dall'angolo.
-"Certo, spero solo di non essere così scema da farmi intrappolare dal mio rapitore involontariamente"
-"Fidati Gwen, non ti rapirò!" rise lui
-"O forse rimarrò io lì da te per un pò!"





Angolo autrice ^-^
Ehi bellissime ragazzuole, e bellissimi ragazzuoli come va la vita?
Spero che questo capitolo vi piaccia come piace a me!
Non sono mai stata così fiera di un mio lavoro! ;)
Recensite, in tantissimissimi!
Baci Carlotta.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Tanto vinco IO. ***


Tanto vinco IO.



La tensione era alle stelle, le mora incrociava gli occhi con il suo avversario e poi come per offenderlo li distoglieva e faceva un'espressione di superiorità.
Aspettando che l'arbitro desse il via, si massaggiava le gambe magre e rosee, il suo nemico era lì con un sorrisino odioso.
A Central Park una ragazzina di tredici anni e un ragazzino della stessa età gareggiavano su un percorso ad ostacoli, chi avrebbe vinto si sarebbe conquistato la merenda (Non  so se questo si possa fare a Central Park,,,NdA) e dieci dollari dall'avversario.
Heather, si raccolse i capelli in una lunga coda di cavallo, mentre il suo avversario si fece un piccolo codino sopra la fronte.
Il piccolo ragazzino di nove anni, nonchè l'arbitro, tirò fuori un fazzoletto color crema e lo sventolò.
Alejandro partì e superò Heather, che si infuriò.
Per lei non era una semplice gara per la merenda, tanto l'avrebbe buttata nel cestino di camera sua troppi grassi, a lei importava per la popolarità e per non ricevere neanche un pò di umiliazione.
Il ragazzo saltando con agilità tutti gli ostacoli non si accorse che la ragazza si avvicinava sempre di più fino a superarlo.
-"Al, tanto vinco io!"
Odiava essere chiamato in quel modo, suo fratello Josè lo chiamava sempre così solo per burlarsi di lui, ed questo a lui non andava per niente bene!
-"Oh, no chica.E' qui che ti sbagli"
Alejandro correndo il più veloce possibile e superando gli ostacoli ed Heather era un passo dal traguardo quando non vide l'ultimo ostacolo, quello più alto, e essendo troppo vicino non riuscì a saltarlo così piombò a terra.
La ragazza superò tutti gli ostacoli con eleganza e tagliò il traguardo esultando come una pazza.
-"Sì,sì,sì!"
Alejandro accasciato a terra fece una smorfia, poi si rialzò.
-"Heather, l'ho fatto solo perchè non avevo voglia di una merenda, credi veramente che Alejandro Burromuerto si faccia sconfiggere così facilemente?"
La ragazza lo guardò storto e poi rise.
-"Sinceremente?Bhe, credo che tu ti sia incantato al guardarmi e così hai perso la concentrazione!"
Alejandro sbarrò gli occhi, non disse nulla e se ne andò sconfitto.
Heather ci pensò un pò su e se andò, prese l'asciugamano, la merenda e la bottiglietta d'acqua.
Pensò un attimo, e poi rincorse Alejandro , lo trovò su un muretto a bere acqua minerale.
-"Ehi,Al...ejandro davvero non vuoi la merenda?"
Il ragazzo sorrise.
-"Sto morendo di fame!"





Angolo autrice.
HxA, ma che bello eh?
Credo che continuerò molto questa raccolta, e farò anche DxG e forse TxC.
Mah, anche GxC insomma adatti a tutti i tipi di fan.






Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Rilassati. ***



Rilassati.
CarlyCourt
Amori perversi a Central Park




Il suono della campanella rimbombò per tutto il prestigioso liceo di New York.
La fine di quelle sei estenuanti ore di scuola era veramente un miracolo per tutti gli studenti che, a malincuore,dovevano ogni giorno entrare in quell'orribile ,vecchio, edificio.
Solo per una ragazza non era una tragedia affrontare 360 minuti di studio, anzi non era una faticaccia.Sempre bei voti, ottimi risultati,curriculum esemplare: una ragazza con moltissime qualità...e altrettanti difetti.
Con i libri sottobraccio la castana si diresse al grandissimo parco della città, Central Park, dove degli stupidi ragazzini di tredici anni stavano gareggiando per...una merenda?

Patetico.
Courtney esaminava con molta cura il libro di storia, lo prese e se lo appoggiò sulle gambe dopodichè lo aprì andò a pagina 340 e si lesse il primo paragrafo.
Aprì il piccolo astuccio nero e estrasse l'evidenziatore verde, sottolineò i concetti chiave e lo ripose nel piccolo contenitore.
Era andata a Central Park perchè lì si rilassava, le piaceva ascoltare il cinguettio degli usignoli, le urla dei bambini, sembrava un po' strano ma a lei piaceva moltissimo.
Chiuse gli occhi per alcuni secondi, il vento le spostava delicatamente i capelli castani dal viso e così ondeggiavano, un rumore la riportò alla realtà.

Un ragazzo alto e muscoloso,con un moicano verde fluo stava cercando di scassinare un lucchetto di una bicicletta.

La castanza spalancò gli occhi si tirò su le maniche della camicetta bianca, si sistemò la gonna panna e si incamminò verso quel tipo.

-”Ehm, scusi cosa sta cercando di fare?”

Il ragazzo si girò, guardò la ragazza e si concentrò sulle gambe scoperte.

-”Sono qui!” urlò Courtney

-”Bhe, principessa io non sto cercando di fare proprio niente...questa è la mia bici e qualcuno l'ha chiusa con un lucchetto”

La castana alzò un sopracciglio e fece una smorfia.

-”Non mi credi raggio di sole?”

-”Perchè dovrei?”

-”Perchè è la verità!”

-”Allora, ti fai rubare la bici, eh?Sei proprio uno sfigato.” lo provocò Courtney.

Il punk ghignò.

-”Io?Sfigato? Sogna,tesoro, sogna...”

Courtney diventò rosso dalla rabbia.

-”Non chiamarmi tesoro,principessa o raggio di sole chiaro?”

-”E tu non chiamarmi sfigato,principessa...e per la cronaca non so il tuo nome per cui...”

-”Courtney, mi chiamo Courtney!” borbottò lei

-”Ehi, rilassati”
Il punk si avvicinò pericolosamente alla nostra principessa e le stampò un bacio sul naso facendola infuriare ancora di più, ma per fortuna il ragazzo fu veloce e se ne andò ghignando.

Courtney sorpresa dell'accaduto tornò nella sua panchina, quando si accorse di un fogliettino messo nel taschino della camicetta.

Lo lesse sorrise, lo mise nell'astuccio e continuò a leggere la solita pagina del librone di storia.

 


Tesoro, mi chiamo Duncan.
Ricordati di chiamarmi: **********






 

Angolo Autrice
Ovviamente ho fatto abbastanza lungo il capitolo perchè si parla
della mi coppia preferita...
Comunque gli asterischi si riferiscono al numero di telefono di Duncan.
Lo volevate? E invece...T.T


Vi saluto,
Con amore e affetto (e tanta febbre)
la vostra ammalata Carlottina

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Come un profumo di limone. ***


Come un profumo di  limone.



Giallo.
Odiava quel colore, le ricordava il limone...lei odiava il limone.
Tra tutti i frutti, quello era il più aspro e odioso del mondo intero!Doveva storcere la minuta bocca ogni volta che lo assaggiava o lo metteva nel tè.
Quel giorno le pareva di vedere tutto giallo limone, le pareti della sua stanza, i biscotti e perfino la sua bellissima macchina.
Non ci pensò per molto, era mattina doveva andare nella sua magnifica spiaggetta a godersi un pò di sole e il rilassante rumore delle onde.
-"La signorina desidera qualcosa?"
-"No grazie Ethel, per ora non mi serve nulla"
Si mise i suoi occhiali firmati,si sfilò i pantaloncini bianchi e restò in costume, anch'esso firmato.
Dopo ore di puro relax la bionda decise di andare a farsi un bel bagno nella piscina accanto alla spiaggetta privata.Arruvata nell'immensa piscina mise le gambe abbronzate nell'acqua, sussultò al contatto con quell'acqua gelida ma poi si abituò ed infine si tuffò.
I capelli biondi e lunghi fino a metò schiena e raccolti da una coda di cavallo ondeggiavano nell'acqua.
Era sola, finchè un attraente bagnino si avvicinò alla ragazza.
Questo aveva capelli castani, era muscoloso, occhi neri e alto poco più della ragazza.
-"Signorina Lindsay, vuole il dessert? I suoi genitori hanno già pranzato"
-"Dessert?E'?No grazie Tayson..."
-"Tayler, mi chiamo Tayler"
-"Ah, sì...Comunque che dolce c'è?"
-"Bhe, crema all'albicocca,crostata di mele e dolce semplice con delle gocce di limone"
Linsday storse la bocca a quell'ultima parola; poi si riprese e continuò.
-"Credo che farò a meno del dolce, Ethel ha chiamato Beth per i compiti di questo pomeriggio?"
-"Certo"
-"Posso andare signorina?"
Linsday annuì, e Tayler si congedò sorridendo.
"Che strano quel Tayson, però è molto attraente" pensò.
_____________________________________________________________________________________

La mattina dopo Linsday si svegliò di soprassalto, aveva sognato di nuovo quell'orribile colore...
Non poteva sognare il fucsia?
Il viola?
L'azzurro?
Perchè doveva sognare sempre il giallo limone.
Ancora ricordava bene perchè odiava quel colore...


*Flashback*
In una scuola elementare dell'istituto Marie & Co una ragazzina bionda giocava con il suo fidanzatino.
La sua cameriera le stava portando della limonata quando con una mano il suo "adorabile" fidanzatino gliela rovesciò addosso rovinando completamento il suo vestito.
La biondina corse via piangendo
*Fine flashback*

A ricordare quella cosa le venne da piangere, come poteva un bambino avere rovinato il suo nuovissimo e costosossimo vestito?
Corse via.
Corse a Central Park.
La rilassava restare lì.
Era bellissimo, si mise ad ascoltare tutta la gente e i bambini che parlavano.
Un tocco alla spalla la riportò alla realtà, girò i suoi bellissimi occhi azzurri e si trovò il bagnino-ovviamente vestito ,con dei jeans e una felpa bianca,-.
-"Signorina..."
-"Chiamami Lindsay!Ti ha mandato mio padre a chiamarmi?"
-"No, quando non sono al lavoro mi piace stare qui"
Lindsay sorrise.
-"Hai un buon profumo Tayler"
-"Ti piace?E' al limone"














 







Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Noi,diversi dal mondo. ***





Noi, diversi dal mondo.



Halloween.
Halloween, una festa meravigliosa.
Sì, una festa!
Geoff adorava le feste, le organizzava tutte lui.Un festaiolo a tutti gli effetti.
Se non fosse stato per la litigata con la sua ex-ragazza sarebbe stato super felice.
Brittany, lo aveva rimproverato per averla trascurata...e insuli dopo insulti si lasciarono.Ma non doveva pensare al passato, ma al futuro e questo vuol dire Halloween.
Sistemati a festoni, il rinfresco e il palco scenico Geoff preparò gli inviti per la serata successiva, non stava nella pelle.
Tutte quelle luci, quegli addobbi...erano uno spettacolo!
Proprio una forza.
_____________________________________________________________________________________

Il giorno passò in fretta, finita la scuola andò a sistemare il luogo della festa.
Aveva invitato i suoi amici,le seconde, le prime,le terze e le quarte.
Sarebbe stato una figata unica!
I primi invitati incominciavano ad arrivare, tutti travestiti da pirati,principesse,vampiri,licantropi eccetera.
La sua attenzione cadde su una ragazza vestita da indiana.
Era l'unica vestita in quel modo, ed era proprio bellissima.
Bionda, occhi verdi.
Un corpo magnifico, avrebbe giurato di non averla mai vista a scuola.
E allora chi l'ha invitata?
Ma questo a lui non importava.
Lei non era come le altre.
Doveva fare il primo passo.Così si avvicinò.
La ragazza puntò subito i suoi occhioni verdi su di lui, e poi sorrise.
Un sorriso bellissimo, subito dopo un ragazzo alto,bruno e mingherlino la prese e la portò via.
Geoff, triste se ne andò al piccolo bar della festa.
-"Una scotch"
-"Sicuro di avere l'età?" domandò il barista
-"Ho appena visto la ragazza dei miei sogni, e un ragazzo l'ha portata via"
-"Brutta storia amico"
Senza aggiungere nient'altro il barista versò la bevanda al cowboy.
Uno.
Due.
Tre drink, uno dopo l'altro.
Geoff era un tipo che si deprimeva davanti alla minima cosa.
Sbronzo Geoff andò a Central Park.
Si mise con la testa appoggiata sulla panchina e il corpo sull'erba bagnata.
-"Ehi, che ci fai qui a quest'ora?"
Geoff si girò di scatto e si ritrovò di nuovo quei bellissimi occhi che lo fissavano.
-"Oh, io niente...pensavo"
-STUPIDO Geoff, stupido- pensò.
La ragazza ridacchiò.
-"Posso pensare anche io con te?"
-"Certo" ghignò.
La ragazza sorrise e poi sospirò.
-"Ci arresteranno se rimaniamo ancora qui" disse lei
Geoff rise.
-"Bhe, meglio che andiamo allora...io mi chiamo Geoff piacere"
-"Bridgette, piacere mio"









Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Sconosciuta. ***


Sconosciuta.


Il grande parco nei pressi di New York quel giorno era praticamente vuoto,il vento soffiava, le foglie svolazzavano da tutte le parti, insomma c'era una gran tranquillità.
Una ragazza di circa quindici anni si distese in una panchina nel cuore del parco, niente alberi e una gran vista nel cielo aperto.
Era sereno, nessuna nuvola.
Anche un ragazzo della stessa età era lì vicino che cercava un posto per stare tranquillo.
La ragazza chiuse gli occhi per pochi secondi e poi li riaprì di scatto sentendo un rumore di passi, si alzò furtiva dalla panchina e si guardò attorno.
Focalizzò bene la sua "preda" e poi al rincorse come una tigre.I lunghissimi capelli viola sciolti ondeggiavano e la accompagnavano nella corsa sfrenata.
Il ragazzo vedendo quei capelli viola che tanto aveva odiato avvicinarsi si sentì svenire.
-"Codyyy!" urlò lei.
-"Oh, no Sierra"
Infatti Sierra era una sua compagna di classe, dopo le medie avevano preso strade diverse e ,per sua grande fortuna, non l'aveva mai più rivista.
La ragazza dai capelli viola lo raggiunse e lo attorcigliò in un affettuoso abbraccio.
-"Così mi stritoli!" urlò a pieni polmoni Cody.
-"Oh, già scusa"
La ragazza si ricompose, si sistemò la camicetta e i jeans chiari e lo guardò sorridendo.
-"Ora...devo...proprio...anda..."
Sierra fece una smorfia, si girò e se ne andò.
Non era come se la ricordava,non era più quella ragazza ossessiva...era cambiata !
Per lui Sierra era sempre stata molto carina, era anche bella...ma troppo pazza.
La seguì con lo sguardo mentre se ne tornava nella sua panchina a osservare il cielo.
-"Cosa c'è Sierra non ti piaccio più?"
Lei fece finta di non ascoltare e non lo degnò nemmeno di una sguardo, cos' lui continuò.
-"Che ti è successo?Che fine hai fatta Sierra?"urlò più forte di prima
La ragazza si alzò dalla panchina e rispose.
-"Che fine ho fatto?Mi hai sempre ignorato e preso in giro... e adesso mi stai chiedendo di ritornare quella pazza di un tempo?" urlò Sierra con le lacrime agli occhi.
-"Fai come vuoi, per me sei una perfetta sconosciuta"rispose Cody dispiaciuto.




















Non tutte le storie hanno un lieto fine.
Sierra ha smesso di essere quella di un tempo.
Cody si è dimostrato molto dispiaciuto...
Il prossimo capitolo parlerà del dispiacere di Cody, e troverà qualcuno a consolarlo.
Recensite.


Baci Carlotta





Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Sconosciuta. Part 2 ***


Sconosciuta.



Sapeva bene quel che faceva...certo, forse non avrebbe dovuto reagire...insomma era l'amore della sua vita!
Per anni lo aveva seguito e amato e adesso...bhe, adesso l'aveva mandato via.
Sembrava però che la ragazza non tenesse più a lui come un tempo, sembrava che non le importasse molto.
Non c'era più quella scintilla di una volta, era sparita,scomparsa, diffusa nell'aria.
Ma la domanda era...teneva ancora a lui?Non sapeva rispondere, per quello aveva fatto l'indifferente.
Che fine aveva fatto la Sierra di un tempo?Dov'era finita?
Capii solo pochi istanti dopo che Cody era tutto per lei,era il suo unico amore...il suo vero e unico grande amore!
Si alzò in tutta fretta dalla panchina, si asciugò le lacrime e iniziò a cercare il suo amato."Non sono una sconosciuta, sono sempre io Sierra" ecco cosa gli voleva dire.
Ad un tratto udii la sua voce, corse più veloce che poteva e lo trovò.
Sì, lo trovò...ma non, certo, con chi voleva lei.
Vide Cody e Gwen abbracciarsi vicino ad uno stagnetto di rane dove due bambini , un maschio e una femmina, giocavano.
Spalancò la bocca e iniziò a piangere interrottamente quando Cody la vide.
-"Si...erra?"
La ragazza si asciugò le lacrime e disse.
-"Sì, Cody sono Sierra e non quella sconosciuta di prima...ma vedo che hai da fare, me ne vado"
Sierra fece per andarsene quando due mani calde e minuscole la fermarono appena in tempo.
-"Eh, no adesso aspetta!"
Gwen sorrise e li lasciò soli.
-"Ma..quindi tu e Gwen non.."
-"Io e Gwen?No, anche se..."
Sierra gli diede un affettuoso pugnetto sulla spalla.
-"Ehi, sconosciuta attenta che mi fai male!"
Sierra rise.
-"Va bene...femminuccia!" gnignò.
Cody spalancò la bocca mostrando la grande fessura e poi rincorse Sierra.
Quando i due ragazzi si incontrarono Cody appoggiò le labbra in quelle della ragazza.















Angolo autrice.

Coderra al 100%, la prossima però sarà una CxG.
Scusa Amy, ma devo fare shot per tutti i tipi di fan!
Grazie per le recensioni <3

Enjoy it!


Carlotta.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Non ti ho mai considerato... ***


Non ti ho mai considerato...

Giocherellando con una ciocca acqua-marina Gwen era distesa sul letto a pensare.
Le piaceva pensare, era rilassante...e visto che nessuno la capiva parlare e parlare con se stessa la aiutava a sentirisi meno sola di quello che era in realtà.
Sospirò e prese il suo inseparabile libro dal comodino, rilesse più di una volta la copertina e andò in cucina a mangiucchiare qualcosa.
Aprì il frigo, ma non trovò nulla di interessante così urlò qualcosa di incomprensibile alla madre che rispose con un "Ok".Prese il giubbotto e poi con un passo lento si avviò verso il parco.
L'unica grande seccatura è che a Central Park a quell'ora era pieno di gente, seccata la ragazza prese posto in una panchina all'angolo di laghetto; si guardò intorno e poi riaprì il libro cercando di arrivare almeno al terzo capitolo.
-"Ehi Gwen!"
Oh, no ....no quella voce.
-"Gwen?Ci sei Gwen?"
Svogliata la ragazza chiuse di scatto il libro e guardò negli occhi il suo interlocutore.
-"Che vuoi?" borbottò.
-"Solo salutarti" sorrise il ragazzino.
-"Cody non ho la minima voglia di parlare, come vedi sto cercando d leggere in santa pace il mio libro"
Chiuse gli occhi per due secondi e poi se ne andò con il libro sottobraccio.
-"Ma Gwen non volevo farti arrabbiare!"
Lei sbuffò e affrettò il passo.
Cody si fermò e lasciò che il vento gli scompigliasse i capelli castani.
Vedendo che nessuno la seguiva,Gwen, rallentò e tornò nella stessa panchina a Central Park, vide Cody che giocava con una bambina di tre anni, era molto carina : gli occhi verde scuro e i capelli castani dalle spalle, di corporatura normale ed abbastanza bassa.
Gwen sorrise, per lei Cody era solo un amico abbastanza fastidioso, ma a vederlo così...che giocava come un bambino...insomma le piaceva perchè era infantile ma aveva quel tocco di...un qualcosa che lo faceva diventare diverso.
-"Ehi Cody vieni qui!" urlò la gotica
-"Sì, Gwen?"
-"Domani...insomma...ti va di venire...al bar qui difronte...con me?"
Il ragazzo sorrise, si avvicinò alla gotica e le stampò un bacio in guancia.
"Certo Gwen"
La gotica rispose al sorriso, arrossì un pò  e mimò un ciao per poi andarsene...mentre se ne tornava a casa pensava.
"Ecco, ora siamo noi due, Cody,non ti ho mai considerato..."


Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Sia nel bene, che nel male. ***



Sia nel bene,che nel male.


Scalciando qualche sassolino Duncan andò con noncuranza vicino ad un albero ed iniziò ad inciderci un teschietto molto piccolo e macabro.
In qualche modo si divertiva a "disegnare" negli alberi, certo un pò insolito come hobby ma era adatto a lui; sperava solo che i poliziotti non l'avessere beccato perchè senno sarebbero stati guai seri per il nostro giovanotto.
Incidere negli alberi a Central Park era assolutamente vietato, la cosa positiva era che la polizia del posto non era diciamo...sveglissima.
Era il crepuscolo, le famiglie se ne stavano andando tutte quante.
Ormai era da solo, o quasi.
-"Bello, ci ho provato più di una volta ma non ci sono riuscita, potresti insegnarmi come si fa?" disse una voce maliziosa alle spalle di Duncan.
Il ragazzo si girò e vide una ragazza alta più o meno come lui,magrissima e pallidissima  indossava dei pantaloni neri attillati e una canottiera nera e blu, aveva delle meches verdi acqua e blu e degli occhi nerissimi.
-"Non sembri il tipo da incidere dei teschi negli alberi di Central Park.."
La ragazza rise
.
-"Scusa, di solito non parlerei con nessuno ma tu sembravi ecco...simpatico"

Questa volta fu Duncan e ridere.
-"Piacere Duncan"
-" Gwen"
-"Gwen? E' l'abbreviativo di Gwendolyn?"
-"Ti prego non nominarmi quell'orribile nome"

Duncan ghignò.
-"Tranquilla Gwen!"
La gotica sorrise, e gli strinse la mano.
-" Tu non sei un duro" affermò la ragazza squadrandolo.
-"E tu non sei asociale"
Risero entrambi.
Sarebbe stato l'inizio di una grande amicizia.
Un fortissima amicizia.
O forse di più.
Sia nel bene, che nel male.

























Scusate per il banale capitolo, ma non ho idee soprattutto per la DxG, non sono pratica in questo campo.
Mi scuso ancora!




Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Insolito, molto insolito... ***


  Insolito, molto insolito



-"Ma gli hai visti quelli?" sussurrò un'anziana signora all'orecchio dell'amica.
-"Oddeo, ma cosa fanno?"
Noah alzò gli occhi al cielo, non ce la faceva più.
-"Scusi signora a qualcosa da ridire?" urlò alla vecchia.
La signora non fece in tempo a rispondere che un braccio trascinò via Noah.
-"Ma che stai facendo?"
-"Non li sopporto più, c'è sempre qualcuno che sparla!"
Il ragazzo indiano si sedette rassegnato in una panchina e così fece anche il suo partner.
-"Tranquillo, vedrai che ce la faremo a zittirli." lo rassicurò Cody.
Già, Cody e Noah stavano insieme ormai da più di sei anni, si erano conosciuti a quindici anni e non si erano mai lasciati, qualche bisticcio c'era stato ma si era sempre risolto tutto.
-"Insolito..." disse qualcuno
-"Molto insolito" ripetè.
Noah perse il controllo ed andò ad urlare a quell'uomo, o meglio a tutti quelli che c'erano a Central Park.
Cody non seppe che fare, ripetè "insolito,molto insolito".
-"Che hai detto Cody?"
-"Niente, ma quell'uomo non ci ha offeso...mi ha fatto un favore!"
-"Si, era tutto calcolato" cercò di scusarsi l'uomo.
Noah fece una smorfia.
Cody prese una granita e chiese a Noah di fare lo stesso.
Quando i due armati di granita girarono tutto Central Park, chiunque dicesse qualcosa sul loro conto avrebbe di sicuro avuto una bella granitata in faccia.
A fine giornta i due risero, risero, ma tantissimo.
-"Ahaha, mi ricordo la faccia di quella signora... ahaha"
-"Sì, ahahaha"
Ora si erano vendicati.
Era omosessuali, e allora?
Che cosa li distungue da noi?
NIENTE.
E' solo un fatto, un fatto di scelta.







 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Mascara Trent, mascara. ***


Mascara Trent, mascara.



Courtney era disperata.
Non trovava più il mascara. Sembra una stupidaggine, ma la nostra ispanica pochi minuti più tardi avrebbe avuto un appuntamento con il ragazzo più carino della sua scuola.
Aveva appena dodicianni ma certe cose le capiva subito.
-"Mammaaa! Il tuo mascara, dov'è?" chiese Courtney.
-"Tesoro, è lì sul mio cassetto."
La ragazza corse subito nel luogo indicato e ne estrasse trionfante la boccetta nera.
Si posizionò davanti allo specchio e si mise il mascara con estrema cura.
"Perfetto" pensò, poi prese la piccola borsa rosa e andò a Central Park tutta contenta.
Trovò subito il suo accompagnatore che le fece segno di andare accanto a lui.
Il ragazzo della stessa età era poco più alto di lei, capelli corvini e occhi verdi.
-"Ciao Trent!"
-"Ehi Court."
I due si abbracciarono da buoni amici e incominciarono a passaggiare, nonostante fosse autunno il sole splendeva ed era una bellissima giornata.
La gonnellina bianca di lei svolazzava ribelle ad ogni soffiata di vento come del resto i capelli di lui; c'era un'atmosfera di tranquillità e serenità quel giorno al parco.
-"Courtney...sei bellissima..." mormorò imbarazzato il ragazzo.
L'ispanica arrossì violentemente e strinse più forte la mano di Trent per alleviare la tensione che si era creata.
-"Grazie..." biasicò.
-"Grazie Trent!" disse più sicura Courtney.
Il ragazzo la osservò bene e poi sorrise, guardò il cielo e osservò che c'erano poche nuvole...buon segno.
Come se niente fosse il ragazzo la ri-osservò e ri-sorrise.
-"Courtney, ehm...da quando le tue ciglie sono così lunghe?"
La ragazza rise di gusto.
-"Sul serio non lo sai Trent?
-"No, ecco...bhe io non lo so..."
La ragazza lo interruppe e gli appoggiò le dita sulla labbra.
-"Mascara Trent, mascara."









E così vi saluto con una TxC.
Odio profondamente questa coppia, ma spero che vi piaccia.
E' l'ultima shot di questa raccolta.
Grazie a tutti quelli che mi hanno seguita e che hanno recensito.


Auf Widersehen,
Carlotta.



Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=845156