Un nuovo legame

di allegretto
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo capitolo ***
Capitolo 2: *** Secondo capitolo ***
Capitolo 3: *** Terzo capitolo ***
Capitolo 4: *** Quarto capitolo ***
Capitolo 5: *** Quinto capitolo ***
Capitolo 6: *** Sesto capitolo ***
Capitolo 7: *** Settimo capitolo ***
Capitolo 8: *** Ottavo capitolo ***
Capitolo 9: *** Nono capitolo ***
Capitolo 10: *** Capitolo Dieci ***
Capitolo 11: *** Undicesimo capitolo ***
Capitolo 12: *** Dodicesimo capitolo ***
Capitolo 13: *** Capitolo Tredicesimo ***
Capitolo 14: *** Capitolo Quattordicesimo ***
Capitolo 15: *** Capitolo Quindicesimo ***
Capitolo 16: *** Capitolo Sedicesimo ***
Capitolo 17: *** Diciassettesimo capitolo ***
Capitolo 18: *** Capitolo Diciottesimo ***
Capitolo 19: *** Capitolo Diciannovesimo ***
Capitolo 20: *** Capitolo Ventesimo ***
Capitolo 21: *** Capitolo Ventunesimo ***
Capitolo 22: *** Capitolo Venitduesimo ***
Capitolo 23: *** Capitolo Ventitreesimo ***



Capitolo 1
*** Primo capitolo ***


CAPITOLO 1

 

“Ok, va bene, ci sentiamo più tardi... si, ciao”, l'uomo chiuse il telefono e lo posò sul tavolo. Si diresse poi verso il frigorifero, lo aprì, afferrò una birra e la portò verso il tavolo. Si sedette con un sospiro, con uno schiocco fece saltare via il tappo e ingoio una lunga sorsata di birra pensando alla recente conversazione telefonica. Sbattendo la bottiglia di birra giù sul tavolo di legno proruppe in un grido: “E va bene! Ne ho abbastanza di questo casino!”

Iniziò così a fare dei passi per tutta la lunghezza della cucina, borbottando tra se e se e tentando di trovare una soluzione al problema che gli stava così a cuore.

Dopo un paio di minuti passati a camminare attorno al tavolo, si fermò e guardò il soffitto.

Non ci poteva essere alcun modo per risolvere la faccenda, a meno che non intervenisse qualcuno ad aggiustare le cose. L'unico problema era ricordarsi il nome.

“Vediamo Cas-sandra? No, non è quello. Cas-sio? No, neanche quello. Umm, Cas-tiglia? No, maledizione, no”.

Sempre più nervosamente, passeggiò per tutta la casa non facendo caso ai libri a terra che cadevano sollevando nubi di polvere.

Improvvisamente si bloccò davanti alla scala che conduceva al piano superiore.

“Andiamo, andiamo, so che Dean me lo ha detto un sacco di volte come si chiama; era Cas... Cas... Cas... Castie!, si, è Castiel!”, esclamò dapprima sottovoce, poi sempre più in crescendo, fino all'urlo finale.

Con il nome dell'angelo ormai acquisito e un abbozzo di piano formatosi nella sua testa, rimaneva un'unica cosa da fare. Appoggiandosi al tavolo, Bobby incrociò le braccia sul petto e urlò: “CASTIEL, CASTIEL, vieni giù subito da me!”.

Aspettò per un po', lanciando sguardi a destra e a sinistra per cogliere qualche segno di movimento e tutto sommato non fu così sorpreso quando non ne vide neanche uno. Ciò, però, non lo avrebbe scoraggiato.

“Bene! Non vuoi venire a parlare con me? Perfetto. Allora starai ad ascoltare quello che volevo dirti. Sono stanco e stufo di come si sta mettendo per i fratelli Winchester. Dean e Sam sono bravi ragazzi e a me non piace quello che la vostra piccola guerra sta facendo a loro. Voglio dire, tu hai detto a Dean che lui ha rotto il primo sigillo! Era già abbastanza sconvolto per quello che gli è accaduto, giù, nell'inferno, e non c'era bisogno che tu aggiungessi anche questo. E tu ti aspetti che lui sia un forte cacciatore di demoni come lo era prima? Sei pazzo? Non ti serve a niente alterare la realtà e portare quei due in un mondo parallelo per far credere a Dean che lui è un cacciatore e convincerlo a seguire quella strada”

Bobby sbuffò, incredulo.

“Si, come se quel ragazzo non lo sapesse già. Dean è un cacciatore nato, lo è sempre stato e lo sarà sempre. Potrebbe smettere di esserlo in qualsiasi momento, se lo volesse. So che tu hai pensato che quel teatrino messo su con quell'altro pazzoide con cui ti accompagni, poteva aggiustare la questione. Bene, hai completamente ceffato la situazione! Se vuoi che Dean ritorni a essere quel bravo eliminatore di eventi sovrannaturali, come lo era in passato, gli devi ridare quello che lo ha fatto diventare così”.

“Non capisco”. Una voce calma risuonò alle sue spalle.

“Merda!” esclamò Bobby facendo un salto.

Si girò di colpo trovandosi al cospetto di un giovane uomo vestito con un lungo impermeabile dal colore neutro.

“Gesù, non hai una tromba, un'arpa o qualcos'altro che tu puoi suonare prima di comparire davanti a noi poveri umani. Mi hai fatto quasi venire un attacco cardiaco!”.

Castiel lasciò cadere la testa da un lato e osservò con attenzione il vecchio cacciatore “Mi dispiace. Non volevo spaventarla.”.

“Non è caduto nulla stavolta”, Bobby esclamò, cercando di calmarsi. Si sedette sulla sedia e poi, alzando la testa, verso l'angelo, esclamò “Allora vuol dire che mi stavi ascoltando?”

“Ho sentito ma non ho capito. Che cosa è che devo ridare a Dean?”, chiese Castiel.

“Suo fratello Sam.”, rispose Bobby.

“Ma io non ho Sam.” affermò, deciso, Castiel “Non è con Dean, ora?”

“Sì e no.”, rispose Bobby con una smorfia dipinta sul volto, che confuse ancora di più l'angelo. “Vedi? Sam è con Dean, ma lui ha bisogno del suo Sammy.”.

Vedendo l'angelo attonito, Bobby roteò gli occhi e si accinse a spiegare.

“Dean è sempre stato un forte e valido cacciatore per una ragione: lui aveva bisogno di proteggere il suo fratellino Sammy. Anche dopo che Sam è cresciuto, Dean si è sempre sentito come se lui dovesse proteggerlo. E' come un padre si sente nei confronti dei propri figli e con una buona ragione: Dean ha praticamente cresciuto Sam. Non solo lui è un fratello più grande, protettivo, lui è anche un iperprotettivo padre, hai capito?”

“Sì, adesso sì.” Castiel rispose.

“Bene.” replicò Bobby “Ora con Dean sempre in veste di fratello maggiore e padre, Sam ha sempre ricambiato la figura del fratello minore come se non si fosse accorto di essere diventato grande e forte come un toro. Ha sempre seguito la leadership del fratello, ma quando Dean è andato, umh...giù, Sam non ha avuto nessuno che gli stesse dietro o che lo proteggesse. Ha dovuto arrangiarsi da solo e imparare a sopravvivere e lui lo ha fatto. E poi Dean è tornato indietro con tutti i suoi ricordi intatti, che, se me lo permetti, avreste dovuto cancellarglieli!” esclamò Bobby, sbattendo una mano sul tavolo. Il gesto non impressionò minimamente l'angelo, il quale non diede alcun segno di emozione.

Sospirando, il vecchio cacciatore si sedette e riprese a parlare “Comunque, quel Dean era messo veramente male. Così, invece di riprendere i loro vecchi ruoli, i ragazzi li hanno invertiti. Sam cercando di prendersi cura di Dean, ad aiutarlo ad aprirsi con lui, a convincerlo a raccontargli quello che gli era accaduto in quei quattro mesi e a Dean a lasciargli fare il fratello più grande.”

“Tu vuoi che Dean si imbarchi nelle tua guerra? Allora dovrai fare in modo di ridargli il suo vecchio ruolo: proteggere il suo indifeso fratello e dovrai convincere Sam ad accettare questo ruolo, con le buone o con le cattive. E so che non sarà facile. Sam è più testardo di suo padre. Quando quel ragazzo si mette in testa una cosa è impossibile fermarlo!”

“Tu vuoi che io fermi Sam?”, Castiel chiese dubbioso.

“No, no quello non è quello che ti ho detto!”, Bobby gridò, alzandosi di scatto dalla sedia e avvicinandosi all'angelo. “Io volevo dire che tu devi trovare il modo di forzare Sam ad accettare di essere il più piccolo fra i due fratelli; un modo dove accetti, senza discutere, l'aiuto e la protezione di Dean. Se tu troverai ciò, Dean ritroverà quello di prima, forte e coraggioso, pronto per la tua guerra”.

“Interessante”, Castiel disse. “Grazie signor Singer. Lei è stato di grande aiuto”.

Un forte boato proveniente da fuori attirò l'attenzione di Bobby che si diresse a grandi passi verso la finestra. Quando si girò, si accorse che l'angelo era sparito e solo a quel punto collegò i due eventi. Si diresse verso il suo studio, si sedette sulla sua amata vecchia poltrona e si accinse ad aspettare accanto al telefono, sicuro che avrebbe presto squillato.

 

In uno squallido motel nel Nebraska

 

Dean uscì fuori dal bagno seguito da una nuvola di vapore, avvolto in un asciugamano stretto attorno alla vita. “Tutto tuo Sam!”, esclamò, prima di sdraiarsi sul letto con le mani dietro la testa.

“Non ora Dean”, rispose Sam seduto al tavolo accanto alla finestra e con lo sguardo incollato allo schermo del suo portatile. “Penso di aver trovato qualcosa di interessante...”

“Ciao ragazzi” Castiel li salutò, comparendo nel bel mezzo della stanza.

“Cavolo, hai veramente bisogno di un campanello attaccato al collo” bofonchiò Dean, saltando su a sedere e afferrando un paio di jeans e una maglietta pulita.

“Che cosa sei venuto a fare qui, Cass?” esclamò Sam, alzandosi in piedi e mettendosi tra lui e suo fratello. “Un altro piccolo lavoretto per Dean?” aggiunse minaccioso.

“Sam!”, esclamò Dean, scoccando un'occhiata di avvertimento a suo fratello minore “Stai indietro!”, aggiunse alzandosi in piedi e mettendo una mano sul braccio di Sam.

“E' tutto a posto Dean”, Castiel lo rassicurò.

“No, non lo è” disse Dean. “Datti una calmata Sam. Sediamoci e stiamolo a sentire, ok?”.

“Si, certo, come se non sapessi che sta per fregarti un'altra volta e tu glielo lascerai fare ma stavolta glielo impedirò” sibilò Sam, divincolandosi poi dalla stretta al braccio. Si sedette sul letto e stette a guardare il fratello e l'angelo con astio.

“Va bene, Cass. Perché sei qui? Qualche problema?”, chiese Dean, finendo di vestirsi.

“un amico mi ha illuminato su voi due. Mi ha mostrato come sistemare la faccenda e farvi ritornare d'amore e d'accordo come lo eravate prima” Castiel spiegò tranquillamente poi fece due passi verso i giovani che lo stavano a guardare attoniti e toccò leggermente le loro fronti, facendo piombare i Winchester in un profondo sonno.

“Ora aggiustiamo tutto” bisbigliò prima di scomparire.

 

Più tardi

 

Dean sbatté le palpebre più volte prima di aprire completamente gli occhi. Le sue iridi verdi osservarono il soffitto per alcuni secondi, poi si stropicciò gli occhi cercando di ricordarsi perché stava dormendo completamente vestito fuori dalle coperte. Un flash della conversazione con Castiel gli illuminò la mente. Si mise seduto sul letto e chiamò “ Sam! Sam! Stai bene?”.

“Sto bene, Dean”, una piccola voce squittì vicino a lui.

“Un bambino? Che diavolo succede?”, Dean pensò in un lampo, girandosi a guardare chi ci fosse nel letto del fratello. La luce del primo sole illuminava parzialmente la stanza, ma quello che vide lo lasciò a bocca aperta. La camicia e i jeans di Sam avvolgevano come un sudario il corpo di un bambino di circa tre anni e per Dean quello era senza ombra di dubbio suo fratello, solo con ventidue anni di meno. Scoppiò in una fragorosa risata come non ne faceva più da lungo tempo, quasi fosse una liberazione.

“Dean! Dean! Non è divertente!” Sam piagnucolò da sotto l'ammasso dei suoi vestiti. La sua piccola fronte si aggrottò il suo labbro inferiore tremolò. Cercando di non soffocare dalla sua stessa camicia esclamò: “Mi ha fatto tornare di nuovo un bambino piccolo!!!”.

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Capitolo 2
*** Secondo capitolo ***


Secondo Capitolo

 

Sam guardò in malo modo il fratello maggiore che continuava a sbellicarsi dalle risate. “Non è divertente!”, ripeté per la centesima volta.

Poi, sempre brontolando, si alzò in piedi sul letto e incrociò le braccia. Sentendo che la sua camicia scivolava giù, cercò con le sue piccole manine di arrotolarsi almeno le maniche finché quelle non fecero uscire i suoi polsi. Osservando Dean, seduto su una sedia, grondante per il sudore e le lacrime scaturite dal gran ridere, urlò a pieni polmoni. “Castiel, Castiel torna indietro e aggiusta questa oscenità!... Castiel, lo so che puoi sentirmi, fammi tornare grande!” Urlò.

Dopo aver atteso un minuto invano, Dean si rese conto che forse se avesse invocato lui Cass magari quello sarebbe apparso.

“Cass, dai, su, qui qualcuno, un certo rompiscatole, sostiene di voler tornare nel mondo degli adulti!”, esclamò rivolgendosi al soffitto. Poi aggiunse a bassa voce: “ Semmai ci sia mai entrato!”.

“Maledizione, Dean. Smettila di prendermi in giro, te ne approfitti, perché non posso prenderti a calci ora, ma aspetta che quell'essere torni e mi faccia tornare grande e poi vedi...” minacciò il bimbo con espressione seria anche se non avrebbe spaventato neanche una formica, visto come era conciato. Aspettarono dieci lunghi minuti, carichi di tensione.

“Mi dispiace, ragazzo. Sembra che Cass sia impegnato da qualche altra parte”, esclamò Dean lottando contro un tutto il suo essere per non scoppiare di nuovo a ridere.

“Dean, smettila di fare lo scemo. La situazione è seria, pensa se arrivasse Lilith...”, Sam si interruppe nel suo monologo quando vide qualcosa posato sulla finestra.

“ Ehi, cosa è quella roba ?”, chiese, indicando le enormi scatole di cartone posate sul davanzale.

Sedendosi sul letto, Sam, scivolò giù. Una volta sul pavimento, tirando su la camicia come se fosse un vestito dell'Ottocento, cercò di avvicinarsi alle scatole.

Guardando suo fratello, Dean si chiese cosa avesse in mente di fare ma vedendolo avvolto da una camicia troppo grande per lui, non poté fare a meno di esclamare: “Potrei farti i codini e chiamarti Samantha!”.

Ignorando le sue risate e la sua ironia fuori luogo, non degnò di un'occhiata lo sghignazzante Dean e si avvicinò alle scatole. Mettendosi sulle punte dei piedi cercò di vedere se le scatole recavano delle scritte o se ci fossero delle targhette sopra. Incapace di vedere alcunché vista la sua altezza mignon, Sam sbuffò. Decise allora di perseguire l'unica opzione rimasta.

Arrampicarsi su una sedia e da lì afferrare una scatola.

“Oh, cucciolo! Non arrampicarti!”, esclamò Dean improvvisamente quando capì le intenzioni del fratellino. Lo prese per le ascelle e lo ripose giù sul pavimento, al sicuro.

Quello non contento, scalciò il fratello a un stinco. Non gli provocò alcun dolore, se non un lieve pizzico, ma servì a sbollire la sua frustrazione. “Dean, ho impiegato dieci minuti per salire su quella dannata sedia!”.

Nel fare il movimento, la camicia scivolò giù e Sam cercò, velocemente di tirarla su, non volendo aggiungere altri motivi di derisione a suo fratello visto che sotto era nudo.

Dean, con delicatezza, tirò su la camicia, la aprì e poi la avvolse attorno al bimbo come se fosse una coperta. “Siediti qui e io controllerò le scatole”, esclamò, facendo sedere Sam sul letto più vicino alla finestra.

“Deaan!”, Sam ringhiò divincolandosi.

“Saaam!” rispose con lo stesso tono Dean.

“Stai fermo un attimo, piccolo.”

Dean si avvicinò alle scatole. Notò subito una busta appoggiata sopra. La prese e l'aprì. Dentro un foglio con su scritto con una calligrafia tutta svolazzi: Forniture per il piccolo Sam.

Sul viso di Dean apparve un ghigno, mentre si girava a gettare il foglio al fratello. Poi prese il suo coltello e tagliò la parte superiore dello scatolone.

Sam afferrò con qualche difficoltà il pezzo di carta con le sue manine. Guardando suo fratello aprire la prima scatola, grugnì: “Se ci sono dei pannolini lì dentro, lo prendo a calci appena lo vedo.”

Dean guardò per un momento l'espressione accigliata di Sam e poi aprì la scatola per vederne il contenuto.

“Bene bene, vediamo un po'!” esclamò, infilando una mano dentro “C'è una scatola più piccola colorata e un seggiolino per auto.”

“Oh, sì, molto utile!” affermò Sam, ironicamente “L'Impala non ha cinture di sicurezza.”

“Farò in modo di rendere il tutto sicuro, Sam.”, dichiarò Dean, tutto intento a scoprire cosa conteneva l'altro contenitore.

“Oh, che carine,”esclamò tirando fuori due tazze di plastica colorata con il sistema anti-goccia “Oh ...c'è anche un meraviglioso biberon azzurro in plastica! Wow, che emozione!” aggiunse poi, estasiato.

Tirò fuori altri astucci colorati, da dove saltò fuori del latte in polvere, biscottini solubili nel latte e succhi di frutta.

Quello che lo fece bramare di desiderio represso fu il contenitore del ciucciotto a forma di Mustang e alla vista della catenella con clip della stessa forma andò in solluchero.

“Quell'uomo, cioè quell'angelo, è un genio!”, esclamò rapito, mettendosi in tasca la catenella colorata.

“Oh, si certo, un angelo incommensurabile”, esclamò Sam con sarcasmo.

“Ora apriamo la scatola, Sammy. Speriamo che Cas ci abbia messo dentro anche dei vestiti, se no bisogna andare in giro con Samantha!” esclamò, ridacchiando.

Dopo aver aperto l'altro scatolone e aver sbirciato dentro, esplose in una fragorosa risata “Oh, ma guarda un po'! Due pacchi di pannolini!”.

“Oh, no, diavolo, no! Non li metterò mai!”, Sam gridò.

“Sammy, dai, Cas, ne ha messi di due tipi. Vedi? Quelli tradizionali con Winnie the Pooh e quelli tipo mutandina con i personaggi dell'Era Glaciale”, Dean disse, facendo vedere le due confezioni a un esterefatto Sam.

“Non mi frega un tubo di... aspetta un minuto... come fai a conoscere Winnie the Pooh e l'Era Glaciale, Dean? Ah, ora ho capito cosa cerchi su internet, oltre ai porno!”, esclamò Sam, prendendosi una piccola rivincita.

“Io, allora, uhm, taci!”, Dean sibilò al fratello che cominciava ad avere la ridarella.

Tirò fuori poi una borsa blu, tipo quelle porta-computer. La aprì curioso. Organizzata in più scomparti conteneva l'indispensabile per il cambio. Iniziò a elencare gli oggetti, man mano che li tirava fuori: “Vediamo Sammy. Un asciugamano grande, un pacchetto di salviettine detergenti” e nel pronunciare ciò sfoggiò un bellissimo sorriso a 64 denti che scocciò il fratello.

“Te lo sogni, Dean. Non le userai mai su di me!”, sbottò Sam.

“Vedremo. Continuiamo: un tubetto di crema all'ossido di zinco, liquido detergente, spugna piccola, shampoo, talco, due body colorati di cotone, due pigiamini con l'orso Yogi e qui si girò di nuovo verso Sam esclamando: “Vedi, non è stato tempo perso guardare i cartoni animati su internet!”.

Sam proruppe in un grugnito poco infantile e molto animalesco.

“Oh, poi termometro digitale, una scatola con dei flaconcini strani dentro; bavaglini usa e getta”, qui di nuovo espresse la sua contentezza ridacchiando, “due completi tuta in felpa, calzini e scarpine, tipo sportive. Accipicchia, potremmo vendere tutta sta roba e fare una gita al Grand Canyon. Tanto tu, stai benissimo vestito da bambina.”

“Deeeean, per favore, ti prego”si lagnò Sam, cercando di sfoggiare la sua tipica espressione contrariata ma suo fratello era troppo intento a prenderlo in giro nell'elencare ciò che trovava in quei maledetti cartoni che assomigliavano molto alla borsa di Mary Poppins.

“Ah, ah, anche le medicine: tachipirina pediatrica, borsa dell'acqua, sciroppo per la tosse, supposte per il raffreddore”, e dopo essersi fatto un'altra sghignazzata “Una peretta”

“Direi che non manca proprio nulla, Sammy, sei proprio fortunato. Pensa quando eri bambino non avevamo neanche un quarto di questa roba!”

“Carino, Dean, bel tentativo!”.

“Va bene, dai. Sei sempre il solito guastafeste. Pensa un po' al lato positivo, no?”

“Lato positivo? Dean? E quale sarebbe?”

“Non volevi cambiare il tuo guardaroba?” esclamò Dean, meravigliato prendendo in mano una maglietta e accostandosi al fratello per vestirlo.

“Sei un idiota, Dean, E comunque mi vesto da solo!”, esclamò Sam, afferrando la felpa.

“Sì certo, imbecille fai pure!”.

Mentre Sam cercava in tutti i modi di infilarsi la maglia, facendo passare la sua testa da una manica, Dean, cercando di non scoppiare a ridere di nuovo, gli mise dentro tutta la roba nelle scatole, lasciando fuori la borsa rigida a bauletto dove inserì quello che gli poteva servire per il viaggio fino in Sud Dakota, a casa di Bobby.

“Dean, io, uh, ho bisogno di aiuto”, una vocina imbarazzata proruppe dietro di lui, facendolo tornare alla realtà.

Girandosi e alla vista del fratello, istruito a Stanford e autore del motto 'Sono ormai grande faccio tutto da solo', dovette fare un grosso sforzo per non scoppiare nuovamente a ridere.

Fece un passo verso il bambino tutto scarmigliato, con i capelli color nocciola disordinati e gli occhi con un colore a metà tra il marrone chiaro e il verde inondati di lacrime, afferrò la maglia e la infilò con delicatezza, poi mise i calzini, afferrò un pacco di pannolini mutandina, lo aprì e ne estrasse uno.

“No, quelli non li voglio!” esclamò Sam, tirando su con il naso e facendo un grande sforzo per non piangere.

“Senti, non hai altra scelta. Il viaggio fino da Bobby è lungo e io non posso fermarmi ogni dieci minuti per farti fare pipì. Siamo vulnerabili in giro con te, per cui non rompere e infilati questo affare. Sono stato chiaro?”, esclamò Dean, minaccioso.

“Va bene. Uffa, li odio questi affari. Mi facevano venire tutta la pelle rossa da bambino”, rispose Sam un po' sorpreso dalla reazione del fratello.

“Te l' ho detto, Sammy. Sei fortunato. Ora abbiamo la pomata all'ossido di zinco, così il tuo culetto non si rovina!” esclamò Dean, cercando di essere più amabile.

Dopo che Sam riuscì a mettersi quello strano aggeggio e dopo che Dean lo ebbe aiutato a infilarsi i pantaloni, il piccolo Sam fu fatto sedere sul letto appoggiato sui cuscini.

“Se mi prometti che non scendi dal letto e non ti cacci in qualche guaio vado a sistemare il seggiolino nell'Impala e chiamo Bobby, Ok?”

“Non posso aiutarti? Cosa faccio qui seduto da solo?”.

“No, fai casini!”

“Io non faccio casini! Deean, dai!” piagnucolò Sam.

“Hai fame?” Chiese Dean cominciando ad ammucchiare la roba davanti alla porta.

“Si, un po'. Non ho fatto colazione” rispose Sam, confuso dal cambio di discorso.

“Ok. Allora cominciamo a usare la fornitura angelica” esclamò Dean.

Versò un po' d'acqua nel bollitore in dotazione del motel, prese il biberon, lo aprì poi, dopo aver dato un'occhiata veloce alle istruzioni, versò due cucchiaini di polvere nel poppatoio, versò l'acqua calda non bollente, e dopo averlo rinchiuso lo sbatté per bene. Nel compiere quei gesti, ormai radicati nella sua memoria gli sembrò di avere ancora sei o sette anni e si sorprese a pensare a cosa avrebbe detto a suo padre quando sarebbe ritornato dall' ennesima caccia. Mentre attendeva che i tre biscotti si sciogliessero nel latte, si rese conto che lui aveva trenta anni e suo padre era morto da più di due anni.

Anche Sam era perso nei suoi pensieri perchè si accorse di quello che aveva preparato Dean solo quando se lo ritrovò davanti con un bavaglino in una mano e nell'altra il biberon pieno di una sostanza marrone calda.

“Tu sei matto!Io voglio le uova strapazzate, il bacon, caffè nero e frittelle!”esclamò quello, cercando di scendere dal letto.

“Invece tu stai qui, ti ciucci il tuo biberon e cerchi di non farmi arrabbiare se non vuoi che ti faccia il culetto rosso prima che la pipì lo lo riduca in quel modo” esclamò Dean, afferrandolo per un braccio, riposizionandolo contro i cuscini, mettendoli il bavaglino e appoggiandoli il biberon contro lo stomaco.

“Vado fuori a caricare l'Impala. Fai il bravo e mangia” esclamò Dean alzandosi dal letto, non prima di avergli dato un buffetto.

Sam bofonchiò qualcosa su quello stupido fratello iper-protettivo che aveva, poi osservando Dean fare più viaggi, cominciò a succhiare dal biberon e quando più tardi Dean entrò nella stanza per prendere suo fratello, lo trovò beatamente addormentato con accanto il biberon completamente vuoto.

Sogghignando, Dean prese in braccio Sam e lo portò verso l'auto. Nel posizionarlo nel seggiolino, quello si svegliò.

“Scusa, piccolo, ti ho svegliato”, esclamò Dean. “Ora ti lego cercando però di non farti male. Ok?”.

“UAO, Dean. L'impala ha le cinture? Come hai fatto?”

“Non sono stato io. Le ho trovate così. Castiel deve aver pensato che così era più sicuro”.

Dopo aver fatto un ultimo giro nella camera ed essersi accertato di non aver lasciato niente in giro, salì in auto, diede un'occhiata allo specchietto retrovisore e chiese “Pronto ad andare, Sam?”

“Si”, fu la risposta sonnacchiosa del piccolo.

Sorridendo Dean accese il motore e lentamente uscì dal parcheggio del motel. Un paio di miglia più tardi scorse Sam profondamente addormentato nel suo seggiolino. “Andiamo bene, proprio bene, baby”, bisbigliò, dando dei piccoli colpetti al volante dell'Impala.

“Sapevo che non poteva resistere al tuo dondolio. Sei sempre stata in grado di calmarlo e farlo dormire!”.

Sentendosi veramente bene dopo tutto quello che era accaduto in quell'ultimo anno, Dean si accinse a guidare con il cuore più lieto e sereno.

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Capitolo 3
*** Terzo capitolo ***


CAPITOLO 3

 

Sam si svegliò lentamente, conscio del fatto che era in macchina e sapeva che Dean stava guidando. La musica in sottofondo “You shook me all night long” degli AC/DC era sottolineata dal mugolio di Dean che avrebbe voluto cantarla a squarciagola ma non poteva se no avrebbe svegliato quel rompiscatole del fratello.

Alzò la testa, sbadigliò e si stropicciò gli occhi. Tutto il corpo gli doleva intensamente, soprattutto il collo e la schiena. Cercò di stiracchiarsi ma fu trattenuto dai coprispallacci. Erano imbottiti però lo inchiodavano alla poltroncina senza possibilità di muoversi. Irritato, si accorse del pulsante rosso al centro del suo addome. Se avesse spinto quel bottone avrebbe potuto togliersi da quella tortura e sdraiarsi un po'. Mise le dita sul bottone e cominciò a spingere.

“Io non lo farei se fossi in te”, Dean esclamò dal sedile anteriore. “Finché non saremo in città, tu rimarrai li seduto e legato!”.

“Dean, gli spallacci mi fanno un male cane! Ho le spalle in fiamme. Sono troppo strette!”, guaì.

E per evidenziare la sua sofferenza si massaggiò una spalla.

” Chiunque abbia inventato questa tortura dovrebbe essere fucilato”, aggiunse poi, piagnucolando.

“Mi dispiace Sam”, Dean si scusò guardando il fratellino dallo specchietto retrovisore. “Saremo nella prossima città tra un'ora. Tu cerca di sopportare ancora un po' quell'affare, ok?”.

“Va bene”, consentì Sam di malavoglia.

Cercò di trovare una posizione più confortevole ma fu impossibile. Oh cavolo... non solo quello, era anche tutto bagnato. E laggiù l'irritazione era insopportabile. Forse quel latte che aveva bevuto...

“Oh Gesù, cosa è sto odore?”, esclamò ad alta voce Dean, arricciando il naso e tirando giù il finestrino. “Sam, stai riempiendo di puzza la mia piccola”, urlò irritato poi.

“Dean, mi dispiace, penso che il latte di prima...” cercò Sam, imbarazzato al massimo, di scusarsi.

“Ok, non c'è problema, Sam.”

Dean si passò una mano sul volto, cercando una soluzione rapida ed efficace. L'odore era proprio forte, il viso del fratello rosso porpora e il suo sguardo da cane bastonato lo fecero decidere.

Mise la freccia a destra e uscì alla prima uscita della superstrada che da Lincoln andava nel South Dakota. Avrebbe voluto fermarsi proprio appena passato il confine per non allontanarsi troppo dalla superstrada. Non era tranquillo a viaggiare con un bambino così piccolo in auto.

Più che altro non c'era abituato. Si certo, aveva cresciuto lui Sam, ma c'era sempre stato suo padre o qualche altro adulto a tenerli al sicuro. Ora lui era solo e anche se Sam aveva il cervello di un venticinquenne con cultura universitaria era utile quanto una pistola senza proiettili.

Il cartello recava la scritta di Hartington, tipica cittadina della provincia americana, dotata di alcuni comforts visto che si trovava vicino alla direttrice che collegava due stati della parte centrale degli USA, conosciuti come il granaio del paese.

Pensò a un centro commerciale, dove poteva cambiare Sam, pranzare e comprare qualcosa che avrebbe potuto essere utile durante il periodo di reclusione forzata da Bobby, cioè finché quel buontempone di Cass non avesse deciso di far tornare Sam alla sua originaria forma.

 

Vide un Wal- Mart. Girò a sinistra, fermandosi a un semaforo, scattato sul giallo, stupendosi non poco, visto che di solito accelerava per evitare di fermarsi. Poi, al verde, mise la freccia e girò a destra, entrando in un grande parcheggio. Posteggiò accanto a una costruzione a un piano, posta al centro del parcheggio. Erano le aree di ristoro, dove trovare i bagni, le macchinette self-service, i carrelli, ovviamente tutto nella misura extra-large tipicamente americana.

“Ok, Sam. Qui ci sono le aree per chi ha i bambini piccoli per poterli cambiare. Ti porto dentro, ti pulisco e poi andiamo a mangiare!” esclamò Dean, scendendo dall'auto.

Aprì lo sportello posteriore e si accinse a slegare il fratello.

“Maria Santa! Puzzi come una fogna metropolitana! Non mi ricordavo che potessi farne così tanta da servire come concime per una fattoria del Nebraska!”

“Divertente, Dean. Molto divertente! Mi fa piacere che tu ti stia divertendo!”, esclamò sarcasticamente Sam, indolenzito, imbarazzato e furioso.

Per un attimo si chiese se quella giornata avrebbe potuto peggiorare più di quel momento.

Dopo aver liberato Sam e posto fuori dall'Impala, Dean prese la borsa, controllò che ci fosse tutto il necessario. Inserì un altro paio di pantaloni di felpa e poi chiuse l'auto.

“Dammi la mano, Sam!” esclamò Dean.

“Non ci penso minimamente.”, ribatté, quello, risoluto.

La risposta non scoraggiò per niente il fratello maggiore, il quale afferrò con uno strattone il braccio sinistro del bambino, stringendo saldamente la mano e tirando verso di sé quello che sembrava un bambino capriccioso.

Entrarono nell'aria riservata alle famiglie. Lungo il muro, una serie di fasciatoi in plastica bianca furono ben accolti da Dean che si fermò davanti a quello più lontano dalla porta. Posò la borsa sul ripiano. Tirò fuori quello che gli occorreva e poi si girò per tirare su Sammy.

“Dammi le salviette, un altro pannolino e i pantaloni che vado a cambiarmi nel gabinetto.”, disse Sam, indicando un cubicolo con la porta chiusa.

“No, tu là dentro non ci entri. C'è tutto sporco e ti puoi prendere qualche malattia o farti del male. Ti cambio io.” rispose Dean con voce ferma, afferrando Sam per le ascelle.

Quello si divincolò come un gatto, assestando anche un calcio alla coscia del fratello, forte abbastanza per fargli perdere la presa.

“Ma ci stai fermo un po', Sam!? Mi hai fatto male!”, esclamò Dean, dando una sberla al braccio del fratello e poi massaggiandosi la coscia.

“Dammi la roba che mi serve così mi cambio da solo, Dean!”, gridò Sam.

“Va bene, peste. Ecco quello che ti serve, ma se non ci riesci ti arrangi perché non ti aiuto. Mi hai capito?”, ribatté Dean, dando le salviette, la pomata, il pannolino e i pantaloni a Sam che, barcollando, trotterellò nel gabinetto più vicino.

Osservando la scena con un ghigno, Dean, si accinse ad aspettare. Sentì chiaramente Sam borbottare, biascicare e sospirare. S'immaginò la scena e sorrise.

Non fu facile per Sam togliere il pannolino-mutandina, senza togliersi i pantaloni e le scarpe. Lo dovette strappare con le sue piccole manine e ingegnarsi per non sporcarsi più di quello che era.

Era pieno di feci liquide e si accorse, ben presto, che non sarebbe riuscito a pulirsi da solo.

Piuttosto, però, di farselo fare da Dean, si sarebbe ucciso. Usò tutte le salviette e con un gran sforzo riuscì a togliersi il più grosso. Era stanchissimo. Avrebbe dato non si sa bene cosa per essere nel suo letto a dormire e svegliarsi da quell'incubo.

Ovviamente, quando si accinse a togliersi le scarpe, non ci riuscì. I nodi erano troppo stretti. Sbuffando il suo dispiacere, diede un calcio alla porta.

“Oh, Sam, qualche problema?”, chiese Dean, allarmato.

“Non riesco a sciogliere i nodi dei lacci nelle scarpe”, Sam bofonchiò, rassegnato.

“Stai attento. Sto per aprire la porta”, ribattè Dean.

Storcendo il naso per la puzza, si inginocchiò e con un un veloce scambio di dita sciolse i lacci.

“Tieniti a me Sam, così ti togli le scarpe e i pantaloni senza cadere”, disse Dean, mentre Sam eseguiva le istruzioni senza fiatare e molto velocemente per vestirsi in fretta e riconquistare un po' di dignità.

“Nella dotazione angelica, Dean, non c'erano dei boxer?”, chiese Sam, guardando il pannolino con astio.

“No, solo dei body. Puoi magari metterti quello per ora, poi andiamo dentro e compriamo un paio e dopo lo togli. Che ne dici?”

“No, piuttosto non mi metto niente. Sarò in grado di non pisciarmi addosso nelle prossime ore, no?”

“Uh, uh, speriamo!” ribattè Dean ridacchiando mentre aiutava suo fratello a indossare un paio di pantaloni nuovi e puliti e a rimettere le scarpe.

Raccolsero tutto da terra e lo gettarono nel bidone dell'immondizia. Poi Dean tirò su Sam e lo appoggiò al lavandino in modo che si lavasse le mani. Vedendo entrambi riflessi nello specchio, Dean sorrise.

Sam si accorse dello sguardo riflesso di Dean nello specchio. Era un misto di paura, rassegnazione ma anche determinazione. Ne fu lieto. Da quanto era tornato dall'Inferno gli era mancata proprio quella qualità, come e si fosse arreso all'evidenza. Certo il trasformare lui bambino per far tornare il vecchio Dean non era proprio un gran bel piano. Se avesse messo le mani su quello che aveva suggerito l'idea a Castiel, lo avrebbe ucciso con le sue mani.

Nessuno dei due parlò ma entrambi sembrarono più sereni e rilassati.

“Ok, entriamo, compriamo quello che ci serve e poi andiamo a mangiare, Sam. Sto morendo di fame. Ti serve qualcosa oltre ai boxer e alle salviette che ti sei spolpato fino in fondo?”, chiese, poi Dean, mentre camminavano uno fianco all'altro verso l'entrata del centro commerciale.

“Boh, non lo so. Forse sarà meglio che prendiamo delle altre tute o magari dei jeans”

“Va bene, adesso, cerchiamo il reparto bambini e vediamo cosa hanno, Sam”, esclamò Dean.

Poi si inginocchiò davanti al fratello essendosi accorto che una scarpa di Sam non era allacciata bene.

“Tanto, per essere chiari, queste sono le regole. Comportati come un bambino della tua età quando siamo dentro. Questo vuol dire niente parolacce, niente bestiemme e neanche andare in giro per conto tuo. Stai vicino a me e fai quello che ti dico io”, Dean elencò le istruzioni. “Ricevuto?”

“Si, Dean. Va bene. Ho capito”, esalò Sam prendendo, sconfitto, la mano del fratello e varcando le porte automatiche del centro commerciale.

“Cavolo, quanta gente qui dentro!”, esclamò Dean, sorpreso.

Sam sentì la presa del fratello farsi più forte. Si guardò attorno, sorpreso dalla nuova visuale che lo circondava. Abituato a guardare tutti dall'alto dei suoi quasi due metri di altezza ora doveva tenere la testa su per riuscire a vedere in faccia le persone.

Sentì poi che Dean lo tirava su e iniziò a gridare: “Mettimi giù subito!”

“Ora lo faccio. Stai bravo!”, Dean lo rassicutrò

Aveva preso un carrello con il sedile incorporato per i bambini. Lo aprì e mise Sam nel vano dove lui avrebbe dovuto sedersi.

“Siediti, Sammy”, ordinò.

“Non ci pensare neanche. Io lì dentro, non mi ci siedo”, replicò Sam.

“Si, tu lo fai. C'è troppa gente qui dentro. Non posso rischiare di perderti per salvaguardare il tuo orgoglio”

“Non mi perderai. Starò vicino a te sempre”, Sam promise.

“No, Sam. Siediti”, Dean, ribadì.

“No!”, Sam sfidò il fratello, mettendosi in piedi sul sedile e bloccando le ginocchia per far sì che il fratello non lo forzasse a piegarle. Incrociando le braccia sul petto sorrise trionfalmente pensando di aver vinto la battaglia.

Quel sorriso scomparve immediatamente dal viso di Sam quando la mano di Dean lo colpì forte sul sedere per ben due volte. Crollando a sedere nel sedile, scoccò un'occhiata velenosa al fratello.

“Mi... mi... hai sculacciato!”, borbottò, sfregandosi la mano sul fondoschiena.

“Sì”, Dean rispose serio “se ti comporti come un bambino capriccioso, questa è la soluzione!”.

“Mi hai fatto male, stronzo!” Sam sibilò mentre Dean cominciava a spingere il carrello.

“Bene, allora comportati bene, non dire parolacce come questa che hai detto adesso, se no ce ne sono altre in serbo per te”, Dean bisbigliò.

Passarono accanto a scaffali pieni di caramelle e a file e file di casalinghi ed elettrodomestici. Poi seguendo le frecce arrivarono nel reparto per bambini. Dopo aver oltrepassato i pannolini e aver afferrato due pacchi extra-large di salviettine umidificanti arrivarono dall'abbigliamento intimo.

“A quanto pare il capo per eccellenza è il body. Cavolo, Sammy, niente boxer per i bimbi della tua età”.

“Grandioso”, esclamò Sam, deluso.

“Aspetta, qui ci sono dei pacchi con insieme maglietta e mutandine. Sono colorati e uno con i personaggi Disney sopra. Prendiamo questi, pulce?”, chiese Dean.

“E se non c'è altro, prendi quelli. E non chiamarmi pulce, Dean. Ho 25 anni!”, esclamò Sam, esasperato.

“Li vuoi con Scooby Doo o Duffy Duck, pulce?”, chiese, sghignazzando, Dean.

Il ringhio animalesco di Sam si sparse per tutto il reparto.

“Va bene, va bene, Sam, prenderò quello con Willy il Coyote e Bugs Bunny!” esclamò Dean, afferrando due pacchi e buttandoli nel carrello.

Poi cercarono un paio di jeans, altre due tute di felpa e altri capi di vestiario.

Sam, annoiato a morte e quasi addormentato, non si accorse neanche di aver oltrepassato le casse e di essere saldamente tra le braccia Dean il quale stava posando il carrello.

“Devi fare pipì, Sammy?”, chiese, dolcemente Dean, passando accanto alla zona ristoro.

Il piccolo ormai addormentato non rispose. Dean aveva una fame tremenda ma non poteva entrare nel self-service con Sam addormentato in braccio. Si sarebbe svegliato e avrebbe cominciato a rompere. Optò invece per un distributore automatico da dove prese un paio di barrette al cioccolato e una bottiglietta di acqua che divorò e scolò mentre andava verso l'Impala.

Aprì lo sportello posteriore e appoggiò delicatamente Sam dalla parte opposta al seggiolino. Prima di rimettersi in viaggio doveva cambiare il fratello. E se stava dormendo profondamente era meglio, così poteva lavorare senza che quello urlasse o si divincolasse come un gatto isterico. Alcuni minuti dopo, esausto per la lotta tra adesivi del pannolino che si attaccavano a tutto tranne dove dovevano, braccia e gambe non collaborative e con le mani impiastricciate di crema allo zinco, Dean rimise Sam nel seggiolino e si accasciò accanto ad esso. Avrebbe dato tutto per accocolarsi accanto a Sam e schiacciare un pisolino ma era troppo pericoloso. Più presto arrivavano da Bobby e meglio era.

Con il volume del suo stereo al minimo, si rimise alla guida della sua adorata Impala verso il Sud Dakota continuando ogni tanto a tenere d'occhio quella peste di suo fratello affinchè non si svegliasse e non gli venisse la brillante idea di sganciarsi dalle cinture della poltroncina.

 

 

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Capitolo 4
*** Quarto capitolo ***


Capitolo 4.

 

Il viaggio procedeva tranquillo. Sam dormiva placidamente nel suo seggiolino, Dean ascoltava la sua cassetta preferita di musica Hard-rock nello stereo a volume basso.

Stava venendo scuro. Non mancava molto alla casa di Bobby, ma Dean era molto stanco e aveva una fame da lupo mannaro in astinenza e quando vide l'insegna di un Holiday Inn, decise di uscire, farsi una cena coi fiocchi, una doccia e una bella dormita.

Rallentò quando vide il parcheggio di un ristorante. Quella scelta faceva proprio al caso loro. Sam si svegliò di soprassalto, impaurito.

“Dean, che succede? Perché ci stiamo fermando?”, esclamò con una vocetta incrinata.

“Niente, tutto a posto, Sam.”, Dean lo rassicurò “Pensavo solo di fermarci a cenare. Ho fame.”

Quando parcheggiò disse a Sam di schiacciare il fatidico bottone rosso, ma quando accese la luce interna per vedere in faccia suo fratello si accorse che l'espressione di Sam non era amichevole.

“Che c'è, Sammy? Sei di nuovo bagnato?”, ammiccò Dean, anche se sapeva il motivo della sua rabbia.

“Dobbiamo proprio mangiare qui? Non possiamo andare in una delle solite tavole calde, dove mangiamo normalmente noi due?”, Sam chiese, sfoggiando il suo migliore sguardo carino.

“E perderti l'occasione di cenare al Cracker Barrel e usare tutti i giochini di cui fanno sempre la pubblicità? No, no, Sammy.” dichiarò Dean, risoluto, uscendo dall'auto.

“Dai, su. Starò attento e mi comporterò bene.”, Sam cercò di far cambiare idea al fratello.

“Non voglio recitare come se fossi veramente un bambino. Dai, Dean, non farmi entrare là dentro. Se mi porti lì, mi faranno sedere in un seggiolone e mi daranno da colorare o da giocare con i lego!”

“Sì, probabilmente sì.”, Dean esclamò con un ghigno, mentre liberava il piccolo dall'imbracatura, tastava il retro dei calzoni per vedere se fosse bagnato, e poi lo posava a terra.

“E tu parlerai come un bambino piccolo, senza usare termini presi dal web e ordinerai da un menù speciale per infanti come te! Ma vivrai. Ora piantala di lamentarti e andiamo. Sto morendo di fame!”

“La sai una cosa?”, replicò Sam, con un ghignò demoniaco sulla faccia. “Ti chiamerò papà, allora!”

“Oh, tu non lo farai!”, Dean ribatté secco. “Tu chiamerai me come il fratello maggiore più carino che hai sempre avuto.”

“Uh, uh, non va bene, Dean. Per una cosa: tu sei troppo vecchio per essere mio fratello maggiore, o forse un fratellastro. Nessuno se la berrà.”, Sam esclamò, con un tono da saputello.

Dean stava perdendo la pazienza. Non è che di solito ne avesse molta con suo fratello, ma visto che ultimamente gli aveva lasciato campo libero, ora doveva ristabilire le gerarchie. Era dura farsi comandare da un venticinquenne alto due metri, ma da un bimbetto di tre anni alto neanche un metro era da pazzi!

“E poi potresti attirare l'attenzione se dimostri più interesse del normale verso un bimbetto innocente; quindi ti chiamerò papà”, aggiunse Sam, trionfante.

“Ok”, Dean esclamò sorridendo, cercando di calmarsi. “Posso sicuramente sopportare ciò per una sera. Sono stato chiamato in modi peggiori in passato”, aggiunse poi camminando a passo svelto verso l'entrata del ristorante, sentendo su di sé l'occhiata furibonda del fratello.

“Se ti muovi, Sam, mi fai un grosso favore. Se mi costringi a tornare indietro potrebbe essere spiacevole per te”, esclamò minaccioso Dean.

“Bene”, esclamò Sam, avviandosi verso il fratello. Sarebbe stato più imbarazzante essere sculacciato nel parcheggio del ristorante che non essere mostrato a una fila di estranei che lo avrebbero trattato come un bimbetto .

Raggiunto Dean, si lasciò prendere in braccio senza ulteriori rimostranze pensando alla prossima mossa per vendicarsi.

Dean sorrise e conoscendo il pargolo meglio delle “sue tasche” pensò bene di eliminare ogni possibile scocciatura e sfoggiando il migliore tono alla John Winchester espresse il suo avvertimento: “E se hai intenzione di comportarti male o fare una delle tue vecchie sceneggiate, ti porto in bagno, ti tiro giù i pantaloni e quant'altro hai addosso e ti suono. Capito?”.

“Dean! Sono un adulto. Non puoi minacciare di sculacciarmi!”, Sam esplose.

“Oh, farò di più che minacciarti se metterai in pratica una sola delle cose a cui stai pensando ora”, Dean informò suo fratello.

“Ah, sei un bastardo!”, Sam bofonchiò.

“Ora Sammy, sii carino”, disse Dean ghignando, mentre varcavano la soglia.

“Ora Sammy, sii carino”, Sam scimmiottò suo fratello.

“Sam!”, Dean esclamò torvo.

“Va bene, va bene, farò il bravo, papà”.

Si sedettero a un tavolo accanto alla vetrata da dove si vedeva l'Impala. Sorrisero entrambi all'arrivo della cameriera, la quale mise un rialzo alla sedia di Sam.

Il sorriso svanì dal viso di Sam quando Dean ordinò una coca-Cola per lui e un frappè al cioccolato per il figlio. Per fortuna il menu stemperò un po' la tensione e Sam, affascinato da tutti i cibi sani e pieni di verdura e frutta, cercò di decidersi a ordinare. Dopo aver bisbigliato a Dean di voler tacchino al vapore, insalata di piselli e mele fritte si rilassò.

Sul tavolo vi erano numerosi giochi di legno. Dean ne prese alcuni, uno era formato da tante forme in legno colorato da far entrare in fori con la stessa figura. L'altro era un puzzle formato da 100 tessere e messe a posto formavano il logo del ristorante.

Sam provò a fare quello delle forme ma in poco tempo riuscì a far passare le figure attraverso i fori, poi osservando Dean fare il puzzle lo aiutò a completare il disegno.

La cena si svolse in silenzio ma senza tensione. Al termine visitarono il piccolo self-service dove Dean comprò il puzzle simile a quello usato nel ristorante e alcuni giornalini di Sudoku per il piccolo genio.

Tornati all'Impala si rimisero in viaggio ma poco dopo Dean rallentò, fece un'altra svolta e si fermò.

“Perché Dean ti fermi ancora? Manca poco alla casa di Bobby!”, esclamò Sam.

“Lo so, Sammy, ma penso che tu sia stato fin troppo oggi in macchina e l'ora della nanna è passata da un pezzo. Quando avremo finito di lavarci e cambiarci sarà notte fonda”.

“Oh non sapevo che tu avessi un orario per la nanna!”, squittì Sam, ironicamente.

“Ah, ah, ah, che ridere!”, esclamò Dean scendendo dalla macchina.

Poi aprì il cofano, rovistò nelle scatole per prendere il necessario per il piccolo, poi dopo averlo richiuso aprì lo sportello posteriore da dove scese Sam e afferrò la borsa e i sacchetti del Wall Mart e poi, mano nella mano, si avviarono verso la reception.

Dopo aver firmato la ricevuta del pagamento di una notte all’albergo, andarono verso gli ascensori , scesero al terzo piano. Girarono a sinistra e Dean camminò giù lungo un corridoio verso una porta recante in lettere dorate il numero 311. Lasciando la mano di Sam, lui mise la carta magnetica nella fessura accanto alla porta e quella si aprì. Dean fece passare Sam e poi entrò anche lui accendendo le luci .

“Vado a fare la doccia, Dean”, Sam annunciò andando verso il bagno.

Non aveva fatto più di due passi che una mano di Dean sulla spalla lo fermò . “Che c’è?”, esclamò, sorpreso.

“Niente doccia , Sammy. Sei troppo piccolo”, Dean esclamò, deciso “Ho paura che tu possa scivolare e farti male. Ti farai la doccia quando tornerai alla tua età precedente. Perchè non vai in bagno e inizia a spogliarti. Io sistemo qui e poi arrivo.

“Aspetto un po’. Tu non verrai dentro con me, Dean! Posso benissimo farmi il bagno da solo, grazie tante”, Sam affermò deciso.

“Mi dispiace, piccolo. Ti aiuterò a fare il bagno finchè Castiel non deciderà che noi due non abbiamo imparato la lezione e non ti riporterà al tuo status quo”, Dean gli disse.

Il piccolo Sam, infuriato tanto quanto un grosso toro, volò in bagno e sbattè la porta. Cercò di mettersi sulle punte dei piedi per arrivare al pomolo della porta e bloccarla ma non ci riuscì. Frustato e arrabbiato cercò di togliersi da dosso i vestiti per potersi infilare nella doccia ma lo scoglio delle scarpe fu insormontabile.

Diede un pugno sul bordo della vasca facendosi male e ciò fu la goccia del traboccamento del vaso.

Si lasciò cadere in terra e abbracciando con le braccia le ginocchia si mise a piangere.

Dean entrò nel bagno, guardando preoccupato il fratello. Fece cadere nel lavandino quanto aveva nelle braccia e si sedette sul pavimento prendendo tra le braccia Sam scosso dai singhiozzi. Gli strofinò la schiena gentilmente per un paio di minuti, finchè il fratello non si fu calmato.

“Ascolta Sam, so che non è facile per te, ti dico la verità, questa storia all’inizio era divertente ma ora non sono più contento. Se quel malefico angelo non si decide ad intervenire, lo uccido. Questa cosiddetta soluzione comincia a darmi sui nervi. Vorrei poter farti tornare come prima ma non posso. L’unica cosa che posso fare è quello di impedire che ti possa fare male. Purtroppo tu pensi di poter fare le cose come se fossi grande, ma Sam hai la forza e le dimensioni di un bimbo di tre anni. Un conto è cadere a venticinque anni e un conto è farlo a tre. Porta pazienza, su, ok?”

“Io odio questa situazione”, borbottò Sam.

“Lo so, Sam”, dando alcuni colpetti sulla schiena del fratello. “Ora, dopo questo momento di tenerezza familiare, potresti tirarti su così ti tolgo le scarpe e tu finisci di spogliarti?”

“Va bene”, sbuffò Sam, alzandosi in piedi.

“Veramente, però, vuoi farmi il bagno? Non potresti piuttosto riempire la vasca a poi aiutarmi a entrarci dentro e aspettarmi fuori”

“Mi dispiace, piccolo. Non si può. Poi, non è che non ti abbia mai visto nudo prima. Ero l’unico che ti faceva il bagno quando eri piccolo, ricordi?E poi oggi ti ho messo la crema sul tuo culetto, sai!”

“Oddio, la pomata no !”, esclamò Sam con il viso in fiamme.

“Mi ricordo comunque che mi cambiavi e mi facevi le facce e le boccacce”, aggiunse poi.

“Si certo e tu ridevi come un matto”, disse Dean, perso nei ricordi.

“Dai sbrigati che viene tardi. Se vuoi ti faccio un paio di smorfie. Ne ho imparate qualcuna negli ultimi anni”.

Dopo un po', Sam esclamò: “Mi sembra tanto strano!”

“Lo so, Sammy, lo so. Non ti preoccupare, farò piano e sarò gentile”, scherzò Dean e poi sorrise al dito indice alzato di suo fratello.

Mezz’ora dopo un imbarazzatissimo Sam uscì di corsa dal bagno, pavesato in un pigiamino con l’effige dell’uomo ragno e si infilò sotto le coperte nel letto vicino alla finestra . Prese il telecomando e dopo aver visto tutti i canali si fermò su un vecchio film in bianco e nero mentre Dean si faceva la doccia.

Dopo un po’ Dean uscì dal bagno con un asciugamano avvolto attorno al possente torace. Lanciò un’occhiata al letto per controllare cosa stesse facendo il fratello, quando si accorse che questo dormiva beatamente con la testa reclinata e il dito pollice in bocca. Tolse un cuscino, girò Sam su un fianco, dolcemente tirò il braccio del fratello verso di sè e lo mise sotto le coperte. Poi aprì la borsa fasciatoio, tirò fuori il succhiotto con il logo della Mustang e lo piazzò in bocca al giovane Winchester. Passò una mano sulla guancia del fratello sorridendo quando lui mosse il viso verso di lui. Si accucciò giù e baciò sulla fronte quella cosa pestifera e silenziosamente andò verso il suo letto. Poco dopo, anche lui, dormiva placidamente.

 

 

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Capitolo 5
*** Quinto capitolo ***


5 CAPITOLO

 

Dean infilò tutta la sua roba sporca nel suo zaino mentre quella di Sam la mise in un sacchetto. Andò in bagno per controllare di non aver lasciato nulla e tornò in camera.

Sam stava, lentamente, indossando la maglietta di Willy il Coyote. Dean sospirò: “Sbrigati Sam! Vorrei già essere per strada”, disse poi.

E la colazione?”, Sam chiese infilandosi i calzini e le scarpe.

L’albergo ne prevede una a buffet nel prezzo della camera”, rispose Dean, inginocchiandosi per allacciare le scarpe al fratello. “Ora andiamo. Non voglio prendere il traffico sulla…”, il resto della frase fu interrotto dal fatto che la porta della loro camera si aprì di botto.

Sam saltò giù dal letto e si nascose dietro a Dean. Guardò la porta con gli occhi sgranati dalla paura e quando vide una bambina dai capelli biondi comparire nel vano della porta cominciò a tremare stringendosi alla gamba di suo fratello.

Ciao, Sam”, Lilith disse.

Lilith guardò giù verso Sam poi tirò su la testa e fissò Dean : “Te ne sei andato prima che ci dicessimo addio”, lo sgridò. “Non è stato carino da parte tua, Dean” Poi con un’occhiata scaraventò il cacciatore dall’altra parte della stanza inchiodandolo al muro. Poi si mosse verso Sam, sorridendo. “Ora finiamo il nostro piccolo gioco dell’altra volta e quando avrò finito, tuo fratello verrà di nuovo sbranato dai cani infernali. Sei contento, Sam?”

Sam con un balzo, cercò di afferrare Lilith, la quale più alta di lui, fece un passo indietro vanificando il suo assalto.

Allora alzò la mano e cercò di concentrarsi ma la voce cristallina di Lilith lo bloccò: “ Non penso che tu sia in grado di usare i tuoi poteri senza l’aiuto di Ruby, vero? E so che è un po’ che non la vedi …..”

Ora se permetti, Sam, mi occupo di quel briccone di tuo fratello”, esclamò la bimba bionda, andando verso Dean. Poi aprì la finestra e disse: “ E’ tutto vostro, ragazzi!”

Due enormi cani neri entrarono nella stanza.

 

Durante la notte

 

Gli occhi di Dean si spalancarono all’improvviso. La sua mano sotto il cuscino afferrò il coltello. Si alzò leggermente e scandagliò la stanza in tutti i suoi punti e non vedendo alcuna minaccia sia sovrannaturale che terrena, si rilassò. Si chiese cosa lo avesse svegliato dal sonno profondo. Si rimise giù ascoltando. Forse qualcuno era passato in corridoio e aveva toccato il muro o la porta. Poi sentì un colpo proveniente dall’altro letto, allora si alzò di scatto e tirò giù le coperte, sedendosi sul letto con le gambe sul pavimento. Si alzò e corse all’altro letto sedendosi sul fondo dello stesso. Poi, sottovoce, disse: “Sam ! Sam! Svegliati!”, strusciando le sue dita sulla guancia del bimbo.

NO! DEAN!”, Sam gridò, saltando fuori dal letto come una molla.

Sammy!, è tutto a posto. Sono qui”, Dean esclamò tirando verso di sé e prendendolo in braccio. Lisciando la sua schiena cominciò a ninnarlo continuamente a mormorare parole confortanti e affettuose cercando di calmare il tremore. Si alzò in piedi, camminando su e già per la camera finchè non sentì il piccolo più tranquillo.

Un incubo?”, bisbigliò.

Sentendo la testa di Sam annuire contro la sua spalla, lui chiese: “Vuoi parlarne?”

No”, bofonchiò Sam.

Sospirando Dean si sedette sul suo letto e poi si sdraiò appoggiandosi alla testiera del letto, sempre con Sam in braccio.

Andiamo, cucciolo. Raccontami cosa è successo. I tuoi incubi non ti hanno mai fatto piangere”.

Tirando su la testa e guardando suo fratello esclamò: “Io non sto piangendo!” ma poi, passandosi una mano sul viso sentì le guance bagnate.

Stupido bambino”, mormorò Sam, togliendosi le lacrime dal viso con un gesto stizzoso della mano.

Mi dispiace”, mormorò poi Sam ben sapendo che avrebbe dovuto raccontare al fratello del suo incubo ma meno sapeva di Lilith o di Ruby e meglio era.

Non ti devi scusare, Sam, Dean bisbigliò tenendo stretto suo fratello. Afferrando l'orlo della coperta, la tirò su e coprì tutti e due. Avrebbe dovuto alzarsi e cambiare Sam che era tutto bagnato ma aveva paura che non si fosse calmato del tutto, visto che gli stava abbarbicato addosso come una cozza, gli sarebbe venuto di nuovo l'incubo.

Sam avrebbe dovuto dire a suo fratello che stava bene e forzarlo a metterlo giù, ma voleva, aveva bisogno di sentire Dean vicino a lui, assicurarsi che fosse vivo.

Resistette all’urgenza di ficcarsi il dito in bocca e chiuse gli occhi. Si accorse in quel momento di essere bagnato e si maledì per aver insistito tanto la sera prima a non mettersi il pannolino. Ovviamente Dean se ne era accorto ma non gli aveva detto niente, pensò sollevato, né preso in giro.

Stette fermo per un po’, poi cercò di divincolarsi piano dalle braccia del fratello e cercò di scendere dal letto.

Dove vai, Sammy?”

A cambiarmi. Sarò anche adulto ma il corpo è di uno stupido bambinetto di tre anni che esprime le proprie emozioni con le lacrime e facendosi la pipì addosso!”, esclamò Sam sospirando.

Sentendo una mano scompigliargli i capelli, Sam sorrise e andò in bagno.

Una decina di minuti dopo Dean sentì tornare Sam, lo sentì arrampicarsi nel suo letto e stendersi accanto a lui. Poco dopo lo sentì respirare calmo e tranquillo, segno che si era addormentato.

Si girò sul fianco, abbracciò Sam protettivamente e scivolò anche lui nel sonno.

 

La mattina dopo

 

Dean infilò la sua roba sporca nello zaino mentre quella di Sam la mise in un sacchetto. Andò in bagno per controllare di non aver lasciato nulla e tornò nella camera.

Sam stava lentamente indossando la maglietta di Willy il Coyote. Dean sospirò: “ Sbrigati Sam! Vorrei essere per strada!”, disse poi.

E la colazione?”, chiese Sam infilandosi le calze e le scarpe.

L’albergo ne prevede una a buffet nel prezzo della camera”, rispose Dean, inginocchiandosi per allacciargli le scarpe. “Ora andiamo, non voglio prendere traffico sulla superstrada”, aggiunge Dean, mettendosi lo zaino e la borsa in spalla e prendendo con una mano i sacchetti, esclamò: “ Oh bene siamo pronti, andiamo. Se siamo fortunati arriviamo da Bobby per mezzogiorno.”

Sam stette vicino a Dean per tutto il tempo della colazione. Con gli occhi sgranati guardò le entrate della sala per cogliere ogni possibile segno dell’arrivo di Lilith. Anche se la mattina era andata diversamente dal suo incubo, era stata troppo nitida, quasi fosse una visione.

Il suo pallore e la mancanza di appetito non passarono inosservati a Dean ma non proferì parola per non agitare il piccolo . Sicuramente appena arrivati da Bobby, un luogo ben conosciuto, Sam si sarebbe un po’ rilassato.

 

 

 

Un paio d’ore più tardi

 

Bobby stava seduto al tavolo della cucina facendo finta di leggere il giornale visto che la sua ansia stava aumentando sempre più. Poi, sentì il distintivo suono del motore dell’Impala. Si alzò e corse alla porta d’ingresso non vedendo l’ora di vedere i suoi ragazzi e chiedendosi perché non avessero chiamato prima. Guardò fuori dalla piccola finestrella accanto alla porta l’Impala che veniva parcheggiata proprio di fronte agli scalini del portico.

Vedendo solo Dean davanti, Bobby, preoccupato, si chiese dove fosse Sam. Sperando che non avessero di nuovo litigato, il vecchio cacciatore uscì fuori. Dean scese dall’Impala e aprì la porta posteriore rispondendo così alla domanda di Bobby.

Merda! Sam è ferito e lo è gravemente!”; pensò Bobby scendendo velocemente le scale.

Era appena arrivato in fondo che un bimbetto apparve alla sua vista, un bambino molto familiare.

Sam?”. Bobby chiese sorpreso.

Ciao, Bobby”, Sam rispose con un ghigno.

Bobby guardò prima Dean poi Sam. Passandosi una mano sulla faccia osservò i ragazzi Winchester.

Ok, cosa avete combinato questa volta, voi due, razza di idioti?”, chiese, esasperato.

Questa volta noi non ci entriamo. Non puoi accusare di aver fatto qualche casino”, replicò Dean. “Questa volta è tutta colpa di Castiel. Ha detto qualcosa sul fatto che doveva procedere in questo modo per il nostro bene e questo è il risultato!”

Bobby impallidì al sentir menzionare l’angelo.”Cosa? Castiel ha fatto questo a Sam ?”, farfugliò. “Ma questo non è quello…”, Bobby chiuse velocemente la bocca sperando che i ragazzi non lo avessero sentito.

Gli occhi di Sam si allargarono per la sorpresa e poi si rimpicciolirono per l’improvvisa rabbia. Fece due passi verso il vecchio amico e cominciò a tirargli calci contro gli stinchi.

Tu hai fatto questo?”, gridò furioso, trasformando le proprie mani in piccoli pugni pronti a far male.

Sammy!”, Dean lo sgridò, tirandolo su di peso. “Che diavolo stai facendo?”

Questa è colpa sua! Lui è l'amico di cui parlava Castiel!”, Sam gridò cercando di divincolarsi dalla presa di Dean.

Andiamo Sammy! Bobby non lo avrebbe mai fatto questo. Vero, Bobby?”, Dean chiese tenendo saldamente il fratello per non farlo cadere a terra.

Bene, uhh, vedi...”, Bobby iniziò. Si tolse il cappello e si grattò la testa cercando il modo di raccontare ai ragazzi il suo coinvolgimento. Decise, però, che avrebbe detto la verità.

Sam, ha ragione. Ho detto a Castiel di intervenire e far sì che fra voi due ci fosse un po' di pace e non avrei mai voluto e lo giuro, non avrei mai voluto che trasformasse Sam così piccolo!”, esclamò tutto d'un fiato Bobby

Davvero? E cosa gli hai detto allora?”, chiese Dean, rimettendo a terra Sam.

Gli ho solo detto di far sì che Sam riprendesse il suo vecchio ruolo di fratello minore e tu, Deanm ritornassi a fare il maggiore. Tutto qui!”

Dean osservò Bobby per un paio di secondi e poi scoppiò a ridere. “Tu vuoi dire che questo è solo uno stupido scherzo?”, esclamò Dean, sorpreso e anche sollevato. “Bene, Sam, entro sera sarai tornato nel tuo ruolo di rompiscatole alto due metri”, replicò Dean, ridendo.

Non è divertente!”, esplose, gridando, Sam. “Bobby, dì a quello stronzo di Castiel di venire qui e farmi ritornare grande!”, urlò Sam al vecchio cacciatore assestandogli un altro calcio.

Oh, smettila, fratellino”, Dean gridò, tirando su, di nuovo, Sam. “Io non insulterei l'unico che può farti tornare indietro”

Bene”, Sam, sospirò. “Quando sarò di nuovo grande, tu non mi metterai più un dito addosso!”, eslcamò il bimbetto rivolto a Dean.

Vedremo”, replicò Dean.

Dean!”, esasperato Sam gridò, dando un pugno al braccio del fratello.

Va bene, va bene, Sam. Adesso, però, stai fermo. Ok?”, ribattè Dean mettendo giù di nuovo quella pestedi suo fratello.

Bene”, guardando esasperato Bobby, “vuoi chiamarlo o no?”

Si, ok”, Bobby esclamò, poi prendendo un grosso respiro, gridò: “CASTIEL! CASTIEL! Ho bisogno di parlarti ora!”

Tutti e tre aspettarono e si guardarono intorno ma dell'angelo nessuna traccia. Bobby andò avanti per un po' a chiamarlo senza risultati però. “Mi sembra che non abbia intenzione di venire”, disse Bobby alla fine.

Guardando giù verso il più giovane dei Winchester aggiunse: “Mi dispiace Sam. Davvero, non avrei proprio voluto questo. Stavo cercando di aiutarvi!”

Lo so”, Sam borbottò, scalciando la polvere.

Ascolta, perchè non andiamo dentro e prepariamo qualcosa da mangiare? Proveremo a chiamare Castiel più tardi. Ok, piccolo?”

Va bene”, concesse Sam.

Bene”, disse Dean salendo gli scalini, guardando Bobby entrare in casa. Poi aprì la porta e si girò indietro vedendo Sam salire le scale.

Entrò in cucina e si sedette su una sedia: “Allora Sammy, cosa vorresti mangiare?”, chiese Dean, preparandosi mentalmente a ingaggiare un'altra lite con il fratello.

Non ottenendo una risposta, si girò verso l'ingresso ma trovò la stanza vuota. Saltando in piedi, uscì fuori nel portico, seguito da Bobby ma entrambi dopo aver controllato in tutta la casa e osservato con attenzione tutto il cortile, si guardarono con terrore. Non c'erano segni del bambino.

Sam era semplicemente sparito!

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Capitolo 6
*** Sesto capitolo ***


Capitolo 6

 

E' sparito, Bobby! Sammy è scomparso!”, Dean esclamò, correndo giù per gli scalini del portico. Avrei dovuto farlo camminare davanti a me, assicurarmi che fosse entrato al sicuro. Non avreimai dovuto lasciarlo fuori dalla mia vista!”

Bobby salì sul porticato e si mise accanto a Dean, poggiando una mano sulla sua spalla. “Calmati, Dean. Lo troveremo. Sono certo che Sam è andato a farsi una passeggiata per schiarirsi le idee. Lo fa sempre”, Bobby affermò. “Perchè non controlli nell'officina? Io vado verso lo spiazzo e il prato. Controlliamo ogni auto. A Sam piace sedersi là a pensare”.

 

Nel mezzo della discarica delle auto

 

Sam scalciò la polvere mentre attraversava gli spazi vuoti nell'immensa discarica di Bobby. Cercava una vecchia station wagon verde. L'auto faceva parte della collezione di auto da più di ventanni e Sam l'aveva eletta come suo pensatoio personale. Sedendosi nel retro di quell'auto, lui immaginava suo padre portare Dean e lui alle partite di calcio, ai pic-nic o alle feste della scuola. Era l'unico posto oltre alla scuola dove lui poteva dimenticare la caccia e tutti i suoi pericoli e pensare di essere in una famiglia normale.

Seduto ora nel retro di quell'auto con la testa fra le mani, cominciò a ripensare a tutto quello che era successo in quegli ultimi giorni. Non riusciva a credere che Bobby fosse il responsabile di tutto quel casino. Sapeva che il vecchio cacciatore stava cercando di aiutarli ma realmente avrebbe desiderato che Bobby non avesse fatto quella conversazione con Castiel. Se Lilith avesse saputo quanto debole e indifeso era diventato, sarebbe arrivata in un lampo e avrebbe ucciso tutti quanti.

Se avesse potuto mettere le mani sul suo cellulare e su quello di Dean e chiamare Ruby magari lei lo avrebbe aiutato. Ruby. Strano non aveva più sentito il bisogno di stare con lei e usare il suo...

Sam! Sammy! Dove sei?”

'E figurati un po' se non mi lasciava un po' da solo', pensò all'improvviso Sam, sentendo la voce di suo fratello che rimbombava per tutta la discarica. Uscì velocemtne dal suo nascondiglio e si allontanò per evitare che quel rompiscatole sapesse del suo unico posto di relax. Quando pernsò di essersi abbastanza allontanato, gridò: “Sono qui!”

Dean era veramente spaventato. Aveva cercato nell'officina e in tutti i nascondigli di Sam e non aveva trovato traccia del bimbo. Guardò in ogni buco, anfratto, sperando che nessuna di quelle vecchie ferraglie accastate una sull'altra avesse deciso di muoversi e schiacciare quel corpicino. Sapeva anche il posto era protetto dagli incantesimi di Bobby ma intanto i testimoni risvegliati da Lilith erano arrivati fin lì. Continuò a chiamare il nome del gratello, stringendo fra le mani sudate la sua pistola.

Arrivato alla congiunzione tra la discarica e la macchina stritolatrice, sentì in lontananza la voce di Sam. Forse non era così lontana, ricordandosi che Sam aveva tre anni e di conseguenza la sua voce era commisurata alla sua età. Tornò indietro. Gridò di nuovo il suo nome. Sentendo rispondere, cercò di seguire la voce, finchè in fondo a un corridoio non lo vide. Era solo e sembrava stare bene. Non lo avevano preso e non gli avevano fatto del male. Probabilmente si era allontanato di sua iniziativa.

Furioso per essersi preoccupato per nulla, Dean mise la pistola nella cintura dei pantaloni dietro la schiena, tirò fuori il cellulare e compose il numero di Bobby. L'unico pensiero che aveva in quel momento era uccidere il fratello!

Sam si accorse dello sguardo omicida del fratello e si rese conto che non c'era niente da fare. Stava per essere sgridato e probabilemte preso a pugni. In quel momento desiderò con tutto il suo essere di poter disporre del potere di Castiel nello svanire all'improvviso.

Dopo aver assicurato Bobby che Sam stava bene, Dean chiuse il telefono e lo rimise in tasca avanzò verso Sam. Fece due passi verso di lui, lo afferrò e dopo essersi seduto su un cofano di una berlina tutta arrugginita, lo girò sulle sue ginocchia.

Non ti azzardare a farlo un'altra volta!”, Dean gridò, sottolineando ogni parola con una manata sul fondoschiena del fratello. Poi lo tirò su e lo abbracciò forte. “Mi hai fatto morire di crepacuore!”

Sam si agitava e dimenava nella stretta del fratello. Quando Dean lo rimise giù, velocemente si allontanò di qualche passo dal fratello. Si massaggiò il bruciante didietro, cercando di tirare su con il naso e poi si asciugò le lacrime che gli rigavano il volto. Non aveva mai pianto da bambino ed era stufo di quello stupido corpo infantile. Quando fu sicuro che non sarebbe scoppiato a piangere di nuovo, Sam tirò su lo sguardo verso Dean e gridò: “Non posso credere che tu mi abbia sculacciato. Sono un adulto, in caso tu te lo sia dimenticato!”

Si, certo. Allora comportati come tale”, Dean replicò. “Gli adulti non vanno a zonzo senza averlo detto a qualcuno. E comunque, non posso prenderti a pugni. Se ti colpisco in quel modo potrei ammazzarti, Sam!”, gridò esasperato Dean.

Non sono scappato via, Dean. Sono andato a fare due passi come faccio di solito”, Sam spiegò. “E comunque l'ho detto dove stavo andando”

Sam, non l'hai fatto. Non farmi passare per uno scemo. Quando Bobby ed io ci siamo girati, tu non c'eri più”, Dean replicò, afferrando la spalla del fratello e strattonandolo lo tirò verso di sé. Poi afferrò la sua mano e cominciarono a camminare verso la casa di Bobby. “Comunque non ti permetterò di aggirarti qua fuori da solo come questa volta”

Permettermi? PERMETTERMI??”, esplose Sam, dando uno strattone alla mano del fratello e allontanandosi. Quella era l'ultima goccia. Se ne stava approfittando perchè sapeva che non poteva prenderlo a calci o ribellarsi in alcun modo. “Da quando sei diventati il mio padrone?”

Cercando di non esaurire tutta la sua pazienza prima che la giornata fosse finita e provando a non uccidere letteralmente quel ribelle, Dean, afferrò Sam, lo scrollò un po' e poi esclamò: ”Finchè fra noi due ci saranno 27 anni di differenza e quasi un metro in più di altezza, tu farai quello che ti dico io e se deciderai di continuare a comportarti come un ribelle dovrai rinunciare a sederti senza un cuscino. Ora piantala e torniamo a casa!”, esclamò, minaccioso. Poi, trasportando il piccolo sul fianco, si diresse a casa.

 

Più tardi

 

Buongiorno, Signorina Gladys!”, Bobby salutò un'anziana signora al volante di un'auto risalente agli anni '50. “Cosa posso fare per lei!”

La signorina Gladys, una settantenne magra, vestita con un completo color fucsia e i capelli bianchi lunghi racchiusi in un elegante chignon, uscì lentamente dall'auto e rivolse un sorriso smagliante a Bobby. “Il motore si accende con difficoltà e qualche volta si spegne. Mia nipote è al lavoro e io non posso andare in città a prendere il tè con le mie amiche se non sono sciura di poter tornare a casa”, spiegò, allarmata.

Ha fatto bene, signorina, a venire. Tra poco sarà tutto a posto e lei potrà andare in città e passare una bella giornata con le sue amiche”

Oh, grazie, signor Singer. Sapevo che lei avrebbe aggiustato la mia vecchia cariola. Cosa farei senza di lei!”, la signorina Gladys replicò con un sorriso. “Oh. che bel bambino!”, esclamò poi.

Grazie, signora”, esclamò Dean educatamente, posando Sam per terra. “Questo e mio fr...figlio, Sammy. Sammy, dì ciao a questa bella signora”

Sam guardò Dean. Suo fratello si era fin troppo divertito a sue spese. Era tempo che gli facesse vedere come era incasinata la situazione. Lui, probabilmente, non si sarebbe più seduto ma non avrebbe lasciato che Dean lo comandasse a bacchetta come in passato. Non avrebbe più accettato quella situazione. Lo chiamava ribelle? Bene, non aveva neanche idea di cosa volesse dire quella parola.

Sorridendo Sam si girò verso la signora e disse: “Ciao, vecchia baldracca!”

Sam!”, Dean esclamò lamciando un'occhiata di avvertimento al piccolo.

Cosa?”, Sam chiese innocentemente girandosi a guardare Dean. “Non dici sempre che le vecchie signore sono vecchie baldracche e hanno bisogno di essere prese a calci!”

Sammy!”, la signorina Gladys gridò. “Taci immediatamente!”

Taci a me non lo dici, stronza!”, gridò Sam dando un calcio alla donna.

Samuel Winchester! Entra subito in casa e vai nell'angolo, subito!”, Bobby gridò così forte che tutti i presenti fecero un balzo per la sorpresa.

Sam lanciò un'occhiata allo sguardo furioso di Bobby. Non si era accorto che era uscito fuori dall'officina. Si rese conto di essere in una mare di guai e cercò di scusarsi.

Una parola di più e noi finiremo la nostra conversazione nella legnaia”, Bobby lo minacciò.

Chiudendo immediatamente la bocca, Sam si girò e corse su in casa, prima che Bobby cambiasse idea.

Mi dispiace signorina Gladys. Sammy, di solito, si comporta bene”, esclamò Bobby, lanciando uno sguardo furioso a Dean.

Oh, non deve scusarsi signor Singer”, lei assicutò il cacciatore. “Somo i genitori del bambino a dover essere incolpati. Sono loro che permettono questo comportamento e si meriterebbero una lezione coni fiocchi. Questo non succedeva ai miei tempi. Noi sapevamo come trattare i nostri figli!”

Sicuro. Ha proprio ragione. Ora, signorina, la lascio nelle mani capaci di Dean per aggiustare la sua auto, mentre io vado a prendermi cura del pargolo”

Dean, per favore, vuoi sentire cosa dice la signorina Gladys a proposito della sua auto?”, chiese Bobby con uno strano ghigno sul volto all'imbarazzatissimo Winchester più vecchio.

Grazie, signor Singer”, la signorina disse a Bobby mentre quello entrava in casa. “Andiamo, giovanotto, dobbiamo fare una lunga chiaccherata noi due”, disse, poi, rivolta a uno sconsolato Dean.

 

In casa

 

Quando la porta principale si chiuse con un tonfo, Sam capì di trovaresi al cospetto di Bobby. Si girò e vide il vecchio cacciatore appoggiato allo stipitedella porta con le braccia incrociate. Dopo un paio di minuti, Boby si sedette sul divano e disse: “Vieni qui, Sam”

Si, signore”, Sam replicò. Lentamente si avvicinò e si mise davanti all'uomo. “Mi dispiace, Bobby. Mi sono comportato male. Se vuoi picchiarmi, fai pure. A quanto pare, mi merito il peggio, ultimamente!”

Aspetta Sam. Prima mi devi dire il motivo della sceneggiata là fuori, perchè io ti conosco bene. Tu non avresti mai fatto quella scenata se non avessi avuto un notivo!”, disse Bobby, facendogli segno di sedersi accanto a lui.

Giusto. Era una recita”, Sam disse tutto d'un fiato, giocando con l'orlo dellasua felpa. “Volevo che Dean si rendesse conto di cosa fa veramente un ribelle, visto che ultimamante non fa altro che chiamarmi così. Mi tratta come se fossi realmente un bambino di tre anni e non un uomo adulto. Mi tiene la mano o peggio mi porta in braccio e mi aiuta a vestirmi. Non lascia che mi faccia il bagno da solo. Dice che ha paura che cada e mi faccia male. Sarò anche delicato come un bimbo di tre anni ma il mio cervello ragiona come un adulto. Sarò in grado di giudicare cosa è bene o male per me, no? E poi mi sculaccia! Ti rendi conto? Non sai quanto sia imbarazzante per me...Mi tratta come un bambino e io gli ho fatto vedere come sarebbe la realtà se io fossi veramente un bambino di tre anni. Volevo solo...Ero così arrabbiato con Dean che non stavo pensando!”

Resistendo allatentazione di abbracciaree quel bimbo così triste e dispiaciuto acanto a lui, Bobby mise una mano sulla spalla di Sam: “So che è dura, Sam. Non è, però, facile, neanche per Dean. E sì, sono d'accordo che lui sia un po' iperprotettivo. Quando mai lui non è stato una mamma chiocchia per te?”, Bobby chiese con una smorfia, al piccolo Winchester.

Gli parlerò, cercherò di farlo ragionare su alcune situazioni pratiche. Quando, però, ti sei volatilizzato là fuori, lui era veramente terrorizzato. Non puoi uscire da solo. Il tuo cervello sarà anche di un ventcinquenne ma se cadi o ti fai male bisogna portarti in ospedale perchè un livido o un'escoriazione sono gravi in un corpo così piccolo. Questo luogo è protetto ma noi sappiamo che i miei incantesimi non riescono a tenere fuori tutti i malefici. Devi cercare di regionare sul fatto che il tuo corpo non è quello di prima, purtroppo. Non andrai più fuori da solo, ok?”

Si”, Sam rispose. “Non mi piace ma cercherò di ricordarmelo. Starò più attento dìora in poi. Grazie, Bobby”, aggiunse Sam, alzandosi dal divano e allontanandosi.

Oh, a proposito di sculacciate! Dobbiamo ancora regolare il tuo piccolo show qui fuori”, Bobby esclamà, facendo sgno a Sam do tornare verso di lui.

Oh, merda!”, Sam pensò non appena sentì quella parola. Riluttante si girò verso un ammiccante vecchio cacciatore.

 

Un paio di ore più tardi

 

Uno stanco e sudato Dean entrò in casa. Si tolse la camicia, rimanendo con la maglietta nera e nel camminare lungo il corridoio, sbirciò a sinistra nel salotto e si fermò di botto quando vide suo fratello addormentato sul divano bocconi.

'Bobby ha messo in pratica la sua minaccia!', pensò, mentre si avvicinava silenziosamente a Sam. Lo ricoprì con la sua camicia e dopo avergli accarezzato i capelli, bisbigliò: “Dormi, tranquillo, piccolo!”.

Poi andò in cucina. Si versò una tazza di caffè prima di sedersi a tavola accanto a Bobby.

Hai dovuto sculacciarlo quel teppistello?”, chiese, prima di bere un sorso di caffè caldo.

Voi, ragazzi, conoscete le regole in questa casa sugli scherzi, le parolacce e il rispetto verso i miei clienti. Nulla, è cambiato, soprattutto ora che siete diventati grandi”, Bobby affermò alzandosi in piedi.

Andò verso il frigorifero, lo aprì e prese un piatto ricolmo di panini e lo posò di fronte a Dean.

Sam ed io ti abbiamo aspettato per un po' ma i suoi occhi si stavano chiudendo dal sonno e allora gli ho detto di mangiare e poi andare a farsi un sonnelino. Perchè ci hai messo così tanto? Pensavo fosse una cosa da niente!”

Si, lo era“. Dean replicò, prendendo un panino al prosciutto e iniziando a mangiarlo. “Ma la vecchia ha cominciato una tiritera su come si educano i bambini e non mi lasciava fare il mio lavoro. Ti giuro che se non la smetteva le mie orecchie si sarebbero liquefatte come neve al sole!”

Tanto per cominciare, quella è la signorina Gladys per te”, esclamò Bobby, dietro di lui, sottolineando la frase con una sberla sulla nuca di Dean, il quale per la sorpresa e il dolore a momenti moriva soffocato per un boccone andatogli di traverso. “Poi non sei troppo cresciuto per fare un discorso serio con me nella legnaia, vero?”, aggiunse il vecchio cacciatore, sedendosi di fronte a un esterefatto Dean.

La scenata qua fuori di tuo fratello era a tuo uso e consumo, quindi la colpa è di tutti e due, perciò occhio alle parole perchè ci metto poco a trasformare una minaccia in qualcosa di reale come Sam si è reso conto prima!”

Ora dopo una proficua chiaccherata con tuo fratello che mi ha chiarito un paio di punti, mi spieghi il motivo per cui lo devi trattare come un reale bambino piccolo?”

Dean sorpreso per la sgridata e l'atteggiamento di Bobby più simile a quello di John Winchester che non a quello del solito amichevole 'zio Bobby', cercò di ricomporsi e di riacquistare un minimo di sicurezza e cominciò a spiegare: “Si, gli ho detto di darmi la mano nei luoghi pubblici e forse l'ho tenuto un paio di volte in braccio un paio di volte ma noi dobbiamo far finta che sia un bambino quando siamo fuori”

E che mi dici del fatto di vestirlo e fargli il bagno? Tu non lo fai in un luogo pubblico, no?”, Bobby chiese, alzandosi in piedi, andando verso la macchina del caffè, afferrando la caraffa di vetro e riempiendo la tazza del giovane.

Può scivolare e cadere nella vasca. E poi io non lo vesto. Gli allaccio e slaccio solo le scarpe perchè da solo non ci riesce!”, esclamò lui, imbronciato.

Se lui avesse realmente tre anni, sarei d'accordo con te. Lui, però, non ha quell'età. E' in grado di ragionare e comprendere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Lui non è più il fratello stolto di cui eri solito prenderti cura. Devi pensare che il suo cervello è diverso da quello del corpo. Comunque, mi rendo conto che questa situazione sia abbastanza incasinata e so di essere io il respponsabile ma dobbiamo cercare di trovare il modo di andare avanti finchè Castiel non deciderà altrimenti. Tu cercherai di trattarlo come un adulto e lui cercherà di non comportarsi come un ribelle e io cercherò di trattarvi tutte e due come due ragazzi bisognosi di un po' di educazione di attenzione. Ora finisci di mangiare...”.

Un rumore, però, attirò la loro attenzione!

 

 

 

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Capitolo 7
*** Settimo capitolo ***


Capitolo 7

 

Bobby e Dean corsero nel salotto e trovarono Sam che, sdraiato in terra tra il divano e il tavolino, si stava massaggiando la testa.

Raggiungendo Sam, Dean si inginocchiò e disse: Stai fermo, così ti do un'occhiata”

Poi controllò ogni centimetro della testa del fratello. “Mi vuoi dire perchè sei finito per terra?”

Mi sono girato nel sonno e sono finito giù”, Sam rispose aspettando pazientemente che Dean finisse il suo check-up completo. “Sto bene, Dean!”, aggiunse poi, sbuffando.

Sembra di si, Sammy. Niente sangue anche se hai un bel bernoccolo sulla testa”, esclamò Dean, tirando su Sam e facendolo sedere sul divano.

Non appena Sam sentì bruciare una certa parte, mugolò e poi si alzò in piedi di scatto.

Dean lo guardò spaventato. “Che succede, Sammy? Che ti fa male?”, chiese.

Niente, Dean. Davvero”, Sam cercò di rassicurare suo fratello. Poi vide l'occhiata tra Dean e Bobby e si rese conto che il fratello sapeva, così Sam guardando il pavimento e rosso per l'imbarazzo, confessò: “Sedersi non è proprio comfortevole in questo momento”

Oh, scusami, piccolo”, esclamò gentilmente Dean, tirandolo su. Poi vedendo Bobby uscire dalla stanza, aggiunse: “ Quando sono rientrato ho temuto che il vecchio Bobby fosse posseduto da papà. Mi ha sgridato, dato una sberla e minacciato di una visita alla legnaia. Santo cielo, non lo avevo mai visto così incavolato!”

Davvero? Oh, come mi dispiace, Dean!”, esclamò, ghignando, Sam.

La prossima volta che decidi di fare qualche sceneggiata, avvertimi così scappo alle Maldive!”, ribattè Dean, facendo il solletico al fratello.

Si rotolarono in terra per un po', facendo la lotta e ridendo come matti. Bobby li osservò un attimo. Era contento che si fosse ristabilita un po' di pace fra quei due. Frose ricalcare per un po' il ruolo appartenuto a John non avrebbe fatto così male ai due ragazzi e forse avrebbe un po' sollevato Dean dalla responsabilità di dover stare addietro a un adulto in un corpo infantile troppo piccolo per chiunque soprattutto per uno abituato a essere alto quasi due metri.

Va bene, va bene. Se voi due avete finito di fare gli sciocchi, ci sarebbero da fare due lavori, così vi passate il tempo”

Si, ok, Bobby, noi siamo pronti”, esclamò Sam, sorridendo, in piedi con un piede sul torace di Dean sdraiato in terra e ansante per la lotta.

Umh, ci vorrebbe la macchina fotografica. Sembri un cacciatore che ha preso un grosso orso”, ammiccò Bobby a Sam. Poi aggiunse: “Allora ci sarebbero da lavare i piatti e sbucciare le patate oppure raccogliere rami secchi e detriti e buttarli nello sminuzzatoio”

Vado fuori io”, Dean esclamò alzandosi in piedi. “Sam può lavare i piatti”

Dean, io non arrivo neanche dal lavandino”, Sam biascicò. Odiava fare quell'incombenza.

Allora stai in piedi sulla sedia”, suggerì, mentre si infilava la camicia e apriva la porta.

Hai sentito? Mi ha detto di stare in piedi sulla sedia, vero?, chiese stupito Sam.

Si, mi sembra proprio così, Sam! Forse sono riuscito a fargli cambiare idea”

Si, Bobby, direi proprio di si. Tu, quando minacci di fare una cosa, poi la fai e allora bisogna prenderne atto!”, dichiarò Sam, dirigendosi verso il lavandino.

 

Un paio di ore più tardi

 

Ehi, Bobby! Mi dai una lista di cose da fare così mi organizzò”, esclamò Sam, dopo aver lavato e asciugato tutti i piatti.

Bobby lo osservò un po', domandandosi cosa sarebbe riuscito a fare. Magari togliere un po' di polvere, riordinare e cercare la roba sporca per fare una lavatrice. Mentre sbucciava le patate, aspettò che Sam gli portasse carta e penna e poi gli stilò una lista.

Vediamo, togliere la polvere, ok, raccogliere libri sparsi, uhm, complesso, cercare roba sporca, ok. C'è altro, Bobby?”

No, per adesso, no. Per favore, tutti i libri che trovi per terra li metti nella stanza qui accanto dove ho fatto degli scaffali. Sono in ordine alfabetico per autore e per argomento. Se sono troppo in alto per te, mi avverti così ti aiuto. Non cadere e non farti male, ok?”

Lo sguardo interessato negli occhi di Sam per un lavoro che per un altra persona sarebbe stata oltremodo noiosa fu impagabile.

Filarono via due ore di silenzio assoluto in casa e con il suono della trituratrice fuori. Segno che in ragazzi lavoravano, non erano nei guai e Bobby non doveva né arrabbiarsi né fare da paciere. Forse, pensò, mentre finiva di riordinare in cucina dopo aver preparato il necessario per preparare la cena, non era stato poi male quella pensata.

Bobby, cosa sono queste?”, chiese, Sam, entrando all'improvviso in cucina.

Ah, sono foto. Dove le hai trovate?”

In uno degli scaffali della stanza qui accanto. E' Dean questo? Gli altri non li conosco!”

Bobby prese le foto in mano e sospirò. Forse non avrebbe dovuto trovarle. Lui era uno stupido sentimentale che le teneva sempre in giro e Sammy era troppo coinvolto emotivamente in quei giorni e forse scoprire dettagli sulla sua infanzia non avrebbe giovato alla causa.

Sono miei amici cacciatori. I primi tempi, quando eravate qui, e vostro padre era fuori, mi aiutavano a tenervi d'occhio mentre io facevo ricerche. Queste, invece, sono del sesto compleanno di Dean con Caleb e il Pastore Jim. Queste, invece”, esclamò Bobby sparpagliando le foto sul tavolo e prendendo in braccio Sam per fargliele vedere “sono quelle del tuo secondo compleanno!”

Belle, umh, perchè ci sono più foto di Dean?”, chiese assorto Sam.

Bè, era più grande. Tu eri ancora piccolo e oltre a dormire, succhiarti il dito e rompere tutto il tempo, non eri così fotogenico. Però, aspetta....dovrebbero esserci le foto di quando....hai iniziato a camminare....si, eccole!”, esclamò Bobby, trovando delle foto.

Erano quattro. Sam, barcollante che cercava di dirigersi verso Dean, il quale lo aspettava dall'altra parte della stanza con un grande sorriso sul viso e un'espressione di orgoglio che non era consono su un bimbo di cinque anni ma, piuttosto sul viso di un padre. John, però, aveva il naso incollato a un libro e non era minimamente interessato all'evento.

Sam non disse nulla. La sua espressione era indecifrabile. Poi, sospirò, prendendo altre foto. “Cavolo, sono veramente tante. Perchè non me l'hai mai fatte vedere, Bobby?”

Sam, di solito, quando venite qui, non abbiamo tanto tempo per fare conversazione o rivangare il passato. O vi devo tirare fuori dai guai o devo impedire che vi ammazziate con le vostre mani!”, replicò, Bobby, sogghignando.

Quanti anni ha Dean, qui?”

Vediamo, 12 forse 13 anni”

Perchè io non ci sono?, chiese Sam, perplesso.

Queste sono state prese dopo alcune cacce fatte con Caleb. Tu non ci sei perchè eri ancora piccolo per andare con loro”

E dove ero?”

Qui con me”

E papà?”

Anche”

Non mi ricordo”

Cosa è che non ricordi, Sam?”, esclamò Dean, entrando in cucina.

Lo sguardo di avvertimento di Bobby, le foto sparse sul tavolo della cucina e Sam imbronciato furono tutti segnali di un'imminente bufera.

Un tempismo perfetto, Dean”, mormorò Bobby, alzandosi in piedi e mettendo Sam tra le braccia del fratello.

Eh, dovevo andare in bagno!”, replicò lui, sorpreso.

Dean, però, tu quanti anni hai qui? 13 o 14, vero? A quell'epoca io già venivo con te e papà, no?, disse Sam, dubbioso.

Dean mise il fratello in piedi sulla sedia mentre guardava le foto e le metteva poi nella scatola trovata da Sam. Sorrise quando vide quelle di Sam piccolo e si rabbuiò con quelle prese con suo padre.

Non metterle via! Devo ancora vederle tutte!”, e sclamò Sam, posando una mano sul braccio di Dean. “E poi non hai ancora risposto alla mia domanda!”

Più tardi, Sam. Adesso ho da fare!”, replicò il giovane, cercando di togliere da mezzo un argomento che era potenzialmente pericoloso per il rapporto tra lui e il fratello. Dopo aver messo le foto nella scatola, si girò per uscire dalla cucina.

Sam, furioso, per il comportamento strano del fratello, si chiese il motivo di tale atteggiamento. Pensò che forse era imbarazzato come se quelle foto nascondessero delle verità ingombranti. Poi un ricordo attraversò la sua mente. Si rammentò di una giornata passata tra le auto rotte di Bobby, annoiato a morte, perchè papà doveva studiare i libri del suo amico e Dean andare a caccia con Caleb.

Eri tu che non volevi che io venissi con te e Caleb a caccia!”, gridò Sam, ad un tratto.

Dean si blocccò sulla porta della cucina. 'Merda!', pensò.

Adesso, ho capito! Non erano Caleb, neanche Joshua o Padre Jim. Quando andavi con loro, non mi volevi tra i piedi, perchè volevi tutta l'attenzione concentrata su di te!”, aggiunse Sam, sbattendo un piede sullasedia.

E cosa c'era di male? Se anche passavo una giornata tranquillo facendo quello che mi piaceva senza dover eseguire alla lettera ogni ordine di papà tra cui dover stare a dietro a quel rompiscatole di mio fratello! Non facevo torto a nessuno!”, sbottò Dean, tornando indietro. “Eri perennemente attaccato a me! Non potevo fare un passo senza che tu volessi sapere cosa facevo, dove andavo e chi vedevo! Sam, eri insopportabile! E, comunque, si, ero io che non ti volevo fra i piedi!”, gridò, poi, sbattendo la scatola sul tavolo della cucina.

Avresti potuto dirmelo!”, replicò Sam, con una punta di delusione nella voce.

Oh, si, avrei potuto dirtelo così lo andavi a dire subito a papà, come quella volta che ti ho lasciato un paio d'ore da solo e tu hai pensato bene di incendiare la camera. Per colpa tua non mi sono seduto per una settimana e ho dovuto pulire tutte le armi del bagagliaio per tutta la notte”

Non l'ho fatto apposta, Dean. Era il bollitore che era scassato e ha fatto corto circuito!”, esclamò Sam.

Si certo ma invece di dire che c'ero anche io, gli hai candidamente confessato che io non c'ero perchè eri arrabbiato che ti avessi lasciato da solo!”

Tu ti schieravi sempre con lui quando io cercavo di avere una vita normale e volevo stare di più in un posto oppure andare agli allenamenti di calcio invece che fare stupidi addestramenti nei boschi!”

Quegli stupidi addestramenti ti hanno salvato la vita milioni di volte, Sam!”, esplose Dean, dando una manata sul tavolo.

Io volevo una vita diversa!”, ribattè Sam. Poi con un gesto di stizza prese la scatola delle foto e lanciò in terra.

“Eri un buono a nulla e non sei cambiato molto!”, affermò Dean, mollando una sberla a Sam.

“Ora basta!”, urlò Bobby, rendendosi conto che la situazione stava degenerando. “Dean, porca miseria, ti avevo detto di non colpire in testa tuo fratello? Vai a finire di fare il lavoro che ti ho detto di fare prima!”, esclamò poi, mettendo in terra Sam e indicando l'uscita a Dean. “Queste le prendo io!”, aggiunse poi il vecchio cacciatore pensando a un luogo sicuro dove nascondere quelle foto malefiche.

“Devo andare in bagno!”, esclamò Dean, guardando torvo suo fratello e Bobby.

“Allora vai e non ti perdere!”, replicò Bobby, “Quel lavoro deve essere fatto entro l'ora di cena. Quindi vedi di sbrigarti!”, aggiunse poi, calcando la voce, sentendo la porta del bagno sbattere forte.

 

Ora di cena

 

Alle sette, dopo aver messo tavola con l'aiuto di Sam, e aver spento sotto la pentola contenente un meraviglioso stufato, Bobby si affacciò dalla porta e chiamò Dean, ancora occupato a fare pulizia nell'officina.

Sam sembrava sereno. Aveva ciarlato tutto il tempo sui libri che aveva trovato e su quello che avrebbe fatto il giorno dopo se Castiel non si fosse palesato per aggiustare la questione.

Quando Dean entrò in cucina, Bobby si accorse del suo nervosismo. E un Dean nervoso voleva dire guai. Si domandò il cacciatore se avesse avuto la pazienza di sopportare un'altra litigata fra quei due. No, non avrebbe di certo retto. Forse mettere le cose in chiaro subito, avrebbe evitato battibecchi futuri.

“Problemi, Dean?”, chiese, cauto Bobby.

“No”, rispose lui, togliendosi i guanti da lavoro.

“Vai a darti una sciacquata, allora. Ti aspettiamo”, replicò Bobby, versando dell'acqua a Sam e tirando fuori due birre dal frigo.

“Mi lavo dopo. Ho fame”, replicò il giovane sedendosi a tavola.

“Dean, puzzi come una carogna infetta! Io non mangio con questo odore nauseabondo. Vai a lavarti!”, replicò Bobby, con tono conciliante. Poi vedendo che il ragazzo non si muoveva, esclamò: “Dean, non farmelo ripetere!”

“E che rompimento di coglioni che sei diventato, vecchio balordo!”, urlò Dean. “Non rompere e dammi da mangiare!”, aggiunse poi, dando un calcio alla gamba del tavolo.

“Oh, ragazzo, modera il linguaggio! E' l'ultima volta che te lo ripeto, vai a lavarti!”, esclamò Bobby, con uno sguardo omicida negli occhi. La situazione gli stava sfuggendo di mano.

Dean si rese conto che forse era andato un po' troppo in là ma era troppo furioso per rendersi conto che se avesse aperto ancora la bocca a sproposito, sarebbe finita male.

“E che cazzo!?! Chi sei tu per darmi degli ordini? Figlio di puttana!”, gridò Dean alzandosi in piedi di scatto facendo cadere la sedia e uscendo di corsa dalla cucina.

“Ragazzo, non tollero questo comportamento in casa mia!”, gli gridò dietro Bobby, furente.

Dieci minuti dopo un Dean in maglietta bianca e profumato di bagnoschiuma baby, entrò in cucina. Il suo sorriso imbarazzato era eloquente ma Bobby non si fece incantare. Il suo comportamento era stato intollerante e non lo avrebbe perdonato facilmente.

“Le tue scuse sono il minimo ma non te la cavi così facilmente. Voglio rispetto in questa casa. Vi do da mangiare, un tetto sulla testa e tutto l'aiuto e la protezione di cui sono capace ma c'è un limite a tutto. Una scenata del genere con tuo padre sarebbe finita male per te. Lui lo posso ancora sculacciare, i tuoi trentanni non mi impediscono di usare la mia cintura ma mi accontenterò di mandarti a letto a dormire senza cena. Così, forse, la prossima volta ti ricorderai chi è, qui, il figlio di puttana!”, disse ad alta voce Bobby con un'espressione tirata e delusa.

Dean, pietrificato, sulla porta, inghiottì a vuoto. Forse l'anima di suo padre si era veramente impossessata di Bobby e se era così, lui era spacciato. Scambiò un'occhiata con suo fratello. Anche lui era sbigottito. Decise di accettare senza fiatare la decisione di Bobby. La sua espressione non lasciava dubbi. Se avesse deciso di controbattere, avrebbe passato la notte sveglio a chiedersi come aveva fatto un imbecille come lui a farsi picchiare in quel modo a 30 anni.

“Mi dispiace, Bobby. Non so cosa mi è preso. Hai ragione, sono stato uno stupido e accetto la tua decisione”, esclamò contrito, girandosi per tornare al piano di sopra.

“Dean!”, lo richiamò Bobby.

Sollevato il giovane, nella speranza di essere perdonato e poter sedersi a tavola e cenare, tornò indietro di corsa.

“Alle nove prepara il bagno a Sam e poi vienilo a chiamare!”, disse Bobby, mentre si sedeva a tavola, dopo aver riposto il piatto di Dean nella credenza.

Dean annuì e, scoraggiato, se ne tornò nella sua camera con lo stomaco che gorgogliava per la fame. Si sedette sul letto, pensieroso. Sfuriate da Bobby ne aveva ricevute molte: da bambino, qualche volta era finito anche nella legnaia. Si ricordò della sgridata dopo aver fatto il patto per far ritornare Sam in vita oppure le innumerevoli volte che si era messo in mezzo per separare lui e Sam che litigavano. Era nitido nella sua mente la lite tra suo padre e Bobby: il fucile caricato a sale puntato sul torace di quel testardo di John Winchester che voleva andare a caccia nonostante i suoi figli stessero male e Bobby che voleva tenerli con sé! Lo sguardo omicida sul volto del vecchio cacciatore era simile a quello di Sam quando gli aveva sparato nel manicomio Roosvelt e il fatto che Dean si fosse messo tra i due litiganti aveva impedito a Bobby di fare fuoco.

Per evitare di addormentarsi, attaccò le cuffie al suo cellulare e cercò nella radio una stazione di musica hard rock e quando riuscì a trovarne una che trasmetteva “I quattro cavalieri dell'Apocalisse” dei Metallica si rilassò. Il flusso dei suoi pensieri lo riportò al presente e alla situazione con Sam bambino. Stare con lui così piccolo gli piaceva, gli dava un potere nei suoi confronti immenso. Tutte le bugie e i segreti tenuti nascosti negli ultimi tempi erano svaniti, addirittura non vedeva l'ora di vedere la faccia di Ruby, quando si sarebbe accorta che non poteva portarsi a letto un bimbo di tre anni. Un ghigno di soddisfazione gli si allargò sul volto. Non era invidioso o geloso. Solo non capiva. Certo le era riconoscente. Aveva salvato la vita a Sam quando lui non c'era, aveva evitato che si perdesse senza di lui ma era convinto che lei lo stesse manipolando. I demoni mentono, lo sanno tutti e Ruby non faceva eccezione. Guardò l'orologio. Un quarto alle nove. Si alzò e andò in bagno. Riempì la vasca di acqua calda, dispose il piagiama e tutte le altre cose di cui Sam avrebbe avuto bisogno vicino alla vasca e uscì dalla camera. A metà delle scale disse: “Sam, è pronto il bagno!”, Poi si girò e tornò su.

Un paio di minuti dopo entrò in camera suo fratello. La sua espressione era tranquilla e serena. Erano anni che non lo vedeva così', come se realmente avesse trovato quello che cercava da lungo tempo: una vita normale!

“Bobby vuole che tu vada giù a parlare con lui mentre io faccio il bagno”

“Ok. Come è il suo umore?”, chiese Dean, alzandosi dal letto.

“Calmo e abbastanza sonnacchioso, a quanto mi è parso. Ma io non stuzzicherei il serpente, Dean!”

“Non ci penso nemmeno. Lo lascio nella teca di vetro e gli parlerò gentilemente. Grazie per l'avvertimento. Se hai bisogno di me, fammi un grido, ok?”, esclamò il maggiore, sorridendo.

“Ok. Grazie, Dean”, replicò il minore sollevato.

 

In cucina

 

“Bobby! Sam mi ha detto che vuoi parlarmi!!”, esclamò Dean entrando in sala.

Del vecchio cacciatore nessuna traccia, passò in cucina e vide sul tavolo un piatto ricolmo di stufato fumante, una birra, una fetta di pane abbrustolito e un biglietto.

'Dean, sono fuori a farmi una passeggiata. Mangia tranquillo, mentre tuo fratello fa il bagno. Ci vediamo domani mattina. Buona notte, Bobby'

Un moto di affetto verso quel vecchio burbero crebbe nell'animo di Dean. Assaporando quella pietanza paradisiaca, si ricordò del giorno in cui era tornato alla vita dopo l'Inferno e all'immenso piacere che aveva provato quando quell'orso barbuto lo aveva abbracciato dopo essersi reso conto che era lui e non un impostore. Aveva amato suo padre e tutt'ora gli voleva bene ma avrebbe voluto che il vero padre fosse Bobby e non John.

Dopo aver lavato il paitto e riordinato, tornò in camera, trovando Sam addormentato a letto.

 

 

 

 

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Capitolo 8
*** Ottavo capitolo ***


Capitolo 8

 

Dean entrò in cucina e andò dalla caffettiera elettrica sulla credenza. Prese una tazza e la riempì di caffè fumante. In quel momento entrò Bobby: “ Buon giorno, Dean”, esclamò.

Girato con la schiena verso la porta, il giovane sobbalzò al suono della voce dell'uomo più vecchio.

“Buon giorno, Bobby!”, esclamò, girandosi e cercando, imbarazzato, di nascondere il fatto che si era versato del caffè sulla maglietta, poi si sedette.

“Nottata difficile?”, chiese Bobby, mettendo un piatto ricolmo di frittelle e salsicce davanti al giovane.

“Si. Sam si è svegliato due volte gridando il mio nome”, Dean mormorò mentre girava il cucchiaino nella tazza. “La prima volta sono rimasto a letto e abbiamo un po' parlato, come facciamo sempre. La seconda è stata peggio, perchè praticamente mi è balzato addosso. Ho dovuto tenerlo stretto e cullarlo per più di un'ora prima che Sam si calmasse abbastanza per tornare a dormire”

“Dannazione”, esclamò Bobby, versandosi una tazza di caffè e sedendosi vicino al giovane. “Posso stare a dietro a lui oggi, se tu hai bisogno di dormire un po'!”, aggiunse, poi.

“No, grazie, Bobby. Sto bene e poi devo finire il lavoro fuori”, esclamò Dean, prima di riempirsi la bocca di salsicce.

“No, stamattina ho bisogno che tu e Sam andiate in città a fare spese. Ora ti faccio la lista così quando avete finito di fare colazione, potete partire”, esclamò Bobby.

“Senti, per ieri sera, io...”, cominciò a dire Dean, con voce contrita.

“Dean, ieri sera, eravamo tutti stanchi e nervosi. So che pensi che io sia un vecchio barboso e rompiscatole ma sono sicuro che tu non mi ritenga un bastardo, per cui ci mettiamo una pietra sopra e amici come prima. Ok?”, ribattè Bobby, calmo.

“Va bene, grazie Bobby. So che ti diamo sempre un sacco di problemi, che ti facciamo arrabbiare ma ti vogliamo un gran bene, lo sai?”, disse Dean, serio e con la voce un po' incrinata per la commozione,

“Dean, voi siete capitati qui venticinque anni fa quando la mia vita era ormai piatta e insignificante, quando ormai avevo quasi accettato la morte di mia moglie e il fatto che non avrei mai avuto dei figli. Voi due avete acceso la mia voglia di vivere e riempito questa casa di suoni allegri e spensierati. Famiglia non vuol dire sangue. Quando vostro padre è morto, voi due siete diventati miei figli a tutti gli effetti! Con tutti gli annessi e connessi....”, biascicò, Bobby, cercando di non far vedere al giovane quanto era emozionato.

“Uh...ehm...ma....io....”, cercò di dire qualcosa di sensato Dean.

“Si, lo so, lascia perdere, Dean. Tu e i sentimentalismi non andate d'accordo. Anche se non siete abituati a esternare, l'affetto che nutrite per me si vede benissimo. E ciò mi basta. Anche se, a volte, ho proprio la voglia matta di farvi visitare ancora un po' la mia legnaia!”, disse, a voce alta, Bobby, dando una leggera manata sul braccio di Dean.

“Legnaia? Oddio, Dean! Allora sei riuscito proprio a farlo arrabbiare, zio Bobby!”, esclamò Sam, entrando in cucina.

“No, non ancora. Ma uomo avvisato e mezzo salvato. Buon giorno, Sam!”, ribattè Bobby, prendendo in braccio il più giovane dei Winchester, il quale non protestò per il trattamento infantile.

“Buon giorno, zio Bobby!”, rispose, lui, sornione.

“Pensi che chiamandomi così eviteresti di essere sculacciato?”

“No, perchè so che se ti arrabbi non c'è posto sicuro al mondo dove nascondersi”, replicò Sam, sorridendo.

La colazione si svolse tranquilla tra momenti di battute, risate e burberi rimproveri. Nell'attesa che i due Winchester riordinassero, Bobby scrisse una lista delle cose da comprare e disse ai due ragazzi di stare fuori tutto il giorno, perchè lui non avrebbe retto a un' altra giornata come quella appena passata.

Mentre Sam si vestiva con lentezza esasperante e dopo aver ingaggiato l'ennesima lite con Dean che voleva obbligare il fratello a indossare almeno i pull-ups. Dean controllò in internet se nelle vicinanze ci fosse un parco giochi o un luogo dove passare la giornata in modo spensierato.

“Non starai controllando se c'è del lavoro qui intorno, vero?, chiese Sam, allarmato.

“No, Sam. Come potrei andare a caccia di fantasmi con un nanerottolo vicino a me?”

“Papà lo faceva!”

“Si, certo, perchè c'ero io che ti stavo a dietro”, rispose Dean, stizzito, continuando a cercare.

“Ero davvero un buono a nulla, quando ero piccolo?”, chiese Sam, mentre cercava di abbottonarsi i jeans.

“Sam, non voglio parlare di queste cose. Mi dispiace di averlo detto ieri, ero stanco e nervoso. Scusami. Ora, ti muovi?”, esclamò, irritato, Dean chiudendo di scatto il portatile. Poi afferrò la borsa con tutto l'occorrente per Sam, aprì la porta ed esclamò: “Le scarpe portale giù, così te le metto in cucina”

Al piano di sotto, Bobby si accorse del tono esasperato di Dean. Si chiese se non fosse stato meglio lasciare Dean a casa e andare lui in città con Sam.

“Dean, senti, non voglio farti arrabbiare, voglio solo fare il meglio per voi due. Ti do un consiglio, tu stai qui, dai un'occhiata all'officina, stai dietro ai miei clienti, io vado in citttà con Sam, ok? Un po' di tempo per rilassarsi per te e per me per farmi tornare un po' giovane. Pensaci e poi mi dici cosa vuoi fare”, eclamò Bobby, preoccupato per la faccia tirata di Dean nel scendere la scala.

“Non sarò mai un buon padre!”, esclamò Dean, sedendosi di peso su una sedia della cucina.

“Ah, ah, credo che Sam non sia d'accordo. Tu l'hai allevato e cresciuto, non tuo padre, ricordatelo. Solo che non sei nell'umore adatto per farlo oggi!”

“Allora tutti i tuoi progetti sono stati inutili! Mi hai dato un fratello minore da accudire ma io non ho la pazienza di farlo”

“Ultimamente per stare a dietro a Sam ci vorrebbe una pazienza infinita. So che dovreste stare assieme per ricostruire un rapporto che si è sgretolato ma, mi rendo conto, che siete due elefanti in una cristalliera!”

“Hai ragione. Sono stanco. Combinerei sicuramente qualche casino. Vorresti accollarti per oggi questo problema?”, chiese Dean, sollevato.

“Si, certo. Non ti preoccupare”, rispose dando un buffetto affettuoso sulle spalle di Dean.

“Io sono pronto, Dean. Devi allacciarmi le scarpe e poi possiamo andare”, eslcamò, all'improvviso Sam, comparendo in cucina.

“Piccolo, senti, vai in città con Bobby. Deve vedere un suo amico e prendere dei pezzi che solo lui sa come come sono fatti. Io rimango qua a sorvegliare il forte, va bene”, disse Dean, lentamente.

“Va bene, Dean. Non c'è problema. E poi così ti riposi un po'. Stanotte non ti ho fatto dormire molto. Mi dispiace”, esclamò Sam, avvicinandosi al fratello.

“Non devi diapiacerti, Sam, E' tutto a a posto. E poi anche io quando facevo i miei brutti sogni non ti facevo dormire”, ribattè Dean, facendo una carezza sul viso del fratello.

“Allora, Sam, ti va di venire in città con me, come ai vecchi tempi?”, chiese Bobby, entrando in cucina.

“Si, assolutamente, si”, rispose Sam allegro. “Tu andavi alle tue stupide cacce con gli amici di papà, mentre zio Bobby ed io andavamo a zonzo ed era uno spasso!”, esclamò Sam dando un calcio a Dean.

Un grugnito minaccioso provenne dal fratello maggiore che esclamò: “Stupido!”

“Imbecille!”, ribattè, prontamente, il minore.

Lo scambio di battute era stato di bassa intensità e Bobby decise che non era pericoloso ma forse era meglio svicolare.

“Dean, mi raccomando i miei clienti, Molti sono anziani e rompono un po' le scatole ma pagano bene e non vorrei perderli”, esclamò con un ghigno. “C'è una lavatrice pronta da fare con la mia e la tua roba sporca e poi mettine su una con quella di tuo fratello. Stendila tu, poi la togliamo Sam ed io. Saremo qui per le sei. Scongela qualcosa dal freezer”, esclamò Bobby, prendendo la borsa di Sam e guardando il suo contenuto. Poi guardando Sam e ammiccando, aggiunse: “Se Sam, farà il bravo, al ritorno comprerò una torta alla panna da Milford che so che vi piace tanto”

“Va bene, Bobby, stai tranquillo, Io con i vecchi ci so fare. Fammi uno squillo quando siete sulla strada del ritorno, così preparo qualcosa”, esclamò Dean, alzandosi in piedi. Alla parola 'vecchi' aveva strizzato l'occchio a Sam e Bobby aveva finto di dargli un pugno.

“Prendi l'Impala. Ha il seggiolino dietro per Sam”, aggiunse Dean, passando le chiavi all'amico.

“Ok, Dean, grazie. Ci vediamo stasera”, esclamò Bobby uscendo dalla cucina, seguito da un trillante Sam.

Quando Dean sentì il rumore dell'Impala che si allontanava, si rilassò. Un'intera giornata da casalingo. Una meraviglia. Si diresse all'officina, accese le luci dell'ufficio di Bobby, si sedette alla sua scrivania, tirò su le gambe e le appoggiò sul piano. Si infilò gli auricolari collegati al suo telefono, cercò la stazione ascoltata la sera prima e dopo averla trovata, si addormentò beatamente ascoltando 'Highway to Hell' degli AC/DC.

Un sogno a metà tra l'incubo e la beatitudine fu interrotto bruscamente dalla vibrazione del cellulare posto nella tasca dei jeans. Rispose con voce mezza assonnata, non facendo caso al nome dell'interlocutore apparso sul dispaly, così quando riconobbe la voce, per poco non finì in terra per lo spavento e la sorpresa.

“Bobby, santo cielo, è successo qualcosa? State bene? Sam è lì con te?”, chiese, sgomento.

“Qui è tutto a posto Dean ma a quanto pare non sembra andare molto bene lì da te. Intanto dove sei?”, chiese il vecchio cacciatore con un tono a metà tra il preoccupato e l'inquisitorio.

Dean, sorpreso per la domanda e anche per il tono vagamente accusatorio, si sentì percorrere da un brivido gelato lungo la schiena. Cosa aveva fatto di sbagliato questa volta?

“Sono nella tua officina, Bobby. Dove dovrei essere?”, rispose, tentando di giustificarsi per qualcosa che non sapeva bene di aver combinato.

“Stai bene? Ti sei fatto male o peggio qualcuno ti ha fatto del male?”, chiese Bobby, allarmato.

“Ma no, sono qui, seduto sulla tua sedia dove sto aspettando che arrivino i tuoi clienti”, rispose Dean, sorvolando sul fatto che si era addormentato.

“Ho appena ricevuto la telefonata di due miei cleinti le quali dicono che il cancello dell'officina è chiuso e che, anche dopo aver suonato il clacson, nessuno è venuto fuori nonostante le luci dell'officina siano accese. Cosa hai combinato?”

Gulp! Aveva dimenticato di aprire il cancello e con gli auricolari non aveva sentito i clacson.

“Ehm, uhm, uh, mi sono addormentato, Bobby, sulla tua sedia!”, ammise il giovane.

“Ah, bè, poco male, ma nel farlo, sei diventato anche sordo?!”, replicò quello più anziano, alzando la voce.

“No, avevo gli auricolari nelle orecchie!”, confessò, Dean imbarazzato.

“Bene, vedi di toglierti quegli affari e vai ad aprire il cancello. La tecnologia! Inutile spreco del cervello. Dean non voglio ricevere altre telefonate e dovermi preoccupare per niente. Il mio cuore non me lo permetterebbe e poi dovrei ucciderti. Hai capito?”

“Si, si, ho capito, zio Bobby, vado subito. Stai tranquillo”, esclamò, Dean, saltato subito in piedi, allarmato dal tono poco conciliante del cacciatore.

 

In città

 

“Carini quando mi chiamate zio Bobby. Proprio carini!”, esclamò il cacciatore, mettendo via il suo cellulare, vecchio di oltre dieci anni e abilitato solo per fare o ricevere telefonate.

“Sta bene, vero, mio fratello?”, chiese Sam mentre coccolava un fantastico gelato al cioccolato dentro a una coppa grande quanto una fontana, seduto su una panchina del parco della città.

“Si, per adesso sta bene. Si è addormentato con quelle malefiche cuffie che usate voi giovani sparandosi nelle orecchie quei tizi che urlano come dannati. Ti credo che non ha sentito i clacson. Quando avrà la mia età sarà sordo, sempre se non lo avrò ammazzato prima!”, rispose Bobby, con un tono tra l'affettuoso e l'adirato.

“Allora Sam, sei sempre arrabbiato con Castiel e con me per averti fatto diventare di nuovo bambino?” chiese, poi, Bobby, pulendo il mento del bimbo seduto accanto a lui.

“Adesso no, tranne, però, quando tu e Dean mi sculacciate!”, rispose Sam, parlando in falsetto come se realmente fosse um bimbo di tre anni

Bobby sospirò. Se li avesse allevati lui e non quel testardo di John sarebbero due ragazzi felici. Entrambi sposati con figli e magari con professioni renumerative e soddisfacenti. Doveva, però, stare attento, a quello che desiderava in quel momento, perchè c'era sempre in agguato quel malefico angelo.

“Lo sai che, però, è colpa tua se sei in questo guaio, vero?”, chiese Bobby, rovistando nella borsa stile Mary Poppins, per cercare le salviette umidificate.

“Colpa mia, zio Bobby?”, chiese Sam, cercando di non farsi colare tutto il cioccolato addosso alla maglia già sporca.

“Certo. Il modo in cui esorcizzi i demoni, il tempo che passi con Ruby, le bugie e i segreti non raccontati a tuo fratello. Non posso fare una colpa a tuo fratello se è sempre arrabbiato con te. Non hai pensato che avrebbe voluto sapere cosa avevi fatto in quei quattro mesi senza di lui?”

“Non avrebbe capito e poi quella roba lo spaventa a morte e si sarebbe incazzato comunque!”, esclamò Sam, mentre Bobby cercava di pulirlo.

“Sam, è tuo fratello maggiore. Ti ha cresciuto lui, ti ha sempre difeso e protetto. E' andato all'inferno per te”, ribattè Bobby con una commozione crescente. “forse glielo dovevi. E per la cronaca, ti vuole un gran bene e sei fortunato perchè un altro non si sarebbe limitato a darti due pugni in faccia!”, aggiunse Bobby, afferrando Sam per le spalle e scrollandolo un po'.

“Lo so!”, replicò Sam, con il viso rigato dalle lacrime.

Si alzarono poi dalla panchina e iniziarono a passeggiare lungo un sentiero. Sembravano un nonno con il suo nipotino. Il ritratto della felicità. Così non era. Bobby, perso nel ricordo dei suoi contatti con John e di quei due ragazzi che erano stati con lui, avevano riempito di grida erisate la sua casa altrimenti sempre vuota.

Sam fu assalito improvvisamente dalla colpa e dalla tristezza per aver mentito al fratello e anche per continuare a tenere nascosta una cosa che avrebbe potuto recidere completamente i rapporti con Dean e anche con Bobby. Forse quell'atto di Castiel non era poi così da deprecare e come punizione non era affatto male.

“Hai ragione, Bobby, è colpa mia e questo è il castigo adatto. Ho tre anni e non posso far male e nessuno tanto meno a te o a Dean!”, esclamò Sam, fermandosi, all'improvviso, nel sentiero.

“Sammy, però, non sei d'aiuto a nessuno. Sei un cacciatore. Quante persone hai salvato fino adesso? E poi devi essere sincero con Dean e lui ti aiuterà e difenderà sempre. Certo è testardo come tuo padre e rompiscatole come nessun altro ma ti vuole bene e sarà sempre al tuo fianco”, disse Bobby, stringendo una mano sulla spalla del piccolo.

“Non è facile. A volte ho paura delle sue reazioni e poi c'è sempre quella frase che papà ha detto a Dean prima di morire! Temo che prima o poi accadrà!”, esclamò Sam con la voce incrinata.

“Di cosa stai parlando, Sam? Quale frase?”, chiese Bobby, sorpreso, inginocchiandosi davanti al più giovane dei Winchester.

“Oh, pensavo che Dean te lo avesse detto. Forse era meglio che stavo zitto!”, rispose Sam, improvvisamente spaventato. “ti prego non dire niente a Dean. Si arrabbierà tantissimo”

“No, Sam, adesso tu mi dici cosa ha detto John a tuo fratello prima di morire!”

Sam terrorizzato per la possibile reazione del fratello, cominciò a piangere disperato.

“Sam, perchè hai così paura di tuo fratello? A parte qualche pugno qui e là non mi risulta che ti abbia mai fatto del male!”, chiese, Bobby, sorpreso.

“A parte la faccenda della sirena? Bobby, se non intervenivi tu, mi avrebbe ucciso!”, esclamò tra i singhiozzi, Sam.

“Appunto la sirena non conta. Non cambiare discorso Sam. Allora cosa ha detto tuo padre di così sconvolgente!”

“Gli ha detto che doveva starmi a dietro, che doveva salvarmi e se non ci fosse riuscito, allora, doveva uccidermi!”

Bobby si rialzò in piedi. Le sue ginocchia schricchiolarono dolorosamente. Stava invecchiando e quei due ragazzi lo stavano portando alla perdizione.

“E' per questo che non gli ho detto niente dei miei poteri e gli ho mentito quando me l'ha chiesto. Avevo paura della sua reazione. Dovevi vederlo in quella camera del motel la mattina dopo avermi beccato a esorcizzare i demoni con la mente. Era matto!”, aggiunse Sam, tra le lacrime.

“Certo era arrabbiato perchè gli avevi mentito!”, disse Bobby, sedendosi su un'altra panchina.

“No, non era solo arrabbiato per quello!”

“E allora per cosa altro?”

“Perchè, secondo lui, sto per schierarmi con i demoni. Sto per passare al lato socuro e lui mi deve fermare. Se non lo fa lui, lo faranno gli angeli!”

“Bene, allora è un motivo in più per farti scegliere di stare con tuo fratello”, esclamò Bobby, confuso dalla reazione di Sam.

Dean aveva un brutto carattere e quando si incazzava e il motivo della sua arrabbiatura eri tu, era meglio svanire all'istante ma non avrebbe mai fatto del male a suo fratello. Mai. O almeno era quello che aveva creduto fino a quel momento.

“Gli angeli sono convinti che lui possa fermare Lucifero o la sua liberazione ma lui non è più il Dean di prima. E' debole e a causa dei suoi incubi e dei suoi ricordi dell'Inferno è riluttante a cacciare e non riesce a capire che Ruby può solo aiutarci”

“Tu ti fidi di lei?”

“Lo so è un demone! I demoni mentono e ti fanno il lavaggio del cervello ma lei mi ha salvato la vita e lo ha fatto anche con Dean. Se non ci fosse stata lei in quei quattro mesi senza mio fratello, io non sarei qui”

Vedendo Sam così sconvolto, Bobby lo prese in braccio e cercò di consolarlo, cullandolo. Lui non si ribellò, anzi si calmò un po'.

“Hai intenzione di passare dalla loro parte, Sam?”, chiese Bobby, dopo che il piccolo si era calmato.

“Devo uccidere Lilith e per farlo devo essere forte e libero di usare i miei poteri e ho bisogno dell'aiuto di Ruby. Tutte cose, oviamente, che né gli angeli né Dean vogliono che io faccia!”, esclamò Sam.

“Non hai risposto alla mia domanda?”

“Non posso risponderti perchè non so cosa accadrà quando avrò ucciso Lilith e fermato l'Apocalisse!”, rispose Sam.

“Non capisco, Sam. Se questo atto ti porterà al alto oscuro, fermati. E' semplice. Fallo fare a Dean. Non è quello che dicono gli angeli?”

“Lui è troppo debole per farlo e lei è troppo potente. Il coltello non serve a niente. Solo io la posso uccidere e solo con l'aiuto di Ruby posso farlo!”

“E cosa ti dà Ruby che Dean non ti può dare?”

Sam, incapace di rispondere, nascose la testa tra le braccia di Bobby. Non poteva dirlo. Avrebbe perso gli unici due pilastri della sua infelice vita e avrebbe corso il serio pericolo di rimanere piccolo a vita.

“Sam, rispondi. Cosa ha in più Ruby di Dean?”, chiese il vecchio cacciatore. “Sam!”, gridò Bobby e scrollandolo per le spalle.

Sam, divincolandosi dalla stretta di Bobby, scese a terra e si mise a correre.

Bobby, dapprima cercò di richiamarlo poi cercò di raggiungerlo correndo ma l'età gli impedì di stare a dietro a quel piccolo fulmine. Nella speranza che fosse andato dalla macchina, si diresse verso il parcheggio.

Arrivato dall'Impala abbastanza tranquillo, si agitò subito non vedendo Sam da nessuna parte. Fece il giro della Chevy e si rasserenò quando vide il piccolo seduto in terra appoggiato contro la ruota anteriore dell'auto.

“Se vuoi sculacciarmi, fai pure!”, esclamò Sam, guardando su verso l'espressione a metà tra il furioso e il sollevato di Bobby.

“Te le meriteresti tutte, mascalzone!”, rispose Bobby, sedendosi accanto a lui e prendendolo in braccio.

“Ti sei innamorato di lei, vero?”, poi chiese, stringendo il piccolo a sé.

“Non lo so, forse. So che quello non è il suo corpo ma lei mi capisce, sa quello che ho passato e io le sono riconoscente. Magari più di questo!”

“Sei andato a letto con lei?”

“Bobby, ti rendi conto che se qualcuno ci sente, ti prendono per un pedofilo?”, esclamò, Sam, ridendo.

“Non cambiare discorso, Sam”, esclamò Bobby dando una manata sul fondoschiena del piccolo.

“Ahi, zio Bobby. Stavo scherzando!”, esclamò, sorpreso, Sam.

“Rispondi! Sei andato a letto con lei?”

“Si e credo di essermi innamorato di lei”

“Quindi il tuo giudizio su di lei potrebbe essere annacquato?”

“No, sono sicuro”

“Voglio la verità, Sam. Rimarrà fra noi due, te lo prometto. Come fa Ruby a farti diventare più forte per uccidere Lilith?”

Sam guardò il vecchio cacciatore fisso negli occhi. Avrebbe potuto dirglielo. Sapeva che lo avrebbe dissuaso in tutti i modi e lo avrebbe minacciato di raccontare tutto al fratello. Era stufo di mantenere il segreto ma sapeva anche che quello che faceva era sbagliato. Era, però, l'unico modo per fermare Lilith.

“E' come un allenatore. Mi allena costantemente. Solo così divento più forte!”, mentì Sam.

 

 

 

 

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Capitolo 9
*** Nono capitolo ***


Nono capitolo

 

Casa di Bobby

 

Dopo essere stato a dietro a due vecchie e ai loro scassatissimi veicoli, Dean si rilassò un po' sulla sedia nell'ufficio di Bobby. Per registrare il pagamento delle due riparazioni, dovette frugare nei cassetti della scrivania per cercare il registro. C'era una confusione incredibile: fogli, quaderni, libretti sparsi ovunque. Probabilmente se glielo avesse chiesto, Bobby gli avrebbe detto che quello era il suo caos e lui riusciva a trovare tutto.

Il registratore era un librone enorme, con la copertina tutta unta e rabberciata in più punti con il nastro adesivo. Annotò le due entrate e poi lo sfogliò. Ad un tratto si fermò: una data e una riparazione a una macchina attirarono la sua attenzione. 1984 – Chevy 1967 Impala.

Era alla fine di aprile. Scorse tutta la pagina. Alla fine di questa una calligrafia inconfondibile gli fece venire un nodo alla gola; due registrazioni fatte da suo padre. La data era il 15 maggio. Erano stati lì per 20 giorni. Il primo compleanno di Sam lo avevano trascorso lì con Bobby. Ne fu lieto, almeno aveva avuto una parvenza di casa.

Si c'è stata una piccola festicciola e tuo padre era contento”, esclamò d'improvviso una voce dietro le spalle di Dean.

Il giovane fece un balzò sulla sedia e il librone cadde a terra, scollandosi del tutto. Bobby lo avrebbe ucciso...

Cass, maledizione, guarda cosa hai combinato! Se non lo rimetto a posto, questa volta nella legnaia ci finisco veramente”, esclamò Dean, alzandosi in piedi e raccogliendo il registro in pezzi.

E io mi divertirei un sacco a vederti prendere una manica di legnate dal vecchio Bobby. In fondo con tutti i guai che mi fai passare ultimamente, te le meriteresti anche”, esclamò Cass, avvicinandosi a Dean.

Poi, dopo aver raccolto la copertina e messa insieme alle pagine, toccò il tutto con due dita e rese il quadernone nuovamente un blocco unico.

Grazie, Cass!”, eclamò sollevato Dean, il quale già immaginava la scena descritta dall'angelo.

Prego”, rispose quello, aggirandosi per l'ufficio.

Allora, quando ti decidi a riportarmi indietro mio fratello alla sua altezza solita?”, chiese Dean, sedendosi sulla sedia.

Lo vorresti davvero? Vorresti di nuovo avere tra i piedi quel rompiscatole che ti stava comandando a bacchetta? Vorresti di nuovo confrontarti con i suoi segreti e le sue bugie?”, chiese Cass, guardando il giovane negli occhi.

Purtroppo non posso costringerlo a rivelarmi le cose, se lui non vuole. Penso, però, di sapere cosa combina quando è con Ruby!”

E sarebbe?”

Lo aiuta a fortificare i suoi poteri”

E come?”

Questo non lo so, però. Forse attira i demoni e poi lo fa esercitare con loro. Scusa, tu, sei in grado di vedere tutto. Dovresti saperlo, no?”

Purtroppo non posso avvicinarmi. Lei se ne accorgerebbe. E' per quello che quella sera sapevo dove era tuo fratello e ti ci ho mandato!”

Alcuni minuti di silenzio avvolsero la stanza. Dean si alzò in piedi e si avvicinò a Castiel.

Dean, riporterò indietro tuo fratello solo quando lui ti dirà cosa fa con Ruby e come fa a farlo diventare così forte. Voglio che non ci siano più segreti fra voi due e voglio che tu ridiventi forte come prima”

Allora hai usato la debolezza di Bobby, il suo desiderio di vederci di nuovo insieme come prima, per raggiungere il tuo scopo? Vuoi sapere come fa Ruby a farlo diventare più forte e allora hai usato i sentimenti di quel vecchio uomo per i tuoi scopi? Umh, non mi sembra una qualità tanto angelica. Mi sembra più una stronzata umana, vero?”, esplose Dean, gridando in faccia all'angelo.

Ovviamente, Castiel non diede alcun segno di emozione. Nè rabbia, nè sorpresa.

Sam è pericoloso per voi umani. Se non si rende conto che quello che fa, può portare il male sulla terra. Deve essere fermato. I miei ordini sono precisi ma non voglio eliminarlo, lo sai. Avrei già dovuto farlo. Tu non riesci a fermarlo. Allora questo è l'unico modo. Me ne sono reso conto adesso e Dio benedica Bobby per aver suggerito questa soluzione. A quell'età è innocuo. Punto”

Ti rendi conto che con lui così piccolo, io non possso tornare a cacciare? Non potrò essere la vostra arma. Se non riavrò mio fratello come spalla, io ho chiuso con voi e con qualsiasi altro essere soprannaturale!”, esclamò Dean con forza.

Castiel lo guardò inespressivo. Piegò la testa di lato e si allontanò verso una finestra. Guardò fuori e poi si girò di scatto. Gesto che a Dean sembrò innaturale per l'angelo. Come se in quel momento avesse preso una decisione.

Se, però, riesci a convincere tuo fratello che rimanere così piccolo non sarà affatto una passeggiata e che è quindi meglio tornare come prima anche a costo di dirti tutto senza reticenza e accettare la tua guida, allora lo riporterò ai suoi due metri di altezza”, esclamò poi, prima di svanire.

 

Centro Commerciale

 

Andare in giro seduto nel carrello con Bobby era più rilassante che farlo con Dean. Sam non aveva protestato quando il vecchio cacciatore lo aveva infilato nella trappola a quattro ruote e non perchè spaventato dalla possibilità di avere poi il fondoschiena bruciante ma perchè era confortante. Gli faceva ricordare la sua infanzia in quei pochi e rari momenti in cui aveva avuto una parvenza di casa e famiglia quando era da Bobby.

Comprarono qualche felpa e qualche altro completo di biancheria intima e calze. Tollerò perfino che Bobby gli comprasse un orsetto marrone scuro con un fiocco blu e andò in estasi quandò potè succhiarsi un lecca-lecca gigante alla fragola.

Al supermercato si annoiò a morte; solo quando Bobby mise i suoi cereali preferiti nel carrello si rianimò un po'. Il fatto di essere il bersaglio di tutti gli sguardi delle donne, lo fece arrossire, peccato che avessero l'età di Bobby. La cantilena 'Si, è mio nipote ed è qui in visita con suo padre' fu estenuante. Quando finalmente riuscirono ad andare a mangiare era distrutto.

Era uno di quei self sevice con area-gioco annessa, tipici dei centri commerciali. Bobby conosceva il proprietario e aveva bisogno di parlare con lui su una riparazione.

Sam, vai un po' a giocare laggiù, così io parlo con lui”, esclamò il vecchio cacciatore, ammiccando.

Sam, capita la siatuazione si allontanò, stampandosi un bel sorriso in faccia come se fosse contento di poter andare dentro a un recinto pieno di palline colorate.

Sammy, mi raccomando, stai lì dentro e non uscire. Ok?”

Si, zio Bobby, tranquillo”, rispose Sam, con una tenera vocetta.

C'era solo una bambina dentro. Era sdraiata a contemplare la rete attorno alla gabbia. Sam entrò con circospezione, abbassando la testa non rendendosi conto che non era più alto due metri ma arrivava a malapena al metro.

Dura non essere più alto come prima, vero?, esclamò la bimba, sorridendo.

Sam, per la sorpresa, affondò in mezzo alle palline, annaspando come se fosse in una piscina e stesse affogando.

Sam, non hai problemi a trovarti la roba da vestire ora!”

Ruby? Sei Ruby? Come hai potuto prendere un bambino? Come?”, esclamò Sam, indignato, cecando inutilmente di avvicinarsi alla bambina. “Ho sperato tanto che mi trovassi!”, aggiunse poi, sollevato.

Vedi solo con queste frasi, ti dovrei lasciare a quell'età innocente per l'eternità ma noi angeli non siamo così diabolici!”

Castiel?”, Sam, esclamò, sconvolto.

Si, Sam”, la piccola bambina esclamò, estasiata.

Cosa stai facendo qui, Castiel? Sei venuto per farmi tornare come prima?”. Sam chiese, eccitato. “E' vero? Abbiamo fatto quello che ci hai chiesto e...”

Sam”, Castiel lo interruppe.

Tu hai deciso che è tempo che io ritorno a essere un adulto!”, Sam disse con un'espressione tipo il gatto che ha mangiato un canarino.

Sam!”, Castiel esclamò a voce un po' più alta.

Aspetta, aspetta, fammi uscire da questa trappola per non dover poi spiegare cosa ci fa un adulto qui dentro”, Sam continuò imperterrito.

Samuel!”, Castiel gridò tirando su una mano. “Non sono qui per farti tornare come prima. Sono qui per parlarti!”

Parlare? E di che?”, Sam chiese arrabbiato. “Hai rapito una bambina per aprlarmi?”

Io non rapisco bambini. L'ho presa in prestito solo per il momento con cui parlo con te. Me ne sarà grata fra qualche anno”, Castiel spiegò.

Perchè lei? Perchè non hai preso un adulto?”, Sam chiese perplesso.

E secondo te Bobby o Dean avrebbero lasciato che un adulto si avviccinasse a te?”, l'angelo replicò.

Hai ragione”, Sam ammise. “Ciò non spiega perchè tu sia qui”

Sono venuto per discutere del tuo comportamento. Quello che stai facendo non aiuta la tua relazione con tuo fratello. Rivangare il passato, accusarlo di essere troppo protettivo nei tuoi confronti, ribellarti a ogni suo ordine. Così non va. Questo non è quello che aveva in mente il signor Singer”, Castiel affermò.

Certo, nenache questo però”, Sam esclamò, sottolineando con il gesto della mano riferito al suo piccolo corpo.

Voglio che accetti ogni singolo ordine datoti da tuo fratello senza discussioni e senza ribellioni, voglio che gli racconti cosa fai quando sei con Ruby e come fa a farti diventare così potente, voglio che tu faccia in modo di far tornare Dean a quello che era prima dell'Inferno in modo che fermi l'Apocalisse e voglio, anzi pretendo, che non usi più i tuoi poteri!”, Castiel informò il più giovane dei Winchester enumerando quelle frasi con le dita della mano.

Vuoi troppe cose!”, esclamò Sam.

Non puoi scegliere. Devi fare tutte quello che ti ho chiesto o rimarrai per sempre a questa età e a questa altezza”, ordinò Castiel.

Non è così male come punizione. Visto che non ho avuto un'infanzia normale, almeno potei averne una e scegliere qual è la migliore”, esclamò Sam, sornione.

Sam, non sto scherzando. Devi avere la volontà di tornare indietro ma alle mie condizioni”, ribattè Castiel, minaccioso.

Non capisco perchè vogliate impedirmi di uccidere Lilith! Io posso fermare l'Apocalisse e non mio fratello. Lui è troppo debole e non tronerà mai più come prima. Una parte di lui è rimasta giù nell?inferno, maledizione!”, replicò Sam, dando una manata alla bambina che sprofondò tra le palline.

Perchè sei pericoloso! Tuo fratello lo farà ma adesso non è nelle condizioni migliori per combattere. E' troppo preoccupato per te e ha paura che quella parte di umanità lasciata giù gli impedisca di giudicare cosa è buono o cattivo. Infatti ha lasciato che tu prendessi il sopravvento su di lui e gli inpedisce di trovare il modo di fermarti”

Vorrai dire di uccidermi, vero?”

No, non ti ucciderà mai o lo sai. Devi ritornare a imporsi su di te e tu glielo lascerai fare”

No! Non tornerò quello di prima anche a costo di rimanere così per tutta la mia vita!”, replicò Sam, dapprima ad alta voce poo sottovoce: “Mi godrò, allora, un'infanzia felice!”

Bene farò in modo che tu rimpianga di non essere un adulto”, ribattè Castiel, avviciandosi a Sam e toccandolo sulla fronte. Poi, come al solito, svanì, lasciando in lacrime la bambina.

Sarah, Sarah, cosa è successo!”, esclamò preoccupata una donna, avvicinandosi alla gabbia.

Questo bambino mi ha spinto e mi ha dato un calcio!”, esclamò la bambina disperata. “Mamma, portami via, è cattivo!”

Le voci avevano attirato l'attenzione di Bobby, il quale si stava dirigendo verso Sam. La donna uscì dalla gabbia con la figlia, piangente, in braccio. “Quel bambino è suo?”, chiese la donna, arrabbiata.

Si, è mio nipote. E' successo qualcosa, signora? Ha fatto del male alla piccola?”, chiese Bobby, preoccupato, guardando sia la donna sia Sam rimasto impalato all'interno della gabbia.

Le ha dato un calcio! Insegnare le buone maniere è troppo difficile? Se non farete qualcosa per fermarlo diventerà un teppista!”, ribattè la donna indignata.

Il proprietario si scusò prontamente e non fece pagare la consumazione alla donna che si allontanò furibonda.

Bobby, ho paura che tuo nipote abbia bisogno di un po' di disciplina, mi sembra”, esclamò, ridendo.

Hai ragione, Mike. La applicherò quando arriverò a casa. Ti pago anche l'ordine della signora”, esclamò Bobby, perpelesso. Poi si avvicinò a Sam.

Che cavolo hai combinato, Sam? Da quando in qua dai i calci alle bambine?”, disse mentre faceva uscire il piccolo dalla recinzione.

Era una stronza!”, esclamò.

Oh, Sam, il linguaggio! Cosa è sta storia!”, gridò Bobby, allungando uno scapellotto sul braccio di Sam.

Ahi, zio Bobby! Porca troia!”

Sam Winchester! Siamo in pubblico. Se non ti conporti come si conviene, mi siedo su una sedia e ti faccio il culo nero. Sono stato chiaro?”, sibilò Bobby, minaccioso.

Quando torniamo a casa facciamo i conti!”, esclamò Bobby, trascinando Sam fuori dal self-service. “Ora passiamo da un mio anico a prendere dei pezzi. Per punizione starai in macchina, legato alla poltroncina e se ti muovi di lì...”, disse Bobby, guardando Sam in modo inequivocabile.

Sam si lasciò legare senza discutere. Era terrorizzato. Castiel gli aveva fatto qualcosa. Cosa non lo sapeva. Si sentiva un moto di ribellione dendtro di sé incredibile. Non riusciva a controllarsi. Certo poteva sempre dire che aveva visto Castiel e cosa voleva che facesse per tornare un adulto. Non avrebbe mai concesso a Dean di trattarlo come prima quando gli dava ordini e si aspettava che li eseguisse alla lettera. E non avrebbe mai rivelato cosa lo rendeva così forte. Mai, non glielo avrebbe mai detto! Si rendeva, però, conto che in quel modo non avrebbe avuto vita facile. O riusciva a trovare il modo di non aprire la bocca a sproposito o a non fare gesti incontrollati o le sue giornate sarebbero trascorse nella legnaia. Sam inghiottì a vuoto al solo pensiero.

 

Casa di Bobby

 

Elucubrando su quante fossero le clienti zitelle di Bobby, Dean si accasciò sulla sedia, stanco morto. Non che avesse lavorato tanto piuttosto per le continue chiacchere che si era sorbito a fronte di piccoli danni alle auto fermatesi in officina. Si chiese pensieroso se il fatto che ci fosse il nipote di Bobby, le avesse fatte sciamare tutte in una sola giornata.

Doveva ancora accendere la lavatrice per cui si allontanò un momento per entrare in casa. Si prese una birra fredda dal frigorifero, andò in bagno e poi nel sottoscala. Si soffermò pensieroso guardando la cesta con i vestiti minuscoli di Sam. Prese in mano un calzino.

'Andiamo da un estremo all'altro', pensò Dean, ridacchiando.

Tornò all'officina. Vide parcheggiata un'auto gialla sportiva. Interessato, affrettò il passo. Magari il proprietario era un cacciatore, amico di Bobby e così sarebbe stato interessante parlare un po' di lavoro.

Girato l'angolo, si inbattè in una donna. Piccola di statura, capelli scuri...

Ruby!”, esclamò Dean, sorpreso.

Dove è tuo fratello? Sono giorni che lo cerco!”, chiese lei, sbrigativa.

Non lo so. E' sparito. L'ho cercato anche io ma non si fa trovare”, rispose Dean, cercando di semmbrare sincero. Tutto sommato, però, era vero. Suo fratello non c'era più.

Si, certo. E tut te ne saresti qui calmo e tranquillo a lavorare per Bobby. So che è qui da qualche parte e ho bisogno di parlargli, Dean. E' importante!”, esclamò lei, allontanandosi verso la casa.

Oh, accomodati pure, Ruby. Sam non è in casa”, disse, Dean, tranquillo.

Dean, so che è qui ma sento che c'è qualcosa di strano in lui”, esclamò lei, tornando indietro. “E' malato?”

No, per quanto ne so io sta bene. E ora, se permetti, tornerei al mio lavoro”, esclamò lui, facendo finta di essere annoiato.

Dean! Devo parlare con lui. E' strano che non mi abbia cercato. Non può stare tanto senza vedermi!”, ribattè lei, senza pensare.

E perchè non può stare tanto senza vederti? Il tuo fascino a letto è così senza limiti che non può starti tanto lontano?”, replicò Dean, con un lussurioso scintillio negli occhi.

Sei invidioso, Dean? Lui ha una donna e tu no?”, chiese lei, con un sorrisino beffardo sulle labbra.

Tu non sei una donna, sei un demone! Sei riuscita a manovrartelo tanto che lui non riece più a cogliere la differenza, maledizione!”, esclamò lui, rabbioso, gettando a terra la bottiglia di vetro che si ruppe in tanti piccoli frammenti.

Uh, che rabbia Dean! Stai attento potrebbe venirti l'ulcera!”, disse lei, ridendo.

Spiritosa, Ruby, proprio spiritosa. Hai fatto un viaggio a vuoto. Sam non è qua, mi dispiace”, dissse, Dean, entrando nell'ufficio.

Dean, lo troverò e lui tornerà con me che tu lo voglia ono. Non può stare tanto senza di me. Sarai costretto a chiamarmi e dovrai accettare le conseguenze!”

Se non ti togli di qui, giuro, che ti uccido senza battere ciglio! E all'inferno, Sam!, esclamò, Dean, comparso all'inprovviso davanti a Ruby con il coltello in mano.

Va bene, va bene, me ne vado. A presto!”, disse lei, correndo verso la sua auto e con una sgommata si allontanò in un battibaleno.

Ripensò alle parole di Ruby: Sam non può stare tanto senza di me; lo sento che è qui; sento che è strano. Cosa aveva un ricevitore satellitare Sam? Come faceva a sapere Ruby che lui era lì ed era strano? Perchè Sam non può stare tanto lontano da lei? Cosa ha lei che serve così tanto a lui?

Improvvisamente Dean si accorse delle sua posizione dominante in quel momento. Avrebbe costretto Sam a rivelare tutti quei quesiti che lo volesse o no. Se voleva tornare un adulto, avrebbe dovuto farlo. Castiel non avrebbe accettato un rifiuto.

Un colpo di clacson lo riportò alla realtà. Una Chevrolet degli anni cinquanta comparve nel suo raggio visivo. Una ottantenne con una camicetta color verde pisello gli fece un gesto di saluto e un gran sorriso.

Oh, Signore!”, esclamò Dean, sconfitto, avviandosi verso la nuova cliente.

 

 

 

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Capitolo 10
*** Capitolo Dieci ***


CAPITOLO 10

 

In serata

 

Il ritorno a casa di Bobby fu tempestoso. Sam fu mandato a letto senza cena e Dean dovette fare uno sforzo immane per non fare la stessa fine. La rabbia del vecchio cacciatore era a livelli celestiali. Aveva spiegato solo a cenni cosa era successo al centro commerciale e successivamente, quando Sam era sceso dall'auto mentre lui era impegnato a comprare dei ricambi e lo aveva spaventato a morte quando non lo aveva trovato nell'Impala.

Il suo ritrovamento non molto lontano dal negozio aveva evitato a Bobby di dover avvisare la polizia e tutto quello che ne sarebbe conseguito ma la sua ira era esplosa quando Sam aveva candidamente detto davanti a tutti che lui era un 'bastardo'!

La successiva esibizione del fondoschiena di Sam in mezzo alla strada e le immancabili sculacciate seguenti non avevano minimamente fatto sfogare il vecchio cacciatore.

Intorno alle dieci di sera, dopo che Dean aveva riordinato la cucina e aver preparato il bagno a Sam, il quale non aveva detto una parola, continuando a tirare su con il naso e a togliersi con il dorso della mano le lacrime che gli rigavano le guance, decise di andare a cercare Bobby per farlo un po' sfogare.

Lo trovò nell'officina. Entrò circospetto e gli mise una tazza di caffè fumante corretta con un po' di whisky sulla scrivania. Bobby alzò lo sguardo e annuì con gratitudine.

Hai fatto un ottimo lavoro qui, Dean. Non ho mai incassato così tanto in una sola giornata. Se continuano così per qualche giorno, divento ricco!”, esclamò Bobby, dopo aver bevuto un sorso della bevanda.

Ne sono felice, Bobby!”, disse Dean, sedendosi su un lato della scrivania. “Non sapevo che avessi così tante clienti!”, aggiunse poi, ammiccando.

Neanche io!”, rispose lui, ridendo.

Ah!”, esclamò Dean sorpreso.

Mi dispiace che Sam ti abbia fatto penare oggi”, aggiunse, dopo un po', Dean. “Non si è mai comportato in questo modo e non credo lo abbia fatto perché era arrabbiato con me, come l'altra volta. Capisco che questa situazione sia angosciante per lui ma fare queste scenate in pubblico sono controproducenti per lui, visto che poi le prende!”, disse tutto d'un fiato Dean.

Non lo so, Dean, non capisco proprio. E' stato buono e tranquillo finché non siamo entrati in quel self-service e non l'ho mandato a giocare in quel recinto con le palline colorate”, esclamò Bobby, demoralizzato.

Forse non ha accettato che tu lo trattassi come un bambino della sua età. Se l'avessi fatto io, avrebbe reagito nello stesso modo!”, disse Dean.

Ma no! E' stato in braccio con me, mi ha dato la mano per strada, ha accettato di sedersi nel carrello, ha voluto che gli comprassi l'orso ed è andato in estasi quando gli ho comprato il lecca-lecca! Non riesco proprio a capire il cambiamento repentino. E poi mi sento proprio inutile. Ho ceduto all'ira e ho fatto l'unica cosa che non dovevo fare. Picchiarlo in pubblico! Non so se riuscirà mai a perdonarmi!”, esclamò Bobby, passandosi una mano sulla faccia, affronto.

Dean guardò Bobby, preoccupato. Quella faccenda stava mandando in pezzi quell'uomo.

Zio Bobby, guarda che Sam non è quel fanciullo piccolo e indifeso che tu credi. Se ha reagito in quel modo, ci sarà una spiegazione razionale e il picchiarlo in pubblico non è che sia così tremendo come sembrerebbe. L'aspetto è quello che è ma la mente è quella di un venticinquenne che dovrebbe sapere che diavolo sta combinando. Se non lo fa, deve sapere quale è l'epilogo. Forse la prossima volta starà più attento!”, affermò Dean cercando di sollevare un po' il vecchio amico.

Si, forse hai ragione. Non riesco più a distinguere le due cose. Lo vedo così piccolo e indifeso...”, replicò Bobby, cercando di riconquistare un po' di sicurezza.

Tu hai parlato con lui quando sei andato a preparargli il bagno?”, riprendendo a bere il caffè.

No non gli ho detto niente. L'ho trovato a letto. Il cuscino e la maglia bagnati dalle lacrime e il viso impiastricciato dal muco. Non mi ha rivolto parola. Non era né imbarazzato né dispiaciuto, però. Mi ha dato l'impressione come se fosse rassegnato, come se lui non ne fosse responsabile”

Domani mattina dovremo chiarire la situazione. Volente o nolente dovrà dirci cosa ha in mente. Questo comportamento non lo tollero più da lui. Io devo ricordarmi che la sua mente è quella di un adulto...Tra l'altro stamattina abbiamo un po' parlato soprattutto di Ruby. Credo che si sia innamorato di lei ma lui giura che questo non ha alterato la sua capacità di giudizio”, disse Bobby, alzandosi in piedi. Al nome di Ruby, aveva visto un singulto sul viso di Dean.

Oggi non ci sono state solo le tue clienti qui ma anche due persone, oddio chiamarle persone è forse un po' troppo eclatante ma comunque la mia giornata è stata allietata dalla presenza di Castiel e Ruby”, disse Dean, raccogliendo le due tazze ormai vuote.

Castiel??? E perché, diavolo, non me lo hai detto prima?”, Bobby esclamò dando una manata sul braccio di Dean, il quale per la sorpresa mollò la presa facendo cadere le tazze a terra.

Chinatosi per raccogliere i pezzi, Dean esclamò: “Appunto, se te lo dicevo prima, finiva che picchiavi anche me per la rabbia!”

Scusa, Dean, sono un po' nervoso. In questi giorni mi avete fatto invecchiare di colpo di 10 anni. Se non mi viene un infarto ora, morirò a 100 anni!”, disse Bobby con espressione colpevole.

E' tutto a posto. Non ti preoccupare. La colpa è mia. Mi sono lasciato andare dopo essere tornato da giù. Ho lasciato che Sam facesse quello che voleva e non mi sono reso conto che Ruby lo stava portando dalla sua parte. Ora siamo in questo casino e l'unico responsabile sono io, per cui è giusto se sfoghi un po' della tua rabbia su di me”, esclamò Dean, rassegnato.

Si la penso anche io così. Credo che se tu avessi agito come una volta Sam non si sarebbe lasciato fuorviare da Ruby. Lui afferma che tu sei troppo debole. L'unico in grado di farlo è lui, perchè il coltello con Lilith non serve. E solo Ruby può far sì che lui diventi così forte da riuscire a ucciderla”

Ti ha detto tutte queste cose?”, chiese Dean meravigliato.

Si, Ora mi dici cosa ti ha detto Castiel?”, chiese Bobby, chiudendo a chiave la porta dell'officina e buttando in un secchio i resti delle due tazze.

Ha detto che riporterà indietro Sam solo se lui mi dirà come fa Ruby a farlo diventare così potente e se accetterà di tornare come prima cioè senza discutere più i miei ordini e la mia guida”

Cosa ne pensi?” Lo farà Sam?”, chiese Bobby.

No. Non accetterà mai di tornare a fare il fratello minore”, rispose Dean, rassegnato.

Ha detto altro Castiel?”, chiese nuovamente Bobby, guardando Dean, rimasto impalato davanti agli scalini della veranda.

Dean? Cosa succede?”

Ha aggiunto, prima di sparire come al suo solito, che dovrò convincere Sam a non rimanere bambino e dovrò fare in modo di obbligarlo se decide di rinunciare a ridiventare adulto piuttosto che accettare quello che vuole Castiel”

Ora ho capito tutto!”, esclamò Bobby, entrando in casa.

 

Il mattino dopo

 

Bobby si alzò presto. Era sempre stato mattiniero ma quella mattina era animato dal piano concordato da Dean la sera prima. Era un progetto un po' azzardato e abbastanza drastico e il più vecchio dei fratelli Winchester non lo aveva accolto con grande entusiasmo. Anzi.

All'inizio si era rifiutato di metterlo in pratica. Era stato necessario per il cacciatore più anziano ricorrere alle minacce per costringere Dean ad accettare. La testardaggine dei Winchester era leggendaria ma Bobby conosceva i suoi 'polli' da più di vent'anni e sapeva quali erano i punti deboli.

Era conscio perciò che Dean difficilmente sceglieva di mettersi contro chiunque manifestasse un minimo di potere, angeli e demoni a parte, ovviamente!

Costringere Sam a rimpiangere la sua vita da adulto non sarebbe stato facile quanto costringere Dean a non occuparsi più di suo fratello come faceva prima.

Bobby, mentre si preparava la colazione, si augurò che le sue coronarie fossero forti abbastanza da permettergli di tenere testa ai due Winchester!

Stava friggendo il bacon quando sentì il quarto scalino della scala scricchiolare piano. Solo il piedino di Sam avrebbe potuto causare tale rumore. Si concentrò, prese un gran respiro ed esalò piano, cercando di interpretare il peggior John Winchester che avesse mai visto.

Buon giorno, zio Bobby”, esclamò Sam con voce tremante.

Buon giorno, Sam”, replicò lui con tono fermo e deciso. Poi si girò verso la credenza, aprì un'anta, prese un scodella, la mise sul tavolo, afferrò una scatola di Lucky Charms e dopo averla aperta versò un po' di cereali dentro. Poi andò dal frigo, prese il latte e ne fece cadere un po' nella tazza. Tutto ciò senza parlare, con gesti frettolosi.

Fai colazione, Sam”, esclamò rudemente, lanciando un cucchiaio sul tavolo.

Il più giovane Winchester era molto sorpreso per l'atteggiamento del vecchio cacciatore. Si rendeva conto di aver combinato un grosso guaio il pomeriggio precedente e sapeva che Bobby doveva essere ancora arrabbiato con lui ma non pensava che quello fosse il trattamento.

Zio Bobby, mi disp...”, iniziò Sam, Bobby a voce alta.

Mangia la colazione, Sam!”, esclamò Bobby, a voce alta.

La voce ferma e autoritaria ottenne l'effetto voluto. Sam si arrampicò sulla sedia, cercando di sedersi confortevolmente a discapito del suo fondoschiena ancora dolorante.

Poco dopo arrivò anche Dean. Augurò a tutti il suo buongiorno e si diresse alla macchina del caffè per tirarsi giù una generosa quantità di bevanda bollente nella sua tazza.

Cominciarono lui e Bobby a parlare di cosa avrebbero dovuto fare nella giornata, completamente ignorando Sam.

Il piccolo finì di mangiare i suoi cereali , poi scese dalla sedia e si avviò verso le scale.

Dove hai intenzione di andare?”, esclamò Bobby.

A cambiarmi e poi vengo giù a lavare i piatti, zio Bobby!”, si affrettò a rispondere Sam, allarmato dal tono del vecchio cacciatore.

Prima di muoverti, mi devi chiedere il permesso. Sono stato chiaro?”, replicò lui, aspramente.

Sam inghiottì a vuoto. Alla faccia dell'essere arrabbiato. Era furioso. Guardò il viso di suo fratello ma quello distolse lo sguardo. Non andava bene quella situazione. Si erano coalizzati e lui non aveva scelta. Doveva accettare quella situazione, che Castiel si impiccasse!

Si, signore. Posso andare adesso?”, esclamò Sam.

Si”, rispose Bobby, duro.

Se hai bisogno, chiamami, Sam!”, disse Dean, quando Sam era già sulle scale, con un tono più dolce.

Della parola 'ignorare' cosa è che non hai capito, Dean?”, chiese aspro, Bobby, dopo che Sam si fu allontanato del tutto.

Non puoi pretendere che io faccia finta di niente, maledizione!”, esclamò Dean, sbattendo la tazza sul tavolo.

Non voglio che tu lo spalleggi, non voglio che lui usi te come scudo riflettente, non voglio che lui possa contare su di te. Sono stato chiaro?”, replicò Bobby, dando una manata sul tavolo.

Non vuoi un sacco di cose!”, replicò Dean, sottovoce.

Vuoi tornare a fare il tuo lavoro? Vuoi riavere tuo fratello a coprirti le spalle? Allora è questo che devi fare. Io mi devo mettere in testa che quello che ho davanti è un adulto e non un moccioso di tre anni con la psiche delicata e trattarlo di conseguenza. Tu devi renderti conto che tuo fratello si è cacciato in un grosso guaio e la colpa è tutta tua e se continui a trattarlo con i guanti e a fargli fare quello che vuole la situazione peggiorerà”, disse Bobby, a bassa voce, quasi fosse un sibilo di un serpente.

Ora fai colazione e poi vai giù in officina. Stare con le mie clienti, ti distoglierà un po' dalla questione”, ordinò Bobby.

Suona quasi come una punizione?”, esclamò Dean sbuffando.

Appunto. Diciamo che il mio compito è doppio: costringere Sam a pensare che il male minore sia ritornare adulto con te come guida suprema e costringere te a tornare quello di prima: duro e inflessibile”, ribattè Bobby, appoggiando un piatto di uova e bacon fumante davanti a Dean. “E se non farete come dico io, non basterà invocare Castiel per placare la mia ira”, aggiunse poi, ridacchiando.

Mentre Dean finiva di fare colazione, Sam entrò in cucina con le scarpe ai piedi ma slacciate.

Dean, mi aiuti ad allacciarle. Io non ci riesco proprio!”, esclamò il piccolo, con voce supplichevole.

Dean girò lo sguardo verso suo fratello e vide quello che non avrebbe dovuto guardare. Sam aveva la sua 'famosa' espressione da cane bastonato! Sapeva il malefico che lui non aveva mai resistito a quell'atteggiamento, neanche quando era furioso con Sam. Si rese conto che se avesse ceduto, avrebbe rischiato una sgridata colossale da parte di Bobby ma anche il fornire a Sam una ragione per accettare di rimanere piccolo piuttosto...

Non ho tempo, Sam. Arrangiati!”, esclamò Dean, alzandosi in piedi e dopo aver posato il piatto sul lavandino, uscì alla velocità della luce, scontrandosi con Bobby, appoggiato allo stipite della porta.

Il vecchio cacciatore era lieto dell'atteggiamento di Dean, anche se lo aveva colpito il vedere i suoi occhi ricolmi di lacrime nell'uscire dalla stanza. Sapeva quanto era dura per lui non aiutare suo fratello e probabilmente era la prima volta che gli diceva di arrangiarsi da solo. Era un piccolo passo....

Lava i piatti, poi ti porto la roba lavata e la pieghi, poi ti troverò da fare qualcos'altro. Fai quello che ti dico senza fiatare e soprattutto senza sbuffare o sbattere. Voglio che tu poi mi dica cosa ti è successo ieri e perché hai deciso che farmi arrabbiare fosse il tuo obiettivo primario. Ci sei pienamente riuscito e ora ne paghi le conseguenze!”, esclamò Bobby impilando i piatti e tazze sul lavandino e accostando la sedia

Io non volevo farti arrabbiare. Non so perché abbia detto o fatto quelle cose, zio Bobby”, esclamò Sam, scoppiando a piangere.

Ascolta, questo tuo atteggiamento da bambino piagnucolante a me non mi incanta. So cosa stai cercando di fare, Sam ma non ti lascerò buttare via la tua vita e quella di tuo fratello. Ti conosco troppo bene. Tu, da bambino, non piangevi mai. Sapevi che era una debolezza non tollerata da tuo padre. Neanche quando ti picchiava, versavi una lacrima.. Quindi, piantala subito o ti do un motivo per piangere!”, esclamò Bobby, tirando su Sam e posandolo sulla sedia.

Il corpo ha tre anni ma lì dentro c'è il vecchio Sam che ha 25 anni, ha studiato a Stanford e ne sa quanto un avvocato e ha i poteri di esorcizzare un demone con la mente. Quindi comportati come tale e non mendicare aiuto né me né a tuo fratello. Prima non lo volevi, perciò, come ha detto Dean, arrangiati!”

Va bene, zio Bobby”, esclamò Sam, asciugandosi il volto con le maniche della felpa e tirando su con il naso.

 

In serata

 

La giornata passò liscia e tranquilla. Dean in officina a tenere testa a tutte quelle donne del circondario, accorse lì per vedere quel bel ragazzo dai capelli biondi e gli occhi verdi e dalle movenze aggraziate. Bobby in casa con Sam ad occuparsi di bucato, cucina e a rispondere al telefono alle richieste di aiuto degli altri cacciatori. Fece fare un po' di ricerche al giovane Winchester, il quale si comportò di nuovo come un adulto responsabile. La cena si svolse pacata e senza incidenti.

Sam aveva trascorso una giornata all'insegna dell'auto-controllo e della pazienza. Sentiva sempre dentro di sé quel moto di ribellione istillatogli da Castiel ma non voleva dargli la soddisfazione di vederlo sconfitto. In fondo era abituato a controllarsi, con suo padre il minimo sbaglio o incertezza era sanzionata severamente.

Comunque per tutto il giorno lo aveva sorretto una speranza: impadronirsi del suo cellulare e chiamare Ruby; forse in quanto demone avrebbe potuto farlo tornare adulto per il tempo necessario per uccidere Lilith.

Era sicuro che se avesse fermato l'Apocalisse né Dean né Bobby lo avrebbero biasimato più di tanto per il suo comportamento.

Aveva aspettato il momento del bagno con ansia crescente; suo fratello e l'amico cacciatore lo avevano ignorato tutto il giorno continuando però a tenerlo d'occhio. In pratica non era rimasto solo neanche per un momento. Sapeva che quei venti minuti da solo nel bagno erano fondamentali. L'ostacolo principale al suo piano era come avrebbe fatto ad allontanarsi dalla camera o dalla casa senza che quei due se ne accorgessero. Dean, anche se esausto, era in grado di svegliarsi all'istante se sentiva un minimo rumore o se lui si alzava dal letto.

Quando Dean lo avvertì che il bagno era pronto, saltò giù dal divano dove si era seduto a leggere un librone sugli incantesimi, come una molla, impaziente di salire al piano di sopra.

Dean e Bobby lo guardarono sorpresi ma non proferirono parola. Erano lieti che il ragazzo facesse tutto quello che gli chiedevano senza protestare o peggio ribellarsi. Forse l'esibizione erculea di Bobby il giorno prima aveva dissuaso Sam a intraprendere il cammino della ribellione.

Nel frattempo in camera, invece, il più giovane dei Winchester stava cercando il suo cellulare tra la roba di suo fratello. Lo aveva nascosto per bene ma alla fine riuscì a scovarlo quando ormai disperava di trovare il malefico aggeggio.

Abituato a tenerlo in una mano fu un'impresa gestirlo con due manine piccole e anche sudate per la tensione. Se Dean lo avesse beccato con il cellulare in mano, sarebbe stato ovvio per quale motivo lo aveva cercato. Era più spaventato per la reazione di suo fratello se lo avesse trovato con il telefonino in mano piuttosto che lo avesse trovato a cercare di uscire dalla casa. Per la secondo eventualità aveva tutta una serie di scuse, mentre per la prima non ce n'era neanche una.

Lo accese e dopo aver fatto scorrere l'elenco della rubrica schiacciò il tasto di chiamata quando comparve il numero di Ruby. Esalò un sospiro di sollievo quando sentì la linea libera e non la segreteria telefonica.

Sam, finalmente! Ero preoccupata. Dove eri finito?”, rispose Ruby sollevata.

Ciao, Ruby. Non posso stare tanto al telefono. Sono da Bobby, vienimi a prendere stasera o stanotte, se ce la fai”, disse Sam tutto d'un fiato e con una voce più profonda possibile.

Sam hai una voce diversa. Ti senti bene? Lo so che sei da Bobby. Ieri sono venuta lì ma tuo fratello mi ha mandata via. Ho sentito che c'era qualcosa che non andava”, esclamò lei, preoccupata.

E' successo un casino. Poi ti spiego. Per che ora sarai qui?”, chiese Sam, impaziente

Sono già in città. Dimmi tu dove e quando Sam”

Sono chiuso in casa. Devo uscire di notte, quando tutti dormono. Vieni qui per l'una. Rimani fuori dal cancello dell'officina, così non sentiranno il rumore dell'auto. Ok?”

Va bene, Sam. Cosa hai fatto per aver costretto tuo fratello a tenerti rinchiuso in casa?”, chiese lei ridacchiando.

Te l'ho detto Ruby, poi ti spiego. Ci vediamo dopo. Ciao”

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Capitolo 11
*** Undicesimo capitolo ***


Capitolo 11

 

Nella notte

 

L'elaborazione del piano di fuga avrebbe fatto impallidire quello di Steve McQueen alias Papillion nel film omonimo oppure Clint Eastwood in 'Fuga da Alcatraz'. Aver passato l'infanzia a vedere film carcerari alla televisione o al cinema era proprio servito.

Era conscio che nel momento in cui suo fratello gli avesse messo le mani addosso, tre o venticinque anni, era morto in tutti i sensi: o scorticato vivo o gonfiato di pugni. Non sapeva proprio quale sarebbe stata la morte migliore.

Aveva trovato del tranquillante nell'armadietto dei medicinali nel bagno. Sapeva che Dean si portava sempre un po' di caffè caldo in camera per berlo dopo aver fatto la doccia: era stato un gioco da ragazzi mettergli cinque gocce nella tazza e poi aspettare che si addormentasse.

Volevano che si comportasse da adulto, continuavano a dire che aveva un cervello da adulto: bene! Quello era il prezzo da pagare!

A mezzanotte e un quarto si alzò dal letto in pigiama e si avvicinò alla porta scalzo. Aveva buttato giù prima il suo zaino con i suoi vestiti e le scarpe. Il cellulare lo aveva lasciato lì ma aveva preso la sim dentro per evitare che suo fratello rintracciasse via satellite la sua posizione. Essere stato all'università ed essere considerato un nerd aveva i suoi vantaggi!

Se Bobby lo avesse beccato sulle scale o nel portico avrebbe finto di essere sonnambulo. Da bambino era capitato molto spesso, soprattutto in quella casa e questo spiegava perché usciva scalzo e in pigiama.

Evitò accuratamente il quarto scalino e riuscì in poco tempo a uscire indisturbato dalla casa. Afferrò lo zaino, si mise le scarpe dalle quali aveva tolto i lacci e con circospezione si diresse verso un arco della recinzione accanto al cancello dell'officina. Con i suoi piccoli passi, impiegò un'eternità ma quando vide la Mustang gialla di Ruby ferma davanti al cancello, corse più veloce che poté.

 

La mattina dopo

 

Buon giorno, Bobby”, esclamò Dean entrando in cucina. Si sentiva bene, aveva dormito proprio bene. Erano anni che non si riposava così tranquillo. Sam non aveva avuto incubi e tutto era stato calmo.

Buon giorno Dean!”, esclamò Bobby. “Oh, ti vedo bene stamattina. Finalmente te e tuo fratello siete riusciti a dormire una notte intera senza incubi o altro”

Eh, a quanto pare, si. MI sento proprio bene. Non dormivo così bene da anni. Sarà la tua cucina, zio Bobby”, ribatté Dean, ammiccando alla padella con la salsiccia sfrigolante.

Si, si, la mia cucina, le mie minacce e le mie clienti!”, esclamò, sorridendo Bobby, servendo una generosa porzione di salsiccia e uova strapazzate al più vecchio dei Winchester seduto a tavola.

Uhm, buona, paradisiaco. Dove è il piccolo ribelle?, chiese Dean con la bocca piena.

No, tuo fratello non è ancora sceso, Dean. Perché me lo chiedi?”, chiese Bobby, girandosi verso il giovane.

No, pensavo fosse già sceso. Il suo letto era vuoto e...”, rispose Dean, dapprima tranquillo poi si interruppe con gli occhi sbarrati.

No, no, no, no!”, esclamò a voce alta, Dean, alzandosi in piedi di scatto e correndo fuori dalla cucina.

Dean, calmati, sarà in bagno!”, gridò Bobby.

No, ci sono appena stato”, replicò Dean già al piano superiore.

Bobby, sospirando e maledicendosi per aver aperto la porta di notte, ventiquattro anni prima a quell'uomo di nome John con quei due bambini piccoli, salì le scale.

Allora, secondo te, cosa è successo?”, chiese Bobby, appoggiandosi allo stipite della porta della camera dove di solito dormivano i due fratelli.

Dean, furioso, stava cercando una cosa fra la sua roba. Lo trovò esattamente dove lo aveva messo. Il cellulare di Sam! Quando però lo accese, si accorse che non aveva campo. Lo spense nuovamente, lo aprì, tolse la batteria e vide che la sim non c'era.

A questo è servito andare a Stanford per quattro anni!”, urlò. Gli venne istintivo fare il gesto di lanciare il telefono sul muro di fronte ma una idea lo trattenne. Lo riaccese e guardò se poteva accedere alla rubrica del telefono. Si! Scorse finché non trovò il numero di Ruby, il quale riportava una telefonata effettuata la sera prima alle 21.47.

Lo ammazzo, questa volta gli metto le mani addosso e lo uccido. Non mi frega un accidente se ha le sembianze di un bimbo di tre anni!”, urlò come un forsennato, lanciando il telefono contro il muro.

Dean!”, gridò Bobby, cominciando a preoccuparsi. Non aveva mai visto Dean così furioso e gli vennero alla mente le parole di Sam dette due giorni prima.

Avrei dovuto lasciarlo morire, maledizione. Io e la mia stupida paura di rimanere solo!”, continuò Dean a gridare, mentre cercava di vestirsi.

Adesso ti calmi e mi spieghi cosa è successo, poi, solo quando ti sarai calmato, andremo a cercare Sam! Sono stato chiaro!”, esclamò Bobby, cercando di fermare la furia del giovane.

Bobby, scusami, ma questa è una cosa che riguarda solo me! Mi devo occupare io di trovarlo, chiedergli il motivo di questo e poi, se mi sarò calmato a sufficienza, pestarlo a sangue invece di ammazzarlo!”, esclamò Dean in crescendo.

Tu non ti muovi di qui!”, gridò Bobby, ora veramente arrabbiato. Diede una manata sul petto di Dean che crollò sul letto.

Se non ti calmi, non vai da nessuna parte!”, aggiunse poi.

Bobby, porca troia, non ti immischiare. Non sono affari tuoi, lasciami andare!”, gridò Dean, cercando di alzarsi ma venendo di nuovo ributtando sul letto.

Figlio di puttana!”, esclamò poi il giovane, spingendo brutalmente da una parte il vecchio cacciatore.

Dean in piedi era alto come Bobby. Si, c'erano quasi trentanni di diversità ma il più vecchio era ben allenato e in forma fisica perfetta, nonostante le birre, i sigari e la vita sedentaria.

Perciò quando Dean vide arrivare il pugno, seppe all'istante che gli avrebbe fatto male e lo avrebbe steso. Non si sbagliò per niente.

 

Un motel del Sud-Dakota

 

Sam, non ci posso credere! Hai tre anni! Sei talmente piccolo, che....”

Che cosa Ruby? Cosa?”, esclamò esasperato Sam. “Non puoi proprio fare niente?”, domandò con la voce incrinata.

Si qualcosa lo posso fare ma non so se tu accetteresti e non so, francamente, se i miei superiori me lo permetterebbero anche perché così rivelerei la mia posizione a Lilith, la quale sarebbe ben felice di eliminare te e me in un colpo solo”, rispose Ruby, sconsolata.

Lilith!”, esclamò Sam, inghiottendo a vuoto. “Cosa c'entra lei? Poi se hai qualcosa in mente, fallo subito prima che mio fratello mi scovi e mi uccida!”

Sam, lo sai se vuoi qualcosa da un demone ti serve un incrocio. E poi non credo ti concederebbero nulla là di sotto...”

Incrocio, Ruby? Non sai propormi altro che non un stramaledettissimo patto!”, gridò Sam.

No, Sam, mi dispiace. Non posso fare altro. Tu sei così, per scelta angelica e io non...”, disse lei veramente dispiaciuta.

Uhm, sono comunque in grado di uccidere Lilith, secondo te?”, chiese Sam, pensieroso.

Potremmo provare”, ripose lei con un luccichio negli occhi. “Potremmo proprio provare....oh merda...no...siamo fregati”.

All'improvviso la porta si aprì di botto e Castiel entrò nella stanza. La reazione di Ruby fu immediata: i suoi occhi divennero immediatamente neri, poi prese tra le mani Sam e lo tirò su.

Non sapevo avessi qualità materne, Ruby!”, esclamò l'angelo, avvicinandosi al demone.

Se mi tocchi o fai un gesto avventato, uccido il pargolo e poi dovrai inventarti qualcosa di celestiale per dirlo a suo fratello!”, esclamò lei, stringendo a sé il piccolo che cominciava a preoccuparsi,

Vedi, non ha importanza, perché nel momento in cui porterò Sam a casa, Dean lo ammazzerà di botte. Quindi morto ora o tra mezz'ora non fa differenza”, esclamò Castiel, inespressivo.

Sam, sentendo le parole dell'angelo, spalancò gli occhi per la paura. Un conto era immaginare l'epilogo, un conto era sapere che ciò sarebbe accaduto in breve tempo.

Ora, fai scendere Sam, il quale si metterà dietro di me”, cominciò a spiegare l'angelo, “poi io e lui usciremo di qui senza problemi. Sono stato chiaro”, concluse Castiel, calmo come se stesse ordinando un hamburger.

Nonostante il tono neutro, Ruby fece scendere il piccolo, il quale avrebbe fatto di tutto piuttosto che andare con l'angelo ma a tre anni non poteva andare da nessuna parte.

Come farete ad andare da Bobby?, chiese Ruby, sconfitta momentaneamente.

Un paio di opzioni le abbiamo noi angeli” rispose Cass, poi rivolto a Sam, dopo che la porta si era magicamente aperta, disse di uscire fuori.

A Sam non restò altro che obbedire e uscire all'esterno.

Cass, davvero, se mi riporti da Bobby mio fratello mi...”, iniziò a dire Sam con una vocina incrinata. “Non puoi permettere che mi faccia del male, in fondo sono solo un bambino. Dai, su, non puoi farmi questo!”, esclamò poi, vedendo che non suscitava alcuna reazione nell'angelo, il quale anzi lo afferrò per un braccio e lo trascinò in mezzo al parcheggio del motel dietro un camion.

Tuo fratello ha tutte le ragioni per picchiarti e io non farò nulla per impedire che ciò accada, Sam. Ho cercato in tutti i modi di evitare che ti fosse fatto del male sia da parte angelica che terrena ma tu riesci sempre a deludermi. Ora ne pagherai le conseguenze”, esclamò Castiel, leggermente alterato, segno inequivocabile di cedimento delle emozioni. Sconvolgente per un angelo. Poi afferrò la manica della felpa di Sam e svanì insieme a lui.

 

Casa di Bobby

 

Dean rinvenì con un forte dolore alla mandibola e la vista annebbiata. Aprì e chiuse gli occhi un paio di volte. Era in una stanza, illuminata parzialmente dal sole che filtrava attraverso le tende. Era sdraiato e quando cercò di stirarsi un po' e muoversi, si accorse che la mano sinistra era legata alla testiera del letto. Un'ondata di terrore lo travolse. Dove diavolo era finito e perché era legato? Cercò di ricordarsi cosa era accaduto, quando sentì un rumore e qualcuno si schiarì la voce per parlare.

Buongiorno, principessa!” Dormito bene!”, esclamò Bobby, avvicinandosi al letto con una tazza di caffè fumante in mano.

Stai scherzando, vero, Bobby?”, ribatté Dean, tirando il polso sinistro verso di sé e causando uno spostamento del letto in avanti.

Stai fermo e non farti male, Dean!”, disse Bobby, sedendosi su letto di Sam dopo aver posato la tazza sul comodino.

Male?! Io non mi devo far male, vero? E il pugno che mi hai tirato, non conta?”, urlò Dean, passandosi delicatamente la mano sul volto. “A proposito, complimenti, sei riuscito a stendermi! Non male per uno della tua età!”, aggiunse, poi.

Dean, se agisci come uno stupido, vieni trattato di conseguenza e se non stai attento ne arrivano altri”, minacciò Bobby.

Il giovane non replicò. Prese la tazza con la destra e stando attento a non versarsi addosso il caffè bollente, ne bevve un sorso. Di sottecchi osservava Bobby. Era la calma fatta a persona e un sorriso sornione albergava sul suo viso.

E' tornato a casa Sammy?”, chiese poi.

Si, è giù a fare colazione!”,

Sta bene?”

Strana domanda per uno che qualche ora fa lo avrebbe ucciso volentieri!”, esclamò Bobby, ridacchiando.

Se sta bene è più divertente per me ammazzarlo!”, replicò Dean, sottovoce.

Finché non ti sarai calmato e non avrai dato ampi segni di ragionevolezza, non ti slego. “Mi hai fatto paura prima e io, lo sai, non mi spavento facilmente ma la tua rabbia e la tua furia erano incontenibili. Così questa mi è sembrata l'unica soluzione!”, ribatté Bobby, serio. “Devi andare in bagno?”, poi chiese, alzandosi in piedi.

Si, grazie!”, rispose Dean, sollevato.

Va bene, Ti slego, vai in bagno e torni qui. Ok?”

Si, signore”, esclamò rassegnato il più vecchio dei Winchester, sfoggiando il suo miglior tono rispettoso stile paterno.

Sbrigati i suoi affari, Dean tornò in camera. Era forte il desiderio di andare giù e chiedere al suo fratellino se si era divertito abbastanza nella sua gita notturna. Beccare, però, un altro pugno di Bobby o peggio non ne aveva proprio voglia.

Perché io devo stare qui, ammanettato a letto, rimbrottato da te, senza poter fare colazione, mentre lui è giù a mangiare e soprattutto vivo?!”, esclamò un po' alterato Dean, mentre si lasciava legare il polso sinistro alla spalliera del letto.

Quando avrà finito di mangiare, Sam verrà su a scusarsi e a spiegare cosa è accaduto, poi verrà con me nella legnaia a imparare cosa vuol dire tradire la fiducia delle persone che si presuppone uno ami tanto. Tu lo lascerai parlare e lo potrai sgridare ma nient'altro. Finché tuo fratello non riavrà il corpo che aveva prima non potrai toccarlo, se non solo per sculacciarlo o poco altro. Quando Castiel si degnerà, allora farai quello che vuoi. Contento?”, disse Bobby, calmo.

Hmh ok, mi sembra un tantino di parte la decisione ma se è così che la pensi...”

Dean, in Sud-Dakota c'è la pena di morte per l'uccisione dei bambini e se in un atto d'ira gli dai un pugno e bisogna portarlo in ospedale, tu rischi un arresto per percosse a minore, poi finisci dentro e lui verrà mandato chissà dove. Quindi pensaci bene, ok? E' l'ultima volta che ti avverto!”, esclamò Bobby, con impeto.

Si, si, Bobby, ho capito, non sono scemo, maledizione!”, ribatté, esasperato Dean

Bene”, replicò Bobby e poi uscì dalla stanza.

Un po' incavolato per quella situazione nella quale da parte lesa era passato alla parte colpevole come sempre era stato nella sua vita quando di mezzo c'era Sam, sospirò rassegnato. Lui era responsabile di tutta quella situazione e ovviamente chi ne pagava le conseguenze era lui. Niente infanzia e adolescenza per stare a dietro al fratello, diventare il perfetto cacciatore e marine, obbedire ciecamente al padre, essere preso in mezzo nelle liti tra John e Sam e pagare le conseguenze nella disattenzione di Sam durante le cacce. Eppure non si era mai lamentato: voleva troppo bene a Sam. Quella volta, però, non si sarebbe intenerito. Non poteva toccarlo? Bene, Una delle poche cose che gli erano rimaste impresse della sua caotica vita scolastica erano che le parole feriscono più della spada!

Una mano passata sulla fronte lo svegliò. Il tocco era gentile, delicato ed esitante come quello di un bambino. Spalancò gli occhi e vide il viso di un bambino impaurito con gli occhi pieni di lacrime e l'espressione dispiaciuta dipinta in volto.

Umh, ce l'hai il vizio di sparire di notte, vero?”, esclamò Dean cercando di tirarsi su nonostante la mano sinistra bloccata.. “Di farmi preoccupare da morire e di farmi arrabbiare, vero?”

Mi dispiace tanto, Dean!”, esclamò Sam.

A me delle tue scuse non mi frega un accidente. Sono stufo. Sono veramente al limite della sopportazione. Anche perché tu ti cacci nei guai e chi ci va di mezzo sono sempre io”, ribattè Dean, dando uno strattone alla mano legata.

Non fare così, Dean, ti fai male!”, esclamò Sam, allontanandosi un poco.

Male?! Siete tutti preoccupati che non mi faccia male ma poi se si tratta di darmi dei pugni o di ferirmi con atti puramente stupidi non ci pensate due volte!”, urlò Dean.

Ti prometto che non ti deluderò più. Farò tutto quello che vuoi ma non ti arrabbiare, ti prego!”, esclamò Sam, spaventato.

Non promettere quello che non puoi mantenere, Sam. E non sono arrabbiato con te!”, replicò lui, sdraiandosi di nuovo.

E con chi sei arrabbiato, Dean? Sono io il colpevole. Prenditela con me!”

Si, certo. E' un po' dura non avercela con te ma qui il responsabile sono io. Io ho fatto il patto dell'incrocio. Io ti ho riportato indietro. Io sono andato all'Inferno per te!”, gridò nuovamente, cercando di alzarsi “Tu, però, hai pensato bene di ripagarmi solo con bugie, segreti e chissà altro!”

Dean, non c'è altro, te lo giuro!”, replicò Sam.

Noi giurare, Sam. So che fai qualcosa con Ruby. Ti fidi più di lei che di me e non posso sopportarlo”

Te lo giuro, Dean, sulla mamma; non ci saranno più segreti fra me e te!”, affermò Sam, piangendo.

Va bene, voglio crederti ma è l'ultima volta. Se mi accorgo che mi menti di nuovo, credo che Bobby non riuscirà a fermarmi, questa volta. Sono stato chiaro?”, esclamò Dean, convinto dalle lacrime del fratello. “Come fa Ruby a farti diventare così forte da poter uccidere Lilith senza pugnale?”, aggiunse, poi.

'L'ultima possibilità', pensò Sam. Se non glielo avesse detto, prima o dopo lo avrebbe scoperto ma se apriva bocca in quel momento lo avrebbe fermato comunque e lui, invece, voleva vendicarsi e dimostrare a o fratello il suo valore. Si rese conto in quel momento che quell'atto gli sarebbe costato

forse la vita ma soprattutto la fiducia e l'appoggio del fratello maggiore. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per lui, tranne quello.

Mi fa esercitare con la mente, si procura i demoni con uno stratagemma e poi me li fa esorcizzare. Tutto qua!”, mentì Sam, consapevole della sua scelta.

Bene, Cass sarà contento adesso. Ho parlato con lui ieri e mi ha detto che quando accetterai di obbedire di nuovo a me senza discutere e mi dirai tutto quello che fai con Ruby allora ti riporterà indietro”, disse Dean, massaggiandosi la mascella dolorante.

Al motel è venuto lui a portarmi via e comunque l'ho visto anche io ieri. Era nel self-service e prima di sparire, mi ha toccato la fronte e tutta quella rabbia sfogata su Bobby e il gesto di stanotte credo siano colpa sua”, disse Sam, avvicinandosi un po' di più a suo fratello.

Ieri ho visto anche Ruby e mi ha detto che tu non puoi stare lontano da lei. Perché, Sam? Ti sei innamorato di lei'”

Si, lo so che è un demone ma sento che il sentimento è reciproco anche se a volte mi sento insicuro. Penso che quello che sento per lei sia amore anche se credo di esserle riconoscente per quei quattro mesi così difficili per me”, rispose Sam.

Mentre per me sono stati facili. Una vacanza!”, disse Dean flebilmente.

Lo so, Dean. Pensi che non sappia come ti senti...”

Sam voglio che tu mi racconti d'ora in poi, tutto quello che ti gira per quel cervello che ritrovi. Se mi accorgo che mi menti ancora e che fai qualcosa alle mie spalle, ti giuro che metto in pratica quello che mi ha chiesto papà! Sono stato chiaro?”, esclamò Dean, improvvisamente, interrompendo suo fratello.

Sam, inghiottendo a vuoto, annuì.

Voglio sentire la tua voce! Credo di meritarmelo...”, reiterò Dean.

Te lo prometto, Dean!”, esclamò Sam, abbracciandolo.

Va bene, Sammy, ora vai pure a visitare la legnaia con zio Bobby. Darei non so cosa per assistere ma mi accontenterò di immaginare la scena!”, ghignò con gusto Dean, allontanando il fratello.

Spiritoso!”, esclamò, rassegnato, Sam, scendendo dal letto. “Vedo, però, che Bobby è stato altrettanto rigido con te. A me ha detto che ti farà fare un giro anche a te là dentro se lo fai arrabbiare ancora!”, aggiunse poi, correndo fuori dalla portata del fratello.

 

 

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Capitolo 12
*** Dodicesimo capitolo ***


 

                                                              Capitolo dodici

 

In giornata

 

Dopo un pranzo veloce a base di panini e una birra fredda, Dean prese posto in officina in attesa dell'orda barbara delle clienti di Bobby. Sperava, in cuor suo, che il livido decorante il suo mento non fosse motivo di ulteriore affluenza .

Dopo due ore era certo al 100% che l' ammaccatura era stata notata e riferita , probabilmente, a tutte le donne dello stato.

Bobby, malignamente, gli aveva fatto notare che vestito con un paio di jeans attilati e la maglietta nera era un attentato agli ormoni femminili, in più quella splendida macchia rossa sulla mascella arricchivano di mistero quello che la natura aveva già fornito in abbondanza. La descrizione lo aveva fatto arrossire non poco.

Era lieto, però, che le nonne cominciassero a portarsi a dietro le figlie e nipoti e quest'ultime erano certamente quelle più interessanti.

Un amico di Bobby, passato per ritirare un pezzo di ricambio chiese a Dean se per caso regalassero qualcosa, vista la coda di auto in attesa di entrare.

“Si, regalo la mia immagine per tutto il tempo della riparazione!”, esclamò il ragazzo, divertito.

 

Casa di Bobby

 

Bobby, nel frattempo, preparava la cena mentre Sam dormiva esausto per l'avventura notturna e le complicazioni avvenute nella mattinata.

Pensava di dare la metà degli introiti dell'officina a Dean. In fondo era merito suo se stava incassando quanto prendeva in tutto un anno.

In tutti quegli anni, quelle poche volte che i ragazzi erano stati da lui non si erano mai tirati indietro nel fare piccoli lavori o aiutarlo nell'officina.

Sam più propenso a fare ricerche e a mettergli a posto nella biblioteca e Dean felice di sporcarsi di grasso sotto una macchina.

Anche quando il padre si era presentato quella notte, ferito e disperato, al termine della sua permanenza tutto quello che era rotto, cigolante o usurato era stato cambiato e aggiustato. Dopo 25 anni ancora resistevano alcune sue riparazioni.

Il modo con cui i due ragazzi toccavano il pomolo della porta d'ingresso era commovente. Sapevano, entrambi, che era stato aggiustato e sostituito dal loro padre e, nonostante di solito, gli oggetti in quella casa durassero poco quando loro erano presenti, quel pomolo era trattato alla stregua di un gioiello della Corona Inglese.

John Winchester era stato un uomo testardo e Bobby si era più volte morsicato la lingua piuttosto di non entrare in collisione con lui a proposito dei suoi figli.

Era stato ostinato nel portarseli a dietro nonostante avessero bisogno di una casa, affetto e tranquillità. L'unica cosa che avevano avuto era stato un sergente maggiore dei marines, che esigeva obbedienza assoluta e addestramento militare a profusione. Quando era impegnato nella caccia al demone che gli aveva ucciso la moglie, lasciava i due bimbi dal pastore Jim o da lui.

I due ragazzi preferivano zio Bobby perché poteva rivolgere più attenzione rispetto al pastore, nella cui casa abitavano altri ragazzi le cui famiglie non si curavano di loro oppure erano in difficoltà finanziarie.

Quasi ogni anno passavano le vacanze estive con lui. Due mesi di caos assoluto in quella casa. Se era presente il padre i due erano angioletti. Eseguivano tutto ciò che veniva detto loro senza fiatare. Se il padre andava via, Dean si rifiutava di fare alcunché riguardasse la casa e passava tutto il tempo con Bobby in officina a fare mille domande su come fossero fatte le auto.

Sam, invece, passava le giornate a leggere immensi libroni a volte più grandi di lui.

 

Un anno John non rientrò alla fine di Agosto, telefonando a Bobby per avvisarlo di una traccia importante sul demone e chiedendo se potesse iscrivere i figli nella scuola della città. L'unica cosa che impediva ai servizi sociali di portargli via i bambini era il fatto che frequentavano entrambi la scuola con profitto in ogni luogo dove andavano.

Per tre mesi Sam poté fare quello che facevano gli altri bambini; andare alle feste di compleanno, giocare a calcio e avere Bobby come spettatore interessato e festeggiare Halloween senza che il padre glielo impedisse senza una spiegazione plausibile.

Dean, quell'anno, quindicenne, già grande e maturo della sua età, si godette quei mesi andando dietro alle ragazze e senza doversi preoccupare del suo Sammy.

Quando, alla fine di novembre, comparve John e dichiarò la sua intenzione di partire senza aspettare il Natale sollevò un'ondata di proteste nei due figli.

Bobby dovette fare uno sforzo immane per impedire ai due ragazzi di non trascendere troppo nel lamentarsi con il padre, soprattutto Sam, il quale iniziò proprio in quel frangente ad opporsi alle scelte del padre e a Dean che, sorprendentemente, discuteva le scelte di John. Quando fu chiaro che la decisione era stata presa e nessuno avrebbe fatto cambiare la sua opinione. Sam e Dean iniziarono a radunare le loro cose, nonostante continuassero a protestare.

Mentre portavano le loro borse nel bagagliaio dell'Impala, ascoltarono la lite tra John e Bobby. Il padre accusava l'altro cacciatore di aver indebolito i suoi figli che mai, prima di allora, si erano ribellati al suo volere e minacciò Bobby che non avrebbe mai più portato i suoi figli in quella casa. Bobby replicò che aveva dato solo un po' di attenzione e comunque i suoi figli stavano crescendo, erano intellligenti e scaltri e in grado di capire ciò che fosse ragionevole e ciò che fosse sbagliato.

Le elecubrazioni senili di Bobby non gli impedirono di sentire il quarto scalino della scala schiricchiolare. Piccoli passi annunciarono la presenza del piccolo Sam. Si girò e uno scarmigliato pargolo di tre anni, scalzo e con i capelli tutti in disordine che si fregava gli occhi, apparve sulla soglia della cucina.

“Ciao, zio Bobby”, esclamò Sam con un tono tremolante.

“Ciao, Sam. Hai dormito bene?”, esclamò il cacciatore, incrociando le braccia sul petto e guardando il bimbo con uno sguardo attento.

“Abbastanza, tranne quando mi giravo e chissà per quale motivo!”, rispose, poi, sfregandosi la parte bassa della schiena.

“Ti fa ancora male? Non pensavo di avertele date così forti!”, ghignò Bobby, girandosi verso il bollitore. “Vuoi una tazza di tè caldo?”, chiese poi.

“Preferirei una birra ma mi accontenterò di un po' di tè!”, rispose Sam, appoggiandosi alla credenza.

“Se ti prendo un cuscino, credi di riuscire a sederti sulla sedia?”, chiese Bobby, passando accanto a Sam e scompigliandogli i capelli con una mano.

“Non lo so. Ci posso provare”, rispose Sam.

Dopo aver messo il cuscino sulla sedia, Bobby tirò su delicatamente il bimbo e lo fece sedere. Lui, dapprima lanciò un gridolino di dolore, poi con con circospezione si sistemò cercando di rimanere il più fermo possibile, esternando una serie di smorfie di dolore.

“Sam, un paio di sculacciate non possono averti fatto così male. E poi è stata più una sceneggiata ad uso e consumo di tuo fratello piuttosto che una vera e propria punizione!”, esclamò Bobby, sorpreso per lo sconforto del più giovane dei Winchester.

“Lo so ma ultimamente il mio sedere è diventato il vostro bersaglio preferito e si vede che più di quel tanto non regge e perciò mi fa un male cane comunque!”, bofonchiò Sam, sbuffando.

“Se fosse stato tuo padre a picchiarti o peggio tuo fratello, quante ne avresti preso?”, chiese Bobby, sorridendo, mentre metteva due zollette di zucchero nel tè e rimescolava.

“E' meglio non pensarci, Bobby. Probabilmente non riuscirei ad alzarmi dal letto!”, rispose Sam, sorseggiando un po' di tè.

“Prima che tu venissi giù, mi è tornato alla mente quando tu e Dean eravate rimasti qui fino alla fine di Novembre e poi tuo padre vi aveva portati via. Ti ricordi?”, chiese Bobby, dando due biscotti a Sam.

“Si certo, il viaggio fino in Ohio è stato un incubo. E anche i mesi successivi. Se, prima, era stato inflessibile, dopo fu peggio. Quel moto di ribellione che abbiamo avuto qui, quando lui è arrivato ce l'ha fatto pagare a caro prezzo”, esclamò Sam, sospirando.

“Cosa successe, Sam?”, domandò Bobby.

“Poco dopo aver lasciato la tua casa si è fermato a un distributore di benzina per fare il pieno e ha chiesto a noi due se dovevamo andare in bagno, perchè poi non si sarebbe più fermato”, disse Sam, interrompendosi, poi, per mangiare l'altro biscotto.

“E poi?”, lo sollecitò Bobby.

“Quando io non gli ho risposto perchè ero ancora arrabbiato me lo ha richiesto, urlando. E io gli ho risposto di no, aggiungendo che...”

“Sam, aggiungendo cosa?”, chiese preoccupato Bobby, vedendo l'espressione assorta di Sam.

“Aggiungendo che tanto non si sarebbe fermato neanche se stavamo per morire perchè tanto non gli fregava niente di noi due!”

“Cavolo, Sam. Una risposta un po' pesante, non credi?”

“Era la più gentile che mi girava per la testa in quel momento!”

“E tuo padre come l'ha presa?”

“Come pensi abbia reagito? Mi ha afferrato per un braccio e mi ha trascinato fuori dalla macchina gridando che mi faceva vedere quanto gli importava di me. Mi ha girato e sbattuto sul cofano dell'Impala e ha cominciato a picchiarmi ma quel punto...”, s'interruppe di nuovo Sam, con le lacrime che gli rigavano le guance.

“Sam, vai avanti, a quel punto cosa è successo!”, chiese Bobby, passando un fazzoletto sul viso di Sam e immaginandosi già cosa poteva essere successo.

“Dean ha afferrato il braccio di papà e lo ha fermato, gridandogli di smettere di picchiarmi”

“Grandioso. Tipico di tuo fratello intromettersi nelle vostre liti. C'è andato di mezzo lui, ovviamente. Vero, Sam?”, chiese Bobby, dando un calcio a una sedia.

“Si”, esclamò Sam, scoppiando a piangere. “Lo ha picchiato furiosamente. E per due giorni non è riuscito neanche a scendere dall'Impala da quanto era dolorante”

“La storia della mia vita!”, esclamò Dean, comparso sulla porta della cucina.

Sam, vedendo suo fratello, si buttò giù dalla sedia e corse verso di lui. Lo abbracciò forte a una gamba, cioè dove arrivava la sua minuscola altezza, eclamando: “Dean, ti voglio bene. Ti prometto che non ti farò più arrabbiare né preoccupare. Mi perdoni?”

“Uh, uh, bisognerebbe farti firmare una dichiarazione perchè queste parole te l'ho sentite dire un sacco di volte e puntualmente la volta dopo te le sei dimenticate, vero, Sam?”, esclamò Dean, prendendo in braccio il fratello, il quale con le braccia intorno al collo, continuava a ripetere quanto era dispiaciuto.

“Va bene, Sam. Perdonato. Questa volta. Mi sei, però, debitore di almeno un pugno e quando tornerai alla tua forma originale, stai attento, perchè, quando meno te lo aspetti, ti arriverà!”, esclamò, ridendo, Dean, rimettendo sulla sedia il fratello.

Poi vedendo il cuscino, eclamò: ”Istruttiva la gita alla legnaia, Sam?”, ammiccando a Bobby.

“Si, Dean, molto edificante!”, rispose Sam, sbuffando.

“Oh, mi fa piacere. Spero tu abbia imparato la lezione!”, esclamò Dean, facendo una carezza sul volto di Sam.

“Si, certo. Sei contento?”, chiese Sam, mentre Dean si metteva in bocca un biscotto.

“Immensamente!”, rispose Dean, ridendo sguaiatamente, mentre andava a farsi la doccia.

 

In serata

 

Dopo cena, mentre Sam faceva il bagno e Bobby metteva in ordine la propria contabilità, Dean cercava di trovare qualche programma interessante alla televisione. Era una battaglia persa in partenza. Intanto perchè l'apparecchio era vecchio di decenni e poi perchè non essendoci il collegamento ai canali satellitari, le reti in chiaro erano veramente poche.

“Dean, quando la situazione si sarà sbloccata e tuo fratello sarà tornato quello di prima, ti darò la metà degli introiti avuti in questo periodo. Te li sei guadagnati tutti!”, esclamò Bobby, chiudendo i contanti nella cassaforte posta dietro una libreria.

“No, Bobby, tu, per dare da mangiare a noi, hai delle spese e io non ho soldi neanche per fare la benzina, per cui questi sono come rimborso. Se vuoi, puoi darmi qualcosa come stipendio”, esclamò Dean, sistemandosi meglio sul divano, dopo aver trovato un vecchio film in bianco e nero sui gangster.

“Sam è più simile a John per il carattere, la sete di vendetta, mentre tu, da lui, hai preso tutta la tua testardaggine e senso del dovere!”, esclamò Bobby, sbuffando.

“Se fossi veramente come lui, sarei in giro a cacciare con Sam, come ha fatto lui con noi!”, esclamò Dean con amarezza.

“Dean, a me dispiace che tu non abbia avuto alcuna infanzia né adolescenza. Sempre accettando gli ordini di tuo padre e aver dovuto crescere tuo fratello al posto di quel testardo, troppo occupato a vendicarsi...”

“Bobby! Mio padre aveva tanti difetti, è vero, poteva, però, andare peggio, molto peggio, credimi!”

“Peggio di cosa? Dell'addestramento militare, della cieca obbedienza, del pericolo nelle cacce, nel girare per tutti gli stati, peggio di non avere una casa, peggio delle botte, Dean? Cosa c'è di peggiore? Tuo padre non aveva scusanti e tu non dovresti difenderlo, non dopo quello che vi ha fatto passare!”, gridò Bobby, buttando in terra due volumi che erano sulla sua scrivania, così per sottolineare la sua frustrazione.

“E' vero, non lo posso negare. Hai ragione, Bobby. Poteva, però, andare peggio. Poteva non fare della sua vita una crociata e darsi all'alcool e usare noi due come sfogo per la sua vita inutile o peggio usare Sam come capro espiatorio della morte della moglie. Lo abiamo visto accadere Sam ed io con un altro ragazzo con gli stessi poteri di Sam. E io non sarei stato in grado di difenderlo come ho fatto per tutta la mia vita...”, ribattè Dean, alzandosi in piedi e passseggiando per la stanza e cercando di fermare le lacrime. “Io volevo bene a mio padre, gli devo la vita, se non avesse fatto il patto, io sarei morto e forse sarebbe stato meglio ma non posso rinnegare quello che ha fatto se no il suo sacrificio sarebbe stato inutile. Si, la mia vita è stata un inferno e credimi, sapendo come è quel luogo, posso dirti che forse laggiù è meglio.

“Rifarei tutto, anche se forse appoggerei un po' di più le ribellioni di Sam, il quale aveva piena ragione a non reggere quel tipo di vita ma non rinnego nulla, neanche il patto per riportare indietro mio fratello, anche se vorrei non averlo fatto.

“Vorrei solo che mia madre non fosse morta e Sam avesse potuto conoscerla. Lui ha preso la sua intelligenza, i suoi occhi marroni-verdi, la sua emotività e il suo cuore. Quando guardo lui, vedo mia madre e finchè lui vivrà, rimarrà inalterato il suo ricordo. Finchè lui vivrà, vivrà anche lei!”, terminò Dean il suo monologo, abbandonandosi alle lacrime.

Stessa sorte toccò a Bobby, seduto sul divano e a Sam, seduto sulle scale.  

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Capitolo 13
*** Capitolo Tredicesimo ***


CAPITOLO 13

 

Nella notte

 

Una mano scrollò gentilmente la spalla di Dean, il quale si svegliò subito.

Dean, mi dispiace svegliarti ma ho bisogno che vieni giù un momento con me perchè ti devo dire una cosa”, disse sottovoce Bobby, guardando il piccolo Sam che dormiva tra le braccia del fratello maggiore con il pollice in bocca. Sorrise il vecchio cacciatore. Era una scena tenera.

Umh, ok, Bobby, arrivo”, esclamò bisbigliando, Dean, cercando di districarsi dalla presa ferrea di Sam sulla sua maglia.

Mentre si infilava i jeans, Bobby gli raccontò che aveva ricevuto una telefonata da parte di Jo, la quale gli aveva detto che la madre era ferita e loro due erano a caccia di due lupi mannari.

Jo e Ellen sono diventate cacciatrici?”, chiese Dean, sorpreso.

Si. Ellen mi ha detto che l'unico modo per permettere a Jo di andare a caccia era quello di stare con lei e sua figlia ha accettato”, rispose Bobby, mentre finiva di riempire uno zaino con un po' di forniture mediche.

Ho chiamato Rufus e gli ho detto di incontrarci a mezza strada. Avrei preferito andare con te ma...”, si interruppe Bobby, facendo un gesto di rassegnazione.

No, no, Bobby, vengo io. Non ti preoccupare. Già è pericoloso uno di lupo mannaro, figuriamoci due e se poi devi anche curare Ellen...”, esclamò Dean, allacciandosi gli stivali.

E Sam?”, chiese Bobby, preoccupato.

Chiama un po' qualcuna di quelle tue gentili clienti e chiedi se possono tenere il pargolo finchè non ritorniamo?”

Te lo scordi. Io vengo con voi!”, esclamò Sam, già vestito e solo con le scarpe da allacciare.

No, Sam. Tu rimani qui!”, ribattè Dean, deciso, facendo segno a Bobby di chiamare qualcuno.

Non ci penso minimamente. Io non sto qua da solo mentre tu sei in pericolo da qualche parte e io non posso fare niente!”, ribattè il piccolo, pestando un piede in terra.

Ho detto di no. Punto!”, gridò, lanciando un'occhiata di avvertimento a suo fratello.

Allora non starò qui e andrò da Ruby! Lei saprà dove cercarti. Guarda non c'è modo per te di farmi stare qua!”, gridò di rimando Sam.

Sam!”, replicò minacciosamente Dean, avviciandosi al fratello.

Dean, stai calmo!”, esclamò Bobby, iniziando a preoccuparsi.

No, vengo con voi. Farò il bravo. Rimarrò in macchina. Legato a quello stupido seggiolino. Dai, Dean, non ti darò fastidio e farò tutto quello che mi dirai di fare”, disse Sam, sfoggiando il suo sguardo da cucciolo indifeso.

Dean sbuffò. Si girò verso Bobby con uno sguardo interrogativo.

Se fa il bravo e non scende dall'auto, perchè no? Almeno saremo più tranquilli, sapendo che non è in giro e magari ci può essere utile per le ricerche!”, disse Bobby, mettendo una mano sul braccio di Dean.

Ok, Sam. Concesso. Stai attento, però! Farai quello che ti dico e non scenderai dall'Impala a meno che non ti avrò autorizzato. Va bene?”, ammise, sconfitto Dean, guardando il fratello direttamente nei suoi occhi.

Si, va bene”, rispose Sam, sincero.

Ok”, disse Dean, poi rivolto a Bobby.”Vado su a prendere le nostre cose. Arriviamo subito”

Bobby annuì, sollevato.

Su per le scale, Dean esclamò: “Sam, voglio che ti metti un pannolino, Non potremo fermarci, finchè non siamo arrivati e non provare a protestare, perchè se no rimani qui!”

Dean, l'ho già messo, vedi”, esclamò Sam, sorridendo e facendo vedere l'adesivo che teneva fermo l'aggeggio.

Umpf, uh, bravo!”, concesse Dean, scarmigliando i capelli del fratello.

Albeggiava quando uscirono dalla casa. Riforniti di termos di caffè bollente, biberon con latte e biscotti per il pargolo e abbondanza di proiettili d'argento, si avviarono verso il Colorado.

Un'ora dopo Dean lanciò un'occhiata nello specchietto retrovisore per controllare Sam. Sorrise all'immagine del suo fratellino addormentato. Poi accese lo stereo, mettendo una cassetta dei Metallica a basso volume, controllando anche Bobby, placidamente assopito sul sedile accanto a lui e la testa appoggiata al finestrino.

Avrebbe voluto bersi un po' di caffè ma non voleva svegliare l'amico cacciatore e non poteva neanche fermarsi se non voleva avere poi sulla coscienza la vita di Ellen o peggio. Il filo dei suoi pensieri lo portò a suo padre: sì non era stato facile vivere con lui. John Winchester era stato un meraviglioso figlio di puttana, pensò Dean con affetto. Tutto sommato non era stato un cattivo padre. Avrebbe potuto lasciarli dal pastore Jim come facevano tanti altri genitori. No, lui se li era sempre portati a dietro i suoi figli. Questo per lui, pensò Dean, era tanto, andava oltre la cieca obbedienza e l'aver dovuto crescere Sam al posto di suo padre.

Ammirava suo fratello. Lui era riuscito a ribellarsi al volere del padre. Dean non c'era mai riuscito; era il suo soldatino, come diceva sempre Sam per prenderlo in giro. L'unica cosa che era veramente mancata a Dean era la famiglia, il calore di una casa e l'affetto di una madre.

Un penny per i tuoi pensieri!”, esclamò Bobby, svegliandosi.

Umh, allora diventerei milionario, Bobby! Dormito bene?”, replicò Dean, sorpreso.

Alla mia veneranda età, dormire in macchina è faticoso e doloroso”, esclamò lui, cercando di stirarsi la schiena e le braccia. “Anche il piccolo vedo, dorme pacificamente. Certo che così, però, non è proprio salutare. Non te n'eri accorto, Dean?”, aggiunse poi, girato verso Sam, mentre afferrava il suo zaino.

Cosa? Cosa ha di sbagliato Sam? Non sta bene?”, chiese Dean, allarmato, facendo sbandare l'auto per voltarsi verso il sedile posteriore.

Oh, Dean, che cavolo fai? Ci vuoi far ammazzare! Guarda la strada e continua a guidare!”, gridò Bobby dando una manata sul braccio di Dean.

Ok, ok, Bobby. Porca miseria, mi hai fatto venire un colpo! Che diamine ha Sam?”, esclamò Dean, sollevato, rirpendendo il controllo dell'Impala.

Non ha niente. Sta dormendo tranquillo ma il pollice in bocca, Mi chiedevo solo come mai è tornato alla sua vecchia e insana abitudine”, spiegò Bobby, versando un po' di caffè bollente in un bicchiere di plastica. “Riesci a berlo senza schiantarti o vuoi fermarti?”, aggiunse poi, allungando il bicchiere a Dean,

Sempre una cieca fiducia nei miei confronti, vero, zio Bobby?”, rispose, un po' arrabbiato Dean, afferrando il bicchiere con la mano sinistra.

Non so mai, quando mi chiami 'zio Bobby' se lo fai in segno di affetto o per prendermi in giro!”, esclamò Bobby, fingendosi offeso.

No, lo faccio per addolcirti, vecchio brontolone!”, replicò, sorridendo Dean, sorseggiando il caffè.

Per quanto riguarda l'insano succhiamento di pollice del pargolo, si me ne sono già accorto. Appena è stato, gentilmente ridotto di dimensioni, ha ripreso a ficcarsi il dito in boca. Ho provato a dargli il succhiotto ma lo ha sputato poco dopo, succhiandosi il suo pollice!”

Non gli hai detto niente?”

E cosa gli dico? Tanto non serve a niente, come non serviva a nulla quando lo faceva papà. Mi ricordo che le aveva provate tutte per farlo smettere. Poi verso i cinque anni ha piantato di farlo ogni notte. Lo faceva solo se era ammalato o era spaventato”

E tuo padre?”

Glielo lasciava fare se era malato ma non ammetteva che lo facesse se aveva paura. Lo sai, Bobby, il motto dei Winchester quale è, no? Mai esternare i propri sentimenti, men che mai il dolore o la paura!”, rispose Dean.

E allora non ha mai smesso?”, chiese Bobby, sorpreso di sapere che Sam continuasse quell'insana abitudine quando era ormai alto come un palazzo e capace di uccidere demoni e creature soprannaturali.

No, no, Sam ha tante cattive abitudini ma quella l'ha persa, per fortuna”, esclamò Dean, ridendo.

Cattive abitidini, Dean? E tu che ascolti canzoni che parlano di demoni, morti, cimiteri e inferno? Dovresti averne avuto abbastanza dell'Inferno, senza dover ascoltare 'sti pazzi urlanti! Almeno tuo fratello ascolta musica normale!”

Quelle cose sdolcinate, tu la chiami musica? Ma per favore!”, esclamò Dean, inorridito, sbattendo la mano sul volante.

Quando ha smesso Sam di succhiarsi il pollice?”, chiese Bobby, mangiando un biscotto di Sam e allungandone uno a Dean.

A sei anni”, risponde Dean, prendendo il biscotto e iniziando a masticarlo. “Quell'estate siamo andati in campeggio con i ragazzi che stavano nella casa-famiglia del pastore Jim. Una sera, dopo aver passato il tempo davanti al fuoco a raccontarci storie di paura, di cui, guarda caso, io ero quello che ne conosceva di più, Sam corse a dormire nel suo sacco a pelo mettendosi subito a succhiarsi il pollice. Gli dissi di non farlo e cercai di impedirglielo ma lui si mise a piangere forte e Jim mi rimproverò pensando a qualche scherzo. Non ci pensai più, finchè quando non tornammo a casa il giorno dopo e trovai Sam in lacrime in camera davanti al letto, dove c'erano un biberon e un pannolino con accanto un foglietto che diceva che ne aveva bisogno di quella roba visto che si succhiava ancora il pollice ed era ancora un poppante!”, disse Dean, sbuffando.

Tu cosa hai fatto?”, chiese Bobby, intuendo già l'epilogo.

A parte una rissa nel cortile con i miei cosidetti amici e due settimane di punizione per aver causato un po' di ammaccature e lividi ai pargoli? Consolai Sam come al solito e gli dissi che se voleva farlo, lo poteva fare solo in mia presenza. Non l'ho più visto succhiarsi il pollice fino all'altro giorno!”, rispose Dean.

Huh”, disse Bobby, girandosi a guardare il più giovane dei Winchester. “Speriamo che sia solo una reazione dovuta al suo corpo infantile. Magari i suoi tre anni gli hanno in qualche modo ricordato l'abitudine e il suo subconscio glielo ha riproposto per confortarlo come faceva tanti anni fa”

Stai scherzando, vero?”, bofonchiò Dean. “Vuoi dire che io devo far perdere di nuovo l'abitudine al mio Strafordiano fratello, pseudo-avvocato, a succhiarsi il pollice? Lo sai che fargli fare qualche cosa che non vuole, bisogna ingaggiare una guerra civile?”, esclamò Dean, depresso.

Forse. Non lo so”, rispose Bobby, pensieroso. “L'abitudine potrebbe passargli una volta tornato grande oppure continuare. Dobbiamo solo aspettare e vedere!”

Grandioso!”, esclamò Dean, sbuffando.

In quel mentre trillò il cellulare di Bobby. Il vecchio cacciatore rispose immediatamente e quando vide che sul display era comparso il numero di Ellen, mise il volume al massimo per far sentire la conversazione anche a Dean.

Bobby, non parlare, non ho tempo. Un demone ha preso Jo. Sono ferita e legata in una baita vicino a Genoa in Colorado. Poco fuori della cittadina c'è un bosco. Vuole i Winchester. Se sono con te non portarteli a dietro, mi raccomando!”

Le parole della donna con tono sofferente erano state peggio di una coltellata al cuore per i due cacciatori. Se il demone voleva Dean e Sam e Bobby si presentava senza di loro, le due donne erano morte. Dean non lo avrebbe mai permesso e neanche Bobby.

Maledizione. Perchè non ho lasciato Sam a casa!”, gridò Dean.

Chi era la telefono, Dean?”, chiese un assonnato Sam, cercando poi di eliminare il corpo del reato dalla sua bocca, ficcandosi la mano in tasca.

Ellen. Dice che un demone ha preso Jo. Sta cercando di attirarci in una trappola!”, rispose Bobby.

Cavolo. Ci vuole un piano. E' riuscita a dirti dove si trova?”, chiese Sam, cercando di tirarsi su.

Il piano principale è quello che tu starai dentro a questa auto, seduto lì in cima e se ti azzardi a mettere un piede fuori, ti uccido!”, esclamò Dean, rabbioso.

Ok, ok. Stai calmo. Non ti arrabbiare”, ribattè Sam, un po' impaurito dalla reazione del fratello.

Si, Dean, calmati. Tuo fratello è una persona adulta e razionale e non farà niente di stupido. Vero, Sam?”, chiese Bobby, poi, lanciando un'occhiata di avvertimento al piccolo che annuì vigorosamente.

Il più vecchio dei Winchester maledisse nella sua mente Castiel e tutti gli angeli per averlo messo in quel casino e non gli importò un fico secco, se bestemmiare lo avrebbe portato all'Inferno. Tanto c'era già stato e sapeva che senza Alistair sarebbe stato un posto più tranquillo.

Due ore dopo arrivarono nei pressi della cittadina nominata da Ellen. Vide un bosco, rallentò, finchè non vide una strada secondaria che s'infilava tra gli alberi. Girò in una via sterrata. Guidò, finchè non trovò uno slargo per posteggiare. Bobby scese dall'auto e dopo essersi stiracchiato, iniziò a prendere lo zaino e quello di Dean, poi aprì il bagagliaio dietro per prendere un po' di armamenti.

Sam, qui c'è la fiaschetta con l'acqua santa, proprio in caso la situazione dovesse degenerare. Qui ci sono i biscotti se ti viene fame e un biberon pronto. E' freddo ma è buono lo stesso”, istruì il fratello. “Stai in macchina. Non scendere per nessuna ragione. Sono sicuro che Cass ti farà tornare indietro, se le cose si dovessero mettere male. Chiudo l'Impala con le chiavi quando me ne vado. Non uscire, hai capito?”, disse Dean, mettendo tutte le cose a portata di mano del fratello, compresa una coperta in caso avesse freddo.

Dean, ho capito”, Sam sbuffò. “Stai perdendo tempo. Sono un adulto. Ora vai, so cosa fare!”

Ok”, disse Dean, uscendo fuori dall'auto. “Volevo solo essere sicuro che tu avessi tutto quello di cui potresti avere bisogno. Non. Uscire. Dall'auto. Sam! C'è testimone Bobby, se esci da lì e tutto finisce bene, ti ci porto io nella legnaia...”, esclamò Dean, con un tono di avvertimento funereo.

Sam deglutì a vuoto. “Non farò niente di stupido, Dean. Lo prometto”, Sam giurò. “Ora andate!”

Va bene”, disse Dean, chiudendo lo sportello posteriore con le chiavi. Poi rivolto a Bobby, esclamò: “Andiamo a salvare le donzelle e poi torniamo qui dal pargolo che sicuramente sarà da cambiare con il culetto irritato!”

Hey!”, gridò Sam, sentendo le parole del fratello. Poi, incrociando le braccia sul petto guardò Dean e Bobby scomparire tra il fogliame del sottobosco.

 

 

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Capitolo 14
*** Capitolo Quattordicesimo ***


Capitolo Quattordicesimo

 

Nell'Impala

 

Non appena i due furono fuori dalla sua vista, Sam ghignò e iniziò lentamente a contare da uno a cento. Raggiunta la quota, mise entrambe le mani sul bottone rosso e premette con tutte le sue forze, finchè le cinture si aprirono. Scivolò così giù dal seggiolino, mettendosi in piedi sul sedile posteriore. Prese la fiaschetta e cercò di mettersela nelle minuscole tasche dei jeans ma erano troppo strette per infilare dentro qualcosa di più grosso di un fazzoletto. Neanche quella posteriore lo soddisfece!

Stupide tasche infantili!”, borbottò rabbiosamente, guardandosi in giro per vedere dove mettere il contenitore dell'acqua santa. Non trovando nulla. Sam fece l'unica cosa possibile: infilò l'affare dentro al pannolino inserendolo sul davanti, poi afferrò il coltello a serramanico e mise anche quello dentro ai pantaloni. Mentalmente si augurò che il coltello non facesse danni là dentro. Doveva affrontare chissà quale mostri e poi la collera di Dean, per cui sperava che eventuali menomazioni fisiche non lo intralciassero!

Tutto quel movimento gli aveva fatto venire una fame lupesca. Guardò il biberon ma non gli sembrò un opzione allettante. Cavolo, aveva 25 anni! I biscotti gli sembrarono più consoni; erano sì per bambini ma erano buoni e maneggevoli. Ne tirò fuori cinque o sei e se li ficcò nelle tasche, mentre uno se lo mise in bocca, masticandolo piano piano.

Poi prendendo un bel respiro, cominciò a saltare su è giù sul sedile. Una volta che lui pensò di aver raggiunto lo slancio, si afferrò allo schienale del sedile anteriore e riuscì ad arrampiccarsi sulla cima per poi scavalcare e scivolare giù sul sedile davanti. Soddisfatto, iniziò a spostarsi dal lato dove era sceso Bobby. Magari non aveva chiuso a chiave la portiera; purtroppo così non era. Sbuffò. Provò dalla parte di Dean ma già sapeva il risultato. Infatti così era.

Dannazione! Pensa, pensa, Sam!”, biascicò fra sé e sé.

Poi il suo sguardo cadde sulla manovella del finestrino. Un ghigno pazzesco attraversò il suo volto. Ringraziò la sua buona stella per non essere rinchiuso in una macchina con l'apertura dei finestrini elettronici.

Con difficoltà riuscì a tirare giù il finestrino, finchè l'apertura non gli permise di passarci attraverso. Calcolò, però, male l'altezza e non riuscì ad atterrare con tutti e due i piedi. Anzi cadde di schiena, ammaccandosi non poco. Maledicendo la sua piccola statura, si alzò in piedi lentamente, sperando di non essersi fatto male. A parte un dolore a una coscia, dove sicuramente gli sarebbe venuto un livido, si sentiva bene. Guardandosi attorno, il giovane cacciatore si allontatnò nella direzione dove aveva visto andare Dean.

 

Attorno alla baita

 

Dean e Bobby silenziosamente si avvicinarono alla casa di legno. Era una tipica costruzione boschiva per rifugiarsi durante un temporale oppure riposare una notte mentre si era a caccia o in una escursione.

Cercavano un modo di infilarsi dentro nella baita senza far rumore. Usando i segnali manuali, imparati tanti anni prima dal padre, Dean fece segno a Bobby di fare il giro della casa. Contò fino a venti per dar tempo all'uomo di fare il percorso, per sgusciare dentro attraverso una finestra lasciata aperta. Scavalcò trovandosi dentro a una stanza buia. Tirò fuori la torcia che aveva nella tasca dal giaccone, l'accese e scandagliò l'area attorno a sé. Vicino alla porta una figura giaceva sdraiata a terra. Si avvicinò. Da una coperta spuntavano dei capelli biondi. Ellen sicuramente. Dean si augurò che non fosse arrivato troppo tardi.

Si accosciò vicino. Le mise una mano sul collo per captare una pulsazione. Il fatto che la pelle fosse calda non soddisfece il giovane, anzi. Per fortuna, il battito c'era. Era leggero ma era un buon segno.

Ellen, tranquilla, sono Dean. Ti portiamo via di qui”, mormorò il giovane, cercando di capire se fosse legata.

Umh, Dean, che piacere sentire la tua voce. Ma non posso andarmene senza mia figlia. O viva o morta. E non credo ci lascerà andare via...

Ok, Ellen. Faremo il possibile”, esclamò lui, cercando di tirarla su per poi portarla verso la finestra.

Speravo con tutto il cuore che voi due non foste venuti. Il demone vuole solo voi, Sam e tu!”, esclamò sofferente la donna.

Un rumore improvviso fece girare Dean verso la porta. Questa si aprì e una figura comparve sulla soglia.

Uh, uh, uh, Dean!”, Jo lo sgridò tenendo un coltello contro la gola di Bobby. “Non porti da nessuna parte la mia prigioniera.

Bestemmiando sotto voce, Dean spianò il coltello di Ruby e la sua pistola verso la donna posseduta.

Lascialo andare!”, ordinò.

Dammi Sam e io lo farò”, offrì Jo. “Infatti vi lascerò andare tutti!”

Mi dispiace, puttana, non si può fare”, replicò Dean.

Questo proprio non va bene, Dean”, Jo ribattè, facendo cadere la pistola del giovane a terra con un movimento della mano e poi con un altro gesto più ampio spedì Dean contro il muro.

Vedi, Sam è l'unico che io voglio!”, esclamò il demone, schiacciando il giovane ancora di più contro la parete.

 

All'esterno

 

Sam, con cautela, girò intorno alla baita guardandosi intorno. Trovando due tronchi d'albero accatastati uno sull'altro, si nascose dietro di loro. Poi, quasi gattonando, arrivò al muro della casa, cercando con lo sguardo un varco per entrare.

Trovò un buco grande tanto quanto la sua corporatura. Era scuro all'interno e così si mise una mano sugli occhi per adattare la sua vista dalla luce del giorno a quella del buio interno. Quando fu soddisfatto, si infilò nell'apertura ed entrò nella casa.

Si ritrovò in una grande sala. In un caminetto ardeva un bel fuoco, c'era un tavolo, quattro sedie, tre di queste occupate da Bobby, Ellen e suo fratello. Sembravano star bene, forse la donna un po' meno, visto che aveva i vestiti macchiati di sangue.

Guardando suo fratello, Sam degludì pesantemente. Sperava che il suo intervento e il suo salvataggio impedisse a suo fratello di arrabbiarsi tanto da mettere in pratica la sua minaccia.

Nella stanza non vi era nessun altro. Si avvicinò furtivo alla sedia dove era seduto e legato Bobby.

Ehi, ragazzi, vi serve una mano?”, chiese, sottovoce.

Gli occhi di Bobby si spalancarono dalla sorpresa non appena riconobbe la voce. Guardò giù verso il piccolo che, tirato fuori il coltello dai suoi pantaloni, cercava di tagliare la corda annodata attorno alle mani del vecchio cacciatore.

Sam, che diavolo ci fai tu qui?”, sussurrò, tra il sollevato e il sorpreso.

A salvare i vostri culi, mi pare!”, replicò Sam, finendo di liberare le mani di Bobby. Le sue dita piccole impiegarono più tempo del normale per tagliare le funi ma alla fine ci riuscì.

Bobby alzatosi in piedi, esclamò: “Va bene, ragazzo, tempo per chiarire la tua disobbedienza ce ne sarà dopo, ora muoviamoci. Libera tuo fratello, mentre io mi occupo di Ellen. Vai!”

Sam si avvicinò cautamente a suo fratello. Era svenuto. Ne era lieto ma al contempo preoccupato. Vedere Dean star male, per lui, era peggio di qualsiasi cosa. Stava ancora armeggiando con il coltello, quando Bobby afferrò il coltello dalle mani impacciate di Sam e gli disse: “Ok, lo faccio io. Tu vai fuori e aspettami lì”

Vedendo Sam tentennare, il vecchio cacciatore, sibilò: “Sam, non te lo ripeto un'altra volta, Vai fuori!”

Sorpreso dal tono funereo, Sam trotterelò fuori dove trovò Ellen, anche lei incosciente. Si sedette accanto a lei, cercando di capire, quanto fosse grave la sua ferita. Intento a controllare, gli prese un colpo quando una manata si abbattè violenta sulla sua testa.

Non ti avevo detto di rimanere in macchina?”, esclamò Dean con un tono di voce che avrebbe fatto invidia al più feroce demone in circolazione.

I suoi occhi verdi emanavano una furia tale che Sam non potè fare altro che abbassare lo sguardo e biascicare: “Scusa, Dean!”

Ci sarà tempo dopo per i rimproveri del caso!”, esclamò Bobby, mettendo una mano sulla spalla del fratello più grande. “E poi non ti avevo detto di non colpirlo in testa?”, aggiunse, poi, stringendo dolorosamente la sua mano contro Dean.

Umh, si, Bobby”, esclamò il giovane, massaggiandosi la spalla e con l'altra tastando la testa del fratello alla ricerca di bernoccoli o contusioni varie. “Quando arriviamo a casa, ti faccio il culo a strisce!”, esclamò, poi, sottovoce al suo caro fratellino, mentre Bobby assisteva Ellen.

Sam impallidì ma non fiatò. Tanto non sarebbe servito a nulla.

No, Bobby, io di qui non me ne vado senza mia figlia!”, esclamò, Ellen, risoluta.

Ellen, sei ferita, stai sanguinando da ore. Morirai se non sistemiamo quel taglio sul fianco e tua figlia potrebbe...”, replicò Bobby, tamponando lo squarcio con una compressa di garza.

Bobby, per favore, mia figlia, non posso vivere senza di lei...”, esclamò la donna, sofferente, scoppiando in lacrime.

Ok, vado dentro io e cercherò di esorcizzare il demone”, esclamò Dean, poi rivolto a Bobby, disse: “Porta Ellen e il piccolo alla macchina”

No, Dean. Da solo non ce la puoi fare e poi a memoria il salmo 67 non lo sai”, urlò piano Bobby all'indirizzo del più vecchio dei Winchester che si avvicinava alla casa.

Lui no ma io sì!”, esclamò Sam, girandosi e mettendosi a correre verso il fratello.

Sam, torna subito qui! Maledizione!”, esclamò, rabbioso, Bobby.

Sam? Quel bambino è Sam? Mi sembrava familiare, però...Ma non è possibile! Bobby? Cosa è successo?”, esclamò Ellen, sorpresa e poi scioccata.

E' una lunga storia, Ellen”, rispose sconfitto Bobby. “Quei due ragazzi mi uccideranno!”, aggiunse poi, mettendo un braccio attorno alla vita della donna, sollevandola in piedi.

 

Nella baita

 

Sam stava nell'ombra con gli occhi sbarrati dalla paura. Il demone teneva Dean contro il muro e vedendo lo sguardo di terrore negli occhi del fratello, faceva diventare Sam furioso! Quello era il motivo per cui non poteva più essere il fratello minore. Era il suo turno di diventare il maggiore e proteggere Dean. Doveva fare qualcosa. Sentì un respiro dietro di sé. Si girò e vide Bobby. Gli fece cenno di uscire ma Sam, caparbiamente, negò facendo capire al vecchio cacciatore che lui avrebbe distratto il demone mentre Bobby doveva liberare Dean.

L'espressione di Bobby, dapprima furiosa, si addolcì, e così Sam potè mettere in pratica il suo grande piano!

Non puoi proteggerlo, Dean. Non più. Sei troppo debole!”, Jo esclamò, spingendo ancora di più il giovane contro il muro.

Lo so che è qui da qualche parte. Siete sempre assieme voi due e so anche che lui non può vederti soffrire”, aggiunse il demone con il corpo di Jo. Poi sentì un rumore alla sua destra, si girò con un ghigno soddisfatto sul volto. Il suo piano stava andando bene.

Allora Sam? Ci hai messo parecchio per venire a salvare tuo fratello!”, esclamò lei sorridente, girandosi verso il rumore di passi.

Rimase, però, interdetta, quando si ritrovò davanti un bimbetto spaurito.

Sa...Saul!”, gridò Dean, lottando furiosamente contro le corde invisibili che lo trattenevano contro il muro. Poi vedendo l'espressione attonita del demone, disse: “Che succede, Jo? Il gatto ti ha mangiato la lingua?”

Aha!”, Jo gridò, dopo un paio di minuti di stordimento. Poi afferrò una mano del bimbo e lo tirò su con violenza. Tenendolo a più di mezzo metro da terra, si avvicinò a Dean e strattonando il bambino, esclamò: “Ora ti ho in pugno Dean. Se non vuoi che sbatta contro il muro laggiù questo pargolo, mi consegnerai Sam”

Lascia andare il bambino! Lui non ha niente a che fare con te!”, gridò Dean.

Cercando di far tornare su di sé l'attenzione del demone, Sam assunse la sua espressione da 'cane bastonato' e gridò: “Papà! Papà! Lascia andare subito mio padre!”, scalciando Jo in un fianco.

,“Papà?”, Jo, espresse la sua incredulità, sbottando. Poi girandosi verso Dean, esclamò: “Vuoi dire che sei così stupido da portarti a dietro tuo figlio quando vai a caccia? E da quando tu hai un figlio? Certo con quegli occhi verdi, chissà quanti bastardi ci saranno in giro!”

Lasciami andare! Mettimi giù!”, gridò Sam, tentando di sclaciare Jo che però lo teneva a distanza. “Se mi fai del male, mio papà ti prenderà a calci!”

Che carino!”, il demone disse, sorridendo. Poi cambiando tono, esclamò: “Vuoi che ti metto giù, ti accontento subito!”

Con quell'affermazione, Jo lasciò andare il polso del bambino che finì in terra di schianto. Sam cercò di assorbire il colpo, rotoolando come il padre John gli aveva insegnato anni prima ma sentì un dolore sordo al fianco destro dove era atterrato. Ignorando la fitta, si alzò e si mise a correre verso la porta.

Il demone lo rincorse e lo afferrò nuovamente per il polso e lo tirò su, scrollandolo con violenza. “Dove credevi di andare, piccolo?”

Sam cercò di divincolarsi ma il fianco gli faceva male e quando Jo gli diede una manata sulla schiena, sfiorandogli il punto dolorante, proruppe in un lamento.

Ah, ah, ti ho fatto male? Mi dispiace, ma vedi la colpa è del tuo paparino”, esclamò toccando il fianco del piccolo provocandone un lamento straziante.

Lascialo andare subito!”, gridò Dean. “Perchè non te la prendi con me, huh? Non ti vanno bene quelli della mia taglia? Pensi che se lo lasci andare, possa essere in grado di liberarci?”

Oh, voi Winchester siete in grado di fare qualunque cosa, anche se sembrate piccoli e indifesi. Comunque, io ho già vinto. Vedi, ho il perfetto oggetto di scambio per ottenere quello che voglio. Ora io conto fino a dieci, se nel frattempo tu non mi dici dove è Sam oppure lui non si pavesa davanti a me, lancio il piccolo laggiù e tu lo avrai sulla coscienza.

1...2...3...tempo sta passando Dean...4...5...6...non hai a cuore tuo figlio?....7...8...povero piccolo, tuo padre ha il cuore di pietra...9...10! Tempo scaduto!”

Aspetta! Non farlo!”, gridò Dean, terrorizzato.

Girando l'attenzione verso Sam il demone sorrise. “Hey, bimbo, Saul, vero?” Lei aspettò finchè Sam, tra le lacrime non annuisse. “Ti piace volare?”

'Oh, merda! Bobby, sbrigati, dannazione!', pensò Sam, mentre rispondeva a fil di voce. “Mi piace andare sull'altalena”

Davvero?”, il demone replicò alla voce spaventata e sofferente di Sam,

Il piccolo velocemente annuì. “Qui non vedo altalene, però”, disse, nella speranza di confondere il demone.

Non ne ho bisogno. Posso farlo con la magia”, rispose. Poi aggiunse: “Ti posso far volare come un uccellino!”

Sam inghiottì a vuoto. Il suo sguardo andò a Dean, disperato per non potersi muovere e vedere il fratello in guai seri e poi tornò al demone. Nel frattempo aveva preso piena visione di qualcuno dietro a Jo in avvicinamento silenzioso.

Oh, mi piacerebbe tanto ma ho bisogno del permesso di mio papà. Posso chiederglielo?”, chiese, speranzoso.

Il demone si girò verso Dean con il sorriso sulle labbra, divertita per lo scambio con il bimbo ma quello che vide davanti a sé le fece morire la risata in gola. Subito dopo un pugno la centrò in faccia, tramortendola immediatamente. Mentre si afflosciava a terra, Bobby fu lesto ad acchiappare il bambino al volo. Subito dopo il corpo di Jo fu scosso da un terribile tremito e poi un denso funo grigio le uscì dalla bocca e velocemente si diresse verso il camino uscendo dalla baita.

SAMMY!”, Dean gridò non appena riuscì a tirarsi su in piedi e raggiunto suo fratello, si lascia cadere in ginocchio di fronte al bimbo. “Sammy! Oh, signore, pensavo di avrebbe lanciato veramente”, Dean esclamò abbracciando il fratello.

Sentendo un lamento e vedendo il piccolo contorcersi per togliersi dalle braccia del più grande, chiese, cercando di capire cosa stesse capitando: “Che succede? Dove ti fa male?”, iniziando poi a tastare il corpo del bimbo.

Sto bene, Dean”, Sam mentì, cercando di trattenere le lacrime.

Dean e Bobby lo guardarono non credendo minimamente alla sua risposta. L'espressione dolorante di Sam era lì sotto gli occhi di tutti.

Dean, porta fuori tuo fratello. Ci penso io, qui, a Jo”, esclamò, poi, Bobby, scuotendo la testa,

Ok, vieni, peste. Meno male che stai bene e chissà perchè stai piangendo? Vero?”, esclamò Dean, porgendo la mano a Sam che l'afferrò saldamente.

Sono lacrime di sollievo. Sono contento che te la sei cavata senza un graffio!”, esclamò Sam.

Si, certo, sollievo. Ora usciamo di qua e poi guarderò ogni centimetro della tua pelle per vedere se ci sono ferite o contusioni che tu sia d'accordo e meno!”, replicò Dean.

All'esterno Ellen li accolse con mille domande e quando Bobby uscì, portando Jo a braccia, lei cercò di alzarsi in piedi.

No, stai seduta. Jo sta bene. E' ancora svenuta ma è viva e si riprenderà senza problemi”, esclamò il vecchio cacciatore adagiando la ragazza accanto alla madre. “Come sta qui, il salvatore della patria?”, chiese, poi, a Dean che stava controllando Sam.

Una forte contusione al fianco sinistro, parecchi lividi alla schiena e il polso slogato”, esclamò Dean, finendo di guardare sotto la maglia di Sam. Sorrise quando trovò i biscotti nelle tasche dei jeans. Ne mise uno in bocca a Sam e uno nella sua.

Sam, tra le braccia del fratello, con la testa sulla sua spalla, sospirò felice. Tutto era andato bene. Era proprio contento. Stanco morto, dolorante ma gioioso.

Mentre si mettevano d'accordo Bobby e Dean su come arrivare all'Impala con due donne ferite e il piccolo stravolto, Sam si addormentò.

Dean lo prese in braccio, mettendoselo contro una spalla e con l'altro braccio sorresse Ellen. Scoccò un bacio sulla fronte del fratello, mormorando: “Dormi tranquillo, piccolo. Non mi sono, però, dimenticato della legnaia!”

Sam, anche nel sonno, inghiottì a vuoto.

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Capitolo 15
*** Capitolo Quindicesimo ***


Capitolo quindicesimo

 

Casa di Bobby

 

Sam dormì tutto il viaggio in braccio a Bobby, il quale lo aveva anche cambiato. Avevano dovuto togliere il seggiolino dietro per permettere a Ellen e a Jo di viaggiare comode. La ragazza, lentamente, si era ripresa. Non ricordava nulla del periodo di possessione, perciò gli altri le raccontarono cosa era successo.

Quando venne a sapere cosa era accaduto a Sam, il quale dormiva placidamente sul grembo del vecchio cacciatore con il pollice in bocca e palesato in un pannolino stile Winnie the Pooh, iniziò a ridere, sconcertata.

Non ci posso credere. Il grande, forte e indipendente Sam ridotto a un tenero e gracile bimbetto! Mi sembra una giusta punizione, vero Dean?”, chiese, lei, divertita.

Si, certo. Ora lo posso comandare, sgridare e picchiare quanto voglio ma, credimi, lo preferivo prima. Almeno mi copriva le spalle, faceva le ricerche ed era indipendente!”, sbottò Dean, scoccando però un'occhiata al fratello e toccando delicatamente una gamba del piccolo. “Bobby, non prenderà mica freddo così con le gambine nude?”, chiese poi preoccupato.

No, qui, c'è abbastanza caldo. Tu non hai portato un paio di pantaloni di ricambio e gli altri erano tutti sporchi e bagnati. Stai tranquillo, se avesse freddo, non starebbe così!”, rispose Bobby, accarezzando la fronte di Sam, il quale, anche nel sonno, sospirò beato.

Mettigli sopra la mia coperta. Sto bene adesso”, disse Ellen, porgendola a Bobby.

E va bene”, esclamò, sbuffando, il vecchio cacciatore, stendendola sulle gambe del piccolo.

Dopo circa un'ora arrivarono a casa.

Seduti al tavolo della cucina, si misero d'accordo sulle incombenze da fare. Principalmente Bobby doveva occuparsi della ferita di Ellen, mentre Jo doveva preparare qualcosa da mangiare per tutti e Dean occuparsi di lavare e cambiare Sam.

Quando tutti si misero al lavoro la casa risuonò di rumori di piatti, pentole, lamenti di Ellen per la suturazione della sua ferita e urla di Sam, svegliatosi mentre Dean lo stava lavando.

Stai fermo, dannazione!”, ululò il fratello maggiore, cercando di non far affoggare il fratello minore e non allagare il bagno.

Mi lavo da solo, Dean! Non mi toccare! Vuoi mettermi giù? Lasciami andare!”, gridò, ripetutamente, Sam, invano.

Dean lavò, asciugò il piccolo, ignorando le proteste, gli insulti e i calci del più giovane. Passò il gel per le contusioni sulla schiana e sul fianco del fratello, anche se ormai l'ecchimosi erano già nere e poi prima di rimettere il pannolino, lo sculacciò forte un paio di volte.

No, ahi, ahi, Dean, no! Perchè?!”, guaì Sam, sciogliendosi in lacrime.

Mi chiedi il motivo? Ti dico di fare le cose e tu non fai altro che disobbedirmi! Questo è un assaggio! Domani mattina ti do il resto. Come e dove lo sai! Adesso andiamo a mangiare qualcosa di caldo e poi a nanna”, esclamò, rudemente, Dean, posando in terra Sam, senza tante cerimonie.

Ti ho salvato la vita!”, esclamò il più piccolo, tra le lacrime.

Certo. Te ne sono grato ma a momenti ci rimettevi la tua. Non fai altro che farmi morire di puara e di preoccupazione. Sono stufo di dovermi sempre chiedere se tu stai bene o se sei al sicuro. Ti avevo detto di non uscire dall'auto e tu cosa ha fatto? Me l'avevi promesso e poi te ne sei fregato, come al solito! Adesso, basta!”, esplose Dean, trattenendosi a stento dal picchiare Sam. Poi, esasperato, si allontanò da lui, scendendo le scale di corsa e correndo fuori.

Dopo aver mangiato un po' di minestra e un po' di stufato, Sam chiese il permesso a Bobby di andare a letto. Ottenutolo, salutò tutti e andò su nella sua camera. Non aveva scambiato una parola con suo fratello che l'aveva ignorato. La tensione fra loro due era palpabile ma nessuno ne aveva accennato. Le urla di Dean in precedenza erano risuonate per tutta la casa e di conseguenza era chiaro a tutti lo stato d'animo dei due Winchester.

Dean prese una bottiglia di birra dal frigo e uscì sul portico. Era stanco, avrebbe voluto andare su, farsi una doccia e buttarsi in letto ma era ancora furioso con suo fratello e avrebbe corso il rischio di fare qualche sciocchezza. Rimpianse che quello sciagurato di fatello che si ritrovava non avesse la forma di prima per poterlo prendere a pugni e sfogare così la sua frustrazione.

Stai bene, Dean?”, chiese Bobby, uscendo sul portico e sedendosi accanto al giovae.

Si ma sono ancora furioso con Sam e su, prima, ho dovuto fare uno sforzo sovrumano per non mettergli le mani addosso! Non ce la faccio più! Non so proprio come fare per farmi obbedire”

Ho sentito. Questa volta credo che una punizione con i fiocchi non gliela leva nessuno. Certo, a tre anni non è che si possa fare molto. Credi di essere in grado di gestirla o vuoi che lo faccia io?”, chiese Bobby, preoccupato.

Si, credo di si. Secondo me non si aspetta che sia io a picchiarlo ma se non tengo alla parola data non lo terrò in pugno”, rispose, sospirando Dean. “Bobby, però, me lo fai un favore? Uno dei tanti, ovviamente!”, aggiunse, poi.

Sicuro. Dimmi, pure, Dean!”, rispose lui.

Dormi tu con Sam. Io rimango sul divano, Non voglio vederlo fino a domani mattina e voglio che sappia che sono arrabbiato con lui”, disse Dean.

Va bene. Cerca, però, di riposare. Ok?”

Il giovane annuì, rientrando in casa.

Bobby aspettò una mezz'ora, anche per dare il tempo a Ellen e a Jo di usare il bagno. A loro aveva ceduto la sua camera e il sollievo di dormire in un letto comodo, anche se con Sam, piuttosto che sul divano, era immenso. Cominciava a essere troppo vecchio! Rientrò in casa, chiuse tutte le porte, mise strisce di sale davanti a ogni entrata e passando dalla sala, sistemò la coperta a Dean che era caduta a terra. Lo guardò per un po' dormire. Quella situazione era senza uscita. Si maledisse per aver pensato che quella avrebbe potuto essere una soluzione!

In camera Sam dormiva nel suo letto. Non appena si sdraiò nell'altro, la vocina del piccolo risuonò nella stanza.

Dean, posso dormire con te? Lo so, sei arrabbiato con me. Sono stato cattivo, ti ho disubbidito e ti ho fatto preoccupare ma adesso ho paura a dormire da solo!”

Bobby, con il cuore spezzato, esclamò: “Piccolo, mi dispiace, Dean dorme di sotto sul divano, perchè è arrabbiato con te. Se vuoi, puoi dormire con me”

Neanche il tempo di assimilare le parole Sam era già tra le braccia del vecchio cacciatore.

Non ci sono speranze che sia tu a portarmi nella legnaia, vero?”, chiese, speranzoso Sam. “Non è che muoia dalla voglia di farmi picchiare da te ma almeno tu potresti darmele piano!”, bofonchiò il più giovane.

Mi dispiace, ragazzo e credimi, saranno ampiamente meritate e abbastanza forti da farti ricordare la prossima volta che avrai intenzione di disobbedirgli, cosa potrebbe capitarti!”, esclamò ghignando Bobby, girandosi su un fianco e abbracciando un tremante Sam.

 

La mattina dopo

 

Durante la colazione Sam fu coccolato da Ellen e Jo, la quale era ancora sconcertata dal dover confrontarsi con il più giovane dei Winchester in formato mignon, L'ultima volta che si erano visti era stato quando Sam, posseduto, l'aveva legata e maltrattata finchè non era arrivato suo fratello.

Adesso sai cosa si prova a essere posseduti e così non me ne farai una colpa per quello che ti ho fatto a Duluth!”, esclamò Sam, finendo di mangiare i cereali.

Non ti ho mai ritenuto responsabile, Sam!”

Si, certo, ma non ti sei mai più fatta viva, però!”, ribattè il giovane Winchester.

L'apparizione di Bobby sulla porta fece impallidire Sam il quale, scendendo dalla sedia con la tazza in mano per andarla a consegnare a Jo che stava lavando i piatti, temò visibilmente, facendo tintinnare il cucchiaino dentro.

Sei pronto, Sam?”, esclamò il vecchio cacciatore. “Tuo fratello ti aspetta fuori”, aggiunse poi con un'espressione mista tra commiserazione e severità.

L'ultimo desiderio del condannato? Non vedo il cappellano! Voglio confessarmi! Voglio un avvocato!”, borbottò Sam dirigendosi verso l'uscita.

Jo lo rincorse e gridò: “Aspetta!”.

Sam si fermò e si girò, sorpreso. Lei lo raggiunse e lo baciò su una guancia e gli sussurrò: “Pensa solo al fatto che dopo ti darò io la crema e ti cullerò per un po'!”

Dapprima attonito, poi imbarazzato, Sam uscì sul portico con le guance in fiamme. La visione di Dean, appoggiato alla fiancata dell'Impala con le braccia conserte in attesa di quel ribelle di suo fratello, gli fece passare ogni fantasia. Nonostante ciò si avvicinò a Dean col cuore più leggero. Era comunque contento di vedere suo fratello. Stare tanto lontano da lui era angosciante, qualsiasi cosa avesse intenzione di fargli.

Hey”, Dean, salutò suo fratello, scompigliandogli i capelli con una mano. “Dormito bene?”

Hey”, rispose Sam con un sussurro, accostandosi a lui. “Bene se tieni presente che ho dormito accanto a un orso grizzly, barbuto e puzzolente!”

Ah, ah, ah, descrizione azzeccata!!”, esclamò Dean, ridendo. “Andiamo!”, esclamò poi il fratello maggiore, porgendo la mano al minore che l'afferrò senza esitazioni.

La legnaia era un magazzino al confine orientale dell'area contenente la discarica, la casa e l'officina di Bobby. In altre occasioni era una passeggiata di dieci minuti immersa tra rottami di auto vecchie di decenni e pezzi di ferro arrugginiti. Su quel percorso stava la station wagon verde di Sam e durante la camminata, il piccolo fantasticò sul mettersi a correre per rifugiarsi là dentro e sottrarsi così all'inevitabile.

Come va il fianco? Zio Bobby dice che il livido è molto grande e nero!”, esclamò ad un tratto Dean, facendo sobbalzare Sam.

Meglio. Mi fa un po' meno male....”, fece per rispondere Sam ma fu interrotto da una folata di vento e da uno sbattere di ali.

Buon giorno, ragazzi!”, esclamò Zacharia, comparendo davanti a loro.

Ah, bene, dalla padella alla brace!”, esclamò, sospirando Dean, cercando però, di nascondere Sam dietro di lui.

Ah, vedo che il grande piano di Castiel non sta dando i risultati sperati!”, replicò, sarcastico l'angelo, avvicinnadosi a Dean e cercando di intercettare lo sguardo spaurito di Sam che cercava di nascondersi tra le gambe del fratello maggiore.

Cosa vuoi Zacharia?”, chiese Dean, sbuffando.

Io? Cosa voglio? Niente!”, esclamò lui, innocente. “Sono venuto a vedere come mai non riesci a farti obbedire da tuo fratello! Vedo però che, il pargolo, anche a tre anni riesce a fregarti comunque”, ridacchiò sguaitatemente.

Se sei venuto per farti quattro risate, puoi tornartene da dove sei venuto. Noi abbiamo da fare!”, ribattè Dean, prendendo in braccio Sam, il quale, seppur terrorizzato dall'apparizione dell'angelo, era lieto dell'interruzione.

Dean, non sevirà a niente. Tuo fratello continuerà a fare quello che vuole e continuerà a nasconderti la verità e tu non riuscirai mai a importi su di lui”

Non è vero! Sam mi ha giurato che sarà sempre leale con me”, esclamò Dean, irritato, cercando di scansare Zacharia che gli sbarrava il passo.

Sam! Come puoi essere così meschino? Ha sacrificato la sua vita per la tua! Non ti rimorde la coscienza?”, tuonò Zacharia, mettendo una mano sul braccio di Dean per bloccarlo.

Pensi che non gli sia riconoscente?”, gridò Sam, agitandosi, tra le braccia di Dean.

Non rispondergli, Sam!”, gridò Dean, scrollando suo fratello.

Penso proprio di no!”, rispose l'angelo. “Nascondi qualcosa a lui e a noi e con il tuo atteggiamento, indebolisci tuo fratello, il quale non sarà mai in grado di essere l'arma vincente”, rincarò poi la dose l'essere angelico.

Mio fratello è debole perchè parte della sua umanità è rimasta giù. Potevate impedirgli che andasse all'Inferno...”, esclamò Sam, interrotto poi bruscamente da Dean che gli nise una mano sulla bocca. “Ti ho detto di non dargli corda, maledizione!”, sibilò, minaccioso.

Vedi, Dean, non ti obbedirà mai...”, esclamò l'angelo.

Dean si mise a correre. Andò a zig-zag fra le varie carcasse, raggiungendo la recinzione. Teneva stretto tra le braccia suo fratello. Sapeva che era inutile. Lo avrebbe trovato comunque. Pensò che se avesse raggiunto l'officina, forse sarebbe riuscito a disegnare il simbolo per respingere l'angelo ma quasi giunto sulla soglia, si ritrovò l'angelo fra i piedi.

Questa è l'ultima possibilità Sam che ti diamo. O accetterai di fare tutto quello che vorrà Dean oppure ti annienteremo!”, esclamò Zacharia, prima di appoggiare i suoi due indici sulle fronti dei due ragazzi.

 

 

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Capitolo 16
*** Capitolo Sedicesimo ***


CAPITOLO SEDICESIMO

 

Nell'officina

 

“Bobby, quanto tempo è passato da quando Dean e Sam si sono allontanati?” chiese Jo, raggiungendo il vecchio cacciatore nell'officina.

“Mmh, Jo, non lo so. Ho approfittato di un po' di quiete per controllare la scorta di ricambi e non mi sono accorto del tempo che passava”, borbottò lui, guardando l'orologio. “Cavolo, un paio d'ore!”, aggiunse poi, balzando in piedi.

“Andiamo a controllare, allora”, esclamò decisa la ragazza, avvicinandosi al suo zaino e tirando fuori una pistola. Dopo averne controllato il caricatore ed essersela sistemata sul retro dei pantaloni, sotto lo sguardo attento di Bobby, si avviò verso la porta.

Il vecchio cacciatore la raggiunse con una smorfia divertita.

“Che c'è?”, chiese lei.

“Voi, figli di cacciatori, avete un coraggio, un orgoglio, nel seguire le orme dei vostri padri che va al di là di ogni ragionevole dubbio uno possa avere sul modo in cui siete stati allevati!”, rispose lui, sospirando.

“Già!”, replicò lei, pesierosa.

“Tua mamma?”

“Sta dormendo tranquilla”

“Ok, andiamo a vedere dove quei due idioti si sono cacciati”, sentenziò Bobby, calcandosì il cappello in testa, intascando una fiaschetta di acqua santa e afferrando il fucile.

All'esterno si divisero. Ognuno prese un corridoio formato da cataste di auto arrugginite e accastate una sull'altra.

Con circospezione, guardavano in ogni anfratto, dirigendosi verso il confine orientale del campo.

L'inquietudine cresceva sempre di più nell'animo del vecchio cacciatore. Due ore erano tante.

Anche se era convinto che Dean non avrebbe mai fatto del male a suo fratello, avrebbe potuto, in un momento d'ira, compiere un gesto di cui avrebbe potuto pentirsene in seguito.

Si augurò che avessero deciso di sedersi da qualche parte e passare del tempo assieme a ricordare momenti sereni e divertenti del loro passato anche se non è che fossero così tanti quei momenti.

“Bobby!!! Gli ho visti. Sono qui in fondo!”, echeggiò all'improvviso l'urlo, striato dal terrore, di Jo.

Bobby cercò un varco tra i rottami per passare dall'altra parte.

Non appena ci riuscì, la scena che gli apparve davanti gli risultò di difficile comprensione.

Dean sdraiato a terra. Immobile. Sam, in piedi accanto a lui, in lacrime, che scalciava Jo, la quale cercava di capire cosa fosse successo.

Avvicinandosi colse le parole biascicate di Sam e un nome compariva più volte e ciò gli fece gelare il sangue nelle vene. Zacharia.

'Oddio, un altro angelo', pensò.

“Sam, calmati!” gridò, risoluto, non appena li raggiunse.

“Avevi detto che questo posto era protetto, maledizione. Non è vero, è un colabrodo! Saremmo più al sicuro nel centro di Bagdad, maledizione!!!”, gridò Sam, dando un calcio a una gamba di Bobby.

Era furioso e non si sarebbe calmato facilmente.

“Ahia, Sam, cavolo per avere tre anni ne hai di forza nelle gambe!, esclamò Bobby, massaggiandosi il polpaccio.

“Jo, tira su la peste e portalo in casa”, ordinò poi accosciandosi vicino a Dean, il quale sembrava svenuto senza nessuna ferita apparente.

Gli tastò la gola e sospirò sollevato quandò sentì un forte battito provenire dalla carotide. Controllò le pupille e gli fu chiaro che non era svenuto. Stava dormendo. Forse però era un sonno indotto, come quello che a volte, somministrava Castiel, secondo quello che gli aveva raccontato Dean. Fantastico!

Doveva svegliarlo. Era impossibile portarlo di peso in casa. Lo schiaffeggiò un paio di volte senza nessun risultato.

“Dean, maledizione svegliati!”, esclamò Bobby frustrato, dando un calcio al pietrisco.

Gli venne un idea. Non era il massimo. Probabilmente avrebbe spaventato a morte il ragazzo, ma non è che avesse altre opportunità.

Si appoggiò a un lato della parete artificiale fatta di carcasse, urlò con quanto fiato aveva in gola: “Attenzione! Demolizione in atto”.

Non sentendo nulla, diede una spallata verso l'esterno, contro i rottami.

Continuò finché la macchina in cima non cadde dall'altra parte. Il rumore di ferraglie che si abbattevano a terra aveva sempre spaventato Dean, da bambino, perché sempre terrorizzato che cadessero addosso a suo fratello, schiacciandolo.

Il fracasso ottenne l'effetto voluto.

Dean saltò su a sedere con uno sguardo atterrito.

Confuso guardò Bobby, il quale sembrò più sollevato. Gli offrì una mano per aiutarlo ad alzarsi, ma Dean scrollò la testa.

“Dov'è Sam?”, esclamò, invece, poi con un filo di voce, mentre si passava una mano sugli occhi.

“È in casa con Jo”, rispose Bobby, avvicinandosi al giovane. C'era qualcosa che non andava. Moriva, però, dalla voglia di sapere cosa era successo ma doveva portare Dean al sicuro.

“Stai bene, Dean?”, chiese, preoccupato, Bobby.

“No, Mi fa male la testa e ho nausea e non credo di riuscire a stare in piedi”, rispose, incerto, il giovane.

'Che cavolo è successo?', pensò Bobby.

“Dammi comunque la mano. Ti tiro su io. Poi ti appoggi a me e piano piano andiamo verso casa. Non puoi stare qui”, replicò Bobby, afferrandogli di nuovo la mano e si assestò bene sul terreno per tirare su il figliolo che non era leggero come un fuscello, senza cadere tutti e due a terra.

Dopo essere riusciti nell'impresa ed avere accolto tra le sue braccia un barcollante Dean, Bobby ridacchiò.

“Non mi sembra molto divertente, sai?”, esclamò il giovane un po' risentito.

“Infatti non è divertente. E' patetico. Tu dovresti essere il bastone della mia vecchiaia e non viceversa”, ribattè Bobby dando un buffetto sulla schiena del giovane.

“Spiritoso!”, biascicò Dean. “Sarà meglio muoversi. Non vorrei vomitarti addosso. Non devo aver digerito la colazione. Probabilmente aver incontrato quel figlio di puttana di Zaccaria deve avermi rigirato le budella”, aggiunse poi, cercando di stare in piedi senza appoggiarsi del tutto sul vecchio cacciatore.

“Quando arriviamo a casa, mi racconti cosa è successo. Ora, andiamo?”, disse Bobby, mettendogli un braccio attorno alla vita, mentre Dean, con il braccio attorno alle spalle di Bobby, cercava di camminare diritto.

Si dovettero fermare un paio di volte e poco ci mancò che i giramenti di testa di Dean non facessero cadere entrambi in terra.

Nell'afferrare un paio di volte il braccio del giovane, Bobby si rese conto della pelle calda, insolitamente bollente del giovane. Doveva avere la febbre e ciò non era una bella notizia. Dean malato era peggio di tutte le dieci piaghe d'Egitto!

Giunti al portico, Bobby si rilassò. Comparve sulla soglia Jo. Nel momento in cui lei spalancava la porta-schermo, aprendo la bocca per dire qualcosa di sicuramente allarmante visto la sua espressione, Dean ebbe un singulto e rovesciò il contenuto del suo stomaco addosso al povero Bobby che era accanto a lui e su se stesso.

“Ah bene. Anche Sam sta vomitando a tutto spiano. Grandioso!”, esclamò Jo.

“Notizia confortante,Jo”, replicò Bobby, con un espressione a metà tra il disgusto e il preoccupato.

“Oddio, mi dispiace, Bobby”, disse Dean imbarazzato, cercando di togliere con le mani, la parte più consistente del suo vomito dalla giacca di Bobby.

Poi, però, si fermò improvvisamente. Si portò una mano alla bocca e dopo essersi allontanato un attimo rigettò di nuovo dentro un secchio.

“Direi che abbbiamo un problema, Bobby, o meglio due!”, esclamò divertita Ellen, comparsa anche lei sul portico.

“Direi proprio di si!”, replicò Bobby, sbuffando, irritato. “Che palle!”, aggiunse poi, disgustato, quando finì con i piedi nella pozza lasciata prima da Dean.

“Jo, per favore, aiuta un po' lì il nostro sputa-vomito a darsi una lavata, mentre vado a cambiarmi”, aggiunse, poi togliendosi le scarpe e salendo le scale con i calzini ai piedi.

“Bel casino!”, esclamò Ellen, entrando in casa assieme a Bobby.

“Sam?”, chiese Bobby, togliendosi la giacca e avviandosi verso il semi-interrato, dove c'era la lavatrice.

“In cucina. Gli ho ho fatto una camomilla. Penso abbia la febbre alta ma non ho trovato un termometro. Ora ha smesso di vomotare. Ti ha spiegato qualcosa, Dean?”

“Tra un conato di vomito e l'altro? No! E ora non so cosa fare! Dean quando è malato è una catastrofe ma se lo è anche suo fratello è peggio dell'Apocalisse. Se metto le mani su Zacharia me mangio. Tanto all'Inferno ci sono già destinato!”, eclamò rabbioso il vecchio cacciatore.

 

In cortile

 

“Dean, per favore, non fare il testardo come al tuo solito!”, esclamò, esasperata, Jo.

“Ho detto di no. Ora mi passa e vado da solo dentro a cambiarmi. Da solo, grazie!”, ribattè Dean, risoluto.

“Ma se non riesci neanche a stare in piedi da solo!”, replicò Jo, divertita.

“Non è vero!”, esclamò lui, cercando di stare in piedi e dando la parvenza di stare bene.

“Allora, signor brontolone, sali i gradini e prima di entrare in casa, togliiti le scarpe e la giacca”, disse Jo, avviandosi per prima su per la scala.

“Umpf, cosa ci vuole!”, borbottò lui, affrontando il primo scalino.

Non arrivò al secondo.

Un improvviso capogiro lo fece sbandare verso sinistra. Cercò di afferrrare il corrimano ma non ci riuscì e cadde rovinosamente a terra, picchiando la schiena sullo spigolo dell'ultimo scalino.

“Oh, cavolo, Dean! Ti sei fatto male?”, esclamò Jo, raggiungendolo in fondo alle scale.

“Secondo te?”, rispose lui, aggungendo una serie di imprecazioni molto colorite.

“Jo, perchè Dean non è ancora in casa?”, chiese Bobby, comparendo sul portico.

“Perchè questo testone vuole fare da solo e non sta neanche in piedi. Ora è caduto e si è fatto male”, rispose lei, sospirando, sconfitta.

“Non mi sono fatto niente!”, disse Dean, alzandosi in piedi e maledicendosi subito dopo, probabilmente, sentendo male alla schiena.

“Idiota!”, esclamò Bobby, scendendo le scale.

Gli andò incontro, borbottando e con uno sguardo truce che avrebbe spaventato un wendigo affamato. Dean, incapace di fare un passo né avanti né indietro, attese il suo destino, tenendosi la schiena dove era caduto.

“Da uno a dieci, quanto sei testardo, Dean?”, esclamò Bobby, afferrandolo per il braccio libero e mettendogli la mano sul fianco per aiutarlo a salire le scale.

“Non sono testardo!”, mormorò lui, sapendo di essere su un terreno pericoloso. Mai stuzzicare il serpente fuori dalla teca!

“No? Allora io sono Paris Hilton!”, esclamò Bobby, sghignazzando.

“Beh, da come profumi di saponetta alle rose, sembra proprio di sì!”, replicò Dean, con un filo di voce.

“Eh, certo, per togliermi da dosso il tanfo del tuo vomito, non avevo altre alternative. Non ti preoccupare, tra un po' anche te profumerai in questo modo”, ribattè Bobby.

“Scordatelo!”, disse Dean, giunto sul portico, ansante.

Bobby tolse la giacca a Dean, aiutato da Jo e poi con difficoltà lo fece sedere sulla panca di legno per togliergli le scarpe, cercando di non sporcarsi di nuovo. Al di là della frustrazione di dover trattare con un Winchester troppo orgoglioso di ammettere di stare male e abbastanza testardo per farsi aiutare, era la preoccupazione per quell'assurda situazione che lo stava annientando. Doveva essere lucido. Non farsi travolgere dall'emozioni. Quando fosse riuscito a ficcare Dean in letto, imbottito di paracetamolo e antiemetici e idratato tanto da farlo dormire tutta la notte, avrebbe pensato come risolvere quel casino. Sempre se ci fosse stata una soluzione....

 

In casa

 

“Sam, come sta?”, borbottò Dean, mentre si rialzava in piedi per riuscire a entrare in casa.

“Come te. Vomita e ha la febbre. Vorrei proprio sapere cosa avete combinato! Appena sarò riuscito a metterti a letto, chiamerò un mio amico medico”, rispose Bobby, tenendo aperta la porta per far entrare Dean, sorretto da Jo.

“Non abbiamo fatto niente! E' stato quel bastardo di Zacharia! E poi io non vado in nessun stramaledetto letto, Bobby! Voglio vedere mio fratello, maledizione!”, urlò in crescendo Dean, divincolandosi dalla presa di Jo e girandosi verso Bobby, con gli occhi fiammeggianti dall'ira.

Se fosse stato in un altro momento, sicuramente il vecchio cacciatore avrebbe mollato una sberla a quell'idiota che aveva davanti ma si rese conto che Dean era preoccupato quanto lui e forse anche di più, visto che stava male e si era reso conto che quell'angelo malefico aveva scelto quella strada per esasperare la situazione e portarla a un punto di rottura.

Bobby sapeva anche che, però, con la dolcezza e la comprensione non avrebbe risolto nulla con Dean. Averlo tra i piedi in quelle condizioni avrebbe accentuato i problemi per cui l'unico modo per costringerlo ad andare a letto era quello di trasformarsi nuovamente nella brutta copia di John Winchester!

“Ora i fatti sono due: o fai come ti dico io o dovrai aggiungere alla lista dei tuoi malanni anche una commozione cerebrale. Sono stato chiaro?”, gorgogliò Bobby, agitando minaccioso un dito davanti agli occhi meravigliati di Dean.

“Uh, se la metti su questo piano, allora...”, disse Dean, imbarazzato.

“L'unico piano dove ti voglio è quello di sopra e sdraiato a letto!”, esclamò Bobby, afferrando la giacca di Dean e dandola a Jo.

“Per favore, portala di sotto. Accompagno su questo testardo. Vieni su a prendere il resto, Jo”, aggiunse poi, Bobby, sospingendo Dean verso la rampa di scale.

“Voglio vedere Sam, prima!”, esclamò Dean, fermandosi di colpo.

“Ho parlato a un muro, prima?”, replicò, esasperato Bobby, spingendolo in avanti con impeto.

“Non mi muovo di qui se non mi fai vedere Sam! E poi, perchè non lo sento? Dove è?!”

“Oh, signore benedetto! E' con Ellen, lo starà cambiando di sopra. Muoviti, Dean! Andiamo su, ti lavi, ti cambi, prendi le medicine, saluti tuo fratello e vai a letto!”, esplose Bobby, sfogando la sua rabbia, togliendosi il cappello e sbattendolo sulla ringhiera.

“Uffa! E cosa ci faccio a letto? Maledizione!”, sbottò Dean con un tono tra l'adirato e il piagnucoloso.

“Dormi! Ecco cosa fai e la smetti di farmi perdere tempo? Avessi fatto quello che ti chiedevo, ora avrei già chiamato il medico e dato un'occhiata a Sam, invece di stare a dietro a te, pezzo di cretino!”, replicò Bobby, dando una manata sul braccio a Dean tanto forte da lasciargli le cinque dita sulla pelle.

“Porca troia! Bobby! Calmati!”, gridò Dean, massaggiandosi il braccio.

“Mi sarò calmato quando tu avrai fatto quello che ti ho chiesto prima. Sali quelle dannate scale!”, urlò Bobby.

“Ehi, sveglierete Sam!”, bisbigliò Ellen, affacciandosi dalla balaustra del piano di sopra.

“Come sta mio fratello, Ellen?”, chiese Dean, salendo su per gli scalini con fatica.

“Ha la febbre a 39! Bisogna dargli qualcosa per abbassarla ma qui abbiamo medicine solo per gli adulti”, rispose Ellen, preoccupata.

“Nel mio zaino c'è un astuccio verde. Ci sono delle supposte per bambini e delle gocce. Erano nella dotazione angelica lasciatami da Cass”, disse Dean, sbandando di nuovo, colto dalle vertigini.

“Oh, Dean, attento!”, esclamò Bobby, afferrando il ragazzo al volo prima che andasse a terra.

“Perchè? Me la dai una ragione plausibile per cui questo sta succedendo a noi? Cosa abbiamo fatto di male?”, biascicò Dean, con la voce impastata dalla bile che saliva dallo stomaco e dalle lacrime che scorrevano giù lungo il viso sofferente di Dean.

“Non lo so, figliolo. Non so proprio perchè ciò debba accadere proprio a voi due!”, ribattè Bobby, addolcendo il tono e cercando di sorreggere Dean.

“Jo, ho bisogno di aiuto. Vieni su, presto!”, urlò Bobby, rendendosi conto che Dean non riusciva più a stare in piedi.

“Arrivo!”, rispose lei, salendo gli scalini a due a due per fare più in fretta.  

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Capitolo 17
*** Diciassettesimo capitolo ***


Diciasettesimo capitolo

 

Camera degli ospiti di Bobby

 

La prima cosa che Sam notò svegliandosi è che si stava succhiando il pollice. Togliendo subito il corpo del reato fuori dalla propria bocca e nascondendolo sotto le coperte, Sam si augurò che nessuno lo avesse visto. Si guardò intorno. Era nella solita stanza che divideva con Dean da quando erano arrivati la prima volta da zio Bobby, più di ventanni prima.

Come era arrivato lì era un mistero. L'ultima cosa che si ricordava era di essere in braccio a Ellen che cercava di calmarlo dopo aver vomitato per l'ennesima volta. Sentì un dolore alla pancia. Scostò le coperte per tentare di alzarsi e andare in bagno ma si accorse di avere le gambe nude e di essere fasciato in un pannolino.

In quel mentre, un rantolo catarroso provenne dall'altro letto e la voce burbera di Bobby echeggiò nella stanza.

Oh, piccolo, sei sveglio? Bene. Così ti do qualcosa da mangiare prima di prendere le gocce per la febbre!”

Devo andare in bagno, zio Bobby, Ho mal di pancia!”, esclamò Sam, mettendosi seduto con le gambine fuori dal letto.

Sam, stai in letto. Hai il pannolino proprio per quella ragione. Puoi prendere freddo. Hai ancora la febbre!”, ribattè il vecchio cacciatore, ricoprendo il piccolo con le coperte e accarezzandogli la testa.

Si, certo, il pannolino è per le cose liquide che possono scappare se uno dorme ma ora sono sveglio e vado in bagno!”, replicò Sam, rimettendosi seduto.

Si, Ecco il Winchester numero 2, testardo quanto l'altro se non di più. Ti ho detto che non puoi scendere. Fai quello che devi fare lì e poi ti pulisco dopo”, disse Bobby, un po' più ridemente dando una spinta a Sam che ricadde giù.

L'espressione di Sam si trasformò ben presto in imbarazzo associata a un colorito violaceo delle sue guance quando si rese conto che il suo corpo lo aveva tradito e il contenitore di plastica, che avrebbe dovuto tenerlo pulito si era riempito all'inverosimile.

Zio Bobby, credo che il pannolino non abbia fatto il suo dovere!”, esclamò con un filo di voce il piccolo.

Si, lo so, Sam. E' tutta la notte che hai la diarrea e ci siamo accorti che quei pannolini non valgono nulla. E' per quello che ti abbiamo messo una tela cerata sotto e sei senza pantaloni”, rispose Bobby, entrando in bagno.

Uh, tutta la notte...e come avete fatto per...”, mormorò Sam, ridiventando tutto rosso per l'imbarazzo. “Immagino Dean...quanto avrà ghignato nel cambiarmi...”, aggiunse poi, sospirando.

Bobby, mentre riempiva un catino di acqua calda, si rese conto che Sam non sapeva che Dean stava male quanto lui.

Sam, tuo fratello sta male anche lui. Ha la febbre alta e continua a vomitare. E' nella mia stanza così non vi disturbate a vicenda”, disse Bobby, appogggiando il catino su una sedia vicino al letto di Sam. Poi prese un asciugamano, una pezzuola e un altro pannolino.

Sam lo guardava con orrore. Aveva più o meno capito che Dean stava male ma ora lo preoccupava molto il fatto che sarebbe stato pulito e cambiato da Bobby e ciò non lo rendeva particolarmente felice.

Il veccchio cacciatore capì cosa frullava in mente al piccolo, così essclamò: “Sam, sei stato pulito da tutti stanotte, per cui c'è poco da imbarazzarsi”

Da tutti? Cosa vuol dire?”, chiese con costernazione.

Ellen, Jo e me. Ti basta? Il tuo culetto è stato pulito, lavato, sciacquato, asciugato un sacco di volte”, rispose Bobby, mentre staccava gli adesivi al pannolino del sempre più scioccato Sam.

Poi non è che ciò non l'abbia mai fatto, Sam. Sei arrivato qui la prima volta che non avevi neanche un anno. Tuo padre lo faceva raramente, Dean era ancora imbranato così finiva che dovevo cambiarti io, sai! Ma è un timbro di fabbrica che i vostri liquami puzzino così tanto? Il vomito di tuo fratello è pestilenziale ma le tue.....uh, maria santa....che puzza!!!”

 

Camera di Bobby

 

Vuoi ancora un po' d'acqua?”, chiese Jo a Dean, seduto in terra, nel bagno attiguo alla camera di Bobby.

No, grazie, tanto quello che bevo poi lo rigetto nel water”

Si, però, ti sciacqui un po' la bocca, no?”

Dean scrollò la testa. L'unica cosa che voleva in quel momento era riuscire adalzarsi in piedi e a tornare a letto. Era intirizzito, stanco e incazzato come una iena a cui hanno sottratto una preda succulenta.

Che ore sono?”, biascicò poi.

Le sei e mezza”, rispose lei.

Fantastico. Sono cinque ore che sono abbracciato a questo stramaledetto cesso!!!”, esclamò Dean, dando una manata alla parte superiore del gabinetto. “Per non parlare del mio culo, ormai addormentato e le mie gambe aggredite dai crampi. Se metto le mani su quei malefici angeli!!!”

Non hai freddo, Dean? Solo con la maglietta e i boxers!”, chiese Jo, un po' spaventata dal livello di arrabbiatura del più grande dei Winchester, cresciuta in proporzione alle ore passate sul pavimento del bagno.

No! E ti ho detto di non guardarmi, maledizione! Lo sai che mi mette a diagio! E poi non ho più niente da mettermi. Mi sono vomitato troppe volte addosso”, sbottò Dean, cercando di trovare una posizione che non mettesse allo scoperto troppe parti anatomiche imbarazzanti!

Adesso comunque sono due ore che non rigetti. Che ne dici se ti aiuto a tirarti su e ti porto a letto?”, chiese lei, leggermente arrossita per aver scoperto che la corrazza di Dean , a volte, mostrava crepe.

Mmh, proviamo!”, mormorò Dean, cercando di mettersi in ginocchio. Jo, andando verso di lui; gli mise una mano sotto l'ascella destra e l'altra sulla schiena.

All'inizio Dean, troppo concentrato a muovere le gambe indolenzite e cercare di non cadere a terra, non si accorse di avere Jo così vicina a lui.

Poi, quando riuscì a conquistare la stazione eretta e quasi fuori dal bagno, si fermò improvvisamente facendo quasi andare a sbattere Jo contro lo stipite della porta.

Ahi, Dean, cosa succede? Ti viene da vomitare?”, esclamò Jo, allarmata. “Cavolo, sei diventato bollente!”, aggiunse poi, cercando di capire cosa stava succedendo al giovane.

Ehm....no....uh...Jo, posso farcela anche da solo, sai?”, mormorò lui, a disagio.

Si, certo, Dean!”, esclamò lei, capendo poi il suo tormento interno. Sarà stato anche malato ma sempre maschio adulto era...

Perchè noi due dobbiamo sempre essere al posto sbagliato al momento sbagliato?”, chiese lei, spingendolo poi dolcemente verso il letto.

Bella domanda!”, sospirò lui. Poi con passo incerto, si avviò verso il letto e vi sedette pesantemente, quando lo raggiunse.

Jo, per favore, vai a vedere come sta Sam!”, disse Dean con tono sofferente.

Ok, Non ti alzare da lì, però. Non fare l'eroe per andare a cercarti un paio di pantaloni. Hai capito?”, esclamò lei, mentre Dean si sdraiava e lei gli accomodava la coperta.

Lui sbuffò.

Vuoi che ti faccio un po' di latte caldo?”, gli chiese poi, mettendogli un catino e un asciugamano accanto al letto, caso mai gli fosse venuto da rimettere.

Oh, sì, poi mettilo nel biberon, aggiungi due biscottini, e poi portami anche un bavaglino. Sai, non si sa mai!”, bofonchiò Dean, con la coperta sulla testa.

Come sei spiritoso, Dean! Stai attento. Perchè poi te lo posto veramente!”, ribattè lei, sghignazzando.

Dai, Jo, vai a vedere come sta il poppante, così posso dormire!!”, gridò Dean, esasperato.

Vado, vado, brontolone!”, sospirò lei uscendo dalla stanza.

Non appena la ragazza chiuse la porta, Dean fece capolino dalle coperte e si gardò intorno. Non c'era nessuno. Bene. Poteva mettere in atto il suo piano studiato nei minimi dettagli mentre passava la notte attorcigliato a quel blocco di ceramica bianca, chiamato cesso!

La strategia era semplice. Doveva assolutamente far intervenire Cass ma sapeva anche che difficilmente avrebbe ascoltato le sue suppliche e non si sarebbe mai palesato.

Se, però, metteva a repentaglio la sua vita, magari avrebbe potuto mostrarsi per salvargli la carcassa. Aveva un unico neo quel piano! Doveva trovare un capro-espiatorio. Ora demoni ce n'erano a bizzeffe ma, ovviamente, non in quel posto, Perciò doveva uscire e andarsi a cacciare in qualche guaio. Quindi l'unico modo era quello di evocare Meg e magari vedere cosa riusciva ad escogitare fino all'intervento angelico.

Non solo c'era il rischio che l'angelo non comparisse affatto e su questo Dean era quasi certo ma il pericolo di essere strangolato da Bobby era reale!

Non sapeva proprio cosa era meglio: se essere lasciato nelle mani di Meg o in quelle di Bobby!

Inghiottì a vuoto al solo pensiero!

Con difficoltà scese dal letto e iniziò a frugare nello zaino del fratello alla ricerca di un paio di pantaloni. Ovviamente della misura GiraffaSam! Trovò un paio di jeans. Di vita erano un po' larghi ma con una cintura si potevano stringere, il dramma era la lunghezza delle gambe.

Se li arrotolava, a Natale era ancora lì! Prese un paio di forbici e calcolando più o meno la misura delle sue gambe, tagliò un pezzo a ciascuna parte.

Soddisfatto del suo lavoro sartoriale, li indossò. Erano ancora lunghi ma un paio di ripiegamenti furono sufficienti per posizionarli sulle scarpe.

Ci voleva una felpa. Rovistò ancora nello zaino e trovò quella che Sam gli aveva prestato quando era finito in ospedale, quasi morto dopo la scarica di energia elettrica. Era un caro ricordo. Se Sam non fosse stato così maniaco nel fare ricerche, sarebbe morto!

Il pensare a Sam formato gigante, lo rattristò. Gli mancava il fratello; gli piaceva dividere con lui la quotidianeità, la caccia, i rischi, la paura di non farcela a cavarsela in quel mondo così oscuro e malvagio.

Certo le sue bugie e i suoi sotterfugi lo avevano deluso e l'intervento di Cass aveva almeno eliminato quell'aspetto. Non è che gli ubbidisse neanche nella misura mignon a cui era stato ridotto ma almeno poteva imporsi su di lui.

'Zacharia aveva complicato tutto, come sempre! Quasi quasi erano migliori i demoni....', elucubrava mentalmene Dean mentre si preparava.

In quel mentre, Jo cercò di entrare nella stanza ma avendo già precedentemente chiuso a chiave, le fu impossibile accedere.

Dean, apri!”, strepitò la ragazza.

'Quanto starnazza la figliola!', pensò Dean, malignamente, mentre andava verso il bagno e apriva il getto della doccia. Poi gridò: “Sto facendo la doccia!”

Hai la febbre! Non prendere freddo, Dean. Asciugati subito, mi raccomando!”, strillò Jo, fuori dalla porta.stesso la doccia. Un minimo di capellli bagnati li doveva far vedere lo stesso, se no il sospettoso Bobby poteva 'mangiare la foglia'.

Si spogliò, rabbrividendo un poco e chiedendosi quanto fosse alta la febbre. Decise di non pensarci e concentrarsi soltanto su come costringere Cass a intervenire. Stava ridacchiando mentre si versava il bagnoschiuma alle rose di Bobby, quando la tenda della doccia si scostò improvvisamente, rivelandogli il vechio cacciatore, un po' alterato.

Cazzo, Bobby. Sono nudo! Chiudi quella cazzo di tenda, porca troia!”, urlò Dean, mezzo morto dallo spavento e dall'imbarazzo.

Oh, stai attento a come parli. Sei in casa mia, nella mia doccia e stai usando il mio bagnoschiuma, idiota!”, esclamò quello, urlando.

'Mai far uscire i serpenti dalla loro teca di vetro!', pensò Dean, cercando di coprirsi con la tenda.

Che stai facendo, Dean?”, chiese, poi, con un tono più basso.

Secondo te? Una sfilata di moda?”, bofonchiò Dean, cercando di non tremare troppo dal freddo che lo aveva assalito all'improvviso.

Ora ti sciacqui, ti asciughi e torni a letto e la smetti di fare cavolate. Sta arrivando il medico”, esclamò, aprendo il rubinetto dell'acqua calda dirigendo il getto sopra un tremante, stupido Winchester.

Non ho bisogno di alcun medico!”, ribattè Dean, rianimandosi.

Vedremo!”, esclamò Bobby, riaggiustando la tenda. Poi aggiunse: “Jo, per favore, non farti più fregare, tienilo d'occhio ogni secondo!”

Da come aveva parlato sembrava che la ragazza fosse lì nel bagno con loro e perciò Dean impiegò alcuni secondi per rendersi conto che quello era il bagno più affollato del Sud-Dakota.

Jo? Non c'è la voglio qui dentro, maledizione. Sono nudo! Un po' di comprensione, no?”, sbraitò Dean, esasperato.

Da quando essere nudo in una stanza con una ragazza ti dà tanto fastidio?”, sbraitò Bobby, riaprendo la tenda davanti a un esterafatto Dean.

'Mai far incazzare i serpenti fuori dalla loro teca!'

Come sta Sam?”, chiese, invece, Dean, cercando di sviare l'ira di Bobby e riaversi dallo choc di essere stato visto da Jo in stato adamitico, dopo aver riacquistato un minimo di privacy.

Il vecchio cacciatore, confuso, dal tono dimesso di Dean e dal cambiamento di argomento della conversazione, rimase alcuni istanti in silenzio.

Sta male e tu non mi aiuti facendo il cretino!”, esclamò, poi, andandosene.

Imbarazzato al massimo, Dean cercò di sbrigarsi a finire la doccia, poi chiese a Jo se gli poteva passare l'accappatoio. Non appena glielo diede, si avviluppò dentro, uscì dalla vasca e si diresse verso il letto, cercando di non guardare Jo e avvampare più di quello che già era.

Non sapevo che avessi un...”, iniziò a dire Jo.

Non. Dire. Niente! Non. Hai.Visto. Nulla! Jo, per favore!”, sibilò Dean.

Visto niente? Non direi....”, ribattè lei.. prima di essere colpita a una spalla da una scarpa.

Jo! Piantala!”, iniziando a tirarle addosso tutto quello che riusciva a raggiungere.

Dean! Ahi, che male! Che fai?”, urlò lei. “Parlavo del tatuaggio!”

Qualcuno vuol fare un giro nella legnaia?”, esclamò Bobby, entrando nella stanza. “Jo, misura la temperatura all'eroe. Ora viene su il dottor Stevens”, ordinò poi alla ragazza.

Tu mettiti a letto o giuro su Odino che Jo vedrà qualcosa d'altro che non un pezzo del tuo torace!”, ululò, dando una pedata alla gamba di Dean.

Venti minuti dopo un Dean, febbricitante, ancora a disagio per essere stato visto nudo da Jo e mezzo addormentato per una doppia dose di anti-piretici e anti-emetici che avrebbe steso un elefante, cercava di elaborare un piano di evasione da quella casa.

L'unica soluzione era aspettare la notte e svanire nelle tenebre. Anche Sam aveva fatto così. Decise, allora, di farsi un pisolino e agire nella notte.

All'una, approfittando di Ellen, profondamente addormentata sul letto di Sam, si vestì e silenziosamente uscì dalla casa. Aveva deciso di fare l'evocazione all'interno della proprietà, perchè stava troppo male per andarsene in giro.

Scelse un magazzino ricolmo di pneumatici per attutire i rumori. Rovistò nel bagagliaio dell'Impala per prendere alcune candele che accese subito dopo, disegnò a terra il triangolo evocativo con il gesso bianco e iniziò la litania per richiamare l'attenzione del demone, ovunque fosse. Troppo concentrato, non sentì il rumore di passi affrettati e quando una mano si abbattè sulla sua spalla, lo spavento fu intollerabile.

Pensi che sia così deficiente, Dean!”, esclamò Bobby, rovesciando poi la ciotola ricolma di erbe, utili all'evocazione demoniaca.

No, cazzo, no, Bobby! NO!”, gridò Dean, dando uno spintone al vecchio cacciatore che crollò a terra.

Quello non si perse d'animo. Anzi. Si rialzò, senza proferire parola. Il suo sguardo era inequivocabile. Dean pensò che rifugiarsi nello Yemen, teorizzato da suo fratello, poteva avere i suoi vantaggi in quel momento.

Mi hai cercato Bobby!”, esclamò Cass, comparendo all'improvviso a fianco del vecchio cacciatore con un'espressione confusa che solo quell'angelo poteva assumere.

Lo hai chiamato tu?”, chiese esterefatto Dean, rivolgendosi a Bobby.

Certo e non capisco perchè non l'abbia fatto tu! Cosa pensavi di ottenere evocando un demone?”, esclamò Bobby, furente.

Pensavo che quell'essere lì nell'impermeabile beige non sarebbe mai venuto se l'avessi chiamato io e allora se fossi stato in pericolo, magari avrebbe potuto sprecare qualche prezioso minuto per venirmi incontro!”, replicò, urlando, Dean.

Non è vero. Sarei venuto subito!”, ribattè l'angelo. “Ok, Bobby, semmai uccidi Dean dopo. Cosa posso fare per te?”

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Capitolo 18
*** Capitolo Diciottesimo ***


Capitolo diciottesimo

 

Sei sicuro che mio padre o meglio il suo fantasma non sia qui in giro. Cass?”, chiese Dean, seduto al tavolo della cucina, mentre cercava di scaldarsi le mani intorno a una tazza di caffè caldo.

No, tuo padre non è qui!”, rispose quello, tranquillo.

A volte ho l'impressione che Bobby venga posseduto da mio padre, soprattutto quando urla e strepita!”, spiegò Dean, anche se Castiel non gli aveva chiesto nulla.

Credo abbia ragione, Dean. Lo state facendo diventare matto. E' fin troppo bravo...”, esclamò l'angelo, osservando con curiosità il liquido scuro contenuto nella tazza del più vecchio dei Winchester.

Si, si, proprio bravo. Essere preso a calci alla mia età...”, replicò Dean, seguendo lo sguardo di Cass nella propria tazza. “Se ne vuoi un po', prenditelo. Ce n'è ancora!”, aggiunse, poi.

Non ho sete! Noi angeli non abbiamo necessità umane”, rispose l'angelo.

Il caffè non viene preso per calmare la sete. Serve per rilassarsi, per tenerti sveglio e per scaldarti!”, spiegò Dean.

Sam ha sempre la febbre alta ma almeno non ha più la diarrea”, esclamò Bobby, entrando in cucina. Poi si diresse alla brocca del caffè, se ne tirò giù una tazza e poi si sedette al tavolo di fronte a Dean.

Allora Cass, quale è il tuo piano? Non può Sam tirarla tanto alle lunghe. Bisognerà portarlo in ospedale domani se non gli si abbassa la temperatura. Si disidrata troppo velocemente!”, sbottò Bobby, infrangendo il silenzio calato su loro tre.

Allora a quanto ho capito, tu”, rivolgendosi a Bobby, “mi hai detto che Zacharia ha fatto ammalare i due Winchester, perchè Sam continua a fare di testa sua?”, chiese Cass, guardando i due cacciatori.

Si, hai capito bene!”, rispose Bobby, alzandosi in piedi e dirigendosi verso la credenza, dove prese la bottiglia di whisky. Si risedette e se ne versò nella tazza una generosa dose.

Dean fece il gesto di afferrare la bottiglia anche lui ma Bobby fu più lesto. La tolse dal tavolo e la mise in terra senza proferire parola. Dean sbuffò, guadagnandosi un'occhiataccia dal parte del vecchio cacciatore.

Ah, allora, non posso fare nulla!”, esclamò Cass, alzandosi in piedi.

Come sarebbe a dire che non puoi farci nulla!”, sbottò Dean, sbattendo la tazza sul tavolo.

Zacharia è il mio diretto superiore e non posso fare niente. Non posso disobbedire”

Non me ne frega un accidente se è il tuo superiore!”, replicò Dean, saltando su come una molla.

Stai calmo, Dean!”, esclamò Bobby, lanciandogli uno sguardo minaccioso.

Come faccio a stare calmo!!”, urlò il cacciatore più giovane, avvicinandosi all'angelo.

Se facessi qualcosa, Zacharia interverrebbe subito e sarebbero guai per tutti!”, replicò l'angelo calmo, nonostante l'avvicinarsi di Dean con gli occhi fiammeggianti dall'ira.

Dean, siediti!”, esclamò Bobby, afferrando il braccio del giovane e tirandolo verso di sé.

Lasciami andare!”, esclamò quello, a bassa voce.

Vedo che il prenderti a calci per tutto il cortile è servito a poco. Siediti subito e calmati! Con l'ira non andiamo da nessuna parte e di certo non puoi picchiare un angelo!”, esclamò Bobby.

E chi te lo dice?”, replicò Dean, dando un calcio a una gamba di Castiel.

L'urlo successivo di dolore, appartenente a Dean, echeggiò in tutta la casa.

Ahhh, cosa hai al posto dell'osso? Acciaio?? Marmo???”, ululò il ragazzo, tenendosi il piede. Poi si sedette sulla sedia sotto lo sguardo minaccioso di Bobby e serafico di Cass.

Un umano non può farmi nulla, Dean! Anzi, si fa male da solo!”

Ah, bene. Avvertirmi prima, no?”, replicò Dean, mentre si toglieva lo stivale e si massaggiava piano piano le dita dei piedi.

Meno male che avevo le scarpe”, bofonchiò poi.

Ellen e Jo fecero la loro comparsa in cucina.

Pensavo che finalmente avessi cominciato a sbollire un po' di rabbia, prendendo a sberle Dean!”, esclamò Ellen, tirando su la bottiglia di whisky e andando verso la caffettiera.

Non ce n'è bisogno. E' tanto tonno che si fa male da solo!”, ribattà Bobby, ghignando.

Ellen, ti ci metti pure tu, adesso?”, esclamò Dean, depresso,

Su, su, dai. Non ti abbattere. Remiamo tutti dalla stessa parte”, esclamò Ellen, versando un po' di whisky nella tazza di Dean, non appena Bobby si distrasse un attimo.

Dean accennò a un debole sorriso di ringraziamento.

Che ne dici, Superman, di andare a letto! Hai gli occhi lucidi e sei più pallido dell'ultimo fantasma che ho cacciato!”, esclamò Bobby poi rivolgendosi a Dean.

Sto bene”, replicò Dean, sbadigliando.

Si, certo!”, ribattè l'altro, con un gesto di stizza.

Uffa. E poi sono Batman e non Superman!”, esclamò. Poi vedendo l'esasperazione sul viso del vecchio cacciatore, aggiunse: “Adesso vado, vecchio brontolone!”, esclamò Dean, alzandosi in piedi.

Un improvviso capogiro sottolineò la precaria condizione di Dean. Jo lo afferrrò per un braccio in modo che non cadesse e poi gli mise il dorso della mano sulla fronte.

Cavolo, Dean. Scotti!”, esclamò, allarmata.

Ma no, ho bevuto il caffè bollente...”, spiegò Dean, allontanando la mano della ragazza con un gesto di insofferenza e sbuffò.

Ellen gli allungò il termometro e pretese che se lo infilasse in bocca, neanche fosse stato un bimbetto come suo fratello. Sotto lo sguardo attento di tutti i presenti nella cucina, aprì la bocca e si lasciò ficcare sotto la lingua quell'affare. Si risedette e aspettò i fatidici cinque minuti, osservando di sottecchi gli altri.

Cass sembrava incuriosito da quell'affare di vetro che spuntava dalla sua bocca. Negli ultimi tempi faceva molte domande su usi e costumi umani come se stesse valutando l'ipotesi di diventare pure lui un umano. Bobby, stanco morto, aveva le borse sotto gli occhi. Parlottava con Ellen e ogni tanto gli lanciava un'occhiata veloce, carica però di affetto e preoccupazione. Gli venne l'impeto di alzarsi in piedi e di andare ad abbracciare quel vecchio orso. Probabilmente se lo avesse fatto, tutti avrebbero pensato che era la febbre... Jo, invece, stava facendo del caffè fresco. Quella ragazza era un mistero per lui. Le aveva sempre voluto bene come a una sorella, però avvertiva qualcosa di più ma lei era scostante e insofferente. Ah, le donne....

Ellen era quella che gli ricordava di più sua madre. Era contento che ci fosse stata in quei giorni. Almeno Sam aveva assaporato cosa volesse dire essere cullato, curato e protetto da una mamma. Il pensiero gli fece lacrimare gli occhi. Pessima idea. Così tutti avrebbero pensato quanto stesse male...

Dean, fammi vedere!”, esclamò Ellen, all'improvviso, facendolo saltare su dalla sedia per lo spavento.

Ehi, Dean. Tranquillo! Vedrai che si sistema tutto. Lo so che sei preoccupato per tuo fratello e per tutta sta situazione. Una soluzione la troveremo.”, esclamò lei, facendogli una carezza sul viso, mentre tirava fuori il termometro dalla bocca.

Grazie, Ellen”, bofonchiò Dean, con la voce intrisa di commozione.

39! Bene. Qualcosa da mangiare, tachipirina e letto!”, commentò Bobby nell'osservare il termometro sotto la luce diretta della lampada dalla cucina a gas.

Mentre Dean mangiava due biscotti per bambini, appartenenti a Sam, e beveva un po' di latte caldo, un'idea prese forma nella sua mente, ottenebrata dalla febbre.

Cass, tu non puoi guarirci, perchè è intervenuto Zach. Ok. Puoi, però, riportare Sam alla forma originaria. Sicuramente può combattere la febbre e la disidratazione meglio se è un adulto e non un bambino di tre anni, no?”, esclamò Dean, rivolgendosi all'angelo.

L'angelo lo guardò fisso negli occhi. Stava chiaramente pensando ai pro e ai contro di quella strategia.

Potrebbe andare bene. Devi, però, parlare con tuo fratello e assicurarti che abbia capito le implicazioni del mio gesto. Lo riporterò ai suoi due metri di altezza se ti prometterà di non usare più i suoi poteri e se non si incontrerà più di nascosto con Ruby. Se noterò sincerità nel suo tono, tornerà ai suoi 25 anni!”, disse Cass.

Va bene. Allora adesso andrò a parlare con lui. Speriamo bene!”, esclamò Dean, alzandosi in piedi.

Né i giramenti di testa, né la nausea gli impedirono di dirigersi nella sua camera per chiarire, finalmente, la situazione con Sam.

 

Stanza di Sam e Dean

 

Ehi, piccolo! Come stai?”, chiese Dean, sedendosi sul letto e accarezzando la testa di suo fratello.

Era tutto sudato. I capelli umidi erano appiccicati alla fronte e scottava anche lui per la febbre. Decise di cambiarlo e bagnarlo con l'acqua fredda. Magari si sarebbe fatto una doccia anche lui in modo da far abbassare la temperatura a tutti e due. Doveva farlo anche bere. Si guardò intorno alla ricerca di un bicchiere ma sul comodino c'era solo un biberon. Dentro aveva un liquido ambrato. Lo girò e fece cadere alcune gocce sul dorso della mano. Con la lingua ne raccolse un po'. Era tè freddo zuccherato.

Scrollò dolcemente suo fratello. “Sam, svegliati. Devi bere!”

Sam aprì gli occhi e gli sorrise. “Ciao, Dean!”, disse con un filo di voce. “Che succede?”, chiese poi, allarmato.

Devo farti bere. Devo cambiarti e dobbiamo parlare!”, rispose lui, prendendolo in braccio.

Poi afferrò il biberon e lo diresse verso le labbra del piccolo.

Uh...parlare di cosa?”, chiese Sam, allontando il poppatoio con la propria mano.

Sam, bevi. Sei disidratato. Non puoi stare così. Obbedisci, su!”, esclamò, esasperato, Dean.

Cavolo, vorrei un po' di caffè!”, esclamò Sam.

Se fai come ti dico, domani mattina lo potrai bere!”

E perchè?”

Perchè Cass vuole che parliamo e se mi risponderai con sincerità, ti riporterà indietro!”

Ok, dammi quell'affare!”

No, te lo do io!”

Per dieci minuti quella stanza fu permeata dalla dolcezza e dalla tenerezza. Dean, seduto sul letto, appoggiato alla testiera con le gambe sotto le coperte, teneva tra le braccia, suo fratello, il quale aveva la testa appoggiata alla sua spalla sinistra e succhiava beatamente il biberon. Il canticchiare “Whole lotta love” dei Led Zeppelin, da parte di Dean, fu il preludio a un breve pisolino per entrambi.

Dean stava sognando di essere nell'acqua. Stava facendo il bagno immerso in una piscina di acqua calda ma si sentiva a disagio come se non stesse nuotando nell'acqua ma...

Oh, cavolo!”, esclamò, all'improvviso, svegliandosi di colpo. “Sam, accidenti, mi hai pisciato tutto addosso!”, gridò, poi, scrollando il fratello.

Ah, ah, ah, ah, si, Bobby l'ha detto che non tengono niente 'sti pannolini!”, rise Sam, tastandosi le gambe.

Ah, bene! Però dirmelo, no? Accidenti, abbiamo combinato un bel casino. Ora chi lo sente il vecchio brontolone...”, esclamò Dean, alzandosi in piedi.

A quel punto decise di farsi la doccia con Sam in braccio. Ridacchiando e prendendosi in giro a turno per quella strana vicenda che li vedeva protagonisti, riuscirono a lavarsi e a rinfrescarsi. Asciugò e vestì prima quel rompiscatole del fratello e poi, dopo essersi vestito con una maglietta e un paio di pantaloni felpati si mise a disfare l'altro letto per far asciugare le lenzuola, Sam non perdeva neanche una sola sua azione. Si accorse che non si era per niente lamentato del fatto che lo avesse lavato e vestito con aggiunta di creme e borotalchi vari...

Sai, se non fosse perchè dobbiamo fermare l'Apocalisse e aiutare gli angeli a sconfiggere i demoni, mi piacerebbe rimanere bambino. Vorrei avere un'infanzia normale e che tu fossi realmente il mio papà”, disse Sam, mentre Dean si infilava nell'altro letto, dove c'era già suo fratello.

Si fermò un attimo a guardare quel bimbo, pavesato in una tutina azzurra con sopra un tenero orsetto, che lo guardava con sguardo adorante.

Si, mi piacerebbe anche a me, Sammy. Non possiamo, però. Tu devi tornare quello che eri e insieme liberarci di demoni e angeli!”, esclamò Dean, sospirando.

Cosa ti ha detto, Cass?”, chiese Sam.

Non può farci niente con quello che ha fatto Zach ma può farti tornare grande così puoi sopportare meglio la malattia. Solo che dobbiamo parlare. Seriamente, questa volta!”, esclamò, Dean, dando una pacca sulla schiena di Sam, mentre si sistemava nel letto.

Ahia, Dean! Non vedo l'ora di tornare alla mia forma originaria così non avrai più la possibilità di prendermi a sberle quando vuoi tu”, gridò Sam, cecando di morsicare la mano del fratello più vecchio.

Oh, stai fermo, animaletto! Sculacciarti, probabilmente no! Prenderti a pugni, si! Uao, non vedo l'ora!”, replicò Dean.

Si, certo, dovrai solo provarci!”, esclamò Sam, dando un calcio al fratello.

Non c'è problema. Quando vuoi, fratellino!”, ribattè Dean, facendo poi il solletico a Sam, il quale squittì di gioia.

Rimasero poi alcuni minuti in silenzio. Entrambi affaticati dalla febbre e spossati dagli ultimi avvenimenti. Erano sdraiati sul letto, sotto le coperte. Le possenti braccia di Dean erano attorno al piccolo Sam, il quale era rannicchiato contro suo fratello.

Di cosa dobbiamo parlare, Dean?”, esclamò, all'improvviso, Sam.

Dean, quasi addormentato, si era dimenticato della chiaccherata. Una domanda su tutte lo aveva tormentato per tutti quei mesi.

Perchè vuoi uccidere Lilith a tutti i costi?”

Sam sospirò e poi giocando con il ciondolo appeso alla collana di Dean, simbolo del loro legame indissolubile, rispose: “Lilith, lei ti ha portato all'Inferno, là ti hanno torturato e io so che è solo colpa mia se è successo questo. Solo colpa mia!”

No, non è colpa tua. Cosa ti viene in mente, Sam! Sono io che ho preso quella decisione, non tu!”

Si, certo, però se fossi stato più attento quel giorno, non mi sarei fatto ammazzare da Jake e tu non avresti dvuto fare il patto...”

Sammy!”

No, è vero. Lo sai che ho ragione. Ho infranto una delle regole più importanti del combattimento . Mai girare le spalle al tuo nemico! Se potessi tornare indietro, lo ucciderei subito, invece di stordirlo solamente, maledizione!”, esclamò Sam, picchiandosi la testa con le sue mani.

Oh, piccolo, stai fermo. Vedi, però, il mio Sam non lo avrebbe mai ucciso! Io non ti incolpo per quello che è successo e tu non dovresti ritenerti respondabile. Non potevi sapere che si sarebbe svegliato così presto. Molti dopo un colpo simile, rimangono svenuti per un pò”

Si, ma...”

Niente ma, Sam. Basta! Non è stata colpa tua. Punto! E neanche quella della mia discesa all'Inferno. E' stata mia la decisione, non la tua, piccolo”

Ti ho promesso, però, che ti avrei tirato fuori da là!”, Sam, replicò, rivolgendosi a fratello con gli occhi pieni di lacrime. “E ho provato, Dean. Ho cercato dapperttutto, nella libreria di Bobby, chiedendo a tutti quelli che si occupano di magia nera. Sono andato perfino a un incrocio per fare un patto per mio conto ma non mi hanno voluto dicendomi che io ero già destinato a loro. Non importa quanto abbia cercato o provato ma non ci sono proprio riuscito, maledizione!”, esclamò Sam, scoppiando a piangere.

Dean abbracciò forte quel bimbo che era scosso da violenti singhiozzi e se lo strinse a sé. Con la voce rotta dall'emozione esclamò: “E' tutto a posto, Sammy. Sono qui ora e non ho intenzione di andare da nessuna parte senza di te!”

 

Fuori dalla porta

 

Bobby si passò una mano sugli occhi, asciugandosi le lacrime mentre ascoltava quello che si stavano dicendo i due ragazzi. Era passato per vedere se andasse tutto bene ma non appena si era reso conto di quello che stava accadendo, non era entrato nella stanza. Voleva dare loro l'oppurtunità di chiarirsi e di arrivare finalmente a mettere le cose a posto.

Realizzando che la chiaccherata significava la fine del piccolo Sammy, il vecchio cacciatore sospirò. Mentre gli era mancato il Sam adulto, si era davvero divertito ad avere il piccolo Sammy di nuovo. Era stato meraviglioso vedere entrambi i ragazzi giocare e ridere assieme. E anche le arrabbiature con entrambi, eano state una piacevole parentesi. Castiel poteva anche aver travisato le sue parole ma avva trovato la soluzione perfetta. Dean era tornato nel suo ruolo di fratello maggiore e Sam si era conformato in quello di fratello minore.

Entrando nella sua camera, Bobby andò verso il comò, dove nella specchiera, tra lo specchio e il legno che lo reggeva, c'era una vecchia foto di John con i suoi figli. “Noi li abbiamo fatti ritornare indietro, Johnny”, sussurrò. “I nostri ragazzi sono tornati”

 

Stanza di Sam e Dean

 

Allontanandosi un poco da Dean, Sam si asciugò le lacrime con il lenzuolo. Poi, tirando su con il naso, bofonchiò: “Scusami”

Non hai fatto niente per cui tu debba scusare, Sam”, Dean rassicurò il fratellino. Poi facendo una contorsione, prese un fazzoletto e il biberon dal comodino e li diede al piccolo. “Avevi bisogno di sfogarti!”, aggiunse poi, mentre Sam succhiava avidamente il liquido dal poppatoio.

Questo significa che siamo sulla buona strada, secondo i parametri di Cass, vero?”, chiese Sam, dopo aver finito di bere.

Si. Credo che con questo, abbiamo raggiunto la quota annuale di sentimentalismi!”, esclamò Dean, ridacchiando.

Ah, bene. Non riuscirei più ad andare avanti a piangere come una fontana!”

Ho paura, Sam, che non abbiamo ancora finito, però. Dobbiamo anocra parlare di Ruby e dei tuoi poteri”, Dean disse a suo fratello, il quale lo guardava con gli occhi spalancati dallo stupore.

Cosa vuoi sapere?”, chiese, poi, Sam, cercando di mantenere la voce ferma ma nascondendo il volto tra le pieghe della camicia di Dean.

Perchè vuoi usare il tuo potere a tutti i costi quando sai benissimo che ti può costare la vita, continuando a farlo?”, chiese Dean, tirando su Sam in modo da vederlo bene in viso.

Perchè è l'unico modo per uccidere Lilith!”, esclamò il piccolo, mordicchiandosi il labbro inferiore.

Te l'ho detto, Lo faremo insieme. E nel modo classico!”, replicò Dean.

Ruby dice che solo io lo posso fare e ciò mi sta bene. Finalmente posso essere utile. Quando è morta la mamma ero troppo piccolo, quando è morta Jessica non c'ero, papà l'ha fatto per te e tu sei andato all'Inferno, sempre per colpa mia. Almeno che, per una volta, io faccia una cosa giusta!”

Cosa?!?”, gridò Dean. “Che diavolo stai dicendo Sam?”

E' vero, Dean. E lo sai anche tu. Lilith ti ha preso una volta e io non permetterò che accada un'altra volta. E' tutta colpa mia! Se Azazel non mi avesse fatto cadere quelle gocce di sangue demoniaco nella mia bocca, mamma, papà e te avreste potuto vivere una vita normale”

Sam, stai dicendo delle stronzate. E smettila di dire che è colpa tua, maledizione!”, sbottò Dean, dando una sberla sul braccio di Sam. “E comunque credi un po' troppo a Ruby. Ti sarai anche innamorato di lei ma quello che vedi è solo un involucro. Dentro c'è un demone che si sta prendendo gioco di te!”, aggiunse poi, esasperato, mettendosi seduto sul letto,

E allora perchè mi farebbe diventare sempre più forte per arrivare al punto di poter uccidere Lilith? Non ha senso, Dean! Se facesse un gioco sporco, non lo farebbe!”, ribattè Sam, cercando di far ragionare il fratello.

Non lo so, Sam. So solo che non dovrai più fare niente! Me lo devi promettere. E devi essere sincero, perchè credo che Cass ti stia sentendo. Non dovrai più usare i tuoi poteri, non ti dovrai più vedere di nascosto con Ruby e soprattutto non credere più a quello che ti dice quel demone! Sono stato chiaro?”, esclamò, Dean, prendendo il viso di Sam tra le sue mani.

Lo prometto. Mai più esorcizzare i demoni con la mente e vedere Ruby di nascosto!”, esclamò, Sam, deciso.

Voglio sapere anche come Ruby fa a farti diventare così forte. E non mi dire che ti fa allenare perchè non ci credo!”, aggiunse poi Dean, sempre guardando fisso negli occhi suo fratello.

E' così, Dean. Te lo giuro!”, esclamò Sam, ricambiando lo sguardo con il fratello,

Sam, giurami che stai dicendo la verità!”

Te lo giuro!”, rispose Sam, cercando di essere il più convincente possibile.

Sam, ti ho voluto bene nel momento stesso in cui ti ho visto per la prima volta. Eri il mio fratellino. Ho dato la mia vita per proteggerti; eri la mia responsabilità. E non è cambiato niente che tu sia alto mezzo metro o due metri. Se mi hai detto la verità su quello che hai fatto con Ruby e sul fatto che non mi mentirai più, bene. Se, però, verrò a sapere altre cose o se continuerai a fare le cose di nascosto, io...”

C'è una cosa che non ti ho detto, Dean!”, lo interruppe Sam, ben sapendo che non poteva tacere ciò più a lungo. Era conscio del pericolo che correva se suo fratello lo avesse scoperto in futuro e quello era il momento migliore per confessarlo. Tanto morto per morto...

E sarebbe?”, chiese Dean, preoccupato dalla reazione del fratello, agitato e di nuovo sull'orlo delle lacrime.

Ruby...io....sangue...demone...potere...”, farfugliò Sam, singhiozzando.

Non ho capito nulla, Sam. Cosa stai dicendo?”, domandò Dean, avvicinandosi al fratello,

Inspirando a fondo cercando di calmarsi quanto bastava per parlare, Sam disse: “Per...farmi rafforzare i … miei poteri... Ruby mi fa...bere … il suo … sangue!”. Poi con un balzo saltò giù dal letto e si rifugiò nel bagno, dove riuscì, mettendosi sulle punte dei piedi, a chiudere a chiave la porta. 

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Capitolo 19
*** Capitolo Diciannovesimo ***


Capitolo diciannovesimo

 

Stanza di Sam e Dean

 

Come sarebbe a dire che hai le chiavi di tutte le porte di questa casa, tranne che di questa?”, urlò Dean, esasperato.

Se non la pianti di gridare, ti prendo a sberle, Dean!”, gridò Bobby, cercando affannato, dentro a una scatola ricolma di chiavi. “Cosa hai sentito che faceva Sam quando si è chiuso dentro?”, chiese poi il vecchio cacciatore, provando altre chiavi.

Ho sentito che piangeva, poi ha aperto i rubinetti dellla vasca e poi credo ci sia entrato dentro. Gli ho detto che non ero arrabbiato, che non gli avrei fatto niente. Di aprire la porta e che ero contento che mi avesse detto la verità. Non l'ha fatto però! Maledizione, Bobby, non posso buttare giù la porta a calci?”, chiese poi, tirando su la gamba per sfondare l'ostacolo.

Stai fermo, Dean. Questa è casa mia!”, esclamò Bobby, prendendogli la gamba e respingendogliela via. “Perchè hai detto che non gli avresti fatto niente? Avete litigato? Mi sembrava andasse tutto bene, prima!”, aggiunse Bobby, prendendo in mano l'ennesima chiave.

La inserì nella toppa, la girò dentro un paio di volte e poi con un clic, la porta si aprì. Dean scostò rudemente Bobby e diede un colpo alla porta che si aprì di schianto consentendo al giovane di entrare nella stanza. Quello che vide nella vasca, lo paralizzò.

Prendi un asciugamano, Dean e anche una coperta!”, esclamò Bobby, entrando anche lui nel bagno. Poi vedendo che il giovane non si muoveva, gli diede uno spintone, rinnovando l'ordine.

Si, si, ora vado”, disse Dean, guardando nella vasca quello che poco prima era un tenero bimbetto di tre anni e ora invece era un adulto fin troppo sviluppato...

Mentre prendeva la coperta dal suo letto, sentì le prime parole di suo fratello, formato gigante. Chiedeva a Bobby dove fosse Dean e quanto fosse arrabbiato.

Non era arrabbiato, piuttosto scioccato. Quelle parole dette da Sam prima di scappare via lo avevano confuso. Aveva capito che beveva il sangue di Ruby ma cosa c'entrasse sul fatto di rafforzare i suoi poteri non lo sapeva. E poi bere, su. Avrà magari, succhiato qualche goccia da un dito!

Portò l'asciugamano nel bagno e lo passò a Bobby, continuando a rimurginare sugli ultimi fatti. Il risentimento però cresceva dentro di lui. Il vedere suo fratello ergersi in tutti i suoi due metri di altezza, lo riempì di gioia. Aveva amato Sam piccolo ma averlo di nuovo autosufficiente e pronto a fargli da spalla era molto meglio. Certo, i problemi non sarebbero diminuiti, però...

Ciao, Sam. Bentornato!”, esclamò, Dean.

Sam annuì, sollevato anche se i suoi occhi tradivano una certa apprensione.

Avrai fame, dopo tutto quel cibo e porzioni da infante. Ti vado a preparare una colazione come si deve. Ok?”, chiese Bobby, mettendo l'asciugamano sulla rastrelleria accanto al lavandino e passando la coperta a Sam. “Dean, prendi qualcosa a Sam per vestirsi!”, esclamò poi Bobby, prima di uscire dalla stanza.

Era conscio della tensione tra i due fratelli e sicuramente era il frutto dell'immediata trasformazione 'castelliana' ma non poteva sempre essere l'arbitro fra loro due e ora Sam sapeva difendersi da solo!

Dean frugò nello zaino di Sam alla ricerca di qualcosa di consono per suo fratello, tornato alle dimensioni originali. Dopo avergli allungato un paio di jeans e una t-shirt, Dean si sedette sul suo letto, osservando quel Gargantua uscire dal bagno, avvolto dalla coperta, un po' incerto e malfermo sulle gambe.

Sangue, eh?”, chiese, poi, Dean, un po' corrucciato. “Di un demone, poi”, aggiunse, poco dopo, sarcastico.

Sam, oltre ad avere una fame lupesca, si sentiva stanco oltre ogni limite ma si accorse immediatamente del tono minaccioso di suo fratello. Decise di assumere un comportamento defilato.

Uh”, esclamò, sbadigliando. “Si, ed è l'unica cosa che funziona”, aggiunse, poi, sbadigliando nuovamente.

Funzionava, Sam!”, esclamò Dean, alzandosi in piedi, irritato.

Già!”, replicò Sam, sedendosi sul letto e contemplando il biberon usato la notte precedente.

Cosa aspettavi a dirmelo?”, chiese Dean, passandosi una mano sulla bocca.

Te l'ho detto alla fine, no?”, esclamò, furbescamente, Sam, il quale aveva riconosciuto tutti i sintomi deaniani di imminente lite.

Oh, si certo. Siamo dovuti arrivare al punto di avere te ridotto a un poppante e io a dovermi occupare dei tuoi bisogni corporali un'altra volta e a dover sopportare una serie di umiliazioni perchè tu avevi deciso di fare di testa tua, mentirmi e fidarti di un demone piuttosto che di tuo fratello....”, sbottò Dean, alzando la voce in crescendo.

Sam, conscio di star camminando su un sottile strato di ghiaccio, sospirò.

Non volevo preoccuparti, Dean!”, esclamò, poi, a bassa voce.

Grazie, Sam. Ci sei proprio riuscito bene!”, ribattè Dean, afferrando una scarpa di Sam e lanciandogliela addosso, frustrato.

Sam non fece nulla per scansarla. Si lasciò colpire senza fiatare, anche se lo aveva centrato sulla testa.

Non credere che con questo tuo atteggiamento passivo, la mia rabbia sbollisca come neve al sole, Sam!”, disse Dean, prima di uscire dalla stanza, sbattendo per bene la porta.

 

Cucina di Bobby

 

Uh, Dean, le porte in questa casa sono lì da cinquant'anni. Vorrei durassero ancora per un po'!”, esclamò Bobby all'indirizzo di Dean, entrato in cucina con la grazia di un carro armato Sherman dell'esercito Usa della Seconda Guerra Mondiale.

Dean non rispose. Si riempì di caffè fumante la sua tazza preferita, poi prese due fette di pane tostato e uscì dalla stanza, andando verso l'uscita.

Dean, sei vuoi uscire fuori, devi misurarti la febbre!”, urlò Bobby, mentre finiva di sfrigolare il bacon sulla piastra.

Dean, davanti alla porta d'ingresso, senza girarsi e con le fette di pane in precario equilibrio sulla tazza, esclamò: “Bobby, se non esco di qui prima che scenda mio fratello, compio un omicidio. E non sto scherzando!”.

Poi aprì la porta e uscì sul portico, ricordandosi questa volta di chiudere la porta con grazia.

Bobby ridacchiò. Conosceva quel ragazzo da un sacco di tempo. Era capace di tutto. Lo sapeva e glielo aveva dimostrato un sacco di volte. Uccidere suo fratello? Ma quando mai!! Picchiarlo, forse...eliminarlo, neanche a parlarne!!! Doveva, però, riprendere il discorso iniziato con Sam piccolo. Imporsi e costringere il fratello a seguire la sua leadership.

'Che fatica fare il padre!', pensò Bobby, sospirando.

In quel mentre entrò in cucina Sam.

Come ti senti?”, chiese Bobby, indicandogli la sedia.

A parte un sonno orrendo, una fame lupesca e un gran mal di testa, bene!”, rispose Sam, sedendosi.

Va bene, mangi qualcosa e torni a letto. Misuriamo la febbre, magari è quella che ti provoca il mal di testa!”, esclamò Bobby, dandogli un piatto con una piccola porzione di uova strapazzate e un po' di bacon.

No, il mal di testa mi è venuto per la scarpa!”, ribattè Sam, contemplando e assaporando il profumo della pietanza.

Quale scarpa?”, chiese Bobby, perplesso, girandosi a guardarlo.

Quella che mi ha lanciato mio fratello!”, rispose Sam, sospirando.

Ah, bene. Ora siamo al lancio di corpi contundenti!”, esclamò il vecchio cacciatore, ghignando. 'Finchè si risolveva così la disputa, poteva andare anche bene', pensò.

Dove è, a proposito, il lanciatore?”, chiese, Sam guardandosi intorno,

Fuori, sul portico. A sbollire l'ira”, disse Bobby, versandosi del caffè.

Penso che sarà difficile che gli passi così velocemente”, esclamò Sam, rassegnato, iniziando, però, a mangiare di buon gusto. Il suo stomaco stava gorgogliando senza pietà.

Cosa gli hai detto per farlo infuriare così tanto?”

Ti ho mentito, Bobby!”, esclamò Sam all'improvviso, posando la forchetta e guardando negli occhi quello che considerava suo padre a tutti gli effetti.

A proposito di cosa, figliolo?”, chiese Bobby, rendendosi conto che la situazione si stava complicando.

Quando mi hai chiesto come faceva Ruby a farmi rafforzare i miei poteri...”, disse Sam, con difficoltà.

E allora...”, lo incitò a parlare il vecchio cacciatore.

Mi fa bere, o meglio succhiare, il suo sangue”, esclamò tutto d'un fiato Sam.

Cosa vuol dire succchiare, Sam?”, chiese Bobby, sconcertato.

Si fa un taglio su un braccio e poi io ne bevo fin quando posso”

E ciò quando succede?”, chiese Bobby, scioccato.

Quando vado in astinenza...”, rispose Sam.

Un drogato sei diventato, ora? Andiamo proprio bene, Sam! Proprio bene!”, esclamò Dean, comparso sulla porta della cucina, probabilmente rientrato per riempirsi la tazza.

Mi dis...”, tentò di dire Sam.

Se dici che ti dispiace, Sam, ti prendo a pugni fino a ridurti a un vegetale!”, gridò Dean, avvicinandosi minacciosamente a suo fratello, il quale rimase pietrificato.

Se può servirti a ristabilire le gerarchie, fai pure!”, disse Sam, abbassando la testa.

Nessuno prende a pugni nessuno!”, esclamò Bobby, alzandosi in piedi e mettendosi in mezzo tra Sam, in attesa dell'inevitabile e Dean al quale il fumo dell'ira gli usciva dal naso e dalle orecchie. Letteralmente.

Dean, prenditi il caffè e torna fuori!”, disse al Winchester più vecchio. “Sam, finisci di fare la colazione e vai a dormire!”, concluse poi, rivolto al minore.

Poi visto che nessuno dei due si muoveva, la leggendaria testardaggine dei Winchester si era messa in moto, decise di passare all'azione.

Prima diede un calcio a Dean in uno stinco indicandogli la caraffa del caffè, poi diede una manata sul braccio a Sam puntando un dito al piatto.

Dean lo fulminò con uno sguardo ma non proferì parola. Fece quanto richiesto e se ne andò.

Sam, dopo aver inghiottito a vuoto un paio di volte, si rimise a mangiare.

Bobby si sedette di nuovo. Quei due lo stavano portando alla tomba...

 

Sul portico

 

Il dondolo sul portico era di ferro, ormai arrugginito. Doveva essere stato bianco, una volta. Era, però, funzionante e molto comodo con quei cuscini a fiori sbiaditi. Era sempre stato lì. Si ci era seduto migliaia di volte con stati d'animo diversi. Da solo, con Bobby, con Sam, con suo padre e altre persone. La vista spaziava sull'intero cortile, disseminato di auto vecchie, derelitte, da demolire.

In quel momento, Dean si sentiva parte del paesaggio solo che era dal lato sbagliato del contesto. Avrebbe dovuto essere accatastato su qualche decrepita berlina piuttosto che a dondolarsi su quel vecchio pezzo di antiquariato.

Era stanco e stufo di quella vita così complessa. Non era la prima volta che si sentiva così mentre era seduto lì. Soprattutto nel passato quando suo padre li lasciava lì, mentre lui andava a caccia. Avrebbe voluto andarci con lui ma o la scuola o suo fratello richiedevano la sua presenza in quella casa. Spesso ci veniva lasciato per aver in qualche modo deluso le aspettative del padre. In quel momento era lui il deluso e lo era di suo fratello e ciò non gli era mai capitato. Mai Sam lo aveva deluso! In quel frangente però, ciò era accaduto. Ed era dura da accettare.

Si ricordò delle parole di Sam dette la notte prima. Il suo desiderio di rimanere bambino. Forse sarebbe stato più semplice. Posò la tazza in terra, si alzò e si accinse a scendere le scale.

 

 

Nel cortile

 

Dopo essersi sgolato per più di mezz'ora a chiamare Castiel, decise che il tempo di un pisolino era arrivato e pensò di tornare in casa, nella speranza che anche suo fratello fosse andato a dormire ed evitare di ritinteggiare la carta da parati di Bobby con il sangue di Sam!

Ho parlato con Zacharia e mi ha detto che le vostre malattie saranno guarite se prometterete di non andare più contro il volere degli angeli!”, disse Castiel, comparso all'improvviso davanti a Dean.

Cacchio, Cass!”, esclamò Dean, spaventato, facendo un salto alll'indietro. “Arrivare prima, no? C'era traffico sulla superstrada?”, chiese, poi, ironico.

Superstrada? Cosa è? Una strada forzuta?”, chiese l'angelo incerto, inclinando la testa da una parte.

Dean non sapeva se ridere o piangere. Aveva a che fare con un fratello drogato dal sangue di demone, un angelo 'custode' completamene idiota e un padre putativo sull'orlo di una crisi di nervi!

Da quando in qua credete alle nostre promesse?”, chiese Dean, ironico, dirigendosi verso la casa.

Dal momento in cui, se Sam userà di nuovo i suoi poteri, verrà di nuovo ridotto di età e taglia!”, rispose Castiel, inespressivo.

Bene. Era proprio quello che ti volevo chiedere. Riporta Sam al formato mignon, Cass. O finirà che lo pesto a sangue o peggio...”, esclamò Dean con tono disperato.

Non essere così sicuro che questa sia la soluzione migliore, Dean!”, replicò l'angelo.

Perchè?”, chiese Dean, dubbioso.

Perchè Sam ha quasi 26 anni, è alto due metri ed è un cacciatore e noi vogliamo che continui a fare quello che faceva prima del mio intervento”, rispose l'uomo con il trench beige, spostandosi verso una vecchia berlina verde.

Sangue di demone incluso?”, chiese Dean, osservando l'angelo che sbirciava dentro la macchina.

No, quello no. Ovviamente. Se lo rifarà, sarà rimpicciolito nuovamente con altre implicazioni”

Che tipo di implicazioni, Cass?”, chiese esasperato dai riferimenti vaghi dell'angelo e dal suo strano comportamento.

Le vedrai!”, disse Castiel.

Che diavolo stai cercando in quella carcassa?”, chiese Dean avvicinandosi all'angelo.

Questa è l'auto dove Sam si rifugia sempre quando è spaventato o deve riflettere e custodisce alcuni tesori”, esclamò Cass, raddrizzandosi mentre con una mano estraeva qualcosa da sotto un sedile. Poi porse a Dean un libro. “Aprilo!”, gli ordinò poi.

Era una vecchia edizione del 'Piccolo Principe'. Sulla prima pagina una calligrafia e una dedica riportò Dean indietro nel tempo:

02/05/1993

Buon Compleanno Sammy!

Questo libro lo abbiamo letto centinaia di volte insieme. Eppure te lo regalo volentieri perchè significa così tanto per noi. Ricordati cosa disse la volpe al Piccolo Principe: “Tu sarai per me unico al mondo e io sarò per te unica al mondo!”

Ti voglio bene, Dean

Poi in fondo alla pagina un'altra dedica scritta da una calligrafia altrettanto conosciuta ma da lui mai vista. La data spiegava tutto.

06/05/2009 (tre giorni dopo la sua morte e la sua discesa negli Inferi)

E' il tempo che hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante!”

Non ti dimenticherò mai!

Il tuo Sammy.

Neanche io sono capace a disegnare una pecora”, esclamò Castiel, cercando di scuotere un attonito Dean.

Cosa ne sai tu delle pecore?”, chiese, Dean, chiudendo di scatto il libro e avviandosi quasi di corsa vcrso la casa.

Che, come il Piccolo Principe, non sono capace a disegnare una pecora come la pretendono gli adulti!”, ribadì l'angelo.

Hai letto il Piccolo Principe?”

No”

E allora come fai sapere della pecora?”, chiese allibito Dean, quasi giunto dalla scalinata.

Perchè ero con Saint-Exupery quando scrisse il libro”, rispose Castiel, candido.

Sei incredibile!”, affermò Dean, salendo le scale del portico ed entrando in casa.

 

Casa di Bobby

 

Bobby, dove è Sam?”, ululò Dean, piombando nello studio del vecchio cacciatore.

L'uomo seduto alla sua scrivania stava leggendo un vecchio libro dall'aria ammuffita. Trasalì sentendo Dean gridare, pensando che il giovane non avesse affatto sbollito la rabbia ma anzi la volesse sfogare sul fratello.

Se non l'hai svegliato tu con le tue urla, dovrebbe dormire!”, esclamò Bobby, cercando di apparire calmo e rilassato.

Stupito, poi, scorse, Castiel dietro Dean.

Bene, allora vado su da lui!”, esclamò il giovane, girandosi e avviandosi verso le scale.

No, Tu non vai da nessuna parte!”, esclamò Bobby alzandosi in piedi, allarmato. Poi fece un gesto a Cass come per intimargli di fermare la minaccia.

Non è come sembra!”, disse l'angelo serafico.

Cosa non è come sembra? Se gli mette le mani addosso...”, sbottò Bobby, lanciandosi all'inseguimento di Dean.

Una mano sul suo braccio lo bloccò. “Bobby, ti verrà un infarto e quei due, poi chi li sgriderà più?”, affermò Castiel.

Ma...”, cercò di divincolarsi il vecchio cacciatore, senza riuscirci.

'Quell'angelo aveva una forza celestiale', pensò Bobby.

 

Stanza di Sam e Dean

 

Sam, ovviamente, lo aveva sentito. Si era seduto sul letto in attesa dell'inevitabile. Poteva sempre cercare di difendersi. E forse ci sarebbe anche riuscito ma sapeva che l'ira di suo fratello era più che legittima anche se riteneva di essere nel giusto per quanto riguardava Lilith e i modi per eliminarla.

Dean entrò nella stanza come un esagitato.

Sammy, guarda cosa ho trovato!”, esclamò, sedendosi di schianto accanto a suo fratello, il quale indietreggiò e trasalì violentemente.

Cavolo ho dovuto aspettare che me lo facesse un angelo sfigato...”, esclamò Dean, mostrando il libro a Sam e poi aprendolo sulla prima pagina.

Sammy, è bellissima la frase che hai messo...”, esclamò Dean, commosso.

Sam lo guardava come se fosse stato posseduto.

Ok. Cosa ne hai fatto di mio fratello e chi sei tu?”, chiese, poi, Sam, realmente spaventato, alzandosi in piedi.

Oh, oh, oh, Sam, calma. Sono io. Sono sempre io!”, esclamò, cercando di calmare suo fratello.

Ah, non lo so. L'ultima volta che ti ho visto, volevi spaccarmi la faccia, ora sembri sciroppo di melassa...”, bofonchiò Sam, ancora agitato.

Finchè non ho visto il libro, il pensiero era quello, poi...”, esclamò Dean, alzandosi in piedi.

Si avvicinò al tavolino accanto alla finestra dove c'era la borsa porta-computer di Sam. Frugò all'interno e tirò fuori una penna. Si risedette. Aprì il libro. Mise la data e poi scrisse:

Il paese delle lacrime è così misterioso!”

Ti voglio bene anche se mi fai arrabbiare, preoccupare e, a volte, rimpiangere di essere tuo fratello maggiore!

Dean

Richiuse poi il libro e lo consegnò a Sam.

Questo non vuol dire che non proverò più la sensazione di volerti dare una manica di legnate ma mi accontenterò di seppellire per un po' l'ascia di guerra, a patto che tu non faccia più cazzate! Siamo d'accordo?”, chiese Dean, allungando la mano destra per farsela stringere da Sam e suggellare l'accordo.

Ok!”, accettò Sam, concludendo con un'abbraccio stritola-orso.

Torna a dormire, Sam. Tra un po' vengo anche io. Devo andare giù da Bobby a dirgli che non ti ho ucciso. Ancora...”, esclamò, sghignazzando, mentre usciva dalla camera, dirigendosi verso le scale.

 

 

 

 

 

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Capitolo 20
*** Capitolo Ventesimo ***


Capitolo ventesimo

 

Casa di Bobby

 

Sam dormì profondamente per un paio di giorni, svegliandosi soltanto per mangiare un pasto sostanzioso ma veloce in modo da riguadagnare la posizione orizzontale e ricaricare le forze. L'unico inconveniente notato da Sam era che continuava a svegliarsi con il pollice in bocca e anche se Dean e Bobby non ne parlavano, era conscio che sapevano ma erano incerti su come procedere per eliminare quella traccia di infantilismo.

Una settimana dopo Sam passava più tempo sveglio, riusciva ad sostenere una conversazione senza cadere addormentato magari contro la spalla di suo fratello nel bel mezzo di un discorso e si era riabituato ad allacciarsi le scarpe senza l'intervento di qualcuno.

Dean, nel frattempo, fremeva, perchè voleva tornare a cacciare con suo fratello e pensava che stessero perdendo tempo. Aveva tirato a lucido l'Impala, fatto tutte le riparazioni, aggiustato tutte le auto dell'officina di Bobby e messo tutta l'attrezzatura di Sam 'poppante' nelle scatole di cartone e impilate in solaio.

L'unico oggetto tenuto da Sam era stato il biberon dell'ultima notte e l'aveva lasciato sul comodino come monito al passato e al futuro.

Decisa la data di ritorno alla vita randagia, Dean e Sam decisero di passare l'ultima giornata a pescare con Bobby e poi in serata si ritrovarono assieme a pulire i pesci, a fare la grigliata e a bere birra ricordando il passato.

La mattina dopo arrivò troppo velocemente per preoccuparsi di dire addio al loro surrogato padre e ben presto di ritrovarono sull'Impala che sfrecciava via mentre due giovanotti salutavano commossi un vecchio signore che era ben contento di liberarsene. O forse faceva finta di esserlo!

 

Un mese dopo

 

Dean e Sam entrarono barcollando nella stanza del motel cadendo insieme sul primo letto che trovarono. Mugolando dal dolore, Dean si girò e lentamente si alzò in piedi. Sbandando riuscì a raggiungere il bagno per cercare il kit del pronto soccorso e poi tornò indietro collassando sul letto accanto a suo fratello.

Andiamo, Sammy, girati, prima che inzuppi le coperte con il tuo sangue”, ordinò.

Sam lentamente si girò sulla schiena, lamentandosi non appena sentì un lancinante dolore al fianco. Sbattendo le palpebre per cercare di mettere a fuoco suo fratello, sussurrò: “D'n? Stai be...ne?”

Sto bene, Sammy”, Dean rispose, mentendo spudoratamente. La sua schiena gli faceva male per essere stato sbattuto violentemente contro un muro da un demone che stavano cacciando. Era sicuro che era tutto pieno di contusioni e lividi e sarebbe stato molto più doloroso il giorno seguente ma non poteva metterci il ghiaccio sopra perchè doveva occuparsi di suo fratello.

Aprendo la scatola del pronto soccorso, Dean tirò fuori velocemente tutto quello di cui aveva bisogno per pulire e ricucire la ferita. Si alzò in piedi e si diresse in bagno dove prese un asciugamano, una manopola di spugna e un catino di acqua calda e poi, tornò da suo fratello, sdraiato sul letto, sanguinante e mezzo incosciente.

Si sedette con cautela accanto a lui. Gli tirò su la maglietta ma Sam non collaborava e così decise di dare una sforbicciata al tessuto ben sapendo che quel capo di vestiario era il preferito di Sam. Suo fratello non si accorse di nulla e non protestò. Ciò non era un bel segnale!

Prese poi la manopola, la mise nell'acqua, la strizzò e la passò sul fianco del fratello, iniziando a togliere il sangue secco. Rifece l'operazione un paio di volte. Asciugò la parte delicatamente e poi ci versò sopra dell'acqua ossigenata, provocando un lamento del fratello.

Scusami, Sammy!”, Dean si scusò, versando però di nuovo il disinfettante sulla ferita. “Adesso ti do i punti e poi potrai riposare, ok, Sam?”

D'n, mi dis..piace”, Sam mormorò. Poi si tese e piagnucolò, mentre l'ago entrava nella pelle. “Mi dis...pia...ce....usato....miei....poteri!”, disse Sam, con grande sofferenza, esacerbando il tono della voce non appena l'ago entrava nella carne.

Non c'è niente di cui ti devi scusare, Sam”, Dean affermò con decisione, mentre continuava il suo lavoro di ricucitura. “Non avevi scelta. Hanno rotto il sigillo della trappola del diavolo e io ho perso il coltello nello scontro. Se non usavi la tua mente e non bevevi il sangue a quest'ora saremmo morti. Così smettila di scusarti!”, Dean esclamò ma subito sentì suo fratello rilassarsi improvvisamente. Guardò verso di lui e si rese conto che era svenuto. “Meglio. Così non senti male mentre finisco di darti i punti!”, sussurrò mentre inseriva nuovamente l'ago nella ferita.

Dieci punti più tardi, Dean aveva finalmente finito. Spalmò la crema antibiotica con la garza sulla ferita appena ricucita poi ne prese un'altra pulita e la mise sulla ferita fermandola con due strisce di cerotto adesivo, infine afferrò la coperta dal suo letto e coprì il fratello addormentato.

Si alzò con grande sforzo. Era tutto un dolore. Pensò di prendersi due antidolorifici e cambiarsi per farsi una dormita.

 

La mattina dopo

 

Dean si svegliò quando qualcuno bussò alla porta. 'Cavolo, non ho messo il cartellino fuori dalla porta!', pensò, portandosi una mano alla fronte. Si alzò dal letto, mugolando per la rigidità dei suoi muscoli e il dolore lancinante alla schiena. Arrivò alla porta, la aprì e sussurrò alla cameriera di andarsene perchè stavano ancora dormendo. Richiuse piano la porta, mettendo stavolta il segnale di <> attaccato al pomolo della porta all'esterno.

Si girò e con lentezza esasperante cercò di tornare a letto. Passando accanto al mini-frigo prese due buste di ghiaccio secco per mettersele su una spalla. Preoccupato di aver svegliato suo fratello, gli lanciò un'occhiata per vedere se era sveglio o no.

Ahahah, lo ammazzo!”, Dean esclamò, dapprima urlando ma man mano abbassando sempre di più la voce. La rabbia però era tanta che iniziò a prendere a calci tutto quello che gli veniva sotto mano.

Si sedette poi sull'orlo del letto di suo fratello, chiedendosi come mai Sam non si fosse svegliato dopo tutto il baccano che aveva fatto. Alzò poi la coperta e la camicia per osservare la ferita e sospirò sollevato quando vide solo due piccole gocce di sangue sulla garza. Rimise la coperta sul suo dormiente fratello, sbuffando.

Potevi almeno guarirlo prima di rimpicciolirlo un'altra volta!”, bofonchiò, irato, rivolto al soffitto.

Poi si alzò in piedi. Aveva bisogno di bere qualcosa di forte. Si diresse verso il suo zaino, rovistò finchè non trovò la sua fiaschetta da cui bevve un lungo sorso di whisky. Nel riporla nello zaino, si accorse che vi erano due scatoloni di cartone. In cima ad esse un pezzo di carta attaccato con del nastro adesivo: “Prendi Sam e portalo da Mr. Singer. Ti spiegherò tutto quando arriverai là. Non allarmarti se tuo fratello continua a dormire. Ho fatto in modo che fosse più sicuro così il viaggio per te e per lui!”

Passandosi una mano tra i capelli, Dean sospirò e scoccò un'occhiata a Sam e poi volse lo sguardo alle scatole e al biglietto.

Aveva subito compreso che gli angeli non avrebbero gradito che Sam avesse usato i suoi poteri ma il ragazzo non aveva avuto scelta. Se non lo avesse fatto, loro sarebbero morti. Perchè ritrasformarlo di nuovo? Sarebbe accaduto tutte le volte che suo fratello faceva qualcosa che a loro non piaceva? Poi perchè doveva aspettare tutte quelle ore per avere una spiegazione da quell'angelo malefico?

Frustrato da quella situazione e senza una parola di conforto da suo fratello, iniziò ad aprire la scatole ma la rabbia e l'amarezza lo portarono a ridurre a brandellli i contenitori, sbattendo a destra e a sinistra il loro contenuto.

In una trovò il seggiolino per l'Impala, nell'altro un cambio di abiti, i pannolini e il necessario per cambiare Sam lungo il viaggio. Fece una pila sul letto con una maglietta, un paio di pantaloni, calze, scarpe e un pannolino e si accinse a preparare suo fratello per il viaggio.

Prima però pensò di farsi una doccia per rilassarsi e cercare di immaginarsi come quella storia poteva andare a finire!!

Trenta minuti più tardi un rilassato e vestito Dean riemerse dal bagno. Diede un'occhiata alla piccola forma sotto le coperte e sorrise quando vide suo fratello dormire placidamente con il dito in bocca. Scostò i capelli dalla fronte, si chinò e lo baciò. “Andrà tutto bene, piccolo. Te lo prometto!”, mormorò Dean.

Iniziò poi a raccogliere tutte le cose sparse per la stanza. L'angelo sfigato lo aveva dotato di una fiammante borsa-fasciatoio dove riporre tutto ciò che gli sarebbe servito durante il viaggio. Chiamò poi Bobby, mettendolo al corrente degli ultimi avvenimenti e accanto ai numerosi epiteti e imprecazioni, notò che il tono del suo surrogato padre era contento, tutto sommato.

Poi mise il seggiolino in macchina con poche mosse esperte e nel farlo ridacchiò fra sé, pensando che aveva sempre voluto avere una famiglia come si deve, però quello era sempre un legame strano...

L'ultima azione la riservò a Sam. Lo cambiò, lo vestì, stando attento alla ferita. Lo inserì poi nella poltroncina cercando di non stringere troppo le cinture e gli accomodò intorno la copertina di pile trovata nella dotazione angelica. Poi si sedette al posto di guida, diede una veloce occhiata allo specchietto retrovisore e osservò sollevato Sam che dormiva. Infine inserì la chiave nell'accensione e dopo aver sentito il familiare rombo della Chevy, uscì dal parcheggio, diretto verso il Sud-Dakota.

 

Quella notte

 

Dean sbadigliò non appena imboccò il vialetto di accesso alla proprietà Singer. Era stato un lungo, movimentato viaggio con poche pause per soddisfare i propri bisogni corporali e cambiare il fratello e ora non vedeva l'ora di uscire fuori dall'auto e sdraiarsi. Parcheggiò proprio di fronte al portico e spense il motore dell'Impala, accennando a un sorriso quando vide Bobby comparire sulle scale.

Aprì la portiera e scese, stiracchiandosi come un gatto, poi si girò verso il sedile posteriore, accorgendosi che Sam si stava svegliando. Aprì la portiera e sorrise a suo fratello: “Ehi, fratellino, era tempo che ti svegliassi!”, esclamò Dean, mentre slacciava le cinture che tenevano legato il bambino.

Bobby scese i gradini della scalinata, osservando la scena. Era allibito ma anche contento. Si rendeva conto che era un pensiero inconfessabile ma era lieto che fossero tornati e che Sam fosse stato rimpicciolito, qualunque fosse stato il motivo della regressione. Non per questo avrebbe rallentato nell'usare i propri improperi nei loro confronti e nel sgridarli su base quotidiana!

Che diavolo avete combinato questa volta, idioti?”, borbottò Bobby, avvicinandosi a Dean.

Non lo so, Bobby. Te l'ho detto, l'ho trovato così al mattino, quando mi sono svegliato”,. esclamò frustrato Dean, mentre prendeva in braccio suo fratello.

E' perchè ho usato i miei poteri, non è vero'”, chiese Sam, stringendo le sue braccia al collo di Dean mentre il fratello lo prendeva in braccio.

Si!”, una voce echeggiò dietro di loro tre, facendoli sussultare dallo spavento.

Santo cielo, Cass, smettila di comparire sempre in questo modo!”. Dean urlò, girandosi a guardare l'angelo con gli occhi fiammeggianti dall'ira.

Mi dispiace. Dimentico sempre che voi umani non potete avvertire la mia venuta...”

Si, certo!”, Dean, bofonchiò. “Allora perchè hai fatto questo a Sam?”, chiese poi, indicando il piccolo.

Te lo spiegherò ma forse sarà meglio entrare in casa perchè non vorrei che il piccolo Sam prendesse freddo e si bagnasse...”

Bagnarsi? E come?”, esclamò Dean, sorpreso.

La pioggia!”, sentenziò Cass.

Quale pioggia?”, chiese Dean sempre più incredulo di dover sostenere quella conversazione con tutti i problemi che gli giravano per la testa in quel momento.

Cass lo guardò inespressivo. Attese circa un minuto mentre tutti lo guardavano attoniti, poi esclamò: ”Questa....”, mentre le prime gocce di pioggia iniziavano a cadere.

Cosa sei diventato un meteorologo, adesso?”, chiese Dean, divertito, correndo verso il portico.

Non lo so. Cosa è un meteo....cosa?”, chiese incerto Cass.

Vieni dentro, angelo dei miei stivali prima di avere anche te raffreddato, oltre ai due soliti idioti!”, latrò Bobby entrando in casa.

 

Cucina di Bobby

 

Sam era seduto sul tavolo della cucina mentre Dean, seduto sulla sedia, gli stava togliendo le scarpe. Bobby, in piedi dalla cucina a gas, faceva scaldare del latte in un pentolino. Poi prese un biberon, mise dentro tre biscotti e nel girarsi per mettere via la scatola, vide l'espressione affamata di Dean così ne tirò fuori altri due e li passò al più vecchio dei Winchester che, famelico, se li mise tuttu e due in bocca, arraffandoli dalle mani di Bobby.

Oh, vacci piano. Le mie dita sono indigeste. Se hai fame ti faccio un panino ma vorrei andassi a dormire. Sei esausto!”, esclamò Bobby mettendo una mano sulla spalla di Dean e strizzandogliela leggermente e facendo una carezza al piccolo Sam.

In quel mentre Castiel entrò in cucina. Aveva tutto l'impermeabile bagnato ma sembrava non gli importasse per niente. Bobby, nel frattempo, stava versando il latte nel poppatoio, poi lo chiuse, lo scrollò un po' e infine lo passò a Sam che lo afferrò, mettendosi subito a succhiare, affamato.

Dean prese suo fratello tra le braccia e se lo posò in grambo.

Allora, sentiamo cosa devi dire, Cass!”, ordinò Dean.

Eri stato avvertito che cosa sarebbe accaduto se Sam avesse usato di nuovo i suoi poteri”, Castiel iniziò. “E' troppo pericoloso specialmente ora. Dopo che Sam ha scelto di farlo di nuovo, abbiamo deciso di fare qualcosa e non è stato facile convincere i miei superiori a non intraprendere altre strade, ben più radicali. Così ho trasformato di nuovo Sam. Non ha accesso ai suoi poteri e non è un rischio per nessuno. Rimarrà bambino, finchè non avremo fermato Lilith dal rompere l'ultimo sigillo”, spiegò Castiel.

Così rimarrò piccolo finchè non fermerete Wiwith?”, Sam esclamò, sputando via il biberon e cercando di divincolarsi dalla stretta di suo fratello ma il dolore al fianco e la differenza di forza, lo fece desistere ben presto. Si abbandonò alla fine tra le braccia di Dean, esausto.

Wiwith?”, chiese Castiel, dubbioso.

Vuole dire Lilith!”, Dean lo corresse con un ghigno.

E' la mia immaginazione ma Sam è più piccolo dell'ultima volta”, Bobby interruppe tutti.

Si, ha due anni e mezzo. E' più sicuro in questo modo”, spiegò Cass.

Fammi capire. Sam riamarrà così piccolo, finchè non eliminerete Lilith?”, chiese Dean, confuso.

Si. Anche se molti non sono d'accordo, tra cui Zacharia. Ma questo è un mio problema”

Il silenzio regnò nella cucina come se ci fosse stata una cappa pesante.

Sam si addormentò tra le braccia del fratello. Cass gli si avvicinò, gli fece una carezza sulla guancia e poi guardò Dean.

Un'altra cosa, Dean. Ti avevo parlato delle implicazioni che sarebbero sorte se Sam avesse disubbidito”

Ebbene?”, Dean lo incoraggiò ad andare avanti anche se sentì un'improvvisa stretta al cuore.

Sfortunatamene Sam rimarrà così, con la sua mente da adulto solo per un giorno!”, Castiel annunciò. “Le mia istruzioni sono quelle di resettare la sua mente fra 24 ore, in modo che abbiate il tempo per mettere a posto i vostri affari e dirvi addio”

COSA?”, urlò Dean, alzandosi in piedi e passando Sam a uno scioccato Bobby e avvicinandosi minacciosamente a Cass.

No! Tu non farai niente di simile. Hai capito??? Cio non accadrà! Tu non lo farai. Te lo impedirò!”.

L'uomo con l'impermeabile beige non fece alcun cenno di spostarsi o comunque non diede segno di essere spaventato dalle minacce.

Mi dispiace. Desidererei che le circostanze fossero diverse. Non voglio farlo ma non ho altra scelta. Gli altri volevano eliminarlo ma li ho convinti che questo sarebbe meglio. Non sono d'accordo ma ciò equivale alla fine dei poteri di Sam!”

E cosa succede se io dico che a me non sta bene?”, chiese Dean, esagitato.

Allora lo uccideranno!”, Cass affermò, risoluto.

Dean osservò a lungo l'angelo. Cercò di assmilare la notizia. Poi sospirò: “Non puoi lasciarlo così come è adesso?”, lo implorò.

Mi dispiace Dean. Non posso”, Cass, replicò.

Per quanto io odii dire ciò, penso che l'angelo abbia ragione, Dean. Non sappiamo per quanto tempo Sam dovrà rimanere così e penso che odierebbe essere sempre trattato da bimbo piccolo. Voglio dire solo con noi potrebbe fare quello che vuole ma all'esterno sarà sempre un bambino di quell'età. Pensa ai medici, la gente, gli altri bambini! Naturalmente vuoi che Sam sia così infelice?”

Dean, con lo sguardo perso nel vuoto, si girò a guardare suo fratello pacificamente addormentato tra le braccia del vecchio cacciatore.

No”, esclamò dopo un po'.

Non lo stai perdendo, Dean”, Cass affermò. “Non te lo sto portando via. Sam starà con te e Mr. Singer”

Cosa penserà, però, il piccolo Sam? Si chiederà dove sia suo padre e suo fratello maggiore!”, Bobby chiese, preoccupato.

No”, Castiel rispose. “I suoi ricordi saranno alterati. Sam penserà che Dean è suo padre e che tu”, rivolto a Bobby “sei suo nonno. Non ricorderà l'altra vita”

Ma...”

Quello è l'unico modo”, l'angelo esclamò “Per favore dite a Sam che sono dispiaciuto e che ritornerò non appena Lilith sarà sconfitta”

Sentendo un lamento provenire dal piccolo, Dean e Bobby rivolsero all'unisono lo sguardo verso Sam. Poi girandosi, Dean si accorse che Castiel era sparito. “Stupido angelo!”, esclamò poi.

Si passò una mano sul viso. Sospirò, sopprimendo un improvviso singhiozzo.

Si girò verso Bobby, passò una mano lungo il braccio di Sam e infine scoppiò a piangere. “Cosa facciamo adesso? Cosa faccio ora, Bobby!”, sussurrò tra le lacrime.

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Capitolo 21
*** Capitolo Ventunesimo ***


Capitolo Ventunesimo

 

Salotto di Bobby

 

La prima cosa che tu farai Dean”, Bobby iniziò a parlare mentre si sedeva sul divano e posava Sam accanto a sé, mettendolo tra due cuscini per far sì che non cadesse giù, “è che ti calmi. Se tu impazzisci lo farà anche Sam. Ciò sarà abbastanza duro da accettare per il ragazzo senza che tu ti fai venire un attacco di panico!”

Giusto, stare calmo”, Dean disse, cercando di rallentare i singhiozzi e il torrente di lacrime che scorreva giù dai suoi occhi e prendendo dei bei respiri lunghi. “Posso farcela!”

Bravo!”, Bobby esclamò, dando una pacca sulla spalla di Dean, mentre si alzava. Si diresse verso la scrivania dove stazionava la bottiglia di whisky. Versò una generosa dose in due bicchieri e uno lo porse a Dean.

Tieni. Ne hai bisogno! Vado a preparare qualcosa da mangiare. Penso di avere ancora degli hot dog e ci dovrebbero essere dei fagioli portatemi dalla signora Gladys l'altro giorno”, disse Bobby, prima di ingoiare di colpo il contenuto del suo bicchiere. “Perchè non vai a tirare giù le scatole dal solaio e sistemi le tue cose? Ti tieni occupato e non pensi. Puoi svegliare tuo fratello quando è pronta la cena!”, esclamò Bobby, prendendo i due bicchieri e andando verso la cucina.

Sembra un buon piano”, Dean concordò. Poi guardando suo fratello gli venne in mente di informare Bobby sulla ferita di Sam.

Ah, proposito mi sono dimenticato di dirti che durante la caccia Sam è rimasto ferito al fianco. Gli ho dato dieci punti....”

Vuoi dire che l'angelo non lo ha guarito mentre lo rimpiccioliva?”, lo interruppe il vecchio cacciatore, girandosi a guardare il giovane, allibito.

No, non proprio”, rispose Dean.

Come sarebbe a dire, 'non proprio'?

Ora ce ne sono solo due di punti!”

Ah, bene. Allora dovrò anche chiamare il dottor Stevens. Ci manca anche che a Sam venga un'infezione”, borbottò Bobby, sospirando.

Grazie, Bobby”, esclamò Dean, un po' più calmo. Lanciò poi un'occhiata a suo fratello prima di uscire dalla stanza per avviarsi al solaio.

Tornò un'ora dopo carico di mercanzia per cambiare suo fratello. Posò tutto sulla scrivania e guardando la confusione di regnava là in cima ridacchiò, pensando a quanto stonavano pannolini e creme emollienti tra libri di incantesimi e immagini demoniache!

Camminando sulla punta dei piedi, raggiunse il divano e si sedette accanto al piccolo. Si rilassò e si abbandonò contro lo schienale, ascoltando un vecchio disco di Johnny Cash in sottofondo, peggiorato dalla voce di Bobby che ne canticchiava i ritornelli. Non che non amasse il rock classico e le belle melodie di Cash ma Dean avrebbe preferito ascoltare qualcosa di più adrenalinico come i Led Zeppelin o gli AC/DC piuttosto che quella lagna sdolcinata così cara a Bobby.

Perso nei suoi pensieri si perse l'entrata nel salotto del vecchio cacciatore.

Lo so, lo so, preferiresti quegli urlatori che ascolti tu....”, esclamò, avvicinandosi al giovane come se fosse dotato di chiaroveggenza.

E' pronto! Sveglia Sam!”, aggiunse poi.

Mm, dovrei cambiarlo prima”, esclamò sovrapensiero Dean, il quale avrebbe voluto andare a dormire e scordare il tutto.

In quel mentre il piccolo iniziò a muoversi, stiracchiandosi come un gattino ma nel farlo sentì tirare i punti e si fermò con un'espressione dolorante.

Cosa succede, Sammy?”, esclamò Dean preoccupato.

Fianco! Male!”, sibilò a denti stretti, cercando di trattenere un mugolio di dolore.

Si, lo so, Sam. Dopo mangiato il dottore viene a darti un'occhiata”, esclamò Dean, mettendo a sedere delicatamente il piccolo.

Vuoi che ti cambi? Sei bagnato?”, aggiunse poi vedendo la smorfia di sconforto del fratello.

Uh, posso fallo semple da ciolo?”, chiese, incerto, Sam.

Si, ovvio. Magari rimango presente se hai bisogno di una mano...”

No, no vai pule, mi allangio da ciolo...”, esclamò Sam, atterrito dall'eventualità di essere pulito e cambiato da suo fratello.

 

Cucina di Bobby

 

Dean iniziò ad apparecchiare usando le stoviglie sbrecate che trovò nella credenza di Bobby. Piatti, bicchieri e posate che ormai erano entrati nella quotidianità dei due fratelli Winchester. Utensili che conservavano ricordi di più di vent'anni di frequenza di quella casa. I gesti erano automatici mentre la mente era concentrata sul risolvere l'arduo scoglio di come informare Sam su gli ultimi sviluppi soprattutto di dovergli dire che quelle erano le ultime ventiquattrore del Sam Winchester 'originale'!

Dean sospirò ed emise un piccolo gemito che, anche se aveva cercato di non esternarlo a un volume troppo alto, riuscì a catturare l'attenzione del vecchio cacciatore affacendato intorno ai fornelli.

Lo so, Dean. La situazione è complicata ma ne verremo fuori. Te lo prometto!”, esclamò Bobby, avvicinandosi al giovane e mettendogli una mano sul braccio del giovane per rincuorarlo.

E' dura. Cavolo, come faccio a dirgli che dovrà rimanere così per chissà quanto tempo con la mente resettata. Come?”, mormorò Dean, di nuovo sull'orlo delle lacrime.

Bobby, anche lui ormai disperato, decise di perseguire di nuovo la via tracciata da John Winchester e sfoderò la sua migliore voce gutturale: “Dean Winchester, se la smettessi un po' di fare la damigella svenevole e andassi a prendere tuo fratello che si sta raffreddando tutto, sarebbe meglio!”

Dean si girò a guardarlo. L'espressione di Bobby era seria. Nonostante ciò gli venne da ridere. Sapeva bene che era una risata isterica ma ciò non lo aiutò ad evitarla.

Ora che hai da ridere, pezzo di idiota?”, domandò il cacciatore più anziano, vedendo il giovane che si sbellicava dalle risate.

Ahahahah, ti rendi conto, ahahaha, Bobby, ahahaha, che tra 24 ore dovrò chiamarti papà?”, cercò di dire tra le risate Dean, il quale non riusciva neanche a respirare per il gran ridere.

Ehm, si, divertente, Dean, proprio divertente! Vorrà dire che potrò prenderti a sberle con più libertà!”, esclamò Bobby, accennando a un sorriso. “Ora se hai finito di fare l'idiota, vai a prendere tuo fratello!”, ribadì Bobby a voce alta.

Ok, ok, Bobby, adesso vado”, replicò Dean, ancora ansante per la risata.

Dean aprì piano piano le porte scorrevoli che dividevano la cucina dalla studio-salotto e fece capolino da lì, osservando Sam che lottava con le sue manine mentre si infilava i pantaloni.

Vuoi una mano?”, chiese poi, vedendolo in difficoltà.

No, ho fatto. Glasie”, esclamò Sam, puntualizzando ogni parola con un gesto relativo al chiudersi i pantaloni con la zip e il bottone.

Bene. E' pronto. Vai in cucina, così io metto a posto qua”, disse Dean, mettendo giù il fratello e iniziando a raccogliere gli oggetti che aveva sparpagliato a terra il piccolo.

Cosa avevi da lidele tanto, plima?”, chiese Sam, curioso.

Ah, niente!”, rispose Dean, arricciando il naso mentre tirava su il pannolino sporco del fratello.

Ehhh, ora....non è così pucciolente!”, esclamò Sam, passando accanto a suo fratello.

Nooo....sa di violetta odorosa in primavera....”, ridacchiò Dean. “Cosa hai mangiato ieri? Un bisonte?”, aggiunse poi.

Sentì poi Sam dire sottovoce qualcosa sui fratelli rompiscatole e su momenti imbarazzanti.

Ah, non lo so, Sam. Tu, di momenti imbarazzanti ne hai avuti un bel po' nella tua vita”, lo stuzzicò Dean, mentre infilava in un sacchetto il pannolino e le salviette umide sporche.

Ricordi quella volta nel bagno della scuola, quando....”

Dean, no, avevi promescio!, Sam squittì, dando un calcio alla gamba del fratello.

Va bene, va bene, piccoletto. Starò zitto....”, esclamò Dean seguendo Sam in cucina.

Bobby, vado a buttare sto sacchetto con le violette dentro...”, disse Dean, sghignazzando, prima di uscire dalla cucina.

Violette? Sam, che dice tuo fratello?”, chiese, dubbioso, mentre tirava su il piccolo per farlo sedere a tavola.

Ah, lui schersa semple...”, rispose Sam. “ Pelchè lideva plima?”, aggiunse poi.

Perchè fa lo scemo e allora io mi arrabbio ma a quanto pare non riesco a esserere burbero come nei giorni scorsi”, rispose, ghignando.

No, bisogna falti allabbiare un po' pel volta, finchè poi non esplodi. Noi, pelò, l'abbiamo impalata la lessione”, replicò Sam. “Velo, Dean?”, chiese poi a suo fratello mentre rientrava in cucina.

Vero, cosa Sammy?”, chiese a sua volta, mentre si lavava le mani.

Di non fale allabbiale Bobby!”

Non ci penso minimamente. Mi fa ancora male la mascella”, rispose Dean, toccandosi la faccia e facendo una smorfia.

Mangiate, su, se no si raffedda!”, esclamò esasperato Bobby.

La cena si svolse in tranquillità. Poi al momento del dolce, se sentì bussare alla porta. Dean si alzò per andare a vedere chi fosse, sbuffando. Mai disturbarlo prima della sua fetta di torta alle mele!

Ah, dottor Stevens. Venga. Si accomodi!”, esclamò Dean.

Si, grazie”, disse l'amico di Bobby, medico condotto di giorno e sega-ossa per cacciatori di demoni la notte.

Allora...cosa succede? Bobby mi ha detto che Sam è tornato piccolo e ha una ferita con dei punti da controllare...Cosa avete combinato di nuovo?, chiese il medico entrando in casa.

Dean fece una smorfia poco amichevole. Era stufo di sentirsi dire di essere responsabile quando la colpa era solo degli angeli!

Ciao, Sam!”, salutò il dottore.

Dopo aver fatto un cenno di saluto verso Bobby, posò la borsa da medico nera di pelle sul tavolo e arruffò i capelli del piccolo, il quale lo guardava sospettoso.

Vediamo questa ferita!”, esclamò poi, rivolto a Dean.

Dean guardò con rassegnazione la sua fetta di torta. Avrebbe dovuto aspettare a mangiare quella prelibatezza, purtroppo!

Bobby iniziò a sparecchiare, portandosi via l'oggetto del desiderio. Dean sospirò. Poi prese in braccio Sam, il quale si era irrigidito per la paura. I medici significavano per lui solo una cosa: aghi!

Dean fece sedere Sam sul tavolo poi cercò di farlo sdraiare ma quello era inamovibile!

Sam, che ti prende? Mettiti giù!”, esclamò, irritato Dean.

No!”, disse, osservando ogni mossa del medico come se fosse stato un ghoul che, da un momento all'altro poteva saltargli addosso e mangiarlo vivo.

Come se gli avesse letto nel pensiero, il dottore esclamò: “Sam, non ti mangio. Voglio vedere se la ferita è pulita e basta. Niente aghi. Te lo prometto!”

Sam borbottò qualcosa sulle promesse non mantenute ma lo sguardo di Bobby dietro di loro era eloquente e visto che la sua miniaturizzazione in quella casa autorizzava suo fratello e il vecchio cacciatore a usare le mani contro di lui, decise di obbedire. Non che Dean non lo facesse anche quando lui era in formato 'adulto' usando i pugni ma quella sera non aveva proprio voglia di essere picchiato...

Oh, bravo!”, esclamò il dottor Stevens. Dopo avergli alzato la maglietta e slacciato i pantaloni e staccato gli adesivi del pannolino, osservò la ferita con occhio clinico. Tutti aspettavano una sua parola e un suo cenno.

La ferita è pulita. Un po' rossa e leggermente gonfia all'estremità ma è normale. Direi che è tutto a posto”, esclamò un paio di minuti dopo. I tre interessati sospirarono sollevati.

Gli farei prendere per un paio di giorni un antibiotico e magari un antifiammatorio. Così siamo tranquilli”, aggiunse poi, prendendo un blocchetto per scrivere le prescrizioni, ma vedendo gli occhi sgranati del piccolo disse con enfasi: “ Lo so, lo so niente aghi, Sam! Ora fanno dei meravigliosi sciroppi al gusto di frutta, cioccolato o vaniglia!”

Sam, però non sembrò per niente convinto.

Dean, potresti andare giù in città. Il drugstore è aperto fino a mezzanotte, prendere le medicine e comprare alre cose per Sam”, disse, Bobby, sedendosi vicino al dottore e iniziando ad annotare su un foglio la lista degli acquisti.

Voglio andale anche io!” esclamò in modo petulante Sam.

Non è tardi. Devi fare il bagno e andare a dormire”, disse Dean, dopo aver sbirciato in direzione della torta.

Va bè, dai, portarlo Dean. Se il dottor Stevens dice che sta bene magari può scegliersi da solo il gusto dello sciroppo”, disse Bobby. “ Eh si, puoi mangiarti la torta prima di andare …..”, aggiunse poi, avendo visto l'occhiata di Dean al piatto sul fornello.

Il giovane si fiondò sul dolce come se fosse stato l'ultima porzione di cibo rimasta sulla terra, suscitando l'ilarità da parte dei presenti nella cucina.

Zio Bobby, ho bisogno delle scalpe. Me le plendi ?”, esclamò Sam, subito dopo.

Ti metto giù e te le vai a prendere da solo. Poi vieni qui e te le allaccio. Ok?”, ribattè il vecchio cacciatore, posando il piccolo a terra. Sam annuì e uscì dalla cucina.

Che diavolo è successo?”, chiese curioso il medico.

E' una lunga storia!”, esclamò Dean, con la bocca piena.

Appena i ragazzi escono, ti racconto tutto con la compagnia di un bicchiere di whisky”, disse Bobby allungando a Dean la lista. “Cogli l'occasione del viaggio per parlare a Sam delle implicazioni rivelate da Castiel”, aggiunse poi rivolto a Dean.

Ingoiando l'ultimo boccone, Dean afferrò la lista e i soldi che Bobby gli stava passando, mettendoli nel portafoglio. “Ok, Bobby!”, esclamò.

Poi, prese le ricette del dottor Stevens, le chiavi dell'Impala e andò ad aspettare il fratello ai piedi delle scale.

Il viaggio verso Sioux Falls fu calmo e veloce. Dean, immerso nelle sue riflessioni lanciò la Chevy lungo il rettilineo che univa il Singer Salvage al centro della cittadina. Il pensiero principale che lo tormentava era come dire a suo fratello che l'indomani la sua mente sarebbe stata resettata fino all' annientamento di Lilith. Si domandava se Sam avrebbe accettato ciò di buon grado.

Supermercato

Nel supermercato, Sam non fece storie quando fu inserito nel seggiolino del carrello. Suggerì a Dean di prendere l'antibiotico in formato sciroppo al gusto di cioccolato e le gocce anti-infiammatorie al gusto di liquirizia.

Continuava però a chiedere a Dean di portarlo nel reparto libri, perchè voleva comprare l'ultimo libro di un saggista che a lui piaceva tanto.

Sam, non posso portarti nel reparto libri perchè si presuppone che tu non sappia leggere!”, esclamò, dopo un po' Dean

Uffa. Fai finta te di essele tu l'intelessciato, no?”, ribattè il piccolo con logica ineccepibile.

Dove diavolo sono le garze adesive?”, sbottò all'improvviso Dean, esasperato.

Una signora anziana gli suggerì di guardare nel corridoio accanto. Dean la ringraziò, poi rivolto a suo fratello gli disse che sarebbe andato là dietro e che sarebbe tornato subito. Un sonnacchioso Sam annuì.

Dean si allontanò velocemente verso la fine del corridoio formato da alti scaffali e poi, dopo aver girato l'angolo, trovò subito il reparto di articoli sanitari. Dopo una veloce occhiata, afferrò una scatola di garze bianche dall'orlo adesivo e tornò sui suoi passi. Era stato via solo pochi minuti ma quando tornò dove aveva lasciato suo fratello, non trovò né il carrello né Sam!

Iniziò ad agitarsi. Guardò lungo tutto il corridoio ma non vide nessuno. Tornò nella parte centrale e iniziò a percorrerla tutta sbirciando in ogni corsia per vedere se vedeva il carrello con dentro suo fratello. Niente. Iniziò a correre verso le casse. Il cuore gli batteva velocemente nel petto per la paura. Come aveva fatto a perdere suo fratello?

Passate esperienze lo facevano sudare freddo e anche se continuava a ripetersi che suo padre era morto e sepolto, la paura ancestrale di dover spiegare come diavolo aveva fatto a esserselo perso in un supermercato, era più forte del pensiero di chi lo avesse preso e per quale motivo.

Una voce lo fece bloccare, quasi ormai giunto al banco informazioni!

Si girò verso destra e la visione di un lembo di un impermeabile beige lo fece infuriare come una 'belva assetata di sangue'!

Chi cazzo ti ha detto di portare via mio fratello?”, chiese Dean, avvicinatosi al proprietario del trench e strattonandolo violentemente.

Il proprietario di quel particolare capo di abbigliamento si girò lentamente ed esclamò: “E' stato Sam a dirmi di portarlo qui!”

Dean gorgogliò con fare minaccioso. Poi si girò verso suo fratello, il quale era tutto intento a leggere la copertina del suo libro preferito. “Si presuppone che lui abbia due anni e mezzo e non sappia leggere!”, ululò, strappando il libro dalle mani del fratello e lanciandolo nell'espositore.

Oh, Dean...”, squittì il piccolo.

Non dovevi tornare quando Lilith fosse stata sconfitta?”, chiese poi Dean rivolto all'angelo.

Si ma ci sono problemi!”, esclamò Castiel, prendendo in mano un pacco di pannolini di Sam e guardandoli in modo sospettoso. “Cosa sono questi?”, chiese poi, aprendo il pacco.

E lascia stare, maledizione! Se li apri, poi me li fanno pagare il doppio!”, esclamò Dean, esasperato.

Ciono i miei pannolini la cui plastica mi illita l'epidelmide causandomi un glave elitema culabile cioltanto con l'oscido di zinco che questo testone non mi ha ancola complato!”, sbottò Sam, dando una manata al braccio di Dean.

La smetti di parlare come un <> laureato in medicina? Dovresti a malapena coniugare il verbo essere...”, urlò Dean, mollando uno scapellotto sulla testa di Sam, il quale per tutta risposta si mise a piangere.

Non si dovrebero picchiare i bambini sulla testa....oh, i genitori di oggi....poi questa cosa qua che devono darli a quelli dello stesso sesso...che tempi...”, borbottò un'altra signora anziana, passando accanto a Dean.

Sam, piantala!”, sibilò minaccioso Dean.

Che problemi, Cass?”, chiese poi, spingendo il carrello verso l'uiscita.

Dean, devi plendelmi la pomata e non hai pleso tutto quello che c'ela nella lista!”, eclamò Sam, indicando la lista fatta da Bobby.

Sam, ti vuoi comportare come un bambino della tua età! Non te lo ripeto più!”, ribattè Dean dando una manata sulla barra del carrello.

Mi dimentico, uffa. Non lo faccio apposta”, piagnucolò Sam e assumendo la famosa espressione da cane bastonato...

Certo, tu non fai mai niente apposta...come prima, quando è passata quella vegliarda..”, borbottò Dean, girando il carrello verso le corsie più interne.

Cass, leggi un po' sul foglietto cosa c'è scritto?”, chiese Dean, passando la lista all'angelo.

Quello prese il foglietto, inclinò la testa e lesse in silenzio quelle parole, assumendo un'espressione leggermente atterrita.

Cass, non è un rito satanico...”, sussurrò Dean, guardando quello strano uomo.

Pannolini, pomata allo zinco, borotalco, salviettine umide”, iniziò a leggere con voce atona l'angelo, mentre Dean faceva una sorta di inventario nel carrello “biscotti solubili, succhi di frutta, omogeneizzati, body, bavaglini, bagnoschiuma baby, vasino, spazzolino da denti baby, posate e piatto termico, scaldabiberon da viaggio”, continuò a leggere fino ad arrivare in fondo al foglio con un'espressione a metà tra il sorpreso e l'annoiato.

Dean lo guardò esterefatto. “Tutta sta roba per 'sto marmocchio? E per me non c'è niente?”, chiese imbronciato.

Una bottiglia di whisky?”, chiese Castiel, ironico.

Ah, allora...va bene! Però è troppa roba. Mi sono scocciato e i soldi non basteranno mai. Semmai torniamo domani”, esclamò Dean, iniziando a buttare nel carrello quello che ricordava della lista e vedeva sugli scaffali mentre andava verso l'uscita.

Mentre Dean guardava che tipo di omogeneizzati dovesse prendere e chiedeva a Sam se gli piacevano, con la coda dell'occhio vide Cass prendere in mano il vasino e guardarlo con diffidenza. La scena era divertente, tanto che si girò a osservare l'angelo che cercava di capire l'utilità di quello strano secchiello a forma di automobile. Poi, quando Cass se lo mise in testa, credendo fosse un cappello, Dean e Sam esplosero in una risata fragorosa.

Che c'è? Che avete da ridere?”, chiese Cass, non capendo l'ilarità dei due.

Casc! E' un vasino per aiutale i bambini a non usale più i pannolini...”, esclamò Sam, sottovoce, anche se stava ancora ridendo di gusto.

Ah....ma pensa...!”, replicò Cass. “Lo sai che sembri cinese, quando parli così, Sam...”, aggiunse poi. “E questo cosa è?”, chiese l'angelo poi, aprendo il contenitore del talco e provocando così una nuvola bianca che si posò sulla sua testa, facendolo assomigliare all'abominevole uomo delle nevi!

Sembri San Pietro!”, esclamò Dean, scoppiando nuovamente a ridere.

Lui non è così bianco!”, replicò l'angelo prendendo in mano il flacone del bagnoschiuma.

Dean che avrebbe voluto indagare sulla sua conoscenza di San Pietro, afferrò invece il flacone del bagnoschiuma e lo rimise nel carrello. “Oh, Cass, smettila. Dai! Se apri quell'affare poi è un casino togliertelo da dosso...”, esclamò il giovane, iniziando subito dopo a togliere dai capelli e dall'impermeabile di Castiel quanto più talco riusciva a eliminare.

Eh, andate a fare le 'ste cose a casa vostra....porco....poi davanti a una creatura indifesa e innocente”, esclamò a voce alta un uomo che passava di lì.

Sam è tutt'altro che indifeso e innocente!”, esclamò Cass.

Dean, avvampato per le parole imbarazzanti pronunciate da quell'uomo, si allontanò con un balzo da Castiel. “Prima prendevano Sam ed io per gay, adesso scambiano te e me?”, chiese, poi rivolto all'angelo. “Qui qualcuno è troppo...”, sbottò poi Dean.

Eh, non lo cio, ma nelle coppie ci sei semple te!”, ribattè Sam , ghignando.

Sam!”, replicò Dean, sibilando. “Stare zitto, no?”, aggiunse poi, spingendo il carrello verso le casse.

Dopo aver pagato il conto astronomico grazie all'intervento angelico di Cass che era riuscito a raddoppiare le banconote nel momento in cui Dean tirò fuori il portafoglio, uscirono tutti e tre dal supermercato. Sam in braccio a Dean, quasi addormentato, Cass pieno di pacchi, spingendo un carrello stracolmo di buste di carta, giunsero dall'Impala.

Allora mi vuoi dire quali sono questi problemi?”

Zacharia vuole che Sam uccida Lilith ma non so perchè. E vuole rapirlo per costringerlo a compiere l'atto, per cui adesso non so cosa fare. I miei ordini sono quelli di resettargli la memoria e ripristinarla quando le schiere celesti avranno eliminato Lilith. Oppure mantenergliela così per impedire a Zach di mettere in atto il suo piano ma così attirerei l'ira dei miei superiori”, esclamò, sospirando.

Mi sono perso!”, replicò Dean confuso. “Fammi capire! Zach vuole rapire Sam per costringerlo a uccidere Lilith, mentre gli altri angeli non vogliono?”, aggiunse poi, cercando di capirci qualcosa.

Più o meno”, rispose Castiel.

A Zach non frega nulla che Sam sia piccolo e con la memoria resettata, no?”, chiese poi, come se gli fosse venuta un'idea.

Si, ovviamente. Cosa hai in mente, Dean?”

E gli angeli, tuoi superiori, vogliono che Sam sia innocuo. Giusto?”, chiese Dean, incitando l'angelo a rispondere.

Si ma non capisco cosa vuoi dire, Dean. Non posso ripristinare Sam adulto perchè gli angeli se ne accorgerebbero e non ti sarebbe d'aiuto perchè non potrebbe uscire di casa e...”

Non puoi semplicemente lasciarlo così com'è, magari un po' più grande, come era la prima volta e con la mente di Sam in modo che possa riconoscere le minacce?”

I miei superiori se ne accorgerebbero....basterebbe che solo una volta Sam si atteggiasse da adulto come ha fatto prima nel supermercato e lo eliminerebbero subito!”

Cass, possiamo provare. Possiamo cercare di convincere Sam a comportarsi da bambino piccolo quando è fuori con le altre persone oppure non lo facciamo uscire di casa...”

Dean, è troppo pericoloso! Convincere Sam a fare quello che non vuole?....mmm....”

E allora cosa facciamo?”, chiese Dean esasperato.

Dobbiamo farci venire qualche idea, suppongo...”, rispose Castiel, sovrappensiero.          

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Angolo di Allegretto   

Intanto mi scuso per l'attesa. Sono particolarmente lenta. Dapprima scrivo la storia a mano su un quaderno e poi la copio sul computer! Poi volevo avvertirivi che nei dialoghi dove ci sono le battute di Sam non ci sono degli errori di battitura ma ho cercato di essere fedele al personaggio e quindi ho voluto attenermi, più o meno, a come parla un bimbo di due anni e mezzo. Spero vi piaccia. Aspetto i vostri commenti!
Ringrazio tutti quelli che seguono, recensiscono e leggono questa storia!!    
                            

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Capitolo 22
*** Capitolo Venitduesimo ***


CAPITOLO VENTIDUESIMO

 

 

Cucina di Bobby

 

La cena si era svolta in un clima di tensione e la presenza di Castiel non aveva rasserenato le menti degli abitanti di quella casa, in quanto lui era là per un incombenza non da poco. I nervi, già messi a dura prova, di Bobby erano saltati un paio di volte, per cui al termine del pasto aveva ordinato ai due Winchester di andare a letto subito. Entrambi avevano borbottato ma l'espressione accigliata del vecchio cacciatore li aveva dissuasi dal continuare nelle lamentele.

Quando mezz'ora più tardi, Bobby era salito su a vedere cosa stessero facendo i suoi due pseudo-figli, li aveva trovati addormentati, ognuno nel rispettivo letto, completamente vestiti e fuori dalle coperte. Segno del crollo improvviso! Sorridendo sornione, li aveva coperti con una trapunta per non svegliarli, consapevole del fatto che Sam non era stato cambiato e Dean aveva ancora le scarpe indosso! Per ultimo, mise dei cuscini ai lati del letto di Sam per impedire al piccolo di cadere, se si fosse girato d'improvviso nella notte.

Era tornato in cucina con un carico di commozione e tristezza da far impallidire il più stoico fra tutti i filosofi e il trovare Cass assorto davanti al tostapane, lo rallegrò un po'.

A cosa serve questo aggeggio?”, chiese l'angelo, non appena Bobby mise piede in cucina.

Ad abbrustolire le fette di pane!”, rispose il vecchio cacciatore, versandosi l'ultima dose di caffè contenuta nella caffettiera elettrica.

Abbrustolite?”, chiese Cass, incerto.

Si, rese più solide”, cercò di spiegare Bobby.

E perchè devono essere dure?”, chiese, nuovamente, l'angelo, stupito.

Perchè se no, sono troppo molli e il burro non si spalma bene!”

Ah, non vi capirò mai, voi umani. Vi fate problemi se le fette sono molli o no!”, replicò Cass, poco convinto.

Già!”, ribattè Bobby, sedendosi al tavolo della cucina. “Allora cosa hai deciso di fare. Cass?”, chiese poi, dopo aver dato una sorsata al suo caffè.

Non lo so. Non ho ancora deciso. Vorrei trovare una soluzione che accontenti i miei superiori ma che preservi anche Sam dalle sgrinfie di Zacharia e che sia soddisfacente per voi tre”, rispose Cass, rigirandosi tra le mani una zolletta di zucchero.

Cass, sono troppe cose! Lo sai, vero?”, esclamò Bobby, alzandosi in piedi.

Si ma vorrei proprio essere d'aiuto. Mi rendo conto, però, che sia complessa la situazione!”, replicò l'angelo, sempre interessato alle zollette.

Allora, vediamo se riusciamo tu ed io a risolvere l'intricata matassa di nodi che è venuta fuori!Analizziamo punto per punto, su....”, disse Bobby, alzandosi in piedi e andando verso la caffettiera.

Afferrò la caraffa, andò verso il lavandino, la riempì d'acqua, poi tornò all'antiquato apparecchio elettrico, mise un filtro di carta e poi versò due misurini di caffè. Richiuse lo sportellino e si girò a guardare Castiel, il quale aveva un'espressione di incredulità impagabile.

Ne vuoi anche tu un po'?”, chiese Bobby aprendo la credenza per prendere un'altra tazza.

E cosa ci devo fare con una di quelle?”, rispose l'angelo indicando il contenitore di porcellana tenuta tra le mani del vecchio cacciatore.

Tu niente, io potrei, invece, dartela in testa per vendicarmi di avermi tirato dentro questo casino!”, replicò Bobby, versandosi una nuova dose di caffeina.

Di cosa sa quella cosa nera e bollente?”, chiese Cass, indicando il contenuto.

Non l'hai mai bevuto?”, chiese Bobby, guardandolo, sorpreso.

No, un paio di volte me l'ha offerto Dean ma poi mi diceva di non berlo perchè prima avrei dovuto assaggiare il tuo che è il migliore sulla Terra!”

Si, si, Dean è sempre il solito adulatore...”, replicò Bobby.

Allora lo vuoi un po' di caffè?”, chiese il cacciatore indicando la tazza bianca con delle strisce blu e rosse sopra.

Va bene, proviamo questa strana bevanda umana...”, rispose Cass, incuriosito. “Poi, perchè ne beviate così tanta non lo so proprio.....e poi a cosa serve....”, aggiunse, guardando tutti i movimenti dell'amico.

Serve per stare svegli, per rendere la mente più reattiva e per scaldarsi di inverno e combattere il caldo d'estate!”

Tutto ciò in un intruglio scuro e bollente?”, chiese l'angelo, afferrando dalle mani di Bobby la tazza in questione.

Prova a berlo così, poi se è amaro ci metti le zollette...”

Cosa sono le zollette?”, chiese l'angelo, inclinando la testa a sinistra.

Perchè ho l'impressione di essere diventato un insegnante di economia domestica???”, disse, sottovoce, Bobby. Poi sospirò e si accinse a rispondere: “Sam, le chiama 'quadratini dolci', quelli con cui tu giocavi prima! Bevi, ora, angelo dei miei stivali...”

L'angelo guardò nella tazza, annusò e poi d'improvviso trangugiò il tutto con una mossa rapida.

Nooo, è bollente, ti ustionerai....!”, gridò Bobby, andando verso Castiel.

Quello, stupito, posò la tazza sul tavolo e guardò Bobby che era vicino a lui con un espressione allarmata stampata sul viso. “Mi pizzica la lingua....e la gola mi formicola....però è buono!”, esclamò tranquillo.

Certo, probabilmente ti sarai bruciato l'intera bocca.....ne vuoi ancora?”

Si, va bene!”, rispose Cass, porgendo la tazza a un esterrefatto Bobby.

Dopo che si erano seduti entrambi al tavolo e dopo aver bevuto tutti e due la loro dose di liquido nero, Bobby chiese: “Allora tu cosa faresti se potessi agire senza dover rendere conto a nessuno?”

Io? Lascerei le cose così come sono ma...”

Cioè?”, lo interruppe Bobby,

Sam piccolo con la sua mente da adulto ma....”

Avanti, Cass, non farmi stare con il cuore in gola! Alla mia età...”, esclamò Bobby, esasperato.

Lo sai, non lo posso fare. Lo verranno a sapere e poi sarà troppo tardi...”, replicò l'angelo con tono neutro anche se Bobby percepì una punta di amarezza.

Come faranno a sapere se Sam ha la mente da adulto o da bambino?, chiese Bobby, sospirando.

Se ne accorgerebbe anche uno stupido. Solo come parla...”

Quindi basterebbe si ricordasse di atteggiarsi come un bimbo della sua età e lo lascerebbero stare?”

Si, penso di si ma sarà difficile. Per tenere testa a suo fratello, Sam usa la sua intelligenza e padronanza di parole!”

Cosa accadrebbe se i tuoi superiori si accorgessero che tu non sei intervenuto come dovevi?”, chiese Bobby, continuando a bere il suo caffè, corretto con il whisky.

Castiel si rigirò la tazza tra le mani, guardando quel liquido scuro e caldo contenuto al suo interno, come se fosse la fonte della saggezza, chiedendosi quanto dovesse essere sincero con quell'uomo anziano. In fondo proprio lui gli aveva fornito il modo per salvare la vita a Sam.

Sarò sincero. Sam verrà regredito per sempre e io diventerò umano!”, esclamò all'improvviso Cass, lasciando poi alcuni istanti a Bobby per digerire la notizia. Poi riprese a parlare: “Troppa responsabilità. Sarà anche intelligente e accorto ma si può tradire in qualsiasi momento e comunque c'è sempre la minaccia di Zacharia e Ruby”

Giusto. Quei due...un angelo e un demone della peggior specie”, mormorò, sovrappensiero Bobby.

Dimmi un po', perchè Zach è così interessato al nostro Sammy?”, chiese, poi.

In Paradiso c'è una corrente di pensiero che preferirebbe portare l'Apocalisse sulla terra per purificare l'ambiente. Tra i fautori del progetto c'è proprio Zacharia!”, rispose Cass.

Tu da che parte stai?”

Dalla parte vostra, anche se mi costerà la grazia, probabilmente”, rispose, senza incertezze l'angelo.

UAO, Cass, è una vera e propria ribellione questa...”, esclamò Bobby, non del tutto sorpreso.

Sam non è impulsivo come suo fratello. Sa come comportarsi e se gli diciamo di atteggiarsi come un bambino piccolo quando è all'esterno e se Dean si darà una calmata, dovremmo riuscirci. A meno che lui o Dean non si trovino in pericolo, ovviamente!”, disse con convinzione Bobby.

Dovrà farlo anche all'interno, a meno che non rendiamo la casa insonorizzata alle orecchie angeliche!”, sentenziò Cass, bevendo il suo caffè ormai freddo.

Ahahaha, insonorizzata!! Divertente!”, ridacchiò il vecchio cacciatore. “Questa casa ne ha viste tante ma l'insonorizzazione angelica, proprio no!”, aggiunse poi.

Già. Dovrò trascrivere un codice in enochiano su ogni superficie piana della casa e sarà un lavoraccio”, esclamò Cass intento a guardare nella sua tazza.

E senti, a proposito di enochiano....Conosci qualche invocazione per proteggere Sam da Zacharia o dagli angeli?”, chiese improvvisamente Bobby, animato da un'idea.

Castiel osservò Bobby e si chiese se realmente quei due ragazzi non fossero figli suoi e non di quel 'sergente' che li aveva allevati come soldati. Bobby era scaltro, acuto e intelligente. Si meritava una vecchiaia tranquilla, accudito da quei due Winchester, anche se a volte lo facevano esasperare.

Lo sai che non ci avevo pensato!”, rispose, l'angelo, preso dallo stesso entusiasmo. “Si, mi pare ci sia. E' un antico rito ma non me lo ricordo. Di solito noi angeli non lo usiamo mai. Sarebbe assurdo dotare i nostri umani di un qualcosa che li renda ciechi ai nostri occhi!”, aggiunse, poi, pensieroso.

Ce ne sono di due tipi, Uno prevede l'incisione sulle costole di un codice ma sarebbe pericoloso visto la corporatura esile del piccolo e la sua tenera età. Inoltre non lo vedrebbe Zach ma neanche io. L'altro, invece, è una sorta di litania da recitare ogni qualvolta Sam esce dalla protezione della casa”, terminò Cass, dopo averci pensato un po'.

Interessante. Dove potrebbe essere questa specie di preghiera?”, chiese Bobby, alzandosi in piedi.

In tutti i libri e trattati angelici ma forse un mio amico potrebbe aiutarmi”, rispose Cass, alzandosi in piedi.

Senti, facciamo così, tu vai a cercare il tuo amico; io spulcerò i miei libri. Dimmi solo cosa devo cercare!”, disse Bobby, allietato dall'imminente ricerca.

Aspetta. Vengo subito!”, esclamò l'angelo, prima di sparire all'improvviso.

Maledizione!”, esclamò Bobby, preso alla sprovvista.

Dopo essere rimasto imbambolato per un paio di minuti al centro della stanza, nella speranza che Cass tornasse subito, decise di trasferirsi nel suo studio, alla ricerca di tutti i tomi sull'enochiano in suo possesso. Prima si prese un'altra dose di caffè ma visto che il suo stomaco gorgogliava, si prese una fetta di torta alle mele.

Era di Dean ma per una fetta non ne avrebbe fatto una tragedia! Quel ragazzo adorava il cibo fatto in casa. Si ricordava come cucinava sua madre e oltre alla mancanza di una madre vera e propria aveva anche sofferto la perdita del nido familiare che per un bimbo è fondamentale! Sentì un moto di affetto verso quel giovane, ormai adulto ma che in fondo era rimasto bambino in certe situazioni e forse era per quello che era il suo preferito, nonostante volesse molto bene anche a Sam.

Ovviamente, non glielo avrebbe mai detto, neanche sotto tortura!

 

Studio di Bobby

 

Con un pezzo di torta in mano e la tazza ricolma di caffè bollente nell'altra, entrò nel suo studio dal corridoio, per evitare che l'apertura delle porte scorrevoli potesse svegliare i due ragazzi. Pregustava la nuova ricerca che avrebbe preso tutta la notte e forse tutta la giornata, coinvolgendo anche i due Winchester.

Si avvicinò alla sua scrivania, guidato dal riverbero della luna che illuminava la stanza con la sua luce perlacea. Allungò la mano per accendere la luce ma sfiorò un lembo di tessuto ed ebbe la percezione di un'ombra accanto a sé. Ben conscio di essere in una casa ben protetta da demoni e creature malvagie, si spaventò moltissimo. Fece un balzo all'indietro, facendo cadere a terra quanto aveva tra le mani, provocando così un fracasso incredibile e urlando dal dolore quando il liquido bollente lo colpì sulle parti scoperte del suo corpo.

L'accensione del lampadario centrale dello studio, il suo nome echeggiato dal piano superiore fino a un centimetro dal suo orecchio e la visione di un Castiel stupito e lievemente divertito seduto sulla sua sedia con contorno di un fucile spianato sotto il suo naso da un Dean versione quasi adamitica, ovvero nudo a parte un paio di boxers, fu troppo per il vecchio cacciatore che scivolò a terra, svenuto.

Che diavolo è successo qua, Cass?”, esclamò Dean, inginocchiatosi accanto al suo padre putativo.

D'n?”, chiese all'improvviso una vocetta dietro di loro.

Sam, vai a letto!”, esclamò Dean, mentre si occupava di verificare le condizioni di Bobby.

Pover'uomo! E' svenuto. Ci vorrebbero i sali per rianimarlo”, disse poi, rivolto agli astanti.

Li vado a prendere io. So dove sono!”, esclamò Sam, dirigendosi verso le scale.

Stai attento, Sam. Non fare niente di stupido e chiamami se hai bisogno di aiuto!”, replicò Dean, girandosi a vedere suo fratello che si accingeva a salire le scale.

E' sufficiente questa come crisi da affrontare, senza averne un'altra sul groppone!”, borbottò il maggiore dei Winchester, rivolgendo la sua attenzione al vecchio cacciatore.

Poi si girò verso l'angelo, seduto placido davanti alla scrivania di Bobby e gli chiese: “Cass, mi vuoi spiegare cosa è accaduto?”

Niente. E' lui che ha fatto tutto!”, rispose quello, con fare innocente.

 

La mattina dopo

Ah, deve essere grave la situazione se tu stai preparando la colazione!”, esclamò Bobby, entrando in cucina.

Buon giorno, dormiglione!”, ribattè Dean, mentre rigirava il bacon nella padella. “Come ti senti?”, aggiunse poi, girandosi a guardare il vecchio cacciatore.

Mpf, boh....non lo so!”, rispose quello, andando verso la caffettiera.

E poi io sono capacissimo a fare la colazione....uffa!”, esclamò Dean, mettendo il broncio.

Si, si, lo so...Uh, stai attento alle uova!”, esclamò Bobby, indicando l'altra padella da cui usciva del fumo nero.

Oh, cavolo, mi sono distratto. Ma come fai tu a farlo, mentre, magari sei al telefono e fai ricerche contemporaneamente?”, chiese Dean, stupito.

Anni di pratica!”, rispose Bobby, versandosi il caffè nella sua tazza preferita.

Siediti, così ti do le uova e il bacon!”, esclamò Dean, afferrando il piatto posto davanti a Bobby, il quale si era appena seduto.

Dean?”, chiese, il cacciatore più anziano, dopo un po'.

Si”, rispose quello più giovane, mentre si sedeva per mangiare anche lui.

Questo lo chiami caffè?”

Perchè di cosa sa?”

Acido fenico!”

Uh....cavolo....adesso la mia autostima è veramente caduta nel cesso!”, esclamò Dean, con un'espressione affranta.

Si, però, è meglio così, perchè mi ha svegliato del tutto!”, esclamò Bobby, alzandosi in piedi e andando verso il lavandino, dove vi rovesciò il contenuto della sua tazza.

Poi prese la caraffa della caffettiera elettrica e nel passare accanto a Dean, gli diede una pacca affettuosa sulla spalla.

Magra consolazione, però....”, replicò Dean, iniziando a mangiare.

Dove è il resto della ciurma?”, chiese Bobby, preparandosi il caffè.

Sam sta cercando dei libri e Cass in giro per la casa a fissare i suoi sigilli enochiani”

Come ti sembra l'idea?”, chiese Bobby, tornando a sedersi e a finire la colazione.

“”Si, buona, ma il difficile è convincere Sam. Ho parlato un po' con lui. Dice che dovrà abituarsi a stare di fuori senza pensare con la sua testa da adulto ma con quella di un bambinetto”

E già, sarebbe difficile per tutti!”, replicò Bobby, mentre finiva di mangiare le uova. “Bravo. Erano buone!”, esclamò, poi. “Vorrà dire che stamattina laverò io i piatti!”, aggiunse, stiracchiandosi.

Ah, proposito di Cass. Quell'angelo malefico ha trovato quel suo amico?”, chiese, poi, alzandosi in piedi e iniziando a sparecchiare.

Si, ha detto che si chiama Joshua e fa il giardiniere....mah....a volte è criptico....”, rispose Dean, sovrapensiero.

Solo a volte? Mmm....”, ribattè Bobby. “Per favore, Dean, vai in officina. Ho delle auto da consegnare stamattina. Le chiavi sono sulla scrivania e questo è l'elenco di chi le deve ritirare con l'importo delle riparazioni che mi devono pagare”, disse il vecchio cacciatore, scribacchiando su un foglietto nomi e numeri. “Poi, quando hai finito, chiudi tutto e torna in casa, così iniziamo le ricerche”, aggiunse poi, passando il foglietto al giovane e iniziando a lavare le stoviglie nel lavandino.

Ok, vado”, esclamò Dean, mettendo il foglio in tasca e infilandosi in bocca una fetta di pane tostata.

 

Studio di Bobby

 

Ah....uh....allora....”, balbettò Cass, entrando nel salotto-studio e vedendo Bobby, seduto alla sua scrivania, tutto intento a leggere un libro.

Da quando gli angeli mostrano imbarazzo?”, mormorò il vecchio cacciatore, non distogliendo il naso dalle pagine ingiallite e consunte che stava avidamente sfogliando.

Ehm, non è imbarazzo, è paura o almeno credo”, disse l'angelo, avvicinandosi alla scrivania.

Vale lo stesso discorso di prima. Perchè paura?”

I due Winchester mi hanno spiegato che farti arrabbiare o peggio farti uno scherzo è come firmarsi da soli la condanna a morte!”, rispose Castiel, guardando il pavimento.

Vedo che quei due potrebbero scrivere un trattato su come si ci deve comportare qui da me. Comunque....non è il tuo caso. Tu non sei in grado di fare scherzi, vero, Cass? Voi angeli non ne siete capaci, no?”, chiese Bobby, guardando intensamente il viso dell'angelo per cogliere un qualsiasi indice di colpevolezza.

No, no, noi non possiamo né mentire né fingere!”, esclamò l'angelo.

Ah, allora è tutto a posto!”, replicò Bobby.

Bene. Ho già problemi con i miei superiori e con Zacharia. Avere anche un umano incavolato con me non mi faceva piacere per niente!”, esclamò, sollevato, Cass.

Per essere un angelo privo di emozioni, ultimamente ne hai fin troppe....”, borbottò Bobby. “Ok, bando alle ciance. Dimmi, quale è la situazione?”, aggiunse poi, esasperato il vecchio cacciatore.

Il mio amico Joshua mi ha dato un'invocazione che Sam deve recitare ogni qualvolta esce da questa casa ma mi ha anche riferito che stiamo rischiando grosso sia io che lui. Se Zach o uno dei suoi scagnozzi oppure un altro angelo mandato dai miei superiori dovessero accorgersi dell'inganno, Dean e tu dovrete occuparvi di un vero bimbetto di due anni e mezzo e di uomo che non si ricorderà più di essere stato un angelo!”

Fantastico! Tutto ciò è nelle mani di Sam?”, chiese Bobby, mentre si grattava la testa, sotto il suo immancabile cappellino.

Già!”, affermò Cass. Poi aggiunse: “Si può anche non farlo andare in città ma mi hai detto che vale anche per il cortile, vero?”

Si, ho guardato se potevo fare qualcosa all'esterno ma è troppo vasto!”

Va bene. Proviamoci. Non potrà stare in casa per l'eternità quel bambino. Ora lo chiamo per dargli da studiare l'invocazione....”, affermò Bobby, alzandosi in piedi.

No, no, lo sta già studiando”, lo interruppe Cass.

Ottimo!”, replicò Bobby, risedendosi di schianto sulla sua sedia. “Allora la ricerca è finita. Non dobbiamo cercare più nulla. Peccato!”, terminò, poi, il vecchio cacciatore, con un profondo sospiro di delusione.

No, anzi, ora dobbiamo delineare un piano nell'eventualità che io diventassi umano”

Sempre una cieca e incrollabile fiducia nei miei confronti, vero, Cass?”, esclamò Sam, entrando nello studio. Aveva un foglio di carta in mano e una matita in bocca. L'espressione imbronciata tipica di un bimbo di quell'età stonava non poco con il suo sguardo concentrato e intelligente che mostrava in quel momento Sam.

L'ho imparata! Quando la devo recitare esattamente?”, chiese, rivolto a Cass.

Tutte le volte che esci da questa casa. Anche solo per andare sul portico!”, rispose Cass.

Impedisce a Zach di trovarmi, vero?”

Si ma non solo quello. Fa in modo che gli altri angeli non si accorgano che tu non ti atteggi da vero bambino della tua età. Ricordati avrei dovuto resettarti la memoria due giorni fa!”

Si, lo so, Cass. Te ne sono grato ma questo vuol dire che non devo fare finta quando esco di casa?”, chiese Sam, arrampicandosi sul divano con gran sforzo.

Sarebbe meglio, comunque che tu ti limitassi nell'esternare il tuo vocabolario oxfordiano e nello sciorinare la tua quasi laurea in legge. Hai sempre comunque due anni e mezzo!”, esclamò Bobby.

Castiel fece un cenno di assenso verso l'uomo più anziano.

Fammi vedere un po' questa invocazione, Sam?”, chiese Bobby, andando verso il piccolo, dopo aver sistemato in precario equilibrio una pila di libri su una sedia.

No, Bobby! Nessuno la può leggere, se non la persona che deve usarla perchè perderebbe il suo valore. Solo chi ha bisogno della sua protezione, la può conoscere e declamare. Anche il solo leggerla, la rende inefficace!”, esclamò con impeto, Cass, togliendo il foglio, ormai nelle mani di Bobby.

Uh, cavolo! Complicata 'sta storia!”, ribattè il vecchio cacciatore, turbato. “E quando Sam la invoca, Dean ed io cosa dobbiamo fare? Metterci i tappi nelle orecchie?”, chiese Bobby con un tono a metà tra il divertito e il preoccupato.

Sam la deve ripetere a bassa voce oppure tra sé e sé. Ricordati, Bobby lo devi dire anche a Dean!”

Mi ci vorrà una bacheca più grande di quella che ho, con tutte queste cose che mi devo ricordare.

A proposito Sam, hai preso l'antibiotico stamattina'”, domandò, poi, girandosi verso il più piccolo dei Winchester.

Si, quel rompiscatole di Dean mi ha rincorso per tutta la casa, prima di afferrarmi al volo e cacciarmi il cucchiaio in gola!”, ridacchiò Sam.

Ha un sapore così cattivo quello sciroppo?, chiese, sorpreso, Bobby.

No, anzi, è buono ma giocare a rincorrerci con mio fratello come facevamo da piccoli è stato bellissimo!”, rispose, estatico, Sam.

Si, ho visto che stamattina era felice e rilassato”, disse Bobby, rendendosi conto che Dean sembrava rinato in quel periodo, nonostante le preoccupazioni di quella strana situazione.

Se la casa, ora, è a prova di angelo, tu come fai, Cass? Non puoi allontanarti da qui, se no poi non potrai più rientrarci, vero?”, domandò poi, Sam.

Perspicace il ragazzo!”, esclamò Cass. “Questo è il motivo per cui continuo a ciondolare per casa senza uno scopo. Non posso andarmene e questo limita fortemente la mia azione, soprattutto mi impedisce di garantirmi una via di fuga, se tu o qualcun altro doveste incasinare la situazione”, disse Castiel, guardando con interesse la libreria di Bobby.

Ah...mi dispiace, Cass! Cercherò di non combinare casini. Te lo prometto!”, affermò con convinzione Sam.

Te ne sono grato, Sam. So che sei sincero e tieni a me”, disse Cass, facendo una carezza sui capelli cespugliosi del bimbo.

Di cosa hai bisogno per delineare il tuo piano di salvataggio, Cass?”, chiese Bobby, sfregandosi le mani in vista nella possibile nuova ricerca.

Dovrete contattare alcuni angeli che la pensano come me, per cercare la mia grazia, se sarò ancora qui, ovviamente, se no sarà tempo perso!”

In che senso, Castiel?”, chiese Bobby, sedendosi sul divano accanto a Sam, il quale si appoggiò a lui, insonnolito.

Ci sono tre modi per un angelo di perdere la grazia. Una è quella che rimanga il contenitore di colui che ha consentito a essere il tramite di un angelo. Ritornerà in possesso della sua coscienza e potrà tornare dalla sua famiglia, se ne ha una. La seconda possibilità è quella che il tramite non si ricordi più chi era stato in precedenza e non sappia chi o cosa ci faccia nel posto in cui si ritrova. Terza possibilità, è quella peggiore, l'angelo rinascerà nel corpo di un bambino che sta per venire alla luce nel momento in cui si attui la conversione!”

E da cosa dipende questa diversità?”, chiese Sam.

Da quanto è incazzato il mio controllore!”, esclamò Cass, girandosi verso i due che lo guardavano allibiti.

Uh, e tu cosa pensi succederà?”, domandò Bobby,

Ho due superiori che mi seguono. Uno è più tollerante dell'altro. Dipende da chi, tra loro due, prende la decisione. L'ipotesi meno grave è quella che vi troviate tra i piedi uno sconosciuto affetto da amnesia ma che possa con il tempo o con altre tecniche, ricordare dove diavolo sia finita la sua 'grazia'. Quella peggiore è che io rinasca in un bambino! Rimarrò disperso per il mondo e dovrete attendere dieci o quindici anni prima che voi siate in grado di trovarmi o che io sia in grado di comprendere chi fossi in passato. Pensate ad Anna e a come si è ricordata di essere stata un angelo!”

Grandioso! Di bene in meglio!”, esclamò Bobby, sconcertato.

Passarono alcuni minuti di assoluto silenzio. Ognuno immerso nei propri pensieri.

Sam, improvvisamente, interessato alla sua maglietta con Batman ritratto sopra, si domandava perchè la sua vita fosse così complessa e sempre più complicata con il passare degli anni.

Bobby si grattava la testa senza spostare di un millimetro il suo intramontabile cappellino, chiedendosi come avrebbe retto con un reale bambino di due anni e mezzo, un trentenne che avrebbe dovuto fare il padre ma che in realtà ne aveva bisogno uno lui presente a tempo pieno. Per non parlare dell'eventualità di avere per casa un tizio che non sapeva chi fosse e da dove venisse! In effetti più incasinata di così quella situazione non poteva essere. E non era tutto, perché mancavano all'appello i demoni, con Ruby in testa, la quale prima o poi si sarebbe palesata per tentare di portarsi via Sam!

Castiel, assorto nello sfogliare un testo di filosofia greca, stava ripensando ai bei momenti passati a quei tempi quando non c'erano né Winchester, né vecchi cacciatori burberi e brontoloni e tutto filava liscio come l'olio!

Questo trovò Dean rientrando in casa e ne rimase stupito, domandandosi se quell'improvvisa quiete fosse un buon segno o no!

 

 

Allegretto's corner

 

Questo è il penultimo capitolo. Lo so, mi dispiace! Vedo che mi avete seguito in tanti e avete commentato, appassionandovi alla storia! Mi ha fatto molto piacere! Le storie complesse, a lungo andare, possono però stancare o diventare noiose e io, di certo, non voglio annoiarvi! Spero di riuscire a postare l'ultima parte senza impiegare di nuovo un mese o più, in modo da non farvi stare in ansietà. Purtroppo, lo sapete, sono lenta come una lumaca....

A presto!!!

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Capitolo 23
*** Capitolo Ventitreesimo ***


CAPITOLO 23

Epilogo

 

Un mese dopo

 

La routine instaurata in casa Singer ormai sembrava collaudata. Dean lavorava a tempo pieno in officina, Bobby continuava a fare ricerche per i suoi amici cacciatori, Sam cercava di aiutarlo ma si abituava ad atteggiarsi a pensare e a ragionare come un bambino della sua età e con grande divertimento di Dean e di Bobby riusciva a giocare e a stare con gli altri bambini al parco, riuscendo perfino a essere preso in giro per quanto fosse ingenuo e poco intelligente.

Cass, bè lui, cercava di recuperare duemila anni di usi e costumi umani e si prendeva cura della casa, anche se ciò comportava per gli altri avere biancheria intima rosa o multicolor, magliette con strani buchi o jeans stranamente ridottti di misura.

Alla porta del 'Singer Salvage' nessuno si era palesato, angelo o demone che fosse, ma i sigilli continuavano a essere infranti e la situazione si faceva sempre più difficile in tutto il mondo. Tutti i cacciatori erano allo stremo delle forze e il fatto che i Winchester si fossero ritirati dalla lotta, li indisponeva non poco anche se la motivazione fatta spargere da Bobby e da Ellen era stata quella di una grave malattia che aveva colpito Sam e ciò impediva a Dean di allontanarsi dal capezzale di suo fratello.

Le clienti di Bobby, estasiate per quella nuova ma strana famiglia che si era trasferita a Sioux Falls, riempivano di doni Dean e continuavano ad assediare l'officina. Ciò aveva fatto impennare di molto gli affari di Bobby ma rendevano irascibile il giovane e nonostante le sue risposte poco ortodosse a quelle 'vecchie megere' come le definiva Dean, quelle continuavano a tornare!

Tra le numerose nipoti che almeno allietavano le giornate di lavoro del maggiore dei Winchester, ce n'era una molto carina. Era una maestra di scuola materna e per tentare di conquistarla, Dean era riuscito a convincere Bobby, Castiel e per ultimo Sam a iscriverlo all'asilo. Così lui poteva andarlo a prendere e flirtare un po' con lei e farle la corte.

L'accordo con il fratello era che all'una Dean lo sarebbe andato a prendere, così mentre i bimbi erano fuori a giocare in giardino, lui poteva parlare un po' con la maestra.

Le prime volte Sam recitava l'invocazione per uscire di casa ma poi visto che riusciva a controllarsi non lo faceva ormai più ma agli altri non lo aveva detto per non preoccuparli inutilmente. Era lieto che suo fratello avesse finalmente la vita di cui lui aveva sognato per tutta la sua infanzia e adolescenza.

Un giorno la maestra gli disse che Dean le aveva telefonato che non poteva andarlo a prendere per un incarico urgente in officina e che lei si era offerta di accompagnarlo a casa. Sam non credette neanche per un istante a quello che lei gli aveva comunicato. Sapeva che Dean lo sarebbe andato a prendere anche se la casa di Bobby fosse stata in fiamme e Bobby e Cass intrappolati al suo interno, per cui si mise subito sulla difensiva, cercando di elaborare una piano senza farsi scoprire.

Aspettò che lei si allontanasse per prendere la giacca e la borsetta e lui corse verso il cancello del giardino. Non sapeva bene dove sarebbe andato e soprattutto come avrebbe fatto a raggiungere casa Singer, visto che era troppo lontana per le sue gambette corte.

Raggiunto il cancello, riuscì ad aprirlo, mettendosi in punta di piedi e ringraziò mentalmente la ginnastica quotidiana che compiva per chiudere la porta del bagno.

Si rendeva conto che circolare per la città a quell'età, era come andare in giro con un riflettore puntato addosso di notte.

Aveva bisogno di una strategia ed era importante scovarla al più presto se non voleva correre il rischio di essere catturato da qualcuno. Non solo angeli e demoni erano interessati a lui ma anche gli umani non scherzavano: chiunque poteva portarlo dallo sceriffo che lo avrebbe consegnato ai servizi sociali oppure essere rapito da un pedofilo!

Shignazzò fra sé. Non sapeva proprio identificare il male minore!

L'unica idea fu quella di trovare la macchina di qualche cliente di Bobby e di nascondersi all'interno. Sapeva che molte di loro andavano all'officina almeno una volta al giorno. 'Cosa ha mio fratello di così carismatico da far sciamare tutte quelle donne da lui, non lo so!', pensò Sam, mentre si guardava intorno, nascosto da una siepe.

C'era troppa gente in giro. Doveva trovarsi un posto tranquillo dove nessuno lo avrebbe visto o comunque nessuno avrebbe fatto caso a un bambino da solo.

'Bingo', pensò Sam. 'Il parco!'

Aveva notato che molto spesso i bambini giocavano da soli mentre le loro mamme chiaccheravano tra di loro oppure leggevano sulle panchine. Ridacchiò al pensiero che l'unico che non perdeva di vista suo figlio, era Dean. Stranamente tutto il parco non perdeva di vista quel solitario padre.

Saltellando tra una siepe e altra arrivò all'entrata del parco. Non passò dal cancello principale ma da un varco che si era creato nella recinzione.

Si diresse verso il recinto con la sabbia e si ci sedette dentro iniziando a costruire delle piccoli torri, usando i giochi che venivano lasciati lì da tutti.

 

Officina di Bobby

 

Jo, 'sto residuato di auto dove diavolo lo hai scovato? , urlò Dean, sdraiato sotto una Ford.

Era l'unica che le mie finanze mi permettevano!”, esclamò Jo, appoggiata a un tavolo, fuori dal garage.

Allora avevi pochi spiccioli!”, replicò il giovane, uscendo fuori mentre si puliva le mani sporche di grasso. “ Cade a pezzi!”

Puoi fare qualcosa?”, chiese lei, quasi rassegnata a una risposta negativa.

In quel mentre trillò il cellulare di Dean. Lui buttò lo straccio sul tavolo, tirò fuori il telefonino e guardò il display. Quello che vide lo allietò immediatamente anche se avvertì una stretta dolorosa allo stomaco.

Jo capì subito che era successo qualcosa. L'espressione cambiò velocemente da quella rilassata e vagamente divertita a quella cupa e buia che assumeva Dean quando si confrontava con la preoccupazione e la paura per suo fratello.

Come sarebbe a dire che non sai dove è finito?”, esplose poi, dando un calcio a un secchio che rotolò via con gran fracasso. “Non mi interessa! Ti avevo detto di dirgli che avrei ritardato un'ora perchè dovevo aggiustare l'auto di un'amica!”, aggiuse poi, sempre urlando.

Fece segno a Jo di rimanere lì, mentre lui andava verso la casa.

Cosa gli hai detto!?”, chiese lui, fermandosi di botto nel mezzo del piazzale che divideva la casa dall'officina.

Cazzo, Anne! Non potevi dirgli quello che ti avevo raccomandato di raccontargli?”, replicò lui, riprendendo a camminare a passo più svelto.

No, ma è diffidente. Sa che non lo lascerei mai lì da solo e non permetterei a nessuno di portarlo a casa!”, ribattè Dean, alle interrogazioni della ragazza.

Stava per salire i gradini della scala per accedere al porticato, quando si ritrovò davanti Bobby. Probabilmente allarmato dalle grida di Dean. La sua espessione era turbata.

Senti, rimani lì. Magari torna a scuola. Lo vado a cercare io”, disse Dean, cercando di calmarsi per poter pensare più lucidamente.

Si, ti faccio sapere!”, rispose, alcuni istanti dopo. “No, lascia stare lo sceriffo. Non è il caso. Lo cerchiamo noi! Anne, per favore!”, aggiunse, poi, alzando di nuovo la voce verso la fine della frase.

Grazie. Si, appena so qualcosa ti chiamo!”, terminò Dean, chiudendo la conversazione.

Figlio di puttana!”, gridò Dean, dando un violento pugno sulla ringhiera di legno, la quale oscillò per la violenza del colpo.

Cosa è successo?”, chiese Bobby, intuendo la risposta ma cercando di distrarre il giovane dal farsi male ulteriormente.

Sam si è allontanato dall'asilo! O comunque lei non è riuscita a trovarlo dentro la scuola!”, rispose, poi, rassegnato.

Sei sicuro si sia allontanato di sua spontanea volontà?”, chiese Bobby.

Abbastanza....si, abbastanza sicuro”, rispose il giovane, guardandosi la mano ammaccata. “Perchè?”

Perchè lo conosco bene. Sa che non avrei mai detto ad Anne di portarlo a casa!”, spiegò Dean, accorgendosi di avere le nocche della mano destra sanguinanti.

Dean, lo sai che sei un'idiota, vero? Cosa ti avevo detto? Vai a prendere tuo fratello. Alla macchina di Joe ci penso io! Giusto?”, affermò Bobby, dando una manata al braccio del più giovane.

Perchè starmi a sentire? Perchè? Dici sempre a Sam di essere il più vecchio e quindi il più saggio ma se ti dico di fare una cosa io, non la fai!”, sbottò Bobby, sbraitando in faccia a un allibito Dean. “Ti prenderei a calci per tutto il cortile se non fosse che la situazione è abbastanza intricata e non abbiamo tempo!”, aggiunse poi, voltandosi, per salire le scale e tornare in casa.

 

Cucina di Bobby

 

Sciacquati la mano sotto l'acqua corrente e fasciatela con una benda, Dean!”, esclamò Bobby, lanciando uno strofinaccio al giovane, il quale era abbastanza scioccato dalla reazione del vecchio cacciatore.

'Uffa', pensò Dean, mentre faceva scorrere l'acqua fredda sulla sua mano sanguinante. 'Aveva ragione lui. Quando era arrivata Joe, il vecchio cacciatore stava cercando di aiutare un suo amico nei guai e stava parlando al telefono con mezzo stato per trovare qualcuno che gli andasse incontro. Di certo non potevo andare lì e dirgli di andare a prendere Sam all'asilo. E in quanto a Jo anche lei non era lì in visita di piacere. Ellen era in pericolo e l'auto di Jo era arrivata al capolinea', elucubrò, mentre tentava di fermare il sangue che usciva dalle nocche sbucciate. Era conscio di aver fatto la scelta giusta, secondo lui, ma non aveva tenuto conto dell'elemento variabile Anne. Desiderosa di mettersi in mostra con quel giovane affascinante, era più che plausibile che volesse portare lei Sam a casa. Bel gesto se non fosse stato per una piccola particolarità. Sam non era un bambino qualsiasi al quale gli potevi raccontare una qualsiasi storia e lui ti avrebbe seguito senza fare domande. No! Sam era un adulto con una mente diabolica che aveva pensato che c'era qualcosa che non andava se Anne lo portava a casa e non suo fratello'. Dalla rabbia e dalla frustrazione, Dean diede un calcio al lavandino!

Distruggermi la casa e farti di nuovo male non serve a niente, Dean!”, lo redarguì Bobby, prendendogli lo srofinaccio dalla spalla e avvolgendoglielo attorno alla mano ferita per asciugarla.

Scusami. Sono stato proprio un idiota!”, replicò Dean.

Concordo! D'altronde non ti apostrofo così senza motivo”, bofonchiò il vecchio cacciatore, cercando di capire se quello stupido si fosse rotto la mano o no.

Jo comparve in cucina, “Posso essere utile?”, chiese lei, incerta.

Vorrei dirti di si ma so che devi andare da tua madre!”, rispose Bobby. “Prendi la mia auto, Jo. Le chiavi sono nel cruscotto e ho fatto il pieno stamattina!”, aggiunse, poi, indicando a Jo un vecchio pick up parcheggiato fuori.

Grazie, Bobby!”, disse lei, sollevata.

Anzi, fammi una cortesia, prima di andare via. Fascia la mano a 'sto deficiente, così poi andiamo a cercare suo fratello!”, disse Bobby, allontanandosi verso le scale.

Lei fece un segno di assenso, avvicinandosi a Dean.

Uh, sei riuscito a farlo arrabbiare. Complimenti!”, lo prese in giro la ragazza, mentre srotolava la benda.

A quanto pare, si!”, mormorò Dean, mentre cercava di muovere le dita della mano, la quale sembrava non avere nulla di rotto ma doleva assai.

Finchè urla e sbraita, però, è innocuo”, aggiunse poi, contorcendo il viso dal dolore, mentre Jo gli fasciava stretto il palmo della mano. “E' quando parla sottovoce o sibila che bisogna scappare via a gambe levate”, concluse Dean, allentantando un po' la fasciatura, inserendo un dito nella garza.

Ahahahah, così faceva anche mio padre”, ridacchiò Jo.

A proposito, come ti trovi a cacciare con tua madre?”, chiese Dean, afferrando il suo borsone verde militare per controllare armi e munizioni all'interno.

Abbastanza bene. Anche se mi piacerebbe prendere l'iniziativa ogni tanto!”, esclamò lei,

sospirando.

Si, ti capisco. Con mio padre l'iniziativa personale era sconsigliata!”

Sconsigliata o vietata?”

Lui diceva che dovevamo concordare tutto assieme, poi in realtà decideva lui...”

Sei pronto, Dean?”, chiese Bobby, scendendo per le scale e avviandosi verso l'uscita.

Si, arrivo...”, rispose, Dean, richiudendo la borsa e dirigendosi verso il corridoio.

Mia madre dice sempre che tuo padre era un brav'uomo la caccia al demone che ha ucciso sua moglie gli aveva dato alla testa. Se vi avesse lasciato qui da Bobby, avreste avuto una vita migliore”, affermò Jo, fermandolo con una mano posta sul braccio del giovane.

Sicuramente, ma fidati non è stata una vita così orrenda: poteva andarci peggio, molto peggio!”, esclamò il giovane, facendo una carezza sul viso della ragazza e uscendo dalla cucina.

 

Cortile

 

Spero ritroviate Sam!”, esclamò Jo, ferma accanto al pick up di Bobby, vedendo il vecchio cacciatore e Dean salire nell'Impala.

Speriamo. Dì a tua madre che poi la chiamo per sapere come sta”, disse Bobby, accenando un saluto, vedendo la ragazza salire e mettere in moto il suo vecchio 'macinino'.

Dean aspettò che Jo uscisse dalla proprietà e poi si avviò anche lui.

Non ho visto Cass! Dove si sarà cacciato?”, chiese Dean, mentre rientrava in auto dopo aver chiuso il cancello dell'officina.

Era di sopra a leggere. Gli ho spiegato la situazione ma sembrava già sapesse tutto. Mi ha anche detto di andare al parco e di portarsi un ombrello anche se ha aggiunto che una canoa sarebbe stata più appropriata!”, rispose Bobby, confuso.

Mmh, bene. Andremo là...aspetta cosa stava leggendo?”, chiese poi incuriosito. “Canoa?”, aggiunse poi, stupito.

Mah....è un angelo davvero strano....era immerso nella lettura di un libro di tuo fratello...”, rispose Bobby.

Ah, bè, se era un libro di Sam, allora, deve essere strano per forza....”, ribattè Dean.

Non era niente di filosofico, storico, politico ma un semplice manuale di calcio!”

Calcio?”, chiese Dean, sorpreso.

Si, dice che se sa come gli umani si divertono, riesce a comprendere anche il loro modo di pensare....”, rispose Bobby, incerto.

 

Parco di Sioux Falls

 

Sam, oltre a essere affamato e stanco, iniziava a essere preoccupato. C'era poca gente nel parco. Eppure, secondo la posizione del sole, dovevano essere quasi le quattro. Dove erano tutti i bimbi che uscivano da scuola e sciamavano al parco? Decise di alzarsi e andare verso gli scivoli da dove aveva una visione migliore dell'entrata del parco. Era anche tutto bagnato sotto e il pannolino era zuppo. Starci seduto sopra accentuava il bruciore della sua pelle irritata.

Nello scavalcare il muretto che separava la vasca della sabbia dagli scivoli, si accorse che da ovest si era formato un muro di nuvole nerastre, percorse da sinistre saette. Forse ora aveva compreso perchè al parco non c'era nessuno. Si stava avvicinando una tempesta e in quella zona era facile che si scatenassero tornado.

Doveva allontanarsi da lì e al più presto. Sarebbe stato un problema, perchè non sarebbe passato inosservato. Non c'era alcuna mamma con figli a cui accodarsi e recitare la parte del figlio recalcitrante ad andare a casa.

Ehi, Sam! Dove è tuo papà?”, chiese ad un certo punto una signora avvicinandosi a lui. “Dovete andare a casa! La televisione ha detto che sta arrivando una tempesta e qui è pericoloso!”, esclamò lei.

E' andato a plendele lo zaino dalle panchine!”, rispose Sam, prontamente.

Ah, bene. Ciao, allora”, esclamò la donna, sollevata, mentre si allontava velocemente.

Sam sospirò. Avrebbe voluto in quel momento essere al sicuro nella casa di Bobby, a sorseggiare una tazza di tè caldo in braccio a suo fratello davanti al caminetto. Trattenne a stento le lacrime, dandosi dello stupido da solo. Era un adulto, maledizione. Era certo che lo stessero cercando ma non sapeva se Dean avesse pensato al parco o no.

Mentre Sam escogitava a un modo per uscire da lì, all'entrata del parco, la donna che aveva avvicinato Sam, vide Dean entrare trafelato con alle calcagna un ansante Bobby.

Tuo figlio mi ha detto che eri andato dalle panchine!”, esclamò la donna, rivolta a Dean, stupita di vederlo arrivare da tutt'altra parte.

Dove lo ha visto?”, chiese, sbrigativo, Dean.

La donna rimase sorpresa dal tono urgente del nipote del suo amico. “E' dagli scivoli! Sbrigati, tra un po' ci sarà il finimondo qui. Hanno detto che si sta avvicinando la peggior tempesta degli ultimi anni!”, rispose, poi, mentre un tuono esplose fragoroso.

Dean si mise a correre in quella direzione.

'Chi l'avrebbe mai detto che il pericolo avrebbe potuto essere una tempesta, con tutti i demoni e angeli in giro tutti alla caccia di mio fratello', pensò Dean, continuando a correre.

Giunto sulla cima della collinetta da cui si godeva la vista della parte centrale del parco con le attrezzature di svago, Dean vide il bambino.

Sam!”, gridò con quanto fiato aveva in gola. “Sammy!”

Lo vide girarsi verso di lui. “Vieni verso di me!”, urlò Dean, cercando di sovrastare il rumore incensante dei tuoni. Poi iniziò a scendere a rotta di collo lungo il lato scosceso, mentre le prime gocce di pioggia iniziavano a scendere.

Si scatenò ben presto un autentico diluvio. L'erba bagnata non facilitava la discesa del giovane, il quale, a un tratto scivolò, ruzzolando fino in fondo. L'ultima visione di suo fratello era che stesse dicendo qualcosa ma il frastuono dei tuoni impediva di sentire alcunchè.

Quando riuscì a rialzarsi in piedi maledicendo il creato e la natura intera, la scena davanti a lui lo paralizzò,

Sam era in mezzo a due persone che discutevano. Costoro erano ben riconoscibili e Dean non seppe proprio scegliere chi fosse il male minore.

Lui viene con me e non ti azzardare a impedirmelo, verme schifoso!”, esclamò Ruby, svelando i suoi occhi neri.

Ahahaha, come se io avessi paura di te, demone da quattro soldi!”, sghignazzò Zacharia.

Sam cercò di fare un paio di passi verso suo fratello ma improvvisamente una forza sovrannaturale lo trattenne.

Oh, piccolo, tu non vai da nessuna parte!”, esclamò l'angelo.

Sam decise di recitare la parte del piccolo spaventato e indifeso e così scoppiò a piangere, assegnandosi un Oscar per la perfetta recitazione melodrammatica.

Ah, giusto, è vero Cass avrebbe dovuto resettarti la memoria ma ovviamente, si è rammollito e non l'ha fatto. Ha poi scoperto quella invocazione enochiana che avrebbe dovuto proteggerti da me ma tu hai deciso di fare di testa tua, vero Sam!”, affermò Zacharia, prendendo in braccio il piccolo, che cercava di divincolarsi.

In che senso?”, si soprese a chiedere Dean.

Nel senso che il tuo caro fratellino non pronunciava la litania prima di uscire di casa perchè secondo lui, sapeva ormai comportarsi da perfetto poppante. Ahahah, aspettavo proprio questa opportunità per prenderlo....”, ghignò l'uomo, assomigliando più a un demone che a un angelo.

Sam! E' vero?”, chiese, Dean, esterefatto.

Il bimbo, nella morsa delle braccia dell'angelo, annuì. In quel momento preferiva di gran lunga affrontare l'ira del fratello piuttosto che essere portato via da Zacharia.

L'angelo, per sottolineare la sua posizione di dominanza, scrollò il piccolo per un braccio e poi lo riafferrò, stringendolo forte accanto al suo fianco.

Brutto bastardo, figlio di puttana! Torcigli un capello e ti verrò a cercare anche a costo di farlo per l'eternità!”, esplose il giovane.

Lui è mio e tu non ci puoi proprio fare nulla!”, chiocciò l'angelo con un sorriso sadico.

Era calata quasi la notte sul parco. Le nubi basse, l'acqua scrosciante e il vento impetuoso rendevano l'atmosfera apocalittica. I lampi scaricavano il loro carico di energia nell'aria e il frastuono dei tuoni rendevano impossibile ogni conversazione. Sam continuava a dimenarsi e a piangere ma la stretta di Zacharia era di ferro.

Ruby, ad un certo punto, fece uno scatto improvviso verso l'angelo. Con quel movimento riuscì a distrarlo e afferrò il bambino. Zacharia, però, riuscì a scartare da una parte facendo crollare a terra la donna, la quale mollò la presa sul braccio di Sam, il quale cadde giù. L'angelo fu lesto a tirarlo su e ad allungare una mano sulla fronte del demone, il quale non ebbe altra alternativa che uscire fuori dal corpo della donna che possedeva e librarsi nell'aria.

Ho vinto!”, urlò Zacharia. “Porterò l'Apocalisse sulla Terra e la renderò un altro Paradiso Terrestre e voi umani striscerete ai miei piedi per ottenere il perdono! Voi Winchester non potrete farci nulla!”, sghignazzò con uno sguardo da pazzo. “Ahahaha, ciao, ciao!”, terminò, accingendosi a sparire al modo degli angeli.

Un lampo particolarmente accecante avvolse il territorio circostante. Zacharia si accorse che non poteva muoversi e una voce esclamò: “Lascia andare il bambino!”

No! Mai!”, ribattè l'angelo.

La luce divenne ancora più vivida e una forza immane si abbattè su Zacharia, sbattendolo a terra.

Dean era pietrificato e Sam aveva smesso di piangere.

Lascia andare il bambino o non avrò pietà!”, la voce rimarcò e la stretta attorno alla gola dell'angelo, che si era rialzato, si fece ancora più stritolante.

A Zacharia non rimase altro che obbedire. Posò Sam a terra, il quale corse verso suo fratello.

Non è finita qui....avete vinto una battaglia.....ma non la guerra”, gracchiò l'angelo, con voce strozzata in direzione dei due fratelli Winchester.

Dean prese in braccio il piccolo e si allontanò, ricominciando la scalata, sempre sotto la pioggia torrenziale. Il piccolo si era calmato ma si teneva avvinghiato al corpo del giovane come se avesse paura di scivolare via con l'acqua.

Alcuni minuti dopo Dean riuscì ad arrivare sul sentiero e da lì giunse all'entrata dove trovò Bobby in ansiosa aspettativa.

Cosa è successo? Perchè ci hai messo così tanto? Hai del sangue sulla guancia! Sei ferito? Si è fatto male Sam?”, lo bombardò di domande il vecchio cacciatore ansioso.

Dean era esausto, bagnato fradicio, consapevole di aver corso il pericolo di perdere suo fratello e di essere stato sul punto di rimettere la propria vita. Posò Sam, ormai addormentato, tra le braccia del vecchio cacciatore e non rispondendo ad alcuna domanda, si allontanò verso il parcheggio.

Aveva bisogno della calma rassicurante dell'Impala e dell'energia sferzante degli AC/DC. Si chiuse in macchina, alzò lo stereo a tutto volume, si appoggiò al volante della sua Chevrolet e pianse finchè Bobby non lo raggiunse.

Il vecchio cacciatore non disse nulla. Si sedette accanto al giovane, sistemò in grembo Sam, addormentato e si rilassò, nonostante il gruppo hard rock stesse sbraitando a pieni polmoni che la strada per l'inferno era libera per loro!

Vuoi che guidi io?”, chiese, poi, aspettando che Dean si calmasse un poco.

No, grazie Bobby, Adesso sto bene! Andiamo a casa a cambiarci e a bere una tazza di tè caldo!”, rispose il giovane, asciugandosi gli occhi con la garza della mano ferita, abbassando il volume dello stereo e mettendo in moto l'Impala che emise il solito suono gorgogliante.

Da quando tu bevi il tè caldo, Dean?”, chiese Bobby, accarezzando i capelli fradici di Sam.

Da oggi, Bobby. Da oggi!”, rispose Dean, inserendo la marcia per uscire dal parcheggio.

 

Casa di Bobby

 

Dopo essersi cambiati, asciugati e riscaldato Sam davanti al caminetto, Dean raccontò a Bobby quanto accaduto al parco, mentre sorseggiava l'agognato tè caldo e assaporava una fetta di crostata alle ciliege. Sam, sul divano, dormiva profondamente, avvolto da una soffice coperta e l'immancabile dito in bocca.

Al loro rientro non era stato possibile trovare Castiel da nessuna parte ed era chiaro ad entrambi che il suo sacrificio aveva permesso a Dean e a Sam di tornare a casa vivi e vegeti.

Allora quella voce era di Cass?”, domandò Bobby, dopo un po'.

Boh, forse. A me non sembrava la sua voce, però! Sicuramente avrà escogitato qualcosa e ora chissà dove sarà...”, rispose Dean, triste. “Avrei voluto ringraziarlo prima...”, aggiunse, sottovoce.

Già. Se non lo abbiamo trovato qui, vuol dire che è stato trasformato in umano e fatto nascere all'istante”, esclamò Bobby.

Comunque lo cercheremo, vero, Bobby?”, chiese Dean, emergendo dallo stordimento e dall'incredulità della situazione.

Certo. Dean. Glielo dobbiamo!”, rispose Bobby, andando verso la cucina. “Metto su qualcosa per la cena. Sveglia tuo fratello e apparecchiate!”, aggiunse, poi, indicando Sam.

Dean annuì. Non avrebbe voluto svegliarlo ma aveva bisogno di confrontarsi con lui su quello che era successo e soprattutto aveva bisogno di risposte sul suo comportamento.

Sam! Sveglia! Dobbiamo apparecchiare!”, gridò Dean, scrollando il piccolo.

Sammy? Svegliati o vengo lì e ti faccio il solletico!”, lo minacciò Dean che stava raccogliendo le briciole della torta.

Sam si stiracchiò e si guardò in giro disorientato ma non disse nulla e scese dal divano seguendo Dean.

Metti i piatti, prendendoli dal lavello, Sam. Se non ci arrivi, sai come fare”, disse Dean a un imbambolato fratello.

Sam guardò Dean, poi Bobby infine il lavello con un'espressione confusa.

Sam? Ci sei o ci fai?”, gridò esasperato il giovane, dando uno spintone al piccolo. “Fare la commedia del bambino non mi farà cambiare idea sul farti le domande dopo, sai?”, aggiunse Dean serio, guardando prima Sam con il viso corrucciato e poi Bobby con espressione confusa.

Sam iniziò a piangere. Grossi lacrimoni iniziarono a scendere lungo le sue guance. Era un pianto silenzioso ma non meno straziante. Tirò su il viso e il suo sguardo incerto e smarrito fece balenare a Bobby un'idea.

Dean, aspetta un attimo!”, esclamò Bobby, mollando la scatola dei pomodori sul tavolo e andando verso il bambino. Lo tirò su per le ascelle e lo mise seduto sul tavolo. “Sam! Guardami un po'?”, disse Bobby, prendendogli tra le mani il viso, cercando con i pollici di asciugargli le lacrime che sgorgavano dai suoi occhi disperati. “Chi sono io?”, gli chiese poi, fissandolo intensamente.

Il bimbo lo guardò smarrito. “Io sono Bobby, tuo....?”, lo incalzò il vecchio cacciatore.

Dean guardava quegli strani tentativi di Bobby con fastidio. Non capiva proprio perchè si dovesse portare avanti quella manfrina. Poi vedendo la preoccupazione farsi largo sul viso del vecchio cacciatore, comprese. Si sentì avvolgere da un'ondata di stordimento e nausea che rischiò di travolgerlo.

Con voce strozzata e gli occhi inondati di lacrime, disse: “Sam, rispondi al nonno!”

Allora, Sammy, io sono...”, ritentò Bobby, commosso dalla reazione di Dean.

Nonno. Sei nonno Bobby!”, rispose, sollevato, Sam.

E lui è tuo...?”, chiese il vecchio cacciatore.

Papà!”, rispose Sam, allungandosi per farsi prendere in braccio dal giovane.

Bravo. Lui è papà Dean!”, replicò Bobby, sorridendo e facendo segno a Dean di prenderselo in braccio.

Uno scampanellio alla porta fece trasalire tutti e tre.

State qua. Vado a vedere io!”, esclamò sorpreso Bobby.

Dalla finestra dell'ingresso vide una macchina della polizia fuori e la giovane sceriffo che lo attendeva sul portico. Si allarmò immediatamente. Magari qualcuno li aveva denunciati per aver smarrito il bimbo al parco.

Sceriffo Mills, qual buon vento la porta?”, chiese Bobby, cercando di essere galante e guardingo allo stesso modo.

Mr Singer, abbiamo trovato un uomo che vagava sulla interstatale e il mio vice afferma di averlo visto qui l'altro giorno. E' in stato confusionale e non si ricorda come si chiama”, esclamò lei, poi si girò e disse: “Jack, fallo uscire!”, rivolta a un agente, appoggiato al cofano della volante. Quello aprì lo sportello posteriore dell'auto e fece uscire un uomo.

Bobby lo riconobbe subito. “Ah, è mio nipote. Jim Cass!”, esclamò il vecchio cacciatore con una prontezza di riflessi degni di un ventenne. “Ha dei momenti di disorientamento. Soffre di Alzheimer. Infatti lo abbiamo cercato dapperttutto e stavamo per fare la denuncia di scomparsa”, aggiunse poi, sollevato. Lo era, non solo perchè non c'entrava Sam ma perchè significava che, se l'ex-angelo non si ricordava chi era, si poteva trovare un modo per ritrovare la sua grazia.

Ah, allora va bene. Tutto risolto! Con la tempesta abbiamo avuto una giornata piena e dover accompagnare questo qui all'ospedale di contea proprio non me la sentivo. Meno male che il mio vice si è ricordato se no non l'avresti rivisto per un po' tuo nipote!”, esclamò lo sceriffo, mentre l'agente aiutava Cass a salire le scale del portico.

La cena si svolse nel più assoluto silenzio. Sam rischiò più volte di finire con la testa nel piatto visto che crollava dal sonno. Cass cercava di usare il cucchiaio per mangiare la minestra dalla parte sbagliata e tutte le volte Bobby doveva intervenire per non fargli colare tutto addosso. Dean era in stato catatonico e questo non facilitava la situazione.

Dean, portalo a letto!”, esclamò Bobby, indicando Sam.

Si, adesso lo sveglio e gli dico di....”, rispose ma poi si interruppe subito. “Si, certo, gli dico....un corno!”, aggiunse poi, soffocando a stento un singhiozzo.

Vai, Dean! Cass è qui con noi e troveremo un modo per trovare la sua grazia e tu non hai perso tuo fratello. E' qui anche lui. Diciamo che si è preso una pausa e sta dormendo. Dobbiamo mantenere in buona salute psichica e fisica questo bimbetto in modo da fargli rientrare la mente di tuo fratello e poi farlo tornare adulto”, esclamò Bobby, dando un buffetto affettuoso sulla guancia del giovane.

Dean riluttante si alzò in piedi, tirò su il piccolo e si avviò di sopra a cambiarlo e a metterlo a letto.

Una vita diversa stava per iniziare.

Bobby aveva finalmente una famiglia da accudire. Un bambino piccolo da crescere, uno pseudo-figlio traumatizzato, uno psuedo-nipote affetto da Alzheimer angelica! Qualcosa di completamente diverso da prima. Insomma, un nuovo legame!

 

Angolo di Allegretto

 

Ringrazio sentitamente tutti quelli che hanno letto, seguito e recensito la storia. Sono stata molto contenta di aver letto le vostre recensioni e i vostri consigli.

In particolare voglio ricordare:

Jo Ste, FairyCleo, Federicaahhh, Agrumi, Cris77, emypaddy95, ShiroHime, Winry8827, Destiel_Doped, Akkai. Grazie di cuore!!!

Ringrazio pubblicamente DarkAngel90 e MaikoxMilo per il sostegno e i preziosi consigli offerti. Senza di voi non ce l'avrei fatta!!

Alcuni di voi, tra cui Jo Ste, mi hanno convinta a continuare questa storia. Per cui l'ultimo capitolo è stato modificato in modo da portare avanti la 'strana famiglia di Sioux Falls'. Avendo già in cantiere un'altra storia dei Winchester, la continuazione di questa subirà un ritardo e già conoscendo che non sono velocissima nel pubblicare (lo sapete, sono una lumaca!) ci vorrà un po' di tempo prima di poter leggere il primo capitolo del proseguo. Comunque se qualcuna di voi ha suggerimenti sull'evoluzione, sarò felicissima di prenderli in considerazione, non avendo ancora ben delineato lo sviluppo della storia.

A presto, allora!!!

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