Missione U.L.M.

di Amebosa Alby
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Missione U.L.M. ***
Capitolo 2: *** Caduta nella trappola di una finta bionda ***
Capitolo 3: *** Insegno a mia madre i segnali di negazione ***
Capitolo 4: *** Una vita normale sarebbe così monotona ***
Capitolo 5: *** Se dovessi descrivere Rachel Elizabeth Dare con una parola, direi testarda ***
Capitolo 6: *** Umani! Chi li capisce?! ***
Capitolo 7: *** La mia è una missione a lungo termine ***
Capitolo 8: *** Un solo obbiettivo: demolire l'incresciosa situazione ***
Capitolo 9: *** La situazione più strana che mi sia mai accaduta. ***
Capitolo 10: *** La mia conversazione privata si trasforma in una rissa. ***
Capitolo 11: *** Una commissione non così noiosa. ***
Capitolo 12: *** Come rompere un naso e anche una famiglia. ***
Capitolo 13: *** Una lattina mi cambia la giornata. ***



Capitolo 1
*** Missione U.L.M. ***



 

                       Missione U.L.M.



Ok, dovevo ammetterlo: mi stavo divertendo.
Pensavo che un'uscita con Testa d'Alghe potesse compromettere il nostro rapporto di amicizia, ma a quanto pare mi sbagliavo.
Tutto sommato era una serata carina e Percy sembrava anche meno decelebrato del solito (ma non ditelo a lui o mi romperà per sempre! E se lo farete, sarò io a rompervi qualcosa...letteralmente.)
Il film era stato divertente e poi io adoravo andare al cinema, mi sarei nutrita solo a Pop Corn.
Io e Testa d'Alghe stavamo camminando verso il parcheggio, dove sua madre ci stava aspettando per portarci a casa.
Parlavamo di come era San Francisco. Non era un luogo bellissimo per vivere per una Semidea a causa dei mostri, ma dopo il disastro con Atlante, io e mio padre ci eravamo riavvicinati e riuscivo ad andare d'accordo anche con la mia matrigna e quei disturbatori-della-quiete-pubblica che erano i miei fratellastri.
"Un giorno ti verrò a trovare a San Francisco."
Mi disse Percy con il suo solito sorriso da ebete.
"E questo conferma la mia ipotesi che sei un pazzo suicida!" esclamai, ridendo.
Anche se ero felice che lui avesse avuto quella idea. Magari poteva davv...
"Oh, dei! Devo nascondermi!"
Guardai Percy allontanarsi a passo veloce, comprendosi il viso con una mano (della serie: così non mi nota nessuno! Sono davvero un genio!), e farsi piccolo piccolo dietro al cartellone di un film.
"Ma che stai...?"
Non riuscì a finire la frase a causa di una persona che mi travolse.
Quando mi rialzai, vidi Testa d'Alghe correre inseguito da una ragazza.
Era abbastanza carina. Aveva i capelli rossi ed indossava dei jeans neri, in alcuni punti stracciati (non capivo proprio perchè andassero di moda! Aspetta, andavano di moda o lei era solo strana?), e una maglietta gialla canarino, con sopra disegnati dei fiorellini.
Non sapevo chi fosse. Non sapevo da dove venisse. E nemmeno il perchè stesse inseguendo il mio amico. Sapevo solo una cosa: se quella ragazzina non si fosse staccata subito da Percy (perchè quell'idiota era riuscito a farsi atterrare da una ragazza mortale), l'avrei spedita con un calcio sull'Olimpo.
Perciò camminai a passo di marcia verso Testa d'Alghe e la ragazzina, con le braccia rigide lungo i fianchi e un crescente tic all'occhio destro.
Con una piccola e delicata spinta, staccai la mortale da Percy.
Mi rivolsi al mio amico, ignorando la rossa con quella stupida espressione da triglia lessa (alcuni avrebbero potuto semplicemente definirla offesa):"Chi è lei?"
Indicai la ragazza, senza però staccare gli occhi da Percy. Conoscendolo, alla minima distrazione se la sarebbe data a gambe.
"Ehm..." balbettò.
Incrociai le braccia al petto.
Percy, rendendosi conto che era in trappola si lasciò sfuggire un sospiro e disse:"Si chiama Rachel Elizabeth Dare. Mi ha salvato la vita lo scorso inverno. Solo che non capisco perchè si trovi qui, a New York."
Strabuzzai gli occhi.
"Una ragazza ti ha salvato la vita? Come?"
Calcai molto sulla parola "ragazza", sperando che Testa d'Alghe intuisse che in realtà volevo dire "mortale".
Rachel alzò la mano, ma era solo una presa in giro, dato che senza aspettare alcun permesso, si intromise nella conversazione:"Ci vivo qui, genio. E poi, scusa, Percy Devoscappare, ma chi è questa?"
Questa? Questa?! QUESTA! Oh, quanto avrei voluto prenderla a pugni, ma lasciai perdere, concentrandomi su quello che era davvero importante: cioè sul perchè la ragazza era saltata addosso a Percy...e ovviamente perchè Percy avesse avuto bisogno dell'aiuto di una mortale! Cosa pensavate? Mica mi interessava Testa d'Alghe! No...no, neanche un po'!
Misi le mani sui fianchi e squadrai la ragazzina che avevo di fronte con superiorità.
"Annabeth Chase. Un' amica di Percy."
"Si, bene, Anna, scusaci, ma noi due dobbiamo parlare..."
Rachel fece per prendere Percy per il braccio, ma io mi parai davanti a lui.
Assottigliai gli occhi e mi sporsi in avanti:"Il mio nome non è Anna. E' Annabeth! E perchè devi parlare con Percy?!"
"Non sono affari tuoi!"
"Tutto ciò che c'entra con il mio amico sono affari miei!"
"E perchè?! Non sei la sua guardia del corpo!"
Avrei tanto voluto rispondere che con tutte le volte che gli avevo salvato la pelle, in realtà era come se lo fossi ma mi trattenni e presi un grande respiro per calmarmi.
Non servì a niente.
"Dare, o molli la presa su Percy o te la faccio mollare io!"
"Ehi, signorine! Che sta succedendo qui?"
Un signore, sulla quarantina, si stava avvicinando a noi con un cipiglio severo.
Indossava l'orribile uniforme a righe verdi e gialle che erano costretti ad indossare i lavoratori del cinema.
Mi volsi verso il signore, sicura che la presenza di una persona matura avrebbe potuto sistemare le cose, e solo allora notai che Testa d'Alghe era magicamente sparito.
Anche la Dare si era appena accorta della mancanza del soggetto della conversazione e sbottò:"Brava, Anna! Lo hai fatto scappare!"
"IL. MIO. NOME. E'. ANNABETH! E sei stata tu a cominciare!"
Senti la mano destra prudermi, desiderosa di mollare uno schiaffo alla ragazza.
Era iniziata la mia nuova missione: U.L.M, ovvero, Uccidiamo La Mortale.
 
 
 
 
 
 
Angolo dell'autrice:
Ehm...salve a tutti!
Questa è la mia prima ff su Percy Jackson e devo dire che sono anche un po' nervosa! xD
Qualche giorno fa, stavo girando per internet alla ricerca di immagini su Percabeth (Percy/Annabeth), e ne ho trovata una con Annabeth e Rachel che litigano per Percy...mi sono sentita ispirata e così ho scritto...questa cosa! xD
Chiedo scusa se per caso qualcuno ha già fatto una ff del genere, ma sono fan di Percy Jackson solo da poco e ho guardato questa sezione di efp per la prima volta solo pochi giorni fa! Perciò, se è veramente uguale a qualche storia passata, la cancellerò su richiesta dell'autore dell'altra storia!
Credo che i personaggi siano un po' OOC, perciò fatemi sapere cosa pensate di questa ff!
Besos.
Alby :3 

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Capitolo 2
*** Caduta nella trappola di una finta bionda ***


Dopo che il tipo del cinema ebbe separato me ed Anna, impegnate in una rissa che aveva causato un ingorgo all'uscita del cinema, decisi che non avrei lasciato scappare il ragazzo che qualche mese prima aveva cercato di affettarmi.
Perciò dopo l'ultima serie di insulti gridati ad Anna, mi lanciai in una corsa sfrenata alla ricerca di Percy.
Putroppo, quella sapientona irritante con i capelli tinti (perchè nessuna ragazza normale poteva avere i capelli biondi/grigi) non mi mollava un attimo.
Quando guardai in una Sala del cinema, Anna era dietro di me e canticchiava:"Nooooon lo troveraiiiii! Maaaai! Mai, mai, maaaaaiiiii!"
Quando sbirciai in un bar e mi parve di vedere un ciuffo di capelli corvini sotto ad un tavolo, lei mi saltò addosso elegantemente, mandandomi a sbattere contro una donna che stava camminando su quelli che per me erano trampoli e non scarpe con il tacco. Tempo di togliermi la donna di dosso e il ciuffo di capelli erano sparito.
Non potendo più controllarmi, strillai, pestando un piede a terra:"Ma che accidenti vuoi?!"
Anna mi rivolse un sorrisetto soddisfatto, come se tutto ciò che desiderasse forse farmi arrabbiare, e disse:"Se non sei abbastanza intelligente da capirlo da sola, perchè dovrei dirtelo io?"
Che odio.
Con uno svolazzo della mano, mi voltai e mi diressi verso la Sala Giochi.
Non lo avessi mai fatto.
Una volta davanti alla Sala, mi paralizzai.
Era piena di ragazzi. Così piena che l'unica cosa che si poteva vedere da fuori erano le teste delle persone. Naturale, era sabato sera.
Deglutii. Non era la presenza di tante persone che mi spaventava. Era ciò che mi sarebbe potuto succedere se per caso fossi finita a terra tra quelle persone. Sarei stata spiaccicata con un insettino su un marciapiede.
"Che c'è? Hai paura?"
La voce della finta bionda arrivò da dietro di me.
"No! Per niente! Sono solo persone!"
"Bene..."
"Ma che cos...Aaaaaaah!"
Anna mi aveva spinta in mezzo alla folla. In un attimo mi ritrovai schiacciata tra due ragazzi di circa diciotto anni che si stavano baciando...anzi, si stavano risucchiando la faccia a vicenda.
Come facessero ad ignorare lo scompiglio che avevano intorno, non ne avevo idea.
Cercai di farmi strada tra le persone, ma qualcuno mi urtò ed andai a finire addosso ad un ragazzo che stava giocando ad uno di quei giochi in cui doveva sparare con il fucile.
"Togliti!" sbottai, spingendo il ragazzo lontano da me e riavventurandomi nella giungla.
In mezzo a quel casino, avrei impiegato un bel po' a trovare Percy Devoscappare.
Una ragazzina mi afferò per la mano e mi portò di fianco a lei, su una pedana.
"Forza, mi serve uno sfidante." disse la mocciosa, avviando un gioco chiamato DanceCentral.
Si, avrei impiegato tanto a trovare Percy.
"Se lo troverai." aggiunse una piccola, perfida vocina nella mia testa.
 
 
 
 
 
 
Angolo dell'autrice:
A grande richiesta (più o meno xD) ecco la continuazioneeee! Questa volta dal punto di vista di Rachel :D
E' un po' più corto dello scorso capitolo, ma spero vi vada bene lo stesso xD
Vi spiego un po' come continuerà questa storiella: sarà una long, ma ogni capitolo avrà un punto di vista diverso. E non intendo i punti di vista più semplici, come per esempio Percy, ma parlo anche, per esempio, di Chirone, del padre di Annabeth e della madre di Percy. Tutti che vedono con i loro occhi momenti Annabeth/Percy/Rachel.
Che ve ne pare? XD preferireste una continuazione differente? xD
Fatemi sapere cosa ne pensate! :D
Al prossimo capitolo, visto dagli occhi di Percy!
Alby :3 

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Capitolo 3
*** Insegno a mia madre i segnali di negazione ***


Quando mi vidi arrivare addosso Rachel, nella Sala Giochi, pensai di essere spacciato.
Invece, lei mi scansò in malo modo, gridando "Togliti!".
Grazie gli dei, non mi aveva riconosciuto.
Sgomitai attraverso la folla, tenendo la testa bassa.
Quando raggiunsi l'uscita, mi voltai e vidi Rachel litigare con una povera malcapitata, sulla pedana del DanceCentral. Per un momento, fui tentato di andare ad aiutare la ragazzina, ma poi l'immagine di me legato ad una sedia con Rachel che mi torturava, tempestandomi di domande inquietanti ed imbarazzanti, fece capolino nella mia mente e, leggermente spaventato, corsi fuori dalla Sala Giochi.
"Che coraggio, Testa d'Alghe!"
Annabeth mi afferò per il cappuccio della felpa prima che potessi scappare.
Mi aspettavo una ramanzina lunga come la vita degli dei, invece Annabeth fece qualcosa che mi stupì:"Andiamocene prima che la mortale ritorni!"
Mi lasciò andare e con un ghigno perfido stampato sul viso corse all'uscita del cinema. Ovviamente, la seguì. Non avevo nessuna voglia di essere placcato un'altra volta da Rachel.
Nel parcheggio, cominciai a guardarmi intorno alla ricerca dell'auto di mia madre, sperando che fosse arrivata.
Non riuscendo a trovarla, presi il cellulare e composi il suo numero di telefono.
Sapevo che i mostri in qualche modo potevano scovare i mezzosangue anche solo sentendo la loro voce al telefono (anche se mi chiedevo perchè i mostri avessero un cellulare) ma in quel momento avrei preferito essere inseguito da un milione di mostri che essere catturato da Rachel Elizabeth Dare.
"Pronto?"
"Oh, mamma, ciao. Senti, ehm, sei al cinema?" le chiesi, incrociando le dita per una risposta affermativa.
"Si, si, certo."
"Dove? Non ti vediamo."
"Allora, ehm, sono vicino al palo della luce."
Mi guardari intorno. In totale, contai sei pali della luce.
"Non mi è molto utile. Fai così, scendi dalla macchina e salta."
Era un metodo che io e mia madre usavamo spesso quando, per esempio, in luoghi affollati non ci vedavamo più.
La portiera della macchina di fronte a me e ad Annabeth si aprì. Mia madre uscì dall'auto e, tenendo il cellulare all'orecchio, cominciò a saltare.
Non potei fare a meno di ridacchiare.
"Mi vedi, Percy?"
"Mamma, siamo..."
"Ma dove sei?"
Mia madre stavo ancora osservando l'uscita del cinema.
"Mamma..."
"Non sei all'usc..."
"Mamma, siamo dietro di te."
Quando lei si voltò, la salutai con un sorissetto divertito, mentre Annabeth cercava di trattenere una risata per buona educazione.
La raggiungemmo e stavamo entrando in macchina quando una voce famigliare urlò:"Fermi! No! Aspettate!"
Io ed Annabeth ci guardammo e più veloci della luce ci infilammo in macchina, mentre io gridavo a mia madre:"Mamma! Parti! Parti!"
Lei, invece, ingenuamente, chiese alla ragazza che stava arrivando di corsa:"Posso fare qualcosa per te?"
Rachel appoggiò le mani dulle ginocchia, cercando di riprendere fiato. Aveva i capelli scompigliati e una guancia rossa, come se qualcuno le avesse dato uno schiaffo.
"Scusi...io...io devo...parlare con...Percy. Posso venire con...voi?"
Uscii dall'auto e feci segno a mia madre di dire di no. Scossì leggermente la testa, sillabai la parola "No", sventolai le mani, cercando di non farmi vedere dalla rossa pazza. Insomma, mancava soltanto che mi mettessi a ballare la Hula. Ero praticamente sicurissimo che mia madre avrebbe rifiutato la richiesta della ragazza.
"Certo, sali."
Non avete idea di quanto odiai mia madre in quel momento.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolino piccino dell'autrice:
Salveeee!
Sono tornata con il terzo capitolo!
Che ve ne pare? Troppo noioso? Troppo "normale"? xD La cosa del saltare per farsi vedere me la sono inventata. Cioè, è una cosa che faccio io con mia madre e con i miei amici, però non so se anche Percy ha questa pratica, ma mi sono immaginata di si xD E' divertente e buffa...insomma, una cosa molto da Percy.
Ringrazio chi recensisce, chi ha messo la storia tra preferite/seguite/da ricordare e chi legge e basta :D
Al prossimo punto di vista: Saaaaaally Jackson! xD
Besos.
Alby. :3

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Capitolo 4
*** Una vita normale sarebbe così monotona ***


Sapevo che Percy mi avrebbe odiato se avessi detto a quella sconosciuta di salire in macchina.
E so che ora anche voi mi odiate per aver fatto proprio così.
Ma lasciatemi spiegare, per favore. Avevo visto quella ragazza e avevo subito capito che non era una Mezzosangue: non corrispondeva alle descrizioni che Percy mi aveva fatto di tutti i suoi amici e in più non sembrava nascondere un coltello sotto la maglietta.
Per quanto quella ragazza potesse sembrare pazza in quel momento, era comunque una persona normale.
E per un istante desiderai che Percy avesse un'amica così, che anche lui fosse un normale quindicenne e che non distruggesse tutte le scuole che, per puro miracolo, lo accettavano.
Mio figlio rischiava di morire ogni giorno e quando usciva con i suoi amici parlava inevitabilmente dell'allenamento o di come distruggere un mostro o di Crono.
Pensavo che gli avrebbe fatto bene per una volta discutere di quanto fosse irritante la professoressa di storia, senza toccare l'argomento "Sono un Semidio! Posso parlare con i cavalli e potrei vivere sotto al mare in stile Ariel la Sirenetta!"
Capite? Beh, se mai avrete un figlio Mezzosangue, saprete come mi sentivo.


Non saprei dirvi se il destino è avverso alla mia famiglia, o se in generale tutte le famiglie con vari collegamenti con i miti dell'antica Grecia siano sfortunate, sta di fatto che quella che io pensavo fosse una ragazza normale, in realtà, non lo era affatto.
Eravamo ormai a pochi minuti di macchina da casa, dove Annabeth sarebbe rimasta a dormire e Percy avrebbe tranquillamente parlato con l'altra ragazza, quando un urletto terrorizzato provenne dai sedili posteriori dell' automobile.
Sobbalzai per lo spavento e mi voltai. Vidi la mortale stringere freneticamente la cintura di sicurezza e continuare a volgere lo sguardo verso un uomo piuttosto robusto seduto per terra, proprio sul marciapiede di fianco al quale ci eravamo fermati a causa di un semaforo rosso.
Aggrottai la fronte e chiesi alla ragazza:"Che succede..."
Mi bloccai. Solo in quel momento mi resi conto di non sapere il nome della mortale.
"Rachel." mi disse lei, intuendo il mio dubbio.
Annuii, imbarazzata da tale dimenticanza. Annabeth sbuffò, incrociando le braccia al petto, come se il solo nome della ragazza potesse innervosirla.
Rachel indicò l'uomo, cercando di tenere ferma la mano tremante e disse:"So che..potrà pensare che sono pazza...molti lo pensano...ma...ma...quell'uomo ha un solo occhio..."
Inevitabilmente, diedi uno sguardo a Percy, per assicurarmi che fosse ancora vicino a me in macchina. Lui vide il mio sguardo preoccupato e mi sorrise rassicurante.
"Va tutto bene, mamma. Sono ancora vivo."
"Cosa? Che vuol dire? Stai per morire?"
"Ma tu gli affari tuoi non te li fai mai?!"
Annabeth e Rachel si stavano scambiando uno sguardo assassino.
Tornai a guardare l'uomo sul marciapiede. Al primo momento sembrava normalissimo, ma se si osservava bene, si poteva scorgere un singolo occhio, nasconsto dietro ad una tendina di unti capelli scuri, guardare tristemente un sacchetto di plastica volare portato dal vento.
Trattenni il fiato, spaventata. Non era la prima volta che vedevo un mostro, ma fa sempre un certo effetto trovarsi di fronte un uomo con un solo occhio. E poi era in assoluto la prima volta che non riuscivo a vedere chiaramente un mostro. La Foschia non era mai stato un problema per me, ma allora perchè non avevo visto quel Ciclope? Forse la mia vista si stava arrugginendo.
"Tu vedi attraverso la Foschia?" chiese Annabeth con un cipiglio severo sul volto.
Percy annuì. Mi aveva raccontato di una mortale che lo aveva salvato quando era partito alla ricerca di Annabeth, ma non pensavo che fosse proprio quella mortale.
"La Foschia? Cos'è? Vedete anche voi quel mostro? Vi prego, spiegatemi! Ho bisogno di sapere..."
L'esistenza degli Dei e dei Mezzosangue doveva restare segreta ed io lo sapevo molto bene. Guardai di nuovo Rachel e nel suo sguardo terrorizzato, vidi me stessa da piccola cercare di ignorare tutti gli esseri strani che incontravo per strada. Mi vidi spiegare alle mie amiche che non stavo mentendo, che avevo visto sul serio una donna mezzo-serpente provare un vestito a fiori. E percepii in Rachel lo stesso bisogno di sapere che avevo io alla sua età.
Dei clacson mi avvisarono che il semaforo verde era già scattato.
Misi entrambi le mani sul volante e senza staccare gli occhi dalla strada dissi a Percy e ad Annabeth:"Dobbiamo parlare con Chirone."
Una vita normale sarebbe così monotona.
 
 
 
 
 
 
Angolo dell'autrice:
Salve, popolo! Come state? :D
Scusate per il ritardo, ma mia madre mi ha ritirato (di nuovo) il computer e sono costretta a scrivere quando mio fratello si dimentica il suo accesso (ha la password anti-me, quindi se lo spegne sono fritta come un calamaro nelle bancarelle del mercato di venerdì xD)
Che ne dite di questo capitolo? :D E' venuto un po' più sentimentale degli altri xD
Scusate se ho fatto sembrare un po' cattiva Sally all'inizio, ma, diciamocelo, per quanto una mamma possa essere fantastica, sono sicura che preferirebbe una vita normale per il proprio figlio.
Allora, avete suggerimenti? Critiche? Qualsiasi cosa? xD
Fatemi sapere cosa passa per la vostra testolina da mortali! xD (sempre che siate tutti mortali >.<)
Ringrazio chi recensisce (adoro i vostri commenti *O* davvero! Mi rendono coooosì felice *O*), chi ha messo la storia tra preferite/seguite/ricordate e chi legge e basta :D
Il prossimo capitolo sarà dal punto di vista di...beh...sono un po' indecisa xD Non so se fare Paul Stockfiss o Chirone xD Voi chi preferireste? (Tanto Chirone, prima o poi, lo farò comunque U.U)
Alla prossima!
Alby :3 

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Capitolo 5
*** Se dovessi descrivere Rachel Elizabeth Dare con una parola, direi testarda ***


 Ricevetti il messaggio Iride dalla madre di Percy proprio mentre stavo andando a dormire.

All'inizio avevo pensato il peggio, dopo tanti anni ad allenare Mezzosangue si è pronti a tutto, ma questo non vuol dire non essere affezionati ai propri allievi.

Nonostante avessi focalizzato altri pensieri, ciò che Percy ed Annabeth mi spiegarono non mi sorprese.

Percy mi aveva già raccontato della mortale ed ero certo che non sarebbe passato troppo tempo prima che lei avesse chiesto spiegazioni serie.

Dopo che Sally ebbe chiuso la ragazza in un'altra stanza, iniziai a discutere con Percy ed Annabeth su ciò che era corretto fare.

Io ed Annabeth eravamo della stessa opinione: la mortale non avrebbe dovuto sapere niente.

Mentre Percy e Sally avevano intenzione di dirle la verità.

“Le dobbiamo delle spiegazioni! E poi, se non le dico niente mi starà appiccicata finchè non parlerò!” disse Percy.

“NO!”

Balbettando, Annabeth tornò seduta sul divano da cui si era alzata improvvisamente.

“P-povero Testa d'Alghe...non possiamo...lasciarlo ad un destino così crudele...”

La conoscevo troppo bene e da troppo tempo per non rendermi conto di quale fosse il vero motivo della sua agitazione.

Le sorrisi e lei finse di allacciarsi una scarpa per evitare il mio sguardo.

Dopo l'ennesima supplica di Sally cedetti.

Lei più di tutti capiva la mortale. Sapeva cosa voleva dire vedere attraverso la Foschia. E mi dispiaceva dirle di no. Avevo l'impressione che la madre di Percy si identificasse molto nella ragazza.

Dissi a Percy di andare a chiamare la mortale.

Lui fece per alzarsi dal divano ma Annabeth lo spinse seduto.

E dopo un respiro profondo, urlò:”DARE! VIENI QUI!”

La ragazza si precipitò frettolosamente in salotto di casa Jackson.

Mi vide. Sgranò gli occhi e disse:”Ma tu sei un cavallo!”

Le sorrisi, nonostante non mi piacesse essere apostrofato in quel modo.

“Il termine più appropriato sarebbe centauro.”

La sua espressione stupita fu subito sostituita da un enorme sorriso.

“Allora non sono pazza! I mostri esistono davvero!”

Annabeth sbuffò.

“Che sorriso da ebete. Tu e Percy fate a gara.”

“Ehi!”

“E' la verità, Testa d'Alghe.”

Ignorai il dibattito che si stava creando tra i due Mezzosangue e mi rivolsi alla mortale, leggermente offeso.

“Mi stai dando del mostro?”

Lei si mosse a disagio sul posto e con un filo di voce rispose:”No, signore. Mi riverivo ad altri mostri. Cioè...mi riferivo ai mostri, non a lei...Mi scusi.”

Le sorrisi, per poi tornare immediatamente serio. Non era il momento opportuno per discutere del mio posteriore.

Il mio nome è Chirone.” mi presentai.

Ciò che ti dirò ti potrà turbare. Sai qualcosa dei miti dell'antica Grecia?”

La ragazza annuì.

Esistono veramente. Esistono gli Dei, esistono i mostri e anche i Semidei, come Percy ed Annabeth.”

La mortale guardò i suoi coetanei e poi si rivolse ancora a me:”Oh...Beh...ehm...Comunque il mio nome è Rachel Elizabeth Dare. Piacere di conoscerla, Chirone.”

Percy guardò sbigottito l'amica.

Come? Non...non sei sorpresa?”

Ovviamente non lo era. Si era informata sulle creature che vedeva. Probabilmente aveva già una sua teoria.

No. Era la mia teoria.”

Appunto.

L'unica cosa che non capisco è come quella noia...” indicò Annabeth “...possa essere una Semidea.”

Mi stai dando della noiosa?”

Beh, si. In confronto a Percy lo sei. Mettiamola così, lui è come il mare: impetuoso, imprevedibile, ma a volte anche tanto tranquillo. Mentre tu sei come la sabbia.”

Annabeth alzò un sopraccigio.

E cioè? Sto ferma al mio posto?”

Rachel ghignò.

Oh, no. Sei irritante, fastidiosa e ti infili nelle scarpe delle persone!”

Tu...tu...sei una....”

Percy non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere.

Ad Annabeth era venuto il tic all'occhio destro. Cattivo segno.

Va bene, va bene! Così può bastare!” dissi, per fermare l'imminente rissa.

Lo scambio di battute era stato divertente, ma non volevo che qualcuno si ferisse.

Credo sia ora di andare a dormire.” si affrettò a dire Sally, appoggiandomi.

Annabeth sospirò, cercando di calmarsi.

Si. Domani devo partire per San Francisco.”

Oh, posso venire anch'io? Ti do un passaggio con Blackjack!”

Percy, non se se sia il caso...”

Annabeth si interruppe. Guardò Rachel e ghignò.

Stavo scherzando! Puoi venire!”

Rachel trattenne il respiro.

Cominciò a guardarsi intorno, come se una scusa plausibile per poter andare anche lei fosse scritta su uno dei mobili.

Alla fine, semplicemente sbottò:”Non mi dispiacerà se vi accompagno!”

Si, ci dispiace.”

Annabeth!”

Che c'è? E' vero, Percy. Non puoi...oh, va bene! Viene anche la mortale.”

Sospirai. Ero preoccupato. Era già un problema andare a San Francisco per un Mezzosangue, per due Semidei e una mortale che vedeva attraverso la Foschia era estremamente pericoloso.

Guardai Annabeth e le dissi, facendo affidamento su di lei:”Fate attenzione.”

La chiamata di interruppe.

Da quello che avevo visto quella sera, se dovessi descrivere Rachel Elizabeth Dare con una parola, direi testarda.

Era una delle poche persone che riuscivano a tenere testa ad Annabeth.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Mio angolino:

Salve!

Ecco Chirone!
Come vi è sembrato questo capitolo? Avevo paura di fare questo personaggio perchè non riesco a mettermi nei suoi...zoccoli? XD E prudente, ma anche amichevole, però pure serio. Chirone è un po' complicato >.<

Per il prossimo capitolo, ho un personaggio un po' particolare :D

E appunto per questo non vi dico chi è U.U Perchè non provate ad indovinarlo voi? ;D

E poi ditemi chi è nei commenti :D

Alla prossima!

Besos.

Alby <3

 

p.s. La frase di Rachel sulle scarpe, si riferisce al detto “Stare in mezzo ai piedi” se non si fosse capito xD 

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Capitolo 6
*** Umani! Chi li capisce?! ***


Dedico questo capitolo a
Kiki98, principessa_tarya (e alla sua poltroncina *O*) e The Little Lightining,
che mi regalano sempre recensione fantastiche!




Zollette di zucchero.
Tante zollette di zucchero.
Buone.
E ne mangiavo molte.
Senza che il capo mi sgridasse.
Ma avevano un sapore strano.
Era...fieno? No.
Carote? No.
Sapevano di...legno.
"Blackjack, stai mangiando il box."
Mi svegliai e fissai per un attimo la mia bocca sgranocchiare il legno. Poi mi resi conto che il legno che stavo mangiando era quello della stalle dei pegasi e nitrii, disgustato.
Poi sentii un fischio. Due fischi. Tre.
Per un po', nella stalla regnò il silenzio. E subito dopo fu il caos. Tutti i pegasi cominciarono a trottare sul posto, nitrendo:"Il capo! Il capo!". Qualcuno uscì dal box, pronto a spiccare il volo. Mentre nuovi pegasi del campo, fissavano gli altri. Sembravano un po' agitati da tutto il trambusto che avevano intorno. E chi poteva biasimarli.
Ci fu una partita a carta-forbice-sasso per decidere chi sarebbe andato ad aiutare il capo, ma tutti facevamo sempre sasso e quindi alla fine decidemmo che sarei partito io insieme a Guido e Porkpie.


Ci impiegammo poco ad arrivare. Il capo ci stava aspettando in un vicolo con due ragazze. Una era Annabeth, mentre l'altra non l'avevo mai vista.
Atterrammo proprio di fronte a loro.
"Hei, capo! Hai chiamato?"
"Ciao, Blackjack. Quante volte ti devo dire di non chiamarmi capo?"
"Va bene. Non ti chiamerò più capo, capo!"
Accidenti, lo avevo fatto di nuovo! Ma non era colpa mia, era nel mio essere. E poi, devo ammetterlo, mi divertivo a prendere un po' in giro il capo.
"Sono bellissimi!" esclamò l'altra ragazza.
Sollevai il muso, fiero e soprattutto compiaciuto dal complimento.
Mi piaceva la ragazza!
Guido batte lo zoccolo a terra e nitrì:"Lo so. Sono stupendo!"
"Rachel, loro sono Blackjack, Guido e Porkpie. Siccome è la prima volta che voli, prenderai Blackjack, è un bravo pegaso." disse il capo.
"Cosa?! Le dai Blackjack?! Non lo hai mai dato a me, perchè a lei si?!" sbottò Annabeth, il viso sempre più rosso.
Non era da Annabeth urlare in quel mod...un momento. Momento. Momento. Era forse gelosia quello che avevo sentito?
"Annabeth, tu prendi lezioni al campo. Per Rachel è la prima volta. Lasciala volare con Blackjack, è più sicuro."
Annabeth sbuffò e montò su Guido.
Il capo aiutò Rachel a montare. Lei si sporse in avanti e mi diede delle pacche sul collo.
"Ma quanto sei carino? Ma tanto! Tanto, tanto! Bello questo piccolo pegaso!"
Rachel mi parlò come se fossi un puledrino. Il che mi fece ricordare quando ero davvero piccolo. Eh si, bei tempi.
Decisamente, mi piaceva la ragazza!
"Grazie mille, signorina!"
"Ti ringrazia." tradusse il capo.
Dopo che lui ebbe montato su Porkpie, disse:"A San Francisco.".
E spiccammo il volo.


Lo stomaco di Rachel brontolò per quella che sarà stata la decima volta in cinque secondi.
"Capo, fermiamoci. La ragazza sta facendo venir fame pure a me."
Per fortuna, Porkpie volava proprio di fianco a me e il capo potè sentirmi e annuii.
Lentamente, planammo in un parcheggio, dietro ad un bar.
Non avevamo viaggiato a lungo. Solo circa un'ora.
Annabeth smontò.
"La principessina ha così fame da non poter continuare?"
Sarebbe stata una frase piuttosto irritante, se anche ad Annabeth non fosse brontolato lo stomaco, così forte che faceva un baffo ai temporali di Zeus.
Annabeth si voltò verso Guido e disse:"Guido! Mangia qualcosa!"
"Hei!"
Il capo rise ed entrò nel bar, seguito subito da Rachel. Annabeth, dietro di lei, stava cercando di non strozzarla.
Nitrii, rivolto a Porkpie:"Umani!"




Angolo dell'autrice:
E questo era Blackjack! Che ve ne pare? Non sapevo bene come scriverlo. I cavalli non sono molto intelligenti, non come l'uomo almeno, ma Blackjack è un caso particolare xD Da quando parla con Percy, si capisce che il cervello dei pegasi non è come quello dei cavalli. O mi sbaglio? xD
Fatemi sapere cosa ne pensate!
E il prossimo capitolo sarà dal punto di vista di...*rullo di tamburi*...Afrodite!
Ringrazio chiunque segua la mia storia! E mi scuso per gli enormi ritardi!
Alla prossima!
Alby. :3
 
p.s. Mi è venuta l'idea per una nuova ff. Si intitolerebbe "I 100 amori di Calipso". Un nuovo amore in ogni capitolo, una nuova piccola crepa nel cuore della ragazza. So che Calipso avrà avuto sicuramente più di 100 amori, ma non posso scrivere 3000000000000000000 capitoli, se non di più! Ahah xD Ditemi se vi sembra una cattiva idea >.< (A parte che non so nemmeno bene cosa scrivere. Diciamo che le idee per i capitoli mi vengono una alla volta! xD)
 

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Capitolo 7
*** La mia è una missione a lungo termine ***


Solitamente, quando scendevo sulla terra, lo facevo per due motivi: per incontrare affascinanti mortali o per vedere i miei figli.
Il primo motivo era il più frequente.
Ma la situazione che avevo creato tra Percy e Annabeth mi piaceva così tanto, che avevo voglia di incontrare il piccolo ostacolo che avevo messo in mezzo per rendere il tutto un po' più movimentato.
Mortale, si, ma pur sempre un ostacolo piuttosto carino ed interessante.
Ignorai i fischi di alcuni orribili motociclisi ed entrai nel bar.
Ovviamente, appena varcata la soglia, tutti gli sguardi si puntarono su di me. Nessuno è capace di resistermi.
Mi diressi subito al tavolo in fondo alla sala, a cui sedevano coloro che mi interessavano.
"Buongiorno, tesori." dissi, prendendo una sedia dal tavolo a fianco e sedendomi.
Percy mi riconobbe immediatamente.
"Afrodite?"
L'ostacolo per poco non si strozzò con l'acqua che stava bevendo.
Annabeth arrossì. Era intelligente, aveva capito il perchè della mia visita. Magari si era anche resa conto che era tempo di darsi una mossa.
"Divina Afrodite." borbottò.
Le diedi un sorriso gentile, che fece sbavare l'uomo dietro al bancone. Disgustoso.
"Lei è...la dea. Quella vera? La vera Afrodite?" mi chiese l'ostacolo.
Annuii.
"E' un piacere incontrarti, Rachel."
"Lei...sai il mio nome?"
"E' una dea! Conosce tutti!" sbottò Annabeth, rivolgendo un' occhiataccia adorabile a Rachel. Incorciò il mio sguardo e torno a fissare il suo panino.
Sorrisi a tutti e chiesi:"Vi state divertendo, ragazzi?"
Ci furono tre diverse risposte.
"Si."
"No."
"Ehm...credo che userò l'aiuto del pubblico."
L'ultima era ovviamente di Percy. Ha sempre avuto una certa stuzzicante ironia.
La mia splendida risata cristallina riempì il bar. Per un istante, tutto là dentro sembrò più bello. Modestamente, facevo una bella impressione anche agli oggetti.
Mi misi una mano sul petto, cercando di smettere di ridere.
"Oh, siete così carini!"
Avevo le lacrime agli occhi.
Mi accorsi troppo tardi dell'enorme, impagabile sbaglio che avevo commesso.
"Oh, accidenti! Il trucco si sta sciogliendo!"
Feci apparire dal nulla qualche trucco e cominciai a sistemarmi, specchiandomi nel porta-tovaglioli al centro del tavolino.
"Non mi sono mai piaciuti i triangoli amorosi. Ma voi siete così teneri insieme." dissi, rimettendomi il mascara.
Rachel si strozzò nuovamente con l'acqua, Percy arrossì furiosamente ed Annabeth...la dolce Annabeth se ne andò a passo di marcia.
Mi voltai per vederla uscire dalla porta del bar.
Sbuffai.
Diedi un ultimo tocco alla matita ed uscì anch'io dal bar, ma non prima di aver dato un'occhiata di ammonimento a Percy.
Non colse il suo significato. Era davvero troppo imbranato con le ragazze.
Trovai Annabeth insieme ai pegasi. Stava parlando con loro, anzi, stava facendo un monologo più a se stessa, dato che i pegasi, ovviamente, non potevano risponderle.
"Insomma, no! A me non piace Percy! Per niente! Non guardarmi così, Blackjack! No! Un triangolo...ma per favore...mi vien da ridere solo al pensiero...anzi NO! Mi vien da piangere! C'entrare con quella mortale! Mai! Mai! Mai! Mi basta già averla così intorno a Percy...NO! Volevo dire, intorno a me. Giusto? Si, giusto."
Incrociai le braccia al petto e sospirai, rassegnata.
Chi era più testardo? Lei o Percy? Bella domanda.
"Tesoro, è il primo segno di pazzia parlare da sole."
Si voltò verso di me, assottigliando gli occhi.
Per certi versi, assomigliava davvero tanto a sua madre.
"A me non piace Percy." disse.
-Si, certo, e io non tradisco Efesto- avrei voluto dirle.
Ma mi avvicinai a lei.
"Sono la dea dell'amore. Certe cose le capisco, sai."
Annabeth sbuffò, irritata.
"Perchè hai mandato quella?!"
Sorvolai sul fatto che mi avesse appena urlato contro e dato del tu.
"Oh, non so, fammi pensare..."
Mi finsi pensierosa, mettendo una mano sotto il mento e facendo un' esprenssione intelligente.
"...Oh, ci sono! Forse perchè tu e Percy non capite i vostri sentimenti a meno che non ci sia qualcuno che vi dia una spintarella?"
"A me NON piace lui!"
"Si, invece."
"No!"
"Ti dico di si."
"Si vede perfino dall'Olimpo che non mi piace!"
"Oh, dei. Allora credo che io debba mettere degli occhiali e come me anche tutti quelli che vi conoscono."
Annabeth diventava sempre più rossa ogni minuto che passava. E aveva anche un inquietante tic all'occhio.
Assomigliava davvero troppo a sua madre.
"Ascolta, non devi essere in imbarazzo. Percy è carino, gentile, simpatico...è più che normale che ti piaccia!"
E questo le diede il colpo di grazia. Ormai il suo viso era diventato più rosso di un pomodoro. Per un attimo temetti che stesse per esplodere.
"I-io..vado...dentro...ho fame. Salve.." balbettò, superandomi, tenendo lo sguardo fisso a terra.
Si, mi piacevano come coppia Annabeth e Percy, ma erano una delle coppie più ardue su cui avessi mai lavorato. Litigavano continuamente: erano gelosi e litigavano, rischiavano la vita per salvare l'altro e litigavano, incontravano me e litigavano. Insomma, era anche una questione personale! Chi litiga incontrando me? E' un'offesa.
Sospirai.
Per quel giorno poteva bastare.
Fuori dalla porta a vetri del bar salutai i tre ragazzi e li mandai un bacietto.
Dopo di che, mi diressi all'Olimpo, dove avrei continuato la mia missione, che sembrava ancora a lungo termine.
 
 

 
 
 
 
 
Mio angoletto:
Credo che questo sia un record! Un altro capitolo in così poco tempo! Si, non vi consiglio di abituarvi xD
Allora, che ne dite di Afrodite?
Troppo gentile, poco dea, troppo oca, troppo intelligente, scritto male il capitolo, scritto bene, fa letteralmente schifio e vorreste farmi a pezzettini in stile Crono? xD
Fatemi sapere! *O*
RINGRAZIO CHIUNQUE SEGUA QUESTA STORIA! Grazie a chi recensisce, a chi ha messo la storia tra seguite/preferite/ricordate e a chi legge e basta :D
Vi adoro!
E il prossimo capitolo sarà dal punto di vista di............................................credo il padre di Annabeth, ma non ne sono sicura! Ahahah xD potrebbe venirmi qualche altra persona in mente, prima di fare il signor Chase xD Non si sa...ma è altamente probabile che sia il signor Chase, si.
Allora, alla prossima!
Ciauz.
Alby :3 

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Capitolo 8
*** Un solo obbiettivo: demolire l'incresciosa situazione ***


Intercettai il trio poco prima che giungesse all'abitazione di Frederick.

Esattamente a novanta metri e sedici centimetri di distanza dalla dimora, mi piantai a braccia incrociate.

Un solo obbiettivo: demolire l' incresciosa situazione che si andava creando tra gli adolescenti, della quale, purtroppo, mia figlia faceva parte.

Quando li scorsi, mi irrigidì ed alzai il mento, allo scopo di sembrare più severa.

Annabeth fu, ovviamente, la prima ad intuire chi fossi. (Si, il fatto che mi avesse vista molte volte non conta. Lei è la più colta del trio. Fine della questione.)

"M-mamma?"

Le feci un cenno veloce con la mano, per poi tornare a braccia incrociate.

Il figlio di Poseidone sbuffò, indossando un' espressione sofferente.

"Oh, no. Due dee in un giorno no."

La mortale spostò lo sguardo da Annabeth a me, poi da me ad Annabeth e poi da An...D'accordo, interrompiamo questo sproloquio. Vi basti sapere che la mortale aveva scosso ripetutamente la testa ed io cominciai ad avere seri dubbi su come non avesse ancora un torcicollo lancinante.

"E lei...che dea sarebbe?" chiese.

Dimostrava una scarsa intuizione. Non poteva certamente competere con mia figlia.

"Sono Atena, dea della saggezza e della strategia militare. E se non ti dispiace, piccola mortale, gradirei parlare con mia figlia e con...l'altro."

La mortale mi osservò per una manciata di secondi (esattamente tre secondi e due nanosecondi, se vogliamo essere precisi.).

Poi scoppiò in una sonora risata.

Puntò un dito verso di me.

"D-davvero? Atena? Questa...q-questa...uuuh..Annab...eth! Figlia di Atena! Ahahahahahahah! Questa è bella! Uuuuuuh!"

Mi trattenni dall' incenerirla e assottigliai gli occhi.

Il figlio di Poseidone tentò di chetare la mortale.

"Ahahah! No, non è p-possib-AHIA! Percy, mi hai dato un calcio!"

Per la prima volta da che conobbi il figlio di Poseidone, ero entusiasta del suo comportamento.

Un punto per lui.

La mortale strabuzzò gli occhi, colpita da un'improvvisa intuizione.

"No...sul serio? Lei è Atena?"

Feci un sorriso freddo.

"Oh...oh, ehm..mi scusi, Divina Atena. Ehm...." tentò di scusarsi.

Con un rempentino movimento della mano, allontanai la questione.

Mi rivolsi a mia figlia, l'unica persona sana di mente in quel gruppo.

"Annabeth, ma cosa stai facendo?"

Annabeth arrossì. Non c'era bisogno di spiegarle a che cosa mi riferissi. Per lei era ovvio che il mio rimprovero riguardasse la sua relazione con il figlio di Poseidone, che io, ovviamente, non approvavo.

Cosa che invece lui non aveva ancora capito, dato che fissava me ed Annabeth con un'espressione da triglia.

E non potei fare a meno di pensare che era davvero degno di suo padre. Stessa faccia da pesce.

"Stiamo andando a casa di suo padre. Non è...ovvio?" chiese il figlio di Poseidone.

Mi riprendo il punto che gli avevo dato prima.

Continuai a parlare a mia figlia.

"Annabeth, non è produttiva questa relazione. Porterà soltanto molti guai. Su, non vorrai stare con un figlio di Poseidone? Con tutti i ragazzi che ci sono al mondo, scegli quello più fesso dell'universo? Almeno fosse carino!"

"Mamma, lo so...."

"Ehi, ci sono anch'io qui. Grazie per i complimenti, eh." disse il figlio di Poseidone.

Ci aveva interrotte. Lui...ci aveva...INTERROTTE!

Eccolo, stava arrivando.

Lo sentivo.

Il mio segno distintivo sull'Olimpo.

Era lì.

Non sarei più riuscita a trattenerlo.

E il mio famosissimo tic all'occhio destro apparve sul mio volto.

Annabeth si mise davanti al figlio di Poseidone prima che lo potessi far diventare un pesce grigliato.

"Va bene, va bene, va bene! Mamma, mi piacerebbe rimanere a parlare con te, ma dobbiamo andare da papà e..."

La interruppi, mentre il tic svaniva.

"Oh, eccellente. Vi accompagno. Mi fa piacere incontrare Frederick."

E senza attendere una parola, mi diressi verso l'abitazione.

Dietro di me, la mortale camminava a testa china, il figlio di Poseidone lanciava occhiatine nervose intorno a sè, come a cercare una via d'uscita, ed Annabeth si era lanciata in una corsa, nel tentativo di fermarmi prima che suonassi il campanello.

 

 

 

 

Mio Angoooolino:

Buonaseraaaaaa!

Come va? >.<

Mi scuso per il ritardo, come sempre. Ero molto impegnata e bla bla bla...mooolte altre scuse xD

Atena. Ho osato molto con questo capitolo xD Ho sempre voluto scrivere dal punto di vista di Atena e a chi voglia provarci do un consiglio: NON FARLO! Mi sono scervellata a cercare di parlare nel modo più intelligente possibile! Tenevo a fianco anche un dizionario dei sinonimi e contrari! xD Volevo anche fare un' Atena simpatica nella sua severità >.<

Spero comunque che vi sia piaciuto o che almeno abbiate apprezzato lo sforzo >.<

Fatemi sapere cosa pensate del capitolo!

Alla prossima! Questa volta veramente con papà Chase! xD

Ciauz.

Alby :3 

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Capitolo 9
*** La situazione più strana che mi sia mai accaduta. ***


Sentii suonare il campanello.

“Bobby, puoi aprire tu, per favore?” gridai dal mio studio, aggiungendo una pennellata al mio modellino.

I passetti veloci di Bobby si diressero verso la porta d'ingresso, dietro la quale provenivano strani rumori.

Sentii aprire l'uscio e dopo qualche secondo la voce confusa di Bobby arrivò alle mie orecchie.

“Papà, Annabeth e tre strane persone stanno cercando di uccidersi!”

Posai il mio modellino in costruzione di un aereo della seconda guerra mondiale e i miei occhiali.

Uscii velocemente dal mio studio.

Era strano che Annabeth fosse già tornata a casa. Se non ricordavo male, sarebbe dovuta rimanere a New York ancora un giorno, insieme al suo amico Percy.

Spalancai gli occhi quando mi trovai una scena molto strana davanti (e credetemi, ne ho viste di cose strane. Mia figlia è apparsa dal nulla in una culla d'orata!).

Un ragazzo, che riconobbi come Percy, stava aiutando Annabeth ad alzarsi da terra, mentre una ragazza con i capelli rossi li stava fissando con sguardo assassino, tentando di strozzare Annabeth e, contemporaneamente, cercava di tenere lontano da Percy una donna con occhi grigi, che stava fissando i due ragazzi a terra con uno sguardo ancora più pazzo dell'altra ragazza.

“Ehm...” balbettai, confuso dalla situazione.

Tutte e quattro le persone si voltarono a guardarmi.

Bobby mi corse in contro e si nascose dietro di me.

“Papà!” esclamò Annabeth, con voce strozzata.

“Frederick.” disse la donna che avrei riconosciuto tra mille: Atena.

“Salve, signor Chase.” mi salutò Percy, tirando in piedi Annabeth.

“POSSIAMO SPIEGARE!” urlò la rossa, mettendo le mani avanti.

Bobby si strinse di più a me.

Risi, nervoso.

“Lo spero. State terrorizzando Bobby.”

I tre entrarono in casa, mentre Atena rimase sulla soglia.

Aggrottai le sopracciglia.

“Ehm...cosa succede, Atena?” chiesi.

Atena mi guardò, perplessa, come se stesse facendo la cosa più ovvia del mondo.

“Attendo il permesso per entrare.” rispose.

“Oh...Certo che puoi entrare.”

Atena sorrise, entrò e si accomodò sul divano, questa volta senza chiedere alcun permesso.

“Bobby, perchè non vai a giocare con tuo fratello?”

Immediatamente, il bambino corse via, lanciando dietro di sé occhiate nervose.

Chiusi la porta d'ingresso e mi voltai verso mia figlia e i tre ospiti.

“Credo mi dobbiate qualche spiegazione.”

Con un elegante movimento della mano, Atena espresse il motivo della sua visita.

“Io sono qui semplicemente per salutarti, Frederick.”

Mi suonava strano il fatto che fosse venuta a casa mia unicamente per quello, soprattutto perchè non ci vedevamo da quindici anni e nessuno dopo così tanto tempo entra in casa tua e ti dice “Ciao! Sono passata per un saluto!”

“Io sono tornata a casa...” disse Annabeth, facendo un passo avanti. “...e Percy e Rachel mi hanno voluta accomp...CHE VUOI?!”

Sobbalzai sul posto all'urlo di mia figlia.

Annabeth si era voltata di scatto verso la ragazza con i capelli rossi, Rachel, che continuava a scuotere la mano in aria, richiedendo attenzione.

Rachel sorrise ed abbassò la mano.

“Gradirei esporre la nostra avventura. Non credo che tu sia capace di esprimere ogni particolare che essa contiene.” disse, sollevando il mento, in una realistica imitazione di Atena.

La dea assottigliò gli occhi, bisbigliando:”Mortale impertinente.”

Mi trattenni dal ridere.

Mi è sempre piaciuta Atena. La sua intelligenza, ovviamente, non aveva eguali e gli argomenti che nelle nostre conversazioni trattavamo erano interessanti, ma certe volte aveva davvero mancanza di modestia.

Annabeth ringhiò qualche insulto in greco e si sedette di fianco a sua madre.

Rachel mi sorrise.

“E' un piacere conoscerla, signor Chase. Il mio nome è Rachel Elizabeth Dare e sono un'amica di sua figlia.”

Percy ridacchiò. “Amica. Ceeeerto.”

Feci cenno a Rachel di proseguire.

“Ecco, io sono una mortale, ma...ehm...posso vedere cose che altri non vedono...ehm...come posso dire...”

“Possiedo il dono della vista?” propose Annabeth.

“Creature mitologiche sono visibili ai miei occhi, grazie ad un particolare dono che mi permette anche si essere terribilmente fastidiosa ed egocentrica?” disse Atena con un sorrisetto freddo.

Percy incrociò le braccia al petto e volse lo sguardo fuori dalla finestra.

“Posso vedere cose che altri non vedono...Non vi sembra molto a doppio senso questa frase?” chiese Percy.

Atena sbuffò, mentre Annabeth rise a quella frase.

“Non si sa che cosa nasconde la signorina Dare.” ridacchiò.

Rachel si voltò e le lanciò uno sguardo assassino.

“Bada a come parli!”

Annabeth rise ancora più forte.

“Ooooh, sto morendo di paura!”

Rachel fece per avventarsi su Annabeth, ma Percy si mise velocemente tra le due.

“Ma siete impazzite! Basta! Rachel, molla quella lampada!” urlò.

Rachel grugnì e mi porse la lampada.

L' afferrai con uno sguardo a dir poco stupefatto.

Slacciai un bottone della camicia, allargando il colletto, che in quel momento sembrava essere diventato fin troppo stretto.

“Che ne dite se proseguiamo con la storia?” proposi, prima che scoppiassero altre risse.

“La trovo una saggia idea.” disse Atena.

Rachel annuì e proseguì.

La storia non mi sorprese per niente, era una vita che convivevo con il mondo degli dei.

Il fatto che più mi stupì, però, fu l'arrivo di Afrodite ed Atena sulla terra, entrambe nello stesso giorno.

Era raro che gli dei scendessero sulla terra, soprattutto se il loro scopo era presentarsi a persone che conoscevano della loro esistenza.

“Allora, ragazzi. Visto che siete venuti insieme, perchè non andate a fare un giro? Annabeth, li mostri un po' la città.” dissi.

Non volevo mandare via i ragazzi, volevo discutere con Atena. Erano anni che non la vedevo e mi sarebbe piaciuto intraprendere una conversazione con lei.

Annabeth annuì, intuendo la situazione.

“Magari andiamo in spiaggia. Ciao mamma.” disse.

Prese Percy per mano e lo guidò fuori casa. Entrambi furono seguiti da una furibonda Rachel.

Mi sedetti a fianco di Atena e le sorrisi.

“Allora, novità sull'Olimpo?”

Atena aprì bocca per parlare, ma il campanello la zitti.

“Scusami, vado ad aprire.” le dissi, pensando che magari i ragazzi avevano dimenticato qualcosa.

Ma quando aprì la porta mi trovai di fronte mia moglie, con un paio di pacchetti della spesa in mano.

Mi fece cadere tra le braccia un pacchetto e mi diede un bacio sulla guancia.

“Ciao, tesoro. Scusa per il ritardo.”

Entrò in casa, posando le chiavi della macchina sul tavolino.

Solo in quel momento notò la donna seduta sul divano.

“Oh, salve. Lei chi è?” chiese mia moglie.

Atena si alzò e le porse la mano.

“Atena, piacere.”

Mia moglie sgranò gli occhi e si voltò verso di me.

Lentamente chiusi la porta d'ingresso e deglutii.

Avrei preferito non mandar via i ragazzi.

 

 

 

Angoletto:

WOOOAH! SONO TORNATA!

Felici?

-Silenzio-

C'è qualcuno?

-Una sterpaglia rotola davanti a me.-

Oooookay!

In ogni caso, spero che questo capitolo vi sia piaciuto!

Per un momento avevo pensato di fare il punto di vista della signora Chase e poi quello di Frederick, ma mi riusciva difficile il capitolo dal punto di vista della signora, dato che si sa davvero poco di lei, quindi ho lasciato perdere xD

Vaaaa be.

Ditemi cosa ne pensate!

Le critiche sono sempre accette :D

VI RINGRAZIO TANTO, MIEI LETTORI! SIETE FANTASTICI! :D

Al prossimo capitolo!

Dal punto di vista di: immaginatelo xD rileggete bene bene il capitolo...c'è un piccolo spunto che ve lo fa capire xD (mi sa che principessa_tarya lo ha notato xD è stata lei a darmi l'idea! xD)

Ciauz!

Alby :3
 

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Capitolo 10
*** La mia conversazione privata si trasforma in una rissa. ***


In attesa dell'arrivo di Percy, mi spalmai ancora un po' di crema solare sulle braccia.

Mi scottavo molto facilmente

E cominciavo a pensare che la crema che Apollo mi aveva venduto fosse inutile.

“Provala, Possy! Non te ne pentirai! È protezione 400, non ti scotteresti nemmeno se fossi sul sole e, credimi, ne so qualcosa” così mi aveva detto quel ladruncolo.

Da quando aveva notato che uno dei suoi figli, Will Solace, aveva collaborato con due figli di Hermes, Travis e Connor Stoll, si era messo in testa che lui ed Hermes avrebbero potuto fare una squadra eccezionale.

Quindi eravamo tutti perseguitati dai due, che si divertivano a fare scherzi infantili e, cosa ancora peggiore, stavano influenzando tutti sull'Olimpo.

Giusto una settimana prima, Atena mi aveva attaccato sulla schiena un foglio con scritto “prendetemi a calci.” e tutto il giorno, TUTTO il giorno, avevo avuto intorno dei, ninfe, delfini e ciclopi che si divertivano a colpirmi.

Insomma, Atena mi aveva fatto uno scherzo. Atena. Miss tutto-quello-che-dico-è-giusto-e-va-affrontato-seriamente-e-se-mi-contraddisci-ti-faccio-diventare-shish-kebab!

Impensabile...

Ogni tanto però gli scherzi erano anche divertenti.

Scoppiai a ridere al pensiero dello scherzo del giorno prima ad Ares.

Hermes e Apollo avevano convinto Hecate a collaborare. Le avevano chiesto di fare un incantesimo ad Ares: ogni volta che il dio si sarebbe seduto, si sarebbe sentito il rumore di una puzzetta.

Non avete idea delle risate che ci siamo fatti quando Ares si è seduto al suo trono per la riunione.

Mi alzai per buttare via l'inutile crema solare di Apollo, quando in lontananza vidi tre ragazzi camminare nella mia direzione.

Mi tolsi gli occhiali da sole, immaginandomi il “YEEEEEAH TURURURURU” che suona tutte le volte che Orazio di C.S.I. Miami fa la stessa mossa.

Cominciai a sbracciarmi, per farmi notare da Percy.

Lui mi vide e si fermò per un attimo, per poi cominciare a camminare velocemente verso di me.

Quando i ragazzi mi furono abbastanza vicini dissi a Percy:”Hey, figlio! Non è che hai una crema solare?”

Lui aggrottò le sopracciglia e fece segno di no col capo.

“Divino Poseidone.” mi salutò Annabeth con un sorriso.

Ricambiai il saluto e allungai il braccio verso la mortale.

“Ciao, sono il padre di Percy, Poseidone. È un piacere incontrarti, Rachel.”

Rachel strabuzzò gli occhi e mi strinse la mano, titubante.

Poi un ghigno comparve sul suo volto e si girò verso Annabeth.

“Bene, bene, bene. A quanto pare ho indovinato. Sgancia i dieci dollari.”

Annabeth le sorrise. “Scordatelo.”

Rachel ringhiò, stringendo i pugni.

“Avevamo fatto una scommessa! Se avessi indovinato il genitore divino di Percy, tu mi avresti dato dieci dollari!”

Annabeth scrollò le spalle. “Avresti dovuto farmi giurare sullo Stige.”

“Dammi i miei dieci dollari!”

“No!”

Percy si schiarì la voce, facendo qualche passo verso Annabeth. “Ehm...ragazze...non litig...”

“STANNE FUORI TU!” gridarono contemporaneamente le due ragazze, facendolo indietreggiare.

Annabeth trattenne il respiro, come se fosse stata offesa gravemente.

“Non parlare così a Percy!” sbottò.

“Tu non parlare così a Percy!” strillò Rachel.

Dopo di chè, Annabeth si buttò letteralmente addosso a Rachel.

Entrambe le ragazze finirono sulla sabbia, in mezzo a strilli, pugni e tirate di capelli.

“Woah! Per il costume da bagno di Poseidone!” urlò Percy, proprio mentre io esclamavo “Smettetela, per la crema solare farlocca di Apollo!”

Io presi Rachel, mentre Percy afferrò Annabeth.

Cercammo di separarle.

Intanto, una folla di persone ci aveva accerchiati.

Alcuni fissavano la scena sgomenti, altri chiedevano se potevano essere d'aiuto, altri ancora, invece, scommettevano su quale ragazza ne sarebbe uscita viva.

Dopo qualche minuto di lotta estenuante, riuscimmo finalmente a separare le due ragazze ancora urlanti.

“Ti spedisco a calci negli Inferi!” gridò Annabeth, cercando di liberarsi dalla stretta di Percy.

Poi si accorse della folla e con un “Oh” imbarazzato si calmò.

Lasciai andare Rachel, che aveva cominciato a mettersi a posto i capelli.

Mi schiarii la voce.

“Ok, lo spettacolo è finito. Tornate a divertirvi, grazie.” dissi, mettendo le mani avanti.

Pian piano, la folla cominciò a dissiparsi, tra i borbottii delle persone che avevano perso la scommessa.

Percy respirava affannosamente.

Potrebbe sembrare semplice, ma dividere due ragazzine nel bel mezzo di una rissa è molto faticoso.

“Ok...” dissi, prendendo fiato “...volevo parlare con Percy in privato, ma ho paura che si vi lasciamo da sole cercherete di uccidervi di nuovo.”

Entrambe le ragazze arrossirono furiosamente.

Percy mi si avvicinò. “Cosa dovevi dirmi, papà?” mi chiese.

Guardai Percy negli occhi, poi spostai lo sguardo su Annabeth.

Prima di andare sulla terra, ero sicuro di ciò che volevo dire a Percy, mi ero preparato anche un discorso.

Poi, però, vidi lo sguardo di Annabeth. Sembrava quasi spaventata e nervosa.

Forse, lei non era uguale a sua madre.

E forse, avrei fatto meglio a non intromettermi nella vita di mio figlio.

La decisione di stare con Annabeth o meno era sua.

Sospirando, misi una mano sulla spalla di Percy.

“Solo...solo che ci devi pensare bene...prima di comprare qualcosa da Apollo o Hermes. Sai, in questi giorni sono in vena di scherzi.”

Percy mi sorrise ed annuì.

Annabeth si lasciò sfuggire un sospiro.

Dopo aver salutato tutti, mi rimisi gli occhiali (“YEEEEAH TURURURURU”) e corsi in mare.

 

 

 

 

Angolo di Alby:

Saaaaaaalve, gente :D

Come state? Stanno andando bene le vacanze?

Io mi sto annoiando a mooooooooooorte!

Un' ameba è più attiva di me.

E scrivo le ff invece di fare i compiti...che genio...

Allora, come vi è sembrato questo capitolo? A me non convince tanto...forse perchè l'ho scritto un po' di fretta...non lo so...

Credo che sia uno dei capitoli più lunghi...credo. Dovrei ricontrollare gli altri xD

Non ho idea di chi sarà il prossimo capitolo xD

Le muse mi hanno abbandonata. Spero solo momentaneamente.

Comunque, alla prossima, miei carissimi lettori!

Un grazie a tutti quelli che mi seguono!

BUON NATALE (in ritardo xD l'altra volta non avevo fatto gli auguri xD) E FELICE ANNO NUOVO!

 

Alby :3

 

p.s. Avete notato che nel film Percy dice sempre “Woah!” e ne libro “Uh-Oh”? XD

Io mi sono messa in testa di contarli tutti xD

 

p.p.s. Avete mai visto C.S.I. Miami? XD Io rido tutte le volte che c'è quella musichetta! Ahahah xD YEEEAH TUURURURU! XD Ahahahahaah xD

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Capitolo 11
*** Una commissione non così noiosa. ***


Che noia.

Insomma, perchè, con tutti gli dei esistenti, dovevo proprio essere io il postino?

E' ingiusto.

Zeus ha il cielo, Poseidone il mare, Atena è un super genio, Dioniso è il dio con più tempo libero in assoluto! Deve solo curare ogni tanto qualche malato mentale (mi devo ricordare di dirgli di dare una controllatina anche ad Apollo.) e giocare a carte con Chirone! Poi dovrebbe anche tenere d'occhio i mezzosangue, ma tutti sappiamo che non lo fa.

E io?

Consegno la posta.

Il lavoro più entusiasmante del mondo.

Sbuffai al suono di una nuova e-mail, che equivaleva ad una nuova consegna.

Controllai di chi fosse.

Era da parte di Chirone.

Mi chiedeva se potevo intercettare Percy e Annabeth e dirli che la loro presenza era richiesta al campo.

E perchè non può mandarli un messaggio Iride?

Perchè ha finito le dracme, naturalmente!

E dopo questa splendida e-mail, mi materializzai esattamente di fronte a Percy ed Annabeth.

“Chiudete gli occhi!” gridò Percy, serrando le palpebre e coprendo con una mano gli occhi di una ragazza con i capelli rossi.

Allora, c'erano due opzioni su chi potesse essere quella ragazza: la prima, Rossana, adoro quel cartone (ancora mi chiedo perchè era così indecisa se scegliere Eric o meno!), la seconda, la mortale di cui Afrodite non smetteva di parlare, definendola un “delizioso imprevisto”.

Optai per la seconda.

Dopo che la luce che mi avvolgeva fu svanita, salutai i ragazzi di fronte a me.

“Hey, Percy, Annabeth. Tu devi essere Rachel. Ciao.”

“Si! Finalmente qualcuno che non mi chiama mortale!” urlò Rachel, buttando le braccia in aria in segno di vittoria.

“Abbi un po' di rispetto.” ringhiò Annabeth, sottovoce.

“Divino Hermes, è da tanto che non ci si vede...più o meno.” disse Percy, sorridendomi.

“Già! Quanto? Sette mesi?”

Non sapevo bene come trattare quel ragazzo.

Percy mi stava simpatico, era un bravo ragazzo, ma la rivalità tra lui e mio figlio non mi andava giù.

Insomma, non potevano non essere rivali e sapevo che uno dei due sarebbe dovuto morire.

E sapevo anche chi, purtroppo.

“Le serve qualcosa, Divino Hermes?” la voce di Annabeth mi risvegliò dai miei pensieri.

“Oh...oh, certo! Chirone vi vuole al campo!”

“Noooooooooooooooooooo!”

Era stata Rachel a gridare. Aveva le mani tra i capelli e si guardava intorno freneticamente. Sembrava che il suo cervello stesse calcolando una possibile scusa per poter andare con Annabeth e Percy.

Quando si accorse che tre paia di occhi erano puntati su di lei, si riscosse.

“Ehm...Proprio adesso dovete andare? Mi stavo divertendo così tanto!” esclamò, guardando Percy.

Mi sbaglio o gli stava facendo...gli occhioni dolci?

Potevo sentire Afrodite ridacchiare fin da dove mi trovavo.

Anche Annabeth notò quel flirt a dir poco evidente (che ovviamente Percy non aveva colto).

Diede un educato ceffone a Rachel sulla nuca.

Rachel le strillò contro parole assai poco cortesi.

“Hai mai visto un'oca nell'oceano?” le chiese Annabeth, con il suo solito sguardo freddo ed un accenno di tic all'occhio destro.

Rachel fu colta alla sprovvista dalla domanda.

“Ehm...no?”

Annabeth le sorrise.

“Bene, allora sta lontana da Percy se non vuoi affogare.”

E a questo punto sentii il pacchetto di popcorn di Afrodite scricchiolare, seguito da una risata sadica.

Chi poteva biasimarla?

Una lotta tra ragazze per un ragazzo?

E' il pezzo forte del film.

Trattenni a stento una risata, osservando l'espressione indignata di Rachel, che non sapeva come ribattere.

“Per favore, non ricominciate.” piagnucolò Percy, mettendosi tra le due ragazze.

Un altro “bip” mi avvertì che era arrivata un'altra e-mail.

“Si, io andrei.”

“Aspetti!” gridò qualcuno dalla mia tasca.

Subito dopo George uscì allo scoperto, facendo sobbalzare Rachel.

“Ecco, lo dicevo: un'oca.” bisbigliò Annabeth, ma abbastanza forte da farsi sentire.

George si rivolse come sempre a Percy.

“Hey, hai un topo?”

Ancora non riesco a capire perchè vuole che Percy gli porti un topo.

Perchè proprio lui poi?

Percy rise, un po' titubante.

“No, scusami George.”

Se i serpenti potessero sbuffare, giurerei che George lo avesse fatto.

“George!” gridò Martha dall'interno della mia tasca ed in una frazione di secondo George era sparito.

Sorrisi.

Ma il ghigno scomparve quando sentii un altro “bip”.

“Ok, come dicevo prima, devo andare. Ci vediamo!”

E prima ancora che il trio mi potesse salutare, io me n'ero già andato, pronto a svolgere una nuova noiosissima commissione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazietto della ritardataria:

Salve!

Prima che mi linciate, CHIEDO UMILMENTE PERDONO!

Sono in grandissimo ritardo, lo so.

Ma il pc si è rotto e non ho potuto pubblicare nulla, dato che l'unica cosa che andava in internet era il 3DS xD

Va beeee.

Allora, Hermes...woah...non pensavo di farlo...poi però ho CASUALMENTE notato che a The Little Lightning piace particolarmente e quindi ho deciso di metterlo.

A me non piace questo capitolo.

Non ho inquadrato molto bene Hermes.

Io lo trovo simpatico, ma anche annoiato dal suo lavoro e pure triste per Luke...e non sapevo come mettere tutte queste cose insieme xD Spero di non aver fatto una vera e propria schifezza xD

Fatemi sapere che pensate di questo Hermes che io trovo molto depresso xD

Oh, prima di andare ho una cattiva (o forse è buona?) notizia per voi, questa ff finirà in DUE capitoli! Eh già, eh già, siamo quasi giunti alla fine...che tristezza...mi dispiacerà troppo finire questa ff...mi divertivo un mondo a cercar di entrare nella testa dei personaggi xD E quando mi riusciva era una tal soddisfazioneeeeeeeeee!

Oookay.

Allora alla prossima!

Punto di vista: Bobby Chase (oppure il fratello...non so ancora xD)

Besos.

Alby :3 

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Capitolo 12
*** Come rompere un naso e anche una famiglia. ***


Spongebob Squarepants! Spongeb...!”

“PAAAAAAPA'!”

“SPONGEBOOOOOOB SQUAREPAAAAAANTS!”

“Bobby, taci! Papà non mi sente!”

Sbuffai.

Che noia! Annabeth era tornata a casa.

Io non odio Annabeth, è una brava sorella, ma certe volte è cooooosì noiosa!

Sentì la porta d'ingresso sbattere.

“PAAAAAAAAPA'!”

Ahia, è arrabbiata! Si salvi chi può!

Spensi la televisione e mi buttai giù dal divano.

Iniziai una folle corsa verso la salvezza: camera mia.

Con la mia spada-telecomando stretta in mano, mi lanciai nella mischia.

Colpì una poltrona assassina con tutte le mie forze.

Saltai il fosso pieno di pericolosi serpenti velenosi (meglio conosciuto come tappeto.)

Il pavimento all'improvviso cominciò a tremare.

Le piastrelle diventarono calde, iniziarono a crollare, fino a svelare sotto di loro mortale lava incandescente.

Oh no, non posso più toccarlo! Sui mobili, sui mobili, SUI MOBILI!

Mi arrampicai sulla tenda e la usai come liana per lanciarmi attraverso la stanza.

Mirai al tavolo.

Stavo volando.

Ce la faccio! Ce la posso fare!

VOLOOOOO!

Caddi di faccia per terra.

Il dolore al naso arrivò immediatamente.

“CHE MAAAAALEEEEEE!” strillai senza alcuna vergogna.

Sentii dei passi avvicinarsi velocemente.

I battiti del mio cuore aumentarono.

Non ce l'avrei mai fatta.

La Malvagia Annabeth era sempre più vicina.

Ma quando ebbi il coraggio di aprire gli occhi e di affrontare il mio nemico, trovai davanti a me un ragazzo dai capelli neri.

Si chinò e, guardandomi, fece una smorfia.

“Annabeth, credo che tuo fratello si sia rotto il naso.”

Strabuzzai gli occhi.

Mi portai le mani al naso e le ritrassi immediatamente per il dolore.

Erano piene di sangue.

E allora feci qualcosa che qualsiasi coraggioso cavaliere come me avrebbe fatto: svenni.

 

 

Mi risvegliai alla soave voce di mia sorella.

“Colpa mia? Colpa MIA?! E' lui che si è buttato da una tenda!”

Aprii gli occhi lentamente.

“Annabeth, eri presente! Avresti dovuto impedirglielo!”

La voce di papà.

“Ma come facevo a sapere quello che stava facendo?!”

Tutto era offuscato, ma capii di essere in camera mia.

“E' tuo fratello! Tenerlo a bada è una tua responsabilità!”

Mi tirai a sedere.

La testa cominciò a girarmi.

Barcollai un poco e una mano mi sostenne.

Gli urli da fuori continuavano.

“Anche tu eri in casa! TU dovresti tenerlo d'occhio! TU dovresti essere quello responsabile!”

Si aggiunse un'altra voce, quella della mamma.

“Adesso basta, Annabeth! Non hai il diritto di parlare così a tuo padre!”

“Sta zitta, tu! Non sai niente! NIENTE!”

Una voce tranquilla alla mia destra parlò.

“Vanno avanti così da dieci minuti.”

Mi voltai, stropicciandomi gli occhi, per poter veder meglio.

Ad aver parlato era il ragazzo di prima, quello con i capelli neri.

Dietro di lui, c'era una strana ragazza che indossava jeans strappati.

La strana ragazza stava giocando con mio fratello.

Lanciava spesso occhiate preoccupate alla porta.

“Bobby!” strillò Matthew, correndo verso di me.

Si buttò sul mio letto a peso morto.

“Quello era il peggior tuffo-del-letto che tu abbia mai fatto!” gli dissi, con una smorfia.

Matthew se ne infischiò della critica e cominciò a parlare a macchinetta.

“Non hai idea di quanto ho avuto paura! Avevi perso un sacco di sangue! Non hai il naso rotto, solo colpito male...OH! LUI è PERCY! Ti ricordi! Annabeth ce ne ha parlato! E LEI è RACHEL! E' fortissima anche lei e e e e e e e...”

Il discorso di mio fratello fu interrotto da un altro urlo di Annabeth.

“E ALLORA RIMARRO' AL CAMPO SE VI DA COSI' FASTIDIO AVERMI QUI!”

Qualcuno corse giù dalle scale e non mi ci volle molto per capire chi fosse.

Gemetti.

Odio quando Annabeth, mamma e papà litigano, specialmente se lo fanno a causa mia.

È così raro che non si urlino contro, così raro che vadano d'accordo.

Spesso, mi chiedo come sarebbe stata Annabeth se io e Matthew non ci fossimo mai stati.

“Non è colpa tua.”

Mi voltai verso la ragazza con i pantaloni strappati, Rachel.

“Non è colpa tua. E nemmeno tua, Matthew.”

E allora perchè Annabeth è scappata di casa quando siamo arrivati noi?

Ma non lo chiesi.

Avevo paura che la mi voce mi tradisse, avevo paura che mostrasse ciò che io non volevo dire, specialmente a degli sconosciuti.

“Tutti hanno problemi con i propri genitori...” continuò Rachel.

Un dolore era salito dalla pancia fino alla gola e si era bloccato lì, immobile, intasato.

“...Ma devi semplicemente ricordare che, per quanto tu possa odiarli o sentirti in colpa in quel momento, non potrai mai fare a meno di loro. E so di per certo che anche per Annabeth è così...Non se ne andrà, vedrai...”

Il groppo in gola sembrava non volersene andare.

Cominciavano a pizzicarmi anche gli angoli degli occhi.

Fantastico. Solo fantastico.

“E tu come fai a saperlo?” Matthew parlò per me.

Racher sospirò.

“Perchè anch'io ho problemi con i miei genitori. Specialmente con mio padre.”

Prima che potessi dire qualcosa, la porta si aprì ed Annabeth entrò.

Mi guardò per qualche secondo e poi mi chiese:”Come stai, Bobby?”

Male. Male perchè tu litighi con mamma e papà.

“Bene. Sono completamente guarito!”

Annabeth mi sorrise, poi si volse verso il ragazzo con i capelli neri.

“Dobbiamo andare, Percy. È già passata un'ora dal messaggio di Chirone.”

Percy annuì e si avviò verso il salotto.

Rachel fece per seguire Percy, ma Annabeth le bloccò la strada.

Mia sorella alzò un sopracciglio.

“Tu sai che non puoi entrare al campo, vero?”

Una domanda facilmente traducibile con “Al campo? Tu? NON TI AVVICINARE CASA MIA!”

Sinceramente, mi aspettavo una rissa o qualcosa del genere.

Le avevo viste prima, con Percy e quell'altra signora, picchiarsi e non mi aspettavo niente di meno che una gran bella litigata.

Invece Rachel fece qualcosa che non solo sorprese me, ma anche Annabeth e Percy: sorrise a mia sorella.

“Si, certo.” le rispose, ed uscì dalla camera.

Annabeth rimase ferma sulla soglia, a fissare il punto dove prima si trovava Rachel.

Poi si riprese e mi disse:“Vado al campo. Chirone ha bisogno di me. Ciao.”

E per la milionesima volta, sperai che quello non fosse un addio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Alby che cerca di farsi perdonare:

NON UCCIDETEMI!

Lo so, lo so.

Sono in ritardo, il capitolo è terribile e io non riesco a scrivere niente di decente.

Oddei.

Almeno lasciatemi una recensione per dire quanto questo capitolo sia orrendo xD potete farlo, si xD

Alla prossima cooooon GROVER UNDERWOOD! WOOOOAOOOOOHOHOHOHOOAAH!

 

Biscottini blu a tutti!

Alby. :3
 

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Capitolo 13
*** Una lattina mi cambia la giornata. ***


Sbuffai, scocciato.

Mi chinai per raccogliere una lattina di Coca Cola buttata sulla collina del Campo Mezzosangue.

Continuavo a trovare spazzatura gettata a terra, nonostante il mio impegno per far si che questo non accadesse più.

Avevo chiesto a molti satiri di convincere le persone a non inquinare.

Anche i semidei stavano collaborando: non avevo mai visto il Campo Mezzosangue così pulito in tutta la mia vita.

Ma come facevano i mortali a non rendersi conto del male che stavano facendo?

Studiai la lattina.

Era una normalissima lattina che qualsiasi stupido ragazzo avrebbe bevuto e poi gettato fuori dal finestrino della macchina come se niente fosse.

Però era una bella lattina.

Magari buona.

Guardai a destra. Nessuno.

Poi a sinistra. Nessuno.

Poi verso la Casa Grande. Ancora nessuno.

Deglutì, deliziato, e diedi un morso alla lattina.

Troppo. Buona.

"Hey, Grover!"

Feci un balzo degno di un canguro e per poco non mi strozzai.

Cominciai a tossire disperatamente.

"Oh, dei, Grover stai bene?!"

Rosso come un pomodoro, e scosso ancora dalla tosse, mi raddrizzai.

Solo in quel momento notai che avevo ancora la lattina morsicata in mano.

Non dovevano vederla!

Gettai la lattina dietro di me, senza nemmeno guardare, tanto l'avrei ripresa dopo.

Con le lacrime agli occhi, mostrai il pollice in sù alle tre persone che mi stavano di fronte.

Tirai via velocemente le lacrime dagli occhi e finalmente potei vedere di chi si trattava: Percy, Annabeth e una ragazza che non avevo mai visto in vita mia.

Dietro di loro c'erano tre pegasi.

Accidenti, dovevo controllare anche in alto.

Percy mi diede un paio di pacche sulla schiena.

"Tutto bene, amico?"

"Si, certo. Mi stava solo andando di traverso la saliva..." risposi, cercando, intanto, dove fosse caduta la lattina.

La ragazza con i capelli rossi strabuzzò gli occhi.

"Un satiro!"

Sorrisi e mi voltai verso Annabeth

"Fammi indovinare: una mezzosangue?"

Annabeth scosse la testa, sembrava quasi sollevata dal fatto che la ragazza non fosse una semidea.

Percy imitò con la voce il suono che emette il pulsante del tempo scaduto nel gioco Tabù (un verso che scritto a parole sarebbe tipo:"Ghneeeeaaaa!")

"E' una mortale con il dono della Vista." disse Annabeth, roteando gli occhi al geniale commento di Percy.

La rossa mi salutò.

"Ciao, io sono Rachel."

"Piacere, Grover." risposi sorridendole, ma smettendo subito, una volta notato lo sguardo assassino che Annabeth le stava rivolgendo.

Chissà che cosa aveva fatto Rachel per meritarsi lo sguardo Adesso-Ti-Polverizzo di Annabeth.

Percy spintonò giocosamente Rachel e lei rispose subito, ridendo.

Oh, ecco cosa aveva fatto per meritarsi lo sguardo Adesso-Ti-Polverizzo di Annabeth.

Nessuno flirta con Percy.

Ridacchiai, nervosamente.

Dovevo distrarre Annabeth prima che uccidesse Rachel.

"Annabeth, Chirone ti vorrebbe parlare. Riguarda la guerra. E vorrebbe parlare anche con te, Percy." dissi.

Percy smise immediatamente di ridere e annuì.

Se c'era una cosa che poteva rendere serio Percy era la guerra contro Crono, ma molte volte notavo che avrebbe preferito andare a scuola piuttosto che stare al Campo a parlare di come fermare un'armata diretta su New York: Percy desiderava la normalità.

Percy si voltò verso Rachel.

"Devo andare, scusami."

Rachel annuì.

"Certo, lo capisco."

"Blackjack ti accompagnerà a casa."

Percy le regalò un piccolo sorriso di scuse (e credetemi se vi dico che quel sorriso è ormai in via d'estinzione).

Aiutò Rachel a montare e lei, dopo un ultimo saluto, volò via.

Quando Percy si voltò verso di me e Annabeth, era già tornato serio.

"Andiamo?" chiese ad Annabeth, porgendole la mano.

Lei sorrise e la prese.

"Certo."

E i due si avviarono verso la Casa Grande, FINALMENTE mano nella mano.

Ma adesso passiamo a questioni più importanti: dove accidenti è andata a finire la mia lattina?!

 

 

 

 

 

 

 

 

L'autrice chiede un altro po' di tempo per il suo angoletto:

 

SCUSATEMIIIIIIIIIIIIIIII!

CHIEDO UMILMENTE SCUSA!

MA VI CAPISCO E AVETE RAGIONE!

POTETE UCCIDERMI!

LINCIARMI!

Sono un'autrice terribile D:

Non aggiorno da settimane e questo capitolo è cortissimo. (e dire che volevo finire col botto...)

Ma posso spiegarvi...ehm...io...avevo...la...eh....malaria?

Okay, lo ammetto.

La difesa non ha prove...MI DICHIARO COLPEVOLE!

 

Ma questo angolo, oltre che per le scuse, lo voglio utilizzare per ringraziarvi.

Nonostante io sia stata una fannullona e i capitoli facessero sempre più schifio, mi avete sempre seguita.

Mi avete sopportata e vi ringrazio immensamente.

Avete sopportato anche Rachel e Annabeth gelose! Ed è dir tanto visto che quando fanno le gelose sono TERRIBILI ed estremamente (lasciatemelo dire xD) ROMPI PLUFFE!

E' solo grazie a voi e al vostro supporto se sono riuscita a finire questa long.

Perciò...GRAZIE GRAZIE GRAZIE GRAZIE GRAZIE GRAZIE GRAZIE GRAZIE GRAZIE!

GRAZIE MILLE!

VI ADORO!

 

Un bacione immenso e biscottini virtuali blu a tutti! :3

 

Alby.

 

P.S. Little Lightning...eh...ricordi cosa mi avevi scritto? xD Adesso devi contare tutte le volte che ho scritto "lattina"! Ahahahahahah xD Scherzo! >.< 

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