Sfida Glaciale

di MkBDiapason
(/viewuser.php?uid=37419)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1° ***
Capitolo 2: *** 2° ***



Capitolo 1
*** 1° ***


Dunque, prendo coraggio e posto questo squallore partorito più per capriccio che altro.
Mi son prodigata nella scrittura di qualcosa che non rientra propriamente nel mio stile. Ma alla fine ho voluto buttare giù questa idea giusto per farmi quattro risate possibilmente anche insieme a voi XD
Non sono un tipo da commedia, solitamente scrivo testi d'introspezione, pertanto mi ritrovo ora piuttosto spiazzata.
Non so se sono riuscita a scrivere qualcosa di simpatico, però ci ho provato, e spero che vi possa piacere questo esperimento!XD
Fatemi sapere cosa ne pensate!!!

Buon divertimentoooo (credoXD)

-1-


 

"Posto che esista la remota possibilità che tu possa fidanzarti prima di me-mi sento ad ogni modo di escluderlo a priori, ma concediamoci il beneficio del dubbio-…prima di questo evento dovremmo vagliare per bene molte ipotesi…mhm… che condurrebbero inesorabilmente alla conclusione che le potenziali fortunate potrebbero trovarsi qui in accademia…allora sarebbe il caso di cominciare a sondare il terreno che dici?…"


Roy Mustang non aveva idea di come quando e perché si fosse trovato a concedere agli sproloqui di Maes Hughes di monopolizzare la conversazione. Oramai si trovava nel mezzo di una speculazione frustrante che gli aveva procurato ogni sorta di imbarazzo, lì in quei vivi corridoi accademici.
Il suo amico gesticolava animatamente, e la sua voce ogni tanto sfiorava toni sguaiati che attiravano le attenzioni dei passanti.
"Hughes…per favore,abbi pietà…vorrei arrivare in sala mensa con i nervi ancora intatti…"
Sperava sinceramente di poter porre fine a tutto questo, ma il suo amico non demordeva, al contrario, risentito aumentava il volume della voce.
"O scusa tanto se sto cercando di tirar su la tua vita monotona!"
Ecco. Aveva innescato un'altra discussione.
Relativamente analoga, e inconcludente come suo solito, ma questa volta Hughes aveva deciso di impegnarsi a dimostrare le sue tesi con rocamboleschi ragionamenti che rasentavano l'assurdo, soprattutto perché questi implicava una ragione misteriosa secondo la quale l'inadeguatezza di Roy e la sua relativa incapacità di relazionarsi sentimentalmente ad una donna sarebbe stato, nel tempo, causa di perdita di capelli….
"…e così presto ti ritroverai vecchio,solo…e…dio,cosa c'è di peggio che rimanere vecchio,scapolo?!…tutto solo,soletto e pelato per giunta…"
Roy era sul punto di perdere la pazienza, si portò entrambe le mani al volto,e nell'esasperazione cominciò a chiedere ad ogni malcapitato se qualcuno era disposto a barattare Hughes con qualsiasi altra cosa, purché glielo levassero di torno almeno per l'ora di pranzo!
Ma non ottenne riscontro alcuno. Purtroppo.
Quel tormento non accennava proprio ad arrestarsi, tanto che il percorso alloggio-mensa si era andato a tramutare in una selva oscura, dove l'unica cosa, fonte di speranza, che lo spingeva per inerzia verso la fine, era l'idea di poter pranzare, e magari di lasciare Hughes fuori e non la speranza (di ritrovare la rispettabilità perduta) una volta entrato…
Intanto Maes seguitava nell'illustrare tutte le possibili fini distopiche della sua esistenza, anche in modo pittoresco. E Roy si domandava spesso se avesse studiato per essere così, o era tutto frutto della sua mente paranoica.
Allorché si verificò una sorta di miracolo.
Una volta entrati in sala mensa e finalmente seduti, Maes Hughes sembrò appropinquarsi alla conclusione del discorso,con tanto di sentenza finale, certamente priva di originalità...
"In poche parole Roy…ti dobbiamo cercare una donna!"
Demotivante.Solo questo.
"E' la stessa cosa che mi hai detto mezz'ora fa!"
"Cerco solo di farti capire che dovresti rivedere le tue priorità…tutto qui"
"E quando lo trovo il tempo per farlo se tu mi stai sempre qui a rincitrullirmi?!"
"Non capisci che ti sto allenando?!E questo non è niente in confronto a quello che ti attende con una donna!…Devi essere disposto a tollerare me, così un giorno potrai tranquillamente camminare accanto alla tua dama, totalmente immune alla sua logica discorsiva!…Ora mi odi, ma un giorno mi ringrazierai. Inoltre, per favore, diciamocelo, sei piuttosto irascibile ultimamente, oserei dire isterico, e non è certo questo il modo giusto per fare colpo. Sei deperito, hai i capelli in disordine e come ti svegli la mattina così li lasci, e…santo cielo Roy…il colletto della camicia!"
Come se fosse incappato in un crimine imperdonabile, Hughes scosse la testa disperato e portò le mani al collo dell'amico per sistemarne la camicia, totalmente incurante degli occhi di alcuni colleghi vicini puntati su di loro, che secondo Roy ebbero la forza di disintegrare gli ultimi brandelli di dignità rimastigli.
"Sei trasandato amico mio…Hai proprio bisogno di una donna!"
Quante tragedie e quanta vergogna!
Roy era sul punto di controbattere, ma una risata attirò l'attenzione di entrambi.
Ecco…fantastico…ci mancava solo lui…come se oggi non avessi già avuto la mia buona dose di imbarazzo!
Zolf J. Kimbly era seduto poco distante, dava loro le spalle, ma non smetteva di ridere. Mustang sapeva che molto probabilmente non si sarebbe voltato, almeno che non lo avessero chiamato in causa. Considerato che le cose non potevano andare peggio, e considerato che quelle risatine di sufficienza cominciavano a dargli sui nervi, decise di invitare anche lui nella conversazione,così da completare il quadro di una giornata perfetta di altrettanto perfetto imbarazzo.
"Perché non ci rendi partecipe delle tue risate?"
L'alchimista cremisi si voltò subito, sembrava non attendere altro!
Le gambe elegantemente accavallate, la divisa perfetta, i capelli maniacalmente ordinati, l'aria serenamente divertita e quel suo sorriso spudorato. Tutto di lui lo demoralizzava. Si ricordò le "squisite" e sincere parole del suo amico, e lanciò quindi una fugace occhiata alla sua persona.
Roy appariva costantemente provato da ogni sua esperienza pratica o mentale, quell'uomo invece rasentava disgustosamente la perfezione e non aveva timore alcuno di sfoggiare quella pienezza di sé. Come era disagiante averlo davanti!
"Oh perdonate la mia maleducazione, ma non ho potuto fare a meno di ascoltare la vostra conversazione…"
"E quindi? Dicci la tua, Kimbly! Ho o no ragione?"
Domandò Hughes incuriosito.
Gli occhi di Kimbly guizzarono maligni e divertiti verso il diretto, suo malgrado, interessato.
Quell'incontro di sguardi non fu per nulla piacevole. Roy desiderava solamente sprofondare. Inoltre i modi di fare dell'alchimista che ora fronteggiava pienamente lo inquietavano:
Impegnava spesso le sue mani nel sistemare le pieghe della divisa. Cosa c'era da sistemare proprio non lo sapeva, ma quei gesti ossessivi lo disturbavano…
"Ecco…cosa volete che vi dica?…"
"Che ho ragione!"
Lo interruppe Maes. Kimbly lo dardeggiò con lo sguardo. Se c'era una cosa che non poteva tollerare era la mancanza di rispetto. E odiava essere interrotto.
"Era una domanda retorica…lasciami finire di parlare,per favore…"
Maes esibì un sorriso forzatamente educato.
"Questo è un altro che rimarrà scapolo…te lo dico io…"
Sussurrò a Roy che abbozzò un sorrisetto.
"Ad ogni modo…dicevo… se vi impegnaste così a fondo nel vostro lavoro, come vi impegnate in queste sciocchezze, forse potreste anche aspirare ad un salto di qualità…"
Mustang cercò di tenere a freno i suo nervi tesi. Le chiamava sciocchezze,lui. Eppure era curioso di sapere a che ora del mattino si svegliava per agghindarsi a quel modo!Quali strane manie impegnavano il suo tempo quando non aveva alcun lavoro da svolgere e soprattutto che prodotto per capelli usava…avrebbe voluto domandare tutto questo,forse tralasciando la questione dei capelli, ma si limitò solo ad una piccola osservazione.
"Ma davvero?…Guarda che siamo tutti sullo stesso livello! E allora tu?Secondo questa tua logica, uno come te,sempre dedito al suo lavoro, dovrebbe stare ai piani alti!"
Kimbly semplicemente sorrise. Un sorriso ombroso.
"Ma io non faccio testo, a me non interessa questo genere di cose…"
"Ma come?!…Aaah… è inutile, ci rinuncio!Con te non si può parlare!"
"E a cosa sei interessato,scusa?"
Chiese perplesso Hughes. Sembrava piuttosto intrigato.
"Sono un semplice soldato…amo fare il mio lavoro, tutto qui. Non aspiro a grandi cose. Non è nella mia natura. Svolgo le mie mansioni al meglio…e osservo."
"Osservi?Cosa?"
"Come si evolve la Storia…non sono interessato a farne parte direttamente, piuttosto, voglio vederla compiersi…e quindi osservo. Fare il mio lavoro al meglio fa parte del mio modo di partecipare al gioco della vita. Sono solo curioso di vedere cosa si aspetta da uno come me…se sopravviverò, se morirò…tutto qui."
Maes era visibilmente colpito. Era quasi affascinato.
"Ehi…il tipo acquista punti! Questo ha le potenzialità per fregare tutti e due…te lo dico io!"
Sibilò preoccupato, ma anche divertito.
"Se la trova lui,non mi resta che spararmi!"
Decretò Roy. Era pronto a sopportare di tutto, ma questo proprio no.
"Trovare cosa?"
Domandò l'alchimista cremisi incuriosito.
"Ma una donna,ovvio!Non dirmi che non sei interessato nemmeno a questo?!"
Rispose Hughes.
Kimbly si portò una mano al mento, pensieroso.
" Mhm…non è una cosa che ho valutato…sinceramente non saprei dire nemmeno se ne sono interessato…"
La risposta lasciò basiti i due amici che si lanciarono un'occhiata preoccupata, anche se Mustang in un certo qual modo ne fu sollevato. Attenzione, non che provasse sollievo alla constatazione di una possibile omosessualità latente in quell'uomo- ad ogni modo non sarebbe stato proprio il suo tipo. Magari con un trapianto sanatorio di personalità forse lo avrebbe anche potuto trovare gradevole - ma la possibilità di non entrarne in competizione,almeno in quel campo, lo trovava rincuorante.
Hughes, invece voleva andare proprio in fondo alla questione e si avvicinò all'alchimista ricercando una certa riservatezza.
"Ehi…Non è che per caso ti piacciono… gli uomini?"
L'altro sgranò gli occhi. Ma accolse la domanda con serenità, mentre Mustang s'abissava nella vergogna più scura. Il suo amico non aveva ritegno.
"Gli uomini?Non ho mai pensato nemmeno a questo. Ho sempre sperimentato sentimenti per entrambe le parti in egual misura, ma prediligo le donne. Sono, come dire…più morbide…" concluse ridendo.
A quel punto Roy comprese che l'alchimista si stava prendendo gioco di loro. Non che pensasse che Kimbly non fosse capace di espressioni umoristiche, probabilmente disponeva di un repertorio tutto suo, ma quella frase stonava così tanto detta dalle sue labbra, oltre al fatto che acquisiva un non so che di macabro...
"Bene…e con questo concludiamo questa pagliacciata, per favore…sono proprio stanco…"
Supplicò. Hughes non sembrava di comune accordo, era lì che ponderava eccessivamente come suo solito, l'altro lo ignorò concedendosi un caffè incredibilmente offerto da Kimbly, che ogni tanto sembrava ricordarsi, con sinceri slanci, della cordialità.
Maes fissò i due e le loro abissali differenze.
Mhm…l'uno è l'opposto dell'altro, e il tipo sicuramente acchiappa…forse se passassero del tempo insieme… Roy potrebbe riuscire ad acquistare punti fascino…
Nella sua mente intricata tutto sembrava disporsi con molta chiarezza.
"Ci sono! Secondo me ,Roy,questo è l'uomo che fa per te!"
I due alchimisti in quel mentre erano intenti a sorseggiare i rispettivi caffè,e si ritrovarono entrambi sull'orlo del soffocamento per l'uscita infelice dell'altro.
"Ma che cosa ti salta in mente,Hughes?!?!?"
Urlò Mustang.
"NO!Mi sono sporcato!"
Sibilò a denti stretti Kimbly.
"E tu tutto quello che hai da dire è "mi sono sporcato"?!?!"
Lo rimproverò l'altro stizzito.
"Fa silenzio Mustang!!!! Ma perché sono qui a perdere tempo con voi due?!"
Mentre Roy Mustang era impegnato ad imbarazzarsi, Maes Hughes era impegnato ad illustrare le ragioni per le quali era giunto a quella conclusione, e Kimbly era impegnato a disinteressarsi alla questione, qualcosa si andava agitando nella sala.
Un uomo era appena volato per qualche metro su di un tavolo. Ed una donna trionfante con tono imperioso sembrava rimproverarlo di qualcosa…
Roy e Maes si bloccarono per concentrarsi su quanto stava accadendo, mentre Kimbly cercava di salvare la sua divisa.
"Ma che sta succedendo?"
"Oh…è Armstrong!!qualcuno deve averla di nuovo importunata!"
rispose uno dei soldati accanto.
"Armstrong? Quell'Armstrong?"
Mustang era confuso.
"Non la vedi quella donna lì?E' Olivier Milla Armstrong…"
La sorella di Alex!?
Roy allungò lo sguardo verso quella figura turbolenta.
"La prossima volta sarà la mia lama a parlare per me, e non i miei pugni!!!"
La voce di quella donna lo fece tremare.
Era fisicamente attraente, questo non si poteva certo negare, dai lineamenti morbidi ma decisi e…
"Cavoli!Quanta abbondanza!!"
E Hughes interruppe la sua analisi con un apprezzamento decisamente poco gradevole, ma sostanzialmente esatto.
"Questa è un tipo di donna interessante…potresti provarci…no?"
Gli propose.
"Non credi che dovremmo cominciare con qualcosa di meno…doloroso?"
"O andiamo!I traumi fortificano!"
"Se si potrà definire trauma quello che subirò se proverò ad avvicinarmi a lei…"
"E dai…male che va,muori…se invece fila tutto liscio, il massimo sarà un trauma cerebrale!"
"Non mi sento pronto."
Era fondamentalmente esatto. In realtà non era nello spirito giusto per affrontare qualcosa del genere, inoltre era un Armstrong, e a priori, costituiva un problema considerata la natura stravagante di quella famiglia.
"Roy Mustang mi stai deludendo…credevo amassi le sfide, e invece la tua pigrizia ti impedisce persino di divertirti…oh…che vita triste ti aspetta così…"
"Non c'è sfida…quella mi uccide."
"Concordo con il tuo amico, Mustang…tentar non nuoce…io la trovo una sfida interessante…è una donna dotata di una grande e forte volontà, amo le donne così."
Si intromise Kimbly, visibilmente interessato.
"Credevo che questo genere di cose non ti interessasse…"
"E' inesatto, ho detto che è un qualcosa che non ho mai valutato…fino ad ora."
"Oh-oh…allora perché non proporre una vera sfida?"
Disse Hughes.
"Che intendi dire?"
Chiese esasperato Roy. L'idea che Maes avesse complottato qualcosa lo terrorizzava.
"Non ho tempo per queste cose…"
Fece l'altro.
"Oh Andiamo! Il primo di voi due che riuscirà a strapparle un appuntamento vince…"
I due alchimisti si pietrificarono.
"Non capisco…e il premio in cosa consisterebbe?"
Domandò innocentemente Mustang con una nota d'irritazione.
"Bè…nella soddisfazione di aver sconfitto l'altro!"
Perfetto. Ora quei due sarebbero stati ufficialmente, nonché inutilmente, in competizione. D'altronde sapeva che le sfide, almeno in quell'ambiente, erano le uniche cose che potessero attirare l'attenzione dell'alchimista cremisi, in conformità alla sua natura curiosa e nichilista. Non avrebbe mai rifiutato.
"Oh…capisco…bene, la cosa si fa intrigante, potrei anche accettare."
Come non detto.
Kimbly lanciò un'occhiata maliziosa all'altro che rispose crudelmente.
"Che bastardo…"
"Non devi prendertela Mustang, ti assicuro che non è nulla di personale…semplicemente sono curioso di vedere a quale conclusione porterà questa sfida…"
Ovvio.
Se non andava errando, Maes gli aveva consigliato di rivedere le sue priorità, ebbene, ora svettava al primo posto il suo incenerimento!
"Allora è deciso! che vinca il migliore…"
Decretò euforico Hughes.
"O il più adatto…"
Precisò l'alchimista cremisi tendendo la mano verso l'avversario.
"O il più fortunato…"
Mugugnò Roy afferrando la mano dell'altro in una stretta vigorosa.
"Ti terrò d'occhio,sappilo…"
"Mhm? Andiamo…Credi che sia così spregevole da dover ricorrere a chissà quale trucco per strapparti la vittoria?Ma per favore… che insolenza…ti auguro di crescere in questi giorni, altrimenti non avrai alcuna speranza di battermi."
"Ma come osi?!"
"Dai Roy!Siamo tra amici…credo!" Maes dovette afferrare il suo amico per evitare che si scagliasse contro l'altro.
"Uh…che modi…qualcuno dovrebbe tenere sott'occhio te, prendi fuoco facilmente…ora capisco il tuo nome. Sarà tutto piuttosto facile."
"Ancora?!Sei insopportabile!!"
Roy aveva perso la pazienza. Kimbly lo stava volutamente importunando per innervosirlo, infatti un sorriso impertinente gli dipinse presto il volto dopo aver notato le reazioni scaturite dalle sue insinuazioni. Avergli dato quella soddisfazione!Che tristezza…
"Ed ora possiate scusarmi, ma debbo mandare a lavare la mia divisa… non voglio che si rovini…"
"Ecco visto che ci sei perché assieme alla divisa non ti fai un lavaggio anche tu, ma di cervello?!"
"Ti ringrazio per il consiglio, lo terrò a mente qualora un giorno volessi diventare insignificante come te…"
Sempre la risposta pronta, mordace. Mai impreparato.
Hughes stava assistendo a quei battibecchi senza poter fare niente, voleva smorzare quella tensione singolare, d'altronde si stavano apprestando solo a fare un gioco, pericoloso, ma pur sempre un gioco, così disse l'unica cosa che in quel momento credeva più appropriata.
"Ma la volete piantare?!Smettetela di flirtare…siete…imbarazzanti!"
Disse alla fine. L'unico risultato che ottenne però fu un ricovero in infermeria…Bè, almeno avevano smesso di litigare.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 2° ***



Ed eccomi di ritorno con questo orrore!!*_* Non so cosa mi spinge a proseguire questo scempio...proprio non lo so, ma visto che ci sono continuerò a "deliziarvi" con questo mio scritto deleterio ai neuroni, per tanti motivi XD
Questo capitolo è piuttosto inutile... Ma cercherò di movimentare le cose dai prossimi, dove finalmente potrò muovere i fratelli Armstrong! U.U

Ed ora...
Buon divertimento, o pisolino, o noia...quel che volete!U.U" (perdonatemi)




"Dopo aver illuminato Roy Mustang con dialettiche accese sulle presunte probabilità di un futuro aspro e buio, Maes Hughes, ancora insoddisfatto del suo operato, si adopera con anima e cuore affinché il suo caro amico possa sperare in una vita migliore e dolce, possibilmente accompagnato da una bella donna. Costretto dagli eventi, si ritrova suo malgrado a dover indire una sfida all'ultimo sangue, che vede contrapposti i due alchimisti più temuti dell'accademia: il suo migliore amico e l'enigmatico Zolf J. Kimbly, il quale, pur esprimendo la sua totale indifferenza alle questioni di ordine sentimentale, e più in generale, a qualsiasi altra attività ordinariamente umana, ha comunque accettato di partecipare al gioco pur di denigrare l'alchimista di Fuoco per il quale sembra, ad ogni modo, nutrire un certo interesse… Qual è il vero obiettivo dell'alchimista cremisi? Riusciranno i due alchimisti a far fronte al gelo del cuore di Olivier Armstrong? Periranno sotto la sua spada oppure lotteranno fino all'ultimo? Oppure cadranno inesorabilmente vittime dei loro sentimenti, orgoglio a parte, dichiarando il loro amore reciproco…?"
I due compagni avevano da poco terminato un addestramento, e si erano concessi una doccia tiepida nei bagni comuni.
Solitamente i bagni accademici erano luoghi incredibilmente modesti, riservati, come ogni bagno doveva essere. Non eccessivamente frequentati, ma nemmeno tanto silenziosi. Ma da qualche tempo a quella parte, venivano usati per tutto tranne che per la loro funzione. Soprattutto da quando l'accademia era stata "invasa" dagli alchimisti. Gli esteti dell'esercito, a detta dei "profani".
E allora si erano andati a tramutare nel tempo in circoli privati, riservati alla contemplazione, autentici luoghi ricreativi dove si dibatteva tra una rasatura, una doccia, e altre "restaurazione" estetiche, su ogni genere di argomento. Veri propri simposi ogni tanto interrotti da incombenze fisiologiche.
E così, tra una parola e una liberazione corporale, erano diventati dei veri e propri centri congressi.
Di questo avviso era anche lo stesso Maes Hughes, che davanti allo specchio andava spesso improvvisando qualche monologo pseudo-logico. Ultimamente, era passato però dal generale al personale, e quindi si perdeva in vere e proprie confidenze e costringeva anche il suo amico a confessarsi, questo perché, secondo il suo parere, è un luogo dove tutte le confidenze escono e muoiono. Dove c'è assoluta discrezione. E quindi non si poneva alcun problema al riguardo. E dava fiato alla bocca.
Purtroppo.
"Hughes…ma che stai dicendo?!"
La voce di Roy Mustang finalmente raggiunse la potenza giusta per sovrastare il soliloquio chiassoso del suo amico che si agitava pericolosamente con una lametta in mano, giocando davanti allo specchio. Ultimamente concedeva troppo spesso al suo amico attenzioni silenziose, e questo sembrava dargli il diritto di dire ogni cosa. Davvero, bastava lasciarlo libero qualche secondo, ed esplodeva di parole!
"Sto fissando i punti cardine della vicenda! Giusto per mettere a fuoco alcuni pun…ahio!"
"Attento, o i punti dovranno rifilarteli gli infermieri!"
Alcuni soldati avevano da poco lasciato i bagni con il conseguente sollievo di Roy.
Erano impegnati nelle loro personali discussioni, ma Hughes aveva iniziato il suo monologo in modo teatrale, e questo aveva attirato leggermente la loro attenzione. Per fortuna avevano comunque abbandonato la stanza nella completa indifferenza. Ma quello che lo infastidiva erano le continue irriverenti insinuazioni del suo goliardico amico.
"…un certo interesse?…orgoglio a parte, dichiarare amore reciproco?Dico, ti manca così tanto l'infermeria?!"
"Andiamo…non essere noioso, la petulanza alle donne non piace…le mette a disagio, soprattutto perché, solitamente, è una loro prerogativa. Se un uomo minaccia di surclassarle con i loro stessi mezzi, allora non avrà alcuna speranza di combinare qualcosa…si instaura un conflitto insanabile,capisci?"
"Ma perché?!"
Roy sbuffò sonoramente levando gli occhi al cielo. Inevitabilmente, qualsiasi nota toccasse, andava inesorabilmente integrata in qualche astrusa teoria che, incredibilmente, riusciva a ridurlo al silenzio.
"Allora smettila anche tu quantomeno di essere monotono! Anche questo non piace alle donne…"
Tanto valeva lottare con le stesse armi.
"Ma senti,senti…monotono? Sei tu che mi costringi a ripetermi! Non credere che questa attività mi diverta, amico mio!"
Le ultime parole suonarono sarcastiche.
"Certo che no,ovvio…sarebbe crudele da parte tua ridere delle mie disgrazie delle quali TU sei la causa principale!"
Un sorriso sornione incurvò le labbra nervose dell'amico, che però non riuscirono a trattenersi dallo spalancarsi per far posto ad una risata colpevole.
"Perdonami Roy! Non dirmi che ce l'hai ancora con me per la questione della sfida!Andiamo!"
Sì, era una delle ragioni per la quale desiderava schioccar le dita e ridurlo in cenere, soprattutto perché aveva interessato, sconsideratamente, anche Kimbly. Lo trovava inappropriato. Un colpo diretto in volto. Certo non era una sfida da considerarsi di importanza prioritaria, ma era pur sempre un scontro - seppur discutibile- di capacità, e nella sua relatività, avrebbe costituito una prova della superiorità dell'uno nei confronti dell'altro. Sempre relativamente parlando…ovviamente. Inoltre la natura della sfida era solo imbarazzante, e questo non aiutava affatto. Al contrario, lo inquietava ancora di più considerato che sempre Kimbly aveva accettato con estrema semplicità! E questo lo impensieriva non poco. Non era quel genere d'uomo che si divertiva arbitrariamente, al contrario, era molto metodico e selettivo nelle scelte ordinarie di vita, pertanto se poteva evitare ciò che riteneva "inutile" o superfluo, lo evitava senza problemi. Questo cosa significava,dunque?
"Semplice. Si annoiava! Io sono capitato a fagiolo e sono riuscito a sollevarvi entrambi dalla noia…dovreste solo ringraziarmi!"
"Certo Hughes…io almeno ti sarò eternamente riconoscente di avermi incastrato in questa cosa…"
"Grazie Roy, significano molto per me le tue parole."
"Strano…non lo avrei mai detto…"
A malapena era certo che lo ascoltasse.
"Ad ogni modo, credo che sia il momento di muoverci, non trovi?"
"Cosa dovremmo fare adesso? Oltre che finire in pace di raderci?"
"Andremo a informarci da Alex. Attraverso di lui inquadreremo il personaggio,tranquillo."
"Sarà… ma quella donna è un'incognita…dolorosa…ma un'incognita! Temo che ci muoveremo nel buio, a tastoni!"
"O bè, se non dovessimo ottenere informazioni utili, pazienza...nell'ignoranza si lavora meglio, è imprudente, ma certe avventatezze nel "buio" come dici tu possono portarti…a tastare il paradiso…"
Le sue mani divertite si mossero verso il petto di Roy, che subito si ritrasse imbarazzato. Ma come gli venivano certe idee?
"Hughes! Per favore,smettila!Non so nemmeno se riuscirò ad avvicinarla e tu mi parli di metterle le mani addosso?!"
"Mio Dio, Roy…ultimamente non si può proprio scherzare con te!"
Lo rimproverò l'altro.
"No fin quando è in gioco la mia vita!"
"Devi rilassarti, mio caro."
"Sì, Mustang…rilassati."
Conosceva fin troppo bene quella voce e ciò che più lo disturbava era il fatto che avesse la capacità di intervenire bruscamente sempre alle sue spalle. Oltre al fatto che quello era l'ultimo posto, a livello di probabilità, dove lo si potesse incontrare.
Infatti si diceva che Kimbly nutrisse una certa avversione per i bagni comuni e che avesse smesso di frequentarli da quando cominciò a girare la voce di una probabile infatuazione dell'alchimista di ghiaccio(Isaac McDougal) per lui, e che non sapendo come gestire la cosa o come affrontarla, avesse preferito evitarla. Così da allora preferì il bagno del suo alloggio a quelli accademici.
"Dannazione,Kimbly! Ma da dove sei sbucato?!"
Kimbly si lanciò un'occhiata alle spalle come a ricercare un dettaglio.
"Precisamente dal quarto bagno da destra. Comunque, posso darvi un consiglio?. Personalmente non trovo questi luoghi molto appropriati per conversare. Le pareti sono sottili. E le vostre voci ad un certo punto mi sono diventate intollerabili a causa della scarsa acustica e…"
-Le confessioni escono e muoiono,amico mio- così gli disse Hughes.
Evidentemente non aveva tenuto conto della possibilità di incontrare l'alchimista cremisi, la cui sorprendente memoria è elogiata da tutti…
Roy lanciò un'occhiata ammonitrice verso il suo amico, che abbozzò un sorriso innocente. Tornò poi a fissare amaramente il suo "nemico" cercando di liquidare il discorso subito.
"Sì grazie infinite per il consiglio che NON ti abbiamo autorizzato a darci…"
Il volto di Kimbly si incrinò in un'espressione sofferta. Che cercò di dissimulare con il suo solito sorriso di circostanza ora piuttosto agitato.
E' vero. Odiava essere interrotto. Ma Mustang non poteva e né aveva voglia di continuare alcuna discussione. Doveva porre fine a quella conversazione e sgattaiolare fuori dal bagno per rinchiudersi nel suo alloggio e terminare la giornata nel suo bel letto, solo, lontano dal chiasso, lontano da Hughes (che seguitava ad agitare la lametta impropriamente) e lontano da Kimbly…
"Perché sei sempre così brusco con me, Mustang? Non ho diritto ad esprimere delle opinioni? Non so, ma a volte penso che io ti sia antipatico…"
"Ma no…cosa vai dicen…"
Tentò di rasserenarlo Hughes che si beccò -prima che potesse terminare- una gomitata.
Per quanto lo riguardava, non era antipatia quella che provava per quell'uomo. Era inquietudine. Pura.
"Che strano…è la stessa cosa che penso quando ti sento intrometterti nelle mie faccende. Per caso ti sono antipatico?"
"Assolutamente no,Mustang."
In realtà credeva a quell'affermazione. Era assolutamente sincero.
"Mi sei indifferente."
"Ma come è simpatico!" Hughes rise.
-Ecco…mi sembrava strano…-
La sua spudorata sincerità in tutta la sua pienezza.
"Hai uno strano modo di intendere l'indifferenza…"
"Sto solo cercando di fare conversazione…debbo necessariamente provare qualche sentimento nei tuoi riguardi per poterti rivolgere la parola? Non credevo servissero delle credenziali…ma se vuoi posso impegnarmi a svilupparne alcune. Se vuoi che ti disprezzi dimmelo, se questo potrà farti star meglio ben venga…"
"Grazie, ma no grazie…"
Come si poteva non rimanerne turbati?! Lui e quei modi con i quali sembrava giocare a fare l'umano!
"Non vuoi essere disprezzato né ignorato…"
"Ma non avevi detto che il bagno non è un luogo consono a delle conversazioni?!"
"Sto solo cercando di capire cosa vuoi da me."
"Affetto.Roy ha bisogno di tanto amore."
Mustang si sentì pericolosamente serrare in un abbraccio, e la cosa lo terrorizzò.
"Hughes,smettila,santo cielo!!!"
Kimbly osservava allibito mentre Roy si dimenava per liberarsi.
"Povero,piccolo Roy…"
"Affetto?Oh…"
Roy sapeva che nella mente dell'alchimista cremisi qualcosa si andava agitando. Effettivamente apparve allarmato.
"Dunque non vuoi essere ignorato, tantomeno odiato perché…vuoi essere amato. Certo, è comprensibile, è un desiderio comune a tutti,credo…"
"Uh-uh…Il piccolo Kimbly muove i primi passi nel mondo dei sentimenti…non ci speravo più!…che emozione. Piccoli alchimisti crescono…"
Mentre Roy avrebbe voluto gettarlo in pasto alle chimere, Kimbly si limitava spesso ad ignorarlo, ma questa volta non sembrò indifferente.
Guardò prima Hughes con commiserazione, e poi incuriosito domandò a Roy se avesse mai pensato di liberarsene.
"Pensi che non ci abbia pensato?"
Scherzò amaramente. Kimbly sorrise soddisfatto, forse perché aveva apprezzato la sincerità, però qualcosa sembrava impensierirlo, e s'adombrò in viso.
"Ad ogni modo,perdonami, Mustang. Non posso ricambiare i tuoi sentimenti, il tuo interesse mi lusinga, ma una relazione tra di noi sarebbe davvero sconveniente…"
Ecco, come sospettato!
"Ma non voglio nulla da te!!!"
Kimbly inarcò un sopracciglio.
"Oh…ho frainteso. Ad ogni modo, al fine di prevenire future incomprensioni, consentimi di porti qualche domanda, giusto per delineare con chiarezza la situazione e per evitare spiacevolezze: escluderesti a priori di provare interessi sentimentali o sessuali nei miei riguardi?Perché sarebbe davvero disagiante per me lavorare con un uomo…che mi desidera."
Le ultime parole vibrarono di una preoccupazione malcelata. Molto probabilmente l'alchimista stava ripensando a quelle dicerie che lo perseguitarono per un certo periodo, e voleva evitare si potessero rinnovare…
Non lo avrebbe affatto permesso!Anche perché questo avrebbe rovinato anche lui!
"ESCLUDO A PRIORI e per favore,SMETTILA!" sbottò.
"Capisco. Perfetto. Dunque amici come prima."
"Ma non siamo mai stati amici!!!"
"Mustang…Tu mi confondi."

Mentre si andava consumando quella scena imbarazzante, Isaac McDougal fece il suo ingresso, senza che nessuno potesse notarlo. Era un figura imponente, ma questo non bastò a distogliere i tre soldati che sembravano invece alquanto impegnati in una conversazione dalla tematica "scottante".
Così, l'alchimista di ghiaccio si ritrovò suo malgrado spettatore di un siparietto dai toni rossi. E Il tutto si stava svolgendo in un bagno!
Quando i due uomini "avvinghiati" - perché questa era l'interpretazione di Isaac- nel loro disdicevole gioco puerile si voltarono, gli occhi di Roy caddero inevitabilmente sulla statuaria figura dell'alchimista.
-O santo Dio…-
Ogni elemento giocava certamente in loro sfavore e qualsiasi altro non avrebbe cambiato la natura dei pensieri di Isaac. E questo Mustang lo aveva capito bene.
Persino Kimbly parve spaventato. E questo doveva essere un brutto sintomo, difatti prese parola per tentare una giustificazione.
"Cos'è quell'espressione, McDougal? Degli uomini non possono conversare in un bagno?"
"Per Dio,no!Trovatevi una stanza!"
Sbottò terrorizzato Isaac chiudendo violentemente la porta dietro di sé, lasciandosi alle spalle quel quadretto bizzarro.
L'alchimista cremisi tirò un sospiro sentito. Sembrava non aver colto il significato autentico di quel suggerimento.
"Non ha tutti i torti. Io stesso prima ho proposto di conversare in un luogo più adatto, sebbene la sua reazione mi sia sembrata alquanto eccessiva credo che…"
"Kimbly falla finita!Ha equivocato!!!"
Sbottò Roy spazientito. Possibile che non lo avesse davvero capito?
"Ma non capisco…stavamo solo parlando. Cosa c'era da equivocare? E perché dovrei sentirmi chiamato in causa?"
Ecco, appunto.
Kimbly a volte si rivelava di un'ingenuità disarmante.
"Fortuna che è carino…"
Mormorò Hughes che venne subito fulminato dall'altro.
"Che c'è? Gelosone …"
Si lasciò scappare un risolino malizioso, mentre allentava la presa, liberando infine il povero Roy che tornò a respirare a pieni polmoni.
"Bene…credo che ora dovremmo andarcene tutti a dormire!, è stata una giornata…intensa."

I due alchimisti snervati fissarono con sguardo inquisitore Hughes ora intimidito.
"Perché mi guardate così?" indietreggiò presagendo guai.
"Deve essere il tuo amico, Mustang…è il nucleo di tutti i guai." teorizzò Kimbly.
"Il centro dell'imbarazzo,dici? La causa di tutti i nostri mali comuni?" domandò Roy irritato.
"Si, a gravitargli intorno ci si rimette soltanto…se posso permettermi, di nuovo…liberatene."

E così Hughes si ritrovò a dover fare un'altra visitina in infermeria.
Affascinante,però. Nonostante tutto, malgrado le incomprensioni, le umiliazioni, finivano sempre per coalizzarsi contro di lui. Nemmeno il "Roy lo faccio per te!" riuscì a placare la furia del suo amico, per non parlare di quella dell'alchimista cremisi.
Ma domani sarebbe stato un altro giorno...

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=836153