Jhon's adventure di MrJhon (/viewuser.php?uid=153207)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione al testo (assolutamente necessaria) ***
Capitolo 2: *** La vigilia ***
Capitolo 3: *** D Day ***
Capitolo 1 *** Introduzione al testo (assolutamente necessaria) ***
Introduzione alla storia E spiegazioni necessarie
La magia Come ogni mago che si rispetti, anche il nostro caro Jhon usa quest'arma. Ci sono moltissimi tipi di magia, poiché ognuno crea un nuovo modo di usarla. Basta pensare a libri famosi come Harry Potter o Eragon; in Harry Potter basta agitare una bacchetta e dire qualche parola, sai che fantasia... Ma Paolini ha creato un nuovo modo di intendere la magia. La magia di Paolini è influenzata da praticamente qualsiasi cosa ti possa venire in mente: peso, distanza, resistenza, forza fisica... I duelli con il pensiero mi affascinano particolarmente. Tornando al discorso principale... Ho scelto di creare un nuovo stile di combattimento magico. La magia viene usata lasciando fluire parte della propria anima in qualunque oggetto, che sia una pietra o una spada. Ma Jhon è un tipo particolare, usa una falce. E non una falce piccola, ma una falce tipo quella che usa la "Morte". Se un mago viene separato da qualunque oggetto, non potrà usare la propria magia. Tuttavia non tutti i materiali sono incantabili, e la lista dei materiali refrattari la trovate in fondo, se vi interessa. Un mago può potenziare la propria magia tramite particolari gemme, con sopra incisa una delle lettere greche. Perché greco e non giapponese? Perché io studio greco, non giapponese. E poi le lettere greche hanno un nonsoché di figo. La magia ha un limite elementare*: puoi fare con la magia solo ciò che può essere compiuto tramite la manipolazione degli elementi fondamentali e, successivamente, degli elementi secondari (vedi tra le note). Gli elementi primari possono essere usati sempre, ma ogni uomo ha un certo tipo di anima. Usando l'elemento corrispondente alla propria anima, esso guadagnerà in potenza e velocità. Gli elementi secondari possono essere usati solo possedendo la relativa gemma. Anche per gli elementi secondari vale il fatto che usando l'elemento adatto alla propria anima esso diventa più potente, ma in questo caso si accumula al bonus dell'elemento primario (poi si spiega meglio, per voi scimmiotti decerebrati). Nel caso di Jhon, la gemma va inserita in un buco nella lama della falce. La gemma non cade, poiché è retta dall'animo di chi la tiene. Naturalmente, lasciando l'arma la gemma cade. La gemma cade anche se chi la tiene ritira la sua anima, il che è pressoché inutile in combattimento. Jhon Jhon non è il solito ragazzo con poteri paranormali che lo rendono ultrapotente chiamato a una missione suicida per salvare il mondo. È un ragazzo che, come tradizione, appena compiuti i suoi 18 anni parte per il mondo con qualche soldo, del cibo e una mappa. Passiamo all'aspetto fisico... Ovviamente di sesso maschile, mediamente alto, non particolarmente atletico, capelli neri abbastanza corti, occhi castano scuro, volto glabro (che bella parola)... In pratica uno di quei tizi che passano per strada e neanche li vedi. Ha un anima affine all’elemento dell’aria, e il suo elemento secondario è il vento. Non credo ci sia altro da dire, quindi passiamo alla prossima parte. Fresia Fresia è il nome del mondo in cui la vicenda si svolge. Come ogni mondo che si rispetti, è diviso in aree con climi, popolazioni e pericoli differenti. Al contrario di molti mondi che non hanno ne capo e ne coda, in quanto a clima, il mio ha perfettamente senso. Per il momento non ve lo mostro, poi appena mi va metto il link ad un immagine in uno dei prossimi capitoli. Sappiate però che c'è tutto: foreste, montagne innevate, deserti... E la cilegina sulla torta di tutti i cliché! L'immancabile isola con un vulcano attivo sopra (quando mai, eh?). Note dell'autore Queste note le troverete quasi in ogni capitolo. Servono a spiegarvi cose che in un primo momento io ho dato per scontate, e si presentano sotto forma di asterischi. Non userò le note per cose stupide quali ricordarvi dettagli minimali. Probabilmente le userò soprattutto per le traduzioni dal greco antico. Si, ci metterò pezzi in greco antico. Fa molto figo. Comunque un esempio di nota dell'autore è quella riportata qui sotto, che si riferisce alla parola "elementare" nella prima parte.
*C'è scritto elementaRe, non elementaLe. È molto facile confondersi, data la natura del testo.
Lista dei materiali refrattari alla magia
I materiali refrattari alla magia, e pertanto non incantabili, sono:
- Ogni tipo di stoffa
- Legno non lavorato
- Cibi e bevande
- I metalli ossidati
- Gli esseri viventi**
- I gas naturali
- La carta
Ovviamente la lista prosegue, ma questi sono i principali. Se capitasse uno dei più rari, lo spiegherò nelle note.
Credo di aver finito con l'introduzione. Nei prossimi giorni scriverò la storia vera e propria, iniziando dal diciottesimo compleanno di Jhon.
**Sebbene si possa piegare un animale alla propria volontà fondendogli una gemma e infondendogli parte della tua anima. Naturalmente la gemma deve essere dello stesso tipo della propria anima. Tale pratica è però considerata crudele, e rappresenta una violazione delle leggi di Fresia. |
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Capitolo 2 *** La vigilia ***
19 ottobre
È
mattina presto. L'alba non rischiara ancora il mondo di Fresia, men che
meno i piccoli paesini montani come Laren. Che bel posto, Laren. I suoi
pochi abitanti sono così cordiali... Qui si conoscono tutti.
Peccato che presto dovrò partire, anche se cambiare aria non
mi
dispiacerebbe. Vorrei vedere il mare, o i boschi, o qualsiasi posto non
sia circondato da montagne, montagne e ancora montagne. E poi il freddo
mi sta... Un sasso posto in mezzo alla
strada interruppe i suoi
pensieri, mandandolo a cozzare contro il duro e freddo terreno.
Rialzandosi gemette leggermente per il dolore all'altezza delle
ginocchia. Si guardò le mani. Magnifico,
un altro graffio si aggiunge alla mia collezione. Non
era certo la prima volta che succedeva. Soprattutto la mattina gli
capitava sempre di camminare sovrappensiero, e ogni tanto le sue
distrazioni lo mandavano per terra. Fortuna
che dopodomani potrò partire. Finalmente mi
libererò della monotonia di questo posto, e finalmente... Un altro
sasso. "Owwww..." oggi non
è proprio la mia giornata. Fortuna che sono arrivato. In
quel momento vide la forgia. Come tradizione, infatti, ogni ragazzo, il
giorno prima di compiere i suoi diciotto anni, si alza prima del
sorgere del sole e va verso la forgia per scegliere l'arma che lo
avrebbe accompagnato. Mi
piacerebbe sapere chi ha deciso che ci si deve svegliare all'alba.
Dopotutto l'Accademia è finita, che diamine! Quindi
entrò nella forgia e vide Fedra, intenta a strofinare una
sottile lamina di ferro.
-
Buongiorno Fedra! C'è tuo padre?
- No,
è appena uscito. Sei caduto di nuovo? - Disse ridendo
- Si,
purtroppo si. Sai dove posso trovarlo?
- No,
ma puoi provare alla locanda. All'alba va sempre lì a fare
colazione.
-
Grazie mille, ci vediamo dopo!
- A
dopo, Jhon.
Jhon
uscì dalla forgia. Una ventata gelida sulla faccia lo
svegliò del tutto, dopo il calore della forgia.
Tornò sui
suoi passi, seguendo la strada principale di Laren. Il sole appena
sorto mostrò la lunga ombra del ragazzo nel rossore
dell'alba.
Accelerò il passo,. Appena giunse in vista della locanda,
rallentò a poco a poco fino a fermarsi. Davanti ad essa, o
più precisamente davanti alla bacheca affissa sulla parte
anteriore della locanda, stava fermo un uomo incappucciato, che
sembrava intento a leggere. Chi
diavolo è? Qui non vengono mai forestieri... Quasi quasi mi
avvicino e glielo chiedo.
Difatti iniziò ad avvicinarsi allo strano individuo, ma
esso,
appena si accorse di Jhon, si girò e andò via.
Stupefatto
dalla reazione, Jhon rimase per qualche secondo a guardarlo
allontanarsi. Quindi varcò la soglia della locanda, il luogo
dove i vecchi di Laren si riunivano ogni sera davanti al camino per
raccontare leggende o semplicemente per vaneggiare un po'. All'alba,
però, l'ampio locale era praticamente deserto. In tutto si
contavano tre persone: Ceara, la locandiera, Trevor, un vecchietto che
passava tutto il suo tempo nella locanda, e Dug, il fabbro. Era seduto
al suo solito tavolo, vicino alla parete, e mangiava un piatto di uova
strapazzate e prosciutto. Quando sentì la corrente fredda
proveniente dalla porta aperta si girò e vide Jhon.
-
Ragazzo, chiudi quella porta che fa un freddo cane. E vieni qui, ti
devo parlare.
Jhon
obbedì immediatamente, e si sedette accanto al
panciuto fabbro, attendendo pazientemente che finisse di mangiare.
Appena concluse la sua colazione, bevendo un grosso sorso di brandy
alle albicocche, iniziò a parlare. Come
fa a bere tutto il giorno? Nelle vene avrà più
alcool che
sangue, a questo punto. Stranamente lo regge molto bene, non l'ho mai
visto veramente ubriaco, o comunque non lo da a vedere. Si comporta
in modo naturale, come avesse appena mandato giù un
semplice bicchiere d'acqua e...
-
Mi stai ascoltando? - Chiese allora Dug
- Eh,
si, no, certo! Scusami, mi ero distratto un attimo...
- No,
non stavi ascoltando. Stai attento la prossima volta. Da questa
conversazione dipende il tuo futuro.
- Si...
- E
non fare quella faccia da cane bastonato, che non mi piace.
-
Bene, ti ascolto.
- Si
spera... Comunque, stavo dicendo... Qual'è il tuo elemento
primario?
- Aria.
-
Mmmm... Quindi un'arma leggera, lunga e preferibilmente non da corpo a
corpo. Il tuo elemento secondario?
- Il
mio che?
- Oh,
Dio... Non sai cos'è un elemento secondario? Non hai
frequentato l'Accademia?
-
Certo che ho frequentato l'Accademia! - Rispose leggermente seccato -
Solo che nessuno ne ha mai menzionato l'esistenza!
- Ah,
già... La riforma dell'istruzione. Puah! Quelli non sanno
più che inventarsi per tenere su il governo, e cercano di
indebolire le nuove generazioni!
- Si,
va bene, ma stavi dicendo?
- Mi
spiace, ma se non sai cos'è un elemento secondario non
possiamo continuare. Io torno alla mia forgia, tu va da Bryce e fatti
spiegare tutto.
-
Vado, vado...
- E
finiscila con quella faccia! Mi stai facendo innervosire!
Jhon
diede le spalle al fabbro e uscì, nell'ormai
calda aria autunnale. Non c'era una nuvola in cielo così,
una
volta tanto, si poté godere gli ultimi residui di
un'estate
ormai passata. Tornò sulla strada principale e la percorse
fino
in fondo, nella direzione opposta a quella da cui era venuto. Si
fermò davanti a quella che sembrava essere una bottega, con
un
insegna recante la scritta "Angolo di Bryce". Entrando, si
trovò
in un ambiente pieno di scaffali stipati di ogni cosa immaginabile, da
gemme preziose a bottiglie antiche, da sacchetti di cuoio a bisacce in
pelle. Passando, Jhon notò un ripiano costellato di zanne di
varie dimensioni che sembravano stranamente brillanti...
Allungò
una mano per toccarne una. Che
strane...
-
Fermo là! Non toccarle! Potrebbe essere l'ultima cosa
che fai! - Esclamò Bryce, un uomo alto e robusto che si
precipitò verso il ragazzo in fretta e furia - Molto bene.
Non
sei stato contaminato. Quelle zanne sono velenose, anche se non
necessariamente letali. Un individuo abbastanza robusto ha qualche
speranza di salvarsi, ma un mingherlino come te... - Scosse la testa
con convinzione - Un mingherlino come te non avrebbe speranza.
-
'giorno Bryce.
-
Allora, Jhon. Chissà perché, ma ho la sensazione
che questa non sia una visita di cortesia. Cosa ti serve?
-
Informazioni. Pure e semplici informazioni.
-
Riguardo a...?
-
Riguardo agli elementi secondari. Devo scoprire cosa sono e
qual'è il mio.
-
Molto bene, sei venuto dalla persona giusta. La spiegazione
sarà lunga, quindi cerca di non interrompermi. Pronto?
-
Prontissimo.
-
Allora iniziamo dalle basi. Come già sicuramente saprai, gli
elementi si dividono in due gruppi: quelli principali o primari e
quelli secondari. Quelli principali sono quattro, mentre quelli
secondari otto. Ci sono due elementi secondari per ogni elemento
primario. Se aspetti un attimo vado a prendere una cosa.
-
Certo, fai pure.
Bryce
si allontanò verso il retro della bottega, mentre Jhon
riprese a curiosare tra gli scaffali. Frugando tra la robaccia
trovò un mucchio di ciarpame. Spostò un paio di
libri, e
sotto di essi apparve una piccola scatola. Piatta e non molto alta, di
legno intarsiato, recava incisa sul coperchio la frase "Στοιχεῖα*". La aprì.
L'interno era foderato di velluto rosso, e la scatola era divisa in
quattro comparti. Sul fondo di ogni comparto era incisa una lettera
greca: Α, Θ,
Ω e Ρ*.
Ognuno di questi comparti era diviso a metà in altri due
comparti, anch'essi incisi con una lettera greca. In ogni comparto
c'era una pietra levigata con incisi gli stessi simboli.
- Molto bene, Jhon. Hai trovato lo scrigno. Quello
è lo Scrigno della prova, di cui avrai certamente sentito
parlare.
- Er... Mai sentito in vita mia. A cosa dovrebbe servire?
Senza scomporsi, Bryce rispose - Serve a determinare l'elemento
secondario della tua anima. Le pietre che vedi sono le gemme che vanno
utilizzate per utilizzare gli elementi secondari. Lasciando fluire la
tua anima nello scrigno, la pietra corrispondente alla tua anima si
solleverà di una decina di centimetri.
Detto questo Bryce pose una mano sullo scrigno, e, lasciando fluire la
propria anima, una gemma grigio-azzura si alzò lentamante
fino
all'altezza dei suoi occhi, per poi riposarsi lentamente.
- La pietra che si è alzata appartiene all'elemento primario
dell'acqua, e all'elemento secondario del ghiaccio. Adesso prova tu, ma
stai attento: queste gemme sono molto fragili, se non sono sorrette da
un'anima.
Jhon posò il palmo destro sugli intarsi lignei della scatola
e
vi infuse la sua anima. Dopo qualche secondo, si alzò una
pietra
verde brillante con delle sottili venature bianche.
- Mmmm... Un elemento abbastanza raro, quello del vento. Complimenti,
Jhon.
- G... Grazie - Disse, non sapendo se considerarlo un complimento.
- Adesso dovresti andare, ho molte cose da fare.
- Si... Grazie di tutto.
Jhon uscì dalla bottega e prese la via di casa. Era ormai
ora di
pranzo, e aveva una certa fame. Trovò la sua sorellina,
Ellie,
intenta a dilaniare un pezzo di pane. Ne prese un po' anche lui e si
diresse verso la forgia, per parlare con Dug. Arrivato,
trovò il
fabbro e sua figlia che tempravano la lama che prima Fedra stava
strofinando. Aspettò pazientemente che i due finissero,
finché Dug posò le tenaglie e iniziò a
strofinarsi le mani con uno straccio sudicio.
- Cosa vuoi ancora, Jhon?
- Ho incontrato Bryce. Dobbiamo riprendere quel discorso.
- Bene. allora, qual'è il tuo elemento secondario?
- Il Vento. Qual'è il verdetto?
- Credi basti sapere il tuo elemento per scegliere l'arma? Devi
sentirla come un'estensione del tuo corpo e della tua anima, non come
un semplice pezzo di metallo e legno.
- Uh... Allora cos'altro ti serve sapere?
- Posso capirlo da me. Basta guardarti. Dato che ti serve un'arma lunga
e leggera, escludiamo subito spade e spadoni. Sei troppo gracile per un
ascia a doppio taglio. E non fare quella faccia, è la
verità. Scartiamo ogni arma senza manico e gli archi, non ti
si addicono. Credo che una lancia possa andare bene.
Dug si alzò e andò sul retro. Tornò
poco dopo, reggendo un lungo bastone sulla cui cima era montata una
semplice lama. Lo allungò a Jhon.
- Eccolo. Prova a prenderlo in mano, dimmi come va.
Jhon lo prese tra le mani, dubbioso. Vedendo la sua faccia, Dug riprese
a parlare.
- No, non va bene. Sei rigido come un sasso, e dalla tua faccia sembra
che tu stia reggendo un cactus. Dobbiamo escludere anche i falcioni e
le alabarde, a questo punto. Ti piacerebbe una falce? Credo sia l'unica
cosa adatta a te.
- Una falce come?
- Manico in legno lungo un metro e mezzo, lama anteriore lunga un metro
circa, lama posteriore la metà, affilata nel lato
interno e più paccuta in quello esterno, per difendersi
meglio. Che ne dici?
- Mi piace, come idea. Devi forgiarla o è già
pronta?
- Devo forgiarla, non è un'arma convenzionale.
- Per quando sarà pronta?
- Te la porterò domani, nella cerimonia.
- Bene, io vado, s'è fatto tardi.
- A domani!
Jhon uscì dalla forgia. Il sole stava già
tramontando, dietro le alte montagne che circondavano Laren.
Tornò a casa, cenò con sua sorella, stranamente
silenziosa, e si buttò sul letto freddo e duro.
Passò un po' di tempo, ma alla fine si addormentò.
*Θ = teta. Il simbolo dell'elemento della Terra.
I suoi elementi secondari sono Ω (omega), la morte, e
Γ (gamma), il freddo.
Ρ
= rho. Simbolo dell'elemento del Fuoco. I suoi elementi secondari sono
Π (pi), la luce, e Κ (kappa), il calore.
Δ = delta. Simbolo dell'elemento dell'Aria. I suoi elementi
secondari sono Λ (lambda), il vento, e Ί (iota), la
trasparenza.
Ξ = csi. Simbolo dell'elemento dell'Acqua. I suoi elementi
secondari sono A (alfa), la vita, e Φ (fi), il ghiaccio.
Nota
dell'Autore (d'ora in avanti solo N.A.)
Ebbene si. Il
primo capitolo è finalmente concluso. Avrei dovuto finirlo
ieri, ma non mi andava :D
Non ho
niente di importante da dirvi, tranne una cosa:
Oggi,
20 ottobre, è il compleanno di Jhon, nonché il
mio! Ho finalmente compiuto i miei 15 anni. Il primo che mi fa gli
auguri riceverà un'estratto di uno dei prossimi capitoli ;D
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Capitolo 3 *** D Day ***
20 ottobre
Appena
il sole illuminò la stanza, Jhon aprì lentamente
gli occhi.
- Buongiorno fratellone! Tanti auguri! -
Gli gridò nell'orecchio Ellie, sua sorella.
Saltò
letteralmente
giù dal letto per lo spavento, e si ritrovò a
terra
così in fretta sa non capire come ci fosse arrivato.
-
Ellie! Lo sai che non devi svegliarmi così! Te l'ho detto
anche l'anno scorso, l'anno prima dell'anno scorso e l'anno prima
dell'anno prima dell'anno scorso!
-
Permaloso oggi, eh?
- Ma
stai un po' zitta tu, che quando verrà il tuo compleanno
vedremo...
-
È una minaccia questa? - Chiese Ellie, improvvisamente seria.
-
Può darsi...
-
Scendiamo? Ho preparato la colazione.
Ellie che
prepara la colazione? Oddio, avrà distrutto la cucina.
Nonostante
i suoi timori, scesero in una cucina perfettamente
pulita e innaturalmente ordinata. Sul tavolo apparecchiato erano posati
due piatti, ricolmi di uova strapazzate, prosciutto, toast, burro, e
salcicce ben cotte. C'erano perfino una caraffa di succo e
un vasetto di marmellata.
- Chi
ti ha aiutata?
- Non
sono così imbranata come credi! Posso benissimo
preparare la colazione da sola. - Reclamò Ellie, fingendosi
offesa.
-
Sì, come no... Comunque mangiamo che ho fame.
Si
sedette, prese un toast e iniziò a imburrarlo, quando la
portà si spalancò sotto l'azione di un turbine
dai capelli rossi che lo investì in pieno.
-
Jhooooon! Auguri!
- Ciao
Beth. Oggi volete uccidermi, vero?
- Cosa?
- No,
niente... Hai fame?
- Ho
già fatto colazione, ma grazie dell'invito. Sono passata
solo per farti gli auguri, devo tornare subito da mia madre.
-
Salutami tanto Ceara!
- Lo
farò.
Uscì
come era entrata, chiudendo la porta e provocando uno spostamento
d'aria tale da sbattere la finestra.
-
Ellie, vado a prepararmi per la cerimonia.
- Io
finisco di mangiare ed esco, ho una cosetta da fare - Sorrise in un
modo che ricordava un ghiottone che si lecca i baffi.
Jhon
salì lentamente le scale, fino ad un lungo corridoio.
Entrò nella prima porta a sinistra, la sua stanza, e
aprì l'armadio. Eppure
dovrebbe essere qui. Dove diamine è quella tunica?
-
Elliiiieeeee! Hai visto la tunica cerimoniale? - Urlò alla
sorella.
- No,
perché?
- Non
la trovo da nessuna parte.
- Hai
provato sotto il letto? - Disse affacciandosi alla porta.
Andò
al letto, si abbassò, scansò la coperta ed eccola
lì! La tunica cerimoniale.
- Come
facevi a saperlo?
- Ti
conosco bene. Quando perdi qualcosa la ritrovi sempre sotto al tuo
letto.
- Non
è assolutamente vero!
- Ma
per favore...
La
raccolse da terra, si alzò e la spolverò.
-
Adesso potresti anche andartene, eh.
-
Obbedisco, mio signore e padrone.
La
ragazza se ne andò con un lungo inchino, chiudendo la porta
dietro di sé. Quindi Jhon si tolse la maglietta e
infilò la tunica bianca. Prude,
accidenti. Dovevano proprio farla di lana? Poi si mise a
cercare le scarpe, che si erano misteriosamente volatilizzate. Magari
Ellie ha ragione. Guardò sotto il
letto. Dovrei
iniziare ad ascoltarla di più, a quanto pare.
Prese le scarpe nere e se le mise ai piedi. Poi uscì dalla
sua camera per andare in bagno. Aveva bisogno di lavarsi un po' il
viso. Finite le operazioni di pulizia, scese nuovamente di sotto e si
sedette in salotto, aspettando che qualcuno venisse a chiamarlo. Non
dovette attendere a lungo: una ventina di minuti dopo un ragazzino
bussò alla sua porta.
- Ciao
Steve. Ti hanno mandato a chiamarmi?
- Si,
ciao Jhon. Buon compleanno. Andiamo?
-
Certo.
Uscirono
all'aperto. Quella notte aveva piovuto, e le nuvole scure non avevano
ancora abbandonato il cielo. Te
pareva... Non piove da quest'estate e doveva ricominciare proprio il
giorno del mio compleanno.
-
Allora, chi sarà l'officiante? - Chiese Jhon.
- Non
ne ho idea. Non mi hanno detto niente, solo di chiamarti e di non
prendere la strada principale.
-
Perché no?
- Non
ne ho idea. Io eseguo solo gli ordini di Drew.
Quindi
probabilmente sarà Drew l'officiante... E vabbò,
non è così importante. Arrivarono
nella piazza da uno dei vicoli secondari. Lì trovarono buona
parte della piccola popolazione, davanti ad un palco montato per
l'occasione. Dietro al palco, insieme a loro due, c'erano due uomini:
uno alto ma abbastanza panciuto, e l'altro di media statura e magro.
Quello alto e panciuto era Drew, e aveva corti capelli neri e occhi
profondi. L'altro invece aveva i capelli biondi lunghi fino alle
spalle. Drew congedò Steve con un cenno, poi
iniziò a fare le presentazioni.
-
Jhon, questo è Hadler. È del governo. L'hanno
mandato come officiante.
-
È un piacere, Jhon. Mi hanno raccontato grandi cose sul tuo
conto.
-
Davvero? - Chiese Jhon, stupito.
- No.
- Ha
ha ha. Molto divertente.*
Ammutolirono
guardando la faccia di Drew. Sembrava avesse un sasso bloccato nella
gola. Poi si calmò, salì sul palco insieme ad
Hadler e dette inizio alla cerimonia. Jhon fu fatto salire e
pronunciare il giuramento di fedeltà alle leggi di Fresia.
Dopodiché Hadler fece salire anche Dug sul palco. Stringeva
l'arma di Jhon, coperta da un velo. Gliela porse, e lui, togliendo il
velo, vide la sua falce. Era precisamente come l'aveva descritta il
fabbro, senza una minima imprefezione. La lama era grigia iridescente,
con il filo leggermente più chiaro. Il retro era
più tozzo e pesante, in modo da mantenere un perfetto
equilibrio. Il manico era di legno nero, liscio e lucido. Un buco nella
lama grande quanto il suo palmo sarebbe servito per utilizzare le
gemme. Tenendola in mano il suo volto si illuminò.
-
È... È perfetta. È come dicevi tu,
sembra un prolungamento del mio corpo.
- Ci
so fare con le armi. Non sono un novellino.
Hadler
riprese la cerimonia, dando a Jhon un sacchetto contenente delle
monete. Poi chiamò Bryce sul palco, che venne portando una
sacca di tela e una piccola scatola.
-
Tieni Jhon. Questi sono per te. - Disse porgendogli la sacca e la
scatola.
-
Avanti, apri quella scatola! - Gli si rivolse Dug, con i suoi soliti
modi da scolaretta innocente.
La
aprì. Dentro vi trovò una pietra, di un blu
profondo, con sopra incisa la lettera A.
-
È una gemma dell'elemento della vita. La tradizione vorrebbe
che tu ricevessi la gemma del tuo elemento secondario, ma l'elemento
del vento non è reperibile facilmente come si pensa. Ti
sarà molto utile. Adesso apri anche la sacca.
Aprì
anche la sacca. Dentro vi trovò un libro, largo e molto
pesante, e una mappa del mondo conosciuto.
-
Quello è il libro degli elementi. Ti spiegherà
cosa puoi e cosa non puoi fare con la tua falce. Naturalmente quelle
sono le basi, sta a te scoprire i tuoi veri limiti. E la mappa ti
servirà molto, conservala bene. - Spiegò Bryce.
Hadler non diede a Jhon neanche il tempo per
ringraziarli, dicendo che aveva fretta di tornare a Iraden. Quindi
concluse la cerimonia in fretta e furia, e si congedò
dicendo che c'erano altre cerimonie che lo aspettavano. A piccoli
gruppi, tutti i paesani andarono a congratularsi con Jhon. Sempre come
tradizione, niente festa. Jhon passò il pomeriggio a casa, a
prendere tutto ciò che potesse servirgli: due paia di
vestiti di riserva, una coperta, una piccola padella, una grossa
borraccia... Il cibo lo avrebbe preso l'indomani, per mantenerlo fresco
il più a lungo possibile. Posando la sacca, si accorse che
nel retro aveva una fascia in cui poteva riporre la falce. Bene, almeno non
sarò costretto a portarla a mano tutto il tempo. Posò tutto sul tavolo e diede la buona
notte a sua sorella. Infine si svestì e crollò
sul letto. Era stata una giornata pesante, e il giorno dopo sarebbe
dovuto partire.
* Per le scimmiette decerebrate: si,
è sarcasmo.
N.A.: Yeah. Secondo capitolo. Ho cercato di
riassumerlo un po' di più dell'altro, che mi è
sembrato un pochino troppo lungo. Comunque non c'è molto da
dire. Ah, la sorella. La sorella è più piccola di
Jhon per un semplice motivo: esperienza diretta.
Mia sorella maggiore non mi ha fatto gli
auguri + mia sorella minore mi ha fatto gli auguri = le sorelle minori
ci tengono di più a te.
E mi sembrava bello che almeno una persona
ci tenesse tanto al mio caro Jhon. Poi un'altra cosa. Jhon ed Ellie
sono orfani. La madre è morta in "circostanze misteriose",
mentre il padre in guerra. Ah, se non l'avete ancora capito, Beth
è la figlia di Ceara, la locandiera.
Sono molto soddisfatto del mio lavoro.
Quindi buona lettura a tutti voi, e criticate in modo positivo!
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