Jhon's adventure

di MrJhon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione al testo (assolutamente necessaria) ***
Capitolo 2: *** La vigilia ***
Capitolo 3: *** D Day ***



Capitolo 1
*** Introduzione al testo (assolutamente necessaria) ***


Introduzione alla storia
E spiegazioni necessarie

La magia
Come ogni mago che si rispetti, anche il nostro caro Jhon usa quest'arma. Ci sono moltissimi tipi di magia, poiché ognuno crea un nuovo modo di usarla. Basta pensare a libri famosi come Harry Potter o Eragon; in Harry Potter basta agitare una bacchetta e dire qualche parola, sai che fantasia... Ma Paolini ha creato un nuovo modo di intendere la magia. La magia di Paolini è influenzata da praticamente qualsiasi cosa ti possa venire in mente: peso, distanza, resistenza, forza fisica... I duelli con il pensiero mi affascinano particolarmente. Tornando al discorso principale... Ho scelto di creare un nuovo stile di combattimento magico. La magia viene usata lasciando fluire parte della propria anima in qualunque oggetto, che sia una pietra o una spada. Ma Jhon è un tipo particolare, usa una falce. E non una falce piccola, ma una falce tipo quella che usa la "Morte". Se un mago viene separato da qualunque oggetto, non potrà usare la propria magia. Tuttavia non tutti i materiali sono incantabili, e la lista dei materiali refrattari la trovate in fondo, se vi interessa. Un mago può potenziare la propria magia tramite particolari gemme, con sopra incisa una delle lettere greche. Perché greco e non giapponese? Perché io studio greco, non giapponese. E poi le lettere greche hanno un nonsoché di figo. La magia ha un limite elementare*: puoi fare con la magia solo ciò che può essere compiuto tramite la manipolazione degli elementi fondamentali e, successivamente, degli elementi secondari (vedi tra le note). Gli elementi primari possono essere usati sempre, ma ogni uomo ha un certo tipo di anima. Usando l'elemento corrispondente alla propria anima, esso guadagnerà in potenza e velocità. Gli elementi secondari possono essere usati solo possedendo la relativa gemma. Anche per gli elementi secondari vale il fatto che usando l'elemento adatto alla propria anima esso diventa più potente, ma in questo caso si accumula al bonus dell'elemento primario (poi si spiega meglio, per voi scimmiotti decerebrati). Nel caso di Jhon, la gemma va inserita in un buco nella lama della falce. La gemma non cade, poiché è retta dall'animo di chi la tiene. Naturalmente, lasciando l'arma la gemma cade. La gemma cade anche se chi la tiene ritira la sua anima, il che è pressoché inutile in combattimento.

Jhon
Jhon non è il solito ragazzo con poteri paranormali che lo rendono ultrapotente chiamato a una missione suicida per salvare il mondo. È un ragazzo che, come tradizione, appena compiuti i suoi 18 anni parte per il mondo con qualche soldo, del cibo e una mappa. Passiamo all'aspetto fisico... Ovviamente di sesso maschile, mediamente alto, non particolarmente atletico, capelli neri abbastanza corti, occhi castano scuro, volto glabro (che bella parola)... In pratica uno di quei tizi che passano per strada e neanche li vedi. Ha un anima affine all’elemento dell’aria, e il suo elemento secondario è il vento. Non credo ci sia altro da dire, quindi passiamo alla prossima parte.

Fresia
Fresia è il nome del mondo in cui la vicenda si svolge. Come ogni mondo che si rispetti, è diviso in aree con climi, popolazioni e pericoli differenti. Al contrario di molti mondi che non hanno ne capo e ne coda, in quanto a clima, il mio ha perfettamente senso. Per il momento non ve lo mostro, poi appena mi va metto il link ad un immagine in uno dei prossimi capitoli. Sappiate però che c'è tutto: foreste, montagne innevate, deserti... E la cilegina sulla torta di tutti i cliché! L'immancabile isola con un vulcano attivo sopra (quando mai, eh?).

Note dell'autore
Queste note le troverete quasi in ogni capitolo. Servono a spiegarvi cose che in un primo momento io ho dato per scontate, e si presentano sotto forma di asterischi. Non userò le note per cose stupide quali ricordarvi dettagli minimali. Probabilmente le userò soprattutto per le traduzioni dal greco antico. Si, ci metterò pezzi in greco antico. Fa molto figo. Comunque un esempio di nota dell'autore è quella riportata qui sotto, che si riferisce alla parola "elementare" nella prima parte.

*C'è scritto elementaRe, non elementaLe. È molto facile confondersi, data la natura del testo.

Lista dei materiali refrattari alla magia

I materiali refrattari alla magia, e pertanto non incantabili, sono:

  1. Ogni tipo di stoffa
  2. Legno non lavorato
  3. Cibi e bevande
  4. I metalli ossidati
  5. Gli esseri viventi**
  6. I gas naturali
  7. La carta

Ovviamente la lista prosegue, ma questi sono i principali. Se capitasse uno dei più rari, lo spiegherò nelle note.

 

Credo di aver finito con l'introduzione. Nei prossimi giorni scriverò la storia vera e propria, iniziando dal diciottesimo compleanno di Jhon.

 

**Sebbene si possa piegare un animale alla propria volontà fondendogli una gemma e infondendogli parte della tua anima. Naturalmente la gemma deve essere dello stesso tipo della propria anima. Tale pratica è però considerata crudele, e rappresenta una violazione delle leggi di Fresia.

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Capitolo 2
*** La vigilia ***


19 ottobre
È mattina presto. L'alba non rischiara ancora il mondo di Fresia, men che meno i piccoli paesini montani come Laren. Che bel posto, Laren. I suoi pochi abitanti sono così cordiali... Qui si conoscono tutti. Peccato che presto dovrò partire, anche se cambiare aria non mi dispiacerebbe. Vorrei vedere il mare, o i boschi, o qualsiasi posto non sia circondato da montagne, montagne e ancora montagne. E poi il freddo mi sta... Un sasso posto in mezzo alla strada interruppe i suoi pensieri, mandandolo a cozzare contro il duro e freddo terreno. Rialzandosi gemette leggermente per il dolore all'altezza delle ginocchia. Si guardò le mani. Magnifico, un altro graffio si aggiunge alla mia collezione. Non era certo la prima volta che succedeva. Soprattutto la mattina gli capitava sempre di camminare sovrappensiero, e ogni tanto le sue distrazioni lo mandavano per terra. Fortuna che dopodomani potrò partire. Finalmente mi libererò della monotonia di questo posto, e finalmente... Un altro sasso. "Owwww..." oggi non è proprio la mia giornata. Fortuna che sono arrivato. In quel momento vide la forgia. Come tradizione, infatti, ogni ragazzo, il giorno prima di compiere i suoi diciotto anni, si alza prima del sorgere del sole e va verso la forgia per scegliere l'arma che lo avrebbe accompagnato. Mi piacerebbe sapere chi ha deciso che ci si deve svegliare all'alba. Dopotutto l'Accademia è finita, che diamine! Quindi entrò nella forgia e vide Fedra, intenta a strofinare una sottile lamina di ferro.
- Buongiorno Fedra! C'è tuo padre?
- No, è appena uscito. Sei caduto di nuovo? - Disse ridendo
- Si, purtroppo si. Sai dove posso trovarlo?
- No, ma puoi provare alla locanda. All'alba va sempre lì a fare colazione.
- Grazie mille, ci vediamo dopo!
- A dopo, Jhon.
Jhon uscì dalla forgia. Una ventata gelida sulla faccia lo svegliò del tutto, dopo il calore della forgia. Tornò sui suoi passi, seguendo la strada principale di Laren. Il sole appena sorto mostrò la lunga ombra del ragazzo nel rossore dell'alba. Accelerò il passo,. Appena giunse in vista della locanda, rallentò a poco a poco fino a fermarsi. Davanti ad essa, o più precisamente davanti alla bacheca affissa sulla parte anteriore della locanda, stava fermo un uomo incappucciato, che sembrava intento a leggere. Chi diavolo è? Qui non vengono mai forestieri... Quasi quasi mi avvicino e glielo chiedo. Difatti iniziò ad avvicinarsi allo strano individuo, ma esso, appena si accorse di Jhon, si girò e andò via. Stupefatto dalla reazione, Jhon rimase per qualche secondo a guardarlo allontanarsi. Quindi varcò la soglia della locanda, il luogo dove i vecchi di Laren si riunivano ogni sera davanti al camino per raccontare leggende o semplicemente per vaneggiare un po'. All'alba, però, l'ampio locale era praticamente deserto. In tutto si contavano tre persone: Ceara, la locandiera, Trevor, un vecchietto che passava tutto il suo tempo nella locanda, e Dug, il fabbro. Era seduto al suo solito tavolo, vicino alla parete, e mangiava un piatto di uova strapazzate e prosciutto. Quando sentì la corrente fredda proveniente dalla porta aperta si girò e vide Jhon.
- Ragazzo, chiudi quella porta che fa un freddo cane. E vieni qui, ti devo parlare.
 Jhon obbedì immediatamente, e si sedette accanto al panciuto fabbro, attendendo pazientemente che finisse di mangiare. Appena concluse la sua colazione, bevendo un grosso sorso di brandy alle albicocche, iniziò a parlare. Come fa a bere tutto il giorno? Nelle vene avrà più alcool che sangue, a questo punto. Stranamente lo regge molto bene, non l'ho mai visto veramente ubriaco, o comunque non lo da a vedere. Si comporta in modo naturale, come avesse appena mandato giù un semplice bicchiere d'acqua e...
- Mi stai ascoltando? - Chiese allora Dug
- Eh, si, no, certo! Scusami, mi ero distratto un attimo...
- No, non stavi ascoltando. Stai attento la prossima volta. Da questa conversazione dipende il tuo futuro.
- Si...
- E non fare quella faccia da cane bastonato, che non mi piace.
- Bene, ti ascolto.
- Si spera... Comunque, stavo dicendo... Qual'è il tuo elemento primario?
- Aria.
- Mmmm... Quindi un'arma leggera, lunga e preferibilmente non da corpo a corpo. Il tuo elemento secondario?
- Il mio che?
- Oh, Dio... Non sai cos'è un elemento secondario? Non hai frequentato l'Accademia?
- Certo che ho frequentato l'Accademia! - Rispose leggermente seccato - Solo che nessuno ne ha mai menzionato l'esistenza!
- Ah, già... La riforma dell'istruzione. Puah! Quelli non sanno più che inventarsi per tenere su il governo, e cercano di indebolire le nuove generazioni!
- Si, va bene, ma stavi dicendo?
- Mi spiace, ma se non sai cos'è un elemento secondario non possiamo continuare. Io torno alla mia forgia, tu va da Bryce e fatti spiegare tutto.
- Vado, vado...
- E finiscila con quella faccia! Mi stai facendo innervosire!
 Jhon diede le spalle al fabbro e uscì, nell'ormai calda aria autunnale. Non c'era una nuvola in cielo così, una volta tanto, si poté godere gli ultimi residui di un'estate ormai passata. Tornò sulla strada principale e la percorse fino in fondo, nella direzione opposta a quella da cui era venuto. Si fermò davanti a quella che sembrava essere una bottega, con un insegna recante la scritta "Angolo di Bryce". Entrando, si trovò in un ambiente pieno di scaffali stipati di ogni cosa immaginabile, da gemme preziose a bottiglie antiche, da sacchetti di cuoio a bisacce in pelle. Passando, Jhon notò un ripiano costellato di zanne di varie dimensioni che sembravano stranamente brillanti... Allungò una mano per toccarne una. Che strane...
- Fermo là! Non toccarle! Potrebbe essere l'ultima cosa che fai! - Esclamò Bryce, un uomo alto e robusto che si precipitò verso il ragazzo in fretta e furia - Molto bene. Non sei stato contaminato. Quelle zanne sono velenose, anche se non necessariamente letali. Un individuo abbastanza robusto ha qualche speranza di salvarsi, ma un mingherlino come te... - Scosse la testa con convinzione - Un mingherlino come te non avrebbe speranza.
- 'giorno Bryce.
- Allora, Jhon. Chissà perché, ma ho la sensazione che questa non sia una visita di cortesia. Cosa ti serve?
- Informazioni. Pure e semplici informazioni.
- Riguardo a...?
- Riguardo agli elementi secondari. Devo scoprire cosa sono e qual'è il mio.
- Molto bene, sei venuto dalla persona giusta. La spiegazione sarà lunga, quindi cerca di non interrompermi. Pronto?
- Prontissimo.
- Allora iniziamo dalle basi. Come già sicuramente saprai, gli elementi si dividono in due gruppi: quelli principali o primari e quelli secondari. Quelli principali sono quattro, mentre quelli secondari otto. Ci sono due elementi secondari per ogni elemento primario. Se aspetti un attimo vado a prendere una cosa.
- Certo, fai pure.
Bryce si allontanò verso il retro della bottega, mentre Jhon riprese a curiosare tra gli scaffali. Frugando tra la robaccia trovò un mucchio di ciarpame. Spostò un paio di libri, e sotto di essi apparve una piccola scatola. Piatta e non molto alta, di legno intarsiato, recava incisa sul coperchio la frase "
Στοιχεῖα*". La aprì. L'interno era foderato di velluto rosso, e la scatola era divisa in quattro comparti. Sul fondo di ogni comparto era incisa una lettera greca: Α, Θ, Ω e Ρ*. Ognuno di questi comparti era diviso a metà in altri due comparti, anch'essi incisi con una lettera greca. In ogni comparto c'era una pietra levigata con incisi gli stessi simboli.
- Molto bene, Jhon. Hai trovato lo scrigno. Quello è lo Scrigno della prova, di cui avrai certamente sentito parlare.
- Er... Mai sentito in vita mia. A cosa dovrebbe servire?
Senza scomporsi, Bryce rispose - Serve a determinare l'elemento secondario della tua anima. Le pietre che vedi sono le gemme che vanno utilizzate per utilizzare gli elementi secondari. Lasciando fluire la tua anima nello scrigno, la pietra corrispondente alla tua anima si solleverà di una decina di centimetri.
Detto questo Bryce pose una mano sullo scrigno, e, lasciando fluire la propria anima, una gemma grigio-azzura si alzò lentamante fino all'altezza dei suoi occhi, per poi riposarsi lentamente.
- La pietra che si è alzata appartiene all'elemento primario dell'acqua, e all'elemento secondario del ghiaccio. Adesso prova tu, ma stai attento: queste gemme sono molto fragili, se non sono sorrette da un'anima.
Jhon posò il palmo destro sugli intarsi lignei della scatola e vi infuse la sua anima. Dopo qualche secondo, si alzò una pietra verde brillante con delle sottili venature bianche.
- Mmmm... Un elemento abbastanza raro, quello del vento. Complimenti, Jhon.
- G... Grazie - Disse, non sapendo se considerarlo un complimento.
- Adesso dovresti andare, ho molte cose da fare.
- Si... Grazie di tutto.
Jhon uscì dalla bottega e prese la via di casa. Era ormai ora di pranzo, e aveva una certa fame. Trovò la sua sorellina, Ellie, intenta a dilaniare un pezzo di pane. Ne prese un po' anche lui e si diresse verso la forgia, per parlare con Dug. Arrivato, trovò il fabbro e sua figlia che tempravano la lama che prima Fedra stava strofinando. Aspettò pazientemente che i due finissero, finché Dug posò le tenaglie e iniziò a strofinarsi le mani con uno straccio sudicio.
- Cosa vuoi ancora, Jhon?
- Ho incontrato Bryce. Dobbiamo riprendere quel discorso.
- Bene. allora, qual'è il tuo elemento secondario?
- Il Vento. Qual'è il verdetto?
- Credi basti sapere il tuo elemento per scegliere l'arma? Devi sentirla come un'estensione del tuo corpo e della tua anima, non come un semplice pezzo di metallo e legno.
- Uh... Allora cos'altro ti serve sapere?
- Posso capirlo da me. Basta guardarti. Dato che ti serve un'arma lunga e leggera, escludiamo subito spade e spadoni. Sei troppo gracile per un ascia a doppio taglio. E non fare quella faccia, è la verità. Scartiamo ogni arma senza manico e gli archi, non ti si addicono. Credo che una lancia possa andare bene.
Dug si alzò e andò sul retro. Tornò poco dopo, reggendo un lungo bastone sulla cui cima era montata una semplice lama. Lo allungò a Jhon.
- Eccolo. Prova a prenderlo in mano, dimmi come va.
Jhon lo prese tra le mani, dubbioso. Vedendo la sua faccia, Dug riprese a parlare.
- No, non va bene. Sei rigido come un sasso, e dalla tua faccia sembra che tu stia reggendo un cactus. Dobbiamo escludere anche i falcioni e le alabarde, a questo punto. Ti piacerebbe una falce? Credo sia l'unica cosa adatta a te.
- Una falce come?
- Manico in legno lungo un metro e mezzo, lama anteriore lunga un metro circa, lama posteriore la metà, affilata nel lato interno e più paccuta in quello esterno, per difendersi meglio. Che ne dici?
- Mi piace, come idea. Devi forgiarla o è già pronta?
- Devo forgiarla, non è un'arma convenzionale.
- Per quando sarà pronta?
- Te la porterò domani, nella cerimonia.
- Bene, io vado, s'è fatto tardi.
- A domani!
Jhon uscì dalla forgia. Il sole stava già tramontando, dietro le alte montagne che circondavano Laren. Tornò a casa, cenò con sua sorella, stranamente silenziosa, e si buttò sul letto freddo e duro. Passò un po' di tempo, ma alla fine si addormentò.

*
Θ = teta. Il simbolo dell'elemento della Terra. I suoi elementi secondari sono Ω (omega), la morte, e Γ (gamma), il freddo.

Ρ = rho. Simbolo dell'elemento del Fuoco. I suoi elementi secondari sono Π (pi), la luce, e Κ (kappa), il calore.
Δ = delta. Simbolo dell'elemento dell'Aria. I suoi elementi secondari sono Λ (lambda), il vento, e Ί (iota), la trasparenza.
Ξ = csi. Simbolo dell'elemento dell'Acqua. I suoi elementi secondari sono A (alfa), la vita, e Φ (fi), il ghiaccio.

Nota dell'Autore (d'ora in avanti solo N.A.) Ebbene si. Il primo capitolo è finalmente concluso. Avrei dovuto finirlo ieri, ma non mi andava :D
Non ho niente di importante da dirvi, tranne una cosa:
Oggi, 20 ottobre, è il compleanno di Jhon, nonché il mio! Ho finalmente compiuto i miei 15 anni. Il primo che mi fa gli auguri riceverà un'estratto di uno dei prossimi capitoli ;D

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Capitolo 3
*** D Day ***


20 ottobre Appena il sole illuminò la stanza, Jhon aprì lentamente gli occhi.
- Buongiorno fratellone! Tanti auguri! - Gli gridò nell'orecchio Ellie, sua sorella.
Saltò letteralmente giù dal letto per lo spavento, e si ritrovò a terra così in fretta sa non capire come ci fosse arrivato.
- Ellie! Lo sai che non devi svegliarmi così! Te l'ho detto anche l'anno scorso, l'anno prima dell'anno scorso e l'anno prima dell'anno prima dell'anno scorso!
- Permaloso oggi, eh?
- Ma stai un po' zitta tu, che quando verrà il tuo compleanno vedremo...
- È una minaccia questa? - Chiese Ellie, improvvisamente seria.
- Può darsi...
- Scendiamo? Ho preparato la colazione.
Ellie che prepara la colazione? Oddio, avrà distrutto la cucina.
Nonostante i suoi timori, scesero in una cucina perfettamente pulita e innaturalmente ordinata. Sul tavolo apparecchiato erano posati due piatti, ricolmi di uova strapazzate, prosciutto, toast, burro, e salcicce ben cotte. C'erano perfino una caraffa di succo e un vasetto di marmellata.
- Chi ti ha aiutata?
- Non sono così imbranata come credi! Posso benissimo preparare la colazione da sola. - Reclamò Ellie, fingendosi offesa.
- Sì, come no... Comunque mangiamo che ho fame.
Si sedette, prese un toast e iniziò a imburrarlo, quando la portà si spalancò sotto l'azione di un turbine dai capelli rossi che lo investì in pieno.
- Jhooooon! Auguri!
- Ciao Beth. Oggi volete uccidermi, vero?
- Cosa?
- No, niente... Hai fame?
- Ho già fatto colazione, ma grazie dell'invito. Sono passata solo per farti gli auguri, devo tornare subito da mia madre.
- Salutami tanto Ceara!
- Lo farò.
Uscì come era entrata, chiudendo la porta e provocando uno spostamento d'aria tale da sbattere la finestra.
- Ellie, vado a prepararmi per la cerimonia.
- Io finisco di mangiare ed esco, ho una cosetta da fare - Sorrise in un modo che ricordava un ghiottone che si lecca i baffi.
Jhon salì lentamente le scale, fino ad un lungo corridoio. Entrò nella prima porta a sinistra, la sua stanza, e aprì l'armadio. Eppure dovrebbe essere qui. Dove diamine è quella tunica?
- Elliiiieeeee! Hai visto la tunica cerimoniale? - Urlò alla sorella.
- No, perché?
- Non la trovo da nessuna parte.
- Hai provato sotto il letto? - Disse affacciandosi alla porta.
Andò al letto, si abbassò, scansò la coperta ed eccola lì! La tunica cerimoniale.
- Come facevi a saperlo?
- Ti conosco bene. Quando perdi qualcosa la ritrovi sempre sotto al tuo letto.
- Non è assolutamente vero!
- Ma per favore...
La raccolse da terra, si alzò e la spolverò.
- Adesso potresti anche andartene, eh.
- Obbedisco, mio signore e padrone.
La ragazza se ne andò con un lungo inchino, chiudendo la porta dietro di sé. Quindi Jhon si tolse la maglietta e infilò la tunica bianca. Prude, accidenti. Dovevano proprio farla di lana? Poi si mise a cercare le scarpe, che si erano misteriosamente volatilizzate. Magari Ellie ha ragione. Guardò sotto il letto. Dovrei iniziare ad ascoltarla di più, a quanto pare.  Prese le scarpe nere e se le mise ai piedi. Poi uscì dalla sua camera per andare in bagno. Aveva bisogno di lavarsi un po' il viso. Finite le operazioni di pulizia, scese nuovamente di sotto e si sedette in salotto, aspettando che qualcuno venisse a chiamarlo. Non dovette attendere a lungo: una ventina di minuti dopo un ragazzino bussò alla sua porta.
- Ciao Steve. Ti hanno mandato a chiamarmi?
- Si, ciao Jhon. Buon compleanno. Andiamo?
- Certo.
Uscirono all'aperto. Quella notte aveva piovuto, e le nuvole scure non avevano ancora abbandonato il cielo. Te pareva... Non piove da quest'estate e doveva ricominciare proprio il giorno del mio compleanno.
- Allora, chi sarà l'officiante? - Chiese Jhon.
- Non ne ho idea. Non mi hanno detto niente, solo di chiamarti e di non prendere la strada principale.
- Perché no?
- Non ne ho idea. Io eseguo solo gli ordini di Drew.
Quindi probabilmente sarà Drew l'officiante... E vabbò, non è così importante. Arrivarono nella piazza da uno dei vicoli secondari. Lì trovarono buona parte della piccola popolazione, davanti ad un palco montato per l'occasione. Dietro al palco, insieme a loro due, c'erano due uomini: uno alto ma abbastanza panciuto, e l'altro di media statura e magro. Quello alto e panciuto era Drew, e aveva corti capelli neri e occhi profondi. L'altro invece aveva i capelli biondi lunghi fino alle spalle. Drew congedò Steve con un cenno, poi iniziò a fare le presentazioni.
- Jhon, questo è Hadler. È del governo. L'hanno mandato come officiante.
- È un piacere, Jhon. Mi hanno raccontato grandi cose sul tuo conto.
- Davvero? - Chiese Jhon, stupito.
- No.
- Ha ha ha. Molto divertente.*
Ammutolirono guardando la faccia di Drew. Sembrava avesse un sasso bloccato nella gola. Poi si calmò, salì sul palco insieme ad Hadler e dette inizio alla cerimonia. Jhon fu fatto salire e pronunciare il giuramento di fedeltà alle leggi di Fresia. Dopodiché Hadler fece salire anche Dug sul palco. Stringeva l'arma di Jhon, coperta da un velo. Gliela porse, e lui, togliendo il velo, vide la sua falce. Era precisamente come l'aveva descritta il fabbro, senza una minima imprefezione. La lama era grigia iridescente, con il filo leggermente più chiaro. Il retro era più tozzo e pesante, in modo da mantenere un perfetto equilibrio. Il manico era di legno nero, liscio e lucido. Un buco nella lama grande quanto il suo palmo sarebbe servito per utilizzare le gemme. Tenendola in mano il suo volto si illuminò.
- È... È perfetta. È come dicevi tu, sembra un prolungamento del mio corpo.
- Ci so fare con le armi. Non sono un novellino.
Hadler riprese la cerimonia, dando a Jhon un sacchetto contenente delle monete. Poi chiamò Bryce sul palco, che venne portando una sacca di tela e una piccola scatola.
- Tieni Jhon. Questi sono per te. - Disse porgendogli la sacca e la scatola.
- Avanti, apri quella scatola! - Gli si rivolse Dug, con i suoi soliti modi da scolaretta innocente.
La aprì. Dentro vi trovò una pietra, di un blu profondo, con sopra incisa la lettera A.
- È una gemma dell'elemento della vita. La tradizione vorrebbe che tu ricevessi la gemma del tuo elemento secondario, ma l'elemento del vento non è reperibile facilmente come si pensa. Ti sarà molto utile. Adesso apri anche la sacca.
Aprì anche la sacca. Dentro vi trovò un libro, largo e molto pesante, e una mappa del mondo conosciuto.
- Quello è il libro degli elementi. Ti spiegherà cosa puoi e cosa non puoi fare con la tua falce. Naturalmente quelle sono le basi, sta a te scoprire i tuoi veri limiti. E la mappa ti servirà molto, conservala bene. - Spiegò Bryce.
Hadler non diede a Jhon neanche il tempo per ringraziarli, dicendo che aveva fretta di tornare a Iraden. Quindi concluse la cerimonia in fretta e furia, e si congedò dicendo che c'erano altre cerimonie che lo aspettavano. A piccoli gruppi, tutti i paesani andarono a congratularsi con Jhon. Sempre come tradizione, niente festa. Jhon passò il pomeriggio a casa, a prendere tutto ciò che potesse servirgli: due paia di vestiti di riserva, una coperta, una piccola padella, una grossa borraccia... Il cibo lo avrebbe preso l'indomani, per mantenerlo fresco il più a lungo possibile. Posando la sacca, si accorse che nel retro aveva una fascia in cui poteva riporre la falce. Bene, almeno non sarò costretto a portarla a mano tutto il tempo. Posò tutto sul tavolo e diede la buona notte a sua sorella. Infine si svestì e crollò sul letto. Era stata una giornata pesante, e il giorno dopo sarebbe dovuto partire.

* Per le scimmiette decerebrate: si, è sarcasmo.


N.A.: Yeah. Secondo capitolo. Ho cercato di riassumerlo un po' di più dell'altro, che mi è sembrato un pochino troppo lungo. Comunque non c'è molto da dire. Ah, la sorella. La sorella è più piccola di Jhon per un semplice motivo: esperienza diretta.
Mia sorella maggiore non mi ha fatto gli auguri + mia sorella minore mi ha fatto gli auguri = le sorelle minori ci tengono di più a te.
E mi sembrava bello che almeno una persona ci tenesse tanto al mio caro Jhon. Poi un'altra cosa. Jhon ed Ellie sono orfani. La madre è morta in "circostanze misteriose", mentre il padre in guerra. Ah, se non l'avete ancora capito, Beth è la figlia di Ceara, la locandiera.
Sono molto soddisfatto del mio lavoro. Quindi buona lettura a tutti voi, e criticate in modo positivo!

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