It's Avalon Island, baby.

di _RoxanneDora
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prefazione ***
Capitolo 2: *** 1° The return ***
Capitolo 3: *** 2° Ho un cugino figo, sai? ***
Capitolo 4: *** 3° La prossima volta guido io! ***
Capitolo 5: *** 4° le regole di un buon guerriero. ***
Capitolo 6: *** 5° - Ho un marito stupido.. è ufficiale ***
Capitolo 7: *** 6° Tu sei mia, sono io che ti ho creata ***
Capitolo 8: *** 7° Bel pigiamino ***
Capitolo 9: *** 8° Allora è vero che ti piace ***
Capitolo 10: *** 9° Insomma beata di lui. ***



Capitolo 1
*** Prefazione ***


Prefazione


Arriane guardò Jace all’interno di quella cella semioscura e umida, ripensò a tutto quello che l’aveva portati lì in quel ‘braccio della morte’. Si sarebbero salvati? Non lo sapeva e stava perdendo le speranze, lì legata al buio in quel quadrato che condivideva con il ragazzo biondo.

Sentì dei passi leggeri avvicinarsi, Arriane finse di essere svenuta accasciandosi per terra mentre un uomo entrava nella cella e la prendeva per il colletto della maglia sollevandola. Sentì un colpo che le fece sgranare gli occhi e poco dopo la guancia bruciare, l’uomo che l’aveva rapita e rinchiusa insieme a Jace l’aveva appena schiaffeggiata probabilmente avendo capito la recita che stava facendo la ragazza.
Così come era entrato uscì trascinandosela dietro per un braccio, lei inciampò parecchie volte ma l’uomo non sembrava farci caso, l’ultima cosa che vide prima di uscire dalla cella fu Jace per terra intorno a una piccola pozza, non seppe dire se era acqua o sangue.

Venne portata in una stanza illuminata da una grande luce, al centro c’erano un lettino e una sedia.
- Siediti- disse l’uomo con voce ferma e tranquilla come se per lui fosse tutto un gioco, Arriane obbedì non volendo rischiare di essere picchiata, lo guardò in faccia cercando di tirare fuori un’aria di sfida. L’uomo, sulla cinquantina, era affascinante anche con i capelli grigi, uno di quelli di cui ti fidi subito secondo l’istinto ma gli occhi ricordavano terribilmente quello di un felino e la bruna era la preda.
- Rilassati, non sono qui per ucciderti- sorrise l’uomo – ma più per studiarti capisci? Tu sai chi sono vero?- .
Arriane annuì: - Si che lo so, ho letto di te nei diari di mia madre- disse con voce roca – sei tu che mi hai fatto questo, sei tu che mi hai infettata…Valentine-

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Capitolo 2
*** 1° The return ***


 Note dell’autrice: La storia nasce dalla mia mente malata e molesta, non è assolutamente a scopo di lucro. Premetto che due personaggi di questo capitolo verranno descritti meglio nel prossimo. Grazie e buona lettura.                


              Capitolo 1° - The return


Il sole splendeva e il vento era a favore e il mare era calmissimo, tutto era perfetto per attraccare e Arriane era seduta sulla punta della prua con lo sguardo fisso verso l’orizzonte, l’aria assorta e leggermente ansiosa. Era da un anno e mezzo che viaggiava per il mondo ed era felice di tornare a casa ma insieme c’era l’agitazione: cosa avrebbe trovato quando sarebbe arrivata? C’era qualcuno di nuovo? Cosa era successo mentre era via?


La ragazza con lunghi capelli bruni e gli occhi nocciola da cerbiatta si stava torturando una ciocca di capelli presa da quest’ansia e da mille domande quando sentì un fischiò dietro di sé scattò in piedi, era un marinaio che dava notizia di terra in vista. Arriane si sporse sul parapetto cercando di scorgere la costa che si iniziava a intravedere, un normale essere umano non sarebbe riuscito a vedere subito la terra ma lei poteva grazie al suo sangue di Nephilim, quasi puro.

Sì dentro di lei c’era un secondo tipo di sangue che l’aveva infettata da piccolissima: la bruna oltre a essere una Nephilim era anche una mutaforma, un uomo in passato aveva provato a unire il sangue Nephilim della madre con quello di un mutaforma ma la sua famiglia era scappata quando lei era nata. Un’altra cosa strana che non riusciva a spiegarsi era come non avesse niente del sangue da vampiro di suo padre, sì sua madre si era sposata con un vampiro prima che Valentine creasse una specie di setta chiamata Circolo. Si era molto veloce e anche abbastanza forte, forse il sangue da vampiro aveva reso più fini i sensi.


Tornando alla storia Arriane appena vide sul porto della spiaggia sua madre e suo padre saltò giù dal ponte tuffandosi in acqua, nuotò fino a riva ignorando gli urli spaventati dei marinai della nave e corse ad abbracciare i genitori anche se era tutta bagnata.
Sidney, suo padre, le scompigliò i capelli: - Allora piccola come sono andati i viaggi? Che Istituti hai visto? Quello che ci raccontavi nelle tue lettere era sicuramente poco rispetto a quello che hai visto.. -.
Isabelle, la madre, lo interruppe: - Non tartassarla di domande! Sarà stanca per il viaggio! Allora racconta! Che posti hai visto? Chi hai conosciuto? Eh? -.


Arriane scoppiò a ridere, le erano mancati i suoi genitori più di quanto l’era mancata la sua casa: - Lasciatemi prendere le valigie e posarle, vi ho preso qualcosa per ogni posto dove sono andata sta sera vi racconterò tutto, promesso. -
- Sai che ti dico? Che sta sera invitiamo tutti a cena, sei mancata veramente tanto in quest’isola e siamo curiosi tutti. Passava sempre qualcuno a chiedere come stavi e dove eri- Disse suo padre sorridendo – Ma ora vai e fatti una doccia calda alle valigie ci pensiamo noi-.
Corse verso l’istituto, si ricordava ancora la strada attraverso la foresta, tutto le sembrava così familiare. Era finalmente di nuovo a casa.

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Capitolo 3
*** 2° Ho un cugino figo, sai? ***


Note dell’autrice: La storia nasce dalla mia mente malata e molesta, non è assolutamente a scopo di lucro. Ringrazio molto chi mi ha recensito e spero che il capitolo vi soddisfi, buona lettura.


                             Capitolo 2° - Ho un cugino figo, sai?

La bruna dopo aver bussato alla grande porta dell’Istituto si sedette sugli scalini ad aspettare che Sarah, la cameriera, venisse ad aprirle. Si perse di nuovo tra i suoi pensieri con lo sguardo fisso sulla vegetazione, sentì alla sua destra un ramo spezzarsi e il viso scattò istintivamente verso la provenienza del suono.  Allungò la mano fino allo stivale dove teneva un pugnale preparandosi a tirare fuori l’arma, conosceva la Forestavalon, sapeva che non c’erano animali pericolosi ma qualche volta qualche demone abnorme o dimenticato spuntava sempre. All’improvviso uscì da un cespuglio un ringhio basso, Arriane si alzò in piedi con il pugnale davanti a sé per proteggersi quando balzò fuori una leonessa che l’atterrò sugli scalini. La ragazza stava per colpirla al collo quando l’animale si trasformò in una ragazza con i capelli biondi, lunghi, ricci e il viso d’angioletto: - E’ così che si salutano i vecchi amici Dora? – La bionda scoppiò a ridere insieme alla bruna che stava rilassando i nervi.

- Vanessa Herondale, sei una ragazza terribile- ridacchiò Arriane, Dora era l’abbreviazione del suo secondo nome: Ninfadora, - Mi sei mancata così tanto!- l’abbracciò cercando di stritolarla mentre l’amica ricambiava.
- Ci sono così tante cose che mi devi raccontare! E anche io ho una novità- Disse Vane rialzandosi e tirando su la bruna.
 – Prima di tutto: Sarah è in vacanza quindi avresti aspettato fuori tutto il giorno se non fosse per me – Tirò fuori un mazzo di chiave e aprì il portone facendole spazio per entrare, Arriane fece un respiro profondo mentre entrava come per riassaporare quell’aria di casa.
- Iniziamo dal principio, Vane. Che novità hai? Nuovi abitanti dell’isola? Nuovi mostri a cui rifare il fondoschiena?- Sorrise Dora, quando c’era da picchiare qualcuno non si tirava mai indietro.
Vanessa ridacchiò: - No qualcosa di meglio, verrà a trovarci mio cugino di.. qualche grado che non so insieme a dei suoi amici, è un Nephilim e lo so sembra strano visto che io non lo sono ma sai com’è- fece un sorrisetto – quando non si usano certe cose le famiglie si allargano a vista d’occhio!-.
Arriane scoppiò a ridere. – E come si chiama tuo cugino? E’ carino?- Fece l’aria di chi è interessata.
Vanessa annui facendo un sorriso complice – Sì è un figo e sì è single! È a tua completa disposizione anche perché non so per quanto rimarrà qua. E ora vai su, fatti un bagno che sarai stanca e poi scendi che si cena- Fece un ultimo sorriso mentre prendendo sottobraccio la bruna la indirizzava verso le scale.

Vi starete chiedendo come fanno Vanessa e Arriane a entrare all’interno dell’istituto visto che non sono Nephilim puri, semplice: l’Istituto non è stato costruito sopra le rovine di una chiesa quindi è un territorio sconsacrato anche perché l’Isola è abitata da molti esseri come vampiri, lupi mannari ecc e non solo Nephilim.
La ragazza salì fino alla sua camera, era rimasta la stessa: letto a due piazze al centro, degli scaffali che circondavano la stanza piena dei suoi libri preferiti che aveva preso dalla biblioteca dell’edificio, una scrivania con un computer, una porta comunicante con un bagno che considerava suo personale visto che nessuno lo usava e la maniglia che dava sul corridoio principale era rotta nessuno entrava da lì. C’era una porta-finestra che dava su un balconcino davanti al mare, era abbastanza grande come stanza e soprattutto era vicinissima alla cucina il che gliela faceva amare ancora di più.
Prese dal bagno un asciugamano e si spogliò, aprì il getto caldo dell’acqua e si fece una doccia con tanto del suo shampoo preferito: quello al cocco.
Finito si legò i capelli ancora umidi e scese di sotto, trovo Vanessa e Isabelle in cucina intente a decidere che cosa cucinare per cena visto che evidentemente anche la cuoca era in vacanza. Isabelle si poteva subito riconoscere come sua madre: avevano quasi lo stesso taglio di capelli ma Arriane ce li aveva lisci mentre la madre ce li aveva mossi e castano scuro mentre Dora ce li aveva castano chiari con qualche ciocca bionda, presi dai capelli del padre. Lui era biondo e occhi azzurro ghiaccio, quelli della madre avevano la stessa espressione dolce da cerbiatta di Arriane solo che erano verdi smeraldo. La madre le aveva passato l’insegnamento da cacciatrice anche se era diventata vampira grazie a Sidney nel 1878. Lei era nata nel 1978, come faceva ad essere ancora così giovane era per via del suo miscuglio con il sangue da mutaforma e forse anche per il sangue da vampira anche se le aveva dato veramente poco.
Conclusione della discussione decisero di ordinare una pizza, ebbene sì l’Isola era munita di pizzerie, bar e discoteche. Uno si può immaginare un isoletta piccola ma in realtà Avalon era molto grande, così grande che spesso si dubitava che da un’altra parte ci fosse un’altra spiaggia.
Passarono la serata a mangiare la pizza loro quattro, suo padre si era dimenticato di invitare gli altri ma poco male Arriane era stanca morta infatti appena finita la cena si ritirò in camera e si addormentò subito dopo essersi cambiata.



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Capitolo 4
*** 3° La prossima volta guido io! ***


 Note dell’autrice: La storia nasce dalla mia mente malata e molesta, non è assolutamente a scopo di lucro. Premetto che secondo i tempi in cui è ambientata la storia Valentine è già ‘morto’ e che non penso inserirò Clary, Simon, Jocelyn e Luke come personaggi, non lo so ancora devo decidere ancora. Ringrazio Isabelle che ad ogni capitolo si prende la voglia di leggere e recensire. buona lettura anche se non sono sicura sia venuto bene questo capitolo.
  
                           
                     Capitolo 3° - La prossima volta guido io!
 
 
Da un’altra parte, precisamente all’Istituto di New York  un ragazzo biondo, Jace, si stava allenando con un altro ragazzo con i capelli scuri, Alec, quando a interromperli venne una ragazza con i capelli lunghi e neri, Isabelle la sorella di Alec: - Vi voglio ricordare che tra mezz’ora partiamo e sono sicura che non avete finito di preparare le vostre valigie- Izzy si appoggiò allo stipite della porta.
- E qui ti sbagli, a differenza tua non ho bisogno di 50 valigie solo per i vestiti me ne basta una. – disse Jace riponendo le armi a posto, Izzy sbuffò
- Ok fate come volete però se arriviamo in ritardo ve la vedete vuoi due con Magnus – Jace ridacchiò – Tranquilla chi se la vede con Magnus è Alec, e non penso gli dispiaccia!- Il biondo si beccò un coppino da parte di Alec che rise: - Ti devo ricordare che è grazie a me se ho convinto mamma e papà a non accompagnarci-.
Jace sospirò: - E meno male che ci sei tu grande Alec, come faremmo senza di te?- Rise mentre Izzy scuoteva la testa anche se era divertita anche lei, la ragazza guardò l’orologio – Su andate a lavarvi che con voi vicino sudati non è una passeggiata! Ci vediamo giù in cortile- Detto questo se ne andò dalla porta da dove era entrata e seguita da Alec e Jace che iniziavano a fare progetti per quella ‘vacanza’.
- Promettiamo di prenderci almeno due giorni per prendere il sole sulla spiaggia- Propose Jace immaginando già la scena e porgendo la mano da stringere ad Alec, lui la strinse con un sorriso – Speriamo anche più di due-.
I due ragazzi si lasciarono entrando nelle rispettive stanze e facendosi una doccia.

Jace sotto l’acqua ripensava a cosa l’aveva spinto ad accettare quel viaggio, forse perché metà della mail d’invito era piena di ‘Ti prego’, o forse perché nell’ultimo periodo sentiva l’infinito bisogno di trovare un parente vero della sua famiglia. Dopo aver scoperto la verità sul suo vero padre si era sentito un po’ solo anche se aveva la migliore famiglia di tutti: I Lightwood e non ci avrebbe rinunciato per niente al mondo. Ma sicuramente una cugina che ti invitava in un’isola soleggiata con spiagge e sicuramente belle ragazze era stato un bell’acquisto.
Uscì dalla doccia e si vestì finendo di preparare la valigia scese di sotto nel cortile trovando Alec, Isabelle e Magnus che stava già preparando il portale, con la scomparsa di Valentine si poteva viaggiare più tranquillamente attraverso portali da un istituto all’altro.
Alec seguiva ogni movimento di Magnus, ormai il ragazzo aveva fatto coming out e Jace doveva ammettere che stava bene con lui anche se non sopportava ancora i suoi glitter che gli ricoprivano i capelli e buona parte del corpo.
- Su sbrigatevi che non è facile tenere aperti ‘sti cosi’- si lamentò lo stregone, Jace guardò dietro Izzy che aveva 5 valigie.
- Le porterai tutte tu vero? No perché io mi rifiuto di portartele-
Izzy fece una smorfia: - Non puoi abbandonarmi nel momento del bisogno!-
- Oh no Izzy, ti avevo avvertito.. o forse me ne sono dimenticato.. Non importa fatto sta che quelle te le porti da sola- Sorrise mentre la ragazza cercava di lamentarsi ma inutilmente visto che il biondo si era avvicinato al portale al cenno di Magnus, prese la sua valigia e attraversò il portale, si sentì strattonato da varie parti ma si era abituato.
 
Atterrò sulla sabbia di pancia, l’arrivo non era stato molto buono soprattutto perché dietro di lui arrivò Alec che gli cadde addosso mentre si rialzava, rotolarono di lato per riprendersi mentre arrivavano Isabelle e Magnus atterrando uno sopra l’altro e lamentandosi: - La prossima volta guido io!- disse la ragazza.
Jace si rialzò mentre riprendeva fiato si guardò intorno, al limitare della foresta c’erano 4 persone che li guardavano e due che se la stavano ridendo sotto i baffi. Una delle due, quella bionda cioè Vanessa si allontanò dal gruppo correndo incontro al cugino e fermandosi davanti a lui con una mano appoggiata a un fianco: - Iniziavo a temere che ci avessi ripensato!-
Il biondo sorrise:- Sole, spiaggia e magari belle ragazzi, ovvio che non rinunciavo- I suoi occhi caddero su una ragazza con i capelli bruni, Arriane, che si avvicinava con gli ultimi due a loro. – Vanessa non essere maleducata presentaci- sorrise prendendo sotto braccio l’amica che si era staccata dal ragazzo.
- Uh sì! Allora lei è Arriane ma chiamala Dora se vuoi, lui è Sidney uno dei direttori dell’istituto e Isabelle.. bè lei è l’altro capo- sorrise sorniona.
Jace sorrise rimanendo un attimo a guardare Arriane: - Io sono Jace, lei è Izzy, lui Alec e quello sbrilluccicoso è Magnus- Da dietro arrivò la lamentela dello stregone - Lo sbrilluccicocoso la prossima volta ti lascia a New York, tzè-.
Arriane rise: - Venite vi mostriamo la strada per arrivare all’Istituto, può dormirci anche Magnus, non è costruito su un terreno consacrato è un’isola abbastanza pacifica questa, anche se qualche demone non manca mai-.
Arrivati al limitare delle foresta davanti alla ragazza spuntò a testa in giù un’altra bionda con un sacco di meches colorate, per poco Dora non cadde addosso a Jace: - Axl mi hai spaventata!- L’altra rise atterrando per terra molto aggraziata – Era il mio obbiettivo, e non c’è bisogno di presentazioni ho sentito tutto dall’albero e brava che non sei venuta a salutarmi. – si finse offesa.
Arriane l’abbracciò: - Con te non so mai se ci sei o no, a volte parti per i tuoi viaggi e chi ti vede più?Non c’è bisogno di dirmi: ‘meriti una punizione’ mio padre sta mattina mi ha svegliata all’alba per allenarmi vero?- Guardò Sidney con sguardo accusatore mentre lui se la ridacchiava – Non puoi incolparmi del fatto che volevo stare un po’ con mia figlia-.
Arriane sbuffò scompigliando i capelli di Axl e ridendo per la faccia infastidita di lei mentre si inoltrava nel sentiero che portava all’Istituto, alla fine rimase in coda con Jace mentre Sidney e Isabelle guidavano il gruppo.
- Ma non vi preoccupate che qualche vampiro possa entrare nel cuore della notte?- Chiese il ragazzo.
- No per niente, abbiamo fatto una specie di alleanza con loro e fino ad ora ha funzionato bene, poi non hanno molto da temere da noi perché sanno che l’Istituto è una casa anche per loro- Lo guardò sorridendo e notando la sua faccia sconcertata – Lo so siamo strani ma essendo in un isola non abbiamo molti controlli anche se seguiamo le leggi dei Nephilim e gli Accordi. – Lo guardò negli occhi incantandosi un attimo a guardarli, si risvegliò solo quando sentì il cigolio del portone che si apriva ed entravano dentro.
Sidney portò i maschi nelle loro stanze e Vane, Arriane, Axl e Isabelle accompagnavano Izzy nella sua. Dora prese da parte Vanessa un attimo e le sussurrò: - Hai proprio ragione, tuo cugino è veramente figo!- .

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Capitolo 5
*** 4° le regole di un buon guerriero. ***


 Note dell’autrice: La storia nasce dalla mia mente malata e molesta, non è assolutamente a scopo di lucro. Sta volta faccio una promessa: prometto che il prossimo capitolo sarà più movimentato e forse più lungo, sto cercando di descrivere al meglio i personaggi principali che mi servono ora. Al solito buona lettura e grazie per le recensioni.


              
              Capitolo 4° - Ripassiamo le regole di un buon guerriero.  


Al mattino dopo Arriane sì svegliò per colpa di un raggio di sole che penetrava dalla finestra e le andava a colpire il viso disturbando il suo sonno. Non aveva voglia di rimanere a letto a leggere così si alzò e andò in bagno a farsi una doccia ancora mezza addormentata, uscita si vesti con una tuta e asciugò con un asciugamano un po’ i capelli lasciandoli sciolti, faceva così caldo che non temeva di prendersi un raffreddore. Uscì in punta di piedi e si avviò verso la palestra per allenarsi, quando non sentiva il bisogno di leggere si sfogava così allenandosi per qualche ora. Prese una spada angelica avvicinandola al viso sussurrò: - Balthazar- la spada si illumino e uscì l’arma, lei la sentiva il manico tiepido e rassicurante. Prese anche un manichino iniziando a colpirlo da varie angolazioni immaginando mille modi con cui un qualsiasi nemico avrebbe contrattaccato.

Da un’altra parte nel frattempo si svegliava Jace, il calore dell’isola era molto diverso da quello di New York e aveva avuto qualche difficoltà a dormire così decise di uscire a fare una passeggiata per l’Istituto curiosando in giro. Trovò la biblioteca, la cucina, l’armeria e infine la palestra dalla quale sentiva i rumori dell’allenamento di Arriane, entrò rimanendo sulla soglia della porta a guardarla silenzioso. La ragazza subito non si accorse di lui visto che era arrivato senza fare il minimo rumore, quando lo notò si fermò sorridendogli dolcemente: - Buongiorno, sveglio di prima mattina anche tu?-.
 Jace rispose sollevando un angolo della bocca in una specie di sorriso ma un po’ stanco: - fa caldo, a New York ci sono temperature molto diverse-.
Arriane annuì: - Sì qui ci sono temperature diverse di qualsiasi parte del mondo, non sappiamo perché..New York ci sono stata per una settimana tipo.. 6 o 7 mesi fa se non sbaglio-.
- Uhm e perché non ti ho mai vista all’istituto?- Chiese Jace staccandosi dalla porta e avvicinandosi verso di lei, non si ricordava ciò che lei era anche se Vanessa gliene aveva parlato in una delle sue mail ma a molte ci aveva dato giusto un'occhiata con scarso interesse.
- Perché ho dormito sulla nave su cui viaggiavo e poi in alcuni istituti non riesco a entrare per colpa della minuscola parte da vampira che ho, ho girato un anno e mezzo il mondo, come regalo di compleanno- Rimase di nuovo incantata dai suoi occhi con una luce determinata, quasi felina ma stanca, in effetti Jace le ricordava una specie di leone.
- Wow, il mio regalo di compleanno più bello è stato un bagno con la pasta- rise, cercando di lasciare fuori dalla sua mente il viso di chi glielo aveva fatto fare.
Arriane rise con lui: - Se vuoi posso farti compagnia, ora a meno che non volessi rimanere da solo-.
Lui sorrise avvicinandosi ad alcune armi che erano posizionate lungo la parete: -No in realtà cercavo qualche pazzo che fosse sveglio a quest’ora e che fosse disposto ad allenarsi con me-.
- A tua completa disposizione, Jace- sorrise lei - Dicono che sei un ottimo cacciatore per la tua età, provamelo, combatti contro di me- si morse il labbro inferiore e sorridendo.
Jace annuì prendendo una spada angelica dalla parte: - Ci andrò piano con te, se vuoi ti lascerò vincere-.
 Arriane rise –Non ho bisogno di questa premura, caro- si mise in posizione rilassata anche se teneva d’occhio i suoi movimenti.


Jace dopo aver pronunciato il nome della spada ed averla attivata attaccò per primo, Arriane si difese contro-attaccando e incontrando la difesa dell’altro, continuarono così per un po’ ad attaccarsi e a difendersi a vicenda fino a ritrovarsi a un certo punto con i visi a qualche centimetro, separati solo dalle due spade incrociate.
-Ripassiamo le regole di un buon guerriero, regola numero 1 se la situazione è opprimente, allontanati- disse Arriane allontanandosi velocemente e mancando per un pelo la spada di Jace il quale rispose: - Regola numero 2 aspettati qualsiasi cosa dal tuo nemico- il pavimento era un po’ scivoloso, si buttò sulle ginocchia arrivando fin dalle sue gambe e facendo roteare la spada mentre Arriane saltava all’indietro.
- Regola numero 3 sfrutta al massimo l’ambiente che ti circonda – la bruna indietreggiò fino alla trave ritrovandosi per un attimo di schiena, il suo obbiettivo era salirci e prenderlo dall’alto ma in quel’esatto momento sentì una leggera fitta alla schiena, era stata troppo lenta o Jace era stato troppo veloce? – Regola numero 4- si avvicinò un po’ di più tenendo la spada sempre puntata mentre lei sentiva il suo fiato sul collo che le fece venire i brividi – mai voltare le spalle al nemico-.
Arriane fece un respiro profondo, non accettava una sconfitta così, tirò fuori dalla tasca un pugnale – Regola numero 5 aspettati sempre un’arma segreta-.
 si girò di scatto facendo cozzare le lame e con una ginocchiata alla mano di Jace cercò di fargli perdere la spada ma lui era più svelto e schivò la ginocchiata, la spinse  verso il muro bloccandole con la mano libera il polso con cui teneva il pugnale e il braccio con la spada sulla gola senza fare pressioni per non farle del male, avvicinò il viso al suo sussurrando a poco da lei: - Ho vinto- sorrise sornione e anche la bruna sorrise – Ok hai vinto, hai vinto.. c’è il tutto e per tutto?-.
Jace alzò un sopracciglio: - E sarebbe?- Lei lo colse alla sprovvista facendogli perdere la spada spingendolo e facendolo cadere per terra, Arriane buttò sul pavimento il pugnale e rivolse al biondo una linguaccia: - E questa l’ho vinta io- si avvicinò a lui ancora per terra.
- Non è detta l’ultima parola- Scattò in avanti afferrandole la caviglia e tirandola giù per terra con sé, scoppio a ridere  insieme ad Arriane.
- Ehi non vale- si lamentò lei – E invece sì che vale- rispose lui puntandole un dito contro un fianco di lei e scatenando una sua risata – No, mi hai fatto il solletico!- la bruna si allontanò un po’ da lui ridacchiando.
Jace inclinò la testa da un lato guardandola divertito: - Oh abbiamo un punto debole?- si avvicinò iniziando a farle il solletico lei rotolò cercando di scappare ma finirono per ritrovarsi con lui a cavalcioni su di lei per bloccarla e farle il solletico, lei rideva come una matta e lui rideva con lei finchè non sentì un colpò di tosse provenire dalla porta, si fermò e tutti e due rivolserò lo sguardo verso il suono senza muoversi, era Isabelle.

-Ragazzi mi dispiace.. ehm… interrompervi ma volevo dirvi che tra poco è pronta la colazione- fece un sorriso dolce guardando negli occhi sua figlia, Arriane aveva sempre avuto un ottimo rapporto con tutti e due i genitori ma sua madre riusciva a capirla solo guardandola negli occhi. – Bè se volete continuate pure, vi lascio il caffè sul tavolo- fece per uscire quando Arriane si accorse in effetti di come era ambigua la loro posizione: - Ehm.. no no arriviamo, abbiamo finito l’allenamento- si alzò arrossendo violentemente, seguì la madre fermandosi sulla soglia ad aspettare Jace sperando che scambiasse il rossore per fatica e non per imbarazzo, sorrise dolcemente. Lei aveva più il sorriso di suo padre anche se alcune ‘facce’ erano tipiche di sua madre. Il ragazzo si alzò tranquillo e uscì dalla stanza insieme a lei. Scesero giù, Isabelle era già seduta e entrarono nella sala loro due insieme, erano già tutti seduti pronti per la colazione e Axl e Vane guardavano Arriane con sguardo di chi si stava facendo delle domande.

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Capitolo 6
*** 5° - Ho un marito stupido.. è ufficiale ***


 Note dell’autrice: La storia nasce dalla mia mente malata e molesta, non è assolutamente a scopo di lucro. Non amo il finale che mi è uscito da questo capitolo devo ammetterlo ma spero vi piaccia. Buona lettura.
 
  
                   Capitolo 5° - Ho un marito stupido.. è ufficiale
 
Arriane purtroppo finì in mezzo ad Axl e Vane che iniziarono a tartassarla di domande sottovoce: - Dov’eri stamattina che sono venuta a svegliarti?-
- Eri con Jace, vero? Dì di sì!-
- Cos’avete fatto è? I curiosi?-
- Non dovresti allenarti?-
- Ragazze, calmatevi! Non è successo niente anche se so che le vostre menti malate pensano a tutt’altro!- Esclamò Arriane forse a voce troppo alta visto che Jace si girò a guardarla costringendo la bruna a nascondersi dietro la caraffa del latte per la vergogna.
A salvare da quel momento imbarazzante furono dei rumori provenienti dal corridoio che dava sull’ingresso, entrò nella sala di corsa un uomo:
- Sidney.. Isabelle..Abbiamo bisogno di voi! Giù al lago ci sono dei dimenticati- Disse col fiato corto l’uomo.
- Calma e riprendi fiato, andiamo subito-  Disse il padre di Arriane alzandosi dalla sedia seguito da Isabelle e la figlia, di solito davanti a questi problemi andavano loro compreso il padre. Arriane e Isabelle perché erano cacciatrici nonostante tutto e Sidney perché voleva essere sicuro che la moglie e la figlia non si cacciassero nei guai.
Le due ragazze corsero di sopra a prendere le loro armi, raramente mettevano la divisa da Nephilim per la fretta e tornarono giù Arriane vestita con jeans, maglietta e scarpe da ginnastica aveva due cinture legate in vita con vari pugnali e qualche spada angelica mentre Isabelle quasi con lo stesso vestiario della figlia tranne che al posto della maglietta aveva una canotta e aveva una sola cintura con qualche spada angelica.
Arrivati al piano di sotto ritornarono nella sala trovandoci solo Sidney pronto con una spada normale visto che a quelle angeliche non riusciva ad avvicinarsi, Axl, Magnus e Vane:- Dove sono gli altri?- Chiese Arriane alzando un sopracciglio.
Magnus si alzo dalla sedia pulendosi le mani in un tovagliolo e rispose per lei:- Vengono anche loro con voi- Sorrise guardando Arriane con gli occhi da gatto – Ah poi io e te dobbiamo parlare, piccoletta- Ridacchiò prima di salire su per le scale lasciando l’aria della sala ancora più interrogativa.
- Perché deve parlarti?- Chiese Isabelle alla figlia
- E io che ne so?- rispose lei guardando verso le scale – Perché devono venire? Non dovevano fare una vacanza? E poi ce la possiamo cavare benissimo noi tre- Continuò incrociando le braccia al petto.
- Più siamo prima torniamo a casa, John ha detto che ce ne sono una ventina- Disse Sidney abbracciato a Isabelle in un momento di tenerezza.
- Una ventina?! Così tanti? Devono aver trovato uno dei portali ma come abbiamo fatto a non sapere che erano entrati?- Chiese la madre.
- No in realtà mi è arrivata una segnalazione che il portale era aperto ma pensavo non ci stesse passando nessuno, era già successo che si aprisse senza motivo- Rispose Sidney.
- Ho un marito stupido.. è ufficiale- commentò Isabelle senza riuscire a trattenere una risate.
Prima che Arriane potesse dire qualcosa sentì il trio scendere le scale di fretta così andò verso la porta aprendo il portone: - Ok siamo pronti tutti?- Si girò a guardarli tutti, Jace si era cambiato con una tuta più comoda e aveva preso dall’armeria alcune spade mentre Alec semplice in jeans e maglietta aveva dietro il suo arco ringraziando Maryse che glielo aveva messo in valigia prima che partissero, infine Izzy aveva dei leggins e una maglia insieme a degli stivali e arrotolata intorno al braccio aveva la sua frusta.
La comitiva uscì di fretta avviandosi verso il lago con Sidney e Isabelle in testa e Jace e Arriane in coda.

- Perché stamattina le tue amiche ti stavano facendo tutte quelle domande?- Chiese il biondo guardandola.
Arriane si passo una mano sul viso cercando di nascondere il rossore: - Non le ascoltare a volte sclerano ma.. niente di che- Sorrise tranquilla guardandolo notando che anche lui le stava sorridendo, per un attimo rimasero così a fissarsi lei persa negli occhi di lui finchè non si risvegliò sentendo dei versi poco lontani, erano arrivati al lago.
I dimenticati sembravano non accorgersi di loro fino a un certo punto quando tutti insieme si girarono a guardarli famelici e  mostruosi, iniziarono ad avanzare mentre loro si sparpagliavano e si preparavano ad attaccare, Arriane prese due spade attivandole aveva davanti a sé un dimenticato piuttosto grosso che la guardava con la bocca aperta e la saliva che gli colava dalle zanne, lei fece una smorfia sentendo il suo alito: - Una mentina mai?- Disse prima di attaccare per prima infilzandolo con le spade alla schiena, schivò per un pelo il pungiglione da scorpione rotolando per terra, questo l’attaccò cercando di beccarla con la coda ma con il risultato che lei gliela tagliò di netto, gli urli dei dimenticati le facevano venire il voltastomaco erano disumani come versi. Mentre il dimenticato si dimenva Arriane gli scivolò sotto la pancia tagliandolo con una spada, uscì in tempo prima che questo crollasse esausto, da lì gli saltò sulla schiena infilzandogli la testa dove probabilmente doveva esserci il cervello, lasciato questo si guardò un attimo intorno e si accorse che effettivamente erano tanti anche se loro stavano tenendo la situazione sotto controllo.
Quell'attimo di distrazione le costò perchè non si accorse che dietro di lei stava avanzando un altro dimenticato finchè questo saltò verso di lei producendo uno dei suoi versi, ebbe il tempo di girarsi con le spade incrociate per difesa ma questo venne bloccato a metà salto da qualcuno che gli era saltato addosso tagliandogli la testa, era Jace che ora la guardava, era sporco di terra e forse anche di sangue, senza dire niente si allontanò di nuovo per attaccare un altro dimenticato e così fece lei.
Uno dietro l’altro i dimenticati caddero tutti sotto le loro armi, Sidney prese parola mentre tutti riprendevano fiato: - State tutti bene?- Chiese mentre controllava in mezzo ai cespugli che non ci fossero altri dimenticati.
- Sì direi che stiamo bene- Rispose Arriane mentre guardava i corpi morti.

Il gruppo torno verso casa e nel mentre Arriane prese da parte Jace:- Grazie, mi hai salvata.. ti sono debitrice- Accenna un sorriso mentre Jace la guardava tranquillo.
- Prego anche se dovresti evitare di distrarti in battaglia, hai rischiato molto.- Disse serio quasi rimproverandola.
- Di solito non mi capita, ho avuto fortuna che c’eri tu forse.- Rispose lei sospirando.
- Già molta fortuna- Per un attimo le prese la mano causando in lei dei piccoli brividi lungo la schiena – Stai più attenta la prossima volta, per favore- Sorrise fece un sorrisetto prima di allontanarsi lasciando la bruna lì da sola a pensare, il primo pensiero andò a Jace ma cercò di scacciarlo non capendo bene il perché poi pensò a Magnus e a ciò che le doveva dire, le venne in mente una cosa: quando era stata a Londra per un lungo periodo uno stregone l’aveva aiutata a scoprire la parte del suo potere di trasformarsi che lei tanto temeva, ripensò a quello stregone che lei aveva conosciuto con il nome di William, ripensò ai suoi occhi uguali identici a quelli dei gatti.
Tornati a casa trovarono Axl, Vane e Magnus a giocare a carte in uno dei salotti:- Com’è andata?- Chiese lo stregone senza alzare gli occhi dalla partita – Sei sicura che si possa fare così? Secondo me hai barato, Axl!- .
La biondina rise: - Sono assolutamente sicura io non baro-
Mentre gli altri salivano di sopra per darsi una lavata Arriane si fermò un attimo di sotto: - Io non mi fiderei di lei, è cattiva- Rise mentre schivava una scarpa lanciata da Axl – E Magnus? Forse so cosa vuoi dirmi- Lo stregone la guardò con un sorriso capendo che lei era arrivata alla conclusione – Ne parliamo dopo, cara. Prima devo stracciare loro due. – Sorrise mentre Arriane saliva di sopra in camera sua e si prepara per fare una doccia.

Sotto il getto d’acqua rimase a pensare a Jace dedicando quel momento a quei pensieri che aveva scacciato prima, perché ogni volta che lo guardava negli occhi rimaneva incantata? Non riusciva a scordare le sue risate e le mani di lui che le facevano il solletico dentro la palestra. Le scappò un sorriso sentendo il cuore accelerare i battiti:- Pff.. Smettila Dora, non viaggiartela troppo- Si disse tra sé e sé mentre usciva dalla doccia e si copriva con un asciugamano, sentì bussare alla porta e senza fare caso allo stato in cui era andò ad aprire ritrovandosi davanti Jace con solo un asciugamano legato in vita, era anche bagnato e Arriane cercò di non seguire i rivoletti d’acqua che gli correvano lungo il corpo: - Mi impresteresti il tuo bagnoschiuma? Mi sono accorto ora che mi mancava nella doccia- La guardò facendosi scappare un sorrisetto mentre Arriane si risvegliava dai suoi pensieri:- S..Sì certo..- Rispose lei mentre andava in bagno a prendere il bagnoschiuma e tornava indietro:- Grazie- Sorrise prima di andarsene tornando verso la sua camere lasciando Arriane imbambolata davanti alla porta:- P…Prego-.


Dopo essersi asciugata e ricambiata scese giù di sotto trovando Isabelle e Sidney che discutevano: - Dai si potrebbe fare infondo è anche per lei- Diceva suo padre.
- Sì  ma in così poco tempo cosa riesci a recuperare?- Sbuffò Isabelle
- Di cosa state parlando?- Si intromise Vane che arrivava in quel momento insieme ad Arriane.
- Del fatto che mi piacerebbe fare una piccola festa sta sera, ma Isa dice che non faremo in tempo a comprare tutto ciò che serve in un pomeriggio- Spiegò Sidney alle ragazze.
- Secondo me potremmo farcela, mai dire mai a Vanessa Herondale- Rise prendendo Arriane per un braccio – E tu e Axl mi accompagnerete ci pensiamo noi non preoccupatevi, voi pensate agli inviti-.
Isa sospirò:- Perché devi dargli corda??- Vane Rise e rispose:- Perché sì!-  Uscì fuori dall’Istituto con Arriane e Axl dirette verso il centro, il bello dell’essere su un Isola è che  rispetto alla zona in cui stavano loro potevano organizzare queste cose anche all’ultimo minuto.

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Capitolo 7
*** 6° Tu sei mia, sono io che ti ho creata ***


 Note dell’autrice: La storia nasce dalla mia mente malata e molesta, non è assolutamente a scopo di lucro. Non premetto nulla da ora vi lascerò nel mistero di tutto muahahahahah!! Buona lettura.
 
  
                Capitolo 6° - Tu sei mia, sono io che ti ho creata
 
Le tre ragazze passavano da un negozio all’altro per prendere ciò che serviva per una serata occasionale e mentre camminavano a un certo punto tra le risate di Axl e Vane, Arriane ci uscì con:- Oggi al lago Jace, mi ha salvata da un dimenticato che non avevo visto-.
Vanessa si girò a guardarla con un sorriso a 32 denti:- Uh, questa mi mancava, da quando ti distrai in battaglia? Cos’avevi per la testa?- Rise.
Axl spuntò dicendo:- E cosa ci faceva in asciugamano davanti alla tua porta oggi?-.
Vane la guardò:- Questa me la sono persa! Cosa combinavate?- Tutte e due guardarono Arriane in attesa di una risposta che era diventata rossa ricordando il corpo bagnato del ragazzo.
- Ehm.. era venuto a chiedermi del bagnoschiuma visto che l’aveva finito e Axl non eri di sotto a giocare con Magnus?-
Axl le rispose:- Se se e con tutte le camere che c’erano proprio nella tua? E comunque ero salita a prendere un libro per Magnus e t’oh guarda chi ho beccato!- Rise insieme a Vane.
- La mia Arri che fa colpo, che bella cosa- Fece finta di asciugarsi una lacrima mentre Arriane sbuffava:- Forse è venuto nella mia camera perché è quella più vicina alla sua?- .
Axl e Vane ci pensarono un attimo:- Forse sì, forse no.. chi lo sa?- risposero insieme con una specie di modo di dire che avevano tra loro tre.
- E cambiando argomento, Ho capito solo oggi che io Magnus l’ho conosciuto quando sono andata a Londra, solo che aveva un taglio un pelo diverso e si era presentato a me come William quindi subito non l’ho riconosciuto, ma oggi ripensandoci ho capito chi era- Spiegò togliendole il dubbio sul ‘cosa doveva dirle Magnus?’, per un attimo le ragazze si dimenticarono di Jace.
- Lo stesso che ti aveva aiutato con la questione: ‘mutaforma’, giusto?- Chiese Vane ricordando la sua lettera.
- Si esatto proprio lui- Sorrise – Cosa ci manca da comprare?-
- Niente direi, sarà meglio tornare anche perché so che sarà lunga convincerti a mettere quel vestito blu che ti sta d’incanto- Disse Vane sorridendo.
- Ma io pensavo di venire in jeans e felpa- rispose perplessa la ragazza.
- Lo so e proprio per questo e per Jace ti costringo a metterlo, cara- rispose l’amica notando la bruna che sbuffava mentre si dirigevano all’istituto.


Lasciato la parte della cucina a due cuoche che si erano offerte di preparare qualcosa di veloce le ragazze si cambiarono tutte nella stessa stanza e anche Izzy aveva voluto seguirle, Arriane si era lasciata convincere a mettere un vestito blu quasi aderente che le lasciava metà schiena scoperta ma doveva ammetterlo le risaltava le curve, legò alcuni capelli lasciando dietro lunghi e davanti giusto una piccola ciocca che le incorniciava il viso e ballerine semplici sui tacchi non riusciva a starci. Vanessa aveva un vestito azzurrino che le risaltava gli occhi azzurro ghiaccio, il vestito le faceva tipo corpetto in alto e si apriva con una gonna larga dai fianchi in giù, aveva lasciato i capelli biondi e mossi sciolti con delle scarpe azzurre col tacco. Axl aveva i capelli legati in una coda semplice e il vestito nero simile a quello di Vanessa ma la gonna più corta ed era ornato di qualche pizzo sul corpetto e sulla gonna il tutto chiuso con calze a rete un paio di anfibi che aveva fregato ad Arriane per impedirle di metterseli. Isabelle, la madre di Arriane, aveva i capelli sciolti e un vestito rosso corto, semplice e le scarpe nere con i tacchi, se c’era una cosa per cui Arriane invidiava sua madre era per il fatto che lei riuscisse a portare i tacchi così facilmente. Izzy infine aveva un vestito semplice nero lungo fino a metà coscia che si allargava con una piccola gonna dai fianchi in giù e stivali col tacco e i capelli sciolti.
Mentre si vestivano si raccontavano varie cose e differenze tra New York e Avalon e su come si stavano trovando gli ospiti, dopo aver finito scesero giù sentendo la musica e trovando la sala già addobbata e piena d’invitati.
Vane sorrise radiosa:-  E meno male che non avevamo tempo Isa- La prese in giro la ragazza.
- Zitta Herondale- Rispose Isabelle ridendo mentre andava incontro a Sidney in giacca e camicia.
Arriane si guardò intorno notando Alec e Magnus che parlottavano in privato in un angolo e vide in poco tempo Jace, con dei jeans aderenti, scuri e una felpa sopra una camicia, sembrava elegante così vestito -‘ma anche con un sacco della spazzatura lo sarebbe sembrato’- pensò Arriane che si accorse di essere rimasta sola solo quando vide Jace venire verso di lei con un sorrisetto:- Posso dire che stai benissimo vestita così?- Tutta quella parte di rabbia, quasi, con cui le aveva detto di stare attenta prima al lago come se la stesse sgridando era sparita.
Arriane ricambiò il suo sorriso:- Grazie anche se non amo propriamente vestirmi così-.
Jace le porse la mano:- Ti va di.. ballare?- Arriane non ci pensò due volte prese la sua mano sussurrando un:- Sì- e lasciandosi guidare fino al centro della sala.


Si lasciarono andare sotto le note della musica tutti e due, Jace con una mano dietro la schiena di lei era vicino alla spaccatura del vestito che Arriane aveva dietro la schiena e con l’altra mano teneva la sua mentre quella libera di Arriane era appoggiata sulla sua spalla. Si guardò intorno un attimo, tra altri ballerini c’erano sua madre e suo padre abbracciati che ballavano scambiandosi qualche bacio ogni tanto e da un’altra parte c’erano Magnus e Alec, il primo con espressione tutta felice e l’altro con la faccia di chi avrebbe evitato volentieri la cosa mentre Izzy da un’altra parte ancora aveva trovato un ragazzo dell’isola con cui passare la serata e lo stesso anche per Axl e Vane.
Il suo sguardo tornò su quello di Jace che si sciolse davanti ai suoi occhi rimanendo di nuovo in quello stato d’incanto in cui esistevano solo loro due, non vedeva e non sentiva nessun’altro a parte lui e la sua mano sulla schiena che era salita sulla pelle nuda causandole qualche brivido. Vide il suo viso avvicinarsi al suo e sussurrarle all’orecchio:- Usciamo, ti va?- La ragazza riuscì ad annuire e a farsi portare fuori verso il giardino.
L’aria calda della sera li investì portando l’odore salmastro del mare, si sedettero su una panchina di pietra, lui non aveva ancora mollato la mano di lei.
- Allora come ti stai trovando qui?- Chiese Arriane facendo un sorriso dolce.
- Per ora molto bene, domani ci piacerebbe andare in spiaggia, sai a New York è difficile trovare il mare- Fece le spallucce.
Rimasero qualche minuto in silenzio a guardarsi finchè Jace mettendo delicatamente una mano dietro la nuca di lei l’avvicinò a sé baciandole il viso vicino alle labbra, la guardò un attimo per vedere la sua reazione trovando la ragazza con lo sguardo chiaramente sorpresa da quel gesto. Si avvicinò di nuovo più deciso verso le labbra, Arriane riuscì solo a chiudere gli occhi e  a schiudere le labbra aspettando il contatto ma vennero interrotti da Vanessa che arrivò di corsa da loro:- Ehi voi due! Entrate un attimo che Sidney vorrebbe fare un brindisi per il ritorno di Arriane e per voi ospiti- Tornò dentro mentre i due ragazzi tornavano con i piedi per terra e Arriane malediceva Vanessa.

Tornati dentro presero ognuno un bicchiere di vino e Arriane andò vicino a sua madre mentre Jace si era tenuto dall’altra parte della folla quasi isolato. La ragazza diede poco ascolto al discorso di Sidney era distratta dai suoi pensieri su quel bacio che Jace le stava per dare, il cuore le batteva ancora forte e sentiva ancora i brividi della mano di lui sulla sua schiena. Si risvegliò quando sentì applaudire fù la prima a bere un po’ di vino, sia per il brindisi sia per calmare i suoi pensieri e a voglia che li calmò: le ultime cose che vide furono la stanza che girava, sentì il pavimento freddo attaccato al corpo e poi soltanto nero, era appena svenuta.
Nella sua mente si vide chiaramente in mezzo al nulla assoluto finche non comparì un uomo con i capelli bianchi vestito bene, la prima cosa che pensò la ragazza era che l’uomo doveva essere stato molto affascinante da giovane benchè si potesse dire che per l'età che dimostrava lo era ancora.
L’uomo si avvicinò a lei con passò deciso e con un sorriso sulle labbra:- Finalmente ti ho trovata- esclamò guardandola come uno studioso.
- Come scusa?- Chiese Arriane cercando di allontanarsi ma con scarso successo, era come se fosse legata dallo sguardo dell’uomo.
- Tu sei mia, sono io che ti ho creata- Disse avvicinandosi di molto a lei – E ora devi ritornare mia-
- Oh non ci pensare neanche! 1° chi sei?! 2° Che vuoi da me?!- Esclamò Arriane spaventata.
- Chiedi ai tuoi genitori di Valentine e rivoglio indietro il mio esperimento con le buone o le cattive- rispose alle sue domande – Guardami negli occhi- Disse con voce decisa facendolo suonare un ordine a cui non si poteva discutere, Arriane lo guardò di malavoglia sentendo i brividi di paura percorrerle il corpo. Valentine sembrò notarli perché sorrise compiaciuto.
- Sentì un formicolio partire dallo stomaco? Bene quello stesso formicolio si trasformerà in dolore, sarà un modo per ricordarti di me- Le disse tranquillo l’uomo.
- Ma che cosa…?- Si interruppe sentendo effettivamente un formicolio che in poco si propagò in tutto il corpo iniziando a bruciare.

Fuori dalla sua mente quando era svenuta si erano subito tutti raccolti attorno a lei con Axl, Vane, Magnus e Jace in prima fila e Isabelle vicino al marito che scuoteva la figlia chiamandola:- Arriane! Arriane, tesoro svegliati- Continuò così per poco perché quel che per Arriane erano sembrate ora nella sua mente fuori erano minuti, il corpo della ragazza venne scosso dai brividi e poi dalle sue grida di dolore:- SMETTILA! FALLO SMETTIRE! ESCI DALLA MIA TESTA!- Gridava come in preda al delirio scuotendosi tra le braccia del padre che cercava di calmarla finchè non le diede uno scossone costringendola ad aprire gli occhi.
- Arriane che succede? Chi c’è?- La figlia vide chiaramente il padre ma sentiva ancora lo sguardo dell’uomo e si vedeva ancora nella mente il suo sorriso compiaciuto, non riusciva a parlare normale sentiva troppo dolore: - FA MALE! FALLO SMETTERE! PAPA’ TI PREGO!- Si aggrappò alla camicia di lui quasi rischiando di strappargliela da quanto la tirava.
Isabelle si girò verso Magnus:- Falla svenire, ti prego è l’unico modo per fermarla un attimo- Lo stregone si avvicinò veloce appoggiando due dita sulla fronte di lei riuscendo a calmare le sue urla di botto facendola accasciare svenuta tra le braccia del padre.
Tutti che erano rimasti col fiato sospeso tirarono un sospiro anche se la preoccupazione si sentiva chiaramente per la sala, Sidney prese tra le bracca la figlia alzandosi:- Penso che la festa sia finita, grazie per la compagnia-  Cercò di essere gentile anche se si vedeva che aveva fretta di salire per poter vedere meglio cosa aveva scatenato tutto questo in Arriane. la portò di corsa di sopra seguito da Isabelle, Axl e Vane e dietro di loro c’erano Jace e Izzy seguiti da Magnus e Alec, rimasero tutti fuori dalla stanza della ragazza in attesa con Vanessa attaccata alla porta che cercava di sentire qualcosa.

All’interno della stanza Arriane si era svegliata dopo un bel po’ ancora intontita da quello che era successo:- Mamma?- Chiamò mentre metteva a fuoco la stanza –Siamo qui tesoro- La madre seduta sul letto le prese la mano, sul viso si leggeva chiaramente la preoccupazione e Sidney continuava a camminare avanti e indietro per la stanza anche lui preoccupato.
- Come stai?- Le chiese il padre.
- Meglio ho soltanto un po’ freddo- Si strinse nella coperta.
- Puoi dirci cosa è successo? Se riesci..- Chiese la madre incerta.
Arriane prese fiato e li raccontò ciò che aveva visto nella sua mente:- questo uomo ha detto che sono sua- fece una smorfia disgustata- e che si chiamava Valentine- La donna sbiancò e per poco non cadde dal letto.
- Non può…- Isabelle guardò preoccupatissima Sidney il quale sembrava ancora più preoccupato, che uscì subito dalla stanza:-  Dobbiamo capire dov’è e da dove è passato subito!-.
- Mamma, che sta succedendo?- Chiese vedendo la reazione dei genitori davanti a quel nome.
- Tesoro non possiamo spiegartelo ora, ma lo faremo lo promettiamo. Ora dormi e riprenditi- La madre si allungò per darle un bacio sulla fronte prima di uscire.
Arriane non riuscì a dormire subito si vedeva di nuovo Valentine nella sua testa, finchè i suoi pensieri non caddero di nuovo su Jace e qui riuscì ad addormentarsi anche se fece sogni agitati.

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Capitolo 8
*** 7° Bel pigiamino ***


 Note dell’autrice: La storia nasce dalla mia mente malata e molesta, non è assolutamente a scopo di lucro. Ok il finale devo dire che mi è uscito male ma avevo timore di aver scritto troppo e sono sicura che non ci arrivete perché vi addormentate prima, ok spero di no in realtà e lo so il titolo è stupido ma mi sembrava carino. Anyway buona lettura.
 
                           Capitolo 7° - Bel pigiamino!
 
 Il mattino dopo Arriane si svegliò come al solito trovando però appoggiato al parapetto del terrazzino Jace che aveva lo sguardo rivolto verso il mare, si stiracchiò tirando fuori dal letto le gambe mentre, era con dei pantaloncini corti e una canotta che erano il suo pigiama tipico, doveva essere venuta sua madre a cambiarla:- Jace, che ci fai qui?- Chiese guardando il biondo che si girava notando solo ora che era sveglia:- Buongiorno.- Le disse con voce fredda staccandosi dal parapetto  –Spero che tu stia meglio- Il suo tono di voce era quasi acido.
Arriane si alzò dal letto guardandolo male:- Scusa ma ho fatto qualcosa di sbagliato?- Chiese seria scatenando una risata dell’altro.
 - Hai fatto qualcosa di sbagliato?! Secondo te?! Guardati Arriane.- La prese di forza per un braccio e la spostò fino ad uno specchio lungo che era attaccato ad un’anta di un armadio –Guardati, sei un mostro! Mi stupisce che ti definisci una cacciatrice!- Sembrò quasi che Jace le stesse sputando addosso quelle parole, Arriane si guardò allo specchio ferita. La cosa peggiore fu ciò che vide.
Era lei lo sapeva, ne era certa ma ciò che vide era Valentine con lo stesso sorrisetto compiaciuto che aveva nella sua testa, cercò di urlare ma l’unica cosa che vide era l’immagine riflessa che rideva. E poi di nuovo il buio.
 
Si svegliò di colpo facendo un balzo e un urletto di spavento cadendo giù dal letto e incastrandosi nella coperta:- Ahia che botta!- Si lamentò mentre cercava di liberarsi sentì una risata, si bloccò cercando di vedere chi fosse e le venne un colpo vedendo Jace appoggiato con la schiena al parapetto e le braccia incrociate. Spaventata rivolse un veloce sguardo allo specchio, per fortuna era ancora lei, guardò il biondo con un sopracciglio alzato:- Potresti anche aiutarmi al posto di stare lì impalato! Ehi mi stavi spiando mentre dormivo?!-.
Jace si avvicinò prendendola per le spalle e alzandola di peso:- Lo so piacerebbe a chiunque sapere che li guardo mentre dormono- Fece un sorrisetto anche se le occhiaie sotto gli occhi davano il segno che era stanco come se veramente l’avesse guardata tutta la notte – Mi ha chiesto tua madre di passare a vedere come stavi, e bel pigiamino- Il suo sorriso prese una nota maliziosa, Arriane si guardò: gli short erano più corti di come ricordava e la canotta era parecchio aderente.
 - Si e a me hanno detto che eri modesto, sai?- Gli rispose la ragazza con un sorrisetto mentre incrociava le braccia.
 - Strano di solito la prima cosa che dicono di me è che sono terribilmente bello- La sua faccia faceva chiaramente capire che non era una novità per lui.
Arriane sospirò dirigendosi verso il bagno per sciacquarsi la faccia tanto da svegliarsi, tornata in camera dopo essersi legata i lunghi capelli castani in una coda notò Jace sdraiato sul suo letto, sembrava essersi addormentato.
 Arriane si avvicinò piano temendo di svegliarlo e si sedette vicino a lui a guardarlo, sembrava così beato che temeva che anche il suo respiro potesse disturbarlo.
Effettivamente Jace aprì gli occhi guardandola con un sorriso:- Chi è che guardava gli alti mentre dormono? Va bene che è facile incantarsi davanti a me però è inquietante come cosa-.
Arriane ruotò gli occhi:- Smettila Mr. Modestia stavo solo notando che hai occupato gran parte del letto-.
Jace si alzò sui gomiti:- Dì la verità, ti piacerebbe condividere questo letto spazioso con me?-
 - Sì non sai quanto! Sai è il mio sogno da tutta una vita!- Ridacchiò Arriane fingendo di dargli corda, non si accorse che il ragazzo si era alzato a sedere e si era avvicinato a lei. Di nuovo la ragazza rimase incantata dal suo sguardo, lo vide avvicinarsi sempre di più deciso finchè non andò a sfiorare le sue labbra. Arriane schiuse le sue trattenendo il respiro aspettando che annullasse quella distanza, Jace sorrise per un attimo del fatto che lei non si stesse tirando indietro e finalmente la baciò.
 
Per la bruna il bacio sembro impetuoso, umido ma cavoli se ci sapeva fare il ragazzo, lo ricambiò avvicinandosi di più a lui. Sentì le sue mani che le accarezzavano i fianchi causandole dei brividi di piacere lei affondò le mani nei suoi capelli. Entrarono in gioco le lingue, due fiumi in piena che si stuzzicavano e accarezzavano, la mano di Jace corse su per la sua schiena andando a slegarle i capelli e affondando la mano in essi.
Arriane scossa da quei brividi cercava di rimanere un minimo lucida ma con scarso successo mentre continuava a baciarlo sentì l’altro tirarla sopra le sue gambe, non c’era niente a dividerli sia lui che lei riuscivano a sentire i battiti veloci dei loro cuori.
Jace inizio a baciarle il collo, quasi come se fosse una sua proprietà andando a giocare con la lingua sulla pelle di lei che inerme aveva il viso rivolto verso l’alto lasciando via libera a lui, si fece sfuggire un sospiro di piacer mentre con le mani andava a sollevare la maglia di lui ed ad accarezzare i suoi addominali scolpiti e segnati dalle rune.
Anche Jace stava sollevando la maglia di lei ma venne interrotto dal bussare di qualcuno alla porta.
‘Che cosa mi è preso?!’ Pensò la ragazza mentre guardava Jace che riprendeva fiato come lei. Era come se lui le avesse fatto un incantesimo, non era riuscita a disincantarsi da lui, dalle sue mani e dalle sue labbra che ora erano rosse per i baci decisamente troppo impetuosi.
 - C..Chi è?-  Chiese Arriane cercando di sembrare normale, nessuno dei due si era mosso dalla loro posizione e Jace aveva ancora le mani sui suoi fianchi.
 - Sono Izzy, mi ha mandata Vanessa per chiederti se tu e Jace volevate la colazione- rispose da dietro la porta.
A malincuore si alzò dal letto cercando di rimettere a posto i capelli che si erano scompigliati un po’:- Sì arriviamo un momento che mi cambio io-.
Jace rimase un attimo a fissarla prima di prendere e uscire senza né salutare lei né Izzy, Arriane lo guardò con un sopracciglio alzato sorpresa dal suo comportamento.


Si mise dei jeans, sneakers e una t-shirt con sopra scritto: ‘I am a Zombie’ con un disegnino stilizzato, uscì dalla stanza trovando Izzy che l’aspettava con un sorrisetto.
 - Ascolta dovrei dirti una cosa, almeno vorrei dirtelo perché mi stai abbastanza simpatica e perché siete stati gentili ad ospitarci- Iniziò lei.
 - Certo dimmi pure- Le rivolse un sorriso Arriane.
 - Ho visto come guardi Jace e si vede che ti piace molto.. Per carità è un fratello per me però.. stai attenta ok? Lo so come fa e so che fa cadere molte ragazze ai suoi piedi, ma molte volte le ha fatte anche soffrire. Non ti dico che non ti ci puoi divertire dico solo che come amico è fantastico ma non affezionartici come possibile ragazzo, ok? Te lo consiglio- Le disse seria mentre passavano per il corridoio, Arriane rimase zitta ripensando alle parole di Izzy.
Arrivati nella sala trovarono già tutti seduti, Jace che scherzava con Alec che si girò a guardarla ma il biondo neanche la degno di uno sguardo.
Arriane fece un sorriso rivolto a tutti che si erano girati a guardarla.
 - Se ve lo state chiedendo sto bene grazie- Si sedette tra Axl e Vane notando solo ora che Sidney e Isabelle non c’erano.
 - Dove sono mia madre e mio padre?- Chiese a Vane.
 - Sono a fare dei controlli per il discorso di ieri, ma non ci hanno detto molto- Le rispose la bionda mentre le passava le uova che Arriane rifiutò, dopo il discorso di Izzy le si era chiuso lo stomaco.
 Provò a mangiare un po’ di yogurt e cereali ma con scarso risultato.
 
Di sopra nella loro camera Isabelle era sdraiata sul letto:- Forse dovremmo andarcene, Sid- Disse alzando la testa verso il marito che ritornava con soltanto i jeans addosso dal bagno che anche loro avevano in camera.
 - No gliela daremmo vinta ancora, e poi Arri si rifiuterebbe- Rispose lui mentre saliva a gattoni sul letto rimanendo sopra Isabelle.
 - Già anche lei direbbe che dovremmo affrontarlo, ha preso da te decisamente- Le scappò un sorriso intenerito mentre Sidney le accarezzava il viso sorridendo, di una cosa erano certi: si amavano ancora tanto anche se a volte litigavano comunque il loro amore non si spegneva.
 - Vieni qui- Le disse lui senza farlo suonare come un ordine mentre si metteva dietro di lei, Isabelle si mise seduta appoggiando la testa sul suo petto.
Lui iniziò a massaggiarle le spalle piano e dolcemente mentre lei chiudeva gli occhi godendosi quelle cure.
- Sono solo spaventata, so quanto può essere pericoloso- Mormorò Isabelle.
- Non ci pensare ora- le sussurrò all’orecchio lui – La prima cosa da fare è pensare a cosa dire a nostra figlia, lo sai che ci farà delle domande, poi il resto verrà da sé-.
- La verità, soltanto quella. Non voglio nasconderle niente- Disse alzando lo sguardo verso Sidney.
- Sarà quello che faremo allora- Rispose prima di baciarla dolcemente andando a stringerla con le braccia all’altezza della pancia, lei si sciolse tra le sue braccia accarezzandogli i capelli con una mano.
- Dovremmo scendere?- Sussurrò Sidney.
- Naa, rimaniamo qui ancora un po’- Ridacchiò mentre con una mano sul petto di lui lo faceva sdraiare e lei si metteva a cavalcioni su di lei riprendendo a baciarlo.

Sidney le accarezzò la schiena sfilandole la maglia e buttandola da qualche parte della stanza mentre lei faceva lo stesso con la sua e scendeva a baciargli i pettorali strappandogli un sospiro di piacere.
Sidney prese posizione sopra di lei baciandole il collo e accarezzando i capelli scuri della moglie e scendendo a toglierle i pantaloni.
Si ripresero a baciare mentre si spostavano verso la testiera del letto, Isabelle slacciò i pantaloni di Sidney togliendoglieli e buttandoli da qualche parte nella stanza, le mani di lui le percorsero tutto il corpo prima di slacciarle il reggiseno andandole a baciare i seni scatenando qualche gemito da parte di lei.
Lei gli tolse i boxer mentre lui le tolse gli slip che andarono a finire via dal loro mondo.
 - Ti amo Isabelle Williams, come il giorno in cui ti ho sposata- Sussurrò lui facendo aderire i loro corpi.
 - Anche io ti amo, tu non sai quanto- Riprese a baciarlo sentendo poi lui che entrava in lei, affondò il viso nell’incavo del suo collo cercando di trattenere i gemiti mentre lui aumentava il ritmo delle spinte senza preoccuparsi di nascondere i rumori.
Raggiunsero l’apice del piacere, lui si sdraiò accanto e coprì i loro corpi mentre Isabelle lo coccolava dandogli dei soffici baci sulle spalle nude e sul collo.
Per quel momento Valentine era lontano dai loro pensieri, ma non sapevano che il male si faceva sempre più vicino.

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Capitolo 9
*** 8° Allora è vero che ti piace ***


 Note dell’autrice: La storia nasce dalla mia mente malata e molesta, non è assolutamente a scopo di lucro. Ok non è molto carino ma mi piace abbastanza come capitolo, vi dico solo di tenere d’occhio Katherine. Buona lettura.
 
                           Capitolo 8° - Allora è vero che ti piace
 
Al piano di sotto mentre Sidney e Isabelle davano sfogo del loro amore Arriane stava parlando con una ragazza minuta che aveva bussato durante la colazione, ogni scusa era buona per allontanarsi dalla stanza e lei si era alzata subito. La ragazza che aveva bussato sembrava una bambola, con i capelli biondi e gli occhi quasi grigi, era appena arrivata sull’isola e stava chiedendo se poteva lavorare come cameriera giusto da poter avere qualcosa su cui tirare su la sua nuova vita lì. Arriane le disse che non c’erano problemi che poteva provare qualche giorno per vedere se si sarebbe trovata bene. Si chiamava Katherine e subito si mise al lavoro facendo uscire all’aperto i ragazzi e portando fuori delle bevande e qualche stuzzichino.
Vanessa, Axl e gli altri erano seduti a dei tavolini con davanti ciò che Katherine aveva portato fuori a chiacchierare e pensando di andare a spiaggia nel pomeriggio. Arriane si era messa in disparte sotto un albero con un libro sulle gambe e un bicchiere con del succo di frutta nell’altra ma non aveva bevuto ancora alcun sorso.
La bruna sentì un rumore alle spalle, si girò trovando Jace accovacciato all’altezza del suo viso che la guardava.
– Hai interrotto la mia lettura- Rispose secca la ragazza evitando di guardarlo negli occhi sapendo che effetto avevano su di lei.
- Mi stai dicendo che un libro è più interessante di me?- Il biondo si sedette alzando un sopracciglio.
- Sai, Jace, so che può essere strano ma ci sono alcune cose che possono essere più interessanti di te! Come per esempio Emilio Salgari nel mio caso- Rispose Arriane girando il viso per guardarlo.
Jace sbuffò:- Ma probabilmente è già morto! Che t’importa?- Avvicinò il viso a quello di lei, Arriane l’aveva capito cosa voleva fare ma non voleva dargliela vinta, aveva perso il controllo una volta e non voleva diventare un suo giocattolo.
- Si vede che leggi poco, perché sì è già morto! Ma i libri sono eterni e così le storie che contengono. E Jace smettila. – Si lamentò finendo la frase quasi in un sussurro, sentiva le labbra di lui quasi sfiorare le sue accrescendo in lei il desiderio.
- Basta dirlo e me ne vado, ma non mi sembri intenzionata a farlo- Sorrise Jace quasi sulle sue labbra, Arriane si alzò arrabbiata più con se stessa che con lui portandosi via il libro e il succo.
Il ragazzo la seguì senza tanti sorrisi, era veloce e in poco le fù dietro anche se lei camminava svelta:- La vuoi smettere di seguirmi?!- Si girò la bruna guardandolo arrabbiata – Ok ho sbagliato io che ti ho dato il via libera sta mattina, ma non pensare che mi potrai usare come vuoi e quando vuoi. Non sono il giocattolo di nessuno- .
Jace alzò un sopracciglio perplesso:- Nessuno a parlato di usare l’altro- rispose serio incrociando le braccia al petto.
- Jace, avanti, lo sai di essere un bel ragazzo e sono sincera lo sei- sul viso di lui spuntò un sorrisetto – E puoi avere tutte le ragazze che vuoi, finchè vuoi..ma a me non piace quel tipo di giochetto quindi evitiamo e rimaniamo amici- Detto questo prima che lui potesse rispondere prese il bicchiere bevve quasi tutto il succo, appena il tempo di sentire il liquido scivolare giù dalla gola partì un formicolio partirle dallo stomaco e di nuovo quella sensazione di bruciore ma sta volta più lieve.

Arriane sgranò gli occhi mentre Jace  che stava parlava iniziò a guardarla preoccupato e a chiamarla. Ma lei non riusciva a sentirlo, si sentiva come rinchiusa in una bolla. Si guardò le mani vedendole ribollire lanciò un grido mentre le gambe cedevano portandola a terra. Sentiva il sangue chiaramente scorrerle nelle vene e i muscoli in tensione, di solito provava quelle sensazioni quando si stava trasformando.
Vanessa sentì l’urlo e subito, insieme agli altri tranne Magnus che era corso al piano di sopra a chiamare i genitori, corse verso la provenienza del suono trovando Jace chinato su Arriane che non sapeva come comportarsi e l’amica che.. era difficile capirlo continuava a cambiare forma sempre più velocemente urlando per il dolore delle troppe trasformazioni in poco tempo.
Passava da un corpo ad un altro: prima si trasformò in Axl, poi in suo padre, poi in Alec, Vanessa, Magnus, Isabelle finchè un certo punto tutto si bloccò, Arriane era a pancia in su che cercava di riprendere fiato mentre Vanessa si era chinata su di lei, le aveva urlato mille consigli per fermarla ma l’amica non era riuscita a sentirla.
- Dimmi che sono io- La voce di Arriane era roca per lo sforzo, Vanessa scosse la testa:- No non sei tu sei.. ecco..- La voce dell’amica era incerta non sapendo come dirle in cosa o meglio chi si era trasformata.
Di nuovo la bruna non riuscì a sentire più  nulla perché nella sua mente s’insinuò di nuovo la sua voce, quella di Valentine profonda e imperiosa:- Allora è vero che ti piace- Di nuovo la sua risata da far venire i brividi, ormai sentiva dentro di sé di essere in suo pugno, si guardò il corpo vedendo dei jeans scuri e stretti e una maglia scura che fasciava dei muscoli da maschio, riconobbe i vestiti per il punto debole che Valentine aveva appena scoperto: era trasformata in Jace.

Di nuovo, sentì il corpo cambiare e trasformarsi ma sta volta con più dolcezza non come prima che si era trasformata in mille cose in modo violento e troppo veloce per il suo organismo.
Cercò di alzarsi a sedere ma sentiva la testa girarle terribilmente, subito non sentì la voce di suo padre che le chiedeva come stava ma poi annui leggermente.
- Vi prego…ditemi chi è non ce la faccio più- Mormorò la bruna ancora debole mentre si rialzava in piedi con l’aiuto dei genitori visto che barcollava, i due si scambiarono uno sguardo preoccupato. Non avevano scampo dovevano dirle tutto.
La portarono di sopra verso il loro studio lasciando tutti gli altri con le stesse domande della ragazza.
Dalla cucina una testa bionda sogghignava davanti al suo operato appena compiuto.
 
Nello studio Arriane si era seduta su una sedia di pelle con un bicchiere di acqua e zucchero preparato dalla madre per farle smettere di girare la testa.
- Voglio sapere tutto quanto, qualsiasi cosa anche se potrebbe non farmi piacere. Ho bisogno di capire- Disse decisa la ragazza guardandoli mentre mandava un sms a Vanessa dicendole di portare gli altri in spiaggia a divertirsi, in quei momenti tirava fuori quella parte del suo carattere molto simile a suo padre.
Sua madre annui sospirando prendendo parola per prima e stupendo il marito che pensava non avesse molto l’intenzione di dirle tutto:- Ti ricordi, i miei diari? Quelli che hai letto prima di partire?- Fece un sorriso dolce guardando la figlia.
- Come facevi a sapere che li avevo letti? Non l’ho detto a nessuno, solo a.. Vanessa- Sospirò con un mezzo sorriso capendo che doveva essere stata l’amica a dire tutto alla madre.
Lei sorrise tranquilla anche se dentro era agitatissima per la reazione che la figlia potrebbe aver avuto dopo:- Non me l’ha detto Vane, l’ho scoperto da sola ma non fa niente. Tu ormai sai cosa c’è dentro di te, giusto?-.
Arriane annuì ma prima che potesse rispondere la madre continuò:- So che hai letto anche della parte in cui, parlavo di ciò che quell’uomo voleva fare su di te e che purtroppo alla fine è riuscito a fare. Non siamo riusciti a proteggerti e mi dispiace già tanto per questo, sai come ci siamo sentiti quando ce ne siamo andati da Idris. Abbiamo abbandonato tutte le nostre vite per colpa di quell’uomo, anzi, di quell’essere schifoso- Isabelle si era appoggiata a un mobile che ora stringeva tra le mani rischiando di spaccarlo mentre Sidney le aveva appoggiato le mani sulle spalle come per farla rilassare.
Arriane mentre la madre parlava si era stretta le ginocchia al petto sulla sedia guardando un punto indefinito. Isabelle riprese a raccontarle guardandola preoccupata:- Non ho mai scritto il suo nome perché avevo persino il timore che sentisse che scrivevo di lui- Fece un sorrisetto mentre si dava della stupida mentalmente – Quell’uomo che ci ha cercati ‘solo perché eravamo suoi parenti alla lontana’, così ci diceva. Ma in realtà era per quello che eravamo: due vampiri che erano riusciti ad avere una figlia e ad ottenere la grazia del Conclave. Quell’essere purtroppo riuscì ad arrivare a noi per i suoi esperimenti, voleva creare degli ibridi per i suoi scopi malati. Quell’uomo era Valentine e penso non sia morto come tutti dicono- Concluse tirando un sospiro, mentre parlava delle lacrime silenziose avevano rigato il viso di Isabelle che ora era stretta tra le braccia di Sidney.


Arriane era rimasta sempre nella stessa posizione ma con la testa tra le mani finchè non scattò in piedi guardandoli:- La cosa che mi stupisce ancor di più è che voi non mi avete mai detto niente di ciò che ero, sono sempre stata convinta di essere una Nephilim per la maggior parte e invece neanche quello! Sai quando ho iniziato  a leggere i tuoi diari, mamma? Quando ho visto che il mio corpo si trasformava! Ero terrorizzata da me stessa perché non ho mai saputo cosa mi avevano fatto! Per questo sono partita, per cercare qualcuno che mi potesse aiutare davanti all’abominio che ero convinta di essere!- Sapeva che cosa stava facendo ai suoi, non voleva sgridarli era solo scoppiata per tutta quella storia sulla sua nascita – Gli unici che mi hanno aiutato veramente sono stati Vanessa, via lettere quando le ho detto cosa avevo scoperto, e Magnus! Sì ho conosciuto lo stregone e indovinate dove? A Londra, nella città dove vi siete conosciuti.- Sospirò lasciando cadere le braccia lungo i fianchi.
- Arriane..lascia che..- Iniziò Sidney ma venne interrotto bruscamente dalla figlia che si voltò per uscire.
- Non voglio sentire niente, ho già sentito abbastanza- Uscì a testa bassa tirandosi dietro la porta facendo poco caso se sbatteva o no. Non si accorse che c’era qualcuno davanti alla porta finchè non andò a sbattere contro il suo corpo magro e muscoloso, alzò lo sguardo incontrando quegli occhi che sapevano stregarla.
Sentiva gli occhi pizzicare segno che le lacrime stavano arrivando, sentì le braccia di lui stringerla al petto. Non riuscì a reagire, riuscì solo a stringersi a lui e piangere contro la sua maglietta.

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Capitolo 10
*** 9° Insomma beata di lui. ***


 Note dell’autrice: La storia nasce dalla mia mente malata e molesta, non è assolutamente a scopo di lucro. Chiedo scusa per il ritardo ma la scuola mi ha distrutto, e chiedo anche scusa per il capitolo perché non penso sia riuscito benissimo.
 
                           Capitolo 9° - Insomma beata di lui.
 
Non era riuscita a fare molto, nell’attimo in cui si era trovata tra le sue braccia aveva perso ogni barriera ogni piccola parte di lucidità che l’era rimasta. La rabbia era stata sostituita dalla frustrazione.
Jace l’aveva guidata fino alla sua camera senza proferire parola facendola sedere sul letto mentre lei iniziava a rilassarsi.
Arriane lo guardò appena riuscì a calmarsi:- G..Grazie- Mormorò con voce roca.
- Prego- Rispose lui con un tono di voce neutro, che non lasciava trasparire nulla.
Rimasero in silenzio a lungo con Arriane che torturava un lembo della coperta e Jace con i gomiti appoggiati sulle ginocchia e il mento sulla mano guardava un punto fisso davanti a sé.
- Cosa significava quello che mi hai detto oggi?- Chiese rompendo per primo quel silenzio senza girarsi a guardarla.
- Significava che non voglio stare al tuo gioco- Rispose provando a farsi vedere decisa anche se il suo tono di voce tradiva tutto.
Lui sbuffò passandosi una mano tra i capelli:- Quale gioco?!- Sbottò finalmente girandosi per guardarla.
- Non voglio più essere un giocattolino da baciare quando si vuole e poi buttare via, ho già passato una cosa del genere- Guardò verso il basso mentre i ricordi di un suo ex tornavano a galla.


Si chiamava Jack, così  le aveva detto. Un ragazzo con i capelli biondi quasi come Jace ma più chiari. Quel ragazzo che le aveva fatto passare dei mesi stupendi convincendola del fatto che anche lui fosse innamorato ma invece se ne era andato dicendole sul ponte della nave che era stato con lei solo per passare il tempo spezzandole inesorabilmente il cuore.
- Non ho mai accennato a una cosa del genere- Rispose il biondo sempre con un tono neutro.
- No, ma so che lo faresti. Non resterai qui per sempre e non sono disposta a finirci sotto- Sorrise appena per fargli vedere che non era arrabbiata con lui.
Rimasero di nuovo in silenzio un po’ finchè lui, di nuovo, chiese:- Cosa ti hanno detto i tuoi dentro lo studio?-
Arriane gli raccontò tutto omettendo il nome di Valentine, finito di raccontare le scappò uno sbadiglio mentre metteva le gambe sotto le coperte:- Se vuoi  andare al mare con gli altri, scendi io ora come ora non me la sento, sono stanca e vorrei dormire-.
Jace che era rimasto in silenzio come chiuso in sé stesso fece le spallucce:- Sinceramente non ne ho molta voglia nemmeno io-.
La verità era che lui era preoccupato a lasciarla da sola lì e voleva anche stare da solo con i suoi pensieri.
– E se.. rimanessi qui a dormire anche io?- Propose di botto. – Ovviamente una dormita tranquilla non pensare male-.
Arriane scoppiò a ridere:- Ti sembro il tipo che farebbe pensieri del genere su una dormita con te?- Alzò un sopracciglio divertita.
Jace sorrise finalmente dopo tanto:- Chi non farebbe pensieri impuri su di me? Sono stupendo, che ci possiamo fare?- Fece il giro del letto togliendosi le scarpe e raggiungendola sotto le coperte, Arrane ruotò gli occhi mentre si sistemava il cuscino sdraiandosi.
- Buona dormita, Arriane- sussurrò Jace non resistendo dall’avvicinarsi portandole una mano dietro la nuca per darle un leggero bacio sulla fronte, Arriane si girò subito dopo dandogli le spalle per nascondere il viso diventato rosso per il contatto che le aveva causato dei piccoli brividi di piacere:- Buona dormita- Mormorò lei.
 
Lo sentì dietro di sé avvicinarsi piano finchè la schiena di lei non toccò il suo petto, questo le fece perdere di nuovo la lucidità. Chiuse gli occhi inspirando quel profumo di shampoo quel il ragazzo emanava, era rassicurante in un momento come quello.
Non si accorse che il braccio del ragazzo le aveva circondato la vita finchè non sentì il cuore accelerare i battiti quasi fino a scoppiare, aprì gli occhi sorpresa mentre lui dolcemente la girava verso di lui. Lei lo guardò negli occhi inerme tra le sue braccia, gli occhi da cerbiatta si fusero con quelli da leone di Jace facendole schiudere le labbra e desiderare un suo bacio. Desiderava risentire le labbra di lui premere sulle sue, le sue mani sfiorarle i fianchi come era accaduto quella mattina stessa su quel letto.
Abbassò il viso imbarazzata dai suoi pensieri, lui la strinse in un caldo abbraccio e lei affondò il viso nel suo petto addormentandosi poco dopo beata da quel contatto, da quel calore, da quell’odore. Insomma beata di lui.
 
Al piano di sotto poco dopo di Jace che aveva portato via Arriane era salita Vanessa mancandoli di pochi secondi, entrò nello studio trovando Isabelle tra le braccia di Sidney in preda a una crisi di idee:- Forse non dovevamo dirle niente, però no, forse abbiamo fatto la cosa giusta magari ci perdonerà, o forse no..- Sidney Guardò Vanessa in cerca di un aiuto non sapendo come fermare la tristezza della moglie.
La bionda sorrise buttandosi sul letto:- Tranquilla, deve solo superare il momento. Anche perché se no sentirà la mia furia Dora- Isabelle alzò il viso per guardarla sorridendo lievemente.
– Comunque penserete a tutto questo dopo, oggi pomeriggio vi porto al mare. Vi serve una pausa e non accetto un no come risposta- Detto questo Vane saltò giù dal letto - Avete 5 minuti- Uscì dalla stanza tornando nella sua, aveva mandato gli altri a prepararsi per andare.
Sidney prima che Isa potesse dire qualsiasi cosa tirò fuori dall’armadio due costumi buttandoli sul letto, si girò a guardare sua moglie che lo guardava con una faccia meravigliata:- Ha detto che non accetta un no come risposta, lo sai che non bisogna sfidare quella donna- Sorrise lui sapendo di averla già vinta su di lei.
Isabelle sbuffò togliendosi la maglia e buttandogliela in testa ridendo:- E va bene, andiamo al mare-.
La compagnia arrivata alla spiaggia si divise in gruppetti: Alec e Izzy erano vicini ad Axl e Magnus che erano impegnati in un ennesima partita di carte, ogni volta che vinceva uno l’altro voleva la rivincità. Isa, Sidney e Vane erano sdraiati sulla riva e la mora era impegnata a raccontare all’amica quello che era successo nello studio.
Axl ad un certo punto chiese senza alzare gli occhi dalle carte:- Come fai a conoscere Dora?-.
Alec guardò Magnus evidentemente interessato a scoprire un’ennesima conoscenza del suo amato, lo stregone rispose allo sguardo con un sorriso e rispose senza togliergli gli occhi di dosso:- L’anno scorso ero a Londra per delle vecchie visite, quando scontrai letteralmente Arriane che scendeva dal pontile della nave. Mi chiese il nome di una via, precisamente quella dove c’è l’istituto e capì che era una cacciatrice. Mentre l’accompagnavo mi presentai e lei mi disse di aver letto di me in un diario di sua madre, da lì mi ha raccontato buona parte della sua storia e io l’ho aiutata un po’ con i suoi poteri. Non è la prima mutaforma che vedo nella mia vita. Uh! Ti ho battuta! Finalmente!- Esultò saltellando sul posto facendo cadere qualche glitter dai capelli.
Axl guardò le carte incredula:- Non vale! Voglio la rivincita ora! Proponi un gioco!-.
Magnus rise alzandosi e porgendo la mano ad Alec per invitarlo a una passeggiata sulla riva:- Ci penso e ti saprò dire tra un po’- I due si dileguarono in fretta, con Alec che aveva un sorriso felice di avere finalmente il suo ragazzo tutto per sé.
Axl e Izzy finirono per parlare di vestiti finchè la bionda non la trascinò verso l’acqua buttandosi a bomba vicino a Sidney, Isa e Vane schizzandoli tutti. Continuarono a schizzarsi tutti quanti come dei bambini ridendo, Axl mentre schizzava Izzy si bloccò di colpo con lo sguardo verso il limitare della foresta, le era sembrato di vedere una testa chiarissima e lo sguardo innaturale di una persona che aveva conosciuto:- Jack..?- Mormorò corrugando la fronte e senza accorgersi di Vanessa che le preparava un attacco per affogarla che andò a buon fine.
Axl uscì dall’acqua sdraiandosi sulla riva senza smettere di guardare il punto dove prima l’era sembrato di aver visto Jack, c’era veramente? E se sì, che cosa ci faceva?
 
Nel frattempo all’Istituto Katherine aveva finito tutte le sue faccende era sdraiata comodamente su un divano con il cellulare sotto un orecchio mentre si limava le unghie:- Pronto, capo? Sì sono io, la polvere che mi ha dato ha avuto l’effetto che sperava. Mi hanno preso come niente, non sospettano nulla questi sciocchi- Le scappò una risata cristallina- Passo al prossimo punto del piano? Perfetto- Sorrise posando la lima sul tavolino- Posso parlare con lui? Grazie- Chiuse la chiamata per aprirne una nuova con un’altra persona:- Ehi ciao, sei arrivato? Come forse ti ha visto? Non rovinare tutto, scateneresti la mia ira soprattutto ora che mi sto divertendo. Sì ti aspetto qui so già da dove farti entrare. Sì, tranquillo vado ora a portarglielo. Non sono come te so quello che faccio Sebastian!- Chiuse la chiamata alzandosi e andando in cucina, sotto un comodino prese ciò che stava cercando: un piccolo pacchettino che conteneva una polverina di colore viola. Se la mise in tasca prima di iniziare a mettere qualcosa sul fuoco, uscì dalla cucina salendo al piano di sopra con un bicchiere d’acqua. Mentre saliva le scale fece rovesciare nel bicchiere la polverina che si sciolse subito senza cambiare l’aspetto dell’acqua, entrò nella stanza di Arriane facendo una smorfia davanti alla dolcezza dei due abbracciati, posò vicino al comodino il bicchiere d’acqua sapendo che lei l’avrebbe bevuto come d’abitudine. Come lo sapeva? Semplice, l’ex della bruna glielo aveva appena rivelato per telefono.

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