L'unico contro cui non vorrei mai battermi di Rota (/viewuser.php?uid=48345)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sei anni ***
Capitolo 2: *** Dieci anni ***
Capitolo 3: *** Dodici anni - Prima parte ***
Capitolo 4: *** Dodici anni - Seconda parte ***
Capitolo 1 *** Sei anni ***
sei anni
*Autore: Rota
*Titolo della storia: L'unico contro cui non vorrei mai battermi
*Fandom: Naruto
*Personaggi: Shino Aburame, Kiba Inuzuka/ ShinoKiba
*Rating: Giallo
*Avvertimenti: Missing moment, Shonen ai, Flash fic, Raccolta, What if...?
*Genere: Introspettivo, Sentimentale
*Note dell'autore: Partendo da
quella precisa dichiarazione di Kiba durante l'esame per la selezione
dei chunin, io vorrei analizzare con una breve raccolta i vari
perché il giovane Inuzuka è arrivato a dire una cosa del
genere, considerandone il comportamento e l'indole tutt'altro che vile
e indecisa.
Io non leggo molto gli spoiler indi non so se qualcosa della
personalità di Shino è stato aggiunto a quello che io
personalmente ho contribuito a creare all'interno del fandom. Questa
comunque resterà sempre la mia visione delle cose e il mio Shino
avrà sempre questi connotati precisi. Vogliate perdonarmi, ma ci
sono affezionata in maniera schifosa (L)
Lo shonen ai non riguarda tutte i capitoli della mia breve raccolta ma
solo gli ultimi, in quanto l'avvicinamento tra i due è piuttosto
graduale e specie dapprima Kiba mostra un sentimento nei confronti di
Aburame tutt'altro che simpatico, a mio avviso.
Detto questo, buona lettura ^^
Dedico questa mia piccola raccolta a
una personcina tanto speciale, che tecnicamente avrebbe compiuto gli
anni da quasi un mese ma io sono pirla e non avevo niente di pronto per
lei
^^'' Quindi questo è per il mio adorato fuco, perché possa gradire e passare qualche minuto di piacevole e interessante lettura (L)
**Sei anni**
Aveva riso di lui perché portava gli occhiali - a
quell'età dove il minimo difetto viene ingigantito da una
malizia innocente che ricalca solamente quella degli adulti.
Aveva riso di lui perché parlava poco e preferiva stare solo
invece che far chiasso assieme agli altri, e di contro quando si
avvicinava al gruppo lui portava tutti a schivarlo come se avesse
addosso qualche malattia strana.
Lo aveva chiamato "strambo", lo aveva chiamato "maniaco degli insetti", lo aveva chiamato "quattrocchi".
Una volta lo aveva persino spinto via quando aveva insistito per
giocare su quel muro su cui lui preferiva sedersi, prima delle lezioni
del maestro Iruka. Aveva riso tutto al gesto e alla faccia rabbuita con
cui il piccolo aveva dapprima risposto.
Ma quando Shino Aburame lo aveva guardato in volto, per la prima volta
senza occhiali, gli era parso quasi un adulto. Stessa l'autorevolezza,
stessa la severità, stessa la supponenza.
-Tu sei proprio uno stupido, Inuzuka...-
Continuando a ridere con gli amici, Kiba non lo aveva più
chiamato in alcun modo strambo e offensivo - e ben lontano si era
mantenuto da quel bambino occhialuto e silenzioso.
"L'unico contro cui non vorrei mai battermi, perché talmente diverso da farmi sentire un estraneo."
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Capitolo 2 *** Dieci anni ***
dieci anni
**Dieci anni**
Spesso, durante le lezioni dell'Accademia, venivano fatte prove
pratiche e dimostrative. Dalle tecniche più semplici a quelle
più complicate era sempre stato ben chiaro che il maestro Iruka
li volesse preparare per ogni aspetto della vita di perfetto ninja. Uno
a uno, i piccoli lasciavano il proprio banco e si esibivano davanti
all'intera classe, perché errori e meriti potessero essere
condivisi e analizzati da tutti.
Se Shino era silenzioso, Kiba sopperiva quella mancanza di rumore che seguiva ogni suo intervento.
E più il tempo passava, più certe abilità venivano
fuori. Come la spiccata affinità di Sasuke Uchiha col fuoco,
come la capacità di Shikamaru Nara di manovrare le ombre, come
la sensibilità di Kiba per i cani. Shino Aburame, una volta e
per errore mentre i bambini giocavano in giardino, fece vedere quanti
insetti riusciva a manovrare, evidentemente nel suo piccolo molto
eccitato per la nuova conquista.
Primo fra tutti, Inuzuka fu molto colpito - disgustato - da quanto
aveva visto, prodigandosi in versi esterrefatti e davvero poco gentili.
Shino capì il significato profondo dei suoi occhiali e dei suoi
vestiti larghi e non si fece vedere più da nessuno per tutto il
tempo che fu all'Accademia.
Guardandolo da lontano, mentre cercava in tutti i modi di mimetizzarsi
attraverso la folla, Kiba provò sempre per lui un moto di
ribrezzo che la sua giovane età faticava a tenere a freno e a
decifrare in altro modo che non il rifiuto.
"L'unico contro cui non vorrei mai battermi, perché ha un modo talmente disgustoso di combattere."
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Capitolo 3 *** Dodici anni - Prima parte ***
dodici anni - prima
**Dodici anni - Prima parte**
La maestra Kurenai apprezzava l'audacia e il modo di porsi fiero nei propri allievi: aveva scelto Inuzuka per questo.
Tuttavia, la maestra Kurenai apprezzava molto di più anche la
diligenza e il rispetto dei propri allievi nei confronti della sua
persona e dei metodi severi che erano implicati nel suo addestramento.
Era una donna dal cuore d'oro solo nella sfera privata, come insegnante
era a dir poco intransigente.
La presenza di una ragazza - Hinata Hyuuga - aveva esaltato e non poco
Kiba, una volta che il suo destino era stato assegnato a quello che era
diventato il Team Otto. Talmente esaltato da fargli credere d'avere le
capacità di essere l'elemento portante di quel gruppo di sfigati
invisibili.
Il primo giorno si era posto così, di fronte a Hinata e Shino,
incontrando sorprendentemente le lamentele di quest'ultimo. Kiba aveva
dimenticato quanto il ragazzo fosse severo e intrattabile, o forse
semplicemente aveva accantonato ogni brutta sensazione che lo legava
alla sua persona per non doverne tenere conto. Per indole e orgoglio,
decise di punto in bianco di attaccarlo.
Aburame lo atterrò con un colpo piazzato allo stomaco e uno
sgambetto piuttosto banale, guardandolo dall'alto in basso come mai si
sarebbe permesso di fare anche con il più misero degli insetti.
Kiba ringhiò rabbioso e impotente, restando a terra.
In disparte, Kurenai Yuhi aveva semplicemente guardato la scena senza intervenire.
Kiba aveva compreso come dovesse guardarsi da quel maniaco degli
insetti più che da un Uchiha o da un Nara: l'evidenza era
palese, quello che stava in ombra poteva attaccarlo col vantaggio della
sorpresa, e lui non aveva intenzione di soccombere.
"L'unico contro cui non vorrei mai
battermi, perché finché non sarò pronto non
sopporterò una sconfitta da parte sua."
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Capitolo 4 *** Dodici anni - Seconda parte ***
dodici - seconda
***Dodici anni - Seconda parte**
La prima volta che si incontrarono per strada, una mattina di primavera, fu quasi sicuramente un caso.
Aburame doveva buttare la spazzatura mentre Inuzuka faceva una
passeggiata in compagnia di Akamaru. Si erano incontrati a metà
strada e avevano percorso pochi metri assieme, salutandosi con sgarbo e
di fretta.
La seconda volta che si incontrarono per strada, sempre una mattina di primavera, certo non lo avevano calcolato.
Shino era corso a comprare un melone dal fruttivendolo per colazione
mentre Inzukuza, immancabilmente, accompagnava Akamaru in una lenta
passeggiata. Kiba l'aveva accompagnato sia all'andata che al ritorno
perché non credeva possibile che esistesse qualcuno tanto
smanioso di mangiare una cosa simile anche a quell'ora della giornata.
Seppe all'epoca che il melone verde era uno dei cibi preferiti del
ragazzo e se ne meravigliò non poco - tuttavia, riuscì a
non prenderlo in giro troppo aspramente.
La terza volta che si incontrarono per strada, un primo pomeriggio
verso l'estate, Kiba aveva rallentato apposta davanti a casa sua
sperando che ne uscisse come di soppiatto.
Shino doveva recarsi dalla maestra Kurenai per comunicarle una cosa,
Kiba stava rientrando a casa dalla visita a un parente. Restarono
assieme fino a sera, anche in silenzio, cercando di studiarsi a vicenda.
La quarta volta fu Shino a farsi trovare sotto casa Inuzuka, perché Kiba aveva lasciato qualcosa all'allenamento.
Dalla quinta in poi, Aburame sancì con precisione quali
dovessero essere gli orari di partenza e di arrivo - che stranamente
erano precisamente uguali a quelli che faceva di solito Kiba la mattina
assieme al solo Akamaru.
Strano Shino lo era sempre stato, ma nel trovarlo non così
spiacevole Kiba gli si sentì molto vicino, senza volersi
spiegare il perché.
D'altronde, la compagnia del suo cane era qualcosa di irrinunciabile,
ma avere anche la possibilità di parlare con un essere umano non
gli dispiaceva affatto, anzi.
Superando pian piano la barriera del sospetto reciproco, Kiba aveva
compreso di aver intravisto fino ad allora soltanto una parte di
quell'assurdo personaggio che era il suo compagno di squadra, e dal
momento che sembrava esserci uno spiraglio aperto per una nuova
conoscenza, ogni rivalità andava a morire per un nuovo viaggio.
"L'unico contro cui non vorrei mai battermi, perché rimane per me sempre un mistero"
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