L'unico contro cui non vorrei mai battermi

di Rota
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sei anni ***
Capitolo 2: *** Dieci anni ***
Capitolo 3: *** Dodici anni - Prima parte ***
Capitolo 4: *** Dodici anni - Seconda parte ***



Capitolo 1
*** Sei anni ***


sei anni *Autore: Rota
*Titolo della storia: L'unico contro cui non vorrei mai battermi
*Fandom: Naruto
*Personaggi: Shino Aburame, Kiba Inuzuka/ ShinoKiba
*Rating: Giallo
*Avvertimenti: Missing moment, Shonen ai, Flash fic, Raccolta, What if...?
*Genere: Introspettivo, Sentimentale
*Note dell'autore: Partendo da quella precisa dichiarazione di Kiba durante l'esame per la selezione dei chunin, io vorrei analizzare con una breve raccolta i vari perché il giovane Inuzuka è arrivato a dire una cosa del genere, considerandone il comportamento e l'indole tutt'altro che vile e indecisa.
Io non leggo molto gli spoiler indi non so se qualcosa della personalità di Shino è stato aggiunto a quello che io personalmente ho contribuito a creare all'interno del fandom. Questa comunque resterà sempre la mia visione delle cose e il mio Shino avrà sempre questi connotati precisi. Vogliate perdonarmi, ma ci sono affezionata in maniera schifosa (L)
Lo shonen ai non riguarda tutte i capitoli della mia breve raccolta ma solo gli ultimi, in quanto l'avvicinamento tra i due è piuttosto graduale e specie dapprima Kiba mostra un sentimento nei confronti di Aburame tutt'altro che simpatico, a mio avviso.
Detto questo, buona lettura ^^




Dedico questa mia piccola raccolta a una personcina tanto speciale, che tecnicamente avrebbe compiuto gli anni da quasi un mese ma io sono pirla e non avevo niente di pronto per lei
^^'' Quindi questo è per il mio adorato fuco, perché possa gradire e passare qualche minuto di piacevole e interessante lettura (L)





**Sei anni**



Aveva riso di lui perché portava gli occhiali - a quell'età dove il minimo difetto viene ingigantito da una malizia innocente che ricalca solamente quella degli adulti.
Aveva riso di lui perché parlava poco e preferiva stare solo invece che far chiasso assieme agli altri, e di contro quando si avvicinava al gruppo lui portava tutti a schivarlo come se avesse addosso qualche malattia strana.
Lo aveva chiamato "strambo", lo aveva chiamato "maniaco degli insetti", lo aveva chiamato "quattrocchi".
Una volta lo aveva persino spinto via quando aveva insistito per giocare su quel muro su cui lui preferiva sedersi, prima delle lezioni del maestro Iruka. Aveva riso tutto al gesto e alla faccia rabbuita con cui il piccolo aveva dapprima risposto.
Ma quando Shino Aburame lo aveva guardato in volto, per la prima volta senza occhiali, gli era parso quasi un adulto. Stessa l'autorevolezza, stessa la severità, stessa la supponenza.
-Tu sei proprio uno stupido, Inuzuka...-

Continuando a ridere con gli amici, Kiba non lo aveva più chiamato in alcun modo strambo e offensivo - e ben lontano si era mantenuto da quel bambino occhialuto e silenzioso.
"L'unico contro cui non vorrei mai battermi, perché talmente diverso da farmi sentire un estraneo."

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Capitolo 2
*** Dieci anni ***


dieci anni
**Dieci anni**





Spesso, durante le lezioni dell'Accademia, venivano fatte prove pratiche e dimostrative. Dalle tecniche più semplici a quelle più complicate era sempre stato ben chiaro che il maestro Iruka li volesse preparare per ogni aspetto della vita di perfetto ninja. Uno a uno, i piccoli lasciavano il proprio banco e si esibivano davanti all'intera classe, perché errori e meriti potessero essere condivisi e analizzati da tutti.
Se Shino era silenzioso, Kiba sopperiva quella mancanza di rumore che seguiva ogni suo intervento.
E più il tempo passava, più certe abilità venivano fuori. Come la spiccata affinità di Sasuke Uchiha col fuoco, come la capacità di Shikamaru Nara di manovrare le ombre, come la sensibilità di Kiba per i cani. Shino Aburame, una volta e per errore mentre i bambini giocavano in giardino, fece vedere quanti insetti riusciva a manovrare, evidentemente nel suo piccolo molto eccitato per la nuova conquista.
Primo fra tutti, Inuzuka fu molto colpito - disgustato - da quanto aveva visto, prodigandosi in versi esterrefatti e davvero poco gentili.
Shino capì il significato profondo dei suoi occhiali e dei suoi vestiti larghi e non si fece vedere più da nessuno per tutto il tempo che fu all'Accademia.

Guardandolo da lontano, mentre cercava in tutti i modi di mimetizzarsi attraverso la folla, Kiba provò sempre per lui un moto di ribrezzo che la sua giovane età faticava a tenere a freno e a decifrare in altro modo che non il rifiuto.
"L'unico contro cui non vorrei mai battermi, perché ha un modo talmente disgustoso di combattere."

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Capitolo 3
*** Dodici anni - Prima parte ***


dodici anni - prima
**Dodici anni - Prima parte**




La maestra Kurenai apprezzava l'audacia e il modo di porsi fiero nei propri allievi: aveva scelto Inuzuka per questo.
Tuttavia, la maestra Kurenai apprezzava molto di più anche la diligenza e il rispetto dei propri allievi nei confronti della sua persona e dei metodi severi che erano implicati nel suo addestramento. Era una donna dal cuore d'oro solo nella sfera privata, come insegnante era a dir poco intransigente.
La presenza di una ragazza - Hinata Hyuuga - aveva esaltato e non poco Kiba, una volta che il suo destino era stato assegnato a quello che era diventato il Team Otto. Talmente esaltato da fargli credere d'avere le capacità di essere l'elemento portante di quel gruppo di sfigati invisibili.
Il primo giorno si era posto così, di fronte a Hinata e Shino, incontrando sorprendentemente le lamentele di quest'ultimo. Kiba aveva dimenticato quanto il ragazzo fosse severo e intrattabile, o forse semplicemente aveva accantonato ogni brutta sensazione che lo legava alla sua persona per non doverne tenere conto. Per indole e orgoglio, decise di punto in bianco di attaccarlo.
Aburame lo atterrò con un colpo piazzato allo stomaco e uno sgambetto piuttosto banale, guardandolo dall'alto in basso come mai si sarebbe permesso di fare anche con il più misero degli insetti. Kiba ringhiò rabbioso e impotente, restando a terra.
In disparte, Kurenai Yuhi aveva semplicemente guardato la scena senza intervenire.  

Kiba aveva compreso come dovesse guardarsi da quel maniaco degli insetti più che da un Uchiha o da un Nara: l'evidenza era palese, quello che stava in ombra poteva attaccarlo col vantaggio della sorpresa, e lui non aveva intenzione di soccombere.
"L'unico contro cui non vorrei mai battermi, perché finché non sarò pronto non sopporterò una sconfitta da parte sua."

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Capitolo 4
*** Dodici anni - Seconda parte ***


dodici - seconda
***Dodici anni - Seconda parte**





La prima volta che si incontrarono per strada, una mattina di primavera, fu quasi sicuramente un caso.
Aburame doveva buttare la spazzatura mentre Inuzuka faceva una passeggiata in compagnia di Akamaru. Si erano incontrati a metà strada e avevano percorso pochi metri assieme, salutandosi con sgarbo e di fretta.
La seconda volta che si incontrarono per strada, sempre una mattina di primavera, certo non lo avevano calcolato.
Shino era corso a comprare un melone dal fruttivendolo per colazione mentre Inzukuza, immancabilmente, accompagnava Akamaru in una lenta passeggiata. Kiba l'aveva accompagnato sia all'andata che al ritorno perché non credeva possibile che esistesse qualcuno tanto smanioso di mangiare una cosa simile anche a quell'ora della giornata. Seppe all'epoca che il melone verde era uno dei cibi preferiti del ragazzo e se ne meravigliò non poco - tuttavia, riuscì a non prenderlo in giro troppo aspramente.
La terza volta che si incontrarono per strada, un primo pomeriggio verso l'estate, Kiba aveva rallentato apposta davanti a casa sua sperando che ne uscisse come di soppiatto.
Shino doveva recarsi dalla maestra Kurenai per comunicarle una cosa, Kiba stava rientrando a casa dalla visita a un parente. Restarono assieme fino a sera, anche in silenzio, cercando di studiarsi a vicenda.
La quarta volta fu Shino a farsi trovare sotto casa Inuzuka, perché Kiba aveva lasciato qualcosa all'allenamento.
Dalla quinta in poi, Aburame sancì con precisione quali dovessero essere gli orari di partenza e di arrivo - che stranamente erano precisamente uguali a quelli che faceva di solito Kiba la mattina assieme al solo Akamaru.
Strano Shino lo era sempre stato, ma nel trovarlo non così spiacevole Kiba gli si sentì molto vicino, senza volersi spiegare il perché.
D'altronde, la compagnia del suo cane era qualcosa di irrinunciabile, ma avere anche la possibilità di parlare con un essere umano non gli dispiaceva affatto, anzi.

Superando pian piano la barriera del sospetto reciproco, Kiba aveva compreso di aver intravisto fino ad allora soltanto una parte di quell'assurdo personaggio che era il suo compagno di squadra, e dal momento che sembrava esserci uno spiraglio aperto per una nuova conoscenza, ogni rivalità andava a morire per un nuovo viaggio.
"L'unico contro cui non vorrei mai battermi, perché rimane per me sempre un mistero"

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