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Jun si fermò, col cuore che batteva aritmicamente, come se dovesse schizzargli fuori dal petto. Tentò qualche passo, ma ognuno corrispondeva ad una fitta lancinante al costato. La palla rotolò giù per la discesa che costeggiava la strada e il giovane calciatore non si fermò neanche un secondo a pensare di andarla a riprendere, come diceva sempre il suo amico Tsubasa * la pallone è il tuo migliore amico *, ma quanto tentò un altro passo il dolore lo costrinse a ripensarci e a sedersi sul ciglio della strada, aspettando che l’attacco passasse.
Come gli era venuto in mente di correre dribblando fino a quel posto sperduto e oltre tutto da solo, il medico gli aveva detto più volte di andarci piano con gli allenamenti, ma il calcio era la sua vita e non poteva abbandonarlo così senza lottare.
Ad un tratto la palla schizzò sopra di lui, inseguita da una ragazzina che lo saltò con agilità, riacchiappando il pallone prima che potesse allontanarsi, poi con un ottimo controllo di palla, tornò indietro e, stoppando la sfera a terra guardò Jun, che sedeva ancora incredulo.
“Salve, è tua la palla?” chiese retoricamente, non essendoci nessun’altro nel raggio di miglia sulla strada.
“S-si...” balbettò Jun, perdendosi negl’occhi della ragazza “Grazie mille, mi è scivolata mentre mi allenavo”
“Oh, anche io gioco un po’ a calcio, ero proprio lì di sotto ad allenarmi; piacere, mi chiamo Lily...”
“Piacere, Jun” rispose il giovane facendo per alzarsi, ma una fitta al cuore lo costrinse a risedersi e a stringersi il petto. La ragazza impallidì.
“Ti fa male il cuore?” chiese preoccupata.
“Si... ma non è nulla di grave...”
Jun fece per alzarsi stoicamente, ma lei lo afferrò per aiutarlo.
“Vieni ti porto a casa mia che dovrei avere qualche rimedio.”
“Ora vivo da sola in casa, mia madre è via per un viaggio d’affari e mio padre e mio fratello girano il mondo”
Fece sedere Jun su di una sedia in cucina e gli porse un bicchiere, “Anche mio fratello è un calciatore, uno dei più bravi che abbia mai visto, è raro trovarne qui in Giappone... Mi ha anche insegnato un sacco di cose mediche, ecco, prendi!”
Versò un liquido trasparente e dall’aroma speziato nel bicchiere.
“Ma questo è Sakè... e io sono minorenne!”
“Ti farà bene. ” gli assicurò Lily, “L’alcool favorisce la circolazione, è per questo che si diventa rossi quando lo si bene.”
Jun bevve il bicchiere di Sakè in qualche sorso, non abituato al sapore forte dell’alcool e subito si sentì meglio.
“Bene, e ora vieni a stenderti, il cuore lavora meglio se si è stesi e al caldo, puoi riposare sul mio tatami.”
Jun si stese e Lily gli si inginocchiò accanto per rimboccargli le coperte, il viso del giovane avvampò.
“Visto” gli disse la ragazza sorridendo dolcemente “sei tutto rosso, il Sakè deve aver fatto effetto.”
Dopo qualche ora si alzò e trovò Lily che preparava il pranzo.
“Mi spiace, ma ora devo andare, i miei amici si staranno preoccupando, avevo promesso che li avrei raggiunti in mattinata.”
“Va bene, ma promettimi che non faticherai oggi e rifarai la strada camminando” lo ammonì la fanciulla, “Promettimelo!”
“Promesso” sorrise Jun.
“Magari di rivedremo quando ripasserò di qui... la prossima volta verrò passeggiando però...”
“Ok, allora ti aspetto” Lily la salutò agitando il braccio, mentre lui allontanava per la strada.
Non sapeva perché, ma quella ragazza aveva un’aria famigliare...
Spero che la vi sia piaciuta. Era da molto tempo che non pubblicavo qualcosa, quindi sono molto arrugginita ^_^’
Se avrete voglia di continuare a leggere ne sarò molto felice!
Baci baci a tutti!
“Taro c’è qualcosa che non va?” la voce preoccupata di Tsubasa fece alzare lo sguardo del ragazzo che, da quando
erano usciti da casa dell’amico, non aveva spiccicato parola.
“No, no va tutto bene, solo che... credo di aver dimenticato qualcosa di importante
che dovevo fare.”Il ragazzo si strinse
nelle spalle e guardò con un sorriso i suoi compagni di squadra, mentre assieme
a loro e al mister stavano percorrendo la riva del fiume, che li avrebbe
condotti al campo sportivo, dove si sarebbero allenati sino all’ora di cena.
Giunti in vista del campo, notarono che era già occupato da altre due squadre
che, evidentemente, stavano disputando una partitella.
“Ma sono femmine!” urlò sorpreso Ishizaki, scendo i
gradini più sconvolto che mai. Taro si fermò di colpo, la ragazza con il numero
11, che in quel momento stava dribblando un avversario, non era altri che sua
sorella gemella. Questa volta era certo, la sua vita era finita. Quando Tsubasa gl’aveva chiesto di aspettarlo e poi di andare a
casa sua assieme ai compagni, si era completamente dimenticato dell’appuntamento
che aveva preso con lei.
“Ehi! Mica male la numero 11! Ha davvero un ottimo controllo di palla e...”
stava dicendo Genzo tutto ammirato quando ad un
tratto la ragazza si fermò appena oltre la linea di metà campo e caricata la
gamba scagliò un tiro potentissimo verso la rete avversaria.
“Oddio ma cosa fa? Non segnerà mai da quella distanza!” osservò il loro mister
sbigottito, smentito subito dopo dalla palla che si insaccava nell’angolo
destro della porta e proprio in quel momento venne fischiata la fine
dell’incontro. Le ragazze si abbracciarono esultanti e felici, poi si diressero
verso la panchina dove avevano appoggiato la loro roba.
“Grazie per avermi dato l’opportunità di giocare con voi!” disse la giovane con
il numero 11 sorridendo alle ragazze che stavano raccogliendo le loro cose.
“Grazie a te che hai preso il posto della nostra compagna infortunata. Non
avremmo saputo come fare!” rispose il capitano della squadra stringendole la
mano “Perché non entri nella nostra squadra?”
“Mi piacerebbe, ma la pallavolo è la mia vita” rispose timidamente lei
stringendosi un poco nelle spalle, mentre i ragazzi si avvicinavano alla
panchina.
“Alla prossima allora!” la salutarono le ragazze della squadra avviandosi verso
la strada che le avrebbe condotte a casa, mentre la giovane sistemava la
propria roba dentro la borsa che aveva sempre con se.
“Complimenti! Davvero un bellissimo tiro!” le sorrise Tsubasa
avvicinandosi un poco.
“Grazie, ma non era niente di speciale.” Mormorò la giovane sorridendogli, per
poi finalmente notare la presenza di Taro e rabbuiarsi all’istante. “Grazie per
essere venuto eh!” lo aggredì la ragazza avvicinandosi a lui dopo aver preso la
sua roba.
“Lily io...” provò a dire titubante, ma non ebbe il tempo di finire la frase
che lei lo interruppe
“Io ... niente! Ti avevo solo chiesto di vederci oggi pomeriggio... C’è
qualcosa di male a voler passare un poco di tempo con te?” gl’occhi della
giovane si riempirono di lacrime di frustrazione e rabbia. “Da quando te ne sei
andato per il mondo con papà non sai nemmeno più chi sia la tua gemella!”
I compagni di squadra di Taro erano sorpresi e basiti, non si aspettavano di
certo che avesse una sorella, figuriamoci gemella. Ed infatti solo in quel
momento si resero conto della somiglianza sorprendete che li accomunava.
“Lily andiamo! L’allenamento di pallavolo sta per iniziare!” urlò la sua migliore
amica, Nessa, dalla riva del fiume. Annuendo la
giovane si volse a guardare la squadra ed aggiunse brevemente, “Felice di
avervi conosciuto!”, quindi corse via, senza dare a Misaki
la possibilità di ribattere a quelle parole che lo avevo ferito. Silenzioso
guardò la sorella andare via assieme all’amica, per poi sospirare e volgersi
verso i compagni carichi di domande, alle quali lui pazientemente rispose,
raccontando che quando i loro genitori si erano separati, lui era andato con il
padre e lei era rimasta con la madre fino a poco tempo fa, quando quest’ultima
era morta in un incidente e lei, dopo aver sistemato tutte le burocrazie, li
aveva raggiunti dove si trovavano adesso e, finite le vacanze, avrebbe
frequentato la loro stessa scuola.
L’allenamento era ormai iniziato da una mezz’oretta quando Nessa
tornò al campo, con le lacrime che le scendevano lungo le gote arrossate per la
corsa.
“Taro! Taro!” lo chiamò disperata, entrando in campo senza nemmeno curarsi di
star interrompendo la partita di allenamento.
“Nessa che è successo?” le chiese lui, afferrandole
le mani mentre tutta la squadra gli si faceva intorno. Per qualche minuto la
ragazza non fece altro che singhiozzare, siccome non sapeva come dargli la
notizia, ma poi, fattasi coraggio, rispose “Io e Lily stavamo attraversando la
strada dirette alla palestra, quando un’auto non ha rispettato il rosso e... ci
è venuta addosso. Lily, con prontezza di riflessi, mi ha spinta via, ma lei
invece...” la voce della ragazza di interruppe di nuovo fra i singhiozzi,
mentre il viso di Taro diventava sempre più pallido ed il cuore gli faceva male
ad ogni battito. Senza aspettare altro lasciò andare Nessa
e prese a correre come un matto verso l’ospedale. I suoi compagni si guardarono
basiti, mentre anche Nessa correva via poco dopo dietro a Taro. Negl’occhi dei
giocatori si leggeva benissimo la preoccupazione per il loro amico e per sua
sorella, anche se l’avevano appena conosciuta. Senza dire una parola anche loro
si avviarono di corsa dietro ai due, siccome non potevano più restare lì ad
allenarsi visto lo stato di ansia che si era andato a creare. Tsubasa fu il primo a raggiungere Taro, e mentre guardava
la lacrima che gli scendeva lungo la gota, il cuore gli si stringeva in una
morsa dolorosa.
Continua...
Chiedo scusa per non aver aggiornato
prima, ma la settimana prima del Lucca comics è
davvero un caos... Cosplay per tutta casae pezzi di stoffa ovunque XD , ma mi sono
divertita tanto, soprattutto quando ho visto YoichiTakahashi, anche se purtroppo da lontano. Va beh. Spero che
il capitolo vi sia piaciuto! ^^
Alla prossima!
Taro correva a perdifiato lungo i viali della città. In
quel momento non gl’interessava nulla, non gli importava di aver abbandonato
l’allenamento senza dire niente, la sola cosa che voleva sapere era che sua
sorella stesse bene, altrimenti non se lo sarebbe mai perdonato. Si sentiva
molto incolpa per quello che era successo, per non essere andato
all’appuntamento così importante per lei. Gli dispiaceva anche di non esserci
stato in molti momenti della sua vita. Ed ora se pensava anche solo
lontanamente di poterla perdere il suo cuore sprofondava in un baratro senza
fondo. A distrarlo dai suoi pensieri fu la faccia di Tsubasa che gli apparve
accanto sempre mentre correvano.
“Sono con te,” gli disse con dolcezza facendo appena un cenno con la testa
cercando di rassicurarlo. Un lieve sorriso comparve sulle labbra del ragazzo.
Era davvero un ottimi amico ed era felice di averlo vicino in quel momento
difficile che stava passando. Quando Tsubasa gli era accanto sentiva che nulla
poteva andare storto. Poco dopo li raggiunsero anche il resto della squadra,
cosa che diede ancora un poco più di coraggio al cuore di Taro. In poco più di
dieci minuti giunsero in ospedale, svoltando con una curva stretta, per entrare
sul vialetto di accesso, i ragazzi si scontrarono con Jun, sbalzandolo atterra
assieme alla madre.
“Ma che modi sono questi!” borbottò il ragazzo rialzandosi per poi riconoscere
i suoi cari amici e compagni nella nazionale Juniores Giapponese “Ma siete voi!
Come mai così di corsa?”.
“Mia sorella Lily è stata investita da una macchina e ora è ricoverata qui!”
disse affannato Taro, mentre, al sentire il nome Lily, sul viso di Jun passò
un’espressione alquanto strana, un misto fra terrore e preoccupazione, che si
affrettò a far sparire immediatamente. A Tsubasa la cosa non sfuggì affatto, ma
decise di ignorarla per il momento.
“Le chiedo ancora scusa Signora.” mormorò Taro verso la mamma di Misugi, per poi entrare di corsa in ospedale, seguito a
ruota dal’altri. Trovarono il padre di Taro in sala d’attesa con lo sguardo
fisso fuori dalla finestra.
“Papà! Come sta Lily?” chiese Taro arrivando vicino al padre e mettendogli una
mano sulla spalla. L’uomo si riscosse e si volse verso il muto pubblico di
ragazzi che attendeva una sua risposta.
“Non so ancora nulla” rispose l’uomo afflitto prendendo posto sulla sedia che
aveva accanto, evidentemente preoccupato. In quel mentre entrò il primario del
reparto, che andò dritto dal signor Misaki:
“Sua figlia non ha nulla di grave, almeno apparentemente. Ha subito un leggero
trauma cranico e ne valuteremo bene l’entità quando si sveglierà, inoltre, per
quanto l’auto abbia tentato di frenare, il colpo è stato abbastanza forte, e
anche se non ci sono lesioni evidenti, nè indizi di
emorragie interne, solo qualche livido, sarebbe comunque giusto tenerla in
osservazione almeno fino a domani.” disse il Dr Bagnoli rassicurando così tutti
i presenti nella stanza.
“Posso vederla?” chiese Taro
“No, sarebbe meglio che non si svegliasse, però potete vederla rimanendo fuori
dalla stanza e facendo attenzione a non fare rumore.”
Il signor Misaki ringraziò calorosamente il dottore
ed assieme alla squadra e Nessa, si diresse verso la
camera di Lily. La tenda della finestra era alzata così poterono vederla. Lily
era stesa a letto, le coperte tirate fino al mento la coprivano quasi del
tutto, fortunatamente non aveva flebo o tubicini attaccati. I lunghi capelli
castano-biondo erano sparsi ad aureola sul cuscino. Un livido violaceo spiccava
sul sopracciglio destro e svariati altri sulle braccia, in cui erano presenti
diversi tagli ed escoriazioni. Un lieve sospiro quasi impercettibile sfuggì
dalle labbra di Jun, mentre guardava la figura stesa sul letto, e un piccolo
sorriso si allargò sulle labbra di Nessa, siccome a
lei non era sfuggita quell’espressione di sollievo.Ormai tutti rassicurati i ragazzi stavano
percorrendo il corridoio che li avrebbe riportati all'esterno quando Tsubasa si
volse verso Jun:
"Ma tu che ci fai qui?" gli chiese, ora che il suo cervello era
riuscito a realizzare che anche lui era lì in città con loro.
"Il mio medico specialista si è trasferito qui e così sono venuto a fare
una visita di controllo." rispose tranquillamente il ragazzo sorridendo ad
i propri amici.
"Com'è andata? " gli chiese preoccupato Genzo, mentre arrivavano
fuori dall'ospedale e si fermavano accanto alla panchina dove la mamma di Jun
era rimasta ad aspettare.
"Direi bene, almeno per ora" si strinse nelle spalle.
"Jun andiamo? Il treno parte fra non molto." lo chiamò la madre
alzandosi dalla panchina e avvicinandosi al figlio che le dava le spalle.
"Va bene. Allora a presto ragazzi." salutò il giovane dando una pacca
sulla spalla a Tsubasa per poi iniziare ad allontanarsi verso la stazione.
"Ah una cosa! Io ed i miei genitori abbiamo affittato una casa qui per le
vacanze, quindi ci vediamo fra un paio di giorni!" urlò infine Jun ad i
ragazzi che esultarono con lui, salutandolo poi con la mano mentre svoltava
l'angolo.
"Per le vacanze o per lei?" mormorò Nessa
mentre il sorriso le si allargava ancora di più e Ishizaki
si volgeva verso di lei.
"Hai detto qualcosa?" le chiese con la sua solita faccia
interrogativa di chi non aveva capito assolutamentenulla.
"Niente, niente. borbottavo soltanto" sorrise la giovane, mentre
assieme agl'altri si dirigeva verso casa essendo ormai ora di cena. Solo Taro e
Tsubasa non li seguirono, ma tornarono indietro verso la stanza dove la sorella
di Misaki stava dormendo quieta.
Ed eccomi di nuovo qui... XD so che ormai mi starete
odiando... e so che questo capitolo non è nulla di che... spero che il prossimo
mi riesca meglio ^_^
Volevo ringraziare Florimars per
le recensioni che mi lascia *_* Spero tu riesca a leggere le mie risposte e
spero di non deluderti andando avanti nella fan! Grazie anche a tutti quelli che mi seguono senza recensire!
Dopo tre giorni di segregazione in casa, Lily non vedeva
l’ora di uscire. Certo suo padre e suo fratello in quei giorni non le avevano
fatto mancare nulla, ma lei avrebbe voluto solo uscire. Anche il Dr. Bagnoli
aveva consigliato un solo giorno di riposo, uscita dall’ospedale, ma siccome
quei due avevano talmente tanto insistito Lily non se l’era sentita di
rifiutare. Aveva così colto l’opportunità di sistemare le proprie cose e di
conoscere meglio Tsubasa, Genzo e Ishizaki, dato che
erano onnipresenti in casa loro. La sola cosa che le era mancata era stata la
possibilità di chiarire con Taro, siccome puntualmente, quando iniziava il
discorso, qualcuno arrivava o succedeva qualcosa, però era certa che presto
sarebbe riuscita a sistemare tutto. Quella mattina si era svegliata prestissimo
e si era già preparata. La sua cara amica non sarebbe arrivata prima di
mezz’ora e così lei era scesa di sotto a fare colazione. Taro era in soggiorno
con Tsubasa e Genzo a guardare i risultati delle partite del giorno prima.
“Buon giorno! Hai abbandonato il pigiama per oggi?”, la prese in giro il
gemello, vedendo il vestitino azzurro stile impero che indossava, mentre i suoi
due amici di fermavano ad osservarla meglio; Lily Misaki era davvero una bella
ragazza, in pratica identica a Taro. Il visetto dolce sta mattina era
illuminato dal sorriso e i lunghi capelli erano raccolti in un alta cosa di
cavallo a cui aveva aggiunto una rosa di perline, regalatale dalla sua amica
Nessa.
“Gne, gne, gne! Spiritoso! Il pigiama è il mio grande amore lo sai, ma
oggi finalmente ho riacquistato la mia libertà ed esco! Quindi...” gli rispose
per le rime lei, salutando gl’altri due con un sorriso ed un cenno della mano,
andando verso la cucina dove la sua colazione l’aspettava. Non era neppure riuscita
a mettere qualcosa sotto i denti, che Nessa piombò come una furia dalla porta
della cucina, quasi urlando:
“Lily è qui!”
“Chi?”
“Come chi!? Lui!”
“Lui? LUI!?! Oddio! E cosa ci fa qui?”
La ragazza si strinse nelle spalle a significare che lei non lo sapeva, ma non
era vero, siccome qualche giorno prima anche lei era presente mentre il ragazzo
in questione diceva che sarebbe rimasto lì per le vacanze. Nel frattempo i
ragazzi in salotto erano rimasti sconcertati dalla conversazione che avevano
appena sentito, com’era possibile che le due si fossero capite senza nemmeno
dire il nome dell’interessato? Più che altro ora erano curiosi di sapere chi
fosse questo interessato che faceva uscire di matto quelle due.
“Lily è qualcuno che ti infastidisce?” gli chiese Taro premuroso.
“Se è così ci pensiamo noi!” aggiunsero Tsubasa e Genzo scrocchiandosi le
nocche delle mani con fare minaccioso. Nessa e Lily si guardarono e scoppiarono
a ridere, siccome i tre ragazzi non facevano paura nemmeno ad una mosca.
“No,no non vi preoccupate. Me la so cavare da sola!” rispose Lily, mentre
l’amica la sospingeva verso la porta d’uscita e le porgeva la borsa. Dopo
essersi messa un paio di sandali azzurrini, le due ragazze uscirono appena in
tempo per evitare Jun.
***
Era ormai quasi il tramonto ed i ragazzi stavano
passeggiando lungo la riva del fiume accaldati.
“Che caldo.” Borbottò Ishizaki rivolto agl’amici
Taro, Tsubasa, Genzo e Jun,i quali lo guardarono ed annuirono a loro volta.
Erano quasi giunti al parco sul fiume, quando in lontananza scorsero tre figure
che giocavano a pallavolo.
“Vuoi vedere che sono loro?” borbottò Ishizaki, per
poi urlare in direzione delle tre ragazze. “Ehi! Ciao!”
Per un attimo le giovani si fermarono e salutarono con la mano i nuovi
arrivati, per poi rimettersi a giocare a pallavolo. Palleggio, bugher, schiacciata. Era questo che stavano facendo o
meglio era il gioco del al sette schiaccio, ma non si sa perché la pallanon ci arrivava mai a quel numero. Le ragazze
ridevano e si divertivano un mondo e così anche i ragazzi decisero di unirsi a
loro in quel gioco che non avevano mai fatto. Per un attimo gl’occhi di Lily e
Jun s’incatenarono, ma entrambi furono lesti a nascondere le emozioni che
stavano provando. Così iniziarono a giocare. Ishizaki
preso dalla foga del gioco fece una schiacciata imprecisa verso il fiume, e la
palla sarebbe sicuramente finita in acqua, se Lily con un abile rullata non
fosse riuscita a prenderla. La partita finì lì.
“Certo che giocare con quel vestito non ti aiuta molto è Lily?” la prese in
giro Nessa siccome durante la rullata molto delle gambe della giovane era
finito in bella mostra.
“Bhaaaaaaaa!” rispose lei ridendo e spintonandola un
poco. Ora erano tutti seduti sull’erba a godersi l’aria che si rinfrescava per
la sera in arrivo.
“Che scemo! Non vi ho presentati!” uscì ad un tratto in imbarazzo Taro, per non
aver presentato la gemella all’amico.
“Non c’è bisogno. Noi ci conosciamo già. Eravamo a scuola assieme.” Disse Jun
per tranquillizzare l’amico posandogli una mano sulla spalla, mentre Lily
annuiva, il volto contorto in una maschera indecifrabile.
“Domani c’è l’amichevole Italia vs Brasile! Voi chi tifate?” chiese allegro
Taro.
“Italia ovviamente! Speriamo che in porta ci sia Buffon! È così figo!” si
lasciò sfuggire con aria sognante Lily mentre la sua amica Nessa annuiva con
vigore.
“Non sapevo ti piacessero i portieri!” disse Genzo gonfiando il petto
orgoglioso del proprio ruolo, sotto gl’occhi gelosi di Jun, il quale si
affrettò ben presto a far sparire quell’emozione, e come sempre Tsubasa se ne
accorse.
“Beh. Diciamo che gl’attaccanti li preferisco, ma Buffon è troppo figo e anche
tu non sei male!” rispose la ragazza facendogli l’occhiolino, mentre tutti
scoppiavano a ridere. Il sole era ormai calato dietro l’orizzonte e lo stomaco
di tutti i ragazzi iniziava a farsi sentire.
“Perché non restate a cena da noi? Tanto cucina Lily!”
“Ma certo ovviamente, tanto io sono la tua schiavetta vero Taro!?” lo apostrofò
acidamente lei per poi raddolcirsi e sorridere verso gl’altri “A me va bene se
restate, ma non pensate che faccia chissà cosa. Non sono così brava.”si strinse
nelle spalle accettando la mano di Genzo per alzarsi.
“So che non è vero. Sei bravissima e noi ci accontentiamo di poco.” Aggiunse Ishizaki alzandosi a sua volta e posandole una mano sulla
spalla con fare sicuro.
“Se lo dici tu. E sia. Allora vado a casa a preparare qualcosa, uhm, magari
l’insalata di riso o la pasta fredda che amano tanto in Italia. A fra poco
allora!” salutò tutti con la mano e dopo aver spolverato il vestito con una
mano e raccolto la borsa si mise a correre verso casa assieme a Nessa.
“Se corri ti si vede tutto!” la prese in giro Taro, dato che il vestito le
svolazzava appena attorno alle ginocchia.
“Fa ‘n brodo Taro!” furono le ultime parole che sentirono prima che le giovani
sparissero all’orizzonte. Non avevano nemmeno chiesto chi sarebbe rimasto a
cena, siccome erano certe che tutti vi sarebbero stati, anche Jun non avrebbe
rifiutato, altrimenti avrebbe attirato su di se le attenzioni dei compagni. Ishizaki guardò le due ragazze allontanarsi e appena furono
fuori portata di voce il giovane si volse verso Taro:
“Credo di essermi innamorato di tua sorella!” disse con occhi sognanti mentre
Tsubasa scoppiava a ridere seguito a ruota da tutti gl’altri del gruppo,
soltanto Jun rimase serio per qualche attimo, ma poi pensando che forse Ishizaki difficilmente poteva essere un vero rivale in
amore, si aggiunse al coro forzando una risata.
“Temo proprio che tu non sia il suo tipo.” Rispose Tsubasa guardando in modo
eloquente Jun.
Ed eccomi qui... anche il 4 capitolo
è finito... devo dire che mi sono divertita un sacco a scriverlo... spero che a
voi piaccia! Chiedo scusa per il folle titolo, ma a quest’ora della sera non
poteva essere altro che quello XD
Baci, baci allo zucchero filato!
Dopo aver finito l’allenamento, Lily salutò Nessa e si
diresse a passo svelto verso il capo da calcio vicino al fiume. Lei e Taro si
erano messi d’accordo così da poter andare a mangiare qualcosa assieme. Era da
tanto che non stavano più da soli e aveva un sacco di cose da raccontarsi. In
poco tempo Lily giunse in vista del campo dove era ancora in corso
l’allenamento. Silenziosa si sedette in cima alla collina aspettando tranquilla
che terminasse. Suo fratello era davvero molto bravo a giocare. Infondo ci
giocava sin da quando era nato. Il pallone era il suo migliore amico e lei,
oltre ad essere la sua gemella, era la sua migliore amica.
“Facciamo una partitella di dieci minuti, poi tutti liberi.” Disse il mister
chiamando a raccolta la squadra attorno a se “Oggi però faremo qualcosa di
diverso; Tsubasa e Taro saranno in squadre diverse.”
“Cosa!?” chiesero assieme i due ragazzi, stupiti ed amareggiati dalla cosa. Da
quando Taro era entrato nella Nankatsuerano sempre stati assieme ed ora questa
separazione non gli piaceva affatto, anche se era solo per dieci minuti.
“Su, su non protestate, vi farà bene!” detto questo l’uomo prese a fare le due
squadre, che andarono a prendere posto nelle rispettive metà campo. Quando i
due ragazzi si passarono vicino le loro mani dolcemente s’incontrarono in un
gesto di un attimo, ma che ebbe il potere di rincuorarli, infondo erano sempre
nello stesso campo. Nessunoin campo
aveva notato quel piccolo gesto, che però a Lily non era affatto sfuggito.
Conosceva il gemello sin troppo bene, ed aveva subito intuito che la cosa lo
aveva amareggiato. Avrebbe comunque avuto il tempo di parlargli quella sera a
cena, anche se era quasi certa che, dopo quello che era appena accaduto,
Tsubasa sarebbe uscito con loro. La partitella iniziò, e dopo qualche minuto in
cui i due ragazzi si scontrarono faccia a faccia, senza che nessuno riuscisse a
prevalere sull’altro, Taro riuscì, con una finta, a dribblare Tsubasa e,
arrivato in area di rigore, fece uno stupendo goal. Ci furono molte azioni come
questa da parte di entrambe le squadre, che si equivalevano, e quando il mister
fischiò la fine dell’allenamento, Taki, ridendo,
abbracciò Taro per complimentarsi per le belle azioni fatte, pur non essendo
assieme a Tsubasa. Gl’occhi di quest’ultimo si ridussero a due fessure, non
sapeva bene perché, ma vedere Misaki fra le braccia di qualcun altro gli dava
un enorme fastidio. Lily intanto era scesa a bordo campo e stava parlando con
l’allenatore.
“Tsubasa sei stato davvero fenomenale! Vieni a mangiare qualcosa con noi?” gli
chiese gioviale Taro facendo per posargli una mano sulla spalla, ma il giovane
fu lesto a scansarsi, e dopo aver raccolto le sue cose si avviò senza dire
niente. Passando accanto a Lily la guardò un attimo e poi senza ragionare la
prese con un braccio per la vita e la baciò sull’angolo delle labbra, sussurrandole “Scusami...”, quindi riprese a
camminare, sparendo lungo la strada. Non solo il viso della ragazza era
sconvolto, ma anche quelli di tutta la squadra, in particolare di Taro.
“Ma che gli è preso?” chiese in tono ferito Misaki, raggiungendo la sorella
dopo aver preso la sua roba. Lei fece un mezzo sorriso stringendosi nelle
spalle, segno evidente che non sapeva rispondere alla sua domanda, anche se
forse una piccola idea le stava balenando in mente.
“Vieni andiamo.” Gli disse Lily passandogli un braccio attorno alle spalle e,
dopo aver salutato gl’amici, si diressero verso il centro, alla ricerca di un
posto dove cenare.
Quando, per la terza volta, Taro non rispose alla sorella, che gli chiedeva,
affamata, dove volesse andare a mangiare, lei sospirò e, presolo sotto braccio,
si avviò verso casa. Era inutile andare a cenare fuori con lui così sconvolto.
Silenziosi giunsero a casa e la giovane lo fece sedere sul divano, avviandosi
poi in cucina, dove si mise a preparare al cena. Fece qualcosa di veloce,
siccome la voglia di cucinare quella sera era pari a zero, e fu solo quando la
gemella gli mise il piatto fra le mani, che Taro si riscosse da quella specie
di torpore nel quale era caduto.
“Oddio Lily... mi dispiace...” mormorò il ragazzo guardando negl’occhi la
sorella, la quale gli fece un piccolo sorriso.
“Non fa nulla, andremo un’altra volta a cena fuori. Abbiamo tutta la vita
davanti... e poi io la gita in ospedale l’ho già fatta!” lo prese un poco in
giro lei dandogli una gomitata, quindi, ripresa l’espressione seria, continuò
“Taro sei così per via di Tsubasa e io lo so. La domanda che volevo farti è... cosa provi per lui?”
Era stata chiara e diretta, non voleva fare tanti giri di parole, anche perché
non sarebbero serviti a nulla, solo a confondere ancora di più il suo piccolo
fratellino.A quella domanda gl’occhi di
Taro si sgranarono di colpo, non era pronto a mettere a nudo i suoi sentimenti
e ad ammetterli con se stesso.
“E’ solo un mio carissimo amico.” Mentì lesto, afferrando le bacchette ed
iniziando a mangiare al pasta.
Ed eccomi
di nuovo qui ^__^ spero che il capitolo vi sia piaciuto... eh povero Taro...
riusciranno mai ad ammettere ciò che provano?
Baci, baci!
“Ma che canzoni sono queste? E chi le sta ascoltando?”
chiese Jun a Taro mentre si accomodava in soggiorno per fare gl’ultimi compiti
assieme a Ishizaki e Tsubasa, quest’ultimo era in
evidente stato di imbarazzo dovuto alla reazione che aveva avuto il giorno
prima alla fine degli allenamenti di calcio.
“Da quello che mi ha detto Lily si chiamano Gem Boy.
Glieli ha passati la sua amica di penna italiana. Siamo solo io e lei a casa,
nostro padre è partito ieri sera per iniziare un nuovo quadro.” Il ragazzo si
sedette ed aprì il libro di testo, sul retro della copertina del quale era
disegnato un bellissimo schema di calcio.
“Non sapevo che le piacessero questo genere di canzoni.” mormorò Jun abbastanza
sconvolto dalla cosa. Era una mezz’oretta che stavano studiando silenziosamente,
quando un cellulare iniziò a suonare in cucina con la suoneria di Dragon Screamer .
”E’ il miooo!” urlò Lily scendendo di corsa le scale
che conducevano al soggiorno, per poi restare pietrificata dinnanzi a Taro ed i
suoi amici, siccome il suo caro gemello non le aveva detto che sarebbero venuti
e lei era vestita soltanto con un paio di culottes ed una maglia che le
arrivava appena sotto al seno.Dopo aver
fatto il gesto molto eloquente che dopo lo avrebbe ucciso, corse a rispondere
al telefono, mentre i visi diTsubasa e
soprattutto Jun erano diventati del color rosso acceso. Per Misugi
vedere il corpo perfetto di Lily appena coperto era stato un duro colpo. In
quel momento di accorse di desiderarla, la voleva e anche tanto, però ancora
non era certo di volersi impegnare fino in fondo con lei. Ridacchiando al
telefono, la giovane risalì le scale diretta in camera sua e, dopo essersi
vestita, truccata ed aver spento la musica, scese di nuovo in soggiorno.
“Chiedo scusa per il modo in cui mi sono presentata, ma Taro non mi aveva
avvisata!” disse inchinandosi con il viso rosso e un’espressione del tipo ‘sei
morto’ verso il gemello.
“Ma no... fa niente...” farfugliò Tsubasa senza riuscire a guardarla in viso.
Jun non disse nulla.
“Dove vai?” chiese Taro curioso come sempre.
“Esco che ho un appuntamento.”
“Con chi?”
“Fatti i fatti tuoi! Avrò o no il diritto di uscire con chi voglio!?” sbottò la
giovane mentre andava a mettersi le scarpe e si apprestava ad uscire di casa.
“Dai dimmelo, ti pregoooooo!” le urlò Taro quasi
supplicandola.
“E va bene! Esco con Genzo. Si, proprio lui!” ridacchiò lei uscendo di casa,
senza dargli così la possibilità di replicare.
“COSA?” Taro era sconvolto così come i suoi amici, nessuno di loro di aspettava
che quei due uscissero assieme. Jun strinse così forte la mano che reggeva la
matita che le nocche sbiancarono.
***
“Davvero buon il gelato qui.” Ammise Lily gustandosi la
pallina di gelato, seduta vicino a Genzo su di una panchina del parco. Era
davvero uno splendido pomeriggio, anche se piuttosto afoso.
“Che gusti hai preso?” le chiese il ragazzo, scostandosi appena il berretto da
sopra gl’occhi, così da poter vedere meglio la ragazza.
“Puffo e stracciatella.”
Un piccolo silenzio imbarazzato calò fra i due giovani, siccome era la prima
volta che uscivano da soli senza l’allegra brigata dietro. Gl’occhi di Lily per
un attimo si persero a guardare l’acqua scintillante del fiume che scorreva
poco lontano da loro e, quando l’amico le fece una domanda, ci mise un poco a
riprendersi.
“Come scusa?” chiese arrossendo.
“Ti avevo chiesto come ti trovi in questa città...” sorrise Genzo alla faccina
assente di lei.
“Beh. Dai, non male...” si strinse la giovane nelle spalle, anche se sapeva
benissimo che stava mentendo. Non andava tutto bene. Jun era li e questa non
era affatto una cosa buona per lei. Ancora attimi di silenzio fra i due.
“So che prima di venire qui il mister della tua squadra aveva ceduto te e Nessa
alla squadra delle BlackRose, è vero? Come ti trovi”
chiese ancora interessato Genzo a quel mondo che era ben lontano a quello a cui
lui era abituato.
“Si, è giusto, da settembre faremo ufficialmente parte della squadra. E... non
l’ho detto ancora a nessuno, ma se tutto va bene presto dovremmo avere il
provino per entrare nella nazionale Juniores, la cosa un poco mi preoccupa in
effetti!”
“Scherzi!?! Ma è una cosa magnifica! Perché non lo hai detto a Taro?”
“Perché se poi non ce la facessi, non vorrei che Taro ne restasse deluso.”
Ammise la giovane abbassando il viso e stropicciando il fazzolettino che teneva
fra le mani. Certo, entrare nella nazionale sarebbe stato davvero il grande
sogno che si avverava, ma se così non fosse stato? Scuotendo la testa la
giovane riportò la sua attenzione su Genzo.
“Hai ragione, allora resterà un segreto fra me e te” sorrise lui, tendendo le
mano con sguardo complice. Una piccola risata sfuggì dalle labbra della ragazza,
che si rilassò, posando meglio la schiena contro la panchina. Una piccola
folata di vento caldo scompigliò i capelli di entrambi. L’attenzione della
giovane per un attimo venne catturata da un bambino che giocava felice
sull’erba con la sua palla, e per un attimo quel piccino le ricordò Taro. Anche
lui era sempre dietro a giocare col pallone, mentre lei purtroppo era costretta
a fare tutt’altro.
“Senti Lily... vorrei chiederti una cosa, ma non vorrei essere indiscreto.”
“Non ti preoccupare. Chiedi pure.”
“Ne stavo parlando ieri con Tsubasa, abbiamo entrambi notato strane reazioni da
parte di Jun in tua presenza, è per caso successo qualcosa fra voi due?”
A quella domanda il viso di lei si rabbuiò di colpo, non se l’aspettava proprio,
ma più che altro non si aspettava che qualcuno si accorgesse che fra lei e Jun
era accaduto qualcosa. Stringendo ancora più forte il fazzoletto tenne gl’occhi
bassi ed iniziò a raccontare.
“Io e Jun ci conoscemmo circa cinque anni fa. All’inizio fra noi non c’era
altro che una bellissima amicizia, ma poi quel sentimento mutò in qualcosa di
più grande. Cercammo entrambi di ignorare la cosa, ma, quando divenne troppo
evidente, Jun decise di lasciare Amy per stare con me.” La voce di Lily era un
poco incrinata dalla tristezza e Genzo le posò una mano sulla spalla, senza
però avere il coraggio di interromperla. “Abbiamo passato davvero dei
bellissimi momenti assieme, ma poi un giorno, di punto in bianco, mi ha detto
che non mi amava veramente... che era stato tutto un’illusione e così ci siamo
lasciati... tutto qui.” la ragazza si
strinse nelle spalle, ritrovando al volo il sorriso, ma era un finto sorriso,
il quale tuttavia riuscì ad ingannare Genzo, “Ma ormai è storia vecchia e l’ho
totalmente dimenticato” concluse lei, alzando finalmente il viso ad osservare
l’amico, che appariva alquanto incredulo.
“Mi spiace Lily, non mi aspettavo fosse una cosa così grande.” Si scusò il
portiere carezzandole una guancia con dolcezza.
“Non è un problema, come ho detto è storia vecchia. Però... ancora non sono
pronta per affrontarne una nuova...” ammise la ragazza in tutta onestà,
alzandosi dalla panchina così per sgranchirsi un poco le gambe intorpidite.
“Oh no, no che hai capito! Io voglio solo essere tuo amico! Anche perché... Io
sono già fidanzato.” la rassicurò alzandosi a sua volta. I due giovani presero
a passeggiare per le viuzze del parco. Ora che il malinteso era stato chiarito
il sorriso era tornato sulle labbra rosee di Lily.
“Sai Genzo... credo che saremo ottimi amici.”
Cosa farà ora il nostro caro Jun? Si
deciderà o resterà ancora fermo?
Volevo scusarmi con Florimars per non averle risposto
alla recensione, ma ho avuto non pochi problemi in questi giorni!
In poco tempo il cielo si stava oscurando e un diversi
tuoni e lampi si stavano facendo sentire in lontananza. Lily, come sempre, era
a casa da sola, in attesa che Taro rientrasse dagli allenamenti di calcio.
Sicuramente non sarebbe stato solo, e così la giovane decise di preparare una
torta. Accendere il forno non sarebbe poi stato un grosso problema, dal momento
che la temperatura si era un poco abbassata rispetto al caldo opprimente degli
ultimi giorni. Prese tutti gli ingredienti e li dispose sul bancone della
cucina, pronta ad iniziare, quando il suono di una mail al cellulare la fece
fermare e controllare.
Ciao Lily, com’è andata
ieri?
Eri in centro con Genzo, giusto?
Gl’occhi della giovane si sgranarono di colpo. Il messaggio
era di Jun, ma a lui cosa importava se lei era uscita con Genzo?
Alzando le spalle decise di rispondergli per vedere come sarebbe andata a
finire la faccenda. Era proprio curiosa.
Ciao... credevo che avessi cancellato
il mio numero... cmq si ero
con lui, perchè?
Era sta semplice e coincisa, anche se infondo aveva ancora
un sacco di cose da dirgli. Con un sospiro ruppe quattro uova, separando il
tuorlo, che mise in una ciotola, mentre i quattro albumi finirono in una
terrina. Pesò 175g di zucchero ed iniziò ad mescolarli con i tuorli, fino ad
ottenere un composto spumoso e denso. Il cellulare squillò di nuovo e la
ragazza si fermò.
Per sapere... Che
avete fatto?
Che avevano fatto? Quelli erano ben fatti loro! In fondo
era per lo stesso motivo per cui aveva litigato quella mattina con Taro. Con
chi usciva e cosa faceva erano ben fatti suoi. Taro era stato lontano da lei
per troppi anni per poter dare pareri sui suoi affari di cuore. Infondo, quando
lei stava male, lui dov’era? A giocare a calcio in giro per il mondo! Forse era
un po’ troppo tardi per recuperare un rapporto ormai incrinato.
Niente... abbiamo preso un gelato
e fatto un giro al parco...
Riprese così a cucinare mettendo a sciogliere 100g di burro,
mentre montava a neve gl’albumi per poi porli in frigorifero. Un tuono si fece
sentire con prepotenza e la giovane sussultò colta di sorpresa e sorrise,
adorava i temporali.
Vi eravate incontrati
per caso o, come
hai detto ieri mentre uscivi, era un appuntamento?
Sempre solo per sapere!
Certo come no! Mi stai facendo
il 3 grado! E cmq era un
appuntamento!
... scusa
Ah fa niente... Tanto ho già discusso
con Taro.
Una volta sciolto tutto, Lily iniziò ad amalgamare con
calma e andando dal basso verso l’alto mentre aggiungeva 300g di farina, una
bustina di lievito e 150ml di sciroppo alla menta. Gli dispiaceva aver aggredito
Jun, ma essere controllata anche da lui non era la
sua massima aspirazione. Era una ragazza libera e voleva fare quello che
voleva. Genzo poi non era male, dolce e premuroso, un
buon amico.
Come mai?
Problemi da gemelli lascia stare...
E cmq sono stupita...
Non avevi detto che non mi avresti
più scritto?
La giovane non fece in tempo a mettere giù il cellulare che
Jun le aveva già risposto.
Ah, l’avevo detto? ...
Devo averlo dimenticato ieri, quando ti ho vista uscire...
Si lo hai detto! Lo ricordo bene! Cmq qual è il problema? Posso pur uscire con chi voglio!
Tanto...
Beh lo sai...
So cosa?
Furiosa Lily mise giù il telefono ed iniziò ad imburrare ed
infarinare la teglia. Aveva già acceso ed impostato il forno sui 170 °C. Come
si permetteva Jun ora di fare il finto tonto? Infondo era stato lui a lasciarla
in malo modo per stare vicino alla sua ‘cara’ Amy... che, come si era visto poi,
aveva fatto carte false per stare con un altro, lasciando il povero ragazzo.
Me lo hai detto tu! Che non volevi più sentirmi, nè
avere nulla a che fare con me! Infondo hai detto tu che non eri davvero
innamorato di me,no?!
Lily infornò la torta e si mise a lavare i piatti,
aspettando la risposta del giovane, ma questa non arrivò. Forse era davvero
stata troppo dura, ma il cuore, ogni volta che pensava a lui, le faceva ancora
male. Dopo circa quarantacinque minuti sfornò la torta ed andò a stendersi sul
divano. La pioggia aveva iniziato a scendere copiosa, e di certo di lì a poco
Taro sarebbe rientrato a casa, con tutta la mandria dei suo amici. Una lacrima
silenziosa scese sulla gota della ragazza mentre chiudeva gl’occhi e si addormentava,
raggomitolata sul divano. Fu solo dopo quasi una ventina di minuti che Taro, Tsubasa, Genzo, Ishizaki e Jun rientrarono a casa
e la trovarono così addormentata, col dolce viso triste.
“Shhh” mormorò Taro, poggiandole una coperta addosso
in modo che non avesse freddo.
“Che espressione triste.” Sussurrò Genzo, scostandole
una ciocca da dinnanzi al viso.
“Forse dovremmo svegliarla. Magari sta facendo un brutto sogno” dissero Tsubasa e Ishizaki in coro,
preoccupati e rattristati da quella faccina tanto depressa. Jun ancora una
volta rimase in silenzio, il suo animo sempre più triste, siccome sapeva
benissimo che quella tristezza e quella lacrima, di cui era rimasta solo una
scia traslucida sulla pelle, erano colpa sua. Avrebbe dovuto risponde alla mail
e non scagliare con rabbia il telefono dall’altra parte della stanza.
“No, lasciamola dormire, quando viene svegliata poi diventa una belva
inferocita! Preparo il thè, sarà felice di berlo
quando si alzerà.” rispose Taro, andando in cucina e trovando la bellissima e
buonissima torta lì pronta ad aspettarli, “Ci ha fatto una torta.” disse ad i
suoi amici, che lo avevano raggiunto in cucina così da far riposare tranquilla
la gemella.
“Lily è davvero fantastica, questa torta è divina, dovremo trovare un modo per
ringraziarla.” disse Tsubasa, mangiando fino
all’ultima briciola della sua porzione, poi aggiunse “Ishizaki,
lasciane almeno un po’ per lei, capisco il bis, ma la terza fetta potresti
evitarla!”.
Dopo essere
stata ieri al chocoshow non potevo far altro che
scrivere qualcosa che centrasse anche in minima parte con il dolce XD
Godetevi il racconto e anche la torta se vi va di farla!
Era una giornata bellissima, il sole splendeva
alto nel cielo ed il caldo era già insopportabile. Taro era uscito subito dopo
pranzo e Lily ne stava approfittando per fare i lavoretti di casa. Aveva appena
finito si stendere il bucato quando Nessa arrivò di corsa in giardino.
“Ciao.” La salutò con un sorriso mettendo l’ultima molletta sulla divisa della
nazionale di Taro per poi prendere il cesto sottobraccio e rientrare in casa.
“Ciao tesoro! Oggi niente lavoretti o roba varia! Oggi andiamo al mare!” detto
questo l’amica la prese per un braccio e la trascinò quasi sino alla sua
camera.
“Nessa... davvero... devo fare un sacco di cose oggi...”
“Niente scuse! Mettiti il costume e andiamo! Il lavoretti puoi farli anche
domani!” le rispose in un tono che non ammetteva repliche. Sospirando Lily
entrò in camera sua e si mise il suo costume a due pezzi preferito, prese la
borsa da mare ed il telo, quindi assicuratasi di aver preso tutto uscì di casa
chiudendo a chiave la porta.
“Spero che Taro abbia le chiavi!” mormorò a se stessa mettendo le proprie
dentro la borsa e seguendo l’amica lungo la strada “Secondo te quanto mancherà
ad i provini?” le chiese poi ad un tratto.
“Temo molto poco...” sospirò preoccupata Nessa prendendo a braccetto l’amica.
“E se non dovessi farcela? Taro ne sarebbe deluso lo so...”
“Finiscila di preoccuparti per Taro! Lui sopravvivrebbe, ma tu non penso... e
comunque ci prenderanno tranquilla! ” le sorrise l’amica spintonandola un poco
cercando di farle tornare il sorriso. Passarono davanti casa di Tsubasa
fermandosi un attimo a chiacchierare con la madre del ragazzo per poi avviarsi
nuovamente verso la spiaggia. Non ci misero molto ad arrivare, circa una decina
di minuti e la prima tappa che fecero fu alle cabine dove si tolsero i vestiti
restando in costume ed in quel momento Lily ne approfittò per farsi il concio
nella cuiultima parte i capelli erano
lasciati sciolti.
“Eh i secreti della danza!” la prese in giro Nessa mentre si avviavano lungo la
passerella dirette alla riva.
“Quando sei costretta a farla per tredici anni qualcosa ti resta per forza.” Fu
la mite risposta, ma l’amica non la stava ascoltando siccome era intenta a
cercare qualcosa o qualcuno ed infatti poco dopo anche Lily poté vedere Taro,
Ishizaki, Tsubasa, Genzo e Jun intenti a giocare a pallone sulla sabbia.
“Oddio...” la voce della giovane era quasi un sussurro mentre fissava il corpo
perfetto di Jun mentre correva con solo i boxe addosso, ma ricordando le mail
che si erano scambiati il giorno precedente fu lesta a volgere lo sguardo
altrove. Alzando per un attimo gl’occhi dalla palla, Ishizaki vide le due
ragazze avvicinarsi ed inciampò senza tanti complimenti, facendo così fermare
la partita e voltare tutti verso le due. La reazione di Jun su pressoché
identica a quella di Lily. I loro cuori battevano, l’uno per la vergogna di non
averle risposto, mentre altra per la delusione e l’amarezza.
“Taro... tua sorella è bellissima!” disse Ishizaki sbavando molto evidentemente
dietro alla ragazza. Intanto le due amiche si erano avvicinate ed avevano steso
i teli accanto ad i loro.
“Ormai vi davamo per disperse” disse con gentilezza Tsubasa, sedendosi sul
proprio telo, seguito a ruota da Taro.
“Staccare Lily dai lavori di casa è un’impresa, e poi ci siamo fermate a
chiacchierare con tua madre.” Rispose Nessa stringendosi nelle spalle per poi
rispondere ad un sms che le era appena arrivato, mentre Lily le passava la
crema protettiva sulle spalle.
“Bisogna che dopo lo fai tu a me, perché altrimenti sta sera sono super
scottata.”
“Se vuoi posso farlo io.” Si offrì subito Ishizaki, prendendosi immediatamente
un’occhiataccia da parte di Taro, che, se avesse potuto, lo avrebbe incenerito.
“Mi sa che qui qualcuno è geloso della sorellina” lo prese in giro Genzo,
dandogli una pacca sulla spalla, mentre tutti scoppiavano a ridere.
“Non sono geloso...” mugugnò Taro, facendo il finto offeso, mentre Lily gli
volava allegramente fra le braccia ridacchiando.
“Sorellona prego... sono più grande di ben cinque e
dico cinque minuti!” precisò Lily in direzione di Genzo, per poi rimettersi a
sedere sul proprio telo e farsi dare la crema dall’amica, che intanto le
sussurrò all’orecchio “Vorresti fosse lui a farlo, eh?”
Il viso di Lily assunse un violento color magenta e rivoltasi verso l’amica le
disse “Fuggi o ti uccido!” e senza pensarci due volte presero a rincorrersi
ridendo come matte. Quando finalmente tornarono a sedersi sui teli decisero,
assieme agl’amici, di fare una partita di beach volley.
“Voi due vi dividiamo! Se no ci stracciate!” disse prontamente Ishizaki,
annuendo con vigore.
“Noo! Nessuccia mia! Ci
vogliono separare...” iniziò a dire Lily fingendo di piangere, ma si capiva
benissimo che in realtà stava ridendo.
“Ce ne faremo una ragione...” rispose la ragazza, portando la mano alla fronte
con un gesto teatrale. Ci misero un momento a fare le squadre, le quali erano
così divise: Lily assieme a Jun, Tsubasa e Ishizaki, mentre nell’altra c’erano
Nessa, Taro e Genzo.
“Però così non va bene. Siete uno in meno.” Disse Jun guardando gl’amici. Effettivamente
così non era affatto sportivo giocare. I ragazzi si stavano guardando attorno,
alla ricerca di qualcuno a cui chiedere di giocare, quando videro la figura di Kojiro correre lungo la spiaggia. Gl’occhi di Genzo
s’illuminarono ed in un attimo era partito di corsa per raggiungere il ragazzo.
Ci fu qualche minuto in cui i due ebbero una conversazione molto concitata, ma
alla fine si diressero verso gl’altri mano nella mano.
“Prima di giocare dobbiamo dirvi una cosa...” asserì Genzo stringendo forte la
mano del compagno, sotto gli sguardi incuriositi degl’amici e gioiosi delle due
ragazze che già avevano capito.
“Io e questo portiere da strapazzo stiamo assieme.” Disse la tigre con il suo
solito tono deciso che non ammetteva repliche.
“Ehi! Portiere da strapazzo a chi!?” fece il finto offeso Genzo, mentre il
compagno si chinava a baciarlo sotto gli sguardi stupiti dei presenti.
“Ahh che meraviglia!” dissero in coro le due giovani
mentre li osservavano con occhi sognanti.
“Sono felice per voi!” disse Jun con un sorriso, assestando una pacca sulla
spalla ad entrambi prima che anche gl’altri si sciogliessero e facessero a loro
volta le felicitazioni. La partita ebbe così inizio. Lily e Nessa erano davvero
molto brave e conoscevano sin troppo bene i punti deboli l’una dell’altra e
così il punteggio era quasi sempre in parità. Il ruolo in squadra di Lily si
vedeva chiaramente che era l’alzatrice, mentre Nessa il libero. Dopo i primi
movimenti incerti in campo entrambe le ragazze avevano capito con sfruttare al
meglio le abilità delle rispettive squadre. Jun era un ottimo schiacciatore e
così ogni volta che poteva Lily gli serviva una palla perfetta. A sorpresa
anche Ishizaki si era rivelato un ottimo elemento, dato che si muoveva
abbastanza agilmente per il campo. Dopo quasi due ore di gioco decisero che la
partita era finita in parità, dato che non vi era modo di sbloccare la
situazione di stallo.
“Andiamo a fare il bagno?” chiese Tsubasa, mentre si sedevano sui teli a
riposarsi un attimo.
“Io ci sto! Con questo caldo direi che sarebbe perfetto.” Annuì Lily,
sciogliendosi il concio e lasciando così i capelli liberi alla leggera brezza
che veniva dal mare, “Peccato che oggi il mare sia calmo... con le onde è più
divertente” mormorò ancora,poi in piedi
assieme a Nessa.
“Chi arriva ultimo paga il gelato!” dissero in coro ridendo le ragazze, mentre
iniziavano a correre verso l’acqua, seguite a ruota dagl’amici che mugugnavo
qualcosa della specie “Ehi così non vale!”. Le prime ad arrivare ovviamente
furono Lily e Nessa, seguite a ruota dagl’altri. L’ultimo ad entrare in acqua
fu Ishizaki. Ridendo e scherzando i ragazzi presero a schizzarsi e a
rincorrersi con lunghe bracciate. Nuotando sott’acqua con gl’occhi chiusi, Lily
passò sotto le gambe di Genzo per poi riemergere proprio dinnanzi a Jun. Quando
lei tornò a vedere i due erano ad appena un respiro. Ben presto i due visi
avvamparono, e Lily fu lesta a spostarsi indietro, verso Taro e Kojiro. Quando però posò i piedi sulla sabbia qualcosa di
mosse, molto probabilmente un granchio, e lei, con un urlo, in un attimo si
ritrovò in braccio al ragazzo abbronzato.
“Ehi Lily ma quanto pesi!” la prese in giro lui con la sua solita aria da super
figo, ma lei non lo stava per niente ascoltando.
“Io odio i granchi!” piagnucolò, stringendo le braccio al collo di Kojiro, mentre gl’altri si volgevano a guardare la scenetta
e Jun inceneriva l’amico con lo sguardo.
“Ma come!? Anche Sebastian?” le chiese Nessa guardandola imbronciata.
“No, lui mi piace...” rispose lei, staccandosi poi dal ragazzo, arrossendo
violentemente e riprendendo a nuotare per non posare i piedi, “Chiedo scusa Kojiro... e non ti preoccupare Genzo, non ci sto provando
con lui!” aggiunse Lily, facendo l’occhiolino all’amico, che per tutta risposta
la spinse, ridendo, sott’acqua, nel mentre Kojiro
sibilava in direzione di Jun:
“Pre-fe-risce me a te” e detto questo sfoderò il suo tipico sorrisetto da io
sono il re del mondo, che di solito mandava Genzo in brodo di giuggiole, ma in
quell’occasione face solo infuriare il Misugi, il
quale lanciò un’occhiata carica di risentimento verso l’amico.
Rimasero ancora un po’ a giocare in acqua e, quando il sole prese a calare,
declinando nel tramonto, decisero di uscire ed andare a stendersi ancora per un
poco sui teli, chiacchierando del più e del meno.Lily, seduta sul telo a parlare, si era fatta
troppo velocemente il concio e così una ciocca sfuggente le scivolò dinnanzi al
viso. Stava per soffiarla via, quando una mano dal tocco gentile le sfiorò il
viso, spostandole la ciocca dietro l’orecchio. Lily rimase immobile in un primo
momento, poi volse la testa, sapendo già quali occhi avrebbero incontrato i
suoi. Jun le sorrise, poi, volta lentamente la testa, come se non volesse
distaccarsi da quel dolce seppur fugace momento, ritornò a discutere assieme
agl’altri.
Dato il freddo pungente di oggi e la nebbia atroce che c’era
per la strada sta sera, ho deciso di fare un piccolo salto al mare ^_^ rivoglio
l’estate! Per ora temo che purtroppo se la godranno solo loro...
Baci, baci!
Lily e Nessa stavano camminando lungo il fiume con il
cestino da pic-nic nelle mani. Si sarebbero dovute vedere con i ragazzi al
parco così da mangiare qualcosa assieme per merenda e fare una sorpresa a
Tsubasa per il suo compleanno. Faceva davvero molto caldo e l’acqua che
scorreva accanto a loro, placida, era una grandissima tentazione.
“Spero che non stiano giocando a calcio sotto questo sole!”mormorò Lily
sistemandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
“Lo spero per loro! Sono quasi 38° oggi! Sarebbe una follia e poi Jun con il
suo cuore non ce la farebbe!” Nessa aveva detto apposta quella cosa, così da
vedere che reazione ci sarebbe stata nel visetto dell’amica, ed infatti la
preoccupazione prese il posto dell’allegria. Lily di colpo aumentò l’andatura
della camminata. Perché era così preoccupata per Jun, infondo non stavano più
assieme, però erano amici. Giunte finalmente al parco trovarono lo spiazzo dove,
ovviamente, i ragazzi stavano giocando a calcio. Le due ragazze si fermarono di
colpo, attirate dall’espressione di sofferenza dipinta sul viso di Jun, il
quale sempre cercando di far finta di nulla continuava a correre come un matto,
quando ad un tratto, bianco come un lenzuolo, perse l’equilibrio. Veloce come
un fulmine, Lily mollò il cestino e, attraversato il prato di corsa, strinse a
su Jun, evitandogli una rovinosa caduta a terra. Lentamente scese a sedere,
tenendo il giovane ancora stretto fra le braccia, mentre lui stringeva forte
con le mani la sua maglietta. Lily sentiva distintamente il cuore del ragazzo
battere più velocemente del solito e leggeva chiaramente il suo dolore
negl’occhi assieme alla vergogna per essere quasi svenuto davanti ad i suoi
amici.
“Jun!” dissero i suoi amici in coro, accorrendo vicino ad i due. Il viso di
Lily mutò immediatamente espressione.
“Io mi chiedo davvero dove abbiate il cervello! Sono le quattro del pomeriggio
e voi giocate sotto al sole cocente!” li aggredì la ragazza, appena le furono a
portata di orecchie “Lo sapete che Jun è stato operato da poco e questi sforzi
di dovrebbe evitare! Da voi proprio non me lo aspettavo! E adesso per piacere
andate ad aiutare Nessa!”
Era chiaro come il sole che in quel momento lì non sarebbero serviti a nulla
dato che sentiva le lacrime di Jun bagnarle la maglietta. Dopo che i ragazzi
avviliti si furono allontanati, lei prese ad asciugare gl’occhi del giovane.
“Shh, tranquillo. Va tutto bene.” Gli mormorò con
dolcezza, avvicinando la bocca al suo orecchio, così che solo lui potesse
sentire.
“Non è vero! Sono svenuto con un’idiota. Ora penseranno che...”
“Jun sarei svenuta anche io se avessi giocato sotto questo sole. E cosa vuoi
che pensino? Che sono dei cretini... secondo me stanno cercando il modo di
farsi perdonare.” Gli sorrise lei dandogli un piccolo bacio sulla guancia
“Adesso fai dei bei respiri e rilassati, quando sarai pronto andremo a fare
merenda.” Dopo quelle dolci parole sul viso del ragazzo si aprì un dolcissimo
sorriso diretto solo a lei. Guardandolo teneramente Lily capì che non poteva
davvero fare a meno di lui, che avrebbe voluto tenerlo fra le sue braccia per
il resto della vita,ma ormai questo non era più possibile. Per un attimo i suoi
occhi vennero attraversati dalla tristezza e Nessa che li stava guardando se ne
accorse.
“Siete due testoni!” mormorò scuotendo la testa, mentre Tsubasa l’aiutava a
sistemare le cose, e Taro e gl’altri erano andati a prendere le bibite che
avevano lasciato a rinfrescare nel fiume.
“Cosa?” le chiese il ragazzo.
“Sono due testoni! Hanno la possibilità di essere felici e non la usano! Ma
fatti raccontare tutto da Lily.”
Tsubasa di volse per un attimo a guardare i due ragazzi sotto l’albero,
leggendo apertamente la dolcezza che caratterizzava i loro gesti. Ci vollero
ancora diversi minuti prima che Jun si riprendesse del tutto e quando fu pronto,
sia fisicamente che mentalmente, i due si alzarono ed andarono a sedere assieme
agl’altri per il pic-nic.
“Scusaci Jun. Avremmo dovuto evitare di giocare oggi.” Disse prontamente
Tsubasa posando una mano sulla spalla dell’amico.
“Più che altro ci saremmo dovuti accorgere che non stavi bene...” mormorò
Ishizaki con la vocina piccola, piccola.
“Davvero ragazzi non fa nulla. Non vi preoccupate. Sono io che avrei dovuto
smettere quando non mi sentivo bene.” Li rassicurò il ragazzo, felice che nella
loro voce non ci fossero note di compassione. Seduta accanto a Taro, Lily, gli
posò la testa sulla spalla e lui per tutta risposta le diede un bacio sulla
fronte.
“Le tue lezioni di pronto soccorso mi sono state davvero utili.” Disse lei
sorridendogli ed accoccolandosi meglio, mentre lui l’abbracciava.
“Ne sono felice.”
Guardando i due gemelli Jun sorrise, avrebbe tanto voluto esserci lui al posto
di Taro, avrebbe tanto voluto tenere Lily stretta a se per sempre, ma davvero
il suo orgoglio era così grande da impedirgli di correre dalla persona che
amava?
Avvicinando a Nessa, Lily si mise a frugare nel cestino tirando fuori una
bellissima torta a forma di pallone da calcio e volgendosi verso Tsubasa. "Happy Birthday Tsubasa! Dai ancora un anno e sarai
maggiorenne! E più che altro scusaci per il ritardo con cui l’abbiamo fatto..."
Il viso del ragazzo s’illuminò di gioia, non si aspettava quella piccola festa
a sorpresa, ma ne era felice, siccome festeggiare il suo compleanno, anche se
in ritardo di qualche giorno, assieme ad i suoi amici era il regalo che più
desiderava, oltre al fatto che suo padre tornasse presto dal viaggio.
“Grazie ragazzi! Sono felice di avervi qui con me e non vi preoccupate sono
felice lo stesso!” rispose con un sorriso Tsubasa, soffiando sulle diciannove
candeline, non prima di aver espresso un desiderio. Rimasero al parco fino
all’ora di cena, quando pian piano tutti iniziarono ad avviarsi verso casa.
Gl’ultimi a restare al parco furono Tsubasa e Taro che si erano attardati a
parlare di uno schema che volevano provare al prossimo allenamento di calcio.
Il sole era basso e le poche nuvole in cielo erano tinte di rosso ed oro. Anche
la luce si era affievolita notevolmente. Fra i due ragazzi per un attimo scese
il silenzio, mentre i loro occhi s’incatenavano in una marea di emozioni.
“Forse dovremmo andare...” mormorò Tsubasa senza smettere di guardare i
dolcissimi occhi del compagno.
“Forse...” rispose Taro in sussurro. Non seppe mai dove prese il coraggio, ma
in un attimo ridusse la distanza che li separava poggiando timidamente le
labbra su quelle di Tsubasa, il cuore che batteva a mille. L’amico in un primo
momento sgranò gl’occhi confuso, ma poi sopraffatto dalla dolcezza del ragazzo,
rispose al bacio dolcemente. Si baciarono per qualche minuto, ma poi Tsubasa si
staccò di colpo da Taro, come se una doccia fredda di paura lo avesse colpito
alle schiena. Non disse nulla, fece qualche passo indietro e fuggì via, il
cuore in contrasto con la mente, ed una sola domanda: Cosa provava realmente
lui per quel dolce ragazzo dagl’occhi castani?
Taro rimase fermo impietrito per qualche attimo, devastato dalla reazione
dell’amico. Ora i mille dubbi che lo aveva tormentato in quei giorni tornarono
a farsi sentire più vivi che mai. Con le lacrime che gl’imperlavano le gote,
prese ad avviarsi verso casa, dove trovò Lily in giardino ad annaffiare le
piante.
“Ehi, Taro...” lo chiamò dolcemente lei, facendogli alzare la testa, e solo
allora si accorse delle lacrime che gli rigavano il viso. Lasciò immediatamente
a terra l’annaffiatoio e corse ad abbracciarlo. “Che è successo?” gli chiese
poi dolcemente, mentre lui si lasciava andare fra le sue braccia.
“Ho baciato Tsubasa e ... e... lui è fuggito... ho rovinato tutto! Dovevo
tenere i miei sentimenti per me! Adesso l’ho perso per sempre!”
Lily non disse nulla, ma si avviò con il fratello dentro casa dove si sedettero
sul divano.
“Non hai rovinato nulla... Tsubasa non è stupido... lasciagli tempo e andrà
tutto bene...”
“Come fai a dirlo?”
“Ho visto come ti guarda... io sono certa che provi qualcosa per te, ma ancora
non ha compreso appieno i suoi sentimenti... dagli tempo...”
Non vi furono altre parole su quell’argomento e, quando la luna proiettò i suoi
raggi argentei sul mondo, trovò i due gemelli addormentati e stretti l’uno
all’altro.
Ed ora
cosa succederà fra il caro Taro e Tsubasa? Lily e Jun metteranno da parte il
loro orgoglio?
Baci, Baci!
Dopo il terzo giorno in cui Lily vedeva Taro depresso sul
divano e la notte lo sentiva piangere in camera sua, prese la decisione di
andare a casa di Tsubasa, per vedere di sistemare almeno un poco la faccenda.
Quella mattina, senza dire nulla al gemello, era uscita e, quasi di corsa,
aveva raggiunto la casa dell’amico, dove le aveva aperto la madre.
“Ciao Lily... spero che tu possa aiutare Tsubasa... sono tre giorni che è
strano... sono preoccupata” le disse la donna, facendola accomodare, per poi
indicarle la camera del figlio al piano superiore della casa.
“Farò quel che posso...”, rispose salendo le scale e bussando alla porta che le
era stata indicata. Non ricevendo risposta decise di riprovare di nuovo, ma
ancora solo il silenzio dall’altra parte. Un po’ preoccupata aprì la porta per
sbirciare dentro e vide il ragazzo seduto sul letto a guardare fuori dalla
finestra con aria assente.
“Tsubasa?” lo chiamò lei a bassa voce riuscendo infine a catturare la sua
attenzione.
“Ehi... ciao... come sta Taro?” le chiese, facendole segno di entrare e sedere
accanto a lui sul letto.
“Male... sono tre giorni che vegeta sul divano aspettando una tua chiamata.”
Sedutasi accanto a lui lo scrutò con attenzione, notando i pestoni sotto
gl’occhi, segno evidente di quanto poco avesse dormito, oltre al fatto che
erano anche arrossati dal pianto. Un sospiro di tristezza le passò sulle labbra,
mentre gli posava una mano sulla spalla.
“Non so cosa scrivergli... e non so nemmeno cosa dirgli... non so nulla.” La
voce era depressa e incrinata.
“Non sai cosa provi? Taro mi ha detto che ti ha baciato... ti è piaciuto?”
sperava con quella domanda di sbloccare un poco la situazione in cui Tsubasa
era incastrato.
“Non lo so... e comunque non credo che sia questo il metro di giudizio adeguato.”
“No, forse non lo è...” ammise Lily fermandosi per un attimo a pensare, per poi
riprendere “Però tu provi qualcosa per mio fratello... Ricordi quella volta che
Taki lo ha abbracciato? Era chiaro come il sole che eri
geloso... e si vede poi quello che hai fatto!” l’ultima parte della frase la
disse borbottando, siccome era memore del bacio che il ragazzo le aveva
stampato a tradimento.
“Cosa ho fatto? Comunque Taro è solo il mio migliore amico...” la cocciutaggine
di Tsubasa in quel momento non era affatto di aiuto.
“Ne sei sicuro? Allora se è questo che provi diglielo senza farlo soffrire...
non merita di stare male, ma di trovare qualcuno che lo ami!” , forse questo
era stato davvero un colpo basso, ma vedere la disperazione riflessa nelle
iridi di Tsubasa era ancora peggio. Voleva aiutarlo a capire e lo avrebbe fatto
anche giocando sporco.
“Ma non lo so nemmeno io che provo... Non voglio mentirgli!”
“E secondo te stare chiuso in casa depresso può aiutarti?” il tono di Lily
iniziava a scaldarsi un poco, siccome non c’è più sordo di chi non vuol sentire
“Perché non esci con Taro? Uscite voi soli... così capirai!”
“Non voglio farlo soffrire ulteriormente... non voglio comportarmi in modo
falso... capisci?” la voce del ragazzo era calma, anche troppo calma, e Lily non
capiva come fosse possibile, infatti si
sarebbe messa le mani dei capelli o meglio, avrebbe preso la testa di lui e
l’avrebbe sbattuta contro il muro.
“No, non capisco Tsubasa! Scusa, ma non capisco, siccome così lo stai già
facendo soffrire!”
“Devo avere solo il tempo per pensare...”
“Almeno digli qualcosa! Un ‘come stai’... vedi tu!”
“Beh questo potrei farlo... mi spiace che stia male...”
“Allora fallo presto!”
Dopo quel breve e concitato scambio di battute Lily si alzò dal letto, curiosando
appena distrattamente i titoli dei libri dell’amico, che erano, ovviamente,
quasi tutti sul calcio. Distratta da quella piccola ricerca non aspettava la
piega che avrebbe ben presto assunto il discorso.
“Hai ragione... e tu... quando hai intenzione di ammettere i tuoi sentimenti
verso Jun?”
“Qui non si sta parlando di me e Jun, ma di te e Taro!” sbottò lei colta sul
vivo dalla domanda che le era stata posta. Era andata da lui per risolvere il
problema del gemello, non per parlare di se.
“Pensavo che il discorso fosse finito. E comunque è lo stesso discorso, Jun è
mio amico, e non voglio vederlo soffrire.”
“Soffrire per cosa? Quello che ha deciso lui? Ha fatto tutto da solo!” la voce
di Lily era carica di risentimento,di certo Tsubasa e Genzo avevano parlato, ma
nessuno dei due sapeva che Jun l’aveva lasciata una settimana dopo che erano
stati a letto assieme. Il solo pensarci la faceva ancora stare male.
“E quali sono i tuoi sentimenti?”
“I miei? Io non provo più niente per lui... ormai l’ho dimenticato!” bugia. Era
una bugia e lei lo sapeva benissimo, ed infatti anche Tsubasa fu lesto a
risponderle in tono acceso.
“Ma per favore!? Vieni qui a farmi ammettere i miei sentimenti, quanto tu sei
la prima a nasconderli a se stessa? Se non foste due perfetti cretini, tu e Jun
potreste essere una coppia bellissima.”
“Vuoi che li ammetta? Vuoi questo? E va bene! Io sono ancora innamorata di Jun,
ma non voglio soffrire ancora per le sue indecisioni!”
Ecco, infine era riuscita ad ammetterlo con se stessa e Tsubasa. Lei amava quel
dannatissimo Principe di cristallo. Ed era chiaro come il sole che l’amico
invece fosse innamorato del suo gemello.
“Vedi, allora mi dai ragione? Anche io non voglio far soffrire Taro per le mie
indecisioni!”
“Si, ma tu non hai fatto l’amore con Taro! Io con Jun si... e dopo una
settimana mi ha lasciata... scusa se non ti racconto il resto, ma tanto hai
parlato con Genzo!” gl’occhi di Lily ora erano imperlati di lacrime, non
avrebbe voluto dirgli quella cosa, ma alla sua risposta non ci aveva più visto
e gli aveva sbattuto in faccia la cruda realtà di quello che era successo a
lei. Evidentemente l’aveva lasciato basito, siccome il silenzio era calato
nella stanza dopo i toni roventi di prima.
“Potrei essere io a dirti che è una cosa totalmente diversa, ma in senso
opposto, io non sono certo dei miei sentimenti per Taro, per questo non mi
faccio sentire, ma tu e Jun, si vede benissimo che vi piacete!”
A quella risposta Lily alzò un sopracciglio alquanto perplessa. Possibile che
Tsubasa non avesse capito niente di quello che lei gli aveva detto?
“Tsubasa non credo che tu abbia capito bene cosa ti ho detto! Mi ha lasciata
dopo essere stato a letto con me, dannazione! Hai idea di come mi sono
sentita?” gli chiese sgarbatamente lei, volgendosi a guardare fuori dalla
finestra. Si era sentita umiliata quando lui l’aveva lasciata, oltre al fatto
che si era sentita una completa cretina. Lei gl’aveva dato tutto e lui se ne
era uscito con ‘E’ stato solo un’illusione”. No, non poteva perdonarlo così facilmente.
“Lo riesco ad immaginare, ma vedo anche che sei ancora innamorata di lui, e lui
di te, e tu lo sai, sai che c’è una motivazione se lui si è comportato così.”
“Ah si? E quale? No, perché io non lo so... dimmelo tu visto che sai tutto!”
“Io sono solo un osservatore. Non mi faccio i cavoli altrui! Dovresti parlare
con lui e non con me!” gli rispose ostinatamente Tsubasa, ora fissandola dritta
negl’occhi, quegl’occhi identici a quelle di Taro.
“Benissimo! Allora siamo a posto così Tsubasa! Cerca di non far soffrire troppo
mio fratello! Ciao!”, detto questo, Lily si chinò a prendere la borsa e, nello
stesso istante, Tsubasa, approfittando
della distrazione di Lily. la afferrò dolcemente per un polso, facendola
ruotare verso di lui e lei, colta alla sprovvista, scivolò leggermente
all'indietro, venendo agilmente afferrata dal forte braccio del ragazzo,
ritrovandosi così stretta tra il muro alle sue spalle e il muscoloso torace di
Tsubasa, il quale prima di tentare di baciarla le sussurrò:
“O forse semplicemente non vuoi Jun, ma me!”
“Non è me che vuoi e lo sai! Ma su avanti baciami! Se per capire cosa provi
devi baciarmi fallo! Ma io voglio Jun!” urlò la ragazza, lasciando che l’amico
premesse le labbra contro le sue. Fu un bacio veloce e brusco, ed infatti con
uno scatto il ragazzo si allontanò da lei, non prima di averla tirata verso di
se per evitarle una caduta.
“Vedo che questo ha schiarito le idee a tutti e due... io non voglio te, ma
Taro, anche se siete molto simili e tu sei, ehm, più sexi...”
rimase per un attimo in silenzio prendendo fiato “E tu vuoi Jun, ora corri, vai
da lui, dovete chiare questa storia una volta per tutte! Io invece mi devo
preparare... credo che ti porterò via il fratellino per una sera!”
“Si, hai ragione devo andare da lui... facciamo un poco di strada assieme?”
chiese Lily poco convita dell’andare a casa di Jun, ma era troppo felice per
Tsubasa e Taro, quindi sarebbe andata anche all’inferno per farli stare da soli
a godere della reciproca compagnia e amore. Silenziosa la ragazza uscì dalla
camera, mentre l’amico di preparava e circa una mezz’ora dopo erano in strada.
Tsubasa camminava felice e spensierato all’idea di poter stare da solo con
Taro, ma Lily era preoccupata e nervosa. Giunti davanti alla casa di Jun e due
si fermarono, siccome la dolce musica di un pianoforte pervadeva tutta l’aria.
Il cuore di lei si fermò di nuovo, quella canzone, la canzone del favoloso
mondo di Amelie, era la sua preferita e Jun gliela suonava sempre quando
stavano assieme.
“Sta suonando la mia canzone...” mormorò volgendosi a guardare Tsubasa, mentre
prendeva ad indietreggiare “No, non posso... non ce la faccio! Ho troppa paura!
Scusami” detto questo volse le spalle al ragazzo correndo via veloce come un
fulmine verso casa di Nessa. Aveva bisogno di parlare con qualcuno, ma Taro era
meglio lasciarlo al suo adorato Tsubasa per quel pomeriggio e nessuno era
meglio della sua migliore amica quando aveva un problema.
Ed il
nostro caro Tsubasa ha capito ciò che prova per Taro ^_^ adesso deve solo
andare a dichiararsi... ci riuscirà? E Lily avrà il coraggio di entrare a casa
di Jun ed affrontarlo?
Vi aspetto alla prossima!
Baci!
Jun stava tornando a casa
dopo la consuete visita medica settimanale, ormai il cuore stava molto meglio,
e il medico aveva detto che non doveva più temere emozioni troppo forti. Jun
l’aveva preso come un invito a farsi avanti e rivelare i suoi sentimenti a
Lily. Il sole era alto nel cielo ed illuminava il paesaggio di bianca luce
accecante tipica dell’estate, proprio la stessa luce che aveva rischiarato il
suo dolce sorriso pochi giorni prima, quando lui le aveva scostato una ciocca
di capelli sfiorandole con dolcezza la guancia, ricordava ancora il caldo
tepore delle sue gote. Proprio in quell’istante un coniglio gli attraversò la
strada, passando a pochi centimetri dai suoi piedi, per poi dopo poco a
fissarlo... sembrava che lo stesse sfidando ad una gara... e Jun non si tirò
indietro. Era particolarmente di buon umore quel giorno e rideva di gusto
mentre inseguiva il paffuto animaletto per i fossi e campi, attraversando siepi
e scavalcando muretti. Il coniglietto era molto veloce ed agile, potendo sfruttare
ogni più piccolo spazio e scorciatoia, ma aveva sottovalutato il principe del
calcio che, dopo non molto tempo riuscì, sfruttando un momento di confusione
del roditore davanti ad una staccionata, ad acchiapparlo. Lo strinse saldamente
tra le mani e questo rimase stranamente docile, come se la lunga corsa lo
avesse stancato non poco.
“Sarai il mio regalo per Lily” sentenziò Jun, notando poi per la prima volta i
graffi e gli strappi sui vestiti che si era fatto correndo ‘Mia madre sarà
furiosa!’ pensò, ridendo dentro di se, già s’immaginava la sua voce
-Oh, Jun!-, il ragazzo emise un lieve sospiro per soffocare una risata che gli
stava venendo spontanea.
Tornato a casa, che fortunatamente era deserta, eccezion
fatta per la cameriera, a cui fece giurare di non dire nulla riguardo al suo
stato, Jun si cambiò e ripulì le ferite, poi prese il coniglietto, che era
rimasto buono per tutto il tempo, e lo ripose in una gabbietta che doveva
essere stata di un suo animaletto quando era piccolo. Dopodiché, sfamato il suo
nuovo amico con una carota, si mise a suonare una dolce melodia al piano, la
preferita di Lily, quella del favoloso mondo di Amelie, sperando, nella
sua fantasia, che la musica potesse giungere alla sua amata, ovunque ella
fosse.
***
Seduto sul divano, Taro iniziava a chiedersi dove fosse
finita la sua gemella, siccome era quasi ora di pranzo e lei non era ancora
rientrata a casa. Sospirando prese in mano il telefono per chiamarla, ma in
realtà quella era solo una scusa, siccome guardando nell’apparecchio sperava di
vedere una chiamata o una mail di Tsubasa, ma niente. Lo sfondo fu l’unica cosa
che vide. Posò di nuovo l’apparecchio sul tavolino, dimenticandosi
completamente che doveva chiamare Lily. Questa volta ne era certo, fra lui e
l’amico le cose non sarebbero mai più tornate a posto. Non avrebbe mai dovuto
baciarlo. Avrebbe dovuto continuare a celare quello che provava infondo al
cuore invece di esprimerlo così apertamente. Si stese sul divano premendosi poi
il cuscino sulla faccia, mentre sentì il rumore di dei passi che si
avvicinavano al soggiorno.
“Sei arrivata finalmente! Iniziavo a preoccuparmi.” Mormorò da sotto il cuscino,
convintissimo che la persona appena entrata fosse Lily, ma quando emerse da
quella oscurità si ritrovò dinnanzi il viso di Tsubasa. Per poco non gli venne
un colpo, non era pronto ad incontrarlo, non era pronto a sentirsi dire addio,
a sentirsi dire di stargli lontano. Un nodo doloroso si formò nella gola del
ragazzo che, dopo aver deglutito varie volte, riuscì solo a mormorare con voce
strozzata “Tsubasa...”.
“Ciao Taro”, disse semplicemente lui, sedendosi sulla poltrona di fronte
all’amico, “Sono passato perché ho bisogno di parlarti” aggiunse poi, dopo
essersi sistemato più comodamente, senza smettere di guardarlo dritto
negl’occhi. Occhi in cui leggeva benissimo la paura che stavano provando.
“Dimmi... ti ascolto...”, rispose semplicemente Taro, riprendendo la posizione
seduta, mentre cercava di fermare il tremore alle mani, tremore che venne
fermato dalle mani di Tsubasa che afferrarono saldamente le sue.
“Oggi è venuta Lily a casa mia... e abbiamo parlato... più che altro
litigato...” disse il capitano, quasi ridacchiando al ricordo, per poi farsi di
nuovo serio, mentre il viso di Taro sbianca e lo interrompeva:
“Mi dispiace, non sarebbe dovuta venire... non le ho chiesto io di farlo...
quando viene a casa gliene dico quattro...” il giovane era partito in una serie
di frasi sconnesse e di scusa, ma Tsubasa fu lesto a posargli un dito sulle
labbra.
“Shh... se non fosse stato per lei io ora non sarei
qui...” fece una piccola pausa, mentre anche il suo cuore prendeva a battere
all’impazzata, come un cavallo in una prateria “E’ stata lei a farmi capire
quello che provo per te Taro... ”
“E... e cosa provi per me?” gli chiese con un filo di voce avvicinandosi di un
poco all’amico, il quale sorrise ed avvicinò il viso al suo “Mi piaci Taro
Misaki, mi piaci dalla prima volta che ti ho visto, ma ero così accecato che
non mi ero reso conto di nulla... ma ora ci vedo di nuovo...” dette queste
parole azzerò la distanza di un respiro che li separava, posando con dolcezza
le labbra sulle sue. Questa volta non sarebbe scappato, questa volta Tsubasa
era consapevole di star baciando davvero la persona che gli piaceva, anche se
ancora non era certo della parola amore, ma era consapevole del fatto che
voleva stare con lui. Dal canto suo Taro era felice, il suo cuore scoppiava di
gioia per quella rivelazione inattesa. Alcune lacrime rotolarono dolci sulle
sue gote, prontamente asciugate dalla mano del compagno. Fu un bacio dolce ed
intenso, ma non spinto e volgare, no volevano andarci piano. Fare le cose con
calma, un passo alla volta.
“Allora che ne dici Taro,vogliamo provarci? Vuoi essere il mio ragazzo?” gli
chiese dolce Tsubasa carezzandogli la guancia su cui ancora scendevano le
lacrime.
“Si... Tsubasa... io voglio stare con te... ” finalmente sul viso del ragazzo
si aprì un tenero sorriso che fece sciogliere il cuore del giovane. Dopo quelle
dolci parole uscite dalle labbra di Taro i due ragazzi passarono tutto il
pomeriggio stesi sul divano a baciarsi e di tanto in tanto anche a
chiacchierare amabilmente. Le ore passarono ed in un batter d’occhio la sera
stava calando. Il cielo iniziava ad imbrunire e le prime stelle apparivano
luminose. Alzando lo sguardo sull’orologio a Taro venne quasi un colpo.
“Ma sono le otto passate!” osservò sbigottito per poi volgere il viso verso
Tsubasa “Abbiamo passato tutto il pomeriggio a baciarci...” osservò ancora
arrossendo.
“Passerei anche tutta le sera e la notte a baciarti...” gli rispose a fior di
labbra baciandolo di nuovo per poi andare ad aggiungere “Ora che finalmente ho
capito quello che provo per te, potremmo aiutare Lily e Jun... sono due
testoni!”
“Cosa pensi di fare?” gli chiese affabile Taro, senza smettere di guardarlo
negl’occhi, mentre il visto di Tsubasa assumeva un’espressione colpita.
“Ma allora te ne sei accorto anche tu?”
“Beh sai... non mi chiamo mica Ishizaki...” ridacchiò, per poi continuare, carezzando
una guancia all’amato, “Me ne sono accorto da un po’, ma non sapevo come
affrontare la cosa con Lily...”
“In che senso?”
“E’ pur sempre la mia gemella... ma non me la sentivo di andarle a chiedere
qualcosa così apertamente... infondo sono stato via anni... lasciandola sola...
adesso non so se ha ancora voglia di confidarsi con me...” replicò Taro con
voce triste.
“Provaci... dovete solo ritrovare quella complicità che c’era quando eravate
piccoli...” gli sorrise amabilmente baciandolo sulla punta del naso “E non fare
il gelosone!”
“Io non sono geloso!” borbottò Misaki, mettendo il
broncio, per poi fermarsi un attimo a pensare “Beh si in realtà lo sono...”
Entrambi i ragazzi scoppiarono a ridere. Erano felici, molto felici, finalmente
si erano confessati quello che provavano e niente e nessuno li avrebbe
separati. Di comune accordo avevano deciso di non dire nulla ad i loro amici, perchè la cosa sarebbe stata più divertente.
“Comunque credo che al prossimo allenamento andrò a parlare con Jun, devo
capire bene cosa sia successo davvero. La sola versione di Lily non mi
basta...”
“Già... è sempre meglio sentire tutti e due...” annuì Taro, mentre il suono di
una mail lo distraeva, facendogli guardare il telefono.
Sto
tornando a casa...
Era il semplice avviso di Lily, e dopo averlo letto i due
ragazzi di guardarono.
“Io vado... devo essere a casa per cena... e poi è giusto che parliate un po’
voi due...” dette queste parole si alzò dal divano seguito da Taro che lo
accompagnò alla porta, ma prima che Tsubasa varcasse la soglia il giovane
l’afferrò per un braccio e fattolo volgere con dolcezza verso di se lo baciò di
nuovo dolcemente.
“A domani...” gli sussurrò poi mentre l’altro annuiva e gli carezzava una
guancia. Con il sorriso che gli arrivava da orecchio ad orecchio il gemello
chiuse la porta e si diresse in cucina, voleva preparare qualcosa di buono per
Lily, ma in casa non c’era molto e così decise di aspettarla guardando qualcosa
alla tv.
Eccomi qui XD lascio a vuoi le
dovute conclusioni... Baci,Baci! ^_^
Piccola nota di inizio capitolo ^^
io l’ho scritto ascoltando una canzone di natale, in particolare quella di
Zucchero White Christmas, ma va bene anche altro! ^_^
...Ricordi di
Natale...
“La neve fioccava vorticando fuori dalla finestra da cui Taro
stava guardando e fremeva. Erano tre mesi che non la vedeva tutti i giorni, ma
ora che le vacanze di Natale erano arrivate, aveva ben due settimane da passare
con quella che reputava la persona più importante della sua vita, anche prima
di suo padre. Il campanello del forno annunciò che i biscotti erano pronti e il
ragazzino corse subito a toglierli per evitare che si bruciassero. Aveva
preparato tutto in ogni dettaglio. I biscotti a forma di albero di natale erano
pronti per essere glassati e poi mangiati assieme ad una tazza di cioccolata
calda. L’albero era stato portato giù dalla soffitta e sistemato nell’angolo
vicino al camino, pronto per essere addobbato a dovere. Un tuono scosse i vetri
della finestra, annunciando che la tormenta di neve andava intensificandosi.
Taro tornò velocemente alla finestra, schiacciando il vaso contro il vetro, che
prese ad appannarsi per il suo respiro caldo. Il cuore gli batteva forte, aveva
paura di vedere il padre emergere da quel candore da solo. Aveva paura di
sentirgli dire che il treno era stato cancellato e che lei non sarebbe venuta.
Volse appena la testa a guardare l’orologio, erano le tre e mezza, erano in
ritardo di più di mezz’ora ed ora iniziava davvero a preoccuparsi. Che fosse
successo loro qualcosa lungo la strada? No, non doveva farsi prendere da quei pensieri.
Scuotendo la testa salì le scale diretto nella propria camera dove sistemò
ancora una volta le coperte nel letto accanto al suo dove avrebbe dormito lei.
Sorrise. Adorava dormire con lei. Addormentarsi le prime volte che era stato
costretto a farlo da solo erano state terribili. Gl’occhi gli si imperlarono di
lacrime e così abbracciò il peluche a forma di coniglietto che lei gli aveva
regalato prima che li separassero. Quello era il suo unico conforto nelle notti
lunghe e solitarie quando si svegliava cercandola e non trovandola piangeva.
Quell’anno Taro non aveva chiesto giocattoli o un pallone nuovo, aveva chiesto
di poter tornare a stare con lei tutti i giorni e le notti.Sogno e desiderio che poi si sarebbe avverato
moltissimi anni dopo, ma in quel momento lui non poteva saperlo. Il rumore
della porta che si apriva e il suono di due voci felici che lo chiamavano dal
piano di sotto lo fecero correre giù per le scale quasi ruzzolando. Arrivato
infondo si fermò. Finalmente lei era lì, lì davanti a lui e solo per lui. Con
gl’occhi scintillanti di calde lacrime corse ad abbracciarla senza nemmeno
darle il tempo di togliersi la giacca bagnata per la neve.
“Ti voglio tanto bene!” le disse all’orecchio mentre lei ricambiava teneramente
il suo abbraccio.
“Mi sei mancato tanto!” rispose lei guardandolo poi negl’occhi e sorridendo
felice “ma ora siamo qui, siamo assieme per tutte le vacanze!”
Annuendo Taro aiutò Lily a togliersi la giacca ed a sistemare le sue cose in
camera, poi scesero di sotto correndo, avevano un sacco di cose da fare e poco
tempo per farle. Ridendo come matti e raccontandosi ogni piccola cosa che
avevano fatto mentre erano separati presero a decorare l’albero con i loro
colori preferiti, il blu, l’argento ed il lilla e poco importava che tutto
assieme non avesse senso perché a loro piaceva. Sistemarono poi i regali sotto
l’albero e fecero merenda. Le ore volavano e dopo cena si misero tutti e tre
assieme davanti al camino a cantare canzoni di natale. La neve ed il vento
ancora fioccavano forti fuori dalla finestra, ma davanti al dolce tempore del
fuoco poco importava loro del freddo. Fu solo quando ormai era mezzanotte che i
due bambini sbadigliando decisero di andare a dormire. Dopo essersi messi i
pigiami s’infilarono sotto le coperte ed il padre passò a rimboccarle “Fate
sogni d’oro!” disse dando un bacio per uno sulla fronte.
“Lo saranno, perché adesso siamo assieme!” risposero in coro, per poi
sbadigliare nuovamente ed abbracciarsi così da stare ancora più vicini.Sorridendo il padre spense la luce e la
camera venne inondata dal bianco candore della neve, che filtrava dalla
finestra.
“Buon Natale Taro... ti voglio bene!” mormorò Lily più addormentata ormai che
sveglia.
“Buon Natale Lily... sei il più bel regalo del mondo!” le rispose Taro
poggiando la fronte contro la sua ed addormentandosi con lei felice. “
Ripresosi da quel ricordo, in cui aveva solo dieci anni,
Taro sospirò. Voleva davvero recuperare quel rapporto speciale che aveva con le
sua gemella e forse provandoci piano, piano ci sarebbe riuscito. Avvicinandosi
alla finestra vide le nuvole temporalesche addensarsi all’orizzonte e correre
veloci a coprire la città.
“Speriamo che Lily arrivi prima che inizi a piovere!” mormorò a se stesso
andando a spegnere la televisione, per poi tornare alla finestra e guardare
fuori, si era levato il vento ed i tuoni ed i lampi si facevano sentire
prepotenti. Aveva iniziato a piovere da qualche minuto quando Lily varcò la
soglia di casa e chiuse la porta dietro di se, non aveva nemmeno fatto in tempo
a togliersi le scarpe che Taro le era volato fra le braccia stringendola a se.
“Ti voglio tanto bene!” le mormorò all’orecchio con la voce un poco spezzata,
mentre lei lo stringeva forte.
“Lo so... anche io te ne voglio tantissimo!” rispose dolcemente lei.
Tantissimi auguri diBuonNatalea tutti! Che domani sia una giornata bellissima e
allegra per tutti!
Un abbraccio ed un sorriso!
Baci, baci
Angel Natalie
Madido di sudore per il devastante allenamento, sotto il
sole cocente d’agosto, Tsubasa si avvicinò a Jun, che aveva giocato solo gli
ultimi minuti della partitella, ma era riuscito a rovesciare il risultato, e
ora si stava riprendendo seduto su una panchina.
“Grande Jun, quell’azione all’ultimo minuto è stata fenomenale, non vedo l’ora
di giocare nuovamente in squadra con te! Ma parlando d’altro, posso chiederti
una cosa? Se non ti spiace.”
“Ah, non è statoniente di speciale, si
certo, chiedi pure” replica sorridendo.
“Non vorrei essere indiscreto, ma volevo chiederti cosa c’è stato fra te e
Lily, ormai è palese a tutti che qualcosa è successo, ma mi piacerebbe sapere
la verità dalle tue labbra.”
Il viso di Jun si rabbuiò di colpo.
“Siamo stati assieme... era la mia ragazza, ma poi ci siamo lasciati.”
“Come mai vi siete lasciati?”
Jun aspettò qualche istante prima di rispondere:
“Mi sono messo con Lily perché ero innamorato di lei, ed Amy mi aveva appena
lasciato” prese il respiro, come se stesse confessando una colpa “Ma poi Amy è
tornata... e io sono tornato con lei...”
“Quindi non amavi Lily?” chiede cautamente Tsubasa, cercando di non essere
troppo impertinente.
“No! Questo no... la amavo e amo Lily tutt’ora... solo che ero confuso e non
capivo quali fossero i miei sentimenti, chi davvero amassi...”
“E perché, non glielo hai detto questo? A Lily intendo.”
“Perché quando poi Amy mi ha lasciato nuovamente, ero in ospedale, e, quando
sono tornato a scuola, lei non c’era più...” la voce di Jun si perse in un
sospiro.
“No, intendevo ” precisò Tsubasa “Perché le hai detto che non l’amavi, almeno
questo mi ha detto lei, anziché dirle la verità?”
“Non lo so nemmeno io... forse perché lasciarla dopo essere andato a letto con
lei non era il massimo, e così le ho detto una bugia!”
“Ma così hai peggiorato le cose, ma che ti è saltato in mente?!” sbottò, per
poi ricomporsi subito “Scusa, non volevo essere così duro!”
“Non lo so dannazione! Non lo so!” alzò la voce Jun alterato “Volevo solo farla
soffrire meno... so di aver peggiorato tutto!”
Le parole di Tsubasa lo avevano punto sul vivo.
“Allora perché non vai da lei e glielo spieghi? Sono certo ti ascolterebbe...”
“Ne sei sicuro? Io non credo... tu non la conosci bene...”
“Oh, invece ormai inizio a conoscerla anche io, basta continuare ad incalzarla
per fare in modo che ragioni, magari ci vuole un po’, ma ci si riesce... ho
avuto un piccolo diverbio con lei recentemente!” Tsubasa sorrise, pensando alla
conversazione che aveva fatto aprire gl’occhi ad entrambi.
“Che diverbio?” chiese Jun con fare curioso.
“Bah, niente, solo si era impuntata sul fatto che dovessi ammettere i miei
sentimenti verso Taro... e aveva ragione.”
“Quindi stai con Taro?” chiese Jun illuminandosi di colpo “Era ora!”
“Si,si, finalmente, vero? Ma deve rimanere un segreto per un po’... è più
divertente!” Misugi fece l’occhiolino all’amico e sorrise “Non
preoccuparti, con me il tuo segreto è in buone mani” cambiando subito
espressione, facendosi serio “Non ti ho detto tutto, però, del perché lasciai
Lily.”
“Avanti, dimmi ti ascolto.”
“Io ero indeciso tra Lily ed Amy a quel tempo, ma non volevo lasciare la
piccola Misaki, volevo solo capire quali fossero i miei sentimenti, capire che
amassi d’avvero, ma poi un giorno Amy venne da me e, tra le lacrime, mi rivelò
che le avevano diagnosticato un tumore, poi, mentre la stringevo a me per
consolarla, mi baciò... e io non rifiutai, ma subito dopo me ne andai, fuggendo
come un vigliacco. Passai uno dei giorni più brutti della mia vita, col cuore
diviso sul cosa fare, ma alla fine fu la mente a giudicare, ritenendo che fosse
Amyla persona più fragile e che avesse
maggiore bisogno di me, così, con la morte nel cuore, mi diressi da Lily per
dirle, mentendo a lei e a me stesso, che non l’amavo... il resto lo sai...”
poi, dopo questo sfogo, Jun rimase in silenzio.
Ed ora che
Tsubasa ha anche la sconvolgente versione di Jun cosa farà? Darà una mano a
questa coppia impossibile o si arrangeranno da soli? Ma Jun gli avrà davvero
detto tutto?
Baci, baci e alla prossima ^_*
Il meriggio stava dolcemente
declinando verso la sera e Lily e Nessa, con il
borsone di pallavolo sulle spalle, stavano camminando velocemente verso casa.
“Secondo me hanno deciso di ucciderci!” borbottò Nessa stiracchiando un poco la
schiena.
“Beh, manca solo una settimana ad i provini... direi che se così non fosse ci
sarebbe da preoccuparsi...”
“Su questo hai ragione! Ma come fai a non dire nulla a Taro? Insomma non è
curioso di sapere dove sparisci tutti i pomeriggi?” chiese l’amica curiosa,
guardando Lily, che intanto si era fermata a fissare la vetrina di una
gioielleria.
“Eh? Oh non è un problema... gli ho detto che abbiamo una partita
importante...” rispose in modo spicciativo, mentre continuava a guardare un
piccolo anellino a forma di rosa con al centro un brillantino lilla e il suo
prezzo, “Mi piacerebbe avere tutti quei soldi...” sospirò infine Lily
volgendosi a guardare l’amica.
“Beh potresti chiederlo a Taro come regalo di natale” rispose tranquillamente
Nessa posandole una mano sulla spalla, anche se in realtà avrebbe voluto dirle
qualcosa di diverso. Una cosa che riguardava il caro Misugi,
ma si trattenne dal proferire parola, siccome la sua cara amica in quel periodo
aveva già i nervi a fior di pelle, ed innervosirla con battute non era poi la
cosa migliore da fare.
“Non posso chiedergli di spendere 10000 yen in una anello per me!” mormorò Lily
lasciando a malincuore la vetrina del negozio e riprendendo a camminare verso
casa. Nessuna delle due ragazze però si era accorta della figura di Jun, che
uscito dalla farmacia accanto, si era fermato ad ascoltare la loro
conversazione e quando le due amiche furono fuori portata si era avvicinato
alla vetrina per guardare. Giunta a casa Lily posò il borsone accanto alla
porta e trascinandosi come uno zombie si stravaccò sul divano mormorando “Sono
a casa!”. Immediatamente sulla porta della cucina comparve la faccia sorridente
di Taro.
“Ben tornata... io Tsubasa e Ishizaki stiamo preparando la cena... se vuoi
andare a fare la doccia...” disse il fratello con voce gioviale, mentre lei
annuiva e ridacchiando rispondeva “Cercate di non dar fuoco alla cucina!” ma
non aveva ancora fatto il primo gradino che il campanello della porta suonò e
lei, sempre con passo strascicato, si diresse ad aprire, ritrovandosi sulla
soglia un sorridente Genzo assieme a Kojiro.
“Accomodatevi ragazzi! Gl’altri sono in cucina... io vado a farmi un bagno...”
disse Lily chiudendo la porta ed indicando loro la cucina, mentre Kojiro la
fissa.
“Dovresti riposare un po’ altrimenti ad i provini ci arriverai strisciando...”
sentenziò il moro senza distogliere lo sguardo, anche quando lei si volse
furiosa a guardare Genzo.
“Glielo hai detto!?” sbottò irritata annullando la distanza che li separava
“Avevi detto che sarebbe rimasto il nostro segreto!”
“Si, lo so... ma vedi... lui ha metodi molto persuasivi per farsi dire le
cose...” si scusò il portiere un poco arrossendo, mentre il viso di Lily
restava impassibile.
“Ah si? E quali?” chiese lei incrociando le braccia sotto al seno, mentre Kojiro
le si avvicinava e sussurrava all’orecchio:
“Quelli che Jun userebbe con te sotto le lenziola...”
Il viso della giovane assunse tutte le colorazioni possibili di rosso prima che
le sue labbra fossero capaci anche solo lontanamente di articolare una parola,
siccome intanto la sua mente andava fantasticando a cosa lei avrebbe potuto
fare al ragazzo.
“Vado a fare la doccia!” mormorò mentre un brivido le correva lungo la schiena
e dopo aver dato pugno sulla spalla di Genzo si avviò su per le scale “Non
ditelo a Taro però...”.
La cena fu molto piacevole e sostanziosa, siccome Taro e Tsubasa avevano
preparato di tutto, lasciando ad Ishizaki il solo compito di apparecchiare e
lavare i piatti. Chiacchierarono e risero per tutta la durata del pasto e fu
solo quando ormai erano le dieci che si alzarono da tavola e si diressero verso
la spiaggia dove Nessa, il suo ragazzo Hikaru e Jun li stavano
aspettando. Il cielo era sereno quella notte ed era novilunio, così nemmeno
l’argentata luce della luna avrebbe potuto distrarli dal guardare le stelle
cadere ed esprimere qualche desiderio. Stesero i teli sulla spiaggia e si
misero con il naso all’insù. Lily era stesa un poco in disparte siccome in
mezzo a tutte quelle coppie si sentiva un attimo di troppo. Taro e Tsubasa,
Genzo e Kojiro e Nessa e Hikaru... e lei? Lei
niente... volgendo per un attimo il viso a guardare dietro di se vide le tre
coppie scambiarsi dolci baci e sorrisi di complicità... una nota di tristezza
le calò sul cuore, mentre una scia argentata illuminava il cielo ed a lei Lily
affidava il suo desiderio ‘Solo un poco di felicità...’ socchiuse gl’occhi ed
un brivido di freddo le passò lungo la schiena, siccome aveva dimenticato a
casa la maglia, e così prese a strofinarsi le mani sulle braccia. Erano diversi
minuti che stava ripetendo quel gesto, quando una felpa le venne poggiata sulle
spalle. Il profumo che emanava il tessuto era inconfondibile e lei lo inalò a
pieni polmoni con gl’occhi chiusi prima di volgersi a guardarlo, “Grazie”
mormorò semplicemente facendo un poco di posto a Jun sul proprio telo, sotto lo
sguardo triste di Ishizaki, il quale stava per fare la stessa cosa, ma era
stato prontamente afferrato da Taro quando aveva visto l’amico alzarsi.
“Ne hai vista qualcuna?” le chiese Jun continuando a guardare il cielo.
“Una sola... e tu?” rispose lei sistemandosi meglio la felpa sulle spalle e
guardando con la coda dell’occhi il ragazzo che le sedeva accanto, quella sera
disossava una camicia bianca a maniche corte ed un paio di jeans.
“Una sola anche io...” sorrise lui alzando una mano e carezzandole dolcemente
una guancia facendola arrossire di colpo ed indietreggiare un poco con il
busto. Il cuore che le batteva forte e si sentiva come una scolaretta alla
prima cotta. Doveva trovare qualcosa di cui parlare, siccome quel silenzio
stava diventando quasi imbarazzante, anche se entrambi avevano il visto rivolto
verso il cielo.
“L’hai vista?” gli chiese Lily subito dopo aver visto un’altra stella scendere
con la sua scia luminosa.
“Si...” rispose dolcemente tornando infine a guardare Lily che invece ancora
tenevalo sguardo sulla volta stellata.
Un ennesimo brivido di freddo corse lungo la schiena della ragazza e Jun
raccolto il coraggio a due mani le chiese:
“Senti Lily... ti va di accompagnarmi a casa? Inizio ad essere un poco stanco e
tu stai tremando dal freddo...”
A quella domanda la ragazza s’irrigidì di colpo. Perché le stava chiedendo di
accompagnarlo? Cosa voleva da lei? Prendendo un lungo respiro per calmarsi la
giovane annuì, forse quella sarebbe stata la volta buona, forse quella sera
avrebbe trovato la strada per essere felice. Doveva solo capire diverse cose...
una delle quali era cosa Jun volesse da lei e cosa lei volesse davvero da lui.
Silenziosi si alzarono e dopo aver sbattuto i teli e piegati come di deve
salutarono gl’altri.
“Ci vediamo a casa...” sussurrò all’orecchio di Taro, dandogli un bacio sulla
fronte prima di allontanarsi dalla spiaggia in compagnia del ragazzo. Sul viso
di Nessa comparve un largo sorriso. Non si dissero molto durante la strada, più
che altro l’imbarazzo la faceva da padrone e così per smorzare la tensione che
si era creata Lily tirò fuori l’Ipod e porse
un’auricolare all’amico. Quando infine giunsero davanti a casa del ragazzo lui
si volse a guardarla dritta negl’occhi.
“Aspettami un attimo, ho una cosa da darti, e vorrei parlarti un attimo, prima
che tu veda... ti prego...” le chiese lui dolcemente mentre le prendeva le mani
fra le sue.
“Proverò ad aspettarti... ma non ti prometto nulla...” mormorò lei, mentre lui
annuiva e si dirigeva a passo svelto dentro casa e Lily si metteva anche l’altro
auricolare aumentando il volume sulla canzone ‘EvertimeweTouchyou’. Quella canzone era una delle sue preferite in
assoluto.
I still hear
your voice, when you sleep next to me I still feel your touch in my dreams Forgive me my weakness, but I don't know why Without you it's hard to survive
Già,
da quando si erano lasciati, sopravvivere senza di lui per Lily non era stato
affatto semplice. Ripensò a quando lo vedeva a scuola, vicino ad Amy, per lei
era stata una tortura. Vederli felici che camminavano mano nella mano per i
corridoi, vedere quei baci. Il suo cuore tremava ancora al pensiero ed ora
batteva ad una velocità folle, mentre prendeva a camminare avanti ed indietro
dinnanzi al cancello di casa sua. Perché le aveva chiesto di aspettarlo? Cosa
doveva dirle di così tanto importante? Quante volte ancora doveva spezzarle il
cuore perché lei capisse?
'Cause every
time we touch, I get this feeling And every time we kiss, I swear I could fly Can't you feel my heart beat fast, I want this
to last, Need you by my side 'Cause every time we touch, I feel this static And every time we kiss, I reach for the sky Can't you hear my heart beat so I can't let you go Want you in my life
Cosa
fare ora? Restare? Andare? La mente di Lily scoppiava per tutte quelle domande
a cui non sapeva cosa rispondere. Cosa voleva davvero per se? Al momento aveva
solo due alternative... restare ed ascoltare quello che Jun aveva da dirle, per
quanto potesse essere doloro o fuggire via e cercare di lasciarlo fuori per
sempre dalla sua vita. Respirando affannosamente fermò il passo posando la
schiena contro il muretto del cancello, picchiettando con le dita sulla
superficie di cemento e mattoni. Forse ascoltare quella canzone non era stata
una buona idea. Il ricordo di come lui l’avesse lasciata si fece strada
prepotente nella sua mente. Il ricordo di quella bella giornata di sole
distrutta da poche semplici parole ‘io non ti ho mai amata... è stato tutto un
sogno...’ perché adesso doveva restare? Per sentirsi dire quando si era
divertito a prenderla nuovamente in giro?
Your arms are
my castle, your heart is my sky They wipe away tears that I cry The good and the bad times, we've been through
them all You make me rise when I fall
Di momenti belli ne avevano
davvero passati parecchi assieme e non solo quando erano fidanzati, purtroppo
però quelli brutti erano stati di più. Lui l’aveva lasciata, era stato
ricoverato in ospedale per essere operato e poi sua madre era morta. Quegli
ultimi mesi per Lily non erano stati per niente facili. Sentiva ancora addosso
il peso di tutto quello che aveva passato e spesso questo le toglieva il
respiro lasciandola sola al buio a riprendersi. Purtroppo quando aveva avuto
più bisogno di lui per rialzarsi, lui non c’era, aveva fatto tutto da sola...
infondo lei era forte. Forte come una rosa che resiste al gelo dell’inverno. Quando
però erano stati assieme tutto era bellissimo e davvero le sue braccia per Lily
erano un castello, un castello di sogni e speranze. Andato poi in mille pezzi.
'Cause every
time we touch, I get this feeling And every time we kiss, I swear I could fly Can't you feel my heart beat fast, I want this
to last Need you by my side 'Cause every time we touch, I feel this static And every time we kiss, I reach for the sky Can't you hear my heart beat so I can't let you go Want you in my life
Di nuovo il
ritornello la fece sospirare mentre la porta di casa si apriva e lei lo
guardava quasi correre verso di lei con qualcosa di grande fra le mani. A quel
punto non poteva più fuggire, non voleva più fuggire, voleva ascoltare ciò che
il ragazzo aveva da dirle e voleva farlo a testa alta, non voleva rimpiangere
nulla di quello che ne sarebbe venuto dopo. Avrebbe perso le sue parole serenamente
o almeno ci avrebbe provato e poi avrebbe deciso di conseguenza come
comportarsi.
'Cause every time we touch, I
get this feeling And every time we kiss, I swear I could fly Can't you feel my heart beat fast, I want this
to last Need you by my side
Mentre
Jun apriva il cancello, le ultime note della canzone sfumavano nelle orecchie
di Lily che lesta spese l’apparecchio riponendolo con cura nella tasca. Ho
bisogno che tu sia accanto a me, così terminava la canzone e forse anche Lily
aveva bisogno di Jun accanto a se, ma era disposta a perdonarlo? Sospirando
ancora una volta i suoi occhi vennero attirati dalla gabbietta che il ragazzo
reggeva fra le mani.
“Lui è per te...” le disse alzandola in modo che lei potesse vedere un piccolo
coniglietto nero dalle macchie bianche che la guardava con occhi tenerissimi e
curiosi.
“Oh, mio Dio! Jun è bellissimo!” esplose lei avvicinando ancora di più il viso
all’animaletto paffuto che la guardava “Sicuro che posso tenerlo?” chiese
aprendo la gabbietta per poi con gesti lenti e tranquilli prenderlo in braccio.
“Ovvio che puoi! L’ho preso per te!” sorrise lui allungando una mano ad
accarezzare il morbido pelo dell’animale.
“Ha già un nome questo piccolo amico?" chiese dolcemente Lily carezzando il coniglio fra le orecchie, cosa che
l'animaletto non disdegnava affatto.
“No, puoi darglielo tu...”
“Uhm...” per un attimo il viso della ragazza assunse un’espressione pensosa, ma
poi sentenziò quasi subito “credo che lo chiamerò Batuffolo... è così soffice!”
per un attimo andò a strofinare il naso contro il morbido pelo dell’animale
quindi tornò a guardare Jun.
“Buffo come nome, ma se a te va bene...” le sorride il ragazzo, mentre lei con
calma ripone il coniglietto nella gabbietta “Possiamo parlare un poco Lily, o
devi tornare a casa subito?” le chiede poi guardandola dritto negl’occhi.
“No, possiamo parlare...” risponde mentre il cuore inizia a galopparle a mille.
Il momento della verità era finalmente arrivato. Ora doveva solo restare calma.
“Io... io sono stato uno stupido... ogni qualvolta che guardo nei tuoi
splendidi occhi azzurri, ogni volta che siamo vicini, o guardiamo lo stesso
cielo, e sento il mio cuore palpitare... capisco che non ho mai smesso di
amarti” così esordisce il giovane, lasciandola totalmente spiazzata. Questa
volta non ha parole per esprimersi, ma ha solo mille domande che vorrebbe
fargli eppure non riesce a dar voce nemmeno ad una di esse e così resta ferma
immobile a fissarlo.
“Scusa... non volevo scioccarti.”
“Non, mi hai scioccato, solo non me lo aspettavo.” Riesce infine a dire Lily
tornando a poggiarsi con la schiena contro il palo siccome le gambe minacciando
di non reggerla più.
“Io... vorrei poter ricominciare tutto
daccapo, c'era una cosa bellissima tra noi, e ho rovinato tutto” continua il
ragazzo avvicinandosi un poco a lei. Per alcuni minuti il solo suono udibile è
quello delle auto che transitano nella strada accanto, ma poi finalmente Lily
riesce a dire qualcosa:
“Rovinato è la parola giusta... e non so Jun... non so se ho voglia di ricominciare...
perché ho paura...” Perché stava dicendo questo, lei voleva essere felice, e la
sua felicità era lì, davanti a lei … ma una gran rabbia le saliva dentro, per
quella felicità che una volta già le era stata strappata, e la paura era troppo
grande … forse non era forte come pensava.
“Lo so... ti capisco...”
“Non penso che tu possa capirmi Jun... mi hai spezzato il cuore... come posso
ora crederti? dimmelo..."
“Puoi solo credere alle mie parole...”
"Come posso farlo? sei venuto da me e mi hai detto che non mi avevi mai
amata... come posso credere ora che tu invece non abbia mai smesso di farlo? è
un po' un controsenso non trovi?” sbotta ora lei stringendo forte le mani a
pugno. Come poteva pretendere che lei gli credesse così facilmente? Come poteva
tornare da lui così. Socchiudendo gl’occhi cercò di ricacciare indietro le
lacrime.
“Mentivo... non capivo
cosa provavo” la risposta di lui la lasciò ancora una volta senza parole, ma
poi un moto di rabbia la spinse a scuotere la testa e staccatasi dal palo dove
era appoggiata gli volge le spalle frustrata.
“Allora perché hai mentito? Perché?”
“Te l'ho detto, perché non capivo cosa provavo, Amy era tornata, e con quella
storia della sua malattia pensavo di avere il dovere di starle vicino... sono
stato uno stupido!” cercò ancora di spiegare Jun
senza però avvicinarsi a lei, non voleva farla fuggire di nuovo, ma sapeva
anche che non sarebbe riuscita a tenerla li ancora per molto.
“Stupido a cascare con tutte le scarpe alla farsa di Amy! e cosa vuole dire 'non
capivo cosa provavo'?”
“Non capivo i miei sentimenti verso te, verso Amy, non capivo chi amassi
veramente” la risposta di Jun la lascia sconcertata, allora perché si era messo
con lei? Solo per arrivare a portarla a letto? La testa di Lily aveva iniziato
a farle male, gl’occhi le pizzicavano per le lacrime che voleva versare, ma
s’imponeva di non farlo.
“Ti prego, dimmi qualcosa...” le chiese Jun dopo diversi momenti di silenzio.
“Non so nemmeno io cosa dirti...” fu la mesta risposta della ragazza che finalmente
si era decisa a tornare a guardarlo dritto in faccia.
“Non posso mentire a me stesso dicendomi di non amarti, ma non posso nemmeno
mentire a te trovando scuse per il mio comportamento, so di non averne”
“No, non ne hai... tu non hai idea di come mi sia sentita quando mi hai
lasciata pochi giorni dopo che... beh lo sai...” una lacrima solitaria prese a
scendere sulla gota di Lily mentre si chinava a prendere la gabbietta di
Batuffolo e faceva un leggero passo indietro. Come sempre non avrebbe voluto
tirare fuori quella cosa, ma forse era quello che più l’aveva fatta stare male.
Aveva pensato di tutto. Sia di se stessa che di Jun. Fece un altro passo
indietro. "Ho bisogno di pensare a quello che mi hai detto... ma prima devo
affrontare un evento che forse cambierà la mia vita..." mormora poi ad un
tratto Lily, mentre il suo pensiero corre al provino per la nazionale che si
sarebbe tenuto di li a pochissimi giorni. Il suo cuore era già messo a dura
prova per quello ed ora ci si era messo anche lui. No, aveva bisogno di tempo.
Doveva passare l’evento più importante della sua vita e poi avrebbe pensato
bene anche a se fidarsi ancora.
“Va bene, hai ragione, devo darti del tempo . . . posso sapere qual’è questo evento?”
“Preferisco di no Jun... grazie per Batuffolo... scusami, ma ora vado... buona
notte" risponde sinceramente volgendogli nuovamente le spalle questa volta
prendendo ad allontanarsi verso casa assieme al coniglietto.
“Buona notte Lily” risponde Jun seguendola con lo
sguardo sino a quando non scompare dietro l’angolo infondo alla via.
Cosa deciderà
di fare ora la nostra cara Lily? Gli dirà di si oppure deciderà di non voler
più rischiare????
Baci, Baci
Angel Natalie
P.s. piccola curiosità... a
qualcuno spiacerebbe se mettessi un capitolo piuttosto esplicito fra Taro e Tsubasa? ^///^
Seduta alla scrivania della propria camera Lily fissava il
libro di matematica con scarsissima voglia di studiare, il suo pensiero andava
correntemente alla sera precedente in cui Jun si era dichiarato. Un piccolo
sospiro le increspò le labbra mentre si chinava ad accarezzare Batuffolo che
saltellava liberamente sul pavimento. Adorava quel coniglietto ed anche a Taro
era piaciuto moltissimo, infatti aveva passato quasi tutta la mattina a
coccolarlo. Sorridendo dolcemente Lily gli grattò le orecchie quindi ritornò a
fissare il libro. Cosa doveva fare adesso con Jun? Aveva ancora voglia di
provarci? Aveva ancora voglia di tentare? Scuotendo la testa scarabocchiò
distrattamente un fiorellino al margine del quaderno. Come sempre nemmeno un
esercizio le veniva corretto, ma poco le importava, di certo non avrebbe
vissuto grazie alla matematica. Sospirando si alzò dalla sedia andando a
sistemare le cose che le servivano nel borsone di pallavolo. Ora come ora la
confessione di Jun era arrivata nel momento più sbagliato. Ora non aveva tempo
di pensare a quello che il suo cuore voleva in amore, doveva concentrarsi. Il
provino sarebbe stato fra due giorni e poi gli avrebbe dato una risposta, ma
prima ovviamente ne avrebbe parlato con Nessa e forse anche con Taro, sempre se
fosse riuscita a staccarlo un attimo da Tsubasa. Ridacchiando brevemente la
ragazza prese il coniglietto e lo rimise nella sua gabbietta, quindi afferrò il
borsone ed uscì dalla propria camera: “Io vado all’allenamento!”gridò, così che
Taro e il suo ragazzo potessero sentirla, quindi scese le scale ed uscì di casa. ‘Ora devo concentrarmi solo sulla pallavolo però, non
devo farmi distrarre da niente e nessuno!” pensò avviandosi lungo la strada per
raggiungere Nessa all’angolo della via e dirigersi assieme verso un faticoso
allenamento.
***
Il fratello aveva totalmente ignorato il grido di Lily,
totalmente immerso nei baci del suo ragazzo, capì che era rimasto solo in casa
non appena sentì la porta sbattere.
Taro e Tsubasa erano stesi sul letto dopo l’ultimo e faticoso allenamento di
calcio. Il giovane capitano era a torso nudo e il compagno vi posava dolcemente
la testa sopra abbracciandolo.
“Ti amo Tsubasa” mormorò Taro arrossendo, non era ancora abituato a dire quelle
dolci parole. L’amico sorrise e prese ad accarezzargli i capelli ed il collo,
provocandogli dolci brividi lungo la schiena “Ti amo anche io!” .
Facendo quasi le fusa a quelle dolci carezze, Taro alzò la testa, incontrando
gl’occhi neri del compagno e perdendosi nella dolcezza di quello sguardo.
Alzatosi un poco, Tsubasa si piegò in avanti e lo baciò con dolcezza. Il
ragazzo dischiuse appena le labbra, così da permettere alla lingua dell’amante
di esplorare la sua bocca. Uno strano desiderio prese possesso di Taro
lasciandolo senza fiato e quasi senza parole. Voleva Tsubasa, voleva fare
l’amore con lui, ma aveva paura di chiederglielo, di essere respinto, e così
prese una decisione, sarebbe andato avanti in quel “gioco” sino a quando lui
non gli avesse detto di fermarsi. Staccatosi da quelle labbra che sapevano di
miele, Misaki, scese dolcemente a baciargli il collo, mentre le mani gli
carezzavano dolcemente i fianchi.
“Taro”, mormorò lui con voce roca e carica di desiderio, convincendo il giovane
a continuare in quello che stava facendo. Scese ancora di più con i baci sino
ad arrivare ad i suoi capezzoli dove prese a stuzzicarli con le labbra e la
lingua strappandogli forti gemiti di piacere. Le mani di Tsubasa intanto
carezzavano la schiena nuda del compagno. Il contatto di entrambi i toraci nudi
provocava nei due ragazzi forti emozioni. Taro si fermò un attimo a guardare
Tsubasa negl’occhi e sorrise, il suo respiro era ansante, ma il sorriso non
smetteva di aleggiare sulle sue labbra. Con sempre più coraggio riprese a
scendere, ora le sua labbra erano arrivate all’elastico del pantaloncini del
compagno, li scostò dolcemente arrivando così agli slip, ma anche quelli
vennero spostati, così che le sue labbra potessero arrivare all’inguine del
ragazzo. Gemiti sempre più alti si levarono dalla bocca di Tsubasa, “Ehi non
sapevo di avere un ragazzo così intraprendente?”, disse fra un ansito ed un
altro.
“Ti spiace?”, gli chiese immediatamente Taro interrompendo quello che stava
facendo, forse si era spinto troppo oltre. Ozora sorrise e, messosi a sedere,
catturò le labbra del compagno in un bacio carico di passione in cui sussurrò
“No, affatto!”.
Rinfrancato da quella risposta, ridacchiando Misaki lo spinse di nuovo sul
letto, questa volta decise di spogliarlo del tutto e così quei pochi indumenti
che indossava finirono a terra. Gl’occhi castani del ragazzo contemplarono il
corpo perfetto del proprio ragazzo. Sorridendo felice e malizioso che Tsubasa
fosse finalmente tutto suo, Taro scese ora con le labbra a giocare con la sua
virilità evidentemente eccitata. I gemiti dell’amante erano sempre più alti,
per fortuna in casa erano soli e lo sarebbero stati per diverse ore. Dispettoso
Misaki andò con la punta delle dita a stuzzicargli anche i capezzoli, mentre
continuava con le labbra. Quando però Tsubasa non né poté più di quella
tortura, con una sola mossa ribaltò le posizioni mettendosi a cavalcioni sopra
di lui.
“Ora tocca a me” disse malizioso iniziando a restituirgli tutto il piacere che
lui prima aveva ricevuto. Tsubasa però era cauto, ci andava piano in tutto
quello che faceva, voleva far l’amore con Taro, ma era terrorizzato di fargli
del male, siccome giorni prima il caro Genzo era andato da lui e gli aveva
fatto una lunga spiegazioni, alquanto imbarazzante, di quello che avrebbe
dovuto fare per procurare al compagno meno dolore possibile. Ozora aveva il
sospetto che l’amico fosse poi passato anche dal suo ragazzo. Scuotendo il capo
tolse i vestiti a Taro lasciandolo nudo e vulnerabile sotto le sue mani e le
sue labbra. Dopo averlo preparato seguendo davvero infine i consigli di quel
portiere impiccione, Tsubasa si decise ad entrare dentro di lui. Il viso di
Misaki si contorse in una smorfia di dolore. Sapeva che sarebbe successo, ma
non pensava facesse così male, si sentiva come diviso in due ed il suo corpo
era rigido, tutto rigido e non solo attorno al membro del compagno, quale
avvertendo tutto quello era fermo in attesa che si rilassasse. Alcune lacrime
rigarono il viso di Taro e Tsubasa lo abbracciò da dietro prendendo a muoversi
piano, piano.
“Perdonami, non volevo farti male...” gli mormorò con la bocca sulla sua
schiena.
“Lo so...” rispose il compagno ansimante, ora che il dolore lo stava lasciando,
il piacere stava diventando sempre più forte ed intenso, fino a quando la sua
mente non ne fu totalmente avvolta, mentre tutte le preoccupazioni e gli
scrupoli scivolavano via. Le abili mani di Tsubasa scesero a massaggiare il
membro di Taro a ritmo con le spinte. I due ragazzi fecero l’amore dolcemente
venendo poi assieme chiamando i rispettivi nomi. Ansanti crollarono sul letto
stretti l’uno fra le braccia dell’altro. Taro nascondeva il viso nell’incavo
del collo di lui.
“Ti amo e perdonami ancora...” gli disse baciandogli i capelli, mentre Misaki
alzava la testa a guardarlo con un dolce sorriso che illuminò tutta la stanza e
riscaldò il cuore dell’amico.
“Sono felice che lo abbiamo fatto...” avvicinando le labbra alle sue lo baciò
con dolcezza “Staremo assieme per sempre?” gli chiese poi con la faccina di un
cucciolo che faceva sempre sciogliere il compagno.
“Si per sempre!” gli rispose baciandogli il naso e stringendolo ancora più
forte a se.
Spero che
questo capitolo vi sia piaciuto e spero di non essere andata troppo oltre nelle
descrizioni ^///^
Alla prossima ed un bacione!
Il fatidico giorno era finalmente arrivato. Quella notte
Lily si era girata e rigirata nel letto senza riuscire a prendere sonno. Era
agitata e ne era consapevole. Verso mezzanotte si era alzata e giunta davanti
la camera di Taro aveva pensato di bussare ed entrare per confidarsi un poco,
ma poi ci aveva immediatamente ripensato, siccome le risate soffocate di suo
fratello e Tsubasa le erano giunte all’orecchio. Silenziosa era ritornata nel
suo letto a fissare la luna che iniziava il suo nuovo ciclo in cielo. La
mattina era arrivata anche troppo presto e quando i primi raggio del sole erano filtrati dalla sua finestra, Lily si era
alzata ed era uscita per andare a correre così da scaricare la tensione che
aveva accumulato in quelle settimane. Si premunì di rientrare prima che i due
innamorati si svegliassero e sistemata la camera ed fatta la borsa uscì di casa
agguantando una mela come colazione, dato che voleva stare leggera e poi aveva
lo stomaco chiuso. Raggiunse il posto dove si sarebbe dovuta vedere con Nessa,
ma era nettamente in anticipo e così sedendosi sul muretto addentò la mela, ma
non dovette aspettare molto prima che la sua amica la raggiungesse.
“Dormito male?” le chiese Lily notando le occhiaie.
“Beh nemmeno tu hai un bell’aspetto... ti ho visto andare a correre sta
mattina... notte insonne?”
“Già... verso mezzanotte avevo pensato di togliermi il peso dallo stomaco e
dirlo a Taro, ma ovviamente era con Tsubasa... quindi niente...” Lily si
strinse nelle spalle prendendo a camminare assieme a Nessa verso la palestra e
gettando il torsolo della mela nel primo cestino che le capitò a tiro. Per un
po’ fecero la strada in silenzio, immerse ognuna nelle preoccupazioni e nei
dubbi che quell’evento portava con me. Se fossero state prese la loro vita sarebbe
notevolmente cambiata. Arrivate davanti alla porta della palestra si fermarono,
con il cuore che prendeva a battere ad una velocità folle.
“Pronta?” le chiese Nessa afferrando la mano di Lily e stringendola forte,
stretta che la ragazza andò a ricambiare con un sorriso ed un cenno del capo.
Insieme le due amiche varcarono le porte del destino.
*
“Tua sorella non
c’è?” chiese Ishizaki che da quando era arrivato non faceva che guardarsi
attorno alla ricerca della ragazza.
“Dovrebbe essere ancora a letto.” Rispose Taro alzando le spalle e guardando
l’orologio che ormai segnava le undici “Perché mi chiedi di lei?” s’informò poi
guardando l’amico dritto negl’occhi.
“Beh ecco... niente, così per sapere...” cercò di mentire il ragazzo.
“Avanti sputa il rospo Ishizaki! Sappiamo tutti che ti sei preso una cotta per
Lily... solo che in questa cotta c’è un’enorme problema...” disse Tsubasa
guardando l’amico dritto negl’occhi. Era giunto il momento che qualcuno glielo
dicesse, così che smettesse di farsi inutili illusioni e sogni su di una
possibile storia d’amore fra lui e la sorella di Taro.
“Ah davvero? Sarebbe?” chiese il giovane con aria un poco abbattuta, siccome
evidentemente non si era reso ancora conto di quello che stava accadendo. I
presenti nella stanza alzarono gl’occhi al cielo e si guardarono un poco
esasperati. Come poteva essere così cieco, dopo tutto quello che era successo
in quei mesi estivi?
“Jun... Jun è il problema. Possibile che tu non ti sia accorto che fra quei due
c’è qualcosa?” rispose Genzo fissando con incredulità Ishizaki finalmente
iniziava a capire molte cose.
“Ora capisco... capisco diverse cose...” mormorò abbassando lo sguardo a
fissare il tappeto del salotto “Non posso competere con Jun. È molto più bello
rispetto a me e anche più bravo a calcio...”
“Su dai non ti abbattere...” sorrise Tsubasa posandogli una mano sulla spalla
“troverai anche tu la persona giusta per te.”
“Speravo davvero fosse Lily, è intelligente e simpatica, oltre al fatto che è
bellissima... ma dovevo capirlo prima che era fuori dalla mia portata.” Rispose
ancora con tono abbattuto il ragazzo ma questa volta alzò il viso a guardare i
suoi amici.
“Se non ti chiami Jun Misugi sarà sempre fuori dalla tua portata.” Aggiunse
Genzo afferrando Ishizaki per l’altra spalla ed iniziando a scuoterlo con
forza, così da vedere se riusciva a farlo riprendere, ed un poco la cosa
funzionò. Il campanello della porta suonò così Taro si diresse ad aprire,
ritrovandosi dinnanzi Jun con un bellissimo mazzo di rose blu e gigli candidi.
“Ciao! Immagino siano per Lily.” Sorrise Misaki lasciando entrare l’amico ed
insieme si diressero in salotto.
“Già... spero che le piaccia, ma è in casa?” chiese il ragazzo sedendosi sul
divano e salutando gl’amici con un caldo sorriso.
“Vado a svegliarla... stranamente dorme ancora!” rispose il gemello prendendo a
salire le scale.
Il dolce profumo emanato dai fuori iniziava a riempire la stanza ed i ragazzi
lo inalarono e pieni polmoni.
“Perché gigli e rose blu?” chiese Ishizaki curiosamente.
“Perché è il primo mazzo di fiori che le regalai quando ci mettemmo assieme, e
adesso che voglio ricominciare ho intenzione di fare le cose come si deve,
anche perché all’epoca non lo sapevo, ma Lily ama le rose ed i gigli...” un
piccolo sorriso increspò le labbra di Jun mentre si perdeva nel ricordo di quel
momento “Hanno anche un altro significato, ma quello non posso dirvelo.” Già,
non si sentiva pronto per dir loro che la rosa blu era Lily, così bella e
forte, mentre lui era il giglio, candido e fragile.
“Lily non è in camera sua...” disse Taro scendendo le scale alquanto
sconcertato del fatto di non aver trovato la gemella dolcemente addormentata
fra le lenzuola. Oltre al fatto che non aveva visto nessuno biglietto che gli
dicesse dove la ragazza era andata a finire “sarà uscita ad allenarsi dato che
manca il borsone” aggiunse poi prendendo un vaso ed andandolo a riempire
d’acqua lo porse a Jun “Mettili qui finché non arriva.” Un piccolo silenzio
calò sui presenti, mentre Genzo guardavo distrattamentel’orologio da polso.
“Taro ti spiace se accendo un momento il televisore? Ci sarebbe un programma
che vorrei vedere.” Chiese innocentemente il ragazzo, mentre Misaki gli passava
con un lancio il telecomando.
“Io non ho nessun problema, ma di cosa di tratta?” chiese incuriosito mentre lo
schermo iniziava ad accendersi e Genzo sorridendo lo sintonizzava sul canale
giusto.
“Ed ora dopo una durissima selezione daremo i nomi delle otto ragazze che
andranno a far parte della nazionale under 21 di pallavolo.” Così recitò la
voce del cronista, mentre la telecamera andava ad inquadrare le ragazze in fila
dinnanzi al tavolo della giuria.
“Ma quelle sono Lily e Nessa!” urlò Tsubasa catturando immediatamente
l’attenzione dei suoi amici, mentre Ishizaki rubava il telecomando al portiere
ed alza il volume per sentire meglio.
“I nomi sono: Tanaka Sakura, SaitoHitomi, Lily Misaki, non ci si poteva aspettare nulla
di meno dalla sorella gemella del famoso attaccante della Nankatsu SC Taro
Misaki.” Dopo quelle parole del conduttore il viso del giovane si rabbuiò di
colpo, allora era davvero lei, perché Lily non gli aveva detto niente?
Possibile che lo tenesse in così poca considerazione? Oppure aveva paura di
essere considerata l’eterna seconda della famiglia? Domande che facevano male
al cuore di Taro, lesto l’attento Tsubasa andò a stringergli la mano nella sua.
“UedaFumiko, Nessa Telperien, anche questa giovane è una grande promessa,
nonché fidanzata di Hikaru Matsuyamaatleta della Furano.”
Il resto dei nomi e dei commenti del cronista venne totalmente ignorato
dagl’urli di gioia dei ragazzi, mentre guardavano le due amiche abbracciarsi
strette, strette.
“Qui bisogna festeggiare!” sentenziò Genzo spegnendo il televisore per guardare
gl’altri.
“Giusto!” ammise Taro ritrovando il buonumore, avrebbe parlato in seguito con
Lily di tutta quella faccenda e delle altre mille cose. Dopo essersi divisi i
vari compiti i ragazzi si separarono. Ritrovandosi tutti, tranne Genzo che
doveva tenere Lily occupata ancora per un po’, a casa di Misaki un’ora dopo.
Non ci misero molto a preparare la cena ed a sistemare il tavolo apparecchiato
in giardino. Era stato preparato con i colori preferiti di Lily, oltre a quelli
della nazionale.
“Eccoli! Eccoli!” strillò Ishizaki emozionato mentre si andava a sedere al suo
posto e Genzo guidava una scocciata e sbuffante Lily verso la portafinestra che
dava sul giardino.
“Senti Genzo sono stanca di tutti questi misteri!” brontolò la ragazza appena
un secondo prima di osservare quello che vi era attorno a lei e lasciar cadere
il borsone a terra.
“Complimenti Lily!” esultarono Jun, Taro, Ishizaki, Kojiro, Genzo e Tsubasa
cogliendola del tutto impreparata e circondandola in un grandissimo abbraccio
di gruppo.
“Ma, voi come avete fatto a saperlo!?” chiese mentre Jun la prendeva per mano e
la guidava verso il tavolo, ma lei si fermava puntando i piedi.
“Beh lo abbiamo visto in televisione.” Rispose Jun, omettendo il fatto che
fosse stato Genzo ad accendere l’apparecchio sul canale esatto ed al momento
esatto.
“Oh capisco...” rispose lei lanciando fuoco e fiamme verso il portiere, dato
che sapeva benissimo che era stato lui e la recita di Misugi la convinceva poco
“Datemi solo qualche minuto per farmi
una doccia e cambiarmi? Puzzo leggermente e vorrei sistemarmi un attimo.”
Sorrise, rientrando in casa seguita da Taro, il quale, giunti in cima alle
scale, la prese per un polso e fece volgere verso di se abbracciandola stretta.
“Sono fiero di te” e datolo un bacio sulla fronte scese di nuovo, mentre un
dolce sorrisole si allargava sul viso. Non ci mise molto a sistemarsi, ed in
poco meno di mezz’ora scese di nuovo di sotto in giardino, dove Jun l’aspettava
con in mano il mazzo di fiori.
“Sono per me?” chiese Lily prendendoli fra le braccia con il viso che le si
illuminava di gioia dandogli poi un bacio sulla guancia. Si sedettero vicini e
per quasi tutta la cena le loro mai si cercarono amorevolmente sotto il tavolo.
Il cuore dei due ragazzi batteva forte ed il giovane sperava che Lily avesse
preso finalmente una decisione. Verso
quasi la fine della cena in giardino fece capolino anche Nessa, la giovane era
rimasta a casa a festeggiare con i genitori. Ridendo, scherzando e ballando la
festa si protrasse sino a quasi mezzanotte.
“Credo sia ora che tu gli dia una risposta...” mormorò Nessa all’orecchio di
Lily mentre usciva diretta a casa sua.
“Lo so...” sospirò la ragazza dandole un bacio sulla guancia. Ormai erano
rimasti in poco, solo lei, Jun, Tsubasa, Taro e Ishizaki. Rientrando in
giardino la ragazza si fermò a guardare Jun, che silenzioso sedeva sul dondolo
accanto al ciliegio. Era davvero arrivato il momento di chiarire le cose con il
ragazzo. Dopo aver scambiato un’occhiata molto eloquente con Taro, il quale si
affrettò con una scusa a rientrare in casa seguito dagl’altri, si diresse verso
di lui, sedendo sigli accanto. Per qualche minuto solo il tenue frinire dei
grilli si poteva sentire attorno a loro.
“E’ una bella serata, non trovi?” chiese Lily cercando un modo carino con cui
iniziare il discorso. 'Era per te, doveva per forza essere bella,
no?' Jun le sorrise volgendosi a guardarla. "Beh... grazie... i fiori erano bellissimi... ed immagino che ora
tu voglia una risposta..." '’Se tu vuoi darmela, non voglio metterti
fretta'’ rispose ancora il ragazzo con la voce che un poco gli tremava. Doveva
dirgli cosa provavae dovevafarlo adesso, presto l’estate sarebbe finita. "Tanto pensarci ancora non serve a niente... so già cosa
voglio..." sospirò Lily, prendendo a giocherellare con l’orlo della gonna.
Mille dubbi si affacciano nuovamente alla sua mente. Il cuore prese a batterle
all’impazzata, mentre la voce un poco tremante del giovane che le è accanto la
richiama alla realtà.
“Cosa ...'’ Jun si avvicinò un poco a lei. Socchiudendo gl’occhi per un
attimo la ragazza cercò il coraggio dentro di se e dopo pochi attimi le parole
le vennero fuori, spinte da una passione travolgente, che per troppo aveva
tenuto sopita: “Voglio stare con te Jun, l'ho sempre voluto...
dal primo momento in cui ti ho visto..." sorrise lei, lasciandosi andare a
quella confessione che le alleggerisce il cuore. Jun rimase a bocca spalancata,
nemmeno nei suoi sogni più reconditi pensava che avrebbe potuto riaverla tutta
sua “Ti amo...” sussurrò, mentre lentamente si avvicina per baciarla.
“Ti amo anche io!” mormorò contro le sue labbra lasciandosi andare a quel bacio
che da tanto aspettava. Era felice, davvero felice. Aveva passato le selezioni
ed era entrata in nazionale e Jun era di nuovo nella sia vita, finalmente tutto
iniziava ad andare per il verso giusto. Una lacrima di gioia le solcò il viso,
mentre lesto il giovane andava ad asciugarla. Aprendo per un attimo gl’occhi
Lily intravide, alla finestra dietro le spalle di Jun, due sorridenti Taro e
Tsubasa, ma la faccenda di avere pubblico non le importava, siccome il ragazzo
aveva ripreso a baciarla e lei aveva richiuso le palpebre per sognare meglio.
E così alla fine i nostri due
cari giovani sono riusciti a mettersi assieme... e voi starete pensando “Ahh, che bel lieto fine!” ed invece... XD
Aprendo gl’occhi al dolce sole, che faceva capolino dalla
tenda mal tirata, Lily sorrise. La settimana che aveva appena passato con Jun
le era sembrata un bellissimo sogno, da quando erano tornati assieme avevano
fatto un sacco di cose, anche se molte delle quali accompagnati dagli
onnipresenti Taro & Co. Stiracchiandosi appena la ragazza si mise di lato
godendosi il dolce tepore del sole mattutino. Avevano fatto praticamente di
tutto, dall’andare al mare, al centro commerciale, al cinema, a prendere il
gelato al parco. Jun era stato il ragazzo dolce e perfetto che ricordava. Sospirando
felice, Lily decise di alzarsi e di andare così a svegliare il suo dolce
gemellino che aveva visto ben poco in quei giorni così freneticamente perfetti.
“Ehi dormiglione! Svegliati o farai tardi all’allenamento!” disse con
gentilezza Lily entrando in camera di Taro e scostando le tende della finestra
così da far entrare la luce del mattino a dar calore alla stanza. Un mugolio
indefinito e sofferente provenne da sotto le lenzuola ed il viso della ragazza
s’incupì di colpo. In pochi passi fu accanto al gemello e gli posò la mano
sulla fronte.
“Ma scotti!” urlò togliendo la mano dalla fronte di Taro e rimboccandogli
prontamente le coperte “Perché non mi hai chiamata prima?”
“Volevo farti riposare...” fu la docile risposta, mentre si girava su di un
fianco per guardarla meglio. Le sopracciglia di Lily a quella risposta
s’inarcarono di colpo. Il suo riposo non era importante quanto la salute del
suo amato fratellino.
“Sciocco! Era meglio se mi chiamavi! Adesso vado a prendere il termometro e
tutto il resto... faccio presto!” lo rassicurò dandogli un bacio sulla fronte
per poi correre fuori dalla stanza e prendere tutto quello che le occorreva. Ci
mise poco a tornare da Taro. In una mano reggeva la medicina, mentre nell’altra
una bacinella d’acqua fresca, posò tutto sul comodino e intinse un fazzoletto
nell’acqua, posandoglielo poi sulla fronte, procurando nel gemello qualche
brivido ed anche un mezzo sospiro di sollievo. Gli tolse il termometro.
“40 e mezzo! Taro ma è altissima!” prese immediatamente la tachipirina e dopo
averne versata la giusta quantità nel misurino aiutò Taro a berla ”Adesso cerca
di riposare. Vado di sotto a prepararti una spremuta e ti porto qualche
biscotto.”
“No... qui...” mormorò il gemello, tendendo una mano ed afferrandole il pigiama
così da non farla andare via, mentre la guardava da sotto le palpebre pesanti.
Era davvero tanto tenero ed il cuore di Lily si sciolse. Ricordava ancora molto
bene quando da piccoli erano ammalati e dormivano solo se erano assieme.
“Faccio presto tesoro... poi mi metto sotto le coperte assieme a te.”
Gentilmente gli tolse la mano rimettendogliela sotto le coperte uscendo poi
dalla porta in silenzio. Giunta di sotto prese il cellulare e scrisse una mail
a Tsubasa:
Ciao! Oggi Taro non può venire
agli allenamenti perché ha la
febbre molto alta. Fate i bravi!
Giunta in cucina cercò qualche frutto con cui potergli fare
una spremuta, ma siccome era ancora estate le arance non vi erano in casa e
così Lily optò per una limonata. Siccome non voleva fare nessun rumore che
potesse disturbare il gemello prese lo spremi agrumi manuale e la fece con
quello. Prese i biscotti preferiti di Taro dalla credenza e risalì in di sopra.
Non prima di essere passata dalla sua stanza a prendere il libro che stava
leggendo. Posò tutto sul comodino ormai ingombro ed il suo cellulare
s’illuminò.
Aspettami che arrivo
subito!
Che ha esattamente?
Mi devo preoccupare?
Ha la febbre molto alta, oltre i
40 gradi. E sarebbe meglio
se venissi nel pomeriggio, siccome
adesso ha bisogno di riposare e con te
so che non lo farebbe... scusa...
“Chi è?” chiese Taro socchiudendo gl’occhi, mentre il viso
di Lily si contraeva in una smorfia contrariata.
“Il tuo caro Tsubasa!” rispose un poco scocciata.
Giuro che non lo
disturbo,
voglio solo vederlo,
vado via subito poi...
Fa come ti pare!
“Cosa dice?” chiese ansiose il ragazzo, alzandosi su di un
gomito, così da cercare di leggere quello che la gemella aveva appena scritto,
ma il dolore alla testa lo costrinse a distendersi di nuovo.
“Vuole passare a trovarti, ma sarebbe meglio se tu riposassi.” Rispose cercando
di celare il nervoso che provava per via del fatto che l’amico non avesse
capito niente. Seduta sul letto accanto al gemello Lily sorrise, aiutandolo a
bere la limonata e gli diede qualche biscotto. Ogni piccolo boccone che mandava
giù gli procurava una smorfia dolorosa.
“Spero tu non abbia le placche...” mormorò Lily carezzandogli i capelli con la
dolcezza di una madre premurosa, cosa che la loro non era mai stata. Un velo di
tristezza calò sul viso di lei e fortunatamente gl’occhi di Taro erano chiusi e
quindi non se ne accorse. Quanti pianti avevano fatto a causa della loro madre?
Separarli era stata la cosa peggiore che potesse fare, eppure lo aveva fatto.
Immersa in quei tristi ricordi del passato non si rese conto dell’arrivo di
Tsubasa. Fu solo quando lui le posò una mano sulla spalla che lei si riscosse
“Oh Tsubasa... sei tu...”.
“Come sta Taro?” le chiese premuroso, guardando il compagno con tutta la
dolcezza che il suo sguardo poteva donargli.
“Ha ancora la febbre molto alta, se quando si sveglia non si è abbassata chiamo
il medico.” Rispose con la consuete semplicità di cui era capace “Puoi dire a
Jun che oggi non posso uscire?” gli chiese dopo una piccola pausa silenziosa in
cui l’amico aveva annuito.
“Va bene, allora ripasso nel pomeriggio, ma se peggiora chiamami!”
“Tranquillo.”, lo rassicurò lei, mentre lui lasciava la stanza, non prima di
aver dato un dolce bacio sulle labbra a Taro, il quale sorrise felice nel
sonno. Quando Tsubasa uscì dalla stanza, Lily si mise sotto le coperte ed in un
attimo il gemello se si accoccolò addosso. Sorridendo la giovane prese ad
accarezzargli i capelli, mentre il corpo del ragazzo si rilassava ancora di
più. Lily voleva bene a Taro, gli voleva bene come a nessun altro, forse
nemmeno a Jun voleva così tanto bene, solo che, dopo che si erano ritrovati non
riusciva più a trovare la complicità che li univa quando erano piccoli. Forse
era stata la lontananza o forse era stato il crescere che li aveva cambiati, ma
il vuoto dentro al cuore di lei faticava a rimarginarsi, anche se sapeva
fingere molto bene che non le interessasse. Con un piccolo sospiro si sistemò
meglio e quel gesto fece aprire un’occhi a Taro.
“Scusa tesoro, non volevo svegliarti, vuoi bere?” chiese lei dolcemente
scostandogli i capelli dalla fronte, mentre lui annuiva impercettibilmente.
Allungando una mano prese il bicchiere e l’aiutò, quindi lo fece sistemare
nuovamente sul suo petto e lo strinse forte in un abbraccio, cantando appena la
canzoncina che da bambini li faceva addormentare, ed infatti pochi attimi dopo
entrambi dormivano dolcemente. Fu solo verso le dieci che Lily si svegliò e,
cercando di fare meno rumore possibile, scese in cucina a preparare il pranzo.
Avrebbe fatto un buonissimo brodo di verdure, aveva già iniziato a tirare fuori
le pentole e messo l’acqua a scaldare, quando qualcuno bussò alla porta e lei
corse ad aprire ritrovandosi dinnanzi a madre di Tsubasa.
“Buon giorno signora.” Salutò allegramente la ragazza lasciandola entrare.
“Ciao Lily, Tsubasa mi ha detto che Taro non stava bene e così ho pensato di
portarvi qualcosa dal mercato.” Sorrise la donna allungando la busta da cui
sbucava fuori un profumatissimo gambo di sedano e delle carote, mentre il viso
della ragazza arrossiva di colpo.
“La ringrazio Signora, ma non era necessario che si disturbasse tanto!” mormorò
Lily andando verso la cucina dove depose la spesa sul tavolo.
“Nessun disturbo! Per il ragazzo di mio figlio e sua sorella questo ed altro!”
ammiccò la donna ridacchiando appena lasciando la ragazza ammutolita e
sorpresa.
“Quindi lei lo sa?” riuscì poi a chiedere, mentre lavava le verdure e
successivamente le tagliava per metterle nelle pentola.
“Si, e se mio figlio è felice lo sono anche io! Taro è un ragazzo dolcissimo e
molto bravo, sono contenta che sia lui.” rimase per un attimo in silenzio la
signora Ozora guardando la giovane lavorare poi aggiunse “adesso aspetto solo
che me lo dicano loro!” quindi ridacchiò.
“Non credo che tarderanno molto a farlo.” Aggiunse Lily volgendosi poi a
guardare la donna seduta al tavolo “Oh che cafona che sono! Non le ho chiesto
se le andasse qualcosa... che ne dice di un thè? Lo
faccio volentieri e poi lo porto anche a Taro.”
“Ma si, ad un thè non si dice mai di no!”
Le due donne rimasero in cucina a chiacchierare per ancora circa un’oretta
prima che la madre di Tsubasa si avviasse verso casa per preparare il pranzo al
figlio. Quando tutto fu pronto Lily si diresse nuovamente di sopra svegliando
dolcemente il fratellino addormentato.
“Ciao Lily...” mormorò guardandola con gl’occhi lucidi per la febbre “Hai fatto
il brodo per me? Grazie... non dovevi!” aggiunse poi sistemandosi meglio fra i
cuscini.
“Ahh! Non dire sciocchezze Taro! Avanti, ora ti provo
la febbre poi mangi.” Gli sorrise dolce, mettendogli il termometro freddo sotto
all’ascella, provocandogli un brivido “E comunque dovresti ringraziare la mamma
di Tsubasa che mi ha portato le verdure fresche...”
“Ringraziala da parte mia allora! Quanto ho?” chiese curioso siccome il
termometro aveva preso a suonare.
“Hai ancora 40...” la voce della ragazza era alquanto preoccupata mentre prendeva
il piatto fra le mani ed iniziava ad imboccarlo “Dopo chiamo il medico...
adesso però mangia senza fare storie... il brodo è fatto come piace a te.”
“Sai che sono un bravo bambino e non faccio i capricci!” la rimbeccò lui
sorridendo e cercando di prenderle il cucchiaio dalle mani “So mangiare anche
da solo...”
“Va bene, va bene!” ridacchiò lei, lasciandolo fare ed alzandosi dal letto,
apprestandosi ad arieggiare un poco la stanza “Ti ho fatto anche il tuo thè preferito.”
“Il thè verde? Grazie mille!” rispose fra un boccone
e l’altro, mentre Lily smistava i vestiti sulla sedia, piegando quelli puliti e
riponendoli, lanciando gl’altri in corridoio da lavare.
“Prima è venuto il tuo amore...”
“Davvero? Perché non lo hai fatto restare?” chiedesse smettendo immediatamente
di mangiare e fissando la sorella come se fosse un cucciolo.
“Perché adesso hai bisogno di riposo... e con lui non avresti certo
riposato...” ammiccò, scompigliandogli i capelli e facendolo arrossire. Per un
po’ regnò il silenzio fra i due, ma ad un tratto Taro se ne uscì con una
domanda del tutto inaspettata:
“Tu... Non sei arrabbiata con me vero?”
“Perché dovrei esserlo?” chiese indietro, iniziando a pensare che la febbre
alta lo stesse facendo delirare.
“Non lo so... non mi hai parlato delle selezioni della nazionale...” mormorò il
ragazzo, poggiando il piatto vuoto sul comodino, mentre lei chiudeva la
finestra. ‘Ed ecco che tutti i nodi vengono al pettine’ pensò Lily volgendosi
poi verso di lui.
“Beh... non ero sicura di farcela... e piuttosto di vedere la delusione e la
compassione nei tuoi occhi, preferivo soffrire in silenzio...” rispose
sinceramente la ragazza tornando a sedersi sul letto accanto a lui.
“Sai che non potresti mai deludermi sorellina...” sorrise dolcemente per poi
farsi scuro in viso “Non ti starai mica ancora considerando l’eterna seconda
vero? So che i gesti di mamma ti hanno portato a crederlo, ma non lo sei! Non
lo sei mai stata!” inizia ad agitarsi Taro, mentre Lily volse il viso triste a
fissare fuori dalla finestra. Un piccolo sospiro le increspò le labbra, un
sospiro di ricordi lontani che vorrebbe solo dimenticare.
“Ci provo, ma non è sempre facile non pensarlo... infondo sei sempre stato tu
il campione in casa!” sorrise sospingendolo di nuovo contro i cuscini e
cercando di calmarlo “E poi non si sa mai... potrei sempre deluderti ora...”
“Quindi non sei più arrabbiata perché non ci siamo visti per un sacco di
tempo?” chiese ancora il gemello senza smettere di guardarla, anche se si stava
inabissando sotto le coperte.
“Ormai la rabbia se ne è andata da tempo... credo che in me sia rimasto solo un
vago senso di vuoto che non riesco a colmare...” mormorò infine Lily sedendosi
ancora una volta accanto a lui.
“...Sorellina...ci sono io per colmare quel vuoto...” la voce dolce ed ingenua
di Taro la fece sorridere.
“Lo spero tesoro mio, perché è il vuoto che hai lasciato quando sei andato
via...”
“Resterò con te per sempre... te lo prometto!” aggiunse poi con foga il gemello,
afferrandole la mano e guardandola con occhi febbricitanti, mentre lei socchiudeva
i suoi e scuoteva il capo, certe volte Taro poteva avere la dolcezza e
gl’atteggiamenti di un bambino, ma infondo era il suo bambino speciale, il suo
fratellino.
“Non fare queste promesse piccino, anche se questa volta ti credo un po’ di
più.” Con dolcezza sottrasse la mano e dopo avergli scostato i capelli e messo
la pezza umida si alzò dal letto.
“E se andrò a giocare fuori Tokio mi comprerò in jet privato per tornare sempre
da te... Ti voglio bene!” Taro non demordeva e la sua tenacia aprì il cuore titubante
di Lily, ora davvero sentiva che le cose potevano tornare come prima, sentiva
di nuovo che la parte della sua anima che manca era a solo una mano da lei.
“Ti voglio bene... adesso riposa che dovrebbe arrivare il medico.” Tirò appena
la tenda per evitare che il sole cadesse direttamente in faccio al gemello,
quindi scese di sotto a lavare i piatti e dopo circa una mezz’ora il campanello
della porta suonò annunciando l’arrivo del Dr. Bagnoli, che venne
immediatamente accompagnato in camera del ragazzo. “Ha solo un po’ di placche batteriche, gli dia un po’ di antibiotico e
lo faccia stare al caldo! Se per caso la febbre gli aumenta troppo, oltre i
40°, gli dia del paracetamolo e gli faccia fare una bella doccia” disse il
dottore consegnando la ricetta nelle mani di Lily per poi prendere la sua roba
ed avviarsi verso la porta.
“Grazie mille dottore...” aggiunse la ragazza, aprendo la porta per fare uscire
l’uomo, e ritrovandosi dinnanzi Jun e Tsubasa che lesti si spostarono per farlo
passare.
“Di niente signorina e mi raccomando se ha bisogno chiami!”, salutò i ragazzi e
si avviò lungo la strada. Non appena la porta di casa fu chiusa, Lily abbracciò
di slancio Tsubasa stringendolo forte, forte e mormorandogli all’orecchio “Non
farlo soffrire mai... e non ci allontanare... ti prego!” la tono era quello di
una velata supplica che intenerì il cuore del capitano della Nankatsu che la
stava abbracciando forte.
“Non lo farò mai!” rispose carezzandole i capelli per poi staccarsi da lei.
“Vieni con me in farmacia Jun? Così li lasciamo un po’ soli?” chiese Lily
prendendo la borsa, mentre il suo ragazzo annuiva con un sorriso e si
dirigevano alla porta “Tsubasa... deve riposare!” lo ammonì lei facendogli
l’occhiolino, segno chiaro che le cosacce erano bandite sino a nuovo ordine.
Uscendo di casa i due ragazzi si presero per mano ed un largo sorriso colorò le
labbra di entrambi. ‘La vita è bella!’ pensò dolcemente Lily, ora era davvero
felice, aveva finalmente perdonato il gemello per averla lasciata sola ed aveva
ritrovato il ragazzo che amava, niente poteva andare storto. Finalmente la vita
le sorrideva.
Eccomi
qui di nuovo a pubblicare... giuro che prima o poi la finiscodi rompervi le scatole...XD
Alla prossima!
Baci!
La luce intensa del sole d'agosto illuminava la stanza di Lily in
quel pomeriggio di fine vacanze, la ragazza accarezzava dolcemente i capelli di
Jun, steso col capo sulle sue ginocchia. Il giovane calciatore teneva gli occhi
serrati per proteggerli dai raggi abbaglianti che filtravano attraverso le
tende, ma ogni tanto li riapriva per guardare il dolce viso di lei. “Ancora
pochi giorni e finiranno le vacanze, sono un po' triste, dopo non potrò più
vederti sempre . . .” mugugnò il ragazzo.
“Ma no dai, guarda, ho fatto una piccola agenda con i nostri impegni, dovremmo
riuscire a vederci almeno una volta a settimana!” gli mostrò un quadernino
fittamente scritto.
“Una volta a settimana? Una volta ci vedevamo tutti i giorni . . .” borbottò
lui distogliendo lo sguardo da tutte le parole ed i numeri annotati per alzarlo
su di lei.
“Lo so...” sospirò Lily riprendendo ad accarezzargli i capelli “Quando me ne
sono andata all’inizio dell’estate mi sembrava la cosa migliore, così potevo
starti lontano e non soffrire più per te, ma adesso...” non concluse la frase
scuotendo il capo un poco tristemente. Sospirando Jun si mise a sedere accanto
a lei e dopo averle carezzato una guancia avvicinò le labbra alle sue in un
dolcissimo bacio. Dapprima solo sfiorato, ma quando lei dischiuse appena la
bocca si fece più ardente, come l’amore e la passione che divorava entrambi.
Continuarono a baciarsi per diversi intensi minuti, fino a quando per prendere
fiato e trovare tregua a quel fuoco che li divorava si staccarono guardandosi intensamente
negl’occhi. Soggiogata da quello sguardo magnetico, Lily adorava perdersi
negl’occhi castani di Jun, le parevano dolci oasi di pace nel caos della sua
vita. Dolcemente la ragazza alzò una mano e gli carezzò una guancia con
tenerezza e quel semplice gesto riaccese la passione che da troppo avevano
soffocato. Ripresero a baciarsi, mentre Jun stendeva con dolcezza Lily sul
letto e prendeva ad accarezzarle le gambe lasciate nude dalla gonna che,
birichina, era scivolata verso l’alto. Socchiudendo gl’occhi per bearsi
dell’immagine del ragazzo che amava, la giovane decise di togliergli la
maglietta, così da poter ammirare meglio quel fisico scolpito dai tanti
allenamenti e solcato dalla bianca cicatrice dell’intervento. Staccandosi dalle
sue labbra ansanti, Lily scese a baciare quella piccola scia esattamente al
centro del petto, provocando in Jun diversi brividi di piacere. Soddisfatta
della reazione ottenuta, la giovane decise di tornare su verso il collo
iniziando ad accarezzarlo con la punta della lingua e dei piccoli baci appena
accennati che ebbero la facoltà di mandarlo in visibilio.
“Tu mi vuoi uccidere...” mormorò Jun prendendole la mano e posandogliela sul
petto all’altezza del cuore che batteva all’impazzata.
“No amore... voglio solo farti stare bene...” sorrise lei riprendendo ad
attaccargli il collo, ma questa volta il ragazzo fu più svelto e ribaltate le
parti la bloccò sotto di se.
“Dopo tutto il male che ti ho fatto... sono io che devo farti stare bene!”
replicò il ragazzo baciandole le labbra per poi scendere verso il collo e la
bretella della canottiera che indossava. Qualche sospiro di piacere uscì dalle
labbra di Lily e questo diede coraggio a Jun che proseguì in quello che stava
facendo, non prima di aver fatto volare la maglietta di lei sul pavimento
accanto alla sua. I baci ed i gesti ora si erano fatti più audaci, mentre i
corpi dei due ragazzi tremavano per la voglia di andare ad unirsi in un’unica
cosa. Le labbra di Jun erano vicine al seno di Lily, mentre le sue mani erano
scivolate sotto la sua gonna e dolcemente stavano iniziando a spostare gli
slip, quando un lieve bussare alla porta iniziò a rompere la magia che si era
creata.
“Lily... sono Taro... ti vogliono al telefono... spero di non disturbare!” la
voce vellutata del gemello filtrò attraverso la porta facendo mugugnare in modo
alquanto infastidito Lily.
“Adesso non posso! Fatti lasciare il numero!” mormora scocciata, mentre Jun si
ferma a guardarla, mentre cerca di trattenere una risata.
“Sembrava urgente, comunque ok, glielo dico!” risponde la voce imbarazzata di Taro,
per qualche attimo lo sentirono parlottare ma poi “Dice che avrebbe bisogno
subito, ha detto che può aspettare in linea una decina di minuti se è
necessario!”
Alzando molto scocciata gl’occhi al cielo, Lily si alzò dal letto e, rimessasi,
la canottiera aprì la porta.
“Dammi!” e con malagrazia portò via il telefono dalle mani del gemello
“Pronto!?” rispose poi con un poco più di gentilezza.
“Lily? Ciao sono Amy! Come stai?” chiese gioviale la voce all’altro capo
dell’apparecchio, mentre il viso della ragazza si raggela di colpo e si volge
di scatto a guardare Jun terrorizzata.
“Amy... ciao... bene e tu?” chiese con finta cortesia, mentre anche gl’occhi
del ragazzo si sgranavano e di colpo di alzava per andare a prenderle la mano
fra le sue.
“Benissimo! Ho letto su facebook che tu e Jun siete
tornati assieme! È una cosa meravigliosa!” rispose la ragazza con un’allegria
tale da lasciare Lily senza parole, mentre stringe convulsamente la mano del
suo amato “Grazie...” riuscì solo a replicare, mentre Amy riprese subito a
parlare:
“Che ne dite di vederci dopo domani? Siccome poi mi trasferisco definitivamente
in America vorrei salutarvi...”
“Io... non saprei...”
“Dai ti prego! Porta anche Taro,Tsubasa e Genzo! Così ci divertiremo! Non accetto un no come
risposta! Vi aspetto dopo domani al parco! Ciao!” la ragazza chiuse così in
fretta la conversazione che Lily non ebbe modo di replicare, spense poi
l’apparecchio telefonico e lo lasciò cadere sul letto, dove si sedette poi
subito. Le braccia di Jun la raggiunsero poco dopo,
stringendola a se.
“Amore... cosa voleva?” le chiese preoccupato.
“Farci gl’auguri siccome siamo tornati assieme e... vuole vederci... tutti
quanti...” alzò gl’occhi a guardare il proprio ragazzo, quindi si volse verso
Taro “Chiama Tsubasa e Genzo...
ci aspetta domani pomeriggio al parco...”
“Vedrai che andrà tutto bene sorellina!” disse allegramente il gemello,
cercando di sfatare quell’attimo di estrema tristezza che si era andato a
creare.
“Spero che sia come dici tu, ma ci credo poco...” mormorò Lily stringendosi a Jun, quasi se come da un momento all’altro potesse
perderlo.
“Stai tranquilla... infondo non può essere venuta sin qui
dall’America solo per separarci no?” purtroppo a quella domanda nessuno dei tre
aveva una risposta.
Cosa succederà? Amy per cosa sarà venuta?
Vi lascio con questo piccolo dubbio...
Baci, baci!
Lily camminava silenziosa accanto a Genzo e Taro. Da quando
la sera prima Amy aveva chiamato, lei non era riuscita a pensare ad altro. Cosa
voleva da loro? Era davvero venuta solo per congratularsi con lei e Jun e per
salutare tutti oppure era venuta per altro? A quelle domande Lily non sapeva
cosa rispondere, sapeva solo che voleva che quel momento passasse il prima
possibile.
“Eh Lily?” le chiese Genzo, facendola riemergere da tutte quelle mille domande
che le facevano esplodere la testa.
“Come scusa?” chiese alzando infine gl’occhi per guardarli.
“Io e Genzo ci stavamo chiedendo come farete tu e Jun ora che l’estate è
finita...” rispose Taro, scostando una ciocca di capelli dietro all’orecchio
della sorella.
“Oh quello non è un problema... se ci organizziamo come si deve riusciamo a
vederciuna volta a settimana... è tutta
questione di orari e organizzazione!” sorrise Lily annuendo convinta che non ci
sarebbero stati problemi per il vedersi quando la scuola, gli allenamento e le
partite di calcio e di pallavolo sarebbero ricominciati. L’unica vera e grande
incognita era quella visita a sorpresa di Amy. Camminarono ancora un poco
silenziosi lungo la riva del fiume, mentre il parco si avvicinava sempre di
più. Inconsapevolmente a pochi metri dal punto dell’incontro Lily aumentò
inconsapevolmente l’andatura della camminata e Taro e Genzo dovettero quasi
correre per starle dietro.
“Bene! Jun, Tsubasa ed Amy ci sono già!” asserì Taro con un sorriso, mentre
Lily si fermava per cercare di calmare i battiti violenti del cuore. Socchiuse gl’occhi facendo un lungo e
lento respiro, infondo prima di tutta questa storia lei ed Amy erano grandi
amiche, ma si di certo era solo venuta per salutarli tutti, prima del grande
salto in America. Un poco rincuorata da quel pensiero la
giovane riaprì gl’occhi, proprio nell’istante in cui Jun ed Amy si
abbracciavano e questa andava a premere le labbracontro quelle del giovane in un focoso bacio.
Il cuore di Lily andò in pezzi, le lacrime iniziarono a scenderle lungo le
gote, mentre la consapevolezza del perché la giovane era tornata si faceva
strada nella sua mente. Era tornata per riprendersi Jun ed a quanto pare c’era
riuscita...
“Lily...” mormorò Taro volgendosi a guardare impietrito la gemella, mentre
quest’ultima faceva un passo indietro per poi correre via nella direzione da
cui era venuta. Se Nessa fosse stata a casa sarebbe
corsa da lei, ma purtroppo era da Hikaru. Singhiozzando disperata corse a
perdifiato per le vie della città ripensando a quella felicità che di nuovo le
era stata portata via. Era stata una stupida a fidarsi di nuovo di Jun, non
avrebbe dovuto farlo rientrare nella sua vita e sperare e sognare ancora.
Almeno quella volta però non c’era andata a letto e di questo doveva
ringraziare Taro.
*
Dopo qualche attimo di sconcerto Jun spinse Amy lontano da
se alquanto adirato.
“Cosa ti salta in mente!?” le chiese furioso guardandola in malo modo, mentre
questa assumeva un’aria angelica, ma infondo ad i suoi occhi il ragazzo vi
lesse un non so che di diabolico.
“Vedi mio caro Jun... a dicembre mi sposerò e visto che mi trasferisco in
America per sempre, volevo capire quanto ancora facessi parte della mia vita...
e...” la ragazza fece una lunga pausa, mentre si picchiettava la fronte con
aria pensosa “No, non mi interessi proprio più...” concluse sorridendo.
“Ma tu sei totalmente pazza!” balbettò Jun scuotendo la testa ancora più
sconcertato di prima,mentre il grido di Taro gli giungeva alle orecchie
facendolo volgere di scatto verso la strada rialzata “Jun, Lily, è fuggita!”
“Lily... era qui?” gridò disperato il ragazzo, mentre il cuore gli martellava
furioso nel petto ed il fiato gli si faceva corto “Merda!” imprecò prima di
volgersi di nuovo verso la ragazza “Amy, vattene, fammi questo ultimo piacere!”
Un sorriso sornione appare sul viso della fanciulla mentre portava le braccia
dietro la schiena e si dondolava avanti ed indietro sui piedi.
“Si, credo che sia proprio ora di andare... tanto... “ rispose tranquillamente
alle parole irate di Jun, volgendogli le spalle e prendendo ad allontanarsi
lungo un sentiero del parco “Vi aspetto tutti al mio matrimonio!” urlò poi con
un sorriso prima di sparire dietro una curva del sentiero. Alquanto sconvolto
Tsubasa si avvicinò all’amico mormorando:
“Da piccola non è mai stata così, era una persona molto dolce...”
“Crescendo di cambia...” fu l’asciutta risposta di Genzo, che nel frattempo si
era avvicinato assieme a Taro, quest’ultimo stava studiando Jun con occhio
critico, siccome il ragazzo aveva presto a respirare piuttosto pesantemente.
“Sarà meglio se ti stendi un attimo... dalla tua faccia e dal tuo respiro direi
che sei in tachicardia! E sai meglio di me che il cuore lavora meglio quando si
è stesi!” disse Taro costringendo l’amico a stendersi su di una panchina,
mentre un sorriso triste si apriva sulle labbra di Jun, siccome quelle stesse
parole gliele aveva dette Lily al loro primo incontro.
“Ma non capisco perché lo ha fatto...” continuò Tsubasa posando una mano sulla
spalla del proprio ragazzo assumendo un’aria perplessa.
“Possibile che non ci arrivate?!” sbottò Genzo guardando gl’amici allibito, era
così ovvio il perché che non riusciva a credere che non ci fossero arrivati, ma
era meglio cambiare discorso.
“Dov’è andata Lily?” chiese Jun con un filo di voce socchiudendo gl’occhi per
vedere meglio gl’amici che scossero il capo.
“Nessa non è in città, quindi di sicuro non è da lei... potrebbe essere andata
a casa o chissà...” rispose Taro cercando di far calmare un poco Misugi “Appena ti sarai un poco ripreso andremo a casa mia
a cercarla va bene?”
Jun annuì. Passarono diversi minuti prima che il cuore del ragazzo tornasse a
battere regolarmente ed i giovani potessero dirigersi verso la loro meta, ma
quando vi arrivarono ovviamente Lily non era in casa. Per cercare di fare il
punto della situazione e per capire il posti dove cercarla si sedettero sul
divano, dove malauguratamente Genzo si sedette sopra al telecomando e fece
partire la tv. Le immagini di un’operazione a cuore aperto partirono sullo
scherzo facendo sobbalzare i presenti.
“Ma che roba è questa?” chiese il portiere alzando le sopracciglia curioso.
“Sono i telefilm che piacciono a Lily... questo in particolare è Grey’sAnatomy, ma guarda anche
tutti i CSI ed NCIS...” rispose Taro affrettandosi a fermare il dvd così che
non desse troppo fastidio a Jun, visto la recente operazione al cuore che aveva
subito.
“Ma sono tutti piuttosto crudi! Non pensavo che a tua sorella piacessero cose
così sanguinose...” replicò Genzo scuotendo la testa incredulo.
“Ah non lo dire a me... quando gliel’ho fatto notare ha stretto le spalle e mi
ha detto che tanto aveva già visto un’operazione a cuore aperto e quindi non la
disturbava la cosa...”
A quelle parole il viso di Jun cambiò immediatamente espressione, che cosa
volevano dire quelle parole? Forse che non si era solo sognato di avere Lily
accanto, mentre era in ospedale? Immerso in quei pensieri non si accorse
nemmeno del campanello della porta che suonava e di Taro che andava ad aprire
la porta lasciando entrare sua madre.
“Scusate il disturbo... sono solo passata per avvisare Jun che io e suo padre
andiamo a Misashi per sistemare la casa per il
ritorno, immaginavamo di trovarti qui...” disse dolcemente la donna guardando
il figlio, ma mentre stava per dare voce ad una domanda Jun la interruppe
bruscamente.
“Dimmi la verità mamma! Era Lily vero? Lily e non Amy mentre ero in ospedale!
VERO?” il tono del ragazzo era piuttosto alterato, mentre la donna stringeva
convulsamente il ventaglio.
“Oh Jun... si, si era lei... lei ti è stata accanto... lei era li nella stanza
a vetri a guardare tutto quello che ti veniva fatto in quelle interminabili ore
in cui eri in sala operatoria... lei era dove io e tuo padre non riuscivamo ad
essere... era con te, anche se vi separava un vetro.” A quelle parole il cuore
di Jun prese nuovamente a battere in maniera folle, costringendo gl’amici a
spostarsi dal divano per farlo stendere, mentre Taro gli poggiava sopra una
coperta leggera.
“Ti prego... dimmi tutto... adesso voglio sapere... voglio sapere!” la voce di
Jun era affannata, ma il tono era deciso e non ammetteva repliche. Con un
sospiro la madre del ragazzo prese a raccontare una verità che aveva giurato di
tenere nascosta.
“Vedi tesoro, Amy non è mai venuta a trovarti in ospedale... la persona che vedevi
sempre di sfuggita quando ti svegliavi era Lily... arrivava quando ti
addormentavi e scappava appena aprivi gl’occhi...” fece una piccola pausa
guardando la faccia del figlio che da confusa si faceva adirata quindi riprese
prima che potesse interromperla “Ci ha chiesto lei di non dirti nulla... la
vostra storia era finita, ma lei voleva ugualmente starti accanto
nell’ombra...”
“E perché mi dicevate che era Amy, e perché lei non veniva a trovarmi?” chiese
Jun alzandosi di scatto a fissare intensamente la madre negl’occhi.
“Lily ci ha chiesto di mentirti se mai ti fossi accorto di qualcosa... non
voleva intromettersi ancora fra te ed Amy, dato che tu avevi fatto quella
scelta e non so perché lei non venisse... ogni volta aveva una scusa diversa...
l’unica a parte noi che ti è stata vicino era Lily... veniva tutte le sere
appena ti addormentavi e vegliava su di te la notte... non so quante notti
insonni abbia fatto al tuo capezzale...”
Frustrato Jun cercò di avventarsi fuori dalla porta, ma Tsubasa prontamente lo
intercettò placcandolo.
“Cerca di calmarti! Non hai idea di dove sia e Nankatsu
non è così piccola!”
“Ma io devo ritrovarla... dovessi passare tutta la notte fuori!” rispose con la
voce incrinata dal dolore e dalla tristezza, mentre il suo sguardo viene
attirato dalla pianta di orchidee posata sul davanzale della finestra “Quella è
di Lily?” chiede rivolto a Taro, il quale annuisce non capendo il perché della
domanda, mentre Jun si volge nuovamente a guardare la madre “Portava sempre lei
i rametti di orchidee fresche vero?”
“Si caro... tutte le mattine o quasi... ha continuato siano a quando non è
morta la madre...” dette queste parole la signora Misugi
prese commiato dai ragazzi uscendo in strada dove il marito l’aspettava in
auto. Per diversi minuti in casa nessuno disse nulla, il solo rumore udibile
era il suono dei respiri. Con un sospiro più forte degl’altri Jun si decise ad
alzare finalmente lo sguardo per posarlo sulla figura di Taro che in disparte
guardava con occhi velati di lacrime una foto sua e di Lily di quando erano
piccoli. Muovendo qualche passo Misugi lo raggiunse.
“Mi dispiace Taro... ho fatto soffrire l’unica persona che meritava soltanto di
essere amata...”
“Non sei stato il solo a farle del male... io ho la mia dose di colpe...”
risponde tristemente il giovane mentre una lacrima scende silenziosa lungo la
gota e lesto Jun lo stringe a se in un abbraccio.
“Giuro che quando riuscirò a trovarla la renderò felice per sempre... l’amerò
come merita... te lo giuro...” mormorò il ragazzo all’orecchio di Taro mentre
questi annuiva, per poi sciogliere l’abbraccio e guardarlo dritto negl’occhi,
domandando: “Ti prego solo di una cosa... non portarla ancora lontano da me...”
“Non lo farò mai... è una promessa!”
Un piccolo sorriso appena abbozzato aleggiò sulle labbra dei presenti mentre si
avviavano fuori casa per cercare Lily.
Mettendo una mano in tasca Jun trovò l’anello che avrebbe voluto darle quella
sera per suggellare il fatto che anche se fossero stati lontani lui non avrebbe
mai smesso di amarla, purtroppo però quella giornata era andata totalmente
storta e anche se fosse riuscito a trovarla, prima doveva convincerla che
quello che aveva visto era stato solo un gigantesco malinteso. Aveva preso
quell’anello il giorno stesso in cui Lily l’aveva visto in vetrina, era
perfetto per lei. Correndo a perdifiato per le vie della città non smise un
attimo di stringerlo nella mano, sperando ardentemente di trovarla.
Chiedo scusa con il ritardo con cui ho pubblicato, ma prima l’hd mi è morto quindi ho dovuto riscrivere il capitolo, poi
mi hanno rubato il portafoglio =___= ed infine un sacco di neve... spalare non
è affatto divertente... ç___ç
Un bacio a tutti!
‘Erano gl’ultimi
giorni di scuola prima della pausa estiva e Jun finalmente poteva riprendere
posto nel suo banco dopo i mesi passati in ospedale e a fare riabilitazione.
Con un piccolo sospiro aprì la porta della classe, accolto dalle grida di giubilo dei suoi
compagni. Mentre passava da una domanda all’altra, da un sorriso ad una pacca
sulla spalla, Jun cercava con gl’occhi l’unica ragazza che davvero voleva
vedere in quel momento. Poco dopol’insegnate costrinse i ragazzi ad andare al loro posto per iniziare la
lezione, come tutte le mattine fece l’appello, e Jun non aspettava altro che
arrivasse al cognome Misaki, per sapere se qualcuno sapeva perché non era
venuta a scuola, purtroppo però, quando
avrebbe dovuto esserci il nome fatidico, la professoressa lo saltò a piedi
pari, quasi come non fosse mai esistita. Frastornato il ragazzo si guardò
attorno, notando solo in quel momento che mancava anche il banco. Con il cuore
che gli martellava nel petto dovette aspettare la pausa pranzo per chiedere di
Lily a qualcuno.
“Che fine ha fatto Misaki?” chiese con finta indifferenza al centrocampista
della sua squadra, mentre andavano fuori per pranzare tutti assieme.
“Come non lo sai? Circa un mese fa sua madre è morta e lei adesso si è
trasferita a Nankatsu col padre ed il gemello.” Fu la semplice e coincisa
risposta ottenuta, ma che ebbe il potere di lasciarlo senza parole e con il
cuore in gola. E così lei se ne era andata via. Via lontano da lui. Con la sua
indecisione era riuscito a perdere anche Lily.
“No, non lo sapevo... nessuno mi aveva detto nulla.”
“Beh è normale. Visto l’intervento che hai subito, nessuno voleva metterti
sotto pressione con questa notizia.”
“Cosa vuoi dire?” chiese Jun all’amico mentre addentava una mela.
“Ma dai capitano! È chiaro come il sole che tu hai sempre amato Lily e non Amy!”
Quella frase ebbe di nuovo il potere di lasciarlo senza parole, possibile che
tutti si fossero resi conto dei sentimenti che lui provava e lui fosse stato
tanto cieco? Fu silenzioso per tutto il resto della giornata scolastica e
quando arrivò a casa l’unica cosa che disse fu:
“Voglio andare in vacanza a Nankatsu questa estate!” quindi salì di sopra in
camera sua.’
Jun
si riscosse da quel ricordo con ancora la tristezza nel cuore. Ieri l’avevano
cercata, ma inutilmente. Purtroppo se Lily non voleva farsi trovare, non la si
trovava. Ed ora lui stava per tornare a casa senza aver avuto la possibilità di
chiarire la faccenda del bacio che Amy gli aveva dato a tradimento.Con un sospiro prese di nuovo il cellulare e
compose il numero della ragazza, ma come sempre gli rispose la segreteria
telefonica, chiaro segno che l’aveva spento.Furioso gettò il telefono sul letto e riprese a guardare fuori dalla
finestra. Avrebbe tanto voluto che le vacanze non fossero finite, avrebbe
voluto fermare il tempo e stare anche un momento solo con lei per spiegarle
tutto.
“Jun ci sono i tuoi amici” lo chiamò la madre dal disotto ed il giovane, anche
se un poco di malavoglia, scese per salutarli.
“Mi dispiace ma ieri notte non è nemmeno tornata a casa...” rispose Taro alla
muta domanda che il viso dell’amico gli rivolgeva.
“Capisco...”
“Non abbatterti! Anche se torni a casa vedrai che le cose si sistemeranno!”
cercò di rassicuralo Tsubasa posandogli una mano sulla spalla e facendo un
timido sorriso.
“Ci penseremo noi a dire a quella testona come sono andate le cose.” Rincarò
Genzo, mentre gl’altri due annuivano.
“Grazie amici... spero solo che sia come dite voi!” mormorò Jun sorridendo un
poco rincuorato.
“Andiamo Jun è ora.” lo chiamò il padre e così tutti uscirono in giardino, dove
la cameriera stava caricando l’auto con l’ultima valigia.
“A presto ragazzi e grazie!” li salutò il ragazzo salendo in macchina.
“Ciao Jun e fai buon viaggio!” lo salutarono in coro i ragazzi, mentre l’auto
si avviava sulla strada. Il ragazzo guardava con aria assente e triste fuori
dal finestrino e nemmeno i suoi genitori sapevano cose dire per rincuorarlo. Un
sospiro triste gli increspò le labbra e gli fece alzare lo sguardo verso il
cavalca via a cui stavano passando sotto, e là, posata contro la balaustra
c’era lei, Lily che lo guardava andar via con le lacrime che le segnavano le
gote. Jun non fece in tempo a dire che fermassero la macchina che lei era già
sparita. Battendo un pugno contro il sedile Jun prese la sua decisione, quello
stesso fine settimana sarebbe tornato a Nankatsu per chiarire con quella dolce
testona.
*
In piedi fuori dalla classe Lily guardava persa fuori dalla
finestra, mentre Nessa accanto a lei si dondolava avanti ed in dietro, mentre
aspettavano che l’insegnate di turno le chiamasse così che si potessero
presentare ad i loro compagni. Un piccolo sbuffo sfuggì dalle labbra di Lily
che riscossasi dai tristi pensieri che l’accompagnavano si volse a guardare
l’amica.
“Hai pensato a cosa dire?” le chiese Nessa fermandosi e rilassando le braccia
lungo il corpo.
“Credo che dirò sempre la stessa cosa... alla fine poco cambia... staremo qui
solo qualche mese...” rispose Lily stringendosi nelle spalle, mentre andava a
sistemare ancora una volta la gonna.
“Già... ricordo ancora il discorso che hai fatto quando siamo entrate alla Musashi...” ridacchiò la ragazza scuotendo la testa, mentre
l’amica socchiudeva gl’occhi.
“Non credo però che questa volta ci sarà qualcuno che salterà su sconvolto
chiedendomi se sono la davvero la sorella gemella di Taro.”
“Jun era sconvolto! Solo in seguito ho capito che lo era per via del fatto che
vi eravate già conosciuti e non immaginava di certo che fossi sorella del suo
amico...” rincarò Nessa dandole una gomitata ed ammiccando.
“Non credo che ci saranno altri Jun Misugi nella mia vita...” commentò ancora
Lily andando a fissarsi la punta delle scarpe con aria triste ed assente.
“Solo perché sei una sciocchina! Accendi quel dannatissimo telefono! Sono certa
che avrai mille chiamate e mail da parte sua!” sbotto stizzita l’amica cercando
di rubarle il cellulare così da poterlo accendere.
“Vorrei, ma ho paura!”
“Ma di cosa!?” chiese esasperata Nessa, mentre qualche lacrima scendeva lungo
le guance di Lily.
“Che non sia stato tutto solo un malinteso... che sia tornata davvero per
riprenderselo...”
Nessa stava per replicare qualcosa, ma la porta dell’aula venne aperta
costringendo Lily a riprendersi in meno di mezzo secondo e sfoderare il
migliore dei sorrisi che possedeva.Entrando in classe vide immediatamente Taro e Tsubasa sedutiallo stesso banco con dietro Ishizaki. Di
certo dopo avrebbero voluto affrontare l’unico argomento del quale non voleva
parlare e la faccia del suo gemello non preannunciava nulla di buono e così
dopo essersi presentata attese nervosamente la fine delle lezioni, cercando di
sgattaiolare via dalla scuola senza cadere nelle grinfie del magico terzetto a
cui di certo Nessa si sarebbe unita...
Questa volta
sono riuscita ad aggiornare in tempi decenti ^^ spero che vi piaccia...
Baci, Baci!
La fredda pioggia autunnale bagnava il cortile della scuola
e Lily seduta al banco non riusciva a concentrarsi minimamente sul compito in
classe che aveva dinnanzi agl’occhi, siccome il suo sguardo era continuamente
attirato fuori. Un piccolo sospiro le sfuggì dalle labbra mentre cercava per
l’ennesima volta di riportare lo sguardo sul foglio pieno di esercizi di
chimica. Cercò di leggere il primo problema, ma le parole che le erano sempre
state familiari, in quel momento le parevano una lingua strana ed incomprensibile.
La chimica le piaceva, era una delle sue materie preferite, ma in quei giorni
non riusciva proprio a trovare la concentrazione. Una saetta illuminò il cielo
in quel tardo pomeriggio facendole riportare nuovamente lo sguardo fuori dalla
finestra. Cercando di non farsi vedere, con una mano prese l’ipod e dopo essersi messa l’auricolare ed aver abbassato il
volume al minimo lo accese. La canzone che partì la lasciò per un attimo
piuttosto sconcertata.
I know there's something in the wake of your
smile I get a notion from the look in your eyes yeah You've built a love but that love falls apart Your little piece of heaven turns to dark
Oscurità.
Già, era proprio lì che Lily era precipitata dopo aver visto il “bacio” fra Jun
ed Amy. Oscurità dalla quale non riusciva ad uscire. I sorrisi che rivolgeva
agl’amici erano solo pallidi ricordi se confrontati a quelli che le
illuminavano il viso una volta. Fingeva di stare bene, ma in realtà, quando il
buio cavala avvolgendola le lacrime tornavano a bagnarle le gote, eppure ogni
mattina andava avanti. Ormai erano passate quasi due settimane da quel giorno e
la sua vita frenetica fatti di allenamenti, partite e scuola l’aveva assorbita
quasi del tutto. Per non pensare si era gettata anima e corpo in quello che più
amava.
Listen to your heart When he's calling for you Listen to your heart There's nothing else you can do I don't know where you're going And I don't know why But listen to your heart Before you tell him goodbye
Ascoltare il suo cuore? No,
per Lily non era affatto facile. Più che il cuore in lei era la mente a
comandare. Spesso irrazionale. Quasi sempre irrazionale, testarda e orgogliosa.
Testarda. Sempre e comunque. Lei sarebbe andava avanti per la sua strada senza
prestare orecchio ad i consigli che le venivano dati. Un altro piccolo sospiro
le increspò le labbra mentre con la matita scarabocchiava un piccolo cuore
spezzato nell’angolo del foglio. Per un attimo gl’occhi di Nessa corsero verso
di lei e dopo averle lanciato una severa occhiata carica di significato, tornò
a concentrarsi sul proprio foglio.
Sometimes you wonder if this fight is worthwhile The precious moments are all lost in the tide
yeah They're swept away and nothing is what it seems The feeling of belonging to your dreams
Lottare contro il mondo...
ecco a cosa era abituata Lily. Le avversità non l’avevano mai spaventata, anzi
l’avevano resa la donna che era ora. Ma ora lottare contro tutto e tutti le
risultava difficile, vi erano momenti in cui quasi faticava a respirare
cercando di mantenere la sua folle posizione su tutta quella faccenda. Il
dolore si accentuava soprattutto quando vedeva l’amore segreto fra Taro e
Tsubasa, i significati nascosti dietro i piccoli gesti. Alzando ancora una
volta gl’occhi dal foglio posò lo sguardo su di loro, con una mano scrivevano
il compito, mentre con l’altra si cercavano affettuosamente sotto il banco.
Feriti gl’occhi di Lily si chiusero di nuovo precipitando in una marea di
ricordi. Annaspando cercò di fuggire da questi, mentre il respiro le si mozzava
e la mano di Nessa appariva come dal nulla salvandola da quel mare di oscurità
in cui stava annegando. Quando ritrovò di nuovo il controllo di se, il
ritornello era passato nuovamente, lasciando il posto all’ultima strofa della
canzone, mentre nessuno a parte l’amica si era accorta di qualcosa.
And there are voices that want to be heard So much to mention but you can't find the words The scent of magic, the beauty that's been When love was wilder than the wind
“Accendi quel telefono!” le
soffiò Nessa riprendendo a scrivere e lasciandole andare la mano che pochi
attimi prima aveva afferrato. Scuotendo la testa Lily tornò a guardare la
pioggia fuori dalla finestra, le gocce scendevano lungo i vetri come tante
lacrime. Mille parole erano stare dette dopo quell’accaduto. Taro, Tsubasa,
Genzo... tutti erano andati da lei per dirle che quello che aveva visto era
stato solo un grossissimo malinteso, ma lei aveva dato sempre e solo la stessa
risposta: “Ci crederò solo quando sarà lui a dirmelo...”, ma ancora non si
erano visti. Da Taro aveva saputo che Jun il fine settimana successivo era
venuto a Nankatsu a cercarla, ma lei ovviamente era in trasferta per una
partita e quello dopo, mentre lei lo aspettava, lui era lontano a giocare.
Gl’eventi sportivi non erano proprio dalla loro parte e di certo nemmeno quella
settimana si sarebbero potuti vedere, siccome entrambi erano sarebbero stati in
ritiro con le rispettive nazionali. Una folata di vento scosse la finestra,
mentre Lily si alzava e consegnava quel poco del compito che era riuscita a
fare. Tornando poi a sedersi prese il cellulare. Ormai era spento da ben due
settimane. La mano le tremava. Aveva paura, ecco cosa in realtàle diceva il suo cuore. Aveva paura di accendere
quel dannatissimo apparecchi e non trovarvi assolutamente nulla. Chiuse
gl’occhi cercando quel poco di coraggio e di forza che ancora le restava e nel
mentre sentì una leggera pressione sulla mano. Aprendo di scatto le palpebre
incontrò il sorriso di Nessa, mentre il cellulare di accendeva e la campanella
suonava. Colta alla sprovvista da tutte quelle cose messe assieme Lily gettò
l’apparecchi infondo alla borsa e raccolta la sua roba corse fuori dalla
classe. Il cuore le martellava forte... ma non aveva il coraggio di fermarsi e
guardare...
But listen to your heart Before you tell him goodbye
Ed ecco i pensierini della nostra
Lily… a volte è molto testarda, sono certa che se la si sbattesse contro il
muro crollerebbe il muro... XD Ma non temete... presto finirò si assillarvi...
XD
Baci, baci!
Arrivata a casa Lily gettò lo zaino sul letto sbattendo la
porta dietro di se. Il cuore che le martellava incessante nel petto. Nessa le
aveva acceso il cellulare, ma lei ancora non ci aveva messo il pin. Sospirando
appena andò a sedersi sul letto, mentre cercava di calmarsi. Con mano tremante
prese il telefono e dopo aver spinto qualche tasto e digitato il codice lo posò
sul comodino, scappando immediatamente di sotto a fare merenda, in realtà non
aveva fame, ma voleva solo uscire da quella stanza. Passeggiando avanti ed
indietro davanti al frigorifero, alla fine decise di prendere una merendina al
cioccolato ed un succo. Mangiò con deliberata lentezza e quando alla fine si
decise ad andare nuovamente in camera e guardare l’apparecchio vide che vi
erano almeno una ventina di messaggi. Dopo aver cancellato le chiamate di Taro,
Tsubasa e Genzo si ritrovò comunque con una quindicina di messaggi di Jun.
Scorrendo indietro con le date trovò il primo che altro non era che una
chiamata. Evidentemente era la prima cosa che aveva cercato di fare. Il secondo
invece...
Jun: Lily, dove
sei? Ti prego rispondi... Sai che domani mattina devo
partire, permettimi di chiarire questa stupida
faccenda, ti prego!
Stupida faccenda? Forse lo era stata davvero. Forse aveva
davvero frainteso tutto. Era scappata prima che potesse vedere l’evolversi
della situazione, ma aveva avuto paura, una paura terribile. Cancellò ancora
qualche messaggio di chiamate ed arrivò al messaggio successivo.
Jun: Ti ho vista
mentre andavo via... E’ stato tutto un malinteso, ma non
posso spiegartelo per mail, devo vederti!
E così l’aveva vista. Sapeva che i loro occhi per una
frazione di secondo si erano incontrati, ma sino a quel momento non ne aveva
avuto la certezza. Sospirando si mise a sedere sul letto. Quel pomeriggio era
andata su quel cavalcavia per vederlo, vederlo da lontano andare via, senza
avere il coraggio di parlargli. Le paure che le avevano attanagliato il cuore
sino a quel momento si erano disciolte come neveal sole, ma ancora qualcosa la fermava.
Qualcosa di inconscio la tratteneva. Scorse ancora la lista delle mail
ricevute.
Jun: Buon giorno
amore, so che hai ancora il telefono spento, non vedo
l’ora che tu lo riaccenda, così potremo
chiarire finalmente questa faccenda, sto malissimo
senza di te!
Sospirando pesantemente Lily si stese sul letto appoggiando
la testa sul cuscino. Anche lei stava malissimo senza di lui, anche se fino a
quel momento aveva giurato a mari e monti che non le importava, che stava bene
anche senza Jun, ma la realtà era ben diversa dalla menzogna che si era creata
attorno. Con una mano si strofinò gl’occhi riprendendo quindi a leggere qualche
altro buon giorno e buona notte. Le aveva anche mandato una mail dicendole che
aveva provato a chiamarla a casa quando lei era fuori per l’allenamento, la
verità però era che lei era in casa, chiusa in bagno nella speranza che Taro
non la scoprisse e così era stato. Quando la conversazione era terminata, era
sgattaiolata fuori ed aveva finto di rientrare. Come sempre Taro non si era
accorto di nulla, ma l’aveva immediatamente informata dalle chiamata, cercando
poi un approccio diplomatico al discorso, sicuramente la cosa gli era stata
suggerita da Tsubasa, ma dato l’umore nero di Lily aveva desistito
immediatamente. Scorrendo ancora la lista arrivò all’ultimo messaggio, sembrava
fosse una poesia:
Jun: ricordo ancora bene il giorno in cui ti incontrai, il mio debole cuore di giglio
batteva all’impazzata, non saprei se per la corsa o
la tua bellezza, E’ stato bello avere per anni
un giglio, forte quanto te, accanto, ho commesso tanti errori, lo so, ti prego, torna da me,
ho bisogno del tuo amore per vivere!
Che Jun fosse un poeta lo sapeva da diversi anni ormai,
almeno da quando la prima volta le aveva lasciato una poesia dentro
l’armadietto. Trovarla aveva fatto battere il cuore di Lily all’impazzata.
Ricordava ancora con che aria sognante l’aveva mostrata a Nessa, facendole
notare l’impeccabile e perfetta calligrafia di Jun. Alzandosi dal letto accese
lo stereo facendo partire il cd che da giorni non face altro che ascoltare, un’insieme
di musiche di Yiruma che, ovviamente Misugi aveva
suonato al piano e registrato solo per lei. Socchiudendo gl’occhi si lasciò
andare a quella melodia, River flows in you, cercando poi nell’armadio le punte, se le mise e
poggiata alla sbarra che il padre le aveva messo infondo alla parete della
camera prese a fare qualche passo di riscaldamento. Danzare le piaceva ancora,
soprattutto lo faceva per scaricarsi e pensare. Le note ed i passi scivolavano
su di lei, mentre volteggiava per la stanza ad occhi chiusi e concentrata
com’era nemmeno si era resa conto degli sguardi di Taro e Tsubasa che avevano
aperto la porta preoccupati perché non gli aveva risposto. Volteggiò sulle
punti per quasi una mezz’ora e quando finalmente decise di smettere aveva preso
la sua decisione. Tornò al letto e prese in mano il cellulare iniziando
stentatamente a scrivere una mail.
Lily: Credo che
sia ora di chiarire... ma non mi chiamare, non
voglio farlo per telefono! Vediamoci il prossimo fine
settimana, questo non posso, sono in ritiro con la
nazionale...
Premette invio senza nemmeno rileggere quello che aveva
scritto, era preoccupata che la forza che aveva trovato vacillasse. Adesso
doveva solo aspettare la risposta del giovane che non si fece attendere molto a
lungo, quasi un attimo dopo che aveva inviato il messaggio era giunta la
risposta.
Jun: ...va bene
Lily... non vedo l’ora che venga quel momento...
Letta la risposta la giovane scese di sotto dove trovò Taro
intento a preparare la cena con Tsubasa che ovviamente gli stava dando
fastidio. Silenziosa si sedette a guardarli ripensando a quando anche lei si
era trovata in quella situazione. La sua mente vagò come fosse in un sogno, si
vide preparare la cena con Jun che teneva in braccio il loro bambino.Quell’immagine le piacque molto e le parole
quasi le uscirono da sole di bocca:
“Il prossimo fine settimana... devo solo aspettare...”
Gl’occhi di Taro e Tsubasa a quelle parole appena sussurrate s’incontrarono ed
un sorriso complice gli colorò le labbra, sorriso che Lily non vide, troppo
impegnata a fantasticare.
Ed eccomi qui a pubblicare un altro capitolo sei pensieri
della nostra Lily... almeno questa volta si è decisa a mandargli una mail... e
peccato per lei che non abbia visto il sorriso fra Taro e Tsubasa... anche
perché... quei due assieme a Nessa stanno per combinarneuna davveromoltooogrossa XD alla prossima! Baci!
La porta della camera si chiuse con un leggero rumore, ma
Lily non vi fece caso siccome sapeva che la sua compagna di stanza sarebbe
rientrata un poco dopo di lei, siccome voleva allenarsi ancora. Ignorando
completamente questo evento la giovane riprese ad asciugarsi i capelli, mentre
i suoi pensieri ripercorrevano la giornata che aveva appena trascorso. Era
partita la mattina presto assieme alle sue compagne prendendo il treno per
raggiungere la destinazione del ritiro ed appena avevo raggiunto il vagone loro
destinato vi aveva trovato Taro e gli altri della nazionale giovanile di
calcio, aveva infatti scoperto proprio il giorno prima che per qualche strano
motivo avevano organizzato anche loro un ritiro nello stesso luogo! E nello
stesso hotel. Quando poi aveva visto Jun il cuore di Lily non aveva retto e
così assieme a Nessa era fuggita il più possibile lontano da lui, almeno quanto
la carrozza lo permettesse. Gli aveva scritto che si sarebbero chiariti, ma di
certo non si aspettava di trovarselo lì. Non era ancora psicologicamente pronta
a quell’incontro. Fortunatamente avevano avuto una giornata pienissima e fra
l’arrivo in albergo il pranzo e poi subito agli allenamenti, Lily non avevo
avuto altre occasioni per pensare a lui o per vederlo. Sospirando pesantemente
spense il phon e lo poggiò sul lavandino, sistemandosi poi la canotta le
culottes, non era un problema per lei uscire dal bagno così poco vestita, tanto
aveva fatto così tante volte la doccia con le sue compagne che non vi erano
segreti fra di loro. Aprendo la porta il suo sguardo cadde immediatamente sulla
persona che sedeva sul letto, decisamente poco vestita ed il suo cuore prese a
battere a mille mentre richiudeva di scatto la porta.
“Oh mio dio! Oh mio dio! Tu cosa ci fai qui!?” disse agitata verso la porta
chiusa.
“Lily...cosa ci fai tu . . .?”
“Questa è la mia camera! Come che ci faccio qui!” sbottò la ragazza aprendo
nuovamente la porta e guardando Jun dritto negl’occhi, con il cuore che le
martellava violentemente nel petto.
“Sono certo che questa sia la camera che mi è stata assegnata, ma ora vado
subito a chiedere!” mormorò il ragazzo tornando alla propria valigia per
rivestirsi, anche Lily raggiunse la sua mettendosi a frugare al suo interno.
“Va bene! Questa cosa non ha senso!” disse più a se stessa che a lui.
“Ehm... Lily... abbiamo un problema!”
“E adesso cosa c’è?!” chiese lei alzando gl’occhi al cielo prima di volgersi
verso di lui e guardar darlo mentre le mostrava la porta che non si apriva,
qualsiasi tentativo il ragazzo facesse.
“Ma stiamo scherzando!?” urlò quasi lei dopo aver attraversato di corsa il
letto ed aver armeggiato con la porta per qualche minuto “Adesso chiamo Taro...
lui ci aiuterà” detto questo riattraversò la stanza e arraffò il cellulare
componendo il numero del gemello, il quale dopo pochi attimi rispose:
“Ciao Lily! Dimmi!” la sua voce era gioviale come sempre.
“Sei in albergo?” gli chiese immediatamente siccome sentiva diversi rumori di
sottofondo e anche qualche risata sommessa.
“No, mi spiace... sono uscito con Hikaru, Nessa e Tsubasa... siamo in un locale
dall’altra parte della città perché?”
“Perché? Perché? Perché adesso sono leggermente chiusa in camera assieme a Jun
e la porta non si apre! Sarà meglio che veniate ad aprire!” urlò lei al
microfono del cellulare su tutte le furie.
“Ma Lily... siamo dall’altra parte della città... mi dispiace!” mormorò Taro
tutto contrito, mentre le risate in sottofondo si facevano più forti ed
evidenti.
“Ti giuro che se scopro che c’entri qualcosa a casa ti uccido!” sbottò
chiudendo immediatamente la telefonata e tornando a guardare Jun rossa di
rabbia in viso. Per diversi minuti fra i due ragazzi regnò il silenzio più
assoluto.
“Quindi siamo bloccati qui?” chiese timidamente il giovane, cercando di non
farla irritare ancora di più.
“Già” rispose lasciandosi cadere fra i cuscini con solo l’intimo addosso.
“Allora... ehm... io vado a fare una doccia...” disse Jun cercando di non
guardare il corpo perfetto di Lily steso invitante davanti a lui.
“Va bene... io dormo allora! Buona notte!” dette queste parole si mise sotto le
coperte e spende la luce sul comodino dalla sia parte.
“Notte...” disse Jun entrando in bagno.
Per quanto fosse stanca, il suo cervello si ostinava a non volersi spegnere.
Sapeva benissimo che quella era un’occasione perfetta per chiarire, ma non ci
riusciva. Forse essere “arrabbiata” con lui era più semplice che mettere a
parole i sentimenti ingarbugliati che provava. Immersa nella semi oscurità
della camera Lily ascoltò il suono dell’acqua della scendeva dalla doccia,
cercando di scacciare lontano tutti i birichini pensieri che le erano saliti
alla mente. Quasi quindici minuti dopo Jun uscì dal bagno e prontamente lei
finse di dormire, anche se in realtà il suo corpo era teso e con i sensi
all’erta controllava ogni suo minimo movimento. Lo sentì aprire la valigia e
prendere qualcosa per poi alzare le coperte e stender visi sotto. Il cuore di
lei martellava ad un ritmo pauroso e quasi aveva paura che lui se ne
accorgesse.
“Lily... dormi?” le chiese in un sussurro e siccome non ricevette risposa dalla
ragazza si mise più comodo preparandosi per dormire. Il suono di un messaggio
che arrivato sul cellulare di Lily la fece sbuffare infastidita, mentre
allungava il braccio per vedere chi le aveva scritto.
“Ma allora sei sveglia!” disse Jun.
Nessa: smettila di far finta di dormire!
Questa è la tua grande occasione!
A quelle parole gl’occhi di Lily si sgranarono e per
qualche attimo si guardò attorno per la stanza, come a cercare telecamere
nascoste, quindi rispose.
Lily: Ma hai installato delle telecamere? O_O
“Si, sono sveglia...” mormorò in direzione del ragazzo
dandogli però ancora le spalle e prima che il giovane potesse replicare il
telefono suonò di nuovo.
Nessa: No, ma so che lo vuoi... chiarire!
E poi ti conosco. Datti una mossa!
Scuotendo esasperata la testa Lily posò nuovamente
l’apparecchio sul comodino, mentre avvertiva il corpo di Jun che piano, piano
si avvicinava a lei.
“Senti Lily... non credi che questa sia un’ottima occasione per chiarire?” iniziò
Jun cercando di sondare il terreno per non cadere in un campo minato e siccome
il silenzio della giovane ancora perdurava prese il coraggio a 4 mani e
dolcemente le carezzò la spalla, facendole correre un lungo e piacevole brivido
lungo la schiena.
“Si... direi che è il momento...” mormorò lei voltandosi verso di lui per
guardarlo dritto in viso. La stanza era semi illuminata dalla luce al neon che
filtrava dalla tapparella che non avevano chiuso quindi potevano distinguersi
quasi nettamente. “Lily . . . mi spiace per questo . .
.ehm . . .fraintendimento, Amy ora è andata sparita, io non voglio avere più
nulla a che farci.’
“E se dovesse tornare ancora Jun? Quella ragazza è imprevedibile e per quanto
tu non voglia averci nulla a che fare riesce sempre a farci del male...” adesso
che dava voce al pensiero che per notti intere l’aveva tormentata iniziava a
sentirsi meglio. 'Noi
la cacceremo . . . assieme!' le mormora dolcemente attirandola verso di se in
un tenero abbraccio, per poi delicatamente posarle un bacio sulla fronte.
“Ti amo Jun!” mugugna Lily alzando il viso per guardarlo in quella semi luce e
far si che finalmente le loro labbra potessero tornare a sfiorarsi in un dolce
bacio carico di passione. Un bacio dolce ed intenso.
“Ti amo anche io tesoro!” rispose dolcemente sulle labbra della ragazza, che
presto tornò avidamente a baciare. Finalmente Lily era di nuovo sua e questa
volte niente e nessuno l’avrebbe portata via da lui. Avide, le mani di Jun
iniziarono a scendere lungo il corpo semi coperto di lei provocandole dolci
brividi lungo la schiena, mentre i baci divennero sempre più ardenti e focosi. Si
staccavano soltanto quando il bisogno d’aria era impellente e subito dopo
ansanti tornavano a baciarsi. I loro corpi fremevano di una passione che da
mesi avevano costretto nel silenzio del loro cuore. Con delicatezza la mano di
Jun s’insinuò sotto la canottiera di lei andando a carezzarle con delicatezza
il seno così da farla fremere ad ogni suo tocco. Birichina Lily gli tolse la
maglietta, mentre il suo cellulare prendeva a suonare annunciandole l’arrivo di
una mail, ma lei lo ignorò, andando ad attaccare il collo di Jun con focosi
baci e piccoli morsi che ebbero il risultato di farlo gemere. Un piccolo
sorriso si aprì sul viso di lei, mentre anche il ragazzo andava a sfilarle la
canotta così da poter ammirare il suo corpo prefetto, temprato dai duri
allenamenti di pallavolo e dalle ore di danza, ma quell’esame non durò a lungo,
siccome il desiderio che aveva di lei lo spinse ad andare con le labbra a
stuzzicarle i capezzoli facendola gemere ed inarcare contro di se. Le mani di
Lily scorsero fra i suoi capelli forse un poco tirandoli ad ogni ansito di
piacere, mentre prendeva a scendere verso il suo torace con la punta delle
dita. Con un sospiro di piacere Jun ricadde fra i cuscini, permettendo così a
lei di poggiarsi contro il suo petto andando a baciarlo dolcemente sulle
labbra, mentre la sua mano curiosa scendeva sotto l’elastico dei suoi boxer andando
ad accarezzare la sua virilità evidentemente eccitata. Sorridendo maliziosa
prese a far scorrere la mano su e giù ad un ritmo quasi ipnotico, mentre il
ragazzo affondava la testa sotto al cuscino per evitare di urlare di piacere.
Il tocco di Lily aveva il potere di sconvolgerlo. Le sue mani si mossero da
sole andando infine a toccare la parte più intima di lei, così da poter almeno
in parte restituirle il piacere che gli stava regalando. Avevano fatto l’amore
solo una volta, ed era stato meraviglioso. Inondati di desiderio che bruciava
loro nelle vene come fuoco ardente, i due giovani si liberarono ben presto dei
pochi indumenti e finalmente si unirono nel vortice della passione. Fecero
dolcemente l’amore, stretti l’uno all’altra come se quella fosse l’ultima cosa
che avrebbero fatto nella loro vita. Il bisogno che avevano di stringersi,
accarezzarsi e baciarsi era immenso, dati i lunghi e dolorosi mesi che avevano
passato lontani a reprimere quello che provavano. Alla fine vennero assieme
crollando stanche e soddisfatti fra i cuscini. Immediatamente Jun strinse Lily
a se. “Lily... cosa abbiamo fatto...” mormorò Jun stringendola
dolcemente contro il suo torace nudo mentre le carezzava con la mano i capelli.
“Lo sai cosa abbiamo fatto sciocchino...” rispose lei dandogli un bacio sul
naso mentre prendeva il telefono e leggeva le sue mail che Nessa le aveva
mandato:
Nessa: Brava Lily vai così!
Questo era il primo messaggio che le era
arrivato, appena lei e Jun avevano iniziato a baciarsi, mentre il secondo
recitava:
Nessa: Scommetto
che ora siete moltooo
soddisfatti... :P
Sconcertata la ragazza fece vedere a Jun i due
messaggi con il risultato di farlo scoppiare a ridere mentre lei con sguardo
furbetto si avvicinava al suo orecchio e gli sussurrava qualcosa, facendolo
annuire e scoppiare a ridere nuovamente.
“Va bene... “ disse solo prima che il sonno cogliesse entrambi portandoli alla
dolce corte di Morfeo.
Il mattino seguente quando Nessa e gl’altri
arrivarono di sotto per fare colazione trovarono Jun e Lily seduti a sue tavoli
opposti che si davano le spalle. Alzando un poco le sopracciglia i ragazzi si
avvicinarono. Tsubasa e Hikaru raggiunsero l’amico, mentre gl’altri due la
ragazza.
“Allora ieri sera?” chiese il capitano abbastanza incuriosito siccome anche lei
era complice della cosa.
“Ieri sera?” iniziò Jun finendo il suo cappuccino per poi guardare in faccia
l’amico “Niente di più che una bella scopata.” Quindi si alzò lasciando la
stanza e gl’amici basiti, siccome anche Lily aveva dato la medesima avvelenata
risposta ed ora si rifiutava categoricamente di dire altro sull’argomento.
Quando alla fine infastidita dalle domande si alzò sbottò in direzione dei
ragazzi “Avete fatto bene a chiuderci dentro! Almeno adesso posso metterci una
pietra sopra!” e lasciò la stanza molte velocemente
Scusate
per il ritardo con cui vado a pubblicare questo capitolo, ma purtroppo ho avuto
qualche problema nella mia vita... spero che vi piaccia ^^
Il ritiro era terminato ed ora sul treno i ragazzi stavano
ridendo e scherzando fra di loro, anche se lo scherzo che Lily e Jun avevano
fatto ad i loro amici non era andato a genio a tutti, ma per loro era stato
davvero uno spasso. Far credere che invece di far pace si erano dati
semplicemente al sesso per poi tagliare i ponti era stato esilarante per i due
innamorati, un po’meno lo erano state le robacce che si erano detti durante il
giorno quelle poche volte che s’incontravano , non volendo quelle parole li
avevano feriti, ma poi la sera nascosti nelle camere avevano leccato ognuno le
ferite all’altro decidendo che il giorno dopo sarebbero andati di sotto mano
nella mano dicendo dolci smancerie romantiche e così era stato. Ora Lily sedeva
sulle ginocchia di Jun ridendo e scherzando con Tsubasa, Nessa e Hikaru.
Scuotendo la testa gl’occhi della giovane si posarono un attimo sulla figura di
Taro, che curva, sedeva in disparte con il viso afflitto. Qualcosa lo faceva
stare male e lei forse sapeva cosa o meglio chi fosse. Diede un bacio sulla
fronte di Jun e si diresse verso il gemello, che non si accorse di lei sino a
quando non le fu dinnanzi.
“Oh Lily... Hai bisogno di qualcosa?” le chiese alzando appena lo sguardo
triste.
“Solo bisogno di parlare con te e Tsubasa... mi raggiungete alla fine della
carrozza?” detto questo fece cenno ad Ozora di seguirla e quando anche Taro li
raggiunse incrociò le braccia sotto al seno guardandoli con severità.
“Allora... cosa c’è che non va? E non ditemi che è ancora per lo scherzo che
non vi credo!” esordì lei con tono sicuro guardando prima uno e poi l’altro.
Sul viso del suo gemello in quell’attimo erano passate mille emozioni, ma si
ostinava a restare in silenzio. Anche Tsubasa non era da meno e trascorsi così
quasi cinque minuti la ragazza scosse il capo.
“Avanti ragazzi... non fatemi fare l’indovina... anche se con voi non è
difficile... voglio solo aiutarvi...” altri minuti di silenzio seguirono quella
frase ed alla fine, alzando gl’occhi al cielo, Lilyaggiunse “Come volete...” prese quindi ad
allontanarsi, aveva già la mano posata sulla maniglia per rientrare in carrozza
quando la voce di Taro la fece fermare.
“Aspetta... è solo che sono stufo di nascondermi! Anche io voglio poter fare
come te con Jun... voglio far vedere al mondo che amo Tsubasa, ma lui non
vuole... lui vuole che teniamo tutto nascosto...” la voce del giovane si spezzò
e qualche lacrima prese a scendergli lungo le gote pallide.
“Io ho solo paura...” mormorò Ozora con il viso sempre più triste “Paura di
quello che potrebbero farti... noi siamo diversi... molti non ci
accetteranno...” stava per aggiungere qualcos’altro ma la mano di Lily andò
immediatamente a zittirlo.
“Voi non siete diversi in niente! Siete due ragazzi che si amano... che cosa
c’è di male in questo?” sorrise dolcemente andando a posare le mani su di una
gota dei ragazzi che le stavano dinnanzi “Voi siete esattamente come me e Jun o
Nessa e Hikaru... e se poi qualcuno dovesse dire o fare qualcosa... sarete un
sostegno l’uno per l’altro... una spalla su cui piangere... non abbiate paura
ed urlate il vostro amore al mondo!” carezzò entrambe le guance asciugando poi
le lacrime di Taro ed abbracciandolo “Io vado di la... decidete quello che
volete fare...” dolcemente aprì la porta e prima che si potesse chiudere
Tsubasa mormorò un ‘grazie’ mentre stringeva e se il piccolo Misaki. Con un
dolce sorriso dipinto sulle labbra Lily tornò a sedere al suo posto guardata
con occhio molto curioso da Nessa che si avvicinò per chiederle a bassa voce:
“Allora?”
“Forse ci siamo...” rispose ammiccando. Passarono ancora diversi minuti prima
che Tsubasa e Taro rientrassero nello scompartimento riservato alle due
nazionali, anche se ormai erano rimasti in pochi, dato che quasi tutte le
ragazze della squadra di pallavolo erano scese. Inclinando appena le testa di
lato, la giovane rivolse una muta domanda all’attenzione del gemello, il quale
rispose annuendo e strappandole così un altro sorriso. Un piccolo colpo di
tosse da parte di Tsubasa attirò l’attenzione di tutti, mentre la mano di Taro
stringeva sempre più forte quella del compagno.
“Ecco... io e Taro volevamo dirvi una cosa...” iniziò un poco titubante il
capitano della nazionale, in campo non vacillava mai, ma in quel momento non
sapeva nemmeno lui che pesci prendere e da dove partire. Guardando il
rincuorante sorriso di Lily e dando poi un bacio fra i capelli di Taro che si
era accoccolato sulla sua spalla riprese a parlare “Il fatto è che... ecco...
io e Taro ci amiamo e stiamo assieme...” dette quelle parole strinse a se il
corpo del giovane che un poco tremava guardando le facce dei loro amici che
piano, piano dopo qualche momento si aprivano in sorrisi.
“Ci chiedevamo quanto ci avreste messo per dircelo...” ridacchiò Kojiro
scuotendo la testa e fissandoli come se stesse guardando due prede “Stavamo
facendo anche qualche scommessa... credo che qualcuno mi debba dei soldi!”
aggiunse ancora volgendosi ed ammiccando verso Genzo, chiaro segno che avrebbe
potuto anche ripagarlo in altro modo.
“Scommesse? Ma... ma come!? Io credevo che non vi foste accorti di nulla!”
mormorò stupito Tsubasa portandosi una mano dietro la testa imbarazzatissimo,
mentre anche Taro arrossiva.
“Beh la cosa era piuttosto evidente... e poi anche io sto con un ragazzo, i
segni li riconosco, non comeIshizaki
che è caduto dal pero mentre ne stavamo parlando!” Genzo gli assestò una sonora
pacca sulla spalla che per poco non lo fece finire faccia a terra.
“Beh ecco io... non è che mi soffermassi molto a guardare loro...” sbottò il
ragazzo massaggiandosi la spalla.
“Oh lo sappiamo... eri troppo intento a guardare le forme di Lily per renderti
conto della cosa...” obbiettò Kojiro con il risultato di far arrossire sia Lily
che Ishizaki, mentre Jun si volgeva verso di lui con aria minacciosa.
“Giuro ho smesso! Lo giuro!” si affrettòa scusarsi il ragazzo facendo scoppiare a ridere tutti i presenti nello
scompartimento.
“Quindi non vi crea problemi?” si azzardò alla finea chiedere Taro abbracciando alla vita
Tsubasa.
“Ovviamente no!” la voce di Hikaru arrivò come una soffio di vento primaverile
alle loro orecchie “ho saputo che vi siete messi assieme praticamente il giorno
dopo... Queste due ne hanno parlato parecchio... ed erano anche molto eccitate
della cosa...” scosse il capo alquanto sconcertato mentre Nessa gli rifilava
una gomitata fra le costole.
“Dilettante! Non capisci nulla della bellezza dello Yaoi!
Ah proposito...” mormorò rivolta verso Lily “Hai letto l’ultima fan che ha
pubblicato la nostra autrice preferita?!”
Gl’occhi delle due giovani s’illuminarono e sedutesi assieme iniziarono a
parlare dell’ultimo capitolo, a quanto pareva parecchio hentai,
che era stato postato. Giunti a Tokio i ragazzi dovettero salutare gl’amici che
stavano per cambiare treno.
“Mi mancherai!” mormorò Lily sulle labbra di Jun, mentre questo la stringeva a
se.
“Anche tu, ma sabato dopo la partita ti raggiungo!”
“Promesso?”
“Certo amore... adesso devo scendere... ti amo tanto!”
“Anche io!”
Si diedero un ultimo bacio appassionato poi Jun scese al volo dal treno
sparendo fra la folla, mentre quello di Lily riprendeva la sia corsa. Purtroppo
anche Nessa e Hikaru si erano dovuti separare e così le due amiche presero
posto vicine per le restanti ore di viaggio. Scesi alla stazione di Nankatsu i
ragazzi fecero la strada assieme abbandonando il gruppo a mano a mano che
arrivano alle rispettive case. Alla fine erano rimasti solo Lily e Taro a
camminare lungo la strada mentre il sole tramontava alle loro spalle tingendo
tutto di rosso ed oro.
“Grazie Lily... se non ci fossi tu...” iniziò a dirle Taro, ma lei lo zittì
prendendogli la mano ed aggiungendo:
“Ci sarò sempre per te... volente o nolente sono la tua gemella... sarai sempre
una parte di me!” con la mano libera aprì il portone di casa scorgendo la luce
in cucina ed il padre che li salutava dalla finestra. Finalmente era tornato
dal suo viaggio. Sorridendo i due gemelli entrarono in casa chiudendo fuori il
freddo della sera. Ichiro aveva portato alcuni regali per i suoi figli i
quali provvedevano a scartarli subito dopo cena. Strappando la carta lilla che
avvolgeva il regalo, Lily si trovò fra le mani un bellissimo dipinto di un
giglio ed una rosa blu adagiati su di un pianoforte che dava su di una finestra
aperta sul giardino di rose.
“Lo hai fatto tu?” chiese la ragazza volgendosi verso il padre che annuì
soddisfatto della reazione ottenuta, mentre lei continuava “Grazie è
bellissimo! Sopra al letto ci starà alla perfezione!” dolcemente andò ad
abbracciarlo e gli diede un bacio sulla guancia. Forse dopo tutti quegl’anni
poteva di nuovo chiamarlo papà con il significato che quella parola davvero
portava con se. Quella sera non vi furono tristezze né incertezze, ma solo
calda felicità e nessuno aveva notato la lettera posata sulla scrivania
indirizzata a Lily Misaki.
Che cosa conterrà
mai quella lettera? E quale sarà la reazione di Lily quando la leggerà? Per
saperlo vi aspetto al prossimo capitolo... ^_*
Baci!
Sbadigliando vistosamente Lily si decise ad alzarsi da
sotto le coperte, la sera precedente aveva fatto piuttosto tardi assieme al
padre ed al gemello ed ora lo sua voglia di andare a scuola era esattamente
sotto zero. Seduta sul bordo del letto prese a stiracchiarsi facendo appena
schioccare le ossa del collo, come sempre aveva dormito in chissà quale
posizione, incriccandosi tutta. Un dolce sorriso le
si aprì sulle labbra mentre Batuffolo le saltellava vicino ad i piedi
annusandoglieli.
“Va bene, va bene! Adesso ti do la pappa!” ridacchiò la ragazza siccome i
lunghi baffetti le facevano il solletico. Infilatasi le pantofole prese il
fieno e lo sistemò nella mangiatoia dove il piccolo amico arrivò immediatamente
a mangiare. Ridacchiando ancora Lily prese il telefono e scrisse una mail di
buon giorno a Jun, per poi andare velocemente in bagno per le abluzioni
mattutine. Scese poi in cucina circa un quarto d’oro dopo, vestita e pettinata.
Taro era già seduto al tavolo.
“Giorno dormigliona!” la salutò, immergendosi nuovamente nella sua tazza di
latte e cereali.
“Se, se buon giorno!” gli scompigliò i capelli lei, dando poi un bacio sulla guancia
al padre ed afferrando uno yogurt alla vaniglia, si sedette accanto al gemello.
Per qualche attimo non vi fu altro che silenzio, mentre i due ragazzi facevano
colazione ed il signor Misaki vagliava la posta, passando poi una busta a Lily.
“Credo sia arrivata sabato, ieri mi sono dimenticato di dartela...” si scusò
l’uomo.
“Ah non fa niente!” rispose prendendo la busta azzurrina, per poi rigirarla
appena fra le mani. Posò sul tavolo il cucchiaino e l’aprì, restando di sasso.
Il cuore prese a batterle all’impazzata, mentre fra le mani le scivolava una
partecipazione di nozze ed un biglietto aereo. Deglutendo a stento iniziò a
leggere:
Amy & Keiki
Sono felici di annunciare il loro matrimonio!
Di seguito erano riportate tutte le informazioni per
trovare il luogo della cerimonia ed il ristorante, oltre a dove avevano fatto
la lista nozze. Scuotendo la testa Lily raccolse il biglietto aereo come se da
un momento all’altro quello potesse trasformarsi in un orrendo mostro. Amy...
ancora lei che nuovamente tornava nella sua vita. Perché le aveva mandato la
partecipazione? Perché quel biglietto aereo?
“Lily dobbiamo andare.” La voce di Taro la fece riscuotere dai proprio
pensieri, facendole raccogliere il tutto, per poi afferrare la cartella ed
uscire di corsa in strada con lui dove Nessa, Tsubasa e Ishizaki li
aspettavano.
“Ehi tutto bene?” le chiese Nessa appena vide la faccia dell’amica, mentre
questa gli faceva segno di diniego con la testa.
“Amy mi ha mandato...” non riuscì a finire la frase che il suo cellulare prese
a squillare costringendola a rispondere “Ciao amore!”
“Ciao! Ti è arrivata?” le chiese immediatamente Jun evidentemente molto
agitato.
“Si, l’ho vista sta mattina e mi è andata di traverso la colazione... hai anche
il biglietto?” continuò Lily ignorando gli sguardo curiosi degli amici che le
stavano attorno.
“Si... ed anche la lettera...”
“Quale lettera!?” gli chiese immediatamente la ragazza iniziando a
preoccuparsi. Perché Amy gli aveva mandato una lettera? Perché a lei non aveva
scritto niente? Che intenzioni aveva? Passò la busta nelle mani di Nessa, la
quale prendendo fuori ogni singolo foglio trovò una breve lettera che prima era
rimasta incastrata all’interno della busta “Ok l’ha mandata anche a me... senti
adesso devo entrare... ci sentiamo appena posso! Ti amo!” mandandogli alcuni
dolci baci chiuse la conversazione dando uno scappellotto a Ishizaki che le stava
facendo il verso. Giunsero in classe pochi attimi prima dell’arrivo
dell’insegnante di italiano. Silenziosa Lily attese che la donna iniziasse a
spiegare, prima di tirare fuori ancora una volta quella dannata partecipazione
e la lettera che era allegata ad essa.
Cara Lily, Spero che la lettera ti arrivi
in tempo e più che altro spero che tu
accetterai il mio invito, anche se non vedo come tu possa dire
di no, dato che il volo e l’albergo per te e
Jun sono già stati prenotati e pagati. Vi aspetto pochi giorni prima! Il motivo di tutto questo lo
saprete quando arriverete! Buon viaggio!
Amy
Inarcando le sopracciglia Lily cautamente mostrò la lettera
all’amica che dopo averla letta rimase basita quanto lei.
“Ma cosa vuole ancora!?” le chiese in un filo di voce.
“Se lo sapessi te lo direi!” sbottò la ragazza con un poco di malagrazia
andando a rileggere quelle poche righe sperando di trovarvi qualche significato
nascosto. Chissà cosa conteneva la lettera che aveva ricevuto Jun. La
vibrazione del telefono la fece sobbalzare e nascondendosi dietro l’astuccio
lesse la mail che Jun le aveva mandato, ovvero la foto con la lettera di Amy
che era uguale identica a quella.
Lily: che facciamo andiamo?
Inviò la mail, fingendo poi di prendere appunti. Passò anche
il telefono a Nessa che scosse la testa e lo rimise al suo posto. Sospirando
impercettibilmente lo sguardo di Lily vagò per la classe trovando quello di
Taro che per qualche attimo si era volto indietro per vederla. Gli fece appena
un cenno poco rassicurante con la testa, poi riprese a guardare il foglio
bianco che aveva dinnanzi. Concentrarsi sulla lezione era qualcosa di altamente
impossibile. Come poteva la sua mente stare calma in un momento come quello?
Restando in uno stato di apparente apatia si risvegliò solamente quando la
campanella suonò la pausa pranzo ed il suo telefono s’illuminava per la
risposta di Jun.
Jun: Tu vuoi
andare? Anche se temo sarebbe da maleducati non
accettare...
Lily: da maleducati? Dopo tutto quello che ci ha fatto passare???? Comunque
non lo so!
Aveva risposto al messaggio un poco stizzita, ma quando
l’aveva letto le erano saltati i nervi. Con malagrazia lo porse a Nessa che
immediatamente si mise a ridere.
“Non c’è niente di divertente!” sbottò Lily tirando fuori il suo cestino del
pranzo, mentre Taro, Tsubasa ed Ishizaki si univano a loro.
“Lo so, lo so... però Jun è sempre il solito... attento alle buone maniere!”
rispose dolcemente l’amica posandole una mano sulla spalle cercando di
calmarla.
“Ma cosa succede?” chiese Ishizaki curioso, pentendosi subito dopo di averlo
chiesto, siccome un’occhiataccia di Lily quasi lo incenerì.
“Cosa succede? Solo che quella ... di Amy ha invitato me e Jun al suo
matrimonio! Ha già pagato tutto, ma io non capisco dove voglia arrivare!” aveva
alzato un poco la voce, ma per fortuna nel caos della pausa pranzo nessuno si
era reso conto del suo scatto d’ira. Respirando un poco affannosamente cercò di
ritrovare la calma e passò la lettera e tutto il resto a Taro e gl’altri che,
dopo averla letta, rimasero un poco interdetti.
“A Jun è arrivata?” le chiese Taro iniziando a mangiare un onigiri.
“Si uguale identica e...” non riuscì a finire la frase che un’altra mail del
suo ragazzo la interruppe.
Jun: Forse hai
ragione, ma non pensi che dovremmo darle un’ultima
possibilità?
“Ma è scemo o cosa?” chiese retoricamente la ragazza a se
stessa per poi far leggere i massaggi che si erano scambiati agl’amici.
“Beh... forse Jun non ha tutti i torti... forse dovresti andarci...” prese a
dire Taro con calma cercando di non far arrabbiare la gemella, che a quelle
parole iniziava già ad emettere fuoco dalle orbite, ma per fortuna in suo
soccorso arrivò Tsubasa:
“Taro ha ragione... vai là e metti la parola fine a questa storia! Dopo tutto
l’ultima volta sei fuggita e non sei riuscita a mettere le cose in chiaro.”
“Vai in America e dille chiaro e tondo che Jun ora è tuo e niente potrà
separarvi!” aggiunse Ishizaki ritrovandosi addosso gli sguardi stupiti dei suoi
amici, siccome era la prima volta che dava un consiglio sensato in amore.
“Forse avete ragione... sin ora ho lasciato che tutto mi scivolasse addosso
senza lottare, ma ora basta! Vado e chiarisco la cosa!” rispose convinta Lily
posando le bacchette sulla tovaglietta con i coniglietti e prendendo nelle mani
il telefono rispondendo:
Lily: Possibilità non credo! Ma voglio andare e parlarle! Tu sei mio ora e
questo tira e molla deve finire! Basta!
“Grazie ragazzi! Per fortuna che ci siete voi!” aggiunse
poi Lily abbracciando Nessa, che ricambiò immediatamente. Seguita a ruota
dagl’altri del gruppo che si alzarono ed andarono ad abbracciala.
Jun: Amore, non
c’è nessuno tira e molla, io amo solo te!
Fu la risposta di Jun che le arrivò poco dopo mentre rideva
assieme agl’amici per una brutta figura fatta da Ishizaki con una loro compagna
di classe.
Lily: Beh
c’è stato amore... Ma ormai è passato! Ti amo tantissimo
ed ora sono pronta ad affrontarla! Però
non vedo l’ora che arrivi il fine settimana
per stare fra le tue braccia e... ^_*
Jun: e cosa? ...ooooh...
E dopo quell’ultimo messaggio la giornata prese davvero una
piega migliore ed era volata, felice e spensierata. Adesso finalmente dopo mesi
di preoccupazioni, ansie ed insicurezze, Lily era finalmente pronta ad
affrontare quello che la vita le aveva messo davanti con un sorriso. Adesso era
pronta ad andare in America mano nella mano con il ragazzo che amava.
Piccola nota, il nome del tipo di Amy l’ho bellamente
inventato XD quindi non stare a pensare a chi possa essere siccome è un nome
preso a caso ^_* ma veniamo a noi... che succederà quando i nostri piccioncini
andranno in America? Cosa mai vorrà Amy? Vi lascio con queste domande sino al
prossimo capitolo!
Un bacione a tutti!
Ps: sto pensando di cambiare Nick su efp... spero che la cosa non crei problemi! ^^
L’aereo era decollato da alcune ore e Lily e Jun sedevano
assorti, guardando il film che stavano dando. Il Signore degli Anelli era uno
dei film preferiti della ragazza, ed Aragorn era in
assoluto il suo preferito.
“Oh che figo!” sospirò lei, facendo imbronciare il viso del suo ragazzo.
“Ma come!?! È meglio lui di me?” le chiese socchiudendo gl’occhi e guardandola
con occhi indagatori.
“Si!” rispose immediatamente lei, mettendosi poi a ridere per la faccia assurda
che aveva assunto Jun, siccome di certo non si aspettava una risposta del
genere.
“Allora vai... vai da lui...” rispose ancora con un finto broncio che gli
increspava le labbra, mentre Lily rideva e si ancorava saldamente al suo
braccio.
“Potessi lo farei, ma vai bene anche tu...” sentenziò baciandogli con dolcezza
le labbra su cui riapparve immediatamente un sorriso sereno. Da quando erano
tornati assieme le cose andavano di bene in meglio. La loro vita sentimentale e
lavorativa era perfetta. Solo quel piccolo viaggio imprevisto turbava il cuore
della giovane, che ancora si chiedeva per quale motivo Amy li avesse mandati a
chiamare per il suo matrimonio. Sospirò impercettibilmente cercando di non far
vedere a Jun il malessere che portava dentro, siccome ormai lui le aveva
ripetuto sino alla nausea che non doveva preoccuparsi. Volgendosi verso il
ragazzo Lily lo vide assorto a guardare le nuvole fuori dal finestrino, di
certo stava pensando a qualcosa che lo preoccupava e lei poteva anche capire di
cosa si trattasse, siccome, per quanto Jun con lei apparisse calmo per
quell’avventura che stavano per vivere, in realtà dentro era turbato. Dolcemente
gli prese la mano fra le sue baciandone amorevolmente il dorso. Jun sorrise ed
entrambi tornarono a guardare il film, che ormai era alle battute finali, ed
anche il loro aereo sarebbe atterrato dopo non molto. Quando scesero il caldo
sole di Miami li accolse con i suoi ardenti raggi. Sorridendo entrarono nel
terminal e presi i propri bagagli si diressero verso la hall dove sapevano che
qualcuno sarebbe venuto a prenderli. Un giovane atletico, dai corti capelli
neri e gl’occhi profondi si avvicinò a loro:
“Lily e Jun!” disse affabile fermandosi a guardarli a pochi passi di distanza
“Piacere di rivedervi!” aggiunse poi tendendo la mano al ragazzo che subito la
strinse con un sorriso.
“Piacere nostro” aggiunse Lily un poco imbarazzata, mentre Keiki
le prendeva la valigia e li invitava a seguirli verso il taxi parcheggiato
fuori dall’aeroporto. Un silenzio imbarazzato era calato fra i presenti un
silenzio che perdurava ormai da alcuni minuti e che fu la ragazza a decidere di
sciogliere dando voce ad i dubbi del suo cuore.
“Sai... il vostro invito ci ha sorpreso... se posso chiederlo, come mai ci
avete invitato?”
“Beh Amy aveva una questione in sospeso con voi che voleva sistemare, ma
saprete tutto sta sera a cena.” Sorrise nuovamente Keiki,
mentre il tassista accostava davanti ad un bellissimo albergo sulla spiaggia,
dove evidentemente avrebbero alloggiato i due ragazzi “Bene! Questo è il vostro
hotel, mi spiace non poter rimanere con voi, ma oggi devo girare una pubblicità
e sono già in ritardo! Ci vediamo sta sera al ristorante qui dell’albergo alle
otto! Divertitevi!” aggiunse tutte quelle parole con una fretta mai vista e risalito
sul taxi sparì ben presto nel traffico. Guardandosi un poco perplessi i due
ragazzi presero le loro cose e dopo essersi registrati ed aver preso le chiavi
salirono in stanza. La camera era stupenda, sui colori tenui del rosa pastello,
con il balcone che dava sulla spiaggia la quale, vista l’ora, iniziava ad
affollarsi.
“Che ne dici andiamo anche noi?” gli chiese Lily rientrando ed aprendo la
valigia per trovare i due costumi che si era portata dietro.
“Ma si perché no! Infondo è una piccola vacanza! Godiamocela!” e dette quelle
parole estrasse anche lui dalla valigia il necessario. In poco meno di mezz’ora
stavano camminando a piedi scalzi sulla chiara sabbia che il cristallino oceano
lambiva con il suo dolce andirivieni. Avevano deciso di non stendersi al sole,
ma di passeggiare allegramente. Il tempo era perfetto, caldo a sufficienza da
non scottare, dato che un leggero venticello che spirava dal mare rinfrescava
appena l’aria. Avevano percorso già un bel tratto di strada quando un paio di
ragazzine con il viso arrossato si avvicinarono a Jun:
“Ehm... scusa... tu per caso sei JunMisugi? Il campione della nazionale Giapponese?” chiese la
più minuta delle due evitando imbarazzata il suo sguardo.
“Si certo sono io...” rispose prontamente il giovane calciatore che imbarazzato
guardava le due, sotto lo sguardo divertito di Lily.
“Beh ecco... noi ci chiedevamo se... ecco… se potevi farci l’autografo e se...”
chiese imbarazzata l’altra ragazza non riuscendo a finire la frase, cosa alla
quale provvide Lily “Se possono farsi una foto con te” e senza aspettare la
risposta di Jun che sicuramente sarebbe stata affermativa prese la macchina di
mano alla ragazza minuta e li fece mettere in posa. Fecero un paio di foto,
quindi il ragazzo fece loro un autografo con dedica. Vi furono diversi episodi
come quello durante la loro passeggiata e quando finalmente tornarono ai teli
Lily disse “Vedi che sei famoso?” ed il sorriso alleggiò dolce sulle sue
labbra, mentre Jun imbarazzato si stendeva mormorando “Anche tu lo diventerai!”.
La giornata passò allegra e piacevole, pranzarono in spiaggia con un hotdog ed il pomeriggio volò fra un bagno in mare e
l’altro. La sera arrivò ben presto e pochi minuti prima dell’ora stabilita i
due ragazzi si trovavano già nella hall ad aspettare gl’altri, che non ci
misero molto a raggiungerli. Appena li vide Amy abbracciò di slancio Lily,
mentre quest’ultima s’irrigidiva di colpo non sapendo cosa fare di preciso.
“Sono contenta che siete venuti!” disse allegra la ragazza facendo loro strada
verso il tavolo a cui presero posto. Dopo i primo convenevoli e dopo aver
ordinato Amy si volse verso Lily incatenando i loro sguardi.
“Ti stai chiedendo perché vi ho fatti venire vero?” le chiese a bruciapelo, ma
la ragazza non si fece cogliere impreparata o titubante: “Si me lo stavo
proprio chiedendo!” e da sotto il tavolo Jun le strinse la mano a significare
che doveva stare calma, siccome lui era lì accanto e lei e non l’avrebbe di
certo abbandonata.
“Vi ho chiesto di venire qui perché volevo il vostro perdono...” diversi attimi
di silenzio seguirono quella frase e diversi impercettibili respiri dovette
trarre Lily per cercare di calmarsi, ma furono del tutto inutili siccome la sua
rabbia esplose in una risposta piuttosto acida:
“Il nostro perdono?! Spiegami ora come posso perdonarti! Spiegami come posso
farlo dopo quello che ci hai fatto passare... a cominciare dal finto tumore
fino a quel bacio che gli hai dato apposta perché io lo vedessi!” le parole
vennero fuori come veleno e la mano di Jun chiusa sulla sua non servì a tenerla
a freno.
“Lily... cerca di capirmi... so che vi ho fatto passare un periodo orribile e
mi pento di tutto quello che ho fatto, ma allora non riuscivo a comprendere
appieno i miei sentimenti! Non sapevo chi amassi davvero, se Keiki o Jun e da quanto ne so anche
Jun era nella mia stessa situazione... so che ti ho fatto soffrire Lily, ma...”
qui fece una piccola pausa, andando a prendere la mano di lei fra le sue “Se
sei riuscita a perdonare Jun... potresti mai riuscire a perdonare anche me?”
Evidentemente sconvolto Jun aprì la bocca per dire qualcosa, ma ripensandoci
rimase silenzioso aspettando la risposta di Lily, che evidentemente stava
combattendo una dura battaglia interiore. Poteva davvero perdonare Amy? Si
chiese lei volgendo appena lo sguardo su di lei. Di certo gliene aveva fatte
passare tantissime, ma forse una seconda (o meglio terza) possibilità poteva
anche dargliela, dato che le sue parole suonavano sincere alle sue orecchie. Un
piccolo sospirò andò ad incresparle le labbra.
“Ci posso provare, ma non sarà subito così facile!” rispose concedendole un
tenue sorriso a mo’ di incoraggiamento alle parole che aveva appena detto,
mentre Amy si volge a guardare Jun “E tu puoi perdonarmi?”
“Ti ho già perdonata, perché infondo la colpa di tutto quello che è successo è
stata mia... ero io quello indeciso!” rispose dolcemente, andando poi a posare
un bacio sulla guancia di Lily, che ora sorrise molto più rilassata ed iniziò
davvero a godersi quel piccolo viaggio.
“Ora che abbiamo messo una pietra sopra a questa orribile faccenda, avrei una
cosa da chiederti...” Amy fece un’altra piccola pausa assaggiando l’insalata
con le noci che aveva nel piatto “Lily, vuoi farmi da damigella domani?” le
chiese allegramente cogliendola del tutto in contropiede.
“Amy... mi piacerebbe molto, ma non ho nemmeno il vestito adatto...” balbettò
lei non sapendo che altro fare, mentre guardava prima Jun e poi lei.
“Di questo non preoccuparti... il tuo vestito è già pronto! Domani te lo
porterà il sarto in albergo... ti prego dimmi di si!” soggiunse Amy come se
fosse una bambina piccola con gl’occhioni da cucciola.
“Si... e va bene lo farò!” rispose Lily gioviale e da quel momento le due
ragazze presero a parlare del matrimonio di quest’ultima e delle cose che
avrebbero dovuto fare il giorno dopo, mentre i due uomini vennero lasciati a
chiacchierare di sport ed altre cose simili. Quella notte Lily e Jun dormirono
poco, siccome liberi dai problemi che avevano oppresso il loro cuore per
settimane, fecero dolcemente l’amore. La mattina seguente il sarto venne a
portare il vestito per la ragazza, al quale vennero fatto appena due ripresine
per stringerlo sulle spalle. La cerimonia si sarebbe svolta alle sedici su una
piccola spiaggia privata, tutto era già stato preparato ed a Lily non resta
altro che percorrere il piccolo corridoio fra le due ali di sedie pochi attimi
prima della sposa e prenderne il bouquet prima che iniziasse la funzione. Ed
infatti così fece. Camminò sorridente fra gl’ospiti vestita in un abito da
damigella color lavanda. Tutto si svolse in poco tempo e qualche minuto prima
delle cinque e mezza stavano tutti allegramente facendo le foto di rito con i
novelli sposi per poi dirigersi verso il ristorante sulla spiaggia dove si
sarebbe svolta la cena. Il tavolo di Lily e Jun era proprio accanto a quello
dei due ragazzi. Amy era davvero radiosa quella sera, nel suo abito da sposa
bianco avorio, sembrava una principessa. Per quanto riguardava il cibo i due
ragazzi non avevano di certo badato a spese, siccome le portate tennero al
tavolo gl’invitati sino quasi alle dieci, quando Keiki
invitò tutti i presenti a seguirli sulla spiaggia per lo spettacolo di fuochi
d’artificio.
Quando i primi fuochi pirotecnici illuminarono il cielo notturno tutti i
presenti, invitati e sposi, alzarono gli occhi per godersi il meraviglioso
spettacolo, tutti tranne uno, Jun aveva qualcosa di piùincantevole da guardare.
“Amore, spostiamoci un attimo, qui non si vede bene” sussurrò all’orecchio
della ragazza,
“Ma come, si vede benissimo invece, siamo in cima ad una collinetta”, Jun
rimase spiazzato dalla risposta,
“Per me si vede meglio laggiù, vicinoagli scogli” replicò poco convinto, “Va bene, se lo dici tu”.
Non appena si furono allontanati dal gruppetto di invitati, protetti, all’ombra
degli scogli, dalla misteriosa luce blu che la luna infondeva sulla spiaggia,
Jun la prese per mano, facendola volgere verso di se per baciarla dolcemente
sulle labbra. “Ah, era per questo che ci hai fatto allontanare, maniaco” rise
Lily.
“Non era solo per questo…”, Jun sembrava agitato, e la ragazza non capiva
davvero perché, in fondo era tutto risolto, qualcosa perfino sembrò cadergli
dalle mani, e lui si chinò a raccoglierlo … Lily capì troppo tardi cosa stava
per succedere, e aprì la bocca per parlare, ma lui fu più veloce.
Jun prese la mano di lei con la sua, mentre frugava cercando qualcosa “Lily
Misaki, abbiamo affrontato assieme tanti periodi difficili e passato tanta
tristezza, ora penso sia giunto il momento di essere felici… assieme… vorrai
condividere assieme a me tutti i giorni che ci attendono?”
Lily lo guardò con la bocca spalancata e sguardo interrogativo,
“… vuoi sposarmi?” concluse Jun, estraendo una scatolina purpurea di velluto,
aperta, a rivelare al suo interno un piccolo anello raffinato sormontato da una
rosellina d’argento con un brillantino lilla al centro.
Lily riconobbe l’anellino che aveva visto ormai un anno prima in una vetrina
del centro.
“Oh mio Dio Jun...” mormorò lei con il respiro corto, guardando prima l’anello
e poi lui, mentre una gioia immensa le saliva dentro l’animo “Si amore... certo
che voglio sposarti!” e tirandolo dolcemente verso di se, facendo così
rialzare, lo baciò ardentemente sulle labbra mentre un fuoco d’artificio, dalla
forma di un immenso cuore color rubino, illuminava la notte di una dolce luce
vermiglia.
The end!
E così siamo giunti alla fine di
questa fan... volevo pubblicarla ieri per il mio compleanno, ma purtroppo è
saltata la linea adsl e così non ho potuto farlo ç_ç!
Volevo ringraziare tutte le persone che mi hanno seguita sino a qui, anche chi
non ha lasciato commenti, ma un grazie in particolare va a Florimars che mi ha dato la
forza di continuare a scrivere all’inizio in cui non ne ero molto convinta di
ciò che stavo scrivendo. Sara90 che
mi ha fatto capire che la storia rimaneva leggibile... Roylove per le belle parole che
mi lasciava e le belle chiaccierate! Reggina a cui devo chiedere scusa per
come ho trattato Amy :P ma non ci posso fare niente, Jun è mio… anche se alla
fine poi si è riscattata per tutto quello che ha fatto! Ed infine un bacio aIppotamo che
mi ha lasciato un piccolo e dolce commento!
Un bacione dolcissimo a tutte!
Spero di scrivere presto qualcos’altro ...