Stelle d'agosto

di Lily BlackRose
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Cinque anni dopo ***
Capitolo 3: *** L'Incontro ***
Capitolo 4: *** Libertà ed Insalta di Riso ***
Capitolo 5: *** Gelosia ***
Capitolo 6: *** Gelato al Puffo ***
Capitolo 7: *** Una Torta Intrisa di Lacrime ***
Capitolo 8: *** Una gita al mare ***
Capitolo 9: *** Pic-Nic, Compleanno e ... ***
Capitolo 10: *** Cocciutaggine & Chiarimenti ***
Capitolo 11: *** Coniglietto & Dichiarazione ***
Capitolo 12: *** Ricordi di Natale ***
Capitolo 13: *** La Confessione di Jun ***
Capitolo 14: *** Stelle d'Agosto ***
Capitolo 15: *** Un dolce pomeriggio d'estate ***
Capitolo 16: *** Grandi Cambiamenti ***
Capitolo 17: *** Febbre & Riconciliazione ***
Capitolo 18: *** Presagio di sventura ***
Capitolo 19: *** Hearts breaking ***
Capitolo 20: *** Ricordi dopo la Tempesta ***
Capitolo 21: *** Listen to your Heart ***
Capitolo 22: *** Messaggi d'Amore ***
Capitolo 23: *** Il ritiro ***
Capitolo 24: *** Ritorno a Casa ***
Capitolo 25: *** L'invito inaspettato ***
Capitolo 26: *** The happy ending ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo


Jun si fermò, col cuore che batteva aritmicamente, come se dovesse schizzargli fuori dal petto. Tentò qualche passo, ma ognuno corrispondeva ad una fitta lancinante al costato. La palla rotolò giù per la discesa che costeggiava la strada e il giovane calciatore non si fermò neanche un secondo a pensare di andarla a riprendere, come diceva sempre il suo amico Tsubasa * la pallone è il tuo migliore amico *, ma quanto tentò un altro passo il dolore lo costrinse a ripensarci e a sedersi sul ciglio della strada, aspettando che l’attacco passasse.

Come gli era venuto in mente di correre dribblando fino a quel posto sperduto e oltre tutto da solo, il medico gli aveva detto più volte di andarci piano con gli allenamenti, ma il calcio era la sua vita e non poteva abbandonarlo così senza lottare.

Ad un tratto la palla schizzò sopra di lui, inseguita da una ragazzina che lo saltò con agilità, riacchiappando il pallone prima che potesse allontanarsi, poi con un ottimo controllo di palla, tornò indietro e, stoppando la sfera a terra guardò Jun, che sedeva ancora incredulo.
“Salve, è tua la palla?” chiese retoricamente, non essendoci nessun’altro nel raggio di miglia sulla strada.
“S-si...” balbettò Jun, perdendosi negl’occhi della ragazza “Grazie mille, mi è scivolata mentre mi allenavo”
“Oh, anche io gioco un po’ a calcio, ero proprio lì di sotto ad allenarmi; piacere, mi chiamo Lily...”
“Piacere, Jun” rispose il giovane facendo per alzarsi, ma una fitta al cuore lo costrinse a risedersi e a stringersi il petto. La ragazza impallidì.
“Ti fa male il cuore?” chiese preoccupata.
“Si... ma non è nulla di grave...”
Jun fece per alzarsi stoicamente, ma lei lo afferrò per aiutarlo.
“Vieni ti porto a casa mia che dovrei avere qualche rimedio.”

“Ora vivo da sola in casa, mia madre è via per un viaggio d’affari e mio padre e mio fratello girano il mondo”
Fece sedere Jun su di una sedia in cucina e gli porse un bicchiere, “Anche mio fratello è un calciatore, uno dei più bravi che abbia mai visto, è raro trovarne qui in Giappone... Mi ha anche insegnato un sacco di cose mediche, ecco, prendi!”
Versò un liquido trasparente e dall’aroma speziato nel bicchiere.
“Ma questo è Sakè... e io sono minorenne!”
“Ti farà bene. ” gli assicurò Lily, “L’alcool favorisce la circolazione, è per questo che si diventa rossi quando lo si bene.”
Jun bevve il bicchiere di Sakè in qualche sorso, non abituato al sapore forte dell’alcool e subito si sentì meglio.
“Bene, e ora vieni a stenderti, il cuore lavora meglio se si è stesi e al caldo, puoi riposare sul mio tatami.”
Jun si stese e Lily gli si inginocchiò accanto per rimboccargli le coperte, il viso del giovane avvampò.
“Visto” gli disse la ragazza sorridendo dolcemente “sei tutto rosso, il Sakè deve aver fatto effetto.”

Dopo qualche ora si alzò e trovò Lily che preparava il pranzo.
“Mi spiace, ma ora devo andare, i miei amici si staranno preoccupando, avevo promesso che li avrei raggiunti in mattinata.”
“Va bene, ma promettimi che non faticherai oggi e rifarai la strada camminando” lo ammonì la fanciulla, “Promettimelo!”
“Promesso” sorrise Jun.
“Magari di rivedremo quando ripasserò di qui... la prossima volta verrò passeggiando però...”
“Ok, allora ti aspetto” Lily la salutò agitando il braccio, mentre lui allontanava per la strada.
Non sapeva perché, ma quella ragazza aveva un’aria famigliare...

 
Spero che la vi sia piaciuta. Era da molto tempo che non pubblicavo qualcosa, quindi sono molto arrugginita ^_^’
Se avrete voglia di continuare a leggere ne sarò molto felice!
Baci baci a tutti!

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Capitolo 2
*** Cinque anni dopo ***


...Cinque anni dopo...

 

“Taro c’è qualcosa che non va?” la voce preoccupata di Tsubasa fece alzare lo sguardo del ragazzo che, da quando erano usciti da casa dell’amico, non aveva spiccicato parola.
“No, no va tutto bene, solo che... credo di aver dimenticato qualcosa di importante che dovevo fare.”  Il ragazzo si strinse nelle spalle e guardò con un sorriso i suoi compagni di squadra, mentre assieme a loro e al mister stavano percorrendo la riva del fiume, che li avrebbe condotti al campo sportivo, dove si sarebbero allenati sino all’ora di cena. Giunti in vista del campo, notarono che era già occupato da altre due squadre che, evidentemente, stavano disputando una partitella.
“Ma sono femmine!” urlò sorpreso Ishizaki, scendo i gradini più sconvolto che mai. Taro si fermò di colpo, la ragazza con il numero 11, che in quel momento stava dribblando un avversario, non era altri che sua sorella gemella. Questa volta era certo, la sua vita era finita. Quando Tsubasa gl’aveva chiesto di aspettarlo e poi di andare a casa sua assieme ai compagni, si era completamente dimenticato dell’appuntamento che aveva preso con lei.
“Ehi! Mica male la numero 11! Ha davvero un ottimo controllo di palla e...” stava dicendo Genzo tutto ammirato quando ad un tratto la ragazza si fermò appena oltre la linea di metà campo e caricata la gamba scagliò un tiro potentissimo verso la rete avversaria.
“Oddio ma cosa fa? Non segnerà mai da quella distanza!” osservò il loro mister sbigottito, smentito subito dopo dalla palla che si insaccava nell’angolo destro della porta e proprio in quel momento venne fischiata la fine dell’incontro. Le ragazze si abbracciarono esultanti e felici, poi si diressero verso la panchina dove avevano appoggiato la loro roba.
“Grazie per avermi dato l’opportunità di giocare con voi!” disse la giovane con il numero 11 sorridendo alle ragazze che stavano raccogliendo le loro cose.
“Grazie a te che hai preso il posto della nostra compagna infortunata. Non avremmo saputo come fare!” rispose il capitano della squadra stringendole la mano “Perché non entri nella nostra squadra?”
“Mi piacerebbe, ma la pallavolo è la mia vita” rispose timidamente lei stringendosi un poco nelle spalle, mentre i ragazzi si avvicinavano alla panchina.
“Alla prossima allora!” la salutarono le ragazze della squadra avviandosi verso la strada che le avrebbe condotte a casa, mentre la giovane sistemava la propria roba dentro la borsa che aveva sempre con se.
“Complimenti! Davvero un bellissimo tiro!” le sorrise Tsubasa avvicinandosi un poco.
“Grazie, ma non era niente di speciale.” Mormorò la giovane sorridendogli, per poi finalmente notare la presenza di Taro e rabbuiarsi all’istante. “Grazie per essere venuto eh!” lo aggredì la ragazza avvicinandosi a lui dopo aver preso la sua roba.
“Lily io...” provò a dire titubante, ma non ebbe il tempo di finire la frase che lei lo interruppe
“Io ... niente! Ti avevo solo chiesto di vederci oggi pomeriggio... C’è qualcosa di male a voler passare un poco di tempo con te?” gl’occhi della giovane si riempirono di lacrime di frustrazione e rabbia. “Da quando te ne sei andato per il mondo con papà non sai nemmeno più chi sia la tua gemella!”
I compagni di squadra di Taro erano sorpresi e basiti, non si aspettavano di certo che avesse una sorella, figuriamoci gemella. Ed infatti solo in quel momento si resero conto della somiglianza sorprendete che li accomunava.
“Lily andiamo! L’allenamento di pallavolo sta per iniziare!” urlò la sua migliore amica, Nessa, dalla riva del fiume. Annuendo la giovane si volse a guardare la squadra ed aggiunse brevemente, “Felice di avervi conosciuto!”, quindi corse via, senza dare a Misaki la possibilità di ribattere a quelle parole che lo avevo ferito. Silenzioso guardò la sorella andare via assieme all’amica, per poi sospirare e volgersi verso i compagni carichi di domande, alle quali lui pazientemente rispose, raccontando che quando i loro genitori si erano separati, lui era andato con il padre e lei era rimasta con la madre fino a poco tempo fa, quando quest’ultima era morta in un incidente e lei, dopo aver sistemato tutte le burocrazie, li aveva raggiunti dove si trovavano adesso e, finite le vacanze, avrebbe frequentato la loro stessa scuola.
L’allenamento era ormai iniziato da una mezz’oretta quando Nessa tornò al campo, con le lacrime che le scendevano lungo le gote arrossate per la corsa.
“Taro! Taro!” lo chiamò disperata, entrando in campo senza nemmeno curarsi di star interrompendo la partita di allenamento.
Nessa che è successo?” le chiese lui, afferrandole le mani mentre tutta la squadra gli si faceva intorno. Per qualche minuto la ragazza non fece altro che singhiozzare, siccome non sapeva come dargli la notizia, ma poi, fattasi coraggio, rispose “Io e Lily stavamo attraversando la strada dirette alla palestra, quando un’auto non ha rispettato il rosso e... ci è venuta addosso. Lily, con prontezza di riflessi, mi ha spinta via, ma lei invece...” la voce della ragazza di interruppe di nuovo fra i singhiozzi, mentre il viso di Taro diventava sempre più pallido ed il cuore gli faceva male ad ogni battito. Senza aspettare altro lasciò andare Nessa e prese a correre come un matto verso l’ospedale. I suoi compagni si guardarono basiti, mentre anche Nessa correva via poco dopo dietro a Taro. Negl’occhi dei giocatori si leggeva benissimo la preoccupazione per il loro amico e per sua sorella, anche se l’avevano appena conosciuta. Senza dire una parola anche loro si avviarono di corsa dietro ai due, siccome non potevano più restare lì ad allenarsi visto lo stato di ansia che si era andato a creare. Tsubasa fu il primo a raggiungere Taro, e mentre guardava la lacrima che gli scendeva lungo la gota, il cuore gli si stringeva in una morsa dolorosa.

Continua...

 

Chiedo scusa per non aver aggiornato prima, ma la settimana prima del Lucca comics è davvero un caos... Cosplay per tutta casa  e pezzi di stoffa ovunque XD , ma mi sono divertita tanto, soprattutto quando ho visto Yoichi Takahashi, anche se purtroppo da lontano. Va beh. Spero che il capitolo vi sia piaciuto! ^^
Alla prossima!

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Capitolo 3
*** L'Incontro ***


...L’Incontro...

Taro correva a perdifiato lungo i viali della città. In quel momento non gl’interessava nulla, non gli importava di aver abbandonato l’allenamento senza dire niente, la sola cosa che voleva sapere era che sua sorella stesse bene, altrimenti non se lo sarebbe mai perdonato. Si sentiva molto incolpa per quello che era successo, per non essere andato all’appuntamento così importante per lei. Gli dispiaceva anche di non esserci stato in molti momenti della sua vita. Ed ora se pensava anche solo lontanamente di poterla perdere il suo cuore sprofondava in un baratro senza fondo. A distrarlo dai suoi pensieri fu la faccia di Tsubasa che gli apparve accanto sempre mentre correvano.
“Sono con te,” gli disse con dolcezza facendo appena un cenno con la testa cercando di rassicurarlo. Un lieve sorriso comparve sulle labbra del ragazzo. Era davvero un ottimi amico ed era felice di averlo vicino in quel momento difficile che stava passando. Quando Tsubasa gli era accanto sentiva che nulla poteva andare storto. Poco dopo li raggiunsero anche il resto della squadra, cosa che diede ancora un poco più di coraggio al cuore di Taro. In poco più di dieci minuti giunsero in ospedale, svoltando con una curva stretta, per entrare sul vialetto di accesso, i ragazzi si scontrarono con Jun, sbalzandolo atterra assieme alla madre.
“Ma che modi sono questi!” borbottò il ragazzo rialzandosi per poi riconoscere i suoi cari amici e compagni nella nazionale Juniores Giapponese “Ma siete voi! Come mai così di corsa?”.
“Mia sorella Lily è stata investita da una macchina e ora è ricoverata qui!” disse affannato Taro, mentre, al sentire il nome Lily, sul viso di Jun passò un’espressione alquanto strana, un misto fra terrore e preoccupazione, che si affrettò a far sparire immediatamente. A Tsubasa la cosa non sfuggì affatto, ma decise di ignorarla per il momento.
“Le chiedo ancora scusa Signora.” mormorò Taro verso la mamma di Misugi, per poi entrare di corsa in ospedale, seguito a ruota dal’altri. Trovarono il padre di Taro in sala d’attesa con lo sguardo fisso fuori dalla finestra.
“Papà! Come sta Lily?” chiese Taro arrivando vicino al padre e mettendogli una mano sulla spalla. L’uomo si riscosse e si volse verso il muto pubblico di ragazzi che attendeva una sua risposta.
“Non so ancora nulla” rispose l’uomo afflitto prendendo posto sulla sedia che aveva accanto, evidentemente preoccupato. In quel mentre entrò il primario del reparto, che andò dritto dal signor Misaki:
“Sua figlia non ha nulla di grave, almeno apparentemente. Ha subito un leggero trauma cranico e ne valuteremo bene l’entità quando si sveglierà, inoltre, per quanto l’auto abbia tentato di frenare, il colpo è stato abbastanza forte, e anche se non ci sono lesioni evidenti, indizi di emorragie interne, solo qualche livido, sarebbe comunque giusto tenerla in osservazione almeno fino a domani.” disse il Dr Bagnoli rassicurando così tutti i presenti nella stanza.
“Posso vederla?” chiese Taro
“No, sarebbe meglio che non si svegliasse, però potete vederla rimanendo fuori dalla stanza e facendo attenzione a non fare rumore.”
Il signor Misaki ringraziò calorosamente il dottore ed assieme alla squadra e Nessa, si diresse verso la camera di Lily. La tenda della finestra era alzata così poterono vederla. Lily era stesa a letto, le coperte tirate fino al mento la coprivano quasi del tutto, fortunatamente non aveva flebo o tubicini attaccati. I lunghi capelli castano-biondo erano sparsi ad aureola sul cuscino. Un livido violaceo spiccava sul sopracciglio destro e svariati altri sulle braccia, in cui erano presenti diversi tagli ed escoriazioni. Un lieve sospiro quasi impercettibile sfuggì dalle labbra di Jun, mentre guardava la figura stesa sul letto, e un piccolo sorriso si allargò sulle labbra di Nessa, siccome a lei non era sfuggita quell’espressione di sollievo.  Ormai tutti rassicurati i ragazzi stavano percorrendo il corridoio che li avrebbe riportati all'esterno quando Tsubasa si volse verso Jun:
"Ma tu che ci fai qui?" gli chiese, ora che il suo cervello era riuscito a realizzare che anche lui era lì in città con loro.
"Il mio medico specialista si è trasferito qui e così sono venuto a fare una visita di controllo." rispose tranquillamente il ragazzo sorridendo ad i propri amici.
"Com'è andata? " gli chiese preoccupato Genzo, mentre arrivavano fuori dall'ospedale e si fermavano accanto alla panchina dove la mamma di Jun era rimasta ad aspettare.
"Direi bene, almeno per ora" si strinse nelle spalle.
"Jun andiamo? Il treno parte fra non molto." lo chiamò la madre alzandosi dalla panchina e avvicinandosi al figlio che le dava le spalle.
"Va bene. Allora a presto ragazzi." salutò il giovane dando una pacca sulla spalla a Tsubasa per poi iniziare ad allontanarsi verso la stazione. "Ah una cosa! Io ed i miei genitori abbiamo affittato una casa qui per le vacanze, quindi ci vediamo fra un paio di giorni!" urlò infine Jun ad i ragazzi che esultarono con lui, salutandolo poi con la mano mentre svoltava l'angolo.
"Per le vacanze o per lei?" mormorò Nessa mentre il sorriso le si allargava ancora di più e Ishizaki si volgeva verso di lei.
"Hai detto qualcosa?" le chiese con la sua solita faccia interrogativa di chi non aveva capito assolutamente  nulla.
"Niente, niente. borbottavo soltanto" sorrise la giovane, mentre assieme agl'altri si dirigeva verso casa essendo ormai ora di cena. Solo Taro e Tsubasa non li seguirono, ma tornarono indietro verso la stanza dove la sorella di Misaki stava dormendo quieta.

 

Ed eccomi di nuovo qui... XD so che ormai mi starete odiando... e so che questo capitolo non è nulla di che... spero che il prossimo mi riesca meglio ^_^
Volevo ringraziare
 Florimars per le recensioni che mi lascia *_* Spero tu riesca a leggere le mie risposte e spero di non deluderti andando avanti nella fan! Grazie anche a tutti quelli che mi seguono senza recensire!

Baciottoli a tutti!

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Capitolo 4
*** Libertà ed Insalta di Riso ***


...Libertà e Insalata di Riso...

Dopo tre giorni di segregazione in casa, Lily non vedeva l’ora di uscire. Certo suo padre e suo fratello in quei giorni non le avevano fatto mancare nulla, ma lei avrebbe voluto solo uscire. Anche il Dr. Bagnoli aveva consigliato un solo giorno di riposo, uscita dall’ospedale, ma siccome quei due avevano talmente tanto insistito Lily non se l’era sentita di rifiutare. Aveva così colto l’opportunità di sistemare le proprie cose e di conoscere meglio Tsubasa, Genzo e Ishizaki, dato che erano onnipresenti in casa loro. La sola cosa che le era mancata era stata la possibilità di chiarire con Taro, siccome puntualmente, quando iniziava il discorso, qualcuno arrivava o succedeva qualcosa, però era certa che presto sarebbe riuscita a sistemare tutto. Quella mattina si era svegliata prestissimo e si era già preparata. La sua cara amica non sarebbe arrivata prima di mezz’ora e così lei era scesa di sotto a fare colazione. Taro era in soggiorno con Tsubasa e Genzo a guardare i risultati delle partite del giorno prima.
“Buon giorno! Hai abbandonato il pigiama per oggi?”, la prese in giro il gemello, vedendo il vestitino azzurro stile impero che indossava, mentre i suoi due amici di fermavano ad osservarla meglio; Lily Misaki era davvero una bella ragazza, in pratica identica a Taro. Il visetto dolce sta mattina era illuminato dal sorriso e i lunghi capelli erano raccolti in un alta cosa di cavallo a cui aveva aggiunto una rosa di perline, regalatale dalla sua amica Nessa.
Gne, gne, gne! Spiritoso! Il pigiama è il mio grande amore lo sai, ma oggi finalmente ho riacquistato la mia libertà ed esco! Quindi...” gli rispose per le rime lei, salutando gl’altri due con un sorriso ed un cenno della mano, andando verso la cucina dove la sua colazione l’aspettava. Non era neppure riuscita a mettere qualcosa sotto i denti, che Nessa piombò come una furia dalla porta della cucina, quasi urlando:
“Lily è qui!”
“Chi?”
“Come chi!? Lui!”
“Lui? LUI!?! Oddio! E cosa ci fa qui?”
La ragazza si strinse nelle spalle a significare che lei non lo sapeva, ma non era vero, siccome qualche giorno prima anche lei era presente mentre il ragazzo in questione diceva che sarebbe rimasto lì per le vacanze. Nel frattempo i ragazzi in salotto erano rimasti sconcertati dalla conversazione che avevano appena sentito, com’era possibile che le due si fossero capite senza nemmeno dire il nome dell’interessato? Più che altro ora erano curiosi di sapere chi fosse questo interessato che faceva uscire di matto quelle due.
“Lily è qualcuno che ti infastidisce?” gli chiese Taro premuroso.
“Se è così ci pensiamo noi!” aggiunsero Tsubasa e Genzo scrocchiandosi le nocche delle mani con fare minaccioso. Nessa e Lily si guardarono e scoppiarono a ridere, siccome i tre ragazzi non facevano paura nemmeno ad una mosca.
“No,no non vi preoccupate. Me la so cavare da sola!” rispose Lily, mentre l’amica la sospingeva verso la porta d’uscita e le porgeva la borsa. Dopo essersi messa un paio di sandali azzurrini, le due ragazze uscirono appena in tempo per evitare Jun.

***

Era ormai quasi il tramonto ed i ragazzi stavano passeggiando lungo la riva del fiume accaldati.
“Che caldo.” Borbottò Ishizaki rivolto agl’amici Taro, Tsubasa, Genzo e Jun,i quali lo guardarono ed annuirono a loro volta. Erano quasi giunti al parco sul fiume, quando in lontananza scorsero tre figure che giocavano a pallavolo.
“Vuoi vedere che sono loro?” borbottò Ishizaki, per poi urlare in direzione delle tre ragazze. “Ehi! Ciao!”
Per un attimo le giovani si fermarono e salutarono con la mano i nuovi arrivati, per poi rimettersi a giocare a pallavolo. Palleggio, bugher, schiacciata. Era questo che stavano facendo o meglio era il gioco del al sette schiaccio, ma non si sa perché la palla  non ci arrivava mai a quel numero. Le ragazze ridevano e si divertivano un mondo e così anche i ragazzi decisero di unirsi a loro in quel gioco che non avevano mai fatto. Per un attimo gl’occhi di Lily e Jun s’incatenarono, ma entrambi furono lesti a nascondere le emozioni che stavano provando. Così iniziarono a giocare. Ishizaki preso dalla foga del gioco fece una schiacciata imprecisa verso il fiume, e la palla sarebbe sicuramente finita in acqua, se Lily con un abile rullata non fosse riuscita a prenderla. La partita finì lì.
“Certo che giocare con quel vestito non ti aiuta molto è Lily?” la prese in giro Nessa siccome durante la rullata molto delle gambe della giovane era finito in bella mostra.
Bhaaaaaaaa!” rispose lei ridendo e spintonandola un poco. Ora erano tutti seduti sull’erba a godersi l’aria che si rinfrescava per la sera in arrivo.
“Che scemo! Non vi ho presentati!” uscì ad un tratto in imbarazzo Taro, per non aver presentato la gemella all’amico.
“Non c’è bisogno. Noi ci conosciamo già. Eravamo a scuola assieme.” Disse Jun per tranquillizzare l’amico posandogli una mano sulla spalla, mentre Lily annuiva, il volto contorto in una maschera indecifrabile.
“Domani c’è l’amichevole Italia vs Brasile! Voi chi tifate?” chiese allegro Taro.
“Italia ovviamente! Speriamo che in porta ci sia Buffon! È così figo!” si lasciò sfuggire con aria sognante Lily mentre la sua amica Nessa annuiva con vigore.
“Non sapevo ti piacessero i portieri!” disse Genzo gonfiando il petto orgoglioso del proprio ruolo, sotto gl’occhi gelosi di Jun, il quale si affrettò ben presto a far sparire quell’emozione, e come sempre Tsubasa se ne accorse.
“Beh. Diciamo che gl’attaccanti li preferisco, ma Buffon è troppo figo e anche tu non sei male!” rispose la ragazza facendogli l’occhiolino, mentre tutti scoppiavano a ridere. Il sole era ormai calato dietro l’orizzonte e lo stomaco di tutti i ragazzi iniziava a farsi sentire.
“Perché non restate a cena da noi? Tanto cucina Lily!”
“Ma certo ovviamente, tanto io sono la tua schiavetta vero Taro!?” lo apostrofò acidamente lei per poi raddolcirsi e sorridere verso gl’altri “A me va bene se restate, ma non pensate che faccia chissà cosa. Non sono così brava.”si strinse nelle spalle accettando la mano di Genzo per alzarsi.
“So che non è vero. Sei bravissima e noi ci accontentiamo di poco.” Aggiunse Ishizaki alzandosi a sua volta e posandole una mano sulla spalla con fare sicuro.
“Se lo dici tu. E sia. Allora vado a casa a preparare qualcosa, uhm, magari l’insalata di riso o la pasta fredda che amano tanto in Italia. A fra poco allora!” salutò tutti con la mano e dopo aver spolverato il vestito con una mano e raccolto la borsa si mise a correre verso casa assieme a Nessa.
“Se corri ti si vede tutto!” la prese in giro Taro, dato che il vestito le svolazzava appena attorno alle ginocchia.
“Fa ‘n brodo Taro!” furono le ultime parole che sentirono prima che le giovani sparissero all’orizzonte. Non avevano nemmeno chiesto chi sarebbe rimasto a cena, siccome erano certe che tutti vi sarebbero stati, anche Jun non avrebbe rifiutato, altrimenti avrebbe attirato su di se le attenzioni dei compagni. Ishizaki guardò le due ragazze allontanarsi e appena furono fuori portata di voce il giovane si volse verso Taro:
“Credo di essermi innamorato di tua sorella!” disse con occhi sognanti mentre Tsubasa scoppiava a ridere seguito a ruota da tutti gl’altri del gruppo, soltanto Jun rimase serio per qualche attimo, ma poi pensando che forse Ishizaki difficilmente poteva essere un vero rivale in amore, si aggiunse al coro forzando una risata.
“Temo proprio che tu non sia il suo tipo.” Rispose Tsubasa guardando in modo eloquente Jun.

 

Ed eccomi qui... anche il 4 capitolo è finito... devo dire che mi sono divertita un sacco a scriverlo... spero che a voi piaccia! Chiedo scusa per il folle titolo, ma a quest’ora della sera non poteva essere altro che quello XD
Baci, baci allo zucchero filato!

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Capitolo 5
*** Gelosia ***


...Gelosia...

Dopo aver finito l’allenamento, Lily salutò Nessa e si diresse a passo svelto verso il capo da calcio vicino al fiume. Lei e Taro si erano messi d’accordo così da poter andare a mangiare qualcosa assieme. Era da tanto che non stavano più da soli e aveva un sacco di cose da raccontarsi. In poco tempo Lily giunse in vista del campo dove era ancora in corso l’allenamento. Silenziosa si sedette in cima alla collina aspettando tranquilla che terminasse. Suo fratello era davvero molto bravo a giocare. Infondo ci giocava sin da quando era nato. Il pallone era il suo migliore amico e lei, oltre ad essere la sua gemella, era la sua migliore amica.
“Facciamo una partitella di dieci minuti, poi tutti liberi.” Disse il mister chiamando a raccolta la squadra attorno a se “Oggi però faremo qualcosa di diverso; Tsubasa e Taro saranno in squadre diverse.”
“Cosa!?” chiesero assieme i due ragazzi, stupiti ed amareggiati dalla cosa. Da quando Taro era entrato nella Nankatsu  erano sempre stati assieme ed ora questa separazione non gli piaceva affatto, anche se era solo per dieci minuti.
“Su, su non protestate, vi farà bene!” detto questo l’uomo prese a fare le due squadre, che andarono a prendere posto nelle rispettive metà campo. Quando i due ragazzi si passarono vicino le loro mani dolcemente s’incontrarono in un gesto di un attimo, ma che ebbe il potere di rincuorarli, infondo erano sempre nello stesso campo. Nessuno  in campo aveva notato quel piccolo gesto, che però a Lily non era affatto sfuggito. Conosceva il gemello sin troppo bene, ed aveva subito intuito che la cosa lo aveva amareggiato. Avrebbe comunque avuto il tempo di parlargli quella sera a cena, anche se era quasi certa che, dopo quello che era appena accaduto, Tsubasa sarebbe uscito con loro. La partitella iniziò, e dopo qualche minuto in cui i due ragazzi si scontrarono faccia a faccia, senza che nessuno riuscisse a prevalere sull’altro, Taro riuscì, con una finta, a dribblare Tsubasa e, arrivato in area di rigore, fece uno stupendo goal. Ci furono molte azioni come questa da parte di entrambe le squadre, che si equivalevano, e quando il mister fischiò la fine dell’allenamento, Taki, ridendo, abbracciò Taro per complimentarsi per le belle azioni fatte, pur non essendo assieme a Tsubasa. Gl’occhi di quest’ultimo si ridussero a due fessure, non sapeva bene perché, ma vedere Misaki fra le braccia di qualcun altro gli dava un enorme fastidio. Lily intanto era scesa a bordo campo e stava parlando con l’allenatore.
“Tsubasa sei stato davvero fenomenale! Vieni a mangiare qualcosa con noi?” gli chiese gioviale Taro facendo per posargli una mano sulla spalla, ma il giovane fu lesto a scansarsi, e dopo aver raccolto le sue cose si avviò senza dire niente. Passando accanto a Lily la guardò un attimo e poi senza ragionare la prese con un braccio per la vita e la baciò sull’angolo delle labbra,  sussurrandole “Scusami...”, quindi riprese a camminare, sparendo lungo la strada. Non solo il viso della ragazza era sconvolto, ma anche quelli di tutta la squadra, in particolare di Taro.
“Ma che gli è preso?” chiese in tono ferito Misaki, raggiungendo la sorella dopo aver preso la sua roba. Lei fece un mezzo sorriso stringendosi nelle spalle, segno evidente che non sapeva rispondere alla sua domanda, anche se forse una piccola idea le stava balenando in mente.
“Vieni andiamo.” Gli disse Lily passandogli un braccio attorno alle spalle e, dopo aver salutato gl’amici, si diressero verso il centro, alla ricerca di un posto dove cenare.   
Quando, per la terza volta, Taro non rispose alla sorella, che gli chiedeva, affamata, dove volesse andare a mangiare, lei sospirò e, presolo sotto braccio, si avviò verso casa. Era inutile andare a cenare fuori con lui così sconvolto. Silenziosi giunsero a casa e la giovane lo fece sedere sul divano, avviandosi poi in cucina, dove si mise a preparare al cena. Fece qualcosa di veloce, siccome la voglia di cucinare quella sera era pari a zero, e fu solo quando la gemella gli mise il piatto fra le mani, che Taro si riscosse da quella specie di torpore nel quale era caduto.
“Oddio Lily... mi dispiace...” mormorò il ragazzo guardando negl’occhi la sorella, la quale gli fece un piccolo sorriso.
“Non fa nulla, andremo un’altra volta a cena fuori. Abbiamo tutta la vita davanti... e poi io la gita in ospedale l’ho già fatta!” lo prese un poco in giro lei dandogli una gomitata, quindi, ripresa l’espressione seria, continuò “Taro sei così per via di Tsubasa e io lo so. La domanda che volevo farti è...  cosa provi per lui?”
Era stata chiara e diretta, non voleva fare tanti giri di parole, anche perché non sarebbero serviti a nulla, solo a confondere ancora di più il suo piccolo fratellino.  A quella domanda gl’occhi di Taro si sgranarono di colpo, non era pronto a mettere a nudo i suoi sentimenti e ad ammetterli con se stesso.
“E’ solo un mio carissimo amico.” Mentì lesto, afferrando le bacchette ed iniziando a mangiare al pasta.

 

Ed eccomi di nuovo qui ^__^ spero che il capitolo vi sia piaciuto... eh povero Taro... riusciranno mai ad ammettere ciò che provano?
Baci, baci!

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Capitolo 6
*** Gelato al Puffo ***


Gelato al Puffo

“Ma che canzoni sono queste? E chi le sta ascoltando?” chiese Jun a Taro mentre si accomodava in soggiorno per fare gl’ultimi compiti assieme a Ishizaki e Tsubasa, quest’ultimo era in evidente stato di imbarazzo dovuto alla reazione che aveva avuto il giorno prima alla fine degli allenamenti di calcio. 
“Da quello che mi ha detto Lily si chiamano Gem Boy. Glieli ha passati la sua amica di penna italiana. Siamo solo io e lei a casa, nostro padre è partito ieri sera per iniziare un nuovo quadro.” Il ragazzo si sedette ed aprì il libro di testo, sul retro della copertina del quale era disegnato un bellissimo schema di calcio.
“Non sapevo che le piacessero questo genere di canzoni.” mormorò Jun abbastanza sconvolto dalla cosa. Era una mezz’oretta che stavano studiando silenziosamente, quando un cellulare iniziò a suonare in cucina con la suoneria di Dragon Screamer .
”E’ il miooo!” urlò Lily scendendo di corsa le scale che conducevano al soggiorno, per poi restare pietrificata dinnanzi a Taro ed i suoi amici, siccome il suo caro gemello non le aveva detto che sarebbero venuti e lei era vestita soltanto con un paio di culottes ed una maglia che le arrivava appena sotto al seno.  Dopo aver fatto il gesto molto eloquente che dopo lo avrebbe ucciso, corse a rispondere al telefono, mentre i visi di  Tsubasa e soprattutto Jun erano diventati del color rosso acceso. Per Misugi vedere il corpo perfetto di Lily appena coperto era stato un duro colpo. In quel momento di accorse di desiderarla, la voleva e anche tanto, però ancora non era certo di volersi impegnare fino in fondo con lei. Ridacchiando al telefono, la giovane risalì le scale diretta in camera sua e, dopo essersi vestita, truccata ed aver spento la musica, scese di nuovo in soggiorno.
“Chiedo scusa per il modo in cui mi sono presentata, ma Taro non mi aveva avvisata!” disse inchinandosi con il viso rosso e un’espressione del tipo ‘sei morto’ verso il gemello.
“Ma no... fa niente...” farfugliò Tsubasa senza riuscire a guardarla in viso. Jun non disse nulla.
“Dove vai?” chiese Taro curioso come sempre.
“Esco che ho un appuntamento.”
“Con chi?”
“Fatti i fatti tuoi! Avrò o no il diritto di uscire con chi voglio!?” sbottò la giovane mentre andava a mettersi le scarpe e si apprestava ad uscire di casa.
“Dai dimmelo, ti pregoooooo!” le urlò Taro quasi supplicandola.
“E va bene! Esco con Genzo. Si, proprio lui!” ridacchiò lei uscendo di casa, senza dargli così la possibilità di replicare.
“COSA?” Taro era sconvolto così come i suoi amici, nessuno di loro di aspettava che quei due uscissero assieme. Jun strinse così forte la mano che reggeva la matita che le nocche sbiancarono.   

***

“Davvero buon il gelato qui.” Ammise Lily gustandosi la pallina di gelato, seduta vicino a Genzo su di una panchina del parco. Era davvero uno splendido pomeriggio, anche se piuttosto afoso.
“Che gusti hai preso?” le chiese il ragazzo, scostandosi appena il berretto da sopra gl’occhi, così da poter vedere meglio la ragazza.
“Puffo e stracciatella.”
Un piccolo silenzio imbarazzato calò fra i due giovani, siccome era la prima volta che uscivano da soli senza l’allegra brigata dietro. Gl’occhi di Lily per un attimo si persero a guardare l’acqua scintillante del fiume che scorreva poco lontano da loro e, quando l’amico le fece una domanda, ci mise un poco a riprendersi.
“Come scusa?” chiese arrossendo.
“Ti avevo chiesto come ti trovi in questa città...” sorrise Genzo alla faccina assente di lei.
“Beh. Dai, non male...” si strinse la giovane nelle spalle, anche se sapeva benissimo che stava mentendo. Non andava tutto bene. Jun era li e questa non era affatto una cosa buona per lei. Ancora attimi di silenzio fra i due.
“So che prima di venire qui il mister della tua squadra aveva ceduto te e Nessa alla squadra delle BlackRose, è vero? Come ti trovi” chiese ancora interessato Genzo a quel mondo che era ben lontano a quello a cui lui era abituato.
“Si, è giusto, da settembre faremo ufficialmente parte della squadra. E... non l’ho detto ancora a nessuno, ma se tutto va bene presto dovremmo avere il provino per entrare nella nazionale Juniores, la cosa un poco mi preoccupa in effetti!”
“Scherzi!?! Ma è una cosa magnifica! Perché non lo hai detto a Taro?”
“Perché se poi non ce la facessi, non vorrei che Taro ne restasse deluso.” Ammise la giovane abbassando il viso e stropicciando il fazzolettino che teneva fra le mani. Certo, entrare nella nazionale sarebbe stato davvero il grande sogno che si avverava, ma se così non fosse stato? Scuotendo la testa la giovane riportò la sua attenzione su Genzo.
“Hai ragione, allora resterà un segreto fra me e te” sorrise lui, tendendo le mano con sguardo complice. Una piccola risata sfuggì dalle labbra della ragazza, che si rilassò, posando meglio la schiena contro la panchina. Una piccola folata di vento caldo scompigliò i capelli di entrambi. L’attenzione della giovane per un attimo venne catturata da un bambino che giocava felice sull’erba con la sua palla, e per un attimo quel piccino le ricordò Taro. Anche lui era sempre dietro a giocare col pallone, mentre lei purtroppo era costretta a fare tutt’altro.
“Senti Lily... vorrei chiederti una cosa, ma non vorrei essere indiscreto.”
“Non ti preoccupare. Chiedi pure.”
“Ne stavo parlando ieri con Tsubasa, abbiamo entrambi notato strane reazioni da parte di Jun in tua presenza, è per caso successo qualcosa fra voi due?”
A quella domanda il viso di lei si rabbuiò di colpo, non se l’aspettava proprio, ma più che altro non si aspettava che qualcuno si accorgesse che fra lei e Jun era accaduto qualcosa. Stringendo ancora più forte il fazzoletto tenne gl’occhi bassi ed iniziò a raccontare.
“Io e Jun ci conoscemmo circa cinque anni fa. All’inizio fra noi non c’era altro che una bellissima amicizia, ma poi quel sentimento mutò in qualcosa di più grande. Cercammo entrambi di ignorare la cosa, ma, quando divenne troppo evidente, Jun decise di lasciare Amy per stare con me.” La voce di Lily era un poco incrinata dalla tristezza e Genzo le posò una mano sulla spalla, senza però avere il coraggio di interromperla. “Abbiamo passato davvero dei bellissimi momenti assieme, ma poi un giorno, di punto in bianco, mi ha detto che non mi amava veramente... che era stato tutto un’illusione e così ci siamo lasciati... tutto qui.”  la ragazza si strinse nelle spalle, ritrovando al volo il sorriso, ma era un finto sorriso, il quale tuttavia riuscì ad ingannare Genzo, “Ma ormai è storia vecchia e l’ho totalmente dimenticato” concluse lei, alzando finalmente il viso ad osservare l’amico, che appariva alquanto incredulo.
“Mi spiace Lily, non mi aspettavo fosse una cosa così grande.” Si scusò il portiere carezzandole una guancia con dolcezza.
“Non è un problema, come ho detto è storia vecchia. Però... ancora non sono pronta per affrontarne una nuova...” ammise la ragazza in tutta onestà, alzandosi dalla panchina così per sgranchirsi un poco le gambe intorpidite.
“Oh no, no che hai capito! Io voglio solo essere tuo amico! Anche perché... Io sono già fidanzato.” la rassicurò alzandosi a sua volta. I due giovani presero a passeggiare per le viuzze del parco. Ora che il malinteso era stato chiarito il sorriso era tornato sulle labbra rosee di Lily.
“Sai Genzo... credo che saremo ottimi amici.”

 

Cosa farà ora il nostro caro Jun? Si deciderà o resterà ancora fermo?
Volevo scusarmi con Florimars per non averle risposto alla recensione, ma ho avuto non pochi problemi in questi giorni!

Baci alla prossima!

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Capitolo 7
*** Una Torta Intrisa di Lacrime ***


...Una torta intrisa di Lacrime...

In poco tempo il cielo si stava oscurando e un diversi tuoni e lampi si stavano facendo sentire in lontananza. Lily, come sempre, era a casa da sola, in attesa che Taro rientrasse dagli allenamenti di calcio. Sicuramente non sarebbe stato solo, e così la giovane decise di preparare una torta. Accendere il forno non sarebbe poi stato un grosso problema, dal momento che la temperatura si era un poco abbassata rispetto al caldo opprimente degli ultimi giorni. Prese tutti gli ingredienti e li dispose sul bancone della cucina, pronta ad iniziare, quando il suono di una mail al cellulare la fece fermare e controllare.

Ciao Lily, com’è andata ieri?
Eri in centro con Genzo, giusto?

Gl’occhi della giovane si sgranarono di colpo. Il messaggio era di Jun, ma a lui cosa importava se lei era uscita con Genzo? Alzando le spalle decise di rispondergli per vedere come sarebbe andata a finire la faccenda. Era proprio curiosa.

Ciao... credevo che avessi cancellato
il mio numero... cmq si ero
con lui, perchè?

Era sta semplice e coincisa, anche se infondo aveva ancora un sacco di cose da dirgli. Con un sospiro ruppe quattro uova, separando il tuorlo, che mise in una ciotola, mentre i quattro albumi finirono in una terrina. Pesò 175g di zucchero ed iniziò ad mescolarli con i tuorli, fino ad ottenere un composto spumoso e denso. Il cellulare squillò di nuovo e la ragazza si fermò.

Per sapere... Che avete fatto?

Che avevano fatto? Quelli erano ben fatti loro! In fondo era per lo stesso motivo per cui aveva litigato quella mattina con Taro. Con chi usciva e cosa faceva erano ben fatti suoi. Taro era stato lontano da lei per troppi anni per poter dare pareri sui suoi affari di cuore. Infondo, quando lei stava male, lui dov’era? A giocare a calcio in giro per il mondo! Forse era un po’ troppo tardi per recuperare un rapporto ormai incrinato.

Niente... abbiamo preso un gelato
e fatto un giro al parco...

Riprese così a cucinare mettendo a sciogliere 100g di burro, mentre montava a neve gl’albumi per poi porli in frigorifero. Un tuono si fece sentire con prepotenza e la giovane sussultò colta di sorpresa e sorrise, adorava i temporali.

Vi eravate incontrati per caso o, come
hai detto ieri mentre uscivi, era un

appuntamento?
Sempre solo per sapere!

Certo come no! Mi stai facendo
il 3 grado! E cmq era un
appuntamento!

... scusa

Ah fa niente... Tanto ho già discusso
con Taro.

Una volta sciolto tutto, Lily iniziò ad amalgamare con calma e andando dal basso verso l’alto mentre aggiungeva 300g di farina, una bustina di lievito e 150ml di sciroppo alla menta. Gli dispiaceva aver aggredito Jun, ma essere controllata anche da lui non era la sua massima aspirazione. Era una ragazza libera e voleva fare quello che voleva. Genzo poi non era male, dolce e premuroso, un buon amico.

Come mai?

Problemi da gemelli lascia stare...
E cmq sono stupita...
Non avevi detto che non mi avresti
più scritto?

La giovane non fece in tempo a mettere giù il cellulare che Jun le aveva già risposto.

Ah, l’avevo detto? ...
Devo averlo dimenticato ieri, quando
 ti ho vista uscire...

Si lo hai detto!
 Lo ricordo bene! Cmq qual è il problema?
 Posso pur uscire con chi voglio! Tanto...
Beh lo sai...

So cosa?

Furiosa Lily mise giù il telefono ed iniziò ad imburrare ed infarinare la teglia. Aveva già acceso ed impostato il forno sui 170 °C. Come si permetteva Jun ora di fare il finto tonto? Infondo era stato lui a lasciarla in malo modo per stare vicino alla sua ‘cara’ Amy... che, come si era visto poi, aveva fatto carte false per stare con un altro, lasciando il povero ragazzo.

Me lo hai detto tu!
 Che non volevi più sentirmi,
avere nulla a che fare con me!
 Infondo hai detto tu che non eri davvero
innamorato di me,no?!

Lily infornò la torta e si mise a lavare i piatti, aspettando la risposta del giovane, ma questa non arrivò. Forse era davvero stata troppo dura, ma il cuore, ogni volta che pensava a lui, le faceva ancora male. Dopo circa quarantacinque minuti sfornò la torta ed andò a stendersi sul divano. La pioggia aveva iniziato a scendere copiosa, e di certo di lì a poco Taro sarebbe rientrato a casa, con tutta la mandria dei suo amici. Una lacrima silenziosa scese sulla gota della ragazza mentre chiudeva gl’occhi e si addormentava, raggomitolata sul divano. Fu solo dopo quasi una ventina di minuti che Taro, Tsubasa, Genzo, Ishizaki e Jun rientrarono a casa e la trovarono così addormentata, col dolce viso triste.
Shhh” mormorò Taro, poggiandole una coperta addosso in modo che non avesse freddo.
“Che espressione triste.” Sussurrò Genzo, scostandole una ciocca da dinnanzi al viso.
“Forse dovremmo svegliarla. Magari sta facendo un brutto sogno” dissero Tsubasa e Ishizaki in coro, preoccupati e rattristati da quella faccina tanto depressa. Jun ancora una volta rimase in silenzio, il suo animo sempre più triste, siccome sapeva benissimo che quella tristezza e quella lacrima, di cui era rimasta solo una scia traslucida sulla pelle, erano colpa sua. Avrebbe dovuto risponde alla mail e non scagliare con rabbia il telefono dall’altra parte della stanza.
“No, lasciamola dormire, quando viene svegliata poi diventa una belva inferocita! Preparo il thè, sarà felice di berlo quando si alzerà.” rispose Taro, andando in cucina e trovando la bellissima e buonissima torta lì pronta ad aspettarli, “Ci ha fatto una torta.” disse ad i suoi amici, che lo avevano raggiunto in cucina così da far riposare tranquilla la gemella.
“Lily è davvero fantastica, questa torta è divina, dovremo trovare un modo per ringraziarla.” disse Tsubasa, mangiando fino all’ultima briciola della sua porzione, poi aggiunse “Ishizaki, lasciane almeno un po’ per lei, capisco il bis, ma la terza fetta potresti evitarla!”.


Dopo essere stata ieri al chocoshow non potevo far altro che scrivere qualcosa che centrasse anche in minima parte con il dolce XD
Godetevi il racconto e anche la torta se vi va di farla!

Baci, baci!

 

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Capitolo 8
*** Una gita al mare ***


...Una gita al mare...

 

Era una giornata bellissima, il sole splendeva alto nel cielo ed il caldo era già insopportabile. Taro era uscito subito dopo pranzo e Lily ne stava approfittando per fare i lavoretti di casa. Aveva appena finito si stendere il bucato quando Nessa arrivò di corsa in giardino.
“Ciao.” La salutò con un sorriso mettendo l’ultima molletta sulla divisa della nazionale di Taro per poi prendere il cesto sottobraccio e rientrare in casa.
“Ciao tesoro! Oggi niente lavoretti o roba varia! Oggi andiamo al mare!” detto questo l’amica la prese per un braccio e la trascinò quasi sino alla sua camera.
“Nessa... davvero... devo fare un sacco di cose oggi...”
“Niente scuse! Mettiti il costume e andiamo! Il lavoretti puoi farli anche domani!” le rispose in un tono che non ammetteva repliche. Sospirando Lily entrò in camera sua e si mise il suo costume a due pezzi preferito, prese la borsa da mare ed il telo, quindi assicuratasi di aver preso tutto uscì di casa chiudendo a chiave la porta.
“Spero che Taro abbia le chiavi!” mormorò a se stessa mettendo le proprie dentro la borsa e seguendo l’amica lungo la strada “Secondo te quanto mancherà ad i provini?” le chiese poi ad un tratto.
“Temo molto poco...” sospirò preoccupata Nessa prendendo a braccetto l’amica.
“E se non dovessi farcela? Taro ne sarebbe deluso lo so...”
“Finiscila di preoccuparti per Taro! Lui sopravvivrebbe, ma tu non penso... e comunque ci prenderanno tranquilla! ” le sorrise l’amica spintonandola un poco cercando di farle tornare il sorriso. Passarono davanti casa di Tsubasa fermandosi un attimo a chiacchierare con la madre del ragazzo per poi avviarsi nuovamente verso la spiaggia. Non ci misero molto ad arrivare, circa una decina di minuti e la prima tappa che fecero fu alle cabine dove si tolsero i vestiti restando in costume ed in quel momento Lily ne approfittò per farsi il concio nella cui  ultima parte i capelli erano lasciati sciolti.
“Eh i secreti della danza!” la prese in giro Nessa mentre si avviavano lungo la passerella dirette alla riva.
“Quando sei costretta a farla per tredici anni qualcosa ti resta per forza.” Fu la mite risposta, ma l’amica non la stava ascoltando siccome era intenta a cercare qualcosa o qualcuno ed infatti poco dopo anche Lily poté vedere Taro, Ishizaki, Tsubasa, Genzo e Jun intenti a giocare a pallone sulla sabbia.
“Oddio...” la voce della giovane era quasi un sussurro mentre fissava il corpo perfetto di Jun mentre correva con solo i boxe addosso, ma ricordando le mail che si erano scambiati il giorno precedente fu lesta a volgere lo sguardo altrove. Alzando per un attimo gl’occhi dalla palla, Ishizaki vide le due ragazze avvicinarsi ed inciampò senza tanti complimenti, facendo così fermare la partita e voltare tutti verso le due. La reazione di Jun su pressoché identica a quella di Lily. I loro cuori battevano, l’uno per la vergogna di non averle risposto, mentre altra per la delusione e l’amarezza.
“Taro... tua sorella è bellissima!” disse Ishizaki sbavando molto evidentemente dietro alla ragazza. Intanto le due amiche si erano avvicinate ed avevano steso i teli accanto ad i loro.
“Ormai vi davamo per disperse” disse con gentilezza Tsubasa, sedendosi sul proprio telo, seguito a ruota da Taro.
“Staccare Lily dai lavori di casa è un’impresa, e poi ci siamo fermate a chiacchierare con tua madre.” Rispose Nessa stringendosi nelle spalle per poi rispondere ad un sms che le era appena arrivato, mentre Lily le passava la crema protettiva sulle spalle.
“Bisogna che dopo lo fai tu a me, perché altrimenti sta sera sono super scottata.”
“Se vuoi posso farlo io.” Si offrì subito Ishizaki, prendendosi immediatamente un’occhiataccia da parte di Taro, che, se avesse potuto, lo avrebbe incenerito.
“Mi sa che qui qualcuno è geloso della sorellina” lo prese in giro Genzo, dandogli una pacca sulla spalla, mentre tutti scoppiavano a ridere.
“Non sono geloso...” mugugnò Taro, facendo il finto offeso, mentre Lily gli volava allegramente fra le braccia ridacchiando.
Sorellona prego... sono più grande di ben cinque e dico cinque minuti!” precisò Lily in direzione di Genzo, per poi rimettersi a sedere sul proprio telo e farsi dare la crema dall’amica, che intanto le sussurrò all’orecchio “Vorresti fosse lui a farlo, eh?”
Il viso di Lily assunse un violento color magenta e rivoltasi verso l’amica le disse “Fuggi o ti uccido!” e senza pensarci due volte presero a rincorrersi ridendo come matte. Quando finalmente tornarono a sedersi sui teli decisero, assieme agl’amici, di fare una partita di beach volley.
“Voi due vi dividiamo! Se no ci stracciate!” disse prontamente Ishizaki, annuendo con vigore.
Noo! Nessuccia mia! Ci vogliono separare...” iniziò a dire Lily fingendo di piangere, ma si capiva benissimo che in realtà stava ridendo.
“Ce ne faremo una ragione...” rispose la ragazza, portando la mano alla fronte con un gesto teatrale. Ci misero un momento a fare le squadre, le quali erano così divise: Lily assieme a Jun, Tsubasa e Ishizaki, mentre nell’altra c’erano Nessa, Taro e Genzo.
“Però così non va bene. Siete uno in meno.” Disse Jun guardando gl’amici. Effettivamente così non era affatto sportivo giocare. I ragazzi si stavano guardando attorno, alla ricerca di qualcuno a cui chiedere di giocare, quando videro la figura di Kojiro correre lungo la spiaggia. Gl’occhi di Genzo s’illuminarono ed in un attimo era partito di corsa per raggiungere il ragazzo. Ci fu qualche minuto in cui i due ebbero una conversazione molto concitata, ma alla fine si diressero verso gl’altri mano nella mano.
“Prima di giocare dobbiamo dirvi una cosa...” asserì Genzo stringendo forte la mano del compagno, sotto gli sguardi incuriositi degl’amici e gioiosi delle due ragazze che già avevano capito.
“Io e questo portiere da strapazzo stiamo assieme.” Disse la tigre con il suo solito tono deciso che non ammetteva repliche.
“Ehi! Portiere da strapazzo a chi!?” fece il finto offeso Genzo, mentre il compagno si chinava a baciarlo sotto gli sguardi stupiti dei presenti.
Ahh che meraviglia!” dissero in coro le due giovani mentre li osservavano con occhi sognanti.
“Sono felice per voi!” disse Jun con un sorriso, assestando una pacca sulla spalla ad entrambi prima che anche gl’altri si sciogliessero e facessero a loro volta le felicitazioni. La partita ebbe così inizio. Lily e Nessa erano davvero molto brave e conoscevano sin troppo bene i punti deboli l’una dell’altra e così il punteggio era quasi sempre in parità. Il ruolo in squadra di Lily si vedeva chiaramente che era l’alzatrice, mentre Nessa il libero. Dopo i primi movimenti incerti in campo entrambe le ragazze avevano capito con sfruttare al meglio le abilità delle rispettive squadre. Jun era un ottimo schiacciatore e così ogni volta che poteva Lily gli serviva una palla perfetta. A sorpresa anche Ishizaki si era rivelato un ottimo elemento, dato che si muoveva abbastanza agilmente per il campo. Dopo quasi due ore di gioco decisero che la partita era finita in parità, dato che non vi era modo di sbloccare la situazione di stallo.
“Andiamo a fare il bagno?” chiese Tsubasa, mentre si sedevano sui teli a riposarsi un attimo.
“Io ci sto! Con questo caldo direi che sarebbe perfetto.” Annuì Lily, sciogliendosi il concio e lasciando così i capelli liberi alla leggera brezza che veniva dal mare, “Peccato che oggi il mare sia calmo... con le onde è più divertente” mormorò ancora,  poi in piedi assieme a Nessa.
“Chi arriva ultimo paga il gelato!” dissero in coro ridendo le ragazze, mentre iniziavano a correre verso l’acqua, seguite a ruota dagl’amici che mugugnavo qualcosa della specie “Ehi così non vale!”. Le prime ad arrivare ovviamente furono Lily e Nessa, seguite a ruota dagl’altri. L’ultimo ad entrare in acqua fu Ishizaki. Ridendo e scherzando i ragazzi presero a schizzarsi e a rincorrersi con lunghe bracciate. Nuotando sott’acqua con gl’occhi chiusi, Lily passò sotto le gambe di Genzo per poi riemergere proprio dinnanzi a Jun. Quando lei tornò a vedere i due erano ad appena un respiro. Ben presto i due visi avvamparono, e Lily fu lesta a spostarsi indietro, verso Taro e Kojiro. Quando però posò i piedi sulla sabbia qualcosa di mosse, molto probabilmente un granchio, e lei, con un urlo, in un attimo si ritrovò in braccio al ragazzo abbronzato.
“Ehi Lily ma quanto pesi!” la prese in giro lui con la sua solita aria da super figo, ma lei non lo stava per niente ascoltando.
“Io odio i granchi!” piagnucolò, stringendo le braccio al collo di Kojiro, mentre gl’altri si volgevano a guardare la scenetta e Jun inceneriva l’amico con lo sguardo.
“Ma come!? Anche Sebastian?” le chiese Nessa guardandola imbronciata.
“No, lui mi piace...” rispose lei, staccandosi poi dal ragazzo, arrossendo violentemente e riprendendo a nuotare per non posare i piedi, “Chiedo scusa Kojiro... e non ti preoccupare Genzo, non ci sto provando con lui!” aggiunse Lily, facendo l’occhiolino all’amico, che per tutta risposta la spinse, ridendo, sott’acqua, nel mentre Kojiro sibilava in direzione di Jun:
“Pre-fe-risce me a te” e detto questo sfoderò il suo tipico sorrisetto da io sono il re del mondo, che di solito mandava Genzo in brodo di giuggiole, ma in quell’occasione face solo infuriare il Misugi, il quale lanciò un’occhiata carica di risentimento verso l’amico.
Rimasero ancora un po’ a giocare in acqua e, quando il sole prese a calare, declinando nel tramonto, decisero di uscire ed andare a stendersi ancora per un poco sui teli, chiacchierando del più e del meno.  Lily, seduta sul telo a parlare, si era fatta troppo velocemente il concio e così una ciocca sfuggente le scivolò dinnanzi al viso. Stava per soffiarla via, quando una mano dal tocco gentile le sfiorò il viso, spostandole la ciocca dietro l’orecchio. Lily rimase immobile in un primo momento, poi volse la testa, sapendo già quali occhi avrebbero incontrato i suoi. Jun le sorrise, poi, volta lentamente la testa, come se non volesse distaccarsi da quel dolce seppur fugace momento, ritornò a discutere assieme agl’altri.

 

Dato il freddo pungente di oggi e la nebbia atroce che c’era per la strada sta sera, ho deciso di fare un piccolo salto al mare ^_^ rivoglio l’estate! Per ora temo che purtroppo se la godranno solo loro...
Baci, baci!

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Capitolo 9
*** Pic-Nic, Compleanno e ... ***


...Pic-Nic, Compleanno e ...

 

Lily e Nessa stavano camminando lungo il fiume con il cestino da pic-nic nelle mani. Si sarebbero dovute vedere con i ragazzi al parco così da mangiare qualcosa assieme per merenda e fare una sorpresa a Tsubasa per il suo compleanno. Faceva davvero molto caldo e l’acqua che scorreva accanto a loro, placida, era una grandissima tentazione.
“Spero che non stiano giocando a calcio sotto questo sole!”mormorò Lily sistemandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
“Lo spero per loro! Sono quasi 38° oggi! Sarebbe una follia e poi Jun con il suo cuore non ce la farebbe!” Nessa aveva detto apposta quella cosa, così da vedere che reazione ci sarebbe stata nel visetto dell’amica, ed infatti la preoccupazione prese il posto dell’allegria. Lily di colpo aumentò l’andatura della camminata. Perché era così preoccupata per Jun, infondo non stavano più assieme, però erano amici. Giunte finalmente al parco trovarono lo spiazzo dove, ovviamente, i ragazzi stavano giocando a calcio. Le due ragazze si fermarono di colpo, attirate dall’espressione di sofferenza dipinta sul viso di Jun, il quale sempre cercando di far finta di nulla continuava a correre come un matto, quando ad un tratto, bianco come un lenzuolo, perse l’equilibrio. Veloce come un fulmine, Lily mollò il cestino e, attraversato il prato di corsa, strinse a su Jun, evitandogli una rovinosa caduta a terra. Lentamente scese a sedere, tenendo il giovane ancora stretto fra le braccia, mentre lui stringeva forte con le mani la sua maglietta. Lily sentiva distintamente il cuore del ragazzo battere più velocemente del solito e leggeva chiaramente il suo dolore negl’occhi assieme alla vergogna per essere quasi svenuto davanti ad i suoi amici.
“Jun!” dissero i suoi amici in coro, accorrendo vicino ad i due. Il viso di Lily mutò immediatamente espressione.
“Io mi chiedo davvero dove abbiate il cervello! Sono le quattro del pomeriggio e voi giocate sotto al sole cocente!” li aggredì la ragazza, appena le furono a portata di orecchie “Lo sapete che Jun è stato operato da poco e questi sforzi di dovrebbe evitare! Da voi proprio non me lo aspettavo! E adesso per piacere andate ad aiutare Nessa!”
Era chiaro come il sole che in quel momento lì non sarebbero serviti a nulla dato che sentiva le lacrime di Jun bagnarle la maglietta. Dopo che i ragazzi avviliti si furono allontanati, lei prese ad asciugare gl’occhi del giovane.
Shh, tranquillo. Va tutto bene.” Gli mormorò con dolcezza, avvicinando la bocca al suo orecchio, così che solo lui potesse sentire.
“Non è vero! Sono svenuto con un’idiota. Ora penseranno che...”
“Jun sarei svenuta anche io se avessi giocato sotto questo sole. E cosa vuoi che pensino? Che sono dei cretini... secondo me stanno cercando il modo di farsi perdonare.” Gli sorrise lei dandogli un piccolo bacio sulla guancia “Adesso fai dei bei respiri e rilassati, quando sarai pronto andremo a fare merenda.” Dopo quelle dolci parole sul viso del ragazzo si aprì un dolcissimo sorriso diretto solo a lei. Guardandolo teneramente Lily capì che non poteva davvero fare a meno di lui, che avrebbe voluto tenerlo fra le sue braccia per il resto della vita,ma ormai questo non era più possibile. Per un attimo i suoi occhi vennero attraversati dalla tristezza e Nessa che li stava guardando se ne accorse.
“Siete due testoni!” mormorò scuotendo la testa, mentre Tsubasa l’aiutava a sistemare le cose, e Taro e gl’altri erano andati a prendere le bibite che avevano lasciato a rinfrescare nel fiume.
“Cosa?” le chiese il ragazzo.
“Sono due testoni! Hanno la possibilità di essere felici e non la usano! Ma fatti raccontare tutto da Lily.”
Tsubasa di volse per un attimo a guardare i due ragazzi sotto l’albero, leggendo apertamente la dolcezza che caratterizzava i loro gesti. Ci vollero ancora diversi minuti prima che Jun si riprendesse del tutto e quando fu pronto, sia fisicamente che mentalmente, i due si alzarono ed andarono a sedere assieme agl’altri per il pic-nic.
“Scusaci Jun. Avremmo dovuto evitare di giocare oggi.” Disse prontamente Tsubasa posando una mano sulla spalla dell’amico.
“Più che altro ci saremmo dovuti accorgere che non stavi bene...” mormorò Ishizaki con la vocina piccola, piccola.
“Davvero ragazzi non fa nulla. Non vi preoccupate. Sono io che avrei dovuto smettere quando non mi sentivo bene.” Li rassicurò il ragazzo, felice che nella loro voce non ci fossero note di compassione. Seduta accanto a Taro, Lily, gli posò la testa sulla spalla e lui per tutta risposta le diede un bacio sulla fronte.
“Le tue lezioni di pronto soccorso mi sono state davvero utili.” Disse lei sorridendogli ed accoccolandosi meglio, mentre lui l’abbracciava.
“Ne sono felice.”
Guardando i due gemelli Jun sorrise, avrebbe tanto voluto esserci lui al posto di Taro, avrebbe tanto voluto tenere Lily stretta a se per sempre, ma davvero il suo orgoglio era così grande da impedirgli di correre dalla persona che amava?
Avvicinando a Nessa, Lily si mise a frugare nel cestino tirando fuori una bellissima torta a forma di pallone da calcio e volgendosi verso Tsubasa.
"Happy Birthday Tsubasa! Dai ancora un anno e sarai maggiorenne! E più che altro scusaci per il ritardo con cui l’abbiamo fatto..."
Il viso del ragazzo s’illuminò di gioia, non si aspettava quella piccola festa a sorpresa, ma ne era felice, siccome festeggiare il suo compleanno, anche se in ritardo di qualche giorno, assieme ad i suoi amici era il regalo che più desiderava, oltre al fatto che suo padre tornasse presto dal viaggio.
“Grazie ragazzi! Sono felice di avervi qui con me e non vi preoccupate sono felice lo stesso!” rispose con un sorriso Tsubasa, soffiando sulle diciannove candeline, non prima di aver espresso un desiderio. Rimasero al parco fino all’ora di cena, quando pian piano tutti iniziarono ad avviarsi verso casa. Gl’ultimi a restare al parco furono Tsubasa e Taro che si erano attardati a parlare di uno schema che volevano provare al prossimo allenamento di calcio. Il sole era basso e le poche nuvole in cielo erano tinte di rosso ed oro. Anche la luce si era affievolita notevolmente. Fra i due ragazzi per un attimo scese il silenzio, mentre i loro occhi s’incatenavano in una marea di emozioni.
“Forse dovremmo andare...” mormorò Tsubasa senza smettere di guardare i dolcissimi occhi del compagno.
“Forse...” rispose Taro in sussurro. Non seppe mai dove prese il coraggio, ma in un attimo ridusse la distanza che li separava poggiando timidamente le labbra su quelle di Tsubasa, il cuore che batteva a mille. L’amico in un primo momento sgranò gl’occhi confuso, ma poi sopraffatto dalla dolcezza del ragazzo, rispose al bacio dolcemente. Si baciarono per qualche minuto, ma poi Tsubasa si staccò di colpo da Taro, come se una doccia fredda di paura lo avesse colpito alle schiena. Non disse nulla, fece qualche passo indietro e fuggì via, il cuore in contrasto con la mente, ed una sola domanda: Cosa provava realmente lui per quel dolce ragazzo dagl’occhi castani?
Taro rimase fermo impietrito per qualche attimo, devastato dalla reazione dell’amico. Ora i mille dubbi che lo aveva tormentato in quei giorni tornarono a farsi sentire più vivi che mai. Con le lacrime che gl’imperlavano le gote, prese ad avviarsi verso casa, dove trovò Lily in giardino ad annaffiare le piante.
“Ehi, Taro...” lo chiamò dolcemente lei, facendogli alzare la testa, e solo allora si accorse delle lacrime che gli rigavano il viso. Lasciò immediatamente a terra l’annaffiatoio e corse ad abbracciarlo. “Che è successo?” gli chiese poi dolcemente, mentre lui si lasciava andare fra le sue braccia.
“Ho baciato Tsubasa e ... e... lui è fuggito... ho rovinato tutto! Dovevo tenere i miei sentimenti per me! Adesso l’ho perso per sempre!”
Lily non disse nulla, ma si avviò con il fratello dentro casa dove si sedettero sul divano.
“Non hai rovinato nulla... Tsubasa non è stupido... lasciagli tempo e andrà tutto bene...”
“Come fai a dirlo?”
“Ho visto come ti guarda... io sono certa che provi qualcosa per te, ma ancora non ha compreso appieno i suoi sentimenti... dagli tempo...”
Non vi furono altre parole su quell’argomento e, quando la luna proiettò i suoi raggi argentei sul mondo, trovò i due gemelli addormentati e stretti l’uno all’altro.

 

Ed ora cosa succederà fra il caro Taro e Tsubasa? Lily e Jun metteranno da parte il loro orgoglio?
Baci, Baci!

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Capitolo 10
*** Cocciutaggine & Chiarimenti ***


...Cocciutaggine & Chiarimenti...

Dopo il terzo giorno in cui Lily vedeva Taro depresso sul divano e la notte lo sentiva piangere in camera sua, prese la decisione di andare a casa di Tsubasa, per vedere di sistemare almeno un poco la faccenda. Quella mattina, senza dire nulla al gemello, era uscita e, quasi di corsa, aveva raggiunto la casa dell’amico, dove le aveva aperto la madre.
“Ciao Lily... spero che tu possa aiutare Tsubasa... sono tre giorni che è strano... sono preoccupata” le disse la donna, facendola accomodare, per poi indicarle la camera del figlio al piano superiore della casa.
“Farò quel che posso...”, rispose salendo le scale e bussando alla porta che le era stata indicata. Non ricevendo risposta decise di riprovare di nuovo, ma ancora solo il silenzio dall’altra parte. Un po’ preoccupata aprì la porta per sbirciare dentro e vide il ragazzo seduto sul letto a guardare fuori dalla finestra con aria assente.
“Tsubasa?” lo chiamò lei a bassa voce riuscendo infine a catturare la sua attenzione.
“Ehi... ciao... come sta Taro?” le chiese, facendole segno di entrare e sedere accanto a lui sul letto.
“Male... sono tre giorni che vegeta sul divano aspettando una tua chiamata.”
Sedutasi accanto a lui lo scrutò con attenzione, notando i pestoni sotto gl’occhi, segno evidente di quanto poco avesse dormito, oltre al fatto che erano anche arrossati dal pianto. Un sospiro di tristezza le passò sulle labbra, mentre gli posava una mano sulla spalla.
“Non so cosa scrivergli... e non so nemmeno cosa dirgli... non so nulla.” La voce era depressa e incrinata.
“Non sai cosa provi? Taro mi ha detto che ti ha baciato... ti è piaciuto?” sperava con quella domanda di sbloccare un poco la situazione in cui Tsubasa era incastrato.
“Non lo so... e comunque non credo che sia questo il metro di giudizio adeguato.”
“No, forse non lo è...” ammise Lily fermandosi per un attimo a pensare, per poi riprendere “Però tu provi qualcosa per mio fratello... Ricordi quella volta che Taki lo ha abbracciato? Era chiaro come il sole che eri geloso... e si vede poi quello che hai fatto!” l’ultima parte della frase la disse borbottando, siccome era memore del bacio che il ragazzo le aveva stampato a tradimento.
“Cosa ho fatto? Comunque Taro è solo il mio migliore amico...” la cocciutaggine di Tsubasa in quel momento non era affatto di aiuto.
“Ne sei sicuro? Allora se è questo che provi diglielo senza farlo soffrire... non merita di stare male, ma di trovare qualcuno che lo ami!” , forse questo era stato davvero un colpo basso, ma vedere la disperazione riflessa nelle iridi di Tsubasa era ancora peggio. Voleva aiutarlo a capire e lo avrebbe fatto anche giocando sporco.
“Ma non lo so nemmeno io che provo... Non voglio mentirgli!”
“E secondo te stare chiuso in casa depresso può aiutarti?” il tono di Lily iniziava a scaldarsi un poco, siccome non c’è più sordo di chi non vuol sentire “Perché non esci con Taro? Uscite voi soli... così capirai!”
“Non voglio farlo soffrire ulteriormente... non voglio comportarmi in modo falso... capisci?” la voce del ragazzo era calma, anche troppo calma, e Lily non capiva come fosse possibile,  infatti si sarebbe messa le mani dei capelli o meglio, avrebbe preso la testa di lui e l’avrebbe sbattuta contro il muro.
“No, non capisco Tsubasa! Scusa, ma non capisco, siccome così lo stai già facendo soffrire!”
“Devo avere solo il tempo per pensare...”
“Almeno digli qualcosa! Un ‘come stai’... vedi tu!”
“Beh questo potrei farlo... mi spiace che stia male...”
“Allora fallo presto!”
Dopo quel breve e concitato scambio di battute Lily si alzò dal letto, curiosando appena distrattamente i titoli dei libri dell’amico, che erano, ovviamente, quasi tutti sul calcio. Distratta da quella piccola ricerca non aspettava la piega che avrebbe ben presto assunto il discorso.
“Hai ragione... e tu... quando hai intenzione di ammettere i tuoi sentimenti verso Jun?”
“Qui non si sta parlando di me e Jun, ma di te e Taro!” sbottò lei colta sul vivo dalla domanda che le era stata posta. Era andata da lui per risolvere il problema del gemello, non per parlare di se.
“Pensavo che il discorso fosse finito. E comunque è lo stesso discorso, Jun è mio amico, e non voglio vederlo soffrire.”
“Soffrire per cosa? Quello che ha deciso lui? Ha fatto tutto da solo!” la voce di Lily era carica di risentimento,di certo Tsubasa e Genzo avevano parlato, ma nessuno dei due sapeva che Jun l’aveva lasciata una settimana dopo che erano stati a letto assieme. Il solo pensarci la faceva ancora stare male.
“E quali sono i tuoi sentimenti?”
“I miei? Io non provo più niente per lui... ormai l’ho dimenticato!” bugia. Era una bugia e lei lo sapeva benissimo, ed infatti anche Tsubasa fu lesto a risponderle in tono acceso.
“Ma per favore!? Vieni qui a farmi ammettere i miei sentimenti, quanto tu sei la prima a nasconderli a se stessa? Se non foste due perfetti cretini, tu e Jun potreste essere una coppia bellissima.”
“Vuoi che li ammetta? Vuoi questo? E va bene! Io sono ancora innamorata di Jun, ma non voglio soffrire ancora per le sue indecisioni!”
Ecco, infine era riuscita ad ammetterlo con se stessa e Tsubasa. Lei amava quel dannatissimo Principe di cristallo. Ed era chiaro come il sole che l’amico invece fosse innamorato del suo gemello.
“Vedi, allora mi dai ragione? Anche io non voglio far soffrire Taro per le mie indecisioni!”
“Si, ma tu non hai fatto l’amore con Taro! Io con Jun si... e dopo una settimana mi ha lasciata... scusa se non ti racconto il resto, ma tanto hai parlato con Genzo!” gl’occhi di Lily ora erano imperlati di lacrime, non avrebbe voluto dirgli quella cosa, ma alla sua risposta non ci aveva più visto e gli aveva sbattuto in faccia la cruda realtà di quello che era successo a lei. Evidentemente l’aveva lasciato basito, siccome il silenzio era calato nella stanza dopo i toni roventi di prima.
“Potrei essere io a dirti che è una cosa totalmente diversa, ma in senso opposto, io non sono certo dei miei sentimenti per Taro, per questo non mi faccio sentire, ma tu e Jun, si vede benissimo che vi piacete!”
A quella risposta Lily alzò un sopracciglio alquanto perplessa. Possibile che Tsubasa non avesse capito niente di quello che lei gli aveva detto?
“Tsubasa non credo che tu abbia capito bene cosa ti ho detto! Mi ha lasciata dopo essere stato a letto con me, dannazione! Hai idea di come mi sono sentita?” gli chiese sgarbatamente lei, volgendosi a guardare fuori dalla finestra. Si era sentita umiliata quando lui l’aveva lasciata, oltre al fatto che si era sentita una completa cretina. Lei gl’aveva dato tutto e lui se ne era uscito con ‘E’ stato solo un’illusione”. No, non poteva perdonarlo così facilmente.
“Lo riesco ad immaginare, ma vedo anche che sei ancora innamorata di lui, e lui di te, e tu lo sai, sai che c’è una motivazione se lui si è comportato così.”
“Ah si? E quale? No, perché io non lo so... dimmelo tu visto che sai tutto!”
“Io sono solo un osservatore. Non mi faccio i cavoli altrui! Dovresti parlare con lui e non con me!” gli rispose ostinatamente Tsubasa, ora fissandola dritta negl’occhi, quegl’occhi identici a quelle di Taro.
“Benissimo! Allora siamo a posto così Tsubasa! Cerca di non far soffrire troppo mio fratello! Ciao!”, detto questo, Lily si chinò a prendere la borsa e, nello stesso istante, Tsubasa,
approfittando della distrazione di Lily. la afferrò dolcemente per un polso, facendola ruotare verso di lui e lei, colta alla sprovvista, scivolò leggermente all'indietro, venendo agilmente afferrata dal forte braccio del ragazzo, ritrovandosi così stretta tra il muro alle sue spalle e il muscoloso torace di Tsubasa, il quale prima di tentare di baciarla le sussurrò:
“O forse semplicemente non vuoi Jun, ma me!”
“Non è me che vuoi e lo sai! Ma su avanti baciami! Se per capire cosa provi devi baciarmi fallo! Ma io voglio Jun!” urlò la ragazza, lasciando che l’amico premesse le labbra contro le sue. Fu un bacio veloce e brusco, ed infatti con uno scatto il ragazzo si allontanò da lei, non prima di averla tirata verso di se per evitarle una caduta.
“Vedo che questo ha schiarito le idee a tutti e due... io non voglio te, ma Taro, anche se siete molto simili e tu sei, ehm, più sexi...” rimase per un attimo in silenzio prendendo fiato “E tu vuoi Jun, ora corri, vai da lui, dovete chiare questa storia una volta per tutte! Io invece mi devo preparare... credo che ti porterò via il fratellino per una sera!”
“Si, hai ragione devo andare da lui... facciamo un poco di strada assieme?” chiese Lily poco convita dell’andare a casa di Jun, ma era troppo felice per Tsubasa e Taro, quindi sarebbe andata anche all’inferno per farli stare da soli a godere della reciproca compagnia e amore. Silenziosa la ragazza uscì dalla camera, mentre l’amico di preparava e circa una mezz’ora dopo erano in strada. Tsubasa camminava felice e spensierato all’idea di poter stare da solo con Taro, ma Lily era preoccupata e nervosa. Giunti davanti alla casa di Jun e due si fermarono, siccome la dolce musica di un pianoforte pervadeva tutta l’aria. Il cuore di lei si fermò di nuovo, quella canzone, la canzone del favoloso mondo di Amelie, era la sua preferita e Jun gliela suonava sempre quando stavano assieme.
“Sta suonando la mia canzone...” mormorò volgendosi a guardare Tsubasa, mentre prendeva ad indietreggiare “No, non posso... non ce la faccio! Ho troppa paura! Scusami” detto questo volse le spalle al ragazzo correndo via veloce come un fulmine verso casa di Nessa. Aveva bisogno di parlare con qualcuno, ma Taro era meglio lasciarlo al suo adorato Tsubasa per quel pomeriggio e nessuno era meglio della sua migliore amica quando aveva un problema.

 

 

Ed il nostro caro Tsubasa ha capito ciò che prova per Taro ^_^ adesso deve solo andare a dichiararsi... ci riuscirà? E Lily avrà il coraggio di entrare a casa di Jun ed affrontarlo?
Vi aspetto alla prossima!
Baci!

 

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Capitolo 11
*** Coniglietto & Dichiarazione ***


Coniglietto & Dichiarazione

Jun stava tornando a casa dopo la consuete visita medica settimanale, ormai il cuore stava molto meglio, e il medico aveva detto che non doveva più temere emozioni troppo forti. Jun l’aveva preso come un invito a farsi avanti e rivelare i suoi sentimenti a Lily. Il sole era alto nel cielo ed illuminava il paesaggio di bianca luce accecante tipica dell’estate, proprio la stessa luce che aveva rischiarato il suo dolce sorriso pochi giorni prima, quando lui le aveva scostato una ciocca di capelli sfiorandole con dolcezza la guancia, ricordava ancora il caldo tepore delle sue gote. Proprio in quell’istante un coniglio gli attraversò la strada, passando a pochi centimetri dai suoi piedi, per poi dopo poco a fissarlo... sembrava che lo stesse sfidando ad una gara... e Jun non si tirò indietro. Era particolarmente di buon umore quel giorno e rideva di gusto mentre inseguiva il paffuto animaletto per i fossi e campi, attraversando siepi e scavalcando muretti. Il coniglietto era molto veloce ed agile, potendo sfruttare ogni più piccolo spazio e scorciatoia, ma aveva sottovalutato il principe del calcio che, dopo non molto tempo riuscì, sfruttando un momento di confusione del roditore davanti ad una staccionata, ad acchiapparlo. Lo strinse saldamente tra le mani e questo rimase stranamente docile, come se la lunga corsa lo avesse stancato non poco.
“Sarai il mio regalo per Lily” sentenziò Jun, notando poi per la prima volta i graffi e gli strappi sui vestiti che si era fatto correndo ‘Mia madre sarà furiosa!’ pensò, ridendo dentro di se, già s’immaginava la sua voce
-Oh, Jun!-, il ragazzo emise un lieve sospiro per soffocare una risata che gli stava venendo spontanea.

Tornato a casa, che fortunatamente era deserta, eccezion fatta per la cameriera, a cui fece giurare di non dire nulla riguardo al suo stato, Jun si cambiò e ripulì le ferite, poi prese il coniglietto, che era rimasto buono per tutto il tempo, e lo ripose in una gabbietta che doveva essere stata di un suo animaletto quando era piccolo. Dopodiché, sfamato il suo nuovo amico con una carota, si mise a suonare una dolce melodia al piano, la preferita di Lily, quella del favoloso mondo di Amelie, sperando, nella sua fantasia, che la musica potesse giungere alla sua amata, ovunque ella fosse.

***

Seduto sul divano, Taro iniziava a chiedersi dove fosse finita la sua gemella, siccome era quasi ora di pranzo e lei non era ancora rientrata a casa. Sospirando prese in mano il telefono per chiamarla, ma in realtà quella era solo una scusa, siccome guardando nell’apparecchio sperava di vedere una chiamata o una mail di Tsubasa, ma niente. Lo sfondo fu l’unica cosa che vide. Posò di nuovo l’apparecchio sul tavolino, dimenticandosi completamente che doveva chiamare Lily. Questa volta ne era certo, fra lui e l’amico le cose non sarebbero mai più tornate a posto. Non avrebbe mai dovuto baciarlo. Avrebbe dovuto continuare a celare quello che provava infondo al cuore invece di esprimerlo così apertamente. Si stese sul divano premendosi poi il cuscino sulla faccia, mentre sentì il rumore di dei passi che si avvicinavano al soggiorno.
“Sei arrivata finalmente! Iniziavo a preoccuparmi.” Mormorò da sotto il cuscino, convintissimo che la persona appena entrata fosse Lily, ma quando emerse da quella oscurità si ritrovò dinnanzi il viso di Tsubasa. Per poco non gli venne un colpo, non era pronto ad incontrarlo, non era pronto a sentirsi dire addio, a sentirsi dire di stargli lontano. Un nodo doloroso si formò nella gola del ragazzo che, dopo aver deglutito varie volte, riuscì solo a mormorare con voce strozzata “Tsubasa...”.
“Ciao Taro”, disse semplicemente lui, sedendosi sulla poltrona di fronte all’amico, “Sono passato perché ho bisogno di parlarti” aggiunse poi, dopo essersi sistemato più comodamente, senza smettere di guardarlo dritto negl’occhi. Occhi in cui leggeva benissimo la paura che stavano provando.
“Dimmi... ti ascolto...”, rispose semplicemente Taro, riprendendo la posizione seduta, mentre cercava di fermare il tremore alle mani, tremore che venne fermato dalle mani di Tsubasa che afferrarono saldamente le sue.
“Oggi è venuta Lily a casa mia... e abbiamo parlato... più che altro litigato...” disse il capitano, quasi ridacchiando al ricordo, per poi farsi di nuovo serio, mentre il viso di Taro sbianca e lo interrompeva:
“Mi dispiace, non sarebbe dovuta venire... non le ho chiesto io di farlo... quando viene a casa gliene dico quattro...” il giovane era partito in una serie di frasi sconnesse e di scusa, ma Tsubasa fu lesto a posargli un dito sulle labbra.
Shh... se non fosse stato per lei io ora non sarei qui...” fece una piccola pausa, mentre anche il suo cuore prendeva a battere all’impazzata, come un cavallo in una prateria “E’ stata lei a farmi capire quello che provo per te Taro... ”
“E... e cosa provi per me?” gli chiese con un filo di voce avvicinandosi di un poco all’amico, il quale sorrise ed avvicinò il viso al suo “Mi piaci Taro Misaki, mi piaci dalla prima volta che ti ho visto, ma ero così accecato che non mi ero reso conto di nulla... ma ora ci vedo di nuovo...” dette queste parole azzerò la distanza di un respiro che li separava, posando con dolcezza le labbra sulle sue. Questa volta non sarebbe scappato, questa volta Tsubasa era consapevole di star baciando davvero la persona che gli piaceva, anche se ancora non era certo della parola amore, ma era consapevole del fatto che voleva stare con lui. Dal canto suo Taro era felice, il suo cuore scoppiava di gioia per quella rivelazione inattesa. Alcune lacrime rotolarono dolci sulle sue gote, prontamente asciugate dalla mano del compagno. Fu un bacio dolce ed intenso, ma non spinto e volgare, no volevano andarci piano. Fare le cose con calma, un passo alla volta.
“Allora che ne dici Taro,vogliamo provarci? Vuoi essere il mio ragazzo?” gli chiese dolce Tsubasa carezzandogli la guancia su cui ancora scendevano le lacrime.
“Si... Tsubasa... io voglio stare con te... ” finalmente sul viso del ragazzo si aprì un tenero sorriso che fece sciogliere il cuore del giovane. Dopo quelle dolci parole uscite dalle labbra di Taro i due ragazzi passarono tutto il pomeriggio stesi sul divano a baciarsi e di tanto in tanto anche a chiacchierare amabilmente. Le ore passarono ed in un batter d’occhio la sera stava calando. Il cielo iniziava ad imbrunire e le prime stelle apparivano luminose. Alzando lo sguardo sull’orologio a Taro venne quasi un colpo.
“Ma sono le otto passate!” osservò sbigottito per poi volgere il viso verso Tsubasa “Abbiamo passato tutto il pomeriggio a baciarci...” osservò ancora arrossendo.
“Passerei anche tutta le sera e la notte a baciarti...” gli rispose a fior di labbra baciandolo di nuovo per poi andare ad aggiungere “Ora che finalmente ho capito quello che provo per te, potremmo aiutare Lily e Jun... sono due testoni!”
“Cosa pensi di fare?” gli chiese affabile Taro, senza smettere di guardarlo negl’occhi, mentre il visto di Tsubasa assumeva un’espressione colpita.
“Ma allora te ne sei accorto anche tu?”
“Beh sai... non mi chiamo mica Ishizaki...” ridacchiò, per poi continuare, carezzando una guancia all’amato, “Me ne sono accorto da un po’, ma non sapevo come affrontare la cosa con Lily...”
“In che senso?”
“E’ pur sempre la mia gemella... ma non me la sentivo di andarle a chiedere qualcosa così apertamente... infondo sono stato via anni... lasciandola sola... adesso non so se ha ancora voglia di confidarsi con me...” replicò Taro con voce triste.
“Provaci... dovete solo ritrovare quella complicità che c’era quando eravate piccoli...” gli sorrise amabilmente baciandolo sulla punta del naso “E non fare il gelosone!”
“Io non sono geloso!” borbottò Misaki, mettendo il broncio, per poi fermarsi un attimo a pensare “Beh si in realtà lo sono...”
Entrambi i ragazzi scoppiarono a ridere. Erano felici, molto felici, finalmente si erano confessati quello che provavano e niente e nessuno li avrebbe separati. Di comune accordo avevano deciso di non dire nulla ad i loro amici, perchè la cosa sarebbe stata più divertente.
“Comunque credo che al prossimo allenamento andrò a parlare con Jun, devo capire bene cosa sia successo davvero. La sola versione di Lily non mi basta...”
“Già... è sempre meglio sentire tutti e due...” annuì Taro, mentre il suono di una mail lo distraeva, facendogli guardare il telefono.

Sto tornando a casa...

Era il semplice avviso di Lily, e dopo averlo letto i due ragazzi di guardarono.
“Io vado... devo essere a casa per cena... e poi è giusto che parliate un po’ voi due...” dette queste parole si alzò dal divano seguito da Taro che lo accompagnò alla porta, ma prima che Tsubasa varcasse la soglia il giovane l’afferrò per un braccio e fattolo volgere con dolcezza verso di se lo baciò di nuovo dolcemente.
“A domani...” gli sussurrò poi mentre l’altro annuiva e gli carezzava una guancia. Con il sorriso che gli arrivava da orecchio ad orecchio il gemello chiuse la porta e si diresse in cucina, voleva preparare qualcosa di buono per Lily, ma in casa non c’era molto e così decise di aspettarla guardando qualcosa alla tv.

 

Eccomi qui XD lascio a vuoi le dovute conclusioni... Baci,Baci! ^_^

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Capitolo 12
*** Ricordi di Natale ***


Piccola nota di inizio capitolo ^^ io l’ho scritto ascoltando una canzone di natale, in particolare quella di Zucchero White Christmas, ma va bene anche altro! ^_^

 

...Ricordi di Natale...

“La neve fioccava vorticando fuori dalla finestra da cui Taro stava guardando e fremeva. Erano tre mesi che non la vedeva tutti i giorni, ma ora che le vacanze di Natale erano arrivate, aveva ben due settimane da passare con quella che reputava la persona più importante della sua vita, anche prima di suo padre. Il campanello del forno annunciò che i biscotti erano pronti e il ragazzino corse subito a toglierli per evitare che si bruciassero. Aveva preparato tutto in ogni dettaglio. I biscotti a forma di albero di natale erano pronti per essere glassati e poi mangiati assieme ad una tazza di cioccolata calda. L’albero era stato portato giù dalla soffitta e sistemato nell’angolo vicino al camino, pronto per essere addobbato a dovere. Un tuono scosse i vetri della finestra, annunciando che la tormenta di neve andava intensificandosi. Taro tornò velocemente alla finestra, schiacciando il vaso contro il vetro, che prese ad appannarsi per il suo respiro caldo. Il cuore gli batteva forte, aveva paura di vedere il padre emergere da quel candore da solo. Aveva paura di sentirgli dire che il treno era stato cancellato e che lei non sarebbe venuta. Volse appena la testa a guardare l’orologio, erano le tre e mezza, erano in ritardo di più di mezz’ora ed ora iniziava davvero a preoccuparsi. Che fosse successo loro qualcosa lungo la strada? No, non doveva farsi prendere da quei pensieri. Scuotendo la testa salì le scale diretto nella propria camera dove sistemò ancora una volta le coperte nel letto accanto al suo dove avrebbe dormito lei. Sorrise. Adorava dormire con lei. Addormentarsi le prime volte che era stato costretto a farlo da solo erano state terribili. Gl’occhi gli si imperlarono di lacrime e così abbracciò il peluche a forma di coniglietto che lei gli aveva regalato prima che li separassero. Quello era il suo unico conforto nelle notti lunghe e solitarie quando si svegliava cercandola e non trovandola piangeva. Quell’anno Taro non aveva chiesto giocattoli o un pallone nuovo, aveva chiesto di poter tornare a stare con lei tutti i giorni e le notti.  Sogno e desiderio che poi si sarebbe avverato moltissimi anni dopo, ma in quel momento lui non poteva saperlo. Il rumore della porta che si apriva e il suono di due voci felici che lo chiamavano dal piano di sotto lo fecero correre giù per le scale quasi ruzzolando. Arrivato infondo si fermò. Finalmente lei era lì, lì davanti a lui e solo per lui. Con gl’occhi scintillanti di calde lacrime corse ad abbracciarla senza nemmeno darle il tempo di togliersi la giacca bagnata per la neve.
“Ti voglio tanto bene!” le disse all’orecchio mentre lei ricambiava teneramente il suo abbraccio.
“Mi sei mancato tanto!” rispose lei guardandolo poi negl’occhi e sorridendo felice “ma ora siamo qui, siamo assieme per tutte le vacanze!”
Annuendo Taro aiutò Lily a togliersi la giacca ed a sistemare le sue cose in camera, poi scesero di sotto correndo, avevano un sacco di cose da fare e poco tempo per farle. Ridendo come matti e raccontandosi ogni piccola cosa che avevano fatto mentre erano separati presero a decorare l’albero con i loro colori preferiti, il blu, l’argento ed il lilla e poco importava che tutto assieme non avesse senso perché a loro piaceva. Sistemarono poi i regali sotto l’albero e fecero merenda. Le ore volavano e dopo cena si misero tutti e tre assieme davanti al camino a cantare canzoni di natale. La neve ed il vento ancora fioccavano forti fuori dalla finestra, ma davanti al dolce tempore del fuoco poco importava loro del freddo. Fu solo quando ormai era mezzanotte che i due bambini sbadigliando decisero di andare a dormire. Dopo essersi messi i pigiami s’infilarono sotto le coperte ed il padre passò a rimboccarle “Fate sogni d’oro!” disse dando un bacio per uno sulla fronte.
“Lo saranno, perché adesso siamo assieme!” risposero in coro, per poi sbadigliare nuovamente ed abbracciarsi così da stare ancora più vicini.  Sorridendo il padre spense la luce e la camera venne inondata dal bianco candore della neve, che filtrava dalla finestra.
“Buon Natale Taro... ti voglio bene!” mormorò Lily più addormentata ormai che sveglia.
“Buon Natale Lily... sei il più bel regalo del mondo!” le rispose Taro poggiando la fronte contro la sua ed addormentandosi con lei felice. “

 

Ripresosi da quel ricordo, in cui aveva solo dieci anni, Taro sospirò. Voleva davvero recuperare quel rapporto speciale che aveva con le sua gemella e forse provandoci piano, piano ci sarebbe riuscito. Avvicinandosi alla finestra vide le nuvole temporalesche addensarsi all’orizzonte e correre veloci a coprire la città.
“Speriamo che Lily arrivi prima che inizi a piovere!” mormorò a se stesso andando a spegnere la televisione, per poi tornare alla finestra e guardare fuori, si era levato il vento ed i tuoni ed i lampi si facevano sentire prepotenti. Aveva iniziato a piovere da qualche minuto quando Lily varcò la soglia di casa e chiuse la porta dietro di se, non aveva nemmeno fatto in tempo a togliersi le scarpe che Taro le era volato fra le braccia stringendola a se.
“Ti voglio tanto bene!” le mormorò all’orecchio con la voce un poco spezzata, mentre lei lo stringeva forte.
“Lo so... anche io te ne voglio tantissimo!” rispose dolcemente lei.

 

Tantissimi auguri di Buon Natale a tutti! Che domani sia una giornata bellissima e allegra per tutti!
Un abbraccio ed un sorriso!
Baci, baci
Angel Natalie

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Capitolo 13
*** La Confessione di Jun ***


...La Confessione di Jun...

 

Madido di sudore per il devastante allenamento, sotto il sole cocente d’agosto, Tsubasa si avvicinò a Jun, che aveva giocato solo gli ultimi minuti della partitella, ma era riuscito a rovesciare il risultato, e ora si stava riprendendo seduto su una panchina.
“Grande Jun, quell’azione all’ultimo minuto è stata fenomenale, non vedo l’ora di giocare nuovamente in squadra con te! Ma parlando d’altro, posso chiederti una cosa? Se non ti spiace.”
“Ah, non è stato  niente di speciale, si certo, chiedi pure” replica sorridendo.
“Non vorrei essere indiscreto, ma volevo chiederti cosa c’è stato fra te e Lily, ormai è palese a tutti che qualcosa è successo, ma mi piacerebbe sapere la verità dalle tue labbra.”
Il viso di Jun si rabbuiò di colpo.
“Siamo stati assieme... era la mia ragazza, ma poi ci siamo lasciati.”
“Come mai vi siete lasciati?”
Jun aspettò qualche istante prima di rispondere:
“Mi sono messo con Lily perché ero innamorato di lei, ed Amy mi aveva appena lasciato” prese il respiro, come se stesse confessando una colpa “Ma poi Amy è tornata... e io sono tornato con lei...”
“Quindi non amavi Lily?” chiede cautamente Tsubasa, cercando di non essere troppo impertinente.
“No! Questo no... la amavo e amo Lily tutt’ora... solo che ero confuso e non capivo quali fossero i miei sentimenti, chi davvero amassi...”
“E perché, non glielo hai detto questo? A Lily intendo.”
“Perché quando poi Amy mi ha lasciato nuovamente, ero in ospedale, e, quando sono tornato a scuola, lei non c’era più...” la voce di Jun si perse in un sospiro.
“No, intendevo ” precisò Tsubasa “Perché le hai detto che non l’amavi, almeno questo mi ha detto lei, anziché dirle la verità?”
“Non lo so nemmeno io... forse perché lasciarla dopo essere andato a letto con lei non era il massimo, e così le ho detto una bugia!”
“Ma così hai peggiorato le cose, ma che ti è saltato in mente?!” sbottò, per poi ricomporsi subito “Scusa, non volevo essere così duro!”
“Non lo so dannazione! Non lo so!” alzò la voce Jun alterato “Volevo solo farla soffrire meno... so di aver peggiorato tutto!”
Le parole di Tsubasa lo avevano punto sul vivo.
“Allora perché non vai da lei e glielo spieghi? Sono certo ti ascolterebbe...”
“Ne sei sicuro? Io non credo... tu non la conosci bene...”
“Oh, invece ormai inizio a conoscerla anche io, basta continuare ad incalzarla per fare in modo che ragioni, magari ci vuole un po’, ma ci si riesce... ho avuto un piccolo diverbio con lei recentemente!” Tsubasa sorrise, pensando alla conversazione che aveva fatto aprire gl’occhi ad entrambi.
“Che diverbio?” chiese Jun con fare curioso.
“Bah, niente, solo si era impuntata sul fatto che dovessi ammettere i miei sentimenti verso Taro... e aveva ragione.”
“Quindi stai con Taro?” chiese Jun illuminandosi di colpo “Era ora!”
“Si,si, finalmente, vero? Ma deve rimanere un segreto per un po’... è più divertente!”
Misugi fece l’occhiolino all’amico e sorrise “Non preoccuparti, con me il tuo segreto è in buone mani” cambiando subito espressione, facendosi serio “Non ti ho detto tutto, però, del perché lasciai Lily.”
“Avanti, dimmi ti ascolto.”
“Io ero indeciso tra Lily ed Amy a quel tempo, ma non volevo lasciare la piccola Misaki, volevo solo capire quali fossero i miei sentimenti, capire che amassi d’avvero, ma poi un giorno Amy venne da me e, tra le lacrime, mi rivelò che le avevano diagnosticato un tumore, poi, mentre la stringevo a me per consolarla, mi baciò... e io non rifiutai, ma subito dopo me ne andai, fuggendo come un vigliacco. Passai uno dei giorni più brutti della mia vita, col cuore diviso sul cosa fare, ma alla fine fu la mente a giudicare, ritenendo che fosse Amy  la persona più fragile e che avesse maggiore bisogno di me, così, con la morte nel cuore, mi diressi da Lily per dirle, mentendo a lei e a me stesso, che non l’amavo... il resto lo sai...” poi, dopo questo sfogo, Jun rimase in silenzio.

 

Ed ora che Tsubasa ha anche la sconvolgente versione di Jun cosa farà? Darà una mano a questa coppia impossibile o si arrangeranno da soli? Ma Jun gli avrà davvero detto tutto?
Baci, baci e alla prossima ^_*

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Capitolo 14
*** Stelle d'Agosto ***


...Stelle d’Agosto...

Il meriggio stava dolcemente declinando verso la sera e Lily e Nessa, con il borsone di pallavolo sulle spalle, stavano camminando velocemente verso casa.
“Secondo me hanno deciso di ucciderci!” borbottò Nessa stiracchiando un poco la schiena.
“Beh, manca solo una settimana ad i provini... direi che se così non fosse ci sarebbe da preoccuparsi...”
“Su questo hai ragione! Ma come fai a non dire nulla a Taro? Insomma non è curioso di sapere dove sparisci tutti i pomeriggi?” chiese l’amica curiosa, guardando Lily, che intanto si era fermata a fissare la vetrina di una gioielleria.
“Eh? Oh non è un problema... gli ho detto che abbiamo una partita importante...” rispose in modo spicciativo, mentre continuava a guardare un piccolo anellino a forma di rosa con al centro un brillantino lilla e il suo prezzo, “Mi piacerebbe avere tutti quei soldi...” sospirò infine Lily volgendosi a guardare l’amica.
“Beh potresti chiederlo a Taro come regalo di natale” rispose tranquillamente Nessa posandole una mano sulla spalla, anche se in realtà avrebbe voluto dirle qualcosa di diverso. Una cosa che riguardava il caro Misugi, ma si trattenne dal proferire parola, siccome la sua cara amica in quel periodo aveva già i nervi a fior di pelle, ed innervosirla con battute non era poi la cosa migliore da fare.
“Non posso chiedergli di spendere 10000 yen in una anello per me!” mormorò Lily lasciando a malincuore la vetrina del negozio e riprendendo a camminare verso casa. Nessuna delle due ragazze però si era accorta della figura di Jun, che uscito dalla farmacia accanto, si era fermato ad ascoltare la loro conversazione e quando le due amiche furono fuori portata si era avvicinato alla vetrina per guardare. Giunta a casa Lily posò il borsone accanto alla porta e trascinandosi come uno zombie si stravaccò sul divano mormorando “Sono a casa!”. Immediatamente sulla porta della cucina comparve la faccia sorridente di Taro.
“Ben tornata... io Tsubasa e Ishizaki stiamo preparando la cena... se vuoi andare a fare la doccia...” disse il fratello con voce gioviale, mentre lei annuiva e ridacchiando rispondeva “Cercate di non dar fuoco alla cucina!” ma non aveva ancora fatto il primo gradino che il campanello della porta suonò e lei, sempre con passo strascicato, si diresse ad aprire, ritrovandosi sulla soglia un sorridente Genzo assieme a Kojiro.
“Accomodatevi ragazzi! Gl’altri sono in cucina... io vado a farmi un bagno...” disse Lily chiudendo la porta ed indicando loro la cucina, mentre Kojiro la fissa.
“Dovresti riposare un po’ altrimenti ad i provini ci arriverai strisciando...” sentenziò il moro senza distogliere lo sguardo, anche quando lei si volse furiosa a guardare Genzo.
“Glielo hai detto!?” sbottò irritata annullando la distanza che li separava “Avevi detto che sarebbe rimasto il nostro segreto!”
“Si, lo so... ma vedi... lui ha metodi molto persuasivi per farsi dire le cose...” si scusò il portiere un poco arrossendo, mentre il viso di Lily restava impassibile.
“Ah si? E quali?” chiese lei incrociando le braccia sotto al seno, mentre Kojiro le si avvicinava e sussurrava all’orecchio:
“Quelli che Jun userebbe con te sotto le lenziola...”
Il viso della giovane assunse tutte le colorazioni possibili di rosso prima che le sue labbra fossero capaci anche solo lontanamente di articolare una parola, siccome intanto la sua mente andava fantasticando a cosa lei avrebbe potuto fare al ragazzo.
“Vado a fare la doccia!” mormorò mentre un brivido le correva lungo la schiena e dopo aver dato pugno sulla spalla di Genzo si avviò su per le scale “Non ditelo a Taro però...”.
La cena fu molto piacevole e sostanziosa, siccome Taro e Tsubasa avevano preparato di tutto, lasciando ad Ishizaki il solo compito di apparecchiare e lavare i piatti. Chiacchierarono e risero per tutta la durata del pasto e fu solo quando ormai erano le dieci che si alzarono da tavola e si diressero verso la spiaggia dove Nessa, il suo ragazzo Hikaru e Jun li stavano aspettando. Il cielo era sereno quella notte ed era novilunio, così nemmeno l’argentata luce della luna avrebbe potuto distrarli dal guardare le stelle cadere ed esprimere qualche desiderio. Stesero i teli sulla spiaggia e si misero con il naso all’insù. Lily era stesa un poco in disparte siccome in mezzo a tutte quelle coppie si sentiva un attimo di troppo. Taro e Tsubasa, Genzo e Kojiro e Nessa e Hikaru... e lei? Lei niente... volgendo per un attimo il viso a guardare dietro di se vide le tre coppie scambiarsi dolci baci e sorrisi di complicità... una nota di tristezza le calò sul cuore, mentre una scia argentata illuminava il cielo ed a lei Lily affidava il suo desiderio ‘Solo un poco di felicità...’ socchiuse gl’occhi ed un brivido di freddo le passò lungo la schiena, siccome aveva dimenticato a casa la maglia, e così prese a strofinarsi le mani sulle braccia. Erano diversi minuti che stava ripetendo quel gesto, quando una felpa le venne poggiata sulle spalle. Il profumo che emanava il tessuto era inconfondibile e lei lo inalò a pieni polmoni con gl’occhi chiusi prima di volgersi a guardarlo, “Grazie” mormorò semplicemente facendo un poco di posto a Jun sul proprio telo, sotto lo sguardo triste di Ishizaki, il quale stava per fare la stessa cosa, ma era stato prontamente afferrato da Taro quando aveva visto l’amico alzarsi.
“Ne hai vista qualcuna?” le chiese Jun continuando a guardare il cielo.
“Una sola... e tu?” rispose lei sistemandosi meglio la felpa sulle spalle e guardando con la coda dell’occhi il ragazzo che le sedeva accanto, quella sera disossava una camicia bianca a maniche corte ed un paio di jeans.
“Una sola anche io...” sorrise lui alzando una mano e carezzandole dolcemente una guancia facendola arrossire di colpo ed indietreggiare un poco con il busto. Il cuore che le batteva forte e si sentiva come una scolaretta alla prima cotta. Doveva trovare qualcosa di cui parlare, siccome quel silenzio stava diventando quasi imbarazzante, anche se entrambi avevano il visto rivolto verso il cielo.
“L’hai vista?” gli chiese Lily subito dopo aver visto un’altra stella scendere con la sua scia luminosa.
“Si...” rispose dolcemente tornando infine a guardare Lily che invece ancora teneva  lo sguardo sulla volta stellata. Un ennesimo brivido di freddo corse lungo la schiena della ragazza e Jun raccolto il coraggio a due mani le chiese:
“Senti Lily... ti va di accompagnarmi a casa? Inizio ad essere un poco stanco e tu stai tremando dal freddo...”
A quella domanda la ragazza s’irrigidì di colpo. Perché le stava chiedendo di accompagnarlo? Cosa voleva da lei? Prendendo un lungo respiro per calmarsi la giovane annuì, forse quella sarebbe stata la volta buona, forse quella sera avrebbe trovato la strada per essere felice. Doveva solo capire diverse cose... una delle quali era cosa Jun volesse da lei e cosa lei volesse davvero da lui. Silenziosi si alzarono e dopo aver sbattuto i teli e piegati come di deve salutarono gl’altri.
“Ci vediamo a casa...” sussurrò all’orecchio di Taro, dandogli un bacio sulla fronte prima di allontanarsi dalla spiaggia in compagnia del ragazzo. Sul viso di Nessa comparve un largo sorriso. Non si dissero molto durante la strada, più che altro l’imbarazzo la faceva da padrone e così per smorzare la tensione che si era creata Lily tirò fuori l’Ipod e porse un’auricolare all’amico. Quando infine giunsero davanti a casa del ragazzo lui si volse a guardarla dritta negl’occhi.
“Aspettami un attimo, ho una cosa da darti, e vorrei parlarti un attimo, prima che tu veda... ti prego...” le chiese lui dolcemente mentre le prendeva le mani fra le sue.
“Proverò ad aspettarti... ma non ti prometto nulla...” mormorò lei, mentre lui annuiva e si dirigeva a passo svelto dentro casa e Lily si metteva anche l’altro auricolare aumentando il volume sulla canzone ‘Evertime we Touch you’. Quella canzone era una delle sue preferite in assoluto.

I still hear your voice, when you sleep next to me
I still feel your touch in my dreams
Forgive me my weakness, but I don't know why
Without you it's hard to survive

Già, da quando si erano lasciati, sopravvivere senza di lui per Lily non era stato affatto semplice. Ripensò a quando lo vedeva a scuola, vicino ad Amy, per lei era stata una tortura. Vederli felici che camminavano mano nella mano per i corridoi, vedere quei baci. Il suo cuore tremava ancora al pensiero ed ora batteva ad una velocità folle, mentre prendeva a camminare avanti ed indietro dinnanzi al cancello di casa sua. Perché le aveva chiesto di aspettarlo? Cosa doveva dirle di così tanto importante? Quante volte ancora doveva spezzarle il cuore perché lei capisse?

'Cause every time we touch, I get this feeling
And every time we kiss, I swear I could fly
Can't you feel my heart beat fast, I want this to last,
Need you by my side
'Cause every time we touch, I feel this static
And every time we kiss, I reach for the sky
Can't you hear my heart beat so
I can't let you go
Want you in my life

Cosa fare ora? Restare? Andare? La mente di Lily scoppiava per tutte quelle domande a cui non sapeva cosa rispondere. Cosa voleva davvero per se? Al momento aveva solo due alternative... restare ed ascoltare quello che Jun aveva da dirle, per quanto potesse essere doloro o fuggire via e cercare di lasciarlo fuori per sempre dalla sua vita. Respirando affannosamente fermò il passo posando la schiena contro il muretto del cancello, picchiettando con le dita sulla superficie di cemento e mattoni. Forse ascoltare quella canzone non era stata una buona idea. Il ricordo di come lui l’avesse lasciata si fece strada prepotente nella sua mente. Il ricordo di quella bella giornata di sole distrutta da poche semplici parole ‘io non ti ho mai amata... è stato tutto un sogno...’ perché adesso doveva restare? Per sentirsi dire quando si era divertito a prenderla nuovamente in giro?

Your arms are my castle, your heart is my sky
They wipe away tears that I cry
The good and the bad times, we've been through them all
You make me rise when I fall

Di momenti belli ne avevano davvero passati parecchi assieme e non solo quando erano fidanzati, purtroppo però quelli brutti erano stati di più. Lui l’aveva lasciata, era stato ricoverato in ospedale per essere operato e poi sua madre era morta. Quegli ultimi mesi per Lily non erano stati per niente facili. Sentiva ancora addosso il peso di tutto quello che aveva passato e spesso questo le toglieva il respiro lasciandola sola al buio a riprendersi. Purtroppo quando aveva avuto più bisogno di lui per rialzarsi, lui non c’era, aveva fatto tutto da sola... infondo lei era forte. Forte come una rosa che resiste al gelo dell’inverno. Quando però erano stati assieme tutto era bellissimo e davvero le sue braccia per Lily erano un castello, un castello di sogni e speranze. Andato poi in mille pezzi.

'Cause every time we touch, I get this feeling
And every time we kiss, I swear I could fly
Can't you feel my heart beat fast, I want this to last
Need you by my side
'Cause every time we touch, I feel this static
And every time we kiss, I reach for the sky
Can't you hear my heart beat so
I can't let you go
Want you in my life

Di nuovo il ritornello la fece sospirare mentre la porta di casa si apriva e lei lo guardava quasi correre verso di lei con qualcosa di grande fra le mani. A quel punto non poteva più fuggire, non voleva più fuggire, voleva ascoltare ciò che il ragazzo aveva da dirle e voleva farlo a testa alta, non voleva rimpiangere nulla di quello che ne sarebbe venuto dopo. Avrebbe perso le sue parole serenamente o almeno ci avrebbe provato e poi avrebbe deciso di conseguenza come comportarsi.

'Cause every time we touch, I get this feeling
And every time we kiss, I swear I could fly
Can't you feel my heart beat fast, I want this to last
Need you by my side

Mentre Jun apriva il cancello, le ultime note della canzone sfumavano nelle orecchie di Lily che lesta spese l’apparecchio riponendolo con cura nella tasca. Ho bisogno che tu sia accanto a me, così terminava la canzone e forse anche Lily aveva bisogno di Jun accanto a se, ma era disposta a perdonarlo? Sospirando ancora una volta i suoi occhi vennero attirati dalla gabbietta che il ragazzo reggeva fra le mani.
“Lui è per te...” le disse alzandola in modo che lei potesse vedere un piccolo coniglietto nero dalle macchie bianche che la guardava con occhi tenerissimi e curiosi.
“Oh, mio Dio! Jun è bellissimo!” esplose lei avvicinando ancora di più il viso all’animaletto paffuto che la guardava “Sicuro che posso tenerlo?” chiese aprendo la gabbietta per poi con gesti lenti e tranquilli prenderlo in braccio.
“Ovvio che puoi! L’ho preso per te!” sorrise lui allungando una mano ad accarezzare il morbido pelo dell’animale.
“Ha già un nome questo piccolo amico?"
chiese dolcemente Lily carezzando il coniglio fra le orecchie, cosa che l'animaletto non disdegnava affatto.
“No, puoi darglielo tu...”
“Uhm...” per un attimo il viso della ragazza assunse un’espressione pensosa, ma poi sentenziò quasi subito “credo che lo chiamerò Batuffolo... è così soffice!” per un attimo andò a strofinare il naso contro il morbido pelo dell’animale quindi tornò a guardare Jun.

“Buffo come nome, ma se a te va bene...” le sorride il ragazzo, mentre lei con calma ripone il coniglietto nella gabbietta “Possiamo parlare un poco Lily, o devi tornare a casa subito?” le chiede poi guardandola dritto negl’occhi.
“No, possiamo parlare...” risponde mentre il cuore inizia a galopparle a mille. Il momento della verità era finalmente arrivato. Ora doveva solo restare calma.
“Io... io sono stato uno stupido... ogni qualvolta che guardo nei tuoi splendidi occhi azzurri, ogni volta che siamo vicini, o guardiamo lo stesso cielo, e sento il mio cuore palpitare... capisco che non ho mai smesso di amarti” così esordisce il giovane, lasciandola totalmente spiazzata. Questa volta non ha parole per esprimersi, ma ha solo mille domande che vorrebbe fargli eppure non riesce a dar voce nemmeno ad una di esse e così resta ferma immobile a fissarlo.
“Scusa... non volevo scioccarti.”
“Non, mi hai scioccato, solo non me lo aspettavo.” Riesce infine a dire Lily tornando a poggiarsi con la schiena contro il palo siccome le gambe minacciando di non reggerla più.
“Io...  vorrei poter ricominciare tutto daccapo, c'era una cosa bellissima tra noi, e ho rovinato tutto” continua il ragazzo avvicinandosi un poco a lei. Per alcuni minuti il solo suono udibile è quello delle auto che transitano nella strada accanto, ma poi finalmente Lily riesce a dire qualcosa:
“Rovinato è la parola giusta... e non so Jun... non so se ho voglia di ricominciare... perché ho paura...” Perché stava dicendo questo, lei voleva essere felice, e la sua felicità era lì, davanti a lei … ma una gran rabbia le saliva dentro, per quella felicità che una volta già le era stata strappata, e la paura era troppo grande … forse non era forte come pensava.
“Lo so... ti capisco...”
“Non penso che tu possa capirmi Jun... mi hai spezzato il cuore... come posso ora crederti? dimmelo..."
“Puoi solo credere alle mie parole...”
"Come posso farlo? sei venuto da me e mi hai detto che non mi avevi mai amata... come posso credere ora che tu invece non abbia mai smesso di farlo? è un po' un controsenso non trovi?” sbotta ora lei stringendo forte le mani a pugno. Come poteva pretendere che lei gli credesse così facilmente? Come poteva tornare da lui così. Socchiudendo gl’occhi cercò di ricacciare indietro le lacrime.
Mentivo... non capivo cosa provavo” la risposta di lui la lasciò ancora una volta senza parole, ma poi un moto di rabbia la spinse a scuotere la testa e staccatasi dal palo dove era appoggiata gli volge le spalle frustrata.
“Allora perché hai mentito? Perché?”
“Te l'ho detto, perché non capivo cosa provavo, Amy era tornata, e con quella storia della sua malattia pensavo di avere il dovere di starle vicino... sono stato uno stupido!” cercò ancora di spiegare Jun senza però avvicinarsi a lei, non voleva farla fuggire di nuovo, ma sapeva anche che non sarebbe riuscita a tenerla li ancora per molto.
“Stupido a cascare con tutte le scarpe alla farsa di Amy! e cosa vuole dire 'non capivo cosa provavo'?”
“Non capivo i miei sentimenti verso te, verso Amy, non capivo chi amassi veramente” la risposta di Jun la lascia sconcertata, allora perché si era messo con lei? Solo per arrivare a portarla a letto? La testa di Lily aveva iniziato a farle male, gl’occhi le pizzicavano per le lacrime che voleva versare, ma s’imponeva di non farlo.
“Ti prego, dimmi qualcosa...” le chiese Jun dopo diversi momenti di silenzio.
“Non so nemmeno io cosa dirti...” fu la mesta risposta della ragazza che finalmente si era decisa a tornare a guardarlo dritto in faccia.
“Non posso mentire a me stesso dicendomi di non amarti, ma non posso nemmeno mentire a te trovando scuse per il mio comportamento, so di non averne”
“No, non ne hai... tu non hai idea di come mi sia sentita quando mi hai lasciata pochi giorni dopo che... beh lo sai...” una lacrima solitaria prese a scendere sulla gota di Lily mentre si chinava a prendere la gabbietta di Batuffolo e faceva un leggero passo indietro. Come sempre non avrebbe voluto tirare fuori quella cosa, ma forse era quello che più l’aveva fatta stare male. Aveva pensato di tutto. Sia di se stessa che di Jun. Fece un altro passo indietro.
"Ho bisogno di pensare a quello che mi hai detto... ma prima devo affrontare un evento che forse cambierà la mia vita..." mormora poi ad un tratto Lily, mentre il suo pensiero corre al provino per la nazionale che si sarebbe tenuto di li a pochissimi giorni. Il suo cuore era già messo a dura prova per quello ed ora ci si era messo anche lui. No, aveva bisogno di tempo. Doveva passare l’evento più importante della sua vita e poi avrebbe pensato bene anche a se fidarsi ancora.
“Va bene, hai ragione, devo darti del tempo . . . posso sapere qual’è questo evento?”
“Preferisco di no Jun... grazie per Batuffolo... scusami, ma ora vado... buona notte" risponde sinceramente volgendogli nuovamente le spalle questa volta prendendo ad allontanarsi verso casa assieme al coniglietto.
“Buona notte Lily” risponde Jun seguendola con lo sguardo sino a quando non scompare dietro l’angolo infondo alla via.

 

 

Cosa deciderà di fare ora la nostra cara Lily? Gli dirà di si oppure deciderà di non voler più rischiare????
Baci, Baci

Angel Natalie

 

P.s. piccola curiosità... a qualcuno spiacerebbe se mettessi un capitolo piuttosto esplicito fra Taro e Tsubasa? ^///^

 

 

 

 

 

 





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Capitolo 15
*** Un dolce pomeriggio d'estate ***


...Un dolce pomeriggio d’estate...

Seduta alla scrivania della propria camera Lily fissava il libro di matematica con scarsissima voglia di studiare, il suo pensiero andava correntemente alla sera precedente in cui Jun si era dichiarato. Un piccolo sospiro le increspò le labbra mentre si chinava ad accarezzare Batuffolo che saltellava liberamente sul pavimento. Adorava quel coniglietto ed anche a Taro era piaciuto moltissimo, infatti aveva passato quasi tutta la mattina a coccolarlo. Sorridendo dolcemente Lily gli grattò le orecchie quindi ritornò a fissare il libro. Cosa doveva fare adesso con Jun? Aveva ancora voglia di provarci? Aveva ancora voglia di tentare? Scuotendo la testa scarabocchiò distrattamente un fiorellino al margine del quaderno. Come sempre nemmeno un esercizio le veniva corretto, ma poco le importava, di certo non avrebbe vissuto grazie alla matematica. Sospirando si alzò dalla sedia andando a sistemare le cose che le servivano nel borsone di pallavolo. Ora come ora la confessione di Jun era arrivata nel momento più sbagliato. Ora non aveva tempo di pensare a quello che il suo cuore voleva in amore, doveva concentrarsi. Il provino sarebbe stato fra due giorni e poi gli avrebbe dato una risposta, ma prima ovviamente ne avrebbe parlato con Nessa e forse anche con Taro, sempre se fosse riuscita a staccarlo un attimo da Tsubasa. Ridacchiando brevemente la ragazza prese il coniglietto e lo rimise nella sua gabbietta, quindi afferrò il borsone ed uscì dalla propria camera: “Io vado all’allenamento!”gridò, così che Taro e il suo ragazzo potessero sentirla, quindi scese le scale ed uscì di casa. ‘Ora devo concentrarmi solo sulla pallavolo però, non devo farmi distrarre da niente e nessuno!” pensò avviandosi lungo la strada per raggiungere Nessa all’angolo della via e dirigersi assieme verso un faticoso allenamento.

***

Il fratello aveva totalmente ignorato il grido di Lily, totalmente immerso nei baci del suo ragazzo, capì che era rimasto solo in casa non appena sentì la porta sbattere.
Taro e Tsubasa erano stesi sul letto dopo l’ultimo e faticoso allenamento di calcio. Il giovane capitano era a torso nudo e il compagno vi posava dolcemente la testa sopra abbracciandolo.
“Ti amo Tsubasa” mormorò Taro arrossendo, non era ancora abituato a dire quelle dolci parole. L’amico sorrise e prese ad accarezzargli i capelli ed il collo, provocandogli dolci brividi lungo la schiena “Ti amo anche io!” .
Facendo quasi le fusa a quelle dolci carezze, Taro alzò la testa, incontrando gl’occhi neri del compagno e perdendosi nella dolcezza di quello sguardo. Alzatosi un poco, Tsubasa si piegò in avanti e lo baciò con dolcezza. Il ragazzo dischiuse appena le labbra, così da permettere alla lingua dell’amante di esplorare la sua bocca. Uno strano desiderio prese possesso di Taro lasciandolo senza fiato e quasi senza parole. Voleva Tsubasa, voleva fare l’amore con lui, ma aveva paura di chiederglielo, di essere respinto, e così prese una decisione, sarebbe andato avanti in quel “gioco” sino a quando lui non gli avesse detto di fermarsi. Staccatosi da quelle labbra che sapevano di miele, Misaki, scese dolcemente a baciargli il collo, mentre le mani gli carezzavano dolcemente i fianchi.
“Taro”, mormorò lui con voce roca e carica di desiderio, convincendo il giovane a continuare in quello che stava facendo. Scese ancora di più con i baci sino ad arrivare ad i suoi capezzoli dove prese a stuzzicarli con le labbra e la lingua strappandogli forti gemiti di piacere. Le mani di Tsubasa intanto carezzavano la schiena nuda del compagno. Il contatto di entrambi i toraci nudi provocava nei due ragazzi forti emozioni. Taro si fermò un attimo a guardare Tsubasa negl’occhi e sorrise, il suo respiro era ansante, ma il sorriso non smetteva di aleggiare sulle sue labbra. Con sempre più coraggio riprese a scendere, ora le sua labbra erano arrivate all’elastico del pantaloncini del compagno, li scostò dolcemente arrivando così agli slip, ma anche quelli vennero spostati, così che le sue labbra potessero arrivare all’inguine del ragazzo. Gemiti sempre più alti si levarono dalla bocca di Tsubasa, “Ehi non sapevo di avere un ragazzo così intraprendente?”, disse fra un ansito ed un altro.
“Ti spiace?”, gli chiese immediatamente Taro interrompendo quello che stava facendo, forse si era spinto troppo oltre. Ozora sorrise e, messosi a sedere, catturò le labbra del compagno in un bacio carico di passione in cui sussurrò “No, affatto!”.
Rinfrancato da quella risposta, ridacchiando Misaki lo spinse di nuovo sul letto, questa volta decise di spogliarlo del tutto e così quei pochi indumenti che indossava finirono a terra. Gl’occhi castani del ragazzo contemplarono il corpo perfetto del proprio ragazzo. Sorridendo felice e malizioso che Tsubasa fosse finalmente tutto suo, Taro scese ora con le labbra a giocare con la sua virilità evidentemente eccitata. I gemiti dell’amante erano sempre più alti, per fortuna in casa erano soli e lo sarebbero stati per diverse ore. Dispettoso Misaki andò con la punta delle dita a stuzzicargli anche i capezzoli, mentre continuava con le labbra. Quando però Tsubasa non né poté più di quella tortura, con una sola mossa ribaltò le posizioni mettendosi a cavalcioni sopra di lui.
“Ora tocca a me” disse malizioso iniziando a restituirgli tutto il piacere che lui prima aveva ricevuto. Tsubasa però era cauto, ci andava piano in tutto quello che faceva, voleva far l’amore con Taro, ma era terrorizzato di fargli del male, siccome giorni prima il caro Genzo era andato da lui e gli aveva fatto una lunga spiegazioni, alquanto imbarazzante, di quello che avrebbe dovuto fare per procurare al compagno meno dolore possibile. Ozora aveva il sospetto che l’amico fosse poi passato anche dal suo ragazzo. Scuotendo il capo tolse i vestiti a Taro lasciandolo nudo e vulnerabile sotto le sue mani e le sue labbra. Dopo averlo preparato seguendo davvero infine i consigli di quel portiere impiccione, Tsubasa si decise ad entrare dentro di lui. Il viso di Misaki si contorse in una smorfia di dolore. Sapeva che sarebbe successo, ma non pensava facesse così male, si sentiva come diviso in due ed il suo corpo era rigido, tutto rigido e non solo attorno al membro del compagno, quale avvertendo tutto quello era fermo in attesa che si rilassasse. Alcune lacrime rigarono il viso di Taro e Tsubasa lo abbracciò da dietro prendendo a muoversi piano, piano.
“Perdonami, non volevo farti male...” gli mormorò con la bocca sulla sua schiena.
“Lo so...” rispose il compagno ansimante, ora che il dolore lo stava lasciando, il piacere stava diventando sempre più forte ed intenso, fino a quando la sua mente non ne fu totalmente avvolta, mentre tutte le preoccupazioni e gli scrupoli scivolavano via. Le abili mani di Tsubasa scesero a massaggiare il membro di Taro a ritmo con le spinte. I due ragazzi fecero l’amore dolcemente venendo poi assieme chiamando i rispettivi nomi. Ansanti crollarono sul letto stretti l’uno fra le braccia dell’altro. Taro nascondeva il viso nell’incavo del collo di lui.
“Ti amo e perdonami ancora...” gli disse baciandogli i capelli, mentre Misaki alzava la testa a guardarlo con un dolce sorriso che illuminò tutta la stanza e riscaldò il cuore dell’amico.
“Sono felice che lo abbiamo fatto...” avvicinando le labbra alle sue lo baciò con dolcezza “Staremo assieme per sempre?” gli chiese poi con la faccina di un cucciolo che faceva sempre sciogliere il compagno.
“Si per sempre!” gli rispose baciandogli il naso e stringendolo ancora più forte a se.

 

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e spero di non essere andata troppo oltre nelle descrizioni ^///^
Alla prossima ed un bacione!

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Capitolo 16
*** Grandi Cambiamenti ***


...Grandi Cambiamenti...

Il fatidico giorno era finalmente arrivato. Quella notte Lily si era girata e rigirata nel letto senza riuscire a prendere sonno. Era agitata e ne era consapevole. Verso mezzanotte si era alzata e giunta davanti la camera di Taro aveva pensato di bussare ed entrare per confidarsi un poco, ma poi ci aveva immediatamente ripensato, siccome le risate soffocate di suo fratello e Tsubasa le erano giunte all’orecchio. Silenziosa era ritornata nel suo letto a fissare la luna che iniziava il suo nuovo ciclo in cielo. La mattina era arrivata anche troppo presto e quando i primi raggio del sole  erano filtrati dalla sua finestra, Lily si era alzata ed era uscita per andare a correre così da scaricare la tensione che aveva accumulato in quelle settimane. Si premunì di rientrare prima che i due innamorati si svegliassero e sistemata la camera ed fatta la borsa uscì di casa agguantando una mela come colazione, dato che voleva stare leggera e poi aveva lo stomaco chiuso. Raggiunse il posto dove si sarebbe dovuta vedere con Nessa, ma era nettamente in anticipo e così sedendosi sul muretto addentò la mela, ma non dovette aspettare molto prima che la sua amica la raggiungesse.
“Dormito male?” le chiese Lily notando le occhiaie.
“Beh nemmeno tu hai un bell’aspetto... ti ho visto andare a correre sta mattina... notte insonne?”
“Già... verso mezzanotte avevo pensato di togliermi il peso dallo stomaco e dirlo a Taro, ma ovviamente era con Tsubasa... quindi niente...” Lily si strinse nelle spalle prendendo a camminare assieme a Nessa verso la palestra e gettando il torsolo della mela nel primo cestino che le capitò a tiro. Per un po’ fecero la strada in silenzio, immerse ognuna nelle preoccupazioni e nei dubbi che quell’evento portava con me. Se fossero state prese la loro vita sarebbe notevolmente cambiata. Arrivate davanti alla porta della palestra si fermarono, con il cuore che prendeva a battere ad una velocità folle.
“Pronta?” le chiese Nessa afferrando la mano di Lily e stringendola forte, stretta che la ragazza andò a ricambiare con un sorriso ed un cenno del capo. Insieme le due amiche varcarono le porte del destino.

*

“Tua sorella non c’è?” chiese Ishizaki che da quando era arrivato non faceva che guardarsi attorno alla ricerca della ragazza.
“Dovrebbe essere ancora a letto.” Rispose Taro alzando le spalle e guardando l’orologio che ormai segnava le undici “Perché mi chiedi di lei?” s’informò poi guardando l’amico dritto negl’occhi.
“Beh ecco... niente, così per sapere...” cercò di mentire il ragazzo.
“Avanti sputa il rospo Ishizaki! Sappiamo tutti che ti sei preso una cotta per Lily... solo che in questa cotta c’è un’enorme problema...” disse Tsubasa guardando l’amico dritto negl’occhi. Era giunto il momento che qualcuno glielo dicesse, così che smettesse di farsi inutili illusioni e sogni su di una possibile storia d’amore fra lui e la sorella di Taro.
“Ah davvero? Sarebbe?” chiese il giovane con aria un poco abbattuta, siccome evidentemente non si era reso ancora conto di quello che stava accadendo. I presenti nella stanza alzarono gl’occhi al cielo e si guardarono un poco esasperati. Come poteva essere così cieco, dopo tutto quello che era successo in quei mesi estivi?
“Jun... Jun è il problema. Possibile che tu non ti sia accorto che fra quei due c’è qualcosa?” rispose Genzo fissando con incredulità Ishizaki finalmente iniziava a capire molte cose.
“Ora capisco... capisco diverse cose...” mormorò abbassando lo sguardo a fissare il tappeto del salotto “Non posso competere con Jun. È molto più bello rispetto a me e anche più bravo a calcio...”
“Su dai non ti abbattere...” sorrise Tsubasa posandogli una mano sulla spalla “troverai anche tu la persona giusta per te.”
“Speravo davvero fosse Lily, è intelligente e simpatica, oltre al fatto che è bellissima... ma dovevo capirlo prima che era fuori dalla mia portata.” Rispose ancora con tono abbattuto il ragazzo ma questa volta alzò il viso a guardare i suoi amici.
“Se non ti chiami Jun Misugi sarà sempre fuori dalla tua portata.” Aggiunse Genzo afferrando Ishizaki per l’altra spalla ed iniziando a scuoterlo con forza, così da vedere se riusciva a farlo riprendere, ed un poco la cosa funzionò. Il campanello della porta suonò così Taro si diresse ad aprire, ritrovandosi dinnanzi Jun con un bellissimo mazzo di rose blu e gigli candidi.
“Ciao! Immagino siano per Lily.” Sorrise Misaki lasciando entrare l’amico ed insieme si diressero in salotto.
“Già... spero che le piaccia, ma è in casa?” chiese il ragazzo sedendosi sul divano e salutando gl’amici con un caldo sorriso.
“Vado a svegliarla... stranamente dorme ancora!” rispose il gemello prendendo a salire le scale.
Il dolce profumo emanato dai fuori iniziava a riempire la stanza ed i ragazzi lo inalarono e pieni polmoni.
“Perché gigli e rose blu?” chiese Ishizaki curiosamente.
“Perché è il primo mazzo di fiori che le regalai quando ci mettemmo assieme, e adesso che voglio ricominciare ho intenzione di fare le cose come si deve, anche perché all’epoca non lo sapevo, ma Lily ama le rose ed i gigli...” un piccolo sorriso increspò le labbra di Jun mentre si perdeva nel ricordo di quel momento “Hanno anche un altro significato, ma quello non posso dirvelo.” Già, non si sentiva pronto per dir loro che la rosa blu era Lily, così bella e forte, mentre lui era il giglio, candido e fragile.
“Lily non è in camera sua...” disse Taro scendendo le scale alquanto sconcertato del fatto di non aver trovato la gemella dolcemente addormentata fra le lenzuola. Oltre al fatto che non aveva visto nessuno biglietto che gli dicesse dove la ragazza era andata a finire “sarà uscita ad allenarsi dato che manca il borsone” aggiunse poi prendendo un vaso ed andandolo a riempire d’acqua lo porse a Jun “Mettili qui finché non arriva.” Un piccolo silenzio calò sui presenti, mentre Genzo guardavo distrattamente  l’orologio da polso.
“Taro ti spiace se accendo un momento il televisore? Ci sarebbe un programma che vorrei vedere.” Chiese innocentemente il ragazzo, mentre Misaki gli passava con un lancio il telecomando.
“Io non ho nessun problema, ma di cosa di tratta?” chiese incuriosito mentre lo schermo iniziava ad accendersi e Genzo sorridendo lo sintonizzava sul canale giusto.
“Ed ora dopo una durissima selezione daremo i nomi delle otto ragazze che andranno a far parte della nazionale under 21 di pallavolo.” Così recitò la voce del cronista, mentre la telecamera andava ad inquadrare le ragazze in fila dinnanzi al tavolo della giuria.
“Ma quelle sono Lily e Nessa!” urlò Tsubasa catturando immediatamente l’attenzione dei suoi amici, mentre Ishizaki rubava il telecomando al portiere ed alza il volume per sentire meglio.
“I nomi sono: Tanaka Sakura, Saito Hitomi, Lily Misaki, non ci si poteva aspettare nulla di meno dalla sorella gemella del famoso attaccante della Nankatsu SC Taro Misaki.” Dopo quelle parole del conduttore il viso del giovane si rabbuiò di colpo, allora era davvero lei, perché Lily non gli aveva detto niente? Possibile che lo tenesse in così poca considerazione? Oppure aveva paura di essere considerata l’eterna seconda della famiglia? Domande che facevano male al cuore di Taro, lesto l’attento Tsubasa andò a stringergli la mano nella sua.
Ueda Fumiko, Nessa Telperien, anche questa giovane è una grande promessa, nonché fidanzata di Hikaru Matsuyama  atleta della Furano.”
Il resto dei nomi e dei commenti del cronista venne totalmente ignorato dagl’urli di gioia dei ragazzi, mentre guardavano le due amiche abbracciarsi strette, strette.
“Qui bisogna festeggiare!” sentenziò Genzo spegnendo il televisore per guardare gl’altri.
“Giusto!” ammise Taro ritrovando il buonumore, avrebbe parlato in seguito con Lily di tutta quella faccenda e delle altre mille cose. Dopo essersi divisi i vari compiti i ragazzi si separarono. Ritrovandosi tutti, tranne Genzo che doveva tenere Lily occupata ancora per un po’, a casa di Misaki un’ora dopo. Non ci misero molto a preparare la cena ed a sistemare il tavolo apparecchiato in giardino. Era stato preparato con i colori preferiti di Lily, oltre a quelli della nazionale.
“Eccoli! Eccoli!” strillò Ishizaki emozionato mentre si andava a sedere al suo posto e Genzo guidava una scocciata e sbuffante Lily verso la portafinestra che dava sul giardino.
“Senti Genzo sono stanca di tutti questi misteri!” brontolò la ragazza appena un secondo prima di osservare quello che vi era attorno a lei e lasciar cadere il borsone a terra.
“Complimenti Lily!” esultarono Jun, Taro, Ishizaki, Kojiro, Genzo e Tsubasa cogliendola del tutto impreparata e circondandola in un grandissimo abbraccio di gruppo.
“Ma, voi come avete fatto a saperlo!?” chiese mentre Jun la prendeva per mano e la guidava verso il tavolo, ma lei si fermava puntando i piedi.
“Beh lo abbiamo visto in televisione.” Rispose Jun, omettendo il fatto che fosse stato Genzo ad accendere l’apparecchio sul canale esatto ed al momento esatto.
“Oh capisco...” rispose lei lanciando fuoco e fiamme verso il portiere, dato che sapeva benissimo che era stato lui e la recita di Misugi la convinceva poco “Datemi  solo qualche minuto per farmi una doccia e cambiarmi? Puzzo leggermente e vorrei sistemarmi un attimo.” Sorrise, rientrando in casa seguita da Taro, il quale, giunti in cima alle scale, la prese per un polso e fece volgere verso di se abbracciandola stretta.
“Sono fiero di te” e datolo un bacio sulla fronte scese di nuovo, mentre un dolce sorrisole si allargava sul viso. Non ci mise molto a sistemarsi, ed in poco meno di mezz’ora scese di nuovo di sotto in giardino, dove Jun l’aspettava con in mano il mazzo di fiori.
“Sono per me?” chiese Lily prendendoli fra le braccia con il viso che le si illuminava di gioia dandogli poi un bacio sulla guancia. Si sedettero vicini e per quasi tutta la cena le loro mai si cercarono amorevolmente sotto il tavolo. Il cuore dei due ragazzi batteva forte ed il giovane sperava che Lily avesse preso finalmente una decisione.  Verso quasi la fine della cena in giardino fece capolino anche Nessa, la giovane era rimasta a casa a festeggiare con i genitori. Ridendo, scherzando e ballando la festa si protrasse sino a quasi mezzanotte.
“Credo sia ora che tu gli dia una risposta...” mormorò Nessa all’orecchio di Lily mentre usciva diretta a casa sua.
“Lo so...” sospirò la ragazza dandole un bacio sulla guancia. Ormai erano rimasti in poco, solo lei, Jun, Tsubasa, Taro e Ishizaki. Rientrando in giardino la ragazza si fermò a guardare Jun, che silenzioso sedeva sul dondolo accanto al ciliegio. Era davvero arrivato il momento di chiarire le cose con il ragazzo. Dopo aver scambiato un’occhiata molto eloquente con Taro, il quale si affrettò con una scusa a rientrare in casa seguito dagl’altri, si diresse verso di lui, sedendo sigli accanto. Per qualche minuto solo il tenue frinire dei grilli si poteva sentire attorno a loro.
“E’ una bella serata, non trovi?” chiese Lily cercando un modo carino con cui iniziare il discorso.
'Era per te, doveva per forza essere bella, no?' Jun le sorrise volgendosi a guardarla.
"Beh... grazie... i fiori erano bellissimi... ed immagino che ora tu voglia una risposta..."
'’Se tu vuoi darmela, non voglio metterti fretta'’ rispose ancora il ragazzo con la voce che un poco gli tremava. Doveva dirgli cosa provava  e doveva  farlo adesso, presto l’estate sarebbe finita.
"Tanto pensarci ancora non serve a niente... so già cosa voglio..." sospirò Lily, prendendo a giocherellare con l’orlo della gonna. Mille dubbi si affacciano nuovamente alla sua mente. Il cuore prese a batterle all’impazzata, mentre la voce un poco tremante del giovane che le è accanto la richiama alla realtà.

“Cosa ...'’ Jun si avvicinò un poco a lei. Socchiudendo gl’occhi per un attimo la ragazza cercò il coraggio dentro di se e dopo pochi attimi le parole le vennero fuori, spinte da una passione travolgente, che per troppo aveva tenuto sopita: “Voglio stare con te Jun, l'ho sempre voluto... dal primo momento in cui ti ho visto..." sorrise lei, lasciandosi andare a quella confessione che le alleggerisce il cuore. Jun rimase a bocca spalancata, nemmeno nei suoi sogni più reconditi pensava che avrebbe potuto riaverla tutta sua “Ti amo...” sussurrò, mentre lentamente si avvicina per baciarla.
“Ti amo anche io!” mormorò contro le sue labbra lasciandosi andare a quel bacio che da tanto aspettava. Era felice, davvero felice. Aveva passato le selezioni ed era entrata in nazionale e Jun era di nuovo nella sia vita, finalmente tutto iniziava ad andare per il verso giusto. Una lacrima di gioia le solcò il viso, mentre lesto il giovane andava ad asciugarla. Aprendo per un attimo gl’occhi Lily intravide, alla finestra dietro le spalle di Jun, due sorridenti Taro e Tsubasa, ma la faccenda di avere pubblico non le importava, siccome il ragazzo aveva ripreso a baciarla e lei aveva richiuso le palpebre per sognare meglio.

 



E così alla fine i nostri due cari giovani sono riusciti a mettersi assieme... e voi starete pensando “Ahh, che bel lieto fine!” ed invece... XD

Baci, baci! Alla prossima!



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Capitolo 17
*** Febbre & Riconciliazione ***


...Febbre & Riconciliazione...

Aprendo gl’occhi al dolce sole, che faceva capolino dalla tenda mal tirata, Lily sorrise. La settimana che aveva appena passato con Jun le era sembrata un bellissimo sogno, da quando erano tornati assieme avevano fatto un sacco di cose, anche se molte delle quali accompagnati dagli onnipresenti Taro & Co. Stiracchiandosi appena la ragazza si mise di lato godendosi il dolce tepore del sole mattutino. Avevano fatto praticamente di tutto, dall’andare al mare, al centro commerciale, al cinema, a prendere il gelato al parco. Jun era stato il ragazzo dolce e perfetto che ricordava. Sospirando felice, Lily decise di alzarsi e di andare così a svegliare il suo dolce gemellino che aveva visto ben poco in quei giorni così freneticamente perfetti.
“Ehi dormiglione! Svegliati o farai tardi all’allenamento!” disse con gentilezza Lily entrando in camera di Taro e scostando le tende della finestra così da far entrare la luce del mattino a dar calore alla stanza. Un mugolio indefinito e sofferente provenne da sotto le lenzuola ed il viso della ragazza s’incupì di colpo. In pochi passi fu accanto al gemello e gli posò la mano sulla fronte.
“Ma scotti!” urlò togliendo la mano dalla fronte di Taro e rimboccandogli prontamente le coperte “Perché non mi hai chiamata prima?”
“Volevo farti riposare...” fu la docile risposta, mentre si girava su di un fianco per guardarla meglio. Le sopracciglia di Lily a quella risposta s’inarcarono di colpo. Il suo riposo non era importante quanto la salute del suo amato fratellino.
“Sciocco! Era meglio se mi chiamavi! Adesso vado a prendere il termometro e tutto il resto... faccio presto!” lo rassicurò dandogli un bacio sulla fronte per poi correre fuori dalla stanza e prendere tutto quello che le occorreva. Ci mise poco a tornare da Taro. In una mano reggeva la medicina, mentre nell’altra una bacinella d’acqua fresca, posò tutto sul comodino e intinse un fazzoletto nell’acqua, posandoglielo poi sulla fronte, procurando nel gemello qualche brivido ed anche un mezzo sospiro di sollievo. Gli tolse il termometro.
“40 e mezzo! Taro ma è altissima!” prese immediatamente la tachipirina e dopo averne versata la giusta quantità nel misurino aiutò Taro a berla ”Adesso cerca di riposare. Vado di sotto a prepararti una spremuta e ti porto qualche biscotto.”
“No... qui...” mormorò il gemello, tendendo una mano ed afferrandole il pigiama così da non farla andare via, mentre la guardava da sotto le palpebre pesanti. Era davvero tanto tenero ed il cuore di Lily si sciolse. Ricordava ancora molto bene quando da piccoli erano ammalati e dormivano solo se erano assieme.
“Faccio presto tesoro... poi mi metto sotto le coperte assieme a te.” Gentilmente gli tolse la mano rimettendogliela sotto le coperte uscendo poi dalla porta in silenzio. Giunta di sotto prese il cellulare e scrisse una mail a Tsubasa:

Ciao! Oggi Taro non può venire
agli allenamenti perché ha la
febbre molto alta. Fate i bravi!

Giunta in cucina cercò qualche frutto con cui potergli fare una spremuta, ma siccome era ancora estate le arance non vi erano in casa e così Lily optò per una limonata. Siccome non voleva fare nessun rumore che potesse disturbare il gemello prese lo spremi agrumi manuale e la fece con quello. Prese i biscotti preferiti di Taro dalla credenza e risalì in di sopra. Non prima di essere passata dalla sua stanza a prendere il libro che stava leggendo. Posò tutto sul comodino ormai ingombro ed il suo cellulare s’illuminò.

Aspettami che arrivo subito!
Che ha esattamente?
Mi devo preoccupare?

Ha la febbre molto alta, oltre i
40 gradi. E sarebbe meglio
se venissi nel pomeriggio, siccome
adesso ha bisogno di riposare e con te
so che non lo farebbe... scusa...

“Chi è?” chiese Taro socchiudendo gl’occhi, mentre il viso di Lily si contraeva in una smorfia contrariata.
“Il tuo caro Tsubasa!” rispose un poco scocciata.

Giuro che non lo disturbo,
voglio solo vederlo,
vado via subito poi...

Fa come ti pare!

“Cosa dice?” chiese ansiose il ragazzo, alzandosi su di un gomito, così da cercare di leggere quello che la gemella aveva appena scritto, ma il dolore alla testa lo costrinse a distendersi di nuovo.
“Vuole passare a trovarti, ma sarebbe meglio se tu riposassi.” Rispose cercando di celare il nervoso che provava per via del fatto che l’amico non avesse capito niente. Seduta sul letto accanto al gemello Lily sorrise, aiutandolo a bere la limonata e gli diede qualche biscotto. Ogni piccolo boccone che mandava giù gli procurava una smorfia dolorosa.
“Spero tu non abbia le placche...” mormorò Lily carezzandogli i capelli con la dolcezza di una madre premurosa, cosa che la loro non era mai stata. Un velo di tristezza calò sul viso di lei e fortunatamente gl’occhi di Taro erano chiusi e quindi non se ne accorse. Quanti pianti avevano fatto a causa della loro madre? Separarli era stata la cosa peggiore che potesse fare, eppure lo aveva fatto. Immersa in quei tristi ricordi del passato non si rese conto dell’arrivo di Tsubasa. Fu solo quando lui le posò una mano sulla spalla che lei si riscosse “Oh Tsubasa... sei tu...”.
“Come sta Taro?” le chiese premuroso, guardando il compagno con tutta la dolcezza che il suo sguardo poteva donargli.
“Ha ancora la febbre molto alta, se quando si sveglia non si è abbassata chiamo il medico.” Rispose con la consuete semplicità di cui era capace “Puoi dire a Jun che oggi non posso uscire?” gli chiese dopo una piccola pausa silenziosa in cui l’amico aveva annuito.
“Va bene, allora ripasso nel pomeriggio, ma se peggiora chiamami!”
“Tranquillo.”, lo rassicurò lei, mentre lui lasciava la stanza, non prima di aver dato un dolce bacio sulle labbra a Taro, il quale sorrise felice nel sonno. Quando Tsubasa uscì dalla stanza, Lily si mise sotto le coperte ed in un attimo il gemello se si accoccolò addosso. Sorridendo la giovane prese ad accarezzargli i capelli, mentre il corpo del ragazzo si rilassava ancora di più. Lily voleva bene a Taro, gli voleva bene come a nessun altro, forse nemmeno a Jun voleva così tanto bene, solo che, dopo che si erano ritrovati non riusciva più a trovare la complicità che li univa quando erano piccoli. Forse era stata la lontananza o forse era stato il crescere che li aveva cambiati, ma il vuoto dentro al cuore di lei faticava a rimarginarsi, anche se sapeva fingere molto bene che non le interessasse. Con un piccolo sospiro si sistemò meglio e quel gesto fece aprire un’occhi a Taro.
“Scusa tesoro, non volevo svegliarti, vuoi bere?” chiese lei dolcemente scostandogli i capelli dalla fronte, mentre lui annuiva impercettibilmente. Allungando una mano prese il bicchiere e l’aiutò, quindi lo fece sistemare nuovamente sul suo petto e lo strinse forte in un abbraccio, cantando appena la canzoncina che da bambini li faceva addormentare, ed infatti pochi attimi dopo entrambi dormivano dolcemente. Fu solo verso le dieci che Lily si svegliò e, cercando di fare meno rumore possibile, scese in cucina a preparare il pranzo. Avrebbe fatto un buonissimo brodo di verdure, aveva già iniziato a tirare fuori le pentole e messo l’acqua a scaldare, quando qualcuno bussò alla porta e lei corse ad aprire ritrovandosi dinnanzi a madre di Tsubasa.
“Buon giorno signora.” Salutò allegramente la ragazza lasciandola entrare.
“Ciao Lily, Tsubasa mi ha detto che Taro non stava bene e così ho pensato di portarvi qualcosa dal mercato.” Sorrise la donna allungando la busta da cui sbucava fuori un profumatissimo gambo di sedano e delle carote, mentre il viso della ragazza arrossiva di colpo.
“La ringrazio Signora, ma non era necessario che si disturbasse tanto!” mormorò Lily andando verso la cucina dove depose la spesa sul tavolo.
“Nessun disturbo! Per il ragazzo di mio figlio e sua sorella questo ed altro!” ammiccò la donna ridacchiando appena lasciando la ragazza ammutolita e sorpresa.
“Quindi lei lo sa?” riuscì poi a chiedere, mentre lavava le verdure e successivamente le tagliava per metterle nelle pentola.
“Si, e se mio figlio è felice lo sono anche io! Taro è un ragazzo dolcissimo e molto bravo, sono contenta che sia lui.” rimase per un attimo in silenzio la signora Ozora guardando la giovane lavorare poi aggiunse “adesso aspetto solo che me lo dicano loro!” quindi ridacchiò.
“Non credo che tarderanno molto a farlo.” Aggiunse Lily volgendosi poi a guardare la donna seduta al tavolo “Oh che cafona che sono! Non le ho chiesto se le andasse qualcosa... che ne dice di un thè? Lo faccio volentieri e poi lo porto anche a Taro.”
“Ma si, ad un thè non si dice mai di no!”
Le due donne rimasero in cucina a chiacchierare per ancora circa un’oretta prima che la madre di Tsubasa si avviasse verso casa per preparare il pranzo al figlio. Quando tutto fu pronto Lily si diresse nuovamente di sopra svegliando dolcemente il fratellino addormentato.
“Ciao Lily...” mormorò guardandola con gl’occhi lucidi per la febbre “Hai fatto il brodo per me? Grazie... non dovevi!” aggiunse poi sistemandosi meglio fra i cuscini.
Ahh! Non dire sciocchezze Taro! Avanti, ora ti provo la febbre poi mangi.” Gli sorrise dolce, mettendogli il termometro freddo sotto all’ascella, provocandogli un brivido “E comunque dovresti ringraziare la mamma di Tsubasa che mi ha portato le verdure fresche...”
“Ringraziala da parte mia allora! Quanto ho?” chiese curioso siccome il termometro aveva preso a suonare.
“Hai ancora 40...” la voce della ragazza era alquanto preoccupata mentre prendeva il piatto fra le mani ed iniziava ad imboccarlo “Dopo chiamo il medico... adesso però mangia senza fare storie... il brodo è fatto come piace a te.”
“Sai che sono un bravo bambino e non faccio i capricci!” la rimbeccò lui sorridendo e cercando di prenderle il cucchiaio dalle mani “So mangiare anche da solo...”
“Va bene, va bene!” ridacchiò lei, lasciandolo fare ed alzandosi dal letto, apprestandosi ad arieggiare un poco la stanza “Ti ho fatto anche il tuo thè preferito.”
“Il thè verde? Grazie mille!” rispose fra un boccone e l’altro, mentre Lily smistava i vestiti sulla sedia, piegando quelli puliti e riponendoli, lanciando gl’altri in corridoio da lavare.
“Prima è venuto il tuo amore...”
“Davvero? Perché non lo hai fatto restare?” chiedesse smettendo immediatamente di mangiare e fissando la sorella come se fosse un cucciolo.
“Perché adesso hai bisogno di riposo... e con lui non avresti certo riposato...” ammiccò, scompigliandogli i capelli e facendolo arrossire. Per un po’ regnò il silenzio fra i due, ma ad un tratto Taro se ne uscì con una domanda del tutto inaspettata:
“Tu... Non sei arrabbiata con me vero?”
“Perché dovrei esserlo?” chiese indietro, iniziando a pensare che la febbre alta lo stesse facendo delirare.
“Non lo so... non mi hai parlato delle selezioni della nazionale...” mormorò il ragazzo, poggiando il piatto vuoto sul comodino, mentre lei chiudeva la finestra. ‘Ed ecco che tutti i nodi vengono al pettine’ pensò Lily volgendosi poi verso di lui.
“Beh... non ero sicura di farcela... e piuttosto di vedere la delusione e la compassione nei tuoi occhi, preferivo soffrire in silenzio...” rispose sinceramente la ragazza tornando a sedersi sul letto accanto a lui.
“Sai che non potresti mai deludermi sorellina...” sorrise dolcemente per poi farsi scuro in viso “Non ti starai mica ancora considerando l’eterna seconda vero? So che i gesti di mamma ti hanno portato a crederlo, ma non lo sei! Non lo sei mai stata!” inizia ad agitarsi Taro, mentre Lily volse il viso triste a fissare fuori dalla finestra. Un piccolo sospiro le increspò le labbra, un sospiro di ricordi lontani che vorrebbe solo dimenticare.
“Ci provo, ma non è sempre facile non pensarlo... infondo sei sempre stato tu il campione in casa!” sorrise sospingendolo di nuovo contro i cuscini e cercando di calmarlo “E poi non si sa mai... potrei sempre deluderti ora...”
“Quindi non sei più arrabbiata perché non ci siamo visti per un sacco di tempo?” chiese ancora il gemello senza smettere di guardarla, anche se si stava inabissando sotto le coperte.
“Ormai la rabbia se ne è andata da tempo... credo che in me sia rimasto solo un vago senso di vuoto che non riesco a colmare...” mormorò infine Lily sedendosi ancora una volta accanto a lui.
“...Sorellina...ci sono io per colmare quel vuoto...” la voce dolce ed ingenua di Taro la fece sorridere.
“Lo spero tesoro mio, perché è il vuoto che hai lasciato quando sei andato via...”
“Resterò con te per sempre... te lo prometto!” aggiunse poi con foga il gemello, afferrandole la mano e guardandola con occhi febbricitanti, mentre lei socchiudeva i suoi e scuoteva il capo, certe volte Taro poteva avere la dolcezza e gl’atteggiamenti di un bambino, ma infondo era il suo bambino speciale, il suo fratellino.
“Non fare queste promesse piccino, anche se questa volta ti credo un po’ di più.” Con dolcezza sottrasse la mano e dopo avergli scostato i capelli e messo la pezza umida si alzò dal letto.
“E se andrò a giocare fuori Tokio mi comprerò in jet privato per tornare sempre da te... Ti voglio bene!” Taro non demordeva e la sua tenacia aprì il cuore titubante di Lily, ora davvero sentiva che le cose potevano tornare come prima, sentiva di nuovo che la parte della sua anima che manca era a solo una mano da lei.
“Ti voglio bene... adesso riposa che dovrebbe arrivare il medico.” Tirò appena la tenda per evitare che il sole cadesse direttamente in faccio al gemello, quindi scese di sotto a lavare i piatti e dopo circa una mezz’ora il campanello della porta suonò annunciando l’arrivo del Dr. Bagnoli, che venne immediatamente accompagnato in camera del ragazzo.

“Ha solo un po’ di placche batteriche, gli dia un po’ di antibiotico e lo faccia stare al caldo! Se per caso la febbre gli aumenta troppo, oltre i 40°, gli dia del paracetamolo e gli faccia fare una bella doccia” disse il dottore consegnando la ricetta nelle mani di Lily per poi prendere la sua roba ed avviarsi verso la porta.
“Grazie mille dottore...” aggiunse la ragazza, aprendo la porta per fare uscire l’uomo, e ritrovandosi dinnanzi Jun e Tsubasa che lesti si spostarono per farlo passare.
“Di niente signorina e mi raccomando se ha bisogno chiami!”, salutò i ragazzi e si avviò lungo la strada. Non appena la porta di casa fu chiusa, Lily abbracciò di slancio Tsubasa stringendolo forte, forte e mormorandogli all’orecchio “Non farlo soffrire mai... e non ci allontanare... ti prego!” la tono era quello di una velata supplica che intenerì il cuore del capitano della Nankatsu che la stava abbracciando forte.
“Non lo farò mai!” rispose carezzandole i capelli per poi staccarsi da lei.
“Vieni con me in farmacia Jun? Così li lasciamo un po’ soli?” chiese Lily prendendo la borsa, mentre il suo ragazzo annuiva con un sorriso e si dirigevano alla porta “Tsubasa... deve riposare!” lo ammonì lei facendogli l’occhiolino, segno chiaro che le cosacce erano bandite sino a nuovo ordine. Uscendo di casa i due ragazzi si presero per mano ed un largo sorriso colorò le labbra di entrambi. ‘La vita è bella!’ pensò dolcemente Lily, ora era davvero felice, aveva finalmente perdonato il gemello per averla lasciata sola ed aveva ritrovato il ragazzo che amava, niente poteva andare storto. Finalmente la vita le sorrideva.

 

Eccomi qui di nuovo a pubblicare... giuro che prima o poi la finisco  di rompervi le scatole...XD
Alla prossima!
Baci!

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Capitolo 18
*** Presagio di sventura ***


...Presagio di sventura...

 

La luce intensa del sole d'agosto illuminava la stanza di Lily in quel pomeriggio di fine vacanze, la ragazza accarezzava dolcemente i capelli di Jun, steso col capo sulle sue ginocchia. Il giovane calciatore teneva gli occhi serrati per proteggerli dai raggi abbaglianti che filtravano attraverso le tende, ma ogni tanto li riapriva per guardare il dolce viso di lei. “Ancora pochi giorni e finiranno le vacanze, sono un po' triste, dopo non potrò più vederti sempre . . .” mugugnò il ragazzo.
“Ma no dai, guarda, ho fatto una piccola agenda con i nostri impegni, dovremmo riuscire a vederci almeno una volta a settimana!” gli mostrò un quadernino fittamente scritto.
“Una volta a settimana? Una volta ci vedevamo tutti i giorni . . .” borbottò lui distogliendo lo sguardo da tutte le parole ed i numeri annotati per alzarlo su di lei.
“Lo so...” sospirò Lily riprendendo ad accarezzargli i capelli “Quando me ne sono andata all’inizio dell’estate mi sembrava la cosa migliore, così potevo starti lontano e non soffrire più per te, ma adesso...” non concluse la frase scuotendo il capo un poco tristemente. Sospirando Jun si mise a sedere accanto a lei e dopo averle carezzato una guancia avvicinò le labbra alle sue in un dolcissimo bacio. Dapprima solo sfiorato, ma quando lei dischiuse appena la bocca si fece più ardente, come l’amore e la passione che divorava entrambi. Continuarono a baciarsi per diversi intensi minuti, fino a quando per prendere fiato e trovare tregua a quel fuoco che li divorava si staccarono guardandosi intensamente negl’occhi. Soggiogata da quello sguardo magnetico, Lily adorava perdersi negl’occhi castani di Jun, le parevano dolci oasi di pace nel caos della sua vita. Dolcemente la ragazza alzò una mano e gli carezzò una guancia con tenerezza e quel semplice gesto riaccese la passione che da troppo avevano soffocato. Ripresero a baciarsi, mentre Jun stendeva con dolcezza Lily sul letto e prendeva ad accarezzarle le gambe lasciate nude dalla gonna che, birichina, era scivolata verso l’alto. Socchiudendo gl’occhi per bearsi dell’immagine del ragazzo che amava, la giovane decise di togliergli la maglietta, così da poter ammirare meglio quel fisico scolpito dai tanti allenamenti e solcato dalla bianca cicatrice dell’intervento. Staccandosi dalle sue labbra ansanti, Lily scese a baciare quella piccola scia esattamente al centro del petto, provocando in Jun diversi brividi di piacere. Soddisfatta della reazione ottenuta, la giovane decise di tornare su verso il collo iniziando ad accarezzarlo con la punta della lingua e dei piccoli baci appena accennati che ebbero la facoltà di mandarlo in visibilio.
“Tu mi vuoi uccidere...” mormorò Jun prendendole la mano e posandogliela sul petto all’altezza del cuore che batteva all’impazzata.
“No amore... voglio solo farti stare bene...” sorrise lei riprendendo ad attaccargli il collo, ma questa volta il ragazzo fu più svelto e ribaltate le parti la bloccò sotto di se.
“Dopo tutto il male che ti ho fatto... sono io che devo farti stare bene!” replicò il ragazzo baciandole le labbra per poi scendere verso il collo e la bretella della canottiera che indossava. Qualche sospiro di piacere uscì dalle labbra di Lily e questo diede coraggio a Jun che proseguì in quello che stava facendo, non prima di aver fatto volare la maglietta di lei sul pavimento accanto alla sua. I baci ed i gesti ora si erano fatti più audaci, mentre i corpi dei due ragazzi tremavano per la voglia di andare ad unirsi in un’unica cosa. Le labbra di Jun erano vicine al seno di Lily, mentre le sue mani erano scivolate sotto la sua gonna e dolcemente stavano iniziando a spostare gli slip, quando un lieve bussare alla porta iniziò a rompere la magia che si era creata.
“Lily... sono Taro... ti vogliono al telefono... spero di non disturbare!” la voce vellutata del gemello filtrò attraverso la porta facendo mugugnare in modo alquanto infastidito Lily.
“Adesso non posso! Fatti lasciare il numero!” mormora scocciata, mentre Jun si ferma a guardarla, mentre cerca di trattenere una risata.
“Sembrava urgente, comunque ok, glielo dico!” risponde la voce imbarazzata di Taro, per qualche attimo lo sentirono parlottare ma poi “Dice che avrebbe bisogno subito, ha detto che può aspettare in linea una decina di minuti se è necessario!”
Alzando molto scocciata gl’occhi al cielo, Lily si alzò dal letto e, rimessasi, la canottiera aprì la porta.
“Dammi!” e con malagrazia portò via il telefono dalle mani del gemello “Pronto!?” rispose poi con un poco più di gentilezza.
“Lily? Ciao sono Amy! Come stai?” chiese gioviale la voce all’altro capo dell’apparecchio, mentre il viso della ragazza si raggela di colpo e si volge di scatto a guardare Jun terrorizzata.
“Amy... ciao... bene e tu?” chiese con finta cortesia, mentre anche gl’occhi del ragazzo si sgranavano e di colpo di alzava per andare a prenderle la mano fra le sue.
“Benissimo! Ho letto su facebook che tu e Jun siete tornati assieme! È una cosa meravigliosa!” rispose la ragazza con un’allegria tale da lasciare Lily senza parole, mentre stringe convulsamente la mano del suo amato “Grazie...” riuscì solo a replicare, mentre Amy riprese subito a parlare:
“Che ne dite di vederci dopo domani? Siccome poi mi trasferisco definitivamente in America vorrei salutarvi...”
“Io... non saprei...”
“Dai ti prego! Porta anche Taro,Tsubasa e Genzo! Così ci divertiremo! Non accetto un no come risposta! Vi aspetto dopo domani al parco! Ciao!” la ragazza chiuse così in fretta la conversazione che Lily non ebbe modo di replicare, spense poi l’apparecchio telefonico e lo lasciò cadere sul letto, dove si sedette poi subito. Le braccia di Jun la raggiunsero poco dopo, stringendola a se.
“Amore... cosa voleva?” le chiese preoccupato.
“Farci gl’auguri siccome siamo tornati assieme e... vuole vederci... tutti quanti...” alzò gl’occhi a guardare il proprio ragazzo, quindi si volse verso Taro “Chiama Tsubasa e Genzo... ci aspetta domani pomeriggio al parco...”
“Vedrai che andrà tutto bene sorellina!” disse allegramente il gemello, cercando di sfatare quell’attimo di estrema tristezza che si era andato a creare.
“Spero che sia come dici tu, ma ci credo poco...” mormorò Lily stringendosi a Jun, quasi se come da un momento all’altro potesse perderlo.

“Stai tranquilla... infondo non può essere venuta sin qui dall’America solo per separarci no?” purtroppo a quella domanda nessuno dei tre aveva una risposta.

 

Cosa succederà? Amy per cosa sarà venuta?
Vi lascio con questo piccolo dubbio...
Baci, baci!

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Capitolo 19
*** Hearts breaking ***


...Hearts breaking...

 

Lily camminava silenziosa accanto a Genzo e Taro. Da quando la sera prima Amy aveva chiamato, lei non era riuscita a pensare ad altro. Cosa voleva da loro? Era davvero venuta solo per congratularsi con lei e Jun e per salutare tutti oppure era venuta per altro? A quelle domande Lily non sapeva cosa rispondere, sapeva solo che voleva che quel momento passasse il prima possibile.
“Eh Lily?” le chiese Genzo, facendola riemergere da tutte quelle mille domande che le facevano esplodere la testa.
“Come scusa?” chiese alzando infine gl’occhi per guardarli.
“Io e Genzo ci stavamo chiedendo come farete tu e Jun ora che l’estate è finita...” rispose Taro, scostando una ciocca di capelli dietro all’orecchio della sorella.
“Oh quello non è un problema... se ci organizziamo come si deve riusciamo a vederci  una volta a settimana... è tutta questione di orari e organizzazione!” sorrise Lily annuendo convinta che non ci sarebbero stati problemi per il vedersi quando la scuola, gli allenamento e le partite di calcio e di pallavolo sarebbero ricominciati. L’unica vera e grande incognita era quella visita a sorpresa di Amy. Camminarono ancora un poco silenziosi lungo la riva del fiume, mentre il parco si avvicinava sempre di più. Inconsapevolmente a pochi metri dal punto dell’incontro Lily aumentò inconsapevolmente l’andatura della camminata e Taro e Genzo dovettero quasi correre per starle dietro.
“Bene! Jun, Tsubasa ed Amy ci sono già!” asserì Taro con un sorriso, mentre Lily si fermava per cercare di calmare i battiti violenti del cuore.
 Socchiuse gl’occhi facendo un lungo e lento respiro, infondo prima di tutta questa storia lei ed Amy erano grandi amiche, ma si di certo era solo venuta per salutarli tutti, prima del grande salto in America.
 Un poco rincuorata da quel pensiero la giovane riaprì gl’occhi, proprio nell’istante in cui Jun ed Amy si abbracciavano e questa andava a premere le labbra  contro quelle del giovane in un focoso bacio. Il cuore di Lily andò in pezzi, le lacrime iniziarono a scenderle lungo le gote, mentre la consapevolezza del perché la giovane era tornata si faceva strada nella sua mente. Era tornata per riprendersi Jun ed a quanto pare c’era riuscita...
“Lily...” mormorò Taro volgendosi a guardare impietrito la gemella, mentre quest’ultima faceva un passo indietro per poi correre via nella direzione da cui era venuta.
 Se Nessa fosse stata a casa sarebbe corsa da lei, ma purtroppo era da Hikaru. Singhiozzando disperata corse a perdifiato per le vie della città ripensando a quella felicità che di nuovo le era stata portata via. Era stata una stupida a fidarsi di nuovo di Jun, non avrebbe dovuto farlo rientrare nella sua vita e sperare e sognare ancora. Almeno quella volta però non c’era andata a letto e di questo doveva ringraziare Taro.

*

Dopo qualche attimo di sconcerto Jun spinse Amy lontano da se alquanto adirato.
“Cosa ti salta in mente!?” le chiese furioso guardandola in malo modo, mentre questa assumeva un’aria angelica, ma infondo ad i suoi occhi il ragazzo vi lesse un non so che di diabolico.
“Vedi mio caro Jun... a dicembre mi sposerò e visto che mi trasferisco in America per sempre, volevo capire quanto ancora facessi parte della mia vita... e...” la ragazza fece una lunga pausa, mentre si picchiettava la fronte con aria pensosa “No, non mi interessi proprio più...” concluse sorridendo.
“Ma tu sei totalmente pazza!” balbettò Jun scuotendo la testa ancora più sconcertato di prima,mentre il grido di Taro gli giungeva alle orecchie facendolo volgere di scatto verso la strada rialzata “Jun, Lily, è fuggita!”
“Lily... era qui?” gridò disperato il ragazzo, mentre il cuore gli martellava furioso nel petto ed il fiato gli si faceva corto “Merda!” imprecò prima di volgersi di nuovo verso la ragazza “Amy, vattene, fammi questo ultimo piacere!”
Un sorriso sornione appare sul viso della fanciulla mentre portava le braccia dietro la schiena e si dondolava avanti ed indietro sui piedi.
“Si, credo che sia proprio ora di andare... tanto... “ rispose tranquillamente alle parole irate di Jun, volgendogli le spalle e prendendo ad allontanarsi lungo un sentiero del parco “Vi aspetto tutti al mio matrimonio!” urlò poi con un sorriso prima di sparire dietro una curva del sentiero. Alquanto sconvolto Tsubasa si avvicinò all’amico mormorando:
“Da piccola non è mai stata così, era una persona molto dolce...”
“Crescendo di cambia...” fu l’asciutta risposta di Genzo, che nel frattempo si era avvicinato assieme a Taro, quest’ultimo stava studiando Jun con occhio critico, siccome il ragazzo aveva presto a respirare piuttosto pesantemente.
“Sarà meglio se ti stendi un attimo... dalla tua faccia e dal tuo respiro direi che sei in tachicardia! E sai meglio di me che il cuore lavora meglio quando si è stesi!” disse Taro costringendo l’amico a stendersi su di una panchina, mentre un sorriso triste si apriva sulle labbra di Jun, siccome quelle stesse parole gliele aveva dette Lily al loro primo incontro.
“Ma non capisco perché lo ha fatto...” continuò Tsubasa posando una mano sulla spalla del proprio ragazzo assumendo un’aria perplessa.
“Possibile che non ci arrivate?!” sbottò Genzo guardando gl’amici allibito, era così ovvio il perché che non riusciva a credere che non ci fossero arrivati, ma era meglio cambiare discorso.
“Dov’è andata Lily?” chiese Jun con un filo di voce socchiudendo gl’occhi per vedere meglio gl’amici che scossero il capo.
“Nessa non è in città, quindi di sicuro non è da lei... potrebbe essere andata a casa o chissà...” rispose Taro cercando di far calmare un poco Misugi “Appena ti sarai un poco ripreso andremo a casa mia a cercarla va bene?”
Jun annuì. Passarono diversi minuti prima che il cuore del ragazzo tornasse a battere regolarmente ed i giovani potessero dirigersi verso la loro meta, ma quando vi arrivarono ovviamente Lily non era in casa. Per cercare di fare il punto della situazione e per capire il posti dove cercarla si sedettero sul divano, dove malauguratamente Genzo si sedette sopra al telecomando e fece partire la tv. Le immagini di un’operazione a cuore aperto partirono sullo scherzo facendo sobbalzare i presenti.
“Ma che roba è questa?” chiese il portiere alzando le sopracciglia curioso.
“Sono i telefilm che piacciono a Lily... questo in particolare è Grey’s Anatomy, ma guarda anche tutti i CSI ed NCIS...” rispose Taro affrettandosi a fermare il dvd così che non desse troppo fastidio a Jun, visto la recente operazione al cuore che aveva subito.
“Ma sono tutti piuttosto crudi! Non pensavo che a tua sorella piacessero cose così sanguinose...” replicò Genzo scuotendo la testa incredulo.
“Ah non lo dire a me... quando gliel’ho fatto notare ha stretto le spalle e mi ha detto che tanto aveva già visto un’operazione a cuore aperto e quindi non la disturbava la cosa...”
A quelle parole il viso di Jun cambiò immediatamente espressione, che cosa volevano dire quelle parole? Forse che non si era solo sognato di avere Lily accanto, mentre era in ospedale? Immerso in quei pensieri non si accorse nemmeno del campanello della porta che suonava e di Taro che andava ad aprire la porta lasciando entrare sua madre.
“Scusate il disturbo... sono solo passata per avvisare Jun che io e suo padre andiamo a Misashi per sistemare la casa per il ritorno, immaginavamo di trovarti qui...” disse dolcemente la donna guardando il figlio, ma mentre stava per dare voce ad una domanda Jun la interruppe bruscamente.
“Dimmi la verità mamma! Era Lily vero? Lily e non Amy mentre ero in ospedale! VERO?” il tono del ragazzo era piuttosto alterato, mentre la donna stringeva convulsamente il ventaglio.
“Oh Jun... si, si era lei... lei ti è stata accanto... lei era li nella stanza a vetri a guardare tutto quello che ti veniva fatto in quelle interminabili ore in cui eri in sala operatoria... lei era dove io e tuo padre non riuscivamo ad essere... era con te, anche se vi separava un vetro.” A quelle parole il cuore di Jun prese nuovamente a battere in maniera folle, costringendo gl’amici a spostarsi dal divano per farlo stendere, mentre Taro gli poggiava sopra una coperta leggera.
“Ti prego... dimmi tutto... adesso voglio sapere... voglio sapere!” la voce di Jun era affannata, ma il tono era deciso e non ammetteva repliche. Con un sospiro la madre del ragazzo prese a raccontare una verità che aveva giurato di tenere nascosta.
“Vedi tesoro, Amy non è mai venuta a trovarti in ospedale... la persona che vedevi sempre di sfuggita quando ti svegliavi era Lily... arrivava quando ti addormentavi e scappava appena aprivi gl’occhi...” fece una piccola pausa guardando la faccia del figlio che da confusa si faceva adirata quindi riprese prima che potesse interromperla “Ci ha chiesto lei di non dirti nulla... la vostra storia era finita, ma lei voleva ugualmente starti accanto nell’ombra...”
“E perché mi dicevate che era Amy, e perché lei non veniva a trovarmi?” chiese Jun alzandosi di scatto a fissare intensamente la madre negl’occhi.
“Lily ci ha chiesto di mentirti se mai ti fossi accorto di qualcosa... non voleva intromettersi ancora fra te ed Amy, dato che tu avevi fatto quella scelta e non so perché lei non venisse... ogni volta aveva una scusa diversa... l’unica a parte noi che ti è stata vicino era Lily... veniva tutte le sere appena ti addormentavi e vegliava su di te la notte... non so quante notti insonni abbia fatto al tuo capezzale...”
Frustrato Jun cercò di avventarsi fuori dalla porta, ma Tsubasa prontamente lo intercettò placcandolo.
“Cerca di calmarti! Non hai idea di dove sia e Nankatsu non è così piccola!”
“Ma io devo ritrovarla... dovessi passare tutta la notte fuori!” rispose con la voce incrinata dal dolore e dalla tristezza, mentre il suo sguardo viene attirato dalla pianta di orchidee posata sul davanzale della finestra “Quella è di Lily?” chiede rivolto a Taro, il quale annuisce non capendo il perché della domanda, mentre Jun si volge nuovamente a guardare la madre “Portava sempre lei i rametti di orchidee fresche vero?”
“Si caro... tutte le mattine o quasi... ha continuato siano a quando non è morta la madre...” dette queste parole la signora Misugi prese commiato dai ragazzi uscendo in strada dove il marito l’aspettava in auto. Per diversi minuti in casa nessuno disse nulla, il solo rumore udibile era il suono dei respiri. Con un sospiro più forte degl’altri Jun si decise ad alzare finalmente lo sguardo per posarlo sulla figura di Taro che in disparte guardava con occhi velati di lacrime una foto sua e di Lily di quando erano piccoli. Muovendo qualche passo Misugi lo raggiunse.
“Mi dispiace Taro... ho fatto soffrire l’unica persona che meritava soltanto di essere amata...”
“Non sei stato il solo a farle del male... io ho la mia dose di colpe...” risponde tristemente il giovane mentre una lacrima scende silenziosa lungo la gota e lesto Jun lo stringe a se in un abbraccio.
“Giuro che quando riuscirò a trovarla la renderò felice per sempre... l’amerò come merita... te lo giuro...” mormorò il ragazzo all’orecchio di Taro mentre questi annuiva, per poi sciogliere l’abbraccio e guardarlo dritto negl’occhi, domandando: “Ti prego solo di una cosa... non portarla ancora lontano da me...”
“Non lo farò mai... è una promessa!”
Un piccolo sorriso appena abbozzato aleggiò sulle labbra dei presenti mentre si avviavano fuori  casa per cercare Lily. Mettendo una mano in tasca Jun trovò l’anello che avrebbe voluto darle quella sera per suggellare il fatto che anche se fossero stati lontani lui non avrebbe mai smesso di amarla, purtroppo però quella giornata era andata totalmente storta e anche se fosse riuscito a trovarla, prima doveva convincerla che quello che aveva visto era stato solo un gigantesco malinteso. Aveva preso quell’anello il giorno stesso in cui Lily l’aveva visto in vetrina, era perfetto per lei. Correndo a perdifiato per le vie della città non smise un attimo di stringerlo nella mano, sperando ardentemente di trovarla.
 


Chiedo scusa con il ritardo con cui ho pubblicato, ma prima l’hd mi è morto quindi ho dovuto riscrivere il capitolo, poi mi hanno rubato il portafoglio =___= ed infine un sacco di neve... spalare non è affatto divertente... ç___ç
Un bacio a tutti!

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Capitolo 20
*** Ricordi dopo la Tempesta ***


...Ricordi dopo la Tempesta...

‘Erano gl’ultimi giorni di scuola prima della pausa estiva e Jun finalmente poteva riprendere posto nel suo banco dopo i mesi passati in ospedale e a fare riabilitazione. Con un piccolo sospiro aprì la porta della classe,  accolto dalle grida di giubilo dei suoi compagni. Mentre passava da una domanda all’altra, da un sorriso ad una pacca sulla spalla, Jun cercava con gl’occhi l’unica ragazza che davvero voleva vedere in quel momento. Poco dopo  l’insegnate costrinse i ragazzi ad andare al loro posto per iniziare la lezione, come tutte le mattine fece l’appello, e Jun non aspettava altro che arrivasse al cognome Misaki, per sapere se qualcuno sapeva perché non era venuta  a scuola, purtroppo però, quando avrebbe dovuto esserci il nome fatidico, la professoressa lo saltò a piedi pari, quasi come non fosse mai esistita. Frastornato il ragazzo si guardò attorno, notando solo in quel momento che mancava anche il banco. Con il cuore che gli martellava nel petto dovette aspettare la pausa pranzo per chiedere di Lily a qualcuno.
“Che fine ha fatto Misaki?” chiese con finta indifferenza al centrocampista della sua squadra, mentre andavano fuori per pranzare tutti assieme.
“Come non lo sai? Circa un mese fa sua madre è morta e lei adesso si è trasferita a Nankatsu col padre ed il gemello.” Fu la semplice e coincisa risposta ottenuta, ma che ebbe il potere di lasciarlo senza parole e con il cuore in gola. E così lei se ne era andata via. Via lontano da lui. Con la sua indecisione era riuscito a perdere anche Lily.
“No, non lo sapevo... nessuno mi aveva detto nulla.”
“Beh è normale. Visto l’intervento che hai subito, nessuno voleva metterti sotto pressione con questa notizia.”
“Cosa vuoi dire?” chiese Jun all’amico mentre addentava una mela.
“Ma dai capitano! È chiaro come il sole che tu hai sempre amato Lily e non Amy!”
Quella frase ebbe di nuovo il potere di lasciarlo senza parole, possibile che tutti si fossero resi conto dei sentimenti che lui provava e lui fosse stato tanto cieco? Fu silenzioso per tutto il resto della giornata scolastica e quando arrivò a casa l’unica cosa che disse fu:
“Voglio andare in vacanza a Nankatsu questa estate!” quindi salì di sopra in camera sua.’


Jun si riscosse da quel ricordo con ancora la tristezza nel cuore. Ieri l’avevano cercata, ma inutilmente. Purtroppo se Lily non voleva farsi trovare, non la si trovava. Ed ora lui stava per tornare a casa senza aver avuto la possibilità di chiarire la faccenda del bacio che Amy gli aveva dato a tradimento.  Con un sospiro prese di nuovo il cellulare e compose il numero della ragazza, ma come sempre gli rispose la segreteria telefonica, chiaro segno che l’aveva spento.  Furioso gettò il telefono sul letto e riprese a guardare fuori dalla finestra. Avrebbe tanto voluto che le vacanze non fossero finite, avrebbe voluto fermare il tempo e stare anche un momento solo con lei per spiegarle tutto.
“Jun ci sono i tuoi amici” lo chiamò la madre dal disotto ed il giovane, anche se un poco di malavoglia, scese per salutarli.
“Mi dispiace ma ieri notte non è nemmeno tornata a casa...” rispose Taro alla muta domanda che il viso dell’amico gli rivolgeva.
“Capisco...”
“Non abbatterti! Anche se torni a casa vedrai che le cose si sistemeranno!” cercò di rassicuralo Tsubasa posandogli una mano sulla spalla e facendo un timido sorriso.
“Ci penseremo noi a dire a quella testona come sono andate le cose.” Rincarò Genzo, mentre gl’altri due annuivano.
“Grazie amici... spero solo che sia come dite voi!” mormorò Jun sorridendo un poco rincuorato.
“Andiamo Jun è ora.” lo chiamò il padre e così tutti uscirono in giardino, dove la cameriera stava caricando l’auto con l’ultima valigia.
“A presto ragazzi e grazie!” li salutò il ragazzo salendo in macchina.
“Ciao Jun e fai buon viaggio!” lo salutarono in coro i ragazzi, mentre l’auto si avviava sulla strada. Il ragazzo guardava con aria assente e triste fuori dal finestrino e nemmeno i suoi genitori sapevano cose dire per rincuorarlo. Un sospiro triste gli increspò le labbra e gli fece alzare lo sguardo verso il cavalca via a cui stavano passando sotto, e là, posata contro la balaustra c’era lei, Lily che lo guardava andar via con le lacrime che le segnavano le gote. Jun non fece in tempo a dire che fermassero la macchina che lei era già sparita. Battendo un pugno contro il sedile Jun prese la sua decisione, quello stesso fine settimana sarebbe tornato a Nankatsu per chiarire con quella dolce testona.   

*

In piedi fuori dalla classe Lily guardava persa fuori dalla finestra, mentre Nessa accanto a lei si dondolava avanti ed in dietro, mentre aspettavano che l’insegnate di turno le chiamasse così che si potessero presentare ad i loro compagni. Un piccolo sbuffo sfuggì dalle labbra di Lily che riscossasi dai tristi pensieri che l’accompagnavano si volse a guardare l’amica.
“Hai pensato a cosa dire?” le chiese Nessa fermandosi e rilassando le braccia lungo il corpo.
“Credo che dirò sempre la stessa cosa... alla fine poco cambia... staremo qui solo qualche mese...” rispose Lily stringendosi nelle spalle, mentre andava a sistemare ancora una volta la gonna.
“Già... ricordo ancora il discorso che hai fatto quando siamo entrate alla Musashi...” ridacchiò la ragazza scuotendo la testa, mentre l’amica socchiudeva gl’occhi.
“Non credo però che questa volta ci sarà qualcuno che salterà su sconvolto chiedendomi se sono la davvero la sorella gemella di Taro.”
“Jun era sconvolto! Solo in seguito ho capito che lo era per via del fatto che vi eravate già conosciuti e non immaginava di certo che fossi sorella del suo amico...” rincarò Nessa dandole una gomitata ed ammiccando.
“Non credo che ci saranno altri Jun Misugi nella mia vita...” commentò ancora Lily andando a fissarsi la punta delle scarpe con aria triste ed assente.
“Solo perché sei una sciocchina! Accendi quel dannatissimo telefono! Sono certa che avrai mille chiamate e mail da parte sua!” sbotto stizzita l’amica cercando di rubarle il cellulare così da poterlo accendere.
“Vorrei, ma ho paura!”
“Ma di cosa!?” chiese esasperata Nessa, mentre qualche lacrima scendeva lungo le guance di Lily.
“Che non sia stato tutto solo un malinteso... che sia tornata davvero per riprenderselo...”
Nessa stava per replicare qualcosa, ma la porta dell’aula venne aperta costringendo Lily a riprendersi in meno di mezzo secondo e sfoderare il migliore dei sorrisi che possedeva.  Entrando in classe vide immediatamente Taro e Tsubasa seduti  allo stesso banco con dietro Ishizaki. Di certo dopo avrebbero voluto affrontare l’unico argomento del quale non voleva parlare e la faccia del suo gemello non preannunciava nulla di buono e così dopo essersi presentata attese nervosamente la fine delle lezioni, cercando di sgattaiolare via dalla scuola senza cadere nelle grinfie del magico terzetto a cui di certo Nessa si sarebbe unita...

 

Questa volta sono riuscita ad aggiornare in tempi decenti ^^ spero che vi piaccia...
Baci, Baci!

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Capitolo 21
*** Listen to your Heart ***


Listen to your Heart

La fredda pioggia autunnale bagnava il cortile della scuola e Lily seduta al banco non riusciva a concentrarsi minimamente sul compito in classe che aveva dinnanzi agl’occhi, siccome il suo sguardo era continuamente attirato fuori. Un piccolo sospiro le sfuggì dalle labbra mentre cercava per l’ennesima volta di riportare lo sguardo sul foglio pieno di esercizi di chimica. Cercò di leggere il primo problema, ma le parole che le erano sempre state familiari, in quel momento le parevano una lingua strana ed incomprensibile. La chimica le piaceva, era una delle sue materie preferite, ma in quei giorni non riusciva proprio a trovare la concentrazione. Una saetta illuminò il cielo in quel tardo pomeriggio facendole riportare nuovamente lo sguardo fuori dalla finestra. Cercando di non farsi vedere, con una mano prese l’ipod e dopo essersi messa l’auricolare ed aver abbassato il volume al minimo lo accese. La canzone che partì la lasciò per un attimo piuttosto sconcertata.

I know there's something in the wake of your smile
I get a notion from the look in your eyes yeah
You've built a love but that love falls apart
Your little piece of heaven turns to dark

Oscurità. Già, era proprio lì che Lily era precipitata dopo aver visto il “bacio” fra Jun ed Amy. Oscurità dalla quale non riusciva ad uscire. I sorrisi che rivolgeva agl’amici erano solo pallidi ricordi se confrontati a quelli che le illuminavano il viso una volta. Fingeva di stare bene, ma in realtà, quando il buio cavala avvolgendola le lacrime tornavano a bagnarle le gote, eppure ogni mattina andava avanti. Ormai erano passate quasi due settimane da quel giorno e la sua vita frenetica fatti di allenamenti, partite e scuola l’aveva assorbita quasi del tutto. Per non pensare si era gettata anima e corpo in quello che più amava.

Listen to your heart 
When he's calling for you
Listen to your heart
There's nothing else you can do
I don't know where you're going
And I don't know why
But listen to your heart
Before you tell him goodbye

Ascoltare il suo cuore? No, per Lily non era affatto facile. Più che il cuore in lei era la mente a comandare. Spesso irrazionale. Quasi sempre irrazionale, testarda e orgogliosa. Testarda. Sempre e comunque. Lei sarebbe andava avanti per la sua strada senza prestare orecchio ad i consigli che le venivano dati. Un altro piccolo sospiro le increspò le labbra mentre con la matita scarabocchiava un piccolo cuore spezzato nell’angolo del foglio. Per un attimo gl’occhi di Nessa corsero verso di lei e dopo averle lanciato una severa occhiata carica di significato, tornò a concentrarsi sul proprio foglio.

Sometimes you wonder if this fight is worthwhile
The precious moments are all lost in the tide yeah
They're swept away and nothing is what it seems
The feeling of belonging to your dreams

Lottare contro il mondo... ecco a cosa era abituata Lily. Le avversità non l’avevano mai spaventata, anzi l’avevano resa la donna che era ora. Ma ora lottare contro tutto e tutti le risultava difficile, vi erano momenti in cui quasi faticava a respirare cercando di mantenere la sua folle posizione su tutta quella faccenda. Il dolore si accentuava soprattutto quando vedeva l’amore segreto fra Taro e Tsubasa, i significati nascosti dietro i piccoli gesti. Alzando ancora una volta gl’occhi dal foglio posò lo sguardo su di loro, con una mano scrivevano il compito, mentre con l’altra si cercavano affettuosamente sotto il banco. Feriti gl’occhi di Lily si chiusero di nuovo precipitando in una marea di ricordi. Annaspando cercò di fuggire da questi, mentre il respiro le si mozzava e la mano di Nessa appariva come dal nulla salvandola da quel mare di oscurità in cui stava annegando. Quando ritrovò di nuovo il controllo di se, il ritornello era passato nuovamente, lasciando il posto all’ultima strofa della canzone, mentre nessuno a parte l’amica si era accorta di qualcosa.

And there are voices that want to be heard
So much to mention but you can't find the words
The scent of magic, the beauty that's been
When love was wilder than the wind

“Accendi quel telefono!” le soffiò Nessa riprendendo a scrivere e lasciandole andare la mano che pochi attimi prima aveva afferrato. Scuotendo la testa Lily tornò a guardare la pioggia fuori dalla finestra, le gocce scendevano lungo i vetri come tante lacrime. Mille parole erano stare dette dopo quell’accaduto. Taro, Tsubasa, Genzo... tutti erano andati da lei per dirle che quello che aveva visto era stato solo un grossissimo malinteso, ma lei aveva dato sempre e solo la stessa risposta: “Ci crederò solo quando sarà lui a dirmelo...”, ma ancora non si erano visti. Da Taro aveva saputo che Jun il fine settimana successivo era venuto a Nankatsu a cercarla, ma lei ovviamente era in trasferta per una partita e quello dopo, mentre lei lo aspettava, lui era lontano a giocare. Gl’eventi sportivi non erano proprio dalla loro parte e di certo nemmeno quella settimana si sarebbero potuti vedere, siccome entrambi erano sarebbero stati in ritiro con le rispettive nazionali. Una folata di vento scosse la finestra, mentre Lily si alzava e consegnava quel poco del compito che era riuscita a fare. Tornando poi a sedersi prese il cellulare. Ormai era spento da ben due settimane. La mano le tremava. Aveva paura, ecco cosa in realtà  le diceva il suo cuore. Aveva paura di accendere quel dannatissimo apparecchi e non trovarvi assolutamente nulla. Chiuse gl’occhi cercando quel poco di coraggio e di forza che ancora le restava e nel mentre sentì una leggera pressione sulla mano. Aprendo di scatto le palpebre incontrò il sorriso di Nessa, mentre il cellulare di accendeva e la campanella suonava. Colta alla sprovvista da tutte quelle cose messe assieme Lily gettò l’apparecchi infondo alla borsa e raccolta la sua roba corse fuori dalla classe. Il cuore le martellava forte... ma non aveva il coraggio di fermarsi e guardare...

But listen to your heart
Before you tell him goodbye

 

 

Ed ecco i pensierini della nostra Lily… a volte è molto testarda, sono certa che se la si sbattesse contro il muro crollerebbe il muro... XD Ma non temete... presto finirò si assillarvi... XD
Baci, baci!

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Capitolo 22
*** Messaggi d'Amore ***


...Messaggi d’Amore...

Arrivata a casa Lily gettò lo zaino sul letto sbattendo la porta dietro di se. Il cuore che le martellava incessante nel petto. Nessa le aveva acceso il cellulare, ma lei ancora non ci aveva messo il pin. Sospirando appena andò a sedersi sul letto, mentre cercava di calmarsi. Con mano tremante prese il telefono e dopo aver spinto qualche tasto e digitato il codice lo posò sul comodino, scappando immediatamente di sotto a fare merenda, in realtà non aveva fame, ma voleva solo uscire da quella stanza. Passeggiando avanti ed indietro davanti al frigorifero, alla fine decise di prendere una merendina al cioccolato ed un succo. Mangiò con deliberata lentezza e quando alla fine si decise ad andare nuovamente in camera e guardare l’apparecchio vide che vi erano almeno una ventina di messaggi. Dopo aver cancellato le chiamate di Taro, Tsubasa e Genzo si ritrovò comunque con una quindicina di messaggi di Jun. Scorrendo indietro con le date trovò il primo che altro non era che una chiamata. Evidentemente era la prima cosa che aveva cercato di fare. Il secondo invece...

                Jun: Lily, dove sei? Ti prego rispondi...
            Sai che domani mattina devo partire, permettimi
            di chiarire questa stupida faccenda, ti prego!

Stupida faccenda? Forse lo era stata davvero. Forse aveva davvero frainteso tutto. Era scappata prima che potesse vedere l’evolversi della situazione, ma aveva avuto paura, una paura terribile. Cancellò ancora qualche messaggio di chiamate ed arrivò al messaggio successivo.

                Jun: Ti ho vista mentre andavo via... E’ stato
            tutto un malinteso, ma non posso spiegartelo
            per mail, devo vederti!

E così l’aveva vista. Sapeva che i loro occhi per una frazione di secondo si erano incontrati, ma sino a quel momento non ne aveva avuto la certezza. Sospirando si mise a sedere sul letto. Quel pomeriggio era andata su quel cavalcavia per vederlo, vederlo da lontano andare via, senza avere il coraggio di parlargli. Le paure che le avevano attanagliato il cuore sino a quel momento si erano disciolte come neve  al sole, ma ancora qualcosa la fermava. Qualcosa di inconscio la tratteneva. Scorse ancora la lista delle mail ricevute.

                Jun: Buon giorno amore, so che hai ancora
            il telefono spento, non vedo l’ora che tu lo
            riaccenda, così potremo chiarire finalmente
            questa faccenda, sto malissimo senza di te!

Sospirando pesantemente Lily si stese sul letto appoggiando la testa sul cuscino. Anche lei stava malissimo senza di lui, anche se fino a quel momento aveva giurato a mari e monti che non le importava, che stava bene anche senza Jun, ma la realtà era ben diversa dalla menzogna che si era creata attorno. Con una mano si strofinò gl’occhi riprendendo quindi a leggere qualche altro buon giorno e buona notte. Le aveva anche mandato una mail dicendole che aveva provato a chiamarla a casa quando lei era fuori per l’allenamento, la verità però era che lei era in casa, chiusa in bagno nella speranza che Taro non la scoprisse e così era stato. Quando la conversazione era terminata, era sgattaiolata fuori ed aveva finto di rientrare. Come sempre Taro non si era accorto di nulla, ma l’aveva immediatamente informata dalle chiamata, cercando poi un approccio diplomatico al discorso, sicuramente la cosa gli era stata suggerita da Tsubasa, ma dato l’umore nero di Lily aveva desistito immediatamente. Scorrendo ancora la lista arrivò all’ultimo messaggio, sembrava fosse una poesia:

Jun: ricordo ancora bene il giorno in cui ti incontrai,
            il mio debole cuore di giglio batteva all’impazzata,
            non saprei se per la corsa o la tua bellezza,
            E’ stato bello avere per anni un giglio,
            forte quanto te, accanto,
            ho commesso tanti errori,
            lo so, ti prego, torna da me,
ho bisogno del tuo amore per vivere!

Che Jun fosse un poeta lo sapeva da diversi anni ormai, almeno da quando la prima volta le aveva lasciato una poesia dentro l’armadietto. Trovarla aveva fatto battere il cuore di Lily all’impazzata. Ricordava ancora con che aria sognante l’aveva mostrata a Nessa, facendole notare l’impeccabile e perfetta calligrafia di Jun. Alzandosi dal letto accese lo stereo facendo partire il cd che da giorni non face altro che ascoltare, un’insieme di musiche di Yiruma che, ovviamente Misugi aveva suonato al piano e registrato solo per lei. Socchiudendo gl’occhi si lasciò andare a quella melodia, River flows in you, cercando poi nell’armadio le punte, se le mise e poggiata alla sbarra che il padre le aveva messo infondo alla parete della camera prese a fare qualche passo di riscaldamento. Danzare le piaceva ancora, soprattutto lo faceva per scaricarsi e pensare. Le note ed i passi scivolavano su di lei, mentre volteggiava per la stanza ad occhi chiusi e concentrata com’era nemmeno si era resa conto degli sguardi di Taro e Tsubasa che avevano aperto la porta preoccupati perché non gli aveva risposto. Volteggiò sulle punti per quasi una mezz’ora e quando finalmente decise di smettere aveva preso la sua decisione. Tornò al letto e prese in mano il cellulare iniziando stentatamente a scrivere una mail.

                Lily: Credo che sia ora di chiarire...
                ma non mi chiamare, non voglio farlo per telefono!
                Vediamoci il prossimo fine settimana, questo non posso,
                sono in ritiro con la nazionale...

Premette invio senza nemmeno rileggere quello che aveva scritto, era preoccupata che la forza che aveva trovato vacillasse. Adesso doveva solo aspettare la risposta del giovane che non si fece attendere molto a lungo, quasi un attimo dopo che aveva inviato il messaggio era giunta la risposta.

                Jun: ...va bene Lily... non vedo l’ora che venga quel momento...

Letta la risposta la giovane scese di sotto dove trovò Taro intento a preparare la cena con Tsubasa che ovviamente gli stava dando fastidio. Silenziosa si sedette a guardarli ripensando a quando anche lei si era trovata in quella situazione. La sua mente vagò come fosse in un sogno, si vide preparare la cena con Jun che teneva in braccio il loro bambino.  Quell’immagine le piacque molto e le parole quasi le uscirono da sole di bocca:
“Il prossimo fine settimana... devo solo aspettare...”
Gl’occhi di Taro e Tsubasa a quelle parole appena sussurrate s’incontrarono ed un sorriso complice gli colorò le labbra, sorriso che Lily non vide, troppo impegnata a fantasticare.

 

Ed eccomi qui a pubblicare un altro capitolo sei pensieri della nostra Lily... almeno questa volta si è decisa a mandargli una mail... e peccato per lei che non abbia visto il sorriso fra Taro e Tsubasa... anche perché... quei due assieme a Nessa stanno per combinarne  una davvero moltooo grossa XD alla prossima! Baci!

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Capitolo 23
*** Il ritiro ***


Il ritiro

La porta della camera si chiuse con un leggero rumore, ma Lily non vi fece caso siccome sapeva che la sua compagna di stanza sarebbe rientrata un poco dopo di lei, siccome voleva allenarsi ancora. Ignorando completamente questo evento la giovane riprese ad asciugarsi i capelli, mentre i suoi pensieri ripercorrevano la giornata che aveva appena trascorso. Era partita la mattina presto assieme alle sue compagne prendendo il treno per raggiungere la destinazione del ritiro ed appena avevo raggiunto il vagone loro destinato vi aveva trovato Taro e gli altri della nazionale giovanile di calcio, aveva infatti scoperto proprio il giorno prima che per qualche strano motivo avevano organizzato anche loro un ritiro nello stesso luogo! E nello stesso hotel. Quando poi aveva visto Jun il cuore di Lily non aveva retto e così assieme a Nessa era fuggita il più possibile lontano da lui, almeno quanto la carrozza lo permettesse. Gli aveva scritto che si sarebbero chiariti, ma di certo non si aspettava di trovarselo lì. Non era ancora psicologicamente pronta a quell’incontro. Fortunatamente avevano avuto una giornata pienissima e fra l’arrivo in albergo il pranzo e poi subito agli allenamenti, Lily non avevo avuto altre occasioni per pensare a lui o per vederlo. Sospirando pesantemente spense il phon e lo poggiò sul lavandino, sistemandosi poi la canotta le culottes, non era un problema per lei uscire dal bagno così poco vestita, tanto aveva fatto così tante volte la doccia con le sue compagne che non vi erano segreti fra di loro. Aprendo la porta il suo sguardo cadde immediatamente sulla persona che sedeva sul letto, decisamente poco vestita ed il suo cuore prese a battere a mille mentre richiudeva di scatto la porta.
“Oh mio dio! Oh mio dio! Tu cosa ci fai qui!?” disse agitata verso la porta chiusa.
“Lily...cosa ci fai tu . . .?”  
“Questa è la mia camera! Come che ci faccio qui!” sbottò la ragazza aprendo nuovamente la porta e guardando Jun dritto negl’occhi, con il cuore che le martellava violentemente nel petto.
“Sono certo che questa sia la camera che mi è stata assegnata, ma ora vado subito a chiedere!” mormorò il ragazzo tornando alla propria valigia per rivestirsi, anche Lily raggiunse la sua mettendosi a frugare al suo interno.
“Va bene! Questa cosa non ha senso!” disse più a se stessa che a lui.
“Ehm... Lily... abbiamo un problema!”
“E adesso cosa c’è?!” chiese lei alzando gl’occhi al cielo prima di volgersi verso di lui e guardar darlo mentre le mostrava la porta che non si apriva, qualsiasi tentativo il ragazzo facesse.
“Ma stiamo scherzando!?” urlò quasi lei dopo aver attraversato di corsa il letto ed aver armeggiato con la porta per qualche minuto “Adesso chiamo Taro... lui ci aiuterà” detto questo riattraversò la stanza e arraffò il cellulare componendo il numero del gemello, il quale dopo pochi attimi rispose:
“Ciao Lily! Dimmi!” la sua voce era gioviale come sempre.
“Sei in albergo?” gli chiese immediatamente siccome sentiva diversi rumori di sottofondo e anche qualche risata sommessa.
“No, mi spiace... sono uscito con Hikaru, Nessa e Tsubasa... siamo in un locale dall’altra parte della città perché?”
“Perché? Perché? Perché adesso sono leggermente chiusa in camera assieme a Jun e la porta non si apre! Sarà meglio che veniate ad aprire!” urlò lei al microfono del cellulare su tutte le furie.
“Ma Lily... siamo dall’altra parte della città... mi dispiace!” mormorò Taro tutto contrito, mentre le risate in sottofondo si facevano più forti ed evidenti.
“Ti giuro che se scopro che c’entri qualcosa a casa ti uccido!” sbottò chiudendo immediatamente la telefonata e tornando a guardare Jun rossa di rabbia in viso. Per diversi minuti fra i due ragazzi regnò il silenzio più assoluto.
“Quindi siamo bloccati qui?” chiese timidamente il giovane, cercando di non farla irritare ancora di più.
“Già” rispose lasciandosi cadere fra i cuscini con solo l’intimo addosso.
“Allora... ehm... io vado a fare una doccia...” disse Jun cercando di non guardare il corpo perfetto di Lily steso invitante davanti a lui.
“Va bene... io dormo allora! Buona notte!” dette queste parole si mise sotto le coperte e spende la luce sul comodino dalla sia parte.
“Notte...” disse Jun entrando in bagno.
Per quanto fosse stanca, il suo cervello si ostinava a non volersi spegnere. Sapeva benissimo che quella era un’occasione perfetta per chiarire, ma non ci riusciva. Forse essere “arrabbiata” con lui era più semplice che mettere a parole i sentimenti ingarbugliati che provava. Immersa nella semi oscurità della camera Lily ascoltò il suono dell’acqua della scendeva dalla doccia, cercando di scacciare lontano tutti i birichini pensieri che le erano saliti alla mente. Quasi quindici minuti dopo Jun uscì dal bagno e prontamente lei finse di dormire, anche se in realtà il suo corpo era teso e con i sensi all’erta controllava ogni suo minimo movimento. Lo sentì aprire la valigia e prendere qualcosa per poi alzare le coperte e stender visi sotto. Il cuore di lei martellava ad un ritmo pauroso e quasi aveva paura che lui se ne accorgesse.
“Lily... dormi?” le chiese in un sussurro e siccome non ricevette risposa dalla ragazza si mise più comodo preparandosi per dormire. Il suono di un messaggio che arrivato sul cellulare di Lily la fece sbuffare infastidita, mentre allungava il braccio per vedere chi le aveva scritto.
“Ma allora sei sveglia!” disse Jun.

Nessa: smettila di far finta di dormire!
Questa è la tua grande occasione!

A quelle parole gl’occhi di Lily si sgranarono e per qualche attimo si guardò attorno per la stanza, come a cercare telecamere nascoste, quindi rispose.

                Lily: Ma hai installato delle telecamere? O_O

“Si, sono sveglia...” mormorò in direzione del ragazzo dandogli però ancora le spalle e prima che il giovane potesse replicare il telefono suonò di nuovo.

Nessa: No, ma so che lo vuoi... chiarire!
E poi ti conosco. Datti una mossa!

Scuotendo esasperata la testa Lily posò nuovamente l’apparecchio sul comodino, mentre avvertiva il corpo di Jun che piano, piano si avvicinava a lei.
“Senti Lily... non credi che questa sia un’ottima occasione per chiarire?” iniziò Jun cercando di sondare il terreno per non cadere in un campo minato e siccome il silenzio della giovane ancora perdurava prese il coraggio a 4 mani e dolcemente le carezzò la spalla, facendole correre un lungo e piacevole brivido lungo la schiena.
“Si... direi che è il momento...” mormorò lei voltandosi verso di lui per guardarlo dritto in viso. La stanza era semi illuminata dalla luce al neon che filtrava dalla tapparella che non avevano chiuso quindi potevano distinguersi quasi nettamente.
 “Lily . . . mi spiace per questo . . .ehm . . .fraintendimento, Amy ora è andata sparita, io non voglio avere più nulla a che farci.’
“E se dovesse tornare ancora Jun? Quella ragazza è imprevedibile e per quanto tu non voglia averci nulla a che fare riesce sempre a farci del male...” adesso che dava voce al pensiero che per notti intere l’aveva tormentata iniziava a sentirsi meglio.
'Noi la cacceremo . . . assieme!' le mormora dolcemente attirandola verso di se in un tenero abbraccio, per poi delicatamente posarle un bacio sulla fronte.
“Ti amo Jun!” mugugna Lily alzando il viso per guardarlo in quella semi luce e far si che finalmente le loro labbra potessero tornare a sfiorarsi in un dolce bacio carico di passione. Un bacio dolce ed intenso.
“Ti amo anche io tesoro!” rispose dolcemente sulle labbra della ragazza, che presto tornò avidamente a baciare. Finalmente Lily era di nuovo sua e questa volte niente e nessuno l’avrebbe portata via da lui. Avide, le mani di Jun iniziarono a scendere lungo il corpo semi coperto di lei provocandole dolci brividi lungo la schiena, mentre i baci divennero sempre più ardenti e focosi. Si staccavano soltanto quando il bisogno d’aria era impellente e subito dopo ansanti tornavano a baciarsi. I loro corpi fremevano di una passione che da mesi avevano costretto nel silenzio del loro cuore. Con delicatezza la mano di Jun s’insinuò sotto la canottiera di lei andando a carezzarle con delicatezza il seno così da farla fremere ad ogni suo tocco. Birichina Lily gli tolse la maglietta, mentre il suo cellulare prendeva a suonare annunciandole l’arrivo di una mail, ma lei lo ignorò, andando ad attaccare il collo di Jun con focosi baci e piccoli morsi che ebbero il risultato di farlo gemere. Un piccolo sorriso si aprì sul viso di lei, mentre anche il ragazzo andava a sfilarle la canotta così da poter ammirare il suo corpo prefetto, temprato dai duri allenamenti di pallavolo e dalle ore di danza, ma quell’esame non durò a lungo, siccome il desiderio che aveva di lei lo spinse ad andare con le labbra a stuzzicarle i capezzoli facendola gemere ed inarcare contro di se. Le mani di Lily scorsero fra i suoi capelli forse un poco tirandoli ad ogni ansito di piacere, mentre prendeva a scendere verso il suo torace con la punta delle dita. Con un sospiro di piacere Jun ricadde fra i cuscini, permettendo così a lei di poggiarsi contro il suo petto andando a baciarlo dolcemente sulle labbra, mentre la sua mano curiosa scendeva sotto l’elastico dei suoi boxer andando ad accarezzare la sua virilità evidentemente eccitata. Sorridendo maliziosa prese a far scorrere la mano su e giù ad un ritmo quasi ipnotico, mentre il ragazzo affondava la testa sotto al cuscino per evitare di urlare di piacere. Il tocco di Lily aveva il potere di sconvolgerlo. Le sue mani si mossero da sole andando infine a toccare la parte più intima di lei, così da poter almeno in parte restituirle il piacere che gli stava regalando. Avevano fatto l’amore solo una volta, ed era stato meraviglioso. Inondati di desiderio che bruciava loro nelle vene come fuoco ardente, i due giovani si liberarono ben presto dei pochi indumenti e finalmente si unirono nel vortice della passione. Fecero dolcemente l’amore, stretti l’uno all’altra come se quella fosse l’ultima cosa che avrebbero fatto nella loro vita. Il bisogno che avevano di stringersi, accarezzarsi e baciarsi era immenso, dati i lunghi e dolorosi mesi che avevano passato lontani a reprimere quello che provavano. Alla fine vennero assieme crollando stanche e soddisfatti fra i cuscini. Immediatamente Jun strinse Lily a se.
“Lily... cosa abbiamo fatto...” mormorò Jun stringendola dolcemente contro il suo torace nudo mentre le carezzava con la mano i capelli.
“Lo sai cosa abbiamo fatto sciocchino...” rispose lei dandogli un bacio sul naso mentre prendeva il telefono e leggeva le sue mail che Nessa le aveva mandato:

            Nessa: Brava Lily vai così!

Questo era il primo messaggio che le era arrivato, appena lei e Jun avevano iniziato a baciarsi, mentre il secondo recitava:

                Nessa: Scommetto che ora siete
            moltooo soddisfatti... :P

Sconcertata la ragazza fece vedere a Jun i due messaggi con il risultato di farlo scoppiare a ridere mentre lei con sguardo furbetto si avvicinava al suo orecchio e gli sussurrava qualcosa, facendolo annuire e scoppiare a ridere nuovamente.
“Va bene... “ disse solo prima che il sonno cogliesse entrambi portandoli alla dolce corte di Morfeo.

 

Il mattino seguente quando Nessa e gl’altri arrivarono di sotto per fare colazione trovarono Jun e Lily seduti a sue tavoli opposti che si davano le spalle. Alzando un poco le sopracciglia i ragazzi si avvicinarono. Tsubasa e Hikaru raggiunsero l’amico, mentre gl’altri due la ragazza.
“Allora ieri sera?” chiese il capitano abbastanza incuriosito siccome anche lei era complice della cosa.
“Ieri sera?” iniziò Jun finendo il suo cappuccino per poi guardare in faccia l’amico “Niente di più che una bella scopata.” Quindi si alzò lasciando la stanza e gl’amici basiti, siccome anche Lily aveva dato la medesima avvelenata risposta ed ora si rifiutava categoricamente di dire altro sull’argomento. Quando alla fine infastidita dalle domande si alzò sbottò in direzione dei ragazzi “Avete fatto bene a chiuderci dentro! Almeno adesso posso metterci una pietra sopra!” e lasciò la stanza molte velocemente

Scusate per il ritardo con cui vado a pubblicare questo capitolo, ma purtroppo ho avuto qualche problema nella mia vita... spero che vi piaccia ^^

Baci!

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Capitolo 24
*** Ritorno a Casa ***


...Ritorno a Casa...

Il ritiro era terminato ed ora sul treno i ragazzi stavano ridendo e scherzando fra di loro, anche se lo scherzo che Lily e Jun avevano fatto ad i loro amici non era andato a genio a tutti, ma per loro era stato davvero uno spasso. Far credere che invece di far pace si erano dati semplicemente al sesso per poi tagliare i ponti era stato esilarante per i due innamorati, un po’meno lo erano state le robacce che si erano detti durante il giorno quelle poche volte che s’incontravano , non volendo quelle parole li avevano feriti, ma poi la sera nascosti nelle camere avevano leccato ognuno le ferite all’altro decidendo che il giorno dopo sarebbero andati di sotto mano nella mano dicendo dolci smancerie romantiche e così era stato. Ora Lily sedeva sulle ginocchia di Jun ridendo e scherzando con Tsubasa, Nessa e Hikaru. Scuotendo la testa gl’occhi della giovane si posarono un attimo sulla figura di Taro, che curva, sedeva in disparte con il viso afflitto. Qualcosa lo faceva stare male e lei forse sapeva cosa o meglio chi fosse. Diede un bacio sulla fronte di Jun e si diresse verso il gemello, che non si accorse di lei sino a quando non le fu dinnanzi.
“Oh Lily... Hai bisogno di qualcosa?” le chiese alzando appena lo sguardo triste.
“Solo bisogno di parlare con te e Tsubasa... mi raggiungete alla fine della carrozza?” detto questo fece cenno ad Ozora di seguirla e quando anche Taro li raggiunse incrociò le braccia sotto al seno guardandoli con severità.
“Allora... cosa c’è che non va? E non ditemi che è ancora per lo scherzo che non vi credo!” esordì lei con tono sicuro guardando prima uno e poi l’altro. Sul viso del suo gemello in quell’attimo erano passate mille emozioni, ma si ostinava a restare in silenzio. Anche Tsubasa non era da meno e trascorsi così quasi cinque minuti la ragazza scosse il capo.
“Avanti ragazzi... non fatemi fare l’indovina... anche se con voi non è difficile... voglio solo aiutarvi...” altri minuti di silenzio seguirono quella frase ed alla fine, alzando gl’occhi al cielo, Lily  aggiunse “Come volete...” prese quindi ad allontanarsi, aveva già la mano posata sulla maniglia per rientrare in carrozza quando la voce di Taro la fece fermare.
“Aspetta... è solo che sono stufo di nascondermi! Anche io voglio poter fare come te con Jun... voglio far vedere al mondo che amo Tsubasa, ma lui non vuole... lui vuole che teniamo tutto nascosto...” la voce del giovane si spezzò e qualche lacrima prese a scendergli lungo le gote pallide.
“Io ho solo paura...” mormorò Ozora con il viso sempre più triste “Paura di quello che potrebbero farti... noi siamo diversi... molti non ci accetteranno...” stava per aggiungere qualcos’altro ma la mano di Lily andò immediatamente a zittirlo.
“Voi non siete diversi in niente! Siete due ragazzi che si amano... che cosa c’è di male in questo?” sorrise dolcemente andando a posare le mani su di una gota dei ragazzi che le stavano dinnanzi “Voi siete esattamente come me e Jun o Nessa e Hikaru... e se poi qualcuno dovesse dire o fare qualcosa... sarete un sostegno l’uno per l’altro... una spalla su cui piangere... non abbiate paura ed urlate il vostro amore al mondo!” carezzò entrambe le guance asciugando poi le lacrime di Taro ed abbracciandolo “Io vado di la... decidete quello che volete fare...” dolcemente aprì la porta e prima che si potesse chiudere Tsubasa mormorò un ‘grazie’ mentre stringeva e se il piccolo Misaki. Con un dolce sorriso dipinto sulle labbra Lily tornò a sedere al suo posto guardata con occhio molto curioso da Nessa che si avvicinò per chiederle a bassa voce:
“Allora?”
“Forse ci siamo...” rispose ammiccando. Passarono ancora diversi minuti prima che Tsubasa e Taro rientrassero nello scompartimento riservato alle due nazionali, anche se ormai erano rimasti in pochi, dato che quasi tutte le ragazze della squadra di pallavolo erano scese. Inclinando appena le testa di lato, la giovane rivolse una muta domanda all’attenzione del gemello, il quale rispose annuendo e strappandole così un altro sorriso. Un piccolo colpo di tosse da parte di Tsubasa attirò l’attenzione di tutti, mentre la mano di Taro stringeva sempre più forte quella del compagno.
“Ecco... io e Taro volevamo dirvi una cosa...” iniziò un poco titubante il capitano della nazionale, in campo non vacillava mai, ma in quel momento non sapeva nemmeno lui che pesci prendere e da dove partire. Guardando il rincuorante sorriso di Lily e dando poi un bacio fra i capelli di Taro che si era accoccolato sulla sua spalla riprese a parlare “Il fatto è che... ecco... io e Taro ci amiamo e stiamo assieme...” dette quelle parole strinse a se il corpo del giovane che un poco tremava guardando le facce dei loro amici che piano, piano dopo qualche momento si aprivano in sorrisi.
“Ci chiedevamo quanto ci avreste messo per dircelo...” ridacchiò Kojiro scuotendo la testa e fissandoli come se stesse guardando due prede “Stavamo facendo anche qualche scommessa... credo che qualcuno mi debba dei soldi!” aggiunse ancora volgendosi ed ammiccando verso Genzo, chiaro segno che avrebbe potuto anche ripagarlo in altro modo.
“Scommesse? Ma... ma come!? Io credevo che non vi foste accorti di nulla!” mormorò stupito Tsubasa portandosi una mano dietro la testa imbarazzatissimo, mentre anche Taro arrossiva.
“Beh la cosa era piuttosto evidente... e poi anche io sto con un ragazzo, i segni li riconosco, non come  Ishizaki che è caduto dal pero mentre ne stavamo parlando!” Genzo gli assestò una sonora pacca sulla spalla che per poco non lo fece finire faccia a terra.
“Beh ecco io... non è che mi soffermassi molto a guardare loro...” sbottò il ragazzo massaggiandosi la spalla.
“Oh lo sappiamo... eri troppo intento a guardare le forme di Lily per renderti conto della cosa...” obbiettò Kojiro con il risultato di far arrossire sia Lily che Ishizaki, mentre Jun si volgeva verso di lui con aria minacciosa.
“Giuro ho smesso! Lo giuro!” si affrettò  a scusarsi il ragazzo facendo scoppiare a ridere tutti i presenti nello scompartimento.
“Quindi non vi crea problemi?” si azzardò alla fine  a chiedere Taro abbracciando alla vita Tsubasa.
“Ovviamente no!” la voce di Hikaru arrivò come una soffio di vento primaverile alle loro orecchie “ho saputo che vi siete messi assieme praticamente il giorno dopo... Queste due ne hanno parlato parecchio... ed erano anche molto eccitate della cosa...” scosse il capo alquanto sconcertato mentre Nessa gli rifilava una gomitata fra le costole.
“Dilettante! Non capisci nulla della bellezza dello Yaoi! Ah proposito...” mormorò rivolta verso Lily “Hai letto l’ultima fan che ha pubblicato la nostra autrice preferita?!”
Gl’occhi delle due giovani s’illuminarono e sedutesi assieme iniziarono a parlare dell’ultimo capitolo, a quanto pareva parecchio hentai, che era stato postato. Giunti a Tokio i ragazzi dovettero salutare gl’amici che stavano per cambiare treno.
“Mi mancherai!” mormorò Lily sulle labbra di Jun, mentre questo la stringeva a se.
“Anche tu, ma sabato dopo la partita ti raggiungo!”
“Promesso?”
“Certo amore... adesso devo scendere... ti amo tanto!”
“Anche io!”
Si diedero un ultimo bacio appassionato poi Jun scese al volo dal treno sparendo fra la folla, mentre quello di Lily riprendeva la sia corsa. Purtroppo anche Nessa e Hikaru si erano dovuti separare e così le due amiche presero posto vicine per le restanti ore di viaggio. Scesi alla stazione di Nankatsu i ragazzi fecero la strada assieme abbandonando il gruppo a mano a mano che arrivano alle rispettive case. Alla fine erano rimasti solo Lily e Taro a camminare lungo la strada mentre il sole tramontava alle loro spalle tingendo tutto di rosso ed oro.
“Grazie Lily... se non ci fossi tu...” iniziò a dirle Taro, ma lei lo zittì prendendogli la mano ed aggiungendo:
“Ci sarò sempre per te... volente o nolente sono la tua gemella... sarai sempre una parte di me!” con la mano libera aprì il portone di casa scorgendo la luce in cucina ed il padre che li salutava dalla finestra. Finalmente era tornato dal suo viaggio. Sorridendo i due gemelli entrarono in casa chiudendo fuori il freddo della sera.
Ichiro aveva portato alcuni regali per i suoi figli i quali provvedevano a scartarli subito dopo cena. Strappando la carta lilla che avvolgeva il regalo, Lily si trovò fra le mani un bellissimo dipinto di un giglio ed una rosa blu adagiati su di un pianoforte che dava su di una finestra aperta sul giardino di rose.
“Lo hai fatto tu?” chiese la ragazza volgendosi verso il padre che annuì soddisfatto della reazione ottenuta, mentre lei continuava “Grazie è bellissimo! Sopra al letto ci starà alla perfezione!” dolcemente andò ad abbracciarlo e gli diede un bacio sulla guancia. Forse dopo tutti quegl’anni poteva di nuovo chiamarlo papà con il significato che quella parola davvero portava con se. Quella sera non vi furono tristezze né incertezze, ma solo calda felicità e nessuno aveva notato la lettera posata sulla scrivania indirizzata a Lily Misaki.

 

Che cosa conterrà mai quella lettera? E quale sarà la reazione di Lily quando la leggerà? Per saperlo vi aspetto al prossimo capitolo... ^_*
Baci!

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Capitolo 25
*** L'invito inaspettato ***


...L’invito inaspettato...

Sbadigliando vistosamente Lily si decise ad alzarsi da sotto le coperte, la sera precedente aveva fatto piuttosto tardi assieme al padre ed al gemello ed ora lo sua voglia di andare a scuola era esattamente sotto zero. Seduta sul bordo del letto prese a stiracchiarsi facendo appena schioccare le ossa del collo, come sempre aveva dormito in chissà quale posizione, incriccandosi tutta. Un dolce sorriso le si aprì sulle labbra mentre Batuffolo le saltellava vicino ad i piedi annusandoglieli.
“Va bene, va bene! Adesso ti do la pappa!” ridacchiò la ragazza siccome i lunghi baffetti le facevano il solletico. Infilatasi le pantofole prese il fieno e lo sistemò nella mangiatoia dove il piccolo amico arrivò immediatamente a mangiare. Ridacchiando ancora Lily prese il telefono e scrisse una mail di buon giorno a Jun, per poi andare velocemente in bagno per le abluzioni mattutine. Scese poi in cucina circa un quarto d’oro dopo, vestita e pettinata. Taro era già seduto al tavolo.
“Giorno dormigliona!” la salutò, immergendosi nuovamente nella sua tazza di latte e cereali.
“Se, se buon giorno!” gli scompigliò i capelli lei, dando poi un bacio sulla guancia al padre ed afferrando uno yogurt alla vaniglia, si sedette accanto al gemello. Per qualche attimo non vi fu altro che silenzio, mentre i due ragazzi facevano colazione ed il signor Misaki vagliava la posta, passando poi una busta a Lily.
“Credo sia arrivata sabato, ieri mi sono dimenticato di dartela...” si scusò l’uomo.
“Ah non fa niente!” rispose prendendo la busta azzurrina, per poi rigirarla appena fra le mani. Posò sul tavolo il cucchiaino e l’aprì, restando di sasso. Il cuore prese a batterle all’impazzata, mentre fra le mani le scivolava una partecipazione di nozze ed un biglietto aereo. Deglutendo a stento iniziò a leggere:

Amy & Keiki

Sono felici di annunciare il loro matrimonio!

Di seguito erano riportate tutte le informazioni per trovare il luogo della cerimonia ed il ristorante, oltre a dove avevano fatto la lista nozze. Scuotendo la testa Lily raccolse il biglietto aereo come se da un momento all’altro quello potesse trasformarsi in un orrendo mostro. Amy... ancora lei che nuovamente tornava nella sua vita. Perché le aveva mandato la partecipazione? Perché quel biglietto aereo?

“Lily dobbiamo andare.” La voce di Taro la fece riscuotere dai proprio pensieri, facendole raccogliere il tutto, per poi afferrare la cartella ed uscire di corsa in strada con lui dove Nessa, Tsubasa e Ishizaki li aspettavano.
“Ehi tutto bene?” le chiese Nessa appena vide la faccia dell’amica, mentre questa gli faceva segno di diniego con la testa.
“Amy mi ha mandato...” non riuscì a finire la frase che il suo cellulare prese a squillare costringendola a rispondere “Ciao amore!”
“Ciao! Ti è arrivata?” le chiese immediatamente Jun evidentemente molto agitato.
“Si, l’ho vista sta mattina e mi è andata di traverso la colazione... hai anche il biglietto?” continuò Lily ignorando gli sguardo curiosi degli amici che le stavano attorno.
“Si... ed anche la lettera...”
“Quale lettera!?” gli chiese immediatamente la ragazza iniziando a preoccuparsi. Perché Amy gli aveva mandato una lettera? Perché a lei non aveva scritto niente? Che intenzioni aveva? Passò la busta nelle mani di Nessa, la quale prendendo fuori ogni singolo foglio trovò una breve lettera che prima era rimasta incastrata all’interno della busta “Ok l’ha mandata anche a me... senti adesso devo entrare... ci sentiamo appena posso! Ti amo!” mandandogli alcuni dolci baci chiuse la conversazione dando uno scappellotto a Ishizaki che le stava facendo il verso. Giunsero in classe pochi attimi prima dell’arrivo dell’insegnante di italiano. Silenziosa Lily attese che la donna iniziasse a spiegare, prima di tirare fuori ancora una volta quella dannata partecipazione e la lettera che era allegata ad essa.

            Cara Lily,
            Spero che la lettera ti arrivi in tempo e
            più che altro spero che tu accetterai il mio invito, anche
            se non vedo come tu possa dire di no, dato che
            il volo e l’albergo per te e Jun sono già stati prenotati
            e pagati.
            Vi aspetto pochi giorni prima!
            Il motivo di tutto questo lo saprete quando arriverete!
            Buon viaggio!

            Amy

Inarcando le sopracciglia Lily cautamente mostrò la lettera all’amica che dopo averla letta rimase basita quanto lei.
“Ma cosa vuole ancora!?” le chiese in un filo di voce.
“Se lo sapessi te lo direi!” sbottò la ragazza con un poco di malagrazia andando a rileggere quelle poche righe sperando di trovarvi qualche significato nascosto. Chissà cosa conteneva la lettera che aveva ricevuto Jun. La vibrazione del telefono la fece sobbalzare e nascondendosi dietro l’astuccio lesse la mail che Jun le aveva mandato, ovvero la foto con la lettera di Amy che era uguale identica a quella.

            Lily: che facciamo andiamo?

Inviò la mail, fingendo poi di prendere appunti. Passò anche il telefono a Nessa che scosse la testa e lo rimise al suo posto. Sospirando impercettibilmente lo sguardo di Lily vagò per la classe trovando quello di Taro che per qualche attimo si era volto indietro per vederla. Gli fece appena un cenno poco rassicurante con la testa, poi riprese a guardare il foglio bianco che aveva dinnanzi. Concentrarsi sulla lezione era qualcosa di altamente impossibile. Come poteva la sua mente stare calma in un momento come quello? Restando in uno stato di apparente apatia si risvegliò solamente quando la campanella suonò la pausa pranzo ed il suo telefono s’illuminava per la risposta di Jun.

            Jun: Tu vuoi andare? Anche se temo
            sarebbe da maleducati non accettare...

            Lily: da maleducati? Dopo tutto quello che ci
            ha fatto passare???? Comunque non lo so!

Aveva risposto al messaggio un poco stizzita, ma quando l’aveva letto le erano saltati i nervi. Con malagrazia lo porse a Nessa che immediatamente si mise a ridere.
“Non c’è niente di divertente!” sbottò Lily tirando fuori il suo cestino del pranzo, mentre Taro, Tsubasa ed Ishizaki si univano a loro.
“Lo so, lo so... però Jun è sempre il solito... attento alle buone maniere!” rispose dolcemente l’amica posandole una mano sulla spalle cercando di calmarla.
“Ma cosa succede?” chiese Ishizaki curioso, pentendosi subito dopo di averlo chiesto, siccome un’occhiataccia di Lily quasi lo incenerì.
“Cosa succede? Solo che quella ... di Amy ha invitato me e Jun al suo matrimonio! Ha già pagato tutto, ma io non capisco dove voglia arrivare!” aveva alzato un poco la voce, ma per fortuna nel caos della pausa pranzo nessuno si era reso conto del suo scatto d’ira. Respirando un poco affannosamente cercò di ritrovare la calma e passò la lettera e tutto il resto a Taro e gl’altri che, dopo averla letta, rimasero un poco interdetti.
“A Jun è arrivata?” le chiese Taro iniziando a mangiare un onigiri.
“Si uguale identica e...” non riuscì a finire la frase che un’altra mail del suo ragazzo la interruppe.

            Jun: Forse hai ragione, ma non pensi
            che dovremmo darle un’ultima possibilità?

“Ma è scemo o cosa?” chiese retoricamente la ragazza a se stessa per poi far leggere i massaggi che si erano scambiati agl’amici.
“Beh... forse Jun non ha tutti i torti... forse dovresti andarci...” prese a dire Taro con calma cercando di non far arrabbiare la gemella, che a quelle parole iniziava già ad emettere fuoco dalle orbite, ma per fortuna in suo soccorso arrivò Tsubasa:
“Taro ha ragione... vai là e metti la parola fine a questa storia! Dopo tutto l’ultima volta sei fuggita e non sei riuscita a mettere le cose in chiaro.”
“Vai in America e dille chiaro e tondo che Jun ora è tuo e niente potrà separarvi!” aggiunse Ishizaki ritrovandosi addosso gli sguardi stupiti dei suoi amici, siccome era la prima volta che dava un consiglio sensato in amore.
“Forse avete ragione... sin ora ho lasciato che tutto mi scivolasse addosso senza lottare, ma ora basta! Vado e chiarisco la cosa!” rispose convinta Lily posando le bacchette sulla tovaglietta con i coniglietti e prendendo nelle mani il telefono rispondendo:

            Lily: Possibilità non credo! Ma voglio andare
            e parlarle! Tu sei mio ora e questo tira e molla
            deve finire! Basta!

“Grazie ragazzi! Per fortuna che ci siete voi!” aggiunse poi Lily abbracciando Nessa, che ricambiò immediatamente. Seguita a ruota dagl’altri del gruppo che si alzarono ed andarono ad abbracciala.

            Jun: Amore, non c’è nessuno tira e molla,
            io amo solo te!

Fu la risposta di Jun che le arrivò poco dopo mentre rideva assieme agl’amici per una brutta figura fatta da Ishizaki con una loro compagna di classe.

            Lily: Beh c’è stato amore... Ma ormai
            è passato! Ti amo tantissimo ed ora sono
            pronta ad affrontarla! Però non vedo l’ora
            che arrivi il fine settimana per stare fra le tue
            braccia e... ^_*

            Jun: e cosa? ...ooooh...

E dopo quell’ultimo messaggio la giornata prese davvero una piega migliore ed era volata, felice e spensierata. Adesso finalmente dopo mesi di preoccupazioni, ansie ed insicurezze, Lily era finalmente pronta ad affrontare quello che la vita le aveva messo davanti con un sorriso. Adesso era pronta ad andare in America mano nella mano con il ragazzo che amava.

 

Piccola nota, il nome del tipo di Amy l’ho bellamente inventato XD quindi non stare a pensare a chi possa essere siccome è un nome preso a caso ^_* ma veniamo a noi... che succederà quando i nostri piccioncini andranno in America? Cosa mai vorrà Amy? Vi lascio con queste domande sino al prossimo capitolo!
Un bacione a tutti!

Ps: sto pensando di cambiare Nick su efp... spero che la cosa non crei problemi! ^^

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Capitolo 26
*** The happy ending ***


The happy ending

L’aereo era decollato da alcune ore e Lily e Jun sedevano assorti, guardando il film che stavano dando. Il Signore degli Anelli era uno dei film preferiti della ragazza, ed Aragorn era in assoluto il suo preferito.
“Oh che figo!” sospirò lei, facendo imbronciare il viso del suo ragazzo.
“Ma come!?! È meglio lui di me?” le chiese socchiudendo gl’occhi e guardandola con occhi indagatori.
“Si!” rispose immediatamente lei, mettendosi poi a ridere per la faccia assurda che aveva assunto Jun, siccome di certo non si aspettava una risposta del genere.
“Allora vai... vai da lui...” rispose ancora con un finto broncio che gli increspava le labbra, mentre Lily rideva e si ancorava saldamente al suo braccio.
“Potessi lo farei, ma vai bene anche tu...” sentenziò baciandogli con dolcezza le labbra su cui riapparve immediatamente un sorriso sereno. Da quando erano tornati assieme le cose andavano di bene in meglio. La loro vita sentimentale e lavorativa era perfetta. Solo quel piccolo viaggio imprevisto turbava il cuore della giovane, che ancora si chiedeva per quale motivo Amy li avesse mandati a chiamare per il suo matrimonio. Sospirò impercettibilmente cercando di non far vedere a Jun il malessere che portava dentro, siccome ormai lui le aveva ripetuto sino alla nausea che non doveva preoccuparsi. Volgendosi verso il ragazzo Lily lo vide assorto a guardare le nuvole fuori dal finestrino, di certo stava pensando a qualcosa che lo preoccupava e lei poteva anche capire di cosa si trattasse, siccome, per quanto Jun con lei apparisse calmo per quell’avventura che stavano per vivere, in realtà dentro era turbato. Dolcemente gli prese la mano fra le sue baciandone amorevolmente il dorso. Jun sorrise ed entrambi tornarono a guardare il film, che ormai era alle battute finali, ed anche il loro aereo sarebbe atterrato dopo non molto. Quando scesero il caldo sole di Miami li accolse con i suoi ardenti raggi. Sorridendo entrarono nel terminal e presi i propri bagagli si diressero verso la hall dove sapevano che qualcuno sarebbe venuto a prenderli. Un giovane atletico, dai corti capelli neri e gl’occhi profondi si avvicinò a loro:
“Lily e Jun!” disse affabile fermandosi a guardarli a pochi passi di distanza “Piacere di rivedervi!” aggiunse poi tendendo la mano al ragazzo che subito la strinse con un sorriso.
“Piacere nostro” aggiunse Lily un poco imbarazzata, mentre Keiki le prendeva la valigia e li invitava a seguirli verso il taxi parcheggiato fuori dall’aeroporto. Un silenzio imbarazzato era calato fra i presenti un silenzio che perdurava ormai da alcuni minuti e che fu la ragazza a decidere di sciogliere dando voce ad i dubbi del suo cuore.
“Sai... il vostro invito ci ha sorpreso... se posso chiederlo, come mai ci avete invitato?”
“Beh Amy aveva una questione in sospeso con voi che voleva sistemare, ma saprete tutto sta sera a cena.” Sorrise nuovamente Keiki, mentre il tassista accostava davanti ad un bellissimo albergo sulla spiaggia, dove evidentemente avrebbero alloggiato i due ragazzi “Bene! Questo è il vostro hotel, mi spiace non poter rimanere con voi, ma oggi devo girare una pubblicità e sono già in ritardo! Ci vediamo sta sera al ristorante qui dell’albergo alle otto! Divertitevi!” aggiunse tutte quelle parole con una fretta mai vista e risalito sul taxi sparì ben presto nel traffico. Guardandosi un poco perplessi i due ragazzi presero le loro cose e dopo essersi registrati ed aver preso le chiavi salirono in stanza. La camera era stupenda, sui colori tenui del rosa pastello, con il balcone che dava sulla spiaggia la quale, vista l’ora, iniziava ad affollarsi.
“Che ne dici andiamo anche noi?” gli chiese Lily rientrando ed aprendo la valigia per trovare i due costumi che si era portata dietro.
“Ma si perché no! Infondo è una piccola vacanza! Godiamocela!” e dette quelle parole estrasse anche lui dalla valigia il necessario. In poco meno di mezz’ora stavano camminando a piedi scalzi sulla chiara sabbia che il cristallino oceano lambiva con il suo dolce andirivieni. Avevano deciso di non stendersi al sole, ma di passeggiare allegramente. Il tempo era perfetto, caldo a sufficienza da non scottare, dato che un leggero venticello che spirava dal mare rinfrescava appena l’aria. Avevano percorso già un bel tratto di strada quando un paio di ragazzine con il viso arrossato si avvicinarono a Jun:
“Ehm... scusa... tu per caso sei Jun Misugi? Il campione della nazionale Giapponese?” chiese la più minuta delle due evitando imbarazzata il suo sguardo.
“Si certo sono io...” rispose prontamente il giovane calciatore che imbarazzato guardava le due, sotto lo sguardo divertito di Lily.
“Beh ecco... noi ci chiedevamo se... ecco… se potevi farci l’autografo e se...” chiese imbarazzata l’altra ragazza non riuscendo a finire la frase, cosa alla quale provvide Lily “Se possono farsi una foto con te” e senza aspettare la risposta di Jun che sicuramente sarebbe stata affermativa prese la macchina di mano alla ragazza minuta e li fece mettere in posa. Fecero un paio di foto, quindi il ragazzo fece loro un autografo con dedica. Vi furono diversi episodi come quello durante la loro passeggiata e quando finalmente tornarono ai teli Lily disse “Vedi che sei famoso?” ed il sorriso alleggiò dolce sulle sue labbra, mentre Jun imbarazzato si stendeva mormorando “Anche tu lo diventerai!”. La giornata passò allegra e piacevole, pranzarono in spiaggia con un hotdog ed il pomeriggio volò fra un bagno in mare e l’altro. La sera arrivò ben presto e pochi minuti prima dell’ora stabilita i due ragazzi si trovavano già nella hall ad aspettare gl’altri, che non ci misero molto a raggiungerli. Appena li vide Amy abbracciò di slancio Lily, mentre quest’ultima s’irrigidiva di colpo non sapendo cosa fare di preciso.
“Sono contenta che siete venuti!” disse allegra la ragazza facendo loro strada verso il tavolo a cui presero posto. Dopo i primo convenevoli e dopo aver ordinato Amy si volse verso Lily incatenando i loro sguardi.
“Ti stai chiedendo perché vi ho fatti venire vero?” le chiese a bruciapelo, ma la ragazza non si fece cogliere impreparata o titubante: “Si me lo stavo proprio chiedendo!” e da sotto il tavolo Jun le strinse la mano a significare che doveva stare calma, siccome lui era lì accanto e lei e non l’avrebbe di certo abbandonata.
“Vi ho chiesto di venire qui perché volevo il vostro perdono...” diversi attimi di silenzio seguirono quella frase e diversi impercettibili respiri dovette trarre Lily per cercare di calmarsi, ma furono del tutto inutili siccome la sua rabbia esplose in una risposta piuttosto acida:
“Il nostro perdono?! Spiegami ora come posso perdonarti! Spiegami come posso farlo dopo quello che ci hai fatto passare... a cominciare dal finto tumore fino a quel bacio che gli hai dato apposta perché io lo vedessi!” le parole vennero fuori come veleno e la mano di Jun chiusa sulla sua non servì a tenerla a freno.
“Lily... cerca di capirmi... so che vi ho fatto passare un periodo orribile e mi pento di tutto quello che ho fatto, ma allora non riuscivo a comprendere appieno i miei sentimenti! Non sapevo chi amassi davvero, se Keiki o Jun e da quanto ne so anche Jun era nella mia stessa situazione... so che ti ho fatto soffrire Lily, ma...” qui fece una piccola pausa, andando a prendere la mano di lei fra le sue “Se sei riuscita a perdonare Jun... potresti mai riuscire a perdonare anche me?”
Evidentemente sconvolto Jun aprì la bocca per dire qualcosa, ma ripensandoci rimase silenzioso aspettando la risposta di Lily, che evidentemente stava combattendo una dura battaglia interiore. Poteva davvero perdonare Amy? Si chiese lei volgendo appena lo sguardo su di lei. Di certo gliene aveva fatte passare tantissime, ma forse una seconda (o meglio terza) possibilità poteva anche dargliela, dato che le sue parole suonavano sincere alle sue orecchie. Un piccolo sospirò andò ad incresparle le labbra.
“Ci posso provare, ma non sarà subito così facile!” rispose concedendole un tenue sorriso a mo’ di incoraggiamento alle parole che aveva appena detto, mentre Amy si volge a guardare Jun “E tu puoi perdonarmi?”
“Ti ho già perdonata, perché infondo la colpa di tutto quello che è successo è stata mia... ero io quello indeciso!” rispose dolcemente, andando poi a posare un bacio sulla guancia di Lily, che ora sorrise molto più rilassata ed iniziò davvero a godersi quel piccolo viaggio.
“Ora che abbiamo messo una pietra sopra a questa orribile faccenda, avrei una cosa da chiederti...” Amy fece un’altra piccola pausa assaggiando l’insalata con le noci che aveva nel piatto “Lily, vuoi farmi da damigella domani?” le chiese allegramente cogliendola del tutto in contropiede.
“Amy... mi piacerebbe molto, ma non ho nemmeno il vestito adatto...” balbettò lei non sapendo che altro fare, mentre guardava prima Jun e poi lei.
“Di questo non preoccuparti... il tuo vestito è già pronto! Domani te lo porterà il sarto in albergo... ti prego dimmi di si!” soggiunse Amy come se fosse una bambina piccola con gl’occhioni da cucciola.
“Si... e va bene lo farò!” rispose Lily gioviale e da quel momento le due ragazze presero a parlare del matrimonio di quest’ultima e delle cose che avrebbero dovuto fare il giorno dopo, mentre i due uomini vennero lasciati a chiacchierare di sport ed altre cose simili. Quella notte Lily e Jun dormirono poco, siccome liberi dai problemi che avevano oppresso il loro cuore per settimane, fecero dolcemente l’amore. La mattina seguente il sarto venne a portare il vestito per la ragazza, al quale vennero fatto appena due ripresine per stringerlo sulle spalle. La cerimonia si sarebbe svolta alle sedici su una piccola spiaggia privata, tutto era già stato preparato ed a Lily non resta altro che percorrere il piccolo corridoio fra le due ali di sedie pochi attimi prima della sposa e prenderne il bouquet prima che iniziasse la funzione. Ed infatti così fece. Camminò sorridente fra gl’ospiti vestita in un abito da damigella color lavanda. Tutto si svolse in poco tempo e qualche minuto prima delle cinque e mezza stavano tutti allegramente facendo le foto di rito con i novelli sposi per poi dirigersi verso il ristorante sulla spiaggia dove si sarebbe svolta la cena. Il tavolo di Lily e Jun era proprio accanto a quello dei due ragazzi. Amy era davvero radiosa quella sera, nel suo abito da sposa bianco avorio, sembrava una principessa. Per quanto riguardava il cibo i due ragazzi non avevano di certo badato a spese, siccome le portate tennero al tavolo gl’invitati sino quasi alle dieci, quando Keiki invitò tutti i presenti a seguirli sulla spiaggia per lo spettacolo di fuochi d’artificio.
Quando i primi fuochi pirotecnici illuminarono il cielo notturno tutti i presenti, invitati e sposi, alzarono gli occhi per godersi il meraviglioso spettacolo, tutti tranne uno, Jun aveva qualcosa di piùincantevole da guardare. “Amore, spostiamoci un attimo, qui non si vede bene” sussurrò all’orecchio della ragazza,
“Ma come, si vede benissimo invece, siamo in cima ad una collinetta”, Jun rimase spiazzato dalla risposta,
“Per me si vede meglio laggiù, vicino  agli scogli” replicò poco convinto, “Va bene, se lo dici tu”.
Non appena si furono allontanati dal gruppetto di invitati, protetti, all’ombra degli scogli, dalla misteriosa luce blu che la luna infondeva sulla spiaggia, Jun la prese per mano, facendola volgere verso di se per baciarla dolcemente sulle labbra. “Ah, era per questo che ci hai fatto allontanare, maniaco” rise Lily.
“Non era solo per questo…”, Jun sembrava agitato, e la ragazza non capiva davvero perché, in fondo era tutto risolto, qualcosa perfino sembrò cadergli dalle mani, e lui si chinò a raccoglierlo … Lily capì troppo tardi cosa stava per succedere, e aprì la bocca per parlare, ma lui fu più veloce.
Jun prese la mano di lei con la sua, mentre frugava cercando qualcosa “Lily Misaki, abbiamo affrontato assieme tanti periodi difficili e passato tanta tristezza, ora penso sia giunto il momento di essere felici… assieme… vorrai condividere assieme a me tutti i giorni che ci attendono?”
Lily lo guardò con la bocca spalancata e sguardo interrogativo,
“… vuoi sposarmi?” concluse Jun, estraendo una scatolina purpurea di velluto, aperta, a rivelare al suo interno un piccolo anello raffinato sormontato da una rosellina d’argento con un brillantino lilla al centro.
Lily riconobbe l’anellino che aveva visto ormai un anno prima in una vetrina del centro.
“Oh mio Dio Jun...” mormorò lei con il respiro corto, guardando prima l’anello e poi lui, mentre una gioia immensa le saliva dentro l’animo “Si amore... certo che voglio sposarti!” e tirandolo dolcemente verso di se, facendo così rialzare, lo baciò ardentemente sulle labbra mentre un fuoco d’artificio, dalla forma di un immenso cuore color rubino, illuminava la notte di una dolce luce vermiglia.

The end!

 

E così siamo giunti alla fine di questa fan... volevo pubblicarla ieri per il mio compleanno, ma purtroppo è saltata la linea adsl e così non ho potuto farlo ç_ç! Volevo ringraziare tutte le persone che mi hanno seguita sino a qui, anche chi non ha lasciato commenti, ma un grazie in particolare va a Florimars che mi ha dato la forza di continuare a scrivere all’inizio in cui non ne ero molto convinta di ciò che stavo scrivendo. Sara90 che mi ha fatto capire che la storia rimaneva leggibile... Roylove per le belle parole che mi lasciava e le belle chiaccierate! Reggina a cui devo chiedere scusa per come ho trattato Amy :P ma non ci posso fare niente, Jun è mio… anche se alla fine poi si è riscattata per tutto quello che ha fatto! Ed infine un bacio a Ippotamo che mi ha lasciato un piccolo e dolce commento!

Un bacione dolcissimo a tutte!
Spero di scrivere presto qualcos’altro ...

Lily BlackRose

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