The Love in High School.

di TenthLover
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il primo giorno di scuola. ***
Capitolo 2: *** Sogno. ***
Capitolo 3: *** Malinteso. ***
Capitolo 4: *** Non è così che funziona! ***
Capitolo 5: *** Appuntamento. ***
Capitolo 6: *** Ti amo. ***



Capitolo 1
*** Il primo giorno di scuola. ***


Salve, il mio nome è Misaki Takahashi, 15 anni. Oggi, è il mio primo giorno al liceo. E’ andato tutto bene finora: Mi sono svegliato in orario, la divisa scolastica è carina e comoda – è scura e con dei bottoni che corrono lungo tutta la lunghezza della giacca ed al di sotto si trova una camicia bianca -, la colazione è stata ottima e nii-chan ha scattato solo un centinaio di fotografie a dispetto delle migliaia che, secondo me, avrebbe voluto scattare. Purtroppo, sono costretto ad andare a piedi nonostante la scuola sia abbastanza lontana. Nii-chan ha insistito per accompagnarmi, ma so che così facendo avrebbe ritardato a lavoro. La scuola è molto grande ed è piena di gente. Dopo aver vagato per i corridoi, finalmente trovo la mia classe. Stringo a me la mia borsa ed entro cercando il più possibile di non dare nell’occhio. Mi guardo intorno.

‘Tutti i posti sono occupati, dove dovrei sedermi?’

Alzandomi in punta di piedi in cerca di un posto, magari, nascosto dai miei compagni, noto una sedia vuota e mi dirigo verso essa.

‘Qui sono tutti altissimi. Forse, però, sono io ad essere quello basso.’

Sospiro, consapevole della mia statura, e cerco con gli occhi qualcuno di apparentemente innocuo a cui chiedere se quel posto è libero. Guardandomi intorno, noto un ragazzo dai capelli corti e castano chiaro che sta leggendo seduto accanto a quello che forse sarà il mio futuro posto.

“Ehm.. E’ occupato?”

Il ragazzo alza gli occhi – di un bel verde – un po’ incerto.

“Uhm.. Si si, siediti pure.”

Dopo aver risposto, torna immediatamente a leggere.

‘Sarà timido.’

Poso la borsa sul banco e mi siedo.

“Il mio nome è Misaki Takahashi.”

Cerco di apparire sereno ed allungo la mano verso colui che spero sarà il mio primo amico, sembra una brava persona.. Che però non stringe le mani a quanto pare. Rimango con la mano tesa.

“…Uhm.. Ehi?”

Alza, incerto, il viso verso di me ed immediatamente la stringe.

“O-Oh ciao, scusami. Non credevo che parlassi con me. Io.. Mi chiamo Onodera. Onodera Ritsu. Tu sei.. Takahashi-san, giusto?”

“Si, ma chiamami pure Misaki.”

Sorrido cercando di apparire amichevole.

“D’accordo Misaki-kun, allora chiamami pure Ritsu.”

Mi sorride.

“Va bene, Ritsu-kun.”

Sorrido a mia volta.

‘Evviva, il mio primo amico!’

L’ora – di matematica – è passata abbastanza in fretta insieme anche alle seguenti fino ad arrivare alla tanto attesa ora di pranzo.

Io e Ritsu usciamo per cercare un posto dove poter mangiare i nostri bentou.

Optiamo per il terrazzo, un posto fresco ed abbastanza tranquillo dato che la maggior parte degli studenti si trova in cortile.

Ci sediamo ed iniziamo a mangiare.

“Questa scuola sembra tranquilla nonostante l’elevato numero di studenti.”

“G-Già, lo penso anch’io.”

“Dimmi Ritsu-kun, cosa ti piace fare di solito?”

“B-Bé.. Mi piace.. Leggere.”

“Leggere? Che cosa? Manga? Io li adoro! Amo alla follia the kan! Te lo consiglio, dovresti leggerlo!”

‘Forse ho trovato qualcuno con cui parlarne!’

Sembrava un po’ confuso.

“E-Ehm.. No, non leggo.. Manga. Preferisco i libri. Infatti, più tardi vorrei andare in biblioteca. Ho sentito che è molto fornita. Ti andrebbe di accompagnarmi?”

“Uh? Oh.. Ehm.. Certo.”

‘Peccato.’

Dopo aver finito i nostri bentou, ci dirigiamo – dopo aver chiesto informazioni su dove si trovasse – in biblioteca.

‘E’ vero, è molto grande e sembra avere ogni genere di libro. Potrei provare a leggerne qualcuno anch’io magari.’

“Wow, è proprio enor- Ritsu-kun?”

‘Ma dov’è?’

Mi guardo intorno.

“Misaki-kun, cosa fai ancora lì?”

Cerco di dirigere il mio sguardo verso la sua voce e lo vedo già seduto ad uno dei tavoli con una bella pila di libri accanto a sé.

“Uhm.. Arrivo.”

Inizio a girare tra i corridoi della biblioteca in cerca di una sezione o di un libro che attiri la mia attenzione. Ad un tratto, sento cadere dei libri.

“Ritsu-kun?”

Vado da lui ma l’unica cosa che vedo è il libro che stava leggendo per terra ed un ragazzo intento a scegliere un libro tra i tanti esposti. Di Ritsu nessuna traccia.

“Ehi.. Ritsu-k-“

Mi sento prendere per la manica e trascinare in uno dei corridoi della biblioteca. Mi tappano la bocca.

“Mrmrmr!”

“Ssssh!”

Alzo lo sguardo e vedo il mio nuovo amico totalmente rosso in viso.

“Mmh..”

Tolgo la sua mano davanti alla mia bocca.

“Che diavolo succede?” Sussurro.

“I-Il senpai.. Lui.. Ci vedrà!”

“Senpai? Il ragazzo appena entrato?”

Annuisce.

“.. E allora?”

“L-Lui è..”

Ritsu è totalmente rosso. Non l’avevo mai visto imbarazzarsi e balbettare così. Nemmeno quando mi sono presentato faceva così.

“E’?”

“L-Lui.. M-Mi piace.”

“Ti piace? Che vuoi dire?”

“M-Mi.. Piace.. Piace..”

E’ totalmente rosso. Che intende con.. Piace piace? Non è che forse..

“Uhm.. Sei gay?”

“..D-Diciamo di si.”

Gay, bene. Il mio primo amico è un omosessuale. Che dovrei fare adesso?! Però.. Lui è simpatico. Non voglio allontanarmi da lui solo per questo. Bé, lasciamo perdere.

“Oh.. Bé, ma, non dovresti nasconderti. Andiamo dai.”

Lo prendo per il braccio dirigendomi al nostro posto.

“No!”

Ritsu oppone resistenza, è proprio imbarazzato!

“Avanti, che sarà mai!”

Ritsu mi tira a sé mentre io tiro lui. Ad un certo punto, vedo Ritsu alzare gli occhi e mollare la presa facendomi cadere all’indietro e sbattere contro qualcuno.

“U-Usami.. Senpai..”

Mi giro e mi ritrovo appoggiato ad un ragazzo molto alto che, prima di cadere, mi ha afferrato per le spalle.

Ha i capelli argentei e due occhi viola piccoli. Sembra anche abbastanza muscoloso. La giacca della divisa scolastica è sbottonata. Non dovrebbero permettergli di stare così!

“Che state combinando qui?”

“N-Niente.. Io.. S-Scusa.”

Il mio nuovo e molto coraggioso amico corre fuori.

‘Grazie mille.”

“Uhm, scusami.”

Mi rimetto dritto.

“Vi abbiamo disturbato? Non era nostra intenzione.”

Sorrido cercando di sembrare amichevole.

Mi squadra dalla testa ai piedi.

“.. Cosa c’è?”

Dopo aver formulato la domanda, mi guarda negli occhi per poi girarsi ed andare verso il ragazzo che piace a Ritsu. Sarà un suo amico.. Maleducato oltretutto!

“Akihiko, chi era?”

“Niente, due matricole. Hai trovato un libro interessante?”

“Si, questo qui.”

Il ragazzo mostra ad Akihiko un libro molto spesso.

“Questo? Ma l’hai già letto. Masamune, sei proprio ossessionato.”

I due si siedono accanto al tavolo dove dovevamo esserci io e Ritsu.

Masamune ha i capelli poco più lunghi di Akihiko e li ha neri. I suoi occhi sono castani ed è alto e robusto come l’amico.

Mi guardo intorno. Non è ancora tornato. Sospiro e mi siedo a quel tavolo cercando qualcosa tra i libri presi dal mio nuovo amico. Inizio a leggere.

“Ehi Akihiko, cosa stai guardando?”

Alzo lo sguardo e vedo che Akihiko sta guardando proprio me.

‘Ma che vuole?’

“Aspetta un secondo.”

Si alza e si avvicina a me. Continuo a leggere sperando che se ne vada.

“Tu..”

Lo ignoro.

“Parlo con te.”

Mi gira il viso prendendomi il mento.

“Cos- Che vuoi?”

“Come ti chiami?”

“..Misaki..Misaki Takahashi.”

“Piacere Misaki. Sono Akihiko Usami. Ti dispiace se mi siedo?”

Si siede prima di una mia risposta quindi, anche se avrei detto di no, sto zitto e continuo a leggere.

‘Come si permette ad usare liberamente il mio primo nome?’

Per tutto il tempo, Akihiko è stato accanto a me a guardarmi leggere mentre il suo compagno è rimasto nell’altro tavolo a leggere anche lui.

Al suono della campanella, mi alzo ed inizio a posare i libri. L’ultimo, quello che stavo leggendo, va messo in uno scaffale a cui non arrivo. Mi alzo in punta di piedi ed, ad un tratto, mi sento sollevare e riesco a posare il libro. Sono stato preso da Akihiko.

“Potresti.. Mettermi giù?”

“Normalmente si dice grazie.”

Mi mette giù ed io, seguito da lui e Masamune, esco dalla biblioteca.

Appena raggiunta la mia classe, Akihiko mi accarezza la testa per poi allontanarsi insieme al suo amico verso la loro classe. Sono dell’ultimo anno.

“Ma che..”

Vado a sedermi accanto a Ritsu.

“Misaki-kun, scusami!”

“Va tutto bene ma perché sei andato via?”

“Ero.. Imbarazzato! Usami-senpai è il migliore amico di Saga-senpai.. Io.. Avevo paura che arrivasse lì anche lui. Scusa.”

“D’accordo, tranquillo.”

“Comunque..”

“Cosa?”

“Sembra che tu interessi ad Usami-senpai.”

“Eh? Cosa? Io? Stai scherzando? Cosa te l’ha fatto pensare?”

“Il fatto che ti ha aiutato a non cadere e la carezza di prima. Di solito sta solo con Saga-senpai tanto che ad un certo punto ho pensato che fossero fidanzati. Per il resto, è un tipo solitario.”

‘Un ragazzo interessato a me? Benissimo.’

“..Nah..Non credo.”

Ritsu alza le spalle e torna agli affari suoi.

Guardo fuori dalla finestra.

‘Interessato a me? Lui? Un maschio? Possibile che qui siano tutti gay? Però.. E’.. Abbastanza carino. Sembra avere un bel fisico e poi che occh-‘

Scuoto la testa.

‘Ma che vado a pensare! Sarà carino ma, a me piacciono le ragazze! Solo e semplicemente le ragazze!’

Inizio a scrivere per distrarmi quando, guardando verso la porta, vedo Akihiko passare e, potrei giurare, che mi abbia fatto l’occhiolino.

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Capitolo 2
*** Sogno. ***


“Ti amo, Misaki.”

Mi sussurra queste parole mentre mi prende le mani e le stringe.

“Ti amo.”

Arrossisco nel sentirlo.

“.. Ti amo anch’io, Usami-senpai.”

“Chiamami Akihiko.”

Mi sorride, come solo lui sa fare.

“A-Akihiko.”

Arrossisco pronunciando il suo nome.

Mi accarezza la guancia destra col dorso della mano.

“Bravo.”

Prendendomi il mento con una mano, avvicina il mio viso al suo ed, appoggiando delicatamente le labbra sulle mie, inizia a baciarmi.

Arrossisco e ricambio il bacio con la sua stessa dolcezza.

“Misaki, non credi che sia un po’ tardi?”

Mi sistema una ciocca di capelli.

“Tardi?”

“Già, alzati.”

“.. Eh?”

“Alzati! E’ tardi!”

Apro gli occhi di scatto e mi metto seduto sul letto. Scuoto la testa cercando di riprendermi.

“Misaki, ma che combini! La scuola!”

“Eh?”

‘Un sogno?’
Guardo l’orario. Manca mezz’ora per la scuola! Non arriverò in tempo!
”Accidenti!”

Mi alzo e cerco di prepararmi più in fretta che posso. Per fortuna avevo già preparato tutto il giorno prima.

“Misaki, vuoi un passaggio?”

Arriverebbe di sicuro in ritardo a lavoro.

“No, nii-chan, grazie. Credo di riuscire a farcela.”
”Va bene. Ci vediamo allora.”

Mi sorride ed esce di casa seguito, dopo pochi minuti, da me.

‘Cavolo, non ho nemmeno fatto colazione.’

Inizio a correre per poter arrivare prima del suono della campanella. Non ce la farò mai!

“Ehi.”

“Uh?”

Mi giro e vedo Usami-senpai su una moto che sta alla mia stessa velocità.

“Che cosa vuoi?”

“Sei in ritardo?”

“Oh, no. Cosa te lo fa pensare?”

Credo di averlo detto quasi in modo maleducato, ma non ho tempo da perdere con lui. Dopo tutto quello che mi ha detto Ritsu sul fatto di piacergli, ho anche fatto quel sogno disgustoso!

“Vuoi un passaggio?”

“No, grazie.”

“Vuoi arrivare tardi?”

“Ho detto di no!”

“Non mordo.”

Cosa devo fare? Se accetto il passaggio, arriverei sicuramente in 5 minuti ma.. Non mi fido di quel rottame e nemmeno di colui che lo guida. Sospiro.

“D’accordo.”

Mi fermo ed anche lui fa lo stesso mettendomi un casco.

“Sei proprio un tipo che non ringrazia le persone.”

“L’avrei detto dopo!”

Col suo aiuto, salgo sulla moto e, per non cadere, sono costretto ad abbracciarlo. Che situazione imbarazzante!

Al contrario di quel che pensavo, Usami-senpai guida bene. Sta andando abbastanza piano. Chissà se lo fa di proposito.

Lo stringo per non cadere. Attraverso la camicia, si sente perfettamente come lui sia muscoloso. Probabilmente, è per farlo notare che tiene la giacca sbottonata. Sospiro ed alzo il viso.

‘Sto morendo di fame.’

Mi metto una mano sullo stomaco.

“Stai bene?”

“Eh? Oh, uhm.. Si. Ho solo un po’ di fame.”

“Capisco.”

Lo stringo.

‘Come mai ho fatto quel sogno? Dopotutto.. A me lui non interessa. Sono etero! Mi ha sconvolto così tanto ciò che mi ha detto Ritsu? Mi sembra impossibile che possa avere ragione. E’ un tipo abbastanza freddo e fa sempre di testa sua. Che dovrei fare?’

Guardo la strada.

‘.. Ma dove sta andando?’

“Uhm, Usami-senpai.. La scuola è di là.”

“Lo so.”

“.. Ed allora.. Perché sei andato di qua?”

“Non hai detto di avere fame?”

“Si, però.. Non ho soldi.”

“Io si però.”

“Eh? E con questo? Dovresti mangiare mentre io ti guardo?”

Sospira.

“Posso prendere qualcosa per te, idiota.”

“P-Per me? Ma non c’è.. Bisogno.”

“Tranquillo.”
Mi sorride.

Arrossisco.

Credo che questa sia la prima volta che lo vedo sorridere, a parte nel mio sogno. Ha un sorriso.. Bellissimo.

Si ferma davanti ad un bar e mi aiuta a scendere. In fondo, è un ragazzo gentile. Sorrido.

“Muoviti e posa il casco. Non voglio arrivare in ritardo per colpa tua.”

Entra nel bar.

‘.. No.. Non è affatto gentile.”

Lo poso e lo seguo.

Dopo aver mangiato qualcosa, siamo andati a scuola ed Usami-senpai mi ha anche accompagnato in classe. Mi siedo al mio posto.

“Buon giorno, Misaki-kun.”

Ritsu mi sorride.

“Buon giorno.”

Sorrido a mia volta. Ritsu è diventato molto amichevole.

“Uhm.. ”

“Si?”

“Potrei.. Farti una domanda?”

“Eh? Certo.”

“Stai uscendo con Usami-senpai?”

“... Eh?”

“Bé.. Siete spesso insieme e.. Lui non sta praticamente con nessuno a parte Saga.. S-Senpai.”

Sospiro.

“Sinceramente, non ho idea di cosa passi per la mente di quel tizio. E’ lui che continua a girarci intorno. Io non vorrei averci niente a che fare, è troppo.. Strano.”

“Però.. E’ carino, non trovi?”

“Carino? B-Bé.. Si.”

“Allora perché non ne approfitti?”
”Perché a me piacciono le ragazze.”
”Oh, davvero? Scusami. Mi sembrava che ti piacessero i ragazzi visto che continuavi a stare con Usami-senpai.”

“No, no. E’ tutto un fraintendimento.”

Sorrido cercando di non sembrare infastidito dal suo errore di giudizio.

“D’accordo, scusa.”

“A te come va con Saga-senpai?”

“C-Come va? Bé.. Come sempre. Lui.. Legge ed io.. Lo guardo.”

“Eh? Ma.. Non vi siete mai parlati?”

Scuote la testa.

“Bé.. Perché non ci parli?”

“A-A Saga-senpai? M-Ma.. Lui non parla con nessuno.. Io.. Sarebbe imbarazzante.. N-Non posso!”

Arrossisce.

‘Wow, gli piace proprio.’

“D’accordo, d’accordo.”

Finalmente, arriva l’ora di pranzo.

“Andiamo di sopra come ieri?”

“Uh? Oh, non posso. Vorrei.. Andare in biblioteca ma.. Tu vai pure.”

“Oh, d’accordo. Ci vediamo.” Salgo sul terrazzo sospirando. E’ proprio cotto.

“Ehi.”

Prima di entrare, vengo afferrato per il braccio.

“Ma ch- Usami-senpai?”

“Andiamo.”

“Uh? Dove?”

“Voglio portarti in un posto.”

“Eh? Che posto? Adesso c’è scuola.”

Esco e mi siedo. Perché continua a starmi intorno?

“Che c’è.. Hai paura?”

“Paura? Non credo.”

“Dimostramelo allora, fifone.”

‘Inizia ad irritarmi!’

“Mi stai provocando?”

Lo guardo.

“Si.”

Mi porge la mano. Incerto, la guardo ed, alla fine, decido di seguirlo. La prendo.

Dopo averla presa, Usami-senpai scende al piano di sotto stringendomi la mano ed uscendo dalla porta sul retro.

Ha la mano molto calda. La stringo.

Appena usciti da scuola, inizia a correre.

“E-Ehi, ma dove mi stai portando?!”

“Tu seguimi e basta.”

Sospiro e, sperando di non pentirmene, lo seguo senza obiettare. Dopo essere passati tra parecchi cespugli ed alberi, arriviamo in una specie di radura piena di fiori dove il cielo, tra le poche foglie che lo coprono, è perfettamente visibile. E’ un posto stupendo.

“Ti piace?”

Mi guardo intorno cercando di memorizzare ogni singolo dettaglio, a suo modo, bello e spettacolare.

“E’.. Fantastico.”

“Ci venivo spesso da bambino. Piace molto anche a me.”

Si siede ed io mi metto accanto a lui.

“Come mai mi ci hai portato?”

“Avevo voglia di condividere il segreto con te.”

“Segreto?”

“Bé.. Credo di conoscere solo io questo posto. Adesso, invece, lo conosci anche tu. Quand’ero bambino, ci venivo per stare tranquillo e per stare lontano dai miei famigliari.”

“Eh? Per stare lontano dai tuoi.. Perché?”

Alza lo sguardo guardando il cielo senza rispondere. Credo di aver fatto una domanda stupida.

“Uhm, scusami. Non sono fatti miei.”

“Provengo da una famiglia abbastanza ricca.”

Lo guardo. Me ne vuole parlare?

“I miei genitori non si sono mai davvero occupati di me ed a casa, tra la servitù e tutto il resto, non mi sento a mio agio.”

‘.. Servitù? Quanti soldi ha?’

“Sin da bambino, spesso vengo qui per stare in pace. Quando mi diplomerò, invece.. Ho deciso di andare a vivere per conto mio.”

“O-Oh., capisco. Deve essere.. Una brutta situazione.”

“Bé, ormai ci sono abituato. Per me il problema più grande è.. Che non sono adatto a gestire una compagnia come mio padre. A me.. Piace molto scrivere, sai. Non sono il tipo da ufficio.”

“Scrivere? Hai già scritto qualche racconto?”

“Si, scrivo sin da bambino.”

‘Non conoscevo questa parte di lui, è interessante.’

“E’ una bella cosa.”

Sorrido.

“Davvero? Grazie.”

Guardo il cielo.

“E tu invece?”

“Io cosa?”

“Parlami di te.”

“Eh? P-Perché?”

“Voglio conoscerti meglio.”

“.. M-Ma.. Usami-senpai.. Non credo che sia il-“

“Akihiko.”

“Uh?”

“Chiamami Akihiko.”

Arrossisco.

‘Come nel mio sogno.’

“Misaki?”

‘Perché vuole che lo chiami così? Perché si comporta in questo modo? Mi sta sempre intorno.’

“Stai bene? Ehi.”

‘Non lo capisco.’

Socchiudo gli occhi.

‘Cosa devo fare?’

Li chiudo.

In quel momento, sento delle labbra che, delicatamente, si appoggiano sulle mie.

Spalanco gli occhi arrossendo e spingendolo via.

“C-Cosa diavolo stai facendo?!”

Mi tappo la bocca allontanandomi da lui.

Con un gesto veloce, mi corica sull’erba appoggiando le mani sul terreno, accanto al mio viso e mettendosi a pochi centimetri da me.

“.. C-Cosa stai..”

“Solo tu..”

“E-Eh?”

“Solo tu mi fai quest’effetto. Già dalla prima volta che ti ho visto, ho subito desiderato conoscerti, sapere tutto su di te. Se l’unico che mi fa sentire in questo modo.”

Arrossisco. Sto sognando?

“N-Non so di cosa tu stia parlando. T-Togliti.”

Cerco di farlo alzare ma Usami-senpai si china baciandomi un’altra volta ed appoggiando il suo corpo sul mio.

Li spalanco e cerco di staccarlo tirandolo per la giacca e dandogli pugno sulla schiena che sembra nemmeno sentire.

“Mmh!”

Continua a baciarmi come se niente fosse fino a quando non riesco ad allontanarlo ed a dargli uno schiaffo. Rosso in viso, mi alzo ed indietreggio.
”C-Cosa ti salta in mente, idiota!!”

Continuando ad indietreggiare, lo vedo abbassare il viso senza nemmeno alzarsi da terra. Incerto su cosa fare, stringo un pugno ed inizio a correre per la strada che abbiamo preso per arrivare qui. Guardandomi ogni tanto indietro, mi accorgo di non essere seguito e, per distrazione, sbatto contro qualcuno.

“O-Oh, s-scus..”

Lo guardo.

“Saga-senpai?”

“Vorrei scambiare due parole con te.”

‘Con me? Cosa deve dirmi? Che si tratti.. Di Usami-senpai?’

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Capitolo 3
*** Malinteso. ***


‘Cosa.. Devi dirmi?’

‘Stai lontano da lui.’

Spalanco gli occhi. C-Cosa.. Sta dicendo? Che vuole dire?

‘Eh? Che.. Che vuol dire?’

‘Semplice: Stagli lontano.’

‘Lontano? Ma.. E’ lui a venire da me!’

‘Non mi importa. Non avvicinarti a lui.’

Dopo averlo detto, chiudendo il discorso, si allontana.

Che significa?

Inizio a camminare verso la scuola con passo lento ripensando alle parole di Saga-senpai. Che sia.. Innamorato di lui? Bé, non sarebbe così strano: Qui sono tutti gay!

Entro e mi siedo al mio posto. Ancora la campanella non è suonata e molti dei miei compagni non sono ancora rientrati, incluso Ritsu. Ne approfitto per ripassare per l’ora dopo. Il mio sguardo, però, si dirige sempre verso la porta nella speranza, vana, di veder passare Usami-senpai. Che sia tornato a casa?

Il resto delle ore passarono in fretta ed all’uscita speravo di poter tornare insieme a Ritsu ma, uscendo, lo vedo camminare a pochi passi dietro Saga-senpai. Ha finalmente trovato il coraggio di parlargli? Sorrido e torno a casa per i fatti miei.

 

Nei giorni successivi, Usami-senpai non si è fatto vedere. Che stia male?

“Ritsu, sai se per caso Usami-senpai è malato?”

“Uh? Malato? Non credo. Perché?”

“Bé..”

Sistemo i libri.

“Non l’ho più visto in giro.”

“Sei preoccupato per lui?”

“E-Eh? Preoccupato? Certo che no!”

“Oh, sarà stata una mia impressione.”

Mi sorride e torna a sorseggiare la sua bibita.

‘Crede ancora che siamo fidanzati?’

Sospiro.

“Ed a te come va con Saga-senpai?”

Dopo aver detto il suo nome, Ritsu sputa tutta la bibita.

“Eh? Cosa? Uh? C-Come dovrebbe andare? C-Come al solito, no?”

“..Uhm.. Però.. Vi ho visto tornare a casa insieme l’altro giorno.”

Ecco che il suo viso diventa rosso.

“C-Ci hai visti? B-Bé..”

“Ti ha accompagnato a casa?”

“N.. N-Non proprio.”

“Uh? Ed allora cosa?”

“Mi aveva.. Invitato a casa sua.”

“Eh? E che avete fatto?”

Arrossisce ancora di più.

“.. Ritsu?”

“Bé.. Noi..”

Abbassa pian piano il tono della voce.

“Noi.. L’abbiamo.. F-Fatto.”

“Voi avete.. COSA?!”

Ammetto che questa cosa mi ha davvero sconvolto.

“Sssh! Abbassa la voce!”
E’ completamente rosso in viso.

“Non dirlo a nessuno!”

“.. Non lo farò.”

“G-Grazie.”

‘Ritsu.. L’ha fatto.. Con un ragazzo.’

Bene. Dopotutto è gay, non è così strano.

Sospiro.

All’uscita da scuola, decido di visitare nuovamente il luogo che Usami-senpai mi aveva mostrato giorni prima. Nonostante tutto quello che è successo, è davvero un bel posto. Cercando di ricordare la strada da percorrere, inizio a camminare sperando di non perdermi. Dopo aver camminato per un po’ di tempo stavo quasi per rinunciarci quando ad un tratto, dietro un cespuglio, trovo la radura e, inoltre, Usami-senpai coricato sotto un albero.

“Usami-senpai?”

Si gira verso di me e mi guarda.

“Misaki? Che ci fai qui?”

Visibilmente sorpreso, si mette seduto appoggiando la schiena all’albero dietro di lui.

“Uhm.. Volevo solo rivedere questo posto. Che fine hai fatto? A scuola non sei più venuto.”

“Sono stato qui.”

“Qui? Tutto il tempo?”

“Bé, la notte tornavo a casa. La mattina i miei credevano che andassi a scuola ma venivo sempre qui.”

Ecco spiegato il perché dell’uniforme. Iniziavo a pensare che non si fosse mosso da qui da quel giorno.

“Ho capito.”

Mi siedo sul prato appoggiandomi ad un albero rimanendo a distanza di sicurezza da lui.

Mi guarda.

“Perché ti sei messo così lontano?”

“Per evitare che mi salti addosso.”

“Hai paura per caso?”

“C-Certo che no!”
”Bene.”

Dopo averlo detto, si siede accanto a me.

Lo ignoro ed alzo lo sguardo guardando il cielo.

“Domani verrai a scuola?”

“Vuoi rivedermi, per caso?”

“Ma non dire sciocchezz-“

Girandomi verso di lui con le guance lievemente rosse, vedo il suo viso a pochi centimetri dal mio ed, in pochi secondi, Usami-senpai cancella quella distanza dandomi un bacio sulle labbra.

‘Ancora?!’

Li spalanco arrossendo e cercando nuovamente di allontanarlo ma, questa volta, mi afferra le braccia appoggiandole all’albero e impedendomi di respingerlo. Stringo gli occhi cercando di girare il viso.

“Mmh.. Usami-senpai!”
Allontana il viso da me iniziando a sbottonarmi i pantaloni.

“C-Cosa stai facendo?!”

Cerco di allontanarlo mentre lui, senza difficolta, riesce ad abbassarmi le mutande ed a massaggiare il mio membro.

Rossissimo cerco di farlo smettere ma il mio corpo si immobilizza ed un gran piacere inizia ad invadere il mio corpo.

Ansimo mentre Usami-senpai continua a massaggiarlo ed a baciarmi il collo.

“U.. Usami-senpai.. Smettila di..”

“Ti ho già detto di chiamarmi Akihiko.”

Arrossisco afferrandogli la camicia e stringendola forte.

“F-Fermati..A-Akihiko!”

Dopo avermi sentito pronunciare il suo nome e subito dopo essere, con mia sorpresa, venuto, mi corica sull’erba ricominciando a baciarmi.

Sarà l’eccitazione momentanea ma, questa volta, chiudo gli occhi e mi lascio baciare ricambiandolo.

Akihiko inizia a sbottonarsi i pantaloni mentre, nella mia tasca, sento vibrare e suonare il mio cellulare. Con tutta la forza che ho, lo allontano rivestendomi ed alzandomi.

“Smettila di fare così!”

Corro via per l’ennesima volta senza nemmeno voltarmi indietro e rispondendo al cellulare.

“P-Pronto?”

“Misaki? Che fine hai fatto? Non dovevamo uscire?”
”O-Oh, Ritsu. Scusami, arrivo subito.”

Dopo aver riattaccato il telefono, mi dirigo al cancello della scuola dove abbiamo stabilito di incontrarci.

“Misaki, va tutto bene?”

Mi fermo col fiatone appoggiando le mani alle ginocchia.

“S-Si, tutto bene. Scusa il ritardo.”

“Va tutto bene. Sai.. Oggi.. Ho studiato in biblioteca con.. S-Saga-senpai.”

“Davvero? E’ fantastico.”

Sorrido.
”Allora.. State uscendo insieme?”

“Io.. Non lo so. Ma.. Credo di piacergli.. F-Forse un po’.”

“Sono sicuro che gli piaci.”

Sorrido e lui mi sorride a sua volta.

“D-Dici?”

“Se te lo dico io stai pur certo che è così.”

Mi sorride.
”Grazie.”

Si avvicina a me e mi abbraccia. Ricambio l’abbraccio e sorrido.

“Mi sembrava di essere stato chiaro.”

‘Eh?’

Sento una mano afferrarmi la maglietta e tirarmi indietro.

“Cos-“

Vedo Saga-senpai appoggiarmi al muro tutt’altro che delicatamente.

“S-Saga-senpai?”

Ritsu, com’era prevedibile, arrossisce.

“Cosa non hai capito nel ‘stagli lontano’?”

‘Mi ha.. Visto con Akihiko?’

“G-Guarda che è stato lui!”

“Questo non giustifica il fatto che sei sempre in sua compagnia. E’ il mio ragazzo,

chiaro?”

‘Il suo.. Ragazzo? Come può dire una cosa del genere davanti a Ritsu?’

“Il tuo.. R-Ragazzo?”

Ritsu arrossisce più di quanto non lo era già.

“Onodera, mi sembra ovvio. Ti sembra che io faccia l’amore con chiunque?”

‘L’amore? Ha fatto l’amore.. Con Akihiko?’

“.. No.. Non è vero! Tu non sei il suo ragazzo! A lui piaccio io! Io e nessun altro!!”

Arrossisco. Cosa sto dicendo?!

“Cosa? Tu? Eppure è a me che si è dichiarato.”

‘.. Cosa?’

“Non è vero, Ritsu?”

“.. Ritsu?”

“Si, Ritsu. Cosa c’è, non ricordavi nemmeno il suo nome?”

“M-Ma non stavi parlando di Akihiko?“

“Akihiko? Cosa c’entra lui?”

“Stai tranquillo.”

Akihiko, allontanando Saga-senpai da me, mi tira a sé abbracciandomi col braccio sinistro.

“Io sono solo tuo.”
Sorride facendomi arrossire come non mi è mai successo.

‘Ha-Ha sentito?!’

“Uh? Akihiko? Credeva che parlassi di te?”

“A quando pare sì.”

Mi sorride.

“Oh, credo allora che ci sia stato un malinteso. Misaki. Akihiko.”

Saga-senpai alza la mano in gesto di saluto mentre, con l’altra, afferra quella di Ritsu portandolo con sé. Che situazione.. Imbarazzante!

“Quindi sarei tuo, eh?”

Arrossisco.

“No! C’è stato un malinteso! E staccati!”
Lo allontano mentre lui, sorridendo, mi prende la mano.

“Vuoi un passaggio?”

“No!”

Cerco di lasciare la mano mentre lui, stringendola, mi porta alla sua moto.

“Vuoi fartela a piedi?”

Esitando, decido di salire sulla moto. L’ultima volta non è successo niente di male.

Dopo essere partiti ed essere rimasti in silenzio, vedo che Akihiko supera casa mia.

“Ehi, io abito lì.”

“Lo so bene.”

“E.. Perché non ti sei fermato?”

“Non è lì che stiamo andando.”

“Cosa? E dove? Fammi scendere!”

“Agli ordini.”

Lentamente, rallenta fino a fermarsi completamente davanti ad un’enorme casa.

“C-Che.. Ci facciamo qui? Dove siamo?”

“Casa mia. Grande, vero?”
Spalanco gli occhi. Che intenzioni ha?!

“Cosa? E perché mi hai portato qui?!”
”Giro turistico.”
Afferrandomi la mano mi trascina, contro la mia volontà, dentro casa sua.

Che intenzioni ha?


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Capitolo 4
*** Non è così che funziona! ***


“Usami-senpai, lasciami!”

Cerco di fargli mollare la presa ma, nonostante tutto il mio impegno, lui non sembra sforzarsi di tenermi fermo e continua ad andare avanti come se niente fosse.

“Finalmente mi avevi chiamato per nome ed adesso ricominci con ‘Usami-senpai’?”

“E’ stato un caso! Lasciami!”

Ignorando le mie suppliche ed i miei insulti, finisco comunque per entrare in casa sua. E’ enorme e sembra una di quelle ville che si vedono solo nei film. A darci il benvenuto, arrivarono il maggiordomo, le cameriere, un cane ed un gatto. E’ assurdo.

“Bentornato Usami-sama. Ha portato con sé un amico? E’ insolito. Vuole darmi le giacche ed i borsoni?”

Chiusa la porta, Usami-san molla la presa e da al cameriere le giacche ed i borsoni di entrambi.

“Cosa desiderate per pranzo?”

Usami-senpai si gira verso di me ed io gli rivolgo uno sguardo interrogativo.

“… Che c’è?”

“Hai fame? Cosa vuoi che ti preparino?”

“Uh? Bé… Per me è uguale. Decidi tu.”

Pessima decisione.
“Preparate tutto quello che potete. Avvisatemi quando è pronto bussando. Gradirei che non ci disturbaste entrando.”

Detto questo, mi riprende per il braccio trascinandomi su per le scale.

“Eh? M-Ma-!”

Ignorando le mie proteste, mi porta in un’enorme camera che, immagino, sia la sua.

“C-Che diavolo hai intenzione di fare?!”

Finita la frase, mi prende di peso e mi getta sul letto sedendosi sulle mie gambe per bloccarmele.

“C-Cos’hai intenzione di-“

Bloccandomi le mani, Usami-senpai inizia a baciarmi con passione senza nemmeno darmi la possibilità di prendere un respiro.

Arrossisco al contatto improvviso e non riesco a muovere nessun muscolo sia per l’imbarazzo che mi blocca e sia per le sue mani. Cerco comunque di divincolarmi per fargli capire che non gradivo queste sue attenzioni. Quando stavo quasi per crollare per la mancanza di ossigeno, lui mi lascia e mi guarda.

“Voglio fare l’amore con te.”

Arrossisco.

“C-Che cosa? M-Ma ti sembra modo di dire una cosa del genere così all’improvviso?! C-Ci siamo conosciuti pochi giorni fa e-ed io non sono gay!”

“Non si direbbe.”

Nonostante la situazione, Usami-san mantiene un’espressione seria e mi mette una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

“Non sono molto bravo in questo genere di cose. Non sono abituato al contatto con gli altri e quindi non ho mai avuto esperienze di questo tipo. Tu sei praticamente la seconda persona con cui instauro un rapporto e l’unica cosa che posso fare è seguire i miei istinti e le mie voglie. Cosa c’è di male? Ci piacciamo entrambi, no? Non è così che va?”

Arrossisco ancora di più.

“P-Per cominciare, n-non ho mai detto che mi piaci! Ed in secondo luogo, n-non è così che dovrebbe andare!”

“Ah, no? E come?”

Usami-senpai continuava a stare seduto sulle mie gambe e col busto piegato verso di me ma, capendo che il discorso andava per le lunghe, drizzò la schiena.

“Come… Chiedi? Uhm…”

Mi gratto la testa. Nemmeno io ho esperienza in questo campo ma non può andare dritto al punto!

“N… Non so. Prima ci si conosce, si esce insieme, s-si crea una situazione più romantica, una buona atmosfera e poi… C-Ci si inizia a frequentare più seriamente fino ad arrivare al fidanzamento vero e proprio. E’ lì che poi s-si può fare del sesso!”

“E se uno dei due ne ha voglia prima?”

“S-Si trattiene o-o si sfoga in un altro modo!”

Sorrise.

“Bene, aspetterò come dici tu. Ma dovrò pur sfogarmi in un altro modo, no?”

Inizia a sbottonarsi i pantaloni come se nulla fosse.

“C-Che diavolo fai?! Vuoi toccarti davanti a me?!”

“No, dovrai farlo tu.”

“C-Che cosa?!”
Arrossisco violentemente ma, prima che potessi opporre una qualche resistenza, Usami-san mi afferra la mano e si china su di me iniziando a toccarsi usando la mia mano.
“N-No, fer…”

“Avanti, continua così. Se non fai da solo, non posso farti lo stesso.”

Inizia a sbottonarmi i pantaloni ed a toccare anche me. Sono incredibilmente imbarazzato ma non riesco a fare altro se non toccarlo. Ogni volta che sento le sue mani, le sue labbra, il suo respiro… Perdo tutte le forze.

“Va’ un po’ più forte. Stai rallentando troppo.”

“C-Come credi che io mi senta in questo momento, s-stupido! Non chiedermi cose del genere!”

Stringo gli occhi nel tentativo di sparire e di ritrovarmi altrove. Volevo far smettere quell’imbarazzo ma, allo stesso tempo, volevo che il piacere aumentasse quindi, inconsapevolmente, iniziò a far ciò che vorrei per me su di lui ed aumento il ritmo. Usami-senpai mi mette seduto avvicinando il suo corpo al mio in modo da potersi fare toccare meglio ed in modo da poter attaccare le sue labbra alle mie. Questo bacio è probabilmente il più dolce che mi abbia mai dato e c’era passione e delicatezza allo stesso tempo. Immerso in quel bacio, torno in me solo quando sento di dover venire e, con imbarazzo, mi accorgo che anche lui era nella mia stessa situazione tanto che poco dopo veniamo insieme. E’ stata una cosa imbarazzante e… Disgustosa! Un conto è toccare il mio di sperma ma… Quello di un altro! Prendo coraggio ed apro gli occhi e mi rendo conto che lui stava leccando dalla sua mano il MIO sperma. In qualche modo, non mi sento disgustato come credevo ma di sicuro non l’avrei fatto anch’io.

“Tieni.”

Dopo aver preso il fazzoletto che mi stava porgendo, pulisco immediatamente la mano imbarazzato. Non so cosa dire.

Usami-san si avvicina al mio viso ma, al posto di baciarmi le labbra, mi da un bacio delicato sulla tempia.

Il mio cuore inizia a battere molto forte. Non riesco a gestire tutte le emozioni che mi fa provare quest’idiota. E’ davvero imbarazzante.

“Dopo aver mangiato, usciamo.”

“Eh?”

“Hai detto che si inizia con gli appuntamenti. Bene, dopo aver mangiato, usciamo.”

“Eh? M-Ma io-“

Si avvicina e questa volta mi bacia le labbra per non farmi finire la frase.

“Usciamo.”

Arrossisco e non riesco ad obbiettare. Usami-senpai sorride e, dopo essere stati avvisati che il pranzo è pronto, scendiamo insieme al piano inferiore dove una tavola piena di qualsiasi pietanza che io conosca ci stava aspettando.

“M-Ma questo è… Troppo!”
“Abbiamo eseguito gli ordini di Usami-sama. Prego, inizi pure a mangiare ciò che vuole.”

Le cameriere allontanarono le sedie e ci invitarono a sederci. Solo nei film si vedono certe cose!

Inizio ad assaggiare un po’ di tutto e devo ammettere che erano pietanze deliziose.

Usami-san deve aver notato il mio entusiasmo perché sorrise.

“Ti piacciono?”

“Bé, è tutto delizioso, davvero.”

“Quali ti piacciono di più? Così sarò preparato la prossima volta.”

‘La prossima volta?’

“Uhm, bé… Questa carne è davvero buona ma anche questo, questo e questo.”

Non ho idea di come si chiamino la maggior parte dei piatti.

“D’accordo, ricevuto.”

Finito di mangiare, Usami-senpai si alzò ed iniziò a parlare alle cameriere guardandomi.

‘Di che diavolo stanno parlando?’

Dopo essermi riempito per bene la pancia, mi alzo e vengo afferrato da 3 cameriere che mi trascinano al piano di sopra.

“Eh? Cosa? Eh?!”

Mi portano in una stanza che una di loro chiude a chiave. La più alta inizia a guardare in un armadio mentre la terza inizia a spogliarmi.

“E-Ehi, che fate?!”

“Usami-sama ci ha incaricate di prepararla per l’uscita.”

“Ma posso anche uscire con la divisa scolastica!”

“Non lo trova adeguato.”

La cameriera prese dei jeans ed una camicia e mi costrinse ad indossarli anche se non sono per niente il mio genere. Finita la tortura, mi guardo allo specchio.

“Non sembro nemmeno io. E’ troppo aderente!”

“Sta molto bene.”

“Mmh…”

Finalmente sono libero di uscire e, scese le scale, vedo Usami-san che mi aspetta con un abbigliamento simile al mio ma con la camicia di un colore e di un modello diverso ed, oltretutto, indossava una… Cravatta?

Quando mi vide scendere le scale, sorrise.

“Sei molto bello.”

“Sì, certo. Potevo anche cambiarmi a casa mia o tenere la divisa!”

“Questi ti stanno molto bene…”

Detto questo, allunga una mano verso di me ed io, rassegnato, la prendo.

Mi sorride e mi accompagna fuori dove ci aspetta un’enorme macchina sportiva rossa.

“… E questa?”

“E’ mia.”

“Ma non avevi una moto?”

“Si possono avere anche più mezzi di trasporto.”

Detto questo, mi apre lo sportello anteriore del passeggero.

“E come mai non la usi per la scuola?”

Sedendomi, mi accorgo di quanto il sedile sia morbido e comodo. Sarebbe meglio usare questa per la scuola invece di quella moto scomoda.

“Non voglio dare troppo nell’occhio.”

Prende posto accanto a me.

“Oh, certo. Per un appuntamento galante invece è normale dare nell’occhio, vero?”

Usami-senpai iniziò a sorridere e non sono subito riuscito a capire il perché.

“Che hai da sorridere?”

“Hai appena ammesso che si tratta di un appuntamento galante.”

Arrossisco.

“I-Io non… Ho sbagliato!”

“Sì, sì.”

“Non prendermi in giro, stupido!”

“Non ti sto prendendo in giro.”
Il suo sorriso diceva il contrario.

“Stupido Akihiko!”

Il suo sorriso si allargò.

“Finalmente usi il mio primo nome. Spero che diventi un’abitudine.”

Dopo l’ennesima frase sconveniente, decido di stare zitto e mi metto a braccia conserte nel tentativo di sembrare offeso. Non sembrò dispiacersi affatto. Prese lo sterzo tra le mani e, col sorriso sulle labbra, mise in moto la macchina per portarmi, ne sono certo, in qualche luogo davvero pericoloso.

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Capitolo 5
*** Appuntamento. ***


La prima meta ‘dell’appuntamento’ è… Un parco di divertimenti? Gli sembra che ho 5 anni?!

“Uhm… Akihiko, cosa ci facciamo qui?”

Sorride notando che ho usato il suo primo nome – ormai ci ho rinunciato – e parcheggiò la macchina.

“E’ la prima meta del nostro appuntamento, no?”

“Un… Parco di divertimenti?”
“Sì, qualcosa non va? Non ci sono mai stato e voglio vederlo!”

E’ vero. Akihiko è praticamente ricco sfondato e non è così strano pensare che non ci sia mai stato in precedenza. Credo che sia meglio assecondarlo sperando che non faccia niente di imbarazzante. Sospiro e scendo dalla macchina e lo stesso fa lui.

Dopo avermi raggiunto, mi afferra la mano come se niente fosse ed entriamo al parco.

“E-Ehi, lasciami! E’ imbarazzante!”

“Perché? Si fa così ad un appuntamento.”
“M-Ma ci vedono tutti! Lasciami!”

Ignorando le mie proteste, vedo Akihiko dirigersi verso la macchinetta per produrre zucchero filato.

“A te piace?”

“Eh? Bè, sì. Mi piace molto.”

Devo imparare a stare zitto. Akihiko ne ha ordinati 5!

“Ehi, sono troppi!”

“Hai detto che ti piacciono.”

Li mette tutti nelle mie mani per poi continuare il giro.
“Ma almeno prenditene un paio tu!”

“No, a me non piace lo zucchero filato. Troppo dolce.”

Sospiro capendo che non potevo farci niente ed inizio a mangiare il primo sperando di non fare indigestione.

“Masamune?”

Alzo lo sguardo e vedo Saga-senpai e Ritsu che camminano mano nella mano.

Saga-san si volta verso di noi seguito dal compagno ovviamente rosso in viso.

“Akihiko? Cosa ci fai qui?”

Dopo aver formulato la domanda, guarda le nostre mani e sorride.

“Oh, ho capito. Ti sei deciso finalmente.”

Inevitabilmente, arrossisco.

“Misaki, stai con Usami-san adesso?”

Ritsu, sempre rosso in viso, mi sorride.

“Eh? N-Non direi proprio… C-Che sto con lui. N-Noi… Insomma…”

“Ma… E’ un appuntamento, no?”

Il ragazzo indica le nostre mani ed a quel punto non posso far altro che rimanere in silenzio a mangiare il mio zucchero filato.

“Bè Masamune, su che giostra siete stati?”

“Siamo appena usciti dalla casa degli orrori. Ritsu si è spaventato a morte ed ho dovuto stringerlo per tutto il tempo.”

Saga-san rise leggermente mentre Ritsu inizia ad arrossire.

Akihiko mi stringe la mano e sorride.
“Misaki, andiamo anche noi.”

Senza salutare gli amici né aspettare un mio consenso, mi trascina verso la casa degli orrori dove io, di mia spontanea volontà, non sarei MAI entrato.

“E-Ehi, fermo! Non voglio entrarci!”

“Che c’è, anche tu hai paura?”

“I-Io…”

Non volendolo ammettere, metto il broncio .

Dopo aver sfoggiato uno dei suoi soliti sorrisi, ci dirigiamo verso l’entrata dove, per fortuna, mi costringono a mettere via i miei 3 rimanenti bastoncini con lo zucchero filato che dovevo ancora mangiare. Ovviamente, la stanza è tutta buia.

Stringo più forte la mano ad Akihiko e lui, lasciandomi la mano, mi mette un braccio intorno al collo avvicinandomi a lui anche troppo.

“Non avere paura. E’ tutta finzione e poi ci sono io accanto a te.”

Non riesco a vedere il suo viso ma sono sicuro che in questo momento mi stia sorridendo. Per fortuna, non riuscirà a vedere il rossore sul mio viso.

“N-Non ho paura!”

“Certo, certo.”

Per qualche minuto continuiamo a camminare nel buio senza che succeda niente ma, quando sento qualcosa toccarmi la gamba, lancio un urlo abbracciando forte la persona che mi stava accanto che rise.

“Sei proprio un fifone.”

“Non sono u-un fifone! Qualcosa mi ha afferrato la gamba!”

“E’ una casa degli orrori, cosa ti aspettavi?”

Dopo avermi stretto a sé, andiamo avanti.

Tutto procede in modo tranquillo tranne per qualche colpo al cuore che creature comparse all’improvviso mi hanno fatto prendere.

Andando avanti, però, una delle ‘creature’ appare davanti a noi ed io, per lo spavento, indietreggio cadendo proprio sopra Akihiko.

“O-Oh, scusami! Non l’ho fatto apposta! M-Mi sono spaventato, e quindi…”

Prendendomi il viso, il ragazzo mi zittisce dandomi un bacio sulle labbra.

Arrossisco non aspettandomi una cosa del genere là dentro ma, prima di darmi modo di respingerlo, Akihiko mi fa coricare sul pavimento mettendosi sopra al mio corpo e continuando a baciarmi le labbra.

Con incertezza, ricambio il bacio mettendogli le mani sulle spalle e stringendo la camicia che aveva indossato. Non accenna a volermi lasciare ed, anzi, continua con più intensità ogni secondo che passa fino ad infilarmi la lingua in bocca.
Col rischio che arrivi qualcuno, cerco di allontanarlo ma lui è molto più forte di me e quindi sono costretto a rimanere steso su quel pavimento polveroso a baciare un ragazzo. Sono teso e spero davvero che nessuno arrivi o che per lo meno nessuno riesca a vederci essendo al buio.

Non potendo fare altro, ricambio il bacio intenso dell’altro ed un calore confortevole inizia ad invadere tutto il mio corpo fino ad impedirmi di pensare lucidamente a qualcosa che non abbia a che fare col desiderio bramoso che in questo momento mi sta facendo stringere e baciare con foga il ragazzo sopra di me.

Akihiko si accorge probabilmente del mio coinvolgimento in quella situazione tanto che inizia a sbottonarmi i pantaloni facendomi tornare – almeno in parte – alla realtà.

Cerco di respingerlo o per lo meno di riuscire a parlare.

“A-Akihiko… Non qui, ti prego. Fermo!”

Ignorando le mie proteste, mette una mano dentro le mie mutande iniziando a toccare delicatamente il mio membro che, ormai schiavo di quella sensazione così piacevole, non tarda ad alzarsi provocandomi un rossore intenso sul viso. Il ragazzo sorride sentendolo ingrossarsi nella sua mano e continua a toccarlo con sempre più foga iniziando a baciarmi il collo mentre, la ‘casa’ momentaneamente buia e silenziosa, si riempiva dei suoni imbarazzanti provenienti dalla mia bocca.

Alzo il viso ed inarco la schiena quando sto per venire e stringo la camicia del mio compagno che, capendo ciò che sta per succedere, aumenta il ritmo facendomi venire nella sua mano per non sporcarmi i vestiti.

Ricomincia a baciarmi le labbra ma con più delicatezza succhiandole e mordendole.

“Misaki, stai tranquillo. Rispetterò le tue ‘regole’. Non ho intenzione di farlo qui dentro.”

Detto questo, si pulisce la mano e si alza aiutando anche me.

Sono molto imbarazzato dalla situazione e non so cosa dire. Abbottono i pantaloni in silenzio.

Usciti dalla casa degli orrori, Akihiko mi porta sopra delle giostre che non fanno per niente bene ai due bastoncini di zucchero filato che ho precedentemente mangiato.

Ho avuto la nausea per tutto il tempo ma, per fortuna, non ho rimesso.

Si è fatta sera e, devo ammetterlo, è stata una giornata molto divertente. Sorrido tra me e me mentre Akihiko, che mi ha tenuto la mano per tutto il giorno, mi porta alla macchina aprendo la portiera del passeggero dove mie ero precedentemente seduto e facendomi accomodare.

Anche lui fa lo stesso e mette in moto.

“Ti sei divertito?”

“Devo ammettere di sì. Ero un po’ scettico ma… E’ stata una giornata molto divertente.”

Sorrido e lui, guardandomi, sorride a sua volta.

“Ne sono felice. Spero che ti piaccia anche il posto dove ti sto per portare.”

“Dove stiamo andando?”

“E’ un segreto.”

Sorride e, capendo che non ha intenzione di dirmelo, aspetto in silenzio di arrivare a destinazione.

Dalla strada che sta percorrendo, sembra che mi stia portando nel luogo che mi aveva mostrato quand’eravamo a scuola.

“Ehi, mi stai portando in quel posto in mezzo al bosco?”

“E dai, non puoi rovinare le sorprese così.”

Sorrido. Sono felice che mi stia portando lì. Avevo paura che mi portasse in qualche posto strambo.

Arrivati, Akihiko parcheggia la macchina e mi apre la portiera per farmi scendere dalla macchina.

“Qui le stelle si vedono magnificamente.”
Guidato dal ragazzo, cammino in mezzo all’erba fino a raggiungere il luogo dove il cielo è perfettamente visibile.

Quello che si presenta davanti ai miei occhi, è uno spettacolo magnifico. Credo di non aver mai visto tante stelle in vita mia.

Senza staccare gli occhi dal cielo, mi siedo sull’erba appoggiando la schiena all’albero. Akihiko prende posto accanto a me.

“Ti piace?”, chiede speranzoso.

“Se… Se mi piace? E’… Davvero fantastico.”

Il ragazzo sorride e mi prende la mano.

Per qualche minuto siamo rimasti in silenzio a guardare il cielo quando, tutt’un tratto, rompe il silenzio.

“Sono… Riuscito a conquistare il tuo cuore almeno un pochino?”

Arrossisco a quella domanda ma, senza guardarlo, annuisco debolmente.

Felice di quella risposta, Akihiko mi gira il viso costringendomi a guardarlo ed appoggia le sue labbra alle mie dandomi un bacio dolce e delicato che ricambio subito. Sono totalmente immerso in quel bacio e ne sto assaporando ogni secondo. Ne vorrei di più ma, dopo pochi minuti, il ragazzo allontana leggermente il viso dal mio.

“Non vedo l’ora di poter fare l’amore con te.”

Arrossisco.
“S-Sei un vero pervertito.”

Sembra sorpreso dalla mia frase.
“Perché dovrei essere pervertito? Non è normale desiderare di fare l’amore con la persona che si ama?”

Arrossisco notevolmente per quella frase. ‘Con la persona che si ama’?

“C… Cosa?”

“Ti amo, Misaki. Ti amo davvero.”

Socchiudo gli occhi avvertendo la sincerità di quelle parole mentre Akihiko inizia ad accarezzarmi il viso guardandomi negli occhi e costringendomi a guardarlo a mia volta.

“… Ti… Ti amo anch’io.”

Dopo quella frase che, sicuramente, non si aspettava, il ragazzo mi corica sull’erba ed inizia a baciarmi con foga mentre, sopra di noi, il cielo si fa sempre più brillante.

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Capitolo 6
*** Ti amo. ***


Sono davvero imbarazzatissimo. Sono riuscito ad ammettere i miei sentimenti ma adesso mi ritrovo immobilizzato per la vergogna sotto il corpo del mio…

Ragazzo.

Akihiko continua a baciarmi ma, accorgendosi del mio disagio, mi lascia.

“Ehi, va tutto bene?”

Con la mano mi accarezza la guancia ed io inizio a calmarmi.

“S-Sì, scusa. E’ che non sono abituato… A tutto questo.”

Mi sorride e mi da un bacio delicato sulle labbra.

“Devi stare tranquillo. Il fatto che stiamo insieme non implica che ti salterò addosso.”

“Eh? M-Ma…”

“Che c’è? Vorresti che lo facessi?”

Arrossisco sentendo quella verità e giro il viso dall’altra parte senza rispondere.

Akihiko mi sorride e mi gira il viso verso il suo dandomi un bacio dolce sulle labbra.

Continua a baciarmi in questo modo ‘casto’ fino a quando non riesco finalmente a rilassarmi. Gli metto le mani sul viso ricambiandolo ed in quel momento inserisce la lingua nella mia bocca. Le nostre lingue si toccano e si sfiorano mentre il mio viso diventa rosso per l’imbarazzo. Akihiko mette una mano tra i miei capelli stringendoli ed avvicinando il viso maggiormente al mio.

Proprio quando stavo iniziando ad abituarmici, mi abbassa i pantaloni facendomi irrigidire.

“Stai calmo.”

Inizia a baciarmi il collo mentre, lentamente, mette una mano nelle mie mutande iniziando a toccare la mia erezione.

Arrossisco ma quel contatto mi provoca un enorme piacere.

Inizio ad ansimare facendomi guidare da quella bellissima sensazione.

Imbarazzato, sbottono la camicia ad Akihiko che sorride.

Lascia la mia virilità togliendomi la maglia e baciandomi il petto.

Inizia a stuzzicarmi i capezzoli mentre mi toglie del tutto i pantaloni.

Riesco a vedere senza difficoltà anche la sua erezione che spingeva contro il tessuto.

Senza che me ne accorgessi, Akihiko è già arrivato a leccarmi il membro mentre un brivido di piacere percorre il mio intero corpo.

Lo succhia, lo lecca, lo tocca.

Inizio a gemere per il piacere non riuscendo a bloccare questi suoni imbarazzanti che sembrano eccitarlo ancora di più.

Gli metto una mano tra i capelli alzando il viso.

“A-Akihiko, lasciami. Devo… Venire.”

Ignorando le mie parole, continua a leccarlo fino a farsi finire il mio intero sperma in bocca. Arrossisco.

Si toglie i pantaloni mentre con due dita inizia a percorrere i lineamenti della mia coscia fino ad arrivare all’apertura per poi entrarle.

Stringo gli occhi sentendo dolore… Un dolore molto piacevole.

Inizia a muovere lentamente le dita facendomi gemere.
“Toccami.”

Arrossisco a quell’improvvisa richiesta.

“E-Eh? Ma nemmeno ci… Arrivo.”

Dopo questa risposta, Akihiko si corica sul terreno facendomi sedere sul suo petto e chinandomi verso la sua virilità. Arrossisco per quella posizione incredibilmente imbarazzante.

“Adesso ci arrivi.”

Inizia a ridere vedendo il mio imbarazzo.

“N-Non ridere, stupido!”

Con imbarazzo, mi rendo conto di non riuscire a parlare senza avere un tono incredibilmente eccitato. Decido di tenere la bocca chiusa mentre, con incertezza, inizio a toccarlo.

Un forte gemito mi esce di bocca quando Akihiko fa entrare un terzo dito muovendole ed allargando la fessura.

“Dimmi quando ti senti pronto.”

E’ davvero ben messo e… Sono certo che farà male.

“Ho un po’… Di paura.”

“Devi stare tranquillo. Farò piano finché non ti abituerai.”

Quelle parole mi tranquillizzarono e quindi lo lasciai.

“V-Va bene. Vai.”

A quelle parole, Akihiko mi corica sull’erba mettendosi tra le mie gambe quasi come se si stesse trattenendo da un bel po’.

Gli metto le braccia intorno al collo mentre lui, pian piano, si fa strada dentro il mio corpo con la sua virilità.

Stringo gli occhi. E’ molto grande.

Inizia a muoversi pian piano dandomi il tempo di abituarmi mentre dei gemiti di dolore misto a piacere escono inevitabilmente dalla mia bocca.

“Ti prego, dimmelo ancora.”
“C-Che cosa?”

Inizia ad aumentare il ritmo mentre pian piano mi abituo alla sua presenza dentro di me.

“Che mi ami.”

Arrossisco.

“E-Eh? Ma te l’ho… Già detto.”

Continua ad aumentare il ritmo ogni secondo mentre il mio corpo viene attraversato da brividi di piacere.

Il suo corpo inizia a muoversi veloce mentre anche lui inizia ad ansimare.

“Voglio sentirlo ancora. Voglio essere sicuro che non sia stato un sogno.”

Inizia a baciarmi il collo penetrandomi sempre di più.

Continuo a gemere mentre lui mi prende la mano guardandomi seriamente negli occhi facendomeli socchiudere.

“… Ti… Ti amo.”

Mi sorride e mi avvolge con le sue braccia.

“Anche io ti amo, Misaki.”

Con quella consapevolezza, continuammo a fare l’amore per un periodo di tempo che mi sembrò infinito.

Penso di non essere mai stato così felice in vita mia.

_______________

Ed eccoci alla fine x°D So che Takano e Ritsu non sono apparsi molto frequentemente. Infatti, quando ne avrò la possibilità, penso che scriverò un’altra FF che racconta questa storia dal punto di vista di Ritsu.

Grazie per averla letta e spero che vi sia piaciuta ^^

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