What About Lily&James?

di _Ly_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ritorno ad Hogwarts ***
Capitolo 2: *** Vita da Studenti ***
Capitolo 3: *** Natale ad Hogwarts ***
Capitolo 4: *** La Prima Notte dei Malandrini ***
Capitolo 5: *** Ombra di Morte ***
Capitolo 6: *** La Vita Va Avanti ***
Capitolo 7: *** Piacevoli Sorprese... Forse... ***
Capitolo 8: *** Una Fetta di Paradiso... Con Una Finestra Sul Mondo ***
Capitolo 9: *** Qualcosa è Cambiato ***
Capitolo 10: *** Riconoscere ***
Capitolo 11: *** Your Song ***
Capitolo 12: *** Conseguenze... ***
Capitolo 13: *** La Fine dell'Arcobaleno ***
Capitolo 14: *** Lacrime e Buio ***
Capitolo 15: *** Scoperte ***
Capitolo 16: *** Ritornare a Volare ***
Capitolo 17: *** Svolte ***
Capitolo 18: *** La Forza Che è In Te ***
Capitolo 19: *** Speranze ***
Capitolo 20: *** Sogni Meravigliosi, Incubi Terribili. ***
Capitolo 21: *** Dove Volano Le Cicogne ***
Capitolo 22: *** Presagi di Morte ***
Capitolo 23: *** My Immortal ***
Capitolo 24: *** Epilogo: What about Harry ***



Capitolo 1
*** Ritorno ad Hogwarts ***


What About Lily&James

What About Lily&James?

 

Ciao a tutti! Premetto che adoro tutta la saga di Harry Potter scritta dalla bravissima J.K. Rowling e che il mio personaggio preferito è Ron ^^. Tuttavia non ho intenzione di scrivere una fiction sui suoi personaggi attuali, quanto più un ‘before’. Queste due figure, Lily e James, che ritornano per tutta la storia e di cui si conosce così poco![Almeno per ora...] Mi piacerebbe proprio scrivere su di loro... almeno per come me li immagino io! E quindi... meglio divagare di meno e iniziare a scrivere al più presto: Pronti? VIA!

 

[NdLy:1_ tutti i personaggi, tranne qualche d'uno, appartengono a J.K. Rowling e alla Warner, io li prendo solo in prestito.

2_imbarcarmi in un'epopea settenaria non mi pare il caso...io comincio dal quinto di anno! E chi vivrà vedrà!]

 

 

 

-1-

 

Era il primo settembre alla stazione di King's Cross, a Londra, e come al solito una fiumana di bizzarri personaggi, oltre ad un gran numero di regolari Babbani che si trovavano lì per le ragioni più disparate, si dirigeva verso il marciapiedi tra i binari otto e nove. Erano le famiglie che accompagnavano i numerosissimi giovani studenti al consueto appuntamento con l'Espresso che li avrebbe magicamente condotti in quella che aveva la fama di essere una delle più antiche e prestigiose scuole di Magia e Stregoneria di tutta Europa: Hogwarts!

Avanzava tra la folla, apprestandosi ad affrontare il quinto anno oramai, anche quello che era praticamente uno degli idoli di tutti gli studenti: James Potter. Mago da generazioni, intelligente e impeccabile durante le lezioni quanto spiritoso e combinaguai. Oltre ad essere un bellissimo ragazzo, i suoi corti, spettinati e nerissimi capelli, accompagnati da un paio di occhi blu profondi e vivaci e da un fisico davvero eccellente facevano palpitare numerosi cuori, era anche il cercatore numero uno della scuola. Un vero asso nel Quidditch, come volava lui nessuno lo sapeva fare. Era sconsiderato e sprezzante, come anche di parecchie tra le regole scolastiche, ed era anche per questa ragione che nessun boccino, in nessuna partita, gli era mai sfuggito da quando, a furor di popolo, era entrato in squadra già al secondo anno. Sbadigliava stancamente, avanzando con il suo carrello verso la barriera che divideva la stazione Babbana dal binario 9 e 3/4 da cui partiva l'Espresso. Stava per accelerare quando alle sua spalle, una giovane voce famigliare, richiamò la sua attenzione.

“Non si aspettano più gli amici, James?” domandò un ragazzo dall'aria frizzante, capelli corvini fin sotto le orecchie, occhi scuri e sorriso sfavillante. L'idolo numero due all'interno delle mura di Hogwarts.

Il giovane Potter si arrestò all'istante voltandosi con un sorriso divertito e ansioso “Ma guarda un pò... Sirius! Qual buon vento ti ha riportato qui dopo due mesi passati a gozzovigliare in Nuova Zelanda?” domandò facendo l'occhiolino all'amico.

Questo sghignazzò un poco “Credo di avere un bel pò di cose da raccontarti, James, durante il viaggio...” e nei suoi occhi scuri e vividi balenò una luce scaltra e di chi la sa lunga.

L'altro annuì entusiasta, poi abbracciò l'amico di sempre e compagno di mille e una bravata.

James Potter e Sirius Black, definirli migliori amici era addirittura riduttivo. Il loro attaccamento e il loro rapporto pareva quasi maniacale... Dove c'era uno stava sempre e senza eccezione anche l'altro. Tant'è vero che persino Sirius era nella squadra di Quidditch, ovviamente della stessa casa, quella di Grifondoro, come battitore. Dividevano la stessa stanza ad Hogwarts e le stesse punizioni, dal momento che erano sempre in giro a fare scherzi e infrangere regole per la disperazione del povero e anziano custode, Mastro  Mole, che oltre ad aver quasi del tutto perduto la vista, ma non quel sesto senso che caratterizza ogni bidello che si rispetti, stava per dire addio anche alla ragione, da quando quei due erano giunti alla scuola. Solevano anche trascorrere assieme ogni singola estate, alla tenuta dei Potter, in campagna, a mettere in atto scorrerie e meditare e progettare nuovi scherzi da attuare appena tornati ad Hogwarts, ma quell'estate non era stato così... Sirius aveva infatti trascorse le intere vacanze in Nuova Zelanda, dove i genitori si erano da poco trasferiti, e James non era potuto andare con lui per via di alcuni dissapori con i genitori che lo avevano messo in punizione negandogli la vacanza. E così avevano trascorso un'avvilente estate separati, e naturalmente quando si erano rincontrati, con un solo sguardo, avevano già iniziato a fare scintille.

“Ma... e Remus? E manca anche Peter...” osservò Sirius, in procinto di attraversare, con molta nonchalance, la barriera magica.

“Remus, è d'accordo con Silente, arriverà tra un paio di giorni... Sai...questa notte è tutta tonda...Ho insistito perchè potessimo accompagnarlo, e intanto allungare un pò le vacanze -ridacchiò- ma Silente non ha voluto. Peter non saprei... l'altro giorno a Diagon Alley mi aveva detto che ci saremmo ritrovati come ogni anno qui, davanti alla barriera...” spiegò James alzando le spalle.

Remus Lupin e Peter Minus erano gli altri due del quartetto di amici. Lupin era però di gran lunga più responsabile di James e Sirius, pur essendo loro grandissimo amico. Peter era invece un ragazzotto rubicondo e mellifluo, ma molto buono e sinceramente affezionato a tutti loro, a James in particolare.

“Qui davanti alla solita ora?” domandò Sirius. James annuì.

“Che imbecille... sei in ritardo di un quarto d'ora buona... e se non ci sbrighiamo perderemo anche il treno...” aggiunse lanciando un'occhiata rapida all'orologio che segnava le 10 e 54. L'espresso per Hogwarts non aveva mai accumulato un secondo di ritardo, ne aveva mai atteso dissennati ritardatari. James ammiccò come se l'idea non gli dispiacesse per nulla, e Sirius pareva essere dello stesso parere, ma ci pensarono gli zii di Sirius a riportarli coi piedi per terra. Attraversarono rapidamente la barriera e, dopo aver salutato tutti quanti, si precipitarono su per il primo vagone, rassegnati a vagare, carichi di valige, per tutto il treno alla disperata ricerca di due posti liberi.

Fortunatamente c'era chi era stato più previdente. Un rubicondo ragozzotto di 15 anni corse loro in contro con gli occhi che brillavano “James! Ciao! Hei, Sirius, avevo quasi una mezza idea che ti fermassi in Nuova Zelanda! Sono contento di vedervi... Venite con me, ho tenuto occupato tutto uno scompartimento!” ed esplose in un sorrisone guidandoli per qualche metro. Peter Minus, per l'appunto.

“Oh, Peter! Tu si che ci sai fare... Se aspettavo James, mi facevo tutto il viaggio in piedi...” scherzò Sirius.

L'altro finse di offendersi “Ma senti un pò chi parla... Non sono mica stato l'unico ad arrivare in ritardo... signor Black dei miei stivali!”

Scherzarono per un pò e si interruppero solo quando una mano bianca spalancò la porta dello scompartimento e una testa rossa e due grandi occhi smeraldo fecero capolino nel piccolo scompartimento “Uhm... tutto occupato anche qui...” mormorò la ragazza in questione richiudendo rapidamente la porta alle sue spalle e allontanandosi decisamente innervosita. C'erano ben tre posti liberi all'interno dello scompartimento.

James Potter non si fece sfuggire l'occasione e balzò in piedi fino alla porta.

“James... ti prego... Non ricomincerai, vero?” lo pregò con aria rassegnata, sapendo quello che stava per succedere, Sirius.

L'altro ghignò divertito “Evans! Che succede? Non sai contare, o stai solo perdendo la vista?” ironizzò lui rivolto alla ragazzina che, in compagnia di un'amica, avanzava rapida nella direzione opposta “Ciao Macie!” aggiunse poi salutando con un cenno l'altra ragazza, che rispose sventolando una mano e sfoderando un sorriso.

Si girò all'istante cogliendo la sua provocazione e rispondendo per le rime “Ma guarda, James Potter! Mi pare che tra i due non sia certo io quella che si cela dietro due fondi di bottiglia! Non venirmi a fare la morale sulla vista, perciò! In quanto alla matematica, nemmeno, solo avevo l'intenzione di evitarti, per il quinto anno di fila.”

L'altro scoppiò a ridere “Ancora risentita per quel piccolo scherzo, Evans?” poi, senza attendere risposta, si richiuse la porta alle spalle tornando a sedere divertito.

“James... Non è che magari dovresti darle un pò di tregua?” azzardò Sirius.

L'altro lo guardò sbalordito “Certo che no!” si limitò a rispondere.

Lily Evans, anche lei del quinto anno della casa di Grifondoro, era, dopo Severus Piton con di cui condivideva assieme a Sirius il gusto, il bersaglio preferito degli scherzi di James. Cioè, non esattamente degli scherzi, solo pareva decisamente divertito di ogni minimo scontro verbale con lei. Lei che ce l'aveva a morte con lui dall'inizio del primo anno, quando, alla festa di Halloween, l'aveva messa in ridicolo davanti a tutta la scuola facendola volteggiare in aria per un buon paio di minuti con un perfetto incantesimo ‘Wingardium Leviosa’. Anche i professori avevano sorriso quando poi era precipitata all'interno della grossa e colorata zucca di marzapane. Certo la replica non si era fatta aspettare, e la dolce Lily era incredibilmente riuscita a trasfigurare James in un porcellino d'india giustificandosi con un ‘Professoressa mi perdoni, è che sta proprio seduto davanti a me e devo aver indirizzato male il colpo, prendendo lui al posto del mio libro...’. Quella volta James aveva grugnito per un paio di settimane buone.

E da lì tutto era nato. Ogni volta che si incrociavano nei corridoi, nella sala comune, in ogni angolo e anfratto della scuola, così come durante le lezioni -ironia della sorte avevano addirittura scelto i medesimi corsi- non potevano evitare di incappare in un battibecco che teneva col fiato sospeso, a contare  i punti in favore dell'uno o dell'altra, quasi mezza scuola.

Sirius scoppiò a ridere, anche Peter sorrise “Ma dai... però tutto questo è molto divertente!” dovette aggiungere.

L'altro annuì “Da morire! La Evans è uno spasso! Ah ah ah!”

“Io trovo che sia anche molto carina...” commentò timidamente Peter, facendosi leggermente rosso.

James e Sirius ammutolirono fissando l'amico, poi scoppiarono in un'ennesima sonora risata “Ma sentilo! Hei, Jamie, Peter si è dato una svegliata ed ha scoperto le ragazze...” commentò ironico Sirius.

“No no... Peter ha scoperto le vipere, amico mio! La Evans è l'esponente del gentil sesso che peggio lo rappresenta, lascia che te lo dica! Meglio se non te la prendi una cotta per quella...” consigliò ridacchiando.

Peter sbuffò “Ma io... ho solo detto di trovarla molto carina...” protestò viste le derisioni degli amici. Si divertirono a giocare a Spara Schiocco per tutto il viaggio rimpinzandosi di Gelatine Tuttigusti + 1 fino a sera, quando giunsero a Hogwarts.

Nello scendere dal treno il terzetto incrociò un'altra vecchia conoscenza, anzi, due. Con le divise di Serpeverde si trovarono di fronte Lucius Malfoy e Severus Piton.

“Ma guarda un pò... Potter e Black, le nostre due star...” commentò acidamente Lucius, capelli chiarissimi e colorito ceruleo, la vocina sottile e serpentina, molto acida.

“Si, invidia bella e buona, la tua, Malfoy...” rispose senza perdere tempo Sirius.

Intanto Piton squadrava stizzito Potter, che odiava dagli albori del primo anno, odio che era raddoppiato quando era entrato, al secondo, come cercatore nella squadra della sua casa mentre Severus ne era stato escluso. Severus Piton e James Potter: la notte e il giorno, per dirla tutta. Allegro e baldanzoso l'uno quanto introverso e oscuro l'altro. Si lanciarono sguardi furiosi l'un l'altro, ma senza dire una parola. James Potter non aveva la fama dell'attaccabrighe, al contrario di Sirius, che era, per quanto quasi impossibile, più impulsivo di lui e finiva spesso per litigare, soprattutto con il suddetto Malfoy. Ci pensò bene il giovane Guardiacaccia Hagrid a separarli.

“Hei ragazzacci, ma che mi combinate! Vi menate subito al primo giorno? Dai dai, verso le carrozze che mica c'hanno voglia di aspettare voi!”

“Heilà Hagrid! Che bello rivederti!” salutarono James, Remus e Peter, che da quando l'anno prima Rubeus Hagrid, un ragazzone enorme, mezzogigante ma dal cuore buono, era arrivato alla scuola avevano subito stretto amicizia con lui.

“Ma guarda un pò! Non vi avevo mica riconosciuto, ragazzi! James, Sirius e Peter! Ma a me mi pare che ne manca uno... dov'è Remus?” domandò guardandosi attorno.

“Oh, arriverà tra qualche giorno! Sua madre non sta molto bene, quindi...” rispose prontamente James.

“Ah, cavolo, mi dispiace! Bè, venite a trovarmi, nè? Quando arriva anche Remus vi offro delle caramelle mou e la burrobirra. Ciao ragazzi! Io vado con i nuovi, qui al lago!” e si allontanò agitando la manona verso il gruppetto di undicenni appena radunati, che si guardavano attorno sconcertati e meravigliati.

Salirono trionfanti sulle carrozze senza cavalli che li portarono, attraverso la notte e affiancando il bellissimo lago nero come la pece, fino all'ingresso principale del monumentale castello, sede della scuola. Di lì gli studenti si avviarono nella Sala Grande e, con indosso di nuovo le loro nuove divise, si accomodarono ai tavoli delle proprie case, pronti ad affrontare una nuova cerimonia di smistamento guidata dal famigerato Cappello Parlante che la giovane professoressa Mc Granitt di Trasfigurazioni aveva accomodato su uno sgabello, in attesa dell'arrivo degli allievi del primo anno.

James sedeva tra Sirius e Peter, che teneva un posto occupato in attesa dell'arrivo di Remus, di lì a pochi giorni, tutto felice di essere di nuovo ad Hogwarts, luogo che per lui era sempre stato uno spasso da viversi con i suoi amici alla scoperta del castello tra uno scherzo e una partita a Quidditch.

Tra un riso e l'altro incrociò lo sguardo della ragazza dirimpetto a lui: Lily Evans. Su entrambi i volti si dipinse un'espressione di sorpresa, amara sorpresa “Tu...” sbottarono nel medesimo istante. E ci sarebbe stato l'ennesimo battibecco se un colpo di tosse della Mc Granitt non avesse richiamato l'attenzione degli ultimi chiacchieroni in sala.

Il cappello iniziò la sua filastrocca.

“Oh, perfetto! Gente, sappiate che la Evans mi vuole morto -mormorò James a mezza voce- Mi si siede di fronte a tavola col preciso intento di farmi andare il cibo di traverso con la sua fastidiosa presenza e farmi perire soffocato...” ridacchiò.

Lei gli scoccò un'occhiata acida “Oh, peccato che tu abbia intuito i miei piani! In effetti la tua scomparsa è ciò che auspico maggiormente...Ma si sa com'è, pur toppo: l'erba grama non muore mai...”

E, sotto gli occhi rassegnati di tutta la tavolata prese il via, a mezza voce, l'ennesimo scontro. Interrotto solo per applaudire e festeggiare ogni qualvolta un nuovo studente si andava ad aggiungere alla casa.

“Bene... ora che la cerimonia è finita e avete accolto degnamente i nuovi arrivati, gradirei richiamare la vostra attenzione...” Albus Silente, degno preside della scuola, si era alzato in piedi e stava per dare il via all'ennesimo discorso di benvenuto. Nel richiamare l'attenzione dei presenti il suo occhio cadde sulla bizzosa coppia che ancora litigava al tavolo dei Grifondoro, e che immediatamente tacque.

“Perfetto! -sorrise gustando il silenzio- Innanzitutto ben arrivati ai nuovi e ben tornati ai vecchi studenti! Spero vivamente che possiate trascorrere un nuovo piacevole anno scolastico qui ad Hogwarts. Per qualsiasi cosa ricordate che potete sempre rivolgervi a noi professori, ma avrete a disposizione anche nuovi e vecchi prefetti, cui chiedere aiuto e che faranno le nostre veci lontano dalle lezioni.” a quelle parole i prefetti di ogni casa sorrisero a indicare la loro presenza. Mentre Silente seguitava il suo discorso di benvenuto e buon inizio, Lily scostò la mantella nera e il luccichio della targhetta d'orata che recitava ‘Prefetto’ richiamò l'attenzione dei vicini di tavola.

“Per Merlino... non LEI!” bisbigliò, senza preoccuparsi troppo di non farsi sentire dall'interessata, James a Sirius.

Lily sorrise compiaciuta “La vedremo chi la vince quest'anno, Potter!A me non me la fai...” mormorò, per poi tornare a rivolgere la sua attenzione al tavolo dei professori.

“... Infine -Silente proseguì- alcune raccomandazioni, per voi del primo anno ma anche per rinfrescare la memoria a qualche vecchia conoscenza.” il suo sguardo indugiò a lungo, da dietro gli occhiali a mezza luna, su Sirius e James. “La Foresta Proibita è, come recita il nome, proibita a tutti gli studenti. Vi ricordo anche che è vietato girovagare all'esterno della scuola dopo il tramonto e anche per la scuola, dopo una certa ora. -e di nuovo il suo sguardo, dopo una panoramica sugli studenti, tornò a fissarsi su James e Sirius che sorridevano beati- Intendo rammentarvi anche la puntualità alle lezioni e il rispetto per i compagni, soprattutto quelli delle altre case, che ogni competizione che si rispetti impone. Ultimo, ma non meno importante, è proibito fare scherzi che possano mettere in pericolo l'integrità altrui all'interno della scuola. Mastro Mole, con la collaborazione dei prefetti di ogni casa, contribuirà a garantire l'ordine. Bene... dopo avervi tediato con queste regole che, ci posso giurare, saranno messe a dura prova anche quest'anno... -inutile dirlo che non solo Silente, ma l'intera sala rivolse la sua attenzione ai sempre più sorridenti e compiaciuti James e Sirius- vi auguro Buon Appetito! Diamo inizio ai banchetti!” e sui tavoli fecero capolino un'infinità di squisitezze culinarie in abbondanza.

 

Terminato l'abbondante e delizioso banchetto e una volta che tutti gli stomaci furono riempiti a dovere, in particolare quelli di Sirius e James che parevano non toccar cibo da tutta l'estate, tutti gli studenti si alzarono da tavola si avviarono verso le rispettive case. Lily Evans e altri due ragazzi guidavano il numeroso gruppo di Grifondoro.

La giovane rossa si rivolse ai nuovi arrivati “Bene, memorizzate bene questo percorso perchè è la strada che vi condurrà alla vostra casa. Fate particolare attenzione alle scale, che si dilettano nel cambiare in continuazione, e memorizzate bene la parola d'ordine che ogni volta dovrete dire alla Signora Grassa” e indicò una tronfia signora avvolta in uno sfarzoso abito trini e merletti che sorrideva garbatamente dal quadro alle sue spalle.

“Buona sera...” la salutò.

“Buonasera signorina Evans... parola d'ordine...” fece di rimando questa suscitando lo stupore di alcuni tra i nuovi arrivi, probabilmente quelli di origini babbane.

“Tiramisù!” fece con voce chiara, e la Signora Grassa si spostò rivelando l'ingresso alla sala dei Grifondoro.

“Potete attardarvi ancora un pochino qui in sala comune ma dopo le dieci e mezza è meglio che torniate nelle vostre stanze. Voi del primo anno troverete già lì le vostre cose... Bene, non ho nient'altro da dirvi se non, Buona Serata e Buon Anno scolastico!” quindi, dopo un sorriso, si allontanò verso uno dei divani della sala comune assieme alla sua amica.

James l'aveva fissata di sbieco per tutto il tempo, meditando se essere rattristato o eccitato all'idea che fosse diventata Prefetto.

“James? Come mai così assorto?” domandò all'improvviso Sirius sventolando una mano davanti agli occhi chiari di lui.

“Eh? Oh, è che stavo pensando ad una cosa... All'inizio credevo che, ora che la Evans è diventata prefetto, mi sarei giocato tutto il divertimento... Ma poi -e un largo sorriso eccitato gli si spalancò sul volto- ho pensato che prendermi gioco di lei e averla vinta ora che è un Prefetto sarà ancora più divertente e stimolante!” spiegò eccitato suscitando le risa dell'amico.

“Sei incredibile... ma che ne dici ora, di dare il benvenuto alle nostre ‘matricole’?” propose.

L'altro colse al volo la proposta e si avviò rapido verso la propria stanza “Seguimi....” e Sirius e Peter si incamminarono dietro di lui fin nella solita cameretta, con quattro letti a baldacchino di pesante legno agli angoli.

James aprì il suo grosso baule e ne estrasse una scatola blu “E ora... ammirate...” fece con tono solenne scoperchiandola ed estraendone un mantello scuro, e suntuosamente ricamato.

Sirius inarcò un sopracciglio “Oh, un mantello molto chic! James, sembrerai un perfetto rampollo così! Peccato tu non ne abbia uno da prestare anche a me...” commentò ironico.

“Ma va, scemo! Questo non è mica un mantello come gli altri...” e, con un rapido gesto, si infilò il mantello sulle spalle. I due giovani nella camera strabuzzarono gli occhi increduli allo spettacolo che gli si presentava; d'innanzi a loro infatti, fluttuava la testa scompigliata e sorridente di James, il suo corpo era sparito da che aveva indossato il mantello.

Peter era incapace di spiccicare parola, Sirius continuava a fissare il nulla sotto la testa dell'amico, stupefatto “Questo... QUESTO è UN MANTELLO DELL'INVISIBILITà!” commentò eccitato allungando una mano per accertarsene. Il corpo di James infatti stava proprio lì, solo era diventato invisibile “Ma... dove l'hai trovato?”

“Bè, è stata lunga questa estate e così ho passato un pò del mio tempo a rovistare nelle cantine della tenuta... e l'ho trovato! Credo che nemmeno i miei genitori lo conoscessero. Da quanto ho scoperto doveva essere appartenuto ad un mio bisnonno o cose simili, ma le origini sono molto più antiche... ma soprattutto... Con questo potremo far diventar matto Mole! Te lo immagini, già è mezzo cieco, con questo non ci vedrà proprio del tutto!” e ridacchiò.

“Hai intenzione di usarlo subito?” domandò ansioso di infilarcisi sotto.

“No... -rispose sfilandoselo e porgendolo agli amici affinchè lo provassero- Adesso dobbiamo presentarci per bene ai ragazzi del primo anno...”

Sirius, da sotto il mantello, prese a frugare nel baule del ragazzo e ne estrasse qualche diavoleria, un mazzo di carte esplosive, dolciumi non convenzionali e una marea di altre stramberie e rovesciò tutto sul letto “Con cosa iniziamo? Se permetti ho io quel che ci vuole...”

Frugò velocemente nel suo baule e ne tornò con un paio di legni da ardere “Questi, amico mio, sono ScoppioFuochi... Li ho trovati in un negozietto ben fornito di Handle Cross, la Diagon Alley neozelandese, che farebbe invidia a Zonko...”

Ansiosi di vederne i risultati i ragazzi scesero in sala comune e si sedettero affianco al camino acceso. Ben attento a non farsi notare James fece scivolare uno dei ceppi legnosi affianco al camino. Poi attesero l'ignara vittima chiacchierando come se nulla fosse e allontanandosi, a piccoli passi verso le finestre all'altro lato della sala.

Ed ecco avanzare verso il camino un gruppetto di ragazze del quinto anno che conoscevano bene. C'era tra loro anche Lily e James sperò con tutto il cuore che fosse proprio lei a raccoglierlo. Ma la Evans, tutta presa da una chiacchierata al femminile, non lo notò e fu invece richiamata l'attenzione di Macie, la sua amica. Sirius spalancò la bocca e gli occhi e si precipitò verso di lei. Dalla fine dell'anno precedente aveva una bella cotta per lei e di certo non voleva usarla come tester per le loro macchinate. Attraversò a falcate la sala, sotto gli occhi allibiti di James che scoteva il capo timoroso che avrebbe rovinato tutto, fino a raggiungerla.

“Macie! Macie! Macie! Hei, quanto tempo! Ancora non ci siamo salutati, ciao!” e con slancio si gettò in un abbraccio che la fermò appena un attimo prima che potesse allungare la mano verso ciò che non doveva essere preso da lei.

La graziosa biondina arrossì leggermente districandosi da quell'abbraccio “Oh, S-sirius! Ciao!” rispose un pò in imbarazzo sorridendo al compagno.

Ed ecco allora Lily chinarsi e raccogliere lesta il ceppo ai piedi dell'amica. Sirius si trattenne a stento dal bloccarla immobilizzato da un'occhiata ansiosa di James e così sembrava fosse proprio Lily a dover cadere vittima del primo scherzo della banda.

Stava per infilare il ceppo nel fuoco quando si accorse della stranezza della situazione. Sirius aveva fermato Macie appena prima che potesse raccoglierlo, James e Peter la osservavano ansiosamente dalla parte opposta della sala... e soprattutto: come era possibile che ci fosse un ceppo al di fuori del camino se si trattava di un camino magico che poteva funzionare benissimo senza mai dover ravvivare il fuoco o aggiungere legna? Subito il suo sguardo ricadde severo su James e a falcate attraversò la sala mollandogli in mano il legno “Mio? Sei forse impazzita Evans? Questo va nel camino!” rispose con infinita tranquillità e con un rapido incantesimo spostò il ceppo legnoso fin nella bocca del camino. Lily non fece nemmeno in tempo a bloccarlo che dal fuoco sprizzarono scintille dorate, un sibilo potente salì lungo la canna fumaria ed esplose nel cielo, esplosione cui fecero eco almeno un'altra decina di botti che terminarono con un fischio e liberarono una luce rossa nel cielo notturno. Sirius e James avevano gli occhi incollati alle finestre, così come gran parte della scuola che si era goduta lo spettacolo “Forte...” mormorò il primo.

“James Potter! Era davvero uno scherzo idiota!” tuonò Lily infervorata.

“Già Evans! Davvero un bello scherzo! Facendo ricadere la colpa su di me, ingegnoso!” rispose tranquillo.

Lei lo fissò sbalordita “Come?”

L'altro alzò le spalle “Ma certo! Carina l'idea di passarmi quel giochetto così da farmi finire nei guai...” rispose serio e Lily provò l'implacabile desiderio di cavargli gli occhi.

Senza aggiungere altro fece dietro-front e si avviò rapida e nervosa verso la propria camera. James sfoderò un enorme sorriso a Sirius, che non potè evitare di ricambiarlo compiaciuto, mentre mezzo centinaio di sguardi meravigliati li fissavano, conoscendo comunque la verità dei fatti.

 

“Io... io... LO DETESTO! Semplicemente lo detesto!” sbraitò fuori di sè Lily, sfogandosi in camera con le sue due compagne, Marissa -Macie- Fisher e Amanda Rubin. Si sedete con un balzo sul suo letto a baldacchino stringendo le coperte con le mani, furente di rabbia.

Amy sorrise e le si sedette accanto “Andiamo, Lily! Ammetto che certe volte James esageri, certo... Ma lo scherzo di oggi non è stato poi così drammatico! Anzi... ha regalato agli studenti uno spettacolo pirotecnico coi fiocchi! E a te non è successo nulla!” le mise una mano sulla spalla.

“Ma allora non capisci? -Lily si voltò con gli occhi lucidi per la rabbia- Non si tratta solo di questa sera, è per tutto quanto! Tutto!” poi non aggiunse altro, si sfilò la divisa rapidamente e si acquattò sotto le lenzuola.

“Lily...- mormorò Macie, una volta che Amy fu addormentata, all'amica che, ne era sicura, non dormiva ancora- ...Ce l'hai ancora con James?”

L'altra non rispose subito, si rigirò nel letto, alla pallida luce della luna piena che filtrava dalla finestra e sospirò “Ce l'avrò con Potter per ogni giorno della mia vita...” fece irremovibile.

“Oh... bè... tu... dimmi, che ne pensi invece dei suoi amici?” domandò con un filo di esitazione.

“Che ne penso? Mah... Sirius è uguale a lui! Giusto un pò meno impertinente, almeno nei miei confronti, Peter Minus non ne ho idea... mi da tanto l'aria di essere il cagnolino di quell'idiota! E l'unico della combriccola a sembrare un pò più maturo degli altri è Remus. Anzi... ora che mi ci fai pensare non si è visto oggi... strano.” rispose.

Macie rimase in silenzio. Era un silenzio che premeva per essere rotto, che aspettava un'osservazione, una domanda da parte della ragazza e Lily lo sapeva. Ma non disse nulla, solo attese.

“Em... Lily?” sussurrò ancora dopo pochi minuti.

“Siii?”

“Ecco... Sirius... tu... Bè, davvero trovi che sia un deficiente come Potter?” l'oscurità della notte nascose alla vista altrui il rossore che le dipingeva le guance.

“Si, stessa razza! -rispose inflessibile la rossa, provocando una piccola delusione nell'amica- Ma con te si comporta sempre molto bene... credo che tu abbia buone speranze, Macie!” concluse poi con tono più allegro.

“Ma... ma che cavolo vai dicendo, Lily! Io... io non ho mai detto che...” cercò di giustificarsi l'altra, malcelando l'evidenza.

“Andiamo Macie! Da quanto ti conosco? Da cinque anni, e da allora sei la mia migliore amica. Credi che non mi accorga nemmeno dei tuoi interessi? E poi tu sei così trasparente! Non ti preoccupare, non uscirà nulla dalla mia bocca! Però faccio il tifo per te! Chissà... magari stando con Sirius potresti avere un grande ascendente anche su quello scemo di un Potter...”

L'altra sorrise di gratitudine all'amica, che era davvero la migliore si potesse desiderare e dopo averle sussurrato un “Grazie!” si lasciò catturare dal sonno.

 

Intanto nel dormitorio maschile...

“Uah uah uah uah!!! Ma l'avete vista l'espressione di Lily?” James Potter era piegato in due dalle risate e così Sirius al suo fianco.

“Si si si!! Era a dir poco furibonda! Però James -aggiunse cercando di riprendersi un attimo- forse hai esagerato... sai, alla fine...”

L'altro gli scoccò un'occhiata sorpresa “Ma cosa dici! Invece lo scherzo è riuscito perfettamente! Anzi... avevo quasi pensato fossimo spacciati quando ti ho visto zampettare verso Macie Fisher!” e gli scoccò un'occhiatina maliziosa.

L'altro sorrise “Ehi! Non volevo certo che la dolce Macie si facesse del male!Al contrario di te io le rispetto le ragazze...” sottolineò scherzoso.

James finse di offendersi “Oh, questa poi! Anche io rispetto ogni ragazza presente in questa scuola e al di fuori! Le ragazze non si toccano nemmeno con un fior di loto! Ma Lily Evans non credo faccia parte della categoria, per cui non c'è nessun problema!” e scoppiò in una risatina.

Peter gli scoccò un'occhiata bieca senza dire nulla.

“Eh eh James! Credo che Peter non la pensi per nulla come te...” osservò Sirius.

James lanciò un cuscino all'amico paffuto “Oh, già! Peter si è preso una bella cotta per la nostra indisponente streghetta!”

Peter afferrò il cuscino al volo ridacchiando “Non... non mi sono preso una cotta... Solo la trovo dolce e carina.”

James lo guardò allibito, trovava  Lily tutto tranne che carina e soprattutto dolce. Poi un cuscino lo colpì a tradimento.

“Guarda che solo perchè tu l'hai designata a tua nemica giurata non significa che non sia una ragazza interessante...” fece notare Sirius.

James inarcò un sopracciglio ma evitò di controbattere, non aveva mai prestato attenzione da quel punto di vista alla popolazione femminile che lo circondava, Sirius invece si era già svegliato da un pò di tempo “Hn, tienitela pure allora...” rispose fingendosi uno di quei latin lover che cedevano agli altri le proprie donne e ridacchiando.

“La sciamo a Peter, io preferisco decisamente Macie...”

“Oh, si. Si è notato... sai, quel bel sorrisone ebete che ti salta fuori sulla faccia quando la vedi...”

L'altro si finse offeso e nel giro di pochi minuti prese il via una terribile guerra suon di cuscinate che li coinvolse tutti e tre fino a che non crollarono stravolti sui propri letti.

 

Continua...

 

Bene! Ho finito il primo capitoletto! Mi scuso subito per eventuali imprecisioni (Anche io sono umana!) e per gli errori che proprio a volte mi scappano... Spero che vi sia piaciuto come inizio... Ho grandi idee in mente ma prima di continuare vorrei sapere che cosa ne pensate... Non è che magari, per favore, recensireste la mia fic?? Su su, altrimenti non so come regolarmi!

Grazie a tutti quelli che l'hanno letta! A presto, Ly

 

 

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Capitolo 2
*** Vita da Studenti ***


-2-

-2-

 

Il primo giorno trascorse come ogni anno, nessun insegnante perse tempo e al ritornello di ‘Quest'anno dovrete impegnarvi in vista dei vostri GUFO’ iniziarono subito con le lezioni e i compiti.

Durante le lezioni di Divinazione con la professoressa Sibilla Cooman, poi, ci furono i soliti litigi tra James e Lily per cui la professoressa, al contrario di ogni sua qualsiasi altra catastrofica previsione, prevedeva un roseo e lungo futuro assieme [Credo inutile spendere parole in proposito... lo sappiamo tutti... NdLy]. Cosa che divertiva tutti gli altri studenti ma infastidiva non poco i due ragazzi, che palesemente si detestavano.

Il terzo giorno, con somma felicità dei tre giovani e anche di altri ragazzi della casa, giunse ad Hogwarts l'inseparabile quarto del gruppo, il giovane Remus Lupin.

Fu proprio Lily, in qualità di prefetto di Grifondoro ad andare a prenderlo, accompagnata da Hagrid, il pomeriggio, dopo le lezioni, alla stazione ferroviaria di Hogsmeade, il bellissimo paesino, unico insediamento di soli maghi in tutta la Gran Bretagna, che distava poche miglia dalla scuola.

“Lily Evans!” salutò Hagrid sorridendo alla ragazza che bussava alla sua porta.

“Ciao Hagrid!” rispose lei ricambiando il sorriso.

“Lily, ma che cosa ci fai qui? Cioè, grazie della visita ma a me mi tocca darti buca! Sai, Silente mi ha spedito a prendere un tuo compagno alla stazione, ad Hogsmeade, e sto aspettando il prefetto di Grifondoro per... Oh?” stava rifilando una dettagliata spiegazione alla ragazza quando vide una targhetta dorata scintillare sul suo petto. Lily sorrise compiaciuta “Em, sono io Hagrid!” fece notare.

L'altro strabuzzò gli occhioni scuri “Per tutti i draghi! Accidenti piccola, mica lo sapevo che ti avevano fatto prefetto, sai? Perdinci, complimentoni! Meglio andare adesso, mica voglio far aspettare il povero Remus!”. La rossa annuì e assieme si incamminarono, a bordo di un carro incantato, senza cavalli come le carrozze, verso il paesello.

Dal treno a vapore scese, oltre ad una decina di altri maghi e streghe, un giovanotto dall'aria malaticcia. Era alto e magro, con i capelli castano chiari, quasi biondi, un pò scompigliati, gli occhi arrossati e il viso pallido. Poi le labbra sottili e gli occhi nocciola sorrisero alla vista dei due “Ciao Hagrid! Lily! Non sapevo che fossi diventata prefetto! Complimenti” disse sinceramente.

“Ciao Remus! Grazie mille!” rispose cortese Lily.

“Heilà, giovanotto! Ti sei fregato un pò di giorni di vacanza, eh?” scherzò Hagrid battendo ‘amichevolmente’ la sua manona sulla schiena magra di Lupin. L'altro sorrise un pò perplesso per via delle ‘amichevoli’ pacchette che rischiavano di distenderlo al suolo ogni volta e tutti assieme si incamminarono verso la scuola.

Lily osservava Remus preoccupata “Eh, Remus, sei sicuro di stare bene?” domandò di fronte agli occhi arrossati e al colorito anemico.

L'altro annuì energicamente “Ah, si si! Grazie mille Lily, benissimo! Sono solo un pò stanco perchè... em... non ho dormito bene questa notte...” spiegò.

“Oh, capisco. E la tua mamma come sta?” azzardò la rossa.

L'altro aggrottò le sopraciglia come se non capisse a cosa si riferisse poi ‘ricordò’ “Ah, em... si si, meglio! Tranquilla! Si, mia madre si è ripresa...”

In poco tempo giunsero a Hogwarts, dove ad attenderlo all'ingesso Remus trovò i suoi migliori amici “Hei, ragazzi! Scusate il ritardo...” fece ironico avvicinandosi.

Gli altri tre gli saltarono addosso calorosamente “Ma guardalo il furbone... dillo che era una scusa bella e buona per saltare i primi tre giorni di scuola, forza!” lo esortò Sirius rifilandogli delle amichevoli gomitate.

“Eh eh! Io ho chiesto a Silente di poterti aspettare ma non ne ha voluto parlare! E nemmeno per venirti a prendere alla stazione... Mi spiace che la prima faccia che tu abbia visto sia stata quella della Evans! Sarà stato traumatico!” terminò la frase con voce alta e chiara, di modo che l'interessata potesse sentirlo.

“Certo Potter, la tua faccia non arreca disturbo, al contrario della sottoscritta è tutta la tua persona che infastidisce e disgusta!” rimbeccò. Remus scoppiò a ridere “Sono proprio tornato...” mormorò soddisfatto.

In nessun altro posto come ad Hogwarts si sentiva così a casa. Lo stesso valeva anche per gli altri presenti, anche per Lily.

 

Per il resto dei giorni tutto quanto seguì il suo corso, come ogni anno. Le consuete lezioni di Trasfigurazioni con la Mc Granitt, Divinazione con la bizzarra professoressa Cooman, Difesa contro le Arti Oscure con la professoressa Figg, le noiosissime lezioni di Storia della Magia del professor Ruff e tutto il resto: come le consuete litigate tra James e Lily e gli scherzi dei quattro ragazzi, quest'anno tenuti particolarmente d'occhio dalla nuova Prefetto, che gli diede non poco filo da torcere in quanto ad architettare scherzi e macchinate. Lily pareva particolarmente determinata a scoprire dove se ne andassero ogni tanto di notte. Solo che non era autorizzata ad uscire dalla sua casa dopo una cert'ora e di certo non aveva intenzione di infrangere le regole ora che era diventata Prefetto, per di più a fatica visto che i suoi voti, che erano comunque buoni, non risultavano particolarmente eccellenti; era infatti stato il suo spirito di giustizia e la sua forza a convincere i professori e il preside. Ragion per cui non poteva rischiare.

La festa di Halloween contribuì a spezzare la comunque piacevole routine. Come ogni anno fu organizzato il consueto party nella Sala Grande addobbata per bene. James non mancò di ricordare come, cinque anni prima, la Evans fosse finita dritta dentro una delle grandi zucche che coloravano la sala, suscitando il disappunto della ragazza. Sirius invece aveva accorciato le formali distanze tra lui e Macie, con cui aveva stretto amicizia per bene.

A Novembre poi c'era stata la prima partita di Quidditch dell'anno: Grifondoro contro Tassorosso.

L'aria era surriscaldata come prima di ogni partita, sia per i giocatori che per gli altri studenti: il Quidditch aveva da sempre un grande ruolo a Hogwarts.

Macie Fisher manifestava apertamente il suo sostegno alla squadra, soprattutto incitando Sirius che sfrecciava e segnava alla grande, Lily Evans invece era combattuta tra il sostegno per la propria casa e l'odio viscerale per Potter e la voglia di augurargli di cadere da quella scopa e fracassarsi la zucca vuota. Combattuta era anche Amy Rubin che da qualche settimana stava assieme a Franck Paciock, il cercatore di Tassorosso, ma alla fine, quando James Potter acchiappò, con un'impicchiata da far venire i brividi tra l'altro, il fantomatico boccino, entrambe non poterono evitare di scoppiare in un'ovazione clamorosa assieme a tutti i compagni: Grifondoro aveva vinto la prima dura partita dell'anno.

“Aha!!! Meraviglioso come sempre, James!” esultò Sirius buttandosi letteralmente addosso all'amico. In pochi attimi tutti i ragazzi scemarono dalle tribune e circondarono i vincitori.

“Grandissimi ragazzi!” si congraturò Remus battendo un cinque ai suoi due amici e al resto della squadra. Peter invece non la finiva più di saltellare osannando James e la sua ultima prodezza.

“Bè, è stato un gioco da ragazzi...” si pavoneggiò il moro fingendosi altezzoso e suscitando qualche risatina. Anche la Mc Granitt, incredibilmente, sorrise compiaciuta “Ottimo lavoro ragazzi! E... davvero bella mossa Potter!” e sollevò un pollice vittoriosa.

“Lily, Lily, Lily!!! Sono stati bravissimi!” saltellava allegramente Macie che trascinò giù dalle tribune l'amica fin sul campo. Amy aveva ritenuto opportuno complimentarsi e consolare il suo nuovo fidanzato dopo la sconfitta.

“Macie, accidenti! Non voglio venire in campo...” cercò di liberarsi dalla stretta della ragazza.

“Ma... -la biondina arrossì- Ecco io... ti prego... vorrei complimentarmi con Sirius ma... ho un pò di vergogna ad andarci da sola...” ammise abbassando gli occhioni color ghiaccio.

L'altra sorrise come se lo sapesse già e annuì accompagnandola.

“Ehi, Sirius, bella partita! Che tiri!” si complimentò Lily.

L'altro rise tronfio “Eh, già! Oggi ero in gran forma!”

Macie sorrise spuntando dalle spalle di Lily “Bravissimo, Sirius!” riferì a mezza voce, sistemandosi la frangetta bionda, in imbarazzo.

L'altro le sorrise dolcemente “Oh, grazie a te del tifo! Sei stata molto carina, Macie.”

Rimasero a parlottare qualche minuto e Lily trovò opportuno levare le tende e incamminarsi verso la scuola. La sera le sarebbe toccato un duro lavoro: tenere a bada un'intera casa esagitata che festeggiava per la vittoria della prima partita. Prima comunque si complimentò con i compagni, tutti escluso James, ovviamente.

“Guarda Evans che non ho la malaria! Oggi ti permetto di farmi i complimenti se vuoi...” ironizzò lui mentre lei si stava allontanando.

“Oh, Potter! Davvero, sai una cosa? Mentre eri lì, che sfrecciavi verso il suolo non potuto fare a meno... -iniziò con voce entusiasta suscitando lo sconcerto del ragazzo- ... di pregare perchè finalmente ti rompessi, schiantandoti al suolo, quel tuo faccino impertinente! Peccato non ci sia riuscito... Quella si, sarebbe stata una bellissima azione!” terminò con fare acido.

L'altro rimase imbambolato mentre lei si allontanava.

“Hei, amico... ci sei?” domandò Remus comparendo alle sue spalle.

James sbuffò contrariato “Ma sentila! Io faccio vincere partita e un sacco di punti alla sua casa e quella stregaccia non si risparmia le cattiverie nemmeno in una situazione del genere, dove dovrebbe dimostrarmi gratitudine! O almeno un pò di entusiasmo! Davvero la detesto...” ammise digrignando i denti.

Remus ridacchiò “Certo che siete davvero senza speranza...”

“Uhm...” mugugnò l'altro allontanandosi verso gli spogliatoi.

La sera come previsto si tennero i baldanzosi festeggiamenti nella sala comune: Burrobirre calde e fumanti, Gelatine Tuttigusti+1, una infinita varietà di dolci di Mielandia e altre golosità addobbava i tavoloni legnosi mentre i ragazzi osannavano i giocatori. Fortunatamente, nonostante la baldoria, non ci furono grossi problemi, giusto quando, ormai a mezzanotte inoltrata, Lily e gli altri prefetti dovettero sudare per rispedire ognuno nelle proprie stanze.

 

Ma la grande novità di quell'inverno fu quella annunciata alla metà di dicembre dal Preside “Ragazzi e ragazze... ho una deliziosa notizia da annunciare a chi di voi si tratterrà a scuola per le vacanze Natalizie: a partire da quest'anno, dietro suggerimento della giovane professoressa Arabella Figg, noi insegnanti abbiamo deciso di organizzare un Ballo la sera della vigilia di Natale! Naturalmente siete tutti invitati! E in questo modo speriamo di allietare le vacanze e chi di voi non ha la possibilità di tornare a casa...Cavalieri, iniziate a cercare le vostre Dame!”

Dalle tavolate si levò un'ovazione e tutti iniziarono a parlottare riguardo il nuovo avvenimento. Soprattutto le ragazze sembravano molto eccitate all'idea, ma anche i ragazzi non erano da meno. Hogwarts si ritrovò, così, stranamente popolosa rispetto ai quattro gatti che rimanevano di solito. Un buon trenta per cento di studenti in più del solito si era trattenuto.

Anche Lily era rimasta, ma non certo per il ballo imminente, quanto più per via della sua posizione di Prefetto; aveva così rinunciato ad un piacevole Natale con mamma, papà e Petunia. Non che un Natale con quell'arcigna di sua sorella si potesse poi definire piacevole, a maggior ragione da quando, l'anno prima, aveva preso a frequentare quel Vernon, che palesemente disprezzava Lily come una cagna rognosa, che si sarebbe portata appresso anche a Natale. Quindi la cosa non la turbava più di tanto. E poi anche Macie si era fermata per tenerle compagnia.

Anche i quattro malandrini, come ogni anno, ero rimasti a scuola, con sommo dispiacere della rossa che sperava di potersi concedere un pò di pace almeno durante le vacanze, ma con infinita gioia di Macie che sperava tanto di poter partecipare al ballo con Sirius.

“Ma bene... un ballo... qualche idea, Sirius, su come movimentare la serata?” domandò ansioso James.

L'altro alzò inflessibile un dito e fece segno di no “Spiacente caro mio, ma ho intenzione di invitare Macie al ballo... ragion per cui ci tengo a non rovinare la festa...”

James lo guardò sbalordito e anche un pochino deluso “Ma.. ma...Eddai Sirius, non ti rammollirai mica a questo modo! E tu Remus? Eh? Qualche idea?”

Remus invece sembrava preoccupato “A Natale... sarà piena...” mormorò sconfortato.

James sorrise tutto pimpante “Oh, fantastico!” Remus lo guardò crucciato “Fantastico?”

L'altro annuì “Non ti preoccupare amico, non ti perderai la festa... Ho fatto qualche rapido calcolo l'altra sera e la luna non dovrebbe sorgere prima dell'una e un quarto di notte! Per cui abbiamo tutto il tempo di divertirci e ritrovarci a mezzanotte! Pronti ad accompagnarti, Remus! E stavolta ci sarà anche Peter...”

Il ragazzotto si eresse soddisfatto in tutta la sua scarsa statura “Eh, si! Doveva essere una sorpresa ma... anche io ne sono in grado, Remus!”

Lo sguardo del biondino si illuminò “Volete dire che... che ci siete riusciti tutti?” domandò incredulo e quasi commosso.

I tre annuirono soddisfatti “Tutti!” confermò Sirius.

Si, ora erano in grado di farlo tutti e tre. Ci avevano impiegato cinque lunghissimi anni per riuscirci, scoprire la formula, esercitarsi, tenere tutti all'oscuro... ma ora ce l'avevano fatta: erano diventati Animagi.

Sirius e James ce l'avevano fatta assieme, all'inizio di settembre, proprio pochi giorni dopo l'arrivo ad Hogwarts, dopo che per anni non vi erano riusciti. Poi, dopo aver scoperto il modo ed essersi duramente esercitati, una sera, era accaduto e sotto gli occhi ammiranti e increduli di Peter e Remus, James e Sirius si erano trasformati rispettivamente in un cervo e in un enorme cane nero. Due volte erano già andati con lui, nelle sere di piena, fino alla Stramberga Strillante, ma ora ci sarebbero andati tutti e quattro, e non ne vedevano l'ora!

 

Per tutti pochi giorni precedenti al ballo fu un brulicare di risatine e sguardi tra la ‘sezione femminile’ e quella ‘maschile’. Incredibile quanto sembrava difficile proporre un invito al ballo ai giovani maghi di Hogwarts. L'unico a non avere quel genere di problemi fu Sirius Black: con la sua bella faccia tosta non si face alcuno scrupolo e un pomeriggio dopo la fine delle ultime lezioni prima delle vacanze corse in contro a Macie, che passeggiava in tutta tranquillità con le sue solite due amiche.

“Macie! Ti stavo proprio cercando...” le mise un braccio attorno alle spalle e rivolse due esplicite occhiate a Lily e Amy. La rossa fece loro l'occhiolino e si allontanò con l'altra ridacchiando.

La biondina, all'arrivo di Sirius, si fece improvvisamente tutta rossa “S-sirius!” e sorrise imbarazzata, sempre troppo timida.

L'altro di rimando sorrise mostrando tutto il suo bianco e seducente avorio “Dunque... volevo sapere se restavi durante le vacanze e soprattutto se ti andava di accompagnarmi al ballo!” esordì senza il minimo imbarazzo.

Macie iniziò a sudare, agitata “Em... m-ma certo! Si si, rimango e... em, certo che mi va di venire al ballo con te...” aggiunse con un filo di voce e l'aria rapita, come se non credesse alle sue orecchie.

L'altro si illuminò “Perfetto! Mi fa piacere... immagino sarai bellissima...” e dopo averle riservato un sorriso al miele si allontanò di gran carriera in direzione dei dormitori lasciando Macie impalata in corridoio con l'aria trasognata.

“Ma bene!!! Allora andrai al ballo con Sirius...” la prese un pò in giro Lily mettendola ancora di più in imbarazzo “L-lily... andiamo...” la pregò.

Amy rise divertita “Sei sempre stata troppo timida Macie... fortuna che la faccia tosta di Black riequilibra la situazione...”

Lily annuì energicamente “E tu Amy? Sei già d'accordo con Franck, immagino...” 

Amy Rubin annuì scrollando energicamente il testone nero e ricciuto “Ovvio! E non vedo l'ora... Mentre tu, Lily... ??”

La rossa alzò le spalle “Io proprio nulla, credo che parteciperò alla festa solo in qualità di Prefetto... anche perchè ancora non ho uno straccio di accompagnatore...” aggiunse mortificata.

Amy la guardò rassegnata “Lily, se te ne andrai in giro tutto il tempo con quell'espressione autoritaria e il pensiero rivolto a stanare James e i suoi amici in qualche angolo, è ovvio che non noterai mai le occhiate interessate di certi ragazzi...”

Ma Lily troncò la conversazione sul nascere, allontanandosi col pretesto di dover controllare un paio di cose.

 

Sirius rientrò in sala comune tutto trionfante e saltando a diversi metri da terra, raggiunse i suoi amici seduti ad un tavolo. James e Remus stavano disputando una partita a scacchi e il secondo era in netto vantaggio.

“Scacco matto!” decretò poi Remus con un abile mossa.

Il re di James cadde in frantumi (Spero di non aver scritto una sciocchezza, ma io per gli scacchi son proprio negata... NdLy) e la partita ebbe fine “Sono sempre stato un perdente in questo campo, accidenti...” mormorò sconfortato.

“Heilà, giovani!” tuonò tutto pimpante il nuovo arrivato.

“Cia'...” salutò James con aria abbattuta.

“Perso di nuovo? Che cosa strana... senti, James, perchè non ci rinunci una buona volta? Tanto lo sanno tutti che sei NE-GA-TO.” Lo prese in giro.

“Si si... e tu che hai da essere tanto felice?” cambiò rapidamente argomento.

L'altro sorrise trionfante alzando il pollice in segno di vittoria “Ho invitato Macie al ballo... e naturalmente lei ha accettato incapace di resistere al mio fascino...”

Per qualche minuto fu coperto da una valanga di insulti e prese in giro relative al suo presunto fascino, poi gli fecero i complimenti.

Peter in un angolo si struggeva torturandosi le mani...

“Hei, Codaliscia, qualcosa non va?” domandò Remus che se ne accorse.

L'altro alzò le spalle e rivolse uno sguardo implorante a Sirius “Sirius... come hai fatto! Ti prego dimmi come posso fare per invitare una ragazza al ballo!”

Tutti lo guardarono a metà tra l'incredulità a la pena “Peter, ma sei scemo?” domandò con poco tatto James.

Quello si ripiegò su se stesso “Ecco io...”

“Bè -lo interruppe Sirius- Zitto James, se non sbaglio qui è stato richiesto il MIO intervento... Peter, è stato un giochetto! Semplicemente sono andato da lei e le ho chiesto, dopo averle passato un braccio sulle spalle, se le andava di venire con me al ballo! Mica ci vuole chissà cosa...”

E di nuovo il ragazzotto sospirò sconfortato “E se mi dicesse di no..??”

“Ma va! Perchè dovrebbero dirti di no? E se anche capitasse... bè, le sorridi, dici ‘Oh, peccato...’ e ti allontani!” cercò di tranquillizzarlo Remus.

“Si, dici bene tu... ormai Sandy Ollivar di Corvonero ha già detto che verrà con te...”

“Bè, ma io prima glielo ho chiesto..” gli ricordò Remus.

“Hei, ma chi vuoi invitare, Peter?” fece tutto curioso Sirius. Peter divenne di un rosso acceso, James rise “Lasciami indovinare... Cento a uno che si tratta della Evans...”

L'altro annuì debolmente “Peter... tu sai che bisogna portare una donna al bello, vero??” continuò ironizzando, James.

“Ma smettila per una vota James!” lo ammonì Remus.

Così, dietro consiglio dei suoi amici, Peter cercò il coraggio per invitare Lily e si ripromise di farlo non appena la avesse incrociata.

Ebbene, per due giorni questa occasione mancò.

Era ormai l'antivigilia e ancora Peter non era riuscito a parlare con Lily, le occasioni invece non erano mancate a James di incontrarla, e di litigarci ogni volta. Così Peter decise di gironzolare attaccato ai calcagni dell'amico nella speranza, finalmente, che si presentasse il momento propizio.

Ed infatti... nel tardo pomeriggio, mentre quasi tutti i rimasti erano già nella Sala Grande per la cena, Lily era seduta ad uno dei tavoloni della sala comune intenta a ripiegare una lettera da spedire.

Se la infilò nella tasca del mantello e si alzò del tavolo pronta a raggiungere tutti gli altri “Hei, che ci fate qui? E' pronta la cena... forza... Potter, non vorrai saltare un pasto, tu, che hai lo stomaco senza fondo...” ironizzò malignamente.

“Invece a te ti ci vorrebbe proprio... sbaglio o hai messo su qualche chiletto, Evans?” ribattè lui con l'aria strafottente di sempre.

“I miei chili sono affare mio...” e nervosamente si allontanò dalla sala, giù per le scale seguita da Peter e James.

“Eddai.... muoviti o perderai l'occasione...” James spintonò avanti Peter, che saltò qualche gradino raggiungendo il fianco di Lily.

“Em... Lily... ciao...” biascicò.

Lei si girò verso di lui “Ciao, Peter!” e gli sorrise.

Inutile dire che il ragazzino si fece tutto rosso. James alle loro spalle se la spassava da morire.

“Lily... em... io... io...” iniziò senza riuscire a proseguire.

Lily lo fissò perplessa “Cosa? Peter, ti senti bene? Hai una faccia...”

“Ecco... si si, b-bene... Em, volevo... volevo sapere se... ecco tu... io... Vieni con me al ballo?” terminò tutto d'un fiato.

Ma sfortuna volle che proprio in quel momento da un corridoio perpendicolare sbucassero Malfoy e Piton “Ma guarda un pò, i miei amici Potter e Minus...” fece ironico il pallido biondino arrogante in tono piuttosto alto. La sua voce coprì quella di Peter e Lily non ebbe modo di udire una sola parola.

“Che cavolo vuoi, anemico!” lo prese in giro James.

L'altro gli sferrò un'occhiataccia omicida “Levati dai piedi che Severus vorrebbe parlare con quella lì...” e indicò disgustato Lily, che se ne stava al fianco di Peter.

James e Lucius presero a litigare mentre Peter era rimasto fermo imbambolato.

Lily stava per fermarli e intimare loro di scendere, pena avrebbe levato loro dei punti, quando Piton avanzò serio verso di lei, ora si trovava di fronte.

Fissò gli occhi verdi di lei con i suoi scuri “Lily... hai già un accompagnatore per il ballo?” a quella domanda tutti si voltarono curiosi e sorpresi verso i due. Lily si fece rossa “Em... Severus! Em... no...” ammise in imbarazzo. Peter si fece piccolo piccolo a quelle parole, in pratica si sentì scartato.

Piton trasse un lungo respiro e con la sua voce sibilante, sempre fissando gli occhi di lei, le chiese “Ti andrebbe, allora, di venirci con me?”

Tutti spalancarono le bocche sbigottiti. Anche Malfoy non credeva alle proprie orecchie. Era convinto che Piton, che era Prefetto della casa di Serpeverde, volesse parlare con lei per qualche stramba questione, mai si sarebbe immaginato che l'avrebbe invitata al ballo di Natale. Tuttavia non osò proferire parola, sconcertato com'era.

Gli sguardi dei quattro ragazzi erano fissi su di lei, che ora doveva rispondere. Peter sentì il suo stomaco contrarsi ‘Non Piton, ti prego! Non lui...’ pregò, e quando Lily balbettò un “Em... Severus io... dovrei pensarci ma... em... ti ringrazio ma non credo che... bè.... em... mi dispiace...” si sentì più sollevato.

Piton annuì e si allontanò seguito da Malfoy che ora gli stava gridando qualcosa a proposito di “Inviate certe mezzosangue al ballo...”

Lily era ancora frastornata, Severus che la invitava al ballo? Ma il mondo girava ancora dalla parte giusta? Certo, non erano mai stati nemici, tuttavia tra loro non era mai corso buon sangue, soprattutto perchè lei detestava Malfoy, e viceversa, e Severus era sempre in compagnia di questo. Ma nonostante non lo ritenesse poi un cattivo ragazzo non se l'era sentita di andare al ballo con lui. Tutti qui.

Riprese fiato, per la sorpresa aveva quasi smesso di respirare, e rivolse la sua attenzione a Peter e James che la fissavano ancora increduli.

“Bè? C-che avete da guardare? E' p-pronta la cena...” li esortò cercando di sembrare il più calma possibile.

Peter annuì incamminandosi mentre James scoppiò a ridere “Incredibile Evans! E' la prima volta da che ti conosco che ne combini una giusta!”

Lei sbuffò infastidita “Lo prenderò come un complimento...” e senza aggiungere altro si avviò rapida verso la sala.

 

Continua...

 

Oh, eccolo qui! Mi scuso se è un po’ cortino e poco interessante… Nel prossimo ho fatto di meglio! Mi devo anche cospargere il capo di cenere perché mi sono resa conto, con una rapida occhiata, che lo scorso capitolo era costellato di erroracci di battitura!! Me ne vergogno! >///< Farò più attenzione e non scriverò mai più una fic mentre sono malata (Ohi, ohi…@__@)… mi scappano troppe cose! Grazie a tutti quelli che hanno letto anche questo e al prossimo aggiornamento! Mi raccomando… RECENSITE! Un bacione, un abbraccio ed un grazie particolare soprattutto a Lady Black, Strekon(Che sta scrivendo una fiction MERAVIGLIOSA!), Liz, Anja (J.K.? MAGARI! Troppo buona…),Angi e Ameliè che l’hanno già fatto in tempo record! Che tesori! ^///^

 Un bacio, Ly

 

 

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Capitolo 3
*** Natale ad Hogwarts ***


-3-

-3-

 

La sera, nella sala comune, l'aria era frizzante e tutti gli studenti erano sovraeccitati per via dell'imminente avvenimento. Tra tutti quanti era un continuo scambio di sorrisi complici e anche un pò imbarazzati alle volte.

Lily sedeva su una delle poltrone di pelle scura assieme alle due inseparabili amiche.

“COSA? -domandò sconvolta Amy Rubin- Severus? Severus Piton ti ha invitato al ballo?”

Lily annuì in imbarazzo “Em... si, proprio lui...” ammise.

Macie le sorrise “E tu hai accettato? Andrai al ballo con Severus?”

Lily strabuzzò gli occhi “Ma-ma certo che no, Macie! Che ti salta in mente? Severus... lui, non mi piace molto come persona...”

Amy ridacchiò “Si si, è proprio bruttino!”

“Amy, andiamo! Non è l'aspetto di un ragazzo quello che conta!” cercò di farla ragionare Macie, da sempre più saggia e posata.

“Non è solo quello, Amy -si intromise l'interessata- E' che lui... bè... non che lo conosca così bene, certo, ma mi da l'impressione di non essere una persona affidabile, che valga... Tutto qui...”

Parlottarono ancora a lungo del più e del meno, senza accorgersi del giovane Peter e di James che si allontanavano quatti quatti.

Raggiunsero gli amici seduti ad un tavolo, Remus stava battendo Sirius ad una partita a Spara Schiocco davvero elementare.

“Hai visto James, non ha nemmeno citato il mio nome...” si lagnò il ragazzotto.

“Che succede? Qualcosa non va, Peter?” domandò Remus incassando le sette felci appena vinte.

Peter si buttò stancamente su una sedia “Come se non esistessi...Le faccio così schifo che non mi vuole nemmeno citare... magari la considera una vergogna...” continuava a lagnarsi.

“Ma che cavolo sta dicendo?” Sirius non era riuscito a trovare un senso alle parole di Peter.

James sbuffò con aria annoiata “Ce l'ha con la Evans...-spiegò, poi si rivolse ancora a Peter- Guarda che secondo me quella svampita nemmeno ti ha sentito... Malfoy è arrivato proprio mentre glielo hai chiesto! A miss Prefetto sono spuntate le antenne di fronte ad un pò di disordine e non ti ha più ascoltato. Certo, un pò crudele da parte sua, ma meglio che non ti abbia detto di si, credimi!”

L'altro sospirò ancora, sconfortato.

“Ma... Hai chiesto a Lily di venire al ballo con te, ma da quello che ho capito lei non ti ha nemmeno sentito?” Sirius scoppiò a ridere quando Peter annuì.

“Sirius, dai! Non vedi che è a terra? Bè, mi pare che tu possa richiederglielo, hai ancora tutto domani e in fondo lei non ti ha ancora detto di no...” gli ricordò Remus.

James scosse la testa “Che fissazione che hai! Ma perchè non ti metti l'animo in pace e ne trovi un'altra?”

Peter grugnì e non rispose e la conversazione morì lì.

 

La mattina a colazione i ragazzi avevano poi altro di cui discutere: quella sarebbe stata la Gran Sera, e non certo per via del ballo.

Seduti tutti e quattro ad un tavolo stavano progettando per filo e per segno l'evento.

Il preside Silente si avvicinò al tavolo dei ragazzi “Buongiorno ragazzi! Signor Lupin, signor Black, signor Potter e signor Minus...” salutò tutti con un gesto del capo e un sorriso cortese. Il quartetto ricambiò.

L'illustre preside posò il suo sguardo su Remus “Remus, volevo ricordarti che questa sera la professoressa Mc Granitt ti farà uscire dalla scuola come sempre. Ma non ti preoccupare, -gli sorrise- non ti perderai la festa, la luna dovrebbe sorgere non prima de...”

“Dell'una e quaranta minuti! Abbiamo calcolato tutto quanto” lo interruppe sorridente James.

Silente annuì “Esattamente James! Vedo che hai davvero degli amici degni di questo nome, Remus!”

Remus annuì mentre Sirius e James fingevano di darsi delle arie.

“Bene, vi auguro una buona serata ragazzi, e spero vivamente di veder rallegrata la festa con quegli splendidi effetti pirotecnici che ci avete regalato il primo giorno di scuola! Naturalmente non fatene parola con la professoressa Mc Granitt...”

“Oh, non si preoccupi! La stupiremo signore!” lo rassicurò Sirius con un sorriso scaltro.

Silente annuì e si allontanò.

“Ih ih... non sospetta nulla...” sogghignò Sirius.

“Si, non sospetta nulla... ma state attenti a non farvi scoprire perchè potreste passare dei guai seri... anzi, forse non è nemmeno il caso che veniate! Non questa sera almeno... Ci saranno un sacco di ragazzi in giro per la scuola fino a notte fonda, vedrete! Non è prudente...” cercò di far loro cambiare idea Remus.

“Stai scherzando!? Non ti molleremo solo proprio la notte di Natale, vero? E poi non corriamo nessun rischio... Tranquillo, abbiamo architettato tutto fin nei minimi particolari...” lo rassicurò James. Gli altri tre annuirono prontamente.

“Si, ascolta... La Mc Granitt ti farà uscire a mezzanotte abbondante da qui, ne sono sicuro! Abbiamo fatto un rapido calcolo tenendo in considerazione  il tempo per arrivare alla Stramberga e quello per sistemarti senza correre rischi. Noi altri invece ci troveremo davanti al quadro della Signora Grassa a mezzanotte e mezza. Con il mantello di Ramoso sgusceremo fino all'uscita della torre, nel cortile principale. Da lì gireremo attorno alla scuola fino al Platano. Allora Codaliscia attuerà la trasformazione e si infilerà tra le fronde del Platano Picchiatore per bloccarne i movimenti. Io e James lo seguiremo fino all'ingesso e una volta dentro ci trasformeremo anche noi. All'incirca attorno all'una e mezza, e prima del cambiamento di Lunastorta, arriveremo alla Stramberga! Eh? Il nostro piano non fa una piega...” spiegò dettagliatamente Sirius.

“E va bene... In effetti sembra ben calcolato...” ammise il biondino.

“Non vedo l'ora di venire con voi...” trillò desideroso Peter.

“Oh, ti divertirai!” lo rassicurò Sirius, che assieme a James aveva avuto l'onore di tener compagnia a Remus già due lune piene.

“Hei, e che ne dite di andare a fare un giretto anche...” iniziò James ma si interruppe vedendo arrivare un gruppetto di altri Grifondoro: la faccenda doveva rimanere più che segreta.

Cambiarono argomento e non ne discussero praticamente più, tanto tutto era ormai stato deciso.

 

Nel tardo pomeriggio si trovavano tutti nella sala comune della loro casa.

“Hei James, che cosa stavi per dire oggi?” domandò curioso Sirius.

James da principio la guardò come se non capisse a cosa si riferiva, poi ricordò “Ah, si! Dunque avevo pensato... Dal momento che è Natale non possiamo mica passare tutta la notte rinchiusi! Che ne dite di una bella scorazzata...”

“Una bella scorazzata dove? E quando mai?” lo interruppe Lily che, passandogli a fianco senza farsi vedere aveva ascoltato le parole di James.

“E tu che vuoi?” fece acido il ragazzo.

“Io voglio solo accertarmi che non abbiate in programma nulla che infranga le regole! Soprattutto tu...” sottolineò con disappunto.

“Hei! Ho quasi il sospetto che tu ce l'abbia con me, Evans!”

Lei alzò le spalle con aria da sufficienza “Oh, il tuo sospetto è fondato, Potter! Il fatto è che so che state tramando qualcosa... Non mi fido di questo vostro confabulare... E sono un Prefetto, ho il diritto di accertarmi se state architettando fughe o macchinate varie...” gli ricordò.

James si arrabbiò sentendosi il fiato sul collo e prese a prenderla in giro deliberatamente “Oh, bene signorina Prefetto! -fece esasperato- Perchè allora non prendi qualche altro Prefetto e te ne vai fuori dai piedi? Che so, magari Piton! Sareste una bella coppieta indigesta! Non so proprio perchè tu abbia respinto l'unico disperato disposto ad invitarti! Un pazzo, tra le altre cose...”

Per Lily fu un affronto molto pesante “Cosa hai detto?”

“Mi hai sentito! O forse oltre tutto hai anche problemi di udito? Sempre peggio, Evans!” e in un lampo passarono dalle parole ai fatti. Entrambi afferrarono le loro bacchette.

“Densaugeo!” e alle parole di Lily i denti davanti di James si allungarono di una spanna mentre sul viso di Lily faceva capolino un grosso e bitorzoluto foruncolo giallognolo appena James ebbe pronunciato “Furunculus!”

“Engorgio!” gridò James, “Wingardium Leviosa!” fece invece Lily.

In un attimo Lily si gonfiò come fosse un canotto e James si sollevò a due metri da terra. tutti gli occhi dei presenti in sala erano fissati sui due.

“Esilio!” ribattè Lily raggiunto il massimo gonfiaggio che la solida divisa permise. Un grosso e pesante cuscino del bel divano si sollevò in aria e schizzò dritto verso James che, ancora a mezz'aria riuscì ad evitarlo appendendosi al lampadario: il cuscinone finì dritto contro una delle belle vetrate che si frantumò all'istante e finì fuori, nella neve.

Il rumore dei vetri infranti attirò l'attenzione della professoressa Mc Granitt che in un istante fece capolino nella sala del Grifondoro mettendo fine al duello.

“Che cosa succede qui? Potter, Evans! Sono veramente stupita, ma soprattutto delusa del vostro comportamento! Attaccarsi in questo modo e soprattutto provocare dei danni alla scuola!” lanciò occhiatacce furenti ad entrambi. Poi prese la bacchetta e con un gesto rapido fece rientrare dalla finestra il cuscino, che riprese il suo posto sul divano, e i frammenti della vetrata “Innanzitutto mi vedo costretta a togliere dieci punti a testa a Grifondoro per la vostra mancanza di giudizio e la vostra immaturità e poi, dopo che mi avrete seguito in infermeria per darvi un aggiustata e dove CENERETE tornerete qui per ricostruire ciò che avete rotto!” decretò solennemente.

Lily cercò di aprire bocca per protestare, o quanto meno scusarsi, e lo stesso fece James, ma un'occhiata funesta della severa insegnante tolse loro le parole di bocca. Senza dire una parola ma lanciandosi sguardi torvi si avviarono dietro la Mc Granitt verso l'infermeria.

Macie e Amy guardarono Lily con espressioni dispiaciute, e lo stesso fece la rossa mentre in silenzio si allontanava. Sirius si tratteneva per non ridere, invece, fissando James avanzare con la coda tra le gambe.

 

Arrivarono in infermeria dove furono affidati alle cure di Madama Chips, la giovane ma scaltra infermiera.

“Ma guarda te cosa mi tocca vedere!” commentò profondamente indignata di fronte ai due ragazzi. Prestò loro le dovute cure e Lily tornò della sua taglia normale e anche dal suo viso scomparve l'enorme foruncolo. Le rimaneva solo un segno rosso, come di un livido, proprio su naso dove era spuntato. Anche i denti di James erano tornati al loro posto. E anche lui riportava solo un piccolo livido alla tempia, dove aveva sbattuto contro il lampadario. Per tutto il tempo non si scambiarono una sola parola, troppo occupati ad odiarsi a vicenda.

“Guarda cosa mi tocca per colpa di quella scema...” mormorò a denti serrati James. Lily, che già era sull'orlo di una crisi isterica, non resistette all'impulso di strozzarlo con le sue stesse mani e si fiondò sul letto del ragazzo buttandolo a terra e cadendoci poco docilmente sopra. Sarebbe sfociato in rissa se non fosse intervenuta Madama Chips a ripristinare un pò di ordine “Adesso basta! Subito nei vostri letti o sarò costretta a richiamare la Mc Granitt! Sono davvero indignata, un Prefetto come lei, Evans, e un giovane brillante del suo calibro, Potter, azzuffarsi come due ragazzacci! Che non si ripeta mai più!” si infuriò la giovane infermiera. I due ragazzi tornarono ai loro posti, Lily riassettandosi la divisa e James massaggiandosi schiena e parti posteriori doloranti.

All'ora di cena la Mc Granitt entrò in infermeria “Se vi siete già ripresi allora potete seguirmi.” e li condusse fuori.

Lily, al fianco della Mc Granitt, svoltò verso la Sala Principale ma fu bloccata dall'insegnante “Dove crede di andare, signorina Evans?”

“Ecco io... credevo che ci stesse portando assieme agli altri...” ammise. In effetti era quello che credeva anche James.

“Certo che no! La vostra punizione non è ancora terminata! Cenerete nella vostra Casa, un elfo domestico sta già servendo tutte le portate, e poi risistemerete ciò che avete rotto!” spiegò impassibile agli sguardi delusi e dispiaciuti dei due.

In sala comune fece comparire due nastri adesivi che infilò nelle mani di ognuno “Buona Cena e buon lavoro, ragazzi! Appena avrete riunito tutti i pezzi la vetrata tornerà al suo posto da sola, ho provveduto a fare un incantesimo, e non usate la magia, sarebbe inutile! Dopo che avrete finito vi aspetterà il vostro letto caldo. Salterete il ballo di questa sera come punizione! Mi auguro che questo vi insegni ad andare più d'accordo e avere più rispetto gli uni per gli altri e per le proprietà comuni. Arrivederci...” e si allontanò con passo veloce.

Lily sospirò abbattuta sedendosi al tavolo. Aveva voglia di piangere. Il suo primo ballo e lo stava perdendo così...

Anche James era a terra, per quanto non fosse esattamente in subbuglio per il ballo passare la vigilia di Natale in dormitorio non era proprio quello che voleva.

“Fantastico...” mormorò.

“Guarda che nemmeno io sto morendo dalla felicità! Evita di rivolgermi la parola, è l'unico favore che ti chiedo!” rispose acida la rossa. E per tutta la cena, che consumarono in breve tempo, non proferirono parola nè si rivolsero un solo sguardo.

Lily fu la prima ad alzarsi dal tavolo “Bene, e ora vedi di darmi una mano!” lo esortò.

“Non vedo perchè dovrei! In fondo sei stata tu a distruggere la vetrata con la tua scarsa mira!” James non aveva proprio la minima intenzione di alzarsi dalla poltrona sulla quale si era appena seduto.

“Come sarebbe? L'ho fatto solo in risposta dei tuoi attacchi e delle tue provocazioni! E poi l'hai sentita la Mc Granitt...” Lily sentiva la rabbia crescere sempre di più. Ora più che mai detestava James Potter.

Lui non rispose da principio, nè si mosse di un millimetro “Sei tu che ficchi sempre il naso nei fatti altrui!”

Lily evitò di rispondere, aveva altro da fare in quel momento che litigare con quello che considerava uno sciocco ragazzino viziato; si chinò sui cocci di vetro e prese a confrontarli, cercando disperatamente di farli combaciare.

Dopo un quarto d'ora aveva combinato gran poco.

“Aiah!” strillò tagliandosi l'indice destro con un coccio affilato. Spazientita e innervosita portò il dito sanguinante alle labbra mente un paio di lacrime le rigarono le guance “Accidenti!Proprio il più bel Natale della mia vita...” mormorò.

James si sentì improvvisamente in colpa. In fondo era vero che lei aveva solo reagito alle sue provocazioni, era anche colpa sua quello che era successo, però non stava facendo proprio nulla mente lei in silenzio si era messa subito al lavoro. Scattò in piedi e in due passi le fu accanto “Da qua! -e rapido afferrò la sua mano sanguinante- Ferula!”. Dalla sua bacchetta scaturì un piccolo bendaggio attorno al dito tagliato, che smise di sanguinare.

Lily rimase sorpresa dal suo gesto e per quanto non ci avesse mai creduto si ritrovò a mormorare un “Grazie...” stiracchiato a James Potter.

Lui si inginocchiò di fronte a lei e assieme iniziarono ad accostare i pezzi.

“Mi sa che era meglio se te ne tornavi a casa anche quest'anno, Evans...” le mormorò. Lei alzò le spalle “Non ci sarebbe stata molta differenza...” rispose istintivamente.

“Si... a chi lo dici...” annuì lui.

Per un attimo ricalò il silenzio tra loro, un silenzio teso. Era forse la prima volta che si rivolgevano la parola in modo quasi civile.

“Come mai quest'anno sei rimasta a Natale? Di solito non lo fai mai...” domandò lui. “E tu?” rispose lei prontamente, come con chi fa una domanda indiscreta.

“Oh, io rimango sempre qui... dal primo anno! Con Sirius, Remus e Peter ci si diverte decisamente  di più che a casa mia con i domestici...” spiegò un pò abbattuto.

Lily si fermò per un attimo e lo guardò curiosa, sorpresa.

“Cosa c'è? Che vuoi?” domandò James, diffidente.

Lei scosse la testa tornando al suo puzzle di vetro “Oh, nulla... solo ti ci ho sempre immaginato come un pesce nell'acqua tra i tuoi servetti nella tua casona, con mammina e paparino che ti viziano...tutto qui.” spiegò.

Lui le scoccò un'occhiata di disapprovazione “Mia madre è morta sei anni fa e mio padre non mi vizia perchè non è mai a casa, spiacente di deludere le tue aspettative...” (Una mia piccola invenzione...Spero di non spararla troppo grossa! NdLy)

Lily provò una fitta al cuore, un piccolo rimorso per aver detto delle cose tanto spiacevoli a cuor leggero “Oh... non sapevo. -tacque per qualche istante- Comunque anche casa mia non è esattamente un paradiso, con mia sorella e il suo fidanzato che mi considerano una specie di ‘sbandata da ricovero’ e mio padre che è pazzo di lei... L'unica un pò comprensiva e orgogliosa di me è mamma.”

Lui annuì “I tuoi sono Babbani, vero Evans?”

“Già, sono una delle famose ‘mezzosangue’ che disonorano questa scuola!” fece ironica, anche se nella sua voce c'era un leggero dispiacere.

“Stupidate da Malfoy, queste... Lui si che sarà un padre detestabile!” decretò storcendo il naso.”Questo mi sa che va qui...” affiancò un piccolo frammento alla parte scocciata di vetrata  che  Lily stava ricostruendo.

“E' tutto detestabile quello...-sentenziò decisa lei- Però è vero, compiango i suoi poveri figlioli!” e ridacchiò immaginando Lucius adulto con al suo fianco un pargolo biondo e pallido come lui. Anche James sorrise allo stesso pensiero e per la prima volta in cinque anni si ritrovarono a ridere assieme, sorpresi entrambi.

“Oh, guarda! Questo si unisce a quello e questo va qui!” in un attimo Lily scocciò assieme i pezzi restanti e la finestra ricostruita tornò ad aderire ai serramenti, completamente nuova grazie all'incantesimo della Mc Granitt.

Lily si alzò stiracchiandosi e massaggiandosi le spalle dolenti “Bè... ciao...” e fece per allontanarsi in direzione del dormitorio delle ragazze.

“Come? Non vorrai andare a letto per davvero?!” fece James sorpreso.

“E dove, scusa?” domandò lei.

Lui alzò le spalle “Bè, non scendi alla festa? Certo, la Mc Granitt ce lo ha proibito ma non credo che possa tenere controllata tutta la scuola! E poi avrai un cavaliere che ti aspetta...”

Lily sorrise in imbarazzo “Nessun cavaliere... è come dici tu Potter, nessuno vorrebbe invitare me...” c'era una nota di dispiacere nella sua voce che non sfuggì al ragazzo.

“Oh... em... Eddai Evans! Scherzavo! Anche se sei la peggior strega c'è sempre qualche disperato in giro! Per esempio Piton! E ne conosco anche un altro che avrebbe voluto!” si sorprese da solo delle sue parole, stava ‘confortando’ Lily!!! Si disse che al mondo non c'era più religione.

Anche lei sgranò gli occhi “Em... si si!! E non mi parlare di Piton, per piacere! Bè, dai... tranquillo. Se vuoi scendere alla festa farò finta di non aver visto nulla, anche se saresti in punizione. La tua dama, piuttosto, ti starà aspettando.”

“Nessuna dama, Evans! A dire il vero anche se prendevo per i fondelli te nemmeno io ho un'accompagnatrice...” ammise.

Lei scoppiò a ridere, decisamente sconcertata “Ma come è possibile! James Potter senza una dama? L'idolo delle folle solo ad un ballo di Natale? Questa si che è bella... con tutte le ragazzine, dal primo a settimo anno, che ti sognano almeno due volte a notte?”

Lui arrossì imbarazzato “Ma che cavolo dici! Guarda che se mi prendi in giro non ci metto più di un attimo a farti rispuntare il grazioso brufolo di oggi!” la minacciò senza convinzione.

“Risparmiami i brufoli, non sto scherzando! -e rise di nuovo- Ma guarda! Ho anche scoperto che sei un timido! Questa è davvero, davvero una sorpresa sconcertante! Sul serio non ti sei accorto di tutto questo? O giochi a fare il falso modesto?”

“Non gioco a fare il falso modesto, idiota!” si innervosì lui.

Lily rise di nuovo, decisamente aveva scoperto un sacco di cose su James  che prima avrebbe giudicato addirittura impossibili e, cosa incredibile, si sorprese di non aver ancora litigato furiosamente con lui.

“Bè... io scendo! Non so te, ma non mi va di restare qui tutta la sera!” fece ad un certo punto.

“Ma certo che piacerebbe anche a me, ma non vorrei la Mc Granitt mi vedesse...” ammise lei titubante.

“Bene, in questo caso... Non so perchè farò quello che sto per fare, a te, che sei il ‘nemico’ -ridacchio- ma se non vuoi farti scoprire posso prestarti questo...” salì rapido per le scale, svoltò a sinistra e tornò dopo un attimo con in mano uno sfarzoso mantello.

“Oh, con quello si che nessuno mi noterà!” ironizzò lei inarcando scettica un sopracciglio.

Lui sorrise, come chi la sa lunga “Esatto!” e in un attimo sparì sotto il mantello lasciando Lily stupefatta e a bocca aperta.

“Ma... ma è UN MANTELLO DELL'INVISIBILITà!” esclamò sbalordita. Non ne aveva mai visto uno prima d'ora, ma aveva sentito durante le lezioni che erano pregiati ed estremamente rari. E ora ne aveva uno proprio davanti ai suoi occhi.

“Bene, se lo vuoi te lo cedo per un pò!” e dal nulla rifece capolino prima la testa di James, poi tutto il resto.

“Si, ma tu?” domandò lei, che aveva davvero una gran voglia di provare quel mantello.

James alzò le spalle tranquillo “Oh, per me non è certo un problema! Io me la cavo comunque!” e le porse il fagotto.

Lily lo prese tra le mani, lo rispiegò agitata e vi si infilò sotto. osservò il suo corpo,attraverso il mantello, scomparire “Ma... ma è incredibile! Meraviglioso!” James annuì. “Ascolta Potter, facciamo così: Credo sia abbastanza grande per due persone! Ci infiliamo qui sotto e facciamo un giretto alla festa! Che ne dici? Credo ci si possa stare comunque comodi!” e questa volta fu lei a non credere a quello che stava dicendo. Improvvisamente si vergognò un pò. Non era esattamente come andare alla festa assieme, ma quasi! James esitò un istante, poi sfoderò un sorrisone e si imbucò sotto il mantello “Affare fatto!Ma vedi di non tirare troppo o, improvvisamente, al centro della sala comparirà inspiegabilmente una mia gamba! Attenta anche a non pestarmi i piedi. E non camminare troppo veloce! Segui il mio passo...”

“Altri comandi, padrone?” rispose stizzita.

“Uhm... no! Possiamo andare...” decretò scherzando.

Lei scosse il capo ‘Infondo è sempre il solito imbecille!’

 

Scesero a fatica per la scale, pestandosi i piedi e inciampando diverse volte.

‘Incredibile! In quattro abbiamo camminato sotto questo mantello e non abbiamo mai fatto nemmeno metà della fatica che mi stai facendo fare!” fece spazientito.

“Come sarebbe? Mica è tutta colpa mia!” si infervorò Lily.

“Oh, no! Certo, mi sto pestando i piedi da solo! Guarda che ti sto facendo un favore...” le rinfacciò.

Lily sbuffò nervosamente e in un attimo balzò fuori da sotto il mantello “Non ho bisogno dei tuoi stupidi favori!” muggì.

Si sentirono diversi passi e voci avvicinarsi. Lily si nascose dietro una porta e James rimase fermo dove stava. Passarono un gruppetto di studenti festosi che trotterellavano verso il bagno, i due ragazzi tirarono un sospiro di sollievo constatando che non si trattava di insegnanti. Nemmeno un attimo dopo però Mastro Mole fece capolino da una porta. Come avvertito dal suo bizzarro sesto senso l'uomo si bloccò scrutando attorno. Lily trattenne il respiro: Mastro Mole sapeva che lei e James erano in punizione e non si dovevano trovare lì...

James avanzò silenziosamente verso la ragazza. In un attimo alzò il mantello con un braccio e la nascose sotto, piazzandole prudentemente una mano sulla bocca per evitare che gridasse per la sorpresa. E fece appena in tempo a nasconderla che Mole aprì la porta dietro cui lei si trovava. Fiutò ancora un pò l'aria poi si allontanò deluso.

Lily si lasciò andare con un sospirone e per la seconda volta nella serata si ritrovò a ringraziare il ragazzo.

Alla fine si avviarono ancora assieme verso la sala. La raggiunsero che era animata dalla musica e tutta addobbata come non mai, gremita di studenti che ballavano, banchettavano, cantavano e si divertivano.

“Non è giusto che ci abbiano tolto tutto questo...” si lagnò. Lei annuì.

“Hei, vieni che saluto Sirius!” e James indicò una adorabile coppietta che smetteva in quel momento di danzare, tutta sorridente e divertita. Trascinò Lily fino al posto in cui si trovava Sirius.

Gli giunse alle spalle mentre stava prendendo qualcosa da bere per sè e per Macie, che attendeva seduta ad un tavolino più avanti.

“Heilà amico!” mormorò.

Sirius si voltò verso la fonte della frase, fissando il vuoto sorrise “Oh! Sapevo che saresti arrivato, ce ne hai messo di tempo però...”

“Si, colpa della Evans che mi ha fatto perdere tempo per strada...” spiegò rapidamente. Lily diede una gomitata a James.

“Lily? Ti ha pedinato? Ha scoperto qualcosa? Non ti faceva uscire?” domandò Sirius curioso.

“Veramente sono qui anche io...” fece lei divertita, sicura di sorprenderlo. E di fatti... “Co-cosa?? Lily? E James? Questa è una sera davvero molto strana...James, ti conviene non farti trovare da Peter...” ridacchiò e anche James fece lo stesso. Lily invece non capiva ma si limitò a fare spallucce.

“Sirius, mi chiami Macie?” gli chiese la rossa, ansiosa di scambiare due parole con l'amica.

L'altro annuì e si avviò verso la biondina. Vide Sirius spiegarle la faccenda e la sua amica strabuzzare gli occhi, tutti quanti, lei e James compresi, erano alquanto sorpresi di trovarli assieme. Poi si avvicinò a loro sorridente, nel suo bel vestito da cerimonia bianco e azzurro che le stava una favola.

“L-lily?” domandò esitante.

“Sono qui!” e le sfiorò un braccio manifestandole la propria presenza.

“Oh... em.. Ciao! Ciao James! salutò un pò confusa. Il ragazzo rispose.

“Come procede la serata?” domandò curiosa.

“Em... bene! E' tutto molto divertente!” spiegò arrossendo leggermente.

Si trattennero a chiacchierare ancora qualche minuto poi girovagarono per la sala e la scuola, consci del fatto che era più carino lasciare quella dolce coppietta per i fatti loro.

“Hei, vieni un pò da questa parte! Voglio andare a fare razzia di quegli spuntini deliziosi che ci sono sul tavolo!” James la strattonò a forza verso destra.

“Sei pazzo? -sussurrò lei allarmata- Non vedi che è proprio al fianco del tavolo cui siedono la Mc Granitt e altri professori? Non vorrai farci scoprire!?”

James sospirò e scosse il capo, si trovò anche leggermente pentito di essersela portata dietro. Lanciò un'occhiata alla tavolata rotonda di professori, la loro attenzione era catturata da un'animata conversazione a proposito un tizio che James non aveva mai sentito nominare...Da lì tuttavia non riuscirono a comprendere nulla. Il ragazzo riuscì, seppure a fatica, trascinare Lily fin al tavolo imbandito. Mentre nascondeva sotto il mantello una manciata di tartine dai mille gusti e di bizzarri salatini, l'attenzione di entrambi fu attirata da quella misteriosa conversazione “Pare che sia molto potente, il Ministero della Magia sbaglia di grosso a sottovalutarlo! Per ora non ha ancora creato problemi ma in molti conoscono ormai le sue idee riguardo i Babbani e i maghi ‘mezzosangue’ e, aimè, in molti si stanno schierando dalla sua parte... e stanno passando alla Magia Nera!” spiegò una preoccupatissima professoressa Mc Granitt. Silente era stranamente pensieroso.

Il professor Vitius abbassò lo sguardo emettendo un sospiro “Lei crede, Minerva, che presto possa... uccidere?”

Lily e James spalancarono gli occhi, aveva proprio detto ‘uccidere’, e la cosa li angosciò parecchio. Si scambiarono un'occhiata timorosa.

Silente in persona annuì “Si... e crediamo non tarderà a farlo... Una persona coraggiosa che non voglio nominate è infiltrata nelle sue file e ha riferito che sta preparando pesanti attacchi... a cominciare dalle famiglie miste, arrivando ai Babbani... e ai maghi che si schiereranno contro di lui...” la nota drammatica nella sua voce incutè un brivido di terrore nei due adolescenti che di nascosto ascoltavano alle sue spalle.

“E' un pazzo...” mormorò la giovane professoressa Cooman.

“Si Sibilla, un pazzo! Ma è un pazzo molto potente.” aggiunse Albus.

“Ma... ma... Com'è possibile che al Ministero non si siano ancora mossi! Bisognerebbe prendere precauzioni! Avvertire le autorità Babbane...” il professor Vitius si infiammò.

Poi fu la professoressa Figg, che fino a quel momento era stata in silenzio, a parlare “Non è così semplice... Al Ministero non tutti la pensano come noi, purtroppo. C'è chi nega che una cosa del genere possa realmente succedere e chi... Chi lo sa ma o sta dalla parte sbagliata o è troppo codardo per fare qualcosa. Fortunatamente altri maghi stanno rischiando grosso per tenere d'occhi la situazione. La mia unica consolazione è che i nostri studenti qui sono al sicuro... E vorrei tanto lo fossero anche le loro famiglie la fuori...Voldemort non ha pietà per nessuno...” e si incupì.

Lily spalancò gli occhi terrorizzata: solo ora le venne in mente la sua famiglia, e la sua era proprio una di quelle famiglie Babbane con figli maghi che questo oscuro signore odiava tanto. Emise un gridolino terrorizzato e soffocato che però non sfuggì alla professoressa Mc Granitt che subito si voltò, lo sguardo indagatore, nella loro direzione.

James la immobilizzò all'istante, per evitare anche solo di destare un altro piccolissimo e fatale sospetto nella professoressa che ancora fissava quello che era il vuoto dove c'erano loro. Appena lo sguardo della donna si spostò un istante la trascinò via, fin fuori della sala gremita di gente.

In una classe semibuia levò il mantello ad entrambi, ansimando “Ma sei pazza? Questa volta ho davvero pensato che ci avrebbe beccati!” strillò stizzito. Lily si voltò verso di lui e gli mollò uno schiaffo “Scemo! Che mi importa di una stupida punizione? Ho appena sentito che quel mago maledetto ha intenzione di attaccare... le famiglie miste... i babbani... di.. - gli occhi le si fecero lucidi e le labbra le tremarono- ...uccidere... La mia famiglia, è una famiglia mista io sono una strega ma i miei genitori e mia sorella... sono Babbani!” sussurrò sconfortata.

James si morse le labbra e portò una mano alla guancia che si stava arrossando chinando lo sguardo “Scusa, io... non ci avevo pensato...”

Lei annuì, come ad accettare le sue scuse e non disse nulla.

“Ma hai sentito, no? Il Ministero non sta facendo nulla ma la Figg ha detto che c'è della gente che tiene sotto controllo la situazione, anche qualcuno tra le sue file... Se decide di attaccare non pensi che lo sapranno e lo bloccheranno?” cercò di convincere anche sè stesso di quelle parole, quello che avevano scoperto poco prima non era certo rincuorante, anzi...

Lily annuì sfregandosi gli occhi “C-credi?” domandò poco convinta.

Lui annuì “Si...”

Rimasero in silenzio per qualche istante che sembrò durare a lungo, entrambi troppo preoccupati e angosciati.

Lily soprattutto sembrava aver sentito la condanna a morte della propria famiglia.

“Senti Evans... Io, bè... credo che non sia il caso di angosciarsi. Silente! Silente conosce la situazione e lui è il mago più potente da cent'anni a questa parte! Più potente ancora di quel... quel... Voldemort -un brivido di terrore corse giù per le schiene dei due ragazzi al solo sentirne il nome- Non succederà nulla di brutto, vedrai. E comunque... è Natale, no? Bisognerebbe divertirsi...” le ricordò.

Lai annuì “Si... Silente è forte, lo so... Io, si, mi fido di lui!” si rincuorò un poco pensando che in fondo fosse vero, era ben noto quanto Albus Silente fosse uno dei più potenti maghi degli ultimi secoli e si disse che finchè ci fosse stato lui tutto avrebbe potuto risolversi.

“Bene, e adesso vieni un pò con me...” e la ricoprì nuovamente col mantello dell'invisibilità.

“No grazie -si trattenne lei- Non voglio più correre il rischio di essere quasi scoperta... e poi non ho voglia di tornare di là a guardare tutti quanti che si divertono e mangiano e ridono e ballano...” si impuntò.

“Bè, potremmo mangiare anche noi... -da una tasca tirò fuori le cibarie sgraffignate poco prima- e anche ridere... Sai quanti sgambetti quando si è invisibili?” e prese a ridacchiare ricordando tutte le volte che lui e Sirius avevano fatto cadere al suolo Lucius Malfoy o Severus Piton e altri odiosi Serpeverde.

Lei lo guardò torva, tutta via lo seguì di controvoglia mentre lui elencava una lista di possibili candidati al test dello sgambetto avanzando verso la sala.

“Potremo... cioè, non che questo significhi altro, ti considero ancora una detestabile streghetta Prefetto... ma se proprio vuoi ballare, Evans...” cercò di essere pungente e ironico come suo solito tuttavia dovette voltare lo sguardo di lato per nascondere un velo d'imbarazzo.

Lily ne fu sorpresa, decisamente sorpresa “Non ballerei con te nemmeno se fossi l'ultimo uomo al mondo, Potter... -iniziò scorbuticamente- ma se insisti...” terminò poi anche lei imbarazzata.

La stanza era densa della musica suonata da un gruppo di strumenti incantati, su un palchetto in un angolo, e moltissimi ragazzi ballavano; chi abbracciandosi più intimamente chi tenendo invece ancora una certa distanza. Nel loro angolino deserto, nella penombra del mantello calato sulle loro teste i due ragazzi si fissarono imbarazzati: avevano scelto il momento meno opportuno per mettersi a ballare... assieme. Stavano suonando un lento mieloso. Quando finalmente James trovò la faccia tosta necessaria perchè riuscisse a mettere una mano sulla spalla di lei e sfiorarle l'avambraccio con l'altra, le note suadenti terminarono e una ballata più ritmata e scatenata ne prese il posto.

Lui sospirò sollevato “Credo che questa sia meglio...”

Lei annuì divertita e dopo qualche istante presero a muoversi e ridacchiare, seppure non troppo visibilmente, seguendo il ritmo orecchiabile di quella nuova musica.

Inavvertitamente poi James urtò con un braccio Lucius Malfoy, che era spuntato proprio alle loro spalle ed era capitombolato in terra preso di sorpresa. I due si bloccarono e Malfoy si rimise in piedi guardandosi attorno circospetto. Ma nulla videro i suoi occhi di ghiaccio e questo aumentò la sua ira e anche, perchè no, la sua ansia e il suo timore. Non riusciva proprio a capire cosa diavolo era stato.

Tastò rapidamente l'aria attorno a lui, visto da sotto il mantello pareva un cieco. Poi arricciò nervosamente il naso.

James ne approfittò per sgattaiolare alle sue spalle tirandosi dietro Lily. Allungò un dito e, sempre coperto dal mantello, sfiorò la parte posteriore del collo del ragazzo. Questi si voltò con un guizzo, aveva l'aria spaesata e pareva pure un pò titubante e impaurito. I due ragazzi si trattennero a fatica dallo scoppiare a ridere. Con uno scatto brusco Malfoy alzò un braccio come a voler mollare uno schiaffo a qualcosa davanti a sè. Lily fece appena in tempo ad abbassare la testa, seguita da James, per evitare di prendere il colpo e la mano bianca e sottile del ragazzo andò a sbattere forte contro il muro al suo fianco. Lucius emise un gemito dolorante e questo fu davvero troppo: Lily e James corsero via, su per le scale fino alla torre dei Grifondoro trattenendo delle incontrollabili risa. Quando furono dentro al sicuro si tolsero il mantello e scoppiarono in una fragorosa risata. Lily aveva le lacrime e si teneva lo stomaco tanto rideva sguaiatamente. James non era certo da meno. Risero davvero molto a lungo e quando appena iniziavano a calmarsi bastava si guardassero in faccia un attimo per cedere di nuovo.

“O mamma! Che espressione impagabile! Hai visto che faccia ha fatto? Non riusciva a capacitarsene!” commentò Lily cercando di riprendere fiato.

James annuì “Si, Malfoy è l'obiettivo preferito mio e di Sirius! Assieme a Piton ovviamente! Gli abbiamo fatto tanti di quegli sgambetti e di quegli scherzi da sotto questo mantello che non ti puoi nemmeno immaginare!” e risero di nuovo all'idea.

Erano buttati sui divani, che ancora ridevano quando James riacquistò una posa normale “Hei Evans... Bè, alla fine mi sono divertito... non sei malaccio in fondo... ma vedi di non montarti la testa! Chiaro?”

Lei finse di offendersi “Oh, ma sentilo! Si... bè... nemmeno tu, Potter...” dovette ammettere.

Ci furono un paio di minuti di silenzio imbarazzato poi il rintocco dell'orologio a pendolo venne ad interromperlo. I suoi colpi secchi avvertirono i ragazzi che oramai era mezzanotte e mezza. James scattò in piedi “Mezzanotte e mezza? Per Merlino!” si infilò sotto il mantello e fece per allontanarsi ma Lily fu più rapida di lui e lo prese al volo da dietro “Dove credi di andare? Tra poco rientreranno anche tutti gli altri!” gli ricordò riassumendo quell'atteggiamento saputo che James detestava più di tutti.

“Fatti miei... -mormorò da sotto il mantello- E molla!” diede uno strattone e riuscì a liberarsi dalla presa.

“Senti... -Lily si parò davanti all'uscita- E va bene... chiuderò un occhio ma voglio almeno sapere cosa diavolo hai intenzione di combinare...”

Lui sbuffò infastidito “Ti ho già detto che non sono fatti tuoi! Figurati se te lo vengo a dire...” la spostò bruscamente di lato e la oltrepassò.

Lei ne fu quasi risentita, aveva avuto l'impressione che qualche cosa fosse cambiato quella sera, invece era tutto come prima. E probabilmente James se ne accorse perchè di fronte all'uscita della torre si bloccò di colpo “Hei Evans... Davvero non te lo posso dire dove sto andando... e non perchè non voglia ma semplicemente è in gioco un'altra persona, che non voglio tradire... mi spiace...” cercò di spiegare senza tuttavia scoprirsi troppo. Lei percepì che era sincero dal modo in cui pronunciò quelle poche parole. Sorrise tra sè e sè “Ok...Capisco...”

“Ti prego non...”

“Non dirò nulla, tranquillo...” lo interruppe. E lui sapeva che non lo avrebbe fatto per davvero “Bè, allora buonanotte...”

“Si... buonanotte.” la porticina d'uscita si aprì e richiuse alle spalle dell'invisibile James e Lily rimase a fissarla qualche istante prima di girare i tacchi e avviarsi finalmente verso la propria stanza.

 

Continua...

 

Bene bene! Ho finito anche questo... ma ho ASSOLUTAMENTE bisogno di sapere che cosa ne pensate, trovate che il cambiamento sia un pò troppo repentino? La dovevo sbrogliare un pò la matassa! Come me la sono cavata, Mikan?

Gius, far soffrire Minus sarebbe bello! (...Il sadismo di Ly...) Ma ci tocca tenercelo, il sorcio! Sigh...

Ho anche fatto poco fa un bel disegnino (Con Minus relegato in un angolino, la mia mano si rifiutava di disegnarlo...) che mi piacerebbe pubblicare ma non ho lo scanner... Siiiggghhh!! Bè, la lascio immaginare a voi tutta la banda!

Vi chiedo infinitamente scusa perchè la mia testamatta (Alla Sam Gamgee) mi ha fatto scrivere HogsmeaTe per ben due volte al posto di HogsmeaDe...  >//< Me vergogna!! Pardon!

Aspetto ancora i vostri commentini, che sono sempre deliziosi! ^^ Il prossimo capitolo è tutto per i Malandrini...

Un bacione, vostra Ly

 

 

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Capitolo 4
*** La Prima Notte dei Malandrini ***


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“James! Per Merlino, sei in ritardo!” lo ammonì Sirius torturandosi ansiosamente la chioma scura.

Il ragazzo cercò di scusarsi, ma non avevano tempo da perdere in chiacchiere, si infilarono tutti e tre sotto il mantello e scesero le scale in silenzio fino al portoncino d'uscita.

Sgattaiolarono fuori al buio e camminando piano e rasento al muro circunnavigarono la scuola fino al punto il cui sorgeva l'ormai enorme Platano Picchiatore, facendo ben attenzione a non farsi notare dagli ultimi, ritardatari studenti che ancora girovagavano per il castello. Peter guizzò fuori dal mantello, il cuore gli batteva forte.

“Vai Peter, è il tuo momento!” lo incoraggiò James e il ragazzotto annuì. Fu un attimo, chiuse gli occhi, si concentrò e come se si stesse rimpicciolendo diminuì le proprie dimensioni trasformandosi rapidamente in un vivacissimo topolino, squittì un paio di volte volteggiando attorno ai propri amici, gioioso, il cuoricino di topo che batteva ancora freneticamente nel suo petto per l'emozione.

“Sei stato grande, Peter... ora tocca a te...” gli ricordò Sirius.

Il piccolo topo sgattaiolò fino alle radici del Platano. Quello si mosse appena ma non fece in tempo a fendere uno dei propri micidiali colpi che il topolino saltò su un nodo sporgente e il ramo si immobilizzò a mezz'aria. Sirius e Peter esultarono pacatamente e tutti e tre si infilarono nella stretta fessura alla base del grosso albero nodoso.

Fecero capolino in un buio passaggio. “Lumus!” disse James la cui punta della bacchetta prese a brillare e rischiarare l'aria.

“Bene! Ora tocca a noi...” fece Sirius che moriva dalla voglia di trasformarsi.

E dopo qualche istante al posto dei due ragazzi stavano un imponente e maestoso cervo e un grosso e lucido cane nero. I tre animali si scambiarono un cenno d'intesa, corsero lungo il buio passaggio e raggiunsero in fretta la vecchia Stramberga.

Remus se ne stava buttato sul letto, un pò nervoso e acciaccato come prima di ogni trasformazione.

“Ragazzi! Ci siete tutti allora!” si rialzò in piedi all'istante e i tre amici lo circondarono facendogli le feste.

Non era mai stato così felice. Per quattro lunghissimi anni aveva dovuto affrontare quelle terribili e dolorose trasformazioni nella più completa solitudine ma adesso non sarebbe più stato così: aveva con sè i migliori amici che un ragazzo potesse desiderare!

James riassunse le proprie sembianze.

“Ma cosa fai!? Sei pazzo? Trasformati subito!” si allarmò il biondino.

“Tranquillo! Volevo solo dirvi, ora che nessuno può origliare, che sarebbe davvero divertente se questa notte, in mezzo alla neve, ci concedessimo una bella scorrazzata per le strade deserte di Hogsmeade e i dintorni della scuola... Che ne dite?” propose. All'istante Felpato prese ad abbaiare facendo le feste, ammiccando entusiasta e scodinzolando ansioso, anche Codaliscia squittì gioioso. Solo Remus pareva pensieroso “Ramoso... davvero mi piacerebbe, ma... Se dovessimo incrociare qualcuno e non riuscissi a tenere a bada i miei istinti... Io non voglio che accada nulla a nessuno, lo sai!” gli ricordò accigliato.

James sbuffò “Ma cosa dici! Se solo dovessi, anche per un attimo, perdere il controllo io e Felpato riusciremmo a bloccarti prima che tu abbia anche solo il tempo di muovere una zampa... Siamo decisamente più grossi di te, Lunastorta! Sei alquanto patito e spelacchiato, sai?” lo tranquillizzò con un briciolo di ironia.

Alla fine dovette cedere, contagiato dall'entusiasmo e dalla tranquillità dei propri amici.

Passò qualche minuto poi dalla finestra fecero capolino i primi raggi della luna piena che illuminarono debolmente la stanza buia.

Remus si piegò per i dolore, gemendo, e il suo corpo prese a mutare: prima spuntarono i peli su tutto il corpo poi cambiò anche la forma e nel giro di pochi attimi la trasformazione fu completa a tutti gli effetti. Da dieci anni Remus Lupin portava con sè la propria condanna: era un lupo mannaro. Nessuno mai l'aveva accettato prima, tutti gli stavano alla larga ma non loro, quei tre svitati ne erano stati addirittura entusiasti la prima volta che lo avevano scoperto. E ora erano lì con lui, per tenergli compagnia. Con loro al suo fianco, in versione animali per cui non correva il rischio di provare il benché minimo desiderio di morderli, si sentiva anche più umano e gli istinti famelici erano più sopportabili. Trascorsero così la lunga notte, fino alla scomparsa della luna, a giocare e comunicare con gli sguardi in quello strano modo che è peculiarità e miracolo degli animali.

E ci fu qualcuno che giurò, ad Hogsmeade il giorno seguente, di aver avvistato tre bizzarri animali e un piccolo topo correre per la campagna innevata, giocando, per quanto fosse possibile. Nessuno diede peso a quelle che parevano le farneticazioni di un pazzo, ma fu proprio così che andò. Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso scorrazzarono divertiti fino al tramontare della luna, amici ora più che mai e consapevoli che quello che stavano condividendo li avrebbe legati per sempre. Attraversarono le vie deserte di Hogsmeade e i bei prati che lo circondavano. Per non sprofondare nella neve Peter si fece trasportare da James, appeso comodamente ad una delle sue corna legnose. Per tutti e quattro fu un vero spasso, e ancora non era terminata la nottata che già progettavano mille avventure per il seguente plenilunio.

Quando la trasformazione di Remus terminò anche gli altri ritornarono umani. Si avviarono assieme lungo il tunnel che li avrebbe ricondotti a Hogwarts. Ad attendere all'uscita stava la professoressa Mc Granitt. Remus uscì come se nulla fosse e si avviò silenziosamente assieme a lei verso la scuola. Qualche istante dopo uscì Peter, di nuovo trasformato in topo, che come la sera precedente attivò il meccanismo che bloccava la ferocia del Platano e lo risbloccò una volta che gli amici ne furono usciti. Poi sempre sotto il mantello se ne ritornarono quatti quatti fin nella loro camera.

Albeggiava da quasi un'ora oramai, la camera del ragazzi era inondata di luce rosa e tutto quanto sembrava come un bellissimo sogno. Se ne stavano in silenzio, sdraiati sui loro letti  con gli occhi semichiusi e lo sguardo assorto, il respiro leggero e la consapevolezza di avere appena condiviso qualcosa di meraviglioso che nessuno di loro avrebbe mai dimenticato e che... avrebbero ripetuto fino a che fosse stato loro possibile! A interrompere quel silenzio complice ed estasiato fu Remus, si sollevò di colpo dal letto; aveva due profonde occhiaie stanche e l'aria affaticata e sbattuta ma un sorriso radioso e soprattutto nessuna ferita, cosa che prima invece, lasciato a sè stesso, capitava spesso “Siete i migliori amici che si possano desiderare...” mormorò.

Sirius si risollevò con una risatina e alzò il pollice. James annuì e Peter tirò sul col naso, un pò commosso. Remus aveva appena espresso a parole quello che era il pensiero collettivo. Si erano proprio trovati tutti e quattro, ci stavano come i pesci nell'acqua, loro, assieme!

“Adesso, se volete scusarmi, ho intenzione di dormire fino a questa sera...” Peter sbadigliò sonoramente e si ributtò sul comodo giaciglio, infilandosi sotto le coperte.

“Peter... per niente! Potrai dormire al massimo un paio di ore... credo che per le nove e mezza ci tocchi scendere a colazione...” gli ricordò Sirius.

L'altro sgranò gli occhi, aveva completamente dimenticato che solamente Remus aveva il permesso di restare in camera a riposarsi. D'altronde nessun altro sapeva che anche loro tre avevano fatto nottata...

Approfittarono delle ultime stiracchiate due ore abbondanti di sonno e ronfarono della grossa. Fu poi il frastuono e il mormorio all'interno della torre a destarli definitivamente che non erano ancora le nove. Era la mattina di Natale e tutti gli altri ragazzi erano in fermento per via dei regali appena ricevuti. Certo, loro avevano dormito...

James si strofinò ripetutamente gli occhi azzurri e bruciacchianti prima di infilarsi gli occhiali tondi sul naso, i capelli ribelli più aggrovigliati e spettinati del solito. Gli pareva di essere andato a dormire solo dieci minuti prima ed era più distrutto che mai. La trasformazione richiedeva un gran dispiego di energia e lui non ne aveva riaccumulata poi molta. Certo, non era la prima volta che lui e Sirius tenevano compagnia a Remus durante la notte ma le volte precedenti la luna era sorta all'imbrunire ed era scomparsa a notte fonda, avevano almeno avuto la possibilità di dormire qualche ora in più, mentre questa volta...

Erano tutti e tre molto provati, ancora si rigiravano nel letto quando improvvisamente, prendendo coscienza di quello che lo aspettava, Sirius balzò in piedi sul letto a baldacchino tutto pimpante.

“Sveglia branco di femminucce! Ci sono i RE-GA-LI! Oh, Buon Natale, Sirius...” e si precipitò ai piedi del letto dove un mucchio di pacchi colorati aspettavano solo lui.

Alla fine tutti, compreso Remus, si alzarono e si misero al lavoro con la loro infinita quantità di pacchi regalo.

Ne venne fuori di tutto, da capi d'abbigliamento a oggetti magici di spicciola utilità alle cose più futili ma divertenti a valanghe di scherzi da mettere in atto.

Inutile dire che ne furono contentissimi.

 

In una delle stanze del dormitorio femminile la prima a destarsi fu Amy Rubin, che manco a dirlo tirò giù dai letti le amiche che ancora dormivano beatamente.

Si misero a scartare i rispettivi regali soddisfatte e poi scesero a fare colazione che in sala ancora c'era poca gente.

“Allora, perchè non mi raccontate di ieri sera?” domandò Lily trangugiando una fettina di bacon.

Amy prese la parola per prima, con gli occhi che le brillavano “Oh, per me è stato bellissimo! Io e Franck siamo stati una meraviglia e poi lui è un ottimo ballerino... Io invece gli ho pestato i piedi almeno una mezza dozzina di volte... e poi guardate cosa mi ha regalato?” alzò il braccio e lo scosse leggermente facendo muovere un piccolo filo d'oro attorno al suo polso sottile “E' bellissimo, Amy!” commentò Macie in ammirazione. Anche a Lily piacque molto. Per qualche minuto parlarono ridacchiando del modo imbarazzato in cui lui le aveva posto il regalo.

“Ma adesso perchè non facciamo raccontare a Macie?” si interruppe ad un certo punto la graziosa ricciolina lanciando occhiate maliziose alla bionda alla sua destra.

Macie arrossì violentemente. Per lei era stata una serata stupenda. Aveva riso per tutto il tempo e anche ballato con Sirius, la sua cotta era decisamente aumentata e poi aveva creduto di svenire quando lui, di fronte alla sua stanza dove si erano salutati, le aveva baciato una guancia. Certo, poteva sembrare nulla di che, ma quando le labbra sorridenti di lui le avevano sfiorato la guancia rosata mentre con una mano le spostava un boccolo, fatto apposta per l'occasione, dietro l'orecchio lei aveva toccato il cielo con un dito. Per una timida come lei era tanto non essere morta in quell'istante.

Lo raccontò alle altre due, Amy che in fatto di baci aveva già esperienza, la prese un pò in giro mentre Lily si limitò a sorriderle decisamente contenta del fatto che le cose per lei andassero bene.

“E tu, Lily? Tutta la sera con James! Mi meraviglia il fatto di trovarti ancora viva! Non vi siete scannati a vicenda?” domandò decisamente stupita la mora.

E quando Macie le riferì, senza entrare nei dettagli del mantello, che erano addirittura scesi alla festa assieme la sua reazione fu la stessa di tutti gli altri che lo avevano saputo. Spalancò le fauci e la guardò incredula.

Lily alzò le spalle “Bè, ma mica vuol dire che siamo venuti ASSIEME alla festa! Solo, di nascosto siamo scesi a dare un'occhiata... abbiamo seppellito l'ascia di guerra solamente in vista di un obiettivo comune, e perchè era Natale! Tutto qui...” sminuì.

Poi Amy si allontanò a salutare e fare gli auguri al suo Franck appena questo scese in sala.

Macie continuava a fissarla “E dopo che ve ne siete andati?” domandò curiosa.

Lily avvampò “Bè, dopo... -ebbe una mezza idea di raccontare quanto sentito su Voldemort, ma non lo fece per non turbare l'amica- ...Abbiamo litigato un pò.. e ... bè, alla fine siamo tornati in sala e, non fraintendere anche tu, ma abbiamo si, ecco... ballato...” terminò con un filo di voce.

Macie sorrise stupefatta “Allora, Lily, James non è tanto male come credevi, giusto?”

Lily evitò di guardare l'amica e continuò a fissare il suo bicchiere di candido latte “Ma certo che si! Bè, okkei, l'ho rivalutato... Ma solo un pochino! Pochissimo!” si affettò ad aggiungere.

E poiché quando si parla del diavolo generalmente ne spuntano le corna ecco fare capolino nella sala James Potter, Sirius Black  e Peter Minus. Avevano tutti e tre un'aria alquanto stravolta. Lily si disse di saperne il perchè... chissà dove se ne erano andati tutta la notte quei cercaguai!

Sirius salutò agitando una mano e trattenendo a fatica un'enorme sbadiglio.

Le due ragazze risposero. James incrociò lo sguardo di Lily ma entrambi lo distolsero imbarazzati.

I tre si sedettero diversi posti più avanti.

“Uff... alla fine non sono proprio riuscito ad andare al ballo con Lily...” mugugnò Peter.

“Tu no...” aggiunse tempestivamente Sirius.

Peter incollò lo sguardo su James “Già! Beato te che ci hai passato tutta la serata...”

James si sentì un pochino in colpa “Senti Peter... Se ti dicessi che io e lei siamo scesi alla festa... assieme... bè, tu non ti arrabbieresti, vero? Guarda che la Evans comunque non mi interessa proprio per niente! In infermeria ha anche cercato di strozzarmi! E' una donna violenta...” si affrettò a sottolineare.

Peter aprì la bocca per dire qualcosa ma poi tacque “Davvero? Cioè, davvero è solo tutto qui?”

“Ma certo! -lo tranquillizzò l'altro- E' tutta tua, Peter! Anzi, Dio me ne scampi! Chi la vuole una del genere?” e ridacchiò.

Anche James aveva avuto l'idea di parlare agli amici della misteriosa conversazione udita la sera precedente ma tacque, come Lily non voleva angosciare gli altri tre ragazzi e poi nemmeno lui ci voleva pensare, sembrava una cosa così assurda e irreale...

Di certo non ci avrebbe creduto se qualcuno lo avesse avvertito di quello che di lì a poco si sarebbe scatenato, lui come nessuno altro.

 

E anche le vacanze natalizie passarono e le lezioni ripresero il loro corso di regolare mentre tutti gli studenti tornarono ad Hogwarts. L'unica cosa davvero singolare era il numero di nuove coppiette che dopo il ballo di natale si erano formate. Per il resto tutto rimase come al solito.

Tra Lily e James però le cose presero una piega diversa. Certo, le battutine e i commentini acidi rimasero, d'altra parte non andare d'amore e d'accordo era insito nella loro natura, però non c'era più l'astio devastante che prima trapelava dai loro scontri. Ora chi li conosceva bene aveva quasi la sensazione che ci fosse anche del divertimento nei loro piccoli scontri verbali e non. Ma naturalmente erano entrambi troppo orgogliosi per poter ammette di non detestarsi a vicenda. Comunque non passavano più la maggior parte del loro tempo, anche da soli, ad imprecare contro l'atro. Questa era una delle cose sorprendenti. Poi Macie e Sirius, che erano quelli che rispettivamente li conoscevano meglio, ebbero il sentore che ci fosse quasi una sorta di complicità tra loro, come se nascondessero un segreto o qualche cosa che nessun altro sapeva. E non si sbagliavano.

 

Alla fine del mese di Febbraio si tenne un altro incontro di Quidditch per i Grifondoro: questa volta avrebbero affrontato Corvonero, che aveva una squadra ben preparata e che poteva contare su un ottimo gioco di squadra. Grifondoro partì svantaggiata: il loro infallibile cercatore, James Potter, era stato ricoverato la sera precedente in infermeria a far ricrescere le ossa. Dopo cena si era trovato faccia a faccia con Lucius Malfoy, trattenere le risa gli fu impossibile dopo quello che era successo a Natale e con un semplice piccolo riferimento Malfoy venne a conoscenza di tutto (tranne il mantello, continuava ad ignorare come James fosse riuscito a rendersi invisibile). Inutile dire che si infuriò da morire, dopo un paio di attacchi falliti e ritrovatosi completamente depilato dal mento in su -senza capelli e sopracciglia era uno spettacolo- per mano di James, riuscì a fargli sparire le ossa delle gambe, tutte quante. Così James aveva trascorso la notte più dolorosa della sua vita in infermeria infuriato per la proibizione assoluta di Madama Chips di prendere parte alla partita del giorno seguente e per i quindici punti che Lily Evans, giunta proprio sul più bello, aveva tolto a Grifondoro. Unica magra consolazione fu che a Serpeverde la giovane Prefetto ne tolse il doppio.

Così, come c'era da immaginarsi, nonostante l'impegno della squadra e i micidiali tiri di Sirius, Grifondoro perse la seconda partita della stagione per 110 a 180. L'abile cercatore di Corvonero era riuscito a conquistare il boccino, anche piuttosto rapidamente, ovviando alle lacune dei cacciatori e del portiere della squadra. 

“Mi spiace ragazzi.., è tutta colpa mia...” disse alla squadra che dopo la partita passò a trovare il proprio cercatore.

“Hei, tranquillo! Mica è colpa tua, Potter! Scommetto cinque galeoni che quel bastardo di Malfoy l'ha fatto apposta...” lo tranquillizzò il capitano Hernest, un battitore del settimo anno davvero in gamba, alto e forzuto.

“Su questo posso metterci la mano sul fuoco... Maledetto...”

“E le ossa come vanno, James?” domandò Sirius lanciando un'occhiata alle gambe che parevano aver riacquistato corpo e volume e tastandole, anche piuttosto deluso di non trovarle più gelatinose come la sera precedente, cosa che per lui era stata uno spasso enorme.

“Almeno questo meglio... Madama Chips dice che entro stasera tutte quante le osa saranno ricresciute... ma devo restare fino a domattina qui...” e fissò Sirius, accigliato, come a fargli capire.

Quella sera sarebbe dovuto andare assieme agli altri alla Stramberga, ci sarebbe stata la luna piena di nuovo. Quando gli altri se ne furono andati tutto il quartetto si riunì in infermeria.

“Non ti preoccupare, James! Tanto avremo tante di quelle occasioni ancora...” gli ricordò Remus e la cosa sembrò rincuorare un pò il ragazzo.

Mentre la notte si trovava solo e insonne, che oramai aveva poltrito abbastanza durante i due giorni precedenti, James ebbe una magnifica idea.

La mattina a colazione, dopo che fu rilasciato, la espose ai compagni, entusiasta.

“Cosa? Vuoi realizzare una specie di mappa magica di Hogwarts che riporti tutti i passaggi segreti?” ripetè scettico Sirius.

James annuì “E non solo! Che segnali anche le persone che vi si trovino all'interno!” aggiunse.

“Oh, certo! Un gioco da ragazzi...” ironizzò il morettino.

Ma Remus sorrise “Sarebbe fantastico! E avremo a disposizione un sacco di notti per scorrazzare per Hogsmeade scoprire altri passaggi che la collegano alla scuola oltre a quello sotto il platano e quello della vecchia Strega Orba! E poi non è così assurdo, Sirius... Ho letto qualcosa su mappe del genere una volta! Servirebbero ingredienti particolari e strane formule...Ci basterebbe scoprire quali...” precisò il biondino.

“Si, naturalmente bloccheremo l'accesso agli estranei con un qualche incantesimo... A casa devo avere una mappa simile... me la farò mandare e cercheremo di scoprire come è stata fatta... e poi ne realizzeremo una noi! Sarà meraviglioso! Con una mappa del genere Hogwarts sarà nelle nostre mani! Potremo scorrazzare per la scuola senza preoccuparci di chi incontreremo girando ogni angolo! Nessuna Mc Granitt, nessun Mastro Mole o nessuna insopportabile Miss Prefetto ci potrà disturbare!” James pareva del tutto catturato da quella che riteneva la sua geniale idea.

“Nessuna Miss Prefetto vi disturberà quando, Potter?” Lily Evans era giunta di soppiatto alle sue spalle. Una capacità che solo lei sembrava possedere quella di giungere sempre all'improvviso nel momento meno opportuno per i ragazzi.

“E te pareva... -subito l'Idilio terminò- Evans, la tua vita è così poco interessante che ogni volta ti devi impicciare dei fatti degli altri?” la stuzzico alle solite.

Lei gli scoccò un'occhiataccia di disappunto “Se non ne fossi costretta la tua vita sarebbe proprio l'ultima delle mie preoccupazioni! Anzi, addirittura un fastidio e una noia... ma riuscirò comunque a scoprire cosa diavolo state combinando voi quattro...” e osservò attentamente tutti i ragazzi seduti al tavolo che la fissarono, manco si fossero messi d'accordo, con uno sguardo innocente da fare quasi ridere. E, infatti, rise, non potè trattenersi. E tutti e quattro risero con lei, e anche Macie alle sue spalle sorrise divertita, scambiandosi uno sguardo adorante con Sirius.

 

Infatti, nemmeno troppi giorni dopo, mentre tutti quanti consumavano un'abbondante colazione ai tavoli delle rispettive case, nella Sala Grande, come di consueto i gufi, o chi per essi, fecero il loro ingresso recapitando la posta.

Gli occhi di James si illuminarono quando, rilasciato da un suntuoso e ricercato Barbagianni, una lettera allegata ad una vecchia pergamena atterrarono nelle sue mani. Scartò avidamente la lettera, solo poche righe ‘Signorino James, ho cercato e trovato la pergamena che desiderava seguendo le sue indicazioni. Saluti a presto, Malrcel’. Non vi dedicò troppa attenzione e prese invece a srotolare quello che aveva tutta l'aria di essere un vecchio e consunto foglio di pergamena inutilizzabile. Gli altri tre lo fissarono incuriositi “Ti sei dato all'antiquariato, Jamie?” lo stuzzicò prontamente Sirius.

“Zitto se non sai di che parli... Questa è la nostra pietra miliare... La mappa di cui vi avevo accennato...” mormorò in ammirazione. Tutti e tre spalancarono gli occhi sorpresi, non vedevano l'ora di capire come fosse, ma la Sala Grande all'ora di colazione, con tutti i suoi studenti, professori e relativi occhi indiscreti, non era proprio il luogo ideale. James la riavvolse con cura e se la infilò tra le pieghe del mantello, rimandando tutto quanto ad un momento più propizio.

Una volta per conto loro, approfittando di un breve intervallo tra Trasfigurazione e Pozioni, i quattro rispolverarono la Mappa.

“E' protetta da un incantesimo...” osservò prontamente Sirius. Infatti, non v'era segno di inchiostro visibile e nemmeno di inchiostro simpatico visto che con la classica formula ‘Aparecium’ aveva ottenuto alcun risultato.

James annuì e mormorò “Casa, dolce casa!” subito rivoli di inchiostro presero a scorrere sul foglio ingiallito, prima si scrissero la parole Benvenuto a casa, poi una perfetta mappa della tenuta dei Potter si disegnò in pochi istanti. Diversi puntini parevano muoversi su di essa e sotto ad ognuno stava, scritto in minuscoli ma comprensibili caratteri filiformi, un nome. Ogni tanto i piccoli puntini animati scomparivano per diversi istanti dal foglio, o si bloccavano “E' perchè siamo piuttosto distanti... a casa mia funziona benissimo...” spiegò il giovane con gli occhiali.

Gli altri tre erano incantati dall'andirivieni dei punti animati. Non avevano mai visto una cosa del genere, ed erano piuttosto abituati alle stranezze...

“Stupefacente!” commentò, ancora rapito, Remus. Tutti annuirono.

“Dobbiamo assolutamente realizzarne una qui ad Hogwarts...” Sirius si era fatto prendere dall'entusiasmo e ora i suoi occhi brillavano come due perle nere, mentre le labbra si ripiegavano in un sorriso scaltro. Passò una mano tra i capelli scuri che arrivavano fin sotto le orecchie, pregustando mille diavolerie da mettere in atto con la complicità di un marchingegno del genere.

“Sarà difficile però...” ricordò Peter, titubante.

James alzò le spalle “Basterà studiarla a lungo... Credo che l'inchiostro debba essere realizzato con particolari ingredienti, molto rari ma rintracciabili, e poi ci deve essere un incantesimo che lega la mappa e il luogo che rappresenta... Solo che non ho la minima idea di quale sia. L'unica cosa che sono riuscito a scoprire la scorsa estate è stato quello che la proteggeva... una bazzecola...” si affrettò a spiegare.

E così, tra l'entusiasmo generale, da quel giorno in poi i ragazzi presero a frequentare spesso la biblioteca e a trascorrere molto tempo in camera, al lavoro, ansiosi di realizzare la loro mappa prima della fine dell'anno scolastico in corso.

 

Continua…

 

Ed anche il quarto è andato, anf! Questo lo aggiorno in fretta, ma per il prossimo mi tocca farvi aspettare un pochino…Scusate scusate! ^^’’ Ma al massimo a metà della settimana prossima prometto sarà pronto! Però… Sob, no no, non vi anticipo nulla… Sigh, anche se… Sob!

Comunque… Mi farebbe sempre un gran piacere sapere che cosa ne pensate… come procede? Eh? Su, chiedo solo un attimino del vostro tempo… é.è Mi fareste strafelice! Ringrazio i soliti affezionati lettori e commentatori come Angi e Gius, uno ‘special thanks’ a Strekon ^3^, troppo gentile!! Un capolavoro?! @//@ Esagerato!!! E un bacio alla Aya!

Un bacio, la vostra Ly

 

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Capitolo 5
*** Ombra di Morte ***


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E in un batter d'occhio giunsero le vacanze di Pasqua, un'altra fiumana di studenti abbandonò la scuola per la settimana concessa di riposo. Lily anche questa volta si trattenne.

“Lily, mi dispiace tanto... Il mio fratellino Mark si è preso gli orecchioni, e devo assolutamente tornare a casa! Il mio piccolino...” Macie aveva le lacrime agli occhi.

“Cosa? Gli orecchioni? Povero piccolo...” intervenne Sirius che era seduto in sala comune allo stesso tavolo delle ragazze. Passò un braccio attorno alle spalle di Macie per farle coraggio.

Lily li guardò perplessa “Andiamo, sono solo degli orecchioni! Anche io e Petunia li abbiamo presi! Io ero in prima elementare, ma non è mica stato così disastroso... o la vostra era una scusa per abbracciarvi?” rise.

Ma Macie non sorrise e nemmeno Sirius “Lily, gli orecchioni dei maghi sono un bel pò differenti da quelli dei Babbani che hai preso tu...” la informò l'amica tirando su col naso.

Sirius annuì “Già... Gli orecchioni dei maghi portano febbre altissima, ma questo è il meno. Le orecchie ti crescono e prendono la forma di quelle di un pachiderma e anche il naso diventa più grosso. Se non sono curati in tempo c'è il rischio che le orecchie rimangano grosse e si possa... perdere l'udito.” Macie emise un singhiozzo e due grossi lacrimoni scesero lungo le sue guance. Lily non aveva mai sentito tutto questo ma ora poteva comprendere la preoccupazione dell'amica.

“Forza Macie, hai detto che due bravi dottori lo stanno curando e che il peggio è passato... andrà bene!” gli fece forza il ragazzo.

Lei annuì e  si sforzò di sorridere.

Lily decise che forse era il caso di levare il disturbo, di lì a poco Macie sarebbe partita e forse volevano salutarsi...

Così attese fuori dalla sala, all'uscita della torre per salutare l'amica in partenza subito dopo.

Dopo un quarto d'ora la tenera biondina scese, aveva le guance arrossate e l'aria completamente beata e assorta. Quando vide Lily si illuminò e le corse in contro volando, con le borse in mano.

“Lily, Lily! E'... è stato bellissimo!”

“Ma... Cosa? Che è successo?” Lily non riusciva a capire.

Macie arrossì “Sirius... mi... lui mi... Mi ha dato un bacio... em, ci siamo b-baciati...” riferì sospirando.

Lily scoppiò in un sorriso radioso “Davvero? E come è stato? Oh, domanda stupida! La tua espressione non lascia spazio alle parole... Sono contenta per te! Ma adesso... bè? Ma io non ho ancora capito se state assieme oppure no...” domandò curiosa accompagnandola in cortile, dove una delle tante carrozze la stava aspettando.

“Io... non lo so... Ma credo che gli parlerò di ritorno dalle vacanze! Prometto che lo farò! Devo cercare di non essere così timida... prima non sono riuscita a dirgli una sola parola... solo un ‘arrivederci’...” ammise un pò abbattuta.

“Oh, ce la farai! Ne sono sicura! Buone vacanze, Macie! E non pensare troppo a Sirius che ti si cuoce tutto!” la prese in giro Lily.

L'altra annuì e si staccò. Lily rimase a guardarla avanzare verso la carrozza vuota. Prima di salirci Macie si voltò ancora e la salutò sorridente sventolando una mano. Lily la osservò nella sua solita divisa scura, i lunghi capelli biondi e lisci incorniciavano il viso sorridente e radioso di quindicenne. Non era mai stata così bella, forse perchè era innamorata e felice. La rossa avvertì un morso allo stomaco che la paralizzò, una terribile sensazione agghiacciante si impadronì di lei e non potè trattenere una lacrima che scese lungo la sua guancia eterea. Poi scosse la testa scacciando quella sensazione devastante e rispose con un sorriso tirato al saluto dell'amica che finalmente partì.

Se ne tornò alla torre dei Grifondoro cercando di scacciare il ricordo di quell'attimo di angoscia allo stato puro che gli aveva contorto le viscere poco prima. Stava per girare l'angolo quando la professoressa Mc Granitt, che arrivava a spron battuto dalle scale, la travolse facendola quasi finire per terra. Lily rimase stupita del bizzarro comportamento della donna che era sempre stata controllata e posata all'inverosimile.

“Oh, mi scusi tanto signorina Evans!” disse solo poi si allontanò di gran carriera nella direzione opposta a quella dalla quale era venuta.

Non se ne preoccupò granchè però, pensò che dovesse avercela con qualche studente indisciplinato che ne aveva combinata una di troppo, magari aveva appena messo in punizione James o uno dei suoi discoli amici.

Poi si dimenticò dell'accaduto e non ci pensò più. Almeno per i tre giorni seguenti. Era il pomeriggio del lunedì quando, effettuando una ronda in giro per la scuola, si accorse di quanto i professori fossero in trambusto. E le ricordarono la Mc Granitt di qualche giorno prima. La sensazione che aveva avvertito alla partenza di Macie e che da quella mattina era tornata più prepotente che mai e l'aveva svegliata all'alba si fece quasi insopportabile.  Da poco poi era rientrata in sala comune, sempre con quella spiacevole sensazione. Alcuni dei pochi studenti se ne stavano seduti attorno ai tavoli, chi giocando agli Scacchi dei Maghi chi a Spara Schiocco, chi leggendo e altre cose.

All'improvviso la porta della sala si spalancò e ne fece capolino la Mc Granitt con un'espressione indecifrabile in volto. Era tesa, molto tesa e... il resto era incomprensibile.

“Signorina Evans! Mi segua!” fece con un tono che non ammetteva repliche. Tutti in sala tacquero e fu pensiero comune che Lily dovesse averne combinata una grossa perchè nessuno, dal primo al settimo anno, aveva mai visto la professoressa così agitata.

 

Non passarono una ventina di minuti che Lily fece la sua ricomparsa nella sala. Tutti gli occhi puntati contro a cercare di decifrare l'espressione sul suo volto: assente, completamente vuoto e assente.

Solo James osò parlare, come al solito con impertinenza “Evans! Che faccia! Che è successo? La Mc Granitt ti ha ritirato il distintivo da Prefetto e sei sconvolta perchè adesso non potrai più ficcare il naso negli affari miei?”

Lily si voltò lentamente verso di lui, due grosse lacrime trattenute a stento fino ad allora scesero lungo le sue guance e dopo ne seguirono altre, sempre di più e presto Lily si inginocchiò in mezzo alla sala scossa dai singhiozzi piangendo disperatamente.

James strabuzzò gli occhi, come era possibile che si mettesse a piangere a quel modo per una piccola battuta, neppure cattiva per giunta. Tutti lo fissarono con sguardo truce.

“Hei! Ma... ma io... non ho mica detto nulla...” si difese col volto in fiamme. Ma Lily piangeva sempre di più e non accennava a smettere.

Imbarazzato e anche preoccupato avanzò verso di lei “Hei Evans, ma che c'è? Io... scusami!” le disse disorientato cercando di non farla piangere e ottenendo invece l'effetto opposto. Allora cercò di farla alzare da terra, ma nulla. Lily se ne stava inginocchiata per terra, la mani incollate al pavimento, il capo chino e i capelli che nascondevano il viso, la sua intera figura era scossa da singhiozzi disperati, era una visione quasi straziante. E allora fece l'unica cosa saggia e possibile: si chinò, perplesso, e se la prese in braccio portandola via da tutte quelle occhiate curiose e confuse fino nella camera sua e degli altri ragazzi.

La lasciò dolcemente sulle ginocchia appena dentro, ma lei pareva non aver mutato stato.

Si inginocchiò di fronte a lei, giacché non accennava a rialzarsi “Hei, ma che c'è? Che ti prende? Evans...” domandò sempre più sconcertato e preoccupato.

Lei alzò lo sguardo verso di lui e fissò i suoi occhioni verdi in quelli blu dietro le lenti del ragazzo. Per un attimo smise di singhiozzare, mentre le lacrime continuavano a scendere.

“E' successo qualcosa?” azzardò lui delicatamente, per poi trovarsi subito pentito dal momento che lei riprese a piangere convulsamente.

E allora finalmente capì che non doveva fare domande, istintivamente le passò le braccia attorno alle spalle tremanti e la stinse forte “Hei, è tutto ok, non mi devi dire nulla... Se hai voglia di piangere fallo pure, Evans, finchè vuoi.” le mormorò sfregando delicatamente e premurosamente una mano sulla sua schiena, ancora leggermente imbarazzato.

Lily annuì e strinse fra le mani il maglione della divisa del ragazzo nascondendovi il fiso bagnato e premendo con forza, come tentando di fermare quel fiume di lacrime e disperazione.

E rimasero così per molto tempo, fece anche buio fuori e dentro la stanza da letto e Lily piangeva ancora. E James pazientemente continuava ad accarezzare i suoi capelli.

Erano sorte in cielo le prime stelle quando Lily trasse un sospiro “E' stata... u-uccisa... M-macie...” balbettò per poi tornare a piangere. James si sentì mancare la strinse più forte che potè contro di sè, mentre gli occhi gli si facevano lucidi e lo stomaco gli si contorceva.

Non disse più nient'altro per ancora diverso tempo. Poi si staccò asciugandosi quei due smeraldi terribilmente arrossati in un polsino del maglione “Grazie...” mormorò con un filo di voce.

Lui si rialzò in piedi a fatica e le porse una mano per aiutarla. Entrambe avevano le ginocchia indolenzite e doloranti, erano rimasti inginocchiati sul pavimento duro per molto tempo. Lily afferrò quella mano candida e forte e si rialzò in piedi, sentiva la testa girare e dolere terribilmente, le sembrava tutto così irreale e fuori dal mondo... dai colori e dai contorni indefiniti come un sogno che permane nel dormiveglia e non riesci ad afferrare, ma nemmeno a scacciare.

“Vieni con me...” le sussurrò James tenendola per mano e conducendola fuori dalla stanza, dopo essersi entrambi nascosti sotto il mantello dell'invisibilità che già una volta li aveva ospitati assieme, in situazioni ben più rosee.

Lentamente, senza mai mollare il suo polso, le fece attraversare la sala comune. La cena nella Sala Grande era terminata da un pezzo e i ragazzi si intrattenevo ignari seduti ai tavoli nella loro torre. Sirius, Remus e Peter sembravano pensierosi. James gli passò di fianco e gli tirò un orecchio, come faceva sempre per manifestargli la sua presenza “A dopo...” gli sussurrò, ma non si fermò e tirò dritto, fin nella Sala Grande, nei corridoi bui della scuola e giù di sotto nelle cucine.

Un branco di elfi affaccendati girovagava trasportando piatti, riassettando, preparando cibarie e cose simili. Lily esitò un istante prima di entrare.

“Coraggio, sono di casa qui...” la rassicurò lui spingendola gentilmente all'interno della cucina. Tutti gli elfetti si voltarono rapidamente verso la nuova arrivata.

“Desidera, signorina?” domandò una di loro, tutta felice di poter servire la giovane. Alle spalle della rossa fece capolino James “Ciao Pipsey!” salutò sforzandosi di sorridere.

Gli occhi dell'elfa si illuminarono, così come una mezza di dozzina di altri “Signor Potter! Buona sera, signore! Come possiamo aiutarla, Signor James Potter? Burrobirre? Salatini? Torte? Biscotti? Panini? Frutta candita? Pudding?”

James scosse la testa “Solamente una camomilla e un paio di brioches, grazie Pipsey!”

L'elfa parve delusa di non poter servire in grande stile il ragazzo, ma si mise subito all'opera “La signorina vuole qualche cosa, signorina?” domandò a Lily. “Vuoi mangiare qualcosa?” le chiese delicatamente James. Lei scosse debolmente il capo, sempre tenendo lo sguardo chino.

“No, siamo a posto così...” rispose per lei.

In pochi minuti Pipsey portò a James una teiera di acqua bollente e dei filtri di camomilla assieme a diverse brioches ripiene dall'aria invitante, il tutto servito su un vassoio d'argento.

“Lasci pure tutto dove mangia, signore! Ci penserà Pipsey a ritirare! Buon appetito signor Potter! Arrivederci signorina...” lasciò in sospeso la frase rendendosi conto di non conoscere la graziosa ragazza.

“Evans, Lily Evans!” suggerì James.

“...Signorina Evans!” terminò radiosa l'elfetta.

Lily annuì garbatamente. James prese la bacchetta in una mano, facendo fluttuare il vassoio davanti a sè, e condusse Lily fin nella prima aula vuota che incrociarono. Si sedettero in silenzio ad un tavolo di legno e lui le porse una tazza di camomilla fumante.

Lily la strinse tra le mani ma non la bevve, rimase con lo sguardo perso a fissarla. Gli occhi e le guance erano terribilmente arrossati dal pianto. James non sapeva bene cosa fare, nemmeno aveva ben capito che cosa era successo, solo che la piccola Macie era stata... uccisa. Così aveva farfugliato Lily. E ora che la vedeva così distrutta voleva solo fare qualcosa per lei.

“Forza, ti farà bene...” suggerì lui. Lei scosse la testa, non aveva proprio voglia di nulla. Si sentiva la gola arida ma sapeva che se solo avesse ingoiato qualcosa avrebbe probabilmente rimesso, il suo stomaco era contratto per il dolore. Era ancora confusa ed estraniata, come il pomeriggio precedente nell'ufficio di Silente, quando le aveva detto cosa era successo. Non aveva voluto crederci, non ci riusciva da principio. Le sembrava così assurdo! Macie, Marcus il suo fratellino, e anche Corrine e Arcibald, i suoi genitori uccisi, la loro unica colpa era quella di essere una delle tante famiglie miste e di lavorare all'Ufficio per la Collaborazione con la Popolazione Babbana, al Ministero della Magia. Non aveva avuto pietà per nessuno, Voldemort, le aveva detto Silente, non si era fatto scrupoli ad eliminare un'adolescente ed un bambino innocenti. Non avevano sofferto, aveva poi aggiunto il canuto preside posandole una mano sulla spalla, li aveva uccisi ricorrendo alla peggiore delle Maledizioni Senza Perdono. Non era però stato di grande consolazione a Lily. La sua prima reazione era stata di rabbia. Loro sapevano che avrebbe colpito! E allora perchè era successo? Perchè Voldemort sapeva che loro sapevano, e si era voluto prendere gioco di tutti, fornendo le informazioni sbagliate. Lo avevano sottovalutato: una svista che era costata la vita a quattro persone innocenti. Che era costata dolore a tanti amici e parenti.

Ma non aveva voluto crederci. Aveva comminato come uno zombie per tutti i corridoi, su fino alla torre, pensando che tutto quanto fosse solo un terribile, disgustoso incubo, ma solo quello. Però quella morsa alla bocca dello stomaco, quella incessante voglia di piangere e quella sensazione di vuoto che sentiva dentro erano reali. Tutto quanto era drammaticamente reale e se ne accorse solo quando varcò la soglia della casa di Grifondoro, quando incontrò gli sguardi dei suoi compagni e comprese che Macie non ne avrebbe più fatto parte. Quando sentì la voce di James Potter che la prendeva in giro come sempre, ma Macie non sorrideva come al solito, al suo fianco, dei loro scherzi. E in quel lampo di lucida consapevolezza si era sentita morire, aveva perso per sempre la sua unica e più grande amica. Ed era crollata come un castello di carte con un soffio di vento. Le lacrime che aveva trattenuto e che premevano nei suoi occhi verdi erano straripate sulle sue guance. Dolore e vuoto la colsero all'improvviso.

Si asciugò un altro paio di lacrime che scesero lungo le guance irritate e arrossate poi, dopo diverse ore di silenzio e pianto, parlò, leggera e con la voce roca e spezzata “Tutta la sua famiglia... -iniziò richiamando l'attenzione di James- Il suo fratellino, i suoi genitori... Li ha uccisi tutti! Capisci?” gemette disperata, seguitando a fissare il liquido giallognolo all'interno della tazza candida. James trattenne il fiato, era davvero terribile quello che stava dicendo. Non osò parlare, qualsiasi parola sarebbe stata inopportuna e fuori luogo.

“Solo perchè... perchè erano una famiglia mista... Li ha uccisi ricorrendo ad una Maledizione Senza Perdono...” Lily prese a lacrimare di nuovo, cercò di trattenere i singhiozzi ma non ci riuscì a nascose il viso rigato di lacrime sulle proprie ginocchia. “Non sono arrivati in tempo... lui lo sapeva e li ha depistati! Non sono riusciti a fare nulla... Non la rivedrò mai più...” la sua voce suonava adesso ovattata e soffocata, il viso sempre premuto contro le gambe, nascosto nelle pieghe della gonna scura, il corpo ancora scosso dai singhiozzi.

Anche le guance di James furono rigate dalle lacrime, conosceva Macie ed era una delle persone migliori che gli fosse mai capitato di incontrare. Anche dentro di lui si diffuse un senso di vuoto e impotenza.

Lily strinse i pugni, piantandosi le unghie nella pelle soffice delle ginocchia e disperandosi.

“No, ti farai del male...” James le tolse le mani e le tenne leggermente tra le sue. “Me lo merito... io sapevo! Sapevo e non le ho detto nulla! Forse... i suoi genitori lavoravano al Ministero... se avessero saputo magari avrebbero fatto qualcosa e  adesso... adesso...”

James scattò in piedi, tirandola su dalla sua posizione raggomitolata e scotendola sonoramente “Non lo dire! Nemmeno per scherzo! E non pensare quello che stai pensando! -sembrava quasi furioso- Che cosa avresti potuto fare? Nulla... Forse nemmeno Macie avrebbe pensato più di tanto a quello che le avremmo detto, come abbiamo fatto noi... E immagino che i suoi genitori sapessero di tutta questa storia! Solo non si aspettassero di... Non avresti potuto fare nulla! Né io nè te... nessuno ci è riuscito, figurati noi...” Si disse che la cosa migliore era levarle quelle terribili idee persecutorie dalla testa, per quanto anche lui, per un istante, aveva avuto gli stessi pensieri. Cercò di convincere entrambi di quello che stava dicendo.

Lily annuì distrattamente, comunque non credeva alle parole del ragazzo.

“Forse è meglio se cerchi di riposare un pochino... no?” suggerì James. Lily annuì di nuovo e si alzò dalla grossa sedia di legno, con fare smarrito. Lui la accompagnò fin alla Torre, nella sala comune. Era deserta a quell'ora, era notte fonda ormai. La rossa avanzò stancamente tra le mura decorate di quadri e arazzi, tra quelle stanze che non sarebbero più state le stesse. Sarebbe stato tutto differente ora, differente e terribilmente doloroso perchè ogni angolo di quel castello le avrebbe ricordato la sua migliore amica. Che non ci sarebbe più stata... Percorse le scale fin all'entrata del dormitori delle ragazze, James la seguì fino all'ingresso di quella che doveva essere la sua stanza. Trasse un lungo respiro, Lily, prima di abbassare la maniglia sulla quale aveva postato la mano ed entrare in stanza.

“Em... se dovessi aver bisogno di qualunque cosa... bè, non farti nessun problema... sai dove trovarmi. -iniziò James, grattandosi una guancia decisamente in imbarazzo- Buonanotte E... Lily.” concluse sorridendo debolmente.

Lei fece un cenno col capo e mosse il primo passo all'interno della stanza, poi si voltò verso di lui “Grazie, grazie davvero... James...” e si sforzò di tirare le labbra in quello che risultò un triste e malinconico sorriso dolceamaro.

Poi si separarono. Lily si richiuse la porta alle spalle e fu molto peggio di quanto avesse immaginato: nella stanza c'era ancora tutta la roba di Macie, e aleggiava vicino al suo letto quel profumo dolce e vanigliato che l'accompagnava sempre. Si buttò sul suo letto, affondando la testa nel cuscino dell'amica e le lacrime ripresero a scendere. Di colpo nella sua mente presero forma le terribili immagini di quelli che dovevano essere stati i suoi ultimi istanti di vita.

Immaginò la graziosa villa dei Fisher leggermente rischiarata dalle prime tenere luci dell'alba, luci di morte per loro. Probabilmente stavano tutti dormendo quando Voldemort, l'oscuro e terribile signore, era entrato nella loro casa. Lo vide di spalle, ammantato e circondato da un alone di morte, far scattare la serratura con un incantesimo elementare. Salire silenziosamente le scale di casa, fino ai piani alti dove stavano le stanze da letto con passo silenzioso. Tutto taceva attorno, non sentiva nessun suono e questo rendeva la scena ancora più angosciante.

Silente le aveva riferito che i coniugi Fisher non si erano nemmeno svegliati, erano stati uccisi nel sonno con quel terribile anatema.

La visuale poi si spostò e strinse sulla camera da letto di Macie e Marcus. Vide la sua amica svegliarsi di soprassalto e balzare giù dal letto a baldacchino mentre anche la sua porta veniva spalancata. Di nuovo l'oscuro signore mosse le labbra ripiegate in un sorriso soddisfatto “Avada Kedavra”, ne lesse Lily e una fitta al cuore le prese di colpo, vedendo il più piccolo della famiglia passare dal riposo notturno al sonno eterno. Le si contorse lo stomaco, Macie giaceva in ginocchio, disperata e con le lacrime agli occhi, per un interminabile millesimo di secondo fu investita in pieno dalle sue emozioni forti e dolorose e vide la sua fine attraverso gli occhi blu dell'amica: la mano che si alzava e sollevava la bacchetta con un ghigno soddisfatto, occhi che si spensero per sempre. E poi il buio, nulla più.

Rimase paralizzata un istante mentre questo turbinio di immagini le colpivano a velocità supersonica scotendola e facendola tremare. Dolore misto a rabbia per quello che era successo le martellavano nel petto. Rabbia verso chi sapeva e non era riuscito ad impedirlo, rabbia e odio verso l'autore di tale meschina azione e soprattutto rabbia e odio verso sè stessa, perchè quello che sapeva... se glielo avesse detto... e quella sensazione che la dovevano mettere in guardia. Aveva sbagliato ogni cosa.

Rimase su letto, sospesa con la testa nei suoi dolorosi pensieri per diverso tempo, senza riuscire a prendere sonno.Era l'alba ormai... una luce fioca aleggiava all'interno della stanza, tutto sembrava così surreale... A richiamare la sua attenzione furono passi pesanti e affettati al di là della porta. Qualcuno correva nel corridoio del dormitorio delle ragazze. La grossa porta si spalancò con un tonfo e ne fece capolino un ragazzo. Lily ci mise qualche istante per metterlo a fuoco e riconoscerlo con indosso il pigiama invece della solita divisa: in piedi sulla porta stava Sirius, aveva i capelli neri scompigliati e l'aria persa con gli occhi lucidi, respirava affannosamente ed era trafelato. Mollò la maniglia della porta che si richiuse dietro di lui con un tonfo sordo e avanzò barcollando all'interno della stanza. Si avvicinò al letto di Macie, su cui ora Lily stava in ginocchio. Incrociò lo sguardo di lei, poi lanciò un'occhiata rapida tutt'intorno. Due grossi lacrimoni presero a scendere dai suoi spenti occhi scuri “Io... James mi ha... detto...” iniziò. Ma ogni parola era inutile: anche lui si era sentito morire alla terribile notizia. Fece scorrere una mano sulle coperte del letto della ragazza di cui era innamorato, e che non avrebbe mai più rincontrato, fino a incontrare Lily. Condividevano lo stesso dolore, gli stessi sentimenti, piansero accucciati su quel letto a lungo, abbracciandosi e sfogandosi.

 

Continua…

 

Eccolo qui il quinto capitolo! Scusate se ci ho messo una vita ma… ESAME! (andato a buon fine…) Bene bene… em, questa volta sono stata un po’ più cupa… ma è naturale! Con Voi-sapete-chi in circolazione c’è poco di cui stare allegri… Adesso voglio sapere assolutamente cosa ne pensate: RECENSITE!! Vi obbligo, supplico e scongiuro!! Soprattutto per sapere come vi sembra sia riuscita a trattare l’argomento e i sentimenti (Soprattutto quelli di Lily, mi son scavata un bel po’ dentro per riuscirci, ho fatto centro? Ho reso l’idea?) e voglio un parere sulla situazione e l’evoluzione della fic… se no sto in ansia!! @__@

Come sempre un grazie infinito a tutti i miei fedeli commentatori (fa molto setta tutto ciò…) IO VI ADORO tutti quanti! La mia Aya (Finalmente vedo la tua fic in questa sezione…^^), Anja che è troppo gentile, Strekon (Sono sempre più innamorata della tua fic! ** DIVINO! E’ stupendissimo che la mia storia ti piaccia! Me onorata…), Mikan che è troppo buona e mi vizia!^^, Gius (…era un invito implicito a non continuare?? -Ly che si fa un sacco di seghette mentali…-) io  non sono stanca… ADORO SCRIVERE! E poi ancora Angi (Uah uah uah!! Ma che dici! ^///^ Troppo cara! E… SI! Anche io trovo che Sirius sia uno dei personaggi migliori! Personalmente lo ADORO!^^) e anche Giuggy! Un bacione a voi e tutti quelli che leggono la mia fic!

A presto con il prossimo capitolo, un bacione enorme… Ly

 

PS:Erroraccio nello scorso capitolo!! Ho scritto che Peter stava aggrappato alle corna di Sirius… Scusate, doveva essermi momentaneamente partito un embolo… ^^’’’

 

 

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Capitolo 6
*** La Vita Va Avanti ***


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I giorni che seguirono furono, in tutta la scuola, i più neri mai visti a Hogwarts. La notizia si era diffusa e gli studenti erano tornati dalle vacanze di Pasqua. Tutti quanti erano scossi e addolorati per quanto successo, Macie non aveva nessuno nemico, anzi era cara a molte persone; molti erano anche preoccupati per quello che sarebbe stato il destino di tutti. Solo qualche detestabile Serpeverde sembrava sogghignare malignamente soddisfatto. Tra loro figurava anche Lucius Malfoy.

“Evans... avrei paura se fossi in te... sai, una mezzosangue è in pericolo oggigiorno... Se fossi nella Fisher sarei contenta di essere morta, con i genitori misti e filobabbani che si ritrovava... quel suo sangue sporco... mi sarei vergognato ad andare in giro...” mormorò passandole accanto. Sirius, che dalla mattina in cui era corso in camera sua non si era più allontanato da lei, gli  mollò una spallata facendolo finire per terra. Lily gli rivolse uno sguardo carico d'odio “Stai lontano da me schifoso bastardo! E pronuncia ancora un'altra sola cattiveria su Macie e giuro che il tuo lurido sangue cattivo dovranno grattarlo via dalle pareti di questa scuola...”

Lucius rise tetramente “Saresti morta prima di mettere mano alla bacchetta Evans...” ma non fece in tempo a terminare di parlare che ben cinque voci tuonarono contemporaneamente “STUPEFICIUM!” e Lucius Malfoy piroettò in aria e atterrò con un tonfo a terra, terribilmente schiantato, e ci sarebbe rimasto per tutto un giorno intero trascorrendo un'intera settimana in infermeria per riprendersi da tanta audacia.

Lily si voltò, per vedere che si era unito a lei in quello che probabilmente doveva essere lo Schiantesimo meglio riuscito dell'ultimo secolo, e le apparvero le facce sorprese e soddisfatte di Sirius, James, Remus e Peter. Le venne, per la prima volta da diversi giorni, da sorridere e così ai quattro ragazzi.

“A quanto pare abbiamo avuto tutti quanti la stessa idea... Ed è riuscita decisamente bene...” commentò James mollando un calcetto a Lucius, a terra privo di sensi. Sirius annuì.

“Lo lasciamo qui?” domandò Remus. “Si!” rispose inesorabile Lily, stupendo non poco i presenti e riavviandosi seria verso l'aula della professoressa Figg, di difesa contro le arti oscure, seguita a ruota da Sirius, l'unica persona con cui era in grado di scambiare più di due parole di circostanza negli ultimi giorni.

La professoressa Figg lasciò che gli studenti si accomodassero tranquillamente ai loro posti, quando ebbe tutta la loro attenzione finalmente iniziò la lezione “Bene, alla luce dei recenti avvenimenti io e gli altri insegnanti abbiamo ritenuto importante istruirvi riguardo ai più pericolosi e potenti sortilegi, gli Anatemi Oscuri. Naturalmente voglio sapere se tutti voi siete d'accordo...” gli occhi brillanti e comprensivi della donna si fissarono su Lily e Sirius, seduti ad un banco in fondo alla buia aula. Tra tutti gli altri studenti si levò un mormorio entusiasta di approvazione ma anche una tacita comprensione rivolta alla rossa in fondo all'aula, Lily e Sirius si scambiarono una rapida occhiata poi annuirono all'unisono.

“Bene. Ci sono tre incantesimi, o meglio maledizioni, che più di ogni altri sono stati dichiarati fuori legge diversi secoli fa, oramai... Se oggi voi dovreste praticare uno solo di questi incantesimi vi ritrovereste dritti filati ad Azkaban, che come tutti sapete, visto che diverse lezioni le sono state dedicate è...?” la professoressa si interruppe e attese che una mano si alzasse ponendo la risposta.

Amy Rubin alzò la sua e la professoressa la indicò “La terribile... prigione dei maghi. Nessuno sa, a parte chi di dovere, dove si trovi o come ci si arrivi, nessuno esce quasi mai vivo da Azkaban ed è impossibile scappare...” la voce della morettina stentò mentre pronunciava quelle parole.

La professoressa annuì “Bene signorina Rubin...E' esattamente così, per cui vi consiglio di evitare di commettere sciocchezze e di finirci a scontare qualche pena. Bene, dicevamo... le nostre tre Maledizioni Senza Perdono di oggi sono...” prese la bacchetta e da lontano ne scrisse i nomi sulla lavagna nera: Maledizione Imperius ‘Imperio’, Maledizione Cruciatus ‘Crucio’, Anatema che Uccide ‘Avada Kedavra’.

I ragazzi rabbrividirono leggendo i nomi.

“La Maledizione Imperius fa in modo che il mago che la eserciti prenda il controllo del vostro corpo, sarebbe in grado di farvi commettere tutto ciò che vuole indipendentemente dalla vostra volontà... La Maledizione Cruciatus invece vi piegherebbe in preda a terribili dolori. Sofferenza atroce è l'effetto di questa terribile maledizione che vi porterebbe sull'orlo della morte e della pazzia, quasi... -trasse un profondo respiro- C'è un modo per contrastare queste maledizioni, ma richiede molta forza e un duro allenamento. Probabilmente voi ora non sareste in grado nè di praticare una sola di queste maledizioni nè di contrastarle, ma è bene che lo sappiate ‘Deletrius’ è l'incantesimo che, se perfettamente applicato e con la forza necessaria, sarebbe in grado di ostacolarli senza ricorrere ad altri anatemi.”

Tutta la classe iniziò a prendere appunti, un pò spaventata ma comunque incuriosita. La Figg parlò a lungo delle due Maledizioni e del loro controincantesimo senza accennare alla terza, scritta sulla lavagna.

“Bene, e ora... La Maledizione Senza Perdono per eccellenza. Contro questo terribile anatema di morte non v'è rimedio... -tutti gli studenti sgranarono gli occhi- è L'Avada Kedavra... Semplicemente, UCCIDE.”

Gli occhi di Lily si riempirono di lacrime, così era morta Macie... Anche Sirius ebbe un sussulto, prese la mano dell'amica e la strinse, per farle coraggio. Lily si sfregò gli occhi cacciando le lacrime. La professoressa Figg indugiò, e anche il resto della classe si voltò verso di lei, e proseguì solamente dopo che Lily le ebbe fatto un cenno d'assenso col capo.

“Non provoca sofferenza, nessuno spasmo di dolore.”

‘No, certo, nessun dolore se non vedi morire i tuoi famigliari davanti ai tuoi occhi...’ pensò Lily venendo di nuovo rinvestita dall'ondata di terrore e di sensazione che aveva appena vissuto.

“Probabilmente non avreste nemmeno il tempo di accorgervene, ma vi toglierebbe la vita. Una volta era in vigore la Condanna a Morte per questa pratica, attualmente la pena massima di detenzione presso la nostra famigerata e conosciuta prigione.”

Parlò ancora un pò del terribile anatema poi la campanella suonò annunciando la fine della lezione. Lily uscì dall'aula, mogia senza dire una parola, Sirius al suo fianco.

James si avvicinò. Per tutti quei giorni l'aveva a malapena sfiorata, domandandole spesso se fosse tutto a posto, ma nulla di più, non osava quasi parlarle “Ti senti bene?” le chiese esitante.

Lily scattò nervosamente come una molla “Volete finirla? Volete finirla tutti quanti di trattarmi come se fossi una bambina? Sto bene! Lei è morta, io sono VI-VA! Tutta intera... Non ne posso più degli occhi di tutti che mi fissano con apprensione, come se mi fosse successo chissà cosa! Forse riuscirei di più a superare tutto questo se ogni cosa tornasse come prima, non vi pare!? E anche tu... Smettila di prendermi con le pinze! E non mi trattare come una mocciosetta piagnona. Non voglio la pena e la pietà di nessuno, chiaro? Perchè? Perchè non mi prendi in giro o mi tormenti come hai sempre fatto? Eh? Non ne posso davvero più di tutti voi, di te, Potter!” strillò fuori di sè, buttando a terra i libri che teneva in mano.

Tutti i ragazzi in corridoio ammutolirono, Sirius scosse il capo come se si aspettasse da un momento all'altro una cosa del genere.

James chinò lo sguardo, colpevole, incapace di parlare, poi lo rialzò e la fissò dritta negli occhi verdi “Non l'ho fatto perchè... -poi riacquistò tutta la sua impertinenza- ...credevo che il tuo fragile Io non avrebbe retto, Evans! Lo sappiamo tutti che in fondo sei un pò emotiva... Volevo solo risparmiarti la figura di scoppiare in lacrime davanti a tutta la scuola. Sai, alla tua età... Io me ne vergognerei...” e sorrise sfrontato.

Tutti quanti sgranarono gli occhi stupefatti. Lily invece ammutolì, il suo sguardo era indecifrabile. Poi rivolse un'occhiataccia acida al ragazzo con gli occhiali “Non ho certo bisogno dell'aiuto di uno che non è in grado di infilarsi due calzini uguali la mattina... Oltre che mezzo cieco sei anche daltonico, Potter?” e chinata a raccogliere i propri libri indicò i suoi calzini, uno verde e l'altro blu, trattenendo una risata.

James avvampò mentre tutti i ragazzi scoppiavano a ridere, poi si unì all'ilarità generale. Lily si allontanò di gran carriera, si fermò in fondo al corridoio prima di svoltare e si girò. Gli occhi chiari e sorridenti di James erano ancora puntati su di lei. Ricambiò quel sorriso, piena di gratitudine, fece un cenno col capo e si allontanò.

 

Lily Evans se ne stava seduta da sola, su una delle tante panche in granito che costellavano la parte interna del cortile dell'immensa scuola, assorta nei propri pensieri alla tiepida luce di un novello sole di metà mattina, un sabato di primavera. Per la prima volta da diverse settimane riusciva quasi a rilassarsi, distendere i nervi e liberare la mente, provò a chiudere gli occhi e il buio le fece ancora paura, sentì un consueto brivido nero percorrerle la schiena e farle venire la pelle d'oca, tuttavia non le si presentava quasi più la visione, più volte fantasticata e così terribilmente realistica da scatenarle le lacrime, della morte di Macie. Anche se il ricordo della terribile e ancora recentissima perdita non se ne era certo andato, la morsa che le attanagliava lo stomaco e i sensi di colpa che la opprimevano sembravano essersi, anche se solo leggermente, alleviati. Merito di quei quattro, pensò lei. Li aveva sempre terribilmente giudicati e ora, nel momento più difficile della sua vita, le erano stati più vicino e più d'aiuto di chiunque altro. James, che dopo l'episodio di qualche giorno prima era riuscito a farle tirare il primo sospiro di sollievo da giorni, e particolarmente Sirius che era a terra quasi quanto lei e forse per questo motivo sapeva ciò che le faceva bene in quel periodo.

Il giardino si gremì presto di festosi studenti in divisa e borse alla mano riportando Lily con i piedi per terra, quasi se ne era scordata ma quel sabato ci sarebbe stata la consueta uscita ad Hogsmeade. In un'altra occasione ne sarebbe stata entusiasta e ansiosa anche lei, che essendo di origini babbane adorava quel posto così intriso di magia da sembrare un sogno, ma ora proprio non se la sentiva di unirsi alla fiumana di festosi studenti che serpeggiava verso l'uscita della scuola e di lì fino al bizzarro -almeno agli occhi babbani- paesello.

“Heilà!” alle sue spalle fece capolino una testa biondiccia.

Lily soprassalì e balzò sulla panchina dove stava, colta di sorpresa. Alle sua spalle c'erano quattro sbarbati visi sorridenti “Se ti unisci a noi, Evans, potrei anche offrirti una burrobirra ai Tre Manici di Scopa! Naturalmente tu poi me ne offriresti altre due...” propose James con molta nonchalance sedendosi accanto a lei.

Lily scosse il capo rifiutando “Potrei anche pensare che tu abbia intenzione di avvelenarmi, Potter, e Dio me ne scampi... Non vengo ad Hogsmeade” si sforzò di ribattere senza troppa ironia e di controvoglia.

Sirius prese posto al suo altro fianco “In questo caso resterò anche io...” decretò tranquillamente appoggiandosi sui gomiti e distendendosi sulla panchina sotto il sole che iniziava a farsi più caldo e brillante.

“Si, buona idea!” annuirono gli altri sedendosi tutt'intorno. Poi tacquero rosolando assieme sotto i raggi leggeri. Lily ne rimase sconcertata e per qualche istante non seppe che cosa dire, rivolse uno sguardo a Sirius, che continuava a tenere gli occhi chiusi e lo sguardo rivolto al sole, poi a Remus che sonnecchiava appoggiato ad una gamba di Peter, il quale a sua volta giocherellava con diversi fili d'erba, che volutamente ignorarono i suoi sguardi interrogativi e perplessi, e infine si voltò verso James che le rivolse un sorrisone sornione e beffardo che era tutto dire “Bella giornata davvero, l'ideale per prendere un pò di colore...” commentò per voi volgere, come tutti gli altri, l'attenzione altrove.

Lily si sentiva presa tra due fuochi: mandarli al diavolo tutti quanti, decretandosi presa in giro, oppure sorridere, sentirsi sollevata e rilassata.

Tutta via la situazione tragicomica la porto ad uno scoppio di risa sincero che non stupì affatto i quattro malandrini, che a loro volta si unirono a quella pacifica ilarità.

E rise a lungo, si sentiva rilassata, dopo un mese passato tra i tormenti e i sensi di colpa, nel buio e nell'angoscia, adesso si sentiva di nuovo a casa. Provò anche un piccolo imbarazzo: non si era mai sentita così a casa, prima.  Fu la prima a balzare in piedi prendendo i ragazzi alla sprovvista “Bè, allora si va o no? E... Potter, mi aspetto quella Burrobirra.” poi si incamminò per il cortile con un leggero sorriso sul volto rilassato. Era stata una decisone veloce, anzi, fulminea, ma non affrettata: loro avrebbero fatto quello per lei, si sarebbero giocati uno spassosissimo fine settimana ad Hogsmeade solo per un suo ‘no’. Non poteva chiedere loro una cosa del genere, forse ce la doveva mettere un pò anche lei, non sarebbe stato difficile con loro accanto, e ne era consapevole. Probabilmente un divertentissimo Sabato l'attendeva, forse era il caso di sorridergli e dirgli di si. Il quartetto balzò rapidamente in piedi e trotterellando, in un attimo, la raggiunse e circondò festoso. Sirius, che sapeva bene come si sentiva, le sorrise approvante, come se avesse fatto la cosa giusta, mentre gli altri presero a parlottare del più e del meno esponendole quali sarebbero state le tappe della giornata: inutile dire che tutta la mattinata fino all'ora di pranzo era dedicata al più fornito negozio di scherzi dell'Europa maga del Nord, Zonko!

La rossa non ne fu affatto sorpresa...

Si unirono agli ultimi ritardatari in un uscita e raggiunsero a breve il paesello. Molta gente era in giro, approfittando della bellissima giornata quasi estiva per fare compere, ma soprattutto le strade erano piene di svolazzanti mantelli neri di Hogwarts e la popolazione locale sorrideva beata alla vista di tanta frizzante gioventù. Il quintetto si arrestò davanti alla porta di un negozio bizzarro, la cui insegna dichiarava Emporio degli scherzi. -per maghi e streghe non convenzionali- Da Zonko. Era il famoso negozio. Lily non ci era mai entrata prima, solo qualche volta aveva lanciato un'occhiata furtiva alla vetrina traboccante di oggetti apparentemente normali, ancora durante i fine settimana di visita assieme a Macie. Gli altri quattro entrarono tranquillamente dalla porta colorata che emise un ululato e si richiuse alle loro spalle. “Hei Evans, datti una mossa...” la esortò James, affacciandosi per poi scomparire subito dopo. Lily annuì e abbassò la maniglia spalancando il portone multicolore e si trovò di fronte a... un altra porta! Senza badarci troppo aprì anche questa, ma ne incontrò un'altra, e poi un'altra ancora! Non poteva fare nemmeno un passo, dal momento in cui varcava una soglia glie ne si presentava una nuova. Aprì almeno una ventina di porte imponendosi di rimanere calma, alla 23 perse la pazienza e strillando afferrò la bacchetta puntandola contro il nuovo uscio che le si presentava “Fatemi uscire di qui o faccio saltare tutto quanto!!!”.

Ma la porta rimase lì dove stava. “...Red...” iniziò, ma fortunatamente non ce ne fu bisogno e tutto quanto sparì rivelando ai suoi occhi il negozio più bizzarro che avesse mai visto. Scaffali fino al soffitto gremiti di scherzi, giocattoli e oggetti di ogni sorta, dai vestiti, alle classiche bacchette truccate a pacchetti misteriosi, fiori, orologi e ogni quant'altro. Lily strabuzzò gli occhi stupefatta, un negozio pieno di diavolerie che non si sarebbe mai nemmeno lontanamente immaginata... Seduti su alcuni sgabelli davanti al vecchio e consunto bancone stavano i quattro ragazzi, Peter e Remus sorridevano mentre James e Sirius ridevano ancora di gusto e senza ritegno del recente episodio della porta.

“Bello scherzetto davvero!” mormorò raggiungendoli e sedendosi su uno degli alti sgabelli accanto a Sirius. E Lily si trovò subito pentita di non aver prestato più attenzione ed essersi lasciata fregare di nuovo: non aveva fatto in tempo ad appoggiare il fondoschiena sul piano liscio e legnoso dello sgabello che questo si era accorciato a dismisura lasciandola cadere a terra con un tonfo sordo, sempre tra le risate dei quattro ragazzi e l'ilarità generale diffusa tra la decina di clienti in quel momento all'interno del negozio. Lily sbuffò innervosita e fulminò i ragazzi con lo sguardo “Che scema, avrei dovuto immaginarlo...”

James, tra una risata e l'altra, le porse una mano per aiutarla a rimettersi in piedi e Lily fissò diffidente la mano tesa del ragazzo “No grazie! Non mi voglio certo ritrovare con una mano mozza tra le dita o cose simili!” commentò disgustata rialzandosi da sola. Questa volta, prima di prendere posto a sedere, si assicurò che lo sgabello non avesse nulla di stregato.

“Allora, cosa te ne pare?” domandò ansioso Sirius, gli occhi che gli brillavano entusiasti. Lily sollevò distrattamente le spalle “Si, una cantina piena di cianfrusaglie senza utilità...” fece ancora risentita dei due precedenti scherzetti.

“Come come? -da dietro una tenda rossa, al di là del bancone, fece capolino un ometto bassoccio e dall'espressione più buffa che Lily avesse mai visto- Chi ha osato definire il mio paradiso in quella maniera indegna?” finse di essere arrabbiato.

Lily sorrise, trattenendo una risatina alla vista dei capelli ricci e brizzolati in puro stile clown, con una chiazza calva e scintillante al centro della testa, e del papillon blu a stelline gialle dell'omino, per non parlare delle sue bretelle a fiori o degli occhiali quadrati che, per magia, sovrastavano i suoi quattro occhi.(A parte il papillon e gli occhiali questo buffo ometto è il ritratto del mio insegnate di Teatro alle superiori! ^^ NdLy) Gli porse cortesemente una mano “Lily Evans, signore! Buongiorno.” salutò. L'uomo balzò su uno sgabellone dall'altro lato e afferrò la sua mano baciandola galantemente “Oh, quale onore signorina! Orpheus Zonko... al suo servizio! Spero che la mia porta d'ingresso non le abbia dato problemi...” e Lily ne rise “Solo un pochino.”

“Sirius, James, Remus, Peter! Buondì! E vedo che questa volta mi avete portato una graziosissima pulzella! Perdinci! Addirittura un prefetto!” osservò estasiato alla vista della targhetta scintillante. La rossa ne fu quasi imbarazzata. Lui strabuzzò tutti e quattro gli occhioni dietro le lenti incantate “Deve essere la prima volta da quando ho aperto questo posto, e saranno quasi vent'anni, che un prefetto entra qui dentro... Qui ci vuole assolutamente una foto, me la concede signorina Evans?” domandò speranzoso. Lily lanciò un'occhiata perplessa ai ragazzi al suo fianco che annuirono tranquilli e in fine accettò. L'omino bizzarro si rituffò immediatamente sotto il bancone, frugando e facendo un gran fracasso, per riemergervi qualche istante dopo con in mano una buffa macchina fotografica d'epoca.

“E ora un sorriso signorina...”

Remus non fece in tempo ad aprire bocca per evitarlo che un'esplosione e un denso fumo nero avvolsero Lily e il suo fotografo. Zonko balzò in piedi esultante, in mano teneva la foto di una Lily con un'inconsueta espressione sconcertata, il volto e i capelli ritti neri di fuliggine, l'esatto ritratto della Lily che aveva davanti agli occhi, se non fosse che la sua espressione era decisamente più adirata.

Mosse leggermente le labbra fissando il vuoto adirata, aveva le mani che tremavano leggermente, un pò per la rabbia un pò per la vergogna dal momento che tutti quanti all'interno del caotico negozietto ridevano di gusto, primi tra tutti James e Sirius, che avevano quasi le lacrime... “Io... Non ci posso credere... -si ripulì alla meglio il viso nero con un lembo del mantello- Ne ho abbastanza!” mormorò puntando dritto verso la porta.

Sirius le corse dietro “Dai, Lily! Su, non te la prendere... non ti dico cosa combina ogni volta ai nuovi clienti... Tu sei stata ancora fortunata, sai?” le spiegò ricordando quasi con dolore la prima volta che, ancora undicenne, vi aveva messo piede assieme a James.

Lily gli scoccò un'occhiataccia furente “Fortunata? No, dimmi... Ho i capelli bruciacchiati, il viso completamente nero e la divisa da buttare, per non parlare del mio sedere tumefatto o di tutte queste persone che ridono di me peggio di quella volta ad Halloween il primo anno... E TI SEMBRA DI POTERMI DEFINIRE FORTUNATA?” strillò.

Il bizzarro maghetto si avvicinò con un paio di balzi, puntò la bacchetta contro la ragazza e prima mormorò “Reparo”, e la sua divisa tornò come nuova, quindi “Pulimenta” e il viso e i capelli di Lily tornarono della loro tonalità originaria. Riservò un sorriso incoraggiante alla ragazza, quindi “Suvvia, siamo pur sempre maghi signorina Lily! Abbiamo la possibilità di riparare velocemente a qualche scherzetto, quindi perchè togliersi in anticipo il divertimento? Vuole andarsene ancora o ha cambiato idea? Perchè in questo caso ho un sacco di cose interessanti da mostrarle... Mostrarle, non testare su di lei!” si corresse rapidamente di fronte allo sguardo truce di lei.

James scosse la testa “Inutile, Orpheus! Stai parlando con la signorina Prefetto... Non funzionerà mai...”

Ma Zonko lo zittì all'istante “Chiudi il becco, impertinente! Stavo parlando con la signorina...” e dopo un rapido movimento di bacchetta al posto delle labbra scarlatte di James prese posto un bel becco lungo e arancione sigillato con dello spago.

Lily trattenne una risata e gli fece una linguaccia “Infatti ha funzionato! Ok, resto!”

Il piccolo mago allora condusse Lily tenendola per mano tra i vari reparti del negozietto mostrandole ogni sorta di diavoleria spiegando per filo e per segno, con l'aiuto di Sirius che si rivelò un vero e proprio esperto, tutte le funzioni, i meccanismi e soprattutto gli effetti. James si limitava a emettere suoni gutturali dal becco ancora sigillato, Zonko non aveva ancora mostrato la più piccola intenzione di volerglielo togliere.

Lily era estasiata e sconcertata. Non aveva mai visto tante diavolerie tutte in una volta, delle più impensabili e con gli effetti più strani ma, e questo dovette ammetterlo, più divertenti che avesse mai potuto immaginare.

Alla fine ne uscì col sorriso sulle labbra come anche gli altri quattro ragazzi, solo che loro oltre tutto avevano le borse piene di pericolosi marchingegni.

“Bene... farò finta di non aver visto quello che avete preso... Ma vi avverto che non potrò essere cieca allo stesso modo se combinate qualcosa a scuola...” puntualizzò cercando si sembrare il più severa possibile.

Remus le sorrise “Certo, Lily...” finse di assecondarla.

Lily sbuffò rassegnata “Se ti ci metti anche tu, Remus, a prenderti gioco di me, sono a posto...”

“Ma noi non ci prendiamo gioco di te!” intervenne Sirius con un carica persuasiva che non avrebbe convinto nemmeno il più sciocco.

Lily lo fissò truce “Certo! Infatti non eravate tu, Potter, Remus e Peter quelli che sghignazzavano come pazzi dentro quel pandemonio di un negozio...”

“Ma non c'entravamo per nulla...” insistette trattenendo le risate.

“Oh, invece io ridevo e come! E non ti dico che spasso è stato! Io ammetto di prendermi gioco di te, e anche di divertirmi un mondo a farlo, Evans!” proruppe James. La rossa gli scoccò un'occhiataccia “Credo che non ti convenga ridere di me, sai? Le tue labbra sono ancora arancione... E adesso vedi di stare zitto e offrirmi quella Burrobirra, siamo ai Tre Manici di Scopa...” gli ricordò.

James incassò il colpo coprendosi le labbra, non ancora scarlatte, e spalancò la porta del grazioso pub di Hogsmeate.

I ragazzi e Lily si accomodarono ad un grosso tavolone circolare di legno scuro. Lei osservava curiosa Sirius darsi una sistemata alla cravatta e alla divisa e James cercare di sistemare i capelli ribelli, freneticamente. Si domandò cosa fosse preso ad entrambi, così all'improvviso.

“Oh, buongiorno ragazzi! Che piacere rivedervi.” una vocina allegra e femminile trillò alle spalla di Lily. La rossa si voltò trovandosi a pochi passi da quella che doveva essere la cameriera, una giovane ragazza dai riccioli neri, gli occhi blu, un sorriso al miele e un corpo decisamente ben tornito.

“Ciao Rosmerta!” squittirono all'unisono i quattro ragazzi, ammaliati, sorridendo sornioni.

“Speravo sareste passati come sempre! Sapete che siete i miei quattro clienti preferiti, vero?” ammiccò lei poggiando i gomiti sul tavolo e sporgendosi in avanti. Otto occhietti incantati scivolarono alla generosa scollatura dell'abito rosa confetto. Lily ne fu quasi disgustata: uomini...

“Bene, tanto per cominciare quattro Burrobirre fumanti! Offre la casa!” e fece loro l'occhiolino prima di allontanarsi ancheggiando vistosamente. “Ah, Rose... Sarebbero cinque...” la fermò Sirius come riprendendosi di colpo e ricordandosi dell'esistenza di Lily. La morettina si bloccò di colpo e fece marcia in dietro, verso la rossa “Oh, ciao cara! Non ti avevo proprio visto, scusami! Allora facciamo cinque! E.. piacere! Io sono Rosmerta.” cinguettò.

‘Certo che non ti sei accorta di me, impegnata com'eri a fare la civetta...’ pensò Lily ricambiando forzatamente il sorriso e presentandosi.

Pochi attimi e Rosmerta fece volteggiare fin sul tavolo sei boccali di Burrobirra, bella fumate, e si sedette tra Sirius e James.

“Vedo che avete aperto i cancelli alla popolazione femminile... -osservò la ragazza, poi si finse imbronciata- Potrei esserne gelosa, sapete?” ridacchiò, e tutti e quatto le fecero eco senza esitazione. Lily sola fissava la scena allibita, non trovandoci nulla di divertente. Ricordava, quando era ancora al primo e al secondo anno, Rosmerta frequentare gli ultimi anni ad Hogwarts, nella casa di Tassorosso. Era molto famosa e non certo per essere una studentessa particolarmente brillante, ma per essere molto amata. Soprattutto dalla popolazione scolastica maschile. Passò un quarto d'ora buono in silenzio ad osservarli, Rosmerta diceva qualcosa, sorrideva e loro sorridevano e scherzavano, poi lei rideva, e loro ridevano, sospirava, e loro sospiravano. Si disse che tutto quanto era semplicemente ridicolo. 

“Ehm... Dimmi, Lilly, a quali tra questi quattro hai rubato il cuore? Spero non al mio Jam, ne sarei molto gelosa.” scompigliò ancora di più i capelli al morettino strizzando un occhio luminoso e sorridente nella sua direzione. James ridacchiò “Tranquilla, Rose, sono tutto tuo!”

Lily provò l'impulso irrefrenabile di lanciarla in testa il bicchiere vuoto della sua Burrobirra, ma si trattenne “Lili, non LILLY! E, si si, Jam e tutto tuo, non ho rubato il cuore proprio a nessuno!” e si sforzò di far risuonare la sua voce il meno acida possibile.

Peter sospirò sconsolato e Remus ne ridacchiò. Il piccolo Minus, infatti, ne era sempre più cotto.

Rosmerta le riservò un'espressione affranta “Oh, perdonami! Ma sai, Lily è un nome così inusuale... Non è, che so, un diminutivo? E' un nome insolitamente breve per una giovane maga!”

“No, solo Lily.” puntualizzò senza tentare di nascondere la nota di insofferenza che trapelò dalla sua voce.

“Rose, ma la Evans è di origine babbane, non maghe. Per questo il suo nome può sembrarti strano... Bè, lo è tutta un pò strana, un pò suonata!” la prese in giro James facendo sorridere la bella oste. Lily borbottò qualcosa tra sè e sè, infastidita.

“Andiamo, Jam! Non hai il minimo tatto con le ragazze! Se prosegui di questo passo non ti farai mai una fidanzata...” lo rimbeccò la riccia.

“Glielo dico sempre anche io, Rose! Dovrebbe prendere esempio da me!” si intromise, dandosi delle finte arie, Sirius. Rosmerta ne rise “Sirius Black! Di certo sarai un gran personaggio, anche molto carino con le ragazze, ma non dovresti atteggiarti a questo modo, sai?”.

Sirius finse di accoltellarsi, accasciandosi sul tavolo dolorante.

“Se proprio c'è qualcuno in grado di dare il buon esempio a tutti voi è Remus! Lui si che un ragazzo maturo!” sottolineò ammiccando nei confronti del biondino che arrossì vistosamente.

“ROOOSE! Come puoi dirci questo! Ci ferisci!” pigolarono gli altri due. Tutti e cinque ne risero di gusto, Lily abbozzò solo forzatamente un sorriso.

“Ragazzi, posso portarvi altro?” fece poi alzandosi dalla sua sedia.

Tutti scossero la testa “Siamo a posto, grazie!”  e fecero per alzarsi anche loro.

“Arrivederci ragazzi, allora! E lasciate stare, avevo detto che offriva la casa, anche a te, Lily!” ricordò ai ragazzi, che stavano per mettere mano ai portafogli. James si avvicinò lo stesso alla cassa “Em... la sua -e indicò con un cenno del capo Lily- la pago lo stesso io...” fece un pò in imbarazzo.

Lily ne fu sorpresa, anche contenta, ma questo non l'avrebbe mai ammesso a sè stessa.

Rosmerta sorrise maliziosa “Allora devo proprio essere gelosa, Jam...” e prese le monete dalla mano del ragazzo.

“Ma no! Che dici!? Solo che... hei, lo faccio perchè altrimenti potrebbe rinfacciarmelo per una settimana!” cercò di giustificarsi lui.

“Certo, Jam! Allora ti faccio pagare a patto che tu venga ancora a trovarmi, prima della fine della scuola, ok?” propose l'oste.

“Certo, Rose! Contaci!” e se ne uscì assieme agli altri dal locale.

Per il resto del pomeriggio vistarono gli altri negozi, passeggiando per i sobborghi del paesello, fin nei pressi della periferia. Lily si fermò di fronte alla Chiesa. Sirius se ne accorse e le si avvicinò.

“Vuoi entrare?” le domandò.

Lei scosse la testa “No... Solo pensavo che non ho ancora detto nemmeno una preghiera per Macie... Non le ho ancora portato un fiore, o rivolto un saluto...” i suoi occhi verdi tornarono lucidi. Sirius le mise una mano sulla spalla.

“Domani è domenica! Se chiediamo a Silente forse capirà la situazione e magari lascerà che andiamo al Cimimago a salutarla...” interferì delicatamente James.

“Cimimago?” domandò Lily spaesata.

Sirius annuì “E' il nome dei Cimiteri per maghi e streghe... Ma non credo ci lascerà andare, non da soli... in un Cimimago...”

“Che male ci sarebbe? Voglio dire... utilizzando la polvere volante faremmo molto alla svelta...”  spiegò speranzosa la rossa.

“Ma non è per il viaggio o il tempo... I Cimimaghi sono luoghi particolari... è sempre meglio non andare se si è soli... Sai, sono sempre pieni di fantasmi! I maghi credono di più ai fantasmi rispetto ai Babbani... Per noi maghi è una cosa normale diventarlo o vederne uno. Non che questa sia la regola ma ci siamo abituati. Per questo i Cimimaghi ne sono pieni. Non è una bella cosa se sei ancora scossa per la perdita di qualcuno. Dicono che i fantasmi dei Cimimaghi possano farti diventare pazzo se non sei abbastanza forte...” spiegò Remus, rabbrividendo quasi.

Lily annuì “Ma io ci voglio andare... Penso che lo chiederò a Silente!”

La sera, di fatti, Lily, Sirius e gli altri erano nell'ufficio del canuto preside, avendo appena perpetrato la loro richiesta.

“Ragazzi, capisco i vostri desideri ma i Cimimaghi possono essere pericolosi...” parlò saggiamente.

“Lo sappiamo bene, signore! Ma... avrei davvero bisogno di... Non so bene, parlarle, posare un fiore ai piedi della sua lapide... Sono pronta per farlo, davvero!” insistette lei.

Silente annuì “In questo caso, Lily, siccome domani è domenica, posso autorizzarti. Dirò ad Hagrid di accompagnarti in treno.” concluse sorridendole.

Lily rispose al sorriso sollevata. Era giunto il momento.

James si intromise “Signore, vorrei poter andare con lei...” disse timidamente.

“Anche io...” aggiunse Sirius. “E io...” mormorò Remus. “E anche io...” si fece largo Peter da dietro gli amici.

Silente sorrise compiaciuto “Magari un pò di compagnia ti farà bene, Lily... Allora ve la affido, ragazzi! James, Sirius, niente scherzi, mi raccomando!”

I due annuirono e fecero segno di ok a Lily.

La mattina seguente, all'alba, furono accompagnati tutti e cinque dalla Mc Granitt fino al capanno del grosso Guardiacaccia.

“Pronti per partire, giovani??” domandò loro sorridendo.

I cinque ragazzi annuirono sorridendo, seppur ancora sonnolenti, e si avviarono assieme ad Hagrid verso la stazione di Hogsmeade.

Salirono sul treno semideserto, occupando assieme tutto uno scomparto. Lily era agitata e silenziosa. Ancora profondamente turbata per la recente e dolorosa perdita. Gli altri cinque sonnecchiavano alla benemeglio al suo fianco. Trasse un profondo respiro fissando la campagna inglese destarsi alle prime luci dell'alba. Poi posò gli sguardi sui quattro ragazzi addormentati e un sorriso, d'istinto, le si dipinse sulle labbra.

“Sei fortunata, piccola, ad averci degli amici come sti qui!” sussurrò Hagrid di fronte a lei scotendo convinto il testone arruffato. Lily annuì “Lo sai, Hagrid, fino a qualche mese fa avrei detto fossero solo, chi più chi meno, quattro ragazzini scellerati. Ora ti posso dire che senza di loro non lo so come avrei fatto... Si, credo di poterli considerare dei grandi amici... quasi degli angeli custodi.” terminò in imbarazzo.

Hagrid accarezzò con una manona la testa rossa di Lily “Eh, si! E anche me mi puoi chiamare un amico, Lily! Sono grande e grosso e quasi buono a nulla, ma per gli amici faccio di tutto! Stai tranquilla che veniamo tutti con te oggi!” la rassicurò.

Lei gli rivolse un sorriso sincero, poi cercò di dormire, appoggiando la testa  sulla spalla di Sirius, che russava accanto a lei.

Si svegliarono più tardi, fecero colazione sul treno e consumarono anche qualcosa di poco digeribile per pranzo. Giunsero a Londra nel pomeriggio.

Il Cimimago dove giaceva Macie e tutta la sua famiglia si trovava piuttosto in periferia. Prima raggiunsero Diagon Alley, Lily comprò un semplice ma grazioso mazzo di margherite bianche. Si disse che erano esattamente come lei, semplici ma essenziali. Da lì raggiunsero, a bordo di un'apposita navetta, il Cimimago, fuori città e circondato da un alto muro coperto di edera.

Quando giunsero all'ingresso trovarono il custode intento a chiudere il pesante cancellone bianco.

“Spiacente signori, ma stavo chiudendo, è il tramonto...” spiegò.

“Ma come? Sto posto prima non chiudeva mai che non erano le sette di sera!  Non sono neanche le sei ora!” puntualizzò Hagrid, lanciando un'occhiata all'orologio da taschino.

“Lo so. Ma vedete, da qualche giorno un fantasmi particolarmente turbolento mi sta dando parecchio da fare, non voglio che qualcuno vi si aggiri quando fa buio, potrebbe quasi essere pericoloso...” spiegò e alle sue parole tutti ebbero un tremito.

Lily però si impuntò “La prego, signore! Abbiamo fatto un viaggio di diverse ore per venire! Devo solo lasciare questi fiori sulla tomba della mia migliore amica...” lo implorò. Si sentiva pronta, non sarebbe tornata indietro ora.

“La piccola Macie, forse? Ma voi venite da Hogwarts... -commentò osservando le divise- Bè, se venite fin da là... forse... Ma solo qualche minuto! Il tramonto è quasi terminato...” concesse alla fine.

Lily annuì ed aprì il cancello con le proprie mani.

Sentì il proprio cuore aumentare i battiti e un leggero senso di angoscia ed impotenza pervaderla. Per un attimo ebbe un'esitazione. Non per la paura dei famosi fantasmi, certo, ma per un istante si domandò sconsolata a cosa sarebbe servito. Un mazzo di fiori non l'avrebbe riportata in vita. Macie non ci sarebbe più stata. Sarebbe rimasta sempre sola. Aveva perso la sua migliore amica e forse avrebbe potuto fare qualcosa, ma non lo aveva fatto... Si, sola...

Poi sentì quattro mani leggere, e una un pò più pesante, posarsi sulle sue spalle. Si voltò ed incrociò gli sguardi sicuri di Sirius, James e gli altri. Annuì, respirò a fondo e mosse il primo passo. Nemmeno una decina di metri che prese a soffiare un venticello davvero gelido e in un batter d'occhio attorno a lei calò una nebbiolina fittissima e pungente. PEr un attimo ebbe paura. Strinse forte il mazzo di margherite e si disse che doveva essere solo qualche fantasma fastidioso. E i fantasmi non avevano mai fatto del male a nessuno. Ad Hogwarts ce n'erano addirittura una decina. Avanzò lo stesso, doveva fare una cosa, lì, e non sarebbe tornata indietro.

“Ferma! Dove vuoi andare? Non lo vedi che non sei la benvenuta? Nessuno lo è...” una voce raggelante e atona fendette l'aria. Lily si bloccò di colpo.  A pochi metri da lei stava una sagoma semitrasparente, il volto chino in avanti e coperto dai capelli incolori, il corpo esile nascosto da un vestito candido fino alle ginocchia. Mille brividi le corsero lungo la schiena e non osò proferire parola o muovere un muscolo.

           

Continua…

 

Ecco qui il capitolo nuovo! Come al solito vorrei tanto sapere che ne pensate… ^^ Sono noiosa?? Eh?? Questa cosa mi preoccupa molto ultimante… DITEMELO MI RACCOMANDO!!!!!! Come al solito vi ringrazio per tutte le cose stupende che scrivete!! ^^ Ve l’ho mai detto che vi adoro???? Credo di si…  Bene, un bacionissimo e duemilanovecentocinquantasettemiliardi di grazie a Mikan che mi si commuove, Strekon, davvero ho reso bene?? Sul serio! ^^ Me feliceeee!! Come ci sono riuscita? Un bel raschiamento interiore… le abbiamo provate tutte queste cose purtroppo… Angi e Gius (le mie gemelline  preferite! ^^) Ah, Gius, a che disegno ti riferisci? ?__? Giuggy, davvero ho fatto centro? ^o^ EVIVA!, Mokichan che è stata un tesoro e spero sia sopravvissuta alla lettura un apnea!!!!! O___O e in fine, ma certo non meno importante, Anja, em…Perché Macie? Bè, si prestava bene… ma non è ancora finita, sai? Ih ih ih… Allora aspetto i nuovi commenti… DEVO SAPERE!!! *Ly supplicante* Un bacio a tutti, la vostra Ly

 

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Capitolo 7
*** Piacevoli Sorprese... Forse... ***


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Lily era paralizzata, tutto quanto era diverso da come se lo sarebbe aspettato. Provò un terribile senso di inquietudine e smarrimento, ed un terribile gelo interiore. Cercò mentalmente di restare calma, solo lo stupido giochetto di qualche fantasma irrequieto, si disse. Ma cominciava ad agitarsi. Si voltò alle spalle in cerca degli altri “R-ragazzi...??” balbettò, ma non vide nessuno, non sentì la minima parola. Rivolse nuovamente lo sguardo avanti a sè. La sagoma spettrale mosse il primo passo lentamente, poi fulminea si ritrovò di fronte a Lily. La rossa fissava il volto chino e coperto di capelli con crescente agitazione, che stava quasi per diventare terrore, quando il voltò si alzò, il fantasma fissò i suoi occhi vaghi in quelli di Lily. Alla rossa si presentò uno spettacolo sconcertante. Da prima impallidì, poi prese a tremare e cadde a carponi. Non riusciva ad emettere alcun suono non ostante le sue labbra si muovessero in continuazione, conte balbettando silenziosamente. E alla fine le sue guance furono rigate da copiose lacrime. Lily portò le mani al volto, nascondendovelo “M-macie...” balbettò.

Alla pronuncia di quel nome il gelido e vuoto spettro avanti a lei sembrò come destarsi da un lungo sonno, quasi che fosse possibile che riacquistasse colore, sostanza. Lily continuava a piangere, scossa da silenziosi singhiozzi “Non può essere... n-non è possibile! Che scherzo terribile, basta! Che scherzo terribile!” sbraitò fuori di sè picchiando i pungi a terra.

“Come mi hai chiamato?” mormorò la ragazza di fronte e lei, tradendo una nota di incertezza nella voce fino a poco prima inflessibile.

“Tu non sei Macie, lei è morta! Morta!” ripetè la rossa, quasi in preda ad una crisi di nervi. La giovane fantasma la fissava stralunata, come se improvvisamente si rendesse conto di un sacco di cose.

“Lily? Lily sei tu?” mormorò. La sua voce aveva riacquistato la consueta nota di dolcezza, gli occhi il solito barlume gioioso e sembravano quasi blu come sempre. Si inginocchiò di fronte all'amica.

Lily non pareva credere ai propri occhi. Scoteva la testa lentamente.

“No... Remus lo aveva detto... I fantasmi giocano brutti scherzi quando si soffre... Scherzi orribili... Ti fanno diventare pazza...”

“Non è uno scherzo, sono io... Macie... Lily...” continuò fissando i suoi occhi.

“Lily, ma che cosa sta...” Sirius raggiunse la rossa, di corsa, dalla stessa direzione da cui quella era arrivata. Le parole gli morirono in bocca, tutta via. “Macie?!E'... è uno scherzo? Uno stupido terribile scherzo?!”

Ma la piccola Macie fantasma gli sorrise come sempre “Ciao Sirius...”

Il ragazzo rimase impalato sulla propria posizione, incapace di muovere un solo dito, la bocca aperta e gli occhi spalancati.

“Macie tu... sei tu? Sei diventata... un...” iniziò a stento.

“Fantasma? -suggerì la biondina- Si... ma io... non so, non ricordo... Perchè? Io... sono... morta?” esitò confusa sull'ultima frase.

A quelle parole Lily chiuse gli occhi e si morse le labbra, trattenendo altre lacrime.

“Macie?” un'altra voce raggiunse Lily alle spalle, era quella incredula di Remus. La biondina sorrise anche a lui “Ciao Remus.” e il ragazzo sgranò gli occhi ambrati.

“Io... non capisco... non capisco + nulla!” strillò all'improvviso Lily, rialzandosi in piedi e stringendo i pungi con foga.

“Nemmeno io Lil, solo... non piangere ti prego...” Macie le si avvicinò, allungando una mano per asciugare una delle sue guance. A quel tocco gelido Lily sobbalzò di colpo, l'altra ne fu risentita e dispiaciuta “Scusami...”

Macie era diventata un fantasma, assurdo ma era così... Era ancora la sua migliore amica? Forse si, forse non l'aveva persa per sempre... Lily si asciugò le lacrime con una manica della giacca “No, scusami tu Macie....” e allungò una mano per sfiorare la sua. Come immergere la mano nell'acqua gelida, quello provò Lily, tutta via quel contatto particolare fu pieno di calore. Macie esplose in un sorriso radioso e la nebbia e il gelo che li circondavano si dissolsero in un istante, lasciando spazio al crepuscolo. Sirius e Remus le si avvicinarono cauti, ancora increduli. Sirius non osava parlare, si muoveva lentamente, come se tutto quanto fosse un'illusione ed avesse paura di romperla con un solo respiro.

“Sirius... vorrei poterti abbracciare...” ammise arrossendo. Per quanto possibile ovviamente, un grigiore più intenso si diffuse infatti sulle sue guance. Lui la fissò da prima incredulo, poi le sorrise annuendo.

Tutti e cinque i ragazzi ora la guardavano con un misto di stupore e sollievo. Forse non avrebbero dovuto dirle addio... Macie non era solo un corpo prime, era molto di più, e quel molto di più fluttuava a mezzo metro da terra, in quel momento, innanzi ai loro occhi. La fantasmina mosse qualche passo leggero e silenzioso verso di loro. Si scambiarono sguardi d'intesa.

Lily sollevò il mazzo di margherita che aveva in mano “Queste...” iniziò dubbiosa. Doveva dargliele? Non sapeva bene che fare, non si era mai trovata in una situazione simile, né l'avrebbe mai immaginato.

“Oh, erano per me? Che pensiero carino, Ly... Bè, puoi lasciarle qui comunque...” la invitò indicando quattro lapidi bianche e coperte di ghirlande semisfiorite. Lily si avvicinò prima a quelle dei genitori di Macie e vi posò due fiori e qualche rametto verde, quindi a quella del piccolo Mark, dove poggiò delicatamente un germoglio. Una sottile lacrime scese de uno dei suoi occhi verdi. Quando si trovò di fronte la lastra di marmo che recitava il nome di Macie non seppe come comportarsi... Rivolse uno sguardo perso all'amica al suo fianco.

Macie pareva ancora più sconvolta di Lily “E' strano anche per me... essere qui.. e lì contemporaneamente... E i miei genitori, Mark... E' tutto ancora così confuso.” ammise scossa. Lily al suo fianco si limitò ad annuire “Queste... le lascio qui?” le chiese e l'altra fece sengo di si. Quindi posò il mazzo bianco e profumato a terra.

“Io ero venuta per... salutarti, forse dirti addio... ma... è tutto quanto così inaspettato!” rivelò torturandosi le dita della mano.

“E' una sorpresa per tutti quanti...” la voce di Silente risuonò alle loro spalle. Tutti i ragazzi si voltarono sorpresi e scorsero il famoso preside al fianco del corpulento Hagrid che sorrideva gentile “Buona sera Macie!”

“Salve signore...” rispose con un fil di voce.

Lui avanzò nella loro direzione “Non credo che questo sia il posto migliore per restare a mangiare, Macie, riesci a seguirci fuori di qui?” le invitò indicando l'uscita del Cimimago attraverso il cancellone ricamato.

“Non... non saprei, ma posso provare.” ammise, e avanzò incerta fino alla soglia, per poi oltrepassarla in tutta tranquillità.

Silente sospirò sollevato “Benissimo! Sapete, capita a volte che i giovani fantasmi rimangano intrappolati presso il luogo del decesso, o quello del risveglio. Fortunatamente per noi, se vorrà, Macie è libera di seguirci ad Hogwarts, ora!” spiegò notando le espressioni interrogative e sconcertate sui volti degli adolescenti innanzi a lui.

Gli altri annuirono, e furono felici delle sue parole, soprattutto Macie “Posso... posso ancora venire ad Hogwarts?” domandò esitante, con la voce che tremolava e le guance colorite.

Il grande mago annuì tranquillamente “Ma certo! Abbiamo già un cospicuo gruppetto di fantasmi a scuola, uno di loro addirittura insegna, per cui non vedo il motivo per proibirti di frequentare ancora le lezioni... A patto che tu lo voglia, Marissa Fisher.”

Lei guardò prima le facce sorridenti e allegre degli amici, quindi si rivolse al preside ad annuì vigorosamente “Certo! S io... mi piacerebbe tanto...N-non ho null'altro..”

“Bene! Sarà un pò difficile all'inizio... ma per qualsiasi cosa potrai chiedere a Sir Nicholas... Ma, dov'è finito? Era qui fino a poco fa...” Silente si guardò attorno attentamente, poi un ombra veloce si materializzò al suo fianco “Mi perdoni preside; sa com'è, anche io sono sepolto proprio in questo Cimimago e sono secoli che non vengo ad omaggiare il mio giaciglio...” era Nick quasi senza testa. Sir Nicholas si inchinò davanti a Macie, baciandole cortesemente una mano “Per servirla Madamigella Macie! Sarò il suo fantasmagorico maestro... Scoprirà le piccole gioie di essere un fantasma.” Macie sorrise imbarazzata, Sirius si scoprì stranamente geloso di uno spettro di mezzo secolo e lanciò un'occhiataccia bieca a Nick. Lily se ne accorse e non potè evitare di ridere. Tutto sembrava tornato perfettamente a posto.

Il gruppetto, più sollevato e sereno si riavviò verso la stazione di King's Cross. Giunti al binario nove e tre quarti Silente prese da parte Macie.

“Signorina Fisher, credo di doverti far attendere qualche giorno prima di raggiungere gli altri a scuola... Tocca che prima passiamo al Ministero per sbrigare certe questioni pratiche, ahimè!” la informò leggermente dispiaciuto. La biondina annuì “Certo, non c'è nessun problema... Credo che mi vorranno anche chiedere... come sono morta...” e si fece cupa.

“Immagino di si, ma stai tranquilla! Se sarai in grado di rispondere lo farai quando sarà il momento... per te! Non ti preoccupare... Conviene che ora saluti i tuoi amici, immagino che il treno stia per partire. Li raggiungeremo al più tardi entro martedì sera...”

E così raggiunse il gruppo di ragazzi in partenza ed Hagrid, affacciati ad un paio di finestrini del treno poco trafficato “Ci vediamo presto ragazzi...” e sorrise gentile, come era suo solito fare.

“Si, sistemerò tutte el tue cose che son rimaste a scuola nell'attesa! E leggerò tutto quello che posso sui fantasmi! Ah, dovrò anche trovare il modo d comunicarlo a Amy senza che svenga...” e le due ragazze ridacchiarono immaginando quale sarebbe stata la relazione della compagna di stanza, da sempre una gran fifona.

“Lily, tornerò al massimo martedì, non so se riuscirai a fare tutte queste cose...”

“Già...”

Tutti si salutarono, Sirius solo non disse una parola, non aveva ancora quasi avuto il coraggio di parlarle, era ancora terribilmente frastornato. Macie ne fu un bel pò dispiaciuta, ma cercò di non darlo a vedere. Cosa inutile perchè persino da fantasma non riusciva a non essere il libro aperto che era sempre stata. E lui se ne accorse e cercò di rimediare.

“Sono davvero contento che sei tornata... mi sei mancata da morire...” le disse sorridente mentre il treno partiva.

Macie esplose in un'espressione gioiosa e tutti gli altri ridacchiarono prendendoli un pò in giro.

Si sedettero sereni ai loro posti, sempre in uno scompartimento tutto loro. Nessuno proferì parola per qualche tempo, ma la contentezza, la felicità e l'incredulità per quanto appena scoperto erano palpabili.

Dopo poco si addormentarono, meglio così visto che Silente ricordò loro che l'indomani mattina avrebbero dovuto comunque seguire regolarmente le lezioni.

Era notte fonda e il treno sfrecciava tra le valli buie del nord dell'Inghilterra, tutti dormivano tranne Lily che guardava tranquilla fuori da finestrino, o almeno così credeva.

“Non dormi, Evans?” nemmeno James, a quanto parve, era nel placido mondo dei sogni. Si tirò su a sedere dallo scomodo lettino rasento il soffitto del vagone, di fronte a quello della ragazza, e cercò i propri occhiali.

“No... pensavo...” rivelò lei continuando a tenere lo sguardo fuori dal finestrino.

James non disse nulla, posò lo sguardo assonnato sulla ragazza sdraiata sulla branda a pochi metri da lui, sempre in religioso silenzio.

“E' stato molto strano... Averla di nuovo qui, intendo... sarà sempre lei? Ho paura...” rivelò stupendosi di sè stessa, stava parlando così liberamente e si sentiva così bene...

James alzò le spalle “Che razza di domande... L'hai vista, no? Certo che è sempre lei, l'hai guardata negli occhi? Erano i suoi...” le fece notare. Lily annuì e dovette riconoscere che aveva proprio ragione. Gli occhi non ingannano mai... Quella sua espressione dolce e sincera... Era davvero la Macie di sempre, solo con un pò meno consistenza.

“Si... ma è così innaturale! Ne sono felice, naturalmente, però...”

James strinse i pungi con foga, se fino a poco prima le loro voci non erano state più di un quasi impercettibile sussurro notturno ora si sarebbe detto stava per mettersi ad urlare “Ma di che cosa ti lamenti, eh? E' qui... è tornata! Ed è sempre lei... Sei fortunata, sai? Non a tutti succede... No, non sempre quando perdi la persona più importante della tua vita ti è concesso di rivederla una seconda volta...” il buio fitto del vagone impedì a Lily di vedere gli occhi blu di James strizzarsi velocemente per trattenere una lacrima. Che scema era stata... Si sentiva così stupida ora... Lui aveva perso sua madre, aveva detto... E ora che ci pensava non ricordava di aver visto James mettere piede all'interno del Cimimago “Si, hai ragione tu... Devo solo esserne felice, anche per chi non ha la mia stessa fortuna...”

Non udì nessuna risposta da parte del ragazzo, solo un profondo respiro.

“Anche lei è sepolta lì?” domandò senza pensare, per poi darsi mille volte dell'impicciona.

“Si... e in tutta la mia vita ci sono andato una volta sola, sai?” rivelò ridacchiando nervosamente.

“Oh... Hai avuto... paura?” domandò ancora. Non seppe perchè riusciva così bene a parlare, a capire, a sentire... Forse era solo la notte che rendeva tutto più facile nascondendoti ad ogni sguardo con la sua coltre nera, o forse era tutto quanto, la notte, il silenzio ritmato dal rumore ovattato del treno che sfrecciava sulle rotaie, le circostanze, loro due...

Ma forse la situazione non era così ideale, perchè dopo un istante James scattò nervosamente “Non sono affari tuoi, Evans!” le rispose bruscamente. Lily rivoltò il volto verso il finestrino, riaccucciandosi sotto le coperte e balbettando uno “S-scusami... hai ragione...” profondamente imbarazzato e risentito.

James si morse la lingua lasciandosi cadere stancamente sul cuscino “No... è che... non ne parlo mai, nemmeno con Sirius e gli altri... con nessuno... Non è per te... Lily...” cercò di spiegare, ed era vero.

Lei annuì “Certo... Meglio che dormiamo un pò, ora... Notte... James...”

“Notte...”

 

Giunsero ad Hogsmeade che ancora non era l'alba. Rientrarono rapidi e furtivi nelle loro stanze e dopo un altro paio d'ore di sonno dovettero scendere per la colazione, più assonnati e intontiti che mai. Inutile dire che dormicchiarono della grossa per quasi tutta la lezione di Trasfigurazione (Silente aveva chiesto alla Mc Granitt di chiudere cortesemente un occhio, era stata dura per un'inflessibile del suo calibro ma alla fine l'aveva fatto), e anche per le due successive ore di Storia della Magia, ma lì era normale amministrazione, con un insegnate come Ruf!

La sera, in Sala Comune, Lily chiese a Sirius di darle una mano a comunicare da Amy Rubin che per i seguenti due anni a Hogwarts avrebbe condiviso la stanza con Macie, versione fantasma. Sirius consigliò un approccio diretto, senza inutili giri di parole ‘Amy, tra qualche giorno Macie che è diventata un fantasma tornerà a scuola, saremo di nuovo in tre in camera’; approccio che fece perdere i sensi alla ragazza (Ecco da che ha preso Neville! ^^ *Ly ricorda lo svenimento di Neville ad Erbologia, con le Mandragole*), portata in infermeria.

Martedì pomeriggio Macie fece il suo ritorno ad Hogwarts.

Quando varcò la Sala Grande assieme a Sir Nicholas, un migliaio di paia di occhi le si puntarono addosso, facendola ingrigire vistosamente.

Silente ruppe il silenzio “Buona sera ragazzi! Come potete vedere una nostra vecchia conoscenza è tornata tra noi, giustamente, per seguire le nostre bellissime lezioni e condividere con noi altre esperienze fino al diploma... Non accogliamo Marissa Fisher con un caloroso bentornata?”

Tutti gli studenti si alzarono in piedi applaudendo festosi e gioiosi di averla ancora, in qualche modo con loro, e la gioia crebbe quando il preside aggiunse che per festeggiare l'evento l'indomani le lezioni sarebbero state sospese.

Per tutta la giornata seguente Grifondoro festeggiò il ritorno di una tra le loro pupille. Macie si sentì di nuovo a casa.

La stessa sera le due amiche stavano parlando come se mai nulla fosse successo quando Lily nominò la propria madre, per poi mordersi la lingua per paura di aver messo in imbarazzo e rattristato Macie. Ma la biondina sorrise “Tranquilla Lily... Ho fatto una lunga chiacchierata con Sir Nicholas e Silente, Nick mi ha spiegato tante cose... Posso vederli, sai? Tutti loro... in un modo particolare, ma non ne posso parlare, mi dispiace. Solo, non essere triste per me... Io, in qualche modo, sto bene... Tu invece, mi sembri un pò strana...” azzardò guardando apprensiva l'amica.

Lily annuì in silenzio “Macie... mi dispiace, tantissimo! Io... mi sento così in colpa...”

L'altra non capiva “Ma che cosa dici, Lily! Tu non c'entri nulla! Piuttosto, io ti ho fatto stare così male...”

La rossa scosse la testa sventolando i capelli ramati “No, vedi io... Io lo sapevo... Avevo sentito la conversazione dei professori che parlavano... Di lui! Sapevo chi avrebbe attaccato! Se... se io te l'avessi detto... I tuoi genitori lavoravano al ministero... Adesso magari... Non posso evitare di pensare che forse... potrebbe essere tutto diverso...” confessò a terra.

Macie scosse la testa sfiorando una guancia di Lily “No... i miei genitori lo sapevano, Lily! Tutti al Ministero sapevano che cosa stava per accadere, solo... Non sapevano dove e quando... Non colpevolizzarti per nulla! Non voglio essere la causa delle tue lacrime! E poi adesso sono qui, no? Nessuno poteva sapere. Me lo ha detto anche Silente. Lily, mi spiace che tu ti sia tenuta dentro tutto questo fino ad oggi...”

Lily si asciugò una piccola, unica lacrima, e poi cercò di sorridere “Davvero? Io... è come mi aveva detto... Bè, non mi sono sempre tenuta tutto dentro...” balbettò imbarazzata.

Macie si sorprese “Davvero? Come ti aveva detto, chi?” domandò curiosa.

Lily arrossì ma cercò di nasconderlo “Ma... oh, bè... Jam... em, Potter! Si... bè, ma solo perchè anche lui aveva sentito quella conversazione! Lo so che cosa stai pensando, sai? Non azzardarti nemmeno!” l'ammonì.

Macie scoppiò a ridere, serena e rilassata e così fu per Lily.

 

I giorni passarono tranquilli, ormai tutti gli studenti si erano abituati ad una Macie grigiognola ed in bianca camicia da notte, ma ugualmente carina, dolce e gentile, seguire le lezioni, ed anche Amy Rubin ad averla come compagna di stanza. In un batter d'occhio giunsero gli esami di fine anno.

Tempi duri per i nostri studenti del primo anno che dovettero affrontare il famigerato esame per ottenere il proprio GUFO -giudizio unico per fattucchieri ordinari-.

Ma i nostri non se la cavarono affatto male. Peter riuscì a strappare qualche dignitoso GUFO con ardita sofferenza, Sirius si guadagnò un buon otto soprattutto grazie a Macie che lo faceva studiare, Remus e Lily ne portarono a casa ben 10 (il massimo è dodici, giusto? NdLy) mentre sia Macie che James ottennero il massimo dei voti: dodici GUFO.

Lo stesso pomeriggio della consegna dei risultati Silente raggiunse Lily “Lily, avrei bisogno di parlarti...” le disse con gentilezza.

La rossa si allarmò. L'ultima volta che era stata chiamata da Silente non erano state per niente buone notizie “S-si signore...” rispose riluttante.

Il preside le sorrise “Oh, tranquilla signorina! Nessuna cattiva notizia, solo una proposta...” cercò di calmarla.

Dopo pochi minuti Lily stava seduta di nuovo nel ricco e vistoso studio dell'abile mago.

“Di cosa dovrebbe parlarmi?” domandò esitante.

“Bene, volevo farti una proposta, Lily. Che spero vivamente accetterai, per il tuo bene soprattutto. -prese una pausa- Voi studenti di Hogwarts siete quasi all'oscuro degli avvenimenti del mondo al di fuori di questo castello, è così?”

Lily annuì, ma non riusciva a capire dove volesse arrivare.

“Bene, devi sapere che, nonostante ancora non si siano ripetuti incresciosi avvenimenti come quelli recenti numerosi attacchi sono stati sferrati a luoghi simbolici. Ci sono stati scontri anche al Ministero... Lily, quest'estate tutti gli studenti che hanno almeno un quarto di origini babbane sono invitati, anzi pregati, di restare ad Hogwarts. Per la loro sicurezza e per quella delle loro famiglia.” spiegò senza troppi fronzoli.

Lily sbiancò, temette un'altra strage come quella recente, forse la sua famiglia era in pericolo proprio in quell'esatto momento.

“Oh, non volevo certo allarmarti Lily, stai tranquilla! Non succederà nulla! E' una pura e semplice precauzione! Sarete diversi studenti, non ti annoierai, per cui mi farebbe piacere se accettassi questa proposta...”

“Davvero è una semplice precauzione? Io...” ma non trovò il coraggio di comunicare i propri timori all'insegnate.

Silente le sorrise rassicurante “Certo Lily, puoi dormire sonni tranquilli...”

Lily annuì e si rialzò in piedi “Le spiace se ci penso un pochino??” domandò. Il preside annuì e dopo aver salutato Lily tornò nella Sala Grande, dove la cena era quasi pronta.

Prese posto di fianco a Macie, che stava parlando tranquillamente con Sirius, e si sedette un pò assorta, ripensando alle parole di Silente, alla sua proposta.

“Lily, allora? E' qualcosa di spiacevole?” domandò Macie in apprensione.

Lily sospirò poggiando i gomiti sul tavolo e si prese la testa tra le mani “No, nulla di grave. Solo... Silente mi ha chiesto di rimanere ad Hogwarts durante l'estate... Sapete, una preoccupazione per i mezzosangue come me...” spiegò. Tutti e cinque la guardarono mortificati. Passare anche l'estate ad Hogwarts, per quanto bella fosse, non era poi così divertente...

Macie più di tutti sembrava dispiaciuta “Oh, Lily! Perdonami! Resterei qui con te tutta l'estate ma... a quanto pare io e la professoressa Figg dovremmo passare molti giorni a Londra al Ministero... Come non lo vorrei...”

“Bè, possiamo sempre restare noi... magari torneremo a casa nei finesettimana...” propose Sirius. tutti quanti annuirono. Lily potè percepire il calore di quella proposta, sarebbe stato bello! Ma si impose di rifiutare categoricamente “Ragazzi io... Vi ringrazio davvero ma, NO! NON SE NE PARLA! E non voglio più tornare sull'argomento, chiaro?” parlò con una tale fermezza e convinzione che Sirius esitò a riporgerle la domanda “S-sicura?”

Lily annuì categorica “Sicurissima! E poi ci saranno un sacco di altri studenti, mica sarò qui sola! Non chiedetemelo, più, grazie!”

Per tutta la sera Lily si sforzò di sembrare allegra e pimpante, nonostante il fatto di passare anche le vacanze in quel posto un pò la demoralizzasse.

Se ne stava seduta sul divano della Sala Comune, mentre gli altri giocavano a Scacchi quando la Caposcuola le comunicò di recarsi nell'ufficio di Silente. Doveva dargli una risposta, aveva detto che ci avrebbe pensato a cena... E ora andava a dirgli che avrebbe trascorso i suoi due mesi estivi ad Hogwarts...

Uscì dalla Sala Comune senza farsi vedere, ma anche James sgattaiolò fuori abilmente alle sue spalle. La seguì senza dire una parola fin nell'ufficio del preside, naturalmente nascosto dal fido Mantello dell'Invisibilità.

“Buonasera Lily!” l'accolse sorridente il mago.

Lily rispose cortese e si sedette sulla poltroncina accanto alla scrivania “Signore io credo che accetterò la sua proposta...” riferì spiegando un sorriso forzato.

Il mago annuì accarezzandosi la barba “So bene che non è il massimo trascorre le vacanze con dei vecchi professori e qualche compagno di scuola, Lily, ma non credo ci sia altra soluzione... o forse il signor Potter alle tue spalle, sotto un raro Mantello dell'Invisibilità, può suggerirci qualcosa... Lo vedo irrequieto...”

Lily si voltò sorpresa e James fece capolino dal mantello imbarazzato “Em... salve! Evans... Signore...”

“Ma...” Lily non riusciva proprio a capire. Silente invece sorrideva sotto  la folta e canuta peluria.

“Em... bè, io un'idea ce l'avrei Signore...” fece lui.

Silente annuì invitandolo a parlare. “Ecco, bè... In fondo, se non ho capito male, la cosa da evitare è che em, Lily, torni a casa, no? -Silente annuì sorridente- Bè, in questo caso non è proprio necessario che rimanga qui a scuola... Giusto? -e di nuovo il preside annuì- Allora si potrebbe trovare un altro posto... Magari un pò fuori mano... in campagna...” azzardò.

Lily lo interruppe “Non ho zie o parenti stretti disposti ad ospitarmi e comunque il problema resterebbe, loro sarebbero tutti... babbani...” gli ricordò. Ma Silente non fece caso alle parole di Lily “Conosci un posto del genere, James?” domandò conoscendo già quella che sarebbe stata la risposta del ragazzo.

James annuì “Certo... ci sarebbe... La Tenuta...”

“La tenuta?” ripetè Lily.

“Si, la Tenuta dei Potter... Sarebbe un posto perfetto, Lily...” spiegò il preside soddisfatto.

Lily collegò rapidamente Tenuta Potter a James, scambiò uno sguardo al ragazzo ed avvampò. James le stava forse offrendo di trascorrere le vacanze a casa sua? Era sempre più sorprendente.

“Bè, casa mia è... em, definirla grande mi pare riduttivo... Ci sarà anche Sirius, per tutta l'estate, e Remus e Peter vengono spesso per i finesetimana...” le spiegò anche lui un pò imbarazzato. D'improvviso, infatti, lo aveva raggiunto la consapevolezza di dover strascorrere tutti i giorni delle vacanze con lei.

“Em io... non so che cosa dire... cioè, bè...”

“Abbiamo anche un'efficiente passaporta che spunta a Diagon Alley, e un'altra che porta alla Stazione Di King's Cross... Londra è raggiungibilissima... potresti passare a trovare la tua famiglia quando vuoi e molto rapidamente, in giornata... E così anche Macie potrebbe raggiungerci facilmente, visto che starà a Diagon Alley con la professoressa Figg...”

Lily passò al vaglio le due offerte... Restare a scuola con studenti semisconosciuti e professori, o accettare l'offerta di James e trascorrere i due mesi di vacanza con il gruppo di amici più sorprendenti che avesse mai immaginato? La risposta era indubbia. Sorrise soddisfatta “Se c'è un letto anche per me... io... em... Mi farebbe piacere...” ammise.

“Si, se non ne trovo uno potrai sempre dormire sulla paglia, magari nel pollaio con le galline, ti sentiresti a casa, Evans!” le ricordò.

Lei gli lanciò un'occhiataccia “O altrimenti mi prenderò il tuo, tu saresti molto più a tuo agio in una porcilaia con un bel gruppetto di maialini grugnenti, ci scommetto!” rimbeccò.

Silente scoppiò a ridere e i due si vergognarono improvvisamente, per un istante avevano dimenticato di trovarsi ancora nell'ufficio del preside “Puoi andare Lily, tu James, vorrei ti fermassi un attimo...”

Lily annuì, salutò ed uscì dall'ufficio.

“James, mi raccomando... Conosco bene la tua Tenuta e so quanto sia sicura e quasi invalicabile. Ma voglio che prestiate comunque, tutti quanti, molta attenzione.”

James annuì “Certo! Ma... signore, è davvero solo una piccola e quasi inutile precauzione?”

Silente annuì e James uscì salutando tornando verso la propria torre.

Silente si risedette stancamente sulla sua poltrona, massaggiandosi le tempie “Vorrei che lo fosse, James. Lo vorrei tanto...” mormorò tra sè e sè.

 

Quella sera, quando James tornò, Lily comunicò la notizia. Tutti ne furono entusiasti, ma i Malandrini parevano particolarmente agitati e su di giri.

Trascinarono tosto James in camera.

“Hei, ma che succede?” domandò lui incuriosito sistemandosi gli occhiali sul naso.

Sirius sorrise col tipico fare di chi la sa molto lunga “James... proprio stasera... Sono riuscito... IO... a scoprire l'ultimo ingrediente per l'inchiostro magico della mappa!” rivelò esplodendo in un salto gioioso.

James spalancò occhi e bocca, stupefatto e al settimo cielo. Per intere settimane quell'ultimo ingrediente aveva dato loro del filo da torcere... ora avrebbero potuto disegnare la loro mappa! Era già tutto pronto... Avevano scoperto tutti gli incantesimi che la muovevano e come realizzarla. Senza contare che conoscevano perfettamente quasi ogni passaggio di Hogwarts. “STUPENDO! Sirius, sei un mito! Abbiamo ancora dieci giorni, prima delle vacanze, per riuscire a disegnarla! Anzi... abbiamo questa notte per  farlo... e dieci giorni per testarla!” si corresse in preda all'entusiasmo.

“Aspetta... manca ancora quest'ingrediente...” gli ricordò Remus.

“Vero... che cos'è? E' ricercato?”

Remus annuì “Si, polvere di Zoccolo di Unicorno. Ed è proprio l'ingrediente fondamentale, quello che anima l'inchiostro...”

“Accidenti... nella dispensa di Flench non c'era un ingrediente del genere, non l'abbiamo mai nemmeno usato a Pozioni... dove diavolo andiamo a trovarlo...” si rabbuiò immediatamente.

Remus riflettè per un istante “Forse io lo so... Voglio dire... Nella Foresta Proibita è pieno di unicorni... basterà trovarne uno e chiedere loro se ci concedono un pò di polvere da uno dei loro zoccoli...”

Gli altri quattro si fecero pensierosi. Fu Sirius ad interrompere il tutto “Preparatevi, si va... ORA!”

Dopo una ventina di minuti, infatti, i quattro erano stipato come al solito al di sotto del prodigioso mantello di James, verso la Foresta Oscura.

Peter tremolò leggermente giungendovi davanti.

“Ma dai, Pete! Non avrai mica paura, no?” lo prese in giro Sirius.

Peter grugnì e rispose coraggiosamente di no addentrandosi a testa alta al fianco degli amici, che ora avevano tolto il mantello.

“Remus, dove sono i tuoi unicorni? Son due ore che giriamo...” protestò Sirius spazientito.

Remus gli fece segno di tacere “Parla a bassa voce, gli unicorni sono creature pure e sfuggevoli... Devono prima fidarsi di te per avvicinarti...”

“Remus... là... un bagliore...” James strattonò un braccio all'amico indicando uno sfavillio argenteo pochi metro innanzi a loro, vicino ad un piccolo laghetto. Si avvicinarono in punta di piedi e alla luce della luna crescente assistettero ad uno spettacolo da lasciarli senza fiato. Un meraviglioso unicorno bianco argentato era inginocchiato dinnanzi alla fonte di acqua a ristorarsi. Era bellissimo, un animale che commuoveva per quanto era meraviglioso. Si accorse dei nostri amici e retrocesse. James che teneva in mano il mantello lo lasciò andare, avanzò lentamente senza mai distogliere lo sguardo dagli occhi chiari e innocenti dell'unicorno mostrando le palme delle mani, cercando di restare calmo. “Non andartene... non siamo qui per farti del male... noi... avremmo bisogno solo di un pò di polvere del tuo zoccolo...” spiegò sussurrando, per non spaventare la paradisiaca creatura. Alle sue spalle tutti e tre gli altri ragazzi osservavano senza proferire parola incantati. L'unicorno parve comprendere, quasi annuire scotendo alla luce della luna la criniera adamantina. Mosse impercettibilmente una delle lunghe, sinuose ed eleganti zampe e tra l'erba verde rilucete una scheggia bianca. “Grazie...” mormorò James sorridendo. L'unicorno sbattè un paio di volte i grandi occhi, poi si allontanò di corsa. I ragazzi lo fissarono estasiati correre lucente attraverso il buio, dalla radura fin nel denso della foresta e scomparire alla loro vista.

“Uaaaaaoooo...” commentò Peter, la bocca ancora spalancata.

Gli altri annuirono. James raccolse in fretta il minuscolo frammento e tutti e quattro tornarono verso la scuola. Stavano per giungere al limitar della foresta quando una fitta nebbia li avvolse, era una nebbia pungente, malvagia... Davanti a loro iniziarono a saettare due ombre nere, ombre di morte.

I quattro ragazzi rabbrividirono. Non avevano la più pallida idea di quello che stava succedendo, nè di che razza di creature fossero quelle.

“Ragazzi... che sta succedendo?”

“N-n-non l-lo s-s-o!” tartagliò un Peter decisamente terrorizzato.

Sirius estrasse la propria bacchetta “Lumus!” la bacchetta brillò debolmente, ma si spense all'istante “Ma che diavolo...”

Anche Remus provò lo stesso, ottenendo il medesimo risultato.

“Aspettate... -James mise mano alla sua- Reclaro...” pronunciò ma la nebbia non accennò a diradarsi.

Le saettanti figuri erano sempre più vicine... improvvisamente una di loro cambiò rotta, puntano dritto verso James. Accadde tutto in un attimo... Non avrebbe avuto il tempo di spostarsi e sarebbe di certo stato colpito in pieno... forse morto, chiuse istintivamente gli occhi mentre gli altri gridavano il suo nome. Ma qualcosa interferì con la sua traiettoria... Quando riaprì gli occhi James scorse a pochi passi da se quello che doveva essere un centauro. Non ne aveva mai visto uno ma sapeva che nella Foresta se ne trovavano moltissimi. Nessuno di loro aveva il coraggio di parlare.

“Ragazzi, cosa ci fate in giro a quest'ora di notte? In questi luoghi ameni?” domandò con un tono di voce caldo ma inflessibile.

James deglutì a fatica “Noi... Cercavamo un unicorno ma... cos'era quella? E... tu chi sei?” domandò incuriosito mentre anche gli altri si riprendevano e si avvicinavano alla creatura.

“Ditemi i vostri nomi...” li precedette.

“Io... James Potter, loro sono Remus Lupin, Sirius Black e Peter Minus...” non trovò opportuno controbattere agli ordini del centauro.

“Bene, il nome è Ghione... sono un centauro e voi siete stati molto fortunati... Ora tornate subito a scuola, e lasciate stare gli unicorni, ma soprattutto non mettete più piede qui dentro, soprattutto dopo il tramonto!” li ammonì. I quattro annuirono all'unisono.

“Ma quelle ombre... cosa...” insistette James.

“Creature oscure e malvagie si sono risvegliate da qualche tempo a questa parte, richiamate da un oscuro signore... Forza! Tornate a scuola ora! Queste cose non devono interessarvi... andate!”

E tutti e quattro si allontanarono velocemente, timorosi di aver suscitato le ire del prode centauro.

Corsero fino in camera e solo lì si buttarono sui letti per riprendere fiato, ancora scossi ed agitati.

“Incredibile... Allora non è così sicuro come sembra...” il primo a parlare fu Sirius.

“Non lo so... Cioè, Silente me lo ha garantito... io mi fido di Silente...” cercò di rincuorarsi James, anche se una certa ansia rimaneva...

“Ragazzi... non voglio pensare ora a queste cose... Avete visto quell'unicorno? Era... meraviglioso!” Peter portò il discorso su bel più piacevoli argomenti.

Tutti annuirono ancora ammaliati “Si e poi.... ORA ABBIAMO ANCHE L'ULTIMO!” James tirò fuori da una piccola provetta il frammento datigli in regalo.

“Già, sei stato eccezionale, James!” esordì Remus.

James ridacchiò fingendosi pieno di sè, depose l'ultimo ingrediente nel doppio fondo del baule assieme agli altri, e poi si infilò sotto le coperte, concedendosi come gli altri un meritato sonno.

Per i giorni seguenti i quattro ragazzi furono quasi introvabili. Trascorrevano quasi tutta la giornata tappati in camera a preparare il famigerato inchiostro animato ed imprimere incantesimi svariati alla loro mappa.

“Perfetto... è pronto! Chi scrive?” esordì Remus intingendo la punta della penna nella bottiglietta dell'inchiostro, ancora caldo.

“Io proporrei James, tra tutti è quello con la scrittura più decente...” lanciò lì Peter.

“Uhm... perchè invece non facciamo alla penna un incantesimo scrivente?” suggerì Sirius.

Tutti annuirono concordi “Scriba!” pronunciò Remus. La penna tremò tra le sua mani poi si rizzo e si mise in posizione sul foglio.

“Perfetto, detta James! Avevamo deciso, no?” gli ricordò Remus.

James annuì, si schiarì la voce e si avvicinò al tavolo e dettò, in seguito alle sue parole sul foglio fecero capolino caratteri perfetti che recitavano

I Signori Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso

Consiglieri e Alleati dei Magici Malfattori

Sono Fieri di Presentarvi

La Mappa Del Malandrino

 

Dopo di che si misero d'impegno per disegnare una perfetta mappa del castello e del parco circostante, senza tralasciare i particolari che a loro interessavano maggiormente: i passaggi segreti.

La sigillarono poi con una serie di incantesimi complicati ma ottimamente riusciti e terminarono con quello di sigillo.

“Parola Magica Giuro solennemente di non avere buone intenzioni. E ora...Sigillum!” la mappa si arrotolò su sè stessa emettendo un pallido fumo verdognolo. Remus la prese tra le mani e la aprì, tutto era scomparso dal foglio che ora aveva l'aria di una semplice pergamena nuova.

“Facciamo un pò di prove...Aparecium -mormorò ma nulla- Evidentia -ma nulla ancora- Giuro solennemente di non avere buone intenzioni...” rivoli di inchiostro sottili comparvero sulla mappa, che formulò una frase di benvenuto e mostrò la piantina della scuola che in breve si gremì di movimentati puntini con piccoli caratteri di riconoscimento.

“FANTASTICO! Ce l'abbiamo fatta, Malandrini!” Sirius era decisamente su di giri, così come gli altri tre.

“Già! E avremo tutte le prossime notti di Luna Piena per aggiornarla!” ricordò James che già non vedeva l'ora.

Ora avevano la loro Mappa Magica, erano diventati Animaghi, potevano scorrazzare segretamente per la scuola... Non erano mai stati tanto felici.

 

Giunse preso anche l'ultimo giorno di scuola. Alla sfarzosa ultima cena fu assegnata la Coppa del Quidditch alla casa di Grifondoro che aveva vinto dopo una strepitosa partita contro Serpeverde in cui Sirius aveva infilato un punto dopo l'altro e James aveva conquistato il boccino dopo un agguerrito duello col poco corretto cercatore dei Serpeverde: Lucius Malfoy, la vittoria fu dedicata alla piccola Macie, che ne fu entusiasta e commossa. Tutta via la coppa delle case quell'anno andò a Corvonero. I quattro Malandrini, infatti, avevano largamente contribuito alla perdita di punti con i loro continui scherzi e i ritardi alle lezioni. Ma tutti erano felici lo stesso, l'indomani mattina sarebbero ritornati a casa. Anche se un cospicuo gruppetto di studenti, di origini babbane, rimase.

Così la mattina dopo gli studenti caricarono i loro bagagli sull'espresso, e viaggiarono fino alla stazione londinese.

Giù dal treno il nostro gruppetto si congedò, un saluto breve dal momento che si sarebbero ritrovati tutti quanti a casa di James nei giorni seguenti.

“Bè, Evans sarò a casa tua dopodomani, in mattinata... ah, ce l'hai un camino?” domandò poi incerto.

Lily annuì “Si, lo farò pulire da papà! Anzi, quasi quasi lo faccio accendere poco prima del tuo arrivo...” lo punzecchiò.

“Si, ottima idea! Se inforcano te i tuoi avranno tacchino fino al ringraziamento!” rimbeccò lui.

Lei sbuffò divertita poi lo salutò e si avviò festosa in contro alla madre, una graziosa donna dai capelli del suo stesso colore che la attendeva qualche metro pi avanti, pensando che l'avrebbe attesa una splendida estate e che tutto stava andando nel migliore dei modi.

Silente fissava silenzioso i suoi studenti allontanarsi e correre gioiosi verso l'estate, pregando affinchè anche quell'estate non fosse che una tra le tante, divertenti e spensierate dell'adolescenza. Tuttavia un'ombra pesava sul suo cuore... Non tutto era tranquillo e sereno come sembrava...

 

Continua...

 

Ohh!! Sono impressionata di me!! Ho scritto tutto questo? Stasera? Em... che ve ne pare? Come sempre aspetto i vostri commenti! ^^ Che ne pensate? Ho fatto tornare Macie... Mi sono accorta che mi mancava! ^^ No, bè... è funzionale alla storiella che è disegnata della mia mente macchinaria...

Come sempre vi ringrazio tutti quanti per le cose bellissime che scrivete sempre! Siete fantastici e vi adoro tutti dal primo all'ultimo! Magari infilateci qualche suggerimento nei commenti... così, per farmi un'idea... ^^ Sapete, per vedere se magari cambiare qualche cosa... ampliare qualche aspetto... E ora passiamo a baci e ringraziamenti specifici! ^^ Cominciamo da Serena che ha fatto centro con Macie! ^^ Bè, immagino che fosse chiaro..., poi Giuggy, cui mando un bacio per ogni ‘bello’ che mi ah scritto^^, Angi e  Gius (^^ io vi ADORO letteralmente ragassuole! ^^) sono stata abbastanza veloce?,Mikan... mamma mia quanti ringraziamenti! Per ogni singola lettera? Ma sei un tesoro! Strekon che.. uaaahhh!! davvero ti piace così tanto? ^^ Quello del parco è anche uno dei miei passaggi preferiti!! La serenità e l'armonia assoluta è proprio quello che volevo comunicare! In effetti Quando penso a quei cinque assieme non posso evitare di provare queste sensazioni...

Di nuovo un bacione a tutti! Siete stupendi e continuate a commentare, che io DIPENDO DA VOI! Un bacio, la vostra Ly

 

PS: se ho scritto qualche baggianata grammaticale chiedo perdono, l'ora è tarda e... chiudo in fretta per andare a deprimermi e farmi un pianto con Nicolas Cage che mi inizia Via da Las Vegas alla TV! ^^ E' proprio la sera giusta... -___-''

 

 

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Capitolo 8
*** Una Fetta di Paradiso... Con Una Finestra Sul Mondo ***


-8-

-8-

 

“Bentornata tesoro!” una signora dai capelli rossi e gli occhi verdi, il ritratto vivente di Lily, le sorrise smagliante e spalancò le braccia.

“Mamma!” la ragazza esplose in un vivace sorriso correndole incontro e gettandole le braccia al collo.

“Finalmente! Quanto ci sei mancata...” le disse baciandole la fronte. Lily annuì respirando a fondo il profumo di sua madre, senza sciogliere l'abbraccio

“Come stai?” le domandò preoccupata. Lily si era infatti tenuta sempre in contatto con la famiglia, aveva insegnato subito alla madre come utilizzare un gufo per la posta e le aveva scritto tutte le settimane, raccontandole ogni cosa. Le sorrise tranquilla “Bene mami...”

“Salve, signora Evans!” salutò educatamente una vocina poco lontano.

La donna spalancò gli occhioni verdi, identici a quelli della figlia, incredula e anche leggermente turbata “M-macie! Lily...em, si... lei mi aveva detto... tutto! C-come stai cara?” esitò.

Macie si avvicinò “Bene grazie! Temo che purtroppo sarà difficile per me ora, venire a trovare Lily a casa vostra...” spiegò mortificata.

La donna sorrise anche a lei “No, che dici tesoro! Dopotutto basterà prestare un pò più di attenzione...”

Si salutarono educatamente e Lily e la madre si avviarono verso il parcheggio, per tornare a casa a bordo della piccola auto di famiglia.

“Lily, spiegami bene questa faccenda delle vacanze...” le chiese la madre mentre percorrevano le vie della periferia, fin nella zona residenziale dove abitavano.

“Bè... Silente all'inizio mi aveva detto che sarebbe stato meglio restare a scuola per le vacanze... Sai, con quel Mago Oscuro non si sa mai...Tutta via ha anche detto che l'importante era che non trascorressi troppo tempo a casa. A quanto pare fiuta le famiglie... em... miste, come la nostra. Se io non ci fossi stata voi altri sareste sembrati solo una tranquilla famiglia di Babb.. em, non maghi. Così... questo mio compagno di scuola... Em, James Potter... bè, lui ha una gran casona in campagna, a quel che ho capito, e spesso anche Sirius e gli altri vi trascorrono le vacanze... bè, lui ha detto che avrei potuto trascorrerle lì... che da lì Londra era molto più accessibile che da Hogwarts e tutto il resto... e.. bè, ho pensato che sarebbe stato... carino...” terminò con un fil di voce.

La donna le sorrise compiaciuta “James Potter...” ripetè e sè stessa.

“Em... si! Ma, mamma, ci sarà anche Sirius! E Remus e Peter. E anche Macie che sta a Diagon Alley, a portata di Ministero, con la professoressa Figg!” si affrettò ad aggiungere.

“Oh, certo! Così... non passerai a casa nemmeno le vacanze...”

Lily si fece triste “Mi dispiace tanto... Lo vorrei davvero, mami...”

“Tranquilla tesoro! Hai detto che questa villona è ad un tiro da Londra, potrai venirci a trovare, che so, tutte le domeniche! O quando ti pare!”

La figlia annuì. “E poi sono contenta se trascorri le vacanze con i tuoi amici!” aggiunse e Lily fu d'accordo.

“Sono a casa!” trillò varcando finalmente la soglia della graziosa villetta di sobborgo.

“Ciao Lily!” la salutò la sorella, in quel mentre affaccendata a decorare una vistosa torta con panna montata e cioccolato fuso.

“Petunia!” le corse incontro e abbracciandola la schioccò un bacio su uno zigomo ossuto.

“Lily, insomma! Non vedi che sono concentrata!” la rimproverò.

“Che cosa fai? Una torta per il mio bentornata?” domandò curiosa immergendo un dito nella ciottolina del cioccolato fuso e leccandolo con gusto.

“Certo che no! Per quello mamma ha già fatto qualche biscotto -la madre fece l'occhiolino alla figlia più piccola- questa è per il mio Verny... Questa sera viene a cena! Vedi di non combinare cose strane... la mise in guardia.” fulminandola con gli occhietti acidi.

“Oh...” commentò solo Lily buttandosi stancamente sul comodo divano a fiori rosa. Vernon Dursley, era il fidanzato della sorella da quasi un anno. Era un ragazzone di vent'anni o poco più decisamente corpulento e alquanto indisponente, almeno con lei che guardava come se fosse un cane rognoso. Naturalmente non si era mai azzardato a dirle nulla, ma lo capiva benissimo di essere giudicata... stramba. Non era bene al corrente se Petunia gli avesse detto o meno che era uno strega, ma conoscendo la sorella era convinta di no. Petunia era decisamente allergica a tutto ciò che fosse anche solo vagamente fuori dall'ordinario... figuriamoci la magia!

“E papà?” chiese curiosa guardandosi attorno.

“Papi è uscito a prendere dei semi da giardino... Senti Lily, non è che puoi far sparire dalla mia vista quel... quel... coso?” domandò la sorella indicando il grosso baule, visibilmente schifata.

“Ci penso io tesoro!” fece la madre trascinando il grosso baule fin nella cameretta di Lily. Poco dopo tornò anche il padre, salutò Lily con una pacca sulla spalla e abbracciò la sua Petunia “A che ora arriva Vernon?” domandò entusiasta.

“Alle otto!” comunicò lei tutta gioiosa. Il padre annuì.

“Lily, tesoro, meglio se ti fai una doccia, sarai stanca...” la invitò la madre.

“E vestiti bene Lily, stasera avremo ospite il tuo futuro cognatino...” ridacchiò il padre facendo arrossire Petunia. Lily pregò che tale terribile destino non si avverasse e si trascinò fin sotto la doccia.

La cena con Vernon fu una noia mortale. Non fece che parlare per tutta la serata di quella nuova ditta di trapani che lui e suo padre avevano appena aperto, pavoneggiandosi all'inverosimile. Lily lo detestò quando, prima di mangiare, spazzolò via rapidamente, con le manone porcine e la boccona, quasi tutti i biscotti che la mamma aveva preparato apposta per lei.

Quella sera capì che Petunia doveva avergli rivelato la verità perchè quando Lily chiese a Vernon di passarle il sale questo sbiancò e ritrasse la mano terrorizzato dopo che lei gliela aveva sfiorata per sbaglio.

Fu in inferno in poche parole...

La sera stava seduta sul letto, sua madre le spazzolava i capelli “Non piace molto nemmeno a me, quel Vernon... Ma se tua sorella è felice ed innamorata...” commentò la donna.

“Santo cielo, mami! Come si può essere innamorate di un tizio simile?” commentò con disappunto.

La donna rise “Non tutti sono perfetti, Lily! Prendi tuo padre... ha un sacco di difetti, ma in fondo è un brav’uomo... e ci vuole bene! A tutte e tre...”

“Credi?” domandò sconsolata. La madre le diede due amichevoli pacche sulle spalla “Ma certo! Solo, forse, non è ancora riuscito a mandar giù il fatto che sia figlia sia così... sorprendente... rispetto a lui! Ma anche lui era molto a triste a Natale quando non eri con noi..”

Lily sorrise soddisfatta. Anche lei voleva bene a suo padre “Anche se la sua pupilla è la sua Petunia...” “E la mia... ma questo è un segreto... in fondo sei tu!” la madre la schioccò un bacio sui capelli e dopo averle augurato la buonanotte se ne andò in camera.

Lily si addormentò soddisfatta e serena.

 

“Sei sicura che arrivi per le tre, Lily?” domandò il padre aggirandosi nervosamente per il salotto.

“Em, ma certo! Aveva detto di pulire il camino perchè sarebbe arrivato di lì -vide Petunia sbiancare a quelle parole mentre una narice prendeva a vibrarle paurosamente in preda al nervosismo- con Sirius non più tardi delle  tre!”

Tutta via erano le tre e mezza e James ancora non si era fatto vivo... Tutti e quattro gli Evans erano in attesa, le valige di Lily erano già nel soggiorno, e attendevano impazienti.

Dopo una ventina di minuti il campanello di casa suonò. “Petunia, vai tu per cortesia? E non fare entrare, chiunque sia! Non vorrei che fosse qui mentre ci spunta qualcuno... fuori dal camino...” domandò la madre, trattenendo una risatina.

Petunia si diresse tutta tesa alla porta, scongiurando che non fosse nessuno di importante, o magari addirittura il suo Verny passando per una sorpresa. Quando aprì di quel tanto necessario per piazzare fuori il suo sottile naso e le labbra tirate sui denti cavallini, notò che non era così “Si?” domandò spalancando gli occhi alla vista di quello che doveva essere un giovanotto davvero aitante, ai suoi occhi. Cercò di non arrossire mentre lo osservava,  non eccessivamente alto ma slanciato dentro la sua maglia larga e i suoi pantaloni al ginocchio; la carnagione chiara al punto giusto, due bellissimi occhioni blu come il mare dall'espressione intelligente e sveglia  e un sorriso simpatico e frizzante. Tuttavia storse il naso di fronte e quei capelli così... scompigliati e indomabili! Fuori dagli schemi! Stravaganti e sgraziati!

“Ciao... io cerco... em... Lily Evans.” fece grattandosi una guancia imbarazzato. Petunia lanciò uno sguardo preoccupato in casa, pregando che il famoso ‘amico’ di Lily non sbucasse in quell'istante dal camino “Lily... em... al momento è ‘impegnata’. Torna più tardi, ciao!” e richiuse la porta sul naso allo sconosciuto. Sospirando sollevata.

“Tesoro, chi era?” domandò la madre.

Petunia alzò le spalle sottili e scialbe “Nessuno d’importante...” avrebbe voluto dire alla sorella che la stavano cercando ma un improvviso impeto di gelosia la trattenne. Improvvisamente non trovò affatto giusto che un ragazzo così carino cercasse proprio la sua ‘insolita e sbagliata’ sorella.

Nemmeno una ventina di secondi e il campanello suonò nuovamente. Petunia marciò di nuovo verso la soglia di casa “Si?” richiese infilando di nuovo la testa furtivamente fuori da uno spiraglio.

“Ciao! Sono ancora io... senti ma sei sicura che sia così impegnata? No perchè, ti spiego, io avrei dov...” ma non gli fu lasciato il tempo di spiegare le proprie ragioni perchè, di fatto, Petunia gli richiuse nuovamente l'uscio sul naso strillando istericamente “Ti ho detto di si!” e facendo sobbalzare i famigliari in salotto.

“Chi altro?” domandò Lily che iniziava ad innervosirsi.

“Sempre lo stesso di prima! Em... non so chi sia!” rispose stizzita di fronte agli sguardi indagatori di mamma, papà e Lily.

“Ma che vuole?” insistette la sorellina.

Petunia sbuffò scocciata “E va bene! Sta cercando te! -ammise alla fine- Fallo sparire al più presto! Non voglio che proprio nessuno di anche lontanamente sconosciuto possa anche solo minimamente scorgere un... bizzarro personaggio... fare capolino in casa nostra, chiaro?” la mise in guardia.

Domandandosi che fosse, da momento che praticamente non aveva amici particolari al di fuori di Hogwarts, Lily aprì la porta. Osservando chi le stava di fronte non potè evitare di scoppiare a ridere. Petunia corse scandalizzata all porta, spingendo di lato la sorella “Ah, perdonala! Mia sorella... sai, ha dei problemi comportamentali! Ultimamente è un pò stressata... -poi si voltò verso la sorella- Lily! che figure ci fai fare?”

Ma quella non accennava a smettere di ridere.

Il ragazzo intanto sembrava divertito, con sommo disappunto di Petunia “Si, in effetti l'ho sempre pensato anche io che le mancasse qualche rotella... Mi chiedo se forse non sia il caso che l'estate la passi invece in ospedale, ci sono dei medimaghi che potrebbero esserle utile. Anche se dubito che possa mai guarire...” Lily gli fece una linguaccia.

Petunia impallidì. Quel ragazzo doveva essere uno di quei ‘criminali’ amici della sorella. Forse proprio il tizio che stavano aspettando “Tu chi sei?” domandò nervosamente.

“Ah, scusa! Non mi sono presentato... James Potter!” fece tendendole educatamente una mano. La sorella più grande esitò incerta poi fece giusto un cenno col capo, lasciando a mezz'aria la mano di James, decisamente perplesso. In quel momento giunse anche la madre “Ragazze, ma che succede?”

Lily cercò di risistemarsi e bloccare le risate “Nulla mami... ti presento James Potter...” fece indicando il ragazzo.

La madre lo osservò per un attimo, poi allargò le labbra in un sorrisone “Oh, piacere di conoscerti caro, entra pure! Avanti! -mise una mano sulla sua spalla e lo spinse gentilmente fin nel salottino - Io sono Rose, e questo è mio marito Clarck. Siediti pure! Ti aspettavamo... em...da un'altra parte...” la madre lanciò un'occhiata nervosa al camino.

“Oh grazie! Si, in effetti avrei dovuto arrivare con la polvere volante... ma poi ho preferito una passaporta che da Diagon Alley arriva nelle vicinanze. Almeno con le Passaporte non ci si copre di fuliggine.” si giustificò.

“Ma... e Sirius?” domandò Lily dopo aver notato che fuori dalla porta non c'era rimasto più nessuno.

James sbuffò contrariato “Non mi dire nulla! Avremmo dovuto vederci un'ora fa a Diagon Alley! E a quanto pare mi ha dato buca! Colpa sua se ho fatto tardi... Anzi, scusatemi molto, magari avevate degli impegni...”

Lily osservò decisamente sorpresa il ragazzo che si rivelava insolitamente educato. Poi lanciò uno sguardo ai famigliari, mamma era cortese e gentile come sempre, Petunia sembrava in preda ad un dilemma interiore, papà era semplicemente inscrutabile... Se ne stava serio seduto sul divano, le braccia incrociate al petto e un'espressione che era semplicemente impossibile decifrare. Lily si torturò nervosamente le mani “Em, noi allora... em... andiamo..” balbettò un pò in imbarazzo.

“Lily! Non essere maleducata! James, vuoi una tazza di te? O forse, con queste belle giornate, è meglio un bel bicchiere di limonata fresca! O magari posso andare subito al chiosco qui vicino per del gelato? Ti andrebbe del gelato? O preferisci qualche biscotto?”

James era perplesso, educatamente cercò di rifiutare, non che le proposte non lo allettassero, certo... “Em... la ringrazio infinitamente signora Evans ma...”

Lily, alle spalle della madre, cercò di fargli segno di accettare, conosceva bene la madre e la sua insistenza in certi casi, avrebbe praticamente preso James di forza, l'avrebbe piazzato su una sedia per poi avergli infilato in bocca una decina di biscotti se avesse rifiutato. Il tutto, però, dopo aver provato di convincerlo per almeno venti minuti.

Così James alla fine annuì “Credo che un bicchiere di limonata fresca sia perfetto, grazie...”

La donna corse volando fino in cucina e in salotto rimasero, in religioso silenzio, solo James, Clarck e Petunia, allorché Lily si fiondò in camera per prendere la borsa. Di ritorno, Lily si bloccò davanti alla porta, udendo il padre schiarirsi la voce “Ragazzo... quanti anni hai?”

James fu leggermente sorpreso della domanda “Em... Quasi sedici signore...” rispose perplesso. Si disse, quasi un pò deluso, che Lily non doveva aver parlato molto di lui a casa...

Il padre continuò a scrutarlo, inquietante “E... che mi dici dei tuoi genitori? Di cosa si occupano? Com'è la tua casa?”

James si schiarì un attimo la voce “Bè... mio padre ha un'importante ditta dove si producono ingredienti e occorrente per pozioni. Mia madre non c'è più signore... -in quel momento Lily, fuori dalla stanza, si morse le labbra per non aver pensato prima di chiedere ai genitori di evitare domande di quel tipo- Casa mia è fuori città, nella zona a Nord. E'... il primo aggettivo che mi viene in mente è grande...” ridacchiò.

“Capisco... ma dimmi, ci saranno degli adulti con voi?” proseguì interessato l'uomo di casa.

James si sentì un pò in imbarazzo. In effetti casa sua pullulava di adulti affaccendati nel mestieri, ma nessuno che si occupasse di tener d'occhio i ragazzi che tutte le estati facevano capolino a casa Potter, ma pensò bene di tralasciare l'ultimo dettaglio “Oh, si! Mi padre ha sempre un sacco di impegni di lavoro ma ci sono un bel pò di elfi domestici e poi Tom, il giardiniere, ma soprattutto Nancy che è la governante e Marcel, il maggiordomo che più di tutti si occupano di me, signore.”

Il padre annuì soddisfatto, come se non si aspettasse altra risposta, poi proseguì con fare serio “Bene, allora posso anche affidarti la mia piccolina -Petunia provò una fitta di gelosia a quelle parole che invece fecero sorridere di gioia Lily- ma vedi di riportarmela tutta intiera alla fine dell'estate, chiaro? Mi sono spiegato?” ripetè scrutandolo dritto negli occhioni blu, dietro le lenti. James deglutì un pò in imbarazzo “Ma c-certo!” balbettò sforzandosi di sorridere.

A spezzare la tensione fu l'ingresso di mamma con i bicchieri di limonata con cui tutti, Lily compresa appena entrata, si servirono.

Dopo una chiacchierata tranquilla i due ragazzi si congedarono, nel tardo pomeriggio. Per ultimo Lily salutò il padre e la madre “Ciao mami, babbo! Mi mancherete tanto! Verrò a trovarvi spesso, promesso! voi... fate attenzione se vedete qualcosa di strano...” fece preoccupato.

La madre le baciò la fronte “Pensa a divertirti e buone vacanze! Non preoccuparti...”

Il padre l'abbracciò “Ciao Lily!” si limitò a dire. Ma la figlia sorrise comunque entusiasta, dopo aver ascoltato la poche parole dette a James.

Annuì e si diresse in cortile, trascinando i bagagli aiutata dal ragazzo.

“Arriderci signori Evans, ciao Petunia...” fece educato lui.

I genitori lo salutarono sorridenti, Petunia arrossì e mormorò un “Ciao...” che le costò, comunque, una fatica immensa.

James prese dallo zaino una vecchia sveglia distrutta “Em, per cortesia non è che potreste riportarla dietro la fontana, al parco a due isolati da qui, dopo che ce ne siamo andati?” domandò ai genitori, i quali annuirono seppure un pò spaesati.

Lily rivolse loro un ultimo sorriso e salutò ancora la sorella poi, tenendo ben saldo il baule con una mano e la Passaporta con l'altra rivolse lo sguardo a James, che stava facendo la stessa cosa con un'altra valigiona di Lily. Annuirono e si concentrarono e poi, dopo pochi istanti in cui, a Lily, parve quasi di volare, si ritrovarono a Diagon Alley, nel giardino alle spalle de ‘Il Paiolo Magico’. Portarono dentro il tutto.

L'oste corse loro in contro “James! Eccoti! E' passato Sirius un'oretta fa! Mi ha detto di riferirti che sarebbe venuto direttamente a casa tua dopo cena.”

James sbuffò contrariato “Che palle! Va bene, grazie Tom!” sorrise gentilmente, quindi si rivolse a Lily “Bè, Sirius arriverà a casa mia solo dopo cena... noi... bè, se vuoi possiamo andare.”

Lily annuì e riprese a tirare il suo grosso baule “Bè, ma perchè prima non vi fermate a bere qualcosa ragazzi? Offre la casa!” li invitò Tom, indicando loro un paio di sgabelli vicino al banco. (Ma James riuscirà mai a pagare qualcosa di quello che consuma nel locali? NdLy)

Si accomodarono sorseggiando piacevolmente due Succhi di Zucca freschi, che faceva particolarmente caldo in quei giorni per essere i primi di Luglio,  in religioso silenzio.

Erano entrambi leggermente imbarazzati. L'ultima volta che si erano ritrovati solo in simili circostanze era stato a Natale. E quel giorno era stato in qualche modo ‘speciale’ per entrambe...

Lily ondeggiò le gambe nude in imbarazzo, torturandosi una ciocca rossa. Dopo diversi minuti James interruppe quel silenzio di tensione.

“Em... carina casa tua!”

Lily alzò le spalle “Si, carina! Ma detto da te che devi avere una specie di palazzo reale suona come una presa in giro!” puntualizzò lei.

Lui ridacchiò “A me casa mia non sembra granchè, solamente grande! E comunque i tuoi genitori sono due persone gentili e simpatiche... tua sorella un pò meno, comunque... ma è davvero tua sorella?” domandò poi perplesso, ricordando il viso cavallino e il fisico magro e ossuto della ragazza.

Lily annuì ridendo “Si si, te lo giuro! Non sembra, eh? Non ci somigliamo per nulla; nè fisicamente nè caratterialmente!” sentenziò, quasi felice di questo, in effetti non che nutrisse molta ammirazione per lei, le voleva bene perchè era sua sorella. Anche se alle volte era veramente insopportabile con lei.

“Già... è veramente... senza offesa per la sorella, bruttina! Bè, ma allora in questo caso qualcosa in comune ce l'avete! Visto Evans, non disperare! Sotto questo punto di vista siete proprio... gemelle, oserei dire.” la prese in giro, alle solite.

Lei finse di offendersi “Già... Certo! Ah, sai che ho notato? Per quanto mi sembri assurdo, mia sorella ti si mangiava con gli occhi! Sareste una bellissima coppietta di sgorbi, davvero!” ribattè.

James arrossì, la stesa reazione che aveva avuto a Natale quando Lily gli aveva reso noto quanto fosse in realtà popolare tra le ragazze. La rossa ne rise di gusto, prendendolo in giro “Eddai! Non ti vergognare... sareste così carini!”

“E smettila!” fece lui leggermente scocciato.

“Non ti piace perchè è bruttina o solo perchè è Babbana?” domandò lei facendosi seria. James non rispose.

“Oh, vero! Naturalmente perchè non è una bellezza mozzafiato! Tutti uguali in fondo, voialtri!” commentò sbuffando.

James sbattè i pugni sul tavolo “Cosa vuoi insinuare? Guarda che non guardiamo solo quello! E se non hai ancora trovato uno straccio di ragazzo è perchè, oltre che poco graziosa, sei una vera rompiscatole! Mi spiace, il tuo futuro è segnato, Evans! Ti ci vedo, la futura versione della Mc Granitt!” e scoppiò a ridere immaginando Lily con i capelli rossi striati di bianco raccolti in una crocchia e gli occhialetti rotondi, aggirarsi per i corridoi di Hogwarts.

Lei lo fulminò con lo sguardo, non era stato per nulla carino, non lo era mai con lei. La cosa, da qualche tempo a questa parte, la infastidiva più del solito.

“Senti, io mi faccio un giro qui attorno... quando hai finito di ridere...” ma Lily imbroccò l'uscita sbagliata e si ritrovò su una delle strade principali di Londra.

James le corse dietro “Guarda che Diagon Alley è dall'altra parte, che tonta!” commentò sempre piegato in due dal ridere. Lei di nuovo gli riservò un'occhiataccia omicida. “Si da il caso che la parte Babbana del mio sangue reclami un giretto tra il mio ambiente primario...” rispose cercando di sembrare sincera. In realtà voleva fare un giretto a Diagon Alley.

“Davvero? Bè, non mi capita mai di aggirarmi per la Londra Babbana! Fammi da guida!” le domandò poi pimpante.

Lily lo fissò contrariata “Perchè mai dovrei accettare?”

“Bè, è il minimo! Ti ospito tutta l'estate e tu hai il coraggio di obbiettare se ti chiedo un cosa del genere?”

E lei dovette riconoscere che glielo doveva proprio. Così, dopo aver lasciato i bagagli al Paiolo Magico, si incamminarono per le affollate strade londinesi. Lily evitò i soliti giri monumentali pensando che probabilmente un mago avrebbe apprezzato maggiormente ambienti elementari per i Babbani ma per lui sorprendenti. Così lo trascinò prima al cinema a seguire un breve cortometraggio, James ne rimase affascinato, e non riusciva bene a capire come diavolo facessero a rimanere perennemente su una pellicola, senza mai sentire il bisogno di andare a dormire o fare altro come accadeva alle foto dei maghi, poi fu il turno della Sala Giochi. Il giovane mago si rivelò un campione sulle moto.  Per finire fecero un giro nei grandi magazzini più famosi della città, e James ne fu catturato “Incredibile quante cose meravigliose avete! Non credevo che si potessero creare certi oggetti senza ricorrere alla magia...” commentò incredulo, osservando un grosso pupazzo che camminava e cantava.

Lily sorrise “Allora, che ne pensi del nostro mondo?” domandò curiosa.

“Che non ha nulla da invidiarci! E tu... a quale mondo senti di appartenere di più?” le domandò all'improvviso. Lily fu sorpresa di una simile domanda, in effetti non vi aveva mai pensato. Ora più che mai si sentiva presa tra due fuochi... “Bè io... a dire il vero... mi capita di sentirmi fuori posto in entrambi... -rivelò torturando la criniera di un leoncino di pezza- Nel mondo dei Babbani solo un personaggio... ‘strambo’... in quello dei maghi... sempre e solo una mezzosangue...” rivelò rammaricata.

James la fissò convinto “Sei ostinata, sai? Non tutti la pensano in questo modo... e comunque, è così importante per te? Credi che sia il sangue di una persona a contraddistinguerne il valore?”. Lei alzò lo sguardo e incontrò quello sicuro del ragazzo, sorrise debolmente “Bè... no...”.

Lui annuì, poi ridacchiò come al solito “Nel tuo caso in fatti ho potuto costatare che i tuoi genitori sono due persone fantastiche, quindi ci si dovrebbe aspettare lo stesso da te. Invece... bè, se quello che sei purtroppo, Evans!”

“Già... che ci vuoi fare? Tu invece, Potter, sei nato da un incrocio tra una gallina e un cinghiale per caso?” domandò cercando di restare seria.

“No, non era la gallina ma un'Oca Canadese...-precisò sistemandosi gli occhiali sul naso- Sai, ci tengo...”

E a questo punto si lasciarono trasportare dalle risate.

Ritornarono al Paiolo Magico leccando un gelato nella metropolitana. Lì presero una passaporta che in un attimo li portò dritti a casa dei Potter.

Quando Lily riaprì gli occhi si ritrovò nel bel mezzo di un ampio porticato. Davanti a lei, di là della piccola staccionata, in raffinato legno smaltata in bianco, si apriva un enorme giardino curato e fiorito. In mezzo al giardino stava anche una fontanella. Sulla destra potè scorgere in terreno alzarsi in piccole e aggraziate collinette che chiudevano la vista e incontravano il cielo, sulla sinistra invece, ma molto lontano, si alzava un alto muro di conta interamente coperto d'edera. Tutto il prato compreso tra i due limiti era di un verde scuro ma brillante, decisamente ben curato. Avanti a lei, oltre la fontana nel mezzo, il terreno scendeva. Doveva esserci un fiume laggiù perchè nel silenzio del tramonto estivo, tra i canti delle cicale potè sentire poco lontano lo scrosciare di un corso d'acqua. Quando si voltò alle sue spalle si materializzò un salottino in vimini davvero bello, tutto il porticato poi era decorato da graziosissime composizione floreali freschissime.

“Hei, entra pure!” James la richiamò da quella che doveva essere una porticina secondaria, che per l'appunto conduceva sulla veranda. Lo seguì trascinando i bagagli e quando entrò le mancò il fiato. Attraversò uno stanzone decorato con quadri animati e mobili antichi e ricercati, diverse sale enormi e ben arredate, gremite di oggetti magici, orologi parlanti, sofà trasformabili e mille altre cose. Poi James la condusse lungo un ampio e luminoso corridoio costellato di armature che si inchinavano salutandola cortesemente al suo passaggio, percorse anche due rampe di scale, la casa era infatti strutturata su tre diversi e ampi piani. Al terzo si bloccò davanti ad una grossa porta, estraendo dalla tasca una chiave in ottone e facendo scattare la serratura. Invitò Lily ad entrare lasciandola passare per prima. La rossa girò su se stessa ammirando la camera stupenda. Aveva un enorme letto a baldacchino a due piazze, con lenzuola e tende che dovevano essere di seta rosata. C'era poi un grossissimo armadio, un tavolo decorato con dei fiori, una scrivania e un sacco di libri, riviste, materiale vario, due poltrone ed un divano cremisi, e ancora quadri, tappeti preziosi, oggetti magici e anche qualcosa di babbano come un vecchia radio, tuttavia dalla strana forma che aveva Lily immaginò fosse modificata per campate stazioni del mondo magico. Ad ogni angolo della stanza stavano poi quattro grosse e raffinate lampade di legno e cristallo. Il tetto era spiovente e dove era più basso s incrociava con una finestra che dava sul fiume che fino a poco prima aveva solo udito, rivelando un panorama meraviglioso. Non seppe che dire e rimase a guardarsi attorno inebetita.

“Bè? Che ne dici? Ti sta bene come stanza? Ti piace? Qui di fianco c'è la mia e di fronte alla mia quella che di solito è di Sirius... spero vivamente di non sentirti russare la notte, Evans! Potrei strangolarti nel sonno per quello...”

Lily non aveva ancora la forza di parlare, annuì vagamente. Non aveva mai visto nulla del genere. Certo, Hogwarts era meravigliosa ed immensa, ma non era così sfarzosa e sontuosa come quella casa.

“Ok, fai pure come a casa tua! Io scendo per vedere com'è la situazione. Ah, Sirius dovrebbe arrivare tra poco più di mezz'ora... se vuoi sistemare le tue cose... è il bagno è al di là di quella piccola porta... se hai bisogno...Io scendo, ciao!” ed uscì dalla stanza.

Rimase ancora spaesata per diversi istanti, poi spalancò le proprie valige sistemando vestiti e tutto il resto, le rimase ancora un quarto d'ora e pensò bene di farsi una doccia ristoratrice. Il bagno era una meraviglia come il resto della casa. Aprì quello che doveva essere il rubinetto della doccia, che dava su un'ampia vasca rotonda in ottone e smalto, e ne uscì un liquido rosa profumato. Ne aprì un altro e ne fecero capolino bolle luminose verdi-azzurre. Dal terzo rubinetto infine scese dell'acqua calda e trasparente. Si entusiasmò di fronte a tutto ciò e più che fare la doccia le sembrò di star giocando in un sogno, circondata da bolle e paperelle di gomma volanti.

Quando ne uscì, pulita e profumata, mise da parte i jeans e la camiciola di quel pomeriggio per infilarsi un paio di pantaloncini al ginocchio ed in un maglioncino chiaro a maniche corte ed inforcate le sandale, scese per la cena. Ci mise un sacco di tempo per rintracciare la sala e quando ci arrivò, trafelata per la corsa, venti minuti dopo, ci trovò Sirius e James che scoppiarono a ridere vedendo la sua faccia spaesata e preoccupata.

“Che cosa diavolo avete da ridere? Questa casa è un labirinto! Ogni volta mi sembrava di andare in una direzione e invece mi ritrovavo dalla parte opposta! Credevo ai entrare in una stanza... ed era un'altra!” spiegò quasi fuori di sè.

James prese a sghignazzare ancora di più mentre Sirius lo fissava divertito “James, non le hai detto delle stanze?” domandò.

Lily aguzzò le orecchie “Che cosa avrebbe dovuto dirmi?”

Il ragazzo si asciugò le lacrime, dovute alle risate eccessive, e cercò di darsi un contengo “Che... mpf! Che se ad Hogwarts sono le scale che amano cambiare, in questa casa piace farlo alle stanze! Ogni tanto girano e si danno il cambio, ritrovandosi in altre posizioni.” e di nuovo rise in compagnia di Sirius.

“Tu... lo hai fatto apposta per farmi disperare!” fece infuriata maledicendolo mentalmente.

“Bè, credo ti abbia sottovalutata! Mi aveva detto che non saresti stata qui prima di un'altra mezzora! Complimenti Lily!” le riferì Sirius.

La ragazza si buttò stancamente su una sedia. Forse non le si prospettava la tanto agognata tranquilla estate immersa nella natura in cui tanto sperava... Non si trovava più così sicura della sua scelta, ora...

 

La serata trascorse piacevolmente, all'insegna delle risate e de battibecchi, così come i giorni seguenti. Sirius si stabilì alla Temuta da subito. Sarebbe rimasto fino alla metà di Agosto, dopo sarebbe partito per la Nuova Zelanda, per andare a trovare i propri genitori.

Era trascorse una settimana quando comparve a casa il padre di James. Lily lo incontrò che lei e i ragazzi stavano in cortile a fare gare di velocità a bordo delle proprie scope. Gare che venivano ovviamente stravinte ogni volta dall'abilissimo James. L'uomo si materializzò proprio sotto di loro.

“Oh, quello non è tuo padre, Jamie?” domandò Sirius abbassandosi di qualche metro. James lo raggiunse, e così anche Lily “Si, è lui...”

Scesero a terra tutti e tre.

“Ciao papà...” salutò senza troppa euforia il morettino con gli occhiali.

“Ciao James, ciao Sirius!” rispose quello, senza sforzarsi nemmeno di sorridere.

“Buongiorno signore!” rispose educatamente Sirius dandosi una scrollata ai capelli neri.

Lily era rimasta in silenzio ad osservarli, non parevano per nulla padre e figlio, James era il ritratto dell'indifferenza, suo padre della freddezza. Provò una gran pena per entrambi, certo lei e suo padre non erano l'emblema dell'unione famigliare ma si volevano bene. Non sentì invece un briciolo di affetto trapelare dal loro incontro.

“Ah papà, lei è Lily Evans! Ti avevo detto, no, che avrebbe trascorso l'estate da noi...” fece indicando Lily con il manico della sua scopa ultimo modello.

“S-salve signor Potter...” fece tendendogli una mano.

L'uomo annuì “Ciao Lily, spero ti troverai bene qui, fai pure con tranquillità...” le strinse rapidamente la mano, poi allontanò “James, io vado in casa. Ci vediamo a cena.” e scomparve.

Come se nulla fosse James reinforcò il proprio manico di scopa e si librò rapidamente nell'aria “Allora? Che fate ancora a terra?” li esortò a raggiungerlo. Lily rivolse uno sguardo perplesso a Sirius, che si limitò a sorridere amaramente ed alzare le spalle, per poi raggiungere il ragazzo diversi metri più in alto. La ragazza capì che non era il caso di fare domande, per quanto quella situazione la angosciasse terribilmente, e così per il resto del tempo fece finta di nulla, sfrecciando e divertendosi assieme agli altri due.

Prima di scendere a cena, dopo essersi concessa un altro bagno a base di bolle colorate, acqua profumata e ribollente e tutto il resto, meditò bene sul vestito da scegliere. Quella sera avrebbe cenato col padrone di casa! Si sentiva un pò a disagio... Pensò che non fosse il caso di scendere con i soliti jeans o pantaloncini o una delle sue sciatte camiciole, così optò per una graziosa gonnellina scura fin sotto al ginocchio e un maglioncino leggero ma a maniche lunghe. Decisamente quell'uomo le faceva provare un'attanagliante sensazione di gelo, coprirsi era il minimo. Non si sedette al solito tavolozzo rotondo con James e Sirius, tuttavia, si sarebbe cenato nella salona principale; uno stanzone anonimo e dispersivo, bel arredato ma decisamente privo di calore umano, come era per la maggior parte delle stanze di quella casa. L'ambiente enorme la metteva ancora più a disagio di quello che già fosse. Se ne stava silenziosamente seduta tra James e Sirius, mangiando compostamente, trattenendo quasi il respiro. Anche gli altri due ragazzi erano inusualmente silenziosi, non facevano battute, nessuno schiamazzo, non giocavano nemmeno col cibo. Il padre non rivolse loro nemmeno mezza occhiata fino alla fine della seconda portata.

“Bene, avete ricevuto i vostri GUFO quest'anno?” domandò senza tuttavia sollevare il proprio sguardo da una pagina della Gazzetta del profeta.

I tre annuirono.

“Come è andata Sirius? Lily?” proseguì.

“Em... bè, discretamente... otto” rivelò a mezza voce, in imbarazzo. Lily ne fu stupita, non aveva mai visto Sirius in imbarazzo in cinque anni che lo conosceva.

“Abbastanza bene anche a me, dieci, signore...” rivelò la rossa titubante.

L'uomo annuì “Uhm... James?” domandò infine fissando imperturbabile il figlio.

James alzò le spalle senza guardare il padre “Al solito, bene. Dodici.”

“E la lode?” proseguì il padre stringendo gli occhi e aguzzando la vista, in direzione del figlio.

“Nessuna lode...” rispose freddamente.

“Hn.” fece solo il padre, e Lily potè leggere sul suo viso un'espressione contrariata, di delusione pensò da prima, poi dovette notare che non era delusione, ma l'espressione di uno che se lo aspettava. Pensò fosse assurdo non essere contenti del massimo dei voti. Ma decisa che forse non era il caso di immischiarsi.

“Non sei diventato prefetto... nessuna lode... L'anno prossimo posso aspettarmi qualcosa in più?” proseguì tornando a guardare il giornale.

“Non voglio essere Prefetto! L'anno prossimo non ho idea... non sono mica la Cooman, io... Comunque, se ti interessa, lei è prefetto...” ed indicò con non curanza la ragazza al suo fianco.

“Oh, complimenti Lily. -disse velocemente, per poi riservare un'occhiata di gelida disapprovazione a James- Mi auguro di non ricevere, per lo meno, nessuna lamentela da insegnanti vari o dal custode, circa il tuo comportamento.”

Il figlio annuì e per il resto della cena nessuno proferì più parola.

I due giorni seguenti furono i più gelidi, grigi e noiosi che Lily trascorse in tutte le vacanze. Il signor Potter rimase a casa e i tre ritennero opportuno comportarsi educatamente. Il che significava nessuna incursione notturna in cucina per svaligiare le credenze, non giocare a Nascondarello per le casa, evitare di giocare scherzi alla povera Lily e soprattutto fare o compiti, o per lo meno fingere di farli.

Tornarono tutti e tre a vivere quando il padre ripartì poco dopo, lo stesso giorno che li raggiunse a casa anche Remus.

“Bene, io riparto. Arrivederci ragazzi.” e dopo un cenno di saluto col capo se ne uscì frettolosamente, smaterializzandosi strada facendo.

Lily tirò inconsciamente un sospiro di sollievo.

“E' andato... bene... Ragazzi, oggi arriva Remus!” annunciò James riacquistando il sorriso beffardo di sempre.

Lo stesso pomeriggio infatti, con l'ausilio della solita passaporta, fece capolino il ragazzo, con una sorpresa.

“Macie! Sei potuta venire?” Lily le corse in contro ‘abbracciandola’.

“Certo! Però la Professoressa Arabella ha detto che potrò restare al massimo questo fine settimana...” rivelò subito, oscurandosi un poco.

Sirius le sorrise pimpante “E' già sufficiente! Mi fa piacere vederti...”

I tre ragazzi alle loro spalle ridacchiarono prendendoli un pò in giro e Macie ‘ingrigì’ vistosamente mentre Sirius sbuffava sconsolato.

“E Peter?” domandò Remus notando la sua assenza.

“A quanto pare starà in Irlanda dalla sorella, con tutta la famiglia, per l'intero mese di Luglio. Sarà per il mese prossimo...” spiegò James, un pò dispiaciuto per l'assenza dell'amico ma comunque poco turbato.

 

Per i tre giorni successivi i ragazzi di divertirono come pazzi. La sera stessa organizzarono una suntuosa grigliata in cortile con tanto di Scoppio Fuochi, sempre procurati da Sirius, e giochi di luce incantevoli. Fu un vero spasso e Lily rischiò di soffocare dalle risate quando i preziosissimi ed invidiati capelli nero di Sirius quasi presero fuoco mentre si dilettava a giocare all'esperto del barbecue e Remus si scopriva allergica all'erba cipollina, che lo fece improvvisamente divenire verde e per dieci buoni minuti lo tenne in preda ad un terribile attacco di starnuti. Il colorito verdognolo, purtroppo per il povero ragazzo, non scomparve fino al giorno seguente.

Poi svolazzarono incoscientemente per tutto l'enorme parco che circondava la tenuta, costeggiando il bordo delle collinette sulla destra e scendendo impicchiati sulla cresta del piccolo fiumiciattolo. Lily si sentiva veramente a suo agio, e mentre sfrecciava a pochi centimetri dalla superficie cristallina dell'acqua, avvolta da un luccichio sovrannaturale che il riflesso del sole estivo creava incontrando lo specchio acquatico, non potè fare a meno di notare quanto si sentisse bene, quanto improvvisamente fosse sè stessa e si sentisse finalmente parte di quel mondo. Lì, sospesa e accucciata sulla propria scopa, con l'aria calda che le sferzava tra i capelli rossi svolazzanti, alle calcagna di James che era in testa a tutti. E anche quando, per un piccolo incidente con Sirius, entrambi precipitarono nell'acqua non scoppiò nessun litigio, solo una grossa, fresca e meravigliosa risata cristallina. Il piccolo incidente degenerò in bagno con vestiti collettivo e trascorsero il pomeriggio fino al tramonto, tutti e cinque, a correre nell'acqua non troppo alta, spruzzandosi e cercando scherzosamente di affogarsi l'un l'altro.

“Beata te che potrai trascorrere tutte le vacanze in questo paradiso...”rivelò Macie all'amica, mentre entrambe se ne stavano immerse nell'acqua tiepida e profumata della vascona rotonda.

Lily annuì, un paradiso. In effetti era proprio così, quel posto sembrava la quint'essenza della spensieratezza, e trovarsi lì tutti assieme era davvero come essere in paradiso. Anche la domenica precedente, quando era stata a trovare la propria famiglia, le era proprio parso di passare da un mondo ad un altro... come se casa Potter fosse situata all'interno di una grossa, colorata bolla di sapone, simile a quelle che ora riempivano la stanza da bagno. Sorrise felice tra sè e sè “Si, lo penso anche io. Peccato davvero che tu possa rimanere sempre per poco...”

Poi osservò l'amica, immersa nell'acqua calda, con la solita immutabile camiciola bianca, per nulla bagnata. Ricordò di una chiacchierata con Sir Nick qualche tempo prima a proposito dei fantasmi, delle loro questioni in sospeso... “Macie, io ne sono davvero felice ma... perchè sei rimasta? Voglio dire... qual'è la questione che ti tiene legata a questo mondo?”

Macie scrollò vagamente le spalle fissando mortificata l'amica “Io... davvero non lo so, Lily. Forse... forse sono ancora qui per aiutare il Ministero a capire che qualcosa di terribile incombe.. forse è perchè dovevo terminare i miei anni ad Hogwarts... Perchè volevo stare ancora con tutti quanti voi... con... -gli occhi le luccicarono e le guance si colorirono- ...Sirius...”

Lily ne sorrise “Già... ma non è... frustrante, averlo vicino e non poterlo nemmeno sfiorare?” domandò preoccupata.

Macie vece vagamente si con la testa “Però guarda! Sir Nicholas mi ha insegnato una piccola cosa... chiudi gli occhi Lily...”

Fiduciosa la rossa chiuse gli occhi e rimase in attesa. Macie allungò versi di lei una mano semitrasparente, fino a pochi millimetri dal suo volto, e si concentrò, con tutte le sue forze. Un brivido corse lungo la schiena nuda di Lily quando sentì una mano leggera, calda  delicata, sfiorarle il viso. Un mano umana, come era stata quella dell'amica. Quando riaprì gli occhi si ritrovò di fronte una Macie ansante e col respiro pesante come se avesse appena corso un paio di miglia in due minuti. Era sfinita.

“Sei... sei stata tu?” domandò speranzosa.

L'altra annuì emozionata “Si! Però... mi ci vogliono... un sacco di energie... per farlo...E' durissimo!” rivelò respirando affannosamente. Restarono in silenzio, a rilassarsi e recuperare le forze, immerse nell’acqua ancora un pò. Poi si prepararono in vista dell'ennesima spassosissima serata.

 

Il giorno dopo, anticipatamente rispetto agli accordi la professoressa Figg fece capolino alla tenuta alla ricerca di Macie.

“Buongiorno ragazzi! So che sarei dovuta passare questa sera... ma ho urgente bisogno di Marissa. Ti spiace tornare un pò prima? Abbiamo urgente bisogno di te...” rivelò con urgenza e una nota di preoccupazione nella voce che tutti i presenti colsero.

“Cosa è successo?” domandò James avvicinandosi alla donna.

La professoressa ci pensò su qualche istante, ma lei non era mai stata del parere che nascondere la verità servisse a qualcosa quindi rivelò ci motivi della sua venuta “Bene... non voglio angosciarvi inutilmente e guastare le vostre vacanze, ragazzi... Ma stamane all'alba contemporaneamente quattro famiglie miste sono state attaccate. Abbiamo perso drammaticamente undici cari amici.”

Tutti e cinque sbiancarono, a Macie tremarono le ginocchia. Nessuno seppe che dire ed improvvisamente la gioia che fino a poco prima aleggiava sui loro volti si infranse in mille pezzi. Era tutto quanto veramente solo un piccolo paradiso, un angolo di Eden per tutti ma con un terribile squarcio che dava su quello che stava per diventare un vero inferno. Altre persone erano morte, sotto gli oscuri colpi di questo personaggio del male e dei suoi seguaci e nessuno ancora si era mosso per fare nulla, Lily si domandò quante altre persona avrebbero dovuto morire prima che il Ministero, le Autorità, tutti quanti si fossero mossi. Si ritrovò ancora una volta a vivere la scena della morte della propria migliore amica, ma cercò di scacciare le lacrime. “Perchè è successo di nuovo?” domandò con un fil di voce. Tutti la guardarono apprensivi “Voglio dire... Perchè nonostante siano morte delle persone, ci siano state delle dichiarazioni palesi e dei pesanti attacchi precedenti la gente si ostina ancora a non credere? A chiudere gli occhi di fronte alla verità?” domandò a sè stessa, alle persone che aveva attorno.

La professoressa le posò con delicatezza una mano sulla spalla “Tanta gente è convinta che il solo fatto di non credere ad una cosa la elimini, la esorcizzi.Un pò come i Babbani che non credono alla magia. La gente ha troppa paura di ciò che si vocifera ormai da mesi, e chiudere gli occhi è per loro un modo per proteggersi. Non fargliene una colpa, Lily. Sono contenta di sapere che ci sono persone che la pensano come te, piccola! Tu e i tuoi amici siete un futuro di speranza, sai? Mi rincuorate...” sorrise maternamente, poi guardò Macie, che assentì col capo e dopo aver salutato se ne  andò assieme alla donna.

I quattro rimasti non dissero una parola. Avevano tutti quanto il cuore troppo pesante per riuscire a proferir verbo. Trascorsero una giornata silenziosa ed abbattuta.

La notte, nel proprio letto, Lily continuava a tormentarsi, rigirarsi nervosamente e interrogarsi. Non riusciva davvero a capire e soprattutto non poteva restare ferma immobile su quel comodo giaciglio. Si alzò sudata, raccolse i capelli fino all spalle in una piccola coda e scese in cucina per bere qualcosa. Un gentilissimo elfo domestico, la servì e lei lo ringraziò gentilmente.

Rabbia, rabbia e quasi odio provava verso quelle persone lascive e codarde. La loro era solo un'inutile fuga dalla realtà! Un tentativo di rifugio in un piccolo e fragile mondo paradisiaco. Improvvisamente si rese conto di star facendo la stessa cosa, a modo suo. Anche lei era lì, in campagna, nella sua fetta di paradiso divertente a ridere e scherzare spensierata mentre in qualche parte del mondo, ora, qualcuno stava piangendo e soffrendo come anche lei aveva fatto meno di tre mesi prima. E si sentì in colpa, per aver perduto di vista la realtà per qualche istante. Si sentì terribilmente sciocca per essersi goduta troppo quella meraviglia. E provò rabbia anche verso sè stessa. Si trascinò stancamente fin sulla veranda, l'aria fresca moveva delicatamente la maglietta larga del suo pigiamino azzurro a pantaloncini e le sollevava leggermente la coda morbida. Trasse un profondo respiro, come per cercare di calmare per un attimo il turbine di sentimenti contrastanti e oscuro che si movevano dentro di lei.

“Insonnia diffusa,questa notte?” mormorò una voce famigliare alle sue spalle. Lily si voltò e scorse James, semi accucciato a terra, in un angolo, nell'oscurità che si teneva le ginocchia al petto cingendole con le braccia. Vedendo la ragazza balzò in piedi e la raggiunse.

“Pensavo...” rivelò. Dentro di lei si fece di nuovo largo quella piacevole sensazione da calma e complicità che provava solo stando con lui, in momenti simili. Per un istante il suo animo turbolento trovò la pace.

“A quello che ha detto la professoressa Figg, vero?” le domandò lui, restando a fissare assorto la miriade di stelle che quella sera rischiaravo il cielo. Luminose e lontane anni luce da loro, dal loro mondo, dalla loro città... che continuamente brillavano indifferenti del futuro di tutti quanti. Pensò che tanta gente si comportasse esattamente allo stesso modo.

“L'indifferenza è terribile.” la voce di Lily risuonò strozzata, quasi un singhiozzo. James di fianco a lei annuì.

“Forse... prima pensavo... che in fondo anche io sto facendo la stessa cosa. Me ne sto qua tranquilla a divertirmi, mi ero completamente dimenticata di tutto il resto, ero spensierata. Anche io ho chiuso gli occhi per la mia felicità di fronte a tutto quanto...”

Sentì il ragazzo trarre un profondo respiro, sempre restando a fissare il cielo rischiarato “Non è la stessa cosa, lo sai.”

Detto da lui sembrava così vero, così naturale e così normale che Lily si sorprese a mormorare un “Forse è così...” che non avrebbe mai creduto.

“Indifferenza non è stare al sicuro cercando di salvare la propria pelle e quella della propria famiglia, questo è una sorta di coraggio... L'indifferenza è una maschera che ci mettiamo addosso quando fingiamo che non ci sia nulla, ma dentro lo sappiamo che c'è eccome e ci rode l'animo. E' un alone di freddezza che ci ricopre il cuore... Io credo sia questo.” pronunciò quelle parole a voce bassissima, esitante, ma lei le colse ugualmente e nella sua mente prese forma l'immagine di padre e figlio, che aveva visto incontrarsi pochi giorni prima “Perchè si arriva a questi punti?”

“Non lo so...” rispose vagamente.

Provava il terribile desiderio di chiedergli perchè per loro erano arrivati ad un punto del genere, ma non ne trovò il coraggio. Si ricordò della loro ultima conversazione a bordo del treno, di ritorno da Londra. Non amava parlare di queste cose, aveva imparato, e non voleva ficcare troppo il naso. Anche se il desiderio di comprendere, non necessariamente quello di fare qualcosa da brava crocerossina, solo capire, era forte. Allora tacque, anche James non disse nulla. Il solo rumore notturno era il cicaleccio continuo, tipico delle belle giornate estive (Oddio... forse la sto facendo un pò troppo calda la campagna inglese, lo so! Ma l'ho detto che erano delle belle giornate inusuali, no! ^^ NdLy) e lo scroscio dell'acqua poco distante.

“Io e mio padre non siamo mai andati d'accordo, nemmeno quando ero più piccolo. Poi è successo... -Fece una profonda pausa- Mia madre si è tolta la vita sei anni fa.”

Lily si sentì raggelare. Tutto quello che le stava dicendo era terribile, sentì gli occhi pungere e bruciare, e non fu per il vento. Gli ultimi anni all'interno di questa casa dovevano essere stati per lui un inferno.

James proseguì con voce atona “Mamma era una persona stupenda e un'auror eccezionale, non avremmo mai immaginato... E' scomparsa per una settimana e quando è ritornata... Si è preparata una pozione micidiale. Non lo sappiamo perchè... Non riesco ancora a capire... Papà crede che non sia stata orgogliosa di noi... Lei era la meglio... in quel periodo   gli affari di papà andavano abbastanza male. Mentre io.. bè ero, lo sono ancora, un ragazzino scapestrato e scavezza collo... crede sia colpa nostra...”

La ragazza esitò, avvertiva un terribile peso sul cuore. E che cosa pensava lui? “Tu...” iniziò, ma poi non seppe come continuare.

James le sorrise tranquillamente “Io non la penso come lui. A volte mi è sorto questo dubbio... Ma io conoscevo mia madre... sapevo che era fiera di noi... di... me. E non riesco a trovare un motivo. Io non la penso come mio padre, lui invece ci colpevolizza entrambi. Se prima c'era un pò di distanza tra noi, ora si è eretto un muro... Anche lui si protegge come meglio può dal dolore con l'indifferenza. Non lo biasimo, ma nemmeno lo capisco. Io ho cercato di fare di tutto per conoscere... ma lui ha sempre detto NO ad ogni cosa.”

Lei ascoltò in silenzio, si sentì più sollevata quando seppe che non se ne faceva una colpa, ma dovette ricredersi: forse non avere un motivo doveva essere altrettanto, se non più doloroso. Provò il desiderio di abbracciarlo, ma per vergogna non lo fece. Ora decisamente tutte le piccole, fragili ed errate convinzioni su di lui crollarono miseramente. Sentì il proprio cuore battere di più osservando lo sguardo di lui perso nel vuoto e sentendo il rumore quasi impercettibile dei suoi respiri regolari. Doveva essere un ragazzo molto forte, non lo sciocco ragazzino che dava a vedere.

“Forse non bisogna arrendersi mai...” furono le uniche parole che riuscì a pronunciare.

Lui le sorrise scaltro di rimando, scacciando l'espressione nostalgica e imbronciata di poco prima “Forse non bisogna colpevolizzarsi troppo, che ne dici?”

Annuirono entrambi ridacchiando “E magari sforzarsi di capire gli altri...” aggiunse lei.

“Si, anche quando ti ritrovi un inutile padre stacanovista e altero.”

“Uhm... si... e poi credo sia anche importante cercare di dormire un pochino...” aggiunse sbadigliando.

“Ah, questo è fondamentale! Non vorrai mica guastare la tua faccia ancor di più con due violacee occhiaie da Panda, vero?” la punzecchiò.

Lei ridacchio avviandosi verso l'entrata, poi lungo i corridoi e su per le scale “Già! E la tua faccia! E' già sciupata e ripugnante di suo, non vorrai peggiorare la situazione, no?”

E corsero scalzi su per le scale.

“Bè, notte!” la salutò lui mettendo mano sulla propria maniglia.

“Anche a te...” sussurò la ragazza. Stava per varcare la soglia quando la voce di lui richiamò nuovamente la sua attenzione “Grazie della chiacchierata... mi sento bene.” e poi scomparve dietro la propria porta di legno, lasciandola imbambolata sulla soglia della propria camera a fissare il punto dove fino ad un attimo prima si trovava il ragazzo, con le guance in fiamme e lo stomaco contorto in una piacevole morsa. Si domandò cosa diavolo le fosse preso e sbuffando e inveendo contro sè stessa si precipitò sul letto, sprofondando ben presto in un sonno senza sogni, nero come il destino di moltissime ignare persone al di fuori.

 

Continua...

 

Eccolo qui! Scusate, dovevo aggiornare ieri sera, ed il capitolo era anche pronto, ma dovevo dargli una riletta e poi invece mi son fatta prendere da 2001 Odissea nello Spazio! ^^''' Perdono! *Ly che si sta facendo una pera di tv ultimamente*

Bene, come al solito vorrei tanto sapere che ne pensate... soprattutto: sono riuscita a rendere l'idea della fetta di paradiso? Non è stato facile... anf... anf... Ditemi se ho sforato completamente... mi fido del vostro giudizio! Il mio non c'è mai stato... T__T

Ora passò ai ringraziamenti come sempre che siete delle persone meravigliose e palesemente vi adoro! *Ly immerge manina in scatolone dei baciotto e ne lancia un pò a: Strekon... uhm... si, in effetti l'estate in campagna... le serate divertenti... una conoscenza più approfondita... Ih ih! Vedrò.. ^^     Anja: Si si! I malandrini al completo... Bè, ho preferito affettare via Minus per un pò... MA IL BELLO DEVE ANCORA ARRIVARE! ^^     Mokichan: troppo gentile! ^^ Sono contenta che tutti siano entusiasti del ritorno di Macie.. avevo paura di ricevere pesciate in faccia!! O__o Mika: Lily e James? Mah, si vedrà! Intanto Lily... bè, avete capito, no?     Serena: Stratomitico? Uah uah uah! ^^ GRAZIE, che tesoro!    Giuggy: povera influenzata! Sei guarita? ^^ Spero ti piaccia anche questo capitolo! Mikisainkeiko: eccolo qui il nuovo capitolo! ^^ Io aspetto nuova recensione, allora! :P   Angi e Gius: Mi fate sempre ridere come pazza leggendo i vostri capitoli! ^^ GRASIE! troppo buone... Vi piace il lato dolce subdolamente nascosto in James che emerge sempre e solo al buio? (Perchè poi? Mah..) Ah, il mio monicciuolo vero è Elisa (Em si si, non soffro di doppia personalità ma se leggete Eli nelle rece... ^///^ Ok, sono io!) ma non ditelo in girooo!! *Faccio come Fernando Pessoa, io! ^^ Scrivo creandomi degli pseudonimi! Ih ih ih... Ly pazza ^^'''*

Bè, un bacione enorme, vi adoro sul serio... Le vostre recensione mi fan venire le lacrimucce! Ne aspetto altre allora! A presto, un bacio, la vostra Ly

 

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Capitolo 9
*** Qualcosa è Cambiato ***


-9-

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“Sulla Gazzetta del Profeta non c'è l'ombra di un articolo...” comunicò Remus, dopo aver ripetutamente e minuziosamente sfogliato il giornale, al tavolo della colazione.

Lily stava stancamente imburrando una fetta di pane tostato “Che cosa ti aspettavi?” gli chiese disillusa.

“In effetti nulla... “ Remus alzò le spalle, si risedette sulla propria sedia e nella stanza ricalò il silenzio. Tutti riportarono la propria attenzione alle rispettive colazioni, senza dire mezza parola, nonostante si stessero tutti interrogando sulla medesima questione ‘Perchè?’. Un interrogativo senza risposta in fondo.

La giornata era piatta e stanca, come nemmeno la precedente era stata.

Nessun inseguimento mozzafiato chini su manici di scopa, nessun bagno completamente vestiti nel torrente, nessuna corsa in cortile e niente scherzi assurdi ma tutto sommato divertenti da parte di James e Sirius. Anche il cielo sembrava portare con sè lo stesso peso che gravava sui loro animi, lentamente si stava rannuvolando e prima di mezzodì il sole cedette il passo ad una pioggerella leggera e mediamente fresca.

Sirius se ne stava placidamente buttato su una sedia a dondolo incantata in veranda, con le braccia sotto la testa e lo sguardo al cielo plumbeo. Remus e James invece erano impegnati in una fiacca partita a scacchi, senza troppi colpi di scena (vinceva sempre Remus) e senza troppo divertimento. Lily dal canto suo sedeva su un'altalena a mezz'aria, dondolandosi stancamente, le gambe lunghe a penzoloni a pochi passi dal pavimento e lo sguardo vagamente posato sui due giocatori.

Pensava ancora a quello che era successo... e come non poteva farlo? Sentiva una terribile morsa allo stomaco quando ripensava alla propria famiglia... a ciò che stava succedendo da qualche tempo in là. Aveva ancora paura... una piccola inestinguibile angoscia. Pensava ancora, soprattutto, alla lunga chiacchierata che aveva avuto con James... Era strano come fosse così naturale parlare con lui, come se le parole uscissero da sole. Come se tutto ciò che pensava avesse un senso nuovo quando, nascosti al buio, lo diceva a lui. Anche quei forti sentimenti di rabbia e di frustrazione che le stringevano l'animo sembravano diversi, sopportabili, mentre ne parlava con James. E ne fu sorpresa, sconvolta, perchè non se lo sarebbe mai aspettato... Ma ne era sollevata, come se da tanto aspettasse proprio qualcuno così. Mentre inconsciamente le venne quasi da sorridere si convinse dentro di sè di aver trovato un amico. Un nuovo meraviglioso amico. Ma naturalmente lui non lo avrebbe mai saputo. Non sia mai che Lily glielo avrebbe detto!

E gli stessi pensieri tormentavano James mentre senza convinzione ordinava una mossa, tra l'altro deleteria, al proprio Cavallo sulla scacchiera. In sei lunghissimi anni non aveva mai parlato di sua madre a nessuno in quel modo, nemmeno a Sirius aveva mai confidato quali fossero i suoi sentimenti a riguardo, i suoi pensieri, nemmeno a lui che era più di un amico, più di un fratello, ed era tutto dire. E con lei, invece, non aveva saputo trattenere il fiume in piena di sentimenti ed emozioni che gli era straripato da dentro. Era stato come se parlare con lei fosse, da sempre, naturale come respirare, come battere le palpebre... E si era tolto un tale peso... E poi c'era stata quella sensazione di... tenerezza?, nell'averla davanti così spaurita, preoccupata, incollerita. Aveva provato una sorta di imbarazzo nel rivederla a colazione, si era praticamente messo a nudo la sera prima, ma tutto era svanito, complice di quella naturalezza implicita nel loro parlarsi che era sorta da quel passato Natale e si stava facendo sempre più forte... sempre più solida. E ne era davvero felice, davvero. Ma naturalmente Lily Evans questo da lui non lo avrebbe mai saputo... Avrebbe seguitato a prenderla in giro come al solito, a stuzzicarla, a ridacchiare... Forse che anche quello, che se prima li innervosiva ora li metteva a loro agio, fosse il loro modo naturale di esse Lily e James, o meglio Evans e Potter, una di fronte all'altro.

Sirius sospirò sonoramente abbassandosi un vecchio fumetto animato ingiallito sul viso e nascondendovisi. Lui detestava le giornate così... uggiose e triti... detestava sentirsi a quel modo, impotente e spiazzato, quasi depresso. Come tutti gli altri. Pensava che a volte le strade perdessero davvero delle curve insensate. La sua strada era franata all'improvviso quando si era innamorato, e non pensò di essere esagerato, e poi il cuore gli era stato strappato dal petto. Ora un sentiero precario, effimero, lo guidava... e che cosa poteva fare se non seguirlo? In fondo aveva ritrovato Macie, no? Si disse che quello era già molto. E pensò alle persona che in quel momento dovevano sentirsi come erano stati lui e Lily, o anche peggio, qualche mese prima. Sirius Black non era mai stato uno stinco di santo, e questo era certo, aveva menato quando c'era stato da menar le mani, litigato quando si era dovuto litigare, architettato scherzi, anche poco carini, per il gusto di farlo, ma non poteva concepire certe crudeltà. Lanciò un'occhiata furtiva e di sbieco a Lily, che continuava a dondolarsi assorta. Anche per lei doveva essere triste... Doveva essere preoccupante. Ma poi gli venne quasi da ridere quando, seguendo lo sguardo di lei, si ritrovò a fissare James, il viso concentrato su tutto che non fosse la partita abbandonato tra le mani. Il suo migliore amico... quella che aveva scoperto un'amica eccezionale... Pensò che fosse perfetto, se mai sarebbe successo... Solo lui non avrebbe trovato ad attenderlo la stessa fortuna...

Remus vinse l'ennesima partita, senza nemmeno troppo disappunto di James. Tuttavia non parve nemmeno contento della cosa, anche lui come gli altri se ne stava mogio mogio... Anche lui come gli altri non capiva, non approvava, avrebbe voluto fare qualcosa. Ma cosa poteva fare lui, un ragazzetto di sedici anni circa? Se c'era una cosa che non tollerava era la disapprovazione per chi è diverso, quella oscura forma di ‘razzismo mago’ che a quanto pare stava dilagando sotto la spinta di questo Oscuro Lord... Lui non era certo un ‘mezzosangue’, vero, ma conosceva bene il sapore della discriminazione. Aveva letto la diffidenza, l'odio, la paura, negli occhi della gente troppe volte fin da quando era bambino. La sua croce, il suo essere Mannaro, lo aveva reso più maturo e pacato rispetto ai suoi coetanei, era stato svezzato alla svelta, lui. Per questo poteva ben capire cosa provassero i suoi amici in quel momento... rabbia, frustrazione e tristezza... Li leggeva negli occhi di Lily, che sapeva consapevole della sua situazione, in quelli di Sirius che aveva ‘perso’ una fetta di cuore, in quelli blu e agitati dietro le lenti di James. Poteva capire bene i propri amici, avrebbe voluto dire qualcosa... ma che cosa c'era da dire che non sarebbe suonato troppo ovvio? Scontato? Superficiale? Forse niente... e allora rimase in silenzio. Forse però lo stare tutti assieme, e di questo era ben consapevole, li rendeva meno tristi, più forti. Forse perchè aveva sedici anni e dei migliori amici eccezionali, e una nuova amica, era convinto che bastasse essere insieme per riuscire ad affrontare ogni cosa, per essere forti. A lui era successo... Forse, si disse, sarebbe stato così ancora...

Macie nel frattempo sedeva innanzi ad un tavolone di legno, cui avevano preso posto diverse persone importanti con cui era già venuta a contatto. C'era la professoressa Figg, la Mc Granitt e addirittura Silente, e poi il Ministro della Magia, L'Assessore Magico alla Difesa e altra gente.

Da un paio di ore stavano discutendo degli ultimi neri e tristi avvenimenti. C'era anche chi parlava di attentati senza senso e collegamento. Mrs Figg li zittì subito ricordando quel terribile Marchio Nero ritrovato su ogni cupo luogo di morte... In ogni posto cui aveva preso luogo un attentato, una distruzione, una manifestazione. Dovunque erano comparsi questi cosiddetti Mangiamorte. Le faceva male stare lì, ma si disse che era suo dovere farlo. Per il momento lei era la sola ‘testimone’ infatti. Ma si sentiva impotente, inutile, nonostante le sue faticose dichiarazioni nessuno si era smosso. Altre persone innocenti avevano appena perso la vita, come i suoi genitori, come il suo fratellino. Avrebbe pianto se solo le fosse stato concesso, se solo i fantasmi ne avessero avuto la possibilità. Era un fantasma, non l'aveva mai detto a nessuno ma ancora questa cosa non la digeriva completamente. Forse essere un fantasma era ancora peggio che essere morti... in sospeso tra due mondi. Vicino alle persone che ami ma impossibilitata quasi a sfiorarle... Ripensò a Lily e a tutte le belle cose che non avrebbero più potuto effettivamente fare assieme. Si consolò pensando che le restavano le loro stupende chiacchierate fino a notte fonda. Sirius... con lui invece era tutto diverso. Era tutto difficile... Ma essere pessimisti non era mai stato da lei! Si sforzò di farsi coraggio... In fondo era riuscita a prendere una sua mano l'ultima volta... Era in gamba come fantasma, pensò per darsi coraggio. Quello non era il momento di angosciarsi! Eri lì per essere utile, per smuovere qualcuno perchè nefasti eventi del genere non avessero più a ripetersi. Tornò a prestare attenzione al noioso discorso del Ministro...

Per due settimane lunghissime le nuvole grigie e pesanti coprirono il cielo e una pioggia sottile ma incessante seguitò a cadere. Era ormai cominciato Agosto, quel pomeriggio Peter sarebbe tornato dall'Irlanda e approfittando della giornata di tregua che il brutto tempo stava concedendo, i ragazzi ne approfittarono per recarsi assieme a Diagon Alley, un giro per i negozi e un bel bicchiere di Burrobirra al Paiolo Magico avrebbe fatto solo del bene a tutti quanti.

Lily quel sabato era tornata a pranzo a casa, il pomeriggio era stato deciso avrebbe raggiunto gli altri nel magico quartiere londinese. Così a metà pomeriggio si servì della passaporta utilizzata precedentemente con James e fece capolino nel cortile posteriore del Paiolo Magico.

Trovò ad aspettarla tutti quanti, James, Sirius, Remus, Macie e in più Peter.

“Ciao ragazzi! Ciao Peter, bentornato!” sorrise educatamente.

Peter la osservò attentamente, la gonna leggera sopra le ginocchia da cui spuntavano le gambe lunghe e dritte, la camiciola di cotone con le maniche corte e i capelli rossi racconti in due treccine. Arrossì e balbettò qualcosa di comprensibile che sarebbe potuto suonare come un “Ciao Lily, sono contento di rivederti.”

James e Sirius lo presero in giro come sempre, anche Macie che aveva capito ormai la cotta di Peter nei confronti di Lily sorrise sotto i baffi assieme a Remus. Lily sola non capiva che cosa ci fosse di divertente, ma decise di ignorarli.

“Bene, perchè non ci facciamo subito un bel giro? Evans, sei in ritardo!” la ammonì James. Lily come al solito gli riservò un'occhiata bieca “Avevi detto alle tre e mezza qui!”

“Cosa? Questa poi?! Avevo detto le TRE! E' mezz'ora che aspettiamo! Bè, dai! Non hai bisogno di inventarti scuse, ti perdoniamo perchè siamo tutti troppo buoni...” fece poi agitando una mano con aria di sufficienza.

La cosa naturalmente diede molto sui nervi alla rossa, che non mancò di far valere le proprie ragioni “COSA? Non sto inventando nessunissima scusa! Tu mi hai detto proprio alle tre e mezza! Io non sono MAI in ritardo! Tu piuttosto ti sei rimbecillito ancora di più e non ricordi nemmeno quello che dici!”

“Bè, questa volta lo sei e io non sono proprio niente! Comunque smettila con queste noiose ed inutili scuse, te l'ho già detto...” e tra litigi e rimbeccate varie si incamminarono tra le strade gremite di maghi che si godevano quel sabato pomeriggio.

Erano appena tutti quanti usciti da ‘Accessori per il quidditch di prima qualità’, Lily si infilò un maglioncino che iniziò a tirare un venticello decisamente pungente e grossi nuvoloni erano tornati a riempire il cielo. Stava chiacchierando con Peter, che si sentiva in paradiso, facendosi raccontare dell'Irlanda quando una voce fredda e tagliente richiamò l'attenzione di tutti quanti.

“Che bel gruppetto male assortito!” dall'altro lato della strada stava Lucius Malfoy, capelli biondi raccolti in una coda, il solito colorito pallido e un ghigno beffardo e malefico sul volto pallido e scarno. Al suo fianco l'immancabile Severus Piton. “C'è il malaticcio, il ‘simpaticone’, la fantasmina, l'insopportabile quattrocchi che si crede il più gran cercatore del secolo, lo sfigato e... ultima ma più importante, la patetica mezzosangue...” fece disgustato passando lo sguardo dall'uno all'altro.

Lily rise divertita “Si, guarda chi si vede! Lucius Malfoy, il cercatore peggiore che Serpeverde abbia mai avuto!”

“Ma che dici, è il peggiore che abbia mai cavalcato una scopa!” la corresse rapidamente James.

“Ah, Lucius Malfoy! -intervenne Sirius- Quello che non è riuscito a diventare capitano nemmeno quest'anno! Nè Prefetto, nè tanto meno Caposcuola, nè un sacco di altre cose ed è sempre e solo un fallito! Si si, so chi è!” disse serio rivolto a James e Lily. A quel punto si voltò verso il biondino indicandolo con un dito “LUI!” e tutti i ragazzi al suo fianco iniziarono a contorcesi dalle risate, suscitando il disappunto di Malfoy che tanto più arricciava il naso e si imbestialiva tanto più li faceva divertire.

“Siete davvero... patetici...” fece sempre altezzoso quindi fece per allontanarsi. Ma si bloccò di colpo. Per la strada echeggiarono urla di panico e la gente prese a correre in mille differenti direzioni mentre un terrificante Teschio Nero compariva nel cielo che andava oscurandosi... I sei ragazzi rimasero bloccati e videro giungere dal fondo della strada tre tetre figure ammantate e con viso coperto da un cappuccio, impugnavano bacchette nere e non parevano avere buone intenzioni. Lily si sentì mancare, erano agghindati come il mago che aveva attaccato Macie. La biondina accanto a lei iniziò a tremare.

Poi vide gli occhi acquosi di Malfoy illuminarsi e luccicare. Il biondo si voltò verso la rossa e la indicò, poi, prima di sparire alla velocità della luce, gridò “LEI è una mezzosangue!”. Sirius fece per seguirlo ma si era dileguato...

Lily era pietrificata, immobile, con la bocca spalancata. Sapeva quando Lucius Malfoy fosse spregevole, ma non avrebbe mai immaginato potesse arrivare a certi bassi livelli. Tutta la strada ammutolì mentre la risata roca e gelida di uno dei tre Mangiamorte riecheggiava nell'aria. Nessuno era in grado di muovere un singolo muscolo. L'oscuro figuro alzò un braccio brandendo la bacchetta nella sua direzione, Lily vide le sue labbra sottili e pallide ripiegarsi in un sorriso malefico e poi aprirsi in procinto di emettere qualche incantesimo.

Avada -il cuore della rossa si bloccò e terrorizzata e incapace di reagire l'unica cosa che sul momento riuscì a fare fu chiudere forte gli occhi- K...” ma prima che il mago ebbe la possibilità di terminare ‘il verdetto di morte’ Lily si sentì sbalzare pesantemente a terra, come travolta, mentre alle sue spalle una voce tuonava potentemente “Stupeficium!

Era a terra con gli occhi ancora chiusi, sentiva dolore a tutte le ossa, per un istante balenò nella sua mente l'idea che quell'anatema micidiale l'avesse uccisa... che fosse morta. Buio e silenzio erano le sue uniche percezioni oltre al dolore. Poi sentì una miriade di voci esplodere attorno a lei e quando, lentamente, riaprì gli occhi si ritrovò sdraiata in mezzo alla strada. Fece per alzarsi ma si accorse che un peso la bloccava, lo stesso peso era un attimo dopo in piedi accanto a lei: James. Si rialzò in piedi a fatica e guardò prima il ragazzo con una guancia escoriata e senza gli occhiali e poi, poco lontano da loro la professoressa Figg che tendeva ancora la bacchetta verso il vuoto “Si sono smaterializzati...” mormorò riponendola nel mantello e avanzando nella sua direzione.

“Pazzi! Tutti e due, tutti voi! Lily, non abbiamo fatto in modo che tu non tornassi a casa per poi vederti scorrazzare senza preavviso a Diagon Alley! Avreste dovuto avvertire me o Silente!-la rimproverò severa- Cosa credevate di fare? James? Volevi finire ucciso anche tu con il tuo atto eroico?” i due ragazzi si scambiarono uno sguardo sconcertato, James chinò subito gli occhi mortificati a terra, Lily fece saettare gli occhi a destra e sinistra, confusa e spaventata. Arabella trasse un profondo respiro e la sua espressione si raddolcì “Come state ragazzi? State sanguinando tutti e due... Lily, ti senti bene?” domandò mettendo una mano sulla spalla alla ragazzina che annuì incoerentemente. Mezz'ora dopo erano nella sala medicazione del piccolo Centro di Soccorso per Incidenti Magici di Diagon Alley. Lily aveva un braccio rotto, che fu presto magicamente riparato, e graffi su gomiti e ginocchia, cui si ricorse ad un paio di più banali cerottoni. Anche James aveva una vistosa medicazione sulla guancia destra e una fasciatura ad un polso, ma era tutto sommato messo meglio di lei. Nella sala d'attesa trovarono ad aspettarli, oltre ad i loro preoccupatissimi amici, anche Silente assieme a Mrs Figg.

“Come state ragazzi?” domandò il preside strofinandosi preoccupato la lunga barba bianca.

James annuì alzando le spalle e anche Lily “Credo bene...” mormorò. Era leggermente intontita per via di una pozione calmante ed anti-shock che i medimaghi le avevano da poco somministrato.

Si sedettero sulle poltrone di velluto, la professoressa porse loro due grossi gelati che i due ragazzi presero senza dire una parola ma senza mangiarli.

“Sei stata molto fortunata, Lily... Sarei potuta arrivare anche solo un attimo dopo e tutti e due -guardò anche James- avreste fatto una fine differente...” disse la donna, senza rimprovero, solo una nota di sollievo nella voce.

“Ma che cosa...” balbettò Lily scotendo la testa rossa, confusa.

Silente trasse un profondo respiro “Quelli erano dei Mangiamorte, Lily...” iniziò. Guardò Macie rapidamente, la giovane fantasmina ne era al corrente da tempo, ma Silente le aveva gentilmente chiesto di non diffondere le notizie di cui sarebbe venuta a conoscenza.

“Sono i più accaniti seguaci di Lord Voldemort... E lui credo tu lo conosca già, almeno per sentito dire. Uccidono maghi ricorrendo ad anatemi illegali... sono abili e veloci, e molto forti. Arabella è arrivata appena in tempo per schiantare quello che stava per ucciderti, Lily...”

Lily era in silenzio, con la bocca spalancata e gli occhi fissi. James invece balzò in piedi “E chi è? Lo avete preso?” domandò ansioso.

Silente scosse il capo “Purtroppo... gli altri due si sono smaterializzati e lo hanno portato con sè... Ma credo che dobbiamo già essere contenti del solo fatto che questo episodio potrà rappresentare per voi solo un brutto ricordo... Ora, vorrei che tornaste subito a casa, ragazzi! Arabella vi accompagnerà. La prossima volta che decidete di andare a Diagon Alley o da qualsiasi altra parte è meglio se ci informate in anticipo... Non vorrei che episodi simili abbiano a ripetersi, mi raccomando...” fece preoccupato alzandosi in piedi.

Tutti e sei annuirono, si congedarono da Silente e tornarono a casa, via Passaporta, accompagnati dalla professoressa. Remus fu accompagnato a casa, che ci sarebbe stata la luna piena, e anche Peter ritornò alla propria abitazione, con sommo dispiacere di abbandonare Lily in quelle condizioni.

La sera a casa Potter i quattro reduci della combriccola stavano consumando la propria cena. Lily faceva una fatica enorme perchè piegare il braccio per portare il cibo alla bocca era un supplizio per i gomiti feriti.

“Ahia! Sono tutta quanta un dolore...” commentò mollando improvvisamente le posate.

James ridacchiò “Ma sei viva, no?” e le sorrise leggermente.

Lily si sforzò di non arrossire e balbettò un “Già...” riportando gli occhi sul proprio piatto. Improvvisamente si ricordò del gesto di James quel pomeriggio. Certo, le era costato un braccio rotto e un bel pò di sbucciature, ma... l'aveva protetta, aveva cercato di salvarle la vita! Certo sarebbero morti entrambi se non fosse arrivata anche la professoressa, ma quel gesto era stato infinitamente dolce. Il suo cuore aumentò i battiti e le guance le si colorirono. Fortunatamente James non se ne accorse preso com'era a lagnarsi, che per via della guancia non riusciva ad aprire bene la bocca e masticare a dovere, ma la cosa non sfuggì a Sirius e Macie, che si scambiarono un'occhiata complice.

Nemmeno una settimana dopo casa Potter era in fermento.

“Ragazzi, ma tra tre giorni è il tuo compleanno, Jamie! Perchè non organizzi una super festa come quella degli anni scorsi?” si era improvvisamente ricordato Peter. Così in tre giorni i ragazzi si erano dati da fare per spedire gufi ai compagni di scuola perchè giungessero numerosi come gli anni precedenti, per ordinare valanghe di dolci, burrobirre, succhi di zucca, e quant'altro fosse necessario per l'ennesima indimenticabile festa di compleanno di James.

Anche Lily non vedeva l'ora, a parte le feste a scuola non aveva mai partecipato ad un party di maghi... si stava dando un gran da fare assieme soprattutto a Sirius, che di feste pazze come di scherzi era un intenditore, così quel pomeriggio, a bordo della propria scopa, sfrecciò per tutto l'enorme cortile attaccando festoni e decorazioni colorate.

“Ah, porcaccia! Sarebbe tutto decisamente più facile se ci lasciassero usare la magia!” si lagnò Sirius dopo aver rovesciato per l'ennesima volta la torre di bicchieri.

Lily scoppiò a ridere “Ma non si può! E poi non è così drammatico, è solo che... sei un ragazzino viziato Sirius Black!” lo prese in giro.

“Cosa? Non è affatto vero... Solo che la magia è così... comoda! E sei tu che sei una sgobbona, Lily!” e le diede un piccolo calcetto.

“Viziato...”

“Sgobbona...”

“Viziato...”

“Dimmelo ancora, forza? Mago avvisato...” la minacciò prendendo tra pollice ed indice una sferetta gialla.

Lily lo fissò perplessa “E quella che cosa sarebbe? Hai forse intenzione di colpirmi? -rise- Viziato...”

Con un semplice piccolo gesto Sirius la lanciò verso Lily, la pallina sfrecciò fino a pochi centimetri dal suo naso, poi si bloccò a mezz'aria. Lily non ebbe il tempo di domandarsi che razza di diavoleria fosse che subito quella esplose con un sonoro BOUM, ricoprendola da capo a piedi di un liquido viscido e giallo luminoso. Sirius prese a ridere senza ritegno “Ti avevo avvertito!”

Lily fece per strozzarlo “Sirius! Maledizione... mi ero appena preparata!” sbuffando corse fin in camera sua, all'apice dell'intrattabilità. Si ficcò sotto la doccia dove dovette stare per almeno mezz'ora solo per fregare via l'alone giallo dalla faccia, dove era più marcato, figurarsi quando fu il turno dei capelli. Gironzolava per la stanza lanciando per aria ogni capo di vestiario quando fece capolino Macie.

“Lily, eccoti dove sei! Ma non sei ancora pronta?” domandò vedendola ancora in accappatoio.

Lily nervosamente raccattò i propri vestiti “Che accidenti mi metto ora? Tutta colpa del tuo maledetto Sirius! Ora capisco perchè son tanto amici quei due!”

Macie frugò nella valigiona della ragazza e ne tirò fuori un completo beige “Che ne dici?”

Lily storse il naso “Fa molto caldo questa sera, non va bene! Ha le maniche lunghe!” le fece notare. La biondina si rituffò nella massa informe di abiti per poi riemergerne con un l'ennesimo capo “Questo è perfetto!” decretò, e bloccando ogni vana obiezione di Lily glielo lanciò addosso e rimase a seguirla, incurante delle proteste, finchè non lo ebbe indossato. Lasciò che finisse di prepararsi e scese assieme agli altri, raggiungendo il suo Sirius.

Ormai a festa inoltrata Lily scese nervosamente le scale, seguitando a strofinarsi un pollice che non ne voleva sapere di lasciare il giallo per il colore naturale. Imbarazzata fece capolino in veranda, tra i numerosi e festosi compagni di scuola, di casa soprattutto. A quella festa aveva l'aria di esserci se non tutta Grifondoro almeno un buon settanta per cento! Era allibita da quanti ragazzi ci fossero. Si guardò attorno affascinata, vassoi incantati girovagavano ovunque avvicinandosi alle persone e offrendo loro pietanze e drink. Quelle che parevano lucciole giganti volteggiavano in cerchio e rischiaravano il cortile, la fontana era diventata inspiegabilmente rossa, quindi blu, gialla, e di una miriade di altri colori a rotazione. Vide James ridacchiare ora con un amico, ora con un altro, degli altri non c'era praticamente ombra. Vagò per tutto il cortile, salutando i compagni che meglio conosceva e guardandosi attorno sempre più affascinata. Incontrò Peter vicino al tavolo dei Pudding.

“Pete! Finalmente ho trovato qualcuno! Aaah!” sospirò lei.

Lui bloccò la fetta di dolce che teneva in mano a mezz'aria e la fissò con la bocca spalancata e gli occhi fuori dalle orbite. Era bellissima in quel grazioso abitino di lino blu a maniche corte. Anche i capelli leggermente arricciati sulle punte la facevano sembrare, se possibile per lui, ancora più bella di quello che in realtà era.

“Peter?” Lily, imbarazzata, fu costretta a richiamare la sua attenzione, infastidita.

“S-sc-scusa! Em.. Lily... s-stai... em, benissimo... bellissima...” mormorò rapito. Lily avvampò, per qualche attimo cercò di scambiare quattro parole con lui, ma fu tutto inutile, era su un altro mondo.

Si allontanò a fare quattro passi, meglio soli certe volte...

Se ne stava sola soletta in riva al fiume, con i piedi nudi immersi in pochi centimetri di acqua fresca, cosa che le piaceva da morire, a ripensare a quello che era accaduto a Diagon Alley una decina di giorni prima quando qualcuno acquattato su un manico di scopa le sfrecciò attorno ripetutamente, facendole perdere l'equilibrio e finire lunga distesa nell'acqua.

Una risata famigliare le giunse alle orecchie e levando i capelli gocciolanti dagli occhi scorse James balzare a terra dalla propria scopa “Imbecille! Come se Sirius non mi fosse bastato poco fa!” strillò isterica. Era la seconda volta quella sera che gettavano al vento tutta la sua lunga opera di preparazione.

James si sorprese a fissarla. Ancora non l'aveva vista da quando era scesa dopo essersi cambiata e vederla in quel vestito, ora fradicio vabè ma ugualmente molto carino, fu una piacevole visione. La guardò mentre lo fissava arrabbiata, le mani sui fianchi sottili, le gambe lunghe leggermente divaricate, una ciocca di capelli bagnati incollati alla fronte imperlata di acqua fresca. Vide i suoi occhi verdi brillare anche alla poca luce che c'era. Era davvero una ragazza carina... Nella sua mente si fece largo un simile pensiero, ma distolse lo sguardo come per cacciarlo via; non era una ragazza, accidenti! Era Lily Evans!

Per nascondere il proprio imbarazzo fece quello che era solito fare con lei, la prese in giro. Ben presto quello che era un normalissimo battibecco degenerò in una fitta guerra all'ultimo spruzzo che coinvolse la maggior parte dei presenti, che sedutastante si precipitarono nell'acqua in un tutti contro tutti davvero emozionante.

Era notte fonda ormai quando anche gli ultimi ospiti se ne erano andati, Lily si era buttata sul prato verde e fresco, ansimante e soddisfatta, lo stomaco che faceva ancora male per le eccessive risate. James si sdraiò a qualche passo da lei, ugualmente grondante, portando le mani sotto la testa e fissando il cielo.

“Piaciuta la mia festa?” le chiese.

Lily per tutta risposta rise ripensando alle da poco compiute prodezze acquatiche “Decisamente! Ah... mi sa che ancora non te l'ho detto... Buon compleanno Potter! Incredibile che tu abbia sedici anni, ora! Conoscendoti te ne darei al massimo una decina... Sai, il livello di maturità è quello!” scherzò.

Lui sbuffò divertito “Sai una cosa Evans? Se potessi tornare in dietro a quel pomeriggio a Diagon Alley probabilmente ti ci lancerei tra le braccia dei Mangiamorte! Si, questa si che sarebbe stata una saggia azione! Altro che...” e si bloccò.

Lily trattenne il respiro, poi tutto d'un fiato buttò fuori quello che da qualche giorno aveva cercato senza successo di dirgli “Grazie! Grazie per aver cercato di aiutarmi quel pomeriggio... Anche se mi hai ammaccato tutta... Bè, hai provato a salvarmi la vita...”

Lui si risistemò gli occhiali sul naso, in imbarazzo “Oh, figurati... -iniziò- ma se potessi tornare indietro!” terminò scherzando.

Risero entrambi, rilassati e fiacchi, guardando in cielo.

“OH! Hai visto? Una stella cadente! E' il dieci di Agosto! E' la sera delle stelle cadenti!” si ricordò improvvisamente lei rialzandosi a sedere.

James fece lo steso “Hai qualche desiderio particolare?”

Lily alzò le spalle “Mi sembra ovvio, no?”

Lui capì all'istante ciò a cui si stava riferendo “Oh... bè, nel caso il tuo desiderio non fosse di immediata realizzazione, anche se te lo auguro... sappi che... potrai trascorrere qui tutte le estate che vuoi, Lily...” e le fece un sorriso disteso.

Lei ebbe un tuffo al cuore, sentirlo pronunciare il suo nome in un modo così naturale e dolce... la emozionava. Lo guardò imbarazzata tra una ciocca di capelli e l'altra che le ricadevano sul naso “G-grazie, io... sto passando una bellissima estate, James...”

“Bene!” fece lui. Sembrava molto più a suo agio e tranquillo rispetto a lei e questo la metteva ancora di più in agitazione. Tutta via dentro anche lui era in trambusto. Ancora quella piacevole sensazione dello ‘stare insieme’ che lo spiazzava...

Improvvisamente avvicinò una mano la viso paonazzo di lei, spiazzandola “Aspetta... hai una foglia...” e per rompere l'imbarazzo che li attanagliava gliene appiccicò una bella grossa proprio sulla guancia.

Lily sbuffò, “Idiota!” ma entrambi non poterono fare a meno di scoppiare a ridere.

Peter li stava cercando da un pò quando li vide seduti l'uno accanto all'altra a sorridere e parlare. Provò un'improvvisa ondata di gelosia, perchè prima da lui se n’era andata e ora invece con James sembrava così a suo agio? Non li avrebbe certo lasciati soli ancora a lungo! Corse nella loro direzione e si sedette proprio tra loro.

“Che bella festa, Jamie! Complimenti! Lily, ti sei divertita?”

Lei annuì entusiasta prima di ributtarsi sulla schiena e perdersi guardando le stelle. Ben presto anche gli altri tre li raggiunsero e si unirono a loro, osservando pacificamente il cielo, facendo a gara a chi scorgeva più stelle, a rincorrerle e giocare con loro con la fantasia.

E anche quella meravigliosa estate giunse al termine. Lily trascorse a casa il giorno prima della partenza per la scuola.

Per tutto il girono non fece che contare le ore che la dividevano dal ritrovo con i suoi amici. Con James...

“Tesoro! Allora, bilancio vacanza?” chiese la madre la sera, entrando in camera sua.

Lily balzò sul letto entusiasta “Bè... se si esclude tutto il resto... E' stata un'estate meravigliosa!” trillò.

La madre le sorrise “Sono contenta per te... Sai, ti vedo, non lo so, diversa...”

Lily arrossì “C-che cosa intendi?”

“Oh, ma si! Sovrapensiero, ansiosa... Sorridente...” fece maliziosa.

Lily si rabbuiò “Che cosa vuoi insinuare?”

“Oh, nulla nulla! -si difese la donna, cercando di non ridere- Però James è davvero un bravo ragazzo, sai?”

Lily la guardò truce “Mamma, lo so che cosa stai pensando! Ma non è affatto così, credimi!” la ammonì.

Ma nei fatti quando la mattina dopo a King's Cross scorse i ragazzi e Macie davanti alla barriera corse loro in contro quasi volando... Felice e pronta ad affrontare un altro anno ad Hogwarts... Ma sarebbe stato un anno differente, decisamente molto fuori dagli schemi... Per fortuna o purtroppo...

 

Continua...

 

ECCOLO QUI! Ommioddio... chiedo subito scusa perchè vi avevo promesso ieri l'aggiornamento ma... non lo avevo finito! Ed oggi l'ho fatto! sappiate che sto praticamente morendo dal sonno ed ho un dito distrutto (dentro la portiera della macchina @__@) ma ce l'ho fatta! *povera Ly! T_T NdLy

Come al solito aspetto le vostre recensioni perchè non lo so sinceramente come mi sia venuto... Cambio qualcosa? Eh? suggerimenti? Critiche? Em... ah, James e Lily... su su! Un pò di pazienza! Roma non è stata costruita in un giorno, lo sapete vero? ^^ arriverà ciò che aspettate... se recensite in tanti magari arriva anche prima... *I raggiri di Ly

Come al solito un grazie speciale e una confezione di baciotti a :

Mokichan: ^^ Sono dolci? E vedrai cosa sta per succedere... Ih ih ih.. Grazie mille per i complimenti, sei un tesoro! Angi e Gius ^^ le mie veterane! Non vi ammazzate, mi raccomando! E... non sono la Mc Granitt!! O__o''' Ci mancherebbe... Strekon(uccio): HEI! ma la mia identità non doveva uscire di qui, che c'è finita a fare nella tua fic? :P Castello di cenerentola? No, una bella villona... e che fine fa lo vedrai! Pasiensa giovane, pasiensa! come procedo? EH? Tuo parere, o divino autore, è fondamentale! Kim: oh, che entusiasmo! ^^Grazie mille, troppo buona! Mikan: se mi piangi ogni volta mi finisci le lacrime! ^^''' Questo era triste? Pianto? Serena: SCUSA!! Mi spiace averti fatto attendere per nulla ieri sera... spero di rimediare oggi... ^^ Sei un tesoro! Per Codaliscia... ho in mente certe cose! Uah uah uah SOFFRI! >__< Heavy: Grazie! ^o^ Gli scambi di battute piacciono anche a me sinceramente... Keiji: Sono contentissima che tu abbia recensito! *Ly saltella* e spero di leggere altre recensioni! Fammi sapere, eh? Grazie anche a Su8, e Giuggy, tranquilla recensisci se vuoi e quando vuoi (Meglio prima e sempre!! Uah uah uah, scherzo! ^^)Ecco, io vi adoro tutti quanti! Le vostre recensioni mi fanno toccare il cielo con un dito, GRAZIE! Fatemi sapere anche per questo capitolo... le riflessioni all'inizio, come suonano? Un bacione e tutti, la vostra Ly

 

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Capitolo 10
*** Riconoscere ***


Preannuncio che mi accingo a scrivere per la SECONDA VOLTA e MEZZA il capitolo [Correzione di mezzanotte

 

 

Preannuncio che mi accingo a scrivere per la SECONDA VOLTA e MEZZA il capitolo [Correzione di mezzanotte... Ly riscrive, ESASPERATA, la fine del capitolo per quella che è la QUARTA volta... ormai è diventata una comica...] ... Lunedì lo avevo terminato ma prima che potessi salvarlo la corrente si è presa una breve vacanza, sufficiente a mandare al diavolo la parte finale del capitolo! Così il Martedì mi ci son rimessa... LO AVEVO TERMINATO, RIVEDUTO, CORRETTO, avevo persino già scritto i ringraziamenti... IL PC SI è IMPALLINATO!! Quando ho riavviato... SHOCK! la mia fic era niente di più che un documento WordPad VUOTO! Non c'era + una parola...  Depressione profonda... SPERO CHE ALMENO QUESTA SIA LA VOLTA BUONA! Se lo vede pubblicato entro Mercoledì sera (Ly sgobba come una matta per finirlo) allora il Grande Demone Celeste mi ha finalmente concesso una tregua... Vediamo che riesco a combinare... Mah...

Ok, Ly si chiude in camera con un bicchierone esagerato di Coca e il cd dei Coldplay a palla e scrive... scrive... scrive... Di nuovo...

 

-10-

 

Come ogni anno l'Espresso era partito rigorosamente puntuale dal consueto binario 9 e 3/4, trasportando i soliti studenti più qualche nuovo arrivo all'ordinario appuntamento con le nuove lezioni e con la magia.

Ed un altro anno ad Hogwarts era iniziato, per la sesta volta, per i nostri ragazzi, le porte del maestoso castello si erano spalancate pronte ad accogliere un numero incredibile di giovani maghi.

C'era stato lo sfarzoso banchetto d'accoglienza, il discorso del preside, lo smistamento dei ragazzi del primo anno in una delle quattro case, Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde. La solita presentazione dei regolari insegnanti e, novità di quell'inizio anno, la presentazione del nuovo custode che avrebbe sostituito definitivamente il vecchio Mastro Mole, divenuto ormai troppo vecchio e completamente cieco per badare ad una fiumana di giovani maghi allegri e temerari. Il losco figuro scrutava con occhio truce ed attento gli studenti che lo accolsero con un applauso leggermente forzato. Tra le braccia teneva un ammasso di pelo felino che dormicchiava pacificamente. A Sirius e James fu subito chiaro chi sarebbe diventato nuovo bersaglio dei loro scherzi.

Lily Evans era ancora prefetto, come da copione accompagnò i nuovi e vecchi Grifondoro fin alla Torre “Fabula” fece dopo essersi chiarita la voce, la Signora Grassa salutò con un cenno del capo e scivolò di fianco lasciando passare tutti i ragazzi. Come ogni anno la Sala Comune si spalancò davanti agli occhi entusiasti degli studenti in tutto il suo consueto sfarzoso arredamento, con i suoi arazzi  i suoi quadri ricercati e tutto il resto.

Tutto prese il via come sempre, le routinarie lezioni, gli allenamenti di Quidditch, i piccoli imprevisti che ogni giornata portava con sè e tutto il resto. Da subito prese il via anche la reciproca antipatia tra i quattro Malandrini e il nuovo terrificante custode. Da subito l'uomo aveva irragionevolmente triplicato le già pesanti limitazioni lasciate da Mastro Mole, suscitando il disappunto di gran parte degli studenti.

Non passò infatti molto tempo che Sirius architettò il primo piano di vendetta. Sgattaiolato fuori dal proprio dormitorio ben nascosti sotto l'immancabile mantello dell'invisibilità di James, i quattro ragazzi sgattaiolarono fino all'ala proibita e perennemente deserta del quarto piano, si nascosero dentro un'aula deserta e caduta in disuso e attesero. Presto, infatti, fece capolino nel corridoio la gatta: Mrs Purr si mise a fissare lo spiraglio nero della porta, dietro cui i quattro stavano acquattati, con i suoi occhiacci gialli e luminosi, attendendo il suo padrone di cui per il momento si udiva solo la voce giungere sempre più vicina dalle scale.

Prima che Gazza potesse raggiungere la fida compagna Sirius infilò una mano fuori dall'ombra in cui erano avvolti, afferrando rapidamente Mrs Purr per la collottola e trascinandola dentro, mentre con l'altra le teneva chiuso il musetto impedendole di miagolare e mandare il piano all'aria.

Mastro Gazza fu lì in pochi istanti “Mrs Purr, tesoro mio, dove sei? Abbiamo trovato qualche insignificante, ripugnante giovane maghetto dissennato? Fa vedere a Argus dove si trovano quelle bestiacce, tesorino mio! -era giunto innanzi alla porta dell'aula buia dei ragazzi- Mrs Purr... dove sei, piccina di Argus? Dove sei finita micina mia?” nella sua voce trapelò una nota d'urgenza. Sirius dovette mordersi dolorosamente il labbro inferiore per trattenere una risata straripante.

Quando si fu allontanato il morettino alzò la gatta a mezz'aria, bloccandola con un incantesimo. L'ennesimo sussurro e Mrs Purr si ritrovò completamente epilata... Fatta eccezione per una bizzarra cresta acuminata in cima alla testolina, che scendeva tra un orecchio e l'altro. Quindi fu il turno di James di sfoderare la bacchetta “Argenta” mormorò, e la cresta della gatta prese a luccicare di riflessi argentati. Tutti e quattro ridacchiarono sommessamente. A quel punto Sirius la lanciò in aria e James la fece volare fuori dal loro precario nascondiglio, tenendola sollevata con un perfetto Wingardium Leviosa.

“MRS PURR!!! Mio piccolo tesoro! Che cosa ti hanno fatto! -strillò istericamente il custode dopo aver adocchiato la gatta fluttuare a mezz'aria a pochi metri da lui- Che è stato? Eh? Amorino di Argus, chi ti ha fatto questo?” prese la gatta tra le manone nodose e digrignando i denti iniziò a lanciare occhiate guardinghe tutt'attorno. La gatta miagolava terrorizzata e lui l'accarezzava incessantemente cercando di calmarla.

“Chi è stato? Dove si è nascosto? Che lo troviamo , si certo! E poi spezziamo in mille piccoli pezzi quelle sue dannatissime dita, così vedrai se questo insulso maghetto avrà di nuovo modo di mettere mano a quella sua schifosa bacchetta! Certo che lo faremo, vero Mrs Purr? E gli strapperemo ad uno ad uno i capelli dalla testa e ci faremo un cappio da appendergli attorno all'esile collo! Si, rispolvereremo le vecchie attrezzature da tortura che, sono sicuro, si trovano ancora qui nei sotterranei... La questione non finisce qui, vero piccina mia?” poi si allontanò, sempre tenendo ben stretta tra le braccia la gatta sotto shock, blaterando qualcosa circa le vecchie amatissime e dolorosissime punizioni corporali.

James lanciò un'occhiata perplessa a Remus, che annuì mormorando quasi impercettibilmente “Sadico...”

Quando si fu allontanato poi, tutti quanti uscirono allo scoperto ridendo come pazzi, si infilarono nuovamente sotto il mantello di James e corsero veloci fin nelle loro stanze.

Quando la mattina seguente incrociarono il custode, scendendo per la colazione, che teneva tra le braccia la sua Mrs Purr ancora tramortita e completamente senza un pelo, dovettero fare del loro meglio per evitare di scoppiare a ridere. “Salve Mastro Gazza! Ma che è successo alla sua Mrs Purr?” fece poi Sirius, con eccessiva ironia. Gazza ringhiò, strizzo gli occhi ridotti a due fessure rabbiose e sbraitò qualcosa circa un modo per fargliela pagare. Quello fu l'inizio dei loro scontri. Da quando, quella sera, erano finiti tutti e quattro, ma soprattutto James e Sirius, sulla sua lista nera, non passò settimana che non si scontrassero, finissero in punizione o addirittura dal preside. Quando accadeva Silente faceva del proprio meglio per non ridere dei  bizzarri e divertenti resoconti dei loro ‘innocui scherzetti’, tra l'altro con scarso successo.

Tutto era tornato alla normalità. Erano tornati anche gli scontri con Malfoy, i ragazzi non avevano certo scordato il pomeriggio a Diagon Alley, anche se nessuno aveva pensato di punire Malfoy, loro avevano pensato di farsi giustizia da soli. La cosa inusuale fu che Lily, che di solito provvedeva a sedare ogni tipo di rissa, in quelle circostanze non si tirò invece indietro, diede anzi manforte agli amici. Ma qualcosa era decisamente cambiato, e furono in parecchi a notarlo. Nonostante ogni occasione fosse buona per rimbeccarsi e litigare, James e Lily erano perennemente, irrimediabilmente, stranamente sempre assieme. Alle lezioni, durante le pause, ai pasti e persino agli allenamenti di Quidditch, dal momento che sia lei che Macie avevano preso a seguirli assiduamente ogni giorno.

Altro avvenimento dell'anno, ma ormai non era più una novità, fu il Ballo Natalizio, annunciato dal preside qualche giorno prima delle vacanze invernali e accolto con gran gioia da praticamente tutti, visto l'enorme successo che aveva riscosso l'anno precedente. Il consueto mormorio di approvazione si diffuse per le lunghe tavolate, tra gli studenti.

Per Sirius e Macie fu immediatamente chiaro, e senza bisogno di inviti o richieste formali, che vi avrebbero partecipato assieme, si scambiarono solo un tenero sorriso. Remus provvide a cercare ed invitare nuovamente Sandy Ollivar di Corvonero, che era stata la sua compagna l'anno passato; tra i due non c'era nulla più di una simpatica amicizia, ma entrambi si trovarono concordi nel constatare quanto si fossero divertiti alla festa precedente e quanto sarebbe piaciuto loro ripetere assieme l'esperienza.

I problemi invece, come al solito, sorsero e assillarono Peter. Il ragazzotto avrebbe, come da copione, voluto invitare Lily, ma era titubante.

Un freddo pomeriggio, il primo delle vacanze invernali, Peter se ne stava tranquillo in Sala Comune disputando una per nulla spettacolare partita a Gobbiglie assieme a James.

“Jamie, con chi andrai al ballo?” domandò facendo correre una piccola sfera arancione sul tappeto rosso.

James alzò le spalle, con noncuranza “Da solo come l'anno scorso...” mentì. In realtà aveva una mezza idea, ma sarebbe più corretto dire che l'idea ce l'aveva ben chiara e tutta intera, circa la ragazza con cui avrebbe voluto partecipare, ma questo lo tenne per sè.

Peter prese a fissarlo “L'anno scorso non eri mica solo, Jamie. Eri con... Lily.” gli ricordò leggermente affranto.

Questo lo sapeva bene anche lui, certo. Non si era dimenticato di quella divertentissima sera, di come, in fin dei conti e nonostante questo non l'avesse mai detto a nessuno, si fosse trovato bene con lei, di quella che era stata la loro prima svolta. Cercò di non pensarci e di nuovo fece spallucce “Si, ma per caso! Non l'ho mica cercato io! E comunque queste sono sottigliezze...”

Peter prese a grattarsi nervosamente una guancia “Allora... Bè, se io la invito... e se lei accetta... la cosa non ti da fastidio, Jamie?”

L'altro sbuffò “Ma che cavolate stai dicendo? Perchè mai dovrebbe darmi fastidio, Pete?”

“Bè... ultimamente siete sempre... assieme...” gli fece notare di nuovo.

James ce la mise davvero tutta per impedirsi di arrossire, e vi riuscì. In effetti praticamente ogni giorno stavano assieme, ogni occasione era un ottimo pretesto per accapigliarsi e punzecchiarsi vicendevolmente, James non mancava di sorridere divertito e a suo agio ogni volta. Gli piaceva tutto ciò, gli piaceva da matti, era il suo unico modo di sentirsi a suo agio con lei, da qualche tempo restare in silenzio, o parlare seriamente con lei, lo imbarazzava terribilmente. Tutta via si trovò a negare nuovamente le parole dell'amico “Ma smettila! Stiamo sempre TUTTI QUANTI assieme!” sottolineò.

Ma Peter era ben determinato “Ti piace? Lily ti piace, Jamie?” domandò titubante.

James spalancò le labbra rosse e gli occhioni dietro le lenti, mentre le sferette colorate che aveva tra le mani gli caddero dolorosamente su un piede, le Gobbiglie erano tremende nel distruggere ‘accidentalmente’ piedi innocenti. In effetti anche lui si era posto mille volte la domanda, ma tutte le volte si era rifiutato di ascoltare la risposta che arrivava da dentro di lui. E così fu il turno della terza bugia “Ma che diavolo dici? Questa poi... Andiamo, Pete! La Evans! Ma non che non mi piace, che domande assurde...” e accompagnò le proprie incerte parole con una risatina nervosa. Già, perchè aveva sedici anni suonati eppure parlare di ragazze lo imbarazzava ancora notevolmente, figurarsi parlare proprio di Lily. James Potter fondamentalmente era un timidone

Peter decisa che era sufficiente, si convinse che lo fosse “Ok, allora questa volta la inviterò!” e il morettino assieme a lui annuì distrattamente.

 

Il ragazzotto non perse tempo. Il giorno seguente, mentre dopo il sontuoso pranzo tutti quanti se ne tornavano alle proprie case e ai propri affari, Peter avvicinò a fermò la rossa.

“Em, L-lily, posso... parlarti?” domandò arrossendo vistosamente.

La ragazza rispose cordialmente con un sorriso “Certo! che cosa c'è, Peter?”

Lui iniziò a farfugliare qualcosa di strano, Lily lo fissava dubbiosa, quindi si chiarì la voce “Em... tu... un accompagnatore... Si, il ballo... Ecco... Hai g-già un accompagnatore?”

Lily scosse la testa, in effetti un semisconosciuto ragazzo di Tassorosso l'aveva invitata ma lei aveva garbatamente declinato l'offerta, sorbendosi tra l'altro la ramanzina di Amy Rubin che lo riteneva, dopo il suo Franck, uno degli studenti più aitanti di quella casa. Ma Lily non avrebbe voluto andare al ballo con lui, in realtà sperava decisamente in un altro invito... in qualcuno di più vicino... “No, non ce l'ho...” ammise con un sospiro. Il ragazzo delle sue brame, infatti, non aveva nemmeno lontanamente accennato alla questione.

Peter divenne, per quanto possa sembrare impossibile, ancora più rosso. In fine raccolse tutto quanto il suo scarso coraggio, strinse i pungi e si costrinse a fissarla dritta negli occhi verdi, alzando lo sguardo che la ragazza era, tra l'altro, qualche centimetro più alta di lui “B-bene... a-allora... em, ecco... Tu... io... L-lily, verresti con me? Al b-ballo...”

Lily rimase spiazzata dalla proposta, per quanto Macie l'aveva avvertita che, secondo lei, Peter lo avrebbe fatto. Aggrottò le sopracciglia, sconcertata. Non che la proposta non le facesse piacere, Peter era un amico, un caro ragazzo, ma come già detto era un altro invito che aspettava “P-peter io... Magari ci devo pensare...” fu la prima cosa sensata che le venne in mente da dire.

Lui spalancò gli occhietti acquosi, speranzoso “Em... allora ci penserai? Me lo dirai?” domandò meno intimidito.

Lily annuì, quindi si separarono imbarazzati. Lei si dette mille e mille volte della stupida. Perchè diavolo non gli aveva risposto di no? Non lo sapeva nemmeno lei. Se anche, comunque, James non l'avrebbe invitata, ci sarebbe andata per conto suo al ballo. Conosceva il giovane Potter, ormai, ed era sicura non avrebbe invitato ragazze al ballo. Se lui fosse stato da solo, allora lo sarebbe stata anche lei... Ora doveva trovare un modo gentile per dire di no a Peter, consapevole del fatto che non sarebbe stato facile, soprattutto dopo averlo fatto attendere.

 

Peter tornò nella propria stanza abbacchiato. Si buttò su letto con un sonoro sospiro richiamando l'attenzione degli amici.

“Allora? Come è andata?” domandò Remus, posando la propria copia della Gazzetta del Profeta, che come al solito sminuiva, sotto il diretto controllo del Ministero, i ripetuti attacchi e le manifestazioni incalzanti dei sempre più numerosi Mangiamorte.

Peter sospirò di nuovo, affondando il viso nel cuscino “Ha detto... che ha bisogno di pensarci...”

Sirius scoppiò a ridere, un pò per lo sconforto dell'amico un pò perchè, e fu l'unico nella stanza, notò la sopraciglia destra di James aggrottarsi quasi impercettibilmente, in segno di disapprovazione.

“Bè, e non sei contento? Voglio dire -iniziò Remus- a Piton l'anno scorso, l'ha liquidato subito e senza troppi giri di parole... Se ha detto di doverci pensare, magari ti dirà di si!”

Sirius pensò bene di dargli man forte, facendo apposta ad aumentare il celato disappunto di James “Già, è così! Le donne sono sempre indecise! Se avesse voluto dirti di no, lo avrebbe fatto immediatamente! Invece credo abbia l'intenzione di farsi un pò desiderare.... Tranquillo, amico!”

Peter sembrò rinascere “Davvero?” domandò, in fondo Sirius era quello che, da parecchio tempo, aveva ben più esperienza in quel campo, credette di potersi fidare di lui.

James, al suo tavolo, non smise mai di scarabocchiare la pergamena che teneva tra le mani, aguzzando però l'udito e lanciando occhiate furtive di tanto in tanto. Alla fine, per non destare sospetto, fu costretto a dire qualcosa “E bravo Peter!” esclamò balzando in piedi, e sforzandosi di essere il più convincente possibile.

 

Tuttavia da quel pomeriggio prese a trattare Lily con antipatia crescente e con più freddezza, cosa che colsero decisamente di sorpresa la rossa, spiazzandola e mandandola su tutte le furie. Ma Lily non fu l'unica ad essere sconcertata...

Qualche giorno prima del Natale, a colazione, James se ne stava mezzo sdraiato sulla panca, al tavolo dei Grifondoro, consumando, o meglio torturando, la propria colazione in religioso silenzio. Accanto a lui si sedette una graziosa biondina boccolosa “Ciao James!” lo salutò sorridente.

“Ciao Mary.” rispose lui tirandosi su e sorridendo allegramente come al solito. Lily dal fondo della tavolata, nel frattempo, adocchiava quei due.

James conosceva Mariekate Shooter da diverso tempo ormai, lei era del settimo anno, ed era la bravissima cacciatrice della squadra di Quidditch di Tassorosso.

Lei ammiccò tutta pimpante “Ecco, James, mi stavo chiedendo se per caso avessi già una dama per il ballo... o se avessi intenzione di invitare qualcuno in particolare...” domandò senza un briciolo di imbarazzo, con tutta la naturalezza possibile.

Lily storse il naso, da lontano, e Macie in fianco a lei ridacchiò, si aspettava una reazione del genere dall'amica.

James sorrise in imbarazzo, era la quarta ragazza, da che erano iniziate le vacanze, che lo invitava la ballo. Probabilmente avrebbe risposto di no anche  a lei, come a tutte le altre “Em... no, nessuna dama...” rivelò arrossendo leggermente.

Mary esplose in un sorriso radioso “Perfetto! Cioè... anche io non ho un cavaliere... se ti va di andarci assieme...”

Mary era una ragazza carina e simpatica, per un attimo a James venne una mezza idea di dirle di si, però non era così che avrebbe voluto andassero le cose “Em... ti ringrazio, ma credo che andrò da solo...” rispose distogliendo lo sguardo e tirandosi su gli occhiali sul naso, suo tipico gesto per allentare la tensione.

Mary sospirò un pò abbacchiata “Oh, va bene. Se cambi idea, fammelo sapere, eh?” e dopo un sorriso gentile e un cenno con la mano si allontanò.

Lily da lontano fingeva indifferenza parlando con Macie.

James, rimasto solo, lanciò un'occhiata alla ragazza, che al momento gli dava le spalle. Bè, magari avrebbe potuto anche lui, avvicinarsi e invitarla. Ma poi pensò che non sarebbe stato giusto, Peter era un suo amico... e poi era ormai una questione di orgoglio. Stupido e insormontabile orgoglio che non gli permetteva di mettersi in gioco, di rischiare. Già, perchè c'era il rischio che lei avesse anche potuto ridere di lui, pensare che fosse impazzito, prenderlo in giro... E lui non lo avrebbe mai e poi mai permesso.

Da canto suo Lily pensava esattamente le stesse cose, mentre con poca convinzione chiacchierava con Macie a proposito dell'abbondante nevicata di quell'anno. L'unico sospiro di sollievo, Lily, lo trasse quando seppe che Severus Piton faceva coppia con un'odiosa Serpeverde, quindi non l'avrebbe invitata di nuovo, risparmiandole l'imbarazzo. Fu Malfoy a sottolineare il fatto che Severus Piton non si sarebbe mai avvicinato ad una mezzosangue, nemmeno se la ragione lo avesse quasi del tutto abbandonato.

Inutile dire che in quell'occasione Sirius non mancò di sferrargli un pungo in faccia. Azione che costò dieci punti tolti dalla professoressa Mc Granitt ma che ne valse un bel pò di soddisfazione al ragazzo, e anche a Lily che in quel momento stava con lui.

Era così giunta la Vigilia di Natale. La sera ci sarebbe stato il Gran Ballo, Lily non aveva ancora dato una risposta a Peter, James aveva rifiutato almeno una decina di inviti e trattava Lily sempre peggio.

La rossa se ne stava seduta comodamente su una delle poltrone della sala comune, Macie al suo fianco “Lil, ti vedo un pò a terra...”

Lei alzò le spalle “No no, è che... bah, lasciamo perdere! Devo ancora dire a Peter che non andrò con lui al ballo...” si ricordò.

Macie la guardò preoccupata “Lily, capisco che tu non voglia andare con lui e che voglia dirgli di no, ma perchè non provi a parlare con James?”

Lily finse di stupirsi “E Potter cosa c'entra ora, Macie? Giuro, certe volte non ti capisco!”

“Andiamo, sono o no la tua migliore amica?” le ricordò la fantasmina.

Lily si ributtò su comodo giaciglio “Io dovrei parlare a lui? Quando è una settimana intiera che a malapena mi rivolge la parola? Quello scemo... io pensavo che ora fosse diverso...” ammise abbattuta.

Macie le sorrise “Vorresti andare al ballo con lui?” Lily arrossì, ma non rispose. “L'unico modo, visto che James non inviterà nessuna ragazza al ballo, è farlo tu stessa... Ti consiglio di declinare gentilmente l'invito di Peter, poi potresti andare da lui, chiedergli perchè negli ultimi giorni è stato così sgarbato a freddo, magari accennare al fatto che anche questo natale si possa andare assieme al ballo, giusto per prendersi di nuovo gioco di Malfoy...” suggerì facendole l'occhiolino. Senza avere il tempo di ribattere, Lily fu spinta fuori dalla sopraggiunta Amy, che approvò con voto pieno l'idea di Macie. Lily si ritrovò a scendere le scale della torre, fino nella Sala Grande, dove i quattro ragazzi parlottavano allegramente.

Lily si avvicinò titubante, un pò imbarazzata a Peter “Em, Peter... posso parlarti?” domandò dubbiosa lanciando un'occhiata furtiva a James, che pareva indifferente. Gli altri due ridacchiarono mentre Peter si alzava timoroso dal tavolo. Nello stesso istante Mary di Corvonero ripiombò presso James, ricordandogli che aveva ancora tutte le possibilità di cambiare idea...

Lily, che prestava attenzione soprattutto a James e Mary, rivolse un sorriso disteso a Peter, che tremava come una foglia. E successe che James scambiò quel sorriso di circostanza con una risposta affermativa perchè, preso da un'incontrollabile fitta di gelosia, ed era proprio quella per quanto lui s'impuntasse nel negarlo, mise una mano sulla spalla di Mary e annuì sicuro e sorridente “Bè, credo allora che cambierò idea! A stasera, Mary!” e falsamente allegro e arzillo si allontanò dal tavolo lasciando Remus e Sirius, che ormai avevano riconosciuto come palese la sua cotta per la rossa, allibiti, Lily interiormente in lacrime e Peter in agonia per la risposta della rossa che tardava ad arrivare.

“Em... Peter, volevo dirti che... va bene! A questa sera!” e anche lei se ne andò a passo spedito.

 

James irruppe in camera sbattendo la porta. Che diavolo gli era preso? Si sentiva infiammare, avvampare, voleva gridare. Non si era mai sentito così prima... inadeguato, furente. Se avesse avuto qualcosa di Lily tra le mani lo avrebbe disintegrato con il più spettacolare e terribile degli incantesimi. Camminò in cerchio diverse volte, all'interno della propria camera, cercando di calmarsi, provando a far diminuire i battiti del cuore che per l'agitazione erano saliti a mille, placare l'ansia e riprendere un respiro regolare. Alla fine si calmò, per quanto fosse ancora furente con Lily. Solo non riusciva a capirne il motivo... Bè, poco gliene importava! Quella sera sarebbe andato ala festa con una delle ragazze più carine, simpatiche e in gamba dell'intera a scuola, una ragazza più grande per giunta! Stando alle parole di Sirius, era un gran vanto. Tuttavia, per quanto si sforzasse, non riusciva ad esserne entusiasta più di tanto...

E giunse la sera... Giunse in ritardo alla sfarzosa cena, quando varcò la soglia della Sala Grande adeguatamente addobbata a Natale, tutti erano già ai propri posti, intenti a gustarsi le delizie che si presentavano di volta in volta. Sentì tutti gli occhi puntati contro, in imbarazzo raggiunse i suoi amici al suo solito posto. Lily, seduta poco distante, in fianco ad un Peter Minus decisamente troppo tirato, provò il soffocante desiderio di cucire tutte quelle paia di occhi femminili che se lo erano divorato, appena era apparso in sala, comodo nel suo vestito grigio da cerimonia. La cena trascorse all'insegna delle chiacchiere e dei festeggiamenti, per tutto il tempo James e Lily evitarono persino di guardarsi e la cosa non sfuggì al gruppo di amici....

Prese il via anche il party, i tavoli scomparvero, le decorazioni aumentarono, candele luminose volteggiavano nel cielo stellato all'interno della Sala. Ben presto, su un palchetto sospeso a mezz'aria, tra le acclamazioni degli studenti, fece la sua comparsa Stregatta, quella che era la cantante più in voga del momento, che deliziò tutti a lungo con le sue bellissime canzoni. Tutti quanti parevano divertirsi, tutti tranne Lily, che se ne stava seduta ad un tavolo prendendo come scusa l'incapacità di danzare, con sommo dispiacere di Peter, e James, che se agli occhi di tutti era uno tra quelli che ci stava dando maggiormente dentro, ballando comicamente al fianco della sua dama, appena poteva lanciava occhiate furtive a Lily, che fingeva di ridere e divertirsi seduta a conversare con Peter.

Il terribile malinteso si protrasse fino quasi a fine serata, a quel punto Lily se la defilò con una banale scusa “Peter, ho bisogno del bagno... A dopo!” e si allontanò più in fretta che potè da ‘Quello scemo di un Potter che prima fa il timido con le donne e poi se la gode per bene a ballare con quell'oca di Mary Shooter’. Si lasciò andare, sedendosi sugli scalini deserti della lunga scalinata che portava fino alla Torre Nord, la scalinata che percorreva ogni qual volta dovesse seguire lezione di Divinazione... Pensò alla Cooman, per un attimo sorrise pensando che non sarebbe affatto male se le sue parole, circa lei a James naturalmente, si rivelassero, almeno per una volta, vere...

Bè, ma James stava di sotto a ballare e divertirsi con la cacciatrice di Tassorosso... Si fece prendere un attimo dallo sconforto, poi provò una fitta di rabbia. Prese tra le mani una delle scarpe che si era appena levata, terribili i tacchi quando non si ha esperienza, e la lanciò nella tromba delle scale “STUPIDO IDIOTA!” strillò nervosamente.

Nemmeno un attimo che un urletto di dolore la raggiunse da qualche piano più in basso. Lily balzò in piedi giusto in tempo per vedere qualcuno, nel buio, salire le scale velocemente, con la sua scarpa in mano...

LA prima cosa che pensò fu di darsela a gambe, ma poi ritenne giusto attender  chiedere scusa. Dall'ombra emerse un quantomeno adirato James Potter, la scarpa stretta in mano “Ma chi cavolo è che lancia scarpe agli innocenti pass...” non fece in tempo a terminare la frase che ammutolì trovandosi davanti Lily... Lily stretta in un vestito blu notte fino al ginocchio, piacevolmente scollato, con i capelli rossi legati in un grazioso cignon dietro la testa, un velo di trucco, quel lucidalabbra leggero che le stava d'incanto...

Lily distolse lo sguardo riprendendosi rapidamente la scarpa e ricalzandola sedutastante, mormorando “Grazie...” poi fece per allontanarsi, ma si bloccò. Si girò verso James, che ne stava zitto, di spalle, le mani nelle tasche “Si può sapere che hai? Perchè... bè, negli ultimi giorni quando non mi ignoravi mi rispondevi male... Per quello che mi risulta, non ti ho fatto nulla di male io...”

James non seppe trovare una risposta, in effetti era vero, non c'era nessun motivo per trattarla così come stava facendo “Bè, l'ho sempre fatto...” cercò di giustificarsi...

Lei sbuffò nervosamente “Un corno! Cioè... forse prima... gli altri anni... prima che noi...” iniziò, ma non trovò il coraggio di finire.

“Noi... cosa?” chiese lui, sempre girato di spalle, torturando il tappeto con la punta delle scarpe scure. Che cosa stava cercando di dirgli?

Lily respirò a fondo. Confuse la curiosità del ragazzo per indisponenza, fastidio. “Bè, scusa non volevo dire... cioè, io e te... Pensavo... fossimo amici.” ammise alla fine. Non era proprio quello che voleva dire. Voleva parlare di quel legame, quella sensazione che era nata e che percepiva solo stando con lui... il termine amici forse era quello che più vi si avvicinava e meno poteva essere frainteso.

Amici. Già, Lily aveva ragione, lo erano diventati, più o meno, se di amicizia i poteva trattare, nel più e nel meno. “Si... è così... -ammise poi- Bè io... non lo so. Forse... scusa...” biascicò in imbarazzo.

Lily sorrise sollevata “Guarda che ti puoi voltare, eh? Non ho intenzione di tirarti atre scarpe... mi son costate un occhio della testa, sai?”

Lui rise girandosi, fingendo di schermarsi con le bracca “Si, molto carine in effetti... puzzano un pò, ma vabbè! Piuttosto... se sicura di saperci camminare? Non ti ci ho visto ballare per tutta la sera...” si sedette sulle scale, e Lily prese posto accanto a lui. Alzò le spalle “Bè, so che siete amici ma... non lo so perchè ho accettato l'invito di Peter... è un caro ragazzo, per carità!, un amico, però... non volevo venire a questa festa con LUI.”

James annuì “A chi lo dici... Bè, Mary è un pò troppo appiccicosa per i miei gusti...” rivelò arrossendo.

Lily rise di nuovo “Fai ancora il timido? Eppure mentre ballavi mi sembravi... perfettamente a tuo agio...” rivelò leggermente dispiaciuta.

Lui trattenne il respiro. Possibile che gli fosse sembrata... dispiaciuta? Si disse di sbagliarsi... “Bè, so fingere bene certe volte...” rivelò portando le mani dietro la testa e allungandosi sulle scale.

Ci furono diversi istanti di silenzio. Entrambi pensarono che alla fine erano ancora assieme, un altro natale loro due. “Ed eccoci qui, da soli, un altro Natale... E' una tradizione, ormai?” domandò divertita Lily.

James annuì “Pare... Bè... potremmo andare a prendere ancora il mio vecchio mantello... scendere in sala e sgraffignare pasticcini... giocare qualche scherzo a Malfoy...”

Lily scoppiò a ridere “Aggiudicato! E Malfoy lo faccio nero...”

“Quello scemo... Ehi, acqua in bocca con Peter... potrebbe strozzarmi...” fece poi allarmato, mentre scendevano silenziosamente le scale.

Lily si sorprese “Bè, ma siete amici, che male c'è?”

James la guardò perplesso “Certo che se veramente veramente tonta! Pete,  saranno due anni che ha una cotta per te! Assurdo ma è proprio così...”

Lily avvampò “Ehi assurdo un corno! -si difese scherzosamente- anche Ken Dugsboury di Tassorosso mi ha invitato, sai? E anche un tizio di Corvonero che non conosco...”

James la sbeffeggiò “E capirai... -finse di darsi delle aire- si da il caso che io abbia ricevuto la bellezza di undici inviti...”

“Già certe volte noi donne sappiamo proprio essere cieche...”

“No no, noi uomini vi battiamo, te lo assicuro! E la prova sono i tuoi tre inviti...”

Lei gli rifilò uno scherzoso sberlotto sulla nuca, cui giunse in risposta un pizzicotto di lui, quindi un calcetto, una tirata di capelli “Ehi! Mi spettini così!” “Tanto non ti guarda nessuno!” fino alla Sala Comune, e quindi alla Sala Grande. Stretti sotto il mantello, senza un minimo imbarazzo, scorrazzarono per la sala tutta la sera. Piton credette di impazzire quando per ben sette volte sentì sussurrare ‘Severus...’ alle proprie spalle e non ci trovò nessuno, e lo stesso dicasi per Malfoy, che riuscì a capitombolare ben due volte nel centro della sala gremita di gente. Con sommo divertimento di Lily e James.

E così anche quella serata giunse al termine.

Furono praticamente gli ultimi due Grifondoro a rientrare nei dormitori. Si salutarono in cima alle scale che, dividendosi portavano alle rispettive camere.

“Bè, grazie per il divertimento, Potter!” disse lei, ridacchiando ancora.

Lui sorrise facendole un ok con la mano “Ti manderò il conto, metti da parte un bel pò di galeoni, intesi?”

“Non ti darei mezza falce bucata!” gli rispose con una linguaccia.

Si augurarono la buona notte “Ti auguro di fare sogni orribili! Ma non fare pupù nel letto, mi raccomando, Potter!” “Ti augurerei di sognare la tua faccia, ma non auguro mai tanto male alle gente, Evans! Fai sogni decenti... sogni in cui tu non compari...”, e fecero per andarsene.

“Ah, Evans! Per te, buon Natale...” fece lui lanciandole, nell'oscurità, un pacchettino.

Lily lo prese al volo e a sua volta gliene lanciò uno sfilato da una taschina e ingrandito con la bacchetta “Per il nostro cercatore dalle mani d'oro...Buon Natale, James!” e si divisero.

Tra le coperte del letto, con solo una candela accesa, i due ragazzi scartarono i rispettivi regali, scoppiando in una risata fragorosa scoprendo di essersi fati il medesimo regalo: un graziosissimo paio di guantoni di lana grigia e bianca. Si addormentarono sereni e soddisfatti.

 

Trascorsero anche i giorni seguenti. Tra i due ragazzi tutti era tornato alle solite. Lily parve particolarmente entusiasta quando, alla partita di Quidditch contro Corvonero, James acchiappò il boccino con una fantastica azione, che fece commuovere Madama Bumb, e scalpitare la folla in delirio. Lily era quella che urlava e acclamava più di tutti, per la soddisfazione di James, che ancora non riusciva ad ammetterlo a sè steso, ma non riusciva più a fare a meno di lei.

Una sera di febbraio era gli ultimi studenti rimasti all'interno della Sala Comune. La professoressa Cooman aveva affibbiato loro un bel pò di compiti straordinari, veramente erano stati attribuiti a Lily, la cui media a Divinazione era precariamente calata, ma la professoressa aveva insistito affinchè James, probabilmente il miglior studente del sesto anno dopo Macie, le desse una mano.

E così, nonostante fosse ormai mezzanotte se ne stavano ancora seduti sulle grosse sedie, sepolti dietro mappe astrali di divinazione, sfere di cristallo, manuali di astrologia, figlie di te e tazze vuote, incensi, pergamene srotolate e altri marchingegni ritenuti atti, dalla bizzarra professoressa, a svelare il futuro. Lily se ne stava china, su quella che era la sua tabella divinatoria, ben gremita di catastrofi come solo alla Cooman poteva piacere, ormai esasperata. Quella sera aveva terminato un tema sulle arti divinatorie di due metri e mezzo, letto manuali su manuali, consultato almeno una ventina di volte i tarocchi, per altro con un risultato diverso ogni volta, guardato nella sfera fino a diventare quasi miope, disegnato una pila di mappe astrali, le restava solo la lettura del tè. Si passò una mano stanca tra i capelli rossi scompigliati “Non ne posso più! Sono stanchissima! Le foglie di tè, poi, proprio non le capisco... Maledetta fattucchiera da quattro soldi -imprecò rivolta alla professoressa- lei e le sue assurde previsioni! Soprattutto quelle che si è messa in testa per il mio futuro!” tuonò mollando la benna di colpo. In effetti però, c'era una previsione tra le tante... Una per cui Lily avrebbe dato chissà cosa perchè si avverasse. Istintivamente si voltò verso James, assorto nella lettura de ‘Il vostro futuro è scritto nelle vostre tazze...’... Improvvisamente il cuore prese a batterle più forte. Lo faceva sempre, da un pò di tempo ormai, ogni volta che stava con lui. Ed ora era proprio lì, i gomiti poggiati sul tavolo che si sfioravano, poteva sentire il suo respiro, nel silenzio della Sala deserta... Ne era cotta, ormai! Lo aveva riconosciuto. James Potter l'insopportabile, il baldanzoso, l'irriverente, fastidioso ragazzino che credeva non era più tutto ciò; ora era solo James, simpatico e divertente, che quando voleva riusciva ad essere più dolce del miele, era solo James ora ai suoi occhi, James che le aveva rubato il cuore. Non poteva trascorrere giorno senza che lei sentisse il bisogno della sua presenza, dei suoi scherzi, de suoi sorrisi divertiti, di quelli dolci più rari e preziosi, delle loro conversazioni speciali, al buio di una stanza o alla luce di poche stelle. Ogni attimo aveva bisogno di avvertire la sua presenza, di sentire la sua voce. Aveva bisogno di lui come l'aria che respirava, ormai ne era consapevole. Lanciò uno sguardo ai suoi capelli neri e scompigliati, che aveva iniziato ad adorare, alla leggera fossetta al lato della bocca sottile, alla sporgenza sul collo magro che si muoveva ogni volta che deglutiva. Capiva bene come metà della popolazione femminile della scuola potesse essere pazze di lui, e lei lo era ancora di più perchè aveva avuto modo di conoscerlo nel profondo. Si sentì quasi privilegiata per quello, forse solo a lei era stato concesso di scoprire il vero James, quello nascosto dietro le bravate e gli atti incoscienti. Quello per cui ore il suo cuore batteva ad un ritmo irrefrenabile. Si voltò di scatto, poi, tornando a rivolgere la propria attenzione  ad un vecchio libro, quando lui distolse la sua attenzione da ciò che fino a poco prima l'aveva catturata. Si voltò a guardarla, una mano candida ed esile che giocava nervosamente con una ciocca di capelli rosso scuro, gli occhi verdi che scorrevano le parole sul libro davanti a lei. In quel momento desiderò essere la pagina d quel libro per avere il suo sguardo fisso su di lui.  Percorse con gli occhi il profilo perfetto della sua fronte liscia, del naso sottile, delle labbra rosse che ora mordicchiava stancamente. Si sentì preso tra due fuochi: da una parte l'imbarazzo e l'ansia crescente che lo stavano opprimendo e la voglia di scappare e riprendere il fiato che ogni volta lei riusciva a toglierli, dall'altra il desiderio impellente di catturare quelle labbra rosso fuoco in un bacio, un desiderio che da giorni si faceva sempre più forte. Già, perchè da tempo, anche il cuore di James impazziva ogni volta che lei si trovava vicino, anche lui si era scoperto dipendente da quella che fino a poco prima non considerava altro se non la insopportabile, noiosa, snervante Evans. Ma come erano cambiate le sue opinioni... tutto quanto era cambiato, decisamente ribaltato. Come si era sentito quando l'aveva vista piangere, disperarsi mesi prima? Male... era stato male con lei. E quel pomeriggio a Diagon Alley? Che cosa era successo nella sua testa? Ancora non lo capiva bene, ma il desiderio di proteggerla era stato forte... Forte come la rabbia, il dolore... la gelosia... di vederla con un altro. Lei l'aveva stregato. Anche ora era rapito dai suoi occhi verdi, profondi, come lei... dolci. Il dolce profumo della pelle di lei lo ammaliava... lo stesso profumo che aveva sentito le poche volte che era entrato in contatto con lei, stretto contatto, quando l'aveva abbracciata... Il loro rapporto, il legame che li teneva uniti, si era fatto sempre più forte... Che cos'era? Comprensione? Affinità? Affetto? Amore? Solo stupide definizioni... in realtà le parole sono solo banali convenzioni utilizzate per tenere imbrigliati i sentimenti, nessuna di quelle poteva bastare, per descrivere... No, James si rendeva conto, lei era Lily e il suo cuore batteva più forte per lei, il suo sorriso si dispiegava di più per lei, i suoi occhi brillavano di una luce diversa quando la guardavano.. questo era. E ora anche lui, non poteva più fare a meno di lei.

Lily poggiò stancamente un braccio su tavolo, voltandosi verso di lui, adagiando il volto stanco contro una mano lunga e sottile “Sono stanchissima...” mormorò abbassando le palpebre. Con gli occhi chiusi, e il silenzio, e il buio, la pace. Rimase a rilassarsi qualche istante, godendosi quella bellissima sensazione, quell'emozione forte che era lo stare con lui. Ora era a suo agio... in pace. Come se non servisse null'altro. Ma quella sensazione di serenità, di pace interiore, durò solo qualche istante, fino a che il cuore per poco non le uscì dal petto per la sorpresa, la piacevole e inaspettata sorpresa, delle labbra dolci di lui sulle sue, James la stava baciando. Spalancò gli occhi, incapace di distinguere se si trattasse di un sogno o della realtà.

 

Continua...

 

BASTA! NON NE POSSO PIù! L'ho scritto TRE VOLTE! TRE VOLTE!, ed ogni volta mi risulta peggio dell'altra... voi che ne pensate del finale? Ma io lo lascio qui com'è perchè se lo riscrivo un'altra volta rischio di farmi un lustro dallo psichiatra per riprendermi dell'esaurimento nervoso... Aspetto come sempre critiche e commenti... MI RACCOMANDO!!! Soprattutto perchè questo capitolo non mi convince... mah... Bè, suggeritemi, eh?

E adesso parto con un carovana di scuse: Innanzitutto per il mio IMPERDONABILE errore del capitolo precedente... Lily EVANS! Non  Lily POTTER come ho incoscientemente  scritto... Sono proprio campata per aria... perdono... @_@ A questo proposito ringrazio Erika (La mammina del sito) per aver fatto ammenda al mio pastrocchio! ^^'''

Altre scuse per il ritardo... MA IN QUESTO GIORNI PROPRIO LA SFIGA SI è PARCHEGGIATA SUL MIO TERRAZZO! >__< Qualcuno se la venga a prendere! Premetto che non potrò aggiornare fino alla settimana prossima, devo darci dentro con lo studio (Ho un onore da mantenere io!) e poi SABATO ARRIVA KIA TESORINA! (^33^) e DOMENICA FIERA! (Mantelli *_*) appena posso, scrivo la nuova parte! ^^

Non posso fare altro che chiedervi di pazientare, recensire e... DIRVI CHE VI AMO TUTTI DAL PRIMO ALL'ULTIMO!!! T_T Una carica (Uah uah... carica.. ->101... battuta... ok, pessima) di recensioni! Non ci credo! Ok, la metà praticamente sono mie e di Strekon (Ma anche Angi e Gius non scherzano) ma non posso che esserne felice! ^^

Ora passo ai soliti ringraziamenti: A Mokichan, sei troppo gentile ^^ I pensieri sono perfetti? ^o^ Me sollevata!!! 

 Strekonuccio(BELLA BELLA BELLA BELLISSSIMISSIMA LA TUA FIC *_*): ^^ Per l'azione meschina ho preso Malfoy perchè mi occorreva qualcuno, tutto qui! L'ho usato come uno straccetto... ih ih! Em, ok, ammetto che non era un granchè... pasiensa! ^^ Grazie per i complimenti... sono contenta che le riflessioni di inizio capitolo siano apprezzate! Ah,  prima usavo anche io Word, ma poi mi son stufata... Vedrò se farci pace e tornare ad usarlo (sarebbe una cosa saggia a questo punto tra l'altro... la mia situazione rasenta il ridicolo... T_T) vedrò! ^^

Keiji: che mi ha fatto notare IL TERRIBILE errore! ^^'' ho rimediato... *Ly si chiude dita nel forno a microonde e poi si infila testa in lavatrice mentre centrifuga* Sono contenta che il resto ti piaccia!

Mikan: volevi che succedesse qualcosa? Accontentata ora? Ma al belo deve ancora arrivare... ^^

Serena (Che mi ha scritto! ^o^ Ly ADORA le mail! **): Ly implora umilmente perdono!!!! ^^ Sono in ritardo... ma tanto tu sei a spassartela in gita, no? ^^ Cmq ti rispondo al più presto alla mail! ^^ Sei troppo gentile, anche se mi minacci di morte! Sono perdonata?

Ci: ^///^ Oh, grazie!! Sei troppo buona! La mia preoccupazione principale era quella di non riuscire a comunicare le emozioni che avevo in testa... se mi dici che ci sono riuscita benissimo... YEPPA!

Angi e Gius: Ecco che vi è successo.. T_T ero già preoccupata!! Sob.. brutto pc... speriamo l'omino dei pc ve lo ripari alla svelta! Che ne pensate di James passato all'azione? (Alla buon'ora... 10 capitoli!)

Raffacella: ^^ Ecco qui il capitolo un pò in ritardo... mi raccomando... cerca di placare per me l'ira di Serenella! ^^''''

Buffy: OOHH!!! La mitica cacciatrice... Ly molto onorata che il suo grande idolo sia entusiasta della sua storia!  Un grazione e un bacione enorme anche a Yu, Maichy, Kim ed Hally che sono state carinissime!

Ah, ho un piccolo favore da chiedervi: Mi hanno scritto che la situazione a  Diagon Alley dello scorso capitolo è contorta e non si capisce, perchè è vista con gli occhi di Lily (chiusi)... voi che ne pensate? Cioè, si capisce che ci sono i magiamorte, l'inutile (In effetti...) tentativo di salvataggio da parte di James, la prof e tutto il resto? é___è Ditemi, eh? Che se no sistemo! ^^ Ah, mi è anche stato detto che un braccio rotto è esagerato per una caduta... Io che son ammaccata tutte le settimane, da bravo disastro, non condivido, ma io posso anche sbagliarmi! ^^ Mi fido di voi, che ne pensate?

Ora vado... @__@ Sono in tilt... Sparirà il capitolo o lo pubblicherò? Grande demone, risparmiami questa volta! T_T

Un bacio  tutti, la vostra Ly

 

 

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Capitolo 11
*** Your Song ***


Premetto che questo non sarà il solito aggiornamento

 

Premetto che questo non sarà il solito aggiornamento... Non so, sarà che da mezzora continuo ad ascoltare la solita canzone ‘Your song’ dalla colonna sonora di Moulin Rouge, ma mi è uscito questo...

A voi la lettura...

-11-

 

 

 

La stava baciando... Ancora non riusciva a crederci nemmeno lui... Aveva catturato quelle labbra dolci e sorridenti, quelle labbra meravigliose di Lily... di Lily che, ora se ne rendeva conto, lo rendeva pazzo, che era in grado di dargli emozioni che non avrebbe mai nemmeno immaginato prima... Che cosa era successo non riusciva a spiegarselo, ancora. Forse a parole avrebbe potuto essere descritto come amore.

Era un perenne sorriso, era vivere ogni attimo in accelerazione o al ‘ralenti’ aspettando lei, pensando a lei. Sempre completamente ed inevitabilmente al di sopra di tutto quanto il resto. Mai che riuscisse a togliersi quella frenesia interiore pensando a lei, ai suoi occhi verdi e sorridenti, al movimento delle sue mani mentre passavano tra i suoi capelli rossi, a quella spolverata di lentiggini appena visibili che le coloravano piacevolmente le guance. Era il cuore che perdeva un battito quando arrivava con passo spedito per i corridoi, assorta nei propri pensieri o sorridendo con le compagne, con il mantello svolazzante e le gambe lunghe e bianche che spuntavano dalla gonna a pieghe. Era vederla nella solita divisa scura, con una semplice coda e accorgersi che non avrebbe mai potuto essere più bella di così... Era restare senza parole e scoprire di aver avuto torto vedendola scendere in un vestito mai bello quanto lei al Ballo di Natale. Era morire mille volte passando dal paradiso all’inferno mentre lei sorrideva ad un altro... Era essere vuoti senza di lei... Era che lei era diventata la ragione di tutto...

Bene, se l’amore comportava tutto questo... Allora James dovette riconoscere di essere non solo completamente pazzo di lei, ma innamorato...

E mentre la baciava, mentre lentamente accarezzava la pelle delicata e profumata della sua guancia, si sentiva completo. Era il contatto delle loro labbra? Era lei? Il suo profumo? Era la sua voce frizzante? Il suo sorriso stupendo? Era sentire i muscoli del suo viso rilassarsi e rispondere a quel bacio? O era forse la sua mano leggera, come il tocco della più bella fata, che saliva lungo il suo braccio e andava a posarsi sulla nuca? Cos’è che lo faceva sentire in quel modo? Senza parole, ma con più versi nell’animo di un poeta... Quanto avrebbe voluto gridarle a squarcia gola mille cose, recitarle le più belle frasi, cantarle la più bella canzone, ma si rendeva conto che non avrebbe mai avuto abbastanza voce per nemmeno la metà dell’intensità necessaria ad eguagliare i suoi sentimenti...

 

My gift is my song
And this one's for you
And you can tell everybody
That this is your song
It maybe quite simple
But now that it's done
Hope you don't mind
I hope you don't mind
That I put down in words
How wonderful life is now you're in the world

 

Che cosa gli stava succedendo? Che il mondo gli pareva diverso ora... che nulla gli importava, che niente lo angosciava da quando c’era lei? Si, la vita si era colorata di nuovi colori da quando le cose erano cambiate... Tutto quanto era apparso sotto una luce nuova...

La vita era più bella se vista riflessa negli occhi di Lily...

 

 

Era successo... quante volte lo aveva desiderato? Quante volte aveva sperato? Quante volte aveva creduto che non sarebbe mai potuto succedere? Troppe, Lily non avrebbe mai potuto ricordarle tutte... Ma ora stava succedendo... Non avrebbe mai creduto che un semplice bacio potesse regalarle emozioni così grandi...

Nella frazione di un attimo il suo cuore si era fermato per poi tornare a battere mille volte più forte di prima, si sentiva calda come sotto i raggi del sole più bello, consapevole di stare arrossendo vistosamente. Ma no, non era per nulla imbarazzata, come se le sue labbra fossero fatte da principio solo per baciare quelle di James... Una cosa assurda, si sarebbe altrimenti detta. Ma non di certo ora che lo stava facendo... Senza nemmeno accorgersene spostò lentamente una mano, risalì lungo il suo braccio con estrema cautela... Se era una sogno avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di non guastarlo, se era un’illusione sarebbe stata il più delicata possibile per non farla svanire. Fino ad affondarla tra i capelli scompigliati, sulla nuca di lui. Aveva sognato troppo che succedesse, da... Quando si era scoperta a pensare che tutto quanto con lui fosse più bello. Da quando si era scoperta una miniera di emozioni forti e meravigliose che scaturivano senza che potesse arrestarle quando incrociava i suoi occhi... Tutto quanto aveva un senso diverso, anche la giornata più nera era una giornata da ricordare se vissuta con lui. D’altra parte si disse che qualsiasi sentimento negativo, ogni angoscia o peso sul cuore non potessero far altro che alleggerirsi e sparire di fronte ad uno dei suoi rari e sinceri sorrisi, quando la pelle sulle braccia si accapponava e un brivido cadeva a rotta di collo giù, lungo la schiena, mentre quella piccola fossetta, figlia di un sorriso dolce e naturale, si formava in un angolo della sua bocca... Delle stesse labbra che ora la stavano baciando, che lei stava baciando. Lily si era riscoperta diversa vista da lui... Si era sentita diversa con lui... Come se tutto quanto fosse dentro di lei da sempre ed aspettasse solo un suo piccolo gesto per uscire. Come se da sempre le sue emozioni, i suoi sentimenti, avessero la forma di James...

 

Sat on the roof
And I kicked off the moss
Well some of the verses well
They got me quite cross
But the sun's been kind
While I wrote this song
It's for people like you that
Keep it turned on

 

In sedici anni era come se non avesse fatto che attendere tutto questo. Lo aveva capito quando per la prima volta si era specchiata negli occhi di lui... Meravigliosi occhi che avrebbero fatto invidia alle stelle più belle! Ai tesori più preziosi! Blu? Verdi? Neri? Qualsiasi colore non sarebbe stato vincolante, era quel barlume d’anima che si leggeva al loro interno a renderli così speciali... Era lui e quello che era, quello che comunicava attraverso quei due occhi d’angelo che li rendeva tali. I più belli che avesse mai visto... E la vita era più bella se vista riflessa negli occhi di James...

 

So excuse me for forgetting
But these things I do
You see I've forgotten
If they're green or they're blue
Anyway the thing is what I really mean
Yours are the sweetest eyes I've ever seen

 

 

Gli stessi sentimenti, gli stessi pensieri, si agitavano dentro i loro giovani e irrequieti animi, le stesse passioni facevano palpitare i loro cuori...

Forse tutto questo avrebbe potuto sembrare eccessivo agli occhi di molti, agli occhi dei grandi... Ma a quelli innamorati di James e Lily tutto pareva esattamente così. Perchè avevano sedici anni, perchè erano innamorati per la prima volta, perchè nuovi sentimenti li avevano sorpresi, perchè quel primo bacio aveva la stessa intensità della prima grossa onda di tempesta che si abbatte sulla spiaggia tranquilla, solo non tanto terribile. Aveva lo stesso calore e abbagliava come il primo raggio della luce dell’alba, presagio di un meraviglioso giorno soleggiato... E perchè il loro animo avrebbe cantato, e gridato, e trasformato le emozioni in frasi, in poesie, in canzoni, se ci fosse stata abbastanza voce e soprattutto parole abbastanza grandi per farlo...

...Perchè la vita pareva loro più bella ora che il mondo li aveva regalati l’uno all’altro....

 

And you can tell everybody
This is your song
It may be quite simple
But now that it's done
I hope you don't mind
I hope you don't mind that I put down in words

How wonderful life is now you're in the world
I hope you don't mind
I hope you don't mind that I put down in words
How wonderful life is now you're in the world

 

 

Continua...

 

Oh oh! Io ho scritto tutto questo? ^^ Stupita di me stessa che in genere ho lo stesso romanticismo di un parcheggio per camion... Cmq, ribadisco che era solo una piccola prova, ditemi che ne pensate, è IMPORTANTISSIMO!

Ah, non è che il bacio dura quarantacinque minuti e ventinove secondi, sono le emozioni e i pensieri che corrono alla velocità della luce, lo sapete, no, come funziona... ^///^

Sono stata troppo... me,travolgente? Ho forse esagerato? In effetti è vero che hanno solo sedici anni e si scambiano il primo bacino... Ma forse è proprio per questo... come posso spiegare?   é___è  No, non posso spiegare, lascio che vi spremiate le meningi...

Bè, a prestissimo con l’aggiornamento regolare! ^^ In cui includerò anche i saluti...(Scusate ma questo l’ho buttato giù in un’oretta! ^^) So che ci sto mettendo un pò... ma certi ‘Mantelli Hogwartsiani’ mi hanno dato da fare.. per non parlare delle maledette cravatte! >__< Vero, Kia? ^^ Bè, un bacio a tutti!

A presto, la vostra Ly

 

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Capitolo 12
*** Conseguenze... ***


-12-

-12-

 

‘Merda! Peter...’ fa la prima cosa che James pensò appena recuperato un barlume di ragione e autocontrollo. No, forse solo di autocontrollo perchè altrimenti, ragione o no, avrebbe seguitato a baciarla invece di ritrarsi, come fece, e riservarle uno sguardo mortificato. Poi in un attimo si allontanò da lei, più alla svelta possibile, le guance rosse e il labbro stretto in un morso punitivo, verso la propria stanza.

 

Quando Lily sentì venir meno il tocco delicato delle labbra di James, riaprì gli occhi giusto in tempo per scorgere gli occhi blu del ragazzo correre altrove dai suoi, il viso contratto in un’espressione dispiaciuta e pentita. Vedendolo allontanarsi, senza nemmeno una parola, le venne una terribile voglia di piangere. Il momento più bello della sua vita fino ad allora stava terminando nel peggiore dei modi. Si sentiva confusa, spiazzata, era soprattutto perplessa. Che cosa gli era preso? Non riusciva a trovare un senso, nemmeno uno che fosse anche solo minimamente valido, a quello che era appena successo. Aveva ancora il cuore che batteva come un tamburo, le guance rosse per l’emozione, le labbra umide della sua saliva, gli occhi smarriti... James l’aveva baciata, un signor bacio, il suo primo bacio. Era stato uno scherzo? Non credeva si potesse baciare a quel modo per scherzo, nemmeno nel peggiore dei tiri... Poi se ne era andato. L’ultima cosa che aveva letto sul suo volto era stato dispiacere. James l’aveva baciata, e se ne era trovato pentito e rammaricato... Ecco, ora le lacrime le stavano proprio salendo agli occhi... Le scacciò con un rapido gesto della mano, la stessa mano che qualche attimo prima era immersa tra i capelli scuri di lui. Era ferita, profondamente ferita. Per un istante meraviglioso si era illusa, lui invece la stava, probabilmente, solo prendendo in giro. Di certo non avrebbe pianto, per farsi forza si disse che quello scemo non meritasse nemmeno una delle sue lacrime. Quello scemo di cui era innamorata... Quello scemo che non avrebbe voluto rivedere mai più. Con foga infilò i propri libri, ancora sparpagliati sul tavolo, dentro la sacca nera, quindi piazzando una maschera di impassibilità sul volto si diresse verso la propria stanza. Fu la nottata peggiore della sua vita... Non versò nemmeno una lacrima, con viso nascosto nel cuscino candido, ma il suo cuore era stato preso a pugni e calpestato, i suoi sogni di un attimo infranti.

 

Tutti stavano già dormendo quando James rientrò in camera trattenendo il fiato, come aveva fatto da che si era allontanato da lei. Lanciò un’occhiata a Peter, che sonnecchiava russando debolmente sotto un rilevante strato di coperte, e si sentì un verme. Chinando lo sguardo, con fare colpevole, trasse un profondo respiro. Si passò un dito sulle labbra, che avevano ancora il suo sapore, e si sentì il peggior criminale sulla terra... Aveva baciato la ragazza per cui uno tra i suoi migliori amici aveva una cotta, e dopo averla baciata l’aveva mollata lì, senza una parola, una scusa, una spiegazione. Peter lo avrebbe detestato, Lily probabilmente ucciso. Tutto questo per aver dato retta un solo secondo all’istinto. Si bagnò le labbra, un brivido gli corse giù per la schiena... Era stato il bacio più bello e  più dolce, d’accordo, era anche il primo, ma non avrebbe mai potuto immaginarlo migliore di così, finale a parte naturalmente. Si sfilò rapidamente la divisa e con solo una maglietta di cotone si buttò stancamente su letto, adagiò gli occhiali come al solito sul comodino al suo fianco e sprofondò il viso nel cuscino. Non osò immaginare cose sarebbe stato il giorno seguente, quando Lily si sarebbe fatta sentire, Lily che immaginò da quel giorno lo avrebbe detestato e denigrato a vita, cosa che sarebbe successa anche con Peter, una volta al corrente di quello che, da bravo idiota, aveva fatto. Aveva mandato tutto quanto a rotoli, per un capriccio. Scosse la testa, baciare Lily non era stato un capriccio, era stato un bisogno, un bisogno che però non avrebbe dovuto assecondare... Anche se moriva dal desiderio, anche se era pazzo di lei.

Lily non fu l’unica a non chiudere occhio, in preda all’agitazione, quella notte.

 

Il primo a notare l’aria scombussolata di James fu Sirius, ma non passò molto tempo perchè anche gli altri notarono gli occhi appesantiti e l’espressione sconsolata. James non disse una parola. Pensò anche di rifiutarsi di scendere per la colazione. Ma non era mai stato un codardo, scappare non era mai stata la sua risposta, semmai il contrario, era sempre stato un gran scapestrato. Così si preparò ad affrontare qualsiasi reazione Lily avrebbe avuto, avrebbe subito qualsiasi insulto e poi si sarebbe persino fatto prendere a pugni da Peter, si sarebbe fatto schiantare se solo sarebbe servito a rimettere, anche solo minimamente, le cose a posto.

“Sirius, se un tuo amico baciasse Macie, che faresti?” domandò mentre scendevano per la scale, James col capo chino come chi si avvia al patibolo.

Sirius lo guardò perplesso “Non si può baciare Macie, è un fantasma... Se qualcuno ci riuscisse credo che me lo farei spiegare, per Merlino! Io sto impazzendo dalla voglia...” rivelò con una risatina.

James sbuffò “Non fare lo scemo, intendo, se qualcuno baciasse la ragazza di cui sei innamorato, se fosse un tuo amico...”

Sirius alzò le spalle come se fosse la cosa più ovvia del mondo “Mah, non so in che ordine ma lo ammazzerei di botte e lo schianterei di brutto. E se fosse un amico poi gli prenderei pure lo scalpo.”

Il ragazzo con gli occhiali sospirò sempre più affranto, sprofondando vari metri sotto terra...

Sirius inarcò un sopracciglio “Jamie, che cavolo hai?”

L’altro alzò le spalla, guardando altrove confessò il misfatto “Ho baciato Lily...”

Sirius strabuzzò gli occhi “C-cosa?” domandò con voce stridula.

“Ho – baciato – Lily...” ripetè scandendo bene le parole, quasi seccato.

Sirius fu scosso da una risatina nervosa “Peter ti ucciderà!” osservò divertito.

James gli scoccò un’occhiataccia “Non c’è bisogno che tu me lo ribadisca! Mi ucciderà se lei lascerà qualcosa di vivo in me...”  precisò sarcastico.

Sirius rise di gusto “Te la sei cercata! Ma raccontami un po’...” lo esortò curioso.

James, in imbarazzo, scosse le spalle “Che c’è da dire? Stavamo studiando, lei era lì... Bè... ecco.. l’ho baciata! E poi me ne sono andato!”

“Senza dirle nulla? Voglio dire, l’hai baciata all’improvviso e te ne sei andato senza una parola?” James annuì e Sirius scosse il capo sconcertato. “Che idiota! Certo che ti vorrà decapitare, senza preavviso la baci, poi te ne vai! Ma lei che ha fatto? Ti ha preso a sberle, sembrava arrabbiata?”

Per la prima vota James ripensò obbiettivamente a quello che era successo, certo lui aveva preso l’iniziativa, ma non aveva certo fatto tutto quanto il resto da solo! Dovette ammettere, dal basso della sua inesperienza, che Lily aveva decisamente risposto al bacio. Questo lo gettò ancora di più nello sconforto. In effetti non ci aveva ancora pensato, la Lily Evans che lui conosceva gli avrebbe lanciato come minimo una maledizione, sedutastante... Ma non lo aveva fatto, aveva sentito la sua mano risalire lungo il suo braccio, accarezzargli la nuca... Aveva scorto lo spettro di un dolcissimo sorriso sulle labbra di lei, dopo averle abbandonate, per un attimo... Guardò Sirius a bocca spalancata. Non riusciva a credere a quello che stava pensando.

“Bè?” ribadì l’aitante morettino al suo fianco, ancora in attesa di risposta.

James si grattò la testa, perplesso “Tu credi... che io possa piacerle? Cioè... sono ancora vivo... come minimo avrebbe dovuto uccidermi, prendermi a schiaffi... ma non l’ha fatto.”

Sirius, nuovamente, scoppiò a ridere “Chi lo sa...” fece con la stessa convinzione di chi voleva ad ogni costo rivelare ogni cosa...

James grugnì “Spara... alla svelta...” lo esortò.

Per tutta risposta Sirius prese a fischiettare, portando le braccia dietro la testa ed avanzò rapido verso il tavolo affollato di Grifondoro.

James esitò entrando nella stanza, l’idea che era insinuata nella sua testa lo metteva leggermente in imbarazzo. Inoltre si sentiva sempre più un sudicio verme nei confronti di Peter. Facendosi coraggio, era sempre James Potter!, avanzò fino al consueto posto in fianco a Sirius, senza nemmeno guardarsi attorno si sedette. Raccolse tutto il suo coraggio, indossando una fitta maschera di indifferenza pronto ad incontrare gli occhi rabbiosi di Lily, in genere seduta di fronte, solo per scoprire che le ragazze ancora non erano arrivate.

Consumò avidamente la propria colazione, mangiare alla svelta e scomparire prima che la rossa entrasse in sala era il suo nuovo piano. La temerarietà l’aveva ingurgitata di nuovo assieme ad una fetta di pane e marmellata. Ora che aveva riflettuto sulla possibilità di piacerle a sua volta, si sentiva ancora peggio. Partì a razzo verso l’uscita, sotto gli occhi sconcertati dei tre amici.

Svoltò per uscire dalla porta principale e, tra tutti gli studenti, si ritrovò innanzi proprio gli occhi verdi di Lily, quegli smeraldi che aveva visto così da vicino la sera precedente... Incerto sul da farsi abbozzò un sorriso vago, sorriso che si spense quando gli occhi della rossa lo trapassarono da parte a parte, continuando la sua camminata Lily gli passò accanto senza degnarlo della minima attenzione, come se avesse avuto di fronte un fantasma invisibile.  Per James fu una coltellata. Ma anche per Lily fu l’impresa più ardua da compiersi, lei che moriva dalla voglia di chiedergli anche solo perchè...

 

Per tutta la giornata non si scambiarono un solo sguardo. Lily troppo arrabbiata, amareggiata, delusa e James timoroso, orgoglioso, incerto.

La situazione mutò durante l’ultima ora della giornata: Divinazione, con la professoressa Cooman.

“Signorina Evans, il suo compito...” domandò squadrando la rossa da dietro le grosse e spesse lenti, allungando verso di lei le braccia ricoperte di stravaganti bracciali di ogni genere e sorta.

Lily lo consegnò, non lo aveva comunque terminato.

“Ma... non è finito! Come mai non lo ha terminato? Signor Potter, lei doveva aiutarla, avete delle spiegazioni plausibili?” domandò la donna, apprensiva.

Lui alzò appena le spalle, Lily gli lanciò un’occhiata carica di rabbia “Bè... lo chieda a lui...” e lo indicò, rivolgendogli uno sguardo per la prima volta dalla mattina.

James cercò di non arrossire, aprì appena la bocca, incapace di emettere alcun suono, una minima parola. Tutta l’attenzione dei compagni era rivolta verso di lui, compresa quella di Sirius che si tratteneva dallo scoppiare a ridere, e Macie, che evidentemente era al corrente dell’... ‘episodio’, chiamiamolo così.Non poteva certo dire quello che era successo, si domandò nervosamente perchè non si prediceva per conto sua la risposta, quella donna insopportabile. Poi balbettò una banalissima scusa “Eravamo stanchi... forse gli esercizi erano troppi...”

Lily lo fulminò all’istante, mentre quello che restava del suo cuore si faceva polvere.

La professoressa lo osservò a lungo “Va bene... Vedrò che giudizio dare... Se il lavoro svolto è soddisfacente cercherò di chiudere un occhio e la sua media, signorina Evans, tornerà decente, altrimenti mi duole doverle segnare un’insufficienza” e la rossa desiderò profondamente tirare il collo a quel galletto di un Potter.

Terminata la lezione Lily uscì rapidamente, diretta verso la propria stanza, nella quale dare libero sfogo alla propria frustrazione, prendendo a pugni il cuscino, prendendosela con sè stessa, con James, con tutto quello che le sarebbe passato per la testa. James non la guardò nemmeno, mentre si allontanava, assorto nei propri pensieri. Il tocco freddo di Macie lo riportò alla realtà. La fantasmina gli rivolse uno sguardo a dir poco furioso “Ma si può sapere che ti è saltato in mente?” domandò con voce stridula. James le fece segno di uscire, la classe brulicava ancora di studenti.

Percorsero una strada alternativa, di ritorno alla propria torre. Il morettino alzò le spalle “Perchè?” domandò.

Macie sbuffò indignata “So che cosa è successo, ti ricordo che Lil è la mia migliore amica...”

Lui cercò di restare impassibile. Di certo non le avrebbe detto che ne era cotto, Macie avrebbe anche potuto riferirlo a Lily, e questo non era ciò in cui sperava. “Bè... è solo successo! Per un bacetto...”

Macie provò l’impellente desiderio di mollargli uno schiaffo. Si concentrò per bene, respirò a fondo e... Come una frusta gelida colpì il volto di James che si girò di lato, con un movimento secco e rapido. “Che idiota sei, James Potter!” si scaldò, cercando di riprendere fiato, di recuperare qualche energia. Per lei era ancora terribilmente difficile tentare un contatto.

James non disse nulla. Su quel punto si trovava perfettamente d’accordo con lei.

“Tu... Non puoi mica fare tutto quello che ti passa per la testa, con la gente! Potresti ferire le persone! Mi stupisco di te, ti consideravo più maturo! Hai quasi mandato a monte il recupero di Lily, ma cosa più grave... Hai giocato con i suoi sentimenti!” tuonò, quasi terrificante nella sua forma immateriale.

James concordò, ma il suo orgoglio ebbe il sopravvento “Non mi è parso di aver fatto tutto da solo, sai? Non solo IO ho baciato LEI...” le fece notare, con disappunto.

Macie scosse la testa, non aveva capito un accidente “Sei senza speranze... Che cosa credi che intendessi quando ti ho detto che non dovevi giocare con i suoi sentimenti?”

James avvampò. Macie gli stava forse dicendo quello che non aveva osato sperare per tutta la giornata? “Ma...”

“Che idiota sei... Ti consiglio di andare subito a chiederle scusa... o magari di parlarle...” le interruppe lei, riacquistando il suo solito fare dolce e materno.

James guardò altrove “E che cosa dovrei dirle? ‘Ehi, Evans! Bella giornata, eh? Ah, ieri ti ho baciato perchè mi piaci, poi me ne sono andata senza dire una parola perchè il mio migliore amico ha una cotta per te da quasi due anni e mi sono sentito un sudicio vermiciattolo... amici come prima?’ Va bene questo?”

Macie sorrise dispiaciuta “Mi dispiace per questa situazione... Magari se provi a cercarla quello che le devi dire ti verrà fuori da solo... E magari dovresti anche parlarne con Pete... A Lily non piace, lo sai... Per lei è solo un amico...” cercò di fargli capire, senza essere troppo invadente.

James annuì, decise che prima era il caso di farsi una chiacchierata con Peter, poi se sarebbe sopravvissuto, avrebbe cercato Lily.

 

Trovò l’amico, dopo averlo cercato per mezza scuola, casualmente al bagno. Incrociandolo, la sua determinazione per un istante vacillò.

“James... sei strano oggi...” lo precedette, sospettoso, il ragazzotto.

James scrollò le spalle.

“Hai litigato ancora con Lily?” gli domandò. James pensò che sarebbe stato perfetto come nuovo insegnante di Divinazione... ne aveva prese due su due.

Annuì “Bè, non è che abbiamo esattamente litigato, Pete... Lei ti piace molto, vero?” gli chiese sicuro della risposta.

“Anche a te, non è così?” rispose l’altro, spiazzandolo. James spalancò gli occhi dietro le lenti. Tre su tre, decisamente un chiaroveggente. Non trovò le parole per rispondere, si limitò ad un’occhiata terribilmente dispiaciuta.

Peter si sedette sullo scorrimano della scalinata di pietra, appena fuori dal bagno dei ragazzi, facendo ciondolare le gambe e fissando il pavimento con un’impagabile espressione accigliata. James si appoggiò di schiena accanto a lui, in silenzio.

“Che cosa è successo?” domandò ancora il ragazzo, con un filo di voce.

James trasse un profondo respiro “Ieri sera... Io... Mi dispiace Pete, le ho dato un bacio...” poi chiuse gli occhi come in attesa che la spada di Damocle poggiata sul suo capo si abbattesse su di lui.

Peter non ebbe la minima reazione, rimase con lo sguardo fisso a terra, le gambe ciondolanti, le mani strette contro la pietra fredda “Credo che tu le piaccia, Jamie...” mormorò con la voce rotta.

James si sentì il peggiore degli amici “Tra una ragazza e uno dei miei migliori amici, Pete, io sono e sarò sempre per la seconda opzione...” gli ricordò.

Peter sorrise debolmente, sapeva che quelle di James non era semplici parole. Era consapevole che lo avrebbe fatto, anche lui si sarebbe comportato allo stesso modo d’altronde... “Bè, Lily non è così speciale... Voglio dire... Non sarà certo per quei suoi capelli rossi, lisci...”

“O per quegli occhi verdi come due smeraldi, no certo!” aggiunse ironico.

“Si, infatti! –ridacchiò- Nemmeno per quelle gambe lunghe... o per quel suo corpo sinuoso...” fece rapito.

James scoppiò a ridere “Ne troviamo altre cento, e magari pure meglio senza quel suo caratteraccio!”

Peter scosse la testa “Mi spiace amico, saranno tutte mie! Tu l’hai baciata? Tu adesso te la tieni...” fece fingendo di darsi delle arie.

James non disse una parola. In effetti non sapeva che cosa rispondere.

Peter balzò giù rapidamente da dove era seduto, lo guardò stupito “Bè? Che cos’è quella faccia?”

“Non posso. Voglio dire, lei ti piace da un sacco di tempo, Pete! Non sarei un amico...” puntualizzò.

“Sei sempre stato uno dei miei migliori amici, Jamie! Al primo anno se non fosse stato per te Malfoy mi avrebbe trasfigurato in uno spazzolino per gabinetti, dopo avermi pestato... Mi avrebbero sempre preso in giro tutti quanti perchè sono piccolo, rotondo e buffo... Invece tu mi sei sempre stato amico! Magari posso ricambiare un pochino in questo modo... E poi, lei mi piace, si. Ma io non piaccio a lei... E questo è il punto.” cercò di spiegarsi. Sorrise a James, tra tutti i Malandrini James era quello a cui era più affezionato. Lo vedeva come una sorta di fratello maggiore, come il suo protettore, se solo avesse potuto lo avrebbe idolatrato. James era stato da sempre il più gentile e disponibile con lui, ora non poteva certo avercela con lui, solo per una ragazza...

L’altro tacque ancora.

“James, magari adesso dovresti parlare anche a Lily... Ah, e visto sei così popolare... Se una bella ragazza ti gironzola attorno, la manderai da me, vero?”

James strizzò un occhio “Contaci!”

Si scambiarono una pacca sulle spalle, poi rientrarono sfruttando una serie di passaggi segreti, Peter aveva con sè la loro famosa Mappa, fino ai dormitori. Erano i Malandrini dopotutto, niente e nessuno avrebbe mai potuto mettersi tra di loro, erano un’istituzione, erano amici...

 

Ed ora per James era giunto il compito più difficile, doveva parlare a Lily. La rossa era seduta su una delle poltrone nella sala comune, parlando con alcune amiche. Sembrava tranquilla e rilassata, d’altronde per tutta la giornata lo era stata, l’unica particolarità era che lo aveva ignorato palesemente.

Aspettò fino a dopo cena, una volta svuotata la Sala Comune avrebbe tentato un approccio. Ma i suoi progetti naufragarono quando, ad inizio serata, Lily se ne uscì dalla torre, diretta chissà dove. Pensò che la cosa più saggia da fare fosse seguirla. Tuttavia la perse d’occhio quando Hugo Triken, un prefetto del sesto anno, gli fece perdere tempo, fermandolo e ricordandogli che non era certo permesso uscire dalle proprie case dopo una cert’ora, soprattutto per ‘fare un giretto’, come James aveva risposto quando gli era stato chiesto dove diavolo stesse andando. Sbuffando marciò fino in camera, si infilò sotto il mantello, prese la mappa e sgattaiolò fuori attraverso i passaggi segreti. La mappa indicava chiara la presenza di Lily, scendeva dalla Torre Nord. Probabilmente la Cooman l’aveva convocata per discutere il suo compito. E se fosse andato male? James non potè evitare di sentirsi in colpa per questo, a lui era stato dato il compito di aiutarla...

Lentamente il puntino che portava nome ‘Lily Evans’ avanzava per i corridoi deserti. Lo vide fermarsi, entrare nel bagno delle ragazze e... passarono diversi minuti senza che la ragazza uscisse. James si portò poco distante i bagni. Ora nel corridoio stavano due piccoli puntini neri. Entrambi immobili. Lily ci stava decisamente mettendo troppo, erano ormai venti minuti che se ne stava chiusa li dentro! James pensò che fosse troppo tempo persino per il peggiore e più duraturo dei bisogni. Magari si era sentita male? Corse fino alla porta del bagno, appoggiò una mano alla maniglia e la abbassò. Esitò un attimo... Lui era un uomo! Mica poteva entrare nel bagno delle ragazze... Al diavolo i perbenismi e gli scrupoli, se Lily stava male non poteva certo lasciarla lì! Entrò nel bagno e la porta sbattè alle sue spalle, anche se occhi umani non avrebbero visto nessuno entrare nella stanza. Sentì un respiro leggero e irregolare venire dall’ultimo dei cubicoli della stanza. Si avvicinò lentamente. Lily era lì dentro. Trattenne il fiato. Ora, sulla grande mappa, i loro piccoli puntini erano praticamente attaccati, nella realtà solo una sottile porta di legno li divideva.

Alzò un braccio per bussare, ma poi lo riabbassò. Sospirando si appoggiò alla porta chiusa e si lasciò cadere a terra, con un leggero tonfo.

Lily, seduta esattamente di spalle a lui, rinsavì di colpo “C-chi è?” domandò esitante.

James rattenne il fiato “Va tutto bene?” le domandò.

La ragazza fu sorpresa nell’udire la sua voce. Che cosa ci faceva lui lì? Poi scattò nervosamente “No che non va bene! La professoressa Cooman mi ha convocato nel suo studio... A quanto pare il compito era ben fatto solo... ‘Signorina Evans –prese a fare il verso alla professoressa- queste previsioni mi sembrano poco credibili... E poi possibile che ne gli astri, nè le foglie di tè, nè la sfera, abbiano rivelato nulla circa il suo futuro al fianco del signor Potter?’ Al diavolo Potter, le ho detto inviperita, e anche lei! Ho le tasche piene delle sue previsioni sul mio futuro, lo sa?, le ho detto... Per tutta risposta lei se l’è presa e mi ha dato un’insufficienza... I prefetti non possono avere insufficienze... Probabilmente mi toglieranno l’incarico... Non va decisamente per nulla bene, grazie!” rispose seccata, mentre un paio di lacrime le scendevano per le guance.

“Mi dispiace...” mormorò lui, sinceramente dolente.

“Si, perchè è anche colpa tua! Fai bene a dispiacertene! -gli ricordò- Ti detesto, James Potter! Sei la mia croce...”

James chinò il capo, sotto il mantello “Magari possiamo provare a preparare un altro compito... Ti do ancora una mano...”

Lily rise amareggiata “Il tuo ‘aiuto’ di ieri sera mi è bastato..”, lui non rispose.

Ci furono diversi istanti di silenzio “Scusa per ieri sera... Mi dispiace, forse non avrei dovuto... Solo... ho sentito il bisogno di farlo.” ammise.

Lily si spazientì “Certo! Avvertiamo il bisogno di baciare le persone e lo facciamo, così per sport! Chi se ne frega di quello che pensano, no? E poi, dopo che ci siamo levati lo sfizio, via! Volatilizziamoci! Chi se ne frega di Lily, chi se ne frega se è come piantarle una coltellata nel cuore! Credevo fossi meno imbecille, Potter!”

“Ehi! Non è andata così!” si difese balzando in piedi e lasciando scivolare dalle proprie spalle il mantello.

Lily spalancò la porta, asciugandosi le guance nella manica del mantello nero “Cosa? Non è andata così? Adesso abbiamo anche i ricordi distorti? E come sarebbe andata, di grazia?”

James sbuffò “Non sono un cretino che si vuole togliere uno sfizio!” puntualizzò.

“Ah, giusto! E’ per questo che poi te ne sei andato, bel bello, senza dirmi una parola no?” fece ironica.

“Non è così! Me ne sono andato perchè ho capito di aver fatto una sciocchezza!” precisò.

Lily si rabbuiò “Oh, scusa allora se sono una sciocchezza...”

James scosse il capo “Certo che travisare è il tuo sport preferito, eh?” gli venne quasi da ridere. “Avevo paura che Peter mi avrebbe odiato per tutto quello... Lo sai che ha una cotta per te...”

“E allora? Bastava dirgli ‘Pete, sai come siamo noi maschi, quando prendono certe voglie; quella scema della Evans stava lì a crogiolarsi per me, ho pensato di approfittarne’...”  fece facendogli il verso.

James scoppiò a ridere, lasciandola sbalordita “‘Pete, scusa ma mi sono preso una cotta per lei e avevo una terribile voglia di baciarla...’” la corresse. Lasciò che sorridesse leggermente, sorpresa, poi, sistemandole una ciocca dietro l’orecchio, si avvicinò e la baciò di nuovo.  E di nuovo un brivido caldo corse lungo la loro giovane pelle.

Lily si liberò da quella piacevole situazione dopo qualche istante “Io sono arrabbiata con te!” gli ricordò cercando di restare seria. Lui ne rimase spiazzato. Con il suo sorriso, prima, gli era sembrato che ricambiasse tutto quanto... Si era sbagliato? Lei era ancora arrabbiata... Chinò lo sguardo mortificato.

Lei per tutta risposta gli gettò le braccia al collo ridendo “Che scemo che sei!!!! Te l’ho fatta... Comunque... Non mi piace Peter, è solo un caro amico...” i suoi occhi verdi, fissi in quelli blu di lui, sembravano voler dire quello che a parole non aveva terminato.

James le rispose con un sorriso “Si, nemmeno a me piace  molto Peter... un caro amico, si...”

Lily rise divertita “Sei sempre il solito scemo...”

“Ehi, mi dispiace per Divinazione...” le disse accarezzandole una guancia. Come gli piaceva toccare la sua pelle morbida e soffice.

Lily annuì abbacchiata “Aiutami a finire quelle dannate previsioni... Ti va?” gli propose.

Lui annuì “Ehi, adesso la possiamo anche far felice... Per la prima volta da che insegna credo che quella talpa della Cooman abbia visto giusto.” le fece presente.

Lily scoppiò a ridere “Mi hai baciato da dieci minuti e già ci si spalanca un roseo futuro?” domandò perplessa. Non voleva suonare scocciata, ma James ne ebbe quell’impressione e si rabbuiò “Si, giusto...”

Lily se ne accorse, con estrema naturalezza prese la mano di lui, intrecciò le dita alle sue. Le loro mani parevano fatte per combaciare, come le loro labbra. La strinse forte “Oh, un roseo futuro sarebbe l’ideale! Se tu vuoi...”

Lui ricambiò la stretta di mano e portò quella bianca di lei alle labbra, le diede un leggero bacio sul dorso “Se è quello che vuoi tu...”

Non ci fu bisogno di una risposta. Lily sorrise al ragazzo, tenendo le mani intrecciate, immersi in un silenzio pacifico e per nulla imbarazzato, ritornarono alla propria casa. Lily terminò il proprio compito, felici di vederli insieme la Cooman non potè evitare di togliere l’immeritato voto a Lily, che rimase prefetto.

Per tutta la scuola iniziarono a circolare voci sulla loro presunta relazione... Tutta via nessuno seppe mai qual’era la verità. Di giorno ‘Evans’ e ‘Potter’ non facevano altro che litigare come al solito, in perenne disaccordo su ogni cosa, ma ci fu chi sarebbe stato pronto a giurare di averli visti baciarsi e coccolarsi al nome di ‘Lil’ e ‘Jamie’ nell’aula vuota di Incantesimi, al termine delle lezioni.

Tutto quanto dava parecchio sui nervi a Severus Piton che, pur essendo un Serpeverde della cerchia di Malfoy, nutriva ancora una celata passione per la rossa. Celata alla maggior parte ma non a James, che più di una volta lo aveva visto osservare attentamente Lily, durante le lezioni in comune o le ore dei pasti. In tutte quelle occasioni non si era trattenuto dal riservargli occhiatacce omicide, trattenendo a stento l’istinto di strozzarlo.

 

E arrivò anche il giorno della gran sfida a Quidditch: Grifondoro contro Serpeverde. La sfida di ogni anno.

James era particolarmente in forma. Lui e Sirius non vedevano l’ora di far mangiare la polvere a quell’idiota di Malfoy e all’altro suo collega, Piton; il primo Cercatore e diretto avversario di James e il secondo ammesso in squadra come Stratega.

Tutta la folla era raggruppata sugli spalti, in trepidante attesa. Lily e Macie si erano appostate proprio sopra l’uscita dei Grifondoro. Prima della partita decisero di scendere subdolamente anche negli spogliatoi.

Entrarono affiancate da Remus e Peter, dentro la grossa stanza stavano, chi seduto sulle panchine, chi volando a pochi centimetri da terra con la propria scopa, chi accoccolato a terra, i sette giocatori vestiti di giallo e rosso.

James, che era da quel nuovo anno il capitano della squadra, cercava di incitarli e incoraggiarli “...quell’imbecille di Piton non avrà nessuna strategia capace di contrastare il nostro attacco! Noi siamo più forti! E anche se loro giocheranno sporco noi vinceremo lo stesso, senza abbassarci al loro livello! Abbiamo dei Cacciatori eccezionali –Sirius finse di darsi delle arie- e potenti, Sirius, Anne, Lane, contiamo su di voi, distruggete quel cretino di Dakster che sta in porta, la grandezza del suo corpo tanto è inversamente proporzionale a quello del cervello, confondetelo e saremo a cavallo! E poi i nostri Battitori sono i migliori dell’intera scuola! Arcy, Philip, quei maledetti bolidi sono tutti vostri, sapete cosa farne! Poi abbiamo la nostra Portiera (?? Si dirà così al femminile? NdLy perplessa) Kassandra, siamo sicuri che nessuno dei loro tiri andrà a segno, finchè ci sarai tu! In quanto a me... non lascerò nemmeno il tempo di vedere il luccichio del Boccino a quel imbecille di Malfoy! Ragazzi, ci siamo allenati a lungo, siamo preparatissimi, siamo in gamba, SIAMO I MIGLIORI! Andiamo la fuori e vinciamo per il quinto anno di fila la coppa! Anche se le loro scope sono più all’avanguardia, anche se loro giocheranno sporco, noi sapremo fare del nostro meglio... e VINCEREMO!” Dichiarò determinato. Attorno a lui gli altri sei scattarono in piedi gridando un potentissimo ‘SI!’ all’unisono, più carichi e determinati che mai.

Lily, sulla soglia, aveva ascoltato rapita il suo discorso, catturata dalla sua determinazione, da suo coinvolgimento. Raramente aveva visto i suoi occhi brillare in quel modo. James era pazzo per il Quidditch, lo conosceva e aveva osservato a lungo, durante gli allenamenti, la squadra intera: ce l’avrebbero fatta.

Presero le scope in mano e uscirono tutti quanti di lì.

“Avete un capitano d’eccezione quest’anno, eh?” gli disse sorridendogli e strizzando un occhio. James lasciò che i ragazzi si allontanassero un poco, verso lo stadio, e le si avvicinò baciandole una guancia “Naturalmente! E naturalmente vinceremo!” le ricordò

Lei annuì “Non ne ho mai dubitato! Buona partita!” James raggiunse gli altri, inforcò il suo manico e si librò a mezz’aria con gli altri ragazzi. Lily e Macie fecero appena in tempo a raggiungere le loro postazioni che la partita prese il via, Remus ai commenti seduto accanto a loro.

Come c’era d’aspettarsi il gioco dei Serpeverde non fu per nulla pulito, ma dopo diversi minuti di gioco era comunque la squadra di Grifondoro a guidare la partita per 30 a 0. Serpeverde non aveva ancora segnato nemmeno un punto. Almeno fino a quando entrambi i bolidi furono lanciati prepotentemente contro Kassandra, in porta, che cadde dalla scopa, perdendo i sensi. Toccò a Philip cercare a tutti costi di difendere, mentre Madama Chip rimetteva in sesto la loro compagna, ma Serpeverde riuscì a passare comunque in vantaggio. In poco tempo ribaltò la situazione e raggiunse i 60 punti rispetto ai 40 di Grifondoro. Quando la quota raggiunse i 90 e dal momento che Kassandra ancora non faceva ritorno, James si decise a chiamate il Time Out.

Tutti i ragazzi erano affaticati e abbattuti. I Serpeverde erano fortissimi e veloci, violenti e poco leali, era dure tener loro testa. Il capitano cercò di risollevare loro il morale, con il ritorno di Kassandra ci riuscì. La partita riprese, i ragazzi riuscirono a recuperare qualche punto, i Serpeverde non ebbero più modo di segnare. Tuttavia presto si presentò un nuovo problema, si sollevò un forte vento che pareva sempre soffiare in direzione opposta a quelli di Grifondoro. I giocatori ebbero parecchi problemi, le loro azioni erano rallentate, venivano facilmente superati. Lily si accorse, dalla propria posizione, di Severus, il ragazzo pareva mormorare continuamente qualcosa... Mentre le squadre si riassettavano un attimo, Lily richiamò James, che puntando verso di lei con la propria scopa la raggiunse “che succede?” domandò notando la sua espressione allarmata.

Lily indicò Severus “E’ lui! Lui guida il vento con un incantesimo!” James spalancò gli occhi incredulo.

Lily gli sorrise decisa “Ci penso io! Ora gli lancio un bel controincantesimo! Voi continuate a giocare!”

James annuì “Lily, nessun aiuto! Noi non vinciamo come loro, ok?”

Lei si indignò “CERTO! Non l’ho mai nemmeno pensato! Non mi abbasso ai livelli di Piton, io!” sottolineò delusa che James avesse pensato una cosa del genere.

Lui annuì “Lo so, scusami! So che non lo faresti mai... Grazie! Toglicelo dai piedi, ma non finire nei guai, ok?” le diede un bacio a timbro sulle labbra, poi ripartì raggiungendo i compagni.

Piton riservò a Lily uno sguardo rabbioso, Macie decretò che il loro piccolo bacio, aggiunto al fato che Lily lo avesse scoperto, non aveva contribuito a renderlo di buon umore. Lily si lanciò in un controincantesimo che parve sortire i suoi effetti: rapidamente il vento cessò e Grifondoro riuscì a rimontare il risultato che aveva toccato il fondo con 140 a 70. Del boccino non c’era ancora nessuna traccia. La partita si stava giocando da quasi un’ora ma ancora la sferetta dorata non si era fatta viva. Improvvisamente però, un bagliore attraversò rapidissimo il campo da parte a parte. Tutta la folla balzò in piedi quando i rispettivi Cercatori si lanciarono in un inseguimento mozzafiato. Anche Lily trattenne il fiato seguendo James scendere impicchiata sul capo, sterzare e risalire in aria, con al suo fianco Malfoy che lo strattonava. Rivolse nuovamente le sua attenzione a Piton, doveva tenerlo d’occhio... Lo vide guardare nella sua direzione, lesse sulle labbra ‘Adesso ti faccio vedere io, ficcanaso!’. Non intese subito a cosa si riferisse, ma lo capì quando vide il Bolide lanciato da Ken Parkinson, Battitore di Serpeverde, verso Sirius che sfrecciava in direzione della porta, ripiegare su sè stesso e correre veloce come un fulmine verso James. Il ragazzo non fece nemmeno in tempo ad accorgersene. Qualcosa di enorme e forte lo colpì in pieno volto, fracassandogli gli occhiali e probabilmente rompendogli il naso, barcollò e quasi cadde dalla propria scopa. Rimase appeso con una sola mano. Lily balzò in piedi gridando nella direzione di Piton “Maledetto!”. Scese rapida dalla torretta su cui si trovava, fino all’ingresso del campo. Tutti quanti trattennero il fiato, aspettandosi di vedere James mollare la presa, perdere i sensi e precipitare da un’altezza considerevole. Lily estrasse la bacchetta e la rivolse contro James proprio nel momento in cui la sua presa stava per cedere “Actenua...” mormorò. Il ragazzo cadde a terra molto lentamente, quasi adagiato, la scopa al suo fianco. Quando tocco terra riaprì gli occhi, stupendosi di non essere tutto rotto. La partita non era ancora finita. Ignorando Madama Chips che correva pregandolo di non muoversi verso di lui, afferrò il suo manico di scopa e si rialzò in aria. Cercò di non far caso al dolore fortissimo al volto, gli occhi semichiusi aguzzando la vista in cerca del boccino e mordendosi un labbro per non gridare. Lo rivide, a pochi metri da lui. Partì a razzo, con Malfoy alle calcagna. Allungò un braccio cercando di afferrarlo ma il boccino correva fortissimo. Spinse di più la sua scopa, doveva prenderlo! Mancava così poco!

Sentì Malfoy alle sue spalle “Non lo avrai, Potter!” e il manico di legno del ragazzo si innalzò al suo fianco, un gesto del suo padrone e lo colpì forte alla nuca. Chiuse gli occhi, sperando, pregando, ignorando il dolore, spalancò la mano e la richiuse. Il boccino al suo interno. L’ultima cosa che sentì fu la voce di Amy Rubin dichiarare vincitrice Grifondoro e il pubblico esplodere in una festosa esultanza.

 

Quando si risvegliò, oltre alle facce preoccupati di amici e compagni di squadra scorse il soffitto bianco dell’infermeria. Provò a sorridere, ma cambiò immediatamente idea avvertendo un dolore lancinante al volto. Se lo tastò delicatamente con una mano: aveva il naso e la fronte fasciati, gli dolevano gli zigomi, le labbra, tutto quanto! Gli pareva quasi che gli avessero fracassato la testa...

“Jamie, tutto bene?” domandò Sirius.

Per tutta risposta il ragazzo strizzò gli occhi emettendo un guaito “Insomma...” mormorò a fatica.

“Si è svegliato? Bene, bene! –Madama Chips si fece largo tra i ragazzi- Signor Potter, sono lieto di informarla che è stato in grado di rompersi il naso per intero! Beva questo! Un paio di giorni e sarà come nuovo... ma non saranno piacevoli questo paio di giorni, nossignore!” e gli passò un bicchiere pieno fin all’orlo di un intruglio verde e poco allettante. Puzzolente, avrebbe aggiunto James se avesse avuto la possibilità di sentirne anche solo minimamente l’odore.

Tutti quanti furono fatti uscire dall’infermeria. James fermò Sirius prima che potesse andarsene “Siri, e Lily?” domandò dopo aver notato che non figurava tra i numerosi presenti. “Non è venuta! Pare che sia profondamente adirata con te... Perchè hai voluto fare l’eroe e ti sei rilanciato nelle tue condizioni... –alzò le spalle- ... Ottima partita, capitano! Ora la convinco a passare... le do il tuo mantello, così Madama Chips non la vede entrare...” e facendogli l’occhiolino si allontanò.

Un paio di ore più tardi James sentì la serratura scattare e sporgendosi oltre la tenda che nascondeva il suo letto, vide la porta aprirsi lentamente... Lily doveva essere entrata. La ragazza passò silenziosamente davanti alla stanza dell’infermiera e raggiunse il letto di James, una volta certa di non essere vista si sfilò il mantello dell’invisibilità “Come stai?” gli domandò.

James fece così-così con la testa “Un pò di prurito al naso...” rivelò.

Lei ridacchiò “Che scemo! Avresti dovuto lasciarti curare! Malfoy ti ha dato il colpo di grazia! Se prima c’era rimasto qualcosa di integro nel tuo naso, lui ha pensato bene di distruggerlo!” gli spiegò scaldandosi.

James alzò le spalle “Ma abbiam vinto, no?” e sfoderò un sorrisone soddisfatto.

Lily gli sferrò un’occhiataccia “Sai, non la voglio una coppa di Quidditch, se la devo usare per metterci dentro i pezzettini che restano del mio ragazzo...”

James rise sommessamente, anche solo una piccola risata amplificava di mille volte il suo già poco sopportabile dolore.

“Incosciente...” gli mormorò Lily, appena prima di chinarsi e dargli un bacio delicato.

“Lo so...” rispose lui dopo.

Fortunatamente in poco più di due giorni James fu come nuovo, come promesso da Madama Chip e ringraziando il cielo né il suo naso e né un solo centimetro del suo viso portavano il ricordo dell’incidente sul campo.

Tuttavia una cosa restava: rabbia profondo nei confronti di Piton.

Fu Sirius ad architettare un bello scherzetto. 

“Con questo ce la pacherà una volta per tutte, per ogni volta che si impiccia negli affari nostri, per le occhiate morbose che lancia a Lily, per il tiro che ci ha fatto alla partita...” confessò a James.

Il ragazzo inizialmente si dichiarò contrario, poi cedette sotto i convincimenti dell’amico.

 

Era una serata di luna piena, luna che sarebbe sorta presto quella sera di primavera...

Remus era stato accompagnato al tramonto, dalla Mc Granitt, fino al Platano e di lì alla Stramberga. I ragazzi lo avrebbero raggiunto solo in tarda serata, dopo cena, per non destare sospetto.

Prima di cena Sirius si avvicinò a Piton, che per tutto il giorno, vedendoli tramare tutti e quattro, non aveva fatto che gironzolare loro attorno...

“Senti un pò, odioso rompiscatole, se hai abbastanza fegato per voler scoprire cosa abbiamo in mente, dove è andato Remus e tutto il resto, anche se dubito tu ne abbia, ti suggerisco di avvicinarti al Platano... Prendi un bastone e schiaccia il nodo che vedi sulla radice a nord, quella più lunga... Segui il passaggio che si apre alla base dell’albero e scoprirai un bel pò di cose interessanti...”

“E perchè dovrei crederti, Black?” sibilò quello.

Sirius alzò le spalle “Non c’è bisogno che tu mi creda, tanto so che non lo farai, sei troppo codardo per avvicinarti al Platano e infilarti in un passaggio segreto...” poi, senza attendere risposta, se ne andò.

Nell’immediato dopocena Piton sparì velocemente dal tavolo, prese il suo mantello e scese nel buio del cortile...

Sirius ridacchiava soddisfatto, James invece sembrava pensieroso.

“Cos c’è?” gli domandò Lily mentre se ne tornavano verso le proprie stanze.

“Niente...” mentì.

Sirius gli scoccò un’occhiataccia “Andiamo Jamie! Un piccolo scherzo per umiliarlo  e prenderci gioco di lui una volta per tutte...”

“che cosa state tramando? Di chi parlate?” insistette Lily sospettosa.

“Niente che ti interessi, Lily!” Sirius proseguì la sua avanzata.

“Sirius, gli hai detto anche come entrare?” domandò improvvisamente James.

Sirius annuì “Si, ma non crederai che abbia abbastanza fegato per avvicinarsi davvero al Platano, andiamo!”

James sbuffòIdiota! Credo lo farà! Dobbiamo fermarlo!”

“Io non fermo nessuno! Se vuole farlo, sono solo fatti suoi!” rispose deciso Sirius, quindi svoltò l’angolo e se ne andò.

Lily rimase a guardare James, pareva combattuto.

“Che cosa c’è? Qualche problema?” insistette, era preoccupata.

Lui le rivolse un sorriso “Senti Lil, torna in Sala Comune, ti raggiungo lì! Devo fare una cosa!” senza nemmeno darle il tempo di rispondere fece dietro-front e corse via.

Lily non seguì il suo consiglio e correndo lo raggiunse nel cortile.

“JAMES! Fermati, dimmi che stai facendo! Per favore... mi stai facendo preoccupare!” lo pregò raggiungendolo e fermandolo per il mantello, il fiato corto per la corsa sfrenata.

Lui scosse la testa “Torna dentro!” la pregò animosamente. Poi avanzò ancora, mancava poco all’entrata del Platano. Scorse Piton avvicinarvisi circospetto...

“Dimmelo! Dimmi che succede! Io non me ne torno dentro!” insistette, ormai era anche spaventata. Lo afferrò ancora per il mantello.

“NO! Tornatene subito dentro! TI PREGO, LILY!” ribadì.

Lei non si mosse “Prima dimmi che succede! Che ti prende? Che state combinando!?”

Lui sospirò, lanciò un’occhiata a Piton, aveva afferrato il lungo bastone, stava studiando il Platano, non aveva più tempo. “E va bene! Lo vedi il Platano? Sotto c’è un passaggio segreto, porta alla Stramberga, ad Hogsmeade. Lì c’è Remus, ma non è il solito Remus, lui è un mannaro... oggi c’è Luna piena! Sirius ha detto a Piton come raggiungerla, devo fermarlo, o si metterà nei guai... Per ora ti basta sapere questo...Il resto te lo dico dopo... TORNA DENTRO, ORA! Vai a chiamare Silente!” rivolse di nuovo la sua attenzione a Piton, ignorando gli occhi spalancati, increduli e spaventati di Lily, ma Piton non c’era più. Lo vide scivolare nel passaggio... Corse nella sua direzione.

“Fermati! Non andare da solo, ti prego! E’ pericoloso! Non farlo, James!” lo pregò con le lacrime agli occhi...

“VAI A CHIAMARE SILENTE!” le gridò di nuovo, poi si infilò nel passaggio.

Lily rimase immobile per qualche istante, poi si scrollò e corse all’impazzata fino all’ufficio del preside.

James invece si precipitò a rotta di collo lungo il tunnel, la bacchetta davanti agli occhi, accesa per far luce. Era quasi al termine del passaggio e di Piton ancora nessuna traccia. Lo scorse, in fine, proprio all’ingresso della casa.

“Severus, fermati!” lo chiamò gridando.

Severus si voltò verso di lui “Che vuoi Potter? Sparisci!” gli intimò sibilando con la sua solita voce fredda.

“No, tu non capisci, vieni via alla svelta! Ti prego, torniamo indietro!” lo supplicò tirandolo per un braccio.

Piton se lo scollò velocemente di dosso “Levati! Voglio proprio vedere cosa c’è dietro questa porta! Tu e i tuoi amichetti avete finito di giocarmela, Potter!” mise una mano sulla maniglia ma si bloccò di colpo.

Da dietro la spessa porta di legno giungevano ringhi terrificanti... Non di cane, non di lupo, di qualcosa di più terribile... Furono entrambi paralizzati... Fu James a riscuotersi per prima e tirarlo via di lì appena prima che la porta si spalancasse e un grosso e feroce lupo mannaro, occhi rossi e denti affilati, ne uscisse.

Piton spalancò gli occhi, terrorizzato, James cercò di trascinarlo via, ma sembrava paralizzato dalla paura. Il lupo avanzava, dimentico dell’autocontrollo umano e preda dell’istinto irrefrenabile, digrignando i denti affilati e bianchi... sempre più vicino...

“Lunastorta, fermati... ti prego, fermati... Sono James...” Cercò di farlo rinsavire, ma pareva che Remus avesse perso il controllo di sè stesso...

Piton gli lanciò contro un grosso sasso “Via, bestiaccia!” gli intimò suscitando maggior ferocia nell’animale che ora si preparava ad attaccare...

“Che cavolo fai, sei scemo?” James prese a trascinarlo via, correndo, il lupo si lanciò al loro inseguimento, molto veloce.

In pochi balzi fu loro alle calcagna.

Con una zampata atterrò Piton e gli saltò sopra. Il ragazzo perse la bacchetta e fu incapace di difendersi. James puntò il lupo con la sua, tuttavia era timoroso a lanciare un incantesimo, non sapeva che effetto avrebbe avuto sull’amico, ora versione lupo. C’era anche la possibilità di colpire Piton, non che la cosa lo preoccupasse, certo... Però non se la sentì. Infilò di nuovo la bacchetta nelle pieghe del mantello e cercò, a mani nude, di allontanare il lupo da Piton.

Riuscì a disarcionarlo, e Piton si rimise in piedi, dandosela a gambe. Percorse qualche metro ed andò a sbattere contro Silente. Svenne. Fu Hagrid a caricarselo sulle spalle.

Il preside, seguito dal Guardiacaccia e da Lily, che non aveva voluto saperne di restare fuori. Raggiunsero James appena in tempo, era a terra, il lupo sopra di lui aveva la bocca spalancata e stava per affondare i propri denti aguzzi nella spalla del ragazzo...

Mansueta Lupus!” fece prontamente Silente, puntando la bacchetta contro Remus.

Il lupo sbalzò via dal corpo di James e ricadde a terra, quasi tramortito. Il preside lo fece riaccompagnare nella Stramberga da Hagrid, che ne fu quasi eccitato vista la sua passione per tutte le creature magiche, anche le più pericolose.

Lily corse verso James, anche Silente si avvicinò, ora era lui a tenere in spalla il giovane Piton senza sensi.

“James! Come stai? Non... non ti ha morso, vero?” domandò aiutandolo ad alzarsi. Aveva qualche graffio qua e là, ma a prima vista nulla di più.

Scosse il capo “No, sto bene... niente di più di un graffietto.”

Silente li esortò a seguirlo “Bene,subito nelle vostre stanze, ragazzi! Domani vi voglio entrambe, assieme al signor Black, nel mio ufficio, prima delle lezioni...” Si divisero all’ingresso del castello.

Lily fece per salire verso la torre, ma James la fermò “Aspetta... voglio fare due passi... ti devo parlare...” la rossa annuì. Capiva anche lei che c’era bisogno di qualche spiegazione.

Si incamminarono sotto il mantello, per mano.

Erano ai limiti della foresta, James si sedette su una panchina di legno, all’ingresso di uno dei viali che si snodavano all’interno della fitta boscaglia. Tolse il mantello, l’oscurità li nascondeva agli occhi degli altri, ma la luna permetteva loro di vedersi molto bene.

“Io... mi dispiace per questa sera... per quello che è successo, per non averti mai detto nulla di Remus...” iniziò lui.

Lily scosse la testa, fissando il cielo rischiarato “Non ti preoccupare per il segreto di Remus, capisco. Solo... che avete combinato a Piton?”

Lui sospirò “Io e Sirius, abbiamo pensato di dargli una lezione... lui ha avuto questa idea... Non credeva che Piton lo avrebbe fatto veramente... Non me la sono sentita di restare a guardare senza fare nulla...”

Lily lo guardò incollerita “Sei un’imbecille! Lo siete entrambi! Non si giocano scherzi simili... e poi tu avresti potuto farti del male... “

Lui sorrise compiaciuto “Ti preoccupi ancora per me? Anche sono un’idiota?”

Lei si finse contrariata “Già, mio malgrado... vorrei tanto mollarti qui ora... darti un bel calcio negli stinchi e andarmene... Ma non ci riesco...” ammise prendendolo per mano.

La accarezzò debolmente “Guarda, hai dei graffi... Avresti dovuto chiamare Silente, non precipitarti dentro!” lo sgridò di nuovo.

Lui scosse il capo “Veramente... pensavo che magari mi avrebbe riconosciuto... Lil, c’è una cosa che voglio dirti...” si alzò di fronte a lei, serio.

Lily lo guardò preoccupata, annuendo.

“Ecco... dal primo anno, io e gli altri, abbiamo pensato che sarebbe stato bello poter essere vicino a Remus in notti come queste... –iniziò- ci abbiamo provato a lungo e lo scorso anno ce l’abbiamo fatta...” La guardò negli occhi, si concentrò e, con sommo stupore di Lily, davanti ai suoi occhi prese forma un grosso e meraviglioso cervo. La guardava, aveva la sua stessa meravigliosa espressione, gli stessi grandi e profondo occhi blu di James. Era ancora incredula, scosse la testa e sorrise a quella che ai suoi occhi apparve come la creatura più bella dell’intero universo... Allungò una mano e la fece scorrere sul suo muso delicato, il cervo, Ramoso, si allungò verso di lei accostando il suo musetto al viso delicato della ragazza, che lo catturò in un tenero abbraccio. Abbracciò quel bellissimo cervo, accarezzò il suo pelo morbido, sentì le lacrime agli occhi, si sentì quasi commossa, ed era una cosa che mai le era capitata. Rimasero a lungo così, con lui che poggiava il capo sulle sua gambe e lei che lo accarezzava, dolcemente.

“Sei meraviglioso...” gli sussurrò baciandolo in mezzo agli occhi. Poi James riprese le sue sembianze. Stavano per rientrare al castello quando un fruscio alle loro spalle richiamò la loro attenzione. Lily fece per avvicinarsi, ma James la fermò trattenendola per un braccio “Ci sono presenze oscure nella foresta, resta qui!”

Lei lo trattenne di nuovo “Io VENGO!” si impuntò. Lo prese per mano e lo seguì.

Si addentrarono solo pochi metri, nel fitto buio della foresta riuscirono però a scorgere figure nere ammantate... Sembrava un rito... un rito nero...

Figure in cerchio... al centro del cerchio ammantato, stava qualcuno in ginocchio... Ma chi era? James strinse più forte la mani di Lily, si rannicchiarono ancora di più in quel cespuglio, più pentiti che mai di essere entrati a guardare...

Poi il cerchio si sciolse, neri uccelli malvagi, signori della notte, si alzarono in volo nel cielo notturno. Gli uomini si smaterializzarono. Rimase solo quello all’interno del cerchio, si alzò, avanzò verso il limitare della foresta.. Lily e James impallidirono, la ragazza si aggrappò al mantello di lui, davanti a loro stava passando Lucius Malfoy... E quelli di prima avevano tutta l’aria di essere un gruppo di Mangiamorte... Entrambi potevano rammentare molto bene quelli del terribile pomeriggio a Diagon Alley.

Si guardarono sbigottiti, James strinse un braccio attorno alle spalle di Lily. Entrambi sapevano quanto Malfoy  fosse infame, ma non immaginavano fosse uno di loro, all’interno di Hogwarts... Ebbero entrambi paura.

Uscirono dalla loro tana solo quando furono sicuri che Malfoy fosse ben lontano, silenziosamente sgattaiolarono fino al dormitorio. James accompagnò Lily fino all’ingresso di quello femminile, stavano ancora sotto il mantello...

Lily gli sorrise un pò cupa “Buona notte, Jamie...”

Lui le accarezzò una guancia “Non ci pensare... non potrà succedere nulla, dobbiamo fidarci di Silente...”

Lei annuì debolmente, poco convinta.

James la circondò con un abbraccio “Lil, a quello scemo di Malfoy tiriamo il collo quando vogliamo... L’abbiamo già schiantato pesantemente, non devi preoccuparti, intesi?”

Lily rise ricordando lo schiantesimo dello scorso anno... Davvero ottimamente riuscito... “Già, hai ragione!” fece più convinta.

Lui le diede un bacio.

“Sicuro che non vuoi farti medicare quei graffi?” 

James cosse la testa “Non sono nulla... Piuttosto... mi spiace che questa notte Remus sia rimasto da solo...” fece mortificato. Lei annuì, rimase in silenzio poi gli sorrise “Siete gli amici migliori che si possa desiderare, l’ho sempre pensato!” gli scoccò un bacio sulla guancia, lo salutò e se ne tornò a letto...

 

Il giorno seguente tutti e quattro furono radunati da Silente, toccò loro una lavata di capo, diversi punti tolti; il preside strappò a Piton la promessa di non rivelare mai quello di cui era venuto a conoscenza. Fortunatamente il grande mago non scoprì mai della loro capacità di trasformarsi e i ragazzi poterono trascorrere altre nottate in compagnia di Remus, alla Stramberga.

Un altro anno terminò ad Hogwarts, ci sarebbe stata l’estate, poi l’ultimo fatidico anno....

 

 

Continua...

 

 

Chiedo subito scusa per la fine del capitolo... Ma non sapevo come chiudere... PACE E AMEN! ^^

Allora, che vi pare di questo????

Scusate il mio solito ritardo, ma... ANCHE IO HO UNA VITAAA!!! Il martedì e Mercoledì sono tremendi, torno tardissimo da università! Gli unici giorni sono giovedì pomeriggio, venerdì e sabato... ma ho sempre un sacco di cose da fare!! ^^ Scusatemi!!    é_è

E scusate anche se questo capitolo non è un granchè... Voi che ne pensate? Cambio qualcosa? DITEMI VOIIIIIIIIII!!!!!

Ah, ho DOVUTO inserire il Quidditch! Non è Hogwarts senza Quidditch, vi pare? ^_-

Ed ora un MUST, l’angolino dei ringraziamenti! ^^ Come sempre siete stati tutti stupendi... allora è promosso il mio ultimo esperimento narrativo (Tra l’altro sostenuto dall’associazione dentistica italiana che vede in cose del genere la possibilità di aumentare gli introiti levando carie a go-go...) ???? ^^ Mi pare di si...

Bene, Ly sfodera e spolvera il solito cestone di baciotti x: Strekon, si si, giuro che non sono per nulla così, io! ^^’’’ Em, poesia? Ma scherzi? @___@ *Ly in imbarasso totale...* Il solo riferito all’età di L&J era ironico... ^^’’’ Sai, una di quelle cose che dicono i ‘grandi’... Io anni? T_T Sono una vecchia befana, ne ho... 19!! T_T E non fumiamo nulla io e Kiaretta cara... ^^’’’ Magari è qualcosa nel cibo, boh! Ah, bella la storia del Nobel! Però ricorda che la sezione ‘La sai L’ultima? Kiak si, e anche Strekon’ è nella tua di fic! ^^   Ci, ho trovato una pseudo-ghiacciaia come la sottoscritta! ^o^ Oh, se piace a te allora mi fido! ^^   Fred: NON CI CREDOOO!! Il mio Weasley preferito dopo Ron, assieme a Percyano (Kia, non mi picchiare...) amico mio! ^o^ Ly incommensurabilmente felice che ti sia piaciuta! ^o^    Anja, Favoloso? ^///^ Em, grasie! Gentilissima come sempre!   Mikan, Eh eh, adesso hai scoperto che succede dopo... ^^ Soddisfatta? E’ andata come garba a te? scusa gli aggiornamenti a rilento ma sai, c’è anche la mia di sopravivenza! @_@   (Ah, W James? Io personalmente preferisco SIRIUUUSSSS! ^^)    Keiji: Em... Vero talento?   é_è Oddio... io direi che è stata questione di fortuna, l’ispirazione va (La maggior parte delle volte.. -_-) e viene! ^^’’’ Cmq, grazie!   Alexis: ^^ New Rec.! ^^ Evivaaaa! Ecco qui il continuo! Grazie mille!   Mikisainkeiko: ^^’’ Oh, perfetto! L’immedesimazione per me è il TOP! Se mi dici così... MI SENTO A CASA! ;__; Troppo buona! Davvero! Quanti capitoli, mi chiedi? Em... non so con esattezza... vediamo... questo, quello, l’altro, quello così, un altro per questo... Uhm... fai ancora al max una decina(Ma io son logorroica e prolissa da morire, potrebbero diventare di più! ^^’’’)     Mokichan: In genere capitoli simili non li scrivo mai... ^^’’’ Era la prima volta! Però ne ho in mente uno simile per il gran finale!! Muahuahuah! Che accadrà? Nessuno saprà fino ad allora! ^O^  Ah, meglio che stai lontana dai miei piedi, sai! ^^’’ Se ci tieni alla vita! <-si fa le battute da sola-    Oby86: Altra new entry! ^^ Grazie mille! La più bella su Lily e James? @///@ Oddio... troppo troppo buona! ^^ Ah, si si, io ADORO NANA! ^^  Giuggy: ^^ Contentissima come sempre che anche questo ti piaccia!   Kim: Oh, anche gli applausi? TvT Ly comossaaaa! Grasie! ^^ ti ho risposto alla mail, sai? ^^ Serena: Uah uah uah!! Non credevo di causare simili scene di disperazione! Ho voluto vendicarmi di tutti quelli che mi tagliano le fic proprio sul + bello! >__< X una volta, lo faccio io! ^^ Perdono! Si, 16 anni è tarduccio, ma non è colpa mia di certo se James è uno sveglione e Lily una di troppe pretese! :P   Buffy: divina cacciatrice!! ;_; Ly sempre onorata dal fatto che questa modesta fic finisca sotto le tue divine pupille! **  ^^   Maichy: Grazie per il consiglio, ora ho fatto pace con Word (??) e ritorno a scrivere lì, così si salva automaticamente ogni 5 min! ^^ Non mi piace word, ma per la mia sanità mentale...

 

Ah, bello il dibattito su Minus che si è sviluppato nella sez rece! ** Oh oh, mi date un sacco di spunti! ^^ Vedrò che fare... io personalmente ritengo opportuno trattare Peter come ogni altro personaggio, in fondo siamo ‘prima’ e tutto quanto deve ancora accadere... per quanto mi riguarda io Peter lo vedo così, un pò ingenuotto e poco sveglio, una sorta di pacioccotto sfigatuccio, mi spiego? Ma buono e simpatico... ^^ Non trovo giusto odiarlo sin d’ora... ve ne darò motivo di farlo più avanti... :P (Strekon fin qui son d’accordo con te! ^^)  E cmq il mio Peter non passerà da una certa parte SOLO perchè James si piglia Lily... Sarebbe troppo banale...  Cmq... Se volete discutere della questione... LY ( E NON LILY! Non ho nulla io della mami di Harry! >__<) è PIù CHE DISPONIBILE! ^^

 

Bene bene, aspetto le solite recensioni... *_* Dipendo da voooi! <-totale sottomissione...

Lo so che ci metto un pò, ma posso scrivere solo nei fine settimana! Cercate di capire, il martedì rientro alle 8, il mercoledì quasi alle 7 e la domenica lavorooo! T_T Me povera, devo vivere un pò per il resto, no?

^^ Meglio chiudere che ogni volta i saluti mi vengono quasi + lunghi del chap! ^^

Un bacio a tutti, alla prossima, la vostra Ly

 

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Capitolo 13
*** La Fine dell'Arcobaleno ***


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Era terminato un altro anno... Anche il sesto si era concluso. Come da copione si svolse la consueta cerimonia alla fine dell’anno scolastico: Corvonero vinse la Coppa delle Case, Grifondoro era rimasto in testa fino a che Silente non aveva scalato a Sirius e James un bel pò di punti, per il loro ultimo misfatto. Ma gli studenti giallo-rossi non ebbero di che lamentarsi comunque, per il quinto anno la loro squadra era riuscita ad aggiudicarsi la Coppa del Quidditch.

E così, sul calar di giugno, l’Espresso li aveva ricondotti a King’s Cross, li stava riportando a casa.

Gli ultimi giorni, per Lily, erano stati un pò tristi. La ragazza sperava di poter trascorrere di nuovo una meravigliosa estate a casa Potter, ma James ancora non le aveva accennato alla questione. Si era già rassegnata all’idea di dover tornare a casa, contenta di riabbracciare la sua famiglia, ma abbattuta all’idea di dover salutare i suoi amici. Di non poter più vedere James ogni giorno. Per tutto il viaggio di ritorno quasi non proferì verbo. All’atto di scaricare i bagagli, raccattate tutte le proprie borse, li salutò tutti. James la guardò perplesso “Cosa diamine stai dicendo, Lil?” le domandò non riuscendo a capire se stesse facendo sul serio o solamente scherzando.

Lily abbozzò un sorriso “Che mi dispiace non vedervi più ogni giorno, per tutta l’estate... Che... mi mancherete, ragazzi...”

James era sempre più confuso, era un modo garbato per dire che non sarebbe venuta in campagna da lui? “Perchè... non verrai quest’estate? Andrai a casa? Per tutti e due i mesi?”

Improvvisamente si fissarono stralunati, poi scoppiarono in una fragorosa risata, resisi conto del terribile malinteso in cui erano incappati. James le spinse gentilmente in dietro la fronte, con l’indice, prendendola in giro “Che scema, pensavi davvero che ti avrei rivolto un invito formale? A me pareva ovvio che avresti potuto trascorrere l’estate da me...” le fece notare con finta aria di superiorità.

Lei lo guardò incerta se essere adirata o felice, gli avrebbe cavato gli occhi per quanto l’aveva fatta patire in quelle ultime settimane... Ma decise comunque di abbracciarlo e stampargli un bel bacione sulle labbra scarlatte “Che scemo!” gli mormorò affettuosamente, scompigliando i suoi già abbastanza spettinati capelli neri. “Non potresti stare senza di me, eh?” aggiunse poi maliziosamente, a pochi millimetri dal suo viso.

Lui la guardò con impertinenza “Non ero io quello che si angosciava, mi sembra di ricordare...” quindi le diede un colpetto affettuoso sulla fronte.

Lily finse di indignarsi, ma poi lo baciò ancora.

I loro affettuosi scambi di effusioni amorose furono interrotti da un divertito colpo di tosse, alle spalle di Lily. “Ciao tesoro!” salutò cordialmente la stessa persona.

James sbiancò di colpo per poi passare ad un rosso decisamente troppo intenso, Lily voltandosi rimase a bocca aperta, in imbarazzo “M-mamma...?!”

La donna sorrise ad entrambi “Disturbo, ragazzi?” domandò cercando di rimanere seria.

James, che teneva ancora un braccio sulla spalla di Lily, si allontanò, asciugandosi le labbra “N-no no!” precisò.

“Bè? Non si saluta più la mamma, Lil?” le ricordò con un sorrisone.

La rossa la abbracciò ancora un pò frastornata “Mi sei mancata!” le disse riacquistando tranquillità “Anche tu, tesoro!”. James intanto se ne stava piantato e immobile, grattandosi una guancia in imbarazzo “Mi fa piacere rivederti, James!” aggiunse poi la donna, rivolta al ragazzo.

James trasalì “Ah... em, anche a me! E’ un piacere, signora Evans...”

“Bene, ti ruberò Lily solo per qualche giorno, allora... Verrai a prenderla come l’anno scorso? Io, Petunia e anche Papà saremo felici di rivederti, caro!” aggiunse sottolineando particolarmente il terzo soggetto elencato. James deglutì a fatica, si costrinse ad annuire e sorridere mentre Lily, che faceva di tutto per non scoppiare a ridere, si allontanava con la madre, salutandolo.

“Oh, ci sono NOVITà, tesoro?” domandò la madre divertita.

Lily ridacchiò “Bè, non te l’ho scritto per lettera perchè pensavo fosse più carino farci una delle nostre chiacchierate una volta tornata a casa....” le spiegò, capendo immediatamente a cosa si riferisse.

E così fu, Lily le raccontò ogni cosa... Di come si era innamorata di lui, di Natale, di quando lui l’aveva baciata, di cosa era successo dopo... Tralasciò di raccontare la faccenda degli Animagi, che considerava una questione tra lei e i ragazzi.

Un paio di giorni e James si ripresentò a casa Evans, più titubante che mai. Petunia, che se l’anno prima ne era rimasta affascinata ora, in accordo con il suo Verny, lo detestava, prese a fissarlo maleducatamente e con disgusto fino a che non levò le tende ed uscì di casa. La madre fu carina e gentile come al solito, il babbo era particolarmente taciturno. James prese a sentirsi più a suo agio quando li raggiunse anche Sirius. Fortunatamente Petunia non era in casa, sarebbe svenuta vedendolo balzare fuori dal camino, leggermente spolverato di fuliggine, con i suoi capelli neri, abbastanza lunghi e spettinati.

Passarono il pomeriggio in casa Evans, quando fu il momento di partire Lily salutò i genitori, così fece Sirius, cordiale, e anche James.

“Spero di non doverti ripetere nessuna raccomandazione, ragazzo...” fece il padre rivolto a James. La madre alle sue spalle gli strizzò un occhio divertita. James cercò di restare calmo “Certo signor Evans...”

L’uomo lo guardò impassibile “So tutto, ragazzo, vedi di trattare bene la mia piccola, intesi?” aggiunse, facendo arrossire vistosamente James, che annuì.

Poi sorrise “Perfetto! Adesso ci siamo spiegati! Buone vacanze, ragazzi!” li salutò appena prima di vederli ripartire su per il camino.

 

E così Lily rientrò a casa Potter, il cuore le batteva in preda all’impazienza di vivere un’altra estate fantastica con James e i suoi amici. Le parti più drammatiche erano state relegate in un angolino della mente, che si sa, i ricordi più passa il tempo, più accentuano i propri colori. E di fatti...

Per Lily fu l’estate più bella in assoluto... Trascorse tutti e due i mesi con i suoi cinque amici, con James... Le sembrava così naturale condividere una casa con lui... Era bello poter salutarlo ogni sera con un bacio, entrare nella propria camera e sapere che solo un leggero muro la divideva da lui.

Anche per James fu lo stesso. Era come la scorsa, stupenda estate, moltiplicato per mille...

I giochi all’aria aperta, le partitelle a quidditch, i bagni nel fiume, le scorrazzate per la campagna a bordo della scopa, gli scherzi e tutto il resto si susseguirono a ritmo sfrenato per tutto il periodo. Spesso Mrs Figg passava a trovare i ragazzi, un paio di volte anche Silente fu con lei, ma niente di quello che succedeva attorno a loro pareva turbare la sfera di tranquillità che si era creata in quel luogo. Una sfera tuttavia ancor più fragile del vetro, come una delicatissima bolla di sapone prossima allo scoppio.

 

Come di consueto si recarono tutti quanti a Diagon Alley, prima dell’inizio della scuola, per l’acquisto del materiale didattico, i sorrisi spiegati, felici ed ansiosi di affrontare il loro ultimo e determinante anno ad Hogwarts. Con loro c’era la professoressa Arabella.

Appena trasportati dalla Passaporta nel consueto retro del Paiolo Magico, e mossi i primi passi all’interno del magico quartiere londinese, i ragazzi ammutolirono. Il primo a parlare fu Remus “Ma... questa è Diagon Alley? Dove è finita la gente? Che cosa è successo?”

Tutti si aspettavano di trovare, come sempre, la strada affollata di maghi e streghe, i negozi con insegne e vetrine festose e colorate, finestre spalancate, fiori e gente festosa, musica e facce sorridenti, il piacevole e allegro chiacchiericcio diffuso: si aspettavano Diagon Alley come si era sempre mostrata ai loro occhi.

Invece nulla era come sempre stato: poca gente camminava frettolosamente per le strade, avvolta nei propri mantelli. Le finestre erano quasi tutte chiuse, i negozi cupi, i bar semideserti... Non si sentiva musica, nè risate, nè chiacchiericci allegri. Il cielo azzurro e illuminato dal sole ancora caldo di fine agosto strideva a contrasto con il pallore e la tristezza, con il senso di vuoto e sospetto che serpeggiava per quello che avrebbe dovuto essere il quartiere mago più popoloso della città.

Provarono tutti quanti una fitta al cuore.

“Che è successo?” domandò questa volta Peter, smarrito.

La professoressa Figg si passò una mano tra i capelli color mogano, abbattuta “Non lo immaginate? Hanno tutti paura di...”

“Voldemort!” la interruppe Sirius facendo sussultare il resto della comitiva.

Peter impallidì “Tu-sai-chi! Ti prego, Siri! Anche mamma e papà evitano di pronunciare il suo nome! Non lo fare...”

Sirius gli riservò un’occhiataccia perplessa “Ma dai, Pete!”

Mrs Figg posò una mano sulla spalla del ragazzo “Sirius, non sono per questo modo di pensare, ma la gente è diventata così sospettosa che solo sentir pronunciare il suo nome fa di te un Mangiamorte ai loro occhi... Forse è meglio che tu ti trattenga, se ti trovi in un luogo pubblico come questo...” gli consigliò.

Rapidamente e quasi nel più completo silenzio portarono a termine i loro acquisti.

“Mi spiace che le cose siano andate così, ragazzi... Stiamo cercando di fare tutto il possibile, ma il Ministero non collabora –la donna strinse i pugni- e la popolazione ha, a ragione, troppa paura...” disse Arabella amorevolmente, vedendoli demoralizzati, mentre se ne tornavano alla loro Passaporta.

Erano quasi arrivati al Paiolo Magico quando un giovane uomo biondo, apparentemente sotto al trentina, si materializzò a pochi metri da loro “Arabella! Abbiamo bisogno di te... Salve ragazzi...”

La donna si allarmò leggermente, ma cercò di rimanere composta. Lanciò un rapido sguardo ai ragazzi “Ok, voi tornate a casa, al massimo posso concedervi di fermarvi a prendere qualcosa da bere, ma non voglio che scodinzoliate per Diagon Alley, intesa? Posso fidarmi di voi, vero? Remus...” concluse lanciando un’occhiata carica di significati al ragazzo, da sempre considerato il più maturo, e a Macie. La fantasmina si schiarì timidamente la voce “Mund, devo venire anche io?” domandò. Il ragazzo scosse il capo sorridendole “No, non ti preoccupare, Macie! Vai pure con i tuoi amici. Ciao ragazzi!”

“Arrivederci ragazzi, a domani sera!” la donna e il ragazzo misterioso si smaterializzarono davanti ai loro occhi. I ragazzi si guardarono curiosi e preoccupati “Che cosa sarà successo?” domandò James, gli altri sospirarono.

Si sedettero pacificamente ad un tavolo sorseggiando sei freschissimi succhi di zucca, chiacchierano pacatamente.

“Ragazzi, non è meglio che torniate a casa? Non è saggio restare in giro di questi tempi...” consigliò loro Tom, l’oste.

Fecero per allontanarsi, quando Lily si fermò.

“Che c’è?” le chiese Remus accanto a lei.

Lily si fissò i piedi. Un laccetto delle sue graziose sandale si era spezzato, ad un altro pareva restare poco da vivere... “Avrei bisogno di un paio di scarpe nuove... E pensare che proprio qui vicino c’è un negozio ottimo ed economico!”

“Posso mandare un elfo a fare spese per te e Diagon Alley, appena torniamo a casa...” le suggerì James avvicinandosi.

Lily scosse le spalle “No... So che dovremmo andare subito a casa... ma se mi aspettate qui un attimo... farei alla svelta! Ho qualche sterlina babbana, non ci sarà nemmeno bisogno che io vada alla Gringott...” spiegò scrutando all’interno del proprio portamonete.

Remus cercò di dissuaderla “Lily, la professoressa Figg non credo sarebbe d’accordo! Non essere imprudente...”

“Andiamo Remus! E’ proprio dall’altro lato della strada! Farò alla svelta e poi torneremo a casa con la Passaporta! Lo so che è azzardato, ma ci andrò da sola e farò velocemente, ok?” fece lei avvicinandosi all’uscita.

“Ehi, l’accompagno io...” lo tranquillizzò James, correndole dietro.

Uscirono dal locale semibuio e la luce diffusa di metà pomeriggio abbagliò i loro occhi chiari. Londra pareva tranquilla, un pò fiacca sotto quell’inusuale caldo di fine estate, ma comunque un bel pò di gente camminava pacificamente lungo la strada, godendo probabilmente i propri ultimi giorni di vacanza. Attraversarono la strada e avanzarono di un pò.

“Non ci metterai molto, vero?” le domandò lui speranzoso.

Lily fece un cenno vago col capo “Mai mettere fretta ad una donna in procinto di scegliere un paio di scarpe, ricorda James!” rispose in tono profetico. Poi scoppiò a ridere di fronte all’espressione sconsolata e rassegnata di lui “Andiamo! Scherzavo... Sarò rapida e concisa, promesso!” quindi lo prese per mano e lo trascinò all’interno del negozio.

 

Non erano passati più di una decina di minuti, Sirius, Remus, Peter e Macie erano seduti pacificamente ad un tavolo del solito pub, una animata partita a Sette Bello magico aveva catturato la loro attenzione... Improvvisamente saltarono sulle loro sedie quando un boato fortissimo riecheggiò all’esterno... molto vicino...

Come d’istinto tutti e quattro si precipitarono fuori. La scena che si presentò ai loro giovani occhi fu incredibile: l’intero e riguardoso quartiere londinese, fino a poco prima illuminato dal sole, ora era completamente avvolto da una fitta nebbia impenetrabile e gelida. Si bloccarono sull’ingresso.

“Che sta succedendo? Non mi piace... prendiamo subito la Passaporta, ragazzi! Non avremmo dovuto restare qui! Per piacere!” li supplicò Macie, agitata all’inverosimile.

“No... Lily e James, dove diavolo sono? Li dobbiamo cercare!” puntualizzò Sirius.

Per una volta Remus fu d’accordo con lui. Peter invece se ne stava zitto, mezzo paralizzato dalla paura, annuendo leggermente col capo.

“No! L’ultima volta qualcuno di noi stava per farsi ammazzare! Voi... restate dentro! Vado io a dare un’occhiata... più morta così!” precisò la ragazzina, ironizzando, avanzando nella nebbia leggera e silenziosa.

Si bloccò dopo nemmeno un metro, portando una mano alla bocca e indicando un punto impreciso del cielo nebbioso sulle loro teste: i ragazzi seguirono la linea immaginaria che partiva dall’indice di Macie e si trovarono a fissare, per la seconda volta nella loro giovane vita, un teschio nero con un orribile serpente che sgusciava fuori dalla bocca, il terribile Marchio Nero, simbolo dei seguaci di Voldemort...

“Non di nuovo...” mormorò Remus socchiudendo gli occhi.

“Perchè la professoressa Figg se n’è andata proprio ora!?” mugugnò Peter.

Macie continuò ad avanzare lentamente, titubante, fino a raggiungere l’altro lato della strada, c’erano persone spaventate e spaesate, che cercavano rifugio nei negozi, bambini che piangevano. La cosa strana era che, se non stando vicinissimi, nessun rumore era percepibile, la fitta coltre di nebbia rallentava ogni corsa, attutiva ogni suono, pareva di essere all’interno di un incubo sfocato visto quasi alla moviola... Non riusciva a vedere James e Lily nonostante si trovasse proprio di fronte all’entrata del negozio.

“Lily? Lil, James? Mi sentite?” cercò di chiamarli, ma la voce giungeva smorzata persino alle proprie orecchie. Si domandò che terribile diavoleria fosse in atto.

 

Lily aveva appena pagato i propri acquisti quando anche all’interno del negozio riecheggiò il boato. Erano corsi fuori giusto in tempo per vedere la fitta nebbia calare rapida attorno a tutto quanto.

“Lily! Vieni qui!” James aveva prontamente afferrato la sua mano, saldamente.

La ragazza si guardava attorno confusa, anche loro sussultarono alla vista del Marchio “Oddio... che sta succedendo?” domandò titubante Lily.

James scosse la testa, stringendo ancora più forte la mano di lei “Meglio se cerchiamo di tornare al Paiolo Magico!” suggerì movendo i primi passi incerti nella direzione del locale. Lily annuì seguendolo.

Non fecero a tempo a muovere un passo sulla strada che, come fosse conseguenza dello scoppio di una bomba, il centro della strada si sventrò. I tombini schizzarono pericolosamente in aria e la rete fognaria saltò. Un terribile boato tappò le orecchie dei numerosi presenti, mentre molti venivano sbalzati in dietro per mano di una potentissima onda d’urto, tra loro anche James e Lily, e Macie poco distante.

Lily finì spalle al muro, di fianco a lei quella che doveva essere una vecchia signora babbana veniva ricoperta dai frammenti di vetro della vetrina che, alle sue spalle, andava in frantumi.

“Lily! Lil, come stai? Ti sei fatta male?” James era in ginocchio davanti a lei.

La ragazza era quasi paralizzata dalla paura, si voltò di scatto verso di lui con uno sguardo di puro terrore. La abbracciò forte e si rialzò in piedi “Andiamo! Forza, alzati e corriamo via!” la incitò. Lily fece per alzarsi ma ricadde sulle ginocchia, il cuore le batteva in preda al panico, i pianti di alcuni bambini le arrivavano alle orecchie come mille volte amplificati, sentiva gente gridare, grida che le martellavano la testa e le facevano venire la pelle d’oca. James cercò di scuoterla “Lil, andiamo! Alzati, ti prego!” La scosse per le spalle, le prese entrambe le mani e la fece rialzare. Poi corse trascinandola via, preoccupato per tutto quello che stava succedendo, agitato per quello che aveva letto nello sguardo di lei pochi attimi prima. Corse lungo il marciapiedi, cercando di non prestare attenzione alle persona che si trovavano ai suoi piedi, scosse, disorientate e spaesate, terrorizzate. Aveva letto su un quotidiano Babbano che tutti gli attacchi di Voldemort e dei suoi Mangiamorte, dopo aver cercato invano di nasconderli e sminuirli, erano stati spacciati per attacchi terroristici, non riuscì a decidere cosa fosse peggio...

Risalì il tratto di via percorsa all’andata e attraversò in un lampo, sempre stringendo forte la mano di Lily, voltandosi di continuo per accertarsi che ci fosse, con la paura nel cuore. Terribili ghigni divertiti e gelidi si udivano sempre più vicini.

Erano ormai prossimo all’entrata del locale, la nebbia non accennava a calare... Dove diavolo era? In preda all’agitazione e all’ansia, con la vista coperta, James non riusciva a scorgere l’insegna che ben conosceva, nemmeno la porta. “JAMES! LILY!” la voce di Sirius lo fece voltare di colpo. Nella nebbia scorse tre sagome incerte, alle sue spalle. Fece dietro front e finalmente riuscì ad arrivare, scorse i tre ragazzi. Sirius buttò le braccia al collo ad entrambi “Ragazzi! Andiamo via di qui, presto!”

Mentre giravano i tacchi videro materializzarsi a pochi metri da loro un esiguo gruppetto di non più di quattro o cinque persone ammantate, una era senz’altro la piccola Macie, ma le altre... Nemmeno il tempo di metterle a fuoco che una serie di potenti incantesimi sconosciuti ai sei ragazzi, partirono dalle loro bocche, in direzione dei Mangiamorte, ormai sopraggiunti. Mentre parole terribili, il solo sentirle faceva tremare di paura, risuonavano, scie luminose si scontravano a mezz’aria infrangendosi in getti di scintille. Il gruppo di Mangiamorte era più numeroso, pareva quasi avere la meglio, ma i maghi giunti dal nulla erano abili e veloci. Presto tre dei primi si ritrovarono a terra, immobili e privi di sensi, legati, mentre gli altri si smaterializzavano. Ora erano rimasti veramente in pochi. Mentre un uomo le copriva le spalle, la donna che i ragazzi riconobbero presto come la professoressa Figg si faceva avanti tra la nebbia che si diradava rapidamente, pronta a catturare i tre maghi oscuri svenuti. Ma a tradimento fu colpita alle spalle e con un gran colpo fu sbalzata in aria, per poi ricadere a terra dolorosamente e per giunta disarmata.

I Mangiamorte rimasti approfittarono dell’attimo di confusione dei loro avversari per sferrare un attacco. Per poco due di loro non finirono colpiti da due potenti Avada Kedavra, ma rimasero feriti, la professoressa Figg giaceva ancora a terra, l’unico rimasto in piedi era il giovane che avevano visto solo pochi minuti prima, a Diagon Alley. Affrontò i tre maghi rimasti a suon di bacchette, riuscì a schiantarne un altro ma non potè impedire che uno dei pochi rimasti in piedi si lanciasse verso Arabella.

Fu un attimo, James e Sirius, in barba al divieto loro imposto di utilizzare la magia fuori da Hogwarts, misero mano alle loro bacchette. Un potente “Stupeficium!” uscì con un grido dalle loro bocche mentre la magia scaturiva dalle loro bacchette. Colpito in pieno il Mangiamorte barcollò e ricadde indietro. Ma un altro di loro lo sostituì, con un solo, rapido gesto della mano mise fuori gioco i due ragazzi, sbalzandoli lontano. Remus prontamente pronunciò un incantesimo di rallentamento, per impedire loro di fracassarsi tutte le ossa durante la caduta, e poi cercò di fermare il secondo uomo “Impedimenta!” gridò con quanto più fiato aveva in corpo. Il Mangiamorte si ritrovò terribilmente rallentato nei propri movimenti. Tutto quanto nel susseguirsi di un paio di lunghissimi secondi.

“Peter, la bacchetta!” strillò poi il ragazzo, ancora impegnato a tener fermo il nemico, mentre il Mangiamorte schiantato da James e Sirius, ancora a terra disarmato, allungava la mano verso la vicina arma della professoressa Figg.

Esilio!” fece allora Peter, pregando affinchè, per la prima volta in tre anni, quell’incantesimo riuscisse decentemente. E così fu, la bacchetta volò via, fin nelle mani di Arabella, che in un attimo fu in piedi e catturò il Mangiamorte. Purtroppo tutti gli altri si smaterializzarono...

Presto per le strade risuonarono le sirene di ambulanze e polizia. Arabella e il giovane di poco prima si scambiarono un cenno col capo, rapidamente il ragazzo alzò la bacchetta e pronunciò “Magna Oblivion!”. Poi lui e gli altri tre, Arabella compresa, raggiunsero i ragazzi, un altro colpo di bacchetta e tutti si ritrovarono nel retro del Paiolo Magico.

“Arabella, io e Craugh portiamo questo da Albus, poi vediamo se consegnarlo alle Autorità.” il primo a parlare fu un uomo sulla quarantina, o per lo meno così fu deciso dai ragazzi, grassotto e un pò stempiato. L’altro uomo al suo fianco, probabilmente il famoso Craugh, annuì. La professoressa fece cenno di si col capo e i due, assieme ad un inerme mago vestito completamente di nero, incappucciato, si smaterializzarono con facilità.

Seguì una profonda pausa di silenzio, nessuno dei presenti rimasti osò fiatare, James tratteneva il fiato... Aveva già conosciuto l’ira della professoressa Figg, proprio un anno prima e nel medesimo posto, ma quello che più lo preoccupava in quel momento era Lily. Aveva l’aria completamente smarrita, vedeva le ginocchia tremarle ancora leggermente, sentiva la sua stretta di mano forte, come in cerca di un sostegno. Avrebbe voluto abbracciarla, dirle che non c’era più nulla di cui preoccuparsi. Pensò che la cosa più opportuna in quel momento fu rincarare la stretta di mano, intrecciando maggiormente le dita a quelle della ragazza, come a volerle dire che era con lei, che non l’avrebbe mai lasciata andare.

Lily dal canto suo era ancora spaventata. Il suo cuore batteva ancora come un tamburo. Fu grata a James, quando sentì la sua mano stringere più forte. Quel ragazzo era diventato tutto per lei, se non ci fosse stato lui, lei sarebbe rimasta fissa impalata a terra, sul ciglio della strada... Dov’era finita la sua razionalità? Che cosa aveva saputo fare? Nulla, solo frignare... Quello che l’angosciava maggiormente in quell’istante non era il fatto dell’attacco in sè. Non che a quello ormai si fosse abituata, non ci si abitua mai a certi orrori, ne era consapevole, solo si colpevolizzava, si detestava, si disprezzava per non aver saputo fare assolutamente nulla. Persino Peter, che come mago non era certo un granchè ed era cosa nota, era stato in grado di fare qualcosa, lei non era riuscita a muove un muscolo. Troppo terrorizzata, nemmeno quando aveva visto James e Sirius volare in alto e capitombolare a terra, rischiando di spezzarsi il collo, era riuscita a fare null’altro se non chiudere gli occhi.

Era orribile, che razza di strega era? Nulla di più di un’inetta, si disse. Ancora peggio che quel terribili maghi... almeno, loro, una posizione l’avevano presa...

Poi la professoressa Figg esplose in tutta la sua ira, destandola dai suoi cupi pensieri.

“INCOSCIENTI! Siete solo un branco di dissennati! Che cosa vi avevo detto? Al massimo una Burrobirra, poi dritti filati a casa! C’era un motivo, no? Siete degli imprudenti! Che cosa facevate in quella strada babbana?”

Lily distolse lo sguardo. La professoressa scorse la borsa, ancora al suo braccio, che portava la stessa iscrizione del negozio poco distante “EVANS! –tuonò- Gli acquisti sono più importanti della tua sicurezza e di quella dei tuoi amici? Mi hai deluso, Lily... Mi aspettavo maggior riguardo da te, sei addirittura un Prefetto! Che cosa ti è saltato in testa? Eh? Puoi salutare il tuo incarico il prossimo anno, Lily, mi dispiace...” proseguì inflessibile.

Lily spalancò gli occhioni verdi, le guance rosse per la colpa, le lacrime che premevano per uscire. Già, lei che non aveva saputo fare nulla? Che aveva per forza dato retta ad un capriccio e disertato delle raccomandazioni, certo non meritava di essere Prefetto... anche se aveva fatto tanto per ottenere quella posizione. Chinò lo sguardo e annuì colpevole, incassando il colpo.

“No... io ho insistito.” s’intromise James. Lily si voltò di scatto, sorpresa.

La professoressa Figg lo guardò perplessa, inarcando un sopracciglio “Uhm?”

James alzò le spalle, guardando altrove “Bè... La scarpa di Lily si era rotta...Siccome è stata colpa mia... che le ho pestato un piede, ho insistito... Ho visto una volta che lì fuori c’era un negozio... Nessuno dei ragazzi voleva, nemmeno lei, ma ho pensato che per cinque minuti... non sarebbe successo nulla... Non se la prenda con gli altri, professoressa...”

A Lily venne quasi da piangere, strinse convulsamente la mano di James, qualsiasi cosa detta non sarebbe stata sufficiente per ringraziarlo, nè per dirgli quanto fosse speciale, lui per lei.

La professoressa sospirò “Va bene... Nemmeno da te mi aspettavo una cosa del genere, Potter! Lily, ti chiedo scusa per quanto detto prima... James, in quanto a te... Va bene, credo che non ci sia bisogno di punizioni... Avete capito perchè sono così rigorosa? Avete visto bene cosa succede sempre più spesso? Non so se siete in grado di rendervene bene conto...”

Tutti ammutolirono, in effetti erano diventati ben consapevoli, troppo. Tutto quanto peggiorava di giorno in giorno.

“Arabella, non credi che dovremmo anche ringraziarli?” si intromise il ragazzo.

La donna lo fulminò con lo sguardo “Mundungus, non dire assurdità! Questi ragazzi hanno infranto la legge sulla restrizione delle arti magiche tra i minorenni...Non avrebbero mai dovuto mettere mano alla bacchetta!” puntualizzò.

L’altro, che a quanto pare si chiamava Mundungus, rise “Somigli sempre di più alla Mc Granitt!” la prese in giro.

La professoressa divenne rossa e minacciosa “Dicevo... Ora mi toccherà sudare sette mantelli al Ministero, per evitare che vengano puniti, o addirittura espulsi!” proseguì in tomo più gentile, quasi sorridendo ai ragazzi.

“Già... avrai una bella gatta da pelare!” osservò l’altro, fingendo noncuranza.

La donna si indignò “Odio questo stupido detto, Mund! –poi adocchiando un micione nero si allontanò- Micio! Caro! Vieni da Arabella, vieni! Arrivederci, Mund, li lascio a te! Riportali a casa! Ragazzi, scusate ma avremo molto da fare...”. Salutò, sorrise e con il gatto tra le braccia si smaterializzò.

Il giovane si rivolse ancora ai ragazzi, sorrise e salutò “Ah, non mi sono ancora presentato: Mundungus Fletcher! Piacere di conoscervi, ragazzi!” (Eh eh... il ‘vecchio gruppo’ prende forma! -NdLy che fa previsioni sibilline- Ok, questo è Mundungus, non so voi ma io lo immagino come un frizzante e spiantato giovane debosciato e determinato! Uno che presenta un esposto per una tenda a dodici posti con idromassaggio, mentre in realtà ha dormito sotto un mantello tenuto su con dei bastoni che altro può essere... @_@ Ok, scusate l’infiltrazione... )

Gli altri risposero tutti educatamente, fatta eccezione per Macie, che conosceva Mund da un bel pò, oramai.

“Ma... voi... che fate esattamente? Siete auror?” domandò James, curioso.

Mund scosse la testa “No, non lavoriamo per il Ministero, non lavoriamo per nessuno... Siamo solo persone in grado di pensare con la propria testa, e fare agire le braccia! Nessun Auror, purtroppo la maggior parte di loro è corrotta da anni, non ci sono più gli auror di quando io ero bambino!” osservò.

James si incupì “Non tutti gli auror sono corrotti... Mia madre non lo era!” puntualizzò. Lily ricordò quello che James le aveva confidato riguardo alla madre, sapeva quanto fosse fiero di lei, questo non fece che aumentare la sua angoscia... Che avrebbe pensato di lei, invece? Incapace e codarda?

L’altro si sorprese “Aspetta... James Potter... Il figlio di Margareth Potter! Si, devi essere tu! Ah, tua madre... lei è proprio una tra gli auror cui mi riferivo parlando della mia infanzia, era eccezionale! Ce ne fossero di più come lei... O come il vecchio Moody.” fece scotendo il capo nostalgico.

Nessuno parlò. James sorrise debolmente, si, era proprio sempre stato fiero e orgoglioso di lei.

Ben presto presero la Passaporta e in men che non si dica, dopo il famigliare strappo dietro l’ombelico, rientrarono a casa.

“Bè, ragazzi io vi ringrazio ancora... Sapete che siete stati davvero in gamba? Avremmo proprio bisogno di giovani come voi... Siete stati coraggiosi, e forti, anche se un pò imprudenti! Quattro giovani eroi... Magari, dopo l’ultimo anno, conto di rivedervi! Sempre che Arabella non abbia da ridire... Ah, non fatele mai quella battuta sui gatti, mi raccomando! –ridacchiò- Macie, ti spiacerebbe venire con me?” la ragazzina scosse il capo “No, figurati Mund!” salutarono e se ne andarono.

Sirius sospirò “Me la portano via sempre quando ho più voglia di stare con lei...” osservò storcendo il naso.

James passò un braccio attorno alle spalle di Lily. “Ho bisogno di un bel bagno” fece lei, pronunciando atona la prima vera frase da che tutto quel trambusto era iniziato. Gli altri annuirono e in un attimo ognuno scomparve nelle proprie stanze.

 

Quella sera Lily non scese per cena, se ne stava chiusa nella propria camera, buttata sul letto col viso candido sprofondato nel morbido cuscino di piuma d’oca.

Toc-Toc                                                                     

Un leggero bussare alla porta la distolse dai propri cupi pensieri “Si?” domandò stancamente.

“Lily, non scendi per cena? Si sta freddando tutto...” riferì la voce preoccupata di Sirius, aldilà della robusta porta. “No, sono stanca, scusa Siri...” rispose con poca convinzione la voce di lei.

“Posso entrare?” azzardò. Ma senza appendere una risposta aprì la porta e raggiunse il suo letto, si sedette sprofondando nel materasso soffice “Qualcosa non va?”

Lily non rispose, ne si mosse. Rimasero entrambi in silenzio a lungo.

“Non è facile per nessuno...” Sirius spezzò quella lunga pausa.

“Lo so. Ma non è solo questo... Scusa Sirius, ti ringrazio tanto ma voglio davvero restare un pò da sola...” ribadì.

Il ragazzo si alzò dal letto, avanzò verso la porta “Come vuoi... Bè, per qualsiasi cosa, anche se hai James, puoi sempre contare anche su di me.” sorrise tranquillo allo sguardo grato di lei. “Domattina si parte, pronti i bagagli?” le ricordò.

Lily annuì “Si, grazie Sirius, sei un amico...” e il ragazzo se ne andò, dopo un cenno di commiato col capo.

In effetti non aveva voglia di parlare, non voleva pensare... Desiderava terribilmente che la sua mente si svuotasse di ogni preoccupazione, avrebbe voluto addormentarsi e non svegliarsi mai più, un sonno senza sogni, senza pensieri. Si sentiva terribilmente a terra, quasi senza forze, come se l’unica cosa che potesse fare fosse restare lì su quel letto, il viso nascosto, le braccia sotto il cuscino, immobile, in silenzio... Senza croci sul cuore.

Ma tutto continuava a tormentarla, tutto si ripeteva nella sua mente, tutto quanto successo, le parole della gente, i suoi pensieri. Un turbinio fastidioso che non dava pace, mentre si faceva sempre più drastica con sè stessa, con i propri giudizi.

Un’altra volta bussarono alla porta. Lily non seppe quanto tempo era trascorso, ma si disse parecchio perchè voltando il viso verso la porta si sorprese di trovare la propria stanza immersa nel buio quasi più completo. Non rispose.

“Lily, sono io...” la voce di James, un sussurro leggero nel silenzio di quella notte, fu come un raggio di luce nel buio che si era infittito anche nel suo animo.

“James...” mormorò. Un nome che risuonò come una richiesta, come un inconscio ‘ho bisogno di te’.

Il ragazzo entrò e si avvicinò a lei, inginocchiandosi sulle coperte, al suo fianco.

Lily tornò a nascondere il viso nel cuscino. Lui non fece domande, prese solamente ad accarezzarle i capelli dolcemente, sapeva quanto la facesse rilassare. Rimase in silenzio, mentre le sue dita scorrevano tra i capelli lisci e soffici di lei, anche solo starle accanto lo faceva sentire bene, lo faceva sentire completo.

Lily rimase in balia di quelle dolci coccole a lungo, avvolta dal tiepido calore che quel semplice gesto, e la sola presenza del ragazzo, irradiavano: il suo angelo a tutti gli effetti.

Improvvisamente quelle gentili carezze cessarono, Lily sentì la mano di lui scostarle i capelli da un lato e presto le sue labbra calde baciarle la base del collo “Ti amo” le sussurrò. Per la prima volta quelle parole scaturirono dalle labbra di James, anche se era cosciente di quello che provava da tempo ormai. Ed ebbero un effetto sorprendente su Lily... fu come bere una delle pozioni rifocillanti di Madama Chips, come una scarica di adrenalina per tutto il suo corpo, si voltò rapida, mettendosi a sedere con le gambe incrociate e stringendo in un abbraccio fortissimo quel ragazzo meraviglioso. “Anche io!” sussurrò baciandogli un lembo candido di pelle, che spuntava dalla scollatura della maglia troppo larga, dell’incavo della spalla, dove lesta sprofondò il suo viso. Lui le baciò di nuovo il capo, rispondendo a quell’abbraccio affettuoso e naturale.  Poi le scostò un viso e cercò le sue labbra. Baciandole.

“Va tutto bene?” le domandò pi, scrutando in quegli occhioni verdi che avevano il potere di soggiogarlo.

Lei annuì “Si, niente mi va male quando ci sei tu...”. Ed era vero.

“Già, sono meglio di qualsiasi medicina di Madama Chips, lo so...” osservò serio e profondamente convinto. Lily scoppiò a ridere borbottando tra le risa qualcosa che dovette suonare come “Sapevo che lo avresti detto...”, molto affettuoso. Poi lo baciò ancora.

Se ne stavano in ginocchioni sul letto, l’uno addosso all’altra, a scambiarsi tenere e giovani effusioni, ridacchiando e sussurrando nella notte buia e complice, quando James si fermò e propose con forse troppa nonchalance “Possiamo fare l’amore...”

Lily lo guardò sbigottita, spiazzata, inclinando leggermente il viso incredula, sempre tendo lo sguardo fisso nei suoi occhi blu, per una volta non coperti dalle lenti.

Divertita abbozzò un sorriso “Non penso proprio, caro il mio Potter! E poi che modo poco romantico di proporre una cosa del genere!” lo rimproverò scherzosamente.

Lui si finse contrariato e scocciato “Uff... e io che pensavo mi sarebbe andata bene... Maledetta Evans!” mormorò affettuosamente tornando ad abbracciarla e baciandole il collo “Vediamo se riesco a persuaderti...”

Lily lo scostò sconcertata e divertita “E dov’è finita tutta la tua timidezza? Ridammi James, bizzarro alieno impostore! Ti ho smascherato...”

Lui ridacchiò scotendo il capo, poi le baciò una guancia affettuosamente “Tu sei disarmante, è colpa tua se dico queste cose con tanta facilità...”

Lily gli scompigliò i capelli “Per ora vorrei solo che restassi con me questa notte, abbracciandomi...” lo pregò.

E così si addormentarono, accoccolati l’uno all’altro. Lily con il viso nascosto tra le pieghe della maglia di James, il viso contro il suo petto e le braccia serrate attorno al collo, lui con il mento adagiato tra i suoi capelli, respirando il suo profumo, le braccia che le cingevano strette i fianchi.

Su entrambi i volti era disegnato un sorriso stupendo, di serenità e pace, come se stessero facendo un sogno meraviglioso, il medesimo sogno che li vedeva assieme, le mani intrecciate, percorrere la stessa strada verso un giorno migliore al fianco l’uno dell’altra.

 

La mattina seguente, alle undici in punto, dal consueto binario 9 e 3/4 , l’Espresso per Hogwarts condusse per la settima ed ultima volta i nostri amici fino all’imponente scuola. L’ultimo anno si apriva così innanzi a loro, l’ultimo anno che sarebbe stato il più impegnativo, ma anche il più bello e memorabile. Tutto quello che c’era fra loro andò rinforzandosi, non erano mai stati tutti così uniti.

Ogni giorno era una festa, per Lily, sapendo che l’avrebbe trascorso con loro, con lui. Non era mai stato così piacevole, per James, buttarsi giù dal letto la mattina presto solo per il fatto di incontrarla prima di colazione nella Sala Comune ancora deserta. Remus aveva scordato la sua preoccupazione circa ciò di cui Piton era a conoscenza, nonostante fosse odioso e insopportabile dimostrò di essere almeno leale e di parola. Peter come al solito si crogiolava in compagnia dei suoi amici, ed ebbe un netto miglioramento ad Incantesimi. Anche per Sirius fu un anno speciale. Soprattutto per via del fatto che ora, seppure con grande sforzo, riusciva ad avere qualche contatto con Macie, una carezza, un bacio su una guancia... Anche se era sempre difficile.

Con gli ultimi giorni arrivò per lui anche la fine della tranquillità, Macie era sempre più agitata e misteriosa, scompariva spesso e pareva preoccupata.

 

“Che cos’hai in questo periodo? Sei strana...” domandò senza troppi fronzoli, una sera di giugno che se ne stavano, appena dopo cena, tranquillamente seduti n cima alla Torre.

Macie parve rivenire “Eh? No no, che dici!” mentì. Ma non era mai stata capace di farlo in modo decente, infatti arrossì.

Sirius continuò a fissarla serio “Ti ha convocata anche Silente oggi. Dimmi, sta forse per succedere qualcosa di brutto? Qualche attacco da parte di quei dannati Mangiamorte alla scuola? Lucius Malfoy che ha fatto loro da spia e navigatore?”

Lei scosse il capo “No, nulla del genere succederà mai ad Hogwarts, lo sai... Il professor Silente, aiutato dalla Figg e dalla Mc Granitt, protegge il castello con un potente incantesimo, come nessun Babbano è in grado di vederla, alcun mago pericoloso per l’incolumità degli studenti potrà mai entrare o attaccare. –lo tranquillizzò- E per quello che sappiamo nemmeno nessun attacco ai Babbani... Anche se ultimamente quasi non passa settimana che non ce ne sia uno...” rivelò sconfortata.

Sirius provò l’irrefrenabile desiderio di abbracciarla, ma poi si frenò, sarebbe stato come tentare di stringere l’acqua... “Fuori di qui voglio diventare un auror... Anzi, voglio collaborare con quel Mund e con voi... Così potrò vederti ancora...” aggiunse strizzando un occhio. Ma Macie non sorrise come avrebbe fatto di solito, si incupì, anzi. Lo guardò come se non lo avrebbe mai più rivisto poi si alzò e tornò al proprio dormitorio, congedandosi con un breve “Buona notte...”

Volò rapidamente fino in Sala Comune, Lily stava sfidando Remus a Scacchi magici, anche lei come ogni persona che giocava una partita contro di lui, stava perdendo clamorosamente. “Lily, ho bisogno di parlarti...” fece Macie, allarmata.

Lily sobbalzò, preoccupata, non aveva mai visto Macie così sconvolta, si chiusero in camera, erano sole dal Momento che Amy Rubin era in infermeria con la Magicella, tutta ricoperta di pruriginose croste mobili... “Qualcosa non va?” chiese immediatamente, chiudendosi la porta alle spalle.

Macie si accigliò, accasciandosi sul letto dell’amica “Ricordi quella volta, la corsa estate, in cui mi hai chiesto perchè ero qui? –la rossa annuì e Macie sospirò- Perchè c’erano delle cose che io dovevo fare, ora ne sono certa perchè mano a mano che raggiungo un traguardo sento che il mio tempo qui sta per finire...” rivelò. Lily si rabbuiò. Il suo tempo stava per finire? Se ne sarebbe andata? Non osò chiederglielo direttamente, per paura della risposta che avrebbe sentito “Che vuoi dire?”

Macie cercò di sorridere “Vedi, sono qui perchè dovevo rendere consapevoli gli altri... E negli ultimi tempi molta gente si è finalmente smossa, consapevole del pericolo che ormai non solo incombe, ma ci perseguita ogni giorno... Molti auror stanno dando man forte al gruppo si Silente e di Arabella, nonostante al Ministero la gente abbia ancora le mani legate. –Lily annuì- Poi ero qui per concludere il mio ciclo di studi... Ho sempre messo tutta me stessa in questo, non potevo andarmene prima di aver ottenuto il mio MAGO... E questo sta per arrivare... Prima di allora ho ancora una cosa da fare... Devo... devo parlare a Sirius... Sembrerà strano ma... –arrossì- non ho mai trovato il coraggio di farlo da quel pomeriggio di aprile... In effetti siamo stati più che altro due buoni amici in questo periodo, a malapena sono riuscita a stringere a la sua mano, a dargli un brevissimo bacio...” ammise tristemente.

Lily ricordò la volta che, due anni prima, aveva salutato Macie, in partenza per le vacanze pasquali ‘Io... non lo so... Ma credo che gli parlerò di ritorno dalle vacanze! Prometto che lo farò! Devo cercare di non essere così timida... prima non sono riuscita a dirgli una sola parola... solo un ‘arrivederci’...’, le aveva detto. Allora quello era uno dei motivi principali per cui si trovava ancora in questo mondo.

“Ma... se non glielo dirai allora resterai ancora a lungo!”

Macie scosse il capo “No, sento che l’ultimo giorno di scuola sarà la mia ultima possibilità, se non lo farò resterò solo un rimpianto... cerca di capire, Lil...” La pregò vedendola triste.

L’altra annu’, tirando su col naso “Si, scusa, sono stata un pò egoista... Solo... non vorrei che te ne andassi.”

Macie si rabbuiò, ma poi si sforzò di sorridere “Forse non avrei dovuto dirtelo ora... Non volevo rattristarti, Lily! Solo che mi sentivo così angosciata... Dovevo parlarne con qualcuno, e tu sei la mia migliore amica!” le accarezzò una guancia, come sempre un brivido perccosse la schiena di Lily, che rispose al suo sorriso “Certo, hai fatto bene, non ti preoccupare!”

Così non solo Sirius, ma anche Lily trascorse quegli ultimi giorni nell’angoscia.

 

Vennero gli esami, che tutti e sei non ebbero difficoltà a superare. Come sempre James e Macie si distinsero da tutti quanti. La fantasmina portò a casa il massimo dei voti, con tanto di lode, anche James riuscì a strappare il massimo, ma senza lode sempre per via del suo temperamento troppo ‘vivace’, così era stato definito dagli insegnati. Anche Lily e Remus se la cavarono piuttosto bene, arrivando poco lontano dalla valutazione massima, un buon voto fu strappato anche da Sirius e una manciata decente di punti tocco a Peter, che era comunque il più sollevato di tutti per essere riuscito a passare tutte le prove.

Per gli studenti dell’ultimo anno, la sera prima della partenza, si tenne una gran cerimonia, dopo la consueta cena con le varie premiazioni –Coppa del Quidditch regolarmente a Grifondoro, con somma soddisfazione della Mc Granitt, i cui occhi non avevano mai brillato tanto dal momento che, per la prima volta da che James, Sirius, Remus e Peter vi avevano messo piede, la sua casa riuscì anche a vincere incredibilmente la Coppa delle Case.

Un finale all’insegna del trionfo, almeno apparentemente, Qualcuno non era così felice, come invece tutti gli altri studenti: Innanzitutto Piton e Malfoy, che si erano ancora fatti battere a Quidditch, Malfoy era anche risentito per la Coppa delle Case, assegnata a ‘Quella stupida casa di mezzosangue e filobabbani...’. Anche Lily era più a terra che mai, Macie le aveva rivelato che quella sera avrebbe parlato a Sirius, così, senza più un motivo che la tenesse legata a questo mondo, se ne sarebbe andata presto.

“Lil, che hai? Voglio dire, dovresti essere contenta, no? Abbiamo vinto la Coppa del Quidditch, quella delle Case, la scuola è finita, hai preso un ottimo MAGO! Perchè mi sembra che tu non sia mai stata tanto a terra?” domandò James, sedendosi su uno scalino della grossa rampa che, dalla Sala Grande avvolta in una frizzante aria festosa, portava ai piani superiori. Lily si sedette accanto a lui, una lacrima le rigò una guancia “Macie se ne andrà, per sempre questa volta...” rivelò.

James spalancò gli occhi “Cosa?”, domandò. Ma Lily non fece a tempo a rispondere che Macie, assieme ad un preoccupato Sirius, comparvero alle loro spalle “Eccovi ragazzi, mancate solo voi... Avrei bisogno che raggiungiate me e gli altri in cortile...” domandò sorridendo malinconica.

Lily annuì, sapeva bene cosa avrebbe detto di lì a pochi minuti, strinse la mano di James e seguì Sirius e Macie fino ad una delle fontane del cortile. Lì Remus, Peter e Amy aspettavano, espressioni di curiosità erano dipinte sui loro volti ignari.

Macie sospirò, si prese una piccola pausa quindi, con gli occhi lucidi, rivolse un bellissimo sorriso a tutti quanti i ragazzi “Credo di dovervi salutare, ragazzi... Questa notte me ne andrò...” rivelò dolcemente. Tutti ammutolirono, un’altra lacrima scese dagli occhi verdi di Lily.

Sirius serrò gli occhi e strinse i pugni, era quello che si immaginava, ma non avrebbe mai voluto sentirlo.

La biondina parlò ancora “Ecco io... ho pensato di dirvi che siete i migliori amici che abbia mai avuto... Però non voglio convenevoli strappalacrime, volevo salutarvi e dirvi che non vi dimenticherò mai.” Amy Rubin singhiozzò, in silenzio, cercando di stiracchiare un sorriso.

“Macie, nemmeno noi ti dimenticheremo mai...” fece Remus, tirando rumorosamente su col naso. La ragazzina non potè evitare un singhiozzo, poi richiamò tutte le proprie forze e li racchiuse in un abbraccio collettivo. Si staccò da tutti loro lanciando un’occhiata a Lily, la rossa aveva due profondi lacrimoni che le solcavano le guance arrossate. Si avvicinò e gliele asciugò “Guarda che James potrebbe arrabbiarsi con me se ti faccio piangere...” le disse, poi la strinse forte, e Lily fece altrettanto “Mi mancherai, mi mancherai sempre, Macie! Sei la migliore amica che si possa desiderare!”

Macie sorrise tristemente, lasciare Lily era una delle cose più dure “Avevo detto bando ai convenevoli.. forse non mi sono spiegata! –si staccò da lei, guardò James- Dai, facciamo così: se avrete una piccola Potter, la chiamerete come me, Marissa... Anzi, no, non fatelo... è un nome orribile!” si corresse subito facendo sorridere tutti quanti. Lanciò un ultimo sguardo alla ragazza, a tutti i suoi amici “Bè, arrivederci ragazzi... Buona vita a tutti quanti! –poi si rivolse a Sirius- Siri, credo di doverti parlare...”

Sirius scosse la testa “NO! Ho capito come stanno le cose! Non voglio che tu lo faccia, così avrai un motivo che ti tiene qui!” si impuntò inusualmente serio.

Macie scosse il capo “Ti ordino di seguirmi, Sirius Black!” fece inflessibile, lo sguardo sicuro e determinato.

Lui la guardò perplesso, quella era Macie? Poi le gli fece un occhiolino “Se vieni con me ti prometto un bacio... Uno di quelli che non ti ho mai dato...” aggiunse maliziosa.

Lui le sorrise, aveva capito, opporsi era inutile, l’unica cosa che gli restava era fare in modo che quegli ultimi istanti fossero un bel ricordo, nulla di triste e angosciante. Inarcò un sopracciglio “Non posso resistere ad una proposta del genere...” e si allontanò nel cortile buio, illuminato dalle numerose stelle e dalla luna crescente.

Lily rimase a seguirla con lo sguardo, con un peso sul cuore. Si sforzò di sorridere, soprattutto a James che la stava guardando apprensivo, nonostante dentro un’angoscia profonda si stesse impadronendo di lei.

 

 

“Bè, posso avere subito il mio bacio? O prima il discorso?” ironizzò Sirius, sedendosi su una delle panche, al limitare del vasto parco.

Macie ridacchio e si sedette accanto a lui “Tranquillo, sarò breve! Volevo solo dirti, ed è dalla prima, ed unica, volta che mi hai baciato che aspetto di dirtelo, che sei il ragazzo più eccezionale che io conosca Sirius, sono innamorata di te...” ammise colorandosi.

“Sei la mia fantasma preferita, Macie... Bè, sei anche l’unica fantasma... E sei stata la prima ragazza che mi abbia rubato il cuore così...Ora che me lo porterai via non so come farò a vivere senza... Dici che si può vivere senza un cuore? Sapevo fosse possibile senza un rene, per un cuore non ho idea...” ironizzò.

Ma Macie si fece seria “Sirius, non voglio che tu mi dica che non mi dimenticherai mai...”

“Anche se non te lo dicessi lo sai che sarà così...” puntualizzò, tornando serio.

Lei scosse la testa “L’unica promessa che voglio da te è che virai la tua vita liberamente...”

Lui le sorrise “Posso avere il mio bacio, ora?” le chiese dolcemente avvicinandosi a lei.

Macie ridacchiò, respirò profondamente concentrandosi più che potè, quindi lo baciò. E fu come tornare a due anni prima, a prima che tutto quanto succedesse. Le labbra calde di Macie sorpresero Sirius, ogni suo tocco, per quanto dolce ed affettuoso, era sempre stato freddo... Aprì gli occhi e vide i suoi capelli biondi, le sue guance rosse, poi i suoi occhi chiari... Doveva essere il misterioso regalo di qualcuno di meraviglioso, anche le stelle brillavano di più. La ragazza gli accarezzò una guancia, sorridendo più allegramente possibile “Baci da dio...” fece, arrossendo vistosamente.

Sirius scoppiò a ridere, rise profondamente, realmente divertito, anche se aveva le lacrime agli occhi. Le asciugò con un colpo imbarazzato.

“Tranquillo, non lo dirò a nessuno...La tua virilità non è minacciata!” fece Macie, riferendosi agli occhi lucidi. Poi si alzò in piedi, lo stesso fece il ragazzo.

“Devo andare...”

Sirius le prese una mano, calda e soffice come sempre, le baciò ancora le labbra poi guardò nei suoi occhi, erano blu e vividi, non lo aveva solo immaginato “Arrivederci, Macie...”

“Arrivederci Sirius...” si allontanò lentamente, lasciando piano la sua mano, prima camminando di spalle, poi, dopo l’ultimo sorriso, voltandole al ragazzo.

“Non ti dimenticherò mai!” le gridò ridendo ancora, il volto definitivamente bagnato dalle lacrime.

Si voltò l’ultima volta “Sciocco! Mi hai comunque promesso una cosa, ricordalo...” poi, dopo qualche passo, scomparve alla sua vista nel buio della notte. Anche le stelle diminuirono la propria luce e tornarono quelle di sempre, come se l’incanto di poco prima si fosse spezzato, fosse giunto a naturale conclusione. Sirius fissò a lungo il punto in cui era scomparsa, avvolta da buio, catturata da un altro mondo... Sentì una fetta di cuore sparire, dentro di lui. Non era sicuro che sarebbe riuscito a mantenere la parola data. Si asciugò ancora furiosamente il volto, passò una mano nei capelli, poi si lasciò cadere nell’erba fresca ed umida della notte, singhiozzando rumorosamente.

Definitivamente, non l’avrebbe dimenticata, non tanto facilmente.

 

Il viaggio di ritorno il giorno seguente fu il più triste che si sia mai visto, almeno per i cinque ragazzi. Gli occhi di Lily erano terribilmente arrossati, Sirius aveva lo sguardo vuoto fisso al di fuori del finestrino, ma nulla catturava la sua attenzione. Anche gli altri erano taciturni e a terra.

La professoressa Figg interruppe quel silenzio doloroso “Ragazzi, sono passata per una domanda retorica, come state?”

Annuirono vagamente “Insomma... Io ho fame...” fece Sirius sorprendendo tutti.

Lily scoppiò a ridere “Ma se due minuti fa è passata la strega col carrello e nemmeno l’hai guardata!”

“Per questo ho fame...” fece notare, mentre il suo stomaco borbottava.

“Ci penso io...Ma solo per l’occasione, ok? Non voglio che si sappia che faccio favoritismi...” la donna fece comparire nel sedile vuoto accanto a Sirius un mucchio di dolci e delizie, qualche tortina e dolcetto, un bel numero di bottiglie di succo di zucca e burrobirre. Tutti quanti si rimpinzarono, tranquillamente.

La professoressa scambiò qualche parola con loro, poi se ne andò.

Ricalò presto il silenzio, nessuno osava dire nulla.

“Jamie, cosa si fa in questi casi?” domandò Sirius, improvvisamente.

“Non lo so, mia madre non è diventata un fantasma...” rispose senza alzare gli occhi dalle proprie scarpe.

“Quando... quando è morta è stato tremendo... Ma ora... non lo so, forse perchè pensavo che sarebbe rimasta per sempre... La prima volta provavo dolore, ora... rabbia! Perchè non è potuta restare! Nick quasi senza testa sono secoli che sta ad Hogwarts, perchè lei se ne è andata così presto? Accidenti...E mi dice di vivere la mia vita! STUPIDA MACIE! Mi senti, eh? –balzò in piedi all’improvviso- Non mi puoi chiedere una cosa del genere, dopo quello che mi ha detto, dopo che ti ho conosciuto! Voi donne non capite proprio un accidenti! Dannazione... “ strillò battendo un pugno contro il finestrino alla sua sinistra.

Nessuno seppe cosa rispondere.

Poi, altrettanto sorprendentemente quando aveva parlato, sorrise “Mi sento meglio... Forse dovevo solo sfogarmi! Scusate per la scenata...”

Remus gli sorrise “Ma ti pare? Bè, ripensando a quello che hai chiesto... Non so bene cosa si faccia, magari si può credere alla favola che, dovunque siano, continuano a vederti, e pensarti, e starti vicino...”

Sirius annuì, rimettendosi a sedere, trasse un profondo sospiro e desiderò con tutte le sue forze di credere a quella storia “Bè, credo che mi mancherà, comunque...”

“Già...” gli fece eco Lily.

Da qualche parte, Macie sorrise, se la stavano cavando bene, Sirius avrebbe mantenuto la sua promessa....

 

Arrivarono alla solita stazione londinese. Scesi dal treno salutarono tutti i compagni, i professori, una delle cose più difficili fu staccarsi dall’abbraccio enorme di Hagrid, augurandosi uno speranzoso ‘arrivederci’.  Trovarono come di consueto genitori o surrogati vari ad aspettarli. Fu una piacevole sorpresa, per tutti quanti, rivedere Mundungus Fletcher, era in attesa di Arabella.

“Ehi, ragazzi! Come ci si sente da studenti diplomati?” domandò.

Sirius annuì “Salvi...” rispose.

James ridacchiò “Si, liberi...Anche se mi mancherà Hogwarts...”

Il giovane uomo strizzò loro l’occhio “Non vi siete dimenticati quel che vi ho, detto, vero? Se non avete altro da fare... Se vi facesse piacere, voi quattro sareste l’ideale.”

Peter fu compiaciuto dal fatto che non fosse stato escluso, lui che era sempre stato considerato una frana da tutto e tutti.

Lily sorrise battendo una mano, a complimentarsi, sulla spalla di James, al suo fianco. In realtà dentro di sè, l’agitazione era sempre più forte. I suoi anni ad Hogwarts erano finiti, cosa avrebbe fatto ora? Più pensava al suo futuro più tutto quanti si faceva nero.

Loro sarebbero diventati auror, o quello che erano, glielo leggeva negli occhi, la loro determinazione era palpabile. Sapeva che avrebbero presa seriamente in considerazione la proposta di Mund. Erano abili, forti, coraggiosi e svegli. E che cos’era lei? Era una codarda, una frignona, una che non riusciva nemmeno ad accettare maturamente che la sua migliore amica non ci fosse più. Era ancora una sciocca bambina, anche se i suoi diciotto anni erano vicini. Era Lily che aveva pura del buio la notte. Era la mezzosangue che non sarebbe stata accettata. Era la ragazzina che non riusciva a fare l’amore con James. Era la cocciuta che non voleva esternare le sue debolezze, quella che sorrideva mentre dentro moriva, ma non lo avrebbe mai detto a nessuno. Era la codarda che non era riuscita a muovere un dito quando qualcuno ne aveva avuto bisogno. Era Lily che si detestava dal profondo del cuore.

 

Salutò tutti quanti e tornò a casa, con la madre come ogni anno. Ed ora? Si domandava sul tragitto di casa, che cosa avrebbe fatto? S sarebbe parcheggiata dai Potter per tutta la vita? Una vita a dipendere da James? No, non lo avrebbe mai permesso. Ma che cosa poteva mai fare? Avrebbe difficilmente trovato un lavoro, quasi nessuno assumeva mezzosangue con tutto quello che stava succedendo. Nel mondo babbano non era nulla, non aveva nemmeno un valido titolo di studio. E non poteva certo vivere sulle spalle dei suoi genitori. Anche Petunia, ormai, se ne era andata da di casa. Un paio di anni e lei e Vernon si sarebbero sposati. Per ora aveva preso a vivere in un grazioso appartamento poco distante dalla sua vecchia casa, la convivenza prima del matrimonio non era mai nemmeno stata presa in considerazione.

In un momento del genere provò terribilmente la mancanza di Macie, se solo ci fosse stata, avrebbe potuto parlare con lei. Confidarsi con mamma non era il caso, le avrebbe detto che non c’era nessun problema da porsi, che avrebbe potuto restare a casa finchè avesse voluto. Ma Lily proprio non avrebbe mai voluto, e poi avrebbe messo a rischio la sua famiglia, non si sarebbe trattenuta a lungo. E James? Certo che lui l’avrebbe ascoltata, l’avrebbe consigliata, le avrebbe detto che sarebbe potuta restare da lui per sempre, poi l’avrebbe baciata e coccolata, e si sarebbe spinto più in là, almeno finchè Lily non l’avesse fermato e allora sarebbe nata una piccola discussione, ‘Non capisco... Perchè, Lily? Insomma... non ti fidi di me?’, ‘Non è questo, Jamie!’... ‘E allora cosa?’. Già, cosa? Non lo sapeva nemmeno lei. Ecco, era anche la Lily che non riusciva mai a trovare una risposta per i suoi comportamenti irrazionali.

 

Due giorni dopo, comunque, James passò a prenderla come ogni estate. E Lily tornò a casa Potter. Ma non c’erano Sirius e tutti gli altri questa volta. No, il ragazzo era alle prese con il trasloco. Il suo piccolo guscio era proprio all’estremità del paesello vicino alla grande tenuta dei Potter, abbarbicato su una collinetta verde e rigogliosa, vicino ad una vecchia chiesa sconsacrata e diroccata. Per Sirius era un piccolo paradiso, Remus si trasferì assieme a lui, in attesa di trovare la propria sistemazione: la casetta, che a prima vista pareva restare in piedi per miracolo, era ben salda al di sopra di una forte e sicurissima cantina, l’ideale per le trasformazioni del ragazzo. Peter invece era stato trattenuto a forza a casa dalla madre, che non avrebbe certo permesso al proprio bambino di andarsene di casa finchè non si fosse trovato una buona moglie, solo allora lo avrebbe ceduto a qualcun altro...

E così Lily prese a trascorrere i primi giorni estivi a casa Potter, ma era sempre più scostante e nervosa, lei e James litigavano così spesso e per un nonnulla ormai, che il suo morale scese ancora più drasticamente.

Il picco fu raggiunto quando James e Sirius, trionfanti, rientrarono un pomeriggio di inizio agosto. Poco dopo li raggiunsero anche Peter e Remus.

Tutti e quattro comunicarono a Lily la lieta novella: avevano cercato Mundungus e la professoressa Arabella, sarebbero entrati a far parte del gruppo. Lily se lo aspettava, brindò come tutti al loro ‘nuovo impiego’, con moderato entusiasmo.

 

“Si può sapere che c’è?” domandò esasperato James, una volta che tutti se ne furono andati, vedendola seduta sull’altalena magica, nella veranda. Le si avvicinò mettendole le mani sulle ginocchia nude.

“Nulla... complimenti ancora, paladino!” ironizzò sforzandosi di sorridere.

Ma James rimase serio “Si può sapere perchè non mi dici più niente? Che cosa ci è successo, Lil?” domandò sconsolato.

Lily sospirò “Non è vero che non ti dico più niente, James.” mentì stancamente, con poca convinzione.

“Dovresti metterci un pò più di impegno se vuoi raccontarmi una balla.” puntualizzò scocciato.

Lei lo guardò con disappunto “Non stavo mentendo.”

“A no? Allora dimmi che sei felice...” azzardò.

Lily balzò giù dal proprio posto a sedere, nervosa “Come posso essere felice? Non so che cosa fare, dove andare. Ho finito la scuola, ma non ho un lavoro, ne una casa! Non ho niente da fare da mattina a sera, e dovrei essere felice? Felice per voi? Oh, si! Sono contentissima che voi diventiate auror, o quello che è! Io... bah, chi vuoi che voglia l’unite, incapace codarda e mezzosangue Lily Evans? Eh?” lacrime di rabbia e frustrazione uscirono improvvise dai suoi occhi.

“Io! Sei quello che voglio di più nella vita, Lily! Puoi stare qui... questa è casa tua... Voglio solo che tu stia con me...” l’abbracciò. Per un attimo Lily si lasciò andare a quell’abbraccio. Certo sarebbe rimasta per sempre, ma che stima avrebbe potuto avere di sè? Come avrebbe potuto reggere l’immagine di sè che le si sarebbe presentata di fronte allo specchio? Cosa avrebbe potuto pensare di sè stessa se fosse sempre e solo rimasta la Lily di James Potter? No, lei voleva valere. E non era eccessiva ambizione o smania di potere la sua, semplicemente voleva trovare la propria strada nella vita. Voleva sentirsi realizzata. Forse solo così avrebbe potuto apprezzarsi, amarsi, e soprattutto farsi amare. Ma non poteva restare lì, voleva scappare, si, in quel momento voleva solo correre via. Come poteva dirle che voleva lei? Provò disgusto per sè stessa, provò rabbia nei confronti di James, possibile che amasse una persona così sconclusionata, inutile e senza valore? Provò l’improvviso desiderio di mollargli uno schiaffo, di scuoterlo, si staccò di colpo da quell’abbraccio. Lo guardò malevola “Lasciami andare! Io... io forse non voglio restare qui, non ci hai mai pensato?”

A James il mondo crollò sotto i piedi... Avevano litigato spesso nell’ultimo periodo, ma lei non si era mai comportata così, pareva addirittura malvagia in quel momento “Lil, che diavolo stai dicendo? Senti, se hai intenzione di litigare, allora è meglio che lasci perdere... Non voglio farlo anche stasera!” le accarezzò una guancia, teneramente.

Ma lei non lo stava ascoltando, in quel momento pensava solo a correre via di lì il più presto possibile, scostò ancora il viso, perchè la toccava ancora? Perchè non si arrabbiava? Perchè non la odiava come lei stava odiando sè stessa? “Io non voglio restare qui. Non voglio stare con te.” ripetè, facendo molta attenzione a scandire bene le parole.

James vacillò, scosse il capo, la bocca semiaperta. Non riusciva a capire, perchè stava dicendo tutto questo? Che intenzioni aveva? “Lily...”

“Oh, sta zitto! Perchè insisti? Perchè non mi lasci in pace una buona volta?” si infuriò.

“Perchè sei la mia ragazza! Perchè ti amo!” ribadì come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

Lei rise malignamente, non le doveva dire tutto questo, le faceva ancora più male “Ma io no! Me ne voglio andare. Perchè credi che non voglia fare l’amore con te? Perchè credi che sia diventata scostante? Io, mi sono stufata James Potter...” concluse con aria di sufficienza.

James impallidì, provò un profondo moto di rabbia che non riuscì a trattenere e le mollò un sonoro ceffone “Allora vattene, e schiarisciti le idee... Ti stai comportando come una bambina viziata, Lily. Vattene se vuoi farlo...” Sentì le lacrime pungere dentro gli occhi, ma le trattenne. Un misto di rabbia e dolore, e sconforto che non aveva mai provato prima. Ma la cosa più terribile era che non riusciva a capire che cosa fosse successo, perchè all’improvviso, di punto in bianco, senza un motivo apparente, era successo tutto quello. Serrò forte i pungi e distolse lo sguardo da lei.

Lily si portò una mano alla guancia. Che cosa gli aveva detto? Parole terribili, parole di cui all’istante si era pentita. Ora avrebbe voluto abbracciarlo e chiedergli perdono, ma sarebbe stato troppo bello, troppo facile. Si meritava quello schiaffo. Senza dire una parola si girò su sè stessa, con passo veloce raggiunse la consueta Passaporta, uno strappo dietro all’ombelico e presto diversi chilometri si frapposero tra lui e lei, giunta a Diagon Alley, nel consueto retro del Paiolo Magico.

James si buttò sul dondolo stregato, il viso tra le mani.

Senza sapere che fare, Lily prese a vagare per le strade babbane di Londra, nella tarda serata estiva. La mente completamente vuota, percorreva strade a caso, senza meta. Improvvisamente un orologio di fronte e lei scoccò la mezzanotte. Era legalmente il giorno del diciottesimo compleanno di James.

James.

La consapevolezza di quello che era appena successo la assalì. Si accasciò lungo il muro di un vecchio e consunto palazzo, in un buio viottolo laterale mentre le lacrime uscivano a fiotti dai suoi occhi. Adesso si che non era più niente, senza James.

Coperti dal rumore dei suoi singhiozzi non udì passi pesanti avvicinarsi. Alzò il viso dalle proprie mani solo quando percepì effettivamente diverse presenza attorno a lei.

Due uomini le stavano davanti. Socchiuse gli occhi al buio, intimorita poi spalancò la bocca, vestito di una lunga tunica nera, il cappuccio nero non calato sul viso e un ghigno maligno, davanti a lei si stagliava la figura di Lucius Malfoy, accanto a lui probabilmente un altro Mangiamorte. “Ma guarda, la mezzosangue in lacrime! E Potter dove sta? Abbiamo litigato, per caso? Come mi dispiace...” mormorò con la sua voce fredda e tagliente, per poi scoppiare a ridere, una risata glaciale e da brivido.

Lily non resistette, rapida gli sferrò un potente pugno in pieno volto. Il naso di Lucius prese a sanguinare. Quello accanto a lui puntò la bacchetta verso di lei, ma Lily fu più rapida “Experlliarmus” tuonò, e la bacchetta dl suo avversario ruzzolò in aria, atterrando lontano. Lucius allora puntò la sua verso di lei “Avada...” iniziò, ma fu interrotto da una mano bianca sottile e gelida che si posò sulla sua spalla.

“Aspetta, giovane Lucius...” mormorò. Lily rabbrividì al solo sentirla, era come un sibilo freddo e mortale, paragonabile allo stridio di un unghia affilata su una superficie liscia, da brivido, faceva quasi male solo udirne il suono. La mano bianca scostò il ragazzo da un lato e lasciò emergere, alla fioca luce di un malandato lampione, il suo possessore. Avvolto in un nero mantello, alto e imponente, il volto pallido e satanico, le labbra sottili sogghignanti e i capelli scuri tirati indietro. Non poteva essere altri che lui, Voldemort. Lily ne ebbe la certezza nel momento in cui un brivido di terrore e di morte la scosse, incrociando i suoi diabolici occhi rossi.

 

Continua...

 

 

Ce l’ho fatta! Oddio... questo è stato uno dei capitoli più difficili da scrivere, magari vi sembrerà strano ma ho cambiato tutto almeno mille volte, ecco perchè ci ho messo tanto! Tra l’altro ieri mi son presa la febbre... T_T Buuu!! Povera me! Ma spesso quando son malaticcia ho le vampate ispirative... stavolta non son passate, magari avevano paura dei germi, pazienza! Infatti ho fatto una gran fatica... Se il finale e tutti i sentimenti di Lily vi sembrano contorti... E’ PERFETTO! ^^ In realtà volevo rendere l’idea della confusione che c’è dentro di lei, come sono andata? Ah, poi addio definitivo a Macie... Che dite per, Felpatuccio caro, Padfoottino di Ly, lo lascio solo soletto?  é_è mi spiacerebbe per lui... voi che consigliate?

Ah, prima che mi dimentichi o riceva minacce di morte (Specie della Mikan e da Serena! ^^’’) gli aggiornamenti saranno un pò più lenti, primo perchè adesso (almeno per me) inizia la parte più difficile da scrivere, secondo perchè DEVO STUDIARE! A aprile inglese e poi giugno antropologia ed Epistemologia! @_@ e il tempo passa troppo in fretta! >__<

Ed ora... *Ly tira fuori da chissà dove uova di cioccolato con dentro abbracci e baci* i ringraziamenti:

Strekon: Prima cosa, ma tu sei sempre il primo a commentare? Vivi su questo sito per caso? Dormi mai la notte? @__@ Cmq... Ohh!! Tra una settimana? BUON COMPLEANNO STREKONOTTO! ^^ Eh eh, gli argomenti li incastro bene perchè adoro i puzzle fin da quando sono piccola! ^o^ (?? Cosa dico? Mah, sarà la febbre...)

Angi e Gius: T_T Siete tornate! T_T Me commosssssa! Mi mancavate... ^^ eh, la mami di Jamie non ha ancora terminato la sua parte... ^^ VEDRETE!!

Mikan: Visto che aggiornato prima del previsto? Ti ho detto domani ma... Così se ti colleghi e passi a dare un’occhiata... SORPRESA! ^O^ così mi faccio perdonare per il ritardo... ^^’’’’

Ci: Oh, tesoro! Ma che cosa mi scrivi? La mia fic irrimediabilmente intrecciata con la sublima storia della Rowling? @//@ Scherzi? Cmq... sei sempre troppo gentile!

Buffy mio mito: ^^ Grazie come sempre! La canzone era adatta, dici? ^^ Perfetto! E son contenta che anche l’ultimo capitolo sia piaciuto, lo scherzo a Piton non poteva mancare! Sarebbe stata una svista imperdonabile!

Serena: Dunque... non posso dirti che succederà, altrimenti farei spoilers, ma ti dico che è tutto già ben deciso nella mia mente: non ti resta che leggere! Accidenti, mi sa che hai letto la mia storia più volte di me... non posso che esserne lusingata! ^//^ Per quanto riguarda la tua proposta altra fic... Bè, ti posso dire che una persona mi ha chiesto di scriverne una su Felpatuccio caro, e l’idea mi alletta! Dopo questa naturalmente... voi che ne pensate?

Akiri: Caspita. Grazie mille! Un gran talento dici? Ehi, guardate che poi mi monto la testa! Cmq ti ringrazio tantissimo per i complimenti!

Giuggy: anche tu reclami più capitoli? Em... bè, non posso allungare la vita a Lily e James, purtroppo... T__________T

Keiji: ^///^ Ok, diciamo che so di non cavarmela male, grazie! Ovviamente se avessi pensato che le mie fic fossero oscene non le avrei pubblicate... Ma è solo una buona lingua e un sacco di libri letti! Non è che sia poi sto gran dono di natura...

Fil: New entry! ^^ Ma che dici! (Ti ha obbligato Keiji, vero?  è.é <-Ly ha scoperto l’inganno...- No, scherzi a parte, ti ho mandato sul conto corrente il compenso che avevamo stabilito, ok?) Sei davvero un tesoro!! *Ly piange di gioia nel leggere la rece di Fil* E non mi ringraziare, scherzi? Sono io che dovrei farlo per tutte le cose carina che mi hai scritto! ^^

Ok, grazie mille anche a Kim, Mikisainkeiko, Alexis il fratello della webmistress, ci siete tutti? Spero di si...

Un bacione e un abbraccio, alla prossima, la vostra Ly

 

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Capitolo 14
*** Lacrime e Buio ***


Ok, lo so

 

 

Ok, lo so! Ho fatto tardissimo con questo aggiornamento... MA meglio che parli dopo, ora vi lascio alla lettura! ^^

 

-14-

 

 

Lacrime.

Lacrime salate, che bruciavano sulle guance, presero a scorrere rapide, graffiandogli la pelle. Con un gesto improvviso gettò a terra gli occhiali e nascose il volto tra le mani. Non si era mai sentito così, come se il cuore gli fosse stato strappato dal petto e gettato sotto i piedi di un branco di draghi indemoniati. Non si era mai sentito così inerme, così sbagliato. Tutto quanto era nero, ormai. E non dipendeva certo dal fatto che fosse calata la notte.

Stava piangendo, come un bambino, non piangeva così da quando aveva perso la persona più cara al mondo, sua madre. Erano passati otto anni da allora... E di nuovo, la persona che più amava al mondo se ne era andata ancora.

Indescrivibile, quello che aveva provato quando si era voltata di spalle, quando la passaporta l’aveva rapidamente portata a diversi chilometri di distanza. Non ci sono parole abbastanza grandi, abbastanza laceranti, adatte a descrivere il doloroso spasmo dell’anima che l’aveva colto -...Perchè ti amo..., ...Ma io no...

Gli aveva detto proprio così, seria e determinata, guardandolo dritto negli occhi, lo aveva gridato, gli aveva gettato la verità in faccia. E non erano state solo le parole, quello sguardo... Odio, vi aveva letto un odio profondo.

Lily che era la cosa più importante nella sua vita, da due anni a quella parte...

Lily che col suo sorriso era quello che ci voleva la mattina, appena svegli, e che dava più forza di una tazza di caffè nero e biscotti di fibra...

Lily che solamente sfiorandolo, con un solo sguardo, lo faceva sorridere felice di essere al mondo...

Lily che amava, come non avrebbe mai potuto fare e non aveva mai fatto con nessuno...

Lily che aveva sconvolto le priorità della sua vita, ora il Quidditch stava decisamente più in fondo...

Lei lo odiava.

Respirò profondamente, quasi gli mancasse l’aria. Si morse drasticamente le labbra. Lui l’aveva lasciata andare. L’aveva invitata a levare le tende. Che stupido era stato... Perchè non l’aveva fermata? Anche solo per chiederle ‘perchè’... Parlare, forse avrebbero potuto se lui non si fosse comportato da stupido irascibile ed orgoglioso. Anche se gli aveva rivolto quelle parole atroci, anche se aveva distrutto il suo cuore peggio che con un trincia-carne...

Stupido maledetto orgoglio. Orgoglio che aveva parlato per lui, invitandola poco garbatamente ad andarsene, mollandole uno schiaffo... Orgoglio che aveva tenuto i suoi piedi cuciti al suolo mentre si allontanava di spalle, nonostante le sarebbe corso dietro fino a perdere il fiato.

Bè, ora non avrebbe più potuto farlo, lei era andata. Ma non riusciva a fare altro che stare seduto come uno scemo, con il volto tra le mani. Sarebbe tornata? Da quello che potè leggere nei suoi occhi, furenti e determinati, pieni d’ira e di rancore, no...

Si sentì all’improvviso davvero solo... Mentre fissava il vuoto, assorto nei propri pensieri non fece caso ad un manico di scopa che, veloce e d’impicchiata, planava verso il suo cortile.

Sirius balzò giù con un abile salto “Jamie, ciao amico! -fece sistemando frettolosamente il suo manico vicino alla veranda- Lily non c’è? Bè, ascolta, prestami quella tua camicia azzurra! Stasera esco con Carula ed è il suo colo... Jamie?” si avvicinò all’amico, a dir poco a terra, preoccupato.

“James?” fece sventolandogli una mano davanti agli occhi.

Per James fu come destarsi all’improvviso, si scrollò sollevando lo sguardo, gli occhi lucidi “C-ciao Siri...” salutò stancamente, asciugandosi la faccia col il braccio nudo.

“Che è successo? Si può sapere perchè hai quella faccia? Oddio... dov’è Lily? Si è sentita male? James...” iniziò a guardarsi attorno, sospettoso ed agitato.

James scosse il capo amaramente “Lily non c’è, se n’è andata poco fa...”

Sirius lo guardò dubbioso “E... perchè? E’ successo qualcosa alla sua famiglia? Oddio... non sarà mica un attacco, vero?” (Perspicace, il ragazzo... NdLy)

“No... Se ne è andata da me... Ci siamo lasciati.” rivelò mordendosi un labbro.

Sirius spalancò gli occhi incredulo “Ma dai! Avrete litigato come è già successo! Vedrai che al massimo entro domani sera sarete di nuovo assieme, felici e contenti! Insomma, Lily e James e James e Lily! Siete un’istituzione, una certezza! Come il sole che sorge la mattina e tramonta la sera, come Remus che diventa lupo ogni luna piena, come Peter che va sempre in bianco e Sirius Black che va alla grande!”  ironizzò e gli riservò un sorrisone.

Già, Lily e James, suonavano così bene quei due nomi accostati, stavano perfettamente l’uno accanto all’altro, proprio come loro due, nonostante i battibecchi continui. Ma non sarebbero più stati Lily e James, ne era convinto.

“Stavolta è diverso, non tornerà, Sirius...” Il tono con cui James pronunciò quella frase convinse Sirius del fatto che dovesse trattarsi di una cosa davvero seria. Si rabbuiò.

“Ehi, vuoi raccontarmi tutto davanti a due Idromele d’eccezione?” propose preoccupato.

James alzò le spalle “Non dovevi uscire con Cristy, questa sera?” rispose atono.

Sirius scosse il capo “No, Cristy è dopo domani, stasera era Carula, ma che si arrangi, non mi sono mai piaciute le bionde...” spiegò fingendosi snob.

James abbozzò un sorriso, era una gran bella balla, ma gliene fu grato.

Presto Sirius, che si era alzato per raggiungere la sempre ben fornita cucina di Casa Potter, tornò con due grossi e traboccanti boccali di idromele e si sedette a terra, accanto all’amico, con le gambe incrociate.

Lentamente sorseggiarono le proprie bevande, senza dire nulla. Sirius pensò che non fosse il caso di fare troppe domande. Sapeva quando James, alle volte, detestasse parlare di sè, delle proprie debolezze, e decise di aspettare che lui dicesse qualcosa. In ogni caso sarebbe rimasto, proprio come lui aveva fatto un sacco di volte. Semplicemente perchè erano amici, perchè erano Sirius Black e James Potter, e definirli amici era addirittura riduttivo...

“Ha detto che non è più innamorata di me, Siri...” mormorò appena prima di assaporare un grosso sorso.

Sirius scosse la testa “Jamie, non posso sapere che cosa passa nella sua testa, purtroppo. Ma ultimamente... non so se anche tu ne hai avuto l’impressione, mi è sembrata strana.”

James riflettè un attimo. Anche lui aveva notato, oltre a quanto fosse diventata suscettibile, che paresse sempre inquieta, come senza pace. Bè, nulla le scappava di lei, il suo occhio esperto era continuamente posato sul suo sguardo, sul suo sorriso, sulle sue parole e le sue movenze, perchè non poteva farne a meno. E poi, quella comprensione che avevano raggiunto assieme, nessuno poteva vantarla. “Si, lo so... Pensavo che fosse incerta... preoccupata... Credo per via del suo futuro... E poi da quando se ne è andata Macie...”

Sirius spostò lo sguardo si lato, cercando di fingere indifferenza “Già...” mormorò.

James si accorse sedutastante della gaff commessa “Che idiota che sono... scusa Sirius...”

Sirius scosse la testa “Ma figurati... Mica è colpa tua se sono così scemo da non riuscire a levarmela dalla testa, no? Ma un giorno ci riuscirò, gliel’ho promesso... Anche se vorrei che quel giorno non arrivasse mai... Sono un controsenso...” e rise di sè stesso.

James sorrise “Siamo patetici, eh?”

“Infinitamente...” rispose l’altro, ed entrambi risero amaramente.

James bevve un altro sorso di idromele, fissando il cielo stellato, parlare con Sirius gli faceva sempre un gran bene “Le avevo detto che poteva restare senza preoccuparsi di nulla... Che questa era casa sua... Ma se n’è andata...” proseguì.

Sirius alzò le spalle “Donne, chi le capisce è bravo!” rispose in una perfetta imitazione del tono serio e saggio di Remus Lupin, cosa che fece sorridere James. “A parte gli scherzi, amico... Dai, magari aveva solo bisogno di un pò di spazio, scommetto che presto tornerà. Anzi, ne sono sicuro! Insomma... Praticamente a malapena avete diciotto anni, e tu le hai infiocchettato una specie di proposta di matrimonio! Si sarà sentita schiacciata! Anche io lo avrei fatto al suo posto...” cercò di spiegare.

James sbuffò “Non le ho infiocchettato nessuna proposta! Le ho solo detto che poteva restare qui... Però, forse è vero che ho sbagliato. Avrei dovuto aiutarla a cercare la sua strada, se è questo che vuole. Non preconfezionargliene una spianata e semplice. In fondo Lil è così, combattiva e testarda...” sorrise tra sè e sè ricordando la Lily di solo pochi giorni prima, quella prefetto, quella determinata, di coccio come lui...

Sirius annuì “Oh, a proposito di diciottenni... Auguri, Jamie! Forse non te ne sei accorto ma è mezzanotte e cinque minuti! Bè, adesso si che sei un uomo!” e lo prese un pò in giro, mettendolo a suo agio.

Si, Sirius sincero, sfrontato, divertente, era l’amico che ci voleva in situazioni del genere, anzi, era l’amico che ci voleva per una vita.

Brindarono pacatamente al suo compleanno, James un pò più sollevato, Sirius che assieme a James cercava una scusa da rifilare a Carula per averla scaricata senza una parola. Alla fine vinse quella dell’intossicazione da mangiare selvaggio ‘Carrie, ero talmente brutto e tappezzato di macchie che se mi avessi visto non avresti mai più voluto uscire con me!’, proposta da James.

 

Quegli occhi rossi e diabolici brillavano di morte innanzi allo sguardo terrorizzato di Lily. La mano che teneva la bacchetta si abbassò tremando, le dita la lasciarono cadere per terra come comandate, le braccia rimasero a ciondoloni lungo i fianchi. Anche se voleva scappare, le sue gambe erano paralizzate, anche se voleva distogliere lo sguardo, i suoi occhi erano come incollati a quello sguardo mortale. Una strana sorta di incantesimo infernale la stava braccando.

Voldemort sogghignò “Ma guarda... Questa ragazzina mezzosangue stava per farla a due dei miei Mangiamorte... –rise diabolicamente- sei anche molto carina... Davvero un grazioso faccino, con questi occhi verdi... Tutta questa rabbia e frustrazione dentro di te... Mi ricordi molto me, quando ero giovane e sciocco.” sibilò nuovamente.

Lucius seguiva la scena attentamente, forte era il desiderio di mandarla all’altro mondo, in quel preciso istante, ma il suo Signore pareva avere in mente qualcosa.

Voldemort prese tra le mani il viso di Lily, le dita lunghe, gelide e sottili, pallide e scheletriche, le sue unghie lunghe ed affilate, quasi come artigli, le graffiarono leggermente una guancia. Non riusciva a muoversi, lei, non riusciva ad emettere alcun suono, mentre quello sguardo gelido scrutava i suoi occhi, guardava dentro di lei, le frugava nell’anima e la faceva sentire impotente, disperata, come se non avrebbe mai più visto il sole sorgere, come se non ci sarebbe mai più stato domani.

Poi improvvisamente la lasciò andare. Spiegando nuovamente la labbra pallide e sottili in un sorriso malvagio. Si voltò su se stesso e si allontanò, seguito dai suoi Mangiamorte.

“Ma... Mio Signore... Perchè?” gli domandò incredulo e deluso Lucius Malfoy.

“Voglio quella ragazza. Quell’agitazione dentro di lei... Mi ricorda tanto me quando ero giovane, Lucius, la voglio.” rispose con un mormorio bramoso.

Il giovane Malfoy spalancò gli occhi “Mio signore! Una... mezzosangue! –fece con sommo disgusto- Può avere chiunque... Quella ragazza sta con Potter... Con quella spina nel fianco di Silente!”

“Potter? –Ghignò maleficamente- Tutto questo può essere molto divertente, Lucius! E non voglio sentire obiezioni! Voglio quella donna, e dopo che l’avrò usata, dopo che me ne sarò servito, allora potrai eliminarla, come meglio credi...”

Gli occhi di Malfoy si illuminarono, come quelli di un avvoltoio che si prepara a planare sui nauseabondi scarti di qualche povera preda.

Voldemort si materializzò portando con sè il segreto di un progetto che si sarebbe rivelato diabolico e senza pietà.

 

Appena l’Oscuro signore scomparve, Lily ricadde sulle ginocchia, come senza forze, come se a lungo fosse stata maltrattata, in preda ad un dolore più forte di quello fisico, senza speranza nel cuore. I suoi occhi verdi e vacui non riuscirono a piangere nemmeno una lacrima.

Cercò di rimettersi in piedi, avviandosi nuovamente per le strade buie e poco raccomandabili della Londra notturna. Tuttavia non aveva un posto dove andare, dove avrebbe trascorso la notte? Che ne sarebbe stato di lei? Non poteva certo tornare da James, probabilmente ora la stava odiando, e nemmeno a casa voleva andare. Non si sarebbe nascosta sotto l’ala della famiglia, lasciando che sua madre le leccasse le ferite, e poi ora tutta la sua famiglia era in fermento per l’imminente matrimonio di Petunia, cosa importava se lei aveva bisogno di qualcuno?

Un terribile sconforto si impadronì di lei. Infilò le mani nel tasche della gonna in jeans, nemmeno un penny o uno zellino. Non poteva nemmeno permettersi la più squallida delle stanze della più logora delle pensioni. In più faceva freddo, molto freddo.

Improvvisamente ricordò di essere una strega. Portò una mano alla bacchetta, allacciata alla vita, e trasfigurò un vecchio e consunto cartone abbandonato in un più caldo e benevolo giubbetto di lana. Proseguì a camminare senza meta, seguendo le strade, senza pensare a nulla, stretta nel suo capo di lana colorata. I capelli rossi mossi dall’aria frizzante e quasi gelida, le gambe scosse dai brividi e con la pelle d’oca. Ma non badò a nulla di questo, nemmeno si accorse quando un trio di ragazzi poco raccomandabili e dalle pessime intenzioni la accostarono.

Lily prese a camminare più velocemente, senza dare retta alle loro volgari osservazioni, pregando, sperando disperatamente, di incontrare qualcuno. Quella notte stava diventando davvero troppo per lei. Ma in un attimo uno dei tre ragazzi le fu alle spalle bloccandola e puntandole un coltello alla gola “Hei, bella ragazzina, stavamo chiamando te, sai? A Ice non piace essere ignorato... soprattutto quando punta una donna!” la ammonì. Presto le sue mani le furono addosso, Lily, sempre più spaventata prese a divincolarsi e gridare, ma gli altri due la bloccarono.

“Lasciatemi andare, toglimi le mani di dosso!” strillava mentre si agitava, mentre si dimenava disperata, mentre veniva buttata a terra.

Pensò che non ce l’avrebbe mai fatta, che avrebbe dovuto subire cose terribili, quando la sua bacchetta rotolò al suo fianco. Forzando le dita, allungandole, riuscì ad afferrarla. Rimase un attimo in mobile e appena ebbero allentato leggermente la presa sulle sue braccia, la sollevò a mezz’aria, puntandola contro quello che prima le aveva parlato “STUPEFICIUM!” berciò. Il ragazzo ricadde al suolo, poco distante, schiantato.

Gli altri due spalancarono gli occhi, imperterriti e terrorizzati.

“C-che... Che diavolo hai fatto? Che roba sei?!” strillò istericamente uno.

“Maledetti Babbani!” tuonò Lily, piena di angoscia, per poi stupirsi immediatamente delle proprie parole, tuttavia non si fermò... puntò la bacchetta anche contro di loro, in un attimo entrambi si ritrovarono a terra, proprio come il primo.

Confusa e con le braccia tremanti, prese a correre in preda al panico. Nella sua mente erano costantemente fissi quei dannati occhi rosso fuoco, e questa era la cosa che più la terrorizzava. Improvvisamente si fermò, di colpo. Aveva pensato che non ci fosse nessuna via d’uscita. Si sentiva come senza speranza, ma di nuovo la bacchetta ciondolava al suo fianco... Avrebbe potuto raggiungere la Gringott, a Diagon Alley, e prelevare un pò di quei pochi soldini che i suoi genitori avevano depositato in quel magico luogo per tutte le sue esigenze. Che sciocca a non pensarlo prima!

Nel medesimo istante, sul suo trono tenebroso, L’Oscuro Signore ringhiò contrariato e indispettito...

Lily prese tra le mano la propria bacchetta, la puntò in avanti e  desiderò profondamente un mezzo per arrivare a destinazione. Come aveva immaginato, in un batter d’occhio, con un BANG assordante, fece capolino davanti a lei il Nottetempo. Era un grosso autobus a tre piani, imponente e viola, I suoi grossi fari inondavano di luce la strada. Appena lo vide, Lily spalancò la bocca meravigliata, non aveva mai visto nulla del genere!

La porta si aprì e ne fece capolino un ometti piccino e sinuoso, con grosse orecchie a sventola “Salve signorina! Ci ha chiamato, vero?” domandò con un sorriso.

Lily annuì.

L’ometto si fece da parte “Prego, salga pure a bordo del Nottetempo! Per undici falci la portiamo dove vuole e per tredici le diamo anche una bella cioccolata fumante!” e le strizzò un occhio.

Lily accennò un sorriso forzato, e salì sul grosso mezzo di trasporto.

“E qual è il nome di questa deliziosa signorina? Io sono Fred, Fred Picchietto, il suo bigliettaio, signorina! Quello alla guida è Ernie, Ernie Urto! Il nostro eccezionale autista!” iniziò le presentazioni l’omino con le grosse orecchie a sventola. Un mago adulto,  con grossi occhiali spessi calati sul naso, fece un cenno con capo.

“Em... Io sono Lily Evans...” rispose sedendosi stancamente su una delle brande disposte all’interno del mezzo di trasporto.

Fred sorrise “E dove deve andare, signorina Evans?”

“A Diagon Alley...” spiegò.

Fred annuì “Ern, si va a Diagon Alley! –poi si rivolse di nuovo a Lily- Prima però dobbiamo portare quel ragazzotto indisponente e trasandato laggiù fino al Ministero e prima ancora la signora seduta poco più avanti fino ad Edimburgo” spiegò.

Lily osservò alla sue spalle una giovane signora, magra e bionda, intenta a scribacchiare su una lunga pergamena, sdraiata pochi letti accanto al suo. La donna le rivolse un sorriso, quindi riprese il suo lavoro.

Alla fine del mezzo stava un giovanotto biondo, pareva sofferente e aveva l’ara di chi non ne aveva appena passate della belle, di chi per un pelo era sfuggito ad un inferno. Quando si mosse lentamente, alla fioca luce notturna del Nottetempo, Lily lo riconobbe come Mundungus Fletcher. Ben decisa a non farsi riconoscere si acquattò sulla propria branda, coprendosi con un panno leggero e immergendo il viso nel cuscino.

“Riposi pure, signorina Lily, il viaggio sarà lunghetto, ma all’alba sarà a Diagon Alley, come promesso!” la avvertì Fred, poi prese posto accanto ad Ernie.

Presto il grosso autobus si mosse, Lily, con somma meraviglia, vide lampioni, cartelli e persino grossi edifici, ritirarsi al loro passaggio e sgombrare loro un’immaginaria strada retta. Ecco perchè per l’Alba sarebbero andati e tornati da Edimburgo! Presto si addormentò, un sonno senza sogni.

Fu svegliata che fuori albeggiava dal solito bigliettaio “Signorina, siamo al ministero, e tra pochi minuti la portiamo a Diagon Alley, la vuole una bella cioccolata fumante?” propose.

Lei annuì, svegliandosi e stropicciandosi gli occhi, aveva dormito solo poche ore e la cosa la rendeva infinitamente più stanca di quando si era lasciata andare la sera prima.

L’autobus si fermò, Mund si alzò, zoppicante e tentennante, tenendosi alle sbarre per raggiungere l’uscita, lanciò un’occhiata sorpresa a Lily, ma lei si voltò indifferente dall’altra parte e non scambiarono una singola parola. Bevve la sua cioccolata e a breve fu a destinazione, Diagon Alley, davanti alla Gringott, come aveva poi specificato. Ritirò i suoi soldi e pagò il viaggio, salutando cortese Fred e Ernie, che ripartirono rimettendosi al lavoro.

Ora aveva tutti i suoi soldi, ma di certo non sarebbe restata a Diagon Alley, l’unica locanda della zona era il Paiolo Magico, ma non voleva avere a che fare con nessuno che conoscesse.

Una forza irresistibile la spinse fino a Notturn Alley, e Lily la seguì, incapace di dire di no.

Da qualche parte, sul suo trono di tenebra, Voldemort sorrise malefico.

Era davanti a Magie Sinister, proprio di fronte stava una vecchia e buia locanda, si frugò nelle tasche e si presentò al bancone, pagò una camera per un paio di giorni, salì per le scale cigolanti e raggiunse la stanza angusta, un terribile odore di muffa e freddo vi aleggiava. Ma non era il caso di fare la schizzinosa, era troppo stanca. Aveva passato una nottataccia, negli ultimi giorni sogni agitati e emozioni contrastanti avevano turbato i suoi sonni, aveva dormito molto poco e si sentiva stanchissima. Si buttò sul letto, dove vi rimase, sprofondata in un sonno quasi incantato, fino all’alba successiva.

 

Quando si ridestò, frastornata per le troppe ore di sonno, inizialmente non ricordò cosa facesse lì. Si guardò attorno alla ricerca di qualcosa di famigliare, nulla sembrava appartenere alla sua cameretta, nè a quella ad Hogwarts, tanto meno alla stanza che occupava da James.

James... Poi si ricordò che cosa era successo, quell’ennesimo litigio, una terribile sfuriata, parole dolorose... E se ne era andata, irrimediabilmente. E poi quella terribile notte a Londra... Quei tre ragazzi che aveva schiantato... VOLDEMORT!

Quelle diaboliche fessure rosse sempre fisse nella sua mente... Come ipnotizzanti... Decise di non pensarci, scrollò la testa e avvolta in un mantello trasfigurato uscì silenziosamente dalla squallida locanda, portando con sè una fiaschetta d’acqua e qualche pagnotta.

E ora di nuovo... Era nuovamente smarrita. Come avrebbe voluto tornare da James! Gridargli che le dispiaceva, che lo amava, che non aveva mai fatto altro! Ma era troppa la pura di vedersi chiudere una porta in faccia...

Si buttò sul tavolo di un’oscura osteria per tutta la giornata, consumando qualche bicchiere di succo di zucca e rimuginando sul da farsi... Incerta... Timorosa... Apparentemente senza speranza.

Era il tramonto quando si trascinò stancamente fuori di lì. Forse... avrebbe dovuto provare... In fondo avrebbero potuto parlare, magari poteva spiegargli le sue ragioni. Ne aveva bisogno, terribilmente bisogno.. Doveva stare con lui! Forse quella strada che tanto cercava avrebbero potuto trovarla assieme, magari lui avrebbe potuto affiancarla nella sua ricerca... Si, decisamente aveva bisogno di lui...

Si incamminò in direzione di Diagon Alley, decisa a prendere quella Passaporta che l’avrebbe riportata da lui.

 

James non festeggiò, come di consueto, il suo compleanno. Ma la cosa fu la soluzione migliore, perchè tutto aveva nell’animo all’infuori della voglia di ridere, scherzare e fare bisboccia.

Quella mattina presto, in fatti, lui e gli altri erano stati richiamati a Diagon Alley, al consueto appartamento di Mund dove solevano ritrovarsi tutti loro, che avevano scelto da che parte stare.

Arabella Figg pareva molto allarmata. Mund era in camera, la giovane Madama Chips stava curando le sue ferite.

James, Sirius, Remus e Pete parevano confusi. Poco dopo il loro arrivo anche Alastor Moody e Franck Paciock fecero la loro comparsa.

“Ehi, ragazzi...” li salutò il vecchio compagno di scuola.

“Ciao Franck.” rispose Sirius a nome di tutti e quattro.

“Che cosa è successo?” domandò Peter, apprensivo e preoccupato.

Franck scosse il capo, amareggiato “Si tratta di Mund, si è scontrato con due Mangiamorte... Quel maledetto Malfoy e quello scemo di Tiger, poco dopo mezzanotte. Ci è mancato poco...” spiegò.

Gli altri annuirono, dispiaciuti.

“Bene... –fece Arabella richiamando l’attenzione di tutti, dopo essere uscita dalla stanza da letto del ragazzo- A quanto pare, Mund ha sentito qualcosa di cui non doveva venire a conoscenza...” iniziò, tutti gli occhi dei presenti presto furono su di lei.

“Arabella, come sta?” azzardò James.

La donna annuì “Si riprenderà, quel mascalzone ha una fibra decisamente resistente!” spiegò con un sorriso apprensivo.

“Lucius Malfoy e Arcibald Tiger stavano parlando di qualcuno su cui Voldemort ha messo gli occhi, ma non sappiamo ancora di chi si tratti. E poi, la cosa più importante... Voldemort sta preparando una pozione per ottenere... L’immortalità...” concluse incupendosi.

Tutti sobbalzarono. Nessun mago, Nicolas Flamel a parte, era mai riuscito a raggiungere questo obiettivo... La loro più grande speranza, nella lotta contro di lui, era basata sul fatto che Voldemort fosse mortale, che si potesse eliminarlo, sconfiggerlo, cancellarlo per sempre... Sapere che la soluzione per l’immortalità era quasi nelle sue mani li fece tentennare tutti, mise in bilico ogni loro sicurezza.

Rimasero a lungo a riflettere sulla questione, quella notte James e gli altri si fermarono la Paiolo Magico, pronti a scattare in piedi al minimo segnale, anche perchè le condizioni di Mund non erano poi così rosee come Arabella le aveva mostrate loro.

James se ne stava sdraiato sul proprio letto, gli occhi fissi nell’oscurità della notte, le braccia tirate sotto la testa.

“Non dormi?” domandò Remus.

“No...” si limitò a rispondere il ragazzo.

“Bè, sei in compagnia...” fece all’improvviso la voce di Sirius, dal letto dirimpetto al suo.

Peter russò più forte “Pete fa sapere che anche lui in fondo partecipa...” commentò ironicamente Sirius, facendo ridere gli altri due.

“Siete preoccupati?” domandò James, ai due ragazzi.

“Si, per te...” spiegò Sirius tirandosi su sugli avambracci.

James finse indifferenza “Già, gran brutta questione questa dell’immortalità...” commentò.

Sirius inarcò un sopracciglio, Remus sospirò.

“Si, davvero brutta, peccato che tu non ci stessi pensando minimamente...” sottolineò il moro.

James distolse lo sguardo, aveva colpito nel segno. Si vergognava quasi di sè stesso, con tutto quello che erano venuti a sapere la sua unica preoccupazione era Lily, sempre e solo Lil, solamente lei... Non rispose all’osservazione di Sirius.

“Jamie, tranquillo, dai! Vedrai che riuscirete a risolvere, basterà parlarne, discuterne con calma! Lily non è mai stata poco ragionevole, anzi! Lo sai bene...” cercò di rassicurarlo Remus.

James rimase ancora in silenzio “Oggi sono tornato a casa un attimo... Per vedere se era tornata... Le ho anche lasciato un messaggio, nel caso non mi trovi...” spiegò.

Tutti e due scossero il capo, rassegnati, non l’avevano mai visto così...

James percepì il loro disappunto, che lo infastidì “Che volete che ci possa fare! Sarò ossessionato, ma non riesco ad evitarlo! E comunque, se la cosa vi da fastidio, non ve l’ha certo ordinato il medico di farvi gli affari miei!” quindi si tirò su per bene le coperte, voltando le spalle ad entrambi, e sforzandosi di dormire.

“Che idiota che sei, James... Mica ti stavamo facendo la predica...” gli fece notare Sirius.

James sbuffò “Si, lo so... E’ che sono un pò nervoso, scusate...”

“Ok, meglio cercare di chiudere un occhio, va! Domani inizieremo anche il corso di Smaterializzazione...” ricordò Remus.

Tutti annuirono e cercarono di prendere sonno.

 

La mattina seguente, dopo un sonno tormentato, James iniziò la prima lezione di Smaterializzazione. Arabella presentò loro una giovane ragazza, la loro nuova insegnante.

“Ragazzi, lei è Ghiana, da oggi e per due settimane, ogni mattina, vi insegnerà come smaterializzarvi e materializzarvi nel migliore dei modi.”

Ghiana sorrise. Era molto carina, aveva lunghi capelli biondi e occhi neri come la notte, oltre ad un corpicino niente male, non doveva avere più di ventidue o ventitre anni. Nessuno di loro ebbe di che obbiettare, anche se per due settimane avrebbero dovuto svegliarsi alle sette del mattino. Sirius sfoggiò uno dei propri sorrisi migliori...

“Salve ragazzi, alle presentazioni ha già pensato Arabella –iniziò- Quindi passiamo subito al sodo. Dunque, dalle otto alle undici vi allenerete nella smaterializzazione con me, per due settimane. Alla fine del corso dovrete sostenere un piccolo esame, nulla di impegnativo, tranquilli! Ecco qui il vostro manuale, un libro pressoché inutile ma che vi conviene leggere, più che altro perchè all’esame qualcuno potrebbe farvi delle domande a riguardo.”  rifilò ad uno per uno un piccolo volumetto rilegato che portava scritto a grandi lettere rosse ‘Qui e là, la Smaterializzazione dalla A alla Z’, che fu accolto con una storta di naso da ognuno di loro.

Seduti attorno ad un tavolo rotondo, all’interno della scuola di Smaterializzazione, Ghiana iniziò la sua lezione parlando delle origini della smaterializzazione, in breve, per poi passare alla tecnica.

Fu abbastanza tedioso e se ne sarebbero volentieri andati tutti e quattro se l’insegnante non fosse stata così carina e disponibile.

Pranzarono assieme e al pomeriggio passarono ancora a trovare Mund.

Il ragazzo pareva essersi ripreso, a quanto parve la storia della ‘fibra resistente’ cui aveva accennato Arabella non così falsa e illusoria. Parlottavano allegramente, concedendosi una partita a Spara Schioppo, quando James si allontanò da solo.

Scese le scale dell’appartamentino del ragazzo e si sedette su uno dei pilastri bassi che stavano all’ingresso, avvolto dall’aria rossa del tramonto. Aveva voglia di starsene solo. Non manifestava la propria angoscia e preoccupazione davanti a gli altri, ma ridere tutto il tempo e fingere di stare bene non era mica così facile, aveva bisogno di tirare un respiro e far rilassare gli angoli bella bocca troppo tirati all’insù.

“James, ciao!” lo salutò una voce conosciuta.

Alzò lo sguardo dalle proprie scarpe da ginnastica e si trovò davanti Ghiana.

“Oh, salve! Cosa ci fa da queste parti?”

Ghiana mostrò il grosso mazzo di fiori “Sono passata a trovare Mundungus, eravamo compagni di squadra ad Hogwarts!” spiegò.

James spalancò gli occhi “Voi giocavate a Quidditch? In che casa? Aspetta... Mund è stato a Grifondoro... Quindi anche tu! Anche io ero in squadra!”

Ghiana annuì “Si, lo so! Mund e io tornavamo spesso a seguire le partite! Se un ottimo cercatore, James!” si congraturò battendogli una mano sulla spalla.

“Hei, ma se io e te non ci siamo mai incontrati ad Hogwarts, significa che hai... almeno venticinque anni!” osservò.

“Ventisei!” lo corresse.

James spalancò di nuovo la bocca sorpreso “Cosa? Pensavo fossi molto più giovane? Hai solo un paio di anni in meno di Mund!”

La ragazza si rabbuiò “Ehi, non sono una vecchia bacucca, James Potter!” lo rimbeccò, con un affettuoso scappellotto in testa.

James rise, divertito e sollevato, anche Ghiana si fece una risata, sedendosi un attimo accanto a lui....

 

Nello stesso istante Lily si aggirava per le vie deserte di Diagon Alley, un paio di voci richiamarono la sua attenzione, possibile che fosse proprio quella di James? O il fato di pensarlo così assiduamente l’aveva quasi resa pazza? Sbucò da un viottolo appartato, giusto in tempo per vedere il ragazzo in compagnia di una deliziosa biondina. Lily aggrottò la fronte, infastidita. Che cosa stava facendo con quella? Anche se magari non era come sembrava... Lei si era sempre fidata di James.

Poi la vide dagli un’affettuosa sberletta sul capo, li vide ridere rilassati, senti la risata fresca e genuina del ragazzo mentre lei prendeva posto accanto a lui. Non rimase a guardare un attimo di più. Col buio nel cuore si allontanò di corsa da lì. Maledetto James! Come aveva potuto illudersi che ci sarebbe stato ancora per lei? Come aveva potuto pensare che, magari, lui stava soffrendo come lei, che l’amava. No, la loro storia era finita in quella maniera così lacerante, ma lui si stava già lasciando consolare dai sorrisi al miele di un’altra. Maledisse sè stessa per essere stata così stupida, così cieca... Forse aveva fatto bene ad andarsene! Forse alla prima occasione lui l’avrebbe liquidata per la più carina delle biondine che gli avrebbe sorriso. E pensare che aveva detto di essere innamorato di lei! L’aveva detto con una naturalezza tale che vi aveva creduto senza esitazioni. E ora, la penitenza per essere stata così sciocca era il suo cuore spezzato, era la gelosia furente, la rabbia che la stava strangolando, le lacrime e i singhiozzi che le mozzavano il respiro.

 

“E’ ora! Smaterializziamoci, Severus! Voglio andare a Diagon Alley...” l’Oscuro signore scese nuovamente dal suo trono. Il giovane Piton accanto a lui lo seguì smaterializzandosi in un lampo.

Presto entrambi furono a Diagon Alley, il solito ghigno malefico disegnato sulle labbra sottili e pallide di Voldemort, gli occhi rossi e diabolici più luminosi e scintillanti che mai...

Lily correva disperata, gli occhi chiusi per trattenere le lacrime, urtando di tanto in tanto qualche bidone, qualche rarissimo passante. Ad un certo punto una forte collisione la fece ricadere all’indietro. Aprì gli occhi e, avvolti dal crepuscolo, intravide due uomini di nero ammantati. Uno non lo seppe riconoscere, ma gli occhi scintillanti e carmini dell’altro non lasciavano spazio a fraintendimenti. Non ebbe nemmeno la forza di reagire, chinò il capo innanzi a loro, certa che probabilmente l’avrebbero uccisa.

Voldemort avanzò, tese una mano allungando l’indice e Lily si rizzò in piedi, come animata da invisibili funi, come una piccola marionetta. Avanzò fino a ritrovarsi di fronte a lui, gli occhi fissi in quelli rossi e malvagi di Voldemort, impossibile distogliere lo sguardo, come la volta precedente. Un sorriso dispiaciuto, che non voleva essere altro che una presa in giro, comparve sulle sue labbra. “Povera Lily, sta soffrendo...” sibilò.

Lily si asciugò con un gesto gli occhi umidi e arrossati.

“No, non fare così piccina... Piangimi una lacrima della più completa disperazione...” sibilò di nuovo.

Le gambe di Lily tremarono vistosamente, ricadde carponi senza forze. Non aveva mai pensato di potersi sentire in quel modo... Così disperata, tutto pareva così nero, il suo cuore si strinse completamente vuoto di speranza, senza un filo di luce, avvolto dal buio più totale. Un’indescrivibile stato di angoscia si impadronì di lei, attanagliandole le viscere. L’aria aveva odore di morte ai suoi sensi, il mondo aveva smesso di girare. Vedeva James lontano, ridere felice con chiunque non fosse lei, non vedeva più l’ombra di un amico, una stretta di mano famigliare. Un senso di disperazione esplose in un frenetico tremolio di labbra. Poi si sentì sollevare a mezz’aria mentre una mano magica le sollevava delicatamente il viso, giusto di fronte a quello mortale di Voldemort. Sbatté  un paio di volte le palpebre, poi da un occhio calò lentamente un’unica grossa lacrima, lungo la guancia. Una lacrima carica di dolore e nera disperazione. Di nuovo le sottili labbra dell’Oscuro Signore si ripiegarono godendo di quello che stava accadendo, accostò una mano sottile e affilata al suo viso. Con l’unghia acuminata del mignolo raccolse quella perla di rugiada uscita dagli occhi verdi e disperati di Lily “Lacrima disperata della vergine mezzosangue...” bisbigliò, mentre Piton, al suo fianco, faceva comparire un’ampolla di cristallo. Voldemort fece scivolare dentro di essa il suo tesoro, che divenne duro e lucente come un piccolo diamante. Lasciò andare Lily che si accasciò svenuta ai suoi piedi.

“Severus, portala con noi, ci servirà ancora.”

Severus annuì, si avvicinò a Lily. Le scostò una ciocca di capelli dalla fronte imperlata di sudore e la prese in braccio.

Poi entrambi si smaterializzarono.

 

James bloccò di colpo la propria risata, fissando un punto indefiniti avanti a lui.

“Tutto bene?” domandò preoccupata Ghiana.

James annuì distrattamente, incupendosi “S-si... Ho... Ho come avuto l’impressione che quel paio di occhi verdi mi stessero fissando...” confessò.

Ghiana sorrise comprensiva “Un paio di occhi veri che hanno stregato il tuo cuore e ora lo stanno opprimendo?” azzardò.

James si sorprese di tanta perspicacia “Come... che ne sai?” domandò suscettibile.

Ghiana lo tranquillizzò “Nessuno mi ha detto  nulla, James! E nulla è quello che so! Solo... Quel tuo sguardo affranto e preoccupato che cerchi di nascondere... Mi è famigliare. Stai pensando a qualcuno che ami, e che hai una terribile paura di non rivedere mai più...” spiegò sospirando.

James vide la propria espressione dipinta sul volto di Ghiana, anche lei stava soffrendo per una simile situazione. Poi fissò il suo mazzo di fiori colorato, collegò il suo sguardo a tutta la situazione e sorrise “Compagni di squadra, eh?” ironizzò facendola sorridere.

“Bè, non ti ho mentito, era tutto vero! Solo ho omesso che ora stiamo assieme!” e gli strizzò l’occhio.

James annuì “Quindi mi capisci... ehi, non una parola con gli altri, eh?”

Ghiana annuì e promise “Certo signor Potter!Vuoi un consiglio? Non ho mai detto a Mund quanta paura ho ogni volta che viene richiamato, fossi in te andrei dritto da questa ragazza che ti sta facendo patire e le direi tutto quanto. L’orgoglio mettiamolo via qualche volta, può essere utile.”

Lui sospirò “Si, credo che seguirò il tuo consiglio se riuscirò a ritrovarla, se riuscirò ad evitare che mi odi...”

Lei le diede una pacca sulle spalle, a mo’ di sorella maggiore, poi lo invitò a seguirla di nuovo dal ragazzo.

 

Quando Lily riaprì gli occhi si ritrovò stesa su una panca di marmo, terribilmente indolenzita con un dolore lancinante al petto, come se una mano glielo avesse bucato per estirparle il cuore. Era avvolta da un buio fitto, spezzato soltanto dalla tenue luce di una tremolante candela al suo fianco. Faceva anche troppo freddo e tremava scossa dai brividi. In quel momento più che mai sentì il bisogno di una presenza amica, avvertì la mancanza dell’ironia di Sirius, dei buoni consigli di Remus,  della presenza inutile ma tranquillizzante di Peter e di quella rasserenante di Macie, ma soprattutto avvertì il bisogno della stretta dolce di James, della sua mano forte che stringeva quella sottile di lei. Poi però fece mente locale, James... Come aveva potuto farle tutto quel male! Un moto di odio si fece strada nel suo animo.

“Bevi.” dal buio emerse una figura ammantata, un’altra, che la prese per una spalla facendola voltare. Una ciocca di lunghi capelli scuri spuntava dal mantello. Dalle fattezze, per quanto nascoste, ma soprattutto dalla voce pareva una donna. Lily fissò esitante il calice colmo di una poco allettante sostanza densa, dubbiosa. Alzò lo sguardo verso la misteriosa persona e si trovò a fissare due occhi blu intensi. La ragazza sembrò esitare, poi distolse lo sguardo e mollò la presa così improvvisamente che pareva avesse una mano sul fuoco. “Bevila! Se avessi voluto ucciderti avrei avuto mille occasioni mentre eri incosciente. E potrei farlo anche ora, sei debole.”

Lily provò a muoversi, ma la testa prese a girarle vorticosamente, mentre sentiva le forze venirle meno di nuovo.

Afferrò il calice di cristallo e trangugiò la misteriosa bevanda pregando che, se fosse mortale, per lo meno la uccidesse velocemente.

Fu come una mano dal cielo. Quella misteriosa bevanda densa scese dolce lungo la gola, ristorandola  meglio di  qualsiasi altra pozione di Madama Chips. Per lo meno il dolore opprimente al petto cessò per qualche istante, dandole tregua per qualche tempo.

La misteriosa ragazza sparì e ritornò in quella piccola stanza buia ad intervalli regolari. Lily non capì cosa stesse succedendo, l’unica cosa che ricordava era Voldemort, e sofferenza. Le uniche cose di cui era consapevole, che fosse rinchiusa in una piccola stanza buia e che le gambe non la reggessero per più di qualche istante.

Non seppe quanto tempo trascorse lì dentro, bevendo quella misteriosa pozione, come unica compagnia una candela che non si consumava e spegneva mai e gli occhi rossi di Voldemort incisi nella sua mente. Ma non erano passati più di un paio di giorni, forse tre, quando la misteriosa ragazza la accompagnò fuori. Era nei sotterranei di qualche castello, lo dedusse dalle pareti di pietra e dall’odore di muffa pregnante.

“Chi sei? -le domandò curiosa e smarrita- Ma soprattutto... Dove accidenti sono?”

La ragazza, di cui ora poteva ben vedere i lunghi capelli scuri e gli occhi blu, il viso candido, la guardò inespressiva “Chi sono io, non ti interessa! Dopotutto nemmeno mi è ancora stato detto che sia TU... Ma sei nella reggia di Lord Voldemort, nella Brughiera, nessuno può entrare qui dentro amenochè non sia gradito.”

Lily ci capiva sempre meno, era ancora intontita, non aveva paura, avrebbe dovuto averne? Era in casa di Voldemort... Forse era proprio quello l’effetto sperato della pozione, non aiutarla a riprendere le forze, solo intontirla, abbacchiarla. Poi l’aria fresca della notte di metà estate le sferzò tra i capelli, facendo respirare la sua pelle. Era all’aperto, in un misterioso e cupo cortile denso di statue imponenti e cupe, pieno di candele sospese a mezz’aria... Avanzò, sorretta sempre dalla ragazza mora, fino ad arrivare innanzi ad un trono imponente. Mentre attendeva comparve di nuovo lui, Lord Voldemort. Tutti si inchinarono profondamente, il gruppetto di Mangiamorte alle sue spalle, la ragazza accanto a lei che le forzò il capo...

“Oh, stai pure comoda, mia piccola stella...” sibilò rivolto a lei, l’Oscuro Signore. Poi le sorrise disgustosamente.

“Sei così bella.... Vorrei tanto toccarti... Ma non posso farlo, ho bisogno di una tua piccola peculiarità... E della tua devozione...” proseguì mentre Lily rialzava il capo, nonostante tutti fossero ancora inchinati.

Iniziava a sentire il proprio cuore battere in preda all’agitazione. Iniziava ad avere di nuovo paura, e non lo voleva. Desiderò di bere un altro goccio di quel delizioso nettare rifocillante, per lo meno avrebbe smesso ancora per un pò di sentirsi sempre perennemente inquieta, avrebbe visto indifferentemente tutto quanto, senza soffrire.

“Mia piccola stella, gradisci un altro sorso di  Pozione Placa-animi?” le domandò.

Lily annuì “Mary Jane, pensaci tu!”

La mora al suo fianco annuì “Certo, mio Signore!” e se ne andò, per tornare poco dopo con una nuova dose di pozione, che Lily bevette con avidità. E di nuovo il mondo ritornò ad essere in bianco e nero, privo di emozioni e scosse d’animo.

“Ora dimmi, mia piccola stella, devo toglierti la vita, qui ed ora, o accetterai di unirti a noi, di servire Voldemort. Io posso aiutarti... Io capisco come ti senti... Tradita... Sola... Bisognosa di considerazione che qualcuno non può darti...” le accarezzò il viso pallido.

Forse era un mostro, inquietante e spaventoso, un assassino, ma capiva. Lui la stava capendo. Voleva morire? Voleva scappare? O voleva restare, cambiare?

La sua mente era confusa, tutto pareva distante ed ovattato. Solo quegli irresistibili occhi rossi, netti dentro la sua mente ottenebrata e lontana dai sensi, quell’inallontanabile richiamo...

“Io... voglio servirti, mio Signore!” rispose a mezza voce.

Voldemort ghignò malefico e potente “Bene! Ottima risposta, mia piccola stella. Lo sai che Lord Voldemort ha bisogno di te, ho una tua lacrima ma mi manca il tuo sangue... e la tua devozione...”

Che cosa mancava? Oh, non riusciva a capirlo, ma aveva fatto la sua scelta. Sarebbe stata una Mangiamorte... Erano spalancati, ora, quegli occhi serpentini e magnetici, erano grandi quanto tutti i suoi pensieri, sovrastavano ogni cosa, ogni azione...

“Allunga il braccio, mia piccola stella! Ti farà un pò male... Ma non durerà a lungo, e poi potrai essere la mia candida regina...” la invitò. E di nuovo fili invisibili stesero avanti a lei il suo braccio nudo...

Voldemort si alzò in piedi, imponente e minaccioso, puntando la sua bacchetta al polso sottile di lei. La ragazza al suo fianco si inchinò, chiudendo gli occhi e mordendosi un labbro di nascosto.

Lily guardò Lord Voldemort avanti a lei, la schiera di Mangiamorte silenziosi alle sue spalle, si guardò attorno, tenebra e morte... Esitò. No, lei non voleva tutto questo! Ritrasse il braccio di scatto. Voleva correre via, tornare a casa, abbracciare James! Lo voleva, lo voleva eccome!

Lord Voldemort ebbe un fremito rabbioso, ridusse gli occhi a due fessure, Lily si piegò in avanti, nella parodia di un inchino.

Allunga il braccio, mia piccola stella... ALLUNGALO!

Nella mente di Lily riecheggiarono quelle parole, quella maledizione, impossibile resistere, gli occhi dell’Oscuro Signore erano di nuovo spalancati...

Lily allungò il braccio innanzi a sè...

Devotio Initiatem... Magiamorte siggillum!” tuonò Voldemort, dalla sua bacchetta uscì un flusso di luce rosso intenso che si schiantò al polso di Lily.

Fu come se il fuoco le bruciasse e lacerasse ogni strato di pelle, tutta la sua carne, come se le lacerasse l’anima.

Gridò in preda al dolore, un grido di morte e orrore. Si sentì scuotere da spasmi di sofferenza, un terribile senso di nausea la assalì. Poi più nulla...

Lily Evans si accasciò al suolo, un terribile teschio con un serpente che sgusciava dalla bocca spiccava sul polso sottile e delicato, un fumo magico si alzava da esso mentre Lord Voldemort brindava alla sua vicina immortalità...

 

James passò dei giorni infernali. Terribili incubi devastavano i suoi sonni, incubi sulla sua Lily, che era sparita da quell’inizio agosto...

Non era più tornata a casa.

Alla fine si era fatto coraggio e l’aveva cercata là. I suoi genitori erano allarmati, Lily non era tornata a casa, non si era più fatta vedere, da nessuna parte.

Teneva che fosse morta... Aveva paura che se ne fosse andata per sempre. Forse non l’avrebbe mai più rivista...

Eppure era strano, dentro di sè sentiva che era viva, da qualche parte, anche se quei sogni l’angosciavano...

Quella mattina era il giorno dell’esame per la Smaterializzazione...

“Per la miseria, James, sbrigati! Siamo in ritardo!” lo esortò Sirius.

I due ragazzi presero a correre disperatamente per le strade di Diagon Ally, erano diventati abilissimi nello smaterializzarsi, ma ancora non potevano farlo... Questioni burocratiche... Per cui si ritrovarono a correre come ai tempi poco lontani della scuola, in ritardo a qualche lezione.

Anche con la mente altrove, James riuscì a superare il proprio esame... E così tutti gli altri.

Stavano gironzolando per la tranquilla periferia di Diagon Alley, facendo baldoria per la felicità di aver da poco superato l’esame, quando intenti a vincere una corsa all’ultima smaterializzazione, Sirius s James si rimaterializzarono proprio addosso ad una innocente passante.

Il TONCK della tripla craniata risuonò per tutto il viottolo deserto.

“Maledizione!!” mormorò Sirius, cercando di rimettersi in piedi.

“O mamma!” fece James massaggiandosi le duemila parti doloranti.

A terra, con la testa tra le mani e l’aria confusa e sconcertata stava una ragazza, lunghi capelli scuri e occhi blu.

Sirius fece per darsela alla chetichella, ma la ragazza lo fermò “Chiedimi scusa!!” tuonò.

Sirius la guardò con aria di sufficienza... “Come?”

Non fece in tempo ad aggiungere altro che la sconosciuta gli appioppò un ceffone. Lasciando entrambi sconcertati.

“Stupida ragazzina impertinente!” strillò Sirius, spingendola di lato.

Appena lui fece per scostarla, con un colpo alla spalla, la ragazza si scostò di lato bruscamente, come se Sirius fosse di fuoco...

“Sei il più stupido dei ragazzi... Non dimenticherai un accidenti così...” gli disse adirata, poi si rivolse a James “E tu, con gli occhiali, Lily non vuole essere trovata... Lei è scappata da te...”

Poi si allontanò di corsa...

Non vuole essere trovata...

Le parole sibilline di quella sconosciuta gettarono James nel panico più totale...

Lily era scappata da lui... Non lo voleva... Non voleva che la cercasse... Anche se negli ultimi giorni non aveva fatto altro...

Sentì una lacrima rigargli il volto...

 

Continua...

 

 

Eccomi qui...

Innanzitutto... Grande Ly! Ce l’ho fatta! Alla fine l’ho inserito entro il termine della settimana!! ^O^ Em, scusate l’euforia... Anzi, SCUSATE PER IL RITARDO!! ^^’’’

A dire il vero è stata una settimana piuttosto impegnata... Poi è uscito Dvd della Camera dei Segreti, sapete ho DOVUTO guardarlo almeno un centinaio di volte, mi capite vero? *___*

E poi... Bè, la Kia mi tiene sempre al telefono... :P prendetevela con lei... *Ly che gioca a scarica barile...*

Cmq... Non so voi a me questo capitolo non piace per nulla... Non sono riuscita ad esprimere quello che volevo... é__è *Ly demoralizzata* proprio non mi convince...se lo cambierò ve lo segnalerò... Però... boh, lo vedo inconcludente... forse avrei dovuto aspettare ad inserirlo, già non riuscivo a scriverlo! >__< Bè, colpa vostra che mi fate fretta e mi date per dispersa... *Ly che stasera non vuole saperne di responsabilità...*

Bè, aspetto vostri pareri soprattutto... sulla questione... LILY è UNA MANGIAMORTE!!! *serena mi ucciderà* AHA! Bè, mi garbava così... Non so se è chiara comunque, tutta la situazione... Non abbiatene a male, dai!! ^^ Tanto si sa come finisce...

Ah, altra questione importante...

PLAGIO!!!! >__< stramaledettissima ‘lily-evans’ di Manga.it!!! Se la trovo la scortico! Maledetta plagiatrice con la coda di paglia, mi basterebbe una semplice riga di scusi, e di motivi! Non si copia in tronco la mia fic!!!

Cmq... ho scritto a Erika, ma giustamente mi ha detto di scrivere a Manga.it... Che non mi ha ancora risposto! Oggi gli ho scritto sei mail tutte uguali, vedi mai che attiro la loro attenzione... La prossima volta saranno dodici e via dicendo... finchè non mi rispondono... Perchè dovranno farlo, altrimenti li sobbarco di venti mail tutti i giorni... *Ly sorride angelica*

Cmq, ragazzi veramente vi ringrazio tantissimo per il sostegno... Siete stati fantastici, Ly vi adora dal primo all’ultimo! ;v; Sono commossissima e troppo grata! Che angeli!

Ah, vediamo se qualcuno di voi ha trovato la ‘Guest star’ del mio capitolo... ^^ La Kia, siii! ^^

E ora... SALUTI e RINGRAZIAMENTI!!!

Prima di tutto... LA MIA KIA!! ^333^ Il mio tesorino, che finalmente si è degnata a farmi lo traccio di una recensione... (:P scherzo, amore! ^^) ti ringrazio tantissimo per i compliments, sei un angelo! E poi... VEDI DI ANDARE AVANTI ALLA SVELTA CON ‘tu-sai-cosa’!!!!!! ^__- Ok? °°°°°Ah, LEGGETEVI ‘il nemico inaspettato’ della Kiara, che è stupenda!°°°°°° ** PS: Pasqua è vicinaaa!!

Ci: ^^ Grazie mille, tesoro! Davvero ti è sembrato che gradualmente i personaggi crescano? ;___; Mi commuovi, finalmente se ne è accorto qualcuno... ^___-

Mikisainkeiko: ^^’’’ Em... è diventata Mangiamorte... Mi lascerai in vita o mi farai barbaramente fuori con l’aiuto di Serena? °_° *Ly terrorizzata*

Ah, ho segnalato un sacco di volte a Manga.it... ma a quanto pare hanno una redazione fantasma... >___<

Buffy: Grazie ancora dei complimenti e... Si si si, falla fuori! Un paletto nel cuore alla plagiatrice!! Grazie mia venerata cacciatrice... *Ly ripensa alla puntata del musical... *_* Finalmente!! Ma non c’entra per cui non si dilunga...*

Keiji: ^^ Eh eh, bella la recensione assolutamente incomprensibile del capitolo scorso! ^3^ Cmq... grazie tesoro! Ah, ma la tua fic che ha?? E’ così corta apposta?? *Ly confusa... vorrebbe leggere anche il resto...* Fammi sapere! E grazie mille anche per il sostegno sulla ormai famosa ‘questione plagio’.^^ Sei un angelo!

Strekon(anche detto il terribile rompip... em, spirito delle 100 rece): *O* Oh, detto da te, che mi sto specializzando in bastardaggini, è un onore... ** Anche se... MA CHE MI COMBINI!!! ME LI HAI FATTI MORIRE!! >___< MALEDETTO!! MALEDETTO!!! Resuscitameli subito! Almeno Ron, se Herm la lasci lì puoi scritturare me al suo posto... ^__- Ovviamente scherzo... La tua fic mi piace troppo, ma proprio per questo non me li puoi eliminare così, sei davvero... Fuori da comune, non mi viene altro..Ah, di nuovo... AUGURI STREKù!!! ^^

Mikan: ^^ Em... come vedi.. ecco aggiornamento! ^^ Scusa il ritardo, Mik! ^3^

Fil: Davvero ti è piaciuto così tanto? ^O^ *Ly contenta* Eh eh, Lily ha detto quelle cose a James perchè... Mah, non siete mai stati confusi, voi?? Lily semplicemente lo era...

Grazie ancora tantissimo di tutti i complimenti! ^3^ Che tesoro!

E non piangere Filuccia cara... ^^

Giuggy: ^^ Tranquilla, per una recensione (che fa felice Ly) si è sempre in tempo! Hai pianto? Oddio... davvero sono stata così intensa?? °////° *Ly stupefatta*

Per quanto riguarda Lily e il quinto libro... Bè, di sto fatto l’ho letto un pò dovunque... Personalmente l’ho trovato carino... tipo, pichè Voldy ce l’ha tanto con i Potter, da farli addirittura nascondere col ‘fidelius’?  Bè, mi sono inventata le mie motivazioni...

Serena: Ehi ehi ehi! Per matrimonio e pargoli c’è tempo, su! ^^ Ora... dimmi, mi lascerai vivere dopo quello che ho scritto? In fondo non ho ritratto Lily come un mostro, no? é__è Potrò vedere un altra alba? Mi risparmierai? Ah, appena posso rispondo alla tua mail ok? ^3^ Addirittura il Nobel? ^////^ Tu sei proprio matta! Ah, complimentissimi per le gare!

Angi e Gius, le mie gemelline indaffarate, che però non mancano mai di lasciare una riga, THANKS! ^^

Moki-chan: ^^ Due capitoli d’un colpo, bè, se fa piacere a te! ^^ dimmi che ne pensi anche di questo, ok? Grazie per l’offerta d’aiuto!! Sii.. Grazie!! Datemi man forte, a me non risponde, magari a qualcuno di voi, lo fa... T_T

Miky: Ohm, grazie della segnalazione, tesoro! Me ne sono accorta anche io, infatti ho sollevato una bufera... ^^’’’ Hai fatto bene a scriverla, anche io l’ho fatto, ma mica mi ha risposto l’infame! Ti ringrazio ancora... ^^

FREDRYK: *Scritto bello grande* Non ti ho ignorato, che dici! ^^ Cmq, no no, io non ho copiato proprio nulla, tutti macchinaggi della mia mente, questi! Una taglia? Non è una cattiva idea,... Ma la voglio riscuotere io che sono al verde! **

Pan_z: La mia nuova commentatrice! ^^ Grazie per i complimenti, per la mail e tutto quanto... Pazza di Jamie? La Mik avrebbe qualcosa da ridire a riguardo... ^_-

Ok, ho scordato qualcuno? Spero di no!

^^

Grazie a tutti, spero di non aver turbato i vostri animi con Lily Mangiamorte... ^^

Ah, NESSUNO MI HA DETTO SE SIRIUCCIO LO DEVO AMMOGLIARE (Si fa per dire), lasciarlo SOLO SOLETTO (Così si infila la Ly... Trallallà...)

Ora vado a nanna... sono cotta... @_____@

Spero di essere più tempestiva col prox aggiornamento! Anche se... DOPO PASQUA SARò DALLA KIARETTA! ^33^ Non vedo l’ora, gioia!

Bacino a tutti, grazie mille come sempre, davvero non mi sarei mai aspettata tutto questo! ^o^ La vostra Ly

 

 

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Capitolo 15
*** Scoperte ***


-15-

-15-

 

 

Il grande castello era immerso nella nebbia mattutina che attenuava i primi bagliori dell’alba, nella vasta brughiera… Un potente incantesimo lo sigillava, nessuno lo avrebbe trovato mai, non se non fosse stato espressamente voluto. Il suo padrone era già sveglio, in un camera buia osservava qualcosa che bramava con tutta l’anima: Lily. Lei era l’unica cosa che si frapponeva tra lui e la sua immortalità, era l’unica cosa che l’avrebbe legato all’immortalità che ardentemente desiderava…

La osservò addormentata, un sonno piatto, il volto inespressivo… Era completamente in suo potere.

Sorrise diabolicamente, era stato facile, le circostanze avevano giocato in suo favore. Era molto più facile piantare un seme del male in un animo turbato e irrequieto, come era quello di Lily, quando l’aveva incontrata.

Pura, mezzosangue come lui e tormentata… Il destino gli aveva offerto il suo ultimo ingrediente, l’ultimo metro per raggiungere la sua meta, su un piatto d’argento. Ora gli mancava solo la sua devozione… E il suo sangue, naturalmente…

Accarezzò il marchio nero che balzava alla vista, scuro e pulsante, sul suo polso sinistro. Era in suo potere… Non ci sarebbe voluto molto perché la sua mente sempre più ottenebrata sarebbe passata dal controllo alla reverenza spontanea, come per abitudine, come per un passaggio naturale… E poi… Poi vittoria!

Dopo avrebbe anche potuto ucciderla, si… A null’altro poteva servire una sciocca mezzosangue. Bè, magari prima avrebbe potuto divertirsi un po’… Si,  e poi restituirla senza vita a quello sciocco James Potter, un ragazzino utopista degno figlio di suo padre e sua madre. Si, era un disegno perfetto, anche per farla pagare a quella Margareth… E a quel Jervis, naturalmente…

Uscì dalla camera, camminando lentamente per i corridoi semibui con un ghigno soddisfatto e malvagio dipinto sul volto. Oh, presto il suo giorno sarebbe arrivato… Lui sarebbe stato l’unico Lord e il mondo sarebbe stato epurato da sciocchi Babbani e disgustosi Mezzosangue… Niente più babbanofili, niente più Albus Silente, l’amico dei deboli… No, un domani migliore ai suoi occhi, come Salazar  Serpeverde l’aveva immaginato, era alle porte… E con il suo nuovo potere sarebbe morta definitivamente quella parte di lui di cui disperatamente cercava di liberarsi, Tom Orvoloson Riddle…

Incrociò la ragazzina per le scale assieme a Severus Piton, che subito si prostrarono in un profondo inchino. Amava essere riverito, Lord Voldemort doveva essere omaggiato… “Mary Jane, occupati di lei, ora. Sta per svegliarsi… Stai facendo un ottimo lavoro assieme a Severus… se diverrò immortale a breve, magari potrò risparmiarti la vita… Severus, tu vieni con me!” il giovane seguì il suo padrone col capo chino, annuendo rispettosamente. Si staccò con un’occhiata bieca dalla ragazza, che gli riservò lo stesso trattamento.

Da mesi, orami, lavoravano fianco a fianco per distillare l’elisir di immortalità per il loro Padrone che Mary Jane era riuscita a trovare, ma non potevano quasi vedersi.

 

Quando Lily si risvegliò, di nuovo, si ritrovò nell’ennesima stanza buia, anonima e sconosciuta. Tuttavia nessun nauseabondo odore di muffa vi aleggiava e la schiena non le doleva per l’inusuale contatto con la pietra dura. No, ora era sdraiata su un morbido e grosso giaciglio, una coperta di seta la avvolgeva e attorno a lei fitte tende di velluto scuro impedivano alla luce del giorno di entrare. Fece forza sulle braccia per mettersi comodamente a sedere, sentì un braccio cedere lievemente, il polso pulsare freneticamente. Un piccolo spasmo di dolore le fece accapponare la pelle. Con la mano sana scostò una delle tende, la leggera luce dell’alba fece capolino attorno a lei, dentro al letto a baldacchino. Avvolta da quei leggeri raggi chiari e appena accennati si ritrovò a fissare il proprio polso. Un grosso Marchio Nero si stagliava sulla sua pelle bianca. Rabbrividì leggermente, ripensando in un attimo agli avvenimenti della sera precedente. Ma era proprio la sera precedente? Non sapeva, era confusa…

“No, sono passati almeno cinque giorni… A quanto pare sei dura a riprenderti, Lily Evans…” una voce vagamente famigliare rispose ai suoi interiori interrogativi, prendendola di sorpresa. Lily si voltò verso la fonte di quella voce, atona e secca. Ancora quella strana e misteriosa ragazza, il suo volto non riusciva ancora bene a metterlo a fuoco, i suoi tratti erano sfocati e confusi, ma quei lunghi capelli scuri erano inconfondibili, come quei due occhi azzurri… Detestava gli occhi azzurri, lei! Non avrebbe mai più voluto vederne un paio in vita sua…

Voltò lo sguardo dall’altra parte, come a scacciare quel colore famigliare, quel colore che le faceva provare rinnovata sofferenza. E ora nella sua mente al posto di quei due occhi blu penetranti, che troppe volte l’avevano rapita, stavano due sfere rosse malvagie, due calamite che non poteva rifuggire.

“Tieni, bevi…” le porse l’ennesimo calice fumante, con la solita misteriosa pozione… Lily ne era drogata ormai, assuefatta…Anche in quel momento lo stava desiderando, come se la misteriosa ragazza le avesse letto nel pensiero. Che cosa le importava se era meno di una marionetta, dopo? La cosa che desiderava era una fitta coltre di nebbia sugli occhi, che non le mostrasse cosa stava diventando la sua vita.

“Di là c’è un bagno… Credo ti convenga prepararti, il Signore ha espresso il desiderio di vederti appena ti fossi svegliata…” proseguì in tono pratico e freddo.

Lily scese lentamente dal letto, appoggiando i piedi nudi sul pavimento freddo. In effetti un bagno era proprio quello che ci voleva… Da tanto tempo desiderava lavare via tutta la stanchezza che pesava sulla pelle, sciogliersi nell’acqua lasciando che questa portasse via ogni residuo di pensiero e preoccupazione… Desiderò dei vestiti caldi e puliti, anche, ma non aveva la più pallida idea di dove poterli trovare “Scusa… Poteri avere dei vestiti?” domandò titubante.

La ragazza si voltò fissandola sgarbatamente e rispondendole con lo stesso tono di voce “Io non sono la tua sguattera! Se hai bisogno di vestiti, cercateli!” proferì freddamente, facendo risentire parecchio Lily, che mormorò uno ‘scusami’ voltandosi dall’altro lato.

Poi la famigliare sconosciuta lasciò la stanza.

Lily si concesse un bagni rilassante… Si guardò il Marchio Nero sulla pelle candida e liscia… Spiccava notevolmente sul suo polsi sinistro, ora era una Mangiamorte. Era così orribile? Aveva un posto dove stare, qualcuno che si sarebbe preso cura di lei? O era tutto solo un sogno? Una macchinata con un preciso fine?

Avvolta dai vapori dell’acqua, immersa nella vasca bollente, si domandò cosa mai potesse volere da lei, Voldemort… Non l’aveva uccisa, forse non l’avrebbe fatto. Già, forse l’aveva accettata… Era quello il suo destino? Ma era tutto così strano, lei una mezzosangue…

Ma i suoi pensieri finirono lì, lasciando Lily sospesa in una piacevole sensazione di completezza, di leggerezza…

Non se ne rendeva conto, ma trascorreva i suoi giorni in quel posto tetro e intriso di morte come sotto l’effetto di una droga. Il tempo era terribilmente dilatato, non riusciva a rendersi conto del passare dei giorni, delle settimane.

Sedeva sempre al fianco di Voldemort, come l’ultimo dei suoi burattini, da lui manovrata. Guidata da quegli occhi rossi e malvagi…

Senza farsi domande, senza dubbi, senza un perché… Semplicemente si lasciava trasportare dalla corrente dell’anonimo fiume in cui stava immersa.

Mentre l’Oscuro Signore aspettava la sua devozione…

 

“Molto bene… Miei Mangiamorte… -Sibilò la voce fredda di Lord Voldemort, durante uno dei loro terrificanti raduni notturni- Dicembre è alle porte… Come tutti sappiamo, questi patetici Babbani si preparano a festeggiare quella sciocca festa chiamata Natale… Non è così mia piccola stella?” domandò rivolgendo lo sguardo a Lily, al suo fianco.

Lily annuì con un semplice gesto, come un automa.

Voldemort proseguì “Appunto… E siccome sono ligio alle tradizioni, io, -fece ironico, facendo sorridere malvagi i propri seguaci- stavo pensando di preparare qualche piccolo regalo per questa moltitudine di Babbani! Che ne pensate?” e le sue labbra malvagie si ripiegarono sgradevolmente in un sorriso tetro.

Per il cerchio composto di Mangiamorte si diffuse un mormorio eccitato, tutti parevano entusiasti alla sua idea… Sapevano bene a che sorpresina si riferisse, e un bell’attacco era quello che ci voleva, dopo qualche tempo di inattività. Diverse paia di occhi luccicarono in preda alla voglia di uccidere…

“La mia piccola stella che ne pensa?”

Lily annuì di nuovo, senza ben capire i cosa i trattasse, ormai la sua mente era diventata un tutt’uno indistinto con quegli occhi rosso fuoco…

“E che ne dice, la mia piccola stella, di prendere parte con noi ai festeggiamenti? Ho avuto modo di vedere che sei abile e sveglia, mia piccola Lily…” fece avvicinandosi al volto di lei, quasi sussurrandole a fior di pelle quelle parole.

Un brivido percorse la sua schiena, facendola scuotere. Lily sbattè ripetutamente le palpebre. Le stava chiedendo di attaccare con loro? Di… uccidere? No, questo lei non lo voleva. Per un breve istante si guardò attorno consapevole e disperata…

Incrociò gli occhi azzurri di Mari Jane, una delle poche persone con cui oltre a Voldemort e Piton, aveva dei rari contatti… Per un attimo lo stesso barlume di disperazione e pietà illuminò gli occhi di entrambe… Poi di nuovo il potere di Voldemort prese i sopravvento su di lei. “Si, mio Signore…” rispose atona.

Per un solo attimo la sicurezza di Voldemort vacillò… Avrebbe mai ottenuto un briciolo di devozione? Doveva averlo… La sua immortalità dipendeva da quello.

 

James se ne stava pacificamente seduto nella propria veranda, solo in compagnia dei propri pensieri.

Si strinse nel mantello, l’aria fredda di novembre lo fece rabbrividire. Si soffermò ad osservare le ultime foglie rimaste prepotentemente attaccate agli alberi, ormai quasi del tutto spogli, precarie, sfidare il vento gelido che da diversi giorni soffiava ininterrottamente su tutta la campagna… Un po’ come la sua speranza, che iniziava a vacillare. La sua speranza di rivederla, di ritrovarla. Quella più flebile di poter ricostruire quello che non poteva accettare fosse crollato alla prima difficoltà… La sua Lily. L’aveva cercata, con la forza della disperazione, anche dopo le terribili parole di quella ragazza apparsa dal nulla e nel nulla tornata. Non voleva crederci… Lui doveva ritrovarla, la conosceva… La sua dolce Lily, non poteva perderla in quel modo.

Ma non era in nessun luogo. Da nessuna parte. Come se fosse sparita dal mondo.

Ma da qualche parte doveva essere, e finchè lei non gli avesse detto palesemente, a quattro occhi, di lasciarla in pace, che davvero era da lui che stava fuggendo, fino ad allora avrebbe continuato a cercarla.

Ne aveva parlato con Silente, diversi mesi prima, ma nemmeno lui aveva potuto fare qualcosa. Era certo il più grande mago di tutti i tempi, tuttavia non poteva fare nulla in certe situazioni. Si era limitato a fregarsi la lunga barba bianca, preoccupato e dispiaciuto, per poi garantirgli che avrebbe contattato qualcuno per scoprire qualcosa. Ma nessuno era stato in grado di portargli la minima traccia di lei.

In tutto questo, James, riscoprì l’enorme valore dell’amicizia.

Senza Sirius, Remus e Peter, probabilmente sarebbe stato molto più duro. Tutto terribilmente più nero. Quei tre amici erano un dono dal cielo.

Bè, se solo Sirius avesse evitato di presentargli una ragazza diversa tutte le settimane, magari sarebbe stato anche meglio…

“James! Eccoti, ti cercavo! Che cavolo fai ancora qui? Cambiati, su! Stasera non dovevi uscire con me? Avanti… Devo presentarti Rumina.” gli ricordò Sirius, materializzandosi improvvisamente alle sue spalle.

James inarcò un sopracciglio “Siri, prima cosa non voglio conoscere nessuna ragazza, nessun’ALTRA! Mi avrai come minimo presentato tre quarti della popolazione maga inglese, BASTA! Secondo… Come puoi pretendere che esca con una con un nome del genere?!” ironizzò ridacchiando.

Sirius scoppiò a ridere “Ecco, Remus mi aveva avvertito che avresti detto una cosa del genere! Guarda che è solo un nome!” gli ricordò.

“Si, ma la devo chiamare con quel nome!” puntualizzò.

“Si, ha ragione! Ha un nome bruttissimo, non suona bene accanto a James, presentala a me, ti prego Siri!” anche Peter si materializzò, però sui gerani stregati di James, che fiorivano tutto l’anno, sbagliando l’atterraggio…

“Si, con un geranio appiccicato al sedere chi vuoi che ti consideri Pete?” lo prese in giro Sirius.

Peter si rabbuiò “Uff… Idiota…” lo rimbeccò.

“Ehi, datti un po’ meno arie signor Black, ti ricordo che quella che vantavi fosse la tua ultima conquista ha messo gli occhi addosso al sottoscritto, appena l’ha visto…” e in fine anche Remus fece la sua comparsa…

“Ma sentitelo! Dice di darmi meno arie, e poi mi fa un discorso del genere…” rispose ridendo Sirius.

“Che vuoi, sarà la tua cattiva influenza…” osservò James, prendendolo in giro.

“Bè, visto che siamo qui tutti e quattro, che ne dite di una bella serata tra uomini? Passiamo da Mund, che stasera è ca sa solo… -propose Sirius, poi fece l’occhiolino- La sua Ghiana è alla festa di compleanno di una vecchia zia…”

“Ma… E le tue donne? E Rumina?” protestò Peter.

“Chi vuoi che ci esca con una con un nome del genere!?!” rispose prontamente, destando scalpore e risate generali.

Così finirono tutti e quattro a casa di Mund, a bere Burrobirre calde e fumanti e discutere di Quidditch –Il nuovo acquisto della Nazionale Inglese, un tale di nome Ludo Bagman, era sulle bocche di tutti- giocando a Poker magico e non pensando a tutta una serie di cose opprimenti.

Ogni tanto staccare la spina era davvero doveroso…

 

Furono giorni tranquilli quelli che seguirono, per il nostro gruppo.

Non ci furono attacchi, ne ce ne furono per diverse settimane prima, e la cosa iniziò a insospettire tutti quanti.

Una delle solite sere all’appartamento di Mund, tutti quanti erano radunati attorno al tavolo. Anche Silente, oltre ai soliti James, Sirius, Peter, Remus, Arabella, Mundungus, Franck, Moody e Ghiana, fece la sua comparsa, nonostante non fosse giorno di vacanza e la scuola fosse ricominciata da un pezzo.

“Credo che stia preparando un grande attacco… Questo silenzio prolungato non mi convince…” iniziò, allarmato.

Tutti annuirono in silenzio.

Solo James parlò “Ma… Albus, nessuno può darci notizie? Tempo fa ci avevi detto che c’era una persona, su cui avremmo potuto contare…” gli ricordò. Arrivare troppo tardi, era diventata una cosa stancante.

Un sacco di volte si erano materializzati sui luoghi dei vari attentati solo per trovare persone innocenti più morte che vive… Un peso sul cuore che si andava ad aggiungere alle già numerose preoccupazioni che dall’estate precedente lo tormentavano. La cosa stava diventando insostenibile. Non era lì di certo per nn far nulla… Tutti quanti la pensavano esattamente al suo stesso modo.

Silente si schiarì la voce, tutti rivolsero a lui l’attenzione “Si, James. C’è una persona, di cui non vi posso ancora parlare, ma che vi sarà presentata al momento giusto… Però, sta lavorando a stretto contatto con Voldemort in questo momento. Anche la più piccola disattenzione potrebbe costare la sua e numerose altre vite… Credo sia importante procedere con i piedi di piombo al momento…” spiegò apprensivo.

James sbuffò “Mi sento così inutile… Sta per succedere qualcosa, ma non sappiamo né dove né quando… Probabilmente arriveremmo tardi anche questa volta! Così inutile, così inutile!” sbattè nervosamente i pugni sul tavolo, alzandosi di colpo e facendo sbattere a terra la sedia. Poi si allontanò, uscendo sul terrazzo, avvolto dal buio della notte.

Sirius fece per seguirlo, sotto gli occhi preoccupati di tutti, ma Silente lo fermò “Scusa Sirius, ma credo di avere bisogno di parlare con lui…”

Il ragazzo annuì, rimettendosi a sedere, seppure un po’ contrariato.

Silente raggiunse James, abbandonato al parapetto,  viso appoggiato sugli avambracci incrociati e lo sguardo perso nel cielo notturno. Nessuna stella brillava nel cielo nuvoloso e pesante.

“James… Tutti noi ci sentiamo allo stesso modo…” iniziò.

James sbuffò di nuovo “Scusami, ma non ho bisogno ora di una paternale…” fece brusco.

Silente sorrise debolmente, si aspettava una risposta del genere, lo conosceva da otto anni orami, con lui e Sirius aveva avuto anche un rapporto privilegiato a scuola, i due finivano spesso a fargli visita, nel suo ufficio, in attesa di qualche punizione…Aveva imparato a conoscerlo, e da che la scuola era finita, a considerarlo quasi come un figlio.

“Nessuna notizia di Lily?” domandò poi, senza tuttavia osare sperare in una risposta positiva.

Silente scosse il capo “No, mi dispiace James. Se c’è, è in qualche luogo da cui fino ad ora non è mai uscita…”

James annuì “Io lo so che è qui da qualche parte… Vorrei riuscire a trovarla… Mi sento sempre più inutile, sempre di più.” confessò amareggiato.

“Non è lo spirito giusto, ragazzo! –lo rimproverò bonariamente l’anziano preside- Se senti che è qui fuori, allora non devi perdere nessuna speranza. In nessun caso… In nessuna situazione…”

James annuì “Si, ho capito… Ma non è facile. Sta andando tutto quanto sempre peggio! E non mi riferisco solo a Lily… La gente ha paura, nessuno gira più per le strade… Babbani nel panico, maghi ancor di più. Sospetti che serpeggiano dovunque… Voldemort sta diventando sempre più forte…Controlla moltissime menti… A volte ho paura che… Che magari si sia preso la mia Lily…” confessò mordendosi un labbro.

Silente aggrottò le sopracciglia, corrugando la fronte, pensieroso…

James se ne accorse e si allarmò “Può… può essere possibile, Albus?” domandò agitato.

“Purtroppo ogni cosa è possibile, James… Solo non dobbiamo perdere le speranze di poterla cambiare…” proferì. Il ragazzo annuì, poi tornò a perdersi con lo sguardo nella notte.

 

La neve bianca ricopriva senza esclusioni ogni piazza, via, anfratto e casa festosa di Londra, e anche tutta la grande e vasta campagna circostante… Era Natale, in fine, e praticamente tutto il mondo si preparava a festeggiare, in famiglia, fuori con gli amici o in qualunque altro modo.

Anche nella reggia di Voldemort si fiutava odore di festeggiamenti, ma per ben altri motivi….

James stava finendo di prepararsi, di lì a poco si sarebbe smaterializzato a casa di Mund, avrebbero festeggiato tutti assieme la vigilia di Natale, un po’ per amicizia e unione un po’ per necessità… Qualcosa bolliva in pentola e loro lo stavano sentendo. Solo non sapevano ancora come agire, dove…

Si preparava, James, per l’ennesimo Natale, il primo fuori da Hogwarts… Come lo era per tutti. Da un po’ di anni il primo senza Lily.

Si ricordava ancora benissimo quel loro primo Natale assieme, ridacchiò pensando a quando si erano divertiti, pur non avendolo mai ammesso pienamente, a parole. Ma non c’era mai stato bisogno di parole, tra loro due… Bè, ora non ci sarebbe più stato bisogno nemmeno di sguardi, Lily non c’era più per lui…

Ma non doveva ossessionarsi, doveva cercare di non pensarci ogni giorno, ora, minuto, ogni incessante attimo. Eppure ogni giorno, ora, minuto, attimo gliela ricordavano. Ogni cosa che faceva, tutto quello che veniva detto, per lui era un piccolo riferimento a quella enorme fetta di cuore lontana.

Cercò di sistemare alla bene-meglio i capelli scarmigliati. Senza alcun risultato, naturalmente. Allora si arrese, tanto a Lily erano sempre piaciuti anche così, glielo aveva detto un sacco di volte, aveva passato la sua mano leggera tra quei capelli neri ribelli infinite volte…

Ecco, lo stava ancora facendo, stava ancora pensando a lei.

Scrollò la testa, si infilò il mantello e si smaterializzò.

Quando arrivò a casa di Mund non potè fare a meno di sorridere. Un gigantesco albero addobbato che augurava ‘Felice Natale’ a tutti i visitatori, era stato messo all’ingresso con un incantesimo, in tutti i sui dieci metri d’altezza…

Erano già tutti arrivati, ad eccezione di Sirius, che probabilmente stava finendo di prepararsi, diventato ormai più fissato di una ragazzina.

“Ehilà, James! Buon Natale! Mi hai portato qualche bel regalo?” domandò con gli occhi speranzosi il padrone di casa.

James inarcò un sopracciglio “Avrei dovuto, Mund? Se vuoi… Poso sempre regalarti la rivincita alla prossima sfida ad ‘acchiappa il boccino’… Magari lasciandoti un po’ di vantaggio.. Vedi mai che così riesci almeno a tenermi testa…” ironizzò.

Tutti quanti scoppiarono a ridere, deridendolo.

“Ehi ragazzino, ti lascio vincere solo per darti qualche soddisfazione, sai?” cercò di difendersi, falsamente indignato.

“Certo Mund, vallo a dire ai sordi!” lo rimbeccò Ghiana.

Mundi finse di accigliarsi “Persino la mia donna si prende gioco di me, che Natale infelice…”

“Sei un frignone, come posiamo non prenderti in giro, Mund?” gli fece saggiamente notare Remus.

Tutti furono d’accordo con lui, si sedettero a tavola, maledicendo Sirius e il suo mai eguagliato prima ritardo che stava facendo freddare tutto! Non che fosse un problema, in fondo…Erano maghi, bastava uno sventolio di bacchetta per rimettere le cose a posto, era solo per fare un po’ i pignoli.

Quando finalmente anche l’ultimo ritardatario prese posto a tavola, sommerso da una valanga di poco graziosi epiteti, il gran cenone prese il via e tutti, soprattutto James e Sirius senza il minimo ritegno, presero a ingozzarsi delle prelibate delizie che di volta in volta facevano la loro comparsa direttamente sul tavolo, il lussuosi piatti da portata.

Aleggiava una tranquilla aria di felicità, soddisfazione e sazietà per la casa… Avevano mangiato, riso, bevuto anche un po’ troppo…

Forse per la prima sera, James aveva pensato a Lily un po’ di meno, nonostante quel peso sul cuore non accennasse a diminuire, che dimenticarla era semplicemente impossibile. Ed era una cosa che non avrebbe mai voluto nemmeno lui…

 

Da qualche altra parte, mentre l’imponente gruppo di fedeli Mangiamorte al fianco di Voldemort era in partenza, qualcuno rischiava la pelle, avvolto nel proprio mantello scuro, correndo a bordo di una scopa fino alla più vicina passaporta per Hogwarts.

Gli studenti della scuola bloccarono le danze all’improvviso, vedendo Silente, richiamato da una Arabella quanto mai allarmata, uscire dalla Sala Grande di corsa. Nessuno l’aveva mia visto così preoccupato.

Il grande mago corse fin nel suo ufficio, per trovare un fagotto nero sdraiato su una delle poltrone. Scosse con delicatezza la spalla della misteriosa persona, che si destò sedutastante riservando uno sguardo disperato a Silente, i cui occhi e le cui espressione si fecero grevi.

 

La baldoria di casa Fletcher fu interrotta dall’inaspettata comparsa di Silente, assieme ad Arabella, che dietro di lui sorreggeva un’oscura figura ammantata.

Tutti si zittirono, Mund fece cadere le proprie carte sul tavolo.

Seguirono diversi attimi di silenzio, poi Silente annuì. Guardandoli uno ad uno. “Si, l’attacco che ci aspettiamo da tempo sta per iniziare… Non abbiamo tempo.”

L’immobilità di qualche istante prima si trasformò in una frenesia preoccupata mentre tutti quanti si alzavano allarmati.

“Alastor, Franck, radunate tutti gli auror che riuscirete a trovare, pare che Voldemort abbia intenzione di attaccare nel culmine della celebrazione, la basilica (Ma c’è?? Ly non ricorda… Perdonate le imperfezioni…^^’’’’) e tutte le vie principali, contemporaneamente. A mezzanotte. Tra quattro minuti…” terminò.

Tutti si guardarono annuendo. James e i suoi amici si scambiarono sguardi determinati, non avevano mai affrontato un così grosso attacco… Da che si erano uniti a Mund e gli altri non c’erano più state aggressioni epocali… Ora si sarebbero trovati di fronte ad un inferno, probabilmente.

Sirius battè una pacca sulla spalla dell’amico. Anche Silente gli si avvicinò “James, devo chiederti, se hai la mente altrove e altri pensieri per la testa, di non unirti a noi, ora… -fece con delicatezza- Non vorrei che ti capitasse qualcosa di male…”

James annuì “Sono pronto, Albus. Nessun altro pensiero, davvero… Non posso permetterlo.” rispose risoluto.

Silente annuì, si avvicinò ad Arabella, e prese la figura misteriosa ed esausta tra le bracca “Ci penso io a lei, vi raggiungo tra un minuto! Andate!” disse, non un ordine, quasi un permesso. L’assenso ad un desiderio comune.

Tutti quanti si smaterializzarono, avvolti nei propri caldi mantelli, ricomparendo in fine a destinazione, tra la neve alta e candida del centro di Londra.

Tutto pareva immobile  e silenzioso. I Mangiamorte non erano ancora arrivati, o non si stavano ancora facendo vedere.

Voldemort guardò cupo Piton “Gli amichetti di Silente… Che ci fanno qui? Come lo sanno? Dov’è Mary Jane?” tuonò, in preda alla rabbia più assoluta.

Piton scosse il capo “Non viene mai con noi, quando usiamo, Mio Signore…” gli ricordò composto.

Voldemort sibilò dalla rabbia “Ci ha traditi! Lucius, trovamela subito! E… dov’è finita la mia piccola stalla? Non la sento vicina…”

Voldemort, sotto il suo mantello dell’invisibilità, girò tra le schiere dei suoi Mangiamorte. Inviperito, allarmato, arrabbiato.

“Mio Signore, mi stava cercando?” domandò Mary Jane, sbucando da un buio angolo, sempre avvolta nel suo mantello, inchinandosi.

Crucio!” tuonò, e la ragazza prese a contorcersi in preda a spasmi di dolore mai provati prima, come se mille lame le traversassero il corpo, quasi uccidendola, desiderando che quel dolore cessasse all’istante in un modo o nell’altro.

“Dov’eri, maledetta traditrice?” sibilò sollevandola a mezz’aria e sbattendola con le spalle contro il muro. Lei non ebbe la forza di rispondere.

“Era con me, Mio Signore…” parlò Lily, comparendo all’improvviso, da sotto il mantello dell’invisibilità che Voldemort le aveva regalato.

L’Oscuro Signore passò molto tempo a scrutarla, dentro e fuori. In fine parve convincersi. “Bene, non vi allontanate mai più… Voi due vi voglio bene in vista… soprattutto tu…- fece rivolto alla mora- Sai bene che vorrei ucciderti, ma non posso ancora farlo… Non approfittarne troppo, ragazzina…”

Mary Jane annuì, ringraziando Dio di essere ancora viva. Si avvicinò a Lily.

“Perché non te ne vai? Io lo sento che lo puoi fare… Puoi vincere il suo incantesimo…” mormorò. Lily per un istante parve ridestarsi…

“Che cosa state facendo?” la voce melliflua di Piton arrivò ad interrompere i loro discorsi…

 

Silente sospirò e si lasciò andare, sedendosi stancamente sulle gradinate di una casa buia, “La pozione e il mio intervento hanno funzionato…” mormorò.

“James, c’è qualcosa che dovresti sapere…” fece richiamando l’attenzione del ragazzo vicino a lui. James si voltò verso di lui preoccupato e scuro in volto.

“Albus… cosa?” domandò esitante. Lily, si trattava di Lily, glielo leggeva negli occhi.

“Vedi, abbiamo trovato Lily, James… Lei è…”

Ma non potè finire la frase. Nel silenzio ovattato risuonò la mezzanotte… Tutti quanti balzarono in piedi, proni a muoversi alla prima occasione… Le bacchette fortemente impugnate in mano… Un incantesimo di protezione era stato lanciato sull’edificio, ma quando i Babbani sarebbero usciti, sarebbero stati allo scoperto.

E non si fecero attendere. Mentre una fiumana di Babbani festosi usciva dal grosso portone della bellissima chiesa, un fulmine verde colpì uno di loro. Un potente ‘Avada Kedavra’ riecheggiò nell’aria…

Il folto gruppo di Mangiamorte non si fece attendere. “Morsmordre!” e nel cielo si stagliò un teschio nero, avvolto da un alone dorato, per risaltare nella notte buia. Poi avvolti nei consueti mantelli scuri, i cappucci calati sul volto, i Mangiamorte presero a scorrazzare per le via, ora più affollate.

“Forza gente!” Mund fu il primo a muoversi, seguita da Arabella.

James era preoccupato “Albus, Lily… COSA?” domandò disperatamente.

Silente scosse il capo “Non c’è tempo, James, non c’è tempo!”

I nostri cercavano come potevano di tenere a bada i Mangiamorte, con schiantesimo, incantesimi di rallentamento, di blocco e ogni altra sorta di diavoleria permessa dalla legge. Ma erano in pochi, troppo pochi…

James vacillò vedendo cadere a terra innocenti babbani cotto i colpi di ben riusciti incantesimi mortali. Era sperduto, pensava a Lily, alle parole in sospesi di Silente, esitava… Smarrito.

Sirius gli si portò alle spalle “James, maledizione datti una smossa!!!” lo scosse gridando. Poi lanciò uno schiantesimo contro un Mangiamorte che avanzava nella loro direzione. “Colpito! Spero che fosse Malfoy…” esultò, ma prima che potesse avvicinarsi qualcuno comparve vicino al corpo privo di sensi, sforando il marchio nero sul polso e facendolo smaterializzare.

Avada...” iniziò…

Arretra area!” tuonò James, prontamente, e il Mangiamorte fece un volo in aria, atterrando malamente, con un tonfo distante da loro.

Sirius si voltò con un sorriso di gratitudine “Ehi, ben sveglio amico…” ironizzò.

James annuì, poi cercarono di tenere testa ad altri Mangiamorte, che si facevano avanti.

Scoprì che erano forti, assieme. Si intendevano come da sempre e riuscirono a metterne ko un buon numero…

Voldemort guardava pieno di rabbia la scena. I suoi Mangiamorte si stavano facendo mettere sotto da quella banda di giovani sprovveduti. Quel Potter, odiato, in cima alla lista… Era tutto sua madre… Ma sapeva bene come bloccarlo. Guardò con un ghigno soddisfatto Lily “Mia piccola stella, c’è bisogno di te. So che sai come far funzionare un Anatema Illegale, forza… Va…” le tolse il mantello dell’invisibilità e le calò dal capo il cappuccio nero. I capelli rossi sfavillarono alla luce del colpi di bacchetta.

Come spinta da una forza invisibile Lily avanzò nella neve, verso il centro della ‘battaglia’. Nessuno si curò di lei, inizialmente.

Poi mise mano alla bacchetta. Come era già successo fili invisibili sollevarono il suo braccio. Il Marchio Nero era particolarmente scuro e pulsava sul suo polso sinistro. I grossi occhi rossi di Voldemort occupavano tutta la sua mente.

Nessuna resistenza, da parte sua… Mosse appena le labbra “Avada Kedavra…” disse con voce atona. Accanto a James, un babbano che correva via terrorizzato, cadde a terra, morto…

Il ragazzo si voltò nella direzione da cui era giunta la maledizione, pronto a lanciare un controincantesimo…

Capelli rossi, chiari occhi verdi… Il suo viso, era la sua voce… Tutti sbiancarono. James rimase a bocca aperta…Era Lily…

Ora l’aveva davvero ritrovata…

Non poteva credere ai propri occhi…

 

Continua….

 

Ok, mi scuso per il capitolo corto, per il ritardo nell’aggiornare, ma con tutte le mie cose da fare…

Bè, tra pochino ho treno per partire…

KIAAA!!! Arrivo! ^^

Vi pubblico questa parte… Magari, se mi garba  e se la Kia me lo lascia fare, allungo il capitolo da casa sua…

Lo pubblico anche se è corto perché mi spiacerebbe lasciarvi senza mia notizie (Che egocentrica) così a lungo! ^^’’’

Come sempre aspetto recensioni…

Non inserisco saluti e risposte perché NON HO TEMPO!!! Ore 11.41, ho treno a 12.15!! ^^’’’’

Vi dico solo che vi ringrazio davvero, per tutto quello che avete scritto dopo un certo messaggio basso e inutile lasciato da una persona altrettanto connotata… Siete davvero stupendi… Non saprei come ringraziarvi!

Vi adoro, lo sapete! Un bacio, Ly

 

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Capitolo 16
*** Ritornare a Volare ***


-16-

-16-

 

 

James non riuscì a realizzare pienamente quello che stava realmente succedendo. Un uomo innocente era appena morto acanto a lui, ma non collegò immediatamente l’azione terribile alla sua dolce Lily, da poco comparsa nel buio di quella fredda e terribile notte natalizia.

Spalancò gli occhi quasi lucidi, la mano che teneva la bacchetta si abbassò fiduciosa… Fece un piccolo passo verso di lei…

Forse non era il momento, forse era solo un gran egoista, ma in mezzo a tutto quello che stava succedendo non poteva evitare di tenere i suoi occhi lucidi fissi su di lei. Non poteva evitare di assecondare quella voce dentro che gli gridava di correrle incontro e di abbracciarla. La rivoleva accanto, aveva bisogno di lei!

Mosse un altro passo…

Il cuore gli batteva in gola e non sentiva nient’altro all’infuori del proprio respiro affannato. Era così vicina di nuovo… Tuttavia esitò…

“Lily?! Che ci fai qui, ora! Mettiti al sicuro…” le sussurrò a pochi passi da lei.

Lily rivolse a lui il suo sguardo e freddo come la neve. Si limitò a guardarlo con odio e disgusto. James era davanti a lei… Come poteva ancora parlarle? Come poteva anche solo osare rivolgerle uno sguardo… Dopo che l’aveva fatta soffrire? Dopo che si era fatto medicare le ferite dal primo bel sorriso passato davanti ai suoi occhi? Lo odiava… Sentiva di odiarlo terribilmente… Si sentiva infiammare… Aveva voglia di alzare di nuovo quella bacchetta, di gridare un altro terribile incantesimo di sofferenza…

Lo sguardo divertito di Voldemort era ancora fisso su di lei. Soddisfatto, sogghignava nelle tenebre. Era in suo potere. Stava ottenendo la reazione che attendeva. Il seme d’odio che aveva piantato dentro di lei a posto dell’ultimo sospirato barlume di speranza, stava iniziando a dare i suoi frutti…

Non c’era quasi più nemmeno bisogno di comandarla, di soggiogarla… Era talmente convinta ormai di quello che provava, di quello che sentiva… Proprio come lui bramava.

“Mio Signore, così potremmo mettere in pericolo i nostri piani…” azzardò Lucius Malfoy, comparendo al fianco del proprio padrone.

Voldemort non lo degnò del minimo sguardo, la sua attenzione sempre rivolta a Lily “Sta a vedere mio giovane Lucius… Facciamo soffrire un po’ questo ragazzino…”

 

James avanzò di un altro piccolo passo, titubante, come se Lily fosse potuta sparire al primo movimento azzardato “Lil, ti prego… Vieni via, ti scongiuro…” la pregò preoccupato. Non si domandava, ora, perché proprio in quel momento fosse in quel preciso luogo.

Lei gli riservò uno sguardo glaciale e sprezzante “Io… Ti odio…” sibilò tra i denti.

James spalancò gli occhi increduli. Fu come se l’attimo si spezzasse. Tornò consapevole della situazione in cui si trovava. Lui, Lily finalmente di nuovo davanti a sé, ma circondato da Mangiamorte e Auror, da innocenti uomini morti… Uno caduto al suolo solo pochi istanti prima… Aveva udito la sua voce, ne era consapevole. Era stata lei? Non lo credeva possibile, non la sua dolce Lily…

Piantò i suoi occhi spiazzati e in preda al panico in quelli gelidi e malvagi di lei.

Lily alzò rapidamente il braccio, la bacchetta saldamente stretta in mano…Lo riabbassò rapidamente innanzi a James, che non ebbe la prontezza necessaria per fare anche solo il minimo movimento.

Ma qualcuno alle sue spalle, con i riflessi maggiormente pronti, riuscì a impedire che la rossa scagliasse anche il più innocuo degli incantesimi: “Stupeficium!” e Lily fu sbalzata parecchi metri addietro, atterrando priva di sensi tra le braccia di un oscuro figuro ammantato.

Un brivido di terrore percorse le giovani schiene dei Malandrini e dei loro compagni, nel nero del cappuccio due biglie rosse dardeggianti e malefiche  rilucevano tetramente.

Quello era Lord Voldemort. Mai James l’aveva veduto prima, la sua risata riecheggiò terrificante alle sue orecchie. Vederlo con la sua Lily tra le braccia fu uno spettacolo devastante.

Ripresosi dal torpore di poco prima alzò la bacchetta puntandola determinato verso di lui, lo avrebbe ucciso… anche solo per averla sfiorata…

Ma un dolore lancinante colpì l’arto che teneva stretta la bacchetta appena sollevata a mezz’aria, come se una morsa d’acciaio gli stritolasse in mille piccoli pezzettini l’intero osso del braccio. Socchiuse gli occhi mordendosi un labbro per non gridare dal dolore….

Voldemort rise di gusto, stirando le labbra sottili “Sciocco e illuso, piccolo Potter! Ti ucciderei qui ed ora… Ma non vorrei mai privare la mia piccola stella –e guardò Lily che teneva ancora tra le braccia- di questo futuro piacere…Miei Mangiamorte, la nostra missione è compiuta per questa notte!”

Alzò un braccio al cielo, puntando la bacchetta nel vuoto “Morsmordre!- tuonò- Alla prossima, Silente!” fece rivoltò al vecchio e potente mago, appena prima di smaterializzarsi seguito dal suo intero gruppo di fedeli.

Tutti i rimasti tirarono un sospiro di sollievo.

James solo non mosse un muscolo, lo sguardo ancora fisso nel punto in cui fino a pochi attimi prima stava Voldemort, stava la sua Lily. Le braccia a ciondoloni lungo il corpo e la bacchetta ai suoi piedi.

Sirius fu il primo ad avvicinarsi. Raccolse la bacchetta e gliela porse, battendo poi una pacca sulle sue spalle “Questa è tua… Andiamo, dobbiamo fare qualcosa per questo braccio…” lo invitò con delicatezza.

James annuì, afferrando la bacchetta e infilandola tra le pieghe del mantello.

Tutti gli sguardi apprensivi erano puntati su di lui, ma non se ne curò.Si smaterializzò con Sirius, seguito dai suoi amici.

 

Se ne stava sdraiato nel letto del piccolo ma attrezzato ospedale di Diagon Alley, il braccio fasciato attendendo che la pozione e l’incantesimo riparaossa sortissero il proprio effetto.

Sospirò scacciando una ciocca di capelli ribelli dalla fronte.

“Buon Natale, James…” mormorò a sé stesso, nel silenzio e nella semi oscurità della camera deserta. Si sentiva solo e a pezzi, terribilmente a pezzi. E non stava certo facendo riferimenti al proprio braccio.

Un leggero bussare alla porta lo riscosse “Avanti…”

“Anche se hai detto che volevi stare solo ho pensato che un po’ di compagnia non ti facesse male…” Sirius entrò buttandosi sulla sedia accanto al letto.

James non rispose.  Rimasero in silenzio l’uno accanto all’altro, per un po’.

“Io… Io lo ammazzo, lo giuro su quello che ho di più caro!” sbottò improvvisamente James, stringendo forte l’unico pungo che al momento gli fosse possibile controllare.

“Io ti do una mano…” aggiunse risoluto Sirius.

Il ragazzo scosse la testa, rabbioso e sconfortato “Me l’ha portata via! Io… Ne sono sicuro, la conosco troppo bene per credere che sia andata da lui di sua spontanea volontà! Lily non lo avrebbe mai fatto! Deve essere una strana forma di Imperius… Dobbiamo fare qualcosa… Voglio parlare con Silente, Siri!” risoluto si tirò su dal proprio letto. Non era importante che fosse notte fonda, quasi l’alba… C’era qualcosa di molto più importante.

Come se avesse letto nel suo pensiero, Silente varcò la soglia della cameretta in quel preciso istante…

“James, anche io credo che si debba parlare… Ma questo non è il posto più adeguato. E prima di uscire di qui mi preme essere certo che tu si sia rimesso.” proferì con un tono risoluto che non ammetteva repliche. Dietro di lui comparve una giovane infermiera che controllò il braccio di James.

“Signore, in realtà sarebbe meglio che restasse a letto finchè l’osso non si sia riparato del tutto. Almeno fino a domattina…” consigliò.

James scosse la testa “Per me il tempo è prezioso. Ascolti, il mio osso è già a buon punto, no? –La ragazza annuì- E io le prometto che non lo sforzerò né mi metterò a giocare all’eroe. Però mi faccia uscire di qui…” proseguì implorandola.

La giovane infermiera guardò Silente, indecisa sul da farsi “Signor Silente, glielo affido. Controlli che davvero resti a riposo almeno per l’intera giornata di domani.”

Silente annuì e presto James fu dimesso, uscendo nella luce dell’alba che rischiarava la strada spazzata di neve.

Nessuno dei tre disse una singola parola per il relativamente breve tragitto.

Silente era preoccupato e pensieroso, Sirius pensava a Lily ed a James, che a sua volta era un covo di sentimenti forti e contrastanti: rabbia e odio, verso il malvagio e terribile Voldemort e tutti quei Mangiamorte, ansia e preoccupazione per Lily, che gli mancava come l’aria da tempo, ormai.

“E’ un Imperius Albus, ne sono sicuro! Io… conosco Lily, lei non farebbe mai una cosa del genere! Non… non avrebbe mai alzato la bacchetta verso una persona innocente! Non si sarebbe mai schierata dalla parte sbagliata!” sbottò improvvisamente James, una volta giunti nel seminterrato sotto casa di Mund. Lui e la professoressa Figg erano già lì assieme a Remus e Peter.

Silente annuì “Tutti noi conosciamo Lily e sappiamo bene com’è… Tuttavia… Non era un semplice Imperius a controllarla… C’era qualcosa di molto più forte ed arcaico… Una magia nera che non sono riuscito a cogliere…Un incantesimo di controllo normale sarei riuscito a spezzarlo, James. Lei non era sotto il controllo di Voldemort…”

James lo guardò preoccupato ed agitato “Che cosa le ha fatto allora?” gridò quasi disperatamente balzando in piedi e battendo forte un pugno sul tavolo di legno pesante.

Tutti quanti lo guardarono profondamente turbati, potevano cercare di capirlo e sostenerlo ma nessuno di loro avrebbe mai potuto immaginare come si sentisse in realtà, impotente e rabbioso.

Arabella posò una mano sulla sua spalla, in segno di comprensione. “James, c’è qualcuno che potrebbe dircelo… La stessa persona che ha rischiato la vita per la soffiata di poco fa… Ma non è ancora tempo che la presenti a tutti voi… E la cosa non dipende dalla fiducia che nutro in voi ma dal potere di Voldemort. Si è già esposta troppo questa notte…Dobbiamo aspettare. Gli occhi di Voldemort vi sono sempre puntanti…” spiegò.

“Arabella, è un Mangiamorte?” domandò Mund.

Lei sospirò “Non possiamo rivelarvi nulla per ora… Lui potrebbe leggere nelle vostre menti. Non possiamo presentarvela finchè non saremo in grado di garantirle un’adeguata protezione, da noi.”

Tutti quanti compresero. Quindi c’era qualcuno, tra le schiere di Voldemort, che non stava seguendo il suo gioco. “Lo ha tradito…E se tradisse anche noi?” osservò acutamente Remus.

Silente annuì “Acuta osservazione, Remus, ma devi sapere che questa persona non è mai stata dalla parte di Voldemort. La conosco bene da anni, oramai, e nell’ultimo anno è stata fianco a fianco a Voldemort, senza mai cercare un contato con me, guadagnandosi se non la sua fiducia, almeno una possibilità.-proseguì, poi tornò a rivolgersi a James- Quando questa notte è venuta da me, rivelandomi dell’attacco, al ritorno da Voldemort le ho fornito una copertura, utilizzando un incantesimo Imperius su Lily, affinchè fornisse un alibi cui Voldemort avrebbe creduto, dal momento che, avendola sottocontrollo, poteva fidarsi di lei.”

James spalancò gli occhi “Sapevi che era tra di loro?” era indignato, Silente non gli aveva detto nulla. O forse… Era quella la cosa cui stava accennando prima che Voldemort e i suoi seguaci attaccassero?

Silente annuì “Si, James, ma l’ho scoperto solo un attimo prima dell’attacco. Non ho avuto il tempo materiale di rivelartelo, di prepararti… -i suoi occhi chiari, dietro le lenti a mezzaluna parevano sinceramente dispiaciuti- Bene, la mente di Lily era un cespuglio di sentimenti bui e opachi. Come se vedesse attraverso un paio di occhiali neri e smerigliati, così percepisce la realtà. Come se la sua coscienza fosse stata racchiusa in un guscio inespugnabile. Un piccolo Imperius su di lei è stato facile, anche se evitare il controllo di Voldemort mi è costato moltissima fatica… Tuttavia dentro di lei non vi era la volontà di Voldemort, bensì un surrogato oscuro del volere di Lily…”

Quelle parole erano gocce di pioggia di piombo che sempre più velocemente gli cadevano addosso, per James, ferendolo. La sua Lily, che cosa le stava capitando! Doveva fare al più presto, doveva trovarla e portarla via. “Devo trovarla! Non può durare ancora a lungo tutto ciò!”

Albus annuì “Se dipendesse da me, James, sarei già dentro l’oscura roccaforte di Voldemort, strappandola alle sue grinfie, ma quel luogo è introvabile amenochè non sia Voldemort stesso a condurtici… Dobbiamo solo aspettare, possiamo solo fare questo. Non sappiamo ancora molto dell’incantesimo che la tiene legata a lui, non potremmo farci ancora nulla. Quando la persona di cui vi ho parlato potrà ancora avvicinarsi a noi, senza destare sospetti, allora potremo saperne di più. Per ora dovrai accontentarti di sapere che la giovane Lily è affidata alle sue cure, e che starà bene. Ancora non so bene perché, ma Voldemort ha bisogno di lei.”

Sconfortato, James si ributtò a sedere sulla sedia, abbandonandosi allo schienale. Gli stavano chiedendo di aspettare, di restare immobile e girarsi i pollici mentre Lily stava chissà dove in mano a Voldemort, che per quanto ne sapeva poteva benissimo decidere di farla fuori da un momento all’altro. Lei era pur sempre di origini babbane…

No, era troppo, tutto decisamente troppo.

Si alzò rapidamente e se ne uscì nel cortiletto. La neve bianchissima brillava e accecava alle luci leggere del primo mattino. Dovette schermarsi gli occhi, per tanto che era forte. Una lacrima gli segnò una guancia.

“Ehi, Jamie, dobbiamo solo aspettare un pochino…” cercò di rincuorarlo Sirius, uscito alle sue spalle.

“Ma come mi puoi chiedere una cosa del genere?! Si tratta di Lily!!! Voi non potete capire un accidenti!” rispose con foga, mettendogli un braccio sulla spalle e gridandogli quelle parole in faccia.

Sirius scostò il suo braccio “Guarda che lo so bene! E posso capirti invece! Quel bastardo non ha preso ciò che avevi di più caro solo a te! Almeno Lily è viva… E so bene che si tratta di Lily, assieme a te è la mia migliore amica, Jamie!” li ricordò infuriato.

James prese un profondo respiro, distogliendo lo sguardo. “Scusa Siri, lo so…”

L’altro gli battè un colpetto sulla schiena, di comprensione. “Lo so, tranquillo… Facciamo così, aspettiamo un po’ di giorni, facciamo fino a Gennaio inoltrato, poi prendiamo uno dei suoi sudici Mangiamorte e ce la andiamo a riprendere, facendoci guidare da lui, o gli taglieremo la lingua!” suggerì risoluto.

James annuì “Vada per la tua idea! È esattamente ciò cui stavo pensando.” rivelò.

“Siamo con te, James, verremo anche noi se andrai a riprenderti Lil!” fecero due voci accordate dietro di lui.

James si girò e strizzò un occhio determinato a Peter e Sirius.

Allora avrebbe atteso un po’ di tempo, pazientemente, sperando che nulla di brutto le capitasse nel frattempo, e se poi ancora non sapeva nulla di più sulla sua Lily, quando l’attesa si sarebbe fatta snervante e avrebbe raggiunto il limiti, allora sarebbe andato a cercarla da solo. No, non da solo ma con i suoi migliori amici. E avrebbe rivoltato le viscere a Voldemort.

 

“Mary Jane, Severus, occupatevi di rimettere in sesto il mio piccolo fiore. La mia immortalità è sempre più vicina! Ne sento il profumo… La posso quasi tastare…” mormorò in preda all’euforia, Voldemort. Era radioso, Lily non aveva avuto esitazione, Silente non era riuscito a bloccarlo, aveva appena torturato e ucciso un cospicuo numero di sporchi babbani. Decisamente era il Natale  migliore della sua vita. Si compiacque di quello che in molti anni di duro allenamento e dedizione alle potenti arti oscure lui, erede di Salazar Serpeverde, era riuscito a creare. Un grandissimo numero di Mangiamorte al suo servizio uccidevano babbani e mezzosangue ad un suo minimo cenno. Oh, ora era molto più forte di Ton Orvoloson Riddle, del ragazzino sedicenne costretto a tornare l’estate in quello squallido orfanotrofio babbano, non era più il giovane accecato dalla bellezza completa di quella donna che poi l’aveva lasciato, per amore di un altro e per paura di lui. Anche se certo si era vendicato…

Ora era Lord Voldemort, potente sire delle forze del male. Ed il mondo era quasi ai suoi piedi, nessun ministero poteva più nulla contro di lui… Se solo non fosse stato per quegli sciocchi Auror e per quel dannato Silente che continuamente gli mettevano i bastoni tra le ruote! Ma con l’immortalità, sarebbe stato lui il vincitore supremo… E l’immortalità era ormai vicina.

Guardò ancora una volta il volto chiaro di Lily, i suoi capelli rossi sparsi sul cuscino, gli occhi socchiusi, le labbra scarlatte. Le accarezzò una guancia sfiorandole poi anche il collo liscio. Provò un moto di desiderio nei suoi confronti…

“Mio signore, la vostra pozione…” la voce sottile di Mary Jane lo riportò alla realtà. Non poteva nemmeno sfiorarla, aveva bisogno di lei.

“Somministratele la solita pozione, poi vi aspetto nei sotterranei, nella Sala Oscura… Dobbiamo fare una chiacchierata collettiva.” e se ne andò.

 

Quando Mary Jane e Severus entrarono nella sala erano presenti tutti i Mangiamorte che tempo prima erano stati informati dell’attacco la notte di Natale.

“Miei cari Mangiamorte… E’ stata una serata redditizia, questa appena trascorsa. Tuttavia, mi chiedo come facessero Albus Silente e tutti suoi amichetti, ad essere già lì, al momento del nostro attacco…”

Trascorse un attimo interminabile, nel quale Voldemort fece scorrere lo sguardo furente da uno all’altro. “E’ chiaro, miei fedeli, che qualcuno di voi ci ha... TRADITI!” sbottò con indignazione.

Sfoderò la bacchetta e la puntò, ad uno ad  uno, presso ognuno dei presenti. Diverse Maledizioni Cruciatus furono lanciate ai presenti, senza pietà. Poi lo sguardo dell’Oscuro Signore, indugiò su Mary Jane, vicino a lui “La mia scaltra ragazzina… Sei stata davvero tutto il tempo al fianco della mia stellina?”

La ragazza dovette fare un’immane fatica per schermare la propria mente, per vuotarla da pensieri che l’avrebbero tradita. Una maledizione dolorosa colpì anche lei, che cadde a terra in preda a convulsioni e spasmi di dolore.

Severus, accanto a lei, la stava fissando. Lui era stato accanto a Lily tutto il tempo, e lei non c’era sempre stata. Avrebbe potuto dirlo, Voldemort l’avrebbe uccisa. Sarebbe stato lui il suo compositore personale di Pozioni, non avrebbe più dovuto seguire quella… quella… ragazzina. Eppure qualcosa lo bloccò. Non rivelò nulla, rimase in silenzio, osservandola riprendersi e rimettersi in piedi dolorosamente avanti a lui “Mio signore, se mi è permesso…” iniziò. Mary Jane vacillò un istante, era cosciente del fatto che in realtà lui sapesse…

“Se mi è permesso, dicevo, Albus Silente, pur non essendo alla vostra altezza, non è uno sciocco… forse ha immaginato che avremmo potuto attaccare quel luogo, in quel momento particolare brulicante di Babbani…” proferì con la sua consueta voce melliflua.

Voldemort parve pensarci un istante “Si, ottimo ragionamento Severus… tuttavia, per averlo pensato prima di me, meriti una punizione! Cruciatus!” e anche il giovane Piton fu colpito dal terribile incantesimo.

Non gli disse nulla, non si scambiarono una singola parola quando entrambi rimasero soli, a badare alla pozione ribollente che da tempo stavano preparando per il loro Oscuro Signore. Tutto quando era troppo pericoloso per essere pronunciato.

Severus le passò la boccetta con il sangue di unicorno, da versare nell’enorme calderone.

“Grazie…” rispose solo lei, che non era solita rivolgere a lui quel termine.

Lui annuì col capo “Attenta a non esagerare… Sarebbe pericoloso.” proseguì.

Lei lo fissò un istante, poi versò un paio di gocce nella poltiglia ribollente “Me ne ricorderò…”

 

Dicembre aveva ceduto il passo al mese e all’anno successivo, Gennaio era arrivato.

Ma nessuna notizia di nessun tipo era giunta a James, che moriva ogni giorno di più nell’attesa estenuante.

Silente si era dato molto da fare nella ricerca, presso testi antichi di magia nera, di quella che poteva essere la maledizione che teneva prigioniera Lily, ma non ne aveva tratto un ragno dal buco.

“E’ quasi passato anche gennaio… -fece un pomeriggio, rivolto ai propri amici- Io non ce la faccio più ad aspettare…”

Sirius annuì, assieme a Peter. “James, ma non è più saggio parlarne con Albus, prima?” consigliò Remus.

James scosse la testa “Solo per farmi dire che devo portare pazienza? Eh, Remus?” ribadì.

L’amico comprese la sua ansia “Ehi, io sono con te Jamie, solo ci ho provato.”

Il piano era semplice. Avevano già deciso chi sarebbe stato il Mangiamorte da pedinare e ricattare: era ovvio che avrebbero scelto Malfoy. Era una tradizione ormai! James da una parte e il giovane Lucius opposto a lui.

 

Non fecero trascorrere molto tempo, giusto qualche giorno per seguirlo, Codaliscia fu particolarmente utile in questo caso, e indagare sulle sue abitudini, per trovare il momento propizio in cui attaccarlo.

E così, una sera particolarmente cupa, attesero che Malfoy rientrasse tutto solo, dopo aver come di consueto riaccompagnato Narcissa a casa. Erano tutti vestiti di scuro, un pesante passamontagna copriva i loro volti.

Si prepararono in agguato dietro un angolo della strada che soleva fare, attraverso Notturn Alley, per raggiungere la passaporta per la sua abitazione, non era solito smaterializzarsi per occasioni così futili.

Sirius improvvisamente sorrise “Non vi sembra di essere tornati ai vecchi tempi delle bravate innocenti ad Hogwarts?” sussurò.

Per un attimo tutti e quattro si fecero trasportare dal piacevole vento dei ricordi.

“Erano tutto fuorché innocenti, le nostre bravate, Siri!” puntualizzò Remus, divertito.

Tutti annuirono trattenendo una risata.

“Manca solo Lily che viene a guastare i nostri piani, ma tra poco ce la andiamo a riprendere!” fece notare James, con un barlume di incredibile determinazione negli occhi, che riluceva dietro le lenti.

Malfoy era vicinissimo, appena ebbe voltato l’angolo James colpì “Immobilus!” e l’acquoso biondino si bloccò nella sua insolita posizione.

Lo trasportarono al sicuro, lontano dalla strada battuta. Un colpo di bacchetta di Sirius e mille funi salde lo avvolsero.

Bloccatem!” tuonò Remus, restando concentrato con la bacchetta puntata verso di lui, impedendo così una possibile smaterializzazione.

Dopo di che James sciolse il proprio incantesimo.

“Cosa diavolo…” iniziò stralunato Lucius, ma James fu più rapido “Zitto, se non vuoi morire!” tuonò.

Il biondino si guardò attorno sconcertato. Chi erano quei quattro sconosciuti che lo circondavano? Provò a smaterializzarsi, ma con scarsi risultati. Evidentemente quello alle sue spalle stava recitando continuamente un incantesimo di blocco. Era in trappola…

“Ora, se non vuoi morire, dicci come arrivare alla reggia di Voldemort…” intimò James.

Lucius non proferì parola. Anche perché se per salvarsi la pelle ora avesse parlato, probabilmente l’avrebbe ucciso Voldemort poco dopo… C’erano scarse possibilità.

E poi chi erano questi? Poi un’illuminazione lo colse… Quella voce che aveva parlato era famigliare, e il numero quattro non poteva ricordargli che loro… “Potter e la sua allegra combriccola!” sibilò.

Sirius provvide a chiudergli la bocca con un sonoro pugno sul naso. Malfoy mugugnò di dolore.

“Zitto, idiota! Non era quello che volevamo sapere!” proseguì il morettino, minacciandolo con un altro pugno.

“Oh, non riuscirete a trovarla! Né la reggia di Voldemort, né lei…” aggiunse divertito Malfoy.

James avvicinò ancora di più la bacchetta al volto livido del ragazzo, stringendolo per la collottola, rabbioso e frustrato. “Allora ti scioglieremo la lingua!”

Lucius rise, profondamente divertito “Belle minacce, Potter! Ma giochi troppo corretto per poterlo fare, mio malgrado ti conosco… E ripeto, scordati la tua bella rossa, è SUA ora! E soddisferà presto ogni suo desiderio, lo renderà anche immortale… E tu non potrai fare nulla!”

Per James quello fu la goccia che fece traboccare il vaso… Lo strinse forte puntando la bacchetta alla sua fronte.

Rebalta” iniziò, e con un paio di capriole Lucius si rivoltò nell’aria cadendo a terra dolorosamente con un lamento.

Wingardium Leviosa! –e Lucius si sollevò in alto, guidato dalla bacchetta di James, per poi atterrare di nuovo a terra con uno schianto- Terradominus!”

Gli altri tre erano rimasti stupiti in silenzio, incapaci di muovere un dito. Non avevano mai visto James così arrabbiato. Anzi, vederlo su tutte le furie era un’occasione rara, fortunatamente.

Ma non aveva ancora finito: seguì un incantesimo che scosse Lucius in preda alle convulsioni e un altro di estensione, che tirò dolorosamente tutti i suoi arti.

“Ehi, basta così!” lo interruppe fortunatamente Remus, prima che potesse arrivare a cose ben peggiori.

James lo lasciò a terra, dolorante. Vi si avvicinò “Sarai stupito ora…E adesso dimmi come riavere la mia Lily…” lo minacciò di nuovo.

Ma Lucius rise, di nuovo, di gusto. Ignorando il dolore diffuso in tutto il corpo.

“Morirai stanotte, Potter!”

James socchiuse gli occhi, nutriva ora un odio profondo per quel ragazzo “Non hai la tua bacchetta…” gli ricordò.

Ma Lucius rise ancora più forte, alzò un braccio tremante “Dimentichi che sono un Mangiamorte… Mi basta questo!” strofinò un paio di volte sul teschio nero che si stagliava sul suo polso, lesti un gran numero di Mangiamorte si materializzarono attorno a loro, circondandoli.

James e gli altri si strinsero avvicinandosi, all’interno di quel cerchio minaccioso.

Decisamente le cose erano sfuggite al loro controllo.

Dal cerchio emerse un figuro ammantato che si smaterializzò con Malfoy. Un altro invece alzò la bacchetta puntandola verso James “Tutti tranne lui, ricordate le parole del Nostro Signore, vero?”

Attorno a lui tutti annuirono e si prepararono ad attaccare.

“Oh, merda!” mormorò Sirius sconsolato.

James annuì, poi si domandò perché mai non avrebbero dovuto uccidere anche lui. Avvantaggiato da questa notizia attaccò per prima, era l’unica possibilità che gli era stata data. “Esplosio!” davanti a lui, tre Mangiamorte furono spazzati via da una potente esplosione che lo fece capitombolare indietro.

Avis!” fece invece Sirius, e dalla sua bacchetta comparvero grossi uccelli simili a fenici, completamente infuocati, che si diressero contro il muro di Mangiamorte.

Avada Kedavra!” mormorò uno di loro, nella sua direzione, ma il ragazzo riuscì a scansarsi appena in tempo, evitando il peggio.

Almeno ora il cerchio che li circondava era dissolto, avevano un paio di possibilità in più.

E poi Voldemort non era con loro, me avevano un’altra in più.

James lanciò uno schiantesimo ad un Mangiamorte che stava per mettere ko Peter, appena in tempo.

“Dietro di te!” gridò una voce femminile da poco lontano. Si voltò appena un attimo prima bloccando  un incantesimo Cruciatus che lo stava per colpire.

Si voltò verso la fonte da cui era provenuta quella voce, ma non ci trovò nessuno. Bè, poco male, l’importante era che poteva ancora guardarsi attorno.  Si sistemò gli occhiali sul naso, rimettendosi in posizione di difesa. Pareva che i Mangiamorte fossero sempre di più.

Forse non sarebbero stati così fortunati… Decisamente tutto questo era molto peggio dei loro scherzetti scolastici.

Tennero duro per dieci minuti buoni, attaccando, difendendosi e scansando a più non posso. Ma le forze stavano vendendo meno, e Sirius aveva perduto la propria bacchetta…

 

Mary Jane guardava tutto quanto senza poter minimamente intervenire… Il fato l’aveva condotta in quel posto, di ritorno da una delle oscure drogherie di Diagon Alley, dove si riforniva per le pozioni che preparava per Voldemort. Si maledisse per essere intervenuta in favore di James, qualcuno avrebbe anche potuto vederla, sentirla, sospettare… Fortunatamente nessuno se ne accorse, a parte l’interessato, e nulla fu gettato all’aria.

Avrebbe dovuto andarsene, eppure qualcosa la trattenne lì.

 

Ben presto, fortunatamente, Mundungus e gli altri arrivarono in tempo. E il numero di possibilità salì paurosamente.

Poi tutto finì, i Mangiamorte in minoranza iniziarono a smaterializzarsi uno dopo l’altro. L’ultimo fu Malfoy, orma ripresosi e ritornato a dar man forte ai compagni.

“Potter, vincerà su di lei come ha vinto su quella scema di tua madre!” sibilò prima di scomparire come gli altri.

“James, Sirius, Remus e Peter… Mi dovete delle spiegazioni… andiamo…” tuonò Arabella, su tutte le furie. Si smaterializzò e tutti la seguirono, tutti ad accezione di Sirius che rimase a cercare la propia arma…

 

“E tu che cosa ci fai qui? Scommetto che il Signore non sarebbe contento di saperti da queste parti, proprio all’arrivo di quei guastafeste…” tuonò una voce maschile, dietro l’angolo.

Si avvicinò con passo felpato (Uah uah uah! Scusate, mi è proprio uscita così! NdLy), sbirciando da dietro il muro.

Era Macnaire, lo riconobbe grande e grosso… Sporco doppiogiochista che lavorava come esecutore al Ministero… Se avesse avuto la sua bacchetta avrebbe potuto schiantarlo in un attimo, a quanto parve era tutto preso da qualcun altro e non lo aveva notato.

Lo vide alzare il braccio, su qualcuno a terra avanti a lui “Se ti ucciderò nessuno sentirà la tua mancanza, Severus può prendere benissimo il tuo posto… -proseguì- Avada…”

Stava per far fuori qualcuno. Di chiunque si trattasse, un innocente passante o un Mangiamorte, che fosse, nessuno meritava di morire a quel modo. Fece l’unica cosa in suo potere.

Sfruttò la sua capacità di trasformarsi in Animagus e divenne Felpato. Con un balzo l’enorme cane gli fu addosso, facendolo cade a terra e battere la testa. Balzò giù dalla schiena, Macnaire pareva svenuto. Si trovò di fronte ed una figura ammantata piegata sulle ginocchia. Non vide altro, al buio che un paio di occhi. Per un attimo fu catturato da quei due occhi blu, grandi e luminosi. Poi sentì una mano leggera accarezzargli il pelo e una voce femminile sussurrare un “Grazie…”

Mugugnò in risposta, strofinando il muso nero contro quella mano gentile. Poi scorse la sua bacchetta poco distante, con un balzo vi fu accanto, la prese tra le fauci e si allontanò, per ritrasformarsi e smaterializzarsi poco distante.

Mary Jane, ancora frastornata, si chinò affianco a Macnaire privo di sensi, sfiorò il suo Marchio Nero e lasciò che si materializzasse fino a Voldemort, dopo di che ritornò anche lei.

 

“Che cosa è successo? Voglio la verità…” intimò Arabella, guardando tutti e quattro, determinata, ad uno ad uno dritto negli occhi.

Non c’era che dire, quella donna sapeva essere davvero terrificante.

James si alzò in piedi “E’ stata colpa mia, una mia idea… Io… Volevo andare a riprendere Lily…” confessò stringendo forte i pugni. Aveva miseramente fallito nella propria impresa.

“No, veramente l’idea del ricatto è stata mia, Arabella!” puntualizzò Sirius al suo fianco.

Anche Remus e Peter si alzarono “E noi sapevamo bene cosa stavamo per fare, ma gli abbiamo dato man forte…” sottolineò Remus, mentre Per annuiva rigidamente “Esatto!”

Arabella li guardò con un misto di tenerezza ed esasperazione “Mi sembra di essere tornati a scuola… Cosa devo fare con voi quattro? Non mi piacciono queste uscite solitarie, lo sapete! Stasera potevate rimetterci la pelle, James!”

Tutti e quattro annuirono consapevoli.

“So che è difficile attendere, ma per ora non possiamo fare altro…” suggerì.

Annuirono ancora, avrebbero aspettato ancora una volta, inermi.

Calò il silenzio.

Nella mente di James continuavano a risuonare le parole di Lucius Malfoy. Che cavolo c’entrava sua madre?

“Arabella, che cosa intendeva dire con quella frase, Malfoy? Perché quel riferimento a mia madre?” domandò ansioso di ricevere risposte. Sua madre era un auror, ma quando morì Voldemort non era ancora in circolazione… E comunque, lei non è stata uccisa… Si era tolta la vita da sola…

Arabella scosse il capo “James, purtroppo non so perché abbia fatto quel riferimento a Margareth, forse solo per spaventarti…”

 

Ben presto il ragazzo si dimenticò del riferimento di Lucius, preso com’era dal pensiero di Lily ancora nelle mani di Voldemort…

Non erano trascorse un paio di settimane che Silente li radunò tutti quanti nell’ormai consueto appartamento di Mundungus.

Una volta che tutti quanti furono arrivati, si schiarì la voce.

“Vi avevo parlato, tempo fa, della persona che ogni attimo rischia la vita infiltrata tra le schiere di Voldemort… E’ giunta l’ora che facciate la sua conoscenza… dovrebbe essere qui in un attimo… Un po’ di pazienza…”

Tutti si scambiarono occhiate interrogative e curiose. Meno di un minuto dopo risuonarono un paio di colpi alla porta… Silente si alzò ad aprire e ne fece capolino una ragazza avvolta in un grosso mantello verde completamente fradicio. Sirius e James si domandarono perché mai non si fosse smaterializzata invece di correre sotto l’acquazzone che imperversava fuori.

Tolse il cappuccio dal volto, rivelando lunghi capelli quasi neri e occhi blu intensi.

“Questa è Mary Jane Brown.” proferì con ammirazione, passando un braccio sulla sua spalla.

Mary Jane mosse il capo in sengo di saluto, adocchiando i presenti.

Sirius, e anche James, riconobbero subito in lei la ragazza su cui erano atterrati quel giorno d’estate in cui avevano appena conseguito il patentino per la Smaterializzazione. E quei suoi occhi blu erano gli stessi avvolti nel cappuccio nero, era la stessa persona che Sirius aveva salvato da Macnaire pochi giorni prima.

Si levò il mantello e ad uno ad uno salutò i presenti, stringendo le loro mani.

“E per ultimo abbiamo James Potter -e Mary Jane gli riservò un sorriso e una forte stretta di mano, carica di comprensione- e Sirius Black.”

Il ragazzo la fissò a lungo, indugiando con lo sguardo su determinate parti del suo corpo. Nessuna stretta di mano gli giunse, nonostante educatamente porse la sua. A Sirius toccò uno sguardo sprezzante e un calcio negli stinchi “Tu invece scarseggi di sale in zucca!” gli sibilò, in modo che pochi potessero sentirlo, appena prima di catapultarsi il più lontano possibile da lui.

James e gli altri la guardarono sbalorditi, senza capire. Silente e Arabella invece risero quasi divertiti. Il canuto preside fece l’occhiolino a Sirius avvicinandovisi “Attendo ai pensieri impuri, giovane Black!” lo ammonì divertito, poi prese posto al grosso tavolo.

“Mary Jane, ci vuoi dire quello che sai?”

La ragazza annuì, prese un gran respiro e iniziò a parlare con voce calma ma decisa.

“Sono con Voldemort da quasi un anno… -iniziò, mostrando ai presenti il Marchio Nero scuro e terribile sul polso sottile- Mi sono infiltrata ad un loro banchetto riuscendo a aggiungere una pozione soporifera al loro vino. Quando Voldemort è apparso, unendosi ai festeggiamenti, sono comparsa fermandolo appena un attimo prima che bevesse un sorso. Inizialmente pensò di uccidermi, ma quando i suoi Mangiamorte presero a cadere a terra addormentati, si ricredette. Lo ricattai, chiedendo di entrare nel suo gruppo. Se mi avesse uccisa o cacciata non avrebbe avuto l’antidoto per risvegliarli e sarebbero passati rapidamente dal sonno alla morte. Così gli ho mostrato le mie doti nell’arte della pozione e sono diventata la sua droghiera personale, assieme a Severus Piton.”

Al solo sentirlo nominare tutti e quattro i malandrini storsero il naso, disgustati. Ebbene, come c’era d’aspettarsi, anche lui era diventato Mangiamorte.

“Ho attirato l’attenzione di Voldemort proponendogli la mia vita in cambio di una pozione per l’immortalità di cui solo io conosco gli ingredienti. Una pozione difficile e lunghissima da preparare… Sono mesi che mescolo in attesa dell’ultimo ingrediente: Voldemort ha bisogno di dieci gocce di sangue dal cuore di un illibato e devoto servo mezzosangue…” I suoi occhi blu si fermarono apprensivi su quelli di James, che iniziava a capire.

“Lily…” disse solo, e James balzò in piedi, sbattendo i pugni sul tavolo.

“Perché lei?” gridò rabbioso.

Mary Jane scosse la testa “Non lo so, di preciso. Ma Lily gli piace, una volta l’ho sentito mormorare che in lei vede riflesso sé stesso da giovane… E poi, Lily è mezzosangue…”

James chiuse gli occhi mordendosi le labbra in preda alla rabbia, se aveva anche solo lontanamente osato sfiorarla gliela avrebbe fatta pagare cara, e senza attendere ancora…

La ragazza si affrettò a tranquillizzarlo “Ha le mani legate, non temere. Ha bisogno di quella sua particolare purezza… Lily non è mai stata toccata, non potrà farlo lui per prima. Ne ha bisogno così com’è.” disse come in risposta ai suoi pensieri.

James arrossì leggermente, mentre tutti lo guardavano divertiti, erano stati assieme per due lunghi anni, e lui non l’aveva mai nemmeno sfiorata? Suonava bizzarro, eppure era vero. Si benedisse per quello, ora. Altrimenti, con tutte le probabilità, Voldemort avrebbe già ucciso la sua Lily.

Silente fece sengo a Mary Jane di continuare.

“Bene, quello che so è che è straordinariamente potente. Riesce a padroneggiare ogni genere di sortilegio oscuro, i suoi Mangiamorte sono sempre di più. L’unica possibilità risiede nel fatto che la pozione per l’immortalità ancora non è pronta…Per quanto riguarda la sua reggia, è impossibile dire dove si trova. E’ circondata da muri di cinta invalicabili, non ne è possibile la smaterializzazione all’esterno amenochè non sia lui a concedertelo. Lo stesso vale per l’entrata. Nessuno può entrarvi se non è espressamente desiderato o chiamato. Il suo pupillo è Lucius Malfoy, ma è ancora un ragazzino. Voldemort nutre grandi speranze per lui, è sottile ed astuto, ma ancora inesperto. Piton, Severus Piton invece… Bè, per quello che ne so io, non è come gli altri… Ma è lì di sua spontanea volontà. Numerosi altri maghi si radunano attorno a lui, soggiogati da potenti incantesimi Imperius, altri per propria volontà. Hanno numerosissime spie anche al Ministero, lo stesso Ministro della Magia è stato già manipolato, per i suoi sporchi scopi.”

La chiacchierata si protrasse per quasi due ore, fino a sera inoltrata.

Mary Jane salutò cortesemente tutti quanti, “James, ho bisogno di parlare con te.”

Il ragazzo annuì e la seguì in un’altra stanza. Probabilmente gli avrebbe detto di Lily.

La fissò impaziente e in apprensione “Dimmi davvero, come sta?”

Lei gli sorrise gentile, era davvero una ragazza molto carina “Ehi, tranquillo! La tiene d’occhio la sottoscritta! Le mie pozioni sono un ottimi tiramisù, sai? E non angosciarti, lei non ti ha mica dimenticato, nemmeno ti odia… La sua mente è accecata però, credo che se potesse penserebbe ogni singolo istante a te, nient’ altro che a te.”

Era una semisconosciuta, una misteriosa ragazza che stava preparando niente meno che la pozione per l’immortalità per il terribile Voldemort, eppure sapeva che poteva fidarsi di lei, e le sue parole erano così tranquillizzanti che ci si aggrappò disperatamente.

“Ti prego, prenditi ancora cura di lei…” la scongiurò, Mary Jane annuì.

“James, c’è dell’altro… non so che cosa possa c’entrare, ma spesso sento Voldemort nominare tua madre…” proseguì preoccupata.

James si sorprese. Non aveva più pensato a sua madre, al riferimento che aveva fatto Malfoy “Mia madre? Come puoi saperlo? Voglio dire, tu non la conosci, no?”

Mary Jane annuì “Si, non la conosco, ma Margareth Potter è tua madre, giusto?”

James fece cenno di si col capo.

“Ecco, parlava di te, di tuo padre, come se vi detestasse in modo particolare. Poi faceva riferimenti strani alla sua morte, James. Non so che cosa voglia dire, ma ti prometto che cercherò di scoprirlo.” quindi si congedò infilandosi nel pesante mantello verde.

James rimase a pensare a tutte le cose che erano successe in quell’ultimo periodo invernale, Lily ritrovata, gli attacchi, la paura di perderla, Mary Jane, l’attacco a Malfoy…e sua madre, che cosa poteva c’entrare con Voldemort? Perché li odiava, lui e suo padre? L’unica cosa che lo rincuorava, in quel momento, era sapere che Lily fosse viva e stesse bene. E che potesse ancora avere voglia di pensare a lui…

 

Ed era passato anche febbraio, un mese di tormento per James, preso tra la preoccupazione per la sua Lily e l’ansia di sapere perché Voldemort avesse più volte citato sua madre.

Aveva anche provato a parlarne con suo padre, ma ogni volta aveva finito per litigarci, inesorabilmente. Alla fine se ne era andato di casa.

Stava bene da Sirius, era una vecchia palazzina a tre piani diroccata, con un po’ di magia si era trasformata nella loro reggia.

Durante il mese di marzo Mary Jane si era spesso fatta vedere furtivamente, anche solo per portare brevissime notizie a James di Lily. Peccato che proprio non riuscisse ad andare d’accordo con Sirius…

Una sera particolarmente uggiosa e fredda, furono colti di soprassalto da Arabella che li chiamava a raccolta.

A quanto parve stava per prendere il via un attacco massiccio proprio nel centro di Londra.

Voldemort aveva fatto le cose in grande anche questa volta. Mary Jane era riuscita ad avvertire Silente nel modo più tradizionale, ma tuttavia meno sospettoso, possibile: via gufo. Era terribilmente preoccupata, dal sorriso malvagio dipinto sulle labbra dell’Oscuro Signore poteva ben immaginare cosa avesse in mente, soprattutto vedendo i suoi occhi rossi puntati su Lily.

Ma non potè fare altro che avvertire Silente e James, sperando che non accadesse ciò che Voldemort sperava. Aveva architettato l’estremo gesto che avrebbe provato la devozione di Lily, allora avrebbe preso il suo sangue, la pozione sarebbe stata completata e poi avrebbe vinto, per sempre. Non si può eliminare ciò che è immortale…

Mentre i Mangiamorte si smaterializzavano uno dopo l’altro, bramosi di prendere parte all’ennesimo tiro la Babbano, Silente richiamava il solito vecchio gruppo, informava Moody e quegli auror che al Ministero avevano ancora uno scopo e si precipitava con loro nel luogo della città indicato.

Quando arrivarono il piccolo esercito di Mangiamorte stava già marciando per la grande via, nonostante fosse quasi ora di cena, numerose persone si attardavano ancora per le strade, uscendo da negozi, palazzi, dalle uscite della metropolitana o si affollava sugli autobus. Sarebbe stato un momento redditizio per gli oscuri maghi, se non fossero arrivati in tempo.

E così, mentre babbani terrorizzati si allontanavano d corsa da quei loschi e mortali figuri, prese il via l’ennesimo scontro.

Sembravano in vantaggio, Mund, James e tutti gli altri.

Avevano imparato tanto sulle arti oscure e come contrastarle, padroneggiavano potenti incantesimi di protezione e di attacco che ai tempi della scuola avrebbero solo potuto immaginare. La loro vita era attaccata ad un filo ogni volta, ma combattere per una causa voleva dire anche questo, rischiare. Avrebbero rischiato tutto, o quasi, per quello in cui credevano: una realtà di pace.

Solo che era sempre più difficile, Voldemort non stava più solo radunando Mangiamorte, anche i terribili Dissennatori si erano schierati con lui, desiderosi di risucchiare anime innocenti con cui nutrirsi. Molti vampiri, anche, e un sacco di megere.

Un quasi incontrastabile esercito di creature della notte, del male, desiderose di uccidere.

Ma erano preparati anche a questo gli altri. James avrebbe combattuto Lucifero in persona, se era il suo unico modo per riavere Lily, e al momento era quasi la stessa cosa, Combattere Voldemort era il suo unico modo per liberarla. Con Sirius, Remus e Peter, gli amici di sempre, al proprio fianco.

Molti Mangiamorte sopraffatti stavano già iniziando a smaterializzarsi, l’ennesima battaglia stava per essere vinta da Silente, quando un gigantesco Marchio Nero, dai contorni dardeggianti, svettò sopra le teste di tutti i presenti.

“Mi deludete, miei Mangiamorte, vi facevo più combattivi! Uomini forti ed oscuri come voi, che si fanno mettere i piedi in testa da una banda di ragazzini e da un vecchio mago raggrinzito… Si, devo dirmi deluso…” sibilò nell’ara una fredda voce amplificata e raggelante. Tutti i Mangiamorte si inchinarono, abbassando il capo.

James e gli altri si guardarono attorno spaesati. Era evidente a tutti a che appartenesse quella voce e chi stava per fare, molto probabilmente, una delle sue sporadiche comparse, ma non riuscivano a capire da dove quel sibilo infernale provenisse.

I Mangiamorte mormorarono qualcosa in sengo di scuse, poi s rimisero in piedi, più determinati, i teschi neri sui loro polsi erano più scuri e brucianti che mai, una delle tante diavoleria di Voldemort era in atto.

James si guardò attorno, dov’era Voldemort? Voleva vederlo, voleva scontrarsi con lui. Voleva gridargli perché diavolo ce l’avesse tanto con lui e cosa c’entrasse sua madre.

Voleva ucciderlo, per riavere la sua Lily, anche se era una folle aspirazione che molto probabilmente l’avrebbe condotto solo alla morte. Ma durante quei mesi aveva imparato a non essere un codardo, quello scapestrato di Mund lo aveva contagiato in temerarietà, suo malgrado.

Strinse forte la bacchetta in mano, guardò verso il marchio nero…

Lo voleva vedere d nuovo, quel maledetto.

Voleva gridargli con rabbia di ridargli Lily, perché non si sarebbe mai arreso, ed era un osso duro, lui.

Trasse un profondo respiro, strinse gli occhi con foga e gridò, “Dove sei, maledetto? Fatti vedere, io voglio ucciderti! Sei solo uno schifosissimo… -Ci pensò su un attimo, poi ricordò cosa una volta gli avesse detto Mary Jane- …uno degli sporchi Mezzosangue che detesti tanto…”

Molti degli occhi presenti si puntarono verso di lui. Mai nessuno aveva osato di tanta audacia, nei confronti di Lord Voldemort.

Il Marchio Nero sopra le loro teste sembrò ribollire. Due occhi rossi apparvero al suo posto e una fredda e crudele risata riecheggiò nell’aria pesante “Infimo ragazzino, come osi rivolgerti a me in quel modo? Tu vuoi me? Cerchi forse la morte? Sarò magnanimo, per questa occasione… ti darò qualcosa di molto meglio, cui aspiri di un po’… La mia piccola stella, io intanto resterò qui sul mio trono a godermi lo spettacolo…”

Voldemort non si fece vedere ma al suo posto, d’improvviso, tra tutti quanti si materializzò lei.

Lily stava immobile, in mezzo alla strada semidistrutta, la bacchetta alla mano e lo sguardo puntato verso il basso. I capelli rossi e lunghi uscivano del grosso cappuccio nero calato sul capo. L’aria si fece più fredda, un brivido percosse la schiena di tutti. Mary Jane, che l’aveva seguita, fu presa dal panico. Sarebbe accaduto…

James sentì il cuore balzargli nella gola riarsa e il respiro mozzarsi. Dopo altri tre mesi di torture interiori la rivedeva. Ma questa volta non se la sarebbe lasciata sfuggire tanto facilmente.

Rimase immobile anche lui, attendendo che lei facesse la prima mossa.

La vide alzare la bacchetta e fu un attimo. Si aspettava un attacco personale, come aveva quasi fatto l’ultima volta, invece al grido di “Magna Esplosio” le finestre di un piccolo pub sul lato della strada andarono distrutte, grida ti terrore e di dolore degli innocenti malcapitati, che cercavano un riparo al suo interno, riempirono l’aria appena un fuoco rosso e violente prese a spargersi per il locale.

Tutti i presenti sbancarono, alcuni tra i ragazzi non impegnati in un combattimento diretto con i Mangiamorte vi si gettarono all’interno cercando di spegnere il fuoco violento come meglio poterono. Ma era un fuoco magico, duro da smorzare.

Per James fu davvero troppo. Non avrebbe aspettato oltre, nessun altro periodo di tormento, avrebbe riportato la sua Lily sulla strada bellissima che aveva lasciato mesi prima, inconsapevolmente.

“Lil! –gridò quasi disperato- Che cosa fai?! Ti prego, ascoltami! Tu… tu non sei così, per favore, cerca di riprendere il controllo di te stessa!” la implorò.

Una risata roca giunse dalla ragazza, voltò lo sguardo verso quello di lui, i suoi occhi erano rossi e infuocati, simili a quelli di Voldemort “Io HO il controllo di me stessa, stupido illuso!” poi mosse velocemente il braccio, un piccolo colpo di bacchetta, un sussurro, “Crucio”, e James si ritrovò a terra in preda ad un dolore che non avrebbe mai nemmeno potuto immaginare prima.

Gli altri ragazzi lanciarono vari incantesimi, ma la Evans era diventata abilissima nello schermirsi da sé, nessuno arrivava a toccarla, riusciva o a bloccarli o a schivarli.

Quando James ebbe finalmente la forza di rimettersi in piedi non si diede certo per vinta. Sapeva bene, in fondo, che non era lei che stava parlando.

Ma non ebbe il tempo di dire una sola sillaba che una nuova Maledizione Cruciatus lo colpì. Questa volta arrivò quasi a desiderare di morire, ma era ostinato e riuscì a rimettersi nuovamente in piedi.

“Attaccala James!” suggerì Mund, poco lontano, impegnato in un difficile scontro con Macnaire.

Attaccarla? Ma non avrebbe mai potuto! Non lui, non a lei… Come potevano chiederglielo.

“Non posso!!” rispose con foga.

“Si che puoi! Schiantala, Jamie! Dopo potremo portarla via e aiutarla! Fallo!” insistette.

James rivolse uno sguardo disperato a Sirius e Remus, entrambi esitarono e non riuscirono a dargli risposte. Mettendosi nei suoi panni avrebbero agito nel suo stesso modo.

Cercava di schivare gli attacchi di Lily, che ormai pareva la quint’essenza del male, come meglio poteva, ma non aveva ancora attaccato, sentiva non avere abbastanza forza per colpire lei.

“Che cosa succede Potter? Ci stiamo rammollendo? Avanti di questo passo, dovrò ucciderti senza un briciolo di divertimento!” lo derise malignamente.

Si, decisamente doveva fare qualcosa, quella diabolica donna innanzi a lui era sempre meno la sua dolce Lily.

Stava per lanciargli la più terribile della maledizioni senza perdono quando in lui si fece largo la consapevolezza che se fosse morto, non sarebbe più riuscito a salvarla, a proteggerla.

Non seppe dove riuscì a trovare la forza, ma lanciò un potente Schiantesimo verso la sua Lily.

La rossa riuscì a schermirsi per un pelo, ma ricadde sulle ginocchia, mezza stordita. Un rivoletto di sangue le colò dalle labbra scarlatte.

Voldemort sussultò sul suo trono, non era previsto che quello sciocco ragazzino la attaccasse, avrebbe potuto mettere in serio pericolo il suo piano…

Lily vacillò, cadendo carponi.

Sentì un dolore forte si impadronì delle sue membra, una fitta al cuore la colse, James l’aveva attaccata! L’aveva attacca, a lei! Anche se…

Lei odiava James, lo detestava! Era il suo peggior nemico! Lo doveva uccidere, per non sentirsi più come si sentiva. Ma… Perché? Questo non lo ricordava. La sua mente, come il suo corpo, era intorpidita. Come quando ci si sveglia dopo un lungo sogno con una sensazione insaziabile, ma non se ne ricorda il perché. Così si sentiva, angosciata e turbata, esitante. Asciugò il sangue che le colava dalla bocca e dal naso, con un lembo del mantello.

Che cosa stava facendo? Perché era lì? E perché voleva uccidere James Potete? Non lo sapeva più…

 

James vide i suoi occhi rossi chiudersi, Quando le palpebre leggere si rialzarono la sua iride era tornata d un verde sfavillante, come una volta. C’era ancora speranza? Avrebbe dovuto approfittarne! Era il momento. La vide turbata, doveva giocare su questo, farle ricordare chi era e che cosa non avrebbe mai fatto.

“Lily!” si gettò su di lei, prendendola tra le braccia, stringendola forte. Sentì una sferzata di adrenalina percorrergli le vene, il cuore aumentare i battiti, quanto tempo non la stringeva così! Sprofondò il viso nel suo collo, che era liscio e profumava terribilmente di lei. Come se non fosse mai successo nulla.

Lily rimase inerme, colta di sorpresa da quell’abbraccio. Che bella sensazione di nostalgia provava… Ma le faceva male il cuore, terribilmente male. Come se un pugnale vi fosse conficcato, mozzandole il respiro. E ora di nuovo dolore, nessuna gioia le venne da quell’abbraccio. Scostò bruscamente il ragazzo, giusto la distanza necessaria per puntare la bacchetta verso di lui. Avrebbe potuto ucciderlo, ma qualcosa la trattenne, qualcosa di remoto e profondo. Si limitò a catapultarlo lontano da sé.

James ruzzolò via, ma non ci mise molto a rialzarsi, sempre più determinato. Per pochi istanti l’aveva stretta e gli era stato chiaro che dentro di lei, da qualche parte, c’era ancora la Lily che tutti stavano aspettando.

Ma lei lo attaccò di nuovo, e non riuscì stavolta lanciarle un incantesimo per atterrarla.

Voldemort, dal suo trono oscuro, serrò pugni e mascella, disgustato, qualcosa stava per andare storto. Non avrebbe dovuto utilizzare il controllo su di lei, da progetto, ma si stava rivelando inevitabile questo intervento. Avrebbe ritardato i suoi pani, ma almeno non l’avrebbe persa. E si insinuò nella sua mente.

Lily attaccò crudelmente James, la sua mano guidata dalle oscure forze del male…

Una Maledizione Senza perdono, gliela avrebbe scagliata e poi lui l’avrebbe fatta tornare a sé, la sua piccola stella, di cui aveva bisogno per raggiungere i propri scopi.

Le parole dell’incantesimo presero forma nella sua mente…

Avada Kedavra…

“Ava…” Lily esitò

Avada Kedavra… Uccidilo…

Io… non posso…

Coraggio, solo Avada Kedavra… E poi sarà tutto finito…

Avada Kedavra.

NO!

Non ribellarti, non ci riuscirai!

“NO!! Non posso!” strillò istericamente, lottando con forza con quella voce dentro di lei, cercando di spostare quella bacchetta puntata contro il ragazzo, a terra, quasi senza forze.

E ci riuscì, la voce dentro di lei si infranse, il braccio si mosse a la bacchetta ricadde a terra.

Nessuna forza estranea la guidava più… Ricadde di nuovo sulle ginocchia, le mani piantate al suolo, ansimando forte come dopo un terribile sforzo. E due lacrime solitarie le rigarono le guance.

Era quasi un miracolo. Mary Jane sussultò, aveva spezzato l’Imperius di Voldemort! Però qualcosa non quadrava, che cos’era quello sguardo di disperazione, vuoto e desiderio di morte?

James le si avvicinò, le passò un braccio attorno alle spalle. Era di nuovo lei, lo aveva sentito che aveva combattuto dentro di sé, lo aveva sentito perché li era Lily e lui era James. Ringraziò Dio per averla ritrovata.

Lily lo allontanò cautamente, con una mano tremante “Io… voglio solo morire…” mormorò. Tutto quanto, ogni cosa le appariva nera. Senza speranza. Voldemort non aveva ancora perso la sua battaglia.

Per James fu una pugnalata al cuore. Non poteva sentirla dire quelle cose, no! E soprattutto non capiva… Perché?

Mary Jane ebbe l’intuizione, aveva spezzato l’incantesimo di controllo, ma c’era qualcosa dentro di lei che le annebbiava e cancellava ogni sorta di sentimento positivo, inquietudine e disperazione le erano solo permessi.

Sarebbe forse morta, per quello che stava per fare, Voldemort non gliela avrebbe fatta passare liscia, ma lo doveva fare. Dal suo angolino nell’ombra si espose, con quanto più fiato aveva in gola gridò rivolta a James “Jamie, un seme Nero è piantato nel suo cuore!”

James alzò il capo e guardò sorpreso verso di lei “MJ?! Ma… Cosa?”

Lei corse verso di lui “C’è un seme nero nel suo cuore! Le toglie la speranza! Devi levarlo!”

“Come!?” chiese con la forza della disperazione. Non era ancora finita… Ecco perché diceva quelle cose!

“James, l’unico modo che conosco è… -esitò, sarebbe stato pericoloso per la sua vita- un incantesimo di richiamo, solo questo… Il Seme Nero dentro di lei uscirà…” mormorò.

Doveva solo pronunciare Accio, il seme nel suo cuore sarebbe schizzato fuori all’istante. Ma… Ma sarebbe stato come una pallottola al contrario! L’avrebbe ferita!

Un potente Cruciatus colpì in pieno Mary Jane che si ritrovò a terra stremata e dolorante.

“Sirius, presto! Un incantesimo di protezione, il più forte che conosci, o la ucciderà!” suggerì prontamente Arabella.

Sirius puntò la propria bacchetta verso Mary Jane, stesa a terra. C’era un incantesimo, glielo aveva insegnato silente, ma ne sarebbe stato in grado? Doveva esserlo!

Raccolse tutte le sue ultime forze e lo gridò “Egida no Mortem!” e l’Avada Kedavra che ne seguì rimbalzò su di lei privandola solamente degli ultimi sensi. Presto Remus le fu accanto “Mi smaterializzo io con lei, tu resta qui, sei più forte di me…” Sirius annuì e Remus scomparve con Mary Jane tra le braccia.

“James, coraggio!” il moro esortò l’amico, ancora tentennante.

Gli mise una mano sulla spalle, in segno di appoggio.

Con gli occhi semi chiusi, titubante, James puntò una bacchetta al cuore di Lily. Stava per pronunciare il suo incantesimo quando qualcuno la schiantò, alle spalle.

Lily ricadde svenuta al suolo, dietro di lei svettava l’alta e ammantata figura imponente di Lord Voldemort.

Guardò James dritto negli occhi, vi si poteva leggere rabbia e rancore, odio profondo. “Ragazzino, non interferirai mai più nei miei piani!” e puntò la bacchetta verso di lui.

James fu più rapido, riuscì a scansarsi.

Rispose al nuovo accatto, gridò forte “Deletrius!”. Era la prima volta che tentava quell’incantesimo, richiedeva molta forza e grande concentrazione, o riusciva perfettamente e contrastava l’incantesimo, o non riusciva ma più…

Un po’ per fortuna un po’ per capacità, un po’ per l’intervento di Sirius, il loro fu l’incantesimo di respinta meglio riuscito dell’ultimo secolo.

Due luci saettanti si bloccarono a mezz’aria, da un alto la scia rossa proveniente dalla bacchetta di Voldemort e dall’altro quella gialla generata dalle bacchette di Sirius a James.

Voldemort vacillò, nessuno era mia riuscito a tener testa a lungo ad un incantesimo del genere. Imprimette maggior forza e non ci fu modo di contrastarlo ancora, ma James riuscì a scansare di nuovo l’attacco.

“Morirai, -sibilò malefico- e moriranno i tuoi stupidi amici. Ti distruggerò. Hai smesso di frapporti tra me e quello che voglio, stupido ragazzino! Margareth se ne è andata da me per tu padre e per te che ti eri insinuato nel suo grembo, ma alla fine ve l’ho rubata di nuovo, l’ho spinta alla morte…” rise diabolicamente.

James sbiancò. Sua madre? Sua madre era stata con Lord Voldemort? Al suo servizio? “Stai mentendo! Lei non sarebbe mai stata al tuo servizio!” gridò mentre due lacrime amare scorrevano lungo le sue guance.

Voldemort lo fisso divertito “No, non al mio servizio, su questo hai ragione mio giovane futuro defunto, ma mia… Dai tempi della scuola, tua madre era stata innamorata di Ton Riddle, di me… Quella sciocca si è allontanata quando ho iniziato a padroneggiare la magia oscura… Aveva conosciuto quell’insulso Potter, aveva subito aspettato un figlio… TU! Se ne è andata per te…E pensare che ora poteva essere la mia regina, davvero sciocca la gente a volte, ma è morta. Nulla ha più importanza. Al suo posto potrò godermi la piccola Lily, e quando mi sarò stufato, l’ucciderò.”

James era frastornato, confuso. Non poteva crederlo. Sua madre era stata l’amante di ton Riddle? Ma se ne era andata… E lui l’aveva uccisa… Decisamente ora le sue ragioni per vederlo morto erano aumentate. Se non aveva una madre dall’età di dieci anni era solo colpa sua, se per anni era stato colpevolizzato dal padre, era colpa sua. Se aveva sofferto così tanto, lui e anche il suo povero padre, era per lui.

Ma con Lily sarebbe stato diverso. Si sarebbe disperato ora, sconfortato, se non avesse avuto lei per cui continuare a lottare. Per questa volta la storia si sarebbe conclusa diversamente…

“Bastardo… Lily non l’avrai!” gridò con quanto più fiato aveva in corpo, alzando la bacchetta con il braccio tremante di rabbia.

“Lo vedremo! E ora, muori ragazzino! Avada Kedavra!” e un boato si sparse per l’aria greve mentre un colpo mortale partiva senza possibilità alcuna di contrasto dalla sua bacchetta.

Avrebbe colpito in pieno James…

 

Lily aveva riaperto gli occhi, stesa a terra.  Le faceva male ogni singolo muscolo, le faceva male l’anima. Davanti a lei stava James, pareva sconvolto. James, come avrebbe voluto che tutto tornasse come era sempre stato prima, ai bei tempi di Hogwarts, ma non vedeva la minima possibilità.

Lord Voldemort, lo aveva vinto, lo aveva sconfitto, non poteva più nulla su di lei, non la controllava più. Lord Voldemort parlava alle sue spalle, diceva di cose orribili che la fecero raggelare. Cose su James, su sua madre, su lei.

E poi… Poi quel terribile boato. Forse non c’era speranza per lei e James, ma lui non sarebbe morto, non poteva permettere che il suo James morisse! Fece appello alle ultime singole forze che erano rimaste dentro di lei, le richiamò dal più profondo dell’anima. In un attimo fu un piedi, proprio tra James e Voldemort…

Stupeficium!” fu l’unica cosa che trovò per controbattere quella che sarebbe stata la morte certa della persona più importante della sua squallida vita.

Uno schiantesimo potente, la forza del suo incantesimo e quella del terribile anatema si scontrarono a mezz’aria, la forza dell’Avada Kedavra la sbalzò indietro, addosso a James. Decisamente ora non aveva più la minima forza.

Ma nemmeno Voldemort era uscito indenne dallo scontro, ora giaceva a terra. Si rialzò a fatica, aveva perso la propria bacchetta, si chinò per prenderla e si asciugò il sangue che colava dal primo squarcio sulla guancia che mai mago gli avesse inferto. Era stato toccato. L’invincibile Voldemort. Aveva perso la sua devota, l’ultimo ingrediente per la sua immortalità. Era stanco, ansimava. Era vulnerabile…

Guardò con odio profondo James, che ora stringeva Lily inerme tra le braccia. “Non è finita, Potter! E comunque lei morirà!” fece un cenno col capo e improvvisamente si smaterializzò, seguito dai suoi seguaci.

 

Improvvisamente Lily, stretta tra le bracca di James, gridò di dolore, portò una mano al petto, stringendo convulsamente i suoi vestiti, battendosi forte. Non aveva mai provato un dolore tale, come se mille funi taglienti avvolgessero il suo cuore.

“Lily, che cosa c’è? Che cosa succede?” James si allarmò. Non poteva finir così, ora che l’aveva riabbracciata, ora che si era rispecchiato nei suoi occhi di nuovo.

Sirius corse presso di loro. Anche Mund, tutto trafelato per i combattimenti, li raggiunse “Deve essere quel seme! James, toglilo!” lo esortò.

James annuì, era l’unica cosa da fare… Accarezzò una guancia di Lily, che respirava affannosamente in preda agli spasmi di dolore “Ehi Evans, stringi i denti, ti farà un po’ male…” le disse con un sorriso.

Lily annuì, sforzandosi di ripiegare le labbra in un sorriso malinconico e lacrimevole.

Puntò la sua bacchetta al petto di lei, trasse un profondo respiro e al richiamo di “Accio” una piccola sferetta nera delle dimensioni di un pisello scaturì dritta dal petto di Lily, forando il suo corpo e i suoi abiti.  James la disintegrò all’istante.

Un dolore lancinante le mozzò il respiro, ma per lei fu come tornare a vedere l’alba dopo una vita passata al buio dell’inferno. Si sentì di nuovo viva, sentì d nuovo il proprio cuore battere e il sangue pulsarle forte nelle vene. Chiuse gli occhi appannati e quando i riaprì, qualche istante dopo, la prima cosa che vide fu lo sguardo affannato e preoccupato di James. Sorrise leggermente e gli accarezzò una guancia.

Lui trattenne una lacrime di gioia, era lei, di nuovo e per sempre.

Ma una grossa macchia rossa prese a spandersi sul suo petto, ingigantendosi velocemente mentre un rivoletto di sangue colava dalle sue labbra.

“Che cosa ho fatto?!” mormorò James, in preda al panico.

Lei scosse la testa appena, “Mi hai ridato la vita… Mi daresti anche un bacio?” lo supplicò.

Lui si sforzò di sorridere, tolse quel velo di sangue amaro che le ricopriva le labbra e gliele baciò con delicatezza. Quelle labbra che gli erano mancate così tanto! La stessa emozione di sempre, centuplicata, si impadronì di entrambi.

Erano tornati, James e Lily erano di nuovo James e Lily.

“Non vorrei interrompervi, Romeo e Giulietta, ma l’abbiamo appena ritrovata, non vorrei vederla spirare qui… Petrificus Totalus! Così non perderà altro sangue… E ora, Portiamola dritta a San Mungo…”

E uno dopo l’altro si smaterializzarono…

 

Continua…

 

 

^^ Tadan! Scusate il (Consueto) ritardo, ho scritto che avrei aggiornato ieri sera ma… BUUAAAHH!! T_______T Povera Ly, ha subito un trauma, il suo gatto ha sparso pezzettini sanguinolenti di lucertola che si dibattevano per tutto il pavimento della cucina, ha dovuto cospargerla con coraggio di Lisoform e candeggina e pulire (odierà per tutta la via le lucertole e anche il suo gatto), poi ha dovuto impedire che un branco di formiche assassine attaccasse la sa casa penetrando dal balcone e in fine ieri sera è stata trascinata fuori di casa al grido di “Eli, e che cacchio! Sei diventata un lupo solitario!” così ho concluso il chap stamani… ^^’’’ Perdono…Ma ora eccomi!

Che en dite di questo? Eh? Battagliero e pieni d’azione, almeno per i miei standard, eh? E qui, STREKKù, mio guru dei combattimenti, HO BISOGNO DI  UN TUO COMMENTO! Realistico e sincero, con pro e contro di tutta sta pappardella guerrigliera che ho scritto, ci conto, ok?

A me piace, è stata dura scriverlo (Soprattutto trovare il tempo… ^^) ma sono abbastanza soddisfatta! Finalmente Lily e James sono tornati assieme… ;_______; Ly si auto-commuove…

E ha anche fatto la sua comparsa MJ! ^^ Io adoro questo personaggio, mi è proprio simpatico! Il nome l’ho preso da una canzone bellissima di Alanis… *_*

Aspetto come sempre vostri commenti, siete il pane della mia vita, ragazzi! TvT  Che ne dite di quest’ultimo?

Il prox chap, in contrapposizione a questo bello guerraiolo (Almeno per me) sarà tutto riflessivo… Ma non vi dico di più…

Adesso passo ai saluti, che devo anche rimediare allo scorso chap, dalla Kia ho avuto di meglio di fare! ^_____- E ora, via con i Thanks! *Ly prende sacco di Babbo Natale con baciotti e tanti ringraziamenti*

(Ah, non ricordo dove ero arrivata a rispondere, magari vedete scritte due volte le stesse cose, scusate, è l’età…^^’’’)

In cima alla lista, ovviamente, la mia tesorina: KIAAAA! ^3^ Ooohhh, mi ha anche dedicato la sua bellissima fic, l’avete letta vero? Avete commentato, veeero? “Insieme per sempre”, by Kiara… T________T TROPPO BELLISSIMISSIMA!!!! Ma lo sai già! ^^ TVTTTTTTTTTTTTTB patata!

Poi… Strekkù! *ti pigli sto nuovo nomignolo che mi suona troppo bene! ^v^* CHE VINCE UN DESIDERIO A SCELTA CHE LY, GENIA DELLA LAMPADA, REALIZZARà, PER AVER BECCATO LA ROWLING SUL NOTTETEMPO! *In realtà l’ha trovata prima la KIARETTA, ma Strekkù l’ha scritto prima d lei… Mi spiace  Kia, dai tu avrai il premio di consolazione, la Eli per il prox fine settimana! ^__-* Ah, subito piccolo chiarimento, nel chap scorso, non è l’attuale autista del Nottetempo, Stan, ma il padre quello che compare, questo chiarimento è per tutti… ^^ Piaciuto allora anche questo chap? Guarda che ora conto molto sul tuo commento, ok? *Strekkù si monta la testa…* E tu… QUANDO AGGIORNI, DIAVOLO DI UNO SCRITTORE?!?!? Ti piace così tanto vedermi soffrire? Su, se hai scritto questa notte avrai ultimato il chap? NOOO!!!??? Ly spera di leggerlo, e di leggerlo come dice lei…

E poi…  Serena: La mia più assidua commentatrice !^3^ che una volta mi minaccia di morte e company, poi si preoccupa quando non mi faccio viva! ^^ Mi lascerai in vita anche ho fatto commettere quelle azioni crudeli a Lily? Ah, oggi se riesco rispondo alle tue mail, perdono cara! Ma… davvero apprezzi la parte dei saluti? Che ogni volta diventa sempre più lunga… *Ly si rende conto che la sua logorrea è sempre più incurabile…* SIIII!!! Grande Puffo terribile! MOSTRO!!! Ly odia i puffi! Una che la pensa come me, grazie di esistere, Serenella! ;_;  Ah, l’esame è andato… boh, lo so sett prox ma… ERA DIFFICILISSIMO! E per dirlo io, che ho sempre avuto voti tra l’8 e il 10 (Era la MIA materia! ^^), che era difficile, ce en vuole! Spero sia andata…

Fil: che sta alle costole a Serena! ^^ Bella a versione bambina! Uah uah uah, assillami quanto vuoi, tranquilla! *Ly spera di non doversi pentire di questa affermazione… °°*  Ooohh, ma se mi dite così (Capitolo insuperabile) poi devo sudare dodici magliette di cotone per starci dietro con l’aggiornamento successivo e non sfigurare! Ci sono riuscita, Filuccia, in questo chap?  é__è Oh, cara! Anche Ly ti vuoe begne! ^3^

Ci: ecco, la domanda che attanagliava l’umanità attanagliava anche la sottoscritta, questa è la mia versione del perché Voldy ce l’ha tanto con i nostri due poveri e infelici Potter… T_T YEPPAH! Lily è davvero crudele anche qui, o no? Bè, alla fine però si riscatta… Certo che quei poveretti dentro al pub… *Ly non si capacita di aver scritto simili crudeltà… Ha bisogno della neuro*

Angi e Gius, versione femminile di Fred e George, che anche con pc in panne trovano il modo di commentare sempre… Grasie! ^^

Keiji: ^^ Oh, ehm… KEIIII!!! Tu mi fai arrossire, troppo gentile! ^3^ Ih ih, bella l’entrata di Lily nello scorso chap, e qui che te ne pare?

Mikan: Mik, niente possessioni da parte di Macie, lei è morta e sepolta! Bè, in realtà lo era da quinto capitolo… *Che spirito…-__- NdLy* Allora la mia Lily Mangiamorte ti convince?  é_è Ah, si si, James tuo lo faccio penare, così peni anche tu e Ly si vendica di una piccola questione che non si è dimenticata… Una concessione che la Mikan non le ha accordato tempo fa su un certo forum… Ti dirò su Msn quando ti trovo… *Ly veramente crudele*

Mokichan: meravigliosamente malvagio, Lily Mangiamorte? ^^ Mokichan, hai il gusto del sadico… Mi piace! *Ly tipo Crudelia DeMon* Per quanto riguarda Felpatuccio, sono d’accordo con te, non lasciamolo tutto solo… T_T Me ha già architettato tutto! Eh… sei arrivata viva a questo chap o ti ho sulla coscienza? ^^

Pan_z: Altra che mi minaccia di morte ad ogni recensione (POVERA ME!!! ^^ SCHERZO!) La odio ancora la povera Lily, dopo che è stata così forte e ha salvato James, eh? ^^

Buffy: *inchino alla cacciatrice, NOOO!! Ho perso la scorsa puntata! T_T* Grazie ancora per i complimenti! E… non scervellarti troppo alla ricerca di misteriosi neologismi, dai! ^^

Miky: Vuoi sapere quanti anni ho? T____T troppi, tanti… 19!!! Praticamente un piede nella fossa… *Me tragica* Per quanto riguarda la mail, l’ho ricevuta e oggi rispondo! Scusa ma non ho avuto molto tempo!

Mikisainkeiko: La storia… Bè, no finisce quando finiscono Lily e James, purtroppo… T_T Almeno da copione, poi si vedrà!

Fredryck: ^^’’’ Scusa se ho sbagliato il tuo nome la scorsa volta… Grazie per i complimenti, ancora, e… AD UNA CASA EDITRICE? Mi prendi in giro? Ok, è una storia carina, ma questo è un po’ esagerato! Cmq, grazie lo stesso, davvero!

Ran84: ^^ ooohh, la mia commentatrice più obiettiva! ^^ ciao tesoro, che piacere vederti anche qui! Appena ho un attimo, mi fiondo a leggere i tuoi messaggi! Nel frattempo… ti consiglio di seguire qui, aggiorno sempre alla svelta!

Ryta: Ecco qui il nuovo capitolo che svela l’arcano (?) ^^ come ti pare? Grazie per i complimenti, scusa se ci ho messo tanto! T_T

Giuggy: Meglio tardi che mai, dai! ^^ Ci ho messo un po’ con l’aggiornamento, perdonata? Dai, ho risistemato le cose, no? *Ly incrocia dita*

Mori: Eh eh, Ly procede sempre, ci mette un po’, si incarta litiga con computer e lucertole, ma procede fino alla fine! Spera solo di procedere bene… °°

Crazy: OOOHHH!!!! Troppo gentile anche tu! Bè, niente del genere… spero sia un riferimento in positivo… ^^

Crystal: quanti nuovi commentatori!! Ly contenta! Spero di leggere le tue recensioni anche per i prox chap! Grazie mille!

Bene, ripeto: DI NUOVO GRAZIE MILLE PER TUTTO QUELLO CHE AVETE SCRITTO IN QUELLE BELLISSIME RECE CONTRO LA MEGERA, Erika però ci prega di non proseguire con sta storia, quindi obbediamo da bravi alla divina webmistres di questo sito stupendo… *_* e non facciamo arrabbiare! Però vi ringrazio lo stesso, siete davvero delle persone stupende! ;3; Ly commossa…

Ora metto on line, mi ci vuole più tempo per i saluti che per il chap in generale! Uah uah uah!! Sorry se mi dilungo sempre così tanto!

Un bacio e a presto, la vostra Ly

 

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Capitolo 17
*** Svolte ***


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Socchiuse appena le palpebre, a fatica, quasi pentendosene accecata dal prepotente chiarore. Luce bianca, chiaro, bagliore assoluto. Aveva visto nero per tutti quei mesi… dove si trovava ora? Non riusciva a ricordare gli ultimi momenti, prima del nulla. Però… Dolore, ricordava un dolore forte al petto… Era forse morta? Era ora nella celeste dimora degli angeli? Il paradiso? No, non lei, non in paradiso…Sentiva che mai sarebbe potuta arrivare in quel posto, una sensazione oscura dentro di lei le faceva intuire che l’inferno doveva meritare. Eppure tutto quel chiarore… era forse al cospetto di Dio, che tutto le pareva così chiaro e rassicurante, accecante? Doveva pagare, pagare ora per… Per cosa? Come erano annebbiati i suoi ricordi… Solo nero vedeva, guardando dietro di sé, solo nero… Nero, buio, morte e un paio di occhi blu rassicuranti, un sorriso confortante… una stretta di mano che infondeva calore… La sentiva anche ora… La vedeva!

Lily si strofinò gli occhi con un colpo di braccio, fissò socchiudendo le palpebre la sua mano, stringeva un’altra mano, forte e calda, viva…

James! Quella stretta famigliare e salda, che sapeva non l’avrebbe mai lasciata andare, era quella di James! Lui era lì! Allora… bè, decisamente non era morta e non era proprio al cospetto di Dio, non ancora… Tuttavia aveva un angelo al suo fianco. Un angelo assopito come un bambino, la testa abbandonata sul braccio disteso sul suo letto, a pochi centimetri dal suo corpo indolenzito, i capelli neri scarmigliati come al solito, gli occhiali scivolati giù dal naso dritto e perfetto, le labbra rilassate, disteso… Ma la stretta salda, come se volesse dirle che ora che l’aveva ritrovata non l’avrebbe lasciata per tutto l’oro del mondo. 

Sorrise a quella bella visione rassicurante, rispose appena alla stretta, non senza difficoltà, il braccio ancora le doleva, come tutto il resto.

Eppure quel piccolo e quasi impercettibile gesto bastò a far scattare le palpebre del ragazzo, che si spalancarono con prepotenza rivelando gli occhi attenti. Con ancora il capo abbandonato sul braccio informicolito, James fissò i proprio occhi increduli, commossi, festosi, in quelli ancora storditi ma grati e dolci di Lily. Era rimasto quasi una settimana affianco a quel lettino, tenendole senza esitazioni la manto tra le sue, Silente gli aveva promesso che avrebbe potuto riabbracciarla, che ce l’avrebbe fatta. Ma era passata una settimana quasi, e ancora non aveva ripreso conoscenza. Era stato un difficile intervento, senza contare che Lily lo aveva affrontato, se possibile, nel peggiore delle condizioni, ma lo aveva superato. Tutte le sue funzioni erano regolari, eppure era ancora avvolta in quella stana forma di coma… Ma lui la conosceva bene, lo sapeva che era forte. Accidenti, aveva spezzato un Imperius, era sopravvissuta all’inferno, di certo non si sarebbe fatta battere da quello! Per questo quando la vide fissarlo, leggermente smarrita ma felice di vederlo, ringraziò il cielo che le sue speranze non fossero state vane. Avrebbe voluto buttarle le braccia al collo, naturalmente, ma non era ancora in forze. Fu terribilmente dura per lui, trattenersi. Tuttavia esplose in un sorriso gioioso e di infinito sollievo, un sorriso meraviglioso rivolto solo a lei.

“Buongiorno signorina Evans, in un modo o nell’altro mi causi sempre problemi, mi dai sempre da pensare…” le mormorò affettuosamente alzando il capo e avvicinandosi a lei, rimettendosi a posto gli occhiali sul naso, con un dito.

Lily sorrise debolmente, annuendo. La sua voce, anche punzecchiandola, era musica per le sue orecchie…

Lui le accarezzò la guancia e quell’ennesimo, innocente contatto liberò brividi di emozione sulle loro pelli bianche. “Come stai? Ti fa male da qualche parte?” le domandò accigliato.

Lily sospirò un attimo, probabilmente sarebbe stata decisamente più breve e meno impegnativa la lista di quello che era anche solo minimamente a posto… Arricciò il naso e scosse il capo “Bè, diciamo che a parte ogni singolo muscolo che implora pietà, e tralasciando la testa che mi pare presa tra una morsa, sorvolando sul fatto che io abbia anche voglia di vomitare e tutto quanto giri attorno a me paurosamente… E’ tutto regolare, grazie…” ironizzò con la voce roca, per via della gola secca.

A James scappò una risatina, era bello riaverla lì, dolce, tenera e ironica come solo lei sapeva essere “Oh, un bel progresso considerato che hai dormito della grossa per quasi un’intera settimana, lasciandomi con fiato sospeso fino a pochi istanti fa…Credo che questa sia la giusta punizione per avermi fatto preoccupare così tanto in questi ultimi giorni…”

Lei sollevò lievemente le sopracciglia, perplessa, “Ma senti… e ora che mi sono svegliata però, non merito una ricompensa?” implorò con uno sguardo innocente che avrebbe sciolto anche il più grosso e corpulento degli iceberg.

Lui le sorrise di nuovo, sfiorò ancora una sua guancia con il dorso della mano, prima di avvicinarsi e baciarle la pelle chiara con delicatezza, poi appoggiò le labbra sulle sue, per l’ennesimo bacio…

E non che non fosse ciò che più desiderava al mondo, ma c’era qualcosa che le pesava terribilmente dentro, anche se non riusciva a mettere a fuoco nulla, in quel momento. Aveva un peso sull’anima che le provocava terribili sensi di colpa…

James si staccò rapidamente da lei appena sentì lo schiocco della serratura alle sue spalle e il piccolo scatto della maniglia che veniva abbassata. Albus silente entrò assieme ad una giovane infermiera… Dietro di loro, Sirius, Remus e Peter scalciavano per entrare. Un altro giovane medico aveva il suo bel da fare a impedire che irrompessero senza riguardi nella stanza di Lily. Poi la porta si richiuse.

Silente si avvicinò cauto al letto della ragazza. La guardò preoccupato, per un istante, poi esplose in un sorriso “Ben svegliata Lily, come ti senti?” domandò posando una mano sulla spalla di James, come a rassicurazione del fatto che doveva andare bene dall’inizio, che glielo aveva promesso che sarebbe andata così.

Lily annuì appena “Professor Silente… Em, si sto meglio, grazie…” mormorò un po’ imbarazzata.

Silente la fisso perplesso, scotendo il capo “Oh, Albus è più che sufficiente, giovane Lily. Tutti insistono a chiamarmi e trattarmi con reverenza, spero non dipenda dal fatto che sto diventando un vecchio bacucco…” ironizzò.

Sia i due ragazzi, che l’infermiera alle loro spalle risero. Silente era di certo il mago più potente al mondo, ma sapeva sempre metterti a tuo agio.

Il vecchio canuto fece un cenno all’infermiera, lei si avvicinò prendendo tra le mani il polso di Lily e misurandole il battito, con l’altra mano invece infilò una bizzarra coroncina sulla testa, una lucina rossa e uno strano bip presero a scandire un tempo dettato dal tracciato cerebrale della rossa, mentre il tutto veniva registrato da una matita incantata su una cartella clinica che volteggiava a mezz’aria. Lily guardava tutto quanto spaesata, ne aveva viste di cotte e di crude nel mondo dei maghi, ma non era ancora venuta a contatto con tutti i loro marchingegni medici incantati. Ma le piaceva quel mondo, le piaceva un sacco quel mondo magico e con James accanto, era sicura, sarebbe riuscita presto a sentirsene pienamente parte.

La giovane infermiera annuiva ritmicamente, poi lasciò andare il polso di Lily e prese a visitarla velocemente. Le fece cacciare fuori la lingua, facendo luce nella sua cavità orale con la bacchetta, mentre come sempre la penna scriveva senza sosta su quella che doveva essere la sua cartella. Quindi fece allontanare James, le visitò la microscopica ma dolorosa ferita sul petto, ferita che ormai era quasi completamente guarita, controllò un paio di altre cose quindi si staccò da Lily. Con un colpo deciso della bacchetta, l’ennesimo, fece aprire la porta ed entrare un vassoio medico sospeso per aria. Per un attimo le grida della discussione non ancora placata tra Sirius, Remus, Peter e il malcapitato infermiere riempirono la stanza, ma si smorzarono di nuovo appena la porta si richiuse.

“Bene, signorina Evans, le devo fare una piccola iniezione, poi somministrarle una medicina per via orale e per oggi può solo riposarsi.

Lily spalancò gli occhi alla parola puntura, come una bambina timorosa strinse la mano di James, facendo sorridere sia il ragazzo che il vecchio Preside di Hogwarts, appena l’ago della siringa si infilò nel suo avambraccio, proprio accanto ad un altro ago già conficcato, che probabilmente le portava nutrimento. Una flebo, semplice stile babbano, se non fosse stato che nessuna cannuccia conduceva il liquido incolore dalla bottiglia, che volteggiava a mezz’aria, all’aghetto nel suo braccio.

Quindi fu il turno di trangugiare una disgustosa ma irrifiutabile medicina al gusto di cavolo, poi l’infermiera fece per andarsene.

“Aspetti… mi scusi, ma fra quanto tempo potrò... per quanto dovrò restare qui…” domandò Lily, esitante. Stava per chiedere quando sarebbe potuta tornare a casa, ma si corresse all’istante… Dove sarebbe tornata? Con i suoi genitori? Aveva l’impressione di essere stata via di casa per così a lungo…

L’infermiera le rivolse un sorriso rassicurante “Per il momento è ancora molto debole signorina, non credo che il Dottore acconsenta alle sue dimissioni. Almeno altri quattro o cinque giorni… e poi riposo assoluto.” quindi fece un cenno di saluto col capo e se ne andò.

James fece per obiettare, avrebbe voluto riportarla a casa con sé, di certo anche se stava da Sirius, non avrebbe arrecato alcun disturbo, anzi! Ma l’infermiera si era già volatilizzata. Stava per rivolgersi a Silente quando la porta si spalancò di botto, riversando nella stanza Remus, Sirius, Peter e gli appena sopraggiunti Amy e Franck. Tutti e cinque circondarono il letto della ragazza, festosi.

Amy fu la prima a gettarle le braccia al collo, ma Sirius la scansò lesto, prendendone il posto.

“Lil, accidenti ce ne hai messo di tempo per svegliarti, eh?” fece Remus, chinandosi per scoccarle un bacio sulla guancia, appena prima di Peter.

“Lontano…” mormorò James, scherzosamente ingelosito.

“Ragazzi, Lily ha bisogno di tranquillità e riposo… così la devasterete, un po’ più di tatto…” ricordò a tutti loro Silente.

Immediatamente si staccarono di lei, quasi come fosse fatta di cristallo, con la pura di spezzarla.

Restarono a salutarla, festosi e gioiosi, parlando con lei, ridendo, come se non si fosse mai allontanata, come se i meravigliosi giorni di Hogwarts fossero ritornati.

E poi a poco a poco se ne andarono, finchè un dispotico dottore non arrivò a cacciare via anche Sirius e James, gli ultimi rimasti.

“Ci vediamo domattina, non divertirti troppo senza di me, intesi?” si raccomandò James, con un bacio sulla fronte.

“Si babbo, -replicò scherzosa- ciao Siri!” e i due ragazzi uscirono dalla stanza.

Babbo… e mamma…

Sentiva terribilmente la mancanza dei sui meravigliosi genitori. Che cosa avrebbero pensato di lei? L’avrebbero odiata? Ma poi, perché… Eppure sentiva di non essere la persona innocente che era, solo non ricordava…

E poi… Alzò un braccio nel tentativo di fregarsi gli occhi assonnati, quello rimasto libero da flebo bizzarre e non torturato con aghi di puntura, il braccio sinistro.

Seppure nella semioscurità, quello sbiadito Marchio Nero sul suo polso la investì di una piena, amara e colpevole consapevolezza. Consapevolezza di cosa era stato di lei negli ultimi mesi, di cosa era diventata e cosa aveva fatto. Anzi, cosa non era riuscita ad impedire a sé stessa di fare…

Una lacrima amara le scivolò lungo la guancia pallida, lacrima che la sua mano tremate non riuscì a scacciare, e si addormentò in un sonno scandito da passati ricordi felici perturbati da incubi.

Quando la mattina seguente si svegliò fu immensamente sorpresa di trovare quelle due persone stupende che le erano mancate tanto, che al contempo aveva timore di rivedere: i suoi genitori.

Rose e Clarck stavano ai piedi del suo letto, ansiosi di vederla finalmente sveglia, sorridenti e anche un po’ commossi. Vedendola aprire gli occhi, la madre quasi singhiozzò. Con una serie di passi veloci, presto fu presso la figlia, che catturò in un grosso e caloroso abbraccio, baciandole ripetutamente i capelli, senza quasi darle la possibilità di respirare.

Anche il babbo le si avvicinò presto, la abbracciò forte baciandole una guancia. A Lily venne voglia di piangere. Possibile che non sapessero nulla di cosa aveva combinato? Forse mamma era possibile che cercasse di non pensarci, ma papà avrebbe dovuto arrabbiarsi di sicuro. Probabilmente, si disse, erano all’oscuro della questione. Eppure non potè evitare di piangere, riabbracciandoli.

“Mamma… Babbo…” mormorò ancora frastornata. 

La donna dai capelli rosso scoro, come i suoi, le sorrise annuendo “Come ti senti, bambina mia?” domandò asciugandosi una lacrimuccia di commozione.

Lily si limitò ad annuire, forzando un sorriso. Come avrebbe detto loro tutto quello che era successo?

“Ci sei mancata così tanto… Poi, ti sei persa il fidanzamento ufficiale di Petunia… lei se l’è avuta così tanto… Ma abbiamo registrato ogni singolo istante della festa, così potrai ridere vedendo Vernon nel suo completo da becchino, come dici tu!” spiegò, sorridendo.

Lily ridacchiò, si era davvero persa una scena incredibile! Una risatina da un angolo remoto della stanza immersa di luce, poi, catturò la sua attenzione. Anche James, era stato lui a ridere, probabilmente si stava immaginando Vernon, che aveva scorto solo in una rara occasione, scoppiare dentro il suo vestito della domenica. Era sereno e rilassato, felice di vedere che tutto era davvero tornato a posto, almeno così gli sembrava. Era andato la sera stessa a casa di Lily, ad avvertire i genitori, con cui si era sempre tenuto in contatto. Per tutto quel tempo, si era sforzato di comunicare loro tutto, di spiegare come le cose stavano davvero, e anche loro avevano sofferto con lui per la loro più giovane figlia. Aveva visto Rose piangere accanto al suo letto, dopo che Lily era stata ricoverata, con la paura di non vederla più risvegliarsi, e Clarck in ansia come non lo aveva mai visto, sapeva cosa stavano passando. Salutò Lily con un cenno della mano, silenziosamente uscì dalla stanza decidendo saggiamente di lasciarli soli.

“Ehi, Siri! Meglio se passiamo più tardi, si è svegliata ora ma credo che le farà piacere restare con i suoi genitori…” spiegò James a Sirius, che stava percorrendo a falcate ansiose il corridoio dell’ospedale in direzione della camera della ragazza.

“Oh… bè, credo sia giusto… ti va di fare un giro?” prose l’altro mostrando un paio di chiavi, attaccate ad un bizzarro portachiavi a forma di traghetto animato.

“Da quando hai una macchina?” domandò James perplesso.

Sirius scosse la testa con un sorriso divertito “Ma non ho nessuna macchina, mio caro…”

James si fece curioso e seguì veloce l’amico, fuori dall’edificio pulito, arieggiato e luminoso. Cosa diavolo aveva combinato questa volta, Sirius Black?

Scorrazzò nel “parcheggio”, tra normali macchine babbane, biciclette e vari mezzi incantati, tutta una serie di scope dai vecchi modelli fino all’ultima Scopalinda Plus, Sirius scartò a destra, verso un anfratto buio, con un s9orriso compiaciuto. James fu attirato da tutta una serie di bagliori metallici, iniziava a immaginare cosa sarebbe comparso di lì a poco. Fece un altro passo e si ritrovò di fronte un’imponente motocicletta rosso vivo e argento che era uno splendore. Vide gli occhi di Sirius luccicare di brama e gioia mentre con un cenno del braccio e un “Tadan!” gliela mostrava. James spalancò le fauci incredulo, meravigliato e attratto da quella meraviglia.

“Questa poi… Una moto! Dove l’hai presa, Siri, che sei povero in canna?” domandò accarezzandola con delicatezza, facendo scorrere un dito sul manubrio (Ma si chiama così? Io e i motori… Oo’’’ NdLy) in metallo luccicante.

Sirius, se possibile, ingigantì ancora di più il suo sorriso “Me l’ha data Mund, proprio questa mattina! Era sua, ma a quanto pare a Ghiana non va proprio giù che se ne vada in giro a fare prodezze con questa bellezza, credo sia gelosa, –e fece un occhiolino all’amico- così ha ritenuto opportuno regalarla direttamente a me! Andiamo, ti porto a fare un bel giro per i cieli di questa cittadina! Tanto è possibile inserire il turbo invisibile!” spiegò mondando a cavallo e invitando James, ancora estasiato, a sedersi dietro di lui.

E non se lo fece ripetere due volte! Con un balzo si fiondò in sella, aggrappandosi all’amico che iniziava a decollare.

Scorrazzare a quella velocità e a quell’altezza, senza la paura di essere scorti, rendeva tutto quanto ancora più meraviglioso. Ad entrambe fece provare un’immensa nostalgia per il Quidditch, cui non si dedicavano da diverso tempo, così alla fine atterrarono proprio nei pressi di un campetto, affittando un paio di scope e impegnandosi in qualche lancio appassionato. Finirono poi lunghi distesi sull’erba corta, senza fiato, lanciandosi in consueti discorsi da uomini.

“Mi piacerebbe rivedere MJ…” dichiarò James.

Sirius storse il naso “E’ solo una saputella. -decretò, decisamente tra i due non era corso buon sangue- E pensare che le ho salvato la vita, non mi ha nemmeno ringraziato.”

James lo fissò a metà tra i divertito e il perplesso “Ma… Mi dici come diavolo avrebbe potuto? Era priva di sensi quando Remus l’ha portata va, quella sera, e poi Silente l’ha portata con urgenza a Hogwarts, per tenerla al sicuro finchè non si sarà trovata una soluzione.” gli ricordò.

Sirius alzò le spalle, vago “Bè, comunque è un gran bel pezzo di ragazza, dai… Anche se è troppo pungente per i miei standard.” confessò con un sorrisetto.

James gli rifilò un piccolo pungo “Ehi, latin lover, vedi di tenere giù da lei i tuoi tentacoli, chiaro? Ti sei fatto un po’ troppo donnaiolo ultimamente, non voglio che Mary Jane entri nella tua sventurata lista della spesa… E comunque, stai riflettendo sul tuo comportamento?”

Sirius parve irritarsi “Ehi, la mia vita la vivo come voglio! Non mi pare di andare in giro a obbligare o maltrattare nessuno, no? Ti ricordo che quelle ragazze escono con me di loro spontanea iniziativa! E comunque, chi la vuole quella! Solo perché l’ho guardata un istante ci ho quasi rimesso la vita!”

James alzò le spalle “Come vuoi tu, casanova.”

“Esatto, come voglio io, uomo ammogliato.” lo prese in giro.

James rise “Se prima ti avrei dato un pugno, per questa battutaccia, ora ti posso solo dire che sono felice che sia quasi così…” tirò un leggero sospiro. Era bello poter ancora ridere e scherzare su di lui e Lily.

Sirius annuì “Già, andrà benissimo…” lo assicurò.

James sbuffò “La vedo un po’ turbata, però… Anche stamattina, dormendo, non mi sembrava la mia Lily rilassata. So quando fa sonni tranquilli, ho passato ore ad osservarla nel sonno, quasi adorandola, forse sono pazzo!” ridacchiò di sé stesso, ricordando le belle notte estive passate da lui, notti in cui lei si addormentava spesso nel suo letto, semplicemente stando abbracciata a lui, senza bisogno di altro.

Sirius si tirò su, rimettendosi a sedere “Bè, devi capirla, credo che non sia stata una gran bella esperienza per lei.”

Già, questo lo sapeva bene anche lui, ma la conosceva e sapeva che c’era dell’altro “Si, naturalmente, ma la conosco troppo bene, Siri. Temo che si colpevolizzi, che non riesca a perdonare sé stessa…”

Sirius battè una mano sulla pacca della spalla “Dai, starà a noi aiutarla in questo, ora… stiamole vicino, sentendosi accettata riuscirà ad accettare a sua volta!” suggerì.

James annuì, consapevole. “E tu da quando che sei così filosofico? Stai seguendo qualche bizzarro corso di pratica zen o è tutta farina del tuo sacco?” lo prese in giro.

Sirius sfoderò un sorriso da prima pagina, “Non sono mica l’ultimo degli scemi, io!” gli ricordò.

James gli diede una piccola gomitata, rimettendosi in piedi “Certo, sei il re degli scemi, tu!” e ridendo tornarono in sella alle proprie moto, diretti di nuovo verso San Mungo.

Tornando presso la stanza di Lily la trovarono piena di persone, c’erano Remus e Peter, Arabella, Mund, la professoressa Mc Granitt e Silente.

Da che Lily si era svegliata la stanza era stata un via vai di visite felici e allegre di riabbracciarla, c’erano fiori e scatole di cioccolatini in ogni angolo, senza contare i pupazzetti animati che gironzolavano per la stanza. Fecero quasi fatica ad entrare, nella piccola cameretta, quando James e Sirius ne varcarono la soglia.

Ehi, ehi! Lasciatemi un pò di spazio per raggiungere la mia ragazza!” obbiettò James, cercando di raggiungere il letto.

“Siamo un po’ troppo gelosi, eh?” lo punzecchiò Mundungus.

Lily fece una linguaccia a James. “Adesso vuole la sua ragazza, eppure la scorsa estate l’ho visto io a Diagon Alley, farsi consolare dai bei sorrisi di una sconosciuta, in Circe Street…” rispose un po’ acida, infastidita dal ricordo dell’evento.

James strabuzzò gli occhi, con fare interrogativo “Ma… di che parli? Circe Street, Mund è dove stai tu…” l’interpellato alzò le spalle, cosa ne poteva sapere lui?

Guardò Lily, che parve stizzita “Bè, una bella biondina dal sorriso al miele… un paio di giorni dopo che noi… bè, dopo che abbiamo… em, litigato…” confessò un po’ imbarazzata, per via delle diverse paia di occhi che la guardavano curiosi.

James scoppiò immediatamente a ridere “Un pomeriggio al tramonto, forse? –Lily annuì, irritata, James rise ancora di più- Ahah! Ma era Ghiana! La ragazza di Mund… Non che mia ex istruttrice di Smaterializzazione…”

Lily si fece all’improvviso piccola piccola… arrossendo vistosamente, mentre diversi sorrisi lieti si dipingevano sulle labbra dei presenti e Mund e Sirius si sbellicavano delle risate. Poi saggiamente si smaterializzarono uno dopo l’altro, salutando e assicurando Lily sul fatto che il giorno dopo sarebbero di nuovo, sicuramente passati.

James pareva non voler assolutamente smettere di ridere. Lily sembrava sempre più stizzita. Alla fine, con un sonoro colpo di tosse, il ragazzo si decise a riprendere un certo contegno, seppur lasciando immutato un sorriso soddisfatto sulle belle labbra rosse.

“Uh, a quanto pare sei gelosa di me!”

Lily sbuffò, voltandosi dalla parte opposta e immergendosi sotto le lenzuola. Poi una mano gentile le accarezzò una guancia, facendola sorridere, l’inconfondibile tocco di James, che sortiva sempre lo stesso effetto.

“Ehi, non fraintendermi, la cosa mi fa più che piacere… Non sei mai stata particolarmente gelosa di me…” le fece notare con una punta di tenero dispiacere.

Lei mosse appena le spalle “Non me ne hai mai dato motivo, in realtà… colpa tua!” e gli riservò un’adorabile linguaccia. Anche se… forse apertamente non lo sono mai stata, ma sapessi che fastidio ogni volta che, ad Hogsmeade, andavamo ai Tre Manici di Scopa! Quella Rosmerta! E poi, a volte mi dava molto da pensare anche il fatto che, ad Hogwarts, tutti quanti fossero pazzi di te…” gli confessò.

James non trattenne un’altra risatina. “La mattina delle confessioni?”

Lei annuì vagamente “Bè, le cose vanno sempre dette, no? Siamo sempre stati sinceri noi due…” poi si rimise a sedere.

James sospirò, certo erano sempre stati sinceri, in ogni occasione. Ma allora diceva sul serio quando, mesi prima, aveva detto di non amarlo più? Di non voler più stare con lui? Eppure ora… glielo doveva chiedere. “Lil, lo pensavi davvero, quella volta che te ne sei andata, quello che mi hai detto?”

La rossa si rabbuiò. Non era bello ricordare quel periodo, ma era parte di loro, nel bene e nel male, e andava affrontato. “No, non ho mai pensato una singola parola di quello che ti ho detto quella sera… Ero un po’ a terra, e ho sbagliato. In realtà me ne sono pentita praticamente subito, ma poi…” e il suo viso si fece scuro, mentre prese a torturarsi il labbro inferiore, mordicchiandolo dolorosamente.

James le mise una mano sulla spalla, richiamando la sua attenzione, “Ehi Lil, non ci pensare neanche per un istante… non è stata colpa tua, assolutamente.”

Lei annuì distrattamente, non era il caso di dargli così tanti pensieri, in quel momento. Poi si ricordò di doverlo ringraziare, per tante cose… “James, grazie per tutto quello che hai fatto.. per aver creduto in me, per aver parlato con i miei genitori… ho avuto paura che mi avrebbero odiata…”

“Era il minimo, per te…”. Rimase con lei ancora per un po’, semplicemente tenendola per mano, poi fu praticamente costretto dai medici a lasciarla sola per un po’ di riposo.

Si era appena fatta sera, Lily se ne stava rilassata nel suo letto pensando a quanto le sarebbe piaciuto, finalmente consumare una buona cena, quando la porta si aprì nuovamente, portando una visita inaspettata.

Velocemente, e non senza un bel po’ di sofferenza, la ragazza si tirò su a sedere, passò una mano nei capelli poco presentabili e cercò di sistemarsi la camicina da note, tutta stropicciata “S-signor Potter! Em… buona sera!”

Lui si avvicinò, abbozzando quello che doveva essere un sorriso, facendo poi un cenno col capo “Buona sera, Lily… Come ti senti?”

Lei annuì “Em… James le avrà affermato che sto già molto meglio…Grazie!”

Lui scosse il capo “No, in realtà è diverso tempo che James se n’è andato di casa, ora sta con Sirius Black. Ho saputo di questa storia da Arabella. Sai, sua sorella maggiore era nella mia squadra di Quidditch, a Hogwarts, la conosco bene! E poi conosceva mia moglie…”

Lily annuì, un po’ a disagio. Non aveva mai avuto con Jervis Potter una conversazione degna di questo nome, poi non sapeva nulla di quello che era successo con James, la cosa la turbava. Ma capì che forse il ragazzo, come lei, in quel momento delicato non se la sentisse di turbarla.

Calò un leggero silenzio, un po’ imbarazzato, tra i due muti interlocutori. Però forse Lily poteva parlargli, ricordava, ricordava benissimo ogni singola volta che in quel periodo di morte aveva sentito parlare di Margareth Potter, sapeva bene cosa era successo, attorno alla sua morte. La morte della madre, che era proprio la questione per cui il rapporto tra James e suo padre era inevitabilmente naufragato troppi anni prima. Era la ragione di quel freddo e doloroso silenzio, di quella innaturale incomprensione famigliare.

“Signor Potter, io…”

Ma lui la interruppe “Chiamami Jervis, ti prego…”

Lily sorrise vagamente, annuendo un po’ in imbarazzo. “Em, signor Jervis, non vorrei sembrarle invadente, ma credo che debba parlare con James… Tutto l’astio e l’incomprensione che c’è tra di voi non ha motivo di esistere… Le cose non stanno come credevate entrambe…”

Lui si fece pi serio e greve “Che cosa vuoi dire?”

Lily si grattò una guancia un po’ in imbarazzo, non sapeva se fosse il caso di parlargliene, forse era compito di James, rivelare quelle cose al padre, avrebbe avuto un buon pretesto per parlare con lui. Tuttavia lo conosceva, era troppo orgoglioso, avrebbe finito per litigarci un’altra volta, non lo voleva di certo. “Io… lei sapeva che sua moglie, prima di lei, aveva avuto una storia con un certo Tom Riddle?”

Jervis parve irritarsi nell’udire quel nome. “Si, lo so… Dopo che Margareth ha terminato Hogwarts lo ha frequentato per diversi anni… Ma poi se ne è allontanata. Margareth era una creatura del bene, era un’auror meravigliosa -i suo occhi brillavano di orgoglio ammirazione e forte affetto, parlando della moglie- Mi disse che quell’uomo aveva qualcosa di malvagio. Poi lui è sparito dalla circolazione. Magari ad Azkaban, trafficando troppo con le arti oscure.”

Lily scosse il capo, dolente. “No, Tom Riddle è ancora in giro, purtroppo, solo ha cambiato nome… Conoscerà di certo… -esitò, brividi di terrore le scesero lungo la schiena, scotendola leggermente- …Lord Voldemort…”

Gli occhi del signor Potter si spalancarono smisuratamente, dalla sua espressione sconcertata era facile capire che non credeva alle proprie orecchie.”Ma… “ eppure non trovava per replicare. La sua Margareth, era stata per diverso tempo l’amante di quella creatura diabolica.

Lily si affrettò a tranquillizzarlo “Non mi fraintenda… prima non era così… Era solo oscuro, ma non ancora così malvagio… Poi… signore, la cosa che deve assolutamente sapere è che… Margareth, lei non si è tolta la vita, è stata catturata e… spinta a farlo.”

Il mondo sotto i piedi dell’uomo crollò frantumandosi in mille piccoli pezzi che gli trafissero il cuore. La sua dolce Margareth era stata uccisa, gli era stata portata via. E si era colpevolizzato per tutti quegli anni, aveva colpevolizzato anche suo figlio… James… Forse era arrivato il momento di fare un discorso, senza litigi e insinuazioni…

Strinse gli occhi lucidi, prendendo un profondo respiro “Ho capito che cosa hai cercato di dirmi, Lily. Grazie.”

La salutò con cenno del capo e uno stiracchiato sorriso, avviandosi verso la porta. “James, è una persona fortunata ad avere te. E’ un’ottima persona se è riuscito a conquistarti, Lily Evans.”

Lily annuì un po’ amaramente, “Si, credo che sua moglie lo abbia sempre saputo, e sia sempre stata fiera di lui, di entrambi…”. Poi salutò l’uomo che se andò chiudendo la porta dietro di sé.

Il suono del campanello risuonò per le diverse disordinate stanze della casa di Sirius, James se ne stava buttato sul tavolo disputando una partita a scacchi contro la scacchiera, per la terza volta, reclamando una rivincita che non sarebbe arrivata. “Siri, il campanello!” fece notare all’amico.

Ma Sirius era troppo impegnato a farsi bello, per la sua ultima conquista. “Bè, vai a vedere chi è! Non vedi che sono impegnato? Questi capelli stasera sono un disastro…E questo specchio mi ha proprio snervato!” fece vanitoso mentre litigava con la sua immagine riflessa che non voleva saperne di smettere di fare versacci e scappare in ogni angolo.

“Aspettami qui, e niente mosse illegali…” disse alla scacchiera, avviandosi alla porta. Non notò che quella fece subito sparire uno dei suoi pezzi in posizione pericolosa.

“Si, chi è?” domandò aprendo appena l’uscio.

La sorpresa fu grande ritrovandosi davanti suo padre. “Papà? –fece sorpreso, poi il suo tono mutò- Che cosa vuoi?” fece aprendo la porta, battendo nervosamente un piede a terra.

L’uomo lo guardò dritto negli occhi, senza esitazioni “Chiederti scusa…”

La cosa colse James di sorpresa, dire che rimase di stucco sarebbe riduttivo. “C-come?!”

Il padre seguitò a guardarlo dritto negli occhi, senza esitare “Mi spiace di averti colpevolizzato per tutti questi anni… Ora so come sono andate le cose, sono stato a trovare Lily…”

“Lei doveva restare a riposo! Non dovevi farle pensare a quello che ha passato, che cosa le hai chiesto, eh?” scattò nervosamente.

Ma il padre rimase calmo, in una delle situazioni precedenti strenne iniziato l’ennesimo litigio. “Io proprio nulla. Sono solo passato a trovarla, lei mi ha raccontato tutto di sua spontanea iniziativa. E’ una ragazza forte e meravigliosa, come lo era tua madre.”

James si morse un labbro “Lo so…Ti ha detto che mamma…”

“Si… Mi ha fatto capire tutto, anche che non si può non essere fieri di te, al contrario di quello che ti ho sempre detto.”

A James non parve vero di sentire quelle parole. Lo guardò allibito “…” senza trovare le parole da dire.

“Sei una persona eccezionale, io non sono riuscito a capire, aiutare e salvare tua madre, tu invece sei riuscito a riprenderti la tua Lily. Hai la stoffa di Margareth, non posso che essere fiero di te, come lo sarebbe anche lei, ora lo so.”

James gli sorrise “Grazie…” riuscì solo a mormorare.

L’uomo battè una pacca di incoraggiamento e di orgoglio sulla spalla del figlio, erano entrambi consapevoli di quanto fosse tardi per gli abbraccio, impossibile rimediare ormai. Forse era impossibile recuperare il rapporto di padre e figlio, troppi anni erano passati e troppa distanza si era creata tra loro, ma finalmente erano riusciti a parlarsi e chiarirsi. L’astio che c’era prima tra loro si era dissolto, ora c’era più comprensione, fiducia e stima da uomo a uomo, come due amici.

“James, io parto. C’è una piccola filiale della mia azienda in Portogallo, credo che mi ci troverò bene lì. Tua madre amava Lisbona. Potrò continuare a dirigere lì e mantenermi tranquillamente. Ti lascio ogni cosa, qui. Liquido l’azienda, tutti i soldi ricavati e quelli che ci sono già alla Gringott sono tuoi. Venderò anche la casa… Credo sia ora di ricominciare, non rintanarsi nelle vecchie stanze vuote di quella immensa tenuta. C’è una piccola proprietà, lasciata da una tuo antenato, è una casa abbastanza grande, credo piacerà a te e Lily, a Goldrick’s Hollow.”

James cercò di obbiettare, non era certo il figlio di papà disposto ad accettare tutto quanto…”Io non…”

Ma Jervis lo zittì “Oh, non è un modo per guadagnarmi la tua riconoscenza, né per ovviare a tutti gli anni in cui non sono stato presente, è solo che non riuscirai a mantenere una famiglia con lavoretti saltuari, mentre sarai occupato con Silente e gli altri. Diciamo che è lo stipendio di una vita anticipato, il compenso per fare del bene gratuitamente. Ora, hai una vita davanti, vivila nel migliore dei modi. Buona fortuna, figliolo.” una nuova pacca e si voltò di spalle, allontanandosi dall’uscio.

“Anche a te, papà.Grazie per avermi fatto capire che non è mai troppo tardi. Buona vita!” gridò alle sue spalle. Rimase a guardarlo allontanarsi.

Ora ufficialmente iniziava la sua nuova vita. Non una fine, quell’allontanamento, ma un inizio. L’inizio della vita che avrebbe costruito con le sue mani, ormai era quasi un uomo, ed era perfettamente in grado di farlo. Per lui, per la sua Lily.

Erano trascorsi un altro paio di giorni. Quella mattina, James era ancora a casa di Sirius, Godric Hollow non era esattamente la casetta pronta all’uso che s era immaginato, il giovane Potter era tutto festoso, si era arrabattato a fare ordine nella dimora del caos che era la casa di Sirius: Lily sarebbe stata dimessa proprio quel giorno.

“Maledizione! Ma dove diavolo si è cacciato Remus, Siri?” imprecò inciampando in un abbandonato paio di pantaloni.

Sirius, dal canto suo, non se la passava meglio, sommerso dai libri impolverato crollati da una misteriosa e dimenticata libreria. “Non ne ho idea! Ultimamente non è mai a casa! Io dico che c’entra una donna… Saranno due mesi che mi pare su un altro pianeta…”

“Si, tu hai la fissazione per l’altro sesso, dai!” lo prese in giro l’amico.

Intervenne anche Peter, appena rientrato con un esercito di buste della spesa che volteggiavano a mezz’aria “No, mi sa che Sirius ha ragione, un paio di settimane fa l’ho visto, ma lui non si è accorto di me, passeggiare mano nella mano con una sconosciuta mica male… All’inizio mi era quasi sembrata Arabella! –ridacchiò- Però aveva i capelli lunghi, ed era un tot più giovane! E aveva anche qualcosa di famigliare… mah…”

“Che ti dicevo? Dovremo fargli il terzo grado…” sentenziò, gli altri annuirono.

E infine, riuscito a districarsi dal casino di quel luogo, che non pareva più nemmeno lo stesso dopo che l’ebbero ripulito, James corse veloce verso San Mungo, ansioso di riportare Lily a casa.

La trovò in camera sua, che faceva lentamente la valigia. Si fiondò apprensivo su di lei! “Lil! Che fai!?”

La rossa fece un salto per lo spavento di vedersi piombare qualcuno alle spalle “Jamie!? Stavi per farmi venire un infarto!” lo ammonì.

Lui la abbracciò, ancora nella sua camicia da notte chiara. “Scusami, solo non dovresti affaticarti così! Lascia fare a me!” poi le diede un bacio.

“Non trattarmi come la principessa sul pisello, ti prego! Non sono menomata!” gli ricordò un po’ infastidita.

Lui annuì

“Oh… già.” constatò. In effetti anche lei era stufa dell’ospedale, delle viste, delle minestrine disgustose e degli orari da bambini. Non vedeva l’ora di andarsene. Sarebbe stata da Sirius, con James e Remus. Buona soluzione, pensò, così avrebbe potuto finalmente riassaggiare gli adorati manicaretti di Remus. James non le aveva ancora parlato della loro nuova dimora, pur avendole raccontato della visita del padre.

Lui prese tutti i bagagli e con mezzi convenzionali, Lily era ritenuta ancora troppo debole per una smaterializzazione, raggiunsero il bel paesino campagnolo.

Lily fu sorpresa di trovare tanto ordine in quella casa che aveva immaginato come un vero pandemonio.

“Bè, in realtà negli ultimi due giorni ci siamo quasi uccisi cercando di risistemarla…” confessò Peter, divertito.

Lily ridacchiò immaginando i quattro ragazzi in versione donna delle pulizie. Tutta via fu lusingata di tanto sacrificio solo per il suo arrivo.

Avevano anche organizzato un festicciola d bentornata. C’erano tutti quanti, tutti allegri e felici di riaverla casa.

Tuttavia era ancora turbata. Non riusciva a rimuovere quel peso sulla coscienza e le gentilezze degli altri non facevano che aumentarlo. Ma cercò di nasconderlo, dentro di sé.

“Lily, sei molto forte e intelligente. Quando ti sarai rimessa, ci farà molto piacere riaverti nel nostro gruppo…” le invitò Mundungus, con il consenso di Arabella, Silente e tutti i presenti. Si ricordò di quel periodo buio e cupo… Un pensiero la colse improvvisamente… C’era una ragazza, quella ragazza… Lei era diversa da tutti gli altri…

“Albus, c’era una ragazza tra quelle schiere di Mangiamorte… Lei… si occupava di me. Era diversa… Ne sono sicura, per quanto faccia fatica a ricordare…”

Il preside annuì, richiamando poi l’attenzione dei presenti “Si Lily, noi tutti abbiamo già avuto il piacere di conoscere Mary Jane… tu non ne sei a conoscenza, ma è una nostra spia, infiltrata tra le schiere di Voldemort… O per lo meno lo era. Si è esposta troppo durante l’ultimo scontro, lei ci ha suggerito come riportarti a quello che sei veramente. Ma Voldemort non è sciocco, si è accorto di lei. Ora, non è a Hogwarts, come tutti voi potete pensare, persona si è fatta sua Custode Segreto, ora è al sicuro, in una zona protetta.”

Alcuni tra i presenti videro gli occhi di Silente indugiare su Sirius, prima, e su Remus poi. Remus annuì. Sia James che Sirius si domandarono il perché di quel gesto.

“Presto vi farò conoscere Lysandra (Grazie mille a Ran, ^3^ E’ suo il suggerimento di questo personaggio…), che oggi non può essere qui.”

Gli occhi di Sirius, James, Peter e Lily si spalancarono. Appena il preside ebbe finito di parlare diedero addosso all’amico “Quella Lysandra? Quella di Corvonero con cui stavi al settimo anno?” domandò James, facendosi portavoce del curioso gruppetto.

Remus, imbarazzato, si trovò costretto a confessare. “Ok, vi racconterò tutto. Bè, che io e Lys ci siamo lasciati prima delle fine della scuola, lo sapete tutti, ma che ci siamo rivisti quest’inverno, no. Bene, ero passato da Arabella, e ho scoperto che c’era in visita la sua graziosa nipote… Lysandra. Una bella sorpresa. Siamo usciti un paio di volte e… Bè, ora stiamo di nuovo assieme…” confessò.

Sirius pareva indignato. “Bell’amico! Se non ti chiedevamo nulla, tu niente ci dicevi, eh?”

Remus tentò di difendersi, mentre tutti parevano avercela scherzosamente con lui “Ma dai! Solo che in questo periodo, con tutti i problemi che abbiamo avuto, non mi pareva il caso di parlarvi delle mie relazioni!”

Lily annuì “Sei sempre stato il più saggio, Remus! Bè, faccela rivedere Lysandra, era una ragazza molto carina e simpatica!” lo ammonì.

Lui annuì, sollevato. “Certo!”

James se ne stava buttato sul letto di Lily, mentre la ragazza si concedeva una doccia tranquilla rilassante. Quando rientrò in camera, si sdraiò accanto a lui, aggrappandosi ad un suo braccio, ma evitando di guardarlo in volto.

“Sono contento che tutto si finalmente tornato come una volta… La mia Lil è forte, lei è in grado di superare ogni cosa…” con un bacio el diede la buonanotte e si congedò.

Forte… già, lo era diventata. Oh, se era potente! Sapeva destreggiarsi con ogni sorta di incantesimo, dal più innocuo al più mortale…

Quella notte, nel suo letto, nella stanza che James aveva preparato apposta per lei, non riuscì a chiudere occhio… Nella sua mente continuavano a susseguirsi le immagini terribili di quello che aveva fatto. L’uomo che aveva ucciso a sangue freddo, tutte quelle persone in quel locale… Aveva anche torturato il suo James…

Era tutto così pensante da sostenere… Tutto così difficile da dimenticare…

Quando era sola, come in quel momento, poi era ancora più dura.

I ragazzi erano tutti da Mund, ma Lei era ritenuta ancora troppo debole, “Meglio se resti qui a riposare, torneremo presto!” le avevano detto.

Ed era rimasta, sola con le sue colpe…

Quando James tornò a casa, assieme a Sirius e Remus, la prima cosa che fece fu correre nella sua stanza. Ogni istante lontano da lei era un istante senza colori.

Ma era vuota… Magari si stava facendo una doccia, ma in nessuno dei bagni riuscì a trovarla. Il cuore prese a battergli più forte, non era in nessuna di quelle dannate stanze, né era fuori in cortile o in nessun’altra parte.

La prima cosa che pensò fu la peggiore: Voldemort era tornato a riprendersela. Ma una pergamena sulla sua scrivania screditò la sua nera ipotesi.

Ciao James,

Forse penserai che sono una stupida, ti arrabbierai quando tornerai e non mi troverai qui… Ma è per evitare questo che ora ti sto scrivendo queste righe.

Voglio che tu capisca, Jamie, non sto scappando da te, da tutti gli altri! Soprattutto da te che mi sei la cosa più cara al mondo… Sto fuggendo da me stessa per ritrovare me stessa.

Lo so che è un paradosso e che ai più può sembrare senza senso, ma nei fatti le cose stanno proprio così.

“Devo uccidere la parte sbagliata di me!”, è stata la prima cosa che ho pensato, ma è impossibile, non si può uccidere il passato anche se non è dipeso da me.

Allora ho capito, ho capito che la cosa da fare non è distruggere, cancellare, ma accettare… Solo quando sarò riuscita ad accettare tutto quanto potrò non odiare me stessa e accogliere il perdono che mi è già stato concesso ma non riesco a comprendere.

Non so come farò e non ho idea se ci riuscirò, ma mi sforzerò di farlo, te lo prometto!

Lo farò perché voglio guardare ancora nei tuoi occhi e, come una volta, sentirmi a casa. Non sporca e colpevole come ora.

Fino ad allora, te ne prego davvero James, non cercarmi e non pensarmi, ti scongiuro.

Spero davvero di riuscire a tornare alla vita, con te. Io VOGLIO stare con te, con tutti voi…

Sinceramente tua, ti amo…    Lily

James strinse convulsamente quella pergamena, perché stava ancora succedendo tutto ciò?

“Come posso non pensarti e restare qui come uno scemo, Lil!?” gridò con rabbia e rammarico, dando un calcio ad un cuscino a suoi piedi.

Si sentiva di nuovo impotente, non era riuscito a farla sentire bene. Però… lei voleva… lei stava cercando…

Arrivarono sia Sirius che Remus, attirati dalle sue grida.

“Che succede?” domandò sorpreso il biondino.

James diede loro le poche righe di Lily. Bastò uno sguardo per comprendere tutto, per comprendere quello che stava provando.

“Lasciala andare, aspetta qualche giorno come ti ha chiesto. Lei non sta scappando, lei vuole stare con te, James…” suggerì Remus, mettendogli una mano sulle spalle.

“Non credo sia così semplice…” suggerì Sirius, lui per lo meno, pensò, non ci sarebbe mai riuscito.

James strinse forte i pugni “Io… lo so! Io ho fiducia in le, ne ho sempre avuta tanta… aspetterò, ma non credo riuscirò a farlo a lungo.

I due giorni che seguirono furono per James i più lunghi di tutta la sua vita. Cercò di tenersi occupato, sistemando quella che sarebbe stata la loro nuova casa. Già, perché Lily sarebbe tornata! Lui ne era sicuro, lo sapeva bene!

Ed era tutto pronto, ora… Tutto c’era in quella casa ora. Mancavano solo le cose di Lily, quelle le avrebbero portate assieme, quando sarebbe tornata, sollevata e solare come la conosceva. Ma erano passati tre giorni da quel cupo pomeriggio.

Nella sua nuova camera di letto, James guardava senza espressione la pioggia cadere copiosa fuori dalle finestre. Un temporale primaverile. A Lily non piacevano i temporali, tante volte l’aveva stretta forte a sé, nelle notti di forte pioggia. Iniziava a non resistere più la sentiva sempre più lontana da sé, sempre più distante…

E se le era successo qualcosa? Dopo tutto non aveva ancora recuperato completamente le forze! Che scemo era stato, non avrebbe dovuto attendere più di un secondo, doveva cercarla subito! Ma dove?

Si catapultò fuori di casa, sotto la pioggia battente. Contro la pelle faceva male, parevano mille piccole fruste che si abbattevano su di lui. Ma non lo preoccupava questo, il suo unico pensiero era la sua Lily, che doveva trovare al più presto, non poteva più aspettare…

Girava, girava senza meta ovunque, gridando il suo nome, facendosi luce con la bacchetta, smaterializzandosi di luogo in luogo. La sentiva, era da qualche parte.

Il legame che c’era tra loro non si era mai spezzato, poteva sentirla soffrire in qualche buio anfratto, rannicchiata su sé stessa, schiacciata dal peso delle proprie colpe. La doveva trovare alla svelta e portare a casa, senza esitazione. Doveva farle capire, doveva aiutarla ad accettare, non doveva fare tutto da sola, lui sarebbe stato accanto a lei.

Ma dove trovarla?

Dove…

Pensò profondamente… un rifugio… dove poteva cercare un rifugio buio ed isolato? Un posto non frequentato?

Poi un’idea lo folgorò: un posto c’era, un posto che conosceva bene e che aveva funto da rifugio mille altre volte, una sorta di tana protettiva… La Stramberga strillante!

Si smaterializzò ad Hogsmeade, proprio davanti alla vecchia casa. Era passato quasi un anno dall’ultima volta che ci era stato… La sentiva, Lily era lì dentro.

Corse come un pazzo fino all’ingresso, scartò in direzione di una finestra. Tutto era chiuso con assi puntellate, ma lui sapeva bene che ce n’erano un paio che permettevano l’accesso… Le scostò incurante delle piccole schegge di lego, corse a perdifiato su per la scale e la trovò, rannicchiata in un angolo di quella che era la camera da letto, riversa su stessa…

L’aveva trovata, finalmente, dopo averla cercata disperatamente, dopo quella sua fuga assurda.

Per quasi un anno aveva dovuto fare a meno di lei, un anno passato nell’angoscia e nella disperazione dell’animo, sentimenti che lo avevano schiacciato quando aveva saputo: quando divenne noto ciò che Lily faceva, chi frequentava, da che parte stava. Ma non ci aveva creduto, nemmeno un solo istante. Non la sua Lily, no! Anche se non era più la sua Lily da quando, alla fine del settimo anno, i loro destini si erano scontrati, battuti e infine separati, con gran pena per entrambi. Eppure James non aveva smesso un solo istante di amarla, lei era ancora tutto. Per questo quando seppe la terra sotto i suoi piedi tremò, ma non crollò per nemmeno un istante, perché sapeva che non poteva essere, perché aveva fiducia, perché conosceva il suo animo, il suo cuore.

E dopo quel terrine scontro, dopo quel disastroso ma vittorioso scontro, lei era tornata, distrutta, nel corpo e nell’animo, ma era tornata per restare, dalla parte giusta.

E per James il sole era tornato a sorgere. Anche se era presto perché tutto tornasse come prima. Ma lui avrebbe portato pazienza, si! Lui l’avrebbe aspettata, solo lei, anche per tutta la vita. Perché la sua era vita solo se poteva starle accanto, solo se poteva amarla.

E lei? Lei era stata in paradiso e poi crollata all’inferno senza la possibilità di controllare le proprie azioni, ma con la mente terribilmente lucida di fronte ad esse. E alla fine il suo angelo era tornato per ricondurla tra le celesti schiere dei cherubini cui lui apparteneva. E neanche sottotortura era riuscita a dirgli di no. Non lo avrebbe fatto, perché voleva uscire dall’inferno e tornare a vedere la luce, quella luce di benessere e completezza che James aveva portato nella sua vita con il primo abbraccio, con il primo bacio. E aveva lottato con quelle poche forze, stretto i denti e sfoderato gli artigli. Lottato per potersi aggrappare a quell’ultimo spiraglio di luce che aveva abbagliato il gelido buio corvino nei quale si trovava da mesi, ormai. E quando, alla fine, quasi in procinto di dire addio alla vita, quelle forti braccia l’avevano stretta ancora, allora aveva deciso che non voleva morire. Che, no!, sarebbe rimasta ancora per mille altre vite, se al suo fianco ci sarebbe stato lui. Ma era stata dura, terribilmente dura, soprattutto perdonare sé stessa. Soprattutto sostenere quegli sguardi apprensivi, orde di occhi preoccupati e che offrivano comprensione e remissione, sostegno e affetto incondizionato. E non poteva, non riusciva ad accettare tutto questo quando lei stessa si odiava, si disprezzava. Quando guardava la sua immagine riflessa nello specchio e provava disgusto. Quando quel segno nero, quel marchio, le rammentava ogni singolo istante il sangue di cui le sue mani si erano macchiate. Per questo non poteva, non era in grado di rispondere a quello sguardo, agli occhi blu e profondi di lui. Non riusciva a credere che quelle due perle avessero ancora potuto guardarla come una volta, avessero potuto… amarla, ancora. Doveva cercare il perdono di sé stessa e poi aprirsi a quello degli altri. O morire. Quella mezza vita, no, non era rimasta per quello.

Tempo, ore da sola; come uno compagno il ricordo straziante, come unica musica le grida disperate di coloro che avevano incrociato la sua strada nell’ultimo anno, uniche immagini di sguardi imploranti, terrorizzati, sofferenti. E nel silenzio, nel buio di una stanza sbarrata, senza mangiare, respirando affannosamente, aveva cercato d affrontare tutto questo.

E stava per cedere, perché era troppo difficile, impossibile. E tutto era troppo dannatamente opprimente per potersene liberare, per accettare e superare. Ma di nuovo lui era ricomparso, e il suo angelo era venuto ancora a prenderla, spalancando le sue ali e avvolgendola nel suo abbraccio caldo e rassicurante. E non le aveva detto nulla, in silenzio l’aveva stretta forte e si erano rimaterializzati in quella casa, quel luogo paradisiaco che non conosceva ma l’accoglieva a braccia aperte. Una doccia calda, per lavare via tutto quanto, sporco, stanchezza, dolore e lacrime amare. E poi, avvolta nei vestiti che profumavano di lui, aveva incrociato i suoi occhi sorridenti e sollevati. Sulla soglia della camera le aveva passato le braccia attorno al collo e stretta forte a sé “Non lasciarmi mai più, Lily. La mia non è vita se non ci sei tu…” aveva sussurrato, e Lily non seppe mai dire se aveva parlato con le parole, o erano stati quei suoi due occhi profondi, bisognosi di lei come anche lei aveva bisogno di lui, a dirlo. Lily seppe solo che pianse a lungo dopo, tra le sue braccia forti e rassicurati e quando un sussurro all’orecchio, un “Ti amo…” detto col cuore, le fece correre i brividi lungo la schiena e di nuovo battere il cuore, battere all’impazzata come non le succedeva da tempo ormai, ecco allora Lily fu sicura di essere tornata a vivere, e si sentì a casa.

“Sono a casa… Ti amo, James…” mormorò appena un attimo prima che lui le catturasse le labbra nel bacio che, in quel momento, parve essere il più bello, dolce, profondo ed emozionante di tutta la sua vita. Si lasciò andare a quel bacio, rispondendo ardentemente, tanto era il bisogno di lui, di amarlo ed essere amata, e lo abbracciò forte.

Passò una mano tra quei suoi meravigliosi capelli corvini e ribelli, respirando il profumo, quell’aroma dolce ed inebriante che, assieme a tutto il resto le era mancato da morire, mentre lui le baciava il collo accarezzando la sua morbida schiena sotto la camicia troppo grande.

Tornò di nuovo a guardarla, appoggiando la fronte contro quella di lei e perdendosi nei suoi smeraldi verdi, baciandole il naso e di nuovo le labbra, sorridendo felice, come se tutto ciò che volesse al mondo fosse lì davanti ai suoi occhi; e così era, l’unica cosa che James voleva ora e per sempre era lei, la sua Lily. E per la prima volta dopo tanto tempo Lily riuscì a ricambiare sinceramente quel sorriso, perché anche il suo desiderio, tutta la sua vita, era lì davanti a lei, tra le sue braccia.

Dolcemente e accarezzandola piano James la liberò dei vestiti. I loro corpi e le loro anime premevano per il desiderio ardente di unirsi, ora e per sempre. Lily accarezzò lentamente il viso del ragazzo più bello e dolce che avesse mai visto, poi il torace perfetto, sfilandogli la maglia di cotone che lo ricopriva. In pochi minuti si ritrovò tra le calde coperte del letto, che odoravano di lui, in un intimo abbraccio. La sua pelle si accapponava ad ogni singolo tocco, ad ogni breve carezza, e le sue labbra chiedevano sempre più baci. Quella notte, l’uno tra le braccia dell’altra, condivisero l’emozione più forte di tutte la loro vita. Insieme, come sarebbero stati sempre.

Quando si risvegliò, Lily si strofinò gli occhi non abituati alla luce leggere che filtrava dalle persiane bucherellate…

Quel grosso segno nero, sul suo polso, ora non le faceva più paura, era spento e non si sarebbe mai più riacceso. Voltò lo sguardo verso qualcosa di più piacevole e più bello, James dormiva ancora, il respiro leggero, i capelli ancora più spettinati dell’ordinario.

Sorrise tra sé e sé, era stata tra le notti più belle della sua vita. Si mosse appena per liberare un braccio e accarezzare una delle guance morbide del ragazzo, ma di nuovo venne catturata dall’abbraccio saldo di lui, che la tirò dolcemente a sé mormorando qualcosa di incomprensibile, catturato in quella dimensione sospesa che è il dormiveglia.

Ridacchiò, per quella situazione intima e dolce, infinitamente piacevole. “Tranquillo, non me ne vado più da nessuna parte… Ora sono pronta a ricominciare con te, ti amo James.”

Continua…

ODDIO!!! Ma quanto sono in ritardo! °° Perdono… Bè, un bel capitolo tranquillo… Come lo avete trovato? *Ly aspetta in ansia tutti i commentini*

Bè, prima di tutto devo dire che l’idea di Lysandra non è mia, bensì di Ran, che ringrazio tantissimo per avermi fatto presente questo particolare! ^3^

Poi, vi ringrazio tanto per la preoccupazione circa il mio ritardo… Ma… SONO VIVA! E spero di restarlo ancora un po’… ^^’’’ Non ho né perso la voglia né “l’ispirazione”, solo non ho più molto tempo. Tra l’altro… ieri sono sopravvissuta al disastro ferroviario… °° Forse era una punizione del cielo per il mio ritardo… MALDETTO DEMONE!!! Mi ha fatto collassare la linea elettrica sul mio trenino in corsa… tre ore ferma in mezzo al campagna con fili elettrici che penzolavano dai finestrini… °° CHE SPAVENTO!!!! Alla Ly ne capitano di tutti ci colori, povera meeeee!! Non è che avete sabotato voi la linea per Cremona, per farmici rimettere le penne? ^-

Ah, vi comunico subito anche che da questo chap in poi la storia si concentrerà soprattutto sui nostri due amati futuri genitori, altrimenti che ce lo mettevo a fare il titolo che ho dato alla storia? ^_________- anche se mi spiace mettere in secondo piano Siriussino… T____T Pasiensa, mi tocca! Naturalmente però non liquiderò tutti i personaggi, solo tutto quello che si verrà a sapere, diciamo che lo scopriremo tramite gli occhi di James o Lily! Spero di non ingarbugliarmi… @__@

Ora, come di consueto, passo ai saluti e a ringraziamenti:

*Ly, felice e beata sfoglia le sue recensioni*

Prima fra tutti, come al solito, la mia Kia! ^3^ grazie di tutto quanto, amorino! Ma… riuscirai a leggere qui? T_______T Povero pc in panne… T___T Ma come faccio io senza la tua fic?!?!? Aleeee! Ripara il pc della Kia! è___è TVTTTTB! ^3^

Strekkù: che mi ha promossi i combattimentucci vari! ^o^ Ly contentaaaaa! *Quindi i soldi sono arrivati a destinazione… bene….*

Mikisainkeiko: Siri e MJ? Mah… tu che dici? ^_-

Mokichan: Ly spera vivamente di trovare ancora viva questa adorabile ragazza, visto il pauroso ritardo… Cmq, sei sempre gentilissima tesoro! ^^

Giuggy: ^o^ oohh, grasie grassssie! ^^ Sono contenta che a te e agli altri MJ piaccia! (MJ fa segno di vittoria con le mani…)

Fil: Filuccia cara di Ly!!!Chap più bello del millennio? SCHERZI!?! °° Fil ha preso un colpo di sole… bè, anche a me soddisfaceva… che ne dici di questo? *Il vaglia con la tangente sta arrivando* ^3^ Cmq, sono contenta di sapere che la storia di Margareth non risulti tropo assurda… ^^ Grasie angelo di Ly!

Miyu: YEPPA! Una quasi coetanea! ^^ Che bello, grazie per tutte le cose carinissime che hai scritto! Su Manga.it ti risp presto, sempre se non mi ci mette anni come al solito a caricare! ^^’’

Alexis: è sempre un onore avere le rece del fratellino della webmistress! ^o^ grazie mille!

Mikan: far morire MJ? °° No, dai, non voglio mica così male a tutte le donne che gironzolano attorno a Siri! ^^’’’

Serena: che fa un giorno di lezione al mese, a dire tanto! <-scherzo! ^3^ Eccoti tornata e c’è l’aggiornamento, soddisfatta? L’esame di inglese è andato GOOD! ^^ L’ho passato con l’84% delle risposte esatte! Tengo a precisare che era… DIFFICILE!! >o<

Anche a me piace tanto la parte di MJ e James.. ^o^

Però… non trovi triste che una persona debba restare per sempre a compiangere una persona che non c’è più? Ly persona molto materiale, è convinta che in qualche modo la vita debba sempre andare avanti… ricordare non vuol dire impedirsi di vivere una vita, credo… che pensi Serenoccia?

Ci: uah uah uah, addirittura in adorazione! ^///^ Grasie cara! ^3^

Vale: Posso adorarti, cara commentatrice? Assieme a Ran sei probabilmente la più obbiettiva… ^^ Mi fa tanto piacere ricevere recensioni come le tue… Grazie davvero di tutto quanto, spero di riuscire ad essere sempre all’altezza… Paragonata a Sunny… Me si sente TROPPO onorata! **

Miky: ciao tesoro! Grazie per i complimenti e… Ho recensito la tua bellissima fic! ANZI, LEGGETE TUTTI QUANTO LA FIC DELLA MIKY, che io trovo dolce e p8acevole, mi piace proprio! ^^

Keiji: ^^ Tu sei davvero sempre troppo buona! Em, per ora c’è un piccolissimo incomprensibile indizio sullo sviluppo del rapp tra Siri e MJ, che praticamente non esiste in sto chap, ma si capirà tutto più avanti, vedraaaai! ^_- siamo tutte un po’ malizioso, Kei!

Roby chan: ^^ Chi disprezza compra? Bè, la maggior parte delle volte è una bella storia e basta, ma chi può dirlo… *Ly sibillina

Pan_z: ^^Em… a quanto pare il tuo mitra era scarico, tesoro, perché sennò con sto ritardo mi avevi già ridotto ad una fetta di groviera… °° *Ly tira sospiro sollievo*

Mori: atra new entry! Grazie mille!

Crazy: Sei sempre gentilissima anche tu! ^3^

Crystal: ^///^ che angelo, grazie mille!

Ryta: ^^ Pubblicare alla Salani? Uah uah uah, bè cmq apprezzo tanto i tuoi commenti, grasie!

Angi e Gius: gemelline care, l’importante è sapere che siete ancora viva! ^3^

Buffy: Grazie mille divina cacciatrice! Ma a furia di lasciare senza parole, non è che poi non mi recensisce più nessuno? *Ly che si pone strane domande*

Spero di non aver dimenticato nessuno… ^^

Siete sempre stupendi!

Vi ADORO! Un baciottone, a presto, la vostra Ly

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Capitolo 18
*** La Forza Che è In Te ***


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Quando James si svegliò, il mattino seguente, fu appena dispiaciuto di non trovare la sua Lily a fianco, in realtà avrebbe voluto coccolarla ancora, darle il bacio del buongiorno, stare tra le sue braccia con il viso affondato e schiacciato contro la sua pelle calda, le mani intrecciate alle sue. Ma Lily non c’era. Di malavoglia si strofinò gli occhietti abbagliati con una mano, sbadigliando tranquillamente, con l’altra tastò il comodino alla ricerca degli occhiali, che erano però finiti chissà dove. Senza prestare importanza al piccolo evento, James si scrollò di colpo le coperte con un solo gesto, mettendosi seduto a gambe incrociate sul letto. E quello fu un grave errore, perché tutto il letto profumava ancora terribilmente di loro, di lei e della notte bellissima e tanto agonista che avevano trascorso, e lo tramortirono leggermente. Si ributtò sulla schiena, riaffondando sul morbidissimo materasso e lasciandosi sorridere al ricordo di quella situazione meravigliosa appena successa.

“Lil, uff! Perché ti sei defilata dal letto che sarà appena l’alba…” mormorò contrariato passandosi una mano sugli occhi per coprirli dalla luce e sospirando ancora assonnato.

Alla fine decise di darsi una mossa e alzarsi, infilò una vestaglia da camera sopra la biancheria e si lanciò, dinoccolato dal risveglio non proprio secondo i suoi desideri, alla ricerca del suo tesoro.

Prima cosa diede una sbirciatina in bagno, ma pareva deserto, allora cercò nelle due camere semi vuote del secondo piano della villetta ma non vi trovò nulla, quindi scese le scale. Poco mancò che inciampò cedendo rovinosamente, imprecando contro se stesso per non averla richiamata sotto le sue lenzuola appena sveglio, per tornare a scambiarsi qualche piacevole effusione. Ma giunto in cucina, quello che vide non lo fece pentire di essere uscito dal caldo e piacevole giaciglio. Sulle labbra rosse di James si dipinse un sorriso beato e soddisfatto. Si appoggiò silenziosamente allo stipite della porta, senza dare a vedere a sua presenza, godendosi quello che era lo spettacolo più appagante e sereno che si sarebbe mai aspettato di trovare.

Un senso di pace e completezza si impadronì di lui mentre prese ad osservare la ragazza, legata dentro un grembiuletto da rispettosa massaia, dirigere ottimamente a suon di bacchetta e olio di gomito i lavori per la preparazione di quello che a percorso ultimato sarebbe dovuto diventare uno spezzatino. Era così bella da contemplare, i capelli rossi e luminosi legati in una crocchia sfatta dietro la nuca, la camicia troppo larga di James che le arrivava a metà coscia e le gambe lunghe e veloci zampettare indaffaratamente per la stanza, portandola da una credenza all’altra.

Quando la vide portare un piccolo cucchiaio di legno alle labbra, per assaggiare l’intruglio di pomodoro che ribolliva nell’altro pentolotto, quando vide la sua espressione speranzosa assaggiando il suo esperimento culinario, assorta e in procinto di valutare sé stessa, confermò i pensieri di sempre: solo lei avrebbe potuto farlo sentire così, solo lei che sarebbe stata l’unica di tutta la vita, l’amante più speciale, la sola in grado di assolvere il delicato incarico di madre di ogni figlio che il destino gli avrebbe donato, la compagna di ogni più piccola gioia e di ogni più grande dolore.

Sarebbe rimasto a osservarla per tutto il giorno indaffarata e assorta, ma l’improvviso repentino cambiamento di espressione di lei, da serio e affaccendato a disgustato e disperato, seguito dallo sputo per aria di quanto aveva appena assaggiato e accompagnata un urletto di dolore “Ahia! Maledizione, scotta da morire!”, lo fecero scoppiare clamorosamente a ridere rivelando la sua presenza. Era stata così buffa…

Lily fu colta di sorpresa da quella risata improvvisa e per lo stupore fece cadere il cucchiaio e il restante contenuto su uno dei due piedi nudi. Fece un balzo prendendosi il piede dolorante tra le mani e ripulendolo, cercando inutilmente di soffiarci sopra per alleviare il bruciore e riservando a James uno sguardo accusatore.

“Maledizione! Mi hai fatto prendere un colpo e hai causato la mia seconda ustione quasi mortale, Jamie!” lo accusò senza convinzione, sedendosi su una sedia e richiamando a sè uno strofinaccio bagnato e un bicchiere di acqua fresca.

In un attimo lui le fu accanto, sempre tentando di sopprimere le risate, e le circondò le spalle in un abbraccio “Perché te ne sei andata? Io volevo un po’ di coccole al risveglio…” reclamò mettendo un adorabile broncio.

Lily sorrise, passando una mano tra i suoi capelli e baciandogli una guancia “Bimbo viziato! –lo rimproverò divertita- E chi la prepara la pappa, qui? Non lo sai che è quasi mezzogiorno? Avevo intenzione di preparare tutto e poi svegliarti, ma hai guastato i miei piani…” gli riferì, storcendo il naso.

In preda ad un moto di felicità James quasi la stritolò nel suo abbraccio “Bè, potevi chiamare anche me, ti avrei dato una mano e magari ci saremmo evitati un po’ di ustioni.” le suggerì.

Lily scosse la testa “Dormivi così bene che non ho voluto svegliarti… Anche se, accidenti!, ho sudato sette camicie per riuscire e slegarmi dal tuo abbraccio serrato senza disturbare le tue nanne!”

James ridacchiò “Se ci fosse Siri, ci starebbe prendendo in giro…”

Lily si rialzò veloce dalla sedie, liberandosi dall’abbraccio “Giusto! E preparati perché Sirius, assieme a Remus e Peter, arriveranno tra meno di un’ora! Ho spedito il tuo gufo per invitarli a pranzo!”

“Accidenti, non mi fregherai gli onori di casa, eh? Guarda che sono io qui, ad indossare i pantaloni!” le ricordò.

Lily lanciò un’occhiata alle gambette che puntavano dai boxer, sotto la vestaglia slacciata, poi scoppiò a ridere “Insomma…”

Anche lui ridacchiò, rifilandole un affettuoso buffetto sulla guancia.

Era bello, essere loro due, tranquilli e senza preoccupazioni, completi. Era la pace più completa.

“E i tuoi occhiali?” domandò poi Lily, vedendolo senza.

Lui scosse il capo, alzando appena le spalle “Non so dove siano finiti…”

Lei sbuffò rassegnata ma anche sorridente e compiaciuta. A volte sapeva davvero essere ancora un bambino. Mise mano alla bacchetta e “Accio Occhiali!”, gli occhiali di James sfrecciarono per casa, arrivando dritti nella mano tesa di Lily, che con naturalezza li porse a James.

Lui inarcò un sopracciglio “Oh, non ci avevo pensato… Si, decisamente ho bisogno di te questa casa, anzi in questa vita!” le sorrise e lei fece lo stesso, stava per abbracciarlo e baciarlo quando uno dei coperchi prese a saltare sopra la sua pentola… “Oddio il brodo!”. Lily si precipitò ai fornelli, abbassando un paio di fuochi, per poi ritornare presso James, sospingendolo fuori della stanza.

“Su, vai a farti una doccia e preparati,  così poi mi dai una mano!”

Seppur di controvoglia, dopo averle però rubato un bacio, James eseguì gli ordini.

 

Un’ora dopo stavano tutti e cinque attorno alla tavola, ridendo e scherzando di nuovo assieme e sereni, mentre vassoi e pignatte volteggiavano attorno a loro delle squisitezze preparate da Lily e da Remus, che aveva contribuito portando qualcosa.

Quando Sirius prese a lamentarsi per la presenza di solamente due varietà di dolce Remus lo mise a tacere “Siri, se aspettavamo te morivamo tutti o di fame o per avvelenamento da cibo!”

James quasi si strozzò con un bocconcino di spezzatino per le risate.

“E’ un cuoco così atroce?” domandò Lily, che non aveva mai avuto l’onore. A casa Potete, certo, avevano condiviso diverse estati, ma c’erano un sacco di ottimi Elfi Domestici ansiosi di soddisfare ogni loro desiderio senza mettere piede nelle cucine, così non aveva mai mangiato nulla ‘made in Sirius’.

James, Remus e Peter tramutarono le loro espressioni divertite in tratti di profonda sofferenza ricordando l’ultima volta che, probabilmente in preda ad un raptus bizzarro, Sirius si era messo ai fornelli preparando una ‘deliziosa cenetta’ per tutto il gruppo. Arabella aveva avuto le coliche, quella sera, per essersi azzardata ad assaggiare la sua anatra all’arancia.

Sirius scosse il capo contrariato, passando una mano tra i capelli neri e lisci “Tsk! Solo perché il gusto non era esattamente delicato come si confà ai vostri palati altolocati…” li prese in giro.

“Altro che palati altolocati! Per mangiare le tue schifezze bisogna avere l’apparato digerente foderato di amianto!” sottolineò Peter.

Sirius si indignò, “Oh! Certo, vorrà dire che la prossima volta vi arrangerete! E non aprirete più nemmeno una delle credenze della MIA casa alla ricerca di cibo! Vi lascerò morire di fame! Anzi, se proprio vorrete potete venire a elemosinare cibo qui, dalla mogliettina ideale!” e indicò Lily.

La rossa sbuffò “Ehi, non tirarmi in mezzo e non chiamarmi mogliettina ideale, altrimenti…”

“Altrimenti, che?” la incitò divertito il moro.

Lily assunse un’espressione furba, afferrò una delle olive dal piatto di James e la lanciò ritta contro la fronte di Sirius. “Altrimenti ti bersaglio!” lo minacciò.

Manco a dirlo, in pochi istanti pezzi di cibo, olive, frammenti di pane e quant’altro presero a sfrecciare tra i cinque commensali, colpendo chi uno che l’altro. Alla fine del ‘pranzo’ era più il cibo che tutti quanti si ritrovavano tra i capelli che nello stomaco.

Ma al momento di separarsi, verso sera, cinque sorrisi beati, soddisfatti e argentini erano disegnati sui loro visi.

Da tanto tempo non riuscivano a scherzare a quel modo, loro cinque inseparabili amici.

I tempi vispi della scuola erano finiti, ora ognuno di loro avrebbe preso la propria strada, una strada differente che li avrebbe condotti a destini differenti, eppure erano ben consapevoli che ci sarebbero stati sempre l’uno per l’altra, come in passato sarebbe stato anche in futuro. C’era un legame speciale tra quei quattro malandrini e la loro principessa, un legame che non si sarebbe mai sciolto. Una promessa di eterna alleanza e di eterno sostegno era implicita nei loro sguardi appagati e soddisfatti. E anche se i tempi al di fuori erano sempre più bui, anche se non si incontrava più l’ombra d’un uomo al calare della sera, anche se la morte e un regime di terrore diffuso parevano trionfare su tutti, a loro bastava essere assieme per ritrovarsi sulla loro isola felice. Erano uno per l’altro l’appiglio saldo in un mare di tempesta. Finchè ci sarebbero stati tutti, tutto per loro sarebbe andato bene, ne erano certissimi in quel momento come in passato.

Quando rimasero soli, Lily abbracciò forte James, lui era il più importante. Era bello sapere di poter camminare per sempre con lui al suo fianco.

 

L’appartamentino di Mund era già pieno della solita gente, quando Lily e James arrivarono.

Ora anche lei faceva parte del gruppo, ora sarebbe venuto il suo turno… Da diversi giorni lavoravano su un nome alla volta…

Avrebbero organizzato le cose per bene, con l’aiuto dei pochi auror ancora rimasti fedeli e di qualche Ministro che aveva correttamente e coraggiosamente scelto da che parte stare, Lily avrebbe spedito un bel carico di Mangiamorte assassini ad Azkaban.

Ma non era facile trovare le prove di quanto affermava. Già, perché non è che il problema fosse credere o non credere alla parola di Lily, che tutti riponevano in lei la massima fiducia. La questione era che vigeva ancora una legge che andava rispettata e ogni imputato avrebbe dovuto essere sottoposto al suo processo e solo dietro la presentazione schiacciante di prove concrete essere punito e spedito a vita ad Azkaban.

E trovare delle valide prove era quando di più difficile era richiesto. Innanzi tutto Voldemort e i suoi seguaci non erano certo degli sprovveduti che seminavano tracce palesi delle loro identità ovunque, per quanto molto più di un semplice sospetto era chiaramente diffuso tra tutti; in secondo luogo non era possibile reperire testimoni nel clima di omertà e paura sempre più forte che andava diffondendosi non solo nella popolazione maga, ma anche in quella babbana.

Era in tutto e per tutto il periodo più nero della  storia da qualche secolo a quella parte. Voldemort… Solo il suo nome bastava a far di te un sospettato temuto, un solo sguardo traverso riferito a quel nome, poteva causarti seri problemi. Non passava settimana senza eventi dolorosi e drammatici, scontri, attacchi e morti…

 

Silente era assente, quel giorno, questioni importanti lo stavano trattenendo in altri luoghi, quindi fu Arabella a prendere la parola “Abbiamo una visita, -cominciò- Anzi, un ritorno! Lil, c’è qualcuno che potrà aiutarti a ricordare molti nomi, moltissimi, che era presente con la mente maggiormente lucida della tua… Una persona che ti ha aiutato…”

La rossa vide spuntare un volto noto, incorniciato da lunghi capelli neri, un paio di occhi blu terribilmente famigliari… Mary Jane… la ragazza misteriosa che le era stata accanto in quell’inferno. Credeva fosse una Mangiamorte, non sapeva molto su di lei come non sapeva granchè su nessuno. Nessuno le diceva nulla, si limitavano tutti a rispettarla e temerla, oltre che riverirla per il piacere dell’Oscuro Sire, in quel giorni neri.

La mora abbozzò un sorriso “Come stai, Lily?” le domandò.

Lily si trovò leggermente spiazzata, un po’ imbarazzata e intimorita. James invece non perse tempo, la abbracciò continuando ripeterle “Grazie! Grazie mille MJ!”

Presa di sorpresa ed imbarazzata, Mary Jane si districò dagli abbracci colmi di gratitudine di James, sotto gli occhi divertiti dei presenti –e quelli imperscrutabili di Sirius-, tossendo leggermente “Non devi ringraziarmi, avete fatto tutto voi…”

Lily scosse il capo, tendendole una mano, ora il marchio nero sul polso era diventato una sorta di irriconoscibile braccialetto tatuato che girava tutto attorno al polso grazie ad un piccolo incantesimo, sincera “No, grazie davvero, Mary Jane! Può sembrare strano, ma sei stata il mio unico punto di riferimento, l’unico sguardo non carico di morte, laggiù…”

Mary Jane annuì, ricambiando la stretta di mano di Lily, sollevata e più tranquilla.

“Arabella ma non è pericoloso che esca da Hogwarts, Voldemort la starà cercando! E’ pur sempre una traditrice ai suoi occhi…” osservò saggiamente Remus.

Arabella scosse il capo riservando uno sguardo interrogativo alla ragazza, che annuì di rimando, tranquilla. “Bene. In realtà –fece la donna- MJ non è mai stata ad Hogwarts… Qualcuno si è fatto suo custode segreto e ora, solo previa sua decisione, è in grado di farsi vedere a noi. Vi prego di non chiedermi altro. Non posso rivelarvi chi sia, né dove lei si nasconda, e questo non perché non mi fidi di voi, bensì perché conosco i metodi persuasivi di chi ci sta dando la caccia…”

Tutti annuirono, solenni e comprensivi, preoccupati per il destino della giovane donna.

James colse uno strano sguardo negli occhi nerissimi di Sirius, uno sguardo che tuttavia non riuscì ad interpretare. Si ripromise di scambiare quattro chiacchiere con l’amico, nel tardo pomeriggio, davanti ad un paio di boccali di burrobirra.

E così passarono il pomeriggio stilando liste di nomi, cercando nei ricordi confusi di Lily e in quelli più limpidi e dettagliati di MJ.

Era difficile per la rossa, ricordare quei giorni, ma anche lei doveva dare il suo contributo. Aveva anche deciso che avrebbe affinato la sua tecnica di incantesimi. Da qualche giorno si era fatta consegnare da Silente stesso i più antichi e potenti manuali di incantesimi. Sapeva di essere forte, lo era sempre stata, e ora voleva dare una piega giusta e definitiva a questa sua capacità, impiegarla per qualcosa di buono, per poter affrontare a testa alta quel maledetto demonio, per proteggere sé stessa e le persone che le stavano a cuore. Si sarebbe gettata a capofitto nell’apprendimenti degli incantesimi più arcaici e potenti. Era sicura, e Silente con lei visto che ne avevano a lungo parlato, che sarebbe riuscita a padroneggiarli al meglio.

Mary  Jane, invece, era più formale e preparata, quasi addestrata si potrebbe insinuare. Tuttavia anche dentro lei, Lily sapeva bene, aleggiava un alone di paura ricordando quei giorni. Ma era diverso, per Lily era ancora lo sconforto di avervi preso parte quasi volontariamente, e ora la vinceva il desiderio di riscatto. MJ, invece, era stata là volontariamente, rischiando la vita, infiltrata con un preciso scopo già da tempo. La ammirava Lily, per il suo coraggio e la sua determinazione. Anche lei sarebbe stata così, ora! Niente più insicurezze e inutili piagnistei… Si sarebbe fatta forza, non avrebbe più potuto contare sempre e solo su James e gli altri.

Guardò il suo Jamie discutere animatamente con Mund circa l’ultimo attacco. Era furente e rabbioso, coraggioso e avventato. Aveva quasi paura per lui, tuttavia lo conosceva abbastanza da sapere che ce l’avrebbe fatta in qualsiasi situazione, lo conosceva così tanto da potersi fidare di lui, ne aveva bisogno, per non morire schiacciata dall’ansia e dall’angoscia. Ma non era una pallida illusione, dentro di sé sapeva bene, che qualsiasi cosa fosse successo, James sarebbe sempre tornato da lei, glielo prometteva con ogni bacio e con ogni abbraccio. E ora lo avrebbe reso orgoglioso di lei, come lei lo era, e tanto, di lui.

 

“Ehi, ragazzi, che ne dite di una burrobirra nella cantina del Paiolo?” propose James, una volta che si fu passati ai saluti.

Mund scrollò la testa “Nada! Stasera sono a cena dai suoceri…” rivelò passando una mano sotto la gola a mo’ di ghigliottina e suscitando le risate di tutti.

Anche Peter declinò l’invito “E’ il compleanno della mia sorellina più piccola, Jamie! Fa sette anni e dobbiamo festeggiarla!” ricordò. Tutti lo incaricarono di riferire tanti auguri alla piccolina.

“Remus?” domandò rivolto all’amico, che si stava infilando il mantello.

Ma anche quello scosse la testa “Ho un appuntamento con Lysandra, dovrei passare a prenderla tra meno di un’ora! Mi spiace, Jamie! Sarà per la prossima.”

Arabella gli riservò un’occhiata d’intesa che fece deglutire a fatica il ragazzo.

“Ehm, Arabella, ancora non ti fidi di me?” le domandò ridacchiando nervosamente.

“Sciupami la nipotina, che sei un mago finito, Lupin!” gli ricordò con tutta la serietà di questo mondo. Poi si salutarono.

“Jamie, io dovrei fare un po’ di acquisti… non ho quasi più vestiti!” gli ricordò Lily.

James si battè una mano in fronte “Giusto! Tieni qua, non voglio sentire obiezioni, papà ce li ha lasciati apposta, chiaro? Ci vediamo al muretto del Paiolo tra meno di un’oretta, ok? Fai attenzione…” le ricordò premuroso infilandole nella borsa una sacchetta piena di moneta sonante. Avrebbe voluto andare con lei, guardarle le spalle, timoroso di quanto sapeva gravare su di lei, ma doveva fidarsi. Lei era forte, lo era sempre stata, lo stava diventando sempre di più. Si, l’avrebbe attesa al piccolo pub, mentre lei sbrigava veloce i suoi acquisti. Non voleva assolutamente starle con il fiato sul collo, assolutamente!

Lily non ebbe nemmeno il tempo di obiettare che il ragazzo era già scivolato dentro il locale.

Si voltò e Arabella e MJ si proposero di accompagnarla. Arabella trovò opportuno trasfigurare i capelli neri di MJ e apportare qualche ritocco al suo viso per non renderla riconoscibile, anche se protetta dall’incantesimo Fidelius, era meglio prendere delle opportune precauzioni. E le tre donne si avventurarono velocemente per le vie deserte di Diagon Alley, mentre Sirius e James ordinavano al vecchio Tom un paio di burrobirre.

 

Sirius alzò il calice traboccante in aria, accennando un piccolo brindisi facendolo cozzare appena contro quello di James “Alla tua, amico!” fece accennando un sorriso e portando il beverozzo alla bocca.

James lo vide voltare lo sguardo e perdersi fissando un angolo scuro del locale avvolto nella penombra rischiarata appena da alcune torce incantate inchiodate alle pareti rivestite di legno del locale. Vedere Sirius pensoso e distratto, non spavaldo e spaccone come suo solito era davvero strano. Lo avevano notato sia lui che Lily in quegli ultimi giorni e decisamente la rossa trovava che non fosse colpa della piena primavera che intorpidiva i sensi. 

“Ehi, ti vedo un po’ fuori dal mondo ultimamente, Sirius…”

Quello sembrò cadere dalle nuvole “Eh? Macchè! Ma dimmi un po’, com’è la vita da sposato?” prese a stuzzicarlo di nuovo.

James ridacchiò riservando al moro un’amichevole gomitata “Bah, i figlio sono uno stress! Per non parlare della suocera…” rispose a tono.

Entrambi ridacchiarono, poi silenziosamente trangugiarono le loro burrobirre.

“Ehi, James, sono contento che tutto sia finito bene, in questo modo.”

James annuì, trasse un profondo respiro quindi fissò insistentemente il suo bicchiere mezzo vuoto. Silenzioso.

“Bè? Ti vedo poco convinto… Non mi dirai che non sei felice…” domandò perplesso l’amico.

James parve riprendersi, scattando arzillo “No no! Che dici!? E’ esattamente come volevo che fosse, anzi… E’ troppo bello per essere vero. Ho paura che la parte più difficile inizi proprio ora, sai?”

L’altro annuì “Parli di Voldemort?” sussurrò abbassando maggiormente il tono di voce, pronunciando quel nome. Sirius Black era sempre stato uno spavaldo, certo, ma non uno sciocco. Tutti erano così sospettosi che avrebbe rischiato un linciaggio, una denuncia o chissà che altro, solo col nominare quel nome quasi proibito.

“La cercherà, vorrà fargliela pagare, con tutto quello che sa! Questo mi preoccupa… Anche ora, non ti immagini quanto io sia in pena sapendola là fuori… certo fortunatamente ci sono MJ e Arabella con lei…” fece un attimino rincuorato.

Sirius non lasciò trasparire alcun sentimenti, il suo volto rimase in flessibile e forse fu proprio questo a ridestare la curiosità di James. “Perché non fai alcun commento?”

Sirius parve non capire di che parlasse “Uh? Bè, pensavo che puoi stare tranquillo, anche Lily stessa è molto forte, no?”

James ridacchiò appena “Non mi riferivo a questo. Solo… Come mai nessun cattivo apprezzamento indirizzato a Mary Jane? Normalmente la avresti snobbata e accusata n mille modi. Ma da un paio di settimane non lo fai proprio più… Devo spettare qualcosa?”

Sirius si irritò profondamente “Scherzi? guarda che ho capito dove diamine vuoi andar a parare, maledetto! Se stai pensando che quella tizia abbia un qualche misterioso ascendente su di me, ti sbagli! Infatti questa sera esco con Klyzia!” rivelò con fare presuntuoso.

James rimase a fissarlo poco convinto. A lui, che era il suo migliore amico da tutta una vita, non gliela dava certo a bere.

“E poi scusa, chi l’ha più vista? Quella è segregata chissà dove!” gli ricordò nervosamente.

James annuì, tuttavia memorizzò di risfoderare la questione in futuro, per cercare di capirci qualcosa.

 

Le tre donne se ne stavano nell’ampio negozio di Madama McClan. La Strega sfoderava vestiti e stoffe da ogni angolo mentre un metro incantato prendeva le misure di una Lily sempre più stanca ed irritata a forza di ‘alza le braccia’, ‘gira di qua’ e ‘gira di là’.

“Come sei cresciuta, Lily Evans! Ricordo ancora il primo giorno che venisti per acquistare una divisa!” commentò l’anziana donna.

Lily sorrise fra sé e sé ricordando lo scriciolo che era e osservando allo specchio che le volteggiava attorno la donna che stava diventando.

“Invece non conosco questa graziosa signorina…” proferì osservando una inusualmente bionda Mary Jane che non tradiva alcun nervosismo.

“Infatti! E’ una mia nipote francese, ha studiato a Bauxbaton, per questo non l’ha mai vista, Madama!” si affrettò a rispondere Arabella.

MJ annuì e allungò una mano “Piacere di conoscerla, sono Celine!” mentì ostentando un forte accento francese.

Lily sorrise “Celine, prendi un bell’abito anche tu! Sempre quei completi scuri!” commentò osservandola chiusa nel suo vestito verde scuro e avvolta nel mantello nero.

MJ si grattò una guancia in imbarazzo, non aveva molti soldi. In realtà non ne aveva per nulla, quindi spendere per un vestito era fuori luogo. “No, non è il caso…”

Madama McClan scosse il capo “Le sue nipoti sono come il giorno e la notte, Arabella! Mentre Lysandra è sempre allegra e aperta, Celine sembra così austera…” rivelò poco soddisfatta. Vendere abiti era il suo mestiere e non le badava molto a genio che rifiutava un acquisto nel suo rinomato negozio.

Ma Lily insistette tanto, con l’aiuto di Arabella, che alla fine MJ dovette cedere e, con gioia di Madama McClan, acquistare un bel completo violetto, con tanto di cappello.

 

“Tanto non avrei con chi sfoggiarlo” commentò MJ uscendo dal negozio, aiutando Lily a portare qualche pacco.

Lily sorrise tranquilla “Sei una ragazza così bella! Sono sicura che presto ti si presenterà l’occasione! Ah, avresti dovuto esserci ai balli di Natale ad Hogwarts! Erano davvero come una favola! Non è vero Aratela?” spiegò sorridendo si ricordi, serena.

“Ah, la prestigiosa Hogwarts…” rispose ricordando appena quello che aveva visto, la notte in cui ci si era fiondata alla ricerca di Silente.

“Ah, beata gioventù…” mormorò Arabella.

“Arabella, non sei così vecchia mi pare…” osservò la rossa, fissandola da sopra le scatole. In fondo era donna giovanile ed energica.

L’altra fece segno di no con la testa “Sono passati tanti anni dai miei ultimi balli ad Hogwarts, Lily…” fece appena nostalgica.

La rossa ridacchiò “Credevo solo quattro mesi dall’ultimo! E l’ho vista a quello passato, sa? Ballare con Vitius…”

Anche Arabella rise. MJ abbozzò appena un sorriso, non sapendo a chi si stessero riferendo.

“Ah, Vitius è il nostro bizzarro insegnante di incantesimi… Non eravamo una bella coppia quel Natale…Preferisco i miei gatti agli uomini ultimamente. Non ho più l’età!” rivelò ridendo la professoressa.

“Ma, MJ, dove hai studiato tu? Eri davvero bravissima a preparare tutte quelle pozioni…” domandò poi Lily, ignara.

Arabella prese parola, vedendo il leggero imbarazzo della ragazza “Bhe, sai, Mary Jane ha viaggiato molto, Lily! Sua madre era una droghiera nomade…Ricercava le erbe più rare in giro per il mondo…”

“Oh, deve essere stato affascinante!” osservò, davvero convinta.

Poco dopo, quasi in vista del Paiolo Magico, Arabella si accomiatò dalle due giovani.

“Lily, scusa, posso trattenerti un attimino? Vorrei parlarti di una cosa…” domandò MJ, in procinto di entrare.

Lily annui volentieri e si fermò, su una piccola panchetta in disparte, a chiacchierare con l’ancora bionda e bizzarra MJ.

 

“Lily, ma da quanto sei qui?” domandò sorpreso James, affacciandosi sul cortiletto del Paiolo e vedendola chiacchierare, con un’espressione stupefatta ma colma di ammirazione in volto.

La rossa scattò in piedi, riassettandosi la gonna e dando una strizzata al laccio che le teneva i capelli legati dietro al testa, quindi rivolse un sorriso gentile al ragazzo “Oh, mi perdoni se non l’ho chiamata subito, mio principe! –fece sbattere le palpebre un paio di volte- Ma avevo bisogno di una chiacchierata tra donne, come mi si confà! Capisci, vero? sempre con voi quattro attorno…” fece fingendosi scocciata.

“Grazie dell’apprezzamento, Lil, la prossima volta sei a cena da me…” rispose immediatamente Sirius, fingendosi scandalizzato e minacciandola scherzosamente.

“Dai, sciocca! Solo, bè, non sapevo che fossi qui!” si spiegò James, che non voleva sembrarle apprensivo, e non lo era così tanto in realtà.

“Vabè, ragazzi io dovrei andare, si sta facendo buio…” li interruppe MJ, adocchiando il cielo che rapidamente si imbruniva.

Lily annuì “MJ, so che non è facile per te uscire, ma puoi passare da noi quando vuoi…Mi farebbe davvero piacere! Sempre e solo questi uomini…” concluse storcendo ironicamente in naso.

“Si, capisco! –annuì solenne l’altra- Te lo prometto!” salutò i presenti, riservando un’occhiata glaciale a Sirius, che la fissava in modo strano, poi si allontanò stringendosi nel mantello.

“Mangi da noi anche stasera?” gli chiese Lily sventolando una mano davanti al suo sguardo perso nel vuoto.

“Eh? Ah, no, stasera no, grazie Lil, ci vediamo Jamie! Ciao ragazzi…” Poi si allontanò come un ciclone.

I due ragazzi rimasero a fissarsi stralunati “Scoperto qualcosa, giovane Poirot?” domandò lei.

“Eh? Giovane cosa?” domandò di rimando l’altro.

Lily scosse il capo sconsolata “Nulla, un investigatore babbano… Dicevo, scoperto nulla su Siri?”

“Ah, babbanate… Non ho cavato un rango dal buco, a dire il vero! Ma i miei sospetti sono decisamente aumentati… Lil, dobbiamo rimboccarci le maniche!” la esortò con fare determinato.

Lily lo guardò truce, scotendo il capo “Ma perché invece non ci facciamo un po’ di affari nostri?”

James sbuffò indignato “Cosa? Bè, primo perché lui i miei non se li è mai fatto, secondo perché è il migliore amico e voglio proprio vedere che gli frulla in testa, Lil.”

Poi la prese per mano e l’invitò a smaterializzarsi fino a casa, dove assieme tranquilli e rilassati, ciarlando di Sirius, consumarono la cena fatta consegnare a domicilio da un ottimo servizio di catering via camino.

Negli stessi istanti, una ignara MJ accarezzava il pelo nero e fulgido dell’essere che aveva scoperto di miglior compagnia di tante altre persone.

 

James si accoccolò ancora trafelato tra le braccia di Lily, lasciò che la testa si adagiasse sul petto della ragazza seguendo l’incessante sali-scendi dettato dal respiro ancora corto e irregolare di lei. Il silenzio di quella notte inusualmente calda era  rotto solo dal canto sporadico dei primi grilli di inizio estate. Un brivido corse lungo la sua schiena nuda.

Lily premurosamente lo ricoprì con uno dei lenzuoli, cingendogli le spalle con un braccio e baciandogli i capelli neri e, come da copione, spettinati e ribelli.

James accennò un sorriso contro la pelle calda e profumata di lei. Le piaceva da morire quando era così premurosa, ma soprattutto così ingenua. Di certo non erano stati i venti e passa gradi inusuali di inizio estate a farlo rabbrividire, era lei a dargli quelle reazioni. Anche con un niente. Gli bastava sapere di averla stretta a sé e sentire il profumo della sua pelle per far accapponare la sua pelle. Ma non glielo disse. A volte le parole possono davvero essere di troppo. Con una mano catturò quella di lei e con l’altra prese a giocare con il suo ombelico perfetto, poco sotto di lui. Lily non trattenne una risatina, per il leggero solletico, ma si lasciò coccolare ancora a lungo.

Poi entrambi si addormentarono, felici e completi.

A interrompere i sogni dorati di James fu un tremore costante sul comodino accanto al letto. Di controvoglia aprì gli occhi, strofinandoli leggermente, e movendosi appena, per evitare di svegliare Lily che dormiva come una bambina, allungò un braccio verso la bacchetta che non accennava a fermarsi.

La prese tra le mani, mettendosi seduto sul bordo del letto, avvolto nel lenzuolo. Si passo una mano sul viso, sbadigliando, per poi grattarsi un po’ la testa, il tempo di connettere appena. Poi, con un sussurro sbiascicato “Piros” una fiammella verde fece capolino sulla punta della sua fida bacchetta. Tra le piccole lingue verdeggianti si poteva distingue nettamente un volto, era quello di Remus. “James, muovi, ti prego! Devi venire subito! Qui è un inferno! Siamo al San Mungo!” lo esortò allarmato.

James scattò in piedi “Ma cosa… Certo! Dieci secondi e sono da te!” rispose ormai completamente sveglio. Poi mormorò qualcosa e la bacchetta si spense. Raccattò la propria biancheria, con un facile incantesimo d’appello estrasse dall’armadio un paio di vestiti puliti e fece per smaterializzarsi. Però Lily lo trattenne “James… che succede?” domandò sporgendosi dal letto e afferrandolo per un lembo del mantello, sbattendo gli occhietti verdi ancora assonnati.

“Era Remus, Lil, devo andare subito! Si tratta di un attacco!” rivelò con urgenza.

Lily scattò in piedi, raccattando rapida le sue cose e rivestendosi più veloce possibile “Vengo anche io!” disse con voce ferma.

James sospirò “Nessuno riuscirà a farti cambiare idea, vero?” domandò apprensivo e sconsolato.

Lei scosse nettamente la testa, risoluta.

Lui annuì “Ehi, mi fido di te, Lil, ti rivoglio tutta intiera, chiaro?” rivelò prendendola per la vita.

Lei annuì con un sorriso grato, baciandogli le labbra. Ma non era tempo che le coccole, dovevano fare alla svelta. Si smaterializzarono e ricomparvero veramente in mezzo ad un inferno. C’erano Mangiamorte ovunque, esplosioni, scontri prepotenti e incantesimi che volavano a raffica. Lily riuscì a scansare per un pelo un incantesimo Cruciatus lanciato da chissà chi.

“James! Eccoti! Hanno attaccato l’ospedale, pochi attimi fa! Siamo arrivati appena in tempo!Fiamme verdi e magiche brillavano ancora in quello che doveva essere il prontosoccorso. Fortunatamente gli altri piani e le altre stanze parevano avvolte dall’oscurità, non si vedevano lampi di incantesimi.

“Che cosa è successo alla gente che era ricoverata, ai medici, Remus?” domandò Lily, quasi sconvolta.

“Peter e Lys stanno aiutando tutti ad andarsene. Stanno smaterializzando i bambini e i più vecchi che –si interruppe un attimo schivando un incantesimo e contrattaccando- …che non sono in grado di farlo, terminò. Lily, vai da loro! Qui ci pensiamo noi! Porta chiunque trovi nella clinica di Diagon Alley.”

La rossa annuì decisa, poi corse veloce verso l’ingresso e si fiondò su per le scale, chiamando a gran voce chiunque potesse sentirla.

“C’è nessuno qui?” domandava avvolta dalle tenebre, correndo a perdifiato e aprendo ogni singola porta con colpi di bacchetta. Dopo tante stanze vuote un singhiozzo sommesso attirò la sua attenzione. Si precipitò in una stanza, un bambino di non più di otto anni se ne stava rannicchiato in un angolo appartato. Lily gli si avvicinò cauta e sorridente, facendo appena luce con la sua bacchetta. “Ciao piccolo, asciuga quegli occhioni, ora ti porto via da questo posto buio…” gli sussurrò prendendolo tra le braccia e smaterializzandosi.

Intanto al di fuori gli scontri parevano sempre più feroci.

Ritornata al luogo dell’attentato, Lily continuava a cercare ovunque, non aveva ancora trovato né Peter né Lysandra.

Poi sentì delle grida prepotenti provenire dai piani superiori, si smaterializzò fin lassù per trovarsi di fronte uno spettacolo agghiacciante, due Mangiamorte stavano per lanciare una maledizione mortale a due piccoli bambini terrorizzati ed in lacrime.

Stupeficium!” tuonò. Ma quelli furono più svelti e schivarono l’attacco.

“Lily!” Lysandra era comparsa alle sue spalle, sfinita, col fiato corto e la bacchetta in mano.

Riuscirono a portare in salvo i due bambini, ma quelli che erano i due Mangiamorte, al loro ritorno, erano diventati quattro ed erano arrivati fino all’ultimo piano, ancora gremito di gente, anche di quella che era scappata dai piani inferiori.

Lysandra infilò le mani tra i capelli, scotendo la testa “Non ce la faremo mai, accidenti!”

Lily le diede uno scossone “E Peter? Mai che ci sia quando serve… vabè, io li affronto, tu porta via quanta più gente puoi!”

La ragazza non trovò nemmeno il tempo di obiettare, Lily le diede uno spintone verso le prime camere, brandendo la bacchetta e socchiudendo gli occhi, disgustata “Ma guarda chi si rivede… Malfoy…” mormorò indignata.

L’altro le riservò una risatina roca “Ma non lo racconterai a nessuno…” quindi le lanciò un ‘incantesimo esplosivo che la fece atterrare diversi metri addietro.

Lily si rimise in piedi all’istante, stringendo i denti per il dolore all’osso sacro, su cui era malamente atterrata. Poi lampi mortali e potenti presero a illuminare l’aria scura che li circondava mentre formule proibite venivano mormorate a ripetizione. Lily era messa alle strette. Ne aveva atterrato uno, ma Malfoy e i due bestioni che dovendo essere Tiger e Goyle ora la circondavano, ridendo malignamente.

Strinse i denti, Certo non era pronta ancora, aveva appena iniziato a studiare tutti quegli incantesimi perduti e potenti assieme a Silente, ma se non lo avesse fatto in quel momento, probabilmente non avrebbe avuto più occasione di provarli. E poi aveva promesso a James di tornare tutta intera…

Chiuse gli occhi per concentrarsi, stringendo più forte la bacchetta, quando Peter fece un’entrata provvidenziale riuscendo a schiantare Tiger, o forse era Goyle, non che fosse importante che era dei due.

“Peter!” esclamò Lily, riuscendo a svincolarsi da quell’orami distrutto accerchiamento.

“Lil, stai bene?!?” domandò lui titubante, lanciando un’occhiata meravigliata al Mangiamorte esanime ai suoi piedi.

Lily annuì, poi entrambi tennero di nuovo testa ai due rimasti.

Le cose si stavano mettendo male per Malfoy e il suo compagno. Il biondo sorrise diabolicamente, poi si concentrò puntò la bacchetta al suolo e sussurrò “Terra Tremor…” e tutto prese a muoversi pericolosamente come per effetto di un potentissimo terremoto insorto. I due Mangiamorte si smaterializzarono, Peter e Lily si appoggiarono alle parti, tentando di mantenere l’equilibrio, agitati.

Lysandra ricomparve, agitata “Lil! Crepe! Ci sono enormi crepe ovunque! Non resisterà il palazzo! E gli incantesimi non sono abbastanza potenti!”

E come per confermare la sua idea, grossi pezzi di muro presero a crollare.

Lily si affacciò alla finestra. Erano troppo in alto… se fossero caduti di lì sarebbero morti tutti. Per smaterializzare tutta quella gente rimasta non ci sarebbe stato tempo a sufficienza…

Da fuori, intanto, mentre i Mangiamorte si dileguavano, gli altri tentavano inutilmente di mantenere integro l’edifico lanciando ogni sorta di incantesimi. Ma erano tutti stanchi e non abbastanza potenti.

Lily si mise a pensare alla velocità della luce… Eppure non trovava una soluzione… come avrebbe potuto fare… Una smaterializzazione di gruppo! Ma mancava il tempo… non ce n’era… doveva sintonizzarsi con il battito del cuore di tutte le persone in quell’edificio… Tempo… serviva tempo… che continuava a passare!

Poi, un colpo secco avvertì i presenti che, di lì a nemmeno un attimo per rendersene conto, sarebbero crollati assieme a parte del palazzo.

Fulminea, un’idea attraversò la mente della rossa, senza nemmeno riflettere esplose sulle sue labbra una formula arcaica e sconosciuta ai più… proibita…

“ Bloccare il tempo, governare la sorte…… Governum Cronos, Gelate!

Tutto apparve come pietrificato. Ogni cosa attorno a lei. Per la prima volta capì cos’era davvero il silenzio, Lily, laddove nessun suono sarebbe mai potuto giungere. Muovendosi a fatica, come rallentata  in un mondo dai contorni sfocati, si avvicinò ad una giovane donna, immobile che stringeva un bambino, altrettanto statuario.

Lo prese tra le braccia e mormorò strascicato un “Legamento…” tenendo bene impressa nella mente la figura dell’edificio. Poi si concentrò. Diagon Alley sarebbe stata troppo lontana, si, ma portarli fuori di lì era più che sufficiente. E smaterializzò tutti i presenti.

Quando i suoi piedi ritoccarono terra, pochissimi attimi dopo, Lily riaprì gli occhi e vide una piccola ala di ospedale crollare su sé stessa.

James lanciò un grido potente e tutti impallidirono di fronte a quello spettacolo, per un istante.

Lily accennò un sorriso e con infinita tranquillità e un filo di voce domandò “che succede?”

Tutti si voltarono nella direzione di quella voce. Attorno a Lily, con espressioni spaesate e sconcertate, ma soprattutto tanto impaurite, stavano tre dozzine di persone, o forse più. Salve. Tra loro anche Peter e Lysandra che non la smettevano di fissarsi stravolti.

“Lily!” esclamò Arabella meravigliata.

La rossa annuì, poi cadde a terra priva di forse perdendo i sensi.

Quando riaprì gli occhi, dopo che un liquido caldo e rigenerante le scese per la gola, si ritrovò distesa a terra, con attorno un paio di Medimaghi e la testolina di James che spuntava alle loro spalle.

Il ragazzo si avvicinò incredulo e stupefatto “Lil, non so cosa tu diavolo abbia fatto, ma sei la strega più terribilmente forte ed inquietante che io conosca.”

Arabella le si fece accanto “Lily, che incantesimo hai usato? Una smaterializzazione di gruppo?”

“Ma come è stato possibile? Solo un attimo prima io… ho potuto vedere il soffitto che stava per crollare!” commentò Peter, ancora trasformato.

Lily si fece rossa e balbettò una spiegazione “E-ecco io… Credo di… aver bloccato il tempo e poi aver effettuato la smaterializzazione di gruppo…”, rivelò in imbarazzo.

Il silenzio calò tra i presenti che la guardarono a bocca aperta, meravigliati e colmi di ammirazione, senza trovare il coraggio di dire una singola parola.

“E’ necessaria una potenza magica non decisamente comune per fare ciò, Lily, sei stata molto forte. Ma stai attenta… Gli incantesimi di dominio del tempo possono provocare distorsioni dalle conseguenze catastrofiche. Devo chiederti di non usare mai più quella magia, anche se questa notte hai salvato tutte queste persone…” Silente comparve tra il piccolo e familiare gruppetto, sorridendo alla strega.

Lily annuì, sempre in imbarazzo. Di nuovo il silenzio calò tra i presenti, che seguitavano a fissarla come se fosse un’aliena.

Fu un bambino spezzare quel silenzio, un dei ragazzini presenti tra il gruppetto di persone che Lily aveva smaterializzato.

Si avvicinò alla rossa, tirandole una ciocca di capelli per richiamare la sua attenzione, Lily s voltò verso di lui “Grazie signora! Ci hai aiutato te a me e alla mia mamma, vero?”

Lily si grattò una guancia per l’imbarazzo e il bambino gli riservò un sorriso gioioso poi le stampò un bacetto sulla fronte.

“Ehi, non sono una signora io!” gli fece lei, facendo girare minacciosamente un dito sotto gli occhi neri del piccolo.

Lui ridacchio, fece ciao con la manina e corse di nuovo via. Lasciando Lily sorridente ad osservarlo.

“Ehi, sono orgoglioso di te…” le mormorò James, abbracciandola.

Lei si crogiolò un attimo in quella stretta, poi si rimise in piedi “Eh, lo so!” disse con falsa arroganza.

Rientrarono che era mattina fatta ormai.

“Lo sai, mi fai quasi paura… -rivelò scherzando James, addentando la sua fetta di bacon per la colazione- Padroneggiare simili incantesimi…”

Lily scosse la testa minacciandolo con la forchetta “Stai attento ora… Ti basta anche solo farmi inquietare un attimino e saranno grane…” poi rise e lo stesso fece lui.

“Scherzi a parte, non lo so se ci riuscirei di nuovo a mente fredda. Credo che sia stato un caso… Cioè, volevo solo fare qualcosa… Volevo ritornare tutta intiera da te, come ti avevo promesso…” confessò. Davvero, non si sentiva così potente, lei.

Lui le arruffò i capelli “Ecco! E ti conviene tenertelo sempre a mente, sai?”

Gli scoccò un bacio e lasciò che il suo abbraccio la coccolasse per un po’.

 

E intanto i giorni trascorrevano sempre bene, in quella graziosa villa a Goldrick’s Hollow, Lily e James erano il ritratto della felicità.

Tuttavia né lui né Lily erano ancora riusciti a venire a capo del mistero di Sirius, che ogni giorno pareva sempre più sulle nuvole. Anche Peter era diventato leggermente sfuggente, e spesso assente, ma cedettero che fosse per via della sua nuova cotta stratosferica per la nipote australiana di Tom, il vecchio oste del Paiolo Magico.

Era un mezzogiorno come un altro, e Lily e James stavamo mangiando due bocconi al noto pub di Diagon Alley, assieme a Remus, Mund, Ghiana ed Arabella, chiacchierando tranquilli.

Poi improvvisamente Arabella si fece seria e sospettosa.

“Ehi, che succede Belle?” le domandò Mund, guardando la sua espressione.

Lei scosse il capo “Non so… ho un terribile presentimento… MJ! Qualcuno ha scoperto il segreto e l’ha tradita…” asserì sicura di sé.

Tutti sbiancarono allibiti, chi poteva saperlo?

“Venite con me!!” tuonò improvvisamente allarmata, Arabella.

Tutti, in agitazione si smaterializzarono nel posto che nessuno dei presenti conosceva, seguendo la donna.

Remus si guardò attorno sorpreso “Arabella, ma quella laggiù è casa nostra!” fece poco convinto.

La donna annuì “Si, ma adesso è di qua che dobbiamo andare!”

E indicò una chiesa diroccata, abbarbicata su una piccola collina circondata da natura rigogliosa.

Quando arrivarono impallidirono. Un gruppo di Mangiamorte aveva attaccato quel luogo, Sirius stava cercando di tenere loro testa mentre MJ giaceva a terra, inerme, nel bel mezzo di quello che pareva un potente cerchio magico di protezione.

La professoressa scosse il capo, schockata “Non posso crederci… Non tu, Lys…” mormorò.

Remus la guardò preoccupato “Cosa?”

Arabella annuì, sentendosi mancare le forze “Lysandra… Lei lo sapeva… che ero io la custode e dove si trovava Mary Jane…”

Remus sentì una lacrima rigargli la guancia, scendere silenziosa e infrangersi al suolo.

 

Continua…

 

Rieccomi qui a grande richiesta! (??) ^^

Sono tornata… vi chiedo scusa per questo tremendo ritardo, davvero davvero catastrofico… ha superato ogni mia più nera aspettativa… bè, ho avuto qualche pasticcio io, in più ci si metteva il sito che non voleva funzionare!!!  è.é D’oh!

Ma ora eccomi… eccomi depressissima perché tutte le vostre meravigliose recensioni sono andate in fumo… Quindi, per questa volta, niente tornata di saluti, solo vi ringrazio di aver aspettato con tanta pazienza il mio ennesimo capitolo e spero via sia piaciuto, aspetto i vostri nuovi commenti che erano diventati il sale della mia vita! ToT Che tristessa…

Di nuovo tantissimi baci a tutti, spero di non dovervi fare attendere così tanto per il prossimo chap… ma venerdì esame informatica, sabato matrimonio, esche il 5° libro, poi mercoledì dopo un altro esame… sapete, ho un po’ di impegni!

Bè, a prestissimo, ve lo prometto!

Aspetto i vostri pareri, di nuovo grazie a tutti, un bacio,

La vostra Ly

 

PS: ok, visto che è uscito il famoso quinto libro, che io e molti di voi stiamo leggendo, vi voglio solo chiedere una cosa: NESSUNO SPOILER, PER FAVORE! Non scrivete allusioni o nulla nelle recensioni, per me che devo ancora finirlo e per coloro che non hanno ancora avuto il piacere di leggerlo. Da parte mia, assicuro tutti voi (STREEEEEKON!!) che non ci saranno spoiler nei miei capitoli o nie miei commenti, quello che succederà è quello scritto nella mia testa dal primo capitolo. Non modificherò la storia né faro allusioni.

Grazie mille, ragazzi! Spero di non trovarmi brutte sorprese!

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Capitolo 19
*** Speranze ***


-19-

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Remus stava immobile, incredulo. Le parole di Arabella erano state una coltellata per lui. Ma non ci volle credere. Assolutamente. Non la sua Lys, ne era certo. In fondo era sempre stata dalla loro parte. Li aveva aiutati spesso, anche quella volta del terribile attacco al San Mungo, lei era con loro.

Strinse forte i pugni, bloccando lacrime di rabbia, di dolore e di rifiuto che si affacciavano ai suoi occhi serrati.

“Remus…” Lily gli posò una mano sulla spalla, allarmata, gettando occhiate apprensive all’amico e al suo James, che assieme a Mund si era lanciato in aiuto di Sirius, che pareva in netta minoranza.

Lui si riscosse e scostò il tocco gentile di Lily “Forza, hanno bisogno del nostro aiuto!” disse solo, con voce appena tremante, prima di correre, bacchetta alla mano, nella loro direzione.

Lily trasse un profondo respiro, quindi lo seguì.

“MJ, stai bene?” domandò raggiungendola.

Lei si mise carponi, schiacciando forte le mani al suolo, annuendo “Si! Ma dannazione, Lily aiutami ad uscire di qui!”

La rossa annuì e si apprestò a studiare un controincantesimo per liberarla ma la voce di Sirius la bloccò “Lil, lasciala lì! E’ molto più al sicuro che in qualsiasi altro luogo! Non è in grado di difendersi!”

La ragazza rammentò improvvisamente. Annuì con decisione e fece la cosa contraria, aggiunse un ennesimo incantesimo di sigillo al cerchio magico protettore.

“Accidenti! Lil, dai! Potrei esservi utile!” obbiettò la mora, decisa, premendo con forza contro le invisibili pareti che la circondavano, ma inutilmente. Nessuno le dava ascolto retta.

Erano tutti presi dagli scontri, impegnati nell’ennesimo combattimento che pareva doversi concludere a favore del solito gruppo battagliero, così nessuno notò un’ombra scura avvicinarsi. Proprio innanzi a Mary Jane, comparve allora in tutta la sua terrificante maestria la ormai nota figura oscura e ammantata di Lord Voldemort.

La sua risata malefica gelò il sangue nelle vene a tutti i presenti.

MJ sgranò gli occhi, chinando il capo arresa. Spezzare un incantesimo di blocco e uno di protezione per lui sarebbe stato un giochetto da nulla. Forse era giunto il suo momento, si disse amareggiata. Sarebbe morta per mano di un maledetto mago con cui non avrebbe mai dovuto avere a che fare, tradita da una delle persone di cui avrebbe dovuto fidarsi  e dopo essere stata presa in giro da quella che stava diventando una persona molto importante per lei. Decisamente una brutta fine.

Gli occhi serpentini di Voldemort si posarono su di lei “Ci rivediamo, maledetta traditrice! I tuoi trucchetti mentali non ti salveranno ora, sai?” le ricordò divertito il, quindi alzò la bacchetta verso di lei pronunciando formule sconosciute. Ma una barriera vitrea parve brillare e proteggerla.

MJ spalancò nuovamente gli occhi, questa volta incredula. Come poteva resistere quella semplice barriera di fronte ad un incantesimo del più Oscuro Signore di tutti i tempi?

Poi si voltò alle spalle, dietro di lei, grande e potente, si stagliava la figura di Albus Silente.

Il canuto mago, con la sua bacchetta in mano, si lisciò la barba stringendo appena gli occhi “Ci rivediamo, Tom.” disse guardando senza timore dritto negli occhi rossi del suo nemico.

Voldemort parve infastidirsi, un sussurro roco di indignazione sibilò nell’aria mentre un suo sopracciglio si inarcava appena “Tom Riddle è morto, Silente! E tra poco lo sarai anche tu, sciocco mago… Anche se si, è un vero piacere rivederti. Questo scontro sta proprio prendendo le pieghe di una vecchia rimpatriata…” e il suo sguardo crudele e divertito cadde su Lily poco lontano, Lily che lo fissava senza timore e piena di astio. James, di fianco a lei, le si fece davanti, brandendo la propria arma, nell’atto di schermirla.

Voldemort scosse appena la testa, mormorando in un istante un “Patetico…” piatto, quindi tornò a rivolgere la propria attenzione su Silente.

“Credo sia giunto il momento di uno scontro diretto, Voldemort.” dichiarò l’anziano ma terribilmente potente mago. L’aura di forza e determinazione che emanava era tale che nessuno osò proferire parola sin dal suo arrivo. Nessuno lo aveva mai visto così, gli occhi azzurri di ghiaccio e lo sguardo ‘si tanto determinato.

Il nemico annuì, quasi divertito “Ora ti dimostrerò, sciocco, chi è il più grande mago di tutti i tempi!”. Il cielo alle sue spalle si incupì paurosamente e tuoni rombarono per l’aria pensate, sempre più vicini. Dopo una risata malefica la pioggia prese a cadere copiosa, sopra le loro teste, e il vento iniziò a soffiare gelido.

Un cerchio di fuoco si innalzò perfetto attorno a loro, ardente nonostante l’acqua che scendeva a fiotti e il vento che sibilava minaccioso. Nuvole nere si addensarono sulle loro teste facendo calare prematuramente una notte surreale e terribilmente nera. Quella muraglia rossa e dardeggiante coprì i due duellanti alla vista preoccupata dei presenti.

I Mangiamorte presero a smaterializzarsi uno dopo l’altro, soddisfatti, mentre James e gli altri si accalcavano attorno a quel muro invalicabile.

“Dobbiamo entrare! Dobbiamo aiutarlo!” gridò Sirius ad Arabella, ma la donna pareva su un altro mondo. James, poco distante da lui, annuì all’amico. Si lanciarono correndo verso quella parete, impetuosamente e scioccamente. Lily fece appena in tempo a bloccarli con un banale incantesimo di trattenimento prima che fosse stato troppo tardi. “Sciocchi! –esclamò fuori di sé- Non è un banale fuoco che potete freddare con un incantesimo, né sono fiamme magiche opponibili! Quello… quello è fuoco dell’inferno. Là dentro loro sono in un’altra dimensione…” spiegò agitata. Sirius e James si guardarono sconvolti. Fu solo allora che Sirius notò che Mary Jane era compresa in quella specie di universo parallelo.

“Santo Dio… -mormorò- Anche… anche MJ è là dentro…” poi si passò una mano sul volto, senza sapere che fare.

Lily scosse la testa “Allora dobbiamo andare a prenderla! Per forza! Lui… lui la ucciderà!” strillò istericamente. In fin dei conti, era anche colpa sua se aveva mandato a monte altri piani, per proteggerla, per aiutarla, se si era fatta scoprire. Doveva nascondersi perché si era sporta troppo. Decisamente non l’avrebbe lasciata là dentro a morire.

James le mise le mani sulle spalle, guardandola dritta negli occhi, per quanto possibile in quella strana oscurità che quelle fiamme pallide riuscivano solo a rendere più infima “Lil, calmati! Calmati e pensiamo insieme a qualcosa…”

Lei scrollò velocemente il capo, facendo ondeggiare la chioma rossa “Io… che cosa possiamo fare… un incantesimo di penetramento, dobbiamo trovare un incantesimo di sfondamento delle barriere spazio-temporali!” disse più a sé stessa che a James e Sirius che pendevano dalle sue labbra. Ma la mente, in quella situazione drastica, pareva innaturalmente vuota. Tutti gli incantesimi che stava imparando a padroneggiare, quelli di cui era a conoscenza, i più antichi e potenti… Nulla di nulla pareva rimasto dentro di lei. Era nel panico.

Nel silenzio ovattato che era calato attorno a loro, potenti colpi e scoppi prorompenti rimbombavano dolorosamente per l’udito, spesso la parete dardeggiante tremava, come sotto un potente schiaffo divino e il fuoco si faceva ora più nero e spesso ora più pallido e sottile. Un terribile scontro cui non potevano prendere parte si stava disputando. Silente e Voldemort… I due maghi più potenti degli ultimi secoli erano uno di fronte all’altro, le sorti del mondo erano in gioco e a loro, là fuori, non era concesso nemmeno di sapere che piega stava prendendo lo scontro…

Che cosa potevano fare? Le menti di tutti presero a lavorare incessantemente, alla ricerca di un filo di speranza cui aggrapparsi, su cui camminare coi piedi di piombo, qualcosa da fare, anche vano, per aggirare l’attesa estenuante e carica d’angoscia…

Mund era vicino ad Arabella, la donna non pareva nemmeno più lei. Assente e orfana di quello spirito fiero e combattivo che la contraddistingueva… Remus invece era imperscrutabile. La bacchetta salda in mano e lo sguardo concentrato e fisso sulla barriera fiammeggiante non tradiva alcuna emozione. Ma Lily, Sirius e James potevano ben immaginare, anche se solo flebilmente, come si potesse sentire. Tradito dalla persona che amava…Ma non c’era tempo per piagnistei e consolazione, era il momento di far funzionare i cervelli, di farli correre alla velocità della luce tra le intricate pareti di conoscenza ed esperienza della loro mente, alla ricerca di un’apparentemente efficace e possibile soluzione a quello che stava succedendo… innanzitutto occorreva sapere… ma come? Si chiedeva Lily, smarrita.

Sirius alzò il capo di scatto, come riprendendosi nel giro di un attimo da anni di terribile cecità “Ma certo! MJ! Lil, prova a metterti a contatto con lei… Lei ha… quella strana capacità… Di entrare nei pensieri della gente e parlare direttamente ad essi! Tu… sei in gamba! Puoi riuscire nel contrario! Lei può venirti in contro! Trova qualche incantesimo, Lil!”

James spalancò gli occhi fissando prima Sirius, poi Remus che tutta via non faceva una piega, ed infine Lily. Nessuno di loro pareva essere nuovo a questa notizia.

“No… -rispose in fretta la rossa- Io non saprei… conosco un incantesimo ma deve essere praticato da entrambe le parti… ci vuole concentrazione e pratica…. Non riuscirebbe mai! E poi ci vogliono poteri magici e sai bene che Mary Jane è una Strega-no!”

La bocca di James, per quanto quasi impossibile, si spalancò ancora di più mentre un’espressione di puro stupore si dipingeva sul suo viso incredulo. Prese un respiro e fece per fare una domanda “Lil, tu sapevi che…”

Ma la rossa lo interruppe con un gesto sbrigativo e impaziente della mano, come si fa con le cose da poco conto.

“Provaci! –insistette tuttavia Sirius- Sei potente! E ok, MJ non ha un granello di magia convenzionale in sé, ma ha questa bizzarra capacità telepatica… Forse… Io lo so che lei è in grado di sentirti… prova a metterti in contatto con lei!” le pregò, esercitando una certa pressione, impaziente.

Lily annuì sospirando, quindi portò una mano alla tempia concentrandosi. Il tutto sempre sotto gli occhi mezzo smarriti e mezzo increduli di James.

Chiuse gli occhi e respirò profondamente quindi si mise a recitare formule sconosciute in una lingua mai udita dai presenti.

A vederla così, inquietante e potente, James ebbe un fremito. Era così potente… Ma positiva e mossa da buoni propositi… Era terribilmente orgoglioso di lei, che diventava ogni giorno il fiore sempre più splendente. Le sue incertezze, i suoi vecchi dubbi e le paure di crescere un nessuno erano sparite dal suo animo, ora ne era consapevole. La sua Lily…

Attorno a lei aleggiava una strana aura mistica, ora che provava a padroneggiare antichi incantesimi dai più rimossi dalla mente e dai testi…

Ma era difficile, la concentrazione più di tutto, contro l’ansia e l’angoscia, le emozioni interferivano sempre. E poi non riusciva, aveva bisogno della stessa magia dalla controparte. Non ci riusciva…

Si lasciò andare “Io… non ce la faccio! Non riesco a concentrarmi abbastanza! Queste stupide emozioni…” si autorimproverò.

“E.. –azzardò Remus, senza tuttavia una gran convinzione- Se invece che con la magia, provassi a parlarle col cuore? In fondo è questo che lei fa, no?”

Lily soppesò attentamente l’idea… Tuttavia quella che pareva una semplice preghiera non ispirava molta fiducia…

“Beh, io non ho ancora capito chi sia né che cosa possa o non possa fare, –questa volta fu James a parlare- ma so che è un essere umano, una nostra amica, e dobbiamo fare qualcosa. Il rischio vale la candela…”

Sirius annuì gravemente, concorde e desideroso di fare qualcosa, qualsiasi cosa purché star lì fermi ad aspettare. Men che meno ora, che le pareti di fuoco si erano fatte più alte e scoppi continui e frenetici le facevano tremare insistentemente, ora che si udivano rochi echi di risate…

“Ma chi o cosa può portarci dall’altra parte? Cosa potremmo fare noi, in fondo?” Arabella parlò di nuovo, dopo un ostinato silenzio, parole di sconforto di un animo straziato. Scosse ripetutamente la testa.

“Io… Forse lo so chi può aiutarci… Qualcuno di grande, dagli immensi poteri, ma ci vuole fedeltà… A Silente. Fiducia. Speranza…”

“E mi pare che ne abbiamo…” aggiunse James, alle parole di Sirius.

Non trascorsero un paio di secondi che nel cielo nero e pesante si diffuse un canto melodioso e vitale, un grido di speranza che riuscì ad aprire un varco di luce nella tenebra calata sopra i loro capi. Accompagnata da un raggio di sole che faceva brillare le sue piume dorate, Fanny, la fenice di Silente, rapida in cielo, volando contro il muro di fuoco…

Lily fece per gridarle di fermarsi, terrorizzata che potesse farsi del male, ma James le mise una mano sulla spalla “Bisogna avere fiducia!”

Senza accennare il minimo rallentamento, seguitando a diffondere nell’aria il suo grido melodioso –bastava quello a far sì che le tenebre si diradassero, ora innumerevoli raggi di sole pomeridiani tornavano a rischiarare tutto quanto- si precipitò contro la barriera.

Appena l’ebbe accarezzata un rumore di cristallo infranto rimbombò nelle orecchie di tutti, unito ad un potente stridio di resistenza. Seguì un boato quindi, innanzi ai loro occhi, ricomparvero i due duellanti. Silente pareva quasi in svantaggio… Voldemort portava un ghigno di soddisfazione sul volto, maschera che si infranse come la barriera alla vista della Fenice, l’uccello leggendario ora volava libera sulle loro teste. Planò prima su MJ, che giaceva a terra, apparentemente priva di coscienza, strofinò la sua testolina rossa contro una guancia bianca della ragazza quindi con un balzo fu sulla spalla di Albus, che la accolse con un sorriso. Il canuto preside le accarezzò debolmente il capo, mormorando qualcosa che sfuggì ai presenti, quindi rivolse uno sguardo carico di gratitudine  ai ragazzi che erano rimasti immobili a guardare ciò che stava succedendo.

Voldemort passava il suo sguardo carico di odio e sconcerto da Silente, alla Fenice ai ragazzi poco lontani. Una smorfia di determinazione unita al più profondo disgusto si dipinse sul suo volto già deformato dall’ira… Brandì la bacchetta a mezz’aria, pronto a sferrare chissà quale incantesimo mortale, quando Fanny si librò in aria emettendo un sibilo acuto e la bacchetta prese a vibrare potente, persino Voldemort era incapace di controllarla, mentre gli occhi rossi di cattiveria si iniettavano d’ira. Anche il suo corpo, cercando di mantenere il controllo della sua arma, era scosso da tremiti diffusi… Ora pareva quasi nel panico.

Tuttavia mosse abilmente una mano scagliando un incantesimo contro l’uccello che ancora non indugiava; un forte incantesimo di protezione però deviò il colpo.

Da qualche metro lontano James, Lily, Sirius, Remus e Mundungus avevano lanciato prontamente un “Protecto” che era riuscito perfettamente nell’intento. E alle loro spalle si erano uniti i poco numerosi Auror appena giunti in aiuto, tra loro Franck e Amy.

Voldemort esitò un attimo, la bacchetta gli sfuggì quasi di mano. Ora era perfettamente consapevole che, con quell’uccellaccio tra i piedi, non sarebbe riuscito in molto.

Su tutte le furie lanciò un ultimo colpo attorno a , colpo che andò a vuoto, quindi si smaterializzò portandosi tenebre e buio.

Silente crollò sulla ginocchia, esausto, quindi rivolse un ennesimo sguardo carico di gratitudine a Fanny, che era tornata ad accoccolarsi sulla sua spalla e ai ragazzi che stavano accorrendo “Grazie, ragazzi… Avete salvato la situazione…” parlò con voce roca.

Sirius scosse la testa “Merito di Fanny…”

“No, merito vostro. Solo un forte sentimento di positiva fiducia e fedeltà avrebbe potuto chiamarla… Grazie.” spiegò brevemente, rimettendosi in piedi e sistemando sul naso gli occhiali a mezzaluna.

“MJ!” Lily accorse presso la ragazza, che giaceva ancora a terra esanime. Diversi tra i presenti la seguirono.

“Che cosa le è successo, Albus?” domandò Sirius, chinandosi a fianco a lei.

 “Presa di striscio da un’Avada Kedavra…” mormorò.

Tutti spalancarono gli occhi, terrorizzati.

“Ma il vostro ottimo incantesimo di protezione e sigillo pare averla salvata. –la ragazza si mosse appena, seppure senza coscienza-  Però urge portarla a San Mungo.”

Remus la prese in braccio, anticipando la mossa si Sirius, quindi, lasciando gli Auror sul luogo dell’attacco per le consuete formalità, si smaterializzarono uno dopo l’altro fino al famoso ospedale.

 

Lily fu decisamente sorpresa nel constatare come il San Mungo fosse già nuovamente come nuovo, nonostante il potente attacco di poco tempo prima che lo aveva praticamente abbattuto.

MJ fu sottoposta ad un intervento,  eseguito da diversi medimaghi, d’urgenza.

Tutti quanti attendevano impazienti all’esterno della sala d’intervento, in cui era stata portata. Anche Peter, dato per disperso durante l’attacco, li aveva infine raggiunti, scosso e sconvolto.

Erano tutti seduti in silenzio sulle comode poltroncine, alcuni di loro sorseggiavano camomille ‘rubate’ al vassoio volante che era sfrecciato tra le varie teste, nel tentativo di rilassarsi e quietare almeno un poco i nervi, ora a fior di pelle.

Arabella stava sprofondata nella sua grossa poltrona. Immobile e silenziosa, gli occhi chiusi e una maschera di tristezza dipinta sul volto. Si sentiva terribilmente in colpa, era evidente. Lily si sedette sul bracciolo della poltrona, posandole una mano sulla spalla, in segno di comprensione. Non poteva fare null’altro. Tuttavia la donna la scansò, con un gesto del capo. La rossa non ripeté il gesto e probabilmente Mrs Figg gliene fu grata.

Dopo anche diverse ore di attesa, silenziosa e carica di speranza, un medimago emerse dalla sala, ripulendo la bacchetta con uno strofinaccio e riponendola nella tasca interna del mantello bianco. Quindi si schiarì la voce tossendo lievemente nel guanto adagiato sulla mano.

“… Bene, nonostante questa babbana non abbia in sé uno straccio di magia…”

“Badi a come parla! Innanzitutto MJ è Strega-nò, ma se anche fosse babbana non vedo perché ne debba parlare con quell’espressione disgustata!” lo ammonì furioso Remus.

L’uomo in bianco gli riservò un’occhiata bieca carica di risentimento, quindi tornò a parlare lievemente imbarazzato mentre tutti i presenti annuivano alla parole di Remus “Dicevo… ehm, siamo riusciti ad intervenire in tempo… Pare che quella maledizione abbia colpito i centri nervosi, tuttavia non li ha distrutti ma solo assopiti… Con delle particolari pozioni ne guideremo il risveglio, ma potrebbero volerci due giorni come due mesi… E’ il primo caso del genere che ci capita… Stiamo un po’ sperimentando…” ammise.

Albus annuì e prese parola “Bene, abbiamo tuttavia la certezza che riaprirà gli occhi e tornerà come prima?”

Il medico annuì con fermezza “Non è morta e non ci sono danni in nessuna delle zone vitali. E’ solo calata in un sonno profondo. Speriamo che stimolando i centri assopiti, con pozioni ed incantesimi, la si possa svegliare alla svelta… Ma un risveglio ci sarà, anche lasciando fare naturalmente alla ragazza. In quel caso potrebbero anche volerci anni, ma questo è per farvi capire che comunque la situazione è rimediabile. L’unica incognita è rappresentata dai tempi.”

Appena ebbe finito di parlare le porte alle sue spalle si spalancarono e ne emerse il corpo muto e immobile di MJ, coperta da lenzuola candide, adagiato su un materasso incantato che volteggiava a mezz’aria. Presto tutti le furono attorno, riservandole occhiate preoccupate e sguardi speranzosi. Poi furono allontanati mentre una gentile infermiera scortava la branda fino in quella che sarebbe stata la sua nuova stanza.

Arabella, che si era alzata come tutti gli altri, emise un profondo sospiro.

“Albus, considerami definitivamente fuori dal gruppo…” mormorò.

Tutti quanti si voltarono stupefatti, senza credere a quello che era uscito dalla sua bocca.

La donna si passò una mano stanca sul viso. Silente le riservò un’occhiata perplessa “Sei sicura di quello che dici, Arabella?”

Lei annuì di nuovo, con convinzione “Io… Innanzitutto sappi che potrai sempre contare sulla mia discrezione, niente di quello che so uscirà mai dalla mia bocca con le persone sbagliate-”

“Questo l’ho dato per scontato…” la interruppe il mago.

Arabella annuì ancora, grata “Tuttavia non sono riuscita a mantenere a lungo il posto di insegnante, per dedicarmi a questo gruppo, infine ho fallito. Ho confessato tutto a Lysandra. IO le ho messo in bocca la verità su MJ, credevo di potermi fidare di lei, non avrei dovuto farlo… E lei ci ha traditi… ma è stata innanzitutto una mia colpa. Una mia debolezza. Non sono così forte, non valgo la metà del valore che mi attribuite erroneamente… E non ci sarà parola che mi farà cambiare idea… Ho chiuso… Credo che la vita babbana, in fondo, non sia tanto male. Grazie per quello che avete fatto per me, ragazzi. Mi spiace di avervi deluso… Mi spiace di aver messo in pericolo la vita di MJ…Non pensavo che proprio mia nipote, la mia prediletta, potesse tradirci… Lysandra seguace di Voldemort, e io sciocca le ho confessato tutto…” riservò loro un ultimo sorriso triste, poi girò i tacchi e si smaterializzò prima che alcuno di loro potesse proferire verbo o potesse fermarla.

Quella fu l’ultima volta che la maggior parte di loro rivide Arabella.

Solo Peter, per dove se ne stava, era riuscito a scorgere una figura femminile conosciuta che avvolta in uno scuro mantello portava una mano alla bocca scotendo il capo incredula e lasciando scendere una lacrima sulla giovane e candida guancia prima di smaterializzarsi.

Lily si guardò attorno sconcertata, era successo tutto così in fretta che non riusciva a capacitarsene. Cercò gli occhi di James e li trovò, carichi di interrogativi che non avrebbero ottenuto risposta, come i suoi. Remus sospirò pesantemente, senza però lasciare scappare la lacrime che, i suoi amici ne erano certi, premeva dietro quegli occhi nocciola. Pareva invecchiato di diversi anni, dopo quello che era successo… Lysandra li aveva traditi tutti, anche lui.

“Come vuoi tu, Arabella. Buona vita…” mormorò silente al nulla, con una nota nostalgica nelle voce greve.

 

Poche ore più tardi Lily e i quattro ragazzi stavano seduti attorno al letto di Mary Jane che non accennava a svegliarsi. Ogni tanto un’infermiera giovane e gentile entrava somministrandole una dose curata di una pozione a loro sconosciuta. Tutti e cinque giacevano in un religioso silenzio, l’unico rumore nella stanza era l’orologio a cucù che si faceva sentire ogni quarto d’ora. Finché Sirius non provvide a zittirlo con un colpo di bacchetta. Ora la fenice di ceramica che spuntava dal nido apriva il becco senza emettere alcun suono.

“Mi stava dando ai nervi…” spiegò agli sguardi sbigottiti dei compagni.

Lily non riuscì a trattenere una risata “Scusate, ma la situazione era troppo buffa…”

Questo banale episodio servì ad allentare la tensione di tutti i presenti. Quella di Peter in particolare, che si torturava le mani senza tregua.

“Pete, dacci un taglio anche tu, tra sospiri e schiocchi di ossa…” lo ammonì Sirius, sempre piuttosto nervoso.

Peter annuì obbediente, chinando il capo, tirando un profondo sospiro.

“Se anche ci fossi stato non saresti riuscito a cambiare la situazione…” gli ricordò James.

Il piccolo ragazzotto annuì di nuovo. “Ma perché… lo ha fatto? Lysandra?”

Remus distolse lo sguardo, Sirius invece gli rifilò una gomitata “Tu perché lo faresti?”

Quello sgranò gli occhi, scotendo il capo “I-io--- n-non lo farei di certo… Non lo so il perché.”

Il moro annuì sbuffando di nuovo “Nemmeno noi, quindi non fare domande idiote!” e con un breve cenno del capo indicò Remus.

Seguì un profondo silenzio, pesante e quasi insostenibile, James fu grato a Peter, quando con uno scatto avventato rovesciò un vasetto di fiori sul comodino. Cercò di rimediare con un paio di incantesimi.

“Non dovete muovervi sulla bambagia per me, eh…” disse in un sussurro Remus, sempre evitando di guardarli in volto.

Sirius gli batté un paio di pacche sulle spalle, in sostegno.

“Ehi, amico, non c’è bisogno di fare il duro o l’indifferente con noi…” gli ricordò James.

Remus si alzò e posò il proprio sguardo verso cielo che correva limpido e roseo, lasciando il posto alla sera , dietro i vetri della finestra. Posò con un colpo le mani sul davanzale, restando immobile. Dopo qualche attimo il suo corpo magro fu scosso dai singhiozzi. La testa ciondolava in avanti, con le lacrime che gli ricadevano sulle mani e sulla pietra nuda e fredda sotto di esse “Io… Non avrei mai pensato… Lys, lei… Come ha potuto fare questo a tutti noi? Lei non sembrava… Eppure ci ha traditi tutti… Guarda cosa ha fatto… Mary Jane, chissà quando si sveglierà… Arabella, andata per sempre… La castrone sfiorata oggi… Ci ha traditi… Mi ha tradito…” mormorò stringendo i pugni bagnati a mezz’aria.

“Forse è inutile, ma… Potresti parlarle, o no?” azzardò James.

Remus scosse il capo, asciugandosi il viso con un lembo della manica, tirando su col naso “No, non rivolgo parola ai traditori, per me lei è morta…Ora la cosa più importante è lei… Dobbiamo starle vicino, ha detto l’infermiera, no?” ed indicò con cenno Mary Jane, sforzandosi di sembrare meno sconvolto di quanto fosse in realtà. Inutilmente.

Gli altri quattro annuirono, Peter sentì il bisogno di lasciare la stanza alla ricerca di un bagno…Fu anche il primo ad andarsene quella sera.

Gli altri quattro lasciarono la stanza solo a notte inoltrata, col buio.

Rinfrescati dall’aria fredda della notte si aggiravano per le vie buie della Londra babbana, in silenzio. Si fermarono solo nei pressi di un parco giochi, per mettersi, come bambini spauriti, a dondolare silenziosamente su quattro cigolanti altalene.

Il buio e il cielo particolarmente gremito di stelle, l’aria fresca che portava con sé il profumo inusuale e forte dell’erba tagliata, i respiri leggeri e i cigolii ritmici delle altalene assieme alle voci festose di una casa lontana illuminata e viva contribuivano a rendere tutto quanto piuttosto surreale, quasi come si trattasse di un sogno…

“Voi… non mi tradirete mai, vero?” domandò ad un certo punto Remus, la voce giungeva leggermente lontana, ovattata dal suono del vento, come un flebile ricordo d’infanzia, come la voce del bambino che fu.

Sirius annuì deciso “Mai…” rispose con tutta la sicurezza che aveva in corpo. E lo stesso fecero James e Lily, scambiando due sorrisi sinceri e rilassati.

Remus annuì sollevato, sforzandosi di sorridere appena. Era consapevole che non ci sarebbe stato nemmeno da chiederlo, che loro ci sarebbero stati sempre l’uno per l’altro, come era sempre stato in passato e sarebbe continuato in futuro. Una promessa fu rinnovata quella notte, sotto la testimonianza delle stelle più belle del cielo. Una promessa non vincolata dalle loro parole, bensì da quel sentimento di lealtà e affetto radicato dentro di loro. Una parola che non avrebbe mai tradito sé stessa, a costo della vita

“Ma c’è una cosa che non ho capito, Sirius –intervenne ad un certo punto il ragazzo- che cosa facevi lì da solo, quando noi siamo arrivati? Come potevi già essere lì?”

Tre occhi curiosi lo puntarono, in attesa di una risposta esaustiva.

Il moro si grattò un attimo il capo, incerto, poi sospirò “Bè… ero già lì quando hanno attaccato… Cioè, Felpato era lì!” precisò storcendo il naso.

Tutti sgranarono gli occhi “Ma… lo sapevi?” domandò incredula e sorpresa Lily.

Sirius annuì “Bè, diciamo che a MJ, Felpato piace un sacco, al contrario del sottoscritto, e un giorno ha deciso di portarlo con se al suo nascondiglio…” spiegò sorridendo e dondolandosi ancora di più.

“Se non ci fossi stato tu, stasera…” Remus scosse il capo, non volendo pensare a come sarebbe potuta andare per la ragazza.

Sirius sospirò “Dite che ci vorrà molto? Per riprendersi, intendo… Tra l’altro, credo che pensi che io l’ho tradita… per quello che mi ha gridato quando sono arrivati tutti quei Mangiamorte e ho riacquistato le mie sembianze…” la sua voce suonava parecchio mortificata e abbacchiata.

“Si riprenderà, è forte, molto forte! E scommetto che le basterà sfiorarti per essere consapevole del fatto che mai e poi mai l’avresti tradita…” lo rincuorò Lily, annuendo sicura.

James sospirò all’improvviso “Tutto quello che sapevate su di lei… e non mi avete detto nulla!” fece con fare accusatorio.

Lily si accigliò quando il ragazzo posò il proprio sguardo su di lei “Io… non potevo… Cioè, avrei dovuto ma non era una cosa che riguardava espressamente me… cerca di capire…”

Lui non rispose.

Gli altri due ragazzi si scambiarono uno sguardo e annuirono, poi balzarono giù dai proprio sedili e salutando si allontanarono.

Lily e James se ne stavano in silenzio, gli sguardi fissi a terra.

“Scusami, James… magari avrei dovuto ditelo…” parlò per prima, lei.

Lui sbuffò ancora “Magari… Ultimamente parli di più con Sirius e Remus che con il sottoscritto…” si lamentò con fare infantile.

Lily non riuscì a trattenere una fragorosa risata, argentina e naturale. Arrivando alle sue spalle lo abbracciò affondando il viso nel suo collo “Mi piaci anche quando fai i capricci…” gli confessò.

Lui grugnì ancora un poco, ma quando le labbra di lei sfiorarono la sua pelle, esplose in un sorriso.

“Non è che non mi fidi di te, non pensare assurdità del genere, solo… Volevo esserle complice. In fondo non ero nemmeno sicura che Sirius e Remus lo sapessero, l’ho scoperto solo oggi, io non ho detto nulla a loro. E’ bello aver ritrovato un’amica, sai? –lui le scompigliò affettuosamente i capelli, girandosi per baciarle la fonte- Anche se mi saresti bastato tu…”

E alla fine lui catturò le sue labbra.

Tornarono a casa camminando avvolti dal buio, mano nella mano, con il cuore pieno di speranza. MJ si sarebbe svegliata. E quel giorno avevano saputo tenere testa a Voldemort… Non tutto era perduto… anche la notte più buia può essere rischiarata da numerose stelle fedeli.

 

La mattina seguente Lily passeggiava per le vie di Londra, diretta al San Mungo, in compagnia di Peter. Una piccola visita a MJ, loro due soli. Sirius era sparito chissà dove mentre Remus non se l’era sentita di uscire quel giorno e James era rimasto con lui, un amico è sempre la cura migliore.  Così chiacchierando avanzavano fianco a fianco.

“Che ne dici di questo fiori, Pete?” la rossa porse un mazzo di margherite colorate, comprate in un grazioso negozietto di Diagon Alley.

Il ragazzo al suo fianco annuì entusiasta “Ottima scelta!” confermò.

Lei sorrise osservandoli “Quella camera è così spoglia… quando si sveglierà dovrà trovare un po’ di colore, no?”

Peter fece di nuovo cenno di sì con il capo “Si sveglierà?”, chiese poi esitante.

Lily gli riservò uno sguardo fermo e glaciale “Non devi nemmeno dubitarlo! Tranquillo, la riavremo presto!” e gli sorrise, ignara della lotta interiore che lo stava logorando.

“Tu pensi… che lui… Tu-sai-chi… la attaccherà ancora?” proseguì con un fil di voce, provando improvviso interesse per l’asfalto sotto i suoi piedi, su cui aveva fissato lo sguardo.

La rossa sospirò e alzò le spalle “Non lo so… immagino di sì… Ma sapremo tenergli testa, ne sono sicura. Sempre che qualcun altro non decida di tradirci… Chissà quante cose avrà rivelato su di noi, su tutti i nostri piani e le nostre conoscenze…” scosse la testa affranta e delusa.

Peter deglutì a fatica “Ma… em, tu dici che è stata lei?” e lo sguardo si fece ancora più interessato, seguendo ora le linee della pavimentazione della strada lastricata che avevano appena imboccato.

Lily strinse la presa sul mazzo di fiori che aveva tra le mani “Bè, non vedo che altro… Certo Sirius lo sapeva, ma era con lei al momento dell’attacco e ha rischiato la sua vita per salvarla… Non dubiterei neanche un istante di lui… Anche Arabella era fidata, la nostra cara Belle… E nessun altro a parte Lysandra sapeva… Povero Remus, il suo cuore deve essere martoriato.. Speriamo che James riesca a tirarlo un po’ su… quella maledetta! Io… se l’avessi accanto ora… Una maledizione senza perdono non gliela toglierebbe nessuno!” serrò le mascelle, poi con un sospiro si lasciò andare, rivolse uno sguardo a Peter, che le parve sbigottito, e scoppiò una risata argentina.

“Avanti, Peter! Parlavo per rabbia! Non ucciderei nessuno, lo sai! Non mi guardare come se fossi un demonio!”

Anche Peter si concesse una risata nervosa e per tutto il resto della mattina evitò accuratamente di ritornare sull’argomento ‘tradimento’.

Stesa nel suo letto, MJ non accennava miglioramenti. Era pallida come un cencio, non che il suo colore naturale fosse poi più marcato, ma fortunatamente la sua pelle e le sue mani erano calde come quelle di una persona normale. Lily le spazzolò diverse volte i bei capelli scuri e lunghi, rinfrescandole il viso e sistemando la stanza spoglia e leggermente triste.

Le faceva male vederla lì, distesa inerme in un letto, ma sapeva che si sarebbe ripresa, ne era sicura.

Per tutti i giorni seguenti i ragazzi si divisero equamente in turni, per poterle stare sempre accanto. Orami era diventata parte di loro, Qualche ora al giorno, ognuno passava a farle visita, si occupava di lei.

Ed erano passate già quasi tre settimane, l’autunno era orami alle porte e settembre stava per finire, portato via come le foglie secche dal vento fattosi orami più gelido.

 

“Sono a casa…” James varcò la consueta porta d’ingresso, Lily se ne stava accoccolata sul divano apparentemente immersa nella lettura di un grosso librone di incantesimi. Le lanciò uno sguardo da lontano, e lì, fermo sull’uscio con le mani in tasca, rimase a contemplarla come si fa con le cose meravigliose. I Piedi nudi che sbucavano dai pantaloni della tuta che indossava, i capelli che ricadevano di lato… Poi si accorse degli occhi chiusi e del respiro leggero. Si era addormentata. Si avvicinò e le sfilò dalle mani il pesane volume ingiallito, scostando una ciocca di capelli rossi dietro le orecchie con una tenera carezza e baciandole la fronte. Lily si mosse appena e aprì lentamente gli occhi, trovandoselo davanti.

“Scusa, non volevo svegliarti… ma non ho resistito alla tentazione di concederti una coccola…” le confessò con fare colpevole.

Lei sorrise contro le sue labbra baciandolo appena, poi si tirò leggermente su, facendogli spazio accanto a lei.

“Sei appena tornato?” domandò stropicciandosi gli occhi e lanciando uno sguardo all’orologio.

Si, è rimasto Remus ora con lei.” spiegò mettendosi comodo.

Lily si stiracchiò accoccolandosi contro di lui “E come sta?”

James alzò le spalle appena prima di stringerla in un abbraccio “Come al solito, non c’è il minimo cambiamento.”

“Oh, ma io parlavo di Remus… e’ stato così sfuggente nell’ultimo periodo…” gli fece notare.

L’altro annuì, in effetti era diventato un vero e proprio lupo solitario, sfuggente, si. Ma era convinto di una cosa “Credo che stia solo aspettando che si risvegli, sentendosi in parte in colpa per lei… Se MJ si sveglierà si leverà un piccolo peso dal cuore, ne sono sicuro.”

Lily annuì, strofinando la testa suo petto di James “Lui e anche Sirius, non me la racconta giusta… Tu ne sai qualcosa?”

James ridacchiò “Secondo me lei gli piace!”

Lily si accigliò “Oh… Ho paura che dovrà soffrire allora, pare che MJ non si lasci avvicinare così facilmente…”

Ma James scosse il capo, in fondo era sicuro che tra quei due sarebbe nato qualcosa, sarebbe stato divertente vederli assieme, e almeno Sirius avrebbe smesso di avere una donna diversa per ogni giorno della settimana.

Lily inarcò la schiena cricchiando le dita sopra la testa “Oh, bè! Affar loro! No?”, quindi  si girò verso il ragazzo, passando una mano leggera tra i suoi capelli “Non stanno mai a posto… Ma trovo che su di te sano perfetti!” quindi gli schioccò un bacio, il primo duna lunga serie.

A interrompere la lunga serie di effusioni giunse la chiamata da parte di Sirius. Nella fiammetta traballante accesa sulla bacchetta di James il suo volto sorridente e radioso portava, finalmente, una buona notizia “Ehi, ragazzi! Si è svegliata! Ora! Mi ha appena chiamato Remus! Forza, forza! Ci vediamo al San Mungo!” quindi scomparve.

Lily esplose in un sorriso radioso e buttò le braccia al collo di James “Finalemente!”

 

Continua…

 

Ma salve a tutti! ^^ Come potete vedere sono ancora VIVA! E soprattutto mi scuso per il solito ritardo clamoroso… Aha! Sono incorreggibile! Però… *ecco Ly che si lancia nelle solite scuse trite e ritrite* Esami! Ho finito esattamente una settimana fa (Quattro esami in un mese, un’idonea con l’80%, un 28, un 30 e una LODE! ^o^ Me feliceeee!!!) e ora eccomi qui, libera e felice! Cioè, insomma, ho iniziato a fare baby sitting, ho una vita sociale, devo finire il quinto libro, mi resta poco tempo libero alla fine! ToT *Me lamentosa*

Lo so che il capitolo è corto, però volevo concentrarmi sul fattore “tradimento”… *Balle, in realtà non ho tempo di scrivere, visto che domani vado dalla Kia (Ma questo non dovete leggerlo, se no lei dice che poi ve la prendete con lei – Kia suonata, eh?)*

Cmq, il prossimo capitolo… no, non vo dico niente! Aha! Se recensite (E mi regalate del tempo libero) arriverà prima… ^^

Ah, quasi mi dimentico, grazie a Ran che mi ha fatto da betareader (Aha! Addio errori di distrazione!!! Alcune cose le ho mantenute, ma ti spiegherò meglio in una mail appena ritorno!) e poi… Dedicata come sempre alla mia Kiaretta, my precioussss! ^3^ MA cosa farebbe Eli sensa Kia?  E anche alla Pan, che è davvero un piccolo tesoro! E poi tutti coloro che hai recensito di nuovo… GRAZIE DI CUORE! I vostri pareri sono importanti davvero! ^^ Siete dei tesori!

Recensite sempre, eh! Mi raccomando! *Ly si compra i commenti*, vi ringrazierei come al solito uno per uno, ma ho poco tempo, e se volete l’aggiornamento… Vi accontentate!

D’ora in poi sarò più tempestiva, promesso!

Un bacio enorme a tutti ed a presto,

La vostra Ly

 

RIPETO: L’ho scritto anche nello scorso capitolo, ma non fa male ripeterlo: NIENTE SPOILER QUINTO LIBRO, GRAZIE! Io lo devo ancora finire, per cui siete pregati di non guastarmi il divertimento. Da parte mia vi prometto di non fare nessun accenno alla storia, e niente di quello che leggerete è collegato a quello che io trovo e troverò leggendo L’ordine della Fenice. Non cambierò nulla e andrò avanti per la mia strada, quindi, in questa fic e nelle sue recensioni… NIENTE SPOILER!

Un po’ di rispetto, mi raccomando…

 

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Capitolo 20
*** Sogni Meravigliosi, Incubi Terribili. ***


-20-

-20-

 

 

Si erano smaterializzati in fretta e furia per comparire proprio innanzi all’ingresso del maestoso e più famoso ospedale magico di tutto il Regno Unito. Percorsero velocemente i diversi piani di scale, correndo mano nella mano, in ansia, desiderosi di abbracciarla e rivederla.

Quando giunsero innanzi all’entrata della piccola stanza riservata esitarono un attimo, Lily con la mano sulla maniglia dell’uscio socchiuso. Sirius stava immobile, lo potevano vedere di profilo, dritto ai piedi del letto, lo sguardo fisso verso la finestra dal lato opposto all’ingresso. C’era un profondo silenzio imbarazzato che premeva tra quelle quattro mura.

I due ragazzi al di fuori si scambiarono uno sguardo interrogativo. Forse non era il caso di entrare… O forse si, vista l’aria che tirava all’interno. Erano entrambi dubbiosi sul da farsi. James accennò con un gesto del capo alla stanza, irrompere all’interno e smorzare la tensione palpabile, ma Lily lo fermò mettendogli silenziosamente un braccio sulla spalla e scotendo la chioma rossa, poi fece per voltarsi, ma questa volta fu James a trattenerla.

“Aspetta… voglio vedere cosa succede!” le mormorò con un filo di voce, all’orecchio. Lei sospirò sommessamente, rassegnata, e si appoggiò con la schiena al muro, al fianco dell’entrata. In effetti era anche lei parecchio curiosa di conoscere il motivo di quell’aria pesante tra quei due, esattamente come lo era James. Ma nessuno all’interno pareva avere la minima intenzione di parlare, Sirius sempre particolarmente attento al cielo al di fuori della finestra e MJ nascosta dal muro, impossibile vedere l’espressione sul suo volto. Probabilmente, o per lo meno questo fu quello che pensò James, se ne stava seduta nel letto con la solita espressione seria e indecifrabile dipinta sul bel volto chiaro.

“Così è stata Lysandra…” si sentì la voce pacata di MJ sussurrare a Sirius, che annuì senza accennare a voltarsi.

Seguì un’altra pausa densa di silenzio riflessivo…

“Allora… ti chiedo scusa di aver dubitato di te…” proseguì lei, schiarendosi appena la voce leggermente roca. Sirius alzò vagamente le spalle, come a dire che era cosa di poca importanza.

L’ennesimo imbarazzo silenzioso riempì la camera…

“E ti ringrazio per… aver cercato di proteggermi…” questa volta fu un sussurro appena udibile, la sua voce. Lily e James fecero piuttosto fatica a sentirlo.

Sirius tossì un paio di volte e si voltò sorpreso “Cosa? –domandò incredulo- Ehm… dai, era il minimo…” e le sorrise seducente.

“Non sorridere in quel modo a me, Sirius Black!” lo ammonì inflessibile la ragazza nascosta, con cipiglio severo. Eppure sia Lily che James erano convinti che sulle labbra di MJ premesse un sorriso. Si guardarono entrambi divertiti, trattenendo una risatina. Poi una mano sulla spalla li fece voltare.

Remus dietro di loro li salutò con un cenno della mano.

Si allontanarono con lui, sedendosi in una saletta d’aspetto poco distante.

“Ma quei due?” domandò James, incerto, all’amico seduto accanto.

Remus ridacchiò “Ho pensato di lasciarli un attimino soli con la scusa di cambiare acqua ai fiori… Sai, senza magia però… Quando è arrivato Sirius, MJ si è fatta dura e implacabile, credo che se avesse potuto alzarsi dal letto l’avrebbe strangolato. Lo ha chiamato traditore… Credo che pensasse fosse stato lui a… rivelare il segreto…” spiegò.

James spalancò gli occhi increduli, sistemandosi gli occhiali sul naso “Ma se quando siamo arrivati la stava difendendo!” puntualizzò.

“Bè, di Arabella si fidava, non avrebbe mai dubitato di lei. A quanto sembra credeva che Sirius fosse l’unico a conoscenza del suo segreto… Cioè, Felpato… Che ha scoperto il giorno dell’attacco essere Sirius… bè, è un po’ complicato, meglio che parliate dopo con Sirius…” precisò accortosi di essersi incasinato nelle spiegazioni.

Gli altri due annuirono.

“Ma come sta ora MJ? Ci sono… conseguenze?” domandò timorosa Lily, corrugando la fronte in apprensione.

Remus scosse il capo sorridente, sollevato e felice “Pare di no, certo si deve rimettere ancora completamente, ma tornerà quella di prima! Per fortuna…”

James battè le mani una contro l’altra, alzandosi in piedi come vittorioso “Bene! E dimmi… tu come stai Remus?” domandò poi, guardando l’amico negli occhi.

“Io… L’ho incontrata l’altra notte, Jamie…” rivelò riferendosi a Lysandra.

Lily e James si fecero apprensivi, lui riprese posto accanto all’amico, pronto ad ascoltarlo, a fargli sentire la sua presenza.

Remus aspettò un attimo prima di parlare, era difficile affrontare la questione e James lo capiva bene.

“La sera dopo il parco… Ho detto a Sirius che volevo fare quattro passi, da solo… sono arrivato fino a casa sua… La luce era accesa e l’ho vista dalla finestra… Stava facendo i bagagli… Non ho voluto sapere dove stesse andando… Però piangeva e questa è la cosa che ho capito meno di tutte…” confessò con un grosso sospiro, accasciandosi su sé stesso.

Lasciò che il suo sguardo spento si perdesse nel nulla, nell’agonia del ricordo, ancora vicino e ancora doloroso, di quello che era successo.

“E… -Lily titubò un istante- se fosse stata sotto l’effetto di un’imperius? Voglio dire… Lysandra non è preparata come voi, avrebbe potuto caderci molto più facilmente… no? E’… è successo anche a me, più o meno, dopo tutto…”

Ma Remus scosse il capo, abbozzando un pallido sorriso. “Quando una persona è sotto l’effetto di quella maledizione non è più se stessa, Lil, invece Lysandra… Era proprio lei, mi ha guardato negli occhi, attraverso i vetri, e senza parole mi ha detto addio.”

James gli battè una piccola pacca sulla spalla, accennando un mezzo abbraccio fraterno e rivolgendogli un sorriso preoccupato e mortificato. Fa sempre male vedere un amico in difficoltà.

“Scusate i miei compianti, vedrò di rimettermi al più presto… In fondo, non stavamo assieme neppure da così tanto… Cioè, la conoscevo molto bene ed era una persona fantastica ma… voglio dire, non può sempre andare tutto così bene, no? V-vuol dire che non era lei… quella giusta. Come per voi, no? Bè i-io… scusatemi!” la sua voce aveva iniziato a tremare mentre gli occhi si erano fatti molto più lucidi, all’improvviso fu scosso dai singhiozzi.

“Eh eh!, se ci fosse Sirius mi direbbe che non è esattamente virile piangere, nemmeno per una donna…” commentò fingendo un sorriso, ma poi pianse, col volto tra le mani e stretto in un abbraccio amico. Uno sfogo, una liberazione che, come un improvviso temporale estivo allevia il calore, alleggerisce l’animo oppresso. L’incanto dura solo per qualche istante, ma poi tutto passa, forse. Forse invece il dolore non dolore non poteva passare…

Quando poi videro Sirius uscire dalla stanza, Lily e James, si precipitarono dentro al suo posto, ansiosi di vedere la ragazza.

Entrando la trovarono beatamente assopita, i capelli scuri sparsi sul cuscino candido le incorniciavano il viso più sereno. Tuttavia aprì appena un occhio, fissandoli. Quindi sorrise flebilmente e si tirò faticosamente su a sedere, salutandoli “Ciao ragazzi… Ehm, fingevo di dormire, scusatemi…”

“Fingevi?” domandò Lily curiosa, avvicinandosi a lei e aiutandola a sistemare i cuscini dietro la testa.

MJ tossì appena imbarazzata “Bè… quello se ne stava lì fissandomi maleducatamente senza dire una parola… Non sapevo che fare, così ho finto di dormire…” gli altri due scoppiarono a ridere sguaiatamente facendola arrossire.

“Come vuoi… Comunque, dicci, come stai MJ?” le chiese James, prendendo una sedia dal tavolino poco lontano e accomodandosi al fianco del letto.

Lei annuì “Bè, bene… credo, anzi, ne sono sicura!”

Lily ebbe l’improvviso impulso di abbracciarla, si spinse in avanti ma si bloccò a pochi centimetri da lei “Oh… Posso abbracciarti, MJ?” domandò titubante. Tuttavia per risposta non ebbe un sì, ma le braccia della ragazza attorno al collo. Abbracciandola, come non faceva da tanto, con una cara amica, ebbe modo di sentire numerosi brividi correre lungo la sua schiena, il battito del suo cuore aumentare. Si staccò presto preoccupata. “MJ? Tutto… tutto bene?”

L’altra annuì cercando di riprendere il suo respiro regolare “Io… ho sentito quello che avete fatto per me, e vi ringrazio.” rivelò con un bel sorriso, un sorriso che non avevano mai visto sul suo volto.

“Bè veramente… Siamo riusciti a fare ben poco…” confessò James.

La mora scosse il capo compiaciuta “No, avete sperato, ce l’avete messa tutta, eravate preoccupati per me… L’ho sentito forte in Lily… E vi ringrazio per tutto questo. Non ho mai avuto degli amici, in realtà, e non credevo potessero esistere persone come voi. Quindi grazie… Anche a Remus, e a- bè, si, anche a quello.” confessò sorridendo tra sé.

 

Passò appena qualche giorno dal risveglio di MJ al suo ritorno a casa. Immediatamente si presentò il problema di un’abitazione… la sua ultima dimora, inutile dirlo, era stata abbattuta tempo prima durante l’attacco di Voldemort.

Le proposte fioccarono numerose, come ovvio. Silente non voleva che restasse sola in casa e in molti si offrirono di ospitarla, Lily e James, Peter, Mund, Ghiana e altri.

“Ma perché non vieni da noi? Casa nostra è grande, ci sono veramente un sacco di stanze ancora vuote, e poi ti assicuro che è divertente.” la invitò Remus, un pomeriggio che se ne stavano tutti tranquillamente seduti nella cucina di casa Potter, a Goldrick Hollow, dove risiedeva momentaneamente dietro espresso ordine di Lily.

“Sarebbe una fantastica soluzione, si-si! “ aggiunse in fretta Lily, portando una caraffa di Burrobirra e diversi bicchieri di vetro.

MJ esitò “Ma veramente, non so se sia il caso…”

“Andiamo, non fare storie, su! Ci fa piacere!” cercò di persuaderla Remus, ancora.

Sirius sbuffò “Ehi, vi ricordo che quella è ancora casa MIA, nel caso ve lo foste dimenticato, quindi, nel caso si facciano simili inviti, sarò io a decidere!” precisò bisbeticamente.

Per un attimo calò un silenzio profondo, MJ abbassò lo sguardo a terra poi rispose con decisione “Non importa. Stavo per dirvi che ho deciso che partirò. Attualmente mia madre si trova in Olanda, la raggiungerò e continuerò a girare con lei, come facevo da bambina.”

Sirius spalancò gli occhi sorpreso, ma non disse nulla, solamente un banale ed inespressivo “Oh…”

“Ma… ma.. Non puoi! Potrebbe essere pericoloso! Lui…ti cercherà! Hai bisogno di protezione. Tu…” esordì Lily, contraria alla sua decisione come la maggior parte dei presenti. James, in particolare, rivolse un’occhiata bieca di rimprovero a Sirius, che finse di non notarlo. Peter, invece, ascoltava tutto quanto con grande attenzione.

“Lily, ascoltami, credo che Voldemort abbia ben di meglio da fare che stare a seguire me in giro per il mondo, ti pare? -cercò di spiegarle- E comunque si tratta di una mia decisione. Difficilmente potrei esservi utile, qui. Meglio che trovi altrove la mia strada…” terminò, cercando di non sembrare dispiaciuta.

“Ma che dici?!? Tu sei stata FONDAMENTALE! Sei preparata e coraggiosa, con le tue pozioni sei in grado di curare chiunque! MJ, ti prego…” obbiettò James, alzandosi in piedi e facendo cadere una seggiola dietro di sé.

Ma l’altra scosse il capo “Credo che lo dirò oggi stesso anche a Silente, mi aveva chiesto cosa avevo intenzione di fare… Un paio di giorni per raccogliere le mie cose e informare mia madre e prenderò il primo treno.” spiegò irremovibile. Quindi si alzò e con la scusa di dover ancora preparare tutto quanto si congedò.

 

Verso sera, Lily bussò alla pesante porta di legno che dava accesso alla camera di Mary Jane. Dopo un invito ad entrare, la aprì trovandosi di fronte una MJ stranamente rabbuiata, tutta intenta a infilare la propria poca roba nel grosso baule scuro. Più che vestiti e effetti personali, l’ingombrante bagaglio era stracolmo di provette, becchi di vetro, ampolle misteriose e sacchetti mezzi pieni di chissà quali ingredienti.

“Ehm, posso offrirti una mano, anche se non vorrei che tu partissi?” le domandò esitante, affiancandola. MJ scosse il capo, i bei capelli scuri legati in una lunga coda tirata e severa alla nuca.

Con i capelli legati e l’abito scuro aveva un’aria decisamente austera. Metteva Lily quasi in soggezione.

Prendendo un profondo respiro la padrona di casa si sedette sul grosso letto a baldacchino.

“Non è stato molto carino…” commentò la rossa, riferendosi chiaramente all’intervento poco gentile di Sirius.

Ma MJ fece orecchie da mercante, non manifestando la minima emozione “Mi passeresti quella sciarpa, per cortesia?”

Lily, sospirando, raccolse la sciarpetta blu sul letto alle sue spalle e sistemandola la porse alla proprietaria che senza fare una piega la infilò nel baule subito dopo un paio di scarpe.

Rimase ad osservarla, Lily, mentre raccoglieva le ultime cose in giro per la stanza, un vestito da strega che le aveva visto addosso diverse volte e un paio di anonimi pantaloni stile babbano, un grosso maglione di lana e qualche libro. La conosceva da un anno, oramai, anche se metà del tempo era stato pressoché un incubo, al ricordo, eppure in quel nido oscuro di serpi lei era stata il suo solo appiglio, l’unica a prendersi cura di lei, era stata quella che l’aveva ‘salvata’. Avevano propriamente parlato solamente qualche volta, eppure apprezzava quell’espressione onesta e sincera nel suo sguardo, quel suo modo di fare gentile, quella presenza rassicurante che le mancava tanto, le mancava da quando aveva dovuto salutare Macie. “Mi spiacerà molto quando sarai partita, MJ. Avrò perso un’amica…”

La mora le sorrise gentile “Bè, magari tornerò da queste parti un giorno…” cercò di rassicurarla.

Lily sospirò lasciandosi cadere all’indietro “Mi lasci sola con questo branco di animali…”

L’altra accennò una risata “Lo siete stati sempre, in fondo… anche a scuola, no? Scommetto che siete amici da sempre…”

Lily scosse il capo “Oh, no! Cioè, quei quattro, soprattutto James, sono stati la mia disperazione dal primo anno ad Hogwarts. –e ridacchiò ripensando a tutto quello che il suo James le aveva combinato- Loro si, che sono amici da allora, ma io mi sono avvicinata a loro solo al quinto anno… Sirius stava con la mia migliore amica…”

“Oh, mi spiace per lei, chissà che brutti ricordi che avrà della scuola, poveretta…” commentò fredda.

Lily rise di nuovo “No, no, ti garantisco che non ha nessun brutto ricordo… Anche perché comunque sia è morta proprio quell’anno… Bè, certo, dopo è tornata con noi fino alla fine degli studi come fantasma, però Voldemort ha ucciso lei e tutta la sua famiglia. E’ stata la sua… chiamiamola presentazione…” spiegò nostalgica, guardando il soffitto rischiarato da diversi lumi volanti.

“Oh, mi dispiace, io non intendevo…- MJ si morse un labbro, distogliendo lo sguardo- Certo che… tornata come fantasma… Come… com’era avere un fantasma come migliore amica?” azzardò.

Lily si rialzò sorridente “Oh, inusuale! Ma la cosa ancora più strana, pensa un po’, è che per tutto quel tempo ha continuato ad essere la ragazza di Siri! Quella si che è stata una sofferenza, per lui… Non è sempre stato arrogante e donnaiolo come ora, te lo garantisco…”

Lily vide MJ inarcare entrambe le sopracciglia, decisamente stupefatta, e socchiudere le labbra, incapace forse di trovare un commento adatto alla situazione. Alla fine si limitò ad un “Oh…” che fece ridere Lily.

“Non è così duro e insensibile… O per lo meno, non lo era. E’ diventato così da che abbiamo finito la scuola, da quando Macie ci ha salutato tutti. Lui e James sono stati fondamentali per me, quando lei è morta. Lui si sentiva esattamente come me, per cui era bello averlo vicino, riusciva a capire. Bè, poi mi sono innamorata di James, ma questa è un’altra storia.”

Mary Jane sorrise “Quanti bei ricordi…”

“Ah… credo che sarebbe piaciuta tanto anche a te, Hogwarts, sai? Poi, da quell’anno, ho passato ogni estate con quei quattro, ben nascosta a casa Potter… Sai, io sono… una mezzosangue, il genere che piace di meno a Voldemort…E ora siamo quello che siamo… Non pensare male di Siri, comunque.” cercò di persuaderla. Era convinta del fatto che le piacesse, in fondo, ma ciò non necessariamente presumeva che non potesse pensare negativamente a lui. E Sirius non se lo meritava.

Però la mora scosse la testa “Ho capito. Non lo farò. E’ solo ferito, in fondo… Era innamorato.”

Lily annuì, sollevata, aveva capito. Rimase ancora un po’, parlandole di Macie e degli scherzi di James, dei suoi trascorsi ad Hogwarts, poi, a notte inoltrata, fece ritorno in camera propria, ancora più dispiaciuta.

“Dopo questa bella chiacchierata che mi ha fatto così bene, mi dici come posso non essere triste se partirai?” le rivelò, restando sulla porta.

Si era sentita bene parlando con MJ che sapeva ascoltare, che non giudicava –tranne quando si trattava di Sirius, ma quella era un’altra storia. Si era divertita chiacchierando con lei. Tranquilla.

L’altra abbozzò un sorriso di gratitudine “Non è il mio posto qui… Credo che partirò. Ma ti ringrazio di tutto, Lil!”.

Lily annuì e si richiuse la porta alle spalle, sospirando.

 

Un paio di giorni dopo erano tutti quanti alla stazione di King’s Cross, a Londra di primo mattino, stretti nelle loro giacche leggere per ripararsi dalla fresca nebbia mattutina che avvolgeva la città in quei primi giorni autunnali.

Tutti attendevano innanzi al binario 13 la partenza del treno per Amsterdam che avrebbe rapidamente portato lontano Mary Jane. La ragazza, però, si era attardata a terra a salutare tutti i presenti. L’intero gruppo era lì radunato, ad eccezione di Sirius, che mancava all’appello.

Quando fu annunciato il piccolo ritardo nella partenza, MJ rimase sola, innanzi alla porta del treno, con Remus e James. Tutti gli altri si erano dovuti allontanare per varie questioni. Lily compresa, che aveva un importante appuntamento con Silente che non poteva posticipare assolutamente. Quindi, dispiaciuta di non poter rimanere con lei sino alla fine, si era allontanata con le lacrime agli occhi.

“Accidenti, come sono inaffidabili questi trasporti babbani! Il nostro espresso non ha mai accumulato un attimo di ritardo in sette anni, e invece guarda questo treno! Non che mi dispiacerebbe se non dovesse partire più, certo…” commentò James, adocchiando il tabellone che riportava i trenta minuti di ritardo alla partenza.

MJ sorrise grata “Ci sarebbe un secondo treno attorno a mezzogiorno, se questo non partisse…” gli fece presente. James sbuffò e Remus rise divertito.

“Ragazzi, se avete degli impegni, andate pure, ok?”

Remus stava per rispondere fermamente di no, quando James, che aveva intravisto qualcuno poco lontano, lo afferrò per un braccio trascinandolo insistentemente via. “Remus! Andiamo, forza! Dobbiamo passare da Mund, quasi mi dimenticavo! Sennò più tardi non lo troveremo!”

Remus lo guardò decisamente perplesso “Ma… Jamie, sei scemo? Mund è appena andato via che doveva passare al Ministero, che diavolo stai dicendo?” e fece per scrollarselo di dosso.

“Senti, non discutere e vieni con me! E’ una questione urgente! Scusa tanto MJ! Buon viaggio e scrivi! E soprattutto vieni a trovarci presto! Ciao, ciao!” e salutò la ragazza sventolando la mano libera, sempre trascinando Remus lontano sotto gli occhi curiosi di MJ, che probabilmente non riusciva a capire bene cosa fosse preso così d’un tratto a James.

Una volta fuori dal campo visivo della ragazza, James si buttò su una panchina, trascinando con se Remus e sfoderando un sorrisone furbo.

“Bè? Ti sei ammattito, amico?” gli domandò l’altro.

James, sempre sorridendo, si limitò ad indicare verso MJ, coperta alla loro vista da un treno fermo sul binario innanzi a loro. Remus si alzò curioso, cercando di sbirciare attraverso i finestrini del treno, rimase sorpreso di vedere Sirius, le mani in tasca e l’espressione più strana che gli avesse mai visto in volto, di fronte a lei… Stava parlando ma di certo non riusciva a sentire una parola… Erano troppo lontani, aldilà del treno, e c’era troppo rumore tra mezzi in partenza, chiacchiericci e annunci. Però la vide sorridere appena e fare cenno di sì col capo, e capì che forse non sarebbe partita. Si voltò verso James raggiante e stupefatto “Avevi visto Sirius arrivare?” domandò, l’altro fece un cenno di assenso col capo e un sorriso furbo. “Allora, cosa hai visto?” gli chiese curioso.

“Lui parlava di non so cosa, e lei ha fatto si col capo… Tu che dici?” rispose l’altro, riprendendo posto accanto a lui.

James indicò il treno avanti a loro, che li separava dal binario di MJ, in partenza “Lo scopriremo presto…”

Pochi attimi dopo, appena il pesante mezzo se ne fu andato, furono lieti di vedere Sirius trascinare il baule di MJ su un grosso carrello e assieme alla ragazza allontanarsi dal treno.

“Ehi, qualcuno resta?” domandò il moro, dal marciapiede parallelo ai due ragazzi.

“A quanto pare…” rispose vago Sirius, alzando le spalle.

“Ne deduco che avremo l’onore di una signorina in giro per casa?” aggiunse Remus, ansioso.

Fu MJ a rispondere “Se l’affitto è basso…” osservò lanciando un’occhiata al ragazzo al suo fianco.

“Ma quale affitto! Al massimo potrai prepararci qualche bel pranzetto! Almeno da evitare la nostra morte per avvelenamento nel caso Siri si rimetta ai fornelli.. Che ne dite?” propose Remus, divertito e lieto.

Sirius sbuffò “Non criticare la mia cucina, chiaro? Comunque trovo che sia un’ottima condizione…”

L’altra annuì accelerando il passo e i quattro si riunirono all’uscita dalla famosa Stazione, diretti a casa.

James batté un piccolo colpo sulle spalle di Sirius “Un ritardo fatale, eh?” gli disse appena rimasti soli. Remus e Mary Jane si stavano dando da fare a rintracciare un taxi.

“Già… chissà chi è stato a provocare quel guasto al locomotore del treno… Non ne ho davvero idea…” quindi rise divertito, la solita espressione furba dipinta sul volto.

“Ottima trovata! Certo che però potevi sbrigarti prima e non c’era bisogno di nessun ritardo!” gli fece notare James. Ma Sirius lo guardò appena in imbarazzo.

“E venire a chiederle di non partire, scusandomi, davanti a tutti quanti? Non se ne parla proprio!” gli fece notare, orgoglioso.

James rise divertito “Dovevo pensarci, non cambierai mai!” e tutti e quattro salirono in macchina, lasciando la stazione dietro di loro.

 

“James, è vero che MJ si è fermata?” Lily entrò in casa spalancando la porta, fiondandosi dal ragazzo, tutta pimpante.

James le sorrise “Ciao tesoro, anche io sentivo la tua mancanza, anche se per queste brevi ore… E certo, anche io ti amo. Va bene, ti do subito un bacio, non fare tutti questi capricci!” ironizzò facendo un po’ di moine.

Lily rise divertita “Uhm, per quel bacio si può fare –quindi posò le sue labbra su quelle del ragazzo, afferrandolo delicatamente per la nuca e tirandolo a sé- Ora dimmi di Mary Jane…”

James ridacchiò “Alla fine è venuto e le ha detto di restare…”

Lily parve un po’ delusa “Solo di restare? Cioè, nessuna dichiarazione, qualche bacio, proposte di matrimonio o che so…”

Il ragazzo scosse il capo ridendo “Risposta negativa… Lasciamo loro del tempo, dai! In fondo è già qualcosa che si sia scusato e le abbia chiesto di restare… Ora che abitano sotto lo stesso tetto… Chissà…”

Lily passò una mano tra i capelli di James, sorridendo compiaciuta “Sei più malizioso di un’adolescente, lo sai Jamie?”

Lui finse di indignarsi, scostandola “Lil, io sono un uomo, non una ragazzina!” e la sollevò portandosela in grembo e facendola scoppiare in una risata argentina.

“Ok, ok! Ma adesso mettimi giù! C’è un molliccio da stanare, nascosto sotto il mobile della camera degli ospiti, me lo ha detto MJ…”

James, seppure di contro voglia, la mise a terra sbuffando “Agli ordini, padrona… serve una mano?”

La ragazza scosse la testa, incamminandosi verso le scale e tirando fuori la propria bacchetta “Posso farcela anche da sola, ma se vuoi vieni pure… Il tuo incubo sarà ancora quello che avevo visto al terzo anno? Malfoy con in mano la coppa del Quidditch?” lo prese in giro ricordando la lezione della cara vecchia professoressa Figg.

“Ehi, non prendermi in giro, il Quidditch resta sempre il Quidditch, chiaro? -e afferrandola per i fianchi la tirò a sé- E il tuo è ancora quello di essere presa in giro da tua sorella?”

Lily si bloccò sulle scale, in silenzio “Ok, ho sempre avuto il complesso della sorella maggiore, ci sono problemi?” rispose un po’ acidamente.

James la strinse più forte “No, quella volta ammetto che è stato divertente vedere la tua versione di una Petunia su tutte le furie, decisamente, ma mi spiace per il tuo brutto rapporto con lei, Lil.”

Lei annuì accoccolandosi tra le sue braccia “Lo sai, James? La prossima settimana mia sorella e quel carciofo di Vernon si sposano. Non sono stata invitata… Alle loro nozze. È mia sorella e non mi ha invitato al suo matrimonio… Si vergogna di me fino a questo punto…” rivelò triste.

James rimase sorpreso, non sapeva del loro matrimonio “Oh… Bè io dico che non ti conosce, che ha una concezione differente e a mio parere sbagliata di quello che rende orgogliosi… Perché altrimenti non potrebbe non andare fiera di avere una sorella come te… Io lo sono, voglio dire, orgoglioso di avere te.” le rivelò, cercando di darle un po’ di conforto. In fondo sapeva benissimo cosa volesse dire essere frustrati per via dell’insofferenza di un proprio famigliare, con suo padre era stato così per tanti anni, anche se fortunatamente, alla fine, le cose si erano risolte.

Lei sorrise nascondendo il viso contro una sua guancia morbida “Grazie… Posso dirti che è reciproco, lo sai. Bè, andiamo… Credo che si, questo benedetto molliccio abbia ancora la forma di Petunia, si. Però credo che ora riuscirò ad affrontarlo decisamente meglio di quella volta al terzo anno… Credo che non scoppierò più a piangere vedendolo… Aha! Sono diventata più forte e più sicura di me. E per questo devo ringraziare anche te.” e gli riservò un gran sorriso ed un lungo bacio cui entrambi si abbandonarono con piacere. Quindi lei riprese a salire le scale trascinandoselo dietro e lanciandosi in una rapida disinfestazione.

 

E i giorni seguenti trascorsero tranquilli e divertenti. Settembre sfumò rapido in ottobre cedendo il passo ad un freddo più pungente, le strade coperte dalle foglie secche degli alberi, ora spogli, non vedevano orami molta gente in giro, un po’ per l’inverno che stava sopraggiungendo, un po’ per il continuo regime di terrore che ormai attanagliava tutta la nazione. Eppure, in quegli ultimi tempi, gli unici attacchi, quasi sempre fortunatamente sventati, erano stati da parte di piccoli gruppi di Mangiamorte con particolare spirito di iniziativa. Lord Voldemort non si era più fatto vivo, dopo la bruciante sconfitta contro Silente, forse ferito nell’orgoglio, forse occupato ad accrescere i propri poteri in attesa dell’ennesimo drammatico scontro, forse architettando qualcosa di oscuro e misterioso.

Fatto sta che tutti i ragazzi del gruppo poterono respirare un po’ di sana e meritata tranquillità.

 

Presto, attorno al periodo di Halloween, zucche intagliate e divertenti decorazioni iniziarono a spuntare ad ogni angolo.

“Halloween! L’ho sempre odiato dalla volta in cui mi hai giocato quel tiro, maledetto Jamie! Ma che ne dici di travestirci, magari da mago e strega, e andare in giro a raccogliere dolcetti porta a porta?” domandò entusiasta Lily, un pomeriggio che lei e il ragazzo camminavano per le vie tranquille del loro piccolo borgo babbano. Lily trasportava a mano una grossa zucca senza fatica, dopo averle lanciato un incantesimo di alleggerimento.

James inarcò un sopracciglio, divertito “Cosa? Tu vorresti trascinarmi in mezzo ad una massa di ululanti ragazzini, mascherato da mago babbano con un vestito blu a stelle che nemmeno mio nonno si sarebbe mai sognato di indossare, elemosinando valanghe di dolci porta a porta alla veneranda età di diciannove anni?” precisò scettico.

Lilly annuì secca, guardandolo speranzoso.

Dopo un attimo di silenzio riflessivo James esplose in un sorriso radioso, stringendo più forte i sacchi della spesa “Ci sto! Lasciamelo dire anche agli altri!”

Lily emise un gridolino di gioia, esultando, abbracciando James con l’unico braccio libero “Non vedo l’ora!” lo informò saltellando e facendo cadere un barattolo di sottaceti dal sacco in mano al ragazzo.

Mormorando “Reparo” lo risistemò e lo ricacciò assieme al resto della spesa, zampettando raggiante fino a casa.

E un paio di sere dopo, gli altri due Malandrini –Peter purtroppo aveva detto di dover rimanere a casa, attendendo i bambini a suonare alla sua porta- erano nel salotto di casa Potter, assieme a James e MJ, aspettando impazienti Lily, che accumulava ritardi per via di un porro di gomma che proprio non ne voleva sapere di rimanere attaccato alla sua faccia.

Quando finalmente scese a rotta di collo per le scale, scambiando uno sguardo con tutti i presenti, non poté evitare di scoppiare a ridere contorcendosi, seguita da tutti gli altri.

Probabilmente il più comico di tutti era James, che come espresso giorni prima vestiva i panni che i Babbani avevano attribuito al più famoso mago dell’antichità, Merlino. Una barba bianca e folta da fare invidia a Silente gli pendeva dal viso rubicondo. In testa, sopra la parrucca bianca e ricciuta, un bel cappello a punta celeste e stellato così come il vestito, lungo fino a terra e grande come un tendone da circo, che indossava.In mano un grosso bastone di legno, che decisamente faceva molta più impressione di una ‘banale’ bacchetta magica. Lily, dal canto suo, non era da meno. Una vera megera. Ciocche bianche e crespe attaccate sui suoi bei capelli rossi che spuntavano da un semplice cappello nero, un vestito scuro e tutto rattoppato e una grossa scopa saggina in mano. Senza contare gli innumerevoli porri che le costeggiavano la faccia…

“Certo che più che una strega, sembri la cara vecchia befana…” commentò Sirius, ridacchiando acidamente.

Lily sbuffò “Ehi, per i babbani sono una megera perfetta, te lo assicuro! Piuttosto, da cosa saremmo vestiti, scusa?” domandò adocchiando un paio di calze a maglia verde marcio e un vestitino poco più scuro, con un arco sulle spalle e un berretto a punta.

“Da Peter Pan, mi sembra ovvio!” puntualizzò.

Lily scoppiò a ridere, seguita da MJ “Le calze a maglia ti donano, non c’è che dire, ma Peter Pan aveva una spada o, al massimo, una fionda, non di certo un arco!”

Sirius si disperò, ma ben presto trasfigurò il proprio arco in una fionda meravigliosa, sistemando la situazione. “Perfetto!” commento Remus.

Tra tutti i ragazzi, Remus era quello che faceva più ridere. Lily lo aveva convinto ad infilarsi in un imbarazzante costume da principe azzurro, tutto trini e merletti, con tanto di scarpette a punta che avrebbe messo in imbarazzo anche il più sfrontato e spada di plastica dall’elsa sfavillante che pendeva lungo un fianco.

La più bella fra tutti, però, era Mary Jane. Il costume da fatina le donava, era un incanto racchiusa nel vestitino blu di pizzo lungo fino ai ginocchi, con le ali –che brillavano particolarmente, merito di un incantesimo di James- attaccate dietro la schiena e i capelli intrecciati accuratamente.

“Direi che si può partire, ciurma!” decretò Sirius.

“Detto da Peter Pan, fa un po’ ridere!” lo prese in giro Remus.

E ridendo e scherzando si lanciarono nelle strade notturne, ma ben illuminate e festose, traboccanti di bambini mascherati, del grazioso e tradizionale borgo inglese.

Inutile dire che quella fu una serata divertente ed unica su tutti i fronti. Suonare ai campanelli delle varie case e trovarsi di fronte i volti sorpresi ed incerti dei proprietari, che dovevano alzare di diversi piedi il loro sguardo per guardare negli occhi gli insoliti visitatori, era per tutti, ogni volta, uno spasso.

Ben presto, dividendosi, fecero anche a gara a chi raccoglieva più dolci, lungo tutto un isolato. La vincitrice fu naturalmente MJ, con quel vestitino meraviglioso riusciva a conquistare chiunque. Ultimo classificato della serata fu James che minacciando di incantesimi terribili chi si trovava di fronte, si era spesso visto richiudere l’uscio in faccia allo slogan di “Ma non sei un po’ troppo grande per ste cose, tu? E non dire cavolate!”

Così, a fine serata, la sua borsa dei dolci era semivuota. Anche grazie alle manciate depredatrici di Lily e Sirius, che ogni volta riuscivano a fregarlo senza che se ne accorgesse. Aveva il suo bel da fare a cercare di mantenere la barba dritta ed evitare che le sopracciglia gli si afflosciassero sugli occhi per tenere a bada anche i due innocenti ladruncoli.

“Che ne dite di una visitina a Peter, ragazzi? Così lo svaligiamo di leccornie!” propose lo stesso James, raddrizzando il capello che pendeva pericolosamente verso sinistra.

Tutti quanti furono concordi e ben presto, al riparo da occhi indiscreti, si materializzarono nei pressi della villetta del ragazzo.

Lasciando che un gruppo di ragazzetti, per la precisione un piccolo Batman, un più tradizionale pirata e una bellissima principessina, liberassero il sentierino che portava all’ingresso, attesero il loro turno. Quindi corsero allegri e festosi fino alla porta. Suonarono il campanello preparandosi per fare una bella sorpresa all’amico, ma fu la graziosa e rubiconda madre, tutta il ritratto del figlio, ad aprire alla porta.

“Santo cielo, ragazzi! Ma come vi siete combinati?” quindi rise divertita porgendo loro un grosso calderone traboccante di dolci, per farli servire.

“Salve signora Minus, Peter non c’è?” domandò Remus dubbioso.

La donna scosse la testa “No… -rivelò un po’ mortificata- Anzi, non è che sapete dirmi qualcosa? Ultimamente esce spesso, mi parla poco ed è diventato anche un po’ indisponente… Non è che il mio bambino… Si è fatto la ragazzina?” terminò sull’orlo di una crisi di pianto.

Tutti e cinque si scambiarono sguardi perplessi, la signora Minus era sempre stata una madre decisamente apprensiva. “Ehm… veramente non ha detto nulla nemmeno a noi, ma non vedo quale sia il problema in quel caso…” azzardò Sirius.

La donna singhiozzò mordendosi un labbro “Bè… io non voglio di certo essere così apprensiva ma il mio Pete, il mio primo bambino, il mio unico maschietto in famiglia… Lo so che dovrà trovarsi una buona moglie, un giorno, solo… Oh, mi mancherà tanto quando se ne andrà!” rivelò soffiandosi rumorosamente il naso.

Sirius trattenne una risata, James lo bloccò prima che potesse dire qualcosa di equivoco “Bè, signora, Peter è comunque sempre molto attaccato alla famiglia, se anche trovasse una ragazza non si dimenticherebbe certo di lei e della sua sorellina, ne sono sicuro! Noi lo conosciamo bene, stia tranquilla!”

La donna annuì rincuorata “Oh, sono contenta che il mio piccolo Pete abbia degli amici come voi… Gli dirò che siete passati, speriamo non ritorni tardi…”

Salutarono cortesemente e si allontanarono.

 

“Così quel furbetto si è fatto la ragazza e non ci ha detto niente…” commentò Sirius, sulla via del ritorno.

Si fermarono a chiacchierare sul prato verde e fresco di casa Potter, senza nessuno che potesse disturbarli. James aveva fatto arrivare con un incantesimo di richiamo, direttamente da casa, cinque burrobirre che ora si stavano gustando beatamente.

“Già, già, davvero questo non è da lui… Gli riserveremo un terzo grado…” osservò Lily annuendo seria.

“Credo che ne dovremmo riservare uno anche a te, amico!” aggiunse rapido Remus, rivolto al coinquilino.

Quello si batté comicamente una mano in fronte, ricordandosi improvvisamente “Oh, già! Stavo per scordarmi… -quindi indicando MJ aggiunse- L’ho baciata, adesso è mia!” sorrise sornione.

Gli altri quattro sputarono contemporaneamente le burrobirre che stavano tranquillamente sorseggiando, colti di sorpresa dalla schietta e poco romantica dichiarazione. MJ per poco non si strozzò, Lily dovette ripetutamente picchiare sulla sua schiena per cercare di farla riprendere.

Ma poi tutto quanto si tramutò in una risata serena.

Era mezzanotte inoltrata quando i tre coinquilini salutarono James e Lily, smaterializzandosi per raggiungere la propria abitazione.

I due ragazzi rimasero ancora un poco all’aperto, incuranti del freddo notturno che era ormai calato, lanciandosi dolci e caramelle e divertendosi come bambini.

Al primo starnuto improvviso, James prese Lily tra le braccia, facendo volteggiare avanti a sé i cestini con le caramelle, e la portò velocemente fin nel salotto, dove il fuoco nel caminetto scoppiettava allegramente riscaldando e rischiarando l’ambiente.

“Attento, così mi fai cadere uno di questi cosi che con tanta fatica sono riuscita a tenere attaccati alla faccia per tutta la sera!” lo ammonì riappiccicandosi un grosso neo peloso di fianco al naso, con cura. Il suo travestimento era particolarmente cadente, ora, dopo l’agguerrito inseguimento per la stanza appena concluso.

“Oh… sei la strega più brutta che io abbia mai visto…” mormorò James, avvicinandosi a lei e staccando con una mano tutti quei cosi bitorzoluti dal suo viso bianco. Quindi si appiccicò a lei per un lungo bacio.

“Mmmm… e tu sei il mago più assurdo che abbia mai avuto la sfortuna di incontrare…” mormorò abbassandogli la barba bianca, che le pizzicava il mento, seduta sul comodo divano, tirandolo verso di sé per la veste stellata.

E James salì a cavalcioni sul divano, allungandosi sopra di lei e catturandola in un abbraccio inestricabile “Però ti amo…”

Lily sorrise sfilandogli il cappello a punta e la barba scompigliata “Anche io, che vuoi farci… L’amore è cieco…” quindi lo baciò ancora.

Si scambiarono tenere effusioni, quindi, seminando pezzi di costume per tutto il breve tragitto, varcarono la soglia della camera da letto, ridendo.

“Adesso sei mia…” decretò James, chiudendosi la porta alle spalle.

“Ok…” rispose solo Lily, prima di abbracciarlo.

Poi fecero l’amore, felici e completi, e si addormentarono. Le mani intrecciate e i corpi accostati.

 

Lily si trovava nel suo letto ora, al suo fianco James era sparito. Un’innaturale tenebra pesava su di lei all’interno di quelle quattro mura… si sentiva schiacciare…

Con il fiato corto scese dal letto. Era nuda, si avvolse nella vestaglia da camera, tremando infreddolita e guardandosi attorno. Dentro di sé sentiva crescere la paura…

Si strinse nelle spalle e tutt’a un tratto sentì un peso, all’altezza del ventre. Vi portò le mani istintivamente. Un grosso pancione stava lì, improvvisamente. Scossa e disorientata lo fissò con stupore.

Si guardò nuovamente attorno, alla ricerca di James, ma non c’era. Pareva non esserci traccia di lui…

Sentiva il respiro farsi sempre più corto e l’aria all’interno schiacciarla. Corse verso la grossa finestra spalancandola.

Un’inusuale alba rossa stava sorgendo… Rossa come il sangue… Era terrificante… Nel silenzio asfissiante sentì riecheggiare un pianto. Era il vagito di un bambino, di un neonato. Il suo ventre si era sgonfiato, la grossa pancia era scomparsa. Come quel pianto crebbe, il rosso sanguineo del cielo lasciò spazio ad una luce chiara e abbagliante, Lily stessa dovette schermirsi gli occhi.

Ora James era al suo fianco, le cingeva le spalle con un braccio e le sorrideva dolcemente. Si sentì rincuorata dalla sua presenza.

Ma la luce scomparve ed un vento fortissimo iniziò a spirare, rendendole quasi difficile mantenere l’equilibrio. Nel cielo che si era fatto nero come la pece vide gli occhi di Voldemort, rossi ed iniettati di sangue fissarla con astio. Di nuovo riecheggiò quel pianto di infante, sentì i brividi correre lungo la sua giovane pelle e le lacrime rigarle il volto.

Di nuovo tutto si fece rosso e terrificante. Sentì il freddo della morte avvolgerla… Sentì che tutto stava per andare perduto….

 

La ragazza si risvegliò nel letto ansante e tremante, profondamente scossa, lanciando un grido. Gocce di sudore le imperlavano la pelle chiara nonostante fosse scossa da brividi di gelo. James, al suo fianco, si svegliò all’istante, mettendosi a sedere allarmato “Lil! Che succede, che c’è?” domandò vedendola in quello stato.

Scorse due grosse lacrime scenderle lungo le guance, la strinse forte nel suo abbraccio, accarezzandole i capelli e sussurrandole piano all’orecchio. “E’ stato un brutto sogno, vero? E’ stato un incubo… Solo quello…” mormorò baciandole la fronte calda.

Lei passò le mani attorno alla sua schiena nuda, schiacciando il viso contro il suo, gli occhi chiusi a trattenere le lacrime incontrollabili “Io… non lo so che cos’era James! Non lo ricordo… Non ricordo nulla ma mi sento così… Terrificata ed angosciata!” cercò di spiegare.

Lui le accarezzò piano la schiena, avvolgendola nel lenzuolo e cercando di riscaldarla, cullandola dolcemente “Allora era solo un brutto sogno, forza Lil! Non ci pensare… Vuoi bere qualcosa? Vuoi che chiacchieriamo un po’? Ti preparo qualcosa da mangiare? Ti faccio il solletico per farti ridere? Facciamo ancora l’amore?”

Quella raffica di domande bizzarre la fece sentire di nuovo a suo agio, sorrise traendo un profondo respiro e cercando di scacciare dall’animo quella terribile sensazione… Lo strinse forte a se “Vada per l’ultima…” rispose maliziosa, prima di baciarlo.

E cercò rifugio dall’angoscia nel luogo più meraviglioso, l’abbraccio di James.

A lungo, Lily non avrebbe ricordato quell’incubo inusuale fino a che qualcosa di terribilmente meraviglioso non sarebbe successo…

 

Poco più di un mese dopo, Natale era quasi alle porte, Lily era divenuta terribilmente nervosa e James, dal canto suo, pareva piuttosto titubante…

Spesso si soffermava ad osservare Lily, senza dire una parola, mentre faceva le cose più banali come preparare la cena, leggere un libro, sgridarlo per tutti i vestiti che lasciava in giro per casa.

Il suo inusuale silenzio rendevano la ragazza maggiormente preoccupata.

Un pomeriggio freddo e grigio se ne stava con Mary Jane rintanata in un grazioso locale caldo ed accogliente di Diagon Alley, entrambe si erano concesse due belle tazze di cioccolata calde ricoperte di un cospicuo strato di panna montata.

Tutto all’improvviso la rossa aveva abbassato la sua grossa tazza sul tavolo e con fare deciso aveva rivelato all’amica “Credo di aspettare un bambino…”

MJ aveva spalancato gli occhi, piacevolmente sorpresa “Ma… è bellissimo! E’ una cosa stupenda… o no?” aveva terminato esitante, vista l’espressione dubbiosa e preoccupata di fronte a lei.

Lily aveva sospirato, un po’ a terra “Oh, si, è proprio bellissimo! E lo sarebbe ancora di più se James non fosse così strano in questo periodo…”. Aveva una gran paura che ci fosse qualcosa che non andava, per quanto era stata giorni e giorni aggrovigliandosi il cervello senza mai trovare una possibile evidenza di ciò. Certo, tutti avevano i loro piccoli problemi ed anche loro, come ogni irrilevante inconveniente e guaio casalingo, alcune piccole discordie sull’amministrazione della casa e sul fatto che il tizio che abitava di fronte a loro stesse ad adocchiare Lily troppo a lungo, ma questi non erano certo i problemi che normalmente portano ad una crisi! Così si era fatta largo nel cuore di Lily la pura che James si stesse a poco a poco stancando…Proprio ora che aveva scoperto che una meravigliosa creatura nata da loro stava crescendo dentro di lei, ed era uno stupefacente ed inebriante miracolo della natura. Non poteva comunque evitare di sorridere ogni qual volta si trovava a pensarvi, e succedeva sempre più spesso, o portava la mano presso il basso ventre, che tuttavia ancora non mostrava segni della nuova gravidanza.

“Strano?” aveva chiesto l’amica e allora Lily aveva confessato tutte le sue paure alla ragazza che aveva cercato di rincuorarla il più possibile.

Così, alla fine, era giunta alla conclusione che qualsiasi cosa stesse passando nella testa di James, doveva essere informato di cosa stava accadendo dentro di lei… Piano, piano stava prendendo forma quello che sarebbe stato il loro bellissimo bambino.

 

Lo stesso pomeriggio, rincasando, non aveva trovato James. E pensare che si era preparata così tanto sulla via del ritorno, su cosa avrebbe dovuto dirgli. E così il coraggio era svanito di nuovo di fronte alle poche righe lasciate dal ragazzo.

Appena dentro la porta di casa, infatti, svolazzava a mezz’aria il rotolo di pergamena. Lily lo acchiappò rapida e ne lesse il contenuto.

 

“Lil, scusami ma esco prima per passare da Sirius, devo parlare un attimo con lui. Stasera poi sono di ronda, per cui non ci sarò per cena. Mi spiace.

Comunque non tornerò tardi, ma non aspettarmi alzata, non importa,

un bacio, James”

 

Certo era stato carino come sempre, ma perché non avrebbe dovuto aspettarlo alzata? A lei faceva solo piacere e lui lo sapeva… E poi non le aveva lasciato l’ombra di un banale ‘ti amo’ o di un ‘ti voglio bene’… Era cortese ma formale, e la formalità non aveva mai trovato spazio tra di loro, proprio mai.

Sospirando si scrollò il mantello di dosso, appendendolo al pesante appendiabiti in legno, al fianco della porta, assieme alla sciarpa di lana e ai bellissimi guanti che, ancora James, gli aveva regalato quel bellissimo Natale del sesto anno.

Nonostante avesse poco appetito camminò fino in cucina e mise a cuocere un po’ di risotto. Doveva comunque ricordare che un’altra piccola creatura aveva bisogno di mangiare, crescere forte e sana e renderla mamma… E ora quel piccolo dono del cielo era la cosa più importante…

Si sforzò di mangiare più che poté quindi, una volta infilata una comoda tuta, presa una coperta ed un libro rilassante, si accoccolò sul divano davanti al fuoco.

Lo avrebbe atteso sveglia e appena avrebbe varcato la soglia di casa gli sarebbe corsa in contro e glielo avrebbe detto… Bè, magari dandogli il tempo di levarsi cappotto e sciarpa di dosso e di sedersi comodamente, non era certo una notizia da sparare al colpo sull’uscio di casa.

Così si immerse nella lettura, una mano sotto il piccolo libro e l’altra che accarezzava il ventre piatto e caldo.

 

James era solo in casa, quel pomeriggio. Lily era uscita per una cioccolata con MJ e non sarebbe tornata che dopo un po’. Irrequieto si aggirava per casa, senza riuscire a trovare pace. Mancavano ancora un paio di ore al suo turno di ronda, ma sentì il bisogno di uscire a riflettere nel vento freddo. Magari sarebbe potuto passare da Sirius.

Avvolto nel proprio cappotto lasciò che fossero i mezzi babbani a trasportarlo fino a casa dell’amico. Camminando per la strada battuta, che portava fino alla bizzarra casa, rifletteva fra sé e sé riguardo ciò che negli ultimi giorni si era fatto strada tra i suoi pensieri.

Pensava a Lily, e come avrebbe potuto pensare ad altro da quando anni prima lei era entrata nella sua vita? Ma questa volta voleva dare una svolta importante al loro rapporto, al loro stare assieme. Voleva unirla a sé, divenire di fatto una famiglia. Era successo tutto all’improvviso, un giorno che se ne tornava da Olivander, dove era stato per far dare una controllata di routine alla propria bacchetta. Era distrattamente passato davanti ad un negozietto di gioielli, nemmeno l’aveva mai visto prima, ma era stato colpito dal bagliore, fra tanti e grossi gioielli di ogni fattura, di un piccolo anello d’oro, liscio e semplice, sormontato da una piccola e quasi anonima pietra blu. Nella sua semplicità era il più bello e lucente di tutti. Si recò seduta stante all’interno della bottega. Una vecchia strega allegra e garbata lo aveva servito complimentandosi con lui per la scelta, aveva pagato e se ne era uscito col piccolo pacchetto fra le mani. E mentre lo stringeva, solitario ed in silenzio, si era fatta strada in lui la consapevolezza. Lo aveva comprato spinto dal desiderio di regalarlo alla sua Lily, sarebbe stato perfetto per lei. E quando glielo avrebbe dato le avrebbe chiesto di sposarlo. Anche se avevano solo diciannove anni, anche se erano giovani. Glielo avrebbe chiesto perché il loro legame era già forte e maturo e a tutto quanto mancava solo la benedizione del signore. Lo avrebbe fatto perché sarebbero stati, di fatto, una famiglia. I Potter… che accostato a loro due, suonava tanto bene. Esplose in un sorriso radioso e si precipitò a casa, le avrebbe fatto la proposta quella stessa sera.

Ma quando tornò a casa, Lily stava nervosamente sistemando il pasticcio di abiti e cose varie che quella mattina aveva lasciato dietro di sé lui, uscendo di casa in ritardo per un incontro.

E allora aveva esitato un attimo. E da quel giorno si era a lungo soffermato ad osservarla, sempre più consapevole del desiderio e della sicurezza riguardo alla sua scelta, ma tuttavia timoroso.

Ed era così giunto fino a quel momento. Con la testa piena degli ultimi pensieri ed avvenimenti arrivò a casa di Sirius, Remus stava uscendo per delle commissioni, Sirius invece, tutto coperto di fuliggine stava dando una pulitina al camino, che qualche giorno prima aveva provocato non pochi problemi ad MJ che era rimasta bloccata con la polvere magica.

Non aveva mai confessato nemmeno a lui il proprio desiderio, ma ora era giunto il momento.

“Sei venuto per dirmi, finalmente, cosa cavolo ti frulla in testa in questo periodo? Sei strano, lo sai!” gli disse Sirius, mettendosi a sedere sulla pietra dura del focolaio e pulendosi la fronte annerita con una manica, col risultato di renderla ancora più sporca.

James lo ripulì da capo a piedi con un semplice colpo di bacchetta “Si…”

“Oh, ottima pulita… Bene, che ne dici allora di due burrobirre?” aveva proposto zampettando fino alla cucina.

James si sedette su uno sgabello alto e dinoccolato, di fianco all’amico, e lo guardò titubante “Credi che si sia troppo giovani per sposarsi alla nostra età?” aveva chiesto senza troppi preamboli.

Sirius aveva scosso il capo tranquillamente “Chi se ne frega dell’età, scusa! Se tu e Lil volete sposarvi… Tante congratulazioni e mi raccomando, voglio essere il primo testimone!” aveva risposto festoso.

James aveva ridacchiato “Bè, il punto è che io… Io vorrei chiederle di sposarmi, ma non so se Lily vorrebbe davvero passare tutta la vita con me…”

Sirius aveva sospirato, esasperato e meravigliato “Ma che cavolate ti saltano in mente?!? Lily è innamorata di te, non sei la sua cotta passeggera! Credo che sverrà dall’emozione, quando glielo chiederai… Se ti senti pronto per un simile passo, allora non ti resta che chiederglielo. E vedrai che non potrà dirti di no, se proprio vogliamo esagerare, al massimo ti chiederà di aspettare un po’, ma conoscendola ti trascinerà in chiesa seduta stante!” e scoppiò a ridere da solo.

James annuì, in fondo aveva ragione. Doveva manifestare a Lily il suo desiderio, qualunque sarebbe stata la risposta, lei avrebbe dovuto sapere quanto forte era il suo volere di legarla a sé per sempre. Lo avrebbe fatto quella stessa sera, di ritorno dal servizio.

Rimase ancora un po’ a casa Black, quindi assieme all’amico si precipitò a casa di Mund, pronti per un giro di perlustrazione preventivo… Voldemort non dava segni di sé da troppo tempo… Forse qualcosa di grande incombeva…

 

Rientrò a casa a mezzanotte passata, infreddolito e ricoperto dalla neve che aveva iniziato a fioccare calma e silenziosa.

Si levò rapido il mantello sfregando le mani infreddolite e riscaldandole con un soffio di fiato. Alzò lo sguardo e vide Lily che, dalle pagine del libro, sollevava il capo e fissava i suoi occhi verdi e decisi su di lui.

Le sorrise “Ehi… non dovevi aspettarmi alzata, dai!” le ricordò avvicinandosi.

Lily, dal canto suo, si tirò su a sedere e con espressione seria lo chiamò a sé “James devo parlarti…”

Il ragazzo deglutì a fatica, prendendo posto sul divano accanto a lei e sistemandosi nervosamente gli occhiali sul naso “Anche io, sai?”, e a quelle parole Lily sentì lo stomaco contorcersi.

“B-bene… chi inizia? Vuoi parlare tu?” domandò dubbiosa mentre una voce nella sua testa continuava a ripeterle, prepotentemente, che il ragazzo stava per chiederle una delle tanto famose ‘pause di riflessione…

James scosse il capo “No, no, si dice sempre prima donne e bambini, no?”

Lily spalancò gli occhi a quel detto che parve fatto su misura per la situazione ma cercò subito di darsi un contegno. Tossì un attimo per schiarirsi la voce fissando i propri occhi in quelli di lui. Sentì il coraggio che aveva cercato di accumulare fino a poco prima vacillare ancora, ma doveva dirglielo. Trasse un profondo respiro e poi, senza mai staccare gli occhi da lui, gli disse tutto d’un fiato “Aspetto un bambino… nostro figlio…”

La notizia colse James talmente di sorpresa che rimase a fissarla inespressivo, immobile ed in silenzio per degli attimi che, al cuore in ansia di Lily, parvero eterni.

“E ora… cosa mi dovevi dire?” domandò come un condannato a morte che si avviasse al patibolo.

James riprese vita, scotendo il capo e battendo i pugni sul divano “No, no, no, non va bene assolutamente! –il cuore di Lily si bloccò per il terrore- Ecco, lo sapevo che dovevo parlare prima io! In questo modo, se ti chiederò ora qui con questo anello di sposarmi, sembra che io lo faccia perché tu mi hai appena dato la notizia più bella che potessi portarmi!” quindi le sorrise, col cuore che batteva a mille, sentendosi l’uomo più felice e fortunato della terra.

Lily spalancò gli occhi mentre un peso opprimente spariva dal suo cuore “S-sposarti?” ripeté quasi incredula mentre un sorriso gioioso si dipingeva sulle sue labbra.

James annuì sicuro facendo roteare attorno al proprio dito il piccolo anello preso per l’occasione. Quindi afferrò una sua mano, la portò davanti ai propri occhi e infilandole l’anello le chiese formale “Allora Lily Evans, mi sposi e mi rendi l’uomo e il padre più felice del mondo?”

Lily scoppiò in una risata di gioia buttando le braccia al collo del ragazzo e baciandolo con impeto “Anche subito! Si che ti sposo, certo! Mio marito e il padre del mio bambino! Grazie James, grazie!” rispose al culmine della felicità, mentre James la stringeva forte a sé.

La neve bianca continuava a fioccare con insistenza fuori dalle finestre appannate, tutto era bianco, candido e soffice.

Tutto era perfetto, era come entrambi non avevano mai nemmeno sperato che andasse, bello e pieno d’amore.

Stretti in un caldo abbraccio reciproco spesero la notte pianificando fantasiosamente la cerimonia e la cameretta del loro futuro nuovo arrivo, felici come non lo erano mai stati.

 

 

Continua…

 

 

Ed eccoci giunti alla fine anche di questo capitolo! ^o^ Mi sono fatta attendere ancora, eh? Ma orami ci siete abituati, no? *Ly se la prende comoda*  Vabbè, è che mi sono anche imbarcata nell’impresa di correggere tutti i capitoli precedenti… E per la cronaca, con questo, siamo a quota 225 pagine di word… Eh eh, si si, vi siete letti tutto sto po’ po’ di roba, voi siete matti, ora ne sono certa!

Comunque, vi dico subito che questo cap mi piace particolarmente, perché succedono un sacco di cose belle e perché sono riuscita ad incastrare tutto perfettamente come volevo, per cui trattatemelo bene e non fatemelo banalmente a pezzi… ç_ç  Ly implora pietà…

Sicuramente piacerà alla Serenuccia cara, vero? ^^ Bè, personalmente non vedevo l’ora di scrivere del bimbo e della proposta di matrimonio! Oh, adesso abbiamo i nostri bravi coniugi Potter che stanno per diventare mamma e papà, quindi immagino sapere già cosa succederà nel prossimo capitolo! ^^ Ma non era una novità. Bene, mi spiace bel caso qualcuno di voi attendeva qualche altro bel lo scontro a colpi di bacchetta, ma trovo che al punto in cui siamo arrivati (Manca poco, manca veramente poco!) queste cose siano decisamente molto importanti… Però, non è tutto come sembra… O si? *Ly si confonde da sola* Il sogno di Lily… Uh uh, che ne pensate? Vi assicuro che è terrificante… Sognare i vagiti di un neonato vedendo sangue non è esattamente un regalo di Natale…

E ora passiamo ai soliti saluti, che la volta scorsa ho tralasciato, per cui mi scuso tanto!  é.é

 

Prima di tutto un grazie enorme a Ran, la mia fida beta lettrice che non si fa mica tanti problemi a dirmi ‘cara Eli, questa cosa è incomprensibile, il cap è pieno di errori e questo non combacia per niente con il vero della grande Rowling’, grazie cara!

E poi come sempre, prima fra tutte, la Kiaretta cara bella! Quand’è che andiamo avanti col Nemico Inchiappett… em, inaspettato? Bè, ti vollio tanto bene ciccia! ^3^ Tanti baci!

E poi la cara Pan_Z, che in quanto a scrivere fic non ha niente da invidiare ai più grandi… Sei fantastica piccina di Ly! ^^ e recensisci sempre, mi raccomando (ricatto velato) uh, ti ho anche risp alla mail, visto come sono brava? :D E anche Ly ti vuole bene tesoro!

E ora, una carrellata di ringraziamenti ai miei fedeli recensori! ^^

Serena: Non si può non metterti in cima alla lista, tesoro! Metà delle rece sono sempre tue! ^3^ E poi Ly ti adora, lo sai! Il calcolo l’ho fatto anche io, per il concepimento, e i novi mesi canonici cadono perfetti perfetti il 31 ottobre… Bè, poi mi piaceva l’idea della notte di Halloween, per cui vada per quella sera! Parlando di libri, bambini e crudeltà, ti dico che personalmente, mi emozionavo leggendo libri da piccola e mi succede tutt’ora a 19 anni suonati, per cui… Non è fatto di essere crudeli, credo. E’ come qualcuno vive un libro, da cui dipendono le emozioni. La Rowling fa bene a parlare di morte, anche in libri per ‘bambini’, è una cosa di cui si parla troppo poco, se si parlasse più spesso di morte e sofferenza, si avrebbe più rispetto per la vita, io credo. Quindi, la Rowling ha il mio benestare. Per il resto, dicevo, dipende da come la gente vive quello che legge. Sarà sciocco, sarà quello che vuoi, ma io non riesco a chiudere un libro e lasciare tutto quanto lì dentro come fa tanta gente. Io vivo le storie che leggo, ogni volta che le rileggo, mi emozionano, mi fanno stare bene e male e non riesco a non pensarci semplicemente girando pagina… Forse è sbagliato, ma io trovo che sia un modo meraviglioso di scoprire altri mondi e far galoppare la fantasia. Ora, Serenuccia e voi tutti, pensatela come volete, potete anche credere che sia una sciocca sognatrice, non vi ucciderò per questo, *credo…*. Sul resto, ti ho risposto nella mail, ciccia, e colgo l’occasione per rammentare che qui…

NON SI FANNO SPOILER SUL QUINTO LIBRO (avvertimento per tutti!)

Angi e Gius: Ma bene, gemelline care, siete guarite? E visto che siete in contatto con il nostro cattivone, che cavolo fa che non si è visto per tutto il cap? Mah… Vabbè, tanti baciotti ciccie!

Akemichan: Oh, me contenta che tu abbia deciso di recensire! ^^ Grazie! E grazie per tutte el cose carine che hai scritto, io faccio del mio meglio! ^^

Vale: Oh, che bello leggere ancora una tua recensione! Esatto, in realtà, per quanto riguarda Lys, non tutto è come sembra… non so se risulta chiaro, ma c’è stato un piccolo malinteso… Bè, che ne dici di questo capitolo? Un bacione!

Keijei: Oh, bentornata cara!!! ^o^ Me contenta di riaverti tra le recensioni! Allora, letti gli ultimi due cap? Eh eh, lo scontro… ^^ Piaciuto anche a me, in effetti! E sono contenta che piaccia la povera piccola MJ! E di questo che ne pensi? *Ly in ansia attente tua opinione* Oh, grasie per aver scritto tutte quelle cose carine! ^^

Strekon: Strekkù, bimbo piccino di mamma Ly, eccoti! Uhm… chissà se ti piace anche questo cap… Me non è in grado di inserire combattimenti meravigliosi come i tuoi in ogni capitolo… éé Tra l’altro la tua fic è meravigliosa… Ma che mi combini a Ron? Vabbè, evitiamo che non è il luogo adatto… Cmq prevedo ancora tre capitoli più l’epilogo, magari saranno anche di più! Trovo sempre tante di quelle cose da scrivere!! Si vedrà, ma siamo agli sgoccioli!

Myricae: Minimoccia cara di Ly! ^^ Me strafelice che tu continui a leggere la mia storia! ^^ E soprattutto me contenta che tu stia meglio, sai?  Un bacione tesoro!

Saidy: Saaaaayy! Cara Say, com’è che non ci sentiamo quasi più? (E’ che tu t sei eclissata, maledetta! NdSay ^^’’’’ NdLy) La notizia dell’arrivo del pargolo… ECCOLA!!!!! Che ne dici tesoro bimba cara di Ly?  Un basino! Cercherò di farmi viva più spesso!

Buffy: Oh, grazie tesoro, per continuare a seguire la fic anche in vacanza! Commenta anche questo, eh? ^^

Moki-chan: Oh, Moki-chan cara, tu sei la mia salvezza! Allora è un po’ comprensibile che nella faccenda tradimento c’entra un topaccio di nostra spiacevole conoscenza? ^^ Eh e, è proprio come hai detto tu, esatto!

Kika: Ma ciao cara! Si si, uil quinto libro c’è solo in inglese per ora… ToT speriamo Salani faccia presto! E poi… no che non sparisco! Ecco qui anche un altro capitolo! Fatti sentire sempre, eh? Un bacione!

Ste: Grazie per i complimenti, eh! ^o^ Però.. la matura l’ho fatta l’estate scorsa… i miei esami sono gli intralci universitari! Grazie per l’in bocca al lupo! Mannaro? Non si può fare allora un in bocca al cane? (*_* Siriussss!!!!)

Hermy88: Oh, ma io ringrazio te per tutti i commenti! Eh, si si! Questo sito è pieni di fic meravigliose! Leggile tutte, sono una più bella dell’altra! Spero continuerai a seguire anche la mia, però! ^___-

Sara-Hikari: Em… @///@ Quasi meglio dei libri della Rowling? Regge il confronto? Sei troppo buona, decisamente! Cmq ti ringrazio tanto!

Alexis: Eh eh.. per fortuna tutti i miei amati commentatori stanno provvedendo a lasciare ancora recensioni! Spero di poter leggere ancora anche te! (?? Ma che frase è?)

Kyra: Grazie mille! Spero che la storia continuerà a piacerti! E… Anche io preferisco Sirius, aaaah, che personaggio meraviglioso! Il bel tenebroso! ^_- Evviva i ragazzacci! (Ma cosa dici?!? NdTutti ^^’’’’ NdLy)

Gajra: Ecco qui anche il nuovo capitolo, che ne pensi? ^^

Dada: ultima ma non certo meno importante! Bè, il cap lo ho mandato anche via mail, perché non so se vieni sull’EFP, cmq, grazie di aver recensito, cara! ^^

 

Per questa volta è tutto… Al la prossima lettori miei! (Si è montata la testa… NdTutti)

Un bacione, la vostra Ly

 

PS: siccome il presente capitolo è stato ultimato il 31 Luglio 2003… Anche se non so che giorno voi lo stiate leggendo, la cosa importante da dire è: TANTI AUGURI, HARRY!

(E tanti auguri J.K., grazie di averci regalato questa storia meravigliosa! ^^)

 

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Capitolo 21
*** Dove Volano Le Cicogne ***


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Lily era pacificamente addormentata, sotto le calde coperte pesanti, nella stanza semibuia, rischiarata solo dalla pallida luce invernale che filtrava attraverso le inferriate e da un piccolo fuoco scoppiettante appena acceso.

James, che era già in piedi da un bel pezzo quell’importante mattino, era entrato in camera con l’intenzione di svegliarla ma si era poi incantato ad osservarla, avvolto dal calore che la presenza della ragazza regalava al suo cuore, ascoltando il solamente suono del suo respiro lento e regolare e dello scoppiettio della legna che lentamente bruciava dietro di lui.

Nessun altro rumore poteva giungere in quella stanza ovattata e protetta da vari incantesimi. Non il rumore del vento che soffiava aldilà dei vetri spessi e piegava gli alberi spogli, mettendo a dura prova i tradizionali addobbi natalizi sparsi per le vie paesane. Nemmeno il frastuono di mille preparativi ai piani di sotto, di gente affaccendata che andava da una stanza all’altra, si materializzava e smaterializzava di continuo con ripetuti CRACK o discuteva a volte troppo animatamente circa fiori dalle tonalità sempre più sbagliate e stonate.

No, in quel piacevole silenzio, James osservava la sua Lily che di lì a poche ore sarebbe stata sua moglie, avrebbe portato il suo cognome, la donna che nel giro di pochi mesi avrebbe dato alla luce suo figlio, o sua figlia che fosse stata. Quella giusta, quella che aveva davvero cambiato la sua vita e tutto il resto. Era così pacifica e rilassata che provò un moto di senso colpa quando allungò una mano in procinto di una carezza, per svegliarla nel modo più tenero possibile. Alla fine, dopo un accennato bacio sulla guancia, si avviò verso la pesante porta in legno lavorato e se la richiuse alle spalle, decidendo di lasciarla ancora per qualche tempo nel mondo dei sogni meravigliosi cui, a forza, aveva dovuto consegnarla solo poche ore prima.

Scendendo le scale non potè trattenere una risata al ricordo dell’ansia e dell’agitazione che l’avevano assalita,nel bel mezzo della notte. La loro ultima notte prima delle nozze.

 

Alla fine, dopo aver, per l’ennesima volta, controllato che tutto quanto fosse pronto per il giorno seguente, Lily era finalmente riuscita a mettersi a letto abbandonandosi alla lettura di un libro di favole. Aveva intenzione di impararne il maggior numero possibile di lì a giugno, quando sarebbe stata madre; era arrivato il turno di ‘Fiabe e Leggende della terra di Babbo Natale’.

James, dal canto suo, aveva appoggiato il capo sul cuscino morbido, volgendo gli occhi a lei e osservando con interesse il suo viso chiaro e assorto nella lettura. Ma la tranquillità era durata ben poco. Improvvisamente Lily aveva chiuso il libro con un botto sordo e aveva scostato le coperte rapidamente, prendendo a fissarsi la pancia in maniera ossessiva.

“Che c’è?” le aveva chiesto lui, nemmeno troppo preoccupato.

Lily aveva chiuso gli occhi e respirato a fondo, li aveva riaperti e di nuovo aveva osservato a lungo il proprio ventre, coperto dalla camicia da notte chiara, senza dire una parola, mentre James attendeva ancora risposta.

Sempre nel più completo silenzio, con lo sguardo crucciato, si era alzata dal letto come un soldato a comando e si era fiondata nella camera accanto.

James l’aveva guardata filare via di gran carriera a piedi scalzi, perplesso. Quando un suo disperato e acuto “Lo sapevo!!!” aveva riecheggiato per tutta la casa, era corso da lei visibilmente preoccupato.

L’aveva trovata in piedi, davanti ad un grosso specchio, con il vestito candido delle nozze addosso.

“Lil, che succede?” aveva domandato allarmato, guardandola più volte da capo a piedi.

Lei si era girata con gli occhi pieni di lacrime e i capelli scompigliati, James aveva pensato che fosse veramente tenera, e dopo un sonoro singhiozzo si era lasciata cadere sulle ginocchia “Guarda! Lo sapevo! La mia pancia è cresciuta ancora… Il mio vestito non si chiude! Sono ingrassata e sono gonfia come una balena! Dovrò sposarmi in tuta da ginnastica perché il mio bel vestito, domani, mi entrerà ancora meno!” poi, chiudendo energicamente gli occhi, si era infilata le mani nei capelli con fare disperato.

James, che l’aveva vista decisamente su di giri per tutta la settimana precedente, era scoppiato a ridere e la cosa non aveva fatto che incrementare ancora di più la disperazione della povera Lily la quale, alla vigilia delle sue nozze, si trovava quasi senza vestito, gonfia e disperata. Poi si era accucciato su di lei e l’aveva abbracciata cullandola “Dai Lil, per me saresti la sposa più bella e sexy del mondo persino con un camicione nero sformato e le tue ciabatte di Winnie The Pooh!” aveva cercato di tranquillizzarla, ed era sincero.

Le sue parole, tuttavia, sortirono l’effetto contrario. Lily si era scostata da lui bruscamente, tirando su col naso e asciugandosi gli occhi “Che razza di uomo insensibile sei, eh? –aveva gridato istericamente- Il mio matrimonio! Un evento unico, dal momento che ho in programma di convolare a nozze una sola volta e tu mi dici che potrei tranquillamente presentarmi con un camicione e le babbucce? Quando è dall’età di quattro anni che gioco con bambole di bianco vestite canticchiando la marcia nuziale? Ti rendi conto di quello che stai dicendo? Ecco, lo sapevo che non dovevamo essere così avventati! –aveva singhiozzato facendo venire un colpo al cuore di James che iniziava a temere ci stesse ripensando- Dovevamo aspettare che la piccola Sarah nascesse! O il piccolo Harry, certo. Così almeno mi risgonfiavo e gli ormoni non mi tormentavano! E avremmo avuto più tempo per organizzare tutto quanto… come quelle sedie, non sono arrivate! Dovevano portarcele ieri, invece non ci sono sedie e mezzo centinaio di persone dovrà mangiare inginocchiato davanti ai tavoli! E poi guarda, quale pazzo si sposerebbe con un metro di neve! Dimmelo? Solo noi! Un metro di neve e un freddo polare. Mi prenderò un raffreddore con questo vestito… Sempre ammesso che domani riuscirò ad infilarmici! Sai che sono ancora più gonfia quando mi sveglio la mattina? Forse… dovrei evitare di dormire! Magari potrei passare la notte facendo un po’ di ginnastica, certo! Qualche etto perso sarebbe già più che sufficiente!”

Gli occhi di Lily brillavano in preda all’agitazione, pareva particolarmente invasata, quasi irriconoscibile.

James trasse un profondo respiro, ricordandosi di portare pazienza. Fosse stato per lui, l’avrebbe sposata in una chiesa sperduta, lo stesso giorno in cui glielo aveva proposto, senza troppi sfarzi e cerimonie. Ma sapeva quanto a Lily sarebbe piaciuta una bella cerimonia, intima certo, e un piccolo banchetto, con il vestito bianco e gli strumenti incantati che suonavano solo per loro e quello che voleva più al mondo era renderla felice, quindi… “Lil, andiamo a letto, il vestito ti entrerà, sarai così tesa che ti allungherai assottigliandoti, domattina! E non ti preoccupare del freddo, o delle sedie, o di tutto il resto. Siamo maghi! Una soluzione la troviamo sempre, forza! Adesso togli quel vestito e torniamo di là…”

Lei aveva tratto un profondo respiro e aveva annuito, già più calma “Scusami Jamie, sono particolarmente insopportabile in questi ultimi giorni…” aveva commentato con un sorriso pacato e lui aveva semplicemente scosso la testa.

Poi aveva fatto per togliersi il vestito “OMIODDIO! -aveva aggiunto ancora spalancando gli occhi esterrefatti- Come ho fatto ad essere così sciocca? Non si indossa il vestito prima delle nozze davanti allo sposo! Jamie, chiudi subito quegli occhi! Ci porterà sfortuna… Andrà tutto male, a cominciare dalla cerimonia di domani!” e si era levata l’abito più rapidamente possibile, mentre James sospirava snervato nascondendo il volto dietro le mani forti.

“Adesso ce ne andiamo di là e proviamo a dormire. –l’aveva sollevata di peso e se l’era caricata in spalla – E non voglio sentire storie!” aveva aggiunto intransigente quando la sua bocca scarlatta aveva fatto per aprirsi nell’ennesima protesta esasperante.

Alla fine, con un incantesimo l’aveva calmata ed addormentata.

“Svegliami all’alba però, James…” aveva detto lei, per finire, semicosciente.

 

James guardò l’orologio a pendolo ai piedi delle scale, erano le dieci passate. Lei lo avrebbe strangolato una volta sveglia.

Tuttavia si rimboccò le maniche deciso, non succederà se al risveglio troverà tutto quanto pronto e perfetto…

Superò gli ultimi tre scalini con un unico balzo, piombando in mezzo al traffico di persone indaffarate che gli giravano per il soggiorno.

“Signori e signore, la mia futura consorte dorme ancora e io voglio che per il suo risveglio tutto sia pronto e perfettamente in ordine. Altrimenti si ritroverà vedova e assassina ancora prima di sposarsi… -ironizzò suscitando le risate di Sirius che più di ogni altro tra i presenti era consapevole di quanto fosse probabile- Ora ascoltatemi bene, per cortesia. MJ, Amy, Ghiana, i vostri vestiti sono arrivati?” domandò rivolto a quelle che avrebbero dovuto essere le damigelle.

Ghiana annuì mostrando tre grosse scatole infiocchettate “Appena consegnate, capo!” riferì dettagliatamente.

James annuì “Perfetto! I vestiti dei miei tre cavalieri?” rivolse il proprio sguardo verso Remus.

L’amico annuì “Sì, ci sono, ma Peter ha indossato la giacca di Sirius per sbaglio distruggendone la cucitura sulla schiena…” riferì rammaricato mentre Peter teneva lo sguardo afflitto fisso al suolo e Sirius si sganasciava dalle risate. Il ragazzo trovava tutto quanto estremamente divertente. Avrebbe riso anche James, in effetti, ma non era il giorno ideale.

Invece spalancò gli occhi terrorizzato “Oh, no no no! Trovate sedutastante una sarta e fatela riparare! Se Lily scoprirà il suo testimone con la giacca rattoppata diverrà una furia!” strillò terrificato.

Remus annuì e si smaterializzò con la giacca di Sirius in mano dritto all’Emporio di Madama McClan per una sistemazione perfetta e a prova d’intenditore.

Lo sposo trasse un profondo respiro “E le fedi? Siri, dimmi che sei passato a prenderle…” lo pregò quasi disperato.

Sirius trattenne il respiro mordendosi un labbro e attirando su di sé l’attenzione di tutti gli indaffarati presenti, quindi corrugò le sopracciglia con fare mortificato ma vedendo l’infarto che stava per prendere a James scoppiò nuovamente in una risata, battendo comprensivo una mano sulla spalla dell’amico “Tranquillo, sono qui! –riferì picchiando due volte una mano all’altezza del petto, sulla tasca del mantello scuro – E il cuscinetto incantato è legato ad una sedia in cucina, girava per casa senza tregua infastidendo tutti, ho dovuto farlo…” spiegò.

Un’altra cosa era a posto, ora c’era solo da pensare ai fiori, alle sedie mancanti, ai confetti e ad incantare la chiesa a dovere prima della cerimonia. Aveva deciso che candida neve calda e profumata sarebbe fioccata per tutta la celebrazione sui presenti, aveva sempre adorato questa cosa, quando era ancora ad Hogwarts. Poi bisognava riscaldare a dovere l’ambiente, preparare i fiori e fiocchi e tutto il resto, ma a questo avrebbe pensato chi di dovere. Oh, mancava anche di contattare il fotografo per accordarsi sugli ultimi particolari! Scrisse un paio di righe e spedì un piccolo barbagianni a Mund, chiedendogli di occuparsi per cortesia della questione. Bene… pareva che restasse solo da chiamare la sposa, infilarsi negli abiti e volare alla piccola chiesetta a Diagon Alley.

Una volta che tutti se ne furono andati, seguendo le istruzioni di James, la casa era di nuovo vuota e piacevolmente silenziosa, il ragazzo si ricatapultò su per le scale fino alla camera da letto.

Entrò silenziosamente e si portò accanto a lei, seduto sul bordo del letto.

Con un sorriso ansioso si chinò verso di lei, accarezzandola delicatamente e sussurrando piano il suo nome. Un paio di tocchi leggeri e dietro le palpebre pesanti fecero capolino gli occhi verdi di Lily. Mormorò qualcosa di incomprensibile, ancora assonnata, strofinandosi gli occhi e si mise a sedere.

James rimase a guardarla sorridente “Allora, siamo un po’ più tranquille?”

La rossa, inizialmente, lo guardò con fare interrogativo, senza capire. Sopraggiunta la consapevolezza dell’evento balzò in piedi e prese a correre da un lato all’altro della stanza.

“James! Che ore sono? COSA? LE DIECI E MEZZA??? TRA UNA SOLA ORA DOVRÒ ESSERE IN CHIESA E TUTTO È ANCORA DA PREPARARE!?” strillò agitata.

Lui le si avvicinò cingendole la vita con le braccia e tirandola a sé “Mi sono occupato di tutto io, tu avevi solo bisogno di riposarti un po’. I fiori, i vestiti, gli invitati, il fotografo, persino le sedie mancanti… è tutto quanto a posto e sottocontrollo. Manchiamo solo io e te…”

Lei si rilassò, stringendosi nel suo abbraccio e annuendo “James, scusa se sono stata un insopportabile tormento in questa ultima settimana… E grazie di esserti occupato di tutto, stamattina.” disse affondando il viso sereno nel suo collo.

Lui le passo una mano sui capelli “Ma ti pare? Ascolta, visto che per tradizione lo sposo non dovrebbe vedere la sposa vestita prima delle nozze, o qualcosa del genere comunque, che ne dici se io vado avanti e ti mando qualcuno, chessò MJ, a prenderti per accompagnarti?”

Lily annuì, lo baciò sulle labbra e lo spinse verso l’armadio. Quindi, piazzatogli un mantello sulle spalle, lo salutò agitando una mano lasciando che si smaterializzasse.

Qualche minuto dopo, MJ saltò fuori dal camino di casa Potter appena coperta di fuliggine avvolta nel pesante mantello invernale.

“Buongiorno futura sposina! Come ci sentiamo stamane?” domandò retoricamente spogliandosi e mostrandosi nell’abito azzurro da damigella, mandando Lily in brodo di giuggiole.

“Oh, come sei graziosa, MJ!” esclamò la rossa, soddisfatta, abbracciandola.

“Sì, ma adesso pensiamo a renderti la sposa più bella, che ne dici?” propose indicando il vestito poggiato morbidamente su una poltrona.

Lily si spogliò della camicia da notte e si infilò il bel vestito baldanzoso, radiosa. Fortunatamente l’abito pareva calzare a pennello, pancia o non pancia. MJ la aiutò ad allacciarsi tutto quanto, avvolgendole poi la vita in un nastro bianco di lucida seta e l’ammirò sorridente e quasi commossa “Sei così bella, Lily!” le rivelò.

La rossa si imbarazzò leggermente, accennando una giravolta e gonfiando la gonna “È il mio gran giorno…Bè, in realtà lo so che è solo una formalità io e James siamo già uniti in modo speciale da tanto, ma non posso evitare di sentirmi agitata…” confessò mordicchiandosi nervosamente l’unghia del pollice.

L’altra la prese per mano, annuendo e sorridendole “Sì, lo sento. Immagino… debba essere normale, no?”. Lily annuì alle sue parole.

“E ora proviamo ad acconciare questi bei capelli… Non ci so fare, mi dispiace tanto… forse dovevi chiamare qualcuno più esperto per una di quelle belle acconciature che si vedono in giro… Saprei farti al massimo una crocchia un po’ storta, infilandoci dentro qualche fiorellino…Non sono dotata in questo…” confessò indicando la propria lunga treccia nera, un po’ storta e stentante.

“Una crocchia andrà benissimo! E poi vediamo che possiamo fare per questa, dai.”

Così, mentre MJ raccoglieva delicatamente i suoi capelli e infilava piccole margherite bianche alla base della graziosa crocchia, Lily prese ad osservare sé stessa nell’ampio specchio. Era agitata e nervosa, ma quello era, a pieno titolo, proprio uno dei giorni più belli della sua vita. E non vedeva l’ora di essere ancora davanti al suo James.

Alla fine, dopo aver sistemato i capelli di MJ in una morbida treccia che ricadeva soffice su una spalla, si portarono immediatamente alla chiesetta, dove tutti attendevano con impazienza. Lily smaterializzandosi e MJ con una manciata di polvere volante.

 Tra i più nervosi James, ormai innanzi all’altare, stava torturandosi un lembo del bell’abito nero che indossava, sistemandosi continuamente gli occhiali e, seppur inutilmente, i capelli, ignorando Sirius che ridacchiava assieme a Remus, al suo fianco, prendendolo in giro –Peter era invece stranamente turbato, ma nessuno di loro ci fece caso, non in quel giorno, almeno- e all’esterno, invece, il Signor Evans, orgoglioso e un po’ commosso per la propria bambina. Ci mancò che quasi piangesse, mentre la moglie sorrideva beata tra le prime file, vedendola arrivare così radiosa e aggrapparsi sorridente al suo braccio.

E poi, fiori d’arancio.

Al passo di una dolce marcia nuziale padre e figlia attraversarono la breve navata della chiesetta gremita di amici – c’erano tutti i ragazzi del gruppo, Silente, Hagrid che si soffiava rumorosamente il naso e sfregava gli occhioni lucidi con le grosse manone callose, la MC Granitt inusualmente sorridente e distesa, vecchi compagni di scuola, anche il Signor Potter era volato fin lì per l’occasione, alcuni Auror del Ministero tra cui Moody che non la smetteva un attimo di ruotare il suo occhio magico, circospetto, e tra le ultime file Lily riuscì anche a scorgere una inusuale Arabella in abiti babbani che le sorrise felice.

Radiosi nei loro abiti nuovi e festaioli, i due giovani si scambiarono una promessa che, seppure già implicita da tempo, li avrebbe legati anche oltre la morte. Una domanda sacra, ‘Sì’ detti con forza e convinzione, due cerchietti d’oro all’anulare sinistro a suggellare il sacro patto e infine, sotto il piacevole e vivace applauso, un bacio “Cough-cough! Signori Potter, credo che possiate seguitare a dimostrarvi amore reciproco così ardentemente fuori da qui, ora…” li dovette richiamare ad un certo punto il piccolo celebrante, mezzo divertito e mezzo imbarazzato, suscitando le risa dei presenti.

E poi, con i sorrisi spiegati, molti di loro parteciparono al piacevole banchetto. Fu un pomeriggio all’insegna dei flash –Sirius richiese espressamente una foto con i due colombi-, della musica e delle danze, di auguri, baci e congraturazioni. Per un pomeriggio, quasi tutti riuscirono a dimenticare cosa li attendeva, al di fuori di quel piccolo precario rifugio rosa, ogni giorno.

 

“Lily, grazie per la bellissima giornata e di nuovo tanti auguri!” la salutò Amy Paciock, baciandole le guance e stringendola forte.

“Oh, grazie a te di essere venuta! A te, a Franck e al piccolo Neville…” rispose lei, posandole teneramente una mano sul pancione rigonfio.

“Temo di dovervi salutare anche io. –intervenne subito dopo di loro Albus- È stata una festa incantevole, ragazzi! Di nuovo grazie e congratulazioni. Hagrid, torni con me e Minerva ad Hogwarts?” domandò poi al guardiacaccia.

Hagrid annuì ma prima, con gli occhi che si facevano nuovamente lucidi e dopo una sonora soffiata di naso che fece sobbalzare i pochi rimasti, strinse Lily e James in un abbraccio mozzafiato “Ehi, ragazzi! A me mi vien proprio da piangere in ‘ste occasioni! Con voi due poi… Ancora mi ricordo, eh, quando stavate ad Hogwarts a bisticciare e maledirvi e ora… C’ho davanti due giovani sposati!” li liberò dall’abbraccio soffiandosi ancora il naso nel piccolo fazzoletto stropicciato, quindi li salutò e si allontanò.

Ad interrompere le piacevoli risate dei due furono Rose e Clarck Evans.

“Lily, Petunia ti manda questo…” disse consegnandole una piccola busta bianca. La rossa annuì mogia ma rassegnata, aveva ovviamente invitato Petunia ed altrettanto ovviamente lei non era venuta. Tuttavia, si disse, non era certo l’occasione giusta per rabbuiarsi su questo. Inaspettatamente il padre la circondò in un abbraccio serrato “La mia piccina… Lily… Potter…” disse con qualche esitazione, volgendo poi uno sguardo d’approvazione a James.

“Bene ragazzi, non ci sono mai molte occasioni per vedersi ultimamente, ma di qualsiasi cose avrete bisogno, sapete che io e Clarck ci saremo sempre. Lo sai, vero Lil? Sono fiera di te, e anche papà. Lo siamo di entrambi voi. Sei diventata tutto quello che abbiamo sempre desiderato tu fossi. Una bellissima donna, felice e orgogliosa. E questo anche grazie a te, James. Prenditi cura a dovere di lei, sempre.” si raccomandò la madre. Poi, senza attendere risposta, baciò le guance di entrambi e si avviò al braccio del marito.

Alla fine, nella grande casa deserta, rimasero solo Lily, James e i loro tre più cari amici –Peter se n’era di nuovo andato, giustificandosi con un mal di pancia da eccesso di torta.

“Accidenti… Marito e moglie! E chi l’avrebbe detto quel giorno che James ti ha fatta levitare e crollare nella zucca di Halloween, al primo anno.” commentò Sirius, scotendo la testa. Tutti si trovarono d’accordo. Soprattutto sul fatto che la vita a volte prende strade inaspettate ma che spesso possono rivelarsi le più belle e le più felici. Proprio come era successo a James, l’uragano numero uno ad Hogwarts, e a Lily, inflessibile giovane dai saldi principi che gli stava sempre alle costole condannandolo, che ora non potevano fare a meno l’uno dell’altra.

“Non rivanghiamo quei giorni, altrimenti cerca ancora di vendicarsi!” sottolineò James, sorridendo.

“Mpf! Figuriamoci…” si finse altezzosa Lily, pizzicandogli un braccio.

Decisamente, non avrebbero potuto essere più felici di così…

 

E la vita riprese con il solito ritmo, a poco a poco anche gli attacchi dei Mangiamorte tornarono a terrorizzare la popolazione. Era iniziata quella che pareva una sanguinaria e terrificante “Caccia al Babbano e al Mezzosangue”…

Lily era stata costretta al riposo da James, che invece rientrava sempre più stanco e spesso stordito e malmesso da qualche incantesimo di troppo, durante l’ennesima battaglia.

Ma quella era ormai la loro vita, avevano compiuto un’importante scelta cui sarebbero rimasti fedeli, avevano preso una posizione che avrebbero mantenuto salda: avrebbero combattuto Voldemort e il suo esercito delle tenebre fino alla morte, se quello era il loro destino.

Nell’atmosfera sempre più cupa di quei giorni, la pancia di Lily andava arrotondandosi. Una fredda mattina nebbiosa dei primi di marzo si recò al San Mungo, per un controllo di Routine. Si era avviata velocemente per le strade deserte di Londra, con mezzi babbani, fino al grande Ospedale, assieme ad MJ. James l’avrebbe raggiunta là, così erano d’accordo, appena finito il suo turno di pattuglia.

Sedeva stanca nella sala d’attesa del reparto “Nascite e Controlli Prenatali” sprofondata in una grossa poltrona, quando la sua bacchetta tremò leggermente per un attimo, quindi una fioca luce scaturì dalla punta facendo comparire il volto teso e rammaricato di James.

“Ehi, che succede?” chiese subito lei.

“Lil, stai bene tesoro? –lei annuì col capo e lui riprese- Mi dispiace, ma non riesco a venire da te e dal nostro fagotto! C’è stata un’emergenza, proprio ora che stavo per andarmene. Un gruppo di Mangiamorte ha attaccato una stazione della metropolitana, dobbiamo correre subito! Perdonami se puoi…” disse accigliato, passandosi una mano sul volto rammaricato.

“Stai tranquillo e fai quello che devi fare, sono con Mary Jane, non sola. –gli sorrise- Tu pensa a mettere a posto un pezzettino di mondo per quando Sarah o Harry nascerà, ok? Ci vediamo a casa, ciao Jamie.” lo tranquillizzò, quindi rinfilò la bacchetta in una tasca interna del mantello e sprofondò ancora di più nelle imbottiture chiare, sospirando.

“Mi spiace che non possa esserci.” le disse la mora al suo fianco.

Lily annuì “Oh, non è un problema, io so che vorrebbe essere qui e per ora questo mi basta. Deve fare il suo dovere e io lo capisco. Lo amo anche per questo, sai?” confessò con un sorriso tenero più rivolto ai propri pensieri che alla sua interlocutrice.

MJ le passò una mano sulla pancia, tranquillizzante “Che ne dici di una bella tazza di tè caldo? Vado subito a prenderlo.” quindi si allontanò velocemente alla ricerca di un angolo ristoro.

Assorta nei propri pensieri Lily fu distratta dagli schiamazzi e dalle voci infantili e festose che infransero il silenzio di quell’ala di ospedale. Da una cameretta poco lontano, una numerosa famiglia usciva sorridente. La donna, una signora ancora giovane dai fulgidi capelli rossi e dalle numerose lentiggini, stringeva in braccio un fagottino, chiaramente suo figlio, bersagli delle amorevoli attenzioni del marito, anche lui con una chioma rossa un po’ diradata, e di cinque altri festosi pargoletti, manco a dirlo forniti come i genitori di una sfavillante zazzera rossa e dai bei visetti infantili puntellati di lentiggini.

Lily non potè evitate di sfoderare un sorriso alla vista di quella famiglia felice che ora le sfrecciava di fianco.

La donna si accorse dello sguardo sorridente e benevolo di Lily e si fermò accanto a lei “Una futura mamma, cara?” le chiese con delicatezza, lanciando uno sguardo fugace al pancione leggermente rigonfio.

Lily annuì. “Già, complimenti per tutti questi bambini meravigliosi!” si congratulò  sinceramente, trattenendo una risata alla vista di due di loro, probabilmente due gemelli di non più di un paio di anni, ora in braccio al papà, che cercavano d’infilare una caramella ciucciata nel collo della camicia di lui.

“I figli sono una benedizione del cielo, vedrai cara!” disse la donna, quasi commossa, osservando ognuno di loro e scompigliando i capelli a caschetto ad un ometto di meno di dieci anni, il più grande fra tutti.

Lily sospirò e non si rese nemmeno conto di quello che iniziò a dire “Già… Ma anche in questo periodo? Voglio dire… In questo mondo come si presenta ora? Come posso sapere che il mio bambino vuole nascere adesso? Forse, un giorno, potrà odiarmi per averlo portato in un mondo tanto triste, tanto pieno di morte e sofferenza. Mettere al mondo un bambino, crescerlo, con tutto il male che si respira nell’aria di questi tempi…Forse sono solo egoista, perché io vorrei un bambino, ma il mio bambino, una volta nato, potrebbe preferire di non averlo mai fatto.” mormorò cupa, pensando a tutto quello che ogni giorno succedeva.

La signora accanto a lei parve accigliarsi un attimo, pensosa, ma poi recuperò il suo sfavillante sorriso “I nostri bambini sono il nostro futuro, la nostra speranza, noi mamme dobbiamo solo pensare a crescerli forti e sani, ad insegnare loro i più retti principi e a farli vivere nel migliore dei modi, senza far loro mancare tutto il nostro affetto. È la pallida ed incerta luce del primo raggio di sole all’alba che mette fine anche alla notte più nera, lo sai? E potrebbe essere proprio il tuo bambino o i nostri figli, a fare qualcosa di importate per questo mondo. Possiamo solo dare loro la vita, noi genitori, proteggerli e amarli e non mancare mai di fidarci e sperare in loro. La vita è sempre un grande dono, tesoro. Siamo fatti per questo, no? Vivere. E fare del nostro meglio.” disse sicura di sé, mentre il marito, che si era tolto la caramella appiccicosa dalla schiena e aveva rimesso a terra le due pesti, le passava un braccio attorno alla schiena annuendo vigorosamente.

Lily parve pensare molto profondamente alle parole di quella dolce e gentile sconosciuta “Ma… come potrò essere sicura che sarò una buona madre? Come saprò decidere cosa è giusto per lui?” continuò titubante.

“Oh, lo sarai, non temere. Quando una donna si preoccupa a questa maniera per il suo bambino, sarà sicuramente una buona madre. Ora, non mi resta che augurarti buona fortuna e fare tanti auguri a te e al tuo piccino. Senti Ron come piange? Tra poco è l’ora della poppata e ha intenzione di crescere molto questo bambino, a quanto pare, mangia come un leone!” confessò sorridente, rivolgendo uno sguardo di amore puro ed orgoglio al piccolo fagotto rosso e scalciante che teneva tra le mani.

Lily si alzò in piedi, accarezzando delicatamente una guancia del pupo “Ciao piccolo Ron, e sii amico della mia bimba o del mio ometto, se un giorno ti troverai con uno di loro ad Hogwarts. Grazie delle sue parole signora, ho capito molte cose. Tanti auguri anche a voi tutti, e arrivederci.”

Con un cenno del capo e un gran sorriso i due genitori si allontanarono assieme al piccolo esercito di figli che agitavano le mani piccole e chiare verso Lily, ora sorridente e più serena. Avrebbe dato la vita al loro bambino e ce l’avrebbero messa tutta, lei e James, per crescerlo forte, sano, circondato d’amore e felice.

 

Pochi giorni dopo, il telefono babbano –Lily aveva insistito affinchè ne avessero uno in casa per tenersi meglio in contatto con i suoi genitori- aveva a lungo suonato. Lily era fuori per delle spese e James corse a rispondere appena messi i piedi in casa.

“Pronto? Desidererei parlare con Lily, grazie!” aveva detto rapidamente una voce tirata e snob all’altro capo del telefono.

“Mi spiace, non c’è, ma… Petunia?” domandò James, sorpreso, riconoscendo appena quella voce sottile e acuta.

“Sì, esattamente. Bè…Volevo solo dire a quella pazza di mia sorella, se qualcosa le importa certo, che proprio tre giorni fa è diventata zia… Il mio piccolo Duddy è tutto il suo papà –e qui James non si preoccupò di trattenere una smorfia di disgusto- e siamo proprio fieri di lui!” aveva detto colma d’orgoglio. Proprio in quell’istante, Lily era rientrata a casa, fissava ora James con fare interrogativo.

“Oh, tanti auguri Petunia! Appena Harry o Sarah nasceranno potremo far giocare i due cuginetti assieme!” aveva risposto divertito, aspettandosi la reazione di Petunia, che emise un “Oooh!” terrorizzato.

Lily capì all’istante e depredò James del ricevitore “Petunia, è nato? E’ nato il tuo bambino? Oh, tantissimi auguri. Mi piacerebbe vederlo… Gli porterò un giocattolo e…”

“NO! Non… serve! Vernon e anche Marge, che sarà la sua madrina, hanno già provveduto a farlo nascere senza che nulla gli mancasse. E… siamo molto impegnati in questi giorni, Lily!” si affrettò a rispondere, evidentemente timorosa che, lo stesso pomeriggio lei e il suo strambo maritino gli piombassero in casa a cavallo di una scopa.

“Oh… capisco..” rispose solo Lily, demoralizzata.

“Si bè… per ora… E tu, Lily, come… come stai? Q-quando nascerà?” riprese Petunia, la voce appena esitante per un leggero senso di colpa.

Lily parve riscuotersi e sorrise ancora “A Luglio, e sto bene Petunia, grazie. Allora, ti faccio ancora tanti auguri… Sono contenta che tu mi abbia chiamato e che mi abbia scritto, al matrimonio. Grazie… Un bacio a te e al bambino.”

“Si. Riguardati, Lily.” Disse solo l’altra, prima di riattaccare.

Era solo una telefonata, non era molto di cui rallegrarsi, ma Lily conosceva Petunia, se l’aveva chiamata era perché ancora, in fondo, pensava a lei, almeno un po’, come a una sorella. Era inflessibile Petunia, snob, eccessivamente convenzionale e conformista, borghese all’inverosimile, ma non era mai stata una cattiva sorella, solo leggermente incompatibile con lei. Così ora era felice di sapere che era nato il suo bambino, anche se scoppiò a ridere quando James le comunicò il suo orgoglio, al telefono, per il fatto che assomigliasse tutto al padre.

 

E la torbida estate era arrivata. Dopo un giugno carico di pioggia e vento freddo luglio fu più caldo che mai. Verso il calar del mese il Gruppo pareva particolarmente indaffarato. A quanto parve le poche spie che Silente era riuscito a trovare all’interno della cerchia sempre più vasta dei Mangiamorte al sevizio di Voldemort erano sparite. Alcune nascoste con Incantesimi Fidelius, altre uccise, anche da Voldemort stesso. Tra tutti, James pareva il più agitato.

Con il mese di agosto Lily avrebbe dovuto raggiungere il termine della gravidanza, da un momento all’altro sarebbe diventato papà. Eppure non poteva starle accanto come avrebbe desiderato ogni ora del giorno e della notte, perché ogni attimo che passava bisognava stare sempre più all’erta.

“Ehi, mi dispiace che non posso stare sempre con te, in questo periodo.” le confessò mentre, inginocchiato accanto a lei, innanzi ad una graziosa cassettiera, la aiutava a ripiegare un paio di tutine azzurre adorabili che proprio quel giorno la futura nonna Rose le aveva regalato per il nascituro o la nascitura.

Lei si era girata verso di lui, con un paio di babbucce infilate alle dita delle mani e aveva zampettato teneramente sulle spalle del ragazzo, prima di avvolgerlo in un profondo abbraccio il più stretto possibile “Stai tranquillo. Vorrei solo potervi dare una mano, visto come stanno andando le cose…”.

James affondò il viso nei suoi capelli rossi, che sapevano di shampoo, odorandone il profumo famigliare “Impossibile. Tu, il piccolo Harry o la piccola Sarah dovete riposarvi e mangiare tanta pappa! –ironizzò mimandole come se stesse parlando con una bambina piccola- Non voglio che possa succede niente di male perché dopo ci terrei ad avere un erede degno della bellezza del padre e una moglie decente e sgonfia come prima…” terminò divertito.

Lily finse di indignarsi e, preso un sonaglio di plastica tutto campanellini e luci, non si fece troppi problemi a tirarlo dritto in testa al marito.

In un attimo entrambi si ritrovarono a ridere a crepapelle, semplicemente sereni.

“Oddio!” fece Lily ad un certo punto portando una mano nella zona più bassa del ventre.

James scattò “Doglie?” domandò come un soldato pronto a fare il proprio dovere cui a lungo si era preparato.

Lily scosse la testa con un sorrisone “NO! Ha scalciato!”

“Nah! Ti dico che non sono calci! Allunga la manina perché si esercita già per il Quidditch! Sarà il cercatore o la cercatrice di Grifondoro più in gamba sin dai tempi di suo padre, vedrai!” le fece notare.

Lily lo guardò bieco “Non mettere strane manie in testa a mia figlia o mio figlio, chiaro? Scordati di portarlo a volare che ancora non ha imparato a camminare!” lo ammonì lei assumendo un cipiglio per metà severo e per metà divertito.

James la ignorò con un gesto veloce della mano e si chinò sulla panciona appoggiandovi le mani sui fianchi e fissandola intensamente “Dimmi, futura stella del Quidditch, seguirai la strada del tuo papà, vero? E sarai anche la creatura più affascinante che abbia mai calcato queste strade, perché mi assomiglierai, vero? E non ascoltare troppo la mamma, in fondo è una rompiscatole, una poppata e poi ci penso io a te!” e strizzò l’occhio all’esserino indifeso all’interno di Lily.

“Ti ho detto di non traviare mio figlio alla vigilia della sua nascita!” lo ammonì ancora Lily, stavolta ridendo.

Seguitarono a battibeccare per tutta la sera, fino a notte tarda, poi la rossa si addormentò esausta di due vite cui dover badare ogni attimo del giorno.

 

Fu un paio di giorni dopo, la notte tra il trenta ed il trentuno luglio, che Lily si svegliò di soprassalto, emettendo un grido di dolore.

Il suo viso era imperlato di sudore e il respiro affannoso, con le mani si teneva la pancia dolorante.

“ODDIO!!! Sta nascendo? Qui? I liquidi… no, quelle cose, le acque, ci sono ancora?” James era saltato in piedi dal letto con un balzo, come ad un gatto cui fosse stata pestata la coda.

Lily cercò di respirare a fondo, mettendosi seduta “No, niente di tutto ciò e non si sono ancora rotte le acque, tranquillo James. Era solo una contrazione. La prossima potrebbe arrivare anche tra ore… Credo.” terminò, scostando una ciocca di capelli incollata alla fronte.

Lui annuì meccanicamente “Allora dobbiamo correre al San Mungo! Non c’è tempo da perdere! Predo tutto io! –si fiondò verso l’armadio di Lily- Camicie da notte, certo! Vestaglie e biancheria.. Oh, i vestiti per lui… o lei, si si! Di là!” e fece per scattare fuori dalla porta.

“James, guarda che…”

Ma lui non le dette il tempo di parlare “Ci penso io! Ah, servono anche degli asciugamani, no? Cioè, ci si lava anche in ospedale e… Devo portare da mangiare?”

“No, James ascolta…” insistette ancora lei, cercando di rialzarsi.

“Lil, stai a letto e non muoverti! Vado a prendere… Sì, i vestitini! E… i pannolini? Anche quelli? –si chiese grattandosi la testa- Massì! Prendiamo un po’ tutto!” concluse.

“James… James… JAMES! ASCOLTAMI MALEDIZIONE!” strillò lei, alla fine.

Lui si bloccò sullo stipite della porta, girandosi con le mani piene di panni scompigliati e il volto in apprensione “Stai…”

“ZITTO! –lo bloccò lei, prima che ricominciasse a parlare istericamente- La borsa è ai piedi del letto, con tutto pronto. L’abbiamo riempita assieme la sera scorsa, ricordi? E non c’è null’altro da fare che andare in ospedale, ora. Passami solo una vestaglia e aiutami ad alzarmi da qui, ma stai calmo, ti prego!” lo supplicò con uno sguardo stanco.

Lui trasse un profondo respiro e l’aiutò a mettersi in piedi, sorreggendola. Le passò velocemente una vestaglia, prese la borsa già pronta e l’aiutò a scendere le scale.

“James, mi raccomando, non posso smaterializzarmi, prendere Passaporte o usare la Polvere Volante, per cui confido nella tua ‘destrezza’ in volo…Non fare pazzie!” lo supplicò prendendo posto sul suo manico di scopa.

Lui le rivolse un sorriso scaltro e rassicurante tirandola a sé per tenerla sicura “E quando mai sono stato spericolato a bordo di un manico di scopa?”, quindi avvolse entrambi nel proprio Mantello dell’Invisibilità.

Lily si passo una mano sul volto, sospirando a fondo e pregando il signore che la facesse almeno arrivare sana e salva in ospedale, giusto per partorire il suo bambino.

Nonostante la velocità elevata Lily riuscì ad atterrare davanti al San Mungo tutta intera. Ben presto fu affidata a medimaghi ed infermieri per i primi controlli di routine. James, nel corridoio si dette da fare a contattare Sirius, MJ, Remus, Peter, i genitori di Lily e quanti altri.

Il primo ad arrivare fu Remus, che si precipitò festoso incontro all’amico “Allora futuro papà, come sta la mogliettina partoriente?” domandò ansioso.

James era tutto un fascio di nervi, scosse la testa “Non lo so! Me l’hanno appena portata via per dei controlli…” rivelò.

Ben presto lo raggiunsero anche gli altri, i futuri nonni avvisarono che non sarebbero riusciti ad arrivare prima di un paio di ore. James zampettava avanti e indietro per la sala d’attesa vuota, eccezion fatta per loro. Perché diamine gli avevano sequestrato in quel modo brutale la moglie e non gli venivano a dire nulla?

E i suoi interrogativi trovarono risposta in una gentile infermiera che li avvisò che Lily era stata portata in una cameretta, in attesa che il momento del parto si avvicinasse.

A falcate, James si fiondò nella stanzina, chinandosi al suo fianco “Lil, tutto bene?” domandò apprensivo, sistemandole i capelli, le lenzuola e accarezzandole il volto.

“Si bene, ho avuto un’altra contrazione poco fa… Ma sto bene.” rivelò sorridente.

James annuì, quindi sistemò un paio di cose sul suo comodino, le versò un bicchiere d’acqua che lei rifiutò, tornò nuovamente a sistemarle i capelli, il guanciale, la camicia da notte e quando, per la terza volta, fece per accomodare le lenzuola Lily lo bloccò con forza “La vuoi smettere? Mi stai mettendo in ansia James!” rispose isterica.

Lui borbottò un paio di scuse e rivolse due occhiatacce truci agli altri ragazzi che ora stavano ridacchiando alle sue spalle, quindi si sedette cercando di mantenere il controllo.

Ma scattò immediatamente come una molla appena Lily si raggomitolò in preda all’ennesima contrazione. Lasciò che la ragazza, che gridava dolorosamente, afferrasse la sua mano per poi pentirsene un millesimo di secondo dopo quando sentì la compostezza dell’ossatura metacarpica e l’integrità delle dita venir meno.

Peter corse a chiamare un’infermiera mentre James riprese a prodigarsi, ignorando il dolore alla mano, in mille attenzioni che non fecero che aumentare la tensione di Lily “TI HO DETTO DI STARE ZITTO E SMETTERLA, ACCIDENTI!”

Poco dopo fu portata via da un trio di infermiere a gran velocità.

Tutti quanti la seguirono in ansia fino a che una porta non fu chiusa davanti ai loro occhi “Il padre del bambino è lei? -domandò una delle tre rivolta a James, che annuì- Vuole entrare ad assistere?”

Il ragazzo si fece coraggio e la seguì. Quando entrò e Lily, ululante, si accorse della sua presenza, scatenò le risate dei presenti gridando “Buttate quest’uomo fuori di qui!”. A malincuore James se ne riuscì, col capo chino e il fare colpevole.

Remus gli si avvicinò circondandolo con un braccio attorno alle spalle “Bè, sei un pochino fastidioso in effetti…” fece con un malcelato velo d’ironia.

“Sì, vorrei vedere te al mio posto! Mio figlio sta nascendo e Lily non mi vuole!” disse dispiaciuto. Ma nemmeno un attimo dopo la stessa infermiera di pochi minuti prima tornò a richiamarlo all’interno. Questa volta fu James che viste le condizioni di Lily si allontanò dalla sala di gran carriera.

“Ragazzi, io non ce la faccio a stare là dentro! Lily vuole qualcuno…” rivelò mortificato, il volto imperlato di sudore e stranamente pallido cadaverico.

MJ fece per offrirsi ma Sirius la precedette “Se non dispiace, voglio farlo io!”

“Ehi, anche io voglio entrare!” protestò Remus, deciso.

“Io… Oh, e se entrassimo tutti quanti?” propose Peter.

“Non ve lo lasceranno mai fare…” fece notare acutamente MJ.

“Ma è un caso particolare, voglio dire! Non possono fare uno strappo alla regola??” insistette il moro.

“Incredibile… Mia moglie sta partorendo mio figlio, io sto per svenire e i miei amici scalpitano per entrare ad assisterla…Tutto questo non sta succedendo a me…” mormorò James, lo sguardo fisso nel vuoto.

Sirius lo prese per un braccio, ridendo “Dai, incursione in sala parto! Entriamo ragazzi!” e spalancò le porte ignorando le proteste di tutti i presenti.

Alla fine, Lily si ritrovò a dare alla luce il bambino sotto gli sguardi di cinque spettatori più agitati di lei.

James sentì le forze venire meno ad un certo punto, ma il vagito di un neonato parve riportarlo al mondo. Alzò lo sguardo che aveva rivolto altrove, incapace di sostenere la vista di quello che stava succedendo, e vide un fagotto sanguinolento e inzaccherato muoversi tra le braccia del medimago.

Lily crollò sul lettino, esausta. Appena un attimo dopo tutti quanti furono presso di lei.

“È un bel maschietto!-comunicò sorridente il medimago, mentre tutti si davano da fare per pesarlo, misurarlo e ripulirlo- Ed è sanissimo!”

“Harry James Potter!” esclamarono all’unisono i novelli genitori mentre gli amici esplodevano in un grido di gioia.

Il piccolo Harry, giallino e grinzoso, tutto bagnato, avvolto in un telo caldo fu portato in grembo a Lily. I capelli nerissimi erano scompigliati sulla testolina semipelata e le palpebre rosse e minuscole si alzavano ed abbassavano sugli occhioni verdi, profondi ed umidi mentre le manine delicate e arrossate si stringevano in due teneri pugni. I loro cuori esplosero e la sensazione che provarono entrambi in quel momento fu semplicemente indescrivibile, come tutte le cose più belle. Il sorriso più dolce del mondo si dipinse sui loro volti radiosi mentre posavano lo sguardo carico d’un amore smisurato sul fagottino che ora piangeva fragorosamente. Ma era musica quel grido, alle loro orecchie di genitori. Si scambiarono un singolo sguardo, carico di mille emozioni e di mille parole.

Adesso avevano davvero tutto quanto si potesse desiderare.

Lily fece appena in tempo a posare un piccolo bacio sulla fronte liscia del piccolo Harry che il suo capo esausto si poggiò di lato, profondamente assopito.

Rossissimi raggi di una strana alba fecero capolino dalla finestra, riempiendo la stanza…

 

Di nuovo risuonò nelle sue orecchie… Quel vagito stridulo… Ma ora così caldo e famigliare…

E l’alba era di nuovo rosso sangue e faceva un freddo mortale.

Lily sentì riecheggiare ancora, nell’aria, nelle orecchie, dentro di sé, la malvagia e raggelante risata di Voldemort… si sentì morire dentro, in quell’istante in cui ancora tutto si fece buio e opprimente.

Un silenzio assordante la avvolse. Lily provò a gridare, ma scoprì di non essere in grado di emettere alcun suono. Forse era morta? (Era forse morta?)

Ma poi, ancora quel pianto… Sempre più vicino… attorno e dentro di sé e una luce abbagliante. Lo aveva già sentito, si… Da poco… Ma chi? Dove?

Harry! Era Harry!

 

Non appena il pensiero del suo bambino la colse, Lily soprassalì. Si scoprì seduta in un letto, in una stanza che non era la sua. Agitata si guardò attorno, respirando affannosamente. Nemmeno il tempo di accorgersene e si ritrovò stretta nell’abbraccio saldo di James.

“Ehi, come stai mami?” domandò cautamente, baciandole il collo prima e le labbra poi.

Lei sbattè un paio di volte le palpebre, frastornata, quindi sorrise, schiacciando il viso contro il suo “Mi fa male ovunque, papi, ma sto bene e credo di essere la mammina più felice di questo mondo…” commentò stringendolo forte.

“Dov’è?” domandando appena dopo, speranzosa.

“Ce lo stanno infiocchettando! L’infermiera ha detto che ce l’avrebbe portato appena ti fossi svegliata. A patto che tu prenda questa. È una pozione rigenerante contro gran parte dei dolori, mi ha spiegato.” disse porgendole un calice fumante.

Lily storse il naso ma tutto quanto le faceva troppo male ed era ancora troppo stanca per dire di no, quindi trangugiò tutto di colpo il contenuto, corrugando il viso in una grossa smorfia di disgusto. Ma avrebbe bevuto anche cento pozioni ancora più disgustose, per rimettersi in fretta e tornare a casa col proprio bambino.

Un paio di minuti e l’infermiera consegnò ai genitori il piccolino, che ora potevano coccolarselo a dovere. Appena se ne andò, fecero capolino dalla porta diverse teste curiose “Allora, come stiamo Giovane Isterica? Cuor di Leone, qui, non ha voluto farci entrare mentre stavi dormendo…” ironizzò Sirius, abbracciandola forte -non così forte da soffocare il bimbo che teneva ancora in grembo, però- e baciandole la fronte.

Lily ridacchiò “Già… ora che ci penso, davvero un coraggio esemplare…”, lanciò una frecciatina a James, accanto a lei, che emise un grugnito contrariato e incrociò le braccia al petto, risentito.

“Lil, ci siamo proprio divertiti in Sala Parto con te, sei uno spasso!” le riferì Remus, facendola arrossire di vergogna.

“Oh, dateci un taglio, dai! Lil, come ti senti? Ti abbraccerei ma ho paura di fare la fine della mano di James, ora che ho visto di cosa sei capace!” rincarò la dose MJ.

Lily emise un sospiro di finta rassegnazione  e sofferenza “Pete, almeno tu, dimmi qualcosa di carino…” lo pregò.

Peter si avvicinò titubante “Ehm… Ma se poi dico qualcosa che non va, non mi urli dietro vero?” fece esitante.

Lily sbuffò ancora, ma poi si lasciò andare ad una tranquilla risata assieme a tutti gli altri.

“Ciao piccolo Harry! Guarda che belle manine... Non credi anche tu che abbia il portamento del cercatore, Jamie?” commentò Sirius, vedendo il pupo afferrare il suo dito.

“Non ti ci mettere anche tu, Siri!” lo supplicò la rossa esasperata mentre James le rifilava un insopportabile “Che ti avevo detto, Lil?”

“Oddio Lil, ha già i capelli di James!” fece invece Remus, storcendo il naso.

“NO! Che disgrazia…” fece lei osservandolo bene.

“Già… Pazienza dai, lo potrai sempre tenere bello rasato…” suggerì prontamente Sirius, portando una mano al mento ed osservandolo pensoso.

James li guardò tutti allibito “Ehi, ma che problema avete con i miei capelli? La smettiamo qui? La gente normale si prodiga in complimenti in questi casi, mica come voi altri!” ricordò loro con fare saccente.

“Giusto… Lil, complimenti, un bambino bellissimo! Sei stata un’ottima gestante e sarai una madre meravigliosa!” intervenne subito MJ, abbracciandola affettuosamente.

“E poi, guarda, ha preso i tuoi occhi! Che fortuna, è bellissimo in questa sua caratteristica.” aggiunse prontamente Peter.

“Esatto, tanti auguri Lily!”

“Ah, ah, ah –rise sarcasticamente James- Ho capito l’antifona… Siete proprio dei cari amici! E adesso largo, qui! Voglio guastarmi mio figlio!” e li scostò fino ad arrivare al piccolo. Quindi prese in braccio il fagotto e lo ammirò pieno d’amore e d’orgoglio.

“Ciao piccolo scricciolo! –gli disse sollevandolo in aria- Che bello che sei, somigli al tuo papà! Ok, ti lascio la concessione degli occhi di mammina e ti permetto di assomigliare un po’ anche a lei se mi prometti che sarai il cercatore più grande della storia del Quidditch!” concluse serissimo.

“Jaaaaaamie!” lo richiamò nuovamente Lily ridendo. Si sentiva felice, lo erano tutti e due. Di nuovo, il calore delle due persone più care al mondo aveva cancellato in un attimo il ricordo di quell’incubo lontano che l’aveva riassalita. Per tutti i giorni seguenti, animati da visite, regali, sorrisi e auguri, non vi ripensò minimanente, dedicandosi completamente ad assaporare i primi ed indimenticabili momenti di vita tutti e tre assieme.

Ma fu veramente un bene?

 

Ritornata a casa Lily, ma anche James, scoprì di non avere più un attimo di pace. A quanto pareva il piccolo Harry aveva decisamente confuso il giorno e la notte ed il risultato era particolarmente evidente sui volti dei due giovanissimi genitori con occhi solcati da occhiaie profonde e sguardi sempre più stanchi. Ma ugualmente felici.

Ogni giorno erano pannolini che volavano per casa, bavaglini perennemente sporchi, giocattoli lanciati in aria e una miriade di pupazzetti di ogni sorta che saltavano fuori da tutti gli angoli.

Harry era il bambino più vispo che tutti quanti avessero mai visto e in un paio di mesi era cresciuto che era una meraviglia!

“Tutto suo padre!” commentò Lily esasperata quando il marmocchio si aggrappò dolorosamente ad una delle sue due trecce.

“Già! -rispose James riservandogli uno sguardo pieno d’orgoglio- E gli piacciono i capelli di mammina, proprio come al suo papà!” aggiunse baciando la testa della moglie.

Lily gli rispose con un sorriso, quindi sollevò in aria il figlioletto “E che ne dici adesso, micetto, di andare a fare un bel bagnetto con mami?”, domandò teneramente, scuotendolo leggermente e facendolo ridere.

“’Nghaaaa!!” rispose Harry visibilmente entusiasta.

“Può venire anche papà?” azzardò James speranzoso.

Lily gli riservò un’occhiata truce “Jamie, è ancora piccolo! Devo stare attenta a lui!” gli ricordò severa, poi col bambino in braccio uscì dalla stanza.

James rimase a guardarli fingendosi contrariato “Cresci in fretta, figlio mio! Ti prego!” fece con voce disperata, suscitando le risate di Lily, quindi sorrise tra sé e sé.

Non era davvero mai stato così felice. Ed era tutto merito, oltre che di Lily, di quel fagottino 50 x 20.

 

Ben presto però la situazione, fuori dalle mura di casa, divenne, se possibile, ancora più pesante. Silente aveva comunicato al gruppo di avere una spia importante, all’interno della cerchia dei Mangiamorte più fidati di Voldemort. Per quanto nessuno ci fece caso, Peter sudò freddo nell’udire quella notizia.

Era un freddo pomeriggio di inizio inverno, quando questa spia fu presentata al resto del gruppo.

I quattro Malandrini non poterono evitare di storcere il naso e manifestare apertamente il proprio disappunto una volta a conoscenza della sua identità.

Una notte, al Quartier Generale ancora piazzato a casa di Mund, davanti a tutti fece la sua comparsa, avvolto in un nero mantello, i capelli unticci che ricadevano sul volto, Severus Piton.

“COSA?!? Albus, perché l’hai portato qui, nel cuore del gruppo, sai bene chi hai con te! Come puoi fidarti di lui… E’ malvagio, infido e spregevole.” gridò Sirius, balzando in piedi e sbattendo forte i pungi sul tavolo, quasi facendolo vibrare.

Silente annuì col suo solito fare calmo “E’ stato un mio studente per sette anni, Sirius, posso dire di conoscere Severus e so, ora, che posso fidarmi di lui.” disse semplicemente, lisciando la lunga barba bianca senza abbandonare l’usuale sorriso disteso.

“Ma lui…” cercò di protestare ancora. Questa volta fu MJ a intervenire, posando una mano sulla spalla del ragazzo e spingendolo a risedersi.

“No. Io… penso che in fondo ci possiamo anche fidare.” sentenziò la mora, ricordando quando tra le schiere di Voldemort l’aveva coperta, destando ancora di più le ire di Sirius, indignato del fatto che nemmeno la sua ragazza gli desse man forte.

Piton riservò a Sirius un’occhiata più velenosa che mai “Tieni a freno la lingua Black! Persino la tua metà pensa tu dica solo sciocchezze…” mormorò affondando il coltello nella piaga, senza farsi sentire dagli altri che ora si erano lanciati in un’animata discussione di gruppo.

James e Lily si scambiarono due identiche occhiate perplesse. A nessuno di loro piaceva Piton, men che meno a James, e si domandavano perché mai Silente si fidasse così ciecamente di lui. Prima, nessuna delle spie che il vecchio Preside aveva contattato era mai stata portata fin nel Quartier Generale del gruppo –MJ a parte, ma per lei era tutta un’altra storia–. E se Piton avesse fatto il doppio gioco nei loro confronti però? Come sarebbe andata a finire?

Un sonoro colpo di tosse di Silente riportò il silenzio nella stanza semibuia e gremita (dalla) della solita gente “Basta discussioni, per cortesia. Per ora non posso dirvi nulla ma vi pregherei solo di fidarvi di Severus. Mi siete sempre stati leali e vorrei che confidaste in me anche questa volta, che mi seguiste nelle mie scelte. E io ho scelto di credere in questo ragazzo.” disse semplicemente.

Tutti i presenti si scambiarono delle occhiate pensose, anche James guardò insistentemente Lily, Sirius e Remus. Si erano sempre ciecamente fidati di Silente, avrebbero riposto in lui la loro vita, ma Severus non era proprio mai andato giù a nessuno di loro. Eppure, guardando gli occhi sinceri e tranquilli del vecchio mago non poterono fare a meno di annuire, quasi tutti. Anche James, seppure gli costò un’immane fatica.

Silente rivolse il proprio sguardo interrogativo ma paziente a Sirius. Era stato l’unico a non annuire e non dire nulla, stava solo fissando torvo Severus, come se desiderasse leggere in quella testa oscura, sotto quei capelli unticci. Guardò MJ, ancora risentito, lei era stata una delle prime ad annuire. Bè, lei poteva quasi sentirlo quando una persona era sincera, quando qualcuno non era degno di fiducia. Eppure, dire di sì, ammettere di credere in Piton era una richiesta eccessiva.

“Mi limiterò a non ostacolarti in questa tua scelta, Albus.” rispose asciutto, incrociando le braccia al petto e buttandosi indietro sulla sedia, come a rifiutarsi di voler prendere parte a tutto quello. MJ accennò un sorriso al ragazzo e così fecero i suoi amici, che avevano capito per cosa stesse quella risposta.

“Oh, mi basterà, ti ringrazio Sirius!” concluse sorridente e radioso Silente.

Ma per diverso tempo Severus sparì dalla circolazione, nessuno di loro lo rivide nei paraggi, e Silente non rivelò nulla a proposito. Quando qualcuno gli rivolgeva domande a riguardo il vecchio e canuto mago si limitava a sorridere pacificamente annuendo col capo e liquidando la situazione con un “E’ tutto sotto controllo, non ti preoccupare.” che nessuno osava controbattere.

Sirius fra tutti pareva il più innervosito dalla situazione.

“Andiamo, dobbiamo fidarci di Silente, come abbiamo sempre fatto!” lo esortò un freddo pomeriggio Remus, mentre se ne stavano tutti quanti seduti al tavolo imbandito, della cucina di casa Potter. 

“Già. E ora non stare a crucciarti, ti aspetta un compito importante.” aggiunse frettolosamente James, addentando una fetta di dolce al mascarpone.

Sirius rivolse all’amico uno sguardo interrogativo, bloccando a mezz’aria la forchetta carica e diretta alla bocca.

MJ gli sorrise spostandogli la mano e infilandogli il boccone tra le fauci “Sì, abbiamo preso una decisione che ti coinvolge.”

“Un gran compito, Sirius!” commento Remus, versandogli da bere.

“Sì sì, anche Harry è d’accordo!” fece Lily voltando il bambino nella sua direzione,  che appena sentì il suo nome se ne uscì con un “GHIAAAAA!!” particolarmente assordante.

“Di che diamine state parlando? E smettetela di imboccarmi, non sono tuo figlio, James!” aggiunse stizzoso all’amico che gli aveva rubato la posata e nel mentre gli stava facendo l’areoplanino.

“No, infatti abbiamo deciso…” iniziò sorridente e gaudio.

“Tutti di comune accordo.” puntualizzò Peter.

“…che sarai il suo padrino!” concluse nuovamente James, allungando una mano per congratularsi.

“Se lo vorrai, naturalmente.” precisò Lily, annuendo speranzosa.

Sirius fissò il piccolo Harry con gli occhi spalancati e increduli, quindi allungò le braccia e lo tirò a sé, sollevandoselo all’altezza del viso. Esplose in un sorriso e gli domandò speranzoso, con gli occhi che brillavano “Che ne dici, marmocchio, di un padrino in gamba come il sottoscritto?”

Harry spalancò gli occhioni e… digerì sonoramente dritto in faccia a Sirius che prima lo guardò perplesso poi se ne uscì con un “Lo prenderò come un OK!”.

Le risate scoppiarono sulle bocche di tutti i presenti, che passarono il pomeriggio, sazi da scoppiare, a giocare con il piccolino che, al solito non voleva proprio saperne di dormire.

 

La stessa notte, il sonno oscuro e leggero di una creatura del male fu invaso da albe rosso sangue e da vagiti innocenti…

 

Continua…

 

 

RIECCOMI GENTE!! Incredibile… non posso credere di non aver aggiornato per ben un mese e mezzo! *O più?* Mi scuso tantissimo, ma ormai dovreste essere abituati ai miei ritardi, no? XD E poi da, vi ho sfornato quella autoconclusiva su Remusino caro, non è che son proprio stata con le mani in mano! ßaccampiamo banali scuse…

Vabbè, tanto adesso sono qui e son tornata ai miei ritmi di vita per cui non dovrete aspettare ancora così tanto per il prossimo capitolo! Ah, come sono buona! ^^’’’’

E cmq, che cosa ne pensate di questo? Non lo giudico comico, ma ho provato a renderlo il più piacevole possibile, o no? E poi… PITONZOLO è DI NUOVO FRA NOI!! *Non che io vada pazza per quest’uomo, mettiamolo bene in chiaro! è.é  Non posso evitare di pensare che se il guastafeste non fosse arrivato alla Stramberga quella sera, Codaliscia non sarebbe scappato e Sirius sarebbe stato dichiarato innocente, e invece… T____T BRUTTO PITONZOLO!! Perché diavolo James ti ha fermato? Era meglio se Lunastorta ti divorava, quella volta! è.é *

Scusate, ritorno a noi, mi ero fatta prendere la mano!! Dicevo… il nuovo chap! ^o^ ah, per il nome di Harry, ho letto in rete in un sacco di posti che James è il suo secondo ed ho pensato fosse carino. Inoltre, la sua versione femminile, Sarah Potter, sarebbe suonato proprio bene! ^^ Voi che dite?

Uh, scusate anche per la mia inesperienza nell’organizzare matrimoni, avrò scritto delle bestialità ma non mi sono mai sposata fino ad ora! Però James e Lily avevano la mia età!! °o° Incredibile!! Sposarsi a 19 anni… che strano! Vabbè… Scelte! ^^ Anche io me lo sarei sposato uno come James (se non ci fosse stato Sirius, naturalmente! *.*)

Ma ora lasciamo stare i miei vaneggiamenti (Sono più pallosa del solito, eh?) e passiamo ad omaggiare i commentatori che sono il sale della mia vita!!!!!! :D

Prima di qualsiasi altro, Ran! La mia fida betalettrice che mi fa il lavoro sporco XD e mi lascia i meriti! Aha! E alla Kia cara! ^3^

Akemichan: come vedi, niente ultimo chap! Dovrai sopportarmi ancora un pochino!

Buffy: OSCAR A BUFFY!!! Che si è accorta per prima della mia sbrodolata letteraria circa il doppio matrimonio di Petunia (Che ho personalmente risolto con un fidanzamento, nel cap 17 se non sbaglio!!) CHE DISASTRO SONO!! Grazie della segnalazione! ^3^

Moki-chan: Ed ecco il matrimonio e anche la nascita!! Che ne dici? ^^

Alexis: che è stato contagiato dalla Serena-mania di rileggersi la mia storia!! Grazie grazie grazie!! Troppo gentile! ^///^

Kika: Pazza? Aha! Bè, un pochino in effetti! ^3^ Scherso!! E grazie del commento!

Vale: Oh, lo so!! Sono terribilmente in ritardo ma spero che ne sia valsa almeno un po’ la pena!!! Questo matrimonio mi ha dato parecchio da fare!!! ^^’’’ tu che ne dici?  E i sospetti su Peter… Bè, Lily&James mica lo sapevano quello che era, non lo posso rendere palese!

Aspetto come sempre un tuo commento, cara Vale! ^3^

Pan_z: Asie cara! Ma cosa dicevi sul non farti penare per aspettare il cap 21? XD dici che son stata abbastanza veloce? :P Aha! Oh, hai preso Ufo Baby? Ma sai che mentre scrivevo di Harry-baby pensavo a Lou versione morettino? CHECCARINOOOO!!!

Voldi Weasley: Il tuo commento era carinissimo! Spero di leggerne ancora! E… Mi stimi? O///////o’’’ Me arrossisce e si fa piccola-piccola…

Angi e Gius: Ah, così siete senza il cattivone? :D BENE!! Festeggiate per bene, il matrimonio, la nascita, tra poco un battesimo… Al vostro Voldy ci penso io, valà, qui tra un po’ entra in scena!!

Saidy: Sayuccina cara mia!! Come stai? ^3^ Convertita al Subsonicismo, eh? ** Oh, me contenta che ti piacciano e che ti piacciano anche i miei capitolonzoli! ^^ say, PROMETTO, appena riapro la posta, ti scrivo una bella mailona! ^^

Ci: Peter ridotto a Pezzi sogno personale? Bè, nella mia fic, alcuni sogni si avverano… Lo facciamo fuori? :D

Hermy88: Davvero il sogno ti è piaciuto? BENE!! Io me lo sono immaginato e ho cercato di descriverlo il più fedelmente possibile.

Strekon: Oh, figliolo Strekkù caro! Non prendere troppo alla lettera quello che ti ho detto su Minus, potrei anche cambiare idea, se hai bisogno ancora di qualcosa chiedi pure! ^^ E soprattutto… QUANDO CONTINUI ST 2.0? EH? *occhio che sennò arriva lesta la punizione!*

Serena(da oggi in poi Recensione-dipendente ^^ ): Oh, mi state convincendo… Quasi quasi non li faccio morire…XD Magariiii!!! Pensa che bello… nel settimo libro la Rowla ce li restituisce tutti intieri… Sì, non ci spero conoscendo la sua bastardaggini, valà! Cmq, sto cap l’hai già letto, ma come hai detto ho aggiunto anche la parte in più che ne dici? Per quanto riguarda i compleanni… Naaah! Sarebbe tutto troppo lungo!!! Ah, per la tua curiosità, la prima volta… Per questo poi fa quel sogno… Ma questo si capirà più avanti…

Hermy15: Grazie! E spero di vedere presto la tua storia!! Devo solo registrarti ciccando nella sezione login e inserire i tuoi dati e la password che ti sarà mandata. Poi da lì, metti tutte le tue storie facendo loggia ogni volta  e aggiungendo un nuovo chap! Non è difficile.

 

E con questo, abbiamo finito! Io, non so davvero come ringraziarvi perché ben 15 persone hanno commentato la mia fic, anche questo capitolo -la Serena addirittura 10 volte (Da record, Sere!!! ^o^ Il pescio Remus ti ha dato alla testa! O sarà stato quello che te l’ha regalato? :D)- e io non posso che essere davvero felice e sperare di leggere ancora i vostri nomi anche tra le prossime recensioni. Ancora GRAZIE MILLE, DAVVERO! ;__; Son commossa!

Un bacio e a presto,

Ly

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Capitolo 22
*** Presagi di Morte ***


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Sirius teneva Harry stretto tra le braccia; lo guardò sorridendo, adesso era il suo figlioccio e ne era orgoglioso. Il piccolo scalciava beato tirando con puro divertimento una ciocca nera della frangia del ragazzo, discorrendo allegramente nella sua lingua di bambino.

La cerimonia di Battesimo era appena finita. James e Lily li guardavano entrambi soddisfatti e felici. Certo, anche Remus era il migliore amico che si potesse desiderare e riponevano in lui la più grande e solida fiducia, anche nel piccolo Peter in fondo, ma Sirius era quasi proprio come un fratello per loro, per James soprattutto, e se avessero davvero dovuto pensare di lasciare il loro piccolino alle cure di qualcuno che non fossero loro, un ipotetico giorno, Sirius era il primo a saltare alla mente di entrambi.

Non che fosse particolarmente abile a badare ai bambini  -più di una volta aveva lanciato Harry a mezz’aria prendendolo poi per il rotto della cuffia-, ed era anche incosciente e spericolato e particolarmente spiantato, ma l’avrebbe davvero amato come se fosse stato figlio suo, di questo erano consapevoli tutti. Così com’era legato a suo padre James, lo sarebbe stato al piccolo Harry. Per questo era lui, quello giusto.

“Oh, Sirius, non mi stupirei se ti rimettesse in faccia a furia di farlo ballare a quel modo! Anzi, te lo auguro proprio!” fece Mary Jane, guardando Sirius che faceva saltare il piccolo Harry –che gorgogliava e si divertiva un mondo- da un braccio all’altro.

“Bah! Dallo a me! Ehi, piccoletto, cavalchiamo le spalle di zio Remus?” domandò il ragazzo, tenendoselo ben saldo sulle spalle e portandolo a passeggio per il piccolo parco poco lontano da Casa Potter, a Goldrick’s Hollow.

Tutti guardavano Remus ed Harry divertiti e tranquilli. Il ragazzo, al contrario di Sirius, incarnava il baby sitter perfetto. E poi Harry semplicemente lo adorava. Come andava pazzo anche per Sirius ed MJ. In braccio a Peter, invece, finiva ogni volta per riempire il pannolotto di pupù, tutti trovarono la questione parecchio divertente ad eccezione dell’interessato che pareva parecchio mortificato. E a nulla erano valsi i ringraziamenti e le lodi di Lily che era finita per correre da lui un sacco di volte appena aveva l’impressione che Harry non si scaricasse regolarmente.

“Lil, si è addormentato, il tuo fagotto…” riferì con un sorriso Remus, pochi minuti dopo.

James lo prese tra le braccia mentre Lily, bacchetta alla mano, trasfigurava una bottiglia d’acqua in un carrozzino comodo e ve lo adagiava dentro con delicatezza, coprendolo con cura affinchè quel vento di fine inverno non gli procurasse dei problemi.

“E’ stata una giornata pesante anche per lui, adesso dormirà e stanotte starà sveglio come al solito…” commentò James, con una falsa smorfia di disapprovazione.

Lily gli rifilò un’affettuosa gomitata “Qualche problema con gli orari di mio figlio?” scherzò.

James esplose poi in un sorrisone “No no, anzi! Ha già la tempra di suo padre, manifesta già la voglia di star sveglio di notte a far bravate… Ce lo vedo, giovanotto amato da tutti ad Hogwarts, con la nostra Mappa del Malandrino, scorrazzare per la scuola! –poi parve bloccarsi un attimo- Già… la nostra Mappa…” fece accigliato.

Sirius sospirò nostalgico “Quell’aguzzino di Gazza ce l’ha requisita due settimane prima della fine del settimo anno. Ingiusto, decisamente ingiusto!” decretò.

“Cos’è questa Mappa?” domandò MJ incuriosita e a quel punto gli altri cinque giovani trascorsero una divertente oretta ricordando le bizzarre avventure scolastiche e raccontandole ad MJ.

“Ci credo che Severus ti odia, Sirius, sei stato una serpe!” fece inorridita, dopo il racconto di quanto avvenne alle radici del Platano Picchiatore.

Sirius si fece terribilmente indignato, di certo quel suo ‘parteggiare’ per Severus non gli andava così a genio… “Oh, mi spiace di aver ferito il tuo amico Sev! –rispose acido, quindi cambiò drasticamente argomento- Comunque, ragazzi, per Harry potrà essere uno spasso recuperare quella Mappa, non trovate?”

James concordò, assieme agli altri ragazzi, Lily invece ebbe qualcosa di che ridire, a proposito del fatto che sarebbe potuto diventare Prefetto e disinteressarsi completamente a tutto ciò. Le sue parole dipinsero sul volto dei ragazzi un’impagabile e divertentissima espressione scandalizzata che suscitò in lei una risata coinvolgente.

Era ormai buio, quando tutti quanti si separarono per tornare ognuno alla propria dimora, Harry dormiva ancora pacificamente nel suo lettino vagante quando mamma e papà si avviarono felici e rilassati, mano nella mano, verso la loro calda dimora.

 

Trascorsero un paio di mesi, la primavera era ormai sbocciata prepotente in tutta la regione e il vento freddo se n’era andato.

Lily era ben impegnata a correre dietro, per tutta casa e per qualsiasi altro luogo dove si trovavano, al piccolo Harry che pareva essersi messo in testa di partecipare e vincere ai centimetri a gattoni, tanto trotterellava rapido per casa. Di stare in piedi, e questo Lily lo trovò rincuorante, ancora invece non ne voleva sapere. Pregò che il giorno dei suoi primi passi fosse ancora parecchio lontano, perché se a gattoni riusciva ad essere così rapido, Dio solo poteva sapere cosa sarebbe successo una volta alzatosi sulle proprie gambe. Avrebbe sicuramente perso diversi chili rincorrendolo senza sosta.

James, dal canto suo, pareva trovare la situazione davvero divertente, vedere il suo piccino correre pieno di vitalità lo rendeva orgoglioso.

Ben presto si trovarono a dover incantare ogni angolo della casa per prevenire brutte botte al bambino e più di una volta si sorpresero a ruzzolare a terra per essersi seduti sbadatamente su sedie divenute come di gomma piuma.

Il lato positivo, nonostante questi piccoli aspetti non si potessero definire negativi sul serio, era che finalmente Harry era riuscito a fare propria quella vitale convenzione per cui la notte si dormiva e il giorno si agiva. I due genitori ebbero finalmente modo di dormire in santa pace, per quanto non fossero sempre ed esclusivamente all’insegna del sonno, le loro notti.

 

Una sera tranquilla, Lily se ne stava appisolata sul divano, immersa nella lettura della giornaliera copia de ‘La Gazzetta Del Profeta’. Sospirò preoccupata adocchiando il titolo in prima pagina, Che fine ha fatto Voldemort?.

Senza che se ne accorgesse, James era giunto alle sue spalle. Con un sorriso le baciò la nuca e prese a farle dei delicati massaggi sulle spalle, “Il micetto sta dormendo beato…” comunicò alla moglie che si scansò un poco invitandolo a mettersi comodo accanto a lei.

Si sedette comodamente lasciando che Lily si accoccolasse presso di lui e le riservò un dolce bacio sul collo “Leggevi Il profeta? Già, che fine ha fatto Voldemort… silenzio. Due mesi e più di silenzio, ti pare possibile? E’ inconcepibile…Bè, la cosa positiva è che possiamo passare più tempo assieme, no?” cercò di rincuorarla, vedendola abbattuta.

Quella domanda se l’erano posta a lungo tutti quanti. Certo, nonostante negli ultimi anni gli attacchi di Voldemort e delle sue schiere di Mangiamorte si fossero intensificati e fatti più cruenti, c’erano stati momenti per tirare il fiato. Ma mai per un periodo lungo come quello che stavano attraversando.

Le voci a riguardo erano le più svariate, c’era anche chi, più ottimista, credeva che Voldemort stesse perdendo il suo potere, o avesse quasi rinunciato alla sua terribile causa.

Ma tutti loro del Gruppo sapevano che non c’era nell’aria nulla per cui stare allegri. Voldemort non stava affatto perdendo il suo potere, lo sapevano bene, al contrario probabilmente stava tramando qualcosa di terribile. Ma nessuno poteva dire con precisione cosa. Un attacco in grande stile, forse, come aveva fatto tutte le volte precedenti in cui, per qualche settimana, era quasi scomparso dalla circolazione. Ma due mesi e mezzo… Aveva forse intenzione di distruggere il mondo intero?

Questo silenzio e l’apparente pace che lo accompagnavano li stava facendo tremare tutti. Silente era spesso assente, e quando era con loro non sapeva rispondere alla domanda del momento, che fine avesse fatto Voldemort, che cosa stesse tramando.

L’agitazione tra i ragazzi andava crescendo anche grazie all’assenza prolungata di Severus Piton. Nessuno l’aveva più visto, da mesi ormai.

Sirius era fermamente convinto che ‘quel dannato sudicio’ li avesse traditi e stesse ora studiando il modo, assieme al suo Oscuro Signore, di farli fuori tutti in un colpo solo. Teoria che iniziava a condividere anche James, ormai, che non si era mai fidato di lui.

“Tu che cosa pensi?” le chiese pensieroso, accomodando il viso su una sua spalla e appoggiando una guancia a quella morbida di lei. Respirò a fondo il suo profumo, qualsiasi cosa accadesse attorno a loro, il solo fatto di poterle stare vicino, di riuscire ad accarezzare la sua pelle liscia, di baciarle i capelli, di poter tenere tra le braccia il loro piccino, lo rendeva felice di essere al mondo, lo faceva sorridere come un bambino la mattina di Natale.

Lily sospirò a fondo, pensierosa. Parve soppesare a lungo la risposta che stava per dare, come se ci fosse qualcosa di grave da dire e la cosa inquietò James, il quale smise all’istante di giocherellare con una ciocca di capelli rossi per incrociare lo sguardo preoccupato di lei.

“Io… sono inquieta, James. Terribilmente inquieta…”

Lui la strinse più forte, tenerla stretta a sé era la sola cosa che poteva fare per lei, in quel momento. “Lo siamo tutti…” rivelò in un soffio amaro.

“Questo lo so, però io… -la sentì irrigidirsi nel suo abbraccio- Vedi, c’è una cosa che non ti ho mai detto…Ehm, nulla di così grave!” aggiunse sentendolo sobbalzare dietro di lei.

Lily si voltò sedendosi sulle ginocchia, sempre tra le gambe di James, così da poter incrociare il suo sguardo, che ora si era fatto visibilmente preoccupato.

“Vedi… è una cosa a cui nemmeno io ho più pensato… Una sensazione. Lo so che è assurdo… da dove posso cominciare… -disse più a sé stessa, cercando le parole per rispondere allo sguardo interrogativo e confuso di lui- Ecco! Ricordi la sera di Halloween, l’altro anno? Quando siamo andati in giro mascherati?”. James non ebbe bisogno di pensarci troppo, quella sera era stata indimenticabile, per come era iniziata e per come si era conclusa. Annuì con un mezzo sorriso.

Lily però non sembrava divertita quanto lui, era ancora terribilmente seria e angosciata “Ecco. Quella notte mi svegliai all’improvviso, terrificata. Te lo ricordi? –concesse a James un paio di attimi di riflessione, e quando annuì vago, ancora pensoso, proseguì- Ebbi un incubo… Cioè, non ricordavo esattamente cosa avevo sognato, ma quando improvvisamente mi sono svegliata il mio corpo era scosso dai brividi e il mio amino schiacciato da angoscia, dolore e… terroreansia…”

James le accarezzò una guancia delicatamente, come per indurla a rilassarsi, lo sforzo di reggere quelle sensazioni che si rifacevano largo nel suo cuore era visibile. Lei afferrò la mano di lui, baciandogliela, quindi vi intrecciò le proprie dita e riprese a parlare.

“Non ho più pensato a quella notte, dopo. Non ho più fatto quello strano sogno, non ricordavo nemmeno cosa fosse. Poi è successo ancora. Quando… -esitò appena- quando è nato Harry. E quella volta al mio risveglio oltre a sentirmi come allora riuscivo ancora rivivere vividamente col pensiero quell’incubo schiacciante…”

James strinse la sua mano, accarezzandole il dorso con il pollice e catturando in una stretta salda e confortante anche l’altra.

“Io…nel sogno io avevo una grossa pancia, ero sola nella nostra camera e mi mancava l’aria e… tutto stava per schiacciarmi. Tutto attorno a me poi… un’alba rossa, ma non rossa della luce del primo sole, era… sembrava un’alba fatta di sangue… E poi il pianto stridulo di un neonato e il gelo, gli occhi rossi… Quegli occhi rossi… Erano quelli di Voldemort! E di nuovo quel pianto… Era lo stesso pianto di Harry, James! Me ne sono resa conto solo quando l’ho sentito nascere…”

Senza che se ne accorgesse grosse lacrime avevano preso a correrle lungo le guance, un forte tremito aveva scosso il suo corpo pronunciando di nuovo il nome di Voldemort e poi c’era quella terribile sensazione di impotenza che provava. Aveva sognato Voldemort, e il suo bambino. Due elementi che non avrebbe mai permesso stessero nella stessa frase, o nello stesso sogno, o nello stesso mondo, se solo avesse potuto.

James si morse un labbro preoccupato, tirandola a sé e lasciando che sfogasse silenziosamente la sua ansia, stretta forte al suo petto. Che razza di sogno era? Ma soprattutto, si trattava davvero solo di un sogno?

Tuttavia decise di tenere per sé quelle domande, agitare Lily ancora di più non sarebbe stato solo inutile ma anche deleterio. Lisciandole i capelli, giocando tranquillamente con qualche ciocca e baciandole la testa cercò di rincuorarla e tranquillizzarla “Ehi, è tutto a posto… Succede a tutti di avere incubi tremendi. È solo perché è un brutto periodo e tu hai avuto paura, Lil; rilassati, su! Gli occhi rossi e strabici di quel maledetto non si poseranno mai più su di te, te lo prometto, e il nostro micetto è su che dorme beato. Va tutto bene, sul serio…” le disse con il tono più pacato e al contempo sicuro che potesse permettersi, cercando di ignorare quel nodo alla gola che invece andava saldandosi.

Lei si aggrappò ai suoi vestiti e cercò il suo sguardo “Sono una piagnucolona, eh? –cercò di sorridere di sé stessa, un po’ malinconicamente- Ma… se volesse dire qualcosa?” azzardò lei, saldando la presa ferrea ai vestiti di lui e nascondendo il capo nel suo petto.

James deglutì pesantemente “Macchè! Vedrai, è solo davvero un brutto sogno… Non sei mica Cassandra, tu!” cercò di ironizzare.

Lei annuì contro il suo petto cercando di convincersi che avrebbe potuto essere tutto solo un brutto sogno.

“In ogni caso, se avrai ancora paura, se farai ancora questo sogno o sentirai ancora qualche brutta sensazione ne parleremo con Silente, d’accordo?” propose James.

“Va bene…Andiamo a dare un’occhiata al nostro micetto? Mi sento sempre più tranquilla quando vedo che dorme beato con quel bel sorriso sulle labbra.” fece sorridendo tra sé e sé, alzando lo sguardo per fissarlo in quello del marito.

“Ottima idea. Ma prima me lo dai un bacio? E a me non le fai più un po’ di coccole? Quell’uomo ti sta rubando a me! -scherzò, falsamente indignato- Non accederai alla camera del bimbetto se prima non farai contento anche il papà…”

Lei ridacchiò quindi sfiorò le labbra di lui e appoggiò delicatamente la fronte alla sua “Affare fatto, adorabile ricattatore…”

 

 

Seduto al tavolo di quello che era sempre il loro quartier generale, la casa di Mundungus, James chiacchierava pacatamente con Franck ed Amy Paciock.

La giovane donna stava raccontando orgogliosa di come Neville, nato piccino e appena un po’ prematuro, stesse crescendo forte e in carne. Quel pomeriggio il piccolo era stato affidato alle adorabili cure della nonna, donna in gamba che tutti nel gruppo conoscevano e stimavano.

“Ho visto Lily un po’ preoccupata ultimamente…” gli aveva chiesto ad un certo punto Amy.

James sospirò leggermente “Già… Lo siamo un po’ tutti in questo periodo, no? Tutta questa maledetta calma apparente mi sta facendo dare di matto!” osservò.

Franck annuì “E Silente è particolarmente misterioso, non trovate? Proprio l’altro giorno stavo discutendo con lui riguardo questa situazione e lui si limitava ad annuire e tranquillizzarmi come al solito. Ma nel suo sguardo c’era qualcosa di grave. Un timore, credo. Quando ho provato a chiederglielo, mi ha offerto una Cioccorana. Lo sapete anche voi com’è Silente…” spiegò con un sorriso quasi divertito.

Amy annuì, seria contrariamente al marito “E se fosse qualcosa che riguarda Piton? Non mi è proprio mai piaciuto… James, ti ricordi ad Hogwarts quando stava dietro a Lily?” sorrise divertita.

James sfoderò un’espressione indignata “Non posso pensare che quel sudicione abbia anche solo osato provare ad invitarla al ballo, abbia posato i suoi occhi perfidi su di lei…-ma poi si riscosse- Bè, ma non c’è stata storia, ho stravinto io!”

“E’ stata una competizione?!” domandò confuso Franck.

“No, ma se anche ci fosse stata avrei comunque vinto!” e sfoderò un sorriso da damerino che li fece ridere tutti.

“Che cosa avresti vinto?” domandò Sirius, appena sopraggiunto. Sembrava un po’ scocciato, addentava distrattamente una mela rossa.

“Lily! Stavamo spiacevolmente ricordando di quando Piton l’ha invitata al ballo, al quinto anno. Orribile…” spiegò rapidamente James.

Sirius alzò le spalle “Bè, a MJ piace quel maledetto! E questo mi da decisamente ai nervi…” si buttò su una sedia facendo evanescere ciò che rimaneva della mela mangiucchiata e riponendo nervosamente la bacchetta all’interno della giacca.

James sorrise appena “Ma dai, starà solo cercando di fidarsi di lui, come ci aveva chiesto Silente, no?” fece speranzoso.

“Un accidente. MJ non è molto fiduciosa nei confronti del prossimo, sai? Di me si è fidata solo dopo una vita! Figurati che gioia sapere che difende il sudicione.” e storse il naso disgustato.

“Nessuna donna si fiderebbe di te di primo acchito, Sirius.” sottolineò Amy.

“Grazie tesoro, le tue sono parole di conforto.” ironizzò con un sorriso acido.

Tutti sorrisero eccetto lui che pareva ancora rimuginare scocciato sugli eventi appena raccontati.

“Bè… per quello che ne so, Piton è stato… corretto… con lei, quando era nel covo di quei maledetti Mangiamorte.” provò a spiegare James.

“Bah, non so. Non mi parla mai di quello che succedeva laggiù. E comunque non credo di voler sapere che quello è stato corretto con lei. Io odio Piton!” concluse inflessibile.

“Non dovresti.”

Una voce grave interruppe la massa di maledizioni che mentalmente sia James che Sirius stavano scagliando al soggetto dei loro discorsi. Era Silente.

“Albus?” domandò Sirius, scettico.

“Dico –proseguì l’anziano preside prendendo posto presso di loro- che Severus sta rischiando molto più della vita, da quando si è messo in contatto con noi. Forse non tutti possiamo amarlo, ma almeno dobbiamo provare a rispettarlo, ad avere fiducia.” fece sicuro di sé.

James strinse i pungi. In effetti non era certo di poter davvero fidarsi di lui. “Ma che fine ha fatto? Silente, parlaci chiaramente. E’ difficile concedere fiducia ad un elemento del genere, dopo quello che ha sempre fatto, dopo che è comparso qui una volta ed è sparito poi per dei mesi…” mise a parole quelli che erano i pensieri di tutti i presenti.

Silente sorrise come era suo solito fare e fissò lo sguardo allegro negli occhi chiari di James. “Oh, non è scomparso. Tuttavia non è prudente che si faccia vedere troppo qui. Non è prudente che si esponga troppo. Metterebbe in pericolo tutto il Gruppo oltre che sé stesso. Voldemort sa sempre tutto ciò che i suoi Mangiamorte fanno. La sua magia è potente e spaventosa e le sue vendette vanno ben oltre la morte fisica.”

Cadde un silenzio di piombo nella stanza interrotto solo dal saltuario scoppiettio del fuoco nel camino poco distante. Le parole di Silente erano vere, tuttavia il sospetto nei confronti di Severus Piton era difficile da levare.

“Che cosa sta facendo adesso?” non ci fu bisogno che Sirius esplicitasse il soggetto in questione, era chiaro che si riferisse al Signore Oscuro.

Silente tacque, portando le mani giunte davanti alle labbra e fissando lo sguardo pesante nel fuoco allegro e scoppiettante. Era pensieroso, preoccupato, e forse anche un po’ spaventato…

“Purtroppo non posso sempre mettermi in contatto con Severus. Non posso sapere precisamente cosa sta accadendo presso di lui o nella sua mente. Ma so che ha scoperto qualcosa di importante. Qualcosa che lo sta agitando… Solo, ancora non sappiamo cosa.” rivelò abbassando lo sguardo, come se fosse mortificato di non poter fornire loro la risposta.

“Ma questo silenzio…” azzardò Amy, lo sguardo crucciato.

Silente annuì “È quello che mi preoccupa. Tuttavia devo chiedervi scusa… Non sono in grado di fornirvi più risposte di quante non ve ne abbia già date.”

“È che… ci si sente così impotenti a stare qui con le mani in mano ad aspettare che qualcosa succeda…” James pensò a Harry, a Lily. Dio solo sapeva quanto avrebbe voluto cancellare Voldemort dalla terra e mandare via con lui gli incubi che ancora affliggevano sua moglie.

Silente sospirò “Lo so… –ma poi aggiunse sorridente- Ma è grazie a giovani come voi che finora Voldemort non ha trovato la strada spianata. E’ anche grazie a voi che c’è ancora speranza. Vi chiedo solo di essere sempre pronti, come lo siete stati fino ad ora e di fare del vostro meglio. E so che non vi sto chiedendo poco.”

Amy posò una mano sul suo braccio “Sarà egoistico, Silente, ma per il mondo in cui vive mio figlio sarò sempre pronta a fare qualcosa.” e tutti quanti annuirono.

“Ehi, si parla di figli? Guardate chi è venuto a trovare tutti?” la voce argentina di Lily risuonò nella stanza accompagnata dai gridolini di eccitazione di Harry, comodamente adagiato tra le sue braccia. Al suo fianco era comparso anche Remus.

“Ehi, ciao micetto…” James si alzò per prenderlo in braccio, schioccando un bacio sulla guancia morbida di Lily.

“Paaa-paaa!” gorgogliò gioiosamente il fagottino pieno di vita che teneva sollevato per aria.

“E tu che ci facevi con mia moglie e mio figlio?” James scoccò una divertente occhiataccia a Remus che ridacchiò.

“Bè, erano una coppietta così adorabile che, avendoli incrociati a Diagon Alley, non ho potuto fare a meno di unirmi a loro.” rivelò.

“E Peter?” domandò Sirius guardandosi attorno.

“Dovevamo appunto incontrarci là, a Diagon Alley, e poi venire qui almeno mezz’ora fa, ma non si è fatto vedere…Decisamente, deve esserci una donna di mezzo!!” scherzò il giovane Remus.

Sirius sfoderò un sorriso “Già! Dovrò chiedergli com’è andata con Sally, quella biondina che gli ho presentato la scorsa settimana…”

“Biondina? Io qualche giorno fa l’ho intravisto da lontano con una mora. Erano di spalle e lei proprio non ho visto chi possa essere, ma Peter è inconfondibile, camminava per un viottolo appartato con la testa china, portamento nervoso… aveva tutta l’aria di essere un appuntamento…” rivelò Amy.

“Una mora? Mah… E’ sempre stato troppo timido, quel fanfarone non ci racconta niente… E così si è trovato una bella morettina… Bene, lo costringeremo a confessare! Vero, Harry?” James cercò di coinvolgere il piccino nella conversazione che però aveva tutta l’aria di trovare molto più interessante il nastro giallo che pendeva dai capelli ricci e scuri di Amy più che le noiose conversazioni dei grandi.

 

Stavano ancora chiacchierando piacevolmente, Harry appeso alla lunga barba di Silente, quando la bacchetta del vecchio mago prese a vibrare e suonare ripetutamente. Una chiamata. In un attimo la prese e il capo unticcio, la faccia giallognola e il naso adunco di Severus Piton fecero la sua comparsa per un solo breve istante, “Attacco imminente! Attento, Silente!” quindi svanì nel nulla.

“Dove? Severus, dimmi dove!” ma rivolse la sua domanda all’aria.

Un fitto silenzio piombò nella stanza, un silenzio preoccupato, agitato. Persino Harry tacque come se avesse percepito la gravità della notizia.

Tutti incrociarono gli sguardi in cerca di una risposta. Una risposta che giunse da sola, solo un attimo dopo.

Un potente sibilo risuonò all’esterno e i vetri di tutte le finestre si infransero. Diverse porte sbatterono e ripetuti botti risuonarono nell’aria…

Stavano attaccando Diagon Alley, stavano attaccando il loro covo!

Tutti quanti balzarono in piedi afferrando fulminei le bacchette.

Accadde tutto in pochi attimi, due Mangiamorte fecero capolino dall’ingresso. Sirius e Franck si precipitarono verso di loro mentre gli altri piombavano per la strada.

James corse da Lily, il bambino in braccio e il terrore negli occhi.

“Prendi Harry e portalo al sicuro, Lily! Smaterializza entrambi, anche se è illegale!” cacciò Harry senza troppe cerimonie tra le sue braccia, ora il piccolo piangeva ma il vero rumore era rappresentato dalle urla esterne, dai botti, dai sibili degli incantesimi che volavano pericolosamente sopra i loro corpi acquattati in un angolo.

Lily annuì senza controbattere, Harry stretto al petto, solo per scoprire un attimo dopo che un incantesimo anti-smaterializzazione era stato piazzato sopra di loro.

“Non ci riesco! Non mi smaterializzo, James!” strillò istericamente stringendo convulsamente Harry che si agitava terrorizzato da tutto quel trambusto.

BOOM! Un’enorme esplosione aveva fatto sbriciolare gran parte del muro della stanza, che ora rivelava una strada in subbuglio, piena di uomini ammantati che lanciavano maledizioni proibite a destra e a manca.

James la prese per un braccio “Usciamo di qui prima che crolli tutto!”

Si lanciò a rotta di collo giù per le scale dell’abitazione, riuscì per un pelo ad evitare un lampo viola di Dio solo sa quale terribile incantesimo e a schiantare al volo un Mangiamorte che aveva appena sollevato la bacchetta in direzione di Lily e Harry.

Uscirono dal retro. Pareva non esserci ancora nessuno.

“Lil, corri via più veloce che puoi! Corri via di qui!” la incitò indicando il piccolo cunicolo seminascosto alla loro destra. Spesso, nell’impossibilità di materializzarsi direttamente nell’abitazione di Mund, avevano usato quel passaggio appartato per entrare senza dare nell’occhio.

Lei corse via fulminea ma appena imbucato l’ingresso cacciò un urlo e ricomparve, indietreggiando intimorita, la bacchetta puntata avanti in una mano e Harry nell’altra.

Stupef…” fece per dire ma qualcuno fu più veloce e al grido di “Expelliarmus!” la sottile bacchetta volò a diversi metri da lei. Lucius Malfoy e Bellatrix Lestrange uscirono allo scoperto. Un ghigno di soddisfazione dipinto sul volto maligno.

James mosse un passo ma si bloccò sentendo una bacchetta puntata alla sua nuca “Fermo dove sei, Potter. Abbiamo sotto tiro tuo figlio…”, dietro di lui Goyle sogghignò indicando quello che James riconobbe come Severus Piton in piedi sul muretto di cinta, la bacchetta puntava dritto al cuore di Harry, ancora tra le braccia di Lily, a sua volta immobilizzata da Malfoy e dalla Lestrange pronti a colpire.

Strinse i pugni sentendosi impotente, frustrato e inutile. Non poteva fare nulla… non con suo figlio di nemmeno un anno in mezzo a tanta malvagità. Non sarebbe riuscito a disarmarne uno che gli altri tre gli sarebbero stati addosso. O peggio, sarebbero piombati addosso a Harry e Lily. Non poteva permettersi di essere avventato.

Sudò freddo per la paura, la più forte e la più spaventosa che avesse mai provato in vita sua, e pregò che qualcuno arrivasse… Sarebbe bastata una sola persona, ci sarebbe voluto Sirius, e allora forse avrebbe potuto muovere un muscolo.

Ma fu di Peter la voce che tuonò “Stupeficium!” e schiantò Goyle alle spalle di James. Ma il ragazzo fu colpito da una potentissima Cruciatus lanciata da Bellatrix, che riservò al povero Peter uno sguardo bieco e scocciato. Cadde a terra contorcendosi a lungo. Fu un attimo, nella mente di James balenò l’incertezza… Chi colpire? Severus Piton lontano o la Lestrange e Malfoy a pochi centimetri da Lily e James? Piton… era davvero dalla loro parte? Avrebbe davvero colpito suo figlio? Silente si fidava di lui, e James si fidava di Silente…

Fulmineo puntò la propria arma verso Lucius e Bellatrix. Due schiantesimi tagliarono l’aria, uno lanciato da lui e l’altro lanciato da Lily che, mormorato un “Accio Bacchetta” nella confusione generale, evidentemente aveva fatto il suo medesimo ragionamento. Si voltò verso Piton che sussurrò il più lentamente possibile uno schiantesimo, la bacchetta puntata verso Harry. Gli stava dando la possibilità di salvarsi senza destare sospetti… Allora era davvero dalla loro parte, non aveva sbagliato a fidarsi di Silente. Ancora una volta, nel medesimo istante in cui lo fece Lily, gridò un incantesimo di disarmo in direzione di Piton, la sua bacchetta volteggiò nell’aria e cadde a pochi passi da lui mentre il ragazzo perdeva l’equilibrio e spariva dietro il muro di cinta.

Si lanciò verso la moglie e il figlio, schiacciandoli in un abbraccio disperato.

“Lil, Dio mio! Andiamo via di qui! Vengo con te fino a che non sarò certo che sarete entrambi al sicuro!”

Lei scosse il capo “Me la cavo, James! E’ stato solo un momento di panico, quello di prima! Posso padroneggiare molti incantesimi per sparire da qui, ora tu corri dagli altri che hanno bisogno di te.” rispose ferma.

Lui la guardò per un attimo negli occhi. Poi baciò la fronte della sua Lily, forte e determinata, e quella di un piangente Harry tra le sue braccia.

Senza perdere tempo corse verso quello che rimaneva dell’abitazione alle loro spalle, un cumulo di macerie, mentre Lily si infilava nel passaggio semibuio, la bacchetta accesa.

I capelli rossi appiccicati al volto sudato, Harry schiacciato al petto, corse finchè il fiato glielo permise. Corse lontano da tutto quello provando di tanto in tanto a smaterializzarsi senza successo. Quei maledetti stavano coprendo con quell’incantesimo di blocco un’area spaventosamente grande. Si pietrificò. Nessun essere normale ci sarebbe mai riuscito…Nessuno dotato di poteri magici comuni, come la maggior parte dei Mangiamorte, sarebbe riuscito a padroneggiare così a lungo un incantesimo così vastamente distribuito e potente. Nessuno tranne… Voldemort in persona.

Doveva essere da qualche parte. Era lì a Diagon Alley. Sentì le gambe tremare senza possibilità di controllarle. Senza fiato si lasciò scivolare un attimo su una panchina. Si guardò attorno rapida: proprio ottimo, pensò, era finita a Notturn Alley. Direttamente nella tana del Lupo?

Chiuse gli occhi, riflettendo per un attimo… cosa fare? Correre? Correre ancora fino alla prima uscita per la Londra babbana? E poi? Fin dove sarebbe corsa per nascondersi? E l’avrebbero seguita? Aveva questo terrore… Sentiva dentro di sé la netta sensazione che due occhi malvagi fossero fissi su di lei, sempre, lungo ogni vicolo, dietro ogni svolta li sentiva chiusi su di sé. Pensava di sapere a chi appartenessero quegli occhi diabolici e le sue gambe, appena rilassate, presero di nuovo a tremare, così come le sue labbra. Si sentiva un topo in gabbia. Eppure trovò ancora una volta dentro di sé la forza di rimettersi in piedi e correre. Smaterializzarsi era ancora impossibile.

Non conosceva quei luoghi, accidentalmente finì in un vicolo cieco. Fece per voltarsi e correre nella direzione opposta ma qualcuno le ostruì il passaggio. E dopo tanto tempo Lily potè udire di nuovo quella risata diabolica e agghiacciante perforarle i timpani.

“Buongiorno, Lily. E’ un piacere conoscere finalmente tuo figlio…” sibilò una voce glaciale, da sotto un cappuccio scuro. Il personaggio ammantato, ma Lily sapeva già esattamente chi fosse, alzò il capo rivelando un volto pallido, cavo e deliberatamente crudele. Lord Voldemort.

Lily sentì il respiro mancarle, ma non era più una ragazzina sprovveduta, come l’ultima volta che in un simile vicolo buio aveva incrociato quel demone. Forza e coraggio le scaturirono nell’udire la stretta della manina di Harry, aggrappata al suo petto “Per me e Harry non è assolutamente un piacere!” rispose spavalda, stringendo forte la bacchetta puntata avanti a sé.

Voldemort rise con poca convinzione “Ci siamo fatte coraggiose, eh? Harry… che nome banale! Ma non ha importanza, tra meno di un attimo entrambi sarete morti.”

In un lampo Lily puntò la bacchetta verso di sé, “Aere!” e scomparve nel nulla.

Voldemort parve un attimo spiazzato ma poi rise divertito “Molto bene, piccola Lily! Siamo diventate abili… Ma credi davvero che dissolversi visivamente possa servire? Non sai forse che gli occhi di Lord Voldemort vedono ovunque? Vedono ogni cosa?”

Puntò la bacchetta avanti a sé e senza nemmeno pronunciare una parola  l’incantesimo di Lily si dissolse, rivelando nuovamente la presenza sua e di Harry. Voldemort sorrise soddisfatto.

“E ora… Avada Kedavra!” sibilò quasi stancamente, come se la cosa fosse talmente ripetitiva da annoiarlo. E probabilmente lo era, ripetitiva. 

Deletrius!” gridò con forza, stringendo forte la bacchetta che prese a vibrare senza pietà mentre i due incantesimi si scontravano a mezz’aria. Aveva bisogno di tenerla ben salda con entrambe le mani o avrebbe perso la presa, ma stringeva Harry con l’altro braccio. Doveva in qualche modo tenere Harry sospeso presso di sé. Padroneggiare due incantesimi contemporaneamente? Difficile già se si trattava di due magie banali, impossibile se si stava con tutta la propria forza respingendo un’Avada Kedavra lanciato da Voldemort in persona. In ogni caso sarebbe morta, non aveva molto da perdere. Sussurrò appena un incantesimo di levitazione e Harry rimase sospeso, schiacciato contro i suo petto. Con la vista che faceva flip-flop, il sudore freddo che le colava lungo la schiena, il corpo che tremava tutto nello sforzo sovraumano, afferrò la bacchetta appena un attimo prima che scivolasse dalla punta della sua mano. Vide Voldemort concentrarsi maggiormente e il lampo rosso dell’Avada Kedavra, che si era fatto a pochi centimetri da lei si accorciò spinto dalla luce blu che partiva dalla punta della sua arma. Ma non avrebbe resistito per molto, Se Voldemort era abituato a incantesimi del genere, lei non aveva quasi mai usato un incantesimo tale di respinta. Non per così a lungo.

Anche lui parve accorgersene “Siamo diventate forti, eh? La piccola Lily sta padroneggiando addirittura due incantesimi, ma che brava! –fece con un tono malvagio e ironico- Ma adesso morirai lo stesso!” tuonò con forza e scoppiò in una risata metallica.

Rinforzo!”

Lily vide diversi getti di luce rossa scaturire dalla sua bacchetta e correre lungo il filo di luce che si era formato tra loro due, ispessendo il gettito precedente. Divenne tremendamente difficile resistere, cercando di evitare che il piccolo Harry cadesse a terra.

Poi, quando vide il fiotto rosso correre rapido verso di lei chiuse gli occhi. Forse sarebbe davvero morta e credeva di non avere più la forza di resistere. Che razza di madre… non era nemmeno riuscita a proteggere suo figlio…

Impedimenta!

Un lampo giallo saettò attorno a loro quando la voce di Silente pronunciò l’incantesimo. Ma non un normale incantesimo di quel genere, era come se con quella parola avesse bloccato ogni singola cosa in movimento. Anche la potenza dell’Avada Kedavra di Voldemort si bloccò a mezz’aria, ad un palmo dal naso di Lily, ora immobile, e si dissolse. Anche Harry era come gelato, con le manine aggrappate alla gonna della madre e gli occhietti verdi serrati.

Ogni incantesimo svanì quando tutto riprese a scorrere normalmente.

“Dannato Silente!” mormorò Voldemort, un attimo prima di smaterializzarsi e sparire di nuovo.

Lily cadde carponi, afferrando per un pelo il piccolo Harry e stringendoselo al petto. Silente, in un attimo fu presso di lei. Un momento e anche James e Amy comparvero in fondo al vicolo, correndo ansanti verso di loro.

Il ragazzo, non in piena salute, si chinò su di lei, baciandole la testa e prendendole Harry dalle mani. Amy si inginocchiò al suo fianco per controllare che stesse bene.

“Come state, Lily?” chiese Silente, la voce roca profondamente preoccupata.

“Sono stata meglio, ma anche peggio…” rispose lei con un filo di voce. Tuttavia parve rinascere vedendo Harry balbettare festoso e sgambettare tra le braccia di James.

“Ora è meglio che vi rechiate al San Mungo. Vedo che state bene entrambi, ma è sempre meglio che facciate un controllo. James, Amy, andate voi con loro?” i due ragazzi annuirono.

“Molto bene. Vi raggiungeremo là, vado a recuperare Franck, Lupin e gli altri…” disse facendo per smaterializzarsi.

“Albus, c’è anche Peter… nel retro di quella che era la casa di Mund. Ci ha praticamente salvato la vita…” ricordò improvvisamente James, grato all’amico.

Silente annuì e scomparve nel nulla con un movimento aggraziato del mantello.

Tutti e quattro si infilarono nel primo camino pubblico di Diagon Alley e volarono al San Mungo con una manciata di Polvere Volante.

Lily affidò Harry alle cure di una gentile Medimago pediatrica mentre un’infermiera la faceva accomodare nello studio di un medico per una visita di controllo e le porgeva una pozione fumante. James e Amy invece venivano curati uno di una piccola ustione da incantesimo alla spalla e l’altra di un grosso bubbone rosso spuntatole sulla schiena.

Pochi minuti e tutti, anche gli altri ragazzi appena sopraggiunti, si ritrovarono nella cameretta di Peter, gli effetti della Cruciatus della Lestrange lo avevano reso piuttosto debole ed era stato trattenuto in osservazione.

“Peter, grazie…” gli disse sinceramente Lily, appena il ragazzo si fu ripreso.

Peter parve in imbarazzo. Lily non avrebbe mai saputo che persino quella sua entrata era stata architettata. Solo, dopo le cose non erano andate come previste dai Mangiamorte.

“Oh… b-bè… Era il minimo che potessi fare…” rispose guardando altrove.

“Anche Harry ringrazia Peter, vero micio?” aggiunse James scuotendo il suo piccino davanti a Peter. Harry scoppiò invece a piangere.

Peter lo guardò crucciato. James rise “Bè, è pieno di gratitudine, te lo assicuro. Il tuo gesto eroico lo ha commosso, vedi?”

“Ragazzi… devo darvi una brutta notizia… -Mundungus era entrato, aveva una fascia in fronte- i Bones sono morti, durante l’attacco di oggi. E non sono stati gli unici…”

Nella cameretta calò il silenzio, Lily strinse forte la mano di James. Conosceva i Bones, erano poco più grandi di lei, Freddy Bones era stato caposcuola durante il suo primo anno ad Hogwarts e le ragazzine di Grifondoro erano tutte invaghite di lui. Erano molto vicini a Silente, erano brave persone ed ottimi maghi. Ed ora erano morti… Sospirò sconfortata, come molti altri. Per qualcuno che si salvava per un soffio, c’era invece sempre qualcun altro che non vi riusciva. Era cominciato tutto con la piccola Macie e oggi stava soffrendo per Freddy e Rancie Bones.

Quanti maghi, quanti conoscenti, quanti amici sarebbero morti ancora? Ne avevano già persi tanti… Lily si guardò attorno: James, Silente, Sirius, Remus, Peter, Mund, Ghiana, Amy, Franck, MJ… erano tutti lì, ma ci sarebbero sempre stati? Quella terribile guerra faceva sempre più paura col passare del tempo… Perché non ci si abitua mai al dolore di perdere qualcuno di importante.

Dannato Voldemort… perché stava facendo tutto ciò? Poi sentì una pesante morsa allo stomaco…

“Lui… stava cercando noi?” domandò esitante a Silente, temendo la risposta.

Il vecchio preside voltò lo sguardo altrove. Le sopracciglia inarcate mentre con una mano si lisciava pensoso la folta barba.

“Temo di si, Lily. Ma non sono in grado di fornirtene un motivo…”

Lily e James raggelarono, così come sussultarono i presenti.

Lo sapeva, lo aveva capito, lo aveva percepito. E tremò ancora, come solo poche ore prima, quando si era ritrovata ancora davanti a Lord Voldemort.

Avrebbe voluto raccontare a Silente del suo sogno, anzi, del suo maledetto incubo. Ma aveva la bocca completamente secca e non riuscì a pronunciare nemmeno una parola. Annuì in silenzio.

Poco alla volta tutti se ne andarono.

Lily si avviò silenziosa, Harry pacificamente addormentato tra le braccia, verso la sala dei camini assieme a James, Sirius, Remus ed MJ.

La mora camminava accanto a lei, lo sguardo fisso sul suo volto. Lily incrociò i suoi occhi blu come il mare, sapeva che MJ era in grado di percepire, quasi, i suoi pensieri, capì che sapeva del suo incubo, dei suoi timori, ma la pregò con uno sguardo di non farle domande. In quel momento semplicemente non se la sentiva di parlare.

Salutò tutti e tornò a casa con James.

 

Lily si era rinchiusa in un silenzio ostinato, rotto solo dalla necessità, da quel giorno e James era sempre più preoccupato.

“Lil, so che ti stai dando le colpe di quello che è successo… però per piacere, preferisco vederti piangere e urlare di rabbia piuttosto di questo maledetto silenzio.” la pregò una sera di metà estate. Harry aveva ormai compiuto il suo primo anno di vita.

Lei sbuffò “Non so di cosa parli, Jamie…” rispose vaga, addentando un grissino intriso di formaggio.

Lui sospirò e battè i pugni sul tavolo facendola sussultare “Non prendermi in giro, accidenti! Non ho mai perso la pazienza, ma ci sto andando vicino! Siamo tutti scossi per quello che è successo… per quello che ha detto Silente…” concluse.

Lei parve innervosirsi, ma non rispose.

“Lil, ti scongiuro…” la pregò lui, supplichevole.

Lily si alzò con tanta foga che la sedia di legno cadde a terra dietro di lei e Harry, che giocava beato sulla sua alta seggiolona incantata lasciò cadere il cucchiaino nel piatto di minestrina fissando a bocca aperta, gli occhioni verdi spalancati, sua madre diventare livida.

“TI SCONGIURO, UN ACCIDENTE, JAMES! Non voglio parlarne! Non voglio sentirmi ripetere che quel dannato sta alle costole mie e di mio figlio, che ha attaccato metà Diagon Alley, che ha ucciso mezzo centinaio di persone in pochi minuti perché stava per qualche maledetta ragione cercando me! Non voglio sguardi pieni di pena, non voglio comprensione, non voglio proprio niente! Cosa vuoi che ti dica, eh? Vuoi che ti dica che ho una dannatissima paura? Vuoi che ti dica che lo sapevo? Vuoi che ti dica che mi sento una mina? O vuoi sentirmi dire che ho paura di addormentarmi? Che quel sogno non era solo un sogno? Va bene ora? Va bene, eh? Vuoi giocare a fare l’eroe e dirmi che mi proteggerai sempre mentre mi accoccolo vicino a te sull’orlo delle lacrime? -gridò tutto d’un fiato- Saresti cont…”

Ma il fluire sconsiderato delle sue parole fu interrotto da un sonoro ceffone di James, tanto forte che Lily barcollò e si dovette appoggiare al seggiolone di Harry per non perdere l’equilibrio. Sconcertata si portò una mano alla guancia, dove cinque grosse dita rosso fuoco facevano capolino e fissò James tremante di rabbia.

“Sono tuo marito, non quello della porta accanto! Ricordatelo! Di qualsiasi cosa puoi parlarne con me, devi parlarne con me! È di mia moglie e di mi figlio che si tratta! E non dirmi di giocare all’eroe perché sai che non è così! Io vi amo, non voglio mettermi in mostra!” rispose freddo come il ghiaccio. Il cuore che batteva a mille all’ora.

Con ancora una mano sulla guancia pulsante Lily chinò il capo, sconfitta e colpevole.

Ma non ebbe tempo di replicare o di fare qualsiasi altra cosa perché presto una chiamata li raggiunse chiedendo loro di recarsi sedutastante a casa di Sirius.

Quando giunsero vi trovarono praticamente tutti quanti, più una piccola sorpresa… Severus Piton sedeva, avvolto nel suo nero mantello, alla destra di Silente.

“Bene, ora ci siamo tutti… voglio parlarvi di una questione urgente, soprattutto con voi, devo discuterne…” tagliò corto Silente, guardando prima James e poi Lily che nel frattempo si stavano sedendo, non troppo vicini, su due sedie libere di fronte a lui.

“Che cosa c’è?” rispose brusco James, ancora di malumore per lo scontro non solo verbale di pochi minuti prima. Lily guardava Silente con attenzione, il colletto alzato cercando inutilmente di nascondere le tracce dello schiaffo che, se ne era resa conto, si era meritata.

Silente, serio come non lo avevano mai visto, prese un profondo respiro lisciando la barba “Ciò che sto per dirvi è molto grave, di un’importanza straordinaria… Innanzitutto dovete sapere che Lord Voldemort è mortale, al contrario di quanto lui stesso crede. E ora lo sa. Un sogno glielo ha rivelato…”

“Un sogno fatto di albe rosso sangue, di vagiti di neonati, un sogno dove compare una donna terrorizzata, dove penetrano i suoi occhi…” rispose Lily a mezza voce, il capo chino e il fare colpevole. Tutti la fissarono sconcertati.

“Esatto, lo stesso sogno che suppongo abbia terrorizzato anche le tue notti, Lily…” intervenne Silente. Lily si limitò ad annuire.

“Ha passato gli ultimi mesi a capire chi fosse quella donna, l’uomo accanto a lei, di chi fosse quel vagito e soprattutto quale fosse il significato di quel sogno che sapeva non essere solo tale. E ora, come lo so io, anche lui ne è a conoscenza…” aggiunse, quindi trasse un profondo respiro.

“Quel sogno significa che moriremo, vero? Che io e Harry moriremo, non è così?” intervenne Lily, gli occhi ridotti a due fessure e il volto pallido. James si sentì stringere il cuore.

“Per quanto ai Potter è sempre piaciuto essere gli eroi tragici della situazione, e vedo che l’adorata mogliettina non fa differenza, -intervenne Piton, con solito tono strascicato- non è quello il significato. L’oscuro Signore è giunto alla conclusione che invece, quello che morirà un giorno sarà proprio lui. Per mano di vostro figlio, a quanto pare…” concluse disgustato.

 

Continua…

 

Oh, eccomi!!! Che cosa incredibile, dopo tutto questo tempo ho finito questo capitolo di cui non riuscivo a venire a capo. Vi chiedi davvero scusa, voi siete stati carinissimi, mi avete lasciato recensioni stupende e così numerose (sono commossa! ;__;) e io sono di nuovo in catastrofico ritardo. Come vi ripeto è stato piuttosto difficile gestire questo capitolo… tutta la storia del sogno e l’attacco…Ma soprattutto, dentro di me si è fatta strada la consapevolezza che siamo quasi giunti alla fine che tutti purtroppo conosciamo e l’amore che nutro per questi personaggi mi ha bloccato… dentro di me si è fatta largo una piccola pazza che gridava “Col cavolo che mando a morire Lily e James, faccio finire 12 anni ad Azkaban Sirius e faccio soffrire tutti questi tesori!! Col cavolo che lo faccio, io non scrivo proprio niente!!!!”… Aha! Soffro di personalità multipla e dissociata, scusatemi!

Ma ora sono qui e di questo devo ringraziare le vostre bellissime recensioni che mi son riletta e due mail che mi sono arrivate proprio questo fine settimana, una da Lily-Evans e l’altra da Fra cara che mi hanno ridato la voglia di mettermi qui e concludere e rivedere tutto questo capitolo. Quindi, grazie mille ragazze, siete state preziose!!

Cmq, è stato anche periodo fitto di impegni, per cui, vogliate scusarmi dell’immenso ritardo!!

Ah, poi ringrazio anche tutti quelli che mi hanno fatto gli auguri di compleanno ^^ Per quanto io lo detesti, visto che mi rende sempre più vecchia (19+1… sono da buttare, una vecchia megera!! T.T), voi siete stati degli amori! ^^

E poi rendo ufficialmente le mie scuse anche a Ran cara, che di solito rivede tutti i miei capitoli… questo però voglio pubblicarlo in fretta, per cui non lo vedrai e te lo coccherai pieno zeppo dei miei errori… ^^’’’ Ma tu segnalameli se vuoi, che io correggo e sistemo tutto! Cmq grazie perché sei sempre una beta-lettrice eccezionale! ^3^ e complimenti per l’ultima intervista doppia sfornata! :D [Ran, betalettrice efficiente, ha segnalato tutti gli errori di Ly in tempo record per cui avete tra le mani la versione riveduta del capitolo… GRAZIE RAN CARA! Come farei senza di te? Farei recuperi di ortografia, lessico e grammatica! ^__-]

Ora passiamo ai saluti individuali… Grazie perché siete stati fantastici e numerosissimi!

Alexis: Oh, davvero ti è piaciuta la scena di Lily che partorisce? Me contenta!!!! Bè, senza offendere nessuno, mi sembrerebbe strano sposarsi a 19 anni, dal momento che ne ho 19 abbondanti (Diciamo così…) e mi sembrerebbe stranissimo sposarmi ora ^^’’’’

Vale: oh, cara Vale, la tua fic diventa sempre più bella e devo farti i complimenti pubblicamente =^.^= Quanto ti adoro, Vale!! La famiglia Weasley ha stupito, eh? Bè, era mia intenzione.

Angi e Gius: Oh, care care! Eccomi qui con l’ennesimo ritardo. Spero possiate apprezzare anche il mio ventiduesimo figlio, allora! Certo che conosco Angel Sanctuary, lo ADORO! Lucifero, Sirius? In effetti… personaggio affascinante… **

Buffy: carissima, son contenta che ti sia divertita leggendo di Lily, volevo proprio rendere quel capitolo un po’ leggero e divertente ^^ Codaliscia non si sopporta mai, eh?

Luna Malfoy: Spero che allora questo capitolo ti piaccia, come detto è stato un pò difficile da scrivere, fammi sapere, eh? ^^

Strekkù: Ehm… dicevi di pubblicare un po’ prima? ^^’’’’’’’’ Em, meglio cambiare argomento… Su Peter non ho ancora le idee chiare… Quindi resta sintonizzato, eh? Ah, sempre più bella la tua fic, anche se Ron lo metterei alla gogna è.é Sei un mito, Strekkù!!! E fai il bravo, aggiorna presto non come mamma Ly…

Serena(Che vince il premio per la centesimo rece aggiudicata): Serenuccia cara, il tuo scetticismo nei miei confronti è ben fondato! Uah uah uah, come sta pescio Remus? Hai tentato di affogarlo ancora? E grazie per i bei commenti sul cap scorso… che ne dici di questo? ç___ç io mi sento male perché tra un po’.. tra un pochino… Sniff, sigh… *me piange come pazza*

Isilascar: oh, cara! Ma che altro mese, per questo capitolo, ce ne sono voluti due!! *Ly continua a tirarsi zappate sui piedi*. Sai che nemmeno io sono molto votata al m********o? E per la giovane età, c’è una spiegazione! Da qualche parte ho letto che Lily e James sono morti a 21 anni, quindi ho dovuto accelerare i tempi. Purtroppo qualcosa non quadra, come i dieci (o erano 11?) anni di terrore di Voldemort che son stati condensati in una mezza dozzina, ma l’ho scoperto che la fic era già iniziata, per cui… bè, spero mi dirai che ne pensi anche di questo.

Moki-chan: Sull’attesa… PASSO!! Per il resto, son contenta che il capitolo scorso ti abbia emozionato e grazie dei complimenti ^3^

Ele2: Eh, quel chap era atteso da parecchia gente, da quel che ho letto.questo e quelli che verranno un po’ meno, credo… Mi dirai lo stesso che ne pensi? ^^

Danae: Son contenta di trovarti ancora viva dopo aver letto 21 chap tutti d’un fiato e son conta che ti sia piaciuta, commenta ancora ^__-

Hermy88: Ecco qui un altro capitolo un po’ meno allegro. Grazie per la pubblicità, son contenta che sia piaciuta anche alla tua amica!!!! ^o^

Voldie Weasley: eccomi qui, non ero dispersa!!! Che ne pensi di questo capitolo? Anche se sono in ritardo… son perdonata?

Hermy15: Ecco un altro chap. Ma hai pubblicato, poi? Me non ha visto, anzi  ora che mi è venuto in mente dopo ci darò un’occhiata! ^^

Gianna: grazie mille! =^.^= E’ sempre un piacere leggere nuovi commenti. Spero di sentirti ancora.

Pan: CARISSSSSSIMA! Cosa dicevi sui due mesi per aggiornare? ^^’’’’ Cmq, tu parli a me di genio creativo? TU? Con quelle meraviglie che scrivi? Mi sembra indegno leggere di te che mi fai i complimenti, ma ti ringrazio carissssimissima. ^^ E grazie anche del voto, me adora prendere il massimo *Ly megalomane stile Herm*. Un bacione ciccia cara carissima! E ti scrivo presto, ok?

Miyu: Grazie a te per il commento e di nuovo complimenti per la nuova intervista doppia! ^^ Tu e Ran mi farete morire dal ridere un giorno o l’altro! ^v^

Kia: ciccia mia carissimissima!! Eli volerà da te col carretto di Santa Lucia, ‘spetami mi raccomando! ^^ Grazie della bellissima recensione. Secondo te potevano mancare proprio i Weasley (E Percyano!!) in una MIA fic? Un bel cameo gliel’ho dato per forza! Grazie per tutti i complimenti, ma lo ripeto, QUANDO TI RIMETTI A SCRIVERE TU? Ho perso le speranze, ormai… e poi sono io la ritardataria negligente… T.T

Daireen: Tu hai deciso di farmi arrossire dall’alluce fino alla punta dei capelli? Sono io che devo ringraziare te per le cose bellissime che hai scritto, altroché! ^3^ GRAZIE!

Saidy: IO IMPLORO IL TUO PERDONO, SAY!!! E’ stato il tuo compleanno e mi son scordata di farti gli auguri e poi non ho avuto tempo per mandarti una mail poco dopo, quindi… AUGURI SAY!!! Anche se è pochino e non è praticamente nulla in confronto alla fic di Sunny, QUESTO CHAP è TUTTO PER TE! ^3^ Son contenta che ti sia piaciuto quello scorso, fatti sentire mi raccomando, che mi manchi!!! ç___ç tanti bacetti!

Blackmoony: ma certo che mi ricordo di te, come dimenticarti! ^^ Grazie per essere venuta anche ui e grazie per la recensione! ^3^

E dulcis in fundo… SUNNY: U_________U Sono onorata, davvero onorata del fatto che addirittura Sunny (Ho scoperto le fic di Harry Potter e le ho amate man mano che ti scrivevi), la grande Sunny, abbia letto e commentato la mia fic. ti ringrazio tanto di averlo fatto e spero non sia stata una forzatura, davvero. Avevo molto a cuore il tuo giudizio, quando mi hai detto che avresti iniziato a leggerla e mi son quasi commossa mentre leggevo tutto quello che hai scritto. E ora sono decisamente sollevata. La scena tra Lily e i Weasley ce l’ho a mente da che ho iniziato a scrivere praticamente. Ah, è un onore sapere che i miei Lily e James piacciano così tanto perché non sapevo proprio come costruirli, all’inizio! Bè, poi hanno fatto tutto loro da soli, io ho solo scritto a pc! ^__- Grazie per la bellissima e meravigliosamente lunga recensione. Spero mi vorrai far sapere ancora cosa ne pensi e… AGGIORNA IN FRETTA ANCHE TU, SUNNY! Vado matta per questo cap zero di BAWM! *.*

Un bacione a tutti quanti, grazie di aver recensito e spero vogliate farlo ancora.

A presto,

la vostra Ly.

 

 

PS: Vorrei farvi sapere che la storia del sogno, che assomiglia molto a quella di una certa profezia di cui tutti ormai sappiamo l’esistenza, non è nata dopo che ho letto il 5° libro, è qui nella mia mentolina dallo scorso Natale. Ho rimuginato molto sul perché il grande e potente Voldemort dovesse avercela tanto con un singolo pupetto ( e i suoi cari genitori) che quasi nemmeno cammina e ho pensato che, magari, volesse ucciderlo quando ne era in grado… Perché da grande avrebbe potuto combinargli qualcosa di poco gradito… Ed è nata l’idea del sogno-profezia… tutto qui!

Ah, FATE PURE SPOILERS, tanto orami non sono più definibili tali, no? quindi, scrivete del 5° libro quanto volete! ^^ Avete il mio benestare… *megalomane*

 

 

 

 

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Capitolo 23
*** My Immortal ***


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-23-

 

 

Piton rivolse un’occhiataccia ai due giovani seduti quasi di fronte a lui, Lily e James avevano la stessa espressione, occhi spalancati e increduli, labbra semiaperte incapaci di emettere alcun suono e un’aria frastornata. Harry, il loro piccolo dolce e simpatico Harry, un giorno avrebbe fatto fuori definitivamente colui che nemmeno Silente era mai riuscito a sconfiggere. Una parte di loro ebbe paura, l’altra, irrimediabilmente si compiacque. Lo avevano sempre saputo che era speciale - ignorando il fatto che anche, per esempio, il piccolo Neville lo era per Franck e Amy e che ogni bambino del mondo lo era per le rispettive mamma e i rispettivi papà.

Lily si voltò cercando una conferma, a qualcosa che nemmeno lei sapeva, in direzione di James che prima ricambiò il suo sguardo sconcertato, poi facendo mente locale sugli ultimi avvenimenti, gli rivolse un’occhiata glaciale che la fece rigirare all’istante, entrambi gli sguardi falsamente risoluti e apparentemente ancora in guerra, ma gl’animi a pezzi per il litigio più furente degli ultimi anni.

 

Erano tutti incapaci di parlare, la notizia aveva spiazzato i presenti lasciandoli come congelati nel fluire lento del tempo. Fu Silente a riprendere la parola “Tutto bene?” domandò ad entrambi.

James aprì momentaneamente la bocca, ma non riuscì a chiedere né a dire nulla delle mille cose che gli stavano velocemente vorticando in testa. Si limitò a sospirare e scrollare le spalle, sistemandosi con un dito gli occhiali sul naso. Lily, dal canto suo, si mangiucchiava nervosamente un labbro, il suo pensiero era volato a Harry, affidato momentaneamente alle cure di una baby sitter –Ghiana, che si occupava spesso di lui, aveva impegni urgenti di lavoro e non era potuta correre da loro.

“Immagino vi stiate chiedendo perché proprio Harry, non è così?” prese parola al loro posto Silente, con un tono di pesantezza e profonda stanchezza nella voce e nello sguardo.

Entrambi annuirono silenziosi, con un gesto del capo, Lily contorcendosi le mani e James passandosi una mano sul volto e sospirando.

Silente fece per dire qualcosa ma fu Severus a prendere la parola al suo posto “Tu –disse indicando con un cenno sprezzante del capo verso Lily- eri la vittima designata che lo avrebbe condotto all’immortalità assoluta, è logico che l’antidoto alla sua immortalità sarebbe venuto proprio da te!”

“Ma… non è successo! Lui non è immortale, no?” protestò lei, speranzosa che se non ci fosse immortalità non sarebbe sussistita nemmeno la possibilità che suo figlio si dovesse un giorno trovare a fronteggiare Voldemort… rischiando chissà cosa…

“In effetti, Lily –intervenne Silente- è lecito pensarla in questo modo… Ma ciò che è successo anni fa ha dato il via ad un processo inarrestabile. Ha preso qualcosa di te, una lacrima è bastata per legarti a lui… La tua vita e la tua capacità di generare rappresenta per lui l’ostacolo più grande, ora.” le spiegò, a conoscenza di ogni dettaglio.

“No! Non può essere! Lui non è immortale io non c’entro più nulla con lui! Quel processo di cui parli, Albus, è stato interrotto!” protestò quasi disperata. Voleva rifiutarsi di credere a tutto quello.

“Si! È così! L’abbiamo fermato, no? Lily è sfuggita alle sue grinfie, prima che potesse afferrare ciò che desiderava! Il processo è stato interrotto… - James dette man forte alle ragioni di Lily, avvinto dagli stessi sentimenti di lei- Non può fare niente! Non farà niente a Lily e Harry!” iniziava a capire cosa c’era di tanto drammatico in tutto quello… Se Lord Voldemort sapeva che il loro Harry un giorno lo avrebbe sconfitto, bèh lui avrebbe eliminato Harry prima che ciò che era stato predetto avesse potuto verificarsi.

“Già… un processo interrotto proprio da te, Potter! La tua presenza ha sconvolto i suoi paini –intervenne la voce sussurrata e strascicata di Piton - e ora l’Oscuro Signore ha sete di vendetta. Anche nei tuoi confronti. Attento Potter, ti ucciderà! Vi ucciderà tutti…” terminò quasi con un ghigno divertito.

“Questo lo vedremo, dannata spia!” Sirius balzò in piedi, rovesciando la propria sedia e fiondandosi al collo di Piton, acchiappandolo con una mano per il bavero del mantello e puntandogli con l’altra la bacchetta al cuore.

“Di nuovo cerchi di uccidermi, Black? Avanti, puoi fare meglio di così, davanti a tutti. L’ultima volta al Platano è stata decisamente più magistrale…” sibilò Piton, provocatorio e cattivo, guardando Sirius con astio. Un astio decisamente condiviso.

“Sirius…” la voce di Silente lo riportò alla realtà senza aggiungere altro.

Sirius inspirò a fondo e lanciò a Piton un’occhiata colma di disgusto, quindi si staccò tornando al proprio posto e risedendosi nervosamente dopo aver raccolto la propria sedia da terra.

Evitò accuratamente di incrociare lo sguardo di MJ, seduta accanto a lui, che sospettava lo avrebbe guardato con biasimo, ma James notò lo stupore sul suo volto quando la ragazza catturò una sua mano stringendola senza commentare quanto appena successo.

Tuttavia in quel momento era troppo preoccupato per l’ipotetico avvenire del suo piccolino per rallegrarsi del fatto che il rapporto dei suoi due amici stesse andando, a quanto pareva, un po’ meglio.

Dunque Lord Voldemort avrebbe dato la caccia a tutti loro? A lui… a Lily e Harry? Che cosa diavolo aveva mai fatto per non potersi meritare un attimo di pace? Per non poter rincasare ogni sera dal lavoro senza altri pensieri che non fossero l’orlo del mantello scucito e il collega rompiscatole e falso? Perché non poteva passeggiare liberamente per Diagon Alley con in braccio suo figlio mostrandogli tutto quello che un giorno lo avrebbe atteso? Perché non poteva litigare con Lily sulla marca dei pannolini da comprare e sul gusto degli omogeneizzati preferiti di Harry o sul colore delle tutine che gli stavano meglio? Perché accidenti non poteva essere come doveva essere per tutti?

Sentì un moto di rabbia bloccargli il respiro e seccargli la gola. Strinse i pugni e chinò il capo… Se solo avesse avuto davanti Voldemort in quello stesso istante un Avada Kedavra scagliato nella sua direzione non sarebbe riuscito a trattenerlo. Aveva sempre pensato che, per quanto spaventosa possa essere una persona e terribili i suoi crimini, non la si sarebbe mai e poi mai dovuta privare della vita. Non ne era più tanto sicuro ora che tutto quanto toccava da vicino il suo piccolo Harry… Sarebbe diventato anche un volgare e brutale assassino pur di proteggerlo, avrebbe tolto la vita fino all’ultima goccia a chiunque avesse minacciato la sua vita.

 

“Albus io… cosa posso fare? Sono diventata abile nel padroneggiare gli incantesimi più arcaici, pericolosi e potenti… Non ce n’è nemmeno uno che possa aiutarmi ora? A che cosa è servito tutto quello che ho imparato? Tutto quello che ho-abbiamo fatto?” la voce nervosa di Lily riscosse James dai suoi cupi pensieri.

Albus sospirò e rivolse a Lily uno sguardo carico di tristezza “Sei forte e potente, Lily, ma nessun incantesimo lo terrà lontano da Harry… La conoscenza di Voldemort della magia arcaica, persino di quella più scura, è superiore a chiunque. Non esiste un incantesimo che lui non possa spezzare.”

Quelle parole grevi giunsero alle orecchie dei due genitori come un verdetto ingiusto gettandoli nell’angoscia.

“Però… L’incanto Fidelius…Forse sarebbe l’unica soluzione…” suggerì subito dopo.

“Nascondersi? Nascondersi sarebbe una soluzione? Per quanto? Una settimana? Un mese? Un anno? Tutta la vita?” rispose istericamente la rossa col respiro affannoso come dopo una lunga corsa.

James la guardò sbalordito, voleva forse giocare al Leone in una situazione del genere? Non la riconosceva più, quasi… “Cosa diamine stai dicendo, Lil? Vuoi giocare a fare la temeraria e porgere su un piatto d’argento il nostro Harry a Voldemort? Ora chi è che gioca a fare l’eroe, eh?” le domandò risentito ripensando alla discussione di poco tempo prima.

Lei gli scoccò un’occhiata di fuoco senza ribattere, piena di frustrazione per la situazione.

Intanto i presenti osservavano la scena increduli, innanzitutto non li avevano mai sentiti rivolgersi parole e sguardi tanto carichi di veleno e poi pareva che le loro posizioni di sempre, lo sfrontato lui e la più saggia lei, si fossero drasticamente invertite. Anche Silente pareva perplesso ma più di tutto preoccupato. Il seme della discordia porta sempre e solo grosse e dolorose perdite e ne accelera le venute, lo sapeva bene.

“Vi prego di riflettere bene su quello che vi ho detto oggi –disse ad un certo punto il vecchio preside alzandosi in piedi e posando le mani lunghe e grinzose sul tavolo di legno, gli occhi che indugiarono soprattutto su James e Lily- Ora mi duole ma devo lasciarvi, la scuola da poco ricominciata mi aspetta… Severus, vieni con me…” con un cenno del capo Silente si smaterializzò e Piton lo seguì a ruota senza degnare di un solo sguardo gli innumerevoli presenti.

“Severus, cosa?” chiese Sirius, la voce incredula strozzata ed un odioso sospetto nella mente. Rivolse il suo sguardo interrogatorio alla Mc Granitt che era ancora in sala.

La professoressa si limitò ad annuire “Proprio così, Sirius, Silente ha deciso che non c’è posto migliore dove Severus possa trovare rifugio di Hogwarts. Credo che gli assegnerà a breve la cattedra di Pozioni da un paio di anni instabile e vacante.”

Sirius emise un sospiro di leggero sollievo “Mamma mia, per un attimo ho creduto che gli avrebbe affidato la cattedra di Difesa che era stata di Arabella!” disse sollevato passandosi una mano tra i capelli.

“Già, chi insegnerà quest’anno al suo posto? Voglio dire, il vecchio Botred che aveva accettato l’incarico l’anno passato lo aveva fatto come favore a Silente, senza molto interesse…” domandò curiosa Amy Paciock.

“Abbiamo trovato proprio questa scorsa estate un giovane disposto ad accettare un incarico a lungo termine. Sembra piuttosto timorato di Dio ma ha dimostrato un’ampia conoscenza di creature oscure e incantesimi e poi Silente si fida di lui, un certo Raptor, un gallese.” spiegò soddisfacendo la curiosità generale, quindi si smaterializzò salutando i presenti per tornare alle proprie lezioni.

Nella stanza calò il silenzio. Lily e James non si erano rivolti un solo sguardo e una sola parola dopo l’ultimo scontro verbale e nessuno sapeva come spezzare quella tensione presente.

“Allora… -fece un po’ in imbarazzo Mundungus – Quella dell’Incanto Fidelius mi pare una buona idea, no?” azzardò pur col timore di sollevare una tempesta, ma incapace di sopportare oltre quel clima gelido.

“Assolutamente!” “Per niente!”, risposero praticamente all’unisono i due che, dopo aver udito la risposta dell’altro, tornarono a guardarsi torvo e a digrignare i denti.

“Sei diventata matta!” berciò lui, scrollando incredulo il capo.

“Tu lo sei sempre stato! Un’altra offesa e torno da mia madre con Harry… senza tarparmi in qualche cantina cadente…” soffiò lei, lo sguardo nero.

Remus guardò con pietà Mundungus che aveva preso a mangiarsi le mani per la disperazione, forse sarebbe stato meglio non dire assolutamente niente.

MJ sospirò e si alzò avvicinandosi ai due “Ragazzi, credo sia meglio per tutti se discutiate voi due soli di questa faccenda… Credo sia il caso che ognuno se ne torni a casa…” suggerì, Sirius assentì col capo alle sue spalle.

Lily la guardò per un attimo come a voler intendere di non aver assolutamente niente da dire a James ma poi annuì e così fece lui.

Uno dopo l’altro, senza una parola o un cenno, si smaterializzarono diretti a casa.

 

Quando Lily comparve nell’accogliente e famigliare salotto di casa si precipitò dal suo piccino che giocava beato con le paperelle, che la giovane babysitter aveva incantato per lui e ora volteggiavano lentamente attorno a lui, emettendo versetti divertenti.

“Ciao micetto della mamma! –gli disse con un sorriso amaro stringendolo più forte del necessario- Grazie mille Kate, puoi andare.” disse alla babysitter porgendole una sacchetta di Falci.

“Non c’è di che! Quando avete bisogno non esitate a chiamarmi. Arrivederci Lily, ciao piccolo Harry!” e la ragazzina se ne andò con una manciata di polvere volante attraverso il camino.

Nel medesimo istante James si materializzò a qualche passo da lei.

“Vieni da papà, micetto!” disse sorridente al piccolo Harry, rubandolo poco delicatamente alle braccia della madre. Harry aumentò le proteste già varate tra le braccia della mamma: in quel momento i suoi unici interessi erano le paperelle.

“Non ci vuole stare con te! Si dimena!” gli fece notare ben poco delicatamente lei incrociando le braccia sul petto con fare saputo.

“Non mi pareva che fosse molto entusiasta nemmeno tra le tue braccia, sai?” rispose decisamente acido lui.

Presero a guardarsi nuovamente in cagnesco ed Harry passò dal gridare “Papele! Papele! Mettimi giuù-uu!” al piangere disperato.

James gli rivolse un faccino preoccupato facendolo saltare un po’ per rallegrarlo “Ehi, micio, che succede?” gli domandò crucciato battendogli amorevolmente sulla schiena.

“Pa-paaaa!” Harry, in lacrime, si aggrappò con una manina al colletto del vestito del padre e prese ad agitare l’altra in direzione della mamma “Maaa-ma!” piagnucolò.

Lily con una falcata gli fu appresso cercando di levarlo dalle braccia del marito e sussurrandogli parole dolci con un falso sorriso. Il risultato fu che Harry prese a piangere e dimenarsi ancora di più e rafforzò la presa ai vestiti del padre acchiappando anche una ciocca di capelli della madre e tirandola a sé.

Il piccolo Harry pareva essere più saggio dei suoi genitori.

Lily sospirò stancamente e rivolse a James il primo sguardo non sprezzante “Tregua?”

“Tregua…”

Tra le braccia del padre e aggrappato alle lunghe chiome della madre che gli carezzava amorevolmente la schiena e la testolina, scompigliandogli ancora di più i capelli già smossi, Harry si quietò e ben presto si addormentò sognando un mondo interamente popolato da simpatiche paperelle di gomma gracchianti.

Quando lo adagiò con cura nel lettino, James indugiò accarezzandogli ripetutamente il volto. Quel bambino era la sua gioia e il suo orgoglio, possibile che Lily fosse disposta a fargli correre simili rischi? Bèh, lui non l’avrebbe mai permesso.

Lei faticò a liberare una ciocca di capelli dalla presa ancora salda di Harry, seppure profondamente assopito. Quando vi riuscì gli baciò la fronte con un sorriso mortificato. Si sorprese a domandarsi cosa avrebbe pensato Harry, quanto l’avrebbe odiata se l’avesse costretto ad una vita di rinunce e segregazione. Dopo tutto non era posto un termine nemmeno ipotetico alla soluzione che era stata loro proposta. E comunque lei lo avrebbe difeso da tutto e da tutti senza bisogno di nascondersi.

 

Quando scese di nuovo in cucina vi trovò James intento a versarsi una tazza abbondante di caffè “Ne vuoi un po’?” le chiese.

Lei scrollò il capo “Meglio di no, sennò finisce che oggi ci scanniamo…” rispose con poco entusiasmo.

Lui bloccò la tazza carica di liquido nero e fumante ad un soffio dalle labbra “Mi sa che hai ragione…” rispose trasfigurandone il contenuto in una bella limonata dolce. Ne porse un sorso anche alla rossa che ne bevve di gusto, stavolta.

Si sedette stancamente su una sedia abbandonandosi presso lo schienale e prese ad osservare Lily, seduta di fronte a lui sul ripiano del mobile da cucina, lo sguardo pensoso puntato a terra.

“Forse è vero che ne dobbiamo parlare…” suggerì titubante.

Lei annuì.

“E poi… scusami per lo schiaffo di oggi…” aggiunse rapido.

Lei alzò il capo, un mezzo sorriso comparve sulle sue labbra pallide “I tuoi ceffoni sono tremendi… Però forse ho esagerato oggi, me ne rendo conto.” ammise dispiaciuta. In realtà non intendeva affatto dire tutte le cattiverie che gli aveva riversato addosso, non ne pensava nemmeno una di tutte quelle cose sputate con astio.

Presto lo seppe anche lui semplicemente leggendolo nei suoi occhi dispiaciuti “Ok, esageriamo tutti ogni tanto… Certo che tu ci sei andata giù pesante, eh!” rincarò.

“James! Come se non mi sentissi già abbastanza una serpe!” rispose lei sull’orlo dell’ennesima crisi di nervi.

Lui ridacchiò un po’ forzatamente “Eddai, Lil! Stavo scherzando…”

Lei scrollò il capo rassegnata ma sollevata, nel suo piccolo.

“Abbiamo sempre avuto pareri contrastanti, eh?” fece all’improvviso lui, in un soffio, ricordando i loro primi anni ad Hogwarts, primi anni che parevano così lontani in quel momento. Lei più rispettosa e pacata e lui borioso ed esibizionista… Un unico, grande e continuo battibecco che però, invece di allontanarli, chissà come li aveva fatti innamorare. Non erano passati più di cinque anni da quel primo dolce bacio sulle labbra, nella calda e vuota sala comune di Grifondoro, eppure ad entrambi pareva di rammentare un periodo lontano, come si ricordano i giorni felici della propria infanzia e della propria spensierata adolescenza. E loro, la spensieratezza e la gaiezza l’avevano dovuta salutare alla svelta e senza troppe smancerie. Ed era dura cercare di mantenere viva la parte infantile e giocosa dentro di sé in quei giorni neri, in cui se avevi ancora un po’ di speranza, ogni singolo atomo nell’aria pesante sembrava volertela rubare per sempre.

“Non sulle cose importanti…” rispose lei abbattuta. Ed in effetti era così, lei più diligente era continuamente occupata a riprendere lui, scavezzacollo per eccellenza. Ed era sempre un continuo ridire e cercare di avere l’ultima parola. Ma non per le cose importanti, non per le cose che valgono… Non erano mai stati in disappunto su una questione di principio, non sul loro bambino, non su una decisone di vitale importanza. Ed ora erano entrambi spiazzati oltre che preoccupati.

Lui fece spallucce accennando un sorriso insicuro e vago “Bèh, saremmo risultati monotoni, altrimenti! Ogni tanto bisognerà pure far qualcosa di differente, gridare, prendersi a schiaffoni, litigarsi Harry, pensare anche solo remotamente al divorzio…”

“JAMES! Tu… Ma…” Lily non riusciva a credere alle proprie orecchie, quell’ultima parola era risuonata come un ceffone, almeno tre volte più potente di quello ricevuto poche ore prima da James. Il che era tutto dire…

Lui ridacchiò scotendo la testa “Lil, rilassati! Stavo ancora scherzando…Ci sono sempre le corna, non preoccuparti!”

Lei gli rivolse un’occhiataccia truce “Stai attento a non parlare troppo, le tue parole potrebbero risuonare come un gentile invito, sai? C’è quel bel commesso in quella libreria di Diagon Alley che mi ha messo gli occhi addosso da qualche mese, ne sono certa…” fece lei sfoggiando una falsa arroganza.

Lui inarcò le sopracciglia “Guarda Lil che ormai sei un pezzo da museo in confronto a certe nuove neodiplomate che si aggirano per Diagon Alley in cerca di lavoro…Ne conosco un paio… Uhm…” le ricordò fingendo di deliziarsi al pensiero di giovani streghette promettenti.

“Tsk, e stanno a guardare te, certo!” rimbeccò lei, malcelando una fitta di sana gelosia.

“Ma certo! –rispose lui compiaciuto- Devo ricordarti che più di una ragazza, ad Hogwarts, avrebbe fatto carte false per passare con me anche solo un pomeriggio? Erano in molte a guardarmi e rivolgermi sorrisi mielosi.” si pavoneggiò.

Lei rise di gusto “Ho sempre pensato che tu abbia, ed abbia avuto, bisogno di un paio di occhiali nuovi, Potter! La tua vista si confonde troppo spesso con le tue insoddisfatte fantasie!”

“Ti piacerebbe essere al centro di queste fantasie, vero Evans?” fece lui malizioso, alzandosi ed incamminandosi verso di lei.

“Puoi scommetterci, Potter! Solo che poi diverrebbero piuttosto dolorose per il tuo ego in cerca di acclamazione dal momento che inizierei a prenderti a schiaffoni!” rispose lei acida riservandogli un fiero sguardo di sfida.

“Ah, si? E poi toglieresti dieci punti a Grifondoro per averti fatto innamorare di me?” continuò lui, diminuendo la distanza tra loro e seguitando a guardarla negli occhi, profondamente divertito.

Lily incrociò le braccia al petto “Oltre che tremendamente cieco sei anche un illuso! Chi è che sarebbe innamorato di te? E più che dieci punti alla mia Casa credo che ti toglierei una sera di libertà con una bella punizione… Sarebbe molto più istruttivo per te, magari facendoti lavare tutti i piatti della cena chiuso nelle cucine…Naturalmente con spugna e detersivo babbani. Sai, Potter, ti donerebbero molto i guanti colorati e il grembiulino rosa!”

“Questo non cambia il fatto che tu sia innamorata di me, non è così?” proseguì lui, senza la minima esitazione e trattenendo un risolino all’idea di lui conciato come una vecchia lavapiatti.

“Questo denota quanta fantasia tu abbia davvero…” ribatté prontamente lei.

La distanza tra i due era diventata pressoché nulla ed entrambi poterono sentire l’altrui respiro solleticare le reciproche labbra, pericolosamente vicino.

“Dillo ora, che non sei pazzamente, inesorabilmente ed inequivocabilmente innamorata di me, Evans…” sussurrò lui, appena prima di sfiorarle le labbra e tornare a guardarla.

Fu un attimo, qualcosa scattò e i due giovani scoppiarono a ridere liberamente dimentichi dei propri problemi e dissapori. Risero da matti, tenendosi le braccia strette sullo stomaco e asciugando le lacrime che sgorgavano dagli occhi, incapaci di fermarsi nemmeno per riprendere fiato. Sembrava davvero di essere tornati ai begli anni di Hogwarts, quando riuscivano ed essere più se stessi e a non farsi schiacciare dalle difficoltà.

Lily si sedette sul pavimento freddo, di fronte a James che nel frattempo era finito carponi, e allungò una mano per prendere una delle sue “Forse avevamo solo bisogno di una risata…”

Lui annuì “Stiamo diventando come gli adulti che non mi sono mai piaciuti, quelli che sono troppo ottusi e prendono tutto nel peggiore dei modi, diventando isterici e inconcludenti…” osservò rammaricato.

“Mi sa… Cosa avremmo fatto in una situazione del genere quattro o cinque anni fa?” domandò lei, intrecciando le sue dita a quelle di James.

Lui sospirò sedendosi a pochi passi da lei e circondandola con le proprie gambe “Mah… probabilmente avremmo infilato un paio di quei fantastici ScoppioFuochi procurati da Sirius nella tasca di dietro dei pantaloni di Voldemort…” decretò alzando le spalle.

Lily non poté fare a meno di scoppiare nuovamente a ridere, facendolo sentire bene.

Lui sorrise “Sì, lo avremmo fatto sul serio, sai? Probabilmente Remus avrebbe cercato di intrattenerlo con qualche argomentazione idiota del tipo ‘perché odi così tanto il mondo’  per cui tutti i cattivi di ogni storia si perdono in chiacchiere invece di agire; Peter avrebbe sorvegliato la situazione cercando di avvisarci nel caso dell’arrivo di qualcuno o cose simili e io e Sirius ci saremmo lanciati sotto il mantello di quel Maledetto, lui avrebbe infilato il fuoco, io avrei acceso la miccia e poi ce la saremmo data a gambe tutti e quattro verso un angolo sicuro da cui poter godere la vista dei fuochi d’artificio più belli del mondo…Naturalmente tu ci avresti rotto le scatole sul fatto che pezzi di Voldemort per tutto il cielo non erano un bello spettacolo e per di più sarebbe stato inquinante e bla-bla-bla…” rise anche lui a quell’idea e Lily lo seguì a ruota, avrebbero fatto così davvero, ne era quasi certa.

“In pratica quello che avremmo fatto…” iniziò lei, stringendo di più la presa attorno alla sua mano.

“…non sarebbe stato né fare gli eroi né fare i conigli… Semplicemente saremmo stati uniti senza angosciarci troppo.” concluse lui per lei, chinando in avanti la fronte e appoggiandola a quella di lei che gli sorrise.

Non erano stati uniti, per niente. Avevano reagito solamente tirando fuori unghie ed aculei senza pensare di prendersi prima per mano…

“Eravamo così tanti, oggi, là da Sirius…” osservò lei.

Lui annuì “Eppure non abbiamo nemmeno pensato di chiedere aiuto. Le cose si risolvono assieme, no? Da soli non si va molto lontano…”

“E abbiamo tanti amici stupendi che si stanno preoccupando per noi e come noi, in questo momento… Forse dovremmo mettere un po’ da parte l’orgoglio e chiedere loro una mano… Un semplice supporto… La loro presenza basterebbe, farebbe già così tanto!”

James annuì e le accarezzò una guancia “Alla fine ce l’abbiamo fatta a trovare una soluzione, eh?”

“Fortunatamente sì, non avrei retto un altro dei tuoi schiaffi. Dobbiamo solo giocare un po’ meno a fare gli adulti testardi e autosufficienti, che poi non sarebbe possibile esserlo veramente, e rimanere noi stessi, fedeli ai nostri principi, eh? Non mi piace litigare in questo modo con te, davvero… Preferisco baciarti… Perché, non dirglielo èh, ma è vero che Potter mi ha fatto terribilmente innamorare di lui…” rispose con un occhiolino, baciandolo lievemente.

Lui ridacchiò “Oh, credo che anche a lui piaccia parecchio la Evans, sai? E per parecchio intendo che è proprio cieco a tutte le ochette sghignazzanti di Diagon Alley… Però se vuoi che non glielo dica, chiudimi la bocca…”

E Lily non se lo fece ripetere due volte…

 

Nemmeno tre giorni dopo casa Potter a Goldrick Hollow era vuota e fredda, tutta la brigata si era trasferita immediatamente presso l’abitazione di Sirius.

La mattina seguente i loro chiarimenti avevano parlato a tutti e avevano chiesto il loro aiuto. Non volevano offrire loro figlio alle grinfie di Voldemort ma nemmeno nascondersi come topi, non per il momento per lo meno. Silente aveva suggerito una ‘scorta’ costante. Non sarebbero mai stati soli. Per quanto perfettamente in grado di cavarsela, essere in molti aiuta. E allora, approvati all’unanimità, erano stati stesi dei ‘turni di scorta’. Naturalmente facendo in modo di non intaccare la loro intimità e il loro spazio vitale. In casa ci sarebbero sempre stati Sirius e Remus, uscendo Amy o Franck, quando liberi dei loro massacranti turni da Auror, sarebbero stati ben felici di fare loro compagnia, lo stesso per Mund, Ghiana, Hagrid e la Mc Granitt, che avrebbero sfruttato varie pause dai loro incarichi ad Hogwarts e tanti, tanti altri. Ma soprattutto, il piccolo Harry non sarebbe mai rimasto solo… I ragazzi del gruppo avrebbero fatto lui da baby-sitter, con sua grande gioia dal momento che aveva imparato ad adorarli tutti quanti.

E i primi giorni a casa Black trascorsero all’insegna del divertimento. Vivere in cinque, sei con il piccolo Harry –o anche di più quando altri ragazzi si fermavano per i pasti, o anche per la notte-, si rivelò parecchio confusionario ma decisamente allegro. A tutti sembrò di tornare ai vecchi tempi della scuola, tutti assieme nei dormitori e nella Sala Comune a chiacchierare, fare baldoria e giocare invece di dormire. La cosa ancora più bella era che non c’erano compiti…

 

Lily si stropicciò gli occhi di malavoglia, il sonno era ancora potente e la voglia di alzarsi dal letto molto poca. Avrebbe seguitato a dormire per almeno altre tre ore se solo quegli schiamazzi scalmanati non l’avessero svegliata. Era andata a letto che era quasi l’alba, l’intera notte trascorsa ad esercitarsi sempre di più in incantesimi arcaici con Silente, e dopo tutta quella fatica non le era concesso nemmeno un po’ di sonno ristoratore. Mentalmente maledisse quei chiassosi coinquilini rimpiangendo la tranquillità della propria vecchia abitazione.

A fatica si tirò a sedere e, con le spalle ancora dolenti e la testa pesante, si costrinse ad alzarsi infilando i piedi nudi nelle pantofole calde ed imbottite. Passò una mano tra i rossi capelli arruffati senza reprimere un sonoro sbadiglio e si avviò stancamente alla porta. Avrebbe tanto voluto piazzare un bell’incantesimo insonorizzante sulla stanza ma Albus aveva proibito loro qualsiasi drastico tipo di isolamento dagli altri…

Scese lentamente le scale fredde scivolando con la mano nuda lungo il corrimano di legno, un po’ tarlato e tentennante, per evitare di percorrere gli ultimi ripidi e vecchi gradini a ruzzoloni e si trovò di fronte la quasi intera brigata –James, Sirius, Peter, Remus, Ghiana, Franck ed MJ- alle prese con il piccolo Harry. James stava cercando di ammaestrarlo alla ‘caccia al boccino’ e a quanto pareva, ma soprattutto stando a quanto aveva potuto sentire, la situazione aveva preso una piega parecchio comica.

“Ma che succede qui?” domandò lei con uno sbadiglio, buttandosi sull’unica poltrona libera e osservando prima Harry con le manine protese verso il cielo, poi Sirius che lo teneva sospeso a mezz’aria e infine James, che controllava con la bacchetta un mandarino dalle ali dorate.

“Alleniamo tuo figlio!” rispose senza il minimo timore Sirius.

Lily grugnì per tutta risposta “Oltre al fatto che non mi piace tutto ciò avete fatto tanto di quel casino che avete interrotto il mio riposo sul nascere…” protestò prendendo dolcemente il figlio dalle braccia del suo padrino e schioccandogli un bacione sul naso “Buongiorno micetto”.

“Lil, sono le dieci passate!” le fece notare Sirius riprendendosi Harry e risollevandolo verso il ‘boccino’.

Lily riservò un’altra occhiata bieca al ragazzo e si rannicchiò nella comoda poltrona “Ma non dormivo nemmeno da quattro ore! Un po’ di rispetto…” quindi sbadigliò di nuovo.

James ridacchiò “Quando dorme poco è insopportabile, non fateci caso…” fece a tutti i presenti che parevano ora un po’ pentiti.

Lei sbuffò di nuovo “Un’altra frase del genere, James Potter, e rimpiangerai di aver sposato una strega abile come la sottoscritta, conosco incantesimi che ti farebbero pentire amaramente di ogni singola frecciatina…” lo minacciò con poca convinzione.

“Uh! Aiuto…” James finse un attacco di panico rannicchiandosi dietro la schiena di MJ che gli sferrò una giornalata in testa, offrendo solidarietà a Lily.

Presto la stanza si riempì nuovamente di risate.

“Parlando seriamente, come vanno le tue lezioni con Silente, Lil?” domandò ad un certo punto Ghiana.

La rossa sbadigliò di nuovo e bevve un sorso della tazza di caffèlatte che Remus le porse gentilmente, “Vanno bene… Anche se credo di aver imparato più cose in questa settimana che negli ultimi due anni con lui… Sono stanchissima! E mi fa sempre un male cane la testa…”

“Bah! Piagnucoli come una donna, Lil!” la prese in giro James.

“Io SONO una donna, idiota!” rispose lei con un’affettuosa linguaccia.

“Giusto, giusto! Ogni tanto non ci penso…” la prese in giro.

“Devo iniziare a pensare che tu sia gay?” replicò lei prontamente.

Tutti quanti risero, vederli battibeccare in quel modo li faceva stare davvero bene. Era un piacevole salto nel passato.

“Colpito e affondato… mi spiace, amico!” decretò Sirius, alzando le spalle.

“Comunque –riprese James- non mi piace il fatto che mia moglie conosca e padroneggi la magia quasi meglio di me! Mi fa sentire un po’ inutile… Dopotutto sono io l’uomo di casa!” sbuffò e si sedette per terra, accanto a Lily.

“È ora che inizi a rivedere le tue concezioni famigliari terribilmente maschiliste, James!” lo ammonì Ghiana.

Lily rise divertita chinandosi e prendendo fra le braccia il capo nero e scompigliato di James, coccolandolo come un bambino “Povero il mio piccino! Mi spiace che la realtà ti faccia così male… Su, su, il primato di chi cambia più velocemente i pannolini è ancora comunque tuo…”

Lui sbuffò di nuovo assumendo un’aria ancora più abbattuta.

“Cos’è questa storia dei pannolini?” domandò incuriosito Franck.

La rossa ridacchiò ancora e guardò prima James poi Harry, che ora era sceso dalle braccia di Sirius e correva beatamente per la stanza, tra le gambe degli adulti che se lo coccolavano ogni volta che passava loro accanto. “Devi sapere –iniziò- che pochi mesi dopo la nascita dello sbriciolino, James ha iniziato a vantarsi del fatto che cambiasse i pannolini più velocemente e meglio della sottoscritta. Abbiamo fatto una gara in piena regola e mi ha battuto per tre secondi e mezzo. È proprio una perfetta badante, non trovate?” e gli scompigliò i capelli prima per pizzicargli le guance poi.

“Lil, te l’ho mai detto che ti odio?” rispose lui, riservandole uno sguardo truce.

Per tutta risposta lei gli baciò la nuca “Certo! Per questo ci siamo sposati…”

“Io non ho di questi problemi, –intervenne Sirius, continuando a coccolarsi Harry che rideva beato tra le sue braccia- MJ non riuscirebbe a trasfigurare un soldo bucato dal momento che è una Maganò. Sono sempre io il più…”

Ma non fece a tempo a terminare la frase che il centrotavola di rame, che stava sul piccolo tavolino del salotto, volò a mezz’aria e colpi con un sonoro TONK la nuca di Sirius. Con un’espressione ebete sul volto perse l’equilibrio e precipitò a terra – James riuscì appena in tempo ad afferrare Harry che era stato lanciato per aria.

“IDIOTA!” tuonò la voce fredda e densa di rabbia di Mary Jane.

Molti dei presenti repressero l’impulso di scoppiare a ridere, l’espressione adirata su entrambi i volti, quello di MJ e quello di Sirius, faceva presagire tempesta…

“Ehi! Ma sei matta? Mi hai fatto un male cane!” protestò lui, a denti stretti, massaggiandosi la nuca terribilmente dolente.

“Eppure purtroppo sei ancora in grado di parlare! Quindi non ho sortito l’effetto sperato!” strillò lei di rimando.

Sirius parve arrabbiarsi sul serio, certo quei due non facevano quasi altro che litigare, soprattutto negli ultimi periodi, ma tutti quanti sapevano che lui era andato ben oltre il limite con l’ultima affermazione e che ora ne stava pagando le conseguenze… Forse sarebbe bastato chiedere scusa, ma era Sirius, e non lo fece. E l’ira di MJ crebbe…

Ben presto le loro urla irose riempirono la stanza, i presenti si sparpagliarono abbandonando la sala cercando un pretesto, con discrezione.

Era una bella giornata, calda e solare, ed a Remus, Lily, James e Harry non costò affatto rifugiarsi sulla comoda e tranquilla terrazza, lontano dai loro strilli, che ormai giungevano come remoti echi…

“Credo che se andranno avanti così finiranno per odiarsi, covano troppi risentimenti… non sono in grado di comunicare, la maggior parte delle volte…” sentenziò tristemente Remus.

“Tu passi con loro molto più tempo, credi che siano arrivati fino a questo punto? Ma sono sempre stati così?” gli chiese preoccupato James.

Remus sorrise “No, no! Certo, quasi ogni giorno trovavano di che discutere, ma erano sciocchezze… Ultimamente ci vanno giù parecchio pesante quando iniziano a litigare…”

Lily lasciò che il piccolo Harry le si arrampicasse su per le gambe, fino in grembo, quindi tornò a rivolgere la propria attenzione ai due giovani “Sirius ha esagerato oggi, sappiamo tutti bene quanto MJ si senta frustrata per la sua posizione…” fece notare lei, che aveva imparato a conoscerla a fondo, erano diventate ottime amiche.

“Si, ma credo che Sirius scherzasse… Voi donne siete sempre troppo permalose…” rispose James, in difesa dell’amico.

Lily gli scoccò un’occhiata bieca “Sei un maschilista!”

“E tu una permalosa…” rimbeccò lui.

“Non sono permalosa proprio per niente! Sei tu che non ha il senso del limite…” sottolineò lei.

James fece per replicare ma un sonoro “STOP!” di Remus lo frenò.

“Per piacere, –domandò implorante- un po’ di pace per un povero vecchio! Non ne posso proprio più di liti! Andrà a finire che voi tutti mi farete venire i capelli bianchi prima del tempo…” fece esasperato, sprofondando nello schienale della sedia.

Lily, da prima sorpresa, gli fece un occhiolino “Sono molto sexy gli uomini maturi e leggermente brizzolati, non preoccuparti Remie!”

“Andiamo bene! Va a finire che Remus, zitto e tranquillo, mi frega anche la moglie!” obbiettò James.

“Che ci vuoi fare, è questione di fascino, Jamie!” fece notare spavaldo l’altro.

Lily sbuffò “A te, James, i capelli bianchi non verranno mai, prendi la vita con troppa leggerezza…Che disdetta!”

“Eh… non hai il fisico, James! Mi spiace…” aggiunse Remus.

“Bèh, voi diventerete cartapecora e io rimarrò bello e sacro come un faraone. E morta una Lily, me ne farò un’altra…” aggiunse portando le mani dietro la testa e fissando lo sguardo al cielo, senza mostrare la minima preoccupazione.

Lei sfoderò un divertente sguardo scandalizzato “Tu non ti farai proprio nessun’altra! Piuttosto che tradita, meglio vedova!”

Lui la guardò con un misto di timore e divertimento “Io non ci dormo più con te la notte, sei pericolosa, Lil!”

Lei scostò i capelli da una spalla con molta leggerezza, ostentando sicurezza.

Presto le risate di tutti e tre riecheggiarono nella fresca brezza autunnale. Anche Harry si unì all’ilarità generale. Forse felice per il solo fatto di essere al mondo.

Ma il divertimento non durò che un attimo, dal nulla comparve la McGranitt, aveva in volto un’espressione così seria che tutti –compreso Harry- cessarono all’istante di ridere. Stringeva forte in mano quello che doveva essere uno scolapasta babbano.

“Minerva! E’ successo qualcosa?” domandò immediatamente Remus, balzando in piedi.

Lei annuì, tirando le labbra sottili “James, Lily, credo sia meglio che veniate con me ad Hogwarts… Silente vuole vedervi…Puoi seguirci anche tu, Remus, nessun problema.”

Senza fare altre domande e scambiandosi uno sguardo preoccupato e tentennante tutti e quattro, più Harry tenuto tra le braccia da Lily, si aggrapparono al bordo mezzo arrugginito dello scolapasta al via della McGranitt. Fu un attimo, il consueto strappo sotto l’ombelico, un turbinio frastornante e presto si ritrovarono con i piedi sul solido pavimento dell’ufficio di Silente, ad Hogwarts.

 

Harry piangeva e si dibatteva, ancora scosso dalla sua prima esperienza con una Passaporta. Quando Remus lo prese sulle spalle, facendolo trottare un po’, parve finalmente calmarsi. Si voltarono tutti e seduto dietro la scrivania scorsero Silente, l’aria inscrutabile e le mani giunte davanti al volto.

Minerva accompagnò Remus e il piccolo Harry fuori dall’ufficio, cercando di placare le proteste del bambino.

“Mamma! Mamma e papà! Non voiooo!!” si lagnò, dimenandosi.

“Andiamo, piccolo, questione di qualche minuto.” rispose diplomatica e piuttosto rigida la McGranitt. Harry iniziò a piangere.

Fortunatamente Remus riuscì a calmarlo “Ehi, non vuoi farlo un bel giretto sulle spalle di zio Remus? Ti faccio vedere un castello! Andiamo?” gli propose sollevandoselo al di sopra della testa. Harry dimenticò istantaneamente i genitori “Sì, sì! Cattello! Andiamo zio ‘Emus, ‘ndiamo!”. Lily e James li guardarono allontanarsi con il cuore più sollevato.

Solo quando si rivoltarono verso Silente si accorsero della figura in piedi pochi passi dietro di lui, parzialmente in ombra: Severus Piton.

“Silente, che cosa…” iniziò tentennante Lily. Sia lei che James presagivano che si trattava di brutte notizie, brutte notizie per loro, brutte notizie per Harry…

“Voldemort è pronto a colpire. E lo farà con la Luna Nuova… Cioè dopodomani. Ha preparato un attacco in grande stile, tutti i suoi Mangiamorte sono pronti… L’obiettivo è la casa di Sirius Black.” disse molto lentamente, come se ogni parola portasse con sé un peso insostenibile.

Lily si portò una mano tremante alla bocca, cercando lo sguardo di James.

Quando lo trovò non riuscì a scorgevi sostegno, erano terrorizzati all’unisono…

“Non possiamo tornare… Distruggerà la casa di Sirius, si dovrà di nuovo scontrarsi… e alla fine qualcuno morirà…” sentenziò James, abbassando inerme lo sguardo e fissando le proprie scarpe. Era un vicolo senza uscita, dovunque fossero andati, lui li avrebbe seguiti… Come la loro più nera e nefasta ombra, perennemente incollata al loro profilo.

“Potete rimanere qui, per il momento… Non tornate da Sirius. Avvertirò tutti gli altri di stare all’erta. Chiederò ospitalità per Sirius, Mary Jane e Remus, devono lasciare quella casa.” spiegò loro Silente, quindi si alzò e si avviò verso l’uscita dell’ufficio.

“L’attacco non avverrà se loro non saranno lì, te l’ho detto, Silente!” irruppe la voce sibilante di Severus.

“Cosa significa?” domandò prontamente James.

“Significa che Severus mi ha riferito che Voldemort ha una spia, molto vicina a voi… Ma nessuno sa di chi si tratti…” spiegò brevemente il vecchio preside, tornando a rivolgersi ai due coniugi.

“Una spia?!? Ma è assurdo! Nessuno del gruppo potrebbe mai essere una spia!” Obbiettò James, sentendosi offeso in prima persona. Si fidava ciecamente di ognuno dei suoi compagni, avrebbe dato la vita per ognuno di loro e sapeva che avrebbero fatto altrettanto.

“Se c’è una spia… qualcuno che riferisce tutto a Voldemort, come puoi non sapere di chi si tratta? -intervenne acutamente Lily- dopo tutto voi altri passate la maggior parte del vostro tempo ai suoi piedi!”. James annuì alla giustissima osservazione della rossa.

Severus emise un risolino per nulla divertito “Al contrario di voialtri, che siete tutti speranzosi l’uno verso l’altro, l’Oscuro Signore non si fida veramente di nessuno, tranne di sé stesso. Ci sono cose che non riferisce nemmeno ai suoi seguaci più stretti, sa bene che la carne è debole e che chiunque potrebbe spifferare i suoi piani… Legge l’insicurezza nella mente di tanti dei suoi, e certe cose le tiene nascoste…L’identità della sua talpa è una di quelle. Siete troppo banali per pensare queste cose…” terminò con disprezzo.

“Come ti permetti, maledetto…” iniziò James, alzandosi in piedi, mentre Lily portava una mano alla bacchetta e la sfoderava nella sua direzione, risentita.

“Basta così! Se è vero che Voldemort ha una spia, allora questa sarà l’occasione per verificarlo. Severus, puoi tornare alla tua stanza, nei sotterranei. In quanto a voi, Minerva potrà mostrarvi le camere che ho adibito ai vostri alloggi. Per maggior prudenza è meglio che non vi facciate vedere dai miei studenti, ve ne sarei grato. Penserò io ad avvertire tutti gli altri. Una passaporta li metterà in contatto con voi, anche se gradirei non ci fosse un via-vai eccessivo. Per qualunque cosa abbiate bisogno, chiedetela pure. Non è necessario che vi ripeta che la Foresta Proibita è ancora proibita e che è vietato girare per il castello dopo le nove di sera.” concluse con uno sguardo nostalgico e garbato, quindi fece un cenno col capo e uscì.

Lily e James sorrisero e si guardarono divertiti, tante cose potevano cambiare ma Silente era sempre Silente.

“Spero non inizierai a levarmi punti per ogni sciocchezza, ora che siamo tornati qui, Evans!” aggiunse lui, guardandola con arroganza.

“Se te ne starai tappato in camera tua migliorando la vita di ogni altro studente, stai pur certa che non lo farò, Potter!” rispose lei, incrociando spavalda le braccia al petto.

Piton, alle loro spalle, sbuffò nauseato “Me ne vado prima che queste ridicole scenette mi diano la nausea…” e senza aggiungere una parola scivolò silenzioso fuori dall’ufficio.

“Attento, Piton! Sono ritornati i bei vecchi tempi!” sussurrò James, divertito.

Lui e Lily si guardarono e risero di nuovo. Un attimo dopo lui le prese la mano e la strinse forte tra la sua, intrecciando le dita a quelle di lei.

“Siamo ancora qui… Anche se per un motivo ben peggiore…” fece notare tristemente.

Lily annuì e lo abbracciò “Sono stanca… ti prego, non parliamone ora. Voglio solo riavere il nostro Harry e buttarmi sul letto…”

Varcarono l’uscio dello studio, discesero le scale in pietra dell’ufficio e trovarono Remus che cercava di insegnare alla McGranitt a trattare coi bambini. Dallo sguardo rammaricato e preoccupato che lui rivolse loro capirono che doveva già essere al corrente di tutto, forse era stata Minerva…

“Grazie, Remus.” disse solo Lily, prendendo Harry dalle sue braccia.

“Credo che abbia bisogno di essere cambiato, ma non avevo nulla con me per farlo.” riferì lui.

“Ora lo portiamo in camera e ci pensiamo noi.” rispose lei, cercando di sembrare serena.

“Va bene. Ci vediamo presto, allora.” rispose, poi li abbracciò entrambi e, sempre aggrappato al vecchio e rugginoso colapasta se ne andò.

La McGranitt li accompagnò fino alle loro camere, lungo i ben noti corridoi –James li conosceva tutti quanti, da sotto il vecchio mantello dell’invisibilità li aveva esplorati in ogni loro angolo- fino al quarto piano, in un’ala tranquilla e silenziosa. Lontano dalle aule affollate delle lezioni dei giovani maghi e streghe.

Quella sera non si scambiarono che poche parole, Lily non consumò nemmeno il suo ottimo pasto ma si addormentò stanca e frastornata sul grosso e comodo letto, con Harry accanto.

Mentre rimboccava loro le coperte e vi si sdraiava accanto, James non poté evitare di sentirsi impotente. Terribilmente impotente. Quanto tempo sarebbero rimasti, ora, ad Hogwarts? Quale brutta notizia sarebbe giunta la volta successiva? Ed era proprio vero che c’era una spia fra di loro? Al contrario delle altre due presenze profondamente assopite, James non riuscì quasi a chiudere occhio quella notte…

 

E due giorni dopo giunse la notizia che James temeva di più. Non l’attacco, bensì la sua assenza. La casa di Sirius era ancora intatta, tutti quanti stavano bene e Voldemort e i suoi tirapiedi non si erano visti.

Dunque, c’era una spia tra loro…

La notizia gettò tutti nell’allarmismo generale. Il sospetto si infilò come un tarlo nelle loro vite, angosciandoli e rendendoli sfuggenti l’uno verso l’altro.

“Forse… forse è stato solo un caso!” provò a giustificare Lily, una sera che erano tutti riuniti, nell’ufficio del preside. C’era anche Malocchio Moody, quella volta. Il suo occhio magico roteava impazzito in tutte le direzioni.

“Non è stato affatto un caso… C’è una spia tra di voi!” ribatté quasi annoiato Severus, guardandoli gelido uno ad uno.

“Una spia! Ridicolo! Non c’è nessuna spia tra di noi! S-se tu sei abituato a non avere valori, bèh non è il nostro caso! Noi c-crediamo in quello che facciamo! Non ci sono spie nel nostro gruppo!” Peter era balzato in piedi, rosso in volto e con l’affanno, e aveva espresso quello che tanti di loro stavano pensando.

“Hai la coda di paglia, Minus?” azzardò Piton, velenoso.

In un attimo Sirius gli fu addosso, lo prese per il bavero del mantello e lo sollevò, rabbioso. Poi, sentendo gli occhi di Silente e di Mary Jane fissi su di sé lo lasciò andare, cercando di trattenere la furia che era esplosa dentro di lui “Noi non siamo dei voltagabbana come te, chiaro Piton?”

“Levami le mani di dosso, Black!” sibilò lui, astioso. Lo sguardo furente puntato negli occhi neri e contratti di Sirius.

“E se fossi tu, invece? Se fossi tu la spia? Chi ci garantisce che tu non stia giocando all’amico di Silente? Come diavolo faresti a sapere ancora queste cose, se sei fuori? Se ti sei rintanato come un coniglio ad Hogwarts?” gli chiese lasciando che un sorriso compiaciuto gli si allargasse sul volto. James convenne che le osservazioni di Sirius erano giustissime. Lui stesso si stava chiedendo le stesse cose.

“Sirius, Severus! Basta così! Severus, evita commenti per cortesia. E tu, Sirius, mantieni la calma. Severus è una persona di cui ci si può fidare. E per tua informazione, questa è stata l’ultima soffiata che è riuscito a portarci, a rischio della sua stessa vita.” intervenne Silente, serio e inappellabile.

Sirius fu costretto a mollare la presa e Severus evitò ulteriori commenti, la questione fu troncata sul nascere dallo sguardo duro e dalle parole di Silente.

Tutti espressero la loro opinione quella sera, tutti erano convinti che si fosse trattato di un caso… Voldemort poteva benissimo aver scoperto che se ne erano andati da sé. Non era poi così difficile. L’unico che tacque per l’intera durata dell’incontro fu Silente, che si limitò per tutto il tempo a osservarli pensieroso. Nessuno di loro però osò chiedere nulla…

Quando rimasero soli, James e Lily cercarono di farsi nuovamente coraggio. Non volevano, non potevano pensare che qualcuno tra loro, gli amici più fidati di tutta una vita, li stesse vendendo così subdolamente al diavolo.

“Io mi fido di loro… mi fido davvero di tutti loro, James…” fece lei, sedendosi sul bordo del letto, dopo aver comodamente adagiato Harry nella culla.

Lui sospirò, pensieroso “Anche io… Tre di loro sono i miei migliori amici da tutta una vita e gli altri… Bèh, semplicemente mi fido di loro. Non ci hanno mai deluso, mai tradito. Mai nulla…”

“Però… è stato davvero un caso? E se invece fosse Piton a fare il doppio gioco? Non so… magari fa finta di essere con noi e poi invece…” non sapeva più che cosa credere, se pensare male di Piton l’aiutava a non dubitare dei suoi migliori amici, allora ogni diceria era la benvenuta.

James non rispose, mille volte aveva soppesato quell’eventualità, il sospetto era ancora radicato in lui, eppure… “Non so… Silente, lui non è uno sprovveduto. Non si lascerebbe giocare in quel modo…” pensò, condividendo con lei quelle credenze.

Cadde un fitto silenzio, denso di pensieri, di riflessioni, di preoccupazioni…

Fu James ad interromperlo di nuovo, precipitandosi verso uno dei loro bauli e iniziando a rovistare. “Ecco qua! –esclamò all’improvviso- Lil, ti va un giretto per i corridoi, sotto il nostro mantello, in onore dei vecchi tempi? Dai, così ci distraiamo un po’…” la pregò.

Ma non ci fu bisogno di insistere, Lily accettò all’istante e si buttò sotto il grosso mantello solo apparentemente sfarzoso. In un attimo la maggior parte di loro scomparve.

“Accidenti! Dobbiamo abbassarci o qualcuno potrebbe scorgere due paia di piedi camminare per i corridoi!” osservò lei.

“Sì! Sei ingrassata, Lil! Una volta ci stavamo più comodi qui sotto…” rispose lui, stringendosi a lei per stare più nascosto.

“Idiota! Non sarà che invece sei tu, quello un po’ troppo cresciuto?” Lily lo prese da sopra la testa e lo fece abbassare. Finalmente ogni parte di loro era nascosta, scomparsa dietro le pieghe del mantello.

Passeggiarono per i corridoi, lasciandosi trasportare dai ricordi, cercando di depistare l’odiosa gatta di Gazza che ogni tanto spuntava fuori fissandoli e miagolando per chiamare il suo fastidioso e sadico padrone.

Fu una piacevole serata fino a che non spuntarono nei sotterranei e si scontrarono, giungendo da due angoli differenti, con Piton, a sua volta a zonzo.

“Sempre in giro nel cuore della notte, eh Piton? Immischiato in strane faccende, immagino…” lo punzecchiò James, rimessosi in piedi e tolto il mantello dell’invisibilità.

Piton gli riservò un’occhiataccia “Non sono l’unico a quanto pare… Silente vi offre protezione qui, vi chiede di non girare per il castello, ma naturalmente ogni regola è un gentile invito per te, vero Potter? Si da il caso che questa parte del castello mi sia stata riservata, sono libero di girare quanto mi pare e piace per questo scorcio di corridoio. Quella è la mia stanza, quello il mio ufficio e l’altra aula è la mia nuova classe di Pozioni. Questo è il mio territorio... Lo stesso dicasi per te e consorte? Non mi pare proprio…”

James si zittì. Lily lo guardò infastidita “Come possiamo fidarci di te?” gli disse tutto d’un tratto, come se il discorso affrontato diverse ore prima non fosse mai stato dimesso.

Lui inarcò un sopracciglio, non cogliendo dove volesse andare a parare.

“Perché ti sei esposto così? Perché hai fatto la spia per Silente? Cosa ti ha spinto ha metterti così a rischio?” domandò James, desideroso di capire.

Piton non rispose, fissò i suoi occhi neri e freddi in quelli verdi di Lily, senza distogliere lo sguardo o battere ciglio. Dopo solo pochi attimi lei si trovò terribilmente infastidita, a disagio.

A James parve di trovarsi davanti la stessa scena di diversi anni prima, quando si fermò ad assistere all’invito al ballo di Severus a Lily. Sentì la rabbia accendersi dentro, continuava a fissarla in quel modo impertinente, senza dire una parola… Fulmineo afferrò la propria bacchetta e con un solo gesto lo fece volare pochi metri addietro.

“Allora?” gli chiese quando si rialzò.

Piton lo guardò furente, gli occhi ridotti a due fessure, il respiro leggermente accelerato “Fatti miei, Potter… Tu pensa solo a tenere gli occhi aperti e guardarti le spalle, se non volete fare una brutta fine… E a non fidarti…Anche se sarebbe proprio divertente ritrovare il tuo cadavere nel letto…” quindi se ne andò sbattendosi una porta alle spalle.

 

“Quello ti ha guardato troppo!” disse furente, una volta tornati in camera.

Lily sbuffò.

“Secondo me non gli è ancora passata…” aggiunse, sempre istericamente.

“Passata cosa? Non ti seguo, James.” domandò lei, corrugando la fronte.

Lui agitò frettolosamente una mano “Oh, andiamo! Aveva una cotta per te, quando stavamo al quinto anno! Dio, quanto lo odio! Credo che un giorno l’altro io e Sirius andremo a fargli una visitina notturna, così la smette una volta per tutte di mettere gli occhi dove non dovrebbe!” e sbuffò di nuovo, continuando ad andare velocemente avanti e in dietro per la stanza.

Lily inarcò entrambe le sopracciglia, “Sei quasi patetico, James!”

“Non fare l’ingenua! Tanto lo so che anche tu ti sei sentita a disagio! Quello sguardo valeva più di mille parole! Ha ancora gli occhi piantati su di te.” sembrava quasi arrabbiato con lei, da come le rispondeva astioso e la cosa la infastidì parecchio.

“Senti, qualsiasi cosa sia evita di usare quel tono da sufficienza quando mi parli, perché io non ho fatto proprio un bel niente!” e si buttò sotto le coperte, girandosi su un fianco e chiudendo gli occhi “E buonanotte! Spero che ti sia un po’ calmato, domattina!”

James si bloccò di colpo, buttandosi accanto a lei “Come sarebbe ‘buonanotte’? Guarda che stavamo discutendo di una questione importante!”

“No! TU stavi sbraitando frasi senza senso a proposito di una questione assurda che non mi interessa proprio!” precisò lei, voltandosi a guardarlo.

Lui grugnì infastidito, buttandosi sulla schiena e fissando ostinatamente il soffitto solcato da pesanti travi di legno, senza replicare e cercando di riprendere il controllo.

Ma in barba al tono brusco di qualche attimo prima, Lily sorrise e gli accarezzò i capelli.

“Che tenero che sei… Sarai mica geloso, dai!”

James grugnì un’altra volta, scostando la mano di lei dalla sua testa.

Lily ridacchiò e si voltò di nuovo sul fianco “Come vuoi… e io che volevo coccolarti un po’ e avevo in mente un paio di cosette…”

In un attimo James parve riprendersi, si mise carponi e si allungò verso di lei “Cosa avevi in mente, eh?” domandò curioso e impaziente.

“Oh, non te lo dico proprio!” rispose lei, cercando di trattenere una risata.

“Eddai! Su, su, su! Lil, andiamo…” la supplicò.

“Ho detto di no! Non ti dico proprio niente!” fece lei, tirando fuori la lingua.

E di fatti, quella notte, non ci fu bisogno di parole…

 

Trascorsero diversi giorni ad Hogwarts, ogni giorno era un andirivieni continuo, ognuno dei ragazzi passava a trovarli, ad accertarsi che stessero bene, a portare informazioni o anche solo un po’ di compagnia.

Forse perché erano lì, fra le mura di Hogwarts assieme a Silente, ma si sentirono più protetti. Come se avessero trovato la soluzione definitiva. Ma non poteva essere così, Hogwarts era una scuola, non un rifugio, non potevano trattenersi ancora mettendo a repentaglio la vita di tanta gente… Centinaia e centinaia di ragazzini, giovani maghi e streghe, che non meritavano di vivere sul filo del rasoio. Per quanto Hogwarts fosse protetta, per quanto Silente fosse forte, c’era sempre la possibilità che Voldemort lo fosse di più. E non potevano permetterselo.

Raggiunsero una decisione una mattina di ottobre inoltrato, che il tempo era nuvoloso e il vento sibilava prepotente staccando agli alberi le prime foglie e rivestendo i prati di un variopinto tappeto castano-rossiccio.

“Albus, dobbiamo parlarti…” disse Lily per tutti e tre, presentandosi nel suo ufficio assieme a James ed Harry.

Silente li guardò come se già sapesse quello che gli avrebbero detto di lì a poco “Sedetevi pure.” li invitò facendo comparire davanti alla scrivania due comode poltrone imbottite.

Annuirono e si accomodarono, James teneva Harry tra le braccia ma ben presto il piccolo insistette per lanciarsi in una pacifica esplorazione dell’ufficio e lo lasciarono andare trotterellando tranquillo.

“Siamo rimasti anche troppo a lungo qui, ad Hogwarts… -spiegò lei- E alla fine abbiamo preso una decisone. Non possiamo rischiare la sicurezza di tutti i tuoi studenti per cui…” esitante cercò lo sguardo di James, che annuì.

Avevano discusso a lungo, per tutta la notte, della questione. Avevano quasi perso le speranze, si erano arrabbiati, avevano di nuovo litigato, ma alla fine erano convenuti che fosse l’unica soluzione. L’unica che avrebbe potuto fare qualcosa e l’unica attuabile.

“…abbiamo deciso di ricorrere all’Incanto Fidelius.” terminò lui per lei.

Si sarebbero nascosti, avrebbero trascorso una vita rintanati in gabbia, ma sarebbero stati vivi, Harry sarebbe cresciuto, non sarebbe rimasto esposto al pericolo… Tutto il resto, era una grande incognita. Quanto a lungo sarebbe durato tutto ciò? Se quella strana predizione diceva che sarebbe stato Harry ad eliminare Voldemort, un giorno, allora lui non sarebbe scomparso? Quanto a lungo potevano sfuggire al destino?

Il più a lungo possibile, fin tanto che fossero rimasti in vita. Così avevano in fine scelto.

Silente annuì, trasse un profondo respiro e li guardò, uno sguardo pieno di comprensione e rammarico, dispiacere di non poter offrire loro null’altro “Capisco. In questo caso, sappiate che mi offro più che volentieri come vostro Custode Segreto. Mai nulla uscirà dalle mie labbra, se doveste affidarvi a me.”

Loro si guardarono a lungo, sicuri del fatto che di Silente si sarebbero potuti fidare di certo, eppure entrambi concordi sul da farsi. “Ti ringrazio, Albus. Ma abbiamo già pensato anche a questo. Credo che a te possiamo dirlo…” rispose James, cortesemente.

Silente annuì di nuovo “Me lo aspettavo…”

“Sirius. Ho sempre pensato che se mai avessi dovuto affidare la mia vita e quella delle persone che amo a qualcuno, quello sarebbe stato lui. E ora lo farò.”  spiegò determinato.

Non c’erano stati dubbi a riguardo, durante la lunga notte precedente animata da quell’importante decisione. Non appena stabilito il da farsi, il nome di Sirius era corso fulmineo e spontaneo prima alle menti e poi alle labbra di entrambi. Nessuno era più importante, più fidato, più… Sirius. Semplicemente lui.

“La decisione è vostra. Io rimango a più completa disposizione e comunque non ritiro la mia proposta. Sappiate però che se fossi stato nei vostri panni avrei compiuto la medesima scelta.” terminò accondiscendente.

“Allora lo farò venire al più presto, così che possiate accordarvi nel migliore dei modi. Lily, tu sei perfettamente al corrente di come si pratica un Incanto Fidelius, confido in te nel riferire a James ogni dettaglio che gli è ancora incerto. Adesso credo che dovrò assentarmi, è ora di pranzo. Farò venire immediatamente Sirius e nel frattempo mi raccomando. Il massimo riserbo su nomi e luoghi con chiunque non sia lui.” quindi uscirono tutti dall’ufficio e imboccarono differenti direzioni, separandosi.

 

Nemmeno un paio di ore dopo, Sirius era nella loro stanza.

“Silente mi ha fatto chiamare di fretta… tutto ok? Spero non sia nulla di grave ma comunque qualcosa di importante perché ho dovuto troncare a metà il mio litigio con MJ, e stavo quasi per avere ragione!” fece notare, buttando la questione sul ridere.

Entrambi scossero la testa, appena divertiti ma decisamente rassegnati “Ultimamente non va troppo bene, eh?”

Sirius sospirò, prendendo una sedia e buttandovisi sopra “No, è che… Bah! Sarà per tutta questa agitazione… Siamo sempre così suscettibili… Devi sentire i nostri litigi, alle volte mi sa che esagero un pochino, in effetti, però nemmeno lei scherza! Eppure sono sempre più innamorato di lei… assurdo, eh?” disse divertito.

“Tu non cambierai mai!” commentò James, con una risata.

“Puoi ben dirlo! –fece orgoglioso, quindi riprese un tono serio- Ma di cos’è che dovresti parlarmi?”

James e Lily si scambiarono uno sguardo, annuendo reciprocamente, quindi lei prese la parola “Abbiamo deciso di ricorrere all’Incanto Fidelius…”

“E vorremmo che tu fossi il nostro Custode Segreto.”  terminò lui.

Sirius spalancò la bocca e fissò su di loro gli occhi scuri e increduli “Me?” domandò, come un bambino meravigliato.

“E chi altro avremmo potuto scegliere? Sei più di un fratello, più del migliore amico per entrambi, Sirius. Naturalmente a patto che tu te la senta… Voldemort ti starà alle calcagna…Sarà molto rischioso per te…”

Ma Sirius scosse il capo, Voldemort o non Voldemort, avrebbe fatto qualsiasi cosa per loro. Erano i suoi migliori amici, la sua famiglia, c’era un rapporto tra di loro che andava ben oltre le classiche definizioni e nulla l’avrebbe fermato. Niente e nessuno l’avrebbe fatto parlare. Nemmeno sotto tortura. Se era l’unica cosa che poteva fare per aiutarli, allora l’avrebbe fatta più che volentieri. Sarebbe morto per loro, e non era solo una frase fatta.

“E vi pare che possa rifiutare? Cioè, dopo tutto quello che abbiamo passato assieme, sono anche il padrino del pupetto! Sarò il vostro Custode Segreto.” e li abbracciò entrambi, quasi commosso, ma questa fu una cosa che si riservò di nascondere.

 

Era la persona giusta, non li aveva mai delusi una sola volta, c’era sempre stato per qualsiasi cosa. Non nutrirono il minimo dubbio, fino all’ultimo. Si affidarono senza esitazioni a lui, la loro vita era nelle sue mani. Ma soprattutto, la vita di Harry. Affidavano a lui la cosa più importante che avevano al mondo. Stavano facendo tutto quello unicamente per il piccolo Harry, per lui amore, sacrificio e dedizione senza riserve. Era il loro bambino e che lui stesse bene era la cosa più importante. Più importante della voglia di tutti di poter vivere normalmente. Perché non avrebbero potuto camminare per strada senza essere schiacciati dalla paura che qualcosa sarebbe potuto accadergli solo per il loro egoismo. E allora, ne erano certi, stavano facendo la cosa giusta, la migliore.

Neanche un paio di giorni dopo tutto era pronto.

Era una notte nemmeno troppo fredda quella durante la quale scelsero di suggellare il segreto delle loro esistenze in una delle persone più care che avevano al mondo. Tutto era pronto, la nuova casa, che poi era ancora la vecchia casa a Goldrick’s Hollow, era stata riarredata e rifornita in gran segreto, nel giro di pochissimi giorni, ed ora era pronta a riaccoglierli tutti e tre a tempo indeterminato.

L’effetto dell’incantesimo sarebbe stato immediato, tutta la verità su di loro, ogni cosa che riguardava la loro collocazione fisica, sarebbe stato racchiuso all’interno del loro Custode Segreto. Il ricordo di loro non sarebbe scomparso, semplicemente nessuno avrebbe più saputo nulla, dove si trovassero, cosa facessero. Nemmeno cercarli sarebbe servito, e questa era la grande forza dell’incantesimo. Protetti e schermiti da una potente magia indistruttibile, Voldemort non avrebbe potuto scorgerli nemmeno se fosse andato a sbattere col naso contro la loro porta d’ingresso. Come se fossero racchiusi in un’altra dimensione. L’unico modo per manifestare di nuovo la loro presenza era rompere l’incantesimo e la sola maniera per spezzare l’incantesimo era far parlare il Custode Segreto. Ma non sarebbe mai successo, su questo avrebbero messo la mano sul fuoco.

E così, in quella notte tranquilla e silenziosa, Lily, James e Harry, fra le braccia del padre, si recarono rapidamente al luogo dell’incontro. Aspettavano seduti sotto un grosso albero, nei pressi di casa, ben celati dal loro mantello dell’invisibilità.

Erano un po’ abbattuti, avevano dovuto salutare tutti quanti, chissà per quanto tempo non li avrebbero più rivisti. Remus e MJ avevano composto per loro un grazioso album di foto magiche che ritraeva tutti quanti in pose divertenti e spesso imbarazzanti, le ultime pagine erano rimaste vuote; quando MJ spiegò loro che era perché avrebbero completato l’album quando tutto sarebbe finito e sarebbero ritornati fra loro, Lily non riuscì a trattenere le lacrime e gettò le braccia al collo dei ragazzi.

“Andiamo, non stiamo mica partendo per la guerra!” aveva commentato James, cercando di sdrammatizzare. Non gli erano proprio mai piaciuti gli addii e di certo non voleva che quello lo fosse. Si sarebbero rivisti presto, almeno lo sperava, e se anche fossero passati mesi e mesi, si sarebbero comunque riabbracciati un giorno.

E poi sarebbero stati tra di loro, avrebbero avuto tanto tempo da dedicare solo a Harry, niente più babysitter, niente più ore piccole passate fuori casa. Si sarebbero dedicati completamente a lui.

James guardò Lily, il capo chino e lo sguardo assente, e le passò un braccio attorno alle spalle tirandola a sé “Stiamo per prenderci una lunga vacanza… finalmente il meritato relax, no? Potremo coccolarci Harry dalla mattina alla sera e spero vorrai coccolare anche me…”

Lily sorrise tranquilla baciando prima la testa del piccolo, che pareva essersi addormentato, e poi la fronte di James “Puoi contarci!” assicurò.

Qualche attimo dopo videro qualcuno giungere lungo il viale semi-oscurato. James strinse gli occhi per mettere meglio a fuoco la figura apparentemente sconosciuta, cercando di non agitarsi. Lily invece parve inquietarsi. Non sembrava essere Sirius, eppure non avrebbe potuto essere nessun altro dal momento che James aveva badato bene di piazzare un bell’incantesimo assopente su tutto il quartiere. Poi dal buio quasi totale –con un Spegnino avevano smorzato tutte le luci, dalle finestre ai lampioni- emerse l’imponente figura di Silente.

“Albus?” domandò James, levando il mantello da sopra i loro capi.

Silente annuì “Sono qui per ripropormi come Custode Segreto. Non che manchi di fiducia verso Sirius, ma sono inquieto…” spiegò senza giri di parole, guardandoli con fare serio.

Lily si alzò in piedi e l’abbracciò “Grazie Albus, ma noi ci fidiamo di lui… anche se è in ritardo come al solito.” e accennò una risata.

James annuì alle sante parole di Lily.

Silente abbozzò un sorriso “La vostra decisone è presa, allora. Arrivederci, ragazzi. Speriamo vada tutto per il meglio e la situazione si risolva alla svelta.”

Li abbracciò e fece per andarsene, seppure con un peso sul cuore, quando James lo richiamò.

“Ah, Albus! Tieni, non mi servirà in casa… me lo ridarai quando usciremo ancora di qui!” e gli porse il bel mantello dell’Invisibilità, come il pegno per una promessa che sarebbe stata mantenuta.

Silente si limitò a prenderlo, avvolgerselo attorno e sparire nella notte buia. Tutto quello che James e Lily poterono vedere furono le sue orme sull’erba fresca allontanarsi sempre di più.

Nemmeno un paio di minuti dopo nel cielo grosso sentirono rimbombare un potente motore e qualche attimo seguente la grossa motocicletta di Sirius atterrò proprio davanti a loro.

“Sei in ritardo! Come al solito, Sirius…” lo rimproverò allegramente Lily, avanzando verso di lui.

Lo stupore si dipinse sul suo volto e su quello di James quando videro smontare dalla sella, proprio dietro Sirius, anche Peter.

“Peter?!?” domandò James esterrefatto.

“Sì, Peter. –fu Sirius a prendere le redini dei discorso- E se fosse lui il vostro Custode Segreto?” propose con fin troppa leggerezza.

James e Lily lo fissarono a bocca aperta, increduli e incapaci di formulare una risposta che avesse senso.

“Non mi guardate così! –si difese il ragazzo- C’è un motivo…” cercò di spiegare.

James inarcò un sopracciglio, scettico “Non te la senti, Sirius?” chiese preoccupato. Provò un piccolo fondo di risentimento, ma scomparve appena fissò i suoi occhi chiari in quelli scuri di lui, non era paura quella di Sirius, lui aveva in mente un piano ben preciso.

“Bah! Non dire sciocchezze, James! -lo liquidò velocemente- Il punto è che praticamente quasi tutti sanno che sarò io il vostro Custode Segreto. La cosa era anche molto scontata –si pavoneggiò con un occhiolino- E se fosse vera la questione della spia… bè, Voldemort mi troverebbe subito… Non che io abbia paura di affrontarlo, non vi tradirei mai, davvero! Però… la sua magia conosce vie infinite e io ho paura che possa finire male, soprattutto per voi. Ma se ora, qui, decidiamo che sarà Peter il vostro Custode, nessuno a parte noi lo saprà e Voldemort potrà continuare a darmi la caccia, potrà catturarmi e tutto il resto, senza cavarne un ragno dal buco! Potremo far passare un po’ di tempo e nasconderci anche noi, più avanti! Lo depisteremo, lo estenueremo e alla fine gli faremo sapere il fatto suo! E non sto parlando di discorsi…” concluse entusiasta.

James lo fissò ancora a lungo, senza rispondere. Anche Lily rimase in silenzio, guardando prima Sirius, poi Peter. In effetti il piano di Sirius era geniale e non faceva una piega, però loro avevano scelto lui, di nessun altro si fidavano così tanto, seppure Peter fosse effettivamente un carissimo amico, una persona degna di fede.

“Allora?” li esortò il moro, impaziente.

“Bè…” James non sapeva esattamente cosa rispondere, guardava Peter, che pareva visibilmente agitato e imbarazzato.

“Io… farei qualunque cosa per voi, anche se fino ad ora vi sono stato veramente poco d’aiuto…” ammise mestamente il ragazzotto, fissandosi le scarpe, forse per timidezza non osava incrociare lo sguardo di James o di Lily, semplicemente teneva gli occhi fissi a terra.

James sorrise “Grazie Peter… Noi avevamo scelto te, Sirius, ma devo ammettere che la tua è una trovata geniale… Però per piacere, non fare lo scavezzacollo per attirare appositamente l’attenzione di Voldemort su di te, nasconditi più presto che puoi, intesi?”

“E portati dietro MJ!” aggiunse Lily, con un sorriso.

Il volto di Peter si illuminò, così come quello di Sirius.

“È un sì?” chiese quest’ultimo.

“È un sì. Ci fidiamo di voi, ragazzi. La vita di Harry è tutta nelle vostre mani…” concluse James, poi abbracciò forte Sirius, battendogli una gran pacca sulle spalle.

“Ci si vede presto, Jamie.” gli disse lui appena prima di abbracciare forte Lily.

“E ciao anche a te, micio! Mi raccomando, fai esasperare per bene mamma e papà e non farli dormire la notte, ok? Così dopo avranno un bel po’ di cose da raccontarmi.” strinse Harry fra le braccia, svegliandolo, allora lo fece volteggiare un po’ per aria, facendolo ridacchiare felice e gli scoccò un gran bacio sulla fronte.

“Sirius, mi raccomando… Ti affidiamo Harry nel caso qualcosa non dovesse funzionare a dovere…” aggiunse seria Lily, guardandoli giocare.

“Eh, sono il padrino perfetto! Ma non succederà niente e non ce ne sarà bisogno, a meno che voi altri due non decidiate di abbandonarlo e fuggire per qualche passionale luna di miele…” Sirius rimise a terra Harry, scompigliandogli i capelli scuri, quindi rivolse loro un ultimo sorriso e ripartì in sella alla grossa moto lasciandoli soli con Peter.

James si strofinò gli occhi e si risistemò gli occhiali sul naso quindi rivolse di nuovo la propria attenzione a Peter “Pronto? Sei sicuro di volerlo fare, Peter? Sarà… pericoloso per te…”

Peter annuì, gli occhi che gli brillavano come non mai e le mani che tremavano per l’eccitazione “Lo farò! Sono sempre stato l’ultimo fra voi, Sirius era un fenomeno, Remus era quello saggio e io ero solo il pagliaccio del gruppo. Non sono mai stato molto abile, ma questa volta voglio fare qualcosa di importante per voi…” il suo sguardo era ancora fisso a terra, impacciato.

James e Lily sorrisero e lo abbracciarono, ringraziandolo “Mi raccomando, nasconditi alla svelta anche tu!”

Peter annuì e poi si fecero più seri tutti e tre, iniziano a procedere con l’incanto. Lei suggerì a Peter la formula per suggellare il tutto, a rito concluso. Quindi si disposero a cerchio, proprio davanti all’ingresso dell’abitazione.

Lily estrasse la proprio bacchetta e la tenne ritta avanti a sé.

“Confido in te, Peter.” disse con solenne serietà. James ripeté le stesse parole.

Quindi scandì bene l’indirizzo e pronunciò una formula arcaica in una lingua incomprensibile. Un cerchio di luce blu si accese attorno a loro, dal centro partì un raggio che andò a colpire il punto più alto della casa e ne discese le pareti esterne avvolgendole tutte nella medesima luce.

Tutti e quattro si presero quindi per mano e in fine Peter pronunciò lentamente le parole che Lily gli aveva suggerito pochi attimi prima.

I cuori di tutti e quattro battevano prepotentemente ma nessuno lo faceva come quello di Peter. Improvvisamente, si bloccò, ebbe una piccola esitazione, James alzò lo sguardo e lo fissò, notò la confusione nei suoi occhi ma non se ne curò più di tanto…

Dopo tutto Peter era sempre stato un po’ insicuro ed impacciato… Poteva semplicemente essersi dimenticato una parola… O no?

Ma Peter concluse la formula, la porta della casa si spalancò, lasciando entrare Lily, James ed Harry e si richiuse con un tonfo alle loro spalle. Quindi la luce blu che li aveva avvolti per tutta la durata dell’incantesimo si smorzò e tutto tornò tranquillo. Le luci si riaccesero in strada, alle finestre e qualcuno si ridestò nelle abitazioni prossime.

Solo allora Peter alzò lo sguardo verso l’abitazione. La tendina di una finestra era scostata e James lo stava guardando, solo lui poteva scorgerlo. Incrociò il suo sguardo interrogativo e subito distolse il proprio. Finse un sorriso, si voltò di scatto e si allontanò con l’animo lacerato dal tormento.

 

Lily era tutta occupata a cercare di calmare Harry per notare quanto succedeva ma quando vide lo sguardo crucciato di James si stupì “Va tutto bene?”

James sospirò “Speriamo di aver fatto la scelta giusta…” disse soltanto, poi abbracciò lei e il piccolo e cercò di sfoderare il suo solito sorriso allegro.

“E adesso… VACANZA!!”

Lily continuava a fissarlo seriamente, invece “Hai dei dubbi, James? Dubbi… riguardo Peter?”

James si sentì un verme, combattuto tra quella che era stata l’impressione di pochi attimi prima e l’amicizia di lunga data con Peter. Poteva davvero dubitare così di un amico che conosceva da anni? Di un amico che si stava mettendo in pericolo per proteggerli? Forse le sue erano solo paure ingiustificate.

“Non so… ho letto un tentennamento nel suo sguardo… Credo che per un paio di notti dormirò con un occhio aperto e uno chiuso… Sono uno stronzo a dubitare in questo modo?” domandò insicuro alla rossa.

Lei parve riflettere e soppesare la sua risposta “Credi davvero che Peter possa essere una spia?” c’era un leggero tono d’accusa che rese suscettibile James, nella sua domanda.

Lui sbuffò, appena infastidito “Non ho detto questo… Solo che Peter è sempre stato… influenzabile, ecco. Bèh, forse dipende solo dal fatto che anche lui era molto agitato per questa faccenda. E che non c’è nessun altro di cui mi fidi più di Sirius… Credo sia questo.”

Lei non rispose, continuò a cullare Harry tra le braccia, cercando di ammansirlo, poi si sedette sul loro vecchio e comodo divano “James, perché non cerchiamo di stare tutti tranquilli? E’ meglio per ognuno di noi, credo…”

E aveva ragione. Se iniziavano a litigare dopo due minuti là dentro, se rendevano l’aria ancora più tesa di quanto non fosse già, tutto si sarebbe spezzato troppo alla svelta.

Lui si sedette accanto a loro, coccolandoli entrambi e cercando di seguire il consiglio di lei.

Dopotutto aveva deciso di rilassarsi e godersi questo riposo forzato quanto possibile.

 

Il giorno seguente, con gran sollievo di James nessun Lord Voldemort era giunto a bussare alla loro porta e nessuno di loro era stato sterminato, tutti e due trovarono il loro bel da fare.

Avevano deciso che per impiegare il tempo avrebbero stregato ogni stanza disponibile trasformandola in un ambiente ideale, da uno scorcio di Diagon Alley ai loro preferiti luoghi di villeggiatura e ben presto riuscirono a rinchiudere un po’ di mondo, là dentro.

Intavolarono una gara, chi fosse riuscito a creare l’ambiente più verosimile e più vasto avrebbe vinto e al perdente sarebbero toccati i lavori domestici per tutta la settimana seguente… Senza magia!

Lily cercò di ricreare fedelmente la parte del meraviglioso parco di Hogwarts che si affacciava sul lago, ma ebbe parecchi problemi col meteo, incapace di padroneggiare correttamente un incantesimo del tempo meteorologico finì per far assomigliare tutta la zona in una desolata landa della Groenlandia.

James invece realizzò un meraviglioso modello di quello che era stato il giardino della sua vecchia tenuta, dove avevano passato assieme diverse estati.

Persino il cielo era luminoso e splendente e l’aria calda come nel miglior agosto. Lily fu per metà meravigliata e per metà scocciata. Tuttavia la voglia di godersi quel posto era tanta che finì per dimenticare che le sarebbe toccato svolgere faccende babbane per tutta la settimana seguente e, preso con se Harry, si divertì un mondo a sguazzare nel piccolo torrente che ne scorreva al limitare dell’area.

“Ti ricordi la sera del mio compleanno, la prima estate che hai passato da me?” domandò lui ad un certo punto, distendendosi sull’erba fresca e lanciando un’occhiata per assicurarsi che Harry non stesse annegando nel fiume.

“Aha… come potrei dimenticarla! È stata la prima estate veramente divertente di tutta la mia vita…” lei sorrise e accertatasi della stessa cosa, Harry stava amabilmente sguazzando in pochi centimetri di acqua fresca, si coricò accanto a lui. Un occhio vigile sempre puntato sul piccolino.

“Sai una cosa? Stavo per baciarti, quella volta!” le confessò con una risata.

“Ah, potevi dartela una mossa, invece mi hai fatto penare un altro po’ di mesi! Però è stato bello anche così…E comunque, ora siamo qui e potresti far andare diversamente le cose, rispetto a quella sera…” lo invitò lei, sporgendosi verso di lui e accarezzandogli i capelli bagnati.

“Uhm… una buona idea, Evans! Quasi non credo che sia veramente venuta a te…” e senza lasciarle il tempo di replicare incollò le labbra su quelle fresche e saporite di lei.

Ma il loro tripudio amoroso non durò a lungo che un tonfo e gli strilli di Harry li riportarono alla realtà.

“Harry! Santo cielo, guarda che ti sei fatto!” Lily era corsa veloce da lui, prendendolo in braccio e soffiando delicatamente sulle manine escoriate che il piccolo aveva usate per pararsi dalla caduta.

“Ah, fa vedere a papà! Non si piange così, Harry! Altrimenti sembrerai una donnetta come la mamma!” lo esortò scherzosamente il padre.

Lily scosse il capo rassegnata “Guarda che non è un soldato, ha poco più di un anno e il diritto di piangere quanto vuole… E non ricominciare a sfoderare le tue tesi maschiliste sulla mascolinità!” lo sgridò con una linguaccia.

“Agli ordini, capo… Adesso è meglio disinfettare un po’, però. Ormai si è fatta sera ed è meglio tornare a casa… Aha! –rise- sembra davvero di stare in villeggiatura!”

E ‘rincasarono’ in cucina, prendendo una pozione disinfettante e guarendo le manine di Harry che la mattina dopo si erano già riprese, pronte a guidarlo in un’altra avventura.

 

Le giornate le trascorrevano così, inventandosi piccoli angoli di paradiso solo per loro dove poter giocare e potersi rilassare a dovere. E quella vita non era poi così male come avevano immaginato.

La giornata del trentun Ottobre, però, fu dedicata ad attività differenti. Gli addobbi per Halloween sparsi in tutta la casa. Ed erano venuti proprio bene!

Con l’aiuto di mamma e papà anche il piccolo Harry aveva intagliato la propria piccola zucca personale e l’aveva posta tutto gioioso sul davanzale della finestra. La sera fu il turno della piccola festicciola privata che li impegnò per la maggior parte del tempo, assieme alla promessa di James di divorarsi tutti i buonissimi dolci fatti da Lily, dalle stringhe di liquirizia alle mele caramellate. Promessa che riuscì a mantenere.

“Incredibile quanto mi sento pesante questa sera…” aveva commentato, buttandosi sul divano e levando il cappello da moschettiere e i baffi che si era appiccicato sopra le labbra.

Lily ridacchiò seguitando a fare levitare un divertitissimo Harry travestito da piccola apetta.

“No! Non levarti quei baffi, eri così divertente!” lo pregò lei, sistemando la parrucca da regina che le pendeva ora da una parte.

“Baffi, baffi!” anche Harry prese ad indicarlo contrariato, era impazzito di risa vedendo suo padre conciato a quel modo.

“Vedete? A furor di popolo, rimettete subito quei deliziosi baffetti!” ordinò Lily, atteggiandosi a potente regina.

Con un piccolo incantesimo James si riposizionò i baffetti ricciuti sopra il labbro superiore, per la felicità di Harry che ora svolazzava attorno alla sua testa.

“Vieni qui, apetta! Lo sai che sei proprio delizioso a strisce nere e gialle?” commentò lui, afferrandolo e mettendoselo in grembo. Se lo coccolò a lungo, finché non crollò addormentato. “Si stanca sempre, da quando siamo qui. In effetti non fa altro che giocare, correre e saltare da mattina a sera.” osservò contenta Lily, levandogli delicatamente il costumino e infilandogli il pigiama per la notte, cercando di non svegliarlo.

“Lo porto a letto.” disse a James, prendendolo tra le braccia e avviandosi ai piani superiori. Ridiscese qualche minuto dopo, il grosso e ingombrante vestito da regina scomparso, sostituito da un più pratico maglioncino e da un paio di pantaloni. Anche James, nel frattempo, era ritornato agli abiti civili, anche se aveva scherzosamente mantenuto i baffi.

Vedendolo, comodamente sdraiato sul divano lisciandosi i baffoni finti, Lily esplose in una risata distesa. Gli si sedette in grembo e iniziò pacificamente a coccolarselo “Non è poi così male, vero?”

“Non lo è per niente.” acconsentì lui, levandosi la finta peluria labiale.

“Non c’è stata nessuna spia… Chissà come se la staranno passando Sirius e Peter…”

Lui annuì, si stava chiedendo esattamente la stessa cosa “È solo questione di attendere… Albus ha detto che ci avrebbe fatto avere notizie, ma solo una volta ogni due settimane… Tra due o tre giorni magari ci manderà un gufo, o chissà che modo escogiterà. E… sono contento di sapere che la mia impressione si è rivelata completamente sbagliata.” osservò alla fine. Accompagnando alle parole un sospiro di sollievo.

Rimasero accoccolati uno fra le braccia dell’altro diverso tempo, poi un brivido gelido li risvegliò entrambi, stavano ancora sul divano nel salotto, illuminato dalle candele nelle zucche volanti.

Lily spalancò gli occhi di colpo, come se le avessero gettato un secchio di acqua gelida addosso, rabbrividendo “James!” ma non ci fu bisogno di destarlo, anche il ragazzo, infatti, si era messo a sedere, all’erta.

“Hai anche tu questa sensazione? Qualcosa è cambiato… Io… mi sento scoperta!” cercò di spiegarsi. Il panico che prendeva strada verso di lei. Si sentiva come se fosse stata messa a nudo una notte gelida di fronte ad una numerosa platea di persone. La stessa sensazione la stava provando James.

Respirò affannosamente, cercando di calmarsi “Lil… stai pensando quello che penso io?” domandò dubbioso, tuttavia già a conoscenza della tremenda risposta.

“Sì…” confermò titubante, aggrappandosi a lui. “L’incantesimo si è spezzato…”

Presto lui scattò in piedi, tirandola su di peso e dandole una sonora scrollata, vedendola smarrita. “Harry! Pendiamo Harry e andiamocene di qui!”

Ma Lily non fece a tempo ad annuire che l’atmosfera attorno a loro si fece densa di malvagità, carica di tensione e fredda come l’alito della morte.

“È … è qui…” Lily sussurrò appena quelle parole, in preda al panico. Poteva sentirlo vicino, molto vicino. Forse era già all’ingresso… Percepivano il suo fiato terribile e demoniaco già sulla loro pelle. Lily portò una mano al vecchio e sbiadito Marchio Nero che ancora aleggiava sulla sua candida pelle… Si era già ritrovata faccia a faccia con lui, ma mai era tornato a bruciare come se fosse fresco. Lo coprì con una mano, terrorizzata. James le accarezzò dolcemente il braccio, scostandole la mano e baciando quel segno nero di morte, che non era più niente per lei, per loro.

Lord Voldemort era arrivato.

Sentirono bussare alla porta, quei tonfi sordi li riscossero dal terrore che si stava impadronendo di entrambi.

Lily sentì la forza venirle meno, “James!” singhiozzò implorante, aggrappandosi alle sue braccia.

James aveva il respiro accelerato e lo sguardo colmo di spavento. La trascinò verso le scale, cercando di mantenere la mente lucida. Non doveva farsi prendere dal panico. Qualsiasi cosa sarebbe successa, l’avrebbe affrontata. Non doveva impazzire di paura, per sé stesso, per Lily, per il loro Harry… “Lil, ti prego, amore mio, prendi Harry!” la supplicò disperatamente.

Lei si lasciò scappare un singhiozzo mentre sentiva una tremenda voce infernale sussurrare ‘Alohomora’ e la porta scricchiolava sinistramente lasciando entrare, accompagnato da una folata di gelo sovrannaturale, il padrone di quella voce. “James, ti prego, James! Vieni con me, vieni con me!” lo implorò ormai alle lacrime.

“Lily, prendi Harry e scappa! È lui! Scappa! Corri! Io cercherò di trattenerlo…!” ordinò con fare più risoluto, deglutendo sonoramente per cercare di nascondere le note di panico.

“NO! James… morirai!” disse in un sussurro, come se non avesse mai voluto pronunciare quella parola. Sentì il dolore raddensarsi e colpirla come un pugnale al cuore. Non voleva andare da sola, non voleva andare da nessuna parte senza di lui. Non poteva, semplicemente per il fatto che non ce l’avrebbe mai fatta senza di lui…E tutto quello che ora riusciva a fare era piangere disperatamente, aggrappata a lui, supplicandolo di non farlo, di non lasciarla sola.

Lui la strinse fortissimo, così forte che Lily credette di sentir cedere un paio di costole, ma non era quello il suo più grande dolore in quel momento…lo strinse a sua volta, convulsamente. James le prese il volto bagnato dalle lacrime e arrossato e lo baciò forte, incollando le mani alla sua pelle liscia e calda, afferrando saldamente la sua nuca la baciò con tanta foga che pareva stesse per divorarla. Strinse i suoi morbidi capelli rossi e le baciò ancora gli occhi chiusi e lacrimanti prima di allontanarla da sé con il più grande sforzo e il maggior dolore che la vita gli avesse mai richiesto. Ma aveva deciso che era l’unica cosa da fare…

Lily sentì le ginocchia cederle quando la presa salda di lui venne meno. Rimase imbambolata accostata al muro, incapace di pensare, di dire o di fare qualsiasi cosa, anche la più semplice.

“Corri!” le gridò contro guardandola per l’ultima volta e girandosi poi di spalle. Portò una mano tremante alla tasca e quindi mosse i primi passi… In direzione di quello che sarebbe stato il suo destino. Dipendeva tutto da lui ora, doveva combattere, doveva avere coraggio e trattenere Voldemort abbastanza a lungo da permettere a Lily di correre da Harry, prenderlo e scappare da lì, verso una speranza maggiore. E poi…

Lily annuì vigorosamente e corse per le scale, cercando di non ascoltare le voci e la malefica risata che riempiva l’aria della stanza al piano di sotto che stava abbandonando. Resisti James, corro dagli altri e torno da te… ti prego, resisti!

 

James si passò una mano sugli occhi, scostando appena gli occhiali, quando la tolse e alzò lo sguardo si trovò faccia a faccia con il più tremendo dei maghi dai tempi di Salazar Serpeverde. Ma non doveva avere timore, ormai gli era chiara ogni cosa che doveva fare. Meccanicamente afferrò la bacchetta e se la portò ritta davanti al volto ancora scosso ma terribilmente concentrato, ora. Doveva intavolare un duello, e protrarlo per il tempo maggiore che gli fosse possibile.

Lord Voldemort ghignò divertito, afferrando a sua volta la propria bacchetta e ripetendo il medesimo gesto “Andiamo, Potter! Sarà come rubare un lecca-lecca ad un bambino, per me! Ma se è questo che vuoi…Impiegherò cinque secondi anziché un attimo per mandarti all’inferno…” sibilò, quindi rise di nuovo.

James rinsaldò la propria presa sulla bacchetta, in un attimo due medesimi incantesimi partirono dalle opposte direzioni. Due potenti Cruciatus che andarono a vuoto aprendo due grosse falde nei muri dell’abitazione. James riuscì a scansarlo per un soffio, distratto com’era dai proprio timori, dalle proprie speranze, dai rumori che giungevano dal piano di sopra, dove Lily stava correndo. Il suo viso di deformò per lo sforzo di concentrarsi quando lanciò la seconda maledizione verso Voldemort che semplicemente riuscì a scansarla sparendo e ricomparendo mezzo metro più in fianco, però sortì l’effetto di mandare a vuoto il suo primo tentativo di ucciderlo.

Rise ancora diabolicamente, fingendo uno sbadiglio “Ora sono stanco, però. Muori! Avada Kedavra…

Appena un attimo prima di venir investito dalla potente luce verde che sprigionò con foga dalla bacchetta dell’avversario, James lanciò un incantesimo. Ma era troppo tardi, oramai. Era troppo scosso, troppo stanco e troppo preoccupato per riuscire a scansarlo in tempo. E pensando a Lily e Harry, le cose più belle che la vita gli aveva dato, lasciò il proprio mondo afflosciandosi a terra.

Di nuovo la risata di Voldemort risuonò per le mura dell’abitazione facendole quasi tremare. “Te l’avevo detto, sciocco!” ma a guastare parte del suo divertimento fu una fitta di dolore al braccio destro, così forte che la bacchetta gli cadde di mano. Un grosso squarcio nel mantello nero lasciava intravedere una profonda ferita. Per metà adirato e per metà stupefatto, Voldemort si chinò a raccogliere la propria arma “Tuo figlio pagherà anche per questo, maledetto!” quindi proseguì la propria avanzata, strisciando come un’ombra nera di terrore su per le scale buie.

 

Lily aprì la porta lasciandola spalancata e correndo verso la culla dove Harry gridava e piangeva disperatamente, consapevole di quanto stava succedendo attorno a lui.

“C’è la mamma, Harry! Vieni!” disse con voce tremante prendendolo tra le braccia. Fece per smaterializzarsi quando la sentì. La terribile formula, pronunciata da quella sibilante voce d’oltretomba riecheggiò su per le scale, continuando a rimbombare nella sua testa già confusa.

Sentì il cuore fermarsi e un dolore così grande che non sarebbe stata neanche in grado di descrivere. “James…” mormorò mentre tutto il suo corpo veniva scosso dai singhiozzi.

“James!” ripeté di nuovo, incapace di pensare ad altro. La mente completamente vuota e gli occhi serrati, come se bastasse non prendere coscienza della situazione per non renderla reale… Era… era… Non c’era più! Il suo amore non c’era più.

E che cosa doveva fare ora? Dove sarebbe dovuta andare? A cosa sarebbe servito scappare se in qualsiasi posto fosse andata non lo avrebbe ritrovato? Rimase immobile, le braccia strette attorno a Harry, scalciante e piangente come mai prima. Le orecchie perturbate dalla risata malefica che ben conosceva e che si faceva mano a mano più vicino…

“James…” mormorò di nuovo, come se chiamare il suo nome sarebbe servito a farlo comparire di nuovo lì davanti a lei, sorridente e burlone come al solito, pronto a tirarle i capelli, farle una linguaccia e poi accoglierla nel proprio caldo abbraccio prendendola in giro per essere piagnucolona come una donna, sussurrandole dolcemente che era stato tutto uno brutto scherzo.

Corri!

Era stata questa l’ultima cosa che gli aveva detto, un ordine a cui non poteva disobbedire… Per cosa, poi doveva correre?

Prendi Harry e scappa!

Harry! Che sciocca, aveva ancora lui, che era la sua gioia più grande e non era il momento per lasciarsi andare, quello! Scosse il capo e accarezzò il suo bambino, cercando di calmarlo. Prese la bacchetta e rapida e precisa sigillò la porta, un palliativo inutile che però, quanto meno, avrebbe avuto il vantaggio di farle guadagnare tempo…

Provò a smaterializzarsi ma non ci riuscì. Come l’ultima volta che se lo era trovato davanti, Voldemort doveva aver isolato la casa… E allora doveva scappare. Ma non c’era una scopa, non c’era un camino in quella stanza e l’unica via di fuga a piedi l’avrebbe portata dritta nella tana del lupo.

Un incantesimo… Se non potevano andarsene, almeno si sarebbero protetti abbastanza a lungo. Ma conosceva un incantesimo abbastanza potente da proteggerli da ben più di un temporale, da ben più di una sciocchezza, da nulla di meno che la morte stessa?

Guardò il suo piccolino, tra le braccia… E si ricordò. Ne conosceva uno… Uno che avrebbe protetto perfettamente Harry… Ma non l’aveva mai praticato! Lo aveva solo potuto leggere su un vecchio libro, tanto tempo prima… Richiedeva forza, ma quella non le mancava. Aveva la sua e quella di James, la loro forza e la loro determinazione a salvare loro figlio…

E allora con la bacchetta disegnò un cerchio a terra, lo divise in due parti e si posizionò in una metà facendo sedere Harry nell’altra.

Sentì bussare alla porta e istintivamente si voltò verso di essa… La glaciale risata di Lord Voldemort la scosse “Lily, Lily, Lily! Mia piccola stella, hai sigillato la porta… come farò ad entrare ora?” la prese in giro con la sua voce velenosa.

Ma Lily non aveva perso tempo ad ascoltarlo, raggomitolata di fronte al proprio bambino si tagliò un dito, trasfigurando un orsetto in un piccolo pugnale, e tracciò una riga verticale sulla fronte di Harry. Cercò di ricordare esattamente le parole di quell’antico rito di magia nera di origini celtiche. L’istinto di sopravvivenza gliele fece pronunciare tutte, correttamente. Il cerchio si illuminò, sigillandoli. Il sangue sulla fronte di Harry fu come riassorbito dalla sua stessa, bianca pelle. La piccola ferita di Lily si rimarginò.

E allora la porta della stanza si aprì con un tonfo. Voldemort stava ora a pochi metri da loro.

Lily si alzò in piedi davanti al proprio bambino, ben decisa a fargli da scudo in tutti i modi possibili.

“Ben felice di rivederti, Lily cara. Ma ora spostati, per favore.” le propose diplomatico Lord Voldemort. In fondo, lei poteva ancora essere sua in qualche modo. Naturalmente dopo aver sistemato un paio di questioni con quel guastafeste di suo figlio.

Lei cercò di lanciargli uno Schiantesimo, ma fallì.

Era così dannatamente potente quella notte, come non era mai stato. Ed era terrificante, il suo sguardo assatanato era ancora più cupo e determinato ad uccidere del solito.

“Spostai, sciocca!” le intimò brandendo la bacchetta e lanciandole una Cruciatus.

Lily si afflosciò in preda a qualche convulsione davanti a Harry che si disperava e si aggrappava alle vesti della madre. Ma non si spostò, strinse Harry fra le braccia, avvolgendolo e proteggendolo. Un’altra Cruciatus, più potente di prima, la colpì immediatamente alle spalle, facendola piangere e gridare di dolore.

“NO! Harry no, ti prego! Farò qualunque cosa!” lo supplicò. Era così stanca di combattere.

“Spostati, stupida… spostati!” gridò lui, il suo tono era ora più forte e potente che mai. Lily poté sentire la forza mentale di Voldemort penetrargli nella testa ma la sua volontà era forte, anche se il suo corpo dolente e stanco, e non avrebbe ceduto al suo controllo. La posta in gioco era troppo alta, la più alta.

“Harry no, prendi me piuttosto, uccidi me, ma non Harry! Ti prego, per favore… lui no!” non ci riusciva, non sapeva più come proteggere il suo bambino… Non ne aveva più la forza materiale, ma non lo avrebbe lasciato morire. Lo aveva promesso a James, che lo avrebbe protetto! Lo aveva promesso a James e lo voleva per sé stessa, e per tutte le cose bellissime che avrebbero atteso Harry, quando tutto sarebbe tornato come una volta.

E allora non le era rimasta che un’arma… L’incantesimo che aveva praticato prima avrebbe protetto Harry da qualsiasi maledizione, ma si sarebbe attivato e rafforzato… prendendo la sua vita. Quindi ora, non c’era rimasto nient’altro da fare. Harry sarebbe vissuto, se fosse andata così.

“Sei una sciocca! –gridò lui rabbioso, allora l’avrebbe uccisa. Non sarebbe stata sua, nemmeno questa volta, ma l’avrebbe tolta di mezzo- Allora morirai come desideri!”

Lord Voldemort alzò la propria arma puntandola alle spalle di lei.

Lily strinse Harry più forte che poté. Stava per morire ora, aveva una dannata paura. Se almeno James fosse stato accanto a lei… Se almeno avesse potuto stringere la sua mano e guardare il suo sorriso. E lo vide, vide il volto di Harry, ritratto di quello di James. Lo baciò sulla fronte augurandogli mentalmente il meglio per tutta la sua vita e chiuse gli occhi, “Vivrai” gli sussurrò per ultimo.

Avada Kedavra!” la luce verde la colpì facendola sobbalzare e ricadere su un fianco, gli occhi serrati per sempre.

Solo Harry era rimasto ora, e sarebbe stato uno scherzo. Il braccio di Lord Voldemort che impugnava la bacchetta si tese di nuovo, stavolta nella direzione del bambino che giaceva inerme innanzi a lui e…

 

…e Harry visse. Anzi, sopravvisse.

 

These wounds won't seem to heal
This pain is just too real
There's just too much that time cannot erase

 

 

 

Il resto è storia nota…

 

 

 

 

E in fine siamo giunti anche a questo punto. Perché ci si doveva arrivare per forza, purtroppo, mamma Rowling aveva deciso così e io avevo deciso di attenermi ai fatti (Per lo meno quelli a me noti fino al 4° libro…).

E’ stato davvero difficile scrivere questo capitolo, per questo ci ho impiegato tutto questo tempo (ehi, però è venuto lungo quasi il doppio degli altri!!! 26 pagine di word!). E’ stato difficile pensare di condannare a morte due personaggi che adoro ed è stato difficile decidere come trattare l’argomento, per vi chiedo solo una cosa: voglio i vostri più sinceri pareri riguardo a quest’ultimo capitolo. Niente cortesie, niente ‘Oh, bello, complimenti!’ o ‘Che brutto, schifo!’, voglio delle belle recensioni con i vostri reali pareri, ok?

Ve lo chiedo come regalo di Natale in ritardo (E che ritardo!!!!!)…

Comunque, giusto per non farvi tirare troppo presto un respiro di sollievo illudendovi di liberarmi ora di me, vi anticipo che seguirà ancora un piccolo Epilogo. Ultimo capitolo della fic. Ma la vera nius è che, a grande richiesta, ho intenzione di scrivere un finale alternativo. Della serie ‘Se il Custode Segreto fosse stato Sirius: Cinque anni dopo.’, cosa ne pensate di questa idea? E’ decisamente assurda o vagamente realizzabile?

Personalmente mi aiuterebbe a superare il distacco e ad elaborare il lutto… T__T La perdita è ancora così fresca che fa male… Cavolate a parte, voglio anche questa vostra opinione. Lo so che ho tante pretese.

 

E ora, come al solito ringrazio Ran, che è la beta-reader più scrupolosa che si possa avere e fa ammenda a tutte le mie manchevolezze grammaticali e sintattiche. Tra l’altro ha disegnato un meraviglioso logo per la mia storia, (Ran, perché non metti on line anche quello?), ma soprattutto una fan-art di James e Lily, anzi, un disegno stupendo, un piccolo capolavoro! ^^ Sei bravissima, Cannuccia di Ly, ha colto perfettamente l’essenza di entrambi e del loro rapporto! ^o^ Graaazie! [Metto il link per vederla a fondo pagina, cmq se non si riesce l'indirizzo e questo http://www.manga.it/image.asp?s=f&i=9942.jpg e a breve dovrebbe comparire anche sull'efp] Quindi passiamo ai saluti! ^^

Luna Malfoy: come sempre sei gentilissima, cara! E’ anche tempestiva!! ^3^ Mi raccomando, voglio subito una tua opinione su questo capitolo! E mi farai di nuovo la ramanzina? Cioè, l’attesa è stata lunga, ma anche il capitolo è il doppio del normale…

Voldy Weasley: Sì sì, anche io adoro il micetto! ^^ E non piangere troppo per Sirius, ‘aspetteremo che ricompaia… succede sempre alla fine!’ e succederà! è.é (Parola di Luna!)

Serena: Serenella cara!!! Eccoci qui T_T non inondarmi la recensione di lacrime, mi raccomando! Tanto tornano sempre! è.é *Ormai ce l’ho con sta frase* Tanti baciotti, tesora!!! Ah, e al rogo la Bellatrix e il caro amico Snivellus!!! >.< *In inglese Mocciosus rende troppo di più!! uah uah* La fic su Siri che avevo in mente è diventata una one shot… ora non zo più che fareeee!!!

Giuggy: Sei un tesorone!!! Purtroppo però abbiamo quasi finito, ci resta un epilogo, un finale alternativo e poi… BUAAAH!!! Sarò disoccupata!! T_T Intanto mi raccomando, fammi sapere che ne pensi, che ci tengo. ^^

Blackmoony: Nessuno di noi vorrebbe pensarci, ma è successo, purtroppo!! T_T Mi sento crudele come la Rowling, il che è tutto dire…Ma come farà lei a scrivere queste cose? Si deve proprio essere senza cuore! è.é Cattiva, JK! In punizione dietro la lavagna (E portati il pc e lavora! ^^)

Buffy: Ciao cara!! ^^ Grazie mille per tutti i complimenti… Sei sempre gentilissima! Bè, adesso sai anche perché Piton non poteva conoscere l’identità della spia di Voldemort… Però il finale alternativo lo avremo lo stesso. ^^ Spero ti piacerà…

Hermy15: Allora, a quando la tua fic? Sempre che non sia già pubblicata @.@ Me non ha mai tanto tempo per controllare e a volta scivolano via alla svelta! Spero di poterla leggere presto. Un baciotto.

Ran: La mia cara beta-reader che in pubblico mi scrive le cose belle e poi mi fa le ramanzine in privato! ^3^ Grasie cara!! Lo sai che il tuo parere è Vangelo per me. Mi fido tantissimo di quello che mi dici, mi raccomando! Sii sempre anche un po’ critica! ^^ Ah, quasi mi scordo: OSCAR PER LA TUA (e di Miyu) VERA STORIA DI UN MALVAGIO FORTUNATO!!!!!!!! E’ troppo forte! Davvero! Anche se io aspetto ancora le interviste…

Sunny: ^^ Oh, divina! Come sempre grazie per tutte le cose bellissime che mi hai scritto, adesso aspetto qui in un angolino un parere a proposito di questo finale (T__T) da una delle migliori fan writers in circolazione! ^__- E saluta la sorellina Nenè! E mi raccomando, riattacca presto l’ADSL!!!!!

Myricae: Ciao tesoro! La tua storia è sempre bellissima, anche quella breve che hai scritto su Tonks mi è piaciuta tanto, sai? Fatti sentire e un bacione!

Vale: Altra mia adorata autrice, che mi fa disperare dal momento che la sua bellissima storia è terminata (Scrivi presto, Vale!!! PRESTO!!!). Mi auguro che ti sia piaciuto questo finale. Ci ho lavorato un sacco, mi ha dato tanto da penare!! Mi raccomando, fammi sapere e… SCRIVI PRESTO! ^__- Un bacione! ^3^

Mokichan: Tesoro, non potevi dirmi una cosa più bella ‘ogni volta che leggo del passato, mi vieni in mente tu!’. Sei proprio gentile e mi fai saltellare gioiosamente sulla sedia! *che si rompe e così Ly cade, si spacca la testa, fa tre mesi in ospedale senza pc* Scherzi a parte, hai letto Peter in questo capitolo? Quando dice quella cosa a Sirius, a proposito della lealtà… VILE!!! VILE, FALSO, CODARDO, MALEDETTO!!!!! *Ly inveisce a lungo e senza ritegno contro di lui*

Saidy&Strekkù: Bambini di mamma Ly!!! La vostra recensione a quattro mani è stata quella che mi ha fatto sorridere di più!! Sono tanto contentaaaaa!! ^o^ Piccini! Senza contare che mi avete fatto schiattare dal ridere! ^^ Grazie mille delle cose carine che avete scritto e… fate i braaaaavi! ^.- (e recensite… basta Studiare, Strekkù! Sembri il tuo piccolo Chris! E a proposito… AGGIORNAAAA!!!)

Ele2: come stai, cara Ele? Ripresa dall’influenza? Mi auguro di sì, visto che è passato un mese! Davvero credi che Harry si ria rovinato crescendo? Io nel quinto libro l’ho trovato davvero forte!!! ^^

Daireen: O Sunshine? Come ti chiamo? ^^ Ma non è questo il punto… Grazie mille delle belle cose che mi scrivi ogni volta… che ne dici della conclusione? Soddisfa? Per quanto un finale simile possa soddisfare, naturalmente! T.T Fammi sapere, mi raccomando! Sei sempre troppo buona! ^//^

Angi e Gius: Le mie care gemelline! Tutta da capo? Voi siete pazze, non lo faccio nemmeno io ^__- E cara Gius, assolutamente non mi hai offesa, anzi! Io amo le critiche!!! ** sono costruttive e posso ribattere ^__-. In effetti è vero, forse ho condensato un po’ troppo gli anni seguenti ai primi che invece ho descritto più nel dettaglio… Non so dirti perché, ma posso spiegarti cosa c’è di diverso, a mio parere, tra quelli del quinto/sesto anno ad H e questi… I primi trattavano dell’adolescenza, erano più spensierati, non c’era preoccupazione maggiore per loro che seguire le lezioni e uscire assieme, Voldemort era solo all’inizio e nessuno sapeva che si sarebbe rivelato così grande e terribile. Ora, i Mangiamorte e il loro caro Lord stanno sterminando i mezzosangue, i babbani e danno loro la caccia, seppur malvolentieri ho dovuto abbandonare in parte il tono spensierato con cui scrivevo i primi capitoli. Spero comunque che la storia ti sia piaciuta!! E ti ringrazio per la critica, spero che fosse questo che intendevi. Un bacio a tutte e due.

Isilascar: Purtroppo non son riuscita a postare prima di questo nuovo anno, ma non sono passati effettivamente due mesi, no? ^^ Eh eh, l’ho troncato apposta per creare un po’ di tensione! Pensa che avevo una mezza idea di tagliare a metà anche questo, ma poi l’ho postato tutto. Fammi sapere che ne pensi e grazie! Ah, James non è manesco, non sono mica ceffoni di violenza gratuita i suoi, solo che ogni tanti c’è bisogno che qualcuno riporti alla realtà Lily, i ceffoni sortiscono perfettamente il loro effetto! *Me violenta*

Angèle: Eccoti accontentata, la mia diabolica testa ha macchinato tutto questo! Spero tanto ti sia piaciuto. Lily e James fanno la fine che sappiamo, certo, ma prima vivono tutta una vita, ho creduto bello raccontare come me la immaginavo io. E spero che sia piaciuta. ^^

Ryta Holmes: Mamma mia! Mi hai lasciato una recensione stupenda, grazie! ^//^ Me arrossisce… Lasciami ancora un commentino e leggi pure quando hai tempo, posso capire bene! Ah, il colore dell’Avada… ^^’’’ Si, lo so che è verde, solo che Voldy si sentiva un artista quel giorno! Aha, scuse a parte, semplicemente non ci ho pensato!!! Grazie di avermelo fatto notare! In questo capitolo l’Avada è tornato al suo colore originario.

Pan_z: ciccia miaaaa! Anche a me mancherà questa fic e le tue recensioni (e quelle di tutti, certo!). Sei troppo gentile! T__T Hai visto che fine fa Jamie caro? T_T Però ci lascia il ricordino a quel dannato di Voldy! è.é Mi raccomando, dimmi che ne pensi di questo capitolo! Tanti baciotti, tesssora! E rispondi presto alla mia mail, tu sei la puntuale io la ritardataria, non ciularmi il ruolo!

Akemichan: eccoti ritrovata! (Scomparsa anche tu assieme a Ryta! ^^)Mi fa piacere rileggere una tua recensione. La tua idea del finale AU a quanto pare sarà messa in pratica! Ti ringrazio tanto del suggerimento e di aver pensato a me come autrice! Sei stata un amore! ^3^

 

E con questo abbiamo finito il giro di recensioni dello scorso chap. Ringrazio tantissimo chi ha commentato anche ‘Closer’, la mia one shot su MJ e Siri. Soprattutto la Kiaretta cara, anche se qui non mi ha lasciato lo straccio di un commentino! :P che amica! Ma dove t’ho preso, a te? Ai saldi? :P scherso tesoro! Ci vediamo al tuo compleanno! E ringrazio Elettra per la precisazione, considera la mia una licenza letteraria ^__-

 

Termino ringraziandovi ancora tutti e facendovi presente che oggi che scrivo (data 18 Gennaio 2004) la mia fic compie… un anno!!!! E’ passato un anno dalla sera di gennaio in cui, dimentica dell’esame di Pedagogia da preparare, passavo una notte al pc stendendo il primo capitolo! Tanti auguri mia piccola fic!! ce ne abbiamo messo del tempo… MAMMA MIA, COME SONO STATA LUNGA!!! ^^’’’ Perdono…

 

Tanti baci a tutti e a presto,

la vostra Ly

 

PS: Grazie anche agli Evanescence, credo di aver consumato parte del loro cd, ascoltando a ripetizione ‘My Immortal’ che ha dato il titolo al capitolo…

 

MyImmortal

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Capitolo 24
*** Epilogo: What about Harry ***


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"Ho mandato gufi e civette a tutti i vecchi compagni di scuola dei tuoi genitori, chiedendogli delle foto… Sapevo che tu non ne avevi, ti piace?"

Il grosso viso rubicondo di Hagrid gli stava sorridendo, tra i folti capelli e la grossa, spessa barba, ansioso di sapere se il suo regalo come augurio di pronta guarigione -e molto, molto di più- era piaciuto.

Il piccolo Harry, che avrebbe compiuto dodici anni di lì a poco più di un mese, non riuscì a trovare le parole per rispondere, ma Hagrid capì bene lo stesso che ne fu entusiasta. Lo lasciò solo nel letto dell’infermeria nella quale si trovava ancora, la presa salda attorno al grosso album fotografico rilegato in pelle. In ogni pagina c’erano almeno quattro o cinque foto dei suoi genitori. Di quando erano adulti e persino di quando stavano ad Hogwarts e avevano poco più della sua età. Gli sorridevano e lo salutavano con la mano, i loro volti erano sereni e felici.

Anche Harry lo era, felice. Per la prima volta in vita sua poteva ammirare davvero i suoi genitori. Erano gli stessi che aveva visto riflessi nello Specchio delle Brame, la stessa giovane donna dai capelli rossi e gli occhi verdi, così identici ai suoi, che lo guardava commossa e l’uomo accanto a lei, di cui Harry era il ritratto vivente.

Provò un moto di nostalgia così forte che gli fece lacrimare gli occhi. Subito se li asciugò con una manica del pigiama voltandosi attorno guardingo, ben attento che Madama Chips non lo sorprendesse piangendo.

"Mamma… Papà…" Harry trascinò un dito piccolo e sottile lungo il profilo di una bella foto grande. Una rara immagine di famiglia li ritraeva tutti e tre assieme, coricati uno addosso all’altro in un prato verde, suo padre lo stava facendo volteggiare in aria e sua madre lo guardava colma d’amore con un meraviglioso sorriso dipinto sulle labbra.

Amore… Il loro amore era rimasto su di lui, a così tanti anni di distanza. Sua madre e suo padre avevano dato la vita per salvarlo…

Se fossero ancora vivi, però…

Harry si trovò ad immaginare come dovesse essere la sua vita assieme a loro, senza essere mai stato dai Dursley sopportando per anni le angherie di Dudley e le prepotenze degli zii e inevitabilmente altre due lacrime gli rigarono le guance pallide.

Ora che finalmente sapeva la verità, ora che poteva dire di sapere chi fossero i suoi genitori e poteva essere orgoglioso di loro era ancora più insopportabile il pensiero di non averli accanto come era normale che fosse.

Non che avesse mai creduto alla storia che per dieci anni gli avevano raccontato - "Erano solo dei buoni a nulla! Sono morti banalmente in un incidente d’auto, quel degenerato di tuo padre doveva essere anche ubriaco! E questo è tutto quello che devi sapere! Non fare altre domande, non voglio mai più sentir parlare di loro in casa mia, chiaro ragazzo?". Un incidente d’auto… e come ci si procura una cicatrice a forma di saetta in un incidente d’auto? E poi se lo sentiva, era sicuro che la sua mamma e il suo papà non fossero quel genere di persone. Nel suo cuore la verità era sempre stata limpida. E ora ne conosceva quasi ogni dettaglio.

Osservò attentamente la figura di sua madre, sempre seduta sull’erba con il volto radioso, i suoi capelli rossi erano mossi dal vento. Che bei capelli aveva la sua mamma… Immaginò quanto dovesse essere bello potersi accoccolare sulla sua spalla, respirando il profumo della sua pelle e dei suoi capelli. L’odore della mamma… non lo conosceva per niente. Il solo profumo cui era stato abituato era quello della candeggina con cui zia Petunia lavava la sua biancheria, come se fosse un lebbroso.

E le braccia di suo padre, lunghe e forti. Le sue spalle larghe. Sarebbe stato divertente girare per i parchi seduto saldamente su quelle spalle e guardare il mondo, per una volta, da una prospettiva che non fosse quella a livello del suolo cui era schiacciato da uno dei grossi e puzzolenti piedoni di Dudley.

Ma tutto questo non l’avrebbe mai saputo, non poteva nemmeno ricordarlo perché la sua mamma e il suo papà erano morti per salvare lui, ma che bella vita l’aveva atteso?

Aveva trascorso dieci anni di torture senza sapere la verità, in un mondo che non era il suo e nemmeno lo voleva. Bollato e additato, continuamente sgridato e umiliato.

Presto la nostalgia cedette il posto ad una gran rabbia, perché erano morti in quel modo lasciandolo solo? Perché non aveva potuto vivere una vita normale come ogni bambino del mondo? Che cosa avevano pensato di salvare, mamma e papà? Era meglio se fossero rimasti con lui, Voldemort o non Voldemort. O al limite che lo avessero portato con loro. Questa via di mezzo, che non era né carne né pesce, era quella più dolorosa.

Serrò i pugni picchiandoli forte sull’album e immaginò che da qualche parte probabilmente, e così era, Lily e James, mamma e papà, erano terribilmente rammaricati e rattristati ora, nel vederlo così. Però non poteva farne a meno.

Accertatosi di essere solo e non visto lasciò sfogare con le lacrime tutta la propria frustrazione, "Che cosa avevate in mente di fare, eh? Dovrei esservi grato per avermi abbandonato qui senza una famiglia? Non ci riesco! Mi dispiace ma non ci riesco a essere felice e grato senza la mia mamma e il mio papà..." gridò alle figure animate nelle foto che aveva davanti. Come se percepissero il suo discorso, quelle smisero i loro sorrisi allegri e lasciarono spazio ad un’espressione rammaricata. A capo chino si allontanarono verso il margine, lasciando Harry ad osservare un ambiente deserto.

Sospirò profondamente, le lacrime calde gocciolavano ora sulle foto dell’album. Non voleva rovinarlo, dopotutto era la sola cosa che avesse di loro, in quel momento.

Si voltò scrupolosamente verso il comodino alla ricerca di un fazzoletto con cui asciugarle prima che si deteriorassero e fu allora che li vide. Centinaia di dolci, lettere, regali e fiori. Tutti mandati col cuore dai suoi amici.

Amici…

Ne aveva così tanti ora! Amici veri, non i falsi compagni delle elementari che si allontanavano da lui per paura degli attacchi violenti di suo cugino.

Era davvero così solo? C’erano Ron ed Hermione. E c’era Hagrid. E anche Silente era un amico, e tutti i ragazzi di Grifondoro, e un esercito di Weasley che l’aveva accolto come uno di famiglia -la signora Weasley era stata la prima a regalargli per Natale qualcosa di più di un paio di calzini usati e a farlo sentire benvenuto ed amato.

No, si disse che non era poi tanto solo.

E forse era per questo che mamma e papà avevano creduto che sarebbe stato bello, per lui, vivere. Per poter conoscere il suo vero mondo, per poter finalmente incontrare degli amici, per poter essere ancora il loro orgoglio e non farli mai pentire di quanto avevano dato per lui.

Rapidamente si asciugò di nuovo gli occhi arrossati, soffiandosi anche il naso.

Le due figure di Lily e James si riaffacciarono incerte al margine della foto, guardando Harry preoccupati. Lui, seppure con un’espressione ancora sconfinatamene triste, sorrise.

"Però sarei stato felice di vivere con voi…" mormorò e ricevette in cambio due sorrisi rammaricati.

 

Quella stessa sera fu rilasciato dall’infermeria e sceso in Sala Comune, fu accolto dalle grida festose dei compagni di casa e dagli abbracci dei suoi amici, contenti di riaverlo fra loro.

Quando poi Silente decretò che ad aggiudicarsi la Coppa delle Case sarebbe stata Grifondoro, Harry si sentì più felice che mai. Trascorse la sera in balia dei festeggiamenti e ne convenne che non si era mai divertito tanto in vita sua. Rapidamente, in un momento di pausa, sgattaiolò dalla Sala comune fin nella propria stanza nei dormitori. Frugò nel baule e ne estrasse l’album appena ricevuto scorrendolo rapidamente. Sorrise di rimando a tutte quelle immagini, infine lo chiuse e lo strinse forte al petto. Davvero, era felice della vita che stava vivendo. Era felice di poterla vivere…

"Mamma, papà, grazie…" sussurrò riponendo con cura il volume in pelle sopra i libri scolastici e richiudendo il baule.

Adesso aveva capito il senso del loro sacrificio. Aveva capito ogni cosa. E poi lo sapeva, ne era convinto: mamma e papà erano ora i suoi due angeli più luminosi, lo stavano osservando e stavano sorridendo. Orgogliosi di lui.

E non andò mai tanto vicino alla verità.

 

Fine.

Anche se in realtà, siamo solo all’inizio…

 

 

 

 

 

E alla fine siamo arrivati fin qui... Per concludere posso solo ringrazie la mia storia che mi ha dato modo di conoscere tante persone stupende, i miei protagonisti che sono diventati dei cari amici per me e soprattutto ringraziere tutti voi, chi ha letto e soprattutto chi ha recensito. Ogni parola lasciata a commento della mia prima vera storia è stata un tocco di vita, siete sempre riusciti a spronarmi e incoraggiarmi. Mi avete regalato tanti di quei sorrisi che non avete idea, tante di quelle gioie che vi dovrei costruire un monumento, mi avete accompagnato capitolo per capitolo e siete diventati il mio orgoglio, avete reso la mia piccola e modesta storia il mio orgoglio. E ora mi scuso con voi se non è esattamente l'epilogo con tutti i personaggi che vi aspettavate ma erala storia di Lily e James, che continuano a vivere dentro Harry, ed era giusto concludere con lui, secondo la mia opinione.

Ancora grazie, non credo ci sia un'altra parola più adatta, vi ringazio tutti dal primo all'ultimo, senza stare a far nomi, lettori passati e futuri, perchè siete stati fondamentali. Voi che avete commentato qui su EFP e anche tutte le persone meravigliose che mi hanno scritto un sacco di mail. (io adoro le mail lunghe e succulente!)

In fine ringrazio me stessa per essersi imbarcata in questo viaggio travagliato ed esserne uscita soddisfatta. Ti voglio tanto bene, Ly! Che narcisista che sono... :P

 

Spero di ritrovarvi tutti presto e di leggere i vostri ultimi commenti a questo epilogo e i vostri prossimi alle altre storie che ancora scriverò. Perchè non posso stare troppo a lungo senza far correle le ditina sulla tastiera!

 

Ah, quasi dimenticavo, grazie soprattutto a JK Rowling e tutti i personaggi di Harry Potter, che si sono prestati ad essere i miei giocatttoli e sono diventati qualcosa di importante.

 

Adesso chiudo, sennò piango, ci rileggiamo presto, spero!

Un bacione,

la vostra Ly (Ehi, si legge 'lai', ok? :P)

 

PS: *pubblicità occulta* A breve... 'What if...' -se Sirius fosse stato il Custode Segreto... ^^

 

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