The story of Konoha

di Saku_Chan_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Hinata... ***
Capitolo 2: *** Incontro inaspettato ***
Capitolo 3: *** Inizi ***
Capitolo 4: *** Smistamento ***
Capitolo 5: *** Say Hi ***



Capitolo 1
*** Hinata... ***


HINATA...

Il rumore continuo delle ruote sul selciato faceva ricordare a Hinata il giorno in cui, molti anni prima, aveva dovuto abbandonare Tokyo, la sua vita, i suoi amici a causa degli impegni di lavoro del padre.
Hinata sospirò. Quanto le mancava quel rumore così familiare.
“non vedo l’ora di rivedere Sakura ... chissà com'è cambiata in questi anni” pensò la ragazza mentre si appoggiava al finestrino per osservare meglio le foglie cadere lentamente a terra “Forse insieme a lei ci sarà anche Naruto. L’ultima volta che ci siamo visti stavamo litigando per un gelato. Forse non si ricorda neanche più di me”. La giovane sospirò ancora una volta, sconsolata.
« Hinata! » le urla del padre la fecero tornare alla realtà « quante volte ti ho detto e ripetuto che non devi appoggiarti al finestrino?! E’ maleducazione. E poi ti sembra modo di stare seduta?! Rispetta le lezioni che ti ho impartito! ».
« Si padre » rispose a testa bassa Hinata mentre eseguiva le istruzioni del genitore alla lettera.
“Padre, ti interessa così tanto quello che la gente pensa di noi?” la ragazza si sistemò meglio la minigonna azzurra “se solo tu mi ascoltassi”.
All’improvviso la macchina cominciò a rallentare. Erano finalmente arrivati a destinazione. Al centro di un immenso giardino si trovava una gigantesca villa dalle pareti giallo canarino che si intonavano perfettamente con le tegole rossicce del tetto.
Di fronte ad essa vi era un vialetto di ciottoli, mentre di fianco si trovava un piccolo laghetto che si poteva attraversare tramite un ponticello di legno. Intorno alla pozza d’acqua crescevano delle canne di bambù e qua e là l’acqua era puntinata di dolci ninfee sotto le quali attendevano fameliche una decina di carpe bianche ed arancioni.
Ogni tanto la distesa erbosa del giardino era interrotta da ciliegi e aiuole rotondeggianti addobbate a dovere con rocce e delicati fiori dai più accesi colori.
« Eccoci a casa » disse il padre di Hinata.
“Speriamo che lo sia per tanto tempo” pensò la ragazza mentre scendeva dall’auto. Inspirò ed espirò lentamente l’aria autunnale.
Estrasse in fretta la valigia beige dal bagagliaio e in preda all’eccitazione aprì la porta della villetta. Un soggiorno fastoso l’accolse all’entrata, mentre un corridoio si snodava di fronte alla ragazza lungo il quale vi erano due porte che chiudevano le camere da letto di Hinata e del padre.
A sinistra inoltre vi era la cucina e per terra un tavolino dove probabilmente lei e il genitore avrebbero mangiato. Il soggiorno comprendeva due bellissimi divani dall’aspetto invitante, mentre appoggiata alla parete vi era una televisione a schermo piatto. Hinata non era una ragazza a cui piaceva la tecnologia anzi, era già tanto che possedesse un cellulare, che usava rare volte per chiamare il padre.
Vicino al primo divano vi era un tavolino su cui era appoggiato un telefono.
Hinata si ricordò all’improvviso di una cosa.
« Padre? » chiamò.
« Si tesoro? » rispose questo mentre varcava l’uscio di casa.
« Ti spiace se vado da Kiba? Nelle sue lettere mi ha raccontato che Akamaru stava meglio ». La giovane si preparò a fare gli occhi dolci.
Il genitore rimase in silenzio per un po’, poi rispose solare « Va bene, basta che torni verso le sei, così avrai abbastanza tempo per disfare le valigie e ambientarti. Salutami Kiba quando lo vedi ».
Hinata, felice di poter uscire e rivedere i suoi amici, corse verso il padre e lo baciò sulla guancia. Poi si inchinò come da tradizione e uscì veloce dalla villa, dirigendosi verso la casa del suo migliore amico.


Ecco a voi la mia prima Fan Fiction di Naruto, scritta insieme a September19
Baci Saku_Chan_

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Capitolo 2
*** Incontro inaspettato ***


INCONTRO INASPETTATO

Dlin Dlon!
Hinata si crogiolò nel ricordo di tutte le volte che aveva premuto quel citofono, quando da piccola abitava a Tokio. Nelle giornate d’estate lei e Kiba andavano spesso a comprarsi un gelato e poi, quando il calore diventava troppo forte da essere sopportato, i due si sedevano sempre sotto il piccolo porticato della casa dell’amico.
Un gran abbaiare di cani giungeva dal retro, ma Hinata non fece in tempo ad indagare di più visto che la porta della graziosa villetta di fronte a lei si aprì. Sulla soglia vi era un giovane dai capelli castani, alto una decina di centimetri in più di Hinata. Portava una T-Shirt logora piena di buchi e un altrettanto sudicio paio di jeans lunghi fino ai polpacci.
Appena vide la ragazza, il suo sguardo cupo si illuminò.
« ma… ma sei Hinata?! » chiese eccitato. « Beh, si » rispose lei arrossendo.
Urlando dalla gioia, Kiba abbracciò l’amica d’infanzia, continuando a ripeterle quanto gli era mancata.
« Ehi, piano! » gridò la ragazza, ridendo felice « mettimi giù, pazzoide! » .
Obbedendo, il ragazzo lasciò andare l’amica dalla sua stretta ferrea. 
« Scusa » disse lui strizzando gli occhi e sorridendo imbarazzato.
« Pensavo che non saresti più tornata qui » disse rigettando il suo volto nell’ombra scura che quando aveva aperto la porta lo avvolgeva.
« E lasciare qui Akamaru? Mai e poi mai » ribatté Hinata.
« Ah sì? Solo per questo? » chiese il ragazzo facendole il solletico.
« No, non solo. Volevo rivedere quel gran testone di Kiba, ma qui io vedo solo un gran musone » rispose lei facendo finta di andarsene. 
« Ehi, no! Aspetta! » gridò il giovane afferrando la ragazza per un braccio « Non vuoi rivedere Akamaru? » .
Hinata non se lo fece ripetere due volte. Sistemandosi la minigonna azzurra e la felpa del medesimo colore, la ragazza e Kiba si avviarono verso il retro della villa.
 
“Chissà com’è diventato grande quel pulcioso di Akamaru” Hinata sorrise a quel pensiero.
Non fece a tempo a chiedere al ragazzo alle sue spalle dove fosse Akamaru che una palla fuligginosa di pelo uscì da una cuccia e le corse incontro sbandando a destra e a sinistra. In un attimo quell’ammasso di pelliccia bianca e nera le fu addosso e una lingua rosea cominciò a leccarle il volto, festeggiando gioiosamente il suo ritorno.  
“Me lo ricordavo più piccolo!” pensò la ragazza, ridendo come una bambina a cui hanno appena fatto un regalo stupendo.
« Akamaru! » esclamò Kiba correndo in soccorso dell’amica < Andiamo non uccidermela! > . Con un po’ di fatica, il ragazzo riuscì a togliere da sopra Hinata la gigantesca palla di pelo. Porse poi la mano alla giovane che la strinse arrossendo.
« Forza, ti faccio vedere i cuccioli » disse Kiba facendole segno di seguirlo.  I due, seguiti a vista da Akamaru, sfociarono in un immenso giardino occupato simmetricamente da una decina di recinti, attrezzati con cucce, ciotole e quant’altro.
 Un gran abbaiare giungeva da esse, ma quando Kiba si avvicinò i cani all’interno si ammutolirono, osservando allegri il loro padrone. Erano per lo più degli shiba, ma vi erano anche dei pechinesi, akita inu, e anche qualche esemplare di shitzu. In alcuni recinti vi erano altri tipi di cani, che però Hinata non riconobbe.
All’improvviso, un rumore metallico interruppe il silenzio creatosi nel giardino. “Che succede?” chiese tra sé e sé Hinata.
Kiba e la ragazza corsero verso un piccolo capanno fatiscente, da cui proveniva il fastidioso trambusto.
Quando si udì un altro fragore, Kiba aprì la porta di scatto. Un ragazzo cadde a terra insieme a pale e rastrelli, spaventando a morte Hinata, che si nascose dietro la schiena dell’amico.
« Naruto! Cosa diavolo ci facevi lì dentro! » urlò indignato Kiba, spostando lo sguardo dal giovane a terra al capanno dismesso.
“Naruto?” Hinata si sporse dal suo nascondiglio osservando meravigliata l’amico d’infanzia ancora a terra. Continuava a massaggiarsi la testa, scompigliando ancor di più la sua chioma color paglia, mentre con l’altra mano tentava inutilmente di ripulirsi la felpa arancione.
« Andiamo pigrone, ti aiuto » Kiba gli tese una mano.
Naruto aprì gli occhi azzurri e si accorse subito di Hinata. Il cuore della ragazza cominciò a battere all’impazzata, mentre il giovane si tirava su ignorando completamente la mano dell’amico.
« H-Hinata? Sei davvero tu? » balbettò prendendole le mani. Hinata era paralizzata dallo stupore, mentre il cuore rischiava di scoppiarle in petto. Con quella vicinanza poteva vedere i tre graffi che si ripetevano sia sulla guancia sinistra, sia sulla destra. Il calore delle sue mani era quasi inebriante – non riusciva a distogliere lo sguardo da quegli occhi color dell’oceano.
« S-si … sono io » rispose lei cercando di sorridere.
Passarono minuti interminabili, nei quali Naruto continuava a fissarla stupefatto. Poi, lentamente, lui la avvicinò a se, stringendola in un abbraccio fraterno.
Lei strinse le braccia intorno al suo collo, sentendo vicino all’orecchio le sue labbra.
« Sono felice che tu sia qui » .

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Ladyvampire90 : Ti chiedo di perdonarmi ho modificato e riscritto troppe volte questo capitolo grazie mille per le recensioni davero <3 scusa ancora
LadyDMC : Hachiii *^* allora adesso come si legge? dimmi cosa pensi e comunque vedrai cosa succede a Kiba <3
SawakoChan: Grazie per la recensione spero ti sia piaciuto anche questo capitolo fammi sapere :)
MitsukinoKaze: Grazie per la recensione spero che anche questo ti sia piaciuto fammi sapere! comunque la minigonna è lo stappo alla regola :)
_Ilaria_94 : Grazie per la recensione spero che come continuo ti piaccia fammi sapere :)
8hotaruchan8 : Chiedo scusa anche a te ç.ç ma non si capiva niente mancavano i discorsi principali scusa mi dispiace! comunque grazie mille :) <3

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Capitolo 3
*** Inizi ***


INIZI

« Si ricorda agli studenti del primo anno di recarsi nell’aula magna, gli studenti del secondo e terzo anno invece sono pregati di raggiungere la loro classe e di attendere i loro insegnanti, mentre gli studenti dell’ultimo anno si rechino in biblioteca per un annuncio importante. Grazie » .
Da quando era suonata la prima campanella, quella voce continuava periodicamente ad assillare i poveri studenti. Oramai Kiba, ogni volta che la voce tornava a far visita dagli altoparlanti, ripeteva a memoria la cantilena, componendoci una canzoncina.
Hinata e Kiba erano andati a scuola mezz’ora prima per consegnare gli ultimi moduli per l’inserimento della ragazza, e si erano poi seduti su una delle panchine lungo il selciato ad aspettare gli altri. Di nascosto, lei gli lanciava spesso occhiate furtive, per scoprire se l’ombra che aveva scorto sul suo volto il giorno in cui era tornata a Tokyo gli aleggiasse ancora intorno. Aveva provato a chiedergli come mai era di malumore, ma aveva sempre e solo ottenuto un  « Non importa Hinata, va tutto bene » e un sorrisone gigantesco al seguito.
“Chissà cosa c’è che non va” pensò la ragazza. Intorno a loro i bidelli riempivano i bidoni con i sacchetti dell’immondizia, mentre dagli altoparlanti si sentivano dei rumori striduli.
Dopo una decina di minuti, una chioma disordinata di capelli biondi aveva fatto capolino da dietro i cancelli della scuola.
« E-ehi Naruto! » lo chiamò Hinata dalla panchina. Il ragazzo si girò sorpreso verso i due, poi alzò una mano e li salutò gioiosamente.
« Hinata » le sussurrò Kiba mentre Naruto si avvicinava.
« Si Kiba? »
« Perché non glielo dici a Naruto che a te lui piace? » .
La ragazza rimase a bocca aperta: non l’aveva mai detto a nessuno, nemmeno a Kiba. Come aveva fatto a scoprirla?
« N-non so di cosa stai parlando » replicò lei giocherellando con una ciocca di capelli.
« Va bene, ne discuteremo dopo » concluse il ragazzo che, quando Naruto si fu avvicinato abbastanza, si alzò e abbracciò l’amico.
« Come mai siete qui così presto voi due? Non sarete mica così impazienti di cominciare la scuola spero » disse ridendo il biondo.
« Certo che no! Che ti viene in mente! Siamo qui perché Hinata doveva consegnare dei moduli, nulla più » .
Naruto rivolse così uno sguardo alla ragazza, che sentì le sue guance infiammarsi. Provò a sorridere, ma a causa dell’imbarazzo le sfuggì solo una smorfia. Dietro Naruto, Kiba le fece l’occhiolino.
“Ecco spiegato come ha fatto a scoprirmi”. Hinata sospirò. Doveva stare più attenta.
Via via il cortile si era animato. Ragazzi che si abbracciavano, altri che chiacchieravano del più e del meno, coppiette che si baciavano. Praticamente una scuola come un'altra, ma Hinata si gustò ogni minuto di quello spettacolo. Non aveva mai assistito in prima persona all’inizio della scuola, di solito con i continui spostamenti arrivava a metà dell’anno. Questa volta però era diverso. Sarebbero rimasti a Tokyo per un bel po’, probabilmente per sempre. Quando l’aveva saputo Hinata non era riuscita a trattenersi dall’abbracciare suo padre, ben sapendo che la tradizione di famiglia imponeva il minor numero di contatti fisici tra padre e figlia. Però ne era valsa la pena.
« Dannatissima vocetta » sbottò Naruto aggrottando le sopracciglia « Continua a ripetere da dieci minuti la stessa stupida frase. Insomma sembra di stare al ricevimento di un presidente, santo cielo! Era cento volte meglio l’altro preside ». Mancava poco al suono della seconda campanella, infatti il gruppetto si stava dirigendo verso le scalinate della scuola. A quell’affermazione, Kiba rise.
« Certo Naruto » esclamò sarcastico « Posso ricordarti che l’altro preside ha rinviato la pensione per tre volte? Ormai non si ricordava nemmeno come ci si vestiva. Ci mancava poco che arrivasse a scuola in mutande. In più vorrei rammentarti che l’ultima volta che sei andato in presidenza ti ha chiamato Doris. Io direi che è meglio la signorina Tsunade come preside » .
Hinata si lasciò sfuggire un risolino. Quante cose si era persa in quei sette anni.
« Non me lo ricordare amico, non me lo ricordare. Quel giorno Sarutobi si era pure scordato il microfono acceso, tutta la scuola ha sentito. Mi hanno chiamato Doris per mesi » piagnucolò il biondo mettendosi le mani nei capelli.
« E c’è ancora chi ti chiama così se non sbaglio » infierì ancora Kiba, indicando con un cenno del capo un gruppetto di giovani in un angolo del cortile. Erano tre ragazzi e una ragazza che Hinata non aveva mai visto.
“Probabilmente si sono trasferiti qui quando non c’ero”.
Tutti e quattro portavano la divisa della scuola, ma sembrava che le avessero modificate, un taglio lì, uno strappo là. E poi i loro volti, sembravano delle maschere di cattiveria. Hinata, involontariamente, rabbrividì. Quasi le scappò un grido di terrore quando Naruto le posò una mano sulla spalla. Sul viso aveva stampato uno sguardo serio.
« Quelli sono Pain, Sasori, Deidara e Karin » e li indicò uno a uno, prima il ragazzo con i capelli arancioni, poi quello dai capelli rossi, il biondo e infine la rossa. « Promettimi una cosa, Hinata. Promettimela seriamente, perché dovrai tenerne conto. Promettimi che, se mai tu dovessi incontrarli per strada, in un vicolo o perfino in un corridoio della scuola, ti volterai dall’altra parte e comincerai a correre, sempre più velocemente, anche se sarai in compagnia di qualcuno, anche se arriverai in ritardo alle lezioni. Promettimi che li eviterai come la peste » .
Il tempo parve fermarsi, mentre una nebbia invisibile di tensione calò pesantemente su Kiba, Naruto e Hinata. La ragazza osservò a lungo il volto tirato dell’amico, cercando una traccia di ilarità in ciò che le stava dicendo. Non trovando segno di scherzo, rivolse uno sguardo fugace a Kiba e rimase letteralmente impietrita.
Il ragazzo tremava, mentre si stringeva convulsamente la gamba destra, affondando le dita sempre più giù. Hinata riusciva a scorgere il sangue che cominciava a uscire. Cos’era successo tra quei quattro e i suoi amici? Cosa Kiba non le aveva mai detto nelle sue lettere?
« L-lo prometto, Naruto » sussurrò, tornando a osservare il suo viso stravolto.
Questo riuscì solo ad annuire. Non aggiunse altro. Intorno a loro, gli altoparlanti ricordavano per l’ennesima volta ai ragazzi dell’ultimo anno di recarsi in biblioteca.
« Oddio… HINATA! HINATA!! ».  Un dolce profumo di ciliegia si abbatté dolcemente sul gruppetto, mentre una voce tutta eccitata chiamava Hinata che voltò lo sguardo per capire chi la volesse. Sakura correva velocemente verso di loro, i capelli rosa scompigliati dal vento di fine estate. Alle sue spalle, un ragazzo dai capelli corvini la seguiva a passo lento.
Come quand’erano bambine, le due ragazze cominciarono a saltellare, senza riuscire a formulare una frase di senso compiuto che non fosse « mi sei mancata » o « oddio come sei cresciuta ».
“Cavolo, in sette anni è cambiata tantissimo. Spero vivamente di non andarmene più via, non potrei sopportare più così tanti cambiamenti”.
Kiba e Naruto non riuscirono a trattenersi dal ridere a quella vista. Mossa sbagliata. Nel sentirli, Sakura si scostò leggermente dall’abbraccio in cui l’amica d’infanzia l’aveva sepolta e osservò con sguardo omicida Naruto. Estrasse velocemente dalla borsa un dizionario enorme di francese e glielo gettò in testa atterrandolo. Cadde a terra anche Kiba, ma non perché Sakura se l’era presa anche con lui, ma per il troppo ridere alla faccia dolorante dell’amico.
“Ahia, se mi ricordo bene, quando le parte il tic all’occhio finisce sempre male. Stavolta porterà tutti in infermeria e lei in presidenza” pensò Hinata osservando l’occhio destro dell’amica sbattere ritmicamente. Con un ghigno maligno stampato in pieno volto Sakura si avvicinò ai due ragazzi a terra e sollevò un pugno con il chiaro intento di piantarlo direttamente in faccia ai due.
Hinata si mise in mezzo allargando le braccia. « Ca-calma Sakura, non importa, lasciali ridere quanto vogliono » disse sfoggiando il suo miglior sorriso.
I tratti dell’amica si addolcirono, passando da un « voglio uccidervi » a un più semplice « la prossima volta vi faccio fuori ».
« Va bene Hinata. Questa volta la passate, disgraziati » mormorò Sakura lanciando un’occhiata di fuoco a Kiba, ancora a rotolarsi per terra dal ridere, e a Naruto, intento a massaggiarsi la fronte.
L’attenzione della ragazza tornò su Hinata. « Ma da quando sei qui? Per quanto rimarrai? Finirai l’anno scolastico? ».
“Troppe domande Sakura, come al solito” pensò divertita Hinata.
A salvarla da quell’interrogatorio fu una voce, proveniente dalla scalinata della scuola. « Ehi Sakura, mi presenti la tua amica? ».
Apparteneva al ragazzo dai capelli corvini con cui Sakura stava parlando poco prima che si accorgesse di Hinata. Fece una rapida scansione del ragazzo. Alto, capelli a caschetto, pallido, volto che è abituato a sorridere. La divisa scolastica metteva in risalto il corpo muscoloso ma non per questo esagerato, sembrava fatta per stargli addosso.
Hinata arrossì.
« Oh giusto! Nell’emozione di rivederti Hinata mi sono scordata di presentarti un mio caro amico » disse Sakura visibilmente imbarazzata « Beh, questo è Sai. Sai, questa è Hinata »
Il ragazzo fece un paio di passi verso di loro, annullando definitivamente la poca distanza che separava le due ragazze e lui. Tese così una mano in direzione di Hinata.
« Molto piacere » affermò sorridendo.
 Hinata divenne ancora più rossa in viso, ma riuscì comunque a stringere la mano di Sai.
« A-anche per me ».
Nel frattempo Naruto e Kiba erano riusciti ad alzarsi e si stavano avvicinando, mentre lentamente il cortile cominciava a svuotarsi.
Il biondo osservò con sguardo strano prima le mani strette e poi Sai, facendo una smorfia un po’ troppo evidente. Impossibile per Hinata non notarla.
« Co-cosa succede Naruto? Stai male? » e gli occhi corsero subito al segno rimasto dalla librata di poco prima. Come riscosso da uno stato di trance, Naruto scosse la testa.
« Niente Hinata, non preoccuparti » esclamò sorridendo.
Anche il volto di Sai si contrasse in una smorfia, ma non di gelosia. Questa volta fu Sakura a notarla e seguì lo sguardo duro dell’amico posarsi su un ragazzo dietro di loro che li osservava, negli occhi un perenne spruzzo di ironia.
« Oh… » mormorò Sakura. A quel suono, tutto il gruppo si voltò curioso.
 « Salve ragazzi ». Due parole e già una cortina gelata si stese su di loro.
« Ehi teme ce ne hai messo per arrivare eh? » esclamò Naruto. Sembrava l’unico a non essere sotto l’effetto di quello sguardo glaciale.
« Di certo baka se non tu mi avessi rubato i soldi dell’autobus sarei arrivato prima » mormorò Sasuke, i capelli corvini arruffati per la corsa.
« Beh senti, quello sconto sul ramen era allettante ammettilo ».  Hinata sorrise al ricordo delle numerose scorpacciate di gruppo al locale di fronte a casa Uchiha.
Sasuke stava per ribattere, ma con la coda dell’occhio scorse il sorriso della ragazza.
« Ah, ci sei anche tu Hinata » mormorò ghignando.
« G-già Sasuke » rispose lei sostituendo subito il sorriso con un’espressione di sorpresa.
La suoneria di un cellulare interruppe quella strana atmosfera e, quando Sakura accettò la chiamata, un brusio incomprensibile riempì l’aria. Quando la voce terminò, la ragazza dai capelli rosa rispose « Ah ok, calmati, arrivo subito » .
Stava già correndo verso le scale, ma Sai le afferrò un braccio e le lanciò uno sguardo che diceva « cosa succede?! ».
Sakura sorrise.
« C’è bisogno di me » ribatté soltanto, poi si rivolse verso Hinata. 
« Non preoccuparti, ci si vede in biblioteca » e affermato questo sparì.
Con la coda dell’occhio, Hinata scorse l’ironia negli occhi di Sasuke lasciare il posto ad una chiara punta di gelosia. Nessuno se ne accorse oltre a lei. Negli anni Hinata era diventata un maestro nell’osservare l’umore delle persone cambiare attraverso il mutamento degli occhi: la luce, la pupilla dilatata o meno, tutte cose che cambiando mostravano l’umore.
 “Si avverte gli studenti che tra dieci minuti chi verrà trovato al di fuori della biblioteca, della propria aula o dell’auditorium verrà condotto immediatamente qui in presidenza”.
Kiba sospirò. « Credo dovremmo andare, o quella là ci fa a fette ancora prima di cominciare la scuola » .
« Già » accondiscese Naruto. Il biondo si voltò verso Hinata e le tese la mano, cosa che la fece arrossire non poco.
« Forza, visto che Sakura non è qui, di certo ti perderesti cercando la biblioteca ».
« G-grazie Naruto » mormorò Hinata sorridendo e stringendogli timidamente la mano. Quel contatto la fece letteralmente avvampare.
Senza aspettare di più, Naruto trascinò la ragazza dentro la scuola, ignorando il sorrisetto divertito di Kiba.

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Ladyvampire90: grazie mille *-* concordo che il sasusaku sia il migliore <3 Spero ti sia piaciuto questo capitolo, a presto <3
LadyDMC: Hachiiiiiiiii dimmi cosa ne pensi di questo capitolo <3:3
8hotaruchan8: spero che questo capitolo ti sia piaciuto, facci sapere *-*

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Capitolo 4
*** Smistamento ***


SMISTAMENTO

“Che scomode queste sedie” pensò Hinata con una smorfia, mentre intorno a lei era il caos più totale. Dopo che lei e Naruto avevano trovato un posticino tra le ultime file, la biblioteca era andata via via riempiendosi, un po’ come stipare duecento sardine in un barattolo che ne può contenere solo una decina.
Non che la biblioteca non fosse carina. Anche se piccola, era una delle poche – se non l’unica – che oltre a una cattedra e una lavagna dai gessetti fossilizzati, poteva essere realmente ritenuta una biblioteca. Addossati alle pareti vi erano scaffali colmi di libri, da tomi antichi protetti da vetrate infrangibili a romanzi contemporanei. L’organizzazione poi era fantastica. Ogni singolo volume era suddiviso per anno di edizione, scrittore e genere e per semplificare la vita ai poveri studenti, dei foglietti colorati indicavano questi tre importanti indici.
In un angolo appartato erano stati uniti un paio di tavoli, creando una vera e propria “isola della lettura”. Alcuni libri già erano stati spostati dai rispettivi scaffali e impilati sopra le due scrivanie, dove al centro capeggiava una lampada alquanto colorita. Vi erano anche un piccolo stereo e un paio di cd di musica rilassante.
Tutto il resto della stanza era stata riempita quella mattina da sedie recuperate a caso dalle aule libere, alcuni sgabelli girevoli – e scricchiolanti – e pure qualche sedia imbottita, occupate subito, purtroppo, dal gruppo formato da Pain, Sasori, Deidara e Karin.
Fortunatamente, Hinata e Naruto erano distanti da loro di qualche fila.
« Finalmente vi ho trovato! » urlò qualcuno di fianco a loro, probabilmente per tentare di farsi sentire al di sopra della confusione che si era scatenata quando gli studenti si erano accorti che i posti cominciavano a scarseggiare e il pavimento quella mattina non era stato pulito.
« Beh Kiba devi imparare a correre più forte! » ribatté Naruto, sfoggiando un sorrisone compiaciuto.
A Hinata sembrava di stare a una riunione di venditori ambulanti. Ci mancava soltanto che cominciassero a urlare « COCCO BELLOOO! » ed era a posto.
Quando però lo scricchiolio di una porta che si apriva e i ticchettii di scarpe tacco quindici raggiunsero la piccola sala, gli studenti si misero improvvisamente a sedere, aspettando come angioletti l’arrivo della nuova preside.
Il silenzio opprimente sembrava creare una specie di cortina di fumo pesantissima che schiacciava sempre più a terra gli animi dei ragazzi, rendendoli nervosi a ogni ticchettio che si udiva giungere dal fondo del corridoio.
« Cavoli, quest’attesa è snervante, non credi Hinata? » chiese Naruto, dando un colpetto sulla spalla alla ragazza. A quel tocco Hinata arrossì violentemente, balbettando a stento un « Eh già » .
Di fianco a lei, Kiba sorrise tra sé e sé.
“Ho bisogno di Sakura, devo vederla o la vicinanza con Naruto rischia di farmi scoppiare” pensò disperata, cercando con lo sguardo l’amica. La trovò seduta vicino a una giovane dai lunghi capelli biondi. Hinata aguzzò la vista. “Ino…”. Sembrava che questa avesse pianto, riusciva a capirlo dalla leggera sfumatura rossiccia intorno agli occhi leggermente gonfi, diligentemente nascosta da un po’ di fondotinta. Discuteva animatamente con Sakura, sembrava in preda al panico, e lanciava occhiate altrettanto disperate in un punto preciso. Hinata seguì il suo sguardo, piantandolo nella schiena di un ragazzo. Aveva qualcosa di familiare, probabilmente era nel gruppetto di amici che frequentava da piccolina. Come si chiamava? Avrebbe chiesto poi a Sakura. Oppure non l’avrebbe fatto, e sarebbe rimasta in silenzio, zitta zitta, tentando di apprendere informazioni a modo suo e cioè ascoltando. Ascoltando e guardando.
Il suono di un dito che batteva contro il microfono la riportò alla realtà. Ora nemmeno una mosca volava, tutti rivolti verso la donna che, silenziosa, li osservava attentamente uno per uno. Per un attimo Hinata incontrò quegli occhi color dell’ambra e subito un brivido le percorse la schiena. Sembrava che facesse lo stesso effetto anche agli altri studenti, ognuno a modo suo. Chi aveva improvvisamente abbassato lo sguardo, chi come lei cercava di darsi un contegno. Hinata scrutò i quattro davanti a lei con curiosità, e li scoprì tranquilli, come se non avessero provato niente.
In quel momento, la nuova preside si schiarì la voce.
« Buon giorno, ragazzi e ragazze. Come forse vi hanno già detto, io sono la vostra nuova preside, Tsunade Senju. Siete stati convocati qui poiché volevo parlare con voi a quattr’occhi. Qualche mese fa ho avuto una riunione con il vecchio preside e sono rimasta profondamente scandalizzata dalle decine di problemi, gravi o meno, della scuola. Primo fra tutti il bullismo » .
A quella parola, senza significato alle orecchie di Hinata, Naruto e Kiba si bloccarono di colpo, i muscoli tesi come corde di violino. La giovane volse prima lo sguardo verso il biondo , poi al suo migliore amico. Tutti e due sembravano statue greche che fissavano un preciso punto di fronte a loro.
Hinata vide che erano contraccambiati. Pain, Sasori, Deidara e Karin si erano voltati e sogghignavano.
“Crudeli… “ . La ragazza si ritrovò a pensare quel termine. In circostanze diverse, si sarebbe subito vergognata di pensare una cosa del genere riguardo a una persona, ma in quel momento, sotto gli occhi di tutti, rifletté che quell’aggettivo era loro adatto. Le tre rughette che si erano formate agli angoli della bocca e il modo in cui i quattro avevano inclinato il capo all’unisono, rendevano vere le sue supposizioni.
“E’ successo qualcosa, l’anno scorso. Qualcosa che né Kiba né Naruto mi vogliono raccontare. La richiesta che mi hanno fatto in cortile, e cioè di star lontana da quel terrificante quartetto, mi lascia supporre che i miei amici invece siano stati presi di mira tempo fa e vogliono fare di tutto per evitare che io sia coinvolta. In più, ora riesco a capire perché Kiba aveva quell’espressione, quando sono arrivata. Deve essere successo qualcosa”.
Volse lo sguardo verso il suo migliore amico. Stava tremando. Lui, quello che quando erano piccoli diceva di non aver paura di niente. Osservò la sua mano stringere convulsamente la gamba, con rabbia.
 
Per tutto il tempo non aveva fatto altro che guardare i suoi due compagni, senza prestare attenzione a ciò che la signorina Tsunade diceva. Bagni rotti, troppe assenze durante l’anno, fumo, vandalismo. Le interessava di più lo smistamento. Nuove classi per fare amicizia, così aveva avvertito la preside.
Appena udita la notizia, Naruto e Kiba sbiancarono. “L’anno scorso probabilmente erano nella stessa aula di quei quattro…”.
La donna pronunciò ogni nome molto, molto lentamente, quasi a voler prolungare la loro agonia. Riusciva quasi a percepire il ritmo irregolare dei due cuori alla sua destra e alla sua sinistra.
« Nella sezione A vi saranno: Akimichi Choji » un ragazzo dalla corporatura robusta e una chioma castana un po’ scompigliata si alzò dal proprio posto e andò nel punto indicatogli. Lo seguirono anche Sai e Sakura, che si scambiarono un sorrisino complice. Hinata cercò subito Sasuke, ma sembrava che lo scambio tra quei due non gli facesse né caldo né freddo. Almeno apparentemente.
« Hyuga Hinata » la voce della preside la riportò alla realtà, facendole infiammare le guance. Si alzò dal suo posto e percorse a passi incerti lo stretto corridoio di sedie che portava ai suoi nuovi compagni di classe, sentiva lo sguardo di tutti puntato addosso. Abbassò il capo, imbarazzata.
Alla fine i quattro erano finiti in un’altra sezione, e Naruto e Kiba, fortunatamente, in quella di Hinata. Si aggiunsero anche altri studenti, tra i quali un certo Rock Lee, Sasuke e il ragazzo che prima dell’arrivo della signorina Tsunade era osservato con disperazione da Ino. Quando aveva saputo di essere in una classe diversa da Shikamaru, poco ci mancò che la ragazza cominciasse a piangere.
« Sezione A » li chiamò la preside « Seguite il professor Hatake » .
Non ci furono spostamenti. Nella classe, gli studenti non dovettero cambiare sezione e i loro nomi furono impressi con l’inchiostro nel registro di classe.
Per quel momento, Naruto, Kiba e Hinata potevano festeggiare.

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ladyvampire90: Ma certo che il sasusaku sarà coinvolgente ^^ spero ti sia piaciuto il capitolo =)
8hotaruchan8: mi fa piacere ti sia piaciuto grazie della recensione <3 e facci sapere <3

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Capitolo 5
*** Say Hi ***


Ehilà =3 dopo un mese (e anche più ç_ç) siamo tornate con il quinto capitolo di "The Story of Konoha" yeeeeee =D Io e September19 chiediamo immensamente scusa per il ritardo, ma lei ha avuto un blackout al cervello e non le veniva in mente niente da scrivere xD Oh beh, non ci rimane altro che augurarvi buona lettura :3 
PS: In questo capitolo September si è sbizzarrita a infierire contro l'House. Vogliamo solo dirvi che non vogliamo offendere nessuno anzi. Abbiamo soltanto provato a immedesimarci in Hinata ^^


SAY HI

La musica era troppo alta per lei, troppo alta e di certo non dei suoi gusti. Intorno a Hinata tutti saltavano e urlavano come pazzi, divertendosi a quel ritmo martellante che le faceva scoppiare i timpani.
L’idea di una festa d’inizio anno a casa di Sai le era sembrata straordinaria, era riuscita a convincere suo padre a lasciarla andare promettendo che sarebbe tornata a casa senza un graffio. Ma ora, in mezzo a quella calca, si convinse di aver sbagliato tutto.
Non era abituata alle “feste”, non come le immaginavano i suoi amici. Per loro una festa era vestirsi casual e andare a saltellare a ritmo di musica, per lei una festa era vestirsi eleganti e ballare con il proprio accompagnatore con in sottofondo una musica lenta.
Si sentiva fuori posto, in mezzo a quella massa scomposta di giovani. Aveva paura e non riusciva a capirne il motivo. Forse il sentirsi osservata, forse per l’abito che indossava. Anche Sakura e Ino portavano un abito elegante, ma erano diversi dal suo, sia esteticamente che per ciò che raccontava.
Era di sua madre, quel candido abito ricamato con minuziosa attenzione. Una delle poche cose di lei che Hinata era riuscita a salvare durante i numerosi traslochi. Un ricordo importante, non sapeva nemmeno perché aveva deciso di indossarlo per quella sera. Forse perché si era convinta che Naruto le avrebbe chiesto di ballare. Ma quel desiderio si era frantumato quando era entrata in casa di Sai e aveva visto il tipo di festa che intendevano i compagni.
Sospirò, sedendosi su una poltroncina accanto al buffet, e prese a osservare la casa e la gente intorno a sé. Il suo passatempo preferito.
La festa era tutta concentrata nell’ampio soggiorno della casa di Sai, le cui lampadine erano state appositamente cambiate con alcune di colorate per dare l’impressione di essere davvero in discoteca. Alcune coppiette se ne rimanevano vicino alle pareti a baciarsi, incuranti di tutto il trambusto, mentre altre se ne stavano accoccolate sulle poltrone, come quelle su cui era Hinata, addossate a una rampa di scale che portava ai piani superiori. Alla sinistra della ragazza vi era la postazione da dj, dietro il quale Sai manovrava con fare esperto alcuni cd,  e il tavolo del buffet stracolmo di patatine e alcolici. Alla destra invece vi era solo l’entrata e un tavolino basso di vetro accostato alla parete, probabilmente spostato dal centro del soggiorno per far spazio agli invitati.
La stanza non era molto decorata, a parte qualche palloncino di elio che svolazzava in giro e dei festoni arrotolati attorno alle sbarre della scala, ma non importava, probabilmente di quella festa a scuola si sarebbe parlato fino allo sfinimento.
Hinata cercò con lo sguardo i suoi amici.
Sakura si scatenava in mezzo alla pista da ballo insieme a Ino e Kiba, urlando come dei pazzi e ridendo divertiti. Sasuke osservava come lei la folla, seduto su uno dei gradini della scala. Teneva le mani giunte sotto il mento e le sopracciglia aggrottate, probabilmente stava rimuginando qualcosa. Cercando di non attirare la sua attenzione, Hinata osservò il suo volto con più attenzione. Le pupille degli occhi, per quanto fosse possibile intravederle, sembravano dilatate e concentrate su un preciso punto della stanza. La giovane seguì il suo sguardo e si ritrovò a fissare Sakura. Si lasciò sfuggire un sorriso, tornando poi a osservare il moro. La pelle del viso era tesa, probabilmente nello sforzo di rimuginare per troppo tempo su qualcosa e notò che compiva alcuni scatti quasi impercettibili, sembrava volesse scuotere la testa.
Poi una ragazza le coprì la visuale e Hinata, appena capito di chi si trattava, abbassò subito lo sguardo tornando a osservare la gente intorno a lei. Intanto Karin prese a infastidire Sasuke.
Che ci faceva lei lì? Possibile che Sai l’avesse invitata? E se fossero arrivati anche gli altri tre?
Scrutò spaventata la pista alla ricerca dei giovani che terrorizzavano i suoi amici, non trovandone però traccia.
“Probabilmente si è imbucata all’ultimo minuto e non ha pensato al resto del suo gruppo, vorrà divertirsi come gli altri…” pensò con poca convinzione, mentre la voglia di tornare a casa cresceva ogni minuto di più.
Cominciò a giocherellare con una ciocca di capelli corvini, aspettando il momento buono per ringraziare Sai e allontanarsi il più velocemente possibile da quella spiacevole situazione in cui era stata coinvolta.
« Hinata? ».
Quella voce la riportò alla realtà. Sakura era di fronte a lei, e la osservava come una mamma scruta la propria figlia che ha appena fatto una marachella.
« Mi vuoi spiegare perché cavolo te ne stai qui tutta sola invece di divertirti?! ».
Hinata la fissò sorpresa. Credeva davvero di essere diventata invisibile.
« Beh.. ecco… n-non mi trovo a mio agio con questa musica ». La giovane sentì le guance infiammarsi dall’imbarazzo, accentuato da Sakura che si mise le mani sui fianchi.
« E allora? Neanche a me piace tutto questo tunz tunz, ma sono con i miei amici e mi diverto. Non m’interessa niente se Sai ha dei gusti che lasciano alquanto a desiderare. Mi diverto e basta!» urlò stizzita la rosa, cercando di sovrastare la musica assordante.
Purtroppo, quell’innocente frase giunse anche al dj che, facendo il finto offeso, estrasse di botto il cd house dalla console. I ragazzi ci misero qualche attimo per smettere di saltellare, voltandosi poi con sguardo interrogativo verso Sai, comprese Hinata e Sakura. Anche Sasuke si mise in ascolto.
« Siccome ho ricevuto un paio di lamentele riguardo i miei gusti musicali, credo si cambierà drasticamente genere » annunciò con un sorriso. Sakura scoppiò a ridere, mentre Hinata arrossì, se possibile, ancora di più.
« Allora ragazzi e ragazze, formate delle coppiette e preparatevi ai miei “veri” gusti musicali, influenzati da una certa ragazza dai capelli rosa a cui la farò pagare cara » concluse il ragazzo, rivolgendosi direttamente a Sakura.
«Ma va, senza di me come faresti?! » ribatté lei, ridendo come una bambina.
« Probabilmente ascolterei musica decente » e detto questo, Sai recuperò un cd da una pila di dischi al suo fianco, infilandolo subito dopo nella console.
Dolci accordi di chitarra riempirono la stanza. Hinata la riconobbe subito.
«Oddio! E’ “Say hi”! » esclamò in direzione dell’amica, che le sorrise.
Intanto la melodiosa voce della cantante giapponese si sovrappose alle chitarre.
« Che ti aspettavi? Da piccolina mi hai riempito così tanto la testa delle canzoni di Kokia che ormai son diventata fanatica anche io » rispose la rosa, sollevando le spalle come per dire  « che ci posso fare? ».
Hinata, di getto, abbracciò l’amica. Quella canzone le metteva allegria.
Accanto a loro, un ragazzo si schiarì la voce.
« Vi va un ballo? » chiese Naruto, sfoggiando un sorriso a trentadue denti. Hinata si fece piccola piccola, diventando rossa come un peperone. Di certo stava chiedendo a Sakura. La mano che aveva offerto loro era leggermente  inclinata verso la rosa. Aveva usato il plurale per non sembrare scortese.
Alle sue spalle però, una figura si avvicinò al gruppo, appoggiando una mano sulla spalla del biondo.
« Mi spiace dobe, ma Sakura balla con me » annunciò Sasuke. Quella frase spiazzò del tutto le due ragazze.
« Ma teme… » piagnucolò Naruto. Volse poi lo sguardo verso Hinata, sfoggiando di nuovo il suo sorriso migliore.
« Allora rimaniamo solo noi due Hinata, ti va un ballo? ».
Intanto Sasuke porse la sua mano a Sakura che, tremante, gliela strinse e si lasciò trascinare verso il centro della sala, dove presero a ondeggiare a ritmo di musica.
“Oddio, stavolta lo sta chiedendo a me! Respira Hinata, respira” pensò la povera ragazza, tentando di darsi un contegno e di non svenire per l’emozione.
Fissò la mano che Naruto le aveva offerto. Doveva stringerla? I muscoli avrebbero risposto? Forse era meglio dire di si prima, così si sarebbe abituata all’idea di ballare con il biondo.
« C-Certo Naruto » riuscì a balbettare, e la delicata mano della ragazza strinse quella forte e vigorosa del ragazzo.
Le sembrava un sogno, un sogno che diventava realtà. Come in una fiaba. Finalmente lei e il suo principe azzurro anzi, in smoking, potevano finalmente stare insieme, abbracciati.
Raggiunta la pista da ballo, Naruto appoggiò gentilmente una mano sul fianco della ragazza avvicinandola a sé. Erano occhi negli occhi, mano nella mano. Intorno a loro ogni cosa scomparve, erano solo loro in quella stanza, in quel paese, in quel pianeta. Da soli, con quella dolce musica, ormai al suo culmine, che fungeva da sottofondo. Da soli a danzare come mai avevano fatto prima d’allora.
La pista da ballo era solo loro, tutti si erano fermati per lasciar loro spazio. Il vestito di Hinata, che prima le era sembrato tanto d’intralcio, ora la faceva sembrare una principessa. Un petalo candido che danzava nell’aria.
Naruto continuava a sorriderle, fissandola negli occhi e stringendola ancora di più. Lei arrossì, sorridendogli di rimando. Kokia, dallo stereo, ormai era arrivata al ritornello finale, ma prima che potesse pronunciare le ultime parole, Naruto coinvolse Hinata in una delicata giravolta, al termine del quale le si avvicinò, sfiorandole il naso con il proprio. Con dolcezza, quando Kokia sfiorò l’ultimo tasto di pianoforte, le baciò la guancia. Lei, impercettibilmente, gli strinse la manica dello smoking.
Intorno a loro, i ragazzi applaudirono, facendo sobbalzare la ragazza. Non si ricordava di essere a una festa, in mezzo a tanta gente che li avevano osservati per tutto quel tempo. Per lo spavento, Hinata si rifugiò tra le braccia del biondo che scoppiò a ridere.
Alcuni minuti dopo, Kokia cantava un’altra dolce melodia. Gli invitati si erano riappropriati della pista da ballo, senza spodestare Hinata e Naruto dalla bolla di tranquillità in cui si erano rinchiusi. La giovane si diede un’occhiata in giro. Voleva vedere se anche Sakura provava quello che provava lei, se anche Sakura, con Sasuke, era riuscita a stargli così vicina. La scorse in mezzo ad altra gente, mentre sorrideva al suo compagno. Questi però non era Sasuke, ma Sai.
Hinata affinò lo sguardo, alla ricerca del moro di ghiaccio.
Intanto, la cantante giapponese aumentò il volume della voce, stando dietro alla sinfonia commovente di “Tenshi”.
La giovane trovò Sasuke a pochi metri da lei, intento a lanciare sguardi di fuoco a Sakura e Sai.
Accadde tutto molto velocemente, Hinata non riuscì a capire cosa fosse successo se non quando un bicchiere di punch non le si versò addosso.
I ragazzi si bloccarono di colpo, puntando su di lei sguardi curiosi.  O almeno, su ciò che lei nascondeva dietro di sé.
Sorpresa, la ragazza si voltò, trovando Karin avvinghiata al collo di Sasuke, anch’esso sorpreso di ciò che era accaduto.
Era della rossa il bicchiere? Perché glielo aveva lanciato addosso?
Gli occhi le si riempirono di lacrime.
Non per quella scena, non le faceva né caldo né freddo. Non per la pelle appiccicosa. Non per i capelli sporchi . Il vestito. Il vestito di sua madre era completamente imbrattato di liquido rossastro. Uno dei suoi più preziosi ricordi di lei era andato perduto.
Tra i singhiozzi, scappò via, fuori dalla casa di Sai.
 
Cos’era successo? Cosa aveva sconvolto così tanto Hinata da farla scoppiare a piangere in quel modo e correre via? Perfino Naruto non era riuscito a trattenerla. Fortuna che il biondo aveva avuto il buon senso di rincorrerla.
Sakura volse lo sguardo verso Sai, come per dirgli “Forse è meglio che stacchi la musica”.
Lui annuì soltanto, staccandosi da lei e dirigendosi a passo svelto verso la postazione da dj. Gli invitati erano un po’ scossi, nemmeno loro avevano capito molto di quello che era avvenuto.
Per dare un senso a quell’episodio, Sakura ripercorse gli avvenimenti della serata. Dopo essersi allontanata da Hinata e Naruto, lei e Sasuke avevano ballato per qualche minuto, sempre a una certa distanza. Poi si erano bloccati per osservare La sua amica e il baka ballare insieme. Sembravano una coppia perfetta quei due. Danzavano come veri professionisti.
Quando “Say Hi” era terminata, Sai le si era avvicinato, chiedendole di poter ballare. Sasuke, senza dirle niente, si era allontanato. Aveva scherzato con il suo amico per un po’ mentre in sottofondo Kokia intonava “Tenshi”.  Poi aveva notato che tutti stavano fermi, e si erano bloccati anche loro.
Non era successo niente di traumatizzante. Hinata si era solo sporcata con del punch. Un passaggio in lavatrice e sarebbe andato via tutto.
Poi li notò. Una chioma rossa e una corvina stavano ancorati l’una all’altra, dove prima si trovavano Naruto e Hinata. Il cuore di Sakura perse un colpo.
“Karin, quella vipera!” pensò con rabbia.
La rossa era ancorata a Sasuke. Si stavano baciando, e non erano quei baci a stampo, ma approfonditi. Lui sembrava ricambiarla.
Sakura distolse lo sguardo. Doveva uscire, aveva bisogno di aria.
Andò velocemente da Sai.
« Scusa Sai, ma non mi sento molto bene. Mi sa che andrò a casa » lo avvertì accennando un sorriso stanco.
Lui la osservò per qualche attimo, poi le sorrise di rimando.
« Certo Sakura, non preoccuparti. Ci si vede lunedì a scuola ».
Sakura annuì soltanto. Passò vicino alla “nuova coppietta” stringendo i pugni. Le sembrò che Sasuke si fosse staccato per guardarla, ma non le interessò più di tanto. Ormai era già fuori, diretta verso casa.
 
A Hinata non era mai piaciuto correre. Non era una ragazza propriamente sportiva anzi, odiava gli sport come il calcio e il basket proprio perché si correva parecchio. Eppure, quando uscì tra le lacrime dalla casa di Sai, aveva cominciato a correre. Dopo qualche metro sentiva già i muscoli bruciare, ma aveva continuato, e mentre correva aveva continuato anche a piangere. Aveva superato un paio di isolati, quando una mano le aveva stretto il polso costringendola a fermarsi e voltarsi.
Naruto, trafelato dalla corsa, era dietro di lei, e la osservava con sguardo interrogativo.
Hinata non riuscì più a trattenersi e gli gettò le braccia al collo, singhiozzando più forte, come una bambina. Il ragazzo la strinse a sé, cercando di calmarla come poteva.
Intorno a loro il traffico della sera andava via via scemando, solo qualche macchina solitaria percorreva le strade deserte. Era una serata calma quella. Calma e fresca. Pure il cielo notturno era sgombro dalle nuvole. Si potevano scorgere perfettamente le stelle e in alto, la luna illuminava gli edifici e i due, stretti in un abbraccio.
Naruto aspettò che si fosse calmata un pochino poi, quando gli sembrò che avesse ripreso a respirare normalmente, cercò spiegazioni.
« Hinata cos’è successo là dentro? ».
Lei, dal canto suo, si staccò dal ragazzo, e lo osservò con gli occhi gonfi.
«E’ stata colpa sua, l’ha fatto apposta » mormorò tirando su con il naso.
« Di chi? Chi è stato Hinata? »
«Karin. Mi ha versato addosso il punch. Ha rovinato tutto » mugugnò in risposta la ragazza, afflitta.
« E’ solo un vestito Hinata, un lavaggio in lavatrice ed è tutto sistemato » disse lui, sorridendole. Karin gliel’avrebbe pagata, molto cara.
« Non è solo un vestito, Naruto! E’ IL vestito! E’ uno dei più preziosi ricordi di mia madre. Teneva addosso ancora il suo profumo. La lavatrice lo cancellerebbe… » rispose, mentre gli occhi le si velavano ancora una volta di lacrime.
Naruto sospirò, avvolgendola di nuovo in un abbraccio.
«Andrà tutto a posto, Hinata » le sussurrò all’orecchio. Che altro poteva dire? Era una frase scema quella. “ Idiota di un baka che non sono altro” si disse.
Hinata, però sembrò approvare. Si staccò di nuovo da lui e lo osservò, abbozzando un sorriso.
« In fondo  è stata una bella serata, no? » esclamò al biondo.
« Certo! Meravigliosa! » concordò l’altro, sincero.
Hinata diede uno sguardo a com’era ridotta.
« Mi sa che ho bisogno di una doccia, non credi?».
« Mi sa di si, Hinata. Ti accompagno » Propose Naruto, sfoggiando un gran sorriso.
Insieme, si diressero verso casa Hyuga.
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Ladyvampire90: Ehiiii ** spero ti sia piaciuto questo capitolo ^^ Abbiamo usato una scrittura più grande e lo abbiamo fatto più lungo. Abbiamo anche sistemato i capitoli precedenti =D Un abbraccione <3 _Saku_Chan_ e September19
8hotaruchan8: Grazie per aver commentato ^^ Eh si, "Smistamento" era un capitolo di transizione, dalla calma alla tempesta pura xDSperiamo che questo capitolo sia stato di tuo gradimento ^^ Saku_Chan_ e September19

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