Come Bridget Jones

di Lunastorta92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Uscita disastrosa n°1 ***
Capitolo 2: *** David, questa è Anne ***
Capitolo 3: *** A pranzo da Alfonso's ***
Capitolo 4: *** Strani sogni, maghi e un'altra uscita disastrosa (a quattro) ***
Capitolo 5: *** Un nuovo ufficio e un' uscita un po' meno disastrosa della altre ***
Capitolo 6: *** Uno strano dopo-sbronza e tanta, tanta muffa ***
Capitolo 7: *** Pantaloni aderenti, mazze da golf e una vacanza già prenotata ***
Capitolo 8: *** Una vacanza a tre ***
Capitolo 9: *** Segreti pericolosi e informazioni scomode ***
Capitolo 10: *** Gioco d'azzardo e shopping sfrenato ***
Capitolo 11: *** La cabina di una nave e moltissime lacrime ***
Capitolo 12: *** Una lista particolare e un vestito altrettanto particolare ***
Capitolo 13: *** Festa del Ringraziamento ***
Capitolo 14: *** Boston Public Press ***
Capitolo 15: *** Cioccolata per due ***
Capitolo 16: *** A colpi di soprammobili ***
Capitolo 17: *** Natale ***



Capitolo 1
*** Uscita disastrosa n°1 ***


                                                                              CAPITOLO 1.

Sta calma, Anne, respira... va tutto bene.
Non è possibile, non può essere vero.
Io non sono come Bridget Jones!
Beh, ci sono alcuni indizi che potrebbero farlo pensare: la mia vita sentimentale è un disastro, l'uomo perfetto tarda ad arrivare (sempre se ne esiste uno!), sono in continua lotta con il cibo e mia madre (santa donna!) è fermamente convinta che io sia destinata a rimanere zitella, a vita.
Ah, dimenticavo. Ho quasi 27 anni, ho una specie di lavoro da giornalista, sono Inglese, ma vivo a New York... da sola, ovviamente!

La mia vita è abbastanza normale, a volte rasenta la banalità.
L'unica che ogni tanto mi aiuta a tirarmi su è Carrie, la mia migliore amica, nonché Miss Texas e Miss Gambe Chilometriche.
Anche se si tratta della mia migliore amica, spesso però non mi capisce, è convinta che io abbia assolutamente bisogno di un uomo (probabilmente deve aver parlato con mia madre) e per questo non fa altro che portarmi fuori e presentarmi i suoi amici.
E tutte le volte si tratta di ometti bassini e totalmente insignificanti, ma ci ho fatto l'abitudine.
Carrie invece è circondata dal più grande gruppo di uomini che io abbia mai visto!
Sarà per i suoi boccoli biondo scuro, o per gli occhi verdi da gattina o per le sue gambe estremamente lunghe, che attira così tanto il sesso maschile.
Comunque stasera mi porta in un nuovo locale per presentarmi Lawrence, e io sono costretta ad indossare il mini-abito rosso che mi ha regalato.
Un'altra cosa, Carrie è totalmente fissata con la moda... lei è 'in' mentre io sono 'out'.

Ok, ho indossato l'abito, mi sono truccata e mi sono pettinata; fra qualche secondo Carrie dovrebbe essere qui.
E infatti eccola, il campanello suona e io esco dal mio appartamento.
-Ciao tesoro!- mi saluta dandomi un bacio sulla guancia e facendomi salire in macchina.
-L'abito ti sta divinaaaaamente!- esclama e io le faccio un sorriso, ma in realtà mi sembra di essere una delle conigliette di Playboy!!!
Finalmente arriviamo al locale, il Russian Chinese.
Non è per niente un buon inizio, come può un Russo essere Cinese?!
Carrie ed io entriamo, e accanto ai vasi orientali e dragoni ci sono delle matrioske. Questo posto è veramente kitsch!
Raggiungiamo un tavolo e vedo Lawrence: arriva a malapena al metro e sessanta, con pochi capelli e un ridicolo paio di occhiali.
Mi guarda come se non avesse mai visto una donna in vita sua (e potrebbe essere vero!)
Faccio un sorriso imbarazzato e Carrie procede con le presentazioni.
La serata non potrebbe trascorrere peggio, Lawrence è l'uomo più noioso al mondo e in più ha degli atteggiamenti che mi ricordano un polipo!
Stanno per servirci il dolce quando Carrie si alza per andare in bagno e mi trascina con sé.
-Allora?- mi domanda
-Allora cosa?!-
-Lawrence ti piace, vero?- mi chiede con tono confidenziale.
Io riesco solo a farfugliare un 'ehm'
-Lo sapevo!!!!!!- esclama -Lui ti piace!-
Ecco, non ha capito assolutamente niente!
Con un sorriso ebete sulla faccia mi prende per mano e mi riporta nella sala.
Lawrence continua a fissarmi e Carrie si poggia una mano sulla testa.
-Oh! Ho un cerchio alla testa, ragazzi!- sussurra -Chiamo un taxi e me ne vado, non ce la faccio!- va avanti in tono melodrammatico.
Ma cosa ha intenzione di fare?!
-Ma voi continuate... prendetevi il dolce e il caffè!-
Ora ho capito, il suo è uno squallido tentativo di lasciarmi da sola con Lawrence, ma questa è l'ultima cosa che voglio.
Carrie si alza e barcolla fino all'uscita.
Voglio morire.
Sotterrarmi e non vedere mai più la luce del sole.
Oppure scappare da Lawrence, che ha preso a fissarmi ancora più avidamente.
Arriva il momento di andare (Alleluia!) e Lawrence si offre di accompagnarmi a casa, e non posso rinunciare.
Dopo un  viaggio tremendo dove il mio imbarazzo galleggiava nell'aria, arriviamo davanti al mio palazzo.
Lawrence mi poggia una mano sulla coscia.
-Allora, non mi inviti a salire?- mi domanda
-No- rispondo in modo lapidario, uscendo dall'auto.
Grazie Carrie!

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Capitolo 2
*** David, questa è Anne ***


                                                                           CAPITOLO 2.

Brrr. Brrr.
Devo imparare a cambiare la suoneria alla sveglia, soprattutto perché di domenica mattina è una tortura!
Lawrence mi ha lasciato il suo numero di telefono, immagino che debba averlo fatto scivolare con noncuranza nella mia borsa ieri sera.
So solo una cosa: non lo richiamerò mai!
Mai e poi mai.

Oggi, come ogni domenica, devo andare a casa di Carrie per una delle sue solite 'festicciole'...
Carrie invita tutti i suoi amici Texani (cowboy!) e si passa l'intera giornata a bere birra.
Ma per oggi c'è una novità, Carrie mi deve presentare il suo nuovo fidanzato!!!
Evento!
Ovviamente sarà bellissimo, ricchissimo ma incredibilmente stupido...
Come Sean, che giocava a basket; o come Marty, il patito del football oppure come Lance, il Dj amante delle feste in discoteca.
Affascinanti, ma completamente storditi... però capaci di soddisfare ogni piccola esigenza o capriccio di Carrie!
Se avessi anch'io tutti quei soldi!
Ora sono pronta per uscire (e per la cronaca non indosso alcun tipo di mini-abito, ma un paio di jeans!), prendo la macchina e mi precipito a casa di  Carrie (sono in ritardo!)...
Carrie mi accoglie con un sorriso e mi ficca in mano una bottiglia di birra, poi mi prende per un braccio e mi fa sedere sul divano...
-Aspetta un attimo, che te lo presento!- mi sussurra all'orecchio.
Dopo qualche secondo arriva abbracciata al suo nuovo fidanzato...
Oh, Santa Brigida!
Davanti a me ho il più fantastico esemplare di maschio sulla terra!
Alto, sarà più di uno e novanta, con i capelli di un biondo chiarissimo e un incredibile paio di occhi dello stesso colore del ghiaccio (di quelli in cui ci puoi nuotare dentro!).
Mi alzo in piedi e Carrie esclama radiosa:
-David, questa è Anne!-
Lo guardo.
Mi guarda.
Sorride.
Oh, David!!!!!!!
-Piacere, Anne... Carrie mi ha parlato molto di te, ora ho l'onore di conoscerti!-
Voglio fissare per sempre questo momento nella mia mente...
Lui è... è.. INGLESE!!!!
-Vi lascio qui a fare due chiacchiere!- dice Carrie, e David mi si siede accanto.
Sembro paralizzata, e sono fermamente convinta di starlo fissando!
C'è una specie di imbarazzo palpabile che mi vortica intorno alla testa, David deve essersene accorto, perché continua a sorridermi (perché voi lo sappiate, ha il sorriso più meraviglioso del mondo!)...
-Sono davvero contento di conoscerti!-
Non sai quanto sono felice io!
-Davvero?-
Complimenti, questa è proprio una domanda stupida!
Mi guarda, perplesso, poi mi guarda ancora. Ancora e ancora.
-Londra?- mi domanda
-Sì-
-Oh, che bello!- esclama, sospirando
Questa volta sono io che lo guardo perplessa.
-Carrie non fa altro che presentarmi i suoi amici americani...- si giustifica lui, passandosi la mano tra i capelli, e io non posso fare a meno di ridere.
Ok, abbiamo rotto il ghiaccio!
Questa felice atmosfera viene interrotta da un'orrida mano che mi si posa sulla coscia
-Lawrence!- esclamo, con un'innaturale voce acuta
-Sì, bambina?-
Non posso far altro che guardarlo con aria schifata...
E la sua mano comincia a salire... Oh, che orrore!
David si alza e si avvicina a Lawrence:
-Scusa, ma io e Anne ora dovremmo andare da Carrie...- gli dice tranquillamente.
Lawrence, come un cagnolino ammaestrato, mi toglie la mano di dosso e se ne va ciondolando.
-Grazie!- esclamo
-Prego!- mi sorride, tranquillo; poi mi prende per un braccio e mi porta da Carrie.
-Allora, vi siete conosciuti?- ci domanda, David annuisce e le dà un bacio.
A questo punto ci sediamo tutti assieme e Carrie decide di presentare David anche agli altri:
-Ragazzi! Volete stare un po' zitti!- ordina e nel salotto (dove prima regnava il caos) ora c'è un silenzio di tomba.
-Ragazzi, lui è David, il mio nuovo fidanzato!- dice e lui le bacia la fronte.
Scroscio di applausi e di urla.
Ma non le mie.
-Grazie...- mormora David, timidamente
-Inglese!!!- urla Joshua, il fratello di Carrie, lanciandogli una lattina di birra; che riesce a schivare con un movimento degno di Matrix.
-Josh!!!!!- lo ammonisce Carrie
-Ma ti sei messa con un Inglese!- si lamenta lui
-E allora?-
-Questi si mettono a piangere se gli butti un po' di tè in mare!- esclama e fanno seguito delle risate sguaiate.
David ed io ci lasciamo cadere sulla poltrona, imbarazzati.
-AMERICA! AMERICA! AMERICA!- comincia ad ululare Joshua, e così tutti gli altri (Carrie compresa) iniziano ad intonare l'inno americano.
Non sarebbe potuto andare peggio.

Dopo qualche ora trascorsa a farmi insultare da un gruppo di Texani inferociti e a farmi toccare da quel mostro di Lawrence, decido che è meglio andare via...
Carrie mi accompagna alla porta:
-Ciao Tesoro, a domani!-
-A domani?-
-Ma certo! Tu vieni a pranzo con me e David... ti chiamo e ti faccio sapere!-
Oh, no!

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Capitolo 3
*** A pranzo da Alfonso's ***


                                                                 CAPITOLO 3.

-E allora? Dov'è questo caffè?-
-Arrivooooo!- rispondo scocciata
-Vedi di fare in fretta, non ti pago certo per scrivere degli articoli!-
Veloce come una Ferrari ritorno con il caffè
-Ecco il tuo stramaledetto caffè, Eddie!- dico seccata poggiando il caffè sulla scrivania
-Era ora!- esclama annoiato
-E, visto che sembra che tu non lo sappia, nel mio contratto non c'è scritto che ti devo preparare il caffè!-
-Però c'è scritto che puoi essere licenziata!- mi risponde con un ghigno malefico
-Quanti cucchiaini di zucchero?- dico, sbattendo gli occhi
-Brava la mia Anne!- ribatte compiaciuto.
Schifoso despota bastardo!
Questo è Edgar Hoffmann, il mio capo, o, per meglio dire, il mio padrone!
Colui che ha il totale controllo sulla mia vita, sul pianeta Terra e sul regno dei Morti.
Un Dio...
Uno stronzo.
-Anne, c'è Carrie sulla 2!-
Julie, la mia salvezza. l'unica persona buona a questo mondo dopo Gandhi e Madre Teresa di Calcutta.
La mia assistente personale
-Grazie Julie!- le sorrido, poi vado a rispondere al telefono
-Ciao Anne!- la vocina di Carrie mi fa sobbalzare
-Come mai così contenta?- le domando
-Ma non ti ricordi?- dice con tono offeso
-Oh, scusami. Buon compleanno!- esclamo, cercando di salvarmi la faccia
-Ma che sciocchina che sei!- ridacchia Carrie
-Ah, non è il tuo compleanno?- dico, con un sospiro di sollievo
-Ma no! Oggi tu vieni a pranzo con me e David!-
Oddio, è vero! Me ne ero dimenticata
-Lo so, Carrie! Stavo scherzando!- rispondo, cercando di apparire convincente.
E, a quanto pare, funziona! Carrie ride compiaciuta dall'altra parte del telefono
-Bene... ci vediamo da Alfonso's all'una e un quarto, ok?-
-Ho alternative?- chiedo disperata
-Ma assolutamente no!- mi risponde Carrie
-Allora, d'accordo!- mormoro contrariata
-Baci baci!-
Io non voglio andare a pranzo con loro!!!!!
Beh, io non voglio andare a pranzo con Carrie... con David farei qualsiasi cosa, anche bungee jumping!
E' così bello, così educato, ha un sorriso da favola e un fisico da urlo... e in più ti guarda con quegli occhi chiari e tu sai che gli diresti sempre di sì!
"Anne, mi doneresti un rene?" la sua voce mi corre per la mente
"Ma ovviamente, ho anche un polmone in più, se ti serve!" risponde la mia voce.
La voce di Edgar interrompe i miei pensieri
-Anne! Questo caffè fa schifo!-
-Lo so, Eddie! E' proprio come te!-

Vedo Carrie seduta ad un tavolo vicino alla finestra, le do un bacio sulla guancia e mi siedo con lei
-Finalmente sei arrivata!- mi saluta con un sorriso
-Ma non sono io quella che manca!-
-David arriverà a minuti, credo!- mi risponde
-Come ti è sembrato?- mi chiede poi
-Lui? Ehm...-
-Sta tranquilla, ho capito. Non è il tuo tipo!- mi dice mettendomi la mano sulla spalla.
Se ogni tanto mi lasciasse parlare!
Sinceramente, penso che David sia la cosa più bella a questo mondo e gli salterei volentieri addosso!
-Però ho visto che tu e Lawrence vi intendete alla grande!- esclama con un sorriso malizioso.
Ma allora deve essere cieca.
-Trovo che sia un po'...appiccicoso!- riesco a farfugliare
-Ma no! Ha solo bisogno d'affetto!-
-Non penso di voler essere affettuosa con lui!- mormoro
-Ah, d'accordo- risponde Carrie, rabbuiandosi, poi fruga nella borsa e mi porge un bigliettino
-Questo è il numero di Julian... Sarebbe carino poter fare un'uscita a quattro!- esclama raggiante.
E se invece uscissi con David?
David.
David.
David.
Eccolo, sta entrando... ci raggiunge velocemente e dà un tenero bacio a Carrie
-Scusate per il ritardo- mormora sedendosi con noi e sorridendomi.
Fallo ancora, sorridi!
Poi ordiniamo da mangiare.
-Non mi hai ancora detto che lavoro fai...- mi dice David
-Beh, lavoro ad un giornale- rispondo
-David invece è uno scrittore!- esclama Carrie, con tono orgoglioso
-Lo scrittore?- domando io, sorpresa
-Sì, il mio editore ha pensato che mi potesse servire cambiare un po' aria e così mi ha mandato qui a New York per scrivere il mio prossimo libro.-
-E ha avuto la fortuna di incontrare me!- sorride Carrie dandogli un bacio.
David poi mi guarda, e contemporaneamente diciamo:
-Da che zona di Londra sei?-
Lui mi sorride, e, ancora una volta insieme, diciamo:
-Vai prima tu!-
Potrebbe sembrare una cosa carina, ma in realtà assomigliamo tremendamente a due cerebrolesi!
-Earl's Court!- rispondiamo, all'unisono.
-Ma davvero?- mi domanda, con un sorriso.
Sorrido a mia volta.
-Grazie tante!- sbuffa Carrie -Tanto vale che vi mettiate a parlare della Regina, ora!-
-Tesoro, le ho solo chiesto da dove viene!- si giustifica David, gentilmente
-Ma così mi hai escluso dal discorso!-
-Scusa, amore, scusami...- dice lui, dolce, dandole un bacio
-Per fortuna che non piaci ad Anne, se no dovrei essere gelosa!- esclama Carrie.
Da quando non mi piace David?!

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Capitolo 4
*** Strani sogni, maghi e un'altra uscita disastrosa (a quattro) ***


                                                                                CAPITOLO 4.

"Anne?"
"Sì?"
"Mi vuoi sposare?"
"Oh! Ma certo che sì!"
Io e David ci lanciamo in un bacio appassionato...

Brrr. Brrr.
La sveglia non dovrebbe mai suonare in momenti come questi!
Ma lo fa, sistematicamente...
Mi domando se mi dovrei sentire in colpa, ho appena sognato di sposarmi con il fidanzato della mia migliore amica!
Ma che cos'è poi un sogno? Niente, assolutamente niente...
C'è gente che sogna di sposarsi con Roger Rabbit o di bere il tè con la Regina Elisabetta (o almeno, a me e successo!), cosa sarà mai il fidanzato della propria amica?
Assolutamente niente.
Niente.
Niente.
Niente.
Forse se lo ripeto la smetterò di sentirmi colpevole!
Una canzoncina mi frulla nella mente:
"I sogni son desideeeeeeeeeri..."
Maledetto Walt Disney!!!!

Esco di casa, e una folata di vento primaverile mi accarezza il viso... e mi scompiglia irrimediabilmente i capelli.
Poco male... basta un colpo di spazzola! Penso prima di accorgermi che non ho una spazzola (né un pettine, o qualsiasi altra cosa che potrebbe sistemarmi i capelli) nella mia borsa.
Poco male... chi vuoi che stia attento ai miei capelli!
-Anne, ma cosa hai fatto ai capelli?- la voce sadica di Edgar irrompe nel mio ufficio
-Io almeno ce li ho i capelli!- sorrido, con cattiveria
-Ti voglio nel mio ufficio tra 4 minuti e 50 secondi!-
-Agli ordini, Eddie!- esclamo
Dopo 4 minuti e 40 secondi mi avvio verso l'ufficio di Eddie, ormai ci sono stata così tante volte che so che ci vogliono 10 secondi per arrivarci.
A meno che non stiano trasportando un'enorme fotocopiatrice davanti a te, che tu non sia scivolata su dei fogli di carta accidentalmente caduti a qualcuno e che il tuo caffè non ti si sia rovesciato sulla tua camicetta bianca e fresca di bucato.
Ecco, nel giro di 10 secondi può succedere tutto questo.
Con la minuscola parte di orgoglio che mi è rimasta, mi rialzo in piedi e mi dirigo con passo veloce verso l'ufficio del mio 'Padrone':
-Sei in ritardo-
Ma va?! A volte riesci ad essere perspicace!
-Scusami Eddie... ci sono stati alcuni... ehm, contrattempi!- tento di scusarmi
-Non fa niente... Ho un lavoretto per te!- mi dice
-Davvero?- chiedo incredula e con gli occhi lucidi per l'emozione
-Esattamente...-
-E di cosa si tratta?- domando con curiosità crescente
-Di un sondaggio!!!- mi risponde battendo le mani, contento.
-Ah, un sondaggio...- farfuglio in tono depresso
-Non sei contenta?- riesco a scorgere il suo ghigno maligno
No, assolutamente no... No e ancora no!
-Ma certo!- esclamo, con voce stridula
-Lo sapevo! Si tratta di bambini!-
Bambini?! Quei cosi piccoli e urlanti? Che sono carini solo quando sono piccoli e indifesi?
Sì, proprio quelli!
-Dovrai andare per strada e chiedere ai bambini cosa amano leggere!- mi spiega Edgar, con tono professionale
-Ma è la cosa più inutile che esista a questo mondo!- mi lamento
-E per questo ho scelto te!- dice lui in tono sarcastico, poi mi fa segno con la mano di uscire dal suo ufficio.
Che tu sia maledetto, Edgar Hoffmann!
Che ti possano cadere quei ventiquattro capelli che ti sono rimasti.
Che tu possa sorprendere tua moglie con l'idraulico.
E poi con il giardiniere e con il vicino di casa.
Che tu ti possa ritrovare una tarantola nelle mutande.
E così via...

Ormai è il tramonto, il cielo si è tinto di rosa e di arancione (per quel poco di cielo che si riesce a vedere a New York!) e sto ritornando da Edgar con i risultati del suo sondaggio.
Se sapesse dove se lo può mettere il suo sondaggio!!
-Il 29% dei bambini ama leggere il Terzo libro di Harry Potter, il 33% il Secondo libro di Harry Potter, il 25% il Quarto libro di Harry Potter, il 12% aspetta che esca l'ultimo libro di Harry Potter per poterlo leggere e il restante 1% ama leggere le riviste porno che trova nell'armadio del proprio papà...- ripeto gettando i fogli sulla scrivania di Eddie
-Allora ce l'hai fatta!- esclama
-Sei sorpreso?- rispondo, con aria di sfida
-A dire la verità sì!-
-Bene...- dico io, cercando di suonare indifferente
-Potrei aumentarti lo stipendio di 27 centesimi!- mi dice con sarcasmo e io esco infuriata dal suo ufficio, diretta al parcheggio.
Non tornerai facilmente a casa, Edgar Hoffmann, soprattutto perché ti ho tagliato le gomme della macchina!!!!

-Passo da te fra quindici minuti-
-Per quale arcana ragione?-
-Perché tu esci con me, David e Julian stasera!-
-Per quale masochistico istinto di autodistruzione ho accettato questo invito?-
-Non lo so! Ma vedrai che ti divertirai!-
Carrie riattacca velocemente il telefono, ancora una volta non ho alternative.
Apro l'armadio: desolazione.
E' come il deserto del Sahara, arido, brullo e infinitamente sconfortante.
Afferro un abito nero, mi do una sistemata ai capelli e mi passo un filo di trucco.
Carrie è puntualissima, e, tra parentesi, la macchina di David è una meraviglia.
Arriviamo al Golden Dragon Silver Surfer. Un altro dei locali scoperti da Carrie.
Ci sediamo ad un minuscolo tavolino e ordiniamo del sushi (soprattutto perché qui c'è solo sushi) e aspettiamo l'arrivo di Julian.
Dopo qualche minuto, che mi parvero ore, o dopo alcune ore che mi parvero minuti; Julian fa il suo ingresso nel locale.
Oh, Santa Brigida!
Voglio suicidarmi.
Julian è alto, dinoccolato, porta degli enormi occhiali rotondi e tiene i capelli lunghi raccolti in una coda.
E in più indossa una lunga t-shirt di Star Wars.
Mi si avvicina, con un sorriso a denti storti e mi stringe la mano:
-Piacere, sono Julian McShirlententontod!-
McShirle-che?!?
-P-piacere...- mormoro.
Lancio un'occhiata disperata a David, che mi guarda e sussurra, in mondo che lo possa sentire solo io:
-Yankee!-
Riesce almeno a strapparmi un sorriso.
Dopo poco sono così strapiena di sushi scadente che ho una tremenda voglia di vomitare, o forse è colpa di Julian!
-Di cosa ti occupi, Julian?- chiede Carrie
-Sono un 'aiuto informatico'!- risponde fiero
-Un che?!- domando
-Mi occupo dei vari problemi che potrebbero riscontrare gli hardware o eventuali software durante una connessione nel Net...- ci spiega.
Ma ceeeeeerto! Chi non conosce gli 'aiutanti informatici'?!
-E cosa fai nel tempo libero?- chiede ancora Carrie
-Riguardo i film di Star Wars, o gli episodi di Star Trek e parlo in Klingon su Internet!- esclama, ancora più fiero di prima.
David quasi si soffoca con del sushi .
Dopo alcune ore, che mi parvero ore... sento qualcosa di strano che mi si struscia sulla gamba... è il piede di Julian.
Chiudi gli occhi e pensa che ci sia qualcun altro chi ti si sta strusciando sulla gamba!!!
-Penso sia ora di andare!- mormoro, con aria disgustata
-Ma non abbiamo ancora preso il dolce!- si lamenta Carrie
-Ma tanto ci porteranno del sushi!- ribatte David
-ORA ANDIAMO!-




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Capitolo 5
*** Un nuovo ufficio e un' uscita un po' meno disastrosa della altre ***


                                                                  CAPITOLO 5.

Quinta Elementare, Pensierino: Descrivi l'animale che vorresti essere...
"Vorrei tanto essere uno struzzo, così potrei ficcare la testa sotto terra in una situazione difficile..."

E' così che mi sento ora: un povero struzzo in una situazione difficile.
Ma nell'ufficio id Edgar non c'è sabbia dove io possa nascondere la mia testa.
-Anne Wright!!- la voce di Edgar mi rimbomba nelle orecchie
-Odo forse il mio nome?- domando sedendomi di fronte a lui
-Non c'è niente da scherzare, Anne...-
-Perché?- domando, sbattendo gli occhi
-Qualcuno ha tagliato le gomme della mia auto, ne sai qualcosa?- mi domanda, con fare perfido
-Noooooooooooo! Stai scherzando?! Perché mi fai certe domande?- mento spudoratamente
-E come mai le telecamere del parcheggio hanno filmato una persona che mi ha tagliato le gomme che assomigliava tremendamente a te?-
Domanda retorica. Oh, no!
-Ti ho mai raccontato della mia gemella malefica?- questa è la mia ultima speranza
-E per caso la tua gemella è solita a vagare con in mano un coltello, come Jack Nicholson in Shining?- mi domanda Eddie
-Ovviamente, non sarebbe così malefica se no!-
Eddie gira il televisore verso di me e inserisce una cassetta:
Ci sono io, un coltello, e poi ancora io, che taglio le gomme dell'auto di Edgar...
"Questo è per te, Hoffmann! Per te e i tuoi sondaggi del..."
Tuona la mia voce, nel parcheggio.
Sono spacciata, finita, morta, sepolta, Edgar poi mi ribalterà dalla tomba e mi ucciderà di nuovo!
-Non ti licenzierò, sai?-
-Davvero?!- la speranza è l'ultima a morire
-Ti cambierò l'ufficio!- replica lui
-Oh, grazie! Grazie, grazie!!-
-Al Piano 7!- ghigna lui, soddisfatto.
Ho sentito bene?! Ha proprio detto "Al Piano 7"?! Per chi non lo sapesse, il Piano 7 è il peggiore dei piani in assoluto...
E' sette piani sotto terra (sotto terra, non sopra!), praticamente riesci a sentire la metropolitana come se ti passasse accanto (e probabilmente è così), si dice in giro che ci sia anche una tremenda mutazione genetica simile al Blob (quel mostro viscido e verde) che uccide tutti coloro che hanno la sventura di avventurarsi al Piano 7.
E in più, ci sono gli scarafaggi nel caffè.
-Ti prego, Eddie! Licenziami!
-Niente da fare, Anne... Ti voglio fra trenta minuti al Piano 7!-
Mi viene da piangere...

-Oddio, non ce la faccio!- brontola Carrie lasciandosi cadere sul divano di casa sua
-Cosa vuol dire che non ce la fai?!-
-Non mi sento più le gambe, ho mal di pancia, mi bruciano gli occhi e ho come un... come un...- rantola lei
-Un cerchio alla testa?- azzardo io
-Esatto!-
Ma che novità!
-Vuoi che rimanga qui? Hai bisogno di qualcosa?- domando, apprensiva
-Figurati, Anne... Figurati!-
-Sei sicura? Non posso fare niente per te?- chiedo ancora
-Beh, ci sarebbe una cosa...- mi risponde pensierosa
-E sarebbe?-
-Tu stasera esci con David!- esclama
-Io, cosa? Ma stai scherzando?!-
-Ma certo che no! C'eravamo prenotati un tavolo al ristorante Iraniano... ci andrai tu con lui!- mi ripete
-Oh, beh... d'accordo!- farfuglio, imbarazzata
-Grazie, Tesoro! Puoi rimanere vestita così, stai bene...-
Indosso un paio di jeans, una maglietta bianca e una giacchetta blu, ma questo non importa... perché io stasera esco con David!
David.
David.
E ancora David.
Intanto Carrie, gli ha telefonato per avvisarlo:
-Che ha detto?- chiedo
-Che gli dispiace per me e tutte quelle cose lì...-
-E poi?-
-Che accetta volentierissimo di uscire con te!!!-
Evviva!!!!!! Oggi è un giorno fantastico!!
Questo è un sogno miliardi di volte più bello di bere il tè con la Regina!
Bye Bye Elisabetta, benvenuto David!
Tu-tu-tuuuuuuuuu! Trilla il campanello. David è qui!
Parecchio velocemente (per poco non cado dalle scale) esco di casa e mi fermo sul marciapiede.
David scende dall'auto, mi mette un braccio intorno alla vita e gentilmente mi apre la portiera e mi aiuta a salire in macchina..
-Ciao!- mi sorride
-C-ciao!-
-Ehm... ristorante Iraniano?- mi domanda
-Immagino proprio di sì!-
Oghn, cibo iraniano...
Arriviamo al ristorante, ma facciamo appena in tempo ad entrare che David mi afferra per un braccio e si dirige dall'altro lato della strada.
-Cosa fai?- gli domando
-Niente di grave... Odio il cibo iraniano!-
E detto questo entriamo in un ristorantino italiano e ordiniamo due pizze.
-Scusa...-
-E di cosa?- gli domando
-Per il ristorante...-
-Non c'è niente di meglio di una pizza, David!- esclamo io.
E finalmente lui sorride, un sorriso vero, uno dei suoi... e mi guarda negli occhi...
Quest'uomo ha la straordinaria capacità di riuscire a farmi sciogliere!
-Come vi siete conosciuti, tu e Carrie?- gli domando, tagliandomi una fetta di pizza
-A una di quelle noiosissime feste...- mi risponde
-Noiosissime?- chiedo incuriosita
-Sì... quel genere che piace tanto a Carrie, quelle piene di bella gente e tutto il resto!-
-E a te non piace?- domando ancora
-Ehm... sarò anche un po' noioso, ma mi piace stare seduto sulla mia poltrona a leggere un bel libro... o giocare a tennis...-
-Dovremmo giocare qualche volta, allora!- propongo io
-Ti piace il tennis?- mi chiede incuriosito lui, questa volta
-Da morire...-
Non vorrei sembrare infantile... ma David ed io abbiamo alcune cose in comune...!
Finito di mangiare lui tira fuori il portafoglio dalla tasca dei jeans:
-Che cosa fai?- gli domando
-Pago... per noi due!-
Beh, risposta scontata... basta che dici ancora una volta "noi due"!
-Oh, grazie...-
Dopotutto, è stata una bella serata... David non mi ha messo la mano sulla coscia nè si è strusciato sulla mia gamba...
Perché tutti gli uomini così sono occupati?! (con Carrie...)
-Pub?- mi domanda
-Volentieri!-
Accettare questo invito è stato un errore tremendo!
-Forse è meglio andare...- mi dice David dopo che ho ingurgitato la mia quarta birra scura.
-Perchè? Io sto bene!- farfuglio, ubriaca marcia
-No, non stai per niente bene!- mi dice lui.
Afferrandomi gentilmente per il braccio mi trascina fuori dal pub e mi porta a fare una passeggiata, forse per vedere se sono in grado di camminare.
Non sono in grado di camminare... più che altro ciondolo a destra e a sinistra...
Mi cedono le gambe, sto quasi per cadere, ma prontamente David mi afferra e mi guarda, con quei fantastici occhi azzurri che adesso hanno un' aria preoccupata:
-Stai su... Tutto bene?- mi domanda
-Io...ehm, immagino di sì...- farfuglio, estremamente imbarazzata per la mia condizione.
Risposta sbagliata!
Dopo circa due secondi mi allontano da David e vomito (decisamente poco elegantemente) dietro ad un cespuglio.
-Io... mi dispiace-
-Tranquilla Anne...- mi sussurra lui all'orecchio, cercando ancora di tenermi su
-E' così... imbarazzante...!- mi lamento
-Su, su... ne ho viste di persone ubriache- ridacchia lui.
Anche se sono così ubriaca che di più non si può, riesco comunque a lanciare alcuni sguardi furtivi a David...
Lo so che è brutto da ammettere, ma sono, per la prima volta in vita mia, gelosa di Carrie: è bella, ricca ma soprattutto ha David...
Forse per questo che lui mi piace così tanto, perchè è ciò che non potrò mai avere...
-Casa mia è qui a due passi, pensi di potercela fare?- la voce di David interrompe i miei pensieri
-Sì...- mormoro
-Sicura? Se non ti porto in macchina, ritorniamo al parcheggio...- propone lui
-No... no, tranquillo... ce la faccio...-
Non ce la farò mai, maledetta birra, maledetto pub e maledetta io che sono una scema totale!
Arriviamo a casa sua, non faccio in tempo a osservare se sia una casa bella, brutta, antica, moderna, elegante e raffinata oppure una topaia unica...
So solo che vorrei essere uno struzzo!
David mi fa sdraiare sul sua divano e mi porta un cuscino e una coperta:
-Rimani qui, stasera...- mi sussurra
-No, che scherzi?!- ribatto io rimettendomi seduta.
David mi fa riappoggiare la testa sul cuscino:
-Davvero, è meglio se ti riposi un po'...- mi sorride.
Chiudo gli occhi e sento le sue labbra che si posano dolcemente sulla mia fronte...

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Un grande ringraziamento a yuna, a Chloe88 e a Shining soul91... che hanno recensito la mia fic e mi hanno fatto dei complimenti...

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Capitolo 6
*** Uno strano dopo-sbronza e tanta, tanta muffa ***


                                                                              CAPITOLO 6.

Un raggio di sole ribelle mi si posa sul viso, facendomi svegliare... ma non apro ancora gli occhi.
A parte il fatto che mi sento ancora ubriaca marcia, ho addosso una bella sensazione, non mi sono addormentata sulla mia poltrona birtorzoluta (né sul mio pouf moscio) ma su un comodo divano, con una coperta e un cuscino e qualcuno mi sta delicatamente accarezzando i capelli...
Sto dormendo su un divano e qualcuno mi sta accarezzando i capelli?!
Apro gli occhi, mistero svelato: mi sono addormentata a casa di David!
-Finalmente ti sei svegliata, Ubriacona!- mi sorride lui
-B-buongiorno...- mormoro, con gli occhi ancora semichiusi per la luce
-Allora, hai smaltito la sbornia?- mi chiede
-Mmmh... Non proprio!- cerco di sorridere, ma ne viene fuori solo qualcosa che assomiglia terribilmente a una smorfia di dolore
-Ti preparo del caffè...- mi dice, alzandosi.
Indossa una t-shirt nera e un paio di boxer, ha i capelli biondo pallido scompigliati e l'andatura calma.
Lentamente, molto lentamente, mi metto seduta, mi gira la testa e ho la gola secca...
La casa di David è molto carina, molto accogliente, ben arredata e con dei bei colori... a almeno il salotto, la cucina e la sala da pranzo sono così!
Dopo un paio di minuti David torna con in mano tue tazze di caffè fumanti e si siede sul tavolino di fronte a me:
-Come stai?-
-Oghn...- il mio sembra proprio un rantolo di dolore...
-Su, parli come se non avessi mai bevuto della birra!- ride lui
-Sono una brava ragazza, io!- esclamo
-Immagino...- risponde con tono sarcastico
-Non ci credi?- chiedo, cercando di sembrare offesa
-Sinceramente, no...-
Lo guardo.
Mi guarda.
Sorride.
-Grazie...- mormoro
-E di che?-
-Per l'ospitalità...- mormoro ancora, guardando il pavimento.
Mi mette delicatamente due dita sotto il mento e mi alza il viso, guardandomi negli occhi:
-Figurati...- mi sussurra -Non sai quante volte mi capita di ospitare a casa mia degli ubriaconi...-
-La vuoi smettere di darmi dell'ubriacona?!-
-D'accordo, d'accordo!- si lamenta lui
-Sai, David... Se non fossi il ragazzo di Carrie credo che ti bacerei in questo momento!-
Lui mi guarda, inarca un sopracciglio e continua a fissarmi...
-Oddio, scusa! Cancella, è colpa dell'alcol, non volevo... Dimentica quello che ti ho appena detto, scusa...- mormoro, mortalmente imbarazzata.
Ma cosa ho appena fatto?!
-Tranquilla... Certo, forse era un commento un po' fuori luogo... ma è pur sempre un complimento!- mi dice lui, sorridendomi
-Scusami...-
-Calma, calma...- poi improvvisamente gli squilla il cellulare:
-Sì?- risponde
Sono abbastanza vicina a lui da sentire distintamente la voce di Carrie dall'altra parte del telefono
-Amore, la seduta di Tai Chi!- si lamenta
-Oh, certo... me ne sono dimenticato, scusa...-
-Sei in ritardissimo...!- sbuffa lei
-Lo so, scusa. Ora arrivo...- risponde, riattaccando il telefono.
-Ma la tua amica è sempre così puntuale, quando si tratta delle sue cose?- mi domanda, sbuffando. Io faccio cenno di sì con la testa.
Mi guarda e mi sorride, gentilmente, non sembra arrabbiato per quello che gli ho detto:
-Ora scappo... Ciao!- mi dice, dandomi poi un bacio sulla guancia e uscendo di casa.
Lo so che un bacio sulla guancia (un innocente bacio sulla guancia) non significa nulla, ma sono riuscita lo stesso ad arrossire come una scema!

Lo ammetto... Ho paura.
Ho stramaledettamente paura di questo posto tremendo!
Il mio nuovo ufficio al Piano 7 ricorda molto il set di un film dell'orrore, con i muri scrostati e la carta da parati scollata... e un tremendamente forte odore di muffa!
E in più (come se servisse qualcosa in più) ho la netta e incessante convinzione di essere seguita da qualcuno. O da qualcosa... forse il mostro!
Ma ho preso una decisione, se devo rimanere qui questo posto avrà bisogno di una sistemata, una sistemata colossale!!
Armata di spray anti-muffa-funghi-e schifezze varie,vago per gli uffici del Piano, disincrostando muri e pulendo pavimenti, e pavimenti, e altri pavimenti!
Trovo una porta chiusa, busso molto piano
-Che cosa volete?- sbotta una voce burbera da dietro la porta
-Sono qui per pulire!- rispondo mettendo appena dentro la testa nella stanza.
Ci sono due uomini seduti a due scrivanie. Avranno almeno ottant'anni l'uno.
In questo ufficio sono tutti vecchi, mollicci e morti...
-Via di qua, ragazzina!- sbraitano i due uomini
-Scusatemi, scusatemi...- sussurro uscendo velocemente e rihiudendomi la porta alle spalle.
Tutto questo è tremendamente peggio di un gigantesco mostro-mangia uomini!
-Tu chi sei, ragazza?- una voce mi proviene dalle spalle, mi giro... una piccola signora anziana mi sta sorridendo
-Mi hanno appena mandato qui, ero al piano 6...- rispondo
-Sopra o sotto terra?- mi domanda la donna, incuriosita
-Sopra...- rispondo timidamente
-Oh, che bello...! Si vede che sei abbronzata e che non soffri dell'umidità che c'è qui sotto!- esclama con voce roca, avvicinadomisi
-E che bella pelle... neanche una ruga!-
-Ehm... grazie...- rispondo, ormai in preda al panico.
Non sono mica un animale da circo, perché mi guardano come se non vedessero persone nuove da anni?
Oh, mio Dio! Forse è proprio così! Non voglio rimanere qui per sempre
-Comunque io sono Gladys... chiamami se ti dovesse servire una mano...- mi dice. allontanandosi con passo lento.
Continuo ad aver paura di questo posto oscuro... pieno di vecchietti misteriosi e di muffa.
Tanta, tantissima muffa...
C'è muffa dappertutto... anche nel caffè, insieme agli scarafaggi, ovviamente!
Ma dopo lunghe, lunghissime ore di duro lavoro, finalmente la maggior parte degli uffici è stata liberata da muffa, scarafaggi e cadaveri di vecchietti morti da anni (in realtà questi non c'erano, ma penso proprio che se cercassi meglio ne troverei qualcuno!)
Da oggi in poi chiamatemi Wonder-Muffa-Woman!!!
Regina del Pulito e combattente suprema contro il male dello Sporco!
Qualcuno bussa alla porta:
-Lo spray anti-muffa è finito!- urlo
-Ehm, non credo di aver bisogno dello spray anti-muffa!-
Tolgo i piedi dal tavolo, con un movimento brusco... e intanto la porta si apre
-Comunque lavori in un bel posticino!- esclama con un ghigno divertito
-Oh, David... Ciao!- farfuglio
-Volevo solo riportarti il cellulare...-
-Oh, ehm... grazie! Ecco dov'era!- esclamo
-Di niente, ci si vede!- mi saluta lui, dandomi ancora un bacio sulla guancia.
E ancora una volta io arrossisco come una scema...
Questa volta è Gladys ad entrare:
-E' il tuo fidanzato?- mi domanda
-No, Gladys...- rispondo con tono triste
-Peccato, è un così bel giovanotto!- ride lei.
E si allontana, facendo un rumore molto particolare con le ciabattine simili a degli zoccoli...


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Capitolo 7
*** Pantaloni aderenti, mazze da golf e una vacanza già prenotata ***


                                                                                CAPITOLO 7.

-Inspirate ed espirate, inspirate ed espirate, ins...-
-Ricordami perché ho deciso di accompagnarti alla lezione di yoga?!- domando, scocciata
-Per rilassarti...- mi risponde Carrie
-Non ho bisogno di rilassarmi!- ribatto
-E invece sì, se no non avresti messo su quei due chili che ti sei presa!- esclama
-Che cosa fai? Mi controlli la bilancia?- le chiedo, abbastanza irritata
-No, Anne... Si vede benissimo anche senza una bilancia...-
Sbuffo. Grazie mille, Carrie! Regina del Tatto e della Sensibilità e dei bei Complimenti!
Tanto vale che mi vieni a dire che ho bisogno di una liposuzione!!!
E che sia chiaro, io non ho bisogno della chirurgia plastica... Anche se Carrie pensa che dovrei farmi ridurre il seno. Patetica, solo perché per una volta io ho qualcosa in più di lei... cioè un paio di belle tette.
-E questa è la posizione dell'aratro!- esclama l'istruttrice mettendosi con la schiena per terra, le gambe alzate e le braccia in avanti. Non è poi così impossibile...
Sbagliato! Con la grazia di un elefante rotolo all'indietro finendo sul materassino di uno strano tipo con pantaloni troppo aderenti... finisco con il viso sui suoi pantaloni troppo aderenti...!
-Tu, sì proprio tu!- mi urla l'istruttrice, che ama farsi chiamare Guru
-Cosa?- domando disperata
-Mettiti in quell'angolino e prova a fare da sola la Bhujangâsana!-
-La cosa?!?- chiedo
-Sì... il Cobra!- mi dice agitando la mano
Prendo il mio materassino e mi ritiro in un angolino, e tristemente comincio a fare le posizioni di yoga illustrate sulla parete che ho difronte:
Halâsana -l'aratro
Matsyâsana -il pesce
Sarvângâsana - la candela
Tadâsana - la montagna
Pascimottanâsana- la pinza
Salabhâsana - la locusta
Bhujangâsana - il cobra
Dhanurâsana - l'arco
Padmâsana - il loto
Siddhâsana - la posizione perfetta

Perché mi fanno tutto questo, perché? Perché lo yoga mi odia tanto?!
-Bravissimi, abbiamo fatto un buon lavoro! Andate...- dice infine l'insegnate, il Guru
Sia ringraziato il Cielo, stavo per morire! Poi seguo Carrie e andiamo a farci una doccia:
-David, passa fra un secondo...- esclama
-D'accordo...- farfuglio, con i muscoli doloranti
-Piaciuta la lezione?- mi domanda, tutta contenta
-Ma certo!- rispondo con una leggera nota di sarcasmo nella voce, ma Carrie sembra non accorgersene
-Ne ero convinta!- dice, battendo le mani e saltellando
-Ma davvero?- l'incapacità di Carrie di cogliere i commenti sarcastici ha dell'impossibile
-Davvero, davvero!-
Usciamo dall'edificio: lo Yoga Fitness Center, moooolto americano! E aspettiamo l'arrivo di David.
-Ciao, belle ragazze!- esclama lui una volta arrivato, mettendo la testa fuori dal finestrino e aprendoci la portiera
-Ciao Tesoruccio!- esclama Carrie dandogli un bacio
-Come è andata la lezione?- ci domanda
-Saresti dovuto esserci!- risponde Carrie
-Non sai quanto mi sarebbe piaciuto!- esclama lui, un altro commento sarcastico che Carrie non riesce ad afferrare
-Lo so, posso immaginare!- dice lei.
David mi lancia uno sguardo divertito:
-Non sapevo che ti piacesse lo yoga, Anne...-
-In realtà Anne è venuta per smaltire i chiletti di troppo!- risponde Carrie al posto mio.
Se potessi la incenerirei, sputerei fuoco dalle narici fino ad arrostirla e poi me la mangerei, odio quando fa questo genere di commenti... soprattutto davanti ad altre persone:
-Davvero?- domanda David stupito -Non me ne ero neanche accorto, secondo me Anne sta bene così com'è!-
Cosa ha detto?! Ho sentito bene? Io sto bene così come sono, per lui...
Grazie infinite David, ti sarò grata a vita per questo!
-Bah, se lo dici tu...- ribatte Carrie, con aria offesa.
Anne uno, Carrie zero!

Sento il pavimento che scricchiola, dei passi pesanti che si avvicinano e la mia porta cigolante che si apre:
-Stammi lontano, orrido Mostro!- urlo, tenendo in mano la mazza da golf che mi porto in ufficio per sicurezza
-Calma, Cowgirl!- esclama Edgar
-Santo Cielo, mi hai spaventato...- farfuglio
-Vedo che ti sei ambientata benone!- ride lui
-Non puoi immaginare quanto!-
-Per che tieni in ufficio una mazza da golf? Cosa credi, che ci siano i mostri?- mi domanda, ironico.
Arrossisco.
-No, Eddie! Lo faccio per tenere lontani quelli come te!- ribatto
-Bene bene. Ma ora ti pregherei di abbassarla...-
-E perché mai, Eddie...?- gli chiedo, con un tono che fa molto Nightmare
-Beh, vedo che devi lavorare...- farfuglia spaventato e richiudendosi velocemente la porta alle spalle, facendo cadere uno spesso strato di polvere dagli infissi.
Spero che il Blob ti mangi, Edgar Hoffmann!
Ancora una volta sento bussare alla porta, e velocemente riafferro la mazza golf:
-Cosa vuoi, eh?! Lurido mostro bastardo!-
Gladys fa capolino nel mio ufficio:
-Anne, c'è qui fuori una certa Carrie, la faccio entrare?- mi domanda con voce tremolante
-Oh, sì certo... scusa- borbotto lasciando cadere la mazza per terra
-Ciao Anne!- mi saluta Carrie, prima che io possa salutarla a mia volta, esclama:
-Ma che posto tremendo, dovresti dargli una sistematina!-
-Già...- mormoro imbarazzata
-Comunque... guarda qui!- mi dice con aria contenta poggiando un depliant sulla mia scrivania
-Che cos'è?- domando iniziando a leggere
-Io e te ci facciamo una crociera fra un mese! Appena inizia l'estate!!!!- esclama
-Cosa?!?- domando allibita -Non mi sembra il caso, sai il lavoro, gli impegni...- cerco di trovare delle buone scuse
-Mi dispiace Anne, ma ormai ho già prenotato!- mi schiocca un bacio sulla guancia e esce ridacchiando dal mio ufficio... sbattendo la porta e facendo cadere dell'altra polvere.
Beh, è pur sempre una vacanza, no?

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Capitolo 8
*** Una vacanza a tre ***


                                                                 CAPITOLO 8.

E' arrivata. La mia meritatissima vacanza è arrivata. La mia vacanza con Carrie...
Non può essere così tragico, nessuno è mai morto per essere andato in vacanza con la propria migliore amica, nemmeno se la migliore amica in questione è come Carrie: totalmente iperattiva e incontrollabile.
Ma immagino che sarà divertente, siamo amiche e siamo donne... sarà tutto pettegolezzi e bei ragazzi!
O perlomeno io potrò guardare i bei ragazzi che si fiondano come una mandria di bufali inferociti su Carrie.
Ma per come è messa la mia vita sentimentale questo è già tanto!
E in più, ho avuto una parte della mia rivincita personale su quel despota di Edgar, che l'altro giorno mi ha pregato in ginocchio (sì, si è inginocchiato sul pavimento polveroso del mio ufficio) per chiedermi di rimanere perché aveva bisogno di persone.
La mia risposta è stata un categorico no!
Allora, prima aeroporto poi nave... è facile, le valige le ho fatte e il passaporto c'è, non potrebbe andare meglio.
Ma a cosa mi è servito leggere i libri di Bridget Jones, vedere i film al cinema e poi rivedermi i film in cassetta?
Una vacanza può essere estremamente pericolosa, soprattutto se la tua amica viene sedotta da un losco figuro e consegna a te la droga, e tu vieni arrestata...!
Comincio seriamente a preoccuparmi.
 
Si pregano i gentili passeggeri di prendere posto, presto l'aereo decollerà...
-Non sei estremamente contenta?- mi domanda Carrie con un sorriso a trentadue denti
-Ehm, sì... Penso di sì...- rispondo titubante
-Vedrai, ci divertiremo!-
-Chissà perché l'aereo non parte...- dico io, cambiando discorso
-Beh, i soliti ritardi, no?- suppone Carrie
-Scusa il ritardo, Carrie...-
Sento una voce dietro di me, e non è una voce qualsiasi. Ho una bruttissima sensazione!
-Oh, ciao tesoro!- tuona Carrie
Tesoro?! Mi giro, davanti a me c'è David, sorridente.
Mi guarda.
Lo guardo.
Panico.
-Oh, ehm, ciao...- farfugliamo David ed io, visibilmente imbarazzati
-Oh, già! Mi ero dimenticata!- esclama Carrie, poi si volta verso di me: -Non ti avevo detto che anche David sarebbe venuto!-
Se ne era dimenticata?! Puoi dimenticarti il latte quando vai al supermercato, ma non puoi dimenticarti di dire che ci sarà anche il tuo fidanzato in vacanza!
Non ho mai così tanto voluto essere uno struzzo in tutta la mia vita. Un gigantesco struzzo con la sua enorme testa tre metri sotto terra.
-Suvvia, cosa sono quelle facce da funerale? Ci divertiremo!- esclama Carrie
-Sì, certo, come no.- borbotto io, contrariata.
Sono come spaccata in due: da una parte sono contentissima perché c'è David, mentre dall'altra mi sento come il terzo incomodo.
Insomma, io cosa centro con questa vacanza?!

Oh mio Dio!
Questa nave da crociera è enorme! Ci sono piscine, campi da tennis, un casinò, una biblioteca, dei campi da golf, un cinema, un teatro e tantissimi negozi e boutique!
Arriviamo alla reception, e un ragazzo veramente attraente ci accoglie:
-Buon pomeriggio...- sorride, e anche Carrie sorride come una scema.
-I vostri nomi completi, prego.- ci domanda
-David Thane Greene-
-Adrienne Wright-
-Caroline Kattleburn, ma tu puoi chiamarmi Carrie!- esclama lei, facendo gli occhi dolci al receptionist.
-Ecco le vostre chiavi...- dice lui, facendo l'occhiolino a Carrie.
Mi avvio così verso la mia cabina singola, mentre Carrie rimane a chiacchierare con il ragazzo
-Una mano?-
-Uhm, no, ce la faccio da sola...- mormoro.
David, ignorando completamente quello che gli ho appena detto, prende in mano la mia valigia e si carica il mio borsone sulla schiena.
-Grazie...- dico io e lui mi sorride.
-Eccoci qui- esclama lui, appoggiando i miei bagagli accanto alla porta della mia cabina
-Ci vediamo più tardi, ok?- mi dice lui, allontanandosi.
Perché tutto questo deve capitare a me?!
Squilla il telefono della mia cabina, è Carrie:
-Ci troviamo in piscina fra quindici minuti.- non è una domanda, ma un ordine.
Beh, quest'anno in bikini sto molto meglio, grazie a miliardi di milioni di trattamenti non ho neanche un filo di cellulite. Evviva!
Con il mio borsone e un paio di infradito mi dirigo sorridente verso la piscina, il sole dei Caraibi mi bagna interamente, mi avvicino a Carrie e mi sdraio su un lettino.
-Ciao!- mi saluta Carrie
-Ciao!-
-David arriverà a momenti!- mi dice lei
-Fantastico!- replico con una leggera nota di sarcasmo
-Ciao, belle donne!- esclama David, avvicinandocisi.
-Ciao Amore!- esclama Carrie, dandogli un bacio.
Respira Anne, respira. Tu non sei il terzo incomodo!
-Vado a farmi una nuotata!- ci dice David -Volete venire?-
-No amore, rimaniamo ancora un attimo qui a prendere il sole!- risponde Carrie, David si allontana sconsolato.
-Ho bisogno di te!- mi sussurra Carrie, prendendomi per un braccio
-Cosa vuoi?- le chiedo io, con un tono misto fra l'annoiato e il rassegnato
-Stasera ho prenotato il campo da tennis per te e David!-
-Perché?!- chiedo io
-Hai presente il ragazzo della reception, Francesco, quello italiano?- mi dice
-Sì, ma cosa centra lui?- chiedo ancora
-Stasera esco con lui...- bisbiglia lei, contenta
-Tu cosa?!- esclamo incredula
-Tranquilla, si tratta di una cosetta innocente!- mi dice lei -Ci stai?-
Beh, mi si sta offrendo la possibilità di stare con David
-Va bene...- dico ancora più rassegnata -Ma dovresti sentirti in colpa!-
-In colpa? David, questa se la meriterebbe!- esclama indignata Carrie
-Se la meriterebbe?- domando
-Sì, è così poco... poco dolce!- mi risponde
-Poco dolce?- ripeto incredula, ripensando al modo in cui lui si era comportato con me la sera della mia super-sbronza. Mi è sembrato estremamente dolce quella sera.
-Sì, non mi ha mai detto che mi ama!- sbuffa lei
-Cosa intendi dire?-
-Cioè, glielo devo sempre dire io! E quando glielo dico lui non mi risponde mai, si limita a sorridermi!- si lamenta ancora
-Se lo dici tu...- mormoro

-Questo come mi sta?- mi domanda Carrie appoggiandosi un abitino rosa
-Bene...- farfuglio io, seduta sul letto, con poco interesse
-Allora mi metto questo!- esclama lei, indossandolo, è talmente corto che le copre a malapena la coscia.
-Tu sei pronta?- mi domanda
-Certo!- dico, facendo un cenno alla racchetta che ho in mano
-Bene, io ora vado... tu aspetta qui David...- e detto questo esce dalla stanza, salutandomi con la mano.
Oddio, mi sono resa complice del piano diabolico di Carrie!
Sono ancora seduta sul letto, quando David bussa alla porta ed entra:
-Andiamo?- mi chiede
-Andiamo.- rispondo, allora lui mi pende la mano e mi fa alzare dal letto, e insieme ci dirigiamo al campo.
-Pronta a cominciare?- mi domanda con un ghigno una volta che ci siamo posizionati sul campo
-Prontissima...- ribatto, con un sorriso.
Lo so, è ingiusto, ma devo ammettere che la serata non potrebbe andare meglio! Un po' di sport, David ed io insieme e Carrie che è ehm... occupata!
-Sai per caso dov'è Carrie?- mi domanda lui, fra un diritto e un rovescio
-Non saprei... Credevo che te l'avesse detto!- mento, spudoratamente
-No, non mi ha detto niente. Sarà perché in questo periodo non andiamo d'accordo...- mi dice lui
-Davvero?- chiedo -Mi dispiace...- mi affretto poi a dire
-Siamo troppo diversi...- si limita a rispondere.
E' come se nella mia testa ci fosse il Carnevale di Rio!
-Mi dispiace...- dico, cercando di apparire convincente
-Non importa, forse è meglio così...-
Ma certo che è meglio così!
Più tardi, finiamo la nostra partita e David mi si avvicina.
-Hai vinto...- mi dice, mettendomi il braccio intorno alla spalle
-Grazie, grazie...- dico, fingendo un inchino.
Senza dire niente David mi bacia sulla testa e poi mi sorride, e insieme ci dirigiamo verso le nostre cabine.
-Oh, cazzo...- esclama David una volta arrivati alla sua cabina
-Che c'è?- domando io
-Carrie non è ancora arrivata, e le aveva lei le chiavi!- esclama, scocciato
-Dormi da me...- dico, con voce piccola piccola
-Sarebbe un'idea. Sicura che non ti do fastidio?- mi domanda
-Ma no, figurati!- detto questo, ancora vicini, ci dirigiamo verso la mia cabina (esatto la mia cabina)...
Ci siamo messi sotto le coperte del mio letto matrimoniale, così distanti che tra noi potrebbe starci anche un elefante (e ci sarebbe ancora spazio!).
Probabilmente abbiamo dovuto avere la stessa idea, perché ad un tratto le nostre teste si colpiscono violentemente:
-Oh, scusa!- mormora lui
-Scusa tu...- ribatto massaggiandomi la testa.
Mi servirà come lezione, mai avvicinarsi ad un uomo se si è a letto!
David mi guarda. e sorride:
-Grazie...- mi sussurra all'orecchio, e mi mette ancora il braccio attorno alle spalle.
E ci addormentiamo...

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Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto! XD
Per quanto riguarda la storia dei link nel capitolo precedente, lasciate perdere, errore mio!

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Capitolo 9
*** Segreti pericolosi e informazioni scomode ***


                                                                                CAPITOLO 9.

Un paio di labbra che mi si posano sulla fronte mi svegliano, dolcemente.
-Buongior... Oh, Cristo Santo!- esclama David alzandosi immediatamente dal letto
-Oh, Santa Brigida!- tuono io, alzandomi a mia volta
-Cosa ti ho fatto?!- mi domanda David, con lo sguardo preoccupato
-Niente, niente!- mi affretto a dire, lui si lascia cadere su una sedia
-Oh, per fortuna...- mormora lui -Sicura, non è successo niente?- mi domanda, enfatizzando parecchio l'ultima parola
-Assolutamente niente!- replico io, David sospira
-Bene, bene...- si limita a dire
-Carrie mi ucciderà...- aggiunge poi
-Non credo proprio!- ribatto io
-Perché?- mi domanda
-Fidati...- e detto questo (e dopo essermi vestita) lascio David nella mia cabina e vado a fare colazione.
Nella sala trovo Carrie, che (stranamente) è spettinata, seduta ad un tavolo, mi vede anche lei e mi fa cenno di avvicinarmi:
-B-b-b-buongiorno!- mi dice, sbadigliando
-Buongiorno.-
Silenzio.
-Non mi chiedi come è andata?- mi dice lei, con aria offesa
-Come è andata cosa?- chiedo
-Con Francesco!- esclama
-Perché?- domando -E' andata in qualche modo?- aggiungo con un sorriso malizioso
-Smettila di rompere e chiedimi come è andata!-
-Come è andata?- chiedo con un finto interesse, essendo, in realtà, annoiata a morte
-Ci sono andata a letto!-
-Cosa?!- esclamo, ingozzandomi con il caffè
-Ci sono andata a letto!- mi dice ancora, elettrizzata
-Sei fidanzata!- dico io
-Lo so, ma tanto David non verrà mai a saperlo...- mi sussurra -Vero?-
-Vero...- mormoro, con preoccupazione crescente
-E brava la mia Anne!- dice, dandomi un bacio sulla guancia e battendo le mani.
Perché? Perché?! E pensare che David stamattina si era fatto dei problemi per aver dormito (e solo dormito) con me!
-Pensa che David non si è nemmeno accorto che non ho dormito nella nostra cabina!- dice lei, ridacchiando
Forse perché era nella mia?!
-Ah-ah, che ridere!- dico imbarazzatissima.
Continuo a fingere di ridere, ma Carrie mi afferra per il braccio e mi sussurra:
-Ho bisogno di un altro favore!-
-Eh, no!- esclamo, scuotendo la testa
-Eddai! Ti preeego!- mi dice lei
-Va bene, di cosa si tratta?- dico rassegnata
-Oggi pomeriggio la nave attraccherà nel porto di un' isoletta tanto carina...- mi dice lei
-E allora?-
-Fammi arrivare al punto!- mi dice, annoiata, io mi limito a guardarla
-Francesco ed io ci faremo un giro, tu devi tenere David occupato!- mi spiega.
La guardo.
Mi guarda, speranzosa.
Mi limito a scuotere lentamente la testa.
-Oh, grazie grazie!- esclama abbracciandomi, benché io abbia risposto di no.
-Ti sei svegliata male?- mi chiede poi -Perché hai gli occhi più grigi del solito!- e detto questo si allontana ridacchiando.
Oddio, non ho scelta!

Ho finalmente riappoggiato i piedi sulla terraferma, e devo dire che è una sensazione fantastica!
Carrie mi si avvicina, accanto a lei c'è Francesco.
-Mi raccomando, non una parola a David!- mi sussurra, accennando al ragazzo
-Niente di niente...- rispondo
-Bravissima!- mi dice e i due poi si allontanano mano nella mano.
Oh, che schifo! Mano nella mano! Se fossi in Carrie mi sentirei in colpa!
David mi si avvicina poco più tardi e mi sorride:
-Ciao-
-Ciao-
-Dove vuoi che ti porti di bello?- mi domanda
-Vorrei vedere un po' l'isola...- rispondo
-Ogni vostro desiderio è un ordine per me!- ridacchia lui.
Insieme ci dirigiamo verso la città, e dopo aver preso qualche souvenir (da bravi turisti) in alcuni strani negozietti pieni di gente ci sediamo ad un bar.
-Avevi ragione.- mi dice David
-Riguardo cosa?- chiedo
-Carrie non mi ha ucciso, per niente!- esclama, abbastanza incredulo.
Se devo essere sincera mi sento più in colpa io verso David di quanto si senta Carrie! Odio dover nascondere qualcosa a qualcuno, è immorale e stronzo.
-Cosa prendete?- ci domanda un cameriere, David prende il menù e ordina due qualcosa, ma non riesco a capire cosa. Il cameriere si allontana.
-Cosa hai preso?- domando a David
-Non lo so.-
-Come non lo sai?!- chiedo a David
-Aveva un nome che suonava bene...- si giustifica
-Se lo dici tu...- dico, poco convinta.
-Oddio! Sa di pattumiera!- esclamo io assaggiando per prima quello che ha ordinato David
-Smettila di essere così riluttante...- dice lui, agitando la mano
-Assaggialo.-
-D'accordo.- mi risponde, con aria di sfida.
Prende la forchetta e se la ficca in bocca, fissandomi. Comincia a masticare e dopo circa tre secondi sputa in un vaso di orchidee dietro il nostro tavolo:
-Ow, avevi ragione!- esclama
-Andiamocene...- propongo, David paga il conto e finalmente ce ne andiamo.
Stiamo passeggiando per la città quando all'improvviso David si allontana e...
Vomita dietro una palma.
E' ancora peggio di quella volta in cui mi ha portata al pub e mi sono ubriacata!
Mi avvicino a lui:
-T-tutto bene, adesso?- gli domando
-Stammi lontana!- dice lui, ancora piegato, agitando la mano.
Per un attimo mi guardo intorno, tremenda visione! Seduti su una panchina, a qualche metro da noi, ci sono Carrie e Francesco che si stanno sbaciucchiando come due adolescenti in pieno scoppio ormonale.
-Oh, no!- urlo
-Cosa c'è?- mi chiede David, alzando per un secondo il viso verso di me
-Continua a vomitare!!!!-

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Capitolo 10
*** Gioco d'azzardo e shopping sfrenato ***


                                                                         CAPITOLO 10.

-Perché dovrei andare avanti a vomitare?- mi domanda, probabilmente incuriosito dalla mia strana affermazione
-Come perché?!- rispondo, cercando di far sembrare la cosa ovvia
-Perché?- mi domanda ancora
-Perché ti fa bene... ehm, vomitare un po'!- esclamo
-Mmmh, certo...- risponde lui, molto incerto sul da farsi
-Allora vomita!- gli ordino
-Uhm, ma non penso di riuscirci ancora!- mi dice lui, guardandomi con i suoi occhi chiari
-Beh, provaci almeno...- gli dico, agitando la mano
-D'accordo...- mi risponde, piegandosi ancora una volta dietro la palma.
Questo discorso sul vomito sarebbe dovuto servire per dare a Carrie e Francesco il tempo di dileguarsi, ma i due sembrano non aver capito, sono ancora su quella panchina come due quattordicenni alle prime esperienze.
-Anne?- mi chiama David
-Sì?-
-Penso di aver vomitato abbastanza...- mi dice, rialzandosi e girandosi  verso le panchine.
Con uno scatto degno di un velocista mi avvicino a David:
-Conosco un buon modo per smettere di vomitare!- gli dico, facendo in modo che mi guardi negli occhi
-E sarebbe?-
-Guarda, ti faccio vedere...- dico io, gli metto una mano davanti agli occhi
-E ora piegati più che puoi- gli ordino
-S-sicura che funzioni?- mi domanda, piegandosi sempre con la mia mano sugli occhi
-Sicuro!- esclamo
Per una persona all'oscuro della situazione, questa posizione potrebbe far pensare a qualcosa di parecchio sconveniente. Sono in ginocchio accanto a David, con la mano sui suoi occhi e lui che è piagato quasi a toccare terra.
-Così è ancora peggio...- mormora lui
-Ma no, fidati di me una buona volta!- dico, come per sembrare offesa
-Io mi fido di te... ma davvero, così è veramente peggio!- mi risponde
Finalmente Carrie ci nota, e mi guarda con una faccia preoccupatissima, le faccio cenno di andarsene.
Sembra non capire.
-Vattene via!- dico, muovendo solo la bocca, e finalmente mi fa cenno di sì. Prende Francesco per mano e si nascondono dietro un muro.
-Penso che così possa bastare! Allora, ti è passato?- gli chiedo, mentre ci alziamo, togliendogli la mano dagli occhi
-Uhm, penso di sì...- farfuglia
E senza troppe cerimonie, torna a vomitare dietro alla palma

-Sei stata grandissima!- esclama Carrie, mentre risaliamo sulla nave
-E che questa sia l'ultima volta che mi fai fare una cosa del genere!- ribatto io
-Ehm, in realtà ci sarebbe ancora qualcosa...- sussurra lei
-No, Carrie, non c'è un bel niente!- sbotto io, irritata
-Dai, Anne! Devi solo tenerlo lontano dalla nostra cabina per stasera!- mi dice lei, tirandomi la manica della maglietta
-Per stasera?- domando
-E stanotte...- aggiunge lei
-Tutta la notte?! Ma sei matta!- esclamo io
-Ma sì... organizzati, tanto ormai è ora di cena...- ridacchia lei
-No.-
-Ti prego, ti prego, ti prego!- mi supplica
-Ma David non dovrebbe insospettirsi?- domando io
-No, gli ho mandato un messaggino per dirgli che sto male...- ride
-Beh, la risposta è sempre la stessa...- ribatto
-E sarebbe?- mi domanda
-No, no e ancora no!- rispondo
-Fallo per me!-
-Ma cosa diavolo centra?- chiedo, irritata
-Ti prego, ti scongiuro!- dice, ricominciando a tirarmi la maglietta
-D'accordo!- esclamo al limite dell'esasperazione
-Sei un'amore!- mi dice lei, dandomi un bacio sulla guancia e allontanandosi per raggiungere Francesco.
Mi odio, mi faccio schifo, sono una persona tremenda!
E' la terza volta che accetto di diventare complice del piano: "Sono-in-vacanza-e-posso-tradire-il-mio-fidanzato".
Ma ora mi chiedo una cosa: se Carrie è venuta in vacanza per tradire David, come mai se l'è portato dietro quando dovevamo andare in crociera solo lei ed io?
Se fosse per me non tradirei mai un fidanzato come David, bello, intelligente, spiritoso e sensibile...
-Eccomi.- mormora David.
E' ritornato dalla toilette, con i capelli scompigliati ed è ancora più pallido del solito (sembra che il sole dei Caraibi non sortisca alcun effetto su di lui!)
-Va meglio?- gli domando
-Credo di sì...- mormora
-Andiamo a mangiare allora!- esclamo
-A mangiare?- mi domanda, stupito
-Sì, a mangiare!- ripeto
-Credo che non mangerò per i prossimi tre mesi!- si lamenta lui
-Su, David... Mangiare qualcosa ti farà bene!- dico io, trascinandolo verso la sala
-Spero di sì...- mormora, abbastanza contrariato.
Ci dirigiamo verso l'immenso salone per la cena, io sorreggo David che è abbastanza ciondolante, e ci sediamo al nostro tavolo.
Il cameriere ci si avvicina, pronto a prendere le nostre ordinazioni
-Prendi qualcosa...- dico a David, speranzosa
-Del roast beef...- mormora David
-Perfetto, due roast beef!- dico al cameriere, che si allontana, avvicinandosi alle cucine.
-Chissà come sta Carrie...- mi domanda David, cambiando discorso
-Benone, te lo assicuro...- rispondo, con un ghigno
-L'hai sentita?- mi domanda, con tono apprensivo
-Ma certo!-
Poco più tardi il cameriere torna con i nostri due piatti di roast beef, David inizia a mangiare:
-Uh...- esclama, improvvisamente
-Cosa c'è?- gli domando
-Sa di pattumiera!- mi risponde
-Ma cosa dici?! Questo roast beef è buonissimo...!-
-No, davvero, sa di pattumiera...- ripete
-Bevi dell'acqua, per sciacquarti la bocca...- dico io
-Anche questa sa di pattumiera!- mi risponde, dopo aver bevuto un bicchiere intero
-Credo che tu abbia ancora qualche problema, David...-
-Scusa, vado un attimo alla toilette...- mi dice, allontanandosi in fretta.
Devo dire la verità, David è proprio tenero!
Torna dopo un'eternità, pallidissimo e dall'aria malaticcia.
-Io torno in cabina...-
-Ma David! La notte è giovane!- esclamo, prendendolo per un braccio
-Ma chi se ne frega!- mi risponde lui -Ho un disperato bisogno di vomitare!-
-Ancora?- domando, stupita
-Ancora.- ripete lui
-Andiamo al casinò!- propongo
-E cosa diavolo centra il casinò con il mio disperato bisogno di vomitare?- mi chiede
-Ho sentito che al casinò ci sono dei bagni fantastici, tutti di marmo e...- rispondo
-Andiamo...- borbotta, particolarmente scettico.
Sempre trascinandolo per un braccio lo porto al casinò.
Entriamo. Non credevo che ci potesse essere tanta gente, sarà la magia del gioco d'azzardo!
C'è gente dappertutto: alle slot machine, ai tavoli, c'è gente alle casse, gente che parla ai croupier, gente che guarda pensierosa le carte e gente che inserisce gettoni in modo frenetico.
-Allora? Cosa facciamo?- mi domanda David
-Vai in bagno, no?-
-Beh, forse mi è passata, sai...- mi dice con un sorrisetto sulle labbra
-Ma davvero?- gli domando, inarcando un sopracciglio
-Davvero...- mi sussurra lui, divertito
-Slot machine?- chiedo allora
-Andiamo.-
David e io sembriamo due bambini catapultati a Disneyland, ridiamo come dei matti, andiamo in giro per il casinò...
Abbiamo persino scommesso la nostra casa a poker, e per fortuna che non abbiamo perso!
Ci siamo seduti su alcune poltrone, esausti come non mai (il gioco d'azzardo è estremamente faticoso!)
-Oh, Cristo!- esclama David, a un certo punto
-Cosa c'è?- gli domando
-Abbiamo vinto tantissimi soldi!- esclama
-Davvero?!- gli chiedo, con curiosità crescente
-Siamo dannatamente ricchi!- mi risponde, e un sorriso gli si stampa sul volto, gli occhi gli brillano.
Si alza in piedi, e mi afferra per il polso
-Cosa hai intenzione di fare?-
-Lo vedrai, Anne...- mi sussurra all'orecchio.
Sempre senza dire una parola, David mi fa fare il giro della nave, lanciandomi ogni tanto delle occhiate e dei sorrisi divertiti.
-Ma si può sapere dove mi stai portando?- gli chiedo, abbastanza scocciata.
David mi guarda negli occhi e mi posa delicatamente un dito sulle labbra.
-Smettila di fare domande e cammina...- mi dice, riprendendomi gentilmente per il polso e iniziando di nuovo a correre.
Ma a che gioco stai giocando, David Greene?
-Eccoci...- mi dice lui, fermandosi.
Davanti a noi c'è il più vasto assortimento di negozi costosi che io abbia mai visto, le boutique della nave.
-David, ma...- mormoro, ma ancora una volta lui mi ferma
-Sbizzarrisciti!- mi sorride.
Lo guardo.
Mi guarda.
Avrei così tanta voglia di baciarti, David Greene!
-Fallo...-mi dice lui
Come, prego?! Ho sentito bene, ha detto "Fallo"?
Che sa pure leggere nel pensiero?!
Lo guardo, perplessa.
-Shopping...- dice -A voi donne piace fare shopping!- ripete
Oh, per fortuna non sa leggete nel pensiero!
-Oh, certo!- farfuglio, arrossendo.
Entro nel negozio con passo esitante, e David mi segue, con lo sguardo contento.
-Tutto ciò che la mia bella Anne desidera!- mi dice, ridendo
Nel giro di mezz'ora abbiamo già esaurito tutto, Luis Vuitton, Prada, Ralph Lauren, Calvin Klein, Dolce & Gabbana, Tommy Hilfiger e Fred Perry...
Siamo seduti su due sgabelli del bar, accanto a noi ci sono milioni di miliardi di sacchetti, contenenti borse, occhiali da sole, vestiti, magliette, jeans... tutto rigorosamente firmato!
-Quanto c'è rimasto?- domando, con un filo di voce
-Mmmh, poco o niente...- mormora David
-Beh, ne è valsa la pena!- gli dico con un sorriso
-Lo spero!- esclama -Lo sapevo che a voi donne piace fare shopping!-
-Beh, anche tu hai fatto spese a quanto vedo...- dico, con un ghigno
-Mai quanto te!- si giustifica ridendo.
Mi avvicino a lui e lo abbraccio, facendogli quasi perdere l'equilibrio dallo sgabello.
-Grazie...- mormoro, imbarazzata
-Prego.- mi risponde con un sorriso e dandomi un bacio sulla fronte
-Penso che sia ora di andare a dormire...- mi dice poi
-Che ore sono?- gli chiedo
-Quasi le quattro del mattino.- mi risponde con noncuranza
-Ti dispiace se dormo ancora nella tua cabina? Sai non vorrei che Carrie mi sgridasse... sai com'è fatta!- mi dice
-Ehm, certo.- rispondo, fingendo di non dare per niente peso alla cosa.
Siamo di nuovo sotto le coperte del mio letto, ancora distanti l'uno dall'altra, come due scemi.
-Mi sto per girare, attento alla testa!- gli sussurro nel buio della camera, per evitare di prenderci ancora a testate
-Va bene... anch'io.- mi sussurra di rimando.
-Ahia!- esclamo
-Scusa-
-Dovremmo imparare a calcolare le distanze...- dico, pensierosa
-Penso che tu abbia ragione.- mormora.
Scoppiamo a ridere....

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Capitolo 11
*** La cabina di una nave e moltissime lacrime ***


                                                                               CAPITOLO 11.

David è steso a terra, addormentato, probabilmente deve essere caduto dal letto.
Devo proprio complimentarmi con me stessa per il mio fantastico autocontrollo, sono due notti che dormo con David e ho resistito all'impulso di saltargli addosso.
Quando esco dalla cabina, pronta per andare a fare colazione, lui è ancora lì sul pavimento con il cuscino fra le braccia.
Mi dirigo con passo svelto verso la Sala, anche se in realtà anche a me sarebbe piaciuto poter dormire di più, abbiamo dormito solo cinque ore stanotte.
Una volta entrata mi dirigo verso il nostro tavolo, e trovo Carrie, che magicamente riesce ad essere perfetta anche alle nove di mattina.
-Ciao!- mi saluta, con un sorriso a trentadue (mila) denti.
-Sì, buongiorno...- mormoro, ancora assonnata
-Come stai?- mi domanda, come se non mi vedesse da dodici anni
-Bene.- rispondo -Come mai non sei con Francesco?- aggiungo poi
-Beh, sai... fra noi è finita- mi spiega
-Come mai?- chiedo, curiosa
-Stare con Francesco mi ha fatto capire quanto ci tenga a David!- esclama, con gli occhi verdi che le brillano
-E com'è che te l'ha fatto capire?- chiedo, con una leggera nota di sarcasmo mista ad incredulità.
Carrie comincia a giocherellare con il tovagliolo color crema del tavolo:
-Ho solo capito che non posso stare più senza David...- mi risponde, semplicemente.
E' in momenti come questi che viene fuori il mio lato "struzzesco"!
La sensazione di voler ficcare la testa della sabbia mi sta letteralmente avvolgendo, mi sento come la bambina dell'"Esorcista": posseduta!
Esatto, posseduta da questa sensazione da struzzo sfigato.
-Fantastico...- mormoro, sapendo esattamente di mentire
-Lo so, lo so!- esclama Carrie -E' fantasticissimo!-
Non è per niente fantasticissimo, nemmeno fantasticherrimo, ma neanche fantastichino...
Non c'è niente di fantastico in questa notizia...

Questa è la mia ultima sera su questa stramaledetta crociera. E la cosa mi rende enormemente felice.
David e Carrie sembrano essere tornati i Fidanzatini del Secolo, sempre abbracciati, sempre felici, e io sempre con la sensazione di non centrare niente con questa vacanza.
"Questa sera festeggiamo!", le parole di Carrie mi rimbalzano ancora per la mente, non vorrei sembrare troppo disfattista, ma non ho la minima voglia di festeggiare.
Soprattutto  con loro due.
Ma, ormai, ho accettato.
Ed eccomi qui, con il mio vestitino nero leggero e la mia borsa firmata (una di quello comprate un paio di sere fa con David) che mi avvicino sempre più inesorabilmente alla Sala Principale per la cena.
Loro due non sono ancora arrivati, mi siedo da sola, o per essere precisi, mi siedo in compagnia di un Martini.
Ed eccoli che arrivano, abbracciati uno all'altra, che si scambiano baci e sorrisi.
-Ciao!- esclama Carrie, appena mi vede, David mi sorride.
Lui e i suoi strani stupidi sorrisi con la bocca rivolta verso il basso!
-Ciao...- replico, con poco entusiasmo; loro due si siedono.
E' tutta sera che si lanciano sguardi furtivi, e non lo trovo per niente carino.
A un certo punto Carrie mi parla (esatto, si è accorta della mia presenza!):
-David ed io ti vogliamo dire una cosa!- esclama, lanciando uno sguardo d'intesa a David
-Parlate...- mi limito a dire, Carrie sorride radiosa.
-Non mi sembra il caso di parlarne adesso...- mormora David
-E perché no, amore? E' una splendida notizia...!- ribatte Carrie
-Parlate...- ripeto
-Io e David...- dice Carrie afferrando la mano di lui -Ci sposiamo!-
E' come se un enorme masso mi sia caduto addosso.
Voglio sprofondare dei meandri più oscuri dell'oblio più tenebroso. Eclissarmi, e distruggere tutto ciò che potrebbe essere una testimonianza della mia esistenza.
Per poco non mi uccido ingozzandomi con il vino:
-Voi due cosa?!- farfuglio incredula, sperando di aver capito male
-Io e David ci sposiamo!- esclama di nuovo.
Allora avevo capito benissimo.
Lancio uno sguardo a Carrie, che mi sorride, poi lancio uno sguardo a David.
Uno sguardo misto di odio, rabbia e rassegnazione... Lui scuote semplicemente la testa, come per scusarsi.
-S-sono contenta per voi!- esclamo, mentendo
-Lo so!- si limita a rispondere Carrie, stringendo David ancora più forte -Sono così elettrizzata!-
-Che bello!- farfuglio, con sarcasmo.
-Lo so!- ripete Carrie ancora una volta.
Non ho mai voluto poter sparire così tanto in tutta la mia vita come questa sera.
-Propongo un brindisi!- esclama lei, alzandosi. Il cameriere si precipita a riempirci i bicchieri di Champagne.
Levo in aria il bicchiere, ma con tristezza.
Le ore passano lentamente, come se lo facessero apposta, come se volessero farmi ricordare per sempre questo istante.
Ma ora non ce la faccio più.
-Scusate ragazzi, ma sono un po' stanca... me ne torno in cabina...- farfuglio
-Ehm, d'accordo.- mi dice Carrie -Forse una notizia così splendida ti ha sconvolta!- si affretta ad aggiungere con un sorriso.
-Forse...- ribatto, allontanandomi.
Percorro il corridoio che devo prendere per arrivare alla mia cabina con passo svelto, guardando il pavimento, cercando di non pensare a nulla.
E finalmente sono davanti alla porta della mia cabina, frugo nella mia borsa alla ricerca delle chiavi, che sembrano scomparse.
Una mano mi si posa delicatamente sulla spalla.
E adesso cosa c'è?!
-A-Anne?- questa voce incerta è quella di David
-Cosa vuoi?- gli chiedo, brusca, senza neanche girarmi per guardarlo
-Volevo parlarti...- sussurra
-E allora fallo!- ribatto, con rabbia crescente
-Guardami almeno in faccia...- mormora
Non ce la faccio, davvero. Mi giro verso di lui, sempre tenendo gli occhi fissi sul pavimento.
-Mi dispiace...-
-E di cosa?!- dico io -Sono contenta per voi!-
-Non è vero...- replica
-E cosa ne puoi sapere tu?!- rispondo, sapendo comunque che lui ha ragione
-Ho visto come l'hai presa...-
-E da quando te ne frega di come potrei reagire?!- sbotto, guardandolo finalmente negli occhi
-Mi interessa il modo in cui potresti reagire...- mi risponde
-E allora smettila di farlo, e lasciami in pace!- esclamo, sull'orlo delle lacrime
-Non ce la faccio...-
-Sforzati un po', allora!- ribatto, il mio tono di voce si sta alzando
-Ma perché fai così?- mi domanda
-E te lo chiedi anche?!- gli rispondo -Pensa a tutte le sere che abbiamo trascorso insieme, al ristorante italiano, al casinò, a fare shopping...-
-Ma non credevo che ti importasse di certe cose!- esclama
-Credevi male, allora!- e detto questo entro nella mia cabina sbattendogli la porta in faccia.
Mi butto sul letto, il viso fra le mani, ignorando completamente David che bussa violentemente alla porta.
Sto pensando a quanto tutto questo sia ingiusto: fino all'altro giorno ero io quella che trascorreva le giornate con David, mentre Carrie se la spassava con un altro!
Tutto questo è completamente sbagliato...
Sto piangendo.
Sono nella cabina di una crociera a cinque stelle e sto piangendo.
Piango da sola, come una povera scema...

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Capitolo 12
*** Una lista particolare e un vestito altrettanto particolare ***


                                                                          CAPITOLO 12.

L'estate se ne sta andando, e con essa anche i brutti ricordi.
O almeno, una parte di questi.
E per essere chiara, non è stata l'estate che mi ha fatto dimenticare ciò che è successo, ma sono stata io che mi sono sforzata di scordarmi tutto.
Siamo stati io e un consiglio trovato su Internet...
Infatti, mentre stavo navigando nella rete ho trovato una serie di consigli per: "Dimenticare il mio uomo"!
Non che David sia il mio uomo, però avevo davvero bisogno di dimenticarmi un  po' di lui.
Ho fatto tutto quello che diceva il sito, cioè stendere una lista di ciò che odio di lui... e io l'ho scritta.

Cosa odio di David Greene?
1. I suoi occhi di ghiaccio
2. Il suo modo di sorridere con gli angoli della bocca rivolti verso il basso
3. Il suo tranquillo accento londinese (che poi ho anche io)
4. Il fatto che riesca sempre a mantenere la calma e ad essere razionale
5. Il fatto che sia intelligente
6. Il suo splendido lavoro da scrittore
7. Il fatto che si vesta incredibilmente bene
8. Il suo essere spaventosamente sexy
9. Il suo senso dell'umorismo
10. Il fatto che sia gentile, educato, romantico e pieno di attenzioni
11. Il fatto che per guardarlo in faccia mi debba mettere praticamente in punta di piedi e lui si debba abbassare
12. Il fatto che sia l'"uomo" di Carrie
13. Il fatto che dovrò fare da testimone al loro matrimonio...

E questa è solo una piccola parte della lista!
Non sono sicura che abbia funzionato, ma da quando l'ho scritta mi sento molto meglio.
E' parecchio tempo che non parlo più con David.
E con Carrie...
Beh, Carrie è Carrie!
E infatti, in questo preciso istante sono insieme a Carrie a scegliere tutti i dettagli per il loro matrimonio.
-Vorrei qualcosa di originale, magari qualcosa di rosa!- esclama, mentre entriamo nel negozio di abiti nuziali
-E' il tuo matrimonio.- le rispondo io -Suppongo che tu ti debba vestire di bianco.-
-Uffa, io volevo vestirmi di rosa!- si lamenta
-Fai come vuoi, allora...- mormoro.
Carrie lancia un urletto che mi fa gelare il sangue nelle vene:
-Cosa c'è?- domando con preoccupazione, un urlo così può solo anticipare la Fine del Mondo
-Guarda questo!- esclama, facendomi vedere un vestito.
-Ma è verde acido!- ribatto, con una smorfia sul volto
-E allora?- mi chiede
-Vale la stessa regola del rosa... non puoi vestirti di verde acido!- esclamo, ormai sull'orlo dell'esasperazione
-E allora guarda questo!- esclama, prendendo un altro abito.
Questo è veramente bello: bianco, di seta leggera e con i ricami sul corpetto...
-Ti sposerai in autunno... Questo è un vestito estivo!- le dico
-Ma come è possibile che non ti vada mai bene niente?!- mi urla contro
-E allora prendi quello rosa!- le urlo di rimando
-D'accordo!- mi risponde con un sorrisetto, ora ha ottenuto ciò che voleva:
UN VESTITO NUZIALE ROSA.
-E ora dobbiamo pensare alle damigelle e... e ai testimoni!- dice, lanciandomi uno sguardo
-Perché, vuoi anche decidere il modo in cui mi vestirò io?- le domando
-Ma certo!- mi risponde, come se la cosa fosse ovvia
-E come mi dovrei vestire?- le domando, con un sorrisetto
-Beh, avevo pensato a qualcosa tipo l'arancione, ma con i tuoi capelli scuri fa abbastanza schifo...- mi risponde con tono meditabondo
-Io non ho intenzione di vestirmi... ehm... colorata!- esclamo
-Beh, e allora ti vestiresti di nero?- mi domanda, come se la cosa fosse disgustosa
-Beh, sì! Oppure potrei vestirmi di bianco come la sposa!- rispondo con un sorriso malizioso
-Non ci provare!- mi dice, ridendo -Potrai vestirti di nero!-
E ho vinto!
-Però le damigelle le vestiamo d'azzurro!- aggiunge
-D'accordo...-
Siamo sedute ad un bar, e siamo appena uscite dal negozio di abiti, mi sto portando la tazzina del caffè alla bocca quando Carrie mi chiede:
-C'è qualcosa che non va tra te e David?-
-No, assolutamente.- rispondo, sapendo di mentire.
In realtà ci sono una marea di cose che non vanno fra me e David, non ci parliamo da un mese oramai, io ho fatto una lista in cui ho scritto tutto ciò che odio di lui...
Perché io odio David Greene!
-Ok, bene.- dice Carrie.
Sono i momenti come questi che mi fanno adorare l'abitudine di Carrie di fregarsene totalmente di tutto ciò che non riguarda se stessa!
Non mi ha fatto una domanda in più del dovuto, non è assolutamente interessata a sapere se ci sia davvero qualcosa che non va fra me e David.
Dopotutto è bello essere ignorati!
Sarò la testimone della sposa...

-Buone notizie!- tuona Edgar entrando nel mio ufficio polveroso
-Hai deciso di andare a vivere in Messico per sempre?- gli domando
-No.-
-Sei morto e quello che mi sta parlando non è altro che il tuo spettro?- chiedo ancora
-Nemmeno.-
-Allora non vedo perché dovrebbe essere una buona notizia!- esclamo
-Ah-ah! Non sei divertente!- mi risponde lui
-Cosa vuoi, allora?- gli domando, un po' scocciata
-Ho una buona notizia!- mi risponde
-Quello l'avevo capito...- mormoro
-Fammi arrivare al punto!- esclama lui, annoiato. Poi si siede difronte a me.
-Allora parla!-
-Come mai così irascibile?- mi chiede con un ghigno
-Vuoi parlare sì o no?!?- esclamo, alzando la voce
-D'accordo, d'accordo...- mi risponde, con il tono di un bambino a cui hanno appena tolto il giocattolo preferito.
-Puoi tornare al tuo vecchio ufficio su di sopra!- mi dice sorridendo
-Io rimango qui.- rispondo con tono fermo
-Ma scusa, Anne!- esclama lui -Non vuoi tornare nel tuo bell'ufficio pulito?- mi chiede
-No.-
-Ti prego!- mi dice lui
-Non tornerò di sopra solo perché non hai più dipendenti!- rispondo, con un ghigno
-E tu come fai a saperlo?!- mi domanda, stupito
-Io so tutto!- rispondo, con sarcasmo
-Va bene, ma faresti meglio a pensarci su un po'!- e detto questo si avvia verso la porta del mio ufficio
-Ah, Anne!-
-Sì?-
-C'è uno qua fuori che vuole parlare con te!- mi risponde
-E chi sarebbe?- chiedo io
-Non lo so, è un tipo alto e biondo... Mi sembra inglese...- farfuglia lui, poco interessato
-Inventati una scusa!- mormoro.
Eddie esce dal mio ufficio, lasciando la porta semi-chiusa
-Allora, posso entrare?- sento distintamente la voce di David
-Mi dispiace, ragazzo. Ma Anne è appena saltata dalla finestra perché deve andare a salvare il mondo!- gli risponde Edgar
-Ma qui non ci sono finestre!- ribatte David
-Leggi fra le righe, ragazzo. Lei non ti vuole vedere!- esclama.
Mi metto il viso fra le mani. Incredula per l'incapacità di Edgar di trovare una scusa buona!

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Capitolo 13
*** Festa del Ringraziamento ***


                                                                                  CAPITOLO 13.

E da quella volta, David è passato a trovarmi nel mio ufficio tutti i santi giorni.
E io ho sempre fatto in modo che Eddie, Gladys, ma anche il vecchietto strambo che ha l'ufficio accanto al mio, facessero in modo di mandarlo via.
Dopotutto io lo odio e l'ho dimenticato.
Ha provato a mandarmi anche dei bigliettini, ma io mi sono limitata a metterli nel mio cassetto, senza mai leggerne nessuno.
E per quanto riguarda Edgar, sta migliorando nell'inventarsi scuse. E ora ho la mania di scrivermele tutte, o almeno le più belle.
Questa volta è andata a salvare il mondo, ma ha usato la porta, non la finestra.
L' ultima volta che è andata a salvare il mondo, il suo succinto vestitino in acrilico da super eroina si è sgualcito e ora lo sta riparando.
Il Signore del Male l'ha presa in ostaggio.
E' uscita a pranzo con Batman.
E' uscita a pranzo con Robin per fare un dispetto a Batman.
E' a farsi un giro sulla spider dell'Uomo Ragno.
E' andata insieme a Bono degli U2 a trovare il Papa.
Wonder Woman e Cat Woman l'hanno chiamata per una riunione fra colleghe.
Mi dispiace, ragazzo. Ma la nostra Anne è fuggita alle Bahamas con il suo nuovo fidanzato superdotato.
Questo può essere considerato il "meglio" delle assurde scuse di Edgar Hoffmann, ho anche pensato che potrei pubblicare un libro con queste scuse. Sarebbe sicuramente un best-seller!
-Ma perché non vuoi parlargli?- mi domanda Gladys, l'ennesima volta che le chiedo di allontanare David
-E' una lunga storia, Glad...- rispondo
-Ma avete litigato?- mi chiede ancora, con un tono fra il curioso e il preoccupato
-Eccome...- mormoro io
-E' un vero peccato, sai... Eravate così affiatati, voi due!- esclama, con la sua voce roca e tremolante
-Se lo dici tu...-
Questa donna è capace di farmi venire dei tremendi dubbi esistenziali!

Oggi è il quarto giovedì di Novembre.
E New York è splendida in questa stagione, le foglie si sono tinte di tantissime sfumature di marrone, di giallo e di arancione.
Central Park è semplicemente fantastico.
Ma oggi è il Giorno del Ringraziamento.
E c'è una stramaledetta festa a casa di Carrie, e io ci devo andare.
L'appartamento di Carrie, al mio arrivo, è già strapieno; ci sono tutti i suoi amici e le sue amiche urlanti.
E come sempre, vengo accolta da Carrie, che mi ficca subito una bottiglia di birra in mano.
-Divertitevi!- urla lei, mettendosi poi al centro del suo salotto.
Il mio sguardo si posa da una persona all'altra, finché non lo vedo.
Non vedo lui, David.
E' seduto su una poltrona, l'aria imbronciata e annoiata; alza la testa e intercetta il mio sguardo.
Mi sorride, come se fosse estremamente contento di vedermi.
Distolgo subito lo sguardo e mi allontano, poi mi metto tranquilla sul divano, con la mia birra.
-Ciao, Bambola!- Joshua, il fratello di Carrie, mi si siede accanto
-Ehm, ciao...- farfuglio imbarazzata
-Non mi sono mai piaciute le Inglesi, sai?- mi dice
-Beh, questo è un bene...- mormoro, sarcasticamente
-Ma conte te è diverso...- mi sussurra avvicinandosi pericolosamente.
Oddio, mi sta venendo un conato di vomito.
-Ti aspetto fra cinque minuti nella camera da letto di Carrie...- mi sussurra ancora, nel disperato tentativo di apparire sexy.
Ho un assoluto bisogno di prendere un po' d'aria!
Detto, fatto. Nel giro di due secondi sono già sul balcone, che guardo la città... lontana da quella immonda bestia di Joshua.
-Ciao- la voce di David mi raggiunge
-Ciao...- gli rispondo asciutta
-Come va?- mi domanda timidamente
-Bene, a parte il tentativo di violenza da parte di quel maniaco di Joshua...- rispondo.
David sorride, sembra molto divertito.
-Perché ridi? E' successo anche a te?- gli domando
-No, per fortuna. Ho sentito che non va matto per gli Inglesi!- mi risponde
-Ma con me ha fatto un'eccezione!- dico io, con lo stesso tono di voce di Joshua.
David ride e, dopo tanto tempo, lo faccio anch'io.
-Ma cosa ci fai qui?- mi chiede lui
-Perché?- rispondo io, incuriosita dalla sua domanda
-Ti credevo alle Bahamas, con il tuo nuovo fidanzato superdotato...- mi spiega lui, con un ghigno
-Storia vecchia!- esclamo, sorridendogli.
David mi si avvicina, ma non dico niente.
-Sai cosa mi manca di più, da quando sono qui a New York?- gli chiedo
-No.-
-Londra, in questo periodo... ma soprattutto Londra a Natale. E' eccezionale.- mormoro
-Hai ragione...- si limita a rispondere lui -Anche se credo che sarò costretto a rimanere qui, a Natale...- aggiunge
-Anch'io...-
-E sai qual è una cosa che manca a me, invece?- questa volta è lui a chiedermelo
-No.-
-Tu.-
Questa sua risposta mi spiazza completamente, arrossisco.
-G-grazie...- mormoro
-Tieni...- mi dice, porgendomi una cartellina
-Cos'è?- gli chiedo, curiosa
-Sono le prime pagine del mio libro... Mi piacerebbe che tu le leggessi...- mi risponde
-D'accordo...- dico io, ancora un po' fredda
-Grazie.- e detto questo, mi da un bacio sulla fronte e si allontana.

Sono seduta sulla mia poltrona bitorzoluta, e sto cominciando a leggere la prima parte del nuovo libro di David, ormai la festa a casa di Carrie è finita. Ho sempre trovato inutile il Ringraziamento, in Gran Bretagna nemmeno lo festeggiamo!
Dopo la festa ho ricevuto anche qualche insulto da quel bradipo di Joshua, che è rimasto molto offeso dal fatto che io non l'abbia raggiunto in camera da letto.
Ho finito di leggere, mi continuo a chiedere il motivo per cui David ha voluto farmi leggere in anteprima il suo libro finché non noto la dedica, è lì, sulla terza pagina:

Ad Anne, indubbiamente,
l'unica persona che mi fa sentire a casa
anche se sono a New York.

Una lacrima mi scorre lungo la guancia, e non penso che si possa piangere per una persona che si odia.
O non sto realmente piangendo, oppure io non odio David Greene...

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Capitolo 14
*** Boston Public Press ***


                                                                                CAPITOLO 14.

-Buone notizie!-
La porta del mio ufficio si apre rumorosamente e Edgar irrompe con un sorriso stampato sul volto
-Che genere di buone notizie?- gli chiedo
-Ma che razza di domanda è?! Le buone notizie non possono essere altro che buone!- mi risponde seccato, adoro far arrabbiare Edgar
-Parla.-
-Ti ho trovato un lavoro interessante!- esclama, battendo le mani
-Se si tratta di un sondaggio, non lo voglio!- dico io
-T mando a lavorare qualche giorno al Boston P.P.!- mi risponde, sempre sorridendo
-Il Boston Public Press?!- esclamo io, incredula -Il famoso giornale di Boston?!-
-No, il Boston Pizza Point- mi risponde lui, con sarcasmo -Ti mando a lavorare in una pizzeria d'asporto!-
Mi alzo in piedi e corro ad abbracciarlo:
-Grazie, Eddie! Grazie, grazie, grazie!-
-Su, su, da brava...- mi dice lui, allontanandomi
-Grazie!- gli dico, sorridendo come una scema
-Prepara le valige! Parti domani!-

-Non riesco a capire perché tu debba partire!- mi dice Carrie, seduta sul mio divano
-So che è un vocabolo che non conosci, ma si tratta di lavoro- le rispondo, cercando di chiudere la mia valigia
-Ma io e David ci sposiamo fra poco più di due settimane!- esclama, lamentandosi
-E allora? Io sto via tre giorni!- esclamo, sedendomi sulla mia povera valigia
-E se ci volessimo sposare in anticipo?- mi dice lei
-Non lo farete...- mi limito a risponderle
-E tu come fai a saperlo?- mi chiedo
-Hai invitato trecento persone e prenotato tutto, non puoi cambiare all'improvviso!- Carrie mi guarda e sbuffa
-Fai la brava!- mi dice, schioccandomi un bacio sulla guancia e scomparendo dalla porta.

In questo preciso istante, un istante che ricorderò per il resto dei miei giorni, sto facendo il mio trionfale ingresso al Boston Public Press.
Entro, una valanga di voci, suoni e oggetti mi si catapulta contro con la violenza di una bomba nucleare.
Non è per niente simile ai nostri uffici, o almeno non al Piano 7, che ha la stessa attività di un cimitero in disuso.
Tutto questo è semplicemente fantastico!
-L'Ufficio Principale del Signor Masters?- chiedo ad una ragazza all'ingresso
-Trentaduesimo Piano!- mi risponde, senza neanche guardarmi in faccia, continuando a mettersi lo smalto sulle unghie
-G-grazie...- mormoro, dirigendomi verso l'ascensore.
Busso timidamente alla porta dell'ufficio del signor Masters.
-Avanti!- esclama una voce profonda, prendo un bel respiro e mi decido ad entrare
-Salve!- lo saluto, con uno dei miei migliori sorrisi
-Lei è Adrienne Wright, da New York?- mi chiede
-Sì, sono io...- rispondo
-Finalmente, la aspettavamo! Come sta il vecchio Eddie?-
-Bene...- rispondo
-Edgar ed io abbiamo studiato insieme al college!- mi dice.
Edgar conosce il mitico John Masters?!
-Venga, ragazza... Le faccio vedere il piano...- e detto questo usciamo dal suo enorme ufficio.
Cammino con passo svelto accanto al mio idolo John Masters, (so di aver ripetuto il suo nome miliardi di volte, ma non posso farne a meno!!) con lo sguardo orgoglioso puntato dritto davanti a me.
Masters mi conduce fino al mio piccolo ufficio aperto con un sorriso, e mi spiega il lavoro che dovrò fare.
-E se ti dovesse servire una mano chiedi pure a Jake...- mi dice, indicandomi un ragazzo che avrà sì e no un anno in più di me, molto carino, con i capelli neri e due grandi occhi verdi; che mi sta sorridendo.
Ricambio il suo sorriso.
Mi siedo alla mi nuova e temporanea scrivania, con la stessa sensazione che Di Caprio ha provato sul ponte del Titanic:
Sono la padrona del Mondo!
Sono già un paio di volte che ho intercettato lo sguardo di Jake, è così carino!

Questa è la mia ultima sera a Boston, domani mattina dovrò ripartire per la Grande Mela.
Sono seduta al bancone di un Pub, in compagnia di una birra rossa, con lo sguardo rivolto verso il vuoto.
-Ciao!-
-Ciao... Jake, giusto?-
-Sì, sono io.- mi risponde
-Come va?-
-Bene, bene... mi posso sedere?-
-Certo...- rispondo io, indicando lo sgabello accanto al mio
-Allora, ti è piaciuto stare al P.P.?- mi domanda
-Oh, da morire!- gli rispondo, con gli occhi che mi brillano
-Tornerai domani a New York?-
-Sì...- dico tristemente
-E' un vero peccato...- dice lui
-Probabilmente tornerò!- dico con un sorrisetto
-Speriamo... Ti posso offrire da bere?- mi chiede, accennando al mio boccale di birra, ormai vuoto
-C-certo...- mormoro.
Jake chiama il barista e ordina altre due birre, poi mi sorride:
-A te!- esclama, levando in aria il boccale
-A me...!- rispondo, levando il boccale a mia volta, sorridendo.
Jake è un tipo molto gentile, divertente e simpatico, e mi dispiace doverlo lasciare proprio ora:
-Scusa, ma è tardi... Domani devo prendere l'aereo...- mormoro, tristemente
-D'accordo- mi risponde lui -Posso accompagnarti all'albergo?- aggiunge
-Ma certo!- gli dico, con un sorriso.
Usciamo insieme dal locale, vicini, facciamo ancora due chiacchiere, finché non arriviamo davanti all'ingresso dell'albergo in cui ho alloggiato in questi tre giorni..
-Beh, Jake. E' stato un piacere conoscerti...- gli dico, sempre con un sorriso
-Anche per me...-
Jake mi si avvicina lentamente, mi posa le mani sui fianchi, e mi bacia.
Io mi lascio baciare.
Siamo sempre più vicini, sento le sue mani sotto la mia maglietta, ci stiamo sempre baciando
-David...- mormoro.
Jake si allontana:
-David?! E chi è?!- mi domanda, stupito
-Io, nessuno... Scusa!- farfuglio, mortalmente imbarazzata
-Non mi avevi detto di avere un fidanzato!- esclama lui
-Ma io non ce l'ho un fidanzato!- ribatto
-Senti, Anne... Non fa niente, colpa mia...- mi sussurra lui
-Davvero, Jake... io...- cerco di spiegargli
-Ci si vede...- mi sorride e si allontana.
Sono una stupida.
Stupida, stupida, stupida!
Mi stavo baciando con un altro e ho detto: "David..."!
Che voglia di eclissarmi che ho!

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Capitolo 15
*** Cioccolata per due ***


                                                                             CAPITOLO 15.

Sono seduta al tavolino di un bar nei pressi di Central Park, con la testa appoggiata al braccio, l'occhio vacuo che osserva il tiepido sole che si muove flemmatico e un' enorme tazza di caffè a due centimetri dal naso.
Il cameriere mi si avvicina, con lo sguardo apprensivo nel vedermi totalmente abbacchiata:
-Le serve qualcosa, signorina?- mi domanda, piegando la testa per riuscire a guardarmi negli occhi
-Che non ha mai visto una donna sola e triste?!- gli rispondo seccata, lanciandogli uno sguardo incendiario
-Altro caffè?-
-Grazie, meglio così...- mormoro, imbarazzata.
Il povero cameriere mi riempie la tazza fino all'orlo e si allontana, impaurito.
Oddio, faccio paura anche ai camerieri!
E tutto questo per colpa di Carrie, lei e David si sposeranno fra qualche giorno e io mi sento depressa.
Depressa perché sono sola, oggi mia madre mi ha telefonato, poiché è venuta a conoscenza dell'imminente matrimonio di Carrie; e mi ha parlato per quarantacinque minuti del fatto che io non ho (e non troverò mai) un uomo.
O almeno un essere vivente che voglia vivere con me!
Giro convulsamente il cucchiaino nel caffè, sempre osservando l'esterno attraverso i vetri del bar, ormai quasi completamente coperti di condensa.
Forse è meglio andare, sta facendo buio, prendo stancamente il mio cappotto e la mia sciarpa e faccio per alzarmi:
-Ehi, ciao, Anne!- una mano mi si posa sul braccio, mi volto
-David?!- dico incredula -C-ciao...- mi affretto ad aggiungere
-Te ne stavi andando?- mi chiede
-Non proprio...- farfuglio -Però rimango...-
Mi risiedo al tavolino, questa volta in compagnia di David.
Che mi sorride, il solito sorriso.
-Allora, come procedo i preparativi per le nozze?- gli domando, con una finta allegria
-Carrie non ti ha detto niente?- mi domanda, il sorriso scompare dal suo volto.
Oh, mi sa che ho fatto una gaffe!
-Ehm, no...- farfuglio
-Allora non lo sai...- mi dice ancora
-Cosa?- insisto io
-Qualche giorno fa, mentre eri a Boston...- inizia a spiegarmi, guardando un punto imprecisato del tavolino
-Ci siamo lasciati...- mormora infine -E' saltato tutto!-
-Ma... come... come è possibile?- gli domando, incredula
-Sarebbe stato assurdo sposarsi...- mi risponde, semplicemente
-Mi dispiace...- gli dico, appoggiando una mano sulla sua spalla
-Forse è meglio così: siamo troppo diversi, abbiamo interessi diversi... Non eravamo una coppia da matrimonio!- mi risponde, un debole sorriso gli torna sul volto.
-Mi dispiace...- ripeto.
E' in situazioni come queste che mi sento una persona tremenda!
Perché... Non mi dispiace per niente.
Intendo dire, mi dispiace per loro due, ma la mia sensazione di depressione è totalmente scomparsa.
-Ma è stata una cosa... amichevole?- gli domando, cercando di non essere troppo indiscreta
-Amichevole?- mi chiede lui, perplesso
-Non vi siete lanciati addosso piatti, bollitori e argenteria varia, intendo.- gli spiego
-Oh, no, no!- dice lui, ridacchiando -E' stato amichevole...-
-E perché vi siete lasciati?- gli domando ancora
-Beh, Carrie mi ha detto di non essere una persona adatta per un legame serio... Non se mi spiego.- mi risponde, con uno sguardo tra il dispiaciuto e il sollevato
-Q-quindi non ti sei arrabbiato troppo per la storia della crociera?- gli domando, con voce piccola
-Quale storia della crociera?- mi chiede, incuriosito
-Niente, chi ha parlato di crociera?!- gli rispondo, arrossendo
-Il ragazzo della reception, quello italiano. Esatto?- mi dice, lanciandomi uno sguardo curioso.
Annuisco debolmente, sentendomi un essere tremendo.
-Lo sapevo!- dice David, con voce trionfale
-Scusa...- mormoro
-Tranquilla, tu non centri!- mi risponde, sfiorandomi il braccio.
Ora mi faccio definitivamente schifo.
Guardo l'orologio, oramai è tardi:
-Mi dispiace, David. Ma ora devo andare.- gli dico, alzandomi e prendendo il cappotto.
Mi afferra delicatamente per il polso:
-Anne?-
-Sì?-
-Casa mia è qui a due passi, ti andrebbe di fare un salto?- mi domanda, squadrandomi con i suoi occhi chiari
-Beh, sì... d'accordo.- gli rispondo.
Usciamo dal bar, attraversando Central Park, fino a raggiungere il suo appartamento.
Entriamo, mi levo il cappotto e David mi fa accomodare sul divano.
-Cioccolata?- mi chiede
-Cioccolata?!- ripeto perplessa
-Ehm, per adesso in casa ho solo quella...- si giustifica lui
-Credo che prenderò della cioccolata, allora...- gli rispondo
-E cioccolata sia!-
Torna dalla cucina dopo un paio di minuti con due tazze fumanti di cioccolata, me ne porge una.
-Grazie che sei passata.- mi dice lui, sedendosi sulla poltrona
-Di niente...- gli sorrido, probabilmente deve avermi invitato per parlare della sua triste storia finita con Carrie.
Silenzio.
Mi guarda.
Lo guardo.
E ancora silenzio.
-Grazie per la dedica del libro...- mormoro io, ad un tratto
-Figurati!- mi sorride lui, dandomi un bacio sulla fronte e riportando in cucina le tazze di cioccolata, ormai vuote.
Non so spiegarmi il perché, ma qualche secondo più tardi ci troviamo in piedi, sulla soglia della camera da letto di David. E ho una strana sensazione.
-Forse ora è meglio che vada...- mormoro
-Rimani...-
-Perché?- gli chiedo, guardandolo negli occhi
-Perché te lo sto chiedendo...-
Giusto, una risposta intelligente ad una domanda che non lo era per niente!
Quanto sono stupida!
-D'accordo...- mormoro.
Lui mi sorride, denti bianchi circondati da un paio di labbra sottili; sorrido anch'io.
David mi si avvicina, lentamente, i nostri nasi si toccano, le sue labbra si posano delicatamente sulle mie.
Un bacio, un vero bacio.
Poi, mi rendo finalmente conto di quello che sto facendo, mi allontano da lui:
-E' sbagliato...- farfuglio, guardando per terra
-Cosa?- mi domanda lui
-Quello che ho appena fatto... tu sei, eri... il fidanzato di Carrie, vi dovevate sposare e io...- cerco di spiegargli, con poco successo
-Sì, ma fra me e Carrie è finita!- replica lui
-Io... io, ho provato ad odiarti, ma non ce la faccio...- mormoro ancora
-Beh, meglio così...- mi sussurra, con un sorriso.
Mi alza il viso, mettendomi due dita sotto il mento, e mi bacia di nuovo.
Ho le mani tra i suoi capelli, mentre le sue mi accarezzano delicatamente il viso.
Non sto pensando a niente, so solo che lo struzzo che è dentro di me se n'è andato...
Ho gli occhi chiusi, sento solo David, vicino a me, le sue mani che si posano sotto la mia maglietta e le sue labbra che mi sfiorano il viso.
David mi porta verso il letto, chiudendosi la porta alle spalle...

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Capitolo 16
*** A colpi di soprammobili ***


                                                                                                       CAPITOLO 16.

Apro gli occhi, lentamente.
Sono nella camera da letto di David, sotto le coperte, con la testa appoggiata al suo petto.
Si sveglia anche lui, mi sorride e mi accarezza il viso.
Mi guardo attorno, con gli occhi ancora semi-chiusi per il sonno, ci sono i nostri vestiti per terra.
Ho l' idea che si tratti di un sogno (uno splendido sogno), quindi forse è il caso di chiedere una conferma:
-Noi due, ieri sera, abbiamo... abbiamo...?- farfuglio un tantino imbarazzata.
David mi lancia uno sguardo divertito, sorride, posa delicatamente le labbra sulla mia fronte e mi fa cenno di sì con la testa.
Sono andata a letto con David!
In questo momento è come se nella mia testa ci fossero un miliardo di persone che ballano la Macarena per la felicità.
-Ti amo...- mi sussurra David
Ho sentito bene?! Ha proprio detto che mi ama?! Ha osato pronunciare quelle parole, quelle che Carrie mi aveva detto che non diceva mai?!
David mi si avvicina, squadrandomi con i suoi occhi azzurri, in attesa di una risposta.
E la risposta più adatta sarebbe:
"Alleluia, David! Sono mesi che cerco di farti capire che mi piaci e tu mi vieni a dire adesso che mi ami? Sarai anche bravo a letto, ma sei un pochino lento di comprendonio!"
Ma ovviamente, opto per la risposta classica, la realtà sarebbe troppo poco romantica:
-Ti amo anch'io...-  gli rispondo.
David mi sorride, smettendo di fissarmi in modo preoccupato. Si avvicina e mi sfiora le labbra, baciandomi dolcemente.
Un bacio che ha il sapore di cioccolata...
Oh, Santa Brigida! Penso che collegherò per il resto della mia vita la cioccolata al sesso!

Siamo seduti nella cucina dell'appartamento di David, seduti uno difronte all'altra, beviamo del caffè (esatto, caffè... non cioccolata!) e io indosso una sua maglietta a righe, con le maniche troppo lunghe.
David ha una specie di sorriso compiaciuto stampato sul volto, e continua a lanciarmi degli sguardi. E' così carino: con i capelli scompigliati a gli occhi fissi su di me!
Dalla cucina sentiamo distintamente il rumore di una porta che si apre e dei passi:
-David! Sono venuta a riprendermi le mie cose!- tuona la voce di Carrie, fredda.
Oh no, questa non ci voleva.
Carrie entra subito in cucina, posa lo sguardo su David, poi su di me e poi ancora su David.
-Caffè?- le domanda David, con tono cordiale
-Voi due... voi due...!- esclama, lanciandoci uno sguardo incendiario, poi punta il dito su David:
-Razza di stronzo! Te la sei portata a letto...vero? Avete fatto sesso, lo so!- esclama, arrabbiata.
Poi prende un soprammobile e lo lancia verso a David, colpendolo in piena fronte:
-Come hai potuto, eh?!- gli domanda, sempre infuriata
-Beh, tu sei andata a letto con quel tipo italiano quando ancora stavano insieme!- si giustifica lui, massaggiandosi la testa.
Carrie mi guarda:
-Gliel'hai detto tu, eh? Mi avevi promesso di non farlo, gli hai confessato che lo tradivo per portartelo a letto!- esclama, io schivo prontamente il piatto che mi lancia sui piedi.
-Carrie, la vuoi smettere!- esclama David -Mi hai lasciato tu, qualche giorno fa, mandando a monte il nostro matrimonio!-
-Sta zitto tu!- gli ordina lei, colpendolo con la racchetta da tennis
-Carrie, ti vuoi calmare un attimo?!- le dico io, con gentilezza
-E non mi dire che devo calmarmi!- esclama lei, lanciandomi un altra piatto.
David, prendendo coraggio, le si avvicina:
-Senti, Carrie. Tra noi è finita, mi hai detto che non eri pronta a un legame serio con me... Perché ti arrabbi?- le dice, con tono calmo ma fermo
-Tu mi hai dimenticata troppo in fretta!- si lamenta lei
-Ti ho dimenticata molto tempo fa...- dice lui, tristemente
-Ma noi ci saremmo dovuti sposare!- esclama lei, guardando David
-Tu ti volevi sposare!- ribatte David
-E dovevi portarti a letto proprio lei?!- aggiunge Carrie, accennando a me con la testa
-Mi sono portato a letto la persona che amo!- replica
-Tu... tu la ami?- gli domanda, con voce piccola
-Sì, credo di sì...- mormora lui.
Carrie allora, afferra il bollitore e glielo scaraventa addosso, con lo sguardo infuocato
-Tanto io sono tornata con Francesco!- esclama lei
-E allora che problema c'è?!- urla lui, ma Carrie si allontana, uscendo dall'appartamento.
Guardo David, in modo apprensivo:
-Ti ha fatto male?- gli domando, con un sorriso obliquo
David si accascia sulla sedia e mi risponde, con tono sconsolato:
-Forse è un trauma cranico!-

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Capitolo 17
*** Natale ***


                                                                                                                 CAPITOLO 17.

Oggi è la Vigilia di Natale.
E sono appena stata svegliata da David, che si è fiondato nella mia stanza e ha aperto le tende con la delicatezza di un elefante imbizzarrito, è saltato sul letto baciandomi dolcemente sulla spalla e si è messo ad urlare come un bimbo di cinque anni in piena crisi isterica.
-E' la Vigilia di Natale, è la Vigilia di Natale!-
-Lo so David, lo so...- farfuglio, cercando di sottrarmi da questa tortura.
La Vigilia di Natale fa schifo, è solo una giornata trascorsa a prepararsi per il Natale, quello vero, e in più ti mangi le unghie perchè non hai ancora trovato un regalo per tutti e cinquantotto gli zii che vivono in Svezia, e le cugine di quarto grado che vivono in Australia e per tua madre, che sistematicamente ti farà notare quanto il tuo regalo (sempre che tu riesca a trovarne uno) sia orrendo e inadatto.
-Che... che ore sono?- gli domando
-L'una, del pomeriggio...- mi dice lui, sempre sorridendo
-L'una del pomeriggio?!- ripeto, incredula. Ho dormito fin troppo.
-Ti volevo bella e riposata, stanotte partiamo!- aggiunge lui, in risposta al mio sguardo interrogativo
-Stanotte... partiamo...- ripeto, confusa, lui si limita ad annuire, sempre con quel sorriso ebete stampato sul volto
-Per dove?- gli chiedo
-Non te lo posso dire!- esclama, rimettendosi in piedi.
Mi metto a sedere sul letto, e sbadiglio:
-Cosa vuol dire che non me lo puoi dire?!-
-Quello che hai appena detto: che non te lo posso dire!- mi risponde, cercando di far suonare la cosa ovvia
-Sei un essere diabolico...- mormoro
-Ed è per questo che ti ho conquistata, no?- mi dice lui, sorridendo sornione.
Si infila la giacca, mi bacia sulla bocca ed esce:
-Ma dove vai?- gli urlo
-Devo vedere il mio editore, tu prepara le valigie!- esclama, e lo sento chiaramente sghignazzare.
Razza di subdolo, spregevole e ignobile fidanzato che non sei altro!
-Ti amo!- mi urla, prima di chiudere la porta.

Le valigie sono sul letto, non sapendo la destinazione del nostro viaggio mi sono messa dentro: un costume da bagno, in caso si trattasse di un luogo tropicale; dei maglioni, in caso ci fosse il clima invernale atlantico; l'ombrello; gli occhiali da sole e un paio di racchette da neve in caso mi portasse in Siberia.
Giuro che lo ammazzo se mi porta in Siberia! Io volevo andare a Londra...
Questa cosa mi sta facendo diventare isterica, ho preso un atlante e ho guardato tutti i posti possibili e immaginabili del Pianeta, sto facendo congetture da tutto il pomeriggio; e non ho la minima idea... su nulla!
David rientra nel mio appartamento, verso l'ora di cena. Entra in salotto con una rosa rossa in mano:
-Ciao...- mormora, sorridendomi. Si avvicina per baciarmi, ma lo allontano:
-Cosa ho fatto?- mi chiede, sempre sorridendo
-Mi vuoi dire dove mi porti?!- esclamo, un tantino scocciata
-No...- si limita a rispondere, sogghignando.
Lo spingo sul divano, cercando di assumere un'aria arrabbiata, ma lui continua a ridere:
-Dimmelo...- gli dico, con un sorriso e un tono supplichevole
-No...- ripete lui, e detto questo mi prende le mani e mi trascina accanto a lui, sul divano
-Ti prego!- dico ancora, cecando di essere il più sopplichevole possibile
-Mmmh, forse...- mormora lui. Mi si avvicina e mi bacia, spostandomi una ciocca di capelii dietro l'orecchio.
Perfetto, si sta distrando, ancora qualche secondo e potrò estorcergli qualsiasi tipo di informazione, potrei persino sapere di che colore porta le mutande sua madre e come lo chiamava Carrie nell'intimità.
-Vestiti...- mormora lui, allontanando per un secondo la sua bocca dalla mia.
Aspetta, qui c'è qualcosa che non va, siamo sul divano che ci scambiamo ehm... "effusioni", e lui mi dice di vestirmi?!
-Credevo che in situazioni come questi si dovesse parlare di svestirsi!- replico io.
David ride, guardandomi negli occhi:
-Ti porto al Four Seasons per una cenetta romantica!- mi risponde divertito
-Ma non dovevamo partire?- gli chiedo, inarcando un sopracciglio
-Sì... dopo cena, se non che Vigilia di Natale è?!-

-Sei pronta?- mi domanda, prendendomi per mano, una volta usciti dal Four Seasons
-C-Certo...- gli rispondo, un po' incerta
-Perfetto!- esclama contento, tirando fuori dalla tasca della giacca una mascherina, di quelle che si usano per dormire
-Mi stai bendando!- esclamo, esterrefatta
-Lo so...- mi risponde lui, apparentemente divertito
-Perchè?- gli chiedo
-Perchè deve essere una sorpresa!- mi risponde, con aria impaziente.
E dopo di che... il buio!
So per certo che siamo saliti su un taxi, ma non so dove siamo diretti...
-Attenta ai gradini.- mi dice lui, prendendomi per mano, dopo circa un'ora di buio e silenzio totale.
Sempre tenendomi per mano David mi fa sedere su una poltroncina, potrei essere su un treno, in un teatro, al cinema, su un aereo, in uno shuttle diretto sulla Luna...
Si pregano i gentili passeggieri di allacciare le cinture...
-Siamo su un aereo!- sussurro a David
-Come sei perspicace...- replica lui, con sarcasmo
-Non sento nessuna voce!- mi lamento io, sempre sussurrando
-Forse perchè in questo aereo ci siamo solo noi!- mi risponde David
-Che cosa?!- esclamo, incredula
-Siamo su un jet privato, Anne...- mi risponde
-E dove l'hai trovato un jet privato?- gli domando, spazientita
-E' del mio editore...- mi risponde lui, con noncuranza
-Il tuo editore è così ricco da avere un jet privato?- gli domando, sempre più incredula
-Sì, è così ricco!- mi risponde David, e io sento chiaramente la sua risatina divertita.
Trovo tutta questa situazione mortalmente imbarazzante, sono bendata da ore, credo, totalmente ignara di tutto ciò che sta succedendo, e David trova la cosa parecchio divertente.
-Non è divertente, David...- gli sussurro, a denti stretti
-Il fatto che tu non trovi la cosa divertente, non vuol dire che non lo sia!- ribatte lui, lo sento sogghignare
-E smettila di ridere!- esclamo
-Caffè?- mi domanda lui, gentile.

-Anne, Anne...- la voce di David mi sveglia.
Apro gli occhi, ma sono ancora bendata, mi sono addormentata ma non so quanto ho dormito, e credo di avere la testa appoggiata sulla spalla di David:
-Sei sveglia?- mi domanda, baciandomi sulla testa
-Sì, perchè?- gli rispondo
-Siamo arrivati...- mi sussurra lui, dandomi un tenero bacio
-Non mi hai portato in Siberia, vero?- gli chiedo preoccupata
-Ma certo che no!- risponde lui, dandomi un buffetto.
E, ancora una volta, ancora buio.
Siamo all'esterno adesso, probabilmente fuori dall'aeroporto, fa freddino, quindi non siamo ai Caraibi, o comunque non mi sembra di essere in un posto di mare...
Ora siamo su un taxi, e David ha mormorato ancora una volta al tassista la nostra meta.
Il tassista parla inglese, ma con un accento straniero, e la cosa mi confonde ancora di più.
Devo ammettere che il mio fidanzato ha una mente diabolica...!
E' un po' che camminiamo, mano nella mano, sono stanca morta, e sono andata addosso ad un sacco di persone.
-Sei pronta?- mi domanda David, ad un certo punto, sussurrando all'orecchio
-Immagino di sì...- gli rispondo, incerta
-Bene... bene...- lui mi si mette dietro, sfilandomi la mascherina.
Mi viene da piangere.
Davanti a me ho la più fantastica visione, davanti a me c'è tutto quello che potrei desiderare per il mio Natale.
Davanti a me c'è Harrods.
E intorno a me c'è la mia Londra, con le sue luci, i suoi colori, i suoi negozi, le sue persone...
E' tutto così bello!
Mi giro lentamente verso David:
-Io... davvero... non so che dire...- farfuglio, una lacrima di commozione mi scorre lungo la guancia, lui si è ricordato di quanto mi sarebbe piaciuto essere a Londra questo Natale.
Lo so che non c'è niente di speciale, ma dopo aver trascorso tanto tempo lontano da casa non c'è niente di più bello...
-Allora non dire niente...- mi suggerisce lui, facendomi l'occhiolino
-Io... grazie...- farfuglio ancora.
David sorride soddisfatto, è riuscito nel suo intento: rendermi la donna più felice della Terra:
-Ti amo, sai?- gli dico, ricambiando il suo sorriso
-Beh, è una buona cosa...- si limita a rispondermi lui.
Poi mi prende il viso tra le mani e mi bacia:
-Sai ora che facciamo?- mi domanda
-Ehm... no...-
-La tua attività preferita: Shopping Natalizio Sfrenato!- esclama, e gli butto le braccia al collo, facendolo quasi cadere per terra.
Entriamo ad Harrods, David prede subito in mano la carta di credito...

Stiamo passeggiando da un po', mano nella mano, e io sembro essere in grado solo di farfugliare ringraziamente imbarazzati.
Senza neanche accorgermi, mi trovo davanti alla stazione della metropolitana di Earl's Court.
Non c'è niente di romantico, di dolce o di emozionante nella Stazione di Earl's Court; ma ora mi sembra il posto più bello del mondo.
L'unico posto in cui avrei voglia di stare, con l'unica persona con cui voglio stare.
David mi guarda e sorride, il suo sorriso, con gli angoli della bocca rivolti verso il basso.
-Buona Natale...- sussurra.
E, ne sono pienamente sicura, da questo momento Anne Wright non è più come Bridget Jones...

                                                                                                       FINE (Almeno per ora...)

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Finalmente sono riuscita a finire la mia prima "fatica letteraria"! ;-)
Un grazie di cuore a tutte le brave persone che sono state tanto gentili da lasciarmi una recensione, mi ha fatto VERAMENTE piacere!
Spero che la lettura di questo racconto sia stata piacevole e interessante... Lo so che la fine è mielosa, ma cosa ci posso fare se sono una romanticona?!
Avrei in mente qualche idea per un sequel di questa storia, ma magari "Anne e David" sono diventati noiosi... quindi per ora non so!
Baci a tutti...
Lunastorta92
P.s. La fine di quello che ho appena scritto sembra la fine di una lettera... va beh...! XD



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