People Can Change.

di Swaggg
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cambiamenti. ***
Capitolo 2: *** La passione per la musica. ***
Capitolo 3: *** Felice ma strano ***
Capitolo 4: *** Un nuovo amico...forse! ***
Capitolo 5: *** Il silenzio. ***
Capitolo 6: *** Le persone sono cattive. ***
Capitolo 7: *** Confessioni. ***
Capitolo 8: *** Il primo giorno di scuola. ***
Capitolo 9: *** Il mio sogno! ***
Capitolo 10: *** Lui va ad inseguire il suo sogno! ***
Capitolo 11: *** Tanta Roba. ***
Capitolo 12: *** Le ragazze di Efp...Beliebers. ***
Capitolo 13: *** La fortuna di averla incontrata. ***
Capitolo 14: *** Il concerto (Part 1). ***
Capitolo 15: *** Il concerto (Part 2) ***
Capitolo 16: *** Tra una chiacchiera e una risata. ***
Capitolo 17: *** Un bel cambiamento. ***
Capitolo 18: *** Che è tornato a fare? ***
Capitolo 19: *** Il semi-biondino! ***
Capitolo 20: *** Proprio adesso che stava filando tutto liscio. ***
Capitolo 21: *** Sono morta? ***
Capitolo 22: *** E invece era solo una delle tante delusioni. ***
Capitolo 23: *** Mi amava...ma adesso mi ha perso. ***
Capitolo 24: *** Quell’altro te non è sparito ***
Capitolo 25: *** Tutto stava svanendo poco a poco, solo per una mia bugia. ***
Capitolo 26: *** “Merda..” ***
Capitolo 28: *** E nemmeno io ero più tanto sicura di voler continuare a vivere. ***
Capitolo 28: *** "Non lo so..." ***
Capitolo 29: *** Il matrimonio. ***
Capitolo 30: *** Destinazione? Aeroporto. ***
Capitolo 31: *** Egitto. ***
Capitolo 32: *** sono felice, per adesso. ***
Capitolo 33: *** Epilogo. ***



Capitolo 1
*** Cambiamenti. ***






People can Change


Capitolo 1                                                      Cambiamenti.
Mi chiamo Brianna James e ho 16 anni. Il mio nome mi può far sembrare una bella ragazza, alta, snella, bella, bionda e desiderata da tutti i ragazzi. Invece sono esattamente l’opposto, sono bassa, magrolina ma non tanto, ho i capelli rossi e gli occhi color del ghiaccio, forse l’unica cosa che amo di me stessa. Porto l’apparecchio, gli occhiali e vesto come mia nonna, i ragazzi della mia scuola mi hanno soprannominato Pattie la vendetta. Vivo in Inghilterra e per motivi che vi spiegherò più avanti, sarò costretta a trasferirmi a Stratford. Sono molto timida, troppo buona ma vi sto annoiando con la descrizione di una sfigata così passo alla storia.
 
Settembre 2007
Mi sto per trasferire a Stratford, dalla nonna Judy, per la morte di mia madre e per mio padre sono solo un impiccio nella sua vita così mi scarica dalla nonna. Mio padre è un grande avvocato mentre mia madre era una grande ballerina.
Stavo finendo di preparare le valige quando mio padre irrompe nella mia stanza.
Papà-Tesoro sei pronta per partire?-chiede papà aiutandomi a chiudere la valigia. Gli avrei risposto dicendo che non ero pronta, non ero pronta a trasferirmi in un'altra città, in un'altra scuola dove mi avrebbero preso sicuramente in giro. E soprattutto non ero pronta a lasciare quella casa che sapeva ancora dell’odore della mamma. Mi mancava troppo e dopo la sua morte non sono mai riuscita a dire a nessuno quello che provavo anche perché non ho amici o amiche sono completamente sola.
Io-Si papà sono pronta per partire-dico sospirando e incominciando a scendere la valigia giù per le scale. Mio padre non mi dà neanche una mano. Non lo sopporto.
Dopo una faticata per aver sceso la valigia mi dirigo verso la porta fermandomi appena sotto lo stipite. Annuso ancora una volta quel profumo ed esco dirigendomi vero la macchina di papà ,il quale mi avrebbe solo accompagnato all’aeroporto. Appena arrivata ci sarebbe stata mia nonna ad aspettarmi. Dopo un po’ arriviamo all’aeroporto e con un gesto della mano e mi dirigo verso l’imbarco.
Sono sull’aereo, prendo il mio I-phod e infilo le cuffie nelle orecchie ascoltando la musica classica. Mi piaceva ascoltarla mi tranquillizzava e in più mi aiutava a pensare positivo. Pensavo, quindi, a cosa succederà appena arriverò, cosa farò, e se farò amici. In quel momento sapevo solo che dovevo incominciare una nuova vita.

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Capitolo 2
*** La passione per la musica. ***


                                    La passione per la musica                               

          Capitolo 2    
Sono Justin Drew Bieber e ho 17 anni, come se già non lo sapeste. è inutile che mi presento tanto mi conoscete già tutti. Sono il più famoso. Volevo aggiungere solo una cosa e poi vi lascio alla storia. Sono bello e bono.
 
Settembre 2007
Ecco che ancora una volta mi trovo qui davanti all’Avon Theatre per cantare una delle tante canzoni su cui mi sono esercitato, con la mia chitarra.. Lo faccio perché mia mamma lavora troppo e un giorno ho deciso di venire qui sotto per raccogliere un po’ di soldi e portarla  a fare una vacanza. Mio papà ci ha lasciati quando ero molto piccolo e tutte le responsabilità quindi ricadevano sulla mamma che doveva occuparsi di me ancora un neonato. Siamo poveri e non possiamo permetterci chissà che cosa ma io faccio quel che posso per la mia famiglia. Vivo a Stratford, Ontario, Canada e qui ho i miei migliori amici, con qui passo il pomeriggio divertendoci. Ryan, Chaz, Christian e Caitlin la sorella di Christian.
Si è fatto tardi meglio tornare a casa, penso tra me e me posando la chitarra dentro la custodia. Mi incammino verso casa e intanto pensavo ai compiti, ai tanti compiti che dovevo fare appena tornato a casa. Mi veniva mal di testa al solo pensiero.
I-sono a casa! – urlo sbattendo la porta di casa e dirigendomi verso la cucina per salutare mia mamma. Eccola, intenta a cucinare una delle sue tante prelibatezze che mi cucina. È bellissima ed io l adoro così com’è.
Mamma- oh tesoro sei a casa finalmente, ma dove sei stato?-domanda lei staccandosi un attimo dai fornelli per guardarmi negli occhi.
Non potevo dirle quello che facevo realmente il pomeriggio altrimenti saltava il piano della vacanza, che era una sorpresa solo il nonno sapeva di questa cosa.
I-niente mamma sono stato un po’ in giro con i ragazzi-mentii, non era da me mentire alla mamma ma quella era un occasione speciale.
M- sicuro? –insisteva la mamma. Si preoccupava sempre com’era carina.
I-si mamma sono sicuro al 100%- dico con un sorriso sulla faccia.
M- occhey poi peggio per te se mi dici una bugia, comunque la cena è quasi pronta vai a lavarti- dice ritornando ai suoi fornelli.
Io annuisco e mi dirigo verso il bagno per fare una doccia bella calda e rilassante perché dopo mi sarebbero spettati i mie miglior nemici: I compiti.

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Capitolo 3
*** Felice ma strano ***


Felice ma strano
Capitolo 3             
Sempre Settembre 2007
Sto dormendo, sto sognando, sono nel mio mondo quando ad un certo punto vengo interrotta bruscamente da un hostess.
H-ehy cara, svegliati l’aereo è atterrato da più di dieci minuti-mi dice la ragazza presuntuosa. Non si svegliano così le persone. Nessuno ti ha mai insegnato le buone maniere? No mi sembra proprio di no. Avevo passato la notte nell’aereo e finalmente ero arrivata.
Faccio un cenno con il capo e mi alzo dirigendomi all’uscita. Cammino per un po’ ma poi finalmente noto una figura familiare, la nonna Giusy. Una donna piena di vita, una donna pimpante, una donna forte, una donna che se la guardi non ti verrebbe mai da dire che è una nonna. Lei che è la fotocopia in persona di mia mamma è per questo che sono venuta volentieri da lei. Mi piace avere la sua compagnia.
Le corro incontro abbracciandola. Mi era mancata così tanto era da troppo tempo ormai che non la vedevo.
Nonna- oh tesoro ma come sei cresciuta, sei ancora più bella-dice la nonna stringendomi ancora di più tra le sue braccia.
I-si nonna come no…sono sempre bella-dico io molto ma molto sarcastica ma lei non lo capisce e quindi si limita di un sorriso. In tutto ciò prendiamo le valigie e ci dirigiamo verso l’auto della nonna. Lei si che era ricca e non mi dispiaceva anzi non mi cambiava la vita. Forse di poco.
Durante il tragitto per andare a casa lei parla, parla ma io non la ascolto perché sono troppo impegnata a guardare fuori dal finestrino, ad ammirare quella piccola cittadina ma in se molto carina. Era piccola ma in qualche modo sapevo che mi ci sarei trovata bene.
 
 
Justin’s pov
È sabato finalmente non si va a scuola. Sono felice ma mi sono svegliato bene stamattina. Mi stiracchio un po’ e poi dopo mi dirigo verso la cucina per mangiare qualcosa. Noto un post-it sul frigo lo prendo e incomincio a leggerlo. “tesoro di mamma la colazione è nel microonde. Io sono andata a lavoro quindi quando hai finito vai dai nonni”. Dopo averlo letto buttai il post-it e riscaldai la colazione che mi aveva preparato la mia dolce mammina. Erano delle ciambelle fatte in casa e se posso dire proprio le migliori. Oggi vado dal nonno e mi faccio accompagnare davanti al teatro, mi servono ancora un bel po’ di soldi. I miei pensieri vengono interrotti dal suono del microonde che mi annunciava che le ciambelle erano pronte. Presi le ciambelle, ovviamente con una pezza, e incominciai a soffiarci sopra prima di mangiare, altrimenti mi sarei scottato.
I-CAZZO!!-sbottai all’improvviso. Ecco mi sono scottato la lingua proprio come pensavo. Dopo una manciata di minuti finisco finalmente la mia ciambella bollente e mi dirigo verso il bagno per farmi una bella doccia calda giusto per lavarmi. Non penso a niente mentre sto sotto la doccia solo che mi sento strano. Mi sa che oggi succede qualcosa, non so se bella o brutta ma deve succedere così mi libero. Esco dalla doccia con un asciugamano intorno alla vita e vado in camera per scegliere cosa mettere. Opto per dei jeans vecchi e un maglione che mi sta il doppio ma mi accontento. Non avevo mica tutto l’oro del mondo io !
Mi asciugo i capelli ed esco finalmente da casa per andare dai nonni. Felice ma strano mi sento. Bha
 
Brianna’s pov
Ecco siamo arrivate davanti ad una bella casa. Non eccessiva ma è bella. Una villa a due piani e come è fatta mia nonna adesso non so cosa mi sarebbe aspettato lì dentro. Entro veloce, sono curiosa di sapere com’è, e appena entro rimango stupita non è come me l’aspettavo non è rose e fiori. È una casa moderna come tutte le altre. Era cambiata mia nonna e questo mi faceva davvero piacere si vestiva sempre di rosa. I miei pensieri contorti vengono interrotti dalle dolci parole della nonna.
N-ti piace?-mi domanda con un sorriso sulle labbra.
I-uao nonna non me l’aspettavo così se devo essere sincera-dico tutto d’un botto.
N-vuoi vedere la tua camera?-mi chiede la nonna dopo pochi minuti di silenzio.
I-si –rispondo seguendola al piano di sopra. Apre una porta e la mia camera è bellissima proprio come l’ho sempre sognata, un letto a una piazza e mezza, una scrivania con sopra poggiato un computer e una piccola libreria dove ci potevo mettere tutti i libri. E poi un armadio immenso pieno di vestiti. Ero sbalordita. Sto ancora perlustrando la stanza quando mi giro e non mi trovo più la nonna alle spalle vedo che mi mostra una altra stanza e quello è il bagno. Mi lascia sola e salgo la valigia per le scale. La poggio sul letto e incomincio a sistemarla. Apro l’armadio e noto tutti quei vestiti che ovviamente io non avrei mai messo. Tutti da bella e cattiva ragazza cosa che non ero e non potevo essere. Per i miei vestiti non c’era posto quindi li rimasi nella valigia. Scendo le scale e vado verso la nonna intenta a pulire una pianta.
I-nonna io vado a fare un giro –dico prendendo le chiavi di casa.
N-occhey ti devo dare un ultima cosa però-mi dice lasciando il lavoro della piantina e dirigendosi verso la sua borsa estraendo qualcosa.
N-tieni questo è un cellulare lo potrai usare quando hai bisogno di me, dentro c’è il mio numero ed il tuo per memorizzartelo-disse porgendomi il “coso” e ritornando alle sue faccende. Ma come si usava quel coso…io non sapevo neanche esistesse ma avrei imparato sicuro, penso uscendo dalla porta e incamminandomi per chissà dove.Mi sentivo Felice in un certo senso ma strana come se mi dovesse succedere qualcosa da un momento all’altro. Chissà cosa.

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Capitolo 4
*** Un nuovo amico...forse! ***


                                                                                             Un nuovo amico…forse!  
                                                                             
Capitolo 4    
Sto camminando per strada affiancata da tutte piccole villette, sono tutte uguali. Mi guardo intorno e mi concentro sui suoni che ci sono. C’è un uccello che cinguetta, la poca gente che parla e il rumore delle poche auto che passano. Si mescolano insieme e formano un adorabile melodia, calma , rilassante non come a Londra, troppo affollata per i miei gusti. A me piace la tranquillità rilassa la mente ed è l unica cosa per essere felice, un aspetto positivo della mia vita.
Continuo a camminare senza neanche accorgermi contro chi sono andata a sbattere. Troppo immersa nei miei pensieri per accorgermene. Da quel che ho notato è un ragazzino però. Siamo entrambi col culo per terra e si alza per primo per poi porgermi la mano per aiutarmi  ad alzarmi. L’accetto molto volentieri e così mi tira su.
?-ciao, scusa io non ti avevo visto- dice il ragazzo sconosciuto. È davvero carino ha degli occhi bellissimi, color del caramello, ed è biondo però no quello dei bei fusti che si vedono solo in tv ma questo biondo entrava nel castano, biondiccio va. Prima penserà che sono una pazza è meglio che rispondo-penso tra me e me.
I-no scusami tu ero troppo distratta per guardare avanti- dico arrossendo un po’ e tirando su gli occhiali che mi scivolavano.
?-no dai…e a cosa pensavi?- mi domanda. Ma che se ne frega non ci conosciamo neanche e vuole sapere tutti i cazzi miei…Bha.
I-ehm…sinceramente non so cosa potrebbe interessarti-rispondo un po’ acida. E poi non potevo rivolgere la parola agli sconosciuti, mia mamma mi ha educata bene per fortuna. Ma è solo un ragazzino poi non può perseguitarmi o violentarmi e poi sembra simpatico.
?-oh non ti preoccupare…comunque io sono Justin-dice porgendomi la mano.

I-io sono Brianna – dico stringendogli la mano. È davvero morbida. Ma da dove era uscito questo? Da un fumetto per caso? È troppo perfetto.

J-che bel nome che hai Brianna però io ti chiamerò Brì-dice lasciandomi la mano e togliendosi i capelli dagli occhi. Uao quel movimento era davvero sexy. Brianna ma a cosa stai pensando non è assolutamente da te-mi dico scacciando tutti quei pensieri dalla mia testolina.
I-contento tu…-dico facendo un piccolo sorriso.
J-allora dove stavi andando?-mi chiede dopo un pò. Bho se lo sapessi te lo direi con piacere.
I-non lo so stavo curiosando un po’ qua e là-dico facendo dei piccoli gesti con le mani.
J-potrei farti da guida che ne dici?-mi domanda. Ma no adesso mi scocciavo volevo stare sola ma un amico come lui non lo trovo tutti i giorni quindi mi lasciai andare.
I-occhey-accetto quindi senza esitare e ci incamminiamo a braccetto al lato opposto della strada. Mi stava simpatico quel ragazzo era un buffo Nano.
 
 
Justin’s pov
Mentre cammino per la strada pensavo a dove avrei potuto portare la mamma per la vacanza ma poi i miei pensieri vengono interrotti bruscamente. Non so come ma mi ritrovo letteralmente col culo per terra. Noto che è una ragazza quella che ho fatto cadere, quindi mi alzo velocemente e le porgo la mano la quale accetta volentieri. Ci conosciamo un po’ e finalmente so il suo nome, Brianna. Era bello ma lei non era un gran che ma non potevo rifiutarla faceva brutto. Ed io sono un gentiluomo.
E poi che male c’è se diventiamo amici tanto non avevo una reputazione e poi mi sta simpatica. Quindi dopo averle chiesto se potevo essere la sua guida ci incamminiamo a braccetto verso la parte opposta della strada. Non so perché ma per un po’ mi ha reso felice. È così buffa con questi occhiali è davvero carina-penso tra me e me. 

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Capitolo 5
*** Il silenzio. ***



                         

                           Il silenzio.


Capitolo 5
Stiamo girando per quella cittadina da più di 2 ore piene piene, e sono stanchissima. Ma non mi fermo, mi piace stare con lui, mi piace parlargli, con lui mi sento me stessa, quella me stessa che non ho mai cacciato con nessuno, quella me stessa che era partita da un po’ di tempo, ma che appena ho incontrato lui ha preso il primo aereo ed è ritornata a casa. Camminiamo un altro po’ ma adesso basta sono sfinita.
I-Justin ti prego ti fermi sono stanca- dico fermandomi una panchina che si trovava al mio fianco. Adesso eravamo in un parco, dove i bambini giocano e si divertono. Sono così carini!
J-hai ragione, ma tanto questa era l’ultima tappa del nostro tour- dice sedendosi anche lui di fianco a me sulla panchina. Menomale che era l’ultima tappa, perché se camminavamo un altro po’ doveva portarmi in braccio dallo sfinimento.
Tra di noi regna il silenzio. Adoro il silenzio è la cosa che ti evita di dire brutte parole, ti evita di stare al centro dell’attenzione, ti aiuta a pensare ed evita discussioni per questo mi piace tanto. Ci sono le grida dei bambini, gli uccellini e il rumore del vento che smuove gli alberi. È tutto una melodia fantastica è tranquilla, quella piccola cittadina ha tanti segreti ancora nascosti, ed altri che sono riuscita a svelare: è rilassante.
 
 
Justin’s pov
Stava in silenzio, con gli occhi chiusi a pensare o ascoltare chissà a che cosa. È molto strana ma c’è quel qualcosa in lei che la distingue dalla massa, è come se bho non lo so neanche io, ma è speciale questa ragazza. È vero si stava bene in quel parco ma non tanto da chiudere gli occhi e non parlare quando si è in mia presenza. Amo il silenzio ma non sto un attimo zitto quindi decido di rompere il quel momento.
I-volevo chiederti-incomincio dicendo questo intanto lei apre gli occhi, un po’ divertita, e mi rivolge la sua attenzione.
I-stasera ci sarebbe la festa di un mio amico ti andrebbe di venire?-le chiedo poi. Non volevo venisse a quella festa, i miei amici sono un po’ cattivi e appena la vedranno non la lasceranno in pace. Ma Ryan abita due case più avanti di lei, se non glielo chiedevo lo avrebbe scoperto e ci sarebbe rimasta troppo male. Infondo era solo una festa cosa poteva succedere?

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Capitolo 6
*** Le persone sono cattive. ***


                                                                                          Le persone sono cattive.
Capitolo 6                                                                       
Andare o non andare alla festa? Questo è il dilemma. Non sapevo cosa rispondere sapevo che sarei stata l’effetto cool della sera. Sarò presa di mira ne sono sicura. Ma se sono tutti come Justin allora non ho nessun problema quindi perché non provare? Tanto non uccide nessuno una festa o no?
I-s-si perché no- dico un po’ indecisa.
J-okkey allora ti vengo a prendere io alle 8 in punto –dice lui alzandosi in piedi e porgendomi una mano per alzarmi.
I-okkey mi farò trovare pronta- dico prendendo la sua mano e alzandomi.
I-Jey si è fatto tardi io devo andare a casa- dico prendendo quell’aggeggio dalla tasca e osservando l’orario. Erano le due passate e in più quel coso strano aveva sullo schermo due cose che tintennavano. Non ci capivo niente ma poi ci clicco sopra e c’è scritto “due chiamate perse”. Dovrà essere la nonna penso tra me e me. Poi Justin interrompe i miei pensieri.
J-allora ti accompagno così vedo anche dove abiti-dice. Io mi limito ad annuire in fondo se c’era o non c’era per me era indifferente comunque in silenzio stavo. Così incominciamo ad incamminarci verso casa mia e durante metà tragitto stiamo zitti. Ma poi Justin chiacchierone che è interrompe quel bel momento.
J-allora di dove sei?-dice rivolgendomi uno sei suoi sguardi. Alla fine ha proprio dei begli occhi penso.
I-sono dell’Inghilterra-dico fredda senza accennare niente. Non mi è mai piaciuto parlare di me e tanto meno della mia vita.
J- ah ecco perché hai un accento diverso, è carino-dice con una buffa risatina. È carino assai ed il suo sorriso? Oddio meraviglioso!
I-ed invece tu sei nato qui?-chiedo alla fine. Il silenzio l’abbiamo rotto ormai non posso fare la maleducata e non chiedergli niente. Sono una ragazzina educata bene io.
J-si sono nato qui,e i tuoi genitori?-dice. Ecco la domanda che non volevo che non arrivasse. Ma siamo arrivati davanti casa mia quindi sono stata salvata per un pelo. Oggi Dio mi vuole bene. Stasera farò una preghiera giuro!
I-i-io sono arrivata ci vediamo stasera okkey?okkey-dico dandogli una stretta di mano ed entrando nel vialetto della villa della nonna. Lui mi fa cenno con la mano e poi dopo se ne va, impassibile.
Entro dentro casa e mi chiudo la porta alle spalle.
I-Nonna sono a casa!- urlo per farmi sentire dalla nonna. Ma sembra che non sia in casa.
Vado in  cucina e non è neanche lì. Ma noto un post-it sul frigorifero. Lo prendo ed incomincio a leggerlo: “ cara ho provato a chiamarti più di una volta ma non hai risposto, io sono dovuta andare a fare delle commissioni torno nel pomeriggio e cucinati qualcosa se hai fame” questo diceva. Il primo giorno e mi ha già lasciato da sola a casa. Che bella cosa!
Vabbè ho fame quindi è meglio se mi faccio un panino. Mortadella, salame e insalata. Che c’è? Ci vado giù pesante io!
Dopo mangiato mi ritiro in camera e accendo il computer. Almeno quello lo sapevo usare. Non ero poi così imbranata. Vado su You Tube e noto dei video di un ragazzino che canta. Osservo per bene quel ragazzino ed ha una voce fantastica. Ma aspetta un attimo. Quel ragazzino è Justin! Uao che bello.
Spengo il computer e vado giù in salotto accendo la tv su un film e in men che non si dica mi addormento. Avevo passato una giornata divertente, ma anche un po’ stressante.
Dopo un po’, il mio sonno viene disturbato dal suono del campanello. Mi alzo di malavoglia e mi dirigo verso la porta.
N-cara ma perché così tanto tempo per aprire?-mi chiede la nonna entrando in casa e posando le buste per terra.
I-stavo riposando-dico prendendo le buste da terra e portandole in cucina
N- che dormigliona che sei-dice la nonna ridendo e venendo anche lei in cucina. Prima però ha chiuso la porta . rido anche io, che più che una risata assomiglia più ad una smorfia. Dopo aver posato la roba nelle buste decido di andarmi a fare una doccia bella calda. E pensavo a cosa sarebbe successo a quella festa, a che persone potrei incontrare e riguardo al vestirmi già sapevo cosa mettermi. Pensavo anche a Justin a quanto era carino stamattina e a quanto era diverso dai ragazzini che c’erano prima nella mia vecchia scuola. Lui è più dolce e non si ferma solo all’apparenza ma va oltre a quello.
Esco dalla doccia e con indosso un accappatoio rosa vado in camera. Indosso l’intimo e apro l’armadio. Questi vestiti non fanno al caso mio, penso quindi chiudo l’armadio e apro la valigia riposta sotto il letto. http://www.google.com/imgres?q=vestito+a+fiorellini&hl=it&biw=1366&bih=667&tbm=isch&tbnid=YKEx5zoeXbk34M:&imgrefurl=http://www.zerorelativo.it/oggetti/45682/Moda-Abbigliamento-Donna-vestito-nero-e-fiori-rosa-tgL-sartoriale-come-nuovo&docid=qarEnfu61lNB3M&imgurl=http://www.zerorelativo.it/item_files/2/8/6/5/4/item_45682.jpg&w=400&h=533&ei=LPa_TvK5Iqn64QTo7rygBA&zoom=1&iact=hc&vpx=466&vpy=142&dur=3096&hovh=259&hovw=194&tx=108&ty=136&sig=101559779592075079619&page=1&tbnh=145&tbnw=109&start=0&ndsp=23&ved=1t:429,r:17,s:0   è molto semplice come vestitino e in più è a fiorellini i miei preferiti. Sotto metto delle bamboline, faccio lo shignogn ed ecco che sono pronta. Ah no mancano gli occhiali che ho tolto per farmi la doccia. Senza di quelli andrei a sbattere ovunque.
 
Justin’s pov
Quando oggi pomeriggio l ho lasciata a casa era strana come se le avessi detto qualcosa di sbagliato. Io l ho detto che è strana questa ragazza ma come ho già detto è strana in un buon senso però. Sono le 8 e sono davanti casa sua. Busso la porta e mi apre un anziana signora. Presumo sia la nonna.
I-salve signora io sono Justin un amico di Brianna-dico porgendo la mano all’anziana signora.
N-ho salve giovanotto chiamami Giusy, sono la nonna di Brianna, aspetta che te la chiamo- detto questo si allontana e alla porta si avvicina Brianna. Con un vestitino semplice ma devo dire molto molto squallido per andare ad una festa di ragazzini.
I-ciao Brì andiamo?-le chiedo dopo un po’. Non mi soffermo su come è vestita oppure no tanto non mi sento proprio attratto da lei. Sto incominciando solo a volerle molto bene infondo è simpatica niente di più.
Lei si limita ad annuire, saluta la nonna e ci incamminiamo verso casa di Ryan. Non ci voleva molto ad arrivare era solo di due ville più avanti di quella di Brì. La stavo guardando, infondo non era brutta era solo il suo modo di vestire, l’apparecchio e quegli occhialoni alla Harry Potter che la facevano brutta. ma è una bella ragazzina dovrebbe solo acconciarsi un po’. Se solo dovessi partire la ricorderei per il suo bel e strano carattere, quello che mi ha colpito più di tutto di lei.
B-Justin ma tu canti?- chiede lei, come faceva a saperlo? Mi conosce solo da stamattina e già sa che canto? Strano
I-s-s-si canto ma tu cosa ne sai?-chiedo un po’ titubante.
B-oggi pomeriggio sono andata su You tube e ti ho trovato-dice lei con una risatina. Non l’avevo mai vista ridere sul serio fino a quel momento era piacevole sapere che la facevo ridere.
I-ah…-mi limito a dire.
 
Brianna’s pov
È così carino questa sera. Indossa dei jeans un po’ strappati e una camicia. Con sopra una giacchetta. Mi fa ridere sono sicura di me con lui. So che non devo preoccuparmi di niente. Tutti i miei problemi con lui vanno a farsi una passeggiata. In una sola giornata avevamo stretto tanto e lo sentivo già come un amico. È speciale davvero. Dopo aver parlato ancora un po’ siamo arrivati davanti una bella villa piena di gente. Si presuppone sia la casa di questo suo amico. Entriamo  e tutti gli occhi delle persone che sono lì dentro mi fissano, chi un po’ schifato e c’è un silenzio.
Justin si allontana lasciandomi sola in mezzo a tutta quella brutta gente.
Mi alzo di poco gli occhiali che mi cadono per il sudore. Mi sento toccare una spalla. Una tizia mora si avvicina e mi guarda da capo a piedi. Sono leggermente in imbarazzo e ho paura. Cavolo se ho paura.
?- guardate questa sfigata ragazzi ahhaaha –dice la mora bionda spingendomi. Per fortuna riesco a tenere l’equilibrio e non cadere a terra.
?-già è vestita come una vecchia, non è per niente sexy-aggiunge poi un ragazzo dai capelli biondi e gli occhi azzurri. L amico di Justin deve essere quel Ryan di cui mi ha parlato Jey. Sexy? Al tempo d’oggi per essere una bella ragazza bisognava essere sexy? Ma in  che mondo viviamo?
Vedevo Justin farmi delle occhiate per chiedermi scusa. Ma non riuscivo a capirle bene venivo sbattuta di qua e di là. La ragazza si chiama Caitlin e tutti i suoi amici non facevano altro che prendermi in giro. Eravamo ancora all’entrata della casa e la ragazza mi versa della birra in testa.
Caitlin-oh scusa sfigata non ti avevo visto
- e dopo questo scoppia a ridere e insieme a lei la seguono tutti quelli che mi circondano. Sento gli occhi pizzicare ecco sapevo che adesso sarei scoppiata in lacrime e per evitare altre figure esco da quella casa che puzzo di birra e in lacrime. Corro, corro più che posso con tutte le mie energie e arrivo ad un bosco buio. Mi fermo vicino ad un piccolo fiume illuminato dalla bella luna che c’era quella sera. Non era possibile che anche qui dovevo essere trattata male. Che anche qui dovevo essere considerata una sfigata. Che anche qui non mi facevo degli amici. Se adesso ci fosse la mamma mi sarei sfogata con lei, se adesso fosse qui con me io non sarei in questa cittadina, se adesso fosse qui con me non sarei così. Solo lei mi accettava come sono e non cercava di cambiarmi in nessun modo. Ed è per questo che non cambio. Perché un giorno mi disse che alle persone dovevo piacere così com’ero altrimenti me ne dovevo fregare di tutto. Ma questa teoria non mi aiuta per niente.Le persone fanno davvero schifo, ripeto tra me e me.

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Capitolo 7
*** Confessioni. ***


                                                                                                Confessioni.
Capitolo 7                                                                                                   
Ecco lo sapevo l’hanno presa in giro. E sono stati anche più che cattivi. Non si trattano così le persone e infatti quei ragazzi non li avrei più visti. Troppo cattivi per farmela con loro. È uscita da quella casa da un po’ e l ho seguita ma non so dove sia andata. Adesso sono nel bosco. Cammino nel bosco, c’è molto silenzio e si sente solo il mio respiro e il mio affanno per la tanta corsa. Finchè all’improvviso non si sentono dei singhiozzi molto pensanti. Mi avvicino di più e i singhiozzi si fanno sempre più vicini. Eccola è seduta in riva al fiume e piange, non la finisce più.
I-Brì-dico. Lei non si gira ma ha sentito la mia presenza. È delusa lo sento.
B-sapevi che mi avrebbero preso in giro perché mi ci hai portato?-domanda incazzata. Sono deluso di me stesso. Mi limito ad abbassare la testa. Mi faccio schifo.
B-non rispondi…bene, mi hai preso in giro anche tu-dice alzandosi e allontanandosi. Non è così.
J- no aspetta non è così, mi sei simpatica davvero non pensavo i miei amici arrivassero a questo punto, scusa-dico fermandola per un braccio e portandola a me per abbracciarla. Invece di rifiutare l’abbraccio mi stringe. Chissà da quanto tempo non riceveva coccole o attenzioni.
B-mi fai schifo comunque ma avevo bisogno di un abbraccio-dice asciugandosi le lacrime con le mani.
I-se vuoi parlare io sono qui sai? Adesso ci sono io-dico allontanandola per guardarla negli occhi attraverso gli occhiali. Glieli tolgo ed è un angelo dai capelli rossi. Lei li sfila subito dalle mie mani e se li rimette.
B-mi piacerebbe parlare con te ma, non so qualcosa mi blocca-dice torturandosi le mani.
I-dai parliamone, parlami della tua vita sfogati-dico prendendole le mani per farla smettere. Fa un lungo respiro prima di parlare, poi caccia quelle parole che raccontano tutta la sua vita che non è mai riuscita a raccontare a nessuno.
 
 
Brianna’s pov
I-mi sono trasferita qua da mia nonna, perché mio padre è troppo impegnato con il lavoro per avere una ragazzina tra i piedi. Mia mamma invece è morta. Ricordo ancora la sera della sua morte come se fosse ieri. Doveva andare ad una gara di ballo, doveva andare a vincere quella gara, era davvero molto sicura di sé. Era in macchina per raggiungere il teatro, noi l’avremmo raggiunta più tardi, stava per girare l’angolo che l’avrebbe portata al teatro quando un camion la scaraventa in aria, distruggendo la macchina e tutto quello che c’era dentro compresa mia madre-da lì incominci a piangere le mie lacrime scendono con violenza come se non volessero mai cessare. Ho racchiuso per troppo tempo i miei sentimenti in questo  piccolo corpicino che adesso sono riuscita a cacciare. Mi sento più leggera ma non del tutto.- nella vecchia scuola venivo sempre trattata male da tutti, nessuno aveva pietà di me e nonostante tutto andavo avanti perché mia mamma era sempre riuscita anche solo con un sorriso a farmi camminare a testa alta anche se dentro soffrivo-concludo poi alla fine. Ecco ero riuscita a dire tutto. A sfogarmi con qualcuno che mi capisse davvero. Ero libera adesso. In un certo senso.
I-tu invece? La tua vita intendo-dico asciugandomi le lacrime. Lui respira a fondo. Ho detto qualcosa che non va?
I-ho detto qualcosa che non va?-dico prendendogli le mani. Ma lui si ritrae e incomincia a raccontare.
J- sono cresciuto senza un papà, ha lasciato mia mamma quando avevo solo 10 mesi. E quando poi è tornato era sempre ubriaco e picchiava mia mamma. Delle volte ci andavo anche io in mezzo ma mia mamma faceva di tutto per non farmi cadere tra le sue grinfie. Adesso ci ha lasciato di nuovo e mi manca tantissimo. Mia nonna e mia nonno ci pagano la casa e mamma fa di tutto per portarci avanti , per farmi avere un aeducazione.-ed ecco che incomincia a piangere anche lui. L’unica cosa che riesco a fare è andargli incontro e abbracciarlo. Alla fine abbiamo passato entrambi una brutta infanzia  e da quella sera sapevamo entrambi che saremo diventati ottimi amici.

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Capitolo 8
*** Il primo giorno di scuola. ***


                                                                                          Primo giorno di scuola
 
Capitolo 8                                                                  
“Gli unicorni che belli, i draghi tutto bellissimo una…sveglia?” mi alzo di colpo dal letto. La sveglia suona ed è stata quella ad interrompere il mio sogno. Uffy!! Erano davvero belli gli unicorni.
Oggi è il primo giorno di scuola, e ho una voglia matta di andarci. Mi piace studiare, conoscere sapere tutto ciò che riguarda la scuola mi interessa. Quindi se non voglio fare tardi mi dirigo velocemente verso la doccia e apro l’acqua per farla riscaldare poi dopo ci entro. Poi penso che questo week end è passato davvero in fretta anche perché domenica non ho fatto altro che dormire quindi la giornata è passato come il vento. Poi penso e ripenso al giorno prima della domenica, sabato. Forse uno dei giorni più brutti della mia vita. Neanche a Londra mi avevano mai trattato così. Poi penso a Justin di quanto è carino! Non posso esserne già innamorata lo conosco appena, dio santo cielo. Finisco con questi stupidi pensieri e di colpo esco dalla doccia chiudendo l’acqua. Mi asciugo per benino e dirigendomi verso l’armadio mi pettino i capelli. Ad un tratto mi fermo davanti a quel grande armadio contenente tutti quei vestiti costosi, tutti quei vestiti che FORSE non avrei mai indossato. E senza nemmeno aprilo vado dalla mia valigia, volevo essere più naturale possibile. Una semplice gonnellina, con calze rigate e un maglione a righe anch’esso e ai piedi degli stivali militari. Ero bellina a mio parere. Dopo di che asciugo la mia chioma rossa, indosso gli occhiali e scendo di sotto con il nuovo zaino che mi ha comprato la nonna.
I-ehy nonna buongiorno-dico appoggiando lo zaino su una sedia.
N-ehy cara ecco la colazione-dice porgendomi un piatto di frittelle. Le mie preferite!
N-fai presto che oggi ti accompagno io a scuola!-dice mettendosi il cappotto. Oddio voleva farmi strozzare? Io sono più lenta di una lumaca quando mangia. Ma vabbè accontentiamola altrimenti perdo il passaggio.
 
Justin’pov
Oggi è scuola. No non ce la faccio ad affrontarla oggi. Mi sento così stanco la sera prima ho fatto l 1 di notte per fare i compiti dell estate precedente. Vabbè mi alzo dai. Vado in bagno e mi infilo sotto la doccia. Ed è lì che mi sento meglio e rilassato è come se mi risvegliasse completamente.
Esco il prima possibile. Ho già fatto tardi il primo giorno di scuola. Decido di indossare un jeans così ed un maglione. Scendo le scale e mangio ciò che mamma mi ha lasciato prima di andarsene. Cioè niente quindi non farò colazione bene! Il pasto più importante della giornata e non lo faccio. Iniziata bene la settimana. Esco così di corsa di casa e sempre correndo mi dirigo verso la scuola. Oggi non è cominciata per niente bene la giornata.
 
Brianna’s pov
Siamo qui davanti a questa grande scuola. Sinceramente non so come si chiama ma a me non  importa quindi, basta che studio. Scendo dall’auto e con un gesto della mano saluto la nonna che corre via come una pazza.
Cammino piano piano in questo cortile, esploro tutto quello che c’è intorno e noto solo tantissimi sguardi su di me. Ecco ricominciamo. La mia più grande paura sta per ritornare, ma devo andare avanti non posso bloccarmi alla prima difficoltà.  Dopo un po’ sento chiamarmi alle spalle è Justin. Lui che ci fa qui?
 
Justin’s pov
Ecco sono riuscito ad arrivare in tempo. Un po’ di corsa ma l’importante è essere arrivati. Cammino un po’ per il cortile e dopo un po’ scorgo un viso familiare. Ma quella è Brianna che ci fa qui?
I-Brì- la chiamo e corro verso di lei. Oddio sto correndo ancora. Lei si gira ed io mi fermo per salutarla con un bacio sulla guancia. La vedo arrossire che carina.
B-c-ciao tu che ci fai qui?-mi chiede lei. Uao è come se mi avesse letto nel pensiero. È la stessa cosa che stavo pensando io.
I-io ci vengo a scuola qui, tu invece?-oddio che domanda assurda che avevo fatto. Se io ci andavo a scuola lei di certo non poteva andarci per lo strip-club.
B-ci vengo anche io a scuola-dice sfoggiando un suo sorriso.
I-oh bene allora mi fa piacere-dico sorridendo a mia volta. Ci incamminiamo quindi insieme verso l’entrata. Ridiamo scherziamo e intanto c’è gente che ride di me e di lei. Ma soprattutto di lei. Non so ma non me ne importava niente di ciò che diceva gente. In quel momento esistavamo io e lei e nessun altro. Quando stiamo insieme in me si accende una piccola luce ma dubito fortemente che sia amore. Impossibile  ! non è così vero?
 
Brianna’ pov
I-io devo andare in segreteria Justin ci vediamo all’uscita?-gli chiedo. Per tutto il corridoio che avevamo attraversato c’era gente che rideva, che ci guardava. Mi dava fastidio stare al centro dell’attenzione e soprattutto se devono prendermi in giro. Ma perché a me? Mi chiedo sempre.
J-oh okkey io vado in classe ci vediamo all’uscita-dice allontanandosi poco a poco da me e lo vedo entrare in una classe. Lui frequenta il 2 anno io appena il primo. Quindi vado in segreteria e una signora, molto sgorbutica, mi poggia un foglio sul tavolo. Sopra c’erano scritte le materie e le classi che dovevo frequentare. Okkey facciamoci forza, prima ora matematica. Sono abbastanza brava in matematica. Quindi mi dirigo nella mia classe.
Mi guardano tutti appena entro perfino la professoressa, però lei mi sorride almeno ed è un sorriso dolce.
P-Ciao tu devi esse Brianna James-dice la professoressa porgendomi la mano. Io l’accetto molto volentieri ed incomincio a presentarmi. Dopo che ho finito c’è un intera classe che ride, che mi prende in giro, che mi lancia palline di carta masticate, gomme da masticare. Sono in preda al panico. Ma non do retta a niente e mi dirigo all’ultimo banco, quello vicino alla finestra. Della lezione non ho ascoltato assolutamente niente. Ero troppo impegnata ad osservare quei due uccellini che si scambiavano coccole sul ramo. Erano così bellini e dire che io non avevo dato nemmeno il mio primo bacio.
Le lezioni di quella giornata finiscono in fretta e per fortuna adesso sarei tornata a casa, nella mia stanza dove solo io mi potevo prendere in giro, e nessun altro. Dopo essere uscita ecco che vedo Justin. È così maledettamente car…no non posso pensare sempre la stessa cosa.
Mi avvicino piano,  cercando di nascondere la mia tristezza.
J-ehy-dice lui con quel suo sorriso perfetto che mandava in tilt il mio cuore. Oddio sto pensando ancora?
I-ehy-dico io tenendo sempre  la testa bassa. Speravo tanto che non mi chiedesse nulla. Ma le mie preghiere non furono utili.
J-ehy Brì cos’hai?-mi chiede il biondo prendendomi dal mento e alzando il mio viso.
I-
assolutamente niente Jey-dico io cercando di fare un sorriso. Credo che mi sia uscita una smorfia però.

J-impossibile dai camminiamo e mi dici cos’hai-dice lui invitandomi a camminare. Occhey lo consideravo il mio migliore amico…allora perché mi bloccavo a parlare con lui?
J-io sto aspettando , io sto aspettando , io sto aspettando…-ecco quello che continuava a ripetere. Se non mi muovo a parlare qua finisce male.
I-occhey parlo se ti stai zitto-dico fermandomi di botto. Lui invece fa un sorriso compiaciuto.
I-occhey allora…-e parto da stamattina da tutte le volte che in classe non hanno smesso di prendermi in giro, da tutte le volte che sono stata messa nel secchio dell’immondizia. Per me è stato un bel momento quello con Justin, sono riuscita a sfogarmi per bene. Cosa che non ero mai riuscita a fare con nessuno. Justin fa un sospiro e apre la bocca per dire qualcosa, ma poi non dice niente. Sembra stupito.
 
Justin’s pov
Mi aveva raccontato tutto, da quando stava a Londra fino a che è arrivata qua. Poverina ha avuto una vita di tormenti e solo la mamma le dava la forza di continuare, adesso che non c’è più mi sento in dovere di proteggerla da chiunque. Penso che lei sia venuta dalla persona giusta perché io adesso non l’abbandonerò mai, le starò sempre accanto nei momenti peggiori e la farò sempre ridere perché è l unica cosa che voglio adesso per lei.
I-Brì ti prometto una cosa-dico fermandomi e prendendole le mani-io non ti abbandonerò mai, ti proteggerò da tutto e da tutti adesso sei importante e tu devi sorridere al nemico, non ti lascerò mai andare-aggiungo poi abbracciandola più forte che mai. Facendole davvero capire che io ci sono e che sono deciso sulla decisione.
B-me lo prometti davvero Justin?-mi chiede lei staccandosi un attimo dall’abbraccio per guardarmi meglio negli occhi.
I-Te lo prometto davvero Brì facciamo il mignolino-dico porgendogli il mignolino…sapete quel giochetto che si fa per promettere una cosa. Mi piaceva farlo XD
Alla fine l’accompagno a casa tanto ci saremo rivisti il giorno dopo. Ed ecco che anche il primo giorno di scuola è andato.
 
 
Brianna’s pov
Me l’aveva promesso e adesso mi bastava solo crederci. È fantastico questo ragazzo mi fa sentire bene ad ogni sorriso che fa. Adesso sono a casa nel mio letto a pensare che quella promessa forse mi cambierà la vita o forse me la renderà solo un po’ più facile con lui al mio fianco. E adesso che so che non mi abbandonerà posso stare tranquilla ogni volta che mi prendono in giro. Perché adesso so per davvero che ho un amico, un migliore amico, un fratello su cui posso contare. E poi oggi  è passato anche il primo giorno di scuola.

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Capitolo 9
*** Il mio sogno! ***


Ottobre 2008                                                                                                                                Il mio sogno!
 È passato un anno e sono in seconda media. È passato un anno anche da quando io e Justin ci conosciamo, da quando io e Justin siamo migliori amici, da quando IO sono innamorata di lui. Mi ha fatto sorridere nei momenti peggiori e anche se sono brutta lui è almeno mio amico e non mi abbandona solo per la bruttezza. Ma poi io sono bella dentro quindi, non ho niente di cui preoccuparmi.
È venerdì mattina e finalmente è l’ultimo giorno di scuola, dopo ci sarebbe stato il week end. In questo periodo odio andare a scuola, ci sono delle oche che non mi lasciano un attimo in pace. Sono arrivate anche a picchiarmi quelle cose sgorbutiche, ma leggermente spero solo non peggiorino. Dovevo andarci per forza a scuola perché poi avrei avuto le vacanze di Natale, quindi decido di alzarmi in fretta e dirigermi verso il bagno per farmi una bella doccia calda. Di quei tempi faceva davvero freddo.
Dopo la doccia vado in camera e metto la divisa della scuola. Si questa era una nuova novità di quest’anno. Faccio di fretta e furia e scendo giù per fare colazione. C’è la nonna che come sempre, molto dolce, mi prepara le frittelle con lo sciroppo ovvio. Buonissime *____*
I-Nonna Buongiorno- dico sedendomi attorno il tavolo. Lei si gira e con un sorriso smagliante mi porge le frittelle.
N-ciao cara-dice e poi se ne va. Si devo ammettere la nonna è di tanta compagnia. Ma vabbè non ci penso su e mangio. Mentre sono persa nei miei più bellissimi pensieri o a trovare un ritmo di musica in quella stanza, suonano alla porta. È Justin ne sono sicura. Mi affretto ad aprire ed ecco che me lo ritrovo in tutta la sua bellezza davanti alla porta.
I-Ehy Jey-dico prendendo lo zaino che avevo poggiato prima di fare colazione.
I-Ciao nonna!!-urlo prima di chiudere definitivamente la porta. E intanto Justin camminava triste lungo il vialetto. Chissà cos’ha.
 
Justin’s pov
Ero triste. Non solo perché adesso avrei lasciato la mia migliore amica qui sola e indifesa, ero anche triste perché non la potrò più rivedere. Qualche giorno fa ho avuto una chiamata da un certo Scooter Braun. Mi ha detto che mi vuole incontrare per firmare un contratto, avendo visto le mie cover su you tube. E devo partire per Atlanta, devo trasferirmi lì se voglio inseguire il mio sogno. Quello di poter continuare a cantare , ecco il mio sogno, il sogno nel cassetto e quella chiamata è finalmente la chiave per realizzarlo, non ho potuto rifiutare! A Brì non ho ancora detto niente. Ma oggi le dico tutto. Devo solo aspettare il momento giusto. 

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Capitolo 10
*** Lui va ad inseguire il suo sogno! ***


                                                  Lui va ad inseguire il suo sogno!                                                                  

                              


Capitolo 10                   
Cavolo quanto è strano questo ragazzo. È triste, non spicca una parola, oggi c’è qualcosa che lo turba. Non lo so ma questa cosa turba anche me. C’è un silenzio tombale e anche se adoro il silenzio quello era tutt’altro che bello, era inquietante ecco. Quindi ho deciso, è il momento di spezzarlo sto silenzio.

I-Justin si può sapere che hai?-uao non ero mai stata così determinata nella mia vita, questa è stata la mia prima volta. Justin continua a stare muto. Uffy non lo sopporto quando fa così.
I-JUSTIN!-dico adesso alzando il tono della voce. Niente ancora zero, sembra uno zombi che cammina. Ed ecco che mi si accende la lampadina. Lui odia i miei urletti striduli quindi se ne faccio uno non può che svegliarsi. “si può funzionare” penso tra me e me. Ed ecco che scoppio, ed ecco che esce dalla mia bocca un urlo stridulo da far rompere i vetri, che anche quelli della Cina potrebbero sentire. Justin intanto si tacca le orecchie.
J-okkey…okkey… smettila adesso ti prego-dice urlando per farsi sentire. In tutto questo noi siamo per strada per andare a scuola e tutta la gente che c’è ci guarda proprio per dire “ma questi so matti” già ci sono abituata a questo tipo di affermazioni.
I-io la smetto se tu mi dici che hai-dico fermandomi di botto e posando le braccia incrociate. Se camminavo e tenevo le braccia incrociate poi non faceva scena. Justin si ferma anche lui.
J-non ho assolutamente niente te lo giuro-dice continuando a camminare. Eh no mio principe azzurro non te la cavi così con me.
I-justin ormai ti conosco come le mie tasche, c’è qualcosa che devi dirmi?- dico raggiungendolo. bho non so perché ho fatto quella domanda ma mi è uscita spontanea. Lui sembra ancora di più preoccupato ma poi di decide a parlare finalmente.
J-si ho qualcosa ma non contro di te…è solo che…-non finisce la frase. Okkey sono sincera sto entrando nel panico.
I-jey ti prego continua, sono davvero preoccupata-dico. Per poco non lo pregavo in ginocchio per farlo parlare.
J- Brì perché non saltiamo la scuola? Così dopo te lo dico- dice fermandosi lui stavolta. Io lo guardo confusa. E poi penso ma questo è pazzo? Bha penso proprio di si.
I-No Jey fa brutto poi- io che cacciavo parole senza senso po’. Sono una grande. Oddio non pensavo di essere così spiritosa. Solo nella mia mente però. Sto parlando ancora da sola vero? Mentre Jey mi guarda confuso. Okkèy sono pazza.
Ma torniamo a noi.
J-dai una festa solo questa volta poi ti lascio in pace-dice Jey facendo gli occhi da cucciolo. E come fare a resistere? È semplicemente stupendo, infondo ci penso, una sola giornata non mi farà male. Ma dai si sono curiosa di sapere.
I-okkey ma questa è la prima ed ultima volta –dico arrendendomi alla fine. Vedo che lui fa un piccolo sorrisino compiaciuto.
 
Justin’s pov
Era impossibile essere tristi con lei. Riesce sempre a capire cos’hai.
Non puoi davvero nasconderle niente. Le ho proposto di fare una giornata senza scuola e lei dopo un po’ di esitazioni ha accettato. La volevo portare nel nostro bosco. Quello dove ci siamo fatti le nostre prime confessioni. E proprio per questo è lì che le voglio dire perché sono triste. Non posso nasconderglielo in eterno e tanto meno tenerglielo nascosto. Soffrirebbe ancora di più, e questo è l’ultima cosa che voglio fare, farla soffrire, l’ultimo dei miei pensieri. Ammesso che io pensi. Non so ma in quest’anno ho imparato a guardare oltre all’aspetto esterno. E lei è davvero bella dentro. Ma non posso dire di essermene innamorato. Forse è ancora troppo presto oppure è solo una piccola cotta che svanisce sicuro, anzi DEVE svanire. Adesso parto quando la vedo più? Anche se farò di tutto per rivederla ancora.
In tutto questo siamo arrivati al nostro piccolo posto. Ci abbiamo anche inciso, su un albero, le iniziali dei nostri nomi per non scordar quanto bene ci vogliamo.
B-allora siamo qui, abbiamo saltato la scuola e ti ho accontentato, adesso mi dici cosa ti prende-dice lei salendosi di qualche centimetro gli occhiali sul naso. Se li toglieva gli occhiali è bella.
Faccio un grande sospiro e incomincio a parlare- Brì non è facile da dire…-gli dico tutta la storia, lei d’impatto è felice ma non le ho ancora detto che devo trasferirmi.
B-Uao Jey ma è fantastico potrai finalmente realizzare il tuo sogno, e allora quando comincerai?-dice con un sorriso smagliante stampato sul viso. Mi dispiaceva farglielo scomparire è così felice mi sentirei in colpa. Ma se non glielo dico mi sentirei in colpa ancora di più.
J-Brì non è questo il punto, per realizzare il mio sogno devo trasferirmi ad Atlanta-ed ecco lo sapevo il suo sorriso è scomparso ed ecco che dopo qualche minuto sul suo vito incominciano a scendere giù violente delle lacrime. Le corro immediatamente incontro, posando le mie mani sul suo viso e asciugando ogni lacrima che le scendeva.
J-Calmati ti prego! Capiscimi finalmente le porte per una nuova vita si apriranno per me..e poi non è detto che ci dobbiamo perdere per forza. Io ti voglio bene, sei la mia migliore amica e questa è una promessa, non ti lascerò mai andare, anche se volessi non potrei adesso tu fai parte di me, sei la migliore Brì.-dico sforzandomi di sorridere.
Per fortuna è una ragazza davvero comprensibile e mi abbraccia anche se in lacrime e molto triste sa quello che io voglio davvero. Ricambio l’abbraccio -è una promessa Brì- le dico sussurrando all’orecchio.
 
Brianna’s pov
Ero distrutta quella notizia mi aveva spiazzato. Ma infondo non posso farci niente lui va ad inseguire il suo sogno e voglio che sia felice appunto per questo non faccio obbiezioni anche e le lacrime scendono ovvio. Dopo che mi sono calmata un po’ gli chiedo- e quando dovresti partire?- avevo una voce sottilissima in quel momento.
J-dovrei partire domani pomeriggio-dice lui torturandosi le mani.
La mia faccia era più sullo sbalordita  che sul dispiaciuto. Mi aveva tenuto nascosto per tutto questo tempo questa brutta notizia?
I-scusa eh ma quando me lo volevi dire? Quando eri già sull’aereo?-adesso ero incazzata si. Cioè è inconcepibile se me lo avesse detto prima sarei stata tranquilla…ma no lui deve sempre complicare le cose.
J- non te l ho detto prima perché aspettavo il momento giusto per dirtelo- dice lui alzando il tono della voce. In questo momento siamo entrambi in piedi uno davanti all’altro urlandoci contro a vicenda.
I-ma come ragioni brutto, se il momento giusto non arrivava? Non me l’avresti mai detto-ed ecco adesso l’ho chiuso non può più contrabbattere e infatti sta in silenzio. Io gli giro le spalle ed incomincio a correre più veloce che potevo. Destinazione? Casa mia, il mio letto, il mio cuscino che tra un po’ riempivo di lacrime. Non può andarsene così mi ha promesso di proteggermi e adesso se ne va? Ma è pur sempre il suo sogno ed è mio compito riuscir a farlo arrivare in alto.

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Capitolo 11
*** Tanta Roba. ***



                                                                                                              " Tanta Roba." 

Mi svegliai da un lungo sonno. Questa stanza non aveva più colore per me. È da ieri mattina che ero rinchiusa in questa stanza a piangere ed infatti non avevo gli occhiali ed avevo gli occhi gonfi per le troppe lacrime versate. Oggi Jey sarebbe partito, sarebbe andato via da me ed io ero stata una pura cretina. L’avevo lasciato immobile, in mezzo al nulla. Dovevo uscire, dovevo incontrarlo per dirgli che mi dispiaceva, per salutarlo e per averlo per l’ultima volta nelle mie braccia. Per sentire l’ultima volta il suo dolce profumo, per sentire per l’ultima volta il suo calore. Quindi mi feci coraggio e mi diressi verso il bagno per ripulirmi un po’. Dopo di ché mi vestii e corsi verso la casa di Justin senza neanche avvertire la nonna che ero uscita. Camminavo da un po’ e finalmente ero arrivata davanti casa sua. Eccolo. Lo vedo dalla finestra intento a preparare le valigie. All’improvviso la tristezza mi assale ma mi faccio coraggio e vado a bussare a quella porta. Mi apre una donna dal corpo minuto, con due occhioni bellissimi, color del cielo. Eccola la donna che stimavo. Pattie la mamma di Justin che nonostante tutto è riuscita a non cadere e a camminare sempre a testa alta, portando avanti una famiglia.
P-ehy Brianna-dice lei sfoggiando uno dei suoi sorrisi. Era come una seconda mamma per me. La volevo bene.
I-ciao patty…Justin è in casa?-le chiedo poi con un filo di tristezza. Lei sembra accorgersene e mi abbraccia. Amavo quella donna.
P-certo è di sopra a fare le valigie-dice staccandosi dall’abbraccio e invitandomi ad entrare per chiudere poi la porta. Ero lì che salivo quelle scale per un ultima volta. Mi sarebbero mancati i pomeriggi passati insieme a studiare. Mi sarebbero mancate le serate a parlare a telefono. Mi sarebbe mancato tutto. Ero davanti la sua porta, non era chiusa. Lui non si accorge di me quindi entro piano piano.
I-ciao Jey-dico con una voce sottilissima. Lui fa un sorriso, uno dei suoi sorrisi che io amavo tanto. E corre ad abbracciarmi
J-scusa se non te l ho detto prima, scusa se sono uno sciocco-mi ripeteva nell’orecchio.
I-sono io che devo chiederti scusa, stai partendo per un tuo sogno, non posso impedirti di non seguirlo-gli dico staccandomi dall’abbraccio per guardalo meglio negli occhi. Lui fa un piccolo sorriso per poi darmi un bacio sulla guancia. Io arrossisco. Spero non si sia visto.
J- mi aiuti a fare le valigie?-chiede. È disperato si vede. Così annuisco e gli do una mano a fare le valigie. Alla fine pensavo mi fossi rattristata ma anzi è stato molto divertente.
Lo aiuto anche a caricare l’auto. Quella casa ormai era diventata vuota. Non c’era più niente, la stavano svuotando. Era così triste.
 
Justin’s pov
Ecco. Abbiamo finalmente finito di caricare l’auto. Mi rattristisce un po’ vedere la mia casa vuota. Mi mancherà questa piccola cittadina. Mi mancherà soprattutto perché ho conosciuto la persona più importante. Brì. Quella persona che ha dato luce alle mie giornate rendendole migliori. Quella che adesso dovrò abbandonare per seguire il mio sogno. Oh si il mio sogno. Potrò diventare famoso e venirla a trovare quando posso. Non mi dimenticherò mai di lei. Giusto?
Siamo tutti vicino all’auto. Mamma è già dentro manco solo io. Eh si è arrivata l’ora della partenza. La parte più dura: gli addii.
B-allora ci si vede Bieber-dice lei dandomi un leggero pugno sul braccio.
I-oh ma vieni qua-dico attirandola a me. Mi mancherà ne sono certo.
B-non ti dimenticare di me-dice con una leggera lacrima che le scende sul viso.
I-non mi potrei mai dimenticare di te, anche se volessi non ci riuscirei ti voglio troppo bene-dico asciugandole le lacrime.
B-ti voglio bene anche io –dice schioccandomi un bacio sulla guancia.
Io intanto salgo in auto.
 
Brianna’s pov
Ecco. Sta per partire. Io intanto me stavo andando. Quando sento la porta dell’auto di Justin aprirsi di scatto. Si sta avvicinando a me.
J-non posso andarmene senza fare prima questo-dice per poi prendere il mio viso tra le sue mani e dandomi un bacio. UN BACIO. Il mio primo bacio. Ma non di quelli a stampo ma di quelli con la lingua. Bellissimo, una sensazione bellissima che sembra durare in eterno.
J-così non ti dimenticherai di me-dice per poi andarsene completamente e questa volta lo vedo perché sono rimasta imbambolata sulla strada. WOW. Che bel sapore che avevano le sue labbra. E adesso di sicuro non mi sarei scordata di lui… eh no .
Ho un sorriso da ebete sulla faccia e finalmente mi sono scongelata e mi sono incamminata verso casa. Entro a casa  e la nonna mi guarda curiosa.
N-oh tesoro perché sei così felice?-mi domanda la nonna intenta a fare uno dei suoi soliti lavoretti con la maglia.
I-Niente nonna così-avevo ancora quel sorriso.
N-è successo qualcosa Cara?-dice la nonna concentrandosi un attimo su di me.
I-oh si nonna…tanta roba-dico per poi scomparire sulle scale diretta nella mia stanza. “tanta roba” ripeto mille volte tra me e me.

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Capitolo 12
*** Le ragazze di Efp...Beliebers. ***



                                                                                         Le ragazze di Efp...Beliebers.

Dicembre 2009         

                     È già passato un anno da quando Jey è partito. E ci sentiamo spesso mi racconta quello che fa, le sue canzoni e io, anche se per Tv, non mi perdo niente qualsiasi cosa riguardi lui. Anche se parlavamo assai non abbiamo mai messo in mezzo l’argomento fidanzati. Chissà!
Comunque era diventato un cantante professionista ed era già partita la Bieber-fever e le sue fans adesso si chiamavano Belieber. Credo che io ne facessi parte. Ero innamorata non solo di lui. Ma di quello che ti faceva provare solo cantando. Quella voce melodica era bellissima. Ti incantava e ti cullava, una dolce melodia. Ecco cos’era la sua voce, una dolce melodia che non ti stanchi mai di ascoltare! E noi Belieber penso siamo attaccate l uno all’altra per lui. Siamo una famiglia.
Riguardo a me si può dire che in parte sono felice. Ma trascorrevo le mie giornate a casa a studiare e tra un po’ ci sarebbero state le vacanze di Natale. Justin ha detto che non sarebbe tornato. Non so cosa mi rendeva più triste, o non avere più qualcuno con cui parlare oppure essere ancora l’essere presa in giro a scuola. Il bello è che quest’anno è arrivato un ragazzo, carino ma un vero stronzo. Il suo nome è Zack Smith. È bello, alto, diciamo un bel Ken di Barbie. Solo che è cattivo e insensibile e non ha rispetto per le ragazze. Anche se per lui non ero una ragazza. Diceva che ero una racchia, trasformata in uomo. Ecco perché ero sempre rinchiusa in casa anche perché non avevo amiche e nessuno aveva il coraggio di avvicinarsi a me. Come se soffrissi di una malattia mortale. Bah i giovani d’oggi sono strani assai. Ma nonostante tutto cammino a testa alta e non mi faccio scoraggiare da niente. Bleff!
Io fuori non mostro niente di ciò che provo dentro. Perché fuori sembro forte, sicura di se mentre dentro c’è solo un fiume di tristezza che non riuscirà mai a cessare.
In amicizia? Ho conosciuto una ragazza su internet, attraverso il sito di EPF…leggo sempre su quel sito sono appassionata. Sono tutte delle grandi scrittrice. Ma una in particolare mi ha colpito e mi sta simpatica. Non so di dove sia ma non penso mi farò vedere. Tutte quelle della mia scuola mi evitano. Ho paura che lei appena mi vede sparisce e non si faccia più vedere. Ho paura di rimanere sola ancora una volta. Quindi per il momento ho deciso di non farle sapere nulla su dove abito o sul come sono fatta. Bisogna dare tempo al tempo dice sempre mia nonna. Solo che questo tempo non si sbriga.

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Capitolo 13
*** La fortuna di averla incontrata. ***



                                                                                                   La fortuna di averla incontrata.





Aprile 2010
Oggi è il mio compleanno! E sono felice in un certo senso perché la nonna mi ha fatto un bel regalo stamattina quando mi sono svegliata.
Justin farà un concerto al Madison Square Garden e la nonna mi ha procurato i biglietti.
È la sua prima volta e voglio esserci, anche se lui non mi vedrà voglio ascoltare la sua magnifica voce ancora una volta.
Anche se potevo farlo attraverso televisione ma non è la stessa cosa.
Perché dal vivo provi le stesse emozioni che può provare lui anche solo guardandolo.
Mentre dalla Tv puoi solo sperare che non cada dal palco.
Era da un po’ che non ci sentivamo.
Lui era pieno di impegni e raramente mi telefonava la sera ma una chiamata durava due minuti per poi riattaccare.
Adesso le telefonate sono del tutto scomparse ed io non avrei il coraggio di telefonarlo, anche perché ho paura di disturbarlo.
A scuola ormai mi picchiano in continuazione e quando torno a casa ho sempre qualche livido in aggiunta alla mia collezione su tutto il corpo.
Sempre quel Zack! Non reagivo neanche perché sarebbe stato solo uno spreco di energia.
Ero debole e molto più piccola di lui.
È del quarto anno io sono appena al secondo.
Quindi anche se volessi reagire non ci riuscirei mai.
E vi starete chiedendo che fine hanno fatto Ryan, Caitlin e Chaz? Loro sono andati all’inferno! No scherzo non sono morti ma da quando Justin se ne andato loro si sono trasferiti non so dove ma non mi importa.
Chris era rimasto qui per finire la scuola. Ha più o meno la mia età.
Con la ragazza di Efp ci parliamo assai e forse lei è l’unica che mi capisce veramente.
Oggi dovrei incontrarla in centro. È venuta con i genitori perché avevano del lavoro da fare ed ha approfittato per venire a trovarmi.
Non so come è fatta ma me l’immagino bella, alta, capelli castani e occhi scuri. Il contrario di me praticamente.
E si! Ho preso il coraggio ad incontrarla infondo non può essere cattiva anche lei.
Smetto di pensare per un attimo e vado in bagno.
Sarà in centro tra un’ora quindi mi devo sbrigare. Mi lavo, mi vesto e mi sistemo.
Oggi niente scuola la nonna mi ha fatto anche questo come regalo.
Ah e una cosa bella ancora non ve l ho detta: mi hanno tolto l’apparecchio. Sono contenta, a parte la partenza di Justin adesso la mia vita sta avendo un senso !
Scendo in cucina, sono sola quindi mi tocca andare con l’autobus. Esco di casa di corsa ho poco tempo per arrivarci quindi appena arrivo alla fermata arriva l’autobus. Mi sento fortunata oggi! Durante il breve viaggio penso che questi autobus assomigliano a dei wurstel che camminano!
I miei pensieri contorti vengono interrotti dalla brusca fermata del comandante del wurstel che cammina.
Questo significa che siamo arrivati quindi mi affretto ad uscire prima che riparta di nuovo.
Ecco sono in una piazzetta del centro. Mi siedo su una panchina che si trovava lì vicino.
Sono nervosa, ansiosa e ho paura. Dal nervosismo incomincio a mangiarmi le unghie cosa che non ho mai fatto.
Ma smetto subito perché interrotta dal mio telefonino (che una volta chiamavo “coso”) che vibrava.
Era lei e diceva di essere alla piazzetta ma non mi trovava. Okkey meglio così ho più tempo per riprendermi!
Mi alzo dalla panchina per vedere se la trovo e noto una ragazza con  un telefono in mano e sembra proprio che cerchi qualcuno.
Spero sia lei…è carina ma bionda. Istintivamente mi viene da sorridere e correrle incontro abbracciandola.
Questa a sua volta mi guarda spaesata, confusa.
?-ma che vuoi ragazzina?- dice la ragazza allontanandomi
I-ma tu non sei Brenda?-dico spaventata
?-ma no-dice questa a sua volta allontanandosi con aria arrabbiata.
Avevo fatto una bella figura di merda. Mi fa piacere.
Mi incammino verso la panchina dove ero seduta prima e una ragazza mi viene in contro abbracciandomi.
?-Brianna!-dice la ragazza stringendomi ancora più forte.
Ma questa come sapeva il mio nome.
I-ehm scusa ma come sai il mio nome?-domando un po’ perplessa.
?-ma come sono Brenda…Brenda Collins quella di Efp-dice sfoggiando un sorriso.
Era davvero carina e ovvio mi viene istintivo abbracciarla e sorridere. È proprio come l’avevo immaginata.
Capelli castani lunghi, occhi scuri e alta e magra. Adesso mi potevo vantare di avere una dea come amica! Passammo tutto il pomeriggio a raccontare di noi. Della nostra vita e io le raccontai anche di Justin. Le dissi che oggi era il mio compleanno e infatti mi aveva portato un regalo: un ciondolo bellissimo a forma di cuore. Era davvero fantastica è stata una vera fortuna incontrarla, di certo non sostituirà mai Bieber ma almeno avrò qualcuno a cui dire che sono nervosa perché ho il ciclo. Fico mi sento potente! 

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Capitolo 14
*** Il concerto (Part 1). ***






                                                                                                                         Il concerto.


Agosto 2010

Il tempo passa così velocemente. Troppo velocemente. E forse sto incominciando a pensare che è meglio così. Più il tempo va veloce, e più presto vedrò Justin. Oggi è il grande giorno per lui. È un giorno speciale e anche se sarò tra la folla, l’importante è che ho assistito ad un grande momento, di grande importanza.
Il Madison Square Garden, e dire che l’ha riempito in soli 22 minuti. Sono fiera di lui!
Eccoci all’aereo porto, io e la mia amica Brenda.
Lei non era una Belieber ma mi accompagnava perché glielo avevo chiesto in ginocchio.
A proposito di Brenda, non vi ho detto che è una ragazza fantastica, molto solare e a differenza mia è molto bella. Siamo sempre lontane ma l’importante è essere amiche. Lei vive a Londra ma un mese prima del concerto è venuta a dormire da me, e oggi siamo qui nell Grande Mela sole solette.
B-allora come ti senti per il grande giorno?-chiede la mia amica, posizionandosi davanti a me.
I-non devo farlo io il concerto-le dico io sarcastica.
E in effetti non ero io che dovevo cantare davanti a milioni di persone.
B-ma dai! Io intendevo quando vedrai quel Justin-dice lei facendo uno strano movimento con gli occhi.
Come mi devo sentire? Ho paura come sempre. Ho paura che si fosse dimenticato di me. Ho paura che si fosse dimenticato quanto lui significava per me. Ho paura di vederlo.
I-Niente sono indifferente-mento spudoratamente. Perché dentro di me in questo momento si sta scatenando una terza guerra mondiale.
B-ma dai si vede lontano un miglio che hai paura e sei ansiosa-dice la mia amica.
Ma come ha fatto? Come se mi avesse letto nel pensiero. Ma aveva ragione.
I-si vede così tanto?-le chiedo con fare preoccupato.
Lei si limita ad un piccolo cenno col capo. Io ad abbassare lo sguardo dall’imbarazzo.
Ora dovevamo solo poggiare le valigie a casa. Preferivo l’hotel ma la nonna ha insistito per chiamare una sua vecchia amica per ospitarci.
La casa dell’amica della nonna non era lontana dallo stadio, quindi non avremmo avuto problemi ad arrivarci.
 
Justin’s pov
Oggi è il grande giorno! Sono molto emozionato, curioso, ansioso e frenetico. Voglio salire su quel palco a tutti i costi.
Non voglio perdere niente nessun particolare di quel giorno. Voglio vivermelo fino alla fine, fino all’ultima canzone.
In questi anni ho sfondato molto, ho avuto molto da fare quindi ho anche un po’ trascurato la mia vita sociale. Ma ho conosciuto una ragazza.
Mi piace tantissimo anche lei è famosa. Selena Gomez. Bellissima mi piace tanto credo che questa volta sono davvero innamorato.
Ci conosciamo appena ma voglio chiederle di uscire qualche volta anche perché devo essere io a fare il primo passo.
I mei pensieri vengono interrotti da Scooter, il mio manager.
S-Justin sei pronto per questa sera?-mi chiede l’uomo entrando nella mia stanza e posizionandosi nella poltrona di fronte alla mia.
I-Io sono nato pronto-dico un po’ per fare lo sbruffone. Infatti lo sento ridere.
S-allora prepariamoci-dice per poi alzarsi e facendomi segno di seguirlo.
Faccio come mi dice. Spero solo che non succeda niente questa sera.



My space <3
Salvee ragazzeee questa è la prima volta che vi scrivo...
Mi sento ancora una volta potente...
volevo prima di tutto chiarire una cosa...la storia può sembrare uguale alle altre ma 
andando avanti con la storia si capisce una cosa.. che non vi voglio dire!
Poi volevo ringraziare tutte quelle che leggono e recensiscono...
e quelle che leggono solamente... vi voglio bene comunque ma un commentino
mi farebbe bene XD
Alla Prossima <3
Giuly

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Capitolo 15
*** Il concerto (Part 2) ***





Eravamo arrivate da poco in quella casa e l’amica della nonna mi faceva un po’ paura. Sembrava la strega di Biancaneve.
E la sua villa era così cupa e spettrale, mi sembrava di essere in un film horror. Era spaziosa e come stanza ci aveva dato un buco.
Quindi la “bellissima” signora era anche cordiale.
Menomale che dovevamo restare in quella casa solo per due giorni, altrimenti mi sarei già trovata in una tomba.
Dopo aver sistemato la nostra poca roba negli appositi armadi, mi appoggio su un letto a gambe incrociate e penso.
Sarebbe mancato poco al concerto ed io non ho niente da mettermi. Sono stressata, ho il cuore che non smette di battere neanche un secondo.
E in più c’è la mia amica che non smette di parlare. È più emozionata di me. Ma così peggiora solo le cose.
Mi levo gli occhiali e chiudo gli occhi entrando nel mio mondo fantastico. Nel mio mondo ci sono le farfalle, i pony e poi ci siamo io e Justin sotto  un albero. Che bello è proprio un sogno. Sembra così reale però. Non riesco a capire il perché mi dovrei svegliare e tornare alla dura realtà.
Io resterei nel sogno per sempre anche perché è l’unico posto in cui mi sento bella, speciale e amata.
Perché la realtà fa schifo? Perché non va tutto come dico io?
Queste sono le domande che mi porgo in continuazione ma che, però, non ho mai una risposta pronta.
Gli occhi incominciano a bruciarmi e provocare dei piccoli pizzichi che fanno male. Decido così di abbandonare il sogno e aprire gli occhi alla realtà.
Mi guardo intorno e tutto quello che c’era, le farfalle, i pony e Justin è come se si fossero volatizzati, tutto è scomparso.
B
-allora perché non andiamo a fare un po’ di shopping? Sai perché io non  ho niente da mettermi e poi andare con la tuta al concerto è…- ed ecco che la mia amica sputa parole a raffica.
I-ma la smetti di palare? È da stamattina che non fai altro-le dico interrompendola bruscamente.
Lei si limita ad annuire un po’ imbarazzata e da lì le corro incontro abbracciandola.
Era l’unica che mi era stata vicina in questo periodo, era l’unica che forse mi voleva davvero bene.
Oltre a Justin con lei mi sentivo…come dire…felice.
I-comunque lo shopping lo voglio andare a fare-le dico staccandomi dall’abbraccio.
B-oh che bello!-mi dice lei incominciando a saltellare per tutta la stanza. è pazza penso all’improvviso!
Mi rimetto gli occhiali ed usciamo da quella casa.
Incominciamo a camminare un po’ e penso seriamente che quando farò diciotto anni mi trasferirò qui.
Davvero bella New York, ci sono così tanti negozi, edifici e persone. Mi piace!



Entriamo in svariati negozi e Brenda di compra di tutto.
Un cappottino magnifico, ma inadatto alla serata e poi si era comprata anche un vestitino sfizioso, blu notte con delle scarpe bianche tacco dieci.(
http://www.polyvore.com/cgi/set?id=40653730&.locale=it)
Io, a differenza sua, odiavo i vestitini e le scarpe col tacco, quindi, optai per dei Jeans aderenti e una magliettina molto carina.(http://www.polyvore.com/cgi/set?id=40654039&.locale=it)
Odiavo quel tipo di abbigliamento ma Brenda mi ci ha costretto.
Arrivate a casa mi ha anche costretto a non fare le mie solite treccine ai capelli. Le stavo per spaccare qualcosa.
Dopo averci sistemato e preparato eravamo finalmente pronte per il concerto!

Arrivammo un tantino in ritardo al concerto. Ma se non fosse stato per Brenda, che non sapeva camminare su quei tacchi, saremmo arrivate molto più presto.
Per fortuna ci fecero passare senza problemi e ci posizionammo nella nostra fila. La terza fila.
I-chissà come si sente, se non fosse stato per te l’avrei incontrato-dico puntando un dito accusatorio contro la mia amica.
B-non avevo calcolato la difficoltà della cosa-dice incrociando le braccia al petto.
Stavo per controbattere  ma una nuvola di fumo si è alzata dal palco, e da lì ecco che è sbucato fuori un angelo vestito di viola.
Rimasi incantata per un po’ ma dopo mi diedi alla pazza gioia.  Sapevo a memoria tutte le sue canzoni e questo mi permetteva di cantare a squarcia gola. Tanto che a fine serata non avevo più la voce.
Per la One less lonly girl è salita un'altra ragazza carina ma niente di che.
Aveva il nome di Justin tatuato dappertutto.
Per quanto riguarda me e Justin non ci fu nessun contatto e sono ritornata a casa felice ugualmente.
 
 
Justin’s pov
Il concerto è andato bene, sono soddisfatto di me stesso.
C’era tantissima gente, tantissime belle ragazze e tra quelle ragazze mi è sembrato di vedere un viso conosciuto.
Quella ragazza assomigliava tanto alla mia piccola Brì.
Era da tanto che non la sentivo, mi mancava tanto ma tra gli impegni e le prove non ho avuto più tempo di chiamarla o di stare a telefono con lei.
Mi ricordo ancora di quel bacio che le ho dato un minuto prima di partire.
Mi piaceva tanto in quell’anno ma sapevo che non ci sarebbe stato niente tra noi due e poi volevo avesse un bel ricordo di me e soprattutto un ricordo per come sono adesso non per come sarò in futuro.
So che potrò cambiare in bene o in peggio questo non si sa, ma farò del mio meglio per migliorare.

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Capitolo 16
*** Tra una chiacchiera e una risata. ***



                                                               Tra una chiacchiera e una risata.


Qualche giorno dopo il concerto
Quando sono ritornata a casa dal concerto non smettevo più di ridere sembravo un ebete. Ma ero giustificata, avevo visto Justin Bieber.
Quando poi sono tornata a Stratford  dovevo raccontare tutto alla nonna dovevo pur sfogare la mia felicità con qualcuno.
Brenda stava peggio di me, mi ha detto che da quel giorno sarebbe diventata una Belieber, strano ma vero, quindi l’unica che mi era rimasta era la nonna.
Fino ad adesso  non sono riuscita a raccontarle molto, non è stata a casa ed oggi che aveva la giornata libera allora ho approfittato.
 Mi dirigo così verso il giardino dove la nonna sta piantando una pianta.
I-ehi nonna vuoi sapere come è andato il concerto?- le chiedo sedendomi su una sedia a sdraio.
N-mi farebbe piacere- dice la nonna sedendosi poi al mio fianco.
I-allora nonna la tua amica, da cui abbiamo dormito, faceva davvero paura, cioè non si poteva proprio guardare- le dico trattenendo le risate che vogliono uscire.
 Ma poi dopo scoppio comunque. La nonna ride e annuisce con me.
N- aspetta un attimo cara- dice la nonna alzandosi e entrando in casa.
Dopo un po’ esce fuori con una piccola scatolina.
N- queste sono alcune foto mie con la mia amica- dice la nonna sedendosi e aprendo di poco la scatolina.
I-ma nonna la tua amica adesso non è più così- dico prendendo in mano una foto- cosa le è successo?- chiedo poi rivolgendo lo sguardo alla nonna.
L’amica della nonna era davvero carina quando era giovane, e la mia nonna non era da meno.
N- sai tesoro è caduta in depressione quando è morta una persona per lei molto importante-dice la nonna, ma non sembra triste.
I-chi?-domando un po’ preoccupata.
N-il gatto…-dice la nonna prendendo una fotografia del gatto.
Io rimango paralizzata. Cioè per la morte di un gatto è entrata in depressione.
Mi scoppia una rumorosa risata che non sono riuscita a trattenere nonostante il momento tragico.
La nonna si unisce a me, anche lei lo trova strano.
Passo la giornata così, tra una chiacchiera e una risata con mia nonna.
                                                                        
Justin’s Pov
Oggi non ho avuto molto da fare, anzi sono uscito con la Gomez. Eh si ci stiamo frequentando e mi piace.
Credo che mi sia innamorato davvero. Lei è una ragazza molto solare, bella. Si! Sono sempre più convinto che mi piace.
Fa l’attrice e se la cava a cantare. Diciamo che ha tutte le carte in regola per essere la mia ragazza.
A mamma Pattie non piace molto ma infondo la ragazza deve piacere a me non a nessun altro.
Molte Beliebers sono venute a sapere di questa uscita, tra una chiacchiera e una risata ci siamo baciati, e sono andate su tutte le furie,
molte dicono che Selena non va bene per me, dicono che è cattiva ma a volte le apparenze ingannano e lei è diversa dalle altre.
Adesso credo sia la mia ragazza. Quindi dovranno abituarsi a questa nuova coppia.

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Capitolo 17
*** Un bel cambiamento. ***



                                                            Un bel cambiamento.                                     
                                                                         

Luglio 2011

A volte mi soffermo un attimo a pensare cosa sia l’amore davvero.
Non ne ho mai capito il senso, molte persone dicono che sia bellissimo ma solo perché quelli che lo dicono sono molto fortunati.
Dicono che rende felice, che una persona giusta si trova sempre.
Io la persona giusta la trovo solo nei miei sogni visto che adesso non ho più neanche una chans…
non che prima ne avessi qualcuna però…
Quest’anno l ho passato chiusa in casa ad affogare il mio cuscino di lacrime salate.
Che per giorni interi non hanno smesso di consumarsi.
Il perché di tutta la mia depressione? Semplice ero stata messa al corrente della presunta relazione tra la Gomez e Bieber.
Sapevo che lei lo prendeva in giro e sapevo anche che lui ne era innamorato ma che stava cadendo nelle grinfie della Gomez.
A me non dispiaceva neanche che stessero insieme. Più che altro mi dispiaceva il fatto che si fosse dimenticato di me tanto presto.
E più passava il tempo e io più mi domandavo cosa fosse significato quel bacio prima di partire.
Sapevo che stavo sbagliando, mi stavo facendo solo del male. Ma ecco il cosiddetto amore entra in ballo,
che provoca solo delusioni e musi lunghi.
Me lo dovevo dimenticare ma al più presto però.


Ritorno alla realtà quando la mia amica Brenda entra nella stanza facendomi sobbalzare di poco.
B-ehi ciccia oggi che si fa?-mi domanda la mora.
Era venuta a stare con me visto che i genitori avevano un importante riunione di lavoro molto lontano,
non sapevo precisamente dove, e mi avevano scaricato la loro figlia.
I-se solo lo sapessi te lo direi volentieri-rispondo sfoggiando uno dei miei bei sorrisi finti.
Da quando avevo tolto l’apparecchio sono riuscita a fare solo sorrisi finti. Per i sorrisi veri non se ne presentata ancora l’occasione.
B-Okkey io non ti posso vedere più così-dice la mia amica incrociando le braccia e sbuffando-oggi facciamo shopping, cambi look, ci divertiamo e forse facciamo anche qualche conquista-dice lei con mare malizioso.
In certi momenti, devo essere sincera, mi faceva davvero paura.
Cambiare look? Ma questa cosa si è bevuta prima di venire qua? Mi sa qualcosa di davvero pesante.
I-ma tu non stai assolutamente bene-dico io alzandomi di colpo per andare a sistemare sulla scrivania.
Non sono molto ordinata.
B-tu invece ti vesti e vieni con me al centro commerciale-dice la ragazza per poi aprire il mio armadio.
Sembra rimanere paralizzata.
B-m-m-ma questi sono vestiti tuoi?-domanda la ragazza volgendo lo sguardo verso di me per poi chiudere la bocca.
Io annuisco e le rispondo-si li ho trovati lì quando mi sono trasferiti ma non li ho mai usati non sono il mio genere-dico alzando le spalle.
La mia amica chiude l’armadio e dice-li userai molto presto, ti fidi di me?-dice porgendomi la mano.
Ci penso un po’ e il suo sguardo mi fa davvero paura.
I-NO!-dico roteando gli occhi al cielo.
Lei ride mi prende per mano e mi tira giù con la forza.
Quando siamo fuori la porta mi fermo e le urlo contro.
I-ma io sono in pigiama mi dai almeno in tempo per vestirmi?-le dico fermandola.
Secondo me era anche capace di montarmi in macchina e farmi fare una brutta figura con tutto che ero conciata in quel modo.
B-è vero… non ci avevo fatto caso… scusa!-dice lasciandomi finalmenti il braccio.
Io faccio una corsa su in camera e indosso una tuta, molto casual. Gli occhiali, quelli non mancano mai,
le scarpe e scendo giù pronta per imbattermi in una nuova avventura.
Prendiamo la macchina, Brenda è più grande di me di tre anni. Lei ne ha diciotto, prossima ai diciannove, ed io solo sedici.
Quindi prendiamo la sua auto, una Lamborghini, gliel’avevo regalata io al suo diciassettesimo compleanno, ovviamente tutto a spese della nonna.
Comunque in poco tempo eravamo lì, al centro commerciale.
B-per prima cosa andiamo dall’ottico e ti facciamo mettere due lenti a contatto che con questi occhialoni sembri una lepre-dice la mia amica sempre trascinandomi.
B-adesso tocca al parrucchiere, i tuoi capelli sono troppo rossi- dice prendendo una ciocca dei miei capelli.
I-toccami tutto ma non i miei adoratissimi capelli-le dico allontanando i miei capelli dalle sue mani.
Lei si limita a sbuffare e a trascinarmi sempre dal parrucchiere
 
 
Avevo fatto un bel taglio di capelli, non troppo corto e non troppo lungo mi piaceva il mio cambiamento.
Adesso dovevo ringraziare Brenda. Ma non avevamo ancora finito.
Infatti tornate a casa butta tutta la valigia con tutti i miei vecchi panni dentro. E facemmo una grande sfilata di moda con i miei vestiti dell’armadio.
Devo ammettere che mi stavano bene anche perché non ero una di quelle ragazze che sembrano delle mazze che camminano.
Ma sembravo…normale. Non troppo magra, né troppo grassa. Formosa ecco. E in più negli ultimi anni ero diventata
anche un po’ più prosperosa. Mi piaceva questa cosa.


Adesso avevamo finito definitivamente e potevo stendermi visto tutta la giornata.
B-vestiti che andiamo ad una festa questa sera-dice la mia amica spuntando da sotto il letto (?)
cosa ci facesse lì sotto non è ho la minima idea.
Una festa? ma ero alle prime armi non ce l’avrei mai fatta tutto d’un botto ad indossare un tacco dodici.
B-sei costretta-aggiunge poi la mia amica rovistando nel mio armadio.


Dopo un po’ caccia un bel vestitino assolutamente non era di mio gusto ma se l’aveva scelto lei allora vuol dire che era perfetto.
Un filo di matita, mascara ed ero pronta.
(http://www.polyvore.com/festa_improvvisata/set?id=41051821&.locale=it)
Ero tanto luccicosa. Intanto lei si era vestita molto semplice.( http://www.polyvore.com/cgi/set?id=41052129&.locale=it)
Dice che dovevo sembrare una snob. E intanto io non ero a mio agio in quei vestiti. Ma io cambiamento in bella mi piace.

 

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Capitolo 18
*** Che è tornato a fare? ***



Che è tornato a fare?

Siamo a questa festa da più di due lunghissime ore.
Devo ammettere però che mi sto divertendo. Da quando ho messo piede in questa casa ho subito pensato in negativo, come mio solito fare.
E invece ballando, e conversando ho capito che in fin dei conti non è male, anzi mi piace quella sensazione di libertà e divertimento.
Ecco quello che percepisco in questa casa. Tutte cose nuove a me sconosciute. Anche perché io non sono mai uscita di casa, questo per me è un nuovo mondo che piano piano sto incominciando ad accettare. Penso ci vorrà ancora un po’ di tempo ad abituarmi ma se non ci sarà niente ad intralciarmi la strada allora sarà semplice.
Brenda tutt’ad un tratto mi si avvicina e per poco non mi rompe un timpano.
“Allora ti stai divertendo?” dice la mia amica per farsi sentire.
Ma forse sta urlando un po’ troppo, anche perché quei pochi che ci circondano si girano.
“Si mi piace questa festa” dico io urlando per farmi sentire.
Lei sorride e se ne va lasciandomi un bicchiere pieno in mano.
Al primo impatto guardo il bicchiere e mi viene la curiosità di provarlo, ma poi se mi succede qualcosa? e se è schifoso?
Scossi la testa, e decisi di sentirmi libera, ci sono solo io e sono io che mi comando.
Avvicino, così, piano piano il bicchiere alla bocca e sto per berlo si. Riesco già a sentire l’odore nauseante di alcol, quello molto pesante che sembra spirito. Ma non mi importa. Sto per sentirmi padrona di me stessa.
Ecco ci sono quasi arrivata ma...qualcuno me lo sfila dalle mani.
“ma che cazz…?” dico all’improvviso.
Cioè io che sto per crescere interiormente e quest’essere che me lo sfila dalle mani? No adesso l’uccido.
Mi avvicino pericolosamente al tizio. Da dietro sembra un ragazzo. Vagamente familiare ma non mi soffermo sui particolari, sono troppo arrabbiata.
“Ehyyy tu…” dico puntandogli un dito contro.
Lui si gira di colpo. E davanti mi trovo un ragazzo strepitoso, bellissimo, sembra quasi un angelo. Il suo sorriso è perfetto ed i suoi occhi sembrano tanto delle castagne. Rimango, così, incantata ad ammirarlo ancora per un po’. Anche perché lui continua a sorridere.
“Ehi Bambola…” dice il ragazzo facendo un altro dei suoi magnifici sorrisi.
“Bambola?” No, non mi piaceva affatto. Mi ha fatto sentire vecchia per un po’.
“Non mi chiamare bambola…non ti do tutta questa confidenza” dico incrociando le braccia.
Sono determinata, allora le lezioni di Brenda prima di venire a questa festa sono servite.
“Scontrosa la ragazza” dice il semi-biondino con sguardo malizioso…
Bello… troppo brutto per essere vero…è di nuovo qui. Che è tornato a fare? 

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Capitolo 19
*** Il semi-biondino! ***




Il Semi-Biondino!


 “io sono Christian e tu?” aggiunge poi il ragazzo.
Christian? Ma mica Beadles? no altrimenti devo scappare.
“B-B-Beadles?”domando con voce tremante.
Se c’è lui, ci sono anche sua sorella e gli altri due suoi amici cattivi. Ho paura!
“Si come fai a conoscermi?” chiede il semi-biondino.
Sarà meglio non dire la verità, finché sono sicura che non ci siamo quei mostri.
“Mi chiamo Brianna” dico sfoggiando, adesso uno dei miei sorrisi.
Il semi-biondino sembra pensarci un po’…sembra scemo spero solo non capisca chi sono.
Ma come sono conciata sarà un po’ difficile.
“Ma tu sei quella Brianna? James?” domanda il semi-biondino.
Ma come avrà fatto. Porco cazzo! Sono nei guai…ma prima che possa urlarlo di nuovo gli tappo la bocca.
In questo modo nessuno ci sente.
“shhhhh…cosa te urli? Si sono io!” dico lasciandolo appena si è calmato.
è rimasto scioccato, ha la mandibola che gli arriva per terra. E per alzarsela mi guarda le cosce. Tipico degli uomini.
“come lo hai capito che sono io” chiedo poi per curiosità.
“sai non te l ho mai detto ma…” non finisce la frase che vengo trascinata via dalla mia migliore amica.
Prima di allontanarmi troppo lo saluto con un cenno di mano.
Sembra rimanerci male ma volevo sapere la sua magia. Come aveva fatto?
ero irriconoscibile…
 
Tornando a casa la mia amica non spicca parola…deve essere sicuramente successo qualcosa. Lei odia il silenzio.
Per farla stare zitta bisogna dirgli che la sera non mangerà. Ed ecco che poi si zittisce. Mi diverte prenderla in giro.
 
Tornate a casa, si fionda subito in camera, senza neanche darmi il tempo di entrare in casa.
Saluto la nonna con un bacio sulla guancia, dorme. Spengo la Tv e le appoggio una coperta sulle spalle.
Dopo spengo tutte le luci e salgo al piano di sopra.
Apro la porta, e menomale non era chiusa a chiave. Eccola, è affacciata alla finestra guardando ormai il sole alzarsi nel cielo.
Mi avvicino a lei molto lentamente. E con cautela le poggio una mano sulla spalla.
“Brenda tutto bene?” domando cercando di intravedere i suoi occhi.
“Si va tutto bene” risponde.
Ma non è sicura di quello che dice lo vedo. Sono preoccupata, a quella festa può essere successo di tutto.
“Ne vuoi parlare” la
 incoraggio ancora.

“Mi sono innamorata” dice allontanandosi dalla finestra e lanciandosi sul letto con un gran sorriso sulle labbra.
“E allora cosa c’è di strano?” domando incuriosita rimanendo sul l bordoncino della finestra.
Lei scuote la testa, prende un respiro e risponde “è che sono fidanzata Brì” dice mettendosi seduta.
Fidanzata? Mi ero persa qualcosa? mentre me lo diceva che facevo dormivo?
“Davvero?” domando un po’ interrogativa
Lei sembra annuire
“e perché non me ne hai mai parlato?” domando sedendomi al suo fianco.
“Non lo so” risponde .
Che minchia di risposta è non lo so? Cioè…cose da pazzi!
Faccio una faccia contorta, scuoto la testa e me ne esco.
 
Il sonno ormai mi è passato da tempo. Non neanche più voglia  di dormire anche perché
la risposta di Brenda mi ha completamente fatto incazzare. Quelle risposte non le concepisco.
 
Ed eccomi qui tutta sola, su una panchina isolata, nel bel mezzo di un parco isolato.
Mi piace starci, c’è il silenzio e nell’aria si sentono solo i miei pensieri svolazzare. Mi viene in mente la mamma.
Mi manca così tanto, le sue carezze, i suoi baci. Tutto di lei, era un motivo in più per sorridere.
Da quando se ne è andata niente è andato meglio. L’unica cosa, forse, era Justin. Adesso se ne è andato anche lui, come volatizzato,
insieme ai ricordi che porto con lui.
La domanda è…è uscito completamente dalla mia testa?...No
 
Sono avvolta nell’involucro dei miei pensieri quando vengono interrotti da un colpetto sulla spalla.
All’inizio sobbalzo di poco, ma riconoscendo la persona che mi ha punzecchiato, gli faccio un piccolo sorriso.
Non ne comprende il senso, e cioè di andarsene, e si siede al mio fianco.
“Ehi…” dice il semi-biondino
“Ciao” dico senza degnarlo nemmeno di uno sguardo.
Anche se i suoi occhi mi chiamano, non resisto, mi giro ed incontro quelle castagne. Meravigliosi, sono i suoi occhi.
Mi penetrano, per conoscermi meglio. Distoglie lo sguardo, sono stupita.
“ Come mai qui, tutta sola?” chiede guardandosi le scarpe
“Pensavo” dico guardando l’albero che ci copre dai raggi ancora deboli del sole.
“A cosa?” domanda guardandomi per un istante.
I cazzi tuoi no eh? Bah!
“Cosa stavi per dirmi ieri alla festa?” chiedo cambiando discorso.
Lui sembra arrossire un po’.
“Niente di importante” dice scuotendo la testa
“Ma io voglio sapere come hai fatto a riconoscermi” dico tenendo il mio sguardo su di lui.
“Facciamo che te lo dico Sabato a cena?” chiede il Christian incrociando le dita.
“è un appuntamento?” chiedo poi mettendolo in soggezione.
Sembra rifletterci un po’ “ No è un uscita tra…amici!” dice calcando di più la parola AMICI.
Annuisco e con un bacio sulla guancia lo saluto per dirigermi verso casa.
 
Ero uno straccio, non mi sentivo bene. E questi panni non li sopporto più, e queste scarpe poi, sono una tortura per noi povere donne. Apro la porta di casa, la nonna non c’è, neanche Brenda. Meglio mi posso rilassare di più. Vado al bagno e senza pensarci due volte, mi svesto e mi fiondo sotto la bellissima doccia.
Ci rimango per un po’. Dopo vado in camera, una mutanda, una canotta e dritta a letto, ancora disfatto.
Il semi-biondino mi incominciava a piacere!
 
Justin’s pov
Tra qualche giorno dovrei ritornare a Stratford. Sono eccitato all’idea di prendere quell’aereo e di ritornare dalla mia migliore amica.
Che spero sono non si sia dimenticata di me. Che non mi abbia abbandonato anche lei, come molte fan  solo perché mi sono innamorato di Selena.
Ma le Beliebers, quelle vere, so che rimarranno sempre.
“Mi è venuta un idea…” urlo un po’ troppo forte, tanto da far girare le poche persone che mi sono attorno.
Ho deciso di inviare un messaggio a Brì, avvertendola del mio ritorno. Ne sarà contentissima. Prendo l’Iphone e cercando tra la rubrica,
solo adesso mi viene a mente ho cambiato numero, e il suo ce l avevo memorizzato su quell’altra scheda.
Sono un disatro!
Aspetta! Mi è venuta un'altra idea, potrei chiamarla a casa! Sono un cenio.
“Justin, tesoro vieni?” mi chiama Selena.
“Certo passerotto” le rispondo.
Sarà per stasera, tanto lei non esce mai.

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Capitolo 20
*** Proprio adesso che stava filando tutto liscio. ***










Sabato è già arrivato e questa sera vado a cena con Chris.
Sono seriamente indecisa su cosa mettermi, anche perché non sono ancora un esperta in questo campo.
“Branda vieni un attimo di sopra?” urlo dalla mia stanza.
Con Brenda è tutto risolto, alla fine non mi aveva detto nulla di quel ragazzo, con cui era fidanzata, perché voleva lasciarlo già da un po’ di tempo.
Adesso si sta frequentando con quello della festa. Markus, un tipo davvero carino. Per fortuna ho avuto l’opportunità di conoscerlo.
Alto, moro, occhi marroni e sembra un cretino, ma è dolcissimo.
“Che c’è?” dice la mia amica aprendo violentemente la porta della stanza. Per poco non la staccava.
“Stasera devo uscire con Chris ricordi? e non so cosa mettermi” rispondo disperata buttandomi a peso morto sul letto.
“Non ti preoccupare, altrimenti a cosa ci sto a fare io qui?” risponde lei aprendo l’armadio per poi scavarci dentro.
Io intanto, sono ancora sdraiata al mio amico letto.
“Ecco vedi non era tanto difficile.” dice Brenda cacciando fuori dall’armadio un vestito per poi lanciarmelo addosso.
“Provatelo” mi ordina poi.
Vado in bagno per provarmelo. Ci metto un po’ per farmelo entrare, in questi giorni sono ingrassata parecchio. E sono carina con la faccia cicciottella.
Ecco nel ridere mi è entrato il vestito.
Mi guardo un attimo allo specchio. E cavolo si evidenzia tutta la ciccia che ho accumulato in questi giorni.
Mi sfilo subito il vestito, esco di corsa dal bagno e lo lancio a Brenda che è sul letto intenta nel mangiarsi le unghie
“Che c’è?” domanda la mia amica un po’ perplessa.
“Niente non mi piace come mi sta” invento una bugia.
“okkey allora opto per dei pantaloni” dice dirigendosi verso l’armadio e cercare un qualcosa per mettermi addosso.
Sono passati circa un quarto d’ora e da quell’armadio non esce ancora niente che mi possa piacere.
Ogni cosa che Brenda mi porge davanti, non la indosso neanche che dico “no”.
Poi caccia dall’armadio questo completo.  http://www.polyvore.com/cgi/set?id=42645060&.locale=it.
Rimango sbalordita. Non me lo faccio ripetere due volte che me lo provo. E cavolo sto davvero bene.
Mi nasconde ogni segno di ciccia e si mi sento bella.
Anche Brenda mi guarda meravigliata.
“Wow…” esclama soltanto per poi scendere di sotto.

Mi sto guardando allo specchio da un po’ di tempo ormai. è  che non ce la faccio sono troppo carina, e anche un po’ troppo modesta.
Brenda sbuca alle mie spalle. Sobbalzo, pensavo fosse un fantasma venuto a prendermi per farmi smettere di vantarmi.
“Si okkey sei bellissima, ma c’è una persona a telefono” dice la mia amica per poi pormi il telefono.
Io lo prendo frettolosamente, immaginando fosse Chris.
“Pronto” rispondo con voce indifferente.
“Ehi Brì” risponde una persona dall’altro capo del telefono.
Solo una persona mi chiama Brì in quel modo. Justin.
“Si sono io chi parla?”  rispondo ancora.
Voglio far finta che non esista. Dopo tanto tempo si è rifatto sentire e crede che con una telefonata si aggiusti tutto? Crede sbagliato il signorino.
“Come chi parla, sono Jey?” risponde ancora.
Jey…amo quel nomignolo, lo fa sentire così piccino.
“Io non conosco nessun Jey, mi dispiace ma ha sbagliato numero”
“Asp…” non lo faccio finire che attacco.
Ed ecco di nuovo quella sensazione di vuoto. è da quando è partito che non la provavo più.
Mi sento di nuovo così sola. Proprio adesso che stava filando tutto liscio. Proprio adesso che stavo provando ad essere felice anche senza la sua presenza. Proprio adesso che un nuovo ragazzo stava entrando a far parte della mia fottutissima vita.


My Space *_*
Questo capitolo fa ESTREMAMENTE  skifo
se non ricevo nessun commento vi capisco
neanche io mi commenterei XD
Cmq grazie a tutte quelle che mi seguono,
che recensiscono, che mi hanno messo nelle preferite ecc...
ma ringrazio soprattutto chi legge soltanto siete le più importanti XD
Cmq scusate ancora ma non avevo proprio idee
mi farò perdonare con il prossimo.
Se volete sto scrivendo un altra storia 
mi piace di più e ci sto mettendo l'anima

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=918258&i=1
P
assate se vi va mi farebbe molto piacere :D
Giuly

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Capitolo 21
*** Sono morta? ***



Sono Morta?





Piango…forte, molto forte. Nessuno mi deve sentire. Nessuno mi deve consolare.
Devo rimanere sola. Io e la mia mente.
Prendo così le scarpe e il cellulare e di corsa esco da quella casa.
Per un attimo Brenda cerca di seguirmi. Ma per fortuna riesco a seminarla.
Quando poi ho realizzato che sono fin troppo lontana da casa, incomincio a camminare.
E adesso? sapevo di non dover attaccargli così. Perché adesso tutta la curiosità mi uccide.
E se era qualcosa di importante? Ormai è fatta.
E se voleva dirmi che gli mancavo? Ormai è fatta.
Girovagando non mi sono accorta che sono arrivata al nostro piccolo posto vicino al fiume, al ruscello non so neanche io cos’è.
Ricordo quella sera in cui mi promise tutte quelle cose. Le ha lasciate solamente scorrere nella mia mente.
Proprio come sta facendo il ruscello passando fra le dita delle mie mani.
L’acqua non è fredda. Ma fresca. Quel fresco che ti provoca  piccoli brividi di piacere su tutto il corpo.
Una bellissima sensazione.
Mi è venuta un idea. Anche se strana e pazza.
Mi spoglio velocemente rimanendo solo in intimo.
Ed entro in quello che doveva essere un ruscello innocuo.
Questa sensazione, è così piacevole. Mi allontano un po’. Forse un po’ troppo. Sto incominciando ad avere paura, qua la corrente tira forte.
Meglio tornare indietro, e di corsa.
Per la troppa velocità inciampo in un sasso che in questo momento non ci doveva essere. Cado e la corrente mi trascina sempre più lontano.
Sembra di stare affogando, non mi riesco a mettere in piedi la corrente e la paura non me lo permettono.
All’improvviso ho la sensazione di essermi alzata, si infatti sto volando.
Ma una sensazione di dolore, mi spezza. Mi accordo di essere andata a sbattere con la schiena su un sasso bello grande.
Ecco vedo la fine del ruscello, mi sono anche fermata ma proprio non riesco ad alzarmi. Ecco questa è l’ora della mia morte.
 In un ruscello in mezzo allo sperduto, dove non c’è anima viva. E muoio senza nemmeno aver fatto l’amore con qualcuno.
Mi sento così schifosamente male.
 Ad un certo punto mi sento sollevare e mi sembra di vedere Justin. Ma la mia vista si fa sempre più sfocata ad ogni minuto che passa.
Questa persona mi parla,  sembra che dice di rimanere sveglia. Ma proprio non so cosa intende.
Chiudo gli occhi per un secondo e dopo il NULLA.
 
 
Sono morta?
“Si cara sei morta ma non avere paura e  vieni qui”
La mia mamma, cosa ci faceva qui? Ero forse capitata in paradiso?
Senza farmelo ripetere due volte corro ad abbracciarla. Quanto mi è mancata. I suoi abbracci, la sua voce, le sue carezze e soprattutto il suo coraggio.
Mi sei mancata”le dico senza mai staccarmi da quest’abbraccio.
Quest’abbraccio che porta solo una protezione sicura.
“Anche tu, tanto”risponde la mia mamma con voce flebile.
Mi stacco un momentino. “Mi dici cosa succede?” le chiedo
“Sei morta e vorrei farti restare qui ma devi ritornare giù e finire quello che hai iniziato”mi dice la mamma facendomi uno dei suoi sorrisi rassicuratori.
“Ma io voglio rimare qui con te, la vita giù fa schifo, Justin se ne andato e mi aveva anche promesso di rimare con me” dico sedendomi nel nulla.
Mamma mi accorre e si siede al mio fianco. “ Justin tornerà, ne sono sicura, ma non per stare con te come vuoi tu, ma gli manchi” dice mamma stringendomi in un altro abbraccio.
“ Se gli sarei mancata mi avrebbe chiamato e raccontato come tutti i giorni qualcosa di nuovo” dico alzandomi innervosita.
“Non alzare il tono signorina e non mi far alzare vieni qui e stenditi sulle mie gambe” mi ordina la mamma con tono serio.
Sono costretta ad ubbidire e così faccio. Molto lentamente vado verso di lei, mi siedo e appoggio la testa sulle sue gambe.
“adesso dormi, tesoro e ricorda che ti voglio bene” queste sono le ultime parole che mia mamma ha detto.

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Capitolo 22
*** E invece era solo una delle tante delusioni. ***



E invece era solo una delle tante delusioni.







Mi sono risvegliata dopo un mese dal coma. Mi hanno diagnosticato, tre costole rotte e un trauma al cervello per aver sbattuto forte la testa.
Quando sono “tornata in vita” la mamma è scomparsa, e dopo la mamma non ho visto più il nulla. Solo una tale angoscia.
Tutto quello che mi è accaduto lo vedo così irreale.
Avrò fatto un sogno? impossibile altrimenti adesso non mi ritroverei su un letto di ospedale ad aspettare di guarire ed uscire di qui.
Non mi sono mai piaciuti gli ospedali, hanno un odore strano che ti mette ansia. Sono una tipa particolare io.
La cosa bella è che non vi ho aggiornato su cosa è successo dal primo giorno della mia praticamente “resuscita”.
Praticamente quando mi sono risvegliata ho trovato Bieber al mio fianco che russava. Ho solo potuto urlare, sono completamente immobilizzata da tutte le cose che circondano il mio corpo.
Ad un primo impatto, Bieber sembrò tranquillo, solo quando i miei occhi hanno incominciato ad uscire fuori dalla rabbia, si è allontanato per la paura.
Chiama l’infermiere, per vedere se sto bene, e niente, volevo solo che se ne andasse in quel momento. Lui era l’ultima persona che volevo vedere. Anche se dovevo sapere chi mi ha salvata da quella brutta esperienza.
Comunque dopo che se ne andato mi sono tranquillizzata, e adesso sono qui, ad ascoltare Brenda che mi legge una rivista sui gossip del mese che mi sono persa.
“Si dice che  Bieber e la Gomez vogliano andare a vivere insieme, per poi sposarsi al più presto” finisce Brenda con una smorfia schifata sul viso.
“Mamma mia che palle, hanno solo 18 anni, solo che evidentemente la Gomez sta perdendo tutta la sua fama…” mi blocca Brenda per poi continuare lei “ e visto che Justin è così ingenuo da capirlo ci è cascato con tutte le scarpe” finisce e dopo ci mettiamo a ridere come pazze.
“Smettila di farmi ridere mi fanno male le ossa” dico cercando di assumere un tono serio.
“Okkey torniamo serie” dice la mia amica ricomponendosi sulla sedia.
“Di cosa vogliamo parlare?” dice Brenda guardandosi le unghie.
“Ho fame” dico, senza rispondere alla sua domanda.
Lei mi guarda come per dire “ma sei scema?”
“Che c’è? Ho solo detto che ho fame” dico
“Ma mangi in continuazione!” dice lei trattenendo le risate.
Forse non si è resa ancora conto che sono in questo ospedale da un mese senza mangiare.
“Si ma io non ero per strada a strafogare come te, io ero qui che morivo” dico ridendo.
Lei sembra risvegliarsi dal sonno.
“Eh…vabbè so dettagli” dice alzandosi.
“Ti vado a prendere qualcosa, rimani qui” dice prendendo la borsa
“Eh dove dovrei andare? Mi dovrebbe venire a prendere superman per smuovermi da qui sopra” dico ridendo e coinvolgendo anche lei in una sonora risata. Dopo di che se ne va.
 
 
Rimango da sola a guardare il sole di settembre che illumina la mia camera dell’ospedale. Era da un po’ che non ammiravo il sole e l’ ho sempre odiato perché illuminava la mia bruttezza. Ma adesso mi sembra così caldo, così bello. Senza di esso saremo tutti spersi, non troveremo mai la strada di casa. Ci fornisce luce.
Da troppo tempo non mi soffermo sulle melodie che mi circondano.
Sento i bisogno di dover spegnere per un secondo tutto il mio corpo, e tenere acceso solo le orecchie per poter ascoltare, come se fossi una macchina che si spegne ed accende.
Chiudo gli occhi e mi rilasso.
Si sente il cinguettio degli uccelli al di fuori della finestra. Le persone parlare al di fuori del corridoio. Nella stanza si sente, invece, il nulla, solo il ticchettio della macchina che controlla i battiti del mio cuore. è stressante. Fanno un suono continuo senza mai cambiare ritmo. Un po’ di fantasia, che stress.
All’improvviso, sento la porta scorrevole della camera aprirsi lentamente, come se la persona che sta entrando avesse paura di me.
Non mi smuovo nemmeno di un centimetro, suppongo sia Brenda che mi ha portato qualcosa da mangiare.
Quando sono ancora concentrata sui suoni che ci sono nella stanza, una mano calda, grande, possente e soprattutto morbida, mi accarezza la guancia, piano, dolcemente come se non mi volesse far del male. Una sensazione piacevole, sale e scende per tutta la mia spina dorsale provocando dei brividi di piacere su tutto il corpo.
Solo una persona riusciva a provocare in me queste sensazioni.
Quella persona che se ne andata nel bel mezzo della mia adolescenza. Lasciata da tutti, ignorata da tanti.
La stessa persona che odio per avermi promesso cose impossibili.
La stessa persona che mi ha illuso di piacergli, dandomi un bacio, convinta che quello fosse un “Ti amo”, e invece era solo una delle tante delusioni.

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Capitolo 23
*** Mi amava...ma adesso mi ha perso. ***



Mi amava...ma adesso mi ha persa.




Apro gli occhi di scatto, lui è lì di fronte a me in tutto il suo splendore.
Lui si allontana, ma continua a tenere gli occhi fissi nei miei. Sta per parlare. Ma non proferisce parola.
Inventati qualcosa Brianna. Alla svelta.
“Scusa per prima…ho perso la memoria e non sapevo chi fossi” bella idea, sono una cretina.
“Davvero? il dottore non mi ha detto niente su questo” è normale perché non è vero, tonto.
“Si…gli ho chiesto io di non dire niente” altra stupida idea.
“Ah…e cosa ti hanno raccontato su di me?” che sei uno stronzo, montato ma comunque un gran figo.
“Non mi hanno detto molto…solo che eravamo amici e poi te ne sei andato” si dimentichiamo il fatto che mi hai baciata.
Lui annuisce, sembra deluso.
“Mi hanno anche detto che eri biondo” aggiungo poi.
“ Si ho deciso di cambiare colore…sono più figo così” dico solo che sei un finto castano, montato ancora una volta.
“Certo… sai la convinzione fotte la gente” ti ho chiuso adesso non puoi più parlare.
Lui sta muto.
“A cosa pensi?” gli chiedo.
“ A come sei cambiata”  dice alludendo ai tempi passati.
“Non tutti rimangono gli stessi...” ma che sto dicendo io non mi dovrei ricordare niente.
Lui fa una faccia contorta.
“Cioè… volevo dire… perché sono cambiata, com’ero prima?” spero se la sia bevuta.
“Eri…brutta” ma come ti permetti brutta testa di cavolfiore.
“Whaooo…” dico offesa.
Anche se il ragazzo ha un po’ ragione. Solo un po’ però.
“Cioè adesso sei una figa da paura” eh hai perso il treno (?)
“Grazie” .
Poi tra di noi regna il silenzio. Il re che ha regnato le nostre giornate anche quando eravamo più piccoli.
Non abbiamo mai avuto discorsi che durassero un eternità. Ci piaceva assecondare il silenzio dell’altro, ecco, perché forse, andiamo d’accordo.
 


“Sono tornata, ti ho portato un panino con hamburger e tutte altre schifezze al suo interno e …” Brenda è appena entrata nella stanza,
e nel vedere “mrsonofigoadessoconincapellicastani” si blocca.
Guarda lui, poi guarda me, poi guarda di nuovo lui e si blocca sul mio sguardo per cercare spiegazioni.
“Tu devi essere Justin” dice Brenda posando le buste e porgendogli la mano.
“Si e tu sei…”
“Brenda, sono la migliore amica di Brì” dice guardandomi.
“Sapevi che Brianna ha perso la memoria?” chiede Justin.
E adesso? lei non sa del mio piano malefico…
Brenda mi guarda, incomincio a mimarle qualcosa con le labbra.
“Ehm…si sono stata io a salvarla dall’incidente” mi ha salvato, le devono fare una statua d’oro a questa ragazza, è un angelo.
“Oh…e cosa le hai raccontato di me con precisione?” justin ma i cazzi tuoi no?
“Non tutto quello che mi ha raccontato lei prima dell’incidente, i particolari li lascio a te” com’è cattiva, ha imparato tutto da me.
No okkay sono io che imparato da lei.
“Io allora vado a casa, qui te la vedi tu?” chiede Brenda prendendo la sua giacca.
Non aspetta neanche una risposta da parte sua che se ne va, lasciandoci soli.
“Io ho fame” dico per attirare l’attenzione del signorino.
“E mangia” grazie, non te lo avrei mai chiesto se riuscivo a muovermi.
“Ma sei scemo?” si ne sono convinta.
Mi guarda e si alza sbuffando per prendere la busta con il mio panino al suo interno.
“Non pensavo stessi così malatuccia” ma no…sto su questo lettino paralizzata per perdere il tempo che dici!
“Bah…” dico prendendo il panino e addentandolo velocemente.
Lui è seduto sulla poltroncina verde delle stanza. Concentrato a fare qualcosa con il suo cellulare nuovo.
Suppongo stia messaggiando con la sua ragazza. Ormai io sono solo una sua amica. Ma mi sorge un dubbio.
Lui che era venuto a fare di nuovo a Stratford? Non di certo per me, altrimenti mi avrebbe cercata prima.
 
Finisco il panino sotto i suoi occhi. Con quei suoi occhi segue ogni mio movimento limitato.
“Potresti prendermi un tovagliolo invece di guardarmi come uno stoccafisso?” chiedo per rompere il silenzio che c’è in quella stanza.
Dove gli unici rumori che si sentivano ero io che masticavo e la sua saliva che scendeva pesante per la sua gola.
Lui si alza, va in bagno e torna con un po’ di carta igienica.
“Non ho saputo trovare di meglio” dice porgendomi la carta.
Io la prendo e mi pulisco.
 
C’è ancora quel silenzio. Non posso dar voce ai miei pensieri, scoprirebbe che ho detto una bugia sul fatto di aver perso la memoria.
“Raccontami i particolari che Brenda non ha voluto raccontarmi” voglio sapere lui come la pensa.
Lui annuisce e viene a sedersi al mio fianco.
“Brenda ti avrà raccontato che sono diventato famoso, che me ne sono andato giusto?” si si ma passa avanti.
Io annuisco incitandolo a continuare.
“Poco prima di partire, ti ho baciata” okkay, arriva la parte in cui devo fare l’attrice devo fare una faccia tipo sconvolta? no troppo finta, indifferente? si.
“Whao... ma in quel bacio provavi qualcosa?” chiedo senza alcun interesse.
Lui sembra pensarci. Ma cosa c’è da pensare devi solo rispondere e non farmi aspettare così tanto.
“Io…mi piacevi. Adoravo tutto di te, il modo in cui ti vestivi, la tua goffaggine, quando eri buffa. Amavo tutto di te, soprattutto quando mi chiamavi “Jey”” sto per piangere giuro. Infatti non mi accorgo che una piccola goccia salata scivola lenta sulla mia guancia, che lui ferma poggiandoci un dito sopra, asciugandola.
“Scusa, mi sono commossa” dico sorridendogli debolmente.
Ti odio, solo perché non riesco ad odiarti.
“E poi come è andata a finire?” anche se so tutta la storia.
“Quel bacio è stata la cosa più bella che mi potesse mai capitare, quello sono sicuro che era amore vero, solo che dopo sono diventato più famoso e abbiamo spesso di sentirci, perdendoci di vista entrambi” no mio caro, sei tu che ti sei allontanato,
per i troppi impegni.
“Ti chiedo di lasciarmi un po’ sola” troppe bugie, devo staccare per un secondo.
Lui annuisce, prende la sua roba ed esce fuori.
Le lacrime poco a poco escono fuori. Ordino loro di fermarsi, ma è come se non mi ascoltassero,
è come se le avessi trattenute troppo a lungo e loro avessere seguito i miei ordini stando al loro posto. Solo che adesso il dolore è troppo forte,
e si sono opposte ai miei ordini.
Non posso credere alle sue parole. Ha detto che mi amava, e allora perché mi ha dimenticato così presto? Sono solo bugie.
Mi amava, adesso mi ha perso.

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Capitolo 24
*** Quell’altro te non è sparito ***



Quell’altro te non è sparito!





Sono in un prato, con Justin, che mi guarda e continua a farmi complimenti, come in Twilight.
Sto sognando ne sono più che sicura. Mi do qualche schiaffo e mi sveglio.
Due occhioni color caramello mi osservano, sono così vicinissimi ai miei.
“Ahhhhh…” urlo facendo allontanare lo sconosciuto.
“mi hai messo paura” dico mettendomi una mano sul cuore.
Penso seriamente che questo ragazzo col tempo si sia fatto più cretino.
“Pensavo fossi  morta, e invece ho scoperto che stavi sognando…Me” dice vantandosi.
Ho parlato nel sonno? Oddio spero che non ho detto cose proibite su di lui.
“E chi ti dice che stavo sognando te?” dico facendo la finta tonta.
“Ripetevi il mio nome in continuazione” 
“Potrebbe essere anche un altro Justin” si non conosco nessuno col suo stesso nome però non posso dargliela vinta.
“Conosci solo me con questo nome” hai ragione.
“Può anche essere che quando te ne sei andato abbia incontrato un altro con il tuo stesso nome” si brava Brì continua così.
“ E può essere che me ne sia innamorata e che adesso che stia riacquistando la memoria piano piano e che mi sia ricordata di lui per primo perché era carino” sbem! hai avuto una bella botta in fronte.
“Mhm..e com’era questo ragazzo?” era praticamente un tuo clone.
“Non me lo ricordo il sogno era sfocato” bugiarda Brì.
Sta per parlare ma si tira indietro perché dalla porta arriva Christian. Il mio salvatore…non avevo più scuse.
“Ehi Brì ho saputo cosa è ti è successo e sono venuto a trovarti” un po’ in ritardo caro ma apprezzo il gesto.
“Grazie Chrì” guardo Justin che si trova in difficoltà.
Christian solo dopo si accorge di lui.
“Ehi Bro da quanto tempo” dice per poi andare da lui e fare una specie di stretta segreta.
“Gia è da un po’ che non ti vedo” dice Justin sorridendogli allegramente.
Io faccio un colpo di tosse per attirare l’attenzione.
“Brì ma che ti è saltato in mente?” dice il semi-biondino.
Si adesso devo essere anche rimproverata grazie.
“Avevo bisogno di svago” si volevo solo morire per dimenticare quel deficiente del tuo amico.
“Come vi conoscete voi due?” chiede Justin.
Ma col tempo oltre a diventare cretino sei diventato anche un impiccione. E adesso cosa mi invento.
“Siamo solo…” dice Christian prima di essere interrotto da me.
“Siamo fidanzati” si ancora bugie.
Adesso dovrò spiegare la situazione anche a Chrì, che mi guarda confuso, niente paragonabile all’espressione sul viso di Justin.
“Cosa?” chiedono i due all’unisono.
“Si Chrì, amoruccio, ti sei dimenticato la notte prima dell’incidente?” oddio mi sto cacciando in un brutto guaio.
“Io vi lascio soli” dice Justin per poi scomparire, velocemente.
 
Quando siamo finalmente soli Christian incomincia a parlare.
“Cos’è questa storia?” vorrei saperlo anche io.
“Non sapevo che dire” si vabbè.
“Potevi dire semplicemente che siamo amici” si ma non mi sarebbe servito a far incazzare Justin.
“Ma perché ti dispiace che stiamo insieme”
“Sarebbe una proposta di fidanzamento?” si…in un certo senso.
“Si, però se non vuoi, non fa niente, cioè…” mi interrompe.
“Per me va benissimo”
“Ecco lo sapevo che non volevi…no aspetta cosa hai detto?” aveva davvero accettato? non sono una tipa di cui i ragazzi si innamorano.
“Hai sentito bene…”
“Perché?” che domanda cretina…ma capitemi non sono mai stata amata.
“Mi sono innamorato di te il primo giorno in cui ti ho vista, eri con Justin a quella festa ricordi?” si ricordo perfettamente quella festa orribile.
“Si ricordo”
“Mi sono innamorato dei tuoi occhi color del ghiaccio, dei tuoi capelli sempre arruffati, e soprattutto dei tuoi occhiali alla Harry Potter” ma che dolce che è.
Nessuno nella mia breve vita mi aveva mai detto queste cose.
Si avvicina pericolosamente. Adesso siamo molto ma molto vicini.
è ad un centimetro dalle mie labbra.
“Ti amo…” sussurra sulle mie labbra, per poi farle combaciare con le sue.
Un bacio vero, finalmente.
Le nostre lingue giocano a rincorrersi. Un emozione unica al mondo. Il primo bacio non si scorda mai.
Lui è dolce e mi ama. Io sono…già cosa sento?
Attrazione verso i suoi confronti. Almeno credo.
 
 
Justin’s pov
Si stanno baciando.
Non pensavo facesse così male anche dopo averla dimenticata.
è come se un vortice mi stesse rosicchiando dentro. Fino a far sparire l’ultima parte del mio corpo. A lei sembra piacere.
Devo far finire quest’agonia. Entro di scatto nella stanza. E si staccano di corsa.
“Ehm…scusate se vi ho disturbato, ma mi annoiavo da solo” si come no.
“No scusaci tu, ci siamo fatti prendere dall’entusiasmo di stare insieme” vuoi farmi stare ancora più male Brì? Si dai continua.
“Vabbè io me ne vado, vengo dopo amore” si Chris adesso ti ci metti anche tu? Fanculo.
Si scambiano un bacio a stampo fino ad intensificare di nuovo la cosa.
“Ehmmm…” si dai davanti a me no. Ma neanche davanti ai miei occhi non dovete proprio baciarvi. Dovete stare lontani.
“Ciao Bro, a dopo” si io ti uccido carissimo.
Facciamo la stretta e se ne va. Lasciandoci soli.
“Allora…tu e Chris state insieme” dico avvicinandomi al suo letto.
“Già sembra proprio così” dice abbassando lo sguardo.
“Non ti vedo molto contenta”
“Sono contentissima, finalmente mi sento amata” queste parole non lo sai ma fanno male. Io ti amavo.
“Secondo me, io e te staremmo meglio insieme” vantiamo di cose che non potranno mai succedere.
Scoppia in una fragorosa risata.
“Justin, tu sei un insensibile” lo sono diventato.
“Prima ero un ragazzo migliore” la fama ha ucciso quello me onesto, sensibile e romantico. Quell’altro me è sparito.
 
 
Brianna’s pov
Adesso ho scoperto come le persone possono cambiare. Ma la cosa brutta è che nessuno cambia in meglio, c’è chi cambia in peggio,
e Justin è una di quelle persone.
Justin vorrei tanto dirti che prima eri un ragazzo dolcissimo, ma vedo che te ne sei accorto da solo.
So che quell’altro te non è sparito del tutto. Sono ancora in tempo per salvarlo. Devo solo continuare le cose così come sono.
“Rimarrai sempre un ragazzo migliore” dico accarezzandogli una guancia. Quell’altro te non è sparito.

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Capitolo 25
*** Tutto stava svanendo poco a poco, solo per una mia bugia. ***



Tutto stava svanendo poco a poco, solo per una mia bugia.





Sono passati quanti? Due mesi da quando sono uscita da quell’orribile ospedale.
Adesso sono più in forma di prima e assolutamente non pronta psicologicamente per tornare a scuola tra una settimana.
Adesso dove sono? Nel mio carissimo letto ad osservare il sole dalla finestra. I raggi del sole entrano fluenti nella stanza, creando dei flussi di luce.
Oggi è proprio una bella giornata. Dovrei alzarmi e godermi questa ultima settimana di vacanza. Ma proprio non ce la faccio.
Brenda è partita, è dovuta andare con i suoi genitori, ma tornerà. Chris è andato dalla sorella e non tornerà prima della scuola. Sono depressa.
I miei pensieri vengono interrotti bruscamente dalla mia porta della stanza che si apre.
“Okkey bella vestiti che usciamo” eccolo mr saputello che entra nella mi stanza.
“Ma vaffanculo” gli dico tirandomi le coperte fin sopra la testa.
“No tu adesso vieni a divertirti un po’ con me” ma perché non te ne vai? sempre in mezzo ai piedi.
In questi giorni non ha fatto altro che stare con la fidanzata, e adesso viene a rompermi le palle a me?
No caro adesso ti do un calcio e ti rimando da dove sei venuto.
Mi tira le coperte, scoprendomi del tutto.
“Ma che fai?” gli dico ritirandomi le coperte.
Sono leggermente in mutande, e mi dovrei fare una ceretta, ma leggermente.
“Oh…cazzo sei in mutande avvertimi” dice coprendosi gli occhi.
Non sono io che ti dovrei avvertire, sei tu che non dovresti essere qui.
“Se adesso ti accontento, poi dopo mi lasci stare?” non voglio che mi lasci realmente stare è che più tempo passo con lui e più gli vorrei saltare addosso.
“Si si, ma sbrigati” eh un attimo non sono flash.
“Ah e mettiti il costume” e mi fa l’occhiolino per poi uscire davvero.
Sono costretta ad alzarmi, e a cercare il costume più bello che quel armadio contenesse.
Prendo anche dei pantaloncini, un top e poi vado in bagno a lavarmi.
Ha detto di fare presto, quindi farò tutto molto lentamente.
Entro nella doccia e non riesco proprio a pensare al fatto che la nonna si sia bevuta tutto sul fatto dell’incidente.
Le ho detto che io e Brenda eravamo andate dai suoi genitori e lei ci è cascata con tutte le scarpe. Non ha sospettato di nulla.
E ogni volta che mi chiamava era Brenda che rispondeva al mio posto.
Non volevo che venisse a sapere che mi ero gravemente ferita e ho pregato Brenda di tenere la bocca chiusa, e così è stato.
Mi accorgo di averci messo tanto quindi esco e mi vesto. Presuppongo mi porti al mare, quindi lo shampoo non me lo sono fatto.
Infilo le prime convers e scendo di sotto, lasciando i miei capelli rossi sciolti.
Justin è intento a parlare con la nonna e quando si accorge di me mi sorride.
“Nonna noi usciamo, ci sentiamo dopo” dico per poi stamparle un bacio sulla guancia ed uscendo affiancata da Justin.
“Tua nonna te la sei ricordata in fretta!” esclama Bieber.
Oh certo, il fatto della memoria, me ne ero completamente dimenticata.
“Oh si…quando sono tornata a casa Brenda mi ha parlato anche di lei, è una persona bellissima” mi sono salvata per un pelo.
Justin annuisce. Se non ci credeva lo stordivo con la prima cosa che trovavo per strada.
“Dove mi porti? e poi a piedi” mi annoiavo così tanto di camminare a piedi, sono una nullafacente.
“Al mare, e non mi sembrava così lontano da prendere la macchina” giusto, ma per te che sei allenato non è uno sforzo per me si.
Poi ci troviamo davanti ad un immensa distesa di acqua azzurrissima, che più lontano andava a sfumarsi nel blu e così via.
Una cosa bellissima, e poi il rumore delle onde è così tranquillo che rilassa chiunque lo ascolterebbe.
“Ti piace il mare” si devo dire questa volta hai detto una cosa sensata.
“Lo adoro” dico continuando ad osservarlo…il mare ovviamente.
“E allora andiamoci a fare un tuffo” altra cosa sensata.
Si ma ritornerai cretino questo è sicuro.
Incominciamo quindi a stendere le asciugamani che aveva portato lui, che sinceramente non so da dove le abbia prese.
Mi spoglio e osservo il sole, attivo, forte, pronto per scottare qualcuno e per ovviamente mostrarmi la strada.(?)
Mi sento sollevare da terra, o sto volando oppure…no è solo quel cretino di Bieber.
“Rimettimi giù deficiente?” urlo battendo le mani dietro la sua schiena
“E per quale motivo?” ti do un calcio.
“Rimettimi giù immediatamente” lo avrei strozzato appena mi si sarebbe presentata l’occasione.
“Okkay…” e mi ritrovo in acqua.
Ho fatto un tuffo di pancia, fa davvero male ve lo assicuro.
“Sei morto Bieber” dico risalendo dall’acqua come fanno gli zombie quando escono da sotto terra. Facevo paura a me stessa.
“Ahhh…scappiamo scappiamo” urla Bieber. Ma si vede che non ha realmente paura. Mi sta prendendo in giro.
Lo sto rincorrendo, ma le mie gambe mi pregano di fermarmi. Nell’acqua è più faticoso correre. Sarò dimagrita yeahhhhhh.
Ad un certo punto lo vedo correre verso di me. Cosa vuole fare?
Incomincio a correre dalla parte opposta. Ma per la mia scarsa velocità mi prede e finiamo entrambi sott’acqua.
E risaliamo che siamo ad un centimetro di distanza. I nostri nasi si toccano e riesco a percepire il suo respiro affannato, per la corsa, sulle mie labbra, vogliose delle sue di labbra.
“Mi sei mancata” sussurra per poi posare quelle sue dolci e morbide labbra sulle mie.
Quel bacio era da tanto che lo aspettavo. E adesso, finalmente è mio.
Passionale, dolce, come se lui cercasse le mie labbra da molto, e che solo adesso le abbia trovate.
“Justin c’è una cosa che devo dirti” si sto facendo la cazzata, più cazzata che abbia mai fatto, ma dovevo dirgli la verità su tutto.
“Dopo…adesso andiamo a casa” mi dice con voce sensuale.
Oh…così mi fai morire mio caro.
Così usciamo dall’acqua, prendiamo la roba e tutti fradici ci dirigiamo verso casa.
“Andiamo a casa mia, lì non c’è mai nessuno” mi dice prendendomi per mano e incominciando a correre verso casa sua.
E i  nostri fidanzati? cosa potranno pensare se mai lo venissero a sapere? succederebbe il finimondo ecco perché ognuno di noi doveva stare zitto.
Entrammo in casa sua, poso la roba e si avventò di nuovo delle mie labbra, molto più violentemente questa volta.
Il mio piano di farla pagare a Justin era andato a monte. Non ci ero riuscita ma mi sarei ripresa con il ritorno di Christian.
Non gliel avrei fatta passare così facilmente.
Siamo sul letto, lentamente, mi ha tolto il pezzo di sopra del costume.
Lo stiamo davvero per fare? è la mia prima volta, lo dovrebbe sapere?
Mi bacia dappertutto. Il mio punto debole è il collo, cado a tutte le tentazioni se mi baciano su quella parte. E lui lo sta facendo proprio ora.
“J-Justin d-dovremmo s-smetterla” dico ansimando. Questo qui
vuole portarmi all’esaurimento.
Ma niente sei di coccio, non smette solo che adesso sta giocando con il pezzo di sotto del costume.
Quando mi sono ripresa e adesso che sono cosciente di tutto, lo fermo.
“Che c’è?” mi guarda interrogativo.
Ed io lo guardo con una faccia per dire “non l’ho mai fatto”
“Sei vergine?” nhaaaa l’avrò fatto minimo zero volte ma sono troppe.
“No…impossibile io non sono più vergine da un pezzo ormai” si certo ci ha creduto.
“Brì ti conosco fin troppo per non sapere che stai mentendo” certo non ci avrebbero creduto neanche delle scimmie senza pelo.
“Okkay, scusa io non lo sapevo” non ti dovevi fermare.
“è per questo che non te l ho detto, non volevo che ti fermassi” l ho davvero detto ad alta voce? sono una stupida.
“Brì io non ti ho mai dimenticato” cosa? davvero? adesso piango
“Justin se è per questo nemmeno io ti ho mai dimenticato” si credo sia il momento della verità più assoluta.
“Cosa? tu non avevi perso la memoria?” no…ho solo finto…ma questo nessuno lo sa.
“No…ho solo finto, volevo sapere i tuoi sentimenti, ciò che provavi quando mi hai abbandonato” ma come sono sentimentale.
“Come hai potuto mentirmi?” si certo adesso è colpa mia.
“Tu come hai potuto abbandonarmi?” adesso siamo pari.
“Era il mio sogno, Brì pensavo che almeno tu mi avessi capito”
“Ed io ero fottutamente innamorata di te, potevi almeno risparmiarti di andare a letto con la Gomez”
Justin abbassa lo sguardo. Prende le mie cose e me le porge.
“Forse è meglio che tu te ne vada” si fai il codardo, non affrontare le tue responsabilità non ti renderà più forte.
“certo…e forse è meglio se le nostre strade si separino qui” prendo le cose e vado via, esco da quella casa che adesso porterà un ricordo.
Arrivata a casa mi distendo sul letto, e ripenso al più bel pomeriggio passato con lui, in acqua, quando eravamo perfettamente in sintonia,
dove anche le nostre labbra lo erano. Tutto stava svanendo poco a poco, solo per una mia bugia.
 

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Capitolo 26
*** “Merda..” ***





“Merda...”










“Tesoro  di nonna svegliati, è ora di andare a scuola” ecco è passata già una settimana, e oggi già si va a scuola.
“Si nonna adesso mi alzo” dico stiracchiandomi.
“Io sono di sotto a prepararti la colazione” si okkey grazie nonna.
Annuisco e poco dopo esce anche lei.
Mi siedo sul letto e osservo fuori dalla finestra. Il sole è alto nel cielo e c’è solo qualche nuvola sparsa qua e la.
Gli uccelli sono felici e innamorati. Sposto lo sguardo sul ramo di  un albero su cui c’è
una coppietta di passeri che si scambia le coccole.
Eh che cavolo l’amore è una persecuzione.
In questi giorni non ho fatto altro che deprimermi: sul marciapiede le coppiette mi passavano di fianco,
i vecchietti che si tenevano per mano, i bambini che si scambiavano sguardi e i cagnolini che si tenevano per la coda. Una cosa assurda.
Mi alzo e vado in bagno, apro l’acqua calda, mi spoglio ed entro nella doccia.
Faccio una cosa veloce poiché è già molto tardi, quindi i capelli non me li lavo.
Esco, mi asciugo e con l’asciugamano legato sopra il seno, vado in camera, indosso l’intimo e indago nel mio armadio,
per cercare la cosa giusta da indossare.
Dopo svariati minuti decido di vestirmi semplice, senza essere né troppo appariscente, né troppo stracciona. (
http://www.polyvore.com/cgi/set?id=44730654&.locale=it)
Mi vesto in fretta, pettino i miei lunghi capelli rossi e scendo di sotto, dove ci sono delle bellissime frittelle con sciroppo ad aspettarmi.
“ehi nonna oggi cosa hai da fare?” non ho niente da fare oggi, volevo passare del tempo con lei.
“Tesoro io lavoro, sono una giardiniera adesso” ma…sono confusa.
“Ma nonna non eri un’infermiera”
“No cara questo solo un mese fa, adesso ho cambiato, i fiori mi rilassano” bene mia nonna che cambia lavoro e non me lo dice. Cose da pazzi!
“Certo adesso ti chiamano figlia dei fiori” no questa battuta è squallida ma da dove mi è uscita?
“Ah-Ah-Ah spiritosa, comunque io vado che oggi è una giornata stupenda per regalare fiori” mi da un bacio e se ne va, lasciandomi sola con il rumore del vento che soffia sull’erba fresca del giardino.
Finisco in fretta la mia colazione, prendo lo zaino e lascio quella casa per dirigermi verso la scuola.
Durante tutto il tragitto non ho fatto altro che ascoltare quello che c’è intorno a me.
E con i raggi ancora caldi del sole che sfiorano la mia pelle è una bella passeggiata.

Ecco, l’inferno è davanti a me. Prima adoravo andare a scuola, ma adesso è come se odiassi tutto e tutti all’improvviso.
Dirigendomi verso l’entrata noto Justin pavoneggiarsi con delle ragazze. Ma non era fidanzato?
Mi guarda ed io ricambio, per poi entrare definitivamente all’inferno.
Poso i libri inutili nell’armadietto e piano mi dirigo verso la mia classe. Prima ora: educazione fisica.
 
 
Ero su quella specie di tappetino da dieci minuti pieni e oggi la professoressa ci ha dato il ben tornati facendoci fare gli addominali.
Odiavo anche quelli, al secondo addominale sono già stanca e mi distendo completamente sul tappetino senza fare niente.
Sono vicino alla finestra, come al solito, quello è il mio posto e se qualcuno si mette al mio posto conoscerà la tigre che c’è in me…MIAO!
Però molto più aggressivo.
Comunque, la finestra è aperta e osservo fuori, c’è un muro subito dopo quindi non mi soffermo sul contare i mattoni, anzi ascolto.
Intorno a me c’è il silenzio, si sente solo la proff che spiega l’esercizio, che urla contro un mio compagno che fa porcherie.
Si sente anche il bisbigliare dei miei compagni e alcune risate.
La professoressa mi fischia nell’orecchio.
“Svefglia signorina, se voleva dormire rimaneva a casa” cogliona mi hai stonato,
ci volevo rimanere a casa ma la nonna mi ha buttato giù dal letto.
Mi alzo confusa e chiedo di andare in bagno. Manca ancora molto alla fine di quell’ora e ho deciso di passarlo fuori il mio tempo.
Sto girovagando per i corridoi, dove non c’è anima viva oltre a qualche carta caduta per terra e che adesso cammina come se avesse le gambe.
Più in là c’era un ragazzo, beh  potrebbe essere una delle mie conquiste. Mi avvicino ancora di più con fare sensuale.
Quando metto a fuoco la vista percepisco che è lui: Justin.
Indietreggio all’istante, ma lui sembra notarmi.
“Ehi no aspetta…” io corro fino a superarlo del tutto.
Non volevo parlargli, infondo aveva dato tutta la colpa dell’accaduto a me. Intanto io avevo una piccolissima parte delle colpe.
 
 
Ancora un’ora e poi sarei potuta tornare a casa.
Oggi sarebbe tornato Chris che ho la minima idea di dove sia andato, ma molto probabilmente dalla sorella.
Brenda tornerà invece tra due giorni. Non vedo l’ora mi manca così tanto.
“Signorina James, sa di cosa stiamo parlano?” cazzi miei adesso…di cosa stiamo parlando me lo dica lei.
“Dei dinosauri?” si che bella figura.
Tutti intorno a me ridono a crepapelle, tranne la Prof che mi guarda con uno sguardo di fuoco, pronto ad incendiarmi.
Scuote la testa e continua la sua lezione pallosissima. Non mi ricordo nemmeno cosa sta spiegando,
sono così immersa nei miei pensieri oggi che adesso non mi ricordo nemmeno se ho fatto colazione stamattina…
no quella me la ricordo come scordare quelle meravigliose frittelle?
Alla fine passa anche quest’ora e sono pronta per tornare a casa.
Fuori da scuola però, c’è qualcuno ad intralciarmi la strada.
“levati di mezzo Bieber” dico superandolo.
“Non mi levo finchè non chiariamo” adesso ti do un calcio nelle parti basse così vediamo se non ti levi.
“pensavo avessimo chiarito già tutto l’altra sera” ecco che faccio l’antipatica.
E lo spingo ancora ma proprio non se ne vuole andare.
“Me ne vado se oggi vieni da me” e che palle oggi mi devo anche alzare dal divano per camminare e  venire da te?
questo significherebbe fare attività fisica.
“Sprecare energie per te? ne vale davvero la pena?” vediamo come mi rispondi adesso.
“Ci divertiremo” oh adesso fai anche gli occhi da cucciolo.
Ti vengono bene però. Sto cedendo, aiutatemi, mi stanno penetrando.
“Okkey ci vediamo oggi” alla fine ho ceduto.
Mi lascia finalmente andare e vado verso casa. Lui va verso la sua auto con un sorriso sghembo sul volto.
Chissà come ci divertiremo, spero non in quel senso altrimenti me ne vado.
Però faccio sempre pensieri sconci. Me lo diceva sempre la mamma che avevo una mente mal pensante.
Dopo che sono entrata in casa, ovviamente la nonna non c’è quindi mi faccio un panino,
gigante con un miliardo di cose al suo interno. Mi piace abbondare.
Mi siedo sul divano a gambe incrociate e incomincio a mangiarlo. Nel silenzio, senza neanche la TV accesa.
Si può dire che io assecondo il silenzio. Mi piace, mi fa scoprire parti di me che neanche io conosco.
 Dopo non so come mi addormento cullata dalla dolce brezza che passa per quel soggiorno e mi risveglio con una testa che neanche il cappellaio matto mi saprebbe descrivere. Ma mentre dormo faccio combattimenti contro i sumo? Mi dovrei seriamente registrare.
Guardo l’orologio.
“Merda…” urlo salendo di fretta le scale per pettinarmi i capelli.
è tardissimo e solo dio sa quanto ci metto a pettinarmi i capelli.
Ci vuole l’arca di Noe per sciogliere i mie nodi. Una cosa da strapparsi i capelli di testa per chi non ha pazienza.
Dopo un po’ ci riesco, scendo di corsa le scale ed esco verso casa di Justin.
Non posso correre, perché se corro sudo, se sudo, puzzo e se puzzo sembro una puzzola.
Cammino a passo svelto per poi non accorgermi di aver superato casa di Justin e quindi cogliona come sono torno indietro.
Busso e rimango scioccata, demoralizzata dalla persona che è venuta ad aprirmi “Merda..” sussurro per non farmi sentire…

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Capitolo 28
*** E nemmeno io ero più tanto sicura di voler continuare a vivere. ***





E nemmeno io ero più tanto sicura di voler continuare a vivere. 




Non so se avete capito chi è venuto ad aprirmi…si ma dai non voglio tenervi sulle spine, la Gomez mi ha aperto la porta.
Ed io che pensavo a me con Justin su un lett…ma chi voglio prendere in giro sono una cozza.
“Ciao e tu sei?” sei un’oca che non sa cantare…ma devo ammettere che sai recitare bene.
“Io sono Brianna e me ne sto andando” sto per andarmene, quando la voce di Justin mi fa bloccare di colpo.
“Brì…” aveva praticamente il jeans sbottonato, la cintura penzolante e le labbra gonfie.
Stavano per scopare ed io ho interrotto il loro momento intimo.
“Ehm…scusa sono venuta nel momento sbagliato ci vediamo domani” e questa volta niente mi blocca,
esco dritta dal suo vialetto, per ritrovarmi poi in strada.
Le lacrime avevano ormai cominciato a scendere, e vedere lui così…spogliato? mi ha fatto male.
Ma infondo cosa mi sarei dovuta aspettare, è la natura, i nerd stanno con i nerd, i famosi stanno con i famosi e le sfigate come me stanno con nessuno.
La cosa detta così è un po’ deprimente ma se ci pensi su diventa divertente.
Asciugo velocemente le lacrime e vado verso casa di Christian. Ormai deve essere tornato, solo che non mi ha neanche chiamato.
Sono davanti casa sua, busso e ad aprirmi è la persona che mi aspettavo.
“Brì…” dice per poi chiudersi velocemente la porta alle sue spalle.
“Non sei tanto felice di vedermi” in effetti è vero, non si è neache avvicinato per darmi un bacio.
Questo individuo mi nasconde qualcosa ne sono sicura.
“Eh? sono felicissimo di vederti” dice lasciandomi un  leggero bacio a stampo.
Bugiardo che non sei altro, che nascondi dietro quella porta?
“Mhm…restiamo qui fuori o mi fai entrare?” è da maleducati non invitare una persona ad entrare.
“Ehm…si certo entriamo” ha un tono troppo impaurito, mica lo uccido.
Alla fine cede e mi fa entrare, in casa non c’è, oppure sembra che non ci sia nessuno.
“Sei da solo?” eh adesso ho mi dici cosa stai nascondendo oppure ti uccido sul serio.
“Eh? si si sono usciti tutti” troppo distratto sta pensando ad una cosa che non sono io.
Lo vedo sedersi sul divano, ancora una volta pensieroso.
Io lo seguo a ruota.
“Allora…non mi racconti niente del viaggio?” si è tutt ad un tratto pietrificato, fatto verde,
giallo e rosso come un semaforo per la domanda che gli ho appena fatto.
La mia attenzione viene rivolta ad altro, un tonfo si sente appunto dal piano di sopra.
“Hai sentito?” non è paura quella che sto fingendo di avere, ma lo devo far confessare.
“Ah? cosa io non ho sentito niente” ecco sta facendo l’indifferente.
Odio gli indifferenti.
Prendo in mano la situazione, mi alzo violentemente e vado verso il piano di sopra.
Lui mi segue veloce e più e più volte cerca di sbarrarmi la strada, ma sono più forte di lui quindi riesco a liberarmene.
Apro la porta della sua stanza e ricevo un colpo al cuore.
Sono stata sparata? si è come se lo fossi stata.
La mia migliore amica era nel letto del mio fidanzato.
“Brì….ti prego fammi spiegare” si certo sei solo una puttana.
“Brenda…Vaffanculo” si quella non è la vera parola che volevo usare ma non voglio essere volgare.
Spingo Chris che mi si posa davanti e scendo le scale velocemente,
per poi uscire da quella casa che ormai volevo solo incendiare, con loro al suo interno.
Avevo perso il mio migliore amico, la mia migliore amica, e il mio finto fidanzato.
Ma che comunque tutti credevano vero.
Mi sentivo come una sciocca antilope caduta nel sacco.
E che adesso si sentiva morire per tutte le delusioni che aveva subito quel giorno.
Ed è vero mi sento morire, a volte mi è venuto in mente di ritornare da papà,
ma poi penso che mi lascerebbe in strada e cambio subito idea sul voler tornare da lui.
Sono disperata, ho appena scoperto che Brenda è una Troia e che Chris lo è insieme a lei.
Mi rinchiuderei in un manicomio, fingendomi pazza, pur di stare lontana da queste persone che fingono di essermi amici.
Con le lacrime agli occhi vado a casa, e disperata mi butto sul letto dove molto probabilmente ci sarei rimasta per mesi,
giorni nessuno lo sapeva e nemmeno io ero più tanto sicura di voler continuare a vivere.
Mi immagino loro due nel letto che fanno quel…grrrrr non riesco a pensare, troppa confusione nella mia mente.
Si l’unica cosa che mi rilassa è lo yoga, prendo un cuscino e mi ci siedo sopra a gambe incrociate incominciando un bel periodo di tempo in puro relax,
senza pensare a nulla solo al ritmo della mia voce.
Ecco ero entrata nel mio mondo, dove nessuno può entrare, solo io.
Il mondo dove non si pensa, ma si sogna soltanto.
Un mondo lontano da tutti.




My Space *___*
Prima di tutto voglio ringraziare tutte
per sostenermi...
questo capitolo fa schifo non ho ispirazione
ma ho già in mente idee per il prossimo
capitolo, anche perchè siamo quasi alla fine *sidispera*

Anyway :P
ci vediamo alla prossima puntata
dove secondo me rimarrete scioccate, preparatevi XD
Baci la vostra Giuls <3

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Capitolo 28
*** "Non lo so..." ***





"Non lo so..."





Quattro anni più tardi.
Dopo le disgrazie accadute quattro anni fa, ho deciso alla fine di ritornare da papà dove attualmente viviamo in Italia.
Quattro anni fa sono partita senza dire niente a nessuno, ormai avevo perso tutti, quindi che io li avvertissi non cambiava di certo la vita a qualcuno.
A parte per la nonna, che quando ha saputo che me ne volevo andare, si è rattristata di colpo, e anche io.
Ero abituata svegliarmi la mattina e trovare una colazione abbondante che mi riempisse lo stomaco. Mi manca tanto.
Ma infondo era l’unica soluzione che potessi prendere, pur di stare lontani da tutti quei bugiardi e traditori.
Anche se Justin era fidanzato e non mi aveva fatto niente…ma dettagli.
“Tesoro sono tornato” ecco l’uomo che in questi quattro anni non si è mai preoccupato per me e per salutarmi in questo modo, significa che è felice.
“Si papà ora scendo” sembro un’oca quando urlo per farmi sentire.
Mollo il quaderno, su cui stavo facendo i compiti, per poi scendere di sotto.
Quando mi vede sorride.
“Tesoro come stai?” oddio secondo me questo è fatto.
Anche perché mi corre incontro e mi prende in braccio.
“Papà ma hai la febbre?” domando quando poi mi mette giù.
“No…non posso dedicare un po’ di tempo a mia figlia?”  è da quando sono nata che non mi dedichi del tempo non puoi rimediare adesso.
“Si si...” fingo un sorriso, che poi si tramuta in smorfia quando mi giro di spalle per ritornare di sopra.
“No aspetta” ancora? io pensavo che la tortura fosse già finita.
Mi giro e gli rivolgo uno sguardo un po’ scocciato.
“Siediti, ti prego dobbiamo parlare” dice indicandomi una sedia di fronte a lui.
Sbuffo, anche perché non avevo di meglio da fare, e mi vado a sedere.
“Dimmi…” dico fingendo ancora un sorriso.
Non dovrei trattarlo così, ma infondo lui era l’unico, dopo la morte di mamma, che mi era rimasto.
E invece di lasciarmi con qualche baby-sitter 24 ore su 24 poteva restare con me e fermare il dolore che tanto mi perseguitava.
Sospira e poi incomincia a parlare “ So di essere stato un padre sempre assente, ma voglio rimediare…sai che sono sposato ormai da un po’ di tempo” cosa mio padre fa conquiste ed io non vengo a sapere di niente? Cavolo. “sai ha un figlio della tua età e poi dovresti conoscerla è simpatica, perfetta” si potrebbe anche fare, ma facciamo caso che il figlio non mi sta simpatico? potrei anche ucciderlo per come sono schizzinosa.
No okkey non ho ucciso la Gomez quindi penso che riuscirò a sopportarlo.
Faccio un sorriso a papà, sincero no come quelli finti che gli ho fatto qualche momento prima.
“Mi farebbe piacere, quando dovrei incontrarli?” certo dovevo sembrare una figlia perfetta, elegante e sofisticata.
“Adesso, stanno arrivando” cosa? e avvertirmi prima no? certo le cose io le vengo a sapere sempre per ultima.
Salgo di sopra correndo anche solo per sistemarmi il trucco che avevo da stamattina.
Mettermi il deodorante e aggiustarmi questi capelli che non vogliono stare al proprio posto.
Io dico un compito avete mie cari capelli ed è quello di stare al proprio posto, se non fate quello cosa state a fare sulla mia testa? Mistero.
Il campanello, segno che erano arrivati.
Mi metto dei calzini puliti e poi infilo i miei Hugs grigi e scendo di sotto.
Noto una testolina semi-bionda, da dietro è un bel ragazzo chissà se…
“Christian?” cazzo, è quel coglione che mi ha tradito con la mia migliore amica.
“Brì? io non sapevo tu abitassi qui?” si vivo a Narnia adesso ma non è questo l’importante.
“Già…quell’uomo che sta parlando, presumo tua madre, è mio padre” indico mio padre. Che è felice, tanto.
Non lo avevo mai visto così felice dalla morte della mamma.
“Si è mia madre…senti Brì io volevo spiegarti la situazione” si dopo quattro anni ti presenti qui e speri di sistemare tutto?
no caro tu non stai bene.
“Senti non voglio sentire niente, sono passati quattro lunghi anni e sono stata bene senza nessuno di voi attorno” si come no, sono stata proprio bene a deprimermi con canzoni deprimenti nella mia stanza deprimente.
Lui non parla e fai bene a non parlare altrimenti ti rispedivo dall’altra parte del mondo con un calcio.
“Ragazzi vedo che già vi conoscevate” dice mio padre.
E papà tu non sai tutta la storia, ma se te la racconto passano altri quattro anni.
“Comunque Brianna lei è Charlie, mia moglie” carina la signora, mio padre ha sempre avuto bei gusti.
Charlie è alta, bionda, magra e ha degli occhi bellissimi, verdi.
“Salve signora” dico porgendole una mano.
“Oh ti prego chiamami Charlie” dice rifiutando la mano e usandola per tirarmi verso di se e abbracciarmi. Schietta la donna.
“Okkay a tavola che sono arrivate le pizze” ma io dov’ero quando papà aveva fatto tutte queste cose? sposarsi, e chiamare le pizze.
Sono confusa.
Ci sediamo comunque tutti vicino al tavolo e mangiamo.
“Come vi siete conosciuti” chiedo tra un boccone e l’altro.
“Dopo che sei partita per la prima volta, qualche mese dopo sono partito per Atlanta dove c’era lei e sua figlia” già, Caitlin non me la posso mai dimenticare, era stata cattiva con me.
“Capito…” dico annuendo debolmente.
“E voi invece come vi siete conosciuti?” chiede Charlie questa volta.
Era arrivato il momento del mio trionfo, e far sprofondare Christian giù negli abissi.
Stava per parlare ma lo precedetti.
“Allora, inizialmente suo figlio mi prendeva in giro con i suoi amici poi dopo qualche anno, che mi sono fatta carina ecc, ci siamo fidanzati, poi lui è dovuto partire per Atlanta per andare da Caitlin e quando fu tornato, l’ho trovato nel letto con la mia migliore amica.” terminai il mio lungo discorso, provocando nella stanza un gelido silenzio.
Mi alzai con violenza e mi incamminai verso la mia camera, poi tornai indietro, presi la pizza e dritta in camera mia.
Sono ormai una ventenne, dovrei trovarmi una casa e andare a vivere da sola, così questi inconvenienti di ritornare al passato non succedono.
Solo che questa volta le lacrime non scendono, sarà forse perché sono finite? no non credo,
forse perché infondo mi sentivo libera del gesto che avevo appena fatto.
Sento la porta bussare.
“Chiunque tu sia, sei pregato di andartene” dico mettendo in bocca l’ultimo boccone di pizza.
La persona no ha ascoltato il mio messaggio ben educato, e infatti entra violentemente nella mia stanza.
“Ti senti soddisfatta di aver raccontato tutto a mia mamma?” quanto vorrei darti una sberla, tanto da romperti la mascella.
“Se devo essere sincera si.” dico indifferente, riprendendo il quaderno e continuando i compiti.
“Cazzo, ascoltami” dice prendendomi il quaderno dalle mani e lanciandolo per terra.
Io ho un espressione contrariata sul volto, ma decido comunque di ascoltarlo e annuisco facendogli intendere che deve continuare.
“Sono andata a letto con lei solo per sfogo, ero venuto a sapere che tu stavi con me solo per far ingelosire Justin e in qualche modo te la dovevo far pagare, solo che dopo aver fatto sesso con Brenda mi sono sentito in colpa perché infondo ti amavo per davvero” io sono stata una stronza, questo ragazzo mi ama e cazzo io non ho fatto altro che pensare a me, al mio fottutissimo cuore spezzato a causa di quel cretino.
Si siede sul letto, e mette le mani nei suoi capelli. Cerca di trattenere le lacrime ma sono più forti di lui e incominciano a scendere.
Mi avvicino a lui, e con una mano sul mento lo costringo a voltarsi verso di me. Una volta tanto, per questa volta ho fatto una cosa sensata.
Gli do un bacio, uno di quelli che non ci siamo mai dati, e incuranti che di sotto ci siano i nostri genitori, facciamo l’amore.
Io per la prima volta.
All’inizio fa male, ma poi il dolore si tramuta in piacere, godimento.
Ti senti libera, come volare in un cielo libero, senza nuvole ad ostacolarti il percorso.
Dopo un ora ci rivestiamo e decidiamo di parlare con i nostri genitori.
Scendiamo e li troviamo accoccolati sul divano a vedere un film.
“Mamma, signor James…” parlò Christian e prendendomi per mano continuò a parlare “ volevamo solo dirvi che siamo ormai degli adulti e consapevoli che stiamo sbagliando, ma all’amore non si comanda, sono innamorato di Brianna dal primo momento che l’ho vista, e ho preso una decisione…” questa parte del discorso non c’era quando l’abbiamo provata di sopra.
Mi guarda, sorride e poi riprende a parlare “ Voglio sposare questa ragazza” okkay lasciamo per un momento la mia parte dolce e sensibile.
Cosa ha detto?
“Cosa ?” domandano all’unisono i due genitori.
“Mamma, cerca di capirmi, anche tu sei innamorata ed io anche” ma questo ragazzo è lo zucchero in persona,
nessuno mi aveva mai fatto sentire così speciale.
Charlie si alza e si avvicina al figlio “ tesoro ma siete…” Charlie stava per dire la parola fratelli ma Chris la interrompe “ Fratellastri, ecco perché dopo il matrimonio non ci vedrete più” lui mi legge nel pensiero per caso? anche io voglio andarmene da qui.
Charlie sembra pensarci un su per poi parlare “ Okkay mi hai convinto…tu cosa ne pensi amore?” chiese rivolgendosi a mio padre.
Lui annuisce e sembra accettare la cosa, senza neanche gridare e mandarmi in punizione.
“Quando vorreste sposarvi?” Chiede Charlie pimpante.
Ci guardiamo e sorridiamo “ Domani” diciamo all’unisono io ed il mio futuro sposo.
Charlie è sconvolta. “ Allora dobbiamo muoverci con i preparativi!! Forza Brì vieni con me che andiamo a scegliere il vestito” dice prendendomi per il braccio e trascinandomi fuori la porta.
E così passiamo tutto il pomeriggio a cercare l’abito perfetto, mentre mio padre e Chris mandano inviti per il matrimonio.
Ci saranno tante persone. E solo l’idea che si sarà anche lui, mi viene da piangere, e un grande vuoto si forma dentro di me.
 
 
Justin’s pov
Sono passati quattro fottutissimi anni da quando se ne andata, da quando è sparita dalla circolazione.
E in tutti questi anni ho provato a cercarla, a rintracciarla al cellulare. Ma ero senza speranze. Dovevo abituarmi all’idea di averla persa, ma tutt’oggi ne sono ancora innamorato, tutt’oggi penso a quel momento in cui stavamo per fare l’amore, in cui ci siamo baciati e poi tutto sparito.
Dopo che lei se ne andata ho lasciato la Gomez. Eh si adesso sono solo come un cane. Ma no, ci sono le mie Beliebers a farmi compagnia.
Forse potrei mettermi con una di loro, tanto sono così carine.
I miei pensieri vengono interrotti dalla suoneria del mio cellulare, che avverte di essermi appena arrivata un’ e-mail.
Incomincio a leggerla, si tratta di un matrimonio bene…ma
“Cosa??” urlo, urlo per sfogarmi.
La donna della mia vita si sta per sposare con uno dei miei migliori amici.
Sento la terra mancarmi sotto i piedi, vedo tutto nero e intorno a me non c’è altro che lei, che sta per salire sull’altare.
Sto sognando vero? ditemelo così sto tranquillo.
Mi giro intorno e sembra ritornare la luce intorno a me, solo che lei è sparita, volata via, come le foglie spazzate via dal vento.
Una cosa straziante. Una cosa inconcepibile. L’ho persa, è finita Justin hai perso.
Ma io sono Justin Bieber, e il Never Say Never sono convinto che esiste ancora.
Prendo la prima giacca che mi capita per le mani ed esco fuori da quella porta.
Sarei andato a quel matrimonio. Solo che adesso dovevo trovare un aereo disponibile. Ed arrivare un attimo in Italia.
 
 
Brianna’s pov
Sono stanca, mi fanno male i piedi e in più non dovrò vedere il futuro sposo fino al matrimonio, dicono che porti sfortuna.
Tra tutto quello che ho dovuto fare oggi, ho trovato un vestito fantastico (lo vedrete nel prossimo capitolo).
Proprio come una principessa. Abbiamo dovuto fare anche la prova trucco e la prova capelli. Mi sono piaciute.
Mi stendo sul letto esausta, ripensando a tutte le cose che mi sono successe, la prima volta che sono arrivata a Stratford,
per primo ho conosciuto lui, che in tutto il suo splendore mi ha notata, aiutata quando tutti mi prendevano in giro.
Poi da quando è partito è cambiato, diventato uno sciupa femmine, ed io? beh che dire, mi sono trasformata esteriormente,
diventando la più ricercata della scuola.
E così, ho avuto l’esempio che le persone possono cambiare, non importa in che modo o come diventato, ma cambiano
Vengo ineterrota da una persona che entra nella mia stanza.
"Chris cosa ci fai qui? non dovremmo vederci fino a domani" dico mettendomi seduta.
"lo so ma volevo stare con te, sto scomodo sul divano" dice buttandosi di petto sul letto.
Quanto può essere dolce? Tanto.
Mi stendo al suo fianco.
"è una pazzia quella che stiamo facendo" dico sorridedo mentre guardo il soffito.
"Lo so è per questo che mi piace" strana come affermazione ma penso di aver capito.
"Tu ami ancora Justin?" che bella domanda, non ci voleva proprio.
"Non lo so" dico per poi accoccolarmi sul suo petto e addormentarmi tra le sue braccia.
Solo io ho intravisto un filo di insicurezza quando dicevo quel "non lo so"??
si perchè io ne sono ancora innamorata. Ma l'ho perso e adesso 
sarebbe meglio pensare solo al matrimonio, nient'altro.

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Capitolo 29
*** Il matrimonio. ***







Il matrimonio.








Stamattina sono proprio in ansia, è il mio matrimonio, sto per sposarmi, e cavolo vorrei che adesso lui stesse qui vicino a me.
Scuoto la testa, come per voler distogliere quei pensieri e mi alzo.
Mi guardo intorno e se non sbaglio questa notte ho dormito con Chris. Non me lo ricordo, la vecchiaia si fa sentire.
Vado vicino alla porta, ma non ho il coraggio di scendere, non voglio affrontare questo matrimonio, non voglio sposarmi e forse voglio farmi suora,
oppure diventare zitella sempre meglio di sposarsi con un uomo che non si ama.
Scuoto di nuovo la testa, e corro verso il mio letto buttandomici sopra a peso morto.
Bussano alla porta.
“La porta è aperta” dico con la voce soffocata dal cuscino che ho appena messo sopra la faccia.
“Tesoro, oggi è il grande giorno. Alzati” dice papà entrando e chiudendosi la porta alle sue spalle.
“Non voglio papà, io non lo amo” cazzo…ho detto a papà di non amare Chris. Sono una deficiente.
“Cosa? e perché lo sposi?” boh, non lo so neanche io arrivati a questo punto.
“Boh, forse per non rimanere sola” si forse anche per quello, ma il vero motivo per cui ho deciso di sposarlo…non lo so.
“Tesoro, a volte è difficile prendere delle decisioni soprattutto quando si è ancora giovani, io ti consiglio di sposarlo, e forse, chissà, nel tempo potresti innamorarti di lui” rimango sbigottita, papà non aveva mai detto una cosa intelligente nella sua vita,
nonostante facesse l’avvocato.
“Che c’è?” dice notando la mia espressione.
“Whao non ti credevo così intelligente” dico prendendolo in giro.
“ Ah-ah-ah sempre spiritosa” dice fingendo una risata, seguita subito dopo da un sorriso sincero.
Poi dopo tra di noi regna il silenzio, si possono sentire il mio respiro pieno d’ansia e il respiro di papà normale,
regolare senza alcuna preoccupazione di fare lo sbaglio più grande della sua vita.
“Allora? cosa hai deciso di fare?” chiede, ma io non lo risponde e lui come risposta si alza, apre la porta, sta per uscire ma dice qualcos’altro.
“Se decidi di uscire da questa stanza, lo prenderò come un si” dice per poi uscire definitivamente lasciandomi da sola.
Mi alzo e vado verso l’armadio, dove al suo interno c’è il mio vestito da sposa.
è bellissimo, bianco che acceca gli occhi, ha delle rose su un lato e poi è principesco, è il bello di questo vestito.
Chiudo velocemente l’armadio e mi siedo sul letto.
Avrei fatto la cerimonia sul pomeriggio per avere la cena serale, ho tutto il pomeriggio quindi, di pensare su ciò che realmente devo fare.
Lo sposo o scappo? Questo è il dilemma.
Dopo lunghi ed interminabili minuti passati a pensare, sulle cose positive e sulle cose negative,
decido di uscire da quella stanza e scendere al piano di sotto dove tutti sono indaffarati a fare qualcosa,
ovviamente riguardante il matrimonio.
Papà mi vede e sorride raggiante, poi si avvicina e sussurra qualcosa al mio orecchio “qualsiasi decisione prendi, sarò sempre dalla tua parte” dice per poi ritornare a quello che stava facendo.
Sorrido istintivamente, poi mi guardo intorno e l’uomo che dovrei sposare non c’è in nessuno angolo di quella stanza.
“Se stai cercando Chris, gli è stato ordinato di non vederti fino ad oggi” dice Charlie intrecciando insieme dei fiori.
“Chi glielo ha ordinato?” domando arrabbiata.
“IO…” dice Charlie ridendo.
Whao tutti qui sono felici tranne io che mi devo sposare. In questo momento, non desidero altro, che degli alieni che mi vengano a prendere.
Almeno avrei una scusa per non sposarmi. Sorrido al solo pensiero.
Tutta la mattinata libera quindi posso fare quel che voglio e godermi quegli ultimi attimi da sola,
senza qualcuno che sia gelosa di me, oppure qualcuno che russa mentre dorme al mio fianco,
qualcuno che si prende tutto il letto quando dorme al mio fianco…Okkay sto per cambiare idea.
Anche perché ci sono dei ragazzi che ruttano e scorreggiano in continuazione, ma so che Chris non è quel genere di ragazzo, solo geloso.
Vado di sopra, nella mia stanza, mi vesto velocemente, prendo il cellulare ed esco, per prendere aria, per fare qualcosa.
Sto camminando per le vie di Milano, la città che ho odiato per un bel po’ di tempo,
la città da cui me ne sarei allontanata per la luna di miele, e per tutta la vita.
Dopo il matrimonio io e Chris abbiamo deciso di trasferirci a Stratford.
Passo davanti ad un giornalaio e noto una rivista che coglie subito le mie attenzioni.
“Justin Bieber a Milano per un matrimonio? Sappiamo tutti che sono anni che ha mollato la Gomez e non pensiamo si siano rimessi insieme,
sarà una vecchia fiamma ad attirare le sue attenzioni?”
ecco cosa dice la rivista.
Non sta più con la Gomez? Perché? quante cose che vorrei sapere, ma facendomi i fatti suoi mi rovinerei quindi penso solo a me e questo fatidico giorno.
Solo che lui è qui, per me, e…non ho il coraggio di r-incontrare quei suoi occhi color del caramello che tanto mi hanno fatto innamorare.
Presuppongo che adesso sia un uomo, più maturo e più bello.
Dopo aver preso un altro po’ di aria fresca decido di avviarmi verso casa.
Intorno a me c’è un bel venticello fresco, che soffia sulla mia pelle provocando dei leggeri brividi.
Una sensazione particolare che solo al contatto con le mani di Justin mi succedeva tutto ciò.
Gli uccellini cinguettavano felice, il sole splendeva caldo su nel cielo, e stava per fatti suoi senza sposarsi o fidanzarsi,
voglio essere come lui, senza pensieri, Hakuna matata.
Entro in casa e si stanno preparando tutti per il grande evento, tranne me.
“Finalmente, ho provato a chiamarti per interi minuti, sei in ritardo” dice papà preoccupato.
“Papà calmati, la sposa deve farsi desiderare” dico calmando e tranquillamente salgo le scale.
Prendo il vestito dall’armadio e lo poggio sul letto. Vado in bagno, mi faccio una doccia rilassante, esco, mi asciugo ed indosso il vestito.
Mi sta a pennello, è bello il modo in cui il vestito si aderisce così perfettamente al mio corpo snello.
Le scarpe mi allungano, mi guardo allo specchio…e cavolo sto bene.
Decido di toglierlo e mettermi qualcosa di comodo per non rovinarlo.
Scendo di sotto, dove mi aspettano la truccatrice e la parrucchiera, la quale approfitta perché ho i capelli ancora bagnati.
Dopo due ore precise sono perfetta, sono bella con già il vestito indosso e ricevo complimenti da tutti ancora in casa.
“Sei bellissima tesoro” arrossisco alle parole di papà, il quale piange di gioia.
“Perché piangi papà?” chiedo incredula.
“Stai per compiere il passo più grande della tua vita, tua mamma sarebbe fiera di te” dice accarezzandomi una guancia.
“Papà rischi di farmi piangere e si rovina il trucco” dico cercando di mantenere le lacrime.
Giusto, la mamma sarebbe stata fiera di me, ma sapevo che lei c’è sempre stata, mi sorveglia da lassù,
con il suo sguardo attento che aveva sempre avuto. Mi mancava e adesso avrei voluto averla vicina,
per avere dei consigli su cosa fare, sulle decisioni che devo prendere, ma mi accontento e vado avanti.
“Andiamo?” domanda papà sorridendomi leggermente.
Annuisco ed insieme ci dirigiamo verso la limousine che mi aspetta sotto casa mia.
 
 
 
 
Justin’s pov
Mi sono appena svegliato, devo andare a ritirare il vestito e…sono fottutamente in ritardo.
Stanotte sono arrivato tardi e per non arrivare al matrimonio come uno zombie ho deciso di riposare,
chiudere solo gli occhi, solo che non mi sono accorto di aver dormito troppo e adesso sono in ritardo,
al passo più importante della donna della mia vita.
Mi alzo velocemente dal letto, vado in bagno mi faccio un doccia, mi vesto e vado al negozio per andare a ritirare il vestito.
Ho decido di indossarlo direttamente in negozio, solo che per strada c’è un traffico, devo arrivare presto.
Oggi avrei impedito il matrimonio di Brianna, costi quel che costi l’avrei fatta mia, per sempre questa volta e non l’avrei lasciata più andare.
Adesso per il momento avevo solo un obbiettivo da raggiungere: Arrivare al matrimonio ed essere lì al momento giusto per stoppare tutto.
 
 
Brianna’s pov
Ecco la canzoncina che mi accompagna sull’altare, tutto fantastico, la chiesa è bellissima e tutti mi guardano mentre cammino per salire sull’altare.
Chris è girato di spalle, non posso vederlo, ma da dietro mi accorgo già che è bellissimo.
Con quel suo corpo magro e con il tempo ha anche rafforzato il suo corpo facendo qualche peso massimo.
Ecco, mio padre e riuscito a scortarmi sull’altare senza piangere, ma appena si siede piange e io sorrido.
Guardo il ragazzo al mio fianco che mi sorride tutto eccitato, si avvicina al mio orecchio e mi sussurra qualcosa “ Sei bellissima” poi si allontana ed entrambi dedichiamo la nostra attenzione al parroco che incomincia a parlare
“ Brianna e Christian, siete venuti insieme nella casa del Padre perché il vostro amore riceva il suo sigillo e la sua consacrazione davanti al ministro della Chiesa e davanti alla comunità. Voi siete già consacrati mediante il Battesimo: ora Cristo vi benedice e vi rafforza con il sacramento nuziale, perché vi amiate l'un l'altro con amore fedele e inesauribile ed assumiate responsabilmente i doveri del matrimonio. Pertanto vi chiedo di esprimere davanti alla Chiesa le vostre intenzioni.” si ferma per prendere fiato ma poi continua, ed incomincia a chiedere una serie di cose a cui noi rispondiamo di “si” poi ad un tratto chiede “C’è qualcuno contrario all’unione di questi due innamorati, parla ora o taccia per sempre” aspettiamo qualche minuto, e desidero tanto che Justin adesso si alzi e dica a tutti che io sono sua, ma la fantasia deve lasciare adesso gran parte del mio corpo.
“Bene allora possiamo riprendere…Tu Christian accogli Brianna James, come tua sposa per esserle fedele sempre, nella gioia e nel dolore, in salute e in malattia per amarla e onorarla finché morti non vi separi?” chiede il parroco rivolgendo il suo sguardo a Christian.
“Si” risponde subito Christian.
“E tu…Brianna accogli Christian Beadles, come tuo sposo per essergli fedele sempre, nella gioia e nel dolore, in salute e in malattia per amarlo e onorarlo finché morte non vi separi?” chiede questa volta rivolgendosi a me.
Cosa devo dire? è il mio turno e sono spaventata a morte, ho paura, voglio Justin e voglio essere invisibile davanti a tutte queste persone,
che adesso stanno aspettando impazienti una mia risposta.
Christian mi guarda stranito, spingendomi con il gomito incitandomi a parlare. Ma io niente rimango muta, ferma e impassibile.
“Io…”



Queso è il vestito *___*





My Space *__*
Ragazze siamo quasi alla fine,
per la vostra grazia ho allungato 
la storia di un capitolo,
cosa risponderà Brianna??
Se rimarrete con me lo scoprirete
nel prossimo capitolo auhauha
No okkay XD
Alla prossima e grazie di tutto XD
Giuls

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Capitolo 30
*** Destinazione? Aeroporto. ***




Destinazione? Aeroporto.












Questo prato è così profumato, i fiori che mi circondano
splendono sotto la flebile luce del sole.
Gli alberi mi fanno ombra, lasciando passare un leggero venticello
che adoro, né troppo caldo, né troppo freddo.
Sono seduta ad osservare il paesaggio di questo bosco da più di due ore.
Inutile dirvi che quando stavo per dire il mio “SI” sono scappata a gambe levate, sotto gli sguardi, curiosi e delusi di alcuni di loro.
Lo sguardo di Christian è stato il più duro da affrontare, quando sono scappata ho guardato indietro e una lacrima rigava il suo volto.
Sono una stronza, una lurida stronza! Che pensa solo ai propri sentimenti, sono egoista. In futuro avrei potuto amarlo,
ma ho deciso di non lasciare niente nelle mani del futuro, questa volta è stato il mio cuore a ragionare per me.
Mi si avvicina un piccolo scoiattolo, incomincio a parlare con lui.
“Ehi piccolo…qual è il tuo nome?” bene sono diventata una disperata che parlo con gli animali.
“Si okkay ti chiamerò Bill…ti piace Bill?” tanto che sono uscita scema mi sembra anche che annuisce.
Bene gli piace il nome Bill.
“Sai Bill, oggi doveva essere il mio matrimonio, e sono scappata, amo una persona che non si è neanche degnata di venire alla cerimonia. Si è dimenticato di me” dico lasciando cadere qualche lacrima.
Poggio una mano sul soffice pelo di Bill e mi morde per poi fuggire via.
“Porco Bill” dico mantenendomi la mano e imprecando contro di lui.
Adesso mi sto accorgendo che sono andata in crisi e rido di gusto per come sto passando questo periodo.
Le mie risa rimbombano all’interno di quel bosco che insieme a tutti gli altri rumori, esce fuori una melodia orecchiabile.
Dopo altro puro rilassamento, decido di prendere la strada del ritorno, andare a casa, fare le valigie e partire per non so dove.
 
 
Justin’s pov
Entro velocemente in chiesa e sembra essere finita. Non c’è più nessuno, soltanto uno che spazza tra le varie panche.
Mi siedo disperato su di una panca, e mi immagino la sua reazione quando non mi ha visto, quando ha detto quel fatidico “SI”,
e dopo quando hanno tutti buttato il riso sugli sposi.
Mi prendo la testa fra le mani e vorrei tornare indietro nel tempo, vorrei non essermi mai addormentato e
così sarei arrivato in tempo per impedire questo matrimonio.
All’improvviso una mano si posa sulla mia spalla, facendomi sobbalzare di colpo.
“Oh Chris sei tu..” dico facendo un sospiro...ehy aspetta un attimo, non dovrebbe essere alla sua cerimonia?
Apro bocca per parlare ma lui mi precede “ So quello che stai pensando e NO…non ci siamo sposati” dice con velo di tristezza nella sua voce.
“Cosa?” dico meravigliato ma anche felice.
“Già, è scappata prima di dire “Si” e adesso non sappiamo dove sia”
“Mi dispiace tanto Chris” ero così felice in cuor mio che un altro po’ e sprizzavo gioia da tutti i pori.
“Avanti Justin so che stai sprizzando gioia, ti si vede da un kilometro di distanza” dice ridendo.
Ma questo tiene i raggi infrarossi che sa tutto quello che sto provando dentro al mio corpo.
“Eh in effetti” dico alzando le spalle.
“Lei ti ama, e di questo ne sono più che sicuro, quindi cosa ci fai ancora qui? corri a cercarla e dille che l’ami” alla fine ho seguito il suo consiglio, mi sono alzato, dato una pacca sulla sua spalla e poi ho corso. Ancora, la corsa di prima per arrivare in chiesa non mi bastava.
Corro il più veloce e possibile, osservando ogni angolo, ovviamente nei dintorni di casa sua, di quella città.
 
 
 
Brianna’s pov
Okkay, tutto pronto devo solo cambiarmi e partire, il biglietto l’ho ordinato su internet e scavando nei cassetti di papà ho trovato una bella cifra che posso portarmi. Partirò per l’Egitto. Mi ha sempre affascinato, non so forse per le piramidi che contenevano le tombe del faraone o perché c’erano tutti morti.
Ma mi piaceva e questa sarebbe stata la mia luna di miele per essermi sposata con me stessa.
Levo il mio bellissimo vestito da sposa, che non è servito a niente, e indosso dei Jeans, una T-shirt e un cardigan con il mio giubbino di pelle nero.
Sono pronta, prendo la valigia e la carico in macchina.
Destinazione? Aeroporto.






My Space *___*
So perfettamente che il capitolo
è corto ma era per creare 
suspance per l'ultimo
capitolo che sarà
decisamente più lungo auyhauahuh
Cmq ringrazierò tutte nel prossimo capitolo :)
Grazie di seguirmi <3
Giuls

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Capitolo 31
*** Egitto. ***


Egitto














Justin’s pov
Ho cercato dappertutto, sono stanco e per di più mi sono venuti i calli ai piedi.
Mi fermo su una panchina in un parco e incomincio a pensare ai posti che perlustrato da cima a fondo, senza nessuna traccia di lei.
Metto in mostra le dita e ripetermi tutto.
Ho controllato la scuola, quella sono sicuro di averla controllata bene, sono entrata anche nel bagno delle ragazze.
Poi sono andato al teatro, e arrivato lì non mi hanno fatto entrare ma erano sicuri che non ci fosse nessuno al suo interno.
Poi sono andato a casa di qualche sua amica, gli alberghi, ma niente non c’è, come se fosse sparita per magia.
Voglio andare a casa, sdraiarmi sul letto e non pensare a niente…un attimo io non sono andato a casa sua.
Giusto potrebbe essere lì, DEVE essere lì.
Mi alzo di scatto da quella panchina e incomincio a correre, ancora.
Mentre corro penso a come tra un po’ me la ritrovo tra le braccia, stampandole un dolce bacio sulle labbra,
e se invece non fosse neanche lì? Morirei sul colpo.
In breve tempo sono davanti alla sua villetta, e busso incessantemente alla porta aspettando qualcuno che mi venga ad aprire.
“Ciao…tu devi essere Justin” dice, presumo il padre di Brì, aprendomi la porta.
“Si signor James sono io” dico sorridendogli leggermente.
“Se cerchi Brianna non è in casa” uomo che in questo momento ha una camicia orrenda, cosa hai detto?
“Cosa?” domando sperando è tutto una bugia, un sogno e che tra un po’ mi risveglio senza problemi.
“è partita e ho trovato sul suo letto due lettere, una per me e una per te” dice porgendomi una lettera di un colore bianco antico, sulla quale c’è scritto in rosso il mio nome.
“Grazie” sussurro prendendola e avviarmi tenendo lo sguardo su quel pezzo di carta.
Spero contenga delle informazioni utili, dicendomi di andare a prenderla dovunque essa sia.
Prenderla per la mano e condurla verso una vita migliore.
Apro la lettera ed incomincio a leggere
“ Caro Justin,
sono Brianna, se non l’avessi capito. Comunque non sei venuto al mio matrimonio eppure sapevo con certezza che eri qui.
Se devo essere sincera ci sono rimasta male quando non ti ho visto seduto tra quelle persone,
pronto a sorridermi incoraggiandomi e sussurrandomi di star facendo la cosa giusta.
Io avrei anche voluto che ti alzassi e fermassi questo matrimonio, ma sai alla fine non mi sono sposata,
troppo innamorata di un ragazzo che ora si sarà dimenticato di me. Si senza giri di parole, penso sia tu quel ragazzo.
Passando al dunque, quando starai leggendo questa lettera io sarò già lontana, non cercarmi e cerca la Gomez che siete davvero una bella coppia,
io non valgo niente e cavolo sei famoso, io non credo di essere pronta per quel mondo. Adesso devo andare, altrimenti perdo l’aereo. Ti amo.
Con tutto l’amore che ti posso dare, Brianna”

Sento qualcosa, fa male, sta cadendo in mille pezzi. Penso sia il mio cuore che non è riuscito a sopportare tutto ciò.
Adesso che se ne è andata mi sento perso, vuoto. Avevo tutti i programmi pronti e lei che fa? parte?
e non so nemmeno per dove, e dice anche di non cercarla.
Ma io sono testardo e ribusso alla porta di casa sua.
“Cosa dice la vostra lettera?” chiedo appena il signor James mi apre.
“Non posso dirtelo, c’è scritto esplicitamente di non dirlo a Justin” cazzo, aveva pensato proprio a tutto.
“La prego signor James, lei non è mai stato innamorato a tal punto di inseguirla fin in capo al mondo?” lei caccia quel me che neanche io sapessi la sua esistenza.
“Justin io vorrei ma…” lo interrompo, deve capire che sua figlia, per me, è davvero importante
“ Mi dispiace interromperla ma io amo sua figlia, ero venuto qua con l’intenzione di fermare il matrimonio
ma qualcosa è andato storto e non sono arrivato in tempo alla parrocchia,
ma deve credermi se non me lo dice lei la cercherò per tutta la vita,
finché non l’avrò trovata”
prendo fiato e chiudendo gli occhi spero me lo dica, così posso partire subito e raggiungerla ovunque lei sia.
“è in Egitto, e ti prego, rendila felice figliolo” annuisco e poi corro verso l’aeroporto, per prendere il mio Jet privato e volare verso l’Egitto.
Cazzo però che fantasia, l’Egitto in mezzo alle mummie? e se si svegliano?
 
 
Tante ore più tardi Brianna's pov
Sono finalmente in Egitto, solo che è buio pesto ancora e non si riesce a vedere niente.
Ci sono però dei ragazzi che ci aiutano con le valige, i quali hanno delle torce in mano.
Inizio a sventolarmi la mano vicino al viso, qui fa molto caldo.
Prendo le mie valige e salgo su un autobus che mi porterà in paese, in un Hotel presumo.
Sull’autobus siamo in molti e con tutta quest’area focosa, siamo tutti appiccicati, come se la mia carne si fondesse tutt’uno con la carne del mio vicino.
Una sensazione orrenda.
Senza neanche accorgermene siamo già in paese e nonostante sia quasi l’alba, ci sono già delle persone che corrono avanti
e indietro sbrigando le loro faccende. Ed io che adesso andavo a dormire.
L’autobus si ferma davanti ad un edificio mal ridotto, come se potesse cadere da un momento all’altro.
Faccio un verso di disgusto per poi prendere velocemente le mie valigie e dirigermi in quell’edificio.
Mi avvicino a quella che dovrebbe essere una reception.
“Ehm salve vorrei una camera” dico cercando di attirare l’attenzione di uno.
“Eh? Si scusi io non comprendere bene vostra lingua” bene adesso mi tocca parlare lentamente.
“Io cercare una camera dove dormire” se non capisce gli sbatto la valigia in faccia.
“Si adesso io capire, tenga e buona notte” dice porgendomi una chiave.
Mi ha dato le chiavi della camera 103. Mi affretto a salire le scale e cavolo qui non hanno nemmeno un ascensore, queste valigie sono anche pesanti.
Quando poi sono giunta a destinazione, inizio la ricerca della mia camera, quando poi scopro che si trova al piano di sotto.
Sbuffo e con fatica scendo di nuovo le scale.
Ed eccola lì, la luce dei mie occhi, la mia salvezza: la stanza 103.
Mi affretto ad aprirla e a fiondarmici dentro.
Solo che rimango sullo stipite della porta osservandola: è una TOPAIA.
C’è un letto, una scrivania e non ci sono neanche le mura che separa il bagno dalla stanza da letto. Mi sento fuori luogo.
Chiudo la porta lentamente e per poco non se ne cade. Appoggio la valigia sul letto, per poi distendermi io.
Mi ritrovo praticamente a terra, si è rotto il letto. Era fracito oppure io sono ingrassata?
Faccio fatica ad alzarmi e quando sono in piedi vado verso il gabinetto per fare pipì.
Sto per abbassarmi i pantaloni, ma me li rialzo subito notando un anziano signore, alquanto perverso,
buttare l’occhio nella mia camera attraverso la finestra.
La vado a correre subito e decido di dormire comunque su quel letto.
 
 
Justin’s pov
Sono in volo per l’Egitto e non pensavo ci mettessimo così tanto tempo, ho dormito,
non sto come quando dormo per tutta la giornata ma mi sento in forma e molto eccitato.
Avrei ri-incontrato Brianna e al solo pensiero mi vengono  le palpitazioni.
E mi viene anche il mal di pancia, no quello penso che sia perché devo fare pipì.
Mi alzo per andare in bagno e in men che non si dica mi ritrovo con la faccia sul pavimento.
“Ahi…” dico con la voce soffocata dal pavimento.
“Scusa capo, ci sono delle turbolenze” turbolenze un corno, adesso morivo.
Mi rialzo e questa volta riesco ad arrivare al bagno sano e salvo.
Faccio quello che dovevo fare e poi ritorno al mio posto, più rilassato di prima.
Guardo fuori dal finestrino e ormai è già mattina, le nuvole portano una grande tranquillità tanto da
non accorgermi che sono cascato di nuovo nel mondo dei sogni.
 
 
Brianna’s pov
Una luce penetra nella stanza, sono stata per caso venerata Da dio?
Oh no è solo il sole che infastidisce il mio sogno. Stavo sognando Justin.
Impiego un'altra mezz’ora per alzarmi e assicurandomi che nessuno mi guardasse mi spoglio e mi lavo,
entrando in una sotto specie di doccia che ha come tenda una cosa di stoffa.
Prendo l’asciugamano dalla valigia, mi asciugo e mi vesto in fretta.
Questa volta decido di indossare anche un foular sulla testa per non prendere un insolazione per mezzo del sole assassino.
Scendo ed esco fuori da quel’ “Albergo” che non sembra tale ma sembra un bidone della spazzatura.
Oggi voglio andare a vedere le piramidi, quindi penso che mi infiltrerò in qualche gruppo straniero.
Infatti me ne se presenta uno proprio davanti, e senza farmi vedere mi infiltro, sembro catwoman.
Stavo per entrare  nella prima piramide quando qualcosa mi blocca.
“Brianna?”
“Justin!”

Rimango impassibile, mentre tutte le altre persone mi passano di fianco per entrare nella Piramide.
è lui ad avvicinarsi a me, mi abbraccia e mi bacia una guancia.
“Non sei felice di vedermi?” sono felicissima ma non so cosa fare.
Il tuo sorriso mi ha paralizzato ragazzo.
“Sono felicissima” dico ricambiando il sorriso.
“Mi sei mancata” dice avvicinandosi sempre di più al mio viso.
“Anche tu” sono io che finisco per far diminuire quella distanza.
Volevo sentire le sue labbra sulle mie, ero così desiderosa di lui che da un momento all’altro
avrei avuto il coraggio di portarlo in una tomba, liberarla da ciò che c’è al suo interno e starci insieme a Justin.
Il mio soggiorno in Egitto, si rivela un avventura interessante, insieme a Justin Mio.

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Capitolo 32
*** sono felice, per adesso. ***



Sono felice, per adesso.










è passata una settima e adesso stiamo tornando a casa, Justin odiava quell’albergo e poi in Egitto non c’era più niente da vedere.
La settimana è passata veloce, tra scherzi, coccole e carezze.
Justin mi era mancato tantissimo e la notte quasi non abbiamo dormito per raccontarci tutte le avventure senza la presenza dell’uno e dell’altro.
Adesso siamo sul suo aereo diretti ovviamente in Italia, dalla mia famiglia, la quale in questo momento ho tanta paura di incontrare.
Dopo il matrimonio ho lasciato solo una lettera a mio padre e non ho più dato notizie di me.
E poi chissà Chris potrebbe odiarmi e adesso siamo fratellastri e non possiamo non andare d’accordo.
“Brì…” Justin sta sognando e mugugna qualcosa muovendosi leggermente.
Ha detto il mio nome, quanto è carino adesso mi sogna anche.
Gli lascio un bacio sulle labbra e torno al mio posto, e guardo fuori dalla finestra le nuvole che ci passano affianco.
Poi un grande calore confortante mi avvolge i fianchi, e mi sento sollevata, come se mi sentissi a casa.
Mi giro e trovo Justin a un millimetro di distanza dal mio viso.
“Hey principessa” dice sfoggiando uno dei suoi bellissimi sorrisi smaglianti.
Questo ragazzo mi troverà morta al suo fianco un giorno di questi.
Ricambio il sorriso, e volto la testa dalla parte del finestrino.
Lui torna a dormire, mi devo annotare di non fare più un viaggio con Justin, dorme in continuazione.
E secondo i miei calcoli, ci vuole ancora tanto tempo per arrivare in Italia e so anche che è buio. E che tutti dormono.
Senza neanche accorgermene i miei occhi si chiudono lentamente,
per poi chiudersi del tutto e lasciare spazio alla stanchezza che ormai si era impossessata del mio corpo.
 
 
Quando mi risveglio siamo ancora in volo. Mi alzo e vado dal pilota.
“Mi scusi ma quanto manca per l’Italia?” chiedo imbarazzata.
“Ancora un po’ signorina, adesso torni al suo posto” ma io mi scoccio di sedermi e guardare il cretino dormire mentre mi sogna.
Obbedisco comunque al pilota e torno seduta al mio posto.
Justin non è al suo posto. Si sarà alzato, oppure è un sonnambulo e si è buttato giù senza saperlo. Potrebbe essere un ipotesi.
No eccolo che torna, era andato solo in bagno.
“Ma che palle non ho niente da fare” dice per poi prendere uno stuzzichino da dentro a mini frigo.
“Vuoi qualcosa da mangiare?” potrebbe essere che ho fame, devo chiederlo allo stomaco.
“Si” dico avvicinandomi al mini frigo ed estraendo da esso un sandwich.
“Mio dio che schifo” dico dopo aver dato un primo morso.
“Che c’è?” mi chiede Justin notando la mia espressione di disgusto.
“Sembra un sandwich appena tornato dall’Antartide” dico continuando a mangiare cercando di sopprimere il gusto orrendo.
“Cosa vuoi di più dalla vita?” oh si avrei fatto la mia battuta del secolo.
“Un Lucano” dico scoppiando a ridere e coinvolgendo anche Justin.
“questa era squallida” dice prendendo dell’acqua.
“Si ma intanto hai riso” dico con un espressione da saputella sul volto.
Poi mi viene in mente una buffa idea da fare su Justin. Mi ricordo quando mia nonna,
quando bevevo l’acqua faceva dei versi strani ed io di conseguenza sputavo tutta l’acqua che avevo appena bevuto.
“Glu gluuuu” dico guardando Justin.
Il quale ride e l’acqua invece di finire sul pavimento finisce dritta sulla mia faccia.
“Mi hai fatto sputare tutta l’acqua” e menomale che hai ventidue anni caro.
“Si ed io mi devo muovere per asciugarmi la faccia” non siamo tanto diversi, io sono rimasta quella di sempre.
Che si annoia di sprecare energia per un eventuale azione che non potrebbe servire a niente.
Justin invece durante il percorso della sua vita, è cambiato e non poco. Ma sono riuscita ad accettarlo,
perché amore significa accettare ogni minimo difetto, pregio di quella persona che sai è quella che vorresti al tuo fianco tutta la vita.
“Tieni…” dice lanciandomi in fazzoletto.
Lo accetto e mi asciugo la faccia ormai asciutta da tutta l’acqua e la saliva mischiata ad essa.
Dopo di che mi siedo sulla mia poltroncina e mi godo quegli ultimi attimi di puro relax.
“Stiamo atterrando, allacciare le cinture di sicurezza” Okkay come non detto.
Allaccio la cintura e si, siamo tornati in Italia.
Le mani incominciano a sudare, ho l’ansia e a stento riesco a respirare.
“Per stanotte andremo in albergo, e poi domani andremo da tuo padre okkay?” mi chiede Justin, ovviamente aspettando una risposta.
Sono troppo concentrata su cosa potrei usare come scusa per la mia scappatoia che non mi accorgo
neanche che l’amore della mia vita al mio fianco sta parlando.
 “Brì?” mi chiama Justin toccando leggermente la spalla.
“Eh?” chiedo scuotendo la testa come per riprendermi dal mio stato di standby.
“Ma cos’hai? non sei sulla Terra” no infatti  gli alieni mi hanno rapito e portato su Marte, dove c’è ottima possibilità di vita.
“no scusa ho seguito tutto quello che hai detto” si come no…ho sentito solo un forte “bla bla bla” che usciva dalla sua bocca.
“ ah si e cosa ho detto?” cazzo, sono nella merda.
“Ehm…vabbè okkay ero assente”
“se lo dicevi prima non ti mangiavo amore” amore? mi ha chiamato amore? okkay adesso posso morire felice.
“Come mi hai chiamato?” voglio sentirmelo ridire.
Quelle parole dalla sua bocca risulta una parola melodica e romantica e sensuale e…SEXY.
“A-amore…scusa se era troppo presto io..” ma che minchia dice questo ragazzo? troppo presto io lo amo da quando i suoi occhi hanno incontrato i miei per la prima volta e sono una sua fan da quando la sua voce a penetrato il mio cuore curando tutte le ferite precedenti.
“Oh ma sciocchino zitto e baciami” non so come ho avuto la forza di dirlo ma mi è piaciuta la mia convinzione nel tono di voce.
Lui prende di scatto il mio viso, anche se un po’ scomodi per mezzo delle cinture, mi bacia con foga. Come non aveva mai fatto prima d’ora.
Come se le sue labbra fossero vogliose delle mie e che le mie fossero vogliose delle sue tanto da attirarsi come delle calamite.
La differenza da due calamite e le nostre labbra è che quest’ultime sono innamorate.
Dopo il bacio ci stacchiamo e ci guardiamo sorridendo. I sorrisi più sinceri che abbia mai visto.
“Signor Bieber siamo atterrati” dice il pilota venutoci a disturbare durante il nostro momento amoroso.
Ci alziamo prendiamo le valigie e in una Range Rover nera ci dirigiamo verso un Hotel, dove poi posso dormire  e rilassarmi tra le braccia di Justin.
 
La mattina seguente mi sveglio con un bellissimo odore di cornetto caldo e latte al cioccolato che
invade le mie narici e di colpo il mio stomaco inizia a brontolare.
“Ti ho ordinato la colazione” dice Justin portandola sulle mie gambe.
“Buongiorno principessa” dice per poi darmi un leggero bacio sulle labbra.
“Buongiorno anche a te mio principe azzurro” alcune volte sono così romantica che faccio invidia allo zucchero filato.
Prendo il mio cornetto e senza aspettare nessuno lo immergo nel latte e lo mangio. Si faccio schifo quando mangio.
“Sai una cosa? principe azzurro non mi piace” a questo all’improvviso gli vengono queste sparate.
“Allora ti chiamo…mhm fammi pensare” di prima mattina mi vuole pure far pensare.
“Amore ma tu la mattina spari solo cazzate” dice più a se che a me.
Anche se è vero mi devo autoconvincere che non è vero.
“Ti chiamerò Pisello” si mi piace, ha un non so che di simpatico.
“Pisello? io l ho detto che tu non devi mangiare zuccheri” ehi ma io sono normalissima.
Gli faccio una risata che incomba in tutta la stanza per poi alzarmi ed andare in bagno a farmi una bella doccia, in una di quelle vere però.
Dopo esserci lavati, vestiti e insomma pronti per uscire, prendiamo la sua Range Rover e ci dirigiamo verso casa mia.
Per tutto il tragitto ascoltiamo della musica ma niente di che, c’è troppa tensione fra di noi.
“Eccoci arrivati” dice parcheggiando proprio davanti al cancelletto.
“Mi accompagni vero?”
“Io starò al tuo fianco, dai su andiamo” dice stringendomi la mano.
Ma quanto è cucciolo questo ragazzo, lo amo ogni giorno di più.
Scendiamo dall’auto e poi arrivati di fronte la porta, mi blocco e non riesco a suonare, infatti lo fa Justin per me.
Ad aprirci è proprio Chris.
“Brianna…” questa volta spalanca la bocca.
“Chris ciao…possiamo entrare?” ovvio è casa mia.
“Rimane sempre casa tua, quindi prego” dice facendoci spazio per entrare.
Justin va fuori in giardino e rimaniamo io e Chris in soggiorno da soli.
“Senti Chris io volevo scusarmi per quello che è successo non so quello che mi è preso ma penso di non averti mai amato” dico tutto d’un fiato, spero solo abbia capito perché non penso di riuscire a ripeterlo di nuovo.
“Ho fatto tutto troppo di fretta dovrei scusarmi io con te, e poi non sarei mai riuscito a cancellare dalla tua mente Justin, il vostro è un amore troppo forte per essere slegato” dice facendo un lieve sorriso.
Mi viene d’istinto di abbracciarlo e in questo momento ho proprio bisogno di un fratello visto l’assenza completa di amici.
“Mi hai perdonato?” dico poi staccandomi.
“No...ma sei sulla buona strada” dice facendo un suo sorriso.
Poi rimaniamo a parlare ancora un po’ coinvolgendo nelle nostre discussioni anche Justin.
Ho chiarito con Chris, devo chiarire con papà, non mi manca niente sono felice, per adesso.

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Capitolo 33
*** Epilogo. ***


                                                  Epilogo.



Alla fine è andato tutto per il verso giusto. Questa mia vita è finita bene,
cioè non è ancora finita però sto vivendo i giorni più belli della mia vita.
Ho chiarito con papà, anche se sono avvenuti degli inconvenienti, è andato tutto per il verso giusto.
Sono incinta, già…io e Justin l’abbiamo fatto per la prima volta in un auto sotto le luci delle luna.
Una cosa spettacolare, il momento più bello della mia fottutissima vita.
In questo momento sono nel meglio dei preparativi per le nozze,
si perché quando sono andata dalla ginecologa e ho scoperto di essere incinta,
Justin mi ha proposto il matrimonio, e tra meno di un mese ci sposeremo e potrò finalmente averlo tutto per me,
come ho sempre desiderato il primo giorno che l’ho incontrato.
Vi starete chiedendo, che fine ha fatto Brenda, quella mia amica Belieber che mi ha fottuto il ragazzo,
dicendomi una marea di bugie nonostante io la volessi bene? Abbiamo fatto pace, dovevo,
è incinta del mio fratellastro e purtroppo adesso è mia cognata, quindi…
Tornando a noi, ho stretto un buon rapporto con mio padre,
ciò che non avevo mai avuto per tutta la mia vita, e solo adesso sembra uscire dal suo carattere,
la figura paterna che ho sempre desiderato.
Sembrava che tutti i mie sogni si stavano esaudendo tutti, anche se un po’ alla volta,
ed estremamente in ritardo. Ma l’importante è che non ho mai smesso di crederci,
perché tutto prima o poi ha un suo lieto fine, anche se nella storia ci sono stati cambiamenti caratteriali di persone,
non siamo tutti uguali perché tutti possono cambiare, chi ovviamente in meglio, oppure in peggio.
Ma l’unica cosa che non è mai cambiata, è il mio amore che provo verso Justin, e che lui prova verso di me.
Avevo la nonna al mio fianco, papà, la mia matrigna che stavo imparando a volere bene giorno per giorno
, avevo tutti a sostenermi…tutti quelli che possono cambiare.



My Space *___*
Salve a tuttiiii....si è da un pò che non aggiornavo
ma volevo dirvi ke la storia è finita e
se volete dare un occhiata a questa storia che è
sempre la mia, mi farebbe piacere, (
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=918258&i=1)
Anche se sta per finire anche questa, ma comunque vorrei ringraziare
tutte quelle che mi hanno seguito, sostenuto, messa nelle preferite
ricordato e chi c'è sempre stato nel recensire, grazie.
Alla prossima <3
Giuls.

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