La ragazza dagli occhi di ghiaccio.

di Silvis
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


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Anche l’ultimo giorno d’autunno era giunto,i primi venticelli freschi davano l’avviso che il gelo e il ghiaccio stavano arrivando: l’inverno era alle porte.
La cittadina chiamata Hudson era ormai avvolta dal freddo,le foglie degli alberi non intasavano più le strade della città e non si accumulavano più tutte insieme,ormai quelle foglie,stropicciate e con differenti colori sfumati,viaggiavano per tutti i posti,governate dai venti che soffiavano la direzione di dove dovevano andare.
Gli abitanti di quel piccolo paese potevano intravedere dai loro palazzi e dalle finestre più alte che le foglie formavano una specie di danza,si muovevano a ritmo e vorticavano su se stesse più volte,formando dei cerchi,come se fossero un mulino a vento.
Il vento che le faceva spostare soffiava con rabbia,spingendo alcune piccole foglioline ad abbandonare le loro compagne,spingendole così lontane,in cerca di un altro gruppo con cui poter danzare.
Tutti le persone temevano l’inverno,preferivano le stagioni calde,come la primavera e l’estate.
A dire il vero non amavano neppure l’autunno,per loro significava stare chiusi in casa con quattro o cinque coperte di lana addosso. La gente di Hudson era molto unita,preferiva uscire e incontrarsi con compagni di scuola per fare i compiti,per giocare,per andare a comprare vestiti,per andare a prendere un caffè,e per ogni azione,stare insieme,sempre. L’unità di quel paese era strana,tutti conoscevano tutti,nessuno veniva mai escluso,nessuno aveva paura di nessun altro,si gradiva la compagnia più di qualunque altra cosa.
Ma siamo sicuri che tutti erano graditi? Siamo certi che tutte le persone stavano con le altre senza provare sentimenti come il disgusto,l’odio,l’invidia,la paura?Era tutto vero oppure le persone volevano soltanto apparire accoglienti agli occhi degli altri?
Ai confini della città viveva una ragazza,si era trasferita da solo una settimana lì,il suo nome era Crystal,tutti fingevano di non conoscerla,gli abitanti pronunciavano il suo nome con disprezzo e non ci fu neanche una persona che l’accolse come accoglieva tutte le altre: era odiata da tutti.
Che cosa avrà mai fatto questa poveretta?
Quando questa ragazza passava per le strade e s’incamminava verso un luogo,tutti gli abitanti si fermavano. Erano come immobilizzati,restavano fermi,bloccando ogni attività che stavano svolgendo,non osavano muovere un muscolo,solamente gli occhi riuscivano a spostarsi per seguirla e per essere pronti a dare il “via!” a tutti i muscoli del corpo,per ricominciare così ad occuparsi di quello che stavano facendo prima.
Quella ragazza era come un’ondata di veleno,appena passava,tutte le persone attorno facevano fatica a respirare.
Quando appariva sulla collinetta più lontana tutti si dileguavano,nessuno voleva avere uno scontro faccia a faccia con lei perché nessuno voleva mettere in pericolo la propria vita.
Che strani fatti.
Girava voce che quella ragazza aveva degli occhi strani,come se avesse delle lastre di ghiaccio al posto loro,erano trasparenti come l’acqua e profondi e penetranti come nessun altra cosa.
Sembrava che emanavano gelo.
Chissà,magari era proprio lei che produceva venti e correnti,magari con un soffio,magari con un battito di ciglia. L’avevano soprannominata “La spaventosa ragazza dagli occhi di ghiaccio”.
Ed ecco qui il problema:Crystal aveva sedici anni,non poteva abbandonare ancora la scuola,sulle leggi c’era scritto che la scuola doveva essere frequentata fino all’età maggiorenne,ovvero i 18 anni compiuti”.Chissà,magari il sindaco di Hudson avrebbe cambiato le leggi,proprio per lei.
I ragazzi e le ragazze della scuola di Hudson erano pronti a ricevere questo strano “essere”?
Fatti strani successero da quando Crystal varcò l’ingresso della scuola del paese,l’istituto scientifico chiamato Barnett.

-Spazio per l'autrice-
Ciao ragazzi,questa è la mia prima storia! Amo scrivere fin da quando ero una bambina e così ho portato avanti questa passione. Spero che leggendo possiate immaginarvi la scena come se fosse reale,come se stesse vedendo un meraviglioso film.
Mi piacerebbe ricevere dei pareri sia critici,consigli,pensieri positivi ect.
Vi saluto, ciao :33

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


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Ed eccola lì che camminava davanti a tutti senza vergogna,senza un minimo di interesse nei confronti di nessuno,percorreva il corridoio che portava all’aula di inglese senza preoccuparsi di niente,era come se non notasse che più di duecento studenti la stavano fissando inclinando la testa.
Il rumore dei passi echeggiava nell’enorme corridoio,i suoi stivali di pelle marroni rimbombavano provocando un rumore assordante.
Era vestita con una minigonna rosa,con due tasche dietro che luccicavano provocando riflessi nei corridoi,la maglietta che indossava era piena di scritte,nessuno provò a decifrarle perché probabilmente non avevano significato,magari erano solamente delle parole della sua lingua,proveniente dal suo mondo,una lingua non ancora conosciuta nel mondo. Era molto magra,alcuni studenti giurarono che si potevano intravedere le sue piccole ossicine. Alta naturalmente,poteva superare alcuni ragazzi della terza superiore. Quei vestiti le donavano,sembravano fatti apposta per lei,come i vestiti appartenenti ad una Barbie.
Alcuni studenti la guardavano male perché avevano avuto modo di conoscerla per le voci della cittadina,altri la squadravano semplicemente per il fatto che era inverno,e lei era vestita così,come se fosse primavera,o meglio,estate piena.
Indossavano tutti giacconi pesanti allacciati fino alla fine del collo,all’interno contenevano pelo oppure erano giubbotti imbottiti,jeans lunghi fino a sotto le caviglie,quasi che ricoprivano tutta la pianta del piede. Le scarpe erano stivaletti o scarpe da tennis normali,però invernali.
C’era chi scappava da lei,chi veniva percosso da un brivido gelido fin sopra la schiena a causa del suo abbigliamento,e chi la guardava con curiosità.
Sfrecciò per tutto il corridoio,come se stesse facendo una sfilata di moda e raccolse molti sguardi.
Quando arrivò a destinazione era ormai in ritardo,aveva perso troppo tempo a gironzolare per i corridoi,magari doveva ancora ambientarsi nella nuova scuola,d'altronde era solamente la sua prima settimana.
Era sulla soglia della porta dell’aula di inglese,quando tutti si girarono verso di lei,professore compreso,e la guardarono impauriti.
I suoi occhi soprannominati “occhi di ghiaccio” avevano iniziato a scintillare,il sole era sparito e incominciava a subentrare un vento gelido all’interno della classe,cogliendo inaspettatamente i giovani studenti seduti sulle proprie seggioline.
Il venticello che aveva appena invaso l’aula non era un’aria rinfrescante,tutto il contrario: ti perforava i polmoni,penetrava dentro l’anima e se si scontrava troppo velocemente o era troppo arrabbiato,te la lacerava completamente.
Accadde tutto questo nel giro di pochi secondi,e quando lei ormai si era seduta,tutto ritornò a procedere con lo stesso ritmo di prima.
Alcuni ragazzi si voltavano ogni tanto a fissarla: era molto bella.
Oltre al suo abbigliamento bizzarro -che aveva raggruppato molti commenti- il suo viso era di una bellezza magnifica,sembrava una fotomodella russa.
Aveva dei capelli biondi,quasi splendevano,erano quasi dello stesso colore dei raggi di sole in estate,le sopracciglia erano dello stessa tonalità dei capelli,solo un pochino più scure,i suoi denti luccicavano come se fossero stelle in una notte buia,come se fossero dei diamanti,le sue guancie erano pallide come il latte ed erano sempre fredde,e poi,c’erano i suoi occhi.
Quegli occhi erano di un blu cobalto acceso,sembravano l’oceano,un mare aperto,acqua,ghiaccio.
Sì è vero,ricordavano a tutti il ghiaccio,e avevano ragione ad avere paura: se guardavi dentro le sue pupille venivi come immobilizzato,erano troppo belli,ti penetravano dentro in profondità,splendevano come il sole,era come se potessero leggere l’anima.
Dopo un’ora e quindici minuti la lezione era finita,tutti gli studenti uscirono dall’alula d’inglese e cominciarono ad incamminarsi verso altre aule. Molti studenti il lunedì mattina avevano tecnologia oppure scienze matematiche,subito dopo lingua,altri,come Crystal,invece procedevano a passo lento verso le aule di educazione artistica e l’aula di scienze. Quell’aula era la preferita di Crystal,era come se riuscisse a mantenere una totale concentrazione per tutti gli esperimenti che si svolgevano dentro quei muri,le piaceva sezionare una rana come vedere nel microscopio le piccole particelle delle cellule,adorava l’elettricità e il magnetismo ed era molto curiosa di scoprire la composizione del corpo umano. Quest’ultimo argomento le interessava parecchio,come se non fosse a conoscenza di nulla,sembrava tutto nuovo a lei, e non faticava ad acquisire argomenti di studio.
Sì,era molto brava a scuola,prendeva bellissimi voti,a volte superiori agli otto.
Alle lezioni di scienze arrivava sempre in orario,non osava perdersi neanche un minuto della dettagliata spiegazione del professore Rufus. Quel giorno un ragazzo arrivò in ritardo,e per sua grande (s)fortuna dovette sedersi accanto a lei,per la mancanza di posti.
<< Seth,sei di nuovo in ritardo! >> ululò il professor Rufus.
<< Mi scusi professore,c’era traffico nel corridoio! >> rispose con una battuta Seth.
Risero tutti. Tranne Crystal.
<< Niente scuse. Vorrei incominciare parlando delle verifiche della settimana scorsa. >> A questa frase tutti abbassarono le loro testoline e si misero le mani nei capelli. Una ragazza fece un piccolo urlo,che però rimbombò nell’aula e così subito lei si tappò la bocca con la sua manina.
Le unghie erano tutte colorate di una tonalità simile al blu zaffiro,erano molto lunghe e davano l’impressione di essere forti e taglienti. Il suo viso era molto bello: aveva dei capelli color biondo cenere che risaltavano gli occhi verdi smeraldo. Le sue guance sembravano molto soffici,aveva il mento arrotondato un po’ e un nasino rosso come un pomodoro che accompagnava le lentiggini che ricoprivano tutta la faccia.
Il professore si rimise a parlare,ora rivolto ad quella ragazza che sembrava tanto una bambina di otto anni: << Sì Angela,fai bene ad urlare. Devo dire che mi aspettavo che andassero male,ma non così tanto. Ragazzi,io ci spendo le ore a spiegarvi,va bene che siamo tutti stanchi,è inverno,mette tristezza a tutti questa stagione-a questo punto fece uno sguardo rivolto a Crystal che esaltava la sua mini gonna rosa fosforescente- però non accetto che dopo tutte le mie spiegazioni soltanto una persona sia riuscita a prendere più di un misero sei. Questa persona è Crystal. Anche se è arrivata in città solo lunedì scorso e ha incominciato la scuola mercoledì,durante le mie lezioni ha preso appunti e ha anche seguito con molta attenzione ogni singola spiegazione. Ci sono molti quattro,molti tre e mezzo e anche molti due ad essere sincero,ecco Tyler,distribuisci i fogli per cortesia >>. Pose la cartelletta verde che conteneva i fogli delle verifiche,e Tyler incominciò a distribuire: quel giorno molti genitori avrebbero schiaffeggiato le facce dei loro figli.
Era vero: Crystal aveva preso più di sei,aveva svolto il compito con molta concentrazione ed era riuscita a raggiungere l’otto pieno.
Finita anche la lezione di scienze,dopo che Rufus spiegò le leggi della Genetica e Mendel tutti gli studenti passavano accanto a lei,invidiandola solamente per quel voto e odiandola perché la voce che diceva che non era normale si stava allargando,come una gigantesca macchia di olio sul pantalone,in tutta la scuola.


-Spazio per l'autrice-
Ciao ragazzi! Recensite per favore,mi piacerebbe sapere i vostri pareri :)

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


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Quel lunedì mattina passò velocemente,anche perché all’ultima ora c’era educazione fisica,con il professore Sammon. La ragazza era brava negli sport,soprattutto nella pallavolo,quando si lanciava a terra per cercare di afferrare la palla ormai ritenuta perduta e la prendeva,le sue compagne di squadra e anche le avversarie la guardavano allibite.
Il martedì arrivò e quel giorno si registrarono bassissime temperature: il gelo era così forte che la temperatura era sotto gli zero gradi.
Gli studenti camminavano nei corridoi inzuppando tutte le piastrelle marroni di ghiaccio, i fidanzati si tenevano per mano e si abbracciavano fortemente,cercando di riscaldarsi con un solo abbraccio.
Le persone rabbrividivano vedendo l’abbigliamento di Crystal ancora una volta sbagliato : portava degli short con brillantini luccicanti sulle tasche finte,una magliettina giallo acceso con un cuore tutto pieno di scrutte, portava delle scarpe di tela nere.
Anche quel giorno era riuscita a catturare sguardi interrogativi,sguardi colmi di odio e sguardi dubbiosi.
Alla prima ora Crystal aveva arte,materia molto leggera,dove si poteva sbizzarrire con pennelli,pastelli,pennarelli,acquarelli e tempere. La professoressa Joselline era stata molto chiara : << Disegnate quello che volete. Cioè,nel senso,disegnate quello che vi sentite vostro,un vostro desiderio,rispolverate il cassetto dove tenete nascosti i vostri sogni e estraetene uno a vostra scelta,rappresentatelo su un foglio bianco della dimensione grande,e..lo voglio consegnato e finito..vero Michael? –guardò un ragazzo biondo con gli occhiali grandi come due palloncini-..entro questo giovedì. Buon lavoro ragazzi. >>
Dopo quelle parole i ragazzi presenti nell’aula d’artistica cominciarono a fare un bozzetto del disegno che poi sarebbe stato fatto sul foglio di bella. Alcuni chiudevano gli occhi per concentrarsi meglio sulla cosa\oggetto\paesaggio che volevano trasmettere all’insegnante. Il disegno di Crystal rappresentò un paesaggio completamente invernale,con alberi colmi di neve ghiacciata e le strade intasate dalle macchine che mostravano luci e colori,insieme alle loro ombre e quelle dei lampioni su lato destro della grande strada.
Era sicura di poter raggiungere anche il nove per quel capolavoro,i suoi compagni passavano accanto a lei meravigliati,chiedendosi perché sapesse fare tutto e lasciandosi scappare qualche piccola smorfia d’invidia.
La sua soffice mano tocco il pennello più piccolo che avesse mai visto,con la piccola punta rigida,infilzò il colore nero che era disposto su un piattino di plastica rossa,spostò la mano delicatamente, e fece congiungere il colore nero con il disegno,segnò le ombre mancanti delle automobili in fila,fece qualche ripasso dei tronchi degli alberi e scrisse il suo nome con la sua bella calligrafia,nell’angolo in basso a destra : Crystal .
***
<< Scusa! O mamma mia,scusa! Scusami! >> .
Ecco il danno.
Tutti i compagni si girarono verso di lei e il ragazzo “combina guai”.
<< Ma ti pare che tutti si girano solo ed esclusivamente per lei! >> Disse una ragazza dal nome Lauren alla sua amica Mafalda.
<< Allora trova un modo per attirare l’attenzione su di te >>.
Tutti guardarono Crystal allibiti,come se avesse appena compiuto un omicidio davanti a venticinque testimoni.
Aveva la magliettina gialla con i brillantini tutta sporca di tempera rosa,i pantaloni con gocce di tonalità di giallo e le mani ricoperte dalla tempera rossa.
Il suo amato disegno era ormai rovinato da tutte le tempere che ci aveva rovesciato sopra il ragazzo di nome Seth,(quello che il giorno prima era arrivato in ritardo a lezioni di scienze), la grande strada non si vedeva più,non c’erano più tonalità fredde: bianco,nero,grigio e varianti, ora era come se avesse preso il sopravvento l’estate,la primavera,infatti,il disegno emanava felicità e gioia perché era ricoperto di tonalità di giallo,rosso e rosa. Lo prese in mano,piegandolo alle due estremità e attraversò l’aula,sempre con gli occhi di tutti addosso; quando arrivò alla porta si girò verso Seth e con la più totale calma disse : << Non importa >>.
Gli sguardi erano puntati da Seth a Crystal,da Crystal a Seth.
Poi lei scomparve dietro la porta e tutti ripresero a fare quel che stavano svolgendo pochi minuti prima.
Seth rimase paralizzato ancora per pochi secondi,probabilmente stava ripensando all’accaduto incolpandosi per tutto quel pasticcio,riteneva anche lui che quel disegno era uno dei migliori.
Con l’aria di una persona colpevole si afflosciò alla sedia affianco a quella di Crystal e cominciò a pulire il tavolo,sporcandosi le dita,il medio l’indice e il mignolo,con la tempera rossa ancora fresca. Po ci passò sopra tutti i polpastrelli e così anche tutta la mano destra,cominciò a comporre una serie di cerchi nel tavolo,dopo ci mise anche l’altra e poi,prendendo la tempera gialla disposta al bordo del tavolo,mischiò le due mani fino a formare l’arancione. In conseguenza ci aggiunse il bianco,e schiarì quell’arancione che sembrava più scuro della buccia di un melograno.
<< Seth! Diamine ! Che cosa stai combinando?! >>
La voce della professoressa Joselline risuonò come un grido d’ira nell’aula e tutti subito si rigirarono verso il ragazzo.
<< Professoressa,sto facendo quello che ha chiesto un’ora fa. >> disse Seth nella più totale tranquillità,mentre girava attorno al tavolo con lo sguardo fisso nell’immenso colore.
Aveva aggiunto l’azzurro ai lati del tavolo,sembrava volesse rappresentare il disegno di Crystal: colori freddi,mischiati poi con quelli caldi,il risultato era inverno-estate-primavera.
“E’ veramente uno spettacolo!” pensò il ragazzo tra sé.
<< Seth! Non dire sciocchezze! Dopo qui dovrà venire un’altra classe! Non ci siete solamente voi! Ma guarda qui! Io vado a prendere un caffè e quando torno che mi ritrovo!? Che mi ritrovo?! Seth Davies pulisci subito o ti mando dal preside! >> Urlò la professoressa Joselline.
<< Professoressa, si calmi ! Posso..!>> Iniziò ad urlare anche Seth.
<< Niente scuse! Pulisci! >> gli passò una piccola spugna verde acqua .
Seth la prese al volo,fece gocciolare la spugnetta per un po’ di secondi,poi vedendo l’ira negli occhi della professoressa,iniziò a distruggere quello che aveva creato poco prima.
Ora l’acqua aveva rovinato tutto,i colori freddi si mischiavano insieme a quelli caldi e non si vedeva più la primavera. Era diventato tutto grigio.
La porta si aprì ancora e i compagni furono costretti a voltarsi per la terza volta.
<< Oh! Signorina Thompson! Adesso lei mi spiega perché è uscita dalla classe senza il mio permesso! >> Urlò ancora la Joselline perdendo completamente il controllo delle sue emozioni.
<< Mi scusi professoressa,dovevo lavarmi i vestiti,mani e faccia! >> Disse Crystal con un po’ d’ironia.
Alcuni ragazzi scoppiarono a ridere.
<< Anche te con le scuse ! Basta,andate in presidenza! ORA! >> ululò ancora la professoressa.
Crystal girò i tacchi e si mise a camminare nel corridoio deserto, Seth rimase indietro per supplicare la Joselline: se avrebbe preso un’altra nota o fosse mandato ancora dal preside i suoi genitori gli avrebbero tolto la macchina.
<< Niente scuse ho detto! Vai in presidenza! >>
Niente da fare.
I due ragazzi,insieme,cominciarono ad incamminarsi per andare nell’ufficio del preside.
 
 
 
 
 
 
 
 

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