Doctor's alphabet

di FaithJ
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A. Amico (AmeliaXRory) ***
Capitolo 2: *** B. Bastoncini di pesce e crema (ElevenXAmelia) ***
Capitolo 3: *** C. Casa (HumanTenXRose) ***
Capitolo 4: *** D. Dad (HumanTenXNewCharacter) ***
Capitolo 5: *** E. Earth girl (TenXDonna) ***
Capitolo 6: *** F. Family (ElevenXPonds) ***
Capitolo 7: *** G. Gallifrey (TenXRose) ***
Capitolo 8: *** H. Hug (DoctorXJack) ***
Capitolo 9: *** I. Imagine (WilfredXDonna) ***
Capitolo 10: *** L. Lost (TwelveXClara) ***
Capitolo 11: *** M. Missing (heart) (HumanTenXRose) ***



Capitolo 1
*** A. Amico (AmeliaXRory) ***





Amico.


Piangeva ormai da un'ora, incapace di fermarsi.
Le facevano male gli occhi, la gola, la testa; stringeva forte al petto la causa dei suoi problemi, incapace di lasciare la presa.
Non era la prima volta che le succedeva una cosa del genere, vero, ma faceva sempre male.
Perché dovevano essere tutti così crudeli? Perché era così diversa?
Strinse ancora di più il pupazzo del suo Dottore Stropicciato, mentre un'altra scarica di singhiozzi la travolgeva.
Passò le mani sugli occhi, tentando di rendersi almeno un tantino presentabile, fu allora che lo vide.
Un bel fazzoletto ricamato penzolava davanti ai suoi occhi e, alzando lo sguardo, non potè non notare gli occhi dolci del suo proprietario.
-Ciao-, disse il bambino, - Sei tu quella che chiamano 'la pazza'?-
Amelia non rispose e, con un gesto veloce, gli sfilò il fazzoletto dalla mano.
-Che vuoi?- , chiese brusca, non abituata a tutta quella gentilezza.
Il ragazzino sorrise, mostrando una grande finestrella tra i denti.
-Sono Rory- rispose, allungandole la mano, -Rory Williams-
La testolina di rossa al suo fianco si mosse,- Amelia Pond- disse. 
-Va bene. Allora,  Amelia, perché ti chiamano così? Che hai fatto per meritare di essere tratta in quel modo?- Continuò lui, sedendosi sul muretto accanto a lei.
-Io ho un amico-
-Beh...questa non mi sembra una cosa così grave...-
-Diciamo che...questo mio amico, è un pò particolare.-
Rory scosse la testa, incapace di comprendere quello che la strana ragazzina diceva.
-Lui...ha una macchina del tempo- Continuò Amelia, con un pò di esitazione.
-Una macchina del tempo?-
La rossa annuì. -Un'astronave, che viaggia nel tempo e nello spazio, a forma di cabina telefonica della polizia! E c'è anche una piscina, dentro la bibleoteca!-finì con entusiasmo.
Il bambino annuì, guardandola alquanto stranito.
-E tu...da quanto lo conosci?-
-Sei mesi. Ha detto che sarebbe tornato dopo cinque minuti, ma non l'ha fatto. Lo sto ancora aspettando-
-Ti ha abbandonata!-
-NO! Sta per tornare! E quando lo farà, partirò con lui!-
Rory annuì ancora, sovrappensiero.
-Ecco perché ti chiamano 'la pazza'-
La ragazzina sbruffò, in preda alla rabbia. Stava per prenderla in giro anche lui? Non avrebbe potuto sopportarlo.
-Beh,- disse ancora, - Sembra un tipo figo*-
Amelia si illuminò, guardandolo negli occhi. Non vi leggeva scherno, come in tutti quelli degli altri. Gli occhi di Rory erano chiarissimi, dolci, la stava ascoltando. Le credeva.
-Lui è divertente.-  disse la bimba in un sorriso.
(Sorriso che, a detta di Rory, era davvero una cosa meravigliosa da vedere)
-Sai-, disse, -Dovresti sorridere più spesso-
Amy annuì e, per la prima volta in vita sua, pensò che finalmente aveva trovato qualcuno di cui poteva fidarsi.
Qualcuno che sarebbe rimasto lì, porgendole fazzoletti quando ne avesse bisogno e aspettando con lei il Dottore.
Qualcuno con cui giocare, parlare, confidarsi.Avrebbe potuto vestirlo con abiti stropicciati.
Arebbe continuato ad attendere il Dottore ma, nel frattempo, Rory le avrebbe fatto compagnia. 
Amelia sorrise, aveva trovato un amico.
-Dimmi, Rory...ti piace la crema? E il pesce fritto?-




Sproloqui dell' "autrice"

Oh, salve.
*schiva i pomodori*
No, okay, non è come pensate. Questa non è una singola storia MOLTO brutta v.v
Questa sarà una raccolta di storie MOLTO brutte :DD Così è meglio, no?
Insomma, questa mia idea comprende una storia di Doctor Who per ogni lettera della alfabeto.
Che ne dite? I capitoli saranno vari, legati da nient'altro che, appunto, le lettere.
Quindi questo comprende tutte le stagioni! :D
Non vi fermate a questa terribile shot, andate avanti, prometto che le prossime saranno migliori! :°D
Un bacio Cicce,
Harete imasu













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Capitolo 2
*** B. Bastoncini di pesce e crema (ElevenXAmelia) ***


Bastoncini di pesce e crema.



L'ultima cosa che percepisce sono i suoi occhi umidi sul collo; la fanno rabbrividire.
L'ultima cosa che sente è la sua mano stretta sul fianco in una piccola carezza; non vuole lasciarla andare.
L'ultimo saluto che gli regala è un leggero bacio sulla fronte; non vuole lasciarlo andare.
L'ultima cosa che vede è il sorriso tradito dai suoi occhi tristi; nonostante tutto, fa la cosa più giusta : è felice per lei.
Poi, la porta si chiude e la cabina blu, lentamente, sparisce.
La nostalgia - già presente- le colpisce lo stomaco, la gola, il cuore.
E' sicura che non vedrà mai più niente di un colore così accecante come quel blu intenso che caratterizza il TARDIS.
E' sicura che non incontrerà mai più qualcuno capace di diventare, per lei, quello che è il Dottore è stato. Che è.
E' sicura che non ci sarà mai più quel pizzico di magia che l'uomo pazzo e la sua cabina hanno spruzzato nella sua vita.

Fa un passo indietro, Amy Pond. Williams, Amy Williams.
Fissa il luogo dove, poco fa, era il TARDIS, i fiori e l'erba sono piegati, l'asfalto un pò più scuro, segno indelebile del suo passaggio.
Di nuovo, dolore ovunque.
Il vento le sposta i capelli, e Amelia pensa sia proprio il caso di rientrare. Si avvicina alla porta -blu- di casa sua e sorride tristemente.
Entra senza sapere, di preciso, cosa fare.
La prima stanza è il soggiorno, un corridoio la collega alla piccola cucina.
Lentamente, con indecisione, si avvicina al frigo e lo apre.
Quello che vede la colpisce ancora dritta al cuore: è vuoto tranne che per due scatole, in fondo.
Non ha bisogno di leggere per conoscerne il contenuto. Una singola lacrima le scivola sul viso mentre prepara.
In fondo, pensa che non c'è modo migliore per lasciarlo andare, se non come lo avevo trovato : con una scatola di bastoncini e della crema.
Amy Williams sospira, nella sua nuova cucina.

Il marroncino del pesce è in netto contrasto con il giallo canarino della crema, non hanno per niente una bella faccia.
Ma non ci pensa troppo su, ed intinge il bastoncino nella ciotola, lentamente.
Vorrebbe dirgli di tornare, adesso. Che non vuole restare qui, che vuole stare con lui, la sua vera casa.
Avvicina il cibo alle labbra.
La prima cosa che la colpisce è la dolcezza dell'impasto, poi il tutto prende uno strano sapore di pesce dolciastro.
La cosa buffa è che, ripensandoci, li trova buoni.
Due cose completamente differenti, due opposti che, uniti insieme, formano qualcosa di unico e folle.
Sorride, dopo questo pensiero.
Non è, in fondo, così il Dottore? Unico e folle.

La crema finisce, i bastoncini anche.
Piange ancora Amy Williams, nella sua cucina.
Poche parole si incastrano nella bocca , insieme alla crema, ed escono in un sussurro roco "Goodbye, Raggedy Doctor"




Sproloqui dell' "autrice"


*Compare dal buio*

...Ebbene, si. Sono ancora viva.
Ed è con immenso ritardo che aggiorno questa storia con un pessimo capitolo :|
Voi mi amate comunque, vero? ç_ç
Stavolta non ho neanche centrato molto il tema, ma vabbè, facciamo finta di esserci riusciti!

Comunque, spero di non essere stata OOC, ecc... ec... *w*

*Sparisce di nuovo nel buio*

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Capitolo 3
*** C. Casa (HumanTenXRose) ***


Casa.



"Questa è la vera natura della casa: il luogo della pace; il rifugio, non soltanto da ogni torto, ma anche da ogni paura, dubbio e discordia"




Casa è un profumo familiare.
Casa è dove nascono i ricordi.
Casa è dove non ci si sente soli.
Casa è un abbraccio caldo, una stretta di mano, un sorriso delicato.
Casa è il posto in cui i sogni mettono radici.
Casa è un luogo sicuro.

Casa è dove torni quando non hai altro posto dove andare.
Casa è dove si trova il cuore.


Sei tornato qui, su questo prato fresco, a lasciarti accarezzare dalla brezza leggera.
Il sole sta tramontando e cominci a vedere le prime stelle, lassù. 
Non è la prima volta che ti ritrovi disteso in questo luogo, vero?
E' una strana abitudine che hai acquisito recentemente perché, anche se non vuoi ammetterlo, stai male.
E' buffo che pensassi che sarebbe andato tutto bene.
Stai soffocando , qui. Hai bisogno dei tuoi viaggi, del TARDIS, delle stelle.
Alzi una mano a tracciarne i contorni, in aria. Ti sembra quasi di poterle sfiorare e, quando chiudi il pugno per afferrarle, come sempre, crudelmente, ti sfuggono, ricordandoti che non le avrai mai più.
Sospiri, anche stasera. Il prato, grazie alla luce del sole, comincia a dipingersi di uno strano arancio bruciato, accarezzandolo ti sembra di tornare su Gallifrey.
Chiudi gli occhi.
All'improvviso, un rumore dietro di te attira la tua attenzione. Non sei più solo, pensi, senza riaprire gli occhi.
-Sei di nuovo qui?-
Dice, finalmente, la voce dell'unica persona che riesce a tenerti ancorato lì, in quell'universo sbagliato.
Il tuo ossigeno, la tua Rose.
-Mi piace-, dici in un sussurro. -Mi sembra di essere più vicino alle stelle.- Apri finalmente gli occhi e vedi distintamente i suoi tingersi di una strana tristezza.
Tristezza a cui tu, facilmente, riesci a dare un nome : senso di colpa.
Avvicini la tua mano alla sua in una stretta ferrea, mentre si stende al tuo fianco. Appoggi la testa alla sua spalla e lei ti passa una mano sulla guancia.
-Vorrei poterti dare di più, Dottore- dice in un sospiro, - Vorrei liberarti da questo posto-
Tu sorridi, perché questo è proprio da Rose : sentirsi in colpa per una cosa di cui non è la causa.
-Io ho tutto quello di cui ho bisogno, Rose- dici piano, in questa fredda sera autunnale - Io ho te-
Lei sorride e ti abbraccia.
E, proprio in questo momento, ti rendi conto di una cosa.
Ti rendi conto che questo qualcosa che ti fa stringere il petto non è solo nostalgia.
Rose si stringe a te e senti nascere uno strano sfarfallio alla bocca dello stomaco. E, dopo tanto -troppo- tempo, finalmente riconosci questa sensazione.

Anche se in un mondo sbagliato, in una realtà diversa, senza TARDIS, senza via di scampo; anche se adesso hai un mutuo da pagare e una sola vita;
Proprio stasera, sotto questo cielo arancio bruciato che tanto ti ricorda Gallifrey, stretto alla donna che ami, capisci una cosa fondamentale:
Sei tornato a casa.



Sproloqui dell' "autrice"


Saaalve...no, bene. Okay...insomma...
Ricominciamo d'accapo. v.v
Questo capitolo è, secondo me, il più bruttino dei tre. Un pò scontato, a dire il vero .-.
Ma sono malata, ho la febbre e merito di essere assecondata v.v
Hohoho e sono anche in delirio per aver visto i mini-episodi usciti nel cofanetto della sesta stagione!
(Lacrime, lacrime, lacrime ç____ç)
...Quindi...che ne pensate? *w*
Ora vado, la febbre mi fa rincretinire ancora di più .-.
RECENSITE!
Harete imasu 

ps: Cominciate a suggerire per la lettera D. xD
pps: No, dico sul serio, suggerite!

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Capitolo 4
*** D. Dad (HumanTenXNewCharacter) ***


Personaggi: Human Ten, Rose Tyler, nuovo personaggio.


Dad





Percorri lentamente il contorno delle sue labbra, con delicatezza.
Risali ad accarezzarle la guancia e giri tra le dita una ciocca di capelli biondicci.
Ha gli occhi scuri e, con un colpo al cuore, ti rendi conto che sorride proprio come faceva lei.
La stringi al petto lentamente, cercando di confortarla quando comincia a piangere.
Ma, forse, non è lei che vuoi consolare, non è vero?
L'ennesima lacrima sfugge dal tuo controllo e sospiri, stanco.
Credevi di non aver più lacrime da piangere , dopo tutti questi anni. Eppure, ti sbagliavi.
La bambina allunga la mano in alto, cercando di afferrare qualcosa di imprecisato, con vivacità.
Non si arrende, anche dopo essere scivolata, si rialza, combatte. 
E' così uguale a lei da far male, eppure, c'è qualcosa anche di tuo. E' un mix perfetto tra te e Rose.
La vedi sorridere al mondo e lottare con una forza che, ormai, tu non hai più. La forza che lei aveva ogni singolo giorno.
Vorresti arrenderti, ora. Mandare tutto al diavolo e sparire. Sparire con lei.
Ma non puoi, lo sai. Che cosa direbbe lei, altrimenti? Adesso sei un padre. 
Anche se fa male, anche se sei solo, anche se ancora una volta hai perso la tua Rose.
"Smettila di piangerti addosso e fai quello che devi", direbbe con sguardo severo. Poi i suoi occhi si addolcirebbero e ti darebbe un piccolo bacio. 
Sospiri, notando che la bambina si è addormentata tra le tue braccia. Ha un pugno stretto sui tuoi capelli; li tiene in continuazione. Proprio come faceva lei.
La poggi nella culla delicatamente e le lasci un piccolo bacio sulla fronte.
-Tua madre ti avrebbe amata così tanto...- Dici in un ultimo sussurro, poi varchi la soglia, portando la tua tristezza con te mentre ti riprometti che sarai più forte.
Glielo devi. Dopotutto, adesso sei padre.




Sproloqui dell' "autrice"

AHHHH! Quest'idea dell'alfabeto è stata pessima! ç^ç
Non avete idea di quanto sia stato difficile per me scrivere questo capitolo, un parto!
Non sono sicura di aver centrato il punto e di essermi espressa bene.
Perciò, ho messo gli avvertimenti per i personaggi :3
Niente, in pratica qui si parla del Dottore umano e di Rose. Hanno avuto una figlia, ma (non so precisamente quando) lei è morta, lasciandolo da solo.
E' una cosa deprimentissima che NON voglio che succeda! Almeno ora loro DEVONO avere il lietofine, ma non mi usciva nient'altro!!
Spero che qualcuno possa apprezzare! (E recensire, of course)
Vi prometto che il prossimo capitolo sarà migliore xD
Harete imasu




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Capitolo 5
*** E. Earth girl (TenXDonna) ***


Collocazione: Post Journey's end.


Earth girl


"Donna. Oh, Donna Noble. I am so sorry. But we had the best of times. The best. Goodbye."


Quando rientra nel TARDIS è completamente bagnato.
Il freddo gli è entrato nella giacca, nella camicia, nelle ossa.
Eppure, probabilmente, quella che gli scorre sul viso non è soltanto acqua, vero?
Fa pochi passi, a disagio. Alza qualche leva a casaccio e il rumore della sua cabina lo avverte della partenza.
Sospira piano, quasi a non voler turbare la quiete creatasi all'interno dell'astronave.
E' strano, si ritrova a pensare, stare nel TARDIS senza la voce squillante di Donna. Non aveva mai capito quanto fosse vuoto senza di lei.
Ogni minimo movimento risuona per gli infiniti, nuovi e vecchi corridoi della cabina scandendo la sua solitudine.
Eppure, in lontananza, riesce ancora a sentire la sua voce disperata che lo prega di non farle dimenticare.
Donna Noble, la persona più importante dell'universo. Donna Noble, la sua migliore amica. Donna Noble, l'umana che lo ha salvato da se stesso.
Donna Noble, che non è riuscito a proteggere. 
Il profumo del suo shampoo è rimasto ancora lì, quasi a volerlo sbeffeggiare. Chiude gli occhi e, per un attimo, finge che non sia successo niente.
Spera disperatamente, quando aprirà gli occhi, di vederla, con i suoi improbabili capelli rossi e un sorriso sarcastico stampato in volto.
"Che accidenti fai, Spaceman?", direbbe. E lui sorriderebbe, l'abbraccerebbe e poi partirebbero per una nuova avvenutura. Dove non importa. Basterebbe essere insieme.
Quando spalanca le palpebre speranzoso, però, la prima cosa a colpirlo è il vuoto della sua astronave: freddo, reale.
Donna se n'è andata, lo sa. Donna lo ha dimenticato.
Ed è proprio quest'ultima consapevolezza a spezzargli ulteriormente i cuori. Lei ha dimenticato.
A volte è la scelta più semplice. Potrebbe provarci anche lui, no? Far finta di niente, dimenticare il motivo per cui adesso è così triste e solo. Sarebbe così facile.
Ma non può, perché Donna Noble merita molto di più.
Perciò , d'ora in poi, sarà lui a ricordare per entrambi. Sarà lui a ricordare Donna Noble, precaria di Chiswick, con la sua cascata di capelli rossi e la sua voce squillante.
Sarà lui a ricordare Donna Noble che voleva soltanto vedere le stelle, che ha salvato pianeti, di cui parlano leggende in tutto l'universo, la sua Earthgirl.
Donna Noble, che era una viaggiatrice del tempo.
Il Dottore sospira, le braccia attorno al proprio busto, alza una mano ad asciugarsi gli occhi. 
E pensa, con feroce determinazione: Donna Noble, che è stata fantastica.


Sproloqui dell' "autrice"
Salve.
Questo capitolo è pessimo soltanto perché mi sono ricordata di essere in terribile ritardo. A quel punto sono stata presa dal panico.
"COSA SCRIVO, CAVOLO?!Devo inventarmi qualcosa...in fretta!!" E questo è il risultato. Spero che qualcuno possa apprezzare.
Beh, non c'è molto da spiegare, questa è una post-journey's end ovviamente.
Dottore depresso, Donna che non ricorda ecc. ecc..
Ultimamente mi escono solo fanfiction deprimenti .-. sarà perché sono depressa io?
Prometto che il prossimo capitolo sarà più felice, il problema è che le lettere mi mettono in difficoltà!
Ora vado, R&R!
Cheers!
Harete imasu

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Capitolo 6
*** F. Family (ElevenXPonds) ***


Avvertimenti: Spoiler per la 7x00



Family 


Il legame che unisce la tua vera famiglia non è quello del sangue, ma quello del rispetto e della gioia per le reciproche vite. Di rado gli appartenenti ad una famiglia crescono sotto lo stesso tetto.
 (Richard Bach)
 


Parcheggi il TARDIS a pochi passa dalla porta, stringendo forte i pugni. Non sei sicuro di star facendo la cosa giusta, a dire il vero.
Esci senza pensarci troppo, rabbrividendo quando il freddo invernale di Londra t'investe.
Chissà quanto tempo è passato, come sta Rory, come sta Amy.
Quando arrivi davanti al magnifico blu del portone, una fitta ti stringe i cuori. Flash dell'ultima volta che li hai visti riempiono la tua immensa mente, e fanno male.
Probabilmente stai davvero sbagliando. Ma, su serio, per una volta, non t'importa.
Sai soltanto che è natale e, come hai da poco imparato, che nessuno preferisce stare da solo oggi. Persino tu.
Perciò, ancora un pò titubante, bussi alla porta. Un brivido di anticipazione invade il tuo corpo. Immagini già la sua faccia, i suoi capelli rossi, le sue mani strette intorno al tuo collo.
E, un istante dopo, l'immagine viene sostituita dalla vera Amy e dalla sua espressione stupita.
Sinceramente, all'inizio non sai come comportarti. E' ancora più bella di come la ricordavi e, dopo un primo momento di imbarazzo, ti sorride.
E siete di nuovo Amelia Pond e il suo amico immaginario. E non t'importa più di niente, ora che le sue mani sono avvolte intorno al tuo collo.
Poco dopo arriva anche Rory, leggermente scioccato, ti saluta e tu ricambi, abbracciando anche lui.
E' adesso che succede. Con un piccolo sorriso, ti chiedono se ti va di restare, di scombussolargli ancora la vita. [Davvero folli i tuoi meravigliosi Ponds]
"C'è già un posto per te"
"Ma non sapevate che sarei venuto. Perché avreste dovuto prepararmi un posto?"
"Oh, perché lo facciamo sempre. E' Natale, stupido."

Detto questo, entrambi si affrettano verso l'interno, senza vedere l'effetto che le loro parole hanno avuto su di te.
Ma tu sei ancora lì, fermo sulla soglia, incapace di respirare. Lo facciamo sempre.
Sorridi un pò, mentre senti nascere una strana sensazione, alla bocca dello stomaco. Oh, sei così vecchio che ci metti del tempo a darle un nome e, quando finalmente ci riesci, non puoi crederci: felicità. E non si tratta di semplice euforia, gioia, o qualsiasi altra cosa passeggera. Tu sei felice, come non lo eri dai tempi di Gallifrey. Una sensazione che ti riempie la mente, lo stomaco, il cuore, l'anima. Che ti inebria i sensi.
Soltanto ora ti accorgi che c'è qualcosa sulle tue guance, che ti fa pizzicare gli occhi.
Ancora una volta, portandoti le mani al volto, trattieni il respiro per la sorpresa. Stai piangendo. Stai piangendo di felicità.
E ti sembra di non essere mai stato meglio. Ti viene da chiederti, sul serio, cosa hai fatto per meritare, dopo tutto questo tempo, due persone straordinarie come i due strani umani che hai davanti. Sorridi quando senti le loro urla dalla cucina, probabilmente è arrivata anche River.
Passi una mano ad asciugarti il viso, finendo poi aggiustandoti il farfallino, mentre un gran sorriso ti lampeggia in volto.
Ti chiudi la porta alle spalle e ti dirigi verso coloro che, soltanto adesso hai capito, sone le uniche persone che riescono a farti sentire completo.

I Pond : la tua assurda, scoordinata, folle, stropicciata, magnifica famiglia.




Sproloqui dell' "autrice"

Saaaaaaaaalve a tutti. Ebbene, si. Sono consapevole di non postare da prima delle feste di natale, ma ho un buon motivo!
Purtroppo mi è crollata una mensola CARICA (a dir poco) di libri addosso, fratturandomi (o una cosa del genere) il braccio destro.
Ora vi renderete conto della mia difficoltà nello scrivere v.v 
Il braccio sta ancora male ma ho scritto comunque...diciamo che mi sono resa conto che, andando avanti così, avrei finito sta raccolta tra un anno o poco più.
Perciò, anche se un pò penoso, accettate questo mio piccolo sfogo, scritto sotto l'effetto di antidolorifici e dopo il trauma post Sherlock!
ç_ç che disperazione.
Comunque, ho anche un annuncio da farvi. Purtroppo ho deciso che da oggi in poi la mia recensione comparirà solo sotto le storie degli autori che seguono (almeno una volta ogni tanto) le mie. Non si tratta di essere infantili, ma così come fa piacere a voi ricevere una recensione, fa piacere a me!
Questo non significa, però, che non continuerò a leggere anche tutte le altre storie, anzi!
Beh...dopo questo sproloquio, che dire? ...Spero che vi piaccia e che lasciate almeno un commentino.
A presto,

Harete imasu

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Capitolo 7
*** G. Gallifrey (TenXRose) ***


Gallifrey

"Non c'è dolore più grande della perdita della terra natia."
(Euripide)



Quando parla del suo pianeta, gli occhi del Dottore luccicano. Riesce a leggerci mille emozioni, lei. Improvvisamente, l'alieno impenetrabile dal sorriso sempre pronto, dalla maschera a corprilo, si spoglia; diventa semplicemente un ragazzino, di fronte alla meraviglia di ciò che gli appartiene.
Gli occhi del Dottore luccicano di gioia, di nostalgia, d'amore e di tristezza antica. Non vi è mai rimorso, però. Sa di aver fatto la cosa giusta, l'unica scelta possibile.
A volte, attraverso il suo sguardo e le sue parole, lei riesce persino a vedere quelle infinite distese di erba rossa, i due soli forti e bellissimi, la magia di un altro mondo, l'immagine di un Dottore giovane che corre tra le vie di quel luogo per lui così familiare, della sua casa.
La sua voce la guida tra la gente del pianeta, i Signori del Tempo, finisce a casa del Dottore, tra il suo letto che profuma di lui e i suoi abiti, sente il calore dell'aria sulla pelle, vede distintamente la Cittadella racchiusa nella cupola di vetro, la sfiora. Fa passare i polpastrelli su ogni cosa che incontra, assaporando tutto. 
Tasta con le dita, annusa, aspira, ascolta, immagina, si perde nel Dottore e in ciò che sa di lui, ama questi momenti. Ama il pianeta che vede.
Poi, improvvisamente, la voce dell'alieno s'incrina, gli occhi si inumidiscono e diventano stanchi, il momento si spezza, la tristezza riappare; li sottrae a quella calma e quella pace a cui, in realtà, aspirano entrambi. 
Una lacrima solca il viso del Dottore, sta male e lei con lui.  Perché Gallifrey è sparito, portandosi via quella magia e quel senso di sicurezza e pace che trasmetteva.
Lui soffre e, sulla punta della lingua di Rose, ancora indugia il sapore amaro di quella goccia di felicità sfiorata, immaginata, assaporata, vista nei suoi occhi e mai realmente raggiunta.


Sproloqui dell' "autrice"
Beh...davvero...ehm.
Non ho scusanti per questo immenso ritardo/scomparsa e non so come dirvi quanto mi dispiace!
Purtroppo, lo ammetto, tra gli impegni e Sherlock bbc, non sono riuscita ad aggiornare. Perciò, faccio il mio ritorno solo ora, dopo svariati millieni, sperando che non mi uccidiate/ignoriate/odiate!
Detto questo, si. Il capitolo non è granché, ma m'è venuto in mente e ho deciso di buttarlo giù! Ultimamente mi viene solo angst xD
Beh, nient'altro. Me la lasciate una recensione? Prometto che sarò presente, da ora in poi u.u
Harete imasu

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Capitolo 8
*** H. Hug (DoctorXJack) ***


Hug


Un abbraccio vuol dire “tu non sei una minaccia.
Non ho paura di starti così vicino.
Posso rilassarmi, sentirmi a casa.
Sono protetto, e qualcuno mi comprende”.
Paulo Coelho, Aleph


L'alieno avanza lentamente, fermandosi di fronte all'uomo.
«Capitano.»  Un sussurro.
«Dottore.»
Pochi passi. Due mani che si sfiorano. Due corpi che si avvicinano. Due bocche che non hanno bisogno di parole.
Due anime che collidono. Due persone non più sole. Occhi cui è negata la morte, che devono vederla ogni giorno.
Un abbraccio che sa di lacrime e di vecchio dolore, di perdono e comprensione. Una miscela acre, che fa lacrimare gli occhi.

E tre cuori che non sono due e non sono quattro, ma battono all'unisono. E continueranno a farlo.  
Perché non esiste nessuno. Nessuno come loro. E nessuno che possa sostituirli.

Due uomini che non hanno nulla se non se stessi e questo abbraccio;
una stretta, un canto, un'unione, una promessa.
Per sempre.



Sproloqui dell' "autrice"
Questo capitolo è stato un parto! Ma è mai possibile che debba essere così difficile? çwç
Mbeh, me la sono cercata! 
E dunque, aggiorno dopo un millenio...mi perdonerete? xD 
Non ho nulla da dire su questo capitolo se non: QUANTO SONO DOLCI TEN E JACK INSIEME?EH?EH? <3
Ok. Basta deliri. Scappo.
Love u,
Harete imasu

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Capitolo 9
*** I. Imagine (WilfredXDonna) ***


Imagine

 

Viaggiare è come sognare: la differenza è che non tutti, al risveglio, ricordano qualcosa, mentre ognuno conserva calda la memoria della meta da cui è tornato.
Edgar Allan Poe

A volte Donna sogna. 
Sogna di api giganti, strani polipi umani, mostri gentili e viaggi nel tempo.
La mattina torna alla sua vita ordinaria, mentre la sera vive mille avventure in compagnia di un uomo dal viso sfuggente e dal forte carisma.
Ha sempre avuto molta fantasia, lei. O almeno è quello che le dice il nonno.
Wilfred le accarezza i sottili capelli rossi come quando era bambina se si addormenta sul divano.
Le sussurra parole buffe, con la sua voce rauca di persona anziana, sembra quasi commosso. 


«Immagina, Donna. Immagina di volare» , dice, « tutto il tempo e lo spazio nelle tue mani. E tu, la donna più importante dell'universo.» 

Che pensiero sciocco. Vorrebbe contraddirlo, ma sembra quasi crudele interrompere le parole dolci del nonno.
Allora Donna chiude gli occhi e immagina di vivere quei sogni ridicoli ed impossibili, destinati a persone di certo più speciali di lei.

 

Nda: Che dire...sono quasi due anni che manco nel fandom e non aggiorno questa raccolta. E un anno e due mesi che non scrivo nulla a causa di un bel blocco dovuto a nessun motivo in particolare. Cavolo, onestamente non pensavo fosse passato così tanto tempo. Chissà se c'è ancora qualcuno che ricorda me e questa piccola fanfiction. Beh, per fortuna oggi, dopo anni, mi sono svegliata col pressante desiderio di scrivere qualcosa che, seppur non brillante, fosse un inizio, un ritorno.
Ho cambiato nickname, ma non vi affezionate troppo. Entro un paio di giorni dovrebbe cambiare ancora in "FaithJ" che non è altro che la traduzione di "FedeJ", il mio nome originale. In passato ero "Harete Imasu", ma non mi ci rivedo più. Sono cresciuta parecchio in questo periodo di assenza.
Con i miei tempi, ho intenzione di continuare questa raccolta e di farmi sentire sia in questo fandom che in altri. Sono tornata! 
Detto questo, mi lasciate una recensione? 
With Love,
FaithJ

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Capitolo 10
*** L. Lost (TwelveXClara) ***


 Lost



It's nine o' clock on a Saturday
The regular crowd shuffles in
There's an old man sitting next to me
Makin' love to his tonic and gin

He says, "Son can you play me a memory
I'm not really sure how it goes
But it's sad and it's sweet and I knew it complete
When I wore a younger man's clothes."


 


« Non riesci a vedermi, vero?» Le aveva detto, scosso e tremante quasi quanto lei. « Mi guardi ma tu...non riesci a vedermi.»
Ed è quasi ironico, adesso. Ripensarci la porta stirare le labbra in un sorriso amareggiato e dolente che s'affretta a nascondergli.
Non aveva idea che presto -oh troppo presto- si sarebbe ritrovata nei suoi  panni, con le sue stesse parole incastrate fra le labbra. 
«Raccontami di Clara» gli dice, mentre versa l'ennesimo caffè destinato a raffreddarsi proprio lì, su quel finto bancone di un diner.
Il Dottore sospira, chiude gli occhi. Si concentra mentre delicatamente accarezza il manico della sua chitarra, strimpellando qualche nota qui e lì.
«Te l'ho detto-» Inizia, poi, d'improvviso, spalanca gli occhi come colto da un'illuminazione, apre la bocca per dire qualcosa «E'-» Sisisi tiprego. Sonodifronteate. Schiocca le labbra, batte le ciglia, e si guarda intorno bloccato; nella furia ha rovesciato la tazzina, ma sembra non importare a nessuno in particolare.
Fissa il vuoto sopra la sua spalla destra per attimi interminabili, e Clara quasi non respira, paralizzata, tremante, mentre il liquido scuro percorre a grandi gocce il bancone, macchiandolo. Il tempo si ferma.
Poi il Dottore sospira, si accascia di nuovo sullo sgabello e scuote la testa. « E' solo una vecchia canzone, ma non riesco a ricordare il finale. »
Sbuffa, riprendendo a far scorrere le dita eleganti (ed il tempo) sullo strumento musicale, senza riuscire ad andare oltre.
Clara sospira, comprendendo il suo errore. Non c'è più speranza e non deve essercene.
Quindi si aggiusta quella ridicola divisa da cameriera, inspira forte e porta una mano su quella del Dottore, a bloccare l'ennesimo fallimentare tentativo di concludere la melodia. 
«Doveva essere davvero bella quella canzone.»
Lui inaspettatamente le stringe le dita in una morsa ferrea, e la guarda negli occhi per la prima volta da quando è entrato, le sembra quasi di vedere una scintilla di riconoscimento in quello sguardo vecchio come il tempo, profondo come lo spazio ma no, non vuole più pensare, non deve sperare. 
«Sarebbe dovuta essere meravigliosa.» Le sorride. Poi si alza. «Grazie per il caffè.» 
Mentre il Dottore volta le spalle per uscire dal locale per l'ultima volta, (ancora canticchiando) Clara prende uno straccio per pulire quelle gocce di caffè, insieme alle lacrime che le percorrono il viso silenziosamente.
E' così che doveva andare, è questo il vero finale: la ragazza impossibile è persa per sempre. 

 

Nda: Rieccomi. Devo dire che Clara non è mai stata una delle mie companion preferite, non per qualche antipatia particolare. Semplicemente dopo di Amy sarebbe stato difficile per me accettare chiunque, e poi credo che in determinate circostanze le sia stata data troppa importanza, persino più del Dottore stesso. ( E questo non è mai un bene) Insomma, a che serve il Dottore, se l'universo può salvarlo Clara? Però comunque il modo in cui si sono sbarazzati di lei (Moffat!) penso non le abbia reso giustizia. Insomma, non potete rendere una persona fondamentale e poi sbarazzarvene così. 
In questa piccola shot, sta a voi decidere se il Dottore l'abbia riconosciuta, oppure no. Io ho la mia personalissima opinione.
Le frasi iniziali (in corsivo) sono riprese direttamente dal primo episodio dell'ottava stagione, in cui era Clara ( a modo suo) a non riconoscere il Dottore.
La citazione iniziale è una bellissima canzone di Billy Joel: Piano Man. Vi consiglio di ascoltarla.

FaithJ
 

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Capitolo 11
*** M. Missing (heart) (HumanTenXRose) ***


Missing (heart)



Le parole che escono dal cuore,
giungono al cuore.

Talmud, II-V sec.

 
 Alle volte, in particolare durante le ore notturne, percepisce improvvisamente una sensazione di puro panico stringergli lo stomaco in una morsa ferrea.
Si sveglia convinto di star morendo, con il respiro affannato e una mano sul petto, a stringere spasmodicamente il pigiama rigorosamente a righe.
La mano tremante afferra, slaccia i bottoni e tasta. Il bypass respiratorio non funziona, i polmoni si affaticano, non c'è aria, non c'è abbastanza sangue, non respira, non c'è-
non c'è battito.

Ed è il panico. Soltanto uno dei due cuori sta battendo, lo può sentire chiaramente. Un  lento e rumoroso unico battito.
Il Dottore scatta seduto, in cerca di aiuto, suoni strozzati e sconnessi incastrati in gola - ed è allora che la vede, stesa accanto a lui, sveglia ma immobile. Pronta ad offrire il suo aiuto se richiesto, senza imporlo, senza giudicare.
Ma è guardando nei suoi occhi che realmente l'uomo realizza.
Già, l'uomo. Perché il Dottore è un uomo adesso. 
E quella sensazione di vuoto, quel silenzio e quel buio che rimbombano nella sua testa quando chiude gli occhi in questo universo così sbagliato, in questo corpo così nuovo e  diverso, sono ingiustificati.
Eppure è quasi doloroso da accettare: la confortante e straziante melodia dei tamburi che nel bene o nel male è sempre stata parte di lui, non gli appartiene più.
Allora si gira verso di lei e per un momento pensa di fare una smorfia che somigli ad un sorriso ma non c'è bisogno, non c'è mai stato bisogno di mentire con Rose. 
Lei gli prende la mano e lui, stancamente, senza dire una parola (anche quelle sono sempre state superflue per loro) le si  stende accanto fino a far combaciare il proprio orecchio con il suo seno, chiudendo gli occhi.

Ed è allora, nel silenzio del loro appartamento banale (totalmente diverso dal dolce ronzare del TARDIS), in quell'universo così simile ma così diverso allo stesso tempo, stretto tra le braccia della donna che ama, che il Dottore finalmente riesce a sentirli:

Thump-Thump Thump-Thump

I tamburi.
Il secondo cuore batte dolcemente, in perfetta sintonia con il primo.
Lui e Rose sono una cosa sola.

E finalmente, con gratitudine, respira.


Nda: Salve! 
Dunque, poche cose da dire! Ho sempre pensato che tra Rose e il Dottore Umano quello che davvero avrebbe avuto problemi ad adattarsi alla vita di tutti i giorni, sarebbe stato il secondo.
Insomma, passare dai viaggi nel tempo e nello spazio, due cuori, il TARDIS (Scusate, non riuscirò mai a dirle "La tardis", sarebbe come dire "La Millennium Falcon") ad una semplice ed ordinaria vita umana.
Per fortuna però, c'è Rose ad aiutarlo, il suo cuore mancante.
Fatemi sapere che ne pensate.
FaithJ

 

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