I want us. You. This.

di MaggieMurdock
(/viewuser.php?uid=154244)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Una serata particolare. ***
Capitolo 2: *** 2. Confusione ***
Capitolo 3: *** La tua mente ti dice una cosa, il tuo corpo ti dice qualcos'altro. ***
Capitolo 4: *** Tutto meravigliosamente vero. ***
Capitolo 5: *** Solo Jake e Anne. ***



Capitolo 1
*** 1. Una serata particolare. ***


Ho scritto questa storia traendo ispirazione dal film Love And Other Drugs, da tempo sono convinta che Jake e Anne Hathaway siano bellissimi insieme, probabilmente anche influenzata da quanto mi siano piaciuti i personaggi di questo film. 
Nella mia storia quindi è proprio sul set che nasce qualcosa tra di loro.
I primi due capitoli mi sono serviti più che altro per introdurre il contesto e il modo in cui ho immaginato i personaggi, mentre è negli ultimi due che le cose ''si complicano''! (il rating arancione l'ho messo per quest'ultima parte, ecco xD).
Una piccola precisazione: Anne è vegetariana, ma in questo capitolo la vedrete mangiare un hamburger.
Il fatto è che ero all'oscuro delle sue scelte alimentari e quando l'ho scoperto avevo già scritto la scena, che mi piace così, quindi ho deciso di non cambiarla.
Per ora ho scritto solo 4 capitoli, ma penso di continuarla quasi sicuramente.
Intanto, buona lettura :)

Ero uscito dall'albergo ancora assonnato quella mattina, sbadigliai un attimo prima di salire in macchina e pensai che mi serviva urgentemente un caffè.

Mi ero trasferito per un periodo a Pittsburgh, per girare ''Love and Other Drugs'' , e la produzione mi aveva fatto sistemare in un piccolo hotel molto carino, la camera era ampia e luminosa e dotata di tutti i comfort.

Il letto in particolare, era gigantesco, due piazze di assoluta estasi del riposo, quasi meglio di quello che avevo a casa.
E dire che io non ero mai stato un pigro, preferivo uscire in bicicletta all'alba piuttosto che stare steso senza far niente.

Le piogge frequenti e il clima freddo di Pittsburgh però non invitavano certamente a mettersi in strada di mattina presto, quindi avevo deciso che per una volta nella vita mi sarei goduto le comodità.

Quella notte poi, dopo un' intensa giornata di riprese, avevo fatto tardi per rivedere alcune battute e così mi ero svegliato stanco, assonnato, desideroso di rimanere a letto.

Esigo da me stesso molta professionalità quando lavoro e tutti quei nomi di farmaci, patologie e termini clinici volevo farmeli entrare in testa alla perfezione.
Avevo accettato il ruolo di Jamie Randall, rappresentante per una importante industria farmaceutica, perchè mi era sembrato subito un personaggio interessante.

Mostrava agli altri una maschera da perfetto stronzo, che non era altro che un muro che aveva innalzato per difendersi, nascondendo un lato fragile e insicuro.
Questa sua ambivalenza mi aveva stimolato.
Il copione era brillante, pur essendo una classica storia d'amore, ogni personaggio era ben caratterizzato ed interessante e Josh Gad, che nel film interpretava mio fratello, mi faceva morire dalle risate, quel tipo era un portento vero.
C'era sempre un'atmosfera piacevole sul set, il regista ci lasciava liberi di esprimerci, di discutere con lui dei personaggi e si era dimostrato fin da subito una persona aperta e disponibile.

Con Anne avevo già lavorato ai tempi di Brokeback Mountain, ma la conoscevo superficialmente, non avevo avuto molte occasioni di frequentarla fuori dal set, dagli eventi a cui eravamo costretti a partecipare e dalle prime dei film in cui ci eravamo limitati a quattro chiacchiere non particolarmente profonde e a innumerevoli pose per i fotografi, però la stimavo come attrice e la trovavo seria, umile e simpatica.

Dividere la scena con lei mi fece piacere, ci trovavamo bene a recitare insieme, c'era stata da subito una buona intesa, quindi il fatto che il copione prevedesse che i nostri due personaggi avessero una relazione sentimentale non ci aveva creato nessun problema.

Una volta arrivato mi diressi in camerino, per indossare gli abiti di scena, uscii carico e positivo dopo aver finalmente bevuto un bicchierone di caffè che la mia assistente era stata così gentile da portarmi.

La giornata prevedeva appunto una scena hot tra me e Anne, che poteva rivelarsi piuttosto imbarazzante, tuttavia non mi sentivo nervoso, c'eravamo già baciati diverse volte per esigenze di copione ed ero convinto di poter affrontare anche situazioni più intime con la stessa tranquillità.. in fondo, ero riuscito a recitare scene di quel tipo con Heath in Brokeback e a risultare credibile, perchè non avrei dovuto farcela ora?

Sospirai profondamente quando il suo ricordo giunse tra i miei pensieri.. cazzo, mi mancava da morire, era stato come un fratello per me e ogni volta che pensavo a lui sentivo le lacrime pungermi gli occhi.

Stavo per abbandonarmi a una potente malinconia, ma ricacciai indietro quelle sensazioni, dicendomi che non potevo lasciarmi vincere dalla tristezza proprio un attimo prima di cominciare a girare.

A salvarmi fu il pensiero di come avevamo trovato il modo di scherzare insieme sul set, nonostante l'imbarazzo per quello che il copione prevedeva.

La mia bocca, un attimo prima contratta in un'espressione tesa e preoccupata, si allargò in un sorriso e mi sembrò quasi di sentire la sua voce nella mia testa mentre mi sbeffeggiava, sempre con evidente affetto nei miei confronti.

Mi sarei sentito sempre fortunato ad averlo avuto nella mia vita, mi aveva ispirato con il suo genio creativo oltre a diventare il mio migliore amico.

Con lui ero riuscito ad instaurare un rapporto vero, ci eravamo tenuti in contatto nonostante i rispettivi impegni e, appena potevamo, passare del tempo insieme era un piacere per entrambi.

Ci piaceva andare insieme a una partita, berci una birra con altri amici o semplicemente starcene da qualche parte a chiacchierare, ma soprattutto riuscivamo a capirci perfettamente e a confidarci i problemi reciproci con estrema naturalezza.

Probabilmente, era la sola persona al mondo, esclusa la mia famiglia, di cui sapevo di potermi fidare ciecamente.

Mi tirava su di morale, mi spronava quando ero in crisi per qualcosa, mi sgridava se ce n'era bisogno, mi faceva tornare il sorriso anche solo con una telefonata.

E quando se n'era andato, il colpo per me era stato durissimo.
Passai giorni infernali chiuso in casa da solo, tentando di realizzare che non lo avrei più visto, non riuscendo a darmi nessuna spiegazione plausibile.
Per un periodo mi sentii tradito, come se mi avesse abbandonato, poi mi dissi che provare rabbia e risentimento non mi avrebbe aiutato in nessun modo e fu allora che cercai di dirgli addio davvero e di accettare la sua assenza.. ogni giorno andava un po' meglio, un passo alla volta cercavo di convivere con il fatto di aver perso un amico come pochi al mondo.

Non era facile, ma sapevo che Heath non avrebbe mai voluto che mi rassegnassi e lo facevo per lui oltre che per me stesso.

 

Recuperai un po' di serenità mentre camminavo verso il set allestito per le prime scene e a metà giornata mi dissi che stava procedendo tutto nel migliore dei modi, quando venne il momento di affrontare la scena calda.

Avrei dovuto aprire la porta per poi ritrovarmi davanti Anne con solo un impermeabile addosso.

Una volta entrata se lo sarebbe tolto rimanendo nuda davanti a me.

La scena in realtà sarebbe stata assolutamente comica, vista la presenza di Josh che doveva fingere di dormire sul divano e doveva svegliarsi di soprassalto trovandosi davanti ''la mia ragazza'' senza neanche un vestito addosso.

Dopo qualche minuto, arrivò anche Anne, la osservai avvicinarsi e pensai che era assolutamente radiosa.

I capelli castani, lunghi e arricciati alla perfezione le incorniciavano il viso rendendola anche più affascinante del solito.

I grandi occhi scuri, da cerbiatta, si aprivano su un incarnato candido e luminoso e quando il mio sguardo finì sulle sue gambe, non potei fare a meno di notare la grazia con cui si muovevano e quanto fossero sensuali le sue caviglie sottili.

Mi ero incantato a guardarla e dovevo ammettere che cominciai a sentirmi strano.
Cos'era quella sensazione?

Eppure non l'avevo mai considerata niente di più che un'amica, neanche troppo stretta.

Scacciai quei pensieri il più in fretta possibile, non era tempo di farsi domande del genere perciò cercai di concentrarmi sul mio personaggio.

Di nuovo, lasciavo correre la mia mente nel momento sbagliato.

Anne mi dava le spalle, intenta a parlare con Ed,il regista, che le stava dando alcune indicazioni in merito alla scena.

Poi si girò verso di me con un sorriso – Ciao Jake! -
- Ciao bellissima! - e le diedi un bacio sulla guancia, sentendomi di nuovo tranquillo.

Meno male, pensai.

Mi veniva quasi da ridere, per quanto mi ero sentito stupido appena pochi istanti prima, che diavolo mi era venuto in mente?

Dopo poco, arrivò anche Josh - Ehi gente! - ci salutava sempre in quel modo, come se fossimo amici da anni, cosa che contribuiva a renderlo simpatico a tutti.
- Josh! Come sei sexy! - gli dissi ridendo come un pazzo. Indossava un pigiama ridicolo, e io mi divertivo troppo a sfotterlo, sapevo che sarebbe stato al gioco senza minimamente offendersi, anzi mi rispondeva sempre a tono.
- Sei solo invidioso, mucchietto d'ossa, vorresti anche tu avere tutto questo ben di dio! - disse toccandosi la pancia, che mi ricordava quella di Babbo Natale.

Gli diedi una pacca sulla spalla – Mi hai scoperto! - Replicai senza smettere di ridere.

Invidiavo il suo carattere sempre allegro e gioviale.

La scena riuscì perfettamente dopo pochi tentativi e per fortuna quei pensieri fugaci su Anne, che mi avevano attraversato la mente,sembravano essersi dileguati.
- Ok ragazzi, ottimo lavoro! Direi che per oggi abbiamo finito, grazie!- esclamò Ed.

- Figo! - disse Josh e poi rivolgendosi a me – Abbiamo la serata libera, fratello! Che ne dici di farci una birra? -

- Perchè no? Mi cambio in un attimo - gli risposi sorridendo.

- E tu Anne, sei dei nostri bellezza? - sentii dire a Josh mentre mi dirigevo verso il camerino.

- Sicuro! - rispose lei con entusiasmo, non era certo il tipo da tirarsi indietro di fronte a un po' di svago.

Ci ritrovammo in un pub, seduti a un tavolo di legno su delle panche anch'esse in legno, l'arredamento tipico di una birreria. Era caldo e accogliente, e vista la temperatura fuori non potevo che esserne felice.

In più quel tipo di posti, rustici e senza pretese, mi erano sempre piaciuti.

Mentre chiacchieravamo, ridendo degli episodi buffi accaduti sul set, mi soffermai ad osservare Anne che era seduta di fronte a me.

Beveva una birra portandosi la bottiglia direttamente alle labbra, apprezzai la semplicità del gesto, pensando che era proprio una ragazza tranquilla e solare, senza manie da primadonna.

Non avrei potuto dire lo stesso di tante altre, molto meno famose e dotate di lei, ma che già al primo film si atteggiavano come se fossero attrici da premio oscar.

Non avevo mai sopportato il tipo di ragazze che si comportano come ce l'avessero solo loro, mi davano proprio ai nervi.

E mi stupì ancora di più quando addentò con gusto l'hamburger che aveva ordinato, senza tante cerimonie.

Probabilmente la stavo fissando in modo un po' troppo insistente, perchè lei mi guardò con aria interrogativa – Jake che c'è? Non dirmi che ho della salsa sulla faccia, mi succede sempre, sono proprio un disastro! - disse toccandosi il viso con le mani, cercando di pulirsi, con un'espressione veramente tenera.

- No, sei a posto! Scusami, ero sovrappensiero! - dissi con un tono che non dovette risultare un granchè convincente.

- Sei già ubriaco dopo una sola birra? - disse Josh dandomi una gomitata e guardandomi con aria divertita.

- Macchè, io l'alcool lo reggo perfettamente, mi ci vorrebbe una cantina intera per ubriacarmi! - quella frase da uomo vissuto mi uscì senza neanche pensarci, avevo una gran fretta di cambiare discorso e dissi la prima sciocchezza che mi venne in mente.
- Jake, se è vero, io non mi vanterei più di tanto! - replicò Anne, ridendo di me.

Ecco, avevo fatto la figura dell'alcolista, mi complimentai con me stesso.

Lei però sembrò divertita dalla mia goffaggine, probabilmente ero anche arrossito come un adolescente, la verità era che non volevo darlo a vedere ma mi accorsi di provare interesse per lei.

Una sorta di attrazione che non sapevo spiegarmi e che cercavo di cancellare.

La mia ultima relazione importante era stata con Reese, ma era finita malissimo, con me che le chiedevo di sposarmi e lei che rifiutava.

Da allora mi ero chiuso in me stesso, avevo avuto altre storie, ma niente di veramente importante, mi sentivo bloccato e non mi sembrava proprio di essere pronto ad aprirmi di nuovo totalmente con un'altra ragazza.

Eppure il sorriso di Anne e la sua spontaneità mi avevano smosso qualcosa dentro.

Josh cambiò argomento, appena in tempo, prima che mi incartassi in una situazione da cui non avrei saputo come uscire.

Né lui né Anne sembrarono notare che ci fosse qualcosa di particolarmente strano in me e tirai un sospiro di sollievo.

Se era vero che sul set ero bravo a calarmi nella parte, nella vita di tutti i giorni ero una persona trasparente, ci tenevo a dire sempre chiaramente ciò che pensavo, dato che il mio lavoro consisteva nell'appropriarmi della personalità di qualcun'altro.

Eppure, in quel frangente dovevo frenarmi per forza.

Primo, non ero per niente sicuro di cosa provassi per Anne.

Secondo, anche ammesso che volessi approfondire la faccenda, non era quello il momento né il luogo.

Si trattava di una semplice uscita tra colleghi, non dell'angolino dei sentimenti di Jake.

Diedi un'occhiata al locale mentre gli altri due continuavano a chiacchierare.

Il pub era semivuoto, fatta eccezione per una coppia che sembrava non essersi accorta minimamente di noi, presi com'erano l'uno dall'altra.

Parlavano fitto fitto, tenendosi le mani e guardandosi negli occhi.

Al bancone erano sedute due ragazze, e furono proprio queste ultime ad avvicinarsi al nostro tavolo.

Sembravano avere poco più di vent'anni, una bionda e longilinea, e l'altra più formosa e con una massa scompigliata di capelli ricci tinti di rosso.

Le avevo notate un paio di volte mentre ci fissavano, ma avevo finto di non accorgermene.

Fu la rossa a parlare per prima – Scusate tanto – disse timidamente – potreste farci l'autografo? -
- Ma certo! - rispose Anne, con un sorriso – come vi chiamate? -
- Lily– rispose la bionda – e lei è Sophie-

La ragazza bionda allungò ad Anne un foglio e una penna e lei scrisse: A Sophie e Lily, poi lo firmò e lo passò a me.

Vidi i volti delle ragazze illuminarsi e scambiarsi un'occhiata soddisfatta.

Firmai velocemente, cercando di non far caso agli sguardi sempre più insistenti che le due mi stavano rivolgendo e Josh appose la sua firma poco distante dalla mia.

Riconsegnò il foglio tra le mani di Sophie, ma lei e la sua amica non si mossero.. tra l'altro continuavano a fissare me.. - Scusa – mi disse infine quest'ultima – ti dispiacerebbe fare anche una foto con la mia amica? Lei è una tua grande fan, ma si vergogna a chiedertelo -

A queste parole Sophie incenerì Lily con uno sguardo, imbarazzata dalla rivelazione che mi aveva appena fatto.

Non era mia abitudine essere scortese, in fondo farle un favore mi avrebbe portato via solo due minuti, poi le fan timide come lei mi facevano sempre una gran tenerezza, chissà come doveva sentirsi ''inadeguata'' in quel momento.

Sorrisi a Sophie e dissi che non c'erano problemi, quindi mi alzai e mi misi accanto a lei, che ebbe un sussulto quando portai il mio braccio intorno alle sue spalle.
- Ok, fermi! - disse Lily e scattò la foto.
- Grazie – disse Sophie e finalmente trovò la forza di sorridermi, aveva l'entusiasmo dipinto sul volto e mi fece piacere.
- Figurati, per così poco – le risposi sorridendo di rimando.
- Beh, noi andiamo, scusate ancora e buona serata! - concluse Lily e tornarono a sedersi al bancone.


- Che carine – commentò Anne – avete visto quanto erano imbarazzate? La riccia poi deve avere proprio una bella cotta per te, Jake – e mi sorrise allusiva.
Josh scoppiò in una risata – Ma che fai alle donne tu? - disse con tono canzonatorio.
Risi a mia volta, senza rispondere, perchè sinceramente, non lo sapevo minimamente.
Avevo stima di me stesso e mi piacevo, ma odiavo apparire un pallone gonfiato.
- Sarà per quegli occhioni blu! - disse Anne dandomi un buffetto sulla guancia.
- Ma che ne so, chiedilo a loro – risposi facendole una smorfia divertita.

Certo che era proprio bella quando rideva.. oh no di nuovo, pensai, stupido Jake!
Pagammo il conto e dopo aver salutato le ragazze, uscimmo dal locale.
Anne indossò una berretta di lana nera, che le stava deliziosamente e mentre parlavamo del più e del meno ci incamminammo verso il mio hotel, dove alloggiavano anche gli altri.
Una volta arrivati, Anne ci stampò un bacio sulla guancia e ci salutò prima di tornarsene in camera sua.
Io e Josh decidemmo di fumare una sigaretta, prima di andare a dormire.
- Certo che quella ragazza è proprio fantastica – fece Josh
- Sìsì, è simpatica – gli feci eco io, sperando che non avesse notato come l'avevo guardata tutta la sera.
- E sexy – aggiunse lui guardandomi sornione.
- Mah, non è il mio tipo, però certo è bellissima – cercai di dissimulare.
- Amico, quella è il tipo di chiunque, lasciatelo dire! - mi guardò come se avessi detto la più immane cavolata che avesse mai sentito e scoppiò a ridere.
Risi a mia volta, senza confermare né smentire la sua affermazione.
- E domani se non sbaglio dovete girare un paio di scene interessanti – aggiunse con una certa malizia.
- Ahah massì, comunque per me si tratta solo di lavoro – risposi, eppure dentro di me sapevo che cominciava a non essere poi così vero.
- Mah sarà.. - disse Josh poco convinto, lasciando la frase in sospeso.
- Te lo assicuro – cercai di usare un tono sicuro, ma ebbi l'impressione che si fosse accorto di qualcosa.
Spensi la sigaretta sul marciapiede e lo salutai dicendo che ero stanco e che non vedevo l'ora di mettermi a letto.
- A domani -

- Sì, a domani – ed entrai, ancora con il viso di Anne stampato nella mente.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 2. Confusione ***


 Non fate troppo caso agli elenchi puntati, so che quei puntini stanno male, cercherò di sistemare la cosa molto presto XD

Il giorno dopo arrivai sul set con i dubbi della sera prima ancora in circolo, per quanto avessi cercato di dimenticarli quella tensione nei confronti di Anne non mi aveva abbandonato, ed il fatto che lei fosse arrivata sulla scena coperta solo da una vestaglia di seta, che abbracciava le forme del suo corpo, non mi fu di nessun aiuto.

Cazzo Jake, ti infilerai in un altro casino di sicuro! Cercai di ammonire me stesso, ma intanto continuavo a guardarla ammirato.

Lei mi salutò con il solito tono amichevole e cominciammo a lavorare.

A lavorare, per modo di dire, continuavo a distrarmi e ridevo nervosamente dei miei errori.

Ed non era irritato, grazie a dio, ma mi fece un paio di battutine durante la pausa che mi fecero capire di dovermi dare una svegliata se non volevo rimanere lì fino a notte inoltrata.
Certo che avere quei pensieri, con lei proprio lì vicino, seminuda su un letto con me, non faceva altro che complicare la situazione.
Più cercavo di pensare al mio personaggio e meno ci riuscivo, inebetito dalla sua bellezza.

Continuavo a pensare cose indicibili.

Mi guardava con quegli occhi scuri e profondi e puff.. cervello in pappa.
Lei rideva, e io mi sentivo un perfetto imbranato.

Alla fine in qualche modo riuscimmo a portare a casa la scena, quando ormai cominciavo a perdere le speranze.

Il resto della giornata scorse molto più tranquillamente, finchè Ed non dichiarò che eravamo liberi di andarcene.
Andai a cambiarmi in camerino e dopo poco sentii bussare alla porta.
Ebbi una certa sorpresa nel trovare Anne davanti a me.
 

  • Ehi, ti va di fare la strada insieme a piedi per tornare in albergo? Ho voglia di camminare – esordì lei con un sorriso mozzafiato sul volto.
    - Sì, certo, perchè no? - risposi io.
    Non volevo essere poco carino con lei, nonostante l'imbarazzo crescente per i pensieri peccaminosi che continuavano a girarmi in testa.
    Cercai di darmi un contegno mentre le camminavo di fianco e di concentrarmi su quello che stava dicendo.
    - E' proprio carina Pittsburgh – constatò Anne guardandosi attorno.

  • Hai ragione, anche a me piace! Peccato non avere avuto ancora tempo per fare un giro in città -

  • Beh, che ne dici di farlo stasera? -

  • Buona idea, ci sto! - risposi, e dentro di me, sperai in un lampo di irrazionalità che non volesse fare la stessa proposta anche a qualcun'altro.

Mi accorsi finalmente che non potevo negare a me stesso di voler passare più tempo con lei e a questo pensiero si aggiunse la paura.

Una paura fottuta di non riuscire più a controllare ciò che provavo, così come mi ero abituato a fare dopo che ero stato ferito. E averla lì davanti che mi sorrideva in quel modo amplificava tutti i problemi.

Ci salutammo, non prima di aver stabilito un orario per incontrarci di sotto.
Una volta in camera mi sdrai sul letto, pensando a quanto era carina con me, anzi, a quanto era carina e basta e mi dissi che dovevo andarci piano.
Respirai profondamente, cercando di rientrare nel mio solito mood noncurante, ma non ce la facevo.

 

Alla fine mi buttai sotto la doccia, con la speranza di schiarirmi le idee.

Indossai una camicia e un cardigan di lana pesante, dei jeans scuri, scarpe da ginnastica e scesi di sotto per raggiungere Anne.

Ovviamente appena la vidi, con addosso un vestitino di lana leggera rosso, calze coprenti, stivali da biker e un cappottino corto nero, persi di nuovo il lume della ragione.

Era vestita in modo normale, niente di particolarmente ricercato o appariscente, ma era lo stesso bellissima, niente da fare.

Si alzò dalla poltrona nella hall su cui era seduta e venne verso di me.

  • Ehilà, eccoti – mi diede un bacio sulla guancia e poi aggiunse – che bel maglione, ti sta molto bene -

  • Grazie – riuscii a mormorare mentre cercavo di riprendermi.

  • Allora, vogliamo andare? Josh ci abbandona stasera, dice che la sola idea di camminare così tanto lo fa star male – rise.

  • Il solito Josh – dissi scuotendo la testa e ridendo a mia volta segretamente entusiasta del fatto che fossimo solo noi due – Comunque, sono pronto! -

Ci eravamo incamminati verso il centro città, chiacchierando del più e meno, quando lei mi chiese: - Ma che ti era preso oggi, sul set? -

  • Cosa intendi? - cercavo di fare lo gnorri, ma sapevo benissimo a cosa stava alludendo.

  • Massì, in quella scena con me, a letto.. sembravi con la testa completamente altrove – disse guardandomi con aria perplessa e indagatrice – Sono quasi sicura che avresti voluto essere da qualsiasi altra parte meno che lì –

  • Mannò, ero solo un po' stanco e mi sono deconcentrato. Anzi, scusami -

  • Nessun problema – rispose – forse avresti preferito essere con la ragazza di ieri -

  • Che dici, no! Assolutamente, non ha niente a che vedere con te, tu sei.. - e mi bloccai di nuovo – bellissima! -
    Meravigliosa, avrei voluto dire.
    E io sono qui come un ragazzino, con le mani sudate, pensai.

 

  • Ti ringrazio, anche se so che preferisci le bionde – disse, facendomi l'occhiolino.

  • Beh, questa mia preferenza mi ha portato un mucchio di guai.. - risposi pensieroso – forse mi conviene ripensarci -

  • In tal caso, conosco un mucchio di ragazze dai capelli scuri che sarebbero ben felici di conoscerti -

E tu, saresti felice di conoscermi meglio? Pensai, ma mi guardai bene dal dirlo ad alta voce.

  • Vabbè, non sono poi questo granchè – cercai di schernirmi

  • Questo è uno dei tuoi lati buoni – mi disse, guardandomi con dolcezza – terribilmente attraente e inconsapevole di esserlo -

A quella sua frase, unita a quell'espressione irresistibile, provai una gran voglia di baciarla.

Non seppi rispondere, se non con una risatina e scuotendo la testa come per dire che era un complimento che non meritavo.

Lei mi guardò con l'aria di una che la sa lunga ma preferì non insistere oltre, probabilmente notando il mio palese imbarazzo.

 

Arrivammo in centro dopo una lunga camminata, l'aria fredda della sera mi colpiva il viso e anche Anne aveva le gote rosse.

Non avevo ancora messo niente sotto i denti, e il brontolio del mio stomaco mi confermò che era ora di mangiare qualcosa.

  • Che ne dici di fermarci da qualche parte? Io ho una fame tremenda! - confessai

  • Anche io, a dire il vero! Avrei proprio voglia di una pizza – disse con l'espressione sognante di chi sta già pregustando un sapore delizioso.

  • Ok, andata! Oh, neanche a farlo apposta, che ne dici di questa? - dissi mentre giravamo l'angolo e ci si presentò davanti proprio una pizzeria.

  • Perfetto! - rispose entusiasta.

Entrammo e ci sedemmo a un tavolo, dopo un attimo arrivò il cameriere a portarci il menù.

Notai la sua espressione sorpresa, probabilmente ci aveva riconosciuto, ma ebbe la cortesia di non fare commenti.

Ci portò una caraffa d'acqua e prese le nostre ordinazioni.

Anne aveva scelto una margherita, mentre io una pizza al salame piccante, ed entrambi avevamo chiesto una birra.

La guardai mentre prendeva il tovagliolo e se lo sistemava sulle ginocchia, non riuscivo ad impedirmi di notare l'eleganza innata dei suoi movimenti anche nelle cose più banali.

  • Allora, che mi dici del film, ti piace? - mi chiese improvvisamente.

Mi scossi dai miei pensieri – Sì molto! Siete tutti persone stupende, è piacevole lavorare con voi! - affermai, e lo pensavo davvero.

  • Hai ragione, siamo un bel gruppo! -

  • E poi mi piace immedesimarmi in Jamie -

  • Fa un sacco di sesso, per forza ti piace – mi guardò maliziosa e mi sentii lo stomaco sobbalzare per un momento.

  • Ahah, effettivamente! - risposi cercando di apparire baldanzoso, poi tornai serio – Mi incuriosisce il dualismo del suo carattere, un attimo è uno sbruffone menefreghista e quello dopo è saggio e profondo.. è stimolante -

Anne fece un cenno di assenso – E a me piace Maggie, che allo stesso modo cerca di apparire forte e indipendente nonostante la malattia, ma dentro si porta un bisogno tremendo di essere accudita e protetta. - si fermò un attimo poi aggiunse – Certo che siamo proprio una bella coppia! -

La naturalezza del suo sguardo e la semplicità con cui aveva detto quella frase mi stesero.

Chissà cosa avrebbe pensato se avesse saputo quello che mi passava per la testa da un paio di giorni.

Le sorrisi, ancora un po' stralunato per aver sentito chiaramente dentro di me che non mi sarebbe dispiaciuto se lo fossimo stati sul serio.

Ma ancora una volta, non ebbi il coraggio di dirle niente.

Sbloccarmi dalla mia routine di orso in letargo chiuso in me stesso si stava rivelando più complicato del previsto, sentivo ancora la terra mancarmi sotto i piedi ogni volta che pensavo di aprirmi a una nuova relazione.

Nello stesso tempo, continuavo a sentirmi terribilmente attratto da lei e queste sensazioni contrastanti si agitavano dentro di me in una battaglia senza esclusione di colpi.

Decisi di fare finta di nulla e il cameriere con le pizze arrivò a salvarmi dall'imbarazzo.

Cominciammo a mangiare e mi affrettai a cambiare argomento, chiedendole di lei e della sua famiglia.

Lei sembrava a suo agio e mi raccontò della sua infanzia, dei suoi genitori e del fratello.

Mi disse che quest'ultimo le aveva confessato di essere omosessuale, del meraviglioso rapporto che aveva con lui e del modo in cui si sostenevano a vicenda e si confidavano l'un l'altra.

- E' forse la persona a cui voglio più bene al mondo -

  • Ti capisco, anche per me è così con mia sorella. Abbiamo passato anni a litigare durante l'adolescenza, ma poi ci siamo calmati e dopo il divorzio dei miei ci siamo uniti tantissimo. Non potrei mai fare a meno di lei. E poi adesso c'è Ramona, dovresti vederla, è la più bella bambina che abbia mai visto. - e sorrisi al pensiero di mia nipote.

  • Che zietto orgoglioso – disse Anne sorridendo.

  • Non posso farci niente – dissi ridacchiando – sono pazzo di lei -

  • Ecco un altro dei tuoi lati buoni – mi sussurrò lanciandomi uno sguardo di approvazione e io mi sentii come se fossi sulle montagne russe.

  • E' solo merito suo, non si può fare a meno di adorarla. -

  • E Matilda? Vedi spesso lei e Michelle? -

  • Sì cerco di vederle appena posso, sono parte della famiglia e non voglio lasciarle sole ora che.. beh, ora che Heath non c'è più – Mi sentii avvinto dalla malinconia e dovevo avere uno sguardo più che eloquente sui miei sentimenti, dato che lei si fece seria improvvisamente e mi guardò con tenerezza senza aggiungere altro.

Aveva capito che quell'argomento mi faceva ancora star male e la ringraziai mentalmente per il tatto che aveva usato.

  • Bando alla tristezza – dissi con convinzione, per cercare di stemperare l'inevitabile aria pesante che si era creata improvvisamente – vuoi qualcos'altro? -

  • No per carità, sento che potrei scoppiare! - mi rispose lei toccandosi lo stomaco.

  • Ok, chiediamo il conto! - Feci un cenno al cameriere che si affrettò ad avvicinarsi.

Insistetti per offrire io, almeno quello potevo farlo senza apparire uno che cerca di provarci, e fui irremovibile nonostante le proteste di Anne che voleva a tutti i costi pagare la sua parte.

Uscimmo dal ristorante e l'aria fredda ci investì come un treno, tanto che rabbrividimmo nello stesso momento.

  • Beh, allora grazie! - mi fece lei – ma la prossima volta offro io, altrimenti mi arrabbio sul serio! - disse fermamente per poi darmi un lieve pugno sul braccio.

  • Ok, ok, basta che non mi riempi di botte! - dissi accarezzandomi il punto in cui mi aveva appena colpito. Non avrebbe di certo potuto farmi male, ma preferivo lasciarglielo credere.

Sulla strada del ritorno lei era ancora loquace ed ero veramente stupito da quanto fosse acuta ed intelligente.

Sono proprio cotto, dissi a me stesso e quel pensiero mi invase prepotentemente.

  • Beh allora grazie per la serata – dissi una volta arrivati in albergo e poi fingendo di essere scandalizzato per l'ora che avevo letto sul mio orologio – Magari è meglio se andiamo a dormire, Ed si incazzerà per la prima volta nella storia se arriviamo sul set come due zombie! -

Era l'una di notte, nemmeno tanto tardi, ma sentivo che se fossi rimasto ancora con lei, la situazione mi sarebbe sfuggita del tutto di mano.

  • Sì hai ragione, forse è meglio – convenne lei, nonostante uno sguardo che per un attimo mi fece pensare che fosse un pochino delusa di far finire la serata così.

  • Allora buonanotte – dissi sorridendo, cercando di stemperare l'imbarazzo che provavo.

  • Buonanotte – mi si avvicinò e posò le sue labbra sulla mia guancia, delicatamente.

Per un secondo pensai di mandare al diavolo il riposo, il film, la recitazione, persino Ed e tutto il resto del cast.. provavo qualcosa di incontrollabile ad averla vicina in quel modo e non volevo che finisse.

Ma non feci niente, se non baciarla a mia volta sulla guancia per poi congedarmi da lei.

Presi l'ascensore dandomi dello stupido e una volta in camera mi svestii in fretta e misi a letto.

Faticavo a prendere sonno e sapevo benissimo il motivo.

Mi rigiravo sotto le coperte, pensando a quanto stavo bene con lei, come non mi succedeva da tanto tempo.

Forse, mi dissi, varrebbe la pena almeno provarci, se sto così per una semplice cena insieme ci sarà pure un motivo. Dannazione, ma che senso ha continuare a mentire a me stesso.. mi piace!

Cosa c'è di male, brutto pezzo d'idiota!?? Svegliati!!

 

Almeno, se lei mi avesse rifiutato, non avrei avuto rimpianti.

L'unico problema era capire quando e come avrei potuto svelarle quello che sentivo.

Occupati com'eravamo sul set, non rimaneva molto tempo da passare da soli.

Ed era stato clemente in quei giorni, ma c'era ancora un sacco di lavoro da fare e non potevamo adagiarci sugli allori.

Nonostante questo, provai forte la certezza che non potevo più tirarmene fuori e mi addormentai finalmente deciso a prendere in mano la situazione.


 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** La tua mente ti dice una cosa, il tuo corpo ti dice qualcos'altro. ***


 Ecco, qui, la situazione comincia a complicarsi inesorabilmente.. non vi anticipo nulla, buona lettura! :D Abbiate solo pazienza per i soliti puntini a lato dei dialoghi, non riesco a sistemare come vorrei, sono una imbranata dell'html, perdonatemi!

 

  • Stoooop!!! – urlò Ed da dietro la telecamera – Ragazzi, così non ci siamo, lasciatevelo dire!- E poi scrollando le spalle con rassegnazione – Ok, cinque minuti di pausa! -

Si avvicinò a me con sguardo eloquente, mentre mi versavo una tazza di caffè – Jake, ma che diamine ti prende? -

  • Scusa Ed, hai perfettamente ragione, sono un disastro – dissi mortificato.

Odiavo fare certe figure.

  • Jamie è un seduttore seriale, ok? Non gliene frega un cazzo di quello che pensano gli altri, specialmente in questo momento del film, tira fuori un po' di faccia tosta! Eri perfetto fino a pochi giorni fa, ora sembra che tu abbia la testa da un'altra parte e non ne stai azzeccando una, cerca di rientrare nel personaggio! Stai parlando con una ragazza che ti vuoi scopare, non stai leggendo l'elenco del telefono! -

  • Sì lo so, dammi due minuti, ti prometto che quando riprendiamo sarò pronto -

  • Ok, Jake e per favore credici, sei un attore fantastico, non potrei immaginare qualcuno migliore per questo ruolo, percui tira fuori i coglioni e facciamola finita, d'accordo? - mi guardò come se guardasse un figlio e io mi sentii ancora peggio.

Stavo sputtanando tutto, e questo perchè mi sembrava di non riuscire più ad essere Jamie davanti ad Anne.
Come sarei riuscito a recitare la parte del menefreghista davanti a lei, se tutte le volte che la guardavo avevo solo voglia di dirle: andiamocene da qui, voglio stare solo con te.. per non parlare di quando avrei dovuto parlare di nuovo con lei nudo su un letto, o peggio, quando avrei dovuto cimentarmi con le scene di sesso vere e proprie..probabilmente mi sarei fatto venire un infarto.

Se le premesse erano queste, non c'era da stare allegri. Sbuffai innervosito,sedendomi su una sedia e cercando di ritrovare la calma.

Bevvi un sorso di caffè mentre rileggevo le battute della scena.

Hai degli occhi bellissimi.

Ok, lo pensavo davvero, cosa ci voleva a dirglielo con convinzione?

Andai avanti nel dialogo finchè non trovai la frase che più mi dava problemi.
La tua mente ti dice una cosa, il tuo corpo ti dice qualcos'altro.

Eccola là, spiattellata nero su bianco, la situazione che stavo vivendo.. sospirai.. era come una mazzata in testa.

Poi improvvisamente pensai: Dannazione Jake, sei giunto alla conclusione di doverle dire qualcosa o no? Sei un attore, per la miseria, usa i mezzi che hai!

Quel rapporto che dovevamo avere nella finzione dovevo farlo diventare un'arma, non un ostacolo.

Quella conclusione mi riportò alla tranquillità, mi concessi ancora qualche minuto per crogiolarmi in quella illuminazione, poi ritornai sulla scena.

La guardai sedersi al tavolino dove si svolgeva l'azione e pensai: Cazzo, non puoi lasciarti scappare una così e tantomeno perseverare in queste figure di merda che stai facendo una dietro l'altra!

Anne mi guardò – Ci sei? - mi chiese senza nascondere un tono di apprensione.

  • Sì, sì, credo di essermi riappropriato di Jamie –

  • Bene – e sorrise, splendida.

Da lì in poi trassi ispirazione dal personaggio invece di sentirlo come un ostacolo e tutto filò liscio, per la gioia di Ed, che finalmente smise di preoccuparsi e tornò la persona calma e accondiscendente che era sempre stato.

A fine giornata mi diede una pacca sulla spalla – Bravo, cazzo, ora sì che cominciamo a ragionare, eri perfetto! - mi disse.

  • Grazie –

  • Ottimo, davvero! E ora vattene al diavolo! - mi disse con uno sguardo ironico.

Mi stavo dirigendo verso il camerino, quando Anne mi sorprese da dietro le spalle, saltandomi al collo.

  • Braaaaaavo, hai visto, ce l'hai fatta! - e sfoderò un sorriso che mi uccise, letteralmente.

  • Ma che fai, mi hai fatto prendere un colpo! -

  • Ahah scusa, ti ho visto così giù prima, che ho pensato che ti fossi arreso – disse staccandosi da me – Ma non l'hai fatto e sono felice per te! -

  • Grazie cara – e sentendomi improvvisamente sicuro mi allungai verso di lei e le diedi un bacio sulla guancia.

  • Ottimo lavoro, soldato! - disse con una voce buffa, cercando di imitare quella di un generale.

Scoppiai a ridere e mi sentii investito da un calore che sapevo di non provare da un bel po' di tempo.

  • Vado a cambiarmi, ci vediamo tra poco.. torniamo in hotel insieme? -

  • Sì, gli altri hanno proposto una birra tutti insieme, ma io sono stanca.. Qualcuno mi ha fatto fare tardi ieri sera – disse allusiva – e adesso voglio solo andare nella mia stanza! -

  • Ok, allora dammi cinque minuti -

  • Perfetto – e mi sorrise di nuovo.

Lungo la strada non smise un attimo di scherzare, era di ottimo umore e stava trasmettendo anche a me quella serenità.

Le rispondevo a tono e finalmente sentivo di essermi sbloccato, in qualche modo stavo flirtando con lei, non ancora apertamente ma sentivo che il rapporto tra noi stava cambiando.

Anzi, che qualcosa in me forse stava cambiando.

Magari era l'aura di Jamie che mi portavo ancora addosso, ma in fondo non importava.

Sorrisi tra me e me, fiero di quei passi avanti.

Mi azzardai perfino a chiederle se voleva ripassare qualche battuta dopo cena.

  • Massì perchè no, concedimi un po' di cazzeggio prima, però. Ci vediamo alle nove? – fui travolto da quella risposta, aveva accettato!

  • D'accordo, vieni tu da me o devo scendere io? -

  • Ti busso io alla porta verso le nove – e si diresse verso la sua camera lasciandomi inebetito.

Una volta che mi fui chiuso la porta alle spalle mi lanciai letteralmente sul letto, esultante.

Andai a farmi la doccia, canticchiavo sotto il getto dell'acqua calda, ero emozionato come se fosse stato il mio primo appuntamento.

Mi sentivo leggermente ridicolo, ma non potevo farne a meno.

Mi infilai una felpa e un paio di jeans larghi, per rimanere comodo e informale, senza dare l'impressione che mi aspettassi qualcosa dal fatto che lei avrebbe passato del tempo in camera mia.

Volevo solo passare un paio d'ore con lei, senza trecento persone attorno che osservavano ogni nostra mossa.

Certo, se fosse successo qualcosa, non mi sarei tirato indietro..

Bussò alla porta puntuale come un orologio.

  • Eccomi! - Portava una maglietta grigia e un paio di pantaloni della tuta, blu scuro.

  • Eccoti, ciao! - le sorrisi, pensando che perfino così era assolutamente attraente.

  • Dove ci mettiamo? - disse guardandosi intorno – Complimenti Jake, pensavo che avrei trovato un gran casino, ma vedo che sei ordinato! -

  • Mi ha costretto mia madre ad esserlo quando ero piccolo, da allora m'è rimasto il vizio, sai com'è! - dissi facendole una smorfia divertita.

  • Ooh il bravo ragazzo senza alcuna macchia! Ma sei vero? - e mi allungò un pugno sul braccio.

  • In carne ed ossa! Vorresti smettere di picchiarmi una volta per tutte, per cortesia? - replicai cercando di apparire contrariato. In realtà, ero divertito. Non so spiegarmi il motivo, ma finalmente ero rilassato in sua presenza e mi piaceva sentirmi così.

Avevo smesso di comportarmi come uno scorbutico solitario o un ragazzino imbranato, ero me stesso, libero dalle maschere e dagli schemi mentali che mi ero costruito.

 

  • Comunque, per rispondere alla tua domanda, possiamo sederci sul letto -

  • Uhm.. sul letto eh? Forse non sei poi un così bravo ragazzo! - disse ridacchiando

  • Beh, ci dovremmo passare molto altro tempo insieme, hai letto il copione? Tanto vale almeno cominciare a sedercisi sopra e abituarsi all'idea no? -

  • Ok, se la metti così – e si sedette, lanciandomi uno sguardo poco convinto ma che mi sembrò anche vagamente malizioso.

  • Ti ringrazio – dissi ironico.

Cominciammo a recitare le nostre battute e più la guardavo più volevo baciarla.

Il mio sguardo continuava a cadere sulle sue labbra carnose, vellutate, pensai che dovevano avere un buon sapore.. volevo assaggiarle.

Incredibilmente, riuscì a mantenermi calmo nonostante i pensieri che mi affollavano la mente e a far passare l'attrazione per lei come quella di Jamie per Maggie.

Eureka, finalmente avevo trovato il modo di usare il personaggio nel modo giusto!

Arrivò il momento del bacio sul copione, tentennai un attimo per assicurarmi di quello che voleva fare lei, magari non le andava di provarlo in quel momento.

  • Oh, insomma, togliamoci il pensiero – disse Anne con fare pratico e deciso.

  • Ok – mi sentivo il cuore in gola, l'avevo già baciata, ma mai con addosso la consapevolezza di volerlo fare davvero.

E questa volta, anche lei sembrava nervosa.

Mi avvicinai e le sfiorai la bocca con la mia, dolcemente, senza fretta.

Le diedi un semplice bacio a fior di labbra e mi staccai di nuovo da lei.

La vidi aprire gli occhi – Jake, devi fare lo stronzo.. gli stronzi non baciano così – mi disse in un sussurro che mi fece girare la testa.

  • Come vuoi -

Non aggiunsi altro, incastrai le mie labbra tra le sue, e le misi le mani tra i capelli, avvicinando il suo viso al mio più che potevo.

Il suo calore mi invase totalmente, ed ero già piuttosto su di giri quando inaspettatamente sentii schiudersi le sue labbra, come ad invitarmi a proseguire.

Infilai la lingua nella sua bocca, sentendo un formicolio incessante su tutto il corpo, e rimasi ancora più sorpreso quando anche lei fece lo stesso.

Mi scoppiava la testa, ma non riuscivo a fermarmi.

Le lingue si toccavano, accarezzandosi reciprocamente, in una sorta di delizioso inseguimento.

Accarezzai i suoi capelli, erano morbidissimi sotto le mie mani.

E le sue labbra.. avevano davvero un buon sapore, di ciliegia, avrei continuato a baciarla fino alla fine del mondo se avessi potuto.

Non avevo più la cognizione del tempo, ero completamente assuefatto a quel bacio, ed evidentemente anche lei doveva essere piuttosto presa dalla situazione perchè non diede alcun segno di volersi tirare indietro.

Anzi.

Mi accarezzava il collo, sentivo il tocco delle sue dita proprio dietro la nuca e mi faceva impazzire.

Quando ci staccammo, l'espressione del suo volto era un misto di forte imbarazzo ed eccitazione, rimase senza parole per un paio di minuti, fissando il vuoto.

  • Cazzo – disse poi – Oh cazzo! - sembrava allibita.

  • Stai.. stai bene? - mormorai preoccupato, pensando di aver fatto qualcosa di male. Non mi era sembrata contrariata, però avevo paura di essermi sbagliato, di aver forzato la situazione.

E rieccolo di nuovo a far capolino, il panico.

Poi fece una cosa che non mi sarei mai aspettato: scoppiò a ridere.
Una di quelle risate spontanee e contagiose.

Io però rimasi interdetto per un attimo.. ma che diamine, baciarmi la faceva ridere in quel modo? E che voleva dire? Che mi trovava ridicolo? Che l'avevo baciata malissimo e mi stava sfottendo?
Domande su domande che continuavano a torturarmi, mentre lei continuava a sghignazzare, incurante del fatto che io fossi lì come un ebete senza capire un accidente.

Finalmente si accorse che la guardavo perplesso, e decise di rispondermi.

  • Scusami Jake, sto benissimo, è solo che.. ahahahah è così strano.. -

  • Cosa? - continuavo a vagare nel buio più assoluto.

  • Questo! Baciarci.. -

Non me ne accorsi, ma sicuramente dovevo avere la delusione dipinta a chiare lettere sul volto, perchè lei si affrettò ad aggiungere – Scusami ancora, non sto ridendo per te, né per il modo in cui ci siamo baciati, è che.. non me lo aspettavo proprio -

  • Basta che non ti sia sembrato ridicolo, o peggio che la cosa ti abbia infastidita – mormorai sentendomi un imbecille patentato.

Capì finalmente cos'era a preoccuparmi e tornò immediatamente seria.

  • Macchè ridicolo, macchè infastidita?! Sciocco – mi accarezzò il viso con la solita espressione dolce – E' stato un bacio perfetto, la mia è stata solo una reazione nervosa -

  • Ah, capisco – Non avevo capito granchè, a dire il vero.

  • E' che pensavo di limitarmi alla recitazione.. invece.. mi sono resa conto che ti stavo baciando sul serio..mi sono innervosita, e a volte quando divento nervosa scoppio a ridere -

La guardai come a chiedere conferma di quello che le avevo appena sentito dire.

  • E' così, credimi. Il tuo bacio non faceva ridere per niente – e mi sorrise accompagnando le parole con uno sguardo eloquente – Era tutto tranne che ridicolo.. anzi, è stato molto sexy -

  • Ah.. - rimasi un attimo incredulo – dio, che sollievo, ho pensato di tutto mentre ridevi -

E finalmente mi calmai.
Avevo ancora in testa la sua voce che diceva molto sexy, continuava a rimbombare dentro di me come un eco, incessante.

  • Scemo – disse con una tenerezza disarmante – vieni qui – e mi abbracciò stretto.

Non osai replicare al fatto che mi avesse dato dello scemo, ero troppo impegnato a godermi il suo corpo così vicino al mio.

Le sue mani ritornarono sul mio collo.

Mi guardò negli occhi per un istante, poi fu lei a baciarmi.

Una sensazione di benessere totale prese il posto del panico, dimenticai in un lampo come mi ero sentito fino a due minuti prima e mi persi in quella eccitazione.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Tutto meravigliosamente vero. ***


 

Anne non smetteva di baciarmi.

Le sue dita scesero sulla mia schiena, lentamente, sfiorandola in una carezza appena accennata in contrasto con l'intensità del bacio.

Ebbi un sussulto quando sentii il tocco delle sue mani sotto la felpa.

Non potevo credere a quello che stava succedendo.

Fu quando me la tolse, che mi convinsi che volesse realmente proseguire con quell'intimità che improvvisamente si era creata tra noi.

Mi sorrise con una malizia irresistibile, a quel punto non potevo avere altri dubbi.

Feci per toglierle a mia volta la t-shirt, ma lei mi fermò.

Mi spinse sul letto e mi salì sopra, mentre io me ne stavo sdraiato preda del suo volere.

Sentire le sue labbra sul petto mi fece venire i brividi, baci a fior di pelle che incessanti stimolavano ogni cellula del mio corpo.

Ero piacevolmente soggiogato da quelle sensazioni, ma anche ansioso di ricambiare.

La presi per i fianchi, la feci scivolare dolcemente accanto a me e mi sistemai sopra di lei.

Tornai a baciarla, le sue labbra mi invitavano come una granita in piena estate.

Scesi sul suo collo, mi spostai per mordicchiarle il lobo dell'orecchio, poi di nuovo sul collo a leccarlo con la punta della lingua, proprio sotto la mandibola.

La sentii emettere un gemito.

La sua pelle aveva un odore meraviglioso, mi mandava in estasi.

Feci sparire anche la sua maglietta, lanciandola sul pavimento e lei mi guardò con un fuoco negli occhi che non le avevo mai visto.

Quegli occhi neri, da cerbiatta, che mi erano sempre sembrati dolci e innocenti, in quel momento erano carichi di eccitazione e mi invitavano a non fermarmi.

Le slacciai il reggiseno e gettai via anche quello, per poi soffermarmi a stuzzicarle i capezzoli con le dita e con la lingua, mentre ero di nuovo sopra di lei.

Scesi vicino al suo inguine, dedicandomi alla pelle vicino al suo ombelico, le mie mani continuavano a toccarle i seni e la sentii di nuovo gemere, con il respiro affannato.

Mi accarezzava i capelli, con gli occhi chiusi, abbandonata al piacere che ormai sapevo di darle.

Cogliendomi di sorpresa, mi spinse da una parte, con una forza che non le avrei mai attribuito e mi tolse i pantaloni.

Sentivo l'eccitazione partirmi dal basso ventre e irradiarsi in tutto il corpo.

La guardai liberarmi anche dei boxer, per poi tornare a stendersi sopra di me.

Al tocco delle sue mani sul mio sesso ebbi un sussulto, si muovevano lentamente, avvolgendolo in una carezza irresistibile.

Mi mordicchiò le labbra mentre seguitava a baciarmi, senza smettere di toccare le mie parti intime.

Ad occhi chiusi, mi concentrai sulle sensazioni incredibili che mi stava dando.

Si tolse gli slip, mi infilò un preservativo che non sapevo minimamente da dove fosse venuto, e in un attimo ero dentro di lei.

Cominciò a muoversi sopra di me, dapprima lentamente, poi con ritmo maggiore, sentivo il mio corpo come in preda a una qualche droga, il suo calore che mi accoglieva, il suo bacino sbattere contro il mio.

Aprii gli occhi per vedere le espressioni del suo viso, ormai preso totalmente dal piacere.

Non l'avevo mai vista in quel modo e mi fece letteralmente impazzire.

Era selvaggia, piena di passione.

Appoggiai le mani suoi suoi fianchi avvicinandola a me più che potevo.

L'orgasmo mi colse come un lampo, potentissimo, annebbiandomi il cervello.

Continuò a cavalcarmi finchè non la sentii emettere un lungo gemito di piacere.

Poi si abbandonò sul mio corpo, ero ancora dentro di lei, stremato e incredulo.

In un attimo di lucidità pensai che fosse un sogno, che mi sarei svegliato da un momento all'altro e avrei scoperto di essermi addormentato da solo.

La strinsi forte, quasi a volermi convincere che era successo realmente, lei alzò gli occhi e mi guardò con dolcezza.

Poi si mise a fianco a me, appoggiando la testa sul mio petto.

Le diedi un bacio tra i capelli, sentendola vicina come mai mi era successo.

I suoi occhi cercarono nuovamente i miei, mi sorrise e finalmente parlò.

  • Dio, è stato.. assurdo. Stupendo -

  • Quanto sei bella – le dissi osservando il suo viso.

Era vero, era tutto meravigliosamente vero.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Solo Jake e Anne. ***


 

Rieccomi :D

Scrivere questo capitolo è stato più complesso del previsto,  più che altro perchè mi sono persa per un po' a pensare a come far reagire i due, dopo il sesso.

LOL.
E quindi.. lo scoprirete leggendo. :P

So che la coppia prediletta da un po' tutti è quella Gyllenhaal/Ledger, è anche la mia, ci tengo a dirlo.

Però insomma, diciamo che quando penso a una donna con Jake, mi si stampa in testa immediatamente il nome di Anne.

Per me è adorabile, mille volte di più delle ultime compagne ufficiali di Jake, tipo Reese Witherspoon (che ho sempre mal sopportato, figuriamoci quando stava con lui u_u E mi fermo qui, che è meglio) e Taylor Swift (che non c'entra un accidente con Jake, IMHO. )

Scusate questo angolino sincerità mode:on xD, vi lascio alla storia e mi raccomando fatevi sentire, mi interessa davvero un'opinione, per migliorarmi prima di tutto.

Alla prossima :)

 

 

Mi svegliai da solo.

Anne era tornata nella sua stanza verso le due del mattino, per dormire almeno un po'.

Di certo, dopo quello che era successo, non le avrei permesso di riposare come doveva se fosse rimasta.

A domani – mi aveva detto semplicemente, facendomi l'occhiolino.

 

Mi sarei alzato per portarla di peso a letto, di nuovo, ma avevamo la sveglia presto e bastavano le mie scarse performance attoriali dei giorni precedenti, avanzavano anche.

Da quando ero a Pittsburgh comunque, non mi ero mai svegliato così di buon umore.

Ero a dir poco euforico. E soprattutto, non vedevo l'ora di rivederla.

Rimasi per un po' sotto le coperte, sentivo ancora il profumo della sua pelle sulle lenzuola, che mi inebriava i sensi.

Non mi ero chiesto cosa significasse l'aver fatto sesso con lei, se saremmo diventati una coppia, niente.

Neanche mi interessava saperlo, per il momento volevo vivermela.

Mi ero già fatto abbastanza problemi per arrivare fino a quel punto, non volevo altre paranoie per la testa.

Mi crogiolai nel pensiero della sera prima ancora per un po', poi mi resi conto che era arrivato il momento di alzarmi, il lavoro mi chiamava.

Mi preparai in fretta e scesi nella hall, sperando che Anne non fosse già uscita.

Aspettai qualche minuto, seduto su una poltrona, sfogliando uno dei giornali lasciati sui tavolini, a disposizione dei clienti.

Ogni volta che si aprivano le porte degli ascensori, alzavo automaticamente lo sguardo in cerca di lei.

Finalmente la vidi comparire, in compagnia di Hank Hazaria, un altro degli attori del cast, che in Love & Other Drugs interpretava il Dott. Knight.

Le labbra di Anne si aprirono in un sorriso appena mi vide, non sembrava imbarazzata, neanche nervosa.

Mi sentii ancora più sollevato ma, ovviamente, avrei preferito che fosse stata sola.

Ciao! - li salutai.

Ehi! - disse Hank – Buongiorno Jake, dormito bene? -

Sì, grazie, voi? - dissi pur conoscendo in parte la risposta di Anne.

Benissimo! - fece Hank

Mah, ho avuto un sonno un po' agitato stanotte, non so perchè.. - rispose lei guardandomi

Trattenni una risatina, per mantenere il segreto sul fatto che ne sapessi qualcosa.

Non era certo il caso di sbandierare ai quattro venti quello che era successo, Anne sembrava dello stesso parere dato che si stava comportando in maniera puramente amichevole, come aveva fatto sempre prima di quella situazione fra di noi.

Strano, i letti di questo hotel sono paradisiaci, no Jake? - fece Hank

Eccome, pensai, con dentro Anne sono ancora meglio.

Ma invece risposi - Per quanto mi riguarda sicuramente, ma magari non è così per tutti, dipende dalle abitudini – censurando i pensieri sconci che mi avevano attanagliato la mente in un batter d'occhio.

Anne sembrò accorgersi di quello che mi passava per la testa e mi fece un sorrisino divertito, senza farsi accorgere da Hank.

Già, vogliamo prendere un taxi? Mi sembra già tardi per andare a piedi – fece Anne

Vado a dirlo al concierge – si offrì Hank con gentilezza.

Quando lui si fu allontanato, Anne mi sussurrò – Scusami, avrei preferito che fossimo soli, per parlare un po', ma l'ho incontrato in corridoio.. -

Non preoccuparti – la rassicurai – non c'è nessun problema, parleremo più tardi, di tutto quello che vuoi – e sorrisi.

Chissà cosa vuole dirmi, pensai.

Speravo che non fosse qualcosa di spiacevole, tipo che la sera prima era stata uno sbaglio.

Per un attimo sentii una certa paura salirmi dalla bocca dello stomaco.

Anne mi accarezzò un braccio, il gesto di un secondo, che però mi diede un brivido.

Le sorrisi, di nuovo fiducioso.

Ok Jake, non hai niente da temere, sta tranquillo, mi dissi.

Hank interruppe qualcosa, senza rendersene conto – Il taxi sta arrivando, usciamo?

L'avevo sempre rispettato come attore, la sua grande esperienza nel mondo del cinema e della televisione non erano certo cose di poco conto per me, tuttavia in quel momento la sua presenza per me era decisamente di troppo.

Cercai di fare buon viso a cattivo gioco e aprii la portiera del taxi facendo un gesto ad Anne perchè salisse per prima.

Grazie – fece Anne con tono lusingato.

Mi piaceva avere quelle attenzioni verso le ragazze che mi piacevano, l'avevo sempre fatto e non avrei fatto a meno di dedicarle a lei.

Mi accomodai vicino a lei e Hank si mise accanto a me.

Avrei dormito altre quattro ore come minimo stamattina – fu Hank a parlare per primo, proprio mentre cercavo di prendere con nonchalance la mano di Anne, vicinissima alla mia, appoggiata sul sedile.

A chi lo dici – gli fece eco Anne – con la fatica che ho fatto per addormentarmi! Quando è suonata la sveglia, l'ho maledetta, nel vero senso del termine -

Chissà perchè, pensai io, e la guardai allusivo.

Mi indirizzò uno sguardo ammonitore e cercai di tornare serio.

Averla così vicino e dover far finta di niente, era già dannatamente difficile.

Hank rideva divertito, inconsapevole di quanto volessi farlo sparire.

Beh insomma, gran voglia di lavorare stamattina – osservai

E dire che il mio personaggio mi piace, pensate se l'avessi trovato insopportabile – disse Hank

Un po' come trovo insopportabile la tua presenza adesso, pensai involontariamente, e mi sentii immediatamente un po' stronzo.

Che ne poteva sapere in fondo, non era certo colpa sua! E poi di norma, mi trovavo bene con lui, come con tutti gli altri.

Mi resi conto che la mano di Anne si era avvicinata alla mia gamba, le sue dita mi sfioravano la coscia con un movimento impercettibile.

Anche lì, stretti in tre nei sedili posteriori del taxi, trovava il modo di starmi vicino.

Questa consapevolezza, unita al suo tocco, mi fecero calmare del tutto.

Per il resto del breve viaggio, ritornai amichevole dentro e fuori nei confronti di Hank, che prima di tutto era una persona che stimavo.

 

 

Una volta arrivati sul set, ero deciso a concentrarmi sul lavoro.

Mi sentii subito molto meglio nei panni di Jamie, ormai l'avevo capito fino in fondo e mi piaceva come mai era successo prima.

Ero disinvolto, lo percepivo chiaramente.

Non sapevo da dove venisse quella sicurezza, se dal mio essermi finalmente aperto ad un'altra persona dopo tanto tempo, o più banalmente dal sesso.

Risi dentro di me a quel pensiero, sentendomi un po' bieco, ma anche assolutamente appagato dal ricordo della notte precedente.

Stavo quasi per perdere la concentrazione e lasciare la mia mente in balia di quelle immagini a luci rosse, quando Ed mi riportò alla realtà per darmi alcune indicazioni sulla scena.

 

Non è affatto male essere Jamie, comunque, pensai prima di dedicarmi totalmente a quello che Ed mi stava dicendo.
 

La fine della mattinata arrivò in un lampo, quasi senza che me ne accorgessi sul serio.

Ed aveva un'espressione alquanto soddisfatta dipinta sul volto e mi fece piacere. Almeno in parte, avevo recuperato le figuracce di qualche giorno prima.
- Tutti bravi, ragazzi! Ok, facciamo una pausa! -

 

Tornai in camerino per riposarmi e mettere qualcosa sotto i denti, visto che era ora di pranzo.

Sentii una mano posarsi sulla mia schiena, proprio mentre stavo per entrare.

Era Anne, proprio come avevo sperato un attimo prima di girarmi  – Ehi – mi disse solamente, con un sorriso da schianto.

Ehi – feci di rimando sorridendo a mia volta – vieni, entra.

Mi chiusi la porta alle spalle e la attirai con forza verso di me, per baciarla.

Le nostre lingue si incontrarono quasi subito e mi sentii girare la testa.

Aveva ancora quel sapore di ciliegia, avevo desiderato di riassaggiarlo per tutta la mattina.

Non sai quanto ne avessi voglia – le dissi poi, guardandola dritto negli occhi.

Anche io – Non che ci fosse bisogno di conferme, le sue labbra erano state più che eloquenti durante il bacio.

Sai di ciliegia – le sussurrai, mordicchiandola dolcemente.

E' il mio burrocacao -

Mmmh.. mi piace, parecchio – e tornai a baciarla con enfasi.

Ci sedemmo sul divano, lei posò la testa sulla mia spalla.

Sentivo il suo respiro sul collo e me la strinsi addosso ancora di più.

Mise le sue gambe sulle mie, accoccolandosi sul mio petto.

Non lo avrei mai detto – esordì lei, dopo qualche minuto di silenzio.

Cosa? -

Che sarebbe andata così, tra di noi – mi guardò maliziosa.

Ah no? -

Veramente, no. Non ci avevo minimamente pensato, anzi.. ero convinta che fosse proprio fuori discussione – ammise.

Grazie, sei molto carina a dirmelo – risposi ironico e fingendo di essere seccato.

Scoppiò a ridere – Eddai, non fare tanto il permaloso! Pensavo di non essere per niente il tuo tipo -

E invece.. - lasciai la frase in sospeso e le diedi un bacio sui capelli.

E invece.. - ridacchiò con uno sguardo soddisfatto.

Sarei rimasto così per ore, sentirmi lei addosso, in quel modo, era una sensazione meravigliosa.

Ma il brontolio del mio stomaco irruppe in quell'idillio senza preavviso.

Hai fame eh? -

Direi che il mio stomaco ha risposto per me - risi, prendendo l'enorme panino che la mia assistente aveva provveduto a lasciarmi sul tavolino davanti al divano – Vuoi? -

Sì, grazie -

Spezzai il panino in due parti e gliene porsi una.

Mangiai in fretta, voglioso più che altro di riprendere il discorso interrotto.

Che dici, dovremmo farci delle domande? - fu lei a parlare per prima, una volta finito.

Uhm.. non saprei.. che tipo di domande? -

Beh, cosa siamo, tanto per cominciare. - disse risoluta.

Siamo Jake e Anne -

Grazie, sei illuminante – rispose con un tono ironico.

Dai, scherzavo – Ma neanche tanto, a dire il vero, dissi a me stesso.

E così decisi di essere sincero con lei e di dirle quello che pensavo.

In fondo, la sincerità paga sempre, no?

E' solo che.. questa cosa preferirei godermela così com'è, per adesso.. - ammisi pensieroso.

Ok, come vuoi.. non dobbiamo per forza analizzare adesso... vedremo. Viviamola giorno per giorno, ti va? - e sorrise.

Dio, quanto mi piaceva  il suo sorriso.

E la sua calma, quella serenità che sembrava possedere tutto il suo essere.

Di sicuro, so che mi piaci da morire – qualche punto fermo doveva pur esserci tra di noi e pensai che quella frase fosse più eloquente di tante altre parole.

E la cosa più bella, era che ne ero convinto davvero.

Ah se è per questo.. anche tu.. Ho fatto una fatica ad andarmene, ieri notte – disse allusiva.

La baciai di nuovo, istintivamente, travolto da quelle sensazioni.

Ci staccammo guardandoci reciprocamente come se stessimo per esplodere di nuovo in un impeto di passione.

I suoi occhi erano quasi tornati come li avevo visti la sera precedente, pieni di desiderio.

Dannazione, è quasi ora di tornare al lavoro. Quella consapevolezza mi saltò alla mente fastidiosa come un pizzicotto.

Ho una cosa da chiederti – dissi per stemperare la tensione che sentivo, anche se non avrei voluto affatto.

Dimmi -

Ma il preservativo, ieri sera, da dove è venuto? -

Scoppiò in una sonora risata.

Non hai notato che ci sono in dotazione nella stanza? Sono sul comodino – disse poi, con uno sguardo stupito.

Ah.. - rimasi un attimo stranito – veramente no -

Eh sì. Ma come avrai fatto a non vederli poi.. Dì la verità, pensavi che me lo fossi portata io, eh?! - mi stava prendendo palesemente in giro – Che narciso! -

Oh, che dovevo pensare, non mi era mai successo di trovare in camera certi omaggi da parte degli hotel! E di certo non poteva essersi materializzato per magia! - cercai di difendermi.

Povero tesoro – mi disse accarezzandomi una guancia, continuando a guardarmi divertita.

Mi sciolsi in un secondo.

Cavoli, dobbiamo tornare sul set – e accompagnai la frase con un verso di disapprovazione.

Sì meglio, altrimenti penso che non risponderei delle mie azioni e, ora come ora, non è il caso – fece lei con tono sommesso.

Mi alzai dal divano e la presi per un braccio, facendola alzare per abbracciarla.

Stasera però.. -

Nulla potrà trattenermi – sussurrai al suo orecchio.

Sarà meglio per te – disse dandomi un leggero pugno sul petto.

Andiamo, manesca che non sei altro – dissi prendendola con un braccio attorno al collo.

E uscimmo, per tornare Jamie e Maggie, ma non vedendo l'ora di essere solo Jake e Anne.

 

 

 

Eeeehh * sospiro * è finito anche questo capitolo :)
Come avete visto, alla fine ho scelto un approccio 'take it easy' e coccoloso.. che volete farci, sono una romanticona fino al midollo! 


 Volevo solo precisare due cose:

 

Primo, che i capitoli non sono tanto lunghi volutamente, la mia intenzione è di fare tutto per bene e se mi dilungo troppo, non essendo ancora espertissima, ho paura di smarrirmi per la strada.

E secondo, l'elemento preservativo l'ho preso da un'esperienza reale. Infatti, l'ultima volta che sono stata a Londra c'erano veramente dei preservativi in dotazione nella stanza! (Ma se vi interessasse saperlo, non ho avuto occasione di usarli LOL.)

 

Tutto qui, per il resto, spero che rimarrete sintonizzati. Cià! :D

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=859793