La paura dell'amore

di SectumsempraByGinny
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incontri ***
Capitolo 2: *** Occasioni Mancate ***
Capitolo 3: *** Bugiarda ***
Capitolo 4: *** Prigionia e prigioniera ***
Capitolo 5: *** Statue di terrore ***
Capitolo 6: *** Infrangere le regole ***
Capitolo 7: *** Il ballo di Lumacorno ***
Capitolo 8: *** Ribellione ***
Capitolo 9: *** La Fine ***



Capitolo 1
*** Incontri ***


Il primo settembre del suo secondo anno ad Hogwarts, Tom Riddle assistette allo smistamento di una ragazzina alquanto bizzarra che catturò subito la sua attenzione. Era magrolina, pallida con lunghi capelli neri che le incorniciavano il viso. Ma non furono questi particolari ad attirare l'attenzione di Tom bensì gli occhi che sembravano come rivolti verso qualcosa che nessuno eccetto lei potesse vedere, qualcosa al di là della comprensione umana.

Venne annunciata come Denise Watson e con enorme dispiacere di Tom, che si trovava in serpeverde e che voleva avere l' occasione di osservarla meglio, venne assegnata a grifondoro.

Tom cercò di dimenticare Denise ma quegli occhi assenti gli erano rimati impressi nella mente. Così qualche giorno dopo l'avvicinò. Appena lei lo vide buttò la testa all'indietro e gli occhi incominciarono a roteare; parlò con voce profonda
“ l'Erede è tornato per rivelare il segreto e purificare il mondo” poi tornò normale e disse con voce squillante
“piacere, tu sei Riddle vero??”

Tom chiese leggermente perplesso “che sei una specie di veggente, ragazzina??”

Denise fece la faccia di chi viene ferito nell'orgoglio e se ne andò seguita da uno svolazzare di capelli neri. Denise non si presento a lezione il giorno dopo, ne quello dopo ancora. Le sue compagne di stanza non vedendola tornare a dormire informarono i professori e ben presto tutto il personale scolastico era sulle sue tracce. La cercarono in tutto il castello, ad Hogsmeade e nella foresta proibita...

La trovarono tre giorni dopo che passeggiava tranquilla nel parco di Hogwarts, quando le chiesero dove era stata e perché non aveva fatto avere loro sue notizie: la risposta lasciò a bocca aperta tutti. Infatti disse di essere stata nel villaggio segreto dei centauri e di aver perso il conto del tempo guardando le stelle e predicendo il futuro.

Tom incuriosito cercò di parlare con Denise per settimane ma ogni volta che le si avvicinava le mormorava qualcosa a denti stretti e raggiungeva le sue amiche.
Alla fine Tom la fermò e le chiese se fosse ancora arrabbiata per la storia della " ragazzina " , convinto che il motivo per il quale lo evitava fosse quello, ma lei scosse il capo e si allontanò di nuovo.

Tom la seguì: voleva sapere a tutti i costi perché lo evitava. Insistette così tanto che alla fine Denise si lasciò sfuggire che discendeva da una casata antichissima.

Fu così che a Tom passò biblioteca e negli archivi per cercare la casata da cui discendeva Tom Riddle Senior, convinto che fosse lui il mago nella sua famiglia e non la madre che si era lasciata morire. Purtroppo Tom Riddle Senior non aveva mai frequentato Hogwarts e quindi non poteva essere stato un mago.
Allora Tom si dovette rassegnare al fatto che la madre fosse una strega e ricominciò le sue ricerche basandosi sul suo secondo nome: Orvoloson, che doveva appartenere al nonno.

Siccome non si può dire che Orvoloson fosse un nome molto comune, questa volta Tom ci impiegò molto meno nella ricerca tra gli archivi di Hogwarts ed infine scoprì di essere discendente dei Gaunt che a loro volta discendevano in linea diretta da Salazar Serpeverde.

Da allora cominciò ad essere come ossessionato dall' idea che esistesse una camera dei segreti. E intanto si crucciava per riuscire a trovare un soprannome che inspirasse grandezza e potere e che gli permettesse di staccarsi completamente dalle sue origini babbane.

Così, durante una lezione di storia della magia, incominciò a giocherellare creando quella che sarebbe diventato il nome più temuto al mondo da lì a pochi anni: Lord Voldemort.

L'estate nell'orfanotrofio divenne insopportabile tanto che riusciva a stento a non utilizzare la magia per liberarsi di tutti quei babbani che gli giravano intorno, e se ci riuscì fu solo perché non poteva permettersi il lusso di essere espulso da Hogwarts.

Per riuscire a trovare uno svago Tom incominciò a cercare nascondigli segreti e piccoli tesori. In ogni caso non vedeva l' ora di tornare ad Hogwarts per poter di nuovo praticare l'unica cosa per cui si sentisse veramente portato: la magia.
Quando il primo di settembre poté rimettere piede nel magnifico castello fu preso, come sempre, da una gioia incontenibile.
Tutta questa felicità durò solo fino a quando non rivide Denise seduta al tavolo dei grifondoro con quello sguardo fisso che la caratterizzava.

Di nuovo fu preso da una forte voglia di parlarle, infatti da quando lei si era fatta sfuggire quel piccolo particolare sulle sue origini, Tom non aveva più pensato a lei.
Ora come gli era successo esattamente un anno prima non riusciva a pensare ad altri che a Denise.
Era una strana sensazione per uno che non amava condividere o, peggio, dipendere da qualcuno.

Tom non sapeva come comportarsi, alla fine gli passò per la testa un' idea geniale: sarebbe stato comodo avere per " amica " una veggente, magari si sarebbe anche fatta sfuggire la posizione della camera dei segreti.

Per i giorni a seguire Tom si scervellò su come avrebbe potuto avvicinare Denise senza essere fonte di inutili chiacchiere e di farle capire che desiderava sinceramente essere suo amico.
Una delle ultime belle giornate di settembre alcuni ragazzi si arrischiarono ad uscire nel grande parco della scuola per godersi gli ultimi tiepidi raggi del sole prima dell'ininterrotto freddo invernale.

Tom vide Denise seduta sotto un albero, sopra un tappeto di foglie secche, chiacchierare vivacemente con altri grifondoro tra i quali un ragazzo enorme che sembrava un armadio a muro, con una folta chioma bruna e riccioluta. Per un attimo il pensiero di dover mostrarsi gentile davanti ad alcuni grifondoro lo trattenne ma poi decise che era il momento giusto per parlare con Denise, quindi si sistemò il mantello ed uscì nella frescura pomeridiana.



Dedico questa storia a Lily e Minerva, le mie fan più accanite (soprattutto Lily)

Suppongo che dovrei dedicarla anche ad Hermy ma per dispetto non lo faccio.

Vi volevo solo esortare a CONTINUARE perchè io stessa ammetto che l'inizio non è un gran che ma poi migliora molto...

La Vostra Ginny di Sectumsempra

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Capitolo 2
*** Occasioni Mancate ***


Una volta vicino al gruppo notò che l'argomento della discussione era la Divinazione.
Denise stava infatti sostenendo un acceso dibattito con una ragazza dal portamento eretto che sosteneva che la Divinazione non dovesse essere insegnata in quanto fosse molto imprecisa come branca della magia.

Denise invece ribatteva con decisione che tutte le profezie che aveva fatto fino a quel momento si erano avverate e accusava l'altra di essersi fatta influenzare dalle ciarlatane e dalle impostore che si facevano scambiare per veggenti.

Tom pensò che sarebbe stato un buon inizio dare manforte a Denise nella discussione, così si schiarì la voce e disse 
“la profezia che ha fatto a me era corretta” e mentre diceva questo guardò intensamente Denise per vedere la sua reazione. Questa nascose il volto tra le mani e mormorò qualcosa del tipo
“quanto vorrei essermi sbagliata!!” guardò prima Tom, poi il ragazzo riccioluto, quindi si alzò, guardò furente la ragazza e prese la mano di Tom trascinandolo lontano dalla scena.

“che diavolo ti è saltato in mente?” chiese scandendo ogni parola
“non ti avvicinare mai più ad Hagrid!” Tom si sarebbe aspettato qualunque cosa ma non quello, non conosceva neanche qualcuno che si chiamasse Hagrid!
“a chi scusa non mi dovrei avvicinare?”

“al ragazzo alto” sempre più incredulo Tom continuò
“non mi importa niente di quel gigantesco citrullo!!” Tom capì subito di aver detto qualcosa di sbagliato perché l' innocente e fragile ragazzina dagli occhi blu che aveva davanti su trasformò in una belva dagli occhi fiammeggianti che gli assestò un ceffone su una guancia.

Era strano per Tom non essere apprezzato.
Tutti i professori lo adoravano ed aveva una schiera di ammiratori che non finiva più ma le rare volte in cui si era venuto a conoscenza del suo io interiore si era guadagnato una bella dose di disprezzo o diffidenza.
Per il momento le uniche due persone che conoscevano il vero Tom erano il professor Silente, di Trasfigurazione, e Denise.

Il primo diffidava di lui fin dal loro primo incontro; la seconda non tentava neanche di nascondere un profondo disprezzo. Eppure Tom era ansioso di conquistare la stima di entrambi. Rientrando nel castello si fermò a guardare le ragazza con cui Denise stava discutendo fino a poco prima: in lei riconobbe Minerva McGranitt, grifondoro, di un anno più grande di lui. Poi diede un'occhiata anche a quell'Hagrid, che aveva proprio l'aria di essere un babbeo. Si disse di tenerlo a mente per futuri scherzi.

Denise era rientrata nel castello come una furia seguita, come ogni volta quando camminava velocemente, da uno svolazzare di capelli neri.
Dall'interno della sua aula Silente notò la figura che sfrecciava per i corridoi, senza una meta apparente.
Uscì in tempo per bloccarla.

Denise, che ancora schiumava di rabbia, disse di essersi persa e di non riuscire ritrovare la strada per i dormitori. Silente la invitò ad accomodarsi nel suo ufficio.
Pur malvolentieri, Denise entrò nell' ufficio del professore, convinta di essersi beccata una punizione.

Silente parve leggerle nel pensiero
“non ti preoccupare” disse dolcemente
“non sei in punizione. Volevo solo dirti una piccola cosa: le profezie si possono avverare solo se si fa in modo che si avverino. Se non si da loro peso non si avvereranno, molto probabilmente. Non dare troppo peso a ciò che vedi perché tu sei la prima a poter decidere se si avvereranno o pure no. Ci siamo intesi?” sollevata Denise annuì ed usci dallo studio chiudendosi la porta alle spalle.

Quando Tom ebbe una nuova occasione di avvicinare Denise la prese da parte e le chiese scusa.
Lei si comportò al di sopra delle più rosee previsioni di Tom: si scusò dell'atteggiamento che aveva avuto precedentemente e gli propose di essere amici.
Tom le diede appuntamento alla fine delle lezioni per fare una passeggiata nel parco.

Gli ammiratori di Lord Voldemort, che erano già a conoscenza del tentativo del loro idolo di fare amicizia con una grifondoro non esitarono a far sentire il loro disappunto, ma lui li ignorò senza neanche dare spiegazione del proprio comportamento.

Fino a Natale le cose fra Tom e la sua nuova amica andarono bene.
Poi arrivò il momento per Tom di scegliere quale ragazza portare al ballo indetto ogni anno dal professore di Pozioni, il professor Lumacorno, che sceglieva gli studenti più meritevoli per formare un club esclusivo a cui chiunque aspirasse a diventare qualcuno desiderava entrare.
Tom era il più giovane studente a far parte del ' Lumaclub' e quindi andare al ballo con lui era considerato da tutte le serpeverde un grandissimo onore.

Ma lui aveva intenzione di portare al ballo la sua piccola amica veggente.
Appena glielo chiese lei declinò gentilmente affermando che parecchie ragazze desideravano essere in invitate e che non sarebbe stato giusto negare loro questa possibilità.
Tom invitò quindi una deliziosa serpeverde del suo anno.
Denise sembrava comunque esserci rimasta male e per un po' ricominciò ad evitare Tom.

Arrivato giugno Tom e Denise si erano parlati poche volte nelle quali si erano detti poco o niente. Lui non riusciva ancora a capire cosa l'avesse indisposta nei suoi confronti.

Fu così che Tom tornò all'orfanotrofio abbattuto e triste senza nessuna consolazione e l'orripilante idea di dover stare rinchiuso per tre mesi in quel letamaio babbano che non si addiceva affatto alle sue nobili origini.
Quei mesi trascorsero lenti e noiosi.
Tom non aveva mai desiderato tanto ardentemente di tornare ad Hogwarts.

Finalmente arrivò il primo settembre e Tom era risoluto a chiarire le cose con Denise perché in un anno, nonostante le continue ricerche non era riuscito a trovare l'ingresso alla camera dei segreti e la piccola veggente lo avrebbe sicuramente aiutato. Una volta nella sala grande lo sguardo di Tom tornò ad osservare il tavolo dei grifondoro, notò subito che qualcosa non andava.
 

Ok potrò sembrare ripetitiva ma

CONTINUATE A LEGGERE per l'amor del cielo!

Detto questo vi saluto...

Ginny di Sectumsempra

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Capitolo 3
*** Bugiarda ***


Mancava Denise, la veggente dagli occhi sognanti. Tom cercò meglio ma non la trovò.
Ad un certo punto la porta della sala grande si spalancò e il professor Lumacorno entrò trascinandosi dietro la ragazza che tentava di far resistenza, con scarsi risultati. La sala si fece improvvisamente silenziosa, Denise venne trascinata fino al tavolo delle autorità.

Qui il direttore di serpeverde sussurrò qualcosa al preside, che sbiancò in volto e fissò la ragazza con occhi penetranti. Lei arrossì.

La scena seguente si svolse in un attimo: le gambe di Denise si piegarono e, in un vortice di capelli neri, la ragazza si accasciò a terra, svenuta.
I professori si alzarono immediatamente e Silente la fece volteggiare in aria dolcemente, con i capelli corvini che le coprivano il volto.
Si alzò e la portò in infermeria, tutti gli studenti furono invitati a tornare nei propri dormitori, ma Tom invece seguì un affannato Lumacorno fino all' infermeria.

Lì giaceva Denise, su un letto, circondata da professori.
Qualcuno lo urtò arrivando dietro di lui: era quella Minerva.
Aveva i capelli raccolti in uno chignon strettissimo e un'aria veramente stravolta.

Il vedere Tom non migliorò il suo stato d'animo, invece sembrò andare in apnea, poi strizzò gli occhi e scosse la testa come per fare uscire dalla testa un brutto pensiero, infine riprese il controllo di sé dirigendosi al letto sul quale era sdraiata Denise.

"E tre" pensò Tom: tre persone che non lo apprezzavano. Ma infondo non era importante in quel momento, l'unica cosa importante era sapere cosa fosse successo a Denise.

“chissà cosa può aver visto che l'abbia sconvolta a tal punto.” si stava chiedendo in quel momento il professor Silente.
Intanto Lumacorno andava su e giù per l'infermeria mormorando che era tutta colpa sua, mentre la professoressa Gaiamens, di Difesa Contro Le Arti Oscure, cercava disperatamente di fargli capire che non era successo niente di grave.
Tom si avvicinò alla ragazza svenuta.

Minerva le teneva la mano mentre quella sussultava nel sonno donatole da un potente sonnifero.
Quel sonnifero avrebbe anche dovuto assicurarle una notte senza sogni ma quanto pareva aveva fallito a quel proposito.

La mattina dopo Denise venne dimessa.
Tom la trovò immersa in una fitta conversazione con altri grifondoro. Si avvicinò e le chiese gentilmente se poteva parlarle in privato. Denise annuì serena.

“si può sapere cosa hai visto ieri sera di tanto traumatizzante: ci hai fatto prendere un colpo!!” 
“oh niente di preoccupante” rispose lei tranquilla, gli occhi che sembravano fissare un punto sulla spalla di Tom.
“volevo avvertire i professori del fatto che sarebbe stato meglio chiudere il bagno delle ragazze al primo piano, ci ho visto dentro un serpente dagli occhi gialli e il cadavere di una ragazzina...” Denise si era fermata: Tom non la stava più ascoltando.

Non ci poteva credere: ora sapeva dove cercare la camera dei segreti!
“Tom, Tom!” Denise lo stava schiaffeggiando
“tutto bene?? pensavo stessi avendo una visione anche tu...”

“no no, tutto a posto stavo pensando. E perché il professor Lumacorno era arrabbiato??”
“ha detto che ero una bugiarda” Denise pronunciò questa frase con una faccia talmente allucinata che Tom non poté evitare di scoppiare a ridere.
“poi ti ho visto che accusavi Hagrid... tu non lo faresti mai però, vero Tom??” la sua voce si era fatta seria e adesso tutta la sua attenzione era rivolta a Tom, lui però rise di nuovo
“ma dai! Ti pare che farei mai una cosa del genere??” tuttavia Denise gli aveva appena dato un' ottima idea.

Settembre passò e dopo di lui giunse ottobre con halloween ed il primo weekend ad Hogsmeade.
Tutti i ragazzi del terzo anno erano eccitati dall' idea di visitare il paesino costituito completamente maghi.
Tom avrebbe voluto accompagnare Denise ma aveva cose più importanti da fare: doveva approfittare dell'occasione per investigare riguardo alla camera dei segreti.

Avrebbe avuto due gloriosi giorni di pace senza quegli amici zelanti di cui era circondato ma che non voleva. In quei giorni Tom entrò più volte nel bagno delle ragazze ma non trovò niente, invece lo vide una ragazza che se ne stava nascosta a piangere e che minacciò di dirlo ai professori.

Tom allora incominciò a cercare qualcosa a proposito della camera dei segreti in biblioteca e non solo trovò cos'era il serpente descritto da Denise ( un Basilisco ) ma anche un accenno ad una particolare magia oscura capace di rendere immortali.
Questa permetteva di nascondere un frammento della propria anima in un oggetto così rendendo impossibile uccidere che ha spezzato la propria anima. E uccidere fa a pezzi l'anima.

Finalmente giunse il Natale e Tom questa volta era risoluto a chiedere a Denise di accompagnarlo al ballo.
Questa volta la veggente accettò di buon grado l'invito e fece pure la pernacchia ad un paio di serpeverde.
Il ballo si svolse senza problemi.

Denise indossava un delizioso vestito blu mezzanotte tutto luccicante che stava d'incanto con i suoi occhi.
Tom non poté che esserne ammirato.
Per la prima volta si rese conto di quanto fosse cambiata da quando l'aveva vista per la prima volta: si era alzata di almeno dieci centimetri, aveva messo un po' di carne sui fianchi che però le donava e le era cresciuto il seno.

Adesso, seppur immatura, sembrava una donna in miniatura. Tom la invitò a ballare e non si era mai vista coppia migliore, perfino il professor Lumacorno ne rimase ammirato: i due volteggiavano come se non avessero mai fatto altro nella loro vita.
Denise guardava Tom negli occhi fino a che non vide qualcosa che la turbò e distolse lo sguardo, ma non smise di ballare, non volendo rompere l’incantesimo. 


Passiamo a metodi inusuali: vi entrerò nel cervello 

ContinuateAleggerE CoNtInUaTe A lEgGeRe CONtinUATe a lEGGere...

Con la speranza di avervelo inculcato in testa

Vostra Ginny di Sectumsempra

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Capitolo 4
*** Prigionia e prigioniera ***


Durante le vacanze Tom e Denise si frequentarono abitualmente.
La gita ad Hogsmeade seguente, Tom decise di accompagnare Denise. Durante la notte era scesa la neve che brillava sotto la luce tenue del sole invernale. Denise era talmente leggera che affondava appena nella neve soffice. Tom le offrì una burrobirra ai Tre Manici Di Scopa.

Per parlare Tom diede voce ad uno dei suoi pensieri
"tu hai mai pensato alla morte???”
“si, a te fa paura??” rispose brevemente lei
“ non proprio paura” mentì Tom “ma di certo è la cosa peggiore che esista!!” a questo punto Denise tossì sputacchiando un po' di burrobirra, e poi parlò quasi divertita

“oh no, Tom, ci sono molte cose peggiori della morte”
“ad esempio???”
“ad esempio la prigionia, Tom”

“ma da una prigione si può sempre scappare!” replicò lui convinto “da Azkaban...”
“ma io non parlo di prigioni fisiche, io intendo quelle mentali: da quelle non si può scappare”
“bah io ci riuscirei, e comunque è sempre peggio la morte”

“ne sei proprio sicuro?? Non pensi che a volte si è prigionieri talmente a lungo da desiderare la morte?? Ed in questo caso non l'accoglieresti come la più cara delle amiche se dovesse sopraggiungere ??” e con questa ultima enigmatica domanda la conversazione si concluse.

A Tom non sembrava di aver fatto niente di male eppure nei giorni seguenti Denise si rifece fredda e schiva.
Tom cercò di parlarle più volte ma senza risultato.

Un giorno, quando aveva smesso di pensare un poco a Denise, sentì qualcuno singhiozzare nel bagno delle ragazze verso la quale ero diretto, era lì infatti che pensava si trovasse l’ingresso della Camera dei Segreti.
Sbirciò dentro la stanza e vide tre ragazze, una brutta, con gli occhiali e un po’ cicciottella.
Non la conosceva.

Invece conosceva le altre due ragazze: erano Denise e Minerva McGranitt, la grifondoro.
Tom ebbe un tuffo al cuore quando scoprì che colei che piangeva era Denise. Non si capiva che diceva tra i singhiozzi ma la terza ragazza provava a consolarla

“non ci credo, suvvia che non è possibile che qualcuno sia così cattivo, neanche un serpeverde!” la ragazza, che portava i colori di Corvonero , le posò una mano sulla spalla e con un sorriso disse
“e poi non hai il diritto di venire a piangere nel mio bagno”
“Mirtilla!” disse scandalizzata Minerva. Denise scoppiò a ridere: la risata più bella che Tom avesse mai sentito: alta squillante e carica di vita. Non voleva intromettersi negli affari di Denise così lentamente strusciò via.

Dopo quell'episodio Denise ricominciò a salutare Tom, prima timidamente, poi sempre con più enfasi finché un giorno di maggio a dopo pranzo, quando quasi tutti avevano finito di mangiare, si sedette al tavolo dei serpeverde vicino a Tom.
“Sai ho pensato che magari quest'estate potremmo fare un giro per Londra... sai fare un giro ad Hyde Park o roba del genere...” Tom la guardò con tanto d’occhi
“e cosa potremmo mai fare nella Londra Babbana?”

Denise abbassò lo sguardo evidentemente a disagio “se non vuoi non importa è solo che visto che quest’anno posso uscire dall’Istituto… ehm… pensavo sarebbe stato carino vederci, ecco tutto” fece per alzarsi ma Tom le prese un polso. I suoi occhi incontrarono quelli blu di Denise, un tempo distanti, che ora erano puntati nei suoi.

Rimasero così al lungo finché Tom non le chiese
“cos’è questa storia dell’Istituto, non stai con i tuoi genitori?” Denise fece un sorriso amareggiato
“pensi forse di essere l’unico orfano d’Inghilterra?”

Solo qualche tempo dopo Tom scoprì di aver fatto un grosso sbaglio. Denise, infatti, non si fece più viva e durante l’estate non accadde niente, nemmeno una lettera.
I giorni passavano inesorabili ora che aveva avuto l’opportunità di vedere Denise e aveva rovinato tutto. Salire sull’espresso di Hogwarts fu un vero sollievo e tutto sarebbe stato perfetto se non fosse stato che… Denise non c’era.

Tom, che era stato nominato Prefetto, non ebbe molto tempo per controllare che Denise non ci fosse, quindi non si preoccupò più di tanto.
La cerimonia dello Smistamento si svolse come sempre e Tom cercava Denise tra i Grifondoro ansioso di rivederla ma lei continuava ad essere assente. Non era la prima volta che Denise mancava ma l'altra volta era con Lumacorno mentre ora i professori erano tutti presenti.

Alla fine del banchetto Tom si avvicinò a Horace Lumacorno, facendo finta di essere interessato solo superficialmente
“Ma quella Watson, la presunta veggente, non è venuta?” Il professore era visibilmente preoccupato
“Ehm.. Beh... Diciamo che...” Poi socchiuse gli occhi cercando di darsi un contegno
“Non credo siano affari tuoi Riddle” Tom assunse un'espressione mortificata
“Scusi professore non volevo essere indiscreto”Lumacorno si addolcì subito
“Mi dispiace non volevo essere così brusco è solo che..” In quel momento passò il Professor Silente
“Albus ci sono sviluppi?”.

Denise sedeva alla finestra: prigioniera. La pioggia bagnava ticchettando la vetrate istoriate. Frammenti di luce colorata le baciavano il volto.
Benché fosse all'interno aveva il viso bagnato, di lacrime.
I lunghi capelli neri le cadevano sull'abbondante camicia bianca e gli occhi, di quel blu oltremare bordato di nero e screziato di turchese, erano socchiusi. Respirava affannosamente ed era scossa dai singhiozzi.

Con un urlo disumano si alzò in piedi, gli occhi spalancati diretti verso un altro mondo, un mondo che le persone normali potevano solo immaginare. Con la faccia contratta nell'essenza stessa della disperazione, distese le braccia e alzò la testa. L'urlo si fece ancora più acuto. 

Le vetrate esplosero, la terra tremò.

quando i Guaritori arrivarono Denise era ancora sospesa a mezz'aria con i capelli che galleggiavano dolcemente come se fosse sotto l'acqua, la bocca aperta e gli occhi spalancati, paralizzata contro l'orrore di un mondo invisibile. 


La situazione è drammatica!

Un Virus letale sta uccidendo tutti i miei lettori: non c'è altra spiegazione!

Mi raccomando voglio i cerificati di morte, di OGNUNO!

Vostra Ginny di Sectumsempra

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Capitolo 5
*** Statue di terrore ***


Tom vagava inquieto per i corridoi di Hogwarts, dopo tanto tempo atteso, niente.
Lei non era ad Hogwarts.

Non sapeva cosa le era successo e nessuno si degnava di fargli sapere qualcosa. Di certo erano tutti molto preoccupati e questo lo agitava ancora di più.
A passo svelto si infilò nel bagno delle ragazze del primo piano.

Era da un pezzo che sapeva che la Camera dei Segreti si trovava lì: era giunto il momento di aprirla. Si avvicinò ai rubinetti e li guardò uno ad uno finché non trovò quel che cercava: un piccolo serpente che si mordeva la coda. Non aveva mai avuto bisogno di esercitare quel dono che gli veniva tanto naturale, mosse le labbra e produsse un suono sibilante. Il rubinetto ruotò e la Camera dei segreti si aprì. Tom scese lentamente, gustandosi il momento.

Tutto ciò che aveva sempre desiderato si stava avverando.

Mirtilla correva, il volto rigato dalle lacrime.
Il corridoio sembrava senza fine, voleva solo scappare da coloro che la stavano umiliando e insultando solo per nascondere a se stessa che non avrebbe mai avuto la forza di reagire.
Urtò conto qualcosa e cadde all’indietro, la cosa stessa barcollò e cadde con un tonfo sordo.

Si asciugò gli occhi con la manica della divisa, si alzò in piedi e si appoggiò al muro per evitare di cadere di nuovo. 
Il pavimento era bagnato, o meglio insaponato, e vi ci si poteva specchiare dentro.
Per un attimo l’immagine di se stessa le fece perdere la concentrazione, ma poi scosse la testa per allontanare brutti pensieri e si avvicinò alla cosa contro cui aveva urtato.

Lì per lì pensò che fosse una statua ma poi si accorse che non lo era affatto. Sì era rigida come una statua ma la pelle e i capelli erano veri, così come gli occhi e l’espressione terrorizzata sul volto. Mirtilla aprì la bocca per gridare, ma non ne uscì nessun suono.  Istintivamente fece un passò indietro ma mise il piede in fallo, ricadendo sul pavimento appena lavato.

Denise sedeva su un letto d’ospedale. Si sentiva tremendamente debole ma aveva una tal voglia di alzarsi che  avrebbe potuto anche scalare l’Everest pur di uscire da quella squallida stanza! Qualcuno entrò dalla porta e lo sguardo le s’illuminò. Le avevano detto che era passato mentre lei era addormenta, ma Denise non aveva neanche sperato nel suo ritorno. Effettivamente aveva peccato di poca fede perché Albus Silente era lì davanti a lei, in carne ed ossa.
"Spero che tu stia bene" disse con la sua solita calma. Denise aveva un groppo in gola, improvvisamente tutte le sue preoccupazioni si materializzarono.

Sarebbe mai tornata ad Hogwarts o sarebbe rimasta per sempre prigioniera al San Mungo?.

"ho visto che le tue amiche ti hanno mandato dei regali, che gentili… posso?" disse indicando una pila di pacchetti.
Denise annuì, la sua testa era altrove.  Silente ne prese uno, un piccolo pacco quadrato con un grande fiocco in cima "questo è di Mirtilla, lo vuoi aprire?" Denise annuì di nuovo.

Prese in mano il pacchetto: era incartato con una carta gialla, troppo corta e rattoppato con una blu, si era decisamente il genere di cose di cui solo Mirtilla era capace.
Sciolse il grande fiocco rosso con cui era stato chiuso e ne usci fuori una deliziosa scatolina di legno, probabilmente dipinta da Mirtilla stessa, con una manovella di lato.
Denise la girò e ne uscirono le note di un motivetto allegro, una di quelle canzoncine per bambini.

Spaventata lei fece cadere il carillon, Silente lo raccolse per poi porgerglielo.
Denise tremava.
"Tutto bene?" Denise fece cenno di si con la testa.
"forse vuoi vedere gli altri" continuò il Professor Silente, come se sapesse esattamente cosa stava facendo.

Un attimo dopo un sottile pacchetto incartato con cura con una carta vellutata nera. Sopra c’era un biglietto, scritto con una calligrafia precisa e curata.
“Buona Guarigione”, diceva.
Ovviamente non mancava la firma perfettamente leggibile di Minerva McGranitt, la sua migliore amica.

Ora che si era tranquillizzata Denise scartò il regalo con cautela e dalla carta vellutata uscì una pregiata penna d’aquila: era esattamente il genere di regalo che poteva fare Minerva.
Il Professore continuava a fissarla come se si aspettasse qualcosa, ma quando lei ricambiò lo sguardo lui le passò l’ultimo pacchetto.

Era una bustina di seta scarlatta, Denise la prese con diffidenza: chi altro poteva averle fatto un regalo? Aprì la bustina e ne usci una catenina d’argento con un ciondolo a forma di serpente con al posto degli occhi incastonati due piccoli smeraldi lucenti.
Un bigliettino diceva “per proteggerti, indossalo sempre”.

Non c’era firma ma Denise sapeva esattamente chi glielo aveva mandato. Con gli occhi lucidi fissò il volto sereno di Silente. Per la prima volta in quella serata parlò, a chiunque sarebbero sembrate parole prive di senso ma sapeva che Silente avrebbe capito tutto
"Perché è così… malvagio?".


   Nuovo capitolo: FIONDATEVICI!

Voi non lo sapete ma la mia anima da omicida sta prendendo il sopravvento....

Vostra Ginny di Sectumsempra

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Capitolo 6
*** Infrangere le regole ***


Aveva compiuto il suo dovere. Aveva aperto la Camera dei Segreti e aveva già colpito.
Certo sarebbe stato meglio se a trovare il Mezzosangue pietrificato non fosse stata quella Mirtilla, l’amica di Denise.
Tom non poteva essere sicuro di quanto Denise avesse visto e raccontato perché mai mancava di più di un mese a scuola.

Il desiderio di rivederla era accecante, tuttavia in fin dei conti era meglio così: più sarebbe stata lontana da Hogwarts più sarebbe stata al sicuro.
Tom stava percorrendo il corridoio diretto al bagno delle ragazze in cui era nascosta l’entrata della camera di Segreti.
Mentre girava l’angolo urtò qualcuno che veniva nel senso opposto: era Minerva McGranitt, la Grifondoro dall’aria severa.

Tom non era mai riuscito a capire come uno studente potesse essere peggio di un insegnante nel far rispettare le regole.
Gli occhi dei sue si incrociarono
“Che ci fai qui?” chiese lei, acida.

Tom sapeva benissimo di non andarle a genio, tanto valeva smettere di fingere
“Non sono affari tuoi, McGranitt”  Tom entrò nel bagno qualche minuto dopo.
Si guardò in torno per controllare che non ci fosse nessuno.

Purtroppo qualcuno c’era: una faccia squadrata dagli occhiali spessissimi uscì fuori da uno dei gabinetti
“Che diavolo combini da queste parti?” chiese Mirtilla cercando di darsi un contegno sistemandosi i codini.

Minerva doveva sbrigarsi.
Denise le aveva sempre detto che Riddle era “cattivo” ed le era sembrato il sospettato più ovvio dell’attacco, quel povero ragazzo che era stato trovato pietrificato da Mirtilla.
Doveva assolutamente scoprire cosa stava combinando, non poteva permettere che altri Nati Babbani fossero attaccati.

Purtroppo l’unico odo per scoprirlo andava contro ad almeno due dozzine delle  regole della scuola, regole che Minerva non aveva infranto nemmeno una volte in sei anni.
Avrebbe aspettato l’ora in cui tutti i serpeverde sarebbero stati nella Sala Grande per cenare e poi avrebbe agito.

E così fece.

Innanzi tutto doveva scoprire la parola d’ordine: seguì uno dei serpeverde fino all’entrata ed era certa di riuscire a sentire la parole che avrebbe pronunciato ma quello le sussurrò così che minerva non le riuscisse a udirle.
Allora Minerva aspettò che qualcuno uscisse, era una ragazza pallida con lunghi capelli biondi, dall’aria fragile: perfetto.

Minerva cercò di camuffare qualsiasi segno della sua appartenenza a Grifondoro e, cercando di sembrare un po' svampita chiese
“Oh, scusa ho dimenticato la parola d’ordine… non è che me la potresti dire?” la serpeverde la squadrò da capo a piedi
“Non mi sembra di averti mai vista nelle nostra casa…”
“Oh, ma è solo che… ehm.. diciamo che preferisco studiare per conto mio in stanza”
“No, sono praticamente sicura che tu non appartenga alla mia casa” adesso la ragazza aveva socchiuso gli occhi e la guardava con aria minacciosa.

‘pensa in fretta Minerva, pensa!’
“Oh, ma si che lo sono!” poi sussurrando aggiunse
“Confundo” per un attimo gli occhi della ragazza andarono fuori fuoco poi con tutta la gentilezza del mondo disse
“Già mi sembra di averti già vista! Comunque la parola d’ordine è ‘Oscuro Segreto’ ” e senza dire altro prese la via per la Sala Grande.

Minerva entrò facendo attenzione a che non ci fosse nessuno all’interno, non voleva essere costretta a violare più regole del dovuto.
Una volta dei dormitori entrò nelle stanze una per una, cercando qualcosa che le potesse indicare dove dormiva Tom Riddle.
Finalmente lo trovò: era un diario rivestito in pelle che portava sopra le sue iniziali.

Eccitata lo aprì pensando di trovarci tutte le confessioni delle sue malefatte, ma niente: era completamente bianco.
Era stata così concentrata nell’osservare il diario che non si era accorta che qualcun altro era entrato nella stanza, ma non poté non vederlo appena si girò: era Tom in persona, col volto sfigurato dalla rabbia
“Perché frughi nelle mie cose?” urlò con voce roca, sfoderando la bacchetta.

Le era stato insegnato a non mostrare la propria paura all’avversario, e così si ripromise di fare
“Non mi fai paura” disse scandendo le parole
“Sono un anno avanti a te e sono la migliore del mio corso”.

Tuttavia nel profondo del suo cuore Minerva sapeva che Tom l’avrebbe stracciata in un duello magico.
“Verrai espulsa appena racconterò di come sei entrata nel mio dormitorio” disse Tom riprendendo la sua normale faccia sprezzante.
“No!” pensò Minerva, ma non lasciò che l’esitazione le comparisse sul volto

“Non credo che lo farai” disse con innata sicurezza
“E perché non dovrei?” ribatté lui, sorridendo.
Col tono di chi sa molto di più di quel che dovrebbe, Minerva riprese a parlare
“Perché io so molte cose su di te, Riddle. E sono certo che non ti farebbe piacere che si sapessero in giro. A quanto pare non sono l’unica che rischia l’espulsione”.

Negli occhi di Tom si accese un bagliore sanguigno
“Tu, cara Minerva, non uscirai di qui, o almeno non sana di mente” Minerva impallidì, l’unica arma che le era rimasta era l’elemento sorpresa.
Guardò i diario che aveva in mano e le venne un’idea: quella di certo non se la sarebbe aspettata, così convinto che la magia fosse superiore! Con un ampio movimento scaraventò il diario in faccia a Tom e corse fuori prima che questi, col naso sanguinante riuscisse a raggiungerla.

Il giorno dopo, Minerva si ritrovò accerchiata da Tom e da diversi dei suoi seguaci, per un attimo credette di essere davvero nei guai, ma fu salvata da quella che all’inizio pensò fosse un miraggio.
Infatti, Denise sbucò all’improvviso con l’aria affaticata di chi aveva corso troppo
“Tom!”. Gli occhi blu spalancati e i capelli corvini in disordine mettevano in risalto i tratti tipici di chi è stato molto male.

Con piacere Tom notò che portava al collo il suo ciondolo.
Il suo sguardo indagatore passò da lui a Minerva per poi ritornare a posarsi su Tom
“Lasciatela” ordinò il serpeverde in un sussurro.

Minerva, dopo qualche esitazione, cose ad abbracciare Denise che, nonostante qualche gemito, ricambiò dolcemente l’abbraccio.
“Denise” Tom continuava a fissarla e quel nome sussurrato gli era sfuggito di bocca.
Lei lo guardò da sopra la spalla di Minerva poi abbracciò anche lui, che subito sentì un brivido caldo lungo la schiena.

Solo ora si rendeva conto che lo sperare che rimanesse lontana era solo una finzione, che non c’era niente di più bello e più vero di averla vicino. Denise era tutto ciò che possedeva e non avrebbe mai permesso a niente e a nessuno di portagliela via. 

Ecco il nuovo capitolo: ci stiamo avvicinando alla conclusione. 

Sempre che il virus letale non vi colpisca prima, credo che riuscirò a concludere entro la prossima settimana.

Vostra Ginny di Sectumsempra

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Capitolo 7
*** Il ballo di Lumacorno ***


Le lezioni ripresero come di consueto ma gli attacchi non cessarono, almeno due volte al mese veniva trovato uno studente pietrificato.
Denise vagava, a volte anche per ore, senza una meta precisa, sostenuta da Minerva e Mirtilla che la seguivano come ombre, preoccupate per la sua salute.
Denise un giorno lo veniva a cercare e l’alto lo evitava e Tom non riusciva a capire come una persona potesse essere tanto lunatica.

I giorni passavano uno dopo l’altro in rapida successione e, molto prima di quanto Tom avrebbe desiderato, arrivò il momento di formare le coppie per il ballo di Natale del Professor Lumacorno.
Bello e nobile nei lineamenti e nel portamento, Tom era seguito in continuazione da uno sciame di ragazze appartenenti a tutte e quattro le case.
Denise si limitava ad ammiralo da lontano:  lo aveva sempre trovato sorprendentemente carino e quel suo fare misterioso la attirava ma la consapevolezza che c’era lui dietro a tutti quegli attacchi le impediva di esserne davvero innamorata.

Una sera stava tornando nel dormitorio quando, svoltato un angolo, notò una ragazza accasciata su pavimento.
Spaventata, provò a girarla per vedere se aveva bisogno di aiuto, ma le sue bracciano erano fredde e rigide.
Non aveva bisogno di prove: sapeva esattamente che era stata pietrificata.

Si avvicinò per osservarla meglio e si accorse che era una delle Corvonero che seguivano incessantemente Tom.
Era inginocchiata con un’ espressione terrorizzata sul volto e due piccole lacrime cristallizzate le scendevano dagli occhi.
Un braccio era proteso verso l’infuori con l’indice alzato come per indicare qualcosa e una piccola goccia di sangue era rimasta congelata nell’atto di cadere.
Denise notò quella che a prima vista le sembrò un'altra macchia di sangue ma che poi riconobbe come una piccola scritta: T O R BASII.

Si alzò decisa a chiedere aiuto ma qualcuno le posò una mano sulla spalla, non aveva bisogno di voltarsi per sapere che era Tom e che probabilmente aveva assistito a tutta la scena.
Lui la girò verso di se e le scostò una ciocca nera dal viso per poi fissarla negli occhi. 
“Ti va di venire al ballo con me?” in quel momento  quella domanda era piuttosto fuori luogo, lo sguardo di Denise cadde sulla scritta indecifrabile e Tom se ne accorse
“Ohh..” continuò
“Non c’è bisogno che ti preoccupi di questo” e così dicendo cancellò col piede la scritta

“Allora sei davvero tu” sussurro Denise. Lui la guardò stranamente divertito
“Ma tu lo sapevi già, no?” lei abbassò lo sguardo e lui continuò
“Allora? Ci vieni al ballo con me?” a questo punto Denise diventò tutta rossa, strinse i pugni e dopo un breve pausa parlò con la voce piena di rabbia
“Come osi… come osi anche solo pensare che io possa accettare il tuo invito dopo tutto questo, dopo tutto il dolore e la distruzione che stai causando”.

Tom sembrò spaesato me poi sorrise di nuovo, questa volta con cattiveria
“Io credo proprio che accetterai, altrimenti dovrò incominciare a cercare quella Minerva… sai è una tremenda ficcanaso ma pensavo che se fosse morta ci saresti rimasta male” e continuava a sorridere
“No!” urlò lei, più spaventata che mai.

Tom sorrise e, avvicinandosi a lei, riprese a parlare
“Allora conto sulla tua presenza al ballo come mia dama”. Il silenzio di Denise diede a Tom la conferma che cercava, poi lui le sussurrò all’orecchio
“E ora ti lascio l’onore di informare gli insegnanti” e detto questo se ne andò, lasciando Denise nella più totale confusione. 

Alla fine Denise accettò, per evitare che succedesse qualcosa alla sua amica, di andare al ballo di Natale con Tom.
La sera del ballo era bellissima: indossa un abito senza maniche nero di velluto con ricami in argento e seta blu che aveva ereditato da sua madre.
I capelli neri erano raccolti in uno chignon e tenuti fermi da un diadema d’argento dei folletti con zaffiri.
Il collo, i polsi e le orecchie erano abbelliti nella stessa maniera. Sembrava una principessa.

Entrò nella sala al fianco di Tom e nella sala piombò il silenzio, i due fianco a fianco erano la coppia più bella ed elegante della sala.
Denise non aveva voglia di ballare ma Tom la convinse a fare due o tre giri di pista.
Jane Austen diceva che la danza unisce in amore e così fu per loro, o almeno in parte.
Per quella sera Denise dimenticò ogni preoccupazione: davanti a lei non c’era più un aspirante assassino ma un ragazzo che le regalava tutte le attenzioni possibili.

Tom riaccompagnò Denise alla Torre di Grifondoro, erano soli nel corridoio. Lui la fissava nei suoi grandi occhioni blu
“Tu sarai sempre e soltanto mia”, chiunque si sarebbe preoccupato a sentire quelle parole ma Denise non aveva occhi che per lui.
Erano così vicini che le loro ciglia si toccavano, poi Tom posò le sue labbra su quelle di Denise e a lei sembrò che tutto l’universo stesse per esplodere.

Ho esaurito la mia fantasia e non so cosa scrivere nell'anglo dell'autrice. 

Meno due capitoli e tutto terminerà.

Vostra Ginny di Sectumsempra

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Capitolo 8
*** Ribellione ***


Tom e Denise non furono mai ufficialmente fidanzati, i loro rapporti davanti agli occhi di tutti erano immutati ma tra i loro sguardi erano diversi, i loro gesti più delicati.
Denise aveva segregato nel posto più lontano della sua mente qualsiasi cosa le impedisse di vedere Tom come un assassino invece del ragazzo che amava.
Più gli attacchi si facevano frequenti, più Denise si chiudeva in se stessa finché non accadde ciò che la riportò con i piedi per terra.

Tutte le persone che erano state pietrificate in precedenza Denise le conosceva solo di vista, per lei fu completamente diverso trovarsi di fronte ad una sua compagna di stanza. Rosalie Pine era la più disponibile delle Grifondoro del suo corso, una ragazza gentile e sempre pronta ad difendere un amico.
Lei e Denise si erano sempre trovate reciprocamente simpatiche ma non avevano mai legato.

Il trovarsi di fronte al volto gentile di Rosalie distorto dalla paura le fece tornare in mente tutta la sua rabbia e il suo rifiuto per colui che era capace di compiere un simile gesto.
“Ciao, Denise!” Tom era dietro di lei e le posò un mano sulla spalla
“Come hai potuto?” disse lei sconcertata
“Come hai potuto fare questo?”
“Non pensavo che ti importasse, amore” lei rispose stizzita
“Non mi chiamare così!”.

Tom incominciava a spazientirsi
“E perché no? Non mi ami forse?” Denise si girò di scatto verso di lui
“Amarti? Come potrei mai amare un mostro? Una persona senza coscienza e senz’anima! Vattene e stai alla larga da me e non ti preoccupare, una cella ad Azkaban ti aspetta perché io sto per dire tutto ciò che so al professor Silente” Tom era troppo sorpreso per rispondere e la lasciò andare, come al solito, in uno svolazzare di capelli neri.

Minerva non aveva mai visto Denise così fredda, scostane e preoccupata.
Erano diversi mesi che al evitava e da una settimana aveva preso a vagare per i corridoi come un’anima in pena.
In quel momento era seduta nella sala comune e stava riflettendo su una scritta misteriosa.

Erano quattro giorni che Denise ci pensava senza sosta, ma aveva fatto solo qualche piccolo passo avanti.
Quella maledetta scritta, quell’indizio incompleto per la soluzione del mistero:  T O R BASII.
Non aveva dubbi su cosa significassero le prime tre lettere: Tom Orvoloson Riddle, a questo lo aiutava poco visto che conosceva già il nome del colpevole. 
Quanto a BASII, era completamente privo di senso! E, soprattutto, si trattava di un altro acronimo? Denise aveva già pensato a cose tipo Bestia Alata Senza Incoerente Intelligenza e simili. 

Non riusciva a tranquillizzarsi per colpa del presentimento che quello fosse l’indizio cruciale per la risoluzione del problema  e che qualcosa di veramente brutto stesse per accadere.  
Aprì ad una pagina qualunque il libro che aveva preso in biblioteca per la ricerca di Cura delle Creature Magiche, il titolo del paragrafo le suggerì istintivamente la risposta che il suo cervello cercava incessantemente da giorni.
Basilisco. BASIIisco. Era ovvio! E combaciava perfettamente con le sue visioni: “Il Re dei Serpenti” e “uccide con lo sguardo”. Ora era tutto chiaro, prese penna e calamaio e incominciò a scrivere.

Minerva stava rientrando nella sala comune dei Grifondoro quando Denise le si avvicinò e la prese da parte
“Minerva devi promettermi una cosa, devi promettermi che non aprirai per nessuna ragione questa lettera” e così dicendo mostrò una lettera sigillata con ceralacca
“Ma se mi succedesse qualcosa di strano, qualsiasi cosa, tu aprirai questa lettera e, dopo averla letta, la consegnerai al professor Silente. Mi raccomando: solo ed esclusivamente al professor Silente” le due ragazze si fissarono negli occhi
“Me lo prometti?”  Minerva era troppo sorpresa per pensare e prese la lettera con mano tremante.

Denise correva lungo il corridoio diretta al bagno delle ragazze, aveva solo in mente Tom o, come sarebbe stato più appropriato chiamarlo, Lord Voldemort.
Con uno specchio controllò che la via fosse libera e girò l’angolo ed entrò nel bagno spedita ma rallentò non riuscendo a credere ai propri occhi.
Tutto si era avverato, tutto era perduto e Silente le aveva mentito: le sue visioni si avveravano drammaticamente.

Tom era seduto accovacciato accanto al corpo di una ragazza. Denise riusciva a vedere solo i codini neri dell’ultima vittima dell’Erede di Serpeverde.
Denise, cercando di fare meno rumore possibile, fece un passo in avanti e schiacciò un paio di occhiali.

Tom si girò verso di lei, poi scosse la ragazza e la girò nella sua direzione: era Mirtilla! Denise era certa che questa volta non c’era speranza: il corpo non era rigido e il volto rilassato, la sua amica era di certo morta.

Denise non avrebbe più esitato, Tom ne era certo, stava già incominciando a correre in cerca di aiuto.
Lui fu più veloce, le bloccò la strada e la prese per un bracciò, puntandole la bacchetta alla gola
“Non te ne andrai di nuovo, non te lo posso permettere”.

Lei non rispose rimase a fissarlo a testa alta con i suoi occhi blu.
Tom la incominciò a trascinare verso l’entrata della Camera dei Segreti cercando di non farle male, ma lei si dimenava e strillava così la dovette schiantare. 

La fine si avvicina. Domenica l'ultimo capitolo. spero che riuscite ad arrivare vivi fino ad allora.

Se non mi sono spiegata bene potete sempre chiedere a me tramite messaggio personale o recensione, sarà felice di risponderti.

Vostra Ginny di Sectumsempra

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Capitolo 9
*** La Fine ***


Denise si risvegliò in una sala buia, probabilmente metri al disotto della scuola.
Le faceva male la testa e si guardò intorno alla ricerca di una via d’uscita.
La sagoma di Tom si intravedeva nell’ombra
“Buongiorno” Denise lo guardò piena d’odio e di disgusto
“Assassino” sussurrò all’ombra tra le ombre.

 “Oh, pensavo ti fossi rinsavita, almeno un po'”
“Mai io non ci cascherò mai più, ormai ne sono certa non sei nient’altro che un assassino” lui fece una smorfia
“Non la metterei in questi termini”
“L’hai uccisa!” urlo lei incapace di trattenersi
“Hai ucciso Mirtilla”
“E’ stato un incidente” si difese subito lui

“Come se ti importasse! Che cosa può mai contare la vita di un essere umano? A te importa soltanto solo di te stesso. Ah e, già che ci sei, perché non vai ad ammazzare anche Minerva visto che ti sta trai piedi? O meglio ancora perché non uccidi anche me, sono una gigantesca seccatura, no?”.

Respirava affannosamente e camminava avanti e indietro per la stanza con i pugni serrati e il volto contratto dall’ira.
Tom non rispose, la verità era che non ne aveva il coraggio: non poteva dirle che lei era l’unica persona a cui non avrebbe mai fatto del male.
Denise si girò verso si lui e con la testa alta e le braccia aperte urlò
“Uccidimi! Avanti! Cosa aspetti?”
“Smettila!” le urlò Tom di rimando

“Non ho nessuna intenzione di ucciderti perché ti voglio al mio fianco, voglio che tu compia questa opera con me, io e te saremo invincibili insieme” le prese le mani guardandola negli occhi.
“Mai” disse lei sprezzante. Tom non ci vide più e la scaraventò a terra
“Che tu lo voglia o no sarai dalla mia parte anche a costo di tenerti qui per l’eternità”.

Poi disse qualcosa in serpentese e da un enorme mascherone su una parete, che fino a quel momento Denise non aveva notato, uscì un serpente gigantesco con grandi occhi gialli.
“Lui non ti farà del male” disse Tom
“Dal momento in cui hai accettato il mio ciondolo sei stata protetta da ogni male causato da me”.
Tom Riddle lasciò la stanza arrabbiato e triste, a suo modo.

Denise era caduta su qualcosa, singhiozzando raccolse i frammenti dello specchio che teneva  in tasca.
Non sarebbe mai stata prigioniera, no di certo. Un frammento triangolare  splendeva nella sua mano, Denise vi vide riflesso un occhio blu voto e senz’anima.
'Ne sei proprio sicuro?? Non pensi che a volte si è prigionieri talmente a lungo da desiderare la morte?? Ed in questo caso non l'accoglieresti come la più cara delle amiche se dovesse sopraggiungere ??' le sue stesse parole le rimbombavano nella testa.

Strinse il frammento e restò a guardare due gocce di sangue che bagnavano il pavimento di pietra, poi tutto le fu chiaro.

Tom tornò la sera stessa nella Camera per portare la cena a Denise.
Reggeva un vassoio colmo di cibarie che gli cadde di mano appena la vide.
Denise era sdraiata per terra in un lago di sangue, con gli occhi aperti rivolti verso l’alto.

Tom le corse accanto, incredulo e incapace di capire il perché del suo gesto.
Denise non poteva essere morta, non DOVEVA essere morta. Tom sfoderò la bacchetta ma il cuore di Denise non batteva più da diverse ore ormai e nessun incantesimo può richiamare i morti nel mondo dei vivi.

“Non può essere vero, non può!” sussurrava Tom, come una cantilena, una canzone destinata a non finire mai.
Dopo qualche minuto, qualche ora o forse un eternità Tom si alzò e prese il corpo di Denise in braccio.
La portò fuori dalla Camera dei Segreti, da Hogwarts e da qualsiasi cosa.
La portò nel cuore della Foresta Proibita dove la seppellì in silenzio, senza un lamento.

Ripromise a se stesso che non avrebbe sofferto, ne per lei ne per chiunque altro, mai più.
Nei suoi occhi sparì ogni forma d’umanità lasciandovi solo odio e rabbia, che vi avrebbero dimorato per così tanto tempo.

Erano passati più di tre giorni dalla scomparsa di Denise ma solo pochi se ne erano preoccupati.
Minerva era stata una di quei pochi. Non aveva avuto dubbi e aveva letto la lettera che l’amica le aveva affidato.
C’era voluto un giorno intero prima che trovasse il coraggio di farla vedere al professor Silente perché conteneva le più intime confessioni di Denise, ma poi lo aveva fatto per rispetto per colei verso la quale nutriva un sincero affetto.

Ora era davanti al professore e lui la fissava con gli occhi azzurri così intensamente che sembrava che le stesse leggendo l’anima. 
Diede un’ultima scorsa alla lettera: scritto nero su bianco c’erano quattro anni di inquietudini e paure, c’erano le descrizioni dettagliate di tutte le visioni che Denise riteneva importanti, di come aveva saputo che Tom Riddle era l’autore degli attentati, di come non aveva trovato il coraggio di denunciarlo, dell’indizio della Corvonero e di come lo aveva risolto.

Nelle ultime frasi dichiarava di voler provare a fermarlo prima che accadesse l’inevitabile, prima che Mirtilla venisse uccisa.
Ovviamente non c’era riuscita e Minerva non osava immaginare come si fosse concluso il tentato salvataggio.

Il professor Silente si massaggiò le tempie prima di parlare
“Devo chiederti di mantenere il segreto” disse con voce calma. Minerva non riusciva a capire che senso aveva proteggere Riddle.
“Perché?” chiese con un filo di voce
“Perché temo che nessuno ci crederebbe e perché questa” sventolò la lettera
“Non è una prova attendibile, purtroppo. Non ti preoccupare, prima o poi la verità verrà fuori, prima o poi.”

Minerva annuì:  avrebbe fatto qualsiasi cosa le avrebbe detto il professore, ora che necessitava disperatamente di una guida, ora che aveva perso le sue amiche.

E con questo la storia si conclude definivamente. 

Direi che per l'occasione potreste anche lasciare una recensione; sono ben accette sia positive che negative (a patto che siano intelligenti e non campate per aria).

Inoltre per le eventuali domande potete contattarmi tramite messaggio personale e sarò felice di rispondervi.

Vi ringrazio per essere arrivati fino alla fine...

Vostra Ginny di Sectumsempra

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