Blood's Puzzle di LaUrA43587 (/viewuser.php?uid=129597)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Iniziamo ***
Capitolo 2: *** Key ***
Capitolo 3: *** The Greatest Evil. ***
Capitolo 4: *** Fire. ***
Capitolo 5: *** Wet ***
Capitolo 6: *** In The Shadows ***
Capitolo 7: *** Memories ***
Capitolo 8: *** Don't Leave Me. ***
Capitolo 9: *** Consanguineous ***
Capitolo 10: *** The End....? ***
Capitolo 1 *** Iniziamo ***
Iniziamo
Cosa
c’è nell’oscurità?
Cos’accade
quando il buio ti avvolge, soffocando ogni tua luce?
Perche poi,
questo suono di catene?
Sono troppe le
domande che vi invadono la mente, troppi i quesiti di cui vorreste
avere immediatamente una risposta: ma solo giocando riuscirete ad avere
una risposta. E allora che i giochi abbiano inizio.
Quando Jonghyun potette
finalmente riaprire gli occhi non vide nulla se non il buio. Si
dimenò diverse volte, ma i suoi sforzi erano del tutto
inutili poiché delle catene lo tenevano strettamente
attaccato ad un muro. Tentò anche di far scivolare fuori la
mano dalla forte morsa dell’oggetto ma fallì
continuamente.
Non riusciva a
sentire… niente se non il freddo delle catene ed un macabro
odore che non seppe però capire a cosa appartenesse.
< Aiuto! Key, Minho!
Dove siete finiti? > urlò cercando di alzarsi. Ma non
riuscì neanche in questo poiché pure i piedi
erano ammanettati.
La prima domanda che lo
assalì era: come ci sono finito qui?
Iniziò
immediatamente a fare mente locale e gli tornò subito alla
memoria il momento in cui i cinque erano entrati per semplice
curiosità in un grande ospedale abbandonato.
“Meglio stare fuori
ragazzi! Sembra abbandonato da tempo” aveva detto Taemin, ma
nessuno gli aveva dato troppa importanza.
< Jongh!!! Sei tu?
> gridò probabilmente la voce di Onew in lontananza.
Appena il ragazzo
sentì quella voce così calorosa e familiare
sorrise, anche se in una situazione del genere c’era ben poco
da sorridere.
< Si, si! Onew! Non sai
quanto sono felice di sentirti! Dove sei? > disse a voce alta
dimenandosi ancora di più nel buio.
< Qualcuno mi ha
ammanettato ad un palo! Dove sono gli altri!? > chiese Onew
urlando più che poteva.
Gran bella domanda.
L’ultima volta che
aveva visto Minho era stato all'interno di un lungo corridoio e, se la
memoria non lo ingannava, aveva detto di uscire immediatamente
dall’edificio, ma Jongh però inciampò
su qualcosa e non riusciva a ricordare nulla di quello che era accaduto
subito dopo.
< Onew, Jongh! Io e
Minho siamo qui! > urlò la voce appartenente al
maknae.
< Key
dov’è? > si preoccupò Jonghyun.
< Presente!!! >
gridò Kibum dalla parte opposta della stanza.
Okey, ora almeno sapevano che
tutti e cinque i componenti stavano bene ed erano tutti lì,
nella stessa stanza anche se non potevano vedersi.
D’un tratto una
fortissima luce illuminò il luogo e i ragazzi dovettero
chiudere gli occhi a causa dal bagliore improvviso.
Quando potettero ritornare a
vedere, si resero conto di essere più vicini di quel che
pensavano: Onew attaccato ad un palo e al lato opposto al suo si
trovava Jonghyun ammanettato saldamente alla parete. Minho e Tae erano
legati tra di loro schiena contro schiena al centro della stanza,
mentre Key era in piedi con le braccia in alto attaccato ad una
colonna. Le pareti della stanza erano totalmente bianche e il solo
oggetto presente era uno stereo nero apparentemente rotto.
Improvvisamente però, l’oggetto iniziò
ad emettere diversi suoni striduli e fastidiosi; poi finalmente si
udì chiaramente la voce roca di un uomo.
< Salve
ragazzi. > pronunciò
con una nota divertita la voce.
< E questo chi cazzo
è? > chiese subito Key a cui stavano iniziando a dar
fastidio le catene strette sui suoi polsi esili.
< Voglio fare un gioco
con voi, ma prima di spiegarvi le regole, dovete ascoltare e vi
consiglio di stare attenti perche non lo ripeterò due volte:
“Per primo viene il
fuoco, il sangue per secondo…
Terza è la
tempesta, che al quarto annega il mondo…
Al cinque
c’è la rabbia, al sei l’odio
abissale…
Settima è la paura,
l’ottavo è il più gran male….
Il nove è la morte
e il dieci è il dolore.” >
I cinque corrugarono lo fronte
comprendendo solamente a spezzoni le rime di quella che apparentemente
sembrava una filastrocca.
< Ma che diavolo
significa tutto questo!? Perche siamo legati, cosa vuoi?! Lasciaci
andare brutto bastardo! > urlò Minho agitandosi, ma
smettendo subito perche più lui si dimenava più
Taemin avvertiva dolore a causa delle corde.
<
Maledizione….. > fu la sola cosa che
riuscì a dire Jonghyun.
Aveva capito che quella
dannatissima filastrocca sarebbe stata la chiave per uscire di
lì, ma già non se la ricordava più, a
parte l’ultima rima “il nove è la morte
e il dieci è il dolore”.
< Uno di voi cinque
è la chiave per liberarvi. La porta non è chiusa
a chiave. Per uscire di qui dovete semplicemente riuscire a camminare.
Ricordate: la chiave è dentro uno
di voi. Avete dieci minuti di tempo per uscire, oppure
libererò un gas altamente tossico e morirete
all’istante. A voi la scelta >
Note
dell’autrice: okey
solo una mente sadica come la mia poteva partorire un’idea
del genere! Ma che dire? Ho da poco visto l’ultimo film di
“Saw” e questa ff si è praticamente
scritta da sola!
La
filastrocca non è opera mia (magari! Ho provato ad
inventarmi io una filastrocca ma dopo tre minuti ho rinunciato!), ma
appartiene al libro “I passi del diavolo” o una
roba del genere.
Fatemi
sapere se vale la pena continuare perche non lo so nemmeno io.
Un
bacio a tutti e grazie per chi ha letto!!!
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Capitolo 2 *** Key ***
Key
Quando
lo stereo si zittì nuovamente tornando muto, si
attivò un timer che contava i dieci minuti. E fu proprio in
quell’istante che tra il gruppo si scatenò il
panico.
Si
dimenavano più che potevano tra corde e catene, ma
c’era ben poco da fare. Jonghyun tentava di far scivolare il
polso fuori dalla manetta, ma sembrava inutile anche quello.
<
Ahhh!!! > urlava Jongh dalla rabbia e dalla frustrazione.
Key,
era il solo che poteva stare in piedi: solo le braccia erano attaccate
al muro, ma le gambe le riusciva a muove liberamente.
Quando
Onew si rese conto che ogni sforzo era inutile notò un
qualcosa di luccicante che si trovava a terra, proprio vicino al maknae.
<
Taemin! Guarda per terra. Cos’è quel coso?
> disse il leader attirando l’attenzione del minore
che si voltò verso la direzione da lui indicata. Ma non
rispondeva e restava a fissare l’oggetto immobile con
un’aria terrorizzata stampata in volto.
<
E’… un coltello > sussurrò in
modo tale che solo Minho (legato a lui) potesse capire.
Ora
tutto era chiaro: “La chiave è dentro uno
di voi” aveva detto quell’uomo e a questo
punto era ovvio che bisognava prendere quelle parole alla lettera.
Minho
riuscì ad afferrare il coltello con un’agile
movimento del polso e dopo vari tentativi, tagliò la corda
che lo legava a Taemin: il rapper ed il maknae erano liberi.
Key
si voltò a guardare il tempo rimasto sul timer e nel fare
ciò avvertì un forte formicolio
all’interno della coscia destra che lo fece sobbalzare dal
dolore.
<
Mancano sette minuti! Cercate la chiave! > sbraitò
Jonghyun
A
questo dire Taemin cercò in ogni angolo della stanza, mentre
Minho andò a toccare il corpo di Onew che però
non reagiva da nessuna parte al tocco del ragazzo: se la chiave era
dentro uno di loro, era ovvio che se avesse toccato il punto in cui
essa si trovava si sarebbe avvertita almeno una fitta.
<
Minho! Ti prego dimmi cos’ho nella coscia! Non ce la faccio
più! > urlò Key disperato.
Minho
però stava già controllando di fretta e furia il
corpo tremante di Jongh e perciò fu Tae ad avvicinarsi
all’amico e a tastare la gamba. Sembrava che più
Tae facesse forza più poteva avvertire qualcosa di duro
spostarsi.
<
Tae …! Fa male! > si lamentò Key
mordendosi il labbro inferiore.
<
Minho vieni qui! > urlò il maknae con un bruttissimo
presentimento.
Il
rapper si avvicinò e senza indugiare troppo,
tagliò di netto i pantaloni del compagno che si guardava
spaventato dall’idea che la chiave potesse essere proprio
lì… dentro la sua gamba.
Il
punto dolorante di Key sembrava avesse una cicatrice e quando Minho
premette, incontrò una consistenza troppo dura per essere
umana. Ora era certo: la chiave ce l’aveva Key.
Taemin
afferrò il coltello dal pavimento e andò a
fissare affranto il volto impaurito della diva che lo supplicava di non
fare ciò che aveva in mente.
<
No! Taemin non puoi farlo! Appoggia il coltello a terra! Preferisco
morire soffocato! Non farlo ti prego! > urlò Key.
<
Key! Respira… Ti prometto che non morirai, ok? Nessuno
morirà. Ma così noi tre resteremo qui, senza aver
neanche lottato minimamente per uscirne vivi. Vuoi davvero morire
intossicato? Stringi i denti e ti giuro che quando finiranno ti
medicheremo. Ma tra cinque minuti potremo morire, lo capisci? >
disse Onew cercando di calmarlo.
Anche
se non erano mai stati in una situazione simile, le parole del leader
riuscivano sempre ad essere d’incoraggiamento, anche se in
una circostanza simile era difficile riuscire a restare calmi.
<
… Fate in fretta. > supplicò Key chiudendo
gli occhi.
Ora
Tae stava cercando di capire come tagliare la pelle
dell’amico senza recidere l’arteria femorale. Se
questa si fosse tagliata, Key sarebbe potuto morire dissanguato.
<
Minho, fallo tu. Io non…. Non ci riesco. > disse Tae
porgendo il coltello al compagno. Non era questione di riuscire o meno;
Tamin aveva paura di portare involontariamente via la vita a Key e non
voleva avere questo tipo di peso sulle spalle. In più gli
tremavano le mani e riuscire in un’impresa simile gli pareva
impossibile in quel momento.
Il
rapper impugnò l’oggetto e, con un rapido gesto,
tagliò Kibum che urlò non appena sentì
la lama perforargli la carne e penetrargli all’interno.
<
AHHHH!!! > urlava sonoramente.
Il
sangue iniziò subito a sgorgare fuori dalla ferita, ma Minho
riuscì quasi subito a trovare la chiave e la
afferrò rapidamente inserendola subito dentro la serratura
delle manette che si dilatarono lasciando liberi gli esili polsi del
ragazzo.
<
Sbrigatevi! Non c’è più tempo! >
disse Jongh notando che mancava solo un minuto.
Così
Minho prese in braccio Key (ora incapace di camminare) mentre Tae
liberava Onew e Jongh. Tutti riuscirono ad uscire in tempo dalla stanza
ritrovandosi subito all’interno di una nuova sala, questa
volta molto più piccola della precedente.
Davanti
a loro erano presenti quattro porte di legno apparentemente marcio, ma
la cosa che più attirò la loro attenzione furono
le scritte rosse presenti sopra ciascuno di esse.
Nella
prima era leggibile la scritta “Per primo viene in
fuoco, il sangue per secondo”, in quella successiva
“Terza è la tempesta che al quarto annega
il mondo”, poi “Al cinque
c’è la rabbia, al sei l’odio abissale”
ed infine “Settima è la paura,
l’ottavo è il più gran male”.
<
Cosa vorrebbe dire!? Cosa vuole da noi! > disse Jongh
arrabbiandosi ancora di più.
Gli
sarebbe tanto piaciuto saperlo. Ma una cosa fu chiara a Minho:
più il tempo passava, più Key diventava freddo.
<
Dobbiamo sbrigarci. > consigliò Taemin notando il
volto sempre più pallido della diva.
<
Si, ma che porta hai intenzione di prendere? Dove portano!? >
chiese Jonghyun.
Poi
si udì ancora quella voce….
Non riuscivano a capire da dove venisse, ma poco importava. Sapevano
che stava per dire parole che li avrebbero aiutati ad uscire.
< Salve
ragazzi. Vedo che avete passato con successo la prima prova. Davanti a
voi avete quattro porte che dovrete percorrere separatamente. Se
proverete a prendere la stessa porta vi giuro che vi farò
fare una fine atroce. >
disse calmo.
<
Che cazzo dici! Ti stai divertendo!? Sei un pazzo se credi che noi
staremo qui a stare ai tuoi giochetti sadici! > urlò
coraggioso Jongh.
< Solo
tre di queste porte vi daranno qualche possibilità di
vivere. Chi prenderà la porta sbagliata non potrà
salvarsi in nessun modo. E ricordate: io vedo tutto >
Note
dell’autrice: ciao
a tutti!!! Ho continuato (con calma XD) ! Spero vi piaccia questo
capitolo
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Capitolo 3 *** The Greatest Evil. ***
The
Greatest Evil.
Le
domande che gli SHINee avevano da fare erano semplicemente troppe e
sapevano che non avrebbero mai avuto una risposta concreta. La prima
era: come ci siamo finiti qui? Chi è l’artefice di
tutto ciò?
La
cosa che li preoccupava di più ora, era però il
fatto che una di quelle quattro porte non portasse da nessuna parte se
non alla morte.
<
Io mi rifiuto > disse d’un tratto Jongh andando verso
Key, il quale si stringeva il più possibile a Minho per
sentire il caldo del suo corpo.
Il
Bling allungò la mano andando a poggiarla sulla fronte
dell’amico: non credeva possibile che una persona potesse
essere tanto fredda.
Chiese
a Minho di poggiare Key a terra, delicatamente e quando questo fu
disteso, Jonghyun andò a toccargli la ferita: era davvero
profonda.
<
Key? Riesci a sentirmi? > domandò Jongh strappandosi
con forza un lato della maglietta e fasciandogli la gamba.
<
Ho…. Tanto freddo….e sonno… >
pronunciò debole.
<
Qualsiasi cosa accada non ti addormentare. Non chiudere gli occhi.
> e lo prese nuovamente in braccio cercando di farlo stare il
più possibile al caldo.
Nel
mentre, Taemin continuava a fissare le quattro porte cercando di capire
quale di queste potesse essere quella fatale.
< Settima è la paura, l’ottavo è
il più gran male…. > ripetè
cercando di pensare a quale potesse essere il male più
grande che una persona potesse sopportare.
<
Cos’avete intenzione di fare? > chiese Onew
<
Proprio nulla. Aspettare… > rispose Jongh sedendosi
su un angolo tenendo Key tremante tra le braccia.
<
Aspettare cosa!? Che muoia dissanguato!? Non sai quanto può
resistere ancora! Probabilmente gli ha reciso l’arteria!
> disse Taemin ad alta voce.
<
Sarebbe già morto… > pronunciò
calmo Jongh.
Non
era passato molto da quando Key era stato tagliato. Non erano neanche
passati dieci minuti e le probabilità che Key potesse morire
da un momento all’altro erano piuttosto alte.
<
Comunque sia non possiamo stare qui impalati >
<
E cosa vorresti fare!? Andare a morire lì dentro? >
ribattè Jongh
<
Preferisco tentare anziché guardare il mio amico morire!
> disse il maknae.
Senza
preavviso aprì la porta da lui menzionata prima
(“settima è la paura, l’ottavo
è il più gran male”) e vi
entrò.
<
Non può andare da solo! > si preoccupò
Minho riaprendo la porta, ma fu subito bloccato da un dolore che prese
tutto il corpo e si ritrovò immediatamente a terra,
sopraffatto dal male.
Onew
gli corse incontro e fu sollevato quando lo vide muoversi. <
Cos’è successo? > gli chiese.
<
E’ stato come… una scossa… >
sussurrò e poi finalmente capì: “Davanti
a voi avete quattro porte che dovrete percorrere
separatamente….. io vedo tutto”
Taemin
aveva già preso una porta e nessuno lo poteva seguire.
Potevano solo prendere un’altra porta sperando fosse quella
giusta.
Minho
guardò con aria di sfida la porta con scritto “Per
primo viene il fuoco, il sangue per secondo” e vi si
avvicinò afferrandone la maniglia.
<
No Minho! Non entrare! > lo supplicò Jonghyun
<
Mi dispiace…. Non posso lasciarlo da solo > e detto
ciò scomparve dietro la porta di legno.
Ora
erano solo Jonghyun, Onew e Key dentro la stanza e nessuno di questi
aveva un’idea di come affrontare quella situazione: da un
lato entrambi avrebbero voluto tentare, dall’altro non se la
sentivano di lasciare Key lì da solo.
<
J…Jongh… Fammi dormire…. Ti
prego… > sussurrò Key tra le pieghe degli
abiti sporchi di sangue del compagno
<
No! Resta sveglio! Te la caverai… te la devi
cavare…. Non puoi farmi questo > disse mentre alcune
lacrime iniziavano a rigargli il viso.
<
Onew… dov..dove sono gli altri? > chiese Key a fil di
voce
<
Ci stanno… aspettando … aspettano anche
te… non li deludere > rispose Onew inginocchiandosi
al suo fianco cominciando a piangere.
<
Dì loro che mi dispiace e che vi voglio un bene
dell’anima > bisbigliò prima di cadere in
un sonno dal quale non si sarebbe mai più svegliato.
<
Key?! Ti prego no… Perche!? Non puoi morire adesso
maledizione! Dobbiamo uscire di qui insieme! KEY! >
urlò Jongh scollandolo senza però ottenere
risultati.
<
Jongh…. Lascialo… > disse dispiaciuto Onew
dando tenendo la gelida mano del cadavere di Key.
Jonghyun
si alzò di scatto dirigendosi verso la porta con scritto
“Al cinque c’è la rabbia, al sei
l’odio abissale”. Prima di aprire la porta disse
< Giuro che quel figlio di puttana non se ne starà
lì seduto a guardarci ancora per molto. Lo
troverò e lo ucciderò. >
Onew
infine non ebbe altra scelta se non entrare dove vi era scritto
“Terza è la tempesta che al quarto annega il
mondo”
Che
i veri giochi abbiano inizio.
Taemin
era completamente solo, nel buio più totale e camminava a
vuoto cercando di non inciampare sulle varie cianfrusaglie presenti nel
pavimento. Camminò così per qualche minuto finche
non si accesero le luci che lo costrinsero a coprirsi gli occhi con la
mano.
Quando
potè riuscire a vedere bene tutto ciò che lo
circondava notò una piccola televisione appoggiata davanti
ad una nuova porta.
< Congratulazioni
per aver scelto questa porta. Non devi fare nulla se non guardare per
poi aprire quella successiva dove rincontrerai due dei tuoi compagni. >
<
Guardare cosa!? > domandò.
Quando
vide lo schermo della televisione accendersi non riuscì a
credere ai propri occhi: c’era Minho nello schermo!
< Ora
scoprirai cos’è il più gran
male…. >
Note
dell’autrice: Ehi
ciao!!! :D !!! Wowo!!!! Non ho mai scritto una ff che avesse
già 11 recensioni con due soli capitoli ;) Vi ringrazio
infinitamente! Spero che questo capitolo non vi deluda!!! Bacioni e
alla prossima!
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Capitolo 4 *** Fire. ***
Fire.
Minho
si guardò intorno completamente spaesato. Riusciva a vedere
chiaramente le grandi e possenti pareti bianche che lo tenevano
prigioniero nella stanza, una grossa porta di ferro posizionata proprio
davanti al rapper ed una piccola finestra, troppo alta per poterci
arrivare. Vide poi accanto alla finestra, una telecamera dalla quale
Taemin riusciva a tenere d’occhio tutta la scena, ma
c’era qualcosa di strano: lì dentro Minho faceva
fatica a respirare e ciò era causato da un fortissimo odore
di benzina.
Non
passò molto prima che la solita voce roca iniziò
a parlargli con la stessa aria di superiorità. Quella voce
non appariva per nulla nuova a Taemin che era fermamente convinto di
averla già sentita da qualche parte, fuori da
quell’incubo.
< Salve
Minho. Sei entrato in questa porta e ora scoprirai cosa significa che
per primo viene il fuoco. Non ti è concesso tornare indietro
e se ci provassi ti farei morire folgorato: la scossa di prima non era
nulla in confronto a quello che potrei farti >
disse calmo.
Minho
stava iniziando ad agitarsi…. Il fuoco e l’odore
di benzina insieme erano una combinazione mortale.
<
Perche ci stai facendo tutto questo!? Cosa ti abbiamo fatto? Cosa ti
aveva fatto Key e perche l’hai ucciso!? > chiese
urlando mentre cercava una possibile via di fuga.
< Ti
sbagli. Tu l’hai ucciso. Mi avete sottratto una cosa molto
importante e non restituibile e per questo meritate il peggio. Hai due
minuti di tempo per salire sulla finestra e prendere la chiave che
aprirà la porta. Se non ci riuscirai temo che Taemin
vedrà il suo migliore amico morire bruciato. Game over >
pronunciò facendo partire il timer.
Minho
non fece domande e andò subito a guardare la telecamera:
Taemin…. Il suo piccolo Taeminnie lo stava guardando, stava
pregando, piangendo, implorando a quella insulsa voce di non
portarglielo via.
Si
mise in ginocchio guardando la televisione come fosse un qualcosa di
sacro e vedeva Minho che tentava di arrampicarsi sulla parete, ma
proprio non riusciva! La finestra era troppo in alto.
<
Ti prego… Non portarmelo via…. >
sussurrò con le mani davanti alla bocca e le lacrime che gli
rigavano il viso.
Mancavano
soli 50 secondi prima della fine e Taemin comprese che non avrebbe
aiutato Minho stando lì a piangere e a pregare,
perciò si alzò rapido dando una forte spallata
alla porta che però resse il colpo. Ci riprovò
svariate volte finche finalmente la porta non cedette: mancavano 30
secondi… Doveva farcela!
Non
ci fu neanche il tempo di mettere piede fuori dalla stanza che il
maknae fu travolto dallo stesso tipo di scossa con cui fu colpito poco
prima il rapper. Il biondo cadde a terra urlando dal dolore e la scossa
non cessava, ma anzi diventava via via più forte.
< Che
senso ha giocare se non rispetti le regole? >
domandò l’uomo divertito.
Quella
frase…. Quella voce…. Se prima aveva qualche
dubbio, ora Taemin era certo di aver già parlato con quella
persona, ma ancora non riusciva a capire chi potesse essere.
Minho
nel frattempo era quasi riuscito ad afferrare la chiave, la stava
sfiorando con la punta delle dita, mancava solo un piccolo sforzo e
proprio quando sembrava che il gioco era fatto si udì
< Tempo
scaduto >.
Le
fiamme invasero immediatamente la stanza e Minho tentò in
tutti i modi di restare arrampicato alla finestra, ma il fumo saliva
lentamente facendogli emettere una forte tosse. La foschia grigia
annebbiò presto la stanza e Taemin non potè
più vedere con chiarezza i movimenti di quello che credeva
essere più di un amico.
<
NON LO UCCIDERE! TI PREGO SALVALO! > gridò ancora
disteso a terra e privo di forze.
Minho
cercava di rimanere aggrappato alle sbarre della finestra, ma sentiva
sempre più che le forze lo stavano abbandonando,
percepì il cervello bisognoso ora più
che mai di ossigeno assieme ai polmoni.
Scivolò
a terra accolto subito dal fuoco che invase immediatamente tutto il suo
corpo. Minho non potè fare nulla se non emettere urla di
dolore. Ogni singola parte del suo corpo stava andando a
fuoco… era come se mille frecce infuocate lo perforassero
ogni volta con più forza.
<
No, no no no! Per favore non farlo soffrire! Uccidi me al posto suo.
Prenditi la mia vita, non la voglio ! > disse piagato in due dal
dolore della scossa, ma poco gli importava.
Minho
stava bruciando vivo e Taemin riusciva a sentire le sue grida di dolore
profondo.
< Non
è quello che ho programmato. Questo
è…. Il più gran male. Vedere la
persona che più ti sta a cuore morire proprio davanti ai
tuoi occhi senza che tu possa fare nulla per impedirlo >
pronunciò come se sapesse cosa si provava.
Si
sentì un ultimo grido prima che Minho si accasciasse a terra
privo di vita e Taemin lo vide lì immobile.
<
AHHHHRGH!!!!! MINHO! > urlò il più piccolo.
Il
suo grido di dolore, tristezza, rabbia passò le pareti,
scavalcò le porte arrivando alle orecchie di Jonghyun che si
voltò a fissare il punto da cui proveniva il suono, ma vide
solo un grande muro che gli copriva la strada.
<
Era la voce di Taemin …. > sussurrò tra
sé e sé pensando a cosa potesse essere mai
accaduto al maknae entrato nella porta dove vi era scritto che avrebbe
sofferto il più gran male.
Jongh
continuò a camminare nell’oscurità
finche non andò a sbattere contro un’altra porta.
L’aprì entrando in un altro luogo buio, ma non gli
dispiaceva troppo stare senza luce… si sentiva
più protetto e sperava che lì da qualche parte
Key lo stesse seguendo silenzioso.
Camminò
e camminò trovando una nuova porta, solo che questa era
già aperta… Qualcuno era riuscito a buttarla
giù. Jonghyun si bloccò di colpo quando
udì dei singhiozzi provenire dalla parte opposta della
stanza.
<
Chi c’è? > domandò dirigendosi
verso la direzione del suono, ma inciampò subito su una
televisione.
<
J…jongh? > lo chiamò l’altro in
lacrime.
<
Taemin! Ti ho sentito urlare! Che è successo!? > gli
chiese andando ad abbracciarlo.
<
Minho…. È morto…. E io non ho fatto
niente per aiutarlo! Non merito di vivere… lasciami qui.
>
<
Minho è…cosa? Non è possibile. Lui
è forte, coraggioso, agile… Hai visto male, non
è morto! Mi rifiuto di crederci > disse ricordando a
quali velocità poteva arrivare Minho correndo, a quanti pesi
poteva sollevare, alle sue mille e mille doti.
<
Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace. > pronunciò
piangendo.
Jongh
strinse il ragazzo a sé lasciando che si sfogasse, che
urlasse tirando fuori tutto il male che si era procurato guardando la
morte di Minho.
Jongh
non aveva idea di come uscire da quella situazione, ma più
sentiva Tae urlare più poteva percepire la rabbia,
l’ira e l’odio che aumentavano: voleva uccidere
l’artefice di tutto quel dolore e non si sarebbe dato pace
finche non l’avrebbe trovato.
<
Tae… lo so che è difficile, ma dobbiamo cercare
di combattere. Dobbiamo provare anche a costo di perdere la vita.
Alzati e reagisci! Fallo per me, per Minho e Key! Combattiamo per
trovare Onew! > gli disse facendolo alzare.
Ora
che si erano rincontrati si ripromisero che nessuna porta li avrebbe
più divisi e si rimisero in marcia alla ricerca di Onew.
Note
dell’autrice: non
mi odiate vi prego!!!!! Minhooooo!!! D: !!!!
A parte la depressione che mi è venuta a scrivere questo
capitolo, sono contentissima che questa ff vi piaccia. Ringrazio tutti
quelli che recensiscono e tutti coloro che hanno salvato la storia tra
le preferite/seguite. Un bacione enorme a tutti voi!
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Capitolo 5 *** Wet ***
Wet
Dopo
un lasso di tempo indeterminato il leader giunse in una stanza (se
così la si poteva definire) molto diversa dalle precedenti.
Si ritrovò di fronte ad una vera e propria
“piscina”con la differenza che questa non aveva i
margini marcati e l’acqua al suo interno era assai sporca e
difatti rifletteva un orrendo colore verde marcio.
Alzò
la testa andando a guardare il soffitto dove vi era posizionato una
specie di coperchio grande quanto lo spessore della piscina, tenuto
sospeso grazie ad innumerevoli catene: non ci voleva molto per capire
che quel grande oggetto sarebbe servito per tappare la piscina.
<
Cosa diavolo è…. Tutto questo? > si chiese
notando che dalla parte opposta della vasca si trovava la porta per
uscire da lì.
< Salve
Onew. Per uscire da quella porta ti occorre una chiave che si trova da
qualche parte, sul fondo di queste scure acque. Devi trovarla entro sei
minuti altrimenti il coperchio che vedi attaccato al soffitto si
abbasserà lasciandoti annegare. Se ti rifiuti di tuffarti
tra due minuti riceverai una scarica elettrica estremamente
dolorosa…. >
disse la voce roca come al solito.
Onew
guardava un punto indefinito della piscina cercando la chiave con lo
sguardo, ma gli era impossibile vedere il fondo a causa della
sporcizia, trovare addirittura una chiave era un’impresa.
<
Dove sono i miei amici?! > urlò non tanto preoccupato
per quello che lo attendeva, ma bensì per i suoi compagni.
Aveva già visto morire Key sotto i suoi occhi e non credeva
di poter sopportare un’altra perdita. Subito gli venne in
mente Taemin, fragile, innocente, una facile preda per quel pazzo
depravato.
< Una
parte di loro ti sta aspettando. Per rivederli devi trovare prima la
chiave. Hai sei minuti a partire da ORA >
pronunciò ammutolendosi subito dopo.
Non
appena il leader udì la parola “da ora”
si gettò in acqua senza pensarci due volte ed
iniziò ad immergersi toccando a fatica il profondo fondale.
Al
primo tentavo fallì e così fu anche per il
secondo, il terzo e tutti quelli successivi. Riemerse
dall’acqua senza fiato andando a guardare il timer: aveva
ancora due minuti e perciò non c’era tempo per
sentire la stanchezza. Non doveva mollare, non poteva.
Che
leader sarebbe stato se non fosse sopravvissuto? Tutte quelle promesse
fatte ai suoi amici, quei ricordi creati insieme al suo gruppo, tutte
quelle esperienze che l’avevano fatto crescere facendolo
diventare una guida per Tae, Jongh, Minho e Key.
Tornò
sott’acqua cercando la chiave col palmo della mano, ma
proprio non la trovava! Decise all’ultimo di cercare
nell’angolo più sporco della piscina e
lì riuscì a sentire finalmente il metallo della
tanto agognata chiave. L’afferrò e riemerse
dall’acqua uscendo immediatamente dalla piscina infilando la
chiave nella serratura della porta: mancavano dieci secondi.
<
Cazzo apriti! > sussurrò frettolosamente mentre la
mano gli tremava.
Quando
gli parve che ormai non ce l’avrebbe più fatta, la
serratura scattò e la porta si aprì
così Onew potè entrare nella nuova stanza e la
prima cosa che fece fu sbattere la porta dietro di sé e
appoggiarvi sopra la schiena bagnata. Le gambe non ressero e il ragazzo
si ritrovò a terra con le mani ancora tremati a coprirgli il
volto sporco.
<
Ce l’ho fatta…. Sono…. Sono vivo
> si disse non sapendo se ridere o scoppiare in lacrime.
Restò
in quella posizione per svariati minuti ancora incredulo di essere
sopravvissuto e di essere riuscito a passare tale prova, ma sapeva bene
che non poteva restare lì in eterno: doveva cercare gli
altri ed in fretta anche.
Alzò
la testa e vide una telecamera attaccata al muro. Odiava tutta quella
situazione!
<
Porca troia! Ti stai divertendo!? Cosa vuoi da noi!? Cosa pretendi che
facciamo? > gridò Onew alzandosi in piedi e
mettendosi a palare con la telecamera che ovviamente non rispose.
Sbuffò
andando a grattarsi la testa senza sapere come comportarsi un quella
situazione così scomoda e spaventosa.
Smise
di farsi domande quando vide un’altra porta e
l’andò ad aprire ritrovandosi davanti ad un
lunghissimo corridoio apparentemente infinito: in che posto erano
capitati?
<
Minho! Taeeee!!!! Jongh! > li chiamò iniziando a
camminare velocemente.
La
camminata si trasformò presto in corsa e continuò
così finche non sentì nell’aria un
fortissimo odore di bruciato.
<
Puah! Che tanfo! >
Trovo
successivamente una grandissima porta alla sua destra diversa dalle
altre, fatta di ferro ed era già semiaperta. Istintivamente
Onew fece per aprirla completamente, ma si scottò
ustionandosi non troppo gravemente.
<
Dio che male > disse entrando lo stesso in quella strana stanza
che conservava dentro di sé un fortissimo odore acre e
penetrante.
C’era
una leggera coltre di fumo che lentamente svaniva mischiandosi con
l’aria lì presente e più Onew
s’inoltrava più riusciva a vedere chiaramente una
figura distesa a terra.
<
No…Non è possibile >
E
invece il leader vide il cadavere incenerito di Minho
lì… su quel pavimento grigiastro. Non riusciva a
tenere lo sguardo puntato sul cadavere per troppo tempo e quando
tentò di farlo avvertì un forte senso di nausea e
difatti rigurgitò l’ultima cosa che aveva messo
sotto i denti il giorno prima.
<
Cazzo…. > disse mettendosi in ginocchio e piangendo
infinite lacrime aspettando che qualcuno lo trovasse.
Emise
un forte grido di disperazione prima di accovacciarsi a terra affianco
all’amico e a quello che rimaneva di lui….
Note
dell’autrice: Onew
D:
Bhè
dai questa volta non sono stata neanche troppo sadica (insomma)!
Spero
che il capitolo vi piaccia!!!!!
Un
bacione! Ciao!
|
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Capitolo 6 *** In The Shadows ***
In
The Shadows.
L’aria
che si respirava lì dentro era umida, tetra,
sporca…Taemin riusciva a sentire un odore particolarmente
penetrante, acre che però non era causato dal fatto che
probabilmente nessuno puliva quel luogo da almeno una decina
d’anni. Per la prima volta in vita sua credeva di poter
avvertire l’odore della paura. Si, aveva paura di continuare
quella sfida, paura di poter perdere qualcun altro a lui caro.
Camminava
nella penombra senza lasciare la mano di Jonghyun il quale cercava una
qualche strada che li potesse condurre a Onew. Lo volevano trovare a
tutti i costi anche se probabilmente era passata almeno
un’ora dall’ultima volta che l’avevano
visto.
<
Jongh, la voce della persona che ci sta facendo tutto questo, non ti
sembra di averla già sentita? > domandò
Taemin a fil di voce.
<
Che lo conosciamo o meno non fa differenza: appena lo
troverò lo ucciderò >
<
Si, ma sono quasi convinto di aver già sentito la sua voce
prima d’ora > ripetè Tae deciso.
<
Comunque sia non merita un briciolo di pietà.
Ehi… lo senti questo rumore? > chiese Jonghyun
fermandosi ad ascoltare.
In
effetti si poteva sentire una specie di “brusio”
poco distante da loro che lentamente sembrava avvicinarsi sempre di
più accompagnato da un suono metallico che raschiava il
pavimento. Poco dopo il maggiore riuscì a distinguere una
figura che andava verso la loro direzione.
<
Tae, stai dietro di me e non fiatare > sussurrò Jongh
coprendo il maknae con il proprio corpo.
<
No…. Meglio nascondersi da qualche parte >
obbiettò il più piccolo accucciandosi dietro una
specie di mobile che però non era sufficientemente grande
per coprire tutta la sua figura.
Jonghyun
iniziava ad agitarsi e preso dalla paura più assoluta chiese
a Taemin: < Dammi qualcosa per colpirlo quando si avvicina !
>
Taemin
si guardò attorno per trovare un qualsiasi oggetto utile per
ferire quell’ “uomo nero”, ma non
trovò nulla, quando poi gli venne il mente del coltello. Lo
stesso col quale Minho aveva tagliato Key per estrargli la chiave dalla
coscia. L’aveva tenuto con sé ed ora era il
momento migliore per estrarlo e difatti lo donò a Janghyun
che s’inginocchiò ad un lato del corridoio in
attesa che l’estraneo si avvicinasse abbastanza da poterlo
colpire.
<
Jongh…. Io ho paura > si lamentò Taemin
appoggiando la testa sulla spalla di Jongh che ancora aspettava di
attaccare il “nemico”.
<
Shhh. Non permetterò che ti succeda nulla. Ti prometto che
non morirai qui, non così. E’ un giuramento
> pronunciò Jongh premuroso a bassa voce.
Il
ragazzo impugnò saldamente la presa dell’arma e
appena potè vedere bene la sagoma dell’estraneo,
si alzò buttandosi a peso morto su quest’ultimo
che si dimenava più che poteva dalle grinfie di Jongh.
A
causa del buio, Taemin non riusciva a capire bene la situazione, ma
poteva sentire i versi di dolore dei due sfidanti.
Jonghyun
riuscì finalmente a mettersi a cavalcioni sopra il nemico il
quale però colpì il ragazzo sulle tempie con un
oggetto metallico. La forte botta fece perdere l’equilibrio a
Jongh che cadde a terra lasciando che l’estraneo potesse
nuovamente colpirlo nel ventre sempre con lo stesso oggetto
(probabilmente con una spranga di ferro) più volte.
Jonghyun
continuava a ricevere botte, ora sulla schiena e preso
dall’ira riuscì ad infilzare il nemico nello
stomaco.
< Ahaha!
Voi non sapete quanto mi avete fatto divertire!Vediamo come reagite se
faccio così >
rise la voce. Questa volta però all’interno del
suono c’era un sottofondo diverso a cui Taemin non
badò molto.
In
quel momento tutte le luci dell’intero corridoio si accesero
cosi che i ragazzi potessero riuscire a distinguere meglio la
situazione e fu proprio quando Jongh potè vedere con
chiarezza chi era il suo avversario che avrebbe voluto che quelle luci
non si fossero mai accese.
Taemin
si portò entrambe le mani a coprirsi gli occhi e la bocca:
non era possibile….
<
Onew…. > pronunciò Jonghyun rimuovendo il
coltello dalla pancia dell’amico.
Il
leader regalò un piccolo sorriso triste ai due compagni
prima di accasciarsi a terra ancora vivo.
<
Onew, ti prego perdonami! Non volevo farti questo! Non volevo! >
urlò Jongh cercando di rianimare il ragazzo.
<
Finalmente…. Vi ho trovati > sussurrò Onew
tossendo e rigurgitando sangue.
<
Non è ancora finita…. >
pronunciò Jongh prendendo in braccio il leader e
mettendoselo sulle spalle ora piene di ferite e lividi.
<
Taemin alzati. Dobbiamo trovare l’uscita per salvarlo.
>
<
Come la troviamo l’uscita!? >
<
Prima troveremo lui. Credo
di aver capito in quale stanza si trova >
Note
dell’autrice: Ok…..
Sono troppo crudele! D: !!! Non riempitemi d’insulti vi
pregoooo!!!!!!
Spero
di non avervi deluse con questo capitolo!
Alla
prossima!
|
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Capitolo 7 *** Memories ***
Memories
<
Ehi ragazzi! Dove correte!? Meglio andare in stazione! >
urlò Key agli altri quattro amici troppo impegnati a correre
e a ridere per stare ad ascoltarlo.
La
diva sbuffò sonoramente camminando dietro al resto del
gruppo ora intento a rotolarsi tra l’erba bagnata che
accarezzava loro la chiara e morbida pelle.
<
Si può sapere cosa ci trovate nel rotolarvi nel fango come i
porci?! > domandò Key guardando però solo
Jonghyun spaparanzato a terra che guardava l’azzurro del
cielo.
<
Eh dai Key! Raramente abbiamo il tempo per svagarci un po’,
ora non ci tenere al guinzaglio! Approfitta del fatto che il manager ci
abbia concesso di poter stare qua > disse Minho mettendogli una
mano (sporca di terra) sulla spalla.
Gli
SHINee erano difatti giunti in quel paese con l’idea di
fermarsi lì solo per un giorno. Giusto per respirare un
po’ di sana aria di campagna.
<
Si, ma qui i cellulari non prendono e tra poco dobbiamo prendere il
treno > ribadì Key
<
Il treno è tra un’ora ! Abbiamo tutto il tempo!
> disse Jongh felice alzandosi dal prato e guardando Kibum
allegro. Per Key niente era meglio che vederlo così di buon
umore: gli ricordava un bambino incantato dalle meraviglie della natura.
<
E va bene. Ma la mia maglietta è bianca e quando torniamo
indietro bianca deve rimanere, mi sono spiegato!? >
<
Ceeeerto! > risposero gli altri quattro all’unisono
ritornando a giocherellare tra l’erba.
Andarono
avanti così per un po’ finche Minho non si rese
conto che Taemin era sparito senza che nessuno se ne accorgesse. Lo
cercarono in lungo e in largo per il bosco e lo trovarono mentre
tentava di far volare un pettirosso.
<
Tae! Mi hai fatto spaventare! > urlò subito Minho
raggiungendolo.
<
Scusate! Da lontano mi sembrava di aver visto un edificio, quindi mi
sono avvicinato per guardarlo meglio, ma mi sono fermato quando ho
visto questo piccolino > pronunciò dolce facendo
guardare anche agli altri il pettirosso.
<
E’ bellissimo Tae! Ma di che edificio parli? >
domandò Onew guardandosi attorno alla ricerca di una qualche
struttura, ma riusciva a vedere solo alberi e cespugli.
<
Credo che sia più avanti. Meglio non andarci
però… >
Non
ci fu il tempo per domandare a Taemin il motivo per cui era meglio
tornare indietro che il resto della band già si dirigeva
verso l’edificio e quando giunsero ai piedi di
quest’ultimo rimasero meravigliati dalla sua grandezza.
<
WoooW! Ma è altissimo! > esclamò Minho a
bocca asciutta.
<
Key quanto tempo abbiamo ancora? > chiese Onew.
<
Una mezz’oretta > rispose lui.
Jonghyun
si avvicinò alla porta d’ingresso apparentemente
non molto robusta: sembrava potesse cedere con una sola spallata.
<
Che vuoi fare? > domandò Taemin avvicinandosi al
Bling che spingeva ora la porta con la mano destra.
<
Voglio aprirla. Minho vieni che io e te la buttiamo giù con
un calcio >rispose Jongh chiamando l’amico.
Il
rapper si avvicinò e, come detto da Jongh, la porta cedette
dopo soli due forti calci ben mirati alla serratura.
<
Grandi! Che ne dite se proviamo a dare un’occhiata qui
dentro? > propose il leader mettendo un piede
all’ingresso.
<
Meglio stare fuori! Sembra abbandonato da tempo > disse il
maknae preoccupato.
<
Taemin ha ragione. Per quale assurdo motivo vorreste ficcanasare qui
dentro?! > chiese Key appoggiando il più piccolo.
<
Tanto meglio se è abbandonato ! Ci sarà da
divertirsi. > li assicurò Minho seguendo il leader
all’ingresso.
Così,
insieme a Onew e Minho, lì raggiunse pure Jonghyun facendo
segno agli altri due di avvicinarsi e proprio quando Taemin sembrava
dell’idea che infondo infondo non c’era niente di
male nel dare un’occhiatina qua e là,
riuscì a scorgere in lontananza un cartello scritto
chiaramente con l’indelebile che
diceva:“Proprietà privata. Non avvicinarsi
all’ospedale”.
<
No, no! L’avete letto il cartello? Dai torniamo a giocare
fuori: stavamo benissimo! > cercò di convincerli
Taemin.
Il
gruppo si fermò andando a cercare il cartello e
effettivamente lo videro laggiù, nascosto da un leggero
fogliame.
<
Tae… Diamo un’occhiatina in giro e poi usciamo
subito, ok? Non c’è bisogno di avere paura piccolo
mio. Stai sempre accanto a me > gli sussurrò Minho
all’orecchio, prendendogli la mano. Solo a questo punto il
più piccolo acconsentì.
Girovagarono
per l’ospedale tutti insieme, facendo ben attenzione che
nessuno rimanesse indietro. Ogni tanto Onew contava i membri per
assicurarsi che tutti e quattro fossero presenti: non avrebbe mai
voluto che qualcuno di loro si spaventasse.
Appena
giunsero al terzo piano si udì dal soffitto un forte suono
di vetri che si spezzavano andando in mille pezzi. Il tonfo fece
sobbalzare i cinque ragazzi che si bloccarono all’istante
cercando di non fare rumore: forse non erano soli.
<
Che diamine era!? > stormì Key attaccandosi al
braccio di Jongh.
<
Che ne so! Forse è caduto qualcosa!
>pronunciò Jonghyun a bassa voce.
<
E’ caduto da solo!? > domandò Onew.
<
Non mettermi ansia. >
Nel
mentre l’attenzione di Minho fu catturata da qualcosa di ben
più preoccupante del rumore di vetri rotti: davanti a lui
c’era una porta, solo che la maniglia era
sporca….sporca di un liquido rosso ancora fresco.
Inghiottì
la saliva e facendosi coraggio aprì la porta dando uno
sguardo al suo interno per poi richiuderla rumorosamente facendo si che
il gruppo si voltasse di scatto verso il rapper, che li fissava
terrorizzato da quanto appena visto.
<
Minho… ma cosa…? > cercò di
chiedere Taemin, ma si bloccò appena vide la mano tremante
dell’amico che ancora reggeva la maniglia sporca della porta.
<
Dobbiamo andarcene da qui! ORA! > urlò afferrando
Taemin per il braccio scendendo nuovamente le scale.
Key,
Onew, Tae e Jongh si ritrovarono a correre senza un apparente motivo,
finche Jonghyun non inciampò su un qualcosa di indefinito
sbattendo la testa contro il muro e perdendo i sensi.
L’ultima cosa che vide fu Key che gli parlava supplicandolo
di rialzarsi. Quando riaprì gli occhi si svegliò
in un incubo.
Note
dell’autrice: Eccomi!!!
Questa volta molto più rapida ;) !!!! Visto che non potevo
uscire (causa tosse, mal di gola e raffreddore! Che sfiga) ho
continuato qui! :D !
Mi
serviva questo “capitolo ricordo” (?) per farvi
capire come ci sono finiti dentro tutto quel casino XD !!!!!
Spero
che il capitolo sia di vostro gradimento! Un bacione e buon 2012!!!
:*!!!!
|
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Capitolo 8 *** Don't Leave Me. ***
Don’t
Leave Me.
<
Jongh, cosa stiamo cercando!? > domandò Taemin
seguendo il più grande a passo svelto che, nonostante
portasse in spalle il leader, riusciva a camminare molto velocemente.
<
Una finestra, un buco, un qualsiasi cosa dal quale si possa vedere a
che piano siamo. > rispose lui continuando a guardarsi attorno.
Erano
diversi minuti che i due erano alla ricerca di un qualche sbocco dal
quale potersi affacciare, ma non riuscirono a trovarne nessuno.
<
Coff, coff…. I…io so dove trovare una
finestra… > disse Onew debolmente.
<
E cioè? >
<
Nella stanza.... dove c’è Minho….
> sussurrò Onew ricordando di aver visto
precedentemente la finestra.
Appena
venne nominato il nome di Minho, Taemin sbarrò gli occhi per
un istante ed i battiti cardiaci presero ad accelerare. Lui aveva
osservato la morte del compagno, ma non ricordava la finestra: forse
era perche era troppo preso a guardare il rapper e quindi non aveva
dato importanza alcuna alla finestra.
<
Bene… Non ci resta che andare lì, affacciarci
e…. >
<
No! > lo interruppe il maknae < Io lì dentro
non ci vado. Non voglio! > continuò ad alta voce. E
come dargli torto? I suoi occhi si erano già pieni di tanto,
troppo orrore e in più Tae non voleva vedere il corpo
dell’amico, voleva ricordarselo sorridente e felice, non
morto e bruciato.
<
Tae ascoltami: se riusciamo a capire in che punto
dell’edificio siamo, possiamo orientarci meglio. >
cercò di convincerlo Jonghyun.
<
Vacci da solo….terrò io Onew. Ti aspetteremo qui,
ma ti prego non chiedermi di seguirti > lo supplicò
con le lacrime agli occhi.
Il
moro sospirò acconsentendo, lasciando il leader appoggiato
al muro e dicendo a Taemin di aspettarlo. < Se non torno entro
mezz’ora…. >
<
Non dirlo neanche per scherzo! Promettimi che tornerai. > disse
il biondo sedendosi a terra e prendendo la mano di Onew.
<
Tae… non ne sono certo. Quel pazzo potrebbe aver piazzato
trappole ovunque, quindi …. >
<
PROMETTILO HO DETTO! >
Jongh
non rispose. Si mise a correre nella direzione in cui poco prima era
apparso Onew e sparì tra i corridoi di quel piano.
Nel
frattempo Taemin appoggiò la testa al muro socchiudendo gli
occhi senza lasciare la mano ancora umida del leader e accertandosi di
tanto in tanto che il cuore battesse ancora.
Probabilmente
si addormentò per qualche minuto perche quando
sentì che la mano di Onew si mosse andando ad accarezzargli
i capelli, questo sobbalzò afferrando violentemente il
braccio del compagno.
<
Scusa… non volevo spaventarti > disse a bassa voce il
maggiore tenendosi con l’altra mano la ferita.
<
No, scusami tu. Mi sono addormentato invece di medicarti >
pronunciò Tae strappandosi buona parte della sua maglietta
per fasciare la ferita dell’amico (proprio come fece Jongh
con Key quando quest’ultimo era stato tagliato).
<
M…mi dispiace per Minho… coff, coff…
so che tenevi molto a lui > proferì ricordando di
quanto fossero uniti i due.
<
Dire che tenevo a lui è molto riduttivo. Quel folle aveva
ragione: vederlo morire davanti ai miei occhi è stato il
male più grande che potessi sopportare. > disse
annodando per bene la fasciatura.
<
Non la passerà liscia. >
<
Su questo non ci piove, ma anche se riuscissi a vendicarmi, anche se
riuscissi ad ucciderlo, nessuno mi ridarà mai Minho,
nessuno…. > mormorò il maknae lasciandosi
scappare una lacrima che scese rigandogli le candide e morbide guance.
<
Tu….l’amavi non è così?
> domandò Onew tirandosi su con le braccia e
appoggiando meglio la schiena al muro.
<
Si…. E quell’infame, codardo me l’ha
portato via! > urlò Taemin accovacciandosi verso il
leader abbracciandolo e piangendo sulla sua spalla.
Rimasero
così per un po’ finche Onew non diede uno sguardo
al proprio orologio: Jongh era andato via da più di quaranta
minuti ormai e di lui non sembrava esserci traccia. Non si udiva alcun
suono se non quello dei respiri dei due compagni.
<
Tae….forse è meglio muoverci >
<
No. Aspettiamolo… ancora per qualche minuto. > disse
il maknae ancora speranzoso.
Taemin
si mise in piedi appoggiato con la schiena alla parete senza mai
distogliere lo sguardo dal percorso che aveva percorso Jonghyun e
così continuò a passare il tempo, ma di lui non
c’era traccia.
<
Maledizione! Sono stato un coglione! L’ho lasciato andare da
solo! Onew quanto tempo è passato? >
domandò continuando però a guardare verso il
corridoio senza ricevere risposta dal leader.
<
Ehi Onew mi hai sentito? > chiese ancora voltandosi questa volta.
Onew
era messo nella stessa identica posizione di prima con la differenza
che ora aveva gli occhi chiusi e la mano che prima teneva sopra la
ferita era ora messa a terra.
<
Onew?! > lo chiamò Tae inginocchiandosi al fianco del
più grande afferrandogli il polso per sentirne i battiti ora
assenti.
<
No! Onew non farmi questo. Non lasciarmi anche tu! Non lasciarmi da
solo! Come faccio io?! ONEW! > lo scrollò il maknae
piangendo.
<
Non ce la farò mai solo…. Qualcuno mi
aiuti… >
Note
dell’autrice: scusate
il ritarduccio ^.^!
Arrivo
con questo capitolo dove Tae Tae resta solo soletto D: Povero piccolo.
Grazie mille a tutti!! Un bacione grande!
Ps:
come immagine questa volta non avevo idea di quale mettere. Ho cercato
per mezz'ora e l'unica che m'ispirava di più era questa XD
|
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Capitolo 9 *** Consanguineous ***
Consanguineous
Solo, rinchiuso in un
edificio abbandonato senza vie di
fuga, senza più nessuno con cui poter condividere la paura,
la prigionia e la
sofferenza. Stava versando nuove lacrime dagli occhi che ora sembravano
essersi
arrossati moltissimo. Nonostante la tristezza, la paura ed il rimorso,
Taemin
era stanco e tutto ciò di cui il suo corpo aveva bisogno era
un po’ di riposo,
ma anziché tentare di riaddormentarsi o almeno di stare
fermo qualche minuto,
si alzò donando un ultimo sguardo rattristato al leader
< Non ti dimenticherò.
Addio Onew > sussurrò iniziando a camminare a vuoto
nell’attesa di poter
arrivare da qualche parte, di raggiungere qualcosa…
La fame iniziava a farsi
sentire e la voglia di bere
qualcosa aumentava passo dopo passo. Taemin stava seriamente iniziando
a pensare
che quel pazzo omicida l’avrebbe lascito morire di fame.
< Cosa vuoi che
faccia!? Mi hai tolto tutto, che cazzo
vuoi ancora! > urlò con tutta l’aria che
aveva nei polmoni. Questa volta
pretendeva di ricevere una risposta e se questa non fosse arrivata
sarebbe
tornato indietro a cercare Jonghyun con la speranza che fosse ancora
vivo.
< Sei
rimasto solo
a quanto vedo. > disse rauca la solita voce.
< Sei un vigliacco,
codardo! Perche hai fatto tutto
questo? Perche li hai uccisi? Cosa ti avevano fatto!? >
domandò tenendo la
testa alta ed i pugni serrati.
< Sei
molto vicino
a me piccolino. Continua a camminare fino ad arrivare a delle scale. Al
piano
superiore troverai una porta: io sono lì. >
Taemin si fece coraggio
riprendendo a camminare sapendo che ormai
non aveva più nulla da perdere se non la vita ormai divenuta
praticamente vuota
senza la presenza dei suoi amici più cari.
L’unico pensiero
che teneva fisso in testa era Minho: i suoi
occhi, le sue labbra, il suo corpo, la sua voce, il suo
sorriso… Il ricordo di
quel ragazzo gli stava dando la forza di continuare a vivere ed il
desiderio di
uccidere chiunque l’avesse fatto fuori.
Salì le scale
come gli era stato detto e fu in quel momento
a Taemin parve di aver già fatto quel percorso, di aver
già visto quel lato
dell’edificio. Arrivò al piano superiore dove
finalmente concepì che quel luogo
non era altro che il punto in cui Minho aveva urlato di fuggire il
più in
fretta possibile.
< La
porta… > pensava ad alta voce Taemin, vedendo
appunto una porta di legno con la maniglia sporca di sangue secco: era
la
stessa che era stata aperta diverse ore fa da Minho.
L’aprì
e rimase scioccato da ciò che conteneva < Non
è
possibile! > disse provando un fortissimo senso di nausea.
Dentro la stanza
c’erano due persone impiccate da chissà
quanto tempo: la puzza di cadavere entrò nelle narici del
ragazzo che stava
facendo per andarsene quando sentì qualcuno che lo chiamava.
< Bene, bene, bene.
Chi non muore si rivede. > disse l’assassino,
solo che questa volta la sua voce non era amplificata da microfoni, ma
bensì
era la sua voce naturale…una voce maschile piuttosto
giovane. La stanza
s’illuminò e Taemin vide con chiarezza una persona
a pochi metri da lui seduto
comodamente su una poltrona malridotta. Appena gli vide la faccia, lo
riconobbe
subito e le gambe non gli ressero per la sorpresa, perciò si
ritrovò nuovamente
in ginocchio.
< Tu…!
> fu solo in grado di pronunciare il biondo che
non riusciva a distogliere gli occhi dal ragazzo.
< Si. Sai Taemin,
ti credevo più furbo. Mi sbagliavo.
> disse alzandosi in piedi e andandogli incontro.
<
Perche… perche l’hai fatto Taesun? > chiese
sentendo
nuovamente delle lacrime pronte a solcargli le guance sporche.
Taesun era il nome di
colui che aveva compiuto tutto quegli
omicidi, colui che gli aveva portato via Minho ed i suoi
compagni… Lee Taesun
per l’esattezza.
< Fratellino
l’ho fatto per te. Non ti sei chiesto il
motivo per cui tu non abbia neanche un graffio? > rispose il
più grande come
se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Aveva i capelli scuri, la
frangia che in buona parte gli ricadeva
davanti agli occhi neri, perfettamente identici a quelli di Taemin.
< C-cosa intendi
quando dici che l’hai fatto per me? E
perche hai impiccato queste due persone!? > domandò
Taemin ad alta voce
rimettendosi in piedi e indicando i due cadaveri.
Solo quando si
alzò vide che dietro le spalle di Taesun
erano presenti dei monitor che trasmettevano le immagini di tutte le
stanze del
piano inferiore: riusciva a vedere il corpo di Onew ancora nel
corridoio, di
Minho e di Key, ma di Jonghyun ancora nessuna traccia.
< Quelli che vedi
appesi come carne al macello non sono
altro che dei curiosi entrati qui dentro per gioco, proprio come avete
fatto
voi, solo che questi due erano ospiti indesiderati. >
spiegò dando una lieve
spinta ad uno dei due cadaveri.
< Vuoi dire che tu
sapevi che saremo entrati qui!? >
< Certo che lo
sapevo fratello adorato. E’ bastato dare
una piccola sommetta di denaro al vostro manager per condurvi in questo
paese,
su queste montagne. Sapevo che la vostra curiosità sarebbe
stata più forte di
qualsiasi altro impulso. Proprio come topi in gabbia. > disse
scoprendo un
sorriso inquietante.
< Stronzo! Che
ragione avevi di fare fuori tutti loro? Di
uccidere Minho! > rispose il più piccolo furioso.
< Ma non ci arrivi
ancora? Io ti voglio bene e quei
quattro ti stavano portando sulla cattiva strada, ti stavano
allontanando da me
che sono il tuo fratellone. > pronunciò facendo per
abbracciarlo, ma Taemin
si spostò guardandolo con rabbia.
L’aveva fatto
per gelosia quindi?
< Tu… LI
HAI UCCISI ! Mi hai portato via le cose più care
che avevo, i miei compagni con i quali ho costruito un sogno che TU sei
riuscito a distruggere in poche ore! Io ti odio! > gli
urlò contro accecato
dalla collera.
<
Ma piccolino
mio, tu sei rimasto cieco fin’ora. Io ti ho fatto capire chi
è davvero la
persona più importante…. Ce l’hai
davanti! Ti ho liberato! Puoi tornare dalla
tua famiglia! > disse spalancando le braccia come per volerlo
abbracciare.
< Fottiti stronzo!
Erano loro la mia famiglia! Tu sei
pazzo… Meriti solo la morte! >
Taesun
riabbassò lentamente le braccia e la sua espressione
divenne più seria che mai.
< La morte, eh?
Allora uccidimi. Vediamo se ci riesci, ma
prima vorrei ricordarti una cosa: sono sempre stato più
forte di te. > disse
Taesun gridando e scaraventandosi contro il fratello.
< Di
lui si, ma di
me no! > disse
Jonghyun ad alta
voce sulla soglia della porta.
Note
dell’autrice: e
con questo si conclude il penultimo capitolo! Ne manca uno solo!!! Si
svela che
è il famigerato assassino ! XD Spero di non avervi deluse
con questa
rivelazione se magari voi vi aspettavate qualcosa di diverso.
Fatemi sapere che ne
pensate!!! Grazie mille un bacione!
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Capitolo 10 *** The End....? ***
The
end…?
Taesun era già
posizionato a cavalcioni sopra Taemin quando
Jonghyun gli si scaraventò addosso tirandolo per la
maglietta e facendolo
brutalmente alzare.
< Non avresti
dovuto uccidere i miei amici! Ora riceverai
lo stesso trattamento ! > urlò Jongh sganciandogli un
forte pugno in viso.
Taesun barcollò
andando a testarsi il naso che ora aveva
iniziato a perdere sangue. Lanciò poi
un’occhiataccia a Taemin intento a
rialzarsi da terra per prendere posizione accanto a Jonghyun.
< Non crederti
più furbo degli altri solo perche sei
riuscito ad arrivare fin qui! > disse Taesun
< Vigliacco! Mi
credevi davvero così rimbambito? Sapevo
che ci potevi ascoltare. Non avevo intenzione di andare a controllare
la
finestra, volevo solo nascondermi dalle telecamere e sapevo che la tua
attenzione sarebbe poi ricaduta solo su Taemin. >
pronunciò il moro
estraendo il coltello dalla tasca: lo stesso coltello che aveva tolto
la vita
ad Onew e Key.
Taesun rimase sorpreso nel
vedere che Jonghyun era armato e
indietreggiò di qualche passo scontrandosi contro il tavolo
che teneva i
monitor. < Chi è il fesso ora? > chiese il
cantante.
< Sempre tu!
> rispose afferrando una pistola dalla
scrivania puntandola contro Jonghyun.
Taemin scattò
in avanti prima che il fratello potesse
premere il grilletto riuscendo a fargli sbagliare il colpo < Non
ucciderai
più nessun altro stronzo! > disse mettendogli le mani
al collo senza però
pensare a sequestrargli l’arma.
Le mani del più
piccolo stringevano sempre più forte il
minuto collo di suo fratello e facendo ciò
incrociò il suo sguardo ora
preoccupato e con un velo di amarezza.
Immediatamente gli
tornarono alla mente mille e mille
ricordi, esperienze, emozioni vissute assieme a lui. C’era
stata una volta in
cui, durante l’infanzia, i due andarono a giocare al parco e
Taemin cadde a terra
procurandosi una ferita al ginocchio. Quel giorno Taesun lo
portò a casa sulle
spalle dovendo fare tutta la salita ripida del parco. Oppure quando si
erano ritrovati
a ridere rumorosamente guardando un cane che cercava di mordersi la
coda.
“Ti voglio bene
Tae!” diceva spesso Taesun. Era questa la
dimostrazione di quel suo affetto? Era questo quello che intendeva
quando gli
diceva che gli sarebbe sempre stato accanto?
Senza neanche accorgersene
Taemin allentò la morsa sul collo
di Taesun che si rese conto dell’improvviso ripensamento del
fratello solo
quando avvertì un qualcosa di bagnato che cadergli sul viso.
< Uccidilo Tae!
> gridò Jonghyun avvicinandosi.
<
Io…io… non ci riesco > sussurrò
il biondo rimuovendo
le mani dalla gola dell’assassino che lo guardò
lanciandogli una smorfia
soddisfatta.
Taesun spinse via il
maknae con forza facendolo inciampare
contro la poltrona che cadde a terra facendo così alzare
molta polvere.
< Tzè
sei sempre stato troppo sentimentalista fratellino,
ma non ti preoccupare ora ti accontento io. Salutami i tuoi amichetti.
>
disse infuriato puntandogli la pistola addosso.
Taemin era ancora sul
pavimento quando alzò la testa vedendo
immediatamente che il fratello non avrebbe avuto altrettanta
pietà di lui,
perciò lo guardò un ultima volta chiudendo gli
occhi e aspettando solo di
rivedere il volto di Minho.
< NO ! > si
sentì urlare da Jonghyun e subito dopo ci
fu il forte suono di uno sparo.
Il maknae non aveva il
coraggio di riaprire gli occhi per
vedere se fosse in paradiso o meno, ma fu costretto a farlo appena
avvertì la
voce di Jongh che lo chiamava debolmente.
<
J….Jongh… > borbottò appena
riaprì gli occhi.
Davanti a sé
sembrava si fosse erto solo l’inferno: c’era
Jonghyun disteso a terra a pochi metri da lui e subito più
avanti Taesun che
osservava divertito.
< JONGH! >
gridò alzandosi di scatto raggiungendo il
compagno ferito.
< Sei uno stupido !
Non dovevi metterti in mezzo, non
dovevi farlo! > lo rimproverò in lacrime.
< Shhh! > il
moro posò il dito indice sul naso di
Taemin scoprendo i denti lustri in un leggero sorriso.
< Mi
dispiace…. Non sono neanche stato capace di farti
uscire di qui…. Non ho mantenuto la mia promessa >
mormorò tristemente.
< Invece
l’hai mantenuta. Avevi detto che saresti tornato
e ora se qui….mi hai salvato la vita più di una
volta. > disse piangendo il
maknae. Pronunciare quelle parole gli era davvero difficile, ma sapeva
benissimo che a Jongh non gli restava molto e avrebbe voluto che se ne
andasse
sapendo di aver fatto del bene e non con l’idea di non aver
mantenuto una
promessa. La pallottola l’aveva colpito nel petto, non molto
distante dal
cuore.
< R-riesco
già a vedere gli altri…. >
sussurrò
rivolgendo lo sguardo verso il soffitto.
Taemin non ce la fece a
rispondergli, si limitò ad
abbracciarlo stringendolo con tutta la forza che aveva nelle braccia e
non gli
importava se Taesun avrebbe potuto sparargli da un momento
all’altro. In quel
momento desiderava solo seguire Jonghyun per raggiungere Key,
Onew…. Per ritornare
da Minho.
< Non lasciarlo
vincere…. > furono le ultime parole
che disse Jonghyun prima di chiudere gli occhi che non si sarebbero mai
più
riaperti.
No. Taemin non aveva
più intenzione di lasciarlo vincere.
Prese il coltello precedentemente impugnato da Jongh e si
rialzò guardando
Taesun furioso.
Sembrava che un grande
fuoco gli ardesse dentro e solo il
desiderio di ucciderlo avrebbe potuto placare l’inferno che
si stava scatenando
all’interno del ragazzo.
< Che scenetta
commovente ! > disse ridendo.
Il maknae non rispose, ma
rimase immobile a fissare il
fratello ancora con le lacrime agli occhi.
Taesun non ricordava di
averlo mai visto con quello sguardo
in tutta la sua vita passata.
Taemin fece
improvvisamente uno scatto sorprendente e in un
lampo si ritrovò davanti al più grande che rimase
sorpreso da tale velocità. Ci
volle altrettanto poco per trafiggerlo nell’addome lasciando
si piegasse dal
dolore e quando il cranio raggiunse più o meno
l’altezza dei fianchi di Taemin,
quest’ultimo lo colpì dietro la nuca facendolo
cadere a terra. Tutto ciò in
pochi, fugaci secondi.
In quel momento Taemin
giurò di riuscire a sentire le voci
dei suoi compagni che gli sussurravano “Finiscilo! Uccidilo!
Vendicaci!” e lui
non avrebbe certo protestato al riguardo.
< Ehehe…
N-non mi ucciderai… N-non ne sei capace! Sei
sempre stato un piccolo disgraziato che si nascondeva dietro gli altri!
>
disse Taesun cercando di rialzarsi.
< Fottiti. >
Taemin lo afferrò per i capelli
conficcandogli poi il coltello dritto in mezzo al petto.
Lo lasciò
scivolare a terra lentamente: voleva ricordarsi
bene il suo sguardo in quel momento. Lo sguardo che aveva prima di
morire. Ma
ancora non era contento e perciò lo trafisse per altre tre
volte prima che
questo si accasciò sul pavimento privo di vita.
< Chi è
il fesso ora? > gli domandò Taemin serio.
Posò
delicatamente il coltello insanguinato sulla scrivania
prima di lasciare la stanza, poi il piano ed infine
l’edificio.
Quando finalmente
potè rivedere il mondo esterno, ormai era
notte fonda e solo la luce della luna illuminava il paesaggio
circostante. Taemin
si sedette sul prato umido fissando un punto indefinito del cielo.
< Vi ho
vendicati. Non vi dimenticherò mai amici miei. Grazie per
avermi cresciuto, per
esservi presi cura di me, per avermi protetto. Ora so qual è
la mia vera
famiglia. >
Si sdraiò
sull’erba e dopo svariati minuti si addormentò
cullato dai dolci suoni della notte e da un lieve venticello assai
piacevole
per la sua pelle accaldata.
< E STOOOOOP!
> urlò sonoramente un uomo che raggiunse
Taemin applaudendogli. Quest’ultimo venne aiutato ad alzarsi
e sorrise
soddisfatto del suo lavoro. < Congratulazioni per la scena
finale! Neanche
un errore: PERFETTO! > lo complimentò il regista.
< Ahaha! Grazie
mille! >
Nel frattempo cinque
ragazzi gli corsero incontro
travolgendo il più piccolo in un caloroso abbraccio.
< Key! Mi fai male se
mi abbracci con tutti questi anelli! > disse sorridente e
comunque più che
felice di aver ricevuto quel gesto d’affettuosità
improvvisa.
< Piccoletto wow!
Mi sono spaventato quando ti ho visto
accoltellare tuo fratello! > commentò Minho
scompigliandogli i capelli.
< Che ci vuoi fare?
Sono un attore nato! >
< Ora non te la
tirare solo perche sei l’unico
sopravvissuto ! > intervenne Jonghyun.
< Ahaha! Ragazzi
questo film andrà a ruba ! Non è vero
Taesun? > chiese Onew.
< Si è
vero! Fare la parte dello psicopatico mi è
piaciuto assai! Fratellino ora però abbracciami che
l’idea che tu mi fai fuori
m’inquieta > disse Taesun abbracciando il fratello
minore.
< Si, tutto bello e
allegro però perche io dovevo essere
il primo a sgommare? > chiese Key rivolto al regista.
< E’
colpa del tuo nome, te l’ho già detto! Abbiamo
rifatto quella scena all’infinito perche ti veniva da ridere
tra le altre cose.
>
<
Si, si, me lo
ricordo. A parte tutto abbiamo fatto un ottimo lavoro! > disse
Key.
< Siete stati
stupendi. “Blood’s puzzle”
sarà il film
dell’anno! Sono sicuro che le sale dei cinema coreani saranno
pieni di gente
> disse il regista.
< Speriamo!
> risposero tutti all’unisono.
Note
dell’autrice: e
con questo si conclude la fan fiction! Volete che sia onesta???
Bè il vero
finale doveva essere quando Taemin si sdraia e si addormenta sul prato,
ma poi
ho pensato “Uffff!!! Non ci riesco a dare un finale
così tragico” e allora ho
deciso di fare così ^.^ Magari a voi la mia idea di finale
non è piaciuta e mi
piacerebbe tantissimo avere dei vostri pareri! Voglio ringraziare con
tutta me
stessa le persone che hanno salvato la storia nelle
preferite/seguite/da
ricordare e un forte abbraccio a tutti coloro che hanno recensito :D
Grazie mille a tutti voi!
Un bacione!
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