Blood's Puzzle

di LaUrA43587
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Iniziamo ***
Capitolo 2: *** Key ***
Capitolo 3: *** The Greatest Evil. ***
Capitolo 4: *** Fire. ***
Capitolo 5: *** Wet ***
Capitolo 6: *** In The Shadows ***
Capitolo 7: *** Memories ***
Capitolo 8: *** Don't Leave Me. ***
Capitolo 9: *** Consanguineous ***
Capitolo 10: *** The End....? ***



Capitolo 1
*** Iniziamo ***


Iniziamo

 

Cosa c’è nell’oscurità?

Cos’accade quando il buio ti avvolge, soffocando ogni tua luce?

Perche poi, questo suono di catene?

Sono troppe le domande che vi invadono la mente, troppi i quesiti di cui vorreste avere immediatamente una risposta: ma solo giocando riuscirete ad avere una risposta. E allora che i giochi abbiano inizio.

 

 

 

Quando Jonghyun potette finalmente riaprire gli occhi non vide nulla se non il buio. Si dimenò diverse volte, ma i suoi sforzi erano del tutto inutili poiché delle catene lo tenevano strettamente attaccato ad un muro. Tentò anche di far scivolare fuori la mano dalla forte morsa dell’oggetto ma fallì continuamente.

Non riusciva a sentire… niente se non il freddo delle catene ed un macabro odore che non seppe però capire a cosa appartenesse.

< Aiuto! Key, Minho! Dove siete finiti? > urlò cercando di alzarsi. Ma non riuscì neanche in questo poiché pure i piedi erano ammanettati.

La prima domanda che lo assalì era: come ci sono finito qui?

Iniziò immediatamente a fare mente locale e gli tornò subito alla memoria il momento in cui i cinque erano entrati per semplice curiosità in un grande ospedale abbandonato.

“Meglio stare fuori ragazzi! Sembra abbandonato da tempo” aveva detto Taemin, ma nessuno gli aveva dato troppa importanza.

< Jongh!!! Sei tu? > gridò probabilmente la voce di Onew in lontananza.

Appena il ragazzo sentì quella voce così calorosa e familiare sorrise, anche se in una situazione del genere c’era ben poco da sorridere.

< Si, si! Onew! Non sai quanto sono felice di sentirti! Dove sei? > disse a voce alta dimenandosi ancora di più nel buio.

< Qualcuno mi ha ammanettato ad un palo! Dove sono gli altri!? > chiese Onew urlando più che poteva.

Gran bella domanda.

L’ultima volta che aveva visto Minho era stato all'interno di un lungo corridoio e, se la memoria non lo ingannava, aveva detto di uscire immediatamente dall’edificio, ma Jongh però inciampò su qualcosa e non riusciva a ricordare nulla di quello che era accaduto subito dopo.

< Onew, Jongh! Io e Minho siamo qui! > urlò la voce appartenente al maknae.

< Key dov’è? > si preoccupò Jonghyun.

< Presente!!! > gridò Kibum dalla parte opposta della stanza.

Okey, ora almeno sapevano che tutti e cinque i componenti stavano bene ed erano tutti lì, nella stessa stanza anche se non potevano vedersi.

D’un tratto una fortissima luce illuminò il luogo e i ragazzi dovettero chiudere gli occhi a causa dal bagliore improvviso.

Quando potettero ritornare a vedere, si resero conto di essere più vicini di quel che pensavano: Onew attaccato ad un palo e al lato opposto al suo si trovava Jonghyun ammanettato saldamente alla parete. Minho e Tae erano legati tra di loro schiena contro schiena al centro della stanza, mentre Key era in piedi con le braccia in alto attaccato ad una colonna. Le pareti della stanza erano totalmente bianche e il solo oggetto presente era uno stereo nero apparentemente rotto. Improvvisamente però, l’oggetto iniziò ad emettere diversi suoni striduli e fastidiosi; poi finalmente si udì chiaramente la voce roca di un uomo.

 < Salve ragazzi. > pronunciò con una nota divertita la voce.

< E questo chi cazzo è? > chiese subito Key a cui stavano iniziando a dar fastidio le catene strette sui suoi polsi esili.

< Voglio fare un gioco con voi, ma prima di spiegarvi le regole, dovete ascoltare e vi consiglio di stare attenti perche non lo ripeterò due volte:

 

“Per primo viene il fuoco, il sangue per secondo…

Terza è la tempesta, che al quarto annega il mondo…

Al cinque c’è la rabbia, al sei l’odio abissale…

Settima è la paura, l’ottavo è il più gran male….

Il nove è la morte e il dieci è il dolore.” >

 

I cinque corrugarono lo fronte comprendendo solamente a spezzoni le rime di quella che apparentemente sembrava una filastrocca.

< Ma che diavolo significa tutto questo!? Perche siamo legati, cosa vuoi?! Lasciaci andare brutto bastardo! > urlò Minho agitandosi, ma smettendo subito perche più lui si dimenava più Taemin avvertiva dolore a causa delle corde.

< Maledizione….. > fu la sola cosa che riuscì a dire Jonghyun.

Aveva capito che quella dannatissima filastrocca sarebbe stata la chiave per uscire di lì, ma già non se la ricordava più, a parte l’ultima rima “il nove è la morte e il dieci è il dolore”.

< Uno di voi cinque è la chiave per liberarvi. La porta non è chiusa a chiave. Per uscire di qui dovete semplicemente riuscire a camminare. Ricordate: la chiave è dentro uno di voi. Avete dieci minuti di tempo per uscire, oppure libererò un gas altamente tossico e morirete all’istante. A voi la scelta >

 

 

 

 Note dell’autrice: okey solo una mente sadica come la mia poteva partorire un’idea del genere! Ma che dire? Ho da poco visto l’ultimo film di “Saw” e questa ff si è praticamente scritta da sola!

La filastrocca non è opera mia (magari! Ho provato ad inventarmi io una filastrocca ma dopo tre minuti ho rinunciato!), ma appartiene al libro “I passi del diavolo” o una roba del genere.

Fatemi sapere se vale la pena continuare perche non lo so nemmeno io.

Un bacio a tutti e grazie per chi ha letto!!!

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Capitolo 2
*** Key ***


Key

 

 

 

 

Quando lo stereo si zittì nuovamente tornando muto, si attivò un timer che contava i dieci minuti. E fu proprio in quell’istante che tra il gruppo si scatenò il panico.

Si dimenavano più che potevano tra corde e catene, ma c’era ben poco da fare. Jonghyun tentava di far scivolare il polso fuori dalla manetta, ma sembrava inutile anche quello.

< Ahhh!!! > urlava Jongh dalla rabbia e dalla frustrazione.

Key, era il solo che poteva stare in piedi: solo le braccia erano attaccate al muro, ma le gambe le riusciva a muove liberamente.

Quando Onew si rese conto che ogni sforzo era inutile notò un qualcosa di luccicante che si trovava a terra, proprio vicino al maknae.

< Taemin! Guarda per terra. Cos’è quel coso? > disse il leader attirando l’attenzione del minore che si voltò verso la direzione da lui indicata. Ma non rispondeva e restava a fissare l’oggetto immobile con un’aria terrorizzata stampata in volto.

< E’… un coltello > sussurrò in modo tale che solo Minho (legato a lui) potesse capire.

Ora tutto era chiaro: “La chiave è dentro uno di voi” aveva detto quell’uomo e a questo punto era ovvio che bisognava prendere quelle parole alla lettera.

Minho riuscì ad afferrare il coltello con un’agile movimento del polso e dopo vari tentativi, tagliò la corda che lo legava a Taemin: il rapper ed il maknae erano liberi.

Key si voltò a guardare il tempo rimasto sul timer e nel fare ciò avvertì un forte formicolio all’interno della coscia destra che lo fece sobbalzare dal dolore.

< Mancano sette minuti! Cercate la chiave! > sbraitò Jonghyun

A questo dire Taemin cercò in ogni angolo della stanza, mentre Minho andò a toccare il corpo di Onew che però non reagiva da nessuna parte al tocco del ragazzo: se la chiave era dentro uno di loro, era ovvio che se avesse toccato il punto in cui essa si trovava si sarebbe avvertita almeno una fitta.

< Minho! Ti prego dimmi cos’ho nella coscia! Non ce la faccio più! > urlò Key disperato.

Minho però stava già controllando di fretta e furia il corpo tremante di Jongh e perciò fu Tae ad avvicinarsi all’amico e a tastare la gamba. Sembrava che più Tae facesse forza più poteva avvertire qualcosa di duro spostarsi.

< Tae …! Fa male! > si lamentò Key mordendosi il labbro inferiore.

< Minho vieni qui! > urlò il maknae con un bruttissimo presentimento.

Il rapper si avvicinò e senza indugiare troppo, tagliò di netto i pantaloni del compagno che si guardava spaventato dall’idea che la chiave potesse essere proprio lì… dentro la sua gamba.

Il punto dolorante di Key sembrava avesse una cicatrice e quando Minho premette, incontrò una consistenza troppo dura per essere umana. Ora era certo: la chiave ce l’aveva Key.

Taemin afferrò il coltello dal pavimento e andò a fissare affranto il volto impaurito della diva che lo supplicava di non fare ciò che aveva in mente.

< No! Taemin non puoi farlo! Appoggia il coltello a terra! Preferisco morire soffocato! Non farlo ti prego! > urlò Key.

< Key! Respira… Ti prometto che non morirai, ok? Nessuno morirà. Ma così noi tre resteremo qui, senza aver neanche lottato minimamente per uscirne vivi. Vuoi davvero morire intossicato? Stringi i denti e ti giuro che quando finiranno ti medicheremo. Ma tra cinque minuti potremo morire, lo capisci? > disse Onew cercando di calmarlo.

Anche se non erano mai stati in una situazione simile, le parole del leader riuscivano sempre ad essere d’incoraggiamento, anche se in una circostanza simile era difficile riuscire a restare calmi.

< … Fate in fretta. > supplicò Key chiudendo gli occhi.

Ora Tae stava cercando di capire come tagliare la pelle dell’amico senza recidere l’arteria femorale. Se questa si fosse tagliata, Key sarebbe potuto morire dissanguato.

< Minho, fallo tu. Io non…. Non ci riesco. > disse Tae porgendo il coltello al compagno. Non era questione di riuscire o meno; Tamin aveva paura di portare involontariamente via la vita a Key e non voleva avere questo tipo di peso sulle spalle. In più gli tremavano le mani e riuscire in un’impresa simile gli pareva impossibile in quel momento.

Il rapper impugnò l’oggetto e, con un rapido gesto, tagliò Kibum che urlò non appena sentì la lama perforargli la carne e penetrargli all’interno.

< AHHHH!!! > urlava sonoramente.

Il sangue iniziò subito a sgorgare fuori dalla ferita, ma Minho riuscì quasi subito a trovare la chiave e la afferrò rapidamente inserendola subito dentro la serratura delle manette che si dilatarono lasciando liberi gli esili polsi del ragazzo.

< Sbrigatevi! Non c’è più tempo! > disse Jongh notando che mancava solo un minuto.

Così Minho prese in braccio Key (ora incapace di camminare) mentre Tae liberava Onew e Jongh. Tutti riuscirono ad uscire in tempo dalla stanza ritrovandosi subito all’interno di una nuova sala, questa volta molto più piccola della precedente.

Davanti a loro erano presenti quattro porte di legno apparentemente marcio, ma la cosa che più attirò la loro attenzione furono le scritte rosse presenti sopra ciascuno di esse.

Nella prima era leggibile la scritta “Per primo viene in fuoco, il sangue per secondo”, in quella successiva “Terza è la tempesta che al quarto annega il mondo”, poi “Al cinque c’è la rabbia, al sei l’odio abissale” ed infine “Settima è la paura, l’ottavo è il più gran male”.

< Cosa vorrebbe dire!? Cosa vuole da noi! > disse Jongh arrabbiandosi ancora di più.

Gli sarebbe tanto piaciuto saperlo. Ma una cosa fu chiara a Minho: più il tempo passava, più Key diventava freddo.

< Dobbiamo sbrigarci. > consigliò Taemin notando il volto sempre più pallido della diva.

< Si, ma che porta hai intenzione di prendere? Dove portano!? > chiese Jonghyun.

Poi si udì ancora quella voce…. Non riuscivano a capire da dove venisse, ma poco importava. Sapevano che stava per dire parole che li avrebbero aiutati ad uscire.

 < Salve ragazzi. Vedo che avete passato con successo la prima prova. Davanti a voi avete quattro porte che dovrete percorrere separatamente. Se proverete a prendere la stessa porta vi giuro che vi farò fare una fine atroce. > disse calmo.

< Che cazzo dici! Ti stai divertendo!? Sei un pazzo se credi che noi staremo qui a stare ai tuoi giochetti sadici! > urlò coraggioso Jongh.

< Solo tre di queste porte vi daranno qualche possibilità di vivere. Chi prenderà la porta sbagliata non potrà salvarsi in nessun modo. E ricordate: io vedo tutto >

 

 

 

Note dell’autrice: ciao a tutti!!! Ho continuato (con calma XD) ! Spero vi piaccia questo capitolo 

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Capitolo 3
*** The Greatest Evil. ***


The Greatest Evil.

 

 

Le domande che gli SHINee avevano da fare erano semplicemente troppe e sapevano che non avrebbero mai avuto una risposta concreta. La prima era: come ci siamo finiti qui? Chi è l’artefice di tutto ciò?

La cosa che li preoccupava di più ora, era però il fatto che una di quelle quattro porte non portasse da nessuna parte se non alla morte.

< Io mi rifiuto > disse d’un tratto Jongh andando verso Key, il quale si stringeva il più possibile a Minho per sentire il caldo del suo corpo.

Il Bling allungò la mano andando a poggiarla sulla fronte dell’amico: non credeva possibile che una persona potesse essere tanto fredda.

Chiese a Minho di poggiare Key a terra, delicatamente e quando questo fu disteso, Jonghyun andò a toccargli la ferita: era davvero profonda.

< Key? Riesci a sentirmi? > domandò Jongh strappandosi con forza un lato della maglietta e fasciandogli la gamba.

< Ho…. Tanto freddo….e sonno… > pronunciò debole.

< Qualsiasi cosa accada non ti addormentare. Non chiudere gli occhi. > e lo prese nuovamente in braccio cercando di farlo stare il più possibile al caldo.

Nel mentre, Taemin continuava a fissare le quattro porte cercando di capire quale di queste potesse essere quella fatale. 
< Settima è la paura, l’ottavo è il più gran male…. > ripetè cercando di pensare a quale potesse essere il male più grande che una persona potesse sopportare.

< Cos’avete intenzione di fare? > chiese Onew

< Proprio nulla. Aspettare… > rispose Jongh sedendosi su un angolo tenendo Key tremante tra le braccia.

< Aspettare cosa!? Che muoia dissanguato!? Non sai quanto può resistere ancora! Probabilmente gli ha reciso l’arteria! > disse Taemin ad alta voce.

< Sarebbe già morto… > pronunciò calmo Jongh.

Non era passato molto da quando Key era stato tagliato. Non erano neanche passati dieci minuti e le probabilità che Key potesse morire da un momento all’altro erano piuttosto alte.

< Comunque sia non possiamo stare qui impalati >

< E cosa vorresti fare!? Andare a morire lì dentro? > ribattè Jongh

< Preferisco tentare anziché guardare il mio amico morire! > disse il maknae.

Senza preavviso aprì la porta da lui menzionata prima (“settima è la paura, l’ottavo è il più gran male”) e vi entrò.

< Non può andare da solo! > si preoccupò Minho riaprendo la porta, ma fu subito bloccato da un dolore che prese tutto il corpo e si ritrovò immediatamente a terra, sopraffatto dal male.

Onew gli corse incontro e fu sollevato quando lo vide muoversi. < Cos’è successo? > gli chiese.

< E’ stato come… una scossa… > sussurrò e poi finalmente capì: “Davanti a voi avete quattro porte che dovrete percorrere separatamente….. io vedo tutto

Taemin aveva già preso una porta e nessuno lo poteva seguire. Potevano solo prendere un’altra porta sperando fosse quella giusta.

Minho guardò con aria di sfida la porta con scritto “Per primo viene il fuoco, il sangue per secondo” e vi si avvicinò afferrandone la maniglia.

< No Minho! Non entrare! > lo supplicò Jonghyun

< Mi dispiace…. Non posso lasciarlo da solo > e detto ciò scomparve dietro la porta di legno.

Ora erano solo Jonghyun, Onew e Key dentro la stanza e nessuno di questi aveva un’idea di come affrontare quella situazione: da un lato entrambi avrebbero voluto tentare, dall’altro non se la sentivano di lasciare Key lì da solo.

< J…Jongh… Fammi dormire…. Ti prego… > sussurrò Key tra le pieghe degli abiti sporchi di sangue del compagno

< No! Resta sveglio! Te la caverai… te la devi cavare…. Non puoi farmi questo > disse mentre alcune lacrime iniziavano a rigargli il viso.

< Onew… dov..dove sono gli altri? > chiese Key a fil di voce

< Ci stanno… aspettando … aspettano anche te… non li deludere > rispose Onew inginocchiandosi al suo fianco cominciando a piangere.

< Dì loro che mi dispiace e che vi voglio un bene dell’anima > bisbigliò prima di cadere in un sonno dal quale non si sarebbe mai più svegliato.

< Key?! Ti prego no… Perche!? Non puoi morire adesso maledizione! Dobbiamo uscire di qui insieme! KEY! > urlò Jongh scollandolo senza però ottenere risultati.

< Jongh…. Lascialo… > disse dispiaciuto Onew dando tenendo la gelida mano del cadavere di Key.

Jonghyun si alzò di scatto dirigendosi verso la porta con scritto “Al cinque c’è la rabbia, al sei l’odio abissale”. Prima di aprire la porta disse < Giuro che quel figlio di puttana non se ne starà lì seduto a guardarci ancora per molto. Lo troverò e lo ucciderò. >

Onew infine non ebbe altra scelta se non entrare dove vi era scritto “Terza è la tempesta che al quarto annega il mondo”

 

 

 

Che i veri giochi abbiano inizio.

 

 

 

Taemin era completamente solo, nel buio più totale e camminava a vuoto cercando di non inciampare sulle varie cianfrusaglie presenti nel pavimento. Camminò così per qualche minuto finche non si accesero le luci che lo costrinsero a coprirsi gli occhi con la mano.

Quando potè riuscire a vedere bene tutto ciò che lo circondava notò una piccola televisione appoggiata davanti ad una nuova porta.

< Congratulazioni per aver scelto questa porta. Non devi fare nulla se non guardare per poi aprire quella successiva dove rincontrerai due dei tuoi compagni. >

< Guardare cosa!? > domandò.

Quando vide lo schermo della televisione accendersi non riuscì a credere ai propri occhi: c’era Minho nello schermo!

< Ora scoprirai cos’è il più gran male…. >

 

 

Note dell’autrice: Ehi ciao!!! :D !!! Wowo!!!! Non ho mai scritto una ff che avesse già 11 recensioni con due soli capitoli ;) Vi ringrazio infinitamente! Spero che questo capitolo non vi deluda!!! Bacioni e alla prossima!

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Capitolo 4
*** Fire. ***


Fire.

 

 

Minho si guardò intorno completamente spaesato. Riusciva a vedere chiaramente le grandi e possenti pareti bianche che lo tenevano prigioniero nella stanza, una grossa porta di ferro posizionata proprio davanti al rapper ed una piccola finestra, troppo alta per poterci arrivare. Vide poi accanto alla finestra, una telecamera dalla quale Taemin riusciva a tenere d’occhio tutta la scena, ma c’era qualcosa di strano: lì dentro Minho faceva fatica a respirare e ciò era causato da un fortissimo odore di benzina.

Non passò molto prima che la solita voce roca iniziò a parlargli con la stessa aria di superiorità. Quella voce non appariva per nulla nuova a Taemin che era fermamente convinto di averla già sentita da qualche parte, fuori da quell’incubo.

< Salve Minho. Sei entrato in questa porta e ora scoprirai cosa significa che per primo viene il fuoco. Non ti è concesso tornare indietro e se ci provassi ti farei morire folgorato: la scossa di prima non era nulla in confronto a quello che potrei farti > disse calmo.

Minho stava iniziando ad agitarsi…. Il fuoco e l’odore di benzina insieme erano una combinazione mortale.

< Perche ci stai facendo tutto questo!? Cosa ti abbiamo fatto? Cosa ti aveva fatto Key e perche l’hai ucciso!? > chiese urlando mentre cercava una possibile via di fuga.

< Ti sbagli. Tu l’hai ucciso. Mi avete sottratto una cosa molto importante e non restituibile e per questo meritate il peggio. Hai due minuti di tempo per salire sulla finestra e prendere la chiave che aprirà la porta. Se non ci riuscirai temo che Taemin vedrà il suo migliore amico morire bruciato. Game over > pronunciò facendo partire il timer.

Minho non fece domande e andò subito a guardare la telecamera: Taemin…. Il suo piccolo Taeminnie lo stava guardando, stava pregando, piangendo, implorando a quella insulsa voce di non portarglielo via.

Si mise in ginocchio guardando la televisione come fosse un qualcosa di sacro e vedeva Minho che tentava di arrampicarsi sulla parete, ma proprio non riusciva! La finestra era troppo in alto.

< Ti prego… Non portarmelo via…. > sussurrò con le mani davanti alla bocca e le lacrime che gli rigavano il viso.

Mancavano soli 50 secondi prima della fine e Taemin comprese che non avrebbe aiutato Minho stando lì a piangere e a pregare, perciò si alzò rapido dando una forte spallata alla porta che però resse il colpo. Ci riprovò svariate volte finche finalmente la porta non cedette: mancavano 30 secondi… Doveva farcela!

Non ci fu neanche il tempo di mettere piede fuori dalla stanza che il maknae fu travolto dallo stesso tipo di scossa con cui fu colpito poco prima il rapper. Il biondo cadde a terra urlando dal dolore e la scossa non cessava, ma anzi diventava via via più forte.

< Che senso ha giocare se non rispetti le regole? > domandò l’uomo divertito.

Quella frase…. Quella voce…. Se prima aveva qualche dubbio, ora Taemin era certo di aver già parlato con quella persona, ma ancora non riusciva a capire chi potesse essere.

Minho nel frattempo era quasi riuscito ad afferrare la chiave, la stava sfiorando con la punta delle dita, mancava solo un piccolo sforzo e proprio quando sembrava che il gioco era fatto si udì < Tempo scaduto >.

Le fiamme invasero immediatamente la stanza e Minho tentò in tutti i modi di restare arrampicato alla finestra, ma il fumo saliva lentamente facendogli emettere una forte tosse. La foschia grigia annebbiò presto la stanza e Taemin non  potè più vedere con chiarezza i movimenti di quello che credeva essere più di un amico.

< NON LO UCCIDERE! TI PREGO SALVALO! > gridò ancora disteso a terra e privo di forze.

Minho cercava di rimanere aggrappato alle sbarre della finestra, ma sentiva sempre più che le forze lo stavano abbandonando, percepì il cervello bisognoso ora  più che mai di ossigeno assieme ai polmoni.

Scivolò a terra accolto subito dal fuoco che invase immediatamente tutto il suo corpo. Minho non potè fare nulla se non emettere urla di dolore. Ogni singola parte del suo corpo stava andando a fuoco… era come se mille frecce infuocate lo perforassero ogni volta con più forza.

< No, no no no! Per favore non farlo soffrire! Uccidi me al posto suo. Prenditi la mia vita, non la voglio ! > disse piagato in due dal dolore della scossa, ma poco gli importava.

Minho stava bruciando vivo e Taemin riusciva a sentire le sue grida di dolore profondo.

< Non è quello che ho programmato. Questo è…. Il più gran male. Vedere la persona che più ti sta a cuore morire proprio davanti ai tuoi occhi senza che tu possa fare nulla per impedirlo > pronunciò come se sapesse cosa si provava.

Si sentì un ultimo grido prima che Minho si accasciasse a terra privo di vita e Taemin lo vide lì immobile.

< AHHHHRGH!!!!! MINHO! > urlò il più piccolo.

Il suo grido di dolore, tristezza, rabbia passò le pareti, scavalcò le porte arrivando alle orecchie di Jonghyun che si voltò a fissare il punto da cui proveniva il suono, ma vide solo un grande muro che gli copriva la strada.

< Era la voce di Taemin …. > sussurrò tra sé e sé pensando a cosa potesse essere mai accaduto al maknae entrato nella porta dove vi era scritto che avrebbe sofferto il più gran male.

Jongh continuò a camminare nell’oscurità finche non andò a sbattere contro un’altra porta. L’aprì entrando in un altro luogo buio, ma non gli dispiaceva troppo stare senza luce… si sentiva più protetto e sperava che lì da qualche parte Key lo stesse seguendo silenzioso.

Camminò e camminò trovando una nuova porta, solo che questa era già aperta… Qualcuno era riuscito a buttarla giù. Jonghyun si bloccò di colpo quando udì dei singhiozzi provenire dalla parte opposta della stanza.

< Chi c’è? > domandò dirigendosi verso la direzione del suono, ma inciampò subito su una televisione.

< J…jongh? > lo chiamò l’altro in lacrime.

< Taemin! Ti ho sentito urlare! Che è successo!? > gli chiese andando ad abbracciarlo.

< Minho…. È morto…. E io non ho fatto niente per aiutarlo! Non merito di vivere… lasciami qui. >

< Minho è…cosa? Non è possibile. Lui è forte, coraggioso, agile… Hai visto male, non è morto! Mi rifiuto di crederci > disse ricordando a quali velocità poteva arrivare Minho correndo, a quanti pesi poteva sollevare, alle sue mille e mille doti.

< Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace. > pronunciò piangendo.

Jongh strinse il ragazzo a sé lasciando che si sfogasse, che urlasse tirando fuori tutto il male che si era procurato guardando la morte di Minho.

Jongh non aveva idea di come uscire da quella situazione, ma più sentiva Tae urlare più poteva percepire la rabbia, l’ira e l’odio che aumentavano: voleva uccidere l’artefice di tutto quel dolore e non si sarebbe dato pace finche non l’avrebbe trovato.

< Tae… lo so che è difficile, ma dobbiamo cercare di combattere. Dobbiamo provare anche a costo di perdere la vita. Alzati e reagisci! Fallo per me, per Minho e Key! Combattiamo per trovare Onew! > gli disse facendolo alzare.

Ora che si erano rincontrati si ripromisero che nessuna porta li avrebbe più divisi e si rimisero in marcia alla ricerca di Onew.

 

 

 

 

 

Note dell’autrice: non mi odiate vi prego!!!!! Minhooooo!!! D: !!!! 
A parte la depressione che mi è venuta a scrivere questo capitolo, sono contentissima che questa ff vi piaccia. Ringrazio tutti quelli che recensiscono e tutti coloro che hanno salvato la storia tra le preferite/seguite. Un bacione enorme a tutti voi!

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Capitolo 5
*** Wet ***


Wet

 

 

 

 

Dopo un lasso di tempo indeterminato il leader giunse in una stanza (se così la si poteva definire) molto diversa dalle precedenti. Si ritrovò di fronte ad una vera e propria “piscina”con la differenza che questa non aveva i margini marcati e l’acqua al suo interno era assai sporca e difatti rifletteva un orrendo colore verde marcio.

Alzò la testa andando a guardare il soffitto dove vi era posizionato una specie di coperchio grande quanto lo spessore della piscina, tenuto sospeso grazie ad innumerevoli catene: non ci voleva molto per capire che quel grande oggetto sarebbe servito per tappare la piscina.

< Cosa diavolo è…. Tutto questo? > si chiese notando che dalla parte opposta della vasca si trovava la porta per uscire da lì.

< Salve Onew. Per uscire da quella porta ti occorre una chiave che si trova da qualche parte, sul fondo di queste scure acque. Devi trovarla entro sei minuti altrimenti il coperchio che vedi attaccato al soffitto si abbasserà lasciandoti annegare. Se ti rifiuti di tuffarti tra due minuti riceverai una scarica elettrica estremamente dolorosa…. > disse la voce roca come al solito.

Onew guardava un punto indefinito della piscina cercando la chiave con lo sguardo, ma gli era impossibile vedere il fondo a causa della sporcizia, trovare addirittura una chiave era un’impresa.

< Dove sono i miei amici?! > urlò non tanto preoccupato per quello che lo attendeva, ma bensì per i suoi compagni. Aveva già visto morire Key sotto i suoi occhi e non credeva di poter sopportare un’altra perdita. Subito gli venne in mente Taemin, fragile, innocente, una facile preda per quel pazzo depravato.

< Una parte di loro ti sta aspettando. Per rivederli devi trovare prima la chiave. Hai sei minuti a partire da ORA > pronunciò ammutolendosi subito dopo.

Non appena il leader udì la parola “da ora” si gettò in acqua senza pensarci due volte ed iniziò ad immergersi toccando a fatica il profondo fondale.

Al primo tentavo fallì e così fu anche per il secondo, il terzo e tutti quelli successivi. Riemerse dall’acqua senza fiato andando a guardare il timer: aveva ancora due minuti e perciò non c’era tempo per sentire la stanchezza. Non doveva mollare, non poteva.

Che leader sarebbe stato se non fosse sopravvissuto? Tutte quelle promesse fatte ai suoi amici, quei ricordi creati insieme al suo gruppo, tutte quelle esperienze che l’avevano fatto crescere facendolo diventare una guida per Tae, Jongh, Minho e Key.

Tornò sott’acqua cercando la chiave col palmo della mano, ma proprio non la trovava! Decise all’ultimo di cercare nell’angolo più sporco della piscina e lì riuscì a sentire finalmente il metallo della tanto agognata chiave. L’afferrò e riemerse dall’acqua uscendo immediatamente dalla piscina infilando la chiave nella serratura della porta: mancavano dieci secondi.

< Cazzo apriti! > sussurrò frettolosamente mentre la mano gli tremava.

Quando gli parve che ormai non ce l’avrebbe più fatta, la serratura scattò e la porta si aprì così Onew potè entrare nella nuova stanza e la prima cosa che fece fu sbattere la porta dietro di sé e appoggiarvi sopra la schiena bagnata. Le gambe non ressero e il ragazzo si ritrovò a terra con le mani ancora tremati a coprirgli il volto sporco.

< Ce l’ho fatta…. Sono…. Sono vivo > si disse non sapendo se ridere o scoppiare in lacrime.

Restò in quella posizione per svariati minuti ancora incredulo di essere sopravvissuto e di essere riuscito a passare tale prova, ma sapeva bene che non poteva restare lì in eterno: doveva cercare gli altri ed in fretta anche.

Alzò la testa e vide una telecamera attaccata al muro. Odiava tutta quella situazione!

< Porca troia! Ti stai divertendo!? Cosa vuoi da noi!? Cosa pretendi che facciamo? > gridò Onew alzandosi in piedi e mettendosi a palare con la telecamera che ovviamente non rispose.

Sbuffò andando a grattarsi la testa senza sapere come comportarsi un quella situazione così scomoda e spaventosa.

Smise di farsi domande quando vide un’altra porta e l’andò ad aprire ritrovandosi davanti ad un lunghissimo corridoio apparentemente infinito: in che posto erano capitati?

< Minho! Taeeee!!!! Jongh! > li chiamò iniziando a camminare velocemente.

La camminata si trasformò presto in corsa e continuò così finche non sentì nell’aria un fortissimo odore di bruciato.

< Puah! Che tanfo! >

Trovo successivamente una grandissima porta alla sua destra diversa dalle altre, fatta di ferro ed era già semiaperta. Istintivamente Onew fece per aprirla completamente, ma si scottò ustionandosi non troppo gravemente.

< Dio che male > disse entrando lo stesso in quella strana stanza che conservava dentro di sé un fortissimo odore acre e penetrante.

C’era una leggera coltre di fumo che lentamente svaniva mischiandosi con l’aria lì presente e più Onew s’inoltrava più riusciva a vedere chiaramente una figura distesa a terra.

< No…Non è possibile >

E invece il leader vide il cadavere incenerito di Minho lì… su quel pavimento grigiastro. Non riusciva a tenere lo sguardo puntato sul cadavere per troppo tempo e quando tentò di farlo avvertì un forte senso di nausea e difatti rigurgitò l’ultima cosa che aveva messo sotto i denti il giorno prima.

< Cazzo…. > disse mettendosi in ginocchio e piangendo infinite lacrime aspettando che qualcuno lo trovasse.

Emise un forte grido di disperazione prima di accovacciarsi a terra affianco all’amico e a quello che rimaneva di lui….

 

 

 

Note dell’autrice: Onew D:

Bhè dai questa volta non sono stata neanche troppo sadica (insomma)!

Spero che il capitolo vi piaccia!!!!!

Un bacione! Ciao!

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Capitolo 6
*** In The Shadows ***


In The Shadows.

 

L’aria che si respirava lì dentro era umida, tetra, sporca…Taemin riusciva a sentire un odore particolarmente penetrante, acre che però non era causato dal fatto che probabilmente nessuno puliva quel luogo da almeno una decina d’anni. Per la prima volta in vita sua credeva di poter avvertire l’odore della paura. Si, aveva paura di continuare quella sfida, paura di poter perdere qualcun altro a lui caro.

Camminava nella penombra senza lasciare la mano di Jonghyun il quale cercava una qualche strada che li potesse condurre a Onew. Lo volevano trovare a tutti i costi anche se probabilmente era passata almeno un’ora dall’ultima volta che l’avevano visto.

< Jongh, la voce della persona che ci sta facendo tutto questo, non ti sembra di averla già sentita? > domandò Taemin a fil di voce.

< Che lo conosciamo o meno non fa differenza: appena lo troverò lo ucciderò >

< Si, ma sono quasi convinto di aver già sentito la sua voce prima d’ora > ripetè Tae deciso.

< Comunque sia non merita un briciolo di pietà. Ehi… lo senti questo rumore? > chiese Jonghyun fermandosi ad ascoltare.

In effetti si poteva sentire una specie di “brusio” poco distante da loro che lentamente sembrava avvicinarsi sempre di più accompagnato da un suono metallico che raschiava il pavimento. Poco dopo il maggiore riuscì a distinguere una figura che andava verso la loro direzione.

< Tae, stai dietro di me e non fiatare > sussurrò Jongh coprendo il maknae con il proprio corpo.

< No…. Meglio nascondersi da qualche parte > obbiettò il più piccolo accucciandosi dietro una specie di mobile che però non era sufficientemente grande per coprire tutta la sua figura.

Jonghyun iniziava ad agitarsi e preso dalla paura più assoluta chiese a Taemin: < Dammi qualcosa per colpirlo quando si avvicina ! >

Taemin si guardò attorno per trovare un qualsiasi oggetto utile per ferire quell’ “uomo nero”, ma non trovò nulla, quando poi gli venne il mente del coltello. Lo stesso col quale Minho aveva tagliato Key per estrargli la chiave dalla coscia. L’aveva tenuto con sé ed ora era il momento migliore per estrarlo e difatti lo donò a Janghyun che s’inginocchiò ad un lato del corridoio in attesa che l’estraneo si avvicinasse abbastanza da poterlo colpire.

< Jongh…. Io ho paura > si lamentò Taemin appoggiando la testa sulla spalla di Jongh che ancora aspettava di attaccare il “nemico”.

< Shhh. Non permetterò che ti succeda nulla. Ti prometto che non morirai qui, non così. E’ un giuramento > pronunciò Jongh premuroso a bassa voce.

Il ragazzo impugnò saldamente la presa dell’arma e appena potè vedere bene la sagoma dell’estraneo, si alzò buttandosi a peso morto su quest’ultimo che si dimenava più che poteva dalle grinfie di Jongh.

A causa del buio, Taemin non riusciva a capire bene la situazione, ma poteva sentire i versi di dolore dei due sfidanti.

Jonghyun riuscì finalmente a mettersi a cavalcioni sopra il nemico il quale però colpì il ragazzo sulle tempie con un oggetto metallico. La forte botta fece perdere l’equilibrio a Jongh che cadde a terra lasciando che l’estraneo potesse nuovamente colpirlo nel ventre sempre con lo stesso oggetto (probabilmente con una spranga di ferro) più volte.

Jonghyun continuava a ricevere botte, ora sulla schiena e preso dall’ira riuscì ad infilzare il nemico nello stomaco.

< Ahaha! Voi non sapete quanto mi avete fatto divertire!Vediamo come reagite se faccio così > rise la voce. Questa volta però all’interno del suono c’era un sottofondo diverso a cui Taemin non badò molto.

In quel momento tutte le luci dell’intero corridoio si accesero cosi che i ragazzi potessero riuscire a distinguere meglio la situazione e fu proprio quando Jongh potè vedere con chiarezza chi era il suo avversario che avrebbe voluto che quelle luci non si fossero mai accese.

Taemin si portò entrambe le mani a coprirsi gli occhi e la bocca: non era possibile….

< Onew…. > pronunciò Jonghyun rimuovendo il coltello dalla pancia dell’amico.

Il leader regalò un piccolo sorriso triste ai due compagni prima di accasciarsi a terra ancora vivo.

< Onew, ti prego perdonami! Non volevo farti questo! Non volevo! > urlò Jongh cercando di rianimare il ragazzo.

< Finalmente…. Vi ho trovati > sussurrò Onew tossendo e rigurgitando sangue.

< Non è ancora finita…. > pronunciò Jongh prendendo in braccio il leader e mettendoselo sulle spalle ora piene di ferite e lividi.

< Taemin alzati. Dobbiamo trovare l’uscita per salvarlo. >

< Come la troviamo l’uscita!? >

< Prima troveremo lui. Credo di aver capito in quale stanza si trova >

 

 

 

 

Note dell’autrice: Ok….. Sono troppo crudele! D: !!! Non riempitemi d’insulti vi pregoooo!!!!!!

Spero di non avervi deluse con questo capitolo!

Alla prossima!

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Capitolo 7
*** Memories ***


Memories

 

 

< Ehi ragazzi! Dove correte!? Meglio andare in stazione! > urlò Key agli altri quattro amici troppo impegnati a correre e a ridere per stare ad ascoltarlo.

La diva sbuffò sonoramente camminando dietro al resto del gruppo ora intento a rotolarsi tra l’erba bagnata che accarezzava loro la chiara e morbida pelle.

< Si può sapere cosa ci trovate nel rotolarvi nel fango come i porci?! > domandò Key guardando però solo Jonghyun spaparanzato a terra che guardava l’azzurro del cielo.

< Eh dai Key! Raramente abbiamo il tempo per svagarci un po’, ora non ci tenere al guinzaglio! Approfitta del fatto che il manager ci abbia concesso di poter stare qua > disse Minho mettendogli una mano (sporca di terra) sulla spalla.

Gli SHINee erano difatti giunti in quel paese con l’idea di fermarsi lì solo per un giorno. Giusto per respirare un po’ di sana aria di campagna.

< Si, ma qui i cellulari non prendono e tra poco dobbiamo prendere il treno > ribadì Key

< Il treno è tra un’ora ! Abbiamo tutto il tempo! > disse Jongh felice alzandosi dal prato e guardando Kibum allegro. Per Key niente era meglio che vederlo così di buon umore: gli ricordava un bambino incantato dalle meraviglie della natura.

< E va bene. Ma la mia maglietta è bianca e quando torniamo indietro bianca deve rimanere, mi sono spiegato!? >

< Ceeeerto! > risposero gli altri quattro all’unisono ritornando a giocherellare tra l’erba.

Andarono avanti così per un po’ finche Minho non si rese conto che Taemin era sparito senza che nessuno se ne accorgesse. Lo cercarono in lungo e in largo per il bosco e lo trovarono mentre tentava di far volare un pettirosso.

< Tae! Mi hai fatto spaventare! > urlò subito Minho raggiungendolo.

< Scusate! Da lontano mi sembrava di aver visto un edificio, quindi mi sono avvicinato per guardarlo meglio, ma mi sono fermato quando ho visto questo piccolino > pronunciò dolce facendo guardare anche agli altri il pettirosso.

< E’ bellissimo Tae! Ma di che edificio parli? > domandò Onew guardandosi attorno alla ricerca di una qualche struttura, ma riusciva a vedere solo alberi e cespugli.

< Credo che sia più avanti. Meglio non andarci però… >

Non ci fu il tempo per domandare a Taemin il motivo per cui era meglio tornare indietro che il resto della band già si dirigeva verso l’edificio e quando giunsero ai piedi di quest’ultimo rimasero meravigliati dalla sua grandezza.

< WoooW! Ma è altissimo! > esclamò Minho a bocca asciutta.

< Key quanto tempo abbiamo ancora? > chiese Onew.

< Una mezz’oretta > rispose lui.

Jonghyun si avvicinò alla porta d’ingresso apparentemente non molto robusta: sembrava potesse cedere con una sola spallata.

< Che vuoi fare? > domandò Taemin avvicinandosi al Bling che spingeva ora la porta con la mano destra.

< Voglio aprirla. Minho vieni che io e te la buttiamo giù con un calcio >rispose Jongh chiamando l’amico.

Il rapper si avvicinò e, come detto da Jongh, la porta cedette dopo soli due forti calci ben mirati alla serratura.

< Grandi! Che ne dite se proviamo a dare un’occhiata qui dentro? > propose il leader mettendo un piede all’ingresso.

< Meglio stare fuori! Sembra abbandonato da tempo > disse il maknae preoccupato.

< Taemin ha ragione. Per quale assurdo motivo vorreste ficcanasare qui dentro?! > chiese Key appoggiando il più piccolo.

< Tanto meglio se è abbandonato ! Ci sarà da divertirsi. > li assicurò Minho seguendo il leader all’ingresso.

Così, insieme a Onew e Minho, lì raggiunse pure Jonghyun facendo segno agli altri due di avvicinarsi e proprio quando Taemin sembrava dell’idea che infondo infondo non c’era niente di male nel dare un’occhiatina qua e là, riuscì a scorgere in lontananza un cartello scritto chiaramente con l’indelebile che diceva:“Proprietà privata. Non avvicinarsi all’ospedale”.

< No, no! L’avete letto il cartello? Dai torniamo a giocare fuori: stavamo benissimo! > cercò di convincerli Taemin.

Il gruppo si fermò andando a cercare il cartello e effettivamente lo videro laggiù, nascosto da un leggero fogliame.

< Tae… Diamo un’occhiatina in giro e poi usciamo subito, ok? Non c’è bisogno di avere paura piccolo mio. Stai sempre accanto a me > gli sussurrò Minho all’orecchio, prendendogli la mano. Solo a questo punto il più piccolo acconsentì.

Girovagarono per l’ospedale tutti insieme, facendo ben attenzione che nessuno rimanesse indietro. Ogni tanto Onew contava i membri per assicurarsi che tutti e quattro fossero presenti: non avrebbe mai voluto che qualcuno di loro si spaventasse.

Appena giunsero al terzo piano si udì dal soffitto un forte suono di vetri che si spezzavano andando in mille pezzi. Il tonfo fece sobbalzare i cinque ragazzi che si bloccarono all’istante cercando di non fare rumore: forse non erano soli.

< Che diamine era!? > stormì Key attaccandosi al braccio di Jongh.

< Che ne so! Forse è caduto qualcosa! >pronunciò Jonghyun a bassa voce.

< E’ caduto da solo!? > domandò Onew.

< Non mettermi ansia. >

Nel mentre l’attenzione di Minho fu catturata da qualcosa di ben più preoccupante del rumore di vetri rotti: davanti a lui c’era una porta, solo che la maniglia era sporca….sporca di un liquido rosso ancora fresco.

Inghiottì la saliva e facendosi coraggio aprì la porta dando uno sguardo al suo interno per poi richiuderla rumorosamente facendo si che il gruppo si voltasse di scatto verso il rapper, che li fissava terrorizzato da quanto appena visto.

< Minho… ma cosa…? > cercò di chiedere Taemin, ma si bloccò appena vide la mano tremante dell’amico che ancora reggeva la maniglia sporca della porta.

< Dobbiamo andarcene da qui! ORA! > urlò afferrando Taemin per il braccio scendendo nuovamente le scale.

Key, Onew, Tae e Jongh si ritrovarono a correre senza un apparente motivo, finche Jonghyun non inciampò su un qualcosa di indefinito sbattendo la testa contro il muro e perdendo i sensi. L’ultima cosa che vide fu Key che gli parlava supplicandolo di rialzarsi. Quando riaprì gli occhi si svegliò in un incubo.

 

 

 

 

Note dell’autrice: Eccomi!!! Questa volta molto più rapida ;) !!!! Visto che non potevo uscire (causa tosse, mal di gola e raffreddore! Che sfiga) ho continuato qui! :D !

Mi serviva questo “capitolo ricordo” (?) per farvi capire come ci sono finiti dentro tutto quel casino XD !!!!!

Spero che il capitolo sia di vostro gradimento! Un bacione e buon 2012!!! :*!!!!

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Capitolo 8
*** Don't Leave Me. ***


Don’t Leave Me.

 

 

< Jongh, cosa stiamo cercando!? > domandò Taemin seguendo il più grande a passo svelto che, nonostante portasse in spalle il leader, riusciva a camminare molto velocemente.

< Una finestra, un buco, un qualsiasi cosa dal quale si possa vedere a che piano siamo. > rispose lui continuando a guardarsi attorno.

Erano diversi minuti che i due erano alla ricerca di un qualche sbocco dal quale potersi affacciare, ma non riuscirono a trovarne nessuno.

< Coff, coff…. I…io so dove trovare una finestra… > disse Onew debolmente.

< E cioè? >

< Nella stanza.... dove c’è Minho…. > sussurrò Onew ricordando di aver visto precedentemente la finestra.

Appena venne nominato il nome di Minho, Taemin sbarrò gli occhi per un istante ed i battiti cardiaci presero ad accelerare. Lui aveva osservato la morte del compagno, ma non ricordava la finestra: forse era perche era troppo preso a guardare il rapper e quindi non aveva dato importanza alcuna alla finestra.

< Bene… Non ci resta che andare lì, affacciarci e…. >

< No! > lo interruppe il maknae < Io lì dentro non ci vado. Non voglio! > continuò ad alta voce. E come dargli torto? I suoi occhi si erano già pieni di tanto, troppo orrore e in più Tae non voleva vedere il corpo dell’amico, voleva ricordarselo sorridente e felice, non morto e bruciato.

< Tae ascoltami: se riusciamo a capire in che punto dell’edificio siamo, possiamo orientarci meglio. > cercò di convincerlo Jonghyun.

< Vacci da solo….terrò io Onew. Ti aspetteremo qui, ma ti prego non chiedermi di seguirti > lo supplicò con le lacrime agli occhi.

Il moro sospirò acconsentendo, lasciando il leader appoggiato al muro e dicendo a Taemin di aspettarlo. < Se non torno entro mezz’ora…. >

< Non dirlo neanche per scherzo! Promettimi che tornerai. > disse il biondo sedendosi a terra e prendendo la mano di Onew.

< Tae… non ne sono certo. Quel pazzo potrebbe aver piazzato trappole ovunque, quindi …. >

< PROMETTILO HO DETTO! >

Jongh non rispose. Si mise a correre nella direzione in cui poco prima era apparso Onew e sparì tra i corridoi di quel piano.

Nel frattempo Taemin appoggiò la testa al muro socchiudendo gli occhi senza lasciare la mano ancora umida del leader e accertandosi di tanto in tanto che il cuore battesse ancora.

Probabilmente si addormentò per qualche minuto perche quando sentì che la mano di Onew si mosse andando ad accarezzargli i capelli, questo sobbalzò afferrando violentemente il braccio del compagno.

< Scusa… non volevo spaventarti > disse a bassa voce il maggiore tenendosi con l’altra mano la ferita.

< No, scusami tu. Mi sono addormentato invece di medicarti > pronunciò Tae strappandosi buona parte della sua maglietta per fasciare la ferita dell’amico (proprio come fece Jongh con Key quando quest’ultimo era stato tagliato).

< M…mi dispiace per Minho… coff, coff… so che tenevi molto a lui > proferì ricordando di quanto fossero uniti i due.

< Dire che tenevo a lui è molto riduttivo. Quel folle aveva ragione: vederlo morire davanti ai miei occhi è stato il male più grande che potessi sopportare. > disse annodando per bene la fasciatura.

< Non la passerà liscia. >

< Su questo non ci piove, ma anche se riuscissi a vendicarmi, anche se riuscissi ad ucciderlo, nessuno mi ridarà mai Minho, nessuno…. > mormorò il maknae lasciandosi scappare una lacrima che scese rigandogli le candide e morbide guance.

< Tu….l’amavi non è così? > domandò Onew tirandosi su con le braccia e appoggiando meglio la schiena al muro.

< Si…. E quell’infame, codardo me l’ha portato via! > urlò Taemin accovacciandosi verso il leader abbracciandolo e piangendo sulla sua spalla.

Rimasero così per un po’ finche Onew non diede uno sguardo al proprio orologio: Jongh era andato via da più di quaranta minuti ormai e di lui non sembrava esserci traccia. Non si udiva alcun suono se non quello dei respiri dei due compagni.

< Tae….forse è meglio muoverci >

< No. Aspettiamolo… ancora per qualche minuto. > disse il maknae ancora speranzoso.

Taemin si mise in piedi appoggiato con la schiena alla parete senza mai distogliere lo sguardo dal percorso che aveva percorso Jonghyun e così continuò a passare il tempo, ma di lui non c’era traccia.

< Maledizione! Sono stato un coglione! L’ho lasciato andare da solo! Onew quanto tempo è passato? > domandò continuando però a guardare verso il corridoio senza ricevere risposta dal leader.

< Ehi Onew mi hai sentito? > chiese ancora voltandosi questa volta.

Onew era messo nella stessa identica posizione di prima con la differenza che ora aveva gli occhi chiusi e la mano che prima teneva sopra la ferita era ora messa a terra.

< Onew?! > lo chiamò Tae inginocchiandosi al fianco del più grande afferrandogli il polso per sentirne i battiti ora assenti.

< No! Onew non farmi questo. Non lasciarmi anche tu! Non lasciarmi da solo! Come faccio io?! ONEW! > lo scrollò il maknae piangendo.

< Non ce la farò mai solo…. Qualcuno mi aiuti… >

 

 

 

Note dell’autrice:  scusate il ritarduccio ^.^!

Arrivo con questo capitolo dove Tae Tae resta solo soletto D: Povero piccolo. Grazie mille a tutti!! Un bacione grande!

Ps: come immagine questa volta non avevo idea di quale mettere. Ho cercato per mezz'ora e l'unica che m'ispirava di più era questa XD

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Capitolo 9
*** Consanguineous ***


Consanguineous

 

 

Solo, rinchiuso in un edificio abbandonato senza vie di fuga, senza più nessuno con cui poter condividere la paura, la prigionia e la sofferenza. Stava versando nuove lacrime dagli occhi che ora sembravano essersi arrossati moltissimo. Nonostante la tristezza, la paura ed il rimorso, Taemin era stanco e tutto ciò di cui il suo corpo aveva bisogno era un po’ di riposo, ma anziché tentare di riaddormentarsi o almeno di stare fermo qualche minuto, si alzò donando un ultimo sguardo rattristato al leader < Non ti dimenticherò. Addio Onew > sussurrò iniziando a camminare a vuoto nell’attesa di poter arrivare da qualche parte, di raggiungere qualcosa…

La fame iniziava a farsi sentire e la voglia di bere qualcosa aumentava passo dopo passo. Taemin stava seriamente iniziando a pensare che quel pazzo omicida l’avrebbe lascito morire di fame.

< Cosa vuoi che faccia!? Mi hai tolto tutto, che cazzo vuoi ancora! > urlò con tutta l’aria che aveva nei polmoni. Questa volta pretendeva di ricevere una risposta e se questa non fosse arrivata sarebbe tornato indietro a cercare Jonghyun con la speranza che fosse ancora vivo.

< Sei rimasto solo a quanto vedo. > disse rauca la solita voce.

< Sei un vigliacco, codardo! Perche hai fatto tutto questo? Perche li hai uccisi? Cosa ti avevano fatto!? > domandò tenendo la testa alta ed i pugni serrati.

< Sei molto vicino a me piccolino. Continua a camminare fino ad arrivare a delle scale. Al piano superiore troverai una porta: io sono lì. >

Taemin si fece coraggio riprendendo a camminare sapendo che ormai non aveva più nulla da perdere se non la vita ormai divenuta praticamente vuota senza la presenza dei suoi amici più cari.

L’unico pensiero che teneva fisso in testa era Minho: i suoi occhi, le sue labbra, il suo corpo, la sua voce, il suo sorriso… Il ricordo di quel ragazzo gli stava dando la forza di continuare a vivere ed il desiderio di uccidere chiunque l’avesse fatto fuori.

Salì le scale come gli era stato detto e fu in quel momento a Taemin parve di aver già fatto quel percorso, di aver già visto quel lato dell’edificio. Arrivò al piano superiore dove finalmente concepì che quel luogo non era altro che il punto in cui Minho aveva urlato di fuggire il più in fretta possibile.

< La porta… > pensava ad alta voce Taemin, vedendo appunto una porta di legno con la maniglia sporca di sangue secco: era la stessa che era stata aperta diverse ore fa da Minho.

L’aprì e rimase scioccato da ciò che conteneva < Non è possibile! > disse provando un fortissimo senso di nausea.

Dentro la stanza c’erano due persone impiccate da chissà quanto tempo: la puzza di cadavere entrò nelle narici del ragazzo che stava facendo per andarsene quando sentì qualcuno che lo chiamava.

< Bene, bene, bene. Chi non muore si rivede. > disse l’assassino, solo che questa volta la sua voce non era amplificata da microfoni, ma bensì era la sua voce naturale…una voce maschile piuttosto giovane. La stanza s’illuminò e Taemin vide con chiarezza una persona a pochi metri da lui seduto comodamente su una poltrona malridotta. Appena gli vide la faccia, lo riconobbe subito e le gambe non gli ressero per la sorpresa, perciò si ritrovò nuovamente in ginocchio.

< Tu…! > fu solo in grado di pronunciare il biondo che non riusciva a distogliere gli occhi dal ragazzo.

< Si. Sai Taemin, ti credevo più furbo. Mi sbagliavo. > disse alzandosi in piedi e andandogli incontro.

< Perche… perche l’hai fatto Taesun? > chiese sentendo nuovamente delle lacrime pronte a solcargli le guance sporche.

Taesun era il nome di colui che aveva compiuto tutto quegli omicidi, colui che gli aveva portato via Minho ed i suoi compagni… Lee Taesun per l’esattezza.

< Fratellino l’ho fatto per te. Non ti sei chiesto il motivo per cui tu non abbia neanche un graffio? > rispose il più grande come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

Aveva i capelli scuri, la frangia che in buona parte gli ricadeva davanti agli occhi neri, perfettamente identici a quelli di Taemin.

< C-cosa intendi quando dici che l’hai fatto per me? E perche hai impiccato queste due persone!? > domandò Taemin ad alta voce rimettendosi in piedi e indicando i due cadaveri.

Solo quando si alzò vide che dietro le spalle di Taesun erano presenti dei monitor che trasmettevano le immagini di tutte le stanze del piano inferiore: riusciva a vedere il corpo di Onew ancora nel corridoio, di Minho e di Key, ma di Jonghyun ancora nessuna traccia.

< Quelli che vedi appesi come carne al macello non sono altro che dei curiosi entrati qui dentro per gioco, proprio come avete fatto voi, solo che questi due erano ospiti indesiderati. > spiegò dando una lieve spinta ad uno dei due cadaveri.

< Vuoi dire che tu sapevi che saremo entrati qui!? >

< Certo che lo sapevo fratello adorato. E’ bastato dare una piccola sommetta di denaro al vostro manager per condurvi in questo paese, su queste montagne. Sapevo che la vostra curiosità sarebbe stata più forte di qualsiasi altro impulso. Proprio come topi in gabbia. > disse scoprendo un sorriso inquietante.

< Stronzo! Che ragione avevi di fare fuori tutti loro? Di uccidere Minho! > rispose il più piccolo furioso.

< Ma non ci arrivi ancora? Io ti voglio bene e quei quattro ti stavano portando sulla cattiva strada, ti stavano allontanando da me che sono il tuo fratellone. > pronunciò facendo per abbracciarlo, ma Taemin si spostò guardandolo con rabbia.

L’aveva fatto per gelosia quindi?

< Tu… LI HAI UCCISI ! Mi hai portato via le cose più care che avevo, i miei compagni con i quali ho costruito un sogno che TU sei riuscito a distruggere in poche ore! Io ti odio! > gli urlò contro accecato dalla collera.

 < Ma piccolino mio, tu sei rimasto cieco fin’ora. Io ti ho fatto capire chi è davvero la persona più importante…. Ce l’hai davanti! Ti ho liberato! Puoi tornare dalla tua famiglia! > disse spalancando le braccia come per volerlo abbracciare.

< Fottiti stronzo! Erano loro la mia famiglia! Tu sei pazzo… Meriti solo la morte! >

Taesun riabbassò lentamente le braccia e la sua espressione divenne più seria che mai.

< La morte, eh? Allora uccidimi. Vediamo se ci riesci, ma prima vorrei ricordarti una cosa: sono sempre stato più forte di te. > disse Taesun gridando e scaraventandosi contro il fratello.

< Di lui si, ma di me no! >  disse Jonghyun ad alta voce sulla soglia della porta.

 

 

 

Note dell’autrice: e con questo si conclude il penultimo capitolo! Ne manca uno solo!!! Si svela che è il famigerato assassino ! XD Spero di non avervi deluse con questa rivelazione se magari voi vi aspettavate qualcosa di diverso.

Fatemi sapere che ne pensate!!! Grazie mille un bacione!

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Capitolo 10
*** The End....? ***


The end…?

 

 

 

Taesun era già posizionato a cavalcioni sopra Taemin quando Jonghyun gli si scaraventò addosso tirandolo per la maglietta e facendolo brutalmente alzare.

< Non avresti dovuto uccidere i miei amici! Ora riceverai lo stesso trattamento ! > urlò Jongh sganciandogli un forte pugno in viso.

Taesun barcollò andando a testarsi il naso che ora aveva iniziato a perdere sangue. Lanciò poi un’occhiataccia a Taemin intento a rialzarsi da terra per prendere posizione accanto a Jonghyun.

< Non crederti più furbo degli altri solo perche sei riuscito ad arrivare fin qui! > disse Taesun

< Vigliacco! Mi credevi davvero così rimbambito? Sapevo che ci potevi ascoltare. Non avevo intenzione di andare a controllare la finestra, volevo solo nascondermi dalle telecamere e sapevo che la tua attenzione sarebbe poi ricaduta solo su Taemin. > pronunciò il moro estraendo il coltello dalla tasca: lo stesso coltello che aveva tolto la vita ad Onew e Key.

Taesun rimase sorpreso nel vedere che Jonghyun era armato e indietreggiò di qualche passo scontrandosi contro il tavolo che teneva i monitor. < Chi è il fesso ora? > chiese il cantante.

< Sempre tu! > rispose afferrando una pistola dalla scrivania puntandola contro Jonghyun.

Taemin scattò in avanti prima che il fratello potesse premere il grilletto riuscendo a fargli sbagliare il colpo < Non ucciderai più nessun altro stronzo! > disse mettendogli le mani al collo senza però pensare a sequestrargli l’arma.

Le mani del più piccolo stringevano sempre più forte il minuto collo di suo fratello e facendo ciò incrociò il suo sguardo ora preoccupato e con un velo di amarezza.

Immediatamente gli tornarono alla mente mille e mille ricordi, esperienze, emozioni vissute assieme a lui. C’era stata una volta in cui, durante l’infanzia, i due andarono a giocare al parco e Taemin cadde a terra procurandosi una ferita al ginocchio. Quel giorno Taesun lo portò a casa sulle spalle dovendo fare tutta la salita ripida del parco. Oppure quando si erano ritrovati a ridere rumorosamente guardando un cane che cercava di mordersi la coda.

“Ti voglio bene Tae!” diceva spesso Taesun. Era questa la dimostrazione di quel suo affetto? Era questo quello che intendeva quando gli diceva che gli sarebbe sempre stato accanto?

Senza neanche accorgersene Taemin allentò la morsa sul collo di Taesun che si rese conto dell’improvviso ripensamento del fratello solo quando avvertì un qualcosa di bagnato che cadergli sul viso.

< Uccidilo Tae! > gridò Jonghyun avvicinandosi.

< Io…io… non ci riesco > sussurrò il biondo rimuovendo le mani dalla gola dell’assassino che lo guardò lanciandogli una smorfia soddisfatta.

Taesun spinse via il maknae con forza facendolo inciampare contro la poltrona che cadde a terra facendo così alzare molta  polvere.  

< Tzè sei sempre stato troppo sentimentalista fratellino, ma non ti preoccupare ora ti accontento io. Salutami i tuoi amichetti. > disse infuriato puntandogli la pistola addosso.

Taemin era ancora sul pavimento quando alzò la testa vedendo immediatamente che il fratello non avrebbe avuto altrettanta pietà di lui, perciò lo guardò un ultima volta chiudendo gli occhi e aspettando solo di rivedere il volto di Minho.

< NO ! > si sentì urlare da Jonghyun e subito dopo ci fu il forte suono di uno sparo.

Il maknae non aveva il coraggio di riaprire gli occhi per vedere se fosse in paradiso o meno, ma fu costretto a farlo appena avvertì la voce di Jongh che lo chiamava debolmente.

< J….Jongh… > borbottò appena riaprì gli occhi.

Davanti a sé sembrava si fosse erto solo l’inferno: c’era Jonghyun disteso a terra a pochi metri da lui e subito più avanti Taesun che osservava divertito.

< JONGH! > gridò alzandosi di scatto raggiungendo il compagno ferito.

< Sei uno stupido ! Non dovevi metterti in mezzo, non dovevi farlo! > lo rimproverò in lacrime.

< Shhh! > il moro posò il dito indice sul naso di Taemin scoprendo i denti lustri in un leggero sorriso.

< Mi dispiace…. Non sono neanche stato capace di farti uscire di qui…. Non ho mantenuto la mia promessa > mormorò tristemente.

< Invece l’hai mantenuta. Avevi detto che saresti tornato e ora se qui….mi hai salvato la vita più di una volta. > disse piangendo il maknae. Pronunciare quelle parole gli era davvero difficile, ma sapeva benissimo che a Jongh non gli restava molto e avrebbe voluto che se ne andasse sapendo di aver fatto del bene e non con l’idea di non aver mantenuto una promessa. La pallottola l’aveva colpito nel petto, non molto distante dal cuore.

< R-riesco già a vedere gli altri…. > sussurrò rivolgendo lo sguardo verso il soffitto.

Taemin non ce la fece a rispondergli, si limitò ad abbracciarlo stringendolo con tutta la forza che aveva nelle braccia e non gli importava se Taesun avrebbe potuto sparargli da un momento all’altro. In quel momento desiderava solo seguire Jonghyun per raggiungere Key, Onew…. Per ritornare da Minho.

< Non lasciarlo vincere…. > furono le ultime parole che disse Jonghyun prima di chiudere gli occhi che non si sarebbero mai più riaperti.

No. Taemin non aveva più intenzione di lasciarlo vincere. Prese il coltello precedentemente impugnato da Jongh e si rialzò guardando Taesun furioso.

Sembrava che un grande fuoco gli ardesse dentro e solo il desiderio di ucciderlo avrebbe potuto placare l’inferno che si stava scatenando all’interno del ragazzo.

< Che scenetta commovente ! > disse ridendo.

Il maknae non rispose, ma rimase immobile a fissare il fratello ancora con le lacrime agli occhi.

Taesun non ricordava di averlo mai visto con quello sguardo in tutta la sua vita passata.

Taemin fece improvvisamente uno scatto sorprendente e in un lampo si ritrovò davanti al più grande che rimase sorpreso da tale velocità. Ci volle altrettanto poco per trafiggerlo nell’addome lasciando si piegasse dal dolore e quando il cranio raggiunse più o meno l’altezza dei fianchi di Taemin, quest’ultimo lo colpì dietro la nuca facendolo cadere a terra. Tutto ciò in pochi, fugaci secondi.

In quel momento Taemin giurò di riuscire a sentire le voci dei suoi compagni che gli sussurravano “Finiscilo! Uccidilo! Vendicaci!” e lui non avrebbe certo protestato al riguardo.

< Ehehe… N-non mi ucciderai… N-non ne sei capace! Sei sempre stato un piccolo disgraziato che si nascondeva dietro gli altri! > disse Taesun cercando di rialzarsi.

< Fottiti. > Taemin lo afferrò per i capelli conficcandogli poi il coltello dritto in mezzo al petto.

Lo lasciò scivolare a terra lentamente: voleva ricordarsi bene il suo sguardo in quel momento. Lo sguardo che aveva prima di morire. Ma ancora non era contento e perciò lo trafisse per altre tre volte prima che questo si accasciò sul pavimento privo di vita.

< Chi è il fesso ora? > gli domandò Taemin serio.

Posò delicatamente il coltello insanguinato sulla scrivania prima di lasciare la stanza, poi il piano ed infine l’edificio.

Quando finalmente potè rivedere il mondo esterno, ormai era notte fonda e solo la luce della luna illuminava il paesaggio circostante. Taemin si sedette sul prato umido fissando un punto indefinito del cielo. < Vi ho vendicati. Non vi dimenticherò mai amici miei. Grazie per avermi cresciuto, per esservi presi cura di me, per avermi protetto. Ora so qual è la mia vera famiglia. >

Si sdraiò sull’erba e dopo svariati minuti si addormentò cullato dai dolci suoni della notte e da un lieve venticello assai piacevole per la sua pelle accaldata.

 

< E STOOOOOP! > urlò sonoramente un uomo che raggiunse Taemin applaudendogli. Quest’ultimo venne aiutato ad alzarsi e sorrise soddisfatto del suo lavoro. < Congratulazioni per la scena finale! Neanche un errore: PERFETTO! > lo complimentò il regista.

< Ahaha! Grazie mille! >

Nel frattempo cinque ragazzi gli corsero incontro travolgendo il più piccolo in un caloroso abbraccio. < Key! Mi fai male se mi abbracci con tutti questi anelli! > disse sorridente e comunque più che felice di aver ricevuto quel gesto d’affettuosità improvvisa.

< Piccoletto wow! Mi sono spaventato quando ti ho visto accoltellare tuo fratello! > commentò Minho scompigliandogli i capelli.

< Che ci vuoi fare? Sono un attore nato! >

< Ora non te la tirare solo perche sei l’unico sopravvissuto ! > intervenne Jonghyun.

< Ahaha! Ragazzi questo film andrà a ruba ! Non è vero Taesun? > chiese Onew.

< Si è vero! Fare la parte dello psicopatico mi è piaciuto assai! Fratellino ora però abbracciami che l’idea che tu mi fai fuori m’inquieta > disse Taesun abbracciando il fratello minore.

< Si, tutto bello e allegro però perche io dovevo essere il primo a sgommare? > chiese Key rivolto al regista.

< E’ colpa del tuo nome, te l’ho già detto! Abbiamo rifatto quella scena all’infinito perche ti veniva da ridere tra le altre cose. >

 < Si, si, me lo ricordo. A parte tutto abbiamo fatto un ottimo lavoro! > disse Key.

< Siete stati stupendi. “Blood’s puzzle” sarà il film dell’anno! Sono sicuro che le sale dei cinema coreani saranno pieni di gente > disse il regista.

< Speriamo! > risposero tutti all’unisono.

 

 

Note dell’autrice: e con questo si conclude la fan fiction! Volete che sia onesta??? Bè il vero finale doveva essere quando Taemin si sdraia e si addormenta sul prato, ma poi ho pensato “Uffff!!! Non ci riesco a dare un finale così tragico” e allora ho deciso di fare così ^.^ Magari a voi la mia idea di finale non è piaciuta e mi piacerebbe tantissimo avere dei vostri pareri! Voglio ringraziare con tutta me stessa le persone che hanno salvato la storia nelle preferite/seguite/da ricordare e un forte abbraccio a tutti coloro che hanno recensito :D

Grazie mille a tutti voi! Un bacione!

 

 

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