A Day. A Bet. Three Snogs.

di jade146
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lunch Break ***
Capitolo 2: *** The Snake's Embrace ***
Capitolo 3: *** The Eleventh Scene ***



Capitolo 1
*** Lunch Break ***


Ho iniziato a scrivere questa fanfiction con l'idea di creare una semplice Rupert/Emma, ma alla fine si sono intromessi anche gli altri attori del cast e ne è uscita fuori qualche coppia in più...
Spero vivamente che gradiate l'intera storia (non è molto lunga, sinceramente, è divisa solo in pochi capitoli). Per ora, però, godetevi questo primo capitolo :D

 

******
 

A Day. A Bet. Three Snogs.
* Lunch Break *



<< Pausa pranzo, ragazzi! >>
Un fitto vociare e gridolini di gioia si alzarono in aria come uccellini liberati da una rete.
Tom e Daniel scesero agilmente dalla scopa sistemandosi i pantaloni.
<< Non vedo l’ora di togliermi questi abiti fradici ed andare a mangiare >> esclamò Rupert, che li raggiunse da dietro. Daniel si voltò verso di lui mentre si toglieva gli occhiali e soffocò una risatina.
 << Certo che Yates vuole proprio che ti prenda un raffreddore, eh? >> osservò Tom, felice di non dover essere al suo posto.
<< Ho paura di sì… Vuole farmi fuori, quello >>  Rupert rise, finchè una voce non lo colpì alle spalle.
<< Quello ha annunciato la pausa pranzo, ragazzi… Se non volete essere chiusi dentro queste quattro pareti verdi, vi consiglio di sparire all’istante >> disse David Yates con tono scherzosamente autoritario. << E tu, Rupert, non azzardare a spogliarti, dopo hai da continuare con la scena del serpente >>
Il regista sapeva che i ragazzi si divertivano prendendolo un po’ in giro e questo non lo offendeva. Se sfotterlo saltuariamente faceva in modo che scaricassero un po’ di tensione, meglio così. Si sarebbe risparmiato di avere sul set un’atmosfera di stress e cinismo.
<< Hey, David! Dov’è Emma? Non ha nemmeno fatto le prove sulla scopa >> chiese Daniel, quando si accorse della mancanza della ragazza. Anche gli altri due si voltarono per sapere la risposta.
<< Dieci minuti fa stava dormendo nella Stanza delle Necessità >> rispose con semplicità.
I ragazzi si guardarono perplessi e alzando le spalle si diressero alla mensa.
Tutto il cast l’aveva già praticamente riempita. Dopo una breve occhiata ai tavoli, adocchiarono subito qualche posto libero e decisero di riempire velocemente i propri vassoi per non perderli di vista.
Mentre a passo svelto si fiondarono sull’unico tavolo libero, la voce di Matt li bloccò << Voi! Dove andate, siamo qui! >> Matt si sbracciava indicando teatralmente dei posti liberi nel loro tavolo.
I tre si affrettarono a sedersi in modo da poter dar il via a quel pasto tanto atteso.
Tom prese posto vicino alla sua ragazza, Jade, e la salutò calorosamente.
<< Whoa, piccioncini! C’è un tavolo libero se proprio non riuscite a trattenervi >> scherzò Daniel.
<< Non vi preoccupate, non siamo così assetati >> rispose Jade con voce sensuale prima di divorare nuovamente le labbra di Tom, lasciando una parte della compagnia scioccata ed un’altra terribilmente eccitata.
Evanna scosse la testa per cancellare dalla sua mente il ricordo di quella frase e cambiò immediatamente discorso << Ho saputo che dopo dovrai combattere contro Ralph, Daniel… Hanno messo sottosopra mezzo set e minacciato chiunque cerchi di disturbare durante le riprese >>
<< Un po’ come nel quarto, quando hanno girato la prima scena con Voldemort risorto… Soltanto il clima di timore che aveva seminato il regista metteva una paura incredibile >> commentò Bonnie ridendo un po’ al ricordo.
Daniel guardò aggrottando le sopracciglia le due ragazze << Possibile che certe cose le vanno a dire a mezzo cast prima che al sottoscritto interessato? >> scosse la testa.
<< Non ti preoccupare… Lo fanno soltanto per non stressarti… >> disse Rupert non appena riemerse dalla sua pizza << O almeno questa è la loro scusante… >> continuò << Quando io ed Emma abbiamo dovuto girare la scena nella Camera dei Segreti, ce l’hanno detto un’oretta prima. >> prese un sorso di birra << Non è stato stressante, ma mi sono innervosito tanto che avevo sempre la faccia incazzata nella cinepresa. Ce l’ha fatta rifare una miriade di volte finchè Emma non mi ha pregato di smetterla >>
Il gruppo rise al pensiero di un Rupert arrabbiato che fa spazientire Yates.
<< A proposito di Emma… >> iniziò Matt << Dove si è cacciata? Me l’aspettavo durante la scena del volo sulle scope, ma non l’ho vista. >>
<< Yates dice che stava riposando… >> rispose Tom ancora abbracciato alla sua ragazza.
<< Secondo me, ultimamente, è la più stressata di tutti. >> sussurrò Evanna come se stesse rivelando un segreto.
<< E chi può biasimarla! E’ una ragazza ed essere costretta a stare sul set per così tanto tempo non è semplice >> esclamò Bonnie, pensando a tutte le volte che aveva trovato Emma buttata di peso sulla poltrona del suo camerino, in preda a mal di testa lancinanti.
Rupert e Daniel si scambiarono uno sguardo ed arcuarono un sopracciglio. Anche loro stavano sul set tanto tempo, Daniel più di tutti. Eppure gli bastava fumarsi una sigaretta e tornava pimpante in scena, senza troppe storie.
<< Veramente non capisco il nesso degradante tra ragazza e tanto tempo sul set >> esordì Daniel << Non credo che per lei sia tanto differente che per noi che siamo maschi… insomma, è la stessa cosa! >>
Evanna sorrise e voltandosi verso Bonnie sospirò << Maschi…? >> l’ultima rise.
<< Hey! >> esclamò Rupert a gran voce << State mettendo in dubbio la nostra mascolinità, dolcezze? >> finì poi con un sorriso sornione.
<< Altroché! Voi siete assolutamente ottusi come qualsiasi maschio dovrebbe essere, non vi preoccupate! >> scoppiarono in una risata fragorosa.
Dopo qualche altra futile battutina entrò nella mensa David Yates. Calò il silenzio. Quello era il solito momento in cui il regista faceva un piccolo resoconto della mattinata e dava indicazioni per il pomeriggio.
<< Ecco il capitano Achab… >> scherzò Matt scatenando dei risolini sommessi tra i ragazzi del tavolo.
<< Questa mattina… >> esordì Yates << E’ stata avvistata la balena bianca intorno alle dieci e mezza… >> fulminò il ragazzo con lo sguardo. Matt abbassò la testa.
<< Cavolo! Ti ha sentito, amico! >> sussurrò divertito Tom.
<< Tralasciando… Abbiamo girato con Ralph, Jason, Alan, Daniel, Emma e Rupert le scene nella Rimessa delle Barche… >> lesse dai suoi fogli. << Dato che la parte della “resa” di Harry Potter è stata esaustivamente ripresa… Consiglierei a Daniel di farsi trovare nel Cortile di Hogwarts per il duello con Ralph… >>
<< Ma non abbiamo ancora fatto la scena dove Neville tira fuori la spada dal cappello… Quella non viene prima? >> commentò Daniel.
<< Lo so… Ma in quella parte serve anche Jason Isaacs e questo pomeriggio non può restare visto che sta girando anche un altro film… Quindi quella verrà girata domani >> spiegò velocemente David.
<< Ok >> borbottò il ragazzo.
<< Rupert >> il rosso alzò lo sguardo verso il regista << Tu vedi di trovare Emma prima delle cinque… Verso quell’ora dovrete fare la scena del serpente >>
Il ragazzo annuì con un sorriso.
<< Matt >> richiamò infine l’attenzione del ragazzo << Preparati bene il discorso per domani… Almeno mi sarà più facile spiegarti come lo voglio >>
<< Certamente >> rispose semplicemente.
<< Perfetto! Avete ancora dieci minuti, poi voglio tutti quelli che non ho nominato incondizionatamente nei pressi del set perché se mi dovesse venire qualche idea… >> fulminò tutti per gioco << Non ho intensione di cercarvi per mezzo mondo, ok? >>
<< Sissignore! >> si alzò un coro. David sorrise e sparì di scena.
Tom e Jade si alzarono << Bene… Noi andiamo a cercare un posticino… >> disse evasivo il ragazzo.
<< … Per sbaciucchiarci >> puntualizzò invece la fidanzata.
<< Anche io >> disse Rupert alzandosi facendo strabuzzare gli occhi a tutti.
Appena vide le loro facce quasi gli prese un colpo << Ma che avete capito! Intendevo che me ne vado anche io… però a cercare Emma. >> poi si guardò intorno << Sinceramente sono un po’ in pensiero… >> aggiunse parlando a se stesso facendo trasparire dagli occhi un filo di pura preoccupazione.
<< Lo vediamo chiaramente… >> mormorò vaga Evanna.
<< Cosa? >> chiese spaesato il ragazzo
<< Baba Raba e il Ceppo Ghignante >> disse Daniel a Matt, come se stesse parlando di qualcosa di assolutamente normale e sensato.
Il ragazzo annuì complice mutando il suo volto in una maschera di comprensione.
Rupert fece una smorfia disgustata e rise come si fa di un pazzo. Poi si dileguò salutando.
<< Ma che diavolo… >> Evanna fece una smorfia << Sicuri di stare bene, ragazzi? >>
<< Sicuro >> dissero all’unisono.
<< Uhm… Eppure non è la prima volta che ve ne uscite con frasi così insensate… >> commentò Bonnie, sovrappensiero.
<< Non è la prima volta perché succede sempre, cara mia! >> disse Evanna indicando i due con uno sguardo perplesso.
<< No! Intendo proprio che tra di loro qualche volta si parlano così… >> la ragazza ridusse gli occhi in fessure << Non sarà mica qualcosa in codice, vero? >> chiese con una punta di curiosità nel tono.
<< Assolutamente… >> i due si guardarono mentre le ragazze cercavano di incoraggiarli a rivelarsi con sguardi decisi ma supplichevoli << … Sì, ma non speriate di venirlo a sapere! >> concluse Matt divertito.
<< Che demoni! >> sbottò Evanna. Poi si rivolse a Bonnie << Noi gli raccontiamo sempre tutto, e loro ricambiano così la nostra fiducia! >> entrambe fecero le finte offese.
<< Ma guarda te che bugiarde! Quando mai ci avete raccontato qualcosa di vostro?!? >> domandò acido Daniel.
Bonnie sbuffò << Magari questo può accadere una volta saputo il vostro segreto… Dai, ragazzi, ormai sappiamo che avete un qualcosa in codice, che vi costa dirci cosa o perché? >> terminò con un tono singolarmente suadente.
Quella voce stava per convincere spudoratamente Daniel << Se me lo chiedi così, allora è… >> si riprese immediatamente con una scrollata di spalle << Tu che ne dici, Matt? >>
<< Oh, e che vuoi che dica? Certamente dirà di sì, vero Matthew? >> disse Evanna ammiccando il ragazzo con lo sguardo.
<< C-certo che sì >> rispose automaticamente senza togliere gli occhi da quelli della ragazza.
Evanna fece un sorrisetto compiaciuto << Visto? Allora, di che si tratta >>
I due si guardarono stupiti dalla facilità con la quale quelle due erano riuscite ad estorcergli quella verità.
Matt sospirò << Vedete: una volta, mentre David stava girando la scena tra Ron ed Hermione che tirano i sassi sull’acqua, capito quale? >> le due annuirono confuse << Be’, io e Daniel ci siamo guardati. Sapevamo di avere in mente la stessa cosa, ma non siamo come voi ragazze che appena vedono una scena del genere fanno subito le maliziose e tra risolini ed occhiatine riescono a spettegolare o ad esplicitare pensieri a riguardo senza essere indiscrete. Così ce ne siamo usciti con frasi insensate e… >>
<< Lo sai che non ha alcun senso quello che dici? >> lo ammonì la bionda.
<< Ho paura di sì >> abbassò lo sguardo.
Daniel attirò l’attenzione su di se << Sentite qui: in poche parole ogni volta che Rupert o Emma sembrano… come dire… affiatati, più del solito >> guardò Matt << … be’, spariamo qualche cavolata come per dire “te l’avevo detto, io! Guarda qui”. Chiaro? >>
<< Voi maschi se non vi rendete ridicoli non siete felici, non è così? >> rise Bonnie lanciando all’amica un messaggio-via-sguardo.
<< Più o meno >> rispose Daniel tra l’imbarazzato e l’arreso.
Evanna rispose velocemente al messaggio di Bonnie. Poi scoppiarono a ridere lasciando i due ragazzi interdetti.
<< Scommettiamo: >> iniziò la rossa << Se è come dite voi, che tra Emma e Rupert c’è qualcosa, allora avete vinto… Altrimenti… be’, ovvio, avete perso >> non sembrava una sfida allettante.
<< Ok >> esordì immediatamente Daniel << ma vogliamo una posta in gioco! >>
<< Decidetela voi. Ma sappiate che scade entro la fine della giornata, questa scommessa! >> disse con noncuranza la bionda, prima di essere fulminata dall’amica per aver dato a quei due pazzi la scelta del premio.
Matt e Daniel cercarono di inviarsi messaggi-via-sguardo, ma soltanto dopo minuti di occhiate strane ed incomprensibili movimenti della bocca riuscirono a capirsi.
<< Un bacio >> ghignò Matt, trionfante.
 
Rupert prese la via verso la Stanza delle Necessità. In fondo non era da molto che Yates aveva riferito la presenza di Emma in quell’ala del set, sicuramente si sarebbe trovata in quelle vicinanze.
Sorrise al pensiero di trovarla lì, magari sdraiata scompostamente su uno dei divanetti a dormire profondamente, ignara dei fotografi divertiti all’idea di immortalarla in quello stato.
Ma quel sorriso si spense quando la sua mente tornò a quello che avevano detto Evanna e Bonnie poco prima: se veramente Emma era così stressata, sarebbe stato sicuramente più prudente prenderla con le pinze.
Ci volle un po’ per raggiungere la meta. Quel set era veramente vastissimo.
<< E…Emma? Sei qui? >> richiamò il ragazzo. Nessuna risposta. Corrugò la fronte e si mise in ricerca della ragazza.
Dopo aver ispezionato persino gli armadi, Rupert finalmente intravide la figura di Emma acciambellata come un gatto su un materasso bruciacchiato nella parte più interna della sala.
Nel vederla così beata, titubò sul fatto se svegliarla facendo cadere sbadatamente la pila di sedie dietro di lui, o magari accarezzandole i capelli e sussurrandole serie di epiteti sdolcinati.
Ok. Nessuna delle due opzioni faceva al caso suo.
Passarono alcuni minuti nei quali Rupert non si accorse minimamente di fissare Emma completamente assorto... Troppo assorto. La sua mente vagava alla grande.
Così fece scivolare lo sguardo sulle sue scarpe trovandole decisamente molto meno interessanti della visione che i suoi occhi avevano precedentemente.
Ricordandosi miracolosamente il motivo per il quale aveva percorso mezza Hogwarts in macerie, Rupert si avvicinò cauto alla ragazza, per paura di svegliarla bruscamente, e si inginocchiò al suo fianco.
<< Hey… >> Bella addormentata. No, assolutamente no! << … Emma >> sussurrò con tono pacato. Una persona sveglia e pimpante si sarebbe addormentata di sasso all’udire quel timbro di voce così fievole.
Ricevendo in risposta dei mugolii sommessi, il rosso cercò di fare un po’ più di rumore schiarendosi la gola. Persino quel suono uscì melodioso e poco deciso.
Emma, senza dare il minimo segno di coscienza, si rigirò goffamente mugolando frasi sconnesse dando le spalle all’amico.
Rupert si accigliò.
Mettendosi a gattoni raggiunse con una mano il viso della ragazza, liberandolo dalle ciocche umide di capelli. Questa sembrò accorgersene inconsciamente e sorrise nel sonno.
<< Emma… svegliati, dol- >> dolcezza? << … zucc- >> zuccherino? Si morse la lingua<< … prin- >> principessa? Così non si finirà mai<< … cosa >> Meglio “zuccherino”, a questo punto.
Persino la ragazza, dormiente, sembrò non approvare.
Rupert si spazientì.
<< Svegliati, Emma Watson. Ora! >> disse autoritario, scuotendola, però, con estrema delicatezza.
<< Uhm… arrivo… sto… arrivando >> piagnucolò stiracchiandosi.
<< Non si direbbe >>
Sentendo quella voce la ragazza si voltò convulsamente, spalancando gli occhi e guardando Rupert come se l’avesse appena sorpresa nuda in bagno.
<< Co-cosa ci fai… >> cercò delle coperte invisibili sotto le quali celarsi.
Il ragazzo rise alla scena issandosi sulle ginocchia << Sei completamente vestita, non ti preoccupare >>
Emma diede un’occhiata al suo corpo e si tastò i panni << Ah… sì. E sono anche bagnata… >> sospirò con tono amaro.
<< Sai che novità, guarda me! >> allargò le braccia come per mostrare tutta la sua vulnerabilità, sempre sorridendo.
Emma rispose a quel sorriso debolmente e si mise a gambe incrociate sul materasso. Rupert prese posto accanto a lei.
<< Da quanto sono qui? >> chiese lei sfilandosi il giacchetto di jeans.
Il ragazzo alzò leggermente le spalle, sorridendole << Precisamente non lo so… Ma credo da un’oretta abbondante. >>
Emma permise ai suoi occhi di incontrare il volto dell’amico. Aveva sempre quel benedetto sorriso sulle labbra, ma come ci riusciva? Possibile che solo lei percepiva l’incessante pressione psicologica e fisica di quello che stavano vivendo?
<< Ma come fai? >> gli chiese improvvisamente, con ammirazione.
Il ragazzo le regalò un’espressione confusa. Iniziò a guardarsi intorno come per trovare una scusa per giustificare il tono della ragazza - magari era riuscito a far levitare qualcosa con il pensiero senza accorgersene.
Ma tutto era al suo posto << A fare cosa? >>
Lei inclinò la testa verso destra << A viverci >> rispose poi, con ovvietà.
<< Se sei in vena di indovinelli, Emma, non mi trovi abbastanza lucido >> rise contagiando anche la ragazza << Alleluia! Un sorriso vero! >>
Emma scosse la testa continuando a sorridergli. Era grata di quelle risate che occupavano la sua mente per qualche istante svuotandola di tutto il resto.
Poi fece leva con il gomito sulla gamba e poggiando una tempia sul palmo della mano disse sinceramente: << Sei l’unico che ci riesce, Rupes. Sei incredibile. >> pausa << In così poco tempo e con poche parole riesci sempre a farmi stare meglio >> concluse con dolcezza.
Rupert, nonostante lo volesse ignorare, avvertì un leggero formicolio allo stomaco quando incontrò gli occhi ricchi di gratitudine dell’amica. Naturalmente non poté far altro che sorriderle… Riconoscente. Perché in fondo, lei faceva stare bene lui.
<< Allora…? >> riprese il ragazzo << Cosa intendevi prima >>
Emma sospirò, tornando con il precedente tono amaro << Niente… Era una sciocchezza, davvero >>
<< Ormai hai iniziato… sono curioso di sapere >> dichiarò il ragazzo con tono pacato. Lanciò uno sguardo furtivo all’orologio e ringraziò il cielo di avere il tempo necessario di discutere un po’ con Emma - o magari di ascoltare il ricorrente discorso from-Emma-to-Emma.
La ragazza gli rivolse una smorfia che diceva chiaramente “sei pazzo? Farò venire dei complessi anche a te!”, ma Rupert la ignorò incitandola con un lieve movimento del capo.
<< E va bene… >> un ennesimo sospiro << Prima mi chiedevo… Come fai a viverci. Intendo: come fai a vivere serenamente con lui. Con Ron >>
I ragazzo rimase interdetto. Non ci aveva mai pensato realmente, forse perché non aveva mai minimamente creduto di viverci insieme. Avrebbe voluto risponderle con un semplice “Con Ron? Io vivo da solo e beato!”.
Decise però di non dare quella frase così superficiale per buona. Emma stava cercando qualcosa di profondo, qualcosa che la liberasse dai dubbi e dalle insicurezze. Qualcosa che lasciasse il suo corpo e la sua mente interamente ed esclusivamente alla vera Emma.
Rupert maledì la sua disastrosa perizia con le parole e decise di prendersi un po’ di tempo per dare una risposta almeno lontanamente soddisfacente.
<< Io credo sia diventato inevitabile. >> iniziò << Ci sono cresciuto, ci sono maturato… >> sospirò << No, quello forse ancora non sono riuscito a farlo >> strappò un sorriso alla ragazza, come sperato << Comunque sia… Sono lui da dieci anni. A undici anni non sapevo minimamente chi ero e non mi facevo soliloqui su quello che è “il vero Rupert”. Non ci arrivavo con il cervello e non mi importava >> cominciò a torturarsi le mani mentre cercava disperatamente le parole per esprimere quello che pensava.
<< Questo vivergli a stretto contatto e soprattutto ad un’età così ingenua, mi ha inevitabilmente influenzato, in alcuni aspetti. Ma non vuol dire che Ron si sia mangiato la mia personalità… l’ha soltanto mondata e resa - a mio parere - migliore. >>
Il ragazzo alzò finalmente lo sguardo incontrando le intense iridi di Emma totalmente immerse in quel suo discorso senza capo ne coda. Tossicchiò per tornare in possesso delle sue facoltà mentali.
<< Io so chi sono, Emma. E tu sai chi sei, ne sono certo >> nonostante Rupert vide sfrecciare del dubbio negli occhi della ragazza, continuò << Essere se stessi non è così difficile. La cosa complicata è essere qualcun altro, per questo non tutti sono attori, al mondo. >>
Le posò una mano sulla spalla, massaggiandogliela delicatamente << Hey… che cosa c’è che non va? >> le chiese in un sussurro.
Emma raggiunse la mano che il ragazzo le aveva posato sulla spalla con la sua ed iniziò a giocarci meccanicamente, quasi con nervosismo << Credevo di essere diversa da lei, ma mi sbagliavo >> soffiò poi, con voce rotta << Soprattutto in quest’ultimo libro… Mi sono sentita molto più simile a lei… >> ebbe un singulto.
<< Scusami… Non riesco a capire il problema… >> disse imbarazzato Rupert.
<< Non è giusto che io mi debba sentire Hermione! E’ lei che deve sentirsi Emma! Emma esiste, dannazione! Ha vita propria! >> sbottò improvvisamente con le lacrime agli occhi.
Il ragazzo si sentì immediatamente in colpa per aver insistito nel farsi spiegare il suo problema.
Rimase per alcuni istanti scioccato da quella reazione e immobilizzato praticamente dal fare qualsiasi cosa per recarle un minimo di conforto.
La vide portarsi le mani sul viso per cercare di nascondere la disperazione che vi ci alloggiava.
Dopo simulazioni di abbracci e carezze mai arrivate a destinazione, Rupert si diede una spinta morale ricordandosi di non essere come Ron per quell’aspetto. Non era ottuso ed insensibile di fronte ad un’amica in lacrime!
Le si avvicinò. Cauto. Con movimenti che da soli si scusavano per il danno causato.
L’abbracciò. In silenzio. Fece in modo che trovasse un minimo di tranquillità nell’incavo del suo collo. E così fu.
I singulti - isterici -  di Emma si affievolirono sempre più fino a diventare dei mugolii soffocati nella felpa del ragazzo.
Il suo respiro, finalmente regolarizzato, si fece caldo e solleticava piacevolmente la pelle lattea di Rupert.
Si strinsero un’ultima volta prima di sciogliere l’abbraccio per potersi guardare negli occhi.
<< Grazie >> mormorò Emma, ancora leggermente imbarazzata dopo il suo sfogo.
<< Non dirlo >> disse repentinamente il ragazzo.
<< Perché non dovrei? >> domandò confusa.
<< Perché… >>  le prese le mani << … Sono io quello che deve ringraziarti, Emma. Tu… tu non sai quanto tutto questo sia… mi sia di beneficio >> disse sincero.
Emma gli sorrise largamente ed alzandosi lo aiutò a mettersi in piedi. Subito dopo lo abbraccio nuovamente, con slancio, facendolo leggermente barcollare. Quando finalmente Rupert riuscì a prendere stabilità sul pavimento, ricambiò calorosamente la stretta.
<< Tu sei la mia roccia >> esordì lei, con felicità. Il ragazzo si sentì travolto da una sorta di immensa responsabilità all’udire quelle parole.
<< Potevi sceglierti qualcosa di più solido di un “bambino troppo cresciuto”… >> sospirò amaramente.
Emma portò le sue mani sul petto del ragazzo e lo scostò delicatamente << Non ci crederai, ma penso che tu abbia una personalità fantastica, Rupert. Sei così con i piedi per terra, nonostante ti piaccia fare quelle cose stravaganti che spesso e volentieri stento a capire >> soffocò una risatina << Quando sono con te mi sento Emma, finalmente >> giocherellò con la zip della felpa di lui senza degnarlo di uno sguardo << Mi salvi, sempre. Anche oggi: mi ha fatto piacere che sia stato tu a venire a cercarmi. Non avrei voluto farmi vedere in quello stato miserabile da nessun altro >> disse << Perché - parliamoci chiaro - sono stata veramente patetica! >> rise, ma ancora una volta non alzò il volto.
Il cuore di Rupert si sciolse non appena quelle parole lo raggiunsero. Non avrebbe mai creduto di essere così speciale per Emma, e venirlo a sapere era stato incredibilmente piacevole.
Un lampo colpì la sua mente ed iniziò a pensare cosa invece Emma significasse per lui. Trascorrevano spesso del tempo insieme e, nonostante i suoi crucci non fossero nobili quanto quelli di lei, Emma era sempre stata lì, pronta a riportarlo in quella realtà che apparteneva solo a loro due e che ai suoi occhi appariva straordinariamente perfetta.
Ma sei lei rappresentava l’ancora di Rupert e lui la roccia di Emma, se si fossero trovati in un brutto periodo all’unisono, come avrebbero potuto salvarsi?
Nessuno dei due lo sapeva. Forse si sarebbero aggrappati l’uno all’altra e avrebbero atteso in silenzio che quell’unione li facesse tornare verso la tranquillità.
<< No, non lo sei stata >> il ragazzo rispose con una schiettezza tale da poter schiantare un muro.
Emma decise dopo tempo di far combaciare di nuovo il suo sguardo con quello dell’amico. In quegli occhi ci lesse una miriade di emozioni che la incantarono ed incatenarono in quella posizione. Ci avrebbe perso un’intera giornata a fissarli.
Con questo pensiero arrivò alla conclusione di come Rupert riuscisse a renderla tanto stabile quanto scombussolata.
Senza pensarci troppo e senza crearsi troppi problemi, Emma si alzò leggermente per stampargli un leggero bacio sulla guancia, estremamente e pericolosamente vicino all’angolo sinistro della bocca del ragazzo.
Rupert non si mosse di un millimetro, ma quando lei gli si allontanò cautamente, le sorrise impegnandosi con tutte le sue forze di non apparirle con un’espressione sognante.
<< Ora andiamo che fra poco toccherà a noi. Non vorrei che Yates si stranisse troppo >>  

 

******
 

O...K... Bene, cosa si dice alla fine di un capitolo? Non lo so... Quindi... Grazie! Grazie per essere arrivati fino alla fine del capitolo e spero con tutto il cuore che qualcuno di voi sia curioso di leggerne il seguito ;D
Naturalmente - come sempre - una recensione è gradita!
Alla prossima :)

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Capitolo 2
*** The Snake's Embrace ***


 

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A Day. A Bet. Three Snogs.
* The Snake's Embrace  * 

 


<< Non vorrei dire, ma sono le cinque. Siamo qui da mezz’ora! >> puntualizzò Evanna, rompendo il torpore che si era creato in quella piccola area del set che avevano occupato oziando.
<< Ora che lo so mi sento sollevato >> sbadigliò Matt, sarcastico. La bionda lo fulminò.
Bonnie si prese la testa tra le mani << Avrei bisogno di un bel massaggio… >> mugolò tra sé e sé.
Daniel si rizzò sulla sedia spinto da un’onda d’energia anomala << Posso fartelo io >> si propose pimpante.
La rossa sgranò gli occhi << E-era solo per dire >>
<< Ah >> Daniel cercò di nascondere la delusione guardando l’orologio << Hey! Ma sono le cinque! >> esclamò poi, sorpreso.
<< Non vedo cosa ci sia da stupirsi, l’ho appena fatto sapere io >> criticò Evanna, mentre credeva vivamente di essere l’unica sveglia lì dentro.
<< Sì, ma a te non ti ascolta nessuno >> la punzecchiò Matt facendole un sorriso infantile.
<< Mi sbaglierò, ma sento sempre la tua voce a rispondermi. Forse qualcuno si prende la briga di ascoltarmi >> spiegò tranquilla la ragazza, mettendolo facilmente in difficoltà.
<< Io non riesco ancora a capire che cosa ci sia di speciale in questo orario, scusate l’ignoranza >> richiamò l’attenzione Bonnie.
<< La scena con il serpente >> rispose Daniel.
<< Ora che ci penso, ci sono anche io in quella scena… >> disse felice Matt.
Un minuto di silenzio.
<< Ma che ce ne frega del serpente, a noi? >> sbottò Bonnie confusa.
<< Hey! Ci sono io in quella parte! >> ribatté il ragazzo.
Evanna sbuffò << E sai che tripudio! >> poi si rivolse a Bonnie << In verità non centriamo nulla. Il fatto è che Emma e Rupert ancora non si sono fatti vedere… >> lasciò in sospeso con tono vago.
<< Ah! >> la rossa fece una mossa da chi la sa lunga << Voi credete sia successo qualcosa tra i due, vero? >>
I “maschi” del gruppo annuirono convinti.
<< Be’, ve lo dico io che non è successo un bel niente! >> disse Bonnie, facendo crollare le loro credenze. << Abbiamo la vittoria in pugno, amica! >> batté il cinque alla collega.
Matt e Daniel si guardarono confusi << Ma se vi abbiamo detto che si guardavano… >>
<< Quella era pura recitazione, Matt, dannazione! Sveglia! I ragazzi che si guardavano con gli occhi dolci erano Ron ed Hermione! >> lo riprese Evanna << Pensa quando tu dovrai guardarmi in quel modo! Ti piacerebbe che andassero a dire in giro che ci appartiamo ogni volta che non ci vedono nei dintorni? >> chiese, poi, aspra.
Matt boccheggiò per svariati attimi prima di proferire verbo << N-no! Certo che no! Io? Tu? Appartati? Ma ti pare?! Insomma… Noi? Intendiamo tu ed io? Chi crederebbe mai che… noi?!? No, ma tu e… >>
Bonnie lo scosse leggermente << Prendi aria, amico, sei tutto rosso! >>
Daniel si mise una mano sul viso << Che idiota >> sussurrò senza farsi sentire << Comunque >> disse poi a gran voce << Hanno ragione loro, Matt. A volte non è giusto lanciare certe voci per nulla giustificate. >> continuò serio.
<< Vero >> affermò il secondo, ripreso dall’attacco precedente << E’ stato da sciocchi. Niente più “Ceppi Ghignanti” per Rupert ed Emma… >> concluse.
Niente più bacio… Pensarono entrambi.
<< Perché avremmo dovuto avere dei ceppi? >> la voce di Emma risuonò cristallina nella sala.
Tutti e quattro si voltarono per incontrare con lo sguardo i nuovi arrivati. Rimasero visibilmente stupiti quando videro i volti dei due ragazzi rosei e rilassati - nonostante si trovassero nei panni di due reduci di una guerra. Sprigionavano una felicità in grado di riempire quell’intera stanza. Erano così… vivi e sollevati, grati di qualcosa a loro ignaro.
A quella vista si scambiarono delle occhiate fulminee.
Rupert ed Emma non ricevettero nessuna risposta, ma non se ne curarono minimamente << Che facce, ragazzi… Yates vi ha fatto costruire la scalinata di Hogwarts con i lego? >> scherzò il rosso avvicinandosi a quel gruppo di zombie.
<< No, stavamo sonnecchiando, in realtà >> rispose Bonnie.
<< Stancante… >> sussurrò Rupert canzonandola. La ragazza rispose con una linguaccia.
Evanna si alzò con sprint, nell’intenzione di far tornare a quei tre la voglia di far qualcosa. Ma una volta in piedi riuscì solo ad attirare a sé tre paia di occhi assonnati.
Scosse la testa, arresa << Ditemi - lasciamo stare questi sfigati - che avete fatto fino ad ora? >> chiese con indifferente curiosità.
<< Praticamente ho impiegato tutto il tempo a cercala >> disse vago Rupert, ricevendo un’occhiata grata da Emma.
Evanna corrugò la fronte << Non avete… detto smancerie o fatto porcherie di nascosto in stile Tom-Jade, vero? >> domandò con innaturale tranquillità lasciando i due ragazzi completamente scioccati ed a bocca aperta.
Emma boccheggiò senza sosta diventando rossa soltanto all’idea di certe situazioni. A Rupert, invece, il cervello era andato in black out quando iniziò a fantasticare spudoratamente su lui ed Emma.
Infine giunse risposta << N-non vedo perché avremmo dovuto, sinceramente >> rise isterica la ragazza.
<< Niente, pura curiosità >> disse Evanna che soffocando gridolini di gioia si avvicinò alla rossa per mormorarle qualcosa di incomprensibile all’orecchio.
Emma e Rupert si guardarono, imbarazzati.
<< Noi andiamo a girare la scena, a dopo >> esordì sbrigativo Rupert, ancora con il cervello incasinato.
<< Veniamo con voi!!! >> quasi urlarono i quattro.
 
<< Ora: scendete le scale di corsa e ogni tanto datevi occhiate dietro le spalle cercando di centrare con lo sguardo la pallina rossa… Quella sarà il serpente >> disse Yates gesticolando ampiamente.
I due ragazzi si limitarono ad annuire seri in volto, completamente concentrati sulla situazione che dovevano andare a creare di lì a pochi secondi.
<< Fantastico >> esordì l’uomo facendo una mezza giravolta per poter raggiungere la sua sedia << Tenetevi per mano, mi raccomando >> accennò con lo sguardo i loro palmi liberi << Avete finalmente scoperto di essere ricambiati nell’affetto che provate l’un l’altra e non avete più alcuna intenzione di separarvi >> aggiunse d’un fiato.
Emma prese la mano di Rupert stringendogliela in una morsa decisa.
I truccatori finirono di rendere i loro volti sporchi e feriti per poi dileguarsi ai lati della scena lasciando libera quella scalinata piena di macerie.
<< Pronti… e… >> il respiro dei due giovani si mozzò di colpo << Azione! >>
Si precipitarono. Emma guardava attentamente dove metteva i piedi con un’espressione sconvolta dall’adrenalina che avrebbe dovuto provare Hermione in quel momento.
Rupert nel frattempo lanciava quelle occhiate furtive alla pallina rossa sospesa dietro le loro spalle.
<< Hermione! >>
<< Sì? >>
<< Devo >> saltò due scalini << dirti una cosa >>
Emma scosse la testa ancora prima che il ragazzo finisse la frase.
<< Non dire qualcosa che non diresti se non stessimo per essere uccisi da un serpente gigante >> si scambiarono uno sguardo intenso << Rovineresti tutto >>
<< Ah… va bene >>*  soffiò amaro arrivando all’ultimo gradino.
Mentre scendevano le scale con tutta quella frenesia, Rupert aveva completamente spento il cervello e le parole gli erano uscite involontariamente senza alcuno sforzo. Ma arrivato lì su quel pianerottolo non sapeva proprio che fare, si sentì come se avesse aperto gli occhi per la prima volta dopo mesi di sonno.
Inciampò.
Rovinosamente.
E si portò dietro Emma.
Quando la sua schiena colpì non troppo dolcemente le finte pietre accatastate a terra, il ragazzo realizzò finalmente la situazione e riaccese quella materia grigia che aveva nel cranio.
<< Tu… Tutto ok? >> chiese timidamente alla ragazza che teneva miracolosamente tra le braccia.
<< Ahm… Sì, credo… e tu? >> si liberò lentamente della stretta di Rupert e lo aiutò ad alzarsi << Ti sono praticamente crollata addosso >> rise.
<< Davvero? >> non appena la pronunciò, Rupert si sentì di aver fatto una domanda idiota.
<< Be’, sì… >> Emma lo invitò con un cenno a risalire le scale << Ma è stata una fortuna che ci fossi… >>
Rupert le rivolse uno sguardo interrogativo, quindi lei spiegò: << Nel senso che… vedi, sono leggermente inciampata, all’ultimo secondo, e se non ci fossi stato tu credo che mi sarei stesa di faccia su quelle pietre… Ma, veramente, è tutto ok? Non so come hai fatto a prendermi così tempestivamente, ma comunque l’atterraggio non deve essere stato dei migliori… >> terminò con un sorrisetto imbarazzato.
Rupert era rimasto momentaneamente spaesato dalla versione di Emma di quella caduta: credeva che lui l’avesse salvata?
<< Sì… sì, è tutto ok, alla grande! >> rise cercando di sembrare disinvolto << E’ stato un piacere non farti sfracellare la faccia a terra… >>
Nel frattempo Yates guardava estasiato il punto in cui i due ragazzi erano caduti.
<< Questa va bene? >> gli chiese un ragazzo dai folti capelli ricci.
<< Sì, sì, cambia pure angolazione, Carlos. Le voglio frontali le camere, questa volta. Si devono vedere solo i busti, ok? >> spiegò il regista.
<< Tutto chiaro >>
In quel preciso momento arrivarono di fronte a Yates i due protagonisti della scena.
<< Yates, scusaci per… >> cominciò Rupert, ma l’uomo lo interruppe.
<< Bene ragazzi… Ora la rifaremo con la ripresa frontale quindi, Emma, cerca di ritrovare quell’espressione strabiliante che avevi poco fa >> la ragazza sorrise perplessa.
Yates si sfregò le mani << Grandioso! >> esordì spingendoli al centro del set in un abbraccio fraterno << Ah! E ho avuto un’illuminazione grazie a te, sai? >> diede a Rupert uno scossone.
Il ragazzo non rispose alla raggiante affermazione del regista, lasciandolo leggermente deluso.
<< Non esultare troppo, mi raccomando! >> lo ammonì per poi aggiungere: << Quando hai preso Hermione in quel modo così cavalleresco e ti sei gettato per proteggerla dalla caduta è stato… Wow! Così ho avuto una brillante idea: ripetiamo lo stesso momento - magari con una caduta più delicata su quelle pietre, ti ci sei fiondato! - in modo da trasformare il tutto in un abbraccio disperato di fronte alla morte! Sarebbe d’effetto, no? >>
Gli occhi di Emma parvero sparare scintille << E’ un’idea fantastica! Lui che mi stringe tra le sue braccia con la paura che sia per l’ultima volta >> commentò sognante << E’ così romantico! >>
<< Donne… >> sospirò Rupert nella sua mente scuotendo la testa ed emettendo un risolino divertito. Tutta quella scena per un semplice equivoco.
La ragazza si affrettò a dargli una gomitata nelle costole. << Insensibile >> disse poi tra i denti.
Il rosso si voltò accennandole uno sguardo di pura contrarietà al quale Emma rispose con un dolce sorriso. Non pensava decisamente che lui fosse insensibile, soprattutto dopo quella loro breve conversazione nella Stanza delle Necessità.
Il volto di Rupert si addolcì, ricambiando a pieno il sorriso che Emma gli stava regalando.
<< Oh mio Dio, guardali! Si sono impallati di nuovo! >> sussurrò Matt nell’orecchio di Daniel. I due ragazzi, che si trovavano subito dietro la sedia del regista - nuovamente occupata da Yates (non era di certo rimasto lì davanti a quei due tutti persi nei loro pensieri) -, si voltarono di scatto per vedere le espressioni di Evanna e Bonnie a quella scena così esplicita.
La rossa sembrava aver ingoiato una spada mentre la bionda si dava botte sulla testa mormorando qualcosa di alquanto incomprensibile << Deficiente… Emma… imbecilli… >>
<< Tu chi preferisci baciare? >> esordì di getto Daniel, come se gli stesse chiedendo della sua giornata.
Matt divenne rosso per un millesimo di secondo prima di rispondere con fare vago: << Evanna >>
<< Ottimo >> sorrise sornione l’altro.
Mentre le loro menti iniziarono a fantasticare chissà cosa, una chioma rossiccia gli sfrecciò accanto facendoli trasalire.
Era Bonnie che si fiondava sulle macerie accantonate ai lati della scalinata per prenderne un sasso e tirarlo addosso a Rupert.
<< AHI! >> gridò il ragazzo raggiungendo con entrambe le mani il punto dove era stato colpito sull’addome.
Emma si risvegliò immediatamente ed aggrottò le sopracciglia confusa. Poi vide finalmente Rupert alzarsi la maglietta borbottando.
Arrossì violentemente.
Sentì improvvisamente la testa pulsare e la vista annebbiarsi gradualmente. Perché si stava maledettamente spogliando? Faceva parte della scena? Si sentiva spaesata come fosse stata catapultata là in mezzo da chissà dove.
<< M-ma… c-cosa… >> balbettò furiosamente per poi sbarrare gli occhi alla vista di una macchia rossa sulla pelle candida del ragazzo. << Che ti è successo, oh mio Dio!! >> esclamò poi con un po’ troppa enfasi. Si gettò su Rupert per esaminargli la ferita.
Bonnie assistette alla scena sconvolta.
<< Fa tanto male? Ma come è successo? >> le domande preoccupate di Emma risuonarono nell’aria.
<< Ciak! AZIONE!!! >> un urlo disumano giunse alle spalle di tutti, persino del regista.
L’intera troupe si voltò lentamente.
<< Che… cosa… diavolo… succede… Evanna? >> chiese Yates mellifluo ma evidentemente irritato.
La ragazza ebbe un fremito << Un nonnulla… Volevo soltanto… >> avere una possibilità di vincere quella stramaledetta scommessa  << provare l’emozione di urlarlo… così… >> alzò le spalle innocente.
David la guardò confuso e poi riprese in mano la situazione << Rupert - anche se non so come sia successo - non è niente! Rimettiti bene la maglia e continuiamo… >> Emma sembrava contraria << Dopo potrai giocare alla piccola infermiera, Emma, non ora, ti prego! >>
 
<< Oggi sembravano tutti impazziti… >> commentò David Yates a David Heyman.
<< Hanno creato tanti problemi? >> chiese con il suo tono strascicato Heyman.
Yates ci pensò un secondo << In realtà no… be’, siamo al duecentundicesimo giorno di duecentoquarantasette e abbiamo già quasi terminato tutte le riprese, quindi un po’ di svago è concesso… Ma ho creduto veramente di doverli portare da qualche specialista! >>
<< Manca poco… >> disse pensieroso l’altro.
<< Sì,  manca soltanto qualcuno di quegli spezzoni di cui ti parlavo al telefono, quelli che si vedranno durante le scene... >>
<< Di pathos >> concluse Heyman << sì… Me lo hai detto e le ho subito adorate >> rise prendendo un sorso di tè.
<< Senti >> cominciò di nuovo Yates << mi chiedevo se dopo vorresti dare un’occhiata al primo montaggio della scena iniziale… >> poi aggiunse presto una spiegazione della situazione: << Dobbiamo trovare al più presto il punto di divisione tra “parte I” e “parte II”, quindi ho ordinato… >>
Ma non riuscì a finire la frase che Heyman lo interruppe, dicendo sempre strascicato: << Perfetto. A che ora? >>
<< Anche fra… >> il regista consultò il suo orologio << venti minuti… Ok? >>
<< Assolutamente… Per quell’ora dovrebbe arrivare anche Joanne >> sorrise il produttore.
 
<< Hai fatto veramente un lavoro con i fiocchi, David >> esclamò una donna dai biondi capelli.
Joanne Kathleen Rowling.
<< Ti piace? Ah, ne sono contento! >> disse tutto allegro Yates << Secondo voi va bene dove abbiamo deciso di dividerlo? >>
<< Divino. >> rispose lentamente Heyman sorridendo.
<< Assolutamente… >> esclamò Joanne, lasciando qualcosa in sospeso.
<< Benissimo! >> si affrettò ad esclamare nervoso l’uomo.
<< C’è una cosa, però… >> continuò la scrittrice come se non l’avesse sentito << Sembrerà futile, ma hai girato quella scena per rendere il tutto più triste e toccante - riuscendoci alla grande -, e poi, di punto in bianco, decidi di eliminarla… Ne eri così entusiasta, ricordo… Andavi in giro vantandotene… >>
David Yates si grattò la nuca momentaneamente impacciato << Vedi, Jo… L’idea per quella scena è stata veramente geniale - modestamente -, il problema è stato la realizzazione nella realtà… >> la donna gli rivolse uno sguardo confuso << Insomma! Era troppo… >>
La porta si spalancò di colpo.
<< JOANNE!!!! >> un urlo si alzò in coro.
<< Oh! Ecco i miei magnifici sette*! >> la donna si alzò dalla sedia per avvicinarsi al cast di giovani.
<< Non sapevamo saresti venuta >> borbottò Emma << Perchè non ce l’hai detto, David! >>
<< Specifica quale David… >> fece notare David Heyman.
<< Entrambi, è lo stesso >> disse Emma storcendo il naso.
Bonnie si fece largo per raggiungere gli schermi << Cosa stavate guardando? >>
Mark Day, l’addetto al montaggio, spense tutti i monitor ad un’occhiata ammonitrice di Yates. I sette ragazzi si guardarono confusi.
<< Segreti di Stato? >> scherzò Tom.
Joanne fulminò i David e Mark. << Non crediate che debbano sapere? >>
Dopo alcuni borbottii, convennero: << Sì, sì… hai ragione >>
<< Sapere cosa? >> chiese curioso Daniel e con una punta di emozione avendo capito che quello che avevano cercato di nascondere doveva sicuramente esser stato il montaggio delle prime scene.
<< Le scene in cui il vostro lavoro è stato inutile. >> disse misteriosa la Rowling con un tono aspro.
Tra tutti, solo Evanna sembrava aver capito << Avete già pensato alle scene da eliminare?! >> chiese incredula.
<< Sì, almeno per il primo film, ragazzi! >> esordì come per difendersi Yates.
<< Spero non abbiate tolto la scena dove Daniel mi salta addosso >> ridacchiò Rupert.
David Heyman si alzò in piedi e si mise di fronte alla schiera di attori << Sentite… Non avete niente di cui preoccuparvi. >> iniziò mellifluo << Le scene eliminate sono state pochissime, meno di quante ce ne aspettavamo. E comunque abbiamo prontamente deciso di conservarle in modo da metterle nel dvd e nel video tributo… >> spiegò - tanto strascicato da esasperare l’intera compagnia.
Un attimo di silenzio.
<< Ce le farete vedere, non è così? >> chiese Emma.
<< Ovviamente! Anche subito >>
 

*  piccolo scambio di battute tra Ron ed Hermione preso parola per parola da Harry Potter e i Doni della Morte Parte 2: il Videogioco. Qualche settimana fa ho scoperto che in realtà questa è una scena tagliata... Be', il dialogo originale è leggermente diverso (cambiano un paio di parole, niente di che) ma dato che già l’avevo scritto non mi andava di sostituirlo (e sinceramente sarebbe stato anche abbastanza inutile… è praticamente uguale!) 


*  qui si intende il Big Seven (Daniel, Rupert, Emma, Tom, Matt, Bonnie, Evanna)

******
 

Salve, gente!!!
Ancora una volta mi limiterò a ringraziarvi solo per aver letto questo secondo capitolo...
Non nascondo che il prossimo sarà l'ultimo - ormai la giornata del cast sta terminando - ma non crediate che siano finite le sorprese ;D
Fatemi sapere che ne pensate, mi raccomando!!
Alla prossima! ^^

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Capitolo 3
*** The Eleventh Scene ***


******

A Day. A Bet. Three Snogs.
* The Eleventh Scene  * 

 

* Stanislav Ianevski è l'attore che interpreta Viktor Krum.
, l'a, 

<< Peccato per la caccia al coniglio, però >> borbottò Rupert, dopo aver visto la decima scena tagliata.
<< Io invece sono felice per la scena con Stanislav* >> commentò Emma un tantino sollevata << Mia nonna l’avrebbe fatto meglio quel balletto scozzese >>
Tutti i ragazzi scoppiarono in una risata.
<< Comunque sia >> cominciò Daniel << fortunatamente non sono state eliminate scene più importanti, mi aspettavo di peggio >>
Gli altri ragazzi commentarono distrattamente tra loro: in fondo non venivano minimamente toccati da quei cambiamenti. Nel frattempo, Mark Day e David Yates si adoperavano allo spegnimento dei monitor.
<< Yates? >> disse Matt cercando l’attenzione del regista. << Non avevi detto fossero undici  le scene tagliate? >> chiese confuso << Perché hai spento tutto? >>
L’uomo borbottò qualcosa di incomprensibile per poi dire: << Ti sbagli, erano solo queste… >> mentì.
<< Ah >> farfugliò il ragazzo, poco convinto.
Emma si alzò in piedi << Be’, se era solo questo, io vado… ho un… ho da fare >>
Bonnie ed Evanna la fissarono indagatrici e subito dopo si unirono a lei salutando gli altri.
David sembrò fare un sospiro di sollievo.
<< Ora che non ci sono né Joanne né le ragazze, vi posso dire qual è l’ultima scena tagliata >> disse l’uomo tornando al computer.
I quattro si guardarono spaesati << C’è un’altra scena? >> domandò Daniel stupito.
<< Sì >> rispose secco Yates.
Matt si mise comodo sulla poltrona << Visto che avevo ragione? >>
<< Per la prima volta in vita tua >> lo canzonò scherzosamente Tom.
<< Spero non sia ingiusta come quella del coniglio >> commentò Rupert bevendo un sorso d’acqua.
<< Non necessariamente… >> fece in tempo a spiegare Mark prima di far partir il video e prima di venir colpito da un getto d’acqua anomalo.
<< Q-questa scena?! >> chiese il rosso con il tono della voce aumentato di qualche ottava. Poi guardò Mark asciugarsi la faccia con una smorfia schifata e aggiunse: << Ah, scusami, amico >>
Tornò a guardare lo schermo leggermente rosso in viso. Era il montaggio delle riprese di “Ron ed Hermione che lanciano i sassi sull’acqua”. Insomma, avevano eliminato una scena dove c’era lui, non poteva che rimanerne un po’ imbarazzato, innervosito o anche solo infastidito.
<< Ma perché proprio questa…? >> domandò più a se stesso, sempre con lo stesso tono.
Matt e Daniel si lanciarono uno sguardo e per la prima volta si capirono al volo.
<< Ma dai! Perché la vuoi eliminare! Era carina… >> esordì Tom prendendo le parti di Rupert.
Yates sbuffò << Non è stato semplice… Ma ho i miei buoni motivi, ve l’assicuro! >>
<< Ok, ok… Ma perché non volevi che ci fossero le ragazze e Jo? >> chiese curioso Daniel.
<< Perché sai come sono fatte… Avrebbero reagito male. >> spiegò David << Questa è una scena… romantica, si può dire, e alle donne piacciono da morire questo genere di cose… >>
<< Ma perché l’hai tolta, non capisco! >> sbotto Rupert stranamente fuori di se, non era da lui perdere la calma.
<< Perché… >> Yates cercò una scusa per mentirgli guardandosi intorno << Perché prendeva dello spazio ad Harry, ecco >> concluse poi, un po’ deluso dalla sua stessa trovata.
<< Ok, benissimo! >> Rupert si alzò e poso il bicchiere sulla scrivania << Non speriate, però, che non lo dica ad Emma, anzi! >> prese la sua giacca dalla sedia << La vado a cercare subito >> detto questo si dileguò.
<< Un tantino infastidito il ragazzo, eh? >> disse Matt ridendo << Non si può dire che non ci tenesse a quella scena >>
David Yates si prese la testa fra le mani e la scosse lentamente << Sto trasformando il mio cast in una manica di pazzi sclerotici… >> disse, stanco ed esasperato.
<< Oh, Capo, non è colpa tua… >> lo tranquillizzò Tom << Ci sono soltanto dei momenti “no” che prendono il sopravvento, non è un problema grave >> concluse, poco convinto.
<< Sono tutti così stressati! Anche Rupert che è la tranquillità fatta persona! >> sbottò l’uomo, un po’ isterico.
<< Anche tu non stai messo meglio… >> commentò Daniel, cercando di non farsi sentire.
<< Io non volevo eliminare tante scene importanti, lo giuro! Ma quella! Insomma era… >> si bloccò di colpo guardando uno per uno i ragazzi che aveva di fronte << Ma sì! A voi posso dirlo >> si disse.
<< Dire cosa, Yates? >> chiese Matt incuriosito da quella situazione.
<< La scena che abbiamo appena visto non l’ho eliminata perché toglieva spazio ad Harry… >> disse l’uomo con ovvietà.
<< Ma certo! ‘Sti cavoli di Harry Potter! >> esordì Tom con un tono stranamente Malfoy. Matt e Daniel risero.
<< … ma perché era troppo… troppo Rupert-Emma >>
I tre spalancarono la bocca.
David ne rimase allarmato << Non dico che non siano bravi attori, assolutamente! Sono grandiosi, sì… ma… >> non terminò la frase. << Non diteglielo, vi prego >>
Matt e Daniel si alzarono in piedi e si abbracciarono commossi. Tom li squadrò perplesso.
<< Altro che Draco-Harry! >> esclamò << Questa scena farebbe crollare tutte quelle assurde credenze che mi ritraggono con un uomo! >> aggiunse con gli occhi scintillanti << Datemi una macchina fotografica! >>
Matt e Daniel si separarono e come se non avessero ascoltato il loro compagno, urlarono ad una voce: << Abbiamo vinto!!!! >>
 
<< Emma?! Emma!! >>
Rupert percorse il corridoio dei camerini con passo svelto, chiamando il nome dell’amica prima ancora di raggiungerne la stanza.
Per tutto il tragitto non si chiese se quella notizia potesse sortirle lo stesso effetto che aveva avuto su di lui. Era enormemente irritato. Quella era la sua scena, la sua e di Emma. Per una volta potevano evitare di incentrare tutto su Daniel.
Con il volto ancora livido giunse all’angolo del corridoio - dietro il quale avrebbe dovuto esserci il camerino di Emma - e trovò due ragazze appoggiate alla porta con aria scocciata.
<< Bonnie? … Evanna? >> farfugliò spaesato << Che ci fate qui? >>
Le due si voltarono di scatto.
<< Che ci fai tu qui? >> replicò Evanna.
<< Non sei quello dell’appuntamento, vero? >> chiese speranzosa Bonnie.
Rupert inarcò un sopracciglio << Io devo dire una cosa… Che appuntamento? >>
<< Emma >> sospirò Bonnie noncurante << A quanto pare ha un appuntamento… >>
<< ... e visto che quando si prepara >> continuò Evanna << detesta gente tra i piedi… >>
<< … noi l’aspettiamo qui >> concluse Bonnie << Allora non sei tu il fortunato >>
Lui? Fortunato ed uscire con Emma? Quando mai!
<< No… >> rispose Rupert incolore << Ma non era single? >>
Evanna ghignò << Appunto… era… Magari ha trovato qualcuno >>
<< Ma dai, non è credibile… >> disse il ragazzo ridendo - giusto per non piangere.
<< Chissà com’è fatto… >> sospirò Bonnie pensierosa come se non l’avesse sentito.
Rupert grugnì in risposta.
Quando finalmente si accorse di trovarsi a parlare di ragazzi con due sue colleghe di cast che gli bloccavano dispettose la porta che doveva varcare, tornò a pensare alla scena di Ron ed Hermione.
<< Ahm… Ed ora vi potreste spostare, belle donzelle? >> Che cavalleria. Che classe.
Le due sgranarono gli occhi.
<< E che vorresti fare, scusa? >> domandò Bonnie accigliata.
Quella riluttanza fece innervosire Rupert tanto da farlo sbuffare come un toro prima di sbottare un: << Santo cielo! Vi togliete dalle palle che devo parlare con Emma?! >>
Non si preoccupò della loro risposta e le scansò facilmente dalla porta del camerino che aveva affissa una targhetta con il nome di Emma inciso sopra. Bussò ripetutamente.
<< Emma, apri! E’ importante! Devo dirti una cosa… riguarda le scene eliminate! Emma! >>
Rupert pensò che neanche se le avesse dovuto dichiarare la sua attrazione per lei ci avrebbe messo tanta insistenza.
Scacciò quel pensiero velocemente come si era creato.
<< Non sapevi che i camerini sono insonorizzati? >> disse improvvisamente Bonnie dopo il secondo tentativo del ragazzo al richiamare l’attenzione di Emma.
<< Dirlo prima, no, eh? >> sbuffò Rupert facendo scendere pesantemente le mani sui fianchi.
<< Dai… magari ha avvertito le botte forsennate che hai dato alla porta… >> incoraggiò Evanna.
E probabilmente aveva ragione ad essere positiva perché si aprì uno spiraglio.
<< Chi è? >> chiese la voce di Emma da dietro la porta leggermente aperta.
<< Sono Rupert, Emma, fammi entrare >>
Per un secondo si sentì un veloce trafficare di oggetti in collisione.
<< Non posso >> sibilò la ragazza.
<< E come mai? >> domandò Rupert leggermente confuso.
<< Se non può, non può! >> sibilò Evanna, piacevolmente consapevole del fatto che l’amica non avrebbe mai permesso a nessuno di entrare in quel camerino durante una delle sue trasformazioni serali. Rupert l’ammonì con un’occhiataccia.
Emma sembrò borbottare. << Senti, non sono presentabile ora, ok? >>
Il ragazzo si voltò ridendo e poggiò una mano sulla maniglia. Quanto gli poteva importare se era presentabile o no?
<< Sciocchezze! >> esclamò << Devo soltanto dirti una cosa, poi vado >>
Si sentì Emma sospirare pesantemente ed allontanarsi dalla porta.
Bonnie ed Evanna si scambiarono uno sguardo complice << Vedi che non vuole nessun… >>
<< Va bene, entra >>
Entrambe soffocarono un urlo.
Rupert sorrise largamente ed aprì la porta voltandosi verso le due amiche facendogli la linguaccia.
Una volta entrato, la prima cosa che percepì in quella stanza fu l’inconfondibile fresco profumo di Emma. Prese un grande respiro riempiendosi di quella fragranza magica fino a sentire brividi gelati sulla schiena.
<< Rupert? >> la voce di lei lo riportò nel camerino.
Rupert si voltò sorridendo a nessuno. Effettivamente Emma non si trovava alle sue spalle come previsto e come la sua voce gli aveva fatto credere, perché la stanza era completamente priva di vita.
Nonostante ciò, Rupert non poté mancare di notare come quel camerino rispettasse la sua proprietaria: era caldo, accogliente, profumato e tremendamente sensuale.
Una stanza di cinque metri quadrati… sensuale? Ora vaneggi, Rupert.
<< Sì, Emma… >> rispose << Dove sei? >>
<< Qui dietro >>
Rupert raggiunse con gli occhi un separé viola scuro che lasciava trasparire l’ombra della ragazza che ci si trovava nascosta.
<< Scusami, è che mi sto vestendo >> si giustificò Emma velocemente << Cosa dovevi dirmi? >>
Rupert dovette evitare con tutte le sue forze di portare troppa attenzione alla figura snella dell’amica che si stava spogliando a pochi metri da lui e dopo molti << Uhm >> e schiarimenti di gola riuscì a mettere al corrente Emma sulla scena che Yates aveva deciso di eliminare.
<< Ah, veramente? >> commentò Emma apparentemente poco interessata.
<< E’ tutto quello che riesci a dire?! >> sbottò Rupert indignato << Non ti… >> l’ombra di Emma si fece scivolare un indumento dalle gambe << … scoccia… Ma cosa stai facendo!? >> aggiunse acuto sentendosi le mani sudare.
<< Ma che…? Rupert sto cercando di mettermi un maledetto abito per stasera e sinceramente non trovo per nulla sconcertante il fatto che abbiano eliminato quella scena >> confessò << Era palese che non l’avrebbero lasciata… >>
Rupert la vide tirarsi su i capelli nervosamente.
<< A me ha dato fastidio… mi piaceva >> esalò.
<< Sì, anche a me >>
Un minuto di silenzio seguì quell’esclamazione priva di enfasi. Rupert si limitò ad abbassare lo sguardo sulle sue scarpe aggrottando le sopracciglia per la delusione, mentre fruscii di stoffa gli facevano capire che Emma era ancora intenta a prepararsi per quell’appuntamento che aveva in serata.
<< Va be’ >> borbottò improvvisamente Rupert << Credevo di dovertelo dire… a quanto pare facevo meglio a non preoccuparmene >> aggiunse amaro << Buona serata >>
Prima di riuscire ad aprire la porta sentì Emma sbuffare con aria stanca.
<< Per favore, Rupert, non ti offendere se non gli do molto peso, ma ora ho proprio altro a cui pensare… E poi hai sentito...? >> aggiunse allegra << Metteranno le scene eliminate nel video tributo e nei dvd, non c’è di cui preoccuparsi >>
Rupert rise amaro << Certo, ma una scena nostra senza Daniel avrebbe rinfrescato un po’, non trovi? >>
<< Ma allora è questo il problema?! >> sbottò Emma. Il ragazzo notò subito come quel fatto la interessasse pienamente nonostante fosse occupata a pensare a chissà cos’altro di più importante << Sei geloso! >>
<< Geloso?! >> abbaiò sconcertato << Assolutamente no! Sono solo… infervorato! >>
Rupert si gettò di peso sulla poltrona più vicina e prese a torturarne i braccioli nervosamente.
<< A me >> disse Emma mentre si infilava le scarpe sempre dietro il separé << non da alcun problema… e dovresti prenderla più alla leggera anche tu >>
Emma uscì allo scoperto sistemandosi l’orlo del suo abito color oro. Vide Rupert impegnato a tirare i fili della poltrona. Sorrise dolcemente.
<< Dai, lascia stare… così ti rovinerai la serata >>
A Rupert uscì una risatina sarcastica dalle labbra deformate da una smorfia amara.
<< Be’, che importa? La mia serata non sarà co… >>
Non appena alzò lo sguardo su Emma, le parole di desolazione che aveva accuratamente scelto per sembrare ancor più vittima della situazione gli si incastrarono nella gola puntigliose e con l’intento di privarlo del dono della parola.
Qualunque ragazzo sarebbe rimasto incantato dall’Emma che era appena uscita da quel separé viola: fasciata da un corto vestito dorato che lasciava scoperte le spalle, meravigliosamente slanciata dai tacchi alti e i capelli ancora disordinati cadevano sulle spalle con morbidezza. Niente a che vedere con la ragazza che Rupert aveva trovato a dormire su un logoro materasso bruciacchiato con indosso abiti umidi e pronta a scoppiare in una crisi di nervi per lo stato pietoso nel quale era costretta a recitare.
Rupert spalancò la bocca contro la sua volontà mentre con gli occhi percorreva il corpo dell’amica sbalordito. Si alzò in piedi.
<< Dio, Emma… Sei bellissima >> riuscì a soffiare infine Rupert con l’aria di chi intraprende la più difficile delle imprese.
Emma avvampò.
Nonostante fosse tremendamente felice di quel complimento, avere gli occhi di Rupert addosso in quel modo la imbarazzava all’inverosimile.
<< Quella scena ti ha dato alla testa >> constatò scherzosamente per smorzare la sua stessa agitazione.
Rupert deglutì più volte prima di scuotere la testa con aria seria. In quel momento stava pensando a tutto tranne che alla scena eliminata.
<< No, dico sul serio >> rispose tranquillo, quando trovò il modo di fissare Emma con un’attenzione leggermente meno bramosa.
In quel preciso istante Emma non seppe se classificare lo sguardo dell’amico tra quelli di un normalissimo collega che si complimenta per l’ottima scelta dell’abito, o tra quelli che è più semplice trovare riflessi negli occhi di un corteggiatore.
Si dava il caso, comunque, che in quell’inutile pensiero lei stava ancora lì in piedi come una statua, lusingata e gelata allo stesso tempo dalle parole di Rupert che avrebbe tanto voluto credere sincere in quel modo. Ma un fugace lampo di razionalità le investì la mente e la fece riflettere sul fatto che probabilmente il complimento che le aveva appena fatto l’amico sarebbe stato lo stesso ad uscire dalla bocca di Daniel se l’avesse vista con il suo abito da festa migliore.
Si rattristò leggermente fin quando non ebbe più la lucidità per rispecchiarsi in qualsiasi stato d’animo dato che si ritrovò Rupert estremamente vicino.
 
Matt e Daniel saltellavano allegri per il corridoio dei camerini e bussando ad ogni porta gli capitasse sotto mano urlando << Abbiamo vinto! >> ad oltranza.
Quando arrivarono finalmente alla fine del corridoio, si arrestarono, per poi fare un veloce dietrofront prima di riprendere la loro marcia di trionfo.
<< Che diavolo state facendo?! >> sbottò una voce accanto a loro.
Era Evanna che a braccia conserte li fissava accigliata. Subito dopo comparve alle sue spalle la figura di Bonnie, anch’essa con un’espressione abbastanza contrariata.
<< Ehilà, fanciulle! >> salutò Matt con un tono che sembrava provenire dalle corde vocali di uno sbronzo.
Le due si limitarono a guardarlo male.
<< Che ci fate qui tutte sole? >> chiese Daniel con falsa apprensione.
<< Attendiamo che Emma esca da questo camerino >> rispose risoluta Bonnie.
<< Non vi ha fatto entrare, eh? >> disse Daniel << Quando si prepara non vuole nessuno intorno >>
<< A quanto pare nel suo nessuno non è compreso Rup… >> Evanna non finì la frase e si arrestò con un singulto spaventato.
<< Rupert è lì dentro?!? >> il volto di Matthew si deformò in una smorfia ancora più gloriosa di quella che aveva assunto nell’ufficio con David Yates.
Bonnie fulminò Evanna con uno sguardo in grado di lanciare pugnali ninja.
<< Comunque sia >> iniziò Daniel tranquillo e sorridente << abbiamo vinto noi la scommessa della giornata >>
La sua sicurezza le spiazzò per un attimo, ma Evanna s’impegnò comunque a rispondere prontamente per rimediare alla sua uscita precedente.
<< Ah, sì? E da cosa l’avete dedotto, di grazia? >> sbottò << Emma e Rupert sono stati sotto i nostri occhi tutto il giorno e non hanno fatto nulla al di fuori del normale… E non diteci che è successo qualcosa in nostra assenza perché ci trovavamo qui a tre passi da un’Emma chiusa in camerino! >>
Matt sorrise e dondolò un po’ sulle punte.
<< Ma infatti non è questa la questione >> disse << L’ha detto Yates che sono troppo Rupert-Emma >>
<< Ovvio che sono Rupert-Emma >> sbottò Bonnie senza capire dove volevano andare a parare quei due << Si chiamano Rupert ed Emma! >>
<< Ma no! >> replicò Daniel << Ha detto che durante una scena si comportavano come fossero soltanto Rupert e Emma invece che Ron ed Hermione! E guarda caso, era la scena del lancio dei sassi! >> aggiunse con un sorrisetto odioso.
Evanna sbuffò sonoramente << Ma che vuoi che ne capisca Yates, dai! >>
Quell’esclamazione seguì un periodo di silenzio nel quale i quattro ragazzi si scambiarono occhiate indecifrabili.
Nel frattempo sia Bonnie che Evanna elaborarono il fatto di come i loro due amici erano decisi a vincere quella scommessa che aveva una posta in gioco alquanto particolare ed insolita per una partita tra compagni di cast, mentre Daniel e Matt già s’immaginavano il loro premio tra le labbra.
<< Apriamo la porta >> esortò Matt.
<< Ottima idea >> convenne Daniel.
Evanna e Bonnie si scambiarono uno sguardo rassegnato.
<< Tanto non cambia il fatto che state deragliando >>
Bonnie spalancò la porta con un ghigno stampato in faccia. Cosa avrebbero mai potuto fare Emma e Rupert in un camerino mentre parlavano di lavoro e scene tagliate?
Per esempio, potevano trovarsi abbracciati in un bacio mozzafiato.
Bonnie sbiancò.
Gli occhi di Evanna non avevano ancora deciso se caderle dalle orbite o rimanere al loro posto.
Matt e Daniel ballavano una conga-via-sguardo.
Rupert ed Emma sembravano non aver dato la minima importanza al pubblico che assisteva alla loro performance, ma probabilmente non si erano neanche accorti di non essere più soli.
<< Be’, io direi di chiudere >> sussurrò Daniel divertito all’orecchio di Bonnie che aveva la presa congelata sulla maniglia della porta. Lei si limitò ad annuire lentamente.
I quattro si voltarono a guardarsi.
La sfacciataggine di Daniel e Matt si era trasformata in una strana forma di imbarazzo, poco frequente per entrambi, mentre la stizza di Bonnie ed Evanna era mutata in una leggera sfumatura di maliziosa soddisfazione.
<< Allora? >> chiesero in coro.
<< Allora… >> iniziò Matt grattandosi la nuca << Credo proprio che dovremmo prendere l’esempio di Emma e Rupert… sì… >>
<< Uhm… dici? >> rispose vaga Evanna mentre si dava della stupida per non aver mai preso sul serio il fatto che desiderasse realmente concludere quella giornata proprio come dettava la vittoria avversaria della scommessa.
Un silenzio fatto di sguardi calò nuovamente nel gruppo. Dopodiché, Daniel prese un grande respiro tenendo gli occhi serrati per un momento.
<< Qualcuno dovrebbe… aprire le danze… >> disse prima di aggiungere un imbarazzato << … credo … >> mentre manteneva lo sguardo fisso su Bonnie.
I molteplici messaggi-via-sguardo ai quali era stato partecipe durante la giornata gli davano la sicurezza di quello che volessero dire gli occhi della ragazza di fronte a lui.
Ci fu ancora un secondo di silenzio nel quale Bonnie si chiese perché quell’idiota di Daniel non l’avesse già presa tra le braccia come aveva fatto Rupert con Emma in quel camerino.
In una frazione di secondo Evanna vide la bocca della sua amica collidere non troppo elegantemente con quella di Daniel. Erano praticamente partiti insieme in una sorta di scatto felino l’uno verso l’altra.
Questo non migliorò la situazione di Matt, che ancora non riusciva a decifrare lo sguardo della ragazza bionda che aveva di fronte e che desiderava baciare.
<< Io… >>
Non ebbe nemmeno il tempo di pensare a cosa dire che aveva già Evanna tra le braccia e la stava baciando.
Era proprio come immaginava. Era proprio come tutti loro immaginavano.
Quando le due coppie finalmente si separarono - leggermente rossi in volto per l’imbarazzo - un sorriso unì le loro anime leggere e grate di quel contatto come fosse stato indispensabile per concludere la giornata in bellezza.
Daniel si schiarì la voce leggermente mentre teneva ancora un braccio intorno alla vita di Bonnie.
<< Ehm… stavo pensando, per curiosità… la vostra posta in gioco… quale sarebbe stata? >> disse sorridendo all’amico << Non l’avevate detta >>
Evanna e Bonnie si separarono leggermente dai due ragazzi per potersi parlare con lo sguardo. Poi scoppiarono a ridere.
<< Un bacio >> 

fine

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Ed eccolo qui... Il terzo ed ultimo capitolo di questa storia. Eh, già... E' proprio finita... ... ... ?!?
Mamma mia, sto facendo una tragedia!!! Insomma! Ma chi ci crede che è finita?!?
Potete ancora fantasticare su questi personaggi, se volete, e non date troppo peso a quell'insulsa parola di quatto lettere che ho scritto alla fine del testo ;D
Spero vivamente che nell'insieme vi sia piaciuta questa piccola FF e ringrazio di cuore chiunque l'abbia letta, anche se la vera e propria felicità me l'ha data chi ha recensito i primi due capitoli facendomi capire di apprezzare la mia storia.
Grazie mille!!! *-*
Un abbraccio.

 

jade146


e 

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