Love, hate and them

di Piccola Any
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Era una notte cupa a Camelot. Il cielo era coperto da nuvole e un vasto temporale si estendeva su tutta la città. La normale quiete era turbata da fulmini e tuoni, che si scagliavano nel cielo, facendo rabbrividire i bambini, che erano al sicuro nei loro letti.

Alle porte della città, una figura con un cavallo fece il suo ingresso. Non si poteva intravedere il volto, poiché era coperto da un mantello nero. Il cavallo attraversò con coraggio la città, per nulla intimorito dal temporale. Si fermò dinanzi al castello e fu allora che la figura scese dalla bestia. In modo fiacco tentò di avviarsi verso l’interno, ma prontamente una guardia glielo impedì. << Indentificati >>, ordinò.

La figura si tolse il cappuccio e rivelò un volto femminile. La guardia, nel vederla, apprese che fosse una ragazzina. Il suo volto era molto giovanile ma pallido, i suoi occhi erano color dell’ambra, e i capelli lunghi e lisci castano chiaro. Aveva sul volto un’espressione rassegnata, per cui la guardia provò tenerezza. << Come ti chiami? >>, le chiese dolcemente.

<< Igraine, signore >>, rispose lei con voce rauca, chinando il capo, << vengo da un villaggio lontano e sto cercando un uomo di nome Gaius >>, gli illustrò, << voi lo conoscete? >>, domandò con una velata speranza nella voce.

<< Sì >>, l’uomo fu lieto di poterla accontentare.

<< Potreste accompagnarmi da lui? >>, più che come una richiesta, era suonata come una supplica. La guardia acconsentì porgendole il braccio, che, stranamente, la giovane non accettò. L’uomo s’infastidì per questo, ma non mancò alla parola data.

La accompagnò dinanzi la casa di Gaius e poi si congedò. La ragazza lo ringraziò immensamente, e una volta andato, bussò alla porta con le nocche. La giovane ringraziò il cielo, quando la porta fu aperta e ne sbucò fuori un uomo anziano, con i capelli bianchi. Il vecchio uomo la squadrò, e chiese: << posso esservi d’aiuto? >>.

<< Voi siete Gaius? >>, rispose con una domanda.

<< Sì >>, rispose l’uomo, fissandola, << Voi chi siete? >>.

La ragazza non rispose alla domanda, disse solo: << ho bisogno di parlarvi >>.

Gaius tentennò, ma alla fine la invitò a entrare. La ragazza lo ringraziò di cuore e accettò l’invito, entrando in casa. Gaius diede un’occhiata in giro e poi chiuse la porta, girandosi verso la ragazza, che si stava sfilando il mantello con incertezza. << Vi dispiace? Sento freddo ed è tutto bagnato >>, si giustificò.

<< Fate pure >>, la lasciò fare Gaius, sedendosi su una sedia.

La giovane piegò il mantello e lo mise davanti al fuoco del camino, poi si sedette accanto all’uomo. << Mi chiamo Igraine >>, si presentò. Gaius sussultò nell’udire quel nome, ma la ragazza non ci fece caso. << E… >>, le sue parole gli morirono in gola, poiché un ragazzo irruppe nella stanza. Igraine si girò verso di lui e un ampio sorriso si dipinse sul suo volto. Il giovane la fissò, assottigliando lo sguardo, per poi guardare Gaius in cerca di una spiegazione per quella visita inaspettata.

<< Ciao Emrys >>, lo salutò Igraine, sorridendo.

Sia Gaius, che il giovane rimasero spiazzati dalle sue parole. Gaius fissò prima Igraine e dopo il ragazzo, mormorando: << Merlino, tu sai… >>.

<< Lui non mi conosce >>, intervenne Igraine, prontamente, << ma io sì >>, si rivolse a Merlino. << Tra la nostra gente sei famoso >>, confessò.

<< La nostra gente? >>, chiese confuso Merlino.

<< Credo di aver capito >>, dichiarò Gaius, << tu provieni da un villaggio di druidi, giusto? >>.

<< Esatto >>, confermò Igraine, spostando lo sguardo da Merlino a Gaius, << la mia comunità vive vicino a Ealdor >>.

Merlino, nell’udire le parole della giovane, sobbalzò. << Ealdor? Ma è… >>.

<< Lo so >>, lo anticipò Igraine, non distogliendo lo sguardo da Gaius.  << Non è la prima volta che incrocio il tuo cammino Emrys >>, narrò, girandosi verso di lui, << ti sono debitrice >>.

Merlino la guardò spiazzato, non trovando parole giuste da poter dire. << Non credo di averti mai incontrato >>.

<< Non ho detto che io ti sia debitrice perché tu abbia salvato la mia persona >>, specificò, seria, << tu hai aiutato persone a me care ed io non lo dimentico >>. Si alzò in piedi, e fece tre passi per raggiungerlo. << Sono venuta a offrirti il mio aiuto, giovane mago >>, concluse, con un sorriso.

<< Aiuto per cosa? >>, chiese Merlino, confuso.

Igraine sospirò, fissando intensamente Merlino, quasi in maniera compassionevole. << La strega è tornata >>, sussurrò flebilmente. << E questa volta non si fermerà >>.

 

 

 

Disclaimer: I personaggi citati in questo racconto non sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma di lucro, da parte mia.

 

 

Salve, sono nuova e sono qui per confrontarmi con la cosa che mi piace di più al mondo: cioè scrivere. Ho iniziato con questo piccolo prologo, sperando che voi mi facciate sapere se devo continuare o no. E’ ovvio che non si comprenda molto il significato dell’introduzione di questo nuovo personaggio, che ha un nome particolare e vi anticipo che non è stato scelto casualmente. E se avete prestato un po’ di attenzione alla lettura, avrete notato i particolari ringraziamenti fatti dal personaggio femminile a Merlino, specificando che lei non è stata mai salvata da lui, ma allo stesso tempo Merlino l’ ha aiutata. Questo fattore sarà uno dei più importanti, che però verrà scoperto a lungo andare.

Mi piacerebbe che mi diceste cosa ne pensiate di questo scarabocchio. Premetto che sono accettate qualsiasi tipo di critiche, sia positive che negative. Vi ringrazio infinitamente per la vostra attenzione e vi auguro buonanotte vista l’ora e una buona giornata per domani.

Un bacio a tutti.  Any

 

 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


<< Grazie per la vostra ospitalità >>, ringraziò Igraine rivolgendosi a Gaius, che prontamente rispose: << di nulla >>.

<< Apprezzo molto la vostra gentilezza >>, lo elogiò Igraine, sorseggiando la calda tisana, che il medico le aveva offerto per riscaldarsi, << siete davvero gentile >>, continuò, regalandogli un sorriso.

<< Non è nulla >>, ripeté Gaius, cordialmente, provando tenerezza per il sorriso sincero della ragazza. << Sono tempi difficili questi >>, espose saggiamente, << bisogna aiutarsi a vicenda >>.

<< Non tutti la pensano come voi >>, lo contraddisse, << le comunità di druidi si fronteggiano fra loro a causa di questo caos, provocato dal re >>, fu evidente una nota di amarezza nelle sue parole, << si stanno schierando degli schieramenti >>, spiegò, continuando a sorseggiare, << e non molti stanno dalla parte del sovrano di Camelot >>.

<< Sono nate delle ribellioni? >>, s’informò Gaius, interessato.

<< Ovviamente >>, confermò Igraine, sospirando, << tutti speravamo che con la venuta di Artù le condizioni del regno migliorassero. Uther ci ha reso per molti anni la vita impossibile >>, confessò con rancore, << credevamo che il figlio prendesse in mano la situazione e cambiasse le cose, facendo ritornare la pace, tanto agognata da quelli come noi >>, e con un gesto indicò se stessa, << la magia non sempre è cattiva, anzi, può essere d’aiuto se utilizzata con cautela. Quello che Emrys fa per la comunità è ammirevole >>. Pose lo sguardo su Merlino, che, dormiente, stava seduto sulla sedia e aveva messo la testa sul tavolo, utilizzandolo come cuscino.

<< E’ vero >>, concordò Gaius, introducendo un po’ d’orgoglio nel suo dire, << Merlino è cosciente di avere un destino molto più grande di lui, e nonostante questo affronta tutto con estremo coraggio >>.

<< Non è solo una questione di coraggio >>, chiarì Igraine, carezzando delicatamente la testa con la mano al giovane mago. << Emrys sente il richiamo del sangue della magia. In lui scorre l’antica religione, come in me e in altri. Nessuno può scampare al proprio destino >>, precisò Igraine, poggiando la tazza sul tavolo, << c’è un motivo per cui Emrys è qui, e anche per cui io sono venuta a bussare alla vostra porta Gaius >>.

<< Quindi, potreste spiegarmi il motivo di tale arrivo? >>, osò chiedere Gaius.

<< Certamente >>, acconsentì Igraine con estrema naturalezza, << io sono qui per aiutare Emrys e, a sua volta, il re >>, lo fissò in modo serio, << la gente come noi sta perdendo le speranze in Artù, e si stanno unendo a un essere molto più potente ma malvagio >>.

<< Morgana? >>, provò Gaius.

<< Esatto >>, rispose Igraine, annuendo, << se non avessi saputo cosa racchiude il suo cuore, non ci avrei pensato due volte a unirmi a lei >>, confessò schiettamente, << non mi fraintendete Gaius >>, anticipò, notando lo sguardo severo dell’uomo, << Morgana vuole riportare la magia a Camelot e le sue intenzioni possono apparire benevole, se non si è a conoscenza che dietro a tutto questo ci sarà un bagno di sangue >>, narrò, cupa, << e poi anche lei è un legittimo erede >>, aggiunse.

<< I druidi non hanno torto >>, dovette ammettere Gaius, << hanno subito torture per molto tempo, ed è normale che siano spaventati da Artù e dal suo operato >>.

<< Dal suo operato? >>, mimò le parole di Gaius, << siete sicuro che Artù agisca per coscienza propria? >>, gli mise la pulce nell’orecchio.

<< Intendete Agravaine? >>.

<< Chi se no >>, mormorò sarcastica.

Gaius rifletté, e poi chiese: << che c’entra lui in tutto questo? >>.

<< Mi dispiace, ma non mi è concesso rivelare il futuro a chi non possiede la vista >>, si scusò. << Ma vi assicuro che farò qualsiasi cosa per proteggere il re >>, giurò, chinando il capo, << veglierò io su Emrys >>, promise, fissando intensamente Merlino, << e su Artù >>, sussurrò infine.

<< Non ne dubito >>, disse Gaius, chiudendo gli occhi e aprendoli velocemente. Gettò un’occhiata a Merlino, che dormiva, e dopo fissò nuovamente Igraine. << Per stasera potete utilizzare la stanza di Merlino >>, le concesse, << domani provvederò io a una sistemazione per voi >>.

<< Vi ringrazio di cuore >>, Igraine si alzò in piedi e fece un piccolo inchino, congedandosi nella stanza di Merlino. Prima di aprire la porta, domandò a Gaius: << potreste trovarmi un lavoro, se per voi non è troppo? >>.

Gaius annuì, sorridendo mesto. Igraine ricambiò il sorriso e si chiuse la porta alle spalle. Una volta dentro, sospirò fissando la stanza, illuminata solo dalla luce della luna che filtrava dalla finestra, cui si avvicinò con passi lenti. Fissò l’intera città, e le sfuggì un piccolo sorriso nel vedere la foresta. Sentiva già lontana casa sua, ma si faceva forza con la speranza che se avesse agito in fretta, avrebbe potuto farvi ritorno. << Stelle incantate vegliate su di me e su Camelot >>, mormorò, guardando intensamente il cielo stellato.

Chiuse gli occhi e si adagiò sul letto, sfilandosi le scarpe. Si coprì con la coperta, poiché sentiva freddo. Si lasciò subito andare al sonno. Era molto stanca e non riusciva più a resistere.

Il suo sonno fu tranquillo ma coronato da vari sogni. Igraine si ritrovò catapultata in un luogo che lei conosceva bene: l’isola dei Beati. La sua espressione era colma di tristezza nel vedere quel luogo, che cadeva in rovina pezzo per pezzo. Non fu stupita di trovare una donna vicino all’altare del giardino principale. Igraine sapeva già chi fosse, per questo non proferì parola e aspettò.

<< Sei stata brava Igraine >>, si congratulò la donna, con un tono dolce e cordiale, << hai dimostrato di saper mantenere la parola data >>.

<< Vi ringrazio >>, il tono di Igraine era molto basso, << madre >>.

<< Svolgerai con onore il tuo compito >>, profetizzò la donna, rimanendo sempre nella stessa posizione, << ma dovrai star attenta a non cadere nel tranello che ti attende >>.

<< Posso sapere quale? >>.

<< Non ne sei ancora degna >>, rispose la donna in tono di rimprovero, << ma ti avverto, stai attenta, poiché potrebbe essere la tua più grande rovina >>.

Igraine deglutì, e inizio a dire: << non ho intenzione di… >>.

<< Succede Igraine >>, il tono della donna si addolcì, << a me è successo. Tu devi essere più forte di me e vegliare su coloro che il fato ti ha affidato, senza indugiare >>.

Igraine fu tentata di emanare un sospiro, ma si bloccò. Sciolse i pugni, che poco prima aveva stretto, e si rilassò. << Il fato si serva di me per agire nel suo intento >>, dichiarò senza battere ciglio.

<< E così sia >>, sancì la donna, girandosi di scatto e voltandosi verso la ragazza.

Igraine fu invasa dallo sguardo della madre e una luce la avvolse portandola ad aprire gli occhi. Il canto del gallo la destò dal sonno. Si portò una mano alla fronte, bagnata dal sudore e alzò gli occhi al cielo. Tempi difficili la attendevano.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Disclaimer: I personaggi citati in questo racconto non sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma di lucro, da parte mia.

 

 

Salve, sono tornata con un nuovo capitolo, un po’ più lungo del primo, ma egualmente corto, poiché i tempi che mi ritrovo sono molto pochi. Prometto di rifarmi nel capitolo successivo. Allora, allora… in questo capitolo viene compresa meglio la figura di Igraine, che può sembrare banale ma non lo è per nulla, e viene anche messa la pulce nell’orecchio perché sono tirate in ballo scene che fanno venire dei sospetti. Non vi dirò se sono giusti o sbagliati, ma vi lascerò la sorpresa.

Riguardo al capitolo precedente, ringrazio di cuore: Grinpow, chibisaru81, Daphne91 e Raen91 che mi hanno dedicato un po’ del loro tempo, recensendo il capitolo scorso. E ringrazio anche coloro che hanno letto la storia e messa tra le seguite.

Spero che questo capitolo non abbia deluso le vostre aspettative. Se sì: non abbiate timore nel dirmelo, poiché per me le critiche sono molto costruttive. Se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate.

 Un bacino a tutti e grazie ancora, Any.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


<< Mmm >>, mugugnò Merlino, stropicciandosi gli occhi. Provò dolore alla schiena ed emise un gemito di dolore, così da attirare l’attenzione di Gaius, intento a preparare la colazione.

<< Buongiorno a te Merlino >>, gli augurò il medico servendo del latte in una scodella, << credo che tu non abbia dormito bene >>, commentò nel vedere il giovane mago, che si stiracchiava dolorante >>.

<< Potete dirlo forte >>, si lagnò Merlino, << ho la schiena a pezzi >>. Il medico si avvicinò a lui e massaggiò con mani esperte le sue spalle, provando delle proteste da parte del suo protetto. << Questo è una delle regole della cavalleria >>, gli annotò, << una donzella ha la priorità assoluta in tutto >>.

<< Primo io non sono un cavaliere >>, protestò Merlino, << e poi non mi sto mica lamentando >>, aggiunse con falsa naturalezza, << io stavo solo dicendo che… il tavolo è piuttosto scomodo >>, affermò, apparendo agli occhi di Gaius imbranato e buffo.

<< Ovviamente >>, concordò Gaius, falsamente comprensivo.

<< Ovviamente >>, mimò Merlino, per affermare meglio il concetto. Alzò velocemente lo sguardo sulla porta e costatando che fosse ancora chiusa, subito domandò a Gaius: << cosa ne pensate? >>.

Gaius sospirò. << Non so dirti Merlino >>, ammise, controllando anche lui la porta. << Non mi sembra una persona di cui potere dubitare >>, espresse il suo parere, sinceramente. Merlino sembrò rilassarsi, però con il << ma >>, sonoro che dichiarò il suo tutore, sobbalzò, accigliandosi, << non possiamo ancora fidarci >>.

<< Non sarebbe mai venuta fin qui, se avesse avuto cattive intenzioni, confidandovi che le forze oscure sono in continuo aumento >>, ipotizzò il giovane, masticando un pezzo di pane.

<< E tu questo come lo sai? >>, chiese con fare indagatorio Gaius. << Stavi già dormendo da un bel po’, quando io e Igraine abbiamo parlato di argomenti simili >>, rifletté Gaius.

Merlino si affogò con il pane, che gli andò di traverso. Gaius, alzando gli occhi al cielo, gli diede delle pacche sulla schiena per aiutare la respirazione. << Diciamo >>, mormorò Merlino, una volta ripresosi, << che ero in dormiveglia >>, terminò con un sorrisetto furbo.

<< Sei sempre il solito >>.

<< Buongiorno >>, la voce di Igraine irruppe nella stanza. Entrambi i due uomini si girarono verso la fonte da cui era provenuto quel richiamo. La giovane Igraine fece il suo ingresso nella stanza, raggiungendo il tavolo.  << Gaius >>, salutò chinando il capo. Spostò lo sguardo su Merlino. << Emrys! >>, esclamò, accennando un riso, << hai una brutta cera >>, giudicò, prendendo posto a tavola. << Devi aver dormito male povero caro. Appoggiato tutta la notte qui >>, e con la mano indicò la superficie rugosa del tavolo. << Mi dispiace tanto >>.

<>, la tranquillizzò Merlino, scuotendo la testa, << sono stato ben felice di cedervi il mio letto >>.

<< Avresti potuto fermarmi ieri sera, quando stavo per occupare il tuo letto >>, gli appuntò, guardandolo con aria dispiaciuta. << Dopotutto eri solo in dormiveglia >>, ricordò con tranquillità, facendo colorare le guance del giovane mago di rosso.

Gaius tossicchiò e servì a Igraine una tazza di latte. La giovane subito disse: << non vi dovevate disturbare >>.

<< Nessun disturbo >>, assicurò il medico.

Anche Igraine iniziò a consumare la sua colazione, e mentre girava il cucchiaio nel latte, chiese: << cosa ti turba Emrys? >>.

<< Niente >>, rispose Merlino, cercando di velare la sua voce strana.

<< Ne sei sicuro? >>, lo interrogò. << Qualsiasi domanda tua voglia pormi, sei autorizzato a farmela >>, concesse, guardando l’interno della ciotola, << ma non ti do la certezza che ti risponderò >>, premise, lasciando un po’ perplesso Gaius.

Merlino la guardò interrogativo. << Sapete leggere nella mente altrui? >>.

La domanda di Merlino provocò una risata da parte della ragazza. << Mi dispiace deluderti, ma no >>. Merlino aprì bocca ma Igraine continuò a parlare, << non ho bisogno di leggere cosa c’è nella tua mente Emrys. E’ già scritto nei tuoi occhi >>, spiegò. Fece guizzare la mano destra per aria e la portò all’altezza del volto di Merlino. Poggiò il palmo sulla sua guancia e con un dito carezzò la palpebra dell’occhio sinistro di Merlino, che chiuse istintivamente l’occhio. << Ci sono molte cose che i tuoi occhi vogliono dire, desiderano gridare al mondo intero qualcosa di vero. Sono lo specchio dell’anima >>, tolse la mano dal volto e gli confidò: << questa è la magia più semplice che esista al mondo, ma allo stesso tempo la più complessa. Potenti stregoni ne hanno ignorato l’esistenza e per questo sono periti il più delle volte >>, narrò, lasciando i due senza fiato.

 Merlino aveva iniziato a sudare. Al giovane mago venne istintivo domandare: << potrò apprenderla? >>. Gaius lo fissò intensamente.

<< Ma certo >>, rispose Igraine, << ne hai tutte le potenzialità. Se t’impegnerai a fondo, riuscirai a diventare il miglior lettore di anime, mai esistito >>, profetizzò ad alta voce.

<< Come ci riuscirò? >>, continuò con le domande.

<< Domande, troppe domande >>, evidenziò la giovane, << sei un tipo troppo curioso >>, espresse il suo parere, dandogli un buffetto sulla guancia. Lui arrossì, rimanendo immobile.

<< Ad ogni modo, ti risponderò con una domanda >>, decise, alzandosi dalla sedia, << secondo te io perché sono qui? >>, domandò, schiacciandogli l’occhio.

Lui rise nervoso e la seguì con lo sguardo, mentre lei si dirigeva verso la porta d’ingresso. << Vado a fare un giro >>, annunciò, << tornerò presto. Farò una passeggiata nella foresta >>, si rivolse a Gaius, che la guardava interrogativo. << La città non fa per me >>, si giustificò.

Gaius annuì e Igraine uscì.

<< Certo che… >>, Merlino continuava a fissare la porta, << ha modi >>, concluse.

<< Ha un carisma notevole >>, dovette ammettere Gaius, sparecchiando la tavola. << Sa come affascinare i baldi giovani >>, dichiarò Gaius.

Sulla faccia di Merlino comparve una smorfia d’incomprensione. << Cosa volete dire? >>.

<< Che è meglio che tu vada da Artù >>, sviò Gaius, << a meno che tu non voglia finire alla gogna >>.

<< Non ci tengo >>, si defilò Merlino.

<< Tempi difficili mi attendono >>, commentò Gaius, una volta che Merlino andò via. << Comunque >>, prestò attenzione ai suoi preparati, << andiamo a noi >>.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Disclaimer: I personaggi citati in questo racconto non sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma di lucro, da parte mia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Saaaaalve, so che questo capitolo è cortissimo e banalissimo, ma prometto che il prossimo sarà più emozionante e spero più lungo. Allora, questo è un capitolo molto fittizio, giusto per inquadrare bene la situazione. Lo so, non comunica granché, ma era necessario per comprendere gli svolgimenti dei prossimi capitoli. Spero di non avervi deluso, anche se credo proprio di sì. Comunque, ringrazio di cuore: Grinpow, chibisaru81, Daphne91 e Raen91 che mi hanno dedicato un po’ di tempo, recensendo il capitolo scorso e ringrazio anche coloro che l’hanno letto e messo tra le storie seguite.

Potete dire tranquillamente ciò che pensate di questo capitolo in assoluta sincerità. Un bacino, Any.

P.S. buonanotte e sogni d’oro a tutti, visto l’orario.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Igraine, attraversando la città di giorno, si accorse di quanto fosse caotica e rumorosa. Vide un grandissimo mercato, dove le donne facevano continuamente acquisti. Non fu sorpresa di vedere tante giovani, della sua stessa età, che, dinanzi alle bancarelle dei vestiti, lanciavano dei gridolini estasiati. La strega rise nel vederle così felici, ma provò un po’ d’invidia nei loro confronti. Avrebbe dato qualsiasi cosa, per avere anche lei uno sguardo così spensierato.

Scuotendo la testa, superò il mercato e raggiunse le porte della città. Il sole splendeva alto nel cielo e i prati erano ancora rigogliosi. Era proprio una bella giornata. Sembrava che il temporale del giorno precedente non fosse mai esistito. Camminò per i prati fino a raggiungere l’inizio della foresta. Durante il suo tragitto colse dei fiori. Le piacevano molto. Erano così colorati e profumati, le mettevano allegria. Aveva intenzione di raccoglierne qualcuno per Gaius, come segno di ringraziamento per l’ospitalità ricevuta.

Passeggiò per un po’ di tempo, finché un rumore non attirò la sua attenzione. Subito si girò guardinga verso un cespuglio. Senza nessun timore, si avvicinò lentamente, chinandosi dinanzi al cespuglio. Con la mano scostò delle foglie e un corvo la aggredì. Lei, per la sorpresa, cadde per terra, facendo sparpagliare i fiori, che teneva con la mano sinistra, per terra.

Il corvo si posò sul ramo di un albero e la tenne d’occhio. Igraine non tardò ad alzarsi, fissò il corvo con rabbia. Alzò la mano, puntandola verso il volatile, che prontamente gracchiò. Igraine spalancò la bocca, in un misto tra stupore e a paura. Il corvo continuò a gracchiare, mentre Igraine cercava di ricomporsi. << Non credo proprio! >>, esclamò la ragazza, avvicinandosi furtivamente all’albero, in cui si trovava il volatile. << Anzi, >>, aggiunse in tono glaciale, << perché non ci vai prima tu >>. Gli occhi di Igraine si fecero più chiari e il corvo esplose. I suoi resti caddero per terra, sotto gli occhi della giovane, che si girò prontamente verso un altro albero, urlando: << tu >>. Puntò la mano contro delle foglie e un altro corvo cadde ai suoi piedi. << Ti sto lasciando in vita, non perché sono magnanima >>, lo avvertì fredda, << ma solo perché tu riferisca alla padrona il messaggio >>, continuò, << dì che quello che è accaduto al tuo compagno è soltanto l’inizio >>.

Il corvo scattò in piedi e volò via, mentre Igraine pronunciava a bassa voce una formula. I resti del corvo morto sprofondarono in una buca, che poi fu coperta dalla terra. Igraine raccolse un fiore, che le era caduto dalle mani, e lo poggiò sul punto esatto, dove giaceva quel che restava del corpo del corvo. << Mi dispiace >>, sussurrò.

<< Igraine >>, sussultò nell’udire il suo nome, appellato da qualcuno. Si girò e vide Merlino, che teneva una balestra in mano. << Emrys >>, rispose lei, accennando un sorriso. << Che ci fai qui? >>.

<< C’è una battuta di caccia >>, spiegò il giovane mago con voce sconsolata.

<< Non mi sembri molto entusiasta >>, giudicò Igraine, scrutando la sua espressione.

<< Per nulla >>, ammise Merlino.

<< E allora perché sei venuto? >>.

<< Perché quel somare reale… >>.

<< Quante altre oscenità dovranno udire le mie orecchie >>, dichiarò una voce prorompente, che fece sobbalzare Merlino.

<< Eccolo >>, mormorò il mago, sbuffando, provocando una risatina da parte di Igraine.

Un giovane dagli occhi azzurri e dai capelli biondi fece capolinea da dietro gli alberi. << Sei sempre il solito idio… >>, commentò il biondo, ma s’interruppe nell’accorgersi che non era presente solo Merlino. I suoi occhi erano pieni di sorpresa nell’osservare Igraine, che ricambiava lo sguardo sorridente.

La ragazza fece un profondo inchino, sussurrando: << vostra altezza >>. Subito Artù ricambiò.  Merlino fu curioso di vedere la sua reazione, se avesse rivelato il nome della ragazza. Infatti, non tardò a presentarla. << Artù, permettetemi di presentarvi una nuova cittadina di Camelot, giunta qui da poco >>, fece una pausa pregustando la scena, << Igraine >>.

Artù sbarrò gli occhi e aprì leggermente la bocca. In lui si manifestarono tantissime emozioni, causate solo da quel nome. Non passò molto tempo e Artù si ricompose. << E’ un piacere >>, dichiarò, rivolgendosi a Igraine. << Mi chiedo solo cosa ci faccia una giovane fanciulla, qui, tutta sola >>, espose il suo dubbio, per sviare il suo comportamento, assunto precedentemente.

<< Non temete altezza >>, lo rassicurò Igraine, << ci sono cresciuta nelle foreste >>, spiegò.

<< Non lo metto in dubbio >>, rispose Artù, avvicinandosi, << ma comprenderete che non posso lasciare una fanciulla qui sola nella foresta. Quindi, sarei molto lieto se vi scortassi a Camelot >>, concluse, molto formalmente.

Igraine, senza pudore, guardò Merlino, che scosse la testa. La giovane sospirò, spostando il suo sguardo su Artù. << Volentieri >>, accettò Igraine.

<< Bene >>, dichiarò Artù infastidito, dall’occhiata che Igraine aveva lanciato a Merlino, << Merlino, prendi i cavalli >>, ordinò al suo servitore.

Merlino annuì, lasciandoli soli.

<< Bene >>, ripeté Artù, offrendo il braccio alla giovane, << se volete seguirmi >>.

Igraine trattenne una risata per il comportamento del giovane Pendragon. L’avevano avvertita che avrebbe suscitato in lui qualcosa a causa del suo nome. Come poteva giudicarlo? Infondo, quel nome doveva essere molto importante per lui.

Comunque, la fanciulla si avvicinò al giovane e accettò il possente braccio. Insieme s’incamminarono nella direzione in cui Merlino si era diretto. Il silenzio regnava sovrano tra i due. Nessuno si accingeva a proferire parola, finché l’erede dei Pendragon prese la parola: << da dove provenite? >>.

<< Da un paese lontano da qui >>, rispose Igraine, che fissava inespressiva gli alberi. << Sono giunta a Camelot per trovare un lavoro >>, espose le sue ragione al re, che l’ascoltava piuttosto interessato.

<< Di che genere? >>, chiese Artù.

<< Qualsiasi cosa >>, specificò Igraine, << anche se ho un particolare talento per l’ago e il filo >>, rilevò volutamente, sperando che l’interesse di Artù verso il suo nome la aiutasse in qualche modo, come ad esempio trovare un lavoro in cui fosse brava.

<< Interessante >>, mormorò.

Nel frattempo Merlino, che aveva già preso i cavalli, involontariamente aveva ascoltato quasi tutta la conversazione tra i due. Borbottò tra se: << Incredibile >>. Era pur vero che fosse un nome molto particolare, ma mai aveva visto Artù così galante nei confronti di una semplice ragazza, eccetto Gwen.

I due, finalmente, giunsero nel luogo dov’era Merlino e Igraine lasciò il braccio di Artù. Senza aspettare le disposizioni del principe, Igraine si diresse verso un cavallo, che casualmente risultò essere quello di Merlino. Fece per montare e i due accorsero. Merlino rimase ancora più sorpreso dalla reazione di Artù, che era intervenuto per aiutare Igraine a salire sul cavallo, ma non occorse l’aiuto di nessuno dei due, poiché Igraine, nella stessa posizione di un amazzone, era già pronta sull’equino.

Artù montò sul suo cavallo, non distogliendo lo sguardo dalla ragazza. Merlino salì, imbarazzato, sul cavallo. Cercò di prendere le briglie, ma si accorse che erano già tra le mani di Igraine. Artù scosse la testa, con un mezzo sorriso sulle labbra e spronò il suo cavallo a partire. Igraine imitò il principe, con dietro un Merlino rosso.

Nel frattempo, molto lontano da lì, un corvo volava su una foresta, finché si posò sulla finestra di un piccolo tugurio. Gracchiò per attirare l’attenzione, guadagnando lo sguardo su di lui da parte di una donna, che non appena lo vide sorrise compiaciuta. Si avvicinò a lui e gli chiese: << che notizie mi porti, amico mio? >>.

Il corvo gracchiò di nuovo, ma stavolta la donna non ne fu contenta. I suoi occhi divennero rossi ed emise un ringhio. Scacciò in malo modo il corvo, mormorando: << maledetta traditrice >>.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Disclaimer: I personaggi citati in questo racconto non sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma di lucro, da parte mia.

 

 

 

 

Salve, sono riuscita ad aggiornare a poca distanza di tempo e il capitolo è un po’ più lungo. Qui, avviene uno dei momenti che preferisco di più: l’incontro tra Igraine e Artù. Ancora non avete visto niente riguardo a loro!!!!! Riguardo Igraine, la sua figura è leggermente chiarita. Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Ringrazio di cuore: Grinpow, Daphne91 e Raen91 che mi hanno dedicato un po’ di tempo, recensendo il capitolo scorso e ringrazio anche coloro che l’hanno letto e messo tra le storie seguite.

Guardate che sono graditi anche nuovi recensori, mi piace sapere cosa pensate della storia. Buona lettura a tutti. Un bacino, Any.

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