Love, hate and them di Piccola Any (/viewuser.php?uid=155713)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Era
una notte cupa a Camelot. Il cielo era
coperto da nuvole e un vasto temporale si estendeva su tutta la
città. La
normale quiete era turbata da fulmini e tuoni, che si scagliavano nel
cielo,
facendo rabbrividire i bambini, che erano al sicuro nei loro letti.
Alle
porte della città, una figura con un
cavallo fece il suo ingresso. Non si poteva intravedere il volto,
poiché era
coperto da un mantello nero. Il cavallo attraversò con
coraggio la città, per
nulla intimorito dal temporale. Si fermò dinanzi al castello
e fu allora che la
figura scese dalla bestia. In modo fiacco tentò di avviarsi
verso l’interno, ma
prontamente una guardia glielo impedì. <<
Indentificati >>, ordinò.
La
figura si tolse il cappuccio e rivelò un
volto femminile. La guardia, nel vederla, apprese che fosse una
ragazzina. Il
suo volto era molto giovanile ma pallido, i suoi occhi erano color
dell’ambra,
e i capelli lunghi e lisci castano chiaro. Aveva sul volto
un’espressione
rassegnata, per cui la guardia provò tenerezza.
<< Come ti chiami?
>>, le chiese dolcemente.
<<
Igraine, signore >>, rispose lei
con voce rauca, chinando il capo, << vengo da un
villaggio lontano e sto
cercando un uomo di nome Gaius >>, gli
illustrò, << voi lo
conoscete? >>, domandò con una velata speranza
nella voce.
<<
Sì >>, l’uomo fu lieto di poterla
accontentare.
<<
Potreste accompagnarmi da lui?
>>, più che come una richiesta, era suonata
come una supplica. La guardia
acconsentì porgendole il braccio, che, stranamente, la
giovane non accettò.
L’uomo s’infastidì per questo, ma non
mancò alla parola data.
La
accompagnò dinanzi la casa di Gaius e poi si
congedò. La ragazza lo ringraziò immensamente, e
una volta andato, bussò alla
porta con le nocche. La giovane ringraziò il cielo, quando
la porta fu aperta e
ne sbucò fuori un uomo anziano, con i capelli bianchi. Il
vecchio uomo la
squadrò, e chiese: << posso esservi
d’aiuto? >>.
<<
Voi siete Gaius? >>, rispose con
una domanda.
<<
Sì >>, rispose l’uomo,
fissandola, << Voi chi siete? >>.
La
ragazza non rispose alla domanda, disse
solo: << ho bisogno di parlarvi >>.
Gaius
tentennò, ma alla fine la invitò a
entrare. La ragazza lo ringraziò di cuore e
accettò l’invito, entrando in casa.
Gaius diede un’occhiata in giro e poi chiuse la porta,
girandosi verso la
ragazza, che si stava sfilando il mantello con incertezza.
<< Vi
dispiace? Sento freddo ed è tutto bagnato >>,
si giustificò.
<<
Fate pure >>, la lasciò fare
Gaius, sedendosi su una sedia.
La
giovane piegò il mantello e lo mise davanti
al fuoco del camino, poi si sedette accanto all’uomo.
<< Mi chiamo
Igraine >>, si presentò. Gaius
sussultò nell’udire quel nome, ma la
ragazza non ci fece caso. << E…
>>, le sue parole gli morirono in
gola, poiché un ragazzo irruppe nella stanza. Igraine si
girò verso di lui e un
ampio sorriso si dipinse sul suo volto. Il giovane la fissò,
assottigliando lo
sguardo, per poi guardare Gaius in cerca di una spiegazione per quella
visita
inaspettata.
<<
Ciao Emrys >>, lo salutò
Igraine, sorridendo.
Sia
Gaius, che il giovane rimasero spiazzati
dalle sue parole. Gaius fissò prima Igraine e dopo il
ragazzo, mormorando:
<< Merlino, tu sai… >>.
<<
Lui non mi conosce >>,
intervenne Igraine, prontamente, << ma io sì
>>, si rivolse a
Merlino. << Tra la nostra gente sei famoso
>>, confessò.
<<
La nostra gente? >>, chiese
confuso Merlino.
<<
Credo di aver capito >>,
dichiarò Gaius, << tu provieni da un villaggio
di druidi, giusto?
>>.
<<
Esatto >>, confermò Igraine,
spostando lo sguardo da Merlino a Gaius, << la mia
comunità vive vicino a
Ealdor >>.
Merlino,
nell’udire le parole della giovane,
sobbalzò. << Ealdor? Ma
è… >>.
<<
Lo so >>, lo anticipò Igraine,
non distogliendo lo sguardo da Gaius.
<< Non è la prima volta che
incrocio il tuo cammino Emrys
>>, narrò, girandosi verso di lui,
<< ti sono debitrice >>.
Merlino
la guardò spiazzato, non trovando
parole giuste da poter dire. << Non credo di averti mai
incontrato
>>.
<<
Non ho detto che io ti sia debitrice
perché tu abbia salvato la mia persona >>,
specificò, seria, << tu
hai aiutato persone a me care ed io non lo dimentico >>.
Si alzò in
piedi, e fece tre passi per raggiungerlo. << Sono venuta
a offrirti il
mio aiuto, giovane mago >>, concluse, con un sorriso.
<<
Aiuto per cosa? >>, chiese
Merlino, confuso.
Igraine
sospirò, fissando intensamente Merlino,
quasi in maniera compassionevole. << La strega
è tornata >>,
sussurrò flebilmente. << E questa volta non si
fermerà >>.
Disclaimer:
I personaggi citati in
questo racconto non sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel
fruire
di essi, non vi è alcuna forma di lucro, da parte mia.
Salve,
sono nuova e sono qui per confrontarmi
con la cosa che mi piace di più al mondo: cioè
scrivere. Ho iniziato con questo
piccolo prologo, sperando che voi mi facciate sapere se devo continuare
o no.
E’ ovvio che non si comprenda molto il significato
dell’introduzione di questo
nuovo personaggio, che ha un nome particolare e vi anticipo che non
è stato
scelto casualmente. E se avete prestato un po’ di attenzione
alla lettura,
avrete notato i particolari ringraziamenti fatti dal personaggio
femminile a
Merlino, specificando che lei non è stata mai salvata da
lui, ma allo stesso
tempo Merlino l’ ha aiutata. Questo fattore sarà
uno dei più importanti, che
però verrà scoperto a lungo andare.
Mi
piacerebbe che mi diceste cosa ne pensiate
di questo scarabocchio. Premetto che sono accettate qualsiasi tipo di
critiche,
sia positive che negative. Vi ringrazio infinitamente per la vostra
attenzione
e vi auguro buonanotte vista l’ora e una buona giornata per
domani.
Un
bacio a tutti. Any
|
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Capitolo 2 *** Capitolo 1 ***
<<
Grazie per la vostra ospitalità
>>, ringraziò Igraine rivolgendosi a Gaius,
che prontamente rispose:
<< di nulla >>.
<<
Apprezzo molto la vostra gentilezza
>>, lo elogiò Igraine, sorseggiando la calda
tisana, che il medico le
aveva offerto per riscaldarsi, << siete davvero gentile
>>,
continuò, regalandogli un sorriso.
<<
Non è nulla >>, ripeté Gaius,
cordialmente, provando tenerezza per il sorriso sincero della ragazza.
<<
Sono tempi difficili questi >>, espose saggiamente,
<< bisogna
aiutarsi a vicenda >>.
<<
Non tutti la pensano come voi >>,
lo contraddisse, << le comunità di druidi si
fronteggiano fra loro a
causa di questo caos, provocato dal re >>, fu evidente
una nota di
amarezza nelle sue parole, << si stanno schierando degli
schieramenti
>>, spiegò, continuando a sorseggiare,
<< e non molti stanno dalla
parte del sovrano di Camelot >>.
<<
Sono nate delle ribellioni? >>,
s’informò Gaius, interessato.
<<
Ovviamente >>, confermò Igraine,
sospirando, << tutti speravamo che con la venuta di
Artù le condizioni
del regno migliorassero. Uther ci ha reso per molti anni la vita
impossibile
>>, confessò con rancore, <<
credevamo che il figlio prendesse in
mano la situazione e cambiasse le cose, facendo ritornare la pace,
tanto
agognata da quelli come noi >>, e con un gesto
indicò se stessa, <<
la magia non sempre è cattiva, anzi, può essere
d’aiuto se utilizzata con
cautela. Quello che Emrys fa per la comunità è
ammirevole >>. Pose lo
sguardo su Merlino, che, dormiente, stava seduto sulla sedia e aveva
messo la
testa sul tavolo, utilizzandolo come cuscino.
<<
E’ vero >>, concordò Gaius,
introducendo
un po’ d’orgoglio nel suo dire, <<
Merlino è cosciente di avere un destino
molto più grande di lui, e nonostante questo affronta tutto
con estremo
coraggio >>.
<<
Non è solo una questione di coraggio
>>, chiarì Igraine, carezzando delicatamente
la testa con la mano al
giovane mago. << Emrys sente il richiamo del sangue della
magia. In lui
scorre l’antica religione, come in me e in altri. Nessuno
può scampare al
proprio destino >>, precisò Igraine, poggiando
la tazza sul tavolo,
<< c’è un motivo per cui Emrys
è qui, e anche per cui io sono venuta a
bussare alla vostra porta Gaius >>.
<<
Quindi, potreste spiegarmi il motivo
di tale arrivo? >>, osò chiedere Gaius.
<<
Certamente >>, acconsentì Igraine
con estrema naturalezza, << io sono qui per aiutare Emrys
e, a sua volta,
il re >>, lo fissò in modo serio,
<< la gente come noi sta perdendo
le speranze in Artù, e si stanno unendo a un essere molto
più potente ma
malvagio >>.
<<
Morgana? >>, provò Gaius.
<<
Esatto >>, rispose Igraine,
annuendo, << se non avessi saputo cosa racchiude il suo
cuore, non ci
avrei pensato due volte a unirmi a lei >>,
confessò schiettamente,
<< non mi fraintendete Gaius >>,
anticipò, notando lo sguardo
severo dell’uomo, << Morgana vuole riportare la
magia a Camelot e le sue
intenzioni possono apparire benevole, se non si è a
conoscenza che dietro a
tutto questo ci sarà un bagno di sangue >>,
narrò, cupa, << e poi anche
lei è un legittimo erede >>, aggiunse.
<<
I druidi non hanno torto >>,
dovette ammettere Gaius, << hanno subito torture per
molto tempo, ed è
normale che siano spaventati da Artù e dal suo operato
>>.
<<
Dal suo operato? >>, mimò le
parole di Gaius, << siete sicuro che Artù
agisca per coscienza propria?
>>, gli mise la pulce nell’orecchio.
<<
Intendete Agravaine? >>.
<<
Chi se no >>, mormorò sarcastica.
Gaius
rifletté, e poi chiese: << che
c’entra
lui in tutto questo? >>.
<<
Mi dispiace, ma non mi è concesso
rivelare il futuro a chi non possiede la vista >>, si
scusò. << Ma
vi assicuro che farò qualsiasi cosa per proteggere il re
>>, giurò,
chinando il capo, << veglierò io su Emrys
>>, promise, fissando
intensamente Merlino, << e su Artù
>>, sussurrò infine.
<<
Non ne dubito >>, disse Gaius,
chiudendo gli occhi e aprendoli velocemente. Gettò
un’occhiata a Merlino, che
dormiva, e dopo fissò nuovamente Igraine. <<
Per stasera potete
utilizzare la stanza di Merlino >>, le concesse,
<< domani
provvederò io a una sistemazione per voi >>.
<<
Vi ringrazio di cuore >>,
Igraine si alzò in piedi e fece un piccolo inchino,
congedandosi nella stanza
di Merlino. Prima di aprire la porta, domandò a Gaius:
<< potreste
trovarmi un lavoro, se per voi non è troppo?
>>.
Gaius
annuì, sorridendo mesto. Igraine ricambiò
il sorriso e si chiuse la porta alle spalle. Una volta dentro,
sospirò fissando
la stanza, illuminata solo dalla luce della luna che filtrava dalla
finestra, cui
si avvicinò con passi lenti. Fissò
l’intera città, e le sfuggì un piccolo
sorriso nel vedere la foresta. Sentiva già lontana casa sua,
ma si faceva forza
con la speranza che se avesse agito in fretta, avrebbe potuto farvi
ritorno. <<
Stelle incantate vegliate su di me e su Camelot >>,
mormorò, guardando
intensamente il cielo stellato.
Chiuse
gli occhi e si adagiò sul letto,
sfilandosi le scarpe. Si coprì con la coperta,
poiché sentiva freddo. Si lasciò
subito andare al sonno. Era molto stanca e non riusciva più
a resistere.
Il
suo sonno fu tranquillo ma coronato da vari
sogni. Igraine si ritrovò catapultata in un luogo che lei
conosceva bene: l’isola
dei Beati. La sua espressione era colma di tristezza nel vedere quel
luogo, che
cadeva in rovina pezzo per pezzo. Non fu stupita di trovare una donna
vicino
all’altare del giardino principale. Igraine sapeva
già chi fosse, per questo
non proferì parola e aspettò.
<<
Sei stata brava Igraine >>, si
congratulò la donna, con un tono dolce e cordiale,
<< hai dimostrato di saper
mantenere la parola data >>.
<<
Vi ringrazio >>, il tono di
Igraine era molto basso, << madre >>.
<<
Svolgerai con onore il tuo compito
>>, profetizzò la donna, rimanendo sempre
nella stessa posizione,
<< ma dovrai star attenta a non cadere nel tranello che
ti attende
>>.
<<
Posso sapere quale? >>.
<<
Non ne sei ancora degna >>,
rispose la donna in tono di rimprovero, << ma ti avverto,
stai attenta, poiché
potrebbe essere la tua più grande rovina >>.
Igraine
deglutì, e inizio a dire: << non
ho intenzione di… >>.
<<
Succede Igraine >>, il tono
della donna si addolcì, << a me è
successo. Tu devi essere più forte di
me e vegliare su coloro che il fato ti ha affidato, senza indugiare
>>.
Igraine
fu tentata di emanare un sospiro, ma si
bloccò. Sciolse i pugni, che poco prima aveva stretto, e si
rilassò. <<
Il fato si serva di me per agire nel suo intento >>,
dichiarò senza
battere ciglio.
<<
E così sia >>, sancì la donna,
girandosi di scatto e voltandosi verso la ragazza.
Igraine
fu invasa dallo sguardo della madre e
una luce la avvolse portandola ad aprire gli occhi. Il canto del gallo
la destò
dal sonno. Si portò una mano alla fronte, bagnata dal sudore
e alzò gli occhi
al cielo. Tempi difficili la attendevano.
Disclaimer:
I
personaggi citati in questo racconto non sono miei;
appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi
è alcuna forma
di lucro, da parte mia.
Salve,
sono tornata con un nuovo capitolo, un
po’ più lungo del primo, ma egualmente corto,
poiché i tempi che mi ritrovo
sono molto pochi. Prometto di rifarmi nel capitolo successivo. Allora,
allora…
in questo capitolo viene compresa meglio la figura di Igraine, che
può sembrare
banale ma non lo è per nulla, e viene anche messa la pulce
nell’orecchio perché
sono tirate in ballo scene che fanno venire dei sospetti. Non vi
dirò se sono
giusti o sbagliati, ma vi lascerò la sorpresa.
Riguardo
al capitolo precedente, ringrazio di
cuore: Grinpow, chibisaru81, Daphne91 e Raen91 che mi hanno dedicato un
po’ del loro
tempo, recensendo il capitolo scorso. E ringrazio anche coloro
che hanno letto la storia
e messa tra le seguite.
Spero
che questo capitolo non abbia deluso le
vostre aspettative. Se sì: non abbiate timore nel dirmelo,
poiché per me le
critiche sono molto costruttive. Se vi va, fatemi sapere cosa ne
pensate.
Un
bacino a tutti e grazie ancora, Any.
|
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Capitolo 3 *** Capitolo 2 ***
<<
Mmm >>, mugugnò Merlino,
stropicciandosi gli occhi. Provò dolore alla schiena ed
emise un gemito di
dolore, così da attirare l’attenzione di Gaius,
intento a preparare la
colazione.
<<
Buongiorno a te Merlino >>, gli
augurò il medico servendo del latte in una scodella,
<< credo che tu non
abbia dormito bene >>, commentò nel vedere il
giovane mago, che si
stiracchiava dolorante >>.
<<
Potete dirlo forte >>, si lagnò
Merlino, << ho la schiena a pezzi >>. Il
medico si avvicinò a lui e
massaggiò con mani esperte le sue spalle, provando delle
proteste da parte del
suo protetto. << Questo è una delle regole
della cavalleria >>, gli
annotò, << una donzella ha la
priorità assoluta in tutto >>.
<<
Primo io non sono un cavaliere
>>, protestò Merlino, << e poi
non mi sto mica lamentando >>,
aggiunse con falsa naturalezza, << io stavo solo dicendo
che… il tavolo è
piuttosto scomodo >>, affermò, apparendo agli
occhi di Gaius imbranato e
buffo.
<<
Ovviamente >>, concordò Gaius,
falsamente comprensivo.
<<
Ovviamente >>, mimò Merlino, per
affermare meglio il concetto. Alzò velocemente lo sguardo
sulla porta e
costatando che fosse ancora chiusa, subito domandò a Gaius:
<< cosa ne
pensate? >>.
Gaius
sospirò. << Non so dirti Merlino
>>, ammise, controllando anche lui la porta.
<< Non mi sembra una
persona di cui potere dubitare >>, espresse il suo
parere, sinceramente.
Merlino sembrò rilassarsi, però con il
<< ma >>, sonoro che
dichiarò il suo tutore, sobbalzò, accigliandosi,
<< non possiamo ancora
fidarci >>.
<<
Non sarebbe mai venuta fin qui, se
avesse avuto cattive intenzioni, confidandovi che le forze oscure sono
in
continuo aumento >>, ipotizzò il giovane,
masticando un pezzo di pane.
<<
E tu questo come lo sai? >>,
chiese con fare indagatorio Gaius. << Stavi
già dormendo da un bel po’,
quando io e Igraine abbiamo parlato di argomenti simili
>>, rifletté
Gaius.
Merlino
si affogò con il pane, che gli andò di
traverso. Gaius, alzando gli occhi al cielo, gli diede delle pacche
sulla
schiena per aiutare la respirazione. << Diciamo
>>, mormorò
Merlino, una volta ripresosi, << che ero in dormiveglia
>>, terminò
con un sorrisetto furbo.
<<
Sei sempre il solito >>.
<<
Buongiorno >>, la voce di
Igraine irruppe nella stanza. Entrambi i due uomini si girarono verso
la fonte
da cui era provenuto quel richiamo. La giovane Igraine fece il suo
ingresso
nella stanza, raggiungendo il tavolo.
<< Gaius >>, salutò
chinando il capo. Spostò lo sguardo su
Merlino. << Emrys! >>, esclamò,
accennando un riso, << hai
una brutta cera >>, giudicò, prendendo posto a
tavola. << Devi aver
dormito male povero caro. Appoggiato tutta la notte qui
>>, e con la mano
indicò la superficie rugosa del tavolo. << Mi
dispiace tanto >>.
<>, la tranquillizzò
Merlino, scuotendo la testa, << sono stato ben felice di
cedervi il mio
letto >>.
<<
Avresti potuto fermarmi ieri sera,
quando stavo per occupare il tuo letto >>, gli
appuntò, guardandolo con
aria dispiaciuta. << Dopotutto eri solo in dormiveglia
>>, ricordò
con tranquillità, facendo colorare le guance del giovane
mago di rosso.
Gaius
tossicchiò e servì a Igraine una tazza di
latte. La giovane subito disse: << non vi dovevate
disturbare >>.
<<
Nessun disturbo >>, assicurò il
medico.
Anche
Igraine iniziò a consumare la sua
colazione, e mentre girava il cucchiaio nel latte, chiese:
<< cosa ti
turba Emrys? >>.
<<
Niente >>, rispose Merlino,
cercando di velare la sua voce strana.
<<
Ne sei sicuro? >>, lo interrogò.
<< Qualsiasi domanda tua voglia pormi, sei autorizzato a
farmela
>>, concesse, guardando l’interno della
ciotola, << ma non ti do la
certezza che ti risponderò >>, premise,
lasciando un po’ perplesso Gaius.
Merlino
la guardò interrogativo. <<
Sapete leggere nella mente altrui? >>.
La
domanda di Merlino provocò una risata da
parte della ragazza. << Mi dispiace deluderti, ma no
>>. Merlino
aprì bocca ma Igraine continuò a parlare,
<< non ho bisogno di leggere
cosa c’è nella tua mente Emrys. E’
già scritto nei tuoi occhi >>,
spiegò.
Fece guizzare la mano destra per aria e la portò
all’altezza del volto di
Merlino. Poggiò il palmo sulla sua guancia e con un dito
carezzò la palpebra
dell’occhio sinistro di Merlino, che chiuse istintivamente
l’occhio. <<
Ci sono molte cose che i tuoi occhi vogliono dire, desiderano gridare al mondo intero qualcosa di vero. Sono lo specchio
dell’anima >>, tolse la mano dal volto e gli
confidò: << questa è
la magia più semplice che esista al mondo, ma allo stesso
tempo la più
complessa. Potenti stregoni ne hanno ignorato l’esistenza e
per questo sono
periti il più delle volte >>,
narrò, lasciando i due senza fiato.
Merlino
aveva iniziato a sudare. Al giovane mago venne istintivo domandare:
<<
potrò apprenderla? >>. Gaius lo
fissò intensamente.
<<
Ma certo >>, rispose Igraine,
<< ne hai tutte le potenzialità. Se
t’impegnerai a fondo, riuscirai a
diventare il miglior lettore di anime, mai esistito >>,
profetizzò ad
alta voce.
<<
Come ci riuscirò? >>, continuò
con le domande.
<<
Domande, troppe domande >>,
evidenziò la giovane, << sei un tipo troppo
curioso >>, espresse il
suo parere, dandogli un buffetto sulla guancia. Lui arrossì,
rimanendo
immobile.
<<
Ad ogni modo, ti risponderò con una
domanda >>, decise, alzandosi dalla sedia,
<< secondo te io perché sono
qui? >>, domandò, schiacciandogli
l’occhio.
Lui
rise nervoso e la seguì con lo sguardo,
mentre lei si dirigeva verso la porta d’ingresso.
<< Vado a fare un giro
>>, annunciò, <<
tornerò presto. Farò una passeggiata nella
foresta
>>, si rivolse a Gaius, che la guardava interrogativo.
<< La città
non fa per me >>, si giustificò.
Gaius
annuì e Igraine uscì.
<<
Certo che… >>, Merlino
continuava a fissare la porta, << ha modi
>>, concluse.
<<
Ha un carisma notevole >>,
dovette ammettere Gaius, sparecchiando la tavola. << Sa
come affascinare
i baldi giovani >>, dichiarò Gaius.
Sulla
faccia di Merlino comparve una smorfia d’incomprensione.
<< Cosa volete dire? >>.
<<
Che è meglio che tu vada da Artù
>>, sviò Gaius, << a meno che tu
non voglia finire alla gogna
>>.
<<
Non ci tengo >>, si defilò
Merlino.
<<
Tempi difficili mi attendono >>,
commentò Gaius, una volta che Merlino andò via.
<< Comunque >>,
prestò attenzione ai suoi preparati, <<
andiamo a noi >>.
Disclaimer:
I
personaggi citati in questo racconto non sono miei;
appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi
è alcuna forma
di lucro, da parte mia.
Saaaaalve,
so che questo capitolo è cortissimo e
banalissimo, ma prometto che il prossimo sarà più
emozionante e spero più
lungo. Allora, questo è un capitolo molto fittizio, giusto
per inquadrare bene
la situazione. Lo so, non comunica granché, ma era
necessario per comprendere
gli svolgimenti dei prossimi capitoli. Spero di non avervi deluso,
anche se
credo proprio di sì. Comunque, ringrazio di cuore: Grinpow,
chibisaru81,
Daphne91 e Raen91 che mi hanno dedicato un po’ di tempo,
recensendo il capitolo
scorso e ringrazio anche coloro che l’hanno letto e messo tra
le storie
seguite.
Potete
dire tranquillamente ciò che pensate di
questo capitolo in assoluta sincerità. Un bacino, Any.
P.S.
buonanotte e sogni d’oro a tutti, visto l’orario.
|
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Capitolo 4 *** Capitolo 3 ***
Igraine,
attraversando la città di giorno, si accorse di quanto fosse
caotica e
rumorosa. Vide un grandissimo mercato, dove le donne facevano
continuamente
acquisti. Non fu sorpresa di vedere tante giovani, della sua stessa
età, che,
dinanzi alle bancarelle dei vestiti, lanciavano dei gridolini
estasiati. La
strega rise nel vederle così felici, ma provò un
po’ d’invidia nei loro
confronti. Avrebbe dato qualsiasi cosa, per avere anche lei uno sguardo
così
spensierato.
Scuotendo
la testa, superò il mercato e raggiunse le porte della
città. Il sole splendeva
alto nel cielo e i prati erano ancora rigogliosi. Era proprio una bella
giornata. Sembrava che il temporale del giorno precedente non fosse mai
esistito. Camminò per i prati fino a raggiungere
l’inizio della foresta.
Durante il suo tragitto colse dei fiori. Le piacevano molto. Erano
così
colorati e profumati, le mettevano allegria. Aveva intenzione di
raccoglierne
qualcuno per Gaius, come segno di ringraziamento per
l’ospitalità ricevuta.
Passeggiò
per un po’ di tempo, finché un rumore non
attirò la sua attenzione. Subito si
girò guardinga verso un cespuglio. Senza nessun timore, si
avvicinò lentamente,
chinandosi dinanzi al cespuglio. Con la mano scostò delle
foglie e un corvo la
aggredì. Lei, per la sorpresa, cadde per terra, facendo
sparpagliare i fiori,
che teneva con la mano sinistra, per terra.
Il
corvo
si posò sul ramo di un albero e la tenne d’occhio.
Igraine non tardò ad
alzarsi, fissò il corvo con rabbia. Alzò la mano,
puntandola verso il volatile,
che prontamente gracchiò. Igraine spalancò la
bocca, in un misto tra stupore e
a paura. Il corvo continuò a gracchiare, mentre Igraine
cercava di ricomporsi.
<< Non credo proprio! >>,
esclamò la ragazza, avvicinandosi
furtivamente all’albero, in cui si trovava il volatile.
<< Anzi,
>>, aggiunse in tono glaciale, <<
perché non ci vai prima tu
>>. Gli occhi di Igraine si fecero più chiari
e il corvo esplose. I suoi
resti caddero per terra, sotto gli occhi della giovane, che si
girò prontamente
verso un altro albero, urlando: << tu >>.
Puntò la mano contro
delle foglie e un altro corvo cadde ai suoi piedi. << Ti
sto lasciando in
vita, non perché sono magnanima >>, lo
avvertì fredda, << ma solo
perché tu riferisca alla padrona il messaggio
>>, continuò, << dì
che quello che è accaduto al tuo compagno è
soltanto l’inizio >>.
Il
corvo
scattò in piedi e volò via, mentre Igraine
pronunciava a bassa voce una
formula. I resti del corvo morto sprofondarono in una buca, che poi fu
coperta
dalla terra. Igraine raccolse un fiore, che le era caduto dalle mani, e
lo
poggiò sul punto esatto, dove giaceva quel che restava del
corpo del corvo.
<< Mi dispiace >>, sussurrò.
<<
Igraine >>, sussultò nell’udire il
suo nome, appellato da qualcuno. Si
girò e vide Merlino, che teneva una balestra in mano.
<< Emrys >>,
rispose lei, accennando un sorriso. << Che ci fai qui?
>>.
<<
C’è una battuta di caccia >>,
spiegò il giovane mago con voce sconsolata.
<<
Non mi sembri molto entusiasta >>, giudicò
Igraine, scrutando la sua
espressione.
<<
Per nulla >>, ammise Merlino.
<<
E allora perché sei venuto? >>.
<<
Perché quel somare reale… >>.
<<
Quante altre oscenità dovranno udire le mie orecchie
>>, dichiarò una
voce prorompente, che fece sobbalzare Merlino.
<<
Eccolo >>, mormorò il mago, sbuffando,
provocando una risatina da parte
di Igraine.
Un
giovane dagli occhi azzurri e dai capelli biondi fece capolinea da
dietro gli
alberi. << Sei sempre il solito idio…
>>, commentò il biondo, ma
s’interruppe nell’accorgersi che non era presente
solo Merlino. I suoi occhi
erano pieni di sorpresa nell’osservare Igraine, che
ricambiava lo sguardo
sorridente.
La
ragazza fece un profondo inchino, sussurrando: << vostra
altezza
>>. Subito Artù ricambiò. Merlino
fu curioso di vedere la sua reazione, se avesse rivelato il nome della
ragazza.
Infatti, non tardò a presentarla. <<
Artù, permettetemi di presentarvi
una nuova cittadina di Camelot, giunta qui da poco >>,
fece una pausa
pregustando la scena, << Igraine >>.
Artù
sbarrò gli occhi e aprì leggermente la bocca. In
lui si manifestarono
tantissime emozioni, causate solo da quel nome. Non passò
molto tempo e Artù si
ricompose. << E’ un piacere >>,
dichiarò, rivolgendosi a Igraine.
<< Mi chiedo solo cosa ci faccia una giovane fanciulla,
qui, tutta sola
>>, espose il suo dubbio, per sviare il suo
comportamento, assunto
precedentemente.
<<
Non temete altezza >>, lo rassicurò Igraine,
<< ci sono cresciuta
nelle foreste >>, spiegò.
<<
Non lo metto in dubbio >>, rispose Artù,
avvicinandosi, << ma
comprenderete che non posso lasciare una fanciulla
qui sola nella
foresta. Quindi, sarei molto lieto se vi scortassi a Camelot
>>,
concluse, molto formalmente.
Igraine,
senza pudore, guardò Merlino, che scosse la testa. La
giovane sospirò,
spostando il suo sguardo su Artù. <<
Volentieri >>, accettò
Igraine.
<<
Bene >>, dichiarò Artù infastidito,
dall’occhiata che Igraine aveva
lanciato a Merlino, << Merlino, prendi i cavalli
>>, ordinò al suo
servitore.
Merlino
annuì, lasciandoli soli.
<<
Bene >>, ripeté Artù, offrendo il
braccio alla giovane, << se
volete seguirmi >>.
Igraine
trattenne una risata per il comportamento del giovane Pendragon.
L’avevano
avvertita che avrebbe suscitato in lui qualcosa a causa del suo nome.
Come
poteva giudicarlo? Infondo, quel nome doveva essere molto importante
per lui.
Comunque,
la fanciulla si avvicinò al giovane e accettò il
possente braccio. Insieme
s’incamminarono nella direzione in cui Merlino si era
diretto. Il silenzio
regnava sovrano tra i due. Nessuno si accingeva a proferire parola,
finché l’erede
dei Pendragon prese la parola: << da dove provenite?
>>.
<<
Da un paese lontano da qui >>, rispose Igraine, che
fissava inespressiva
gli alberi. << Sono giunta a Camelot per trovare un
lavoro >>,
espose le sue ragione al re, che l’ascoltava piuttosto
interessato.
<<
Di che genere? >>, chiese Artù.
<<
Qualsiasi cosa >>, specificò Igraine,
<< anche se ho un particolare
talento per l’ago e il filo >>,
rilevò volutamente, sperando che
l’interesse di Artù verso il suo nome la aiutasse
in qualche modo, come ad
esempio trovare un lavoro in cui fosse brava.
<<
Interessante >>, mormorò.
Nel
frattempo Merlino, che aveva già preso i cavalli,
involontariamente aveva
ascoltato quasi tutta la conversazione tra i due. Borbottò
tra se: << Incredibile
>>. Era pur vero che fosse un nome molto particolare, ma
mai aveva visto
Artù così galante nei confronti di una semplice
ragazza, eccetto Gwen.
I
due,
finalmente, giunsero nel luogo dov’era Merlino e Igraine
lasciò il braccio di
Artù. Senza aspettare le disposizioni del principe, Igraine
si diresse verso un
cavallo, che casualmente risultò essere quello di Merlino.
Fece per montare e i
due accorsero. Merlino rimase ancora più sorpreso dalla
reazione di Artù, che
era intervenuto per aiutare Igraine a salire sul cavallo, ma non
occorse
l’aiuto di nessuno dei due, poiché Igraine, nella
stessa posizione di un
amazzone, era già pronta sull’equino.
Artù
montò sul suo cavallo, non distogliendo lo sguardo dalla
ragazza. Merlino salì,
imbarazzato, sul cavallo. Cercò di prendere le briglie, ma
si accorse che erano
già tra le mani di Igraine. Artù scosse la testa,
con un mezzo sorriso sulle
labbra e spronò il suo cavallo a partire. Igraine
imitò il principe, con dietro
un Merlino rosso.
Nel
frattempo, molto lontano da lì, un corvo volava su una
foresta, finché si posò
sulla finestra di un piccolo tugurio. Gracchiò per attirare
l’attenzione,
guadagnando lo sguardo su di lui da parte di una donna, che non appena
lo vide
sorrise compiaciuta. Si avvicinò a lui e gli chiese:
<< che notizie mi
porti, amico mio? >>.
Il
corvo
gracchiò di nuovo, ma stavolta la donna non ne fu contenta.
I suoi occhi divennero
rossi ed emise un ringhio. Scacciò in malo modo il corvo,
mormorando: <<
maledetta traditrice >>.
Disclaimer:
I
personaggi citati in questo racconto non sono miei;
appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi
è alcuna forma
di lucro, da parte mia.
Salve,
sono riuscita ad aggiornare a poca distanza di tempo e il capitolo
è un po’ più
lungo. Qui, avviene uno dei momenti che preferisco di più:
l’incontro tra
Igraine e Artù. Ancora non avete visto niente riguardo a
loro!!!!! Riguardo Igraine,
la sua figura è leggermente chiarita. Spero che il capitolo
vi sia piaciuto. Ringrazio
di cuore:
Grinpow, Daphne91 e Raen91 che mi hanno dedicato un po’ di
tempo, recensendo il
capitolo scorso e ringrazio anche coloro che l’hanno letto e
messo tra le
storie seguite.
Guardate
che sono graditi anche nuovi recensori, mi piace sapere cosa pensate
della
storia. Buona lettura a tutti. Un bacino, Any.
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