Dean e Sarah: una nuova avventura

di Sarah1977
(/viewuser.php?uid=155930)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sette anni dopo ***
Capitolo 2: *** STRANI INCONTRI ***



Capitolo 1
*** Sette anni dopo ***


1 maggio 2017; giardino di una tipica casa americana, un padre ed un figlio che giocano felici, le loro risate che riempiono l’aria. Domenica pomeriggio, il momento della settimana più bello per Dean perché poteva dedicarsi solo ed esclusivamente alla sua famiglia: la moglie Sarah ed il figlio John. Una famiglia come tante altre di quel piccolo paese, almeno in apparenza. Erano passati sette anni dalla morte di suo fratello e quell’episodio aveva spinto Dean a cambiare drasticamente la sua vita. Aveva passato quasi trenta dei suoi trentasette anni andando a caccia di mostri e demoni, all’inizio anche con il padre e poi solo lui e Sam. Inizialmente non sapeva come poter guadagnarsi da vivere ma poi grazie a Bobby (un vecchio amico del padre anche lui cacciatore e che gli era sempre stato molto vicino, diventando per il ragazzo un secondo padre) aveva scoperto che il padre aveva lasciato ai figli una casa in quella piccola cittadina sperando che potessero vivervi una vita normale una volta risolta quella situazione. Qui, all’età di 32 anni, aveva poi trovato un lavoro come meccanico nell’officina della città ed aveva iniziato la sua nuova vita dopo aver convinto Bobby a trasferirsi al piano terra di quell’alloggio. Qualche settimana dopo il suo arrivo nella nuova abitazione si era trovato ad aprire la porta a due ragazze: Sarah, che aveva appena compiuto 20 anni ed era la figlia del pastore e che abitava nell’edificio di fronte con suo padre, e la sua amica Jessica. I lunghi capelli neri e gli occhi verdi di Sarah lo avevano subito colpito ed era stupito che volesse condividere la sua torta di compleanno con uno sconosciuto. Con il passare del tempo si accorse che ogni volta che transitava davanti a quella casa si voltava sperando di vederla e che la pensava sempre più spesso ma era anche fermamente deciso a non creare nessun tipo di legame. Sarah e la sua amica però cercavano di coinvolgerlo in ogni occasione e così si accorse che si era innamorato di lei. Ma la sua paura di legarsi nuovamente a qualcuno e vederlo morire come era successo con i genitori ed il fratello lo spingeva a fare di tutto per mantenere le distanze convinto che rimanere da solo fosse la cosa migliore per lui. Per questo quando Sarah decise di dirgli quello che provava per lui pensò che la soluzione migliore fosse quella di raccontarle tutta la sua vita nella convinzione di spaventarla ed allontanarla da lui. Ma le cose non andarono così: più Dean le raccontava quello che aveva passato prima di arrivare lì e più Sarah si innamorava di lui, qualcosa dentro di lei le diceva che quello sarebbe stato il padre dei suoi figli. La dolcezza dei suoi occhi ed il suo sorriso erano unici, tutto quello che aveva dovuto affrontare lo rendeva veramente speciale. Nonostante la ferma opposizione di suo padre quando lui le aveva chiesto se nonostante tutto quello che lui aveva fatto voleva sposarlo non aveva avuto esitazioni e poco più di un anno dopo quel loro primo incontro si erano sposati ed alcuni mesi dopo avevano scoperto che avrebbero avuto un figlio, il piccolo John, che adesso aveva tre anni e mezzo e che portava il nome del suo nonno paterno.

 
Sarah dalla cucina osservava il marito ed il figlio correre nel prato e si ritrovò a pensare a suo padre. Avevano sempre avuto uno splendido rapporto ma dopo la decisione di sposare Dean lui l’aveva messa di fronte ad una bruttissima situazione. Non accettando una scelta che riteneva avventata le aveva detto che se si fosse sposata con quel ragazzo si sarebbe dovuta dimenticare di lui e poche settimane prima del matrimonio se n’era andato senza farsi più sentire. Nonostante la tristezza, Sarah non aveva voluto rimandare le nozze per cercare di risolvere la situazione ed anche se in quegli anni aveva sentito spesso la sua mancanza non si era mai pentita di quella scelta: tutto ciò che aveva creato insieme a Dean la rendeva ugualmente felice. Vederlo lì accanto al loro figlioletto, vederli ridere e giocare felici, la faceva sentire realizzata. Ma proprio in quel momento un brivido le percorse la schiena e sentì che presto sarebbe cambiato qualcosa e pensò a sua madre e a come una cosa simile le fosse capitata qualche tempo prima della sua morte. Per dimenticare quel pensiero si decise a prendere la torta e raggiungere i suoi due amori. Il pensiero dei suoi genitori però l’aveva inquietata ed anche Dean si accorse che qualcosa la turbava. Quando John decise di correre in casa per portare un pezzo di torta al suo adorato zio Bobby, Dean ne approfittò per chiederle cos’era successo; si avvicinò a lei alle spalle, passò le sue mani lungo i suoi fianchi fino sulla pancia e stringendola dolcemente a sé le disse: “Cosa c’è che ti preoccupa?”. Nonostante il loro grande amore Sarah non gli aveva mai parlato della morte della madre nei particolari, limitandosi a dirgli che era morta in un incidente d’auto quando lei aveva dieci anni, e sentiva che parlarne in quel momento avrebbe solo peggiorato la sua situazione per cui si liberò da quel dolce abbraccio, si voltò per vedere i suoi occhi prendendogli le mani nelle sue e sorridendo gli disse: “Assolutamente nulla. Mentre vi osservavo dalla cucina ho ripensato al nostro primo bacio e a ciò che ha portato. Ti amo”. Dean non poté fare a meno di pensare che se qualche anno prima gli avessero detto che sarebbe stato così felice avrebbe risposto che era impossibile, che il suo destino era di fare il cacciatore e che nessuna donna lo avrebbe mai sposato, anche perché lui non l’avrebbe permesso, non avrebbe mai chiesto a qualcun altro di fare quella vita. Invece era lì, non solo aveva trovato il coraggio di lasciarsi alle spalle una vita che odiava ma aveva poi sposato una ragazza bellissima ed aveva un figlio: tutto ciò che aveva sempre sognato. Ricacciò le lacrime di felicità dentro di lui e rispose: “Baciare la figlia del pastore durante una festa della chiesa non fu esattamente una trovata intelligente. Nessuno avrebbe accettato che l’ultimo arrivato si presentasse così”. “Se tu non mi avessi baciata quella sera io non avrei mai trovato il coraggio di dirti che ti amavo e oggi non saremmo qui Dean. A 20 anni tutti mi vedevano solo come la figlia del pastore e i ragazzi avevano paura di chiedermi di uscire. Tu sei stato il primo a vedermi semplicemente come Sarah, a fregarsene di tutto e baciarmi … per di più in pubblico …” “E dopo sette anni non ti sei mai pentita di quella sera? Non hai mai pensato che senza quel bacio oggi, a 27 anni, la tua vita potrebbe essere migliore? ” “Assolutamente no! Hai reso stupenda la mia vita e per nulla al mondo rinuncerei a te e a nostro figlio. Ti sembrerà stupido ma sono sempre stata convinta che eravamo destinati a stare insieme” “Ti amo cucciola … amo nostro figlio … e mi prenderò sempre cura di voi … te lo prometto”. In quel momento non riuscì a trattenere le lacrime ma per sua fortuna arrivarono Bobby ed il figlio. Sarah aveva conosciuto quell’uomo già sulla sedia a rotelle e Dean glielo aveva presentato come suo zio. Quando le aveva raccontato la sua storia le aveva parlato anche di lui e la ragazza aveva iniziato a stimarlo tantissimo. Bobby aveva sempre visto nei due fratelli i figli che il destino gli aveva negato ed era sempre andato in loro aiuto dopo la morte del suo grande amico. Dal primo momento aveva fatto di tutto per spingere Dean nella braccia di Sarah convinto che fosse la ragazza perfetta per lui e da quando era entrata ufficialmente nella loro “stramba” famiglia (come gli piaceva definire la loro vita in comune) le aveva sempre dimostrato un grande affetto e anche la ragazza gli voleva bene: in quegli anni quando le era capitato di sentire la mancanza di suo padre parlare con lui l’aveva sempre fatta sentire meglio. Era diventato un secondo padre anche per lei e poi adesso c’era John che adorava le sue storie di mostri senza sapere che lo zio ed il suo papà gran parte di quei racconti li avevano vissuti veramente. “Non vi ringrazierò mai abbastanza” disse appena si fermò davanti a loro “mi avete dato una nuova famiglia”. Sarah non sapeva cosa dire mentre Dean se ne uscì con una delle sue solite battute; “Non mi starai diventando un sentimentale, vero?” disse lui.
La donna lo fissò sconsolata: come al solito veniva fuori quello che Sarah era convinta fosse il peggior difetto del marito, la sua capacità di fare battute di cattivo gusto quando voleva nascondere i suoi sentimenti. Dopo aver passato la vita a fingere ed essersi trovato spesso a dover coprire le sue paure comportandosi da “duro” era normale che alcune volte questo suo atteggiamento venisse ancora fuori ma mentre le persone che lo conoscevano bene capivano questo suo comportamento, e come lei e Bobby avevano imparato a dargli il dovuto peso, al di fuori della famiglia questo modo di fare veniva sempre frainteso e spesso diventava antipatico. Sarah avrebbe voluto che tutti potessero conoscere il vero Dean, quello che riempiva di affetto e di attenzioni lei e John e che si trovava a dover vivere con le angosce e le ferite del suo passato, con la costante paura di vedersi portare via tutto ciò che aveva ma che riusciva sempre a regalare un amore infinito alla sua famiglia. Svegliarsi insieme a lui a causa di un incubo era stata la cosa più difficile da superare nei primi mesi del loro matrimonio ma adesso sapeva che questa era una delle cose che aveva reso così salda la loro unione. Quante volte in risposta ai suoi tentativi di aiutarlo a superare quei momenti si era sentita dire “Tu non puoi capire” e subito dopo “Scusami” e aveva visto Dean piangere con la consapevolezza che niente di quello che poteva dire o fare in quel momento sarebbe servito ad alleviare il suo dolore, si limitava a stargli accanto abbracciandolo sperando che il suo amore con il tempo potesse aiutarlo a guarire o almeno ad alleggerire la sofferenza che provava. Era la figlia di un pastore ed era cresciuta sentendo parlare di angeli e di demoni, era consapevole di quale influenza potessero avere sulla vita degli uomini, ma ciò che lui aveva passato non se lo sarebbe mai immaginato. La consapevolezza di quante cose malvagie potessero esserci intorno a loro le faceva apprezzare pienamente ciò che di bello avevano. Anche se non era d’accordo, vista l’insistenza di Sarah in quegli anni Dean le aveva insegnato tutto quello che sapeva su come difendersi dal male. Quante volte le aveva ripetuto che insieme a lui sarebbe sempre stata in pericolo ma erano passati ormai sei anni e non era mai successo niente.
 
“Che ne dite di andare a fare una passeggiata al laghetto dei cigni?” disse ad un tratto Dean e “Giotta… giotta …” aggiunse John che adorava quel posto soprattutto per la giostra che c’era. “Andate voi ragazzi io resto qui in giardino a godermi questa splendida giornata di sole” rispose Bobby che in realtà come al solito cercava ogni pretesto per lasciali da soli. A Sarah dispiaceva lasciare solo l’uomo anche la domenica ma lui insistette e siccome le era impossibile dire di no a Dean e al figlio si avviarono loro tre verso il laghetto. Questo piccolo lago era al centro del parco cittadino ed era popolato da diversi cigni che in quel periodo avevano anche i loro cuccioli e distava solamente una ventina di minuti da casa loro. Era la meta domenicale preferita dalle famiglie del luogo che volevano passare un po’ di tempo nel verde con diversi percorsi attrezzati per ogni esigenza ed un’area riservata ai giochi per i bambini proprio vicino al laghetto. Arrivati lì percorsero il solito tragitto per giungere alle giostre. Ogni volta Sarah si stupiva di quanto potesse correre un bambino di tre anni e si fermava solo quando finalmente arrivava alla sua giostra preferita. Era arrivata in quella città circa due anni prima della morte della madre e quel posto era stato la loro prima, e sempre preferita, meta; là aveva tanti ricordi legati a lei ed in particolare le passeggiate primaverili alla scoperta dei più diversi fiori. Dalla morte della madre ci andava solamente quando la sua amica Jessica la obbligava, senza di lei quel posto non era mai più stato lo stesso, ma poi aveva incontrato Dean ed insieme a lui quel luogo aveva riconquistato la bellezza di quando vi andava con sua madre, aveva ripreso a passare interi pomeriggi lì e ad esserne felice. Era lì che durante quella famosa festa lui l’aveva baciata per la prima volta ed era lì che gli aveva detto che sarebbero diventati genitori. Ed adesso ogni volta che era lei a venirci come mamma era ancora più bello: ogni cosa vista con gli occhi del figlio aveva un significato diverso. Come al solito incontrarono diverse persone conosciute e così chiese a Helen, un’insegnante sua collega che aveva una figlia della stessa età di John, e a suo marito se potevano badare per qualche minuto a suo figlio mentre lei e Dean andavano al laghetto ma in quel momento il bambino ed Emily, la figlia di Helen, scesero dalla giostra e così decisero di andare tutti insieme a vedere i cigni. Vedere i due piccini mano nella mano faceva sorridere i quattro genitori e Dean e Jess già facevano progetti sul loro futuro mentre Sarah e l’amica sorridevano a sentire i loro discorsi. Arrivati alla zona dove vi era il maggior numero di cigni si sedettero su una panchina e si godettero il panorama mentre parlavano della festa che ci sarebbe stata fra tre settimane in quel parco. L’idea di fare una festa di primavera era stata della moglie del nuovo pastore per festeggiare un anno dal loro arrivo in città. Sarah ed Helen avevano preso l’impegno di organizzare il buffet visto che erano a contatto con molti genitori e la cosa non era stata così facile come avevano pensato. Alla fine Sarah avrebbe contribuito alla preparazione delle torte ed Helen si sarebbe occupata delle bibite. Sarah adorava cucinare dolci ed aveva deciso di provare una torta che sua madre le preparava spesso e della quale aveva da poco ritrovato la ricetta in un suo vecchio quaderno. Quella stessa torta che aveva preparato nel pomeriggio per la sua famiglia. “Andiamo a prendere qualcosa da bere? Sicuramente i bambini avranno sete” chiese Jess e così lui e Dean si avviarono verso il chioschetto poco distante. I due uomini avevano stretto una forte amicizia fin dal primo giorno in cui si erano conosciuti e Jess era la persona con cui Dean andava maggiormente d’accordo. A volte lui aveva la sensazione che l’amico potesse capirlo più di chiunque altro, aveva la percezione che sapesse più di quanto dicesse. Lui ed Helen si erano trasferiti lì da circa due anni e subito la donna e Sarah erano diventate amiche oltre che colleghe in quanto insegnavano alla stessa classe ed erano felici che anche i loro mariti avessero stretto una bella amicizia. Dean aveva proposto al proprietario dell’officina dove lavorava di assumerlo visto la mole di lavoro che c’era sempre e così avevano iniziato a lavorare insieme. “Oggi sei più silenzioso del solito, sei preoccupato? C’è qualcosa che non va?” chiese a Dean quando furono soli. “Tutto ok! È solo che questa settimana all’officina c’è stato parecchio lavoro e sono stanco” rispose lui anche se in realtà era tutto il giorno che si sentiva osservato e non capiva il perché. “Mi spiace averti lasciato solo ma mio padre si è sentito male e non potevo non andare da lui” “Non ti preoccupare … spero che stia meglio …” “Leggermente meglio ma purtroppo il suo cuore è sempre più malandato … Io ed Helen stiamo provando a dare un fratellino o una sorellina ad Emily. Entrambi siamo figli unici e fin da piccoli abbiamo desiderato una famiglia numerosa. Tu avevi un fratello, vero?”. Dean avrebbe voluto dirgli che non erano affari suoi e che non gli andava di parlarne ma non poteva. Cercò di farsi coraggio e raccontò che era morto in un incidente poco prima che lui si trasferisse lì ma si accorse che l’amico lo guardava in modo strano come se sapesse che gli stava nascondendo qualcosa.
Al ritorno Dean si voltò per controllare dove fossero John ed Emily e poco distante da loro vide una figura che non si sarebbe mai aspettato di vedere lì, che non poteva essere lì, ma fu una questione di pochi secondi per cui pensò di essersi immaginato tutto ma la cosa lo rese irrequieto. Con la scusa delle bibite si avvicinò ai bambini e li convinse ad andare a sedersi con loro. In quel modo se fosse successo qualcosa di strano li avrebbe avuti vicino e sarebbe stato più facile difenderli. Si accorse che aveva ricominciato a pensare come un “cacciatore” e la cosa non gli piacque.
 
La sera dopo cena decise di scendere a raccontare a Bobby quello che era successo al parco ma anche l’uomo gli disse che era impossibile, che sapevano entrambi che era morto e che non poteva essere tornato. “Non puoi continuare a vivere nel passato Dean, non è giusto! È sbagliato per te ed è scorretto nei confronti di Sarah e di vostro figlio. Loro si meritano tutta la tua attenzione ed il tuo amore” “Pensi che non lo sappia, Bobby? Vorrei scordare tutto quello che è successo prima di conoscere Sarah. E qualche volta ci riesco. Ma oggi quando mi sono voltato per controllare dove fosse John e mi è sembrato di vederlo lì  fra gli alberi poco distanti da noi ho avuto paura. E se fosse stato un grande sbaglio sposare Sarah? Se lei e John si trovassero in pericolo perché sono le persone che amo di più? Se non fossi capace di proteggerli? In fondo anche la mamma voleva una vita normale e desiderava che i suoi figli non subissero quello che aveva passato lei … ed invece guarda come siamo cresciuti io e Sam”. L’uomo avrebbe desiderato prenderlo a schiaffi, sapeva che se ce ne fosse stato bisogno Dean sarebbe stato capace di difendere la moglie ed il figlio, in fondo l’aveva sempre fatto anche con il fratello. Ma conosceva anche la sua grande paura di perdere nuovamente tutto, di vedersi portare via le persone che avevano ridato un senso alla sua vita. L’incontro con Sarah gli aveva restituito la voglia di vivere e la nascita di John lo aveva spinto a credere in un futuro migliore. Vederselo lì davanti così spaventato e con le lacrime che gli rigavano il viso era per il vecchio uomo un dolore insopportabile. Non poteva pensare che tutto tornasse come prima, il suo ragazzo non se lo meritava. Se solo avesse potuto ancora camminare gli avrebbe detto che c’era lui ad aiutarlo a proteggerli, ma cosa poteva pretendere di fare inchiodato su una sedia a rotelle? I due uomini passarono qualche istante in silenzio, fissandosi. L’affetto che li legava traspariva da quegli sguardi. “Comunque in questa casa sono al sicuro, adesso torna da loro” si limitò a dire Bobby.
 
Tornato al piano superiore Dean si fermò davanti alla camera del figlio e decise di entrare. Adorava osservarlo mentre dormiva. John era il suo piccolo angelo ed avrebbe potuto passare l’intera notte lì a guardarlo chiedendosi come potesse essere vero tutto ciò. “Incontrare la tua mamma ed avere te sono state le cose più belle che mi siano mai capitate. Mi avete aiutato a lasciarmi alle spalle tutto il mio passato e a guardare al futuro con felicità. Voi due siete tutta la mia vita adesso ma perché qualcuno lassù ha voluto darmi tutto questo dopo quello che ho fatto?” “Perché nonostante tutto sei sempre stato una persona giusta e buona, amore mio”. Dean si voltò di scatto e vide Sarah in piedi vicino alla porta della camera, indossava la camicia da notte bianca con tante roselline blu che le aveva regalato lui per il suo ultimo compleanno: quanto era sexi con quell’abitino che le arrivava al ginocchio. “Sarah … io …”. Quegli occhi verdi e quel sorriso avevano ridato un senso alla sua vita, era solo grazie a lei che aveva trovato il coraggio di andare avanti ed anche quando era convinto che Sarah non sarebbe mai diventata sua moglie la semplice consapevolezza della sua esistenza lo aveva spinto a non mollare. “Sei un padre ed un marito meraviglioso Dean” aggiunse lei baciandolo. “Oggi al parco Jess mi ha raccontato che lui ed Helen vorrebbero un altro figlio; e se provassimo anche noi a dare una sorellina al nostro angioletto?” “Potrebbe anche essere un altro maschio” “Questa volta avremmo un femmina, me lo sento. La nostra piccola Constance, lo stesso nome di tua madre”. Quando Sarah lo aveva convinto a dare al figlio lo stesso nome del nonno Dean aveva insistito nel farle promettere che quando avrebbero avuto una figlia le avrebbero dato il nome della nonna materna. Dopo quella frase Sarah lo guardava senza sapere cosa dire. Per la prima volta dopo la nascita di John sentiva che era giunto il momento di dare la vita ad una nuova creatura. Dean la prese in braccio e la portò in camera loro.
Il piccolo John però non rimase solo. Qualcuno aveva assistito a tutta la scena ed era rimasto lì con il bambino lasciando che i genitori concepissero la sua sorellina: era l’angelo protettore di questa famiglia, una vecchia conoscenza di Dean al quale era rimasto molto legato. Ne avevano passate tante nei due anni trascorsi insieme ed adesso il suo compito era proteggere la sua nuova famiglia. 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** STRANI INCONTRI ***


CAPITOLO 2
STRANI INCONTRI
 

 
 

Quello che era successo poco più di quindici giorni prima al parco aveva reso Dean più attento ad ogni particolare che lo circondava. Tuttavia non gli era più capitato di vedere quella persona che gli era parso di scorgere al parco e questo infondo lo tranquillizzava un poco. Quel pomeriggio sarebbe dovuto essere a casa per accompagnare Sarah a fare compere per la festa di primavera della domenica successiva ma la sua macchina, la vecchia Impala, aveva bisogno di urgenti riparazioni ed era rimasto in officina per eseguirle. Quell’automobile era l’unica cosa della sua vecchia vita che aveva conservato, non poteva liberarsene dopo tutto quello che avevano passato insieme e non voleva cambiarla anche perché era l’unica cosa appartenuta a suo padre che gli fosse rimasta e nel doppiofondo del bagagliaio conservava ancora alcuni degli attrezzi che usava prima di conoscere Sarah perché anche se sperava di non doverli più usare non ne era mai stato sicuro. Quante volte era stato sul punto di cambiarla ma poi non l’aveva fatto, quell’auto era ancora lì con tutta la sua storia ed i suoi ricordi. Gli era sempre piaciuto prendersi cura di lei ma quel pomeriggio ne avrebbe fatto volentieri a meno, sapere che la moglie e John sarebbero stati in giro da soli lo metteva stranamente in ansia. Per questo decise di fare il più velocemente possibile e raggiungerli.
 
Intanto a casa loro Sarah stava controllando nella dispensa cosa le occorresse per preparare le torte per la festa. Era sempre difficile fare queste cose quando era sola in casa con John perché il bambino non stava fermo un attimo e Sarah aveva una gran paura che si facesse male. Secondo Dean era troppo apprensiva e doveva lasciarlo capire da solo cosa era pericoloso, in fondo in casa non c’era niente di  così rischioso da costituire un grave pericolo per lui. Il mercoledì era il suo giorno libero dalla scuola e come al solito aveva dedicato la mattinata alle pulizie domestiche. Prima di pranzo era andata a prendere John all’asilo ed erano scesi da Bobby per mangiare insieme a lui e siccome il figlio era particolarmente agitato l’uomo si era messo a raccontargli una delle sue storie. Anche se l’aveva già sentita tantissime volte John adorava la storia dell’angelo che salva un giovane uomo dall’inferno e poi decide di aiutare lui ed il fratello nella loro battaglia contro il male. Per Sarah ascoltare quel racconto era sempre difficile perché sapeva cosa c’era, e chi c’era, dietro a quella narrazione, conosceva quello che aveva passato Dean in quei quattro mesi e quanto era stato pesante per lui raccontarle tutto quanto. Le sarebbe piaciuto incontrare Castiel, l’angelo del racconto di Bobby, per ringraziarlo.
Verso le tre chiamò John e lo preparò per uscire. Da qualche giorno non si sentiva molto bene: aveva ripreso ad avvertire quegli attacchi d’ansia di cui soffriva da bambina. Ma adesso non era più la bimba viziata che era stata descritta dai medici, secondo i quali era un problema caratteriale, e per di più la sensazione di gelo che accompagnava questi stati era molto più forte che in passato. Stava uscendo da casa quando una di queste crisi la colpì. “Sarah, stai male?” chiese Bobby che si era affacciato a salutarli e che aveva notato come improvvisamente la donna fosse diventata pallida. “Va tutto bene, non ti preoccupare” “Non ti starai stancando troppo vero? Non solo hai il tuo lavoro e la tua famiglia di cui occuparti ma ti preoccupi anche di questo inutile vecchio” “Lo sai che lo faccio volentieri Bobby!” “Sì … ma …” “Ti voglio bene. Ne abbiamo già parlato tante volte e io e Dean non ti permetteremo mai di chiuderti in una casa di riposo” “Non voglio essere un peso per voi due. Avete tutta la vita davanti ed è giusto che possiate viverla al meglio” “E tu sei parte di questa vita, lo sai … sai di essere importante non solo per Dean ma anche per me e John … in certi momenti senza di te non ce l’avrei fatta …”. Sarah decise di raccontargli delle sue crisi così che si rendesse conto che non era lui il problema. “E Dean non ne sa niente, vero?” chiese lui. “Niente. Non gliene ho mai parlato prima e non voglio dirglielo adesso. In questi ultimi giorni è più preoccupato del solito. Promettimi che non gli dirai nulla Bobby” “Penso che sia giusto che lo sappia ma mi fido di te e so che gliene parlerai al momento opportuno”. La voce di John li distolse dal dialogo. “E’ meglio che vada o faremo tardi. Ci vediamo dopo Bobby … Saluta lo zio, John”. Il bambino si avvicinò alla carrozzella dell’uomo che lo prese in braccio e lo abbracciò. “Ciao zio Boby … dopo storiella …” disse il piccino. Sarah e l’uomo si guardarono sorridendo, John non aveva ancora imparato a pronunciare correttamente il suo nome ed ogni volta la cosa li faceva ridere.
 
Siccome il negozio di alimentari dove andava di solito non era molto distante e la giornata era abbastanza calda decise di fare una passeggiata. Si trovò così a passare davanti alla casa dei genitori di Jessica, la sua amica d’infanzia, che non vedeva da quando lei e Dean avevano deciso di sposarsi: quel giorno Sarah era andata dall’amica subito dopo che lui le aveva chiesto di diventare sua moglie convinta che la ragazza sarebbe stata felice per lei ed invece la reazione di Jessica era stata estremamente fredda e l’aveva accusata di aver tradito la loro amicizia perché anche lei era innamorata di Dean ed era convinta che Sarah lo sapesse. Poco dopo il loro matrimonio l’amica era andata via e da allora non aveva più avuto sue notizie, almeno non direttamente da lei. “Buon pomeriggio Sarah, come stai?” chiese una voce femminile proveniente dal giardino della piccola casetta. Era la madre di Jessica che con grande felicità le comunicò che fra circa una settimana Jessica sarebbe tornata a casa. Sarah sapeva dei problemi che la sua vecchia amica aveva avuto in quegli anni, sapeva da altre persone che Jessica era stata ricoverata in una clinica per disintossicarsi, ma non osò chiedere nulla alla donna su questo. “Jessica è guarita dalla droga e può tornare a casa sua” le disse inaspettatamente la signora che in quegli anni aveva sempre fatto di tutto per evitarla. “Sono felice … veramente …” disse Sarah che sentendosi stranamente a disagio aggiunse “Devo proprio andare spero di poterla vedere presto”. “Non crederai che tutto tornerà come prima, vero? Solo perché Jessica torna finalmente a casa non penserai di poter cancellare quello che hai fatto. Eri la sua migliore amica e tu l’hai tradita e questo …” “Adesso basta Margaret! Sarah non sapeva che anche nostra figlia fosse innamorata di Dean … non puoi continuare così! Jessica ha scelto la sua strada da sola …” la interruppe il marito che era appena uscito da casa “Buona giornata Sarah ci vediamo domenica”. La donna capì dal suo sguardo che la stava aiutando ad uscire da quella situazione anche se lei avrebbe voluto chiarire la circostanza, difendere le sue scelte ed il fatto che non sapeva niente dei sentimenti dell’amica per Dean, ma non poteva poiché non voleva che il figlio vivesse quel momento e così ne approfittò: “Buona giornata anche a lei .. a domenica …”. E così dicendo proseguì per la sua strada. Lungo il tragitto non riuscì a smettere di pensare alla sua amica. Erano sempre state come sorelle fin da quando si erano conosciute, i genitori di Jessica collaboravano con suo padre e così loro passavano intere giornate insieme. Avevano sempre parlato di tutto e si erano sempre raccontate ogni cosa, sentimenti compresi, invece quella volta entrambe avevano evitato l’argomento. “Mamma triste?” chiese John e guardando quegli occhioni Sarah non poté fare a meno di sorridere: “No, cucciolo. Va tutto bene” gli rispose abbracciandolo. Quel bambino era la risposta ai suoi dubbi, se aveva sbagliato lo aveva fatto inconsapevolmente e John ne era la prova. Suo padre le diceva sempre che niente di buono poteva venire fuori da qualcosa di sbagliato, che ogni nostra azione ha una conseguenza uguale ma contraria. Perché in quelle ultime settimane stavano tornando a galla molte cose del suo passato? Perché aveva la sensazione che qualcosa volesse rovinare la sua vita e quella di Dean e distruggere la loro felicità? Sarah non poteva fare a meno di chiederselo sicura com’era che non avrebbe permesso a niente e nessuno di toccare la sua famiglia. Lei non lo sapeva ma anche Dean stava affrontando la sua stessa situazione, anche lui era alle prese con i fantasmi del suo passato.
 
Da solo, nell’officina dove lavorava, alle prese con la sua macchina da riparare, Dean pensava a suo fratello ed alla sua vita prima di conoscere Sarah. Nonostante le parole di Bobby e nonostante fossero passati sei anni senza che accadesse nulla l’aver pensato di vedere Sam quel pomeriggio al parco lo faceva preoccupare. Nonostante l’assurdità della situazione era sicuro di ciò che aveva visto. Dei passi lo distolsero dai suoi pensieri. “Ancora al lavoro ragazzo?” disse una voce maschile. “Buon pomeriggio signor Miller … stavo solo facendo delle riparazioni alla mia macchina”. Il signor Miller era il proprietario dell’officina. “Non ti giustificare. Avrei una proposta da farti, vieni in ufficio”. Dean non sapeva cosa dire e lo seguì all’interno. “Ormai sono vecchio. Fra qualche mese diventerò nonno per la seconda volta e mia moglie vorrebbe che mi dedicassi un po’ di più a lei. Questa officina l’ha creata mio padre e avrei voluto lasciarla a mio figlio ma siccome ho solo due figlie femmine la cosa non è possibile e ho deciso di lasciarla a te … se sei d’accordo, ovviamente” “Signore … io … non saprei cosa dire …” “Dimmi solo che ne parlerai con Sarah e poi mi farete sapere. Mia moglie e le mie figlie sono d’accordo, voi due ve lo meritate. Non preoccupatevi per i soldi … me li darete man mano che potrete”. Dean era sempre più senza parole. Quell’uomo era sempre stato gentile con lui, sua figlia Katy ed il marito erano stati i padrini del figlio, e adesso voleva lasciargli tutto quello. “D’accordo, questa sera ne parlo con Sarah e domani le faccio sapere” “Prendetevi pure tutto il tempo che volete per decidere tanto non ho intenzione di vendere l’officina a nessun altro Dean” “Sono sicuro che troverebbe qualcun altro a cui venderla” “Penso di sì ma voglio che sia tu ad averla ragazzo. In questi sei anni ho visto la passione che ci metti nel lavoro e credimi questo posto ha permesso a mio padre e a me di vivere in modo più che dignitoso per tutto questo tempo” “C’è sempre Jess, magari lui sarebbe interessato” “Tu parlane con Sarah e poi se decidete per il no proporrò la cosa a Jess”. Dean avrebbe voluto urlare che accettava ma c’era Sarah ed una decisione del genere la dovevano prendere insieme. “Se vuoi ti aiuto a finire le riparazioni alla vecchia Impala così puoi tornare prima dalla tua famiglia. Vuoi sapere una cosa strana a cui pensavo qualche giorno fa?” “Certamente …” “Circa quindici anni fa un uomo venne qui da me a fare delle riparazioni alla sua macchina, una Impala del ‘67 proprio come la tua: si chiamava John. So che quest’auto apparteneva a tuo padre e so che tuo figlio porta il suo nome … potrebbe essere stato lui quell’uomo?” “E’ possibile … è all’incirca quando ha comprato la casa dove abitiamo da quanto ne so … sarebbe una strana coincidenza” “E’ quello che pensavo anch’io ma devo dire che capirei perché la prima volta che sei entrato qui dentro ebbi la sensazione di averti già visto”. E così i due uomini si misero al lavoro insieme.
 
Sarah si stava allontanando da quella casa quando provò di nuovo quel senso di ansia ed un gran freddo e si accorse che un uomo poco distante da loro stava fissando lei ed il figlio in maniera insistente ma per fortuna il negozio era proprio lì davanti e vi entrò più in fretta che poteva. Quell’individuo era rimasto fuori ed anche il suo malessere era improvvisamente passato. Prese un bel respiro e si avviò ad acquistare tutto il necessario per le torte. Era un’impresa impedire al figlio di allontanarsi troppo da lei ma sentiva di doverlo tenere sotto controllo. Il bambino si stava distanziando per l’ennesima volta ignorando i suoi richiami ed allora disse: “John Winchester! Vuoi darmi ascolto … ti ho detto di rimanere vicino a me!” sapeva che chiamarlo con nome e cognome era il modo migliore per farsi ascoltare in certe situazioni. Tornando da lei il piccolo andò a sbattere contro un uomo lì vicino che nonostante la stagione indossava un impermeabile chiaro. “Angelo … angelo …” si mise a gridare il bambino. “John … basta …. Lo scusi ma gli piacciono le storie che racconta suo zio, specialmente quelle sugli angeli …” “Si figuri … mi chiamo James …” “Io sono Sarah … e lui si chiama John …”. Gli occhi di quell’uomo avevano una luce particolare e la donna si sentì stranamente al sicuro. “Non vorrei farvi perdere troppo tempo. Sono felice di avervi conosciuto … ciao John”. Sarah aveva la sensazione di doverlo ringraziare ma non ne capiva il perché e così lasciò che quella persona si allontanasse senza dire altro. Poco dopo stava controllando la lista della spesa per essere sicura di aver preso tutto quando l’ansia la prese nuovamente e più forte di ogni volta precedente. Si voltò di scatto e vide l’uomo che avevano incrociato in strada proprio dietro di lei. Istintivamente prese John e lo spostò dietro di sé. “Mi scusi ma vorrei proseguire” disse. Cercò di passargli a fianco ma l’uomo la prese per un braccio e la bloccò. Avrebbe voluto urlare ma non riusciva a parlare e la sua ansia aumentava. “Sei molto scortese Sarah” disse quell’individuo. La donna si chiedeva come facesse a sapere il suo nome visto che non si ricordava di averlo mai incontrato prima e riuscì solo a dire “Mi lasci andare subito … mi ha scambiata per qualcun’altra …” “Non così presto Sarah … non …”. “La signora le ha detto di lasciarla andare” intervenne qualcuno dalle sue spalle. Era l’uomo che avevano incontrato poco prima e così quell’individuo la lasciò libera. Mentre questi si allontanava, Sarah notò che i due uomini si guardavano intensamente come se si conoscessero e avessero qualche cosa in sospeso fra loro. “Grazie mille James. Quell’uomo deve avermi presa per qualcun’altra. Non so cosa volesse da me” “Di nulla Sarah è stato un piacere aiutarti. Penso che adesso non avrai più problemi”. La donna si voltò nella direzione verso la quale guardava l’uomo e vide Dean che stava arrivando. Sentì John dire “ciao angelo” ma quando si voltò per salutarlo James era sparito. “Scusa il ritardo amore ma il signor Miller è arrivato in officina ed ha voluto parlarmi. Dobbiamo discutere di una proposta che mi ha fatto”. Si accorse però che stava tremando: “Cosa è successo Sarah?”. “Andiamo a casa … poi ti racconto …” gli rispose abbracciandolo. Dean prese in braccio John e salirono in auto diretti verso la loro casa. Per tutto il tragitto Dean non poté fare a meno di stringere le mani di Sarah, quante volte lei lo aveva fatto con lui mentre le raccontava il suo passato, era il loro modo di sostenersi con un piccolo e silenzioso gesto che agli occhi degli altri passava inosservato ma che per loro aveva un’importanza enorme.
 
Arrivati a casa, lasciarono John a giocare nel salotto di Bobby mentre Sarah in cucina raccontava ai due uomini cosa le era successo. “Quella donna è insopportabile! Lo sa benissimo che io non sono mai stato innamorato di sua figlia. Deve smetterla di dare a te la colpa delle scelte sbagliate di Jessica!” “Non sono state le sue parole a ferirmi. La cosa più brutta è stato l’odio che ho sentito nella sua voce … la paura che ho provato mentre la guardavo” “Dovresti starle il più lontano possibile Sarah – intervenne Bobby – questa faccenda non mi piace”. “E non è tutto qui anche dopo mi è capitata una cosa alquanto inquietante” aggiunse la donna raccontando quello che le era successo dopo e di quei due strani incontri. Inoltre raccontò a Dean dei suoi malesseri. “Perché non me ne hai mai parlato?” “Era dalla morte di mia madre che non mi succedeva più ed ormai ero convinta che si trattasse veramente di un problema caratteriale”. In quel momento entrò John a reclamare la cena. “Ha ragione … guarda come si è fatto tardi. Vado a preparare” affermò Sarah guardando l’ora. “Se non ti dispiace io rimango un poco qui con Bobby, salgo fra mezz’ora … Ti amo Sarah”. Appena Sarah se ne fu andata Bobby prese per un braccio Dean e disse “Non mi piace dirlo, ragazzo, ma temo che Sarah e John si siano imbattuti in un …” “… demone” lo interruppe Dean. “Lo penso anch’io, Bobby. Secondo te dovremmo dirlo anche a Sarah? Non vorrei … ma stando in silenzio la metto ancor più in pericolo” “Non credo che ce ne sia bisogno per il momento. Ascolta: un uomo sui 35 anni, con un impermeabile chiaro, gli occhi azzurri ed i capelli castani. Non ti fa pensare a qualcuno che conosciamo?” “Stai pensando a Castiel? – chiese Dean stupito – Pensi che li stia proteggendo?”. “Credo proprio di sì. E dunque è inutile preoccuparsi troppo e spaventare Sarah. Con Cass che veglia su di loro la tua famiglia è al sicuro". Dean, invece, era agitatissimo; erano passati sei anni, pensava di essersi lasciato tutto alle spalle e si era costruito una nuova vita, e adesso? “Vado da loro, Bobby. Per quanto questa casa possa essere sicura preferisco esserci” “Prima vedi di darti una calmata! Così conciato Sarah capirebbe che qualcosa non va” “Se Cass è qui perché non è venuto ad avvertirmi?” “Non so. Magari è solo stata una coincidenza” “Però quel coso sapeva il suo nome! Quindi sapeva chi fosse!” “I demoni sanno un sacco di cose, l’hai dimenticato? Adesso basta. Calmati e vai da loro”. Così Bobby rimase solo nella sua cucina a pensare ad una cosa che lo lasciava perplesso: i malori di Sarah. Aveva una sua teoria che si era fatto ascoltando il racconto della donna per cui andò in camera da letto ed aprì il doppio fondo dell’armadio. Da anni non aveva più toccato quei libri che tante volte gli avevano permesso di aiutare i due ragazzi a sconfiggere i più diversi mostri che si erano trovati ad affrontare, ma adesso doveva scoprire se ciò che pensava potesse avere qualche riscontro.
 
Intanto, al piano superiore, Sarah stava finendo di preparare la cena mentre Dean si era messo a giocare con il figlio. A tavola l’uomo raccontò la proposta che gli aveva fatto il suo capo quel pomeriggio. “Le auto sono sempre stata la tua passione Dean. Sarebbe bello poter gestire quell’attività in prima persona, ti darebbe un sacco di soddisfazioni” “Sì … ma mi porterebbe via anche molto più tempo e ci costerebbe parecchio”. Sarah sapeva quanto il marito adorasse quel lavoro e sarebbe stato bello che avesse finalmente qualcosa di tutto suo ma effettivamente la loro situazione finanziaria in quel momento non era delle migliori, avevano da parte un po’ di soldi ma sicuramente non bastavano per acquistare l’officina. E poi c’erano quel suo ritardo e quei piccoli malesseri mattutini che aveva da qualche giorno. “Senti … magari ti sembrerà un’idea stupida … ma che ne diresti di proporre a Jess una società? Potreste rilevare insieme l’officina e dividere costi e ricavi”. Dean guardò la moglie stupito. Effettivamente poteva essere una buona idea: il lavoro sarebbe rimasto più o meno lo stesso per entrambi ed il costo sarebbe stato diviso. Sarah si accorse che il marito la stava fissando: “Cosa c’è? Ti sembra una proposta così insensata la mia?” chiese lei. “Assolutamente no! È un’idea stupenda, Sarah … solo che … sei bellissima amore mio” disse Dean alzandosi dalla sedia. L’uomo prese il figlio e lo sedette sulle gambe della moglie e poi li abbracciò entrambi: “Vi amo famiglia”. Sarah si accorse che l’uomo stava piangendo e dopo qualche insistenza riuscì a farsi spiegare cosa stesse succedendo. “E così l’uomo che ha allontanato quell’individuo sarebbe Castiel?” “Penso proprio di sì. Sono stato uno stupido a pensare di poter avere una vita normale! Un egoista che ha pensato solo a se stesso e non alle persone che amava!” “Non è vero … conoscevo il tuo passato quando abbiamo iniziato questa vita: quante volte mi hai ripetuto che se ti avessi sposato potevo trovarmi in pericolo? Questo è quello che hai sempre desiderato Dean ed insieme non permetteremo a niente e nessuno di rovinare ciò che abbiamo. Questa cosa mi fa paura, è vero, ma è più grande l’angoscia di perdere te … insieme abbiamo affrontato le tue paure e continueremo a farlo. Sei stato il primo uomo con cui ho condiviso un letto … con cui ho diviso me stessa, amore mio. Accanto a te sono diventa madre … sono diventa una donna …”. Gli occhi di Sarah brillavano di una luce particolare, quella stessa luce che aveva visto la prima volta che l’aveva incontrata e che l’aveva conquistato. Lo sguardo della donna aveva un qualcosa di unico che la rendeva speciale anche se Dean non ne capiva il perché. Solo una volta aveva visto quella luce negli occhi di una persona. Ma Anna era particolare ed unica, almeno era quello che pensava lui. “Ma sono stati anche sei anni in cui ti sei trovata a condividere il mio passato, i miei incubi, le mie crisi isteriche. In molti momenti ero uno schifo e so che non è stato facile per te. Ti sei trovata improvvisamente sola ed io invece di aiutarti ero un peso … mi dispiace cucciola” “Forse … in certi momenti … ma oggi …”. Le parole di Sarah furono interrotte dal piccolo John che era lì, seduto sulle sue ginocchia, e che reclamava l’attenzione del suo papà: “Andiamo giocare papà” disse. “Papà arriva fra un attimo piccolo mio” rispose Dean. “Guarda nostro figlio e dimmi che pensi veramente che questi anni siano stati brutti, Dean! A volte è stato difficile, è vero, ma quando vedo John so che ne è valsa la pena. Lui è la risposta a tutto … un bel fiore non può nascere da un seme cattivo. Ti amo e ti amerò per sempre” disse Sarah guardando il figlio che si sistemava nel suo angolo dei giochi. “Non volevo dire questo Sarah … ma a quante cose hai rinunciato per me? Quante cattiverie hai sopportato dopo il nostro matrimonio? Voglio solo che tu … che voi possiate essere felici. Vorrei solo invecchiare accanto a te e che nostro figlio crescesse con l’affetto e la presenza della sua mamma. Desidero che abbia tutto ciò che non ho potuto avere io. Questo è il mio piccolo angolo di paradiso”. Quando decisero di sposarsi molti abitanti della cittadina non si erano fatti problemi a criticare la scelta di Sarah, suo padre se n’era andato e la sua migliore amica la odiava. Per mesi avevano avuto gli occhi di parecchia gente puntati sulla loro casa nella convinzione che il loro matrimonio sarebbe presto fallito, che la differenza d’età era troppa e che Dean si sarebbe dimostrato un poco di buono e la ragazza si sarebbe ritrovata sola e magari con un figlio da dover crescere. Oltretutto c’erano i problemi di lui a rendere più difficile la situazione ma Sarah non aveva mai mollato ed ora tutti i suoi concittadini ammiravano la loro famiglia. Erano stimati e rispettati anche se avevano trovato dei veri amici solo nella famiglia del signor Miller e poi in Helen e Jess quando arrivarono in città. “Ed è anche il mio, amore. So che non pensavi che avessimo sbagliato, ma non voglio che tu ti senta in colpa per le cose brutte che sono capitate … a volte queste succedono e basta. Qualunque cosa accada l’affronteremo insieme come abbiamo sempre fatto. Mia madre mi diceva: segui sempre il tuo cuore e la vita ti ricompenserà. Adesso finiamola di parlare di tutto questo Dean. Va ha giocare con John mentre io finisco di riordinare la cucina, poi vi raggiungo”. Nello stesso momento Bobby aveva rinunciato a continuare nelle sue letture senza aver ottenuto i risultati sperati. Nessun libro aveva confermato o smentito quanto pensava, aveva solo il ricordo dei racconti della sua amica Pamela su come lei avesse scoperto di essere una sensitiva: il forte senso di paura e di vuoto che la prendeva prima di imparare a controllare le sue capacità. Purtroppo la donna era morta anni prima aiutando i suoi ragazzi e non avrebbe potuto facilitarlo in quella ricerca. Guardava la foto insieme a Dean ed alla sua nuova famiglia e non poté fare a meno di pensare al suo grande amico: “John, cosa faresti tu al mio posto? I tuoi ragazzi sono stati dei figli anche per me e non voglio che Dean passi ciò che hai subito tu”.
 
Qualche ora dopo Sarah e Dean erano nella loro camera da letto. Di solito quello era il momento dedicato a raccontarsi la loro giornata ma oggi ne avevano già discusso abbastanza ed erano lì a fissarsi l’un l’altra senza sapere cosa dire. “Ho passato anni a lottare contro ogni tipo di male … a difendere l’unico legame che mi era rimasto … Sono riuscito ad andare avanti dopo aver perso Sam e poi ho incontrato te. Un lavoro normale … una casa … un figlio … sei anni passati a costruire una vita tranquilla, e adesso?” “Uniti nella buona e nella cattiva sorte, questo è il matrimonio Dean. Qualunque cosa possa succedere io non ti lascerò mai!”. Dean la guardò avvicinarsi a lui ed appoggiare il viso al suo petto e non poté fare nient’altro che abbracciarla. Sentire il profumo dei suoi capelli, avvertire il calore del suo corpo ed il suo respiro, era qualcosa a cui non avrebbe mai potuto rinunciare. Stringerla fra le sue braccia così fragile ed indifesa gli faceva sentire una immensa responsabilità: la sua piccola dolce Sarah si era sempre fidata completamente di lui, aveva stravolto la sua vita per lui, sentiva il dovere di fare tutto per non deluderla. La osservava dormire e ripensò alla prima volta in cui avevano condiviso quel letto; quanto era cambiata da allora la sua vita e quanto era cambiato lui. Era diventato un uomo affidabile ed un padre ed un marito stimato, chissà cosa avrebbero detto i genitori, il fratello e gli amici della sua vecchia vita nel vederlo così.
  

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=862772