Remake del Gatto

di Lizzie_Jane
(/viewuser.php?uid=155531)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sorriso...StregatTo ***
Capitolo 2: *** Appena dentro ***
Capitolo 3: *** Traditrice ***



Capitolo 1
*** Sorriso...StregatTo ***


Lui era lo Stregatto, lo Stregatto Astratto per la precisione. Viveva a Sottomondo da quando ne aveva memoria e mai e dico MAI avrebbe immaginato di vedere il suo amato paese ridotto in quelle condizioni. Tutto era stato distrutto. Tutto era stato devastato. Nulla era più come prima. Una minaccia ignota incombeva su quelle terre ormai da molto tempo. Cosa o chi avesse soggiogato ogni singolo abitante di quelle terre era un mistero. Lo Stregatto si era spinto fino alla Rocca Nera proprio per scoprirlo.
 
“Grazie alle mie proprietà evaporatici posso penetrare con facilità all’interno del castello”, questo stava pensando il magico gatto mentre, con circospezione, si avvicinava alla temibile rocca.
Stava giusto per rendersi invisibile quando una voce proveniente dalla nebbia e che pareva venire dall’oltretomba disse, con tono lugubre:
-Chi sei?-
-Ehm…io?- domandò il gatto
-Sì, chi sei? –
-Mmm…vede, è questione di opinioni, alcuni mi considerano un gattaccio spregevole, altri pensano    che io sia uno spirito inventato per far paura ai bambini…a volte subisco delle crisi di identità sa?!Comunque, personalmente, mi piace considerarmi un semplice Stregatto Astratto. E lei? Sa dalla sua voce sembra non avere una bella cera.Ma in fondo la capisco, con questa terribile umidità chissà che mal di gola le vengono…-
-Eeeeeeeh…si tira avanti come si può…Comunque!Chi sei?Ma soprattutto!Che ci fai qui?Vattene! Non ti è permesso proseguire oltre.- disse l’essere con voce profonda
-Sa, sarebbe un vero peccato andarmene ora, ho fatto così tanta strada…Ma sa, forse in fondo a ragione…perche mai dovrei infilarmi in questo buco nebbioso che sembra fungere da porta e proseguire rischiando la vita?-
-Già, perché? Non ti conviene…vattene!-
-Forse lei ha ragione, sembra molto pericoloso…ma sa, in fondo cosa ho da perdere?Me lo dica lei…-
-La vita forse?-
-Sssì, ottima obiezione, ma sa, in fondo questo è solo un dettaglio secondario e trascurabile…quindi…arrivederci e grazie, ottima conversazione, davvero!Non ne facevo una simile da quando il caro Cappellaio è uscito fuori di zucca, cioè molto tempo fa…sa, da allora farfuglia solo di corvi e di scrivanie…preoccupante non trova?- continuò il gatto tentando di varcare la soglia del castello-
-NO!Fermo!Come ho già detto non si può proseguire!Vattene ora!-
-Lei è proprio petulante…non gliel’ha mai detto nessuno?Avrei preferito entrare con metodi civili e sensati ma sa, dopotutto io sono uno Stregato, sono illogico per natura e ora, arrivederci.-
Dopo aver pronunciato queste parole il magico gatto viola evaporò, ma non prima, ovviamente, di aver lasciato fluttuare nell’aria (letteralmente) un enigmatico sorriso.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Appena dentro ***


Ciò che aveva davanti era impossibile, si disse il gatto.Ma dopotutto, a ben pensarci anche lui stesso era impossibile e allora perché mai porsi il problema? Semplice: lui era lo Stregatto! Lui DOVEVA porsi il problema! Si guardò attorno; l’ambiente circostante era quasi il triplo della dimensione complessiva del castello visto da fuori, da ogni parte c’era una scala e in cima a ogni scala c’era una porta. Cosa c’era dietro a ogni porta? Un mistero, ecco cosa c’era.
Proprio in quel momento dalla porta in cima alla più imponente delle scalinate, quella centrale, si levò un rumore. Una fitta nebbia prese ad alzarsi dallo spiraglio. Incuriosito, il Gatto, si avvicinò cautamente.
-Chi sei?- chiese una voce
“Oh, no! Non di nuovo!” pensò lo Stregatto –Sono un gatto magico fatato e bla bla bla…possibile che io debba ripeterlo a tutti qui dentro?!- rispose l’animale con voce prima svogliata e poi esasperata
-Non osare mancarmi di rispetto!Immonda creatura!-
-Ehi, stiamo calmi…magari sono un po’ subdolo e meschino ma da qui a definirmi immondo ce ne vuole!- affermò con tono offeso e ironico lo Stregatto
-Comunque…ora ti trivi all’interno della Rocca Nera e, per proseguire, devi superare alcune prove…-
-Alt alt alt!- lo interruppe il gatto –Non potreste semplicemente condurmi dal…capo?…faremmo prima, no?-
-No-
-Ok…-
-E ora seguimi, affronterai la prima prova!-
-Va bene, posso almeno vedervi in viso?-
-No!- rispose la guardia in modo brusco
 
L’animale seguì il guardiano oltre la porta ma, prima di varcare la soglia, formulò un ultimo importante pensiero:
“E’ mai possibile che in questo posto non si possa mai vedere in faccia con chi si parla?!Che razza di maleducati!Mi ritengo indignato!E riferirò questo pensiero al comitato lamentele…ce ne sarà uno no?!”
 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Traditrice ***


Non poteva credere ai suoi occhi; ecco perché tutto Sottomondo gli era sembrato disabitato negli ultimi tempi. Erano tutti lì. Imprigionati da colui che stava minacciando la quiete di quel paese, una volta felice. Avevano pesanti catene ai polsi e, accasciati a terra in una posizione scomposta, sembravano addormentati.
“Speriamo stiano solo dormendo” si disse il gatto
Era il momento di lasciare perdere l’ironia e di fare sul serio.
Non poteva lasciarli morire. Li avrebbe salvati.
C’erano tutti: il Cappellaio, spogliato però del suo amato cappello; il Brucaliffo, avvolto per metà nel suo bozzolo, catturato probabilmente durante la sua metamorfosi; il Bianconiglio, ancora con la tromba al suo fianco, pareva caduta dalla sua zampa immobile, come se l’avesse perduta nel vano tentativo di lanciare un allarme. E poi…la vide.
-Alice- esclamò lo Stregatto –No!-
La bambina, probabilmente, era rimasta imprigionata lì durante uno dei suoi viaggi a Sottomondo. Vi si recava spesso, adorava quel luogo, e adorava i suoi abitanti.
-No!- urlò ora l’animale
-Zitto! E seguimi- lo richiamò la guardia
-Ma è una bambina!-
-La mia Signora non fa sconti a nessuno- concluse il soldato
Il gatto, tristemente, tornò a guardarsi attorno.
C’era perfino la Regina Rossa, con tutta la sua armata di carte, quella donna era la principale sospettata per ciò che stava accadendo al Paese delle Meraviglie; se non era lei, chi era?
Quel giorno li vide tutti, i suoi amici, lo Stregatto.
Il guardiano lo condusse oltre un’altra porta.
Il salone successivo era stupefacente; su un altissimo piedistallo di cristallo si trovava uno scranno di colore latteo.
Nell’aria cominciò a risuonare una musica malinconica, dietro allo scranno si scostò una tenda e qualcuno si avvicinò.
No. Non era possibile. Non lei.
Sullo scranno, in posizione altezzosa e supponente, sedeva Mirana, la regina bianca. Colei che aveva portato, tempo prima, la pace a Sottomondo ora si schierava con le forze del male.
-Ciao Gatto- sibilò la donna
Poi l’animale non vide più nulla e si sentì precipitare verso il basso.
 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=860573