She

di Erisachan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prima che io cominci a battere seriamente le mie dita sulle lettere di questa tastiera, c'è qualcosa che devo dire: quella che mi appresto a raccontarvi non è la storia di Gerard Way, non è un racconto di Natale e a dirla tutta non è neppure un racconto.

Questa è la storia di quando Gerard l'ha incontrata.
La storia di una canzone.
La storia di questo biglietto:

"Ricordati che Babbo Natale ti sta guardando!"

Questa è la storia di Adrienne.


She


She...
She screams in silence
A sullen riot penetrating through her mind
Waiting for a sign
To smash the silence with the brick of self-control

Are you locked up in a world
That's been planned out for you?
Are you feeling like a social tool without a use?
Scream at me until my ears bleed
I'm taking heed just for you

Green Day - She - Dookie



"Non so neppure spiegarmelo, non saprei neppure dire da quando sia così, quello che so per certo è che il Natale non mi piace."

Gerard pensava a questo il pomeriggio della vigilia mentre guardava fuori dal parabrezza della sua macchina.
Stava andando a casa.
Per meglio dire stava tornando alla casa della sua infanzia, da sua madre. Lynsday e la bambina erano partite in aereo.
Sua moglie si era detta del tutto contraria a voler percorrere tutti quei i kilometri rinchiusa in un cubicolo, così aveva preso le sue valigie e aveva annunciato che sarebbe partita in aereo con la piccola; la stessa risposta si era sentito dare dal fratello "non vedo davvero perché vorresti andare in macchina! E' una cazzata! Secondo me hanno ragione i fan, hai una crisi di mezza età fratello"
ovviamente dopo un sonoro vaffanculo e il rinculo di una cornetta che cade neppure la solita dedizione che muove Mikey nel seguire il fratello hanno fatto sì che si riconcigliasse e partisse con lui.
Quindi il nostro Gerard, se ne stava da solo nella sua auto e pensava che il Natale gli faceva schifo.

Nonostante tutto però era felice di tornare a casa, era davvero tanto tempo che non vedeva sua madre e l'aria del New Jearsy per quanto possa sembrare strano, gli mancava.
Da quando aveva sfondato con la sua band molte cose erano cambiate, si era trasferito a Los Angeles, la terra del sole, la California dei sogni, quella dei VIP, le persone importanti.
Lui però anche dopo 3 cd, un quarto in via di produzione, copertine sui giornali assicurate e un fumetto che sta per diventare un film, a sentirsi una persona importante non aveva ancora imparato.
Gli piaceva sentirsi "normale", uscire di casa in tuta per andare a prendere il latte che era finito, andare alle fiere del fumetto e passare come uno qualunque dei nerds che le presiedevano.
Erano cose a cui rinunciare non avrebbe mai imparato. Importava poco che la gente lo fermasse per strada o lo additasse incuriosita dopo averlo visto, Gerard continuava a sentirsi un ragazzo qualunque che dal New Jearsey si era trasferito nella terra del sole. Sua moglie questo non lo capiva, gli ripeteva spesso che doveva avere più cura della sua privacy, era una persona famosa e questo comportava dei cambiamenti e le rispettive responsabilità del caso. Lui questo lo capiva, solo, non era mai stato bravo a prendersi responsabilità che non riusciva a ritenere davvero necessarie, semplicemente, non gli andava di cambiare.
Dopotutto era stato il ragazzo del New Jearsey a fondare i My Chemical Romance, era sempre lo stesso ragazzo quello che scriveva "The Umbrella Accademy" ed è ancora lui quello che va alle fiere dei fumetti, quello che si incazza quando chiamano le sue action figures "bambole", quello che quando entra in un negozio di giocattoli insieme a un regalo per sua figlia non può fare a meno di prenderne uno anche per se, questo era sempre stato Gerard Arthur Way, se non era riuscito a cambiarlo il liceo, difficilmente ce l'avrebbe fatta qualcos'altro.

Per uno come Gerard il liceo era paragonabile all'inferno, quando sei uno sfigato è già difficile uscirne illeso, ma quando sei uno sfigato convinto è quasi utopico pensare di sopravvivervi.
Lui però ce l'aveva fatta. Nonostante gli amici gli dicessero che se voleva davvero smetterla di prenderle, di essere sempre deriso, doveva cambiare il suo modo di essere, o perlomeno "fingere" di farlo; lui non ascoltava, non voleva ascoltare, lui era fatto così, se agli altri non piaceva, fatti loro, era convinto di quello che faceva e non sarebbe cambiato solo per prendersi un pugno in meno, piuttosto, pensava, avrebbe aspettato il giorno in cui avrebbe potuto contrattaccare.

E forse questo pensiero lo deve a lei, ad Adrienne.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Capitolo .1



"Davvero, vorrei solo capire perché, non mi pare di chiederti troppo dopotutto, solo una spiegazione plausibile. Per una volta, solo per una mi piacerebbe avere ragione, sai quella sensazione bellissima che si sente quando tutti ti remano contro e ciononostante tu vai per la tua strada e alla fine ce la fai e puoi sentire che avevi ragione, cazzo! E puoi pure sbatterlo in faccia a tutti! Ecco, quel tipo di sensazione lì io non l'ho mai provata. Ora, so che non si può avere tutto, ma a 32 anni, provarla per una volta, non mi pare sia chiedere troppo! Quindi, mi vuoi spiegare perché cazzo ti sei fermata in mezzo al fottuto deserto dopo sì e no 100 km di strada percorsa!?"

Gerard, che fino a quel momento aveva totalizzato un record di 30 minuti buoni di pazienza, con la faccia affondata nel motore della sua macchiana cercando di capire perché le nozioni di montaggio delle astronavi di Star Wars non fossero applicabili alla riparazione del motore di una macchina, che oltretutto, "avrebbe dovuto" essere come nuova, aveva appena gettato la spugna ed ora prendeva a calci una delle ruote anteriori della suddetta inveendole contro alla ricerca di spiegazioni su quanto era accaduto.
Ricordava di aver caricato le valigie, aver chiuso con delicatezza il portabagagli, essersi seduto al posto di guida, allacciato le cinture e avviato il motore, si era pure ricordato di salutarla la sua piccolina! Una carezza veloce sul cruscotto e un sorriso che avrebbe intenerito il Diavolo in persona.
Quindi, si disse tirando le somme, non poteva certo essere colpa sua se ora era stato abbandonato, lui aveva fatto tutto il dovuto, l'aveva persino portata dal meccanico per una revisione pochi giorni prima!
Purtroppo però Dio lo odiava, o perlomeno si divertiva molto a vederlo in questo tipo di situazioni, se così non fosse non sarebbe dov'è ora.
Quindi, non gli restava che vagliare le possibilità che gli restavano, si accasciò poggiando il suo dolce di dietro alla portiera della macchina e fissò il cielo alla ricerca di un'illuminazione.

Illuminazione numero 1: chiamare Mikey e farsi venire a prendere.
Bocciata.
Per nulla al mondo avrebbe telefonato a quel fratello ingrato, soprattutto non dopo aver ribadito il concetto che poteva andarsene affanculo se non era abbastanza uomo da sopportare un viaggio in macchina all'avventura!

Illuminazione numero 2: Chiamare Frank.
Bocciata.
Conosceva modi molto meno dolorosi e pure più rapidi per suicidarsi che chiamare il suo chitarrista.
Primo: gli avrebbe risposto con una risata.
Secondo: seguita da un vaffanculo. Da quando avevano litigato due anni fa non era più stato come prima, nonostante stessero entrambi cercando una tregua, nessuno dei due era abbastanza umile da chiedere davvero scusa all'altro, soprattutto quando nessuno dei due pensava di essere davvero nel torto.
Le cose quindi andavano allegramente degenerando e nessuno dei due faceva niente per fermarne la corsa verso il basso.

Illuminazione numero 3: Lasciarsi morire al sole e far sentire tutti delle merde per non essere andati con lui e non averlo, di conseguenza, salvato.
Bocciata.
Era ancora troppo attaccato all'idea di provare quella rinomata sensazione per lasciarsi morire.
Nonostante l'idea di farsi rimpiangere lo allettasse abbastanza; dopotutto sarebbe stata un'uscita di scena importante, di lui si sarebbe detto che era morto alla ricerca dell'avventura come un vero uomo!
Ovviamente il fatto che probabilmente la maggior parte delle persone avrebbero pensato che era morto da sfigato orgoglioso non lo sfiorava nemmeno.

Illuminazione numero 4: L'autostop.
Promossa.
Dopotutto era l'unica plausibile, avrebbe chiamato un carro attrezzi per farsi portare l'auto a casa e poteva sempre inventarsi una storia plausibile per quando sarebbe arrivato e avrebbero notato che era senza la suddetta.

Unico problema all'orizzonte: non aveva ancora visto passare una macchina da quando era rimasto a piedi.
Aguzzò la vista verso l'orizzonte cercando di vedere se riusciva a scorgere un'auto in lontananza: niente da fare.
Non gli restò che rientrare, accendere la radio e ringraziare se stesso per essere una persona previdente ed essersi portato una confezione di Red Bull e la sua immancabile scorta di merendine al cioccolato.

"Prima o poi qualcuno passerà".

Un ora e mezza, 7 merendine e 6 Red Bul dopo, erano passati: 2 ciclisti, 1 trattore e 5 macchine dirette dalla parte opposta.
Quando aprì l'ottava nonché ultima merendina Gerard cominciò a sentire che la speranza lo stava abbandonando.
Fortunatamente fu allora che una macchina si accostò proprio dietro la sua e ne scese una ragazza che bussò al suo finestrino.

"Ha bisogno di aiuto?"

"Offio! Fì Gfafie! Fifafefte qfuafcufo!"

Ovviamente Gerard stava "ancora" masticando la sua ultima merendina mentre abbassava il finestrino e cerava di rispondere - senza troppo successo - all'angelo che gli si era presentato di fronte. Purtroppo tutto quello che il suddetto angelo capì dopo una breve occhiata alle 6 lattine sparse sul sedile del passeggero, le "bambole" che ospitavano quelli dietro e la faccia completamente sporca di cioccolato del pilota fu che Gerard gli sembrava una persona pericolosa; quindi fece immediatamente dietrofront verso la sua macchina e mise in moto più veloce che poteva abbandonando il nostro eroe in ginocchio, in mezzo alla sabbia, con una mano protesa verso la sua unica speranza di salvezza che se ne andava sgommando verso la stessa direzione in cui avrebbe dovuto dirigersi lui.

"Fanculo! Fanculo! Fanculo e ancora fanculo! Cazzo!" Aveva allegramente ricominciato a prendere a calci la sua macchina, non per altro, ma lì intorno da prendere a calci c'era rimasta giusto lei. Smetté solo quando sbagliò la mira e prese la carrozzeria, che ovviamente gli fece un male fottuto facendolo ricominciare a imprecare contro svariate divinità, che ci credesse o meno aveva poca importanza.

"Lei saprebbe sicuramente cavarsela in una situazione come questa, anzi, sicuramente non ci sarebbe mai finita in questo casino..."

Gli succedeva sempre a Natale, di ripensare a lei.
Ad Adrienne il Natale piaceva tantissimo.
Adrienne amava il Natale con tutta se stessa.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Capitolo .2



Il giorno in cui Gerard parlò per la prima volta con Adrienne era un giorno come tanti, se ne stava correndo a gambe levate cercando di seminare i soliti bulli, né più né meno di quello che accadeva in tutte le pause pranzo che ricordasse dalla prima liceo alla terza.
Quel giorno però, mentre correva incontrò un ostacolo sul suo cammino, ed essendo il nostro eroe agile come una lince morta ci andò a sbattere contro senza nemmeno azzardare un tentativo di schivata.
Conosceva i suoi limiti.

Solo, non aveva ancora capito contro "cosa" era andato a sbattere. La prima cosa che registrò fu che quella "cosa" era senza dubbio bassa, la seconda che era morbida, la terza che inspiegabilmente nonostante la caduta e correlata stoppata i bulli non l'avevano ancora afferrato... La quarta fu che la "cosa" tirava dei calci nelle palle niente male.

"Ma si può sapere che cazzo ti metti a correre senza guardare dove vai? Razza di coglione decerebrato! Cazzo!"

Gerard aveva appena ricominciato a respirare, quindi tra le varie urla indirizzate alla sua persona riuscì a carpire giusto un "coglione decerebrato" infilato a cazzo in una delle frasi.
Poi.
Alzò lo sguardo.

Tutti a scuola sapevano chi era Adrienne.
Perché Adrienne era bella.
Perché Adrienne era intelligente.
Perché Adrienne era forte.
Perché Adrienne era totalmente fuori di testa ed era in assoluto l'ultima persona al mondo da far incazzare.

Gerard tutte queste cose le sapeva e nonostante fosse un nerd convinto, fino ad allora si era ben guardato dall'entrare in contatto anche solo visivo con lei.
Solo, la prima cosa che aveva registrato andandoci a sbattere addosso era che era bassa.

Dette uno sguardo alle sue spalle, così, giusto per assicurarsi che non ci fosse nessun volontario che volesse accorrergli in soccorso, sia mai che per una volta se la cavava liscia!
Quindi, appurato che era rimasto solo fissò Adrienne.

"Mi dispiace, non ti avevo vista sei troppo bassa"

Non è che Gerard fosse stupido, era solo che non aveva ancora imparato a connettere prima il cervello e poi la lingua, per il resto era pure discretamente intelligente per la media.

Al secondo calcio nelle palle pensò che sarebbe morto vergine, fosse anche scampato ottant'anni.

"Vediamo...come avresti intenzione di farti perdonare ora?"

Adrienne si era chinata verso di lui, i gomiti poggiati alle ginocchia, i polsi a tenere su il mento, i capelli lunghi scompigliati sulle spalle e in viso il sorriso più inquietante che Gerard avesse mai visto.

"Ti prego! Tutto ma non il mio pranzo!"

Le priorità del nostro eroe sono sempre state ben salde.

"Ahahahahahahah pranzo?!? Ahahahahahahahahha" rideva come una ragazzina registrò Gerard "Ho deciso! Per farti perdonare da oggi sarai il mio schiavo!"

Gerard si guardò intorno per la seconda volta: nessuno all'orizzonte.
Era fottuto.

"Prima o poi si stuferà"

16 giorni, 6 ore, 56 minuti dopo, Gerard era ancora lo schiavo di Adrienne.
Le portava lo zaino, la accompagnava a fare compere dopo la scuola, le cucinava il pranzo al sacco, le prestava i libri quando se li dimenticava nonostante così facendo prendesse delle severe sgridate da parte dei professori, però a conti fatti non era "così" male, ok, a parte quella volta che gli aveva telefonato alle nove di sera per mandarlo a prenderle degli assorbenti al supermercato e si era vergognato come il peggiore dei ladri...però solo quella volta, per il resto c'era un lato positivo che Gerard non poteva far a meno di notare, i bulli della scuola da quando stava appresso ad Adrienne avevano smesso di rompergli i coglioni, il che non era assolutamente un dettaglio da sottovalutare, anche quando lo beccavano insolitamente da solo e provavano a rompere arrivava Adrienne e li mandava via, semplicemente addicendo al predominio sulla sua persona.

Tutti avevano paura di lei a scuola.

Poteva tranquillamente sottostare ai capricci di Adrienne se ne guadagnava un pò di pace.

Andò avanti così, tranquillamente, Adrienne ordinava, Gerard ubbidiva, i suoi amici lo pigliavano per il culo e lui li mandava a cagare.

Si era "abituato" a lei, non era un fastidio e non aveva davvero paura, semplicemente, si era abituato e gli andava bene continuare così.

Poi, il 20 di dicembre Adrienne se ne uscì con una cosa assurda.
Erano seduti su uno dei muretti della scuola a fissare la gente che passava di sotto.
Avevano tempo da perdere insomma.

"Ehi schiavo - a quanto pare il suo nome Adrienne ancora non lo aveva imparato - hai da fare la vigilia di Natale?"

"Perché?"

"Voglio andare in un posto, ci vieni con me?"

"Me lo stai chiedendo?"

Non era abituato a sentirsi "chiedere" le cose da Adrienne, di solito si limitava ad "informarlo" che sarebbe andato con lei nel tal posto.
Punto.

"Mi pare evidente..."

"E come mai questo cambiamento?"

"Hai voglia di prenderle?" lo fissò con un sopracciglio alzato appena prima di voltare lo sguardo "E' Natale..."

"...Ok"

Adrienne saltò giù dal muretto e lo fissò col pollice alzato "Allora ci vediamo davanti a casa mia, il 24 alle 9 di sera!"

Era da un pò che ci pensava Gerard, a scuola erano tutti spaventati da lei, eppure a lui non sembrava cattiva, di sicuro era "strana", dava fuori di matto per delle cazzate ed era capace di fare un casino che poi rimettere apposto era impossibile quando era davvero arrabbiata, però, non era cattiva, forse capricciosa, incostante, dispettosa...ma cattiva Adrienne con lui non le era mai stata.

Per questo quando il 24 si ritrovarono seduti sul terrazzo di una live house nel centro di Newark pensò che forse, poteva chiederglielo.

"Perché quella volta hai deciso che sarei stato il tuo schiavo?"

"Perché sono innamorata di te, ovvio no?"

Ecco, questo Gerard non se lo era di certo aspettato "C-Cosa!?!?"

"Pfff ahahahahahhahahhahaha dovresti vedere la tua faccia!!!!!! Non ci avrai creduto sul serio!!?!?!? Ahahaahahah ma ti pare possibile?!" Adrienne rideva così forte che doveva tenersi la pancia con entrambe le braccia per non cadere.


"Sto parlando sul serio, perché?"

Adrienne sospirò pesantemente prima di rispondere "....lo vuoi davvero sapere?"

"Sì"

"Perché è Natale" si girò dando la schiena al parapetto, lo sguardo fisso sul cielo stellato "Quel giorno, quando ti vidi che scappavi come un coniglio da quei coglioni ho deciso che saresti stato tu, la mia buona azione"

"La tua buona azione?"

"Certo! E' Natale te l'ho detto! A Natale dobbiamo essere più buoni perché Babbo Natale ci sta guardando! Quindi io avevo deciso che saresti stato tu, che ti avrei protretto da quei deficienti, così Babbo Natale sarebbe stato contento di me"

Gerard l'avrebbe sicuramente presa in giro, l'avrebbe fatto davvero se Adrienne non fosse stata così bella mentre lo diceva guardando il cielo.

Con un salto si sedette sul parapetto, poi, continuò a parlargli "Sai, i miei hanno deciso che ci trasferiremo, mio padre ha ricevuto un'ottima offerta di lavoro a New York e ha deciso di accettare" si voltò a guardarlo, la faccia affondata nella sciarpa "perciò questo sarà l'ultimo Natale che passerò quì"

Gerard non disse nulla, si sedette accanto a lei e ascoltarono la musica proveniente dalla Live House insieme, in silenzio.

A sullen riot penetrating through her mind
Waiting for a sign
To smash the silence with the brick of self-control

Are you locked up in a world
That's been planned out for you?
Are you feeling like a social tool without a use?
Scream at me until my ears bleed
I'm taking heed just for you"



Gerard non sapeva di chi fosse quella canzone, però, mentre la ascoltava pensò che parlasse di lei.
Gerard ascoltava quella canzone che raccontava di Adrienne e stava in silenzio a guardare il cielo insieme a lei.

"Devi imparare a difenderti da ora in poi, non farti cambiare, ma impara a difenderti, quei coglioni non meritano di farti correre"

Mentre la riaccompagnava a casa Gerard ripensava al periodo trascorso insieme, camminando al suo fianco proprio come quella sera, canticchiando tra le labbra una canzone che parlava di lei e di cui non conosceva il nome.

Davanti a casa Adrienne allungò una mano verso di lui e Gerard la strinse pensando che era davvero una mano piccolina.

"Grazie Gerard"

"Buon Natale Adrienne"

Quello fu l'ultimo saluto che si scambiarono, il giorno dopo Adrienne partì per New York insieme alla sua famiglia.
Gerard scoprì che quella canzone era dei Green Day e cominciò ad ascoltarli sempre più spesso.
A scuola da quando aveva deciso di restituirli i pugni, avevano smesso di dargli fastidio.

Ormai poteva starsene tranquillo in pausa pranzo, mangiava il suo panino e negli orecchi aveva gli auricolari di un iPod che mandava sempre la solita canzone.

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Capitolo 4
*** Epilogo ***


Epilogo



Senza Red Bull, senza merendine e soprattutto senza più speranza Gerard quasi scoppiò a piangere quando dopo due ore di attesa una macchina si accostò alla sua e ne scese un ragazzo che gli chiese se avesse bisogno di aiuto. Stavolta memore del precedente incontro si guardò bene dal fare qualcosa di anche solo lontanamente strano. Rispose di sì, che la sua macchina si era fermata e non riusciva a capire perché, che non poteva chiamare nessuno perché erano tutti via per le vacanze e lui aveva deciso di tornarsene in New Jearsey in auto da solo.
Il ragazzo rispose che avrebbe dato un occhiata alla macchina e che era davvero coraggioso ad affrontare un viaggio così lungo da solo.

"Finalmente qualcuno di intelligente! Grazie Dio!" pensò silenziosamente Gerard mentre fissava il tizio con la faccia affondata nel motore della sua piccolina.

"Uhm..è strano, io non vedo niente che non va, ma non si accende proprio?"

"Eh? Boh..."

"Non hai provato?"

"No, si è fermata, ho accostato, ho fissato il motore, non ci ho capito nulla e quindi ho aspettato"

"Ehm...prova ad accendere"

Detto fatto, la macchina si accese "Funziona!!!! Sei un genio!!!"

"Senti...scusa la domanda eh, ma hai fatto il pieno prima di partire?"

Avete presente quando nei cartoni animati allo sfigato di turno cade un masso da 500kg sulla testa? Ecco, Gerard si sentiva esattamente così in quel momento. Sfigato e con un masso da 500kg a riconfermarglielo.

"Cazzo..."

Col miglior sorriso di circostanza del quale disponesse il suo soccorritore si offrì di accompagnarlo al distributore più vicino per fare rifornimento così che potesse ripartire tranquillo.

"Mi raccomando! La prossima volta non dimenticartene!"

Gerard salutò il ragazzo che ripartì veloce verso la sua meta, ormai non gli restava che rimettersi in moto e possibilmente non arrivare a notte inoltrata, aveva già perso sufficiente tempo.

Fortunatamente non ci furono altri incidenti di percorso e riuscì ad arrivare a casa per ora di cena, ci parcheggiò di fronte e prima di scendere diede un'altra breve carezza alla sua piccolina, scusandosi di nuovo per averla maltrattata ingiustamente.
Le luci in casa erano tutte accese, da fuori si poteva sentire distintamente il chiacchiericcio di quelli all'interno disturbato solo da un sottofondo musicale che non faticò a riconoscere come uno dei cd della sua band. Mamma era sempre orgogliosa dei suoi ragazzi! Sorrise a quel pensiero e si disse ancora una volta che era felice di essere di nuovo a casa.

Cercò di entrare senza fare troppo rumore, voleva fare una sorpresa a quei malfidati! Chiuse piano la porta e appoggiò il cappotto sull'attaccapanni all'entrata..poi notò un biglietto col suo nome sopra e lo prese.
Il mittente era Adrienne.

"Ricordati che Babbo Natale ti sta guardando!"


Sorrise leggendolo e ripensando a lei, poi si ricordò.

"Ecco da quando il Natale ha smesso di piacermi! Lei se ne andò quel giorno...." pensò di se stesso che era un ragazzino, ma dopotutto Adrienne era stata il suo primo amore, corrisposto o meno che fosse.

Si infilò il biglietto in tasca ed ntrò in cucina elargendo un gran sorriso mentre tutti cominciarono a tartassarlo di domande.

"Ma quanto ci hai messo fratellino? Dì, ti sei perso?"

"Perso io? Col cazzo! Sono stato costretto a soccorrere un cretino che non riusciva a far ripartire la sua macchina! E sai qual'era il problema alla fine? Non c'era più benzina! E quello non se ne era neppure accorto! Ti pare possibile? Bah...dopotutto è Natale, una buona azione non guasta di certo!"

"Non penserai che ci crediamo vero?"

"Hai dei dubbi?"

"Ovvio"

"Bah...non vuoi solo ammettere che il tuo fratellone è un grande! Fattene una ragione piccolo Mikey"

Gerard prese la testa di Mikey sotto il suo braccio cominciando a torturargli i capelli facendo orecchie da mercante alle lamentele del più piccolo.

"Ragazzi smettetela di fare i bambini! Alicia, Lynsday aiutatemi a portare i piatti in tavola che se aspettiamo quei due si cena a capodanno! Gerard ti ho detto di smetterla di torturare tuo fratello! Forza, vai a dare un bacio al tuo angioletto che il papà gli è mancato tanto, vero Bandit?"

Gerard si avvicinò a sua figlia e la prese in braccio, era vero, molte cose erano cambiate da quando se ne era andato dal New Jersey, il clima non era lo stesso, aveva litigato con Frank, suo fratello si era sposato, lui stesso l'aveva fatto ed aveva avuto Bandit Lee...e quello di sicuro era stato il miglior cambiamento della sua vita.

"E ora forza! Tutti a tavola!"

Cazzo...mi sa tanto che con quell'ultima bugia il Natale me lo sono proprio giocato Adrienne... Beh vorrà dire che l'anno prossimo mi darò da fare e renderò Babbo Natale davvero orgoglioso!

"Buon Natale Gente!"


Note dell'autrice…Ok, io questa storia l'ho finita a Natale dell'anno scorso sì, è che poi l'ho persa insieme all'hard disk del pc e alla fine sì, mi sono dimenticata che dovevo ancora pubblicare l'epilogo e che sono una bruttissima persona, lo so, lo so.
Detto questo ringrazio per la pazienza, per i commenti e per averla letta e ovviamente anche chi si preoccuperà di leggere il finale che è arrivato indegnamente in ritardo!
Alla prossima!

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