All you need is love di Morpheus Wings (/viewuser.php?uid=136039)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 22 gennaio ***
Capitolo 2: *** 23 gennaio-parte I ***
Capitolo 3: *** 23 gennaio-parte II ***
Capitolo 4: *** 24 gennaio-parte I ***
Capitolo 5: *** 24 gennaio-parte II ***
Capitolo 1 *** 22 gennaio ***
1.
22 gennaio
Dean era beatamente
sdraiato sul letto del motel mentre, suo fratello, Sam era già
in piedi.
“ci siamo svegliati”
disse Sam ironicamente.
“no” ribattè
l’altro, mentre si stiracchiava e cercava di alzarsi dal letto.
“sto morendo di fame” continuò.
Sam sbuffo, già
sapendo cosa quella frase significasse perciò prima che gli
fosse ordinato si offrì volontario
per l’acquisto della colazione.
Nel frattempo Dean
alzatosi dal letto si diresse verso il bagno con l’intento di
farsi una bella doccia.
Finita la solita routine
mattutina, che consisteva nel lavarsi e vestirsi, si sedette sulla
sedia in attesa del ritorno del fratello.
Quando la porta si aprì,
Dean sentenziò “finalmente! Avevi intenzione di farmi
morire di fame?”.
Sam roteò gli occhi
e decise tra sé e sé di non rispondere al fratello.
Posò la spesa sul tavolo, lasciando l’altro a frugare
tra le leccornie appena acquistate, dopodiché si sedette
dall’altra parte del tavolo, giornale alla mano, e iniziò
a leggere.
Dopo un po’ una
notizia catturò l’attenzione di Sam che corrugò
le sopracciglia quasi all’istante, mentre il fratello
continuava ad ingozzarsi emettendo suoni osceni da quelle labbra fin
troppo piene di schifezze varie.
“Dean” chiamò
Sam.
“mmh?” si
limitò a rispondere l’altro.
“leggi qua”
gli disse.
“sto mancianto”
rispose l’altro a bocca stra-piena, “lecci tu”.
Sam pazientemente lesse la
notizia al fratello.
“Il vero amore è
già accanto a te”
Diceva il titolo della
notizia. Sam guardò velocemente il fratello per vedere la sua
reazione. Dean continuava ad ingozzarsi, ma i suoi verdi-occhi
lasciavano trapelare il suo malcelato stupore. Infatti il cacciatore
si aspettava qualche titolo più violento o comunque qualcosa
che gli lasciasse intendere che c’era del lavoro per loro, non
di certo qualcosa sull’amore.
Molti sognano il
principe azzurro o la donna perfetta o, qualche eccentrico, tutt’e
due, ma mai nessuno aveva pensato che fosse così facile
trovare il “vero amore”.
Gli scettici
rispondevano con sdegno e ironia a quei poveri romanticoni che ancora
attendevano l’altra metà della mela, eppure tutti quelli
che fino a ieri schernivano le dolci attese degli innamorati sono
anch’essi vittime dell’amore.
È questa la
romantica storia della cittadina di Grey Stone (nda.
Inventata sul momento), Pennsylvania che ha
colpito al cuore molti appassionati delle love story.
“Basta così
Sammy, mi sta venendo il diabete” rispose Dean con un grugno.
“Abbi pazienza Dean”
rispose Sam benevolo.
“Che cos’ha a
che fare questa storia con noi? Da quando ci occupiamo del vero
amore?”.
“ok Dean, ti leggerò
la parte che ci interessa”. Sam riprese a leggere.
La suddetta cittadina
raggiunge in una settimana il record dei matrimoni, battendo
addirittura Las Vegas e la sua cappella dell’amore. Ad oggi
nessun risiedente a Grey Stone può dirsi single, nemmeno i
turisti che si sono diretti lì.
La fama della
“cittadina dell’amore”, così ribattezzata,
raggiunge il suo apice massimo e la fama diventa leggenda. Proprio
così! È già una leggenda.
Si dice che chiunque
varchi la soglia della città sia fulminato dall’amore e
nel giro di pochi minuti trova il suo amore e la cappella, in fondo
alla strada, è già pronta per le pratiche del
matrimonio, bisogna solo attendere il proprio turno. L’ultima
stima rivelava come tempo di attesa 5 ore.
Di certo è la
fila più strana che si possa vedere, dato che è formata
da coppie intente ad amoreggiare appassionatamente.
“Poi continua con
vari commenti sull’amore, che ne pensi?” chiese Sam
richiudendo il giornale.
“che non andrò
mai a Grey Stone. Non vorrei ritrovarmi sposato con la prima
puttanella che trovo!” rispose Dean seccato.
“seriamente Dean”
lo ribeccò Sam.
“sono serissimo!”.
“e non ti ho detto
la parte più bella” rispose Sam per stuzzicarlo “non
è detto che la tua metà sia del sesso opposto”.
Sam ebbe la soddisfazione
di vedere sgranare gli occhi a Dean.
“vuoi dire che il
principe azzurro potrebbe essere gay?” rispose Dean sgomento.
Sam ridacchiò e poi
aggiunse “proprio così… anche se non è
detto che debba essere un… simil
maiale” Sam scrutò il fratello
meglio che poteva.
Al suono di quella parola
Dean si stava quasi per strozzare “possono.. non…
essere…simil…” ansimava, cercava di parlare e
respirare e di non strozzarsi contemporaneamente “maiale?”
disse esterrefatto! “cioè il tuo vero amore può
essere anche un animale???”.
“o pianta”
aggiunse Sam divertito.
“mi prendi in giro!”
disse Dean prima di strappare il giornale da mano all’altro e
leggere l’articolo. Sam attese che finisse di leggere.
“allora, seriamente
Dean cosa ne pensi?”.
L’altro non rispose
subito, stava organizzando i pensieri, cercava una risposta
plausibile a quella storia. “una cosa è certa”
disse improvvisamente “questo è un lavoro per noi”
concluse.
“sono d’accordo”
rispose l’altro cacciatore e dopo qualche minuto di silenzio
prese a pensare ad alta voce “allora dobbiamo cercare qualcuno
che riesce a far innamorare tutti in un solo colpo”.
“di un amore
struggente” aggiunse Dean al ragionamento di Sam.
“e totale, non mi
sembra ce ne siano molti in grado di poterlo fare” riprese Sam.
La mente dei due
cacciatori era già iper-attiva e c’era un nome che gi
frullava in mente, all’unisono.
“io sto pensando a
Cupido” asserì Dean.
“anch’io”
convenne Sam.
Un brivido percorse la
schiena di entrambi al ricordo di quel grosso-riccioluto-nudo angelo
che l’ultima volta aveva tentato di stritolarli con un
abbraccio. Lo stesso angelo affermò che era in grado di fare
queste cose e non ci aveva pensato due volte a dire ai Winchester che
anche i loro genitori erano state vittime di un Cupido.
Il dubbio però si
era insinuato nella mente dei due cacciatori. Il comportamento di
questo Cupido era assai anomalo. Cupido agisce solo per unire una
coppia destinata a stare insieme già dall’alba dei
tempi. “e non per fare sposare i primi figli di puttana che gli
capitano a tiro!” sentenziò Dean.
Sam era completamente
d’accordo con il fratello e anche se era il genio di famiglia
non gli venne nulla in mente che giustificasse tale comportamento.
Entrambi convennero che era meglio chiedere consiglio a Bobby, ma
nemmeno il saccente uomo-barbuto, con il suo inseparabile berretto,
riuscì a trovare risposta e con un “vi chiamo appena so
qualcosa” interruppe la telefonata.
Dean si alzò si
scatto dalla sedia. “andiamo a questa cittadina
dell’amore” disse al compagno.
Sam guardò Dean,
aveva qualcosa da proporgli ma questo non sarebbe piaciuto al
fratello.
“Dean” iniziò
col catturare l’attenzione dell’altro “sarebbe
meglio se chiamassi Castiel”.
Dean rimase fermo un
momento, cercando di assimilare le parole di Sam “perché
devo chiamarlo io?” aggiunse infervorato.
In realtà non
voleva che si rispondesse a quella domanda, sapeva già
l’esito, Bobby e Sam lo avevano già canzonato più
di una volta per quella situazione.
Infatti Sam prese a
sorridergli e ironicamente rispose al fratello “perché
se lo chiami tu lui viene” e il sorriso si spalancò,
tanto che arrivava da un orecchio all’altro.
Dean infastidito gli
rispose acido “quel figlio di puttana dà buca anche a
me” tentò di tergiversare ma senza risultato.
“Dean” lo
rimproverò Sam “chiamalo e basta! Non possiamo andare
contro un angelo, senza l’aiuto di un altro angelo, anche se il
nemico è l’angelo dell’amore. Quindi fanculo il
tuo orgoglio e chiamalo!”.
Sconfitto, Dean chiamò
l’angelo con la solita finezza che lo contraddistingue “Cass,
figlio di puttana, porta il tuo culo qui, c’è un angelo
pervertito che fa scopare i primi cazzoni che gli capitano a tiro…e
non solo”.
Minuto di suspance.
Nemmeno una mosca osava violare tale silenzio. Dean sogghignò
e stava già per prendersi la sua vittoria sul fratellino,
quando si udì uno sbatter d’ali e una voce rauca e
profonda chiamarlo. Castiel era arrivato.
Dean si girò
all’istante con la faccia da martire, Sam tentò con
tutte le sue forze di non ridere nascondendo il tutto con un sorriso
benevolo.
I due raccontarono tutto
l’accaduto all’angelo che li ascoltava indifferente,
senza mostrare alcuna reazione.
“Non capisco perché
l’abbia fatto” fu il massimo dello stupore che i due
riuscirono ad ottenere dall’angelo dagli occhi blu.
I tre confabularono per un
po’ per decidere il da farsi. Alla fine optarono per la
decisione più ovvia: Castiel avrebbe raccolto informazioni e
possibilmente avrebbe parlato con l’altro angelo, mentre gli
altri due lo avrebbero raggiunto a Grey Stone il prima possibile.
Dopo che Castiel se ne
andò i due raccolsero i loro averi e salirono sull’Impala
nera e si diressero in Pennsylvania.
I due cacciatori avevano
guidato per più di tredici ore di fila per raggiungere Grey
Stone. Arrivare era un eufemismo… sulla strada per la
cittadina c’era un ingorgo madornale, -tutti fanatici figli di
puttana- così li aveva definiti Dean, che andavano lì
chi per trovare l’amore, chi per curiosità.
I due fratelli dovettero
rimanere intrappolati per un ora in quell’odiatissimo ingorgo
per poi trovare, con somma gioia, una stradina che li avrebbe portati
via, lontani da quei – fottuti coglioni- sempre a detta di
Dean.
Fermatisi in un paese non
molto lontano dalla cittadina dell’amore,
i due avevano subito preso una stanza nel solito squallido motel.
Come d’accordo, Sam si occupò della cena e Dean di
chiamare Castiel.
Quando Sam rientrò
con la cena, trovò il fratello ad imprecare ad alta voce, da
solo.
“Dean, cosa succede?
Dov è Cass?” chiese perplesso.
“Quel figlio di
puttana ha mandato Balthazar a dire che non si farà vivo fino
a domani” rispose Dean alzando la voce.
Non c’era bisogno di
dire altro. Sam sapeva quanto il fratello odiasse l’angelo,
compagno di Castiel, infondo neanche a lui piaceva. D’altronde
il sentimento era reciproco. Balthazar non vedeva di buon occhio i
Winchester, d’altra parte non aveva fatto nulla per nasconderlo
anzi gliel’aveva più volte ripetuto. Quindi la rabbia di
Dean era piuttosto ragionevole.
I due concordarono di
andare a dormire e di provare l’indomani ad andare nella
cittadina e vedere cosa potessero fare.
Salve!
In primis grazie per aver
letto questo sclero.
Questa ficcina sarà
composta di 5 capitoli (max 6-se la mia mente non gioca scherzi, cosa
che capita spesso) di cui 3 sono già belli che scritti e il
quarto è in via di lavorazione.
Pubblico questa storia
nonostante non sia finita per seguire il consiglio di un'amica:
Pubblicala magari ti viene voglia di proseguire, disse la bella
gnocc- fanciulla.
E così feci, farò
… insomma quello!
Ebbene sì avete
letto bene... diciamo che è qualche mese che sono bloccata sul
capitolo 4, colpa di una altra fic a cui sto lavorando ultimamente
che mi sottrae tutta la mia vena artistica (si fa per dire).
Terminiamo qui prima che
mi mandiate a quel paese.
Dedico la storia alla
povera Kari che attende il continuo da ormai troppo tempo... pazienza
fanciulla, pazienza u.u
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Capitolo 2 *** 23 gennaio-parte I ***
2.
23
gennaio-parte I
Alle prime
luci dell’alba, Castiel si materializzò nella stanza dei
due fratelli, che dormivano beati. Troppo presto.
Si
avvicinò al letto di Dean e si sedette su. Dean aprì
immediatamente gli occhi, ed era già pronto a scattare, se non
avesse riconosciuto il volto del suo assalitore.
“Cass.
Ma che diavolo?!? Sono appena le 4! Noi umani abbiamo bisogno di
dormire, sai?” borbottò.
“Dean,
ho scoperto cosa sta succedendo a Cupido” si limitò a
rispondere l’angelo.
“Non
potevi aspettare qualche ora per dirmelo?”.
Castiel non
rispose alla domanda di Dean e iniziò la spiegazione.
“È
complicato” disse sospirando “questo Cupido è…
depresso” aggiunse poi.
“Depresso?!?”
ripeté Dean sconcertato “Cupido depresso? Che è
successo è stato mollato dalla sua pollastra?” .
“Cupido
non ha animali” ribatté Castiel, mostrando di non aver
capito affatto la battuta. Dean sollevò un sopracciglio.
“ È
nuovo” proseguì Castiel “e non sa fare bene il suo
lavoro, così ha litigato con gli altri fratelli…”
l’angelo guardò la faccia esterrefatta di Dean e si
fermò un attimo, innervosendosi un po’. Anche se non
c’entrava per niente, si sentiva a disagio ad ammettere la
stupidità dei suoi fratelli angeli. “…E per
vendetta ora fa innamorare tutti” proseguì, schiarendosi
la voce.
“Aspetta!
Mi stai dicendo che quel figlio di puttana va in giro ad accoppiare i
primi poveracci che incontra solo per dispetto ai fratelli?”
sintetizzò Dean sconvolto.
“Sì”
si limitò a rispondere Castiel.
“Figlio
di puttana” sputò fuori Dean.
Svegliato del
tutto il cacciatore mise in moto il suo cervello, varando tutte le
possibili mosse. Ma esordì con un “come lo fermiamo?”.
“Non
lo so” affermò Castiel “ho provato a parlargli ma…
è emotivamente instabile”.
“Emotivamente
instabile?” ripeté Dean.
“Sì.
Ho passato tre ore a cercare di farlo smettere di piangere”
affermò Castiel senza l’ombra di vergogna sul suo volto.
Il suo modo di consolare consiste nello stare fermo immobile, come un
palo, braccia unite al busto, mentre gli altri si buttano addosso in
lacrime. Chissà se un giorno, tipo nel 2014, ripensando a
questi momenti ci riderà su!
“È
pericoloso?” chiese Dean, pensando se fosse il caso o meno di
attaccarlo spudoratamente.
“Non
è uno che ama combattere” rispose Castiel.
Dean non
rimase colpito da quella affermazione, infondo era sempre un cupido,
anche se faceva più danni di un demone!
“E
allora che cazzo facciamo?” sbottò Dean.
“Balthazar
mi ha suggerito di mandare voi due. Secondo lui se gli parlate
potreste risolvere la situazione”. Ma l’angelo biondo
aveva in mente tutt’altro. Lui sperava che la linguaccia lunga
di Dean riuscisse a farsi odiare dall’angelo dell’amore.
Castiel
lasciò Dean ai suoi pensieri. Dopo qualche ora anche Sam si
svegliò. Appena in piedi Dean gli raccontò tutto quello
che gli aveva detto Castiel. Entrambi convennero che una visitina al
cupido non era poi una così cattiva idea.
Uscirono dal
motel e si avviarono a piedi verso Grey Stone. L’Impala
parcheggiata fuori l’entrata del motel, era inutilizzabile a
causa del traffico. Ad entrambi non fece piacere camminare per un ora
e mezzo, specialmente a Dean che non faceva che lamentarsi di aver
abbandonato la sua piccola fuori un fottutissimo motel nel mezzo del
nulla. Pazientemente Sam gli ripeteva che non potevano fare
altrimenti.
Finalmente
arrivarono a destinazione. La città pullulava di persone. Il
cronista non aveva mentito! Era esattamente come l’aveva
descritto. Gente che pomiciava ovunque, una fila enorme fuori la
cappella… era semplicemente pazzia!
“Come
lo troviamo in tutta questa confusione?” chiese Sam guardandosi
intorno.
“Non
ne ho idea” affermò Dean “continuiamo a dare
un’occhiata, qualcosa ci inventeremo” terminò poco
convinto, ma deciso a non darsi per vinta.
Attorno a
loro c’era gente che praticava l’amore libero, essi erano
di ogni genere, razza, rango… specie e materia. Ai due vennero
i brividi.
Qualcosa andò
a sbattere contro Dean. Lui si girò di scatto, pronto ad
attaccare se ne fosse stato necessario. Ma quando si girò
trovò due uomini che si slinguazzavano-perché non era
un bacio, era proprio un arrotolarsi di lingue- e trattenne a stento
un commento di disgusto.
“Andiamo
subito via di qui” si affrettò a dire a Sam.
I due
aumentarono il passo e si diressero nella direzione opposta alla
folla. Si infilarono in un vicolo appartato e si fermarono a prender
fiato. Trovarono una scala antincendio fissata al lato di un edificio
diroccato, dove viveva qualcuno a quanto sembrava. Salirono sul tetto
e si sedettero, ognuno intento alle proprie riflessioni.
Dopo un po’
Sam esordì “Forse dovremmo chiamare Castiel. Lui può
dirci dove trovare Cupido”.
“Ero
convinto che trovare un uomo nudo in una cittadina così
piccola non sarebbe stato difficile. Mi devo ricredere, qui sono
tutti nudi!” disse Dean esasperato “sì è
meglio chiamare Cass”.
Sam lanciò
uno sguardo a Dean, che nel frattempo stava guardandosi intorno.
Quando percepì il suo sguardo, impiegò un minuto a
capire cosa voleva.
“Perché
sempre io?” si lamentò, di nuovo.
“Dean,
quante volte ancora dobbiamo fare questa discussione” gli
rispose Sam, di nuovo.
Dean ferito
nell’orgoglio chiamò Castiel, di nuovo.
Dopo una
serie di minuti, Castiel non apparve e Dean cominciò a
spazientirsi. Anche svuotando i suoi polmoni, Dean non scorse il
trench dell’angelo.
Passata
un’ora, i due cacciatori cominciarono ad annoiarsi.
“Andiamoci
a prendere una birra” propose Dean.
“E
tornare in mezzo a quella folla di matti? Prendine una anche per me,
io da qui non mi muovo” disse Sam.
Dean capì
che non era una buona idea, così si acquietò, più
o meno.
La quiete
durò circa tre minuti, Dean aprì di nuovo bocca.
“Non
mi và di passare il mio compleanno a risolvere questo fottuto
caso” bofonchiò.
“Non
sarebbe certo il tuo compleanno ideale” rispose Sam ridendo,
sapeva bene i gusti del fratello.
“Certo
che no! Domani voglio proprio divertirmi! Sai cosa farò?”
chiese, stuzzicando Sam.
“Sesso,
droga e rock’n roll” rispose Sam sarcastico.
“Sul
sesso ci hai preso in pieno! Un compleanno per essere perfetto deve
essere festeggiato in un locale di strip-tees, con tanto alcool e
soprattutto molto sesso!” disse fantasticando già con la
mente.
Sam si
sarebbe anche divertito a rispondere al fratello, ma si accorse
dell’angelo dagli occhi blu che era entrato in scena proprio
all’inizio dell’ultimo discorso di Dean. Quest’ultimo
non si era accorto di nulla, intento nelle sue fantasie perverse.
“Cass!”
chiamò improvvisamente, ridestando Dean dalla sue fantasie.
“Ciao
Sam” gli rispose l’angelo.
“Finalmente!
È più di un’ora che mi sgolo a chiamarti!”
si intromise brusco Dean.
“Ero
impegnato” si giustificò, semplicemente l’angelo
“perché mi avete chiamato?”
“Cass
devi portarci da Cupido in questo casino non si capisce niente”.
Appena Sam
ebbe finito di dire quelle cose, l’angelo si materializzò
dietro di loro e li trasportò.
Erano in una
stanza, le vetrate erano ricoperte di mosaici con rappresentazioni
religiose.
“La
cappella!” esclamò Dean “perché non ci
abbiamo pensato prima? Figlio di puttana!”.
“CAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAASS!”.
Si sentì
un urlo provenire dietro le spalle dei due cacciatori.
Una figura,
che ad occhio e croce, sembrava umana si diresse di corsa verso
l’angelo col trench, finchè non gli fu abbastanza vicino
da stritolarlo in un abbraccio. I due ragazzi sapevano che quello era
il saluto dei Cupido, ma sapevano anche che quello era il loro
segnale per mettersi al riparo. Si sparpagliarono e si coprirono il
meglio che poterono, Dean chiuse addirittura gli occhi per non
guardare. Quando li riaprì di nuovo notò due figure
umane: una con il trench, l’altra nuda, che li guardavano senza
capire cosa stessero facendo, quello dagli occhi blu aveva
addirittura inclinato la testa di lato.
Dean lanciò
uno sguardo a Sam, che ricambiò con lo stesso stupore.
“Niente…
saluto?” si azzardò a dire quest’ultimo.
“ciao
ragazzi! Voi dovete essere i Winchester” rispose soltanto
Cupido.
I due si
scambiarono un'altra occhiata, dubbiosi se avanzare o meno. Dean gli
lanciò un occhiata eloquente, gli stava dicendo di andare
prima lui. Sam corrucciò le sopracciglia infastidito, poi si
decise a tornare al centro della sala, a passi molto lenti e stando
molto bene attento a quello che faceva Cupido. Questi di tutta
risposta si strinse ancora di più su Castiel, squadrando
dall’alto in basso il tipo alto che avanzava. Quando Dean vide
che non accadeva nulla, tornò anche lui dagli altri.
“Allora”
esordì Dean “andiamo al dunque, questa storia deve
finire!”.
“Quale
storia?” rispose Cupido, facendo finta di nulla.
“Figlio
di…”
“Dean!”
lo fermò in tempo Sam “Questa faccenda che chi entra
nella città s’innamora è sbagliata! Non puoi
abusare dei tuoi poteri così!” concluse.
“Perché?”
ribattè Cupido.
“Perché
questi poveracci non meritano quello che gli stai facendo!”
riprese Dean brusco.
“Perché?”
“Perché”
Sam anticipò Dean “non è questo il tuo compito!
Tu puoi usare i tuoi poteri solo sulle persone predestinate non
chiunque!”.
Il Cupido
ignorò tutte le parole dei due e continuò a stringersi
a Castiel. Questi rimaneva impassibile.
“Cass”
chiamò Dean “dì qualcosa, figlio di puttana!”.
Le ultime
parole del cacciatore catturarono l’attenzione dell’angelo
dell’amore.
“Come
hai chiamato il mio Castiel?” disse furioso.
Sam e Dean si
guardarono negli occhi, intuendo che qualcosa non era andato come
doveva andare.
“Dean
non voleva offendere” Sam difese il fratello, presumendo che ne
avesse molto bisogno. Infatti, una sgradevole sensazione lo pervase.
L’istinto suonava l’allarme rosso.
“L’ha
chiamato figlio di puttana!” ribadì Cupido adirato.
“E
allora?” rispose Dean laconico, senza capire quanto fosse in
pericolo in quel momento.
Cupido si
staccò da Castiel, che nemmeno lui aveva capito cosa stesse
per accadere, per fronteggiare il cacciatore maleducato. Dean di
tutta risposta impostò la sua posa più da duro che
aveva.
“Dean!”
lo richiamò Sam.
“Stai
indietro Sam. Ci penso io a questo angelo senza pannolone!”.
“Angelo
senza pannolone!” urlò il cupido, rosso in viso “ti
mostro io cosa può fare questo angelo senza
pannolone!”.
Così
dicendo, in un lampo posizionò la mano sulla fronte di Dean e
scagliò la sua punizione.
Il cacciatore
indietreggiò con gli occhi spalancati. Si squadrò da
capo a piedi per vedere se era tutto a posto. Apparentemente lo era.
Poi guardò il fratello per capire se lui vedesse qualcosa di
strano. L’altro di tutta risposta fece spallucce, mostrando una
sguardo confuso. Allora guardò Cupido che invece sorrideva
maligno.
“Cos
è? Hai fallito? Ti servono arco e frecce o che?” disse
sollevato.
Il Cupido gli
rispose con un sorriso ancora più accentuato. Poi si avvicinò
a Castiel, che era rimasto esattamente dov’era dall’inizio,
e lo posizionò dinanzi a Dean.
Questi sentì
un’improvvisa forza che si insinuava in sé. Sentiva che
il suo corpo si muoveva da solo, era come posseduto. Ma la sua mente
era lucida. Così vide quello che accadde, ma non potè
evitarlo.
Il cacciatore
sentì una strana forza che lo atterrava, così cadde in
ginocchio davanti all’angelo. Poi si allungò in avanti e
abbracciò la gamba di Castiel.
Tutti, tranne
Cupido, rimasero sconvolti persino Castiel, che fino a quel momento
sembrava aver spento il cervello, riuscì ad agitarsi dicendo
“Dean!” con una certa ansia.
“Che
cazzo sta succedendo?” disse Dean ancora avvinghiato alla gamba
di Castiel.
“Cosa
gli hai fatto?” chiese Sam preoccupato.
“Gli
insegno a rispettare Castiel” rispose pacato Cupido.
“Non
ce ne è bisogno” disse Castiel, che stava capendo la
gravità della situazione.
“Questo
è per sdebitarmi della tua gentilezza” gli rispose
l’altro, senza ascoltare le sue parole. Dopodiché svanì,
lasciando i tre in quella posizione.
“Aspetta!”
gli gridò l’angelo con il trench, ma invano.
“Fa
qualcosa Cass!” disse Dean supplice.
“Ehm…”
Castiel era abbastanza confuso “Non so che fare” ammise.
“Come
no…?”
“Dean
smettila!” ordinò Sam.
“No!
Non la smetto! Non sei tu quello attaccato alla gamba di Cass!”
ribatté il biondino.
“Cerchiamo
di capire cosa ha fatto Cupido” propose Castiel.
“Lo
avrà fatta innamorare di Cass” sentenziò Sam,
dato che era la risposta più facile.
“Io
non mi sento innamorato di Cass” ammise Dean con una certa
riluttanza.
“Prima
di tutto, stacchiamolo da lì” suggerì Sam a
Castiel.
L’angelo
dagli occhi blu prese Dean per le spalle e lo sollevò, come se
fosse un poppante, rimettendolo in piedi. Ma non fù una mossa
felice, più o meno. Appena staccatosi dalla gamba di Castiel,
Dean si aggrappò alla prima parte del corpo dell’angelo
che aveva davanti. Dato che erano alla stessa altezza, il cacciatore
serrò l’angelo in un abbraccio micidiale, quasi
soffocandolo. Castiel emise un grugnito, mentre Sam iniziò a
ridere.
“Non
è stata una buona idea” sentenziò Castiel.
“Non
lo è stato per niente!” rispose Dean, vicino al suo
orecchio.
“Vediamo
se ho capito” disse Sam pensoso “Dean è attratto
dal corpo di Cass…”
“Non
dire stronzate!” lo interruppe Dean.
Sam sorrise e
proseguì “intendevo dire, che Cupido ha fatto in modo
che il tuo corpo fosse attratto da quello di Cass” e qui
soffocò un’altra risata.
“Quel
figlio di puttana!” sbottò Dean.
“Non
capisco cosa ci sia di rispettoso in questa cosa” confessò
Castiel.
“Che
vuoi dire?” disse serio Sam.
“Cupido
ha detto che gli avrebbe insegnato a rispettarmi, ma non vedo dove
sia il rispetto di cui parlava” spiegò Castiel.
“Mmh…”
mugugnò quello bruno “hai ragione” concluse,
“forse ci sfugge qualcosa”.
“Smettetela
di chiacchierare e staccatemi da qui!” urlò Dean.
“Forse
dovrei chiamare Balthazar” propose Castiel, non curante delle
proteste di Dean.
“Balthazaaaaaaaaar!”
chiamò improvvisamente Dean.
I due
rimasero spiazzati, ben sapendo che Dean non avrebbe chiamato l’altro
angelo così facilmente. Sam si decise per la disperazione,
invece a Castiel rimase il dubbio tanto che chiese al biondino
“Perché hai chiamato Balthazar?”.
“Non
lo so” ammise Dean.
D’improvviso
apparve Balthazar “mi avete chiamato? Ero quasi convinto che
fosse la voce di un certo cacciatore!” l’angelo si fermò,
vedendo la scenetta e commentò “spero non sia un vostro
giochetto erotico, perché mi darebbe parecchio fastidio!”.
“Chiudi
il becco, figlio di puttana!” disse Dean imbarazzato.
“Comunque”
riprese Balthazar “non dovete chiamarvi! Ma dato che sono qui
cosa volete?”.
“Io
ho detto che dovevo parlarti” disse Castiel “e Dean ti ha
chiamato, credo sia la punizione di Cupido”.
Salve!
Rieccomi qua
con il secondo capitolo!
Finalmente
avete conosciuto il famoso Cupido... io lo trovo adorabile >.<
Eh, sì...
Balthazar ci voleva, non poteva mica perdersi quelle adorabili (?)
scenette?
In realtà
è stato lui a chiedermi di essere inserito... non vedeva l'ora
di sbeffeggiare un certo cacciatore.
Vabbè
bando alla ciance... posto presto il capitolo 2 perchè mi
metto pressione da sola (LoL) e mi impongo a finire la fic.
Grazie a
tutti coloro che mi hanno recensito questo sclero assoluto! Non
immaginate nemmeno quanto mi rincuori sapere che vi piaccia... spero
che questo e i prossimi siano di vostro gradimento!
|
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Capitolo 3 *** 23 gennaio-parte II ***
3.
23 gennaio-parte II
La plumbea atmosfera fu
smorzata dalla risata sonora dell’angelo dai capelli biondi.
Balthazar nell’udire le spiegazioni della vicenda non si
trattenne dallo sbeffeggiare soprattutto Dean, che rimase incollato
al corpo di Castiel, continuando ad imprecare all’orecchio di
questi.
“Fatemi capire, Dean
ha offeso Castiel e Cupido l’ha punito con una venerazione
totale e spasmodica mista all’obbedienza forzata? Quell’angelo
comincia a salire nella lista dei miei preferiti!” disse
ironico l’angelo.
I tre lo guardarono
sbigottiti. La spiegazione di Balthazar era semplice e plausibile. A
loro non era venuta in mente una cosa del genere.
“Ecco cosa ha fatto
Cupido!” esordì Sam facendo accendere la lampadina che
aveva in testa.
“Quel pennuto
maledetto mi ha fatto diventare la puttanella di Castiel?”
sputò Dean, con tutta la rabbia che aveva in corpo. Per
fortuna Castiel non aveva, ne poteva avere, problemi all’udito
o avrebbe perso un timpano a causa delle urla del cacciatore che era
avvinghiato a lui.
“Ma davvero voi
stupide scimmie dal cervello ristretto non lo avevate capito?”
chiese Balthazar palesemente esultante dal fatto che lui fosse stato
lo scopritore della punizione, ma una vocina dentro di lui gli disse
che forse era meglio se fosse stato zitto e lasciare così il
gratto capo alla mercè di quei tre, almeno si sarebbe fatto
altre risate. Ma la frittata era ormai fatta!
“Obbedienza…
mmh…” riflettè Sam ignorando le parole
dell’angelo.
“Fottiti!” fu
la risposta secca di Dean.
“Hey Cass”
s’intromise Sam di nuovo in quel battibecco, senza prenderne
parte “proviamo a fare una cosa!”
“Cosa?”
risposero gli altri all’unisono, ovviamente ognuno con
differenti stati d’animo, Dean con speranza, Balthazar con
curiosità e Castiel… beh Castiel, si può
supporre che la sua fosse una sorta di… no è inutile
era proprio impassibilità!
“Castiel, prova ad
ordinare a Dean di staccarsi da te!”
I tre rimasero sorpresi
dalla semplicità della cosa. Se Dean doveva obbedire a
Castiel, effettivamente poteva staccarlo solo lui da quella
situazione angusta e ambigua.
“Credi che
funzionerà?” chiese l’angelo, quello con il
trench.
“A provare non costa
niente!” gli rispose Sam.
“Su Cass muoviti!”
esortò Dean.
“Eh sì…”
cominciò Balthazar “ Devi proprio imparare a rispettare
mio fratello!”
“Chiudi il becco
maledetto pennuto!” sentenziò Dean.
“Dean, staccati da
me” ordinò grave Castiel.
Dean sentì di nuovo
la forza invadere il suo corpo e prenderne controllo. All’ordine
dell’angelo il suo corpo reagì, staccandosi da questi e
rimanendo immobile a fissarlo, non molto distante da lui.
I quattro osservarono la
scena, ma da angolature diverse. Balthazar era quello più
lontano perciò riuscì a vederla nella sua completezza.
Sam, che era quello accanto ai due, sbattè le palpebre più
volte, senza distogliere lo sguardo, fisso e puntato davanti a sé.
Castiel e Dean potevano solo vedersi a vicenda, data la vicinanza
ridotta, ogni respiro poteva essere sentito e percepito dall’altro.
“Credo che ci sia un
limite di distanza che Dean deve rispettare” alitò
Castiel, accarezzando il volto del cacciatore. Questi di rimando fu
attraversato da una strana scossa, che imputò all’opera
di Cupido senza soffermarsi due volte.
“sì, lo credo
anch’io” Sam si limitò ad asserire.
“Ma che scenetta
romantica!” rispose Balthazar passandosi una mano davanti alla
bocca per non scoppiare a ridere di nuovo.
“Cass” parlò
Dean ignorando l’altro angelo “ricordi della questione
del personal space di cui parlammo l’ultima volta?” si
affrettò a dire all’angelo dagli occhi blu dato che non
si spostava.
“Sì Dean,
ricordo, ma io non ho fatto niente” si giustificò
l’angelo.
“Lo so, ma dato che
io non posso, perché non provi a spostarti tu?” suggerì
il biondino.
Quello con il trench non
si fece ripetere due volte il suggerimento e si affrettò a
mettere distanza dall’altro. Purtroppo per Dean, si mosse
troppo in fretta e con troppa foga, tanto che il corpo di Dean venne
scaraventato in direzione del fuggiasco, sbattendoci contro. Ma ahimè
per la sanità mentale del cacciatore, in seguito anche del
fratello, i loro corpi non furono gli unici a collidere, nello
scontro vennero chiamate in causa anche le loro labbra, che si
unirono in un leggero bacio sotto lo sguardo stupefatto di tutti i
presenti.
I due si separarono,
prendendo di nuovo le distanze per
quanto possibile, senza staccarsi l’uno dagli occhi dell’altro,
il respiro affannato. Dean sentì di nuovo la scossa che aveva
sentito in precedenza, che gli fece rizzare la pelle. Nessuno dei due
osava proferire verbo.
“Per oggi credo di
aver visto abbastanza” Balthazar ruppe il silenzio e dopo aver
parlato lasciò la stanza con un sonoro sbatter d’ali.
I tre furono di nuovo
lasciati da soli a risolvere la faccenda.
I Winchester si trovavano
nel motel, dopo che Castiel li aveva trasportati, con qualche
difficoltà visto che Dean al minimo contatto della mano
dell’angelo si era di nuovo avvinghiato a lui, scoprendo così
di non poter resistere al tocco della creatura celeste con il trench.
Castiel li aveva lasciati
per tentare di convincere Cupido a togliere quella stupida punizione,
così ai due non rimaneva che attendere il suo ritorno sperando
in buone notizie.
L’angelo era
ritornato in città, convinto di poter ritrovare Cupido e
infatti era lì, intento ad osservare le sue
creature che pomiciano incessantemente per
tutta la cittadina.
Castiel gli si avvicinò
poggiandogli una mano sulla spalla per attirare la sua attenzione e
quando la conquistò cominciò a parlargli in tono
autoritario.
“Devi annullare la
punizione di Dean”.
“Non posso!”
aggiunse Cupido temerario.
“Devi! Abbiamo
bisogno di lui per combattere”
“Non mi interessa!”
disse voltando il viso in segno di superiorità “deve
imparare a rispettarti, come osa trattarti in quel modo?”
Castiel tacque, non sapeva
che dire, infondo la conversazione non era il suo forte.
L’attenzione di
entrambi fu catturata da una coppia che si era seduta sulla panchina
proprio dinanzi a loro. I due erano entrambi uomini, ma non era
quello che colpì la loro attenzione. La cosa che colpì
Castiel fu il suono della parola compleanno pronunciato dai uno dei
due sconosciuti, che lo scosse immediatamente dai suoi pensieri.
Il biondino di sinistra
prese le mani di quello di destra e, guardandolo negli occhi, gli
chiese di sposarlo. Gli occhi del suo amante si illuminarono e gettò
le braccia intorno al compagno urlando “Sì” ad
alta voce. Poi il biondino di destra, che dalle circostanze doveva
essere il festeggiato, esordì con una frase ad effetto che
fece breccia nel cuore del suo amato e, senza averne la minima idea,
nel cuore di Castiel.
“Non ho bisogno di
anelli né di regali nel giorno del mio compleanno, mi basta
averti accanto e in dono voglio solo le tue labbra”. Detto ciò
baciò l’altro appassionatamente, scatenando la gioia
dell’angelo dell’amore.
“Che magnificenza!”
disse saltellando e battendo le mani.
“Non puoi giocare
con i sentimenti altrui” gli rispose l’altro con il
trench.
“Castiel, si chiama
Amore ed è la
cosa più bella che nostro Padre ci abbia mai regalato”
“Ancora con i
regali… se… ami una persona… devi regalargli
qualcosa?” disse nervoso portandosi la mano dietro il collo per
smorzare la tensione.
Cupido lo guardò da
capo a piedi come se l’avesse visto per la prima volta.
“Certo!”
rispose velocemente “se ami una persona vuoi solo renderla
felice! E un modo carino è quello di regalargli qualcosa,
specialmente quando è il suo compleanno, ma il regalo più
bello e desiderato che si possa fare è l’Amore stesso!
Non c’è nulla di più bello che sussurrare Auguri
sulle labbra della persona amata. Lo trovo stupendo, non credi?”
Castiel s’innervosì
ancora di più, ricordandosi che l’indomani sarebbe stato
il compleanno di Dean, e non rispose alla domanda muovendosi sul
posto, mostrando la sua agitazione che all’altro non sfuggì.
“Che c’è
fratello? Sei innamorato di qualcuno?” disse alzando di
un’ottava la sua voce e facendo sbrilluccicare i suoi occhi.
“Io… ehm…
io devo andare” si affrettò a dire Castiel e con la
stessa velocità a smaterializzarsi.
Dopo qualche minuto di
riflessione si decise ad andare al motel per riferire a Dean che
Cupido non voleva liberarlo dalla punizione.
Dean era sotto la doccia,
lasciando che l’acqua percorresse tutto il suo corpo e sperando
che portasse via tutti i suoi pensieri. Me quelli erano lì
aggrappati al suo cervello e più s’imponeva di non
pensarci più le cose gli sfuggivano di mano.
Non riusciva a non pensare
che aveva baciato Castiel! Il verginello della situazione! Vabbè
che era stato un incidente, ma non se l’era presa per quello.
Il motivo per cui era così frustrato è che in fondo gli
era piaciuto! Aveva avvertito una strana scossa percorrerlo per tutto
il corpo e soprattutto in zone che non avrebbero dovuto essere
chiamate in causa! E tutt’ora il solo pensarci provocava in lui
un'altra scossa che arrivava fin al basso ventre, destando qualcuno
che fino a poco prima era rimasto dormiente. Per giunta, poteva
essere quasi sicuro di aver visto uno strano guizzo nello sguardo di
Casiel.
“Ma che diavolo
ti prende Dean?” pensò il
cacciatore, tirando un pugno contro il muro per riprendere controllo
del suo corpo. “ Andiamo amico è
Castiel! Non solo lui è un angelo, ma è anche nel corpo
di un uomo, come ti salta in mente di pensare a certe cose!”
si disse quando ripensò alle labbra così carnose e
ruvide dell’angelo e al suo respiro che gli aveva solleticato
il volto, inebriandolo del suo profumo.
“Maledetto
Cupido! Deve essere colpa sua! Non c’è altra
spiegazione” aggiunse, pensando a Sam
che se la rideva, come aveva fatto prima.
Non si accorse dello
sbatter d’ali che anticipava l’ingresso dell’angelo,
sentì solo la sua voce chiamarlo.
“Dean” disse
la voce roca alle spalle del cacciatore.
La strana e estranea
forza catturò di nuovo il corpo, nudo stavolta, del biondino
che lo condusse direttamente tra le braccia dell’intruso.
Castiel non ebbe il tempo di accorgersi del cambiamento
nel corpo del suo avvinghiatore, ma notò che era tutto
bagnato.
“Castiel!”
chiamò “Quante volte devo dirti che non devi
materializzarti quando sono in bagno!”.
“Mi dispiace”
disse vicino al suo orecchio, scuotendo di nuovo il corpo del
cacciatore con delle scosse, che raggiunsero di nuovo certe parti del
corpo.
Dean iniziò ad
innervosirsi quando sentì la presenza incalzante di qualcun
altro, qualcuno
che gli apparteneva tra l’altro, non voleva che Castiel se ne
accorgesse sarebbe stato troppo imbarazzante, e già lo era
tutta quella situazione per giunta era nudo e perciò non
poteva nasconderlo
come avrebbe voluto.
“Dean”
riattaccò l’altro, minando con la sua graffiante e
suadente voce l’autocontrollo del Winchester “dobbiamo
parlare, staccati” ordinò.
Dean spalancò gli
occhi e indietreggiò a malincuore, il terrore lo pervase, ora
Castiel avrebbe scoperto il suo segreto.
La sua mente ragionò
in fretta e dato che non poteva disobbedire, si decise per la seconda
opzione che Cupido aveva incluso nel pacchetto
attrazione-fulminante-per-l’angelo-con-lo-sparco-trench, quindi
allungò una mano a sfiorare l’altro e immediatamente si
ritrovò avvinghiato a lui.
Tirò un respiro di
sollievo, parte del pericolo era scongiurato, solo la parte più
evidente ora bisognava
tenere la parte più percettiva
a bada e il gioco era fatto.
“Dean… ma
cosa?” domandò confuso Castiel, era convinto che
all’altro non piacessero certe cose, ma forse si sbagliava e un
sentimento, piccino piccino, simile alla speranza, iniziava a farsi
strada in lui.
“È meglio
stare così” farfugliò Dean, provando la prima
spiegazione logica che gli venne in mente “Se restiamo a 5
centimetri di distanza potrebbe accadere un altro incidente come
quello di stamattina”.
Castiel tacque un momento
e a Dean non piacque affatto quella pausa, poi riprese a parlare
cambiando completamente discorso.
“Ho parlato con
Cupido, ha detto che non ti libererà dalla punizione finchè
non avrai imparato a rispettarmi”
“Figlio di puttana”
si limitò a dire cercando con tutte le forze di tenere a bada
la parte percettiva del
problema che diventava sempre più grossa
man mano che il respiro di Castiel solleticava il suo orecchio e
l’odore gli invadeva le narici.
“Odore di…
vento” si ritrovò a pensare. Il
suo odore emanava freschezza come se fosse un misto tra la menta e il
muschio, ma non era così invadente, era così inebriante
sembrava di poter sfiorare il cielo semplicemente con un profumo.
“Cosa ti ha detto?”
aggiunse velocemente tentando di distrarsi da quella nuova dipendenza
e tornare al suo problema che stava per sfuggirgli di mano.
“Che non ti toglierà
la punizione” ripetè l’angelo.
“Cos’altro?”
i discorsi di Dean diventavano sempre più brevi e concisi.
Castiel cominciò ad
accelerare il suo respiro, complicando la situazione senza saperlo.
Il suo corpo, fino a quel momento immobile, iniziò ad agitarsi
al ricordo di quello che aveva appreso poco prima.
Dean fraintese la
situazione, imputando al suo fallimento quel cambiamento repentino in
Castiel. Varò nella sua mente varie scuse da poter rifilare
per potersi parare il culo, ma non accennò una parola
aspettando che l’altro facesse la prima mossa.
Castiel riprese a parlare
ma disse solo poche cose.
“Nulla… nulla
che ti interessi” gli rispose infine “ora devo andare”
detto ciò si volatilizzò, con profonda gratitudine di
Dean.
Dean corse sotto la doccia
e la regolò in modalità circolo-polare-artico cosicchè
avrebbe raffreddato i bollenti spiriti.
Si intimò di
rilassarsi ma dopo un minuto si ritrovò ad urlare:
“MALEDETTO
CUPIDOOOOOOOOOOOO!!!”
ok scusate per il ritardo
ma è colpa di Misha e del suo maledetto Gishwhes!!!
ecco qui il terzo
capitoletto!
Il quarto è a buon
punto e sono fiduciosa di terminare questo sclero con il quinto
capitolo.
Che dire? ah... se non ci
fosse Balthazar... bisognerebbe crearlo!
Comunque... grazie mille
per i vostri commenti, mi commuovono sempre ç_ç
Ps potrei impiegare un po'
di tempo a postare il capitolo 4... esami in vista, perciò non
odiatemi ç_ç
|
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Capitolo 4 *** 24 gennaio-parte I ***
4.
24
gennaio
Ore
00.13
Dean
era seduto al tavolo che era nelle loro camera, con una birra alla
mano intento ad accurate riflessioni.
Non
sono gay. Non sono attratto da Castiel. Non sono gay. Non sono
attratto da Castiel. Non sono gay. Non sono attratto da Castiel.
Continuava
a ripetersi ogni volta che pensava ai fatti-della-doccia accaduti
qualche ora prima.
Bevve
avidamente dalla sua birra, la terza precisamente, poi venne
interrotto dal fratello.
“Hey
Dean, auguri” gli disse porgendogli un fagotto, incartato con
del giornale.
“Oh
grazie Samantha. Non
dovevi” disse con tono stridulo, imitando una donnetta da
quattro soldi, schioccandogli addirittura un bacio con le mani.
Sam
rise di gusto guardando con intrepida pazienza che il fratello
aprisse il regalo. Ma l’altro continuò a scherzare.
“Hai
addirittura aspettato che si facesse mezzanotte per essere il primo a
darmi gli auguri. Mi commuovo!”.
L’altro
non abboccò alla trappola e insistette perché venisse
aperto il regalo.
Dean
non potè fare a meno di notare con quanta insistenza il
fratello tentasse di fargli aprire quel pacco. Insomma non si
aspettava nulla di buono.
Cominciò
a togliere i giornali con molto calma, aguzzando lo sguardo ad ogni
strato di carta che veniva tolto.
Alla
fine dell’operazione si trovò ad osservare un cofanetto,
una raccolta di dvd come gli aveva appena spiegato il fratellino.
“Mi
hai regalato le prime due stagioni di Dr. Sexy MD?” gli chiese
quasi isterico.
Sam
non capì mai se l’isterismo era dovuto alla felicità
o all’orrore. Lui non chiese mai la risposta, immaginando che
Dean gliela avrebbe negata sempre.
“Sapevo
che eri un fan così te l’ho regalato” rispose
beffardo, riprendendosi qualche rivincita sull’altro. Il suo
sorriso la diceva lunga.
“Hey
amico, ma per chi mi hai preso? Per una donna in menopausa?”
rispose in tono scherzoso.
Afferrò
un’altra birra, tolse il tappo e la porse al fratello.
“Al
tuo compleanno” brindò Sam.
“No
a Dr. Sexy MD” rispose il festeggiato, trangugiando la sua
quarta birra.
“Dean,
so che questo non è il compleanno che ti saresti aspettato…”
“No,
non lo è” rispose secco, bevendo un altro sorso di
birra, sperando di dimenticare tutto.
“Non
ti scoraggiare. Oggi riparleremo con Cupido, magari ha cambiato idea”
il tono di Sam era poco convincente e l’altro se ne accorse.
Gli lanciò un occhiata che diceva che lui non ci sperava
proprio.
Ma
Sam non si lasciò fermare.
“Chiamiamo
Castiel, gli chiediamo di riprovare” propose.
Il
biondino si stava quasi per strozzare con la birra, tentò di
fermare quello stupido gigante ma non ne ebbe il tempo, l’aveva
già chiamato.
Un
secondo dopo si sentì uno sbatter d’ali, fu sufficiente
per far sobbalzare Dean, che venne catapultato contro l’angelo.
Castiel
ormai non faceva più caso a quegli attacchi, pensò Dean
quando si ritrovò ad abbracciare una mazza di scopa.
“Perché
mi hai chiamato Sam?” chiese l’angelo.
Sam
in realtà non lo stava ascoltando. Per la prima volta da anni
lui aveva chiamato e Castiel era corso, subito! Si chiese
se non c’era qualche enorme problema in vista.
“Sammy!”
gli gridò contro Dean, risvegliandolo dai suoi pensieri.
“Oh…
Cass… senti, perché non provi a parlare di nuovo con
Cupido?”
“Ci
ho già provato, ma lui non vuole cedere”
“Sì,
ma lui è l’angelo dell’amore” rispose il
bruno, conquistandosi una battuta sarcastica da uno e uno sguardo
confuso dall’altro.
“Intendo
dire, a lui piacciono tutte le cose sdolcinate e melense. Quale cosa
più dolce c’è, se non festeggiare il compleanno
con la persona amata?” tentò di spiegare.
I
due strabuzzarono gli occhi, deglutendo rumorosamente, nello stesso
momento, mostrando un certo nervosismo. Sam li guardò
perplesso.
“Sammy!
Sapevo che non dovevo darti quella birra, ti ha annebbiato il
cervello!” disse il maggiore.
“Andiamo
Dean, è un buon piano!” ribattè il minore.
“Di
quale piano stai parlando? Io non vedo nessun piano! Diglielo Cass!”
“S…Sì”
farfugliò l’angelo, palesemente in imbarazzo per
qualcosa.
I
due lo rimirarono perplessi, o almeno ci provarono dato che uno dei
due era in una pessima posizione per poterlo davvero osservare.
“Allora,
Cass devi dirgli che Dean ha un appuntamento romantico per il suo
compleanno così si sentirà in colpa, o entusiasta
andranno bene entrambe le cose, e lo riporterà normale”
“Questo
lo chiami piano?” dissentì Dean.
“Ok,
se ne hai un altro dimmi pure” lo canzonò Sam.
Dean
imprecò rumorosamente nell’orecchio di Castiel, che
continuava ad essere agitato. Il cacciatore non sapeva che pensare,
si sentiva molto a disagio, più delle altre volte.
“Cass
tutto ok?” chiese infine.
“Sì”
“Dì
di nuovo sì e te lo ficco lì dove non batte il sole”
disse adirato.
L’altro
si irrigidì di colpo e Dean si maledisse mentalmente.
“È
un modo di dire” aggiunse lesto.
“Ho
capito. Ora vado a parlare di nuovo con Cupido”.
L’angelo
si smaterializzò lasciando i Winchester con molti dubbi e
perplessità e con una domanda sulle labbra.
Cosa
diavolo stava accadendo a Castiel?
L'angelo
dallo sporco trench si volatilizzò di nuovo in quella
maledettissima cappella, dove il Cupido era accucciato in un angolo
ad osservare-o meglio stalkerare- le persone che si stavano sposando.
Osservava
le sue creature con orgoglio e una lacrima per la commozione gli
scivolò giù dalla guancia, quando l'ennesima coppia
disse Sì.
“Non
sono così amorevoli?” disse
singhiozzando, quando si accorse di non essere più da solo.
“Non
saprei” rispose quello dai capelli spettinati.
“Ma
come fai ad essere così insensibile?” accusò
infine l'angelo dell'amore “L'amore è una cosa
meravigliosa! Non vorresti essere innamorato?”.
Ma
Castiel non rispose, abbassò lo sguardo, tormentandosi il
collo in cerca di qualche scappatoia.
All'angelo
nudo non sfuggì lo strano atteggiamento del suo adorato
fratello, perciò si girò nella sua direzione
puntandogli addosso due occhi nocciola, che brillavano di una strana
luce.
“CASTIEL!”
urlò con voce stridula, saltellando sul posto e battendo le
mani “sei innamorato!”.
In
rimando l'altro sgranò gli occhi e rimase a bocca aperta- del
tutto fuori dagli standard del nostro angioletto- guardandolo con
occhi da cerbiatto.
“Io...
sono un saldato, non posso essere innamorato”.
Ma
Cupido non diede peso a quelle parole.
“Chi
lo dice? Nostro Padre ha creato l'amore e noi per diffonderlo
all'universo intero. Perchè non potresti provare un sentimento
creato da nostro Padre?”
“Io...
non lo so, non ci ho mai pensato” concluse strofinandosi di
nuovo il collo.
Cupido
si avvicinò a lui prendendogli le mani.
“Allora!
Dimmi chi è!” chiese con la voce di un bambino che ha
appena visto un giocattolo nuovo e vuole che la mamma glielo compri.
“Non...
sono innamorato” tentò di essere freddo è
impassibile, ma era lontano un miglio dalla realizzazione di ciò
“Sono qui per chiederti di sciogliere l'incantesimo su Dean”
tentò di sviare il discorso.
“Ancora
Dean Winchester...” stavolta non si arrabbiò, alzò
un sopracciglio e cominciò a girare intorno al fratello
guardandolo dal basso verso l'alto, scrutandolo per bene, intento a
pensare.
“Oggi
è il suo compleanno...” proseguì il soldato “e...
ha un appuntamento con la persona che ama” non diede molte
spiegazioni all'altro anche perchè Sam non aveva aggiunto
altro e lui non era esperto in queste cose, ma l'altro angelo capì
alla perfezione, infondo era pur sempre il suo mestiere quello.
“Il
suo compleanno? Appuntamento romantico?” saltò di gioia
sbattendo le mani.
“S...Sì”
mentì il poveretto, ma sappiamo quanto sia pessimo nel farlo!
Fortuna che l'altro aveva la mente occupata da altro.
“Stupendo!
Magnifico! Fantastico!” urlava saltellando attorno a Castiel,
formando un cerchio intorno a lui.
Lo
abbracciò forte, sollevandolo da terra “Sono proprio
contento!”
“Quindi...
lo libererai?” cercò di chiedere, ma con una certa
difficoltà dato che era avvolto da due braccia forti che gli
stringevano il petto.
“Sì!
Sì!” cinguettò “Non posso certo rovinare
una così bella serata! Allora che regalo gli hai fatto?”
“Regalo?”
“Regalo
certo! Non ti ho insegnato proprio niente?” mise su il broncio.
Castiel
abbassò il capo, era disposto a combattere demoni, angeli
Lucifero, Michael... e tutto il resto dell'allegra combriccola, ma
quando si trattava di sentimenti voleva solo darsela a gambe levate.
“Non
so cosa regalargli” ammise infine.
“Non
è il regalo di per sé che conta, ma il gesto. Deve
essere fatto con il cuore!”
“Con
il cuore?” disse inclinando la testa di lato.
“Sì!
Il tuo cuore sa cosa lui vorrebbe come regalo e perciò non
puoi fallire. Sarà sempre il regalo giusto!”
Ma
Castiel non era molto convinto della cosa. Dean era una persona fuori
dal comune, quello che piaceva a lui non piaceva alla gente normale e
viceversa. Perchè mai avrebbe potuto interessargli una cosa
così sciocca e frivola e comune?
Era
convinto che Dean lo avrebbe preso in giro per anni se lo avesse
fatto, lo denigrava sempre quando faceva qualcosa per lui che andava
oltre il semplice cacciare. Quindi perchè rovinarsi con le
proprie mani?
Non
disse a Cupido cosa pensava davvero, si limitò solo ad annuire
ad ogni suo discorso sull'amore e cose così. Poi finalmente si
diede a gambe levate, volatilizzandosi all'istante e passando dai
Winchester per dare loro la lieta novella.
Ore
08.00
“Dean”
esordì facendo sobbalzare l'interpellato.
Prima
che potesse rimproverargli l'entrata ad effetto, fu subito tra le sue
braccia.
“Cristo
Cass” potè finalmente asserire.
Castiel
lo guardò, per quanto possibile, e notò subito che era
a petto nudo, gocciole d'acqua rigavano il suo volto e i capelli
erano completamente spettinati. Poco lontano da loro, un asciugamano
era buttato a terra. Ipotizzò che era quello con il quale si
stava asciugando i capelli.
“Dov'è
Sam?” chiese notando l'assenza del minore.
“É andato
in una biblioteca poco lontano da qui. Voleva vedere se riusciva a
trovare qualcosa su questa faccenda, probabilmente tornerà
verso sera.”
“Non
ce n'è più bisogno”
“Che
significa?”
“Cupido
ha detto che ti libererà dalla punizione” si limitò
a rispondere.
“Cazzo
Cass! Ti devo sempre cavare le parole da bocca? Dimmi tutto!”
sentenziò il biondino irritato, ma al contempo felice. Felice
di poter tornare alla sua libertà. Era sicuro che entro breve,
e con la giusta distanza, si sarebbe fatto passare questa strana
sensazione che provava ogni qualvolta si ritrovava avvinghiato
all'angelo.
Passerà
ne sono sicuro. È solo colpa di quel dannato angelo col
pannolone! Mmh... questo profumo mi fa impazzire... NO!
“Ho
fatto quello che Sam mi ha chiesto e lui ha acconsentito a lasciarti
andare” spiegò, convinto di essere stato esauriente, ma
fece solo irritare il cacciatore ancora di più, che
incominciava a sbuffare con forza. Doveva essere proprio arrabbiato o
non si spiegano quegli sbuffi, no?
“Gli
hai raccontato la storia dell'appuntamento e se l'è bevuta?”
disse tanto per parlare, non lo stava chiedendo per davvero aveva
capito il concetto.
“Sì,
era molto entusiasta della faccenda.”
“E
allora perchè sono ancora attaccato a te?”
“Forse
ha bisogno di tempo per rendere efficace l'incantesimo”
riflettè sulla cosa, ma la ritenne poco probabile. Pensava più
che il Cupido stesse guardando qualche altra coppia e, quando ne
avrebbe avuto abbastanza, poi sarebbe venuto.
“Allora
che facciamo? Ce ne stiamo qui appassionatamente abbracciati?”
disse ironico, visto che il suo angelo non si decideva ad ordinargli
di staccarsi da lui.
L'altro
non rispose. Il silenzio calò tra di loro, Castiel continuava
a starsene lì frigido mentre Dean continuava ad avere pensieri
incoerenti.
“Era
una battuta Cass” precisò dopo che l'altro non dava
cenni di vita. Se non era che sentiva il suo petto alzarsi e
abbassarsi, avrebbe creduto che era abbracciato ad un palo della
luce.
“Non
capisco cosa vuoi che faccia Dean” la frustrazione che
trapelava nella sua voce dava l'idea che c'era ben altro ad occupare
la sua mente, ma al cacciatore questo sfuggì, come in genere
gli sfuggivano tutte le altre cose ovvie.
“Comincia
con il farmi staccare da qui!” urlò improvvisamente,
stanco del flusso di pensieri che in quelle ore gli occupavano la
mente.
“Dean
staccati” obbedì fermo il soldato.
E
Dean da brava marionetta si staccò ma, come la prima volta,
gli restarono pochi centimetri di libertà.
Troppo
pochi. Troppo pochi. Non guardarlo negli occhi. Non farlo. Oddio il
suo respiro... no, Dean no...
“Cass...”
le parole gli morirono in bocca, quel respiro gli faceva venire
l'acquolina, tentandolo. Dovette farsi forza per non avvicinarsi e
mordicchiare quelle labbra così piene e sensuali. Colpa
di Cupido. Si
aggrappava solo a quel pensiero per tirare avanti. Si schiarì
la voce “Dimmi di andare a sedere” chiese disperato,
aveva bisogno di spazio o... NO!
“Dean
siediti”. Com'era ingenuo il povero angioletto. Non aveva
capito la malizia del perfido Cupido! Vabbè che lui non sapeva
nemmeno dov'era di casa la malizia.
Fatto
sta che, sbagliando a formulare l'ordine, Dean fu obbligato a sedersi
seduta stante, poggiando le sue amate chiappe a terra.
Castiel
sbattè le palpebre, mentre al Winchester salì il sangue
alla testa. Ci mancava solo quella presa per il culo a completare la
lista. Giurò che, appena ne avesse avuta l'occasione, avrebbe
messo lui stesso il pannolone a quel maledetto pennuto!
“Castiel!”
urlò arrabbiato.
“Mi
dispiace” rispose questi, già pronto a dargli un altro
ordine, ma quello lo fermò.
“Aspetta,
lascia perdere. Qui dovrei stare al sicuro” o almeno si
illudeva di esserlo. Poverino, tutto il tempo aveva avuto gli occhi
rivolti al suolo, per non incrociare quei fari così
dannatamente blu che si ritrovava al posto degli occhi, quella
bacchetta di compagno che si ritrovava. Perciò quando rialzò
gli occhi, credendosi salvo dal raggio d'azione di quelle calamite
blu, si ritrovò a fissare parti del corpo che non avrebbe mai
creduto di poter rimirare da così vicino. Era a così
poca distanza da certe parti così
maschili, che
gli salì il groppo in gola.
Merda.
“Come
vuoi tu” rispose ingenuamente il verginello, senza accorgersi
della situazione imbarazzante.
“Cass...”
soffiò il biondino “Tirami su” ingoiò
l'ennesimo groppone.
“Ma
avevi det...”
“TIRAMI
SU!” strillò isterico in risposta.
Castiel
si chinò un po' per raggiungere le spalla dell'amico, così
da tirarlo su. Ma al solito, appena lo sfiorò questi gli si
appiccicò addosso.
Il
biondino si ritrovò spiaccicato su quelle parti
che, fino a poco prima, aveva soltanto rimirato a distanza troppo
ravvicinata.
Entrambi
rimasero shockati dall'accaduto.
Dean
voleva sprofondare, ovunque perfino all'inferno. No! Non ho
la mia faccia schiacciata sull'uccello di Castiel. No, non è
vero.
Castiel
invece stava tentando di non dare sfogo ai suoi
bisogni, che in quel momento stavano diventando inarticolati. Uno
strano calore gli saliva dal basso ventre, propagandosi per tutto il
corpo. Cos'era?
Dean
cominciò a pregare. Sì, proprio pregare... mentalmente
però, che qualcuno giungesse su rapide ali a salvarlo.
...e
le rapide ali giunsero.
Diciamo
che le rapide ali erano state pensante in senso metaforico non
letterale, ma al Winchester non importò, tutto ciò che
contava è che stava per essere salvato.
Almeno
lo sperava.
Le
rapide ali appartenevano al ben noto angelo dell'amore, che aveva
scelto proprio il momento giusto per entrare e fraintendere tutto.
“Lo
sapevo!” ciguettò questi, allargando un sorriso davvero
abbagliante. Davvero. “Voi due state insieme!” saltellò
sul posto e battè le mani. Come era solito fare, proprio come
un bimbo.
“No!
no... aspetta! Hai frainteso tutto!” cercò di spiegarsi
Dean, ormai nel panico totale.
“Andiamo
Dean! Non c'è bisogno di essere timidi... non con me! So bene
cosa provate!”
“Cosa?”
strillò di rimando alla cazzate che l'altro gli proprinava
“Noi non stiamo insieme! Diglielo anche tu Cass!” lo
pregò infine.
Ma
l'angelo stavolta non accolse la sua richiesta, troppo impegnato a
decifrare quel turbinio di emozioni che stava provando.
Cupido
lo interpretò come un segno e finalmente gli fu tutto chiaro.
Almeno dal suo punto di vista. Lanciò uno sguardo scrutatore,
al soggetto che riteneva essere la fonte del problema: Dean. Era così
ovvio!
“Ho
capito!” decretò “Dean, sei troppo frigido, hai
bisogno di essere più disinvolto. Non c'è nulla di male
a mostrare il proprio amore!”
“COSA?!?
tu non hai...” non ebbe il tempo di terminare che il Cupido lo
fermò.
“Non
temere ci penserò io! Sono pur sempre l'angelo dell'amore”
e con un occhiolino si dileguò.
Ecco
a voi il capitolo 4! ce l'ho fatta.. davvero?!?
Prima
di tutto grazie per i vostri meravigliosi commenti ç_ç
Sono stati questi ad incitarmi ad andare avanti... davvero, perciò
non sminuitevi!!!
spero
che questo capitolo vi piaccia come gli altri *incrocia le dita*!
Il
prossimo dovrebbe essere l'ultimo. Vi lasciò col dubbio visto
che sono imprevedibile quando si tratta di scrivere (pensate che
questa fic doveva avere solo 3 capitoli e stimo già al 4... e
si pensa già al 5, quindi traete voi le vostre conclusioni
u.u)...
Promette
che in queste vacanze di natale mi farò distrarre poco dal
resto e mi dedicherò di più a questa fic, che è
in corso dall'estate ç_ç
che
altro? Mmh... buona lettura ^_^
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Capitolo 5 *** 24 gennaio-parte II ***
5.
24
gennaio-parte II
Nessuno
dei due capì cosa accadde per davvero, non subito almeno.
Furono improvvisamente attraversati da una scarica elettrica e, come
due calamite che si attraggono, inesorabilmente si trovarono l'uno
addosso all'altro a dare libero sfogo ai propri impulsi primari. Non
capirono perchè, non subito, ma Dean pensò soltanto che
stavolta se lo sarebbe fatto quel verginello.
E
infatti così fece.
Gli
strappò con violenza i vestiti di dosso, mentre Castiel faceva
lo stesso con lui. Non avevano tempo, anche se non avevano niente in
programma, eppure avevano una certa urgenza.
Dean
si avvinghiò sul collo del suo angelo e cominciò a
mordicchiarlo, scendendo pian piano sempre più giù,
lasciandosi dietro una scia rossa.
“Dean”
chiamò con voce rotta l'angelo “Buon... compleanno”
aggiunse con un tono più basso e suadente che mai.
Il
cacciatore sollevò lo sguardo e lo incatenò in quello
blu.
“Cass...
vuoi farmi un regalo?”
Castiel
annuì serio.
“Per
il mio compleanno vorrei scoparti”.
L'angelo
annuì di nuovo e Dean ricominciò esattamente da dove si
era interrotto.
Quando
arrivò al membro dell'altro, se lo portò in bocca senza
pensarci due volte, facendolo ansimare senza ritegno.
Castiel,
in preda agli spasmi di piacere, inarcò la schiena, portando
le mani tra i capelli del cacciatore, che continuava nel suo lavoro.
Dean
lo assaliva con una certa bramosia e lussuria. Non riusciva a
smetterla di ingoiare il sesso dell'altro, neanche fosse un panino e
lui un affamato che non mangiava da mesi. Continuava a succhiare,
mordere e ingoiare. Non smise nemmeno quando Castiel arrivò
all'orgasmo.
L'angelo
dovette fermarlo con la forza. Lo tirò per i capelli per
costringerlo a lasciarlo libero, ma appena si staccò si fiondò
sulle sue labbra.
Tecnicamente
Castiel non avrebbe dovuto essere così attivo,
eppure aveva una bella erezione già pronta per il secondo
round.
“Cass...”
tentò di chiedere Dean, tra un bacio e l'altro “Hai
usato il tuo potere per questo?” e allungò la mano sul
pene dell'altro.
“Sì”
ansimò oscenamente l'angelo.
A
quel punto il cacciatore ne ebbe abbastanza, era al limite di
sopportazione, la testa che gli girava, gli ormoni che ululavano e il
sangue che ribolliva nelle vene. Era troppo impaziente. Si sistemò
meglio tra le gambe dell'altro e lo penetrò, così
seduta stante, senza preavviso né preparazione alcuna, non
aveva tempo per quello.
Ma
all'altro sembrò non dare fastidio anzi, avvinghiò le
sue gambe intorno alla vita di Dean, favorendone la penetrazione e
buttando la testa all'indietro, mise a sua disposizione il suo collo.
Lo
strinse più forte che potè, lasciando segni sulla
schiena del suo amante, come se l'impronta della mano non fosse
abbastanza, lo voleva addosso il più possibile, ne
aveva bisogno.
Le
spinte di Dean divennero irregolari e più profonde, era al
limite e dagli ansimi di Castiel, lo era anche lui.
L'orgasmo
li travolse in pieno, facendo rizzare ogni pelo del corpo.
Normalmente,
Dean a questo punto si sarebbe accasciato su un fianco e si sarebbe
fatto una bella dormita, ma i suoi pensieri erano tutt'altro che
soporiferi e il suo corpo non ne voleva proprio sapere di staccare la
spina.
Sentiva
un bisogno che nasceva dalle viscere, qualcosa di
doloroso che lo faceva attorcigliare su se stesso.
Era
come un drogato in una sua crisi di astinenza.
Voleva, doveva rientrare
in quel corpo così caldo e così stretto ma,
allo stesso modo, sorprendentemente piacevole. Ma sapeva che per le
prossime ore non avrebbe potuto farlo. A meno che...
“Cass...
ti pregò” il tono era disperato “usa quel potere
su di me” lo guardò dritto negli occhi, per fargli
capire quanto fosse disperato il suo bisogno, ma non ne aveva
bisogno. Era chiaro che anche Castiel provava la stessa cosa, era
chiaro dal suo sguardo così disperato quanto languido
e voglioso.
Posizionò
due dita sulla fronte di Dean e il pene di questi tornò a
nuova vita, permettendogli così di ricominciare tutto
d'accapo.
Ore
16.21
Sam
avanzava con passo spedito in direzione del motel. La sua ricerca
aveva avuto buoni frutti. Dopo circa otto ore di ricerca, finalmente
aveva trovato la soluzione al problema del fratello.
Un
vecchio libro, abbandonato in uno scaffale nascosto agli occhi della
gente comune, ma in vista per coloro che sapevano dove cercare,
riportava un incantesimo per annullare il potere dei Cupido.
Quindi
ora non gli restava che tornare al motel, avvertire Dean e insieme
cercare gli ingredienti necessari per l'incantesimo e suo fratello
sarebbe stato libero.
Salì
gli scalini a due, arrivò alla porta e cominciò a
bussare pesantemente.
Qualche
minuto di silenzio e Dean non aprì.
Bussò
di nuovo, stavolta accompagnando la sua voce al bussare. Niente.
Recuperò
la sua chiave e spalancò la porta un po' preoccupato.
Quello
che vide lo traumatizzò per il resto della vita.
Suo
fratello, nudo, a cavalcioni su Castiel, mentre facevano sesso.
I
suoi occhi si sbarrarono completamente e la sua bocca assunse la
tipica forma ad O, di colui che è davvero shockato da quello
che accadeva.
Dean
continuava ad ondeggiare sul corpo steso sotto di lui, senza
fermarsi, senza smettere di ansimare anche con Sam lì
presente, che li osservava con la faccia da pesce lesso.
“Dean!”
chiamò con la voce rotta, il labbro tremulo.
Ma
l'altro niente, non staccava gli occhi dall'angelo che gemeva
,inarcando la schiena e artigliando coperta e cuscino.
Quando
ne ebbe abbastanza di quella scena, uscì dalla stanza
richiudendosi la porta alle sue spalle e appoggiandosi contro
pesantemente.
Non
poteva credere ai suoi occhi. Dean e Castiel. Avrebbe
fatto impazzire chiunque.
Stava
per scappare a gambe levate quando il suo telefono squillò.
Dean? Pensò
quando lesse il nome sul display. Forse vorrà spiegare
quello che ho visto nella stanza.
Con
riluttanza accettò la chiamata. All'inizio sentì solo
gemiti e ansimi vari, proprio quando stava per riattaccare, irritato
e disgustato come non mai, Dean lo chiamò.
La
voce era rotta dal piacere, lo fece rabbrividire da cima a fondo. Che
fosse una nuova perversione del fratello? Era davvero spiacevole.
“Sam”
chiamò di nuovo.
“Ci...
sei?” gemette nel telefono, Sam avvampò da cima a fondo
“De...Devi aiutarci!”
“Cosa?!?”
chiese isterico.
Ennesimo
gemito, di Castiel stavolta.
“Cu...
pido” balbettò il fratello senza fiato, se la stava
proprio spassando.
“Cupido?”
ribadì il povero cacciatore.
Ma
dall'altra parte nessuno risposte, o meglio si sentivano suoni ma
erano tutt'altro che discorsi sensati... erano urla di puro piacere.
Sam
ingoiò la bile.
“D...Dean?”
chiamò imbarazzato. In un altra occasione avrebbe già
riattaccato il telefono, dandogli fuoco, ma aveva l'impressione che
c'era qualcosa che doveva sentire dal fratello... e non erano i suoi
ansimi.
Dopo
l'ennesima chiamata a vuoto, provò a ipotizzare l'accaduto.
“Dean
è stato Cupido a farvi... questo?”
“Sì!
Sì!” finalmente Dean rispose, ma Sam non era esattamente
sicuro che avesse risposto alla sua domanda. Sembravano
tutt'altreapprovazioni.
Chiuse
la chiamata e andò alla ricerca degli ingredienti necessari,
se quella era opera di Cupido doveva finire all'istante!
Ore
18.33
Sam
aveva passato le ultime due ore e mezza a cercare quello di cui aveva
bisogno per l'incantesimo e a togliersi di mente quell'immagine
raccapricciante di Dean che si faceva scopare da Castiel, almeno
credeva visto che anche se il fratello era sopra era l'uccello
dell'angelo che...
BASTA!
NON CI PENSARE!
Urlò
a se stesso di non pensarci e di concentrarsi sul rito.
Per
fortuna non aveva bisogno di tornare in camera per farlo, lo poteva
fare anche lì, nascosto, dietro il parcheggio del motel.
Recitò
la formula, seguendo passo per passo il rituale, poi si tagliò
e fece sgorgare un po' del suo sangue, che aveva lo stesso DNA di
Dean, ecco perchè non aveva bisogno di lui per ultimare il
tutto.
Prese
l'accendino e diede fuoco all'intruglio, che s'infiammò
all'istante tanto in fretta quanto impiegò a spegnersi.
Esalò
un respiro profondo, si fece coraggio e tornò in camera.
Aprì
lentamente la porta, sporgendosi appena per vedere cosa accadeva là
dentro, nulla si muoveva e nulla si sentiva. C'era il
vuoto assoluto.
“Dean?”
chiamò preoccupato, mentre avanzava all'interno della camera.
D'improvviso
sentì il getto d'acqua provenire dal bagno.
“Dean?”
chiamò più forte quando giunse fuori la porta del
bagno.
“Sam!”
si degnò di rispondere quello.
“Tutto...
ok?” domandò timoroso.
“Sì,
tutto a posto, l'incantesimo ha funzionato”
“E...
Castiel?”
Minuto
di silenzio. Sam pensò che dovesse fare male parlarne, ma lui
doveva sapere cosa era accaduto.
“Andato...”
si limitò a dire.
“Dean
senti, lo so che non ti va di parlare ma...”
“SAM!”
fu interrotto bruscamente dall'altro “è tutto finito ok?
Non pensiamoci più. Quel fottuto pennuto col pannolone si è
solo divertito con noi, ma adesso è tornato tutto a posto. Ora
voglio solo andarmi a divertire! Me lo merito o no un giorno di
svago? Cristo è il mio compleanno!”.
La
furia di Dean trapelava in ogni sua parola, il rumore di un tonfo
accompagnò il discorso, così Sam pensò che era
meglio lasciare che sbollisse la rabbia.
“Quando
hai finito mi trovi giù al bar” dichiarò uscendo
dalla camera.
Dopo
circa un ora Dean si degnò di raggiungere il fratellino al
bar.
“Ce
l'hai fatta finalmente!”.
Questi
non rispose e ordinò una birra.
Il
bar pullulava di gente, erano accalcati gli uni sugli altri.
Cameriere più o meno vestiste servivano ai tavoli.
Sam
osservava Dean. Normalmente avrebbe fatto apprezzamenti sul locale o
sulle donne e poi si sarebbe fiondato nella mischia, per rimorchiare
qualche tipa. Ma stavolta né un commento nè un sorriso
né uno sguardo partirono dal fratello, che se ne stava seduto
sullo sgabello a bere con ingordigia, ignorando tutto e tutti.
Probabilmente
c'era qualcosa che voleva dimenticare e lui sapeva cosa.
Ore
22.56
Dean
era ubriaco fradicio, non riusciva neppure a stare seduto sullo
sgabello che cadeva da un lato. Quello era il segnale d'uscita, pensò
Sam.
Gli
mise un braccio intorno la vita e si portò il suo sulla spalla
e lo alzò di peso.
Lo
trascinò via da quella mischia.
All'area
aperta Dean comiciò a ridere.
“Cosa
c'è di divertente?”
“Lo
so che ci hai visti, Sammy!”
Sam
arrossì, non pensava che Dean avrebbe mai parlato
di quello. Tacque mentre continuava a trascinarlo.
“So
anche che adesso sei ancora sconvolto!” ritentò di
riallacciare il discorso.
“Se
sai tutto perchè me ne parli?” lo stuzzicò un
po', per farlo irritare proprio come lui lo faceva irritare con le
sue sciocchezze.
“Perchè
tu non sai niente!”.
Il
discorso non aveva molto senso, ma cosa ci si poteva mai aspettare da
un uomo ubriaco?
“Dimmi,
cos'è che non so?” ma Sam non aveva voglia di cedere, se
suo fratello voleva parlarne lui era tutto orecchie. Quella era
l'occasione che stava aspettando, quando gli capitava più un
Dean così disponibile a chiacchierare? Probabilmente mai.
“Tu...”
singhiozzò “credi di sapere tutto e non è vero!
Saccente!” poi rise ancora.
Sam
sbuffò.
“Ho
capito” disse con tanta pazienza “non so niente. Allora
dimmelo tu quello che non so”. Ardeva di curiosità,
doveva farlo parlare.Doveva.
“Non
sai come mi sento io!” accusò.
“Uno
schifo e questo è chiaro!”
“No...
non lo sono... sono … a pezzi!” poi si piegò in
due dalle risate.
“Dean,
che hai da ridere?”
Sam
lo fece accomodare sull'asfalto, mentre l'altro era in preda alle
convulsioni.
“Ho
sverginato Castiel!” e continuò a ridere.
Sam
aggrottò le sopracciglia, non faceva ridere per niente anzi...
“Sai
qual'è la cosa buffa?”
Il
gigante fece segno di no con la testa.
“Che
mi è piaciuto!”
Questo
sì che era strano, parecchio!
“Eri
sotto l'incantesimo di Cupido, era lui che voleva che ti piacesse”
tentò di spiegare il genio della situazione.
“no...
no... no... lo pensavo anche io. Ma poi prima, sotto la doccia... non
facevo che ripensarci e sai una cosa? Mi sono arrapato! Sì mi
sono arrapato pensando a me che scopavo Castiel per più di sei
ore senza fermarmi!”
Ok,
se qui c'era qualcuno che aveva bisogno di conforto questo era il
povero Sam. Non solo si era sorbito quelle immagini rivoltanti, ma
adesso gli toccava ascoltare pure le confessioni del fratello, ma
soprattutto doveva affrontare la dura verità ovvero: che Dean
era attratto da Castiel!
Tacque
a lungo, tentando di dare ordine ai suoi pensieri.
“Che
c'è non parli più saputello? Non avresti mai pensato
che tuo fratello si scopava un uomo e che gli piaceva anche?”.
“Dean,
smettila stai solo...”
“Sai
perchè mi sono ridotto così?”
“Immagino
di non saperlo...”
“Sto
così perchè prima l'ho mandato via, Sammy. Gli ho detto
di non farsi più vedere! E lui se ne è andato... se ne
è andato per sempre!”
In
realtà Sam aveva pensato che una cosa del genere fosse
accaduta, ma era sicuro che si trattasse dell'imbarazzo del momento e
che poi sarebbe sbollito. Ma adesso non ne era più sicuro.
Forse Dean era davvero innamorato dell'angelo col trench.
Tirò
dentro un bel respiro, ossigenando la mente per dare spazio a nuovi
pensieri.
In
tutto quel casino era quasi sicuro che ci fosse solo una cosa da
fare.
Si
allontanò dal fratello, che con stupore continuava a
chiamarlo, ma lui non si fece impietosire.
Prese
il telefono dalla tasca e cercò il numero, poi premette il
tasto verde.
Il
telefono squillò per un po', poi una voce bassa rispose.
“Ho
abbandonato mio fratello nel parcheggio del motel, completamente
ubriaco, se non vuoi che qualcuno approfitti di lui faresti meglio ad
andarlo a recuperare”.
Minuto
di silenzio, Sam ipotizzò che Castiel fosse già lì
a salvare le chiappe di suo fratello, come faceva sempre.
“Cass...”
disse infine “Non farmelo vedere per un paio di giorni!”.
Riagganciò
e salì in camera.
Si
affacciò alla finestra che dava sul parcheggio, suo fratello
era sparito.
Un
sorriso solcò il suo volto, stavolta era stato lui il Cupido
del momento.
FINE
Rieccomi
qua!
Non
pensavo di riuscire a mettere la parola “fine” a questa
fic, che mi perseguita da agosto... e invece eccola qua! *sventola i
pon pon*
Allora
in primis mi scuso per avervi fatto aspettare così tanto, ma
davvero non mi veniva l'ultima parte ç_ç perdono.
Vi
dico che non è il finale che mi ero prefissata e che mi è
venuto così di getto tra ieri (24 gennaio) e oggi, perciò
spero vi piaccia >.<
eh
sì la parte finale è molto incentrata su Sam, scelta
fatta perchè sennò non ne uscivo più da questa
situazione di stallo.
Mi
sarebbe piaciuto pubblicare l'ultimo capitolo il 24, ma non ci sono
riuscita mea culpa! *si frusta da sola*
vabbè
finiamola qui o divento piagnucolona!
Lasciate
un commento e ditemi cosa ne pensate di questo capitolo e come
avreste voluto che finisse #sembra una cosa carina da fare#
Baci,
la vostra
Morpheus
|
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