Thas † Damnare Capitis †

di Shadow Nameless
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** A strange idea ***
Capitolo 3: *** Beginning: How war goes on ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Non mi dilungherò

Non mi dilungherò, come già detto negli avvertimenti questa sarà una storia particolarmente Dark, e “pesante” non il prologo che effettivamente è molto leggero, ma, più avanti...

Alla fine di ogni cap ci sarà uno stacco e dei passi che anche se sono sempre un frutto della mia mente saranno i pensieri, le idee di un personaggio.

Quindi, non linciatemi^^’.

Ah, il prologo è molto corto, ma sarà il cap più corto in assoluto ^^''''''''''''''''''''''''''''''''''''''''''''''

Dopo questo uno breve dedica.

                                    

Ad una stupenda persona e ad una fantastica scrittrice.

Ma, soprattutto, ad una cara amica.

Ti dedico questa storia di cui ormai sai già molto, ma non importa, spero che riesca a sorprenderti e a coinvolgerti.

Un bacio e ricorda:

Nelle fan fic ci possiamo prendere una sorta di rivalsa sulla realtà e far fare ai nostri personaggi ciò che non ci è possibile.

Quello che NON è possibile.

In parole povere, tesoro, esistono anche i lieto fine.

Anche se, personalmente…

 

 

Prologo.

 

-Yoh? Qual è la tua più grande paura?-

-Uh- il ragazzo scostò leggermente le cuffie dalle orecchie, attento, anche se poco interessato alla conversazione:- Come Anna? Puoi ripetere? Non ti ho sentita…-

La figura, seduta tranquillamente poco distante da lui, ripeté stranamente paziente la domanda:- Yoh Asakura, qual è la tua più grande paura?-

-Eh?-

-Yoh!- evidentemente la ragazza dai lunghi capelli color del grano non brillava per la pazienza.

-Scusa, ho capito, solo che… non so… non mi viene niente di particolare in mente.- il ragazzino aggrottò le sopraciglia in un’espressione leggermente buffa:- ma, forse… non credo che mi piacerebbe perdere i miei amici, sai?-

-No, guarda, ero convinta che il tuo sogno nascosto fosse quello di vendere gli organi di quei pazzi spacciandoli per sacre reliquie.-

-Anna.-

-Uff, scherzavo.-

-Lo so.- disse il ragazzo con un ampio sorriso sul volto:- solo che mi fa un po’ senso… senza contare che gli organi per spacciarli per sacre reliquie devono essere piuttosto antichi, ucciderli per questo scopo sarebbe del tutto inutile.-

Per poco l’Itako non si strozzò con il suo thè.

-Uhm? Che ho detto?-

L’espressione allucinata della ragazza gli fece intendere che, effettivamente, doveva aver detto qualcosa di strano.

E per aver smosso la sua algida sposa…

Doveva essere qualcosa di VERAMENTE strano.

Eppure la sua era solo una constatazione, un dato di fatto.

-Devo fare un discorsetto a Faust e alle sue manie da necrofilo.- sibilò infine la giovane.

-Faust? E che cosa c’entra?-

-Tutto.-

Yoh inclinò leggermente il capo di lato, cercando d’intravedere il filo di pensieri che avevano portato la sua ragazza a passare dal “ qual è la tua più grande paura?” a “Faust, sto per venire a parlarti”… discorsetto dopo il cui non era certo che avrebbe ritrovato il suo amico… come dire? Integro, ecco.

Mhà, non era niente d’importante, dopotutto.

Così lo sciamano si limitò a fare spallucce e a ritornare all’ultimo CD di Bob.

Un leggero brivido di paura gl’attraversò la schiena.

Per riuscire a comprarlo era dovuto venire a patti con Anna e con il suo allenamento “infernale”. Sinceramente, per quanto Bob potesse essere bravo iniziava a dubitare che un qualsiasi CD valesse quello che aveva passato.

Che dire?

Aveva un aguzzino implacabile.

 

-Un aguzzino implacabile, eh? Mhà, a meno che non mi sfugga qualcosa avresti dovuto dire: aguzzinA implacabile, mio caro sciamano.-

Appollaiata sul ramo di un albero, una figura incappucciata aveva osservato tutta la scena  ridacchiando di tanto in tanto.

Si accoccolò meglio nel suo lungo mantello nero, certo che stare lì ad osservare quei due era divertente, e poi…

Era giorno…

Il sole spaccava le pietre…

Gli uccellini cinguettavano…

Non c’era una nuvola in cielo…

E non poteva uccidere nessuno!

C’era un tempo tremendo e non poteva neanche chiudere la bocca a quei dannati pennuti!!

Che c’era poi da essere tanto allegri?! C’era Lei nei paraggi!.

Tutti al solo sentirla avvicinare avrebbero dovuto iniziare a tremare dalla paure e invece….

Un uccellino le si posò sulla testa, canticchiando allegro.

Sentì ghiacciarsi il sangue nelle vene.

No, non poteva essere caduta così in basso!!

Gli uccellini la usavano come trespolo per tubare in sante pace!

-Ma brutti… io vi… -

Ciiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiip

Si accasciò sul ramo stravolta.

-Bastard… che la morte sia con voi.-

Cip Cip.

-Sì, e con il tuo spirito, amen.- continuò a ringhiare la “donna” contro i gli uccellini dai colori sgargianti.

 

 

 

La vita è un bene prezioso e merita si essere vissuta attimo per attimo.

Ma non sempre le cose vanno come si vorrebbe e spesso siamo portati a fare delle scelte che ci portano al nostro annientamento.

Giuriamo amore eterno a qualcuno.

Diamo fiducia a qualcun altro.

Combattiamo per falsi ideali in nome di persone che non abbiamo mai visto e non vedremo mai.

Crediamo in dei, in demoni, in profeti e creature “divine”.

Immoliamo la nostra esistenza e falsi dei, creati da noi per noi.

Sorridiamo quando vorremmo solo piangere.

E… sì, piangiamo, porgiamo la mano a qualcuno, gli affidiamo il nostro cuore per poi vederlo fatto in mille pezzi, per cosa?

Per un giorno di pace.

Per un sorriso amico.

Per poterci sorreggere a qualcuno nei momenti di bisogno, sapendo bene che appena cadremo saremo di nuovo soli.

Oh, la solitudine.

La più grande paura di ogni essere umano, ma l’ultima grande difesa contro il dolore.

 

Gli umani come voi lo sanno, lo capiscono, scrivono poesie, canzoni, interi libri su questo.

Ma non lo accettate, mai.

Perché?

Perché prima neanch’io lo accettavo?

Oh, ma adesso è tutto così chiaro, limpido.

Adesso vedo!

Vedo i vostri cuori sporchi, marci, infidi e maligni.

Vedo com’è la vostra razza…

E per dirlo con le parole di un essere umano di cui non conosco il nome

 

-Hai un cuore tanto grande.- mi disse.

E strappandomelo dal petto e facendolo in mille pezzi fece :- Hai un cuore così grande che un solo pezzo basta per rendere felice una persona.-

Bene! Tenetevelo e siate felici!

 

                                                                                                                Thas [1° L; p.1 ]

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Capitolo 2
*** A strange idea ***


A strange idea

 

A strange idea

 

 

Capitolo 1

 

Socchiuse leggermente gli occhi, sospirando stancamente.

Sentiva quel liquido caldo e vischioso, scivolarle sulla pelle lattea, come un dolce coperta.

Inclinò leggermente il volto di lato, immergendosi meglio nel suo  “bagno”.

Attenta, come sempre, a non sfiorare il suolo, duro e frastagliato.

Uhm, era sorprendente la facilità con cui associava quel luogo ad una piscina.

O meglio, estremamente macabro.

Con un paio di lente e calcolate bracciate raggiunse il bordo della piscina.

Adesso aveva da fare… doveva lavorare.

Appoggiò le mani alla nuda roccia, facendosi leva sulle esili braccia per tirarsi su.

Lavoro… piuff

E mentre si alzava piccole gocce rossastre scorrevano sul suo corpo, per poi sfiorare il terreno.

Con estrema pigrizia prese la sua veste da un masso lì vicino e si allontanò.

Incurante della scia di sangue che lasciava al suo passaggio.

Incurante della pelle lattea macchiata di rosso.

Incurante delle labbra rosee, cosparse di piccole scie rosse.

Incurante di ciò che si lasciava alle spalle, delle anime che invocavano il suo nome, il suo aiuto, la sua misericordia.

Ma lei non era misericordiosa.

Lei non era buona.

Avevano bisogno di un’altra prova oltre al lago di sangue alle sue spalle? Il lago dove si era rilassata fino a pochi attimi prima, facendo un bagno?

Nh, la speranza è sempre l’ultima a morire…

Ma niente.

Niente è peggio di una divinità annoiata.

 

Un pic nic.

Loro stavano andando a fare un pic nic.

Yoh inclinò leggermente il capo di lato, confuso.

Quella mattina… o meglio, quella notte, secondo i suoi standard, era entrata silenziosa nella sua stanza

-Sbrigati pelandrone, andiamo a fare un pic nic, ho dovuto svegliare Manta alle quattro per fargli preparare tutto.-

Logicamente Manta non era stato invitato.

Mbhè… certo, lui voleva un bene dell’anima al suo amico, ma…

Dopo quella strana ed improvvisa interruzione dello Shaman Fight la sua ragazza si era fatta sempre più attenta e schizzinosa sugli allenamenti…

Quella mazza chiodata se la sognava di notte.

Ogni volta che vedeva una girandola sentiva un brivido freddo salirgli su nella schiena…

E poi quella mattina…

Mhà, chissà che cosa le era preso… meglio per lui, no?

Sperando che l’indomani  non gli avrebbe fatto fare una tripla sessione di allenamento, altrimenti lo avrebbero dovuto raccogliere con un cucchiaino.

Oh, ma perché preoccuparsi di quello che sarebbe successo l’indomani?

L’importante era il bel ricordo che gli sarebbe rimasto della giornata, no?

Sposò il cestino di vimini dalla mano sinistra alla destra… era pesante, come l’enorme zaino sulle spalle.

Tutte cose di Anna, ovviamente.

Si trovavano in un boschetto a circa un’ora di treno da casa loro.

Gli alberi erano così grandi e maestosi che di certo erano secolari.

Dai rami ogni tanto faceva capolino qualche scoiattolo e dai cespugli gli occhi di un paio di volpi.

Certo, c’era qualche serpente, ma ad allietare sempre di più la giornata c’erano gli uccellini che cinguettavano allegri.

 

Ma maledetti uccellini!!

Lei li aveva seguiti e loro avevano seguito lei.

Brutti bastardi che tubavano sulla sua spalla.

Li scacciava?

Loro tornavano.

Cercava di farli fuori?

Portavano amici.

Provava ad infilarli dentro una gabbia?

Attaccavano a fare come dannati.

-Morirete presto, sappiatelo .-

Ciiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiip cip

-Voglio un cacciatore… anzi un gatto.-

Cip.

-E che avete da essere così allegri?! Un cacciatore vi ucciderebbe per sport, un gatto farebbe di voi la sua cena!-

Cip ciiiip cip.

-Ok, gli umani saranno anche parecchio idioti, ma i gatti…  io adoro i gatti.-

Ciiiiiiiip

-Smettetela di sfottere!-

Cip

-Ma io vi… uh? Si sono fermati?-

La figura accoccolata in cima ad un albero osservava curiosa la strana coppia…

Lui, un tipo tranquillo, ottimista, pacato, per il vivi alla giornata e lei…

Orgogliosa, forte e decisa, previdente ed autoritaria.

Esseri umani che la incuriosivano…

Certo, già il fatto che fossero esseri umani li pregiudicava di parecchio… ma, dopotutto…

 

-Anna, qui va bene?-

Yoh sorrise, conscio che non avrebbe mai detto che andava bene, al massimo accettabile.

-Uh? Accettabile.-

Il ragazzo trattenne a stento una risata.

Conosceva o no la persona che amava?

Certo, conoscere perfettamente Anna Kyoyama era impossibile, ma sapeva che lui la conosceva MEGLIO di chiunque altro.

O almeno lo sperava.

-Yoh, si può sapere che cosa c’è da ridere?-

-Niente, niente… che cosa c’è per pranzo?-

Anna sospirò rassegnata, erano due le cose che frullavano sempre per la mente del suo ragazzo: cibo e sonno.

Ah, e, logicamente, la musica.

Mbhè, almeno in questo lei non era diversa.

-Giusto, che cosa c’è per pranzo?-

La ragazza ebbe uno strano guizzo al sopraciglio osservando Amidamaru.

Certo, erano andati a fare quel pic nic da soli per modo dire…

Amidamaru era con Yoh e i due Shikigami con lei.

Durante lo Shaman Fight si erano fatti parecchi nemici e quindi…

La sua collana di perle scattò velocemente verso lo spirito legandolo come un salame.

-Yoh!!-

-Anna, per favore.-

-Non osare disturbarci per tutto il resto della giornata.- sibilò gelida.

-Agli ordini, ma ora slegami, ti prego.-

 

Dio, quella ragazza era il suo mito!!

Le poteva colare un bronzo?!

Ok, teoricamente non avrebbe dovuto fare favoritismi… ma…

Era un mito!

Il suo idolo.

Certo, era un essere umano, ma…

Era una di quelle persone che aveva visto, ma era riuscita ad andare oltre.

Al suo contrario.

 

-Non avrai esagerato?-

-No, ormai ci è abituato.-

-Anna!-

La ragazza sogghignò sedendosi sotto un salice piangente.

-Dai è la verità…-

-Appunto.-

L’Itako sorrise divertita guardando Yoh sistemare tutto per il pic nic, i suoi movimenti erano lenti e tranquilli… solitamente gli avrebbe intimato si sbrigarsi… ma non oggi.

Quello era il loro giorno, nessuno gli correva dietro.

Per una volta voleva vivere le sue emozioni attimo per attimo, tanto sapeva che Yoh non l’avrebbe mai giudicata neanche se si fosse messa a fargli una sviolinata...

Non l’avrebbe mai fatto neanche sotto tortura, ovviamente.

Ma il solo sapere che POTEVA la faceva sentire… libera.

-Uh?-

-Sì, Yoh?- la ragazza guardò sorpresa quella strana aria corrucciata.

-Ricordi l’ultima volta che abbiamo fatto un pic nic?-

-L’ultima volta?-

-Aha-

-Certamente- sbuffò a quello che di certo non si poteva definire un bel ricordo.

Scheletri a destra e a sinistra.

Pioggia, Yoh ferito e Manta sventrato.

Una giornata perfetta, no?

-L’ultima volta un pic nic ha portato sfiga.-

-Yoh, ricorda che è una mia idea.-

-Sì, ma per aver portato sfiga…-

-HO CAPITO!-

-Chissà, speriamo che oggi vada meglio… anche se…-

-Yoh.- il ringhiò della ragazza diceva tutto.

-Ok, ok.-

Sperando davvero di passare una giornata piacevole e tranquilla la biondina si accoccolò accanto al fidanzato.

Dopotutto era importante essere ottimisti.

 

La figura sull’albero sorrise divertita, appoggiando il volto sul palmo della mano:- Come no… !-

Ciip Ciiiip

-Fanno bene ad essere ottimisti? Sapete cos’è un ottimista? Un pessimista mal informato.-

Cip

-E smettetela di guardarmi in modo compassionevole!-

Cip cip

-Se fossi in voi mi allontanerei, sta per succedere un bel casino!No, ma che dico? Restate qui, tesorini miei, dai che vi do un posto in prima fila, così mi libero di voi! Sono un GENIO-

Ciiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiip

-Ehi, smettetela di beccarmi!-

 

*******

 

Ma vale la pena di soffrire tanto?

Vale la pena sacrificare la propria vita per quella di qualcun altro?

C’è chi solo a sentire questa domanda si lancerebbe in grandiose filippiche sull’amore e l’essere pronti a tutto per l’amato/il figlio/la moglie/la madre/ il marito/il padre/gli amici e via.

Ma non fatemi ridere.

Il mondo e pieno di egoisti che non vedono al di là di se stessi.

Questa è la verità, accettatela.

Non troverete mai qualcuno disposto a morire per voi.

Questa è la vita, sopportatelo.

                                                    Sono io che decido chi vive

                                                           Io decido della vostra morte.

                                                                 Il dove è il quando è affar mio

                                             Non vostro.

                                                                        Io decido chi vive e chi muore.

Poi, logicamente, se per un capriccio nella vostra lunga vita decidete di lanciarvi nel vuoto, sperando che tutto ciò che avete fatto sono state futili azioni in un mondo che è solo una via di passaggio, bene.

Sperate che così facendo arriverete in un posto migliore?

Ottimo, ma…

                                                                                Esiste questo “altro posto”?

Ma soprattutto…

                                                                                      Io vi ci farò accedere?

 

Thas [1°L; p.2]

 

 

Come avete notato dall’inizio di questo cap la storia sta prendendo la piega che ho preannunciato^^. Da adesso in poi le cose partiranno ben bene.

Ringrazio, per aver letto e commentato, ma, soprattutto, per aver preso bene i pezzi finali, quindi grazie mille a Shark Attack, Lady Antares D. L. e Mao chan. Grazie per i vostri pareri e spero che questo cap non vi abbia deluse

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Capitolo 3
*** Beginning: How war goes on ***


Beginning

Beginning: How war goes on

 

Capitolo 2

 

Yoh sussultò lasciando scivolare sulla tovaglia a quadri le bacchette.

-Tutto bene?-

-Eh? Ah, sì… ho solo avuto un brutto presentimento, tu?-

L’Itako inclinò leggermente il capo inarcando un sopraciglio:- No, forse si trova nei guai qualcuno che IO non conosco.-

-Ma no, non era quel genere di brutto presentimento… era diverso.- se l’era immaginato o la voce della sua compagna aveva avuto una sfumatura stizzita?

 

Cip cip?

-Embhè, sì, ci sono vari tipi di brutti presentimenti… ma che ne volete sapere voi? Siete solo dei polli ristretti in lavatrice è già tanto se vi sollevate in ar… ahia!-

Ciiiiiiiip

-Finitela o vi faccio arrosto!!-

 

Yoh scosse leggermente la testa scacciando il pensiero.

Figuriamoci! Perché poi?

Si alzò porgendo la mano alla ragazza:- Andiamo a fare due passi? Prima ho sentito scorrere dell’acqua, ci dovrebbe essere un fiume qui vicino… o qualcosa di simile.-

Ignorando la mano protesa verso di lei Anna si mise in piedi pronunciando solo una parola:- Andiamo.-

Ubbidiente lui la seguì.

 

Senza una parola la “donna” li seguì con lo sguardo, sospirando stancamente.

Ancora, come sempre.

Come tutte le volte non poteva fare niente.

Solo osservare e aspettare.

Dopotutto era quello che aveva scelto anni prima, no?

Osservare, in silenzio, avvolta nell’ombra.

E poi agire quando ormai sarebbe stato tardi.

-D’ora in poi tutto cambierà… riuscirai ad affrontarlo o ti farai distruggere senza essere capace di lottare?-

 

Yoh sorrise al suo riflesso raccogliendo un po’ d’acqua nelle mani e portandola alle labbra.

Mhm, fresca e con un retrogusto leggermente dolciastro.

Perfetta.

-Dai Anna, vieni, l’acqua e stupenda.-

Le labbra della ragazza s’inclinarono in un dolce sorriso.

Ogni tanto lo invidiava… riusciva ad essere felice e allegro per così poco…

Si avvicinò con passi lenti e sinuosi al ragazzo.

Fece per dire qualcosa quando si sentì venir meno.

Riuscì a stare in piedi per puro miracolo mentre la terra veniva scossa dalle sue fondamenta.

L’acqua iniziò ad incresparsi e a  contorcesi mentre i colori chiari del cielo venivano sostituiti da altri più cupi e scuri, presto nuvoloni carichi di pioggia oscurarono il cielo e il sole.

Yoh si alzò, riuscendo a stare in piedi per miracolo.

-Anna tutto bene?-

-Certo.- sibilò in risposta.

Quello non era un terremoto “naturale”, tutt’altro…

Chi?

Chi stava osando disturbare quel giorno di pace?

Il LORO giorno di tranquillità?

Con occhi incendiati d’ira iniziò a guardarsi freneticamente intorno.

Era o erano vicini.

Si morse nervosamente un labbro, la sua collana di1080 perle era con lo zaino e il resto delle loro cose, stessa cosa valeva per la spada di Yoh.

-Ce la caveremo.-

Alzò gli occhi d’ossidiana sul suo ragazzo.

E sorrise.

Lo fece come raramente sapeva fare.

Piena di fiducia.

Sì, se c’era lui sarebbe andato tutto bene.

Avrebbero combattuto insieme rischiando il tutto per tutto.

 

-Ancora per una volta.-

Si spostò leggermente il cappuccio dal volto mentre la terra finiva di fremere.

-Ancora… per una volta…-

La sua voce aveva tremato, scossa da una nota di tristezza?

No, certo che no, lei non tremava.

Lei non era triste.

Lei era.

 

-Oh! Per me è un piacere conoscerla, Yoh-sama.-

I due si girarono di scatto verso il lago a pochi passo da loro.

La superficie ormai nera come pece e avvolta da un leggero filo di nebbia tremò leggermente, poi qualcosa risorse da quelle acque.

Una figura imponente, con ampie ali scure e occhi neri e profondi come pozzi, un collo roseo lungo e flessibile.

Poi, sulla sua testa dell’avvoltoio un essere umano… un ragazzino di neanche 10 anni, dalla pelle mulatta e occhi chiari, di un azzurro quasi bianco, capelli di una strana tonalità, fra il corvino e il violetto.

-Un po’ meno è l’avere a che fare con lei Anna.- a quel nome una smorfia disgustata deturpò i giovani lineamenti.

Sulle labbra del bell’Asakura si dipinse un sorriso nervoso, poteva sentire la rabbia della sua ragazza crescere a dismisura.

-Che cosa vuoi da noi?- sibilò l’Itako.

-Da Yoh-sama? Niente… almeno per ora e non io.-

-Non tu?-

-Ognuno ha i suoi capi, Yoh-sama, e così anche io ho i miei.-

-E chi….?-

-Mi spiace signore, ma ancora non posso svelarti il nome dei benefattori che mi hanno condotto da te.-

-Benefattori?- chiese in un soffio il ragazzo.

No, c’era qualcosa che non andava… sì, era solo un ragazzino, ma già leggeva nei suoi occhi un odio, un rancore, una cattiveria che di certo non avrebbe mai letto negli di qualcuno dedito ad aiutare gli altri…

-Sì, Yoh-sama, sono qui per aiutarla… proteggerla…-

-Proteggermi?-

-Sì, in modo che lei riesca a vedere la luce suprema.-

Luce suprema?

Ma… aveva tutte le rotelle a posto?

Kami sama, sembrava tanto uno degli X-Laws…

-E l’unico modo per farlo è eliminare la creatura sporca che scruta nei cuori della gente generando ed assorbendo, facendo nascere creature maligne come gli Oni.-

Entrambi sentirono il sangue congelarsi nelle vene…

No, di nuovo.

Qualcuno voleva portargli via tutto ciò che di più caro aveva al mondo per cosa…?

Per fargli del bene.

Per lui, per farlo andare avanti.

Prima Hao tentando di portargli via le uniche persone con cui poteva essere se stesso.

E adesso loro…

No, Anna no.

Non dovevano neanche osare portargliela via.

Con la coda dell’occhio osservò la ragazza rimettersi in piedi.

Un fuoco dentro che avrebbe fatto impallidire anche il sole.

Era pronta a combattere, a giocarsi il “tutto per tutto”.

La pace e la tranquillità erano finite, stava per iniziare una nuova guerra.

 

*******

Come?

Non posso?

Io non ho questo potere?

Sono gli Dei buoni e saggi che decidono del nostro destino e di dove finirà la nostra anima, il nostro cuore.

Dei?

Esseri creati da voi, per sconfiggere la paura del buio e del mostro sotto il letto.

Dimenticati finché non vi si para davanti un ostacolo.

E a quel punto?

Eccovi, con le mani giunti a pregare, a fare voti, sicuri di una risposta positiva.

Ovviamente… gli dei nella loro infinita bontà vi aiuteranno sempre e comunque, giusto?

1 bue fortuna

100 buoi? Diventerai imperatore! Contaci!!

Ipocriti.

Umani?

No, mostri che si atteggiano a persone con un cuore.

Avete un cuore che non siete capaci di ascoltare.

Una coscienza che ormai non è più capace di parlare.

Un’anima sporca.

Non siete capaci di fare qualcosa per niente.

Fate la carità e aiutate gli altri non per bontà d’animo, ma per conquistare punti con l’Altissimo.

Dio, mi fate schifo.

Fate guerre per costringere gli altri a credere nel vostro dio.

Lo fate per lui, ovviamente, non per voi.

E non vi accorgete di quanto siete…

Va bene, non divento volgare.

Ma tanto avete capito.

Fate tanto solo per voi stessi… e mi temete.

Oh, se mi temete.

Tremate quando sentite il mio nome.

Ma amministrate la mia “giustizia” e quando arrivo io da voi… m’implorate.

Pietà?

 Thas [1°L; p.3]

 

||

Sama: appellativo onorifico, signore, grande e varie.

Itako:sarcedotessa ***, il titolo sia di Anna che della nonna di Yoh

Oni: orchi, nel manga Anna aveva questa capacità e per questo restava sempre chiusa in casa, isolata da tutti, poi arriva Yoh e l’aiuta ad aprire il suo cuore^^. Comunque questa parola può significare anche demone.

||

 

Ringrazio Mao chan e Lady per il commento... la figura ammantata? Ne farà delle belle, ma dovrete aspettare per saperne di più su di lei^^.

 

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