Moderna Antigone

di Rota
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I- Bella ***
Capitolo 2: *** II - Johannes ***
Capitolo 3: *** III - Hans ***
Capitolo 4: *** IV - Gilbert ***



Capitolo 1
*** I- Bella ***


*Autore: Rota
*Titolo: Moderna Antigone
*Capitolo: I - Bella
*Fandom: APH - Axis Powers Hetalia
*Personaggi: Belgio/Bella van Hallen, Olanda/Johannes van Hallen, Danimarca/Hans Handersen, Prussia/Gilbert Beilschmidt.
*Generi: Storico, Introspettivo, Drammatico
*Avvertimenti: AU, What if...?, Raccolta, Flash fic
*Rating: Giallo
*Tema/Prompt: Momenti/Notte di luna piena
*Credits: Questa fanfic trae ispirazione dal film "La rosa bianca", diretto da Marc Rothemund; inoltre i personaggi che muovo nascono dalla fantasiosa mente geniale di Himaruya Hidekaz.
*Dedica:Alla mia Bellissima Belgio, che attendeva una fanfic su questi tre da tempo - che io prometto prometto ma alla fine non scrivo molto spesso X°D
*Note: Ho visto da poco questo bellissimo film e ne sono rimasta davvero ispirata. Non ho molto da aggiungere se non che era un pezzo che volevo scrivere su questo trio, li trovo meravigliosi assieme e mi fa bene scriverci (L) Il mio consiglio e di vedervi il film perché è davvero molto bello ** Inoltre temo - a una seconda rilettura di questo primo capitolo - che se non avete presenta la trama sarà abbastanza difficile che capiate qualcosa X°D
Ma nonostante tutto, vi auguro una buona lettura ^^
 
 
La svegliò, tra le coperte ruvide di quel letto da carcerata, un urlo di sofferenza che proveniva da lontano; oltre il corridoio non sapeva cosa ci fosse ma ricordava che suo fratello era stato condotto proprio là e questo bastò per rubarle la coscienza al sonno.
Si alzò nell'aria gelida e camminò fino alla porta ferrata cercando di sentire altri rumori, ma nulla dopo quello arrivò furtivo al suo orecchio.
Bella, nell'oscurità della sua prigione, pensò forte prendendosi le mani tra le proprie dita in maniera nervosa.
Che l'Ispettore avesse letto i nomi sul suo taccuino non era un'ipotesi da escludere a priori - stupida lei ad non aver assegnato a ognuno di loro un soprannome, un qualcosa che non li facesse riconoscere con chiarezza.
L'Ispettore stesso gliela aveva detto, palesemente in faccia, di avere tutti i nomi: glieli aveva consegnati lei, nel momento dell'arresto. Fidanzato e amici tutti. Il senso di colpa non l'aveva certo zittita di fronte a quell'uomo terribile, perché la coscienza non conosce remore e si erige oltre qualsiasi corpo fisico, ma nel momento in cui lei tornava a essere donna semplice in una cella buia e fredda l'angoscia assegnava colpe precise e toglieva meriti ultraterreni.
La morte, dopotutto, era quanto di più materiale il genere umano conoscesse. E non c'era sonno per i boia, anche se innocenti e puri di spirito.
La giovane donna si voltò verso la piccola finestra sopra il letto che gli faceva da giaciglio e la vide pallida, magnifica e perfetta - la Luna piena.
Passò la mano tra i capelli chiari per sistemarsi alcune ciocche dietro l'orecchio. Lei, dopotutto, si sentiva tremendamente viva, non vinta dalla paura tanto da perdere l'individualità e l'abitudine in quei piccoli gesti anche un po' vezzosi.
C'era speranza, finché avrebbe gridato quella verità con quanta forza aveva in corpo.
Così si avvicinò alla finestra, salì sul letto e guardò fuori come se stesse mirando una croce o un simbolo divino. Non riuscì a sorridere ma il suo cuore ne fu lo stesso rigenerato.
Non c'era ombra di pentimento nel suo cuore, neppure quando tornò tra le lenzuola e riprese un sonno agitato e pieno di incubi.
 
Il giorno dopo seppe dalla sua compagna di cella che i Nazisti avevano arrestato Hans - lì pianse, anche solo per due minuti, pensando a quelle vittime che la sua Coscienza esigeva in tributo.

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Capitolo 2
*** II - Johannes ***


*Autore: Rota
*Titolo: Moderna Antigone
*Capitolo: II - Johannes
*Fandom: APH - Axis Powers Hetalia
*Personaggi: Belgio/Bella van Hallen, Olanda/Johannes van Hallen, Danimarca/Hans Handersen, Prussia/Gilbert Beilschmidt.
*Generi: Storico, Introspettivo, Drammatico
*Avvertimenti: AU, What if...?, Raccolta, Flash fic
*Rating: Giallo
*Tema/Prompt: Momenti/Alba
*Credits: Questa fanfic trae ispirazione dal film "La rosa bianca", diretto da Marc Rothemund; inoltre i personaggi che muovo nascono dalla fantasiosa mente geniale di Himaruya Hidekaz.
*Dedica: Alla mia Bellissima Belgio, che attendeva una fanfic su questi tre da tempo - che io prometto prometto ma alla fine non scrivo molto spesso X°D
*Note: Ho visto da poco questo bellissimo film e ne sono rimasta davvero ispirata. Questo capitolo parla di Johannes - Hans nel film, fratello maggiore di Sophie. Cercherò di spiegare un po' meglio la ragione del loro arresto. Parlerò essenzialmente del giorno del processo - che condannerà questi tre a morte immediata per mano di una ghigliottina.
Ricordate che il personaggio da cui è tratto Johannes fu militare e combatté presso il fronte occidentale.

 

Johannes


 

Johannes non aveva mai pensato di essere una persona incoerente - neppure quando aveva sviluppato quell'abbozzo di idea che aveva avuto per i volantini facendola diventare poi realtà.
Lui era un soldato, aveva combattuto come tale e aveva servito la Patria Tedesca con l'ardore giovanile che aveva in corpo, fino all'ultima goccia di vitalità. Ma per il Partito e non per la Patria aveva ucciso e aveva visto uccidere: questo lo aveva compreso dopo, quando la furia della battaglia e i turpi sentimenti che la animano si erano acquietati nel suo cuore fino a renderlo perfettamente lucido.
Si trovava in cella per un motivo, dopotutto. Aveva ancora la sciarpa addosso come quando lo avevano arrestato, lo stesso cappotto consunto e i guanti caldi che gli aveva regalato sua sorella: era solo un uomo, in quel contesto. E come uomo non doveva obbedire a nessuno per fede inviolabile.
Sapeva che era mattina solamente per la routine della prigione - i tedeschi erano precisi in qualsiasi cosa, anche nell'eseguire una condanna a morte lenta e dolorosa.
Perché per la Patria e non per il Partito lui aveva diffamato e infangato le strategie belliche di un pazzo furioso colpevole di migliaia di morti. Con un semplice volantino, quasi fosse una sorta di ironia della sorte che proprio lui, che di parole non ne sprecava, di parole sarebbe quindi morto.
Sapeva che era mattina e che un altro giorno era quindi incominciato. A ripetere sempre le stesse cose un po' si era stufato, ma sua sorella gli aveva detto un lontano giorno che i veri sordi sono quelli che ascoltano solo ciò che vogliono loro. Bella aveva sempre ragione, dopotutto.
La sua cella si aprì con un rumore metallico e, come ogni volta, un soldato in divisa lo prelevò per l'interrogatorio giornaliero.

Di fronte all'Ispettore Beilschmidt non fece che ripetere, con la sua solita freddezza pratica e inviolabile, quanto lo animasse dentro - e neppure quando nella sua piccolezza quello lo minacciò di morte lui si permise di crollare.

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Capitolo 3
*** III - Hans ***


*Autore:Rota
*Titolo:Moderna Antigone
*Capitolo:III - Hans
*Fandom: APH - Axis Powers Hetalia
*Personaggi:Belgio/Bella van Hallen, Olanda/Johannes van Hallen, Danimarca/Hans Handersen, Prussia/Gilbert Beilschmidt.
*Generi: Storico, Introspettivo, Drammatico
*Avvertimenti:AU, What if...?, Raccolta, Flash fic
*Rating:Giallo
*Tema/Prompt: Momenti/Mezzogiorno
*Credits: Questa fanfic trae ispirazione dal film "La rosa bianca", diretto da Marc Rothemund; inoltre i personaggi che muovo nascono dalla fantasiosa mente geniale di Himaruya Hidekaz.
*Dedica:Alla mia Bellissima Belgio, che attendeva una fanfic su questi tre da tempo - che io prometto prometto ma alla fine non scrivo molto spesso X°D
*Note:Ho visto da poco questo bellissimo film e ne sono rimasta davvero ispirata.
Hans è l'amico, padre di famiglia, accusato assieme ai due fratelli e arrestato in seguito, sempre per "alto tradimento verso la patria". Il film lo ritrae come un uomo pavido e, giustamente, preoccupato per sé e per la propria vita - anche in virtù della neo paternità e dei problemi di salute della moglie. Io tento di rendere le ragioni della sua sconfitta interiore. Abbiate pietà, non tutti sono invincibili e non tutti sono totalmente disinteressati.
 

Hans



 
Quell'uomo gli pareva terribile - benché fosse anziano, benché più basso di lui, benché con una toga che lo rendeva più goffo e tondo di quanto non fosse nella realtà.
Hans era sempre stato un uomo con la capacità di vedere il comico in ogni cosa, era una dote naturale che l'aveva fatto apprezzare da chiunque; ma di fronte a quel giudice e a tutti quei militari, che con occhi da porco lo puntavano e lo denudavano senza sforzo, nella sua paura di uomo terreno non riusciva a spiccicare parola che potesse suonare ilare.
Eppure aveva sorriso a tutti i passanti a cui aveva dato i loro volantini, giorni addietro. Eppure aveva sorriso alla moglie a letto - algida pur nella terza maternità, bionda e bellissima come sempre -, giorni addietro. Eppure aveva sorriso ai figli già nati, ai colleghi dell'Università, agli stessi fratelli van Hallen con cui in quel momento condivideva la propria accusa.
Hans era quel tipo di tedesco che faceva le cose con entusiasmo e con zelo, quasi fosse un gioco.
Ogni cosa, in quella stanza, gli pareva decomposta già allora. Come i rintocchi di un campanile vicino, dodici precisi, che sembravano cantare a morto proprio per lui. E se negli altri giorni sia Bella che Johannes avevano faticato per farlo tacere, per l'entusiasmo precoce che l'aveva preso tutto, il giudice di fronte a lui faticava enormemente a farlo parlare.
Imploravano pietà gli occhi, implorava pietà la voce tremula: un orfano non sente la giustizia delle gesta ma solo l'ingiustizia della solitudine, e così anche una vedova.
A che sarebbero valsi i sogni d'inchiostro se non c'erano uomini a renderli reali? Come nuvole inconsistenti, capaci di catturare gli occhi ma non l'anima profonda.
Hans aveva chiuso stomaco e gola, guardava basso mentre il suo giudice imparziale - quell'uomo che sulla testa di altre mille vittime aveva formato la propria durezza - continuava con le domande serrate e le provocazioni e la cattiveria.
Traditore. Cospiratore. Assassino.
Non era più tanto sicuro che le belle parole di libertà e di coscienza valessero una simile vita.
Impietosa, col suo cadavere la vanità di quei militari si cibò, appagandosi e saziandosi abbastanza. Anche lui sarebbe morto, perché di vittime deboli si riempie la pancia dell'ipocrisia.
 
E poco prima di essere portato di nuovo al suo posto, un ultimo sguardo in alto, perché la coscienza potesse chiedere pietà e perdono assieme - ma nello sguardo di Johannes, seppur durezza, non c'era la minima rabbia verso di lui.

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Capitolo 4
*** IV - Gilbert ***


*Autore: Rota
*Titolo: Moderna Antigone
*Capitolo: IV - Gilbert
*Fandom: APH - Axis Powers Hetalia
*Personaggi: Belgio/Bella van Hallen, Olanda/Johannes van Hallen, Danimarca/Hans Handersen, Prussia/Gilbert Beilschmidt.
*Generi: Storico, Introspettivo, Drammatico
*Avvertimenti: AU, What if...?, Raccolta, Flash fic
*Rating: Giallo
*Tema/Prompt: Momenti/Tramonto
*Credits: Questa fanfic trae ispirazione dal film "La rosa bianca", diretto da Marc Rothemund; inoltre i personaggi che muovo nascono dalla fantasiosa mente geniale di Himaruya Hidekaz.
*Dedica: Alla mia Bellissima Belgio, che attendeva una fanfic su questi tre da tempo - che io prometto prometto ma alla fine non scrivo molto spesso X°D
*Note: Ho visto da poco questo bellissimo film e ne sono rimasta davvero ispirata.
L'Ispettore che interrogò a lungo Sophie, nel film, compare un'ultima volta di fronte alla donna prima dell'esecuzione. Vorrei ritrarre di lui proprio quel momento.
Faccio alcuni riferimenti a certe tesi del Nazismo, in questo testo, in particolare a quell'interpretazione sbagliata che si diede alle teorie sull'evoluzionismo di Darwin.
E con questo capitolo chiudo la piccola raccolta. Spero sia stata di vostro gradimento (L)
 
 

Gilbert



Aveva un cappello che ne celava lo sguardo, Gilbert, perché era paradossale ma aveva bisogno di qualcosa nel quale potersi celare all'occorrenza. Le prigioni non gli erano mai sembrate così fredde e buie - e dire che lui le aveva frequentate molto, da quando la Dittatura era salita al potere: fare in modo che i criminali fossero giustiziati secondo la Legge era il suo lavoro.
Però, in quel momento, Gilbert non era un Ispettore ma un semplice uomo.
Aveva provato a separare le due attività, sposando ideali fieri e altissimi con cui il nero Partito aveva riempito le pance vuote dei tedeschi affamati. Anche la sua, anche la sua era stata riempita così, in quell'epoca dove non c'era altra salvezza per tutto loro.
Aveva ripetuto mille e più volte le sue motivazioni, spacciandole come unica verità possibile - e su quella scala di valori aveva giudicato cosa fosse giusto e cosa fosse invece sbagliato.
Certo era che non si sarebbe aspettato che colei che aveva chiamato aspramente "traditrice" gli venisse a parlare di coscienza. Aveva riso, anche in faccia a lei; aveva riso perché era solito farlo, sprezzante di tutto e di tutti, della forma umana e della morale che lui disconosceva.
Se l'orgoglio e la forza nera c'era ed esisteva, significava che meritava la vittoria che si stava conquistando, pur a scapito dei più deboli. Deboli come lei, esattamente come lei.
Ma non aveva saputo ribattere quando lei gli aveva parlato di amore, di solidarietà, di pace e di fratellanza - perché i valori in cui credeva trovavano solo contraddizione di fronte all'immensità di sentimenti così alti.
La guerra non portava pace.
Lo sterminio non portava vita.
Era così semplice, e aveva dovuto dirglielo lei.
Così Gilbert era andato in prigione nel momento stesso in cui aveva saputo che sarebbe stata giustiziata. Aveva firmato lui stesso uno dei tanti fogli che l'avevano condannata, ma come il membro di un branco che assiste impotente alla caduta del suo capo, Gilbert aveva bisogno di rivolgerle un'occhiata prima che non gli fosse stato più possibile.
Il tarlo del dubbio, inesorabile, stava mordendo la sua coscienza.
 
La vide mentre veniva portata via dalle guardie - a fumare l'ultima proibita sigaretta assieme ai compagni, in un estremo impeto di vita - e lei gli rivolse una sola occhiata e una sola frase.
-Non ho alcun rimpianto. Spero che possa essere così anche per lei, quando verrà il momento.-
Il tramonto di Bella van Hallen fu per lui il più rosso e magnifico di tutti.

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